Three complicated hearts

di Daerys the Drow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In a heartbeat ***
Capitolo 2: *** Friends...? ***
Capitolo 3: *** Tip-mistle-toe ***



Capitolo 1
*** In a heartbeat ***


In a heartbeat


Hugo e Etan se ne stavano spaparanzati sul divano maneggiando i joystick della console come fosse una cosa talmente naturale per loro che quasi non si preoccupavano di guardare lo schermo. Dovevano aver già passato molte ore dietro quel gioco, insieme. Insieme.

Che cavolo gli era passato per la testa di arrivare prima per le prove del gruppo? Ora era costretto a guardare le facce dei due fessi fare smorfie strane mentre parlavano di cose che non stava ascoltando.

J.Jay sprofondò nel posto lì vicino, maledicendosi per quella che doveva essere la settantottesima volta nel giro di un'ora.

Si annoiava e Hugo, da meraviglioso padrone di casa che era, non aiutava. Quando era arrivato si era limitato a farlo entrare per poi tornare subito a giocare con Etan. Trottando.

Aveva passato i minuti ad osservarli. O meglio, osservarlo. Hugo. Stupido, rozzo e sfigato, ma... lo vide un attimo spalancare quegli occhioni nell'attimo in cui l'adrenalina di un probabile scontro gli aveva fatto avere un mezzo infarto, poi rilassarsi per un nanosecondo e subito dopo scattare sull'attenti per riprendere l'assalto. Pochi secondi e i due si diedero il cinque, per poi ridere. Un dialogo divertente? Una battuta di un personaggio nel gioco?

A J.Jay non fregò assolutamente niente, teneva solo gli occhi incollati a Hugo, scrutando ogni sua espressione.

Quel volto aveva qualcosa di magnetico.

"Cazzo, mi sto rincretinendo." Si alzò senza guardarli. -Me ne vado al cesso.-

-Non cadere nella tazza!- scherzò Etan.

J.Jay roteò gli occhi. "Divertente..."

Si accomodò sulla tazza guardando il soffitto. Sentiva una specie di vocina nella testa che non sembrava avere la minima intenzione di tacere e le immagini del pomeriggio continuavano a ripresentarglisi in rapida successione: Hugo vicino a Etan, Hugo e Etan concentrati, Hugo che batteva il cinque con Etan, Hugo che rideva con Etan.

Erano sempre così stramaledettamente vicini e lui si sentiva lontano...

Perché?! Perché non poteva averlo lui?!

Non si rese conto del tempo che scorreva e quando uscì, si vide venire incontro Hugo con lo strumento a tracolla e la solita espressione scazzata.

-Allora sei ancora vivo. Dobbiamo andare, sono arrivati gli altri.-

Di nuovo, J.Jay lo guardò senza riuscire a seguire mezza parola di quello che diceva. Quel volto, quegli occhi, quelle labbra l'avevano di nuovo catturato, peggio di una calamita.

"Fanculo."

In un attimo, gli prese il volto tra le mani e lo baciò.

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Capitolo 2
*** Friends...? ***


Friends...?


Hugo sentì un brivido freddo percorrergli la schiena mentre guardava la faccia sorpresa dell'amico. Che cazzo di reazione era quella? Gli aveva raccontato tutta la storia abbellendola delle sue imprecazioni preferite, giusto per renderla più colorita. Non ci aveva pensato, in fondo tra loro non c'erano mai stati segreti, perché non avrebbe dovuto raccontarglielo?


Sentì le labbra fare contatto mentre le iridi rosse lo guardavano dalle fessure delle palpebre, in un'ammirazione sensuale. Lo spinse via di scatto, ma non sapendo bene come reagire, si pulì semplicemente la bocca e gli diede le spalle.
-Andiamo, ci stanno aspettando.-
Si incamminò senza nemmeno aspettarlo.
Durante tutta la durata delle prove percepiva le fastidiose occhiate che J.Jay gli rivolgeva, quasi dovesse analizzarlo ai raggi X.
Ogni tanto incrociava il suo sguardo e lo ricambiava con la faccia più incazzata che sapesse fare. “Finiscila coglione, se ci notano cominceranno a fare domande strane” pensava, maledicendolo con le sue originali espressioni fantasiose che la gente comune ama chiamare “insulti”.

Nonostante le sue continue preoccupazioni, nessuno sembrò accorgersi del comportamento di J.Jay né della tensione di Hugo e le prove si conclusero in tutta tranquillità.
Salutò gli amici e finalmente poté tirare un sospiro di sollievo buttandosi sul letto.
-È ora del bodyslam!- Etan lo imitò, quasi finendogli addosso.
-Ma che, sei scemo?! Avverti prima di farlo, cazzo!-
Rideva innocente:-Sono elettrizzato! Se continuiamo ad andare così bene alle prove, il concorso sarà una passeggiata! Saremo famosi, te lo immagini?-
-Veramente no.- Si sedette sul bordo del letto e lo guardò, pensando. -La vuoi sentire una cosa?-

Gli raccontò quello che era successo con J.Jay e, vedendo l'amico che lo guardava leggermente dubbioso, si sbrigò a giustificarsi: -Ma poi l'ho spinto via subito! Cazzo, se avessi saputo cosa gli frullava per la testa l'avrei preso a cazzotti sin da subito, altro che andare a chiamarlo. Ti pare possibile che uno ti bacia così a cazzo?! E neanche mi passa per la testa di assecondarlo, cazzo, non è lui che mi interessa, s...- “Sei tu...”
Si bloccò prima di completare il discorso, sentendosi improvvisamente agitato. Avrebbe potuto dirlo? A lui, così, direttamente?
-Amico, ci sei?- Etan si sporse per controllare che fosse ancora vivo.
In fondo perché no? Aveva l'app, sarebbe andato tutto liscio, poteva farcela.
Lo guardò sorridendo dolcemente. -Non potrei mai pensare a lui se ho te.- Si avvicinò fino a baciarlo, staccandosi poco dopo.
E quella tremenda sillaba lo riportò alla realtà.


Maledizione a lui quando aveva pensato che potesse anche lontanamente essere una buona idea. Ok, non c'era niente di male a confidarsi con un amico, ma se avesse oltrepassato il limite? Se adesso Etan non avrebbe più voluto avere niente a che fare con lui? Che avrebbe fatto allora?
Il cuore pompava e gli sembrò di rivedere tutti i momenti che aveva trascorso con lui da quando era bambino: in quella vita fatta di alti e bassi, imprevisti, guai e l'incertezza del futuro, Etan era l'unica costante, l'unico che era sicuro avrebbe sempre avuto al suo fianco... forse...
Ora vedeva la sua certezza vacillare, infrangersi in quegli enormi verdi sorpresi, mentre il suono secco di quell'“ah” continuava a rimbombargli nella testa, come il decreto di una giuria cui non poteva fare appello.
Niente app per pararsi il culo, niente vie di fuga: Etan sapeva.
E adesso Hugo sapeva anche che non lo ricambiava.

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Capitolo 3
*** Tip-mistle-toe ***


Tip-mistle-toe

 

Meno male, Hugo non l'aveva presa così male, in fondo!

Etan era rimasto non poco sorpreso da quello che gli aveva detto l'amico. Quello che era successo con J.Jay, i suoi sentimenti, il bacio... di certo non poteva mentire al suo migliore amico, il suo onore non glielo permetteva! Così aveva dovuto dirgli cosa provava lui in realtà: una profonda, meravigliosa, infrangibile amicizia.

Ma ecco, era amicizia. Si era quasi sentito male nel dirgli la verità, quello era il suo migliore amico! Gli avrebbe spezzato il cuore! Ma sarebbe stato peggio mentirgli per sempre ed era convinto di aver fatto la scelta giusta, ma non bastava: per essere corretti doveva chiarire le cose non solo con Hugo, ma anche con l'altro interessato, JJay.

E qui cominciavano i dolori.

Perchè in realtà, di tutto il discorso che gli aveva fatto Hugo, c'era una cosa che proprio non gli andava giù ed era il fatto che avesse baciato J.Jay.

Lo sapeva che in fondo non era colpa di Hugo ed era stato quel ciuffetto di zucchero filato a farlo, però... no, non doveva pensarci. Ora il problema era un altro: come avvicinarlo? Lui era abituato a seguire la regola d'oro “sorridi e gli altri ti sorrideranno”, ma sapeva che con J.Jay non avrebbe funzionato; allo stesso tempo, non si era curato di pensare a come avrebbe dovuto comportarsi. In fondo come poteva pensare che un giorno gliel'avrebbe detto?

Per fortuna, i lunghi pomeriggi passati ad osservare il suo comportamento l'avrebbero aiutato, o almeno ci sperava. Quel giorno si trovò nel luogo cruciale in cui avrebbe portato a termine il suo piano: il centro commerciale. Finalmente era arrivato il momento dell'azione!

Scrutò la folla circostante per adocchiare Hugo, che lo avrebbe dovuto raggiungere per il loro consueto giro dei negozi di giochi sotto il periodo natalizio. Era contento di poter ancora fare quelle semplici piccole cose in sua compagnia; anche se l'aveva rifiutato, Hugo restava il suo migliore amico e principale punto di riferimento, anche se c'erano un paio di cose che non aveva detto nemmeno a lui.

E sì, gli sarebbe anche stato utile, perché dove c'era Hugo, c'era... bingo! Una testolina rosso acceso spiccava tra la folla, attirando il suo sguardo. J.Jay ci provava con tutte le belle ragazze, il che comprendeva Eliantho.

“Un buon modo per aumentare le probabilità di incontrarlo” sorrise tra sé.

Agitò il braccio per farsi vedere e li raggiunse.
-Finalmente! È mezz'ora che mi trascino dietro questo peso morto!- brontolò Hugo raggiungendolo.
-Ma Hugino, il peso morto l'hai appena incontrato...- la ragazza squadrò Etan, indispettita.

Tra una battuta di Etan, una frecciatina di Eliantho e le risposte scazzate di Hugo, iniziarono il loro giro per il centro commerciale, a caccia di cosine interessanti nei negozi di giochi, giocando mentre camminavano. Hugo adocchiò un GameStock.

-Hey, ci sono i saldi! Etan, andiamo a dare un'occhiata!-

-Sììì! Magari Zelda è sceso di prezzo!- il biondino fece per seguirlo, ma fu accalappiato da Eliantho.

-Dove credi di andare anche tu?- La ragazza attese che Hugo fosse abbastanza lontano, poi guardò intensamente Etan negli occhi: -Lo vedi quel vischio laggiù? Tra dieci minuti portaci Hugo sotto.-

-Cosa? E perché?-

-Niente domande!-

“Ah, quindi ha un piano anche lei...” Etan mise su un sorriso e andò verso il negozio lasciandola con una delle sue solite osservazioni sceme. Peccato che, al contrario della rossa, si fosse già accorto di un altro particolare: un ceruleo ciuffetto cotonato.

“Spiacente Eliantho, oggi non posso stare al tuo gioco.”

Si assicurò che la ragazza non lo notasse mentre non entrava da GameStock e tornava indietro trottando:-Eliantho, ha detto Hugo che ti deve parlare! È ancora nel negozio!-

-Il mio Hugino mi vuole! Arrivo subito, amore mio!- la giovane partì in quarta senza pensarci due volte. A Etan dispiacque un po' per la menzogna, ma le avrebbe chiesto scusa dopo: in quel momento era troppo concentrato sul suo obiettivo, il ragazzo che adesso lo guardava irritato.

Ricambiò con uno sguardo serio e J.Jay sentì che c'era qualcosa di strano.

-E allora? Devi stare lì a fare lo spaventapasseri ancora a lungo?-

-No, ti devo parlare.- si avvicinò senza staccare gli occhi da lui.

-Allora spara, mi hai appena fatto scappare un bocconcino e la cosa non mi fa felice.-

-Riguarda il bacio che hai dato a Hugo.-

A J.Jay sembrò che l'aria fosse diventata irrespirabile e irrigidì tutti i muscoli, prendendo in considerazione l'ipotesi di imitare gli opossum per scamparla. Ma poi vide Etan che continuava ad avvicinarsi.

-Ok, e allora? Hai qualcosa di intelligente da dire?-

-Circa.- gli arrivò di fronte, molto, troppo vicino.

J.Jay sembrò capire qualcosa.

-L-lo sai che qua sopra c'è del vischio...-

-Appunto.-

Etan si sporse leggermente e lasciò che le labbra s'incontrassero.

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