Young Brandon

di Prayer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Young Brandon

 

1.

 

Non tutti nascono principi, e questo è un dato di fatto.

Questione di sangue si dice in giro. E per avere sangue blu nelle vene non basta desiderarlo.

Certo, Brandon lo aveva desiderato spesso; Ogni volta che si era inchinato forzatamente ad un reale, ogni volta che gli era mancato denaro o cibo, ma soprattutto ogni volta che aveva incontrato il giovane principe Sky. Egli aveva la stessa età di Brandon, eppure incarnava tutto ciò che gli era stato negato: fama, successo, comodità. Forse per questo motivo correva odio tra i due.

In realtà l'odio correva da una sola parte, perché il principino non conosceva i sudditi di Eraklyon, ma questo Brandon non poteva saperlo; Perciò egli si ostinava a leggere sfida e provocazione in ogni comportamento del nobile.

 

Le cose cambiarono in un assolato mattino di primavera. I fiori coprivano alberi e prati, creando una distesa uniforme, soffice e dolce come lo zucchero. Un debole vento muoveva le esigue nuvole sparse nel cielo, mentre Brandon chiudeva seccamente il libro di letteratura.

- Hai già finito? - Domandò la madre comparendo alle sue spalle.

Il ragazzo non aveva bisogno di voltarsi per sapere che il sopracciglio destro era inarcato e la bocca leggermente incurvata in una smorfia inquisitoria.

- Ho bisogno di uscire. Guarda che atmosfera meravigliosa!- Replicò indicando la finestra, oltre cui si celava la placida natura.

- Prima il dovere e poi il piacere. - Sentenziò la madre. Le frasi fatte rappresentavano buona parte dei suoi discorsi e la maggior parte delle sue convinzioni. Il figlio aveva imparato a classificarle come aggirabili a proprio favore, non aggirabili ed irremovibili.

Fortunatamente, il proverbio di quella mattina apparteneva al primo gruppo. Sarebbe bastato voltarsi, gli occhi da cucciolo bastonato e le mani giunte in preghiera. E così fece.

Fissò lo sguardo sulla donna di fronte a lui: non poteva negare quanto fosse bella nell'abito celeste intonato ai suoi occhi, con le lunghe trecce castane intrecciate sulla nuca. Poi, con voce eccessivamente lamentosa esclamò:

- Prometto che farò i compiti nel pomeriggio! Ma ora ti prego lasciami respirare aria pulita! -

Miriel sospirò. - Se non ti lascio andare mi assillerai tutto il giorno vero?-

Il giovane strizzò un occhio in segno di conferma.

- E va bene vai, ma oggi pomeriggio si studia sul…- Ma non potè neppure terminare la frase, perché già suo figlio si allontanava nel verde della radura.

 

Finalmente libero, Brandon sapeva dove andare. In meno di un'ora si trovò davanti i cancelli del palazzo reale. Si trattava di una costruzione immensa, circondata da un bosco creato su richiesta del re in persona per depurare l'aria intorno la piscina, e ovviamente non sprovvista di guardie poiché l'accesso era vietato al popolo.

Normalmente, quello avrebbe segnato il punto di arresto per chiunque, ma il furbastro aveva scoperto poche settimane prima un punto scavalcabile della recinzione, che conduceva in prossimità di un ingresso secondario.

- Ho proprio voglia di farmi un bagno! - Mormorò tra sé, mentre sgaiattolava all'interno dell'edificio.

Come previsto, le guardie sorvegliavano l'ingresso principale. Così, spogliandosi dei vestiti che si premurò di nascondere dietro una roccia, si immerse nell'acqua cristallina.

Nuotare gli era sempre piaciuto. Nell'acqua si sentiva libero di tutte quelle pressioni che sulla terra ferma lo immobilizzavano.

 

In ginocchio sul bordo vasca, Brandon si stava re-infilando la maglia quando:

- Tu chi sei?- Domandò una voce che lo fece sobbalzare, per poco non ributtandolo a mollo.

Il ragazzo si voltò spaventato nel terrore di vedere il re.

- Ah sei solo tu! - Proseguì poi tranquilizzato, quando al suo cospetto si palesò il principe Sky.

Egli indossava un costume da bagno di colore rosso, e togliendosi la bandana i lunghi capelli biondi ricaddero sul collo pallido.

- Solo io?- Fece irritato – Ti ho chiesto chi sei, rispondimi o chiamerò le guardie!-

Aveva alzato la voce, puntando l'indice contro il petto dello sconosciuto.

- Tranquillo principino! - Rise questo - Me ne sto andando, volevo solo ringraziarti per il corso di nuoto!-

Il biondo strinse i pugni - L'accesso è vietato al popolo!-

Brandon rise nuovamente - Di acqua ce n'è ancora mi pare… ma anche se finisse potresti permetterti di riempire la vasca con il vino… o ciò che vuoi. Non fare troppe storie!-

E così dicendo sollevò una mano in segno di saluto e sparì oltre le siepi, lasciando un incredulo principe a fissare il cielo terso di mezzogiorno.

Scavalcando il cancello però, Brandon non si accorse che qualcuno lo osservava. Troppo preso a giudicare l'arroganza di Sky non udì nemmeno una voce che lo chiamava.

-Sei sordo ragazzo?!- Esclamò infine un uomo portandogli una mano sulla spalla, non appena i suoi piedi raggiunsero terra.

Per la seconda volta quel giorno, il castano sobbalzò. - No!- Disse solo.

- Meglio per te. - Ribattè il personaggio misterioso. Aveva barba ispida e capelli grigi, ma ciò che più colpì l'attenzione del giovane furono le mani, che riportavano caratteri incomprensibili marchiati a fuoco.

- Da questo punto sei riuscito ad introdurti a palazzo?-

Brandon scosse la testa, pensando ad un altro curioso sostenitore della famiglia reale. - Solo nella piscina, ma qui hanno problemi con chi si lava a quanto pare!-

Il vecchio sembrò ignorare le sue parole, proseguendo con le domande: -E le guardie? Da qui non ti hanno visto?-

Lui si limitò a scuotere la testa. - Ora dovrei andare- Aggiunse poi, stranito dal mistero che circondava quella figura austera.

-Certo, grazie per l'aiuto.- Rispose questa, per la prima volta mostrando i denti ingialliti in un sorriso.

 

Tornato a casa, come previsto, la madre lo immobilizzò al tavolo della cucina per prestare fede alla parola data. Eppure ancora qualcosa gli impediva la concentrazione.

Non era il clima caldo o la noia, come al mattino, ma un pensiero che assillante si faceva strada nella sua mente.

Chi era l'uomo che l'aveva fermato? E perché tutte quelle domande? Conosceva forse il re?

In ogni caso non avrebbe potuto farci niente. Non era una cosa che lo riguardava. Sky l'aveva persino trattato male, quindi perché doveva avere a che fare con lui?

Brandon sbuffò, irritato dal sovraccarico nella sua testa.

Di nuovo la voce di Miriel lo riscosse dai suoi pensieri: - Tesoro i calzini di questa mattina! Vorrei lavarli!-

L'imbronciato sbuffò più forte, spostando persino i capelli che gli coprivano la fronte.

Ci mancava solo questa. Si chinò per togliersi i calzini, ma ne trovò solo uno.

Improvvisamente ricordò di aver lasciato il sinistro oltre la pietra, nella fretta di scappare.

Cosa sarebbe successo ora? L'avrebbero trovato le guardie? Che importanza poteva avere un calzino? Ma se avessero chiesto al principe e lui avesse spifferato tutto? L'avrebbero sicuramente punito.

Così, senza proferir parola, si avviò verso la porta e la varcò, nel tentativo di riscattare la propria libertà.

 

Arrivato allo stesso punto del mattino, decise di essere maggiormente accorto. Avrebbe osservato che nessuno fosse presente, studiato il momento più opportuno per recuperare il calzino, e, nel caso avesse incontrato Sky, gli avrebbe intimato di dimenticare il loro incontro.

In questo modo tutto sarebbe tornato come prima secondo i suoi calcoli.

Ma proprio perché la vita non è il calcolo di un quattordicenne niente andò come previsto.

Infatti Brandon non ebbe nemmeno il tempo di arrivare alla roccia, perché le numerose voci di uomini che sentiva lo spinsero a nascondersi tra gli alberi.

Si sporse dietro il tronco di un acero protendendo il collo. Erano quattro uomini mascherati, che si dirigevano verso il portone del palazzo. Lo sguardo del giovane subito ricadde sulle numerose armi che portavano: pistole, spade, sciabole e chissà cos'altro.

- Ricordate: prendete il principe e nient'altro. Penserà il re a pagarci. - Spiegò il primo, mentre seguivano le risate degli altri.

- Attenderemo il momento giusto! - Precisò il secondo. - Nel frattempo osserviamo la vita a corte!-

Il castano spalancò la bocca. Sapeva che avrebbe dovuto fermarli. Ma come?

Le guardie! Avrebbe semplicemente avvertito chi di dovere salva il principe da attentati simili. Ma… come avrebbe spiegato la sua presenza all'interno del palazzo?

No, le guardie erano decisamente da scartare. Avrebbe dovuto agire da solo.

Osservò il palazzo davanti a sé: le stanze del principe si trovavano all'ultimo piano e di certo non avrebbe potuto salire le scale di fronte a tutti. Arrampicarsi non sarebbe stato facile data la mole della costruzione, eppure doveva provarci.

Si avviò ai piedi del lato secondario della muratura, per poi appendersi con entrambe le mani e procedere a tentoni.

Non sentiva fatica scorrere lungo il corpo, ma solo adrenalina.

Così, quando arrivò nei pressi della finestra socchiusa si sporse a spiare; Vide la chioma bionda del principe adagiata sul letto a baldacchino. Si introdusse silenziosamente nel locale e si portò di fianco al materasso.

- Certo amico che tu faciliti davvero i rapimenti! - Esclamò inducendo il risveglio imminente del principe, che scattò a sedere spingendo giù dal materasso l'intruso.

- Ancora tu?!- Eslcamò poi, riconoscendo il castano che si massaggiava la schiena ancora sul pavimento.

- Hey hey! - Fece questo – Io sto solo cercando di salvarti e tu mi ringrazi così?-

- Salvarmi? - Ribattè confuso l'altro.

- Da una banda di rapitori! - Aggiunse Brandon sollevandosi da terra.

- Perchè dovrei crederti? - Sbuffò il biondo.

- Perchè dovresti credere ai tuoi occhi! - E così dicendo indicò la finestra, da cui tra gli alberi più vicini all'ingresso primario si potevano scorgere i malviventi.

- Sono qui per… me? - Balbettò Sky e per la prima volta in quell'atteggiamento spavaldo Brandon scorse la paura.

Avrebbe potuto schernirlo, eppure scelse di aiutarlo. Forse una parte di lui in fondo capiva, forse ad una parte di lui importava.

- Avverti le guardie! - Suggerì allora ed entrambi corsero nella direzione delle scale.

 

Mentre osservavano le guardie trascinare via i criminali ammanettati, i due ragazzi si scambiarono un sorriso.

Erendor, re di Eraklyon, arrivò al loro cospetto e Brandon fece un profondo inchino.

- Non inchinarti ragazzo, voglio ringraziarti per aver salvato la vita a mio figlio. Sarai sempre il benvenuto qui a palazzo! - E così dicendo poggiò una mano sulla sua spalla; In quel gesto Brandon riconobbe un tacito invito a prendere parte alla vita del principe. E, in fondo, dovette ammettere che ne era felice.

.- Come vi siete conosciuti voi due? - Proseguì poi, rivolto al figlio.

- A lezione di nuoto padre!- Ed entrambi risero.

Le risate furono però interrotte dalla voce di una guardia: - Sire Erendor, abbiamo trovato solamente tre dei banditi, non quattro come ha riferito il ragazzo – e indicò Brandon – Temiamo che uno di loro possa essere scappato!-

- Che orribile notizia! - Ribattè il re – Come faremo a trovarlo? -

- Non preoccupatevi Maestà– Lo rincuorò il sottoposto – Il malvivente ha abbandonato i guanti, ma le sue mani sono coperte da simboli oscuri, difficili da ignorare. -

- Quali … simboli? - Chiese Brandon, che in cuor suo cominciava a comprendere.

- I simboli di Dairon. -

Padre e figlio abbassarono lo sguardo sconsolati.

- Non capisco… chi è Dairon? - Domandò ancora il nuovo arrivato a palazzo.

- Dairon è nemico giurato del regno. Una volta lavorava per me e spesso ha cercato di tradirmi. Il significato di quei simboli è Morte al re, morte al principe, nuova vita alla corona.-

 

 

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.

 

Una cosa che a Brandon non era mai mancata era la fiducia; Negli amici, nei parenti, nel destino che come diceva sua madre “ha più fantasia di noi”, e… in se stesso.

Certo il suo non era un nobile lignaggio, ma ciò che impoveriva il suo sangue arricchiva e fortificava il suo carattere. Mai gli era capitato di trovarsi senza risposta pronta o di sentirsi rifiutato da una ragazza.

Le relazioni con l'altro sesso tuttavia non lo preoccupavano più di tanto, e forse per questo ogni appuntamento si concludeva con la promessa di una chiamata che non sarebbe stata effettuata, o un addio sussurrato in un abbraccio.

Anche in questo Sky risultava profondamente diverso. Cresciuto con le idee inculcategli dal padre, sognava la futura principessa ad occhi aperti più o meno in ogni istante che scandiva la sua giornata.

Brandon stava ascoltando svogliato le sue riflessioni il giorno in cui, passeggiando tra i boschi adiacenti il palazzo, queste si trasformarono in realtà.

 

- E' mai possibile, nonostante tutto ciò che è successo con quei malviventi , che tu pensi solo a fidanzarti?! - Sbottò al culmine dell'esasperazione, dopo l'ennesima frase smielata dell'amico.

- Tu non capisci - rispose questo – E' un mio dovere pensare a fidanzarmi e assicurare a mio padre che la stirpe proseguirà!-
Il castano sbuffò – Sei ancora giovane per sposarti.-

- Non ad Eraklyon.-

Entrambi avrebbero proseguito il diverbio se non fossero stati interrotti.

Una giovane dai lunghi capelli biondi, infatti, si fece avanti tra gli alberi; Indossava un abito chiaro, intarsiato di gemme del medesimo colore dei suoi occhi ambrati.

Alla vista dei due giovani tossicchiò debolmente, lasciando cadere uno dei tulipani che stringeva sul grembo.

Brandon si voltò verso Sky: piedi piantati a terra, bocca spalancata, nessun accenno a raccogliere il fiore.

Così si avviò egli stesso, porgendo con un debole inchino il bocciolo alla ragazza.

- Ti ringrazio – Fece questa con voce stridula.

Udirono in lontananza passi e toni concitati, prima che due guardie li raggiungessero.

- Principessa Diaspro, vi abbiamo cercata ovunque!- Esclamò la prima riprendendo fiato.

- Stavo solo cercando dei fiori – Ribattè lei stizzita.

- I fiori del giardino non possono essere colti, maestà! - Proseguì nervosa la seconda guardia.

- Oh non preoccupatevi principessa, per voi faremo un'eccezione!- Brandon strizzò un occhio, mentre Diaspro rideva debolmente.

- E voi sareste? - Domandò poi.

- Brandon signora, e permettetemi di presentarvi il principe Sky.- Affermò voltandosi nuovamente verso l'amico che pareva restare pietrificato.

- Quale piacere principe!- Rispose la bionda muovendo un passo verso il futuro re. - Sareste così gentile da scortarmi nel salone centrale? I miei genitori ed i vostri stanno conferendo riguardo la festa di questa sera.-

-Quale festa? - Balbettò Sky inebetito.

- Il ballo naturalmente! Mi auguro che ci sarete... - proseguì scostando lo sguardo dal principe al popolano.

- Non mancheremo! - Concluse quest'ultimo.

 

- Che diavolo ti è preso Sky?!-

I due giovani erano tornati nelle stanze reali e subito Brandon ne aveva approfittato per rimproverare l'amico.

- Che diavolo è preso a te, con tutte quelle battutine!- Fece risentito il principe.

- Perdonami – cominciò il castano – Perdonami se non voglio sembrare una statua di sale come te!-

Sky si sedette sul materasso, guardando le gambe che ciondolavano avanti e indietro.

- Mi vuoi spiegare che ti succede? - Riprovò allora Brandon.

- Non tutti riescono ad essere spigliati come te, sai?-

- Ma che dici? Hai solo troppe pressioni addosso te lo dico io. Basterà…- Ma venne interrotto prima che potesse terminare la frase.

- No! La verità è che non sono abituato a conversare con le principesse…-

Il non nobile rimase interdetto – Mi stai dicendo che non parli con le ragazze?-

L'altro sbuffò. - Mi vuoi prendere in giro? Fa' pure.-

- No! - Si sforzò allora imponendosi un contegno - Ma... perché?-

- E' considerato…-

- Sconveniente.- Pronunciarono insieme.

- Già.- Fece il reale.

- Beh non preoccuparti. Quella Diaspro sembrava interessata a conoscerti, perciò…-

Ma di nuovo fu interrotto dai colpi secchi sulla porta in legno.

- Avanti! - Esclamò Sky, riconoscendo la sagoma del padre all'ingresso.

- Non siete ancora vestiti?- Domandò questo – Tra non molto inizierà il ballo e tu Sky devi essere presentabile!-

Il figlio annuì sospirando impercettibilmente e, come al solito, la tua tristezza non fu notata dal genitore che proseguì il suo vaniloquio: - Tu Brandon ti cambierai al piano di sotto! Andiamo!-

Il castano lanciò un ultimo sguardo al giovane ancora seduto sul letto, prima di richiudersi la porta alle spalle.

- Si sono già conosciuti? - Mormorò il re una volta fuori.

- Chi? -

- Sky e Diaspro!-

- Ah… Sì certo, nel giardino…-

- Perfetto! - Esclamò l'adulto e Brandon inarcò le sopracciglia, visibilmente sorpreso.

- Perchè è tanto felice, sire?- Domandò allora.

- Diaspro è promessa sposa a Sky, figliolo. Dalla loro unione dipende il futuro del regno!-

Il ragazzo serrò la mandibola, mentre osservava il sovrano allontanarsi nel corridoio.

Come avrebbe potuto Sky unirsi in matrimonio a qualcuno a cui neanche riusciva a parlare?

 

Brandon lanciò un'ultima occhiata al riflesso nello specchio.

Niente male, doveva ammetterlo. Il completo nero gli era sembrato esagerato quando l'aveva trovato appeso di fronte a sé, ma d'altronde cosa si poteva aspettare dai vecchi abiti da ricevimento del principe?

Si passò le dita tra i capelli, sospirando. Non avrebbe potuto rivelare la verità all'amico, era già abbastanza in ansia. L'avrebbe sostenuto, standogli accanto per tutta la serata.

Avrebbe fatto la spalla per la prima volta in vita sua.

Oltrepassò piano l'uscio, ritrovandosi nello stesso ampio corridoio che l'aveva visto conversare con il re. Dall'oscurità in cui quest'ultimo era sparito questa volta comparve il principe in un elegante abito bianco.

- Niente male! - Scherzò questo, lanciando un'occhiata al popolano che normalmente indossava scarpe da ginnastica e t-shirt.

- Cerca di restare serio.- Ribattè l'altro - E ascolta i miei consigli.-

- Sarebbero?-

- Offrile subito da bere e rispondi alle sue domande con almeno cinque parole.-

- Come mai cinque? - Domandò confuso il biondo.

- Sono i gradi di intimità… Ma che te lo spiego a fare? Fallo e basta!-

 

Facendo il loro ingresso nel salone uno accanto all'altro, i due amici avevano sentito centinaia di occhi puntati addosso.

Sky si era affrettato, come da programma, ad afferare due bicchieri e porgerne uno a Diaspro, che questa volta in abito rosso, sembrava aver atteso solamente il principe per tutta la serata.

Brandon si era limitato a posizionarsi nei paraggi, limitando al minimo le chiacchiere e osservando la coppia.

Mentre il giovane uomo si era mostrato inizialmente titubante, Diaspro sapeva perfettamente come condurre il gioco; Aveva riso a scherzi per nulla divertenti, ballato con il principe per ben tre volte e simpatizzato con i suoi genitori.

Brandon si ritrovò a pensare come, osservandola da lontano, ci fosse qualcosa di strano in lei. Come se il suo comportamento fosse… finto.

Eppure il biondo non sembrava accorgersene e, anzi, ne sembrava soddisfatto, al punto che l'amico dovette attendere a lungo prima di incrociare il suo sguardo. Allora, guardandosi attorno per accertarsi che nessuno lo vedesse, mosse in fretta la mano, indicando l'uscita che dava sulla fontana all'esterno.

Pochi minuti dopo si ritrovarono entrambi all'aria aperta, nel cortile ormai buio.

- Brandon!- Esclamò il principe – Sta andando benissimo, avevi ragione!-

- Lo vedo amico! Di cosa state parlando?- Chiese allora, inchiodando lo sguardo alle gocce gelide che cadevano regolarmente dal marmo chiaro.

- Più che altro della vita di corte, lei mi capisce così bene…-

Il castano roteò gli occhi, nella consapevolezza di non essere visto. - Sta facendo molte domande, vero?-

- A dire il vero sì… Credo di piacerle. - Proseguì l'altro sorridendo.

- E a te piace lei? -

- Direi di sì. Non dovrebbe?-

- Oh, certo! Ma non hai notato niente di strano?-

- No…- Nel buio il principe voltò il capo verso l'amico - Devi dirmi qualcosa?-

Trascorsero alcuni secondi di silenzio che a Brandon parvero interminabili. Alla fine, in tono forzatamente euforico, rispose:

- Sì. Complimenti per la tua conquista bello!-

- Grazie!- Rise Sky abbracciando il compagno. - Ora torno dentro!-

- Certo!- Fece l'altro.

Restò ad osservare la sagoma indefinita che pian piano spariva oltre le siepi. Una parte di lui sentiva di aver agito giustamente- dopo tutto non avrebbe potuto intromettersi negli affari del reame- ma una voce, flebile eppure insistente si faceva strada nella sua testa.

Diceva “Proteggilo”.

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