Emerald Coast 3: Save my soul.

di ThreeRavensBlondie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** INTRODUZIONE ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO UNO ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO DUE ***



Capitolo 1
*** INTRODUZIONE ***


Avevo un piano.
Un piano ben preciso, nonostante l’avessi formulato nel giro di pochi secondi.
L’aria era tesa come la corda di un violino.
Un movimento.
Tante urla, così forti e all’unisono che non riesco a capire che dicono.
Uno sparo.
Chiudo gli occhi, ben consapevole di ciò che sarebbe successo.
Ma stranamente, accade qualcosa che nessuno mai si sarebbe aspettato.
Sento una mano stringersi attorno al mio avambraccio e tirarmi verso la sua direzione.
Poi inizia a girarmi la testa, ho la nausea così forte che lo stomaco sembra salirmi su per la gola.
Perdo la cognizione del tempo, svengo.
Non so quanto tempo sia passato, ma inizio a percepire di nuovo il mondo attorno a me.
Sento l’odore inconfondibile di salsedine e i granelli di sabbia contro la mia pelle.
Odo un brusio di voci;
in particolare se ne distinguono due maschili.
Una che non ho mai sentito prima
“Non avvicinatevi troppo, potrebbe stare un po’ male” dice.
L’altra la conosco bene.
Apro leggermente gli occhi e vedo delle iridi rosse che mi fissano con aria di attesa.
Piano piano, metto a fuoco un riccio nero.
“Shadow?” chiedo, tossendo.
“Sì.” Conferma con un sorrisetto e un battito di mani “Direi che ce l’abbiamo fatta”.


 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO UNO ***


SONIC
 

 
Suona la sveglia, rimbombandomi nei timpani.
Un giorno o l’altro prometto di dare una martellata a quell’affare.
Mi metto seduto sul letto, stiracchiandomi.
Guardando fuori dalla finestra e noto che c’è il sole.
Finalmente, direi!
Questo tempo ultimamente è matto come un cavallo.
Fino al primo di marzo nevicava, e non potevo uscire di casa per la mia solita corsa senza il rischio di scivolare o congelarmi le chiappe.
Oggi è il 23 aprile, e ci sono 28 gradi.
Mi alzo dal letto e vado in cucina, smangiucchiandomi per colazione il chilidog che mi era avanzato da ieri sera.
È venuto a trovarmi Shadow (il mio gemello) per mangiare e giocare a un videogame.
Abbiamo mangiato qualcosa e parlato un po’.
Sì, vi è sempre tra noi la nostra piccola rivalità, ma dopo tutto ciò che è successo decisamente quel rapporto fraterno che ci era sempre mancato è arrivato.
E devo anche dire che lui adesso ha un carattere più aperto e sopportabile rispetto a un tempo, anche se continua ad essere di poche parole.
La sua relazione con Rouge pare andare ancora a gonfie vele, e questo deve averlo cambiato… senz’altro migliorato.
Butto giù un boccone amaro.
Sono passati 2 anni e mezzo.
2 anni e mezzo da quel giorno. Quel maledettissimo giorno.
Avete presente quella cosa che le persone dicono sempre… com’era?
Il tempo cura tutte le ferite.
Non per farvi allarmare, ma è una bella stronzata. Almeno secondo me.
Eppure lo sapete: io sono Sonic The Hedgehog!
Ho sempre superato ogni vicenda, anche quando tutto sembrava perduto.
Ma questo no…
Proprio non ce la faccio.

Ho gli incubi di continuo.
Sangue.. lei che giace abbandonata tra le mie braccia.. io che apro l’urna dal Tornado X, disperdendo le sue ceneri sull’Emerald Coast.
Per questo cerco sempre di non pensarci. Il dolore non se ne va.

Vado a farmi una doccia per schiarirmi le idee.




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Come al solito, mi sono dimenticato ciò che devo fare oggi.
Perciò inizio a passare in rassegna le mie commissioni.


 
  •  Comprare l’acqua e altri chilidog
  •  Comprare il giornale
  •  Pagare la bolletta dell’acqua
  •  Corsa quotidiana
  •  Tails


Giusto! Tails passerà da me alle 8 puntuali e poi andremo insieme a mangiare sushi, e infine al cinema.
È da una settimana che non lo vedo. Essendo il mio migliore amico siamo rimasti in contatto e continuiamo a vederci.
È veramente una brava persona… mi è stato sempre vicino negli ultimi anni, supportandomi e ascoltandomi.
Mi ha consigliato quando ero in difficoltà ed è rimasto in silenzio nei momenti opportuni.
Gli devo davvero molto, sono fortunato ad avere quella volpe come quasi fratello minore.
Afferro la borsa a tracolla con i soldi, gli occhiali da sole che mi ha regalato Shadow e mi avvio fuori casa.
Non appena metto piede in città vedo delle ragazze guardarmi e ridacchiare, ma io continuo per la mia strada.
Arrivo all’edicola e compro il quotidiano. Nonostante io inizi a leggerlo solitamente a casa, il titolo gigantesco in prima pagina cattura subito il mio sguardo.
Pago e ringrazio il giornalaio.



“MISTERIOSE SPARIZIONI A MOBIUS, AUMENTA IL NUMERO DI GIOVANI RAGAZZI SCOMPARSI”




Secondo il giornale, i genitori dei ragazzi non hanno alcuna spiegazione per l’avvenimento.
Nelle loro rispettive scuole nessuno ha denuciato bizzarre assenze prolungate.
Pare infatti che i giovani siano spariti mentre si trovavano a casa loro.
Chiaramente l’ipotesi allontanamento volontario è la più gettonata al momento: gli adolescenti tendono ad adottare condotte del genere, specie quando ci sono problemi in famiglia o a scuola.
Arrotolo il giornale, nella speranza che il caso venga risolto al più presto.
Mentre mi avvio in banca per pagare le bollette, mi suona il telefono.
S: “Pronto?”
T: “Hey Sonic!”
S: “Yo Tails! Che fai?”
T: “Le solite riparazioni… Casa della Quercia continua ad essere operativa, lo sai”
S: “Certo. Mi avrebbe sorpreso il contrario”
T: “Tu che stai facendo?”
S: “Commissioni in giro per Station Square”
T: “Okay! Allora confermato per stasera alle 8?”
S: “Sicuro, a stasera!”
T: “Ah ehm… Sonic?” la voce di Tails traballa un po’ “ho chiamato Knuckles poco fa… gli ho chiesto di venire con noi”
S: “E…?”
T: “Ha detto che non ha un altro guardiano per rimpiazzarlo e che non può”
S: “Non avevo dubbi”



Da due anni e mezzo Knuckles ha smesso di farsi vedere.
Ogni tanto, se vogliamo radunarci tutti quanti, decide di venire ma se ne va dopo poco tempo, dicendo di essere stanco e che non può venir meno al suo dovere di guardiano del Master Emerald.
Sia io che Tails siamo consapevoli che sia una scusa buttata lì, perché non ha voglia di stare in compagnia.
Infatti, quando abbiamo deciso di fare le vacanze a Casa della Quercia per ben due volte, lui era riuscito tranquillamente a liberarsi per unirsi a noi.



T: “Ci ho provato… ma non possiamo forzarlo”
S: “Ovvio che no, rischieremmo solo di peggiorare le cose. Conosci Knuckles…”
T: “Esatto. Allora ci vediamo stasera, sii puntuale!”
S: “A più tardi!”



Riattacco.
Ancora dopo anni mi faccio domande a proposito del comportamento di Knuckles.
Ho rinunciato all’idea che lui stia così per la fine della sua storia con Rouge.
Non credo c’entri qualcosa… è cambiato settimane e settimane dopo.
Precisamente da quel giorno.
Non è più stato lo stesso da quando.. è successa quella cosa.
Ricordo fin troppo bene le sue lacrime, il modo in cui non è venuto all’ospedale insieme a noi e si è ritirato nella foresta dietro la vecchia Casa della Quercia in macerie.
Ho vivido nella mente il sangue che gli sgorgava dal taglio che si stava procurando da solo con un coltello, come se volesse provare qualcosa.
Non gli importava fosse dolore. Bastava fosse… qualsiasi cosa.

Mi rendo conto di essere fermo in mezzo al marciapiede mentre rifletto e che la gente mi cammina attorno, quindi mi appresto a completare le mie commissioni.
 


 
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Chiudo la porta di casa e poso la spesa sul tavolo.
Sono le 2 del pomeriggio e il mio stomaco manda un ululato.
Non esito ad addentare con golosità uno dei chilidog che ho appena acquistato.
È una vera fortuna che io corra tutti i giorni così velocemente.
Questo mi permette di mangiare cosa voglio senza dovermi preoccupare della mia linea.
Mi siedo sul divano e accendo la tv, continuando a sgranocchiare il chilidog.
Stanno trasmettendo un programma sui tradimenti tra le coppie.
Che schifo! Odio questa roba… ma perché trasmettono certe cose?
Mi fanno solo venire un senso di ansia profondo.

Cambio canale sbuffando.

Un programma sui matrimoni.
Non ho parole: tutti i programmi più barbosi capitano a me.
Non li sopporto, e non capisco come faccia la gente a guardarli!
Una volta durante la prima vacanza beccai Vector sulla poltrona a guardare questa serie e a piangere mentre gli sposi si baciavano.
“È così commovente!” gridò tirando su col naso.
Da quella volta li gradisco ancora di meno.
Mentre sto per spegnere il televisore, noto la scatola del videogioco che Shadow ha noleggiato e portato qui ieri sera.
Non abbiamo avuto il tempo di giocarci.
Si era fatto tardi e Shadow ha deciso di tornare a casa prima che Rouge si preoccupasse troppo.



“SONIC THE HEDGEHOG



Divertente, no?
Hanno creato un videogioco su di me, solo che il mio personaggio è assurdamente grasso e nano!
Io non sono così, andiamo!
Lo inserisco nella console e afferro il mio joystick.
Il gioco comincia con una musichetta allegra e la schermata iniziale, che comunque mi fa capire l’anzianità del gioco.
Grafica a dir poco pessima.
Nel momento in cui ho premuto “start” la grafica è peggiorata ulteriormente.
Il joystick vibra tra le mie mani, facendomi sussultare.
Lo giro e me lo rigiro tra le mani, sembra essere tutto nella norma.
Inizio a giocare, ma la mia mente vaga altrove.
Penso alla corsa che avrei dovuto fare di lì a qualche ora.. poi penso a Casa della Quercia.
È davvero incredibile il lavoro che abbiamo fatto nel rimetterla in piedi.
Anche all’interno tutto è identico.
Non è un caso, abbiamo voluto che fosse identico.
Così come quando tutto era felice e perfetto.

Il rumore dei tasti del joystick mentre gioco mi ricorda le partite fatte in passato.
Insieme a lei.
Tiro un sospiro… ecco, ci risiamo.
Mi manca davvero tanto. Mi manca una parte di me, un pezzo del mio cuore.
La mia anima è andata in pezzi.
Ancora mi risuona in testa la sua risata mentre giocavamo per ore ai videogiochi, sfidandoci.
Quella risata.. così bella. Così tipica di lei.
Quel dolce suono mi inebria così tanto, ma mano a mano si affievolisce e viene sostituito da un’altra risata.
Solo che è ben diversa da quella del mio ricordo.
Col pensiero torno alla realtà.
Il joystick vibra nuovamente in maniera più forte.
Spalanco gli occhi e la bocca.
  
Poi, prima che io possa fare qualsiasi cosa…
 
Il buio.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO DUE ***


TAILS


 
 
La giornata è iniziata nel migliore dei modi, dico davvero!
In genere ci metto qualche giorno per riparare un disastro, ma stamattina ci sono riuscito in tempo record.
Il mio robot pulisci-bagno aveva un fusibile fuori uso, e così è letteralmente saltato in aria.
Potete immaginare il colpo che mi è preso non appena ho sentito il botto.
Non so dirvi se sia collegato, ma da quel giorno sentire esplosioni forti mi dà tanto fastidio.
È come se il cuore mi cedesse cadendo verso il basso.
Io non me lo scorderò mai.
Ricordo un BANG assordante.
Io ero vicino a loro due. Sia ad Amy che ad Abigail, la figlia di Eggman.
Ero a un passo da entrambe quando il colpo è partito dalla pistola di Abigail.
Un passo da entrambe quando ho visto il sangue schizzare in aria e Amy cadere a terra, con il braccio steso verso di me.
Ricordo ancora di aver sgranato gli occhi, di aver fatto passi indietro finché la mia schiena non si è incollata alla parete della stanza.
Dalla mia bocca aperta non usciva un suono.
E la cosa più brutta: il fischio che mi è rimasto nelle orecchie per ore.

Non so veramente come fare, vorrei poter dimenticare tutto ciò che è stato.

Ma più vado avanti e più mi rendo conto di quanto quell’evento mi abbia traumatizzato: così tanto da diventare parte di me.

Non voglio fare il protagonista, sono consapevole che c’è chi sta peggio di me a causa di questo.
Sonic, ovviamente. O anche Knuckles, ad esempio…
Però anche io ero amico di Amy.
L’ho sempre vista come una ragazza coraggiosa, altruista e tenace.
Ho sempre pensato che Sonic fosse uno scemo a non darle una possibilità.
Gli ho ripetuto più volte che lei si appiccicava a lui solo perché la ignorava o la evitava volutamente.
Poi Amy ha avuto la furbizia di rigirargli la cosa contro, facendogli perdere la testa per lei.
Quell’estate… ricordi che rimarranno nel mio cuore finché avrò vita!
Ero così felice per loro, fatti l’uno per l’altra come avevo sempre pensato.
Farò di tutto purché quei ricordi rimangano vividi.
E questa è una promessa.
 
 
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Ho chiamato Sonic per fissare l’orario di stasera.
Avrei voluto che ci fosse anche Knuckles, passare una serata tutti e tre insieme come il vero Team Sonic.
Ci credete se vi dico che in due anni e mezzo non ne abbiamo più avuto l’occasione?
Chiamatemi sentimentale o quello che volete, ma io ci tengo alle mie amicizie.
Forse anche troppo.
Odio vedere i rapporti cambiare.
E detesto anche il fatto di non poter dare la colpa a nessuno.
Non incolpo Knuckles per il suo comportamento.
Non lo biasimo, anzi, lo comprendo benissimo! Sicuramente più di Sonic.
Knuckles è sempre stato molto solitario, indipendente.
Adesso poi, potete immaginare.



Fatto sta che non ho intenzione di lasciar sbiadire anche la mia amicizia con Sonic.
Al contrario, oserei dire che in questi anni si è ancora più rafforzata!
Io sono cresciuto, comincio a non essere più un semplice ragazzino e a capire più cose riguardo alla vita.
Posso ammettere di essere una vera spalla per Sonic ormai.
Credo fermamente che la nostra amicizia sia ineguagliabile e che ci saremo per sempre l’uno per l’altro.

Non a caso adesso mi sto preparando proprio per la nostra serata.


 
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Qual è il bello nell’essere una volpe con due code che mi permettono di volare?
Semplice: non devo usare un mezzo per i viaggi brevi. Indi per cui, posso evitare il traffico!
Appena 8 minuti in volo e sono già sopra casa di Sonic; plano lentamente fino a raggiungere il portone.
Guardo il mio orologio: sono le 8 in punto.
Suono il campanello, con la solita speranza che le mie lavate di capo sull’importanza della puntualità abbiano avuto effetto su di lui.
Passano 5 minuti, la speranza va subito calando.
Busso con le nocche.
Nessuna risposta.
Sbuffo “Sonic! Sono Tails, ti vuoi muovere?”
Passano ancora i minuti ma Sonic non si fa sentire.
Suono di nuovo con insistenza.
Possibile che quel riccio faccia sempre così? Avevo capito che erano le donne a farsi sempre attendere prima di un’uscita, ma Sonic è l’eccezione!
È veramente stressante.
“Sonic, che cavolo, abbiamo prenotato!” urlo battendo il pugno sulla porta.
Agguanto il mio telefono e lo chiamo.
Squilla, ma non risponde.

Possibile che sia già al ristorante?
No. Ero stato chiaro, alle 8 sarei passato io davanti casa sua.
Accosto l’orecchio alla fessura, visto che finora non ho sentito il minimo rumore.
Probabilmente mi sta facendo uno dei suoi soliti scherzi ed è nascosto dietro la porta.
“Sonic… se sei dietro la porta ricordati che i giapponesi non scherzano. Se non ci presentiamo all’ora decisa ci sbattono fuori” dico, spazientito.


Batto rumorosamente il piede a terra, cosa che faccio sempre quando mi innervosisco, ed incrocio le braccia.
Poi ho un’idea.
Più volte mi sono raccomandato con lui di chiudere la finestra sul retro, visto che i furti spesso sono all’ordine del giorno.
Se ne è sempre dimenticato.
Spicco il volo e atterro dietro la casa… et voilà!
La finestra è prevedibilmente aperta.
Non mi stupirei se lo trovassi ancora addormentato sul letto, sarebbe tipico del mio migliore amico.

Con cautela entro dalla finestra, atterrando sui cocci rotti di un vaso.
“Accidenti!” esclamo, togliendoli dal mio cammino con un calcio “Anche disordinato oltre che ritardatario”
Alzo lo sguardo. Non mi ero accorto che la casa fosse al buio.
Un minimo di luce entra dalla finestra… ma dopotutto il sole è appena tramontato.
Quanto mai potrà essere illuminato questo posto?
Sì. Sonic starà sicuramente dormendo.
Mi avvio verso il soggiorno.

“Sonic? E meno male ti avevo detto di essere puntuale! Pensa se non te lo avessi…”
Mi blocco.
Il televisore è acceso ma la schermata è totalmente azzurra e la console per i videogiochi a fianco  attiva.
Il joystick è abbandonato malamente sul divano.
Mi avvicino e lo afferro con calma, provando a premere pulsanti a casaccio per sbloccare qualcosa.
Nada.
“Sonic.. mi sto scocciando!” urlo esasperato, sedendomi di botto sul divano.
SQUASH!
Con un verso di disgusto mi alzo subito, e mi giro: mi sono seduto su un chilidog mezzo addentato.
“Ma che schifo.. ci mancava solo questa! Sonic ma nemmeno gli avanzi di cibo ripulisci?” grido nella speranza che mi stia ascoltando.


Poi mentre tento di pulirmi con un pezzo di carta da cucina, inizio a riflettere.
Un chilidog lasciato lì così. Sonic va matto per i chilidog, non ne farebbe mai avanzare uno neanche se il suo stomaco fosse a un passo dall’esplodere.
Qualcosa non mi quadra.
Sento un rumore di passi provenente dalla camera.
“Sonic…?” chiedo, incerto.
Afferro un coltello da cucina dal cassetto delle posate.
Cammino verso la camera, improvvisamente con uno strano senso di inquietudine, tenendo il coltello ben vicino a me.
Sono davanti alla porta della camera.
Faccio un respiro, e un lungo brivido mi percorre la schiena.
Avanti Tails, non è il momento di essere codardi, il tuo amico potrebbe essersi sentito male.
Apro la porta, alzando il coltello.


La paura svanisce subito.
Sonic è in piedi vicino al letto, girato verso la finestra.
“Amico… fiuuuu. Mi hai fatto preoccupare! Sono tre ore che ti chiamo!” asserisco, abbassando il coltello e avvicinandomi.
“Non ti avevo detto di essere puntuale?” continuo mettendogli una mano sulla spalla.
La tolgo subito, spalancando gli occhi.
La sua spalla è letteralmente ghiacciata.
“Sonic ma che..?!” faccio arretrando.

Finalmente, lui si volta.
E io non trattengo le urla.
 
 
 



SHADOW
 
 

 

“Rouge, ci sei?” chiedo, varcando la soglia di casa.
“Sì caro, sono in bagno!” risponde lei.

Sono appena tornato dalla mia corsa.
Anche se mi piace stare con Rouge, ho comunque bisogno di avere i miei spazi e di starmene un po’ da solo.
Ma non sempre, solo qualche volta.
Un tempo ero convinto di amare la solitudine come nient’altro al mondo.
Con gli anni mi sono reso conto che non è così.
Ho imparato a capire che agli altri importa della mia presenza… non sono malvisto da tutti come credevo.
E questa cosa mi fa stranamente piacere, quindi ho iniziato piano piano ad aprirmi a mia volta.
Nei limiti, ovviamente;
continuo ad essere l’oscuro Shadow The Hedgehog… solo un po’ meno oscuro.

Rouge apre la porta del bagno e mi viene incontro dandomi un bacio.
“Mi eri mancato” dice.
“Davvero? A me tu no” faccio con un ghigno.
“Ah sì?!” risponde lei dandomi delle manate sulla spalla.
Mi metto a ridere, e così fa lei.
“Allora” inizio “che abbiamo in programma per stasera?”
“Assolutamente niente. Riposo, baby, ce lo meritiamo!” esclama Rouge con uno schiocco di dita.
“Mh” affermo “un po’ di pace, era ora”
Con grande soddisfazione, noto che la cena è già pronta in tavola.
Tuttavia, non faccio in tempo a sedermi che sento bussare al portone.
Impreco, sbattendo la mano sul tavolo, e mi giro verso Rouge:
“Non avevi detto che non aspettavi nessuno?”
Lei fa spallucce “Hey, è così infatti!”
Con un verso esasperato mi trascino verso la porta.
Guardo attraverso lo spioncino, poi apro.
“Ciao Shadow”
Aggrotto le sopracciglia “Tails! Perché sei qui?”
Sento Rouge avvicinarsi alle mie spalle “Ciao Tails! Come stai?”
“Ecco io..” inizia lui.
Poi, con nostro grande orrore, un rivolo di sangue sgorga dalla sua bocca.
Lo vedo accasciarsi a terra carponi, tossendo e macchiando il pavimento di sangue.
“Oh mio Dio!” grida Rouge con le mani sul volto.
Senza dire altro, ci inginocchiamo per aiutarlo.


Un coltello da cucina è conficcato nella schiena della volpe.

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