Stydia Chronicles

di MissGolightly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I stand up for you ***
Capitolo 2: *** I love you ***
Capitolo 3: *** First time ***
Capitolo 4: *** Something I can turn to ***
Capitolo 5: *** Home ***
Capitolo 6: *** I just haven't met you yet ***
Capitolo 7: *** Sorry seems to be the hardest word ***
Capitolo 8: *** Marry you ***
Capitolo 9: *** Il mio giorno più bello nel mondo ***



Capitolo 1
*** I stand up for you ***


I stand up for you
 
It all means nothing
If you don't stand up for something
And I stand up for you
(Stand up for something – Andra Day ft. Common)
 
 
 
 
Rivedere la stanza di Stiles con le sue cose era strano, ma in modo piacevole.
Ogni cosa era al suo posto, come prima della Caccia Selvaggia, come prima che lei si dimenticasse di lui.
“Stai bene?”
Lydia sollevò lo sguardo verso Stiles. Era assurdo come lui si preoccupasse per lei, anche dopo tutto quello che aveva passato.
Lydia annuì. “Stavo solo ripensando al fatto che l’ultima volta che sono stata qui, la stanza era vuota.”
“Completamente vuota?” chiese Stiles curioso.
“C’era una sedia in un angolo. Il tuo casco e la tua maglietta da lacrosse erano appoggiate lì sopra. La maglietta aveva ancora il tuo profumo.”
Stiles si avvicinò a lei. Non disse niente, non la sfiorò nemmeno. Si avvicinò semplicemente e la lasciò continuare.
“Sapevo che c’era qualcosa che non andava. Arrivavo davanti al tuo armadietto e poi mi chiedevo per quale motivo fossi lì. Non sapevo darmi una risposta, eppure sapevo che c’era un motivo se ero arrivata fino lì. Sapevo che non era un caso. Nessuno mi credeva all’inizio e per un attimo ho dubitato di me stessa.”
“Non hai dubitato abbastanza, visto che sono qui” disse Stiles sorridendo. Era assurdo che avesse voglia di scherzare anche in quel momento.
Lydia sorrise e si avvicinò ulteriormente. Era stato lontano da lei per così tanto tempo che sentiva il bisogno di averlo vicino il più possibile.
Stiles le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi le accarezzò la guancia. Lydia chiuse gli occhi godendosi il contatto e sospirò.
“Alla fine sei riuscita a ricordarmi. Sapevo che ce l’avresti fatta.”
“Ho avuto un piccolo aiuto” disse Lydia. Poi, vedendo lo sguardo confuso di Stiles, aggiunse: “Scott mi ha aiutata con l’ipnosi. È così che ti ho ricordato.”
“Ti sei fatta ipnotizzare?”
Lydia si strinse nelle spalle. “Non è stato così male. Un po’ triste forse, perché non ero sicura che avrebbe funzionato, ma ho rivisto alcuni ricordi. Ho rivisto te. E, te lo assicuro, è stata la cosa migliore che mi sia capitata negli ultimi tre mesi.”
“Cos’hai visto?”
Chiunque altro in quella situazione, sarebbe corso a casa, avrebbe fatto una doccia e si sarebbe infilato sotto le coperte senza nemmeno più pensare a ciò che era successo, ma non Stiles. Lui voleva sapere cos’era successo durante la sua assenza, cosa si era perso, come avevano fatto i suoi amici a farlo tornare, come era riuscita Lydia a recuperare i ricordi…
“Il ballo, quella volta in cui sei venuto a casa mia, il nostro primo bacio…”
Non avevano mai parlato di quel bacio.
Stiles l’aveva raccontato a Scott e Lydia ne aveva parlato con Allison, ma nessuno dei due aveva mai riportato a galla l’argomento. Stiles, per quanto entusiasta al pensiero di aver toccato le labbra di Lydia Martin, aveva razionalizzato quel bacio prendendolo esattamente per ciò che era: un modo per fermare il suo attacco di panico.
Peccato che non fosse solo quello, ed era ciò a cui Lydia aveva cercato di non pensare.
Per un po’ era riuscita a ignorare le farfalle nello stomaco e la sensazione che aveva provato sentendo le sue labbra premute su quelle di Stiles, ma poi aveva dovuto ammettere almeno a sé stessa che dietro quel bacio c’era molto di più.
“È stato il momento in cui è cambiato tutto” disse Lydia.
“Non me lo avevi mai detto. Ho sempre pensato che lo avessi fatto solo per farmi trattenere il fiato.”
“Per quello mi sarebbe bastato tapparti la bocca con una mano, no?” disse Lydia sorridendo.
Stiles sorrise a sua volta, poi si chinò su di lei e la baciò.
Finalmente era tra le braccia di Lydia. Finalmente era a casa. 






Author's Corner:
Buongiorno!
Nonostante abbia mille ff in attesa di essere aggiornate, eccone una nuova. 
Questa è la mia prima storia su Teen Wolf e ci sto lavorando da parecchio in realtà. Mi sono decisa a pubblicarla solo ora perchè con l'avvicinarsi della Nemeton ItaCon Untold sento sempre di più la mancanza di questa serie e miei poveri Stydia, che bisogna ammetterlo sono stati sviluppati davvero malissimo nelle ultime puntate. 
Saranno dele one-shot ambientante da dopo la 6x10 e racconteranno dei momenti importanti nella vita degli Stydia. Non so ancora quanti capitoli saranno, ma penso una decina circa.
Ogni capitolo sarà descritto da una frase di una canzone. In questo caso, la frase che ho scelto è "I stand up for you" che letteralmente significa "mi alzo per te" ma sta anche a indicare il voler lottare per qualcuno, cosa che Lydia ha fatto per poter riavere Stiles. 
Se qualcuno di voi segue la sezione ff di Riverdale, probabilmente sa che ho fatto un lavoro simile con i Bughead. Non posso farci niente, amo le raccolte di one-shots.
Avvertimento: sto pubblicando la stessa ff anche su wattpad, quindi se vi capita di trovarla anche su quel sito sappiate che non ho copiato nessuno e nessuno ha copiato me.
Se vi va, lasciatemi una recesione e fatemi sapere che ne pensate. 

 

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Capitolo 2
*** I love you ***


I love you
 
I'll take your bad days with your good
Walk through this storm I would
I'd do it all because I love you, I love you
(Unconditionally – Katy Perry)
 
 
 
La cerimonia di consegna dei diplomi si era appena conclusa quando Malia corse verso Lydia sorridendo.
“Facciamo una foto!” disse afferrandola per un braccio e trascinandola poco più in là, dove suo padre la aspettava con una macchina fotografica in mano.
Lydia non ebbe il tempo di replicare e si limitò a mettersi in posa.
Si sentiva un po’ in imbarazzo a stare vicino a Malia. Erano diventate molto amiche, ma il fatto che Lydia stesse con Stiles quando fino a pochi mesi prima lui stava con Malia, la rendeva nervosa.
“Stai bene? Il tuo battito è accelerato improvvisamente” disse Malia, appena suo padre finì di scattare la foto.
“Sto bene. Sono solo nervosa.”
“Come mai?”
Lydia sospirò. “Malia, dovremmo parlare di Stiles.”
“Perché? Che è successo a Stiles?” disse Malia voltandosi e cercando il ragazzo con lo sguardo. Lo individuò non molto distante da loro, mentre scattava una foto a Scott e Melissa.
“A me sembra che stia bene” aggiunse Malia, vedendo la scena.
“Sì, sta bene. Non è questo il problema” disse Lydia.
“E allora quel è?”
“Non abbiamo mai parlato del fatto che io e lui… beh…”
“Avremmo dovuto parlarne?” la interruppe Malia.
“Credo di sì! Insomma, lui è il tuo ex ragazzo e tu sei mia amica.”
“Appunto, è il mio ex! Ci siamo lasciati, quindi lui può frequentare chi vuole. Il che include anche la mia migliore amica” disse Malia sorridendo e circondando le spalle di Lydia con un braccio.
Pensava davvero ciò che aveva detto e la considerava davvero la sua migliore amica, anche se aveva avuto bisogno di un po’ di tempo per capire cosa volesse dire.
Con il tempo aveva imparato che, per quanto volesse bene a ogni membro del branco, con Lydia aveva un legame diverso. Era la prima che chiamava quando aveva bisogno di aiuto con la scuola, ma era anche la prima a cui faceva ascoltare una nuova canzone scoperta per caso su YouTube o a cui raccontava una cosa divertente che le era successa.
“Io e Stiles ci siamo lasciati di comune accordo! Quindi va bene che Stiles stia con un’altra e soprattutto va bene che stia con te” disse Malia poco dopo, sorridendo.
 
 
 
 
Il primo giorno dell’ultimo anno, Stiles aveva provato a immaginare come sarebbe stato il giorno del diploma.
Sapeva che si sarebbe svegliato in ritardo e che suo padre lo avrebbe abbracciato prima di uscire, dicendogli che se sua madre fosse stata lì sarebbe stata fiera di lui.
Sapeva che avrebbe rischiato di inciampare sui gradini mentre saliva sul palco a ritirare il diploma perché non sarebbe stato lui altrimenti.
Sapeva che dopo la cerimonia sarebbe andato a cena con Scott, Lydia, Malia e Kira e probabilmente dopo cena sarebbe tornato a casa con Malia.
Aveva immaginato tutto, ma in quei mesi le cose erano cambiate e quasi nulla era andato come lui aveva immaginato.
Quella mattina si era svegliato prima che la sveglia suonasse. Anzi, forse non si era nemmeno addormentato.
Suo padre gli aveva dato una pacca sulla spalla e gli aveva sorriso senza dire nulla, probabilmente troppo emozionato per dire qualsiasi cosa.
I gradini del palco non erano stati un problema: era riuscito a salire senza inciampare.
Sapeva che a cena Kira non ci sarebbe stata perché non si era diplomata con loro e che dopo non sarebbe tornato a casa con Malia perché si erano lasciati. Magari sarebbe tornato a casa con Lydia, ma non ne era certo perché in realtà non avevano ancora parlato di ciò che c’era tra loro.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando Scott gli fece notare che Lydia stava correndo verso di lui, seguita da Malia.
“Va tutto bene?” chiese Stiles preoccupato.
“Ti amo” disse Lydia respirando affannosamente.
Stiles la guardò sorpreso. La sera in cui era tonato dalla Caccia Selvaggia, le aveva detto che non era necessario che lei gli rispondesse perché in fondo sapeva che ricambiava i suoi sentimenti. Ma quando si trattava di Lydia, una parte di lui era sempre insicura e dubbiosa.
Era come tornare al primo anno, quando si limitava a guardare Lydia da lontano convinto che non avrebbe mai potuto ottenere di più.
“Cosa?”
“Ti amo, Stiles. So che avrei dovuto dirtelo quando sei tonato, anzi avrei dovuto dirtelo prima che i Cavalieri Fantasma ti portassero via. Non so perché non l’ho fatto, ma poco fa ho parlato con Malia di una faccenda e mi sono resa conto che non ti ho mai detto che ti amo.”
“Che faccenda?” chiese Stiles, guardando di sfuggita Malia.
“Non è importante” disse Lydia. Il suo respiro era corto e aveva parlato talmente veloce che per un attimo Stiles aveva dubitato che quella davanti a lui fosse davvero Lydia Martin.
Lydia riprese fiato e aggiunse: “Quello che importa è ciò che provo per te, come mi fai sentire. E così, mi sono resa conto che non ti avevo ancora detto che ti amo.”
“Sai che non era necessario” disse Stiles, ma Lydia sapeva che non era del tutto sincero. Stava cercando di reprimere un sorriso, quasi come se volesse nascondere quanto fosse felice, ma senza successo.
“Sì, invece” disse Lydia prima di sollevarsi sulle punte e baciarlo.
Scott, che aveva osservato la scena sorridendo per tutto il tempo, spostò lo sguardo su Malia. Anche lei stava sorridendo e, nonostante ciò che c’era stato tra lei e Stiles, sembrava davvero felice per loro.
Per la prima volta dopo anni, le cose sembravano andare finalmente per il verso giusto.






Author's Corner:
Ecco la seconda one shot!
Credo di aver reso Lydia leggermente OOC in questo capitolo, ma pazienza.
A parte questo, è un capitolo a cui tengo molto perchè ci sono due cose importanti di cui ci hano privato nella serie: il confronto tra Lydia e Malia e Lydia che confessa i suoi sentimenti a Stiles. 
Lydia e Malia sono amiche e ho sempre trovato un po' assurdo che non ci sia stato un confronto tra loro su questa storia. 
Per quanto riguarda il "ti amo" di Lydia... Beh, io ho amato la scena di Lydia che salva Stiles, che gli dice di non aver mai risposto al suo ti amo e Stiles che risponde che non è necessario. Ma mi è sembrato molto poco da Stiles! Stiles è sempre stato ossessionato da Lydia e credo che, anche di fronte alla prova schiacciante che Lydia ricambiata i suoi sentimenti, avrebbe voluto sentirselo dire chiaramente. Quindi, ecco qua!
Ringrazio chi ha aggiunto la storia tra i preferiti e anche chi ha semplicemente letto!
Alla prossima :) 
 

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Capitolo 3
*** First time ***


First time
 
We were lovers for the first time
[…]
We were high and we were sober
We were under, we were over
We were young and now I'm older
But I'd do it all again
(First time – Ellie Goulding ft. Kygo)
 
 
 
Lydia si lasciò cadere sul letto esausta.
Il viaggio da Beacon Hills a Washington richiedeva circa quaranta ore e Stiles aveva stilato un programma di viaggio estremamente dettagliato secondo cui avrebbero dovuto percorrere almeno cinquecento miglia al giorno.
Erano partiti da Beacon Hills alle sei del mattino, poco dopo aver salutato il padre di Stiles prima che andasse alla stazione di polizia per il turno, e a parte una breve sosta verso mezzogiorno, Stiles aveva insistito per continuare a guidare almeno fino all’ora di cena.
Solo dopo che Lydia gli aveva fatto notare che ormai avevano abbondantemente superato le cinquecento miglia giornaliere, Stiles aveva accettato di fermarsi in un motel lungo la strada.
Nonostante nessuno dei due avesse un bel ricordo dell’ultima volta che erano stati in un motel insieme, la stanchezza era troppa per continuare.
Stiles si sedette accanto a Lydia e disse: “Che ne dici di andare a farti una doccia, mentre io vado a prendere qualcosa da mangiare? C’è un fast food sull’altro lato della strada. Hamburger e patatine vanno bene?”
Lydia annuì riconoscente mentre si alzava dal letto.
 
 
 
 
In effetti, una doccia era ciò di cui aveva bisogno.
Certo, era ancora stanca ma era riuscita ad acquistare un minimo di forza, giusto per mangiare e mettersi a letto. Non necessariamente per dormire.
Con tutto ciò che era successo dopo il ritorno di Stiles, avevano avuto poco tempo per stare soli.
Prima c’era stato il ballo di fine anno, che si era concluso con Stiles talmente ubriaco da addormentarsi appena salito in macchina. Poi c’erano stati i preparativi per il diploma e subito dopo Stiles aveva iniziato a impacchettare le sue cose.
Insomma, per quanto entrambi volessero portare la relazione al livello successivo, non ne avevano avuto il tempo.
Lydia aveva pensato molto a come sarebbe stata la sua prima volta con Stiles.
Non aveva mai dato molta importanza al sesso, se non durante la sua relazione con Jackson. Era stato il primo ragazzo di cui si era innamorata, eppure ciò che aveva provato per lui non era paragonabile a ciò che provava per Stiles. Forse proprio per questo in realtà non le importava quando o dove avrebbe fatto l’amore con lui. Non aveva bisogno di romanticismo, candele o petali di rosa sparsi sul letto. Tutto ciò che voleva era Stiles.
Lydia si strinse nell’accappatoio e si guardò intorno, rendendosi conto solo in quel momento di non aver preso i vestiti di ricambio dalla valigia.
Nell’istante in cui uscì dal bagno, Stiles entrò in camera.
“Ho preso un paio di brownies, so che ti…” iniziò a dire Stiles, per poi bloccarsi improvvisamente vedendo Lydia. Aveva addosso un semplice accappatoio bianco, non era truccata e i capelli erano ancora bagnati, eppure Stiles non l’aveva mai vista così bella.
Abbassò lo sguardo imbarazzato e disse: “Se hai bisogno ancora di qualche minuto, posso aspettare fuori.”
“No” disse semplicemente Lydia, raggiungendolo e prendendogli la busta del fast food dalle mani. La posò sul tavolino accanto alla porta, poi tornò a guardare Stiles.
Continuava a tenere lo sguardo basso e le sue guance avevano preso un’adorabile tonalità di rosso.
“Stiles, guardami.”
Lui sollevò lo sguardo leggermente, soffermandosi sulla scollatura dell’accappatoio.
Bastò quello per far capire a Lydia che era il momento. Non le importava che fossero in uno squallido motel in mezzo al nulla. Lei lo voleva e, a giudicare dallo sguardo di Stiles, la cosa era reciproca.
Senza dire altro, allentò la cintura dell’accappatoio e lo fece scivolare lungo le spalle, facendolo cadere a terra.
Stiles, se possibile, arrossì ancora di più ma questa volta non distolse lo sguardo.
“Non capisco perché ti imbarazzi tanto. Mi hai già vista nuda” lo prese in giro Lydia.
“E sappiamo entrambi cos’è successo quella volta” disse Stiles grattandosi la nuca imbarazzato.
“Ero sotto shock eppure ricordo benissimo il momento in cui sei caduto a terra.”
“Così non mi fai sentire meglio.”
Lydia si lasciò scappare una risata. “Scusa. Vediamo se riesco a farmi perdonare per averti preso in giro.”
Lydia si sollevò sulle punte, ma era ancora troppo bassa per raggiungere la bocca di Stiles così si limitò a spostargli il colletto della camicia e lasciargli un bacio sul collo.
Stiles trattenne il respiro. Non riusciva a credere che stesse davvero per andare a letto con la ragazza di cui era innamorato dalla terza elementare. Aveva fantasticato talmente tanto su quel momento, che una parte di lui era ancora convinta che fosse frutto della sua immaginazione.
Lydia intanto aveva iniziato a sbottonargli la camicia e a sfilargliela.
“Sicura di volerlo fare qui?” chiese Stiles sperando vivamente che lei dicesse di sì.
“Quando penso ai motel, non mi vengono in mente dei bei ricordi. Sarebbe il caso di cambiare le cose” rispose Lydia spostando le mani sul bordo dei jeans di Stiles. Poi sollevò lo sguardo verso di lui e aggiunse: “Ma se tu vuoi fermarti…”
“Decisamente no” disse Stiles prendendo Lydia in braccio e spostandosi verso il letto.
 
 
 
 
Quando Lydia si svegliò, la mattina seguente, Stiles dormiva ancora.
Lei lo osservò per qualche minuto, domandandosi come fosse possibile che uno che ha sempre detto di non riuscire a dormire senza il suo cuscino potesse avere il sonno così pesante.
Improvvisamente si rese conto di quanto le piacesse osservare Stiles. Era certa che la vecchia Lydia, che era ancora nascosta da qualche parte dentro di lei, l’avrebbe presa in giro per il resto dei suoi giorni, ma non poteva farci nulla. Guardare Stiles era diventato il suo passatempo preferito.
Anche poche ore prima, mentre facevano l’amore, l’aveva guardato per tutto il tempo pensando a cosa avesse fatto per potersi meritare un ragazzo così fantastico al suo fianco.
“Smettila di fissarmi” disse Stiles con la voce assonnata. Aveva ancora gli occhi chiusi e un leggero sorriso sulle labbra.
“Come fai a sapere che ti sto fissando?”
“Ultimamente non fai altro. Non mi sto lamentando, solo che è un po’ inquietante.”
Lydia nascose la faccia nel cuscino ridendo. “Scusa, non posso farci niente. Sei così carino mentre dormi.”
Stiles aprì gli occhi e si voltò a guardarla fingendosi offeso. “Io sono sempre carino!”
“Vero” disse Lydia sporgendosi verso di lui baciarlo.
“Vorrà dire che chiederò al mio coinquilino di farmi delle foto mentre dormo e mandartele” scherzò Stiles.
“Questo sì che è inquietante” rispose Lydia.
L’idea di dover salutare Stiles da lì a pochi giorni per poi rivederlo soltanto a Natale la faceva stare malissimo, motivo per cui aveva deciso di godersi ogni attimo di quel viaggio.
“Mi mancheranno questi momenti.”
“Quali momenti?” chiese Stiles.
“Quelli in cui rido per qualcosa di stupido che hai detto.”
“Da come parli, sembra che io dica cose stupide molto spesso.”
Lydia si mise di nuovo a ridere e Stiles iniziò a domandarsi come avrebbe fatto a stare per mesi senza sentire quella risata.
Quello fu il giorno in cui Stiles decise seriamente che Lydia Martin sarebbe diventata sua moglie. Prima o poi.




Author's Corner:
Eccoci al terzo racconto!
Ho avuto qualche problema con questo perchè avevo la scena chiara in testa, ma ogni volta che la scrivevo mi sembrava banale. L'ho cambiata tipo 10 volte per poi ritornare alla prima stesura, quindi non ho idea di cosa ne sia venuto fuori.
Spero comunque che vi piaccia!

 

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Capitolo 4
*** Something I can turn to ***


Something I can turn to
 
Where'd you wanna go?
How much you wanna risk?
I'm not looking for somebody
with some superhuman gifts
Some superhero
Some fairytale bliss
Just something I can turn to
Somebody I can kiss
(Something just like this – Coldplay ft. the Chainsmokers)
 
 
 
 
“Stai bene?”
Stiles si voltò verso Lydia annuendo. “Ho appena visto il mio migliore amico diventare cieco e poi riacquistare la vista grazie a qualcosa di vagamente simile al bacio del vero amore delle favole. Credo di avere bisogno di qualche minuto, ma a parte questo sto bene.”
Lydia si sedette accanto a lui senza dire niente.
Negli ultimi anni avevano assistito a una miriade di cose che sembravano a dir poco assurde, quella era solo l’ultima della lista. Ma allo stesso tempo sembrava la più assurda.
“Come facevi a sapere che avrebbe funzionato?” chiese Stiles.
“Con te ha funzionato, durante il tuo attacco di panico. Credo che un bacio sia davvero una cosa potente come dicono le favole, se dato dalla persona giusta.”
“E così, Malia è la persona giusta per Scott” disse Stiles sorridendo.
“Già. Avrebbero voluto dirtelo, ma temevano che se ti avessero chiamato tu avresti capito subito che c’era qualcosa che non andava.”
“E sarebbe stato meglio, almeno sarei arrivato prima” disse Stiles fulminando Lydia con lo sguardo.
Era ancora arrabbiato con lei. Anzi, con tutti loro.
Nessuno lo aveva avvertito di ciò che stava succedendo a Beacon Hills. Si erano limitati a scrivergli qualche messaggio ogni tanto, a mandargli qualche foto in cui sorridevano giusto per fargli credere che andasse tutto bene e lui in effetti ci aveva creduto.
“Avevamo delle buone ragioni.”
“Sì, questo l’hai già detto, Lydia. Ma io proprio non riesco a vedere queste buone ragioni di cui parli” disse Stiles passandosi una mano sul viso.
“Non potevamo perderti di nuovo. Io non potevo perderti di nuovo. Ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto, qualcuno su cui fare affidamento. Non potevo rischiare di metterti in pericolo.”
Stiles rimase in silenzio, ricordando improvvisamente la sera in cui era tornato dopo la Caccia Selvaggia. Quella notte, Lydia si era fermata a dormire da lui ma in realtà non avevano chiuso occhio. Lei gli aveva raccontato tutto ciò che era successo durante la sua assenza e Stiles aveva capito dalle sue parole quanto fosse stato difficile per lei vivere per tre mesi in un mondo in cui lui non esisteva.
Se si fosse trovato in quella stessa situazione, probabilmente anche lui non avrebbe avvertito Lydia, né Scott o Malia.
“Stiles, non puoi davvero avercela con me perché ho cercato di proteggerti. Tu l’hai fatto con me per anni, ora lascia che sia io a prendermi cura di te” disse Lydia prendendogli la mano.
“Che ne dici se cerchiamo entrambi di stare lontani dai guai, così nessuno deve proteggere l’altro?”
“Sarebbe bello, ma viviamo a Beacon Hills.”
“Non per molto, no? Quando hai intenzione di partire?”
“Appena questa storia sarà risolta, ma dopo la laurea credo di voler tornare qui. Che ne pensi?” chiese Lydia.
Era strano stare lì a parlare facendo progetti per il futuro. Erano sempre stati troppo impegnati per preoccuparsi di cosa sarebbe successo dopo l’università, ma Lydia credeva che di quel passo non ne avrebbero mai discusso.
“Penso che se è quello che vuoi, per me va bene. Posso fare domanda al Dipartimento Investigativo della California. Sacramento non è molto distante da qui.”
Lydia sorrise, forse per la prima volta dopo mesi, e Stiles sorrise a sua volta.




Author's Corner:
Questa one shot è ovviamente ambientata durante la 6x20.
Sono un po’ arrabbiata perché in quell’episodio non ci sono state abbastanza scene Stydia, ma ho apprezzato il richiamo al loro primo bacio nella scena in cui Malia cerca di innescare il processo di guarigione per Scott.
Piccola precisazione: il riferimento a Sacramento è un omaggio a The Mentalist, altra serie che ho amato alla follia. Ho pensato che ultimata al formazione al FBI, Stiles potesse chiedere un trasferimento in qualche struttura simile ed ecco che mi è venuto in mente il CBI in cui lavorano i protagonisti di The Mentalist.
Alla prossima one shot, che vi anticipo sarà intitolata "Home" :) 


 

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Capitolo 5
*** Home ***


Home
 
Home, let me come home
Home is wherever I’m with you
(Home – Edward Sharpe & The Magnetic Zeros)
 
 
 
 
 
“Che cos’è?” chiese Lydia guardando confusa fuori dal finestrino della jeep.
Quel pomeriggio, Stiles era passato a prenderla dicendo che doveva farle vedere una cosa. Sembrava estremamente felice e rilassato.
Aveva sorriso per tutto il tragitto, fino a quando aveva parcheggiato la jeep davanti a un palazzo del centro.
“Questo è un palazzo” disse semplicemente Stiles.
“Questo lo vedo. Ma che ci facciamo qui?”
“Ora lo vedrai” disse Stiles scendendo dalla jeep. Continuava a sorridere e per quanto Lydia fosse perplessa di trovarsi lì, non poteva fare altro che lasciarsi contagiare dal suo entusiasmo.
L’ingresso del condominio era luminoso e accogliente, ma sulla parete dei citofoni Lydia aveva letto solo nomi di persone. Nessuna azienda, nessuno studio medico, nessun nome che le facesse pensare a un motivo valido per trovarsi lì.
Stiles salutò il portiere con la mano, segno che era già stato lì altre volte e lo conosceva.
Lydia era sempre più confusa.
“Dovrei preoccuparmi?” chiese lei mentre salivano le scale.
“No. Voglio solo farti vedere una cosa. Niente di preoccupante, giuro.”
Due rampe di scale dopo, Stiles si fermò davanti a una porta. Prese un mazzo di chiavi dalla tasca e, sotto lo sguardo perplesso di Lydia, aprì la porta e fece cenno alla ragazza di entrare.
L’appartamento in cui Stiles l’aveva fatta entrare aveva un ingresso spazioso su cui si affacciavano quattro porte. Quella più vicina a Lydia portava al soggiorno e alla cucina, quindi la ragazza immaginò che le altre tre porte conducessero al bagno e alle camere da letto.
Ciò che non le era chiaro, era il motivo per cui si trovavano lì.
“Ti piace?” chiese Stiles. Aveva le mani in tasca e si dondolava sui talloni, preso da un improvviso attacco di nervosismo.
“Sì, è un bell’appartamento. Ma ancora non capisco che ci facciamo qui.”
“È mio.”
“Come, scusa?”
“Non proprio mio, in realtà. Non l’ho comprato. È solo in affitto, per il momento. Però sentivo il bisogno di avere un posto per me, di ritagliarmi un po’ di indipendenza” spiegò Stiles.
Lydia si aggirò per la casa curiosa. Ora che sapeva che quell’appartamento sarebbe stata la futura casa di Stiles, sentiva il bisogno di osservarla con più attenzione.
“A cosa pensi?” chiese Stiles arrivando alle spalle di Lydia e abbracciandola.
Lei si abbandonò tra le sue braccia, con lo sguardo ancora fisso verso la finestra di quella che probabilmente sarebbe diventata la camera da letto.
“Mi piace. È spazioso, c’è tanta luce…”
“…ma?”
“Ma forse è un po’ troppo grande per una persona sola.”
Stiles si irrigidì leggermente. “A questo proposito…”
Lydia si girò tra le sue braccia e lo incitò a continuare.
“Ecco, stavo pensando che se ti va potresti venire a stare qui. Con me.”
Lydia spalancò gli occhi. “Cosa?”
“Se ti va! Insomma, se non vuoi o non ti senti pronta va bene. Non c’è nessun problema. Era solo un’idea” si affrettò a dire Stiles.
Lydia sorrise e gli posò un dito sulle labbra per farlo smettere di parlare. “Calmati. Non sto dicendo che non voglio, sono solo sorpresa.”
Stiles sorrise sentendosi leggermente più tranquillo. “Non devi darmi una risposta ora, comunque. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi.”
“Non ho bisogno di tempo” disse Lydia alzandosi sulle punte e baciandolo.
Ed era la verità. Certo, era rimasta sorpresa dalla proposta di Stiles, ma non c’era nessun altro posto in cui avrebbe voluto vivere se non insieme a lui.




Author's Corner:
Non so per quale motivo, ma questo capitolo mi piace tanto. Probabilmente è per la canzone che ho scelto (la adoro *.*)
Su questo capitolo in realtà non ho molto da dire, quindi vi saluto.
Alla prossima :) 

 

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Capitolo 6
*** I just haven't met you yet ***


I just haven't met you yet
 
And I promise you kid
that I'll give so much more than I get
I just haven't met you yet.
(Haven’t met you yet – Michael Bublè)
 
 
 
 
“Lydia?” disse Stiles bussando alla porta del bagno.
Lydia sobbalzò. “Sì?”
“Scott mi ha mandato un messaggio. Dobbiamo andare.”
“Ok. Arrivo” disse Lydia. Gettò un’ultima occhiata al bastoncino di plastica che aveva in mano e sospirò prima di buttarlo nel cestino.
Due linee. Positivo.
In realtà, se lo aspettava. Il suo ciclo era sempre stato puntuale, poi improvvisamente un ritardo di due settimane. Persino Stiles se n’era accorto! Ricordava perfettamente il giorno in cui le aveva detto scherzosamente: “Com’è che questo mese non hai ancora avuto la tua settimana no?”
Lei aveva risposto che era semplicemente un po’ stressata, ma poi lo stesso giorno Malia aveva blaterato qualcosa sul fatto che avesse un odore diverso e così si era decisa a fare un test.
E il risultato di quel test era più che chiaro.
 
 
 
 
“Sicura di sentirti bene?” disse Stiles pochi minuti dopo, mentre salivano sulla jeep.
Lydia annuì. Dopo qualche minuto trovò il coraggio di chiedere a Stiles la domanda che le ronzava in testa da quando aveva scoperto di essere incinta.
“Hai mai pensato di avere dei figli?”
Stiles la guardò sorpreso, poi tornò a fissare la strada e disse: “Figli? Sì, certo, prima o poi.”
“E questo prima o poi cosa vorrebbe dire? Nel senso, verso che età vorresti averli?” chiese Lydia, rendendosi conto subito dopo di quanto fosse stupida quella domanda.
Il bambino sarebbe arrivato nel giro di pochi mesi, non importava cosa significasse quel prima o poi!
“In realtà non ci ho mai pensato. Ma non credo di avere dei vincoli in quel senso. Quando arriveranno, sarà il momento giusto” rispose Stiles continuando a non capire il senso di quella conversazione.
“Quindi se arrivasse tra nove mesi, o magari anche leggermente prima, andrebbe bene?”
“Nove mesi potrebbero bastare per abituarmi all’idea di avere un bambino per casa. O bambina. Mi piacerebbe una femmina. Era la prossima domanda, vero?” scherzò Stiles.
Lydia non rispose e Stiles allora disse: “Non capisco perché ne stiamo parlando, però. Insomma, è uno scenario inverosimile perché per avere un figlio tra nove mesi dovremmo concepirlo ora.”
Lydia continuò a rimanere in silenzio, sperando che Stiles giungesse da solo alla conclusione.
“Stai cercando di dirmi che vuoi un figlio? Perché sono più che disponibile a fare un tentativo” disse Stiles con un sorriso malizioso.
Lydia si coprì il volto con una mano sospirando rumorosamente. La cosa si stava facendo più difficile del previsto e c’era un solo modo per mettere fine a quella conversazione.
“Sto cercando di dirti che sono incinta, Stiles.”
“Cosa? Ma non è possibile, siamo stati attenti!” esclamò Stiles.
“Non abbastanza, evidentemente.”
Stiles rimase in silenzio per un po’ cercando di metabolizzare la notizia.
Doveva ammettere che una parte di lui aveva sempre sperato che le cose andassero così. Una parte di lui aveva sempre desiderato un futuro in cui lui e Lydia stavano insieme e avevano dei figli.
Avrebbe voluto avere una bambina e chiamarla Claudia, come sua madre. E magari un maschio con un nome normale, tipo Mark o Andrew. L’importante era che fosse un nome comune che non lo obbligasse a farsi chiamare con un soprannome.
Aveva desiderato tutto questo più di una volta, ma non pensava che sarebbe successo così presto.
“Hai intenzione di rivolgermi la parola, prima o poi?”
Solo in quel momento, Stiles si rese conto che era rimasto in silenzio per troppo tempo.
“Scusa, stavo pensando.”
“A cosa?”
“Ti piace il nome Claudia?”
Lydia sorrise. Quello fu il momento in cui capì davvero quanto fosse fortunata a essere la ragazza di Stiles Stilinski.




Author's Corner:
Buongiorno! 
Ci stiamo avvicinando alla fine di questa raccolta, purtroppo.
Il prossimo capitolo, vi anticipo che sarà un po' triste. Dopodichè ci sarà sicuramente ancora una one-shot, forse due (dipende da come deciderò di suddividere un paio di cose).
Parlando di questa one-shot, ho immaginato che si svolgesse alla fine della 6x20. Avete presente quando tutto il branco raggiunge Scott e il nuovo arrivato Alec?! Ecco, ho immaginato che la conversazione tra Stiles e Lydia in macchina avvenisse mentre stanno raggiungendo il luogo dell'incontro. 
Ovviamente, tutto ciò è frutto della mia mente malata e soprattutto in astinenza da Teen Wolf.
Alla prossima :) 

 

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Capitolo 7
*** Sorry seems to be the hardest word ***


“Sorry" seems to be the hardest word
 
It's sad, so sad
It's a sad, sad situation
And it's getting more and more absurd
It's sad, so sad
Why can't we talk it over?
Oh it seems to me
That sorry seems to be the hardest word
(Sorry seems to be the hardest word – Elton John)
 
 
 
 
Quando Lydia entrò in cucina, quella mattina, Stiles era già sveglio da un po’. Se n’era accorta perché la sua parte del letto era fredda e aveva già finito di fare colazione da un pezzo.
“Buongiorno. Come stai?” le chiese lui vedendola entrare in cucina e sedersi a tavola.
Lei non rispose, allora Stiles le allungò sul tavolo una tazza di tè e un paio di biscotti.
“Non ho fame” rispose Lydia.
“Devi mangiare.”
“Mangerò quando avrò fame.”
Stiles non rispose. Lydia era adulta e perfettamente in grado di decidere cosa fare, lui non avrebbe potuto obbligarla a fare niente.
Si sedette accanto a lei e poi disse: “Cosa vuoi fare oggi? È una bella giornata, potremmo fare una passeggiata.”
Lydia sbuffò e si alzò di scatto dal tavolo.
“Smettila di fare finta che vada tutto bene.”
“E tu smettila di chiuderti in te stessa. È passata una settimana, dobbiamo andare avanti” disse Stiles fronteggiandola.
Lydia rimase in silenzio, indecisa se sbottare e iniziare l’ennesima discussione con il suo ragazzo o lasciare perdere.
“Sai, Lydia, non sei l’unica che ha perso un figlio” aggiunse Stiles.
Lydia abbassò lo sguardo. Sapeva che Stiles aveva ragione, ma non poteva fare a meno di pensare che lei stesse soffrendo più di lui.
Quando quella notte si era svegliata e si era accorta della macchia di sangue sul lenzuolo, aveva subito capito quale fosse il problema. Non aveva nemmeno svegliato Stiles. Era salita in macchina e aveva guidato fino all’ospedale di Beacon Hills.
Solo a quel punto, mentre aspettava che il ginecologo la visitasse, aveva mandato un messaggio a Stiles.
 
Sono in ospedale. Credo di avere un aborto in atto, ma io sto bene. Non preoccuparti.
 
Quando Stiles aveva visto il messaggio, si era precipitato in ospedale. Melissa gli aveva spiegato cos’era successo e Stiles aveva pianto sulla sua spalla, poi aveva cercato di ricomporsi e non aveva versato altre lacrime, consapevole di dover essere forte per Lydia. Ma l’essere forte per lei non era servito a niente.
Dopo essere tornati a casa, Lydia si era completamente chiusa in sé stessa. Mangiava il minimo indispensabile, passava le giornate a letto e si era allontanata da Stiles.
Non riusciva a comportarsi diversamente.
Sapeva che tutto ciò di cui aveva bisogno era tempo per superare quella situazione e non sopportava che Stiles le mettesse fretta, anche se sapeva che cercava di farlo per il suo bene.
“Forse dovremmo prenderci una pausa” disse Lydia dopo qualche minuto.
“Come, scusa? Una pausa da cosa? Da noi?”
Lydia annuì. “Ho bisogno di tempo per riprendermi e non posso farlo qui.”
“Perché no?”
“Perché mi stai mettendo fretta e io ti sto trattando malissimo. Non fa bene a nessuno dei due.”
Stiles rimase in silenzio per qualche secondo. Poi disse: “Se è quello che vuoi, va bene.”
E senza dire altro, uscì dalla stanza.
 
 
 
 
Erano passate due settimane da quando Lydia era tornata a vivere da sua madre.
Non aveva parlato con Stiles, ma sapeva che si sentiva a pezzi esattamente come lei. Malia, che passava a trovarla quasi tutti i giorni, glielo aveva detto.
“Io non capisco perché non torni a casa tua” le disse quel giorno, mentre sfogliava distrattamente una rivista.
“È complicato, Malia.”
“No, non lo è. Tu lo ami, lui ti ama, avete perso un figlio e state entrambi malissimo. Dovreste superare insieme questo momento.”
Lydia sospirò. “Ho solo paura che lui possa incolparmi.”
Malia sollevò lo sguardo. “Ma sei scema? Nessuno potrà mai incolparti per quello che è successo, tantomeno Stiles!”
“Magari non ora, ma in futuro…”
“Non lo farà nemmeno in futuro. Non è un idiota, sa benissimo che non è colpa tua.”
“E se invece lo fosse?”
“Che vuoi dire?”
E a quel punto, Lydia parlò per la prima volta di tutto ciò che le era passato per la testa in quelle ultime tre settimane.
Parlò della sensazione di impotenza che aveva provato quando si era resa conto di ciò che stava succedendo, del dolore che aveva sentito quando il medico aveva confermato i suoi sospetti, del senso di vuoto che la accompagnava da quando era tornata a casa.
Malia la ascoltò silenziosamente, le passò i fazzoletti e la abbracciò quando finì di parlare.
“Credo comunque che dovresti parlare con Stiles” le disse dopo un po’.
Lydia non provò nemmeno a ribattere. In fondo sapeva che Malia aveva ragione e, dopo essersi sfogata, si sentiva decisamente meglio quindi poteva prendere in considerazione l’idea di tornare a casa.
 
Per Stiles, le cose non andavano molto meglio. Anzi.
Malia passava a trovarlo ogni giorno dopo essere stata da Lydia, lo teneva informato su di lei e controllava come stesse lui. Scott si era praticamente trasferito a casa sua e cercava di tenerlo impegnato con i videogiochi. Ma a quanto pare non era abbastanza, visto che l’argomento Lydia usciva praticamente un centinaio di volte al giorno.
“Non credi che dovresti parlarle? Ormai se n’è andata da quanto? Due settimane?” disse Scott tenendo lo sguardo fisso sul televisore.
“Quindici giorni e due ore” rispose Stiles passandosi una mano sul volto.
Scott approfittò di quel momento di distrazione per sconfiggerlo e mettere fine alla partita. Stiles si lasciò sfuggire un sospiro frustrato e abbandonò il controller della playstation sul divano.
“Dico sul serio, Stiles. Prima o poi dovrete parlarvi.”
“Mi ha chiesto tempo. Non voglio assillarla.”
“Questo lo so, ma lei non è l’unica che sta male.”
“Sapevo che avrei voluto dei figli un giorno, ma mi sembrava una cosa lontana. Sai, quelle cose che sai che prima o poi succederanno ma in futuro talmente lontano che fai fatica anche solo a immaginarlo. Non mi sono accorto di quanto lo desiderassi fino al giorno in cui Lydia mi ha detto di essere incinta” disse Stiles.
Scott non rispose sapendo che il discorso non era ancora finito.
“Quella mattina mi sono svegliato e Lydia non era a letto. Ho visto il lenzuolo e ho capito che era successo qualcosa. Quando ho preso il telefono per chiamarla, ho letto il suo messaggio. E sai qual è stata la prima cosa che ho pensato? Che ero arrabbiato con lei perché non mi aveva svegliato.”
“Lo avrebbe pensato chiunque, Stiles.”
“Quando sono arrivato in ospedale e tua madre mi ha spiegato la situazione, sono scoppiato a piangere. Mi sembrava così assurdo! Poche ore pima, io e Lydia avevamo discusso su quale passeggino comprare e improvvisamente non c’era più nessun bambino.”
“È proprio di questo che sto parlando. Anche tu hai sofferto, esattamente come Lydia” disse Scott.
“Ma Lydia non lo sa! Davanti a lei ho cercato di essere forte” disse Stiles voltandosi verso Scott.
“Stiles, hai il diritto di stare male. Capisco che tu voglia essere forte per lei, ma questo non significa che non puoi soffrire” disse Scott posandogli una mano sul braccio, cercando di confortarlo.
Stiles rimase in silenzio per un po’, riflettendo sulle parole di Scott, fino a quando sentì il rumore del campanello.
Si alzò svogliatamente dal divano per andare ad aprire la porta, convinto di trovare Malia, ma quando vide Lydia rimase impietrito.
Non la vedeva da due settimane. Indossava un maglione largo, uno di quelli che aveva comprato quando aveva scoperto di essere incinta per cercare di nascondere la pancia, eppure Stiles riusciva a vedere quanto fosse dimagrita. Aveva perso almeno cinque kg, forse sei.
Era pallida, aveva le occhiaie e sembrava non dormisse ne mangiasse da giorni. Eppure, agli occhi di Stiles, era comunque bellissima.
“Ciao” disse semplicemente lei, senza guardarlo negli occhi.
“Ehi” disse Stiles spostandosi di lato per farla entrare.
Non appena Scott la vide, si alzò dal divano e, blaterando qualcosa su un appuntamento con Malia, uscì dall’appartamento.
“Discreto come sempre” commentò Lydia.
Stiles sorrise.
Non aveva idea di come comportarsi. Doveva offrirle da bere? Tecnicamente, quella era anche casa sua quindi sarebbe stato strano, ma lei se n’era andata.
“Scusa se sono piombata qui. Forse avrei dovuto chiamare” disse Lydia.
“No! Voglio dire, è casa tua. Puoi venire qui quando vuoi.”
L’imbarazzo era palpabile, ma Lydia trovò comunque il coraggio di parlare. “Come stai?”
“Dovrei essere io a chiederlo. Comunque bene, ora che sei qui.”
Lydia sorrise. Anche lei si sentiva meglio ora che era a casa.
“Mi spiace di non averti chiamata per sapere come stavi. Avevi detto di avere bisogno di tempo, non sapevo come fare” disse Stiles.
“Non importa. So che hai chiesto di me a Malia.”
“Sì, ecco… volevo solo essere sicuro che stessi bene.”
“Non sto bene, ma mi riprenderò. Ma non sono venuta qui per parlare di me. Io… ecco, credo di doverti delle scuse” disse Lydia.
Stiles non disse nulla. Avrebbe voluto dirle di non preoccuparsi, ma la verità era che un po’ sentiva di meritarsele quelle scuse.
Lydia prese il silenzio di Stiles come un invito a continuare. “Non avrei dovuto allontanarti. Razionalmente so che sono cose che capitano. Anzi capita più spesso di quanto si pensi, purtroppo. Ma ho iniziato a pensare senza razionalità e mi sono sentita come se fosse colpa mia.”
Stiles la guardò perplesso ma non la interruppe.
“Ho iniziato a pensare che se non ero in grado di proteggere mio figlio prima che nascesse, allora sarei stata sicuramente una pessima madre.”
Stiles si avvicinò e la abbracciò. “Non esiste nulla in cui tu non sia brava.”
Lydia sorrise, rincuorata dalle parole di Stiles e si sentì ancora peggio pensando a quanto fosse stata cattiva ad allontanarlo da lei.
Dopo qualche minuto in cui nessuno dei due aveva aperto bocca, ma si erano semplicemente stretti l’una tra le braccia dell’altro, Lydia si allontanò quel tanto che bastava per guardare in faccia Stiles e disse: “Vorrei tornare a casa, se per te va bene.”
Stiles annuì e la strinse di nuovo a sé.
Riaverla a casa era l’unica cosa che l’avrebbe reso felice, in quel momento.




Author's Corner:
Buongiorno!
Mi state odiando? 
Mi dispiace, ve l'avevo detto che sarebbe stato un po' triste questo capitolo. In realtà, inizialmente, non volevo nemmeno inserirlo ma poi ho pensato che sarebbe stato bello far vedere che Stiles e Lydia sono in grado di riunirsi e di supportarsi anche nei momenti più difficili.
Vi comunico che mancano solo due one-shot e poi la raccolta sarà finita. Le ho già scritte, devo solo correggerle e trovare le canzoni giuste da abbinare quindi non credo vi farò aspettare molto.
Alla prossima! 

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Capitolo 8
*** Marry you ***


Marry you
 
It's a beautiful night,
we're looking for something dumb to do
Hey baby, I think I wanna marry you
(Marry you – Bruno Mars)
 
 
 
 
 
Stiles aveva sei anni la prima volta in cui vide Lydia.
Era il primo giorno di prima elementare, lei indossava un vestito blu e aveva i capelli raccolti in due trecce. Era entrata in classe e si era seduta davanti a Stiles e Scott. Per tutta la mattina, Stiles era stato distratto dal modo in cui il sole illuminava i suoi capelli.
Il giorno successivo, non ricordava già più il suo nome.
A sei anni, la sua priorità era giocare con Scott, non fissare i capelli della bambina seduta davanti a lui.
 
 
Stiles aveva otto anni la prima volta in cui pensò di amare Lydia.
Facevano terza elementare e la maestra aveva chiesto a tutti di disegnare il loro animale preferito. Tutti avevano iniziato a disegnare cani e gatti, ma Lydia no. Lei aveva iniziato a disegnare un koala. Si era distinta anche in quell’occasione.
A un certo punto, si era girata e aveva chiesto a Stiles se poteva prestarle un pennarello nero per colorare il naso del suo koala e Stiles gliel’aveva prestato senza problemi.
Alla fine della giornata, lei gliel’aveva restituito con un gran sorriso stampato in faccia.
Era il sorriso più bello che Stiles avesse mai visto.
 
 
Da quel giorno erano passati quindici anni.
Quindici anni in cui era successo davvero di tutto.
Lydia si era innamorata di lui e Stiles stentava ancora a crederci. Era sempre un po’ sorpreso quando si svegliava la mattina e la vedeva accanto a lui.
Stiles osservò la scatolina di velluto blu che aveva tra le mani. Non sapeva ancora quando glielo avrebbe chiesto, ma lo avrebbe fatto. Di questo ne era certo.
Nascose la scatola nel cassetto del suo comodino e uscì dalla stanza.
Per tutto il giorno non fece altro che pensare a quando e come fare la proposta.
Avrebbe potuto aspettare il compleanno di Lydia, in fondo mancavano solo tre settimane. Sarebbe stata sicuramente una bella sorpresa.
Ma doveva immaginare che le cose non sarebbero andate come sperava.
 
 
Malia batté con forza il telecomando sul divano. “Non funziona!”
“Basta cambiare le pile, Malia. Vado a prenderle. Stiles ne ha sicuramente qualcuna di riserva nel suo cassetto” disse Lydia.
Di certo, aprendo quel cassetto non si aspettava di trovare un anello di fidanzamento.
Rimase a fissarlo per qualche minuto, fino a quando Malia, non vedendola tornare in salotto, la raggiunse.
“Le hai trovate?”
Lydia annuì. “Sì, ma ho trovato anche un’altra cosa.”
Malia si avvicinò a guardò dentro il cassetto. “È quello che penso?”
“Non lo so.”
“Aprilo, così lo scopriamo!”
“Non posso, Malia.”
“Ok, lo faccio io” disse Malia afferrando la scatola e aprendola.
Al suo interno, come pensavano, c’era un anello di fidanzamento.
“Bisogna ammettere che Stiles ci sa fare” disse Malia fissando l’anello.
Lydia aveva lo sguardo fisso nel vuoto e gli occhi sgranati e continuava a ripetere: “Stiles vuole chiedermi di sposarlo” più come se lo stesse dicendo a sé stessa che a Malia.
“Ed è una cosa positiva, vero?”
Certo che lo era. Di questo, Lydia ne era sicura.
Stiles era la cosa migliore che le fosse capitata.
Quando stava con Jackson era convinta di non poter amare nessuno più di così. Ma poi era arrivato Stiles e Lydia si era resa conto di cosa volesse dire amare davvero qualcuno.
Il loro legame emotivo li rendeva un’anima sola e Lydia sapeva che Stiles era, e sarebbe sempre stato, la sua persona.
Quella sera, però, Stiles non toccò l’argomento matrimonio, nemmeno quando Lydia cercò di parlare di un programma che aveva visto in televisione in cui quattro spose si sfidavano a chi avesse il matrimonio migliore.
E lo stesso accadde ogni giorno di quella settimana.
Lydia iniziò a pensare che Stiles ci avesse ripensato. Non era poi così assurdo. Magari si era reso conto che lei non era la donna con cui voleva passare il resto della sua vita.
Ma la settimana seguente, Lydia decise di prendere in mano la situazione.
Avevano appena finito di cenare, Stiles stava sparecchiando la tavola quando Lydia disse: “Che ne pensi di quel ristorante vicino al lago?”
“Quello del ricevimento di nozze di tua cugina? È un bel posto, ma troppe zanzare. Perché me lo chiedi?”
“Quindi lo escluderesti per il nostro matrimonio?”
Stiles la guardò perplesso. “Il nostro matrimonio?”
“Sì. In via del tutto ipotetica” disse Lydia sorridendo. Ma di ipotetico non c’era nulla.
“Lydia…” iniziò Stiles avvicinandosi alla ragazza. “Hai frugato nel mio cassetto?”
“No.”
“Lydia…”
“Io non ho fatto niente. Tecnicamente è stata Malia!” disse Lydia.
Stiles aggrottò la fronte. “Malia?”
“Cercava delle pile nuove per il telecomando. Non è importante.”
Stiles sospirò. Ovviamente, i suoi piani per la proposta perfetta erano andati in fumo.
“Senti, Stiles. So quello che ho visto, ma se hai cambiato idea e non vuoi sposarmi va bene. Posso fare finta di non avere visto nulla. Vorrei solo saperlo” disse Lydia torturandosi le mani con fare nervoso.
Non sapeva nemmeno lei perché fosse così nervosa.
Stiles la amava più di qualsiasi altra cosa. Se anche non avesse voluto sposarsi, questo non avrebbe cambiato le cose tra loro.
“Ma che stai dicendo?” chiese Stiles, sempre più confuso.
“Ho pensato che stessi temporeggiando perché avevi dei dubbi.”
“Non ho nessun dubbio! Volevo solo farti una sorpresa per il tuo compleanno!”
Lydia si ammutolì.
Prima che potesse ritrovare le parole, Stiles si inginocchiò di fronte a lei.
“Ormai hai rovinato la sorpresa, non ha senso aspettare.”
Lydia si mise a ridere mentre i suoi occhi diventavano improvvisamente lucidi. Non riusciva a credere che stesse succedendo davvero.
“Fai finta che abbia un anello in mano. Non posso andare a prenderlo, rovinerei l’atmosfera” disse Stiles.
Lydia sorrise e annuì, mentre attendeva con ansia che Stiles le facesse la domanda che aspettava da tempo.
“Lydia, ti amo dalla terza elementare, questo ormai lo sai.”
“Lo sa tutta Beacon Hills, se vogliamo essere precisi.”
“Non interrompermi” la sgridò Stiles.
“Scusa” rispose Lydia continuando a sorridere.
“Il fatto è che non pensavo che avrei mai avuto l’opportunità di uscire con te, di baciarti, di tenerti per mano. E soprattutto, non pensavo che avresti mai ricambiato il mio amore. Però è successo e, dopo tutto quello che abbiamo passato, non riesco a pensare di trascorrere la mia vita senza di te. Quindi, Lydia Martin, vuoi sposarmi?”
Lydia annuì mentre lacrime di gioia cominciavano a bagnarle le guance, poi si inginocchiò di fronte a Stiles e lo baciò.
Se qualcuno avesse detto alla vecchia Lydia, quella che per anni aveva ignorato Stiles, che un giorno avrebbe sposato il bambino che a otto anni le aveva prestato un pennarello, avrebbe sicuramente pensato che stessero parlando di un film piuttosto che della sua vita.
Ma a volte, quando sei particolarmente fortunato, la vita può trasformarsi davvero in un film.




Author's Corner:
Io non vi dico quanto mi ha fatta disperare questo capitolo!
Ho iniziato a scriverlo a dicembre e l'ho finito la scorsa settimana. Non sto scherzando.
Il problema era che non volevo che fosse banale, quindi mi ero bloccata a metà e non riuscivo più ad andare avanti. Alla fine, ha finito per essere comunque un clichè ma sapete che vi dico? Che non me ne importa.
Gli Stydia di per sè sono già un clichè: ragazzo ama ragazza, ragazza lo ignora e dopo anni si innamora di lui. Praticamente è la storia più vecchia del mondo. Quindi, un po' di banalità non fa male.
Detto ciò, siamo quasi alla fine. Eh sì, manca solo un capitolo che credo pubblicherò stasera o domani.
Bye bye!   

 
 

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Capitolo 9
*** Il mio giorno più bello nel mondo ***


Il mio giorno più bello nel mondo
 

Come te che mi hai dato
il mio giorno più bello nel mondo
l’ho vissuto con te
Solo tu mi hai donato
un sorriso che nasce anche quando un motivo non c’è
E da quando c’è stato sembra schiudere tutte le porte,
sembra schiuderle tutte le volte che sto con te
(Il mio giorno più bello nel mondo – Francesco Renga)
 
 
 
 
“Sei bellissima” disse Malia, guardando Lydia attraverso lo specchio.
Lydia ricambiò lo sguardo mentre toglieva pieghe inesistenti dall’abito bianco. “Lo so.”
Malia sorrise. Era assurdo come, anche in un momento in cui una persona normale sarebbe stata emozionata, Lydia fosse così sicura di sé.
“Nessun dubbio?” chiese aggiustandole una forcina che minacciava di scivolarle dai capelli.
“Onestamente? No, nemmeno uno. Anzi, non vedo l’ora di diventare la signora Stilinski.”
“Allora non facciamo aspettare lo sposo!”
Lydia sorrise e seguì Malia fuori dalla stanza.
 
 
Stiles era talmente preso a discutere con Scott, che nemmeno si era accorto dell’arrivo di Lydia. Solo quando partì la musica e gli invitati si alzarono in piedi, si voltò e vide Lydia percorrere la navata verso di lui.
Era bellissima, più del solito. Con il suo abito bianco, i capelli raccolti e quel sorriso che per anni lo aveva fatto impazzire.
“Ciao” sussurrò lei quando, finalmente, lo raggiunse.
“Sei stupenda. Mi sento così fortunato” rispose Stiles.
Lydia sorrise imbarazzata e abbassò lo sguardo.
Non glielo aveva mai detto, ma quella davvero fortunata era lei.
 
 
Al termina della cerimonia, sposi e invitati si spostarono al ricevimento.
Lydia aveva scelto un ristorante con un grande prato, in modo da avere spazio per fare delle foto.
Stiles, seduto accanto a lei nel tavolo centrale, non aveva smesso di sorridere nemmeno per un attimo da quando avevano lasciato la chiesa. Lydia aveva quasi pensato che gli si fosse paralizzata la faccia.
“Sei felice?” le chiese Stiles all’improvviso.
Lydia sorrise: “Non puoi immaginare quanto.”
“Bene, perché devo darti una cosa e potrebbe renderti ancora più felice ma anche un po’ triste…” disse Stiles frugando nella tasca.
Lydia lo guardo confusa, fino a quando Stiles le mise davanti una catenina con un ciondolo a forma di cuore.
“Grazie, ma non capisco” disse Lydia, rigirandosi la collana tra le mani.
“Apri il cuore” disse Stiles.
Lydia fece come le era stato detto. Al suo interno, c’era una foto di Allison.
Lydia chiuse gli occhi, cercando di impedire alle lacrime di uscire, ma una sfuggì al suo controllo e sentì Stiles raccoglierla con un dito.
“Scusa, forse non avrei dovuto…” iniziò lui mortificato.
“No! Non dire così. È bellissima. Ed è l’unico modo per averla vicina anche oggi” disse Lydia. Poi distolse lo sguardo dalla collana e guardò Stiles, domandandosi cosa avesse fatto per meritarselo.
“Ti amo così tanto, Stiles. Così tanto che non riesco nemmeno a spiegartelo.”
“Ti amo anch’io, ma ora smettila di piangere altrimenti piango anch’io e sarà profondamente imbarazzante.”
Lydia sorrise tra le lacrime mentre indossava il regalo di Stiles.
Rimase un momento in silenzio, pensando a ciò che le aveva occupato la mente negli ultimi mesi. Doveva dirlo a Stiles, non aveva più senso aspettare.
“In realtà, anch’io ho un regalo per te” disse Lydia.
“Ah, sì?” chiese Stiles guardandola curioso.
Lydia sospirò e si posò una mano sulla pancia, prima di dire: “Sono incinta.”
“Cosa? Sei sicura?” chiese Stiles.
Lydia annuì. “Ad essere onesta, lo sono già da un po’ ma visto quello che è successo l’ultima volta ho preferito aspettare prima di dirtelo. Non volevo darti false speranze.”
“In che senso lo sai già da un po’?”
“Sono appena entrata nel secondo trimestre.”
“Avremo un bambino tra sei mesi?” chiese Stiles leggermente sconvolto.
“Sì, ma non ti agitare. Ci stanno guardando tutti” disse Lydia, voltandosi verso gli invitati e cercando di sorridere rassicurante.
“Scusa, è che è una notizia bomba!”
“Lo so” disse Lydia abbassando lo sguardo.
Forse avrebbe dovuto parlargliene prima. O comunque in un altro momento, non al loro matrimonio.
“Stiles, per te va bene?” chiese Lydia, improvvisamente insicura.
“Se va bene? Certo che va bene, Lydia! Sono solo sorpreso, non me lo aspettavo. Ma è il regalo più bello che potessi farmi” disse Stiles.
Poi si avvicinò a lei e la baciò. E Lydia sentì tutto ciò che provava Stiles: la gioia, l’eccitazione, l’amore.
Avevano dovuto lottare con le unghie e con i denti, spesso letteralmente, per arrivare a quel punto. Ma ce l’avevano fatta.
E, finalmente, potevano godersi la loro felicità.




Author's Corner:
Siamo giunti alla fine.
Due parole su questa one shot, prima dei ringraziamenti. 
Lo so che è banale, scontata e forse anche un po' sciocca, ma io i miei Stydia me li vedo così. So che prima o poi si sposeranno, avranno dei figli e una vita normale. So che Stiles la amerà sempre come la prima volta che l'ha vista e Lydia lo ricambierà. 
La canzone sta volta è italiana e davvero non è da me! Io ascolto molto di più la musica straniera, a parte alcune rare eccezioni. Francesco Renga non fa parte di queste eccezioni, ma questa canzone mi è sempre piaciuta e mi sembrava appropriata, quindi...
Detto ciò, voglio ringraziarvi per avermi accompagnata in questo viaggio. Grazie per aver letto questo piccolo esperimento, spero che vi sia piaciuto.
 

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