Ancora una conquista

di Kira90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sul Treno per Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Duello Doppio ***
Capitolo 3: *** Le stelle sanno anche piangere ***
Capitolo 4: *** Smarrimento e Consolazione ***
Capitolo 5: *** Il Piano è Svelato ***
Capitolo 6: *** La Missione ***
Capitolo 7: *** Ancora una conquista ***



Capitolo 1
*** Sul Treno per Hogwarts ***


FAN 1 CAP 1


Ancora una Conquista

I

SUL TRENO PER HOGWARTS



1 Settembre


Harry, Ron, Hermione e Neville stavano discutendo animatamente, seduti, (o stravaccati, nel caso di Ron ), in un vagone del treno che per quell'ultimo anno integrativo li avrebbe portati di nuovo a Hogwarts.  Erano partiti da King Cross solo un'ora prima e già si respirava aria di guai... ma questa volta non era Harry nell'occhio del ciclone. Neville stringeva fra le mani i cocci di un antico vaso, aveva i lucciconi agli occhi e tremava come una foglia... fin qui nulla di strano* (1)
Non fosse per l'espressione di rabbia feroce ed il modo nervoso con cui si mordeva le labbra.
Harry l'aveva incontrato quasi per caso mentre vagava alla ricerca di un posto libero, quando ormai il danno era stato fatto. Aveva colto l'occhiata di scherno e disgusto di Malfoy che si allontanava rapido dal luogo del misfatto, lasciando dietro di sé una lunga scia di pezzetti di ceramica, e filamenti e protuberanze verde-oro di quella che doveva essere una pianta rara. Harry non aveva impiegato molto a fare due più due. Aveva preso Neville per un polso, dato che il ragazzo aveva le mani occupate,e lo aveva trascinato via, ben sapendo che un “reparo” in quel frangete sarebbe stato inutile.
Neville gli aveva raccontato ogni cosa fra le lacrime: di come quel vaso antico fosse un cimelio della sua famiglia e un ricordo dei suoi genitori, della splendida Agremilda del Deserto che aveva ricevuto per regalo di compleanno quell'estate, e del fatto che Malfoy avesse lasciato campo libero a Tiger quando quest'ultimo l'aveva colpito con un Pietrificus alle spalle e con un altro incantesimo aveva fatto levitare il vaso davanti ai suoi occhi per poi lasciarlo cadere e infrangersi. Neville aveva pianto molto al ricordo degli strilli acuti che erano fuoriusciti dall'Agremilda che si contorceva sul pavimento fra piccole fiamme nere, un residuo degli insegnamenti oscuri di cui ancora il ragazzo serpeverde approfittava nei momenti di tedio*(2). Malfoy aveva detto “Ben fatto Tiger”, e se ne stava andando con Goyle alle calcagna, mentre ancora il loro amico gorilla si divertiva a pestare i cocci rimasti...
Neville aveva fatto un profondo sospiro : - A quel punto Harry, che altro potevo fare?-
Harry aveva annuito, pensando a tutte le volte che Neville era tornato in lacrime nella torre dei Grifondoro;
-Ho sfidato Malfoy a duello-
A Harry era andato di traverso il succo di zucca e aveva sentito le cioccorane nello stomaco prendere improvvisamente vita... -Tu cosa?!?-
-Hai sentito … Uff, Harry , non guardarmi così!-
-E cosa dovrei fare scusa! C'era bisogno di arrivare a tanto!?Lo sai che Malfoy non sarà leale, non aspetterà che tu sia pronto... TI FARA' A PEZZI!- *(3)
-… Grazie per la fiducia, eh!– aveva sussurrato Neville, nonostante nemmeno lui fosse troppo sicuro. La determinazione però non gli mancava. Doveva farla pagare a quel verme …
-Comunque lui non ha accettato-
-Ah! Potevi dirmelo prima ! - Harry aveva sospirato di sollievo...
-Ma ha detto che se ci tenevo, lui avrebbe fatto da secondo a Tiger.-
Harry aveva strabuzzato gli occhi. Non era da Malfoy fare la parte della spalla. Cosa aveva in mente il Serpeverde?

Ora erano tutti e quattro riuniti e sul punto di prendere una decisione. Hermione stava sfogliando rapida le pagine ingiallite di “Duelli di Mezzanotte: guida ai migliori duelli della storia del XX secolo”, mentre accarezzava distratta Grattastinchi, accoccolato sulle sue gambe; Ron la guardava di sottecchi, masticando svogliatamente il panino che sua madre gli aveva preparato per il viaggio; Neville e Harry parlavano ancora di Malfoy … ma per motivi diversi.
Harry in particolare considerava Malfoy il suo avversario, nemico e detestato compagno di scuola. Durante l'ultima Estate gli era capitato spesso di pensare a lui.
Era arrivato addirittura a sognarlo,una volta, ma non ricordava più che sogno aveva fatto... gli era rimasta impressa solo la sua figura sottile, avvolta da un mantello blu.
Proprio non riusciva a spiegarsi cosa significasse …
Un distinto colpo di tosse lo distrasse dai suoi pensieri; Hermione li richiamava all'attenzione, il dito puntato su una pagina del libro che aveva aperto davanti a loro.
-Mione, così sembri la Umbridge!- esclamò Ron, beccandosi un pugno sulla testa.
Neville si ingobbì e chinò la testa sulla pagina. Harry lesse attentamente e poi disse: – Per me si può fare -
Furono tutti d'accordo col piano escogitato dalla ragazza.




Draco lo aveva sognato di nuovo. Profondamente irritato per la debolezza d'animo che negli ultimi tempi sembrava averlo preso, e sorpreso per i nuovi sviluppi emersi nelle ultime ore, aveva deciso di andare fino in fondo a quella faccenda. Doveva dimostrare a se stesso che le rare,sconvolgenti immagini notturne erano prive di significato. Doveva anche riconquistare la fiducia di Tiger, cosa alla quale stava già lavorando. Di certo permettere a Tiger di essere il primo duellante era un passo avanti. Da ultimo doveva far abbassare la testa a quel cagasotto di Paciok, che ultimamente recitava la parte del grande guerriero sfidando i figli degli ex-Mangiamorte. Certo, ora che era al sicuro, di nuovo dietro le fottute spalle del Salvatore del Mondo Magico e Non, Paciock credeva che gli fosse concesso di fare lo spaccone, e magari di brillare di un pò di luce riflessa.
Sospirò. C'erano tante cose che doveva fare in quanto Malfoy.
Portò alle labbra la tazza di tè bollente e osservò per un momento il tavolo dei Grifondoro. Casinisti,ritardatari, maleducati, pezzenti ... in mezzo alla macchia rossooro spuntava un ragazzo dal fisico asciutto e ben sviluppato*(4), spettinati capelli corvini e occhi di un intenso, profondo, verde smeraldo. Una sottile cicatrice a forma di saetta solcava la fronte sul lato destro. Harry Potter, il maledetto Bambino- (purtroppo) Sopravvissuto, sua nemesi da bene sette anni, nonchè il suo nuovo incubo ricorrente; quegli occhi incredibili incrociarono i suoi e lì si fermarono, squadrandolo come fosse un pezzo di cielo. Solo che quella non era una partita di Quiddidtch e non c'era nessun boccino da cercare. Draco arrossì involontariamente, mentre quello sguardo attento gli riportava alla mente il sogno inopportuno di quella notte, e cercò di nasconderlo dietro la tazza da tè.
Harry sorrise e distolse lo sguardo. Stava scrivendo su un pezzo di carta molto sgualcito e casualmente si tagliò il pollice su quell'angolo... una singola goccia di sangue bagnò quel pezzettino rosso. Il Serpeverde notò come aveva piegato in due e poi in quattro il foglietto, che prese la forma di un piccolo drago... tutto questo Potter l'aveva fatto con la chiara consapevolezza di essere osservato; Draco capì immediatamente.
Quando la maggior parte degli studenti si alzò rumorosamente dai tavoli della Sala Grande, Draco seguì l'afflusso di persone e si avvicinò discretamente nel punto dove Potter, solo per quel giorno, aveva deciso di sedersi, stranamente non stipato tra Wesley e la Grenger. Guardò di sbieco la ragazza e con orrore si rese conto di non pensare più a lei come a una ''sporca Mezzosangue''. Al contrario, il rispetto verso quei due ragazzi che per tanto tempo aveva sinceramente detestato aveva messo le sue radici in profondità dopo averli visti alle prese con una Guerra più grande di loro. In effetti, di tutti loro. Harry Potter... beh, non avrebbe potuto considerarlo un avversario degno se non avesse provato un minimo di ammirazione nei suoi confronti … no? Preso da questi improvvisi pensieri, si ritrovò nell'ingorgo che puntuale si formava all'avvicinarsi della prima ora di lezione. Superò due primini tassorosso che nel panico più totale cercavano di avanzare verso la porta e contemporaneamente guardavano orripilati il loro calendario... che casualmente gli capitò sotto occhio: Due ore di Pozioni con Serpeverde... Piton li avrebbe distrutti. Un ghigno allegro si fece spazio tra le sue labbra sottili, ma sfumò immediatamente quando finalmente ebbe raggiunto l'estremità del Tavolo Grifondoro: quel giorno Piton avrebbe fatto lezione anche a loro dell'anno integrativo*(5), dopo due ore di Trasfigurazione con quella megera della Mc.Grannit. Non ci sarebbero state altre occasioni per scoprire cosa voleva da lui Potter... e per questa ragione, solo per questa, era così curioso.
-Potter- mormorò, mentre lo affiancava quasi casualmente agli occhi degli altri;
-Malfoy- rispose il ragazzo, tendendo il foglietto. Con un incantesimo a fior di labbra il piccolo drago di carta sbattè le ali inchiostrate e si sollevò un poco per poi andare a posarsi sulla sua mano già aperta.

Come se niente fosse Draco richiuse la mano a pugno e si infilò il draghetto in tasca. Si avviarono entrambi verso l'aula di Trasfigurazione, volarono i soliti insulti,giusto per non perdere le buone abitudini, ma ad un certo punto Draco svoltò un angolo e si allontanò di corsa, roso dalla necessità estrema di sapere subito. Meno male che suo padre gli aveva insegnato cos'era l'autocontrollo ... mah!*(6) Arrivò ansante al settimo piano e davanti al ritratto di Barnaba pensò intensamente ad una certa aula... la Stanza delle Necessità gli aprì le sue porte*(7). Si chiuse dentro quello che sembrava un normalissimo sgabbuzzino*(8) e tirò fuori il draghetto.
La bestiola apri le fauci e parlò con una voce gentile, tremendamente familiare : - Stanotte a mezzanotte, stesso posto. Neville sfida Tiger ad un Duello Doppio. Io sarò il Secondo. Non mancare -, il draghetto socchiuse le fauci in un momento di indecisione, come se Potter fosse stato incerto fino all'ultimo... - … Perchè sei diventato rosso come uno Schiopodo?-
Draco rimase a bocca aperta, iniziando a pentirsi di aver dato retta allo Sfregiato.
La creatura di carta serrò definivamente le mascelle e iniziò a gonfiare il gargarozzo, come un drago vero. Esplose dall'interno e piccole fiammelle azzurre lo ridussero in cenere.


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Capitolo 2
*** Duello Doppio ***


FAN 1 CAP 2





II

DUELLO DOPPIO


2 Settembre




Harry era in anticipo di almeno mezz'ora ma non perchè fosse nervoso o temesse uno scherzetto da serpi. Il duello avrebbe richiesto molte energie, fisiche e mentali, quindi aveva deciso di prepararsi molto prima. Come si era aspettato, Malfoy lo raggiunse pochi minuti dopo. Si appoggiò alla colonna marmorea che delimitava il campo e osservò impassibile il nuovo arredamento della Stanza delle Necessità. Lo stesso posto di sempre. Due comode poltroncine apparvero ai lati del campo, completamente piano e privo di ostacoli;  Harry, completamente rilassato, vi prese posto e fece cenno al biondo di raggiungerlo. 

Draco lo imitò, fidandosi della lealtà grifondoro di cui Potter faceva sfoggio in ogni occasione. Si accorse però di un singolare cambiamento nel suo rivale di sempre : la divisa era aperta sul davanti mostrando i vestiti babbani, una maglietta di colore verde scuro con scollo a V e dei jeans neri a vita bassa, che cadevano a fasciargli strettamente le gambe; Non portava gli occhiali e da quando era entrato non gli aveva rivolto la parola,ma aveva in volto un'espressione serena, senza quel cipiglio rancoroso che gli riservava sempre. Il Serpeverde deglutì un paio di volte, dovendo ammettere almeno a se stesso che Potter così tutto era meno che uno sfigato, altro termine con cui soleva “elogiarlo” costantemente. Inoltre la bacchetta, anche se erano a meno di due metri di distanza, non la teneva stretta in mano, ma giaceva tranquilla e fredda nella sua tasca.
Potter sembrava aver abbassato le sue difese, in un momento in cui sapeva di non poterselo permettere. 

Draco stette lì per un po' indeciso sul da farsi, ma quell'occasione non poteva certo sprecarla, andava contro la sua stessa natura verde-argento... e a proposito d'argento, il vassoio che Potter gli stava offrendo in quel momento non era dello stesso colore?...Assecondando con naturalezza il suo istinto da Serpe, Draco sguainò la bacchetta e gliela puntò contro pronto a lanciargli un incantesimo ... subito pensò al Levicorpus, sarebbe stato divertente vedere Potter a testa in giù come un salame; sul volto fece la sua comparsa il ghigno brevettato Malfoy.

Sussurò: - Potter-; non sapeva perchè ma l'idea di colpirlo alle spalle ultimamente lo rendeva insoddisfatto, e in qualche modo vederne l'espressione colpita, impressionata, quella scintilla di fuoco, sfida e divertimento insieme, niente più rancore, ma solo rispetto negli occhi smeraldo mentre si girava a guardare fisso nei suoi, lo faceva sentire vivo, in pace con se stesso, orgoglioso anche, perchè quello sguardo Potter lo riservava solo a lui. 

Questa volta Harry, al sentirsi chiamare, si voltò, con molta calma, a guardarlo. 

A Malfoy mancò momentaneamente il fiato. Potter gli stava sorridendo, apparentemente soddisfatto di avere una bacchetta puntata contro. E quello era al di là di tutto, un sorriso sincero, che nulla aveva a che fare con ciò che di lì a poco sarebbe avvenuto. Entrambi ne furono subito consapevoli, tanto che Draco si sentiva le guance rosse, e Harry ne sembrava colpito e allo stesso tempo estasiato e compiaciuto. Fatto sta che i secondi passavano, e lui era là a fissarlo con la bacchetta in mano, sollevata a mezz'aria in segno di sfida e con l'idea in testa di star facendo la peggiore figura da ebete della Storia della Magia. All'improvviso dalla bacchetta di Malfoy spuntò un sottile filamento di luce nera che richiamò a sé la bacchetta di Potter, il quale sorrise ancor di più al pensiero di aver fatto centro. Ora le due bacchette levitavano, immerse in quel contatto magico, davanti ai loro nasi. Quello di Malfoy si arricciò pericolosamente. Draco avrebbe voluto lasciare la sua , ma qualcosa negli occhi verdi lo convinse a non farlo. Harry allungò finalmente un braccio e sfiorò con le dita il legno della sua bacchetta, fino a stringerla con determinazione. Uno schiocco e il filo nero si spezzò, tramutandosi in particelle dorate e lattiginose che scoppiarono a contatto con l'aria, come bolle di sapone, lasciando un'atmosfera carica di energia. Draco aveva la sensazione tremenda di essersi appena fatto mettere nel sacco da Potter. E conoscendo Potter come uno che agisce seguendo l'istinto e la passione del momento, immaginò che dietro tutto quello doveva esserci il cervellino della So-Tutto-Io Granger. Il biondo guardò le due bacchette che lentamente si separavano e risalì con lo sguardo fino a scontrarsi di nuovo con quello smeraldo del moro. Che incredibilmente stava ghignando.

-...-
-ti chiederai cos'è successo-
-...-
Draco era incantato a fissare sulle labbra di Potter quel ghigno così … Serpeverde. Ripensò a tutto quello che era avvenuto e improvvisamente, capì. Non era un tiro mancino, quello, anche se per raggiungere lo scopo i Grifondoro si erano rivolti alla Magia Nera. Non era una vendetta. Era solo uno stratagemma per parare il culo a Paciock, e per evitare che Tiger potesse avvalersi del suo aiuto per giocare sporco.
-Potter, ti rendi conto di quello che hai appena fatto?- sibilò, guardandolo di traverso. Ora Tiger non si sarebbe più fidato di lui, e il ragazzo era l'unico che potesse dargli l'informazione che cercava disperatamente di ottenere da due mesi a quella parte ormai. Sbuffò.
-E' solo un duello doppio Malfoy, e tu hai appena firmato il Contratto con me-
-lo so-
-Cosa ti preoccupa allora?- il ghigno era sparito, al suo posto un'espressione corrucciata e il tono della voce gli confermava che Potter poteva essere realmente interessato a lui... questo lo fece arrossire ancora. Oddio,pensò Draco, frase equivoca... come se potesse essere realmente interessato ai miei problemi.
-...-
-non me ne vuoi parlare, ho capito. Uff, va bene , tanto ormai non hai scelta. E non potrai ostacolare Neville. Sia lui che Tiger sono migliorati molto nell'ultimo anno, è giusto che camminino con le loro gambe-
-Draco spalancò gli occhi, sorpreso sempre più. Harry, cioè Potter, aveva fatto un complimento indiretto a Tiger, lo scimmione-guardia del corpo senza sale in zucca?Era davvero convinto che quei due insieme potessero combinare qualcosa di decente!?
-Ehm, Potter? Te lo ricordi Tiger vero? Quello che ha rischiato diciamo, accidentalmente, di farci fuori tutti l'anno scorso? Ex-mangiamorte, Serpeverde, muscoli a volontà...lo farà a pezzi il tuo amico-
-… possibile mai che il tuo egocentrismo raggiunga livelli così alti da non farti vedere le situazioni più ovvie? Io credo che Tiger abbia imparato la lezione … come te del resto. La guerra è finita, e non voglio strascichi inutili dopo tutto quello che abbiamo dovuto passare. E' ora di finirla Draco. Pensare al futuro, perchè farci influenzare da quello che è successo tra i nostri genitori a causa di un pazzo con la fissa per le Maledizioni senza Perdono, altamente complessato, permaloso peggio di un Malfoy...-
-Ehi!-
-… beh, non ci porterà da nessuna parte. -
Draco Malfoy, nel sentirsi chiamare per nome proprio da lui, arrossì di nuovo, come quella mattina involontariamente, pensando a quanto fosse dolce e … così diverso dal solito ...

MALFOY!- , “ecco, appunto”, Weasley era entrato, seguito a pochi passi da Hermione Grenger, e aveva sputato fuori il suo cognome, blasone di potere e ricchezza da secoli, con tale disgusto che per un secondo il biondo pensò che sì, forse il portiere dei Grifondoro stava davvero vomitando. Al pensiero delle viscide lumache del secondo anno il ghigno tornò spontaneo, e i tratti del volto gli si irrigidirono all'istante nella perfetta maschera “Malfoy”. Quando, nel reindossarla, si rese conto di averla realmente abbassata con Potter, una mano volò ad allentare il nodo della cravatta, diventato improvvisamente troppo stretto. Non poteva credere di essersi rilassato, di aver parlato veramente con il suo nemico per eccellenza. Mentre rispondeva a tono alla Donnola si rese conto di due cose; primo: era seduto di fianco a Potter e la cosa non lo disturbava, anzi, in quella posizione gli sembrava di aver quasi sostituito il ruolo di Wesley. Il rosso era davanti a loro, nella classica posa da avversario che adottava sempre lui quando li beccava seduti vicino in treno o in Sala Grande … secondo: Potter non gli aveva ancora tolto gli occhi di dosso, e se avesse continuato così, Draco aveva la sensazione che sarebbe diventato una candela e si sarebbe sciolto.


A salvarlo da quella situazione ci pensarono i due responsabili di quel casino, Vincent Tiger e Neville Paciock, che si guardavano in tralice cercando entrambi di entrare per la porta nello stesso momento: - Attento a quel che fai, sgorbio!-
-Non è colpa mia se sei rimasto tale e quale al primo anno, scimmione!-
A quella risposta tutti i presenti si voltarono a fissare Neville, che era rosso in volto e spingeva via Tiger con tutte le sue forze per poter passare per primo... un atteggiamento infantile che peraltro non gli si confaceva.
-Rimasto come, Grifondoro idiota?-
-Uno con la stazza e la forza di un gorilla ma con il cervello di un'ameba!-
Silenzio. Troppo scioccato per quella risposta Tiger lasciò che il ragazzo lo afferrasse per la cravatta verde-argento e lo trascinasse in avanti, dopo essere finalmente riuscito a entrare approfittando del suo stato comatoso. Neville chiuse la porta con uno scatto che li fece sobbalzare, per la rabbia che traspariva a ondate da quel corpo...


Ora che Draco lo osservava meglio, notando che era senza divisa, 'chissà perchè poi,sarà una nuova moda Grifondoro?', si accorse di alcune cose, ma complessivamente quello che saltava all'occhio era che Paciock non era più lo stesso. era più alto, anche se non raggiungeva ancora né Tiger, né, maledizione a lui che aveva anche quella questione dei centimetri dalla sua, Weasley; non era flaccido o grassoccio, solo le guance avevano mantenuto quell'aspetto paffuto, ma per il resto fisico era asciutto, quasi “magro”. E a giudicare dalla sua espressione sconvolta, anche Vincent doveva averlo appena notato: il brutto anatroccolo forse sarebbe diventato un cigno.*(1)

Al contrario il tirapiedi era sempre lo stesso ragazzone alto, robusto, così muscoloso da sembrare grosso... però Draco si era accorto della strana luce che gli animava lo sguardo in quegli ultimi tempi così freddo e calcolatore; le sue frasi erano rivestite di insulti ma piene di intelligente sarcasmo,il portamento fiero, deciso, non più disposto a farsi sottomettere o in attesa che qualcuno gli dicesse cosa fare, cosa era giusto. Doveva aver imparato sulla sua pelle cosa comportava quell'atteggiamento:aveva seguito per una vita gli ordini di Lucius Malfoy e di suo padre e poi del Signore Oscuro. Risultato: aveva quasi ucciso se stesso e i suoi migliori amici. Vincent aveva giurato che non sarebbe accaduto mai più. Si era svegliato. E lui, Draco, era stato presente quando ciò era accaduto. Dopo i processi, esattamente qualche giorno dopo l'assoluzione, Vincent aveva dato di matto, e gli aveva rovesciato addosso l'intera responsabilità di quello che era successo durante la guerra, perché, aveva detto, era stato il loro principe a indirizzarli nella strada dei potenti, dei vincitori. La strada del Mangiamorte, che in breve si era rivelata per quello che era: un orrenda servitù. La strada sbagliata. Forse Vincent non pensava veramente quello che aveva detto, o forse si. Ma da quel momento Draco si era sentito invadere dai sensi di colpa. Rivoleva il suo vecchio amico a tutti i costi, uno vero, non un tirapiedi. Cazzo, ne aveva bisogno. E se per riaverlo indietro avesse dovuto assecondarlo, beh, questo avrebbe fatto. Sensi di colpa per Vincent, sogni su Potter… si vede che mi sto ammalando. Dev'essere un qualche male grave e incurabile se mi sento così da schifo …


Ignaro di quali e quanti pensieri tormentassero Draco, Vincent decise di lasciar correre l'insolita spavalderia nel tono e nelle parole di Paciock. Dopo aver riaperto la porta per Goyle ed essersi guardato intorno, rivolse un timido quanto rispettoso sguardo ad Harry, che rispose con un sorriso di incoraggiamento a entrambi. Poi si girò verso Paciock, capace di mandargli il sangue alla testa non appena posava gli occhi sulla sua figura non più minuta, e gli indicò la piattaforma con un cenno silenzioso: ora che era stato ulteriormente provocato aveva un motivo più che valido per duellare.

Neville lo affiancò, furioso. Nella testa tutti i tentativi di riparare il vaso e guarire la sua Agremilda quel pomeriggio. Tutti andati a vuoto. Ringhiò quasi, mentre estraeva la bacchetta.

Hermione si fece avanti, frapponendosi ai due un solo istante per ricordare le regole del Duello Doppio e sugellare il contratto anche tra i primi due duellanti. Le bacchette di Tiger e Paciock si incontrarono ed emanarono il medesimo raggio nero che esplose in particelle bianco-dorate. La ragazza ghignò, ma Tiger non sembrò né sorpreso, né preoccupato. Neppure Neville, ma essendo amico del trio, era comprensibile.
-Potter- sibilò Draco, irritato, -Non dirmi che l'unico all'oscuro era il sottoscritto!-
-Sei l'unico che non avrebbe accettato- ribatté Harry, ignorando volutamente l'espressione livida dell'altro.
Hermione nel frattempo aveva evocato una poltrona e si era seduta vicino al suo migliore amico, bacchetta alla mano in caso qualcosa fosse andato storto. Anche se con Harry al suo fianco sapeva di essere in una botte di ferro: in fondo aveva sconfitto Voldemort, un Duello tra compagni di scuola era nella regola!
Ron rimase in piedi vicino ai suoi amici, dimentico della presenza di Malfoy, teso ed un po' preoccupato per Neville.

I due ragazzi fecero l'inchino, si voltarono, contarono dieci passi e si rivoltarono nello stesso momento, caldi occhi nocciola in occhi accesi color grigio tempesta, leggevano l'altrui determinazione a vincere, le mani serrate sulle bacchette; diedero subito il via ad una serie di incanti da manuale, ed era come se entrambi stessero rompendo il ghiaccio, per poi accellerare bruscamente il ritmo degli attacchi. Ben presto si arrivò ad un confronto di alto livello che prevedeva l'uso delle abilità con gli incantesimi oscuri di Tiger e con l'erbologia e la trasfigurazione di Paciock. Ad un certo punto, tra urla, schianti e insulti vari, un Tranello del Diavolo evolutosi in meno di dieci secondi da seme a pianta gigantesca inchiodò Tiger al muro, rischiando di soffocarlo, mentre Neville, che in condizioni normali avrebbe impedito alla pianta di causare danni eccessivi, si accasciò tenendosi un fianco che stava letteralmente bruciando, divorando pian piano i vestiti e lambendo la pelle con terribili fiamme nere. Hermione si agitò sulla poltrona, mentre sia Ron che Draco erano balzati letteralmente ad un centimetro del bordo- campo... Una strana forza li respinse indietro, facendoli cadere l'uno sull'altro...
- AAHRGH!Che schifo, Weasley levati!-
-Malfoy, lascia che te lo dica io, sei tu che fai schifo!-
-Ragazzi, piantatela! - sbottò Hermione, che però si stava coprendo gli occhi con una mano e sbirciava tra le dita.
Harry non aveva detto né fatto alcunché, ma era stato lui a tirare indietro i due, per evitare che intralciassero un duello che aveva l'aria di essere un chiarimento ed uno sfogo... le fiamme di Tiger infatti, stavano bruciacchiando solo i vestiti, ed erano perfettamente controllate, mentre il Tranello del Diavolo si limitava a strappare e a divorare la stoffa della divisa serpeverde, stringendo abbastanza da fare qualche livido, ma lasciando andare quasi immediatamente, dopo aver mostrato cosa era in grado di fare, le parti più sensibili. Tiger respirava più liberamente, e Neville non avvertiva più dolore al fianco. Erano esausti. Si scambiarono altri incantesimi, senza risparmiarsi, ed entrambi caddero più volte, finché, ad un passo dallo svenire, sollevarono di nuovo le bacchette e si disarmarono a vicenda, invitando così i Secondi a prendere il loro posto. Poi persero definitivamente conoscenza, cadendo con un tonfo che il giorno dopo avrebbe causato loro qualche dolore.

Hermione, che fino a quel momento aveva stretto entrambe le mani con forza sui braccioli della poltrona, per impedirsi di intervenire, si alzò rapida ed andò a verificare le loro condizioni, sotto lo sguardo attento dei tre ragazzi dietro di lei. Tiger e Neville, caduti straordinariamente vicini, erano distrutti più dalla stanchezza che per le ferite.
-Nulla di grave che non si possa risolvere con qualche pomata e una pozione ricostituente... anche se Tiger dovrà prendere un po' di ossofast e Neville ha qualche bruciatura sul fianco e sul petto...insomma, ce lo aspettavamo, sono stati bravi!-
-Bravi!? Granger si sono ammazzati quasi e dici che sono stati bravi!?-
-Avrebbero potuto farlo davvero, Malfoy, lo sai-
-e invece hanno preferito attenersi alle regole, e controllarsi. Questo è un bene, significa che dopotutto non si odiano … o almeno non abbastanza- mormorò Harry, interrompendoli entrambi.
-Comunque sono pari- disse Ron, osservando come la stanza si stava ricostruendo da sola nei punti in cui alcuni incantesimi offensivi avevano attecchito.
-Giusto. Che i Secondi si facciano avanti!- disse Hermione, e così Harry e Draco si posizionarono al centro, aspettando che la ragazza trasportasse i ragazzi svenuti con un Levicorpus e li deponesse delicatamente sulla stessa poltrona, ignorando i commenti disgustati di Ron.
E Ron, troppo occupato a fissare orripilato la scena di Neville mezzo sdraiato, accucciato sullo stomaco di Tiger il gorilla praticamente nudo, non si accorse nemmeno di quello che stava avvenendo tra il Principe delle Serpi e il Salvatore del Mondo magico ...

Draco, furioso per il fatto che Tiger non fosse riuscito a battere quella mezza cartuccia di Paciock, che chissà perché non era tanto più “cartuccia” quanto bomba ad orologeria pronta ad esplodere, stringeva convulsamente la bacchetta tra le dita, negli occhi una luce pericolosa. Avrebbe fatto pagare il conto a Potter, con tutti gli interessi. E avrebbe dimostrato a se stesso che quei sogni non significavano nulla, e avrebbe riottenuto la piena fiducia di Tiger, che sarebbe tornato quello di sempre, non più chiuso in sé stesso, ne arrabbiato, con tutti ma soprattutto con … Paciock. Anzi, quasi sempre Paciock, ora che ci pensava. Uno strano pensiero si fece strada in lui, ma subito lo scacciò, per quanto era ridicolo. Potter lo fronteggiava con uno strano cipiglio, che si addiceva più ad un Corvonero riflessivo, in attesa della mossa dell'avversario, che ad un Grifone permaloso e pronto a seguire l'istinto. La guerra lo aveva forgiato, e tutta la calma e la sicurezza che gli stava dimostrando lo fece incazzare ancora di più... ma del resto cosa poteva aspettarsi da uno che aveva sconfitto L'Oscuro Signore prendendolo per il culo davanti a tutta la Sala Grande?
-Potter , guarda bene il tuo amico Paciock, perché fra un po' farai la sua stessa fine!-
-Malfoy, intendi forse dirmi che vorresti spogliarmi?- rispose Harry alla provocazione, ma non si aspettò di vedere... Malfoy quasi si strozzò con la sua stessa saliva a quelle parole maliziose, anche se era chiaro che l'intento di Potter era solo quello di ritorcergli contro le sue stesse parole e metterlo in imbarazzo; di certo non immaginava quanto fosse vicino al vero... arrossì di colpo, e sentì che se non avesse fatto qualcosa per allontanarlo si sarebbe reso ancor più ridicolo.

Alzò la bacchetta rapido e con uno schiantesimo mandò il suo avversario quasi al di là della pedana. Incredulo, vide Potter capovolgersi a mezz'aria e restiturgli lo stesso incantesimo prima di toccare terra. Sui due piedi, come se stesse danzando. Draco non si era fatto imbambolare, ok, magari si era leggermente soffermato a notare come fosse atletico e meraviglioso quel corpo... ora che Potter si era tolto il mantello della divisa ed era rimasto solo con i vestiti babbani … beh, era decisamente uno ...schianto*(2).
Schivò appena in tempo una fattura gambemolli e ristabilì in fretta i collegamenti neuronali, momentaneamente persi nelle fantasticherie moleste di quei dannati so..incubi. Ma il fatto di non riuscire a colpirlo in nessun modo aumentò la percezione di assoluta inferiorità che intercorreva tra loro dalla sera in cui Potter era diventato il Salvatore. Provò una rabbia incontrollabile: si sentiva preso in giro, umiliato.
Draco raccolse tutte le sue energie, mentre Harry era impegnato a distrarre due cobra comparsi dal nulla ad attaccarlo...
- Trovi sempre il modo di giocare sporco Malfoy- disse Harry, dopo aver respinto i serpenti incantandoli con la loro stessa lingua. Draco però non rispose, puntò solo la bacchetta e mormorò alcune parole oscure...

-NO, MALFOY, NON FARLO!!!-
Harry ebbe una percezione vaga delle grida terrorizzate di Herm. Recepì molto prima di lei la natura dell'attacco rivoltogli, che non avrebbe potuto respingere senza il rischio di far del male a qualcun'altro o addirittura di danneggiare la Stanza. Sentiva quell'energia sfrigolare nell'aria.

- Malfoy, questo tipo di incantesimi...- iniziò a dire, quando il raggio nero lo colpì in pieno petto. Nonostante il dolore intenso si costrinse ad assorbire l'energia che Draco stava riversando su di lui. Il serpeverde era completamente sconvolto e non più in grado di frenarsi...

-... non funziona con me- concluse, a voce bassa ma determinata. Era rimasto in piedi, con la voglia di gridare in tutte le lingue del mondo il repertorio più completo delle parolacce che conosceva, ma in piedi.

Draco, che non voleva darsi per vinto, pronunciò nuovamente l'incanto oscuro e sentì la bacchetta surriscaldarsi, pericolosamente vicina al limite, come lui. L'orgoglio Malfoy lo portava sempre al punto di fare pazzie... Vedere Potter assorbire la sua magia, la sua collera il suo odio, la frustrazione, l'ossessione , la furia e il dolore come fosse acqua imbevuta di sali profumati , era una cosa che lo stava facendo impazzire. Ma non poteva negare che avvolto da quella luce Harry era proprio bello. Bello. Non c'era un altro aggettivo. La cosa peggiore era che quegli occhi smeraldo erano fissi su di lui dall'inizio, come se solo guardandolo Potter avesse avuto il potere di indebolirlo. Senza dubbio le gambe tremavano, e si reggeva in piedi per miracolo, ma questo era perché ormai era stato prosciugato di ogni risorsa. Doveva essere simile ad un morto in quel momento perché Potter stava cercando di rompere il legame creato dal raggio e lo fissava sconvolto, sembrava addirittura.... preoccupato?

Harry raccolse tutta l'energia nel palmo sinistro e la scaricò a terra*(3), provocando uno squarcio nel pavimento, che tremò facendo crollare a terra il suo avversario. Draco Malfoy era completamente sbiancato. Aveva sperimentato appieno la vera potenza di un mago all'apice della sua maturità e ne era rimasto turbato. Vide Potter, mentre la vista gli si sfocava, chinarsi a terra, mormorare altre parole incomprensibili, ed il pavimento tornò come nuovo. Lo vide avanzare velocemente verso di lui e cercò spaventato la sua bacchetta... quello che vide lo raggelò. Era in mezzo alla polvere, fra le sue vesti lacerate, spezzata in tre frammenti. Il resto era cenere. Forse era destino che lui perdesse sempre le sue bacchette per mano di Potter. Il moro era ormai chino su di lui. Si guardarono. Lo shock di quegli occhi invasi dalla sofferenza, la consapevolezza della sua bacchetta rotta mista al fatto che aveva cercato di uccidere veramente quel ragazzo, e che questo ora lo guardasse come un cucciolo ferito, fu troppo. Veramente troppo. Malfoy svenne, e sarebbe caduto sbattendo la testa se Harry non l'avesse afferrato in tempo.

-Harry Potter è il vincitore. Neville Paciock ha vinto il Duello, quindi si dichiari Vincent Tiger perdente. Vincent Tiger sarà obbligato a pagare il pegno d'onore dello sconfitto. - Hermione recitò a memoria le parole del rituale conclusivo, come prescritto dalle regole di un Duello Doppio. Poi sospirò per il sollievo. Da qualche parte, sulla stoffa dei braccioli, c'era sicuramente l'impronta delle sue unghie …

-E' andata bene, ragazzi... Ron? Vieni andiamo, la Sala Comune ci aspetta, il coprifuoco è passato da un pezzo!- esclamò allarmata al pensiero di farsi pescare a infrangere le regole già al secondo giorno di scuola.
-Cos... ah! Si, dai Harry, torniamo a letto!- esclamò il rosso, per nulla intimidito dalla forza magica sprigionatasi dall'amico... in fondo ormai c'era abituato. Harry gli sorrise, intimamente grato ad entrambi per il fatto di averlo sempre supportato e accettato per quello che era. Ma adesso un'altra persona occupava i suoi pensieri, e di questa doveva occuparsi.
-Andate pure avanti senza di me, ragazzi- disse Harry, ancora chino su Draco, con la voce stranamente incrinata.
-Tutto bene Harry?- chiese la ragazza, preoccupata. Già da un po' aveva intuito che qualcosa non andava...
-Tutto ok. Andate pure, vi raggiungo fra un po'-
-Ok, vieni Ronald, a letto-
A quelle parole il rosso spalancò gli occhi, cogliendo un doppio senso che forse non c'era, ma che ebbe il potere di ridestarlo. Harry almeno era sicuro che non lo avrebbero aspettato alzati, molto probabilmente occupati a far altro... era dalla fine della Guerra che non facevano che fare altro... il Capitano dei Grifondoro ridacchiò nervoso, ricordando quella volta in cui li aveva beccati nella vasca da bagno alla Tana. Ovviamente non era riuscito a guardarli in faccia per una settimana intera, ma poi, spinto dall'entusiasmo di Fred e George, aveva rotto il ghiaccio con una buona dose di sarcastico umorismo, facendoli arrossire,(soprattutto Ron), fino alla radice dei capelli, con alcune allusioni persino davanti a Molly e Arthur.

Quando i due furono usciti, Harry chiese alla Stanza una pesante coperta insieme a dei cuscini,e armeggiò con la bacchetta per trasfigurare le poltroncine in un comodo letto. Non aveva senso svegliare Neville e Vincent, anche perché se l'avesse fatto non avrebbero avuto comunque le energie per tornare alla rispettiva Sala Comune. Avrebbero dormito così come si trovavano, nella stanza delle Necessità.
Tornò a guardare Malfoy. Gli faceva un certo effetto tenerlo fra le braccia. Sembrava così delicato, fragile. Raccolse i pezzi della bacchetta rotta e se li mise in tasca. Poi lo sollevò e se lo tenne stretto; era leggero da far spavento. Si disse che nel mondo babbano, con un corpo debole come quello, senza il supporto della magia, Draco Malfoy non avrebbe resistito mezzo secondo. Eppure era stato capace di affrontare innumerevoli situazioni critiche... aveva la pellaccia dura nonostante tutto. L'aveva visto anche prima. Era come se quel corpo dalle fattezze delicate potesse sprigionare all'occorrenza una forza di volontà tale da impressionare persino lui. Ma non aveva ancora superato la guerra. Sospirò. Nessuno era riuscito ancora a farsene una ragione. Harry si sentiva in dovere di aiutarlo ora, non gli bastava aver risparmiato ai Malfoy il Bacio e aver ridotto di tre anni la condanna ad Azkaban di Lucius, arrivando a discutere persino con Arthur di questo. No, Draco aveva bisogno di calore. La sua pelle era così fredda, e lo erano anche i suoi occhi. Lui voleva vederli sempre bruciare, e per questo avrebbe potuto sfidarlo all'infinito. Ma dopo? Coprì entrambi con un incantesimo di disillusione e decise di uscire dalla Stanza. Harry, essendo Capitano della sua Squadra, disponeva di una stanza privata, vicino agli spogliatoi e al campo di Quidditch; a volte l'aveva usata per altre emergenze, come lasciare un po' di privacy a Ron e Hermione nel dormitorio; arrossì al pensiero che probabilmente i suoi amici ora si stavano intrattenendo con qualcosa di meglio di una sana dormita...Comunque Harry pensò che fosse il caso di passare prima nella Comune dei Serpeverde...


Draco non era svenuto, e non stava dormendo. Si era ripreso quasi subito, ma non aveva avuto voglia di subire la derisione di Weasley e le reprimende della Granger; da Potter invece si aspettava pietà. E non voleva neppure quella, soprattutto da lui. Per questo aveva tenuto gli occhi semichiusi, aveva continuato a fingere. Ma aveva visto chiaramente Potter rimboccare le coperte dei due ragazzi ancora senza conoscenza... certo , l'aveva fatto con la magia, perché le sue mani erano troppo impegnate a sorreggere lui. Merlino, che gli stava succedendo!? Ancora arrossiva come una ragazzina alla prima cotta!?!

Si sentì sollevare e per un attimo fu nel panico, ma subito braccia forti lo strinsero con più vigore, al petto caldo e ampio del ragazzo moro. La sensazione di bagnato provocato dall'incanto di disillusione non riuscì a freddare l'improvviso calore che avvertiva dappertutto. Si sentiva... bene. Protetto e al sicuro;

Draco non aveva mai sentito il suono emesso da un cuore umano. I battiti del cuore di Potter gli ricordarono una storia che Narcissa gli aveva letto quando era molto piccolo, una storia babbana, proibita, ma infinitamente dolce, infinitamente giusta … parlava di un uomo che ritrovava nelle stelle ridenti il ricordo del suo Piccolo Principe … “se le stelle potessero ridere davvero, questo che sento sarebbe il trillo della loro risata”.

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Capitolo 3
*** Le stelle sanno anche piangere ***


FAN 1 CAP 3



III

Le Stelle Sanno Anche Piangere



Harry camminava rapido e silenzioso con quel “fagotto” fra le braccia che aveva nome Draco Malfoy. Si schermava dalle insidie notturne dei labirintici corridoi di Hogwarts con l'ausilio della bacchetta, serrata fra due dita perchè tutte le altre servivano a sostenere il peso del ragazzo biondo e ad offrirgli un comodo appoggio nel tragitto. Harry infatti pensava che dormisse, sfinito;
non volendo svegliarlo evitò movimenti bruschi e ogni tanto si fermò a controllare che non fosse in posizioni troppo scomode. Oltre a pararsi da eventuali attacchi da parte di Gazza e Mrs.Purr, o peggio, Piton. Poteva sentire le mani del ragazzo all'altezza del suo petto, e il fianco pallido, scoperto dalla pregiata stoffa di un angolo di camicia che a tradimento, durante il tragitto, era uscito dai pantaloni, ora era a contatto stretto con il suo addome. Tutto questo lo rendeva nervoso e stranamente accaldato, ma la sensazione predominante era completamente diversa. Harry aveva sviluppato una sorta di senso di responsabilità nei confronti dei ragazzi che come lui erano stati costretti a vivere l'incubo della guerra; in particolare aveva preso a cuore la sorte degli studenti rimasti a scuola, Serpeverde compresi. Draco Malfoy compreso.
Lo trasportò fino alla Comune senza particolari problemi, ma davanti all'ingresso si fermò per un po', incerto. Poi, assicurandosi di essere solo,a parte Draco, sibilò una breve ma intensa litania in serpentese, che senza rendersene conto fece rabbrividire il ragazzo che aveva tra le braccia... il ritratto comunque, soggiogato, lo lasciò entrare e rimase incredibilmente aperto. Harry sapeva di doversi sbrigare; una volta arrivato alla camera del caposcuola Serpeverde, decise di fare le cose con calma per non svegliare il ragazzo. Appoggiò con delicatezza il suo fardello leggero fra le lenzuola di seta e gli fece distendere gli arti morbidamente, in modo tale che la mattina dopo non ne avrebbero risentito le sue ossa... si sa che i principini sono delicati! Gli sistemò meglio la nuca sul cuscino, che sprimacciò bene, e poi lo coprì con la coperta e la trapunta verde, lisciandola sul suo corpo molle. Lo guardò serio, coscente che il giorno dopo Draco non avrebbe ricordato nulla (come si sbagliava!) , e lo accarezzò piano sulla testa, come fosse un bambino piccolo. Poi si rialzò, gli diede finalmente le spalle e tirando le tende del suo baldacchino, andò via.



Draco non poteva crederci. Aveva sentito e sbirciato ogni cosa, ma non poteva credere che proprio Harry James Potter si fosse preso la briga di riportarlo al suo dormitorio, entrando nella Sala Comune dei Serpeverde, e di perdere tempo addiritura per rimboccargli le coperte! Così dolce... il cuore gli batteva all'impazzata e aveva caldo dappertutto. Provava il desiderio folle di Harry disteso lì con lui a fargli compagnia, ad alleviarlo da quell'amara solitudine che lo stava facendo impazzire. Ma ciò che lo preoccupava di più in quel momento, era quell'altra sensazione di calore, molto più intima e incredibile, perchè invadeva una sfera che Draco in quanto Malfoy non aveva mai esplorato: il suo cuore. Avvertì una fitta di delusione e rammarico non appena, aprendo un poco di più gli occhi, lo vide di spalle chiudere piano la porta e scomparire sotto quello straordinario mantello, come un ladro di sogni che fugga il ricordo delle sue vittime.
Un'altra cosa lo tormentava, ora. Non il fatto della sua evidente inferiorità, perchè tutto il rancore che prima lo cingeva in una camicia di forza gli era stato risucchiato via dalla potenza devastante del nemico, Potter lo Sfregiato, ed era stato poi sostituito da una nuova fonte di energia, irradiata dalle braccia dell'amico, di un angelo salvatore che lo aveva protetto con le sue ali invisibili sino a quel momento; aveva la tremenda impressione di essersene accorto tardi. No, adesso che aveva accettato di non poter raggiungere la sua Nemesi, voleva almeno camminare al fianco del suo protettore, e bearsi di quel calore per il resto dei suoi giorni. Scosse cauto la testa, sogghignando al pensiero di cosa avrebbe detto suo padre nel sentirlo preda di parole così melense... ciò che temeva di più era però la cupa tristezza che quella sera più volte aveva impregnato il verde ombroso di quei profondi smeraldi.
Draco Lucius Malfoy, sconfitto da meno di un'ora a un duello doppio da Harry Potter, strapazzandosi le mani al di sotto delle coperte rimboccate, non meditava vendetta ma pensava a un modo per far tornare a risplendere quegli occhi.


3  Settembre

La mattina seguente Harry si svegliò stanco ma ancor più determinato nel suo proposito. Entrò nella Sala Comune sperando di non svegliare nessuno ma si accorse che qualcuno già c'era....



Nella Stanza delle Necessità ,Tiger apriva finalmente gli occhi... per poi richiuderli immediatamente.
-Porco Griffindor, che diavolo...!!!- sbottò. In effetti non era da tutti i giorni risvegliarsi con il ragazzo che hai sempre cercato di ammazzare, (o peggio espellere!), da circa sette anni a quella parte, mese in più mese in meno, praticamente nudo, e a stretto contatto con parti del tuo corpo che in quel momento avresti preferito non avere... una in particolare al momento gli stava causando un grosso, grosso imbarazzo.
Vincent guardava Neville a bocca aperta, ignorando la coperta che con i movimenti inopportuni di entrambi era caduta sul tappeto quella notte. Il serpeverde si sentiva incapace di qualunque mossa. E dire che avrebbe potuto fare di tutto!
Il ragazzo vicino a lui, ignaro di tutto, dormiva come un bambino, tenendo le labbra leggermente dischiuse; una sottile ruga d'espressione gli solcava la fronte proprio in mezzo agli occhi... chissà, forse stava sognando. Notò i capelli leggermente scuriti dal sole che ricadevano scomposti in ricciolini sulla fronte del ragazzo e gli solleticavano il petto, dalla carnagione ben più olivastra di quella del grifondoro; le curve piene delle labbra apparivano ancora infantili, ma allo stesso tempo sensuali. Con gli occhi scese lungo i tendini del collo, e più giù sulla giugulare e poi sulle clavicole... in altri momenti si sarebbe fiondato a serrare le dita su quella gola morbida e rosea per stringere con tute le sue forze... solo che ora se ne sentiva completamente incapace. Neville Paciock, quando dormiva, non era più l'imbranato cronico, il timido della scuola, no, e nemmeno il guastafeste che nell'ultimno anno aveva messo i bastoni tra le ruote ai Carrow e persino a Voldemort... era un angelo. Tiger si accorse in tempo che gli occhi dell'altro stavano per schiudersi e decise di fare buon viso a cattivo gioco, aspettandosi una reazione isterica... che però non arrivò. Quando gli occhi di Neville incontrarono i suoi, e si sgranarono sempre di più, vagando sui loro corpi ancora mezzi intrecciati e sulla Stanza, non un solo suono uscì da quelle labbra morbide e invitanti. No, Neville scosse la testa e Vincent potè quasi leggerne il tremulo labiale:
-impossibile-, prima che il ragazzo vicino a lui decidesse che quella non poteva essere la realtà , e si rimettesse supino a dormire. Una sola domanda ora dilaniava il serpeverde: “ Ma quanto possono essere rincoglioniti i Grifondoro di prima mattina!?!”




L'aula di incantesimi non era mai stata tanto silenziosa come quella mattina. Di solito Grifoni e Serpi non si lasciavano sfuggire l'occasione di poter usare liberamente le bacchette per scatenarsi gli uni contro gli altri, ma quel giorno mancava il principale motivo di quegli sconvolgimenti: Harry Potter. Vitious, mentre spiegava come al solito dal suo “scranno” rialzato, osservava la situazione con curiosità . Di solito era Malfoy a iniziare le discussioni, indirizzando commenti acidi a Potter e ai suoi amici, dopodichè gli altri Serpeverde si sentivano in diritto di continuare le provocazioni sostenendo il Principe. I primi a insultare I Grifoni, che di certo non si risparmiavano nelle risposte, erano poi Tiger, Goyle e la Parkinson, mentre Zabini preferiva stare zitto fino a che le cose non degeneravano e non si necessitava della sua presenza, o, alternativamente, di quella della brillante Hermione Granger. Questa volta molte cose erano andate in modo diverso:
Draco Malfoy non insultava nessuno, ma fissava il banco vuoto di Potter con aria vacua;
Tiger non aveva sostituito il Pricipe delle serpi, ma si fissava le dita delle grosse mani cercando chissà cosa e agrottava le sopracciglia in modo più cupo del solito;
Neville Paciock, ultimamente il primo a trovarsi nel fuoco delle dispute, aveva il volto completamente arrossato ed era più o meno nella stessa posa di Tiger... sembrava essere tornato improvvisamente il Paciock timido del pre-guerra;
Wesley e Granger non prestavano attenzione  agli insulti di Goyle e della Parkinson, che ovviamente non si erano resi conto di niente,( per loro continuare la guerra tra case era un gioco divertente oltre che un dovere da serpi...), nè soprattutto badavano alla spiegazione. Il che significava che qualcosa di grave era successo. Perché esisteva un unico motivo plausibile per distrarre Hermione Granger da una lezione valida per i MAGO: Harry Potter era di nuovo nei guai. Vitious sospirò, mentre agitava la bacchetta e con una serie di incanti non verbali attirava nuovamente l'attenzione su di sè, causando un piccolo vortice di calamai e piume intinte, che sporcarono dappertutto, e di pergamene e libri... Gazza avrebbe imprecato abbondantemente contro di lui alla fine dell'ora. Un radioso sorriso cancellò per un po' la sua nascente preoccupazione.



Alla fine del pranzo in Sala Grande Draco non aveva ancora visto Potter, e questo lo innervosiva parecchio. Così uscì non appena vide che la Donnola e la Zannuta si erano alzati per andare chissà dove: aveva bisogno di risposte , le avrebbe ottenute anche a costo di...
-Che diavolo vuoi Malfoy, la lezione non ti è bastata?- ecco, appunto.
Draco ingoiò il suo orgoglio e sospirò, preparato a una dura lotta: - No, Weasel, volevo solo essere certo che il Bambino Sopravvissuto per rompermi le palle fosse ancora vivo e vegeto... non si sa mai quando un nuovo mago oscuro decida di sbucare da qualche caminetto con un pò di polvere volante, no?-
-Oh, capisco, volevi essere certo che le tue regali chiappe fossero al sicuro... stagli lontano Malfoy e forse vivrai ancora a lungo, in tempo per generare un nuovo serpentello – disse Ron, malevolo.
Draco era furioso, ma non lo dimostrò.
-Che è successo a Sfreggy?- chiese di nuovo; la Granger lo osservò con intensità e bloccando sul nascere una battutaccia del fidanzato, rispose: - non che siano affari tuoi, ma oggi ha ricevuto una visita importante ed era assente giustificato … se il tuo era un tentativo di togliere punti ai Grifondoro hai fatto cilecca. Ora scusaci ma dobbiamo raggiungerlo... alla Torre di Astronomia Ronald? -
-Ehm, si...ma!?-
-niente ma, andiamo. Alla prossima Malfoy-
-Che non sia troppo presto allora, Granger-
Draco guardando con una punta di sorpresa le spalle della Granger, che si stava allontanando con una certa fretta affiancata dal mentecatto rosso, si chiese se quell'accenno non così velato riferito al luogo dell'incontro con Potter fosse solo un caso o, come sospettava,la Grifona aveva veramente provato ad aiutarlo all'insaputa del suo ragazzo?





Remus Lupin era sempre stato il “Professor Lupin” per Harry, anche dopo che questi aveva lasciato la scuola. Nemmeno con la morte di Sirius le cose erano cambiate: il ragazzo aveva sempre potuto contare su di lui come un solido sostegno, come un adulto sul quale poter fare affidamento, oltre che come amico; la faccenda di Teddy li aveva molto avvicinati e la morte di Tonks per entrambi era stato un duro colpo da digerire … Travolti dalla tristezza, ma anche dalla fioca speranza di tornare a vivere pienamente, durante quella prima estate di pace avevano tentato di ricostruire un nucleo familiare attorno al bambino, ed Harry si prendeva cura di lui ad ogni luna piena; certo, l'aiuto di Andromeda era stato indispensabile per supplire alla loro inesperienza. Un giorno era capitato loro tra le mani un libro antico che proveniva dalla biblioteca di tomi di magia oscura dei Black. Era stato Kreacher a farlo avere al padrone. Grimmauld Place n 12 grazie alla dedizione dell'elfo sembrava un'altra casa, perfetta per crescervi Teddy, e perfetta anche per Remus ed Harry, che lì avevano gli ultimi ricordi felici legati a Sirius. Nelle vecchie pagine ingiallite avevano trovato un tesoro prezioso, e adesso che finalmente i loro progetti stavano per dare qualche frutto… Harry Potter digrignò i denti, sperando di riuscire a contenere la collera che le parole di quella mattina gli avevano causato. Ma non poteva dimenticare l'espressione sconvolta e intrisa di disperazione nelle giovani rughe sul volto di Remus. E non voleva, per il bene di nessun altro, lasciar perdere : avevano trovato finalmente un modo per far tornare Sirius e quei maledetti Indicibili non ne volevano sapere di rischiare l'incolumità loro e del Ministero per quella di un criminale fuggito da Azkaban. Eh, già, oltre il danno la beffa. Harry non era riuscito a dimostrare l'innocenza di Sirius dopo la morte di Minus, perchè il corpo del traditore era stato divorato dalla maledetta Nagini. Strinse forte il labbro inferiore fra i denti, come se quel piccolo dolore avesse potuto frenare il suo turbamento, la sua voglia di fare a pezzi qualsiasi cosa … o persona, che gli fosse capitata a tiro in quello sfortunato momento. Quella mattina in sala comune aveva incontrato proprio Remus; Ron e Hermione invece se n'erano andati cinque minuti prima, dopo essere stati con lui per più di due ore cercando di rincuorarlo e di farlo anche ragionare … sapevano bene che quando era arrabbiato Harry agiva prima e pensava poi... se fosse stato per lui il Ministero a quell'ora non sarebbe stato altro che un mucchietto di cenere. Si appoggiò al cornicione e posò sconsolato il capo sulle braccia incrociate; dietro le palpebre abbassate stava avvenendo qualcosa che era meglio restasse solo suo … non avrebbe sopportato l'ipocrisia della gente che si faceva avanti con lui solo per rifulgere di luce riflessa... quasi quasi preferiva avere a che fare con i Serpeverde...
-Potter ! -
E  chi se non il principe delle serpi, Draco Lucius Malfoy, aveva avuto il culo di beccarlo in un momento così ...oddio, ora che ci pensava, anche se a parti inverse era già accaduta una cosa simile. Due anni prima si erano quasi ammazzati. “O per meglio dire, io l'ho quasi ammazzato, con quel Sectusempra”
Harry avvertiva la presenza di Malfoy alle sue spalle, solido come una quercia, e allo stesso tempo percepiva la sua aura magica, ancora fragile, come un guscio fatto di cristallo, ma priva, cosa strana questa, di un briciolo di rancore.
La voce strascicata improvvisamente si fece sentire più vicina all'orecchio del moro:
-Potter, dov'eri stamattina?-

Normalmente, Harry avrebbe risposto con un deciso “ Non sono affari tuoi, Malferret!”, ma questa volta proprio non poteva. Sbattè le palpebre, sorpreso dal genuino interesse che sentiva affiorare nel tono di voce dell'altro, ma non rispose, troppo impegnato nell'impedire a dei suoni soffocati di trapelare dalla sua bocca.
Draco dal canto suo iniziava a spazientirsi. Gli aveva fatto il favore immenso di salire fin lassù, rovinandosi la suola delle scarpe nuove per tanta fatica, alla faccia dei cattivi ricordi legati a quel postaccio, e ora non lo degnava di una minima attenzione?!? Dopo tutto il bel discorso del “voltare pagina” ?
-Potter... Sfregiato, SAI CHE NON SOPPORTO ...- lo prese per un braccio e staccandolo a forza dalla posizione in cui si trovava lo girò fino a trovarselo davanti. Gli venne un dubbio.
-Potter... non è che dormi, eh? -
In effetti Harry era rigido nella presa di quelle mani bianche, con la testa china e gli occhi serrati in modo incredibile. Eppure aveva visto con i suoi occhi Wesley e la Granger, poco prima, mentre era in attesa dietro a un colonna … li aveva sentiti discutere di qualcosa di cui avevano appena parlato con Potter, quindi, a meno che l'incontro con la Donnola avesse avuto effetti soporiferi, dubitava che il ragazzo davanti a lui potesse essere realmente addormentato.
-Potter, mi pigli per il culo!?!-disse, e lo scosse con violenza fino a che un mezzo ghigno non apparse sulle labbra del Grifondoro:– mmm, sarebbe quella l'idea, si-
Draco divenne un cubetto di ghiaccio a quelle parole. Si sentì come preso in giro, tradito nel profondo. Non aveva compreso la battuta, nè aveva colto il sarcasmo amaro di quelle parole, nè aveva visto il brillio acquoso proprio lì, nell'angolo dell'occhio sinistro. Harry spesso si era chiesto se la gente per guardare la sua cicatrice trascurasse sempre il particolare di quell'occhio, che era sempre il primo a scintillare di lacrime salate. Ma Draco troppo confuso e arrabbiato non se n'era accorto. Aveva avuto la sensazione tremenda di essere stato preso in giro, sin dal duello... che fosse stato tutto un piano di Potter e combriccola per fargliela pagare degli anni passati? Lo vide a terra, inerme e senza bacchetta, (la Granger aveva preferito sequestrargliela per evitare che facesse pazzie), ancora prima di rendersi conto di avergli mollato un bel cazzotto. Prima di rendersi conto delle scie perlacee lasciate scorrere liberamente sulle guance arrossate. Sembrava che cercasse in tutti i modi di trattenersi. Per orgoglio. Per paura. Per impotenza. Per esperienza. Quel che era peggio … era ben lontano dalla fine di quello sfogo. Draco rimase di stucco, semplicemente era troppo sconvolto per proferire parola; sotto l'occhio destro di Potter iniziava a uscire un alone violaceo … accidenti se l'aveva preso in pieno! I primi singhiozzi arrivarono improvvisi e lo colsero impreparato; Draco lo guardò piangere ad occhi spalancati, tremando per lo sforzo di trattenersi; Harry si morse a forza le labbra e una piccola goccia rossa scivolò da quello inferiore lungo il mento. Seguendo l'istinto Draco allungò una mano e con il pollice asciugò quell'unica goccia delicatamente; sotto quel tocco insolito Harry si irrigidì per un attimo ma poi si calmò e i singhiozzi cessarono lasciando libero corso a silenziose lacrime...

-So che dovrei essere l'ultimo a chiedertelo Potter, ma si può sapere che ti prende? Perchè sei sparito tutta la mattina? Al posto tuo dopo ieri io mi sarei divertito a sfotterti e a umiliarti di fronte all'intera scuola...-
A Harry sfuggì un mezzo sorriso. Decise di essere sincero con lui … Sentiva di potersi fidare. Così si asciugò gli occhi e preso un bel respiro si ricompose, riacquistando un po' di lucidità :
-Ho incontrato Lupin, che mi ha dato una notizia non proprio entusiasmante. Mi sa che sarò da solo anche stavolta -
-In che razza di guaio ti sei volontariamente cacciato Potter? Possibile che il mondo magico non debba mai averne abbastanza delle tue avventure? Ti prego dimmi che rischierai la vita anche stavolta, su fammi felice!!!-
-non cambi mai eh Malfoy?-
Harry e Draco, ancora in quella strana posizione, si parlavano stuzzicandosi come sempre … eppure questa volta entrambi sentivano che qualcosa era cambiato. C'era un'atmosfera rilassata, nonostante lo sfogo di Harry, eppure tra I due si percepiva una tensione quasi elettrica.

Si guardarono a lungo in silenzio.

Draco si alzò. Tese la mano ad Harry.

Harry la afferrò. La strinse forte e non la lasciò andar via.




-Mi hai riportato al dormitorio ieri-
-Non è una domanda -
-No-
-Allora non hai bisogno di risposte-

-Sei strano Potter. Temo che tu sia completamente andato a causa di quella – e indicò la cicatrice a forma di saetta – e che sia impossibile recuperarti... non che prima fossi un granchè -
-Mi sei mancato Malfoy, non vedevo l'ora di sconfiggere Voldemort per tornare qua a farmi sfottere da te un altro anno-
-non scherzare Potter-
-Per te Harry... e non sto scherzando -

-...-
-Ci si vede in giro Draco-

Harry Potter girò le spalle al biondo serpeverde e si incamminò con rinnovato vigore alla Sala Comune dei Grifondoro, dove ahimè per lui, lo attendevano Hermione e I suoi compiti di Pozioni. Nemmeno con quella consapevolezza Harry riuscì a eliminare quel piccolo striramento all'insù sulle sue labbra, un tiepido sorriso causato da un ancor più confuso Draco Malfoy.

Draco era rimasto nello stesso punto dove era stato lasciato, lì in quella torre maledetta... e si diceva che il ricordo di Silente non lo avrebbe sopraffatto mai più di quanto vedere Harry in lacrime avesse già fatto. Le lacrime di una stella …

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Capitolo 4
*** Smarrimento e Consolazione ***


FAN 1 CAP 4


IV

Smarrimento e Consolazione




Era stata sancita una sorta di tregua tra Serpeverde e Grifondoro e nessuno sembrava a conoscenza del motivo. In realtà, nemmeno Draco riusciva a spiegarselo bene ... sapeva solo che da quel pomeriggio alla Torre di Astronomia Harry, (non più Potter e Malfoy tra di loro), aveva preso a salutarlo e a trattarlo con gentilezza anche davanti al pubblico della Sala Grande. E a lui non era riuscito assurdamente facile ricambiare con la dovuta cortesia; anche se ostacoli ce n'erano stati:
da un lato Draco aveva dovuto affrontare le accuse di chi tra i Serpeverde lo additava come un traditore, e di quelli tra le altre case che ritenevano stesse cercando appoggio in Potter solo per la sua fama e quindi per riabilitare i Malfoy;
dall'altro Harry aveva suscitato il malcontento tra i suoi fan e nel Ministero, che avrebbe voluto stabilire un ferreo controllo sulle famiglie Purosangue superstiti da Azkaban, e in particolare sul loro patrimonio. Una punizione esemplare che colpisse tutti indiscriminatamente gli appartenenti di quella casata di nobili maghi oscuri che era Serpeverde sembrava ad alcuni membri rimasti ai vertici del Wizegamont la soluzione migliore per accontentare le vittime della Guerra, e per ricevere i loro voti alle ormai prossime elezioni per il posto di ministro. Ma se Harry Potter ora si metteva a "fraternizzare con il nemico" andava a rompere loro le uova nel paniere....


Ron Wesley, Hermione Granger e Neville Paciock erano nel pieno di una crisi di nervi, perchè ormai si avvicinava Halloween ed Harry non aveva smesso di aggirarsi misterioso nei corridoi della scuola con un ghigno da serpe e con un'espressione da 'sta per succedere qualcosa ma non ve lo dirò per salvarvi le chiappe' a loro detta parecchio irritante. Sapevano solo che tutti i finesettimana Remus veniva a trovarlo con Teddy e poi si acquattavano da George ai Tiri Vispi Wesley per architettare chissà che cosa.


Pansy Parkinson non si era fatta alcun tipo di domanda, anche perché ora la sua attenzione era stata calamitata da un certo cafone di nostra conoscenza... girava a braccetto con Cormac McLagghen, con due cuoricini al posto degli occhi...
Gregory Goyle invece se ne era fatte molte di domande, ma non era venuto a capo di niente e constantemente voltava il capo da Vincent a Draco sperando che i suoi vecchi amici si decidessero a spiegargli qualcosa

Blaise Zabini e Theodore Nott avevano capito tutto ma tacevano, incuriositi piuttosto dalle possibili svolte di quella strana situazione. Chi tra tutti stava peggio era Vincent Tiger, che da quella famosa mattina nella stanza delle Necessità si aggirava per Hogwarts come uno zombie dall'aria particolarmente imbarazzata, e da alcuni primini Tassorosso era stato scambiato per il Barone Sanguinario. Se prima faceva in modo di trovarsi sempre sulla traiettoria di Neville per rompergli le scatole, ora lo evitava come la peste e faceva finta di non vederlo. Neville non era da meno, ma iniziava a essere francamente stanco di quell'atteggiamento... ora che Bellatrix aveva raggiunto il Nirvana infernale con il suo Lord Oscuro, Tiger rimaneva il suo principale avversario, nonchè il suo punto di riferimento.



Mancava una sola settimana ad Halloween e le zucche di Hagrid avevano raggiunto dimensioni cosmiche. Hogwarts era già addobbata a festa con le classiche decorazioni; fu durante la lezione di Erbologia che Neville, libero dalle preoccupazioni che di solito lo assillavano nelle altre materie, si ricordò di una questione importante.

-Neanche avessi più la Ricordella Neville- fece Ron, quando a metà lezione lui spalancò gli occhi nocciola ed esclamò: – oh, Merlino, la Pena! -

La Pena del Perdente la doveva stabilire ovviamente chi vinceva un Duello Doppio; in quel caso il Patto era stato siglato dalla magia oscura, quindi sino a che non si fosse deciso il prezzo da pagare, Tiger sarebbe stato soggetto ad essa. Ron inizialmente lo aveva preso in giro per la sua smemoratezza e ci aveva riso su, ma poi, affiancato da un'Hermione sconvolta, lo aveva redarguito sulle gravi conseguenze che questo avrebbe potuto portare al Serpeverde. Neville, alle prese con una Astrofilia Pigmentaria Carnivora, aveva dato una veloce occhiata al ragazzo moro col cravattino verde – argento che stava lavorando a due tavoli di distanza... e che ricambiava lo sguardo. Neville arrossì furiosamente e si ritrovò con un fastidioso groppo in gola. Eppure il suo essere Grifondoro gli stava intimando di muoversi;
abbandonò la sua pianta ad un destino incerto e si avvicinò a Tiger...

Vincent non distolse un secondo gli occhi dalla figura del compagno rosso-oro, nascondendo ad arte il suo imbarazzo. Quando ormai mancava solo mezzo metro a separarli però una voce li richiamò entrambi – PACIOCK, TIGER!!!- , la Sprite li osservava. Non era essattamente quel che si dice 'furiosa', ma sebrava molto irritata e offesa dalla mancanza di attenzione del suo migliore studente. Neville si irrigidì. Il rossore diffuso sulle gote testimoniava il suo crescente imbarazzo, imbarazzo che molti scambiarono per la vergogna di essere stato richiamato;
- Le vostre Astrofilia sono in evidente stato di depressione a causa della vostra disattenzione. Resterete qui a fine lezione per rimediare al danno... non voglio sentire patetiche giustificazioni!-

Neville che non era abituato a farsi riprendere dalla Sprite esibì un colore 'rosso Wesley' in zona orecchie, ma a parte questo non tornò alla sua postazione con la testa bassa, proprio come Tiger invece si aspettava; richiamò a sè con un Accio il vaso incriminato e lo appoggiò nel banco del Serperverde, che già lo divideva con Goile e Draco. I due decisero di non commentare e si spostarono su un altro banco per sommo orrore di Vincent ... il ragazzo sibilò un 'traditori' ai suoi "amici", ma poi si dovette girare perchè Neville aveva preso a tirarlo per la manica;
-si può sapere cosa vuoi!?- sussurrò stizzito il Serpeverde evitando però di guardarlo nuovamente in faccia ... faceva finta di essere concentrato sul compito della Sprite... scostò con una manata le dita del giovane davanti a lui.

-Mi sono ricordato solo ora della tua Pena Tiger... scusami davvero- disse Neville chinandosi più che potè verso Vincent, mentre anche lui fingeva di occuparsi della Astrofilia. Aveva dovuto farsi violenza per pronunciare quelle semplici scuse e non osava immaginare il seguito...

Dire che Vincent era rimasto di sale era un eufemismo, gli occhi a palla e la mascella cadente erano solo i segnali più evidenti della sua incredulità.. perchè in otto anni di scuola Neville Paciock non si era mai scusato di niente con lui, nè tantomeno aveva mai usato un tono gentile. Gentile e preoccupato. Paciock preoccupato per lui? Nah, più probabilmente i suoi erano i famosi sensi di colpa rosso-oro che spingevano qualsiasi Grifondoro ad adottare atteggiamenti e tattiche inusuali e ridicole pur di rimediare a possibili torti commessi.

Tiger scosse il testone come a dire che non gliene importava... anche se in effetti in quell'ultimo periodo usare la bacchetta era diventato quasi impossibile, perchè gran parte degli incantesimi gli si ritorcavano contro. Molti avevano semplicamente pensato che quello fosse il risultato della sua evidente stupidità. Pochissimi, tra i quali Neville, erano a conoscenza delle sue reali capacità. A Vincent non importava ciò che la gente pensava di lui, ciò che gli aveva dato fastidio era stato non poter usare la bacchetta a suo piacimento. Fino a quel giorno aveva pensato che tutto ciò fosse stato architettato da Paciock per fargliela pagare, ma ora era evidente che non era stato così. Una dimenticanza. Vincent strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche, che scricchiolarono minacciose alle orecchie del Grifondoro. Come aveva potuto dimenticarsi di una cosa così importante!?! Vincent non voleva ammettere che a infastidirlo era soprattutto il fatto che Paciock non lo aveva minimamente considerato in quelle settimane, anzi, lo aveva evitato... ( si, ma tu hai fatto lo stesso! gli rimarcò la sua coscienza, perennemente inascoltata). Arrossì un poco al pensiero di ciò che li aveva spinti a comportarsi così.

Neville osservò preoccupato e confuso le sue reazioni. Quando la campanella suonò rimasero immobili in mezzo al trambusto di gente che correva verso l'uscita caricandosi la borsa in spalla, tra sedie che grattavano il pavimento e strumenti quali cesoie e coltellini che tintinnavano e sbattevano rumorosamente, lasciati di colpo sui tavoli da lavoro.

Ron e Hermione salutarono con la mano prima di dirigersi verso l'uscita, un pò preoccupati. Pansy li superò, uscendo in fretta e furia e strattonando Goile che le portava la borsa. Harry per niente impensierito si avvicinò ai due e a Draco:- Neville, Vincent , se non riuscite a finire in tempo per il pranzo fate un salto in cucina ok? Dirò a Dobby e a Winky di preparare qualcosa per voi-
-Grazie Harry, sei un amico- disse subito Neville, sorridendogli con calore.
Non si accorse del luccichio improvviso negli occhi di Vincent, che sembrava interessato dalla piega delle sue labbra...
invitanti... Oddio Vince riprenditi, che cavolo vai a pensare... bleah, è uno schifoso Grifondoro!Uno schifoso Grifondoro con delle labbra da favola devi ammetterlo... NO!!!No, PROPRIO PER NULLA! * (1)

mentre nella mente del Serpeverde avveniva questo immane scontro, all'esterno nulla sembrò essere stato percepito. Vincent guardò il Grifondoro moro, distraendosi finalmente dall'altro, e abbassò brusco il capo in uno sgraziato ma sincero cenno di ringraziamento. Harry gli posò una mano sulla spalla e strinse come a dargli conforto.. aveva notato eccome i futili tentativi di usare la bacchetta in quei giorni.
Poi si rivolse a Draco: - Hai da fare dopo le lezioni del pomeriggio?-
-Uh? In realtà avrei gli allenamenti di Quidditch...-
-Ok, ehm, stasera? Possiamo vederci nella Stanza delle Necessità?-
-...-
-Dovrei parlarti di quello che mi ha detto Lupin -
-Harry, ma...!?!- li interruppe Neville, questa volta visibilmente scioccato. Non aveva voluto rivelare a nessuno dei suoi amici il motivo del suo recente turbamento, ed ora andava a spifferare tutto a Malfoy...
Draco lo guardava con espressione smarrita.

D'accordo che tra loro c'era una sorta di tregua, ma da qui ad invitarlo ad uscire insieme... ehm ehm, (colpo di tosse stile Umbridge dalla sua coscienza), veramente Malfoy, ti ha solo invitato nella Stanza per una discussione seria, non per una chiaccherata tra amici! Appunto, questa è una cosa più intima! Corri Draco, corri...
-O-ok Harry, alle otto in punto. Non azzardarti ad arrivare in ritardo. Ciao Vince, ... Paciock -
Il biondo dopo aver salutato si stava allontanando da solo, ma Harry lo affiancò quasi subito: -ti accompagno, tanto la strada è la stessa -
Draco non rispose ma sulle sue labbra comparve un sorriso, rapidamente camuffato da un ghigno. Dentro di sè esultava. Uscirono spalla a spalla dall'aula di Erbologia.


Infine Neville rimase solo con Vincent. Per un pò si dedicarono seriamente alle Astrofilie... in fondo dovevano solo proiettare sulle lunghe foglie, attorcigliate sul gambo robusto come edere, una luce illusoria, simile a quella di una stella, in modo da farle riprendere. Non ci volle molto che sotto l'influsso dell'incantesimo, riuscito quasi perfettamente anche a Tiger, comparvero piccole chiazze colorate sui petali enormi e soffici. Neville ne accarezzò uno, della consistenza del cotone.
Il passo successivo sarebbe stato quello di nutrire i fiori con insetti vari, possibilmente vivi. Per loro "fortuna" le Astrofilia andavano ghiotte di lombrichi e ne avevano due vasetti pieni. Finirono il compito nel giro di una mezzora, e a quel punto furono costretti a guardarsi e a rivolgersi la parola.
-... allora?-
-ehm, veramente non so ...-
-non lo sai!? Merlino del cazzo e che cosa dovrei fare io eh?! A cosa hai pensato nell'ultima ora!?-
-uh, beh... ora che mi ci fai pensare l'idea di lasciarti penzolare per gli alluci dal soffitto della camera di Gazza...-
-Ehi, non ti ci provare nemmeno!O ti ritroverai tu appeso da qualche parte... e non sarà piacevole!!!-
-Umpf, non si può neanche scherzare eh?Bene allora...-
-Allora che?!-
-Un attimo! Per Morgana, non mettermi fretta!!!
-...-
-ecco, trovato!-
-...-
-sceglierai tu stesso la tua Pena... in un certo senso, eh eh –
Fece la sua comparsa un ghigno made in Malfoy scopiazzato per l'occasione... sulle labbra di Neville faceva orrore. Vincent soppresse un brivido.

-...-
-Bene, chiederò a Herm di aiutarmi! Ehm, mi raggiungeresti dopo cena nella...-
-Stanza delle Necessità? Come mai a voi Grifondoro scemi viene in mente solo quella?-
-Si da il caso che l'abbia scoperta io*(2). Ho tutto il diritto di usarla quando mi conviene, no? E poi è l'unico posto segreto e neutrale di tutta Hogwarts-
-Avrei da obbiettare sia per il 'segreto' che per il 'neutrale'. E non è l'unico posto- ,Tiger guardò l'orologio appeso al muro e sospirò rassegnato : – Bene ,mi sa che non abbiamo altra scelta...-
-Infatti! La Stanza è...-
-Vieni!-

Di colpo Neville arrossì. Non era da lui fare certi collegamenti, ma il tono del Serpeverde era così roco e autoritario... e dopo quella fatidica mattina...
Vincent ci mise meno di un secondo a capire cosa aveva detto di così disturbante:- ma che v-vai a pensare scemo! Andiamo, và, - lo afferò per un braccio, ignorando i brividi lungo la schiena e lo condusse con una certa fretta fuori dalla serra;
-D-dove?-
-Nel secondo posto più segreto e neutrale di tutta Hogwarts-


Neville scoprì con sollievo che il secondo posto più segreto e neutrale di tutta Hogwarts era la Cucina. Le Cucine di Hogwarts erano grandi e sempre affollate dagli elfi domestici del castello, pronti a servire e riverire chiiunque. Come aveva promesso Harry, al loro arrivo Dobby e Winky li fecero accomodare a un tavolino un po' appartato, già apparecchiato per due; non appena si furono seduti apparvero le prime pietanze insieme ad acqua e ...

- ehi, ma questo è Wiskie incendiario!!-esclamò Tiger, afferrando con reverenza una bottiglia. Neville osservò il suo riflesso sul vetro verde limone, poi sollevò lo sguardo su Tiger e questo lo ricambiò, con un ghigno da serpe.
-Che ne dici? Una bottiglia di Wiskie Incendiario da Madama Rosmerta... Quando Piton parlò di "imbottigliare la morte" non aveva tenuto conto di questa - sventolò la bottiglia davanti al ragazzo, che lo fissava meravigliato: – Ricordi ?-
-del mio Capocasa? Ogni.Singola.Parola. Non sono uno smemorato Grifondoro che si dimentica persino le parole d'ordine, Paciock-


Quella frase diede inizio a una lunga discussione, coronata da quattro abbondanti sorsi di Wiskie Incendiario a testa. Erano così impegnati nel loro acceso diverbio che non si resero nemmeno conto di stare entrambi bevendo dalla stessa bottiglia. Il cibo ingerito però contribuì a tenerli abbastanza lucidi, e la bottiglia sparì che era appena a tre quarti. Richiamata da uno schiocco di dita di un certo elfo grande amico di Harry Potter.

-Winkie ammazzare me se sa che Dobby pescato dalle sue scorte personali. uff. Dobby fare tutto quello che può per Harry Potter!-


A un certo punto entrambi i ragazzi si erano chinati per prendere lo stesso pezzo di pane... l'immagine di una gustosa scarpetta aleggiava tra i due come un illusione nel deserto
-Ah, scusa- disse Neville, che allo sfiorarsi impercettibile delle loro dita era diventato un peperone. Vincent lo notò. Allungò in fretta la sua mano per trattenere quella di Neville. Stettero li a guardarsi con le mani allacciate, per quella che sembrò loro un'infinità. Poi Tiger spezzò il pane e ne diede una parte al compagno, piacevolmente sorpreso dal gesto. Il pranzo si protrasse silenzioso ma intenso, forse più a lungo di quanto sarebbe stato necessario per un semplice pranzo tra compagni che ufficialmente si detestavano. Non so dirvi se fu il Wiskie ad avere il merito di tutto ciò. Chiedetelo ad Harry Potter.



Alle otto in punto Harry e Draco si incontrarono davanti all'arazzo di Barnaba. Harry aveva già preparato la stanza... - Mai che tocchi a me, eh Potter?- disse Draco guardandolo con una finta aria imbronciata, riferendosi al fatto che era sempre Harry a decidere l'arredamento e ciò, secondo la modesta e pertinente opinione del Serpeverde, andava a scapito del buongusto.
-Mm, non te la prendere , se fosse per te la Stanza assumerebbe l'aspetto di una seconda sala comune Serpeverde... non che non apprezzi i divani di pelle nera e le pareti di pietra nuda ma... -
-Ah!E tu come fai a sapere com'è fatta la mia Sala Comune, dove si trova e...- Draco si interruppe.
In effetti non ci aveva pensato fino a quel momento, ma quando Harry lo aveva riportato nel suo dormitorio, aveva proceduto a passo spedito, come se già ne conoscesse l'ubicazione. Harry potè ben leggere i suoi dubbi dalla buffa espressione che aveva, ma si limitò a scuotere la testa e a farlo entrare nella porta che aveva appena fatto la sua comparsa
-Una volta o l'altra risponderò a tutte le tue domande Draco, ma ora siamo qui per un altro motivo -
Harry si sedette in una comoda poltrona, molto simile a quella evocata per il Duello. La sala era di modeste dimensioni, molto accogliente. C'erano due poltrone vicino al caminetto acceso; un soffice tappeto copriva quasi tutto il pavimento, un tavolino rotondo di cristallo, con fini intarsi nell'unica gamba di metallo che lo sosteneva, si trovava al centro della stanza, e una brocca con acqua fresca faceva su di esso compagnia ad una teiera di ceramica insieme a due tazze da tè e due bicchieri.

C'erano però ben tre sedie intorno al tavolo e inoltre, proprio mentre anche Draco andava a sedersi al suo posto, comparvero un'altra tazzina di caffè nero e... un biberon. Draco, già girato di spalle, non notò nulla, perchè tutta la sua attenzione era stata deviata dalla Stanza e calamitata sul ragazzo al suo fianco. Oltre al tavolino comunque, c'erano ben due scaffali stracolmi di libri e se il biondo avesse avuto la curiosità di andare a leggersi i titoli avrebbe capito che quelli facevano parte dell'antica quanto preziosa raccolta dei Black. Harry, lieto di non averlo fatto insospettire, gli rivolse un amaro sorriso e cominciò: - Se ti ho chiesto di venire qui è perchè mi fido di te-

Draco lo guardò come se gli avesse detto che voleva un mondo di bene a Voldemort...
-e credo che, al contrario di Ron, Herm e Neville... tu non cercherai di fermarmi nè di farmi cambiare idea-
cominciamo bene... vuole rendermi complice del suo nuovo piano per suicidarsi...
-E' qualcosa di pericoloso?-
-... solo per me. Per ora ti chiedo solo di ascoltarmi. Di capirmi. Il fatto è che... ho trovato il modo di far tornare Sirius -
-Black? Intendi il cane pulcioso rinchiuso ad Azkaban per dodici anni?-
Harry strinse minaccioso gli occhi – E' il mio padrino -
-Ah, beh... ma non era... morto?-
-Non proprio. Per ora è rinchiuso in un limbo. Il suo corpo, visto che ormai è passato tanto tempo, potrebbe aver subito dei cambiamenti ma... di sicuro la sua anima è ancora intatta. So come fare a riportarlo indietro. Il problema è che il Ministero è contrario a questo mio... esperimento, così l'hanno definito- concluse Harry con una smorfia.
-Ancora non ho capito perchè mi dici tutto questo, dopo tutto sono, sono... lo sai cosa ! -
Harry si alzò dalla poltrona e si inginocchiò davanti a quella del suo rivale di sempre. Mercurio fuso nello smeraldo all'incontro dei loro sguardi. Harry gli prese una mano. La mano di quel braccio. Sbottonò rapidamente il polsino e sollevò la manica così in fretta che Draco non potè impedirglielo. E lì, a deturpare il bianco candido della sua pelle, svettava pallido ma sempre Nero, il Marchio.

-NO! C-cosa vuoi fare!?!- Draco si odiò in quel momento ma non riusciva a smettere di tremare, era come paralizzato. Fissava la cosa orrenda nel suo braccio per non incontrare il disgusto negli occhi di Harry. Ma orrore e disgusto in lui si mischiarono ad una tiepida speranza, quella che vide riflessa negli occhi del moro quando questo lo prese per il mento e lo costrinse a sollevare il capo. Harry si chinò inesorabilmente verso il simbolo di tutto ciò che aveva sempre odiato. Eppure non c'era disprezzo per Draco, nè per quello che era stato, ... per quello che, alcuni si ostinavano a dire, sarebbe stato sempre. Lo sfiorò con le labbra, ne delineò il contorno con un dito e poi lo frappose alla sua cicatrice. Il suo Marchio, la sua Maledizione e allo stesso tempo la Benedizione per tutti gli altri.
- Nessuna traccia oscura, proprio come pensavo- disse sorridendo Harry, tirando fuori dalla veste una bacchetta ed una scatolina rettangolare. Draco strabuzzò gli occhi quando riconobbe la bacchetta di Sambuco. - Ma questa?-

-Non la considero come mia, la uso solo per i casi più difficili-
-...-
Harry puntò la bacchetta sul Marchio Nero e pronunciò una formula a lui sconosciuta. Il marchio sparì, come inchiostro che si scolori pian piano. Draco guardò esterrefatto prima il braccio completamente bianco e liscio, poi la bacchetta, poi la mano che la impugnava e poi il proprietario di quella mano. Un pò sfocato a causa delle lacrime che gli riempivano gli occhi.

Malfoy non piangeva che in silenzio. Era stato educato così. Malfoy non sorrideva, semmai ghignava. Malfoy non ringraziava, non abbracciava, non faceva trapelare i suoi sentimenti se non la rabbia.

Draco invece si. Si abbassò, piano, scosso da brividi in tutto il corpo, e si ritrovò a pochi centimetri da Harry. Si sporse quel tanto che bastava e posò le sue labbra su quelle di Harry, nulla più che una carezza. Nel bacio, un sorriso e una speranza, per tutti e due. E nella scatolina un ricordo di ciò che non sarebbe più stato e di ciò che sarebbe potuto accadere, la bacchetta che aveva sconfitto Voldemort. La bacchetta di Draco, una dolce consolazione. 

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Capitolo 5
*** Il Piano è Svelato ***


FAN 1 CAP 5

V


Il Piano è Svelato




Un leggero bussare fece staccare bruscamente i due ragazzi; Draco si ritrovò agganciato allo schienale della poltrona, il suo cuore batteva furioso. Harry, pericolosamente sbilanciato verso il pavimento, si rialzò frenetico e corse alla porta, ma aspettò prima di aprire, come se fosse indeciso su qualcosa. Fece un respiro profondo, si girò e tornò da Draco che si toccava le labbra incredulo.

Si guardarono. Harry era serio, mentre si chinava su di lui e premeva nuovamente le loro bocche, un secondo più a lungo. Il sorriso di Draco, enorme, era il più bello che avesse mai visto. Harry gli sorrise di rimando e finalmente andò ad aprire. Ad aspettarlo fuori c'erano Remus Lupin ed un bambino piccolo con un ciuffo di capelli blu: Teddy Lupin, il suo figlioccio, faceva capolino tra le braccia forti del suo papà.


L'incontro tra Draco Lucius Malfoy e Teddy Remus Lupin sarebbe stato ricordato con molto piacere e allegria da Harry negli anni a venire. Era stato affascinante assistere a quell'iniziale scontro all'ultimo sangue, trasformato poi in un "banale" tentativo di soffocamento da parte del biondo, che aveva definito la sua mossa, degna di un cobra o di un wrestler, "un dolce abbraccio fra  cugini" *(1)

Cosa strana, perchè di solito Ted sapeva conquistare ogni persona incontrasse con un semplice sorriso. Ad esempio lui, Harry James Potter, amava pensare alla prima volta che lo aveva preso in braccio, come ad un colpo di fulmine. Evidentemente, aveva pensato con rammarico in quel momento, mentre stringeva tra le braccia il frugoletto, non gli piacciono i bambini.

Solo dopo molto tempo sarebbe riuscito a strappare la verità dalla bocca del suo compagno: "non mi piace il modo in cui ti sta appiccicato. E come ti guarda poi, con gli occhioni sbrilluccicanti e ... per Merlino, ti sbava dietro come un lattante!!! "

" Draco...ehm, è un lattante, nel caso tu non te ne fossi accorto!-

In ogni caso quella fu una serata moolto lunga per i due ragazzi, già messi a dura prova dai recenti avvenimenti. Remus appariva stanco, le ciocche grigie tra i capelli castani erano aumentate, gli abiti lisi e rattoppati come al solito gli ricadevano larghi e aveva gli occhi cerchiati da ombre viola di sonno arretrato. Gli occhi, appunto. Limpidi, felici, esprimevano una gioia di vivere che nulla aveva a che fare con la quieta rassegnazione che la sua condizione di mannaro gli aveva imposto. Le labbra erano stirate in un sorriso sereno mentre guardava Harry e suo figlio, che tra le braccia del padrino assumeva una chioma nera e arruffata da fargli concorrenza. Non era passato molto tempo da che aveva informato Harry della decisione del Ministero, e quella mattina sembrava che le loro speranze di riprendere Sirius fossero crollate miseramente. Poi però Harry lo aveva contattato con un gufo e gli aveva detto che sarebbe andato avanti anche da solo, con o senza autorizzazione sua o del Ministro. Remus J. Lupin era una persona ligia al dovere, seria e matura, rispettosa delle leggi. Ma la lettera era indirizzata a Lunastorta. E Lunastorta era tutt'ora un Malandrino, e lo sarebbe stato per sempre. La scelta era stata obbligata.

Harry lo aveva informato di Draco Malfoy e anche se all'inizio non ne era stato entusiasta, ora si era dovuto ricredere. Draco stava dimostrando di essere in gamba, affidabile e leale. Non aveva fatto domande, ma chiaramente si aspettava delle spiegazioni. E Remus decise di dargliele.


-Quando Harry mi mostrò il libro, quasi non potevo crederci.
"L'ultimo inganno di Peverell"... a leggerlo così sembrerebbe un semplice racconto tratto dalle fiabe di Beda il Bardo. Però noi sappiamo, grazie alle ricerche di Albus, e anche grazie al fatto che Harry qui possiede i tre doni della Morte, realmente esistenti, che le storie raccontate dal Bardo non erano mere invenzioni. Oltretutto... sfogliando le pagine dell'antico volume appartenuto per generazioni alla famiglia Black ... abbiamo scoperto che alcune di queste erano bianche, completamente. -

-Avete provato con un 'Revelo'?-

-Ovviamente si- rispose Harry. Teddy, di nuovo tra le braccia di suo padre,beveva dal suo biberon, producendo quel rumore di risucchio che stava facendo impazzire il biondo. Draco però decise di ignorarlo, per la sua sanità mentale e per il bene di Harry;

-Ma non è bastato. Abbiamo dovuto usufruire delle vaste conoscenze in materia oscura contenute particolarmente in questi scaffali – li indicò con un cenno e poi proseguì sotto lo sguardo severo di Lupin, che al ricordo si era adombrato. Non gli piaceva usare la magia oscura, in nessun caso, ma in quel frangente era stato necessario. Teddy, percependo il suo cambio d'umore mutò i suoi capelli neri in castani, tranne per un simpatico ciuffetto blu.

-Non è stato semplice, ma nel giro di qualche settimana siamo riusciti a copiare le informazioni criptate, che comunque anche se visibili erano sotto forma di rune antiche, sconosciuti idiomi elfici e fatati, e alcune parti addirittura non si potevano leggere perchè le parole erano incantate, in modo che solo un rettilofono avrebbe potuto intuirne il suono. Fortunatamente Harry non ha ancora perduto questa capacità-

-Ancora? Che significa?-

-Mm, in realtà io sono ancora un rettilofono – spiegò Harry ,- ma sinceramente non so dire se questo sia dovuto alla maledizione di Voldemort - ,si toccò la cicatrice,- o se invece questi poteri sono scollegati dall' Horcrux che era dentro di me e perciò permanenti-

Draco ascoltava sempre più interessato ...

- Vuol dire che potrebbero essere ... capacità tue?-

-Forse. Magari Riddle le ha solo risvegliate. In fondo ... molto in fondo ... in qualche modo siamo parenti, discendiamo entrambi dai Peverell-

-Oh, ho capito. Va avanti- disse Draco affascinato e insieme intimorito dalla scoperta;

-Si, è proprio questo il punto, vedi. Sono l'ultimo discendente dei Peverell, e sono l'unico con il potere di attuare le indicazioni del libro. Sirius non è ancora morto quindi non si tratta di ingannare la Morte, ma...-

-è qualcosa che ci si avvicina molto- concluse per lui Draco;

-Esatto Malfoy- intervenne Lupin. Teddy sottolineò con un ruttino e poi sbadigliò accoccolandosi meglio. Nel sonno i suoi capelli diventavano rosa come quelli della madre, Ninfadora Tonks. Remus sorrise al piccolo, poi, prendendo un respiro profondo, si accinse a spiegare.

A Draco e a Harry sembrò di avere davanti il loro vecchio professore di Difesa.

-Per tirare fuori Sirius da quel limbo, la Morte esigerà uno scotto. Non sarà come dover riportare in vita qualcuno dandole in pasto qualcun'altro. No, per questo caso particolare Lei vuole in cambio qualcosa. Così come i dissennatori si nutrono di ricordi felici e di anime. ..-

-Non sembra una cosa molto allegra. Inutile chiederti se sei disposto a farlo, vero Potter?-

-Vero... Draco-

Harry aveva pronunciato il suo nome come una supplica, la sua supplica di rimanergli vicino. Draco però era preparato al peggio e non voleva che Harry corresse rischi inutili. Eppure... eppure, si disse, se io avessi la stessa possibilità di salvare mio padre o mia madre o Blaise o Vince ... NO!, non sacrificherei certo la mia vita! Andiamo, alla larga dai sentimenti da Grifondoro, o qui rischio di prendermi una Potterite acuta... argh!Troppo tardi Draco, sai già che rimarrai con lui ,qualsiasi cosa accada...

-si, beh, quella sarà la parte meno dura Malfoy- disse Lupin, interrompendo il flusso di pensieri del serpeverde, che inarcando un sopracciglio alla sua maniera disse:
- Oh bene, le cose si complicano. Ve le scegliete così facili apposta o avete il cartellino da timbrare nel reparto "Sfiga per sfregiati di turno"?- ,nascondendo con il sarcasmo la paura che quella situazione gli suscitava. Il pensiero di perdere Harry gli era insopportabile, sia come avversario, sia come amico, sia come qualunque cosa fosse quello che erano. Harry comunque, lo aveva intuito e non rispose con un'altra provocazione. 

-Beh, in questo caso sono io che vado di mia sponte a cacciarmi nei guai. Di solito erano loro a trovarmi- disse, calmo. 
-Speriamo che il solito culo ti assista lo stesso Potter-

-Draco, Harry...- li richiamò Lupin, - non è questo il problema. La fortuna non c'entra affatto , qui si tratta di applicare le istruzioni del libro alla lettera; non si può sbagliare. Per attraversare il Velo e raggiungere il limbo incolume Harry dovrà usare una magia di altissimo livello. Dopo aver evocato il Patronus corporeo dovrà... entrarci dentro.-

-Entrarci dentro?-

-Si. Di solito siamo noi a custodire i nostri Patroni nel profondo. Qui avviene l'inverso. Harry dovrà farsi custodire dal Patrono e diventare tutt'uno con lui in modo da preservare intatte le sue facoltà mentali e fisiche. Il Patrono conserverà invece le sue caratteristiche e avrà il potere di allontanare le tenebre dai vivi. - disse Remus
-Già, il problema è che non sono ancora riuscito a diventare un tutt'uno con Ramoso- disse Harry; preoccupazione e impazienza trapelavano chiare dalla sua voce;
-Il cervo?-
-Sì. E' questo il problema principale. Nel limbo il mio Patrono diventerà qualcosa di fisico, di concreto, ma io dentro di lui non sarò qualcosa di spirituale. Se fossi un Animagus potrei forse...-

-Ti ho già spiegato che non risolveresti niente in questo modo- lo interruppe Remus, con un gesto nervoso della mano;- dovresti impegnarti invece a modificare il tuo Patrono. Devi avvicinarlo il più possibile alla forma umana. Più è simile a te, meglio riuscirà l'incanto. Hai letto anche tu-

-Si, ho letto- sbuffò in risposta Harry, che non aveva per nulla voglia di cambiare la forma di Ramoso. A volte gli sembrava ancora di avere suo padre con sè... Silente glielo aveva detto, al terzo anno. Fece una smorfia imbronciata che suscitò l'ilarità negli altri due, soprattutto in Draco, che non lo aveva ancora visto in tutte le sue sfaccettature.

Remus si alzò a quel punto dalla sedia e andò a deporre Teddy, ormai nel mondo dei sogni, nella poltrona occupata in precedenza da Draco, ma questo era così intento ad analizzare le informazioni ricevute che non ci fece caso più di tanto. Lupin evocò una copertina sul corpicino che nel sonno si muoveva in cerca di calore; sul tessuto morbido colorato di blu cobalto c'erano astri e pianeti in movimento. Decisamente Harry preferiva quell'altra che avevano a casa, rossa con scope volanti e boccini d'oro; anche per quelle piccole cose il ragazzo si meravigliava, e non tentava neppure di nasconderlo. La magia ai suoi occhi appariva sempre come una meravigliosa scoperta.

Forse era anche questo, riflettè Draco guardandolo, a piacermi così tanto, ad attirarmi sempre verso di lui e a farmi desiderare la sua amicizia.

Quando Remus tornò a sedersi rivolse la sua attenzione alla tazza rimasta per lui, ancora calda grazie ad un incantesimo, e ne sorseggiò il contenuto estasiato. Andava matto per il cioccolato ed Harry che lo sapeva gli faceva trovare sempre una barretta avvolta nella carta zuccherosa di Mielandia, o una tazza di cioccolata calda come quella.

-C'è qualcosa che non mi avete ancora detto però- disse Draco ad un certo punto, interrompendo quell'idillio. In fondo la golosità del suo ex professore non era affar suo, mentre il motivo che aveva spinto Harry a sbottonarsi così con lui rivelandogli le sue intenzioni ancora non gli era chiaro.

-Come avete intenzione, anche ammesso Harry, che tu riesca a fare l'incantesimo in modo corretto, di entrare nell'Ufficio Misteri senza essere visti...con tutti gli Indicibili che lavorano là poi... e di fare quello che dovete senza che provino a fermarvi? E io, cosa c'entro in tutto questo?-

Harry e Remus si guardarono, poi il mannaro annuì, sconsolato. Non avevano altra scelta.
-Sarà solo Harry ad attuare l'incantesimo, io penserò a distrarre quelli del Ministero. Con me c'è anche George, in questi giorni abbiamo pianificato il nostro diversivo al suo negozio...-
-Ah, è per questo che vi rintanavate sempre al Tiri Vispi Wesley!-
-si, ma non so se sarà sufficente questa nostra manovra. - concluse Lupin, passando la palla a Harry. Una palla che in quel momento al moro sembrava come una bomba ad orologeria....

-Quello che noi vorremmo che tu facessi, Draco... è farci avere la pianta reale dell'edificio. So che per te non sarà affatto facile, del resto non ti vogliamo certo obbligare... la scelta è solo tua, e...-

-Vorresti, Harry, che io tornassi al Malfoy Manor, salissi le scale con l'aria tronfia dell'erede che torna a casa dopo  mesi d' assenza, entrassi in quello studio e intimassi a quello stronzo di mio padre di darmi tutte le informazioni che possiede sul Ministero, per facilitarti un suicidio lento e doloroso, all'interno di un limbo di cui nessuno è a conoscenza apparte noi? -

-Oh, Draco...io non ...-

-Ok, per me si può fare- disse a sorpresa Draco Lucius Malfoy.



Draco, Harry e Remus con Teddy uscirono dalla Stanza delle Necessità che erano appena le ventidue. 

Quando la porta si chiuse alle loro spalle, nella Stanza si udì uno strano fruscio... Neville Paciock sgusciò fuori dal Mantello dell'Invisibilità, gli occhi spalancati, paonazzo in volto e con una gran voglia di spaccare la faccia a un certo Harry Potter di sua conoscenza. Voleva fare le cose da solo, escludendo i suoi migliori amici da tutto ciò? Ebbene, lui, quant'era vero che era figlio di Frank e Alice Paciock, non gliel'avrebbe permesso. Strano che la prima cosa che gli venne in mente di fare in quel momento fu di andare ad avvisare Tiger, e non Ron o Herm. Ma questa, è un'altra storia.


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Capitolo 6
*** La Missione ***


FAN 1 CAP 6
VI

Al Ministero




Quando Vince seppe che ad aspettarlo nella Stanza ci sarebbero stati anche Weaseal e la Mezzosangue Zannuta, decise di chiedere manforte. Non c'era stato verso di rintracciare Draco da nessuna parte, a quanto ne sapeva era ancora con Harry Potter... in compenso aveva trovato stravaccati in Sala Comune Gregory, Blaise e Theodore, che avevano accettato di accompagnarlo, più per curiosità e voglia di fare casino che altro. Trovarono i tre Grifondoro ad aspettarli già all'altezza delle Cucine, vicino alla Sala Comune dei Tassorosso. Quando vide tutto quel dispiegamento di forze Ron fece una smorfia di disappunto, ma tacque;

-la Stanza delle Necessità è ancora occupata- disse Neville, rivolgendosi a Vincent.
-E' da più di un'ora che stanno là dentro... secondo voi li troviamo vivi ancora?- chiese Goile, che aveva saputo dell'appuntamento del 'capo' ed era (inutilmente) preoccupato;
-E' questa la cosa strana ...- fece Hermione – prima eravamo andati a dare un'occhiata... abbiamo incontrato Remus con il piccolo Teddy e lui ci ha detto che Harry gli aveva chiesto se potevano vedersi proprio questa sera...-
-Perchè dici che è strano Granger?- chiese Blaise, vagamente interessato;
-perchè insomma, Draco Malfoy insieme ad Harry Potter è già incredibile di suo... se ci si mette pure Lupin vuol dire che Draco è stato coinvolto-
-coinvolto in cosa?-
-In qualsiasi cosa stiano architettando dall'inizio della scuola...- fece Ron, per nulla felice dell'esclusione da parte dell'amico.
-Vi ricordo che non siamo qui per discutere di Malfoy e Potter, ma della mia Pena! Allora Paciock, dove andiamo se la Stanza è occupata?-
-Potremmo ospitarvi nel nostro dormitorio... così saremmo più vicino al settimo piano-

-Mm, io proporrei invece di aspettare che si liberi... anzi Nev, potresti prendere questo mentre io recito l'incantesimo per Tiger?- Hermione gli tese il Mantello dell'Invisibilità, e poi tutti insieme si diressero verso il settimo piano...



Così era successo che, avendo visto Remus bussare alla porta all'incirca dieci minuti dopo il loro incontro, Neville ne aveva approfittato per intrufolarsi alle sue spalle indisturbato, complice l'utile incantesimo castatogli da Herm, che aveva annullato ogni sua traccia olfattiva. Gli altri invece si erano rinchiusi in un'aula in disuso, la vecchia aula di Divinazione là vicino; Blaise aveva assicurato  loro un po' di privacy con un Colloportus e un Silencio ben piazzati.

Lui, Theo e Greg si erano seduti su grandi pouff, cambiandone il colore da rosa shocking a verde; Ron, un po' distaccato da loro , e incurante del colore del suo pouff o delle battute delle serpi a quel proposito, aveva preso possesso anche di quello al fianco, per poi unirli e sdraiarcisi come un antico romano sul triclivio... davanti a loro, in piedi al centro della stanza, illuminata solo da sporadiche fiaccole agganciate per scommessa alla parete, (avevano tentato di accendere il camino, ma le fiamme si erano attorcigliate fra di loro come due serpenti e avevano prodotto un suono simile a una pernacchia prima di scomparire), stavano Vince e Herm, l'uno preoccupato ma rassegnato, l'altra seria e determinata; entrambi volevano chiudere una volta per tutte quella faccenda.

-Bene – iniziò lei, puntando la sua bacchetta , - l'incantesimo che ti casterò ora ti consentirà di "scegliere" la Pena più adatta-

-Cosa mi accadrà di preciso?- chiese lui, la voce ridotta a un sussurro;

-Uhm, ecco, si tratta di rivivere pubblicamente la scena più umiliante a cui tu abbia mai assistito e/o partecipato-

Blaise e Theo a quelle parole si agitarono sui loro pouff, ridacchiando e sussurrandosi cose... Greg corrugò le sopracciglia in un'espressione che mischiava concentrazione ed interesse, che a Ron fece paura per quanto incredibile.

-In che senso "pubblicamente" ?- chiese Vince, con una punta di panico negli occhi scuri;

-Nel senso letterale del termine. Quando l'incantesimo avrà effetto le persone che saranno con te assisteranno alla tua umiliazione più grande. Ovviamente, ciò non può avvenire se con te non saranno presenti le persone o gli animali che c'erano la volta precedente. Ah , non servirà a niente provare a nasconderti o a stare da solo... l'incanto non agirà finchè non sarai nelle condizioni preposte alla sua realizzazione- spiegò Hermione col tono accademico che usava per rispondere alle domande dei professori... era come se si fosse imparata a memoria l'intera pagina che riguardava l'incantesimo e non solo le parole latine ed i movimenti manuali da usare per castarlo.

-O-ok. Non posso rifiutarmi vero?-
-Potresti- fece Blaise a quel punto, di nuovo serio, - ma poi faresti di nuovo fatica a usarla - , accennando alla sua bacchetta.

Theo e Greg annuirono, concordi. Anche Vince parve rendersene conto. Meglio un'umiliazione pubblica, che l'impotenza magica a vita. Non era affatto piacevole essere ridotti ad un Magonò di terza categoria. Annuì anche lui, sospirando del tutto rassegnato. In cuor suo sperava solamente di non rivivere proprio quella scena. Hermione annuì di rimando e sollevò ancora di più la bacchetta...
-Indignitates Pati- * pronunciò a voce alta e sicura, mentre con il polso effettuava un mezzo giro in senso antiorario. Vide Tiger chiudere gli occhi. Per qualche secondo fu avvolto da una luce giallo – verdognola ...

-Ok, direi che abbiamo finito- esclamò Ron, già pronto per tornarsene al suo dormitorio;

-Direi che ho finito, tesoro- lo rimbeccò la sua ragazza

-Ehm, si hai ragione tu amore- rispose Ron;

-Bleah, ma dico, vi sentite?- disse Theo;
-Già vi prego, risparmiateci una visita dal dentista, che di carie ne ho già avute abbastanza!-
Il silenzio cadde pesante mentre quattro teste si giravano di scatto verso il proprietario di quella incauta frase.
-Gregory Goyle... tu sai cos'è un dentista? - disse con voce fievole Hermione, prendendo lei per prima il coraggio che gli altri ancora non avevano.
-... uhm, ... sì. Ecco... vedete, è successo alla fine della Guerra ... i miei avevano l'accesso alla camera della Gringott bloccato in attesa del processo*, e non potevamo rivolgerci al San Mungo senza essere additati come assasini... si lo so Weaseal , non c'è bisogno di fare smorfie... ma beh, il punto è che in quel periodo l'unica cosa in grado di risollevarmi il morale erano i dolci. Ne ho mangiati moltissimi, di tutti i tipi; mangiavo in continuazione. Sono aumentato di dieci chili in due settimane...-
-Porco Merlino!!!- esclamò Ron, chiedendosi come potesse essere un Goyle ancora più grosso...
-e i miei denti, beh potete immaginare-
-quindi non ti è rimasta altra scelta e ti sei rivolto a un medico babbano?- disse Blaise, con una piccola smorfia di biasimo.
-Mmh-
- Non è mica la fine del mondo ... almeno adesso i tuoi denti stanno bene, no?!-esclamò Hermione

-si, tutto ok . E mi è passata la voglia di abbuffarmi!-

Il piccolo gruppo continuò a discutere delle spiacevoli disavventure dei Purosangue dopo la fine della Guerra, ricordando come più volte alla fine di queste c'era l'immancabile zampino di Harry Potter, che sembrava essere onnipresente*. Non si resero conto del tempo che passava fino a quando Neville non entrò, spalancando rumorosamente la porta e facendo prendere un colpo a tutti quanti.

-Diamine Paciock, più forte no eh!?-
-Paciock sei anche tu un purosangue, l'educazione dovrebbero avertela impartita... o la nonna perde colpi ?-
-Sai Neville c'è una cosa chiamata 'bussare' in questo nostro piccolo mondo di gente civile...-

Neville rimase per un secondo interdetto di fronte alle loro proteste, ma poi con altrettanta forza richiuse la porta e sembrò volerli pietrificare con lo sguardo, tant'è che i due Grifondoro e i quattro Serpeverde si azzittirono all'istante. Prese fiato, li guardò di nuovo, prese di nuovo fiato...
-Harry si è cacciato in un bel guaio... e Malfoy anzicchè farlo ragionare ...-
-Se ne fosse in grado pure lui...- mormorò Hermione,
-... si è dichiarato disponibile ad assecondare i suoi folli piani. Che facciamo?-
-Noi? Niente Paciock. Mi aspettano i MAGO e una brillante carriera al Ministero e non ho intenzione di rovinarmi il futuro. Per noi Serpeverde è doppiamente difficile ora – disse Nott, senza alcuna particolare inflessione nella voce. I suoi occhi, a fessura come quelli di un gatto, scandagliarono da sotto le ciglia le emozioni dipinte nei volti degli altri, mentre fingeva di guardarsi le unghie con interesse ... si ritrovò a sbuffare senza volerlo ... "tanto so già come andrà a finire" pensò, con l'espressione di un martire. 

-Ron ed io siamo disposti a fermare Harry finchè sarà possibile ...- mormorò Hermione, e quasi si potevano vedere gli ingranaggi del suo cervello mettersi in moto alla ricerca di una soluzione ...  

-... o a morire con lui se necessario- concluse Ron
-Melodrammaticità fatta persona Weasley!-
-sono mortalmente serio, gioco di parole a parte. Solo, Nev, non capisco, perchè Malfoy sì e noi no?-
-Oh povero piccolo Ron , escluso dai giochi ... sicuro di voler morire per uno che nemmeno ti cerca?-

-Piantala Theo!- intervenne Blaise, seriamente preoccupato per il suo amico... se era di Potter che si trattava il biondo sarebbe andato anche in capo al mondo.
-Neville, con calma ora, dicci cos' è successo. Cos' hai sentito esattamente? E poi c'era anche Lupin no? Sono sicura che impedirà ad Harry di fare qualunque sciocchezza!- disse Hermione. Immediatamente smentita dal racconto di Neville. Alla fine del quale i sette si guardarono increduli l'un l'altro.

-Quante possibilità hanno?- si chiese Nott, riflettendo ad alta voce;
- molto poche. Direi quasi nulle. Ma del resto lo erano anche durante la guerra...- disse Blaise.

-Già, io non avrei scommesso uno zellino sulla vittoria di Potter, e invece ... Davvero, secondo me con un po' di aiuto in più potrebbero farcela- disse piano Tiger, lanciando di tanto in tanto delle timide occhiate a Neville, cercando il suo sostegno. 

- Sono d'accordo con Tiger. Io personalmente credo che potremmo sfruttare le conoscenze del padre di Ron e di Shacklebot. In fondo anche se fra qualche giorno ci saranno le elezioni lui è l'unico rimasto con un pò di sano amore per la giustizia. Non ci tradiranno, e poi sono sicuro che potremo contare anche su Luna e su Ginny e altri membri dell'ES.

-Vuoi proprio fare le cose in grande Nev-

-Molto, molto in grande! Non capite, più persone coinvolgeremo più sarà difficile per il Wizegamont incastrare i nostri amici... insomma non vorranno mica fare un maxi processo a mezza Hogwarts proprio ora, inimicandosi così buona parte degli elettori!?!-

Neville, Ron, Hermione, Blaise, Theo, Gregory e Vincent rimasero a parlare fino a notte fonda.  Da un quadro malandato, appeso storto, un vecchio signore con gli occhiali a mezzaluna e la barba bianca e fluente vegliava su di loro ...       






// mattina di Halloween, preparativi per la festa//



-Come al solito il tuo aiuto è stato provvidenziale Ginny, senza di te non saremmo mai riusciti a...-

-Comprare quel bellissimo abito per il Ballo,Herm? Ma figurati, di niente, è un piacere aiutare gli altri... vero Harry!?!-

In quel momento un ragazzo dalla zazzera nera e arruffata entrò nel campo visivo di Hermione Granger, che si morsicò la lingua in tempo e scoccò un'occhiata piena di gratitudine alla cara Ginny.
Harry rivolse loro un sorriso stanco, trangugiò in fretta e furia la colazione e sembrò non aver nemmeno sentito la domanda, perchè si rialzò dopo cinque minuti  d'orologio, senza rispondere alla rossa;  congedandosi con un cenno del capo diretto anche verso Ron e Neville, che erano appena arrivati, lasciò in fretta la Sala Grande, incurante dei Gufi che sorvolando il soffitto cominciavano a mollare i loro pacchetti ...      

Draco Malfoy, all'altro capo della Sala, aveva inscenato un simile siparietto, solo con molta più classe. Non sembrava affatto che avesse fretta, ma era comunque rapido nei suoi movimenti ... quasi quanto Harry. Decisamente anche meno scordinato. Presto lo videro raggiungere il grifondoro al portone d'ingresso. In quel momento anche Nott si alzò e come se nulla fosse li seguì...

Intanto i preparativi per il Ballo di Halloween proseguivano per gli studenti dei primi anni, ignari del gran trambusto che si sarebbe scatenato di lì a pochi giorni.



//sera di Halloween//

La sera del Ballo Harry era stanco morto; era vestito di tutto punto, con un costoso ed elegante completo, tirato a lucido. 

Guardandosi allo specchio, il ragazzo  sconsolato si passò una mano tra i capelli, una foresta nera intricata e indomabile, e si disse che sembrava uno spaventapasseri e che, senza offesa per il Mannaro, in quel momento avrebbe potuto far concorrenza a Lupin.

Era nella Stanza delle Necessità, manco a dirlo; aveva giurato ai suoi amici che quella sera lui si sarebbe fatto vivo, come non accadeva ormai da giorni. Sembrava quasi che li stesse evitando, ma non era vero. Era sempre impegnato con gli allenamenti quando non era a lezione e questo voleva dire che non aveva un attimo di tregua. Rispettare le condizioni del libro si stava rivelando un duro ostacolo da superare, un qualcosa di ancor più snervante della ricerca degli Horcrux. E lui ne aveva veramente abbastanza di cose snervanti ... se non fosse stato per Draco, che lo assisteva di continuo anche quando c'era Lupin, non avrebbe retto. E intanto il tempo passava e le possibilità di recuperare Sirius sano e salvo si riducevano. Improvvisamente Harry desiderò un grande letto e vi si stese. Voleva addormentarsi e dimenticarsi della Festa, del Ballo, delle oche starnazzanti che lo attendevano, degli amici e dei nemici, e di tutta quella situazione. Si era realmente assopito da qualche minuto quando la portà si aprì piano, per far entrare Draco Malfoy.

Il biondo si arrestò impietrito sulla soglia per qualche secondo prima di decidersi. Avanzò silenzioso sino al letto e ammirò per un pò la figura del ragazzo disteso. Stava proprio bene vestito in quel modo, e avrebbe tanto voluto entrare insieme a lui nella Sala Grande per vedere le facce deluse e sconvolte di certe galline...  Al solo pensiero un'istintiva gelosia gli sorse dentro creando un piccolo nodo allo stomaco; non avrebbe saputo dire con precisione cosa gli stesse succedendo, perché provasse tutte queste sensazioni quando stava con Harry, sensazioni che avevano superato di molto l'iniziale ammirazione provata durante il Duello. Sapeva solo che non riusciva a smettere di pensare a quel bacio ... non riusciva a smettere di essere felice.  

-Mmm...- Harry iniziò a mugugnare nel sonno,riscuotendo Draco dalle sue considerazioni;

-Harry...- mormorò il biondo, accarezzandolo piano.

-Draco...- sussurrò il moro nel sonno, quasi in risposta, facendo battere furiosamente il cuore nel petto del Serpeverde.

-oh, Draco ... mmm- continuò Harry, iniziando a gemere e ad agitarsi nel sonno, sotto gli occhi sempre più increduli e spalancati di un Malfoy sempre più imbarazzato. Ed eccitato.

"Mi sta sognando... e non sembra un sogno tranquillo... oh, guarda allora non sono il solo..."

Draco decise di non svegliarlo e continuò ad assistere allo spettacolo, che durò per diversi minuti, finchè ad un tratto la schiena del ragazzo sdraiato si inarcò ed Harry emise un gemito roco più forte dei precedenti. Draco, rosso come non mai, accaldato e anche qualcos'altro, osservò il viso del compagno dall'espressione appagata e rilassata. Gli accarezzò i capelli un po' umidi e li trovò incredibilmente morbidi; poi decise di fare un incantesimo di pulizia sui pantaloni di Harry, perchè, si disse, in fondo erano nuovi e sarebbe stato un peccato rovinarli... senza capire che quelle attenzioni, quel voler evitare un imbarazzo al risveglio dell'amico, non potevano essere gesti dettati solo dall'attrazione fisica.

Si sdraiò accanto a lui dopo aver riposto la bacchetta ed avergli tolto gli occhiali, appoggiandoli su un comò apparso al suo bisogno. Lo abbracciò da dietro inspirando forte l'odore dell'altro con la faccia sepolta nell'incavo tra spalla e collo, e intrecciando le loro gambe. Avrebbe tanto voluto che Harry si svegliasse, così da mettere in pratica nella realtà ciò che fin'ora avevano solo sognato, ma si rendeva conto che il Grifondoro era veramente molto stanco, o non avrebbe mai dato buca ai suoi amici. In fondo lo stesso valeva per lui, anche se l'eccitazione non ancora sopita contribuiva a tenerlo sveglio. Senza volerlo si strusciò un po' sul moro, provando appena un pizzico di sollievo e allo stesso tempo un grande imbarazzo, per quello che avrebbe potuto pensare Harry se si fosse svegliato proprio allora. Così mordendosi le labbra e stringendosi ancora di più all'altro si costrinse a star fermo. Nel giro di un'ora, una terribile e allo stesso tempo fantastica ora, Draco si addormentò. Nessuno dei due fece in tempo per il Ballo quella sera e i loro amici non sapevano se essere più infuriati o preoccupati. Insieme, finita la festa andarono a cercarli ormai stanchi di tutti quei segreti e con la pretesa di ricevere delle spiegazioni. Non era difficile immaginare dove fossero e infatti davanti a loro la Stanza delle Necessità comparve senza problemi. Neville e Vincent casualmente furono i primi ad entrare... e a richiudere immediatamente la porta, che scomparve di nuovo...

-Ma che fate !?!- li sgridò Hermione, fasciata da un'elegante tubino turchese;
-Ehm ehm, meglio lasciarli soli- sussurrò Neville e Vince annuì frenetico.
Il rossore sulle loro gote parve esplicare ogni cosa perchè gli altri non insistettero e insieme se ne tornarono alle rispettive Sale Comuni.    

Novembre

Pochi giorni dopo Halloween Harry riuscì a completare con successo l'incantesimo, grazie all'addestramento di Lupin e al sostegno di Draco. Il loro affiatamento fu utile anche per recuperare le informazioni sul Ministero. Infatti Harry decise di accompagnare il ragazzo al Malfoy Manor, con l'autorizzazione della Mc.Grannit e di Piton. Questi ultimi travisando completamente il fatto erano giunti a pensare che Harry volesse chiedere a Lucius la mano del figlio. Il Preside di Hogwarts, nonchè professore di Pozioni, era oltremodo preoccupato dalla reazione dell'amico a quell' inaspettata visita, ma ormai aveva imparato a riporre fiducia in quei due ragazzi che lo avevano tanto fatto penare...

Harry disse ai suoi amici che sarebbe andato a far visita a Dudley quel Sabato, avendo ricevuto notizie poco rassicuranti sullo stato di salute del cugino. Ron aveva approvato, sapendo quanto quei due ci tenessero a quella sorta di riappacificazione che si era creata grazie alla loro prima stretta di mano, ma Hermione aveva storto il naso, riconoscendo la bugia per quello che era e rimproverando dentro di sè il suo fidanzato per essere un credulone.

Fatto stà che quel Sabato Harry e Draco varcarono i cancelli di Malfoy Manor, immediatamente accolti da una radiosa Narcissa, che sorprendentemente calorosa li aveva avvolti entrambi in un abbraccio. Harry ricambiò con il cuore, sapendo di doverle la vita.  Si sentì avvolgere da quel "profumo di mamma" che aveva anche Molly e incredibilmente il nervosismo che aveva provato fino a quel momento, all'idea di dover affrontare Lucius Malfoy, svanì.  Girò la testa per guardare Draco la cui espressione denunciava lo stesso sollievo, la stessa gioia.   
Prima della Guerra Draco si sarebbe divincolato dall'abbraccio con sdegno. Ora fu il primo a tenere salda la presa sulla fragile schiena della donna.

Narcissa li accompagnò nello studio del marito, annunciandoli. 

Il padre di Draco si alzò dalla poltrona dietro la scrivania, posando la piuma sul ripiano, ma lo fece con studiata lentezza. Posato e gelido come sempre abbracciò il figlio e strinse la mano al Salvatore del Mondo Magico, così come si conveniva . Doveva moltissimo a Potter, soprattutto il fatto di essere uscito così presto da Azkaban. E il ragazzo era lì per ricordarglielo.

-E' un piacere vedere che state bene padre- disse Draco con la solita voce strascicata, una volta che furono tutti seduti. Harry osservò l'uomo e notò come in effetti pareva più stanco, ma null'altro era mutato, nella sua innata eleganza e nella fierezza dell'espressione. Lucius annuì. Non disse niente.  Sapeva bene che Draco non lo aveva ancora del tutto perdonato di essere diventato il lacchè dell'Oscuro Signore.  

-Allora, a cosa devo la visita?- chiese,ritenendo chiusi i convenevoli. Draco spiegò; all'inizio ci girò intorno, poi, con maggior sicurezza superò i confini delle chiacchere da tè e si addentrò nei particolari . Fu uno spettacolo per Harry vedere l'alternarsi delle emozioni sul volto dell'uomo. Dapprima impazienza, poi indignazione, poi rabbia e infine qualcosa che doveva essere ammirazione per il figlio, e in tutto questo Harry scorse un profondo affetto, che non aveva mai notato o forse mai voluto notare sino alla fine della guerra.

Il moro intervenne solo alla fine spiegando le motivazioni che lo spingevano e rassicurando l'uomo sulla completa sicurezza del figlio.

-Non voglio che partecipi alla tua nuova avventura Potter! Ho già rischiato fin troppo dandoti queste- disse Lucius prima che se ne andassero, indicando le varie mappe del Ministero. Quelle vere.

-Si signore-

Draco avrebbe voluto dire qualcosa per controbattere, ma sapeva che nè Harry nè tantomeno suo padre sarebbero stati disposti a lasciarlo andare al Ministero. Harry ringraziò con un inchino che aveva significato solo per l'uomo. Lucius riconosceva il rispetto in quel gesto, un rispetto che Harry aveva sempre negato al suo vecchio padrone. E se ne sentì onorato.

Prima di lasciare Malfoy Manor i due ragazzi si fermarono nel giardino privato di Narcissa, che fece loro gli auguri per i MAGO, e numerose raccomandazioni. Sembrava un fiore, un vero Narciso fra tutte quelle rose.


//una settimana dopo, di nuovo Sabato, Ministero della Magia, Londra//

Gli impiegati del Ministero quella mattina si erano svegliati pansando a un giorno di lavoro come gli altri. Faticoso. Logorante. Soddisfacente. A volte divertente. Pericoloso? Anche. Sorprendente? Mai. Il lavoro al Ministero era organizzato al massimo dell'efficenza, inquadrato nei vari piani, settori e Uffici. Non si poteva sfuggire dalle rigide regole che vigevano da sempre e che non erano mai cambiate in tutti questi anni. Nemmeno durante la guerra.

Nessuno si sarebbe mai aspettato quindi di vedere Harry Potter passeggiare tranquillamente per quei corridoi attirando così l'attenzione di tutti. Nessuno si sarebbe mai aspettato che all'ora di pranzo un Harry Potter sbucasse dal nulla in ogni piano dell'edificio, scatenando il finimondo. Mentre accadeva il putiferio un impiegato scendeva indisturbato sino all'Ufficio Misteri con alcuni documenti in mano. Se qualcuno lo fermava, diceva che erano da consegnare a un Indicibile al più presto. Quelli, improvvisamente intontiti da un potente Confundus, lo facevano passare. L'impiegato era un certo Bob Zerkin, a quanto diceva il cartellino, ed era un dipendente del Ministero ... Mentre tutti si chiedevano perchè mai Harry Potter volesse la loro assistenza, (non che non fossero ben lieti di dargliela ma quelli dell'Ufficio Regolamentazione per le Creature Magiche iniziavano a farsi domande su una possibile doppia natura della loro celebrità...), Bob si inoltrava nelle Stanze solitamente frequentate dagli Indicibili. Svoltò per l'ennesimo corridoio e si nascose appena in tempo dietro una colonna, mentre un gruppo di uomini con pesanti mantelli blu indaco lo superava senza notarlo. Il vecchio Bob tirò il fiato e decise che era arrivato il momento di diventare invisibile. Si coprì sotto il Mantello ed estrasse dalla cartelletta i famosi documenti. Che con un colpo di bacchetta si tramutarono in mappe dettagliate, con tanto di puntini e nomi, dei vari piani del Ministero della Magia.

.............

All'insaputa di Bob, nel frattenpo, ben altre cose avvenivano nei piani più alti. In effetti Kingsley e Arthur avrebbero potuto sedare lo scoppio improvviso di fuochi d'artificio magici, che avevano causato una confusione del diavolo in ogni Ufficio (anche nel loro), con una semplice formula insegnata loro da George... Ma un'improvvisa amnesia pareva averli colpiti... 

I bigliettini d'avviso che di solito svolazzavano da un piano all'altro si moltiplicarono, diventando un turbine colorato che investiva a frotte i poveri impiegati, ormai indecisi se dare retta o no a tutti quei fogli che consigliavano loro di fare una capatina in bagno... In mezzo al tumulto un gruppo agguerrito di ragazzi mascherati si era messo a dare del filo da torcere agli Auror  rimasti all'interno del Ministero.

..............



L'arcata del Velo era sempre imponente e incuteva un certo timore anche a colui che già molte volte aveva affrontato la Morte: l'effetto della Pozione Polisucco svanì e così anche Bob Zerkin, per lasciare il posto al vero Harry James Potter. Erano state messe diverse barriere magiche attorno al Velo, ma Harry ci mise poco a disfarsene ... 

Non appena ebbe rimosso anche l'ultima barriera però scattò l'allarme, una serie di voci stridule e acute che si ripetevano a intermittenza propagandosi come un'eco per tutto il Ministero.
Ma ora che era là il gioco era fatto,si disse Harry, e se avessero provato a fermarlo dopo non sarebbe stato certo un problema...

Il pensiero di Sirius così vicino era il solo a occupare la sua mente in quel momento.

Harry aveva la sua bacchetta, quella con la piuma di Fanny; sentiva che in questa occasione sarebbe stata più utile e più potente della Bacchetta di Sambuco, e molto più fortunata... destinata a risorgere dalle ceneri, come il suo proprietario; la puntò al centro del  Velo e ad alta voce pronunciò l'incanto :-EXPECTO PATRONUS!-

Dapprima comparve Ramoso, il cervo gli galoppò intorno in cerchi sempre più piccoli e serrati. Poi Harry si concentrò gradualmente, e mentre il Velo iniziava ad agitarsi, come un enorme lenzuolo opaco che sventoli in una notte tempestosa, e le voci sussurranti dietro di esso iniziavano a farsi più decise, più forti, il Patrono mutò fino a prendere  le sembianze umane ... di due persone. Uno, un uomo dai capelli arruffati come i suoi e dagli occhi cerchiati da una montatura rettangolare, lo guardava con un sorriso sghembo da Malandrino qual'era: James Potter allargò le braccia ed Harry si lasciò avvolgere, diventando un tutt'uno con lui. L'altra era una donna bellissima, dagli occhi verdi e con i capelli rossi come il fuoco che brilla di notte. Era sua madre, Lily Evans Potter. Erano loro in assoluto il suo ricordo più felice. Le diede la mano e una calda corrente lo pervase. Il cuore gli battè rapido come ogni volta che i suoi occhi si posavano su di lei in una vecchia fotografia...

Sotto gli occhi degli Auror appena comparsi e dei suoi amici venuti a soccorrerlo, Harry varcò la soglia dalla quale nessuno era mai tornato indietro.

L'ultima percezione, prima di essere inghiottito dalle tenebre, fu quella di un incantesimo incarcerante che stava per abbatersi su di lui, sviato a sorpresa dai riflessi pronti di Neville e da uno strano falchetto bianco, che lo sfiorò un secondo prima di volare via.

..............


Le tenebre erano soffocanti, deprimenti ed erano ovunque. Non c'era spazio per la vita in mezzo a loro. Harry aveva la scomoda impressione di non avere più alcuno dei cinque sensi, di non poter percepire nessuna sensazione, a parte il calore avvolgente irradiato dal suo Patrono. Se ne fosse uscito la disperazione l'avrebbe colto e il suo Io sarebbe andato perduto per sempre... almeno così diceva il libro... Certo Harry non aveva intenzione di verificarlo. Si concentrò ancora di più sul suo cuore e sulla sua mente. Ricordò ogni momento passato con Sirius. 

All'improvviso, come falene attirate dalla luce, centinaia di esseri simili ad Inferi fendettero le tenebre, ombre nere sul nero più cupo. Perse per un attimo la presa sulla mano di Lily, sconvolto, e quelli, voraci, si fiondarono su di lei pronti a prosciugarla, ad inghiottirla... il timore di perderla era reale ed Harry fu destabilizzato quel tanto che bastava perchè una parte del suo volto uscisse dalla protezione di James. Per un solo attimo gli sembrò di essere diventato nebbia e di aver perso ogni ricordo di ciò che lo aveva portato lì.

Ma proprio allora, in lontananza udì una flebile voce.. una voce che stranamente prese consistenza anche dentro la sua mente... ''Peverell''

Harry incredulo spalancò gli occhi, gli occhi della mente, e fu di nuovo se stesso nel suo Patrono. Qualcuno si distingueva in mezzo a quelle ombre...

Harry si concentrò di più e con inaudita potenza ricreò il legame con Lily, allontanando quelle strane creature. Sua madre sorrideva come se nulla di quel luogo potesse turbarla. Le strinse forte la mano e si lasciò guidare verso quella voce.

-Tom- mormorò nella mente. Tom, non più di un lieve sussurro, fuoriuscì dalle labbra schiuse di Lily. Il giovane mago oscuro erede di Salazar lo fissava e continuava a mormorare qualcosa, incurante delle tenebre che lo avvolgevano. La sua voce risuonava più chiara delle altre. Quando furono vicini abbastanza da riconoscere i particolari dei loro corpi ad Harry sembrò di aver riacquistato in parte i suoi sensi. Tese la mano verso il vecchio nemico, per il quale ormai non provava che compassione, e quello la afferrò;

-Sei qui per me?- sussurrò in serpentese Harry, sentendo che poteva fidarsi di lui,

Tom annuì; era forse l'unico pezzo dell'anima di Riddle che fosse stato epurato dalla magia oscura*.       

-Mi dispiace- mormorò l'ombra, un amaro sorriso ad adornarne il viso. Era così pallido e irreale ... ma allo stesso tempo più solido del mero ricordo d'inchiostro che Harry aveva distrutto nella Camera dei Segreti. 

Harry sorrise di rimando, allo stesso modo: - sarai tu a guidarmi da Sirius?-

-sconfiggeremo insieme questa Morte ingannevole fratello. Chi è vivo torni tra i vivi- sussurrò l'ombra in risposta. 


In poco tempo, o almeno così parve ad Harry, raggiunsero una sfera rilucente che in quelle infinite tenebre sembrava una bolla d'aria nelle profondità dell'oceano. Galleggiava senza meta ed era anch'essa un semplice schermo contro le tenebre, molto più debole del Patrono di Harry. Il limbo era una distorsione spazio-temporale in quel posto che non era dei vivi e non apparteneva ai morti. Tom condusse Harry e Lily sino a quella debole parete rilucente e piena di piccole crepe, segno che le tenebre ormai erano riuscite ad incalanarsi anche lì.

Al di là di quella Harry percepì la presenza del padrino. Debole, come un uccellino morente che sbatte piano le ali nel vano tentativo di spiccare il volo.

L'uomo giaceva nel mezzo di quel limbo, ed era attorniato da fanciulle evanescenti candide come la neve. Harry inspirò bruscamente. Quello era sicuramente il suo amato Sirius, ma allo stesso tempo non lo era. Non era il Sirius grande, segnato dalle cicatrici e dai marchi di Azkaban, no. Era un Sirius più giovane, molto più giovane. Praticamente un ragazzino, Harry non gli avrebbe dato più di tredici anni. Eppure quegli occhi grigi che lo scrutavano dubbiosi ma brillanti, quelle lunghe ciglia, quelle sopracciglia arquate e quegli zigomi definiti... quei lineamenti da nobile ben si accostavano alla solita espressione malandrina da rinnegato, incorniciata tra fluenti capelli scuri. Sirius era là, e doveva averlo riconosciuto perché all'improvviso sembrò risvegliarsi da quell'apparente stato di trance e gli sorrise, un sorriso tutto denti, enorme, e balzò in piedi e cominciò a battere le mani contro la parete che sembrava non volerlo mollare. Tom assistette a quello spettacolo con una smorfia disgustata, tesa a nascondere quello che provava davvero. Harry gli trasmetteva senza saperlo tutta la sua gioia e la sua sorpresa, riempiendolo di uno strano calore.

-E' ora che tu faccia ciò per cui sei venuto- gli disse; Harry lo guardò preoccupato... Ma ogni sorta di timore scomparve con la comprensione:- Ti ha mandato Lei da me-

-Si. Lei vuole ciò che solo tu puoi darle- disse Tom, con voce calda e vibrante che si espanse come un'eco nella sua mente. Era come se il legame tra loro non si fosse mai spezzato. Harry annuì. Era arrivato il momento.

...................



La stanza del Velo era nel completo silenzio. Neville Ron e Hermione erano insieme a Blaise e Theo, non più coperti dalle maschere. Erano scesi appena in tempo per evitare che fermassero Harry. O peggio, che lo uccidessero. Gli altri ai piani superiori avevano confuso gli Auror con travestimenti da clown, il che era tutto dire... ora aspettavano tutti vicini all'arcata, con Remus che era incatenato ad un Auror e ad altri cinque Indicibili, all'apparenza molto seccati. Altri tre Auror sorvegliavano l'entrata. I falsi Harry Potter erano scomparsi come oro dei Lepricani e così i fuochi d'artificio...l'intervento di Kingsley all'ultimo momento era stato da prima pagina. Ora però tutti attendevano , col cuore in gola. Nessuno si era accorto di un piccolo falco bianco dagli occhi argentati, che stava appollaiato proprio sopra l'arcata del Velo. Era passata un'ora da quando Harry aveva varcato l'entrata proibita... ad un tratto, proprio quando qualcuno stava per perdere le speranze, un forte vento scosse il ''lenzuolo'', che si scostò per far passare una figura perlacea. Questa scese i pochi gradini che lo separavano dagli altri.La accompagnavano una donna, figura luminosa dalla quale scaturiva una grande energia, ed un ragazzino dai lunghi capelli neri e da occhi magnetici dello stesso colore.

-Har... Harry ... è lui! Ron, Nev, è lui!!!-

-Harry... HARRY CAZZO CI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO!- gridò Ron, liberandosi di tutta l'ansia che aveva provato.  Neville non disse nulla, piangeva già come un bambino.
Harry si scisse dal Patrono. Ramoso, galoppò verso Remus e scomparve dopo aver incornato l'Auror che lo teneva legato. Anche Lily scomparve, tornando ad occupare il suo posto nel cuore del figlio;
Harry e Sirius raggiunsero Remus, sostenendosi a vicenda, incespicando nei gradini per la fretta e la stanchezza.   

Il ragazzo più grande disintegrò le catene con una sola, truce, occhiata. Il potere che stava rilasciando fece capire agli Auror che contro di lui non avrebbero avuto speranze, e quelli si allontanarono di qualche passo, perdendo in un attimo tutta la loro baldanza. Un urlo di vittoria scoppiò nella sala, coinvolgendo tutti i ragazzi che si erano precipitati al Ministero quel giorno, per aiutare Harry.           

Sirius Remus e Harry si guardarono a lungo, increduli di essere lì, di nuovo insieme. Sirius si reggeva a malapena sulle gambe magre, e ad un certo punto Harry decise di prenderlo in braccio. Scoppiarono a ridere tutti, e si abbracciarono entusiasti. Harry sorrideva tra le lacrime. Piangeva anche il falchetto che lo osservava dall'alto, sbattendo fremente le piume...

In breve, una calca di persone, conosciute e non li circondò e c'era chi li osannava, chi li salutava ridendo, chi li malediceva e chi sbraitava per la confusione . Harry si limitò a concentrare di nuovo l'energia, stringendo a sè Sirius, ancora piuttosto sconvolto anche se felice. 

Preparandosi ad essere investito da una valanga di capelli ricci Harry si smaterializzò di nuovo davanti ai cancelli di Hogwarts e i suoi amici lo seguirono subito dopo.  Il falchetto, che aveva nome Draco Lucius Malfoy, scomparve con loro, lasciando il Ministero con un misero pugno di mosche. Ci sarebbe stato un momento per affrontare gli Auror e le autorità, ma non era quello. L'unica cosa che ricordò Harry prima di sprofondare nel sonno, lungo disteso sulle grosse radici di un albero,     furono due occhi di mercurio e due labbra dolci che si posavano sulle sue in un bentornato a casa da fiaba.


*(subire umiliazioni)

*utilizzando una delle frasi clichè preferite da quei ragazzi che per timore di un confronto sanguinoso che sicuramente li vedrebbe perdenti se la battono educatamente in ritirata, (detto proprio così, tutto d'un fiato!)

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Capitolo 7
*** Ancora una conquista ***


FAN 1 CAP 7





Capitolo settimo:

Ancora una conquista




Aveva dormito due giorni interi prima di risvegliarsi e, proprio come aveva previsto, una valanga di riccioli castani lo investì, e prima ancora di poter inforcare gli occhiali si ritrovò quasi stritolato tra le braccia di Hermione. Harry sorrise nel vedere intorno al suo letto i suoi amici, che evidentemente avevano atteso il suo risveglio accampati come profughi con tanto di plaid e cuscini sparsi. Il loro allegro chiacchericcio lo riportò in breve tempo alla realtà di Hogwarts e si accorse che in quella stanza, che non era l'Infermeria, si erano radunati anche molti Serpeverde, e la cosa lo sorprese non poco. E tutto l'Esercito di Silente per di più. Mentre si lasciava abbracciare e baciare e rimproverare, ancora mezzo intontito, da tutti loro, il suo sguardo corse a una persona appoggiata allo stipite della porta dalla quale continuava ad affluire una marea di gente. Draco non aveva mai smesso di vegliarlo e questo non era testimoniato solo dalle profonde occhiaie del biondo ma anche dalle affermazioni maliziose che ogni tanto gli venivano indirizzate dai presenti. Finchè la fatidica domanda, posta da Luna, che lo guardava con la stessa aria persa tra nuvole e vischi infestati da Nargilli di sempre: - E così tu e Draco state insieme? - , fece ammutolire quel piccolo pubblico di pettegoli. Negli occhi di Draco Harry vide brillare qualcosa per un attimo, ma poi la solita maschera di indifferenza e impassibilità prese il suo posto. Harry invece non si premurò di nascondere le proprie emozioni e con un sorriso a lui indirizzato rispose: -Si, stiamo insieme-
Draco scrollò le spalle per non far percepire nè il suo imbarazzo nè la sua felicità, ma gli rivolse uno sguardo complice e un ghigno malizioso che sapeva dire : "lo sai, ti voglio bene, ma non ti dirò t'amo."


Rivedere Sirius Black in versione ridotta per Severus Piton fu un colpo dritto al petto. Se gli avessero detto "guarda, domani è Natale, festeggeremo tutti insieme!", gli avrebbero fatto un 'regalo' migliore. Ora il cuccioletto pulcioso lo osservava con una strana aria meditativa degna di un guru indiano che mal si sposava con il suo aspetto da principino. L'esperienza nel limbo a quanto pareva l'aveva cambiato non solo nel fisico ma anche nella mente. L'uomo perennemente vestito di nero lo guardò a sua volta con espressione ostica e si avvicinò al banco da dove il moccioso Black aveva deciso di rovinargli la giornata. Semplicemente stando seduto lì. A gambe incrociate. Sopra il banco e non sulla sedia. Gli studenti che stavano entrando, ( fra due minuti sarebbe scoccata l'ennesima ora di Pozioni Avanzate), non si stupirono di trovare quel banco occupato. Black era seduto lì immobile come una statua, dalla prima ora di quella lunga mattina, e le voci erano evidentemente circolate.

  • Per quanto ancora hai intenzione di infastidirmi con la tua spregevole presenza Black? Magari potrai intenerire gli altri con la tua lacrimevole storia, ma a me non può importare di meno-

  • Anche tu mi sei mancato Snivellus-

  • ...-

Sirius gli sorrideva impertinente e sembrava sollevato per qualcosa ...

  • Sai, normalmente mi avresti cacciato dalla tua aula a calci in culo, perciò mi stavo preoccupando. Ma sono contento di sapere che almeno una persona mi tratterà normalmente... come se non me ne fossi mai andato- gli disse, e davvero sembrava ... - sono felice di averti rivisto Piton! Ci vediamo presto!-

Chi avesse conosciuto bene Severus Piton avrebbe giurato di scorgere un sorriso prendere vita, tremolando non invitato, sulla piega asciutta delle sue sottili labbra, mentre guardava il giovane Sirius sgusciare in fretta via dal suo angusto sotterraneo. Prima che la porta si richiudesse dietro quella emanciata figura il Preside Piton ebbe la forza di rispondere a tono: - Non così presto cagnaccio!- , ma si sa, spesso ciò che si dice è il contrario di ciò che si pensa.


Alla fine era successo ciò che Vincent temeva più di tutto il resto. Ma doveva ammetterlo non era così male come si era aspettato. Di certo il suo essere Serpeverde contribuiva a farlo sentire meglio del suo compagno di sventura preferito, Neville Paciock.
Erano guarda caso nella stanza delle Necessità, ormai diventato luogo di ritrovo comune per Serpi e Grifoni, per festeggiare la riuscita della 'missione', e incredibilmente si stavano tutti divertendo. Harry si era ripreso da poco, ma dopo avergli fatto una lavata di capo, degna di essere impressa con inchiostro indelebile nelle pagine dei nuovi testi di Storia della Magia di Hogwarts, ed avergli tolto almeno cento punti Piton e la McGrannit gli avevano dato il permesso di partecipare, con il grande scontento di Madama Chpis, che se fosse stato per lei ci sarebbe rimasto un mese intero in Infermeria; quando entrò, accompagnato da Sirius (che non lo lasciava quasi mai) e Remus, accorsero tutti. Solo due erano rimasti immobili e non osavano raggiungere gli altri terrorizzati dall'idea di essere visti . Non dovettero però attendere molto perchè lo sguardo dei loro compagni e amici cadesse sulle loro figure... si erano ritrovati incollati da un legame invisibile, Neville quasi in braccio a Vince, su quella poltrona, senza quella coperta, completamente... nudi, come mamma loro li aveva fatti.

  • E dopo questo... - disse Ron, con una smorfia schifata, dopo un imbarazzante, lungo silenzio, - ... temo che mi si bloccherà la crescita-

Hermione aveva la mascella a terra, come Pansy e Greg del resto, ed era rossa forse più dei due in questione, ma fortunatamente il suo ragazzo le aveva coperto gli occhi subito con la sua mano.
Draco guardò Harry ghignando perfido , - non credo che troveranno di che coprirsi così presto-

  • sei proprio un bastardo tesoro -

  • oh, lo so caro, ne vado fiero. E' il risultato di sette lunghi anni di allenamento sulla tua persona-

  • mm, la mia idea di allenamento sulla tua di persona è parecchio diversa sai?-

  • Ok- disse Sirius, che interruppe quello scambio di battute mettendosi in mezzo ai due 'piccioncini', - ora basta. Dopo questo credo che andrò a vomitare-
    Harry sghignazzò , - ah ah Sir, eppure mi pareva che tu avessi sviluppato un certo interesse per il nostro caro Preside, o mi sbaglio?-
    Sirius gli fece una linguaccia ma preferì evitare gli occhi smeraldo, che sembravano scrutargli l'anima. Tornarono a guardare i due ragazzi che cercavano di coprirsi in tutti i modi e di staccarsi l'uno dall'altro, ma non appena evocavano una coperta o dei mantelli questi sparivano o si incendiavano, e più cercavano di allontanarsi più si ritrovavano appiccicati.

  • Così ... è questa la tua umiliazione più grande. Ritrovarti insieme a me c- così-

  • Nudi, Paciock ... e non siamo insieme. Mi stai appiccicato come una cozza. La cosa a cui ho pensato quella mattina quando ci siamo ritrovati in questo modo... beh ero sollevato che almeno nessun'altro poteva vederci. A quanto pare la tua Pena ti si è ritorta contro-

  • A quanto pare- ripetè Neville con un sospiro. Smise di divincolarsi e chiuse gli occhi. Era la cosa più imbarazzante che gli fosse mai successa. Sentiva le lacrime iniziare a premere per uscire ma sarebbe morto piuttosto che piangere davanti a lui. Davanti a tutti loro. Ad un tratto si sentì circondare da due forti braccia e si ritrovò la faccia premuta sul suo petto.

  • Così non ti vede nessuno- lo sentì sussurrargli all'orecchio e una vibrazione calda partì da lì per attraversargli tutto il corpo.

Un innaturale silenzio riempì improvvisamente la Stanza e fu allora che Vincent si accorse che gli altri li avevano lasciati soli. Doveva essersene accorto anche Neville perchè sollevò il capo e lo guardò. Per Tiger fu un colpo di fulmine. Lo vide lì davanti a lui, abbarbicato a lui, guardarlo con occhi da cucciolo, le gote rossissime, le labbra piene che mormoravano un flebile ma sentito ringraziamento. Vince ascoltò semplicemente il suo cuore, mentre si chinava un poco, quel tanto che bastava, e tenendolo stretto lo baciò.


Gli Auror irruppero a notte fonda sperando di prelevare Black senza creare il panico nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Sirius in quel mentre stava vagando per i bui corridoi del castello, non avendo voglia di dormire. In realtà aveva una paura folle di star ancora vivendo un lunghissimo sogno e che se si fosse addormentato al suo risveglio si sarebbe ritrovato di nuovo nel limbo. Non aveva detto nulla a Harry o a Rem di questo, perchè non voleva che pensassero a lui come a un vero ragazzino da tenere sotto una campana di vetro. Però la paura restava e così lui si ritrovava a camminare, camminare, camminare fino a che la stanchezza non lo coglieva, troppo forte per essere ignorata. Ad un certo punto sentì dei passi farsi sempre più vicini. Qualcuno correva nella sua stessa direzione. Si girò appena in tempo per schivare il fascio rosso di un incantesimo. L'essere tornato giovane, pensò in quel momento, mentre dalle ombre emergevano le fluttuanti divise degli Auror, aveva giovato parecchio ai suoi riflessi e alla sua forza fisica. Nonostante questo, affrontare sei Auror da solo e senza bacchetta (la sua era andata distrutta nel limbo) sarebbe stato un suicidio, e lui ci teneva alla sua pellaccia. Così fece l'unica cosa possibile: scappò a gambe levate, urlando a più non posso e sperando che qualcuno abituato a fare le ore piccole come lui lo trovasse in tempo per salvarlo da quell'impiccio. Sapeva cosa sarebbe successo altrimenti, il Bacio dei Dissennatori lo attendeva ormai da quasi sei anni. Mentre correva, riuscendo per un soffio a schivare gli incantesimi che lo raggiungevano da ogni parte, inciampò e cadde a terra, a faccia in giù. Credeva di essere spacciato, ma prima di finire schiantato voleva almeno vedere in faccia quei bastardi... fece per rialzarsi ma... - Sebbene vedere Black nella polvere sia uno dei miei sogni ricorrenti non vorrei che pensaste di avere il via libera per fare della mia scuola il vostro porcile... ops, volevo dire campo d'addestramento-, Sirius riconobbe immediatamente la voce arcigna di Severus e non seppe se sentirsi sollevato o ancor più nella cacca. Vide, nella posizione in cui era, le scarpe nere e lucide del vecchio Mocciosus,e da lì sollevò appena la testa per poterne osservare il volto. Quasi gli mancò un battito quando si accorse della maschera di pura rabbia che trasfigurava i lineamenti di quel volto magro dal naso adunco. E non era il solo. Da dietro il mantello nero e svolazzante di Piton comparvero come richiamati dal nulla Harry e Remus.
Harry era ancor più spaventoso di Piton e questa la diceva lunga sulla quantità di potere che stavano emanando...

  • Vi conviene lasciare Hogwarts entro i prossimi cinque secondi... o di voi non rimarrà che polvere, parola mia- ringhiò Harry, affiancando il suo professore. Remus invece, l'unico ad avere ancora una parvenza di calma (l'essere padre fa diventare responsabili?),si chinò su di lui e gli fece un piccolo sorriso di incoraggiamento, tendendogli la mano, che Sirius afferrò all'istante.
    Dawlish, uno degli Auror, vecchia conoscenza di Harry, piegò le labbra in una smorfia di stizza, sapendo che quelli non si sarebbero fatti troppi problemi ad attaccarlo solo perchè era un rappresentante del Ministero e aveva un mandato. -Il prossimo Ministro provvederà personalmente alla tua condanna Black – disse, ma aspettò troppo a Smaterializzarsi perchè un onda di pura magia lo investì mandandolo a sbattere contro il muro...

  • Dì al prossimo Ministro che se si azzarda a toccare anche un solo capello di Sirius Orion Black sarà lui stesso a ricevere la sua condanna, e vedrò di eseguirla personalmente. -

  • E' ostacolo al...-

  • Non me ne può fregare di meno. Ho rischiato la vita e sono morto, si Dawlish, non guardarmi così, sono morto per voi. Ed è così che mi ripagate? Togliendomi mio padre?-

  • Ma Potter...-

  • Andatevene immediatamente da questa scuola, è un ordine- disse Piton avanzando di qualche passo minaccioso

A questo punto gli Auror non se lo fecero ripetere due volte e si smaterializzarono con un'espressione sconfitta indegna della carica che rappresentavano. Kingsley, riflettè Harry, avrebbe avuto parecchio lavoro da fare.
Sirius guardò emozionato Harry e sillabò ripetendo quello che aveva detto il ragazzo, "mio padre". Così l'aveva definito. Harry gli sorrise, mentre a fatica, perchè la rabbia era ancora tanta, la sua aura si restringeva per tornare alla normalità. - Visto che qua abbiamo finito che ne dite di tornare a dormire?- propose, mimando un grosso sbadiglio, anche se in realtà l'unica cosa che voleva era tornare da un certo biondino. Alla fine avevano avuto modo di collaudare la sua stanza privata negli spogliatoi di Quidditch.

  • Non prima di aver tolto altri dieci punti a Grifondoro per il disturbo Potter... ah, e Black, tu rimarrai sotto la mia tutela finchè non si sarà chiarita tutta questa faccenda! Non ho intenzione di venirti a scovare un'altra volta in piena notte in giro per i sotterranei!-

  • S-sotterranei!? Ma come cavolo ci sono finito...-

  • Chissà Felpato magari il tuo fiuto canino aveva annusato qualcosa di interessante...-disse Remus, facendo scoppiare a ridere il figlioccio

  • Ma che cavolo ti viene in mente Lunastorta! Dico io, più l'età avanza, più il periodo di Luna piena ti dà alla testa!!!-

  • Preferisco far finta di non aver sentito- disse Piton prendendo in mano la situazione, o meglio, l'orecchio del povero Felpato.

  • Hai! No Sniv, cazzo che male!- gridava Sirius, mentre il Preside lo trascinava fino ai suoi appartamenti (non pensate male). Harry salutò Remus,che con la polvere volante ritornò a casa Tonks dove lo aspettavano Teddy e Andromeda. Il ragazzo moro sorridendo felice corse a rotta di collo lungo lo stesso tragitto percorso da Piton, salvo svoltare ad un tratto, diretto ai dormitori Serpeverde. Non si curò di essere visto da qualcuno, perchè con sè aveva il Mantello dell'Invisibilità. Entrò senza problemi grazie al serpentese e scivolò silenzioso nella camera del Caposcuola.




Epilogo, nove anni dopo

Harry scese i gradini a quattro alla volta e corse ad aprire la porta di casa con un enorme sorriso stampato sulle labbra, non appena sentì l'allegro trillo del campanello.

  • Bentornati! Com'è andata la passeggiata?!!-

  • Una meraviglia- risposero due voci in sincrono, l'una meno convinta dell'altra. Draco Lucius Malfoy quel pomeriggio aveva apertamente dichiarato guerra al pupillo di Harry portandolo al parco vicino, che era sepolto sotto centimetri e centimetri di neve. Quelle vacanze di Natale si stavano rivelando una rogna, pensò il biondo, trascinando dentro casa il piccolo rompiscatole dalla frangetta blu. Erano zuppi dalla testa ai piedi, con due broci adorabili e stavano gocciolando dappertutto, ma Harry non se ne curava, continuando a ripetere quanto fossero belli i capelli del suo tesoro tutti bagnati e lasciati liberi dal gel, o quanto fosse carina la sfumatura platinata in quelli di Teddy; Teddy per l'appunto. Era venuto a trovare suo 'zio' e 'quell'altro' utilizzando di nascosto dal padre la polvere volante e comparendo la sera del ventidue Dicembre nel camino di casa Malfoy – Potter, autoinvitandosi per il resto delle vacanze. Remus era entrato allo stesso modo qualche minuto dopo, rimproverando il figlio a gran voce, ma poi si era lasciato convincere da Harry che sarebbe stato bello passare le vacanze tutti insieme. Draco era impallidito visibilmente, capendo subito che le parole del fidanzato andavano intese alla lettera. Infatti nei giorni seguenti fu costretto a ricevere la visita continua di una masnada di ex Grifondoro, tra cui la famiglia Wesley al completo, e ciò aveva significato anche la coppietta Wesley – Granger e la loro mostricciattola, Rose.

  • Harry non ce la faccio più, davvero... speravo che almeno per queste vacanze ...-

  • Lo so Draco, ma vedi, col fatto che siamo sempre impegnati col lavoro sono poche le occasioni per vedere tutti i nostri amici... sai che stasera verranno anche Blaise con Daphne e Theo con Astoria... e Vince con Neville.-

  • Oh mio dio, pure i due novelli sposi mi toccherà sorbire- fece Draco con una finta aria drammatica, che per la verità gli veniva abbastanza naturale.

  • Dai, ti prometto che stanotte sarò tutto tuo, amore-

  • Parola di Grifondoro?-

  • Parola del Capocasa di Grifondoro, caro il mio Draco, e tu prometti?-

  • Cosa?-

  • Che porterai pazienza e festeggierai con tutti noi la Vigilia di Natale senza mettere il muso?-

  • Mmm... mi costerà ma... ok, prometto -

  • Sul tuo onore di Serpeverde?-

  • Parola del Capocasa di Serpeverde, Harry. Suggelliamo questa promessa con un bacio-

  • Bleah, che schifo zii!- esclamò Teddy, che aveva spiato la scena da dietro la porta del bagno, dove in teoria avrebbe già dovuto farsi un bagno caldo e cambiarsi i vestiti fradici;

  • Sentito, ti ha chiamato zio!- esclamò invece Harry, dandogli il suo meritato bacio. Quando si staccarono a Draco brillavano gli occhi ... - è solo un anticipo – gli aveva sussurrato Harry, prima di andare ad aprire la porta, perchè avevano nuovamente suonato. Teddy guardò Draco per un lungo momento prima di uscire perfettamente ripulito, e avvicinarsi al biondo un pò titubante. Draco si accorse che voleva dirgli qualcosa, e si chinò alla sua altezza;

  • Facciamo contento lo zio Harry ? Facciamo pace?-

  • Pace? Bisognerebbe aver vinto la guerra perchè uno dei due dichiari la pace... visto che ti ho stracciato a palle di neve credo che si possa fare, Ted Remus-

  • Oh, a me sembrava di averti sconfitto prima, ma come vuoi tu, Zio Draco. -

I due ghignarono e i capelli di Ted divennero di un biondo estremamente simile a quello dell'uomo che gli stava davanti. Sentirono Harry confabulare con Sirius e Andromeda al piano di sotto. Fra poco sarebbero arrivati anche Lucius e Narcissa, e poi tutti gli altri. Draco dovette ricredersi, alla fine. Quello fu un Natale bellissimo. Fu ancor più bello svegliarsi insieme ad Harry il giorno dopo e sapere che ce ne sarebbero stati molti altri da passare con lui.

FINE


Note: così siamo giunti alla fine =) Spero che questo mio esperimento sia ben riuscito e spero che la conclusione vi sia piaciuta. Presto pubblicherò altre fic, ma questa mi è particolarmeNte cara, perchè grazie ad essa ho potuto avvicinarmi a voi che leggete e commentate. Le vostre recensioni mi hanno dato una grandissima carica e senza di esse non avrei finito così presto. Dei ringraziamenti speciali per ciò a princess oscure, che mi ha sopportato dal primo all'ultimo capitolo, e a Psyltdemg per il suo sostegno. Un grazie di cuore anche a Karin85 e a Lumamo64 per i loro commenti, e a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra i preferiti: 1 - angelicascerra [Contatta]
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E a chi a messo la storia tra le seguite. =)


 

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