La differenza tra me e te di Milady Silvia (/viewuser.php?uid=126259)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Sei come me ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Sono come te ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Perennemente colpevole ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Perennemente innocente ***
Capitolo 10: *** Cap.10 ***
Capitolo 11: *** Cap.11 ***
Capitolo 12: *** Cap.12 ***
Capitolo 13: *** Cap.13 ***
Capitolo 14: *** Cap.14 ***
Capitolo 15: *** Cap.15 ***
Capitolo 16: *** Cap.16 ***
Capitolo 17: *** Cap.17 ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Sei come me ***
Cap.1 Sei come me
La differenza tra me
e te
Non l'ho capita fino
in fondo veramente bene.
Watson guardò di sottecchi
Holmes, roteò gli occhi vedendo
che l’altro aveva la testa appoggiata sulla sua spalla, il
rivolo di saliva che
gli era sfuggito dalle labbra gli aveva sporcato la giacca.
Ticchettò rumorosamente
col bastone per terra e, sbuffando,
si voltò dall’altra parte.
Holmes sorrise.
< Tu non mi vedi neanche umano
per quanto marchi la
nostra differenza, ma io non credo di averla capita fino in fondo.
Tutto mi sembra unico a causa
degl’infiniti dettagli, sento
tutti gli altri umani come irrimediabilmente altri. Invece tu, mi
sembri uguale
a me. Perché entrambi abbiamo bisogno l’uno
dell’altro > pensò.
[101].
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Capitolo 2 *** Cap.2 Sono come te ***
Cap.2 Sono come te
Me e te
Uno dei due sa farsi
male, l'altro meno.
Mary si appoggiò alla
parete e incrociò le braccia al petto,
piegando di lato il capo.
“Non guardarmi in quel
modo. Non sono uno dei bambini a cui
devi fare da istitutrice, amore” disse Watson. Si
appoggiò al bastone con una
mano e con l’altra indicò la donna.
“Tu non sei molto diverso
da Holmes. Il fatto che lui si
sappia fare più male di te non vuol dire che tu non sia in
errore” disse Mary.
“Io non sarò mai
come Holmes” borbottò Watson.
“Allora accetta che non sei
rimasto zoppo in guerra. La tua
è una paranoia mentale” rispose Mary.
[102].
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Capitolo 3 *** Cap.3 ***
Cap.3
Però me e
te
È quasi
una negazione.
Lestrade si sfilò la
bombetta e si grattò la testa,
scompigliando i capelli mossi.
“Io non riesco proprio a
capire” disse.
Watson si strinse la cravatta con una
mano, mentre con
l’altra si appoggiava al bastone.
“A cosa si
riferisce?” domandò.
“A lei, dottore, e a
Holmes, non riesco a comprendere come
possiate collaborare. Lei è una persona garbata,
intelligente e perde tempo
dietro quel folle al limite della legalità.
Vedervi insieme è quasi
una negazione” rispose l’ispettore.
“Holmes è un
caro amico. Inoltre è anche un paziente”
ribatté Watson.
< E non vi è
persona che io stimi di più > pensò.
[103].
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Capitolo 4 *** Cap.4 ***
Cap.4
Io mi perdo nei
dettagli e nei disordini, tu no.
Watson passò di fianco a
un giacchetto abbandonato per
terra, digrignò i denti vedendo un piccolo contenitore di
metallo socchiuso
dentro cui s’intravedeva della polvere candida e
passò di fianco dalla finestra
dalla tenda tirata.
“Holmes, possibile che non
riusciate a vivere lontano dal
disordine?” domandò.
Raggiunse un’altra tenda
che divideva a metà la camera e la
tirò, impallidendo.
Sherlock era in piedi davanti a una
parete colma di fogli da
cui si diramava una ragnatela di fili rossi.
“Watson, possibile che non
riusciate a capire che sono
fondamentali dettagli?
Ho trovato l’ordine nel
caos” spiegò.
“Holmes” gemette
Watson, nascondendosi il viso con la mano.
[105].
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Capitolo 5 *** Cap.5 ***
Cap.5
E temo il tuo passato
e il mio passato
Ma tu no.
Holmes appoggiò la mano
sul vetro della finestra guardando
fuori. Riuscì a riconoscere la differenza del rumore
prodotto da ogni ruota
delle carrozze che sfilavano lungo la strada lastrica, notava tutte le
luci che
svettavano nell’oscurità e prevedette il tragitto
di un uomo.
“Stanotte avete di nuovo
avuto degl’incubi del vostro
periodo in guerra” disse.
“Mnh?
Non me ne
sono accorto. Probabilmente è l’agitazione nei
confronti del trasloco in casa
di Mary che si avvicina” rispose Watson.
“Se la vostra fretta di
trasferirvi non fosse così
impellente vi direi di nascondere tutto ciò che vi ricorda
il vostro passato
nella scatola sotto il letto che cela il mio” disse Holmes.
[110].
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Capitolo 6 *** Cap.6 ***
Cap.6
Me e te, è
così chiaro…
Che sembra difficile.
Watson sfilò la camicia di
Holmes e gli sfasciò la ferita,
le bende candide si erano sporcate di sangue.
Sherlock rabbrividì
sentendo le dita callose del dottore
sfiorarlo e si voltò di scatto, il battito cardiaco
accelerato.
“Stia fermo” lo
richiamò John.
“La prego di considerare
l’idea che ormai sia solo una
cicatrice perfettamente guarita” disse Holmes.
Watson gli avvicinò la
poltrona.
“Si sieda e mi faccia fare
il mio lavoro” ordinò.
< Se potessi vorrei che lei
facesse un lavoro ben
diverso. Perché non nota gli evidenti dettagli! >
pensò Sherlock, sedendosi.
“Allora si muova, il tedio
mi ucciderà” borbottò.
[101].
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Capitolo 7 *** Cap.7 ***
Cap.7
La mia vita
Mi fa perdere il
sonno, sempre.
Watson si sedette sul bracciolo del
divano e guardò Holmes,
seduto al centro, intento a pulire il silenziatore della propria
pistola.
“Lei dorme mai la
notte?” chiese.
“Ho smesso quando ho
imparato a vedere” disse Holmes.
“Cosa?” chiese
Watson.
Holmes si
premette le
mani sulle tempie e gemette, frammenti di immagini e di suoni si
confondevano. Digrignò
i denti, il suo battito cardiaco era accelerato e i suoi occhi erano
velati di
lacrime. Li serrò, ondeggiando su se stesso.
“Tutto” rispose
Holmes.
Watson appoggiò il bastone
sulle proprie gambe.
< Il più grande
dono, la più terribile delle dannazioni
> pensò.
[101].
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Capitolo 8 *** Cap.8 Perennemente colpevole ***
Cap.8 Perennemente colpevole
Mi fa capire che
è evidente
La differenza tra me
e te.
Watson cadde pesantemente carponi, il
suo labbro spaccato
perdeva copiosamente sangue, aveva un occhio nero e i vestiti strappati
in
diversi punti. Strisciò fino alla porta e bussò
con il pomo del proprio
bastone, vedeva sfocato e rovinò al suolo.
Holmes lo raggiunse e lo
issò, poggiandoselo contro il petto
muscoloso, ma smagrito.
“Sono io che devo
combattere durante gli scontri
clandestini, non lei” disse.
Watson gemette e si strinse a lui
spasmodicamente.
“Non volevano pagarmi la
vincita… Quei soldi ci servono per
l’affitto” sussurrò, le orecchie gli
fischiavano.
Mrs. Hudson aprì,
assottigliando gli occhi.
“Oh, guardi come lo ha
fatto ridurre. Entrate subito in casa”
ordinò.
[107].
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Capitolo 9 *** Cap.9 Perennemente innocente ***
Cap.9 Perennemente innocente
Poi mi chiedi come
sto.
Holmes si appoggiò contro
la finestra e osservò Watson,
appisolato su uno dei divanetti. I capelli morbidi a incorniciargli il
viso
serioso, la pelle liscia, il cappello abbandonato storto sulla testa.
Si avvicinò e gli
sfiorò le labbra socchiuse con le dita,
ritrasse la mano, respirando piano.
Rimase immobile, un filo di luce
filtrò dalla finestra,
disturbando il viso del medico.
John mugolò, destandosi,
riconobbe la figura di Sherlock.
“Tutto bene,
Holmes?” domandò.
< No, dottore. Mi fa male il
cuore e non certo perché
batte ancora grazie al ‘regalo di nozze’ che le ho
donato > pensò Sherlock.
“Divinamente”.
[100].
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Capitolo 10 *** Cap.10 ***
Cap.10
E il tuo sorriso
spegne i tormenti e le domande
A stare bene, a stare
male, a torturarmi, a chiedermi perché.
“Holmes, lei deve uscire.
Ha passato un’intera settimana
rinchiuso per risolvere l’ultimo caso, ha bisogno
d’aria fresca” ordinò Watson.
Holmes alzò lo sguardo dal
piano di lavoro e inarcò un
sopracciglio.
“Ha proposte?”
domandò.
John piegò le labbra in un
sorriso.
“Don Giovanni?”
chiese.
Sherlock arrossì.
“Il teatro ci
aspetta” disse.
Watson ridacchiò e si
preparò, Holmes uscì dietro di lui,
con le mani unite dietro la schiena, saltellando.
< Il tuo sorriso spegne ogni
tormento della mia vita. Un
dettaglio che rimane impresso sopra gli altri e cancella ogni domanda e
quesito
> pensò Sherlock.
Entrambi iniziarono a intonare
l’opera lirica.
[102].
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Capitolo 11 *** Cap.11 ***
Cap.11
La differenza tra me
e te
Tu come stai? Bene.
Io come sto? Boh!
“Holmes,
l’etichetta inglese impone che alla domanda: “Come
stai?” si risponda dicendo “Bene” e non
“Boh”” lo rimproverò Watson.
Holmes era intento ad accordare il
suo violino, teneva un
piede appoggiato su un divanetto.
“Non vedo
l’utilità di chiedere a una persona come sta se
poi non si vogliono conoscere le sue reali condizioni”
ribatté.
John roteò gli occhi e
sbuffò.
“Lei mi farà
diventare pazzo” si lamentò.
“Forse le farebbe bene.
Andare e tornare dalla tana folle
del Bianconiglio mi ha permesso di ampliare i miei orizzonti, andando
oltre
sciocchezze come l’etichetta inglese” rispose
Sherlock.
“Holmes” lo
richiamò Watson.
[100].
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Capitolo 12 *** Cap.12 ***
Cap.12
Me e te
Uno sorride di
com'è, l'altro piange cosa non è
E penso sia un errore.
Holmes scoppiò a ridere,
togliendosi il naso finto.
“Due ore! Lei è
scomparso per ben due ore!” sbraitò Watson.
Holmes si sfilò la giacca
lacera e si pulì il volto dal
trucco.
“Sono stato a fare un
appostamento e torno con molte notizie…”
spiegò.
“Lei puzza di letale di
cavallo! Si può sapere dov’era
finito?” lo interrò John, puntandogli
l’indice contro.
“Sono stato un ligio
stalliere dalla capigliatura fulva e le
fattezze orripilanti. Di sicuro ho passato la mia giornata in modo
più
produttivo rispetto a lei che ha passato ore con i suoi vecchi
commilitoni a
rimpiangere la vita da soldato” ribatté Sherlock.
[104].
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Capitolo 13 *** Cap.13 ***
Cap.13
Io ho due, tre
certezze, una pinta e qualche amico.
Tu hai molte domande,
alcune pessime, lo dico.
“Cosa ci fa lei qui? In una
bettola a bere liquori con alcuni
avanzi di galera?” lo interrogò Watson. Una donna
procace lo salutò ridendo
sguaiatamente, mentre parecchi occhi ostili lo fissavano derisori.
“Alle volte lei ha delle
domande veramente pessime. Credo
sia ovvio che sto bevendo con qualche amico” rispose Holmes.
“Amico?”
ringhiò John.
“Oh, sì.
Apprezzano moltissimo le mie battute. Alcuni li ho
conosciuti nel nostro soggiorno in gattabuia.
Continuo a pensare che dovrebbe
prendersi una vacanza.
Potrebbe venire con me da mio fratello” spiegò
Sherlock.
“Con lei? Mai!
Anzi, non andrei per nessuna ragione
neanche da suo
fratello!” gridò Watson.
[103].
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Capitolo 14 *** Cap.14 ***
Cap.14
Me e te, elementare
Da volere andare via.
Watson si appoggiò alla
parete con una mano, le gambe gli
tremavano e vedeva sfocato, ingoiò un singulto. Il suo viso
era arrossato e
accaldato, mentre il suo corpo puzzava d’alcool.
Con l’altra mano teneva una
bottiglia di vino in gran parte
vuota.
Notò Holmes addormentato
sul letto, le gambe da ballerino
ignude, il suo corpo muscoloso, per quanto sottile e i soli boxer che
indossava. Guardò con desiderio i glutei del coinquilino,
lasciati ben definiti
dalla stoffa.
< Se dovessi fare
un’elementare deduzione come voi,
Holmes, direi che mi attraete in modo ben poco consono. Sembrate
così passivo e
disponibile che trovo come unica scelta l’andarmene >
pensò.
[109].
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Capitolo 15 *** Cap.15 ***
What if.
Cap.15
E se la mia vita ogni
tanto azzerasse
L'inutilità
di queste insicurezze
Non te lo direi.
“Credevo che il suo medico
fosse il Dr. Watson” disse il
medico.
“Lo è”
rispose Holmes.
Il dottore era intento a fasciargli
la ferita al braccio,
con sguardo grave.
“Allora perché
non l’ha portata lui all’ospedale? Una ferita
come questa non solo è insolita, essendo fatta con un
gigantesco uncino per tonni,
ma è anche molto pericolosa. Potevate morire
dissanguato” lo richiamò.
“Non ho voluto dire al
dottore esattamente quello che è
successo” rispose Sherlock.
< Non voglio che sappia come
ogni mia volontà sia stata
quasi spazzata via da Moriarty. Che ho dubitato persino che sarebbe
venuto a
salvarmi > pensò.
[102].
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Capitolo 16 *** Cap.16 ***
Cap.16
Ma se un bel giorno
affacciandomi alla vita
Tutta la tristezza
fosse già finita
Io verrei da te.
“Sherly, io non ti capisco.
Per quanto la moglie di Watson sia un
raro caso femminile
sopportabile, non comprendo perché tu gli abbia permesso di
sposarla.
Tutti abbiamo compreso quanto sia
profondo il tuo amore per
il dottore. Perché non ti sei dichiarato?” lo
interrogò Mycroft.
Il più giovane degli
Holmes distolse lo sguardo, facendolo
vagare per la stanza fino alla finestra.
“Watson deve sopportare i
miei capricci e le mie
disillusioni già nella nostra insolita collaborazione. Non
posso chiedergli
anche d’impegnarsi sentimentalmente verso di me”
rispose.
Mycroft sospirò.
“Non potrete fare a meno di
correre l’uno dall’altro ad ogni
occasione” gli ricordò.
[103].
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Capitolo 17 *** Cap.17 ***
Cap.17
E penso sia
bellissimo.
“Almeno per oggi non
uccidere il mio cane” disse Watson.
Holmes si piegò in avanti
e le posò un bacio sui baffetti di
John, sentendoli solleticare sulle sue labbra.
“Il nostro cane
starà benissimo, se mi distrarrai abbastanza
a lungo” disse.
Watson gli mordicchiò il
labbro, strofinando il suo naso
contro quello dell’altro.
“Questo possiamo vederlo
subito, ma a una condizione…”
disse.
“Suppongo non sia niente
alcool” ribatté Holmes. Gli passò
la mano tra i capelli morbidi. “Niente pizzo?”
sussurrò con voce roca.
“Non inibirei
così un perverso come te. Niente liquido
oculistico” rispose John.
< Penso sia bellissimo
> pensò Holmes.
[102].
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