Godness of Life

di Ojii_sama
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

"Guardala...ha i tuoi occhi" disse l'uomo dai corti capelli neri che si arricciavano sul collo, uomo che osservava con estrema dolcezza quella piccola e luminosa creatura che gia da appena nata non riusciva a starsene ferma e cercava di afferrare i capelli castani ribelli che cadevano lungo il viso della madre.

 

"Hai ragione ma i capelli sono i tuoi, e anche lo stile del naso" gli rispose la moglie, facendo un sorrisino divertito mentre il marito le stringeva le spalle, con le sue grandi e possenti mani, con delicatezza come se avesse paura che si spezzasse. La donna lo guardò con estrema dolcezza. Era da pochi anni che lo guardava con quello sguardo, soprattutto davanti a tutti i loro consanguinei.

I due neo-genitori, infatti, erano circondati da molte persone, che sgomitavano cercando di vedere la piccola bambina luminosa stretta tra le braccia della madre.

 

"Persefone, tesoro mio, hai fatto un capolavoro" sussurrò Demetra alla neo-mamma, che le sorrise felice per quel complimento, mentre il padre Zeus accarezzava la chioma nera e sbarazzina della piccola.

Era un atmosfera di festa negl'inferi, tutti gli dei si erano raccolti nel regno di Ade per assistere alla nascita della loro nipote (o cugina, dipendeva dal dio). Persino nel tartaro si erano fermate le grida di dolore e Cerbero abbaiava allegro creando dei fastidiosi robmi di tuono. Ogni dio, però, si chiedeva la stessa cosa.

 

Che dea era?

 

Era nata dall'amore tra uno dei tre pezzi grossi, dal dio dell'oltretomba (colui che governa sui morti) e dalla sua moglie divina, la dea della terra feconda.

Che divinità poteva mai nascere da essi?

Ma nessuno di loro osò domandarlo, preferendo godersi la risata cristallina della bambina dagl'occhi d'oro che non teneva mai fermi, guardando ogni suo parente (forse cercando di capire chi sarebbe stato il suo migliore amico)

 

"Come la chiamerete?" chiese loro Artemide, mentre osservava ammirata la bambina che cercava di mangiarsi il suo arco d'argento (quella bambina si che capiva quali erano le cose belle!). Ade e Persefone si guardarono.

 

"Vìos" sussurrarono all'unisono, il dolce nome che rotolava sulle loro lingue.

Gli dei sorrisero. Vita. L'avrebbero chiamata Vita.

E mentre loro cercavano di accalappirasi la simpatia della nuova dea, le tre parche filavano il suo destino. Il destino della nuova dea, che avrebbe portato tanti guai ma anche tanta gioia nelle vite di tutti loro. Nessuno si accorse che Atropo raccolse dal suo grembo le forbici e tagliò il filo della nuova dea.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

Finalmente erano iniziate le vacanze estive. Finalmente era estate.

Poteva riabbracciare i suoi migliori amici e la sua vera famiglia dopo sei interi mesi di scuola, alla quale era sopravvissuto per un pelo.

 

I mostri sono più facili da sconfiggere continuava a pensare ogni volta che varcava la soglia della sua scuola, della quale non aveva imparato neanche il nome visto quanto gli interessava. A Leo bastava solo finire le superiori e poter aprire al più presto una sua officina. Certo, non avrebbe avuto nessuna ragazza a cantare e ad aiutarlo nel suo lavoro, visto che si era lasciato con Calipso l'estate scorsa...non era quella giusta. Le mancava qualcosa. Cosa fosse questo qualcosa il figlio del dio del del fuoco non lo sapeva, l'unica cosa che sapeva era che erano rimasti ottimi amici e che la rottura non lo aveva scosso così tanto (non aveva frignato per una settimana intera e cercato di bruciare vivo qualsiasi semidio si avvicinasse a Calipso, come gli rinfacciava sempre Piper).

Leo iniziava a pensare che Eros lo odiasse dal profondo del suo cuore immortale, chissà forse era geloso della sua figaggine.

Sospirò scuotendo la testa per cacciare quei pensieri, proprio mentre entrava nel suo campo visivo l'Athena Parthenos collocata ai piedi della collina di Talia (Leo continuava a chiedersi perchè chiamassero la collina e l'albero in quel modo visto che la ragazza ormai non ne era più la fonte...).

Si fermò ad osservare quel panorama: Le colline della valle che costeggiavano la riva della baia di Long Island, con il suo mare cristallino alla quale erano ancorate alcune imbarcazioni greche, tra qui la più importante, l'ArgoII (modestamente); La casa grande nella quale poteva, quasi, già sentire il signor D. Che borbottava qualcosa sul fatto di essere lì a badare a tutti quei mocciosetti invece di stare a casa sua a fare baldoria con le sue seguaci e Arianna. Leo fece un piccolo sorrisino ironico al pensiero delle feste spettacolari che avrebbe organizzato insieme ai suoi migliori amici Jason e Piper, sempre se i suddetti non fossero troppo impegnati a scambiarsi effusioni nascosti dal coach Hedge (e ovviamente chi doveva coprirli? Leo, probabilmente l'unico del campo ad essere ancora single!). Sospirò oltrepassando la Casa Grande, salutando Chirone che giocava a scacchi con il povero Groot che stava perdendo malamente. Doveva passare prima dalla Cabina 9 per lasciare i suoi pochi averi, visto che la maggior parte degli oggetti li teneva nella sua fidata cintura, e salutare i suoi fratelli ma non ne aveva molta voglia. Era da quando era partito per raggiungere il campo che desiderava solo una cosa. Riabbracciare Festus, e i suoi amici certo, ma soprattutto Festus che, essendo una macchina, riusciva a capire più di tutti!

Raggiunse l'arena dove già poteva scorgere Percy intendo ad allenarsi con la spada insieme a non so quale figlio di Ares, probabilmente Clarisse, mentre gli altri semidei o osservavano o aspettavano che l'arena si liberasse (illusi!). Si fermò un attimo ad osservare il figlio del dio del mare, Percy Jackson il semidio che ha salvato il mondo due volte e combattuto così tanti mostri che neanche si contavano sulle dita di 10 mani, colui della quale molte ragazze perdevano la testa (Calypso, Reyna, Rachel, Annabeth anche se lei forse non contava essendo la sua ragazza) e anche alcuni ragazzi (anche se sapeva solo di Nico ma di sicuro Percy era stato il ragazzo che aveva fatto scoprire i gusti sessuali a molte persone...) e che pergiunta incontrava spesso gli dei, per quanto possa essere una fortuna. Okay forse Leo era un pochino geloso di lui, ma questo solo perchè nessuno si era ancora accorto che lui, nel suo metro e cinquantasei di altezza, era molto più figo di lui, ragazzo alto e con un fisico da goccia agli occhi. Okay forse Leo era un pochino geloso anche di Jason e forse, ma molto forse, anche di Frank. Insomma era ingiusto che lui diventasse un palestrato con il fisico da body builder in uno schiocco di dita e lui invece ci dovesse mettere molto ma molto tempo anche solo per farsi venire la linea degli addominali! Insomma persino Nico era più muscoloso di lui, e quel ragazzo non mangiava quantità spropositate di tacos come lui!

E mentre Leo si perdeva in questi pensieri, non si accorse della bionda chioma che atterrava in mezzo all'arena intromettendosi nello scontro, incrociando la sua lama doro con quella di bronzo celeste di Vortice creando un rumore stridente che fece accapponare la pelle bronzea del figlio di Efesto.

 

"Ehi! Non è giusto che tu piombi qui facendo un entrata spettacolare e interrompa il mio scontro con Jackson!" esclamò Clarisse rialzandosi, visto che era caduta al suolo dallo stupore.

Percy ridacchiò.

 

"Tanto ti stavo battendo, Jason ti ha salvato da bravo Supermen galantuomo"

 

"Non era proprio quello il mio intento Acquaman ma posso rubarti l'idea" scherzò il figlio di Giove, sistemandosi gli occhiali da vista sul naso. Leo sbuffò, i soliti competitivi.

 

"Forza signori, smettetela di discutere di queste stupidaggini e portate la vostra attenzione su l'unico che dovrebbe meritarsela...io" scherzò scendendo nell'arena, camminando verso di loro a braccia aperte.

 

"Leo!" esclamò Jason, abbassando di scatto l'arma e facendo cadere in avanti Percy per lo sbilanciamento

 

"Superman Biondo! Da quanto tempo che non ci vediamo, non sei venuto neanche una volta a rapire il tuo migliore amico dalle ore di matematica!" disse ridendo, pensando tra se e se un sempre se sono ancora io il tuo migliore amico.

Jason ride abbracciandolo e dandogli qualche pacca sulla spalla.

 

"Sono stato impegnato con i miei studi!"

 

"E con questa scusa pensi di cavartela? Trovane una migliore!"

"Scemo" rise Jason

 

"Ehi Leo, a me non saluti! Grazie tante!" esclamò Percy, rialzandosi e chiudendo Vortice, ignorando Clarisse che borbottava qualcosa riguardo alla vendetta.

 

"Jason per caso hai sentito qualcosa? No perchè io sento uno strano ronzio" scherzò Leo, beccandosi un pugno sulla spalla da Percy, che lo fece barcollare.

 

"Jason! Leo!" esclamo una voce molto famigliare al figlio di Efesto, visto che l'aveva sentita per molto tempo. Si girò giusto in tempo per vedere Piper saltare al collo del suo ragazzo, seguita da una Annabeth spettinata, probabilmente era persa nella lettura di un qualche libro.

 

"Salve Miss.Mondo! Non preoccuparti Jason non ha bisogno della respirazione bocca a bocca, lui è venuto volando a differenza di di un certo semidio super figo che ha dovuto camminare dalla fermata degli autobus fino a qui, visto che nessuno ha avuto la brillante idea di passarlo a prendere con la macchina nuova regalata dal papà super star ma ehi! Fai dai pure ossigeno a Jason che gli manca" disse sarcastico, nascondendo una buona dose di tristezza. Odiava stare in mezzo alle coppie e ora era in mezzo a ben due delle più famose coppie del campo, dopo la Solangelo (NicoWIll) che si chiedeva ancora perchè tutti impazzissero vedendoli. Ok che erano una coppia di opposti ( cioè il figlio del dio del sole con il figlio del dio dell'oltretomba?! Cosa mai vista!) ma almeno potevano sclerare per altro...tipo il suo arrivo!

Piper rise, non staccandosi dal suo ragazzo.

 

"Dopo lo lascio sbaciucchiare un po' anche a te se sei così geloso!"

 

"Cosa?! Neanche per sogno! Mi dispiace Jason ma non sei il mio tipo" disse, imitando Nico e facendo ridere tutti tranne che Percy

"Quella battuta è riservata solo ad Acquaman mi dispiace" esclamò Jason, ignorando Percy che borbottava qualcosa.

Annabeth roteo gli occhi e diede un dolce bacio al suo ragazzo.

Leo capì che era meglio andarsene se non voleva essere sommerso dallo zucchero. Per fortuna per lui, Connor e Travis Stoll arrivarono proprio in quel momento, correndo giù dalla collina:

 

"Ragazzi basta scambiarvi la saliva che è successo una cosa stranissima!"

 

"Cosa, Clarisse non vi ha uccisi per un vostro scherzo?" chiese Annabeth inarcando un sopracciglio, gli Stoll la minimizzarono

 

"No! Alla Casa Grande si sono presentati Ade e Persefone in persona! E non crederete mai chi c'è con loro!"

 

"Chi Frankestain?!" chiese Leo, anche se era stupito che i sovrani dell'oltretomba si trovassero lì, non doveva essere qualcosa di positivo. Sentiva puzza di una nuova profezia o missione

 

"No di meglio! Hanno portato loro figlia...legittima!" esclamarono in coro, saltellando intorno emozionati.

 

"Cosa?! Ade e Persefone hanno una figlia?!" chiesero Annabeth e Jason

 

"Ma quanti dei ci sono!" Eslcamarono Percy e Piper mentre Leo aggrottava le sopracciglia. Non presagiva nulla di buono.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Respira con calma Vìos, andrà tutto bene. Se persino mamma si è convinta a farmi uscire dall'erebo significa che è importante e che qui non corrirò rischi...o almeno credo. Pensava la dea mentre si lisciava nervosamente il chitone grigio perla, che le cadeva morbidamente sul corpo formoso e sinuoso. Vìos faceva sempre di tutto per nascondere il suo aspetto divino, non le piaceva esser guardata solo per il suo aspetto fisico (anche se negl'Inferi era raro vedere qualcuno ma spesso la venivano a trovare alcuni dei suoi amici dei, che andavano lì solo per lei). Si sentiva a disagio, li in mezzo a tanti umani, essendo, praticamente, la prima volta che vedeva un umano vivo e non solo un ombra del defunto.

Si nascondeva dietro al corpo possente del padre, che non si tirava in dietro quando significava nascondere la propria figlia, la sua prima figlia. Ade le diceva sempre che amava tutti i suoi figli, legittimi (come lei) e illegittimi (come due certi Nico di Angelo e Hazel Lavesque che Vìos non vedeva l'ora di incontrare, dopo tutto erano suo fratello e sua sorella sebbene non divini) ma che lei era diversa, lei era particolare. Vìos questo lo sapeva e riusciva a capire perchè non l'avessero mai fatta uscire dell'Erebo se non per passeggiare con il suo migliore amico Thanatos.

 

Ora che ci penso è da un po' che non lo vede... pensò, ignorando i discorsi dei genitori, che stavano parlando con Chirone e Dioniso (che lei non vedeva da almeno un secolo!) Si arrotolò una ciocca ribelle di capelli che le era sfuggita da dalla particolare accunciatura tipica dell'anica grecia, uno chignon creato da tante piccole treccine ,che la zia Estia si divertiva sempre a farle, e decorate da piccole pietre preziose e fiori colorati che vibravano vivi e accesi. Arricciò il piccolo naso greco come faceva sempre quando era un po' a disagio mentre si martoriava le rosse labbra carnose. Spostò gli occhi d'oro verso un piccolo fiorellino che si era appassito ( e quindi che era morto) facendo un piccolo sorriso triste, le dispiaceva sempre per la morte di una vita soprattutto se questa moriva prima del previsto, come quel fiore. Si ingionocchiò al suolo, lisciandosi la veste e guardandosi intorno.

Non la guardava nessuno, poteva farlo no? Dopo tutto non era una cosa così pericolosa. Si morse il labbro e sfiorò il fiore morto con la punta delle dita, in un tocco soffice e leggero, che Cerbero amava soprattutto quando lo accarezzava sul ventre. Dalle sue dita scaturì una luminosca scia d'orata che avvolse per intero il fiore, Vìos potè sentire chiaramente la forza vitale riprendere a scorrere nel fiore che si schiuse mostrando tutti i suoi petali colorati e vivaci. La dea allontanò con lentezza le dita, chiudendole a pugno e appoggiando poi la mano sul suo grembo mentre si apriva in un piccolo sorriso luminoso.

 

"Ma...come ha fatto?" chiese una voce maschile con un particolare accento spagnolo che fece alzare Vìos spaventata. Davanti a lei si stagliavano sette ragazzi, cinque maschi e due ragazze (di sicuro tutti semidei).

Vìos si accorse solo in quel momento che l'avevano vista riportare in vita una vita. Guardò terrorizzata i suoi genitori, che sospirarono sconsolati.

 

"Io..."disse con voce flebile e tremante

 

"Ehi chica stai tranquilla non mordiamo" disse di nuovo quella voce maschile, che la dea scoprì appartenere ad un ragazzo non molto alto ma con la carnagione bronzea (molto contrastante con la sua pallida), i capelli corti e castani erano un po' ricci e mostravano le sue particolari orecchie a punta. Vìos non capiva come fosse vestito, anche se non comprendeva come mai nessuno non portasse la tunica ma invece quelle strane cose che si appiccicavano alla pelle oppure che la deformavano. Era un ragazzo strano ma carino, soprattutto perchè era poco più basso di lei e questo lo rendeva adorabile!

 

"Valdez giusto?" tuonò il padre, mentre lo guardava dall'alto in basso. Persefonde, di contro, roteò gli occhi.

 

"Si divino Ade, Leo Figaccione Valdez al vostro sevizio!" esclamò il ragazzo facendo ridacchiare Vìos, visto che si beccò un schiaffo dietro la nuca da una delle due ragazze, la mora col il taglio assimmetrico e una piuma tra i capelli.

 

"Imbecille! La prego di perdonarlo divino Ade"

 

"Oh tranquilla cara figlia di Afrodite, mio marito è solo molto protettivo e geloso" disse Persefone mentre lanciava un occhiata divertita ad Ade che non la smetteva di guardare male i semidei, che osservavano curiosi Vìos.

 

"Divino Ade, Divina Persefone come mai avete portato quì vostra figlia? Non è mai uscita dagl'inferi" disse loro Chirone, chinandosi dinanzi a Vìos che chinò il capo di risposta, timida. Sentiva lo sguardo di Leo su di lei e l'unica cosa che le veniva in mente era di nascondersi dietro il padre, o la madre (oppure dietro a Chirone o a qualsiasi cosa o persona potesse nasconderla).

Ade sospirò mentre la moglie si stringeva alla figlia, strofinandole la spalla.

 

"Per favore ditemi che non è un altra missione, per favore" inizò a dire come un mantra il ragazzo dagli occhi azzurro mare, quasi verde acqua che faceva roteare la penna a sfera.

La ragazza al suo fianco dai biondi capelli e gli occhi grigio tempesta lo fulminò con lo sguardo per poi sospirare.

 

"Jackson, è da un po' che non ci si vede" disse Ade

 

"Dovresti tornare a trovarci sai?" disse invece Persefone, mentre Vìos lo guardò stupita. Lo aveva vista di profilo una volta sola, quando lui era andato negl'inferi ad accusare Ade di aver rubato la folgore dello zio/nonno Zeus, lei era rimasta nascosta dietro a una colonna per poi esser rimandata nelle sue stanze dalla madre che l'aveva vista. Strinse la mano della madre, sostenendo però lo sguardo di Percy Jackson e della sua ragazza, o almeno supponeva da come gli teneva la mano.

 

"Comunque, vorreste dirci come si chiama questa splendida dea?" chiese Leo, che non aveva ancora distolto lo sguardo da Vìos facendo fremere dalla "rabbia" Ade che si trattenne dallo spedirlo negl'Inferi solo perchè dopo Vìos e Leo si sarebbero visti più spesso...

 

"Si mocciosetto, ma prima dovrei parlare in privato con Chirone prima che" ma non riuscì a finire la frase che due ragazzi, un maschio e una femmina, corsero verso di loro.

Il primo era un ragazzo molto pallido e con delle profonde occhiaie, i capelli lughi e neri come i suoi capelli mentre la seconda era una ragazza dalla pelle cacao e dai riccissimi capelli color cannella marrone, che facevano risaltare gli occhi d'oro molto simili ai suoi ma allo stesso tempo...diversi.

Vìos li guardò stranita, riusciva a vedere la loro aura divina, a sentirla essendo molto simile a quella del padre.

 

"Sono loro vero?" sussurrò la dea, avvicinandosi a loro come in trance. Finalmente li incontrava...

Loro la guardarono aggrottando le sopracciglia mentre Ade sorrise dolcemente, cosa assai rara in pubblico.

 

"Si tesoro, sono loro. Nico di Angelo tuo fratello, figlio della mia versione greca, e Hazel Lavesque, figlia della mia controparte romana" sussurrò piano, mentre Vìos si avvicinava a loro.

 

"Padre...lei è tua figlia...legittima?" chiese Hazel, guardando confusa la dea che le prendeva una mano come per vedere se era vera, mentre Nico si allontanava da lei.

 

"Si Havel. Lei è Vìos, figlia mia e di Persefone. Vostra sorella" disse guardando Nico con sguardo eloquente, facendogli fare una smorfia. Vìos lo guardò confusa, per poi ricordarsi di Bianca.

 

"Ti ricordo lei?" chiese in un sussurro, osservando come Nico si voltasse e le desse le spalle.

 

"Siamo venuti a chiamarvi perchè Rachel ha appena pronunciato una profezia" disse Hazel, avvicinandosi al fretello e sciogliendo le mani da quelle di Vìos, che le fece ricadere lungo il corpo.

 

"La Vita in pericolo sarà

e i genitori di essa dovran portarla dai loro figli illegittimi,

per salvarla da coloro che la Morte in catene

hanno messo.

Per salvar la Vita, la Morte liberar si dovrà

e un sacrificio si compirà

per amore della libertà" sussurrò Persefone, per poi guardare Ade.

 

"Esatto divina Persefone, come la sapete?"

 

"Perchè conosciamo parte del significato di essa" continuò la dea per poi guardare la figlia " Con La Vita in pericolo sarà e i genitori di essa dovran portarla dai loro figli illegittimi intende che dobbiamo portarla da voi semidei. Per salvarla da coloro che la morte in catene hanno messo intende quei mostri del Tartatoro che hanno incatenato Thanatos e ora solo liberi per la terra, solo che sono particolari...non sono del tutto vivi, non hanno la forza dei vivi e per questo vogliono Vìos" disse Persefone

 

"Aspetta perchè vorrebbero vostra figlia?" chiese uno dei due ragazzi che sembravano due fotocopia, gemelli probabilmente.

 

"Vìos in greco significa Vita" disse loro Annabeth che guardava stupita Vìos. Persefone annuì.

"Vìos è la dea della vita"

 

 

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