bitter about you; yoonkook

di minsugasbitch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


1.

"Ripetimi ancora una volta perché lo stiamo facendo, ti prego."
"Cristo, hyung, piantala di lamentarti!" il ragazzo dai capelli rossi sollevò entrambe le braccia in aria, lamentandosi. "Ti sto facendo un favore, cazzo!" il biondo sbuffò, senza rispondergli. "Oh, hai proprio ragione Hobi, grazie tante!" continuò il rosso, imitando un ringraziamento che l'altro non gli avrebbe mai dato.
"Perché mai dovrei ringraziarti? Lo stai facendo più per te che per me." borbottò il biondo, sbuffando ancora una volta. "E poi, se proprio devo venire con te, non potevamo almeno prendere la macchina?" la palestra in cui Jung Hoseok, il suo migliore amico, lavorava in qualità di insegnante di danza, distava appena quindici minuti a piedi da casa dei due; eppure, a lui parve di stare camminando da una vita.
"Dio, Yoongi, ma quanti cazzo di anni hai? Ottanta?" lo prese in giro l'amico.
"Ventiquattro, coglione, quindi vedi di portarmi un po' di rispetto." sbottò il più grande, che affrettò il passo per raggiungerlo, solo per poterlo colpire al braccio.
"E comunque, se la smettessi di riempire il computer di virus con tutti i porno di merda che ti guardi, adesso non saresti costretto a venire con me!"
Min Yoongi adorava il suo migliore amico, davvero, ma, se c'era una cosa che non sopportava, era l'abitudine odiosa che aveva l'amico di alzare fin troppo il volume della voce, specialmente in momenti come quello.
"Ti dispiace alzare un po' la voce? Credo sia rimasto ancora qualche messicano che non ti ha sentito mentre sbandieravi ai quattro venti cosa cazzo faccio nel mio tempo libero." sibilò a denti stretti il più grande, scuotendo il capo. Come ho potuto farmi convincere così?
"Oh, andiamo hyung," il rosso ridacchiò, afferrandolo per un polso e trascinandolo dentro l'edificio che avevano finalmente raggiunto. "sono certo che non te ne pentirai! Hai idea di quanti ragazzi gay seguono le mie lezioni? Cavolo, a volte mi pento di essere etero, probabilmente a quest'ora mi sarei scop-"
"Hoseok-ah!" una voce dolce e incredibilmente femminile fece voltare i due amici, interrompendo in tempo il rosso. 
Quello che si trovava davanti a lui, era probabilmente uno dei più bei ragazzi che Min Yoongi avesse mai visto. Era biondo, non molto più basso di lui, anche se sembrava decisamente più piccolo, e aveva le labbra più belle e carnose che Yoongi avesse mai visto, la vita incredibilmente stretta.
"Oh, Jimin-ssi, sei arrivato presto!" Hoseok salutò il biondino, accarezzandogli una spalla. "Lui è-" Yoongi si protrasse in avanti, superando l'amico, e tese la mano verso il biondo, Jimin.
"Mi chiamo Min Yoongi, ma puoi chiamarmi anche Suga." il ragazzo gli rivolse un sorriso gentile, stringendo la sua mano. Forse non avrei dovuto lamentarmi poi così tanto.
"Park Jimin, molto piacere! Sei per caso nuovo? Frequenterai con noi?" la voce di Park Jimin venne aggiunta all'elenco mentale delle qualità che lo rendevano estremamente sexy agli occhi del maggiore.
"Cosa? No, Yoon-" Yoongi interruppe di nuovo il migliore amico, lanciandogli un'occhiataccia. Fai fare a me, cazzo.
"Non è il genere di attività fisica che mi piace fare." chiarì il ragazzo, facendo deliberatamente apparire quella risposta incredibilmente ambigua. Gli rivolse un sorriso innocente, mentre, davanti a lui, Park Jimin dalle labbra carnose e la vita stretta stava arrossendo. Yoongi si leccò le labbra, lasciando la mano al ragazzo. "Sono qui soltanto per fare compagnia ad Hobi, è il mio migliore amico." si giustificò. Jimin annuì, per poi congedarsi e recarsi negli spogliatoi per cambiarsi.
Vedendolo allontanarsi, Yoongi ebbe modo di ammirare il suo fondoschiena, che finì anch'esso sull'elenco.
"Hai finito di guardargli il culo? Possiamo andare?" Hoseok gli passò una mano davanti agli occhi, attirando la sua attenzione.
"Ti prego, dimmi che lui è uno di quelli di cui mi parlavi." Yoongi seguì l'amico all'interno di una grande sala piena di specchi posti lungo tutte le pareti. Il rosso fece cadere per terra il borsone che stava portando a tracolla, senza rispondere al maggiore. "Ehi, ti ho fatto una domanda!"
"Ma per favore, Yoongi, non hai bisogno di sentirlo dire da me che è gay. Penso che, se avesse potuto, ti avrebbe chiesto di accompagnarlo a cambiarsi negli spogliatoi, se sai che intendo." Hoseok gli diede una pacca sulla schiena, prima di sedersi a terra e iniziare a fare stretching.
"Beh, gli avrei dato una mano volentieri." il biondo scrollò le spalle, prima di sedersi per terra, accanto al borsone dell'amico.

Dopo un paio di minuti, una decina di ragazzi e ragazze fecero il loro ingresso all'interno della sala. Yoongi fece vagare lo sguardo tra loro, finché la figura minuta del ragazzo appena conosciuto non attirò la sua attenzione. Jimin lo stava guardando a sua volta, mordendosi il labbro inferiore. Adesso indossava una tuta larga, in contrasto con la canottiera aderente che evidenziava i muscoli sottostanti. Il più grande gli sorrise, prima di voltarsi verso l'amico, che aveva iniziato a parlare.
"Iniziate con lo stretching, ragazzi, tra cinque minuti ci diamo da fare!" disse, per poi indicare l'amico. "Non fate caso a lui, è il mio coinquilino e migliore amico." Yoongi sollevò una mano per salutare i presenti, lievemente in imbarazzo. Non aveva mai amato particolarmente trovarsi al centro dell'attenzione di fronte a così tanti sconosciuti. "Ed è single!" aggiunse poi il rosso, facendo ridere qualcuno dei ragazzi. Un paio di ragazze lo guardarono di sottecchi, mentre lui fulminò con lo sguardo il migliore amico. Jung Hoseok, io ti uccido.
"Avete già iniziato?" un ragazzo fece il suo ingresso all'interno della sala, col fiatone. I capelli neri erano scombinati, probabilmente a causa di una corsa, dato il respiro affannato. 
Le cose continuano a farsi sempre più interessanti.
"Kookie, ce l'hai fatta!" Hoseok accolse il ragazzo, scompigliandogli i capelli.
"Ho corso il più veloce che potevo, hyung, ho perso di nuovo l'autobus!" si giustificò il ragazzo, evidentemente più piccolo di Hoseok, e quindi anche di Yoongi.
"Non preoccuparti, Kookie, abbiamo appena iniziato il riscaldamento." 
Kookie si sedette per terra ad angolo della sala, in uno dei pochi spazi liberi rimasti, finendo proprio accanto a Jimin. 
Yoongi li vide sorridersi e scambiarsi qualche parola; poi, il moro prese a guardarsi attorno, finché il suo sguardo non incontrò quello del biondo. Yoongi piegò la testa, senza distogliere lo sguardo. Aveva come la sensazione di conoscerlo, quei lineamenti gli erano in qualche modo familiari, eppure non riusciva proprio a ricordare dove l'avesse già visto. Strano, pensò, è difficile per me dimenticarmi di uno del genere. Il moro distolse lo sguardo, abbassando gli occhi sulle sue ginocchia piegate per via di un esercizio di riscaldamento.
Quando iniziarono a provare diversi pezzi di coreografie, diverse volte Yoongi si trovò costretto a dover distogliere l'attenzione dalle figure di fronte a lui. Quel Jimin continuava a ballare guardandolo, leccandosi le labbra, senza mai distogliere lo sguardo da lui. E, come se non fosse già abbastanza attraente, quel ragazzo era anche dannatamente bravo a ballare. Se prima, fuori da quella sala, gli era sembrato un ragazzo abbastanza timido, beh, adesso sembrava completamente un'altra persona.
"Hobi, credo di esserti debitore." aveva detto al rosso, quando il ragazzo si era avvicinato a lui per prendere la bottiglietta d'acqua che aveva lasciato all'interno del suo borsone. Per tutta risposta, il migliore amico gli fece l'occhiolino.
Accanto a Jimin, Kookie continuava a lanciargli sguardi di nascosto, squadrandolo. Per un momento, la cosa fece sentire il biondo a disagio, ma alla fine il maggiore decise semplicemente di ricambiare quegli sguardi, senza preoccuparsi troppo di non farsi notare.

Dopo un paio d'ore, la sala iniziò a svuotarsi a poco a poco. Yoongi si alzò, passando all'amico il borsone.
"Dammi solo un attimo, hyung, poi andiamo!" gli disse il rosso, sorridente. Non capiva proprio dove trovava le forze, dopo due ore passate a dimenarsi, di sorridergli in quel modo.
"Okay, ma facciamo piano, mi sono stancato solo a guardarvi." Hoseok scosse la testa, ridacchiando.
"Sei sempre il solito."
"Hoseok-hyung!" il ragazzo dai capelli scuri si avvicinò al rosso, grattandosi la nuca. "Sei ancora disposto ad aiutarmi con quel pezzo?" dietro di lui, Yoongi scorse Jimin in procinto di lasciare la sala, e si mosse per seguirlo. Tuttavia, Hoseok lo bloccò per un polso. 
"Certamente, Kookie! Tutto per il mio allievo preferito! Non credo che al mio coinquilino darà fastidio, dico bene?" Hoseok si rivolse a lui, sorridendogli. In quel momento, Jimin lasciò definitivamente la sala. Fottuto Hobi.
"Eh?" Yoongi sbuffò, abbastanza contrariato.
"Domani Kookie verrà a casa nostra per provare alcuni passi, hyung, devo aiutarlo con una coreografia." gli spiegò il rosso. Il maggiore annuì.
"Nessun problema." aggiunse. "Min Yoongi, comunque." distrattamente, il biondo gli porse la mano. Ci volle qualche secondo prima che il moro rispondesse al saluto, stringendogliela a sua volta. Lo stava guardando con un'espressione indecifrabile.
"Scommetto che non ti ricordi di me, Suga." 
C'era qualcosa, nel modo in cui il ragazzo aveva pronunciato il suo nome, di incredibilmente familiare; così come i suoi lineamenti e il suo sorriso sghembo. Adesso ne aveva la certezza: si conoscevano.
"Ehi, come sai il suo soprannome? Vi conoscete già?" chiese Hoseok, confuso tanto quanto lui.
"In un certo senso, sì." il ragazzo sorrise ancora una volta, e in quel momento a Yoongi venne in mente qualcuno a cui non pensava da diverso tempo. Ripensò al soprannome con cui il rosso l'aveva chiamato diverse volte. Kookie, mh?  
Fu quasi come ricevere uno schiaffo in pieno volto. Non può essere davvero lui.
"Jungkook?"

 

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.

"Tae?" la voce di quell'insopportabile ragazzino, Jeon Jungkook, fu la causa dell'interruzione del bacio piuttosto animato che il ragazzo si stava scambiando con Kim Taehyung.
Taehyung era un'anima spensierata, incontrollabile. Era come un fiume sempre in piena, e le sue correnti erano così forti da travolgere chiunque, attirato dalla sua sconfinata bellezza, commetteva l'errore di immergersi in quelle acque.
Era quello che era successo a Jungkook, circa un anno prima. 
Taehyung l'aveva colto un paio di volte a fissarlo insistentemente. Consapevole del suo bell'aspetto e incredibilmente sicuro di sé, il ragazzo, più grande di Jungkook di un paio d'anni, gli aveva permesso di avvicinarsi. 
Se, solitamente, Taehyung era l'opera d'arte più bella, la più esclusiva tra tutte, una di quelle che è possibile osservare solo da lontano, ecco che a Jeon Jungkook era stata concessa la possibilità di ammirarla da vicino. E, di certo, Jungkook non se la fece scappare.
Per quel ragazzino, Taehyung fu il primo in tutto. Era completamente rapito da lui, dal suo essere così diverso dal resto.
Ma, per Taehyung, Jungkook era soltanto uno dei tanti. 
Quando, dopo una decina di mesi passati insieme, si ritenne abbastanza soddisfatto, constatando che Jungkook era rimasto totalmente impantanato nei sentimenti che aveva ormai sviluppato per il maggiore, ogni barlume di interesse che il ragazzo nutriva nei confronti del più piccolo si spense.
Si era stufato, lo annoiava.
Taehyung conobbe Yoongi appena un mese dopo. 
Se Jungkook rappresentava la purezza, l'ingenuità e la dolcezza, per Taehyung, Min Yoongi era esattamente l'opposto.
Disinteressato, rude, incredibilmente stronzo, tanto da far impazzire Taehyung sin dal primo momento. Per la prima volta, fu lui a ritrovarsi a desiderare qualcuno, e non viceversa.
Min Yoongi, dal suo canto, restò abbastanza colpito dal ragazzo, la prima volta che lo vide. Era di una bellezza incredibile, tanto da farlo sentire quasi a disagio. Tuttavia, il vero interesse nei suoi confronti nacque in lui solo quando scoprì che il ragazzo era fidanzato con nientedimeno che Jeon Jungkook.
Nonostante la differenza di età, i due si conoscevano bene. Per molti anni, Yoongi era stato un caro amico del fratello maggiore di Jungkook, avendo avuto così modo di vederlo crescere. Poi, quando le cose tra lui e suo fratello erano finite in malo modo, il biondo aveva ben pensato di farla pagare proprio a lui, che, in quella storia, non c'entrava proprio un bel niente.
E quale migliore occasione, se non quella di fregargli il ragazzo?
"Jungkook!" Taehyung si voltò, incontrando lo sguardo del più piccolo. 
Nei suoi occhi si leggeva chiaramente un misto di rabbia e dolore. Yoongi sorrise, senza togliere le mani dai fianchi del ragazzo di fronte a lui.
"Che cazzo stai facendo?"
"Ehi, ragazzino, non sei troppo piccolo per dire le parolacce?" Jungkook, che aveva soltanto quindici anni, gli rispose alzando il terzo dito. 
A quei tempi, quando Yoongi di anni ne aveva ben diciannove, il maggiore lo sovrastava in altezza e peso. Jungkook aveva ancora le fattezze di un ragazzino, mentre quelle del biondo erano ormai più simili a quelle di un giovane uomo.
Taehyung si staccò dal biondo, avvicinandosi al ragazzino.
"Mi dispiace, Jungkook, non avresti dovuto scoprirlo in questo modo." ma no, in realtà non gli dispiaceva affatto, e questo Min Yoongi lo sapeva benissimo.
"Da quanto tempo va avanti? Quando pensavi di dirmelo?" Taehyung fece per rispondere, ma il maggiore lo bloccò, cingendogli i fianchi. Jungkook strinse i pugni.
"Dai, Jungkookie, non prendertela con Taehyung! Non è mica un reato preferire i ragazzi più maturi; anzi, direi che sarebbe un reato l'esatto opposto." poggiò il mento sulla spalla di Taehyung, ridacchiando. "Quel coglione di tuo fratello lo sa che giochi al dottore con gli altri ragazzi?" Taehyung rise, prima di voltarsi di nuovo verso il maggiore e fare unire ancora una volta le loro labbra, noncuranti del resto.

"Certo che eri proprio un bel pezzo di merda, eh?" parlò finalmente Hoseok, quando il biondo finì di raccontargli cos'era accaduto anni prima tra lui e Jeon Jungkook, che quel giorno si sarebbe recato a casa loro per delle lezioni straordinarie col rosso.
"Ti prego, non dirlo nemmeno, tutta la mia relazione con Taehyung è solo un grande buco nero, ormai." il rosso addentò il suo tramezzino, prima di grattarsi il mento. Sembrava stesse riflettendo su qualcosa in particolare.
"Aspetta, è lui il ragazzo di cui mi hai parlato quando ci siamo conosciuti?"
"Cazzo, Hobi, mastica con la bocca chiusa!" il biondo gli tirò un tovagliolo appallottolato, poi annuì. "Comunque, sì, è lui. La prima volta che ci siamo visti avevo appena rotto con lui."
"Vuoi dirmi che sei stato per, quanto? Due anni? Con quella puttanella?" chiese il rosso, quando finalmente ebbe inghiottito il boccone. Di nuovo, Yoongi annuì.
"Era la mia puttanella, però. Con me è stato totalmente diverso rispetto a come si è comportato con Jungkook." disse il maggiore, ripensando a diversi episodi della sua storia col ragazzo.
Chissà come, Yoongi era riuscito a farsi amare da uno come Kim Taehyung.
"Non direi, dato che alla fine ha fatto le corna anche a te." Hoseok rise, prima di bere un sorso d'acqua.
"L'ha fatto proprio per questo." Yoongi sollevò le spalle, poggiando poi all'interno del piatto il cucchiaio, una volta finito di mangiare.
"Che intendi, scusa?" chiese l'amico, piuttosto incuriosito. Il biondo non aveva mai voluto parlare di quella relazione.
"Taehyung si era innamorato di me, ed era una cosa totalmente nuova per lui; cioè, di solito succedeva il contrario, erano gli altri ad innamorarsi di lui." disse. Era la prima volta che ne parlava con qualcuno. Fino a quel momento, Hoseok non aveva mai conosciuto molti dettagli della sua storia con il ragazzo. "E io l'ho amato. Cazzo, Hobi, lo amavo un sacco. Ma a lui questa cosa faceva paura. Temeva di restare scottato, credo." si fermò un attimo per bere un bicchiere d'acqua, prima di riprendere a parlare. "Era sempre stato lui ad avere il controllo della situazione, su tutti i suoi ragazzi. Con me, invece, era un vero agnellino, mi lasciava fargli tutto quello che volevo." concluse, sospirando.
"Che persona del cazzo, però." commentò Hoseok, alzandosi da tavola col suo piatto in mano.
"Non sai quanto, Hobi." Yoongi si alzò a sua volta, avviandosi fuori la cucina.
"Ehi, coglione!" lo chiamò il rosso, costringendolo a voltarsi. "Aiutami a sparecchiare, almeno oggi, che tra poco Jungkook sarà qui!" il biondo sbuffò, prima di fare come l'amico gli aveva chiesto.

Quando ebbero finito, prima di recarsi in camera sua, Yoongi gli fece una richiesta.
"Fai come se non ci fossi, okay? Io me ne starò in camera mia, tanto ho delle cose da sbrigare per il lavoro."
"Vuoi evitarlo, vero?" annuì.
"Non saprei come comportarmi, Hobi. Non ci siamo visti per anni, e le ultime volte non sono state poi così piacevoli. Non sono più lo stronzo che ero prima." la risata di Hoseok lo interruppe. "Okay, forse un pochino. Ma, davvero, se mi avessi conosciuto in quel periodo non ti sarei di certo piaciuto." si grattò la nuca, piuttosto in imbarazzo. Sapeva bene di essere stato un vero idiota, in passato, e di aver ferito tante persone. Gli dispiaceva molto per Jungkook, per come l'aveva trattato senza il minimo rispetto. E, come se non bastasse, l'aveva fatto quando l'altro era soltanto un ragazzino.
"Posso dirti cosa penso io?" chiese il rosso. Yoongi annuì. "Credo che, a maggior ragione, dovresti vederla come una seconda occasione. Kookie è uno dei migliore, insieme a Jimin, e i due sono molto amici. Se verrai altre volte a lezione con me, se vorrai frequentare in qualche modo Jimin, dovrai necessariamente avere a che fare con Jungkook. Capisci che intendo?" lo capiva eccome, purtroppo.
"Sì, hai ragione." il rosso gli fece l'occhiolino.
"Come sempre, no?" il biondo lo ignorò, guardandolo con un sopracciglio inarcato. Che coglione.
"Sì, okay, ma ora piantala. Non so nemmeno se me la sento oggi, comunque. Devo sul serio lavorare."
"Abbi almeno la decenza di salutarlo, okay?" Yoongi annuì, mentre l'amico gli rivolse uno strano sorriso.

Circa un'ora dopo, Jeon Jungkook si presentò a casa dei due ragazzi in tuta e con un borsone sulla spalla.
"Hyung?" Hoseok bussò alla porta della camera di Yoongi, per poi aprirla, senza aspettare nemmeno una risposta da parte del maggiore.
"Hobi ma che ca-" il biondo, una matita dietro l'orecchio e una penna in mano, si voltò verso la porta, trovando il suo migliore amico già in compagnia di Jungkook. "Avevo le cuffie, non ho sentito il campanello." si giustificò, abbozzando un sorriso imbarazzato.
"Figurati, hyung!" Jungkook si avvicinò a lui, sorridente. Ma che cazzo? Avrei giurato che ieri fosse sul punto di uccidermi. Perché adesso sorride?
Yoongi si alzò dalla sedia, facendo poi un mezzo inchino per salutarlo, che il moro ricambiò.
Il ragazzo vide il rosso dietro Jungkook guardarlo e fargli lo stesso sorriso ambiguo che gli aveva fatto poco prima, a pranzo.
"Cavolo, che stupido che sono!" Jungkook si voltò verso Hoseok. "Mi ero proprio dimenticato di dover andare a prendere una cosa in palestra!" lurido figlio di puttana.
"Uhm, hyung, vuoi che ti accompagni?" chiese il moro, ignaro del fatto che quella fosse solo una banale scusa accampata sul momento. Yoongi incenerì il migliore amico con lo sguardo, mimando poi con le labbra un "ti uccido", che Jungkook, voltato verso il rosso, non poté vedere. Hoseok sorrise.
"Figurati, Kookie, non ci metterò molto, resta pure qui!" disse, per poi rivolgersi al biondo. "Hyung, ti dispiace fargli compagnia?" cazzo se ti uccido.
"Affatto." bofonchiò il maggiore, mettendosi le mani in tasca. 
"Siediti pure, Kookie, farò il prima possibile." disse ancora il rosso, indicando il letto del migliore amico. Ma guardalo, adesso lo fa anche sedere sul mio letto senza il mio permesso.

Quando entrambi sentirono la porta di casa chiudersi, Yoongi tornò immediatamente ad occuparsi del suo progetto, ignorando totalmente il più piccolo.
Tuttavia, se quel silenzio imbarazzante stava uccidendo il biondo, i piani di Jeon Jungkook erano ben diversi.
"Min Yoongi." sibilò, infatti, dopo un paio di minuti. Il tono dolce e gentile di poco prima era sparito, e, quando Yoongi si voltò nella sua direzione, trovò ad attenderlo uno sguardo glaciale.
Bene, evidentemente vuole ancora uccidermi.

 

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.

 

Jeon Jungkook si alzò con uno scatto dal letto del maggiore, che, di riflesso, si alzò a sua volta dalla sedia, abbandonando il foglio rigido che occupava quasi interamente la scrivania.
Avvertendo l'aria in quella stanza farsi pesante, Yoongi si avvicinò in tutta fretta alla porta, così da poterla aprire. Non aveva intenzione di rimanere un secondo di più chiuso lì dentro con lui. Il tono che aveva usato per chiamarlo gli aveva letteralmente messo i brividi. Se adesso mi uccide sarà soltanto colpa di Hobi.
Prima che potesse poggiare la mano sulla maniglia, la figura del minore occupò interamente la sua visuale, piazzandosi proprio di fronte a lui. Jungkook inarcò un sopracciglio, un'espressione divertita stampata sul volto.

Yoongi pensò che la pubertà aveva davvero fatto un miracolo, con lui. Era diventato molto più alto -addirittura superando il maggiore-, e il fisico che Yoongi ricordava essere piuttosto minuto, aveva ormai lasciato spazio ad una serie di muscoli ben definiti. Il viso, invece, era forse ciò che di più simile restava del Jeon Jungkook quindicenne che Yoongi conosceva, sebbene ormai i lineamenti fossero più spigolosi.
Non era niente male, davvero.
"Fammi passare, per favore." disse il maggiore, cercando di sembrare tanto cordiale quanto risoluto. Ma, per farlo, dovette distogliere lo sguardo dal moro, rivolgendolo altrove.
"Che c'è, Yoongi, non riesci nemmeno a dirmelo guardandomi in faccia?" gli chiese il più piccolo, ridacchiando, con le braccia incrociate al petto.
"Questa è casa mia, spostati." questa volta, la sua voce fu più decisa, ma lo sguardo rimase ancora una volta altrove.
"Si può sapere perché non mi guardi?!" sbottò l'altro. Perché provo vergogna per ciò che ti ho fatto, avrebbe voluto rispondergli il biondo.
Si sentiva incredibilmente in colpa per il modo in cui l'aveva trattato in passato. Avrebbe potuto anche giustificarsi dicendo che la colpa era stata di Taehyung, che quello era stato solo uno dei tanti errori che aveva commesso a causa dell'ex fidanzato, e sì, forse un po' lo era; ma ormai Min Yoongi era un adulto, e in quanto tale aveva il dovere di prendersi le dovute responsabilità e conseguenze delle sue azioni.
"Senti, Jungkook, io capisco che tu possa es-" il più piccolo lo fermò subito, ridendo.
"No, Yoongi, tu non capisci proprio un cazzo." il biondo mantenne gli occhi fissi sulle sue scarpe. Forse ha solo bisogno di sfogarsi. "Taehyung è stato il primo ragazzo che io abbia mai amato, okay? Se non l'unico. E lo so che era uno stronzo, so che mi usava, che non ricambiava i miei sentimenti, cazzo, lo so!" Jungkook si interruppe, afferrando il più grande per un polso e strattonandolo abbastanza da costringerlo a guardarlo. "Ma tu, Min Yoongi, non avevi alcun diritto di portarmelo via."
Yoongi aveva rinunciato ad un particolare tratto caratteristico della sua personalità, l'impulsività, la terza volta che era finito al pronto soccorso a causa di una stupida rissa. E, anche lì, la colpa era in parte di Taehyung, ma soprattutto sua.
Non poteva semplicemente andare a picchiare ogni ragazzo con cui il fidanzato avesse un flirt, specialmente se alla fine era lui a prenderle.
Così, tentando di mantenere la calma, si sforzò di mantenere il suo respiro regolare, e respinse il forte desiderio di rispondere a tono a quel ragazzino, il desiderio di prenderlo a pugni sul muso. Di certo, non sarebbe stata la prima volta.
"Senti." iniziò, strattonando il braccio per liberare il polso dalla presa del minore. "Se non l'avessi fatto io, ci avrebbe di sicuro pensato qualcun altro. Taehyung è fatto così, lo sai benissimo. Non puoi semplicemente scaricare tutta la tua rabbia repressa su di me." la calma, il tono piatto, l'indifferenza che il biondo mise in quelle parole, furono un vero detonatore per la bomba che in quel momento era Jungkook.
"Rabbia repressa? Che stronzate sono, queste?" di nuovo, Jungkook rise. Somigliava così tanto a suo fratello, che Yoongi fu costretto a socchiudere un attimo gli occhi. Lui non è Junghyun, continuava a ripetersi. Eppure, il fastidio e la rabbia iniziarono a pizzicargli lo stomaco. Sentiva le mani prudergli, mentre la voglia di colpire il moro aumentava. "Perché non mi dici cosa pensi sul serio, Yoongi? Perché non t'incazzi?" ormai, Jungook non si preoccupava più di mantenere il tono basso. Questa volta, entrambe le sue mani andarono a stringere i polsi del maggiore. Per quanto Yoongi provasse a liberarsi dalla sua presa, era evidente che il moro fosse ben più forte di lui. "Dov'è finito il Min Yoongi che conoscevo, eh? Dov'è finito lo stronzo che ha rotto il naso a mio fratello il giorno del mio compleanno? Non ridi più di me, vero?!" 
"Cazzo, lo vuoi capire che non sono più quello che ero prima?" il biondo continuava a divincolarsi, ma senza risultati. Più cercava di allontanarsi, più le mani forti del minore si stringevano attorno ai suoi polsi. Di sicuro, gli avrebbero lasciato il segno.
"Sono stronzate, tutte stronzate!" 
Jungkook lo tirò per i polsi, facendolo sbattere contro la porta. Aveva finalmente lasciato la presa, ma solo per afferrare il maggiore per il colletto della maglietta.
Yoongi, schiacciato contro la porta della sua stanza, boccheggiò a causa della botta ricevuta alla schiena.
"Cosa vuoi da me?" gli chiese a denti serrati, tentando di spingerlo dal petto.
"Di certo non le tue scuse del cazzo!" sbottò, tirandolo a sé per un attimo, solo per farlo sbattere poi ancora una volta contro la porta. "Tira fuori i coglioni, Min Yoongi, dimmi quello che voglio sentirmi dire."
Yoongi si sentiva esasperato. Aveva provato sul serio ad essere gentile, a comportarsi da persona matura e responsabile, e sperava sul serio che la cosa si sarebbe potuta risolvere semplicemente ridendoci su, essendo ormai acqua passata. 
Evidentemente, Jeon Jungkook aveva un'idea completamente diversa in mente.
Forse sbagliò, ma sul momento gli sembrò davvero l'unica cosa da fare, l'unica che avrebbe accontentato il ragazzo così pericolosamente vicino a lui.
"Che vuoi che ti dica, Jungkook-ah?" il biondo rise, scuotendo la testa. L'espressione di Jungkook, di nuovo, gli ricordò quel coglione di suo fratello. Il prurito alle mani si fece sentire di nuovo, costringendolo a chiuderle in due pugni contro il petto del più piccolo. Jungkook sorrise, capendo che stava per ottenere ciò che voleva. Yoongi si era incazzato, e anche tanto. "Che colpa ne ho io se Taehyung ha preferito me ad un frocetto del primo anno? È forse colpa mia se, ogni volta che stava con te, poi correva da me supplicandomi di soddisfarlo perché tu non ne eri capace?" Yoongi sorrise, leccandosi poi le labbra. Jungkook, intanto, era nero di rabbia. Rabbia che gli comprimeva il petto, impedendogli di respirare correttamente. Ma, del resto, l'aveva voluto lui, e in fondo ne era compiaciuto. Tuttavia, ciò che il biondo aggiunse subito dopo lo spiazzò. "Lo sai che ti ho visto, quel giorno, vero?"
"Di che parli?" Jungkook finse di non capire, mentre sentiva lo stomaco stringersi in un nodo.
"Scommetto che ti è piaciuto quello che hai visto, vero?" insistette il maggiore. Il sorriso bastardo stampato in faccia, mentre osservava attentamente la reazione del moro, che intanto era sbiancato. "Sei sicuro di esserci rimasto così male soltanto per Taehyung?" il Min Yoongi maturo e ragionevole si era ormai perso, mentre la versione peggiore di lui, la più stronza e cattiva, si era adesso palesata di fronte al più piccolo. Jungkook, proprio come quando era piccolo, ne fu spaventato. Lasciò andare la presa dal ragazzo, per poi fare qualche passo indietro. "Ne ero sicuro." continuò il biondo. Se Jungkook voleva così tanto vedere il peggio di lui, Yoongi l'avrebbe di certo accontentato. "Non avrai mica avuto una cotta per il migliore amico di tuo fratello, mh?"
Al moro tornò in mente l'episodio a cui il maggiore stava facendo riferimento. 

Per anni Yoongi aveva frequentato assiduamente casa Jeon, più come membro effettivo della famiglia che come ospite. Non era raro, quindi, che il ragazzo si fermasse lì per la notte. Aveva il suo spazzolino personale, alcuni vestiti, e anche le sue tovaglie.
Quando Jungkook, un giorno, vide accidentalmente Yoongi mentre si cambiava in camera del fratello, dalla porta socchiusa, fu un incidente.
Restare a guardare, però, fu una scelta.

E, evidentemente, Yoongi se n'era accorto, perché adesso stava tirando in ballo qualcosa di cui, ancora in quel momento, soltanto pensandoci, faceva morire di vergogna Jungkook.
"Dici di essere cambiato, ma la verità è che sotto sotto sei sempre lo stesso pezzo di merda che eri anni fa, Yoongi." finse un sorriso, scacciando dalla sua mente il ricordo ancora vivido della pelle lattea e nuda dell'altro. 

"Hyung? Jungkookie?" la voce di Hoseok arrivò ovattata per via della porta chiusa, da cui immediatamente i due ragazzi si allontanarono. "Guardate un po' chi ho incontrato!" aggiunse, una volta aperta la porta. Accanto a lui, Park Jimin sollevò timidamente una mano in segno di saluto.
"Jimin-ssi!" Jungkook gli andò incontro e lo abbracciò. 
Ogni traccia del Jeon Jungkook accecato dalla rabbia era sparita. Bipolare del cazzo.
"Ehi, felice di rivederti." Yoongi lo salutò, prima di osservarlo meglio, senza preoccuparsi di essere discreto.
Vide Jimin arrossire ed abbassare lo sguardo.
Jungkook, che aveva assistito a quella scenetta -patetica, a detta sua-, non faceva altro che alternare il suo sguardo da Jimin a Yoongi.
Non fu difficile intuire quali fossero le intenzioni del maggiore nei confronti di quel ragazzo.
"Forza, ti ho fatto perdere anche fin troppo tempo, andiamo!" Hoseok sembrava davvero non aver sospettato nulla. Con le mani poggiate sulle spalle di Jimin, sorrideva compiaciuto ai due ragazzi.

Jungkook fu l'ultimo ad uscire dalla camera del biondo, restando appositamente indietro rispetto ai due amici.
"Jimin è carino, vero?" chiese al maggiore, che gli rivolse un'occhiataccia.
"Non osare, Jungkook." Jungkook scrollò le spalle.
"Sai, Yoongiinizio proprio a pensare che tu ed io abbiamo gli stessi gusti." rispose il minore, prima di uscire definitivamente dalla camera, lasciandolo da solo.

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Capitolo 4
*** 4. ***


4.

 

Da: Min Yoongi
A: Park Jimin
Non vedo l'ora di rivederti ballare, Park Jimin.

Da: Park Jimin
A: Min Yoongi
Ti lascerò a bocca aperta, hyung, vedrai.

Yoongi sorrise, riponendo il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni scuri.

"Yoongi-hyung?" 
"E' aperto." Jimin entrò in camera del biondo, un sorriso timido sul volto. "Vai già via?" il ragazzo annuì.
"Sì, Jungkook si è offerto di accompagnarmi a casa." dietro di lui, Yoongi riuscì a scorgere la figura del moro, che lo stava guardando con un ghigno.
"Oh, capisco. Allora ci si vede, ragazzi." Jimin lo guardò per un attimo, prima di rispondere al saluto.
"Dai, Chim, andiamo." Jungkook prese il ragazzo per il polso, invitandolo ad uscire dalla camera del biondo.
Yoongi si toccò un polso ancora arrossato, ripensando alla scena che un paio d'ore prima aveva avuto luogo proprio nella sua camera.
"Aspetta." Jimin gli rivolse un sorriso, rimuovendo con gentilezza la mano del moro dal suo polso. "Yoongi-hyung, se non sono troppo invadente, posso chiederti il numero di telefono?"
L'occhiata che Jungkook gli rivolse gli fece accapponare la pelle.
"Ma certo, Jimin-ah." rispose il maggiore, continuando a fissare il moro alle spalle del ragazzo, il cui sorriso era ormai sparito.

"Ancora non posso crederci che sei venuto di tua spontanea volontà, Suga. Cioè, non avevo nemmeno intenzione di chiedertelo!" Hoseok, si voltò nella sua direzione, continuando a camminare all'indietro. "E non hai nemmeno voluto prendere la macchina!"
"Mi raccomando, Hobi, fatti investire da qualche macchina." 
"Sei qui per Jimin, eh? È con lui che messaggi ininterrottamente da una settimana?" il biondo affrettò il passo, superandolo.
"Non sono cazzi tuoi, Hobi." commentò a bassa voce, finalmente raggiungendo l'ingresso della palestra.
"Sì che lo sono! Se riuscirai a scopare di nuovo sarà solo grazie a me, brutto ingrato; abbi almeno la decenza di coinvolgermi!" il biondo non riuscì a trattenere una smorfia, pensando a quanto schifosamente ambigua fosse quella frase.
"Abbassa la cazzo di voce, coglione, o la gente inizierà a pensare cose strane."

I due entrarono all'interno della sala in cui si sarebbe tenuta la lezione, aspettando l'arrivo dei vari ragazzi.
Dopo una decina di minuti, Park Jimin fece finalmente il suo ingresso, con addosso un paio di pantaloni di tuta diversi da quelli che aveva indosso la prima volta che l'aveva visto, che erano ben più larghi. Vuole farmi impazzire.
Immediatamente, Jimin cercò con lo sguardo il più grande, trovandolo seduto esattamente allo stesso posto della volta precedente.
Si avvicinò a lui, sorridente. Quando fu abbastanza vicino, Yoongi fu sul punto di salutarlo, ma Jimin si rivolse invece ad una ragazza che stava già facendo stretching proprio di fronte al biondo. Le disse qualcosa all'orecchio, e la ragazza annuì. Poi, si alzò da terra, e si andò a sedere da un'altra parte. 
Jimin prese il suo posto, sedendosi per terra di fronte a Yoongi. 
Ti lascerò a bocca aperta, gli aveva detto.

Jungkook, ancora una volta, arrivò a lezione iniziata, e fu costretto a mettersi vicino alla porta, abbastanza distante da Jimin e...Yoongi.
Sbuffò, notando che gli occhi del maggiore erano puntati sulla figura di Jimin, che seguiva attentamente le istruzioni di Hoseok, compiendo movimenti impeccabili.
Frequentava Jimin da mesi, ormai, e aveva avuto modo di conoscere e comprendere alcuni tratti della sua personalità che venivano fuori solo quando il ragazzo si sentiva abbastanza in confidenza con qualcuno.
Nonostante Park Jimin fosse, all'apparenza, un ragazzo molto timido, e apparisse incredibilmente innocente, la verità era ben diversa.
Quando voleva, Jimin sapeva essere un vero uragano, ed era capace di stregare qualsiasi ragazzo.
Per muoversi in quel modo davanti al biondo, per comportarsi, soprattutto, in quel modo, di sicuro Yoongi doveva aver attirato la sua attenzione. No, cazzo, non di nuovo.
La gelosia e la rabbia lo destabilizzarono a tal punto da fargli commettere diversi errori, che non passarono affatto inosservati.
"Kookie? È tutto okay?" Hoseok chiese, mentre tutti si fermarono a guardarlo.
Imbarazzato, Jungkook si grattò la nuca, abbozzando un sorriso.
"Sì, hyung, scusa, sono solo un po' giù di tono." il rosso annuì, riportando poi l'attenzione di tutti su di sé.
L'unico che non sembrava volergli staccare gli occhi di dosso, era proprio Min Yoongi. I due si fissarono, Jungkook tremendamente irritato, Yoongi con un'espressione vittoriosa stampata in faccia. Il moro, prestando attenzione a non farsi notare, mimò un "vaffanculo" con le labbra, a cui il biondo rispose con un sorriso. 

Quando la lezione fu conclusa, Jimin sparì in fretta, senza aver nemmeno salutato il maggiore, proprio come la prima volta.
Questa volta, però, il biondo decise di non lasciarlo scappare così facilmente. 
"Aspettami fuori." disse al rosso, prima di uscire dalla sala e fiondarsi all'interno degli spogliatoi.

"Ma che ci faceva di nuovo qui?" 
La voce di Jungkook fu la prima che Yoongi sentì, non appena ebbe messo piede all'interno degli spogliatoi maschili. Chiuse la porta lentamente, senza fare rumore, e si nascose dietro uno dei tanti muri che divideva le singole docce. Fortunatamente, ad eccezione dei tre, sembrava non esserci nessun altro.
"Sono stato io a chiedergli di venire." rispose Jimin. 
Il biondo, sporgendosi in avanti, lo vide togliersi la canottiera, per poi prendere dal suo borsone una maglietta pulita.
Jungkook, intanto, si voltò dall'altro lato. Già, come se non stessi morendo dalla voglia di guardare, pensò Yoongi.
"Ti piace Suga, per caso?" 
Jimin, dopo aver indossato la maglietta pulita, ripose l'altra all'interno della borsa, senza prestare particolare attenzione all'altro. 
"Ci conosciamo da una settimana, Kookie, è ancora presto per dirlo!" disse, poi, voltandosi finalmente verso il minore. Yoongi, troppo lontano, non poté accorgersi delle guance rosse dall'imbarazzo di Jimin, che invece Jungkook vedeva benissimo, così vicino. Il moro sbuffò. "E poi, come mai lo chiami così? Non pensavo foste così in confidenza!"
"Oh, quindi non lo sai?" nonostante, da quella posizione, Jungkook gli desse le spalle, Yoongi era sicuro che in quel momento il moro stesse sorridendo. Non vorrà sul serio dirglielo.
"Sapere cosa?"
"Io e Yoongi ci conosciamo da una vita, si può dire." si limitò a dire il più piccolo. Da una parte, il fatto che Jungkook avesse deciso di tenere la boccaccia chiusa lo fece sentire più sollevato; dall'altra, invece, poteva immaginare che il motivo per cui non avesse detto nulla a Jimin non promettesse nulla di buono. "Non te l'ha detto?" Jimin scosse il capo.
"Non è poi così importante!" disse poi, sollevando le spalle. Afferrò la tracolla del borsone e se la portò sulla spalla. "Ci vediamo giovedì, Kookie."
Jungkook, però, prima che l'amico potesse allontanarsi, lo prese per l'avambraccio, fermandolo. Cristo, ma allora ce l'ha per vizio.
"Aspetta." Jimin abbassò lo sguardo sulla mano ferma del moro sul suo braccio, per poi rialzarlo e puntarlo su di lui. Jungkook ritrasse immediatamente la mano. "Scusa."
"Che c'è, Jungkookie? Devo tornare a casa."
"Non voglio che parli con Yoongi." disse il più piccolo a bassa voce, tanto che il biondo, da dov'era, ebbe qualche difficoltà a sentirlo. Jimin rise.
"Cosa? E perché non dovrei?" chiese, poi.
"Lo sai perché." gli rispose il moro, avvicinandosi a lui. Jimin, invece, indietreggiò, cercando di mantenere le dovute distanze.
"Kook, no. Te l'ho già detto, non deve più succedere." la voce del ragazzo era ferma, nonostante avesse mantenuto il suo sorriso. Non voleva urtare i suoi sentimenti, probabilmente. Ciò vuol dire che c'è già stato qualcosa tra loro. "È stato solo uno stupido bacio e non è significato nulla per entrambi, no?" sembrava quasi volesse convincerlo. A Yoongi venne da ridere. Di sicuro è più carino, ma resta ancora un imbecille coi ragazzi. Jungkook annuì. "Bene, allora vado!"

Jimin superò il punto in cui il biondo era nascosto, e, fortunatamente, non si accorse di lui. 
Non appena lasciò lo spogliatoio, Jungkook sbuffò, sedendosi su una delle panche presenti all'interno della stanza.
Una risata lo fece sussultare.
"Complimenti, Jungkook." Min Yoongi apparve dal nulla di fronte a lui, battendo le mani, l'espressione chiaramente divertita. "Vedo che continui ad approcciarti di merda coi ragazzi!"
"Che cazzo ci fai qui?" Yoongi non rispose. Semplicemente, continuò a fissarlo ridacchiando. "Hai sentito tutto, vero?"
"Ogni singolo imbarazzante rifiuto." gli rispose il maggiore, facendo qualche passo indietro per potersi poggiare ad uno dei tanti armadietti posti lungo le pareti.
"Ridi di me quanto vuoi, coglione, ma almeno sono riuscito a combinarci qualcosa, io." così dicendo, il più piccolo si rialzò dalla panca, aprendo la cerniera della sua borsa.
"Solo uno stupido bacio che non è significato nulla." fece il maggiore, riprendendo ciò che Jimin aveva detto poco prima. "Ha detto così, no?" Jungkook non rispose.

Senza curarsi dell'altro, si slacciò il nodo dell'elastico della tuta, per poi farla scivolare lungo le sue gambe.
Per un attimo, Yoongi pensò di girarsi, o magari andarsene. Del resto, l'aveva già stuzzicato abbastanza, per quel giorno poteva anche bastare.
Ma no, rimase esattamente dov'era, con gli occhi puntati sulle cosce del più piccolo, che immaginava essere incredibilmente sode. Deglutì con difficoltà, incrociando le braccia al petto.
Jungkook non si degnò nemmeno di guardarlo. Con estrema calma, come se fosse stato solo, lì dentro, si sfilò definitivamente i pantaloni, per poi prendere dalla borsa aperta un paio di jeans neri.
Il biondo osservò attentamente ogni suo movimento, prestando particolare attenzione al modo in cui quei pantaloni stretti risalivano lungo le sue gambe, fasciandole completamente e risaltandole.
Non distolse lo sguardo nemmeno quando, dopo aver nuovamente indossato le scarpe da tennis, il più piccolo si sfilò la maglietta bianca, rivelando il petto rivestito da un sottile strato di sudore, e per questo lucido sotto le luci della stanza. Jungkook indossò una maglia scura, poi anche la felpa.
Solo quando fu completamente vestito, il maggiore chiuse gli occhi, per poi grattarsi dietro l'orecchio destro.
Il moro sorrise, ricordando che quella era sempre stata un'abitudine del ragazzo, un tic che si manifestava ogni qualvolta il biondo fosse particolarmente nervoso o a disagio.
Richiuse la cerniera del borsone e se lo portò ad una spalla.
"Scommetto che ti è piaciuto quello che hai visto, vero?" gli disse Jungkook, prima di allontanarsi in direzione dell'uscita.
Yoongi ci mese qualche minuto per rendersi conto che, quelle, erano esattamente le stesse parole che aveva usato lui col più piccolo appena una settimana prima.
Forse l'aveva sottovalutato.

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