Unione e sincerità II

di pap3r
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


- Floraaa!-
- Flora, dove sei?-


- Sono ancora loro, andiamo via- dissi ad Alice mentre ultimava il suo pasto.
- Come hanno fatto a trovarci?- mi chiese la ragazza dai capelli corvini.
La presi per mano lasciando che posasse la carcassa di un cervo per terra. Purtroppo non essendo ancora nella forma completa, sia io che Alice
 avevamo bisogno di nutrimento per poter sopravvivere. Per lei era necessario un fluido di un qualunque animale, mentre per me basta della 
semplice terra. Erano settimane che provavamo a sfuggire ai nostri inseguitori, l'unica cosa che entrambe volevamo era stare insieme lontano da
 tutto.
- Proviamo ad immergerci nell'acqua- propose Alice.
- Buona idea, non credo che il loro radar ci localizzi anche lì.-
Detto ciò avanzammo nell'acqua fino a scomparire del tutto.


- Dannazione, c'è l'avevo quasi!- Esclamò Riven.
- Non possiamo tirarci indietro proprio ora!- puntualizzò Bloom correndo dietro il ragazzo.


- Per quanto pensi che continueranno?- mi chiese la ragazza.
- Nemmeno loro lo sanno- risposi dando un'occhiata nella loro anima.
- Sai, potrei entrare nella tua testa e vedere chi sei stata, ma preferisco che tu mi risponda alla vecchia maniera. Come mai sei finita come me?-
 iniziò Alice sedendosi su un corallo.
- Il mio nome è Flora e vengo da Linphea. Purtroppo le vicende che mi hanno toccato non mi hanno dato modo di soffermarmi su quello che stavo
 per fare, non ero a conoscenza di nulla purtroppo. È stato solo perché non ho voluto soffrire.- Le spiegai brevemente cosa era successo e 
perché alla fine decisi di compiere il rito finale.
- Ti capisco Flora. Per me è stato diverso. Io frequentavo il college di Oltremondo e facevo di tutto per eccellere. Purtroppo per mia natura ero
 solo per metà fata, per cui per quanto mi sforzassi, i miei poteri erano limitati. Fu allora che trovai lo stesso libro che hai trovato tu. Mi 
dedicai anima e corpo e alla fine, a causa dei dispetti che le mie compagne di corso mi facevano continuamente decisi di rischiare il tutto per 
tutto. Ed ora mi trovo qui. Grazie a te ho capito che sono diventata uno spirito senza ancora un corpo in grado di contenermi, credi che c'è la 
faremo?-
- Spero di sì Alice. Appena ho subito questa trasformazione ho sentito subito il tuo richiamo di disperazione, ho sentito che avevi bisogno di 
sapere e così ti ho raggiunto.-
- L'unica cosa da fare ora è cercare di capire qual'è il nostro sentimento mancante, giusto?- mi chiese la ragazza.
- Già, in teoria avremmo dovuto farla prima della trasformazione questa ricerca, ora possiamo controllare a pieno noi stesse, capire cosa il 
mondo ci sta trasmettendo sarà un'impresa.-
- Proviamo a scambiarci i nostri ricordi, qualcuno di essi forse ci darà qualche indizio.- propose Alice.
Allungai la mano verso la sua e in un'istante fui sommersa da una marea di ricordi. Vidi Alice nel suo primo giorno al college, tutti i suoi esami, 
incontri paure ed emozioni.
- Oh Flora, è stato terribile!- esclamò Alice portandosi una mano alla bocca.
- Purtroppo si, non ho potuto resistere un secondo di più!- dissi ricordando la sensazione, senza provarla in prima persona. 
Ora potevo controllare alla perfezione me stessa in tutti i modi possibili. Ci guardammo qualche istante per vedere se fosse cambiato qualcosa 
ma non fu così.
- Cosa possiamo fare? Non voglio rimanere così per tutta la vita- sospirò Alice.
- Allora, le dee della purezza mi hanno detto che per completare la trasformazione è necessario avvertire ogni sorta di sentimento, 
personalmente mi hanno detto che me ne manca uno-
- Anche a me hanno detto la stessa cosa- mi informó.
- Questo però non vuol dire che sia lo stesso purtroppo.- aggiunsi.
Non ero preoccupata, non volevo esserlo. 
- Credo che dovremmo iniziare dai sentimenti base...- propose la ragazza, per poi spiare al di fuori dell'acqua per vedere se i loro inseguitori 
erano andati via.
- Non credo sia necessario, sicuramente sono sentimenti che abbiamo appreso. Al contrario credo che dovremmo valutare sentimenti molto più 
ricercati.-
-... Come se fossero di un altra persona- finì Alice.
- Esattamente! Ed è proprio ciò che faremo.-
- Come? -
-Iniziamo dalle nostre famiglie, sicuramente anche in questi stato ci accoglieranno lo stesso senza dir nulla a nessuno.-
- Ottima idea Flora! Potrei finalmente raggiungere di nuovo i miei genitori e spiegare tutto.-
- Perfetto, andiamo sul pianeta Marianne. Anche se onestamente non saprei come-
- Non preoccuparti, per questo posso provvedere io-


- Niente da fare, è come se si fosse volatilizzata- disse sbuffando Riven.
- Sono ore che giriamo tra i boschi! Torniamo a casa- sospirò tristemente Bloom.
- Domani mattina ci daremo il cambio con Sky e Stella. Spero che Timmy ci sappia dire cosa è successo al suo rilevatore, non vorrei si sia rotto.-
- Si saranno scaricate le batterie- pensò Bloom ad alta voce.
Si alzò da terra e tirò Riven in piedi. In silenzio si recarono nei pressi della scuola dove era parcheggiata la navetta di Fonterossa.
- Sicuramente a palazzo saranno preoccupati- disse Bloom sottovoce prendendo il telefono.
- Sky, sto arrivando!- parlò al telefono la ragazza per poi riagganciare.


Dalla sua mente potevo sapere tutto su cosa stava succedendo oltre i confini del bosco di Oltremondo. Musa ed Helia sono improvvisamente 
scomparsi. Le Winx, una volta scoperto il tradimento decisero di sciogliere ufficialmente il gruppo, non sarebbe mai stato più come prima senza 
Flora. Nonostante ciò l'unico obiettivo che rimase in comune era quello del mio ritrovamento. Erano convinti di volermi aiutare ma, come ho già 
spiegato più volte, volevo essere lasciata in pace. Erano più ostinati di quanto immaginassi, mi dicevano che avevo perso la ragione per il troppo 
dolore, ma era esattamente il contrario.
Appena la navetta di Fonterossa partì, uscimmo dal lago e Alice mi fece cenno di seguirla.
- Prima di subire questa trasformazione, arrivai con la mia navetta qui al college per recuperare il libro, dovrebbe essere ancora qui- mi spiegò 
fluttuando a mezz'aria.
Dopo qualche minuto tra alberi e sottobosco vario, scorgemmo la navetta che nel frattempo era scivolata per metà in un laghetto li vicino.
- Che facciamo ora?- chiesi guardando Alice.
Alice alzò le mani verso la navicella e l'acqua iniziò a muoversi. Si crearono dei piccoli vortici che spingevano il fluido nelle mani di Alice, 
scomparendo.
- Bravissima Alice!- esclamai battendo le mani e sorridendo. Lei rispose al sorriso.
Richiamai dei rampicanti per mettere dritta la navicella e ci infilammo dentro.
- È un po' stretta ma per fortuna la mia casa non dista molto da qui.-
- Per fortuna siamo magre-
Alice manipolò qualche strumento finché il motore non si accese.
- Tieniti forte Flora, si parte!-
La piccola navetta si sollevò da terra e in un lampo ci trovammo nello spazio. Man mano che ci allontanavano il college diventava sempre più 
piccolo, fino a scomparire nell'immensità del pianeta che lo ospitava.
- Per raggiungere il mio pianeta ci vorranno circa una ventina di minuti.-
- Io mangio qualcosa se non ti dispiace.- da un piccolo fazzoletto fatto di foglie uscii un cumulo di terra bruna. L'odore era invitante e la divorai 
in un paio di bocconi.
- Io dovrò aspettare ancora un po'-
Mi sedetti su un cumulo di sacchi subito dietro il sedile di comando.
- Cosa pensi che ti diranno i tuoi genitori?-
- Che sono stata una sciocca e che non dovevo farmi ingannare dalle dee della purezza.- disse sospirando la fata dell'acqua.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


- Alice! Che ti è successo? - esclamò il padre aprendo la porta di casa.
- Alice?- chiese una voce femminile da dietro le sue spalle.
- Mamma!- esclamò Alice abbracciando una donna che nel frattempo era corsa all'uscio della porta.
- Piccola mia! Sono così felice di vederti!-
- Mamma, ti presento la mia amica Flora, fata di Alfea.-
- Prego signorina, entri pure-
- Non si preoccupi- dissi a suo padre - Non è per colpa mia se siamo in queste sembianze. Le spiegherà tutto sua figlia-
Il padre di Alice rimase interdetto al suono delle mie parole, non spiegandosi come io abbia potuto leggere la sua mente.
- Tutto bene George?-
- Si cara. Sono proprio curioso di capire cosa è successo- disse sedendosi sul divano del soggiorno.
Io e Alice ci accomodammo in inseme alla madre sul divano a tre posti. Alice spiegò brevemente la situazione, accennando alla frase che le dee ci hanno detto 
prima di essere trasformate.
- È terribile Alice! E se non trovasse questo ultimo sentimento?-
- Grazie all'intervento di Flora e grazie alle sue esperienze che mi ha comunicato, sono riuscita ad andare via dal college e a riacquistare le mie capacità mentali.-
Scorrendo fra i suoi ricordi, infatti, notai che dopo la trasformazione non riusciva a distinguere più nulla, non era in grado di chiedere aiuto né di capire cosa gli 
altri volevano da lei. È bastato un tocco della mia mano per farle riacquistare alcune delle funzioni mentali da lei perse.
 Aveva sentito nel corso della sua vita un sentimento in meno rispetto a me, ma non saprei definire quale.
- Sicuramente siamo sulla strada giusta mamma, dobbiamo solo cercare di capire cosa ci manca per essere davvero complete.- continuò a spiegare Alice.
- Per questi signora, le vorremo chiedere un favore-
- Ti prego Flora, dammi del tu-
- Grazie. Se possiamo, vorremmo attingere dai vostri ricordi alla ricerca di questo sentimento a noi sconosciuto.
 È probabile che nelle vostre vite ci sia stato un momento in cui avrete provato qualcosa che noi non abbiamo avuto modo di sentire nelle vostre vite.- spiegai 
cercando di essere convincente.
- Per me non ci sono problemi Flora, per aiutare mia figlia farei questo ed altro.-
- Non sarete giudicati se nella vostra vita ci sono stati degli sbagli, siamo qui per imparare dai voi nel bene e nel male- dissi rassicurando i pensieri del padre di 
Alice che si tinsero di paura e vergogna.
La madre di Alice si alzò dicendo di essere pronta, invitando il padre a fare altrettanto. Lui per un attimo fu titubante ma prese coraggio e insieme alla madre ci 
porsero le loro mani. Posammo le mani sui palmi prima di Rita e poi di George. L'anima di Alice fu scossa da una notizia che arrivò in quel momento, come un fulmine
 a ciel sereno.
- Mi dispiace che tu l'abbia saputo così. Non ho mai trovato il coraggio di dirtelo- confessò Rita guardando il padre che si accomodò nuovamente sul divano.
Alice aveva una sorella gemella che purtroppo morì nei primi mesi di vita.
L' abilità di questa trasformazione le permetteva di essere serena, incassando questo duro colpo che la vita le sferrò.
- Mamma, capisco perfettamente come ti sei sentita e perché non hai voluto dirmi nulla. Questo dolore immenso per la perdita della tua bambina ci darà un 
ulteriore mano per poter arrivare al nostro obiettivo.
- Questa notizia non ti turba neanche un po'?- chiese Rita incredula al comportamento di Alice.
- Certo mamma, ma la mia capacità di controllare i sentimenti mi permette di mantenere comunque un mio equilibrio.-
Rita annuì incerta. Guardai Alice nella speranza che qualcosa nel nostro aspetto cambiasse, ma le mie speranze furono vane.
- Alice, non è cambiato nulla- le confermai.
- Non potremo mai andare in giro così se vogliamo trovare il nostro sentimento mancante.-
- Andare in giro dove?- chiese Rita con gli occhi lucidi, incredula nel sentire che sua figlia sarebbe partita di nuovo.
- Dobbiamo assolutamente risolvere questa situazione mamma. A costo di girarci l'intera dimensione magica.-
- Almeno permettetemi di ospitarvi per questa notte- propose Rita asciugandosi una lacrima.
- Ritornerò a casa più me stessa di quanto immagini!- esclamò Alice abbracciando ancora una volta Rita.
- Rita, per favore non dica a nessuno della nostra presenza. Per quanto mi riguarda non voglio che i miei conoscenti sappiano dove mi trovo. Preferisco affrontare 
questa situazione con il solo aiuto di una persona che mi può capire veramente- dissi mettendo una mano sulla spalla ad Alice.
- Nessun problema Flora- mi rassicurò Rita. - Cosa posso prepararvi per cena ragazze?-
Un po' impaurite dalla domanda, cercammo un giusto compromesso.
- Per me brodo di pollo mamma-
- Per me un po' di insalata è perfetto- dissi.
- Io vado un attimo nel mio studio, iniziate pure senza di me.


- Papà, posso entrare un attimo?- chiese Alice dall'altra parte della porta.
- Si tesoro- disse George.
- Papà, il fatto che io sappia che tu sei stato con un'altra ragazza prima della mamma non fa differenza. 
So che lei non lo sai ma non per questo devo sentire senso di colpa. Ti voglio bene papà- disse Alice buttandosi tra le sue braccia.
- Ai miei tempi era uno scandalo lasciare la propria fidanzata dopo un anno dal nostro fidanzamento, 
la mamma non mi avrebbe mai accettato se avesse saputo la verità sul mio passato-
- Sono sicura che non è così papà. La mamma sta con te perché ti ama, non perché crede che lei è stata il tuo primo e unico amore-
- Non posso rovinare tutto ora-
- Non sei costretto a fare nulla se non vuoi.- disse Alice sorridendo.
 
- Flora, lattuga e cavolo vanno bene?- mi chiese Rita affettando le verdure.
La guardai un attimo per focalizzare la mia attenzione su di lei.
- Si Rita, scusami ma era sovrappensiero- dissi, per poi concentrarmi nuovamente sulle due anime che parlavano nella stanza di sopra.
- Papà ha finito più velocemente del previsto!-
- Sono pronto a mangiare la mamma per intero per quanto è buona- disse dando un bacio sulla guancia alla moglie.
Rita gli sorrise.- Giusto in tempo, è pronta la cena!-


- Sono felice per i tuoi genitori, Alice. Sono delle persone meravigliose!- esclamai stendendomi sul letto.
- Sono molto uniti e questo mi ha dato la forza in momenti difficili della vita- disse soddisfatta.
- Anche i miei genitori sono molto uniti, è grazie a loro se sono così come sono-
Non sentendo una risposte mi girai e mi resi conto che Alice aveva già preso sonno, per cui mi raggomitolai nelle coperte e spensi la luce-
Se c'era una pecca in questa nuova me stessa, era sicuramente perché nel sonno si abbassavano i miei scudi difensivi, facendo affiorare tanti ricordi nella mia 
mente. Il più importante di tutti era il mio amato Helia.
 Da quando sono andata via dalle Winx, non facevo altro che sognarlo, ricordando tutti i sentimenti a lui legati, incluso il dolore della nostra rottura.
Ci trovavamo distesi su un bellissimo prato verde pieno di minuscoli fiorellini di campo e papaveri. Mi accarezzava il viso sussurrandomi che mi amava. Ricambio il 
sentimento dandogli un bacio. Mi porse una margheritina gialle e me la sistemò tra i capelli. Il cielo ad un tratto si oscurò e lui scomparve. Dalla piccola 
margheritina iniziarono a propagarsi dei rovi taglienti che inizialmente mi bloccarono braccia e gambe, per poi avvolgermi il resto del corpo stringendo la presa 
ogni secondo che passava. Arrancavo a respirare e con un filo di voce chiamavo Helia affinché mi potesse aiutare. I rovi mi ferirono  profondamente e il dolore 
era lancinante. La mia vista man mano si oscurava.
- Flora, sveglia!- disse a voce alta Alice seduta al bordo del mio materasso.
- Alice!- esclamai guardandola sorpresa.
- Stavi sognando di nuovo.- mi confermò la ragazza.
- Scusami se ti ho svegliato. Proprio non capisco perché si notte non riesco a controllarmi-
- Non fa nulla Flora, rilassati ora e svuota la mente- mi invitò la fata dell'acqua.
Mi appoggiai nuovamente a letto per poi prendere sonno quasi istantaneamente.


- Grazie per la colazione signora- dissi scendendo dal piano superiore.
- Vi ho liberato la navicella che usiamo io e George, quella di Alice è troppo piccola per voi due.-. Si sedette al tavolo della cucina - Spero che la situazione si 
risolva presto. Voglio solo che la mia Alice stia bene.- sospirò.
- C'è la faremo Rita, né sono sicura- dissi lavandomi le mani sotto il rubinetto della cucina.
- Non avete nessun indizio che vi possa aiutare in qualche modo?- mi chiese versando del succo di arancia nei bicchieri sul tavolo.

- Purtroppo la nostra situazione ci impedisce di andare in luoghi pubblici, visto le vicende che abbiamo passato non possiamo permetterci di farci scoprire. Grazie 
ad Alice siamo riuscite ad andare via dal suo college senza farci notare, ma sicuramente ci staranno cercando-
- Cosa vogliono da voi?-

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


- Ragazze, siete sicure di quello che mi state dicendo?- chiese Faragonda preoccupata.
- Si preside, è come le abbiamo detto. E' diventata una specie di fantasma, proprio come quella creatura del college.- puntualizzò Bloom.
- A proposito, l'ha chiamata Alice.- aggiunse Stella.
- Alice?- chiese esterrefatta la preside Faraja.
- Ragazze, perché non me ne avete parlato prima?- chiese Faragonda dispiaciuta.
- Credevamo di cavarcela da sole preside, stavamo prendendo tempo per rimettere apposto le cose, purtroppo il Winx club si è sciolto.- ricordò Bloom.
- Non avrei mai pensato che Musa ci potesse tradire in questo modo- disse irritata la fata di Solaria.
- Lasciamo stare. Purtroppo c'è dell'altro, improvvisamente il rilevatore di Timmy non ha più funzionato. Non ne siamo certi, ma crediamo che Flora e Alice siano 
riuscite non so come, ad andare via dal pianeta di Oltremondo. Credo che ora la scuola sia abbandonata e pronta per essere ripopolata- continuò Bloom.
- Non sono sicura che sia una buona idea, ci penserò su. Alice è il nome della studentessa che si credeva scomparsa, che in realtà si trova sul suo pianeta natio.-
 disse la preside Faraja.
- Proviamo a fare una telefonata allora- propose Faragonda.
Così dicendo alzò la cornetta del telefono e chiese al centralino della scuola di trovare il numero della casa della ragazza. il telefono squillò per più volte fino a 
quando la voce di una donna rispose.
- Pronto?-
- Buongiorno signora, la chiamo dal college di Alfea, per caso è qui che abita Alice Greek?-
- Buongiorno signora direttrice. Si, Alice è qui con noi, è successo qualcosa?- chiese.
- Oh, no assolutamente. Avrei bisogno di chiederle una cosa riguardo gli esami che non ha potuto sostenere.-
- Gliela passo subito- finì la donna.
- Pronto direttrice? Sono Alice-
Tutte le persone nello studio di Faragonda rimasero interdette nel sentire la voce della ragazza.
- Allora non è quell'Alice - bisbigliò Stella a Bloom che fece spallucce.
- Buongiorno cara, come stai? Ci hai ripensato per quanto riguarda la tua carriera da fata?- chiese Faragonda guardando l'altra preside che ricambiò lo sguardo
 piena di sgomento.
- Salve direttrice, è la mia preside che le ha chiesto di chiamarmi?- chiese Alice dall'altra parte del telefono. Io alle sue spalle cercavo di mettermi in comunicazione con i pensieri di una qualsiasi persona dall'altra parte del telefono, per capire cosa sapessero di loro.
- Si, la preside Faraja è molto preoccupata, vorrebbe che tu tornassi per non perdere ulteriori lezioni.-
Bisbigliai ad Alice per suggerirle che dire.
- Cara preside, sono a conoscenza degli avvenimenti nella mia scuola, non credo che in questo periodo ci siano delle lezioni. Spero che sia tutto tranquillo lì ad 
Alfea, se non sbaglio.-
- Tra poco inizieranno di nuovo le lezioni, volevo assicurarmi della tua presenza- continuò Faragonda.
- Oh, davvero? Avete sistemato la faccenda?- chiese Alice stupita.
- Sappiamo che la creatura è fuggita, il college è diventato nuovamente abitabile.- improvvisò Faragonda.
- Bene, sono contenta. Se non le dispiace valuterò la situazione. La ringrazio per avermi avvertito direttrice. La saluto- finì Alice per poi chiudere il telefono.
- Allora? Come ti è sembrata?- chiesi dubbiosa del comportamento della preside.
- Non sono riuscita a mettermi in comunicazione telepatica, la mia magia è ancora troppo debole. Comunque ho il forte sospetto che sappiano di noi- mi rivelò.
- Ragazze, non sapete come funziona!- intervenì la mamma di Alice - Secondo voi era proprio necessaria questa telefonata da parte di una preside che non è 
neanche la tua, Alice?-
- No, mamma-
- Bene, è proprio questo il punto. Il motivo era proprio quello di capire se tu eri in casa, se stavi bene. In realtà cosi facendo, volevano solo che tu commettessi un 
passo falso e rivelarti, ma grazie a questo noi sappiamo che in realtà loro non sanno assolutamente nulla di voi!-
- Hai ragione Rita, altrimenti non avrebbe avuto senso la loro chiamata. Siamo arrivate qui giusto in tempo-
- Ragazze una domanda, perché non siete venute subito da noi? Avete atteso settimane...-
- Mamma, il fatto è che non eravamo sicure sul da farsi, volevamo distaccarci completamente dal mondo e rimanere in pace, quiete che veniva scacciata dalla 
testardaggine delle amiche di Flora-
- Possibile che tu non voglia più vederle, Flora? Per come si comportano, dovevano essere delle tue grandi amiche-
- Infatti, lo eravamo. Ormai non mi importa più di loro, la loro personalità e tutto ciò che ci univa è andato perduto.-
- Sei sicura di questo? Io credo che a volte le persone debbano avere di nuovo modo di poter stare da sole con se stessi, per ritrovarsi, capire le proprie 
necessità ed affrontarle. Le tue amiche sono sempre loro, dagli modo di farsi riconoscere.-
- Anche se fosse, nulla potrebbe tornare come prima- iniziai, per poi spiegare brevemente le mie vicende.
- Quello che mi dici è terribile Flora, ora capisco- si limitò a dire Rita quasi incredula di un simile comportamento.
- Non voglio rattristarti Rita, io ho il controllo assoluto delle mie emozioni. Ora il problema è solo uno.-
- Solo un problema dici? E il problema della nostre sembianze?-
- Non preoccuparti Alice, mia madre sicuramente saprà darci una mano-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


- Ehi Flora! Chi è quella?- mi chiese Alice da dietro un cespuglio. Guardai attraverso i rami.
- Cosa ci fa qui Bloom?- mi chiesi irritata. Chissà perché in un modo o nell'altro c'è sempre qualcuno che ostacola la via.
- Sarebbe una delle tue amiche?- mi chiese sbuffando. Annuii.
Per fortuna dopo qualche minuto si congedò con i miei genitori per poi andare via con Sky. Aspettai il rombo della navicella per uscire allo scoperto.
- Che bellissimo pianeta, non me lo immaginavo cosi prosperoso di vita!- mi disse Alice emozionata.
- Aspetta di vedere la mia casa- dissi incitandola a seguirmi.
Entrammo dalla pota sul retro: il giardino di mia madre era più rigoglioso che mai. Ultimamente aveva avuto modo di piantare dei fiori luminosi e degli alberi che
 producevano brillati, erano meravigliosi. I colori erano splendenti quanto accecanti, e insieme erano in perfetta armonia tra di loro. Bussai.
- Mamma, sono io!-
- Flora! Tesoro mio!- esclamò mia madre aprendo la porta e prendendomi le mani. Il suo viso era ancora inumidito dalle lacrime che aveva versato qualche istante 
prima - Cosa ti è successo cara? Le tue amiche mi hanno detto che sei scomparsa!-
- Si, è vero mamma. Mi sono allontanata da loro ora che mi trovo in questo stato. Ho bisogno del tuo aiuto, dov'è papà?- chiesi guardando alle sue spalle.
 - Non è ancora rientrato. Lei chi è?- mi chiese indicando Alice.
- Salve signora, mi chiamo Alice, sono nella stessa situazione di sua figlia- si presentò Alice.
- Piacere mio Alice. Non restate fuori ragazze, entrate pure.-
L'odore di legno e di primavera che inonda la mia casa è un mare di ricordi e sensazioni che ora posso finalmente focalizzare senza che a mia anima si tormenti: 
litigi, discussioni, abbracci, avvenimenti tristi, tutto mi tornava alla mente ma nulla al cuore.
- Mamma, avrei bisogno di un favore. Come abbiamo chiesto anche ai genitori di Alice, avremmo necessità di provare ad esaminare i tuoi sentimenti. Questa forma 
di incompletezza che abbiamo purtroppo è dovuta la fatto che non abbiamo fatto esperienza nella nostra vita di un sentimento che forse tu o papà potreste aver 
provato. Te la senti?-  
- Certo, nessun problema- rispose Alyssa facendoci accomodare al tavolo.
Sia io che Alice posammo la mano su quella di mia madre e una nuova tempesta di sentimenti ed emozioni ci pervase. Se potessi esprimere quello che ho avvertito,
 lo definirei commovente: preferendo focalizzarmi sui ricordi che ha mia madre per me, ho scoperto cosa vuol dire essere madre, la gioia di avere la prima figlia 
le soddisfazioni e l'orgoglio che hanno riempito il suo cuore per tutto questo tempo, un sentimento mai provato prima d'ora. 
- Grazie mamma per il tuo amore- le dissi guardandola negli occhi.
Lei, con un po di imbarazzo e commossa sorride ridacchiando.
- Ci mancherebbe! Sapevo fin da subito di che pasta è fatta la mia bambina!- 
- Flora, ancora niente, dove stiamo sbagliando?- 
- Credo proprio che non sia questo il modo giusto. Non so cosa inventarmi-
- Ragazze, spiegatemi tutto quello che è successo, magari vi posso dare una mano a venirne a capo- disse mia madre rilassandosi sul divano.
Sentivo dentro di lei una curiosità incredibile e un senso di sollievo che non la asciava andare da quando mi ha visto sulla soglia della porta.
Le spiegai brevemente tutto quello che era successo.
- Capisco ragazze. Al quadro della situazione manca il fatto che le due scuole non si danno pace a cercarvi, dato che la mamma di Alice non ha potuto più 
mantenere il segreto troppo a lungo. Da quanto mi ha detto Bloom, lei ha confermato la scomparsa di Alice dopo la chiamata che hanno fatto le presidi a casa sua. 
Inoltre, Flora, Musa ed Helia sono completamente scomparsi. Non posso immaginare come si sentano dopo tutto quello che hanno causato, ma d'altra parte al 
cuore non si comanda e certe scelte che lo si voglia o no, portano a della sofferenza altrui.-
Mia madre ha ragione, chissà quante altre coppie si sono sfasciate proprio nello stesso modo.
- Sono scoparsi da quanto?- chiesi rendendomi conto dopo aver pensato,, di quello che mi aveva detto mia madre.
- Dall'ultima volta che tu e Riven li avete visti.-
- Incredibile, non riesco a percepire le loro anime.- puntualizzai dopo aver cercato di avere un contatto con loro.
- Neanche io ci riesco. Non è una cosa positiva, o forse è solo perché la nostra forma non è ancora completa?-
Troppe domande, la situazione mi piace sempre meno. Pensavo di poter trovare la pace e la serenità, ma lo stress sta solo aumentano. Un flash mi fa balzare 
indietro di qualche settimana fa a quando ero preda delle mie emozioni, se fossi ancora in quello stadio non riuscirei a reagire in nessun modo.
- Perché non provate a fare un passo indietro? Se fossi in voi farei un salto dai vostri amici, sicuramente loro ci sono per potervi dare una mano. Anzi, loro non 
aspettano altro.-
- Non voglio che le loro vite si mischino con la mia quiete interiore.- dissi con tono un po' malinconico. Per quanto la cosa non mi preoccupava avvertivo dentro di 
me una forte emotività verso di loro.
- Flora cara, qui si tratta delle vostre vite e anche di quella di due ragazzi scomparsi nel nulla. Sinceramente la cosa mi preoccupa non poco, non è nel carattere di 
Helia o Musa.-
- Sono loro che hanno sbagliato- dissi guardando di bieco mia madre.
Il nostro sguardo fu interrotto dalla ventata che si creò nell'aprire la porta di casa.
- Papà!- esclamai.
Mio padre rimase un attimo interdetto per cui, insieme a mia madre, ovviai a tutte le sue domande.

-Sono d'accordo con tua madre Flora, dovresti rivolgerti a Faragonda- concluse con tono autoritario.
- Ho un'idea- iniziò Alice -Flora, potremo rivolgerci alla mia insegnante di pozioni, è molto comprensiva e forse potrebbe avere un metodo per farci tornare alla 
normalità anche temporaneamente. La costringeremo a mantenere il segreto in qualche modo-
- Beh, è già un inizio- commentò mio padre.
- Ho il suo numero, domani mattina potremmo contattarla-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


- Non avevi detto che avevi il numero?- chiesi ad Alice sbuffando.
- Ehm si, ma non ricordavo dove avevo messo l'agenda-
- E giustamente l'agenda si trova ancora a scuola, vero?- ironizzai nascondendomi dietro i cespugli vicino l'entrata del college di Oltremondo.
- Magari incontriamo la professoressa direttamente senza chiamarla, potrebbe essere un bel colpo di fortuna!- sorrise Alice. 
Guardai il college che nel frattempo era ritornato abitato e al tipico splendore fatato. I grandi archi che separavano le varie entrate erano adornati da edera
 rigogliosa, mentre le colonne che scorrevano sotto i porticati riflettevano in ogni direzione le luci del tramonto.
-Entriamo dalla finestra del seminterrato, quella dell'aula di ginnastica dovrebbe essere ancora rotta.-
In effetti è bastato scostarla per permetterci di essere all'interno dell'edificio.
- Non conviene forse andare direttamente nell'ufficio della professoressa?- chiesi guardandomi intorno e non udendo anima viva.
- Quei corridoi sono molto affollati durante la cena, meglio andare nella mia stanza- 
- Non mi sento tranquilla, sbrighiamoci a fare le 007-
Arrivate nella sua camera notai che tutte le sue cose erano racchiuse in scatoloni sotto la finestra
- Erano le ultime cose che avrei dovuto portare via, sapevo che sarebbero rimaste qui-
- Naturalmente il tuo libro degli incantesimi è stato fatto sparire- puntualizzai, scorrendo con un dito una pila di libri accatastati, probabilmente i suoi.
- L'ho portato con me quando sono scappata ma in acqua la carta fa una brutta fine.-
Quindi nessuno è a conoscenza di quello che ci è realmente accaduto qui ad Oltremondo.
Alice estrasse dal terzo scatolone che aveva preso in esame una specie di diario e lo appoggiò sula scrivania vicina.
- Siamo anche ubriache Alice, non sai centrare neanche una superficie piana- dissi ridacchiando notando che il diario era per terra.
Alice si girò e raccolse il diario.
- Mi scusi signorina, le è caduto questo?- mi chiese fingendo un vecchio poco lecito con una bottiglia in mano.
Ridemmo sottovoce per evitare di farci sentire.
Poggiato il diario sulla scrivania notammo l'inspiegabile: era come se la scrivania fosse immateriale, il libricino l'attraversò nuovamente. Io e Alice ci guardammo
 incredule.
Tutto ciò che era attorno a noi vibrava incomprensibilmente, fin quando non apparvero cinque ragazze in divisa: una fluttuava a mezz'aria con occhi incandescenti,
 le altre invocarono un incantesimo di convergenza che mi travolse in pieno. L'illusione finì e mi ritrovai imprigionata in una cassa con sbarre fittissime. Purtroppo 
senza il contatto con Alice non avevo la possibilità di attraversare questa barriera. Lei si pose tra me e le fate scagliandole un incantesimo
- Adesso basta! Ne ho abbastanza di voi. Avete rovinato l'esperienza più bella della mia vita, ve ne pentirete!- 
La sua voce tuonò nella stanza cosi violentemente da far tremare le pareti dell'edificio. Una grande inondazione abbatté i vetri della finestra e trascinò con se in 
un attimo le cinque fate.
Gridai il suo nome quando la vidi posarsi per terra con gli occhi rivolti verso il nulla. Lei non rispose.
La luce del suo corpo divenne pian piano sempre più intensa fino a diventare accecante. Un'esplosione di magia si propagò dalla ragazza, una voragine si aprì sotto
 di lei per poi dissolversi. La sua trasparenza fece spazio alla carne, delle grandi ali scintillanti comparvero assieme ad una tunica azzurra che le avvolgeva il corpo.
- Ce l'ho fatta!- Esclamò Alice prestandomi finalmente attenzione.
La gabbia di magia che mi avvolgeva era stata studiata per rinchiudere animali feroci e più i minuti passavano, più la mia energia veniva assorbita.
- Alice aiutami- dissi con un filo di voce. La mia vista si stava appannando ma capii che la ragazza si stava avvicinando.
Uno stridore echeggiò nel cielo, ma non riuscii a vedere cosa stesse succedendo, il mio corpo mi aveva abbandonata.


Alice si guardò fiera di essere riuscita ad ottenere l'ultimo sentimento che le mancava, il coraggio di affrontare i suoi nemici. Sentendo il richiamo di Flora ormai 
allo stremo si girò di colpo pronta ad afferrarla per portarla in salvo grazie ora alla sua forma completa di fata. Non solo era riuscita a completare il rituale, ma
 aveva anche stabilizzato quella che doveva essere una magia solo per metà.
- Alice aiutami-.  A queste parole Alice si avvicinò toccando la gabbia, ma all'improvviso un rumore assordante si impadronì dei suoi sensi lasciandola frastornata. 
Le pareti della scuola iniziarono a tremare sempre più, mentre il pavimento crollava su se stesso attorno alla giovane fata.
-Benvenuta nel club fatina- mormorò una voce autoritaria e altisonante. 
Alice fu intrappolata da una catena oscura che le bloccò le ali e la fece precipitare nel crepaccio sotto di lei.
Un incantesimo protettivo avvolse la fata, riportandola in superficie: la direttrice Faraja puntò le mani su di lei per sciogliere le catene.
- Alice! Cosa sta succedendo!- 
- Preside, io non lo so- rispose tremando.
Le scosse di terremoto diventarono sempre pi violente. La preside Faraja vide flora senza energia giacere nella gabbia ad un passo dal baratro e prima che 
potesse pensare di avvicinarsi per soccorrere la ragazza, un'enorme zampa scheletrica la stritolò trascinandola fuori in cortile assieme a tutte le altre fate che 
avevano avuto la setta sorte. Fece appena in tempo a lanciare un incantesimo per scostare leggermente la gabbia dove era rinchiusa Flora.
In cortile tutte le fate erano state neutralizzate da questi arti, tutti provenienti da un vortice oscuro che si era stabilizzato proprio nei pressi della scuola di 
Oltremondo.
- Preside, che facciamo!- Gridò Alice in preda al panico. Nella sua nuova forma non era riuscita a gestire il suo potere, ma si sentì di fare un tentativo.
- No Alice ferma!- Gridò la preside, ma fu troppo tardi.
Il colpo arrivò dritto ad una delle braccia e liberò alcune delle fate. Tutti gli altri arti si immobilizzarono lasciando cadere le studentesse rimanenti. La gioia di 
Alice si tramutò subito in terrore quando vide avvicinarsi tutti gli arti su di lei fino a farla svanire nel nulla.
Gli occhi di Faraja si riempirono di lacrime e con voce tremante chiamò immediatamente la preside Faragonda.


Mi svegliai in una stanza che mi sembrava molto familiare.
- Flooraaa!! Sei quiiii!!! Grazie al cielo!- esclammò Bloom ad alta voce abbracciandomi con una tale forza da lasciarmi senza fiato. Cosi fecero Stella, Aisha e Tecna. 
Da dietro le loro spalle poté intravedere i mantelli degli specialisti e la gonna di Faragonda.
- Perché hai fatto tutto questo, perché!- gridò Aisha in lacrime ancora stretta a me.
- Cosa è successo?- chiesi interdetta. Tutto ciò che ricordavo era il viso radioso di Alice.
- Flora- mi richiamò la preside Faragonda avvicinandosi. - Mi dispiace per quello che ti è successo cara, ma non avresti dovuto spingerti in questo guaio-
I suoi occhi e la sua anima esprimevano tanto dispiacere e rammarico nel fissarmi.
- Mi dispiace preside, il dolore che ho provato mi avrebbe fatta impazzire- dissi cupa, ricordando ancora una volta quel momento drammatico in spiaggia.
Sentii Riven uscire dalla stanza sospirando.
- Come hai fatto a trovare quelle pagine?- 
- Le ho fotocopiate da un libro che avevo trovato in un mercatino – mentii.
- Ragazzi, la situazione è più grave del previsto, una forza malvagia sta prendendo il sopravvento, dobbiamo essere pronti a tutto. Ragazzi, chiamate rinforzi che 
restino qui ad Oltremondo, ragazze noi torneremo ad Alfea insieme alla preside Faraja per capire cosa diamine sta succedendo. 
Mi alzai guardandomoi intorno.
- Alice?- chiesi a Faraja. 
- Non so come sia potuti succedere ma è stata presa in ostaggio da questa forza malvagia...-
Dopo un po di tempo riuscii a percepire un filo di dolore mentre la preside mi spiegava per filo e per segno ciò che era successo poc'anzi. 
- Flora, stai bene'- mi chiese Aisha mettendomi una mano sulla spalla.
- Credo di si Aisha. Grazie per essere al mio fianco ragazze, sono stata una sciocca ad allontanarmi. Credevo di voler cancellare tutto dalla mia vita, quando in 
realtà siete voi la mia vita.-
Alle mie parole sentì le loro anime e i loro cuori scaldarsi dall'emozione, sono davvero felice di poterlo sentire tramite loro. Credevo in realtà di non poter più 
provare nulla, invece le cose stanno prendendo una piega diversa da come me l'aspettavo.
Mi diedi una sistemata e dalla stanzetta della navicella degli specialisti mi diressi con gli altri nella sala comandi pronti a partire. La scena del college di 
Oltremondo era disastrosa, ancora di più rispetto a come avevo percepito dalle parole della preside: pezzi di muro mancanti da ogni dove, squarci di artigli sui 
prati e tronchi di albero divisi a metà, ragazze spaventate e ferite ovunque. Tutte quelle anime si chiedevano una sola cosa.
- Preside, se sue studentesse la stanno aspettando.- le sussurrai in disparte.
- Sarò da loro immediatamente, devo solo discutere con Faragonda di un mio sospetto cara.- rispose dolcemente.
Inizialmente non ebbi il coraggio ma dopo tutto ad un fiato chiesi a Stella
- Stella, notizie di Musa e del fidanzato?-
Stella mi guardò incredula, non pensava che potessi farle una domanda simile con una tale nonchalance.
- Siamo ancora in alto mare Flora, il bello è che neanche il padre di Musa sa nulla, abbiamo il vago sospetto che siano stati rapiti.-
-Sono solo dei codardi- ci interruppe Riven che intanto si era seduto con noi sui sedili in fondo.
- Se così fosse, non credo che possano scappare per sempre. Ma c'è una cosa molto strana...- continuò Stella.
- Il dispositivo costruito da Timmy per localizzarti non trova alcuna traccia magica di Musa, né di quell'imbecille che si tiene- finì Riven.
La cosa non m i turbava minimamente ma era da tanto che non sentivo la sensazione di fare parte di una squadra, mi è mancato tutto questo.
Provai a pensare di propormi nelle ricerche, ma una forza più potente dentro di me mi impediva di aprir bocca a riguardo.
- Sai Flora... - iniziò con un tono cupo il ragazzo. 
Stella si allontanò come se sapesse cosa stava per dire, non le faceva piacere riascoltare.
-...è giusto che tu lo sappia perché sei coinvolta quanto me in questa storia.- detto ciò, infilò una mano nella tasca ed estrasse un cofanetto con un anello al suo 
interno.
- io, la sera del suo compleanno avrei avuto in mente di chiedere la mano alla mia ragazza ed è stato proprio lui a persuadermi. Io mi sono chiesto a quel punto, da 
dove è iniziato tutto ciò?- 
Sentì il mio cuore imprigionato nella maledizione che io stessa ho lanciato fare un balzo, una parte di lui allora è ancora viva. Una morsa mi strinse il petto mentre 
fissavo gli occhi di Riven.
- Sapevo che quello che dicevano gli altri non era vero- mi sussurrò asciugandomi la guancia da una lacrima.
Sapevo che leggere nella mente poteva fare solo male, ma lo feci solo per un istante: gli altri pensavano che privandomi delle mie emozioni sarei diventata una 
specie di mostro torturato dai ricordi e... non voglio leggere altro, mi basta sapere questo. Questo potere è un'arma molto efficace soprattutto contro me 
stessa, le persone pensano e augurano delle cose orribili l'une contro le alte, è meglio che tutto questo rimanga confinato nel loro cervello.
- Riven, mi dispiace...- continuai per confortarlo ma lui mi fermò con un cenno.
- Allora mi sono informato, e ho scoperto che si sono visti a Magix qualche giorno prima del compleanno e hanno deciso di non parlare più della questione. Capisci? 
In realtà è stato un caso che si sono incontrati su Melody e...- 
Rive guardava nei miei occhi con la speranza che potessi aiutarlo a concludere che tutto ciò fosse stato solo un malinteso, ma cosi non è stato.
- Riven, ascolta. Purtroppo loro non hanno saputo resistere ai loro impulsi, non possiamo cambiare il passato, possiamo solo cercare di....-
- Ti sbagli Flora, sotto c'è qualcosa lo sento!- puntualizzò ad alta voce il ragazzo conficcando il suo sguardo nel mio. 
Mi feci una panoramica del gruppo valutando cosa ne pensassero della situazione e non vidi altro che volti rammaricati e dispiaciuti di tutto questo, Riven non si 
dava pace e ancora non riusciva a credere che il suo migliore amico lo avesse tradito.
Ad un tratto la navicella sobbalzò facendoci cadere dai sedili. Le porte di Alfea non erano altro che briciole in confronto alla catastrofe che si stava abbattendo: 
un enorme voragine nel cielo da dove uscivano dei lunghi arti scheletrici. Dando uno sguardo agli occhi sbarrati della preside Faraja, capì che non era la prima 
volta che assistette ad una scena cosi terrificante.
Le ragazze si trasformarono immediatamente mentre io mi accinsi a scendere.
- Resta qua cara, è un ordine- mi disse severa Faragonda e ordinò a Riven di tenermi d'occhio.
Era sicuramente legato alla questione delle mie nuove sembianze, avrebbe avuto un momento migliore per spiegarmi la situazione. Dai finestrini scorsi altri 
cavalieri di Fonterossa guidati dal direttore che scagliavano incantesimi contro questo buco infernale.
- Ci sei mancata Flora, sei mancata a me- mi disse ad un tratto Riven prendendomi le mani.
- Io...-
Non feci in tempo ad aprire bocca che rimasi intrappolata nel suo abbraccio. Sentii le sue lacrime scorrere sulla spalla.
- Avevo bisogno di te...-
Ricambiai l'abbraccio.
- Mi dispiace Riven, non avrei dovuto lasciarti solo-
La sua voce si fece più cupa
- Te lo giuro, la pagherà per il male che ci ha fatto-

La preside Faraja ordinò a gran voce -Annullate la vostra trasformazione e portate al minimo i vostri livelli di energia immediatamente!- 
A queste parole che Faragonda ripropose più volte a chi era più lontano, tutte le fate obbedirono seppur con il panico stampato negli occhi. Si nascosero nella 
speranza di non essere vittime di quella specie di castigo divino che si stava abbattendo sulle loro vite.
Gli arti sfiorarono le ragazze terrorizzate per poi svanire nel vortice infernale.
Vidi Faragonda correre verso di noi.
- Ragazzi, nel mio studio presto!-
Riven si ricompose e mi trascinò fuori dalla navicella.
Una scena disastrosa si parò davanti agli occhi: Alfea semidistrutta, ragazzi e ragazze ferite, altri intrappolati sotto le macerie, gocce di sangue per terra e 
segni di artigli ovunque.
Troppe emozioni, ma nono per il mio cuore fermo come la morte.
- Ragazze, tutto bene?- chiesi una volta incrociate nel corridoio.
Stella era lievemente ferita ad un braccio mentre Bloom e Aisha se la sono cavata con qualche graffio qua e là.
- Ci vuole ben altro per degli ossi duri come noi- esclamò la principessa di Andros facendomi l'occhiolino.
Una volta nello studio della direttrice aspetammo le due presidi che arrivarono con un libro in mano. Faragondo lo sbatté sulla scrivania per poi aprirlo.
- Il signore dell'oblio. Ne avete mai sentito parlare ragazze?- chiese Faraja.
- Certo! È un essere molto antico che si reincarnava di persona in persona alla ricerca dell'immortalità-
- Esatto Flora, era un potente mago che aveva il potere di risvegliare i morti dall'oltretomba-
- E cosa centra con la nostra situazione?- chiese sconvolta Stella
- Non so come sia successo ma questo essere chiuso nel suo limbo si è risvegliato, ha acquisito potere a sufficienza per poter cercare di concludere il rito 
dell'immortalità. L'attacco di poco fa qui ad Alfea rispecchia fedelmente sue le modalità di apparizione e questo ci da la conferma definitiva. Personalmente non 
ho mai assistito alla sua ricomparsa, ma ora tutto è cambiato. Ha rapito Alice che aveva appena sviluppato un nuovo potere e vuole te, Flora per il rituale 
dell'immortalità.-
- E perché proprio me?- chiesi senza fiato.
- Perché hai assunto le sembianze e quindi il potere di uno spirito primitivo, proprio ciò che serve al signore dell'oblio.-
-Evidentemente a bordo della navicella gli arti dell'oblio hanno captato la maga di Flora qui ad Alfea, andandosene fortunatamente a mani vuote.- parlò Faragonda.
- Cosa facciamo preside?-  chiese Bloom agguerrita.
- Va fermato ragazze! Nel libro è presente una formula magica in grado di rispedirlo nel limbo da dove è venuto. Nel libro, inoltre è presente una ricetta di una
 pozione in grado di proteggervi ad suoi tremendi attacchi, ma solo un no spirito primordiale è in grado di poterlo fare, Flora questo spetta a te- concluse 
Faragonda.
- Non ci sono problemi direttrice, mi metto subito all'opera- conclusi seria. La mia pace interiore deve essere tutelata ad ogni costo.
Guardai la preside Faraja e aggiunsi
- Che ne sarà di Alice?- 
- Non lo so- mi rispose rammaricata.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


- Flora, stai bene?- mi chiese Bloom mentre sbriciolava delle erbe.
- Si, non c'è nessun problema, la pozione non è difficile e la lingua antica la so leggere con facilità ormai- puntualizzai senza distogliere lo sguardo da Riven che se
 ne stava sulle sponde del ruscello a lanciare ciottoli.
- Non abbiamo mai avuto occasione di riti quanto ci dispiace di tutto quello che è successo tra voi quattro. Sono sicura che stando con noi tutto passerà e starete
 sempre meglio, parola di Bloom-
- Parola di Stella- disse la bionda abbracciandomi.
- Parola di Aisha- continuò la mora dandomi la mano
- Parola di Tecna- finì dandomi il cinque.
- Parola di Winx.- dissi sorridendo e abbracciandole.
- Ragazze, mi dispiace disturbarvi ma raccogliete le vostre cose in fretta, dobbiamo cambiare area.- ci incitò Brandon.
Ormai erano giorni che vivevamo come dei nomadi: non potevamo essere nello stesso posto per troppo tempo altrimenti questo fantomatico signore dell'oblio ci
 avrebbe trovato.
- Ormai siamo alla fine Brandon, manca solo il rituale- rassicurò la fata del fuoco raccogliendo tutto in uno zaino.
Timmy ci fece segno di salire sulla navicella e ci apprestammo a fare tappa questa volta ad Alfea.
- Non vedo l'ora di rivedere il mio amante!- esclamò Stella bittandosi sul sedile passeggieri.
Brandon lo guardò attonito.
- è il letto, testone!- rise Stella prendendolo in giro.
Scoppiarono a ridere tutti ad eccezione di me e Riven.
Sfogliai il libro fino ad arrivare alla pagina dell'incantesimo del limbo: era molto complicato e servivano grandi quantità di energie.
- Credo che se dosiamo le energie in combattimento e le convogliamo tutte nei punti base magici possiamo avere 0,7% di possibilità di riuscita- parlò Tecna con il 
palmare in mano.
- E se usassimo della pozioni energizzanti?- propose la fata del sole.
- L'effetto è troppo tardivo Stella, serve un'altra fonte di energia- incalzò Aisha.
- Potremmo trarre energia dai suoi stessi attacchi, sicuramente non starà con le mani in mano quando ci vedrà arrivare- propose la fata del fuoco.
- Non funziona se avremmo a che fare con mostri o roba simile, non conosciamo abbastanza il nostro nemico- continuò Brandon che aveva appena preso parte al 
discorso.
- Dovremmo obbligarlo ad attaccarci in maniera diretta, gli specialisti si occuperanno di eventuali scocciature. Bene, le probabilità cosi salgono del 30%, del 70% 
se lo facciamo arrabbiare molto.- concluse Tecna.
- Bene, preparo il raccogli energia- disse Aisha intonando un incantesimo che fece apparire delle borracce dalla forma inusuale.
- Ecco, tenete- cosi dicendo ce le porse.
Arrivammo ad Alfea e impiegammo la stanza delle simulazioni per provare l'incantesimo per rispedire 
quel mostro nel limbo.


-Bene ragazze, ci siamo! La convergenza deve essere perfettamente bilancia e stando alla nuova magia di Flora, l'incantesimo funziona solo se noi altre abbiamo 
una borraccia di energia a testa. Ricordiamocelo, non possiamo fallire.- incoraggiò Bloom.
Estrassi dalla tasta delle boccette da appendere alla cintura con dentro la pozione protettiva.
- Ragazzi, su può utilizzare solo una volta e per un solo un minuto. Spero basti uno a testa.- cosi dicendo smistai le provette.

Raggiungemmo Faragonda e Faraja che intanto si erano messe alla ricerca del signore dell'oblio cercando di aprire un varco accessibile a noi tutti.
-Ragazze, il varco è pronto. Entrate uno alla volta e accederete cosi al luogo dove risiede il signore dell'oblio, nelle viscere di un monte dopo la costa Sud di 
Domino. Domani mattina sarà il giorno decisivo, che la notte vi porti consiglio. Buonanotte- disse Faragonda salutandoci con un cenno della mano.
 Grazie preside, a domani-

- Cavolo Bloom, proprio Domino- disse Aisha.
- Quel pianeta è una calamita per i disastri- disse Tecna sbadigliando.
- Già, speriamo di fare meno danno possibile- sospirò Bloom.
- Buonanotte ragazze, a domani-

Quella notte sognai Musa, per la prima volta. Era di fronte a me con lo stesso sguardo con il quale la vidi per l'ultima volta. Bisbigliava una sola parola: aiuto. Aveva
 delle manette spesse ed era vestita con degli stracci. Si mise a piangere a dirotto e implorava che  la salvassi. Mi svegliai di botto e mi accorsi che era ancora 
notte. Decisi di prendere una boccata d'aria e nel corridoio incontrai Riven.
- Fai le ore piccole, cavaliere? Fatto un brutto sogno?- chiesi scrutando il suo sguardo e capii subito che avevo centrato il bersaglio.
- Chi? Lei?- chiesi fissandolo ancora.
Lui annuii. Con poche parole riuscii a capire che facemmo lo stesso sogno.
- Chissà dove si trova, cosa le è successo. Pensavo fosse con lui, invece è in pericolo chissà dove- bisbigliò il ragazzo camminando su e giù per il giardino.
- Un problema per volta Riven, concentriamoci sulla missione di domani, altrimenti non ci sarà il giorno seguente per poterla cercare.- aggiunsi guardando le stelle.
- Cosa pensi di Helia?- mi chiese sedendosi su una panchina vicina.
Questa domanda diede una scossa al mio cuore di pietra, facendomi ricordare di tanto in tanto la sua presenza.
- Helia?- mi presi una pausa ricordando come un sogno il suo viso.
- Tu senti che loro cercano il nostro perdono?-
Che domanda difficile che mi fa.
- Non lo so Riven, credo che loro non ci volessero ferire in quel modo, anche se potevano nascondersi meglio. Era palese che saresti andato a parlare con lei. Io 
sono stata  in questo triangolo amoroso- conclusi.
- Mi dispiace Flora, è solo colpa mia-
- Non dire sciocchezze, è stato un bene non scoprirlo da terzi.- lo rassicurai.
- Sicuramente non volevano farvi del male, ma avrebbero quantomeno dovuto aiutare nella situazione senza nascondersi- parlò Timmy che nel frattempo era 
comparso dal nulla.
-  Timmy, stavi origliando?- disse infuriato Riven.
- No, stavo andando a controllare se avessimo tutto per domani.- rispose il cavaliere.
Guardò Riven e aggiunse – Amico,puoi sempre contare sulla tua squadra- gli diede cosi una pacca sulla spalla.
- Torno a letto- si affrettò a dire, per poi lasciarmi sola con Timmy
- Helia è un bravo ragazzo, sono sorpreso da questo suo comportamento.- bisbigliò il ragazzo guardandomi attraverso i suoi spessi occhiali.
- Le persone non si rivelano mai fino in fondo- dissi sospirando.
- Il nonno lo cerca disperatamente, se ci pensi è una cosa senza senso Flora. Io sono dell'idea che sono nei guai e che non sono riusciti ad oggi a comunicare con
 noi.- 
- Non saprei- mi limitai a dire. La questione non mi toccava più.
- Ascolta Flora, anche tu sai che è cosi. Non lasciarti trascinare da questa specie di...cosa che ti ha fatto cambiare. Tu non sei cosi, devi ritrovare te stessa, non 
abbandonarti, torna da noi. Le ragazze non sono più le stesse senza il tuo tocco e quello di Musa. Non buttare all'aria anni di amicizia per...per... non sappiamo 
ancora cosa!- enfatizzò il ragazzo.
- Lo so bene quello che è successo!- sbottai  –Gli ho visti quella sera sulla spiaggia abbracciati come due conigli, la loro reazione è stata più che esplicativa. 
Finiscila di farti fantasie per poter spiegarle la questione in maniera logica. Mi hai stancata!-
Cosi dicendo girai i tacchi e me ne andai. Mentre percorrevo i silenziosi corridoi dell'ala est mi resi conto che qualcosa dentro di me era cambiato. Senza neanche 
rendermene conto le mie emozioni erano pian piano ritornate a galla, il sigillo della quiete si stava sciogliendo, di li a poco avrei iniziato nuovamente a soffrire.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


- Buona fortuna ragazze! Rimanete concentrate-
- Buona fortuna fate di Alfea- continuò la preside del collegio di Oltremondo.
- Ce ne sarà bisogno- sospirò Aisha che attraversò il varco per prima.
La seguirono gli specialisti ed infine io.
Fluttuavamo a mezz'aria nel nulla e la sensazione era quella di precipitare all'infinito.
- Quindi, che dovremmo fare?- chiese Stella guardando Bloom.
- Potrebbe essere un sortilegio, proviamo un incantesimo di convergenza di purificazione – rispose la rossa tendendo la mano all'amica.
- Ragazze sbrigatevi, ho la netta sensazione che darò una ripassata alla colazione- disse Brandon un po più sotto di noi.
Stella cercò di avvicinarsi all'amica nuotando nel nulla, ma più si agitava, più si allontanava da lei.
-Stella che fai? Vieni verso di me- la incitò la fata del fuoco cercando avvicinasi anche lei.
- Ehi aspettate!- gridai nuotando nell'aria.
Pian pian le loro voci e i loro volti si dissolsero nel nulla. Le chiamai invano, ero di nuovo sola.
- Finalmente ci incontriamo fata primordiale- sussurrò una voce alle mie spalle.
- Mostrati!- esclamai voltandomi.
Il mi precipitare finalmente ebbe una fine. Urtai non troppo violentemente per terra: mi ritrovai in un cratere scavato nella roccia, nell'aria l'odore 
caratteristico dello zolfo e della cenere erano i protagonisti. Cercai di alzarmi ma mi resi conto di essere incatenata mani e piedi. Di fronte a me la luce della luna
 illuminava una lastra di pietra posta al centro del cratere. Ad un tratto dei piccoli cristalli bianchi incastonati nella roccia iniziarono a brillar e fu allora che lo 
vidi: legato anche lui mani e piedi e a soli qualche metro sulla mia testa, era consumato dalla sofferenza e i suoi vestiti non erano alto che stracci impolverati.
Il mio cuore sobbalzò ancora una volta.
-Flora, sei tu?- mi chiese flebilmente.
- Helia!- dissi tremando.
- Mia dolce Flora. Perdonami- continuò straziato dal dolore.
La mia attenzione si focalizzò al centro del cratere: dall'oscurità comparve la sagoma di un uomo di tarda età coperto da un mantello che portava in braccio una 
ragazza.
- Musa!- la chiamai, ma lei sembrava non avesse le forze per rispondere.
Appena il tizio la poggiò sulla lastra di pietra mi accorsi immediatamente che c'era qualcosa di sbagliato in lei.
Le lacrime invasero il mio volto, le voce si bloccò in gola, non riuscivo a credere a quello che vedevo.
- Ma come, non dovresti saper tener a bada le tue emozioni?- disse l'uomo ridacchiando e avvicinandosi velocemente a me.
Mi prese il viso con una mano e mi invitò a guardare di nuovo in direzione di Musa.
- Ma come, non vuoi fare gli auguri alla nostra neo mamma?- chiese l'uomo soffocando una risata. - E indovina un po' chi è il fortunato papà?- mi chiese non 
riuscendosi più a trattenersi.
- Flora io...- intervenne Helia, ma fu interrotto dalla risata dell'uomo oscuro.
-Ah ah ah! Come siete fragili voi esseri inferiori! Vendetta!- continuò avvicinandosi a Musa che mi fissava incatenata sulla lastra senza dire una parola.
- Il figlio dell'inganno verrà alla luce con una potenza mai vista prima!-
Chiusi gli occhi per un istante e presi un respiro.
- Abbiamo degli invitati alla nostra festa!- esclamò il vecchi togliendosi il mantello. Era di una magrezza disumana e i suoi lineamenti erano scavati dal tempo, 
avrebbe potuto avere come minimo mille anni.
Alla mia sinistra comparve Alice, incatenata mani e piedi con dei segni dipinti sul suo corpo.
-Alice! Che ti ha fatto!-  esclamai cercando invano di raggiungere la mia amica.
Ad alice la fu bendata immediatamente la bocca, ma i suoi occhi non descrivevano altro che orrore.
- Per favore cara, non roviniamo la festa con il passato, adesso starete meglio, tutti starete meglio!- disse l'uomo sfregandosi le mani.
Fece comparire alla destra della lastra un calderone dove bolliva un liquido verde nel quale fece cadere dei frammenti di capelli, da colore potevo intuire che 
erano quelli di Musa.
- Dove sono i miei amici?- chiesi dandomi coraggio.
- Hai ragione cara, non è cortese lasciarli all'oscuro di tutto.- Cosi dicendo alla mia destra comparvero dei cilindri con all'interno tutti gli altri. Erano sospesi e
 immobili, inutile chiamarli. 
- Chi sei?- chiesi per perdere tempo e studiare la situazione.
- Sono il Signore dell'oblio, presto risorgerò e sarò lo stregone più potente di tutti i tempi- gridò a gran voce.
Si avvicinò velocemente ad Alice togliendole le catene. La ragazza si dimenava ma la forza di quel vecchio era più importante di quanto sembrasse. La trascinò 
vicino al calderone e le strappò violentemente le ali. Il suo dolore fu cosi intenso da stordirmi, sentì come una parte di me sbriciolarsi dopo che vidi la luce della 
vita abbandonare i suoi occhi. Intonando una cantilena l'uomo gettò le ali nel calderone da quale traboccò un po' di liquido ora effervescente. Subito dopo gettò al 
suo interno il corpo senza vita della fata. Il liquido cambiò colore diventando rosso. Dovevo  farmi venire in mente un'idea, non c'era tempo per soffermarsi sulla 
scena, lo stesso destino sarebbe toccato a me.
Diedi un'occhiata ai ragazzi e mi venne in mente l'unica cosa che potevo utilizzare. Presi la fiala che avevo preparato e la ruppi tra le ginocchia nel frattempo che 
l'uomo concludeva il rituale e non appena libera lancia un incantesimo per rompere le teche sottovuoto dei miei amici. Ruppi le loro fiale e l'incantesimo svanì. 
Sciolsi le catene di Helia che cadde per terra senza forze.
- Bloom!- gridai.
La rossa si voltò verso di me e io le fesi segno -Le borracce, forza!-
La rossa scattò in piedi e si trasformò immediatamente. Cosi feci insieme alle altre. L'uomo era intento a finire in rituale e con un susseguirsi di incantesimi non
 riuscì ad ultimarlo.
Riven si scaraventò verso Musa per salvarla ma la ragazza era avvolta da una barriera impenetrabile.
- Sbaglio o Musa è incinta?- chiese Tecna sfoderando un attacco.
- Non mi sembra il momento adatto- la richiamò Sky proteggendo la sua ragazza da un attacco.
- Pronta!- urlò Aisha dall'altra parte del cratere con la borraccia in mano.
E dopo poco anche le altre mi diedero lo stesso segnale.
Gli specialisti allora distrassero l'uomo giusto in tempo per iniziare l'incantesimo finale.
Un forte vento si alzò man mano che il rituale procedeva, tutte noi eravamo al massimo della concentrazione per concludere quando un forte incantesimo mi colpì.
- Flora!- esclamò Stella.
- Adesso mi avete stancato!- sbottò l'uomo e l'oscurità avvolse tutta l'area.
Gli specialisti furono scaraventati contro il muro assieme a tutte noi. Fui incatenata nuovamente mani e piedi come tutti gli altri.
- Musaaa!- gridò Riven colmo di rabbia.
- Mi spiace ragazze, non siamo riusciti a trattenerlo- disse Brandon con un filo di voce.
- Possiamo fare un nuovo tentativo- gridò Aisha in preda al panico.
- Come ci liberiamo?- chiese Sky a Bloom che lacrimava.
- Mi dispiace  non abbiamo altre idee. Credo che questa sia la fine.- disse la rossa singhiozzando.
- No andiamo! Ci deve essere qualcos'altro- disse Aisha dimenandosi e provando qualche incantesimo.
- Ci ho già provato, la magia non funziona- confermò Tecna.
Sky prese la mano a Bloom.
- Ti amo amore mio-
- Anche io ti amo Sky- rispose Bloom accarezzandolo con la punta del dito allungandosi verso lui più che poté.
Quel gesto, quegli sguardi mi fecero tornare indietro a quando conobbi Helia. Inguaribile romantico, con i suoi gesti e premure mi faceva sentire la donna più 
amata al mondo, la bellezza che racchiudeva con le sue poesie rispecchiavano la purezza del suo animo e tutto l'amore che mi dava. Il suo corpo come il suo cuore,
 era infuocato di passione per me. Quanti momenti magici insieme. Quel sentimento è reale e ribolle dentro di me nonostante avessi fatto di tutto per affossarlo, 
è sempre stato dentro di me. Non potevo essere più cieca, dovevo affrontare il delirio senza voce che albergava in me. 
Lo guardai a terra moribondo, anche lui legato mani e piedi. Sentivo il respiro abbandonarmi e i miei sensi calarono di efficienza. L'uomo nel frattempo si era 
avvicinato a me dipingendomi il viso colmo di lacrime.
- Helia- li chiamai quasi sottovoce, quel tanto che serviva per farmi sentire.
Lui ricambiò il mio sguardo con uno stanco e avvilito.
L'uomo mi trascinò vicino il calderone e io col cuore ricolmo dal dolore non resistevo. Sentivo delle urla ma io non volevo perdere il suo contatto visivo. Guardai 
l'uomo che afferrò le mie ali e pronta a dover morire dissi:
- Helia, io ti perdono-

I suoi occhi, inizialmente spenti, ora mi fissavano con una nuova luce, il riflesso di ciò che vedeva: una nuvola di luce mi avvolse completamente, sentivo il cuore 
sciolto dalle catene, nuova forza ed energia attraversarmi e illuminando la mia mente. Ero rinata. La mia trasformazione era finalmente completa.
Approfittando della distrazione e avendo di nuovo a pieno i miei poteri, lancia un incantesimo per paralizzare l'uomo, i miei poteri erano più forti che mai, riuscivo
 a contrastare il signore dell'oblio.
Mi sentì chiamare da Bloom e subito approfittai per liberare la mia squadra.
- Adesso o ma più ragazze- incitò Aisha librandosi in volo.
- Lasciatemi!- gridò l'uomo cercando di divincolarsi dalla presa.
In cerchio completammo l'incantesimo e aprimmo il limbo.
Mi venne un idea.
- Ragazze, cambio di programma- dissi, ponendomi tra il varco e l'uomo.
- Per il potere delle antenate delle fate e per Alice io ti condanno al dolore e alla sofferenza che tu stesso hai creato.
 Che tu sia maledetto- dissi ponendo le mani
 sulla sua testa. Il suo corpo si svuotò di tutto il potere oscuro che fu assorbito dal passaggio verso il limbo, mentre lui cadde a terra esausto.
Si rannicchiò su se stesso e man mano si sbriciolava, i fumi si plasmarono in anime, centinaia di migliaia di anime. Uomini e donne di ogni razza ed era
 abbandonarono finalmente il suo corpo.
- Flora – mi sentì chiamare, e all'improvviso comparve davanti a me un'anima
- Alice- dissi scoppiando in lacrime.
- Grazie- mi disse sorridendo per poi dissolversi nell'aria alla luce della luna.

-Ce l'abbiamo fatta Flora- disse Aisha abbracciandomi.
- Musa!- gridò Riven abbracciandola.
- Ma come, sei ritornata uno stecchino?- chiese Stella non vedendo alcun segno della gravidanza.
- Ovviamente era un incantesimo- disse Bloom dando una gomitata all'amica.
- Ragazzi...sono senza forze.- disse lei con un filo di voce.
Mi precipitai verso Helia.
- Come stai?- gli chiesi sfiorandogli la guancia fredda.
- Mai stato meglio- mi sussurrò toccandomi la mano.
Come una vortice fui risucchiata nella sua mente, avevo finalmente capito tutto.
- Era come ti dicevo, Flora- mi disse Timmy accanto a me mentre fasciava il ragazzo. - Le magie fanno fare cose orribili- 
- Avevi ragione Timmy- gli confermai con un sorriso.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Qualche tempo dopo...

- Grazie per essere venuta Musa- disse Helia seduto sulla panchina di fronte la spiaggia di Melody.
- Hai delle novità?- chiese lei sorridendogli.
Helia estrasse dalla tasca due fialette di liquido trasparente. Gli occhi di Musa si emozionarono.
- Grazie- si limitò a dire.
- Sei sicuro di volerlo fare con me?- chiese la ragazza.
- Sotto incantesimo abbiamo costruito dei ricordi che non ci appartengono. Per quanto mi riguarda non ho necessita di tenerli con me.- rispose.
- Hai ragione Helia. L'imbarazzo è qualcosa che ancora mi accompagna quando ti vedo, vorrei che tutto tornasse come prima. Perlomeno eliminando
 i nostri ricordi privati possiamo avere un po' di respiro-
- Nessuno saprà ciò che è successo quella sera su questa spiaggia-
- Nessuno, neanche noi-
Helia porse una fialetta a Musa e lei la aprì subito.
- Brindiamo? - disse lei ridendo.
- Certo! Alla nostra pace interiore che finalmente possiamo riavere- propose Helia.
- Ai nostri cuori finalmente in pace, amico mio-
Detto ciò i ragazzi presero la pozione.

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