Prenditi cura di me

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intossicato ***
Capitolo 2: *** Sanguinare ***
Capitolo 3: *** Passiamo alle gambe ***
Capitolo 4: *** Niente sacche di sangue? ***
Capitolo 5: *** Desiderio infuocato ***
Capitolo 6: *** Non rifiutarmi ***
Capitolo 7: *** La gelosia di Damon ***
Capitolo 8: *** Damon avvelenato da Tyler ***
Capitolo 9: *** Coppia a sorpresa ***
Capitolo 10: *** Stefan, Klaus ed Elija ***
Capitolo 11: *** Il bacio a scuola ***
Capitolo 12: *** Non era LEI che amavo! ***
Capitolo 13: *** La nostra prima volta! ***
Capitolo 14: *** In viaggio per le Maldive e a mai più arrivederci, Mystic Falls! ***



Capitolo 1
*** Intossicato ***


Che fosse una giornata storta cominciata già dal mattino, dovevo intuirlo dal fatto che mi ero svegliato prestissimo, con un senso d’angoscia e di inquietudine attorno, che mi attanagliava lo stomaco.  Non era la SETE, era qualcos’altro, a cui non sapevo dare una definizione.

Stefan aveva dormito ancora da Elena. Anche se non lo avrei mai ammesso davanti a lui, mi mancava sentirlo lamentarsi per i corridoi della Nostra casa, di qualsiasi cosa, mentre lo prendo in giro, su qualsiasi cosa.

Restare da soli, fa male. Forse dovrei trovarmi anch’io una fidanzata. Di certo la scelta non mi manca, ma non so se sono il tipo da fidanzate. Potrei soggiogarne una, ma poi dovrei prendermene cura.

E poi è accaduto qualcosa che non mi sarei mai aspettato…
 
 
 
 
*

BAAAM.

Un rumore come di uno sparo. Come se qualcuno avesse tirato giù la porta.

Forse un rumore come di qualcuno che abbia sparato alla porta.

“DAMON!”

Damon ha appena il tempo di registrare che è strano che la voce di Elena faccia capolino  a casa sua, chiamando il suo nome, così come è strano che la sua voce appaia così agitata e stridula. Di solito era tutto un gne gne gne lagnoso mentre faceva le fusa con suo fratello. Che cos’aveva da gridare in quel modo?

Ha appena il tempo di registrare questi particolari, quando vede il fratello letteralmente addossato su Elena, che cerca di sostenerlo a fatica. Damon non ha idea di come abbia fatto con il suo esile corpicino a trascinarlo da chissà dove, di peso, non sa se Stefan abbia cercato di collaborare e di tenersi saldo sulle gambe, per quanto gli fosse possibile e poi fosse rovinosamente crollato.

Ma in quel momento tutti quei dettagli erano di scarsa importanza, quello che più importava era cosa diavolo fosse successo a  Stefan.
 

“Santo Dio, Elena!”

“Aiutami, ti prego.”

Damon si precipitò da lei, che per la fatica, lasciò piano andare Stefan, che finì in ginocchio, davanti a Damon, che gli mise le mani sul viso, esaminandolo, mentre aveva il viso che ciondolava e gli occhi semichiusi, come se fosse quasi per cadere in stato di incoscienza.
 

“Che cosa gli è successo?” chiese Damon, a malapena cosciente del fatto che le sue mani sul viso del minore, stavano muovendo le dita in una lenta carezza sui suoi zigomi.

“E-era uscito per fare la spesa e preparare un pranzo a sorpresa a casa mia, io non sono potuta andare con lui..quando è tornato a casa, ho notato che aveva qualcosa che non andava, ha cominciato ad avvertire dei crampi, a sentire dolore e a sanguinare dalla bocca. Damon, ho paura..non mi ha detto cos’ha, dovremmo portarlo all’ospedale??”

“No. Niente ospedale.” Disse Damon, con voce ferma. Vedere Stefan in questo stato, lo spaventava molto. Non era abituato a vederlo crollare in questo modo, neanche nei periodi bui in cui era lo squartatore, era mai successo.
“Cosa? Ma potrebbe essere stato avvelenato!” protestò Elena.

Potrebbe. “ acconsentì Damon, con una grande pazienza. “Ma non credo sia un veleno per gli umani. Stefan, ehi, mi senti? Sei ancora qui con noi?”

Stefan fece un accenno di assenso.

“Cosa ti è successo? Puoi dirmelo? Non possiamo aiutarti se non ci dici cosa ti è successo. Qualcuno..ti ha fatto del male?” gli chiese Damon, cercando di trattenere il tono della voce per non lasciar che trasparisse la rabbia e il fatto che quello che si era permesso di farlo, l’avrebbe scorticato VIVO.

“V-verbena.” Disse Stefan. La voce era poco più di un sussurro e l’aveva detta così piano, che per captarla,  Damon aveva dovuto avvicinare l’orecchio al suo. Si capì subito che lo sforzo gli era costato molto, infatti sputò un po’ di sangue.
 

Elena gemette e Damon lo guardò atterrito.

“Dove?? Quanta? Quanta ne hai inghiottita, Stefan??” chiese Damon, prendendogli di nuovo il viso tra le mani, cercando di non farsi prendere dal panico.

Stefan cercò ancora di parlare con grande fatica.

“HHHH…Dappertutto..”

“Cosa???”

“Mi fa..male dappertutto…”
 
Damon l’aveva intuito. L’unica spiegazione al fatto di vederlo star così male, era possibile solo se ne avesse assunta davvero tantissima. Il pensiero che moltissima verbena era in circolo nel corpo di suo fratello, gli fece girare un attimo la testa dalla paura.

“A-aiutamii!” Stefan disse, pregando il fratello, afferrando un lembo della sua maglietta dal collo.

Damon lo guardò e quella preghiera lo spaventò ancora di più.

Non era da Stefan, pregarlo, chiedergli aiuto, affidarsi a lui.

Damon non era stato proprio un esempio esemplare di fratello maggiore devoto, né aveva fatto mai il massimo per poterlo essere e se da una parte vedere Stefan che si affidava a lui – Non ad Elena, A LUI – gli riscaldava qualcosa dentro inaspettatamente, dall’altro lato gli faceva capire quanto la situazione fosse grave e quanto stava male.
 

“D’accordo. D’accordo.” Acconsentì Damon, accarezzandogli i capelli. “Elena, adesso io devo prendere Stefan.”

“Starà bene, non è vero? Puoi curarlo?” chiese Elena fremente e spaventata.

Damon la fissò serio.

“La disintossicazione dalla verbena è un processo molto doloroso senza che un corpo di vampiro sia preso da questa invasione in maniera massiccia ed elevata, nello stato in cui è Stefan, non voglio nascondertelo, soffrirà ancora di più, ma poi, si, starà bene.”
 

Elena si era messa una mano sulla bocca, gemendo. Damon lasciò andare un sospiro spazientito.

“Voglio restare con lui!” disse Elena con tono disperato.

Damon se l’era aspettato. Stava sostenendo suo fratello, che si reggeva a malapena e guardò Elena truce, cercando di usare un tono fermo.
 

“Non puoi..”

“Ma…”

“Ascoltami bene, Elena, capisco che è il tuo fidanzato, ma è anche MIO FRATELLO. Mi servirà molta concentrazione e sangue freddo per disintossicarlo dalla verbena che gli sta bruciando e avvelenando il sangue, provocandogli un dolore indicibile. Per disintossicarlo dovrò infliggergli ancora più dolore e devo restare concentrato. Sentire anche le tue grida di orrore per quello che gli farò, miste alle tue occhiate di terrore, che non potranno far altro che farlo stare anche peggio, mi deconcentrerebbero solamente da quello che devo fare e la sofferenza di Stefan verrebbe soltanto prolungata. Tu non vuoi prolungare la sua sofferenza, vero?”
 

“Io…NO. Io non voglio.” Disse Elena con le lacrime agli occhi.

“Bene. Quindi lasciami fare il mio lavoro, okay?”

“Posso..almeno restare qui? Non darò disturbo, lo prometto.” Disse Elena indicando il divano.
 

Damon ci pensò un attimo su, era tentato di dirgli di sì, anche solo per togliersela di torno. Stefan addosso a lui a peso morto era pesante e gli facevano male le braccia e la schiena, ma non aveva idea di quanto le urla di Stefan potessero risuonare in tutta la casa e d’altrocanto Elena avrebbe potuto benissimo rompere la promessa e fare un'improvvisata nei sotterranei. Non c’era da fidarsi di una mina vagante come lei.

“No.” disse infine Damon. “Vattene a casa. È per il bene di entrambi.”

Elena continuò a guardarlo con sguardo astioso e Damon sospirò.
 
“Ti prego, Elena. Fallo per lui e fallo anche per me. Mi sta rompendo le ossa.”

“E va bene, ma mi chiami..ti fai sentire..va bene? Voglio che mi informi sulle sue condizioni.”

“Lo farò, d’accordo. Ora sparisci.”

E con un ultimo sguardo truce, sparì.
 
“Maledette doppelgangher. Sono tutte uguali. Una spina nel culo.” Disse Damon innervosito e poi segretamente contento che Stefan stava male e non poteva sentirlo ne rimproverarlo, lo trascinò ancora.

“Non nei sotterranei..ti prego..”

“Sì, sì, come vuoi tu, Stefan.”
 
Ma Stefan, inaspettatamente per quanto sfinito, trovò la spinta per assumere ancora una fiera e debole resistenza e si fermò.

“Non li!” disse ancora, lasciando Damon di stucco. “Troppi brutti ricordi.”

Damon lo capiva, era il posto in cui entrambi avevano dato il peggio del peggio, ma non era il tempo per i capricci.

“Portami..andiamo nella mia stanza.” Disse Stefan, lasciandolo completamente di stucco.
 
“D’accordo, fratello, ma poi non prendertela con me, se macchierai tutto il tuo letto di sangue, eh? Io il mio non te lo cedo poi.” Disse, sempre camminando con il suo braccio attorno al collo, lo aiutò a salire le scale.
 
 























ragazzi, solo a scopo di informazione, Elena qui non è ancora diventata vampira. Siamo alle prime stagioni quando tutto era ancora molto easy xd  

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Capitolo 2
*** Sanguinare ***


Damon aveva portato Stefan in camera. Lo sosteneva ancora, perché si reggeva a malapena. Gli gettò un’occhiata. Nonostante stava male e il pallore sul viso, quest’ultimo non gli aveva toto la bellezza, anzi, quella vena di sofferenza e il capello corto spettinato, ma con la frangia lunga –lo stesso taglio che aveva quando morì avendo in corpo il sangue da vampiro di Katherine – gli donava.

Rimane bellissimo anche così.. pensò Damon, contro a ogni logica.
 


Appena entrarono in camera, tuttavia, entrambi si accorsero silenziosamente, che doveva essere stato un errore. Stefan guardava il letto matrimoniale nervosamente, chiaramente capendo che non era il luogo adatto e più comodo, per farsi torturare. Anche Damon pensava la stessa cosa, ma ormai erano in ballo e lui giù non ce lo riportava.

“Damon..” cominciò infatti quella spina nel fianco. “Senti, credo che in fin dei conti, qui non va bene. C’è un sacco di cose che potrei rompere..e sporcare..qui. “ cercò di giustificarsi a mò di scuse, notando che Damon lo guardava con aria pericolosa e arrabbiata.

“Affari tuoi, Stefan. Io ero già pronto a portarti in cella e sbatterti giù nel pavimento maleodorante e sudicio, ma tu..tu hai voluto fare il principino. E allora fai il principino. Sdraiati.” Disse indicando il letto.
 
Era una richiesta insolita, Damon lo sapeva e probabilmente anche Stefan, perché lo guardò con le sopracciglia inarcate e malgrado si era staccato da Damon per appoggiarsi al mobile lì vicino, reggendosi a malapena, mostrava ancora resistenza.



“No.”

“No?” ripetè Damon con una venatura un po’ inquietante.

“No.” ripetè Stefan, questa volta deglutendo e con una sfumatura più incerta nella voce. “Sarà una cosa violenta, lo so..e non ho voglia di..imbrattare il mio letto..le lenzuola..e tutte le mie cose di…di SANGUE.”

“Avresti dovuto pensarci prima..” Damon aveva voglia di prenderlo a pugni, ma si costrinse a trattenersi, visto che il fratello era malato e non in grado di intendere e di volere con lucidità.

Stefan si mise una mano sulla faccia.

“Scusami. Io non sono in me. Per favore, Damon..accompagnami in cella. Voglio sdraiarmi.”
 
Damon annuì. “Okay. Va bene, come vuoi tu, Stefan.” Disse con un tono esasperato e sospirando.
 
“Grazie per essere ragionevole una volta tanto..” disse Stefan. Si era seduto un momento sul letto e alle parole di Damon, si era alzato per incamminarsi verso la porta, Damon gli aveva fatto un cenno con il braccio di passare, ma appena Stefan fece per sorpassarlo, lui da dietro con una forza sorprendente, lo prese per il braccio e lo fece volare sul letto.
 
Stefan cascò a peso morto sul letto, spostandolo di qualche centimetro e facendolo gemere.
 


“Ma ti ha dato di volta il cervello??” chiese Stefan con un gemito. La testa che ora riprendeva a girare.

“Sono stufo di perdere tempo, Stefan. Voglio cominciare!”

Stefan strizzò gli occhi per cercare di riprendersi.

“Non puoi farlo qui. Non hai neanche niente per tagliarmi.

“Tu dici?” disse Damon, con un sorrisetto, mostrandogli un piccolo pugnale.

Stefan guardò atterrito il pugnale a pochi centimetri da lui.

“Non basterà.”

“Questo lo vedremo.”

“Damon, mi sto innerv..”

“Togliti la camicia!”
 
Doveva essere sembrata una cosa surreale anche alle orecchie di Stefan., a giudicare dalla faccia che fece.

“Scusa?”

“Togliti la camicia.” Ripetè Damon spazientito e irritato. “ è così stretta che mi chiedo come non ti sia fermata del tutto la circolazione. Se vuoi liberarti di questa porcheria che ti hanno infilato dentro e poi mi spiegherai la fantastica storiella di come ci siano riusciti, sarà meglio togliere ogni impedimento a questo favoloso bronzo di riace.” Disse Damon con un sorriso a quaranta denti.

Stefan lo guardava più basito che mai, le fitte allo stomaco che non gli davano tregua.

“Io non mi toglierò la camicia, Damon..” disse Stefan, cercando di mostrarsi ferreo. “E non ho intenzione di spogliarmi. “Ora..vuoi fare quello che devi o..” disse sempre Stefan, cercando di alzarsi, ma Damon ridacchiò e lo prese per le spalle, poi lo spinse brutalmente, questa volta facendolo finire sdraiato sul letto.
 


“Se non te la togli tu, te la tolgo io.” Disse Damon con aria dominante, senza tuttavia riuscire a nascondere un’espressione divertita nel tono della voce.

Stefan lo guardò spaventato, a occhi sgranati, ma senza muovere un muscolo. Damon continuò a sorridere, gli piaceva da matti, vedere il fratello così sottomesso ai suoi comandi. Era una cosa che gli era sempre piaciuta.
 
“Dam..”

“Stai giù.” Disse Damon, tenendolo giù facendo pressione con una mano sul suo petto per tenerlo fermo. “E cerca di non eccitarti troppo.” Disse con un sorrisetto a mò di sfottò, allungando una mano verso i bottoni della camicia, mentre Stefan stava a guardare le mani bianche e affusolate di Damon che si avvicinavano e cominciavano a muoversi sui suoi bottoni.

Damon aveva cominciato a slacciare il primo bottone, che Stefan aveva allungato una mano per fermarlo. “faccio i…” ma Damon con una smorfia infastidita, gli aveva scansato la mano con una sberla.

Quella situazione ormai lo divertiva..e gli faceva anche venire caldo, per qualche strano motivo, lo eccitava.

Stefan sentiva le dita di Damon fare leggera – ma sentita – pressione in mezzo al suo torace, attraverso i bottoni e si lasciò scappare un sospiro trattenuto.

Ormai Damon gli aveva slacciato tutti i bottoni e sorrise buffamente, sospirando, nel notare che sotto la camicia aveva anche la maglietta nera.

“Così non va, mio caro Stefan, io ho cercato di essere delicato…ma tu vuoi giocare a nove settimane e mezzo, con mille strati di vestiti addosso..e io detesto perdere tempo..”
 
Prima che Stefan potesse avere il tempo di rispondere, Damon si chinò un po’ di più su di lui e gli passò le mani sulla maglietta in una sorta di carezza,  per poi tenere per qualche istante i lembi della maglietta nei pugni e poi all’improvviso, strappargliela via di netto, letteralmente.

Stefan aveva reclinato la testa all’insù, gemendo di nuovo.

“Scommetto che la tua fidanzata Elena, non ti spoglia così, quando fate sesso, eh?” gli chiese Damon ammiccando.
 
“Per questo l’hai fatta andare via? Per poterti divertire, prendendoti gioco di me, indisturbato?”

Quella battuta non piacque a Damon.

“Ma il divertimento deve ancora iniziare!” disse, rigirandosi il piccolo pugnale tra le dita e mirandolo a petto nudo.

“Sei in forma, fratello. è quasi un peccato..rovinare questo bel corpo..” disse, sfiorando con la lama il suo torace e facendolo rabbrividire. Le dita di Damon sfioravano il torace di Stefan, insieme alla lama.



“Sei pronto?” e così dicendo, gli fece un piccolo taglio superficiale.
 
Stefan chiuse gli occhi.

Damon  gli fece sanguinare anche l’altro fianco e Stefan strizzò gli occhi un po’ di più.

Un terzo taglio dal su all’ingiù proprio al centro.
Stefan gemette.
Damon non si fermò, facendogli altri tagli vicini, accanendosi ogni volta un po’ di più, quasi con una sorta di furore e di rabbia nel volto.
 
 
*
Dopo alcuni minuti, Stefan gridò.

“Basta. Basta. Smettila!”

“Ma guarda! Le suppliche. Chissà perché, mi aspettavo che sarebbero arrivate!”

“Tu non vuoi aiutarmi. Ti stai accanendo su di me come un sadico solo per divertimento!”

“Ma che crudeltà. Non me lo aspetto da te, fratellino. Io non ti ho mai dato del sadico, nonostante mi tenessi giorni e giorni da solo in una lurida cella a MORIRE DI FAME!”

“Fermati.” supplicò l'altro.

“Hai chiesto il mio aiuto e ora mi chiedi di fermarmi? Riprova!”
 
Forse fu la forza della disperazione a dare a Stefan la forza di tirare un pugno a Damon, fatto sta che ci riuscì.

Damon girò la faccia, massaggiandosi il viso, quando all’improvviso Stefan gli menò un altro pugno sul torace.

“Ouch.” Gemette Damon, tenendosi lo stomaco.

Stefan ne approfittò per scappare, ma fece pochi passi solo, poi gli girò la testa e inciampò.



Non riuscì neanche a uscire dalla stanza, che cadde carponi davanti alla porta.
 
 
Damon, furente, grugnì, prima di avvicinarsi a lui, tirarlo su prendendolo per le spalle e poi come ringraziamento, restituirgli il pugno sul viso.

Stefan girò la faccia e Damon lo prese di peso e lo ributtò sul letto.
 


“Non ti restituisco quello sullo stomaco perché…beh..sei un casino, amico “disse sorridendo e agitando le braccia, guardando il suo stomaco sanguinante “E io non sono un sadico.”disse ancora con fare plateale.

“No, tu non sei un sadico, sei solo un bastardo.”

SCIAFF.

“Dato che con te i pugni non funzionano..” disse con un’aria buffa, voltandogli le spalle e aprendo un cassettone del comò, cercando qualcosa.

“Perché non mi uccidi e la facciamo finita. Voglio morire.”

“Schhh. Non parlare, mi distrai…sto cercan…ah, l’ho trovato. Aspetta un attimo tesoro, arrivo subito.” disse all’oggetto trovato, per poi tornare da Stefan.
 
SCIAFF. Un altro schiaffo.

“E guarda che ci sto prendendo gusto.” Disse con tono adorabile, chinandosi su di lui. “Quanto al fatto che vuoi morire, beh, non ti ucciderò, ma se continui così, desidererai che l’abbia fatto. Oh, ecco, baby, torniamo a noi.” disse voltandosi ancora e prendendo il lungo foulard rosso che aveva lasciato nel cassettone e riavvicinarsi con esso al fratello e guardandolo con aria triste.
 
“Non avrei voluto legarti, Stefan, credimi, ma tu INSISTI a non stare fermo.”

“Non puoi essere serio..”

“Schhh. Fermo così. Lo so che tu preferisci le corde o le catene. Anch’io, ma qualcuno qui non ha voluto scendere ai piani inferiori, ricordi?”

“T-te la farò pagare.”

“Questo è lo Stefan che conosco, Lo vedi che la mia cura ti sta facendo tornare te stesso?” chiese Damon esaltato, spostandolo  con il corpo e la testa verso la tastiera del letto e legandogli le mani a essa con il foulard.
 
Con tutto questo spostamento, Damon era finito sopra Stefan, bloccandogli le ginocchia con le sue.



Stefan lo guardava ora, con un misto di curiosità  e di confusione.

“Devi ammettere che questo è strano anche per te, Damon.”

Damon lo guardò con curiosità, poi abbassando lo sguardo su di loro, disse:

“Sta attento, potrebbe piacerti.” Sempre con quel suo modo di fare strafottente.
 
Stefan alzò gli occhi al cielo.

“Potevi…AHH.” Gridò, perché Damon gli aveva fatto un taglio alla guancia con il pugnale. Riprese, facendo una smorfia per il dolore. “Potevi sbattermi a terra e lasciarmi a crogiolare nel mio dolore nella cella di sotto e invece sono qui in un letto, con un misero pugnale, con te che giochi a cinquanta sfumature di grigio con me, arrivando a legarmi addirittura con un FOULARD. Un foulard, seriously, Damon? Non ti riconosco..questo..questo non è il tuo stile.”
 
Damon lo guardò attentamente, la maschera di rabbia tornò prepotente in lui, assieme a un’ondata di caldo che lo investì nuovamente. Era vero, non era così che si comportava di solito. Stava facendo delle azioni come se stesse arrancando alla cieca.

Arrabbiato con Stefan, ma soprattutto con sé stesso, lo colpì di nuovo al petto, più forte e profondo.
 
“AHHHH”

Questa volta Stefan gridò ma in maniera soffocata, ma reclinando la testa all’indietro, non come se fosse preda del dolore, ma quasi come se gli avesse provocato un violento orgasmo. Naturalmente Damon sapeva che non era così, ma lo colpì comunque in pieno stomaco, quella cosa, anche perché senza accorgersene, quando l’aveva pugnalato, si era istintivamente proteso di più verso di lui.
 
Damon deglutì, rendendosi conto di quanto Stefan avesse ragione.

Rendendosi conto che sentiva sempre più caldo, stava sudando, gli sembrava di essere in una fornace e realizzava sempre di più che questo calore che sentiva era dato dalla vicinanza così marcata con il fratello.

Cosa sto facendo ancora su questo letto…

E rendendosi conto che cercava smanioso lo sguardo del fratello, i suoi occhi.
Guardami!

Devo andarmene da questo letto.
 
“Damon…”

Cosa sto facendo…

“Damon..sento un dolore indicibile..la verbena..è ancora dentro..”
 
Stefan aveva chiuso gli occhi e quindi suonò come inaspettato, quando alle sue suppliche, avvertì la mano di Damon chiudersi dentro la sua.

“Damon..” disse, aprendo gli occhi.

“Resisti..” riuscì solo a dire Damon.
 
 
 
 
 
*

Mezz’ora dopo, Damon aveva lasciato Stefan da solo a riposare un po’ ed era sceso giù a bere qualcosa. Aveva una mano appoggiata al frigorifero della cucina, per sostenersi e l’altra sulla bocca.

Era doloroso vederlo così.

Neanche quando era lo squartatore, l’aveva mai visto così.
 
 
 
 
 






















Note dell'autrice: 

spero che la storia continui a piacervi e che non vi stia deludendo ^^ da parte mia ci sto mettendo tutto il sentimento possibile, anche perchè non è da me, mettere tutte queste descrizioni ahhah xd ma io AMO il Damon della prima stagione! Allego alcuni link di video che ho visto e che mi hanno ispirato molto, su Stefan e Damon:

https://www.youtube.com/watch?v=OcTE5dmNstE

https://www.youtube.com/watch?v=LQuMxASgX2k

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Capitolo 3
*** Passiamo alle gambe ***


Damon era risalito in camera, parecchio nervoso. Elena aveva cercato di entrare a sorpresa in casa per vedere Stefan. Damon innervosito fu costretto a soggiogarla per costringerla a ritirarsi in casa sua e a non tentare più nessuna incursione a sorpresa. Come se non bastava quello a innervosirlo, appena entrato in stanza, vide che le condizioni del minore non miglioravano.

“Come va??” chiese ad alta voce con tono euforico, cercando di smorzare la tensione, ma non vedendo la risposta di Stefan, tornò serio.



“Stefan? Nessuna risposta, altro schiaffo. Cosa decidi?” chiese Damon, toccandogli il mento.

“Mmm..le gambe. Mi fanno male.”

Damon cominciò ad avere un sospetto.

“Dovremmo togliere anche i jeans.” Stavolta non aveva l’aria di prenderlo in giro.

“No!” mugolò Stefan.

Damon poggiò le mani sulle gambe di Stefan, facendo una lieve pressione, che poteva essere una carezza, ma Stefan mugolò di dolore.

“Credo che convenga toglierli. Andiamo, non fare il pudico.” Disse, allungando la mano verso il bottone dei suoi jeans, ma indugiando con la mano lì. Un conto era una maglia e una stupida camicia, ma quello..insomma erano fratelli e non doveva esserci imbarazzo, okay, ma certe cose un po’ intime non le avevano condivise neanche tra fratelli.
 
Al diavolo.

Damon cominciò a slacciargli il bottone dei jeans, con fare insolitamente delicato e rispettoso e altrettanto delicatamente, lo fece sollevare, per permettergli di sfilare i jeans. Si sentiva strano nel ruolo del fratello maggiore protettivo, per una volta. Stefan dal canto suo, lo guardava con una certa curiosità. Non era abituato ad affidarsi a Damon, come un bambino. Non era mai successo, non pensava neanche che Damon avrebbe voluto mai farlo.

Damon si morse il labbro. Stefan era insolitamente docile, meglio così. Gli abbassò i pantaloni e vide che le gambe erano coperte di macchie e bolle rosse.

“Cavolo, Stefan..” disse Damon, dispiaciuto.

“Sto per morire?” disse Stefan ridacchiando.

“Quello no.” disse Damon, facendo un debole sorriso. “Mi dispiace, avrei dovuto subito passare anche alle gambe, invece abbiamo perso tempo. È colpa mia.”

“Io non ti ho reso le cose facili, con i miei capricci..” disse Stefan.
 
Damon sospirò. Non sapeva perché, ma gli accarezzò lentamente le gambe rossastre, da entrambi i lati e Stefan boccheggiò.

“Senti dolore?”

Stefan non sapeva dire cosa sentiva. Ovviamente le gambe bruciavano sotto il suo tocco, ma insieme al bruciore dilaniante, sentiva un altro genere di fuoco, quasi piacevole, che lo faceva avvampare. Le carezze di Damon erano dolci, gli piacevano, anche perchè non aveva mai ricevuto affettuosità e carezze da lui, ma preferì non concentrarsi troppo su questo.

“Ora ti metto una lozione, prima di farti sanguinare. Dovrebbe alleviare il dolore.”

Stefan ridacchiò.

“Vuoi giocare alla beauty farm in un momento come questo?”

“Sì.” Disse Damon, cercando di scherzare, ma era anche serio.
 


Prese un unguento formato crema dall’armadio e gli passò la crema sulle gambe, studiando il volto di Stefan, mentre gli passava le mani anche sull’interno coscia.

Stefan aveva gli occhi chiusi e sospirava.

Quando tuttavia la mano di Damon si avvicinò un po’ troppo al suo inguine, Stefan gli fermò la mano con la sua.

“Non..esagerare..” disse con voce soffocata.

Damon sorrise, cercando di nascondere l’imbarazzo.

“Se ti rimarrà bloccato qualcosa lì, sai a chi dare la colpa.” Disse, ma tolse la mano, levando entrambi da quell’imbarazzo.
 
Si alzò da lui e Stefan non lo stava più guardando, ma guardava con ostinazione o su o a sinistra in un punto indefinito. Damon si accorse di essere tutto sudato e il viso in fiamme. Ringraziò che quell’operazione era finita, ma ora arrivava la parte più difficile.

“Ti senti rilassato?” chiese riponendo la crema nell’armadio.

“Sì..”

“Bene, perché adesso si torna all’inizio.” Disse Damon, ma senza più l’aria baldanzosa che aveva all’inizio, quindi prese di nuovo il pugnale.





Questa volta Damon non agì con fare sadico sulle gambe di suo fratello, ma con una sorta di triste rassegnazione al pensiero di infliggergli altro dolore. Stefan nonostante ciò accettò di sanguinare, mansueto. Di sopportare il dolore.

Dopo un po', arrivò la febbre. Damon lo assistette, mettendogli una pezza ghiacciata sulla fronte e raffreddandogli il collo con pezze bagnate, facendogli di tanto in tanto, delle carezze sulla guancia, che Stefan trovò molto piacevoli e di conforto. Damon notò che si muoveva sotto il suo tocco andandogli incontro e questo lo imbarazzò un pò.



Dopo diverse ore, erano ormai le 18:00 e Damon notò finalmente con sollievo, che le macchie e le bolle sulle gambe di Stefan, stavano piano piano sbiadendo e che la febbre era scesa.

"La febbre è scesa, adesso puoi riposare." disse Damon, togliendogli la mano dalla fronte, guardandolo dolcemente. Stefan con gli occhi chiusi, sembrava un angelo. Pensò anche che era così strano vedere un vampiro preda della febbre, quando è idea comune che siano freddi come la morte dal quale sarebbero ammantati, così com'era strano che lui si prendesse cura dolcemente di suo fratello, dopo peraltro averlo quasi torturato a sangue.

"N-non...non andare via.." disse Stefan, trattenendolo per un lembo della maglietta, appena Damon aveva dato segni di voler lasciare il letto.

Damon lo guardò e pensò di sicuro che era ancora delirante.

"Forse non ti sei ancora ripreso dopotutto. Fratellino, so quanto masochista e autolesionista puoi diventare, ma ti assicuro che le torture sono finite. Ora devi riposare e anch'io.

"Puoi..farlo qui."

Damon lo guardò corrugando le sopracciglia. Non riusciva a capire.

"Perchè?" gli chiese stupito.

"Non voglio restare da solo.."

Damon sospirò e deglutì.

"Va bene, se mi prometti che riposerai."

"Lo farò."

Era certo una situazione molto strana, lui e Stefan in un letto. Non avevano mai condiviso un letto prima d'ora, ma la stranezza di quella situazione scemò via, appena si coricò sul letto e spontaneamente gli venne da cingere con un abbraccio da dietro, il fratello minore. Sentì Stefan rilassarsi e fare un verso di apprezzamento felice al suo gesto e capì di aver fatto bene.

Lui e Stefan stretti in un abbraccio fraterno su un letto.

Chi l'avrebbe mai detto...






















Note dell'autrice: 

questa storia mi sta prendendo sempre di più, credo si capisca :D :D ps le frasi in corsivo sono pensate da Damon :D 

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Capitolo 4
*** Niente sacche di sangue? ***


Stefan si era rivestito, quando l’operazione sanguinamento era finita e cominciò la febbre. Si era rimesso maglia e dei pantaloni comodi dopo essersi fatto una doccia veloce, per ripulirsi del sangue

Alle 18:00 Stefan si era abbassato i pantaloni per controllare se le bolle erano svanite. Damon ne fu rincuorato, quindi Stefan era completamente vestito, quando, Damon restò a dormire abbracciato a lui.

Per fortuna non è mezzo nudo.. pensò Damon con un sorriso. Dover abbracciare suo fratello mezzo nudo e per giunta in mutande, sarebbe stato molto imbarazzante. Va bene che erano consanguinei, ma questa confidenza loro due non l’avevano mai avuta.

Il foulard, Stefan non ce l’aveva più da un bel pezzo. Fin da quando Damon era sceso giù in cucina, cercando di non lasciar trapelare la propria disperazione davanti a lui, aveva deciso di slegarlo, visto che Stefan aveva dato segno di non volersi più opporre.
 


Quando si svegliò, trovò il fratello ancora addormentato al suo fianco e la sua mano ancora attorno al fianco di Stefan. Si sentì subito imbarazzato e tolse lentamente la mano. Gli sembrava una cosa troppo intima.

Stefan si svegliò a quel movimento e lo guardò con uno sguardo che sembrava trapassarlo da parte a parte. Damon sentì una certa agitazione dentro.

“Ho fame..” borbottò Stefan.

Damon sospirò. “Sì..è giusto. Hai perso molto sangue..dobbiamo prima essere sicuri però, che il tuo corpo sia completamente purificato dalla verbena.”

“Non vorrai rifare tutto quello..di nuovo?” chiese Stefan, a occhi sgranati.

“Non ce ne sarà bisogno. È necessario solo..un taglietto. Sarà necessario…BERLO.” Disse Damon, deglutendo.

“Vuoi che beva..IL MIO SANGUE?” chiese Stefan disgustato.

Damon sospirò.

Riprese il pugnale e gli fece un piccolo taglietto vicino al polso.
 
Stefan lo guardò a bocca aperta.

Damon ci mise un dito sopra e deglutendo, lo portò alle labbra.

“Damon!” disse scioccato Stefan.

“Non brucia. Quindi direi che sei pulito.” Disse Damon liquidando la questione, senza guardarlo.

“Non posso credere che tu abbia fatto..”

“Non dirlo a nessuno!” disse Damon, alzandosi dal letto senza guardarlo.



Aveva bevuto il sangue di suo fratello!

Okay, era solo una goccia ma…
 
“Damon. Adesso sarei proprio affamato!” disse Stefan e gli sembrava che la sua voce fosse roca.

Ma no, non può essere per quello che ho fatto. Idiota. È per la sete.

“Vado a vedere se trovo ancora qualche sacca di sangue!” disse Damon, scappando da quella stanza e ringraziando che almeno le lenzuola erano pulite, aveva deciso di cambiarle nel mentre Stefan si faceva la doccia, prima che gli arrivasse la febbre. Avevano combinato davvero in bel pasticcio qualche ora prima, adesso era sera tardi e non si sentiva lucido abbastanza per fare anche il letto.
 
 

Quando andò a controllare nel freezer della loro riserva, non ne trovò neanche una.

“Cazzo,cazzo, cazzo! Ti pareva che mai una poteva andarmi giusta??” imprecò ad alta voce.

Ora non gli restava che dare la brutta notizia a Stefan.
 






















Note dell'autrice: 

scusatemi se questo sembra un capitolo di passaggio, ma ci tenevo a raccontare certi dettagli che presa dalla foga dello scrivere, avevo dimenticato di scrivere nello scorso capitolo! Per esempio non avevo specificato quando e se Stefan si rivestiva, cosa credo fondamentale, visto che dubito che Damon avrebbe abbracciato Stefan mezzo nudo xd e anche il fatto del foulard era da specificare. Nel prossimo capitolo finalmente accadrà qualcosa di erotico!!

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Capitolo 5
*** Desiderio infuocato ***


Quando Damon era salito per dare la brutta notizia a Stefan, lui non l’aveva presa bene.

“Non c’è più neanche una sacca di sangue?”

“Stef, ascolt…”

“NO. Sono stufo di fare il malato qua dentro! Mi sono rotto. Voglio uscire. ORA.”

Damon lo guardò, socchiudendo gli occhi.

“Non sei ancora lucido.”

“Certo che non lo sono. Sono affamato!”
 


Damon a velocità da vampiro, gli fu davanti subito, impedendogli di uscire dalla porta della stanza.

Stefan lo guardò con una smorfia esasperata.

“Damon, fammi uscire. Credimi, ho apprezzato tantissimo il nostro…pigiama party, ti ringrazio per avermi disintossicato, ma ora devi proprio LASCIARMI ANDARE.” Sottolineò duramente quelle ultime parole, per suonare ferreo.

“Mi dispiace, Stefan, non posso farlo.”

Stefan alzò gli occhi al cielo.

“Cos’hai intenzione di fare? Di tenermi chiuso dentro questa stanza per sempre? Si può sapere che cazzo ti prende?? STO BENE!”

“No che non stai ancora bene! Sei affamato! Nelle condizioni in cui sei, potresti uccidere qualcuno!”
Stefan rise.
“Quella è più una cosa che faresti tu. Io uccido solo animali, tutt’alpiù.”

“Cerrrto! Devo ricordarti i tuoi periodi da squartatore??”

“Appartengono AL PASSATO!”

“Guardati. Hai una furia omicida nello sguardo. La riconosco. È la stessa che avevo io quando mi preparavo ad ammazzare, uccidere, squartare, qualunque cosa, non importava se umana o no!”

“Quindi ti preoccupi per me! Di nuovo! Vai a procurarmi tu una sacca di sangue, se ci tieni così tanto.”

“Certo, così appena esco, tu ti dai alla fuga. Mi credi uno scemo?”

“Stai facendo di tutto per dimostrarlo!" gridò Stefan, poi più controllato, aggiunse "Dunque, io non posso uscire, tu neanche, almeno chiama ELENA!” disse infine appoggiando due dita sull'attaccatura del naso.
 


Damon si allontanò da lui e cominciò a camminare in tondo sul tappeto persiano marrone della stanza. La situazione era già abbastanza stressante, senza che la metteva in mezzo.

“A proposito, che fine ha fatto? Gli hai detto di stare alla larga, non è vero?”

“Senti, le sacche di sangue non sono l’unico modo..” disse, guardandolo a stento negli occhi.

“Che cosa vuoi dire?”
 
Damon si costrinse a guardarlo in faccia.

“Bevi da me.” disse con sguardo atono.
 


Un momento di silenzio accompagnò queste parole.

“Stai scherzando. Cos’è, il primo aprile? Eppure siamo a Febbraio.”

“Non sto scherzando, Stefan.”
Stefan rise.
“Primo, sei mio fratello, e l’idea di bere il tuo sangue, è ripugnante, okay? E secondo, se credi che il sangue animale non mi faccia bene, cosa credi che potrebbe farmi il sangue vampiro? Magari mi avvelenerebbe di nuovo.”

“Non è così..lo so.”

“Cosa? Tu..oddio..” disse Stefan, nauseato.

“Guarda che..è una cosa normale..tra..insomma..vampiri che..voglio dire..con le mie conquiste..era..una cosa normale..ma era più frequente durante gli inizi della trasformazione…ora non..”

“Basta, basta, non dire un’altra parola!” disse Stefan, che aveva sentito tutto con sempre più crescente nausea.
 
Damon l’aveva guardato duramente e si era avvicinato a lui.



“Non avvicinarti, tanto non berrò il tuo sangue.” Disse Stefan, indietreggiando e trovandosi di nuovo ai piedi del letto.

“Ho fatto tanto per curarti, credi che mi possa fermare adesso? Non c’è sangue, Stef, le scorte sono finite. Te l’ho già detto una volta, basta con i capricci!”

“Non…non va bene..è troppo strano.” Disse Stefan, mettendo le mani avanti.

Damon sospirò.
 
“Voglio solo che tu stia bene. Prendi il sangue che ti serve, che hai bisogno e quando senti che è abbastanza, semplicemente ti stacchi. Vedimi solo come una preda normale.”

Stefan lo guardò incerto.

“Non sono sicuro di riuscirci.”

“Sei assetato, Stefan, ne hai bisogno.” Disse Damon
 
Stefan deglutì. “Sei..sei un bastardo..sono le stesse parole che ti ho detto quando..”

“Quando mi hai trasformato, sì. Avanti!
 
Stefan lo guardò. Sospirò e poi si concentrò sul collo di Damon.

Candido, bianco e stranamente invitante.

Stefan alzò lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri di suo fratello.

Come due zaffiri…

Damon lo guardò negli occhi e ci lesse desiderio in quello che vide.

Gli occhi di Stefan si erano fatti più scuri, quasi resi rochi dall’eccitazione che aveva cercato per tutto quel tempo di negare, di spegnere.
 
Stefan si avvicinò quindi a lui e aprì la bocca per morderlo.



Lo morse come se stesse assaggiando un drink piacevolmente fresco e gustoso.

Un drink che ti scoppia nella testa come milioni di fuochi d’artificio.
 
Damon era vampiro da moltissimi anni e sapeva riconoscere la fame nel predatore e in quel momento sentiva che Stefan aveva dimenticato la fame – o sete che dir si voglia – per lasciarsi trascinare da qualcosa che era insieme bramosia e desiderio intenso.

Stefan non lo stava mordendo come un assetato di sangue, qualcosa nel suo morso dolce e languido, gli ricordava la dolcezza degli amanti.

Quella consapevolezza lo stordì, fino a fargli chiudere gli occhi e fargli sentire mille brividi attraverso il suo stomaco, quindi,il maggiore gli mise una mano sul fianco, che era scoperto dalla maglietta appena sollevata.

Quella piccola porzione di pelle lasciata scoperta, era bollente sotto le dita di Damon. Senza quasi accorgersene, lo strinse un po’ di più.
 
“Così…sì..” disse Damon, reclinando la testa all’indietro, mettendo una mano sulla testa di Stefan, per incoraggiarlo.

I suoi capelli gli solleticavano il collo, dove piano piano si stava avventando sempre di più.

Si sentiva tremare le gambe.

Sopraffatto dalla sua bocca sul suo collo, dall’averlo così vicino.
 


“AHH..” gemette con tono soffocato, fino ad arretrare fino al letto, dove fu costretto a sedersi, portandosi dietro anche Stefan, che sembrava ora essersi lasciato andare completamente e non voleva mollarlo. Continuò a morderlo, anche mentre lo seguiva sul letto, fino a continuare in posizione inginocchiata.
 
“Piano,Stefan.” Damon cominciò a sentirsi la vista annebbiata, tutti i sensi ovattati, a dire la verità.

Avere il fratello così vicino a lui, quel contatto così ravvicinato, lo confondeva, non erano mai stati così vicini e fisici e ora la cosa stava loro sfuggendo di mano.

“Mmm…”
 
Sentiva Stefan gemere e anche il suo collo farsi più sensibile, nel punto in cui Stefan gli stava succhiando e tirando via il sangue. Sentiva le labbra di Stefan muoversi sulla sua pelle e non sentì neanche più il dolore, ma solo..piacere.

Reclinò il capo all’indietro, mentre Stefan affondava sempre di più sul suo collo ma non con lo scopo di fargli del male, ma sembrava, con lo scopo di sentirlo. E Damon lo sentiva eccome. Si sentiva eccitato da quelle attenzioni, eccitato da quella vicinanza. Da quella..bocca.

Gli strinse forte i capelli tra le dita.



“Fermati, Stefan.” Disse con il capo reclinato all’indietro, ma Stefan non aveva nessuna intenzione di fermarsi.

Stava sudando. Desiderò di togliersi i vestiti, per prendere un po’ d’aria.
 
Gli strinse forte di nuovo i capelli e lo costrinse ad alzare la testa dal suo collo.

Abbassò lo sguardo a guardare Stefan, il suo volto. Anche Stefan lo guardò e Damon potè vedere il suo viso.
 
Aveva la bocca piena sporca del suo sangue e gli occhi indiavolati e sorpresi in un moto di sorpresa ed estasi, come un vampiro appena trasformato.

Diosanto, è bellissimo..
 
“Ti ho detto di fermarti!” disse arrabbiato, continuando a tenerlo saldamente per i capelli. Voleva fargli male, ma vederlo in quello stato, gli faceva desiderare altri impulsi, ugualmente violenti sì, ma di altra natura. Forse era per questo che si sentiva così arrabbiato.

Senza più riflettere, ma lasciandosi guidare solo dall’istinto, lo spinse, facendolo finire in posizione sdraiata e sovrastandolo, salendo sopra di i lui.
 
“Damon..io non..”

Non sapeva cosa voleva Stefan, forse scusarsi? Beh, aveva molti modi per farlo, dal punto di vista del maggiore.

“Mi hai quasi dissanguato. Adesso pretendo che tu mi restituisca parte di quel sangue, fratello. “ gli disse arrabbiato e ironico.

Stefan sgranò gli occhi spaventati, ma Damon non voleva dargli il tempo di riflettere.

Chinò la testa sul suo collo e lo morse.
 
Il suo morso forse fu un po’ più irruento di quello di Stefan, ma non meno bramoso.

Non gli importava in quel momento di indebolire il minore, che si era appena nutrito.



Stefan l’aveva provocato a più riprese e quando Damon Salvatore si lascia vincere dal desiderio, non ce n’era per nessuno.
 
Sentì Stefan gemere e inarcarsi sotto di lui, per via dei suoi morsi lascivi. Damon sapeva quali punti toccare per godere e far godere, spesso nello stesso momento.

Sentì il minore stringergli forte la spalla, un gesto che tradiva il suo desiderio.
 
“Damon..”

Damon non si curò di rispondere. Piuttosto, continuò a mordere, non per il sangue, ma solo per il gusto di non voler ancora interrompere quel contatto.

La sua fu una scia che si spostò piano dal collo, per andare a finire appena sotto il mento e poi proseguire in su.
 
Stefan era un pasticcio di confusione e sangue, aveva il viso imbrattato di sangue, ma Damon sapeva che non gli importava, dal modo in cui gemeva.

“Damon..baciami!”
 
Lo disse con voce incerta, tremante, ma a Damon sembrò che URLASSE. Quando glielo disse, era arrivato con la sua bocca a giocare con il suo mento vulnerabile.
Damon aprì appena gli occhi, guardò nei suoi e perse ogni inibizione, del tutto.
 
 
Lo baciò. Rare volte Damon Salvatore aveva perso così del tutto il controllo e questa era una di quelle. Si avventò sulla sua bocca, fregandosene del sangue che imbrattava la sua bocca e ora imbrattava entrambi. Fregandosene del sapore che avrebbe avuto nella bocca di Stefan, sentendo in quel momento solo la sua bocca. L’interno della bocca di suo fratello. Un pasticcio disordinato di calore, saliva, agitazione, adrenalina, paura, ma anche eccitazione.
 
Cercò la sua lingua e subito la trovò. Non spaventata, ma fremente come la sua, bagnata come la sua.

Intrecciare la lingua con quella del fratello non bastò a spegnere la sua eccitazione, ma la fece divampare, come se avesse potuto incendiarsi da un momento all’altro.

E più Stefan faceva così, più mugolava e si stringeva a lui in quel modo, più lo faceva impazzire, perdere il controllo.
 
Il bacio divenne vorace, famelico quasi. Quasi come se avesse voluto mangiarlo. E Stefan rispondeva bene, il fratellino sapeva stargli dietro e baciare molto, molto bene.

Sentì Stefan accarezzargli le spalle e la schiena e poi mettere quelle deliziose mani, delicate, dentro la maglietta e accarezzarlo languidamente.

Quasi gli si appannò la vista, mentre stringeva a quel punto il corpo del fratello.

Erano eccitati entrambi e Damon cominciò a strusciare sul fratello, cercando in qualche modo sollievo da quella frizione insopportabile.

Quando la frizione divenne troppo insopportabile da gestire, Damon si slacciò i jeans e sbottonò anche quelli del fratello, che lo guardò con aria sorpresa, ma carica di consenso.

Damon si sdraiò addosso al fratello minore, baciandogli il collo con fare sensuale, una scena che, entrambi convennero, sarebbe anche sembrata una scena da innamorati. Forse quella scena voleva dire tutto, forse niente, chissà.
 
Continuarono a muoversi l’uno contro l’altro, assecondando i movimenti dei loro bacini, fino a quando non vennero, uno dopo l’altro, con solo uno strusciamento.
 






















Note dell'autrice: 

ciaoooo bella genteeeee. Volevo aggiornare ieri e meno male che non l'ho fatto. ahhah. Ho aspettato e ho migliorato questa parte, ad ora è la mia storia preferita tra tutte quelle che ho scritto, tanto che ho deciso di allungarla e non è detto che non ne scriverò altre! :ppp spero che la storia vi piaccia <3 grazie a lovelysweet per seguirla e recensirla *_*

 

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Capitolo 6
*** Non rifiutarmi ***


Era circa mezzanotte quando entrambi si svegliarono,ma restarono fermi sul letto.

Damon si era svegliato per primo e quello che era successo, gli piombò addosso come un pugno.

Erano fratelli e quello che avevano fatto…però cavolo se l’avrebbe rifatto. Si chiese se c’era stato sempre questo tra suo fratello e lui e non l’avevano voluto ammettere neanche a sé stessi. Sì, certamente avrebbe voluto tante volte sentire il fratello più vicino…però..

“Mmm..” mugolò Stefan.

“Guarda che lo so che sei sveglio.” Disse Damon con un sorriso.

Stefan lo fisso. "Non volevo privarti del piacere di fissarmi." disse e prima che potesse aggiungere altro, Il maggiore gli salì sopra, coprendolo con il suo corpo.

“Beh..io..sono un po’ sorpreso che tu sia ancora qui..” disse Stefan, guardandolo.

“Che c’è? Pensi di essere l’unico a volere le coccole, dopo il sesso?”

“Noi non abbiamo fatto…sesso..” disse Stefan.

Damon ridacchiò “Vuol dire che allora la razione che mi aspetta è doppia.”

“Damon..tutto questo…noi..non..”

Damon lo baciò profondamente per non lasciarlo finire.
 


“Mmmm…mmmm..” Damon aveva messo a tacere la sua debole protesta, facendolo sospirare tra le sue labbra.

“Damon..”
 
Ma ecco che una porta sbattuta, li fece sobbalzare.



“DAMON!” fu la voce adirata di Elena.
I due fratelli si guardarono in preda al panico.
 
“Vestiti, presto. Mettiti qualcosa addosso.” Disse Damon, piombando giù dal letto e pensando ad alzarsi su i jeans.

Stefan era anche lui con i jeans calati e pensò a tirarseli su e a rimettersi la maglietta, visto che era a torso nudo.
 


Stefan!” gridò la voce petulante di Elena, mentre scendeva nei sotterranei.
 
Quando scese nei sotterranei, Elena non trovò nessuno ovviamente e si spaventò molto.

“Stefan! Damon!!” gridò ancora, per poi trovarseli tutti e due in salotto.

Stefan in piedi, Damon seduto sul divano che beveva un bicchiere di whisky.
 


“Stefan, stai bene??”

“Elena, che bello vederti!” disse Stefan con un sorriso, mentre lei gli si gettava le braccia al collo. Stefan però continuava a guardare Damon, con aria preoccupata.

“La coppietta felice si è ricongiunta.” Disse Damon con una smorfia disgustata.

“Oh, Stefan, stai bene.. mi dispiace tanto di non esserci stata per te.” Disse Elena toccandogli il viso “Ma Damon mi aveva soggiogata per stare lontano da qui!” disse Elena rivolgendo al corvino uno sguardo di puro odio, ricambiato da lui.

“Peccato non aver pensato di dare una data più prolungata al soggiogamento.” Disse Damon con un sorriso inceneritore.
 
“Devi scusarlo, Elena. L’ha fatto solo per aiutarmi a guarire più in fretta.”

“Dimmi cosa ti è successo! Voglio sapere tutto!”

“Ti basti sapere che è stato molto doloroso. Credimi, non ti servono i…dettagli.” Non voleva suonare una cosa a doppio senso, ma Stefan sul finire della frase, non potè fare a meno di guardare Damon.  “Il punto è che ero così sfinito..eravamo entrambi molto stanchi..che abbiamo pensato di riposarci un po’, saremmo comunque tornati da te entro..stanotte!”

“Stanchi?? Capisco te, ma Damon cos’ha fatto per essere stanco?” disse Elena con aria ancora più odiosa.

Stefan non aveva il coraggio di guardare Damon in faccia. Sapeva che ci avrebbe trovato un ghigno tipico suo.
 


“Curare Stefan, richiede molto impegno. E fatica.” Disse con una delle sue tonalità più sensuali. Era lontano, ma Stefan avvertì la sua voce come se gliel’avesse sussurrata all’orecchio e avvampò.

“Stefan, stai bene? Mi sembri ancora..” disse Elena.

“Sto bene! Sono stufo di doverlo ripetere!” disse Stefan, scattando a chiudersi in bagno e sbattendo la porta.
 
Ma che cosa gli hai fatto, Damon?”

“Ehi, barbie, primo: non tutti i problemi del mondo sono colpa mia! Gli sbalzi umorali di Stefan non SONO, colpa mia!”

“Non la bevo. Sta così dopo aver passato queste ore con te. Damon, se scopro che gli hai fatto del male, io..”

“Cosa? Cosa mi fai? Vuoi competere con un vampiro?” gli disse Damon, sfidandola.
 
Elena scosse la testa stordita, per riprendersi, poi andò alla porta del bagno e appoggiò la testa sulla porta.



“Stefan, io vado. È molto tardi. ci sentiamo domani?”

“Sì, scusami, Elena,sono un po’ nervoso..la cura è stata..particolare e mi fa ancora un po’ male lo stomaco.”

“Sono..solo contenta che tu stia bene. Ci sentiamo domani. Per qualunque cosa chiama!”
 
E detto così, uscì dalla villa senza degnare il corvino di un saluto.
 
“Donne.” Disse Damon, nauseato.
 


In quel momento il minore uscì dal bagno.
 
“Dovevi proprio provocarla? Non potevi proprio farne a meno?” reagì arrabbiato, Stefan.

“Ma insomma chi è lei per intromettersi così nella nostra vita?”

“Damon, lei è la mia ragazza!!”

Damon scosse la testa.

“Stefan, non potrà mai funzionare. Tu sei un vampiro, lei è solo umana. Da tanto tempo sto cercando di dirtelo.”

“Sembravi averlo accettato..ora perché hai cambiato idea? A causa di quello che abbiamo fatto qualche ora fa??”

Damon lo fissò basito.

“Mi pare ovvio!”

Stefan sgranò gli occhi.

“Vuoi rinnegarlo? Lo immaginavo, lo sai? Prima gemi come una verginella qualunque su di me, ricambi i miei baci e mi scarichi.”

“Dio, Damon, ma ti stai sentendo?? Sono tuo fratello!! Il fratello che per anni hai evitato, abbandonato, odiato! Il fratello a cui hai giurato un’eternità di sofferenza e ora tu vorresti farmi credere che bastano..due strusciamenti e un po’ di lingua per..non so neanche io che cosa!!”

“Ammetti che mi desideri..e non solo da ieri sera. Un simile cedimento non può esplodere d’un tratto in una sera. Perché non confessi che volevi quello da tanto tempo?”
Stefan fece un sorrisino.

“Non ho niente da confessare, Damon.”

“Quindi..è stato solo uno sfogo fisico per te?”

“Cosa vuoi che ti dica? Che ti amo? Certo che ti amo, sei mio fratello.”

“Non intendevo questo.”

“So benissimo che cosa intendevi, Damon! Ti rigiro la domanda, tu mi ami forse?”

“Potrei..se volessi” disse Damon, bevendo ancora un po’ il suo whisky.
 
Stefan fece una risatina.

“Non ci credo che stiamo facendo questa conversazione. Damon, se questa cosa viene fuori..noi perderemo tutti..amici..Elena..e come potremmo spiegargli una cosa del genere?”

“Non lo so, tu come te lo spieghi?”
 
Stefan non sapeva cosa rispondergli. Damon andò da lui e lo baciò appassionatamente. Un bacio bello lungo.

“Come..te..lo spieghi..” continuava a chiedergli tra un bacio dell’altro.

“Damon..per favore..” disse a quel punto Stefan, sciogliendo a malincuore il bacio e correndo in camera sua.
 
Damon sospirò lungamente, si stropicciò i capelli e poi prese il bicchiere quasi vuoto e con un gesto rabbioso, lo buttò nel camino ancora acceso.
 






















eccomi scusate l'attesa ma per scrivere questo capitolo ho dovuto quasi farmi violenza su me stessa xd io Elena la odio proprio..dover scrivere un capitolo tutto su di lei è stata una bella botta xd non credo comparirà in altre mie storie ahahh

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Capitolo 7
*** La gelosia di Damon ***


Damon era riuscito a scoprire chi aveva ridotto Stefan in quello stato. Erano stati degli scagnozzi desiderosi di vendetta. A quanto pareva, questi tali, Stefan Salvatore e Klaus Mikaelson, avevano fatto numerosi casini e questi volevano vendicarsi del migliore amico di Klaus, non potendo vendicarsi di quest’ultimo, perché introvabile.
 
Damon li aveva ammazzati. Primo, perché nessuno doveva avere l’ardire di toccare suo fratello – solo lui poteva farlo – e secondo, perché non aveva idea che Stefan aveva un migliore amico e si era scoperto invidioso e geloso fino al midollo.
 
“Damon! Che cosa..hai fatto?” gli chiese Stefan vedendo il covo pieno di corpi dissanguati.

“Il loro sangue era cattivo, Stefan. Come la mia gelosia. Chi è Klaus?”

Stefan lo baciò per non dovergli rispondere e perché vedere quello che aveva fatto per lui, gli aveva fatto capire una cosa di singolare importanza.

Lo amava. Era innamorato di suo fratello.

“Stefan..chi cazzo è Klaus?” gli domandò di nuovo Damon. Era felice del bacio inaspettato, dopo una settimana in cui sembrava volerlo ignorare e mettere fine a quello che c’era tra loro, ma ancora la gelosia lo stava divorando.
 
Stefan lo baciò a fondo, mettendoci anche la lingua. Quando si staccò, gli confessò:

“Ho deciso che voglio lasciare Elena.”

Damon boccheggiò e d’improvviso non gli importava più chi cazzo fosse sto Klaus. Prese Stefan per il colletto e lo baciò appassionatamente.






















Note dell'autrice: questa precisazione è d'obbligo. Io ora non mi ricordo benissimo tutto quello che è successo nelle prime 2-3 serie, questa storia è ambientata nella prima serie, anzi diciamo che è un ibrido tra la prima e la seconda, ma siccome è una defan, tante cose che succedono, andrebbero in contrasto e in paradosso con questa storia, quindi qui voglio specificare che alcuni elementi della serie, non sono mai successi.

Katherine è viva, ma nessuno dei due Salvatore lo sapeva. Lei voleva riconquistare Stefan, ma al due di picche di lui, semplicemente se ne va senza creare più problemi (che più o meno è quello che davvero succede ) tutta la storia della pietra di luna, non è mai accaduta. O almeno diciamo che una pietra di luna c'è, ma tramite un rituale unicamente a due e senza bisogno di sacrificare nessuno, Tyler e Caroline riusciranno a guarire Tyler dalla trasformazione obbligata. Purtroppo qualcosa va storto e Tyler morde Damon, (ma questa cosa la vedrete solo nel capitolo successivo, anzi scusate per lo spoiler )

Klaus: vedremo anche lui ma la sua storia sarà molto diversa dal telefilm e anche le vicissitudini dei fratelli saranno diverse, ma questo lo spiegherò poi più avanti!

Tutte queste cose non le trasformerò in capitoli, tranne brevi accenni, perchè questa deve essere una defan, quindi concentrata su loro due, preciso solo i cambiamenti che si sono verificati a cambiare la storia.

 

ps dal momento che non c'è stato nessun sacrificio nella storia della pietra di luna, Jenna è viva e anche il padre di Elena, che ha confessato lui stesso a lei di essere il suo vero padre. La mamma di Elena è anche qui una vampira, ma non muore. Se ne va solamente

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Capitolo 8
*** Damon avvelenato da Tyler ***


Da quando Stefan aveva lasciato Elena, lui e Damon avevano intrecciato una relazione clandestina e benché nessuno dei due si fosse ancora dichiarato con tanto di TI AMO sentimentale e romantico, la passione e le carezze languide tra loro, valeva più di qualsiasi parola.

Tutto procedeva senza intoppi, fino a quando, Damon non fu morso da Tyler.

Stefan dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non fare a pugni con lui. Tyler non era in sé in quel momento. Già stressato dal desiderio di compiere il rituale per non essere più obbligato a trasformarsi, non bastava questo stress, si era aggiunto pure quell’altro rompicoglioni di Klaus che aveva pensato bene di giocare con lui e asservirlo.

Stefan dovette reprimere ancora una volta l’istinto di spaccare la faccia a entrambi. Se fosse stato avvelenato anche lui, Damon sarebbe stato perso per sempre.
 
Riuscì miracolosamente a impedirgli di suicidarsi e lo rinchiuse nelle segrete, cercando una soluzione.

Quando alla fine, sfinito, capì che l’unica soluzione era quella di mettersi nelle mani di Klaus e cedere a lui, accettò di bere tutte le sacche di sangue che gli buttava sotto mano.

“Così eh? Tieni a lui fino a questo punto?” ridacchiava Klaus.
 
Stefan, la bocca piena sporca di sangue, non rispose.

Quando Klaus diede la fiala del suo sangue a Katherine, Stefan gemette.

“Non gliela darà mai.” Disse.

Klaus, sorrise, scrollando le spalle.

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Capitolo 9
*** Coppia a sorpresa ***


Avviso: chiedo scusa a tutti per aver scritto un serio paradosso..in questo capitolo avevo scritto che Damon pensava di aver già fatto l'amore con Stefan, ma di fatto non lo fanno. Probabilmente dentro di me pensavo che fosse chiaro che intendesse quello che successe tra loro, seppur senza avere un rapporto completo. Mi sono resa conto che potrebbe non essere così chiaro e quindi ho aggiunto cosa intendevo dire nel capitolo ^^









Era stata dura per Damon, dover accettare che Stefan se n’era andato via con Klaus, chissà dove. Tutto per salvarlo. Inoltre, Elena, che non aveva capito proprio una cippa, ci provava spudoratamente con lui e si era convinta che Damon la respingeva perché si sentiva in colpa nei confronti del fratello.

Quando finalmente Damon riuscì a stanare Stefan e Klaus, cercando di impedire loro di compiere l’ennesimo sterminio, assistette a qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere.

Stefan e Klaus che si baciavano.
 
Un bacio passionale, focoso, mentre erano in piedi, in mezzo a uno sterminio di corpi.

Stefan lo guardò, non sentendo minimamente rimorso, in apparenza, per quello che stava facendo.

Damon andò quella sera a suonare a casa di Elena, lei aprì e lui la baciò a sorpresa.

Lei, dopo qualche attimo di incertezza, ricambiò il bacio.

Fecero sesso quella sera, non l’amore, quello l’aveva fatto solo con Stefan. Sì, perchè anche se non era stato un rapporto completo con lui, anche se erano vestiti, avevano comunque raggiunto l'estasi insieme ed era stato come fare l'amore. L'amore, quello pregno di romanticismo, con tutti i crismi.
 
Fece sesso con Elena, per soffocare il dolore che gli aveva causato con quel bacio.

Come aveva potuto tradirlo così?






















Note dell'autrice: 

di solito alle mie coppie preferite che scrivo, non metto in atto tradimenti e non. Questa volta lo faccio solo per una cosa di trama, non so perchè, ma mi sembra credibile, che in quel periodo possa esser successo qualcosa con Klaus! Se state immaginando che sono già stufa di questa storia, è perchè è così, non riesco a nasconderlo ahha xd io l'avrei terminato già nei primi capitoli dopo i baci e il resto xd purtroppo la presenza di Elena rende tutto più complicato. La odio. xd cmq ancora 2 , massimo tre capitoli e questa storia la finisco. Ciao!

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Capitolo 10
*** Stefan, Klaus ed Elija ***


Stefan odiava Klaus.

Certo, un tempo erano stati migliori amici, ma ora quel tempo era finito.

Amava Damon, ora.

Tuttavia Klaus aveva tolto il velo che impediva a Stefan di ricordarsi di lui e aveva ricordato i bei momenti passati negli anni venti.

Erano tempi in cui Damon non c’era. Si accorse che pensare a lui, faceva male.
 
“Klaus, senti..” non sapeva cosa voleva dirgli, forse qualsiasi cosa, forse tutto. Forse solo chiedergli di distrarlo con qualsiasi cosa, per impedirgli di pensare ancora a Damon.



Quando aprì la porta della sua stanza, tuttavia, rimase di sasso.

Klaus.

Nel letto con suo fratello.
Nudi.

In un letto.

Con Elijah.
 
“Ohhh…io..io credo di dover andare..” disse Stefan, facendo per lasciare la stanza, ma Klaus lo interruppe.

“No, ti prego, puoi restare, se vuoi.”
 

Klaus aveva usato una voce calda, ammaliante, perfino Elijah lo guardò stupito e un po’ incuriosito.

Stefan si voltò a guardarli, dovette abbassare lo sguardo però, perché si imbarazzava a vederli.

“Avvicinati, Stefan.”

Stefan non sapeva cosa gli stava prendendo. Si avvicinò suo malgrado e Klaus gli accarezzò il mento con la mano.
 
“Qual ‘è il problema, Steffy?” gli chiese ammaliante.

Stefan si riscosse, turbato da quel nomignolo.

“M-mi chiedi qual è il problema? Nessuno, ma sai, non è proprio la normalità entrare in una stanza e vedere due fratelli..che si dileggiano a vicenda. “ disse Stefan, cercando di suonare a sarcastico, ma ne uscì fuori un balbettio a più riprese e che fece ridere i due fratelli.

“Vuoi farci compagnia?” chiese Klaus.

Stefan indietreggiò a quelle parole.



“Primo, non date per scontato che mi piacciano gli uomini. Secondo, chi dice che siate il mio tipo? Terzo, non coinvolgetemi nelle vostre perversioni.”

“Peccato. Sarebbe un’ottima distrazione per non pensare a tuo fratello.” disse Elijah.

Stefan lo guardò scioccato.

“Puoi far finta che noi siamo lui.” Disse Klaus sorridendo semplicemente.
 
Stefan rise. Una risata isterica e vuota.

“Certo. Quindi, perché voi avete un legame..incestuoso, questo vuol dire che lo vedete in tutti i fratelli? Mi dispiace deludervi. Quello che provo per mio fratello è puro.

“Se è come dici, allora perché alla parola puro, hai guardato dall’altra parte?” chiese Klaus.

Stefan stette zitto e una nota di vergogna cominciò a imporporargli le guance, dopodiché si riavvicinò furioso al loro letto.
 
“Non avete la minima idea di quello di cui voi state parlando!”

“Credo che forse ci siamo sbagliati, Klaus. Forse loro non scopano.” Disse Elijah pensieroso.

“Rispondi a mio fratello, Stefan.. Hai o non hai scopato con tuo fratello?” gli chiese Klaus.



Stefan fece per dargli un pugno, ma Klaus glielo fermò e gli tenne il pugno sollevato, senza scomporsi di un millimetro.

“Non costringermi a soggiogarti per fartelo dire. Sulle cose romantiche preferisco ancora ottenere delle ammissioni libere.” Disse Klaus sorridendo.

Stefan, con le lacrime agli occhi, scosse la testa.

 “Ma avresti voluto?” continuò Klaus.
 

Stefan annuì.

“Non abbiamo fatto in tempo..” disse.
Elijah e Klaus si guardarono.

“Oh..quindi quando sono arrivato io, era da poco che…wow, che tenerezza.” Disse Klaus. “Dai, vieni qua con noi, fatti coccolare.”

“Klaus, non credo che lui voglia farsi toccare da altre mani che non siano quelle di Damon.” Disse Elijah, fissandolo con qualcosa di simile alla compassione.
 
Klaus soppesò le sue parole.

“Oh, capisco. È una cosa romantica. Quanto mi piace. Una cosa..esclusiva. Sai, anche io ed Elijah, siamo esclusivi. Certo, a volte Cole si sente solo e pretende anche lui un po’ di affetto e a volte Rebekah si unisce a noi, ma..il più delle volte siamo solo io e lui. È bello. È una cosa intima essere solo in due. Lo sai che sei il mio preferito, Elijah?”

“Fottiti.” Disse Elijah, facendo ridacchiare il fratello.

“Dai, Stefan, vieni qui con noi. Facci solo compagnia. Raccontaci di più sul tuo amore impossibile.” Disse Klaus prendendolo per le braccia.
 
Stefan accettò di lasciarsi trascinare in quel letto, in mezzo ai corpi nudi dei due originali.

Incredibilmente, nonostante il calore e la lussuria che quel letto gli evocava e gli trasmetteva, lui non fece niente, oltre che raccontare quello che provava per suo fratello Damon.






















Note dell'autrice: 

questo succede prima che Stefan baci klaus nel capitolo precedente

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Capitolo 11
*** Il bacio a scuola ***


Stefan aveva cercato di uccidere Elena a scuola, mentre era deserta, di notte.

Solo l’intervento di Damon, che l’aveva spinto al muro, fermandolo, impedendogli di farle del male e suggerendole di scappare, aveva evitato che Stefan commettesse l’irreparabile.

“Ti prego, Stefan, calmati.”

“Io non voglio calmarmi. VOGLIO UCCIDERLA.”

“Sei sotto l’incantesimo di Klaus. Ci è passato anche Tyler, ricordi? Puoi combatterlo! Ascoltami.”

“NO! “ Urlò Stefan disperato, con gli occhi iniettati di sangue e lacrime. “Lei è andata a letto con te! VOGLIO UCCIDERLA!”

Damon rimase sbalordito a quelle parole.



“è stato quel bastardo di Klaus a dirtelo, vero?”

“Intendi forse negarlo??”

“Non lo nego..assolutamente..è solo che..”

“Credevo di contare qualcosa per te e invece ti scopavi la doppelgangher!”

“E tu ti scopi Klaus!!!” urlò Damon, più forte di lui.
 
Stefan lo guardò allibito.

“Ma che cazzo stai dicendo?”

“Ti ho visto quando l’hai baciato..eri in quel pub deserto con lui..cazzo, ti ho visto, Stef, e tu hai visto me..e hai continuato a baciarlo, sfidandomi.”

“Sei..un idiota..ero strafatto di sangue!”

“Quindi questa è la tua giustificazione per scoparti quell’originale assassino psicopatico?”

Stefan lo guardò, più arrabbiato che mai.
 
“Sei andato a letto con Elena, per una tua..immaginazione?”

Damon non fece in tempo a ribattere che Stefan gli rifilò un pugno.
 


Non ho scopato con lui, anche se avrebbe voluto, immagino. Klaus scopa con la sua anima gemella Elijah e con probabilmente Cole e anche Rebekah nel tempo libero, se vuoi saperlo, ho passato tutto il tempo a parlare di te.”

“Ma tu l’hai baciato!”

“Solo per tenerti alla larga da me, ma non volevo che tu..AHHH. Addio, Damon.”

“No, aspetta!”
 


Damon lo attaccò a muro, baciandolo prepotentemente prima che Stefan potesse opporsi.

Per qualche secondo, il bacio fu meraviglioso.
Dolce, passionale, travolgente.

Stefan ricambiava, toccandogli la schiena, accarezzandolo, ma poi all’improvviso tornò come in sé.



“Stà lontano da me!” disse Stefan, fuggendo dall’altra porta laterale.
 
Damon credeva che le cose non sarebbero potute andare peggio e invece il peggio arrivò in quel momento lì.

Elena aveva appena assistito a tutta la scena del bacio.
 

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Capitolo 12
*** Non era LEI che amavo! ***


“Questo è per aver rovinato il mio piano, mi hai impedito di uccidere Klaus, perché??? Perché hai rovinato tutto?” gli chiese Damon, conficcandogli un paletto nel petto, sovrastandolo.

Ahhhh.”

“Rispondi!”

“L’ho fatto per salvarti!” disse Stefan, spingendolo via rabbiosamente.
 
“Cosa? No, non ci credo, non l’hai fatto per me.”

“Aveva un vantaggio su di noi, se Klaus fosse morto, i suoi ibridi ti avrebbero ucciso.”

“Prima la mia trasformazione, poi il morso di Tyler, ora questo! Ma quando ti entrerà in testa? Smettila di salvarmi!” gridò Damon, arrabbiato, confuso e inferocito.

“Certo, per te è tutto facile, ma io non riesco a immaginare che tu MUOIA.”

Damon stette a guardarlo basito.

“Te l’ho detto. Ti ho trasformato perché avevo bisogno di te, avevo bisogno di mio fratello…per lo stesso motivo per cui ti ho salvato da Klaus. Perché ti amo…fin dal 1864…anche se tu amavi Katherine!”

Damon inferocito, si aggrappò ai lembi della sua giacca.

“Non era..lei..CHE AMAVO!”

Stefan lo guardò. Lo sguardo che vacillò, si specchiò negli occhi azzurri del fratello.

“Sei sempre stato..duro..di comprendonio, fratello.” disse Damon e poi si abbandonò ai suoi istinti, alla passione, alla smisurata e bramosa voglia e desiderio di lui.

Lo baciò, sentendosi sollevato quando Stefan ricambiò, intrecciando le dita tra i suoi capelli corvini.
 
Finirono sdraiati uno sopra l’altro, un groviglio di corpi intrecciati.

“Portami a casa nostra, Damon. Voglio..voglio..fare l’amore con te.” Disse Stefan, sussurrandogli al suo orecchio.

“Finalmente una cosa sensata.” Disse il corvino, aiutandolo a rialzarsi.
 
 






















Note dell'autrice: 

vi prometto che parlerò anche di Elena, nello specifico di come ha preso il bacio tra i due fratelli . Capitolo ispirato alla 3 x 10 di Tvd

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Capitolo 13
*** La nostra prima volta! ***


Neanche lo sapeva, Damon, come aveva fatto a trascinare sé stesso e il fratello, fino alla villa per fare l’amore.

Sapeva solo che era stato il puro istinto e soprattutto il bramoso desiderio di lui, a spingerlo.

Non solo il bisogno di fare sesso, di fare l’amore con suo fratello, ma proprio il bisogno di riportarlo a casa, sentirlo di nuovo vicino, averlo di nuovo CON LUI.
 
Damon si era pentito di non aver fatto l’amore con suo fratello, prima che Klaus se lo portasse via, avevano passato in effetti poco tempo da “fidanzatini clandestini”, ma dal loro primo bacio, così appassionato, si sarebbe detto che i tempi che ci avrebbero messo a consumare il loro amore, sarebbero stati relativamente brevi.

Non fu così invece, perché Damon si era accorto di essere innamorato di Stefan, di amare suo fratello e voleva che tutto fosse perfetto, anche la loro prima volta e questo gli aveva fatto venire una specie di ansia da “prestazione”.

Certo, Damon era già stato con dei ragazzi. Da quando era diventato un vampiro, aveva avuto voglia di provare TUTTO, ma era pur sempre suo fratello quello con cui ora voleva far l’amore e l’ansia di fargli male, di fargli vivere quell’esperienza come traumatica, l’aveva paralizzato.

Soprattutto l’ansia che Stefan avrebbe potuto pentirsi.

Non c’era stato altro che baci e pomiciamenti quindi, questo fino a quando Stefan non sparì con Klaus.
 
Ora però, senza smettere di baciarlo, mentre salivano le scale, gli chiedeva tra un bacio a risucchio e l’altro, se era sicuro e lui continuava a dirgli di sì, allora Damon lo prese in braccio come una sposa, mentre stavano ancora salendo le scale e lo portò in camera.
 
 



Una volta entrato in camera sua – di Damon – lo  buttò sul letto con un’irruenza passionale che fece ridere Stefan.

“Vieni q..” Stefan non riuscì a finire la frase, che Damon gli coprì il corpo con il suo, addossandosi completamente sopra.

“Damon…” sussurrava dolcemente Stefan.



Damon lo sentiva gemere e sussurrare il suo nome con quella dolcezza così struggente e romantica, sentì le mani di Stefan accarezzargli il petto, le spalle, la schiena, per quanto quella posizione gli consentisse i movimenti e si sentì sciogliere dall’amore e dal desiderio.
 
Riprese a baciarlo, ad impadronirsi delle sue labbra e a sbottonargli con lenta sensualità i bottoni della camicia.

Appena slacciati tutti, fece scorrere la mano all’interno del suo torace, in una lenta e languida carezza.

“Ti amo.”

Oh, quanto era dolce e setosa quella parola, eppure assordante alle orecchie di Damon.

Gli scoppiò dritta nelle vene, era la prima volta che glielo dichiarava così.

Anch’io ti amo, Stefan.”

Dicendo così, riprese a baciarlo, sulle labbra e poi profondamente sul suo collo, sentendo il fratello agitare e contorcersi e gemere il suo nome. Oh, com'era buona e setosa la pelle di suo fratello. Amava baciarla.


Lo spogliò anche dei pantaloni e poi gli accarezzò le gambe, assaporando ogni attimo.

Non mordermi. Voglio sentire..tutto il sapore..della tua bocca..del tuo corpo..” sussurrò Stefan.

“Non avevo intenzione di farlo.” Disse Damon, tremando appena per la dolcezza e la sensualità di quelle parole.
 
Lo abbracciò, perché non poteva farne a meno e gli tempestò il viso di piccoli e ripetuti baci, poi iniziò la preparazione.



Infilò un dito, poi un secondo e infine un terzo.

“AHH.Mmmm..” sospirò infine Stefan, preparandosi all’attesa.

“Fratello..” gli disse Damon, accarezzandogli il viso.

Lo baciò. Per poi entrare dentro di lui qualche secondo più tardi.
 
“MMMMM…ahhhhhh” Dolore, subito sostituito dal piacere inebriante di sentire Damon dentro di lui.


“Così..sì…più forte, Damon..continua..” diceva Stefan, inarcando la testa all’indietro, mentre Damon aveva cominciato a spingersi piano, ma con forza. Damon ansimava.. vedere Stefan inarcarsi così contro di lui, gli faceva girare la testa.

Dopo qualche altra spinta, tuttavia, uscì da lui, aspettandosi quell’occhiata interrogativa che Stefan gli lanciò.
 
“Tirati su..” gli rispose Damon, dolcemente, facendolo alzare e poi rientrando inaspettatamente dentro di lui.


Stefan sussultò per l’invasione di nuovo improvvisa, ma Damon lo tenne per le braccia, impedendogli di accasciarsi di nuovo.

“Abbracciami. Così. “ gli disse, prendendogli le braccia e incoraggiandolo a circondargli le braccia sulla schiena.
 
Quando Stefan lo fece, Damon si sentì sciogliere dalla dolcezza e riprese a muoversi. Sì, era ancora più bello così, essere dentro Stefan, mentre ce l’aveva così premuto addosso con tutto il corpo, avvolti e avvinghiati insieme in quell’abbraccio romantico.

Era così intimo.
E Spettacolare.
 
Damon accelerò il ritmo delle spinte, mentre Stefan non abbandonava la presa sulla sua schiena, i fratelli vennero così. Uno dopo l’altro, accasciandosi infine sul letto, uno di fianco all’altro.

“Ti amo, Damon..ti amo..” gli diceva Stefan dolcemente, sul suo collo.
 
Damon si cullò in quella sorta di felicità mista ad estasi che entrambi avevano provato.

Era contento di aver aspettato. Quella loro prima volta era stata FAVOLOSA.

Voleva aspettare a dire a Stefan di Elena.

Non voleva rovinare quel momento.

Si addormentarono abbracciati.
 
 

Due ore dopo, Stefan si svegliò e vide Damon che guardava fuori dalla finestra, pensieroso.

“Fratello…” lo chiamò dolcemente Stefan.

Con quella dolcezza, non aveva mai sentito chiamare il suo nome.

Ancora stordito da quella felicità, andò da lui e gli diede un dolce bacio, tenendolo tra le braccia.
 
“Temevo che non ti avrei trovato al mio risveglio.”

“Quante volte devo ancora dirtelo che ti amo e che non ho intenzione di lasciati andare mai più?” gli chiese Damon.

“Allora perché quella faccia? Ah..aspetta. Elena, vero? Stai ancora con lei?” gli chiese.

“Io ed Elena ci siamo lasciati. Stefan.”
 
Stefan lo guardò interrogativo.

“Ci siamo lasciati subito dopo quella notte, perché non era lei quella che volevo al mio fianco..ma non sto così per questo motivo, ma perché..”

“Perché temi che possa scoprire di noi?”

Damon sospirò e si grattò la testa.

“Stef, lei sa già di noi.” gli confessò a quel punto.

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Capitolo 14
*** In viaggio per le Maldive e a mai più arrivederci, Mystic Falls! ***


Stefan e Damon erano in aereo. Dopo che il corvino gli aveva confessato che Elena non aveva preso per niente bene il loro bacio nella scuola e che erano volati insulti e grida e pianti come non mai, oltre all’accusa di aver approfittato di lui in un momento in cui non era lucido, Stefan aveva convenuto con il fratello che sarebbe stato impossibile continuare a vivere a Mystic Falls dopo quanto successo.

“Non credo che scappare sia mai la soluzione indicata, però.” Disse allo stesso tempo Stefan, mentre erano ancora in camera da letto, a parlare.

“Questo è vero, ma seriamente, Stefan, tu vuoi continuare davvero a vivere qui? Tutta la vita? In questa città che non ci ha portato altro che brutte esperienze e brutti ricordi? Nessuno ci lega con le catene. Siamo vampiri, possiamo avere quello che vogliamo. Possiamo avere ben altro.”

Stefan era andato da lui e l’aveva baciato e aveva convenuto che sì, meritavano ben altro, che non fosse vivere tutta la vita in una città spettrale con delle persone che ormai li detestavano.

Elena aveva ovviamente spifferato tutto a Caroline, Tyler, Jeremy e Bonnie.

Stefan e Damon si erano sentiti dispiaciuti solo per Bonnie in realtà. Si ripromisero di cercare di ricucire i rapporti soltanto con lei.

Per quanto riguardava Elena invece, era strano. Credevano che fosse importante per loro, ma ora semplicemente, speravano che un giorno avrebbe potuto perdonarli e stare di nuovo bene, ma non è che al momento gli importava più di tanto la cosa.
 
Klaus sembrava pentito di tutto il casino che aveva combinato e per farsi perdonare, aveva dato due biglietti di volo con meta le Maldive, per i due fratelli.
 
Stefan era tentato di strappare i biglietti, per via della rabbia che ancora provava per lui, ma Damon gli suggerì di essere ragionevole. Le Maldive erano pur sempre le Maldive. Da quanto era che non si prendevano una vacanza?

Decisero quindi di partire immediatamente.
 
 

Ora, erano in aereo. Stefan si guardò intorno con aria circospetta. Moriva dalla voglia di baciare suo fratello. Nessuno in fondo sapeva che erano fratelli, ma oltre alla fobia per le relazioni tra consanguinei, gli umani erano famosi anche per l’omofobia che, secoli e secoli, ancora non erano riusciti ad arginare e debellare del tutto.

“Scommetto che vorresti baciarmi, ma non ne hai il coraggio..” disse Damon, provocante.

“In realtà volevo morderti..ma sarebbe più scandaloso.” Disse Stefan, mentendo.

“Non ne hai il coraggio..peccato. Dovrò farlo io. Ma non ti dico quando.” Disse Damon, provocandolo ancora di più.

Stefan all’idea che avrebbe dovuto aspettare non si sapeva quando per poterlo baciare, perché a quello stronzo di suo fratello, piaceva da matti farlo impazzire, ruppe gli indugi e lo baciò.
 
Damon sussultò felice a quel bacio inaspettato. Ricambiò e il bacio divenne subito sentito e passionale, fregandosene di tutte le persone presenti in aereo.

“Amo il fatto che siamo solo noi due, finalmente.” Sussurrò Stefan felice, in estasi, sulle sue labbra.

“Finalmente quei rompiscatole e rompicoglioni, sono via dalle balle.” Disse Damon di rimando.

“Sai già cosa faremo dopo le Maldive? Dove vorresti andare?”

“Qualche meta la troveremo. In un’altra città o all’estero. Tutto è meglio di Mystic Falls.”

“Mi dispiace per la villa però.” Disse Stefan.

“Non essere triste, mio amor. Ce ne prenderemo un’altra.” Disse Damon, abbracciandoselo.






















Note dell'autrice: 

ciao ragazzi! Questa storia è finita! Scusate per la frettolosità con cui ho chiuso tutto ma vi avevo detto fin dall'inizio che la storia non sarebbe stata lunga! Memore delle mie due precedenti long, cui sono rimasta traumatizzata dal TEMPO che ci ho messo davvero per scrivere delle storie di appena venti capitoli, non avevo nessuna voglia di finire di nuovo così e ho preferito fare stavolta una storia più leggera e breve almeno nei tempi, anche per questo ho evitato di raccontare il diverbio tra Elena e Damon, tanto che cosa poteva mai dire Elena di tanto importante nel litigio? Si può immaginare xd non valeva la pena raccontarlo, l'ho fatto nelle precedenti long e non lo farò mai più ahhah mi sono rotta. Sinceramente sono rimasta molto male che nessuno mi ha commentato la storia, a parte Lovelysweet che ringrazierò sempre <333 addirittura nessuno che la mette tra le seguite preferite ecc..che vi ha fatto di male sta storia? Penso ci sia di peggio di scritto sinceramente xd vabbè io sono comunque contenta di averla scritta! Baciii

Ps non credo che a nessuno interessi, ma Bonnie incontrerà comunque Enzo e si innamoreranno e saranno felici, nonostante ho cambiato la storia degli inizi. Non so se scriverò mai questa cosa e quindi ci sarà un capitolo in più o un seguito breve, ma volevo cmq farlo sapere. Ciaoo

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