Ancora una conquista di Kira90 (/viewuser.php?uid=58014)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sul Treno per Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Duello Doppio ***
Capitolo 3: *** Le stelle sanno anche piangere ***
Capitolo 4: *** Smarrimento e Consolazione ***
Capitolo 5: *** Il Piano è Svelato ***
Capitolo 6: *** La Missione ***
Capitolo 7: *** Ancora una conquista ***
Capitolo 1 *** Sul Treno per Hogwarts ***
FAN 1 CAP 1
Ancora
una Conquista
I
SUL TRENO PER HOGWARTS
1 Settembre
Harry,
Ron, Hermione e Neville stavano discutendo animatamente, seduti, (o
stravaccati, nel caso di Ron ), in un vagone del treno che per
quell'ultimo anno integrativo li avrebbe portati di nuovo a
Hogwarts. Erano partiti
da King Cross solo un'ora prima e già si respirava aria di
guai...
ma questa volta non era Harry nell'occhio del ciclone. Neville
stringeva fra le mani i cocci di un antico vaso, aveva i lucciconi
agli occhi e tremava come una foglia... fin qui nulla di strano* (1)
Non
fosse per l'espressione di rabbia feroce ed il modo nervoso con cui
si mordeva le labbra.
Harry
l'aveva incontrato quasi per caso mentre vagava alla ricerca di un
posto libero, quando ormai il danno era stato fatto. Aveva colto
l'occhiata di scherno e disgusto di Malfoy che si allontanava rapido
dal luogo del misfatto, lasciando dietro di sé una lunga scia di
pezzetti di ceramica, e filamenti e protuberanze verde-oro di quella
che doveva essere una pianta rara. Harry non aveva impiegato molto a
fare due più due. Aveva preso Neville per un polso, dato che il
ragazzo aveva le mani occupate,e lo aveva trascinato via, ben sapendo
che un “reparo” in quel frangete sarebbe stato inutile.
Neville
gli aveva raccontato ogni cosa fra le lacrime: di come quel vaso
antico fosse un cimelio della sua famiglia e un ricordo dei suoi
genitori, della splendida Agremilda del Deserto che aveva ricevuto
per regalo di compleanno quell'estate, e del fatto che Malfoy avesse
lasciato campo libero a Tiger quando quest'ultimo l'aveva colpito con
un Pietrificus alle spalle e con un altro incantesimo aveva fatto
levitare il vaso davanti ai suoi occhi per poi lasciarlo cadere e
infrangersi. Neville aveva pianto molto al ricordo degli strilli
acuti che erano fuoriusciti dall'Agremilda che si contorceva sul
pavimento fra piccole fiamme nere, un residuo degli insegnamenti
oscuri di cui ancora il ragazzo serpeverde approfittava nei momenti
di tedio*(2).
Malfoy aveva detto “Ben fatto Tiger”, e se ne stava andando con
Goyle alle calcagna, mentre ancora il loro amico gorilla si divertiva
a pestare i cocci rimasti...
Neville
aveva fatto un profondo sospiro : - A quel punto Harry, che altro
potevo fare?-
Harry
aveva annuito, pensando a tutte le volte che Neville era tornato in
lacrime nella torre dei Grifondoro;
-Ho
sfidato Malfoy a duello-
A
Harry era andato di traverso il succo di zucca e aveva sentito le
cioccorane nello stomaco prendere improvvisamente vita... -Tu
cosa?!?-
-Hai
sentito … Uff, Harry , non guardarmi così!-
-E
cosa dovrei fare scusa! C'era bisogno di arrivare a tanto!?Lo sai che
Malfoy non sarà leale, non aspetterà che tu sia pronto... TI FARA'
A PEZZI!- *(3)
-…
Grazie per la fiducia, eh!– aveva sussurrato Neville, nonostante
nemmeno lui fosse troppo sicuro. La determinazione però non gli
mancava. Doveva farla pagare a quel verme …
-Comunque
lui non ha accettato-
-Ah!
Potevi dirmelo prima ! - Harry aveva sospirato di sollievo...
-Ma
ha detto che se ci tenevo, lui avrebbe fatto da secondo a Tiger.-
Harry
aveva strabuzzato gli occhi. Non
era da Malfoy fare la parte della spalla. Cosa aveva in mente il
Serpeverde?
Ora
erano tutti e quattro riuniti e sul punto di prendere una decisione.
Hermione stava sfogliando rapida le pagine ingiallite di “Duelli
di Mezzanotte: guida ai migliori duelli della storia del XX secolo”,
mentre accarezzava distratta Grattastinchi, accoccolato sulle sue
gambe; Ron la guardava di sottecchi, masticando svogliatamente il
panino che sua madre gli aveva preparato per il viaggio; Neville e
Harry parlavano ancora di Malfoy … ma per motivi diversi.
Harry
in particolare considerava Malfoy il suo avversario, nemico e
detestato compagno di scuola. Durante l'ultima Estate gli era
capitato spesso di pensare a lui.
Era
arrivato addirittura a sognarlo,una volta, ma non ricordava più che
sogno aveva fatto... gli era rimasta impressa solo la sua figura
sottile, avvolta da un mantello blu.
Proprio non riusciva a spiegarsi cosa significasse …
Un
distinto colpo di tosse lo distrasse dai suoi pensieri; Hermione li
richiamava all'attenzione, il dito puntato su una pagina del libro
che aveva aperto davanti a loro.
-Mione,
così sembri la Umbridge!- esclamò Ron, beccandosi un pugno sulla
testa.
Neville
si ingobbì e chinò la testa sulla pagina. Harry lesse attentamente
e poi disse: – Per me si può fare -
Furono
tutti d'accordo col piano escogitato dalla ragazza.
Draco
lo aveva sognato di nuovo. Profondamente irritato per la debolezza
d'animo che negli ultimi tempi sembrava averlo preso, e sorpreso per
i nuovi sviluppi emersi nelle ultime ore, aveva deciso di andare fino
in fondo a quella faccenda. Doveva dimostrare a se stesso che le
rare,sconvolgenti immagini notturne erano prive di significato. Doveva
anche riconquistare la fiducia di Tiger, cosa alla quale stava già
lavorando. Di certo permettere a Tiger di essere il primo duellante
era un passo avanti. Da ultimo doveva far abbassare la testa a quel
cagasotto di Paciok, che ultimamente recitava la parte del grande
guerriero sfidando i figli degli ex-Mangiamorte. Certo, ora che era
al sicuro, di nuovo dietro le fottute spalle del Salvatore del Mondo
Magico e Non, Paciock credeva che gli fosse concesso di fare lo
spaccone, e magari di brillare di un pò di luce riflessa.
Sospirò.
C'erano tante cose che doveva fare in quanto Malfoy.
Portò
alle labbra la tazza di tè bollente e osservò per un momento il
tavolo dei Grifondoro. Casinisti,ritardatari, maleducati, pezzenti
... in mezzo alla macchia rossooro spuntava un ragazzo dal fisico
asciutto e ben sviluppato*(4),
spettinati capelli corvini e occhi di un intenso, profondo, verde
smeraldo. Una sottile cicatrice a forma di saetta solcava la fronte
sul lato destro. Harry Potter, il maledetto Bambino- (purtroppo)
Sopravvissuto, sua nemesi da bene sette anni, nonchè il suo nuovo
incubo ricorrente; quegli occhi incredibili incrociarono i
suoi e lì si fermarono, squadrandolo come fosse un pezzo di cielo.
Solo che quella non era una partita di Quiddidtch e non c'era nessun
boccino da cercare. Draco arrossì involontariamente, mentre quello
sguardo attento gli riportava alla mente il sogno inopportuno di
quella notte, e cercò di nasconderlo dietro la tazza da tè.
Harry
sorrise e distolse lo sguardo. Stava scrivendo su un pezzo di carta
molto sgualcito e casualmente si tagliò il pollice su
quell'angolo... una singola goccia di sangue bagnò quel pezzettino
rosso. Il Serpeverde notò come aveva piegato in due e poi in
quattro il foglietto, che prese la forma di un piccolo drago... tutto
questo Potter l'aveva fatto con la chiara consapevolezza di essere
osservato; Draco capì immediatamente.
Quando
la maggior parte degli studenti si alzò rumorosamente dai tavoli
della Sala Grande, Draco seguì l'afflusso di persone e si avvicinò
discretamente nel punto dove Potter, solo per quel giorno, aveva
deciso di sedersi, stranamente non stipato tra Wesley e la Grenger.
Guardò di sbieco la ragazza e con orrore si rese conto di non
pensare più a lei come a una ''sporca Mezzosangue''. Al contrario,
il rispetto verso quei due ragazzi che per tanto tempo aveva
sinceramente detestato aveva messo le sue radici in profondità dopo
averli visti alle prese con una Guerra più grande di loro. In
effetti, di tutti loro. Harry Potter... beh, non avrebbe potuto
considerarlo un avversario degno se non avesse provato un minimo di
ammirazione nei suoi confronti … no? Preso da questi improvvisi
pensieri, si ritrovò nell'ingorgo che puntuale si formava
all'avvicinarsi della prima ora di lezione. Superò due primini
tassorosso che nel panico più totale cercavano di avanzare verso la
porta e contemporaneamente guardavano orripilati il loro
calendario... che casualmente gli capitò sotto occhio: Due ore di
Pozioni con Serpeverde... Piton li avrebbe distrutti. Un ghigno
allegro si fece spazio tra le sue labbra sottili, ma sfumò
immediatamente quando finalmente ebbe raggiunto l'estremità del
Tavolo Grifondoro: quel giorno Piton avrebbe fatto lezione anche a
loro dell'anno integrativo*(5),
dopo due ore di Trasfigurazione con quella megera della Mc.Grannit.
Non ci sarebbero state altre occasioni per scoprire cosa voleva da
lui Potter... e per questa ragione, solo per questa,
era così curioso.
-Potter-
mormorò, mentre lo affiancava quasi casualmente agli occhi degli
altri;
-Malfoy-
rispose il ragazzo, tendendo il foglietto. Con un incantesimo a fior
di labbra il piccolo drago di carta sbattè le ali inchiostrate e si
sollevò un poco per poi andare a posarsi sulla sua mano già aperta.
Come
se niente fosse Draco richiuse la mano a pugno e si infilò il
draghetto in tasca. Si avviarono entrambi verso l'aula di
Trasfigurazione, volarono i soliti insulti,giusto per non perdere le
buone abitudini, ma ad un certo punto Draco svoltò un angolo e si
allontanò di corsa, roso dalla necessità estrema di sapere subito.
Meno male che suo padre gli aveva insegnato cos'era
l'autocontrollo ... mah!*(6)
Arrivò ansante al settimo piano e davanti al ritratto di Barnaba
pensò intensamente ad una certa aula... la Stanza delle Necessità
gli aprì le sue porte*(7).
Si chiuse dentro quello che sembrava un normalissimo sgabbuzzino*(8)
e tirò fuori il draghetto.
La
bestiola apri le fauci e parlò con una voce gentile, tremendamente
familiare : - Stanotte a mezzanotte, stesso posto. Neville
sfida Tiger ad un Duello Doppio. Io sarò il Secondo. Non mancare
-, il draghetto socchiuse le fauci in un momento di indecisione, come
se Potter fosse stato incerto fino all'ultimo... - … Perchè
sei diventato rosso come uno Schiopodo?-
Draco
rimase a bocca aperta, iniziando a pentirsi di aver dato retta allo
Sfregiato.
La
creatura di carta serrò definivamente le mascelle e iniziò a
gonfiare il gargarozzo, come un drago vero. Esplose dall'interno e
piccole fiammelle azzurre lo ridussero in cenere.
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Capitolo 2 *** Duello Doppio ***
FAN 1 CAP 2
II
DUELLO DOPPIO
2
Settembre
Harry
era in anticipo di almeno mezz'ora ma non perchè fosse nervoso o
temesse uno scherzetto da serpi. Il duello avrebbe richiesto molte
energie, fisiche e mentali, quindi aveva deciso di prepararsi molto
prima. Come si era aspettato, Malfoy lo raggiunse pochi minuti dopo.
Si appoggiò alla colonna marmorea che delimitava il campo e osservò
impassibile il nuovo arredamento della Stanza delle Necessità. Lo
stesso posto di sempre. Due
comode poltroncine apparvero ai lati del campo, completamente piano e
privo di ostacoli; Harry,
completamente rilassato, vi prese posto e fece cenno al biondo di
raggiungerlo.
Draco
lo imitò, fidandosi della lealtà grifondoro di cui Potter faceva
sfoggio in ogni occasione. Si accorse però di un singolare
cambiamento nel suo rivale di sempre : la divisa era aperta sul
davanti mostrando i vestiti babbani, una maglietta di colore verde
scuro con scollo a V e dei jeans neri a vita bassa, che cadevano a
fasciargli strettamente le gambe; Non portava gli occhiali e da
quando era entrato non gli aveva rivolto la parola,ma aveva in volto
un'espressione serena, senza quel cipiglio rancoroso che gli
riservava sempre. Il
Serpeverde deglutì un paio di volte, dovendo ammettere almeno a se
stesso che Potter così tutto era meno che uno sfigato, altro termine
con cui soleva “elogiarlo” costantemente. Inoltre
la bacchetta, anche se erano a meno di due metri di distanza, non la
teneva stretta in mano, ma giaceva tranquilla e fredda nella sua
tasca.
Potter
sembrava aver abbassato le sue difese, in un momento in cui sapeva di
non poterselo permettere.
Draco
stette lì per un po' indeciso sul da farsi, ma quell'occasione non
poteva certo sprecarla, andava contro la sua stessa natura
verde-argento... e a proposito d'argento, il vassoio che Potter gli
stava offrendo in quel momento non era dello stesso
colore?...Assecondando con naturalezza il suo istinto da Serpe, Draco
sguainò la bacchetta e gliela puntò contro pronto a lanciargli un
incantesimo ... subito pensò al Levicorpus, sarebbe stato divertente
vedere Potter a testa in giù come un salame; sul volto fece la sua
comparsa il ghigno brevettato Malfoy.
Sussurò:
- Potter-; non sapeva perchè ma l'idea di colpirlo alle
spalle ultimamente lo rendeva insoddisfatto, e in qualche modo
vederne l'espressione colpita, impressionata, quella scintilla di
fuoco, sfida e divertimento insieme, niente più rancore, ma solo
rispetto negli occhi smeraldo mentre si girava a guardare fisso nei
suoi, lo faceva sentire vivo, in pace con se stesso, orgoglioso
anche, perchè quello sguardo Potter lo riservava solo a lui.
Questa volta Harry, al sentirsi chiamare, si voltò, con molta calma,
a guardarlo.
A
Malfoy mancò momentaneamente il fiato. Potter gli stava sorridendo,
apparentemente soddisfatto di avere una bacchetta puntata contro. E
quello era al di là di tutto, un sorriso sincero, che nulla aveva a
che fare con ciò che di lì a poco sarebbe avvenuto. Entrambi ne
furono subito consapevoli, tanto che Draco si sentiva le guance
rosse, e Harry ne sembrava colpito e allo stesso tempo estasiato e
compiaciuto. Fatto sta che i secondi passavano, e lui era là a
fissarlo con la bacchetta in mano, sollevata a mezz'aria in segno di
sfida e con l'idea in testa di star facendo la peggiore figura da
ebete della Storia della Magia. All'improvviso dalla bacchetta di
Malfoy spuntò un sottile filamento di luce nera che richiamò a sé
la bacchetta di Potter, il quale sorrise ancor di più al pensiero di
aver fatto centro. Ora le due bacchette levitavano, immerse in quel
contatto magico, davanti ai loro nasi. Quello di Malfoy si arricciò
pericolosamente. Draco avrebbe voluto lasciare la sua , ma qualcosa
negli occhi verdi lo convinse a non farlo. Harry allungò finalmente
un braccio e sfiorò con le dita il legno della sua bacchetta, fino a
stringerla con determinazione. Uno schiocco e il filo nero si spezzò,
tramutandosi in particelle dorate e lattiginose che scoppiarono a
contatto con l'aria, come bolle di sapone, lasciando un'atmosfera
carica di energia. Draco aveva la sensazione tremenda di essersi
appena fatto mettere nel sacco da Potter. E conoscendo Potter come
uno che agisce seguendo l'istinto e la passione del momento,
immaginò che dietro tutto quello doveva esserci il cervellino della
So-Tutto-Io Granger. Il biondo guardò le due bacchette che
lentamente si separavano e risalì con lo sguardo fino a scontrarsi
di nuovo con quello smeraldo del moro. Che incredibilmente stava
ghignando.
-...-
-ti
chiederai cos'è successo-
-...-
Draco
era incantato a fissare sulle labbra di Potter quel ghigno così …
Serpeverde. Ripensò a tutto quello che era avvenuto e
improvvisamente, capì. Non era un tiro mancino, quello, anche se per
raggiungere lo scopo i Grifondoro si erano rivolti alla Magia Nera.
Non era una vendetta. Era solo uno stratagemma per parare il culo a
Paciock, e per evitare che Tiger potesse avvalersi del suo aiuto per
giocare sporco.
-Potter,
ti rendi conto di quello che hai appena fatto?- sibilò, guardandolo
di traverso. Ora Tiger non si sarebbe più fidato di lui, e il
ragazzo era l'unico che potesse dargli l'informazione che cercava
disperatamente di ottenere da due mesi a quella parte ormai. Sbuffò.
-E'
solo un duello doppio Malfoy, e tu hai appena firmato il Contratto
con me-
-lo
so-
-Cosa
ti preoccupa allora?- il ghigno era sparito, al suo posto
un'espressione corrucciata e il tono della voce gli confermava che
Potter poteva essere realmente interessato a lui... questo lo fece
arrossire ancora. Oddio,pensò Draco, frase equivoca...
come se potesse essere realmente interessato ai miei problemi.
-...-
-non
me ne vuoi parlare, ho capito. Uff, va bene , tanto ormai non hai
scelta. E non potrai ostacolare Neville. Sia lui che Tiger sono
migliorati molto nell'ultimo anno, è giusto che camminino con le
loro gambe-
-Draco
spalancò gli occhi, sorpreso sempre più. Harry, cioè Potter, aveva
fatto un complimento indiretto a Tiger, lo scimmione-guardia del
corpo senza sale in zucca?Era davvero convinto che quei due insieme
potessero combinare qualcosa di decente!?
-Ehm,
Potter? Te lo ricordi Tiger vero? Quello che ha rischiato diciamo,
accidentalmente, di farci fuori tutti l'anno scorso? Ex-mangiamorte,
Serpeverde, muscoli a volontà...lo farà a pezzi il tuo amico-
-…
possibile mai che il tuo egocentrismo raggiunga livelli così alti da
non farti vedere le situazioni più ovvie? Io credo che Tiger abbia
imparato la lezione … come te del resto. La guerra è finita, e non
voglio strascichi inutili dopo tutto quello che abbiamo dovuto
passare. E' ora di finirla Draco. Pensare al futuro, perchè
farci influenzare da quello che è successo tra i nostri genitori a
causa di un pazzo con la fissa per le Maledizioni senza Perdono,
altamente complessato, permaloso peggio di un Malfoy...-
-Ehi!-
-…
beh, non ci porterà da nessuna parte. -
Draco
Malfoy, nel sentirsi chiamare per nome proprio da lui, arrossì di
nuovo, come quella mattina involontariamente, pensando a quanto fosse
dolce e … così diverso dal solito ...
– MALFOY!-
, “ecco, appunto”, Weasley era entrato, seguito a pochi
passi da Hermione Grenger, e aveva sputato fuori il suo cognome,
blasone di potere e ricchezza da secoli, con tale disgusto che per un
secondo il biondo pensò che sì, forse il portiere dei Grifondoro
stava davvero vomitando. Al pensiero delle viscide lumache del
secondo anno il ghigno tornò spontaneo, e i tratti del volto gli si
irrigidirono all'istante nella perfetta maschera “Malfoy”.
Quando, nel reindossarla, si rese conto di averla realmente
abbassata con Potter, una mano volò ad allentare il nodo della
cravatta, diventato improvvisamente troppo stretto. Non poteva
credere di essersi rilassato, di aver parlato veramente con il
suo nemico per eccellenza. Mentre rispondeva a tono alla Donnola si
rese conto di due cose; primo: era seduto di fianco a Potter e la
cosa non lo disturbava, anzi, in quella posizione gli sembrava di
aver quasi sostituito il ruolo di Wesley. Il rosso era davanti a
loro, nella classica posa da avversario che adottava sempre lui
quando li beccava seduti vicino in treno o in Sala Grande
… secondo: Potter non gli aveva ancora tolto gli occhi di dosso, e
se avesse continuato così, Draco aveva la sensazione che sarebbe
diventato una candela e si sarebbe sciolto.
A
salvarlo da quella situazione ci pensarono i due responsabili di quel
casino, Vincent Tiger e Neville Paciock, che si guardavano in tralice
cercando entrambi di entrare per la porta nello stesso momento: -
Attento a quel che fai, sgorbio!-
-Non
è colpa mia se sei rimasto tale e quale al primo anno, scimmione!-
A
quella risposta tutti i presenti si voltarono a fissare Neville, che
era rosso in volto e spingeva via Tiger con tutte le sue forze per
poter passare per primo... un atteggiamento infantile che peraltro
non gli si confaceva.
-Rimasto
come, Grifondoro idiota?-
-Uno
con la stazza e la forza di un gorilla ma con il cervello di
un'ameba!-
Silenzio.
Troppo scioccato per quella risposta Tiger lasciò che il ragazzo lo
afferrasse per la cravatta verde-argento e lo trascinasse in avanti,
dopo essere finalmente riuscito a entrare approfittando del suo stato
comatoso. Neville chiuse la porta con uno scatto che li fece
sobbalzare, per la rabbia che traspariva a ondate da quel corpo...
Ora
che Draco lo osservava meglio, notando che era senza divisa, 'chissà
perchè poi,sarà una nuova moda Grifondoro?', si accorse di
alcune cose, ma complessivamente quello che saltava all'occhio era
che Paciock non era più lo stesso. era più alto, anche se non
raggiungeva ancora né Tiger, né, maledizione a lui che aveva
anche quella questione dei centimetri dalla sua, Weasley; non era
flaccido o grassoccio, solo le guance avevano mantenuto quell'aspetto
paffuto, ma per il resto fisico era asciutto, quasi “magro”. E a
giudicare dalla sua espressione sconvolta, anche Vincent doveva
averlo appena notato: il brutto anatroccolo forse sarebbe diventato
un cigno.*(1)
Al
contrario il tirapiedi era sempre lo stesso ragazzone alto, robusto,
così muscoloso da sembrare grosso... però Draco si era accorto
della strana luce che gli animava lo sguardo in quegli ultimi tempi
così freddo e calcolatore; le sue frasi erano rivestite di insulti
ma piene di intelligente sarcasmo,il portamento fiero, deciso, non
più disposto a farsi sottomettere o in attesa che qualcuno gli
dicesse cosa fare, cosa era giusto. Doveva aver imparato sulla sua
pelle cosa comportava quell'atteggiamento:aveva seguito per una vita
gli ordini di Lucius Malfoy e di suo padre e poi del Signore Oscuro.
Risultato: aveva quasi ucciso se stesso e i suoi migliori amici.
Vincent aveva giurato che non sarebbe accaduto mai più. Si era
svegliato. E lui, Draco, era stato presente quando ciò era accaduto.
Dopo i processi, esattamente qualche giorno dopo l'assoluzione,
Vincent aveva dato di matto, e gli aveva rovesciato addosso l'intera
responsabilità di quello che era successo durante la guerra, perché,
aveva detto, era stato il loro principe a
indirizzarli nella strada dei potenti, dei vincitori. La strada del
Mangiamorte, che in breve si era rivelata per quello che era: un
orrenda servitù. La strada sbagliata. Forse Vincent non pensava
veramente quello che aveva detto, o forse si. Ma da quel momento
Draco si era sentito invadere dai sensi di colpa. Rivoleva il suo
vecchio amico a tutti i costi, uno vero, non un tirapiedi. Cazzo, ne
aveva bisogno. E se per riaverlo indietro avesse dovuto assecondarlo,
beh, questo avrebbe fatto. Sensi di colpa per Vincent,
sogni su Potter… si vede che mi sto ammalando. Dev'essere un
qualche male grave e incurabile se mi sento così da schifo …
Ignaro
di quali e quanti pensieri tormentassero Draco, Vincent decise di
lasciar correre l'insolita spavalderia nel tono e nelle parole di
Paciock. Dopo aver riaperto la porta per Goyle ed essersi guardato
intorno, rivolse un timido quanto rispettoso sguardo ad Harry, che
rispose con un sorriso di incoraggiamento a entrambi. Poi si girò
verso Paciock, capace di mandargli il sangue alla testa non appena
posava gli occhi sulla sua figura non più minuta, e gli indicò la
piattaforma con un cenno silenzioso: ora che era stato ulteriormente
provocato aveva un motivo più che valido per duellare.
Neville
lo affiancò, furioso. Nella testa tutti i tentativi di riparare il
vaso e guarire la sua Agremilda quel pomeriggio. Tutti andati a
vuoto. Ringhiò quasi, mentre estraeva la bacchetta.
Hermione
si fece avanti, frapponendosi ai due un solo istante per ricordare le
regole del Duello Doppio e sugellare il contratto anche tra i primi
due duellanti. Le bacchette di Tiger e Paciock si incontrarono ed
emanarono il medesimo raggio nero che esplose in particelle
bianco-dorate. La ragazza ghignò, ma Tiger non sembrò né sorpreso,
né preoccupato. Neppure Neville, ma essendo amico del trio, era
comprensibile.
-Potter-
sibilò Draco, irritato, -Non dirmi che l'unico all'oscuro era il
sottoscritto!-
-Sei
l'unico che non avrebbe accettato- ribatté Harry, ignorando
volutamente l'espressione livida dell'altro.
Hermione
nel frattempo aveva evocato una poltrona e si era seduta vicino al
suo migliore amico, bacchetta alla mano in caso qualcosa fosse andato
storto. Anche se con Harry al suo fianco sapeva di essere in una
botte di ferro: in fondo aveva sconfitto Voldemort, un Duello tra
compagni di scuola era nella regola!
Ron
rimase in piedi vicino ai suoi amici, dimentico della presenza di
Malfoy, teso ed un po' preoccupato per Neville.
I
due ragazzi fecero l'inchino, si voltarono, contarono dieci passi e
si rivoltarono nello stesso momento, caldi occhi nocciola in occhi
accesi color grigio tempesta, leggevano l'altrui determinazione a
vincere, le mani serrate sulle bacchette; diedero subito il via ad
una serie di incanti da manuale, ed era come se entrambi stessero
rompendo il ghiaccio, per poi accellerare bruscamente il ritmo degli
attacchi. Ben presto si arrivò ad un confronto di alto livello che
prevedeva l'uso delle abilità con gli incantesimi oscuri di Tiger e
con l'erbologia e la trasfigurazione di Paciock. Ad un certo punto,
tra urla, schianti e insulti vari, un Tranello del Diavolo evolutosi
in meno di dieci secondi da seme a pianta gigantesca inchiodò Tiger
al muro, rischiando di soffocarlo, mentre Neville, che in condizioni
normali avrebbe impedito alla pianta di causare danni eccessivi, si
accasciò tenendosi un fianco che stava letteralmente bruciando,
divorando pian piano i vestiti e lambendo la pelle con terribili
fiamme nere. Hermione si agitò sulla poltrona, mentre sia Ron che
Draco erano balzati letteralmente ad un centimetro del bordo-
campo... Una strana forza li respinse indietro, facendoli cadere
l'uno sull'altro...
-
AAHRGH!Che schifo, Weasley levati!-
-Malfoy,
lascia che te lo dica io, sei tu che fai schifo!-
-Ragazzi,
piantatela! - sbottò Hermione, che però si stava coprendo gli occhi
con una mano e sbirciava tra le dita.
Harry
non aveva detto né fatto alcunché, ma era stato lui a tirare
indietro i due, per evitare che intralciassero un duello che aveva
l'aria di essere un chiarimento ed uno sfogo... le fiamme di Tiger
infatti, stavano bruciacchiando solo i vestiti, ed erano
perfettamente controllate, mentre il Tranello del Diavolo si limitava
a strappare e a divorare la stoffa della divisa serpeverde,
stringendo abbastanza da fare qualche livido, ma lasciando andare
quasi immediatamente, dopo aver mostrato cosa era in grado di fare,
le parti più sensibili. Tiger respirava più liberamente, e Neville
non avvertiva più dolore al fianco. Erano esausti. Si scambiarono
altri incantesimi, senza risparmiarsi, ed entrambi caddero più
volte, finché, ad un passo dallo svenire, sollevarono di nuovo le
bacchette e si disarmarono a vicenda, invitando così i Secondi a
prendere il loro posto. Poi persero definitivamente conoscenza,
cadendo con un tonfo che il giorno dopo avrebbe causato loro qualche
dolore.
Hermione,
che fino a quel momento aveva stretto entrambe le mani con forza sui
braccioli della poltrona, per impedirsi di intervenire, si alzò
rapida ed andò a verificare le loro condizioni, sotto lo sguardo
attento dei tre ragazzi dietro di lei. Tiger e Neville, caduti
straordinariamente vicini, erano distrutti più dalla stanchezza che
per le ferite.
-Nulla
di grave che non si possa risolvere con qualche pomata e una pozione
ricostituente... anche se Tiger dovrà prendere un po' di ossofast e
Neville ha qualche bruciatura sul fianco e sul petto...insomma, ce lo
aspettavamo, sono stati bravi!-
-Bravi!?
Granger si sono ammazzati quasi e dici che sono stati bravi!?-
-Avrebbero
potuto farlo davvero, Malfoy, lo sai-
-e
invece hanno preferito attenersi alle regole, e controllarsi. Questo
è un bene, significa che dopotutto non si odiano … o almeno non
abbastanza- mormorò Harry, interrompendoli entrambi.
-Comunque
sono pari- disse Ron, osservando come la stanza si stava ricostruendo
da sola nei punti in cui alcuni incantesimi offensivi avevano
attecchito.
-Giusto.
Che i Secondi si facciano avanti!- disse Hermione, e così Harry e
Draco si posizionarono al centro, aspettando che la ragazza
trasportasse i ragazzi svenuti con un Levicorpus e li deponesse
delicatamente sulla stessa poltrona, ignorando i commenti disgustati
di Ron.
E
Ron, troppo occupato a fissare orripilato la scena di Neville mezzo
sdraiato, accucciato sullo stomaco di Tiger il gorilla praticamente
nudo, non si accorse nemmeno di quello che stava avvenendo tra il
Principe delle Serpi e il Salvatore del Mondo magico ...
Draco,
furioso per il fatto che Tiger non fosse riuscito a battere quella
mezza cartuccia di Paciock, che chissà perché non era tanto più
“cartuccia” quanto bomba ad orologeria pronta ad esplodere,
stringeva convulsamente la bacchetta tra le dita, negli occhi una
luce pericolosa. Avrebbe fatto pagare il conto a Potter, con tutti
gli interessi. E avrebbe dimostrato a se stesso che quei sogni non
significavano nulla, e avrebbe riottenuto la piena fiducia di Tiger,
che sarebbe tornato quello di sempre, non più chiuso in sé stesso,
ne arrabbiato, con tutti ma soprattutto con … Paciock. Anzi, quasi
sempre Paciock, ora che ci pensava. Uno strano pensiero si fece
strada in lui, ma subito lo scacciò, per quanto era ridicolo. Potter
lo fronteggiava con uno strano cipiglio, che si addiceva più ad un
Corvonero riflessivo, in attesa della mossa dell'avversario, che ad
un Grifone permaloso e pronto a seguire l'istinto. La guerra lo aveva
forgiato, e tutta la calma e la sicurezza che gli stava dimostrando
lo fece incazzare ancora di più... ma del resto cosa poteva
aspettarsi da uno che aveva sconfitto L'Oscuro Signore prendendolo
per il culo davanti a tutta la Sala Grande?
-Potter
, guarda bene il tuo amico Paciock, perché fra un po' farai la sua
stessa fine!-
-Malfoy,
intendi forse dirmi che vorresti spogliarmi?- rispose Harry alla
provocazione, ma non si aspettò di vedere... Malfoy quasi si strozzò
con la sua stessa saliva a quelle parole maliziose, anche se era
chiaro che l'intento di Potter era solo quello di ritorcergli contro
le sue stesse parole e metterlo in imbarazzo; di certo non immaginava
quanto fosse vicino al vero... arrossì di colpo, e sentì che se non
avesse fatto qualcosa per allontanarlo si sarebbe reso ancor più
ridicolo.
Alzò
la bacchetta rapido e con uno schiantesimo mandò il suo avversario
quasi al di là della pedana. Incredulo, vide Potter capovolgersi a
mezz'aria e restiturgli lo stesso incantesimo prima di toccare terra.
Sui due piedi, come se stesse danzando. Draco non si era fatto
imbambolare, ok, magari si era leggermente soffermato a
notare come fosse atletico e meraviglioso quel corpo... ora che
Potter si era tolto il mantello della divisa ed era rimasto solo con
i vestiti babbani … beh, era decisamente uno ...schianto*(2).
Schivò
appena in tempo una fattura gambemolli e ristabilì in fretta i
collegamenti neuronali, momentaneamente persi nelle fantasticherie
moleste di quei dannati so..incubi. Ma il fatto di non
riuscire a colpirlo in nessun modo aumentò la percezione di assoluta
inferiorità che intercorreva tra loro dalla sera in cui Potter era
diventato il Salvatore. Provò una rabbia incontrollabile: si sentiva
preso in giro, umiliato.
Draco
raccolse tutte le sue energie, mentre Harry era impegnato a distrarre
due cobra comparsi dal nulla ad attaccarlo...
-
Trovi sempre il modo di giocare sporco Malfoy- disse Harry, dopo aver
respinto i serpenti incantandoli con la loro stessa lingua. Draco
però non rispose, puntò solo la bacchetta e mormorò alcune parole
oscure...
-NO,
MALFOY, NON FARLO!!!-
Harry
ebbe una percezione vaga delle grida terrorizzate di Herm. Recepì
molto prima di lei la natura dell'attacco rivoltogli, che non
avrebbe potuto respingere senza il rischio di far del male a
qualcun'altro o addirittura di danneggiare la Stanza. Sentiva
quell'energia sfrigolare nell'aria.
-
Malfoy, questo tipo di incantesimi...- iniziò a dire, quando il
raggio nero lo colpì in pieno petto. Nonostante il dolore intenso si
costrinse ad assorbire l'energia che Draco stava riversando su di
lui. Il serpeverde era completamente sconvolto e non più in grado di
frenarsi...
-...
non funziona con me- concluse, a voce bassa ma determinata. Era
rimasto in piedi, con la voglia di gridare in tutte le lingue del
mondo il repertorio più completo delle parolacce che conosceva, ma
in piedi.
Draco,
che non voleva darsi per vinto, pronunciò nuovamente l'incanto
oscuro e sentì la bacchetta surriscaldarsi, pericolosamente vicina
al limite, come lui. L'orgoglio Malfoy lo portava sempre al punto di
fare pazzie... Vedere Potter assorbire la sua magia, la sua collera
il suo odio, la frustrazione, l'ossessione , la furia e il dolore
come fosse acqua imbevuta di sali profumati , era una cosa che lo
stava facendo impazzire. Ma non poteva negare che avvolto da quella
luce Harry era proprio bello. Bello. Non c'era un altro aggettivo. La
cosa peggiore era che quegli occhi smeraldo erano fissi su di lui
dall'inizio, come se solo guardandolo Potter avesse avuto il potere
di indebolirlo. Senza dubbio le gambe tremavano, e si reggeva in
piedi per miracolo, ma questo era perché ormai era stato prosciugato
di ogni risorsa. Doveva essere simile ad un morto in quel momento
perché Potter stava cercando di rompere il legame creato dal raggio
e lo fissava sconvolto, sembrava addirittura.... preoccupato?
Harry
raccolse tutta l'energia nel palmo sinistro e la scaricò a
terra*(3), provocando uno squarcio nel pavimento, che tremò facendo
crollare a terra il suo avversario. Draco Malfoy era completamente
sbiancato. Aveva sperimentato appieno la vera potenza di un mago
all'apice della sua maturità e ne era rimasto turbato. Vide Potter,
mentre la vista gli si sfocava, chinarsi a terra, mormorare altre
parole incomprensibili, ed il pavimento tornò come nuovo. Lo vide
avanzare velocemente verso di lui e cercò spaventato la sua
bacchetta... quello che vide lo raggelò. Era in mezzo alla polvere,
fra le sue vesti lacerate, spezzata in tre frammenti. Il resto era
cenere. Forse era destino che lui perdesse sempre le sue bacchette
per mano di Potter. Il moro era ormai chino su di lui. Si guardarono.
Lo shock di quegli occhi invasi dalla sofferenza, la consapevolezza
della sua bacchetta rotta mista al fatto che aveva cercato di
uccidere veramente quel ragazzo, e che questo ora lo guardasse come
un cucciolo ferito, fu troppo. Veramente troppo. Malfoy svenne, e
sarebbe caduto sbattendo la testa se Harry non l'avesse afferrato in
tempo.
-Harry
Potter è il vincitore. Neville Paciock ha vinto il Duello, quindi si
dichiari Vincent Tiger perdente. Vincent Tiger sarà obbligato a
pagare il pegno d'onore dello sconfitto. - Hermione recitò a memoria
le parole del rituale conclusivo, come prescritto dalle regole di un
Duello Doppio. Poi sospirò per il sollievo. Da qualche parte, sulla
stoffa dei braccioli, c'era sicuramente l'impronta delle sue unghie …
-E'
andata bene, ragazzi... Ron? Vieni andiamo, la Sala Comune ci
aspetta, il coprifuoco è passato da un pezzo!- esclamò allarmata al
pensiero di farsi pescare a infrangere le regole già al secondo
giorno di scuola.
-Cos...
ah! Si, dai Harry, torniamo a letto!- esclamò il rosso, per nulla
intimidito dalla forza magica sprigionatasi dall'amico... in fondo
ormai c'era abituato. Harry gli sorrise, intimamente grato ad
entrambi per il fatto di averlo sempre supportato e accettato per
quello che era. Ma adesso un'altra persona occupava i suoi pensieri,
e di questa doveva occuparsi.
-Andate
pure avanti senza di me, ragazzi- disse Harry, ancora chino su Draco,
con la voce stranamente incrinata.
-Tutto
bene Harry?- chiese la ragazza, preoccupata. Già da un po' aveva
intuito che qualcosa non andava...
-Tutto
ok. Andate pure, vi raggiungo fra un po'-
-Ok,
vieni Ronald, a letto-
A
quelle parole il rosso spalancò gli occhi, cogliendo un doppio senso
che forse non c'era, ma che ebbe il potere di ridestarlo. Harry
almeno era sicuro che non lo avrebbero aspettato alzati, molto
probabilmente occupati a far altro... era dalla fine della Guerra che
non facevano che fare altro... il Capitano dei Grifondoro
ridacchiò nervoso, ricordando quella volta in cui li aveva beccati
nella vasca da bagno alla Tana. Ovviamente non era riuscito a
guardarli in faccia per una settimana intera, ma poi, spinto
dall'entusiasmo di Fred e George, aveva rotto il ghiaccio con una
buona dose di sarcastico umorismo, facendoli arrossire,(soprattutto
Ron), fino alla radice dei capelli, con alcune allusioni persino
davanti a Molly e Arthur.
Quando
i due furono usciti, Harry chiese alla Stanza una pesante coperta
insieme a dei cuscini,e armeggiò con la bacchetta per trasfigurare
le poltroncine in un comodo letto. Non aveva senso svegliare Neville
e Vincent, anche perché se l'avesse fatto non avrebbero avuto
comunque le energie per tornare alla rispettiva Sala Comune.
Avrebbero dormito così come si trovavano, nella stanza delle
Necessità.
Tornò
a guardare Malfoy. Gli faceva un certo effetto tenerlo fra le
braccia. Sembrava così delicato, fragile. Raccolse i pezzi della
bacchetta rotta e se li mise in tasca. Poi lo sollevò e se lo tenne
stretto; era leggero da far spavento. Si disse che nel mondo babbano,
con un corpo debole come quello, senza il supporto della magia, Draco
Malfoy non avrebbe resistito mezzo secondo. Eppure era stato capace
di affrontare innumerevoli situazioni critiche... aveva la pellaccia
dura nonostante tutto. L'aveva visto anche prima. Era come se quel
corpo dalle fattezze delicate potesse sprigionare all'occorrenza una
forza di volontà tale da impressionare persino lui. Ma non aveva
ancora superato la guerra. Sospirò. Nessuno era riuscito ancora a
farsene una ragione. Harry si sentiva in dovere di aiutarlo ora, non
gli bastava aver risparmiato ai Malfoy il Bacio e aver ridotto di tre
anni la condanna ad Azkaban di Lucius, arrivando a discutere persino
con Arthur di questo. No, Draco aveva bisogno di calore. La sua pelle
era così fredda, e lo erano anche i suoi occhi. Lui voleva vederli
sempre bruciare, e per questo avrebbe potuto sfidarlo all'infinito.
Ma dopo? Coprì entrambi con un incantesimo di disillusione e decise
di uscire dalla Stanza. Harry, essendo Capitano della sua Squadra,
disponeva di una stanza privata, vicino agli spogliatoi e al campo di
Quidditch; a volte l'aveva usata per altre emergenze, come lasciare
un po' di privacy a Ron e Hermione nel dormitorio; arrossì al
pensiero che probabilmente i suoi amici ora si stavano intrattenendo
con qualcosa di meglio di una sana dormita...Comunque Harry pensò
che fosse il caso di passare prima nella Comune dei Serpeverde...
Draco
non era svenuto, e non stava dormendo. Si era ripreso quasi subito,
ma non aveva avuto voglia di subire la derisione di Weasley e le
reprimende della Granger; da Potter invece si aspettava pietà. E non
voleva neppure quella, soprattutto da lui. Per questo aveva tenuto
gli occhi semichiusi, aveva continuato a fingere. Ma aveva visto
chiaramente Potter rimboccare le coperte dei due ragazzi ancora senza
conoscenza... certo , l'aveva fatto con la magia, perché le sue mani
erano troppo impegnate a sorreggere lui. Merlino,
che gli stava succedendo!? Ancora arrossiva come una ragazzina alla
prima cotta!?!
Si
sentì sollevare e per un attimo fu nel panico, ma subito braccia
forti lo strinsero con più vigore, al petto caldo e ampio del
ragazzo moro. La sensazione di bagnato provocato dall'incanto di
disillusione non riuscì a freddare l'improvviso calore che avvertiva
dappertutto. Si sentiva... bene. Protetto e al sicuro;
Draco
non aveva mai sentito il suono emesso da un cuore umano. I battiti
del cuore di Potter gli ricordarono una storia che Narcissa gli
aveva letto quando era molto piccolo, una storia babbana, proibita,
ma infinitamente dolce, infinitamente giusta … parlava
di un uomo che ritrovava nelle stelle ridenti il ricordo del suo
Piccolo Principe … “se
le stelle potessero ridere davvero, questo che sento sarebbe il
trillo della loro risata”.
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Capitolo 3 *** Le stelle sanno anche piangere ***
FAN 1 CAP 3
III
Le
Stelle Sanno Anche Piangere
Harry
camminava rapido e silenzioso con quel “fagotto” fra le braccia
che aveva nome Draco Malfoy. Si schermava dalle insidie notturne dei
labirintici corridoi di Hogwarts con l'ausilio della bacchetta,
serrata fra due dita perchè tutte le altre servivano a sostenere il
peso del ragazzo biondo e ad offrirgli un comodo appoggio nel
tragitto. Harry infatti pensava che dormisse, sfinito;
non
volendo svegliarlo evitò movimenti bruschi e ogni tanto si fermò a
controllare che non fosse in posizioni troppo scomode. Oltre a
pararsi da eventuali attacchi da parte di Gazza e Mrs.Purr, o peggio,
Piton. Poteva sentire le mani del ragazzo all'altezza del suo petto,
e il fianco pallido, scoperto dalla pregiata stoffa di un angolo di
camicia che a tradimento, durante il tragitto, era uscito dai
pantaloni, ora era a contatto stretto con il suo addome. Tutto questo
lo rendeva nervoso e stranamente accaldato, ma la sensazione
predominante era completamente diversa. Harry aveva sviluppato una
sorta di senso di responsabilità nei confronti dei ragazzi che come
lui erano stati costretti a vivere l'incubo della guerra; in
particolare aveva preso a cuore la sorte degli studenti rimasti a
scuola, Serpeverde compresi. Draco Malfoy compreso.
Lo
trasportò fino alla Comune senza particolari problemi, ma davanti
all'ingresso si fermò per un po', incerto. Poi, assicurandosi di
essere solo,a parte Draco, sibilò una breve ma intensa litania in
serpentese, che senza rendersene conto fece rabbrividire il ragazzo
che aveva tra le braccia... il ritratto comunque, soggiogato, lo
lasciò entrare e rimase incredibilmente aperto. Harry sapeva di
doversi sbrigare; una volta arrivato alla camera del caposcuola
Serpeverde, decise di fare le cose con calma per non svegliare il
ragazzo. Appoggiò con delicatezza il suo fardello leggero fra le
lenzuola di seta e gli fece distendere gli arti morbidamente, in modo
tale che la mattina dopo non ne avrebbero risentito le sue ossa...
si sa che i principini sono delicati! Gli sistemò meglio la nuca sul
cuscino, che sprimacciò bene, e poi lo coprì con la coperta e la
trapunta verde, lisciandola sul suo corpo molle. Lo guardò serio,
coscente che il giorno dopo Draco non avrebbe ricordato nulla (come
si sbagliava!) , e lo accarezzò piano sulla testa, come fosse un
bambino piccolo. Poi si rialzò, gli diede finalmente le spalle e
tirando le tende del suo baldacchino, andò via.
Draco
non poteva crederci. Aveva sentito e sbirciato ogni cosa, ma non
poteva credere che proprio Harry James Potter si fosse preso la briga
di riportarlo al suo dormitorio, entrando nella Sala Comune dei
Serpeverde, e di perdere tempo addiritura per rimboccargli le
coperte! Così dolce... il cuore gli batteva all'impazzata e aveva
caldo dappertutto. Provava il desiderio folle di Harry disteso lì
con lui a fargli compagnia, ad alleviarlo da quell'amara solitudine
che lo stava facendo impazzire. Ma ciò che lo preoccupava di più in
quel momento, era quell'altra sensazione di calore, molto più intima
e incredibile, perchè invadeva una sfera che Draco in quanto Malfoy
non aveva mai esplorato: il suo cuore. Avvertì una fitta di
delusione e rammarico non appena, aprendo un poco di più gli occhi,
lo vide di spalle chiudere piano la porta e scomparire sotto quello
straordinario mantello, come un ladro di sogni che fugga il ricordo
delle sue vittime.
Un'altra
cosa lo tormentava, ora. Non il fatto della sua evidente inferiorità,
perchè tutto il rancore che prima lo cingeva in una camicia di forza
gli era stato risucchiato via dalla potenza devastante del nemico,
Potter lo Sfregiato, ed era stato poi sostituito da una nuova fonte
di energia, irradiata dalle braccia dell'amico, di un angelo
salvatore che lo aveva protetto con le sue ali invisibili sino a quel
momento; aveva la tremenda impressione di essersene accorto tardi.
No, adesso che aveva accettato di non poter raggiungere la sua
Nemesi, voleva almeno camminare al fianco del suo protettore,
e bearsi di quel calore per il resto dei suoi giorni. Scosse cauto la
testa, sogghignando al pensiero di cosa avrebbe detto suo padre nel
sentirlo preda di parole così melense... ciò che temeva di più era
però la cupa tristezza che quella sera più volte aveva impregnato
il verde ombroso di quei profondi smeraldi.
Draco
Lucius Malfoy, sconfitto da meno di un'ora a un duello doppio da
Harry Potter, strapazzandosi le mani al di sotto delle coperte
rimboccate, non meditava vendetta ma pensava a un modo per far
tornare a risplendere quegli occhi.
3 Settembre
La
mattina seguente Harry si svegliò stanco ma ancor più determinato
nel suo proposito. Entrò nella Sala Comune sperando di non svegliare
nessuno ma si accorse che qualcuno già c'era....
Nella
Stanza delle Necessità ,Tiger apriva finalmente gli occhi... per poi
richiuderli immediatamente.
-Porco
Griffindor, che diavolo...!!!- sbottò. In effetti non era da tutti i
giorni risvegliarsi con il ragazzo che hai sempre cercato di
ammazzare, (o peggio espellere!), da circa sette anni a quella
parte, mese in più mese in meno, praticamente nudo, e a stretto
contatto con parti del tuo corpo che in quel momento avresti
preferito non avere... una in particolare al momento gli stava
causando un grosso, grosso imbarazzo.
Vincent
guardava Neville a bocca aperta, ignorando la coperta che con i
movimenti inopportuni di entrambi era caduta sul tappeto quella
notte. Il serpeverde si sentiva incapace di qualunque mossa. E dire
che avrebbe potuto fare di tutto!
Il
ragazzo vicino a lui, ignaro di tutto, dormiva come un bambino,
tenendo le labbra leggermente dischiuse; una sottile ruga
d'espressione gli solcava la fronte proprio in mezzo agli occhi...
chissà, forse stava sognando. Notò i capelli leggermente scuriti
dal sole che ricadevano scomposti in ricciolini sulla fronte del
ragazzo e gli solleticavano il petto, dalla carnagione ben più
olivastra di quella del grifondoro; le curve piene delle labbra
apparivano ancora infantili, ma allo stesso tempo sensuali. Con gli
occhi scese lungo i tendini del collo, e più giù sulla giugulare e
poi sulle clavicole... in altri momenti si sarebbe fiondato a serrare
le dita su quella gola morbida e rosea per stringere con tute le sue
forze... solo che ora se ne sentiva completamente incapace. Neville
Paciock, quando dormiva, non era più l'imbranato cronico, il timido
della scuola, no, e nemmeno il guastafeste che nell'ultimno anno
aveva messo i bastoni tra le ruote ai Carrow e persino a Voldemort...
era un angelo. Tiger si accorse in tempo che gli occhi dell'altro
stavano per schiudersi e decise di fare buon viso a cattivo gioco,
aspettandosi una reazione isterica... che però non arrivò. Quando
gli occhi di Neville incontrarono i suoi, e si sgranarono sempre di
più, vagando sui loro corpi ancora mezzi intrecciati e sulla Stanza,
non un solo suono uscì da quelle labbra morbide e invitanti. No,
Neville scosse la testa e Vincent potè quasi leggerne il tremulo
labiale:
-impossibile-,
prima che il ragazzo vicino a lui decidesse che quella non poteva
essere la realtà , e si rimettesse supino a dormire. Una sola
domanda ora dilaniava il serpeverde: “ Ma quanto possono essere
rincoglioniti i Grifondoro di prima mattina!?!”
L'aula
di incantesimi non era mai stata tanto silenziosa come quella
mattina. Di solito Grifoni e Serpi non si lasciavano sfuggire
l'occasione di poter usare liberamente le bacchette per scatenarsi
gli uni contro gli altri, ma quel giorno mancava il principale motivo
di quegli sconvolgimenti: Harry Potter. Vitious, mentre spiegava come
al solito dal suo “scranno” rialzato, osservava la situazione con
curiosità . Di solito era Malfoy a iniziare le discussioni,
indirizzando commenti acidi a Potter e ai suoi amici, dopodichè gli
altri Serpeverde si sentivano in diritto di continuare le
provocazioni sostenendo il Principe. I primi a insultare I Grifoni,
che di certo non si risparmiavano nelle risposte, erano poi Tiger,
Goyle e la Parkinson, mentre Zabini preferiva stare zitto fino a che
le cose non degeneravano e non si necessitava della sua presenza, o,
alternativamente, di quella della brillante Hermione Granger. Questa
volta molte cose erano andate in modo diverso:
Draco
Malfoy non insultava nessuno, ma fissava il banco vuoto di Potter con
aria vacua;
Tiger
non aveva sostituito il Pricipe delle serpi, ma si fissava le dita
delle grosse mani cercando chissà cosa e agrottava le sopracciglia
in modo più cupo del solito;
Neville
Paciock, ultimamente il primo a trovarsi nel fuoco delle dispute,
aveva il volto completamente arrossato ed era più o meno nella
stessa posa di Tiger... sembrava essere tornato improvvisamente il
Paciock timido del pre-guerra;
Wesley
e Granger non prestavano attenzione agli insulti di Goyle e della
Parkinson, che ovviamente non si erano resi conto di niente,( per
loro continuare la guerra tra case era un gioco divertente oltre che
un dovere da serpi...), nè soprattutto badavano alla spiegazione. Il
che significava che qualcosa di grave era successo. Perché esisteva
un unico motivo plausibile per distrarre Hermione Granger da una
lezione valida per i MAGO: Harry Potter era di nuovo nei guai.
Vitious sospirò, mentre agitava la bacchetta e con una serie di
incanti non verbali attirava nuovamente l'attenzione su di sè,
causando un piccolo vortice di calamai e piume intinte, che sporcarono
dappertutto, e di pergamene e libri... Gazza avrebbe imprecato
abbondantemente contro di lui alla fine dell'ora. Un radioso sorriso
cancellò per un po' la sua nascente preoccupazione.
Alla
fine del pranzo in Sala Grande Draco non aveva ancora visto Potter, e
questo lo innervosiva parecchio. Così uscì non appena vide che la
Donnola e la Zannuta si erano alzati per andare chissà dove: aveva
bisogno di risposte , le avrebbe ottenute anche a costo di...
-Che
diavolo vuoi Malfoy, la lezione non ti è bastata?- ecco, appunto.
Draco
ingoiò il suo orgoglio e sospirò, preparato a una dura lotta: - No,
Weasel, volevo solo essere certo che il Bambino Sopravvissuto per
rompermi le palle fosse ancora vivo e vegeto... non si sa mai quando
un nuovo mago oscuro decida di sbucare da qualche caminetto con un pò
di polvere volante, no?-
-Oh,
capisco, volevi essere certo che le tue regali chiappe fossero al
sicuro... stagli lontano Malfoy e forse vivrai ancora a lungo, in
tempo per generare un nuovo serpentello – disse Ron, malevolo.
Draco
era furioso, ma non lo dimostrò.
-Che è
successo a Sfreggy?- chiese di nuovo; la Granger lo osservò con
intensità e bloccando sul nascere una battutaccia del fidanzato,
rispose: - non che siano affari tuoi, ma oggi ha ricevuto una visita
importante ed era assente giustificato … se il tuo era un tentativo
di togliere punti ai Grifondoro hai fatto cilecca. Ora scusaci ma
dobbiamo raggiungerlo... alla Torre di Astronomia Ronald? -
-Ehm,
si...ma!?-
-niente
ma, andiamo. Alla prossima Malfoy-
-Che
non sia troppo presto allora, Granger-
Draco
guardando con una punta di sorpresa le spalle della Granger, che si
stava allontanando con una certa fretta affiancata dal mentecatto
rosso, si chiese se quell'accenno non così velato riferito al luogo
dell'incontro con Potter fosse solo un caso o, come sospettava,la
Grifona aveva veramente provato ad aiutarlo all'insaputa del suo
ragazzo?
Remus
Lupin era sempre stato il “Professor Lupin” per Harry, anche dopo
che questi aveva lasciato la scuola. Nemmeno con la morte di Sirius
le cose erano cambiate: il ragazzo aveva sempre potuto contare su di
lui come un solido sostegno, come un adulto sul quale poter fare
affidamento, oltre che come amico; la faccenda di Teddy li aveva
molto avvicinati e la morte di Tonks per entrambi era stato un duro
colpo da digerire … Travolti dalla tristezza, ma anche dalla fioca
speranza di tornare a vivere pienamente, durante quella prima estate
di pace avevano tentato di ricostruire un nucleo familiare attorno al
bambino, ed Harry si prendeva cura di lui ad ogni luna piena; certo,
l'aiuto di Andromeda era stato indispensabile per supplire alla loro
inesperienza. Un giorno era capitato loro tra le mani un libro antico
che proveniva dalla biblioteca di tomi di magia oscura dei Black. Era
stato Kreacher a farlo avere al padrone. Grimmauld Place n 12 grazie
alla dedizione dell'elfo sembrava un'altra casa, perfetta per
crescervi Teddy, e perfetta anche per Remus ed Harry, che lì avevano
gli ultimi ricordi felici legati a Sirius. Nelle vecchie pagine
ingiallite avevano trovato un tesoro prezioso, e adesso che
finalmente i loro progetti stavano per dare qualche frutto… Harry
Potter digrignò i denti, sperando di riuscire a contenere la collera
che le parole di quella mattina gli avevano causato. Ma non poteva
dimenticare l'espressione sconvolta e intrisa di disperazione nelle
giovani rughe sul volto di Remus. E non voleva, per il bene di nessun
altro, lasciar perdere : avevano trovato finalmente un modo per far
tornare Sirius e quei maledetti Indicibili non ne volevano sapere di
rischiare l'incolumità loro e del Ministero per quella di un
criminale fuggito da Azkaban. Eh, già, oltre il danno la beffa.
Harry non era riuscito a dimostrare l'innocenza di Sirius dopo la
morte di Minus, perchè il corpo del traditore era stato divorato
dalla maledetta Nagini. Strinse forte il labbro inferiore fra i
denti, come se quel piccolo dolore avesse potuto frenare il suo
turbamento, la sua voglia di fare a pezzi qualsiasi cosa … o
persona, che gli fosse capitata a tiro in quello sfortunato momento.
Quella mattina in sala comune aveva incontrato proprio Remus; Ron e
Hermione invece se n'erano andati cinque minuti prima, dopo essere
stati con lui per più di due ore cercando di rincuorarlo e di farlo
anche ragionare … sapevano bene che quando era arrabbiato Harry
agiva prima e pensava poi... se fosse stato per lui il Ministero a
quell'ora non sarebbe stato altro che un mucchietto di cenere. Si
appoggiò al cornicione e posò sconsolato il capo sulle braccia
incrociate; dietro le palpebre abbassate stava avvenendo qualcosa che
era meglio restasse solo suo … non avrebbe sopportato l'ipocrisia
della gente che si faceva avanti con lui solo per rifulgere di luce
riflessa... quasi quasi preferiva avere a che fare con i
Serpeverde...
-Potter
! -
E chi se non il principe delle serpi, Draco Lucius Malfoy,
aveva avuto il culo di beccarlo in un momento così ...oddio, ora che
ci pensava, anche se a parti inverse era già accaduta una cosa
simile. Due anni prima si erano quasi ammazzati. “O per meglio
dire, io l'ho quasi ammazzato, con quel Sectusempra”
Harry
avvertiva la presenza di Malfoy alle sue spalle, solido come una
quercia, e allo stesso tempo percepiva la sua aura magica, ancora
fragile, come un guscio fatto di cristallo, ma priva, cosa strana
questa, di un briciolo di rancore.
La
voce strascicata improvvisamente si fece sentire più vicina
all'orecchio del moro:
-Potter,
dov'eri stamattina?-
Normalmente,
Harry avrebbe risposto con un deciso “ Non sono affari tuoi,
Malferret!”, ma questa volta proprio non poteva. Sbattè le
palpebre, sorpreso dal genuino interesse che sentiva affiorare nel
tono di voce dell'altro, ma non rispose, troppo impegnato
nell'impedire a dei suoni soffocati di trapelare dalla sua bocca.
Draco
dal canto suo iniziava a spazientirsi. Gli aveva fatto il favore
immenso di salire fin lassù, rovinandosi la suola delle scarpe nuove
per tanta fatica, alla faccia dei cattivi ricordi legati a quel
postaccio, e ora non lo degnava di una minima attenzione?!? Dopo
tutto il bel discorso del “voltare pagina” ?
-Potter...
Sfregiato, SAI CHE NON SOPPORTO ...- lo prese per un braccio e
staccandolo a forza dalla posizione in cui si trovava lo girò fino a
trovarselo davanti. Gli venne un dubbio.
-Potter...
non è che dormi, eh? -
In
effetti Harry era rigido nella presa di quelle mani bianche, con la
testa china e gli occhi serrati in modo incredibile. Eppure aveva
visto con i suoi occhi Wesley e la Granger, poco prima, mentre era in
attesa dietro a un colonna … li aveva sentiti discutere di qualcosa
di cui avevano appena parlato con Potter, quindi, a meno che
l'incontro con la Donnola avesse avuto effetti soporiferi, dubitava
che il ragazzo davanti a lui potesse essere realmente addormentato.
-Potter,
mi pigli per il culo!?!-disse, e lo scosse con violenza fino a che
un mezzo ghigno non apparse sulle labbra del Grifondoro:– mmm,
sarebbe quella l'idea, si-
Draco
divenne un cubetto di ghiaccio a quelle parole. Si sentì come preso
in giro, tradito nel profondo. Non aveva compreso la battuta, nè
aveva colto il sarcasmo amaro di quelle parole, nè aveva visto il
brillio acquoso proprio lì, nell'angolo dell'occhio sinistro. Harry
spesso si era chiesto se la gente per guardare la sua cicatrice
trascurasse sempre il particolare di quell'occhio, che era sempre il
primo a scintillare di lacrime salate. Ma Draco troppo confuso e
arrabbiato non se n'era accorto. Aveva avuto la sensazione tremenda
di essere stato preso in giro, sin dal duello... che fosse stato
tutto un piano di Potter e combriccola per fargliela pagare degli
anni passati? Lo vide a terra, inerme e senza bacchetta, (la Granger
aveva preferito sequestrargliela per evitare che facesse pazzie),
ancora prima di rendersi conto di avergli mollato un bel cazzotto.
Prima di rendersi conto delle scie perlacee lasciate scorrere
liberamente sulle guance arrossate. Sembrava che cercasse in tutti i
modi di trattenersi. Per orgoglio. Per paura. Per impotenza. Per
esperienza. Quel che era peggio … era ben lontano dalla fine di
quello sfogo. Draco rimase di stucco, semplicemente era troppo
sconvolto per proferire parola; sotto l'occhio destro di Potter
iniziava a uscire un alone violaceo … accidenti se l'aveva preso
in pieno! I primi singhiozzi arrivarono improvvisi e lo colsero
impreparato; Draco lo guardò piangere ad occhi spalancati, tremando
per lo sforzo di trattenersi; Harry si morse a forza le labbra e una
piccola goccia rossa scivolò da quello inferiore lungo il mento.
Seguendo l'istinto Draco allungò una mano e con il pollice asciugò
quell'unica goccia delicatamente; sotto quel tocco insolito Harry si
irrigidì per un attimo ma poi si calmò e i singhiozzi cessarono
lasciando libero corso a silenziose lacrime...
-So
che dovrei essere l'ultimo a chiedertelo Potter, ma si può sapere
che ti prende? Perchè sei sparito tutta la mattina? Al posto tuo
dopo ieri io mi sarei divertito a sfotterti e a umiliarti di fronte
all'intera scuola...-
A
Harry sfuggì un mezzo sorriso. Decise di essere sincero con lui …
Sentiva di potersi fidare. Così si asciugò gli occhi e preso un bel
respiro si ricompose, riacquistando un po' di lucidità :
-Ho
incontrato Lupin, che mi ha dato una notizia non proprio
entusiasmante. Mi sa che sarò da solo anche stavolta -
-In
che razza di guaio ti sei volontariamente cacciato Potter? Possibile
che il mondo magico non debba mai averne abbastanza delle tue
avventure? Ti prego dimmi che rischierai la vita anche stavolta, su
fammi felice!!!-
-non
cambi mai eh Malfoy?-
Harry
e Draco, ancora in quella strana posizione, si parlavano
stuzzicandosi come sempre … eppure questa volta entrambi sentivano
che qualcosa era cambiato. C'era un'atmosfera rilassata, nonostante
lo sfogo di Harry, eppure tra I due si percepiva una tensione quasi
elettrica.
Si
guardarono a lungo in silenzio.
Draco
si alzò. Tese la mano ad Harry.
Harry
la afferrò. La strinse forte e non la lasciò andar via.
-Mi
hai riportato al dormitorio ieri-
-Non è
una domanda -
-No-
-Allora
non hai bisogno di risposte-
-Sei
strano Potter. Temo che tu sia completamente andato a causa di quella
– e indicò la cicatrice a forma di saetta – e che sia
impossibile recuperarti... non che prima fossi un granchè -
-Mi
sei mancato Malfoy, non vedevo l'ora di sconfiggere Voldemort per
tornare qua a farmi sfottere da te un altro anno-
-non
scherzare Potter-
-Per
te Harry... e non sto scherzando -
-...-
-Ci si
vede in giro Draco-
Harry
Potter girò le spalle al biondo serpeverde e si incamminò con
rinnovato vigore alla Sala Comune dei Grifondoro, dove ahimè per
lui, lo attendevano Hermione e I suoi compiti di Pozioni. Nemmeno con
quella consapevolezza Harry riuscì a eliminare quel piccolo
striramento all'insù sulle sue labbra, un tiepido sorriso causato da
un ancor più confuso Draco Malfoy.
Draco
era rimasto nello stesso punto dove era stato lasciato, lì in quella
torre maledetta... e si diceva che il ricordo di Silente non lo
avrebbe sopraffatto mai più di quanto vedere Harry in lacrime avesse
già fatto. Le lacrime di una stella …
|
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Capitolo 4 *** Smarrimento e Consolazione ***
FAN 1 CAP 4
IV
Smarrimento
e Consolazione
Era
stata sancita una sorta di tregua tra Serpeverde e Grifondoro e
nessuno sembrava a conoscenza del motivo. In realtà, nemmeno Draco
riusciva a spiegarselo bene ... sapeva solo che da quel pomeriggio
alla Torre di Astronomia Harry, (non più Potter e Malfoy tra di
loro), aveva preso a salutarlo e a trattarlo con gentilezza anche
davanti al pubblico della Sala Grande. E a lui non era riuscito
assurdamente facile ricambiare con la dovuta cortesia; anche se
ostacoli ce n'erano stati:
da
un lato Draco aveva dovuto affrontare le accuse di chi tra i
Serpeverde lo additava come un traditore, e di quelli tra le altre
case che ritenevano stesse cercando appoggio in Potter solo per la
sua fama e quindi per riabilitare i Malfoy;
dall'altro
Harry aveva suscitato il malcontento tra i suoi fan e nel Ministero,
che avrebbe voluto stabilire un ferreo controllo sulle famiglie
Purosangue superstiti da Azkaban, e in particolare sul loro
patrimonio. Una punizione esemplare che colpisse tutti
indiscriminatamente gli appartenenti di quella casata di nobili maghi
oscuri che era Serpeverde sembrava ad alcuni membri rimasti ai
vertici del Wizegamont la soluzione migliore per accontentare le
vittime della Guerra, e per ricevere i loro voti alle ormai prossime
elezioni per il posto di ministro. Ma se Harry Potter ora si metteva
a "fraternizzare con il nemico" andava a rompere loro le
uova nel paniere....
Ron
Wesley, Hermione Granger e Neville Paciock erano nel pieno di una
crisi di nervi, perchè ormai si avvicinava Halloween ed Harry non
aveva smesso di aggirarsi misterioso nei corridoi della scuola con un
ghigno da serpe e con un'espressione da 'sta per succedere
qualcosa ma non ve lo dirò per salvarvi le chiappe' a loro detta
parecchio irritante. Sapevano
solo che tutti i finesettimana Remus veniva a trovarlo con Teddy e
poi si acquattavano da George ai Tiri Vispi Wesley per architettare
chissà che cosa.
Pansy
Parkinson non si era fatta alcun tipo di domanda, anche perché ora
la sua attenzione era stata calamitata da un certo cafone di nostra
conoscenza... girava a braccetto con Cormac McLagghen, con due
cuoricini al posto degli occhi...
Gregory
Goyle invece se ne era fatte molte di domande, ma non era venuto a
capo di niente e constantemente voltava il capo da Vincent a Draco
sperando che i suoi vecchi amici si decidessero a spiegargli qualcosa
Blaise
Zabini e Theodore Nott avevano capito tutto ma tacevano, incuriositi
piuttosto dalle possibili svolte di quella strana situazione. Chi tra
tutti stava peggio era Vincent Tiger, che da quella famosa mattina
nella stanza delle Necessità si aggirava per Hogwarts come uno
zombie dall'aria particolarmente imbarazzata, e da alcuni primini
Tassorosso era stato scambiato per il Barone Sanguinario. Se prima
faceva in modo di trovarsi sempre sulla traiettoria di Neville per
rompergli le scatole, ora lo evitava come la peste e faceva finta di
non vederlo. Neville non era da meno, ma iniziava a essere
francamente stanco di quell'atteggiamento... ora che Bellatrix aveva
raggiunto il Nirvana infernale con il suo Lord Oscuro, Tiger rimaneva
il suo principale avversario, nonchè il suo punto di riferimento.
Mancava
una sola settimana ad Halloween e le zucche di Hagrid avevano
raggiunto dimensioni cosmiche. Hogwarts era già addobbata a festa
con le classiche decorazioni; fu durante la lezione di Erbologia che
Neville, libero dalle preoccupazioni che di solito lo assillavano
nelle altre materie, si ricordò di una questione importante.
-Neanche
avessi più la Ricordella Neville- fece Ron, quando a metà lezione
lui spalancò gli occhi nocciola ed esclamò: – oh, Merlino, la
Pena! -
La
Pena del Perdente la doveva stabilire ovviamente chi vinceva un
Duello Doppio; in quel caso il Patto era stato siglato dalla magia
oscura, quindi sino a che non si fosse deciso il prezzo da pagare,
Tiger sarebbe stato soggetto ad essa. Ron inizialmente lo aveva preso
in giro per la sua smemoratezza e ci aveva riso su, ma poi,
affiancato da un'Hermione sconvolta, lo aveva redarguito sulle gravi
conseguenze che questo avrebbe potuto portare al Serpeverde. Neville,
alle prese con una Astrofilia Pigmentaria Carnivora, aveva dato una
veloce occhiata al ragazzo moro col cravattino verde – argento che
stava lavorando a due tavoli di distanza... e che ricambiava lo
sguardo. Neville
arrossì furiosamente e si ritrovò con un fastidioso groppo in gola.
Eppure il suo essere Grifondoro gli stava intimando di muoversi;
abbandonò
la sua pianta ad un destino incerto e si avvicinò a Tiger...
Vincent
non distolse un secondo gli occhi dalla figura del compagno
rosso-oro, nascondendo ad arte il suo imbarazzo. Quando ormai mancava
solo mezzo metro a separarli però una voce li richiamò entrambi –
PACIOCK, TIGER!!!- , la Sprite li osservava. Non era essattamente
quel che si dice 'furiosa', ma sebrava molto irritata e offesa
dalla mancanza di attenzione del suo migliore studente. Neville si
irrigidì. Il rossore diffuso sulle gote testimoniava il suo
crescente imbarazzo, imbarazzo che molti scambiarono per la vergogna
di essere stato richiamato;
-
Le vostre Astrofilia sono in evidente stato di depressione a causa
della vostra disattenzione. Resterete qui a fine lezione per
rimediare al danno... non voglio sentire patetiche giustificazioni!-
Neville
che non era abituato a farsi riprendere dalla Sprite esibì un colore
'rosso Wesley' in zona orecchie, ma a parte questo non tornò alla
sua postazione con la testa bassa, proprio come Tiger invece si
aspettava; richiamò a sè con un Accio il vaso incriminato e lo
appoggiò nel banco del Serperverde, che già lo divideva con Goile e
Draco. I due decisero di non commentare e si spostarono su un altro
banco per sommo orrore di Vincent ... il ragazzo sibilò un
'traditori'
ai suoi "amici", ma poi si dovette girare perchè Neville
aveva preso a tirarlo per la manica;
-si
può sapere cosa vuoi!?- sussurrò stizzito il Serpeverde evitando
però di guardarlo nuovamente in faccia ... faceva finta di essere
concentrato sul compito della Sprite... scostò con una manata le
dita del giovane davanti a lui.
-Mi sono ricordato solo ora della
tua Pena Tiger... scusami davvero- disse Neville chinandosi più che
potè verso Vincent, mentre anche lui fingeva di occuparsi della
Astrofilia. Aveva dovuto farsi violenza per pronunciare quelle
semplici scuse e non osava immaginare il seguito...
Dire
che Vincent era rimasto di sale era un eufemismo, gli occhi a palla e
la mascella cadente erano solo i segnali più evidenti della sua
incredulità.. perchè in otto anni di scuola Neville Paciock non si
era mai scusato di niente con lui, nè tantomeno aveva mai usato un
tono gentile. Gentile e preoccupato. Paciock preoccupato per lui?
Nah, più probabilmente i suoi erano i famosi sensi di colpa
rosso-oro che spingevano qualsiasi Grifondoro ad adottare
atteggiamenti e tattiche inusuali e ridicole pur di rimediare a
possibili torti commessi.
Tiger
scosse il testone come a dire che non gliene importava... anche se in
effetti in quell'ultimo periodo usare la bacchetta era diventato
quasi impossibile, perchè gran parte degli incantesimi gli si
ritorcavano contro. Molti avevano semplicamente pensato che quello
fosse il risultato della sua evidente stupidità. Pochissimi, tra i
quali Neville, erano a conoscenza delle sue reali capacità. A
Vincent non importava ciò che la gente pensava di lui, ciò che gli
aveva dato fastidio era stato non poter usare la bacchetta a suo
piacimento. Fino a quel giorno aveva pensato che tutto ciò fosse
stato architettato da Paciock per fargliela pagare, ma ora era
evidente che non era stato così. Una dimenticanza. Vincent strinse i
pugni fino a farsi sbiancare le nocche, che scricchiolarono
minacciose alle orecchie del Grifondoro. Come aveva potuto
dimenticarsi di una cosa così importante!?! Vincent non voleva
ammettere che a infastidirlo era soprattutto il fatto che Paciock non
lo aveva minimamente considerato in quelle settimane, anzi, lo aveva
evitato... ( si,
ma tu hai fatto lo stesso!
gli rimarcò la sua coscienza, perennemente inascoltata). Arrossì un
poco al pensiero di ciò che li aveva spinti a comportarsi così.
Neville
osservò preoccupato e confuso le sue reazioni. Quando la campanella
suonò rimasero immobili in mezzo al trambusto di gente che correva
verso l'uscita caricandosi la borsa in spalla, tra sedie che
grattavano il pavimento e strumenti quali cesoie e coltellini che
tintinnavano e sbattevano rumorosamente, lasciati di colpo sui tavoli
da lavoro.
Ron
e Hermione salutarono con la mano prima di dirigersi verso l'uscita,
un pò preoccupati. Pansy li superò, uscendo in fretta e furia e
strattonando Goile che le portava la borsa. Harry per niente
impensierito si avvicinò ai due e a Draco:- Neville, Vincent , se
non riuscite a finire in tempo per il pranzo fate un salto in cucina
ok? Dirò a Dobby e a Winky di preparare qualcosa per voi-
-Grazie
Harry, sei un amico- disse subito Neville, sorridendogli con calore.
Non
si accorse del luccichio improvviso negli occhi di Vincent, che
sembrava interessato dalla piega delle sue labbra... invitanti...
Oddio Vince riprenditi, che cavolo vai a pensare... bleah, è uno
schifoso Grifondoro!Uno schifoso Grifondoro con
delle labbra da favola devi ammetterlo...
NO!!!No, PROPRIO PER NULLA! * (1)
mentre
nella mente del Serpeverde avveniva questo immane scontro,
all'esterno nulla sembrò essere stato percepito. Vincent guardò il
Grifondoro moro, distraendosi finalmente dall'altro, e abbassò
brusco il capo in uno sgraziato ma sincero cenno di ringraziamento. Harry
gli posò una mano sulla spalla e strinse come a dargli conforto..
aveva notato eccome i futili tentativi di usare la bacchetta in quei
giorni.
Poi si rivolse a Draco: - Hai da
fare dopo le lezioni del pomeriggio?-
-Uh? In realtà avrei gli
allenamenti di Quidditch...-
-Ok, ehm, stasera? Possiamo vederci
nella Stanza delle Necessità?-
-...-
-Dovrei parlarti di quello che mi ha
detto Lupin -
-Harry,
ma...!?!- li interruppe Neville, questa volta visibilmente scioccato.
Non aveva voluto rivelare a nessuno dei suoi amici il motivo del suo
recente turbamento, ed ora andava a spifferare tutto a Malfoy...
Draco
lo guardava con espressione smarrita.
D'accordo
che tra loro c'era una sorta di tregua, ma da qui ad invitarlo ad
uscire insieme... ehm ehm, (colpo
di tosse stile Umbridge dalla sua coscienza),
veramente Malfoy, ti ha solo invitato nella Stanza per una
discussione seria, non per una chiaccherata tra amici!
Appunto, questa è una cosa più intima!
Corri Draco, corri...
-O-ok Harry, alle otto in punto. Non
azzardarti ad arrivare in ritardo. Ciao Vince, ... Paciock -
Il
biondo dopo aver salutato si stava allontanando da
solo,
ma Harry lo affiancò quasi subito: -ti accompagno, tanto la strada è
la stessa -
Draco
non rispose ma sulle sue labbra comparve un sorriso, rapidamente
camuffato da un ghigno. Dentro di sè esultava. Uscirono spalla a
spalla dall'aula di Erbologia.
Infine Neville rimase solo con
Vincent. Per un pò si dedicarono seriamente alle Astrofilie... in
fondo dovevano solo proiettare sulle lunghe foglie, attorcigliate sul
gambo robusto come edere, una luce illusoria, simile a quella di una
stella, in modo da farle riprendere. Non ci volle molto che sotto
l'influsso dell'incantesimo, riuscito quasi perfettamente anche a
Tiger, comparvero piccole chiazze colorate sui petali enormi e
soffici. Neville ne accarezzò uno, della consistenza del cotone.
Il passo successivo sarebbe stato
quello di nutrire i fiori con insetti vari, possibilmente vivi. Per
loro "fortuna" le Astrofilia andavano ghiotte di lombrichi
e ne avevano due vasetti pieni. Finirono il compito nel giro di una
mezzora, e a quel punto furono costretti a guardarsi e a rivolgersi
la parola.
-... allora?-
-ehm, veramente non so ...-
-non lo sai!? Merlino del cazzo e
che cosa dovrei fare io eh?! A cosa hai pensato nell'ultima ora!?-
-uh, beh... ora che mi ci fai
pensare l'idea di lasciarti penzolare per gli alluci dal soffitto
della camera di Gazza...-
-Ehi, non ti ci provare nemmeno!O ti
ritroverai tu appeso da qualche parte... e non sarà piacevole!!!-
-Umpf, non si può neanche scherzare
eh?Bene allora...-
-Allora che?!-
-Un attimo! Per Morgana, non
mettermi fretta!!!
-...-
-ecco, trovato!-
-...-
-sceglierai
tu stesso la tua Pena... in un certo senso, eh eh –
Fece
la sua comparsa un ghigno made in Malfoy scopiazzato per
l'occasione... sulle labbra di Neville faceva orrore. Vincent
soppresse un brivido.
-...-
-Bene, chiederò a Herm di aiutarmi!
Ehm, mi raggiungeresti dopo cena nella...-
-Stanza delle Necessità? Come mai a
voi Grifondoro scemi viene in mente solo quella?-
-Si da il caso che l'abbia scoperta
io*(2). Ho tutto il diritto di usarla quando mi conviene, no? E poi è
l'unico posto segreto e neutrale di tutta Hogwarts-
-Avrei da obbiettare sia per il
'segreto' che per il 'neutrale'. E non è l'unico posto- ,Tiger
guardò l'orologio appeso al muro e sospirò rassegnato : – Bene
,mi sa che non abbiamo altra scelta...-
-Infatti! La Stanza è...-
-Vieni!-
Di colpo Neville arrossì. Non era
da lui fare certi collegamenti, ma il tono del Serpeverde era così
roco e autoritario... e dopo quella fatidica mattina...
Vincent ci mise meno di un secondo a
capire cosa aveva detto di così disturbante:- ma che v-vai a
pensare scemo! Andiamo, và, - lo afferò per un braccio, ignorando i
brividi lungo la schiena e lo condusse con una certa fretta fuori
dalla serra;
-D-dove?-
-Nel secondo posto più segreto e
neutrale di tutta Hogwarts-
Neville scoprì con sollievo che il
secondo posto più segreto e neutrale di tutta Hogwarts era la
Cucina. Le Cucine di Hogwarts erano grandi e sempre affollate dagli
elfi domestici del castello, pronti a servire e riverire chiiunque.
Come aveva promesso Harry, al loro arrivo Dobby e Winky li fecero
accomodare a un tavolino un po' appartato, già apparecchiato per
due; non appena si furono seduti apparvero le prime pietanze insieme
ad acqua e ...
- ehi, ma questo è Wiskie
incendiario!!-esclamò Tiger, afferrando con reverenza una bottiglia.
Neville osservò il suo riflesso sul vetro verde limone, poi sollevò
lo sguardo su Tiger e questo lo ricambiò, con un ghigno da serpe.
-Che ne dici? Una bottiglia di
Wiskie Incendiario da Madama Rosmerta... Quando Piton parlò di
"imbottigliare la morte" non aveva tenuto conto di questa -
sventolò la bottiglia davanti al ragazzo, che lo fissava
meravigliato: – Ricordi ?-
-del mio Capocasa?
Ogni.Singola.Parola. Non sono uno smemorato Grifondoro che si
dimentica persino le parole d'ordine, Paciock-
Quella
frase diede inizio a una lunga discussione, coronata da quattro
abbondanti sorsi di Wiskie Incendiario a testa. Erano così impegnati
nel loro acceso diverbio che non si resero nemmeno conto di stare
entrambi bevendo dalla stessa bottiglia. Il cibo ingerito però
contribuì a tenerli abbastanza lucidi, e la bottiglia sparì che era
appena a tre quarti. Richiamata da uno schiocco di dita di un certo
elfo grande amico di Harry Potter.
-Winkie ammazzare me se sa che
Dobby pescato dalle sue scorte personali. uff. Dobby fare tutto
quello che può per Harry Potter!-
A un certo punto entrambi i ragazzi
si erano chinati per prendere lo stesso pezzo di pane... l'immagine
di una gustosa scarpetta aleggiava tra i due come un illusione nel
deserto
-Ah, scusa- disse Neville, che allo
sfiorarsi impercettibile delle loro dita era diventato un peperone.
Vincent lo notò. Allungò in fretta la sua mano per trattenere
quella di Neville. Stettero li a guardarsi con le mani allacciate,
per quella che sembrò loro un'infinità. Poi Tiger spezzò il pane e
ne diede una parte al compagno, piacevolmente sorpreso dal gesto. Il
pranzo si protrasse silenzioso ma intenso, forse più a lungo di
quanto sarebbe stato necessario per un semplice pranzo tra compagni
che ufficialmente si detestavano. Non so dirvi se fu il Wiskie ad
avere il merito di tutto ciò. Chiedetelo ad Harry Potter.
Alle
otto in punto Harry e Draco si incontrarono davanti all'arazzo di
Barnaba. Harry aveva già preparato la stanza... - Mai che tocchi a
me, eh Potter?- disse Draco guardandolo con una finta aria
imbronciata, riferendosi al fatto che era sempre Harry a decidere
l'arredamento e ciò, secondo la modesta e pertinente opinione del
Serpeverde, andava a scapito del buongusto.
-Mm, non te la prendere , se fosse
per te la Stanza assumerebbe l'aspetto di una seconda sala comune
Serpeverde... non che non apprezzi i divani di pelle nera e le pareti
di pietra nuda ma... -
-Ah!E tu come fai a sapere com'è
fatta la mia Sala Comune, dove si trova e...- Draco si interruppe.
In effetti non ci aveva pensato fino
a quel momento, ma quando Harry lo aveva riportato nel suo
dormitorio, aveva proceduto a passo spedito, come se già ne
conoscesse l'ubicazione. Harry potè ben leggere i suoi dubbi dalla
buffa espressione che aveva, ma si limitò a scuotere la testa e a
farlo entrare nella porta che aveva appena fatto la sua comparsa
-Una volta o l'altra risponderò a
tutte le tue domande Draco, ma ora siamo qui per un altro motivo -
Harry si sedette in una comoda
poltrona, molto simile a quella evocata per il Duello. La sala era di
modeste dimensioni, molto accogliente. C'erano due poltrone vicino al
caminetto acceso; un soffice tappeto copriva quasi tutto il
pavimento, un tavolino rotondo di cristallo, con fini intarsi
nell'unica gamba di metallo che lo sosteneva, si trovava al centro
della stanza, e una brocca con acqua fresca faceva su di esso
compagnia ad una teiera di ceramica insieme a due tazze da tè e due
bicchieri.
C'erano però ben tre sedie intorno
al tavolo e inoltre, proprio mentre anche Draco andava a sedersi al
suo posto, comparvero un'altra tazzina di caffè nero e... un
biberon. Draco, già girato di spalle, non notò nulla, perchè tutta
la sua attenzione era stata deviata dalla Stanza e calamitata sul
ragazzo al suo fianco. Oltre al tavolino comunque, c'erano ben due
scaffali stracolmi di libri e se il biondo avesse avuto la curiosità
di andare a leggersi i titoli avrebbe capito che quelli facevano
parte dell'antica quanto preziosa raccolta dei Black. Harry, lieto di
non averlo fatto insospettire, gli rivolse un amaro sorriso e
cominciò: - Se ti ho chiesto di venire qui è perchè mi fido di te-
Draco lo guardò come se gli avesse
detto che voleva un mondo di bene a Voldemort...
-e credo che, al contrario di Ron,
Herm e Neville... tu non cercherai di fermarmi nè di farmi cambiare
idea-
cominciamo bene... vuole rendermi
complice del suo nuovo piano per suicidarsi...
-E' qualcosa di pericoloso?-
-... solo per me. Per ora ti chiedo
solo di ascoltarmi. Di capirmi. Il fatto è che... ho trovato
il modo di far tornare Sirius -
-Black? Intendi il cane pulcioso
rinchiuso ad Azkaban per dodici anni?-
Harry strinse minaccioso gli occhi –
E' il mio padrino -
-Ah, beh... ma non era... morto?-
-Non proprio. Per ora è rinchiuso
in un limbo. Il suo corpo, visto che ormai è passato tanto tempo,
potrebbe aver subito dei cambiamenti ma... di sicuro la sua anima è
ancora intatta. So come fare a riportarlo indietro. Il problema è
che il Ministero è contrario a questo mio... esperimento,
così l'hanno definito- concluse Harry con una smorfia.
-Ancora non ho capito perchè mi
dici tutto questo, dopo tutto sono, sono... lo sai cosa ! -
Harry si alzò dalla poltrona e si
inginocchiò davanti a quella del suo rivale di sempre. Mercurio fuso
nello smeraldo all'incontro dei loro sguardi. Harry gli prese una
mano. La mano di quel braccio. Sbottonò rapidamente il
polsino e sollevò la manica così in fretta che Draco non potè
impedirglielo. E lì, a deturpare il bianco candido della sua pelle,
svettava pallido ma sempre Nero, il Marchio.
-NO!
C-cosa vuoi fare!?!- Draco si odiò in quel momento ma non riusciva a
smettere di tremare, era come paralizzato. Fissava la cosa orrenda
nel suo braccio per non incontrare il disgusto negli occhi di Harry.
Ma orrore e disgusto in lui si mischiarono ad una tiepida speranza,
quella che vide riflessa negli occhi del moro quando questo lo prese
per il mento e lo costrinse a sollevare il capo. Harry si chinò
inesorabilmente verso il simbolo di tutto ciò che aveva sempre
odiato. Eppure non c'era disprezzo per Draco, nè per quello che era
stato, ... per quello che, alcuni si ostinavano a dire, sarebbe stato
sempre. Lo sfiorò con le labbra, ne delineò il contorno con un dito
e poi lo frappose alla sua cicatrice. Il suo Marchio, la sua
Maledizione e allo stesso tempo la Benedizione per tutti gli altri.
-
Nessuna traccia oscura, proprio come pensavo- disse sorridendo Harry,
tirando fuori dalla veste una bacchetta ed una scatolina
rettangolare. Draco strabuzzò gli occhi quando riconobbe la
bacchetta di Sambuco. - Ma questa?-
-Non la considero come mia, la uso
solo per i casi più difficili-
-...-
Harry puntò la bacchetta sul
Marchio Nero e pronunciò una formula a lui sconosciuta. Il marchio
sparì, come inchiostro che si scolori pian piano. Draco guardò
esterrefatto prima il braccio completamente bianco e liscio, poi la
bacchetta, poi la mano che la impugnava e poi il proprietario di
quella mano. Un pò sfocato a causa delle lacrime che gli riempivano
gli occhi.
Malfoy non piangeva che in silenzio.
Era stato educato così. Malfoy non sorrideva, semmai ghignava.
Malfoy non ringraziava, non abbracciava, non faceva trapelare i suoi
sentimenti se non la rabbia.
Draco invece si. Si abbassò, piano,
scosso da brividi in tutto il corpo, e si ritrovò a pochi centimetri
da Harry. Si sporse quel tanto che bastava e posò le sue labbra su
quelle di Harry, nulla più che una carezza. Nel bacio, un sorriso e
una speranza, per tutti e due. E nella scatolina un ricordo di ciò
che non sarebbe più stato e di ciò che sarebbe potuto accadere, la
bacchetta che aveva sconfitto Voldemort. La bacchetta di Draco, una
dolce consolazione.
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Capitolo 5 *** Il Piano è Svelato ***
FAN 1 CAP 5
V
Il
Piano è Svelato
Un
leggero bussare fece staccare bruscamente i due ragazzi; Draco si
ritrovò agganciato allo schienale della poltrona, il suo cuore
batteva furioso. Harry, pericolosamente sbilanciato verso il
pavimento, si rialzò frenetico e corse alla porta, ma aspettò prima
di aprire, come se fosse indeciso su qualcosa. Fece un respiro
profondo, si girò e tornò da Draco che si toccava le labbra
incredulo.
Si
guardarono. Harry era serio, mentre si chinava su di lui e premeva
nuovamente le loro bocche, un secondo più a lungo. Il sorriso di
Draco, enorme, era il più bello che avesse mai visto. Harry gli
sorrise di rimando e finalmente andò ad aprire. Ad aspettarlo fuori
c'erano Remus Lupin ed un bambino piccolo con un ciuffo di
capelli blu: Teddy Lupin, il suo figlioccio, faceva capolino tra le
braccia forti del suo papà.
L'incontro
tra Draco Lucius Malfoy e Teddy Remus Lupin sarebbe stato ricordato
con molto piacere e allegria da Harry negli anni a venire. Era stato
affascinante assistere a quell'iniziale scontro all'ultimo sangue,
trasformato poi in un "banale" tentativo di soffocamento da
parte del biondo, che aveva definito la sua mossa, degna di un cobra
o di un wrestler, "un dolce abbraccio fra cugini" *(1)
Cosa
strana, perchè di solito Ted sapeva conquistare ogni persona
incontrasse con un semplice sorriso. Ad esempio lui, Harry James
Potter, amava pensare alla prima volta che lo aveva preso in braccio,
come ad un colpo di fulmine. Evidentemente,
aveva pensato con rammarico in quel momento, mentre stringeva tra le
braccia il frugoletto, non gli piacciono i bambini.
Solo
dopo molto tempo sarebbe riuscito a strappare la verità dalla bocca
del suo compagno: "non mi piace il modo in cui ti sta
appiccicato. E come ti guarda poi, con gli occhioni sbrilluccicanti
e ... per Merlino, ti sbava dietro come un lattante!!! "
"
Draco...ehm, è un
lattante, nel caso tu non te ne fossi accorto!-
In
ogni caso quella fu una serata moolto lunga per i due ragazzi,
già messi a dura prova dai recenti avvenimenti. Remus appariva
stanco, le ciocche grigie tra i capelli castani erano aumentate, gli
abiti lisi e rattoppati come al solito gli ricadevano larghi e aveva
gli occhi cerchiati da ombre viola di sonno arretrato. Gli occhi,
appunto. Limpidi, felici, esprimevano una gioia di vivere che nulla
aveva a che fare con la quieta rassegnazione che la sua condizione di
mannaro gli aveva imposto. Le labbra erano stirate in un sorriso
sereno mentre guardava Harry e suo figlio, che tra le braccia del
padrino assumeva una chioma nera e arruffata da fargli concorrenza.
Non era passato molto tempo da che aveva informato Harry della
decisione del Ministero, e quella mattina sembrava che le loro
speranze di riprendere Sirius fossero crollate miseramente. Poi però
Harry lo aveva contattato con un gufo e gli aveva detto che sarebbe
andato avanti anche da solo, con o senza autorizzazione sua o del
Ministro. Remus J. Lupin era una persona ligia al dovere, seria e
matura, rispettosa delle leggi. Ma la lettera era indirizzata a
Lunastorta. E Lunastorta era tutt'ora un Malandrino, e lo sarebbe
stato per sempre. La scelta era stata obbligata.
Harry
lo aveva informato di Draco Malfoy e anche se all'inizio non ne era
stato entusiasta, ora si era dovuto ricredere. Draco stava
dimostrando di essere in gamba, affidabile e leale. Non aveva fatto
domande, ma chiaramente si aspettava delle spiegazioni. E Remus decise
di dargliele.
-Quando
Harry mi mostrò il libro, quasi non potevo crederci.
"L'ultimo
inganno di Peverell"... a leggerlo così sembrerebbe un
semplice racconto tratto dalle fiabe di Beda il Bardo. Però noi
sappiamo, grazie alle ricerche di Albus, e anche grazie al fatto che
Harry qui possiede i tre doni della Morte, realmente esistenti, che
le storie raccontate dal Bardo non erano mere invenzioni.
Oltretutto... sfogliando le pagine dell'antico volume appartenuto per
generazioni alla famiglia Black ... abbiamo scoperto che alcune di
queste erano bianche, completamente. -
-Avete
provato con un 'Revelo'?-
-Ovviamente
si- rispose Harry. Teddy, di nuovo tra le braccia di suo padre,beveva
dal suo biberon, producendo quel rumore di risucchio che stava
facendo impazzire il biondo. Draco però decise di ignorarlo, per la
sua sanità mentale e per il bene di Harry;
-Ma
non è bastato. Abbiamo dovuto usufruire delle vaste conoscenze in
materia oscura contenute particolarmente in questi scaffali – li
indicò con un cenno e poi proseguì sotto lo sguardo severo di
Lupin, che al ricordo si era adombrato. Non gli piaceva usare la
magia oscura, in nessun caso, ma in quel frangente era stato
necessario. Teddy, percependo il suo cambio d'umore mutò i suoi
capelli neri in castani, tranne per un simpatico ciuffetto blu.
-Non
è stato semplice, ma nel giro di qualche settimana siamo riusciti a
copiare le informazioni criptate, che comunque anche se visibili
erano sotto forma di rune antiche, sconosciuti idiomi elfici e
fatati, e alcune parti addirittura non si potevano leggere perchè le
parole erano incantate, in modo che solo un rettilofono avrebbe
potuto intuirne il suono. Fortunatamente Harry non ha ancora perduto
questa capacità-
-Ancora?
Che significa?-
-Mm,
in realtà io sono ancora un rettilofono – spiegò Harry ,- ma
sinceramente non so dire se questo sia dovuto alla maledizione di
Voldemort - ,si toccò la cicatrice,- o se invece questi poteri sono
scollegati dall' Horcrux che era dentro di me e perciò permanenti-
Draco
ascoltava sempre più interessato ...
-
Vuol dire che potrebbero essere ... capacità tue?-
-Forse.
Magari Riddle le ha solo risvegliate. In fondo ... molto in fondo ... in qualche modo siamo
parenti, discendiamo entrambi dai Peverell-
-Oh,
ho capito. Va avanti- disse Draco affascinato e insieme intimorito
dalla scoperta;
-Si,
è proprio questo il punto, vedi. Sono l'ultimo discendente dei
Peverell, e sono l'unico con il potere di attuare le indicazioni del
libro. Sirius non è ancora morto quindi non si tratta di ingannare
la Morte, ma...-
-è
qualcosa che ci si avvicina molto- concluse per lui Draco;
-Esatto
Malfoy- intervenne Lupin. Teddy sottolineò con un ruttino e poi
sbadigliò accoccolandosi meglio. Nel sonno i suoi capelli
diventavano rosa come quelli della madre, Ninfadora Tonks. Remus
sorrise al piccolo, poi, prendendo un respiro profondo, si accinse a
spiegare.
A
Draco e a Harry sembrò di avere davanti il loro vecchio professore
di Difesa.
-Per
tirare fuori Sirius da quel limbo, la Morte esigerà uno scotto. Non
sarà come dover riportare in vita qualcuno dandole in pasto
qualcun'altro. No, per questo caso particolare Lei vuole in cambio
qualcosa. Così come i dissennatori si nutrono di ricordi felici e di
anime. ..-
-Non
sembra una cosa molto allegra. Inutile chiederti se sei disposto a
farlo, vero Potter?-
-Vero...
Draco-
Harry
aveva pronunciato il suo nome come una supplica, la sua supplica di
rimanergli vicino. Draco però era preparato al peggio e non voleva
che Harry corresse rischi inutili. Eppure... eppure, si disse, se
io avessi la stessa possibilità di salvare mio padre o mia madre o
Blaise o Vince ... NO!,
non sacrificherei certo la mia vita! Andiamo, alla larga dai
sentimenti da Grifondoro, o qui rischio di prendermi una Potterite
acuta... argh!Troppo tardi Draco, sai già che rimarrai
con lui ,qualsiasi cosa accada...
-si,
beh, quella sarà la parte meno dura Malfoy- disse Lupin,
interrompendo il flusso di pensieri del serpeverde, che inarcando un
sopracciglio alla sua maniera disse:
- Oh bene, le cose si complicano.
Ve le scegliete così facili apposta o avete il cartellino da
timbrare nel reparto "Sfiga per sfregiati di turno"?-
,nascondendo con il sarcasmo la paura che quella situazione gli
suscitava. Il pensiero di perdere Harry gli era insopportabile, sia
come avversario, sia come amico, sia come qualunque cosa fosse quello
che erano. Harry comunque, lo aveva intuito e non rispose con
un'altra provocazione.
-Beh,
in questo caso sono io che vado di mia sponte a cacciarmi nei guai.
Di solito erano loro a trovarmi- disse, calmo.
-Speriamo
che il solito culo ti assista lo stesso Potter-
-Draco,
Harry...- li richiamò Lupin, - non è questo il problema. La fortuna
non c'entra affatto , qui si tratta di applicare le istruzioni del
libro alla lettera;
non si può sbagliare. Per attraversare il Velo e
raggiungere il limbo incolume
Harry dovrà usare una magia di altissimo livello. Dopo aver evocato
il Patronus corporeo dovrà... entrarci dentro.-
-Entrarci
dentro?-
-Si.
Di solito siamo noi a custodire i nostri Patroni nel profondo. Qui
avviene l'inverso. Harry dovrà farsi custodire dal Patrono e
diventare tutt'uno con lui in modo da preservare intatte le sue
facoltà mentali e fisiche. Il Patrono conserverà invece le sue
caratteristiche e avrà il potere di allontanare le tenebre dai vivi.
- disse Remus
-Già,
il problema è che non sono ancora riuscito a diventare un tutt'uno
con Ramoso- disse Harry; preoccupazione e impazienza trapelavano
chiare dalla sua voce;
-Il
cervo?-
-Sì.
E' questo il problema principale. Nel limbo il mio Patrono diventerà
qualcosa di fisico, di concreto, ma io dentro di lui non sarò
qualcosa di spirituale. Se fossi un Animagus potrei forse...-
-Ti
ho già spiegato che non risolveresti niente in questo modo- lo
interruppe Remus, con un gesto nervoso della mano;- dovresti
impegnarti invece a modificare il tuo Patrono. Devi avvicinarlo il
più possibile alla forma umana. Più è simile a te, meglio riuscirà
l'incanto. Hai letto anche tu-
-Si,
ho letto- sbuffò in risposta Harry, che non aveva per nulla voglia
di cambiare la forma di Ramoso. A volte gli sembrava ancora di avere
suo padre con sè... Silente glielo aveva detto, al terzo anno. Fece
una smorfia imbronciata che suscitò l'ilarità negli altri due,
soprattutto in Draco, che non lo aveva ancora visto in tutte le sue
sfaccettature.
Remus
si alzò a quel punto dalla sedia e andò a deporre Teddy, ormai nel
mondo dei sogni, nella poltrona occupata in precedenza da Draco, ma
questo era così intento ad analizzare le informazioni ricevute che
non ci fece caso più di tanto. Lupin evocò una copertina sul
corpicino che nel sonno si muoveva in cerca di calore; sul tessuto
morbido colorato di blu cobalto c'erano astri e pianeti in movimento.
Decisamente Harry preferiva quell'altra che avevano a casa, rossa con
scope volanti e boccini d'oro; anche per quelle piccole cose il
ragazzo si meravigliava, e non tentava neppure di nasconderlo. La
magia ai suoi occhi appariva sempre come una meravigliosa scoperta.
Forse
era anche questo, riflettè Draco guardandolo, a piacermi così
tanto, ad attirarmi sempre verso di lui e a farmi desiderare la sua
amicizia.
Quando
Remus tornò a sedersi rivolse la sua attenzione alla tazza rimasta
per lui, ancora calda grazie ad un incantesimo, e ne sorseggiò il
contenuto estasiato. Andava matto per il cioccolato ed Harry che lo
sapeva gli faceva trovare sempre una barretta avvolta nella carta
zuccherosa di Mielandia, o una tazza di cioccolata calda come quella.
-C'è
qualcosa che non mi avete ancora detto però- disse Draco ad un certo
punto, interrompendo quell'idillio. In fondo la golosità del suo ex
professore non era affar suo, mentre il motivo che aveva spinto Harry
a sbottonarsi così con lui rivelandogli le sue intenzioni ancora non
gli era chiaro.
-Come
avete intenzione, anche ammesso Harry, che tu riesca a fare
l'incantesimo in modo corretto, di entrare nell'Ufficio Misteri senza
essere visti...con tutti gli Indicibili che lavorano là poi... e di
fare quello che dovete senza che provino a fermarvi? E io, cosa
c'entro in tutto questo?-
Harry
e Remus si guardarono, poi il mannaro annuì, sconsolato. Non avevano
altra scelta.
-Sarà
solo Harry ad attuare l'incantesimo, io penserò a distrarre quelli
del Ministero. Con me c'è anche George, in questi giorni abbiamo
pianificato il nostro diversivo al suo negozio...-
-Ah,
è per questo che vi rintanavate sempre al Tiri Vispi Wesley!-
-si,
ma non so se sarà sufficente questa nostra manovra. - concluse
Lupin, passando la palla a Harry. Una palla che in quel momento al
moro sembrava come una bomba ad orologeria....
-Quello
che noi vorremmo che tu facessi, Draco... è farci avere la pianta
reale dell'edificio. So che per te non sarà affatto facile, del
resto non ti vogliamo certo obbligare... la scelta è solo tua, e...-
-Vorresti,
Harry, che io tornassi al Malfoy Manor, salissi le scale con l'aria
tronfia dell'erede che torna a casa dopo mesi d' assenza, entrassi
in quello studio e intimassi a quello stronzo di
mio padre di darmi tutte le informazioni che possiede sul
Ministero, per facilitarti un suicidio lento e doloroso, all'interno
di un limbo di cui nessuno è a conoscenza apparte noi? -
-Oh,
Draco...io non ...-
-Ok,
per me si può fare- disse a sorpresa Draco Lucius Malfoy.
Draco,
Harry e Remus con Teddy uscirono dalla Stanza delle Necessità che
erano appena le ventidue.
Quando
la porta si chiuse alle loro spalle, nella Stanza si udì uno strano
fruscio... Neville Paciock sgusciò fuori dal Mantello
dell'Invisibilità, gli occhi spalancati, paonazzo in volto e con una
gran voglia di spaccare la faccia a un certo Harry Potter di sua
conoscenza. Voleva fare le cose da solo, escludendo i suoi migliori
amici da tutto ciò? Ebbene, lui, quant'era vero che era figlio di
Frank e Alice Paciock, non gliel'avrebbe permesso. Strano che la
prima cosa che gli venne in mente di fare in quel momento fu di
andare ad avvisare Tiger, e non Ron o Herm. Ma questa, è un'altra
storia.
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Capitolo 6 *** La Missione ***
FAN 1 CAP 6
VI
Al Ministero
Quando
Vince seppe che ad aspettarlo nella Stanza ci sarebbero stati anche Weaseal e la Mezzosangue Zannuta, decise di chiedere
manforte. Non c'era stato verso di rintracciare Draco da nessuna
parte, a quanto ne sapeva era ancora con Harry Potter... in compenso
aveva trovato stravaccati in Sala Comune Gregory, Blaise e Theodore,
che avevano accettato di accompagnarlo, più per curiosità e voglia
di fare casino che altro. Trovarono i tre Grifondoro ad aspettarli
già all'altezza delle Cucine, vicino alla Sala Comune dei
Tassorosso. Quando vide tutto quel dispiegamento di forze Ron fece
una smorfia di disappunto, ma tacque;
-la
Stanza delle Necessità è ancora occupata- disse Neville,
rivolgendosi a Vincent.
-E'
da più di un'ora che stanno là dentro... secondo voi li troviamo
vivi ancora?- chiese Goile, che aveva saputo dell'appuntamento del
'capo' ed era (inutilmente) preoccupato;
-E'
questa la cosa strana ...- fece Hermione – prima eravamo andati a
dare un'occhiata... abbiamo incontrato Remus con il piccolo Teddy e
lui ci ha detto che Harry gli aveva chiesto se potevano vedersi
proprio questa sera...-
-Perchè
dici che è strano Granger?- chiese Blaise, vagamente interessato;
-perchè
insomma, Draco Malfoy insieme ad Harry Potter è già incredibile di
suo... se ci si mette pure Lupin vuol dire che Draco è stato
coinvolto-
-coinvolto
in cosa?-
-In
qualsiasi cosa stiano architettando dall'inizio della scuola...- fece
Ron, per nulla felice dell'esclusione da parte dell'amico.
-Vi
ricordo che non siamo qui per discutere di Malfoy e Potter, ma della
mia Pena! Allora Paciock, dove andiamo se la Stanza è occupata?-
-Potremmo
ospitarvi nel nostro dormitorio... così saremmo più vicino al
settimo piano-
-Mm,
io proporrei invece di aspettare che si liberi... anzi Nev, potresti
prendere questo mentre io recito l'incantesimo per Tiger?- Hermione
gli tese il Mantello dell'Invisibilità, e poi tutti insieme si
diressero verso il settimo piano...
Così
era successo che, avendo visto Remus bussare alla porta all'incirca
dieci minuti dopo il loro incontro, Neville ne aveva approfittato per
intrufolarsi alle sue spalle indisturbato, complice l'utile
incantesimo castatogli da Herm, che aveva annullato ogni sua traccia
olfattiva. Gli altri invece si erano rinchiusi in un'aula in disuso, la
vecchia aula di Divinazione là vicino; Blaise aveva assicurato
loro un po' di privacy con un Colloportus e un Silencio ben piazzati.
Lui, Theo
e Greg si erano seduti su grandi pouff, cambiandone il colore da rosa
shocking a verde; Ron, un po' distaccato da loro , e incurante del
colore del suo pouff o delle battute delle serpi a quel proposito,
aveva preso possesso anche di quello al fianco, per poi unirli e sdraiarcisi come un antico romano
sul triclivio... davanti a loro, in piedi al centro della stanza,
illuminata solo da sporadiche fiaccole agganciate per scommessa alla
parete, (avevano tentato di accendere il camino, ma le fiamme si
erano attorcigliate fra di loro come due serpenti e avevano prodotto
un suono simile a una pernacchia prima di scomparire), stavano Vince
e Herm, l'uno preoccupato ma rassegnato, l'altra seria e
determinata; entrambi volevano chiudere una volta per tutte quella
faccenda.
-Bene
– iniziò lei, puntando la sua bacchetta , - l'incantesimo che ti
casterò ora ti consentirà di "scegliere" la Pena più adatta-
-Cosa
mi accadrà di preciso?- chiese lui, la voce ridotta a un sussurro;
-Uhm,
ecco, si tratta di rivivere pubblicamente la scena più umiliante a
cui tu abbia mai assistito e/o partecipato-
Blaise
e Theo a quelle parole si agitarono sui loro pouff, ridacchiando e
sussurrandosi cose... Greg corrugò le sopracciglia in un'espressione
che mischiava concentrazione ed interesse, che a Ron fece paura per
quanto incredibile.
-In
che senso "pubblicamente" ?- chiese Vince, con una punta di panico
negli occhi scuri;
-Nel
senso letterale del termine. Quando l'incantesimo avrà effetto le
persone che saranno con te assisteranno alla tua umiliazione più
grande. Ovviamente, ciò non può avvenire se con te non saranno
presenti le persone o gli animali che c'erano la volta precedente. Ah
, non servirà a niente provare a nasconderti o a stare da solo...
l'incanto non agirà finchè non sarai nelle condizioni preposte alla
sua realizzazione- spiegò Hermione col tono accademico che usava per
rispondere alle domande dei professori... era come se si fosse
imparata a memoria l'intera pagina che riguardava l'incantesimo e non
solo le parole latine ed i movimenti manuali da usare per castarlo.
-O-ok.
Non posso rifiutarmi vero?-
-Potresti-
fece Blaise a quel punto, di nuovo serio, - ma poi faresti di nuovo
fatica a usarla - , accennando alla sua bacchetta.
Theo
e Greg annuirono, concordi. Anche Vince parve rendersene conto.
Meglio un'umiliazione pubblica, che l'impotenza magica a vita. Non
era affatto piacevole essere ridotti ad un Magonò di terza
categoria. Annuì anche lui, sospirando del tutto rassegnato. In
cuor suo sperava solamente di non rivivere proprio quella
scena. Hermione annuì di rimando e sollevò ancora di più la
bacchetta...
-Indignitates
Pati- *
pronunciò a voce alta e sicura, mentre con il polso effettuava un
mezzo giro in senso antiorario. Vide Tiger chiudere gli occhi. Per qualche secondo fu avvolto da una luce
giallo – verdognola ...
-Ok,
direi che abbiamo finito- esclamò Ron, già pronto per tornarsene al
suo dormitorio;
-Direi
che ho
finito, tesoro- lo rimbeccò la sua ragazza
-Ehm, si hai ragione tu amore-
rispose Ron;
-Bleah, ma dico, vi sentite?- disse
Theo;
-Già vi prego, risparmiateci una
visita dal dentista, che di carie ne ho già avute abbastanza!-
Il silenzio cadde pesante mentre
quattro teste si giravano di scatto verso il proprietario di quella
incauta frase.
-Gregory
Goyle... tu sai cos'è un dentista?
- disse con voce fievole Hermione, prendendo lei per prima il
coraggio che gli altri ancora non avevano.
-... uhm, ... sì. Ecco...
vedete, è successo alla fine della Guerra ... i miei avevano
l'accesso alla camera della Gringott bloccato in attesa del processo*,
e non potevamo rivolgerci al San Mungo senza essere additati come
assasini... si lo so Weaseal , non c'è bisogno di fare smorfie... ma
beh, il punto è che in quel periodo l'unica cosa in grado di
risollevarmi il morale erano i dolci. Ne ho mangiati moltissimi, di
tutti i tipi; mangiavo in continuazione. Sono aumentato di dieci
chili in due settimane...-
-Porco Merlino!!!- esclamò Ron,
chiedendosi come potesse essere un Goyle ancora più grosso...
-e i miei denti, beh potete
immaginare-
-quindi
non ti è rimasta altra scelta e ti sei rivolto a un medico babbano?-
disse Blaise, con una piccola smorfia di biasimo.
-Mmh-
- Non è mica la fine del mondo ...
almeno adesso i tuoi denti stanno bene, no?!-esclamò Hermione
-si, tutto ok . E mi è passata la
voglia di abbuffarmi!-
Il piccolo gruppo continuò a
discutere delle spiacevoli disavventure dei Purosangue dopo la fine
della Guerra, ricordando come più volte alla fine di queste c'era
l'immancabile zampino di Harry Potter, che sembrava essere
onnipresente*. Non si resero conto del tempo che passava fino a quando
Neville non entrò, spalancando rumorosamente la porta e facendo
prendere un colpo a tutti quanti.
-Diamine Paciock, più forte no
eh!?-
-Paciock sei anche tu un purosangue,
l'educazione dovrebbero avertela impartita... o la nonna perde colpi
?-
-Sai Neville c'è una cosa chiamata
'bussare' in questo nostro piccolo mondo di gente civile...-
Neville rimase per un secondo
interdetto di fronte alle loro proteste, ma poi con altrettanta forza
richiuse la porta e sembrò volerli pietrificare con lo sguardo,
tant'è che i due Grifondoro e i quattro Serpeverde si azzittirono
all'istante. Prese fiato, li guardò di nuovo, prese di nuovo
fiato...
-Harry si è cacciato in un bel
guaio... e Malfoy anzicchè farlo ragionare ...-
-Se ne fosse in grado pure lui...-
mormorò Hermione,
-... si è dichiarato disponibile ad
assecondare i suoi folli piani. Che facciamo?-
-Noi?
Niente Paciock. Mi aspettano i MAGO e una brillante carriera al
Ministero e non ho intenzione di rovinarmi il futuro. Per noi
Serpeverde è doppiamente difficile ora – disse Nott, senza alcuna
particolare inflessione nella voce. I suoi occhi, a fessura come quelli di un gatto, scandagliarono da sotto le ciglia
le emozioni dipinte nei volti degli altri, mentre fingeva di
guardarsi le unghie con interesse ... si ritrovò a sbuffare senza
volerlo ... "tanto
so già come andrà a finire" pensò, con l'espressione di un martire.
-Ron ed io siamo disposti a fermare
Harry finchè sarà possibile ...- mormorò Hermione,
e quasi si potevano vedere gli ingranaggi del suo cervello mettersi in
moto alla ricerca di una soluzione ...
-... o a morire con lui se
necessario- concluse Ron
-Melodrammaticità fatta persona
Weasley!-
-sono mortalmente serio, gioco di
parole a parte. Solo, Nev, non capisco, perchè Malfoy sì e noi no?-
-Oh povero piccolo Ron , escluso dai
giochi ... sicuro di voler morire per uno che nemmeno ti cerca?-
-Piantala Theo!- intervenne Blaise,
seriamente preoccupato per il suo amico... se era di Potter che si
trattava il biondo sarebbe andato anche in capo al mondo.
-Neville, con calma ora, dicci cos'
è successo. Cos' hai sentito esattamente? E poi c'era anche Lupin
no? Sono sicura che impedirà ad Harry di fare qualunque
sciocchezza!- disse Hermione. Immediatamente smentita dal racconto di
Neville. Alla fine del quale i sette si guardarono increduli l'un
l'altro.
-Quante possibilità hanno?- si chiese
Nott, riflettendo ad alta voce;
- molto poche. Direi
quasi nulle. Ma del resto lo erano anche durante la guerra...- disse
Blaise.
-Già, io non avrei scommesso uno
zellino sulla vittoria di Potter, e invece ... Davvero, secondo me con
un po' di aiuto in più potrebbero farcela- disse piano Tiger,
lanciando di tanto in tanto delle timide occhiate a Neville, cercando il suo sostegno.
- Sono d'accordo con Tiger. Io
personalmente credo che potremmo sfruttare le conoscenze del padre di
Ron e di Shacklebot. In fondo anche se fra qualche giorno ci saranno le
elezioni lui è l'unico rimasto con un pò di sano amore per la
giustizia. Non ci tradiranno, e poi sono sicuro che potremo contare
anche su Luna e su Ginny e altri membri dell'ES.
-Vuoi proprio fare le cose in grande
Nev-
-Molto, molto in grande! Non capite,
più persone coinvolgeremo più sarà difficile per il Wizegamont
incastrare i nostri amici... insomma non vorranno mica fare un maxi
processo a mezza Hogwarts proprio ora, inimicandosi così buona parte
degli elettori!?!-
Neville, Ron, Hermione, Blaise,
Theo, Gregory e Vincent rimasero a parlare fino a notte fonda. Da
un quadro malandato, appeso storto, un vecchio signore con gli occhiali
a mezzaluna e la barba bianca e fluente vegliava su di loro ...
//
mattina di Halloween, preparativi per la festa//
-Come al solito il tuo aiuto è
stato provvidenziale Ginny, senza di te non saremmo mai riusciti
a...-
-Comprare quel bellissimo abito per
il Ballo,Herm? Ma figurati, di niente, è un piacere aiutare gli
altri... vero Harry!?!-
In quel momento un ragazzo dalla
zazzera nera e arruffata entrò nel campo visivo di Hermione Granger,
che si morsicò la lingua in tempo e scoccò un'occhiata piena di
gratitudine alla cara Ginny.
Harry rivolse loro un sorriso stanco,
trangugiò in fretta e furia la colazione e sembrò non
aver nemmeno sentito
la domanda, perchè si rialzò dopo cinque
minuti d'orologio, senza
rispondere alla rossa; congedandosi con un cenno del capo diretto
anche verso Ron e Neville, che erano appena arrivati, lasciò in
fretta la Sala Grande, incurante dei Gufi che sorvolando il soffitto
cominciavano a mollare i loro pacchetti ...
Draco Malfoy, all'altro capo della Sala, aveva inscenato
un simile siparietto, solo con molta più classe. Non sembrava
affatto che avesse fretta, ma era comunque rapido nei suoi movimenti
... quasi quanto Harry. Decisamente anche meno scordinato. Presto lo
videro raggiungere il grifondoro al portone d'ingresso. In quel momento anche
Nott si alzò e come se nulla fosse li seguì...
Intanto i preparativi
per il Ballo di Halloween proseguivano per gli studenti dei primi
anni, ignari del gran trambusto che si sarebbe scatenato di lì a
pochi giorni.
//sera di Halloween//
La sera del Ballo Harry era stanco
morto; era vestito di tutto punto, con un costoso ed elegante
completo, tirato a lucido.
Guardandosi allo specchio, il ragazzo
sconsolato si passò una mano tra i capelli, una foresta nera
intricata e indomabile, e si disse che sembrava uno spaventapasseri e
che, senza offesa per il Mannaro, in quel momento avrebbe potuto far
concorrenza a Lupin.
Era nella Stanza delle Necessità,
manco a dirlo; aveva giurato ai suoi amici che quella sera lui si
sarebbe fatto vivo, come non accadeva ormai da giorni. Sembrava quasi
che li stesse evitando, ma non era vero. Era sempre impegnato con gli
allenamenti quando non era a lezione e questo voleva dire che non
aveva un attimo di tregua. Rispettare le condizioni del libro si
stava rivelando un duro ostacolo da superare, un qualcosa di ancor
più snervante della ricerca degli Horcrux. E lui ne aveva veramente
abbastanza di cose snervanti ... se non fosse stato per Draco, che lo
assisteva di continuo anche quando c'era Lupin, non avrebbe retto. E
intanto il tempo passava e le possibilità di recuperare Sirius sano
e salvo si riducevano. Improvvisamente Harry desiderò un grande
letto e vi si stese. Voleva addormentarsi e dimenticarsi della Festa,
del Ballo, delle oche starnazzanti che lo attendevano, degli amici e
dei nemici, e di tutta quella situazione. Si era realmente assopito
da qualche minuto quando la portà si aprì piano, per far entrare
Draco Malfoy.
Il biondo si arrestò impietrito
sulla soglia per qualche secondo prima di decidersi. Avanzò
silenzioso sino al letto e ammirò per un pò la figura del
ragazzo
disteso. Stava proprio bene vestito in quel modo, e avrebbe tanto
voluto entrare insieme a lui nella Sala Grande per vedere le facce
deluse e sconvolte di certe galline... Al solo pensiero
un'istintiva
gelosia gli sorse dentro creando un piccolo nodo allo stomaco; non
avrebbe saputo dire con precisione cosa gli stesse succedendo,
perché provasse tutte queste sensazioni quando stava con Harry,
sensazioni che avevano superato di molto
l'iniziale ammirazione provata durante il Duello. Sapeva solo che non
riusciva a smettere di pensare a quel bacio ... non riusciva a smettere
di essere felice.
-Mmm...- Harry iniziò a mugugnare
nel sonno,riscuotendo Draco dalle sue considerazioni;
-Harry...- mormorò il biondo,
accarezzandolo piano.
-Draco...- sussurrò il moro nel
sonno, quasi in risposta, facendo battere furiosamente il cuore nel
petto del Serpeverde.
-oh, Draco ... mmm- continuò Harry,
iniziando a gemere e ad agitarsi nel sonno, sotto gli occhi sempre
più increduli e spalancati di un Malfoy sempre più imbarazzato. Ed
eccitato.
"Mi sta sognando... e non
sembra un sogno tranquillo... oh, guarda allora non sono il solo..."
Draco decise di non svegliarlo e
continuò ad assistere allo spettacolo, che durò per diversi minuti,
finchè ad un tratto la schiena del ragazzo sdraiato si inarcò ed
Harry emise un gemito roco più forte dei precedenti. Draco, rosso
come non mai, accaldato e anche qualcos'altro, osservò il viso del
compagno dall'espressione appagata e rilassata. Gli accarezzò i
capelli un po' umidi e li trovò incredibilmente morbidi; poi decise
di fare un incantesimo di pulizia sui pantaloni di Harry, perchè, si
disse, in fondo erano nuovi e sarebbe stato un peccato rovinarli...
senza capire che quelle attenzioni, quel voler evitare un imbarazzo
al risveglio dell'amico, non potevano essere gesti dettati solo
dall'attrazione fisica.
Si sdraiò accanto a lui dopo
aver
riposto la bacchetta ed avergli tolto gli occhiali, appoggiandoli su un
comò apparso al suo bisogno. Lo abbracciò da dietro
inspirando forte l'odore dell'altro con la faccia sepolta nell'incavo
tra spalla e collo, e intrecciando le loro gambe. Avrebbe tanto
voluto che Harry si svegliasse, così da mettere in pratica nella
realtà ciò che fin'ora avevano solo sognato, ma si
rendeva conto
che il Grifondoro era veramente molto stanco, o non avrebbe mai dato
buca ai suoi amici. In fondo lo stesso valeva per lui, anche se
l'eccitazione non ancora sopita contribuiva a tenerlo sveglio. Senza
volerlo si strusciò un po' sul moro, provando appena un pizzico
di
sollievo e allo stesso tempo un grande imbarazzo, per quello che
avrebbe potuto pensare Harry se si fosse svegliato proprio allora.
Così mordendosi le labbra e stringendosi ancora di più
all'altro si
costrinse a star fermo. Nel giro di un'ora, una terribile e allo
stesso tempo fantastica ora, Draco si addormentò. Nessuno dei
due
fece in tempo per il Ballo quella sera e i loro amici non sapevano se
essere più infuriati o preoccupati. Insieme, finita la festa
andarono a cercarli ormai stanchi di tutti quei segreti e con la
pretesa di ricevere delle spiegazioni. Non era difficile immaginare
dove fossero e infatti davanti a loro la Stanza delle Necessità
comparve senza problemi. Neville e Vincent casualmente furono i primi
ad
entrare... e a richiudere immediatamente la porta, che scomparve di
nuovo...
-Ma che fate !?!- li sgridò
Hermione, fasciata da un'elegante tubino turchese;
-Ehm ehm, meglio lasciarli soli-
sussurrò Neville e Vince annuì frenetico.
Il rossore sulle loro gote parve
esplicare ogni cosa perchè gli altri non insistettero e insieme se
ne tornarono alle rispettive Sale Comuni.
Novembre
Pochi giorni dopo Halloween Harry
riuscì a completare con successo l'incantesimo, grazie
all'addestramento di Lupin e al sostegno di Draco. Il loro
affiatamento fu utile anche per recuperare le informazioni sul
Ministero. Infatti Harry decise di accompagnare il
ragazzo al Malfoy Manor, con l'autorizzazione della Mc.Grannit e di
Piton. Questi ultimi travisando completamente il fatto erano giunti a
pensare che Harry volesse chiedere a Lucius la mano del figlio. Il
Preside di Hogwarts, nonchè professore di Pozioni, era oltremodo preoccupato dalla reazione dell'amico a quell'
inaspettata visita, ma ormai aveva imparato a riporre fiducia in quei
due ragazzi che lo avevano tanto fatto penare...
Harry disse ai suoi amici che
sarebbe andato a far visita a Dudley quel Sabato, avendo
ricevuto notizie poco rassicuranti sullo stato di salute del cugino.
Ron aveva approvato, sapendo quanto quei due ci tenessero
a quella sorta di riappacificazione che si era creata grazie alla
loro prima stretta di mano, ma Hermione aveva storto il naso,
riconoscendo la bugia per quello che era e rimproverando dentro di sè
il suo fidanzato per essere un credulone.
Fatto stà che quel Sabato Harry
e
Draco varcarono i cancelli di Malfoy Manor, immediatamente accolti da
una radiosa Narcissa, che sorprendentemente calorosa li aveva avvolti
entrambi in un abbraccio. Harry ricambiò con il cuore, sapendo
di
doverle la vita. Si sentì avvolgere da quel "profumo
di mamma" che aveva
anche Molly e incredibilmente il nervosismo che aveva provato fino a
quel momento, all'idea di dover affrontare Lucius Malfoy, svanì.
Girò la testa per guardare Draco la cui espressione
denunciava lo stesso sollievo, la stessa gioia.
Prima della Guerra
Draco si sarebbe divincolato dall'abbraccio con sdegno. Ora fu il
primo a tenere salda la presa sulla fragile schiena della donna.
Narcissa li accompagnò nello studio del marito, annunciandoli.
Il padre di Draco si alzò dalla poltrona dietro la scrivania, posando la piuma sul
ripiano, ma lo fece con studiata lentezza. Posato e gelido come
sempre abbracciò il figlio e strinse la mano al Salvatore del Mondo
Magico, così come si conveniva . Doveva moltissimo a Potter,
soprattutto il fatto di essere uscito così presto da Azkaban. E il
ragazzo era lì per ricordarglielo.
-E' un piacere vedere che state bene
padre- disse Draco con la
solita voce strascicata, una volta che
furono tutti seduti. Harry osservò l'uomo e notò come in
effetti
pareva più stanco, ma null'altro era mutato, nella
sua innata eleganza e nella fierezza dell'espressione. Lucius
annuì. Non disse niente. Sapeva bene che Draco non lo
aveva ancora del tutto perdonato di essere diventato il lacchè
dell'Oscuro Signore.
-Allora,
a cosa devo la visita?-
chiese,ritenendo chiusi i convenevoli. Draco spiegò; all'inizio
ci girò intorno, poi, con maggior sicurezza superò i
confini delle
chiacchere da tè e si addentrò nei particolari . Fu uno
spettacolo
per Harry vedere l'alternarsi delle emozioni sul volto dell'uomo.
Dapprima impazienza, poi indignazione, poi rabbia e infine qualcosa
che doveva essere ammirazione per il figlio, e in tutto questo Harry
scorse un profondo affetto, che non aveva mai notato o forse mai
voluto notare sino alla fine della guerra.
Il moro intervenne solo alla fine
spiegando le motivazioni che lo spingevano e rassicurando l'uomo
sulla completa sicurezza del figlio.
-Non voglio che partecipi alla tua
nuova avventura Potter! Ho già rischiato fin troppo dandoti queste-
disse Lucius prima che se ne andassero, indicando le varie mappe del
Ministero. Quelle vere.
-Si signore-
Draco avrebbe voluto dire qualcosa
per controbattere, ma sapeva che nè Harry nè tantomeno suo padre
sarebbero stati disposti a lasciarlo andare al Ministero. Harry
ringraziò con un inchino che aveva significato solo per l'uomo.
Lucius riconosceva il rispetto in quel gesto, un rispetto che Harry
aveva sempre negato al suo vecchio padrone. E se ne sentì onorato.
Prima di lasciare Malfoy Manor i due
ragazzi si fermarono nel giardino privato di Narcissa, che fece loro
gli auguri per i MAGO, e
numerose raccomandazioni. Sembrava un fiore, un vero Narciso fra
tutte quelle rose.
//una settimana dopo, di nuovo
Sabato, Ministero della Magia, Londra//
Gli impiegati del Ministero quella
mattina si erano svegliati pansando a un giorno di lavoro come gli
altri. Faticoso. Logorante. Soddisfacente. A volte divertente.
Pericoloso? Anche. Sorprendente? Mai. Il lavoro al Ministero era
organizzato al massimo dell'efficenza, inquadrato nei vari piani,
settori e Uffici. Non si poteva sfuggire dalle rigide regole che
vigevano da sempre e che non erano mai cambiate in tutti questi anni.
Nemmeno durante la guerra.
Nessuno si sarebbe mai aspettato
quindi di vedere Harry Potter passeggiare tranquillamente per quei
corridoi attirando così l'attenzione di tutti. Nessuno si sarebbe
mai aspettato che all'ora di pranzo un Harry Potter sbucasse dal nulla in ogni piano
dell'edificio, scatenando il finimondo. Mentre accadeva il putiferio
un impiegato scendeva indisturbato sino all'Ufficio Misteri con
alcuni documenti in mano. Se qualcuno lo fermava, diceva che erano da
consegnare a un Indicibile al più presto. Quelli, improvvisamente
intontiti da un potente Confundus, lo facevano passare. L'impiegato
era un certo Bob Zerkin, a quanto diceva il cartellino, ed era un
dipendente del Ministero ... Mentre tutti si chiedevano perchè mai
Harry Potter volesse la loro assistenza, (non che non fossero ben
lieti di dargliela ma quelli dell'Ufficio Regolamentazione per le
Creature Magiche iniziavano a farsi domande su una possibile doppia
natura della loro celebrità...), Bob si inoltrava nelle Stanze
solitamente frequentate dagli Indicibili. Svoltò per l'ennesimo
corridoio e si nascose appena in tempo dietro una colonna, mentre un
gruppo di uomini con pesanti mantelli blu indaco lo superava senza
notarlo. Il vecchio Bob tirò il fiato e decise che era arrivato il
momento di diventare invisibile. Si coprì sotto il Mantello ed
estrasse dalla cartelletta i famosi documenti. Che con un colpo di
bacchetta si tramutarono in mappe dettagliate, con tanto di puntini e
nomi, dei vari piani del Ministero della Magia.
.............
All'insaputa di Bob, nel frattenpo, ben
altre cose avvenivano nei piani più alti. In effetti Kingsley e
Arthur avrebbero potuto sedare lo scoppio improvviso di fuochi
d'artificio magici, che avevano causato una confusione del diavolo in ogni Ufficio (anche
nel loro), con una semplice formula insegnata loro da George... Ma un'improvvisa amnesia pareva averli colpiti...
I bigliettini d'avviso
che di solito svolazzavano da un piano all'altro si moltiplicarono,
diventando un turbine colorato che investiva a frotte i poveri impiegati,
ormai indecisi se dare retta o no a tutti quei fogli che
consigliavano loro di fare una capatina in bagno... In mezzo al
tumulto un gruppo agguerrito di ragazzi mascherati si era messo a
dare del filo da torcere agli Auror rimasti all'interno
del Ministero.
..............
L'arcata del Velo era sempre
imponente e incuteva un certo timore anche a colui che già molte
volte aveva affrontato la Morte: l'effetto della Pozione Polisucco
svanì e così anche Bob Zerkin, per lasciare il posto al vero Harry
James Potter. Erano state messe diverse barriere magiche attorno al
Velo, ma Harry ci mise poco a disfarsene ...
Non
appena ebbe rimosso anche l'ultima barriera però scattò
l'allarme, una serie di voci stridule e acute che si ripetevano a
intermittenza propagandosi come un'eco per tutto il Ministero.
Ma ora
che era là il gioco era fatto,si disse Harry, e se avessero provato a fermarlo dopo
non sarebbe stato certo un problema...
Il pensiero di Sirius così vicino
era il solo a occupare la sua mente in quel momento.
Harry aveva la sua bacchetta, quella
con la piuma di Fanny; sentiva che in questa occasione sarebbe stata
più utile e più potente della Bacchetta di Sambuco, e molto più
fortunata... destinata a risorgere dalle ceneri, come il suo
proprietario; la puntò al centro del Velo e ad
alta voce pronunciò l'incanto :-EXPECTO PATRONUS!-
Dapprima comparve Ramoso, il cervo
gli galoppò intorno in cerchi sempre più piccoli e serrati. Poi Harry si
concentrò gradualmente, e mentre il Velo iniziava ad agitarsi, come un
enorme lenzuolo opaco che sventoli in una notte tempestosa, e le voci
sussurranti dietro di esso iniziavano a farsi più decise, più forti, il Patrono
mutò fino a prendere le sembianze umane ... di due persone. Uno, un
uomo dai capelli arruffati come i suoi e dagli occhi cerchiati da una
montatura rettangolare, lo guardava con un sorriso sghembo da
Malandrino qual'era: James Potter allargò le braccia ed Harry si lasciò avvolgere,
diventando un tutt'uno con lui. L'altra era una donna bellissima,
dagli occhi verdi e con i capelli rossi come il fuoco che brilla di
notte. Era sua madre, Lily Evans Potter. Erano loro in assoluto il
suo ricordo più felice. Le diede la mano e una calda corrente lo
pervase. Il cuore gli battè rapido come ogni volta che i suoi occhi
si posavano su di lei in una vecchia fotografia...
Sotto gli occhi degli Auror appena
comparsi e dei suoi amici venuti a soccorrerlo, Harry varcò la soglia
dalla quale nessuno era mai tornato indietro.
L'ultima percezione, prima di essere
inghiottito dalle tenebre, fu quella di un incantesimo incarcerante
che stava per abbatersi su di lui, sviato a sorpresa dai riflessi
pronti di Neville e da uno strano falchetto bianco, che lo sfiorò un
secondo prima di volare via.
..............
Le tenebre erano soffocanti,
deprimenti ed erano ovunque. Non c'era spazio per la vita in mezzo a loro.
Harry aveva la scomoda impressione di non avere più alcuno dei
cinque sensi, di non poter percepire nessuna sensazione, a parte il
calore avvolgente irradiato dal suo Patrono. Se ne fosse uscito la
disperazione l'avrebbe colto e il suo Io sarebbe andato perduto per
sempre... almeno così diceva il libro... Certo Harry non aveva
intenzione di verificarlo. Si concentrò ancora di più sul
suo cuore e sulla sua mente. Ricordò ogni momento passato con
Sirius.
All'improvviso, come falene attirate dalla luce,
centinaia di esseri simili ad Inferi fendettero le tenebre, ombre
nere sul nero più cupo. Perse per un attimo la presa sulla mano di
Lily, sconvolto, e quelli, voraci, si fiondarono su di lei pronti a
prosciugarla, ad inghiottirla... il timore di perderla era reale ed
Harry fu destabilizzato quel tanto che bastava perchè una parte del
suo volto uscisse dalla protezione di James. Per un solo attimo gli
sembrò di essere diventato nebbia e di aver perso ogni ricordo di
ciò che lo aveva portato lì.
Ma proprio allora, in lontananza udì una flebile voce..
una voce che stranamente prese consistenza anche dentro
la sua mente... ''Peverell''
Harry incredulo spalancò gli
occhi, gli occhi della mente, e fu di nuovo se stesso nel suo
Patrono. Qualcuno si distingueva in mezzo a quelle ombre...
Harry si
concentrò di più e con inaudita potenza ricreò il legame con Lily,
allontanando quelle strane creature. Sua madre sorrideva come se
nulla di quel luogo potesse turbarla. Le strinse forte la mano e si lasciò
guidare verso quella voce.
-Tom- mormorò nella mente. Tom,
non più di un lieve sussurro, fuoriuscì dalle labbra schiuse di
Lily. Il giovane mago oscuro erede di Salazar lo fissava e continuava
a mormorare qualcosa, incurante delle tenebre che lo avvolgevano. La
sua voce risuonava più chiara delle altre. Quando furono vicini
abbastanza da riconoscere i particolari dei loro corpi ad Harry
sembrò di aver riacquistato in parte i suoi sensi. Tese la mano
verso il vecchio nemico, per il quale ormai non provava che
compassione, e quello la afferrò;
-Sei qui per me?- sussurrò in
serpentese Harry, sentendo che poteva fidarsi di lui,
Tom annuì; era forse l'unico
pezzo dell'anima di Riddle che fosse stato epurato dalla magia
oscura*.
-Mi dispiace-
mormorò l'ombra,
un amaro sorriso ad adornarne il viso. Era così pallido e
irreale
... ma allo stesso tempo più solido del mero ricordo
d'inchiostro che Harry aveva distrutto nella Camera dei Segreti.
Harry sorrise di rimando, allo stesso
modo: - sarai tu a guidarmi da Sirius?-
-sconfiggeremo insieme questa Morte
ingannevole fratello. Chi è vivo torni tra i vivi- sussurrò l'ombra
in risposta.
In poco tempo, o almeno così
parve ad Harry, raggiunsero una sfera rilucente che in quelle
infinite tenebre sembrava una bolla d'aria nelle profondità
dell'oceano. Galleggiava senza meta ed era anch'essa un semplice
schermo contro le tenebre, molto più debole del
Patrono di Harry. Il limbo era una distorsione spazio-temporale in
quel posto che non era dei vivi e non apparteneva ai morti. Tom
condusse Harry e Lily sino a quella debole parete rilucente e piena
di piccole crepe, segno che le tenebre ormai erano riuscite ad
incalanarsi anche lì.
Al di là di quella Harry percepì
la presenza del padrino. Debole, come un uccellino morente che sbatte
piano le ali nel vano tentativo di spiccare il volo.
L'uomo giaceva
nel mezzo di quel limbo, ed era attorniato da fanciulle evanescenti
candide come la neve. Harry inspirò bruscamente. Quello era
sicuramente il suo amato Sirius, ma allo stesso tempo non lo era. Non
era il Sirius grande, segnato dalle cicatrici e dai marchi di
Azkaban, no. Era un Sirius più giovane, molto più giovane.
Praticamente un ragazzino, Harry non gli avrebbe dato più di tredici
anni. Eppure quegli occhi grigi che lo scrutavano dubbiosi ma
brillanti, quelle lunghe ciglia, quelle sopracciglia arquate e quegli
zigomi definiti... quei lineamenti da nobile ben si accostavano alla
solita espressione malandrina da rinnegato, incorniciata tra fluenti
capelli scuri. Sirius era là, e doveva averlo riconosciuto perché
all'improvviso sembrò risvegliarsi da quell'apparente stato di
trance e gli sorrise, un sorriso tutto denti, enorme, e balzò in
piedi e cominciò a battere le mani contro la parete che sembrava non
volerlo mollare. Tom assistette a quello spettacolo con una smorfia
disgustata, tesa a nascondere quello che provava davvero. Harry gli
trasmetteva senza saperlo tutta la sua gioia e la
sua sorpresa, riempiendolo di uno strano calore.
-E' ora che tu faccia ciò per cui
sei venuto- gli disse; Harry lo guardò preoccupato... Ma ogni sorta di
timore scomparve con la comprensione:- Ti ha mandato Lei da me-
-Si. Lei vuole ciò che solo tu puoi
darle- disse Tom, con voce calda e vibrante che si espanse come
un'eco nella sua mente. Era come se il legame tra loro non si fosse
mai spezzato. Harry annuì. Era arrivato il momento.
...................
La stanza del Velo era nel completo
silenzio. Neville Ron e Hermione erano insieme a Blaise e Theo, non
più coperti dalle maschere. Erano scesi appena in tempo per
evitare che fermassero Harry. O peggio, che lo uccidessero. Gli altri
ai piani superiori avevano confuso gli Auror con travestimenti da
clown, il che era tutto dire... ora aspettavano tutti vicini
all'arcata, con Remus che era incatenato ad un Auror e ad altri
cinque Indicibili, all'apparenza molto seccati. Altri tre Auror
sorvegliavano l'entrata. I falsi Harry Potter erano scomparsi come
oro dei Lepricani e così i fuochi d'artificio...l'intervento di
Kingsley all'ultimo momento era stato da prima pagina. Ora però tutti
attendevano , col cuore in gola. Nessuno si era accorto di un piccolo
falco bianco dagli occhi argentati, che stava appollaiato proprio
sopra l'arcata del Velo. Era passata un'ora da quando Harry aveva
varcato l'entrata proibita... ad un tratto, proprio quando qualcuno
stava per perdere le speranze, un forte vento scosse il ''lenzuolo'',
che si scostò per far passare una figura perlacea. Questa scese i
pochi gradini che lo separavano dagli altri.La accompagnavano una
donna, figura luminosa dalla quale scaturiva
una grande energia, ed un ragazzino dai lunghi capelli neri e da
occhi magnetici dello stesso colore.
-Har... Harry ... è lui! Ron, Nev,
è lui!!!-
-Harry... HARRY CAZZO CI HAI FATTO
PRENDERE UN INFARTO!- gridò Ron, liberandosi di tutta l'ansia che aveva provato. Neville non disse nulla, piangeva
già come un bambino.
Harry si scisse dal Patrono. Ramoso, galoppò verso Remus e scomparve dopo aver
incornato l'Auror che lo teneva legato. Anche Lily scomparve,
tornando ad occupare il suo posto nel cuore del figlio;
Harry e Sirius raggiunsero Remus, sostenendosi a vicenda, incespicando nei gradini per la fretta e la stanchezza.
Il ragazzo più grande
disintegrò
le catene con una sola, truce, occhiata. Il potere che stava
rilasciando fece
capire agli Auror che contro di lui non avrebbero avuto speranze, e
quelli si allontanarono di qualche passo, perdendo in un attimo tutta
la loro baldanza. Un urlo di vittoria scoppiò nella sala,
coinvolgendo tutti i ragazzi che si erano precipitati al Ministero quel
giorno, per aiutare Harry.
Sirius
Remus e Harry si guardarono a lungo, increduli di essere lì, di
nuovo
insieme. Sirius si reggeva a malapena sulle gambe magre, e ad un
certo punto Harry decise di prenderlo in braccio. Scoppiarono a
ridere tutti, e si abbracciarono entusiasti. Harry sorrideva tra le
lacrime. Piangeva anche il falchetto che lo osservava dall'alto,
sbattendo
fremente le piume...
In breve, una calca di persone,
conosciute e non li circondò e c'era chi li osannava, chi li
salutava ridendo, chi li malediceva e chi sbraitava per la confusione
. Harry si limitò a concentrare di nuovo l'energia, stringendo a sè
Sirius, ancora piuttosto sconvolto anche se felice.
Preparandosi ad essere investito da
una valanga di capelli ricci Harry si smaterializzò di nuovo
davanti ai cancelli di Hogwarts e i suoi amici lo seguirono subito
dopo. Il falchetto, che aveva nome Draco Lucius Malfoy,
scomparve con loro, lasciando il Ministero con un misero pugno di
mosche. Ci sarebbe stato un momento per affrontare gli Auror e le
autorità, ma non era quello. L'unica cosa che ricordò
Harry prima
di sprofondare nel sonno, lungo disteso sulle grosse radici di un
albero, furono due occhi di mercurio e due labbra dolci
che si posavano sulle
sue in un bentornato a casa da fiaba.
*(subire umiliazioni)
*utilizzando una delle frasi clichè preferite da quei
ragazzi che per timore di un confronto sanguinoso che sicuramente li
vedrebbe perdenti se la battono educatamente in ritirata, (detto
proprio così, tutto d'un fiato!)
|
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Capitolo 7 *** Ancora una conquista ***
FAN 1 CAP 7
Capitolo settimo:
Ancora una conquista
Aveva dormito due giorni
interi prima di risvegliarsi e, proprio come aveva previsto, una
valanga di riccioli castani lo investì, e prima ancora di poter
inforcare gli occhiali si ritrovò quasi stritolato tra le braccia di
Hermione. Harry sorrise nel vedere intorno al suo letto i suoi amici,
che evidentemente avevano atteso il suo risveglio accampati come
profughi con tanto di plaid e cuscini sparsi. Il loro allegro
chiacchericcio lo riportò in breve tempo alla realtà di Hogwarts e
si accorse che in quella stanza, che non era l'Infermeria, si erano
radunati anche molti Serpeverde, e la cosa lo sorprese non poco. E
tutto l'Esercito di Silente per di più. Mentre si lasciava
abbracciare e baciare e rimproverare, ancora mezzo intontito, da
tutti loro, il suo sguardo corse a una persona appoggiata allo
stipite della porta dalla quale continuava ad affluire una marea di
gente. Draco non aveva mai smesso di vegliarlo e questo non era
testimoniato solo dalle profonde occhiaie del biondo ma anche dalle
affermazioni maliziose che ogni tanto gli venivano indirizzate dai
presenti. Finchè la fatidica domanda, posta da Luna, che lo guardava
con la stessa aria persa tra nuvole e vischi infestati da Nargilli
di sempre: - E così tu e Draco state insieme? - , fece ammutolire
quel piccolo pubblico di pettegoli. Negli occhi di Draco Harry vide
brillare qualcosa per un attimo, ma poi la solita maschera di
indifferenza e impassibilità prese il suo posto. Harry invece non si
premurò di nascondere le proprie emozioni e con un sorriso a lui
indirizzato rispose: -Si, stiamo insieme-
Draco scrollò le spalle per
non far percepire nè il suo imbarazzo nè la sua felicità, ma gli
rivolse uno sguardo complice e un ghigno malizioso che sapeva dire :
"lo sai, ti voglio bene, ma non ti dirò t'amo."
Rivedere Sirius Black in
versione ridotta per Severus Piton fu un colpo dritto al petto. Se
gli avessero detto "guarda, domani è Natale, festeggeremo tutti
insieme!", gli avrebbero fatto un 'regalo' migliore. Ora
il cuccioletto pulcioso lo osservava con una strana aria meditativa
degna di un guru indiano che mal si sposava con il suo aspetto da
principino. L'esperienza nel limbo a quanto pareva l'aveva cambiato
non solo nel fisico ma anche nella mente. L'uomo perennemente vestito
di nero lo guardò a sua volta con espressione ostica e si avvicinò
al banco da dove il moccioso Black aveva deciso di rovinargli la
giornata. Semplicemente stando seduto lì. A gambe incrociate. Sopra
il banco e non sulla sedia. Gli studenti che stavano entrando, ( fra
due minuti sarebbe scoccata l'ennesima ora di Pozioni Avanzate), non
si stupirono di trovare quel banco occupato. Black era seduto lì
immobile come una statua, dalla prima ora di quella lunga mattina, e
le voci erano evidentemente circolate.
-
Per quanto ancora hai
intenzione di infastidirmi con la tua spregevole presenza Black?
Magari potrai intenerire gli altri con la tua lacrimevole storia, ma
a me non può importare di meno-
-
Anche tu mi sei mancato
Snivellus-
-
...-
Sirius gli sorrideva
impertinente e sembrava sollevato per qualcosa ...
-
Sai, normalmente mi
avresti cacciato dalla tua aula a calci in culo, perciò mi stavo
preoccupando. Ma sono contento di sapere che almeno una persona mi
tratterà normalmente... come se non me ne fossi mai andato- gli
disse, e davvero sembrava ... - sono felice di averti rivisto Piton!
Ci vediamo presto!-
Chi avesse conosciuto bene
Severus Piton avrebbe giurato di scorgere un sorriso prendere vita,
tremolando non invitato, sulla piega asciutta delle sue sottili
labbra, mentre guardava il giovane Sirius sgusciare in
fretta via dal suo angusto sotterraneo. Prima che la porta si
richiudesse dietro quella emanciata figura il Preside Piton ebbe la
forza di rispondere a tono: - Non così presto cagnaccio!- , ma si
sa, spesso ciò che si dice è il contrario di ciò che si pensa.
Alla fine era successo ciò
che Vincent temeva più di tutto il resto. Ma doveva ammetterlo non
era così male come si era aspettato. Di certo il suo essere
Serpeverde contribuiva a farlo sentire meglio del suo compagno di
sventura preferito, Neville Paciock.
Erano guarda caso nella
stanza delle Necessità, ormai diventato luogo di ritrovo comune per
Serpi e Grifoni, per festeggiare la riuscita della 'missione', e
incredibilmente si stavano tutti divertendo. Harry si era ripreso da
poco, ma dopo avergli fatto una lavata di capo, degna di essere
impressa con inchiostro indelebile nelle pagine dei nuovi testi di
Storia della Magia di Hogwarts, ed avergli tolto almeno cento punti
Piton e la McGrannit gli avevano dato il permesso di partecipare, con
il grande scontento di Madama Chpis, che se fosse stato per lei ci
sarebbe rimasto un mese intero in Infermeria; quando entrò,
accompagnato da Sirius (che non lo lasciava quasi mai) e Remus,
accorsero tutti. Solo due erano rimasti immobili e non osavano
raggiungere gli altri terrorizzati dall'idea di essere visti . Non
dovettero però attendere molto perchè lo sguardo dei loro compagni
e amici cadesse sulle loro figure... si erano ritrovati incollati da
un legame invisibile, Neville quasi in braccio a Vince, su quella
poltrona, senza
quella coperta,
completamente... nudi, come mamma loro li aveva fatti.
-
E
dopo questo... - disse Ron, con una smorfia schifata, dopo un
imbarazzante, lungo silenzio, - ... temo che mi si bloccherà la
crescita-
Hermione
aveva la mascella a terra, come Pansy e Greg del resto, ed era rossa
forse più dei due in questione, ma fortunatamente il suo ragazzo le
aveva coperto gli occhi subito con la sua mano.
Draco
guardò Harry ghignando perfido , - non credo che troveranno di che
coprirsi così presto-
-
sei
proprio un bastardo tesoro -
-
oh,
lo so caro, ne vado fiero. E' il risultato di sette lunghi anni di
allenamento sulla tua persona-
-
mm,
la mia
idea di allenamento sulla tua
di persona è parecchio diversa sai?-
-
Ok-
disse Sirius, che interruppe quello scambio di battute mettendosi in
mezzo ai due 'piccioncini', - ora basta. Dopo questo credo che andrò
a vomitare-
Harry
sghignazzò , - ah ah Sir, eppure mi pareva che tu avessi sviluppato
un certo interesse per il nostro caro Preside, o mi sbaglio?-
Sirius
gli fece una linguaccia ma preferì evitare gli occhi smeraldo, che
sembravano scrutargli l'anima. Tornarono a guardare i due ragazzi che
cercavano di coprirsi in tutti i modi e di staccarsi l'uno
dall'altro, ma non appena evocavano una coperta o dei mantelli questi
sparivano o si incendiavano, e più cercavano di allontanarsi più si
ritrovavano appiccicati.
-
Così
... è questa la tua umiliazione più grande. Ritrovarti insieme a
me c- così-
-
Nudi,
Paciock ... e non siamo insieme. Mi stai appiccicato come una
cozza. La cosa a cui ho pensato quella mattina quando ci siamo
ritrovati in questo modo... beh ero sollevato che almeno
nessun'altro poteva vederci. A quanto pare la tua Pena ti si è
ritorta contro-
-
A
quanto pare- ripetè Neville con un sospiro. Smise di divincolarsi e
chiuse gli occhi. Era la cosa più imbarazzante che gli fosse mai
successa. Sentiva le lacrime iniziare a premere per uscire ma
sarebbe morto piuttosto che piangere davanti a lui. Davanti a tutti
loro. Ad un tratto si sentì circondare da due forti braccia e si
ritrovò la faccia premuta sul suo
petto.
-
Così
non ti vede nessuno- lo sentì sussurrargli all'orecchio e una
vibrazione calda partì da lì per attraversargli tutto il corpo.
Un
innaturale silenzio riempì improvvisamente la Stanza e fu allora che
Vincent si accorse che gli altri li avevano lasciati soli. Doveva
essersene accorto anche Neville perchè sollevò il capo e lo guardò.
Per Tiger fu un colpo di fulmine. Lo vide lì davanti a lui,
abbarbicato a lui, guardarlo con occhi da cucciolo, le gote
rossissime, le labbra piene che mormoravano un flebile ma sentito
ringraziamento. Vince ascoltò semplicemente il suo cuore, mentre si
chinava un poco, quel tanto che bastava, e tenendolo stretto lo baciò.
Gli
Auror irruppero a notte fonda sperando di prelevare Black senza
creare il panico nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Sirius in quel mentre stava vagando per i bui corridoi del castello,
non avendo voglia di dormire. In realtà aveva una paura folle di
star ancora vivendo un lunghissimo sogno e che se si fosse
addormentato al suo risveglio si sarebbe ritrovato di nuovo nel
limbo. Non aveva detto nulla a Harry o a Rem di questo, perchè non
voleva che pensassero a lui come a un vero ragazzino da tenere sotto
una campana di vetro. Però la paura restava e così lui si ritrovava
a camminare, camminare, camminare fino a che la stanchezza non lo
coglieva, troppo forte per essere ignorata. Ad un certo punto sentì
dei passi farsi sempre più vicini. Qualcuno correva nella sua stessa
direzione. Si girò appena in tempo per schivare il fascio rosso di
un incantesimo. L'essere tornato giovane, pensò in quel momento,
mentre dalle ombre emergevano le fluttuanti divise degli Auror, aveva
giovato parecchio ai suoi riflessi e alla sua forza fisica.
Nonostante questo, affrontare sei Auror da solo e senza bacchetta (la
sua era andata distrutta nel limbo) sarebbe stato un suicidio, e lui
ci teneva alla sua pellaccia. Così fece l'unica cosa possibile:
scappò a gambe levate, urlando a più non posso e sperando che
qualcuno abituato a fare le ore piccole come lui lo trovasse in tempo
per salvarlo da quell'impiccio. Sapeva cosa sarebbe successo
altrimenti, il Bacio dei Dissennatori lo attendeva ormai da quasi sei
anni. Mentre correva, riuscendo per un soffio a schivare gli
incantesimi che lo raggiungevano da ogni parte, inciampò e cadde a
terra, a faccia in giù. Credeva di essere spacciato, ma prima di
finire schiantato voleva almeno vedere in faccia quei bastardi...
fece per rialzarsi ma... - Sebbene vedere Black nella polvere
sia uno dei miei sogni ricorrenti non vorrei che pensaste di avere il
via libera per fare della mia scuola il vostro porcile... ops, volevo
dire campo d'addestramento-, Sirius riconobbe immediatamente
la voce arcigna di Severus e non seppe se sentirsi sollevato o ancor
più nella cacca. Vide, nella posizione in cui era, le scarpe nere e
lucide del vecchio Mocciosus,e da lì sollevò appena la testa per
poterne osservare il volto. Quasi gli mancò un battito quando si
accorse della maschera di pura rabbia che trasfigurava i lineamenti
di quel volto magro dal naso adunco. E non era il solo. Da dietro il
mantello nero e svolazzante di Piton comparvero come richiamati dal
nulla Harry e Remus.
Harry
era ancor più spaventoso di Piton e questa la diceva lunga sulla
quantità di potere che stavano emanando...
-
Vi
conviene lasciare Hogwarts entro i prossimi cinque secondi... o di
voi non rimarrà che polvere, parola mia- ringhiò Harry,
affiancando il suo professore. Remus invece, l'unico ad avere ancora
una parvenza di calma (l'essere padre fa diventare responsabili?),si
chinò su di lui e gli fece un piccolo sorriso di incoraggiamento,
tendendogli la mano, che Sirius afferrò all'istante.
Dawlish,
uno degli Auror, vecchia conoscenza di Harry, piegò le labbra in una
smorfia di stizza, sapendo che quelli non si sarebbero fatti troppi
problemi ad attaccarlo solo perchè era un rappresentante del
Ministero e aveva un mandato. -Il prossimo Ministro provvederà
personalmente alla tua condanna Black – disse, ma aspettò troppo a
Smaterializzarsi perchè un onda di pura magia lo investì mandandolo
a sbattere contro il muro...
-
Dì
al prossimo Ministro che se si azzarda a toccare anche un solo
capello di Sirius Orion Black sarà lui stesso a ricevere la sua
condanna, e vedrò di eseguirla personalmente. -
-
E'
ostacolo al...-
-
Non
me ne può fregare di meno. Ho rischiato la vita e sono morto, si
Dawlish, non guardarmi così, sono morto per voi. Ed è
così che mi ripagate? Togliendomi mio padre?-
-
Ma
Potter...-
-
Andatevene
immediatamente da questa scuola, è un ordine- disse Piton avanzando
di qualche passo minaccioso
A questo
punto gli Auror non se lo fecero ripetere due volte e si
smaterializzarono con un'espressione sconfitta indegna della carica
che rappresentavano. Kingsley, riflettè Harry, avrebbe avuto
parecchio lavoro da fare.
Sirius
guardò emozionato Harry e sillabò ripetendo quello che aveva detto
il ragazzo, "mio padre". Così l'aveva definito. Harry gli
sorrise, mentre a fatica, perchè la rabbia era ancora tanta, la sua
aura si restringeva per tornare alla normalità. - Visto che qua
abbiamo finito che ne dite di tornare a dormire?- propose, mimando un
grosso sbadiglio, anche se in realtà l'unica cosa che voleva era
tornare da un certo biondino. Alla fine avevano avuto modo di
collaudare la sua stanza privata negli spogliatoi di Quidditch.
-
Non
prima di aver tolto altri dieci punti a Grifondoro per il disturbo
Potter... ah, e Black, tu rimarrai sotto la mia tutela finchè non
si sarà chiarita tutta questa faccenda! Non ho intenzione di
venirti a scovare un'altra volta in piena notte in giro per i
sotterranei!-
-
S-sotterranei!?
Ma come cavolo ci sono finito...-
-
Chissà
Felpato magari il tuo fiuto canino aveva annusato qualcosa di
interessante...-disse Remus, facendo scoppiare a ridere il
figlioccio
-
Ma
che cavolo ti viene in mente Lunastorta! Dico io, più l'età
avanza, più il periodo di Luna piena ti dà alla testa!!!-
-
Preferisco
far finta di non aver sentito- disse Piton prendendo in mano la
situazione, o meglio, l'orecchio del povero Felpato.
-
Hai!
No Sniv, cazzo che male!- gridava Sirius, mentre il Preside lo
trascinava fino ai suoi appartamenti (non pensate male).
Harry salutò Remus,che con la polvere volante ritornò a casa Tonks
dove lo aspettavano Teddy e Andromeda. Il ragazzo moro sorridendo
felice corse a rotta di collo lungo lo stesso tragitto percorso da
Piton, salvo svoltare ad un tratto, diretto ai dormitori Serpeverde.
Non si curò di essere visto da qualcuno, perchè con sè aveva il
Mantello dell'Invisibilità. Entrò senza problemi grazie al
serpentese e scivolò silenzioso nella camera del Caposcuola.
Epilogo,
nove anni dopo
Harry
scese i gradini a quattro alla volta e corse ad aprire la porta di
casa con un enorme sorriso stampato sulle labbra, non appena sentì
l'allegro trillo del campanello.
-
Bentornati!
Com'è andata la passeggiata?!!-
-
Una
meraviglia- risposero due voci in sincrono, l'una meno convinta
dell'altra. Draco Lucius Malfoy quel pomeriggio aveva apertamente
dichiarato guerra al pupillo di Harry portandolo al parco vicino,
che era sepolto sotto centimetri e centimetri di neve. Quelle
vacanze di Natale si stavano rivelando una rogna, pensò il biondo,
trascinando dentro casa il piccolo rompiscatole dalla frangetta blu.
Erano zuppi dalla testa ai piedi, con due broci adorabili e stavano
gocciolando dappertutto, ma Harry non se ne curava, continuando a
ripetere quanto fossero belli i capelli del suo tesoro tutti bagnati
e lasciati liberi dal gel, o quanto fosse carina la sfumatura
platinata in quelli di Teddy; Teddy per l'appunto. Era venuto a
trovare suo 'zio' e 'quell'altro' utilizzando di nascosto dal padre
la polvere volante e comparendo la sera del ventidue Dicembre nel
camino di casa Malfoy – Potter, autoinvitandosi per il resto delle
vacanze. Remus era entrato allo stesso modo qualche minuto dopo,
rimproverando il figlio a gran voce, ma poi si era lasciato
convincere da Harry che sarebbe stato bello passare le vacanze tutti
insieme. Draco era impallidito visibilmente, capendo subito che le
parole del fidanzato andavano intese alla lettera. Infatti nei
giorni seguenti fu costretto a ricevere la visita continua di una
masnada di ex Grifondoro, tra cui la famiglia Wesley al
completo, e ciò aveva
significato anche la coppietta Wesley – Granger e
la loro mostricciattola, Rose.
-
Harry non ce la faccio più, davvero... speravo che almeno per
queste vacanze ...-
-
Lo so Draco, ma vedi, col fatto che siamo sempre impegnati col
lavoro sono poche le occasioni per vedere tutti i nostri amici...
sai che stasera verranno anche Blaise con Daphne e Theo con
Astoria... e Vince con Neville.-
-
Oh mio dio, pure i due novelli sposi mi toccherà sorbire- fece
Draco con una finta aria drammatica, che per la verità gli veniva
abbastanza naturale.
-
Dai, ti prometto che stanotte sarò tutto tuo, amore-
-
Parola di Grifondoro?-
-
Parola del Capocasa di Grifondoro, caro il mio Draco, e tu
prometti?-
-
Cosa?-
-
Che porterai pazienza e festeggierai con tutti noi la Vigilia di
Natale senza mettere il muso?-
-
Mmm... mi costerà ma... ok, prometto -
-
Sul tuo onore di Serpeverde?-
-
Parola del Capocasa di Serpeverde, Harry. Suggelliamo questa
promessa con un bacio-
-
Bleah, che schifo zii!- esclamò Teddy, che aveva spiato la scena da
dietro la porta del bagno, dove in teoria avrebbe già dovuto farsi
un bagno caldo e cambiarsi i vestiti fradici;
-
Sentito, ti ha chiamato zio!- esclamò invece Harry, dandogli il suo
meritato bacio. Quando si staccarono a Draco brillavano gli occhi
... - è solo un anticipo – gli aveva sussurrato Harry, prima di
andare ad aprire la porta, perchè avevano nuovamente suonato.
Teddy guardò Draco per un lungo momento prima di uscire
perfettamente ripulito, e avvicinarsi al biondo un pò titubante.
Draco si accorse che voleva dirgli qualcosa, e si chinò alla sua
altezza;
-
Facciamo contento lo zio Harry ? Facciamo pace?-
-
Pace? Bisognerebbe aver vinto la guerra perchè uno dei due dichiari
la pace... visto che ti ho stracciato a palle di neve credo che si
possa fare, Ted Remus-
-
Oh, a me sembrava di averti sconfitto prima, ma come vuoi tu, Zio
Draco. -
I due ghignarono e i capelli di Ted divennero di un biondo
estremamente simile a quello dell'uomo che gli stava davanti.
Sentirono Harry confabulare con Sirius e Andromeda al piano di sotto.
Fra poco sarebbero arrivati anche Lucius e Narcissa, e poi tutti gli
altri. Draco dovette ricredersi, alla fine. Quello fu un Natale
bellissimo. Fu ancor più bello svegliarsi insieme ad Harry il giorno
dopo e sapere che ce ne sarebbero stati molti altri da passare con
lui.
FINE
Note:
così siamo giunti alla fine =) Spero che questo mio esperimento sia
ben riuscito e spero che la conclusione vi sia piaciuta. Presto
pubblicherò altre fic, ma questa mi è particolarmeNte cara, perchè
grazie ad essa ho potuto avvicinarmi a voi che leggete e commentate.
Le vostre recensioni mi hanno dato una grandissima carica e senza di
esse non avrei finito così presto. Dei ringraziamenti speciali per
ciò a princess
oscure,
che mi ha sopportato dal primo all'ultimo capitolo, e a Psyltdemg
per il suo sostegno. Un grazie di cuore anche a Karin85 e a Lumamo64
per i loro commenti, e a tutti coloro
che hanno messo la mia storia tra i preferiti:
1
- angelicascerra
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- berta 101
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E
a chi a messo la storia tra le seguite. =)
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