Destino inevitabile di Le Streghe (/viewuser.php?uid=75749)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A stretto contatto - Come tutto ebbe inizio. ***
Capitolo 2: *** A stretto contatto - O-mamori ***
Capitolo 3: *** A stretto contatto - I dettami della strega ***
Capitolo 4: *** A stretto contatto - Il peso delle parole ***
Capitolo 5: *** A stretto contatto - L'amuleto ***
Capitolo 6: *** A stretto contatto - Fraintendimenti ***
Capitolo 7: *** A stretto contatto - In missione per conto di Yuuko ***
Capitolo 8: *** A stretto contatto - White day ***
Capitolo 9: *** A stretto contatto - Rivelazione notturna ***
Capitolo 10: *** A stretto contatto - Scherzi dell'hitsuzen ***
Capitolo 11: *** A stretto contatto - Tenerti per mano ***
Capitolo 12: *** A stretto contatto - Interferenze ***
Capitolo 13: *** A stretto contatto - Sacrificio ***
Capitolo 14: *** A stretto contatto - Il ciliegio dei sogni ***
Capitolo 15: *** A stretto contatto - Non andartene ***
Capitolo 16: *** A stretto contatto - Il grave peso della colpa ***
Capitolo 17: *** A stretto contatto - L'inizio dell'incubo. ***
Capitolo 18: *** Connessioni - Allontanarti ***
Capitolo 19: *** Connessioni - Lezioni magiche, lezioni di vita. ***
Capitolo 20: *** Connessioni - Filo invisibile ***
Capitolo 21: *** Connessioni - Incontri ***
Capitolo 22: *** Connessioni - Sensi di colpa ***
Capitolo 23: *** Connessioni - Attacco a sorpresa ***
Capitolo 24: *** Connessioni - Distanze incolmabili ***
Capitolo 25: *** Connessioni - Ancora incubi ***
Capitolo 26: *** Connessioni - Un ospite non del tutto gradito ***
Capitolo 27: *** Connessioni - Bacio rubato ***
Capitolo 28: *** Connessioni - Desiderio ***
Capitolo 29: *** Connessioni - Parole che fanno male ***
Capitolo 30: *** Connessioni - Tra sogno e realtà ***
Capitolo 31: *** Connessioni - Nuove distanze ***
Capitolo 32: *** Connessioni - Confessioni ***
Capitolo 33: *** Connessioni - Quando le cose si complicano ***
Capitolo 34: *** Connessioni - Scoperte dolorose ***
Capitolo 35: *** Connessioni - Pensieri incontrollabili ***
Capitolo 36: *** Connessioni - Week end al tempio ***
Capitolo 37: *** Connessioni - Nuovi collegamenti ***
Capitolo 38: *** Connessioni - Muro di ghiaccio ***
Capitolo 39: *** Connessioni - Relazioni ***
Capitolo 40: *** Connessioni - Rivelazioni ***
Capitolo 41: *** Connessioni - Dissonanze ***
Capitolo 42: *** Connessioni - Visite da altre dimensioni ***
Capitolo 43: *** Connessioni - Piuma ***
Capitolo 44: *** Connessioni - Un caro prezzo da pagare ***
Capitolo 45: *** Connessioni - Amore ***
Capitolo 46: *** Connessioni - Trappola ***
Capitolo 47: *** Connessioni - Salvami ***
Capitolo 48: *** Intrecci - Cambiamenti ***
Capitolo 49: *** Intrecci - Sfortuna e fortuna ***
Capitolo 50: *** Aggiornamento ***
Capitolo 1 *** A stretto contatto - Come tutto ebbe inizio. ***
A stretto contatto - Capitolo1
Destino inevitabile - A
stretto contatto
Capitolo 1
Come tutto ebbe inizio.
Quel
giorno era iniziato male, come tanti altri nella sua vita e, cosa
peggiore, negli ultimi istanti era riuscito persino a peggiorare.
Era questo il pensiero di Watanuki, mentre con aria scocciata
si avviava a passo lento verso il negozio di Yuuko, portando con
sé delle pesanti buste.
«Ma insomma, perché devi seguirmi anche qui?! Non
ti basta di scocciarmi a scuola?» Sbottò il
ragazzo in questione, voltandosi a fissare con rabbia crescente quello
che ormai considerava la sua nemesi personale.
Impassibile come sempre, Doumeki aspettò che
Watanuki finisse di urlargli contro. «Sei in
ritardo.» Esclamò togliendosi l'indice
dall'orecchio.
Quelle tre parole, dette nel suo solito tono disinteressato, sembrarono
far crescere ancora di più la rabbia di Watanuki che lo
guardò malamente.
«In ritardo? In Ritardo?!» Replicò,
fermandosi a prendere un respiro profondo. «Sono stato
costretto a scappare per mezza città, inseguito da spettri
di ogni tipo con queste buste in mano, e tu dici che sono In
Ritardo!»
«Idiota.» Rincarò l'altro.
A quello, il più piccolo sembrò scaldarsi
ulteriormente continuando la sua tirata sull'essere sfruttato, sul
dover sottostare ad una donna che era una vera arpia e, ovviamente, sul
dover subire anche la compagnia di un eterno musone.
Continuò così per un po', lamentandosi del
mostriciattolo nero che, d'accordo con la strega, si divertiva a
torturarlo, del dover portare troppi pesi e dell' essere usato come uno
schiavo.
«E mi raccomando. Non aiutarmi mai eh!»
Borbottò.
Doumeki lo osservò con la coda dell'occhio. Poi,
senza mutare minimamente espressione, allungò una mano verso
il ragazzo.
«Che c'è, ora?» Urlò l'altro.
L'arciere ignorò la domanda, limitandosi ad alleggerirlo del
peso di due buste. Poi, dopo alcuni secondi di totale silenzio, decise
di dar voce ai suoi
pensieri. «Che cucini oggi? I takoyaki sarebbero
perfetti.»
«Takoyaki? Takoyaki?! Non prendo ordini da te, idiota! E non
ti cucino un bel niente! Ammettilo. Tu! Non mi stai accompagnando per
queste!» Strillò, sollevando appena le
restanti buste. «Miravi solo a mangiare, vero?
Vero?!» Continuò.
Doumeki si limitò ad una rapida occhiata.
«Lo sapevo! Tu!» Riprese il più
piccolo.«Sei sempre il solito... solito... Insomma! Non ti
preparerò un bel niente! Morirai di fame!»
Proprio un giorno cominciato e destinato a finire male,
pensò.
Poi finalmente giunsero al negozio.
«Hei! Waaaaatanuki!» Urlò Mokona,
saltando in faccia al ragazzo. «Hai portato da bere?
Waaaatanuki!»
«Si, si... ho portato tutto....»
Commentò questi, togliendosi il manju nero di dosso.
«Oh, perché capitano tutte a me!»
sospirò poi con aria affranta.
«Sempre a lamentarti, eh?»
Quella voce, sarcastica e al contempo melodiosa, lo fece sobbalzare.
«Yuuko-san? Qua… Quando è comparsa
lei?!» Strillò il giovane, fissando la donna.
«Un minuto fa non c'era e... Lasci stare...»
Borbottò. «Meglio non sapere...»
Sospirò infine, temendo una delle risposte incomprensibili
della strega.
Yuuko lo studiò con aria divertita. «Hai portato
il sakè che ti avevo chiesto?»
Watanuki annuì, guardandola con sospetto.
«Però dimentichi di assaggiarlo a stomaco
vuoto!»
«Oh… Watanuki sei sempre il solito
guastafeste!» lo riprese allegramente la strega, prima di
voltarsi verso Doumeki. «E tu? Cosa ci fai qui?»
Domandò sorridendo al ragazzo.
L’arciere scosse le spalle «Ho portato le
buste».
«Come se avesse fatto lui tutto il lavoro!»
Borbottò Watanuki, ormai furioso. «Non prenderti
tutto il merito. Ne hai portate solo due!» Gli
urlò, additandolo.
Quella protesta fu accolta dalla risata della strega che,
già su di giri, invitò entrambi ad accomodarsi,
mandando Watanuki in cucina ed invitando Doumeki a condividere una
bottiglia di sakè.
Senza replicare, Watanuki si avviò con aria mesta in cucina.
La vita, pensò, alle volte era proprio ingiusta.
Circa un'ora dopo il ragazzo, con indosso il grembiule ed un fazzoletto
legato sui capelli, rientrò in sala accompagnato da un
Mokona carico di lattine.
«Si mangia!» Strillò il manju nero,
saltando sul tavolino e sedendosi vicino all'arciere.
«Evviva!» Gli fece eco Yuuko, aprendo una lattina
di birra e assumendo un'aria pensosa. «Ma forse il nostro
Doumeki-kun preferirebbe del sakè...»
«E chi se ne importa!» Strillò il cuoco,
lanciandole un’occhiataccia prima di posizionare l'ultima
portata sul tavolino.
«Sakè! Sakè!»
Strillò Mokona, entusiasta della proposta.
La strega osservò la scena sogghignando e poi
batté le mani. «È deciso,
sakè sia! Watanuki, vai in magazzino a prenderlo?
C'è ancora la bottiglia inviataci da Fay e
Kurogane...»
Il ragazzo la guardò, incredulo. «Quella?! Ma
è... enorme. Vi ucciderà il fegato!»
La donna tornò ad assaggiare gli stuzzichini ignorandolo del
tutto.
«Watanuki non sa godersi la vita!» Urlò
Mokona a quel commento. «Ti accompagno io, Watanuki scritto
come primo d'aprile!» Terminò, rimbalzando sulla
sua testa per atterrare davanti a lui.
~x~X~x~
Il ragazzo si guardò attorno con aria critica, ispezionando
il magazzino con sguardo dubbioso.
«Dunque... se non sbaglio la bottiglia si trovava da queste
parti.» Mormorò, muovendo un paio di passi tra gli
scaffali. «Questo posto avrebbe bisogno di una
bella ripulita.» borbottò.
«Pu Pu Pu! Waaaatanukii guarda lassù!»
Urlò Mokona.
«Che c'è ancora. Non vedi che sto...
Uh!» Esclamò il ragazzo, girando lo sguardo in
cerca dell’animaletto. Non vedendolo si spostò
indietro, cercandolo e trovandolo di fianco ad una bottiglia.
«Mo-Ko-na!» Urlò improvvisamente rosso
di rabbia. « Si può sapere come ha fatto a finire
così in alto?!»
Il manju nero lo fissò sogghignando. «È
tardi. Yuuko ci aspetta. Sbrigati, su!»
«Sempre a me le cose difficili eh?!» Si
lamentò il ragazzo, salendo su una pila di libri ammucchiati
e lasciati proprio li sotto. «Ci sono quasi... un attimo e...
Ahi! Mi ha punto» Urlò.
«Waaaatanuki, sbrigati!» Ripetè Mokona.
«Si, si, mi sbrigo!» Sbuffò l'altro e,
recuperata la bottiglia si apprestò a ritornare in sala.
Quandò fu di ritorno, la strega lo accolse con uno sguardo
di
rimprovero. «Ce ne hai messo di tempo.»
«Già.» Concordò l'arciere,
servendosi l’ennesimo stuzzichino.
Il tutto sotto lo sguardo irritato del cuoco, al quale non
sfuggì quanti ne fossero stati mangiati in quel breve lasso
di tempo.
«Watanuki non voleva prenderla e continuava a
lamentarsi.» Lo accusò Mokona.
«AhAhAh, Watanuki si lamenta sempre!»
Scherzò Yuuko lanciandogli un'occhiata divertita.
«Su su, portami la bottiglia. E servici
qualcos’altro che vada bene col sakè!»
Il ragazzo osservò i presenti con sguardo carico di rabbia,
allontanandosi tra borbottii vari.
Yuuko rise. «Doumeki-kun, non lo trovi divertente?»
Commentò, versando da bere per sé, Doumeki ed
ovviamente Mokona.
L'arciere si limitò ad annuire con aria vagamente distratta.
Lo sguardo puntato su quello che sembrava essere un petalo di ciliegio
che, comparso all'improvviso, stava ora adagiandosi sul pavimento e a
pochi centimetri da lui. Una visione piuttosto insolita in quel periodo
dell'anno.
«Ma cosa...» Il ragazzo si allungò per
raccoglierlo, vedendolo sparire tra le sue mani.
«Che strano...» mormorò con espressione
neutra.
«Cosa è strano?» Domandò la
strega, osservandolo attraverso il bicchiere.
«C'era qualcosa vicino alla mia gamba, un... petalo credo, ma
è sparito quando ho cercato di prenderlo.»
La donna lo scrutò per un attimo con sguardo assorto.
«Mmh. Diverse cose si comportano in quel modo...»
Mormorò,. «E tra esse, pochissime hanno effetti
positivi.»
~x~X~x~
La strana tensione portata dalle parole di Yuuko svanì nel
momento stesso in cui Watanuki fece il suo rientro in sala.
Nonostante l'espressione cordiale con la quale si sforzò di
servire i nuovi piatti, qualcosa sembrava essere fuori posto: La sua
carnagione si era fatta più pallida e i movimenti apparivano
improvvisamente meno aggraziati del solito.
«Oi... tutto bene?» Domandò l'arciere.
«Non mi chiamo Oi...» Protestò il
più giovane con fare meno aggressivo del solito.
«Sei strano.» Continuò l'altro, senza
smettere di studiarlo.
«Strano a chi? Sto benissimo invece!»
Sbottò Watanuki. «E smettila di fissarmi. Neanche
fossi un'opera d'arte!»
«Infatti sei un'idiota.» Fu il commento dell'altro.
Quelle parole sembrarono produrre una strana reazione silenziosa da
parte del più giovane che, sotto lo sguardo attento di Yuuko
e quello sempre più cupo di Doumeki, si spostò
con fare scocciato puntando un dito contro il suo rivale.
«Tu! Chi hai chiamato idiota?» Si
lamentò debolmente, portandosi in avanti e perdendo
l'equilibrio. La sua espressione si fece confusa per un breve istante,
poi davanti ai suoi occhi fu tutto nero ed infine svenne.
«Yuuko, Watanuki è ubriaco senza bere!»
Esclamò Mokona saltellando verso il ragazzo privo di sensi.
La strega osservò Doumeki mentre si alzava per precipitarsi
dall'amico e, senza dire nulla, si avvicinò ai due ragazzi
per studiare meglio la situazione.
Anche Mokona fece lo stesso. «Watanuki ha la
febbre?» Domandò con espressione preoccupata.
Quel dubbio spinse l'arciere a sfiorare la fronte del ragazzo.
«Non mi pare.» Dichiarò.
Al contatto con la mano di Doumeki, Watanuki sembrò
riacquistare un pò di colore, muovendosi appena ed aprendo
gli occhi con espressione stanca. «Che... cos'è
successo...» Domandò, debolmente.
«Sei svenuto.» Fu la pronta risposta di Yuuko.
«Svenuto?» Ripetè il giovane
sollevandosi per ricadere subito dopo, questa volta tra le braccia
dell'arciere che, senza smettere di sorreggerlo si voltò ad
osservare la strega chiedendole il motivo di quell'improvviso malessere.
La donna ricambiò lo sguardo senza rispondere e Watanuki
approfittò del momento per agitarsi e sganciarsi dalla presa
di Doumeki. «Si può sapere che stai
facendo?» Gli urlò, voltandosi e fissandolo con
aria scocciata. «Ce la faccio da so...» Non
riuscì neppure a terminare la frase che un nuovo giramento
lo obbligò ad aggrapparsi al collo dell'altro, mentre la
stanza prendeva a girargli intorno, facendosi sempre più
buia.
«Che sta... succedendo...» Mormorò
appoggiando la fronte contro il petto dell'arciere.
A quella domanda Yuuko mosse un passo in avanti e, dopo avergli fatto
cenno di attendere, si rivolse al ragazzo più grande.
«Prima avevi visto... un petalo, è
corretto?»
«Si.»
«Un petalo... di ciliegio...» mormorò.
Il ragazzo annuì nuovamente e, dopo una rapida occhiata
all'ambiente circostante, la strega si voltò in direzione di
Mokona chiedendogli di controllare l'intera stanza in cerca del petalo.
«È ancora presto per la fioritura...»
Tentò Watanuki con aria confusa. La sua protesta
però passò del tutto inosservata ed in quel
mentre Mokona tornò dalla rapida perquisizione dichiarando
che no, non c'era alcun petalo.
«Capisco...» Fu il commento della donna.
«Doumeki-kun tu l'hai visto sparire, vero?»
«È sparito quando ho cercato di
prenderlo.» Confermò il giovane.
«Si può sapere di che state parlando?»
Replicò Watanuki, staccandosi dal compagno e andando a
sedersi con fare nervoso al basso tavolino ormai pieno di bottiglie,
cibarie e lattine vuote.
Yuuko lo guardò con espressione seria. «Non posso
ancora dirvi di cosa si tratta. Ma per il momento credo sia meglio che
tu vada a vivere con lui.» Esclamò indicando
l'arciere che, braccia incrociate, li stava osservando appoggiato alla
parete.
«Da... lui?!» Domandò un Watanuki sempre
più incredulo e vagamente imbarazzato. «Per quale
motivo dovrei stare da lui?» Protestò con
rinnovato vigore.
«Perché Doumeki-kun ha il tipo di energia che ti
serve per riprenderti.» Commentò la donna notando
l'espressione ancor più confusa del ragazzo. «Sto
dicendo che avendo metà del suo occhio e grazie al sangue
che condividete, la sua è l'energia a te più
compatibile.»
«Cosa?! Sta scherzando spero.» Borbottò
Watanuki. «E poi non posso andare a stare da lui. Ho un
appartamento io!»
La voce piatta di Doumeki infranse la lamentela del cuoco.
«Se viene a stare da me, sarà al
sicuro?» Chiese infatti, ignorando le motivazioni dell'altro.
Quest'ultima annuì, sorridendo. «Solo se starete a
stretto contatto.»
L'arciere sembrò considerare la cosa, osservando Watanuki
che, sempre più nervoso, riprese a lamentarsi, ripetendo le
ultime parole della strega ed inveendo contro la donna e le sue assurde
idee.
«E per quante ore dovrei starci, eh?» Le
urlò contro, indicando Doumeki con mano tremante.
L'interpellata sbuffò, roteando gli occhi verso il cielo in
modo quasi esagerato.
«Ti sembro un medico? Un matematico, forse? Dipende tutto da
te... E da quanto reggerai, dopo ogni contatto.» Concluse con
aria quasi divertita.
«Reggere? Io reggo benissimo!» Brontolò
il ragazzo, raccogliendo le lattine di birra ed avviandosi in cucina.
Quando fu fuori, la stanza sembrò sprofondare in un
innaturale silenzio che Doumeki spezzò rivolgendosi alla
strega.
«È proprio necessario?»
Domandò senza smettere di fissarla.
«Lo è...» Puntualizzò la
donna facendosi ancora più seria. «Cerca di stare
davvero a stretto contatto con lui. È di vitale
importanza.»
L'arciere sapeva bene che le parole pronunciate dalla strega non erano
mai lasciate al caso. Così davanti a tanta decisione non
potè far altro che annuire.
Poi qualcosa sembrò mutare la sua visuale.
L'occhio che condivideva con Watanuki iniziò ad inviargli
immagini confuse; La cucina di Yuuko, il frigorifero che gli apparve
come un'immagine mossa, il pavimento.
Senza attendere oltre e, dopo uno sguardo allarmato all'indirizzo di
Yuuko, il ragazzo si precipitò verso la stanza appena vista.
~x~X~x~
Nel frattempo in cucina Watanuki, dopo aver buttato via le
lattine, si
stava apprestando a ripulire borbottando come al solito.
«Ma insomma» inizò, mentre prendeva
spugna e detergente. «Si può sapere che le
è preso, io sto benissimo!» Quasi per dimostrarsi
questo punto, sollevò una delle pesanti pentole vuote ed
iniziò a strofinarla vigorosamente. «Non so cosa
sia successo, ma sicuramente non è niente.
Niente!» Borbottò, facendo un gesto di sfida alla
finestra davanti a lui.
Improvvisamente cupo, aprì il getto dell'acqua per lavare la
pentola, guardando con aria assorta verso l'esterno.
«Andare a vivere da lui...» Quel pensiero gli
causò un lieve rossore alle guance. «È
imbarazzante!» Borbottò, corrucciando le
sopracciglia.
Con un gesto rabbioso lasciò andare la pentola sul piano da
lavoro e, presa una terrina, si mosse per riporla nel frigorifero.
Spostandosi si scoprì leggermente più debole. Uno
stato che aumentava ogni secondo di più, tanto da obbligarlo
ad appoggiarsi ad un mobile.
Lentamente anche la vista sembrò abbandonarlo e quando
intorno si fece tutto sfocato, consapevole di non avere molto tempo
mosse un paio di passi verso l'altra stanza. Un attimo dopo svenne.
Fu così che lo trovò Doumeki quando si
precipitò in cucina, disteso sul pavimento e privo di sensi.
Senza perdere tempo il ragazzo gli andò vicino tentando di
farlo riprendere, senza successo.
«Non si riavrà subito.»
Comunicò la strega giunta alle sue spalle. «Ha
consumato troppe energie, e questo...» Continuò
indicando il ragazzo disteso sul pavimento «È
quanto accadrà se non ci sarai tu ad aiutarlo. Te lo chiedo
ancora una volta, quindi. Lo ospiterai?»
Il ragazzo si limitò ad annuire, stringendo a sé
il corpo ancora esanime dell'amico, alzandosi e avviandosi verso
l'uscita del negozio. «Questo basterà?»
Domandò.
Yuuko lo guardò con espressione indecifrabile.
«Deve bastare. Per forza.» Commentò con
tono neutro. «In fondo, si tratta di hitsuzen...»
Concluse parlando a sé stessa mentre osservava i due ragazzi
che si allontanavano.
* Manju è la parola con la
quale vengono spesso
identificati i due Mokona. Significa polpetta e sia nel manga che
nell'anime la si trova spesso. "Kuro manju" ovvero polpetta nera per
identificare il Mokona nero e "Shiro manju" ovvero polpetta bianca, per
identificare la Mokona bianca.
Noi abbiamo optato per una versione
mista, più comprensibile ma ahinoi non
esattamente corretta. Confidiamo nella vostra comprensione. Ma
i
Mokona hanno davvero insistito per questo. :P
Nota delle Autrici:
*Lay e Harianne brindano con il sakè di Yuuko-san, poi si
accorgono dei lettori e nascondono l'alcool altrove*
Salve! Questo era il primo capitolo di Destino Inevitabile, un progetto
che ci ha impegnate e ci sta impegnando da diverso tempo... *lanciano
un'occhiata al sakè e fanno finta di niente*
Dopo mesi di lavoro, finalmente iniziamo a postare questa fanfiction...
che felicità.
Comunque sia, Destino Inevitabile sarà piuttosto lunga e da
questo momento in avanti, previ strani ed inquietanti imprevisti (che
quando si ha a che fare con Yuuko-san, si sa, succedono), aggiorneremo
una volta a settimana. Ci saranno, attenzione attenzione, oltre a "A
stretto contatto" anche
altre due parti... quindi, si, è una Trilogia attualmente
ancora
in fase di scrittura, ma non preoccupatevi, abbiamo già
tutto,
dobbiamo solo metterlo in prosa.
Speriamo che il capitolo iniziale vi sia piaciuto, se pensate ci sia
stata poca azione, beh, sappiate che ci rifaremo... quindi,
grazie della lettura! E per favore... Recensite!!! Un commentino non vi
costa nulla e rende noi molto contente!
*inchino profondo*
Le Streghe
Ps. Il sito non è ancora pronto ma sappiate che presto
potrete trovare info, aneddoti, quiz sulla fanfic e tanto altro sul
sito a lei dedicato. Hitsuzen
Ps.2 Un grazie speciale a Kyle che ha fatto da consulente di idee per
alcune scene. Ci tiene a precisare che la cosa vale SOLO per i capitoli
privi di scene hot. Ebbene si, dimenticavamo di dirvi la cosa
più importante. Ci sarà del puro e sano yaoi! *_*
Alla
prossima settimana...
|
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Capitolo 2 *** A stretto contatto - O-mamori ***
Cap2
Destino inevitabile - A
stretto contatto
Capitolo 2
O-mamori
Un movimento ondeggiante
che non gli
era totalmente estraneo, ma nemmeno familiare, lo fece emergere
lentamente dalla
nebbia e dall'oscurità che sembravano averlo reclamato.
Il ragazzo sbatté un paio di volte le palpebre, confuso
dalla prospettiva di ciò che vedeva.
La strada, davanti a lui, ondeggiava leggermente e si stava muovendo in
un modo che rischiava di dargli il mal di mare. Qualcosa in quel treno
di pensieri lo distrasse e lo costrinse a guardarsi attorno.
«Che... succede?» domandò con voce
debole, mentre con fatica tentava di mettersi più
comodo.
«Stai fermo, finirai per cadere.»
«Eh?» Ancora stordito, Watanuki si
guardò intorno
cercando di capire l'origine della voce che dopo qualche secondo
riuscì a riconoscere, inziando a muoversi e a scalciare
furiosamente.
«Cosa?! TU! Doumeki, lasciami!» Iniziò
ad urlare quando capì di essere sulle sue spalle.
Doumeki proseguì senza ribattere, limitandosi ad una
lievissima
espressione di disappunto. Così, quando il più
giovane
gli chiese, poco gentilmente, cosa pensava di fare e come
osasse portarlo al tempio, l'arciere non perse l'occasione per zittirlo.
«Non ricordi quel che ha detto Yuuko-san? E sei tu quello che
è svenuto, comunque.»
«Come se l'avessi fatto apposta!» fu la protesta,
praticamente urlata, di Watanuki.
Un insieme di insulti e lamentele che terminarono quando si rese conto
di essere arrivato al tempio.
A quel puntò sbuffò e continuò la sua
tirata
mentre il padrone di casa apriva la porta ed entrava, senza degnarsi di
metterlo a terra.
«Avresti potuto lasciarmi al negozio! O portarmi a casa mia
se
proprio. Non vedi che sto benissimo? Sono sicuro che non ci sia bisogno
di stare a contatto.»
«Ovvio che stai bene. Sei con me.» Fu il commento
dell'altro. «Idiota...» Borbottò poi.
«Idiota a chi? Non ho bisogno di te! Anzi, sai che ti
dico?» sbottò Watanuki, senza smettere di
agitarsi.
«Chi ti vuole!»
Percorsero un corridoio, con ancora il più alto che teneva
l'altro sulle proprie spalle, senza ribattere, semplicemente portandolo
dove doveva. Quei movimenti pericolosamente confortanti spinsero
Watanuki a riflettere sugli ultimi avvenimenti e, ovviamente, sulle
parole di Yuuko.
Era davvero stanco di cacciarsi sempre nei guai e lo era ancor di
più al pensiero di dover dipendere sempre dalla stessa
persona. Sospirò.
I suoi pensieri terminarono nel momento in cui proprio quella persona
lo mise a terra senza preavviso.
«Hei!» Si lamentò voltandosi appena in
tempo per vederlo sparire oltre la porta.
Stava giusto per dirgliene quattro quando, dopo una rapida occhiata
all'ambiente circostante, si rese conto di essere nella sua stanza.
«Hei Tu! Brutto pervertito!» Gli urlò.
«Cosa
hai intenzione di fare, eh? E se Himawari-chan venisse a saperlo? Oh
no... no... come farò...»
Doumeki, che intanto aveva aggiunto cuscino e coperte al fouton, si
fermò a guardarlo come se fosse diventato pazzo di colpo.
«Idiota.» Commentò e, senza attendere
una risposta, prese il suo yukata ed iniziò a spogliarsi.
«Idiota a chi?! Sei tu che mi hai portato qui!» Fu
la
risposta del suo ospite che, lanciatogli uno sguardo,
arrossì di
colpo obbligandosi a guardare da un'altra parte. «Che... che
stai
facendo...» Balbettò al culmine dell'imbarazzo.
«Uh?» Stanco di tante urla, l'arciere non
terminò
neppure di vestirsi, allontanandosi ancora a torso nudo e tornando
subito dopo con un altro yukata. «Tieni.»
Watanuki lo raccolse con aria smarrita. «T..tu hai davvero
intenzione di dormire... con me... nella stessa... stanza?»
Domandò deglutendo con estrema fatica.
«Yuuko san ha detto di fare così, no?»
Fu la semplice, irritante risposta.
A quello il ragazzo rimase in silenzio, fissandolo in cerca di qualcosa
da dire ma senza riuscirci. Una reazione che l'arciere
sembrò
notare, decidendo di allontanarsi per terminare di cambiarsi altrove.
Finalmente solo, Watanuki si lasciò andare ad un profondo
sospiro, cambiandosi ed infilandosi sotto le coperte. In fin dei conti
non aveva molte altre scelte, pensò con rassegnazione. Tanto
valeva adattarsi, senza pensare al fatto che un altro ragazzo, quello
che diceva di odiare, avrebbe dormito al suo fianco.
Neanche lo avesse chiamato, Doumeki tornò in quel preciso
istante, spegnendo la luce, sdraiandosi e fissandolo.
«Lo percepisco il tuo sguardo, sai?»
brontolò Watanuki in tono dimesso.
«Serve il contatto» Dichiarò l'altro.
A quella parola, che stava già iniziando ad odiare, Watanuki
trasalì appena.
«Fai come credi...»
L'arciere lo guardò stancamente e steso un braccio verso di
lui,
gli strinse la mano attorno al polso, augurandogli la buonanotte e
addormentandosi poco dopo.
Fu così che, se pur lentamente e in un silenzio
imbarazzante,
Watanuki si apprestò a passare la sua prima notte al tempio.
Una sorta di punizione divina, pensò amaramente, muovendosi
in cerca di una posizione abbastanza comoda da farlo dormire.
Due ore più tardi, dopo essersi rigirato per l'ennesima
volta,
decise di fare qualcosa. Lui in fondo si sentiva benissimo. Non c'era
bisogno di tante storie, pensò, mentre attento a non fare
rumore
sfilava il polso dalla presa di Doumeki, per poi alzarsi ed uscire in
cerca della cucina.
Percorse a ritroso lo stesso corridoio attraverso il quale lo aveva
portato l'arciere solo qualche ora prima.
Di notte il tempio sembrava ancora più imponente ed uscire
da
solo per mettersi a cercare la cucina, d'un tratto, non gli sembrava
più un'idea tanto brillante.
Stava giusto pensando di tornare sui suoi passi quando una porta shoji
leggermente aperta attirò il suo sguardo.
Senza nemmeno accorgersene, si ritrovò dentro la stanza.
Sembrava essere una camera da letto, simile a quella di Doumeki ma
più ricca di particolari. Un paio di dipinti alle pareti,
porte
interamente decorate ed una cassettiera sulla quale spiccava un
ritratto.
«Haruka-san...» Mormorò il ragazzo, dopo
essersi avvicinato.
Senza pensarci lo prese tra le mani, studiandone l'immagine e
sorridendo istintivamente all'uomo sui trent'anni che, sigaretta alla
mano, sembrava guardarlo con sguardo estremamente sereno.
«Così questo era Haruka-san... Chissà
se anche
Doumeki sarà come lui, tra qualche anno...» Udire
la
propria voce che diceva simili cose lo portò ad arrabbiarsi
con
sé stesso.
Che cavolo andava a pensare. Non era certo di suo
interesse se in futuro la somiglianza tra i due sarebbe stata la
stessa. Anzi proprio non gli importava, pensò.
Un attimo
dopo,
mentre era ancora immerso in questi pensieri, la stanza
iniziò a
girargli intorno lasciandolo confuso.
Ebbe solo il tempo di riporre la foto prima di crollare a terra senza
più forze.
L'immagine di Haruka-san ancora in testa.
Intanto, nella sua stanza, anche Doumeki sembrò percepire il
volto sorridente del nonno, svegliandosi di colpo e guardandosi
intorno. La sensazione che lo avvolgeva non era delle migliori e
questo, unito al fouton vuoto di Watanuki, lo convinse ad alzarsi per
andare a cercarlo.
Senza neanche pensarci si diresse, di corsa, verso la camera che un
tempo era appartenuta ad Haruka, trovando il ragazzo nuovamente svenuto.
«Oi...» Esclamò raggiungendolo
ed iniziando a
strattonarlo. «Watanuki...» Lo chiamò
nella speranza
di vederlo reagire. L'unica cosa che ottenne fu un lieve sorriso da
parte del ragazzo.
Doumeki rimase a fissare per un lungo attimo il viso di Watanuki, gli
occhi imperscrutabili, preso da quell'espressione mai vista. Poi,
riscuotendosi dalla contemplazione in cui era caduto, si
chinò su di lui e provò ancora a
chiamarlo.
Il ragazzo
aprì gli occhi, emergendo dall'oscurità che lo
aveva circondato poco prima.
Un'oscurità
che lo faceva sentire debole ed insicuro, vuoto forse.
Si guardò
attorno, notando la
struttura del tempio immersa nella notte ed illuminata da una
bellissima luna piena. Intorno a se poteva sentire l'odore degli alberi
e dell'incenso.
Sbatté le
palpebre un paio di volte quando un'altro odore gli giunse alle narici,
odore di tabacco che bruciava.
Si voltò
verso la sua destra
e, come si era aspettato, notò una figura familiare che
osservava la luna con una sigaretta in mano.
«Ben
svegliato, Kimihiro-kun.
Bella serata, mh?» Gli chiese la voce di quella figura
sorridente. Watanuki lo osservò per un lungo attimo. Per un
momento gli era sembrato di sentirsi chiamare contemporaneamente col
suo nome e col suo cognome. Infine, riscuotendosi da quei pensieri,
sorrise all'altro.
«Haruka-san,
buona sera... allora sto sognando, vero?»
L'uomo annuì
sorridendogli
gentilmente. «Esatto, siamo nel tuo sogno.» Poi
sembrò, per un'attimo, osservare i dintorni con espressione
sorniona. «Stavolta è piuttosto simile alla
realta, eh?
Anche qui sei al tempio infondo.»
A quello, il giovane
ripensò
agli eventi di quel giorno che infine lo avevano portato al tempio.
Strinse i pugni, arrabbiato. «Già... non ho fatto
molta
strada, stavolta» Sospirò.
Haruka gli sorrise,
divertito dal
tono risentito del più piccolo. «Per tua fortuna,
aggiungerei. Sei ancora intero, infondo.» Aggiunse,
fermandosi
per prendere una nuova boccata di fumo.
Watanuki lo
fissò
perplesso e, fattosi improvvisamente serio, l'uomo tornò a
parlargli ricambiando il suo sguardo con espressione decisa.
«La
tua stessa testardaggine ha rischiato di farti finire...
oltre.»
Asserì.
Il ragazzo, rimase
nuovamente in silenzio riflettendo, senza smettere di guardarlo, sul
senso di quella frase.
L'uomo
intercettò il suo
sguardo con un sorrisetto. «Dimmi... perché vuoi
andartene, se poi finisci sempre qui?» E fece un gesto con la
mano che teneva la sigaretta, indicando l'intero tempio.
A quello, il ragazzo
arrossì di colpo e distolse lo sguardo, in imbarazzo.
«Cosa? Io...
do questa
impressione?» Si voltò per evitare di farsi vedere
dall'uomo. «Non sono qui di mia...
volontà.»
Replicò infine.
Questo, stranamente,
sembrò far nascere una leggera risata da parte dell'altro.
«I sogni sono
il regno della tua mente.» Si limitò a dire,
divertito.
Watanuki si
trovò ad arrossire
ancora, sempre più in imbarazzo. «No... Non
intendevo qui
nel sogno, intendevo... non vorrei essere qui da sveglio,
credo.»
Haruka
continuò a guardare la luna, e parlò lentamente
come pensando con cura a quel che stava per dire. «Sei tu stesso
che decidi dove essere... daltronde non esistono casualità,
ormai dovresti saperlo.»
Quando il ragazzo
annuì, seppur con riluttanza, l'uomo continuò a
parlare.
«Lo devi
all'essere qui se sei
vivo... e non solo oggi. Lo sai.» Affermò, con
sicurezza
estrema, mostrando un espressione decisa che somigliava in
modo
eccezionale a quella tante volte mostrata da suo nipote.
Watanuki
corrucciò le
sopracciglia. «Ma...» iniziò,
leggermente insicuro.
«È stato lei a salvarmi, no? Se... fossi stato
altrove,
l'avrebbe fatto comunque...» Il riferimento
all'essere stato salvato altre volte non andò perso e ancora
in imbarazzo distolse lo sguardo.
Haruka gli
scoccò un'altra veloce occhiata, questa volta ancora
più divertita ed enigmatica.
Scosse la testa.
«Io posso
agire solo nei sogni, Kimihiro-kun. Posso venire qui attraverso i tuoi
sogni o quelli di altri, ma... non sono mai stato io a salvarti. Nella
realtà.»
Watanuki aprì
la bocca per dire qualcosa, ma non fece mai in tempo.
In quel preciso istante, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, Doumeki
si ricordò quanto avvenuto al negozio di Yuuko quella stessa
sera.
Con un movimento deciso, appoggiò la propria mano sulla
fronte
di Watanuki, osservandolo in attesa di una reazione che,
fortunatamente, non tardò ad arrivare.
Le guance del ragazzo, ancora privo di sensi, ripresero rapidamente
colore. Il respiro tornò a farsi più facile e
finalmente
emerse dal limbo nel quale era scivolato.
Aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre a
causa della vista leggermente fuori fuoco.
«Haruka-san...?» Chiese, la voce ancora impastata.
Doumeki, che si era staccato dal contatto quando aveva visto che
l'altro ragazzo aveva iniziato a svegliarsi, scosse la testa.
«Sono Shizuka...» rispose, guardando altrove e
pensando che
l'aver visto quel ritratto di suo nonno dovesse avergli confuso le
idee. «... puoi camminare? Torniamo in camera mia.»
Quando non gli giunse risposta, si voltò e vide che
Watanuki, evidentemente indebolito, aveva di nuovo chiuso gli occhi.
Così, finalmente più tranquillo, lo prese in
braccio con delicatezza e lo portò di nuovo sul futon.
~x~X~x~
Le prime luci del giorno trovarono Doumeki intento a trascrivere alcune
formule su un foglietto di pergamena.
Era la prima volta che si spingeva così in là.
Normalmente la sua vita al tempio si riduceva a piccoli gesti
quotidiani che, sebbene imbevuti di una certa sacralità,
restavano ben distanti dallo stile di vita tipico di un sacerdote.
Fortunatamente gli anni trascorsi ad osservare suo nonno gli avevano
permesso di apprendere diverse pratiche che, unite alle tante nozioni
da egli ricevute, lo avevano reso in grado di agire con una discreta
dose di sicurezza.
Si fermò per un attimo, posando lo sguardo sul ragazzo
disteso al suo fianco e ancora profondamente addormentato.
Dopo averlo rimesso a letto, prendere sonno era stato impossibile.
Diversi pensieri, misti a domande destinate a non avere risposta,
avevano preso a ruotare senza sosta nella sua mente. Così
nella
speranza di ingannare il tempo aveva deciso di frugare nella biblioteca
del nonno, prendendo con se alcuni libri e tornando a chiudersi nella
sua stanza. Lì, senza trascurare la necessità di
mantenere un contatto stabile con Watanuki, aveva trascorso il resto
della notte a cercare tra le varie diciture, trovando poco prima
dell'alba un espediente in grado di liberare l'amico dalla sua
presenza,
almeno durante le lezioni.
Sicuro della riuscita di quel primo incanto, aveva ripiegato
più
volte l'ofuda, racchiudendo al suo interno una ciocca di capelli e
conservando il tutto in un sacchettino, rendendolo molto simile ad un
o-momori.
Grazie a quello Watanuki sarebbe stato al sicuro per un periodo di
tempo più lungo, pensò tornando ad osservarlo.
Neanche
fosse stato svegliato dalla forza del suo sguardo, Watanuki
aprì
finalmente gli occhi, puntando le sue iridi blu su di lui.
Gli ci volle un pò per mettere a fuoco l'immagine
dell'arciere e
quando vi riuscì, scoprendolo intento a fissarlo, le sue
guance
si colorarono di rosso. «Che... che cavolo... Ti sembra
questo il
modo di fissare la gente?!» Domandò con tono
alterato.
In risposta all'imrovviso frastuono dato dalle urla dell'altro Doumeki
si limitò a portare le mani alle orecchie.
«Casinista.»
Brontolò più per abitudine che per convinzione.
Quando vide che Watanuki stava per ribattere con nuove urla, gli
mostrò il sacchettino appena confezionato.
«Prendilo.» Gli ordinò porgendogli
l'incanto.
Quel gesto lasciò senza parole il povero Watanuki che senza
capire quanto stesse avvenendo si limitò ad osservare lo
strano
oggetto che gli veniva porto. «Cosa dovrei
farmene...»
Commentò infine, riconoscendolo come un comune portafortuna.
«Prendilo e basta.» Rispose l'arciere notando
l'incertezza
nello sguardo del ragazzo. «Ti servirà.»
Aggiunse
sperando di convincerlo. «E vedi di muoverti o non faremo in
tempo»
«Che?» Domandò l'altro guardandosi
intorno e
cogliendo dalla luce della camera che l'alba era passata da un pezzo.
«Che ore sono?»
Senza battere ciglio l'arciere gli mostrò l'orologio affisso
alla parete di fronte.
Le sette.
Quella realtà sembrò far impazzire il
più giovane.
«Le sette?!» Strillò prendendo
l'amuleto.
«Sono in ritardo, anzi sono spacciato!»
Continuò
mentre alla velocità della luce raccoglieva le sue cose
precipitandosi in bagno.
Mezz'ora dopo era già in cucina, vestito di tutto punto per
la
nuova giornata scolastica ed intento a preparare la colazione.
~x~X~x~
Stranamente, la prima parte della giornata proseguì meglio
del
previsto. L'amuleto che Doumeki aveva consegnato a Watanuki si era
rivelato piuttosto potente garantendo al più giovane
l'energia
necessaria per seguire le varie lezioni.
Quel sentirsi nuovamente in forze lo aveva reso tanto allegro da
indurlo a gioire più del suo solito quando, durante
l'intervallo
del pranzo aveva consegnato il bento ad una sorridente Himawari.
Ovviamente il pensiero di ringraziare l'artefice di tale miglioramento
non l'aveva neppure sfiorato e, seppur con meno insulti del
solito, aveva dedicato a Doumeki la sua dose di proteste quotidiane.
Paroloni misti ad occhiatacce che cessarono solo alle parole di
Himawari.
«Doumeki-kun... tutto bene?» Domandò
infatti la
ragazza, puntanto lo sguardo sul bento ancora intatto dell'arciere.
A quella vista persino Watanuki sembrò impensierirsi.
Doumeki
che lasciava del cibo, in particolar modo il suo, non era affatto una
cosa normale.
«Non ho molta fame.» Concluse l'altro sotto lo
sguardo decisamente stupito dei due compagni.
«Sicuro di star bene?» Ritentò Watanuki.
Il ragazzo si limitò ad annuire e quella mancanza di
spiegazioni
sembrò mandare su tutte le furie il più giovane
tra i due.
«Hai idea di quanto abbia faticato a memorizzare ogni angolo
della tua immensa cucina?» Iniziò, urlando e
gesticolando
contro l'arciere. «Ce l'hai si o no? Ti ho preparato da
mangiare
e tu cosa fai? Non hai fame?!»
Quelle parole sembrarono incuriosire Himawari che, con espressione
entusiasta, decise di intervenire nel monologo del compagno.
«Watanuki-kun hai cucinato al tempio stamattina?»
Il tono con cui fu posta la domanda unito al chiaro significato
nascosto, lasciò senza parole l'interpellato dando modo
all'altro ragazzo di prendere parte alla graziosa scenetta.
«Yo. Ha dormito da me.» Spiegò
tranquillo, rivolgendosi ad Himawari.
«Tu!» sbraitò un Watanuki al colmo
dell'imbarazzo.
«Come osi dire simili cose con quella faccia
tranquilla!»
«Come andate d'accordo voi due.» Esclamò
allora la ragazza. «Si vede che siete ottimi
amici!»
L'arciere intanto aveva già portato le mani alle orecchie e
l'intera scena, ormai un classico dei loro momenti insieme,
sembrò scoraggiare il povero Watanuki che, con aria
affranta,
iniziò a lamentarsi dell'assurda situazione che lo vedeva
costretto a stare a "stretto contatto" con quell'idiota di Doumeki.
L'occhiataccia che quest'ultimo gli lanciò nel sentirlo
parlare
a quel modo bastò da sola a concludere l'argomento,
scatenando
il malumore del più giovane e riportando il tutto alla
normalità. Se così poteva definirsi la somma dei
pranzi
che quei tre condividevano ormai da tempo.
~x~X~x~
«Quanto pensi che durerà il talismano?»
Domandò Watanuki al ritorno da scuola.
Al suo fianco, Doumeki sembrò non sentirlo, proseguendo con
sguardo vuoto verso il negozio di Yuuko.
«Hei, vuoi ascoltarmi?» Continuò il
più giovane, con fare irritato.
«Fin quando sarà necessario.»
A quella risposta, Watanuki gli rivolse uno sguardo scocciato, notando
l'andamento stranamente instabile del compagno. «Doumeki...
tutto
a posto?» Si informò, fermandosi a guardarlo.
«Starei meglio se non facessi tanto casino.»
«Che hai detto?!» Urlò l'altro iniziando
a dimenarsi.
«Hai sentito» Replicò l'arciere,
fermandosi subito
dopo per trovare appoggio sul muro di cinta di una villetta.
Watanuki lo aveva visto raramente in quello stato ed era sempre stata
colpa sua. A partire dalla perdita dell'occhio causata dal ragno, fino
al giorno in cui aveva deciso di donargli il suo sangue. Quel pensiero
lo spinse a mettere da parte la rabbia per correre in aiuto del
compagno.
«Hei... Che ti succede?!»
«Nulla.» Gli rispose l'arciere, riprendendo il
tragitto. «Andiamo ora.»
Watanuki annuì senza smettere di guardarlo, raggiungendolo e
camminandogli accanto. «Forse... hai dormito poco? Sai per...
prepararmi quel coso.»
Doumeki annuì e, nel vederlo così stanco,
Watanuki si
sentì in colpa. Ancora una volta la sua esistenza era causa
di
problemi per l'altro.
A quel pensiero si fermò di colpo, distogliendo lo
sguardo.
«Senti io...» Quando lo vide voltarsi e fermarsi
per
prestargli attenzione, sospirò e decise di fare uno sforzo e
dirgli quanto andava detto. «Gra... Grazie per.. beh si
insomma.. lo
sai... per.. questo...» Terminò, portando la mano
sulla
tasca dove teneva l'amuleto.
L'arciere si limitò ad annuire e, nonostante quel suo modo
di
fare lo mandasse su tutte le furie, Watanuki restò in
silenzio,
ricominciando a camminare al suo fianco con espressione vagamente
preoccupata.
* Porta shoji è
il tipo di porta scorrevole usato in giappone. Ce ne sono di diverso
tipo, la più classica è quella con il telaio in
legno e l'interno in carta di riso, il più delle volte la
carta viene racchiusa in riquadri di legno. In XXXHOLiC ne appaiono
diverse. Il negozio di Yuuko-san ha sia quella già descritta
che quelle interamente in legno con decori di farfalle. Al tempio di
Doumeki invece, ed in particolare nella stanza che un tempo doveva
essere di Haruka-sama i pannelli mostrano decori più
tradizionali.
*Fouton è il classico letto giapponese,
formato da un materasso che al mattino viene arrotolato e riposto
nell'armadio.
*O-momori è un piccolo incanto porta
fortuna che in
giappone è facilmente trovabile nei vari templi, sia
Buddisti
che Shintoisti.
Nota delle autrici.
Konnichiwa! O, come direbbe l'affscinante Haruka-sama, Konbanwa!
Come avrete capito, il sommo Haruka è uno dei personaggi
amatissimi dalle autrici... (soprattutto da una delle due, infondo ci
siamo spartite i doumeki, ne? E a me il senior va benissimo NdHary)
Quindi lo vedrete comparire mooooolto spesso. Ma non troppo, o
Shizuka-kun ci annienta a colpi di frecce! ^^;
Comunque, siamo davvero commosse ed entusiaste per il successone
riscosso da questo primo capitolo, grazie mille!
La cosa ci sprona a continuare e a migliorarci, oltre a darci l'energia
necessaria per portare a termine questo progetto che è
piuttosto
pesante.
Quindi continuate a recensire! ^_^
E adesso... Rullo di tamburi... Via alle
risposte!
Doremichan:
Grazie mille! Speriamo di non deluderti con il proseguo, allora. Il
petalo di ciliegio... ahah non ci dispiace sentire le teorie dei
lettori, ma non possiamo dire niente altrimenti Yuuko-san ci picchia...
^^;
Dou e Wata nella stessa casa fanno venire in mente taaaante cose, vero?
Facci sapere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo allora! ^_^
LawlietPhoenix:
Ciaoooo Aster! (nd.
Lay) Siamo felici che il primo capitolo ti sia piaciuto e diciamo che
l'idea di base è quella di far apparire tutta la storia come
un
grande manga di Holic. Speriamo di riuscirci, perché
l'arrivo di
personaggi di altre serie Clampiche potrebbero compromettere seriamente
le cose. :P Oltre alle sonore proteste dei personaggi stessi, che
vorrebbero fare come pare a loro e basta!
Nacochan:
Grazie per le correzzioni
in primis. Ahaha purtroppo editando di notte le distrazioni ci sono e
non possiamo prometterti di eliminarle. Ma ci impegneremo. Hary in
particolare già si occupa della parte degli accenti e
punteggiature varie.
Siamo contente che la storia ti stia piacendo. Quanto a Wata... diciamo
che a breve le cose saranno più chiare. Almeno per voi che
leggete. Lui lo sappiamo già che è lento, no? :P
Thayahiel: Complimenti
per il buon
gusto! La fissazione per la coppia ci accomuna, a quanto pare ^^".
Speriamo che il continuo ti abbia soddisfatto. O almeno, incuriosito. E
per Yuuko e le sue frasi sibilline, sappi che è tutto merito
di
Lay! (nd. Lay si dissocia)
Ikarikun:
Ihih speriamo la troverai intrigante anche quando si farà
piuttosto contorta! XD
Raven di Halloween: Ciauz! Che bello, qualcuno
che ci
conosce e che ci legge e che presto leggerà le parti hot da
noi
pensate e scritte *vanno a nascondersi*
Speriamo ti piaccia anche il seguito, che mantenga le aspettative...
considerando quanto ci hanno stressato Wata e Dou! E comunque... ahaha
anche noi vogliamo vederli fare le cosacce, che credi!
Uh lo offri anche a noi il sakè, vero? Vero? *_* Potrebbe
distoglierci dall'andare a nasconderci!
Witch Of The Dimensions:
Grazie!
Effettivamente Holic ci piace tanto anche e sopratutto perla componente
magica. Oltre che per la presenza dei nostri amatissimi Dou e Wata. :P
Grazie fin d'ora per il sostegno, ne abbiamo bisogno. Sai, in
realtà la saga ci è arrivata per "caso". ^^;
Diciamo che i personaggi ci hanno preso la mano e hanno iniziato a
scriverci gli affari loro, ignorando troppo spesso il nostro parere.
Per due streghe poi, scrivere di Holic può risultare
abbastanza
inquietante. Ma ce la caviamo. Per ora... :P
Yuki Ishimori:
Grazie per il "bellissima" Siamo moooolto lusingate ^_^
Effettivamente anche noi ci siamo trovate spesso a vagare altrove con
la mente. Fortuna che Yuuko-san arrivava a rimetterci in riga. :P
Speriamo che questo capitolo ti sia piaciuto almeno come il primo.
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Capitolo 3 *** A stretto contatto - I dettami della strega ***
DI cap3
Destino
inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 3
I dettami della strega.
Quando
giunsero al negozio l'aspetto di Doumeki non era per
nulla migliorato.
Se pur in pensiero per il compagno, Watanuki decise di fingersi
indifferente accomodandosi per primo, in modo da cambiarsi in fretta e
dare il via alle pulizie.
«Vedo che il nostro Watanuki oggi sta decisamente
meglio...» Esclamò Yuuko, bloccandolo sull'uscio,
con un sorriso ironico. Il suo sguardo passò dal primo al
secondo ragazzo. «E tu invece?» Domandò
serafica osservando Doumeki. «Sembri più
silenzioso del solito.»
Quella constatazione non sfuggì a Watanuki. Ciò
nonostante
decise di far finta di nulla, seguendo le direttive di Mokona che dal
suo arrivo era riuscito ad ordinargli da bere e da mangiare.
«Arrivo, arrivo!» Borbottò.
«Yuuko-san, io vado a prendere sakè e
stuzzichini.»
La donna lo ascoltò appena, agitando una mano con fare
distratto. «Si, vai vai...» Poi tornando a fissare
l'arciere. «Allora?»
Il ragazzo la guardò per un istante. «Sono solo
stanco...» Mormorò.
«Strano...» Ribattè la strega.
«Non sei un tipo che si lamenta di solito. È
successo qualcosa? Watanuki ti ha fatto stancare?» Concluse
con aria sorniona.
«No, non direi...» Continuò l'altro
muovendosi verso la sala, senza raccogliere la battuta.
Pochi
minuti dopo Watanuki tornò con la merenda, se
così poteva chiamarsi un pasto a base di salatini e
sakè.
Diversamente dal solito, fu invitato ad accomodarsi. Un pensiero che,
nonostante tutto, lo rallegrò. Yuuko-san si preoccupava per
lui dopo tutto.
«Oh non c'è pericolo. Sto benissimo oggi.
Di sicuro si è trattato di un calo di
zuccheri.» Dichiarò nel tentativo di rassicurare
la donna.
La sua risposta sembrò essere precisamente quanto si
attendeva la strega che, senza scomporsi, mosse una sedia invitandolo
nuovamente. Questa volta con l'espressione di chi non ammetteva
repliche. «Un calo di zuccheri eh?»
Commentò quando il giovane, se pur sbuffando e lamentantosi,
decise di ascoltarla. «Raccontami la tua giornata.»
«Yuuko-san... ho un sacco di lavoro da fare. Per quale
motivo..»
«Raccontamela su...» Continuò la strega
notando l'espressione improvvisamente tesa di Doumeki.
«Cosa dovrei dirle. Sono stato a scuola, come
sempre.»
«Come sempre eh? Non sei stato con lui?»
Proseguì la donna indicando la figura dell'arciere.
«Mi sembrava di averti detto che era necessario.»
«Beh... si, l'ho visto a pranzo.»
Replicò il ragazzo con sguardo incerto. «Ma sto
meglio!» Dichiarò convinto.
Invece di rispondergli la strega sembrò interessarsi
improvvisamente a Mokona, che intanto aveva preso uno stuzzichino dal
vassoio e si era avvicinato all'arciere.
«Doumeki non mangia?»
Il ragazzo si limitò a rifiutare con un cenno della mano ed
il gesto non passò inosservato attirando l'attenzione di
Yuuko e la rabbia di Watanuki.
«Hei tu!» Urlò infatti quest'ultimo.
«si
può sapere perché non mangi?!»
«Sono solo... stanco...»
«Stanco di mangiare?» Ribattè l'altro
sempre più in collera. «Come sarebbe?! Ho perso
mezz'ora a prepararti la merenda!»
Doumeki evitò di rispondere e Yuuko ne approfittò
per fare un cenno al suo dipendente. «Tu. Vieni
qui.»
«Che c'è ora?!»
«Mostrami quello che hai in tasca.»
«Che?» Domandò l'altro evidentemente
stupito dall'improvvisa richiesta.
«L'amuleto che hai in tasca» Ripetè la
donna con fare annoiato.
«Ah! Dice questo?» Replicò il ragazzo
estraendo l'amuleto e mostrandolo alla strega. «Me l'ha dato
Doumeki.» Spiegò indicando l'arciere, il cui volto
si fece improvvisamente più pallido.
Yuuko si limitò a prendere ciò che sembrava
essere un o-momori studiandolo con attenzione. «Immagino tu
lo abbia accettato senza sapere cosa fosse.»
Mormorò.
«Che? È un talismano, Yuuko-san. Lo sanno
tutti!»
Per tutta risposta la strega lo fulminò con lo sguardo,
facendo lo stesso con Doumeki.
«Cosa pensavi di ottenere con questo?»
domandò indicandogli il talismano. «Mi sembrava di
averti detto di stargli a stretto contatto.»
L'arciere la fissò dritto negli occhi. «Lo so e lo
avrei fatto. Quello era per le lezioni.»
«Posso sapere che... sta succendendo?»
domandò Watanuki, sentendosi
sempre più debole.
«Va a sederti al suo fianco prima.» Gli
ordinò la donna senza guardarlo. «E prendigli la
mano se non vuoi morirmi in negozio.» continuò,
osservando Doumeki con espressione scettica.
A quello, l'arciere sgranò leggermente gli occhi osservando
Watanuki in attesa della sua reazione. Il pensiero di doversi tenere
per mano con quest'ultimo lo innervosiva.
Il più piccolo, invece, si alzò in piedi di
scatto e le sue guance assunsero una tonalità molto simile
al carminio. «Eh?! Prenderlo per mano? E per quale motivo io
dovrei...!» Stava per iniziare a lamentarsi, scuotere le
braccia in tutte le direzioni ed urlare come suo solito, quando un
nuovo capogiro lo colse, obbligandolo ad appoggiarsi alla parete in
preda alla debolezza.
Così, dopo un'esortazione da parte di Mokona ed uno sguardo
penetrante da parte di Yuuko, Watanuki si ritrovò a sedere
di fianco a Doumeki, al colmo dell'imbarazzo e senza riuscire a
guardarlo, né tantomeno a muoversi.
«Aspetti di morire, prima?» chiese il
più grande dei due, osservandolo con aria insofferente.
Per risposta, l'altro divenne semplicemente ancora più rosso
e lanciò un'occhiata supplicante alla strega.
«Hai sentito cosa ho detto... prendigli un braccio se proprio
non vuoi dargli la mano.» La donna guardò entrambi
con sguardo profondamente annoiato. «Davvero, non vedo dove
stia il problema, Watanuki.»
L'interpellato, nonostante la debolezza ed i battiti del cuore
leggermente accelerati, scrutò l'amico per un'attimo per poi
rivolgersi di nuovo a Yuuko.
«Ma è sicura che vada bene? Insomma... non lo
farà stare peggio?»
«Tu toccalo e vedrai che entrambi vi sentirete
meglio.» Rispose quest'ultima mentre Watanuki si voltava
verso Doumeki per guardarlo, di nuovo.
«Fallo
e basta.» Rispose l'arciere, ormai allo
stremo delle forze.
«Ne...
sei sicuro...?» Domandò Watanuki.
ll suo
dubbio fu stroncato da un brusco cenno d'assenso dell'altro.
Se pur controvoglia,
Watanuki si costrinse a tendere la mano per
appoggiarla nervosamente sul polso dell'arciere. Il tutto in un misto
di imbarazzo ed insicurezza.
In quel
preciso istante, entrambi i ragazzi sentirono il sollievo
fluire insieme all'energia.
I loro volti
più sereni convinsero Yuuko ad esternare quanto
doveva, così, dopo aver osservato il lavoro svolto da
Doumeki, ne rivelò il contenuto ai presenti, alzando lo
sguardo sull'arciere e sorridendogli in modo sinistro.
«Avevi intenzione di ucciderti,
Doumeki-kun?» Esclamò con tono d'accusa.
Questo fece scattare Watanuki, che si staccò di colpo dal
ragazzo al suo fianco.
«Uccidersi?!» Ripetè con orrore.
Doumeki si limitò ad un silenzio teso e Yuuko
annuì mostrando una ciocca dei suoi capelli.
«Esattamente.» Esclamò.
«Doumeki-kun li ha inseriti per darti la sua energia... ed
ovviamente, una cosa del genere alla lunga avrebbe potuto
ucciderlo.»
Impallidendo di nuovo,
e questa volta non per la sola mancanza di
energia, Watanuki si voltò verso il suo amico e lo
guardò seriamente.
«Non
devi fare cose del genere!» Esclamò afferrandogli
il polso. «Non hai bisogno
di... salvarmi sempre, andava benissimo in quel modo! Ce la faccio da
solo, sai.» Terminò, l'espressione corrucciata.
Doumeki
trattenne un sorrisetto e si limitò ad osservarlo
con la coda dell'occhio. Watanuki che si preoccupava per lui era una
novità che non gli dispiaceva affatto. «Da solo
moriresti prima di rendertene conto.» Esclamò,
come se fosse un dato di fatto.
«Morire prima di rendermene conto. Ma sentilo!» Si
lamentò l'altro con fare piccato. «Chi
è lo stupido che si è trasformato in una batteria
vivente, eh?!»
Quello scambio di battute sembrò alleviare la tensione e,
nuovamente allegra, anche Yuuko pensò bene di dare il suo
contributo, ridendo agli estri di Watanuki e alle battute che Mokona
faceva sui due ragazzi.
«Oh Mokona, non fare certe affermazioni, su!»
Commentò all'ennesima battuta del manju nero. Poi con
sguardo serio tornò a fissare l'amuleto ancora nelle sue
mani. «Che ne facciamo di te...» Mormorò.
I suoi pensieri furono interrotti dalle nuove urla del suo dipendente. «Non c'è
bisogno di ridursi ad uno straccio. Tu e
la tua dannata fissazione di salvare la gente. Cos'è tirare
con l'arco fa venire manie da super eroe alle persone?!»
In risposta a tanto urlare Doumeki portò le mani alle
orecchie. Un'immagine che suscitò l'ilarità della
strega.
«Quanti
conosci oltre Doumeki che usano l'arco e ti salvano
la vita?» Domandò con espressione ironica.
Quella domanda sembrò spiazzare il ragazzo che dopo averci
pensato dichiarò che anche Haruka-san aveva un'arco.
«Può darsi... Ma di sicuro non ti ha mai salvato
la vita.» Rispose l'altra notando l'improvviso interesse
dell'arciere.
«Che? E quando quel demone stava per mangiarmi dopo che
comprai il sogno da Himawari-chan?» Replicò
l'altro iniziando a contare sulle dita le volte che era stato salvato
dal sacerdote. «Per non parlare di quando sono caduto dalla
finestra e... di ieri sera.»
«E tu credi che sia stato Haruka-san a salvarti?»
Chiese la donna senza perdere di vista l'espressione di Doumeki.
«Eppure ricordo di averti spiegato che dietro la sua presenza
c'era un motivo che non aveva a che vedere con lui.»
Watanuki la fissò perplesso. «Si ma.. come... come
può essere...» Domandò.
«Proprio non ci arrivi eh?» Proseguì la
strega mentre Mokona andava a sedersi di fronte a Doumeki, osservandolo
fisso fisso. «Non ti sei mai chiesto il perché
Haruka-san ti appaia con le sembianze di Shizuka?»
Quelle parole riuscirono a far irrigidire l'arciere. In quel momento
l'ultima cosa di cui aveva bisogno era la voce di Watanuki che urlava
di odiarlo.
Fortunatamente
il ragazzo era tanto confuso da non averne la forza.
«Loro si... somigliano.» Ribattè infatti
indicandolo. «Ho visto una foto di Haruka-san
ieri..»
A quel commento la strega rise nervosamente. «Ahahah ma
Haruka-san non è morto così giovane!»
Esclamò tornando a guardarlo con espressione seria.
«Non hai visto nella foto che era più vecchio di
come ti appare in sogno?»
«Certo che l'ho visto. Ma... una persona è libera
di
decidere come apparire quando... è uno spirito,
no?» Domandò sempre più incerto.
Quell'ulteriore prova di non voler comprendere quanto era ovvio spinse
la strega a farsi ancora più seria.
«Watanuki Kimihiro.» Esclamò in tono
professionale. «So per certo che lo stesso Haruka-san ti ha
già detto di non essere mai stato lui a salvarti. Guarda in
faccia la realtà.»
Watanuki sembrò non aver nulla da ribattere e Doumeki, che
già da prima avrebbe voluto sollevare l'argomento, decise di
approfittare dell'occasione offertagli da Yuuko.
«Hai visto mio nonno ieri? Per quello mi hai chiamato con il
suo nome?» Domandò d'un tratto.
«Che?» Commentò l'altro. «Io
ti ho... chiamato con il suo... Che stai dicendo! Tu non
c'eri in quel momento!»
«Idiota.» Fu la secca risposta dell'altro.
«Chi credi ti abbia riportato in camera dopo che sei
svenuto?»
Quella domanda sembrò spiazzare il povero Watanuki.
«Eri... tu?» Mormorò.
L'altro si limitò ad annuire e quel modo di fare tanto
odiato
sembrò ridare vigore al ragazzo.
«Beh, non sperare che ti ringrazi!»
Borbottò.
«E chi ti ha chiesto niente.» Rispose l'arciere
notando lo sguardo di Yuuko.
«Watanuki
e Doumeki giocano a fare gli sposini!»
Urlò Mokona di punto in bianco, saltellando sul tavolo e
andando verso il più giovane dei due che, a quel commento,
era arrossito in modo evidente.
«Mokona.» Intervenne la strega. «Non
metterli in imbarazzo, su.» Poi rivolgendosi all'arciere.
«Spero che questa sia la prima ed ultima volta che provi a
cambiare le mie regole, Doumeki-kun.»
«Hei! Perché con lui è così
affabile e con me è sempre aggressiva?» Si
lamentò Watanuki dopo aver ascoltato quanto avevano da dirsi.
«Forse perché lui si dimostra più...
intelligente?» Replicò la donna fissando l'ora,
poi batté le mani tra loro con uno schiocco sonoro.
«Bene! Chiariti i punti in questione, direi che è
giunta l'ora di mangiare. E voi...» Esclamò
osservandoli entrambi. «Dovrete cucinare insieme, visto che
l'amuleto lo terrò io.»
Quella notizia sembrò scuotere gli animi.
«Cosa?
E la mia autonomia? Come faccio a cucinare con questo
qui sempre attaccato?!» Protestò il cuoco con aria
decisa.
«Non
ti starò attaccato, così potrai
avvicinarti quando ti scarichi.» Commentò in tono
piatto l'arciere.
«Cosa?! Non sono un cellulare, hai capito?»
Sbottò l'altro agitandosi. «Non ho bisogno di un
caricabatterie!»
A quello, Doumeki tornò a fissare la strega. «Ora
capisce il perché dell'amuleto?»
Domandò indicandolo.
«Questo
non significa che tu debba assecondarlo. Se non ti
sopporta o rifiuta di guardarsi dentro... beh è un suo
problema. Non tuo.» Ribadì la donna.
Senza ascoltarla Watanuki si alzò e, avvicinatosi alla
porta, invitò Doumeki a seguirlo, dirigendosi con lui verso
la cucina.
Yuuko li osservò con espressione indecifrabile.
«Il primo passo è stato compiuto...»
mormorò. «Ora è tutto nelle loro
mani.»
Eccoci al termine di questo
terzo capitolo che speriamo vi sia piaciuto come i precedenti. ^_^
come avrete notato i nostri "eroi" sono parecchio bloccati, ognuno
nella propria posizione. Quella dell'uomo che non deve chiedere mai per
Doumeki e, quella del demente per watanuki. :P Confidiamo nella vostra
pazienza perchè, se pur non da subito le scene yaoi non
mancheranno!
Ed ora andiamo alle vostre recensioni.
Witch
Of The Dimensions: Come non darti
ragione su Haruka :P Siamo contente che la storia continui a piacerti.
Doremichan:
Ihih Haruka ha
fatto colpo (e come poteva essere altrimenti :P). Hem... come accennato
i due si daranno da fare ma non subito in modo estremo. Wata in fondo
è come ben sappiamo, piuttosto leeeento su certe cose. :P
In fondo, che ti aspetti da uno che invece di studiarsi Doumeki mentre
dorme, va ad imparare a memoria la cucina? :P
Naco Chan:
Ahahahah Yuuko qui si
è un po' risentita. Sostiene che anche lei è
molto dolce
(Seee come no. Nd Lay - Come il veleno... :P Nd Hary). Riguardo la tua
preoccupazione, come hai visto, non era affatto fuori luogo! ^^" Ah,
Watanuki, non ci stancheremo mai di ripeterti quanto sei lento!
LawlietPhoenix:
Ahahah anche tu ci hai preso non poco con il problema di Shizuka.
Su Watanuki ormai le parole sono state sprecate tutte. E' tonto. Che
possiamo farci? XD
Yusaki:
Dire che condividiamo in pieno i tuoi pensieri su Doumeki e Haruka
è dire poco. XD
Siamo contente che la storia ti piaccia. ^_^
Raven di Halloween: Ihihih Grazie per il
sakè. Mooooolto apprezzato. Hic :P
Haruka è un piacere anche da scrivere. Zizi. E per il petalo
di
ciliegio... magari la risposta non è così lontana
:P
Thyahiel:
Grazie! Siamo felici che
la storia ti piaccia! Quando a Yuuko ed Haruka... crediamo gli venga
proprio naturale. ^^; Ahahah speri che il tempo proti consiglio a
Watanuki? Speriamo gli porti anche un cervello nuovo. XD
Kyle:
E finalmente anche il nostro
supremo consigliere si fa vedere! Grazie per il commento, mr
McDale-Reed, commento molto in Doumeki_style. Per la serie, due
paroline in più le facevano male? ^^;
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Capitolo 4 *** A stretto contatto - Il peso delle parole ***
Destino
inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 4
Il peso delle parole
Il cielo si era scurito
già da diverse ore quando i due
ragazzi si trovarono a percorrere la strada che li avrebbe condotti al
tempio.
Il
più giovane dei due stava lamentandosi da un po',
borbottando parole cariche di rabbia contro la strega che, dopo essersi
fatta servire e riverire, aveva preteso un pagamento, mandandoli in una
delle tante stancanti missioni che come sempre era finita con Watanuki
illeso e terrorizzato e Doumeki nei panni dell'eroe. Il tutto, per aver
risolto brillantemente, e a spese del più giovane, il
problema della stanchezza dell'altro ragazzo che, qualche passo
più indietro, procedeva con aria tranquilla.
Come
se non bastasse, Yuuko aveva deciso di affidar loro l'incarico di
domenica sera, quando avevano avuto tutta la giornata a disposizione.
Ovviamente,
se solo uno dei due le avesse chiesto il motivo, la
risposta sarebbe stata 'Hitzusen'.
«Sempre a lamentarti
tu.» Esclamò d'un
tratto il più grande tra i due.
«Sempre
a lamentarmi?» Ribatté l'altro
indicandolo. «Non è colpa mia se a te sta bene
essere vessato da quella! Per colpa sua domattina rischio di essere uno
straccio!»
Doumeki
proseguì come nulla fosse. «Devo
ricordarti che sei tu che lavori per lei? Io ti sto solo facendo un
favore...»
Mai
parole furono più difficili da digerire, soprattutto
considerando la situazione in cui si erano venuti a trovare neanche un
giorno prima.
«Un
favore eh?!» Urlò Watanuki.
«Ne ho abbastanza dei tuoi favori. Tu e la tua mania di
salvarmi la vita.» Proseguì, agitandosi e
brandendo per aria una mano chiusa a pugno. «La prossima
volta prima di accettare qualcosa da te andrò a chiedere a
Yuuko-san di cosa si tratta. Lo farò si! Anche a costo di
lavorare per lei tutta una vita!»
Diversamente
dal solito la reazione dell'arciere non fu quella di
tapparsi le orecchie.
«Quell'amuleto
serviva a darti energia.» Rispose.
Lo sguardo improvvisamente distante. «Non ti avrebbe causato
problemi.»
All'inattesa
risposta, Watanuki sembrò caricarsi di nuova
rabbia. «Non mi avrebbe causato problemi?! Non... Sei un
idiota! Ecco cosa sei!» Gli urlò, fermandosi di
colpo. I pugni serrati contro l'impugnatura della cartella.
«Come pensi che possa non causarmene, se tu ti conci in quel
modo a causa mia.» Continuò in tono grave,
sommesso.
Quelle
ultime parole sembrarono colpire l'arciere che, fermatosi un
istante, guardò il ragazzo con espressione più
viva, le sopracciglia leggermente inarcate, quasi sorpreso.
«Non preoccuparti per me.» Esordì,
afferrandogli un braccio e riprendendo il cammino. «E poi,
l'ho fatto per non sentirti strillare tutto il giorno.»
«Io
non strillo tutto il giorno!»
Continuò il più giovane svincolandosi, per
l'ennesima volta in quella serata, dalla presa dell'altro.
«Non vedo l'ora di rivedere Haruka-san, così
potrò dirgliene quattro su come ti ha cresciuto!»
Si lamentò quindi. «Ah, perché non sei
come lui!»
«Ti
secca tanto che non sia stato lui a salvarti...
vero?» Mormorò l'arciere fermandosi nuovamente.
"Preferisci un fantasma..." Pensò con amarezza.
Senza
sapere bene il perché anche Watanuki finì
col fermarsi e nel farlo si voltò verso Doumeki guardandolo
dritto negli occhi. «Cosa c'entra
questo?» Chiese, in tono di sfida. «E comunque si,
avrei preferito ci fosse stato Haruka-san al tuo posto...»
Spiegò, in tono graffiante, sfidandolo con lo sguardo.
«Perché lui avrebbe sicuramente trovato una
soluzione migliore della tua, che non avesse a che fare con sacrifici e
altre cose stupide!»
L'arciere
si limitò ad ascoltarlo. Negli occhi, la stessa
decisione di quando tirava con l'arco. «Se ho agito in quel
modo è perché non fai che lamentarti di avermi
sempre attorno.» Spiegò in tono asciutto.
«Volevo solo liberare entrambi da questo peso.»
«Un...
peso...» Mormorò il
più giovane, sentendosi in qualche modo colpito da
quell'affermazione e dal tono in cui era stata fatta. I pugni stretti,
le labbra improvvisamente serrate. «È questo che
sono?!» Proseguì, mentre qualcosa di molto simile
alla rabbia si impadroniva lentamente di lui. «Non ti ho mai
chiesto di farlo. Non ti ho mai chiesto di aiutarmi!»
Urlò. «E se è questo che
pensi...» Mormorò, prendendo un respiro profondo.
«...me la caverò da solo!»
Un
attimo dopo stava scappando.
Poco
lontano anche Doumeki stava correndo. Una corsa contro il tempo,
data dall'esigenza di raggiungere al più presto l'amico.
La
mancanza di energia, se protratta, poteva causarne la morte, un
pensiero che non voleva nemmeno sfiorare. In più, di sicuro
dovevano esserci degli spettri attorno al ragazzo perché un
paio di volte l'occhio che condivideva con Watanuki gli aveva mostrato
strani esseri e, fortunatamente, alcune immagini del parco.
Ciò lo aiutò ad indirizzarsi correttamente e a
raggiungerlo in tempo, o quasi.
Quando
lo vide, gli spiriti dovevano essere tanti: Watanuki era a
terra, abbracciato su sé stesso e pallido come mai era stato.
Fu
solo quando vide il primo, pericolosamente vicino al ragazzo, che
Doumeki si ricordò di non avere l'arco. Il pensiero lo
allarmò per un lungo istante, poi qualcosa sembrò
prendere il sopravvento e, quasi come ci fosse stato qualcun altro al
suo posto, si mosse con estrema naturalezza.
In
quel preciso istante un'arco di energia apparve tra le sue mani e
con esso riuscì a scagliare la prima freccia, eliminando il
nemico.
Watanuki
stava ancora tremando. La vista sfocata gli impedì
di cogliere con precisione il volto del suo soccorritore. Quanto vide
fu un arco luminoso e qualcuno che lo impugnava per salvarlo. Il primo
pensiero corse ad Haruka. Poi gli tornarono in mente le parole del
sacerdote e di Yuuko-san. «Dou...» Si
fermò, deglutendo a fatica.
«Shi...zuka...»
L'arciere
che, intanto era riuscito ad allontanare gli spiriti, si
fermò ad osservare l'amico.
Sentirsi
chiamare per nome gli diede un brivido che sul momento non
riuscì a spiegarsi.
«Oi...»
Si avvicinò di qualche metro
fermandosi nuovamente.
«Che...
ci fai qui?» Domandò il
più giovane con voce debole.
Invece
di rispondere, Doumeki si chinò su di lui in cerca di
eventuali ferite. «Vengo a salvarti... Che altro.»
Watanuki
sembrò non aver nulla da ribattere e l'arciere
approfittò del momento assai raro per caricarselo sulle
spalle. «Se preferisci far finta che stia stato mio nonno a
salvarti, posso restare in silenzio durante il tragitto.»
Spiegò.
A
quelle parole il ragazzo, ormai sulle sue spalle, gli tirò
un debole pugno. «Ti avevo quasi scambiato per lui prima.
Ma... come hai... fatto?» Chiese. «senza l'arco
intendo...»
«Non
lo so. Ho pensato che mi serviva ed è
comparso. Lo chiederò a Yuuko-san.»
Passarono
alcuni secondi, scanditi dai passi dell'arciere.
«Puoi
farmi scendere ora... Sto meglio...»
Mormorò d'un tratto il più giovane.
«Non
importa...»
La
stanchezza era tanta e Watanuki non trovò la forza di
insistere o di arrabbiarsi. Rimase semplicemente immobile, cullato da
quel lento ondeggiare. In fondo gli era andata bene. Per un attimo,
quando gli spiriti lo avevano attorniato aveva temuto di terminare in
quel modo la sua breve esistenza. In un parco, divorato dagli spettri,
solo.
«Doumeki...»
Tentò. «Senti...
dicevi sul serio, prima?»
«Prima
quando?»
«Quando
dicevi di Haruka-san che... potevo fingere fossi lui,
se lo preferivo...» gli ricordò il più
giovane.
«Si...»
«Sei
un idiota!» Dichiarò a quel punto,
sentendosi in colpa. «Se tu non tentassi continuamente il
suicidio per salvare la mia stupida vita...» Urlò,
riprendendo a dimenarsi. «Io non arriverei a dirti certe
cose!»
«Sta
fermo.» Gli intimò l'altro,
fermandosi per sistemarselo meglio sulle spalle. «Non ho
tentato nulla e... la tua vita non è stupida.»
«Cosa?»
Strillò il ragazzo, riprendendo
ad agitarsi. «Yuuko-san ha detto che potevi restarci! Ti
sembra nulla questo?!» La sua voce si fece improvvisamente
più morbida. «Non mi sei simpatico ma da qui a
volerti morto...»
«E'
proprio perché so di non piacerti che l'ho
fatto.» Rispose l'arciere mentre, ormai giunti al tempio, si
accingeva ad aprire.
Quelle
parole scossero Watanuki, lasciandolo in silenzio per un po'.
Non
aprì bocca neppure quando l'altro lo mise
giù, ordinandogli di andare a dormire.
Aveva
sicuramente sbagliato ad urlargli simili cose, pensò.
La
sola idea che l'altro avesse rischiato la vita dopo quanto gli aveva
urlato era qualcosa che non riusciva a sopportare.
Sapere
che l'aveva fatto proprio perché pensava di essere
detestato da lui era molto, molto peggio.
Con
aria cupa si preparò per la notte, raggiungendo la
camera e trovando Doumeki già sotto le coperte.
Dopo
averlo fissato per qualche istante, spense la luce.
«Cosa volevi dire con quello?» Chiese, sdraiandosi
anche lui.
«Solo
quello che ho detto.» Fu l'unica replica.
Watanuki
si voltò dall'altra parte, osservando il rettangolo
di cielo offerto dalla finestra, pensieroso. In quel mentre
sentì l'altro girarsi mentre la mano si stringeva attorno al
suo polso.
Anche
in quei frangenti continuava a preoccuparsi per lui,
pensò con amarezza. «Allora... buona
notte.» Mormorò.
In
risposta giunse solo un leggero mugugno.
~x~X~x~
Trovarsi fuori in piena notte,
illuminato dalla morbida luce lunare e
avvolto da un'insolita sensazione di pace: Se potevano esserci dubbi su
quanto stesse accadendo, gli bastò osservare la struttura
del tempio per comprendere che si trattava di un sogno.
Quel
luogo era ormai divenuto testimone dei loro incontri,
pensò sorridendo appena, alla figura comodamente seduta sul
portico.
«Haruka-san...»
Mormorò.
«Buonasera,
Kimihiro-kun...» Rispose l'altro,
concedendosi una nuova boccata di fumo.
Watanuki
lo osservò per un pò, riflettendo sulla
somiglianza tra nonno e nipote e sulla sua evidente
difficoltà nell'abituarsi alla cosa. «Come mai...
ci incontriamo?» Chiese con tono stupito. «Non che
mi dia fastidio...» Si affrettò a correggere.
L'uomo
si limitò a sorridere gentilmente. «Avevi
bisogno di parlarmi? In fondo... siamo nel tuo sogno.»
«Che?»
Replicò l'altro senza capire.
Intanto però le prime domande stavano già
giungendo magicamente alla sua mente. «Io... non so
se...»
«Sentiti
libero di dirmi quello che vuoi...»
Proseguì l'altro portando la sigaretta alla bocca. Poi si
produsse in un sorrisetto ironico, anche se tutt'ora gentile.
«Non lo dirò a mio nipote, non
preoccupati.»
«Che?!
Co..cosa c'entra Dou... Shizuka adesso?!»
Esclamò il più giovane arrossendo visibilmente.
Haruka
gli sorrise guardandolo con espressione divertita.
«C'entra di certo...» Dichiarò facendosi
un po' più serio. «Credo che mio nipote sia...
arrabbiato con me. Sbaglio?»
Il
ricordo di quanto avvenuto quel giorno spinse Watanuki ad abbassare
lo sguardo. «No... lui... se è arrabbiato con
qualcuno... quello sono io.» Mormorò stringendo i
pugni. «Oggi... abbiamo litigato...»
L'uomo
lo osservò senza mutare
espressione.«Litigato, per cosa?» Si
informò.
«Per via
dell'amuleto...» Commentò il
più giovane. «Io... non lo so il
perché. Lui si mette sempre in pericolo per salvarmi
e...» Il pensiero di tutte le volte in cui l'amico aveva
rischiato a causa sua lo rese improvvisamente vulnerabile.
«Non ho idea del perché... Me lo dica lei.
È suo nipote in fondo...»
Invece
di rispondergli Haruka si limitò a rimirare la luna,
parlandogli con tono volutamente distratto. «Parlami
dell'amuleto.»
«Che...?
Ah... ecco, è perché ho perso
l'energia di colpo e Yuuko-san mi ha ordinato di stargli vicino.
Così... ieri mattina Shizuka mi ha dato quel coso
e...» continuò infervorandosi. «Io l'ho
preso con me e alla fine si è rivelato essere un affare che
poteva anche ammazzarlo! E così mi sono
arrabbiato!»
Haruka
lo osservò sorridendo e nel guardarlo, per un breve
istante, Watanuki ponderò se anche Doumeki quando sorrideva
appariva nello stesso modo. Un pensiero che si obbligò a
scacciare via in fretta, irritato da sé stesso.
«Vedi
Kimihiro-kun...» Proseguì l'uomo
con aria divertita. «Mio nipote è sempre stato un
tipo concreto. Anche da piccolo lo era.» Il suo sguardo si
fece più dolce, probabilmente per via dei ricordi.
«Potrebbe non dire mai quello che pensa ma sono certo che lo
dimostri altrettanto chiaramente con i suoi gesti.»
«Beh
dovrebbe imparare a dirle le cose!»
Ribatté il ragazzo, con più foga.
«Ti
ricordi cosa ti dissero i tuoi genitori la volta in cui
ti ho aiutato a tornare?» La domanda improvvisa, del tutto
distante da quando si attendeva, spiazzò Watanuki
lasciandolo senza parole. «Ti dissero che non sei solo...
ricordi?»
«Che...
cosa c'entra questo, ora?»
ribatté il ragazzo.
«Proprio
non ci arrivi, eh?» Continuò
l'altro, alzandosi ed avvicinandosi al giovane. «Yuuko-san
deve avere un bel da fare con te..»
«Cosa?!
Sono io che ho un gran da fare con lei! Ha idea di
quanto beve?!» Si fermò nel notare lo sguardo
improvvisamente serio del sacerdote.
«Kimihiro-kun,
pensaci...» Replicò
l'uomo. «Non essere soli significa avere qualcuno che ci vuol
bene, che non vuole che ci succeda nulla. Cosa farebbe qualcuno con
questi scopi?»
Watanuki
sembrò ragionarci per un po'. «Io... non
lo so. Forse... sarebbe gentile... con me?»
Domandò con tono incerto.
Per
tutta risposta Haruka si lasciò andare ad una delle sue
risatine. La sua figura sempre più evanescente.
«Si preoccuperebbe per te... » Chiarì,
mentre ogni immagine svaniva per lasciar posto alle sue ultime parole.
«Cosa
farebbe chi mi vuol bene?» Ripeté
il ragazzo un attimo prima di svegliarsi.
«Si
preoccuperebbe?» Esclamò emergendo
dal sonno.
A
pochi centimetri da lui, Doumeki lo stava fissando e, per un attimo,
Watanuki pensò si trattasse ancora di Haruka.
Se
la somiglianza fisica era tanta, caratteri ed espressioni
risultavano però ben diversi e questo lo aiutò a
comprendere la realtà dei fatti.
«T..tu!
Come osi starmi così vicino?!
Pervertito!» Esclamò saltando letteralmente fuori
dal suo fouton. «Ma dico hai idea di cosa sia la
privacy?!» Strillò, assumendo un colore di tue
toni più rosso.
L'arciere
lo studiò con espressione impassibile.
«Idiota.» Borbottò. «Torna
qui, prima di sentirti male.»
Sentendosi
effettivamente più debole, il ragazzo
obbedì e sospirò, lasciando che il padrone di
casa ristabilisse il contatto.
«Prima...
hai fatto il mio nome. Nel sonno.»
Esordì quest'ultimo, spezzando l'improvviso silenzio.
Quell'affermazione
sembrò sconvolgere il più
piccolo. «Che hai detto?!» Esclamò
osservandolo in un misto di imbarazzo ed incredulità.
«Impossibile. Io non parlo nel sonno e... Non ti chiamerei
mai per nome! Non scherziamo!»
L'arciere lo guardò
con la solita espressione neutra.
«L'hai fatto, invece. Hai detto cose come... Shizuka,
Haruka-san, si preoccuperebbe... Devo continuare?»
«Tu! Potevi anche
evitare di ascoltare una conversazione
privata!» Strillò il più piccolo ormai
conscio di non avere più difese sull'argomento.
«Non
era privata. Hai fatto il mio nome. Mi
riguardava.» Replicò l'altro fissandolo con
sguardo cupo.
A
quelle parole Watanuki iniziò a dimenarsi. «Ti
ho già detto che non farei mai il tuo nome!!»
Urlò, rosso per l'imbarazzo.
Doumeki
continuò a fissarlo. «Anche prima l'hai
fatto. Quando ti ho salvato.»
«Cosa?!
Non è vero! E poi... e poi...»
Al ricordo di quanto accaduto poco prima Watanuki non trovò
altra scelta che arrendersi, sospirando stancamente. «Ho
sognato tuo nonno...» Ammise.
«Ed
hai fatto il mio nome.» Ripeté
l'arciere, senza smettere di fissarlo.
«Perché?»
«Con
Haruka-san... capita spesso di nominarti.»
Esclamò il più giovane, distogliendo lo sguardo.
Tra
i due si fece largo il silenzio. Un momento di quiete presto
interrotto dall'altro. «Perché.»
Ripeté l'altro, in un sussurro.
La
tensione data dalla conversazione e dai battiti del cuore,
stranamente accelerati, infervorò Watanuki più
del dovuto. «Perché sei uno stupido! Ecco
perché!» Si lamentò. «Non si
capisce mai a cosa pensi e fai sempre cose stupide e pericolose! Se
solo avessi preso un pò della parlantina di tuo
nonno!» Continuò stringendo i pugni al ricordo di
quanto detto da Haruka-san durante l'ultimo incontro. «Anzi,
dovreste imparare entrambi! Cos'era tutto quel parlare per enigmi. Cosa
farebbe chi mi vuole bene? E che ne so io, che lo chieda ai diretti
interessati insomma!» Urlò agitando i pugni chiusi
verso la finestra, come se lì fuori ci fosse davvero il
sacerdote.
Per
nulla sconvolto dalle tante parole del più giovane,
Doumeki lo bloccò riprendendo a parlare con tono immutato.
«In pratica non capisci né se ti si parla
né se si sta zitti.»
«Che
hai detto?! Non è colpa mia se avete una
qualche tara genetica. Tzè! Voi Doumeki! Tutti fascino e
mistero!» Urlò senza badare alle parole appena
usate.
A
quell'affermazione, l'arciere lo fissò in silenzio per
qualche istante, stranito sebbene dalla sua faccia non lo mostrasse.
«Mi trovi affascinante?» Domandò infine,
avvicinandosi per cogliere l'espressione del ragazzo che, resosi conto
di quanto detto si era tappato la bocca con entrambe le mani.
«No!»
Urlò un Watanuki color peperone!
«Sono gli altri, a scuola... nel club... Sono loro che lo
dicono! Non io!» Si giustificò.
«Quindi
parli a nome degli altri...»
Replicò il più grande, sorridendo all'espressione
imbarazzata dell'altro.
Quel
semplice gesto bastò a paralizzare Watanuki, che per
diversi secondi osservò quell'espressione decisamente nuova
sul volto dell'arciere. Un sorriso che riusciva a turbarlo.
La
reazione del più giovane non passò
inosservata. «Stai bene?» Gli domandò
d'un tratto Doumeki. «Hai cambiato colore...»
«I...io
è... tardi!» Replicò
l'altro in sua difesa e, senza aggiungere altro tornò a
sdraiarsi nascondendo il viso sotto le coperte.
Anche
l'arciere fece lo stesso. «Non darmi del
pervertito...» Mormorò infine prendendogli un
braccio. «Lo faccio per te...»
Ancora
più imbarazzato, Watanuki preferì rimanere
in silenzio, osservando le poche stelle visibili dallo spiraglio di
mondo offertogli dalla finestra, in attesa di scivolare lentamente in
un sonno ristoratore.
Rieccoci
qui! Allora piaciuto questo nuovo capitoletto? Siamo sicure
che Watanuki ha fatto uscire di testa anche voi, vero? Noi ci siamo
dovute sostenere a vicenda per non sopprimerlo. :P
Ma andiamo ad un importante news! Sperando
di farvi cosa gradita,
abbiamo deciso di premiare l'affetto che dimostrate alla storia,
(nd.Wata: Storia? Quale storia? Queste vogliono vedermi in
modalità uke, altro che! - nd.Lay ed Hary: Wata, tu sei uke!
:P) dicevamo? Ah si, che volevamo premiarvi con un episodio speciale
che postermo a metà settimana. Sarà una cosa
piccina ma inerente alla storia, quindi non perdetelo :P
Doremichan:
Grazie come sempre per i commenti al capitolo. ^^ Eh si,
Watanuki fa tanto il duro ma alla fine ha il cuore tenero, quindi si
è preoccupato. Come dargli torto. :P
Yusaki:
Ahahaha il tuo cellulare porta gli occhiali? :P Comunque don't
worry, le scene romantiche non mancheranno. Così come quelle
angst ed, ovviamente, anche se non subito, quelle yaoi. Continua a
seguirci. E' bello sapere che la storia piace. ^_^
Ikarikun:
Che dirti se non: Buon viaggio e portaci qualche souvenir,
noi dal canto nonstro non ti faremo aspettare! Recensisci
quando torni e saremo contente. Al tuo ritorno avrai di che leggere!
LawlietPhoenix:
Grazie grazie. ^_^
Ci
fa davvero piacere che la storia ti piaccia tanto. Noi ci teniamo
molto, anche perchè ci occupa tantissimo tempo. ^^;
Eh,
hai proprio ragione su Watanuki... è testardo ed in
piena fase di negazione! Ma gli passerà, vedrai. *risata
malefica*
Comunque,
ci auguriamo che anche questo capitolo sia stato all'altezza
delle tue aspettative. Alla prossima. :)
Naco
chan: Metteremo i tuoi commenti sotto "spoiler" tra un
pò. XD (nd. Lay)
Grazie
come sempre per il commento al capitolo. Speriamo che anche
questo ti sia piaciuto. In fondo siamo ancora alla parte introduttiva
della storia. ^^
Witch
of The Dimensions: Non sai nemmeno QUANTO piena di risvolti
inattesi ed intrecci. Anche noi ci continuiamo ad incartare nonostante
tutto. Comunque, Yuuko-san è sempre Yuuko-san, come faremo
senza di lei? (ringraziate Lay per quanto viene bene!! ndHary -
¬.¬ ndLay) Speriamo che anche i prossimi capitoli ti
piaceranno!
Raven
di Halloween: *Lay ed Hari si accomodano e ordinano a Wata di
portare gli stuzzichini.*
Oh
ne avrai di spaventi da prendere! mhuahuahua
E
le fan, ah! le fan! Tra poco vedrai... *misteriosamente*
Ahahaha
sai che anche a Doumeki piace Watanuki quando si imbarazza? :P
Continua
a leggerci! XD
Thyahiel:
Graaaaazie ^_^ *Lay e Hari saltellano emozionate e rosse
peggio di wata nei momenti peggiori* Noi molto contente ^^"
Ahahaha,
non suggerire cose del genere al nostro Shizuka...
potrà sembrare la calma fatta ragazzo ma sotto sotto...
*sghignazzando*
Ah,
rendere Watanuki più intuitivo? Temiamo che rendere
più intuitivo quello zuccone sia troppo anche per lei, o
comunque davvero troppo costoso. :P (Ahio! Doumeki, ma ti pare il caso
di colpire così le tue autrici?! NdHary e Lay - Ve lo
meritate. NdDoumeki)
Continua
a seguirci! *vanno a medicarsi ;_;*
Non dimenticate di tornare a
leggerci per metà settimana!
|
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Capitolo 5 *** A stretto contatto - L'amuleto ***
Destino inevitabile - A stretto contatto CAP Extra -
L'amuleto
Destino Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 5 - Extra
L'amuleto
(Ovvero come Yuuko-san vede e provvede)
Yuuko entrò nella stanza buia, una delle tante del negozio
senza tempo che era la sua casa.
Appena avanzò di un passo oltre la soglia le candele poste
ai quattro angoli della stanza si accesero, tracciando le decorazioni
di farfalla sulle pareti.
la strega delle dimensioni aprì la mano osservandone con
attenzione l'oggetto che, un attimo dopo, iniziò a disfarsi
mentre gli elementi che lo componevano andavano separandosi. Il tutto
in totale assenza di movimenti da parte sua.
L'o-fuda sul quale, con un'esercizio di perfetta calligrafia, era stato
scritto il kanji per "Energia"; Il sigillo, un nastro di seta leggera
che serviva a confinare l'effetto dell'amuleto ad una sola persona; Per
finire i capelli, corti e neri, appartenenti a Doumeki Shizuka.
Bastò una formula recitata a fior di labbra e le iscrizioni
impresse sull' o-fuda, scritte in giapponese antico, si staccarono
dalla pergamena.
Ogni singolo kanji fluttuò verso i quattro angoli della
stanza disperdendo simboli e significati ad esso legati. Infine,
l'effetto che l'intero insieme aveva costituito andò
immediatamente disperso, sotto lo sguardo vigile della strega.
Doumeki, pensò, era abbastanza sveglio da trovare da
sé le risposte che cercava e altrettanto sconsiderato da
ignorarne gli evidenti avvertimenti. Perché era ovvio che
nel rimedio per trasferire la propria energia a qualcun'altro ci
sarebbero state delle chiare avvertenze, soprattutto se esso proveniva
da uno dei libri scritti da Haruka Doumeki.
Quando era in vita, il sacerdote non aveva mai mancato di mostrare un
misto di prudenza, senso dell'avventura e saggezza. Caratteristiche che
gli erano rimaste anche in seguito e delle quali aveva accresciuto
l'estrema saggezza che nel tempo lo aveva reso più
conosciuto che in vita.
Era chiaro, quindi, che Doumeki era ben consapevole di quanto gli
stesse accadendo e che l'unico motivo per il quale aveva scelto di
ignorare i primi segni di stanchezza era da ricondurre a Watanuki.
Esattamente come tutte le altre volte in cui si era trovato a rischiare
la propria vita pur di salvare quella dell'altro, concluse, fermando il
fiume in piena della sua mente e tornando a concentrarsi su quanto
stava facendo.
Separati i vari kanji da simboli ed iscrizioni varie la strega
iniziò a lavorare su un nuovo amuleto che avrebbe
orchestrato a partire dagli elementi del vecchio.
Con sguardo deciso si avvicinò ad un tavolino in ciliegio,
prendendo un pennello, dell'ichiostro, ed un paio di capelli
leggermente più lunghi di quelli precedentemente contenuti
nell'o-momori. Quella che stava per venire alla luce, pensò,
era una creazione più che intonata alla situazione
attuale delle persone coinvolte.
Rapporti che si rinnovavano e cose, nonché situazioni che
cambiavano di significato.
Così, tornando nel centro della stanza, la strega delle
dimensioni attirò a sé l'o-fuda, intinse il
pennello nell'inchiostro e con destrezza scrisse sul retro del pezzo di
pergamena due nomi, Shizuka Doumeki e Watanuki Kimihiro.
Richiamò i kanji in giapponese antico, osservandoli mentre,
posandosi sulla carta tra i nomi dei due, mutavano seppur di poco il
loro significato, diventando come guardie contro qualunque male potesse
venire arrecato dall'usare i nomi delle persone in modo errato.
Attirò i capelli dell'arciere, che intrecciò
più strettamente possibile insieme a quelli di Watanuki.
Girando l'o-fuda, scrisse sotto alla grafia precisa dell'esorcista
altri due Kanji, che risultarono impressi in una forma tanto morbida da
ricordare il volo di una farfalla.
Infine, richiamò il nastro che faceva da sigillo,
incidendovi con il solo sguardo alcuni simboli di protezione. A quel
punto bastò un rapido movimento della mano e l'amuleto fu
pronto.
La strega contemplò il proprio lavoro con aria soddisfatta.
Un'opera del genere avrebbe richiesto un prezzo piuttosto alto, se solo
fosse partita dal materiale base, rifletté.
Stando così le cose, invece, non c'era stato bisogno di
alcunché, poiché l'occorrente era già
presente.
Il suo sguardo andò ad un piatto in argento posato su un
basso tavolino, decorato con dei disegni di farfalla tanto fini da
sembrare ricamati su una stoffa preziosa.
Sulla superficie splendente riposavano alcuni dei kanji precedentemente
impressi sull'o-fuda.
Le parole, pensò, hanno potere.
In particolare se scritte con degli scopi in cui si crede fermamente.
Lo sguardo andò nuovamente sull'amuleto appena creato. Un
oggetto di grande potere.
Dopotutto, anche le nuove parole erano state tracciate con sentimento.
Come promesso eccovi il
capitoletto speciale. Speriamo sia stato di vostro gradimento.
Potrebbero seguirne degli altri. ^_^
Risponderemo alle
recensioni nel prossimo capitolo.
A presto dalle vostre Streghe!
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Capitolo 6 *** A stretto contatto - Fraintendimenti ***
Capitolo 6
Destino
Inevitabile - A stretto Contatto
Capitolo 6
Fraintendimenti
Il Lunedì mattina la
strega inviò loro un
messaggio. Non si trattava di una qualunque missiva, bensì
di un
origami avente in tutto e per tutto l'aspetto di una farfalla che,
senza un'apparente ragione, eccezion fatta per la magia, poteva
muoversi autonomamente librandosi nell'aria con movimenti leggiadri.
Quando la videro giungere al tempio Watanuki e Doumeki si trovavano in
cucina. Il primo era intento a riempire i bento-box con tramezzini,
insalata ed uova sode. L'altro se ne stava fermo sulla porta,
osservando la scena con sguardo annoiato.
«Cos'è, andiamo ad un pic nic?»
domandò di
colpo, fissando il più giovane con espressione leggermente
ironica.
«No, ma a quest'ora che pretendevi! È tutta colpa
di
Yuuko-san e dei suoi incarichi notturni...» Si
lamentò il
ragazzo con tono stanco.
Quel segno bastò a smuovere Doumeki che in un attimo gli fu
accanto, pronto a supportarlo con la sua energia.
«Per quanto sarà così?» Si
informò il
cuoco a bassa voce, ancora intento ad abbellire i contenitori del
pranzo.
«Non saprei...» Fu il commento laconico dell'altro.
«E... non ti da fastidio... questo?»
Continuò il
più giovane, sollevando appena il braccio che l'altro gli
stava
tenendo.
«No.» Fu la risposta, immediatamente interrotta
dall'arrivo della farfalla.
Senza terminare quanto stava dicendo, l'arciere osservò lo
strano origami atterrare direttamente tra le sue mani.
«Cos'è?» Domandò Watanuki,
sporgendosi per
osservare la farfalla che, pochi istanti dopo, si tramutò in
un
foglio di carta con impressa l'elegante grafia di Yuuko-san.
«Sembra che ci stia ordinando di recarci da lei prima che a
scuola.» Commentò Doumeki, senza scomporsi.
«Cosa?!» Urlò Watanuki iniziando a dare
di matto.
«Come se non avessimo già abbastanza cose da
fare!»
Venti minuti dopo stavano già uscendo da casa della strega,
diretti verso la scuola.
«Certo che Yuuko-san è proprio un bel
tipo.»
Commentò Watanuki una volta usciti dal negozio.
«Mandarci
a chiamare a quest'ora del mattino per cosa? Per sapere
com'è
andata ieri? Non poteva informarsi al pomeriggio?»
Urlò
agitando un pugno verso il cielo.
«Aveva un motivo.» Fu la semplice risposta del
più grande.
«Che?»
All'espressione stranita dell'altro Doumeki si fermò,
frugandosi
nelle tasche ed estraendo un oggetto molto simile all'o-momori
sequestratogli da Yuuko. «Prendilo»
Ordinò,
osservando Watanuki.
Il ragazzo si fermò per esaminare lo strano oggetto,
spostando
lo sguardo da questo a Doumeki per un paio di volte. «Siamo
sicuri che sia stata Yuuko-san a dartelo? E se fosse un'altra delle tue
stupide idee? Mi stai troppo antipatico per averti sulla
coscienza!» Sbraitò.
Per tutta risposta l'arciere lo fissò con espressione
indecifrabile. «Idiota.» Esclamò,
afferrandogli un
braccio per obbligarlo a prendere l'amuleto. «L'ha fatto
Yuuko-san. Ha detto che con questo potrai andare avanti per circa
un'ora. Poi dovrai darlo a me, per ricaricartelo.»
«Non sono un cellulare!» Borbottò il
ragazzo
riprendendo a camminare. «Sai che ti dico? Se ti succede
qualcosa
avrò un pranzo in meno da preparare!»
Continuò.
«E non urlare.» Ribattè l'altro
tappandosi prontamente le orecchie.
Poi tornò a ripristinare il contatto in modo da non
sottrarre preziosa energia all'amuleto.
Arrivarono a scuola qualche minuto dopo, in perfetto orario. Un attimo
prima di entrare, Watanuki si staccò da Doumeki.
«Allora
ci vediamo tra un'ora» Esclamò, allontanandosi in
direzione della sua classe. Riuscì a muovere giusto
un
paio di passi quando un pensiero lo sfiorò mandandolo su
tutte
le furie. «Ma insomma, perché devo dire certe cose
da...
da... coppietta proprio a TE!» Urlò istericamente.
Il diretto interessato si mise un dito nell'orecchio e si
allontanò verso la sua classe.
«Casinista.»
Borbottò.
«Guarda che ti ho sentito!»
~x~X~x~
«... Iniziate, adesso!» esclamò
l'insegnante di
economia domestica dopo aver dato agli alunni la ricetta di quel
giorno. Un dolce di pan di spagna, base ideale per tanti tipi di torte
e, soprattutto, nemico numero uno di tanti studenti.
Watanuki, Doumeki e Himawari erano ad uno dei banchi da lavoro posti
nel mezzo della classe. Una situazione piuttosto atipica visto che le
lezioni che i tre condividevano erano rare.
Watanuki, in piedi tra gli altri due, aveva già diviso le
chiare
d'uovo dai tuorli e stava sbattendole con la frusta da dolci, mostrando
con piccoli semplici gesti la sua maestria. Teneva la ciotola sotto un
braccio mentre chiacchierava allegramente con l'amica accanto a
sé.
«Sei proprio sicuro, Watanuki-kun?»
Domandò
Himawari, alternando uno sguardo dubbioso dal proprio lavoro a quello
del compagno.
«Sicurissimo! Sei bravissima, Himawari-chan!» le
sorrise
allegramente quest'ultimo, annuendo con tanta enfasi da rischiare di
buttar fuori le chiare d'uovo mezze montate, salvo prodursi subito dopo
in un salvataggio d'emergenza.
Accanto a lui, Doumeki trattenne un verso annoiato.
«Beh? Cosa vuoi tu...» Si lamentò
Watanuki notando
il lavoro svolto dall'arciere. In un attimo la sua espressione, se
possibile, si fece ancora più rabbiosa. Le sopracciglia
inarcate, come in un moto di incredulità.
«TU!» Gli
urlò. «Cosa stai facendo a quelle povere
uova!?»
Un istante dopo, Doumeki si trovò una frusta per dolci,
puntata contro, da un infuriato Watanuki.
«Cucino. Cosa credi che stia facendo?» Rispose,
corrucciando lievemente la fronte.
«Cucini? ...Cucini?!» Il cuoco lo guardò
malissimo.
«Ma sei idiota! Il pan di spagna ha bisogno che le chiare
d'uovo
siano perfette!» Sbottò, esasperato.
In quel momento una delle ragazze, impegnata al banco da lavoro poco
distante, ridacchiò indicando Doumeki all'amica.
In sottofondo si udì uno 'Shizuka-kun', più altre
risatine e voci ammirate che dicevano che oltre ad essere bello,
l'arciere era anche bravo in tutto.
Indifferente a tutto questo, Watanuki continuò ad agitare
l'utensile da cucina sotto il naso dell'altro. «Insomma! devi
Montarle a Neve, non... Sbatacchiarle!»
L'arciere si limitò ad uno sguardo annoiato. Poi,
leggermente
innervosito dai modi dell'altro, sbatté con forza il suo
contenitore proprio dinanzi al cuoco attirando così
l'attenzione
di tutti. «Se ci tieni tanto, fallo tu.»
Sbottò,
prima di infilare con nonchalance un dito nell'impasto di Watanuki per
portarselo alla bocca ed assaggiarlo.
Davanti alla simpatica scenetta, Himawari ridacchiò
divertita. «Watanuki-kun, saresti una perfetta
casalinga!» Esclamò allegramente.
Il ragazzo intanto, scoperto il gesto dell'arciere, si
lasciò
andare ad un urlo tale da richiamare l'attenzione dell'insegnante e,
ovviamente, un suo rimprovero.
Come se non bastasse anche i compagni si voltarono, improvvisamente
interessati.
«Ichi-chan» Commentò la ragazza che poco
prima si
era fatta sfuggire una risatina, «quei due litigano come una
coppietta, vero?» Chiese alla compagna di banco in quello che
voleva essere un bisbiglio, ma che sfortunatamente finì con
l'essere udito da tutti.
Senza scomporsi Doumeki si riappropriò dell'impasto,
lanciando
un'occhiata laterale in direzione di Watanuki «Contento
adesso?»
Il ragazzo non rispose e dopo averli osservati per un po'
Himawari annuì lentamente.
«È vero,
sapete. Oggi andate più d'accordo del solito!»
«N-non è vero...!» Negò il
più giovane
dei due, stando attendo a non alzare troppo il tono della voce.
Seguì qualche momento di silenzio in cui i tre si dedicarono
ai rispettivi compiti.
Watanuki aveva appena infornato la sua torta quando Doumeki,
controllando l'ora, si sporse verso di lui prendendogli il polso.
«Adesso non metterti a strillare.» Gli
sussurrò ad
un orecchio. «Senza questo» Proseguì
stringendo
leggermente la presa sul braccio dell'altro per essere certo di farsi
capire. «Tra poco cadrai a terra svenuto.»
In risposta a quel gesto Watanuki si voltò rapidamente verso
l'arciere, pronto a dirgli qualcosa di molto sgarbato. Il suo intento
svanì quando, un attimo dopo, si ritrovò a
fissare il
compagno dritto negli occhi. La vicinanza era tale che i loro nasi
quasi si sfioravano e, consapevole di ciò, Watanuki
riuscì solo a trattenere il respiro, mentre le sue guance si
coloravano di rosso.
In quel mentre la campanella sembrò accorrere in suo aiuto
suonando e dandogli modo di staccarsi dallo sguardo ipnotico di
Doumeki. «C-ci vediamo...» Borbottò,
allontanandosi
al colmo dell'imbarazzo.
Indifferente ai commenti e ai diversi sguardi, non privi di malizia,
l'arciere, seguì il compagno con lo sguardo.
«Oi.»
Esclamò, riprendosi da quell'improvvisa vicinanza.
Watanuki si fermò sulla soglia della porta.
«S-si?»
«Ti sei dimenticato questo.» Dichiarò,
raggiungendolo e tirando fuori dalla tasca l'amuleto, nuovamente carico.
«Ah, vero...» Rispose l'altro, e senza guardarlo,
afferrò l'oggetto, infilandoselo in tasca.
«Watanuki-kun! Doumeki-kun!» Si intromise Himawari.
«Siete già arrivati ai regalini! Posso
vederlo?»
Domandò con aria raggiante.
Watanuki, le rivolse uno sguardo perplesso. «Regalini...? In
che senso?» Domandò senza capire.
L'altro ragazzo approfittò di quel momento per negare ad
Himawari, forse un po' rudemente, il permesso di vedere il talismano.
«Dopo.» Borbottò e, afferrato Watanuki
per un
braccio, iniziò a trascinarlo fuori dall'aula, prima che
quest'ultimo capisse le parole della ragazza. Cosa che, ovviamente,
avvenne poco dopo, scatenando le urla del più giovane. Urla
che
riecheggiarono in ogni dove.
~x~X~x~
Quella sera, al tempio, Watanuki si
concesse una lunga doccia lasciando
che le tensioni della giornata scivolassero via insieme all'acqua.
Quando finì indossò lo yukata e, più
sereno,
uscì sul portico fermandosi ad osservare il punto esatto in
cui
spesso, nei suoi sogni, si incontrava con Haruka.
Le parole del sacerdote gli tornarono alla mente e, troppo stanco per
opporvisi, si mise a sedere ripensando a quell'ultima conversazione.
«Certo che anche lui potrebbe essere più
chiaro.» Sbottò, esasperato.
«È qui che vi incontrate?»
Il suono di una voce che non era la sua lo fece trasalire.
«Do...Doumeki...» Farfugliò,
osservandolo con
espressione dubbiosa. Per un attimo lo aveva scambiato per Haruka,
salvo poi rendersi conto che il ragazzo che aveva davanti non mostrava
il minimo segno di un sorriso e, cosa ancora più importante,
non
fumava alcuna sigaretta. «Mi... mi hai
spaventato!»
Borbottò. «E non fare quella voce... È
strano...»
Alla reazione inattesa, l'arciere lo fissò senza capire. Poi
si
guardò intorno e all'improvviso tutto gli fu chiaro.
«Cos'è strano, esattamente.» Chiese,
sedendosi
proprio dove solitamente sedeva suo nonno. «Il fatto che io e
lui
abbiamo la stessa voce?»
Ancora scosso, Watanuki si limitò a fissarlo, notando come i
due fossero effettivamente identici sotto ogni aspetto.
«È... È colpa tua.» Si
giustificò.
«Mi appari all'improvviso vestito come lui e... parli con la
sua
voce...»
«Questa è la mia voce.» Lo
bloccò l'altro, sporgendosi in avanti in modo da guardarlo
negli occhi.
Nonostante la vicinanza, il più piccolo non si
allontanò,
limitandosi ad evitare lo sguardo dell'arciere. «È
che...
non capisco...» Continuò.
«Cosa non capisci.»
«Ieri... Haruka-san mi ha chiesto se ricordavo quanto mi
avevano
detto i miei genitori. Sai, quando sono caduto dalla finestra della
scuola. Ecco... non capisco il motivo, insomma... che c'entra
con...» Lo guardò per un attimo, tornando a
deviare lo
sguardo altrove. «Questo...» Concluse, indicando
l'amuleto
ormai quasi scarico.
Doumeki lo fissò con espressione neutra. «Non ti
ha... detto altro?»
«Prima... stavamo parlando di te... Non credo c'entri
nulla.»
«Cosa stavate dicendo?» Chiese il più
grande, l'espressione vagamente incuriosita.
Watanuki sembrò pensarci. «Gli ho parlato del
talismano
che hai fatto. Dicendogli quanto sei stupido.» Lo
fissò
con rabbia. «Ecco cosa gli ho detto!» Poi, tornando
più calmo. «Lui... ha risposto che tu sei una
persona
concreta e poi... mi ha chiesto dei miei genitori.» Si
fermò, probabilmente ancora in cerca di un filo conduttore
capace di guidarlo attraverso quei pensieri per lui troppo distanti.
«Forse voleva farti capire che quello che ho fatto aveva uno
scopo.» Tentò l'arciere, senza guardarlo.
«Si, quello di ammazzarti.» Ribatté
l'altro.
Doumeki sembrò non prestargli ascolto e poco dopo
tornò a
rivolgergli la parola. Gli occhi fissi davanti a sé.
«Ti
lamenti spesso di me... con lui?»
Quella domanda sembrò spiazzare il ragazzo.
«Beh... lui
è tuo nonno. Immagino che ti capisca meglio... di me.
È
normale che provi a chiedere il perché delle tue azioni, non
trovi?»
«Sarebbe più normale se ne parlassi con
me.» Fu la risposta, come sempre priva di qualsiasi
inflessione.
Irritato da quell'osservazione Watanuki si voltò a fissarlo.
«E come faccio. Tu è già tanto se parli
a
monosillabi. Non leggo nel pensiero e se anche sapessi
farlo...»
Quel pensiero per qualche strano motivo lo rattristò.
«Con
te non mi riuscirebbe, probabilmente...»
Quella risposta sembrò non soddisfare l'arciere che,
giratosi a
guardarlo, aprì bocca per poi richiuderla subito dopo.
«Ecco!» Si lamentò l'altro indicandolo.
«È esattamente questo che intendo! Dico, tu ci
parleresti
con uno come te?! Almeno Haruka-san comunica!»
Doumeki sembrò ignorare del tutto il commento.
«Andiamo a
dormire allora.» Esclamò asciutto.
«Così
potrai sognarlo quanto ti pare!»
«Che... che c'entra questo? E poi non lo sogno mica ogni
notte!» Continuò il più piccolo in tono
alterato.
«Non mi sembra di avertelo chiesto.»
Quella risposta, unita alla freddezza della voce del padrone di casa,
fece calare una sensazione di gelo in Watanuki che, stanco di
discutere, si alzò per rientrare. Riuscì a
malapena a
superarlo che un improvviso capogiro lo obbligò ad
appoggiarsi
ad una parete.
Nel vederlo barcollare, Doumeki lo raggiunse, sfiorandogli un braccio.
«Ci sei?» Domandò. La voce
già meno dura.
Per tutta risposta il ragazzo si limitò ad annuire e,
lasciata
la presa, l'arciere tornò a guardarlo.
«Rientriamo?»
Watanuki lo ascoltò osservando la parte di portico che li
aveva
ospitati fino a qualche istante prima. Lo stesso punto dove spesso si
incontrava con Haruka.
Tornò a fissare l'arciere, cercando di mostrarsi grato per
l'aiuto che, nonostante l'evidente incompatibilità,
continuava
ad offrirgli. «Rientriamo» Sussurrò.
Il più grande lo affiancò senza aggiungere nulla.
~x~X~x~
Quel nuovo giorno arrivò
fin troppo presto, trascinando con se
le amarezze del precedente. Così, dopo una notte trascorsa a
riflettere su quanto accaduto qualche ora prima, Watanuki si rese conto
di avere qualcosa di strano.
Doumeki gli era sempre stato antipatico, dal primo istante in cui
l'aveva visto. Ciò nonostante le insistenze di Yuuko, la
sfortuna, forse anche l'hitsuzen, avevano finito col far incrociare il
destino dell'arciere con il suo. Persino la vecchia veggente aveva
visto da subito come si sarebbe evoluto il loro rapporto, da sempre
tanto difficile. E alla fine, pensò osservando il ragazzo
ancora
addormentato, erano giunti a quella convivenza forzata. Fatta come
sempre di liti e di pranzi, e del più grande che si occupava
di
lui.
Con amarezza si lasciò andare ad un profondo sospiro.
Erano passati due anni ormai da
quando Yuuko-san aveva fatto capolino
nella sua vita, modificandola in toto ed alterando con essa anche
quella delle persone a lui più vicine.
In fondo, se c'era qualcuno che avrebbe avuto diritto di lamentarsi
quello era proprio Doumeki, costretto a farsi male per proteggerlo, a
perdere la vista, a donargli il suo sangue. Persino a non avere
più una sua vita. E tutto semplicemente perché
lui
esisteva.
Allora perché, se pur consapevole di tutto ciò,
non
poteva essergli grato? In tutto quel tempo l'arciere non si era mai
lamentato offrendosi sempre, anche troppo, e tutto in cambio di qualche
pranzo. D'accordo i pranzi erano tutti per la verità, alcuni
anche parecchio laboriosi. Ma cos'erano in fondo, se paragonati a
quanto ogni giorno rischiava per mantenerlo in vita?
Si, doveva avere davvero qualcosa che
non andava, se dopo tutto
ciò ancora si ostinava a provare rabbia ogni qual volta lo
vedeva.
Non era colpa di Doumeki se con un solo sguardo riusciva a mandarlo su
tutte le furie e non era colpa sua neppure il senso di confusione che
provava quando, proprio come accaduto qualche ora prima, alla rabbia si
mescolava quel qualcosa di indefinibile. Un sentimento fatto di calore
e rispetto, un emozione che mal si abbinava alla rabbia che nonostante
tutto continuava a persistere, mandandolo in confusione, facendogli
urlare cose che alle volte neppure pensava.
Si, doveva esserci qualcosa di dannatamente sbagliato in lui. In fondo,
strano lo era da sempre. Perché stupirsi.
Fu in base a quei pensieri che, nel momento stesso in cui vide l'altro
ragazzo svegliarsi pian piano, decise che se proprio non poteva fare a
meno di detestarlo allora poteva obbligarsi a non essere un peso quale
invece, evidentemente, era. Da sempre.
Così quando Doumeki aprì gli occhi, notandolo
sveglio e
chiedendogli cosa avesse, Watanuki trattenne ogni impulso di
rispondergli male.
«Sto bene...» Esclamò e, senza
aggiungere altro si
alzò, prese le sue cose e si avviò verso il bagno.
Mezz'ora dopo erano entrambi in
cucina.
Watanuki intento ad osservare il contenuto di frigorifero e dispensa e
Doumeki concentrato su di lui.
Fingendo di non sentire il peso dello sguardo dell'arciere su di
sé, il più giovane trattenne il respiro.
«Cosa vuoi
per colazione?» gli domandò senza guardarlo.
«Pancake.» Fu la sola risposta.
Senza ribattere il cuoco iniziò a riunire il necessario per
soddisfare l'assurda richiesta.
«E per pranzo?» Si informò.
Doumeki lo fissò con aria
cupa. Gli occhi ridotti a due fessure. «Inari
sushi.»
Invece di inveirgli contro, come suo solito, Watanuki si
limitò
ad annuire e questo, unito all'evidente energia in calo, spinse
l'arciere ad andargli vicino in modo da ristabilire il contatto.
«Oi... sei certo di stare bene?» Si
informò senza smettere di studiarlo.
«Si, non preoccuparti.» Fu la risposta, stranamente
gentile.
Passarono un paio di minuti, dopo i quali Watanuki si staccò
gentilmente dalla presa dell'altro per avvicinarsi ai fornelli.
Senza rompere l'innaturale silenzio, farcito solo dei tipici rumori da
cucina, Doumeki tornò al suo fianco, poggiandosi al mobile e
prendendogli un braccio.
A quel contatto, il più giovane si irrigidì
appena,
staccandosi nuovamente. «Sto bene, ho detto...»
Esclamò in tono calmo ma teso.
«A me non sembra.» Replicò l'altro.
Facendo appello a tutto il suo
autocontrollo, il cuoco si voltò
a guardarlo con sguardo fermo e sempre più stanco.
«Doumeki... non è necessario. Ho ancora diversi
minuti.» Mormorò.
«No, che non ne hai!» Sbottò l'altro
afferrandogli il polso. «Credi che starei qui
altrimenti?»
Quelle parole scalfirono ogni difesa del più giovane.
«Quindi lo ammetti...» Esclamò
sganciandosi
nuovamente dalla presa dell'altro. «Meglio così,
sapevo
già di essere un peso.»
Doumeki fece per ribattere ma si fermò ancor prima di aprire
bocca perché qualcosa di fulmineo aveva attirato
improvvisamente
il suo sguardo.
Fu questione di un attimo. Un quantitativo di tempo troppo effimero per
riuscire a cogliere qualcosa. La sua mente però continuava a
rimandargli un' immagine, troppo fugace per esserne certo ma
altrettanto nitida da offrirgli il beneficio del dubbio.
Provò a guardare nuovamente. Niente.
Eppure... per un attimo riuscì a mettere insieme il poco che
aveva colto. Fili sottilissimi, forse una ragnatela. Possibile?
«Che ti prende?» Domandò il cuoco,
guardandolo con espressione stanca.
Senza rispondergli, l'arciere mosse una mano appena sopra la testa del
ragazzo ancora intento a guardarlo.
Era certo di aver visto qualcosa. In più, Watanuki era
strano, più del solito almeno.
«Tu hai qualcosa che non va.» Dichiarò
infine, incrociando le braccia e fissandolo gravemente.
Davanti a tanta sicurezza, il più giovane vacillò
per un
istante. «N...no io... non è vero...»
Ribatté
poi con voce incerta. «Sto bene.»
«Bene, hai detto.» Rispose il più
grande.
«È da quando hai aperto gli occhi che ti comporti
diversamente dal solito.»
«E questo sarebbe... un problema?»
«Si.»
Commentò l'altro, senza smettere di studiarlo.
Imbarazzato dalla profondità di quello sguardo, Watanuki
tornò ad occuparsi del pranzo ancora in fase di
preparazione.
«Comunque... dico sul serio. A questo punto... Puoi smetterla
di
fingere.» Sospirò.
L'arciere lo fissò per un lungo istante, l'espressione
indecifrabile. «Fingere.» Disse, afferrandogli un
braccio
con fermezza. «Fingere, hai detto?»
Ripeté,
fissandolo. Lo sguardo che sembrava sfidarlo ad aggiungere altro.
Il cuoco lo osservò con la
coda dell'occhio.
«Shizuka...» Mormorò, voltandosi per non
doverne
reggere lo sguardo. «Io... so di essere un peso per
te...»
Scosse la testa e si fermò un'attimo, come cercando le
parole
adatte. «Non devi fare cose che non vuoi. Va bene se... se
smetti
di fare finta che ti importi qualcosa. Davvero. Lo so che ti comporti
così per pietà quindi, insomma...»
Si fermò nel sentire la stretta attorno al suo bracco farsi
più forte. In un attimo l'arciere lo tirò a
sé
guardandolo dritto negli occhi. La vicinanza era tale da obbligarlo a
fissare quello sguardo severo.
«E tu credi che io... farei tutto questo solo per
pietà?» Gli chiese il più grande con
voce
estremamente controllata. Lo sguardo duro e velato di rabbia.
«Se
ti aiuto è solo perché ho scelto di
farlo.»
Dichiarò con fermezza, fermandosi per un attimo e
riprendendo
solo quando fu certo di esser stato capito. «Non è
pietà, idiota.»
A quelle parole l'altro rimase in
silenzio per qualche istante, guardandolo dritto negli occhi.
La sua espressione era quasi dubbiosa e, quando parlò, aveva
le sopracciglia leggermente incurvate verso il basso.
«È che io... non voglio che tu... » Si
fermò,
in attesa delle parole. Per un attimo gli sembrò di essere
come
bloccato, privo di idee. Si sforzò ancora ma senza
successo.
«Ieri sera...»
Tentò infine, ripiegando su qualcosa
di diverso. «Quando parlavamo...» Si
fermò di nuovo,
ricordando che l'argomento sogni e Haruka-san in particolare era
già stato motivo di attrito. «... sembrava come se
non ti
importasse... di me.» Mormorò, distogliendo lo
sguardo.
L'arciere lo guardò e per un breve istante la sua
espressione si
addolcì leggermente. «È per questo che
sei
così strano, oggi?» Domandò,
rilasciando di un
minimo la presa attorno al suo braccio.
Watanuki annuì, tendendosi un'attimo. «Non volevo
darti fastidio con la mia presenza...»
«E pensi di non avermene dato, così?»
Ribatté l'altro con una punta di ironia.
Watanuki lo guardò, senza capire. «Eh?»
«Mi hai fatto
preoccupare.» Sbuffò Doumeki senza
smettere di fissarlo. «Ho temuto fossi...
posseduto.»
Aggiunse, sotto lo sguardo ancora più perso del cuoco.
«Eri preoccupato. Per
me?» Chiese, stupidamente, Watanuki.
«Per chi altri?» Sospirò l'arciere.
A quello il più giovane sembrò perdersi un'attimo
nella
sua mente. Si ricordò delle parole di Haruka-sama ed un
piccolissimo sorriso apparve sulle sue labbra. «...
Grazie.»
Poi alzò lo sguardo verso l'orologio e staccò il
braccio
dalla presa di Doumeki. «Oh cavolo. Hai visto che ore
sono?» Esclamò all'improvviso. La mente nuovamente
concentrata sulla preparazione del pranzo. «Rischiamo di fare
tardi!» Continuò, riprendendo la solita sequenza
di
borbottii.
«Vedi di sbrigarti. Voglio il mio Pancake.»
Ribattè l'arciere sedendosi a guardarlo. «Ho
fame...»
«Ma allora dicevi sul serio! Guarda che non sono il tuo cuoco
personale, io!»
Doumeki continuò a fissarlo. Sul viso, un lieve sorriso.
Rieccoci, felicissime di sapere che il
capitoletto speciale vi è piaciuto.
Speriamo che anche questo abbia egual sorte! ^_^
Ed ora viaaaaa alle recensioni!
Capitolo 4
Doremichan:
Ahahaha, abbiamo amato anche noi quelle scene... così come
continueremmo a dire cose su Watanuki se non rischiassimo di venire
punteruolate da un certo arciere :P
Yusaki: Come hai visto, anche se Doumeki
ce l'ha scritto in faccia, Watanuki continua a non capire la sua
gelosia... abbiamo provato con i cartelloni, ci abbiamo provato. Il
risultato è stata questa fic... E ce ne ha messo, a
capitolare!
Eh... anche noi ci siamo sciolte al sorriso di Dou :P
Naco-chan: *Lay ed Hari prestano cuscino per
proteggere la testa dalle capocciate* Che dire... Wata è
esattamente un concentrato di idiozia. Per fortuna che ci pensa Doumeki
ad usare la testa ed a fare le mosse tenere! Tanto stoico e poi invece
è il più aperto dei due, ah!
LawlietPhoenix: Siamo davvero felici di sapere che
la fanfic ti stia piacendo!
Eh si... Lo ha chiamato Shizuka, ma poi ha negato! Intelligentissimo,
wa-chan! *sospirone collettivo sconfitto*
Ahahaha... beh, una volta tanto dice la verità, anche se non
la intende come complimento! XD
Francesca Akira: Uh ma come non lo sopporti
molto... Dou è così, così... *_*
Speriamo di rendertelo più simpatico allora!
TheWitchOfTheDimensions: Graaaaazie ^_^ Diciamo che
le scene che renderebbero del tutto felici le fangirls non ci saranno
da subito. Ma quando arriveranno saranno parecchio yaoi-mode. Ed anche
imbarazzanti da postare (nd. Lay ed Hari)
Capitolo 5
Naco-chan: (Errori
di battitura! Argh! *salta da una scogliera* ndHary) Oh,
ehm... suicidi di autrici a parte, vedremo di prestarci più
attenzione, grazie per farcelo notare sempre!
Si, beh... i nomi dei due perché si sa, che è
Destino Inevitabile per loro!
E un po' di luci da palcoscenico anche a Yuuko-.san ogni tanto ci
stanno!
Doremichan: Ah! La nostra Lay è perfetta
nel ruolo, vero? :P (ndHary) (¬.¬ ndLay) Anche se
stavolta il merito è di entrambe, dato che ogni tanto
facciamo gli scambi come con le figurine XD. Grazie mille per i
complimenti, ci fa piacere sapere di riuscire a tenere i personaggi
IC... daltronde ancora siamo all'inizio, speriamo che continui ad
essere così man mano che la storia evolve.
Grazie mille!
Thyahiel: Sakè! sakè! E non
parliamo di nutella... ah! Okonomiyaki! Sei perdonata! ... anche se non
ce l'abbiamo affatto con te, ahahaha. Grazie dei complimenti.
Eh si, quei due... entrambi si stanno tentando di avvicinare uno
all'altro e nessuno dei due ha il coraggio di ammetterlo apertamente.
Almeno non ora.
Aspetta e vedrai.... *musica misteriosa nel background*
LawlietPhoenix: Siamo felici che ti sia piaciuta.
Se continuerai a leggerci già dal prossimo capitolo avrai
modo di saperne moooolto di più! ^_^ *risata riecheggiante*
Yusaki: Yusaki: Come già detto, ci
vogliono un po' di "luci della ribalta" anche per lei, in fondo
è la fangirl numero uno della coppia! Yuuko-san, tifiamo
tutti per lei! (ed ora, il pagamento, Yuuko-san... No! No
scherzavamo, il papero baciatore Nooooooo...! NdAutrici-che-scappano))
Witch of The Dimensions: Yuuko-san in fondo ha un
grande cuore! E vuoi mettere, quanto si divertirebbe a prendere in giro
watanuki poi? Comunque... ahem, grazie mille *in imbarazzo per i tanti
complimenti* è solo che anche noi vogliamo tanto bene alla
nostra bambina *abbracciano DI amorevolmente* e ci teniamo che la
leggano il più possibile e che abbia uno stile adatto!
Ma grazie ancora, per l'ennesima volta! ^^"
Bene, anche per questa volta
è tutto. Le Streghe vi augurano un buon inizio settimana e
vi danno appuntamento alla prossima Domenica. Non perdete il
prossimo capitolo... che verrà anche quello con una
"sorpresina" supplementare!
|
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Capitolo 7 *** A stretto contatto - In missione per conto di Yuuko ***
Capitolo7
Destino
Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 7
In missione per conto di Yuuko.
L'area dove si tenevano le lezioni di
tiro con
l'arco era da sempre un luogo dedito al silenzio. Gli unici suoni
percepibili erano quelli provenienti dagli estenuanti allenamenti, cui
i tiratori si sottoponevano per migliorare la propria mira. Una regola
che, implicitamente, si estendeva anche alle gare, momenti in cui gli
spettatori si limitavano ad applausi contenuti e parole ben bisbigliate.
Già, quello non era affatto il luogo adatto ad urla o
schiamazzi. Simili "incidenti" avvenivano solo in rarissimi casi e
sempre a causa di alcune ragazze che, ignare delle poche semplici
regole che ruotavano attorno al kyudo*, si riunivano in contemplazione
dell'unico arciere in grado di colpirne i cuori ancor prima di aver
scagliato la freccia.
«Doumeki-kun...»
Seduto in un angolo, Watanuki alzò gli occhi al cielo in
segno
di resa. Negli ultimi cinque minuti quella era già la
trentesima
volta che una ragazza sospirava il nome dell'arciere con fare
svenevole.
«Dannato di un Doumeki...» Sbottò.
«Mi tocca
anche aspettarlo, ora! Neanche fossi una di quelle stupide ragazzine
adoranti del suo fanclub!» Lo sguardo puntato contro le
più rumorose della giornata.
«Oh...» Sospirò una delle due ragazze,
guardando
l'arciere con fare adorante. «Guarda com'è
bello!»
«Hai ragione...» Esclamò l'altra
osservandolo mentre
con sguardo concentrato mirava al bersaglio. «Si... devo
proprio
chiedergli un appuntamento.» Dichiarò decisa.
Nel sentire quei commenti, il senso di fastidio di Watanuki si
tramutò rapidamente in livore. «Tzè,
cosa avranno
da ammirare poi! Quello è solo un mangia-a-sbafo. Ecco
cos'è!» Borbottò tornando a fissare
l'arciere.
«Certo è alto, ha le spalle larghe e...»
Resosi
conto delle sue stesse parole si fermò di colpo,
improvvisamente
irritato con sé stesso.
Nell'area di tiro, intanto, Doumeki si apprestava a compiere l'atto
decisivo: lo sguardo diretto contro il bersaglio, la tensione visibile
in ogni muscolo.
«Oh...» Sospirò la meno agitata.
«Ichi-chan non è meraviglioso?»
In quel preciso istante l'arciere scagliò la sua freccia
centrando brillantemente il bersaglio. «Si che lo
è!» Urlò l'altra saltellando.
«Shizuka-kun,
sei il migliore!»
Distratto dalle urla euforiche delle ragazze, Doumeki si
voltò
in direzione delle più chiassose tra tutte, notando Watanuki
seduto a pochi metri da loro ed intento a fissarlo. L'espressione
indecifrabile.
Incurante di tutto il resto, depose l'arco e, tolto il guanto
protettivo, si avvicinò al ragazzo.
«Oi... tutto bene?» Domandò, ignorando
gli urletti
ammirati del suo stuolo di ammiratrici.
«Watanuki...»
Tentò nuovamente.
Il ragazzo aveva tutta l'aria di chi stava sognando ad occhi aperti,
concentrato sull'utilità di quelle frecce e sulla bravura
del
ragazzo che le aveva tirate, un'abilità che era riuscita
più volte a trarlo in salvo da situazioni a dir poco
spiacevoli.
«Eh?» Mormorò, ridestandosi di colpo da
quei
pensieri. «Io... si sto bene. Pensavo che... sei
bravo.»
Nel dirlo, il suo sguardo ancora fisso sul bersaglio passò
al
ragazzo che aveva di fronte. I pugni improvvisamente stretti.
«Questo però non ti dà alcun diritto di
pretendere
che stia sempre a cucinare per te. Capito?! E questo vale anche per le
tue frecce hama!» Strillò.
«Non urlare.» Replicò l'arciere
portandosi le mani alle orecchie.
«Doumeki è così bello che piace anche
ai ragazzi.» Mormorò Ichi all'amica.
La risatina dell'altra sembrò innervosire Watanuki.
«Hei!» Esclamò, voltandosi verso le due
ragazze.
«A me non piace questo qui, capito?!»
A quelle parole, Ini si limitò ad uno sguardo dubbioso e
l'amica
ne approfittò per sussurrarle qualcosa all'orecchio.
«Si,
credo anche io che sia cotto.» Bisbigliò a voce
troppo
alta.
Watanuki stava quasi per risponderle a tono ma la voce di Doumeki lo
obbligò a rimandare.
«Che c'è?!» Urlò all'ennesimo
"oi" del ragazzo.
Del tutto impassibile, il più grande si avvicinò
di un
ulteriore passo, guardandolo dritto negli occhi con espressione seria.
«Io vado a cambiarmi. Tu cosa fai. Vieni con me o aspetti
qui?»
Watanuki lo squadrò, notando il leggero velo di sudore sulla
pelle dell'altro dato dall'esercizio appena compiuto. «Eh?!
No
no... Vai pure!» Ribatté agitando le mani davanti
a
sé, le guance sempre più rosse per l'imbarazzo.
«Insomma... agli altri darà fastidio una mia
intrusione
e... devo ancora pensare alla cena. Insomma vai!»
Senza smettere di guardarlo, Doumeki estrasse di tasca l'amuleto
consegnandolo al ragazzo. «Aspettami qui allora.»
«Tu!» Urlò l'altro, agitando la mano in
cui
stringeva l'oggetto appena ricevuto. «Smettila di fare cose
tanto
compromettenti con quell'espressione neutra. Mi hai capito?!»
In risposta alla nuova sequenza di urla l'arciere, ormai diretto verso
gli spogliatoi, si limitò a portare il dito indice
all'orecchio.
Quando fu abbastanza lontano, Ichi, che aveva osservato l'intera scena
con un leggero cipiglio, tornò a rivolgersi all'amica.
«Sai Ini-chan... temo che stiano insieme...»
Quell'affermazione
rappresentò la
più grossa umiliazione che Watanuki avesse mai subito. E lui
non
era certo estraneo al triste peso della vergogna. «Hei
voi!» Urlò, ancora rosso in viso. «Come
osate! Io
stare con quello? Non scherziamo!» Protestò.
Ancora infuriato tornò a sedersi sulla panchina, osservando
per
un attimo l'amuleto ancora in mano e ripensando a quanto avvenuto negli
ultimi giorni. Le liti, l'improvvisa vicinanza con Doumeki, le parole
di Yuuko, quelle di Haruka...
«Figurarsi...» Borbottò. «Io
con quel musone
che pensa sempre a mangiare. Tzè. È solo colpa
sua se mi
trovo in queste situazioni. Lui ed il suo stupido modo di comportarsi!
Non ha vergogna! Chi si crede di essere. Solo perché ha
fascino
non può certo pretendere...» Si bloccò
di colpo,
avvertendo quattro occhi puntati sul suo collo. Per un attimo il gelo
lo colse e si voltò lentamente, temendo di cogliere degli
spiriti pronti a sbranarlo. Al loro posto trovò le due
ragazze
di prima, intente a fissarlo con espressione sconvolta.
Dai loro sguardi si rese conto di aver pensato ad alta voce e di aver
detto cose evidentemente equivocabili. Quel pensiero gli fece
decisamente rimpiangere gli spiriti.
«Che... che avete da guardare voi due?!» Chiese,
fingendosi offeso da tanto interesse.
La più timida delle due scoppiò in lacrime e
l'altra,
evidentemente esasperata, avanzò di qualche passo
fulminandolo
con lo sguardo. «Che abbiamo?» Domandò
in tono
acido. «Ci chiedi che abbiamo?! Perché non la
smetti di
fingere piuttosto! Dici che non state insieme e poi parli di quanto sia
affascinante? perché non ti decidi una buona
volta!» Gli
lanciò un ultimo sguardo infuocato, dopo il quale si
allontanò in compagnia della cugina, ancora in lacrime.
«Decidermi? Decidermi su cosa?» Urlò
Watanuki,
ancora più arrabbiato. «Aspettate! Dico a
voi!»
Continuò.
In quel mentre sopraggiunse Doumeki. «Perché dai
fastidio a quelle ragazze?» Domandò con voce
piatta.
«Non apparirmi così di colpo!» Si
agitò il
più giovane, spaventato dall'arrivo improvviso dell'arciere.
«E poi non stavo dando fastidio a nessuno! Sono loro che
hanno
detto che dovevo decidermi. Tss insinuare che stiamo in...»
Il
solo pensare a quell'insinuazione lo fece arrossire.
«Deciderti su cosa?» Si informò l'altro.
«Cosa vuoi che ne sappia io! E' stata quella a
dirlo!»
Rispose agitando un braccio nella direzione dove le due ragazze erano
ormai sparite.
Dopo una rapida occhiata al punto indicatogli, ormai vuoto, Doumeki
tornò a posare lo sguardo sul compagno.
«Andiamo?» Domandò infine,
riappropriandosi del talismano e prendendolo per un braccio.
A quel contatto Watanuki lo fissò malamente, poi
però
sembrò tranquillizzarsi annuendo e seguendolo, stranamente
in
silenzio. La mente ancora rivolta alle parole delle due insopportabili
ragazze.
~X~X~X~
Quando quel pomeriggio giunsero al
negozio
Watanuki era decisamente di pessimo umore e, nonostante la cosa fosse
ben evidente dalla sua espressione imbronciata, Yuuko decise di non
darvi peso accogliendo lui e Doumeki con un ampio sorriso. Esattamente
uno di quelli che per Watanuki significava "aria di guai".
Dopo averli fatti accomodare in salotto, la donna spiegò
loro
che quel pomeriggio li attendeva una nuova avventura. Il che
significava, ovviamente, uno dei suoi incarichi fatti di fantasmi,
pericoli e situazioni troppo spesso ai confini della realtà.
Non
che quel termine avesse ancora un senso. Ma ne aveva quello appena
usato dalla strega ed in quella giornata già carica di
scocciature, sentir parlare di incarichi mandò Watanuki su
tutte
le furie.
Ciò nonostante, mezz'ora dopo lui e l'arciere si trovarono
fuori
dal negozio diretti alla stazione: da lì avrebbero preso il
treno che li avrebbe portati fino al centro di Tokyo.
«Quella strega è nata per farmi
impazzire!» Si
lamentò il più giovane, al pensiero di
quanto
stavano per fare.
Si trattava di un incarico in una chiesa dove, secondo Yuuko, Doumeki
avrebbe dovuto esorcizzare l'ambiente che ultimamente si era rivelato
essere meta di entità poco gradevoli. In meno di un mese i
fedeli si erano praticamente dimezzati e questo aveva spinto il prete a
cercare aiuti esterni. L'ironia della sorte, la stessa che alcuni
preferivano chiamare "histuzen", sembrava aver portato il religioso a
scrivere su un sito internet che "casuamente" era proprio tra quelli
frequentati dalla strega.
«Vorrei sapere cosa se ne fa di un calice, poi!»
Continuò a lamentarsi durante il viaggio in treno.
«Lo
ficcherà di certo nel magazzino e sarò io a
doverlo
pulire. Esattamente come tutto il resto!»
Al suo fianco, Doumeki si limitava ad ascoltare, osservando il
paesaggio che scorreva rapidamente sotto i suoi occhi.
Intorno a loro i passeggeri presenti osservavano i due con fare curioso.
Gran parte degli sguardi erano rivolti a Watanuki che incurante di
ciò continuava a lamentarsi e dimenarsi inscenando un
monologo
piuttosto divertente, data l'attenzione degli sguardi a lui rivolti.
Le lamentele non terminarono neppure
quando, ormai
giunti, si trovarono fuori dalla stazione di Tokyo intenti ad osservare
il groviglio di vie che si estendeva sotto i loro occhi.
«Accidenti a Yuuko!» Borbottò Watanuki.
«Non poteva mandarci qualcun altro?»
«Di che ti lamenti. Non dovrai fare nulla, no?»
Commentò Doumeki, osservandolo con sguardo annoiato.
Watanuki lo fulminò con lo sguardo. «Proprio per
questo!
Potevi andarci da solo, no? Perché mandare anche
me!»
Continuò, iniziando ad agitare la busta che aveva in mano.
«E perché ho dovuto prepararti questa, eh? Devi
sempre
mangiare?»
Senza scomporsi, l'arciere continuò ad osservare la cartina
recuperata in stazione e, quando individuò il percorso
più breve, prese il ragazzo per un braccio. «Sei
qui
perché ti serve questo.» Dichiarò
stringendo la
presa. «E ora andiamo.» Continuò, stando
ben attendo
a non permettergli di agitare il braccio e di conseguenza la sua
merenda.
«Hei tu!» Urlò l'altro,
«smettila di fare cose... compromettenti!»
Doumeki continuò a trascinarselo dietro. «Cosa
è
compromettente. Tenerti in vita?» Domandò
lanciandogli una
rapida occhiata. «O credi che per me sia divertente stare qui
ad
ascoltare i tuoi continui lamenti?!»
Quelle parole sembrarono calmare, almeno di poco, Watanuki.
«Mi
spiace se ti do fastidio. Prenditela con Yuuko-san ed i suoi assurdi
incarichi.»
«Non mi dai fastidio. Specialmente se la smetti di
lamentarti.» Sbottò Doumeki, fermandosi un attimo
dopo.
Superato il secondo isolato, infatti, proprio al centro di una piccola
piazza privata, c'era la chiesa che stavano cercando. «Ci
siamo.» Constatò l'arciere, voltandosi verso
Watanuki.
«Non ti allontanare. Hai sentito anche tu, no? Ci sono
diversi
spettri lì dentro.» Disse indicandogli l'ingresso
dell'edificio.
«Hei, tu! Evita di darmi ordini. Hai capito?!»
Esclamò l'altro con tono piccato.
«Come vuoi... Non lamentarti quando sarai circondato da
strani
esseri.» Commentò il più grande
tornando ad
osservare la chiesa.
Watanuki lo osservò per un lungo attimo. «Come se
fosse
possibile con te nei paraggi.» Borbottò.
«E poi...
siamo in una chiesa, si suppone che sia... lo sai. Protetta.
No?»
Terminò, in tono dubbioso.
«Tu dici?» Domandò l'altro osservandolo
con fare
scettico. «Perché siamo qui allora. Per
sposarci?»
Watanuki si voltò a guardarlo, arrossendo violentemente e
staccando il polso dalla presa di Doumeki. «M-ma... ma! Ma
che
dici!» Gli urlò contro, facendo un paio di passi
indietro,
il tono di voce decisamente alto. «Insomma! Come fai a dire
certe
cose con quella... quella... faccia! E poi! Perché dovrei
sposarti?!» si agitò puntandogli un dito contro.
Poi si
fermò a fissarlo con sospetto. «E comunque non
farei la
moglie, sia chiaro!»
«Davvero?» Chiese Doumeki con voce vagamente
interessata.
«Ne hai tutte le qualità
però.»
Commentò osservandolo.
«Beh non lo sono!» Urlò Watanuki un
attimo prima che
l'altro indicasse, con un gesto, la porta dell'edificio, invitandolo ad
entrare.
A quello, il ragazzo mosse un paio di passi verso la porta, aprendola e
rimanendo sulla soglia per un'attimo.
«Comunque è strano che uno shintoista vada ad
esorcizzare
un qualcosa di un'altra religione.» borbottò.
«È la prima chiesa assegnata a questo
sacerdote.»
Commentò l'arciere, senza curarsi di abbassare la voce.
«Non voleva fare brutta figura, suppongo.»
Così
dicendo, spinse leggermente il più piccolo dei due entrando
con
lui nell'edificio.
«Mmh. Troppo arredata.»
In quel momento, una figura emaciata andò loro incontro,
mostrando un sorriso incerto. Le vesti scure ed il collare bianco ad
identificarne il ruolo.
«Ma non sono le decorazioni a fare di questo luogo quel che
è» Rispose, avendo sentito l'ultimo commento di
Doumeki.
«Voi siete le due persone mandate da Yuuko-san?»
L'esorcista annuì, del tutto indifferente all'essere stato
sentito. «Siamo noi, si. È qui il
problema?»
Domandò indicando l'interno dell'edificio.
Watanuki, già irritato per l'essere stato spinto dentro la
chiesa e per le precedenti affermazioni dell'altro, scoccò a
quest'ultimo un'occhiataccia sibilandogli di non fare come suo solito
il maleducato, poi fece un inchino al sacerdote. «Buon
pomeriggio»
L'uomo li osservò per un attimo, leggermente perplesso dalla
loro giovane età. «Si... se dite che
c'è un
problema, insomma... ultimamente stanno effettivamente
succedendo
delle cose.» Si schiarì la voce, chiaramente a
disagio.
«Seguitemi.» Ed iniziò a camminare,
facendo cenno
loro di seguirlo.
I due ragazzi seguirono il sacerdote. Tra i due, Watanuki era
certamente il più teso. Camminava guardandosi intorno e
senza
allontanarsi da Doumeki. «Mi chiedo come facciano a stare qui
dentro...» Mormorò, senza distogliere lo sguardo
dalle
lievi ombre che circondavano l'interno dell'edificio. Un aspetto che
peggiorava man mano si avvicinavano all'altare, dove delle spesse
volute di fumo gli toglievano gran parte della visuale.
Incapace di cogliere quanto ci fosse dietro la cortina di nebbia
Watanuki si fermò di colpo, attirando l'attenzione
dell'arciere
che, senza pensarci due volte, tornò ad afferrargli un
braccio.
Cosa che avrebbe fatto comunque, di lì a poco, al fine di
passargli l'energia.
«È che i fedeli ormai non vengono più,
hanno paura
e così abbiamo dovuto rivolgerci a...» In quel
momento il
sacerdote lanciò un'occhiata alle sue spalle, verso Doumeki
e
Watanuki, sgranando leggermente gli occhi. «... a
voi.» Si
schiarì la voce e quando riprese a parlare il tono di
quest'ultima era leggermente più freddo.
«Insomma... voi,
cosa siete? Cioè! Cosa farete, per risolvere il
problema?»
Watanuki continuò a guardarsi intorno, il polso ancora nella
stretta di Doumeki. Sentì quanto diceva il sacerdote senza
realmente ascoltarlo. Al suo fianco, intanto, l'arciere stava
osservando l'uomo con sguardo severo.
«Immagino che Yuuko-san le abbia già
spiegato.»
Esclamò con decisione. «Io posso aiutarla... se
vuole.»
«Yuuko-san mi ha spiegato qualcosa, si, ma gradirei conoscere
i
vostri... metodi.» Rispose l'altro in tono gentile. Nello
sguardo
un accenno di rimprovero che urtò l'arciere.
«Sono uno Shintoista.» Continuò
quest'ultimo,
mostrando gli o-fuda scritti precedentemente al negozio di Yuuko.
«Prima spargerò del sale per capire dove si
concentra il
problema, poi metterò questi.» Spiegò.
«Shintoista...» Il prete continuò a
fissare i due
ragazzi, un sopracciglio leggermente inarcato. «Immagino che
facciate anche di queste... cose.»
Indifferente a tutto questo, Watanuki continuò a fissare
oltre
l'altare cercando di cogliere il genere di vibrazione che percepiva
sempre più chiaramente. Quando riuscì a
riconoscere un
sentimento di rabbia, cercò di avvisare Doumeki.
Proprio in quel momento, però, il prete indicò un
angolo
dell'altare. «Eccoci» Dichiarò sotto lo
sguardo cupo
di Watanuki.
«Sarebbe meglio che si avvicinasse una sola persona alla
volta.» Li avvertì. «Più
persone causano...
problemi, a quanto pare.»
L'esorcista provò a chiedere di che problemi si trattasse e,
visibilmente a disagio, il prete si limitò a spiegare che i
fedeli avevano raccontato di aver visto delle strane immagini nella
loro mente. Immagini spaventose che parlavano di dolore, rabbia e morte.
Doumeki ascoltò con attenzione tutta la storia, infine
annuì e senza curarsi del sacerdote, con la presa sempre
ferma
attorno al braccio di Watanuki, si chinò verso quest'ultimo
parlandogli ad un orecchio. «Tu resta qui, ok?
Vedrò di
fare in tempo.»
A quella richiesta, l'interpellato spostò lo sguardo
dall'altare
a Doumeki. Un'ansia improvvisa lo spinse ad afferrare l'arciere per una
manica dell'uniforme. «Sei sicuro di volerti avvicinare a
quella
cosa?» Domandò con un tono di voce allarmato.
L'arciere lo osservò per un attimo, tentando di decifrare
quell'incertezza improvvisa. «Sta tranquillo»
Rispose.
«Tornerò in tempo.» Infine si
avviò verso
l'altare guardandosi attorno con aria scettica.
Il sacerdote gli andò vicino. «Lui... cosa
è venuto
a fare?» Gli chiese indicando Watanuki che, seduto su una
panca,
continuava a lanciare sguardi indecifrabili in direzione dell'arciere.
«È un mio... assistente.»
Dichiarò l'altro,
squadrando il prete con aria di sfida. «Qualche
problema?»
L'uomo si affrettò a negare, scusandosi ed allontanandosi di
qualche metro.
«Il problema sarebbe... questo?» Domandò
Doumeki
osservando l'oggetto incriminato. Si trattava di un calice, lo stesso
calice che Yuuko-san aveva richiesto come pagamento per il lavoro.
Ormai, si disse, non doveva stupirsi di queste cose.
Intanto Watanuki, che con occhio attento aveva osservato l'avvicinarsi
di Doumeki all'altare, sobbalzò visibilmente quando questi
prese
il calice.
Reprimendo l'istinto di fermarlo, fissò l'arciere con
attenzione, quasi ammirato dal suo modo di muoversi per certi versi
simile a quello di Haruka.
Senza smettere di osservarlo lo vide prendere una manciata di sale per
poi spargerla sopra e attorno all'altare. Quel semplice gesto, che per
i presenti sembrò non arrecare conseguenze,
provocò un
urlo femminile tanto forte da spingere Watanuki a portarsi le mani alle
orecchie.
«Doumeki...» Chiamò, alzandosi in piedi.
«Stai
attento.» Lo avvertì, facendo un paio di passi
verso di
lui. «Era una ragazzina... il calice era suo,
credo.»
«Non avvicinarti.» Lo riprese Doumeki, facendo un
cenno
verso il sacerdote. «Non hai sentito quello che ha
detto?»
Il ragazzo si fermò, restando ad una distanza di sicurezza,
lo
sguardo ancora oscurato da una traccia di inquietudine per l'esorcista.
Non voleva che si trovasse in pericolo, per alcun motivo.
Corrucciò le sopracciglia.
Il prete, che intanto aveva ascoltato quello scambio, annuì
lentamente. «Potrebbe trattarsi di Megumi-chan...»
Mormorò. «Era di suo padre, quello.»
L'arciere trattenne un sospiro esasperato, prendendo un o-fuda ed
iniziando a scriverci sopra. Per un attimo la sua mente lo
portò
a pensare che se Yuuko-san aveva chiesto loro proprio quell'oggetto
probabilmente sapeva già della bambina.
Si fermò per controllare l'orario, notando che mancavano
ancora
quattro minuti prima della necessità di un nuovo contatto
con
watanuki.
Quest'ultimo intanto, improvvisamente debole, si era avvicinato di
qualche passo all'altare. Abituato all'effetto che gli spiriti avevano
su di lui aveva attribuito l'improvviso malessere alla presenza che
infestava la chiesa. Così, istintivamente, aveva cercato di
raggiungere l'arciere. Quando giunse a pochi passi da lui, si
fermò ad osservare il calice. In quel preciso istante fu
colto
da un capogiro. Fortunatamente, Doumeki registrò il rapido
movimento dell'altro e si mosse in fretta, afferrandolo un attimo prima
che il suo corpo ormani privo di sensi toccasse il freddo pavimento di
marmo.
«Watanuki... Oi...» Esclamò l'arciere
scuotendo il
ragazzo e sentendone, attraverso la stoffa, la temperatura sempre
più fredda. Tenendolo tra le braccia e consapevole della
necessità di un contatto pelle a pelle, si
inginocchiò
poggiando la fronte contro quella di Watanuki.
Sconvolto dal gesto dell'esorcista, il prete si avvicinò con
sguardo severo. «Che sta succedendo qui?»
Domandò
alternando lo sguardo dall'uno all'altro.
«Sta male, non lo vede?» Fu la brusca risposta di
Doumeki.
In quel preciso istante, Watanuki aprì gli occhi tentando di
capire cosa stava accadendo. La prima immagine che vide, decisamente
appannata, gli mostrò due cerchi dorati che si rivelarono
essere
gli occhi di Doumeki. Occhi che lo stavano fissando da vicino.
«Oi... ci sei?» Domandò l'arciere,
riportandolo rapidamente alla realtà.
Ancora intontito, Watanuki rimase a fissarlo per un po'.
«Che... che ci faccio a terra?» Esclamò
arrossendo
di colpo, notando l'eccessiva vicinanza tra lui e l'altro ragazzo.
«Che... Hey! Che stai facendo?» gli
sbottò contro,
al colmo dell'imbarazzo.
«Ti tengo in vita.» Chiarì l'altro,
mettendolo a
sedere e allontanandosi in direzione
dell'altare.
Watanuki lo seguì con lo sguardo. «Sono svenuto...
di
nuovo?» Chiese, alzandosi in piedi. Invece dell'arciere i
suoi
occhi incontrarono il volto imbronciato di una ragazzina che, a pochi
centimetri dall'altare, stava fluttuando a mezz'aria.
La stessa immagine giunse alla mente dei presenti. Tra loro, il prete
sembrò quello maggiormente allarmato.
«Megumi-chan?»
Domandò, tornando a fissare Doumeki. «Che intendi
fare
adesso?»
Ignorando la domanda del prete, Doumeki recitò un mantra,
attingendo ai ricordi legati a suo nonno. Poi fissò anche
lui la
ragazzina, questa volta grazie all'occhio che condivideva con Watanuki.
«Cosa vuoi? Questo...» dichiarò
sollevando il
calice. «Non ti appartiene più.»
A quelle parole l'altro ragazzo fece una smorfia. «Ti sembra
il
modo di rivolgersi ad una ragazza?»
Sibilò.
L'arciere gli rivolse un'occhiataccia e in quel mentre lo spirito della
ragazzina fece per allungarsi a prendere il calice, immediatamente
respinta dall'o-fuda che vi era stato messo sopra.
«Questo è mio!» Sibilò con
rabbia.
«Non più ormai. Devi passare oltre.» le
ricordò Doumeki, stringendo la presa intorno all'oggetto.
«Mio padre l'aveva promesso a me.»
sbottò lo spettro, «Che diritto hai di
rubarmelo?»
«Non è meglio andare da lui? Questo...
andrà ad una
strega, lei saprà come trattarlo. Forse... puoi discutere di
questo con lei, anche.» Tentò l'esorcista,
sperando di non
dover applicare qualcosa di più forte sulla piccola.
«Io... Se vi cedo quello... potrò andare da
papà?» Gli occhi dello spettro si fecero incerti,
e
Watanuki decise di intervenire prima che il poco tatto di Doumeki
rischiasse di rovinare le cose. Con cautela, si
avvicinò
di un passo sorridendo gentilmente alla ragazzina.
«Non hai più bisogno di stare qui... ce ne
occuperemo noi,
di questo.» Rispose, indicando il calice. Per tutto il tempo
continuò a tenere gli occhi sulla bambina, mancando
quindi
lo sguardo dell'arciere fisso su di lui. «Hai qualcuno che ti
aspetta, sai.»
A quelle parole, Doumeki annuì lentamente e, sempre
più
tranquilla, la piccola gli rivolse un lieve sorriso. Rassicurata da
quanto promessole dai ragazzi, e visibilmente affascinata dai modi
dell'arciere, sembrò studiare quest'ultimo per un po',
dichiarando infine che di lui si fidava perché era una
persona
pura.
Watanuki osservò ogni cosa con sguardo cupo. Sapeva di dover
essere felice per l'esito di quella storia, eppure qualcosa dentro di
lui sembrava contorcersi. Un rimescolio che non sapeva spiegarsi e che
era nato quando la piccola aveva sorriso all'arciere. Questi intanto,
notando l'espressione preoccupata dell'amico, gli andò
vicino,
apostrofandolo come suo solito.
«Non mi chiamo "oi"» Ribatté l'altro.
«Abbiamo
finito
qui?»
«Quasi.» Spiegò l'arciere, lasciandogli
il calice.
Poi, mentre la ragazzina diventava lentamente trasparente per
scomparire tra gli invisibili veli, tornò all'altare per
prendere qualcosa.
Quando vide l'oggetto che aveva in mano, Watanuki corrucciò
la
fronte pieno di disapprovazione. Anche il prete sembrò
contrariato e senza pensarci mosse qualche passo verso l'arciere.
«Ma quella...»
Senza minimamente scomporsi, Doumeki si fermò squadrandolo,
per
nulla intimorito. «Il calice era infestato. Yuuko-san
vorrà certamente anche questa. Ma se preferisce,
può
sempre discuterne con lei...»
A quello, il prete scosse la testa rassegnato, fissando la bottiglia di
vino pregiato giunta da Roma qualche giorno prima. «No... va
bene
così. Comunque, beh... Grazie.»
Quando uscirono dalla chiesa,
Watanuki si
trovò a riflettere sull'abissale differenza che separava
quel
luogo dal tempio dei Doumeki.
Poi, ricordandosi di quanto avvenuto prima, tornò a fissare
l'altro ragazzo. «Potevi anche avere più tatto con
quella
piccola!» Lo riprese. «E dovresti stare
più attento.
Certe cose sono... pericolose.»
Borbottò.
L'arciere lo fissò lateralmente. «Eri
preoccupato... per
me?» Domandò
infine.
Il più piccolo si limitò ad annuire, tornando con
la mente a quanto provato mentre si trovavano nella chiesa.
«Non devi. So cavarmela...» Dichiarò
l'altro,
colpito da quella rivelazione. «Tu piuttosto...»
Riprese,
cambiando discorso. «Quando sei svenuto, mancavano tre
minuti.»
A quello Watanuki sembrò tornare al presente, alzando uno
sguardo confuso sull'altro. «Ah si?
Davvero?»
«Ho sempre controllato l'orario.» Spiegò
il
più
grande.
«Beh... immagino che possa succedere.»
Commentò Watanuki con un'alzata di spalle.
«Può darsi...» Rispose l'altro.
Notando l'espressione dubbiosa dell'amico Watanuki sembrò
riflettere nuovamente su quanto accaduto. «In fondo
è la
prima volta, no?»
L'arciere lo guardò contrariato. «Questo non
significa che sia normale, Yuuko-san ci avrebbe avvertito.»
«Oh quella ha sempre le sue ragioni, lo sai!»
Borbottò il più giovane. «E
comunque...»
iniziò, leggermente imbarazzato. «Non devi
preoccuparti
nemmeno tu, sai.»
Doumeki continuò a guardare la strada davanti a
sé. «Se non lo facessi, finiresti molto
male.»
«Che hai detto?» Urlò l'altro,
parandoglisi di
fronte. «Non trattarmi come una ragazza! Te l'ho detto anche
prima!» Il suo sguardo arrabbiato si scontrò con
quello
neutro dell'arciere. Fu questione di un attimo ed il cuore prese ad
andare per conto suo, obbligandolo ad allontanarsi rapidamente.
Dietro di lui, per nulla turbato, Doumeki ribatté con la
solita
flemma. «Mi sembra di averti già detto cosa ne
penso.»
Quelle parole, dette con tanta indifferenza, riuscirono a trasformare
il miscuglio di sensazioni di Watanuki in rabbia. «Fai come
ti
pare. Tzè!» Urlò, dimenticando ogni
dubbio su
quanto avvertito fino a qualche minuto prima. «E sbrigati o
faremo tardi!»
Senza rispondere Doumeki lo seguì verso la stazione, le mani
in tasca ed un accenno di sorriso divertito sul volto.
* Kyudo La disciplina di
tiro con l'arco praticata da Doumeki. *_*
*Frecce ama Frecce sacre, di norma usate
contro spiriti maligni o rompiscatole.
Rieccoci nell'angolino della posta.
Doremichan: La
strana debolezza di
Watanuki è molto comoda, vero? Ah, che bello essere uketti,
deboli, ed avere bisogno di un forte Seme sempre con sé...
*vengono zittite dalle urla assordanti di Watanuki*
Dicevamo. Continua a seguirci e scoprirai cos'è successo!
Naco-chan: Ogni tanto anche lui ha i suoi momenti
buoni! *pat pat sulla testa di Wata*
Le scenette scolastiche sono molto divertenti anche da scrivere in
effetti. Ce ne saranno ancora e speriamo abbiano lo stesso successo. ^_^
Riguardo la "ragnatela" come l'hai chiamata... Come direbbe
Yuuko-san... Chissà... xD
Ci fa piacere che la storia ti piacca, comunque!
Thayhiel: Himawari non la lasceremmo indietro mai e
poi mai! Si
tratta di una douwata, ok, ma senza di lei come farebbero i nostri due
a capire di essere innamorati?
Watanuki inizia a migliorare, questo è vero... ma
chissà... :P
LawlietPhoenix: Uh il più bello? Ne
siamo liete! ^_^
E ci fa piacere che la gelosia dell'arciere piaccia a molte. Ahaha
forse Doumeki-kun non è dello stesso avviso. Ma fa niente.
*Lay ed Hari scappano, inseguite da un arciere mooolto arrabbiato*
Yusaki: Solo un sogno, ma se tale sogno capitasse a
noi... *si
ricompongono e asciugano la bava* L'atmosfera del capitolo su Yuuko-san
è particolare perché lei è
particolare,
ovviamente. *-*
E tra i nostri due, invece, le cose lentamente si muovono...
Roy4Ever: Adoriamo sapere che i pg sono Ic. Se non
lo fossero,
Yuuko-san potrebbe tenerci a lavorare per lei per i prossimi 4000
anni... (uh forse la strega non vuole si sappia. Ma tant'è
:P)
Siamo contente che la storia ti piaccia! ^_^
Elychan: Devi scusarci per la nostra abitudine,
purtroppo
scrivere questa storia ci ha innegabilmente rese delle
frasi-spezzate-misteriose dipendenti.
Comunque sia, è sempre un piacere sentirsi dire che la
storia piace, e soprattutto in diretta :P
E quei tre elementi (angst, comicità e fangirlismo) alla
fine sono alla base di Holic stesso!
Speriamo che continuerai a leggere!
Witch Of The Dimensions: *emozionate* ^_^ Davvero...
Grazie per
le bellissime recensioni. Cioè storia perfetta ha quel non
so
che che solleva gli spiriti.
I nostri Doumeki-kun... abbassa l'arco su! ^^;
Speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto! ^_^
Ed ora... Rullo di
tamburi...
Come promesso eccovi una lieta (speriamo) sorpresa!:P
Benvenute
nella sede centrale del fan club di Shizuka Doumeki!
Ragazza stranita: Perchè, ci sono altre sedi?
La ragazza viene ignorata.
Noi siamo Ichi ed Ini e siamo liete di essere tra le più
grandi
sostenitrici del ragazzo più bello della scuola, Shizuka
Doumeki.
Ichi: A proposito Ini, sei pronta per domani?
Ini: Ssh non spoilerare o le autrici cancellano il club! Lo sai che
neanche i membri di tiro con l'arco ci vedono di buon occhio.
Ragazza di prima: Vero... non hanno apprezzato il primo tentativo di
cheerleaders. Eppure eravamo così carine con le nostre
divisine.
Avevamo persino preparato canti e balletti sul kyudo!
Ichi: Senza contare che le nostre attività sono importanti.
*inizia elenco* Tifare per Shizuka, amare Shizuka, fotografare Shizuka,
maledire chiunque si avvicini a Shizuka, mandare lettere minatorie a
chiunque si avvicini a Shi... Ops! Questo non dovevo dirlo, vero capo?
*sguardo diretto verso una figura seduta nell'ombra*
Ini: Credo che per oggi sia meglio chiuderla qui.
Ichi ed Ini insieme: Grazie a tutte e se volete iscrivervi, l'unico
requisito è...
Tutte in coro: Amare Shizuka! ^_^
Le streghe vi ricordano che
se volete seguire le avventure di Ichi ed Ini nel pazzo mondo di
xxxHOLiC è nato il forum
con gdr!
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Capitolo 8 *** A stretto contatto - White day ***
Capitolo 8 - White day
Destino
Inevitabile - A stretto contatto.
Capitolo 8
White day
Quel
giorno il silenzio sembrava riempire l'intera aula di informatica.
Gli studenti erano
tutti concentrati sull'esercizio da svolgere, il
primo di una lunga serie, come aveva gentilmente spiegato l'insegnante
poco prima di allontanarsi. Tra loro, l'unico a non aver pace sembrava
essere Watanuki.
Il suo umore, però, non era pessimo per via della lezione,
no. Ciò che non capiva era il motivo che aveva spinto
Doumeki ad iscriversi all'ultimo istante, occupando il posto di fianco
al suo. E, cosa peggiore, non riusciva a mandar giù la
presenza delle due nuove compagne di corso. Non due ragazze qualsiasi
ma le peggiori che avesse mai incontrato, le stesse che sembravano aver
legato proprio con la dolce Himawari.
Cercando di sfuggire all'orribile pensiero, il ragazzo tornò
a concentrarsi sul lavoro da svolgere, osservando furtivamente quello
svolto da Doumeki.
«Ma sei già a quel punto?» Si
lasciò sfuggire, nel constatare che il compagno era ormai
alla fine dell'esercizio.
Per tutta risposta, l'altro si limitò ad annuire ed in quel
mentre Ichi si avvicinò in cerca di pareri su un calcolo
particolarmente difficile.
Sotto lo sguardo corrucciato di Watanuki, l'arciere svelò la
soluzione alla ragazza che, dopo averlo osservato con occhi incantati,
lo ringraziò per tornare al suo posto salvo fermarsi un
attimo dopo.
«Proprio non ti riesce eh?» Domandò,
fissando con aria ironica lo schermo ancora bianco di Watanuki.
Incuriosito, anche Doumeki si voltò ad osservare,
sporgendosi subito dopo per svolgere i primi calcoli dalla tastiera del
compagno.
«Hei!» Urlò questi, imbarazzato
dall'improvvisa vicinanza. «Non c'è bisogno,
smettila!» Esclamò.
A quello Doumeki si ritrasse rapidamente, dicendogli di arrangiarsi. Un
commento che suscitò l'ilarità di Ichi e la
rabbia di Watanuki che, voltatosi, le urlò prontamente di
smetterla.
«Stupido geloso che non sei altro.»
Borbottò la ragazza tornando al suo posto.
Quell'ennesima insinuazione sembrò accrescere il cattivo
umore del ragazzo che, nuovamente davanti allo schermo,
commentò con sarcasmo le sue parole attirando nuovamente
l'attenzione del compagno.
«Di chi sei geloso?» Chiese Doumeki, rivolgendo uno
sguardo distratto allo schermo che si andava riempiendo di calcoli
errati.
«Cosa? Geloso io?» Watanuki si finse stupito.
«Che dici?» Continuò battendo i tasti a
casaccio, peggiorando così la già critica
situazione dell'esercizio.
«Stai combinando un casino.» Esclamò
l'arciere tornando a scrivere sulla tastiera dell'altro.
L'improvvisa vicinanza dei due sembrò attirare gli sguardi
delle ragazze poco distanti che si produssero in mormorii fastidiosi.
Nel sentirle, Himawari
si lasciò sfuggire una risatina e
tutto questo, unito ad uno sguardo dell'insegnante appena rientrata,
fece arrossire Watanuki.
«Hei...» Iniziò, stando attento a dosare
il tono di voce. «Ti sembra il caso di fare cose tanto
compromettenti davanti a tutti?»
A quello, senza ribattere, Doumeki si allontanò nuovamente
per terminare il suo lavoro.
Qualche minuto più tardi l'ora gli indicò che era
il momento di agire. Dopo un rapido sguardo verso il compagno, ancora
concentrato sul compito, l'arciere gli prese un polso. «Non
è colpa mia se serve questo contatto...»
Mormorò, adombrandosi. «Cerca di
sopportarlo.»
Improvvisamente a disagio Watanuki scosse la testa, guardandosi in
torno e tornando a fissare il compagno. «Non è
questo che mi da fastidio.» Spiegò, scuotendo
leggermente il polso. Poi dopo un profondo respiro decise di cambiare
argomento. «Sai che... non ho più sognato tuo
nonno? Temo sia arrabbiato.»
«Arrabbiato. perché?»
Il più giovane lo guardò con espressione incerta.
«Ecco... forse per via... di quando abbiamo discusso.
Sai...» Continuò distogliendo lo sguardo.
«Dopo il sogno...»
Doumeki lo fissò con aria cupa. «Non credo lo sia.
Non per questo.»
Watanuki tornò a fissarlo e nel farlo udì nuovi
commenti da parte delle ragazze intente ad interrogarsi su una presunta
relazione tra lui e l'arciere. «Ma sentile!»
Commentò furente. «Dannate fansgirls!»
Poi tornando ad osservare il compagno. «Quindi per cosa
potrebbe esserlo?»
«Cosa vuoi che ne sappia.» Sbottò
l'altro, soffermandosi ad ascoltare gli ennesimi commenti.
«Mi dici perché ti preoccupa quello che
dicono?» Domandò poi indicando le ragazze alle
loro spalle.
Watanuki lo fissò piccato. «Grazie per l'aiuto eh!
E si, mi preoccupo. perché a differenza di te che sei un
pezzo di ghiaccio io... beh non lo sono!»
«Non è a me che appare. Non posso sapere i vostri
problemi.» Affermò di colpo, rifiutandosi di
rispondere all'altra insinuazione. Lo sguardo fisso davanti a
sè.
Quell'espressione, a suo modo carica di tensione, sembrò
calmare l'altro ragazzo. «Lui... Ecco io... Credo che
verrebbe anche da te, se potesse, sai...» Mormorò
in tono gentile.
Doumeki lo fissò per un attimo. «Stai cercando di
consolarmi?» Domandò alzandosi ed iniziando a
recuperare le sue cose.
«Consolarti? Non scherziamo!» Borborrò
l'altro, facendo lo stesso.
«Forse non ha nulla da dirmi» Commentò
Doumeki con aria assorta. «Non preoccupartene...»
Si bloccò di colpo, notando la presenza di Ini che, ferma a
pochi passi da lui, lo stava guardando timidamente.
Ci fu un attimo di silenzio, dopo il quale la ragazza avanzò
di qualche passo, raggiungendo l'arciere e porgendogli un pacchetto.
«Doumeki-kun, questo è... per te...»
Dichiarò senza riuscire a sostenerne lo sguardo.
Quando l'arciere accettò l'inatteso dono, la ragazza si
allontanò praticamente di corsa.
«Non mi preoccupo comunque.» Esclamò
Watanuki tornando sull'argomento. «Mi sembrava ti
dispiacesse, tutto qui.» Commentò, fissando il
pacchetto ancora nelle mani del ragazzo.
«Cos'è?» Si informò.
«E comunque sono i ragazzi che fanno i regali per il White
day. Dovresti dirglielo, sai?»
«Non importa.» Dichiarò l'altro,
mettendo il pacchetto in tasca. «E non sono dispiaciuto. Non
per quello che credi tu, almeno...» Continuò
superandolo e voltandosi a guardarlo. «Vogliamo andare?
Yuuko-san ci sta aspettando.»
Watanuki lo fissò per un attimo, perso nello sguardo assorto
dell'altro e colpito da quell'ultima frase. «Sei...
dispiaciuto per qualcosa?» Domandò raggiungendolo,
poi corrucciò le sopracciglia. «Tss,
sarà sicuramente un qualche cibo scaduto o mal
preparato.» Commentò tra sé e
sé, ripensando al regalo consegnato poco prima da Ini.
«Lascia stare.» Fu la secca risposta dell'arciere.
«Non credo sia cibo, comunque.»
A quello Watanuki prese a dimensarsi come suo solito. «Eh?!
Come hai fatto a sentirmi? Cos'hai al posto di quelle
orecchie?!»
~x~X~x~
Quando giunsero al negozio l'atmosfera era stranamente tranquilla.
Come spesso accadeva, Yuuko li chiamò dalla saletta dove era
solita riceverli, facendosi trovare in compagnia di Mokona e di una
bottiglia di sakè.
Dopo averli osservati con fare assorto, la strega allungò un
braccio in direzione di Doumeki per riavere indietro l'amuleto.
Una scena che Watanuki osservò con un certo disappunto,
visto che da giorni si ripeteva sempre allo stesso modo.
«Allora, com'è andata oggi?»
Domandò la strega osservando i due ragazzi con sguardo
malizioso.
Mentre il più piccolo metteva il broncio, l'arciere
portò una mano in tasca estraendo l'oggetto richiesto da
Yuuko. «Bene.» Esclamò.
In quel mentre un suono sordo attirò l'attenzione dei
presenti.
«E quello?» Chiese la strega, indicando un
pacchetto ai piedi dell'arciere.
Anche Watanuki voltò lo sguardo in direzione dell'oggetto
caduto. «Quello è... il pacchetto che ti ha dato
quella Ini...» Dichiarò con voce spenta.
«Senti senti...» Commentò Yuuko.
«Abbiamo dei rivali, eh Watanuki?»
Attratto dalla possibilità di far infuriare il ragazzo,
Mokona saltò giù dal divano.
«Doumeki-kun fa strage di cuori! Geloso eh?»
Cantilenò, già sulla spalla di Watanuki.
«Che hai detto?» Urlò il ragazzo,
afferrando la palla di pelo ed iniziando a scuoterla davanti a
sé.
«Watanuki è cattivo!» Strillò
Mokona, liberandosi per tornare sul divano.
Il ragazzo lo seguì con gli occhi notando che il pacchetto
era sparito. Senza rendersene conto, posò quindi lo sguardo
sull'arciere.
«Beh, che hai da guardare?» Domandò
questi, fissandolo lateralmente.
«Doumeki-kun...» Intervenne la strega.
«perché non apri quel pacchetto?»
Domandò con espressione curiosa.
«Già, perché non lo apri?»
Insistè Watanuki in tono alterato.
Incuriosito, anche Mokona decise di dire la sua, saltando sulla spalla
dell'arciere ed iniziando ad urlare. «Aprilo!
Aprilo!»
Dopo uno sguardo quasi arrabbiato in direzione di Watanuki, Doumeki
decise di accontentare i presenti.
Lentamente iniziò a scartare il pacchetto regalo,
estraendone un pupazzetto che lo ritraeva, in tutto e per tutto, nelle
sue vesti da arciere.
Insieme, sigillata con un adesivo a forma di cuore, c'era una lettera.
Dopo averla rimessa in tasca, Doumeki scrutò il pupazzetto,
porgendolo infine a Watanuki.
Il ragazzo arrossì di colpo. «perché lo
dai a me?» Urlò. «E tuo no? E poi che
diavolo è...» Domandò, ridandoglielo
come se scottasse.
«Kawaaaaiiiii!» Esclamò Yuuko,
sorridendo. «Hai delle ammiratrici attente, eh
Doumeki-kun?»
Incuriosito dall'affermazione della strega, Watanuki si sporse per
osservare le fattezze del pupazzo e, accortosi di ciò,
Doumeki pensò bene di ripetere il gesto di prima.
«Si può sapere perché lo dai a
me?!» Protestò Watanuki, agitando la mano in cui
stringeva la miniatura dell'arciere.
Il ragazzo più alto si limitò ad un'alzata di
spalle.
«Parlo con te! mi hai sentito?!»
Protestò l'altro, sotto gli sguardi attenti di Yuuko e
Mokona.
«Oggi è il White day.»
Dichiarò Doumeki.
Quella risposta sembrò congelare per un attimo il
più giovane. «Che... che... Che hai
detto?!» Strillò. «E chi se ne frega?
Non lo voglio un coso che ti assomiglia!»
«Ho visto che ti piace.» Replicò l'altro
fissandolo dritto negli occhi. «E... puoi sempre far finta
che sia mio nonno. Siamo uguali, no?»
Imbarazzato da quelle parole, Watanuki arrossì maggiormente,
voltandosi dall'altra parte. «Se anche fosse?»
Urlò. «E poi cosa c'entra lui?!
Tzè.» Continuò mettendo in tasca il
pupazzetto.
Quell'immagine divertì particolarmente i due spettatori che
si profusero in una risatina sarcastica.
«Watanuki è tutto rosso!»
Cantilenò Mokona iniziando a saltellare.
«Sembrate proprio una coppietta, sapete?»
Continuò Yuuko.
Doumeki sembrò non badarle e, senza dire nulla, si mise a
sedere.
«Waaaatanuki!» Urlò Mokona.
«Abbiamo fame!»
«Già portaci qualche stuzzichino.»
Concordò l'arciere, versando da bere per sé e per
la strega.
«La smetta con queste assurde illazioni!» Si
lamentò il più giovane in direzione di Yuuko.
«E voi smettetela di darmi ordini!»
Continuò lanciando uno sguardo infuocato ai presenti. Poi,
consapevole di aver urlato invano, abbassò il capo con fare
rassegnato e si avviò verso la cucina.
Una
volta soli Yuuko osservò a lungo l'arciere.
«Dimmi, Doumeki-kun...» Esordì
improvvisamente. «Non hai nulla da raccontarmi?»
A quella domanda il ragazzo sollevò lo sguardo sulla donna,
consapevole che, se aveva parlato a quel modo, doveva esserci qualcosa
sotto. Ci pensò su ma, non trovando risposte degne di nota,
rimase a fissarla a sua volta.
«Mi chiedevo...» Continuò l'altra con
espressione vaga. «Come va la tua attività con
l'arco?»
Bastò quello a rendere tutto più chiaro.
«Lei... lo sa già vero?»
Tentò l'arciere senza mai distogliere lo sguardo da quello
penetrante della strega.
«Già... Il nostro Doumeki-kun che usa la freccia
hama con un arco invisibile... Come potevo perdermi un tale
evento...»
A quello, il ragazzo decise di esternare i propri dubbi. «In
effetti avevo pensato di parlarne con lei. Poi però... sono
accadute tante cose e alla fine, quell'aspetto ha perso
importanza.»
Yuuko lo ascoltò sorridendo. «Cosa volevi
sapere.» Esclamò, tornando a riempirsi il
bicchiere.
Doumeki osservò per un attimo Mokona che, totalmente
ubriaco, si era infine addormentato. «Mi chiedevo come sia
stato possibile.» Commentò.
La strega ampliò per un istante il suo sorriso, tornando
seria un attimo dopo. «Forse perché i tuoi poteri
stanno aumentando.» Sentenziò.
Doumeki si limitò ad annuire. In quel preciso istante dalla
cucina giunse un suono sordo.
Un
attimo dopo l'arciere era fermo davanti alla porta, lo sguardo fisso
su Watanuki che, in ginocchio, stava respirando in modo affannato.
«Che ti succede?» Domandò,
raggiungendolo e prendendogli un braccio.
Watanuki lo guardò brevemene, il volto sudato per lo sforzo
di tenersi in vita. «Ho perso... il senso del
tempo...» Mormorò, mentre l'energia di Doumeki
iniziava a ridargli un pò di colore. «E tu potevi
anche pensarci invece di perderti in chiacchiere con quella!»
Esclamò, già più in forze.
L'arciere lo fissò duramente. «Non puoi pretendere
che sia sempre io a ricordarmene.» Dichiarò con
tono fermo. «È la tua vita. Non la mia.»
Quelle parole sembrarono scuotere il più giovane che,
staccatosi dalla presa, si alzò avvicinandosi ai piatti da
portata. «Scusami tanto se... ti sono di disturbo.
Vedrò di starci attento.» Mormorò.
Doumeki lo ascoltò, raggiungendolo ed afferrandolo con
forza. «Sei un idiota!» Esclamò,
costringendolo a girarsi per poi piantargli in faccia due occhi
infuocati. «Non mi sei di peso, vuoi capirlo?»
Quei modi, così distanti dal solito, lasciarono Watanuki di
sasso. Il cuore che batteva all'impazzata.
«S..si..» Mormorò distogliendo
improvvisamente lo sguardo. «Devo... andare. Yu... Yuuko-san
ci sta aspettando.» Continuò, cercando di
staccarsi dalla presa del più grande.
Per tutta risposta, Doumeki ne aumentò la stretta.
«Non farti venire mai più simili idee»
Continuò, afferrandogli il viso con l'altra mano per
costringerlo a guardarlo. «Idiota.»
Terminò, lasciandolo andare.
Finalmente libero Watanuki si scansò un minimo, restando in
silenzio per un pò.
Le parole ed, in particolare, i modi
dell'arciere lo avevano decisamente frastornato agitandolo
più del solito. Scosse la testa per costringersi a togliersi
quell'immagine di Doumeki dalla mente. Infine prese un paio di vassoi e
si mosse in direzione della sala.
Quando
rientrò, Yuuko lo accolse con un ampio sorriso.
«Era ora. Io e Mokona stavamo morendo di fame.»
Dichiarò la donna sporgendosi per osservarlo meglio.
«Stai bene? Sembri un pò... scosso.»
Terminò con fare allusivo.
«Si, sto bene!» Borbottò il ragazzo,
mentre con fare accorto posizionava i primi piatti sul tavolino.
Doumeki entrò in quel preciso istante, accomodandosi con
aria neutra e adocchiando i primi stuzzichini.
Ancora curvato sul tavolino, Watanuki si mosse appena per lanciargli
un'occhiataccia, trovandosi a pochi centimetri dal viso dell'arciere
che, di colpo, aveva preso a fissarlo.
Sotto lo sguardo divertito della strega, Watanuki ebbe un lieve
sobbalzo, dopo il quale si allontanò velocemente verso la
cucina.
«Quel ragazzo è l'unico in grado di farti scoprire
lati di te che non pensavi di avere, eh Doumeki-kun?»
Esclamò dun tratto la donna.
Senza minimamente scomporsi l'arciere la osservò senza
rispondere.
«Già...» Commentò lei,
spostando brevemente lo sguardo su Mokona che, non visto, aveva portato
via uno dei piattini. «Suppongo sia così che debba
andare. Piuttosto...» Continuò, tornando a fissare
il ragazzo. «Sto ancora aspettando il pagamento dell'ultima
missione.»
Doumeki ricambiò lo sguardo, alzandosi per recuperare la
busta che porse alla donna.
Watanuki tornò in quel momento, lanciando uno sguardo
accusatore all'arciere.
«Oh!» Esclamò una Yuuko al colmo della
gioia. «Questa bottiglia è meravigliosa!»
«Tss. Poteva anche evitare di rubarla.»
Protestò il cuoco mentre con espressione severa posizionava
gli altri piattini.
«Non l'ho rubata.» Si difese l'arciere.
«È stato il prete a dirmi che potevo
prenderla.»
«Ma se l'hai praticamente minacciato!»
Sbottò Watanuki, in tono incredulo.
«Su su, non agitiamoci. Doumeki-kun ha fatto
benissimo.» Esclamò la strega con aria soddisfatta.
«Si, come no!» Continuò il ragazzo
più giovane, prendendo finalmente posto.
Per un pò nella saletta regnò il totale silenzio.
Ad eccezione di Watanuki, erano infatti tutti intenti a gustare le
varie pietanze.
Solo Doumeki sembrò interessarsi allo strano silenzio del
ragazzo.
«Oi...»
Lo chiamò. «Stai
bene?» Domandò, notando che non aveva toccato cibo.
Ancora concentrato sulle strane emozioni che lo accompagnavano
dall'ultima discussione avuta con l'arciere, Watanuki si
limitò ad annuire. In qualche modo che neppure lui sapeva
spiegarsi, si sentiva quasi infastidito dalle attenzioni dell'altro. In
fondo era solo colpa sua se ora aveva quello strano rimescolio,
pensò.
Senza smettere di fissarlo, Doumeki gli lanciò un'occhiata
poco convinta. «Mangia allora.»
«Non ho fame.» Dichiarò l'altro, senza
sollevare lo sguardo dal piatto.
Quell'atteggiamento sembrò infastidire l'arciere.
«Non hai fame, eh?» Mormorò
più a se stesso che al ragazzo che aveva di fronte.
Senza
attendere una risposta, si sporse verso di lui, sottraendogli le
bacchette. Con queste afferrò un gamberetto e lo
avvicinò alla bocca del più piccolo.
Quel gesto sembrò distruggere tutto l'autocontrollo di
Watanuki che, in meno di un secondo riuscì a diventare color
porpora.
«Cheeee?» Strillò indietreggiando con
fare sconvolto. «So mangiare da solo, io!» Si
lamentò, strappandogli le bacchette di mano per addentare il
gamberetto.
Doumeki lo fissò mandare giù il primo boccone.
«Vedi di mangiare allora. Hai già poca energia di
tuo.» Commentò senza smettere di guardarlo.
Divertito dalla scenetta, Mokona prese a saltellare sul tavolo.
«Watanuki è arrossito!» Urlò.
Sempre più in collera, il ragazzo lanciò uno
sguardo assassino verso Doumeki. «Non è colpa mia
se sono senza energie. Non rinfacciarmelo!»
Strillò, volantosi subito dopo in direzione del manju nero.
«E tu sta zitto!»
Yuuko, che aveva approfittato del momento per studiare i due ragazzi,
accolse un Mokona offesissimo tra le braccia. «Waaatanuki!
Su, non c'è motivo di scaldarsi tanto. Hai offeso
Mokona!» Dichiarò accarezzando la palletta di pelo.
«Watanuki è cattivo!»
Commentò Mokona, prendendo il dolcetto che Doumeki gli stava
porgendo.
«Oi! La prossima volta mettici più salsa di
soia.» Aggiunse l'arciere guardandolo.
Quella fu la classica goccia in un vaso fin troppo pieno.
«Tu!» Strillò il cuoco inferocito.
«Come osi! Eh? Prima ti fingi preoccupato e poi riprendi a
darmi ordini?!»
Doumeki lo guardò con l'aria di chi non capiva dove stesse
il problema. «Beh ma è vero che ci vorrebbe
più salsa.» Dichiarò.
Watanuki lo fissò con odio, cercando di ignorare le risatine
di Yuuko e Mokona. «Basta! Non vi sopporto!» Si
lamentò, prendendo i primi piatti sporchi per rifugiarsi in
cucina. Le orecchie che quasi gli fumavano, tanta era la rabbia.
L'arciere lo osservò allontanarsi. Sul visto un sorrisetto
divertito. «Sarà il caso che lo
raggiunga.» Comunicò alla strega. «Il
tempo limite sta per scadere.» Annunciò e, dopo un
gesto di assenso da parte della donna, si avviò verso la
cucina.
Rieccoci ancora una volta alle recensioni, sperando che anche questo
capitolo vi sia piaciuto! ^_^
Gioielle:
Ma
ciao! Ti avevamo riconosciuta, si si. Eh, il nostro "Shizuka-kun" ha
delle qualità nascoste... che prima o poi Watanuki
scoprirà :P.
La strada
sarà ancora lunga e difficile ma si, inizia a rendersene
conto. Molto piano. *sigh*
Ahahaha, comunque, da
dove credevi che le avessimo prese le due pazze per il GDR?
Grazie della
recenzione!
LawlietPhoenix:
Ahahahha ci spiace
di averti attirato la mamma in camera ma siamo felici di sapere che il
capitolo sia riuscito a suscitare delle risate. A breve arriveranno le
lacrime. ^^"
Quanto ad Ichi ed
Ini... che dire se non
che sono due pg che pian piano ed in modo molto poco elegante si sono
ritagliate la loro fetta di mondo? XD
Naco chan:
Eh si, sta sempre
peggio. Che un giorno non possa *propio* evitare di starsene
appiccicato a Doumeki, dici? Lo scopriremo solo leggendo :P
Quelle due? Beh, chi
meglio di due fangirl sfegatate e gelose per far ingelosire
Watanuki-che-nega-i-propri-sentimenti?
Yusaki:
Ma ciao! ^_^
Eh si... Anche un
passante occasionale
è in grado di cogliere cose che al nostro Watanuki sfuggono.
Ma
in fondo è proprio per questo suo essere totalmente impedito
che
ci piace tanto, no? XD
Riguardo le condizioni
di Watanuki... presto si scopriranno nuovi indizi. (Fa molto csi
così, lo sappiamo. :P)
Ps. Sto ancora
sognando per il tuo ultimo capitoletto! *_* (nd. Lay)
Elychan:
se fossero state presenti
sarebbero scoppiate a piangere quando Doumeki si è trovato
così vicino a watanuki in chiesa, altro che!
Comunque, anche noi
abbiamo adorato quella parte, daltronde chi mai nella coppia potrebbe
fare la mogliettina?
Eh, questi uketti che
negano la loro natura!
Continua a seguirci!
Witch Of The Dimensions: In una sola parola...
Grazie ^_^
Le tue parole ci spronano a fare sempre meglio. E' bello poter leggere
tanti complimenti. Quindi grazie e alla prossima ^_^
|
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Capitolo 9 *** A stretto contatto - Rivelazione notturna ***
Destino Inevitabile - A stretto
contatto
Capitolo 9
Rivelazione notturna
Quel
nuovo giorno, il risveglio al
tempio non fu lo stesso di sempre.
Alle quattro e trenta del mattino Watanuki spalancò gli
occhi, mettendosi a sedere. Il respiro affannato, le gocce di sudore
che gli imperlavano la fronte, gote rossissime ed occhi decisamente
stralunati.
Rimase così per diversi secondi, dopo i quali,
portò la mano libera al volto. «Oh
cazzo!» Imprecò.
A quell'esclamazione Doumeki si svegliò, notando l'altro
ragazzo seduto sul fouton.
«Oi...» Mormorò, resosi conto che era
ancora notte fonda. «Che succede?»
Nel sentirlo, Watanuki scostò la mano dalla fronte girandosi
verso l'arciere. Quando i loro occhi si incontrarono, sentì
un'improvvisa ondata di calore che aumentò l'agitazione
già presente. «Niente! Tutto a
posto!» Urlò quasi, accorgendosi subito dopo che
la sua voce non era uscita esattamente come avrebbe voluto.
Quel fatto, unito allo sguardo di Doumeki ancora fisso su di lui, lo
portò ad allontanarsi cercando di svincolare la presa dal
suo braccio.
Intanto l'arciere che, grazie alla luce lunare e a quella data dalle
lampade esterne, riusciva a vederci abbastanza, si sollevò
per osservarlo meglio aumentando al contempo la presa in modo da
bloccarlo «Che hai?» Ripeté.
Per tutta risposta, Watanuki sbatté un paio di volte le
palpebre ricambiando lo sguardo dell'arciere.
«Tel'ho detto... non è... niente.»
Tentò, scuotendo la testa nel tentativo di calmarsi.
«Torna a dormire, ok?»
Doumeki continuò a fissarlo e per un attimo il suo sguardo
si posò sulle labbra che il più piccolo stava
mordicchiandosi.
«Sei strano.» Dichiarò infine.
Sempre più imbarazzato dallo sguardo insistente del padrone
di casa, Watanuki sbuffò girando la faccia dall'altra parte.
«Senti... non è un qualche spettro che vuole
mangiarmi...» Tentò. «Era... solo... un
sogno. Ok?»
«Un sogno... di che tipo?» Chiese l'altro,
improvvisamente curioso.
«Un sogno è un sogno!»
Ribatté il più piccolo dopo aver preso un
profondo respiro. «Do...dormiamo ora...»
Continuò, tornando a sdraiarsi nel tentativo di contenere la
reazione alle parti basse, presente da quando si era svegliato.
Non convinto, Doumeki rimase immobile, la mente persa dietro strani
pensieri.
Aveva capito che Watanuki gli stava nascondendo qualcosa ed era giunto
alla conclusione che dietro tutto quell imbarazzo poteva celarsi solo
un sogno erotico, cosa piuttosto normale alla loro età.
"Sicuramente ha sognato Himawari..."
Pensò, accusando una fitta allo stomaco. Una reazione
inattesa quanto spiacevole.
«Come vuoi...» Mormorò infine, a voce
bassa. Vedere l'altro in quello stato lo aveva reso strano. Come se una
sorta di lampadina si fosse accesa al suo interno, illuminando pensieri
rimasti al buio per troppo tempo. Cose che non era affatto il caso di
affrontare. Non ancora, almeno.
«Buona notte.» Esclamò, tornando a
sdradiarsi.
In risposta giunse solo un lieve sussurro.
Al suo fianco, Watanuki sembrava essersi addormentato.
Doumeki lo guardò per un periodo di tempo che non avrebbe
saputo quantificiare.
Attraverso la mano stretta attorno al suo polso, poteva sentirne il
battito accelerato. Qualcosa che pochi giorni prima non avrebbe avuto
alcuna importanza, mentre ora...
D'un tratto si rese conto di non volere i pensieri che la mente stava
continuando a comporre. E nel tentativo di far calare il sipario su uno
sfondo che riteneva fin troppo pericoloso per la sua salute
psico-fisica, infine si obbligò al sonno.
°*°
L'area entro la quale si svolgevano le lezioni di educazione fisica
quel giorno era gremita di studenti che, complice il bel tempo, si
erano riversati in massa sul prato circostante. Chi, per sgranchirsi le
gambe ed osservare i ragazzi impegnati nelle lezioni, chi per
incontrarsi con i compagni tra una lezione e l'altra, tutti erano
intenti a godersi il primo sole primaverile.
Poco distante da quell'atmosfera di spensierata allegria, un ragazzo
stava correndo verso gli spogliatoi maschili.
Fu il primo ad arrivare e questo gli permise di scegliersi un angolo
più appartato dove rifugiarsi.
Ancora stanco per la corsa, appoggiò le braccia ad una
parete. «Accidenti.» Borbottò.
Sfuggire gli spettri gli aveva insegnato a correre come un fulmine,
tuttavia anche lui era vittima della stanchezza.
Un pò più calmo si lasciò cadere su
una delle panche di legno. La mente ancora carica di immagini
indesiderate.
Aveva passato tutta la mattina ad evitare lo sguardo di Doumeki,
inventando scuse sempre diverse quando, ad ogni cambio d'ora, era
costretto a vederlo per caricare l'amuleto. Al termine della prima ora
era arrivato con un libro da leggere, in modo da tenerevi gli occhi
incollati per il tempo necessario alla ricarica. Un'altra volta si era
portato dietro Himawari, chiacchierando con lei come se l'arciere non
esistesse. E così per le restanti ore, fin quando
l'inevitabile ironia del destino non lo aveva costretto a guardare in
faccia la dura realtà, ponendolo davanti all'ora di
educazione fisica.
A quel ricordo, Watanuki sospirò stancamente. Doversi
allenare sfuggendo gli sguardi altrui era stato terribile, specie
quando bastava uno sguardo dell'arciere per andare nel pallone,
riportandogli alla mente le immagini di quella notte.
«Ahh insomma, devo smetterla di pensarci. Era solo un
sogno!» Si disse, nel tentativo di convincersi.
La porta che si apriva lo spinse a restare in silenzio.
«Si può sapere che ti è
preso?» Lo sgridò Doumeki, entrando e fissandolo
con sguardo torvo. «Lo sai che non devi allontanarti
troppo.» Dichiarò porgendogli il talismano
nuovamente carico.
Watanuki allungò un braccio, per prendere quanto gli veniva
porto. Lo sguardo, improvvisamente sfuggente.
«Volevo cambiarmi...» Si giustificò,
togliendosi le scarpe da ginnastica e sfilandosi la maglietta.
Nel tentativo di fingersi indifferente, iniziò a frugare
nella borsa in cerca dell'asciugamano. Dopo un paio di tentativi si
guardò intorno, notandolo dall'altra parte della stanza.
«Come cavolo c'è finito li!»
Borbottò, muovendosi per andare a recuperarlo.
Percorse il breve tragitto tenendo sempre gli occhi bassi, in modo da
non incrociare lo sguardo di Doumeki che sentiva, come sempre, fisso
sulla sua persona. Era talmente concentrato a maledire dentro di
sé quel modo di fare dell'arciere, che quasi non si rese
conto della porta che si apriva. Il risultato fu di sbattere contro il
ragazzo che stava entrando.
«Che?» Watanuki si mosse appena, sollevando il viso
ed incontrando gli occhi dell'altra persona.
«Masanori-kun...» Balbettò, scansandosi
in fretta. «Scu...scusami, non ti avevo visto.»
Fermo davanti a lui, il ragazzo sembrò riconoscerlo in
fretta. «Oh, sei tu! Tutto a posto?»
Domandò senza togliere le mani dalle sue spalle.
«S...si io... ero distratto... Scusami»
Ripetè l'altro, improvvisamente a disagio.
«Non preoccuparti.» Lo rassicurò
Masanori, notando subito dopo l'arrivo di Doumeki.
L'arciere si fermò ad un passo da Watanuki. «Che
succede, qui.» Domandò, cogliendolo di sorpresa.
«Eh?!» Urlò il ragazzo voltandosi a
guardarlo. Quando lo vide, a torso nudo, con i capelli ancora umidi, il
suo cuore perse un battito. «D...do... Doumeki.»
Balbettò. «Sei tu...» Gli occhi
nuovamente bassi.
Masanori, che intanto aveva osservato la scena staccandosi prontamente
dal più piccolo, rivolse un sorriso all'arciere.
«Doumeki-kun... Ho solo aiutato Watanuki-kun ad evitarsi una
brutta caduta.» Esclamò sorridendo.
Watanuki intanto era rimasto in silenzio, paralizzato dal contatto
improvviso con la pelle calda dell'arciere.
«Tut...to a posto...» Borbottò,
osservando la mano ancora attorno al suo braccio. «Non c'era
bisogno di venire... a fare la... guardia del corpo...»
Mormorò, mentre la sua mente gli inviava ricordi di come
quella mano lo aveva toccato nel suo sogno. E dei baci e dei...
«E comunque sto bene!» Urlò, staccandosi
di colpo dall'altro.
Doumeki gli lanciò un'occhiata distratta. «Se tu
non fossi così sbadato non ne avrei bisogno.»
Dichiarò, tornando a guardare Masanori per scoprirlo intento
a fissare Watanuki.
Sotto lo sguardo inquisitorio dell'arciere Masanori abbozzò
un sorriso di circostanza. «Allora, immagino che ci vedremo
dopo in classe, Doumeki-kun...» Esclamò
congedandosi.
L'altro si limitò ad un cenno dopo il quale si
avviò verso il suo armadietto.
«Non sapevo che foste in classe insieme...»
Commentò Watanuki.
«Lo siamo da quest'anno in effetti.» Rispose
l'altro afferrandolo per il polso.
Al nuovo contatto Watanuki si irrigidì per un attimo, quasi
pronto ad inveire contro la mancanza di modi dell'arciere. La mancanza
di energia però lo costrinse a fare diversamente e, senza
dire nulla, prese l'asciugamano e si limitò a seguirlo
fermandosi solo agli armadietti. Lì, senza quasi rendersene
conto, rimase a fissare Doumeki che dopo essersi asciugato, incurante
di essere osservato, si tolse la parte inferiore della tuta, restando
in boxer.
Quell'immagine sembrò arrivare dritta al cervello di
Watanuki che, coloratosi come una ciliegia, si voltò
dall'altra parte riprendendo a vestirsi e maledicendo la sua
capacità di ficcarsi nei guai anche dormendo.
°*°
Il tempio era un luogo da sempre silenzioso.
Persino quando era ancora un bambino aveva imparato a rispettarne
quella sorta di legge inespressa.
Gli piaceva restare ad occhi chiusi per sgombrare la mente e amava
ascoltare le storie che ogni sera poteva udire dalla voce calma e
pacata di suo nonno.
Anche in quei momenti che anticipavano il suo viaggio nel mondo
onirico, il silenzio era l'elemento preponderante.
Doumeki sospirò, ripensando a quei giorni lontani.
Era sdraiato sul suo fouton, tra le mani la lettera di Ini. Prima o poi
avrebbe dovuto leggerla e quello gli era sembrato il momento migliore.
Poco distante da lui, Watanuki stava tornando dal bagno, avvolto in uno
yukata un pò troppo grande.
Quando entrò in camera si sdraiò a pancia in
giù. «Certo che tenere d'occhio il tempo
è faticoso.» Commentò, lo sguardo verso
la parete.
Accanto a lui Doumeki cercò di ignorarlo, limitandosi ad
allungare una mano per sfiorargli il braccio che l'altro gli porgeva.
Nel farlo mosse appena la mano, cercando di trovare il punto
più comodo. Il risultato fu una leggera carezza che a
Watanuki giunse insieme ad un brivido lungo la schiena.
Nel tentativo di distrarsi, il più piccolo girò
la testa dall'altra parte, notando la lettera tra le mani dell'arciere.
«Che leggi con tanto interesse?» Domandò.
Cogliendo il tono volutamente sarcastico della domanda, Doumeki gli
lanciò un'occhiataccia, soffermandosi per un attimo sul suo
viso. «La lettera di Ini...» Rispose. A quello,
Watanuki mise il broncio. «Ah... quella li.»
Sbuffò. «E sentiamo, cosa vuole? Immagino ti abbia
scritto un poema nel quale si dichiara, continuando con frasi su quanto
sei bello, atletico e...» Si fermò, arrossendo.
«Insomma che dice...?»
L'arciere lo guardò per un attimo. «Entrambe le
cose in realtà. Più altro...»
Terminò, facendosi pensieroso.
«Ovvero?» Ribattè l'altro.
«Non mi è sembrata una capace di
pensare...» Borbottò, giustificandosi.
«Lei...» Doumeki si fermò, indeciso sul
rivelare o meno le insinuazioni della ragazza. Lo sguardo
tornò per un attimo su Watanuki. «Mi chiede se io
e te stiamo insieme.» Rispose. In fin dei conti si trattava
dei pensieri di Ini, non certo dei suoi. «Dice... che secondo
lei non sei adatto a me. Poi si dichiara...»
«Cosa?!» Urlò il più piccolo,
tirandosi a sedere ed interrompendo il contatto. «Ancora?
Chissà da dove hanno preso quest'idea.»
Borbottò incrociando le braccia e guardando altrove.
«E poi senti chi parla. Come se lei fosse adatta! Scapperebbe
alla tua prima richiesta di cibo!»
«Tu... smetteresti di prepararmi il pranzo se... accettassi
di stare con lei?» Si informò l'altro.
«Che?» Esordì Watanuki, lanciandogli
un'occhiata laterale. Le braccia ancora incrociate.
«Perché... vorresti stare con quella?»
Domandò con tono alterato. «Ma si,
stacci.» Continuò. «Poi non venire a
lamentarti quando ti preparerà roba riscaldata, cuocendola
male per giunta! Tzè.»
Nel sentirlo parlare a quel modo le labbra di Doumeki si stesero in un
sorrisetto divertito. «Preferirei fossi tu a prepararmi il
pranzo.» Dichiarò. «E poi...
c'è sempre la storia del debito, no?» Concluse.
«Se anche decidessi di stare con Ini, tu dovrai continuare a
prepararmelo.»
«Che? Quando avrai una ragazza sarà lei a cucinare
per te! Non scherziamo.» Brontolò l'altro.
«E poi non dovrò ripagarti per sempre.»
Borbottò, tornando a stendersi.
In quei pochi minuti senza il contatto con l'arciere, l'energia aveva
iniziato a calare lasciandolo ogni secondo più stanco.
Inoltre... quel pensiero di Doumeki con Ini... improvvisamente gli dava
fastidio.
Alle sue parole, intanto, Doumeki si era improvvisamente adombrato.
Senza aggiungere altro si limitò quindi a riporre la lettera
di fianco al fouton e a prendere il braccio di Watanuki.
«Non fare quella faccia, ora.» Sbuffò
quest'ultimo quando l'improvvisa carica di energia lo spinse a
voltarsi. «Non mi servirà sempre una guardia del
corpo...»
Per tutta risposta, l'arciere staccò brevemente la mano, si
alzò per spegnere la luce e tornò a sdraiarsi,
ristabilendo il contatto. Tutto, senza dire una parola.
«Beh? Che c'è ti sei offeso?»
Continuò il più piccolo nel vederlo con gli occhi
fissi sul soffitto.
«Avrai bisogno di me ancora per un bel po'.»
Rispose l'altro, chiudendo gli occhi. «Fino ad allora, dovrai
cucinare per me.»
Watanuki gli lanciò uno sguardo infuocato. «Ma
sentitelo. Con tutte le ragazze che ti corrono dietro vuoi anche il
cuoco personale?!» Borbottò.
«Esatto.» Fu il commento di Doumeki. La mente che
intanto andava in più direzioni.
Avrebbe potuto chiedere a chiunque di cucinare per lui eppure...
l'unico di cui amava ogni singolo piatto era il ragazzo al suo fianco.
Per un attimo ripensò alle parole che poco tempo prima aveva
detto a Kohane, ripetendosi ancora una volta che se teneva tanto a
Watanuki era solo per via della promessa fatta a sé stesso.
Aveva giurato di non farlo sentire solo e questo era tutto. Doveva
esserlo. Perché in caso contrario...
«E lo ammetti anche!» Continuò il suo
ospite, riportandolo alla realtà. «Sarà
meglio dormire. Tzè.» Borbottò
voltandosi dall'altra parte e sperando in cuor suo di non ripetere il
sogno della notte prima.
Al suo fianco, Doumeki, si limitò ad un'occhiata distratta
mentre, senza rendersene conto, aumentava la stretta attorno al suo
braccio. «Notte...»
Rieccoci con un nuovo capitolo che speriamo sia di vostro gradimento.
Se pur a passi da formica, il nostro Watanuki inizia a fare i primi
passi verso l'arduo sentiero dell'ammmmore! XD Ce la farà?
Inviamoci energia positiva. E' meglio. ^^"
Naco-chan: Niente di nuovo sotto il sole nel
capitolo precedente, ma come vedi in questo invece "qualcosa si smuove"
XD
Diciamo che per fargli capire cosa lui stesso ha in testa, va preso
tutto mooooolto alla lunga... è idiota, che vuoi farci.
*scappano inseguire da un arciere arrabbiato* Continua a seguirci, e
scoprirai tutto :P
Gioielle: Ihihih è vero Ini-chan qui
è ancora piuttosto timidina, per fortuna... XD
Riguardo al resto... si i due si stanno avvicinando. Chissà
se basterà questo a soddisfare i nostri animi di fangirls. XD
Witch Of The Dimensions: sei sempre così
prodiga di complimenti, grazie tantissimo! Facciamo del nostro meglio
per mantenere le aspettative!
Ahaha, hai visto Doumeki com'è Zen? Eh? Beh, insomma,
Haruka-sama di certo gli ha insegnato bene, riesce a tener testa anche
a Watanuki... ma vedrai che la perseveranza darà i suoi
frutti!
LawlietPhoenix: Grazie piuttosto per la tua costanza.
I commentini sono la carica per chi scrive. Specie per la consolazione
nel sapere che sapete quanto sia scemo Watanuki. XD
A volte è davvero frustrante scriverlo.
Riguardo alle Otome... ahahah siamo liete che riscuotano tanti
consensi. ^_^
Un
ringraziamento speciale va a Reiko
per le recensioni ai primi capitoli. Speriamo di leggerti presto anche
nei successivi.
Grazie per il supporto! ^_^
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Capitolo 10 *** A stretto contatto - Scherzi dell'hitsuzen ***
Capitolo10
Destino
Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 10
Scherzi
dell'histuzen
«Non riesco a capire
perché vada sempre a finire così!»
Borbottò Watanuki, avanzando con passo spedito.
Davanti a lui, Doumeki camminava seguendo le istruzioni riportate sulla
piantina consegnatagli dalla strega.
«Insomma... non bastava chiamarmi nel giorno libero per una
stupida merenda. No, doveva farsi trovare con l'amewarashi in vena di
minacce!!» Continuò il primo, con fare lamentoso.
La mente che intanto, tornava a qualche ora prima, quando la strega
aveva inviato al tempio uno dei suoi origami-messaggeri, intimando ai
due ragazzi di raggiungerla subito.
«Non fosse stato per Mugetsu a quest'ora avrei non so quanti
bernoccoli a furia di ombrellate.» Continuò,
massaggiandosi la testa. «Insomma, non è colpa mia
se sono in questa situazione! » Si lamentò
ricordandosi di come l'Amewarashi lo avesse avvertito di non correre
rischi tali da far piangere la Zashikiwarashi.
«Non può piombare da Yuuko-san per minacciarmi di
mandarme i karasu-tengu. Sono io che rischio la vita qui, non
lei!» Urlò.
In quel preciso istante l'arciere, fermatosi davanti ad un'insegna
luminosa, lo obbligò ad interrompere il suo monologo.
«Siamo arrivati.»
«Che?» Domandò il più
piccolo, improvvisamente dimentico di cosa stessero per fare.
«Giusto! Parliamo del perché mi ha affibbiato
anche uno dei suoi stupidi incarichi!» Urlò.
«Oi...» Lo richiamò Doumeki.
«Che c'è?!»
L'arciere indicò l’insegna. «Siamo
arrivati.» Ripetè.
Una volta entrati, si trovarono
travolti da una musica ballabile, accompagnata da varie luci che,
cambiando continuamente colore, si proiettavano sui muri del locale.
Dopo un attimo di esitazione i due ragazzi si avviarono verso il
bancone, in cerca di informazioni.
La strega aveva detto loro di chiedere di un certo Higarashi e,
desiderosi di portare a termine l'incarico, optarono entrambi per la
soluzione più rapida: chiedere.
Purtroppo per loro, Higarashi sembrava essere una persona parecchio
impegnata così, dietro consiglio del barista, finirono col
prendere posto su uno dei divanetti dello strano locale.
«Mi chiedo che razza di posto sia questo!»
Borbottò Watanuki guardandosi intorno e arrossendo per
l'imbarazzo.
«Perché?» Domandò Doumeki,
posando il menu che aveva tra le mani.
Watanuki lo guardò con fare scocciato.
«Come sarebbe perché?»
Continuò, indicando un paio di uomini che, nella piccola
pista del pub, stavano ballando strofinandosi l'uno con l'altro.
«Non lo vedi?» Domandò, mentre il
colorito aumentava di altri due toni.
Incuriosito dalla reazione dell'amico, l'arciere si guardò
intorno, notando la clientela formata in prevalenza da uomini
all'apparenza impegnati gli uni con gli altri. «Ah... intendi
questo...» Dichiarò con noncuranza.
«Come fai a stare così calmo!»
Sbottò il più piccolo, allontanandosi un po'
dall'altro per evitare equivoci.
In quel preciso istante, un ragazzo di bella presenza, con capelli
castani e occhi decisamente espressivi, si avvicinò al loro
tavolo, osservando con particolare attenzione Doumeki.
«Volete ordinare qualcosa?» Domandò,
posando una ciotola colma di salatini.
L'arciere si voltò in direzione di Watanuki.
«Ordiniamo?» Chiese, iniziando a mangiare.
«Devo ricordarti che siamo qui per lavoro?»
Ribattè l'altro, sentendosi improvvisamente nervoso.
Doumeki lo guardò senza rispondere, prendendo delle
noccioline e guardandosi intorno.
Dopo qualche secondo, stanco di essere osservato mentre mangiava,
lanciò una rapida occhiata al cameriere, ancora in attesa.
«Non prendiamo niente.» Dichiarò.
Alla risposta negativa, il giovane non fece una piega cercando di
convincere i due ragazzi ad ordinare visto che, conoscendolo, Higarashi
si sarebbe fatto attendere non poco.
Posto dinanzi a quella prospettiva,
Doumeki decise di cambiare tattica. «Allora portaci un
sakè ed un tè.»
Sentendosi del tutto ignorato, Watanuki lo guardò con
rabbia. «Hei! Per chi sarebbe il tè?» Si
lamentò. «Chi ti da il diritto di ordinare per
me!»
Attratto dalle urla, un nuovo ragazzo, apparentemente poco
più giovane del cameriere, si avvicinò al loro
tavolo, ponendo le mani sulle spalle di quello che, evidentemente, era
un suo amico. «Sorpresa!» Esclamò
osservando con interesse i due ragazzi, ancora intenti a discutere.
«Non mi presenti i nuovi clienti?»
Domandò poi al cameriere.
«Oh sei tu!» Replicò il ragazzo, per
niente stupito. «Presentati da solo mentre vado a prendergli
da bere.» Esclamò, tornando a guardare i due
ragazzi per poi rivolgersi al più piccolo. «Come
lo vuoi il tè?»
Ancora indispettito per la mancanza di modi dell'arciere, Watanuki
alzò uno sguardo iroso verso il cameriere.
«Nero!» Sbottò.
Senza ribattere a tanta scortesia, il cameriere rivolse uno sguardo
all'amico, allontanandosi in fretta.
«Allora...» Esordì l'altro mettendosi a
sedere di fronte ai due ragazzi. «State insieme?»
Domandò, osservando come il più piccolo si fosse
avvicinato con fare bellicoso verso il più grande.
«Che?» Replicò Watanuki, allontanandosi
di colpo dall'arciere. «Noi due?» Chiese, mentre il
colorito diventava simile a quello di una ciliegia. «No! Non
è così! Non è come sembra!»
Urlo agitando le braccia davanti a sé.
Soddisfatto per la risposta, il ragazzo appoggiò il mento ad
una mano, osservando Doumeki, ancora intento a mangiare noccioline.
«E dimmi... stai con qualcuno?»
«No.» Fu la risposta dell'altro.
«Bene...» Riprese il giovane, bloccandosi nel
notare che l'amico era già di ritorno con le bevande.
«Sei stato rapido!» Esclamò con un
sorrisetto.
«Già... e tu invece hai deciso di provarci col
cliente più bello della serata, vero?»
Replicò l'altro posando sul tavolo sakè e tazza
di tè.
Alla vista dell'ordinazione, Doumeki mostrò al cameriere la
ciotola quasi vuota. «Ancora...»
Ordinò.
Il ragazzo gli sorrise allontanandosi prontamente e l'amico ne
approfittò per riprendere la conversazione interrotta.
«Sai che sei davvero affascinante?»
Esclamò, rivolgendosi all'arciere.
«Uh? Grazie.» Rispose il ragazzo con aria distratta.
«Non dovresti bere, lo sai?» Si intromise Watanuki,
la cui rabbia era ormai ai massimi livelli.
«Perché?»
«Come sarebbe perché! Non hai ancora
vent'anni!» Sbottò il più giovane.
Quelle parole sembrarono colpire il ragazzo seduto difronte a loro, che
dopo qualche secondo ridacchiò. «Oh! Sei
così affascinante che ti credevo più
grande.» Dichiarò, domandandosi quanti anni
avessero i due.
Doumeki ignorò quell'intervento, fissando Watanuki.
«Sei troppo teso.»
«Il tuo amico ha ragione...» Constatò il
ragazzo. «A me sembra che regga l'alcol meglio di tanta altra
gente...» Sospirò fissando l'arciere con sguardo
trasognato. «Senti... com'è che ti
chiami?» Domandò.
«Shizuka.» Rispose l'altro portando alla bocca
altre noccioline.
«È ovvio che sono teso!»
Protestò Watanuki. «E non presentarti solo con il
primo nome. Non è educato!» Lo sgridò.
L'espressione un po' più stanca.
«Ma no... che dici. È un nome
bellissimo.» Ribattè il ragazzo, notando il
cameriere nuovamente in arrivo.
«Ecco qua!» Eslcamò questi, posando
davanti a Doumeki, una ciotola piena di noccioline. «E
tu...» Continuò, rivolgendosi all'amico.
«Smettila di importunare i clienti. E vieni ad aiutarmi di
là piuttosto.»
L'altro ragazzo si alzò malvolentieri e dopo aver promesso
di tornare al più presto si allontanò con il
cameriere.
Approfittando della rinnovata calma, Doumeki afferrò il
polso di Watanuki che, preso alla sprovvista, arrossì
scandandosi appena. «N...non fare certe cose in
pubblico!» Esclamò.
«Eri pallido.» Chiarì l'altro.
«Si ma...» Continuò il più
giovane, avvicinandosi per non farsi sentire. «In un posto
del genere, se vedono simili gesti... Potrebbero scambiarci per una
coppia.» Bisbigliò.
«Che lo pensino.» Replicò l'altro,
continuando a mangiare.
Watanuki si limitò a fissarlo e nel farlo si rese conto di
come Doumeki fosse effettivamente affascinante. Quel pensiero
sembrò scuoterlo nel profondo e, deciso a non dar seguito
alle immagini che avevano preso a rincorrersi nella sua mente, si
obbligò a distrarsi, notando il continuo masticare
dell'altro. «E smettila con le noccioline!»
Borbottò cercando di sottrargli la ciotola per poi
sbilanciarsi e finire a pochi centrimetri dal suo viso. Gli occhi
improvvisamente catturati da quelli dell'arciere che, mano ferma sulla
ciotola, rimase a fissarlo decisamente attratto dall'espressione
imbarazzata del ragazzo.
Restarono immobili per diversi secondi, fin quando un uomo non giunse
ad interromperli, comunicando loro di essere il signor Higarashi e di
avere una consegna per loro.
Doumeki che fu il primo a riprendersi da quell'attimo fermo nel tempo,
si alzò per seguirlo.
Watanuki invece restò fermo dov'era. La mente come
intorpidita.
Quando notò l'assenza dell'arciere, ricordandone se pur
vagamente il motivo, osservò per un po' il punto in cui era
sparito, portandosi una mano al cuore. «Cos'è
successo...» Mormorò. Da quanto si erano seduti a
quel tavolo le emozioni provate erano state tante da confonderlo. In un
primo momento, si era sentito geloso delle attenzioni che gli altri
rivolgevano all'amico. Poi... quel contatto improvviso gli aveva
mandato il cuore in tilt, confondendolo e spaventandolo. Insomma, si
trattava pur sempre di Doumeki e dopo il sogno del giorno prima,
trovarsi davanti a certi interrogativi rischiava di rivelarsi
pericoloso. Senza contare che, ultimamente, le cose strane si erano
fatte sempre più frequenti. Non ultima la sensazione di
essere in qualche modo influenzato da qualcosa di indefinito.
Quell'ultimo pensiero, fu interrotto dalla voce dell'arciere che,
posate due casse di alcolici sul tavolo, gli comunicò che
potevano andarsene.
«Cosa?» Watanuki alzò lo sguardo
sull'altro, arrossendo di colpo. «S...si!»
Esclamò alzandosi. «Vado a pagare e possiamo
andare.»
«Ci ho pensato io.» Dichiarò Doumeki.
«Andiamo.»
Watanuki lo guardò con espressione piccata. «Come
sarebbe che hai pagato tu!» Esclamò, afferrando la
cassa. «Non sono la tua ragazza! Nè il tuo
ragazzo!» Rettificò, guardandosi intorno.
«Idiota.» Replicò l'arcere facendogli
strada verso l'uscita.
«Idiota a chi!» Continuò l'altro
seguendolo. «Fortuna che almeno quei due si siano tolti dalle
scatole!» Borbottò.
«Ti salutano.»
«Cosa?» Chiese il più piccolo fermandosi
di colpo. «Li... hai rivisti?» Si
informò, improvvisamente conscio di essere geloso.
«Mentre pagavo. Mi hanno lasciato i loro recapiti.»
Dichiarò Doumeki in tono neutro.
«Che hai detto? E... tu li hai presi?»
Doumeki gli lanciò un'occhiata laterale. «Si...
perché sei interessato ad uno dei due?»
«Tss figuriamoci!» Protestò Watanuki con
voce più bassa del solito. Nonosante fossero passati solo 10
minuti dall'ultimo contatto, l'energia era decisamente in calo.
Consapevole di ciò, posò la cassa in un angolo,
appoggiandosi al muro. «E comunque...»
Continuò debolmente. «Non dovresti dare il tuo
numero a degli sconosciuti!»
Doumeki gli andò vicino, posando a sua volta la cassa e
guardandolo con espressione seria. «Non l'ho fatto.»
«Che? Non gli hai dato il tuo?»
«No...» Rispose l'arciere fissandolo.
«Perché ti interessa?»
A quella domanda, Watanuki ripensò a quanto stava
sforzandosi di negare dal giorno prima. «E...ecco, non mi
interessa infatti. Solo che... io vivo a casa tua ora, e se entrassero
dei maniaci, conoscendo la mia sfortuna se la prenderebbero con
me!» Borbottò arrossendo notevolmente.
«E comunque... visto come stanno le cose, sei tu il vero
maniaco. Poveretti! Non li invidio affatto!»
Sbuffò, voltandosi dall'altra parte.
Nel sentirsi apostrofare a quel modo l'arciere mosse un paio di passi
verso il ragazzo che, indietreggiando si trovò con le spalle
al muro.
«Farai bene a preoccuparti
per te stesso, allora.» Dichiarò parlando con voce
più profonda del solito. «Sei tu quello che dorme
nella mia stanza...»
«Che dici!» Balbettò il più
piccolo. «Non fare il pervertito ora!»
Continuò, arrossendo e agitandosi per staccarsi dall'altro.
Quando ci riuscì, mosse un paio di passi nel tentativo di
cacciar via la confusione della sua mente, poi ancora stravolto, si
portò una mano al petto, notando come fosse già
la seconda volta che capitava, quella sera. D'un tratto la sua mente
iniziò a rimandargli immagini degli ultimi eventi accaduti
prima e dopo il sogno. "Accidenti. Non a me. Non può
succedere a me." Pensò, colto dal panico.
«Che hai?» Domandò l'arciere notando i
movimenti del ragazzo. «Sei strano...»
Commentò. «Più del solito
intendo.»
«Strano...» Ripetè Watanuki, tornando
pian piano al presente. «Hei!» Urlò
voltandosi a guardarlo.
Lo sguardo dell'arciere fisso su di lui lo lasciò di sasso,
facendolo arrossire e, cosa peggiore, facendogli capire di esserne
attratto. «Non sono strano! Non ho niente di diverso!
Capito?!» Urlò al colmo dell'imbarazzo, poi senza
pensarci due volte, scappò via.
Doumeki lo fissò senza capire. «Oi...»
Lo chiamò. «Hai dimenticato la cassa!»
Nel sentirlo, il più piccolo si fermò.
«Cassa? Quale ca... uh... mancava solo questa!»
Sbottò, notando l'oggetto in questione e tornando indietro
per recuperarlo.
L'imbarazzo nato dal comprendere certe cose era qualcosa che proprio
non riusciva a combattere. Così se pur controvoglia decise
di adeguarsi al passo dell'altro ragazzo, fingendosi del tutto
tranquillo.
Percorsero, così, un paio di metri in silenzio.
«Allora...» Esclamò d'un tratto
l'arciere. «Mi dici che hai?»
«Niente! non ho niente!» Protestò
l'altro, aumentando il passo. «E questa cassa è
dannatamente pesante! Dannata Yuuko-san!» Borbottò
continuando a camminare.
Doumeki, lo osservò in attesa di comprenderne le intensioni.
«Oi...» Lo chiamò d'un tratto.
«Che c'è!» Ringhiò l'altro.
«Posso sapere dove pensi di andare?» Chiese
estranedo le chiavi dalla tasca della sua giacca.
«Che domande. Al tempio no?»
A quella risposta, l'arciere lo fissò trattenendo a stento
un sorriso ironico. «Intendi questo... tempio?»
Domandò infine, indicando il cancello dove si era appoggiato.
Nel constatare di aver superato la meta, Watanuki arrossì
per la vergogna. «Potevi anche dirmelo prima. Accidenti a
te!» Sbottò, tornando indietro. «Questa
cassa pesa!» Continuò, poi, oltrepassando il
cancello a passo spedito. «Proprio da Yuuko-san, mandarmi in
un posto del genere. Nella mia situazione per giunta!»
borbottò entrando in casa.
Rieccoci!
Questo capitolo
è una sorta di dono per le fangirls che sappiamo essere...
praticamente tutte voi che ci seguite con tanto affetto? ^_^
Dal prossimo capitolo,
la trama avrà il suo vero inizio. Gli eventi si succederanno
ad una velocità non indifferente. E... l'angst si
mostrerà in svariati modi. Quindi, non possiamo far altro
che ringraziarvi per le recensioni che ci stimolano a proseguire. Alla
prossima!
Le streghe.
Gioielle:
Iniziamo con una domanda: Ini-pomodoro? Chi era a parlare, tu o Nate? XD
Comunque siamo liete
che ti sia piaciuto anche questo capitolo e speriamo sia
così anche con i successivi.
Dal prossimo la trama
prenderà il via in modo decisivo. :P
Continua a seguirciiii.
Ps. Anche avere una
lettrice in chat è esaltante. Specialmente quando ti
minaccia! XD (nd. Lay)
Elychan: Ci
dispiace, ci siamo dimenticate di mettere l'avvertimento per quella
scena, colpa di abbondanti sanguinamenti nasali :P Ma comunque... Eh.
La negazione è una brutta bestia, vero? Però
rende il fangirlismo tanto più interessante...
Naco chan:
Eh! Chissà come mai lo avrà fatto... :P Forse
perché il suo inconscio sta tentando di dirgli qualcosa!
*musichetta in
sottofondo che canta "denial"*
Invece, Doumeki come
vedi è molto più diretto. Se ci pensa, ci pensa,
e basta. Altrimenti non ci pensa affatto.
Questo di oggi
comunque era l'ultimo capitolo tranquillo, per così dire.
Presto gli eventi rischieranno di diventare fin troppi. XD
Roy4ever:
No, se fosse stata fangirl anche Ini nei loro confronti sarebbe stato
un po' troppo, così è più divertente!
E Masanori, ah,
chissà?
Niente accade per caso
:3
Thyahiel:
Bentornata ^_^
Liete come sempre di
sapere che la storia ti piaccia.
Ahaha sembriamo le
clamp? *si inchinano onorate e subito dopo scappano via
impaurite*
Quanto al pupazzetto
di Shizuka... Sai che è la stessa cosa che abbiamo pensato
noi quella del "Lo voglio anche io?" XD
Speriamo di rileggerti
presto allora. Ciao e alla prossima ^_^
Witch
of the Dimensions: Grazie dei complimenti! Ci serviva
qualcosa che gli desse una bella svegliata (metaforica e non :P) e come
ben vedi, l'abbiamo trovata. Prima della parola fine ci saranno ancora
diversi capitoli, non preoccuparti... ci preoccupiamo noi che dobbiamo
scriverli!
Grazie ancora dei
complimenti, comunque. *si inchinano profondamente*
E le loro strade...
chissà...
LawlietPhoenix: Questo capitolo era decisamente
DouWata, non trovi anche tu? ^_^
Siamo felici di sapere che la storia continua a piacerti e... si, il
raiting si avvicina. Ci vuole ancora un pò per vedere
sviluppi degni di nota, che ti assicuriamo ci saranno. I primi passi
però... diciamo che li stanno giusto compiendo.
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Capitolo 11 *** A stretto contatto - Tenerti per mano ***
Cap11 Primi contatti
Destino Inevitabile - A
stretto
contatto.
Capitolo 11
Tenerti per mano.
La luna
piena, alta nel cielo, proiettava un tenue bagliore
sull'esterno del tempio e lungo il viale di ciliegi.
Watanuki era in piedi sul portico, il corpo avvolto in uno yukata del
tempio. Gli occhi, intenti a scrutare ogni angolo come alla ricerca di
qualcosa.
D'un tratto un alito di vento gli portò un accenno di fumo.
Una nuvola impalpabile ma abbastanza decisa da rivelargli
l'identità del proprietario che, sorridente e con la solita
sigaretta tra le dita, lo stava guardando. «Buona sera,
Kimihiro-kun.»
Watanuki fissò l'uomo con aria confusa. «Buona
sera, Haruka-san...» Mormorò. «E' tanto
che non... ci si vede...»
Haruka lo guardò con espressione ilare. «Mi sei
sembrato comunque impegnato a livello onirico,
ultimamente...» Commentò.
Il ragazzo lo fissò senza capire.
«Co...»
Un flash improvviso gli ricordò che anche i suoi sogni erano
probabilmente legati al mondo onirico.
Questo significava che Haruka-san sapeva...
«I...io.» Le gote si arrossirono visibilmente,
mentre il sudore sembrò imperlargli la fronte. Proprio non
si aspettava di dover parlare di questo, con il nonno di Doumeki.
«No, ma che dice!» Esclamò alzando il
tono della voce.
«Mi sarò sbagliato...»
Commentò l'uomo sorridendogli in modo allusivo.
«Qualcosa non va?» Domandò infine,
lasciando cadere la cenere in eccesso.
Watanuki scosse il capo cercando di non pensare al sogno e alle sue
conseguenze.
Osservò per un attimo il sacerdote che, seduto nel portico,
lo stava guardando.
Dopo un profondo sospiro lo raggiunse, sedendosi al suo fianco e
guardando davanti a se.
Deglutì a vuoto un paio di volte. «Io... la
credevo offeso...» Dichiarò, arrossendo.
Il sacerdote lo guardò senza alcun cenno di stupore
«E sentiamo... perchè dovrei esserlo?»
Chiese in tono paziente.
«Ecco... per via del litigio con Dou... Shizuka...»
Si corresse il ragazzo, sempre più imbarazzato.
«Mmh...» L'uomo prese una nuova boccata di fumo,
osservando le stelle. «Come mai avete litigato?»
La domanda sembrò spiazzare del tutto Watanuki.
«Io credo che... gli dia fastidio sentirmi parlare di
lei...» Mormorò, pentendosi subito dopo.
«Cioè, non è che non voglia sentirla
nominare! Solo che...» Improvvisamente senza parole, si
limitò ad abbassare il capo, stropicciandosi nervosamente le
mani.
L'uomo al suo fianco sorrise appena, lo sguardo carico di una profonda
tristezza. «Fammi indovinare. Gli da fastidio che si parli di
lui?» Chiese portando la sigaretta alle labbra.
«S...si, immagino sia così.»
Commentò il ragazzo. «Trattandosi di... Shizuka
dovevo aspettarmelo, vero?»
Haruka sorrise alla luna. «Non credo si tratti di orgoglio,
sai? Mio nipote sa badare alle sue priorità.»
«Che... che significa?»
Il sacerdote si voltò a fissare gli occhi blu del ragazzo.
«Tu sai di essere al primo posto, no?»
Continuò, aspirando dalla sigaretta un'ennesima boccata di
fumo.
Watanuki rimase a guardarlo, come rapito dagli occhi dell'altro. E,
comprendendo la confusione del ragazzo, Haruka si sporse in modo da
attirarne maggiormente l'attenzione. «Forse ti da fastidio
che... Shizuka si preoccupi per te?» Domandò.
A quella domanda, il ragazzo rimase senza fiato.
Sentire il nome di Shizuka, pronunciato dalla sua copia perfetta era
qualcosa che non aveva mai considerato. E poi c'erano quelle parole,
dense come non mai di significati nascosti. «N...non
è questo. Solo che... lui non mi sembra il
tipo...» Spiegò.
«Trovi?» Replicò l'uomo, divertito da
quell'affermazione. «Vedi, Kimihiro... Il fatto è
che Shizuka è un ragazzo concreto. Parla poco ma... dimostra
i suoi sentimenti attraverso i gesti.» Per un attimo il suo
sguardo si caricò della malinconia data dai ricordi.
«Anche da bambino era così.»
«Già tipico di Doum... hem, di Shizuka.»
Ribattè l'altro, facendosi pensieroso. Gli occhi puntati sul
pallido disco lunare. «Haruka-san... mi
chiedevo...» Si girò per guardarlo negli occhi.
«Lei proprio non ha modo di... andare a trovarlo?»
Lo sguardo di Haruka si fece improvvisamente triste. «Non
posso Kimihiro-kun... non posso...» Mormorò.
«Ci sono molte cose che gli impediscono di attraversare i
sogni, al momento. Una tra queste, la barriera che ha eretto tra se ed
il mondo.»
Watanuki lo guardò, non certo di aver afferrato il vero
senso di ciò che stava spiegandogli l'uomo.
«Forse...» Tentò. «Potrebbe
lasciare a me un messaggio... per lui. Credo gli farebbe piacere,
sa?» Continuò tornando a guardare il cielo
stellato. «E comunque potrebbe anche abbatterle le sue
stupide barriere!» Brontolò.
«Lo farà quando lo riterrà
opportuno.» Convenne l'uomo. «E poi...»
Riprese con una punta di divertimento nella voce. «Con te lo
sta già facendo, no?»
Watanuki sembrò riflettere su quelle parole, le gote
improvvisamente più rosse.
«Un messaggio per Shizuka...» Riprese il sacerdote,
parlando tra se e se. «Potresti dirgli che si sbaglia. Che
suo nonno è sempre dalla sua parte e... che deve mirare
dritto al bersaglio, senza esitazione.» Dichiarò.
«Che... che significa. E... cosa intendeva prima. Cosa sta
facendo con me?» Domandò il ragazzo, al colmo
dell'imbarazzo.
«Lui capirà...» Replicò
l'uomo prendendo un ultima boccata dalla sua sigaretta.
«Quanto a te...» Continuò sorridendogli.
«Credo tu sappia cosa intedendevo.» Senza attendere
una risposta, soffiò via il fumo in eccesso che prese ad
espandersi nell'aria circostante.
Watanuki fece per ribattere ma fu distratto dalla nuvola di fumo che
per un istante gli oscurò la visuale.
Quando i suoi occhi tornarono a vedere, gli ci volle qualche secondo
per capire di essere nuovamente nella suo fouton.
Al suo fianco, Doumeki lo stava fissando con attenzione. «Hai
finito di fare casino?» Domandò. Poi si fece
più serio. «Hai visto... mio nonno?»
Ancora stordito il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia.
«Non è colpa mia se parlo nel sonno! E comunque,
si... l'ho visto.» Si fermò un attimo, riflettendo
sulle ultime parole del sacerdote. «Se possibile è
stato più enigmatico del solito»
Continuò, guardandolo seriamente. «Ma... mi ha
chiesto di recapitarti un messaggio.»
Doumeki continuò a fissarlo, apparentemente impassibile e,
se pur leggermente contrariato dalla mancanza di espressione
dell'arciere, Watanuki decise di proseguire. «Mi ha detto di
dirti che lui è dalla tua parte e... ah si... di puntare
sempre dritto al bersaglio e di non esitare. Anche se...»
Continuò grattandosi la testa. «Non sono certo di
aver capito che intendeva... E tu?» Domandò,
notanto con rammarico che l'espressione del ragazzo, se possibile, si
era fatta ancora più cupa.
«Non ha detto altro?» Domandò di colpo
l'arciere, girandosi a guardare il soffitto.
Watanuki lo fissò per un istante, avvertendo l'impulso di
cancellare quell'espressione quasi sofferta dal volto dell'altro.
«Lui...» Riprese, ancora incerto su cosa dire.
«Sostiene che ti preoccupi per me...»
Continuò, arrossendo e distogliendo gli occhi da quelli di
Doumeki. «E che stai abbassando...» Si
fermò, improvvisamente conscio di essersi appena addentrato
in un argomento che non avrebbe saputo affrontare.
«Cosa...» Domandò l'altro.
Consapevole di aver detto troppo per negare di colpo ogni cosa,
Watanuki pensò a come dire la verità senza cadere
vittima dell'imbarazzo. «Ha... parlato di
barriere.» Tentò infine.
«Ho capito...» Mormorò l'arciere. Lo
sguardo fisso davanti a se.
Nel sentire quel tono cupo, Watanuki tornò a guardarlo.
«Hei... tutto bene?» Domandò.
«Si... sto bene.» Dichiarò l'altro con
poca convinzione.
Watanuki girò la testa nella sua direzione, gli occhi fissi
sull'espressione assorta dell'arciere e sui suoi capelli spettinati.
Cercò di distogliere lo sguardo, soffermandosi un attimo di
troppo sul profilo della mascella, e su quel braccio appoggiato sulla
fronte. Un gesto che lo faceva apparire quasi vulnerabile,
stringendogli il cuore in una morsa.
Passò così alcuni minuti, dopo i quali Doumeki
tornò finalmente al presente, voltandosi e sorprendendolo
intento ad osservarlo.
Stupito dall'improvvisa attenzione del più piccolo,
l'arciere strinse gli occhi nel tentativo di studiarlo. «Sei
più tranquillo ora che l'hai visto?»
Domandò, infine, senza smettere di guardarlo.
Quella domanda sembrò riscuotere il ragazzo che, resosi
conto di essersi perso a fissare l'arciere, arrossì
leggermente. «Si... adesso va meglio.»
Mormorò sorridendogli appena. Gli occhi come incatenati a
quelli dell'altro ragazzo.
«Ti ha detto perchè era sparito?»
Tentò Doumeki, senza distogliere lo sguardo.
Per un attimo quelle parole giunsero a Watanuki come prive di
significato. Gli ci vollero un paio di secondi abbondanti per
comprendere di cosa stesse parlando l'arciere.
«No...» Rispose, scuotendo leggermente la testa.
«Mi ha solo chiesto perchè lo credevo
arrabbiato.» Al ricordo, si lasciò sfuggire un
sorrisetto. «Non ha detto nulla in proposito. Siete sempre
misteriosi, voi Doumeki.» Concluse in tono soffice.
Il ragazzo più grande sembrò riflettere su quelle
parole. «E... di che altro avete parlato?»
Domandò.
«Lui... mi ha parlato di te...» Ammise, alzando uno
sguardo imbarazzato sull'altro per ritrovarsi nuovamente a fissarlo.
Questa volta concentrato sui lineamente così simili e al
contempo diversi da quelli di Haruka. «Ha detto... che sei
una persona che si esprime con i fatti... E che...»
Deglutì, distogliendo lo sguardo e riprendendo a parlare con
voce più bassa. «Stai abbassando delle barriere,
con me...» Quell'ultima affermazione lo fece arrossire di
nuovo e, temendo di aver detto troppo, si tese involontariamente.
Un cambiamento che l'arciere sembrò cogliere, allentando la
presa attorno al suo braccio. «Se l'ha detto lui... immagino
sia così...» Dichiarò tornando a
guardarlo. I lineamenti più distesi e, sulle labbra, un
accenno di sorriso.
Quell'immagine inattesa, lasciò l'altro senza fiato,
sprigionando un senso di commozione tanto forte da stordirlo.
Incapace di controllare l'emozione improvvisa, si voltò
dall'altra parte, annuendo debolmente e dandosi mentalmente
dell'idiota. Poi, quando riuscì a tornare un pò
più calmo, spostò un braccio in direzione
dell'altro, restando in silenzio.
Doumeki intanto lo stava osservando, riflettendo sull'improvvisa
vicinanza che entrambi stavano sperimentando. Il messaggio di suo nonno
era arrivato improvviso portando con se quella calma così
piacevole da assaporare.
Di colpo un pensiero si fece spazio nella sua mente. Chiuse gli occhi,
sorridendo a se stesso, per poi tornare ad aprirli su Watanuki.
«Quel messaggio... sei stato tu a dirgli di darmelo,
vero?» Domandò infine.
A quello, Watanuki non riuscì più a nascondersi,
voltandosi nuovamente in direzione dell'arciere.
«Si...» Ammise. L'espressione improvvisamente
più dolce. «Mi sembrava triste che tu non potessi
parlarci. Per me lo sarebbe..» Sussurrò.
Nel sentirlo parlare con quel tono, solitamente usato con gli altri e
mai con lui, Doumeki avvertì un immenso calore, aumentando
la stretta attorno al braccio di Watanuki. Quando se ne rese conto,
cercò di allentarla, portando la mano più in
basso.
Per un attimo osservò le loro mani così vicine e
fu solo obbligandosi che riuscì a non formulare pensieri dei
quali, già lo sapeva, si sarebbe pentito.
Infine, sollevando nuovamente lo sguardo sul ragazzo, gli rivolse un
lieve sorriso. «Grazie...» Sussurrò.
Nel vedere l'espressione di Doumeki finalmente serena, lo sguardo di
Watanuki si addolcì maggiormente.
Senza aggiungere nulla, il ragazzo socchiuse gli occhi, assaporando il
suono di quella parola sussurrata, come fosse qualcosa di raro e
prezioso. Poi, con un movimento lento e carezzevole, spostò
il braccio, raggiungendo d'istinto la mano dell'arciere, prendendola
nella sua e stringendola.
Il cuore di Doumeki sembrò perdere un battito. Gli ci
vollero diversi secondi prima di decidersi a ricambiare quella stretta
e, quando lo fece, Watanuki sembrò rilassarsi del tutto,
tornando ad aprire gli occhi. «Buonanotte...
Shizuka...» Bisbigliò sorridendo e, senza
attendere una risposta, tornò a chiuderli.
Nel sentire il suo nome, pronunciato a quel modo, Doumeki trattenne il
respiro, sistemandosi meglio e notando come la mano libera dalla
stretta fosse pericolosamente vicina al viso del ragazzo.
Osservò per un attimo le proprie dita, cercando di imporsi
la calma. Prima di riuscirci però la sua mano si mosse,
sfiorando il volto di Watanuki. «Buona notte,
Kimihiro...» Mormorò, sperando che l'altro si
fosse già addormentato.
Avvolto dal calore di quel momento e tranquillo per la sicurezza che la
presenza dell'arciere riusciva ad infondergli, Watanuki
sospirò dolcemente, aspirando l'odore ormai familiare di
incenso mescolato al legno e al profumo di Doumeki.
«Grazie...» Mormorò infine, ormai
cullato dalle morbide onde del sonno. Le stesse che poco dopo avvolsero
anche il ragazzo al suo fianco.
Bentornati! ^.^
Per prima cosa un enorme grazie per i
commenti che lasciate ad ogni capitolo e che ci danno la carica anche
quando siamo stanche e vorremmo andare a dormire. :P
Speriamo che questo vi sia piaciuto almeno come il precedente e che vi
abbia dato una scorta di zuccheri tale da aiutarvi a supportarne la
mancanza che a breve si farà sempre più evidente.
^^"
Ci scusiamo se vi sembrerà più corto del solito
ma era tanto dolce che inserirlo tra gli altri ci sembrava un peccato.
Meglio mantenere piccole oasi di dolciosità, fin quando si
puo'.
Ma come sempre, bando alle ciancie e diamo il via alle risposte. :P
Gioielle: Ahah come darti torto. E si, Watanuki ha
effettivamente fatto non poche figure assurde così come
continuerà a farne. Insomma, stiamo pur sempre parlando di
Watanuki, no? :P
Ahahah Nate deve stare molto attento. :P
Naco chan: Non ti preoccupare per il commento
idiota, ci fa piacere ugualmente :P
E comunque... Watanuki e la parola "capire", beh, non vanno
ben d'accordo.
Diciamo che è sulla buona strada :P Grazie per
continuare a leggerci, comunque!
Siamo onorate dalla tua fedeltà *_*
*Regalano pupazzetti a forma di doumeki-arciere*
Yusaki: Siamo felici che ti siano piaciuti anche gli
altri capitoli.
E questi? E questi? ^_^ Siamo dannatamente curiose, eh si. :P
In effetti Watanuki ormai dovrà portarsi il peso
dell'attrazione che prova e non solo di quella. Ma non spoileriamo. :P
Grazie come sempre per le tue recensioni! ^_^
Masuko: Masu-sempai! (NdHary) È un
piacere averti qui, ed è un onore l'essere riuscite a farti
leggere questi capitoli tutti d'un fiato!
Come ti abbiamo già detto, segui pure Heiko... ci
basta sapere che
la storia è piaciuta :P Certo, le recenzioni non fanno
dispiacere.
Comunque... Lo Yaoi si sta avvicinando, ma come diciamo
sempre... prima l'Angst, poi il lieto fine.
Daltronde l'Angst è bello, Heiko-san dovrebbe
essere d'accordo con noi!
*Si inchinano* Benvenuta tra le lettrici!
Witch Of The Dimensions: Ahahah Witch grazie per il
premio.
Hem.. ma degne apprendiste di Yuuko o futuri geni del male? Ammesso ci
sia una differenza, ovvio :P
Grazie mille comunque, le tue recensioni sono sempre ricchissime di
complimenti. Se un giorno ci monteremo la testa, beh ritieniti
responsabile. :P
Royforever: Continueremo così
sicuramente! Ci stiamo impegnando seriamente, sai.
Comunque, beh, capisce il suo destino è una frase
un po' esagerata.
Ma dato che non vogliamo spoilerare... vedrai.
Continua a seguirci!
LawlietPhoenix: Eh in quanto fangirls ci si capisce.
:P
Concordiamo in pieno su Watascemo, anche. Insomma solo lui potrebbe
farsi simili paranoie per così poco. ^^" Che se lo baci e
via! XD
Reiko: Oh, si, ci stiamo facendo le nostre quattro
risate rispondendo a questa! *Si immaginano DouWata transformers.
Ancora.*
Il locale, non so se lo rivedremo in questa storia, ma siamo
tentate di usarlo per altre... da Higarashi-san ci si sta troppo bene
insomma. È il bronze dello Yaoi.
I momenti d'amore arriveranno, non disperarti, comunque.
Solo, prima ci sarà l'angst.
E... tanto lo sai, che devi scrivere una DouWata!
Continua a seguirci, e grazie per le recenzioni anche ai
capitoli precedenti!
Allora ci si ritrova qui tra una
settimana precisa con il prossimo capitolo!
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Capitolo 12 *** A stretto contatto - Interferenze ***
Desitno inevitabile - A
stretto contatto
Capitolo 12
Interferenze
Watanuki era seduto al solito banco,
la testa appoggiata ad una mano e lo sguardo perso nel vuoto.
La voce del professore di inglese, monotona e leggera, fungeva quasi da
treno per i tanti pensieri che in quel momento affollavano la sua
mente. Pensieri che puntavano verso un'unica direzione chiamata Doumeki.
Quella mattina, infatti, si era svegliato trovando l'arciere intento a
fissarlo, la mano ancora stretta nella sua.
Quell'immagine, unita all'espressione seria del ragazzo, gli aveva
mozzato il respiro provocandogli una stretta allo stomaco e spingendolo
ad alzarsi di corsa, per poi vestirsi e fuggire in cucina. Una fuga in
piena regola che, stranamente, sembrava essere stata accolta senza
problemi dal ragazzo più grande.
Stava giusto chiedendosi come gestire la cosa quando la campanella
scandì la fine della prima ora e della sua autonomia.
Riconoscendo i primi segni di debolezza, Watanuki guardò
l'orologio posto in fondo all'aula e, preso un respiro profondo,
alzò la mano domandando di uscire per andare in infermeria.
Richiesta che il professore gli accordò prontamente, visto
il suo crescente pallore.
Doumeki intanto, seduto in terrazza ,
lo stava aspettando. Gli occhi fissi sull' orologio, la mente su quanto
accaduto la sera prima. Le parole e i modi di Watanuki gli avevano
scaldato il cuore, confondendolo. Era proprio vero, le sue barriere non
avevano retto, crollando senza preavviso e lasciandolo solo con
sentimenti difficili da governare. In fondo Haruka sembrava conoscerlo
davvero bene, pensò.
In quel mentre la porta che dava sulla terrazza si aprì
rivelando la presenza di Watanuki che, pallido e senza fiato, gli
andò incontro, scusandosi per il ritardo e sedendogli
accanto.
«Oi... come ti senti?» Gli domandò
l'arciere, prendendogli entrambe le mani e stringendole con forza tra
le sue. Il sollievo provato nel vederlo arrivare improvvisamente
sostituito dalla preoccupazione.
Per un attimo non ci fu alcuna risposta. Watanuki era immobile, gli
occhi chiusi, sul viso un'espressione serena.
«Oi...» Ripetè il ragazzo più
grande.
Un richiamo che sembrò persuadere il più piccolo
a prestargli attenzione. «Ora va meglio.»
Rispose sorridendogli con espressione stranamente gentile.
Più tranquillo, Doumeki si mosse, appoggiando la schiena
alla rete che delimitava la terrazza. Gli occhi fissi davanti a
sé.
Watanuki ne seguì i movimenti con la coda dell'occhio, lo
sguardo perso sul cielo sopra di loro. «Tutto questo
è un po' strano, sai...» Esordì
all'improvviso, rivolgendo al più grande uno sguardo
intimorito.
Doumeki si voltò per guardarlo, sul viso un'spressione
seria, quasi lo stesse studiando.
«Che... che hai da guardarmi così!»
Esclamò Watanuki, improvvisamente nervoso per via della
situazione piuttosto atipica nella quale si erano venuti a trovare.
«Ti stavo
ascolando.» Rispose l'altro tornando a guardare davanti a
sé.
«Già...» Sospirò il
più piccolo. «Dicevo... che questa situazione
è strana...» Ripeté.
«Lo so...» Fu la risposta del ragazzo
più grande.
«Sai dire solo questo?» Tentò ancora
Watanuki. «Nessuna... idea?»
«Nessuna.» Ribattè l'arciere tornando a
guardarlo. «Credo che persino Yuuko-san si trovi in
difficoltà, al momento.»
A quelle parole anche il più piccolo tornò a
fissarlo, trovandosi nuovamente incatenato allo sguardo improvvisamente
profondo dell'arciere. «Non mi riferivo a quello.»
Sbottò nel tentativo di distrarsi.
«Idiota!»
Divertito dall'improvviso cambio d'umore dell'amico, Doumeki gli
rivolse un sorrisetto ironico. «Lo so...»
Esclamò, ancora.
«Hei tu! Non sai dire altro?!» Urlò
Watanuki. «Per una volta potresti anche esprimerti,
sai!»
«Cosa dovrei dirti?» Replicò l'arciere.
«Non mi sembra che tu sia stato poi così
chiaro.»
Stanco di parlare senza comunicare
quanto voleva, Watanuki si svincolò dalla presa dell'altro,
intrecciando la mano alla sua esattamente come aveva fatto la sera
prima. «Intendevo...» Riprese, alzando le loro mani
e piazzandole davanti agli occhi del più grande.
«Cosa ne pensi di questo.»
«Vuoi sapere cosa ne penso?» Domandò
Doumeki, liberando la mano da quella dell'altro e afferrandolo per
entrambi i polsi, in modo da non farlo muovere. Un gesto che lo
portò così vicino da permettergli di sentire il
respiro caldo di Watanuki sul suo viso. Le labbra quasi sulle sue.
Rimasero così per diversi secondi, occhi negli occhi. In
silenzio.
Doumeki che lo guardava con uno sguardo tanto intenso da non
permettergli di muoversi e Watanuki che, immobile, lo fissava come
ipnotizzato.
Poi, il suono della campanella giunse a spezzare il momento, scuotendo
qualcosa nel profondo di entrambi.
Watanuki trasalì visibilmente, staccando gli occhi da quelli
dell'arciere e scostandosi da lui. In preda a qualcosa di indefinibile,
si lasciò sfuggire un suono quasi di dolore, aggrappando le
mani alla rete e chiudendo gli occhi nel tentativo di riprendere un
respiro regolare.
Tornato in sé, Doumeki rimase ad osservarlo, consapevole di
essersi spinto oltre. Non era da lui perdere il controllo delle proprie
azioni e, incerto se scusarsi o fingersi indifferente, si protese su
Watanuki guardandolo con espressione preoccupata. «Oi... che
ti succede?» Domandò infine.
Alla domanda del più grande, Watanuki si voltò
nuovamente tornando a fissarlo, perdendosi ancora una volta in quegli
occhi dorati, sopreso dal poterci leggere tante sfumature.
«Io...» Replicò, distogliendo ancora una
volta lo sguardo. La mente come intrappolata da una miriade di pensieri
per lo più sconosciuti. Tra essi l'unico vagamente chiaro
sembrava volergli comunicare un senso di pericolo che, sul momento,
sembrava riconducibile ad una sensazione tanto simile a quella provata
tempo prima quando la regina dei ragni lo aveva intrappolato nella sua
trama di invisibili fili. Una sensazione di trappola, pensò.
Qualcosa che doveva assolutamente approfondire.
«Io...» Riprese, consapevole di dover dire
qualcosa. Lo sguardo nuovamente sull'arciere.
Mentre l'altro lo guardava in silenzio, Watanuki ricordò
improvvisamente quanto era appena avvenuto e, fattosi rosso, lo
indicò con mano tremante. «Tu!»
Urlò. «Cosa pensavi di fare guardandomi in quel
modo, eh?»
Quelle parole sembrarono colpire Doumeki.
«Scusami.» Mormorò, alzandosi. Poi,
portate le mani in tasca si girò verso la porta che dava
sulla scala interna dell'edificio scolastico. «La prossima
volta evita di fare domande delle quali non vuoi conoscere la
risposta.» Dichiarò con voce ferma.
xXx
Alcune ore dopo i due ragazzi stavano
camminando verso il negozio di Yuuko.
Quanto avvenuto quella mattina in terrazza sembrava aver messo un muro
di imbarazzo tra loro, spingendoli a ridurre le conversazioni allo
stretto necessario. Così anche camminare l'uno di fianco
all'altro si era fatto improvvisamente difficile, esattamente come lo
era il dover mantenere lo stretto contatto impostogli dalla strega.
Ciò nonostante, dopo averci pensato e ripensato, Watanuki
decise di prendere la parola per comunicare quanto aveva deciso nelle
ultime ore.
«Senti...» Esclamò all'improvviso, il
tono di voce basso e particolarmente serio. «Puoi lasciarmi
l'amuleto, invece di ridarlo a Yuuko-san?»
«Yuuko-san non sarebbe d'accordo.» Rispose l'altro
con voce neutra.
Watanuki sembrò attendersi una simile risposta e senza
perdersi d'animo continuò nel suo intento. «Lo so,
ma... devo parlarle e... dopo posso sempre darglielo io...»
Ribatté stando attendo a non incrociare lo sguardo
dell'altro. «Non so quanto tempo ci vorrà...
potrei restare a corto di energia...»
Quell'affermazione sembrò colpire l'attenzione di Doumeki
che, fermatosi di colpo, si girò a guardarlo con aria
estremamente seria. «Stai cercando di dirmi che vuoi
parlarle... da solo?» Domandò infine.
Quella domanda sembrò far vacillare il più
piccolo. «Già...» Dichiarò
alzando uno sguardo di scuse sull'arciere. «Non... ti da
fastidio, vero?»
«Ha a che fare con me?» Si informò
l'altro.
«Non proprio... È più qualcosa che ho
pensato. Un dubbio che ho...» Tentò di chiarire il
più piccolo.
«Un dubbio... Su di me?» Chiese ancora l'arciere.
«Diciamo che comprende anche te...»
Mormorò l'altro.
Doumeki sembrò accettare quella risposta, riprendendo a
camminare. Lo sguardo fisso sulla strada.
Watanuki lo guardò per un attimo, sentendosi quasi in colpa
per avergli fatto quella richiesta. «Mentre sono con
Yuuko-san tu puoi sempre bere un sakè con Mokona, no? Andate
d'accordo voi due...»
Per tutta risposta l'arciere si limitò ad annuire.
Quando giunsero al negozio, Watanuki si voltò verso il
ragazzo più grande, tendendo una mano.
«L'amuleto...»
Doumeki lo guardò gelidamente, consegnandogli l'oggetto e,
dopo averlo preso, il più piccolo gli sorrise timidamente.
«Allora... a dopo.» Esclamò e, senza
attendere una risposta, aprì la porta del negozio salutando
come suo solito.
Il suo arrivo fu accolto da un Mokona saltellante che, con una
bottiglietta di sakè e due bicchieri, lo superò
ignorandolo e raggiungendo l'arciere.
«Mokona berrà insieme a Doumeki!» Lo
sentì esclamare mentre la porta si richiudeva dietro di lui.
Watanuki sospirò stancamente, avviandosi con aria rassegnata
verso la sala dove la strega era solita ricevere i suoi clienti.
Si fermò solo un'istante, osservando la porta ed esitando
appena un po' al pensiero che probabilmente la donna era già
al corrente di ogni cosa.
Quasi in risposta a quel pensiero, la voce di Yuuko lo
invitò ad entrare e, fattosi forza, il ragazzo
aprì la porta per poi accomodarsi nella stanza.
«Buon pomeriggio...» Salutò, leggermente
a disagio.
Yuuko lo guardò appena dal divano sul quale era comodamente
sdraiata. «Volevi parlarmi vero?»
Domandò con un sorrisino a metà tra il serio e
l'ironico. «Ti consiglio di sbrigarti. Quello...»
Continuò, fissando il punto esatto in cui Watanuki teneva
l'amuleto. «Non durerà ancora a lungo.»
Watanuki si limitò ad annuire. «Lo
so...» Dichiarò subito dopo. «Ma...
avevo bisogno di alcuni chiarimenti.» Continuò,
avvicinandosi alla donna e mettendosi a sedere per terra, proprio di
fronte a lei.
Yuuko si limitò ad un cenno della mano ed il ragazzo
capì di non essersi sbagliato. La strega era già
al corrente di tutto.
«Lei sa già ogni cosa, vero?»
Tentò nella speranza di non dover scendere in particolari
per lui spinosi.
«Watanuki... io so sempre tutto.»
Replicò lei. «Ma sta a te specificare
ciò di cui desideri parlare...»
Il ragazzo la guardò senza capire e, in risposta al suo
sguardo interrogativo, la strega ridacchiò maliziosamente.
«Vuole proprio farmi dire quelle cose, vero?»
Borbottò il ragazzo con fare rassegnato. «Avrei
dovuto saperlo...» Commentò a capo basso, la mente
in cerca delle parole più adatte. «Ecco... di
questi tempi credo di aver capito alcune cose di me...»
Iniziò, arrossendo di colpo. «E... ieri sera ho
fatto e detto certe cose...» Continuò, alzando lo
sguardo su quello della donna. «Con... Shizuka... Mentre
lui... oggi ha fatto e detto alcune cose che... mi hanno fatto sentire
strano. Quasi... in trappola. Ma non sono sicuro che dipenda da lui.
Solo che non è la prima volta che mi capita. E allora mi
chiedevo...» Si fermò a riprendere fiato per un
istante, torturandosi le mani e distogliendo lo sguardo da quello
sempre più serio della strega. «Come faccio a
sapere cosa è vero e... cosa no?»
Yuuko attese la fine di quel monologo e, dopo un ultimo sguardo,
sorrise apparentemente divertita. «Così avete
fatto delle cose... insieme. Devo dedurre che la vostra convivenza
procede a gonfie vele, eh?» Domandò sarcastica.
A quella battuta, Watanuki arrossì completamente.
«Non è così... Non intendevo
quello!» Protestò iniziando a sbracciarsi.
La donna sorrise sempre più divertita. Poi tornò
improvvisamente seria. «Sentiamo allora... Cosa vuoi sapere,
esattamente?»
Il ragazzo, la cui stanchezza era in rapido aumento, si
soffermò ad osservare l'esterno dove Doumeki stava
chiacchierando con Mokona. «Io... vorrei sapere se tutto
questo...» Tentò indicando l'arciere.
«Se si tratta di me o... di qualcosa di diverso.»
«Pensi che quanto hai provato in sua compagnia, non ti
appartenga?» Si informò la donna.
Watanuki osservò ancora una volta Doumeki, notando come il
suo cuore accelerasse anche solo guardandolo. «Non... non
dico questo... Però... Da quando svengo sempre
più in fretta... È come se ci fosse qualcosa
di... esterno.» Spiegò, tornando a guardarla.
«Qualcosa di esterno, eh?» Ripetè la
donna con fare pensieroso. «Forse devi solo imparare a
discernere tra i vari tipi di... interferenze.»
«Che... che significa questo, ora?!»
Domandò il ragazzo.
«Ci sono interferenze che possono arrivare dall'esterno,
altre che arrivano da noi. Forse nel tuo caso esistono entrambe. Ed
è solo imparando a discernere che potrai capire cosa ti
appartiene davvero e cosa no.»
Watanuki la guardò perplesso. «Non mi ha chiarito
un bel niente così!» Esclamò, mettendo
il broncio.
La strega lo guardò con uno strano luccichio negli occhi.
«Diciamo che, a volte, decidiamo senza saperlo... di lasciare
andare le cose senza manipolarle in alcun modo. Questo, in altre parole
potrebbe definirsi come... ascoltare il proprio cuore.»
Il ragazzo ascoltò ogni parola in cerca di una soluzione ai
suoi tanti dubbi. «Tzè, anche quello non sa cosa
dire al momento!» Replicò infine, voltando il viso
dall'altra parte.
Yuuko lo guardò sorridendo. «Di solito questo
accade quando si decide di non ascoltarlo. Tu hai voglia di sentire
quanto ha da dirti. Vero, Watanuki?»
Il ragazzo tornò a fissarla. «Io... non lo so.
Forse...» Ammise.
«Oh...» Riprese la strega con l'aria di chi la
sapeva lunga. «Sono sicura che sai benissimo cosa
provi...» I suoi occhi si posarono per un attimo sul ragazzo
seduto all'esterno del negozio, per poi tornare a guardare il suo
lavoratore part-time. «Il destino non si cambia, Watanuki
Kimihiro. Ma si può sempre decidere di ostacolarlo... se lo
si desidera.» Puntualizzò facendosi nuovamente
seria.
«Il destino, eh?» Mormorò il ragazzo,
ricordandosi improvvisamente di un altro problema irrisolto.
«Per quanto riguarda questo?» Chiese, tirando fuori
l'amuleto.
Yuuko osservò l'oggetto con sguardo imperscrutabile.
«Cosa vuoi sapere?»
«Quanto a lungo funzionerà, ancora?»
La donna gli sorrise. «Me lo chiedi perché ti
sembra che duri di meno, vero?» Watanuki annuì e
la strega riprese. «Anche questo fa parte del destino. Un
destino che si può ancora alterare.»
Precisò, fissando le iridi blu del ragazzo che, colpite dai
raggi del sole, le apparvero di diverso colore. «Dipende solo
da te. Watanuki Kimihiro.» Terminò sorridendo a
quell'occhio screziato di verde.
Il ragazzo rimase in silenzio e, decisa ad avere il suo pagamento, la
strega battè le mani, assumendo un'aria infantile.
«Ora mi è venuta fame! Fai accomodare Doumeki e
preparaci qualcosa di buono!» Esclamò tutta
contenta. «In fondo devi pagarmi per i saggi consigli che ti
ho dato!»
Riscosso dai suoi pensieri, Watanuki la fisssò in tralice.
«Che ha detto?» Urlò poi.
«Consigli? Ma quali se non ci ho capito niente!»
«Quello è affar tuo!» Ribatté
la donna. «Ed ora sbrigati se non vuoi che metta tutto in
conto. È già molto lungo sai?!»
«Si, vado... vado...» Borbottò il
ragazzo, con voce depressa. «Tanto lo so che non
finirà mai questo cavolo di lavoro...»
Quando uscì sul porticato per dire a Doumeki che poteva
rientrare, trovò l'amico seduto con Mokona addormentato tra
le sue braccia.
«Sarebbe questo il suo modo di farti compagnia?»
Gli domandò nella speranza di allegerire la tensione che
sentiva spessa come non mai.
«Non è un problema.» Fu la risposta
dell'arciere. «Ho avuto modo di pensare.»
«Pensare... a cosa?» Domandò Watanuki,
la mente ancora aggrappata alle ultime parole di Yuuko.
«Lascia stare.» Rispose l'altro alzandosi.
«Tu piuttosto, hai chiarito i tuoi dubbi?» Chiese,
incamminandosi verso la solita stanza.
Il più piccolo annuì con espressione vaga,
seguendolo e chiudendo la porta alle loro spalle. «Mi sono
sincerato su un paio di cose e... l'amuleto... Non so quanto
durerà ancora.» Precisò. «Il
resto beh... diciamo che Yuuko-san mi ha solo confuso le
idee!» Borbottò.
«Su cosa...» Si informò l'arciere,
notando la camminata un po' barcollante dell'altro.
Watanuki si fermò di colpo, sentendosi a corto di energia.
«Su varie cose...» Mormorò appoggiandosi
alla parete. «Il fatto è che... ultimamente
accadono cose strane e... mi è capitato di sentirmi come...
non propriamente in me, ecco.» Spiegò con voce
incerta.
Doumeki lo fissò attentamente, avvicinandosi e ristabilendo
rapidamente un contatto.
«E... questo cosa avrebbe a che fare con me.» Si
informò.
«Beh... anche con te, questi giorni sono stati...
strani.»
«Stai dicendo che credi dipenda tutto da qualcosa di
esterno?»
Il tono con il quale era stata posta quella domanda turbò il
più piccolo. «No... ma, volevo esserne sicuro.
Insomma... è stato strano, no? Ieri...»
A quella conferma, l'arciere lo lasciò andare, ferito senza
neanche saperne il motivo dai dubbi dell'altro ragazzo.
«Doumeki...» Tentò questi, muovendo un
paio di passi verso di lui.
«Lascia perdere.» Dichiarò l'altro
fermandosi e rimanendo di spalle.
Watanuki strinse i pugni abbassando la testa. «Anche tu hai
sospettato che fossi posseduto, una volta...»
Dichiarò infine. «E... ecco, da allora ho
continuato a pensarci.» Concluse con aria incerta.
«Ma avevamo visto che non era così!»
Esclamò l'altro, voltandosi.
Sotto lo sguardo gelido di Doumeki, Watanuki si sentì
improvvisamente a disagio. «Io... mi dispiace...»
Mormorò.
«Non importa.» Rispose l'arciere, tornando a dargli
le spalle e avanzando verso la sala. «Adesso so come la
pensi.» Dichiarò infine.
Improvvisamente triste per quelle parole, Watanuki rimase a fissarlo
per un po', indeciso se proseguire o meno quella conversazione.
L'arrivo improvviso della strega in cerca della sua cena lo spinse a
rimandare a dopo ogni sorta di chiarimento.
xXx
Lo sguardo della strega era qualcosa
di altamente enigmatico e a suo modo rassicurante. Era questo quanto vi
vedeva Doumeki. E forse, era quello il motivo per cui, nonostante i
modi particolari della donna, continuava a fidarsi di lei, spesso anche
in mancanza di spiegazioni.
«Allora...» La sentì dire d'un tratto.
«Cosa volevi chiedermi?»
L'arciere ricambiò lo sguardo della donna, uno sguardo in
grado di cogliere ogni sfumatura in chi la osservava.
Aveva smesso da tempo di stupirsi per la prontezza di spirito della
donna, tuttavia non poteva fare a meno di interrogarsi sul come
giungesse ogni volta alle giuste supposizioni.
Dal canto suo, Yuuko sembrò non badare al silenzio
dell'arciere, consapevole in modo evidente dei pensieri che questi
stava formulando sulla sua persona. Con estrema disinvoltura si
servì un altro bicchiere di vino, osservando attraverso il
bicchiere il ragazzo che aveva di fronte. «Ti
ascolto...» Dichiarò infine, sorridendogli.
«Io...» L'arciere sembrò ponderare
quanto davvero desiderava sapere. «Cos'ha l'amuleto di
Watanuki...» Domandò poi.
Alla domanda, come sempre diretta, la donna ampliò di un po'
il suo sorriso. «L'amuleto non ha nulla. Forse
però vuoi riformulare la tua domanda?»
A quella proposta Doumeki osservò la donna senza capire, la
mente rivolta a possibili varianti del suo pensiero. «Si
tratta... di Watanuki? Ha qualcosa che non va?»
Domandò improvvisamente allarmato.
Yuuko sospirò, rasserenata dal pensiero che almeno lui fosse
sveglio abbastanza da captare il pericolo. «Qualcosa che non
va, dici...» Esordì. «Direi che la sua
mancanza di energia indica già da sola che qualcosa non va
come deve, non trovi?» Chiese, in cerca di reazioni da parte
dell'arciere. «Ma se pensi ci sia qualcos'altro...»
«In effetti... si.» Proseguì il ragazzo.
«L'amuleto sembra durare sempre meno...»
La strega annuì soddisfatta. «È
così in effetti. Ed è anche il
contrario.» Esordì. «Vedi,
Doumeki-kun... il fatto è che l'energia tende a fluire
sempre verso la fonte più grande che, in questo caso, non si
trova dentro il nostro Kimihiro.» Concluse, facendosi seria.
Il ragazzo la ascoltò, apparentemente
impassibile.«Sta forse dicendo che la sua energia... si trova
dentro di me?» Domandò stringendo i pugni per la
tensione. «È così?»
Domandò.
Soddisfatta dalla deduzione dell'arciere Yuuko si limitò ad
un sorrisetto, dopo il quale si voltò verso la porta,
urlando a gran voce il nome di Watanuki seguito dalla parola cena.
Immerso nei suoi pensieri, Doumeki si limitò ad osservare la
donna. «Cosa posso vare per aiutarlo.» Si
informò.
A quella domanda, non del tutto inattesa, la donna gli rivolse una
rapida occhiata. «Puoi stare con lui...»
Suggerì. «A stretto contatto, intendo.»
« Perché continua a ripeterlo.»
Sbottò il ragazzo. «È da giorni che lo
faccio ed i risultati sono pessimi. Possibile che non ci sia
altro?»
«Per ora... stargli accanto è il massimo che puoi
fare, Doumeki-kun» Rispose la donna. Lo sguardo come perso in
un luogo lontano. «Domani...» Riprese tornando a
fissarlo con sguardo carico di parole inespresse. «Cerca di
fare in fretta.»
Quell'avvertimento giunse a turbare il ragazzo che, senza chiedere
altro e ben consapevole che la strega non avrebbe mai detto
più di quanto voleva, si limitò ad annuire.
In quel mentre, Watanuki giunse carico come non mai di piatti.
L'espressione tirata.
Sotto gli sguardi dei presenti, posizionò con cura ogni
piatto, prendendo finalmente posto al fianco di Doumeki, al quale si
avvicinò più del solito in modo da stabilire un
contatto.
Sorpreso dal gesto inusuale del ragazzo più piccolo, Doumeki
restò immobile, osservandolo lateralmente. «Sono
passati solo otto minuti...» Commentò, posando uno
sguardo interrogativo sulla strega. «Come ti
senti?» Domandò infine, tornando a fissare il
ragazzo.
«È una seccatura.» Commentò
questi in un'alzata di spalle. «Va meglio,
comunque...» Poi, notando lo sguardo divertito della strega,
si inalberò. «Certo che il destino poteva evitare
certe cose, eh!» Esclamò fissandola con sguardo
carico d'ira.
«Il destino non può essere sempre cambiato,
Watanuki...» Ribattè l'altra, sorridendo e
servendosi un bicchiere di sakè.
«Certo... intanto però sono io quello che rischia
di svenire ogni due secondi!» Borbottò il ragazzo,
sotto lo sguardo preoccupato dell'arciere.
Yuuko sorrise apparentemente divertita. Doumeki però
riuscì a scorgere come una nota di tristezza nello sguardo
carico della donna.
«Per questa sera, puoi andare via prima...» La
sentì dire. «Ci sono delle cose che devo sbrigare,
in vista di certi eventi..»
Watanuki sembrò accogliere quella notizia con gioia,
alzandosi ed affrettandosi a sparecchiare, incurante degli sguardi tra
Doumeki e la strega. «Fate attenzione domani.»
Ribadì la donna prima di considerare definitivamente chiuso
l'argomento.
Salve!
In attesa di sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, che se
pur in modo quasi invisibile inizierà col tessere sviluppi
anche lontani, rieccoci a ringraziare voi lettrici (e si spera lettori).
E come
sempre... continuate a seguirci e a commentare!
Naco chan: Preoccupata per l'angst? Diciamo che
qualche momento di dolcezza ci sarà sempre. A volte
però è proprio il momento fugace di tenerezza a
rendere il tutto più angst. :P
Grazie come sempre per le correzioni che, speriamo si sia capito, sono
spesso dovute alla stanchezza. Per quanto rileggiamo più
volte, farlo in orari assurdi come questo (02:55 non aiuta :P)
Elychan: Eli! Ah, Haruka-san che da le dritte a Doumeki su
Gattanuki... chissà come mai, ce lo vediamo come uno
scenario estremamente fattibile :P
Chissà che non accada!
Anche se, a breve, non ce ne sara più modo... Saranno
concentrati su altro, i nostri protagonisti.
Ti perdoniamo per il mancato commento, suvvia, va bene uguale.
Tanto ti abbiamo sempre a disposizione per martellarti :P
Yuki Ishimori: Siamo liete che ti sia piaciuto
tanto. ^_^
Oh la scena in cui si prendono per mano ha sciolto anche noi in
effetti. Quei due sanno passare da più modalità
in modo unico. Anche per questo li adoriamo. :P
LawlietPhoenix: Si, Aster, quello scorso
è stato un capitolo molto bello, vero? Una chicchina... che
purtroppo non si ripeterà.
Se non tra molto, ah!
In angst we believe.
Grazie per il continuare a seguirci con costanza, tra l'altro! Siamo
molto grate U.U
NekoAki: In primis: Benvenuta su Di. ^_^
Sperando di leggerti ci auguriamo che anche questo capitolo sia stato
di tuo gradimento.
Masuko: Haruka che fa il discorso padre-figlio sul
sesso a Watanuki è veramente troppo da lui, sei un genio del
male :P Ed ovviamente non si scomporrebbe minimamente nel farlo!
Quanto all'angst, basta che tu ti consoli pensando al lieto fine! Non
lasceremmo mai questa storia senza un degno finale, ci ha fatto dannare
troppo nel corso dei mesi :P
Comunque, grazie del commento... tua madre non è rimasta
traumatizzata nel vederti ridere da sola, vero?
Ci sentiremmo in colpa.
Ai GDR, entrambi!
Gioielle: Eh si... la svolta era proprio questa. XD
*stappano anche loro lo spumante e brindano insieme a Gioielle! Yay*
E' vero comunque. Doumeki ed Haruka sono legatissimi. E questo aspetto
sarà ben approfondito in seguito. ^.^
Witch Of The Dimensions: Grazie mille come al solito
per gli accorati complimenti! Ci fa tantissimo piacere avere una
lettrice come te, i tuoi commenti ci mandano avanti nei momenti di
stenti... grazie, grazie ancora! Ci inchiniamo entrambe.
Comunque, si, i cuoricini che cuoricinando cuoricinavano erano anche da
noi mentre li scrivevamo.
Credici, durano un bel po' e fanno bene per stemperare il resto.
Grazie ancora una volta per le tue bellissime recenzioni... grazie!
A presto, continua a seguirci mi raccomando!
Yusaki: Uh beh fiore di ciliegio da accarezzare? mmm
si, ci sta. :P
Ihih non allarmarti per la fase angst. Ci sarà e se tutto va
bene, si verseranno non poche lacrime (mhuahuahua) ma ci saranno anche
sorrisi e cuoricini, spezzati, certo. Ma sempre di cuori si tratta, no?
:P
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Capitolo 13 *** A stretto contatto - Sacrificio ***
Destino
Inevitabile - A
stretto contatto.
Capitolo 13
Sacrificio
Sarebbe
stata una mattina come tante
altre se l'aria, che tra loro sembrava più pesante del
solito, non fosse stata anche pregna di preoccupazione.
Watanuki camminava con aria persa. Lo sguardo puntato davanti a se, in
direzione della scuola; la mente rivolta a quanto sognato la notte
prima.
Al suo fianco, anche Doumeki appariva distante, proseguendo in silenzio
come al solito. Unica differenza, l'espressione tirata, dovuta alla
strana raccomandazione ricevuta la sera prima da Yuuko.
Un monito che si era ripetuto al mattino quando, come sempre, si erano
recati al negozio per recuperare il talismano.
Stranamente, la donna non si era fatta trovare e, al suo posto,
adagiato sul tavolino della sala, l'arciere aveva notato da subito un
biglietto, posto al fianco dell'o-momori che anche quel giorno avrebbe
concesso loro un minimo di autonomia.
Cercando di non cedere al turbamento improvviso, aveva raccolto
talismano e foglietto, riconoscendo da subito l'elegante grafia della
strega che, essenziale ed enigmatica come sempre, si era limitata ad un
"fate attenzione" seguito da una firma stilizzata a forma di farfalla.
"Come se l'avvertimento di ieri non fosse bastato."
Pensò Doumeki, mentre voltatosi nuovamente in direzione
della porta, decise di ragionare sugli ultimi eventi prima di prendere
una qualunque decisione.
In fondo non poteva sapere dove sarebbe stato il pericolo e
probabilmente l'edificio scolastico era uno dei luoghi più
sicuri per Watanuki.
«Questa
notte... ho sognato
tuo nonno.»
La voce del ragazzo sembrò riecheggiare per la strada..
«Capisco...» Mormorò l'arciere.
«E... cosa ti ha detto?» Aggiunse, nel tentativo di
non sembrare scortese.
Poteva ancora sentire sulla propria pelle le sensazioni vissute
l'ultima volta che l'amico gli aveva parlato di un sogno.
Attimi ormai dimenticati e probabilmente irraggiungibili, sostituiti
come erano stati da una distanza incolmabile.
«L'ho visto per qualche secondo...»
Commentò intanto il più piccolo. «Era
serio e... mi ha detto di non strafare.»
«Perchè?» Domandò l'altro,
osservandolo.
«E che ne so. Come sempre non mi ha dato alcuna spiegazione.
E' apparso, mi ha detto Kimihiro-kun, domani non strafare. Poi mi ha
sorriso e puff... mi sono svegliato.» Sbuffò,
Watanuki.
«Kimihiro-kun...» Ripetè l'arciere.
«Ti chiama... così?»
«Cosa?» Domandò il più
piccolo. «S...si. Sai, lui vuole che lo chiami per nome...
così fa lo stesso con me.» Spiegò.
«Capisco...» Ribattè l'altro.
Watanuki si voltò a guardarlo, sorpreso dal tono di voce
che, seppur per un breve istante, gli era parso diverso dal solito.
«Tutto... bene?» Domandò.
Doumeki si limitò ad annuire, diviso tra il senso d'allarme
dato dal messaggio di Haruka e l'amara consapevolezza di essere meno in
confidenza con Watanuki di quanto non lo fosse suo nonno.
Immerso in quei pensieri, quasi non si rese conto di essere ormai
giunto a destinazione.
«Allora ci vediamo dopo...» Esclamò
Watanuki, staccandosi dalla presa dell'arciere.
«Cosa? Si... A più tardi...»
Replicò questi consegnandogli l'amuleto ed osservandolo
mentre, quasi di corsa, si allontanava da lui.
xXx
All'ora
di pranzo, si ritrovarono
come sempre sotto il solito albero.
Doumeki, ancora assorto in chissà quali pensieri e Watanuki
in apprensione per via dell'assenza di Himawari.
Fortunatamente la ragazza non si fece attendere oltre, giungendo
proprio quando Watanuki aveva finito di disporre bento-box e thermos
pieni di tè sulla tovaglia.
«Watanuki-kun! Doumeki-kun!» Esclamò,
agitando una mano in segno di saluto. «Scusate per il
ritardo.»
Nel vederla, il più piccolo tra i due sembrò
rasserenarsi. «Ah! Non importa Himawari-chan!»
Rispose, sorridendole.
Doumeki si limitò ad un cenno del capo, notando, subito
dopo, l'arrivo di Ichi ed Ini. «Loro pranzano con
noi?» Domandò.
Himawari annuì. «Spero non sia un
problema...» Aggiunse. Il tono di voce più basso
per non essere udita dalle due amiche.
Watanuki restò in silenzio, lo sguardo fermo su Ini, ormai a
pochi passi da loro.
Per un attimo la sua mente tornò sulle parole che la ragazza
aveva scritto a proposito di quanto pensava esserci tra lui e Doumeki.
Scosse la testa per non pensarci ed ignorando il saluto, piuttosto
freddo, delle ultime arrivate, porse i bento ai suoi amici, prendendo
posto in un angolo. Gli occhi puntati sul terreno.
I
minuti successivi, trascorsero in
un silenzio intervallato solo da qualche sporadico commento sul cibo,
che Himawari si era offerta di dividere con le sue ospiti.
Consapevole del tempo che passava, Doumeki scelse un momento in cui le
tre sembravano particolarmente concentrate, per avvicinarsi a Watanuki,
supportandolo con la propria energia.
Avvolto dall'improvviso calore, dato dal contatto con l'altro ragazzo,
Watanuki stirò le labbra in un sorriso colmo di gratitudine.
Quel semplice gesto, attirò l'attenzione di Ichi che,
mandato giù l'ultimo onigiri, si soffermò ad
osservare Watanuki.
«Devo ammettere che non cucini male, per essere un
ragazzo.» Ammise, senza smettere di studiarlo.
Al complimento inatteso, Watanuki ringraziò la ragazza.
«Questo idiota» Esclamò, indicando
Doumeki. «Mi fa fare sempre gli stessi piatti. Ormai li ho
imparati a memoria.» Sbuffò, lanciandogli
un'occhiataccia meno astiosa del solito.
Seppur sotto lo sguardo di tutti, l'arciere continuò a
mangiare imperturbato.
«Watanuki-kun e Doumeki-kun sono due veri amici.»
Esclamò Himawari sorridendo.
Ignorando il commento della ragazza, Ichi si fece improvvisamente
seria, tornando a fissare Watanuki. «Se ti da noia,
perchè gli fai sempre quello che vuole? Non sei mica la sua
ragazza... O sbaglio?» Domandò.
A quel commento, Watanuki cambiò rapidamente colore,
mollando le bacchette e agitando le braccia davanti a se.
«Certo che no! Cosa dici!» Sbottò.
«Insomma... Ti pare che un simile ingordo possa
piacermi?» Urlò.
«Sei ingiusto.» Intervenne Ini, attirandosi gli
sguardi dei presenti. «Shi... Shizuka è adorabile.
Non dovresti fare simili affermazioni.»
«A...Adorabile?» Esclamò Watanuki,
riprendendo ad indicare l'arciere. «Perchè, tu
pensi di conoscere Shizuka? Tzè.»
Continuò, piccato. «Lui è noioso ed
irritante, iperprotettivo e con il complesso dell'eroe! Come puoi
definirlo adorabile?»
La risata argentina di Himawari giunse ad alleviare l'atmosfera.
«Adesso vi chiamate per nome?» Domandò
con aria felice, alternando lo sguardo dai due ragazzi a Tanpopo che,
nel sentirla ridere, aveva preso a cinguettare festosamente.
«Ma
no, Himawari... cosa
dici!» Tentò Watanuki, al colmo dell'imbarazzo.
Impassibile come sempre, Doumeki portò alla bocca l'ultimo
onigiri al samone. La mente ferma sul pensiero di non essere mai giunto
ad una tale confidenza con Watanuki. E questo, nonostante le tante
volte in cui lo aveva protetto, salvandogli persino la vita.
Immerso in quel pensiero, stranamente pungente, l'arciere volse uno
sguardo malinconico in direzione di Watanuki, giusto in tempo per
incontrare la sua occhiataccia imbarazzata.
Il loro fu uno scambio veloce e colmo di imbarazzo. Proprio per questo
non passò inosservato.
«Shizuka è il sogno di ogni ragazza...»
Riprese Ini, evidentemente spinta da quanto appena visto. «E
tu, che hai la fortuna di essergli amico, tenti anche di negare la
cosa? Cos'è te ne vergogni?»
«Io...» Quella domanda sembrò mandare in
confusione Watanuki. «Proprio perchè è
mio amico ne conosco ogni difetto.» Puntualizzò,
attirandosi un'occhiata sorpresa dall'arciere.
Resasi conto dell'imbarazzo dell'amico, Himawari si voltò in
direzione di Ini. «Il loro rapporto è...
speciale.» Iniziò, il tono più basso e
serio del solito. «Watanuki-kun però... non
farebbe mai del male a Doumeki-kun. Lui non farebbe male a
nessuno.» Dichiarò, convinta. Il pensiero rivolto
al giorno in cui era stata costretta a rivelare la sua vera natura,
ricevendo in cambio un affetto, se possibile, più grande e
profondo di prima.
«O... Ok» La voce di Ini sembrò
riportare le cose alla normalità e, in quel mentre, Ichi si
alzò segnalando che era ormai ora di rientrare.
Rispondendo al sorriso sincero di Watanuki, Himawari decise di seguire
la ragazza, congedandosi in fretta.
Quando la vide sparire oltre l'edificio scolastico, Watanuki si
voltò verso Doumeki, scoprendo che Ini era ancora
lì, pericolosamente vicina al ragazzo ed intenta a
comunicargli qualcosa.
xXx
«Allora?
Cosa
voleva...» Domandò il più piccolo,
mentre l'uno di fianco all'altro, camminavano verso l'edificio
scolastico.
Doumeki sembrò pensarci un pò. «Mi ha
chiesto se ho letto la lettera e... se avevo una risposta.»
Accennò.
«E tu?» Domandò l'altro, lanciandogl
un'occhiata laterale.
«Le ho risposto. E l'ho ringraziata per le cose che ha detto
oggi, su di me almeno...» Rispose l'arciere senza alterare la
propria espressione.
A quello, Watanuki abbassò lo sguardo verso il terreno.
«Spero che tu non te la sia presa, comunque.»
Borbottò, riferendosi alle critiche che aveva alzato contro
l'arciere.
«Ci sono abituato...» Rispose laconicamente
quest'ultimo.
«Beh, erano cose vere comunque.» Ribattè
il più piccolo con fare nuovamente iroso. «Sei
fastidioso e hai il complesso dell'eroe! Se quella ti vuole bene
dovrebbe accettarti così piuttosto che vederti diverso da
come sei!» Sbuffò.
Doumeki sembrò non aver nulla da ribattere e, avvolti da un
silenzio relativamente leggero, proseguirono entrambi verso il
complesso sportivo della scuola.
«Quindi noi saremmo amici.» Esclamò
l'arciere di punto in bianco, osservando il compagno con la coda
dell'occhio.
«Che?» Ribattè l'altro mentre le guance
gli si scaldavano, colorandosi di un bel rosso acceso.
«Insomma, si... beh... lo siamo. No...?»
Balbettò, guardando altrove.
Doumeki non rispose, e questo spinse Watanuki a ricambiarne lo sguardo.
Una decisione della quale si pentì subito, restando con gli
occhi fissi sull'espressione dell'arciere. «Tu mi stai sempre
attorno solo per il pranzo, vero?» Borbottò in
imbarazzo.
«Può darsi.» Ribattè l'altro
con un sorrisetto.
«Ecco, lo sapevo! Non ti preparerò mai
più un takoyaki in vita mia, giuro!»
Urlò il più piccolo, sperando di non mostrare
all'arciere quanto il suo sorriso l'avesse colpito.
«Vorrà dire che mi preparerai più inari
sushi.» Rispose l'altro, recuperando la solita espressione.
Watanuki sembrò pensarci per qualche istante, poi riprese ad
inveire contro l'arciere e le sue richieste sfacciate.
xXx
Il
fischio dell'insegnante
segnò l'inizio della corsa, dando il via alla performance di
Watanuki che, neanche fosse in fuga da qualcosa, partì con
uno scatto deciso portandosi avanti a tutto il gruppo.
Dietro di lui con uno scarto davvero minimo, seguiva Doumeki.
L'espressione neutra anche in quel momento, di norma, faticoso per
chiunque.
«Hei!» Gli urlò contro Watanuki.
«Che stai facendo?»
«Corro.»
Senza smettere di correre, quasi incentivato ad aumentare l'andatura
per via dell'irritazione crescente, Watanuki borbottò
qualcosa tra se e se.
«Perchè mi corri accanto!»
Esclamò poco dopo.
«Potrei farti la stessa domanda.» Fu la replica
dell'altro.
Infastidito dalle risposte dell'arciere e sempre più
arrabbiato per via degli urletti entusiastici di Ichi ed Ini, Watanuki
accelerò ulteriormente. In pochi istanti riuscì a
guadagnare una certa distanza che l'arciere evitò
accuratamente di colmare, restando poco più indietro, al
fine di tenerlo d'occhio senza esser visto.
Il traguardo era ormai a pochi metri da entrambi. Il resto dei
corridori, troppo distante per rappresentare una minaccia.
Ciò nonostante, deciso a vincere, Watanuki si
obbligò ad un ultimo sforzo, dimenticandosi totalmente il
problema dell'energia.
Fu così che, sotto gli occhi di tutti e proprio a pochi
centimetri dal traguardo, crollò pesantemente al suolo.
Giunto al suo fianco, Doumeki si piegò sulle ginocchia,
prendendogli un braccio. «Ci sei?»
Domandò con apprensione.
Dal ragazzo, non giunse alcuna reazione.
«Watanuki...» Mormorò l'arciere
sfiorandogli la fronte nella speranza di una risposta diversa da
quell'immobilità sempre più sconcertante.
Memore delle parole della strega, proprio mentre intorno a loro
iniziavano a raggrupparsi alcuni curiosi, Doumeki prese in braccio il
compagno, facendosi spazio tra gli studenti e fermandosi solo alla
vista di Himawari.
«Doumeki-kun, bisogna portarlo in infermeria.»
Esclamò la ragazza.
«No.» Replicò lui. «Devo
portarlo da Yuuko-san.» Proseguì ignorando gli
sguardi cupi di Ichi ed Ini, poco distanti dall'amica. «Tu
pensa alle nostre cose e... dì all'insegnante che lo riporto
a casa.»
Himawari annuì osservandolo con espressione allarmata e
senza attendere oltre, l'arciere si allontanò quasi di
corsa. Diretto verso il negozio dei desideri.
xXx
Quando
giunse al negozio, la porta di
ingresso sembrava attendere solo di essere aperta.
Non era la prima volta che giungeva in quel luogo sospeso nel tempo.
Eppure, per qualche motivo, quel giorno la sua apprensione era quasi
incontrollabile.
Senza perdere tempo, varcò la soglia del negozio, avviandosi
verso la stanza dove la strega usava ricevere la clientela.
Gli era capitato almeno un padio di volte di assistere al lento
procedere delle persone che, colme di speranza, giungevano fin
lì per esprimere un desiderio. Di solito si limitava ad
osservarle, intrattendendosi con un bicchiere di Sakè e le
chiacchiere di Mokona o i brontolì di Watanuki. Non aveva
mai considerato l'indicibile ansia che un tale incontro poteva
generare. La stessa ansia che da qualche minuto sembrava essersi
aggrappata alle sue viscere, portandolo a sperare con tutto se stesso
di avere ancora qualcosa da poter dare a quella donna, in cambio del
suo unico desiderio. Quello di salvarlo.
Quando i pannelli scorrevoli si aprirono, rivelando il contenuto della
stanza, Doumeki notò la strega che, in abiti da cerimonia,
lo stava guardando con espressione seria. Di fianco a lei, tracciato
sul pavimento, vi era il cerchio magico che, come Watanuki gli aveva
spiegato, serviva a condurre le persone nelle altre dimensioni.
«Doumeki-kun...» Esordì la donna, senza
allontanarsi dal cerchio. «Hai un desiderio da
esprimere?»
«Io... devo salvarlo. Mi dica come.»
Esclamò lui.
Yuuko annuì brevemente, indicandogli il cerchio.
«Il prezzo è già stato
pagato.» Lo informò.
A quelle parole, l'arciere sembrò trasalire. «Da
chi?» Domandò.
La donna gli rivolse uno sguardo velato di dolcezza. «Da
Haruka-san.» Affermò. «E da te, che per
tutti questi anni hai vissuto senza poterlo incontrare neppure in
sogno.»
Doumeki la squadrò senza rispondere, la mente ferma sul
significato di quanto appena udito.
«Avremo tempo per parlarne.» Lo esortò
la strega. «Ora, metti Watanuki all'interno del
cerchio.»
Il ragazzo annuì, mettendo a tacere l'improvviso senso di
vuoto, scatenato dalla rivelazione della strega. Per un attimo si
sentì avvolgere da un impeto di rabbia. Voleva essere lui a
salvarlo. Suo nonno aveva già il mondo onirico per
incontrarlo, mentre lui... A lui non restava altro che quel legame dato
dal proteggerlo ad ogni costo. Un legame del quale per un breve istante
si sentì derubato.
Ciò nonostante, in quel momento la sua priorità
era il benessere di Watanuki, così se pur a malincuore si
avvicinò alla donna, stendendo l'amico all'interno del
cerchio.
«Bene...» La sentì dire. «Ora
prendi le sue mani e tienile strette alle tue. Palmi contro palmi, dita
intrecciate...»
Doumeki alzò lo sguardo sulla donna, osservandola mentre con
sguardo concentrato, appoggiava un lungo bastone ornato sul perimetro
del cerchio.
«Se faccio come ha detto... si
sveglierà?» Domandò l'arciere.
Yuuko annuì, muovendo un ulteriore passo in avanti.
«Sei pronto a pagare il tuo prezzo, Doumeki-kun?»
Domandò. «Dovrò prendere parte della
tua energia vitale.»
Senza curarsi di quelle parole e del loro significato, il ragazzo
annuì convinto. «Faccia quanto deve.
Purchè lui sopravviva.» Dichiarò.
A quello, Yuuko sorrise compiaciuta, pensando a come Haruka-san avesse
previsto ogni cosa in anticipo.
Con un gesto elegante lasciò ondeggiare il bastone che, in
un istante, si illuminò di un bagliore soffice i cui raggi
azzurri si diffusero lungo i disegni impressi nel cerchi.
Avvolti da un calore improvviso, i due ragazzi furono raggiunti da
spirali di luce che, intrecciandosi attorno ai loro corpi, iniziarono a
brillare, facendosi di un oro brillante là dove le loro mani
si univano.
Rimasero così per un tempo che avrebbe potuto essere
infinito come inesistente. Poi le spirali iniziarono a svanire ed in
quel mentre, Watanukì riaprì gli occhi.
«Co... cosa...» Balbettò guardandosi
intorno con aria confusa.
In un attimo i suoi occhi incontrarono quelli dell'arciere, spostandosi
altrove per soffermarsi sulle loro mani ancora intrecciate e
riprendendo a vagare sui disegni, ormai noti, del cerchio di Yuuko.
«Che sta... succedendo...» Mormorò.
Nel vederlo sano e salvo, Doumeki si lasciò sfuggire un
leggero sorriso dopo il quale si sentì crollare per la
stanchezza. «Scusami...» Riuscì a dire,
prima di lasciarsi cadere su di lui.
«Dou...meki!» Esclamò il più
piccolo, irrigidendosi appena un pò per sostenere il peso
dell'altro. «Che hai?» Domandò infine.
Sempre più debole, l'arciere appoggiò il viso
sulla sua spalla. «Nulla, sono... solo stanco...»
Replicò, chiudendo gli occhi.
Allarmato dalla strana stanchezza dell'arciere, Watanuki che al
contrario si sentiva stranamente in forze, posò lo sguardo
su Yuuko.
«Che cosa gli ha fatto, eh?» Domandò,
improvvisamente adirato.
La donna ricambiò lo sguardo con altrettanta durezza.
«Ho esaudito il suo desiderio.» Ribattè.
«Doumeki-kun ha scelto di donarti una grossa fetta della sua
energia. E tutto, per evitarti di sparire.»
«Per evitarmi...» Watanuki si tirò
indietro, il minimo indispendabile per guardare Doumeki negli occhi.
«E tu le hai permesso di farlo?»
L'arciere ricambiò il suo sguardo, annuendo appena. Poi,
troppo stanco per sostenersi da solo, tornò ad appoggiarsi
contro il ragazzo.
«Sto bene...» Ripetè infine, parlando
contro il suo collo.
Watanuki lo ascoltò senza muoversi, concentrato sul calore
di quella bocca e sui brividi che riusciva a provocargli. Il cuore che,
nel frattempo, sembrava esplodergli nel petto. «Tu... devi
smetterla di fare l'eore.» Mormorò, liberando una
mano dalla stretta dell'arciere per poi appoggiarla sulla sua schiena.
«Non devi metterti in pericolo per me...»
Continuò- Lo sguardo intento a seguire i movimenti della
strega, che con un sorriso compiaciuto si allontanò
silenziosamente, lasciandoli soli.
«Doumeki...» Riprese, quando la donna si richiuse
la porta alle spalle. «Mi hai sentito?»
Mormorò, premendoselo contro ed immergendosi per un attimo
nel suo profumo.
Avvolto da quel calore inatteso, l'arciere lasciò passare
diversi secondi, dopo i quali sospirò stancamente, scostando
il viso dalla spalla del più piccolo, in modo da guardarlo
negli occhi. «Non sta a te decidere...»
Dichiarò, fissandolo con uno sguardo carico di qualcosa che
a Watanuki fece semplicemente tremare il cuore.
Travolto da un'emozione improvvisa, il più piccolo si
sforzò di ricambiare quello sguardo, dando voce a quanto
desiderava comunicargli da un pò di tempo. «Io...
non voglio che tu stia male... per colpa mia.»
Dichiarò, arrossendo leggermente.
Doumeki sembrò sorpreso da quelle parole e, nel timore di
una risposta in grado di imbarazzarlo, Watanuki lo aiutò a
poggiarsi contro una parete, alzandosi ed avviandosi rapidamente verso
la porta. «vado a prepararti qualcosa!»
Dichiarò, un attimo prima di uscire.
Troppo stanco per ribattere, Doumeki si limitò ad annuire,
chiudendo gli occhi e sorridendo a quell'attimo di pace.
xXx
Un'ora
dopo, Watanuki fece ritorno
con un enorme vassoio. Dopo aver lanciato uno sguardo a Doumeki, si
avviò verso il solito tavolino, posizionando una grossa
zuppiera proprio al centro.
«Con questa dovresti riprenderti in fretta.»
Dichiarò, servendogli un'abbondante razione di satsumajiru.
Sotto lo sguardo attento di Yuuko, Doumeki si sollevò
avvicinandosi al tavolo, dove senza troppi complimenti
iniziò a mangiare.
Più sollevato, Watanuki si apprestò a servire
anche la strega. Infine prese posto, fissando con sguardo assorto la
zuppiera.
«Yuuko-san...» Mormorò poco dopo.
«Può dirci qualcosa su come risolvere questa
situazione?» Domandò, indicando l'arciere, ancora
intento a mangiare. «Penso si sia trascinata più
del dovuto.»
Senza lasciar trasparire il proprio pensiero a riguardo, la donna
posò lo sguardo su Doumeki e, subito dopo, su Watanuki.
«Tu credi?» Domandò a quest'ultimo.
«Io penso che fosse... inevitabile.»
Decretò con una punta di ironia nella voce. «Ad
ogni modo cercherò di spiegarvi quanto dovrete fare d'ora in
avanti.»
Quelle parole attirarono l'attenzione dei due ragazzi.
«D'ora in avanti? Che... che sta dicendo?!» Si
lamentò il più giovane dei due.
La strega lo guardò con sufficienza. «Watanuki.
Non hai ancora imparato che la tua impulsività porta sempre
dei guai?» Domandò, lanciando un'occhiata
distratta in direzione dell'arciere.
A quello, il cuoco borbottò qualcosa tra i denti. Doumeki
invece, tornò con la mente a quanto avvenuto poco prima. Lo
sguardo improvvisamente distante.
Nell'osservarli, Yuuko sorrise impercettiibilmente, servendosi un
bicchiere di vino.
«Bene...» Esclamò, posando il bicchiere.
«Credo sia meglio parlare del viaggio che farete
domani.»
Le sue parole sembrarono colpire entrambi, se pur in modi diversi.
Impassibile come sempre e, ancora immerso in pensieri non proprio
felici, Doumeki si limitò a sollevare lo sguardo sulla donna.
Watanuki invece optò per un approccio più attivo.
«Che ha detto?!» Urlò, piantando i palmi
delle mani sul tavolo. «Un viaggio? Che viaggio?! E
dove?»
La strega si concesse un altro paio di sorsi. «Si tratta di
un viaggio molto particolare...» Aggiunse, notando
l'apparente indifferenza dietro la quale si stava celando l'arciere.
Watanuki sembrò non gradire la mancanza di dettagli.
«Perchè non partire ora stesso, mi
chiedo!» Borbottò.
Yuuko sorrise con l'aria di chi stava attendendo una domanda simile.
«Doumeki-kun ha bisogno di riposare...»
Precisò, tornando subito seria. «Inoltre...
Haruka-san potrà ricevervi solo da domani.»
Concluse. Lo sguardo improvvisamente su Doumeki.
«Haruka-san... riceverci?» Domandò
Watanuki.
«Come.» Si inserì l'arciere.
«Come faccio a vederlo se ha scelto di non renderlo
possibile.» Domandò con un tono che
lasciò trasparire parte della sua rabbia.
La donna ascoltò entrambi, osservando il più
grande, con occhi gentili. «Doumeki-kun...»
Esordì. «Comprendo che sia dura ma... spetta ad
Haruka-san spiegarti ogni cosa.» Si fermò qualche
istante, dandogli modo di metabolizzare le informazioni che stava
dandogli. «In ogni caso... la sua scelta aveva una durata di
tempo che terminerà domani.»
Doumeki la fissò senza ribattere.
«E' impossibile...» Mormorò invece il
più piccolo. «A me aveva detto di non poterlo
vedere. Non di averlo deciso.» Il suo sguardo si accese di
colpo. «Scommetto che lei c'entra qualcosa. Vero,
Yuuko-san?» Continuò in tono alterato, indicando
la strega con un dito.
«Ahahah ci sei arrivato!» Lo schernì
quest'ultima. Poi, tornando seria. «Direi che sono vere
entrambe le cose. Tecnicamente Haruka-san non può vederlo
fino a domani.»
Watanuki la fissò con espressione imbronciata.
«E... cosa succede domani?» Domandò
infine.
«Domani vi troverete con Haruka-san e lui vi
spiegherà come raggiungere l'albero dei sogni.» Si
fermò per bloccare un intervento di Watanuki. «Al
momento non posso dirvi altro. Ciò che vi interessa sapere
è che di recente, qualcosa è passato da te,
Watanuki...» Esclamò osservando il ragazzo.
«A te, Doumeki-kun...» Terminò
soffermandosi qualche istante sull'arciere.
«Qualcosa è passata da me... a lui?»
Domandò il più piccolo indicando prima se stesso
e poi l'arciere. «E lei dice che con l'aiuto di Haruka-san
risolveremo ogni cosa?»
«Esattamente.» Ribattè la strega.
«Grazie al suo intervento e solo se porterete a termine la
missione.» Aggiunse.
«Missione? Quale missione?»
«Giunti all'albero...» Proseguì la
donna. «Dovrete estrarne una radice per
riportarmela.» Dichiarò. «Il resto ve lo
dirò quando sarete di ritorno.»
«Bene!» Esclamò Watanuki, alzandosi con
aria soddisfatta. «Sarà il caso di sparecchiare
allora. Così domattina arriveremo per tempo.»
«No.» Lo fermò la strega.
«Resterete qui. Credo sia meglio... per tutti.»
A quello, Doumeki non fece una piega.
Il più piccolo invece, fissò la donna con
espresione corrucciata. «Lo ammetta.»
Esclamò, sospettoso. «Lei vuole solo la colazione,
vero?» Borbottò.
«Ahahaha Beccata!» Ammise la donna. «In
fin dei conti dovrò fare un incantesimo. Mi
servirà tutta l'energia possibile. E a
proposito...» Dichiarò facendosi serissima.
«Cerca di prepararmi una colazione
indimenticabile...»
Watanuki deglutì a vuoto. «Le ho forse mai dato
motivo di lamentarsi?» Domandò piccato.
La donna però era già occupata a fissare
l'arciere. «Doumeki-kun. Se possibile questa sera sei
più silenzioso del solito.» Esordì,
studiando l'espressione del ragazzo. «Hai forse qualcosa da
chiedermi?»
L'arciere sollevò lo sguardo, mostrando l'espressione tesa
del volto. «No.» Mormorò, serrando i
pugni. «Posso aspettare domani per le risposte.»
La strega si limitò ad annuire, voltandosi subito dopo in
direzione di Watanuki. «E tu?»
«Ecco... io mi chiedevo... Quanto rimarrò
così... senza bisogno di ricaricarmi?»
«Meno ti agiti e meglio sarà per tutti.»
Scherzò la donna.
«Ma insomma, Yuuko-san!» Si lamentò
l'altro.
«Oh! Diciamo che per un giorno o due, dovresti essere a
posto. E a proposito...» Lo sguardo, nuovamente fisso su
Doumeki. «Il vostro viaggio dovrà durare il meno
possibile. O non riuscirete a fare ritorno.»
«Cosa? E quando pensava di dircelo, eh?»
Sbottò Watanuki.
«L'ho appena fatto...» Chiarì lei.
«E seriamente. Quell'albero ha un potere non indifferente.
Grazie al mio aiuto e a quello di Haruka-san, potrete avvicinarlo senza
grossi problemi ma... dovrete far presto. Restare lì
più del dovuto potrebbe rivelarsi pericoloso.»
Doumeki sembrò ascoltare ogni parola con estrema attenzione.
Poi, approfittando di un attimo in cui Watanuki si era allontanato per
riporre alcuni piatti in cucina, tornò a fissare la strega.
«Dove dormiremo stanotte?» Domandò.
«Immagino che con l'autonomia di Watanuki, potremo stare
ognuno per contro proprio.»
Yuuko gli rivolse un sorriso non privo di malizia. «Ti
preoccupi fino a tal punto per lui?» Si informò.
«Potete farlo, si. Servirà ad entrambi per
riflettere.» Dichiarò, sospirando per quanto stava
per aggiungere. «La giornata di domani sarà molto
intensa, sopratutto per te, Doumeki-kun»
Il ragazzo annuì, proprio mentre Watanuki tornava con
espressione imbronciata.
«Yuuko-san potrebbe dire a quelle due di non ballarmi in
mezzo alla cucina?» Sbottò. Si da il caso che
debba sprecare meno energia possibile!»
All'insolita richiesta, la strega si lasciò andare ad una
delle sue risate. «Siamo nervosetti, eh?»
«Ci rinuncio!» Borbottò il ragazzo,
dandole le spalle. «Me ne vado a letto.»
Continuò, fermandosi solo sulla soglia. «Devo
mettere un altro fouton?»
«Per questa notte potrete dormire separati»
Esclamò osservandolo con la coda dell'occhio. «Sei
soddisfatto, Watanuki?»
Per un attimo il ragazzo fu colto da una sensazione di vuoto. In fondo
aveva iniziato ad abituarsi alla costante presenza dell'arciere.
«Beh... buona notte allora.» Esclamò
senza neppure voltarsi.
Doumeki evitò di rispondergli e quando Watanuki si
allontanò, tornò a fissare la strega.
«Andrà tutto bene, vero?»
Yuuko lo osservò con sguardo criptico. «Questo
dipende da te, Doumeki-kun...» Poi, senza dargli il tempo di
ribattere, la donna si alzò. «Ad ogni modo non me
ne preoccuperei adesso. Vieni...» Continuò,
facendogli strada. «Ti mostro la tua camera. Hai bisogno di
recuperare le forze.» Dichiarò, salutandolo per
poi allontanarsi verso la propria stanza.
"Ne avrai bisogno... In vista di quanto accadrà
d'ora in poi..." pensò, richiudendosi la porta
alle spalle.
*Satsumajiru: Zuppa di miso e verdure con pezzetti
di carne di maiale.
Rieccoci
qui!
La prima parte di Destino Inevitabile si avvicina al suo epilogo, tra sofferenze e streghe despota che pretendono troppo.
Tanti dei quesiti che ci hanno assillato (vi hanno assillato, si?
¬.¬) stanno per giungere ad una soluzione.
Perchè noi a differenza delle Clamp le risposte le diamo.
Che poi siano quelle corrette, poco importa. Mhuahuahua
Bene, dopo questo attimo di sclero post-spoilers diamo il via alle
recensioni! ^_^
Yuki Ishimori: Ma noooooo. Come sarebbe Doumeki
scemo? ;_; Povero, piccolo, dolce arciere. :P
Ahahha è vero, ammettiamo di esser state perfide con la
campanella. Ma doveva suonare davvero. E a noi piace
fare le cose per bene ^_^
Ci faremo perdonare, vedrai. :P
Tu continua a seguirci. XD
Elychan: I preparativi che ha fatto? Beh! Non erano
quelli per il matrimonio, ma alla fine non ci sei andata lontana!
Comunque
non preoccuparti, avrà la sua punizione.
Continua a
seguirci!
Masuko: Grande!
Come non concordare su tutto? Ti ringraziamo per i complimenti. Sapere
di avere dei personaggi IC è per noi fondamentale e tra
parentesi. Yuuko saluta Karen e Subaru ^.^ (nd. Lay)
Tornando alla storia, sai che scherzando scherzando hai in qualche modo
sfiorato alcuni punti della storia? :P
Intanto questo capitolo ha dato il via al gran finale di "A stretto
contatto" che si concluderà a breve per dare il
via alla seconda parte, dove lo yaoi che senti, inizierà a
muovere i primi timidi (si fa per dire) passi tra questi due pg
sciroccati. :P
Continua a seguirci. Le tue recensoni son troppo belle da leggere.
XD
Naco Chan: Chissà, chissà, se
ha ragione o torto su quello che sta succedendo?
Con questi capitoli sta iniziando la vera e propria trama della
storia... ancora ce ne sarà, prima di avere
spiegazioni!
E come hai visto... Problemi sono arrivati.
Colpa di Wata, come sempre.
Grazie del commento! Come al solito andrebbe messo sotto "spoiler" :P
Yusaki: Ma ciao! Eh si... Lunedì scorso
è stato indimenticabile per il fandom di Holic. Anche quando
saremo vecchiette, il 14 Settembre ci ricorderà momenti di
sclero totale, cuoricini voltanti e ovviamente Dou e Wata! Yay!
Grazie come sempre per la recensione. Speriamo che anche questo
capitolo ti sia piaciuto come gli altri! ^_^
Gioielle: Giò! Come sempre le tue
recenzioni sono stupende.
Ah, Hai
amato le stesse scene che abbiamo amato noi, e si...
si stanno avvicinando un po', noti?
Però tanto tra poco... *misteriosamente.*
Soddisfatta
la tua curiosità, comunque? :P
Ci vediamo nei GDR! (...Kohanateshirou-san! by Hari)
LawlietPhoenix: Asteeeer! Eh si... con questi due
siamo sempre alle solite. Specie con Wata! ¬.¬
Benvenuta nel club dell'angst comunque. (pensano seriamente di creare
un club in proposito, del quale Yuuko sarà la presidentessa
e Doumeki e Watanuki le cavie. XDDD). Siamo liete che ti piaccia ma...
posa quella sega elettrica per favore. :P
Witch Of The Dimensions: Grazie come sempre dei complimenti!
Ti
ringraziamo per il tuo assiduo commentare e leggerci, ci fai felici ^^
Ah, se il
capitolo scorso ti ha fatto venire male, allora mi
immagino questo come ti lascerà... Ci spiace, ma era
inevitabile. :P
Un
abbraccio dalle vostre streghe preferite! ^.^ (lo siamo, vero?
¬.¬)
E tenetevi forte perchè il prossimo capitolo avrà
un che di veramente speciale.
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Capitolo 14 *** A stretto contatto - Il ciliegio dei sogni ***
Destino Inevitabile - A
stretto contatto
Capitolo 14
Il ciliegio dei sogni
La stanza dove Yuuko era solita ricevere i clienti era immersa in un
silenzio teso.
Al centro, proprio come il giorno prima, il cerchio magico faceva bella
mostra di sé, catturando l'attenzione di Doumeki e Watanuki.
Gli occhi fissi sulla strega che, muovendosi in circolo, sembrava
accarezzare con il lungo bastone, il perimetro del simbolo appena
tracciato.
«Bene...» Esordì d'un tratto la donna.
«Ora, dovrete entrare nel cerchio.»
Seppur incerti su quanto stessero per affrontare, i due ragazzi
annuirono all'unisono, trovandosi nuovamente uno di fianco all'altro.
Una vicinanza che, dopo una sola notte, sembrò imrbarazzarli
oltremodo, spingendo il più piccolo ad un sorriso nervoso
che l'altro parve ignorare.
«Mi raccomando...» Riprese la strega.
«State attenti e... tornate il prima possibile.»
Concluse, sbattendo due volte il bastone all'interno del cerchio.
Quel semplice gesto bastò ad irrorare di una luce intensa
l'intera stanza, racchiudendo i due ragazzi in un vortice di colori che
in un attimo li trasportò in un tunnel dorato dopo il quale
si ritrovarono, entrambi per terra, in un luogo di costante
oscurità. Una dimensione dove il cielo e la terra sembravano
essere dello stesso colore.
Quando i loro occhi si abituarono ai diversi cambiamenti di luce, i due
ragazzi, nuovamente in piedi, si guardarono intorno, notando la
presenza di Haruka-san.
L'uomo stava osservandoli con evidente emozione. Sul viso un sorriso
più caldo del solito.
«Shizuka...» Mormorò, senza riuscire a
togliere gli occhi dal nipote. «Kimihiro-kun, ben
arrivati.»
Watanuki si limitò ad un sorriso. Lo sguardo che, senza
sosta, si spostava dall' uno all' altro, evidentemente turbato dalla
notevole somiglianza. L'arciere, era rimasto immobile, gli occhi fissi
su quella falsa immagine di sé stesso.
Per tutti quegli anni aveva solo desiderato di poterlo abbracciare
ancora una volta, di parlargli, confidargli le proprie pene. Ed ora che
lo aveva lì, a portata di mano, qualcosa sembrava
trattenerlo.
Suo nonno sembrava commosso, eppure... Yuuko-san gli aveva detto che
era stato lui a decidere di stargli lontano.
«Nonno...» Sussurrò, stringendo i pugni
per la tensione.
Quel lieve richiamo sembrò infrangere i timori di Haruka
che, consapevole del turbamento del nipote, mosse un paio di passi,
fermandosi nuovamente. «Shizuka...»
Ripetè. «Sono felice di rivederti.»
Incapace di muoversi, l'arciere mantenne lo sguardo fisso sull'uomo.
«Perché solo adesso...»
A quello, Haruka sembrò adombrarsi. «Avevo un
prezzo da pagare...»
«Un prezzo...» Ripetè l'altro, evitando
lo sguardo dell'uomo. «Perché proprio quello.
Contavo così poco?»
Il sacerdote sorrise malinconico. «Sapevo che un giorno ti
saresti trovato nella condizione di dover salvare qualcuno
più importante di me.» Spiegò, volgendo
lo sguardo in direzione di Watanuki. «Qualcuno che avresti
amato di più.»
Shizuka lo guardò con espressione sorpresa. Evidentemente
suo nonno aveva compreso quanto provava per Watanuki, ben prima di lui.
«Io...» Tentò, fermandosi subito dopo.
Rincuorato da quella piccola esitazione, Haruka si avvicinò,
parlandogli a voce bassa. «Quando eri piccolo ti dicevo che
sarei sempre stato dalla tua parte. La cosa non è cambiata,
Shizuka...» Sussurrò.
Commosso dal significato di quelle parole, l'arciere gli rivolse il
primo sorriso, dopo tanti anni di lontananza.
«Grazie...» Mormorò, mentre Haruka lo
accoglieva tra le sue braccia.
Poco lontano, Watanuki stava osservando la scena con con occhi lucidi.
Dentro, un senso di struggente malinconia. Sapere di essere stato la
causa della scelta di Haruka era una realtà che avrebbe
preferito non conoscere, pensò, stringengo i pugni e
chiudendo gli occhi.
In quel mentre, Shizuka sollevò lo sguardo sul nonno.
«Potevi evitare di dire quelle cose... davanti a
lui...» Mormorò, lanciando un'occhiata verso il
più piccolo che, ripresosi dal momentaneo sconforto, stava
osservandosi intorno.
«Oh, gli farà bene, vedrai.»
Mormorò l'altro sorridendogli. «Kimihiro-kun
è bravo a credere nelle sue stesse menzogne. Deve imparare a
cambiare...» Concluse, guardando il nipote con sguardo
incredulo, per averlo finalmente ritrovato.
Doumeki lo ascoltò senza ribattere. Suo nonno era certamente
a conoscenza di aspetti a lui ignoti. Specie se si trattava di Watanuki.
A quel pensiero il suo sguardo si adombrò e, intenerito dal
disagio del nipote, Haruka sciolse l'abbraccio, portando una mano sulla
sua spalla.
«Credo sia meglio passare a quel che va fatto.»
Dichiarò, muovendosi verso Watanuki. «Kimihiro-kun
non ha molto tempo.»
«Non ho molto tempo?» Ripetè il ragazzo,
avanzando verso nonno e nipote.
Nel vederlo così preoccupato, Doumeki mise da parte ogni
pensiero estraneo alla missione. «Cosa dobbiamo
fare?» Domandò quindi, deciso a risvolvere ogni
problema.
Per tutta risposta Haruka, volse lo sguardo verso un punto lontano, che
improvvisamente divenne visibile anche ai due ragazzi.
«Quello è il ciliegio dei sogni.»
Spiegò con espressone seria. «Recentemente uno dei
suoi petali è entrato in contatto con te,
Kimihiro-kun.» Continuò, osservando il ragazzo.
«Rubandoti gran parte della tua energia che è
confluita in te, Shizuka.» Concluse, tornando con gli occhi
sul nipote.
«Io però... non ho avvertito nulla di
strano.» Replicò l'arciere.
«È normale.» Commentò Haruka.
«Voi due avete già più di un legame. È
più che naturale che le cose siano andate in quella
direzione. E che non ve ne siate accorti è la prova di
quanto stretta sia la connessione che vi lega.»
«Quindi...» Mormorò, Watanuki.
«La mia energia è... dentro di lui? È... per
questo che mi ricarica....» Terminò, facendosi
pensieroso. Alla luce di quanto scoperto, circa i motivi che per anni
avevano tenuto lontano Shizuka da suo nonno, il pensiero di un legame
con Doumeki lo metteva a disagio.
«Quindi...» Lo sentì dire. «È
stato quel petalo...»
Haruka annuì soddisfatto. «Esattamente.»
Commentò, facendosi serio. «Un petalo che giunge
proprio da quell'albero. Di norma non è una cosa che accade
ma determinati eventi hanno permesso che quel petalo passasse in
un'altra dimensione. Ora è necessario che faccia
ritorno.»
Watanuki osservò l'albero che, in lontananza, si ergeva
maestoso. «E... come?» Chiese, tornando a guardare
il sacerdote.
«Vi occorre un pezzo delle sue radici. A quel punto
sarà Yuuko a dirvi cosa fare. E tu, Kimihiro-kun, riavrai la
tua energia.»
Il ragazzo lo guardò perplesso. «Sta dicendo
che... quel petalo passerà da lui...»
Esclamò indicando l'arciere. «A me?»
«Solo se lo vorrete.» Rispose l'uomo, enigmatico
«Ora... dovreste incamminarvi. Dovrete prendere una radice
particolare. Una che sembri adatta. E questo...»
Proseguì, guardando il nipote. «Dovrai farlo tu,
Shizuka.»
A quella raccomandazione, Watanuki restò in silenzio,
mordicchiandosi le labbra.
«Dopo...» Replicò l'arciere.
«Quando l'avremo presa, ci manderai tu da
Yuuko-san?»
il sacerdote annuì.
«Allora... Ci rivediamo, al ritorno dall'albero
vero?» Domandò il ragazzo con tono esitante.
Haruka gli sorrise in modo estremamente dolce. «Ci rivedremo
ogni volta che vorrai, Shizuka...»
L'arciere parve tranquillizzarsi. «Grazie...»
Sussurrò, sorridendogli.
Quel semplice gesto bastò a mandare in corto circuito il
povero Watanuki che, nel vedere il sorriso dell'arciere, si
sentì sciogliere il cuore, iniziando a tremare.
Nel notare il turbamento del più piccolo, Haruka strinse un
ultima volta il nipote per poi staccarsi e farsi improvvisamente serio.
«Andate adesso.» Esclamò, mentre con un
gesto della mano faceva apparire arco e frecce. «Io vi
aspetterò qui.»
Dopo un rapido sorriso di incoraggiamento, l'uomo mirò
dinanzi a sé, scoccando una freccia in direzione dell'albero.
«La via è aperta.» Esclamò.
xXx
Dopo essersi congedati da Haruka, i due ragazzi proseguirono in
silenzio, seguendo la scia della freccia scoccata dall'uomo.
Se pur impreparato alla moltitudine di emozioni che gli si erano
presentate in così poco tempo, per Doumeki la cosa
più strana era la presenza silenziosa di Watanuki
che, al suo fianco, continuava a camminare, immerso in
chissà quali pensieri.
«Come mai così silenzioso?» Gli
domandò d'un tratto.
Nel sentire la sua voce, l'altro ragazzo si irrigidì, quasi
si aspettasse chissà quale strana reazione.
«Tu...» Iniziò con fare esitante.
«Non sei... arrabbiato?» Domandò, senza
riuscire a guardarlo.
«Per cosa?» Domandò l'altro, senza
capire.
«Beh, per... tuo nonno. È colpa mia se per tutti questi
anni...»
«Non sei stato tu a deciderlo» Lo interruppe il
più grande. «Non ho motivo di
arrabbiarmi.»
Nel sentirlo parlare a quel modo, Watanuki trovò il coraggio
di guardarlo «È successo per salvare me. È colpia
mia.» Esclamò, corrucciato.
L'arciere sospirò stancamente. «Non dire
sciocchezze. Tu non c'entri.» Replicò con voce
atona. «E poi... è stato giusto
così.»
«Come puoi dirlo!» Replicò l'altro.
«Vi ho tenuti lontani e... non lo avrei mai voluto.»
«Lo so...» Ribattè Doumeki.
«Probabilmente non eri ancora nato quando hanno deciso tutto.
Non pensarci più.»
La tranquillità dell'arciere, in quel frangente, suonava
particolarmente stonata alla mente del più piccolo.
«Non voglio che tu stia male per colpa mia.»
Dichiarò, con una punta di imbarazzo. «Tel'ho
già detto, no?»
Doumeki lo guardò in un modo che lo fece avvampare.
«A me sta bene che sia andata così,
comunque...»
«Che?» Fece l'altro in tono esasperato.
«Beh a me no!» Replicò. Poi, quasi
inciamò su qualcosa.» Ma che...»
Borbottò osservando l'oggetto che aveva rischiato di farlo
cadere. «La freccia...» Esclamò.
«Già... Direi che siamo arrivati.»
Commentò l'altro.
Watanuki sollevò lo sguardo, notando un insieme di radici
che in svariati intrecci circondavano il grande ciliegio.
«È enorme!» Esclamò, guardandosi
intorno meravigliato.
Doumeki gli andò vicino, piegandosi sulle gambe per
osservare le radici. «Ora ci tocca sceglierne
una...» Esclamò, raccogliendo la freccia e
tornando in piedi. «Non allontanarti.»
Stranamente, Watanuki si limitò ad annuire. Il pensiero,
improvvisamente rivolto alle tante volte in cui Doumeki lo aveva
aiutato, protetto o addirittura salvato.
Ignaro del turbamento dell'altro, intanto, l'arciere si era mosso fino
a raggiungere l'albero.
Aveva compiuto ogni minimo movimento con estrema attenzione, cercando
di non calpestarne le radici.
Sapeva bene di doverne scegliere una sola e non riuscendo a decidersi,
chiuse gli occhi restando in ascolto per qualche secondo.
Quando li riaprì, notò che l'albero sembrava
brillare di luce propria, emanando con essa parte della propria energia.
Dopo essersi guardato intorno, l'arciere si concentrò su di
essa, cercando di coglierne in pieno la vibrazione. Dopo un paio di
minuti, riuscì a cogliere quanto cercava, così se
pur con molta circospezione, si avvicinò al punto esatto,
dal quale sentì sprigionarsi una carica di tipo diversa.
Dopo una rapida occhiata in direzione di Watanuki, tornò a
concentrarsi notando quasi subito una sorta di disegno, creato dalle
radici stesse.
La forma era solo abbozzata ma la prima immagine che gli giunse alla
mente fu quella di una farfalla, sotto la quale trovò la
radice che cercava. «Hitsuzen...»
Mormorò, sorridendo a se stesso ed accarezzando il tronco
dell'albero. «Perdona il disturbo. Si tratta di qualcosa di
veramente importante.» Sussurrò, strappando un
pezzo di radice e mettendo al suo posto la freccia hama.
Quell'azione stupì Watanuki che, da quando lo aveva visto
allontanarsi, ne aveva seguito ogni movimento con lo sguardo.
Nel vederlo compiere quei gesti tanto insoliti, il suo cuore aveva
iniziato a battere ad un ritmo a lui sconosciuto.
Fu così che, quasi senza accorgersene, si trovò a
pensare che un mondo senza Doumeki sarebbe stato semplicemente orribile.
In fin dei conti era sempre stato lui a proteggerlo, standogli accanto,
anche quando in cambio c'erano solo lamentele, il più delle
volte urlate.
Col tempo aveva capito di contare qualcosa ai suoi occhi. Nonostante
fosse solo da sempre e sicuramente pieno di difetti, per l'arciere lui
era tanto importante da arrivare a rischiare la vita. Così
importante da essergli ancora amico, nonostante l'aver saputo che
proprio lui era stato la causa della lontananza di Haruka. Un pensiero
così pungente da togliergli il fiato.
Nel rendersi conto di ciò, Watanuki capì che
anche per lui le sofferenze dell'amico erano fonte di dolore. Senza un
motivo preciso e non certo per un senso di gratitudine che non gli
apparteneva, si scoprì a desiderare di saperlo felice e nel
vederlo tornare, con quell'espressione tanto decisa, si
trovò a giurare che mai avrebbe permesso a qualcuno di
fargli del male. Neppure a se stesso.
Quel pensiero inatteso gli fece tremare il cuore, aprendogli gli occhi
su una realtà ben più grande di quella scoperta
negli ultimi giorni.
Quella non poteva essere una decisione presa per via dell'attrazione,
nè un pensiero dettato dall'amicizia.
Per un attimo i suoi occhi tornarono a posarsi sul volto di Shizuka. Un
gesto che lo fece arrossire dandogli una rapida scossa al cuore.
Possibile che si trattasse di... "amore...?"
Quella parola sembrò suonargli in testa come un campanello
d'allarme.
E fu proprio con espressione allarmata che si ritrasse dai suoi
pensieri, quando la voce dell'arciere giunse a comunicargli che
potevano tornare.
Senza neppure osservare la radice che l'altro teneva in mano, Watanuki
si limitò ad annuire, camminandogli accanto.
Doumeki gli fece strada, tenendolo d'occhio. «Oi... Stai
bene?» Domandò d'un tratto. «Non starai
pensando alla storia di prima?»
«Che?» Rispose il più piccolo, in
imbarazzo. «No... io. Ho capito...»
Dichiarò, sprofondando ancora una volta nel silenzio.
L'arciere gli lanciò un'occhiata e sotto il suo sguardo,
Watanuki arrossì visibilmente. Il cuore ormai impegnato in
una corsa nata per farlo crollare sotto il peso di quanto appena
scoperto.
Fu con un sospiro di sollievo che accolse l'immagine di Haruka che,
come promesso, li stava aspettando.
Quando li vide l'uomo sorrise loro, con espressione sollevata.
Dopo essersi congratulato, informandosi sulle loro condizioni, il
sacerdote osservò la radice. «E la
freccia?» Chiese poi al nipote.
«L'ho lasciata all'albero.» Dichiarò
questi.
Haruka lo osservò, sorridendogli soddisfatto. «Il
tuo istinto non fallisce, a quanto vedo.»
Dopo un lieve sorriso, l'arciere si fece improvvisamente serio.
«Cosa succede adesso? Ci manderai da Yuuko-san?»
L'uomo annui. Sul volto un'espressione insolita. «Si, vi
aprirò la strada.» Dichiarò,
abbracciandolo.
«Noi... ci rivedremo?» Domandò l'altro,
ricambiando la stretta.
«Nei sogni.» Lo rassicurò il sacerdote,
sciogliendosi dall'abbraccio. Kimihiro-kun»
Esclamò poi, avvicinandosi al più piccolo con
espressione ilare. «Tengo molto a mio nipote.»
Sussurrò, piegandosi in modo da parlargli all'orecchio.
«Non farlo aspettare troppo, intesi?».
Sotto lo sguardo dell'arciere, Watanuki cambiò rapidamente
colore. «Intesi...» Mormorò.
«Andate allora...» Commentò l'uomo,
osservando i due ragazzi con sguardo divertito. «Il tempo sta
per volgere al termine.» Concluse.
Esattamente come all'andata, il sacerdote fece apparire il suo arco,
scoccando una freccia hama che, splendendo del colore dei petali di
ciliegio, aprì uno spiraglio al confine dimensionale dal
quale, in lontananza, iniziò a comparire il negozio dei
desideri.
Allora, piaciuto l'incontro tra nonno e nipote?
Avere due Doumeki insieme è stato decisamente affascinante
oltre all'aver prodotto lacrime e commozione indicibili.
Diteci la vostra e preparatevi perché i prossimi capitoli
saranno ricchi di colpi di scena.
Ed ora... recensioni! ^_^
Gioielle: Ahah
come non concordare. Doumeki geloso è qualcosa di
semplicemente spettacolare, oltre che da SBAV :P
Se ti è piaciuta la scena dello scambio dei energia, aspetta
di leggere le prossime... Ci saranno attimi estremamente romantici. ^_^
Naco Chan: Anche le due ragazze sono utili in un mondo
simile e con un
personaggio come Watanuki. Ma non dirlo loro, o si offendono!
Ti è
piaciuto l'incontro nonno-nipote? Anche qui, un capitolo denso di
accadimenti e cose... speriamo che ti sia piaciuta la "riunione di
famiglia" con tutto ciò che ha comportato.
Non sono bellissimi i due Doumeki? *le autrici sospirano*
Grazie per seguirci... e per continuare a correggerci. Ci
metteremo d'impegno. Anche se l'ora è sempre tarda quando
revisioniamo ^^"
Thyahiel: Per prima cosa, un grazie alla tua amica
che ti permette di leggere la nostra fanfic! ^.^
Certo che l'incontro tra doumeki e Haruka è stato tanto
atteso che speriamo solo ti sia piaciuto. Continua a recensirci e facci
sapere. Kiss
Masuko: È un onore averti di
nuovo qui, carissima! Ti ringraziamo
per la super-recenzione. Delirante ma fantastica da leggere... e
commentare in diretta :P
Himawari-chan, ah, è proprio una
brava ragazza neh? Molti autori non la sopportano, almeno nel fandom
internazionale, ma a noi sta simpatica. E come tifa per quei due lei
non tifa nessuno.
Quando al rapporto tra Haruka e Shizuka, come vedi qualcosa
finalmente si è risolto. *sospirano brindando con
sakè d'annata*
Così potrà complottare meglio.
Speriamo che il capitolo nuovo ti sia piaciuto, a noi sinceramente si.
A presto!
Yusaki: Oh... siamo felicissime di sapere che anche
questo capitolo ti sia piaciuto. Liete anche di cogliere questa
propensione per Doumeki e Watanuki. Riguardo all'albero, già
da questo capitolo come avrai notato si son viste le prime terribili
scene. :P
Lawliet Phoenix: Ciao Aster! Haruka ha
risposto a qualche quesito, mh?
Beh,
il fatto è che le risposte portano a nuove domande, come
vedi. E
purtroppo per non Shizuka ha fin troppa pazienza... per fortuna per
Watanuki, però!
Grazie come sempre del commento, comunque.
Continua a seguirci e scoprirai tante, tante belle cose...
Witch of the Dimensions: Uhm grazie come sempre per i
complimenti. Piaciuto l'incontro tra Doumeki ed Haruka? Noi avevamo le
stelline negli occhi mentre li scrivevamo. Speriamo ti sia piaciuto
anche questo capitolo. Facci sapete. Un abbraccio. ^_^
|
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Capitolo 15 *** A stretto contatto - Non andartene ***
Cap15 - Non andartene
Destino Inevitabile -
A stretto contatto.
Capitolo 15
Non andartene.
Il ritorno a casa fu decisamente
più rapido di quanto si aspettassero.
In un battito di ciglia si ritrovarono al negozio, nuovamente al centro
del cerchio creato da Yuuko.
«Bentornati.» Esclamò la strega. Sul
volto, un sorriso a metà tra il sollevato e l'ironico.
Doumeki si limitò ad un cenno del capo, porgendole la radice
sottratta al ciliegio.
Dietro di lui, Watanuki si mosse in modo impacciato. Il fiato
improvvisamente spezzato. «Quanto tempo è
passato... Yuuko-san?» Ansimò.
«Non più di dieci ore.»
Ribattè la strega. «Ma a quanto vedo sono bastate
a scaricarti.»
«Già...» Borbottò il ragazzo.
«Cosa... dobbiamo fare, ora...»
Yuuko, girò tra le mani il pezzetto di radice.
«Dovrai ingoiarla...» Esclamò
soddisfatta. «Doumeki-kun» Continuò,
rivolgendosi all'arciere. «Rientra nel cerchio, per
favore.»
Il ragazzo tornò a posizionarsi all'interno del simbolo
magico e, dopo aver tracciato diversi simboli sulla radice, la donna
iniziò a recitare un mantra che in pochi istanti le diede
vita.
Sotto gli occhi dei due ragazzi, onde di un color verde vivace
avvolsero il ceppo di legno che a sua volta prese a muoversi in modo
sinuoso, assumendo le sembianze di un piccolo serpente.
Nel vedere il mutamento della radice, Watanuki deglutì
nervosamente. «Ingoiare... quella?»
Domandò.
Invece di rispondere la strega sollevò una mano, dando una
lieve spinta verso l'alto al serpentello «Vai ora!»
Esclamò.
Sotto lo sguardo attonito dei due ragazzi, il serpentello proruppe in
una serie di onde, trasportandosi a pochi centimetri dal volto del
più piccolo.
«Prendilo in bocca.» Continuò la donna.
Gli occhi puntati su Watanuki. «Non è difficile
come sembra» Continuò, fissandolo con malizia.
Watanuki osservò il serpente con evidente orrore. Poi,
compresa la frase della strega, le rivolse un'occhiataccia.
Rosso fino alle orecchie, aprì bocca per urlarle di
smetterla. Le parole però non furono mai pronunciate,
perché la radice approfittò subito
dell'improvvisa disattenzione per introdursi nella sua bocca,
portandosi al confine con la gola ed obbligandolo a deglutirla per non
soffocare.
Dopo essersi afferrato il collo, dimenandosi per il fastidio provato
nel mandar giù quella sorta di insetto, Watanuki
notò di essere nuovamente in forze. «Abbiamo...
finito?» Domandò speranzoso.
La donna scosse la testa. «Scherzi? Il bello arriva
ora.» Esclamò sorridente.
«Che?»
«Adesso, voi due... Dovrete... baciarvi!»
Continuò, evidentemente divertita dalla cosa.
Quelle parole congelarono Watanuki sul posto.
In un attimo gli sembrò di rivivere la sua vita, al
contrario.
«Sta scherzando, spero!» Esclamò poi,
agitandosi come suo solito.
Il pensiero di dover baciare Doumeki dopo aver capito di amarlo era
inconcepibile.
Non aveva ancora avuto modo di parlargli, né di capire se
avesse anche una sola speranza. E quella pazza era decisa a rovinare
ogni cosa obbligandoli ad un bacio.
Al suo fianco, intanto, Doumeki stava osservando la strega.
«Questa cosa. È proprio necessaria?»
Domandò, come sempre impassibile.
Nel sentire quella frase Watanuki decise di aver avuto la sua risposta.
Doumeki non lo ricambiava di certo ed anzi, la sua voglia di eseguire
quell'ordine era pari a quella di finire in pasto a dei mostri.
«E' ovvio che non è necessaria. Vero
Yuuko-san?!» Urlò quindi alla donna.
«Si, invece.» Ribattè lei facendosi
improvvisamente seria. «È indispensabile se non
vuoi iniziare a cambiare.» Dichiarò. «E
poi eri tu che volevi indietro la tua energia, no?»
«E l'ho avuta!» Esclamò il ragazzo.
«Ho ingoiato la radice ed ora sto meglio!»
«Quella...»
Continuò la donna. «Serve a fare da tramite. Senza
il bacio...» Continuò osservando entrambi.
«Rimarrà dentro di te e a Doumeki-kun
resterà il petalo che ha ancora parte della tua
energia.»
Watanuki la fissò senza capire.
«Sto dicendo.» Sbottò la donna.
«Che se non vi baciate, tornerai a dipendere da
Doumeki-kun... per sempre. È questo che vuoi?»
Spaventato dalle parole della strega, Watanuki lanciò
un'occhiata all'arciere. «Beh... no. Certo che no. Ma...
dev'esserci un altro modo...»
«Non c'è.» Tagliò corto la
donna. Lo sguardo improvvisamente puntato sull'altro ragazzo.
«Non hai nulla da dire?»
Doumeki ricambiò lo sguardo. «Che intendeva per...
iniziare a cambiare.» Domandò.
«La radice ormai ha preso vita e... dentro un'altra vita
combatterà per prevalere.» Decretò la
donna. «Questo, muterà per sempre il Watanuki che
conosciamo.»
Nel sentirla, Watanuki corrucciò la fronte. «Non
importa.» Concluse, incrociando le braccia con aria risoluta.
«Non sarebbe giusto costringerlo a... quella cosa.»
«Senti.» Tentò l'arciere, voltandosi a
guardarlo. «Nemmeno io impazzisco al pensiero. Ma se
è l'unico modo...»
Watanuki lo fissò, improvvisamente incapace di rispondere.
«Ascoltatemi. Questo non è un gioco!»
Intervenne la strega. «Per questa radice sono state compiute
scelte anche dolorose. Siete sicuri di voler vanificare ogni cosa
per... un capriccio?»
A quello, Watanuki abbassò lo sguardo. Dentro, una
sensazione estremamente spiacevole. «Non... non è
un capriccio...» Mormorò.
«Oi...» Intervenne l'arciere, afferrandogli un
braccio. «Stiamo parlando della tua vita. Ci tieni
così poco?» Domandò mentre la strega
annuiva compiaciuta.
«Non è
così...» Ribattè l'altro, fissandolo
dritto negli occhi. «Non c'entra con la mia vita.»
Continuò, distogliendo improvvisamente lo sguardo.
«Io... troverò un modo.»
Mormorò. In testa il ricordo della promessa fattasi poco
prima.
Non voleva fargli del male e di certo baciarlo sarebbe stato qualcosa
di orribile per uno come Doumeki. Non poteva permetterlo. Almeno come
non poteva permettersi di scoprire il disgusto negli occhi dell'altro.
Non lo avrebbe mai sopportato. Non dopo aver compreso ciò
che provava, pensò.
Consapevole dei tormenti del più giovane, Yuuko fece svanire
il cerchio con un minimo gesto. Poi battè le mani tra loro.
Un unico suono, attuo ad attirare l'attenzione su di sé.
«Bene.» Esclamò convinta.
«Faremo finta che questa escalation di stupidità
sia dovuta alla stanchezza del viaggio. Tornatevene a casa. Ovviamente
insieme e come prima. A stretto contatto.»
Dichiarò.
«Come risolveremo la questione..?» Intervenne
l'arciere.
«Cerca di farlo ragionare, se non vuoi che scompaia sotto i
tuoi occhi.» Replicò la donna in tono severo.
«Quanto a te...» Riprese, osservando Watanuki.
«Domani mi aspetto di vederti qui. Pronto a riprenderti quel
petalo!»
Poco dopo, per strada, entrambi
camminavano in totale silenzio.
Quanto accaduto in negozio, aveva creato una sorta di spaccatura,
portando il più piccolo a preoccuparsi delle probabili
conseguenze del bacio, ed il più grande a malcontenere la
frustrazione crescente per tutta la situazione che, ad ogni secondo,
gli sembrava sempre più assurda.
«Non mi chiedi se sono arrabbiato?»
Domandò d'un tratto, lanciando un'occhiata in direzione di
Watanuki.
«Beh, lo sei?» Rispose questi, ricambiandone il
tono gelido.
L'arciere si fermò di colpo, osservandolo con rabbia.
«Si, parecchio. Ma è evidente che a te interessa
solo di te stesso.» Commentò mentre apriva il
cancello che dava al tempio.
Quelle parole presero Watanuki in
contropiede, obbligandolo a corrergli dietro. «Ti
sbagli!» Gli urlò.
Doumeki lo ignorò, entrando in camera ed iniziando a
cambiarsi. «E com'è allora?»
Domandò quando lo vide fare lo stesso.
Il più piccolo lo osservò per un attimo, dopo il
quale distolse lo sguardo, imbarazzato. «Lascia
perdere.» Borbottò.
Infastidito, l'arciere si sdraiò senza neanche guardarlo e,
amareggiato, Watanuki decise di spegnere la luce, imitandolo.
Rimasero in silenzio per un pò, entrambi con la mente
rivolta verso un pensiero comune.
Poi, Doumeki allungò una mano sul braccio di Watanuki.
Nonostante tutto l'istinto di aiutarlo aveva sempre la meglio.
Dopo alcuni minuti, trascorsi con gli occhi puntati sul soffitto,
l'arciere decise di prendere la parola. «Anche io preferirei
un altro modo...» Mormorò con voce più
bassa del solito. «Quel bacio però... non sarebbe
reale. Servirebbe a ridarti la tua energia e... dopo non avresti
più alcun bisogno di me. Quindi... Pensaci...»
Concluse, stringendogli con più forza il braccio.
A quelle parole, Watanuki trattenne il fiato pensando che se fosse
stato trafitto con una lama in pieno petto, il dolore sarebbe stato
certamente minore. «Buona notte...»
Sussurrò infine. Gli occhi lucidi ed il corpo tremante.
«Notte...» Rispose l'arciere.
Quella fu una serata che per entrambi segnò l'inizio di una
lunga discesa.
xXx
Il tenue bagliore della luna
illuminava l'ambiente circostante, regalandogli frammenti di immagini a
lui care.
Haruka si trovava al tempio come ogni notte, seduto sotto
l'albero di ciliegio ed intento ad assaporare gli istanti
indimenticabili della giornata appena trascorsa.
Rivedere Shizuka dopo tanti anni era stato di certo
emozionante.
Quel nipote tanto amato era
cresciuto in modo impeccabile: maturando come neppure lui avrebbe
sperato e trascinandosi tuttavia quel silenzio imprigionato nel suo
stesso nome.
Haruka ne conosceva il destino fin dal giorno del suo arrivo
nel mondo.
Per quello stesso motivo ne aveva scelto il nome, seguendone
attentamente i primi passi incerti ed adoperandosi affinchè
il nipote crescesse al suo fianco in modo da ricevere la giusta
preparazione.
Quelli erano stati sicuramente anni ben spesi, trascorsi nella
serenità data dal vivere con qualcuno a lui tanto simile. Un
bambino nei cui occhi potevano leggersi ben più di un
destino e attraverso i quali era possibile intravedere l'ardua missione
cui le sue innumerevoli scelte lo avrebbero condotto.
Dal mondo dei sogni lo aveva visto trasformarsi in
un ragazzo forte e sicuro di sè, un giovane uomo che in
futuro sarebbe stato capace di assistere gli altri con la forza dei
suoi desideri. Un'anima pura che avrebbe giocato il suo ruolo nel
destino dei mondi.
Si rilassò concedendosi
una lunga boccata di fumo. Amava quel passatempo così
deleterio per il corpo quanto indifferente allo spirito.
Il suo Shizuka invece ne sembrava immune così come
ad ogni altro vizio.
Non disdegnava bere, certo, e non si risparmiava da quando
Yuuko era entrata apparentemente per caso nella sua vita. Eppure, lui
che lo conosceva come nessun altro, sapeva bene che per Shizuka quello
era un passatempo come un altro, qualcosa di cui avrebbe fatto a meno
in qualsiasi momento e senza problemi. Esattamente come per tutto
quanto lo circondava, fatta eccezione per i piatti che un certo ragazzo
gli preparava, ovviamente.
Quel pensiero gli strappò un lieve sorriso.
Quel Watanuki gli era piaciuto dal primo momento in cui aveva
appreso della sua "nascita".
Nei suoi occhi poteva leggere parole che completavano quelle
contenute nelle iridi dorate del nipote, un insieme di caratteri
destinati ad incrociarsi e mescolarsi, per nascere più e
più volte in quel mondo fatto di formule e di pensieri in
grado di plasmare la realtà.
Quei due rappresentavano un'unione perfetta con un futuro
ancora da decidersi. Un destino che lui aveva cercato di proteggere con
tutte le forze, rinunciando infine alla cosa più cara che
aveva.
Trasalì appena quando un'energia familiare si
materializzò a pochi passi da lui.
Mai avrebbe pensato di rivederlo così presto...
Quel ragazzo faceva progressi inimmaginabili, tutti dettati dal suo
cuore tanto giovane e così perso per un altro ancora
più complicato.
«Shizuka...» Mormorò,
avvicinandosi al nipote «Non ti aspettavo così
presto.»
Nel vederlo, immerso in
quella dimensione ovattata della quale aveva solo sentito parlare da
Watanuki, Shizuka si avvicinò con espressione sorpresa.
«Come stai?» Domandò, sorridendogli.
Il sacerdote ricambiò il sorriso, arruffandogli i capelli
con la mano. Un gesto che sapeva di un passato lontano.
«Non ho motivo di stare male, qui.» Rispose
indicandogli il tempio. «Tu, invece?»
Domandò con aria preoccupata.
«Io...» Replicò il più
giovane adombrandosi di colpo. «Ho qualche problema con...
beh credo tu sappia già tutto.»
Terminò, guardandolo con espressione incerta.
Haruka si mosse verso il portico, sedendosi e portando la sigaretta
alla bocca. «Kimihiro-kun, eh?» Chiese, mentre il
nipote lo raggiungeva, prendendo posto al suo fianco. «Quel
ragazzo ha la testa dura come la roccia.» Sospirò,
soffiando via il fumo in eccesso.
«Non è quello...» Replicò
l'arciere, girandosi a guardarlo. «Solo... tu sapevi cosa ci
aspettava, vero?»
«Diciamo che... lo immaginavo.» Concluse l'uomo.
«Vedi Shizuka... in genere per far si che le cose tornino a
posto ci vuole un certo tipo di... contatto. E' così che
funziona. In questo modo gli oggetti coinvolti, in questo caso il
petalo e la radice, non rischiano di finire altrove.»
Si fermò, stringendo gli occhi in un'espressione
più seria. «Se quel petalo andasse nella mani
sbagliate. Per Kimihiro-kun... sarebbe la fine.»
Decretò.
A quelle parole, Doumeki allargò gli occhi in un espressione
allarmata. «In mani sbagliate?» Domandò
poi, i pugni contratti. «Lui... non vuole saperne. Un po' lo
capisco, però...»
Intenerito dall'evidente paura del nipote, Haruka poggiò una
mano sulla sua, sperando di recargli un po' di conforto.
«Kimihiro-kun è molto prezioso.»
Dichiarò. «Il suo futuro lo rende appetibile. Il
suo carattere, una preda fin troppo facile da raggiungere. Si preoccupa
troppo per gli altri, capisci? Lui, non pensa mai a se
stesso.» Continuò, osservando lo sguardo attento
del nipote. «Neanche adesso...»
«Cosa posso fare... Lui... credo che in questo momento il suo
unico problema sia il non voler seguire le indicazioni di
Yuuko-san.» Replicò Doumeki. «Non gli
sono mai stato troppo simpatico.» Mormorò con tono
spento.
Nel sentirlo parlare a quel modo, il sacerdote scosse la testa.
«Ti sbagli, Shizuka. Le sue motivazioni sono diverse da
quelle che credi.»
Sospirò, osservando il ragazzo con rammarico.
La situazione stava decisamente complicandosi e vedere il nipote
così preoccupato non poteva fargli che male.
«Probabilmente se si fosse trattato di qualcun altro, avrebbe
fatto meno storie. Ha solo paura...» Concluse, sorridendogli.
Shizuka sembrò riflettere a lungo sulle parole del nonno,
ciò nonostante comprenderle gli sembrava alquanto
impossibile.
Aprì la bocca per chiedere spiegazioni quando lo scenario
sembrò allontanarsi da lui e con esso l'immagine di Haruka.
«Nonno...»
Aprì gli occhi trovandosi disteso nella sua camera. La mente
ancora intenta a decifrare le ultime parole ricevute.
Per un attimo gli sembrò di capire le continue lamentele di
Watanuki circa gli enigmi di suo nonno. Quel pensiero gli
strappò un lieve sorriso, portandolo a guardare in direzione
del ragazzo, per scoprire che il fouton era vuoto.
Sospirò amaramente. Infine si alzò per andare a
cercarlo.
Lo ritrovò sul portico,
seduto là dove in sogno aveva rivisto suo nonno.
«Cosa ci fai qui?» Domandò dopo averlo
raggiunto.
Al suono della sua voce, Watanuki alzò uno sguardo su di
lui. «Guardavo l'alba.»
Doumeki gli andò più vicino, sedendo accanto a
lui, proprio come aveva fatto con Haruka. Lo sguardo sulle prime luci
del nuovo giorno.
«Ci hai pensato?» Domandò dopo un
silenzio che gli sembrò interminabile.
Il ragazzo al suo fianco si irrigidì appena. «Non
posso...» Mormorò, abbassando gli occhi.
In quel momento il desiderio di comunicargli quel che sentiva era tanto
da impedirgli di sostenerne lo sguardo.
Nel sentire la sua risposta, intanto, l'arciere si era girato a
guardarlo. «Mi detesti fino a tal punto, eh...»
Commentò rassegnato.
A quello, Watanuki lo fissò per un attimo. «Non
è così!» Esclamò.
«E se anche ti detestassi... Che differenza
farebbe...» Continuò abbassando lo sguardo da
quello sempre più cupo dell'altro. «Non...
guardarmi così. Ti sto facendo un favore. Io... lo sto
facendo ad entrambi.»
Incerto su quanto volesse comunicare il più piccolo, Doumeki
si protese in avanti, afferrandogli un braccio. «Un favore?
Lasciarti morire lo chiami un favore?» Domandò con
veemenza.
Stranamente, Watanuki rimase in silenzio. Incerto su cosa rispondere.
Il cuore sembrava martellargli nel petto e questo, ormai lo aveva
capito, era il segno di un sentimento decisamente più forte
della sola amicizia. Eppure, se solo provava a dire qualcosa, sentiva
una sorta di freno che non sapeva spiegarsi. «Non lo so...
Non so più niente.» Dichiarò infine,
gli occhi che pungevano per via delle lacrime pronte a tradirlo.
Doumeki lo guardò con
espressione assorta. In mente le parole espresse la sera prima dalla
strega.
«Non puoi continuare così. Bisogna agire alla
svelta.» Dichiarò alzandosi e tirandolo a
sé con un braccio.
«Che fai?»
Urlò il più piccolo.
«Ti porto da Yuuko-san. Quell'affare ti sta
cambiando.» Replicò l'arciere.
Watanuki sembrò rifletterci. «Non
importa...»
«A te no, forse. Ma importa a me.»
Sentenziò l'altro, incamminandosi e trascinandoselo dietro.
«Non voglio! Smettila!» urlò Watanuki,
puntando i piedi per terra. «Non puoi costringermi. Mi hai
sentito?!»
Doumeki ignorò i suoi lamenti, salvo fermarsi di colpo per
caricarselo sulle spalle. «Urla quanto vuoi adesso!»
Improvvisamente stanco, e consapevole di non avere molte
possibilità di superare l'arciere in forza, Watanuki
sospirò rassegnato. «Si può sapere che
te ne importa?»
Doumeki proseguì verso il negozio, l'espressione decisa come
non lo era mai stata prima. «Se non ci arrivi da solo, non so
che farci.» Commentò.
Nel sentirlo, Watanuki trasalì appena, cercando di cogliere
il senso di quelle parole. Poi, una certezza immediata
sembrò formarsi nella sua mente. «Sei stanco di
avermi tra i piedi eh... È per quello che vuoi farlo. Per
liberarti di me.» Mormorò in tono triste.
«Non hai capito un bel niente.» Dichiarò
l'arciere, ormai giunto al negozio.
Davanti a loro Yuuko sembrava essere appena uscita, consapevole del
loro arrivo.
«Di qua.» Indicò, sorridendo e
facendogli strada verso la solita stanza.
Quando vi entrò, Doumeki notò che il cerchio era
già stato tracciato.
Sulle sue spalle, Watanuki tentò di ribellarsi ancora una
volta. La stanchezza però sembrava crescere ad ogni secondo
e, ormai pallido, si arrese definitivamente. Se da solo gli era quasi
impossibile avere la meglio su Doumeki, di certo non avrebbe avuto
miglior sorte mettendosi contro anche la strega, pensò
sempre più scoraggiato.
In quel mentre, l'arciere si mosse verso l'interno del cerchio.
Sotto lo sguardo di Watanuki,
Yuuko-san puntò il bastone verso il simbolo magico,
muovendolo in modo diverso dal giorno prima.
Alle sue spalle Mokona stava agitandosi, tenendo in mano uno strano
oggetto.
Watanuki lo osservò per capire a cosa servisse. Proprio in
quel momento, però, la voce della donna giunse a distrarlo.
«Io sono pronta.» La sentì dire.
Doumeki annuì e, senza troppe cerimonie, mise a terra
l'altro ragazzo fissandolo con una strana espressione.
Watanuki ne ricambiò lo sguardo, irrigidendosi appena quando
l'arciere lo bloccò con un braccio, prendendogli il viso con
la mano libera, al fine di non permettergli scherzi.
«Cosa...» Non riuscì neppure a
completare la frase.
Doumeki stava osservandolo con un'intensità tale da
confonderlo.
Poi, prima che l'altro riuscisse ad aggiungere qualcosa, si
curvò su lui, sfiorandogli le labbra con le sue. Quel
contatto, dapprima leggero, divenne ogni secondo sempre più
intenso, isolandoli da tutto il resto.
Una sensazione insolita sembrò catturare entrambi, mentre
qualcosa fluiva attraverso le loro gole. Una sensazione orribile che
mal si abbinava con quella estremamente piacevole data dal bacio.
Mentre tornavano a rendersi conto di quanto li circondava, notando con
la coda dell'occhio gli strani movimenti di Mokona, la sensazione di
prima si fece improvvisamente più forte, obbligandoli a
staccarsi.
Un attimo dopo si trovarono a tossire il petalo e la radice, causa dei
problemi degli ultimi tempi.
Doumeki fu il primo a riprendersi.
Senza mollare la presa dal più piccolo, osservò
il petalo che, con movimenti leggiadri si avvicinò alla
radice galleggiando con essa in direzione della strega. Con espressione
compiaciuta la donna li osservò mentre, come attratti da una
calamita, finivano all'interno dello strano involucro che aveva tra le
mani. «Pefetto!» Asserì, sorridendo a
Mokona che, posata quella che si rivelò essere una macchina
fotografica, stava agitando la foto per farla asciugare il
più velocemente possibile.
In quel preciso istante, il cerchio magico svanì e,
consapevole di non aver più altro da fare, Doumeki
allentò la stretta, osservando per qualche istante il
ragazzo ancora tra le sue braccia. «Ora puoi anche odiarmi se
vuoi.» Asserì poggiandogli una mano sulla spalla,
cercando dentro di sé la forza per lasciarlo andare.
Watanuki restò in silenzio, lo sguardo basso e gli occhi
velati di lacrime.
Non sapendo cosa dire, Doumeki optò per la soluzione
più semplice, voltandogli le spalle e muovendosi verso
l'uscita.
Ancora scioccato il ragazzo più piccolo lo
osservò per un istante, afferrandolo subito dopo per una
manica. «No... non andartene. Shizuka...»
Mormorò.
Nel sentir pronunciare il suo nome l'arciere si fermò. Il
cuore scosso in modo ben più violento di quanto non fosse
avvenuto baciandolo.
Il suo silenzio però, per Watanuki, giunse a sottolineare la
fine di tutto. «Non... andartene...»
Ripeté, a testa bassa. «Per favore...»
Continuò, asciugandosi le prime lacrime.
L'arciere lo guardò senza
capire. «Che ti succede?» Domandò.
Watanuki sollevò gli occhi, fissando l'altro ragazzo con
espressione persa. «Ho bisogno... di te...»
Sussurrò, abbracciandolo.
Incredulo, Doumeki si ritrovò a ricambiarne la stretta.
Voltandosi subito dopo in direzione di Yuuko e scoprendola intenta a
guardarli.
«Quando tornerà come prima?» Le
domandò infine.
Inaspettatamente la donna esibì un'espressione divertita.
«Oh... quello.» Esclamò. «Temo
non fosse vero... Watanuki è perfettamente normale. Per
quanto lui possa esserlo.» Aggiunse dopo una rapida occhiata
in direzione del ragazzo.
«Vuol dire che... anche senza baciarlo... non sarebbe mai
cambiato?» Domandò l'arciere, evidentemente
sorpreso. «Perché allora...»
La strega lo fissò sogghignando.
«Scherzetto!» Esclamò soddisfatta.
Doumeki sospirò rassegnato, lo sguardo nuovamente su
Watanuki. «Eppure... Ultimamente è
strano.»
A quelle parole, l'espressione di Yuuko si incupì
rapidamente, tornando a brillare solo quando Watanuki sembrò
comprendere il dialogo appena avvenuto tra lei e l'arciere.
«Yuuuko-san!» Sbottò il ragazzo,
scostandosi appena dal ragazzo più grande.
«Lei!» Urlò indicandola. «Lei
voleva... questo? Ci ha ingannato!» Continuò,
sempre più rosso per via del ricordo di quanto avvenuto tra
lui e Doumeki e dell'imbarazzo che gli provocava.
«Ormai è andata!» Commentò la
donna con aria annoiata. «Direi di occuparci delle cose
importanti.» Asserì, prendendo la foto che gli
stava porgendo Mokona. «Dovete tornare al ciliegio. Petalo e
radice vanno riconsegnati. E stavolta...»
Continuò, facendosi nuovamente seria. «Non
potrò allontanare i guardiani.»
«Guar...diani?» Domandò Watanuki,
ignorando la risatina divertita di Mokona.
«Esattamente.» Chiarì la donna.
«Fanno da guardia al ciliegio dei sogni e... sono aggressivi.
Ad ogni modo il lavoro va fatto e... sono certa che saprete portarlo a
termine.»
Nel sentirla parlare a quel modo, il ragazzo deglutì,
evidentemente impaurito dalla prospettiva di doversi battere.
«Come faremo a raggiungere il ciliegio?» Intervenne
Doumeki.
«La freccia che hai lasciato all'albero...»
Ribattè la strega. «Sarà quella a
guidarvi.»
I due ragazzi annuirono, osservando la sfera di vetro al cui interno
erano ben visibili sia il petalo che la radice.
«Direi di non perdere altro tempo»
Commentò la donna, alzandosi e raggiungendo il bastone,
precedentemente lasciato in un angolo della sala.
Doumeki la seguì con lo sguardo e, raccolto tutto il
coraggio di cui poteva disporre, Watanuki gli andò vicino.
«Non te ne andrai, vero?» Domandò,
incerto.
A quello, l'arciere avvertì una sensazione di calore.
«Non lo farò, se non vuoi...»
Replicò, guardandolo con tenerezza.
Il più piccolo gli sorrise. «Grazie...»
Mormorò, sentendosi improvvisamente più forte.
La strega li osservò per un lungo istante, lo sguardo di chi
poteva cogliere in loro i segni che il tempo non aveva ancora lasciato.
«Andate ora!» Esclamò. Una luce vivida
avvolse l'intera stanza e, ancora una volta, i due ragazzi si trovarono
a viaggiare verso un'altra dimensione.
Rieccoci qui dopo questo capitolone
che, come avrete notato, ci porta pian piano verso il gran finale di
questa prima parte.
Ma prima di qualsiasi altra cosa...
Rullo di tamburiiiiii....
Vorremmo ringraziare Masuko per il
bellissimo dono fattoci in occasone delle 100 recensioni.
Lo abbiamo apprezzato ben più di quanto le sole parole
possano dimostrare.
Quindi,
ancora ed ancora milla grazie, Masu. ^_^
Non è bellissimo? ^_^
Bene... ed ora passiamo all'angolo
delle recensioni. ^_^
Gioielle: Ma
sai che una statua di Haruka non sarebbe affatto una cattiva idea? XD
Siamo felicissime che il capitolo ti sia piaciuto. Ora attendiamo di
sapere cosa pensi di quello appena letto. :P
Naco Chan: Oh, sarebbe ora di agire, se non fosse che come
vedi alla fine non hanno fatto nulla.L'azione, l'azione...
verrà. Eccome.
Chissà se però sarà quella che
speriamo noi, uhuhuhuh.
Comunque è vero, Watanuki che capisce è un
evento... ed infatti si rifà subito, come vedi!
Reiko: Bentornata ^_^ E' sempre un piacere leggere i tuoi
commenti alla fanfic. Ahahah Haruka che presenta Seme ed Uke... beh
sarebbe un favore all'umanità di uketti timidi e frustrati,
pensandoci bene. :P
Per il resto... non ci soffermeremo su nulla onde evitare inutili
spoiler. Che poi non sarebbero inutili ma in quanto spoiler... meglio
non dirli. :P
L'albero ti inquieta? Non sai quanto hai ragione! XD
Yusaki: Ed ecco la risposta alla recensione numero
100! ^^
Sono
semplicemente bellissimi, i due Doumeki insieme, vero? A noi stesse
mentre scrivevamo veniva il batticuore, certe scene dovrebbero essere
proibite, ah! *sospiro collettivo*
Comunque, per il brindisi ci stiamo ma... non brindiamo troppo.
Siamo ancora in tempo a vedere cose molto brutte :P
Continua a seguirci!
Masuko: Masuuuuuuu per prima cosa: GRAZIE Ancora e ancora
per il bellissimo regalo! ^_^
Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto a tal punto da definirlo
il più bello. Speriamo di appassionarti anche con i
successivi. :P
Se ci offendiamo per il tuo saltare le Otome? Noi no... ma non
rispondiamo per Ichi ed Ini. :P
Quanto a Seishirou...
*Lay ed Hary osservano l'albero...* Oh... quanti petali...
Dicevamo? Ah si... la recensione... :P
Non temere... tutte le domande avranno presto una risposta... e per
quelle che apparentemente rimarranno senza... sappi che i nostri veri
nomi sono... ah no, quella è un'altra storia. :P Insomma,
seguici e saprai ogni cosa.
Sicura poi, che è il caso saperle? Noi ci stiamo ancora
pensando. XD
Witch Of The Dimensions: Come sempre ti ringraziamo
profusamente per le tue bellissime recensioni! Rendi le nostre giornate
molto più facili, sappilo! ^^
È bello sapere che qualcuno rilegge un capitolo
di una nostra
storia addirittura tre volte, wow... e per quanto possibile, tenteremo
di non sgarrare sugli aggiornamenti! Per ora ci siamo riuscite.
Per il finale, siamo entrambi sostenitrici dell'angst a
lieto fine... quindi puoi rassicurarti.
Ma tieni le zollette di zucchero da parte, tra poco
inizierà la fiera della stupidità ^^"
LawlietPhoenix: Lietissime di sapere che il
capitolo ti sia piaciuto. Eh si... anche noi ci siamo commosse nello
scriverla. Nonno e nipote insieme sono un capolavoro. *.* Almeno quanto
Wata che capisce sa di miracolo. xD
Speriamo che questo capitolo non sia stato da meno.
Un abbraccio a tutte e alla prossima! ^^
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Capitolo 16 *** A stretto contatto - Il grave peso della colpa ***
cap16 - il grave peso della colpa
Destino inevitabile - A
stretto contatto.
Capitolo 16
Il grave peso della colpa
Quando arrivarono, il cielo grigio si dischiuse in un lampo luminoso,
pur senza illuminare i dintorni.
Frastornati, i due ragazzi si guardarono intorno, scoprendosi poco
lontano dal punto dove Doumeki aveva lasciato la freccia hama.
«Non vedo nessuno.» Esordì Watanuki
guardandosi attorno.
L'arciere puntò lo sguardo sulle radici che sapeva portare
al
grosso albero di ciliegio. «Yuuko-san però, aveva
parlato
di guardiani...» Ribatté con fare pensieroso.
La strega non era solita parlare senza un motivo più che
valido
e a quel proposito gli era sembrata addirittura preoccupata dalla loro
presenza.
In quel preciso istante, quasi a riprova di quanto stava pensando, si
udirono dei passi concitati.
Improvvisamente all'erta, i due ragazzi si voltarono scorgendo due
figure piuttosto minacciose in arrivo. «Temo siano
loro.»
Mormorò Watanuki, irrigidendosi.
A quelle parole, Doumeki lo affiancò, cercando con lo
sguardo qualcosa con cui colpirli.
Notandone i movimenti, il più piccolo lo fissò
quasi
speranzoso. «Dovremmo rimettere radice e petalo al loro
posto. Se
capiscono che siamo innocui non ci attaccheranno...»
Mormorò.
L'arciere gli rivolse uno sguardo dubbioso. «Non sembrano dei
tipi ragionevoli.» Sentenziò, percependo nuove
ombre alle
sue spalle. «Dietro di noi ce ne sono altri due. Stai
attento!» Lo avvertì, preparandosi a scattare da
un
momento all'altro.
Intanto, le guardie precedentemente avvistate li avevano ormai
raggiunti, brandendo le katane che avevano in mano e fermandosi a
fissare i due uomini che, da dietro, stavano avanzando con il chiaro
intento di eliminare gli intrusi.
A differenza delle guardie, questi possedevano delle lunghe lame
affilate
che sembravano un tuttuno con le loro braccia.
Quell'immagine
spaventò Watanuki a tal punto da spingerlo a parlare.
«S...siamo qui per riportarvi questi... vedete?»
Tentò mostrando loro petalo e radice.
Per tutta risposta i due uomini si guardarono ed, un istante dopo uno
dei due si mosse per attaccarlo.
Senza perdersi d'animo, Watanuki provò a schivare il colpo,
distraendosi però all'avvicinarsi delle due guardie.
Impegnato ad osservare la differenza di armi e vesti dei due gruppi di
guardie, perse di vista, seppur per un breve istante, quanto stava
accadendogli intorno. Fu la presenza improvvisa di Doumeki alle sue
spalle che lo riportò bruscamente alla realtà.
«Stai attento!» Gli urlò questi, un
attimo prima di essere colpito ad una spalla.
Nella fretta del momento, gli si era parato davanti per proteggerlo e a
quella vista Watanuki sbiancò in volto, osservando con
rabbia
l'uomo che, estratta la lunga lama senza la minima traccia di emozione,
era nuovamente pronto a colpire.
«Stai bene?» Domandò, all'amico.
Aveva promesso a se stesso di non permettere a nessuno di fargli del
male ed invece...
«Si» Mormorò Doumeki, constatando con
sollievo di
aver agito per tempo. «Sto bene...»
Replicò,
tornando in piedi e guardandosi intorno, prontamente seguito dall'altro
ragazzo.
Poteva quasi cogliere degli schieramenti. Due guardie da una parte e
quegli uomini dall'altra. Questi ultimi visibilmente decisi ad
eliminare entrambi
e forse anche quelle le due guardie armate di semplici katane.
Stava cercando di studiarne le prossime mosse quando l'intervento di
Watanuki giunse a salvarlo, tirandolo indietro proprio mentre un nuovo
colpo di lama cadeva a vuoto, proprio dove si trovava un attimo prima.
Furibondo per quell'attacco a suo avviso ingiustificato, Watanuki
fissò con odio il nemico, raccogliendo un sasso e
lanciandoglielo contro, il tutto mantenendo la presa attorno al braccio
dell'arciere che in pochi istanti prese a scaldarsi, mentre una nuova
energia iniziava ad espandersi per tutto il suo corpo.
Stranamente carico, Doumeki adocchiò prontamente un nuovo
attacco, sganciandosi dal più piccolo per poi allontanarsi.
In quel mentre, improvvisamente debole, Watanuki
indietreggiò
osservando l'arciere che, presa la katana ad una delle guardie,
avanzò verso uno degli uomini armati di lame, colpendolo a
morte.
«Doumeki... no!» Urlò. O almeno
pensò di
farlo perché improvvisamente le forze gli mancarono al punto
tale da spingerlo in ginocchio.
L'ultima cosa che vide fu una luce calda e brillante circondare
l'arciere, poi cadde a terra privo di sensi.
«Watanuki!» Urlò l'altro vedendolo
crollare.
In un attimo fu da lui, incurante dei nemici in arrivo.
Senza perdersi d'animo provò a risvegliare l'amico, senza
però riuscirci.
Fu in quel momento che capì di essere ancora in pericolo.
Deciso a difendere l'altro anche a costo della vita, Doumeki
afferrò nuovamente la katana, e senza esitare si mosse per
proteggere entrambi, finendo con l'uccidere un'altro uomo, proprio
mentre quello precedentemente colpito spariva sotto i suoi occhi.
In quel mentre, una pioggia di frecce andò a circondare i
suoi
avversari, conficcandosi sul terreno ed illuminandosi brevemente, dando
così vita ad una barriera di energia circolare, forte
abbastanza
da bloccare le guardie al suo interno.
Osservandone gli sguardi increduli ed allarmati, Doumeki si
voltò notando Haruka che, lentamente ma a passo determinato,
stava avanzando con in volto un espressione piuttosto cupa.
«Shizuka. Stai bene?» Domandò quando gli
fu accanto. Lo sguardo fermo sui guardiani rinchiusi nel cerchio.
Confuso dallo strano susseguirsi di eventi, l'arciere scrutò
l'uomo più anziano. «Nonno... lui sta
bene?»
Domandò indicando il corpo ancora esanime di Watanuki.
Incurante delle scuse sommesse delle due guardie, il sacerdote si
avvicinò al ragazzo svenuto, piegandosi sulle gambe per
sfiorargli la fronte. «Sta bene...»
Decretò in tono
sollevato. «Ha solo perso di nuovo gran parte della sua
energia.»
«Cosa?» Ribatté il più
giovane mentre un'idea
gli balenava in mente. «Per caso... c'entra con quanto
accaduto
prima?» Domandò osservandosi le mani.
Haruka annuì. «Kimihiro-kun ti voleva aiutare,
anche se
immagino l'abbia fatto senza realmente saperlo.»
Ribatté
osservandogli la spalla. «Ha anche fermato il sangue e
questo...
nonostante la ferita sia piuttosto profonda.»
Continuò.
«Come...» Domandò il più
giovane.
«Passandoti il suo potere... Te l'ho detto anche ieri no?
Kimihiro-kun è... più di quel che
sembra.»
Doumeki osservò il sorriso confortante del nonno, tornando a
fissare il petalo e la radice ancora tra le mani di Watanuki.
«Cosa... facciamo adesso?» Esordì quindi.
Haruka ne ricambiò lo sguardo mentre il sorriso si incupiva
pian piano, se pur non in modo evidente.
«Quelli... dalli ai guardiani.» Esclamò
alzandosi
per raccogliere le freccie poste a confinare i due uomini.
«Dovrai riprendere la freccia dell'altro giorno.
Penserò
io a Kimihiro-kun.» Dichiarò osservando con
preoccupazione
la spalla dell'amato nipote. «Credo sia ora di rimandarvi da
Yuuko-san.»
L'arciere si limitò ad annuire, incerto sul consegnare a
quegli uomini degli oggetti così preziosi.
Con quel dubbio, tornò ad osservare il nonno.
Sapeva di potersi fidare di lui così, presa la sfera della
strega dalle mani di Watanuki, si avvicinò alle guardie e
dopo
avergli rivolto uno sguardo di accusa, consegnò loro
l'oggetto.
Infine, fece ritorno all'albero, salutandolo e ringraziandolo. Raccolse
la freccia e dopo un ultimo sguardo, di commiato, tornò a
raggiungere il nonno.
In quel mentre, dispiaciute dall'accaduto ed intimorite
dall'espressione seria di Haruka, le guardie si mossero verso il
maestoso ciliegio che, come avvertendone la presenza, attirò
a
sé la sfera di luce al cui interno erano racchiusi il petalo
e
la radice.
Anche il sacerdote sembrò osservare la scena e quando
ritenne
ogni cosa al suo posto, tornò a fissare il nipote.
«Hai
combattuto bene.» Esordì sorridendogli.
«Grazie...» Ribatté Doumeki cercando di
cogliere il
motivo dell'espressione assorta del nonno. «Gli uomini che...
ho
ucciso. Non erano semplici guardie, vero..?»
Domandò poi.
Haruka lo osservò con tristezza. «Non lo erano. Il
futuro
di Kimihiro-kun è in pericolo a causa di esseri come loro.
«Che vuoi dire? Perché dovrebbe essere in
pericolo?»
Il sacerdote gli rivolse uno sguardo determinato.
«Kimihiro-kun
ha un futuro... già scritto. E questo lo rende una preda
ambita,
un po' come la sua stessa esistenza. Se riuscisse a percorrere quel
futuro, sarebbe d'intralcio a qualcuno. Qualcuno che vuole evitarlo a
tutti i costi.»
Doumeki ascoltò ogni cosa con espressione assorta.
«Sembri
sapere molte cose di lui...» Mormorò.
«Cose che io
neanche immagino.»
A quelle parole Haruka gli rivolse uno sguardo più tenero.
«Se le cose stanno così è per via di un
mio
intervento.» Spiegò, posandogli una mano sulla
spalla.
«Non preoccuparti, ce la farete. Tu però... stagli
vicino.» Concluse, fermandosi davanti ad una sorta di
piattaforma
con impresso il cerchio di Yuuko.
Lo sguardo di Shizuka si indurì, se pur di poco.
«Non mi
spiegherai nulla? Come faccio a proteggerlo se non so da chi o da
cosa?»
«Non è mio compito, Shizuka. Non quando il diretto
interessato non può sentire.» Dichiarò,
muovendosi
per appoggiare Watanuki sulla piattaforma. «Yuuko-san vi
dirà quanto avrete bisogno di sapere...»
A quello, Doumeki si limitò ad annuire, avvicinandosi ad
Haruka e stendendo le braccia in modo da poter portare Watanuki.
Dopo una piccola esitazione, vista la spalla ferita del nipote, il
sacerdote gli porse il ragazzo ancora svenuto. «Mi raccomando
allora...» Esclamò poi, rivolgendogli un
sorrisetto
ironico ed indicandogli il cerchio di Yuuko.
Nonno e nipote si rivolsero un ultimo sguardo carico di parole non
espresse.
Poi dopo un ultimo saluto, il cerchio iniziò a brillare e
pochi
istanti dopo, Doumeki e Watanuki si trovarono nuovamente nel negozio
dei desideri.
Haruka li osservò svanire in quel vortice di luce splendente.
Quel giorno gli eventi erano stati tanti, ed insieme avevano messo in
moto situazioni ancor più difficili delle precedenti.
Spiegare i motivi che lo avevano spinto ad allontanarsi era stato
difficile e doloroso. Ciò nonostante, Shizuka non lo aveva
deluso, comprendendo ogni singola parola, anche quelle più
celate e persino quelle non dette.
Lo sguardo con il quale aveva ricambiato le sue scuse lo aveva invaso
di una profonda felicità.
Poi, come giusto che fosse, l'universo aveva puntato al suo naturale
equilibrio, soppesando quell'attimo e bilanciandolo con uno meno lieto.
Così, due uomini avevano perso la vita per mano di Shizuka.
E
sebbene non si trattasse di comuni esseri umani ma di pedine di un uomo
assai crudele, Haruka sapeva bene che quello era un peso che col tempo
avrebbe rischiato di schiacciare un'anima pura come quella del nipote,
annientandola sotto il grave peso della colpa.
Eppure... lui voleva ancora sperare.
In fondo non importava il come; I sentimenti sono l'unica
vera incognita della vita.
Erano state queste le parole che anni prima gli avevano riacceso la
speranza. Ed era proprio in nome delle persone a lui collegate tramite
l'invisibile filo dell'hitsuzen che quel giorno aveva deciso di
sperare. Perché in fondo il suo era un mondo popolato di
sogni e
allora per quale motivo avrebbe dovuto smettere di inseguire i suoi..?
Furono questi i pensieri di Haruka circa quella lunga giornata.
xXx
Rivedere il negozio di Yuuko-san fu come fare ritorno a casa. Una
sensazione decisamente piacevole, se paragonata a quelle vissute nelle
ultime ore.
La donna li accolse con un'espressione dubbiosa. «Non potete
fare a meno di finire nei guai voi due, eh?»
Per tutta risposta, Doumeki si limitò a rivolgerle una
rapida
occhiata, dopo la quale la seguì, avvicinandosi ad un fouton
e
stendendovi sopra Watanuki.
«Bene!» Esclamò la donna, prendendo il
kit di prima
emergenza che Mokona le stava porgendo. «Vediamo di medicare
questa spalla»
Doumeki annuì, voltandosi e lasciandola fare. «Non
c'erano
solo i guardiani, lo sapeva?» Domandò d'un tratto.
La strega si limitò ad ascoltarlo, ponendo una mano sulla
ferita
che pian pianò andò richiudendosi.
«Speravo non ci
fosse nessun altro.» Dichiarò seriamente.
«Cos'è successo?»
Doumeki capì subito che Yuuko-san non aveva bisogno di
alcuna
risposta. Probabilmente aveva intuito il suo bisogno di comunicare
quanto accaduto.
«Abbiamo consegnato radice e petalo alle guardie.»
Iniziò. «I due uomini... li ho uccisi.»
«Togliere la vita a qualcuno è un peso molto
grande...» Rispose la strega mentre, presa una benda,
iniziava a
fasciare la spalla di Doumeki. «Come ti senti a
riguardo?»
Il ragazzo sembrò rifletterci sopra. «Immagino
dovrò portarne il peso.» Ribatté poi.
«Non so
come mi sento ma... se tornassi indietro...»
Continuò
osservando Watanuki ancora privo di sensi. «Lo
rifarei.»
«Questo significa...» Lo incalzò la
donna.
«Che il prezzo che hai pagato nel compiere una simile azione
è inferiore a quello che avresti pagato nel non
farla.»
Senza attendere una risposta si alzò, avvicinandosi a
Watanuki e
sfiorandogli la fronte che, sotto il suo tocco, iniziò, se
pur
lentamente, a riprendere colore e calore. «Se è
così non dovresti crucciarti.» Riprese, tornando a
guardarlo con espressione decisa. «È stata una tua
scelta,
dopo tutto.»
Doumeki l'ascoltò con estrema attenzione, limitandosi ad
annuire, nonsotante dentro si sentisse decisamente sporco al pensiero
di aver spento due vite.
Nel vederlo tanto assorto in pensieri probabilmente più
grandi
di lui, Yuuko gli andò nuovamente vicino, accarezzandogli
una
guancia. «Loro non avrebbero esitato con te. Mettersi in
gioco
è stata una loro decisione.» Esclamò.
«La tua
è stata quella di vivere. In fondo, hai delle persone che ti
ritengono importante, qui.»
Doumeki la guardò senza risponderle e certa che il messaggio
fosse arrivato, Yuuko si limitò a sorridergli per poi infine
allontanarsi.
Ben ritrovate.
Questo capitolo come avrete notato
è stato diverso dai precedenti. In fondo, insieme al
prossimo creerà tutta la sottotrama della seconda parte di
Destino Inevitabile. U.U Sperando vi sia piaciuto, diamo il via alle
risposte e come sempre... alla prossima settimana!
VampiraSix:
Vaaaaampy! Siamo felicissime che la storia ti piaccia. *si inchinano*
Speriamo che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Facci sapere!
^_^
Gioielle: E chi siamo noi per farti aspettare! Ecco
il nuovo capitolo con i suoi nuovi intrighi e misteri, buahahah.
Sta sicura che da questo momento in poi, gli accadimenti
'accadranno'... sublimemente, come nel suo sublime commento :P
Continua a seguirci cara!
Ma non sperare in spoiler! *se ne vanno ridendo*
Naco chan: Eh si... Haruka ha un ruolo molto
importante in questa storia. ^_^
Quando ai motivi che hanno spinto i nostri due al bacio, anche noi
pensavamo calzasse tutto a pennello, alla fine poi è emerso
che era tutto uno scherzetto di Yuuko ^^" A buon fine s'intende. :P
Thyahiel: Oh, si, sembra che se la goda a farsi del
male apposta, ma a noi Watanuki piace anche per questo.
In fondo è tanto carino anche per la sua capacità
di crearsi guai dove non ci sono, no?
E poi, noi abbiamo disseminato indizi... per i prossimi sviluppi
diciamo... e lì... *vengono zittite da un cartello 'no
spoiler'*
Beh! Dicevamo.
Continua a seguirci e scoprirai a quanto può arrivare la
stupidità umana :P
Yusaki: Stiamo cercando anche noi quella foto ma
pare che Yuuko la custodisca per bene. ¬.¬ Riguardo al
bacio. *.* Siamo d'accordo con te. E su i due Doumeki cosa altro dire
se non che sono meravigliosi insieme? ^_^
Masuko: Masu! Che bello rileggerti. Le tue
recensioni alleggeriscono sempre l'atmosfera... chissà se ci
riuscirai più avanti :P
Beh! Haruka-san rimane Haruka-san, quello che fa le cose per il bene
degli altri ed ha sempre i migliori consigli (amorosi) da dare XD,
è normale che sia così... così... figo
:P
*arrossiscono in contemporanea al complimento.* Siamo migliorate?
Grazie tantissimo! Ci fai felici *-*
Wah, i tuoi commenti ci fanno sempre tantissimo piacere *-*
E il ciliegio, beh, come vedi le tue speranze purtroppo erano sbagliate
(per ora...) U.U Ci dispiace :P
Continua a seguirci carissima! Al GDR!
Salutaci Coniglietto!Suby ^^ E grazie ancora del regalo! :*
Witch of The Dimensions: Grazie Grazie *emozionate*
Anche da Yuuko. E' sempre felice quando la sua genialità
viene riconosciuta. ^_^
Su Watanuki... ammettiamo che non ti sbagli del tutto, anzi. :P
Per sapere come si svilupperà il tutto dovrai continuare a
leggerci però. :P
Speriamo di leggerti ancora e, come sempre, grazie per le belle parole.
LawlietPhoenix: Siamo felici che ti sia
piaciuto! Yay! Ma torna tra noi... non tutto è bene quel che
finisce bene, come si suol dire.
Non gioire troppo :P
Ci saranno tempi duri a venire...
Tu seguici e scoprirai tutto!
|
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Capitolo 17 *** A stretto contatto - L'inizio dell'incubo. ***
Cap17 - L'inizio dell'incubo
Destino
Inevitabile - A
stretto contatto.
Capitolo 17
L'inizio dell'incubo.
L'ultimo
ricordo era quello
del proprio corpo che, ormai privo di luce, appariva quasi opaco,
creando un contrasto quasi doloroso con quello di Doumeki che, invece,
sembrava brillare di luce propria.
Poi si era trovato sdraiato, al buio, prigioniero di un mondo
cupo e vuoto dove regnava il silenzio assoluto.
Incerto su cosa pensare, Watanuki volse lo sguardo su quel
campo pieno di radici che spuntavano dal terreno, dove brillanti petali
di ciliegio fluttuavano adagiandosi lentamente a terra.
Uno scenario mutato in meno di un attimo.
Poco prima lui e Shizuka stavano combattendo contro quegli
uomini ed ora...
Intorno, le figure in nero erano decisamente aumentate. Lo
circondavano in un cerchio dal quale sarebbe stato impossibile fuggire,
ed erano tutte provviste di orribili lame affilate.
Davanti a lui, un uomo dai lunghi capelli, legati da un nastro
in tinta con i suoi occhi, stava fissandolo con aria di scherno,
parlando con voce bassa e stranamente gentile. Watanuki però
non riusciva ad ascoltarlo, perso in pensieri frenetici e mancanti di
una qualsiasi conclusione logica.
Un nuovo sguardo ai dintorni gli riportò la
mancanza delle guardie armate di katana, probabilmente uccise da quelle
altre, di certo più forti.
I suoi occhi continuarono a vagare senza sosta, fin quando,
con panico crescente, non colse un elemento mancante.
Mentre l'uomo, che aveva tutta l'aria di essere il capo, gli
andava vicino, Watanuki urlò quanto gli premeva sapere.
«Shizuka... Dov'è?»
Invece della risposta, giunse un uomo che, chinatosi davanti
al capo da lui chiamato dottore, annunciò che tutto era
pronto.
Fu solo allora che, finalmente più vigile, Watanuki
capì di essere tenuto fermo da due uomini.
«Pronti a cosa?» Urlò.
«Di che state parlando, che succede..?»
Continuò dimendandosi.
A quello il dottore sorrise in modo inquietante, andandogli
più vicino in modo da parlargli ad un orecchio, mentre con
estrema lentezza gli girava la testa. «Volevo fosse una
sorpresa ma data la tua insistenza...»
Watanuki si trovò davanti al maestoso tronco del
ciliegio dei sogni. Lo sguardo che pian piano ne studiava i contorni,
salendo in cerca dei rami e fermandosi alla vista di una figura
conosciuta, inchiodata all'albero da lunghe lame affilate.
«N... No...» Mormorò,
stringendo gli occhi per mettere a fuoco quanto stava vedendo.
Un attimo dopo, l'eterno silenzio di quel luogo fu spezzato da
un urlo di agghiacciante disperazione.
Due occhi d'ambra incontrarono i suoi, implorandolo di
andarsene, di vivere. Almeno lui.
Si era sacrificato ancora, per l'ultima volta, privandolo per
sempre della sua presenza.
A quel pensiero, un impeto di rabbia lo invase scontrandosi e
perdendosi nella profonda tristezza che stava provando.
Ad essa si aggiunse presto un dolore sordo, che
cercò di cacciar via con un urlo che non arrivò
mai a destinazione.
Al suo posto giunse invece la voce calda e rassicurante di
Haruka-san.
«È solo svenuto...»
Poi ogni cosa si fece ovattata.
Le forti braccia di Shizuka che lo stringevano a
sé, la voce di Yuuko-san, la sensazione del fouton sotto la
sua schiena ed infine una presenza confortevole ed una mano calda,
attorno alla sua.
xXx
La
stanza era illuminata dalla luce
fioca delle candele.
Doumeki era seduto sul tatami, lo sguardo fisso sul ragazzo che, al suo
fianco, sembrava immerso in un sonno profondo e lontano.
Lo osservò per diverso tempo, fin quando non lo vide
riemergere dal limbo nel quale sembrava essere sprofondato.
Istintivamente, ritrasse la mano che fino ad un momento prima aveva
stretto quella dell'altro.
«Dove... dove sono..?» Mormorò Watanuki,
fissando il soffitto con aria stanca.
«Da Yuuko-san... Tu, stai bene?» Domandò
l'arciere, osservandolo con attenzione.
Watanuki si mosse appena, sentendo una mano più calda
dell'altra, guardando istintivamente l'altro.
Gli sorrise leggermente, un po' imbarazzato.
«Circa» Mormorò. «Ma mi
sento... pesante.» Sospirò, tornando a fissare il
soffitto. «Come siamo arrivati qui..?» Chiese
infine, ormai consapevole di aver perso i sensi.
«Mio nonno ci ha fatto tornare, una volta... terminata la
missione.» Fu la risposta concisa dell'altro.
«E... cos'è successo..? Come sono
svenuto..?»
Doumeki lo guardò con espressione triste. «Quando
siamo entrati in contatto, la tua energia è passata a me,
credo. E sei rimasto senza...» Prese una piccola pausa.
«Non è come per il petalo, comunque.»
Watanuki sorrise appena. «In pratica... ti ho fatto una
trasfusione.» Quel pensiero, unito al ricordo del sangue
ricevuto da Doumeki poco tempo prima, lo riportò a
concentrarsi sul compagno. «E tu... come stai?»
Domandò, voltandosi nuovamente per osservargli la spalla.
«Bene.» Esclamò l'altro, muovendo un po'
il braccio per mostrargli che non mentiva.
Watanuki sospirò sollevato, incrociando l'espressione quasi
tenera dell'altro e voltandosi di scatto, imbarazzato.
«Ti ferisci sempre a causa mia...»
Dichiarò dopo un po'.
«Non è nulla.» Fu la risposta, come
sempre tranquilla, dell'altro.
«Questa volta, forse.» Ribatté il
più piccolo, tornando a fissarlo. «Inizio a
pensare di portare sfortuna come Himawari-chan...»
Borbottò, subito dopo.
Nel sentirlo, Doumeki si fece improvvisamente serio. «Non
dire idiozie.» Ribatté. «Se anche
portassi sfortuna, io ti starei accanto comunque.» Concluse
poi, in tono più morbido.
A quelle parole Watanuki si incupì improvvissamente,
nascondendo il viso contro il cuscino.
Le affermazioni di Doumeki gli avevano riportato alla mente alcune
immagini del sogno fatto quando era ancora nel mondo del ciliegio.
Normalmente non avrebbe dato tanto peso ad una cosa simile.
Però...
Era avvenuto sotto il ciliegio dei sogni, in un mondo onirico dove era
possibile sognare avvenimenti futuri, si diceva.
E Doumeki... era già stato ferito.
Se... se fosse tutto vero? Pensò, rabbuiandosi notevolmente.
Non avrebbe permesso che diventasse realtà, no. Anche a
costo di allontanarlo. Anche a costo di farsi odiare.
Ancora al suo fianco, l'arciere sembrò avvertire
l'improvviso cambiamento d'umore del più piccolo.
«Faresti meglio a dormire, ora...»
Sussurrò, accarezzandogli i capelli.
Watanuki girò il viso per guardarlo, sorridendogli appena.
«In effetti mi sento un po' stanco...»
Mormorò, fissando l'arciere con sguardo intenso.
«Grazie...» Sussurrò infine, la voce
intrisa di una profonda malinconia, che non sfuggì neppure a
Doumeki.
Limitatosi ad annuire, il più grande aspettò che
l'altro tornasse a chiudere gli occhi per fissarlo in silenzio,
consapevole che qualcosa tra loro era nuovamente cambiata.
xXx
Il
momento che avevano tanto atteso
era ormai giunto.
Da quel momento, lei avrebbe potuto solo mostrar loro la via. Niente di
più...
Con quel pensiero, pesante come un macigno, Yuuko entrò
nella camera di Watanuki, osservando con sguardo sfumato di dolcezza i
due ragazzi ancora vicini.
In quel momento, Watanuki si mosse appena, aprendo gli occhi con jun
lampo di preoccupazione sul volto. Aveva di nuovo sognato.
Al suo fianco, Doumeki continuava a fissarlo. «Stai meglio,
ora?» Domandò, notandolo sveglio.
Watanuki annuì lentamente, scoprendo la strega che,
appoggiata alla porta con le braccia incrociate, lo stava osservando.
«Yuuko-san...» Mormorò.
«Cosa... succede..?»
Sorridendo alla domanda del più piccolo, la donna si
avvicinò ai due ragazzi. «Ora che ho l'attenzione
di entrambi, è giusto che inizi a spiegarvi alcune
cose.»
A quelle parole Doumeki la guardò, sollevato dal non dover
chiedere spiegazioni lui stesso.
Al suo fianco Watanuki, ancora immerso nelle immagini del suo ultimo
incubo, la fissò torvo. «Parli allora!»
Senza smettere di sorridere, la donna mosse un ulteriore passo.
«Siamo nervosetti, eh?» Domandò,
tornando immediatamente seria, lo sguardo improvvisamente fisso
sull'arciere. «Immagino vorrete delle spiegazioni su quanto
avvenuto nel mondo dei sogni.»
«Che perspicace!» Borbottò il
più piccolo, attirandosi un'occhiataccia dalla strega.
«Ti consiglio di calmarti Watanuki. O potrei decidere di non
dirti nulla...» Dichiarò, sorridendogli in modo
malizioso. «E poi... anche Doumeki-kun vorrà avere
delle risposte, non è così?»
Per tutta risposta, il più grande si limitò ad
annuire.
Del tutto lontano dall'essere calmo, Watanuki sbuffò,
incrociando le braccia e guardando da un'altra parte.
«D'accordo... parli ora...» Commentò
infine, in tono più accondiscendente.
«Bene...» Esclamò la donna.
«Visto che il nostro Watanuki si è perso parte
dell'azione svenendo, è il caso che inizi dal
principio.» Dichiarò, fissando prima uno e poi
l'altro. «Le guardie che vi hanno attaccato, si trovavano
lì poichè inviate da qualcuno che in qualche modo
ti teme, Watanuki...»
A quello, il ragazzo fissò entrambi con aria stralunata.
«Cosa possono temere da me..?»
«Anche mio nonno ha detto la stessa cosa...»
Osservò l'arciere, voltandosi nuovamente a guardarlo.
«Sostiene che tu abbia una sorta di potere che ti rende...
speciale.»
«Già...» Commentò Yuuko.
«Anche l'interazione energetica che avete avuto ne
è una prova... Ma questo...» Continuò,
fissando Doumeki. «Ha a che fare con i tuoi di
poteri...»
Watanuki fissò entrambi con espressione perplessa.
«Interazione... ah intende quanto avvenuto prima. Tsk non
l'ho fatto neppure di proposito.» Osservò in tono
scocciato. «E poi... speciale come?»
«Speciale perché il tuo stesso sangue lo
è...» Replicò Yuuko. «Ed ora
che hai anche quello di Doumeki-kun, il tuo potere è
cambiato, aumentando rispetto a come doveva essere in origine. Anche
per questo le vostre energie si sono fuse. Oggi la tua è
passata a Doumeki, aumentandone la forza. In seguito potrebbe accadere
il contrario.» Dichiarò, scrutando entrambi con
espressione particolarmente assorta.
«È per questo motivo...» Riprese poco
dopo. «Che è giunto il momento di ricevere una
qualche istruzione... dalla sottoscritta!»
A quello Watanuki si alzò in piedi di scatto, ricadendo a
sedere per via della debolezza. «Istruzione? In
cosa?» Domandò, sospettoso.
«Susu, non agitarti ora...» Replicò la
donna, ormai divertita dall'espressione del più piccolo.
«Lo scoprirete a tempo debito...»
Quelle parole sembrarono turbare il più piccolo che,
indicato l'arciere, ancora in silenzio, prese a balbettare.
«Co... cosa c'entra... lu... lui?!»
La strega lo fissò per un lungo istante, sospirando
stancamente. «Lui serve perché dovete imparare
insieme a gestire questo scambio di energie. A meno che non decidiate
di farvi annientare da essa.»
«Quindi è proprio... necessario..?»
Domandò Watanuki, la mente ancora immersa nelle immagini di
quel sogno fin troppo reale. «Immagino di non potermi tirare
indietro...» Sospirò quindi, in tono rassegnato.
Yuuko osservò prima lui e poi l'arciere, battendo le mani in
segno di gioia. «Perfetto! Direi di iniziare col vederci ogni
giorno dopo la scuola. Vi sta bene?»
«Come se non lo facessi già tutti i
giorni...» Borbottò il più piccolo,
soffermandosi subito dopo su un pensiero che ne alterò i
lineamenti.
«Yuuko-san! Non ci ha spiegato proprio un bel niente, lo sa,
si?»
«Davvero?» Replicò, la donna con fare
scherzoso. «Eppure mi sembrava di avervi detto anche
troppo...» Commentò, avviandosi verso l'uscita.
«Bye Bye...» Cantilenò.
Un attimo dopo era già fuori dalla loro vista.
«Allora...» Esordì il più
piccolo, nel tentativo di spezzare il silenzio improvvisamente sceso
tra loro. «Ti ha detto altro, Haruka-san... su di
me?»
«No...» Doumeki lo fissò con espressione
cupa. «Sei arrabbiato?»
Quella domanda improvvisa, il tono con cui era stata posta, spinse
Watanuki a rivolgergli una rapida occhiata.
«No!» Borbottò, distogliendo prontamente
lo sguardo. «Perchè me lo chiedi?»
«Ti comporti in modo diverso... da prima...»
Commentò l'altro, fissandolo con sguardo intenso.
Quelle parole obbligarono il più piccolo a guardarlo, se pur
per un breve istante. Uno sguardo carico di tristezza che l'arciere
sembrò ricambiare, celando i propri dubbi in un pesante
silenzio.
xXx
Un'ora
dopo, erano entrambi fuori dal
negozio.
«Cosa pensi di fare ora?» Domandò
l'arciere, dando voce ai propri pensieri.
«Suppongo che mi toccherà prendere lezioni con
quella.» Commentò l'altro, indicando il negozio
ormai lontano.
Doumeki sembrò ponderare su quelle parole. «Vieni
con me o...» Lo guardò, senza terminare la frase.
«Beh... stai andando al tempio, no?»
Replicò l'altro in tono distante. «Ho da prendere
la mia roba.»
«Quindi hai deciso di tornartene a casa...»
Quella risposta, sembrò ferire il più piccolo.
«Mi sembra ovvio!» Replicò in tono
aspro. «È casa mia, no? E poi non posso certo
stabilirmi da te. I tuoi genitori non apprezzerebbero.»
«Loro non sono un problema. Li vedo di rado ma... suppongo
non sia quello il motivo...»
A quelle parole, Watanuki sembrò trasalire. «Mi
manca casa mia, va bene? E poi... che vorresti insinuare?»
Doumeki continuò a camminare, le mani in tasca ed un
espressione particolarmente assorta. «È cambiato
qualcosa, vero?» Domandò poi.
Per un lieve istante il cuore di Watanuki sembrò fermarsi,
schiacciato dal peso di quelle parole.
«Cambiato qualcosa?» Ripeté poi,
affrettando il passo per non mostrarsi agli occhi dell'altro.
«Direi di no, è solo tornata ogni cosa al suo
posto.» Commentò poi in tono grave, fermandosi
davanti all'ingresso del tempio, intento ad osservarne ogni particolare.
Doumeki non replicò, limitandosi a fargli strada.
Trovarsi
in quella stanza, dove
avevano condiviso momenti indimenticabili, fu piuttosto dura.
Specialmente per Watanuki, il cui proposito di allontanarsi
dall'arciere sembrava vacillare ad ogni sguardo cupo del ragazzo.
«Mi dispiacerà non usare più la tua
cucina...» Esordì di colpo, mentre con fare
distratto riempiva il borsone con le sue cose. «È
enorme rispetto alla mia...»
«Puoi usarla quando vuoi.» Fu la risposta incolore
del più grande.
Watanuki sollevò uno sguardo su di lui, trovandolo
appoggiato alla parete, le braccia incrociate ed un espressione
indecifrabile.
«Non credo sia il caso...» Mormorò.
A quelle parole, se possibile, lo sguardo dell'arciere si
incupì maggiormente. «Posso sapere cosa ti
succede?»
«Niente...»
«È da quando siamo tornati dal mondo dei sogni che
sembri aver preso le distanze.» Continuò il
più grande, stringendo i pugni per contenere la rabbia.
«Te l'ho già detto...»
Sospirò l'altro facendosi forza. «È
tornato tutto al suo posto... Normale.»
Doumeki avanzò fermandosi alle sue spalle. «Cosa
sarebbe normale, chiedermi di non abbandonarti per poi prendere le
distanze...?» Domandò con amarezza.
«Questo non c'entra nulla con quello... Ero... sotto shock...
ecco tutto.» Rispose Watanuki, chiudendo gli occhi per
reprimere le lacrime.
A quello, l'arciere si limitò a fissarlo con espressione
ferita. «Se è così... Sai
dov'è l'uscita...» Mormorò,
allontanandosi.
Rimasto solo, il più piccolo sospirò amaramente
aprendo gli occhi sul vuoto davanti a sé.
Se ne era andato, in un attimo aveva perso tutto.
Tutto... pensò, obbligandosi a terminare il borsone per poi
alzarsi ed uscire dalla camera.
Si fermò un solo istante, gli occhi sui due fouton ancora
vicini. «Perdonami...» Mormorò alla
stanza vuota.
Infine si allontanò dal tempio, quasi di corsa, senza mai
guardarsi indietro.
Ohhh
con questo capitolo si conlude
la prima parte di questa storia.
Ci mancherà il sottotitolo "A stretto contatto" :P
Ad ogni modo, come avrete intuito non si tratta di una vera
conclusione, anzi... è più il preludio di un
nuovo inizio che aprirà le porte all'angst, a nuovi arrivi
(eh si, personaggi a voi noti faranno la loro comparsa, alcuni per
restare anche troppo. U.U) e le prime scene... hem... si dice ...hot?
Che altro dire. Ringraziandovi per l'affetto con cui avete seguito
questa prima parte, le streghe e Yuuko-san si augurano di leggere i
vostri commenti anche nel seguito.
Arigatò
a tutte! ^_^
Naco chan: E' vero...
la seconda parte che avrà inizio dal prossimo capitolo
sarà decisamente angst. Per questo motivo però
conterrà anche momenti da batticuore. Il nostro per lo meno
ha dato di matto. :P
Speriamo che questa prima parte, nel complesso ti sia piaciuta e...
diciamo che già da come si conclude è facile
intuirne la sfumatura angst, no? :P
Witch Of The Dimensions: Se le CLAMP iniziassero a scrivere
le cose che scriviamo noi, inizieremmo decisamente ad inquietarci :P
Non per niente, il ciliegio ce lo hanno rubato... quando è
uscito quell'oad di Holic dove appare, noi l'avevamo già
scritto!
*sospirano* Oh, beh. A parte questo... davvero siamo riuscite a tenerlo
IC? Menomale! Siamo sollevate.
Non è un'azione che il bell'arciere fa tutti i giorni, ma
salvare Watanuki si. E questa volta ci rientrava!
Quanto agli aggiornamenti ed ai capitoli... abbiamo deciso questo ritmo
per poter fare tutto ed essere sempre puntuali, aumentare rischierebbe
di farci saltare aggiornamenti, e noi non vogliamo.
Poi Yuuko-san si arrabbia :P
Grazie ancora dei complimenti!
Yusaki: Si, Doumeki che uccide è qualcosa
che ha lasciato senza parole anche noi, tanto da complicarci un po' la
stesura del capitolo. Lui però è fatto
così. Ama Watanuki fino a questo punto *.*
Ti preoccupi per l'angst, eh? I fazzolettini li hai presi? U.
Masuko: Probabilmente si capisce poco
perché è una delle nostre prime scene del genere,
chiediamo assolutamente perdono. U.U
Purtroppo, dichiarazione e consolazione hanno ancora da venire, ed
anzi... Mi sa che ci sarà molto da attendere.
Sappi soltanto che niente accade per caso e che, se alcune cose
sembrano esagerate, non è perché vogliamo
allungare ma... fa parte della trama.
A te capire cosa succede, dato che sei una fonte inesauribile di
spoiler non confermati sulla trama!
Gioielle: Cattiva ritardataria. :P
noi che ti concediamo anche gli spoiler. U.U
Oh si, l'angst sarà all'ordine del giorno e ovviamente
toccherà anche quella parte. Anche se non come avremmo
voluto. Doumeki è troppo saggio e sicuro di se. U.U
VampiraSix: Grazie per i tuoi sforzi contro il
computer, apprezziamo enormemente! Ah, una statua di Haruka? No, no,
sarebbe meglio un Haruka personale ad ognuno di noi, direi!
Continua a seguirci... e combatti il malefico computer!
LawlierPhoenix: Oh vedrai... Doumeki diventa ogni
giorno più fascinoso. *.*
Se ti piace l'angst... possiamo dirti solo una cosa: Benvenuta tra noi!
XD
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Capitolo 18 *** Connessioni - Allontanarti ***
Destino
inevitabile -
Conessioni
CAPITOLO 18
Allontanarti
Quella nuova giornata era iniziata nel peggiore dei modi.
Fu questo il primo pensiero di Watanuki quando, ormai sveglio, si
guardò intorno, trovandosi da solo in quella casa che sapeva
di solitudine.
La sera prima, a causa della tensione, aveva finito col crollare subito
in un sonno privo di sogni, risvegliandosi al mattino per scoprirsi in
ritardo.
Prepararsi per tornare a scuola, dopo quanto era avvenuto, aveva in
sé dell'assurdo.
Ciò nonostante eseguì il suo dovere,
presentandosi alle lezioni senza davvero seguirle, e trascinandosi
stancamente fino al momento in cui la campanella indicò
l'inizio della pausa pranzo.
A quella, si avviò verso la mensa, quasi incurante della
compagnia di Himawari che, al suo fianco, stava raccontandogli qualcosa.
«Oggi mi sembri triste...» La sentì dire
d'un tratto, probabilmente per attirarne l'attenzione.
«Oh no, no, è tutto a posto, davvero...»
Mentì, agitando nervosamente le braccia davanti a
sé. «Ieri sera ho fatto tardi, così non
ho pouto preparare il pranzo e... Mi dispiace.»
Terminò, sorridendole timidamente.
La ragazza sembrò tranquillizarsi. «Oh figurati,
ero solo preoccupata, è strano vederti in mensa.»
Commentò, guardandosi intorno. «A proposito...
Doumeki-kun non mangia con noi?»
A quella domanda Watanuki trasalì visibilmente.
«Non saprei... Oggi non l'ho visto.» Rispose,
fingendosi concentrato nella scelta del pranzo.
Himawari lo guardò perplessa. «Strano... non ti ha
chiesto cosa avrebbe trovato nel suo bento box?»
Domandò quindi, con aria pensierosa. «Non avrete
litigato..?»
«Litigato? No... perché avremmo dovuto?»
Ribatté l'altro con fare nervoso, lo sguardo puntato verso
un angolo della sala dove, un attimo prima, aveva scorto proprio
l'arciere. «No, è tutto normale...»
Mormorò, seguendo l'amica ad un tavolo libero, salvo deviare
improvvisamente verso l'esterno.
«Watanuki-kun.» Lo seguì lei, notando
l'arciere che, al lato opposto della sala, stava prendendo posto ad un
tavolo. «Non sarebbe meglio raggiungere
Doumeki-kun?»
«Se è rimasto laggiù avrà i
suoi motivi, no?» Ribatté l'altro.
«Scusa...» Continuò, un attimo dopo.
«Qui dentro ci sono ospiti indesiderati. Andiamo
fuori...»
«Ma ci sono anche Ichi-chan ed Ini-chan con lui. Potremmo
unirci a loro...»
Nel sentire quelle parole, Watanuki si voltò per un attimo
ad osservare la scena, fissando l'arciere con espressione arrabbiata.
«Io esco. Qui c'è un'aria pesante.»
Dichiarò infine, allontanandosi con passo pesante.
Un particolare che Doumeki parve cogliere al volo, seguendone con
sguardo cupo i movimenti.
Una volta fuori Watanuki cercò un angolo nel quale sedersi,
respirando a fondo per poi tornare a concentrarsi su Himawari.
L'amica, che dopo la sua ultima risposta era rimasta in silenzio, stava
mangiando senza togliergli gli occhi di dosso, l'espressione
visibilmente preoccupata.
«Watanuki-kun...» Esordì qualche minuto
più tardi. «Sei... pallido. Stai bene?»
Watanuki, che già da un po' aveva adocchiato un paio di
spiriti, annuì per rassicurarla.
«Eppure... sei strano.» Continuò lei,
sfiorandogli la fronte. «Sicuro di non avere la
febbre?» Domandò.
«No, stai... stai tranquilla.» Chiarì
l'altro, sorridendole. «C'è solo... qualche
spirito... Niente di che.» Commentò, avvicinandosi
alla ragazza nel caso in cui il sentir parlare di spiriti la rendesse
insicura.
In quel mentre uno spettro più grosso andò loro
vicino, studiando entrambi, per poi avvicinarsi maggiormente a Watanuki
che, tradito dall'ansia, prese ad indietreggiare proprio mentre
l'immagine di quanto stava vedendo raggiungeva Doumeki.
«Himawari... torna dentro, io... ti raggiungerò
dopo!» Urlò improvvisamente, alzandosi ed
allontanandosi di corsa.
La compagna sarebbe stata più al sicuro lontano da lui,
pensò tristemente.
«Watanuki-kun!» Esclamò la ragazza,
alzandosi a sua volta per rincorrerlo e fermandosi alla vista di
Doumeki che, evidentemente allertato dalla paura dell'altro, aveva
deciso di raggiungerlo.
Con l'arciere vicino, Watanuki sarebbe stato certamente al sicuro da
tutto, pensò un attimo prima di allontanarsi.
Era stata lei, come sempre. Se solo non lo avesse sfiorato.
Poco lontano Watanuki stava ancora correndo, in fuga dallo spettro, cui
ben presto se ne erano affiancati degli altri.
Dietro di lui anche Doumeki correva, cercando una soluzione in grado di
proteggere l'amico.
Fu solo quando vide gli spiriti farsi sempre più vicini alla
preda che ricordò di aver già avuto la meglio in
una situazione simile.
Così, fermatosi all'improvviso, provò ad
impugnare un arco immaginario con il quale prese la mira, scagliando la
prima freccia invisibile e colpendo gli spiriti più vicini.
Davanti a lui, intanto, ormai consapevole della sua presenza, Watanuki
aveva aumentato il passo, seminando, se pur di poco, il grosso spirito
che ben presto svanì in un lampo di luce, vittima di una
nuova freccia hama.
«Oi!» Urlò quindi l'arciere, rincorrendo
l'amico.
Al suono della sua voce, Watanuki accelerò ancora, finendo
con l' inciampare e cadere.
«Dannazione» imprecò, infastidito da
quel nuovo impedimento.
L'arciere, che intanto lo aveva raggiunto, si piegò sulle
gambe per osservarlo più da vicino. «Stai
bene?» Domandò, sfiorandogli una spalla.
A quel gesto, il più piccolo si allontanò di
riflesso, indietreggiando come fosse davanti ad un mostro.
«Sta lontano!» Gli intimò subito dopo,
alzandosi a fatica.
Doumeki lo fissò con espressione ferita. «Posso
sapere cosa ho fatto per farti reagire a quel modo?»
«Lascia stare...» Ribatté l'altro.
«Stavo... pensavo agli spiriti.» Tentò,
senza riuscire a guardarlo negli occhi.
«Non trattami come un'idiota...» Sibilò
il più grande, stringendo i pugni per la tensione.
«Credevo che le cose fossero cambiate ma... è
evidente che sono solo peggiorate.» Dichiarò
freddamente.
«Non ti tratterei come un'idiota se tu non ti comportassi da
tale.» Ribatté l'altro in tono graffiante.
«E... smettila di starmi attorno. Non he ho
bisogno!» Esclamò infine.
Quella richiesta colpì l'arciere come neanche una stilettata
avrebbe potuto fare.
«Cosa mi renderebbe un'idiota, salvarti la vita?»
Domandò, sentendo la rabbia montargli dentro. «Mi
dispiace ma... dovremo vederci anche da Yuuko-san se ricordi, quindi...
non posso accontentarti.»
Davanti alla negazione dell'altro, Watanuki si incupì.
«Quella è un'altra cosa. Non ho bisogno che mi
salvi la vita.» Ribatté ancora, in tono acido.
«Tutto ha un prezzo, anche salvare qualcuno...»
Momorò poi.
«Ed è questo il problema?» Chiese
l'altro, fissandolo.
Conscio di aver espresso a parole ciò che avrebbe dovuto
essere solo un pensiero, Watanuki si voltò dall'altra parte,
incamminandosi verso l'edificio scolastico.
Riuscì a muoversi solo per un paio di metri, dopo i quali fu
bloccato dall'arciere.
«Rispondimi quando ti faccio una domanda!» Lo
sentì dire, con tono più autoritario del solito.
Sapeva di poterlo ferire ma non voleva. Non se poteva evitarglielo.
«Lasciami in pace.» Mormorò quindi,
liberandosi dalla presa dell'altro, per riprendere a camminare.
Quelle parole, del tutto distanti da quanto si era atteso, spinsero il
più grande a bloccarlo ulteriormente, stringendo con
più forza il polso dell'altro in modo da impedirgli di
liberarsi. «Ti ho detto di rispondermi.»
«L'ho fatto...» Fu la risposta di Watanuki, ormai
fermo, lo sguardo fisso sul terreno.
«No invece.» Ribatté Doumeki,
sollevandogli il braccio e tirandolo verso di sé.
«Non puoi vivere pensando sempre e solo a te stesso. Ho
diritto ad una risposta!» Dichiarò con rabbia.
Era inutile cercare di averla vinta con lui, pensò Watanuki,
un attimo prima di chiudere gli occhi.
«Sicuro di volerlo sapere?» Domandò
infine, tornando a fissarlo e parlandogli in tono glaciale.
Doumeki si limitò ad annuire e, improvvisamente serio,
Watanuki si decise a parlare. «L'hai voluto tu...»
Mormorò, prendendo fiato e pregando di riuscire ad arrivare
fino alla fine senza tradirsi. «La verità
è che non ti ho mai voluto attorno e... non ti ho mai
considerato un amico. Non voglio essere salvato da te.»
Dichiarò, stringendo i pugni al pensiero di quanto stava per
dire. «Mi fa sentire sporco.»
Terminò quel monologo, fissando l'altro ragazzo con
espressione distante, ringraziando mentalmente quanto appreso da Yuuko.
Lo aveva ferito, era più che palese, pensò
osservandolo. Ed era solo grazie agli insegnamenti della strega che ci
era riuscito.
Conoscere il prezzo che l'altro avrebbe pagato, aveva fatto la
differenza.
I suoi pensieri si fermarono alle nuove parole dell'arciere, appena
udibili e cariche del dolore che gli aveva inferto.
«Non credere che basti questo a farmi cambiare
idea...» Lo sentì dire. «Se ti troverai
in pericolo, ti salverò. Che ti piaccia o no.»
I loro sguardi si incontrarono per un lungo istante, dopo il quale
Doumeki si allontanò, trattendendo a stento le lacrime che,
improvvise, giunsero a bussare contro i suoi occhi ormai lucidi.
Lo faceva sentire sporco.
Sporco.
Perché..?
Quelle
parole, taglienti ed affilate,
lo avevano colpito nel profondo mentre il suo cuore veniva stritolato
da una mano di ferro.
Watanuki sapeva essere davvero spietato con le persone che odiava,
pensò, mentre una lacrima scivolava libera dalla gabbia
delle sue ciglia.
Poco distante, il più piccolo rimase a fissarlo, tremando
leggermente per via della tensione accumulata in quegli ultimi istanti
passati insieme.
«Sei uno stupido, Shizuka» Mormorò,
senza distogliere gli occhi dalla figura dell'altro.
Un'immagine sempre più lontana, che lentamente stava uscendo
dalla sua vita.
Benvenute
nella seconda parte di
Destino inevitabile, che prenderà il sotto-titolo di
Connessioni.
Come già annunciato, ci avviamo verso il centro focale della
storia. Preparatevi quindi a momenti di puro angst ai quali si
mescoleranno attimi di vera follia (almeno per alcuni personaggi) e i
primi segni di... hot. :P
Ed ora... Andiamo ai vostri, come sempre apprezzatissimi, commenti. ^_^
Naco chan: Il finale era triste è vero
ma... Vogliamo parlare dell'inizio di questa nuova parte? :P
L'angst la farà da padrone, per quanto non mancheranno
allegri siparietti attui a distrarre dal momentaneo dolore. :P
Quanto a Wata.. iniziamo a pensare che il suo essere scemo sia una
delle poche vere certezze della vita.
Gli dobbiamo molto alla fin fine. Anche solo per questo. XDD
Masuko: Hai ragione, non c'era molto da dire se non
il fatto che, questi due capitoli (questo compreso), siano
evidentemente dei prologhi per quel che sta per succedere.
Sono un po' corti, con pochi avvenimenti, ma... stiamo per entrare
nell'azione, yay!
Grazie di continuare a seguirci, comunque... dai, prima o poi ci
arriveranno a concludere qualcosa :P
Witch Of The Dimensions: Anche noi speriamo che il seguito ti
piaccia almeno quanto la prima parte.
Tu tienici aggiornate. Quanto a Wata... non possiamo fare altro che
annuire sconsolate.
Gioielle: Possiamo solo prometterti che si, in
seguito ci sarà qualche risvolto positivo... ma non per ora.
Per il momento, carissima, ci sarà solo diverso angst... e
alcune emozionanti scoperte sui nostri due e sulle conseguenze di 'A
Stretto Contatto'.
Quali? Chissà?
*le autrici bevono sakè sghignazzando tra loro*
Yusaki: L'hitsuzen ne combina tante anche a noi
quando stiamo per postare, se può consolarti. :P
Speriamo che questo primo capitolo della seconda parte ti sia piaciuto.
Ben presto le cose assumeranno una forma un po' meno nebulosa. Fino ad
allora, pazientate con noi. XD
VampiraSix: Siamo molto fiere e orgogliose e
commosse dai tuoi sforzi immani contro il cattivo Malefix, dai che
vincerai!
Ci fa piacere che tu raggiunga tali estremi per questa fanfiction, e
possiamo solo prometterti che si, continuerà (continua in
effetti con il capitoletto odierno), e che riprenderà presto
un ritmo più... avvincente.
Con momenti sia di Angst che di Fluff, che di 'altro'. Molto spesso
mischiati.
Grazie per seguirci carissima!
LawlierPhoenix: La tua domanda è tanto
complessa che ci vorrebbe un intero anno di Voyager e Mistero mischiati
tra loro per giungere ad una risposta che sarebbe: Boh? XDDD
Watanuki nasce scemo e sospettiamo che così continui a vita.
Fortuna che c'è chi lo ama anche per questo. E CHI lo ama!
Siamo commosse per le tue parole. Sperando che anche "connessioni" ti
piaccia allo stesso modo. ^_^
Reiko: Grazie per i commenti al capitolo 15. Siamo
felicissime che ti sia piaciuto, anche noi ci siamo molto legate.
Speriamo di leggere presto altre tue recensioni. Ciau!
|
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Capitolo 19 *** Connessioni - Lezioni magiche, lezioni di vita. ***
Destino Inevitabile -
Connessioni
Capitolo 19
Lezioni magiche, lezioni di
vita.
Quel giorno le ore scolastiche
andarono troppo velocemente, obbligando infine i due ragazzi a recarsi
in negozio per le lezioni che la strega aveva deciso di impartire loro.
Una volta arrivati, trovarono Maru e Moro ad attenderli.
Le due ragazzine, felici come sempre, li avevano salutati tra le solite
rime, guidandoli verso una stanza mai vista prima.
Dopo esservi entrati, i due furono invitati ad accomodarsi sui due
divanetti, posti uno di fianco all'altro.
«Sembra di essere ancora a scuola...»
Borbottò Watanuki alla vista della grande lavagna, situata
accanto ad un tavolino rotondo sul quale erano stati posti tre
bicchieri ed alcune bevande.
Una camera spoglia abbastanza da facilitare la concentrazione, ma
dotata di ogni confort. Proprio come ci si sarebbe aspettati da
Yuuko-san, pensò Doumeki un attimo prima di vedere la strega
fare il suo ingresso in un tailleur, bordeaux ed estremamente aderente,
al quale la donna aveva abbinato degli occhialini da vista;
probabilmente per darsi un tono da professoressa.
«Benvenuti alla vostra prima lezione con
Yuuko-sensei!» Dichiarò questa, confermando i
pensieri del giovane.
«Buon pomeriggio...» Rispose Watanuki, fissandola
con aria scettica.
«Buon pomeriggio, buon pomeriggio!» Cantilenarono
Maru e Moro.
Dopo aver sorriso alle bambine, facendo loro un breve cenno che le
spinse ad allontanarsi, Yuuko tornò a squadrare i due
ragazzi, soffermandosi per un attimo sul più piccolo.
«Prima di iniziare...» Dichiarò quindi,
in direzione di Watanuki. «Vorrei dirti che ti conviene
imparare per bene ogni lezione, prima di considerare le tue azioni
più stupide come frutto dei miei insegnamenti.»
«Avevo le mie ragioni...» Ribatté
l'altro, con fare contrito.
La strega si limitò a rivolgergli un'occhiataccia,
muovendosi poi verso Doumeki.
«Mostrare solo la forma della scatola...»
Dichiarò, fissando intensamente l'arciere.
«Impedirà agli altri di coglierne il contenuto.
Fossi in te lo terrei a mente.» Concluse, spostandosi
lentamente verso la lavagna.
«Bene!» Esclamò poi. «Direi di
iniziare la lezione odierna e... visti gli ultimi sviluppi... Partiremo
dal problema... energia!» Sentenziò, indicando
prima uno e poi l'altro. «Voi due, venite qui!»
A quell'ordine i due ragazzi si alzarono, raggiungendola.
«Ora...» Esclamò lei, sorridendo.
«Stabilite un contatto.»
«Scusi?» Domandò Watanuki, con sguardo
allarmato.
La strega gli sorrisse in modo allusivo. «Su su, rilassati.
Non voglio farvi baciare.» Commentò.
«Anche se la foto è venuta davvero
bene...» Aggiunse poi, ridacchiando agli sguardi
improvvisamente seri dei due. «Ad ogni modo... Dovete
prendervi per mano.» Spiegò infine.
Quell'ordine del tutto inatteso sembrò sconvolgere il
più piccolo che, irritato, prese ad agitarsi come suo
solito. «È proprio necessario?»
Domandò, sforzandosi di non guardare Doumeki.
Quella domanda fu accolta da un'espressione di sufficienza.
«Credi che vi chiederei qualcosa che non lo sia?»
Ribatté la donna. «Su, non perdiamo altro tempo
prezioso!» Continuò quindi, incitando entrambi a
fare quanto appena richiesto.
Imprecando mentalmente contro la strega, Watanuki mosse quindi una mano
verso quella dell'arciere, che si limitò a fare lo stesso
evitando anche lui di incrociarne lo sguardo.
Spinto da un istinto più rapido della ragione, Watanuki si
trovò a stringere quella mano con forza, fissandola con
sguardo assorto.
Fu solo alle nuove parole di Yuuko che comprese quanto stava facendo,
allentando la presa ed ostentando un'indifferenza che non gli
apparteneva.
«Bene...» Commentò la donna, sorridendo
a quella reazione. «Concentratevi ora, e provate a sentire
l'energia dell'altro. Avvertirete come può fondersi con la
vostra... Entrandovi dentro...» Sottolineò, con un
sorrisetto malizioso. «E mescolandosi ad essa.»
«E come dovrei concentrarmi?» Borbottò
il più piccolo, tentando di ignorare le allusioni della
strega e l'aria dannatamente tranquilla dell'arciere.
«Ad esempio, senza distrarti...» Ribatté
la donna, indicando Doumeki con uno sguardo allusivo. «Prova
a chiudere gli occhi, su.»
«Ok, ok.» Ribatté il ragazzo, provando a
concentrarsi. Un tentativo che scoprì essere piuttosto
arduo, e che andò a buon fine solo alcuni minuti
più tardi, permettendogli di captare l'energia dell'altro.
Una sensazione familiare, confortevole: un'aura tanto pura da
addolorarlo, se solo provava a pensare a quanto gli aveva detto quel
mattino.
«Penso di aver capito...» Mormorò
quindi, senza aprire gli occhi.
In quel frangente, anche Doumeki aveva avvertito la stessa sensazione
piacevole, subito cancellata dalla consapevolezza di essere fonte di
disagio per l'altro.
«Potete riaprire gli occhi.» Dichiarò
d'un tratto la strega. «Dimmi, non è una bella
sensazione quest'energia che si mescola? Eh, Watanuki?»
A quella domanda, il ragazzo aprì gli occhi fissandola con
rabbia. «...No.»
«Allora...» Commentò la donna.
«Visto che siete ancora per mano... tornate a concentrarvi.
Questa volta però provate a prendere un po' di
quell'energia. Invitatela a fluire in voi, percepitela ed accoglietela.
E fatelo entrambi.» Sottolineò con veemenza.
«O potreste incorrere nelle mie ire.» Concluse
guardando male Watanuki.
«D'accordo...» Sospirò lui, chiudendo
gli occhi.
In pochi istanti avvertì nuovamente l'energia pura
dell'altro fondersi con la sua, insieme alle tante emozioni.
Il dolore che Doumeki gli stava inviando, pur senza rendersene conto,
era troppo da sopportare.
Così, ancor prima di poter fare qualcosa, Watanuki si
trovò a proteggersi innalzando un muro contro il quale la
rabbia, il dolore e la frusrazione dell'altro si fecero più
forti.
A pochi metri da loro, Yuuko si limitò ad osservare la scena
con espressione indecifrabile, accigliandosi solo quando quando il
più piccolo sembrò lasciar andare ogni barriera.
In quel momento decise che la lezione era giunta al suo termine.
«Bene!» Esclamò, con un battito di mani.
«Direi che come primo tentativo è andato piuttosto
bene. Oggi avete imparato che grazie a questo scambio potete conoscere
meglio l'altro. Inoltre come avrete notato è possibile
chiudere il passaggio.» Sottolineò osservando
Watanuki. «O aumentare il flusso di ciò che
inviate. Prima imparerete a gestirvi e meno male vi farete.»
Concluse poi fissando Doumeki.
A quelle parole, il più piccolo lasciò la mano
dell'arciere, tornando a fissare la strega. «Come mai ho
questo mal di testa, ora?» Domandò, massaggiandosi
la fronte.
«Oh è solo un effetto collaterale.»
Sentenziò lei. «Probabilmente hai opposto qualche
resistenza di troppo. Senza contare che...»
Continuò, andandogli più vicino. «Deve
darti fastidio scoprire come le tue parole possano far male,
no?» Concluse, strizzandogli un occhio, per poi tornare alla
sua postazione e rivolgersi a Doumeki. «E tu? Stai
bene?»
L'arciere si limitò ad annuire e, ritenendosi soddisfatta,
la donna decise di proseguire, spiegando ai due ragazzi che, da quel
primo esercizio, era emerso in modo fin troppo evidente la
necessità da parte di entrambi di imparare a controllare le
proprie energie.
«Ora...» Esclamò infine, rivolgendo un
sorriso furbetto a Watanuki. «È il caso di pensare
alla cena!»
«Tu resti con noi?» Domandò poi a
Doumeki.
Dopo un attimo di esitazione, durante il quale non mancò di
osservare Watanuki, l'arciere sospirò. «No...
credo sia meglio che vada, ora.» Dichiarò infine,
sotto lo sguardo cupo dell'altro.
Senza dir nulla Watanuki si allontanò, borbottando contro la
strega, e dirigendosi in cucina per iniziare il lavoro di sempre.
Rimasto da solo con la donna, l'arciere si decise finalmente a parlare.
«Gli è arrivato tutto, vero? I miei
sentimenti...»
«Oh... quelli sono al sicuro. Ma gli è arrivato il
dolore, si. E pur non volendo, hai aumentato la spinta per abbattere il
suo muro.» Spiegò.
Doumeki la osservò con espressione cupa.
«Capisco...» Mormorò infine.
«Stasera, lui... resta qui, vero?»
«Si, mi occuperò io di quella testa dura... Va
pure a casa ora.»
L'arciere annuì, congedandosi. Fu solo allora che il sorriso
della strega si spense, per lasciar posto ad un espressione fredda,
incolore.
Quei due avevano appena intrapreso un lungo cammino, nel quale lei
avrebbe potuto solo osservare lo svolgersi degli eventi.
NOTA delle Streghe
Gli esercizi presenti in questa e
nelle successive lezioni sono opera della somma Yuuko, pertanto ne
è altamente sconsigliato l'uso.
Non risponderemo né di eventuali problemi, né di
dispersioni in altri mondi. U.U
Ed ora... Sperando abbiate passato un felice Samhain/Halloween,
passiamo alle recensioni. ^_^
Gioielle: Come dire... un Watanuki intelligente per
più di qualche minuto non sarebbe più Watanuki. :P
Per consolarti possiamo promettere che in caso di traumi tanto angstosi
da farlo crescere, forse un miracolo... Ma ci vuol tempo per queste
cose. U.U
Quanto all'ultima parte, anche noi ci siamo molto emozionate.
Specialmente mentre pensavamo a come uccidere Watanuki. :P
Scherzi a parte... Speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
:P
Facci sapere!
Naco chan: No, no, non finirà
così (peggiorerà, infatti...). Non disperare, poi
migliora!
Certo,
loro sono sempre un po' idioti, come hai notato... anche Doumeki, si.
Capiscilo, povera anima, ormai è rassegnato all'idiozia di
Watanuki ed
all'essere odiato ç.ç
*le autrici consolano Shizuka, Shizuka va via guardandole male, loro si
consolano col sakè*
Grazie per le correzioni, sono sempre benvenute. Prima o poi
riguarderemo l'intera opera e la rimetteremo in sesto.
Continua a leggerci... ed a disperare per l'angst.
BWAHAHHAHA
Thyaiel: Per prima cosa, bentornata tra i nostri lidi.
Siamo commosse dal tuo affetto per Destino Inevitabile e proprio per
questo speriamo che anche questo capitolo sia stato all'altezza delle
tue aspettative.
Ci uniamo a te per un tuffo nella nutella al quale aggiungiamo
pasticcini e sakè. Quest'ultimo per soffocare il dolore da
angst. XD
Speriamo di rileggerti presto e ancora entusiasta.
Grazie per le bellissime parole.
Yusaki: Watanuki questa volta l'ha fatta
grossa, eh si. E come vedi, continua.
Ci
sentiamo di ricordare un'altra volta che in questa storia NIENTE
è
messo per caso, qualunque minima parola ha un significato che si scopre
più avanti...
Chissà cosa significherà :P
Himawari-chan fa essere
piuttosto tristi anche noi, con la sua situazione... povera piccola,
sempre così gentile. Si meriterebbe un po' di
Fortuna anche lei, vero?
*sospiro collettivo*
Witch Of The Dimensions: Ti sei innamorata di
Doumeki? *.*
Oh, noi ti capiamo ma... sei consapevole ti attirarti l'odio delle
Otome e, anche se ancora non se ne rende conto, di Watanuki?
Detto questo, siamo felici di averti angstat... hem di averti reso
piacevole anche l'inizio della nuova parte di Destino Inevitabile.
Facci sapere cosa ne pensi del resto.
*Porgono fazzoletto. Aggiungono un'intera scorta per le lacrime
successive e scappano via* :P
LawlietPhoenix: Oh ti capiamo... e credici, anche noi
abbiamo dato a Watascemo la giusta dose di insulti. U.U
Ti ringraziamo ancora una volta per i complimenti e... Eh si... anche
noi abbiamo i nostri cocci di cuore da raccogliere.
Far piangere Doumeki... ;_;
WYWH: Una nuova lettrice! Siamo contente
di accoglierti tra noi. (Ciao Marti ^^ ! NdHari)
Ci
fa piacere che la storia ti sia piaciuta... ahahah, cosa
succederà?
Chissà, chissà... Possiamo solo dire che ne
succederanno fin troppe!
Non mancheranno le sorprese, eh no!
Continua a seguirci!
|
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Capitolo 20 *** Connessioni - Filo invisibile ***
Capitolo 20 -
Destino Inevitabile -
Connessioni
Capitolo 20
Filo
invisibile
La pausa pranzo era iniziata già da un po', quando Watanuki
si allontanò dalla classe con aria sconsolata.
Quella mattina Himawari gli aveva detto di avere alcuni impegni per
pranzo e questo lo aveva spinto a temporeggiare per diversi minuti,
prima di decidersi a trascinarsi controvoglia verso l'aula dell'arciere.
Non trovandolo, la sua espressione si fece ancor più
contrariata.
Quel giorno non era stato preso alcun accordo, quindi era assolutamente
impensabile che Doumeki li stesse attendendo in uno dei posti dove
erano soliti riunirsi.
Ciò nonostante, spinto da un insensato senso del dovere, si
decise a mettersi alla ricerca di quello stupido, al fine di
consegnargli il suo bento.
Ovviamente non poteva sapere che, addolorato per le parole ricevute il
giorno prima, il compagno aveva finito col rifugiarsi in un angolo del
parco.
Dopo una notte insonne, infatti, l'arciere aveva deciso di passare
qualche minuto all'aperto, finendo con l'appisolarsi, complice il
venticello fresco, contro il tronco di un albero.
«Quell'idiota...» Borbottò Watanuki.
«Dove cavolo si sarà cacciato...»
Continuò, agitando le tre bento-box che aveva portato con
sé.
Stava quasi per tornare verso l'edificio scolastico, quando una
sensazione decisamente particolare lo spinse a fermarsi.
Era esattamente quanto provato il giorno prima da Yuuko, una sorta di
connessione che di colpo, e senza motivo, lo spinse a guardare in un
punto preciso.
Fu così che vide Doumeki mentre sollevava lo sguardo verso
di lui, proprio come se lo avesse sentito arrivare.
Dopo un attimo di esitazione, ostentando un'indifferenza che non
provava, gli andò incontro, lanciandogli il bento-box tra le
gambe.
«Yuuko-san ha detto di portartelo.»
Esordì, senza guardarlo negli occhi. «Non farti
strane idee... sono solo avanzi.»
«Cos'è.?» Chiese l'altro, fissando la
scatola.
«Polpette di riso con curry.» Sbottò
l'altro, voltandosi per allontarsi.
Un attimo dopo, sembrò ripensarci, tornando indietro con
passo pesante. «Tieni!» Esclamò
piazzandogli in mano il bento-box destinato ad Himawari.
Doumeki lo osservò attentamente. «Oi...»
Esclamò un attimo dopo.
«Che vuoi?!» Fu la risposta, volutamente
distaccata, del più piccolo.
«Grazie...»
Quella semplice parola lo fece arrossire.
«Non montarti la testa, te l'ho dato solo perché
non vada sprecato!» Sbuffò.
Ovviamente non gli era sfuggito il fatto che, il giorno prima, Doumeki
avesse saltato un pasto a causa sua.
Era successo perchè aveva dovuto salvarlo, pensò
con amarezza.
Deciso a non pensarci, rivolse una rapida occhiata al più
grande, scoprendolo già intento a mangiare.
La cosa lo sollevò almeno un po', così senza
neppure salutarlo si avviò verso l'edificio scolastico.
Lì gli spettri erano certamente in minoranza rispetto al
parco.
xXx
Quel pomeriggio si trovarono nuovamente al negozio dei desideri,
entrambi in attesa della strega che, dopo alcuni minuti di attesa, fece
il suo ingresso, vestita di tutto punto e con tanto di bacchetta alla
mano.
«Ohoh!» Esordì la donna, osservando
entrambi con espressione divertita. «Vedo che le mie lezioni
vi piacciono parecchio, dal momento che siete tornati!»
«Come se non fossi costretto a venire comunque.»
Sbottò con aria scocciata il più piccolo.
«Devo ricordarle che lavoro per lei?»
La strega lo osservò con fare ironico. «Quella
è un'altra cosa! Non essere pignolo, su!»
Esclamò, dandogli due colpetti di bacchetta sulla spalla.
«Vediamo di sbrigarci piuttosto!»
Continuò l'altro, visibilmente irritato. «Devo
ancora iniziare a pulire!»
La donna osservò per un attimo l'arciere, che nel corso di
quel breve dibattito si era limitato ad osservarli in silenzio.
«Impiegheremo il tempo che ci serve!»
Decretò infine, continuando a fissare Watanuki.
«Piuttosto, hai qualcosa da chiedermi, prima che dia il via
alla lezione?»
Il tono con cui pose quella domanda sembrò scuotere il
ragazzo che, improvvisamente intimidito, decise di esprimere un dubbio
che lo assillava da quando avevano fatto ritorno dal mondo del ciliegio.
«Yuuko-san... ecco, mi chiedevo... Tutto ha un prezzo,
giusto? Ogni azione... qualunque cosa..?» Chiese senza
guardarla.
Lo sguardo della donna si illuminò per un breve istante.
«Come mai questa domanda, Watanuki Kimihiro?»
Sempre più imbarazzato, il ragazzo si voltò dalla
parte opposta rispetto a quella in cui sedeva l'arciere.
«Io... mi chiedevo se anche rompere una promessa ha un suo
prezzo ed in tal caso... vorrei conoscerlo.»
«Questo dipende dal tipo di promessa.»
Spiegò la strega. «Se è stata fatta a
qualcuno, romperla spezzerà il legame che rappresenta,
indebolendo quelli che uniscono le due persone coinvolte. Se
è stata fatta a se stessi...» Continuò
assumendo un tono particolarmente serio. «Infrangendola si
perderà un frammento della propria anima.»
Quelle parole sembrarono appesantire di colpo l'atmosfera in cui era
immersa la stanza.
«L'anima...» Mormorò Watanuki.
«E... cosa succede, perdendone un pezzo?»
«Posso sapere il perchè di queste domande? Eh,
Watanuki?» Domandò Yuuko, studiandolo con
attenzione.
Anche Doumeki si volse a guardarlo e, compreso di aver insospettito
entrambi, Watanuki sorrise leggermente. «Non preoccupatevi,
non riguarda me. Ero solo... curioso.» Dichiarò
con fin troppa enfasi.
Quelle parole sembrarono incupire la strega, che ricambiò il
suo sorriso con uno sguardo pungente. «Vogliamo fare ogni
cosa da soli, eh?» Commentò, mutando rapidamente
espressione. «A questo punto, direi che possiamo
iniziare.»
Fu così che ebbe inizio la seconda lezione che, se
possibile, si rivelò ben più difficile della
precedente.
Dopo aver riassunto quanto accaduto il giorno prima, Yuuko
spiegò in modo eloquente la necessità di imparare
ad eseguire in maniera controllata quanto il giorno prima si era
verificato solo grazie all'istinto.
Dopo aver terminato di parlare, richiamò a se entrambi i
ragazzi che, in un attimo, finirono col trovarsi ancora una volta uno
di fronte all'altro, costretti a tenersi per mano.
«Allora... avete avuto conseguenze... strane, dopo
l'esperimento di ieri?» Domandò d'un tratto la
donna.
Quella domanda sembrò risvegliare qualcosa in Watanuki.
«Io... Oggi ho sentito come una specie di filo...»
Tentò, ovviamente senza guardare l'arciere.
«Quando l'ho seguito... ho trovato lui.» Disse
infine, sotto lo sguardo cupo del più grande.
«Chissà...» Rispose la donna con aria
piuttosto divertita. «Forse dipende dai nuovi esercizi.
Servono a rafforzare il vostro legame, infondo. Senza contare... che
c'è sempre il filo rosso del destino.»
Commentò sorridendo.
«Ancora con questa storia?» Si lamentò
il più giovane, lanciandole un'occhiataccia.
«Susu, iniziamo la lezione!» Ribatté la
strega. «Oggi vi prendere nuovamente per mano, eseguendo
quanto vi ordinerò di fare.» Spiegò.
Per un attimo, i due ragazzi di scambiarono uno sguardo, pregno di
significati indecifrabili. Poi la donna ordinò loro
dichiudere gli occhi, portandoli a concentrarsi ognuno sulle emozioni
dell'altro.
«Non è necessario che mi diciate quanto avvertite.
Fatelo e basta.» Intimò ad entrambi.
«Sarà il primo passo verso un nuovo tipo di
comunicazione.» Spiegò.
Se pur non del tutto convinto, Watanuki decise di darle ascolto. Lo
faceva solo per porre fine a quell'idiozia, si disse mentre iniziava ad
sentire l'altro. In un primo momento, non avvertì alcun
cambiamento, rilassandosi un minimo.
Poi, d'un tratto, avvertì come un'onda carica di luce e di
parole indecifrabili. Deciso a concludere il tutto alla svelta,
provò a concentrarsi, costringendosi a non lasciare la presa
sull'altro.
Per un attimo, la voglia di fuggire fu tanto chiara da sopraffarlo,
insieme ai sentimenti di Doumeki...
Avvertì un misto di delusione e amarezza dove la parte
più difficile da sopportare fu il senso di tradimento,
probabilmente scaturito dalle sue parole.
Si sentì in colpa, tanto. Ed in quel momento, mentre Yuuko
gli ordinava di inviare anche lui la propria energia, si
trovò a sperare di non far passare quel dolore lancinante,
appena provato per colpa dell'arciere.
Sfortunatamente il flusso di energia sembrò sfuggire al suo
controllo, investendo l'altro di troppe emozioni.
Doumeki rimase immobile, ad occhi chiusi, concentrato sulla miriade di
sentimenti, tra cui quello che più lo logorava era la
disperazione di Watanuki. Qualcosa di ancora più forte della
paura stessa, come un senso di fine imminente, si trovò a
pensare un attimo prima di innalzare una barriera di protezione del
tutto involontaria.
«Continua così.» Esclamò la
strega, rivolta all'arciere. «E tu, Watanuki,
fermati.»
I due ragazzi si sforzarono di seguire quegli ordini, consapevoli di
non avere altra scelta.
Quando riuscirono ad avvicinarsi allo scopo, Yuuko battè le
mani. «Potete riaprire gli occhi, ora.»
Dichiarò, osservandoli con estrema attenzione.
«Domani invertiremo i ruoli.»
Incurante di quanto stava sentendo, Doumeki rivolse uno sguardo cupo in
direzione di Watanuki, staccandosi lentamente da lui.
Imbarazzato da quanto accaduto, il più piccolo
sospirò sonoramente. «Sembra quasi che si
diverta.» Commentò, fissando la strega.
Per tutta risposta la donna gli rivolse uno sguardo severo, agitando in
aria la sottile bacchetta di bronzo. «È
così che mi ringrazi per queste lezioni? Potrei aumentarne
il prezzo, sai?»
Il ragazzo la guardò per un attimo, senza capire.
«Prezzo..? Prezzo!?» Ripeté agitando le
braccia davanti a sé. «Ma certo! Dovevo
immaginarlo che ci avrebbe chiesto qualcosa in cambio. Tipico di lei,
eh?» Continuò, portandosi le mani sui fianchi.
«Sentiamo, cosa vorrebbe?»
Yuuko lo lasciò sfogare, seguendo con lo sguardo i movimenti
dell'arciere che, allontanatosi dall'altro, tornò a sedersi
su uno dei divanetti.
«Oh, questo si vedrà!»
Replicò, tornando a fissare Watanuki. «Diciamo che
in gran parte dipende da quanto tempo mi farete perdere.»
«Ma se è stata lei ad insistere per darci queste
lezioni!» Urlò l'altro, ormai prossimo all'ira.
La donna gli sorrise ironicamente. «Non ricordarmelo,
Watanuki Kimihiro. Potrei metterti in conto la mia stessa
bontà d'animo.» Sentenziò.
A quelle parole il ragazzo si fece rosso di rabbia.
«Bontà? Lei è crudele! Ecco
cos'è!» Sbottò, andando ad occupare il
divanetto posto difronte a quello già occupato da Doumeki.
Si sentiva incredibilmente stanco e, nel tentativo di riprendersi,
nascose la testa tra le mani, restandosene così, in silenzio.
In quel momento una voce a lui sconosciuta suonò nella sua
testa, chiamandolo.
«Chi è stato?» Esclamò,
tornando vigile e guardandosi intorno.
«Di che parli?» Domandò la strega.
«Qualcuno... mi ha chiamato. Ha detto...
Watanuki-kun...» Spiegò lui in tono incerto.
«Non l'avete sentito..?»
Nel sentirlo, Doumeki fissò la strega con aria
interrogativa, notando come la sua espressione si fosse fata
improvvisamente sospettosa.
«Non ti ha detto altro?» Domandò la
donna.
"Che sia quel maledetto?"
Pensò, improvvisamente di pessimo umore.
Watanuki la osservò con fare pensieroso. «No,
ma... la sua voce sembrava... familiare.»
«Oh, ti sarai confuso!» Concluse l'altra con fare
nervoso. «Piuttosto, perché non ci prepari
qualcosa di buono?» Domandò poi, mutando
rapidamente espressione.
Nel sentirla, Doumeki si ricordò di quanto avvenuto quella
mattina. «A proposito, grazie per il pranzo di
oggi.» Dichiarò di colpo.
In un attimo Watanuki si alzò. «Io vado a
preparare qualcosa!» Esclamò, dileguandosi.
La strega sorrise con fare malizioso, tornando a fissare l'arciere.
«Pranzo? Quale pranzo?» Domandò, sempre
più divertita.
Doumeki aprì bocca per risponderle, salvo capire subito dopo
chi fosse il vero mittente di quel bento-box.
«Non importa...» Disse alzandosi in piedi.
«Sarà meglio che vada ora.»
Yuuko si limitò ad annuire, alzandosi ed urlando a Watanuki
di raggiungerla subito.
Un attimo dopo il ragazzo era nuovamente tra loro, intento ad
allacciarsi il fazzoletto dietro la testa. «Che vuole? La
cena non si prepara da sola!» Borbottò, ignorando
l'arciere.
«Chiedi a Doumeki cosa vuole per cena.» Disse.
«E la prossima volta che vuoi portargli qualcosa, evita di
cucinare troppo per far si che restino degli avanzi.»
Commentò.
A quelle parole il cuoco arrossì, abbassando lo sguardo.
«Non so di cosa stia parlando.»
«Certo, come no...» Replicò la donna,
sventolando una mano con aria annoiata. «Su, chiedigli cosa
vuole!» Ripeté.
Watanuki sbuffò sonoramente, rivolgendosi a Dou pur senza
guardarlo. «Allora..? Cosa vuoi?»
L'arciere lo fissò per un lungo istante. «Inari
sushi.» Rispose, senza distogliere lo sguardo da lui.
«Ma lo mangerò domani, per pranzo. Ora
è davvero il caso che io vada.» Aggiunse in tono
triste.
«Peccato. Fa sempre piacere bere in compagnia!»
Dichiarò la strega, congedandosi.
«Lei non dovrebbe bere affatto!» Le urlò
dietro Watanuki, tornando a fissare Doumeki. «Fai un po' come
vuoi, tu.» Disse infine, allontanandosi verso la cucina.
L'arciere raggiunse la porta, fermandosi un attimo prima di uscire.
«Grazie comunque. Per oggi.» Disse, in modo da
farsi sentire. Poi, presa la cartella e messosi le scarpe,
aprì la porta. Mentre la richiudeva alle sue spalle,
udì la voce di Watanuki dargli dell'idiota.
Rieccoci ancora una
volta con l'ultimo dei tre capitoli introduttivi.
Dal prossimo attendetevi... un gradito ritorno dal mondo dei sogni...
(U.U) ed un paio di new entry tra cui una non esattamente gradita. (nd.
Lay) ( "non è sgradita!" ndHari )
Ed ora... le risposte ai vostri, come sempre, gentilissimi commenti. ^_^
Witch Of The Dimensions: Ed
ecco che il nuovo capitolo giunse. Speriamo ti sia piaciuto visto che
anche qui Yuuko si è divertita a dare lezioni private ai
nostri pg preferiti. *riflettono su quanto detto e precisano che Wata
non è che lo sia, in effetti :P*
Grazie come sempre per i complimeti. ^_^ Sapere che ci leggi e commenti
ogni volta ci invoglia a continuare. Thanks!
Nya: Una
nuova lettrice! Benvenuta! Ci fa molto piacere leggere le tue parole,
ci siamo commosse!
Ci impegniamo discretamente per rendere il tutto più IC
possibile, sapere che ci riusciamo è sempre molto appagante,
grazie!
In realtà sembra che ci sia un lavoro complesso dietro tutto
questo ma, psssst, sappi che la storia si scrive tutta da sé.
Anche se si, all'inizio era un po' più complicato, ora siamo
abituate. E dato che non litighiamo mai, ci è facile!
In quanto a Yuuko-insegnante, si anche noi la adoriamo! Ed a breve...
Continua a seguirci e ne succederanno delle belle!
*ridono*
Naco chan: Naco, per farci perdonare questo capitolo
è stato più lungo. U.U
Quanto a Yuuko... oh non diremmo mai che non si è divertita
perché si è divertita anche troppo. ^^""""
Riguardo al capitolo è vero è stato corto e
veloce, questo proprio per la situazione di "passaggio" vissuta dai
personaggi che è stata appunto "veloce".
Un particolare che non mancherà di portare un certo
disequilibrio nel loro modo di percepire le cose tra l'altro.
Di terze persone non ce ne sono però... A meno che Yuuko-san
non abbia apportato modifiche mentre dormivamo, cosa non da escludere.
:P
Coooooomunque. Non disperarti... ;_;
Promettiamo consolazioni yaoi... tra... uhm è tardi.. alla
prossima! ^_^
Sailor Yuko: Una
nuova lettrice! Siamo felici di leggerti!
Ti abbiamo fatto compagnia? Ne siamo contente! Ecco cos'era quella
vocina che sentivamo... *ridacchiano con aria misteriosa*
Comunque, si, sono vivi come non mai, nemmeno sai quanto! Alle volte
danno certe grane...
Doumeki e Watanuki, comunque, non possono non piacere!
Così come tutti i complimenti di cui ci hai riempita...
grazie! *ringraziano brindando col sakè*
continua a leggerci!
Yusaki: Ahah siamo liete di sapere che ricorderai il
precedente capitolo e speranzose che la cosa accada anche per questo. :P
Ma davvero vorresti Yuuko-san come insegnante privata? Sappiamo che da
leggere è divertente ma immaginati al posto di Watanuki. XD
Certo è che se stando al suo posto ci fosse anche Doumeki,
la cosa sarebbe già mooooolto diversa. :P
Concordando con te sul fatto che ogni consiglio a mister testa dura non
farà che cadere nel dimenticatorio... ti salutiamo
augurandoci di sapere le tue impressioni anche su questo capitolo. ^_^
LawlietPhoenix: Si,
Yuuko è sempre Yuuko... infatti dice che se vuoi puoi averla
come insegnate, ma ad un prezzo...
Noi, sinceramente, sconsigliamo di darle retta.
Non si sa mai cosa possa chiedere!
Comunque, continua a leggere e scoprirai delle belle cose... grazie
mille per la perseveranza nel commentare!
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Capitolo 21 *** Connessioni - Incontri ***
Destino
Inevitabile -
Connessioni
Capitolo 21
Incontri
La luna alta nel cielo
ed i contorni fin troppo noti dei grandi alberi di ciliegio gli
rivelarono di essere in un sogno.
Non si sarebbe trovato al tempio, altrimenti, pensò con
struggente amarezza.
L'uomo, che come sempre stava attendendolo sotto il portico, lo
osservò con espressione triste. Tra le dita di una mano
aveva una sigaretta che non stava fumando.
Non sorrideva e non era difficile intuirne i motivi.
«Kimihiro-kun...» Lo salutò,
rivolgendogli un breve cenno del capo.
Quella totale assenza di serenità lo gelò nel
profondo, portandolo ad usare un tono di voce piuttosto incerto.
«Haruka-san... Buona sera...»
L'uomo sembrò studiarlo per qualche istante.
«Qualcosa non va..? Volevi parlarmi, forse?»
Domandò poi.
Watanuki lo osservò a sua volta, cercando di cogliere in lui
anche un solo barlume del sacerdote sorridente che conosceva.
«Io... non pensavo di... incontrarla.» Ammise
timidamente.
Intenerito dal turbamento del ragazzo, Haruka si alzò
andando a scompirgliargli i capelli. «Non preoccuparti,
qualsiasi cosa sia successa.» Disse, rivolgendogli un lieve
sorriso. «Con me puoi parlarne.»
Quelle parole sembrarono rilassare il più piccolo, che
ricambiò il sorriso dell'uomo con uno più grande.
«Grazie...» Mormorò. «La
verità è che sono tante... le cose che mi
preoccupano.» Seguì un breve istante, nel quale il
silenzio fu l'incontrastato sovrano di quel luogo.
«Alcune...» Riprese poco dopo.
«Riguardando Dou... Shizuka.»
«Già...» Replicò l'uomo,
guardando un punto non ben definito, in lontananza. «La
situazione si è fatta pesante, non è
vero?»
Watanuki annuì. «Lei.. sa già tutto,
non è così?»
«Ho qualche idea ma... vorrei fossi tu a dirmi cosa
succede.» Ammise, senza problemi.
Quella richiesta strappò un sorrisetto amaro al
più piccolo. «Avrei preferito evitarlo ma... il
punto è che lo sto facendo soffrire. Io... gli ho detto
delle cose orribili.» Dichiarò, abbassando lo
sguardo. «Non avevo scelta...»
«C'è sempre una scelta.» Fu la pronta
risposta dell'uomo. «Anche quando sembra che ci sia una sia
direzione da prendere, sta a te decidere se prenderla o meno. Inoltre,
ogni scelta ha un prezzo.» Ribadì, facendosi
estremamente serio. «Sei sicuro che un frammento della tua
anima sia un prezzo da pagare così alla leggera?»
A quelle parole Watanuki ebbe un sussulto. «Io... non posso
fare altrimenti.» Mormorò, stringendo i pugni.
«Non c'è scelta!» Esclamò,
ripensando immediatamente alle parole di Haruka, guardandolo senza
riuscire a reprimere le lacrime. «Mi dica lei cosa fare.
Qual'è l'altra strada!» Urlò,
pentendosi subito dopo e distogliendo lo sguardo. «Mi
scusi... io. Non importa. Ormai ho deciso e se questo
richiederà un pezzo della mia anima... ne sarà
valsa la pena.»
"Almeno non perderò lui..." Pensò tristemente.
Nel vederlo in quello stato, consapevole di dover far arrivare il
messaggio a destinazione, Haruka passò un braccio sulle
spalle del ragazzo, portandoselo più vicino e guardandolo
dritto negli occhi. «Pensi davvero che Shizuka sarebbe
contento di sapere cosa stai pagando per la sua salvezza?»
Domandò a bassa voce. «Non credi che, sapendolo,
sceglierebbe di aiutarti in questa... impresa?»
Quelle parole giunsero dritte al cuore di Watanuki, spezzandoglielo un
po'. «Non... non posso permetterglielo.»
Mormorò, mentre calde lacrime iniziavano a scendergli sulle
guance.
Rimase immobile per qualche istante, avvertendo un senso di solitudine
devastante, poi, ancor prima di rendersene conto, si trovò a
nascondere il viso contro il petto del sacerdote.
«Io... non voglio che... muoia a causa mia...»
Mormorò tra le lacrime.
Commosso dalla purezza di quel dolore, Haruka abbracciò il
ragazzo, tentando di calmarlo. «Non credi che Shizuka possa
pensarla nello stesso modo? Che sia altrettanto preoccupato per
te?» Domandò sorridendogli. «Un
frammento di anima deve sembrare ad entrambi un prezzo
irrisorio...» Mormorò poi, più a se
stesso che al ragazzo.
«Sai...» Disse infine, tornando a guardare
Watanuki. «L'altro giorno, nel mondo del ciliegio, ha ucciso
due persone... per te.» Sussurrò.
«Lui cosa..?» Domandò il più
piccolo, allargando gli occhi per lo stupore.
Un attimo dopo sollevò lo sguardo sul sacerdote, i suoi
occhi però incontrarono solo il buio, per poi riaprirsi
nuovamente nella sua camera.
Shizuka...
xXx
In quel preciso istante
anche Doumeki era sveglio.
Ormai in piedi da alcune ore, era già pronto per andare a
scuola, e questo nonostante fosse ancora presto.
Deciso comunque ad uscire, al fine di distrarsi dai troppi pensieri,
l'arciere si chiuse la porta di casa alle spalle, incamminandosi lungo
il sentiero alberato.
Passando davanti al portico, notò di colpo una figura
là dove usava sedersi sempre suo nonno.
Incapace di riconoscere lo strano individuo, si avvicinò
quindi di qualche passo, fermandosi ad osservarlo.
Si trattava di un uomo di bell'aspetto, intorno ai trentacinque anni e
dall'aria vagamente familiare.
Fu solo quando lo vide voltarsi nella sua direzione che notò
la sorprendente somiglianza che aveva con Watanuki.
«Chi è lei..?» Domandò,
sospettoso.
L'uomo gli rivolse uno sguardo gentile. «Tu devi essere
Doumeki Shizuka...» Dichiarò con aria soddisfatta,
tornando ad osservare il cielo. «Non è un po'
presto per andare a scuola?» Domandò, come se la
sua presenza in quel luogo fosse del tutto normale.
Doumeki continuò a fissarlo. «Lei... mi
conosce?» Chiese.
«Non personalmente... Diciamo che ho sentito parlare di
te.» Replicò, studiandolo per un breve istante.
«Gli somigli molto...» Continuò poco
dopo. «Proprio come aveva detto.»
Quelle parole sembrarono colpire l'arciere. «Lei conosceva...
mio nonno?» Domandò.
«Si... abbiamo avuto modo di conoscerci e... di collaborare
per un po'.»
«Collaborare..?» Ripeté l'altro.
«Non può spiegarsi meglio?»
L'uomo gli sorrise gentilmente. «Temo di no,
Doumeki-kun...» Poi, si guardò intorno, lo sguardo
che sembrava studiare i confini del tempio. «Tuo nonno mi ha
parlato a lungo di questo luogo... e anche di te. Per questo ho pensato
di passare a dare un'occhiata.» Dichiarò infine,
tornando a fissarlo.
«Quindi lei... non è mai stato qui..?»
Domandò il ragazzo, mentre l'altro annuiva soddisfatto dalla
sua intuizione. «Devo dedurre che mio nonno le sia apparso in
sogno. Posso sapere perchè le ha parlato di me?»
Domandò, improvvisamente sospettoso.
«Sei un tipo diretto tu, eh?» Ribatté
l'altro con fare ilare. «Vediamo..? Come direbbe
lei...» Disse con aria pensosa. «Ah, giusto. Per il
bene del futuro che verrà, suppongo.»
Dichiarò, sorridendogli in un modo che sembrò
quasi scontrarsi con lo sguardo fattosi improvvisamente più
serio.
Nonostante l'indubbia stranezza di quel messaggio, Doumeki non
sembrò affatto stupito. «La persona in questione
è Yuuko-san, non è così?»
Domandò quindi, deciso a capire qualcosa su quell'incontro
del tutto inatteso.
L'altro annuì per l'ennesima volta.
«Questo fa di lei una persona non comune.»
Asserì l'arciere.
«Esattamente come te.» Rispose l'altro, in tono
quasi cupo.
Quello sguardo tanto intenso portò Doumeki ad una
riflessione già fatta. «Lei... somiglia molto ad
una persona...» Asserì.
«Immagino tu intenda Watanuki-kun...»
«Lo conosce?» Domandò l'arciere.
Invece di rispondere l'uomo si alzò in piedi, tornando a
guardare i contorni del tempio. «Eh si... è
davvero bello qui.» Disse, muovendosi in direzione
dell'uscita. «Purtroppo non posso ancora
risponderti...» Aggiunse, alzando una mano in segno di
saluto. «Ma lo scoprirai presto.»
xXx
Il momento della pausa
pranzo, specialmente in quel periodo dell'anno, era l'ideale per
mostrare l'edificio scolastico ai nuovi studenti.
«Già...» Borbottò Watanuki,
camminando nel corridoio che, dalle aule vuote, portava alle scale.
«Come vedi sono tutti fuori a mangiare o chiacchierare o... a
fare altro insomma!»
Il ragazzo, a cui stava facendo da guida dietro richiesta
dell'insegnante, si osservò intorno con sguardo annoiato.
«Senti...» Iniziò questi di colpo,
fermandosi a guardarlo. «Com'è che ti chiami?
Scusami ma faccio fatica a ricordare i nomi.»
Dopo un sonoro sospiro, Watanuki si voltò, ricambiandone lo
sguardo. «Watanuki. Watanuki Kimihiro.»
Esclamò, sforzandosi di apparire gentile.
«Ecco, Watanuki...» Riprese il nuovo studente.
«Non sei costretto a farmi da guida se non vuoi... Mi basta
sapere come raggiungere il tetto...»
«Che?» Ribatté il ragazzo squadrandolo
con aria perplessa. «No, ho promesso che ti avrei mostrato la
scuola e... non mi da fastidio... Quindi, continuiamo, ok?»
Per tutta risposta l'altro sbuffò, volgendo lo sguardo verso
una delle grandi finestre. «Come vuoi...»
Commentò, con la mente persa in chissà quali
pensieri.
Watanuki rimase ad osservarlo per diversi secondi, nei quali si
ripetè che non aveva alcun motivo per odiarlo. Insomma, era
un artista, aver notato un ritratto di Doumeki tra i suoi disegni non
significava nulla, nulla. «Beh, quello è il parco,
comunque...» Disse, seguendone lo sguardo per scoprire la
figura dell'arciere, in compagnia di Himawari e di una ragazza mai
vista prima.
«Senti... Ti dispiacerebbe portarmi là?»
Chiese l'altro.
«Da... loro?» Domandò Watanuki.
«Li conosci..?»
«Si, vivo in casa di quella ragazza.»
Replicò l'altro, indicando la sconosciuta che in quel
momento si era avvicinata a Doumeki, parlandogli come se lo conoscesse
da sempre.
Watanuki fissò la scena con sguardo cupo. «Vivace
la tua amica» Ribatté, muovendosi verso le scale.
«Ti accompagnerò, visto che dovevo andarci
comunque.» Dichiarò, ormai in collera.
Continuò ad
avanzare con passo spedito, fermandosi solo davanti al grande ciliegio
dove era solito incontrarsi con Doumeki ed Himawari.
«Scusate il ritardo...» Dichiarò,
sorridendo ad Himawari. «Il professore mi ha chiesto di
mostrare la scuola al nostro nuovo compagno.»
Spiegò, andando a posare i bento-box, per poi notare che la
ragazza intravista poco prima lo stava fissando.
«Sono Nakuru, tu sei... Watanuki, giusto?»
Domandò, allegramente. «La tua amica ci stava
spiegando che sei un asso in cucina!» Esclamò.
Il ragazzo annuì, proprio mentre il nuovo studente ne
approfittava per presentarsi a sua volta.
«Io invece sono Giku Santsuki, piacere...» Lo
sentì dire, notando come Himawari si fosse limitata ad un
cenno del capo, unito ad un sorriso gentile. Non aveva mai fatto caso a
come l'amica evitasse accuratamente il contatto fisico,
pensò con tristezza.
Poi fu la volta di Doumeki, che si limitò ad un cenno del
capo.
«Tu sei l'arciere che ho visto questa mattina!»
Esclamò Santsuki, guardandolo con espressione assorta.
«Yo. E tu sei quello che era sugli spalti»
Il nuovo studente annuì e, improvvisamente turbato, Watanuki
decise di farsi avanti. «Voi vi... conoscete?»
Domandò, con aria perplessa.
«Si, l'ho notato stamattina quando sono andato a vedere come
se la cavava Nakuru. Fa anche lei tiro con l'arco.»
Spiegò il ragazzo.
«Ti ho anche fatto un ritratto.» Aggiunse poi, in
direzione di Doumeki.
A quello Nakuru si mosse, afferrando Doumeki per un braccio.
«Tu si che hai gusto, Giku!» Esclamò,
sorridendogli, mentre l'arciere si scostava dalla sua presa.
Sforzandosi di ignorare la ragazza, Watanuki mosse un paio di passi
verso il compagno. «Sei andato a tirare con l'arco in quelle
condizioni?»
«Ti pare che con la spalla ferita possa tirare con
l'arco?» Commentò. «Idiota...»
Aggiunse subito dopo, per via dell'abitudine.
Watanuki accolse quelle parole con stizza ed Himawari, sollevata
nell'assistere ad una scenetta tanto simile a quelle che iniziavano a
mancarle, ne approfittò per le battere le mani entusiasta.
«Watanuki-kun si preoccupa sempre per Doumeki-kun. Sono tanto
amici!»
Le sue parole, però, sembrarono non sortire il solito
effetto, ricevendo in risposta degli sguardi cupi, dai quali Watanuki
fu il primo a riprendersi.
«Oh!» Esclamò, andando a recuperare i
tre bento. «Himawari-chan... questo è per
te.» Disse, porgendole il pranzo, per poi avvicinarsi a
Doumeki, assumendo un tono stizzito. «Questo è
tuo!»
«Cos'è?» Domandò l'arciere.
«E hai il coraggio di chiedermelo?»
Strillò l'altro. «E' inari sushi, esattamente come
avevi chiesto!»
Sanstuki osservò entrambi con fare pensieroso.
«Beh, io vado a prendere qualcosa alla mensa.»
Disse allontanandosi.
«Doumeki-kun...» Eslcamò Nakuru, con
aria sospettosa. «Questo ragazzo che ti prepara il pranzo...
è un tuo amico?»
«Ti sembra che siamo amici?» Protestò il
cuoco, fissandola con disprezzo, per poi prendere posto al fianco di
Himawari, inziando a mangiare.
La ragazza lo ignorò, continuando a fissare l'arciere.
«In un certo senso...» Disse lui, dopo aver rivolto
uno sguardo pensieroso verso il compagno.
In quel mentre Santsuki fece ritorno con un vassoio, sedendosi e
guarandosi intorno prima di assaggiare con aria curiosa alcuni dei cibi
appena presi. Ogni tanto il suo sguardo andava da Doumeki al blocco da
disegno che aveva portato con se.
«Posso vedere, Santsuki-kun?» Domandò
poco dopo Himawari, incuriosita da quegli sguardi.
«Ho da definire i tratti del viso.» Rispose il
ragazzo, mostrandole quanto fatto fino a quel momento.
«Wow sei bravissimo!» Esclamò la
ragazza, avvicinandosi tanto da sfiorarlo inavvertitamente. A quello,
il suo sguardo si incupì per un secondo.
«Sono sicura che verrà benissimo.»
Aggiunse, guardando l'orologio. «Ora però devo
andare. Ciao a tutti.» Disse, facendo un rapido inchino per
poi allontanarsi.
«Tsè... Tanto ha sempre la stessa
espressione!» Borbottò Watanuki con fare
scocciato, seguendo i movimenti di Himawari con uno sguardo
improvvisamente più triste.
«Che strana ragazza...» Mormorò
Santsuki, richiudendo il suo blocco da disegno ed alzandosi.
«Bene, io torno in classe. Tu che fai, Naku?»
«Arrivo, arrivo...» Borbottò lei,
tornando a guardare l'arciere. «Sembri uno che ama mangiare,
eh? Se vuoi domani ti porto qualcosa!»
Quella proposta sembrò peggiorare l'umore di Watanuki, che
nonostante tutto rimase in silenzio, iniziando a sistemare le scatole
del pranzo.
Doumeki guardò prima lui e poi la ragazza. «No
grazie.. i bento-box di Watanuki vanno benissimo.»
Dichiarò, chiudendo la sua scatola.
«Hei!» Protestò l'altro. «Chi
ti dice che io voglia preparartelo!»
Ignorandone il commento, Doumeki gli porse la scatola, mettendo le mani
in tasca. «Ci vediamo dopo da Yuuko-san.» Disse,
salutando gli altri due con un cenno.
«Scordati di riavere gli inari sushi!»
Urlò Watanuki, sempre più arrabbiato.
«Domani solo onigiri!» Borbottò,
terminando di sistemare le buste per poi alzarsi.
«Fortuna che non dovevi preparargli nulla.»
Esclamò Nakuru, lanciandogli un'occhiataccia.
A quelle parole, Watanuki arrossì e senza dir nulla si
allontanò, muovendosi nella direzione opposta a quella presa
dall'arciere.
L'ultima cosa che voleva era riallacciare un rapporto simile a quello
che infine lo aveva spinto ad innamorarsene, pensò
amaramente.
Ed eccoci nuovamente qui
con questo capitolo ricco di nuovi arrivi. Li avete riconosciuti? Susu
vediamo chi indovina! XD
Nya:
Speriamo che le novità introdotte con questo capitolo siano
state di tuo gradimento. ^_^
In fondo hai riletto anche Haruka-san! XD
Inoltre… Ci chiedevamo se per caso sei una delle ragazze del
forum di Holic.
Se non ti va di rispondere, come non detto eh.
Tanto non pagheremo Yuuko-san per questo… chissà
cosa vorrebbe in cambio. XD
Naco chan:
Smettila di spoilerare inconsapevolmente, tu. U.U
Ah, gli esercizi... ce ne sarà qualcuno da qui in avanti,
ovviamente servono per avvicinare i nostri due, anche se loro non sono
d'accordo!
Eh si, Watanuki è un idiota su tutti i fronti, anche sul
fare tutto da solo, ma che ci vogliamo fare.
Ci piace anche per questo.
Speriamo che il capitolo ti sia piaciuto, comunque.
Alla prossima!
Witch Of The Dimensions:
Grazie come sempre per le bellissime parole. ^_^
Mmm riguardo alle tue domande… scoprirai presto cosa
c'è di vero e cosa no… U.U
Yuuko-san ti ringrazia per i complimenti! XD
Al prossimo capitolo, allora. ^_^
WYWH: Hari
prega gentilmente di non essere più chiamata in quel modo
>.>.
E dopo la comunicazione di servizio, alla recensione :P
Ci fa piacere che la storia ti interessi sempre di più,
speriamo che continui così, perché sta arrivando
la parte dove le cose si complicano!
Quanto alle lezioni di Yuuko, ti consigliamo di non farci troppo
affidamento, si sa che lei è un'ubriacon... *scappano
rincorse da una Yuuko-san arrabbiatissima*
^^" Facciamo che ci aggiorniamo al prossimo capitoloo...
Eiden: Siamo
liete di ciò. Eh si… siamo in due a scrivere. ^_^
Non possiamo che concordare su quanto dici riguardo alle serie
clampiche...
Ah anche noi amiamo Ld e presto o tardi potresti trovare qualche fanfic
anche su Kaza e Rikuo, essi. :P
Ti ringraziamo per i complimenti e speriamo di leggerti ancora. ^_^
SailoYuko:
Anche se sei stanca, ci fa piacere sapere che ci leggi! ^.^ Grazie per
i commenti!
Dunque, dunque, Doumeki è l'uomo dei sogni di chiunque, non
solo di Watanuki e tuo... purtroppo è già preso,
eh già!
Quanto a Yuuko... se la scrivessimo diversa da come è,
probabilmente ci picchierebbe, quindi è meglio tenerla IC...
Comunque, continua a seguirci!
E se hai intensione di recensirci capitolo per capitolo, beh... a noi
schifo non ci fa :P
Padme: In
primis… Grazie ancora per la sorpresa regalosa! ^_^ (nd. Lay)
Siamo liete che la caratterizzazione ti piaccia e riguardo ad
Haruka-san si, diciamo che è sia una guest star che un
personaggio fondamentale per alcune parti della storia che verranno
spiegate di volta in volta.
Riguardo ai pg… Wata ringrazia felice mentre Dou si
è decisamente offeso. Nessuno pensa mai a lui. U.U
Ahahah Sei ghignava non a caso. Ma ci cuciamo la bocca, salutandoti e
sperando di rileggerti presto! ^_^
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Capitolo 22 *** Connessioni - Sensi di colpa ***
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 22
Sensi
di colpa
Uscire da scuola e correre al negozio di Yuuko-san
era ormai diventato
automatico, a tratti quasi piacevole, sebbene la cosa non sarebbe mai
stata ammessa ad anima viva.
Doverlo fare per
seguire le assurde lezioni della strega,
però, era semplicemente troppo.
Fu questo il pensiero
di Watanuki mentre, sospirando, entrò
nella stanza che usavano come aula con un vassoio carico di stuzzichini
dolci e salati.
Senza dir nulla si
mosse per disporre le varie ciotole sul tavolino,
aggiungendo ad esse un paio di bibite e del sakè,
indispensabile per mantenere calma la strega.
«Senti,
tu...» Esordì poi, avvicinandosi
all'arciere. «Cos'è successo, di preciso, al
ciliegio? Non riesco a ricordare...»
Doumeki lo
fissò con espressione neutra. «Ti ho
già detto cosa è successo.»
«Beh,
rifallo allora!» Sbottò il
più piccolo, sempre più nervoso. «E
questa volta cerca di entrare nei dettagli!»
«Sei svenuto
per via dell'uso errato della tua energia, e
quello... hai capito come funziona. Io ho portato a termine la
missione. Ho consegnato quanto andava consegnato e poi siamo
tornati.» Spiegò l'altro.
Watanuki gli rivolse
un'occhiataccia. «Questo lo sapevo da
me!»
«Cosa vuoi
sapere, allora..?» Domandò
l'arciere.
«Ho parlato
con Haruka-san...» Disse il
più piccolo, visibilmente in imbarazzo. «Hai
davvero... ucciso quelle persone..?»
Doumeki lo
fissò per un lungo istante, l'espressione
improvvisamente più tesa. «Si.»
«Sei un
incosciente...» Commentò
Watanuki, andando ad occupare l'altro divano, e nascondendo il viso tra
le mani con aria stanca. «Non sai nemmeno cosa
comporta...»
Nel vederlo in quello
stato, l'arciere si adombrò.
«Lo so invece. E se anche fosse come dici... Ormai
è andata così.»
«Non
dovà più accadere. Per nessun
motivo.» Ribattè l'altro, tornando a fissarlo con
sguardo più duro. «Non voglio che paghi per
me!»
Doumeki
aprì la bocca per ribattere, ma l'arrivo di Yuuko lo
spinse a rimandare il discorso.
«Allora,
cosa fate ancora seduti? Venite qui!»
Dichiarò la strega in tono brusco.
Messo in allarme da
quel tono alquanto insolito, Watanuki si
alzò all'istante, immediatamente imitato da Doumeki.
«È
successo qualcosa, Yuuko-san?»
Domandò alla strega.
Sorpresa dalla
domanda, la donna sembrò tornare quella di
sempre. «Perché dovrebbe essere successo qualcosa,
Watanuki?.» Esordì, osservandosi intorno con
sospetto. «Ad ogni modo... non c'è nulla, a parte
un grosso insetto dagli occhi blu nei paraggi. Iniziamo la lezione,
su!»
Watanuki la
fissò interdetto, cercando di comprendere a
pieno quelle parole.
Al suo fianco, anche
Doumeki si fece improvvisamente pensieroso.
«Insetto, ha detto..?»
«Oh
quell'uomo può essere anche più
fastidioso!» Commentò la donna. «Ma non
pensiamo a lui.»
«Quindi si
tratta di un essere umano, non di un
insetto...» Borbottò Watanuki.
La donna lo
fissò con sufficienza e Doumeki ne
approfittò per togliersi un dubbio.
«Oggi ho
incontrato qualcuno che... mi ha fatto capire di
conoscerla...» Spiegò, con fare calmo.
«Cosa?»
Lo incalzò la strega.
«Quando è successo?»
«Questa
mattina, al tempio...» Rispose l'altro.
«Capisco...»
Dichiarò la strega, con
espressione cupa. «E cosa ti avrebbe detto..?»
Doumeki la
guardò, incerto di aver fatto bene a dirle di
quella visita. «Non molto in realtà. Diciamo che
si è divertito ad aggirare ogni domanda, un po' come fa
lei.» Si soffermò ad osservare Watanuki.
«Gli somigliava molto.» Disse indicandolo.
«Aveva dei modi più signorili
però.»
A quello, il
più piccolo si adirò, puntando
l'arciere. «Come sarebbe! Io ho dei modi più che
signorili!» Urlò.
«Intendo
dire...» Replicò l'altro.
«Che non urlava e non si dimenava...»
«Hey! Io non
mi dimeno!» Si lamentò il
più piccolo.
«Smettetela
voi due!» Intervenne la strega.
«Abbiamo perso fin troppo tempo.»
L'arciere
sembrò non essere d'accordo, e, ignorato quel
suggerimento, decise di togliersi un ultimo dubbio.
«Lei sa...
come mai si somigliano..?»
Yuuko fissò
per un lungo istante il volto di Watanuki.
«Una lontana parentela...» Dichiarò.
Quelle parole
colpirono Watanuki. «Parentela..? Per caso...
è lui che mi ha chiamato... ieri?»
Domandò sempre più stranito.
Doumeki
fissò la strega, ponderando su quanto appena
appreso. «Ha detto di conoscere mio nonno» Disse
poi.
«Conosce
Haruka-san, eh? Dovrò scambiarci due
paroline allora...» Sospirò, volgendo lo sguardo
sul suo lavoratore part time. «Si, suppongo fosse lui. E
ciò non è affatto positivo. Ora smettiamola
però. Al lavoro!»
I ragazzi la
guardarono, senza comprendere le ragioni di quel
nervosismo, fin troppo palese, destandosi solo quando la donna
ordinò loro di prendersi ancora una volta per mano.
Si fissarono entrambi
per un secondo, incerti se esprimere o meno il
profondo disagio dato dalla recente tensione venutasi a creare.
Un po' più
calma, la strega osservò entrambi.
«Oggi invertiremo i ruoli. Doumeki-kun invierà
energia e Watanuki si appresterà a riceverla.»
Il più
piccolo la fissò poco convinto.
«In pratica dovrei abbassare la mia barriera..?»
«Precisamente.»
Replicò la donna,
allontanandosi dai due ragazzi.
Dopo un lieve sospiro,
Watanuki si decise a chiudere gli occhi, proprio
mentre Doumeki iniziava ad inviargli la sua energia, sperando di non
mandare troppo di sé.
Trascorsero un paio di
minuti, dopo i quali i due ragazzi tornarono a
percepirsi in modo più controllato.
Se pur stanco a causa
degli ultimi giorni in cui il riposo gli era
chiaramente mancanto, Doumeki si costrinse ad inviare parte della sua
energia all'altro, cercando di filtrarla nel miglior modo possibile.
Concentrato ad
abbattere le proprie barriere, intanto, anche Watanuki
si trovò a mandare qualcosa di suo e, sempre più
stanco, l'arciere si trovò ad appoggiarvisi, senza
rendersene conto.
Andarono avanti per
diversi minuti, dopo i quali, assorto in pensieri
piuttosto cupi, Watanuki non riuscì più a
reggere, chiudendosi in se stesso e rialzando le proprie barriere.
Privo dell'appoggio al
quale aveva fatto ricorso, Doumeki si
trovò improvvisamente più debole, sentendo la
propria anima vacillare.
Allo stesso modo,
anche il suo corpo sembrò cedere,
lasciandolo improvvisamente senza appigli.
Attorno a lui si fece
tutto offuscato e, lasciate le mani del ragazzo,
finì con il cadere sulle proprie gamge, appoggiando le
braccia a terra per sorreggersi.
Quella scena
spaventò Watanuki che, spalancati gli occhi, lo
fissò sgomento.
«Doumeki!»
Esclamò, andandogli accanto.
«Cos'hai?»
L'arciere non rispose,
limitandosi a rivolgergli uno sguardo piuttosto
intenso, che l'altro finse di ignorare.
Stanca di osservarli,
la strega si avvicinò a Watanuki.
«Questo è il prezzo della tua crudeltà,
Watanuki.» Disse, a voce bassa, in modo da farsi udire solo
da lui. Poi gli afferrò una mano, premendola contro la
spalla di Doumeki. «Rimani così...
Servirà a farlo riprendere...»
Il ragazzo si
limitò ad obbedire, sforzandosi di inviare la
propria energia all'altro. Un tentativo che lo stancò a tal
punto da costringerlo ad inginocchiarsi, in modo da mantenere il
contatto.
Sospirando, la strega
decise di dare il suo contributo andando a
sfiorare l'arciere, infondendogli nuova energia. «Tra poco
tornerà ogni cosa al suo posto.»
Sussurrò, con ritrovata dolcezza.
Nuovamente in forze,
seppur ancora provato, il ragazzo si
limitò ad annuire.
«Cerca di
riposare ora... e di mangiare.»
Continuò la donna, tornando a fissare Watanuki. «E
tu, se stai meglio vai a cucinargli qualcosa.»
Quelle parole spinsero
l'arciere ad intervenire. «Non
occorre. Sto bene.»
Yuuko lo
fissò per un istante.
«Davvero..?» Domandò scettica.
«Su, va a sederti piuttosto.» Replicò,
mentre il più piccolo si allontanava dalla stanza.
Troppo stanco per
ribattere, Doumeki accolse il consiglio andando a
sedersi.
«Sai...»
Proseguì la donna.
«Quando si studiano queste cose, l'orgoglio è solo
d'intralcio. Dovresti pensare a concentrare le energie e a tenerti in
forma, piuttosto.»
«Non si
tratta di orgoglio.» Mormorò
l'arciere, fissandola con espressione stanca. «È
necessario che io segua queste lezioni con lui?»
Domandò infine.
La donna
annuì. «Lo è, per far si che
non vi troviate in serio pericolo a causa di uno errato uso delle
vostre energlie.» Spiegò poi, andando a sfiorargli
l'occhio che aveva scelto di condividere con l'amico. «E per
via di questo.»
«Quindi
è... colpa mia?»
«No...»
Disse l'altra sorridendogli.
«Quanto è successo era inevitabile, esattamente
come quanto sta accadendo ora e quanto accadrà. Ci sono
diverse strade tra cui scegliere, Doumeki-kun e man mano avanzerete nel
vostro percorso, capirete che alcune di esse sono...
inevitabili.»
Il ragazzo
annuì facendosi cupo. «Quindi, anche il
suo disprezzo è... inevitabile.»
Mormorò.
Yuuko si
limitò a fissarlo, consapevole di Watanuki che,
fermo dietro la porta, si soffermò qualche istante prima di
entrare.
Sentire quelle parole
da Doumeki gli aveva fatto più male
del previsto.
Come poteva vivere in
eterno obbligandosi a dimostrargli un odio che in
verità non provava?
xXx
Quella
sera la stanchezza, data dalle troppe emozioni,
superò le barrirere della preoccupazione, lasciando che
Doumeki scivolasse in un sonno profondo.
Quando aprì gli occhi, la prima immagine
fu quella del
maestoso albero di ciliegio.
Guardarlo pose fine ad ogni dubbio. Si trovava
nello stesso luogo che
aveva raggiunto tramite il cerchio magico di Yuuko-san. Lo stesso luogo
dove aveva spento delle vite.
Immerso in quei pensieri, Shizuka si
guardò attorno cercando
di cogliere il senso di quanto stava accadendo.
«Sto sognando..?»
Pensò a voce alta.
Poco dopo, anche Haruka si trovò a
camminare in
prossimità del grande albero, osservando il ragazzo con
sorpresa.
Non si aspettava che suo nipote potesse farvi
ritorno, da solo. E
questo indicava come le lezioni della strega celassero scopi ben
diversi tra loro.
«Shizuka...» Lo
chiamò, avvicinandosi.
Il ragazzo si voltò, scorgendo suo nonno
e capendo che si,
non poteva che essere in un sogno. «Come mai ci incontriamo
qui?» Chiese, osservandolo in attesa di una risposta.
«Forse qualcosa ti lega a questo
luogo...» Rispose
il sacerdote.
«Qui?» Domandò il
giovane, guardandosi
intorno. «No, non credo.»
«Eppure... Sei stato tu a scegliere
questo luogo. Io mi sono
limitato a raggiungerti quando ho avvertito la tua presenza.»
Ribatté l'altro, andandogli vicino. «Come va,
Shizuka..?»
L'arciere rimase immobile, evitando di rispondere a
quella domanda.
«Perché gli hai detto che ho ucciso quegli
uomini?» Chiese poi.
L'espressione del sacerdote si tese per un istante.
«Aveva
bisogno di saperlo. Ha dato anche lui il suo contributo in
fondo...»
«Non a quella parte.» Fu la
fredda replica.
Haruka lo fissò, questa volta con
espressione dolce.
«Non è vero. Se ci pensi bene, eri più
forte del solito in quel momento...»
«Forse ma... avrei preferito non lo
sapesse.»
Nel sentirne il tono, profondamente addolorato, il
sacerdote
posò una mano sulla sua spalla. «In una cosa
Kimihiro-kun ha ragione, sai?» Commentò, in un
tono velatamente ironico. «Non puoi proteggerlo da
tutto.»
«Non è quello.»
Esclamò
l'altro, spostandosi di qualche passo. «Voi, parlate ancora
di me..?»
«Ogni tanto.» Rispose l'uomo,
volgendo lo sguardo
sui rami fioriti del ciliegio. «Quel ragazzo è
spesso contraddittorio, eh?»
«Ultimamente non lo capisco
molto...» Ammise
l'altro.
«Vedi... Anche lui ha fatto delle
scelte... E tu sai come ci
si sente nel prendere una decisione, pur sapendo quanto possa far
male.»
Quelle parole sembrarono scalfire il muro eretto
dall'arciere che,
senza ribattere, si limitò ad annuire.
Il sacerdote gli sorrise, affabile. «A
volte parlarne fa
bene, sai? Certo... non a Yuuko-san, al momento ha altro cui
pensare.» Commentò ironicamente.
«Ti riferisci a quell'uomo...?»
Domandò
il nipote. «L'hai... mandato tu?»
«Io? No. Ha completato una ricerca per
conto mio,
piuttosto.»
«Una ricerca che ha a che fare con...
Watanuki?»
Continuò il più giovane.
«Non direttamente.»
Sentenziò l'uomo.
«Ma non parliamo di questo. Dimmi... di te. Cosa ti porta
qui?»
A quello Shizuka si irrigidì.
«Tel'ho detto. Avevo
una domanda da farti.»
«Potevi incontrarmi al
tempio...»
Constatò l'altro.
«Non so come funziona. Forse... mi
è capitato di
pensare a questo luogo, ogni tanto.»
«Già... E come mai ci hai
pensato? Non ti andrebbe
di.. parlarmene?»
Shizuka lo guardò, rivolgendogli il
primo sorriso di quella
serata. «Sai... in passato ho desiderato spesso di poterti
parlare dei miei problemi. Ed ora che sono qui... non so cosa
dirti.»
L'uomo proruppe in una risata, che servì
ad alleggerire
l'atmosfera, fattasi improvvisamente più tesa.
«Allora Kimihiro-kun non è l'unico con molte
contraddizioni.» Dichiarò sorridendogli a sua
volta. «E' preoccupato, sai?»
L'arciere lo fissò sorpreso.
«Per me?»
Vide il nonno annuire e, fattosi improvvisamente
più triste,
decise di continuare. «Quello che sta accadendo... tra noi.
È il mio prezzo, vero? Per aver ucciso quegli
uomini.»
Lo sguardo del sacerdote si fece improvvisamente
triste. «In
un certo senso, forse, ma... non come credi tu.»
Sospirò. «Lo hai fatto per salvare una vita a cui
tieni. Questo non è abbastanza per spezzare un legame. Il
tuo prezzo... è totalmente interiore, Shizuka. E credo sia
proprio questo il problema.»
«Problema?» Domandò
l'altro, non certo
di aver compreso il messaggio.
«Le tue azioni non hanno conseguenze solo
su di te, e neppure
i tuoi... pagamenti.»
«Cosa... dovrei fare?»
«Hai già fatto quanto in tuo
potere. Ora sta a chi
di dovere decidere se lasciartene pagare il prezzo o se assumersi parte
del carico...»
Doumeki sembrò ponderare quella
possibilità.
«Non lo trovo giusto... Non ne ha il diritto!»
Esclamò.
«E tu?» Domandò
Haruka. «Che
diritto pensi di avere, allora?»
«Io...» Si fermò,
stringendo i pugni,
non volendo dire l'unico motivo che gli veniva in mente.
Quando risollevò lo
sguardo, Haruka era già
svanito e davanti a sé vide solo il soffitto.
Rieccoci ancora qui.
Anche questa seconda
parte sta per entrare nel vivo.
Ringraziandovi come
sempre per le vostre recensioni, graditissime, ci auguriamo che anche i
futuri capitoli vi piacciano almeno quanto a noi è piaciuto
scriverli. ^_^
Naco
chan: Vuoi saperlo davvero o preferisci il fascino del
mistero? :P
Entro il prossimo
capitolo, comunque si scoprirà chi si cela dietro il
misterioso "uomo" che conosce Yuuko-san.
Anche i due nuovi
studenti lasceranno sempre minor spazio ai dubbi e chissà,
forse almeno uno dei due si scoprirà essere effettivamente
una new entri. :P
Siamo felici che
l'evolversi della trama sia di tuo interesse.
Alla prossima. ^_^
Nya: Bentornata a
commentarci!
Eh si, Haruka-san
è imbattibilmente affascinante, come possiamo notare anche
in questo capitolo!
Purtroppo,
però, sia Shizuka che Kimihiro sono parecchio testoni... e
infatti ne pagano le spese!
Ah, chi sono i nuovi
arrivati? Non si sa ^.^ Segreeeto :P
Per il forum di
holic... se vuoi farci un salto lo trovi su
http://xxxholic.forumcommunity.net
Alla prossima,
continua a seguirci!
Witch Of The Dimensions: Che
dire. Come sempre… Arigattò!
Ci emoziona sapere che
la nostra storia piaccia così tanto.
Ci abbiamo messo il
cuore per scriverla, oltre che svariate notti insonni. :P
Eiden: Sei
scusatissima, non importa! Le streghe sono magnanime!
Anche tu con la vera
identità dei due? Chissà come mai, nessuno mai
crede che le nuove apparenze siano semplici "nuove apparenze"... *fanno
le finte tonte*
Yuuko-san comunica che
lei non è stronza, ma fa semplicemente quel che va fatto :P
(Il che implica che,
se deve fare la cattiva, la fa!)
Comunque... eh...
Nakuru... una gatta da pelare piuttosto grossa, se facesse anche qui
quello.
Chissà! ^_^
E comunque, non
vogliamo certo perderti! Continueremo con tutto il nostro impegno.
Grazie!
Gioelle: Toh guarda
chi si rivede. U.U
Bentornata tra noi.
Siamo felici che
l'evoluzione di Watanuki ti piaccia, effettivamente è
commovente vederlo crescere e lo sarebbe ancor di più se nel
farlo si mostrasse intelligente. Ma stiamo chiedendo troppo, forse. XD
Sailor Yuko:
Come vedi, si sono incontrati. La tua recensione è stata
profetica!
Ed anche noi due li
amiamo, i due Doumeki insieme. Sono tanto belli e posati e...
diciamocelo, tutti vorremmo un nonno come quello.
Comunque, ti
ringraziamo tantissimo anche per le recensioni agli altri capitoli!
Ci fa piacere che ti
piaccia lo stile di scrittura della fanfiction, ci mettiamo sempre
tanta attenzione, e ci abbiamo studiato sopra anche!
Pensa che abbiamo
parlato una giornata di che virgolette usare per aprire i discorsi...
ma questa è un altra storia.
Grazie tantissime
ancora, e speriamo che la tua impresa riesca :P
LawlietPhoenix: Ci
spiace per il tuo pc. Cattivo ¬.¬
Siamo felici invece di
rileggerti e di sapere che la storia continua a piacerti.
Speriamo che anche
questo capitolo sia stato di tuo gradimento.
Yusaki: In
realtà nel manga Haruka tocca il faccino ukettoso di
Watanuki per fargli venire in mente che anche Shizuka lo farebbe
volentieri!
Comunque, è
bello riaverti con noi! Bentornata :P
Anche a noi piace
molto quel personaggio, il tipo con l'aria strana ed affascinante...
beh, almeno ad una di noi piace U.U
I bento di Watanuki e
Doumeki sono un'accoppiata altrettanto Canon di Doumeki/Watanuki,
potrebbe essere una threesome...
Ma non diamo idee al
nostro Shizuka.
Ti aspettiamo anche
per i prossimi capitoli ^.^ Comunque, sapere che ci leggi è
comunque bello!
E bentornata ancora :P
|
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Capitolo 23 *** Connessioni - Attacco a sorpresa ***
Destino
Inevitabile - Connessioni
Capitolo 23
Attacco
a sorpresa.
Quel giorno, nella pausa pranzo, Watanuki si
avviò verso il
solito albero portando con se i tre bento.
Sfortunatamente, ad
attenderlo non trovò solo Himawari e
Doumeki.
Con loro c'erano
infatti anche i due nuovi studenti.
«Anche voi
qui...» Commentò, con un
sorriso di circostanza, andando poi a consegnare due dei tre bento a
Doumeki e ad Himawari, notando al contempo come la ragazza fosse seduta
non troppo lontana da quel Santsuki.
«È
stata Hime-chan ad invitarci.» Lo
sentì dire, andando a sedersi tra la compagna e Doumeki, per
avvertire subito dopo lo sguardo sarcastico di Nakuru su di
sé.
«Che
c'è..?» Esclamò la
ragazza. «Ti diamo fastidio?»
Watanuki
fissò la nuova studentessa con sguardo accigliato.
«No, non me ne date.» Borbottò,
sedendosi ed aprendo il suo bento.
Nel farlo, rivolse una
rapida occhiata a Doumeki, scoprendolo
già intento a mangiare.
«Ottimo.»
Dichiarò Giku.
«Anche perché Hime-chan mi è simpatica,
sarei venuto in ogni caso.»
«Hime-chan?»
Replicò Watanuki, stranito
dal particolare modo con cui Santsuki sembrava voler chiamare l'amica.
«Vuol dire
principessa.» Chiarì Nakuru,
lanciando una rapida occhiata a Giku.
«Lo so cosa
significa!» Protestò
Watanuki.
La ragazza lo
fissò con astio. «Dovresti
ringraziarci di essere qui, sai?» Dichiarò con
fare altezzoso.
«Tss, io
sono già felice e non certo per la tua
presenza!» Ribatté l'altro, sempre più
in collera.
Quello scambio di
battute sembrò attirare l'attenzione di
Giku che, mandato giù un onigiri, fissò entrambi
con sguardo improvvisamente incerto.
«Sei un
maleducato, sai?» Dichiarò
intanto Nakuru, visibilmente piccata dai modi del ragazzo.
«Uno come te non merita l'amicizia di Shizuka...»
Esclamò, avvicinandosi al ragazzo ancora intento a mangiare.
«Né quella di Giku!»
Watanuki la
fissò, chiaramente arrabbiato.
Poteva accettare tutto
ma non quei modi, a suo avviso spocchiosi.
«Quello non è un mio amico!»
Sbottò. «E Sanstuki non lo conosco
affatto!»
«Il fatto
che tu non te lo sia fatto amico indica quanto sei
tonto!» Ribatté la ragazza.
«Nakuru!»
Sibilò Giku, attirandosi lo
sguardo improvvisamente curioso di Himawari.
«Che
vorresti dire?» Chiese Watanuki, ormai certo
che quelle parole all'apparenza inutili avessero uno scopo.
«Vuoi farmi
credere di non essertene accorto?»
Domandò Nakuru, ignorando il richiamo dell'amico.
«Giku porta fortuna, no?»
A quelle parole, sotto
gli sguardi curiosi dei presenti, Giku
abbassò lo sguardo, facendosi improvvisamente triste.
«Oh, siamo
alle solite con te!» Constatò
Nakuru. «Smettila di nasconderti. Neanche avessi detto che
porti sfortuna!» Commentò.
Watanuki
fissò attonito Santsuki e Nakuru, notando subito
dopo l'espressione improvvisamente seria di Doumeki.
In quel mentre,
udì il suono di un bento-box che veniva
chiuso con forza, voltandosi e scoprendo Himawari già in
piedi.
«Himawari-chan..?»
La ragazza gli rivolse
uno sguardo prossimo alle lacrime.
«Scusatemi...»
«Tutto bene,
Hime-chan?» Chiese Giku, osservandola
con estrema attenzione.
Himawari
annuì, aggiustandosi la gonna per poi porgere il
suo bento a Watanuki. «Grazie per il pranzo, era buonissimo,
come sempre.» Disse, sforzandosi di sorridere.
«Ora... devo andare.»
Poi, prima che l'amico
potesse aprir bocca, fece un piccolo inchino e
scappò via, sotto lo sguardo incredulo dei presenti.
«Che le
è preso?» Domandò
Nakuru, lo sguardo fisso su Watanuki che, lasciato il bento sull'erba,
cercò di raggiungere l'amica.
In quel mentre, anche
Doumeki fece lo stesso e, rimasti soli, Giku si
volse a guardarla con astio.
«Ti avevo
detto di non farne parola con nessuno!»
Esclamò, furente. «Non ho voglio lasciare anche
questa città.»
«Non
sarà così. L'ha detto anche Eriol,
no? Di che ti preoccupi..?»
Il ragazzo
evitò di risponderle, volgendo lo sguardo verso
un punto lontano.
«Già,
non lo sarà.» Rispose
piano.
Poco lontano intanto,
Doumeki aveva appena raggiunto l'amico,
camminandogli ad una certa distanza.
Himawari era qualche
metro più avanti, visibile in tutta la
sua tristezza.
«Himawari-chan!»
La chiamò Watanuki,
andando ad abbracciarla. «Come stai?»
Domandò, visibilmente preoccupato.
La ragazza si
asciugò gli occhi, sciogliendosi prontamente
da quell'abbraccio. «Non preoccuparti, sto...
bene.» Dichiarò, obbligandosi a rivolgergli un
sorriso.
Doumeki
osservò quella scena da una distanza ravvicinata,
atta a proteggere l'amico dall'influenza negativa della ragazza.
«Non
è vero.» Lo sentì dire.
«E poi... lo sai che non mi... non ci importa,
vero?» Dichiarò, notando la presenza dell'arciere.
A quello la ragazza
sorrise ad entrambi, sebbene il suo sguardo fosse
carico di tristezza.
«Lo
so...»
«Inoltre...»
Continuò Watanuki.
«Quei due cosa ne sanno. Parlavano tanto per dire. Non
dovresti starci male, sai?»
«È
vero...» Ribattè la
ragazza.«Solo che a volte è... pesante. Inoltre..
se quel ragazzo porta davvero fortuna...»
Continuò, facendosi sempre più triste.
«Non vorrei causargli problemi...»
Nel sentire
quell'ultima frase, Doumeki fece un passo in avanti.
«Se è veramente così fortunato... non
ne avrà.» Dichiarò, convinto.
«È
vero!» Aggiunse Watanuki.
«E poi averti incontrata è segno della sua
fortuna.» Dichiarò, sorridendole.
Sollevata da quella
manifestazione di affetto, Himawari sorrise ad
entrambi. «Dite anche le stesse cose ora. Si vede che siete
amici!» Esclamò sorridendo.
In quel momento
nessuno dei due si sentì di replicare.
Vederla sorridere
sinceramente era l'unica cosa che desideravano per la
loro amica.
xXx
Qualche ora dopo, Doumeki e Watanuki si trovarono a
percorrere insieme
la via del ritorno.
«Bastavo io
oggi...» Esordì Watanuki,
dopo un silenzio che ad entrambi era parso interminabile.
«È
anche una mia amica.»
Ribatté Doumeki, senza per questo fermarsi. «E
poi... è stata lei a chiedermelo.»
«Cosa?»
Domandò l'altro. «Che
ti avrebbe chiesto?»
Doumeki
proseguì in silenzio per qualche metro.
«Di esserci quando è con te. Per non crearti
problemi.» Spiegò.
Posto davanti a quella
rivelazione, Watanuki si fermò di
colpo. «Ti ha chiesto... quando..?»
«L'altro
giorno...» Rispose l'altro, ripensando al
momento in cui ogni sua speranza era andata distrutta.
«Quando eri con lei e... ti hanno attaccato gli
spiriti.»
«Ma... non
è stata colpa sua!»
Ribatté il più piccolo, consapevole del momento a
cui Doumeki aveva fatto riferimento.
Riprese a camminare,
parlando solo qualche minuto dopo, con voce
piatta. «Ad ogni modo, non ho bisogno della guardia del
corpo.»
L'arciere lo
seguì con sguardo assorto. «Le ho
dato la mia parola.»
«Capisco...»
Annuì l'altro.
Non si dissero
più nulla, proseguendo in silenzio uno
davanti all'altro.
Poi qualcosa spinse
Watanuki a voltarsi, probabilmente al fine di
capire cosa stesse pensando il più grande.
Fu in quel momento che
vide uno strano essere alle spalle dell'arciere,
immerso in una coltre di fumo nero.
«Attento!»
Urlò, avvicinandosi
rapidamente all'amico che, grazie all'occhio in comune,
riuscì ad individuare lo spettro, parandosi istintivamente
davanti a Watanuki nel tentativo di proteggerlo.
Memore di quanto
avvenuto più di una volta, l'arciere si
mosse come se avesse con sé arco e freccia, colpendo lo
spettro ed osservandolo svanire.
Un attimo dopo, fu
costretto a piegarsi un minimo per contenere il
dolore provocato da quell'azione.
«Avresti
dovuto scappare, invece di fare l'erore!»
sbottò Watanuki, prendendolo per un braccio.
«Andiamo. Yuuko-san saprà cosa fare.»
«Non potevo
lasciarlo in giro, ora che...» Si
fermò, un po' per il dolore ed un po' per non continuare
quanto stava dicendo.
Che passassero meno
tempo insieme rispetto a prima era più
che ovvio, e questo nonostante le lezioni che si erano trovati a
prendere dalla strega.
«Non
dovevi!» Ribadì l'altro, in tono
alterato. «Sbrigati, bisogna medicarti. Temo ti si sia
riaperta la ferita alla spalla.» Constatò, nel
vedere del sangue emergere.
Proseguirono
così verso il negozio dei desideri, uniti da
quel flebile contatto. Entrambi straniti da quanto era appena avvenuto.
Ed eccoci ancora qui. Pronte ad accogliere i vostri commenti sul nuovo
capitolo. ^_^
Nyah:
Credevi bene, l'angst sta giusto bussando alla
porta… Chi gli aprirà? ^_^
Ti ringraziamo come
sempre per le tue recensioni con le quali non possiamo non concordare.
Quanto al
tizio… probabilmente avrete già capito chi
è… *indicano capitolo*. U.U
Naco chan: Abbi
fiducia in noi e credi nel sacro potere dell'angst, tutto si
risolverà!
Ma, se non stessero
male e si creassero casini, non ci sarebbe storia, no?
Come vedi, comunque,
in questo capitolo abbiamo una piccola pausa dalla loro idiozia, per
concentrarci su altro.
Grazie ancora per le
recensioni, e si anche per le correzioni, che ci fanno comunque piacere
^^"
Continua a seguirci!
Eiden: Grazie mille
per i complimenti, sono apprezzatissimi! *.*
Oh, si, sono qui per
un motivo, le nostre "new entries", ed anche se si scoprirà
più avanti, pensandoci per benino qualcosa è
già comprensibile...
*ridacchiano*
Comunque si, continua
a dirlo quante volte vuoi, che siamo tutti d'accordo con te che sono
idioti!
Anche se, beh, hanno
dei buoni motivi... *se ne vanno con espressione misteriosa*
Thyahliel: Per
questa volta… ti perdoniamo. U.U
Ciao e ben ritrovata
^_^
Effettivamente quattro
capitoli fanno la differenza in questa storia, presto anche dopo due
potresti non capire più niente. XD
Per
Kohane-chan… mmm no, non ci sembra. Ma sai…
questa storia è strana. Non si può mai sapere.
Kuro: Ciao! E
benvenuta in DI! Le streghe ed i vari pg di Holic (e non solo) ti
salutano allegramente. ^_^
Witch of the Dimensions: Carissima!
Se vuoi, qui capiamo l'inglese, un po' di francese e tedesco, qualcosa
di spagnolo! XD
Se vuoi recensire in
giapponese, i personaggi sarebbero felicissimi, ma temo che noi invece
saremmo un po' perplesse :P
Ah, hai quotato
proprio QUELLA frase, eh! Anche a noi fa tanto venire gli occhietti a
cuoricino, Shizuka-kun è tanto, tanto, tanto fedele al suo
uketto...
Lawliet Phoenix:
Probabilmente hai già capito di chi si tratta, che
dire… fuocherello?XD
Comunque concordiamo
(Lay in particolare. CLow è sempre tra le scatole
¬.¬)
Grazie per questa
nuova recensione. ^_^
Ed è infine con grande emozione che Le
Streghe si trovano a ringraziare sentitamente
Ishirane di
www.criticoni.net, per la recensione positiva e per averla pubblicata,
raccomandando così la storia.
Grazie mille!
E per finire, tanti
auguri Hari ^_^
(Da un pg in particolare che ha espressamente richiesto di essere
citato in questo capitolo. U.U)
|
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Capitolo 24 *** Connessioni - Distanze incolmabili ***
Cap 24 - Distanze incolmabili
Destino inevitabile
Capitolo 24
Distanze
incolmabili.
Quando giunsero al negozio dei desideri,
bastò loro varcare
la soglia per udire la voce di Yuuko-san invitarli a raggiungerla nella
solita stanza.
Dopo essersi scambiati
una rapida occhiata, i due si avviarono
lentamente, ben consapevoli di come la strega fosse solita sapere ogni
cosa.
A conferma di quei
pensieri trovarono la donna già provvista
di bende e cerotti.
«Oh eccovi
qui!» Esordì.
«Sbrigatevi, non c'è tempo da perdere. Avevo
giusto in programma di spiegarvi come aiutarvi in casi come
questo.» Esclamò, osservando Doumeki.
Quelle parole
sembrarono stuzzicare Watanuki. «Lei mi spia,
non è così?» Domandò,
puntandola con fare minaccioso.
«Non dire
sciocchezze!» Replicò la
strega, volgendo lo sguardo in direzione di Doumeki. «E tu...
togliti quegli indumenti e vai sederti. O il nostro Watanuki non
potrà medicarti.»
L'arciere
iniziò a togliersi la giacca, consapevole di non
avere molta scelta.. «È proprio
necessario?» Tentò. «Sto già
meglio.»
«Oh, si che
lo è.» Ribadì
l'altra. «Watanuki, vieni qui e poni le mani sulla ferita di
Doumeki-kun.»
«Pe...
perché non lo fa lei, eh?»
Protestò l'altro, avvicinandosi all'arciere per eseguire
quell'ordine con aria imbronciata.
«Imparerai
meglio facendolo che stando a guardare.»
Commentò la strega. «Diamo il via alla nuova
lezione, ora.» Annunciò in tono solenne.
«Oggi renderemo più veloce la guarigione mediante
l'energia!»
«Renderò,
vorrà dire.»
Borbottò Watanuki, sollevando le mani per poi porle sopra la
spalla di Doumeki. «Va bene, così?»
Domandò poi, senza toccare o guardare il ragazzo, ben
consapevole che vederlo a torso nudo lo avrebbe sicuramente distratto.
Yuuko
osservò entrambi. «Si, può
andare.» Replicò, con voce annoiata.
«Cerca di inviargli la tua energia, ora. E avvicina quelle
mani, le ferite non mordono sai?»
Imbarazzato da quella
precisazione, Watanuki le rivolse
un'occhiataccia, andando a sfiorare la pelle dell'altro, per poi
concentrarsi fino ad avvertire un leggero formicolio alle dita.
La strega, che intanto
aveva osservato con aria compiaciuta
l'espressione più sollevata dell'arciere, tornò a
guardare Watanuki sospirando amaramente. «Peccato, stando
così le cose... Solo tu potrai provare ad inviare energia
guaritrice, oggi.»
«Bene!»
Dichiarò Watanuki, ormai
irritato. «La prossima volta che questo qui
tenterà di fare da cena a qualche spirito, mi
ricorderò di ferirmi anche io.»
«Idiota.»
Replicò Doumeki, in tono
neutro.
«Stai
dicendo che lo spirito ha cercato di mangiare
Doumeki-kun e non te?» Chiese la strega con aria pensierosa.
«È
quello che ho detto, si...»
Borbottò l'altro. «Quel coso lo avrebbe
strangolato, se non avessi urlato.»
«Capisco...»
Commentò la donna, andando
a sbirciare la ferità dell'arciere. «Bene, direi
che per il momento puoi continuare da solo. Io mi allontano un attimo.
Fate i bravi» Esclamò in tono malizioso prima di
uscire.
Dopo averle borbottato
dietro qualcosa di incomprensibile, Watanuki
riprese a concentrarsi su quanto stava facendo, lasciando che nella
stanza scendesse un innaturale silenzio.
«Ma quanto
sangue hai?» Sbottò
all'improvviso, stanco di non sentire altro che i loro respiri.
«Meno di
quanto ne avessi qualche mese fa.» Rispose
l'altro, accennando un sorriso.
A quello le mani del
più piccolo si irrigidirono.
«Deve esserti diventato anche più fluido allora!
Spero non faccia male al tuo cervello.»
«Se mai
accadrà, lo scoprirai anche tu.»
Dichiarò l'altro in tono impassibile.
Quella risposta, tanto
tipica dell'arciere, colpì Watanuki
che, stanco per via del flusso costante di energia, si trovò
a rispondere con meno rabbia di quanta non ne avesse provata.
«E perché dovrei..?»
«Hai il mio
sangue, no?» Ribatté
l'arciere. Una risposta che finì col ritorcerglisi contro,
nel momento stesso in cui ricordò le parole urlategli dal
più piccolo qualche giorno prima.
Forse anche per quello
si sentiva sporco..? Pensò,
incupendosi.
«Puoi
fermarti.» Esclamò d'un tratto.
«Sto meglio.»
A quello, sempre
più stanco, Watanuki si sentì
punto sul vivo.
«Ci vuole
ancora un po', il sangue inizia a fermarsi
adesso.» Replicò, sentendosi sempre più
stanco.
Di colpo tutta la
stanchezza data dal nuovo esercizio lo
privò di ogni forza e, prima di riuscire ad aggiungere
altro, si addormentò, la testa contro la spalla dell'arciere.
Avvertitone il respiro
sempre più regolare, Doumeki si
voltò appena, osservandolo mentre dormiva.
Circa mezz'ora dopo
erano ancora lì, uno addormentato con la
testa appoggiata sulla spalla dell'altro.
Fu così che
li trovò la strega, non
risparmiandosi battutine a riguardo.
«Ho forse
interrotto un momento romantico?»
Domandò, sorridendo, mentre Mokona, entrato dietro di lei,
si lanciava rapidamente sulle gambe di Watanuki.
«Oi,
svegliati. Ho sete!» Urlò.
Nel vederlo arrivare
di corsa, Doumeki si irrigidì appena,
prevedendo la crisi isterica che sarebbe venuta all'amico e che,
ovviamente, non si fece attendere.
«Eh?!»
Urlò infatti il ragazzo ormai
sveglio, la cui attenzione andò subito sulla posizione
assunta.
«Scu...
scusami.» Balbettò, arrossendo e
scansandosi dall'arciere. «Certo che anche tu potevi
svegliarmi!» Urlò poi, in preda ad un imbarazzo
crescente.
«E non
urlare.» Protestò l'altro,
tappandosi le orecchie.
«Ohoh ma
sentitelo» Commentò la strega.
«Sei stato tu a crollare su Doumeki-kun. Rassegnati,
Watanuki.»
Quelle parole
mandarono il ragazzo su tutte le furie. «Non
è colpa mia se la lezione mi ha stancato!»
«Giusto!»
Puntualizzò quindi la donna.
«Parliamo del tuo sonnellino, durante le ore di
lavoro.»
A quello Watanuki si
alzò di scatto. «Recupero
all'istante allora!» Esclamò, avviandosi in cucina.
Rimasta sola con
l'arciere, Yuuko si alzò, avvicinandosi al
ragazzo.
Ne osservò
la ferita con aria soddisfatta, ponendovi una
mano sopra e recitando un mantra a fior di labbra.
«Adesso
è a posto.» Dichiarò.
L'arciere si
limitò ad annuire, alzandosi per poi
rivestirsi. Quando fu pronto, tornò a fissare la donna.
«Suppongo che per oggi la lezione sia terminata.»
«Si.»
Confermò lei. «Stai
già andando via?»
L'altro le
annuì nuovamente, volgendo lo sguardo in
direzione di Mokona che, appena entrato, gli andò subito
vicino.
«Watanuki
sta per servire il sakè. Bevi con
Mokona!» Urlò.
«Magari
un'altra volta.» Ribattè
l'arciere, avviandosi verso la porta.
«Doumeki-kun...»
Lo chiamò la strega, la
cui voce si fece improvvisamente più seria. «Stai
attento. Di questi tempi credo sia meglio guardarsi anche da
ciò che non è visibile.»
Dichiarò, senza voltarsi a guardarlo.
Neppure il ragazzo ne
sentì il bisogno, annuendo nuovamente
per poi uscire.
In quel mentre anche
Watanuki uscì dalla cucina, portando
con sé un vassoio carico di stuzzichini ed, ovviamente, del
sakè.
«Oh...»
Disse, fermandosi di colpo alla vista
dell'arciere. «La... spalla?» Domandò.
«È
a posto.» Fece lui, senza neppure
fermarsi.
«Vai via,
allora?» Domandò il
più piccolo, fissandolo con espressione triste.
«Già...»
Mormorò l'altro.
«A domani» Disse poi, chiudendosi la porta alle
spalle.
Ancora fermo nel
corridoio, Watanuki continuò a fissare la
porta, lo sguardo tristissimo.
Doveva farsi coraggio
però, se ne rendeva conto.
Così, dopo un profondo respiro, decise di tornare da
Yuuko-san, entrando e posando il vassoio sul solito tavolo.
La strega lo
fissò per un lungo istante. «E
dimmi...» Esordì, indicando un bicchiere.
«Come mai uno in più? Hai deciso di darti
all'alcol?» Domandò ironica.
«Era per
quell'idiota.» Borbottò il
ragazzo, evitando lo sguardo della donna.
«Oh...
capisco.» Fece lei, con aria quasi annoiata.
«Lo sai che sarebbe rimasto se non pensasse che lo detesti,
vero?»
Quelle parole
colpirono dritto al bersaglio. «Lo
so...» Rispose l'altro in un'alzata di spalle. «Va
bene così...»
La strega lo
squadrò in silenzio per qualche istante,
bevendo un sorso del suo sakè. «Ne sei davvero
convinto?» Domandò poi. «Ricorda che
ogni parola non detta può creare distanze
incolmabili.»
«Lo
so...» Fece l'altro, sorridendole tristemente.
«È per questo che mi va bene.» Disse
infine, avviandosi verso la porta.
«Sei uno
zuccone.» Lo sgridò la donna.
«Spero solo tu lo capisca prima che sia troppo
tardi.» Commentò a sé stessa, fissando
con aria triste il proprio bicchiere.
Rieccoci qui ancora una
volta...
Ventiquattro capitoli e ancora siamo ad un quarto della storia. Hem...
ma dove andate? *osservano le lettrici che si danno alla fuga*
Susu, in fondo passano in fretta no? ^^" Coooooomunque. Questo
messaggino apparentemente inutile giunge per informarvi che il momento
tanto atteso è ormai alle porte. Preparatevi dunque
perchè dalla prossima settimana sperimenterete il tanto
citato angst!
Ed ora, via con la posta alle lettrici!
Naco chan: Notiamo
con piacere che il tuo lato "leggo e prevedo quel che
leggerò" è sempre all'erta. Non ti diremo su cosa
però. :P
Che altro aggiungere se non che... si, ci saranno diversi risvolti,
speriamo che siano di tuo gradimento. ^_^
Nya: Eh,
chissà chi saranno questi nuovi arrivati...
Ma perché non ci crede nessuno quando diciamo che sono
solamente delle innocue comparse? *fischiettano*
Comunque, siamo gentili, per ringraziarti del tuo fedele seguirci, ti
diciamo che con una delle opzioni che hai dato, hai indovinato la
verità...
Senza dirti quale!
*scappano ridendo maleficamente*
Yusaki: Ci eri mancata. Sob.
E' vero comunque. E' il caso di ammetere che quella di essere un vero
amico è l'uni... hem una delle taaaaante (ma dove?) doti di
Watanuki.
Speriamo di cuore che anche questo capitolo ti sia piaciuto. ^_^
WYWH: Non
ci piace far angstare e incasinare i personaggi per far star male i
lettori, no no. (nooo.... per niente NdPoveriPersonaggiSfruttati)
Solo che la storia deve avere un senso di esistere, e senza angst non
c'è amore! U.U
E dato che noi alla coppia formata da Watanuki e Doumeki ci teniamo, li
facciamo stare male il più possibile. Per l'amore!
Grazie di seguirci ancora, comunque... peggiorerà, l'angst,
da ora in poi :P
E grazie tante per gli auguri, cara! (by Hari)
LawlietPhoenix: Ahahah
Naku non riscontra molti consensi neppure tra noi. Per quanto dobbiamo
ammettere che non le mancano le uscite vincenti.
Ma questo avrai modo di vederlo con i tuoi occhi, continuando a
seguirci.
Witch of the Dimensions: I
nuovi capitoli vanno 'in onda' tutte le domeniche sera sul tardi, molto
tardi, quindi si, questo capitolo lo troverai online lunedì!
^.^
Comunque, i punti di domanda fanno bene: Migliorano l'arguzia (devi
cercare di risolverli e scervellarti), migliorano il fisico (la
tensione per il 'che succederà?' fa dimagrire :P) e
migliorano... la trama!
Siamo quindi ben contente di lasciartene diversi!
E si, anche a noi quella ragazza sta simpatica... ogni tanto :P
Grazie per le bellissime parole, come al solito, continua a seguirci ed
avrai le tue risposte! (... prima o poi.)
Arrivederci con il
prossimo capitolo. ^_^
|
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Capitolo 25 *** Connessioni - Ancora incubi ***
Destino
Inevitabile - Connessioni
Capitolo
25
Ancora Incubi
Si trovavano sotto il
solito albero di ciliegio.
Lui e Doumeki, da soli.
Sollevò il
viso, adocchiando l'arciere, mentre il venticello
primaverile andava a scompigliargli i capelli.
«Hei!»
Esclamò, nel vedere il compagno
intento a mangiare dal suo bento.
L'altro lo
ignorò volutamente, costringendolo a
picchiettargli la mano con le bacchette. «Hai già
il tuo, idiota!» Disse, con fare imbronciato. «E
vedi di mangiarlo! Ho faticato per farlo.»
Per tutta risposta
l'arciere gli sfiorò le labbra,
baciandolo, mentre con un occhio aperto osservava attentamente il
pranzo dell'altro, rubandogli un polipetto di wurstel.
Si scansò
appena dal bacio, mangiando come se nulla fosse,
sotto lo sguardo imbarazzato e via via sempre più piccato
dell'altro.
«Hei!»
Gli urlò il più
piccolo. «Cosa fai così, in pubblico!»
Un attimo dopo i suoi
occhi blu captarono il furto appena avvenuto.
«Tu!» Iniziò, sbracciandosi.
«Stai con me solo per il cibo. Ammettilo! Ed io che invece ti
amo!» Si lamentò rumorosamente, voltandosi
dall'altra parte, per mettergli il broncio.
Si sentiva bene, tanto.
Sembrava tutto perfetto.
Poi, all'improvviso,
scorse un'ombra.
«Che..?»
Fece, voltandosi verso il compagno.
Di colpo l'atmosfera
sembrò mutare sotto l'ombra sempre
più grande e avvolgente.
Spaventato, Watanuki
saltò in piedi, distanziandosi da
Doumeki di appena due passi.
In quel preciso istante,
l'ombra saettò in direzione
dell'arciere.
Un movimento rapido,
quasi invisibile, che congelò il
più piccolo sul posto, impedendogli di avvertire l'altro,
intento a fissarlo, ignaro di quanto stava accadendo.
Poi qualcosa
sembrò colpirlo da dietro, avvolgendolo in un
lampo di luce nera, per poi sparire così come era arrivata,
lasciando al suo posto il corpo senza vita dell'arciere.
Improvvisamente capace
di muoversi, Watanuki gli corse accanto,
prendendolo tra le braccia.
«Shizuka!»
Urlò, scuotendolo leggermente.
«Non morire...
Non morire, ti prego...»
xXx
Era appena arrivato al solito albero, seguito dagli altri.
Quando vide Watanuki, sdraiato ai piedi dal maestoso ciliegio, l'ansia
lo colse in pieno, obbligandolo a correre verso il compagno, per
rilassarsi nel momento in cui capì che l'altro stava
semplicemente dormendo.
Poi quelle parole.
"Non morire..?"
Era evidente che si trattava di in incubo.
«Oi... Watanuki.» Disse, piegandosi sulle gambe per
scuoterlo, al fine di svegliarlo.
«Ti prego...» Lo sentì ripetere.
«Watanuki, svegliati!» Continuò.
E finalmente il più piccolo aprì gli occhi,
ancora velati di sonno. «Tu... stai bene?»
Domandò, incredulo.
Quella domanda sembrò stupire l'arciere, lasciandolo senza
parole.
In assenza di una risposta, Watanuki continuò ad
osservarlo per poi abbracciarlo. «Sei vivo!»
Esclamò con voce tremante.
Quella reazione, tanto atipica, preoccupò il più
grande che, dopo averne ricambiato la stretta, si scostò
fissandolo seriamente. «Che ti prende, è successo
qualcosa?»
Resosi improvvisamente conto di essere ormai fuori da uno dei tanti
incubi, che ultimamente sembravano non lasciargli tregua, Watanuki
sciolse l'abbraccio, scostandosi di colpo dall'arciere.
«Io... era solo un sogno.» Mormorò,
arrossendo. «Scusami...»
Davanti a quell'ammissione, Doumeki si fece pensieroso.
«Stavi sognando... me?» Chiese poi.
Il ragazzo tornò a fissarlo per qualche istante, incerto su
cosa rispondere. «Beh... non solo... te.» Disse
poi, tornando a distogliere lo sguardo.
Doumeki fece per ribattere, ma l'arrivo improvviso di Nakuru lo
obbligò a rimandare.
«Hei!» Strillò la ragazza, ferma dietro
di loro, con le braccia incrociate. «Posso sapere cosa sta
succedendo, qui?» Domandò, con fare imbronciato,
per poi aggrapparsial braccio dell'arciere. «Uffa! Te ne sei
andato di colpo, prima!» Protestò, ignorando del
tutto la presenza di Watanuki. «Cosa avevi visto? Qualcosa di
importante?»
«Nulla.» Rispose lui, irrigidendosi appena.
«Mi ero sbagliato.» Dichiarò, andando a
sedersi seguito dalla ragazza, proprio nel punto da lui occupato nel
sogno del compagno.
Seguirono sguardi tesi tra Nakuru e Watanuki che, vagamente ripresosi,
consegnò il pranzo a Doumeki per poi sedersi poco lontano.
In quel mentre giunse anche Santsuki, che era rimasto ad osservarli
qualche metro più indietro.
«Hei Wata-kun...» Esclamò il giovane.
«Succedono spesso queste cose? State insieme?»
Chiese, indicando lui e Doumeki.
«Cosa?!» Esplose il più piccolo,
avvampando per l'imbarazzo. «Non dire più una cosa
simile!» Sbottò, piccato.
«Senti tu!» Lo riprese Nakuru. «Non hai
risposto! State insieme o no?»
Watanuki aprì bocca per rispondere, interrotto, per sua
fortuna, dal saluto affannato di Himawari.
«Scusate il ritardo.» Esordì la ragazza
con un piccolo inchino.
Lieto di vederla, Watanuki le andò vicino, porgendole il suo
bento.
«Hime-chan...» La salutò Giku,
osservandola mentre andava a sedersi di fianco a Watanuki, per poi
iniziare a mangiare.
«Sai, pensavo di ritrarti insieme a Shizu-kun... Se non
è un problema.» Dichiarò, osservandola.
«Cosa?!» Urlò Watanuki. «Un
ritratto con... Hey! Smettila con questi nomignoli!»
Sbottò.
Giku rise, divertito dai movimenti concitati dell'altro.
«Scusami, Wata-kun, ma non sono bravo con i nomi.»
Lo sguardo tornò nuovamente sulla ragazza.
«Allora?»
Himawari sembrò pensarci, volgendo un rapido sguardo su
Doumeki che, ricambiatolo, si limitò ad annuire.
«Se ci tieni...» Fece, in tono leggermente
esitante. «Va bene.»
Per tutta risposta, Giku le sorrise, proprio mentre Nakuru si
sollevava, chiedendo a Doumeki il permesso di chiamarlo anche lei per
nome.
Quella richiesta attirò l'attenzione di Watanuki che,
contrariato, lo vide annuire.
«Evviva!» Urlò lei soddisfatta.
«Giku! Perchè non ci ritrai insieme?»
Continuò, avvinghiandosi all'arciere.
«No. Smettila di chiedermelo.» Replicò
il ragazzo, senza degnarla di un solo sguardo.
Himawari si trovò a sorridere e, sollevato dalle parole di
Giku, Watanuki si trovò a pensare che, forse, non era
proprio antipatico.
In quel mentre, stranamente estraneo a tutto quel parlare di lui,
Doumeki richiuse il suo bento, staccandosi dalla presa della ragazza
per poi alzarsi e raggiungere Watanuki. «Posso
parlarti?» Domandò, porgendogli la scatola del
pranzo.
Il più piccolo si limitò ad annuire, alzandosi,
sotto lo sguardo curioso di Himawari e quello improvvisamente adirato
di Nakuru.
Tra tutti, solo Giku sembrò non prestare molta attenzione,
attirando per questo lo sguardo di Watanuki.
«Andiamo!» Dichiarò quindi l'arciere,
afferrandolo per un braccio, per poi trascinarlo verso un luogo
più appartato.
«Hei!» Urlò Nakuru. «Insomma,
perché perde tempo con quello?»
Domandò, rivolgendosi a Giku.
«Tanto non hai speranze. Lascialo in pace.»
Ribatté questi, sollevando lo sguardo su Himawari.
«Posso fare uno schizzo preparatorio, Hime-chan?»
Domandò.
«Si, ok...» Commentò, osservando quanto
l'arciere fosse distante da loro. «Magari aspettiamo che
torni Doumeki-kun...»
«Oh, non preoccuparti.» Fece lui, iniziando a
tratteggiare sul foglio. «Posso iniziare con te e con lo
sfondo.» Spiegò. con aria concentrata.
Himawari annuì leggermente, restando in silenzio per un po'.
I suoi amici sembravano occupati e avere lo sguardo accigliato di
Nakuru su di sé non l'aiutava a rilassarsi, pensò.
«Scusami!» Esclamò d'un tratto, saltando
in piedi come era solita fare in quei casi. «Ho dimenticato
che ho delle fotocopie da fare. E se non corro, farò
tardi.» Mentì, notando l'espressione poco convinta
di Giku. «Non offenderti e... scusami anche con gli altri,
ok?»
Il ragazzo si limitò a fare spallucce, guardandola andar via.
«Anche tu non sembri avere speranze.»
Ridacchiò Nakuru.
«Già... io sono fortunato,
però.» Ribatté l'altro, sospirando per
poi concentrarsi sul disegno.
xXx
Si erano allontanati senza dare spiegazioni agli altri, andando verso
un grosso albero, poco distante ma abbastanza appartato da dar loro la
certezza di non essere visti o uditi.
«Allora?» Domandò Watanuki.
«Cosa dovevi dirmi?» Domandò, sempre
più curioso.
«Cosa hai sognato?» Chiese l'altro, fissandolo
dritto negli occhi. Uno sguardo tanto intenso da spingere il
più piccolo a distogliere il proprio.
«Nulla che ti possa interessare.»
Dichiarò.
«Mi prendi per stupido?» Fu la dura replica
dell'arciere.
Watanuki lo fissò, vagamente stupito dalla rabbia, appena
percepibile ma chiaramente presente, nell'altro.
«Non ti riguarda!» Sbottò poi.
Stufo di sentir scuse, Doumeki mosse un paio di passi verso di lui,
obbligandolo ad indietreggiare verso l'albero che aveva alle spalle.
«Hai detto che c'ero in quel sogno.»
Esclamò quindi, allungando un braccio contro il tronco del
ciliegio. «Mi hai detto di non morire. Mi hai abbracciato.
Perché?»
Improvvisamente in trappola tra l'albero e l'arciere, Watanuki si
sentì perso. «Io... non ricordo.»
Mormorò, distogliendo prontamente lo sguardo.
«Watanuki...» Lo chiamò il
più grande, in tono basso. «Non te lo ricordi o
non vuoi dirmelo?» Domandò poi.
Il viso dell'arciere era tanto vicino al suo da impedirgli ogni
ragionamento.
«Sto parlando con te.» Continuò l'altro.
«Perché mi hai abbracciato?»
Era così... bello.
Quel pensiero, sommato alla vicinanza improvvisa e alla gelosia provata
poco prima, fu semplicemente troppo.
«Tu...» Watanuki prese un respiro, tornando a
guardarlo con espressione malinconica. «Devi starmi lontano,
Doumeki.»
«Perché?»
«Fallo e basta.» Replicò, forzandosi di
mantenere uno sguardo fermo.
Quelle parole, per quanto dolorose, sembrarono spingere l'altro a
continuare. «Non mi hai ancora risposto.» Disse,
avvicinandosi tanto da sfiorarlo con il corpo. «E non ti sto
lontano, che ti piaccia o meno.» Dichiarò,
fissandolo con espressione dura.
Watanuki chiuse nuovamente gli occhi, sperando che quel gesto bastasse
a cancellare il dolore che stava provando. «Non...»
Era incredibilmente difficile parlare e, nel farlo, non si accorse si
una piccola lacrima che sfuggì al suo controllo.
Riaprì gli occhi poco dopo, incurante di averli lucidi.
«Sono un pericolo per te. E... non ti voglio sempre intorno.
Ti detesto!»
Invece di allontanarsi, l'arciere lo fissò in silenzio per
qualche secondo, poggiando l'altro braccio contro l'albero,
bloccandolo. «Non mi interessa se mi odi. Non
cambierò idea.»
Era così vicino che, per un attimo, Watanuki si
trovò a socchiudere gli occhi, desiderando solo di sentire
quelle labbra sulle sue. «Ti odio...»
Mormorò. «Sei irritante... e stupido.
Vattene.»
A quelle parole, l'arciere si scostò, se pur lentamente,
celandosi in un triste silenzio.
Ancora scosso per quel contatto tanto ravvicinato, Watanuki rimase
immobile, trattenendo il respiro e serrando gli occhi per un lasso di
tempo che sembrò andar oltre il suo controllo.
Fu solo quando il calore dell'altro gli venne a mancare che li
riaprì, vedendolo allontanarsi.
Rieccociiii!
Allora, piaciuto questo primo assaggio di angst? Speriamo di si visto
che è solo l'inizio. ^_^
Ma evitiamo inutili anticipazioni e lanciamoci nel pieno delle risposte
ai vostri, come sempre graditissimi, commentini.
Nya:
Eh si, l'energia può essere utilizzata per diversi
scopi, ma… come detto qualche capitolo fa… non ci
assumiamo responsabilità su quanto scritto. ^_^
Si sa che calarsi in
ciò che è clampico ha sempre
seri effetti collaterali.
Piaciuto il primo
accenno di angst?
Naco chan:
Condividiamo la tua frustrazione, ma purtroppo 'the show
must go on' :P
E gli aiuti che
darà Yuuko-san, diciamo che sarano, per
certi versi, più dannosi che utili... sul momento.
Ci sarà da
vedere alla fine se saranno utili o meno, e quale
è il suo scopo, chissà?
:P Lo scoprirai solo
leggendoci!
Eiden: Oh allora
grazie di cuore. ^_^
Ci ha fatto molto
piacere quanto hai scritto e siamo felici di sapere
che quello che scriviamo piace.
Andando alla
recensione. Ci chiedi se impareranno? Guarda, nutriamo
seri dubbi per Watanuki, ovviamente. XD
Ma ma ma…
non dire così. Noi confidiamo nelle
clamp e stiamo preparando dei biglietti minatori da inviare loro. Si
insomma ci fidiamo ma preferiamo essere previdenti. ^_^
LawlietPhoenix:
Grazie ancora per i complimenti! E i tuoi 'accidenti',
beh, temiamo che potrebbero avverarsi... non per quello portandoli a
parlarsi di più a vicenda!
Comunque, si inizia
qui con l'angst, ed in questo capitolo capiamo cosa
sta perseguitando Watanuki ultimamente... Povero cucciolo.
Ma l'Hitsuzen comanda
:P
Witch Of The Dimensions:
Eh di capitoli tristi ce ne saranno
parecchi d'ora in avanti, speriamo siano anche adorabili. ^_^
La tua domanda
comunque è più che pertinente,
anche noi continuiamo a chiederci il motivo per cui Watanuki non si
confidi con Yuuko. La risposta? E' troppo scemo. XD
Scherzi a parte.
Vedrai… magari l'hitsuzen ci mette lo
zampino. Chissà…
SailorYuko:
Bentornata! No, siamo felicissime di riaverti in effetti!
Anche se, ovviamente, non è che ti puntiamo un fucile alla
tempia per farti recensire...
Ok, Doumeki dice che
eventualmente ci presta l'arco :P
Siamo contente che ti
continui a piacere questa storia, comunque ^.^
Continua a seguirci!
|
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Capitolo 26 *** Connessioni - Un ospite non del tutto gradito ***
Nb. Le streghe vi invitano a
leggere le note successive al capitolo. Indispensabili per la
sopravvivenza dei vostri neuroni già vessati dalle altre
streghe (le clamp.) :P
Destino Inevitabile -
Connessioni
Capitolo 26
Un
ospite non del tutto gradito.
La stanza allestita da Yuuko-san era sgombra da ogni possibile fonte di
distrazione.
Al suo interno vi erano due piccoli divanetti, un tavolino spesso
utilizzato per riporvi piccoli stuzzichini, ed una lavagna che la
strega si divertiva a riempire di disegni spesso inutili ed
incomprensibili.
Non vi era alcun motivo per desistere dal sostare in quel luogo al fine
di meditare. La strega si era occupata perfino di purificare ogni
angolo, eppure, nonostante fosse in ginocchio ormai da quasi un'ora,
Watanuki non riusciva a portare a termine il suo esercizio che, quel
giorno, consisteva nel ripetere lo scambio energetico, precedentemente
imparato, ad una distanza che per lui sembrava essere insormontabile.
Un problema del tutto estraneo a Doumeki che, a qualche centimetro da
lui, continuava ad inviargli un flusso continuo e bilanciato di
emozioni difficili da sopportare.
«Come cavolo fai..?» Protestò ad un
tratto il più piccolo, stanco di continuare a tentare senza
alcun risultato.
«Mi concentro.» Spiegò l'altro nel
classico tono incolore.
A quella risposta Watanuki aprì bocca per replicare,
fermandosi subito dopo nel notare l'arrivo di Yuuko-san.
«Voi due!» Esclamò la donna con fare
iroso. «Chi vi ha detto di mettervi a
chiacchierare!»
Il più piccolo la fissò senza capire.
«Yuuko-san... sta... bene?» Domandò
esitante.
«No!» Ribatté lei contrariata.
«Abbiamo visite. E temo non saranno affatto
gradite!»
«Eh?» Replicò l'altro, senza capire.
«Vai ad aprire!» Gli ordinò la strega,
lasciandosi cadere stancamente sulla poltroncina posta di fianco alla
lavagna.
Seppur contrariato dall'improvviso cambio di programma, Watanuki
eseguì quanto ordinatogli, lasciando la stanza per avviarsi
verso l'ingresso.
«Buon pomeriggio!» Esordì spalancando la
porta, in attesa di scoprire l'identità del nuovo cliente.
Quanto vide, però, lo bloccò sul colpo.
«Cos...» Mormorò, sorpreso.
«Buon pomeriggio a te... Kimihiro-kun!»
Esclamò il nuovo ospite.
Per tutta risposta il ragazzo continuò ad osservarlo.
«Lei... chi è?» Domandò
infine.
«Un vecchio amico della padrona di casa, direi...»
Rispose l'altro, sorridendogli divertito. «Mi porti da
lei?»
Senza ribattere Watanuki si voltò, facendogli strada,
muovendosi quasi meccanicamente per fermarsi davanti al gradino dove
diverse pantofole erano pronte ad accogliere eventuali clienti.
«Lei... è stato qui spesso?»
Domandò poi, nel vedere come l'uomo sembrasse perfettamente
a suo agio in quell'ambiente, solitamente tanto ostile per chi vi era
appena arrivato.
«Abbastanza spesso.» Replicò lui,
sorridendogli. «E tu? Lavori per la vecchia arpia?»
Domandò con fare complice.
Quelle parole strapparono un sorrisetto al più piccolo.
«Si... Cioè io ho... ho da pagare un debito
ma...» Si fermò, continuando a studiarlo.
«Lei... come fa a saperlo?»
«Perché la conosco...» Concluse l'altro,
come se fosse la cosa più ovvia del mondo. «Mi
trovi strano?» Domandò poi.
Watanuki arrossì visibilmente. «No! È
che... ci somigliamo.» Dichiarò semplicemente,
sperando che una tale affermazione non suonasse in qualche modo
offensiva.
L'altro si limitò a sorridere gentilmente ed, in quel
mentre, un pensiero sembrò attraversare il ragazzo.
«Lei... è stato lei ad andare a trovare Doumeki...
ieri mattina?» Chiese, quindi.
Davanti a quella domanda, l'uomo ridacchiò.
«Doumeki... è un tuo amico?»
«Co...» Watanuki si limitò ad abbassare
lo sguardo, incerto su cosa rispondere. «Non direi,
no.»
«Strano... avrei detto il contrario.»
Ribatté l'altro, tornando a muoversi con estrema
disinvoltura, diretto verso la stanza dove Yuuko-san e Doumeki stavano
effettivamente aspettando.
«Aspetti!» Lo chiamò Watanuki,
raggiungendolo nel momento in cui l'altro si era appena fermato dinanzi
alla porta.
Intanto, nella piccola aula, creata per quegli esercizi speciali, la
strega si era rialzata, misurando la superfice della stessa, sotto lo
sguardo attento dell'arciere intento a bere un tè.
«Yuuko!» Dichiarò l'uomo, sorridendo
allo sguardo glaciale dell'altra. «Come va, vecchia
stregaccia?»
«Tu!» Esclamò lei, fissandolo con occhi
infuocati. «Bastardo occhialuto!»
«Oh, ti ricordi ancora di me, dunque.»
Ribatté l'altro, senza curarsi dei toni accesi dell'altra.
«Nonostante i tuoi anni, la tua memoria funziona ancora bene,
vedo.»
Quelle parole sembrarono indispettire la strega che, tuttavia,
cercò di incassare il colpo, rispondendogli a tono.
«E dimmi, come si sta a tornare indietro vivendo come un
marmocchio per più di trentanni, eh?»
Stranito dallo scambio di battute tra i due, Watanuki decise di
avvicinarsi a Doumeki. «È lui il tizio che ti ha
fatto visita?» Domandò a bassa voce.
L'arciere si limitò ad annuire, proprio quando, distratta
dalla voce del suo dipendente, Yuuko-san si voltò a fissare
entrambi con espressione piuttosto alterata.
«Che avete da guardare, eh? Esercitatevi!»
Nel sentire quel tono, Watanuki si mosse all'istante, fermato per un
braccio da Doumeki.
«L'energia è inquinata.» Lo
sentì dire.
Aspettandosi il peggio, il più piccolo si voltò
lentamente verso la strega che, stranamente, sembrò
accettare la risposta dell'altro, invitandoli ad accomodarsi sui
divanetti.
Un attimo dopo, seduti uno di fianco all'altro, Watanuki la vide
riprendere l'animata conversazione con il nuovo arrivato.
«Allora, Yuuko-chan...» Esordì Eriol.
«Cosa stai insegnando a questi due baldi giovani?»
«Non sono affari che ti riguardano!»
Ribatté l'altra, facendosi improvvisamente attenta.
«E tu..? Che sei venuto a fare?»
«Oh... un'amico comune mi ha chiesto di portarti una
persona... Così sono venuto per stabilire una
data.» Dichiarò serafico. «Proprio come
facevo un tempo per i nostri appuntamenti...»
A quello, le guance della strega si imporporarono appena, un'immagine
che colse i due giovani osservatori alla sprovvista.
Se quel rossore fosse dovuto all'imbarazzo, alla rabbia o ad altro,
sembrava però troppo difficile da appurare.
«Tu...» La sentirono sibilare subito dopo.
«Non osare tirare in ballo i tempi andati, mai
più!» Esclamò a denti stretti.
Per un attimo la tensione sembrò avvolgere l'intera stanza,
provocando un lieve malessere in Watanuki.
«Dì pure al tuo amico che mi ricorderò
di questo scherzetto!» Riprese infine la donna, moderando,
seppur di poco, i toni.
«Lui non poteva. Per questo motivo ha chiesto a me di
portartelo.» Dichiaro Eriol, facendosi improvvisamente serio.
«Si tratta di un desiderio importante, Yuuko.»
Il lieve cambiamento sul volto dell'uomo sembrò placare la
strega, che si trovò costretta a considerare quanto appena
esposto.
«Proprio per questo non capisco la scelta di affidarlo a te.
Ad ogni modo...» Continuò, assumendo il tono
professionale che Watanuki riconobbe all'istante. «Se ha un
desiderio... portalo qui domani, ed io vedrò di
ascoltarlo.»
Soddisfatto, Eriol annuì. «Lo farò. A
domani allora, Yuuko-chan...» Disse, fermandosi sulla porta
per sorridere agli altri due, che, ancora imbarazzati per quanto
avvenuto quel giorno, si erano limitati ad ascoltare i due adulti,
rivolgendosi diversi sguardi furtivi, carichi di domande destinate a
rimanere senza risposta.
«Dannazione a lui, è anche identico!»
Borbottò la strega. «Bene, ricordatevi questa
lezione!» Commentò, indicando la porta dalla quale
era uscito l'uomo. «Come non si dovrebbe mai essere. Uno
stupido, bastardo occhialuto!»
Nell'udire quel commento, ancora intento a fissare l'arciere, Watanuki
si riscosse, alzandosi di colpo.
«Vado a cucinarle qualcosa!» Dichiarò
quindi, allontanandosi da quella stanza e da Doumeki.
Ancora adirata, la strega si limitò ad annuire, rivolgendo
un cenno di saluto all'altro ragazzo che prese le sue cose si
alzò, congedandosi.
Per quel giorno aveva avuto fin troppi contatti con Watanuki e, date le
continue esternazioni di odio da parte dell'altro, preferiva stargli
alla larga, almeno quando lo riteneva al sicuro.
Vi chiediamo un
paio di minuti per leggere due righe indispensabili alla comprensione
dei successivi capitoli. ^_^
Destino
Inevitabile è una saga nata diversi mesi fa, ovvero quando
ancora non si era a conoscenza di molte cose appartenenti alla storia
di Holic così come a quella di Tsubasa.
Nonostante, mese dopo mese uscissero i vari
capitoli, utili a porre delle modifiche a quanto scrivevamo, la scelta
fu quella di seguire una via parallela, e questo perché pur
volendo rendere storia e personaggi il più possibile Ic,
avevamo voglia di qualcosa in grado di soddisfare i nostri animi di
fangirls frustrati dalle Clamp. XD
Inoltre c'era da considerare il problema spoiler
che avrebbe costretto chi segue la sola edizione italiana a sospendere
la lettura di Destino Inevitabile. Cosa che ci sarebbe spiaciuta
parecchio. U.U
Così… ecco le piccole note
che dovete tenere a mente e che con l'andare del tempo verrano
incrementate, onde evitare di spolverare qualcosa di Holic o di Tsubasa.
1) Ci sembrava carino mantenere un filo conduttore
tra xxxHolic e Ccs, di contro, come molti sapranno ci sono diversi
punti che stridono per l'attuale mancanza di spiegazioni da parte delle
Clamp.
Per dare un senso poco logico e molto clampico alla
storia ci siam prese il diritto di stabilire che Holic è
ambientato temporalmente nella stessa dimensione e che Sakura e Shaoran
di Ccs siano effettivamente i genitori di Watanuki che ad un certo
punto si troveranno dentro il tubo per salvare il proprio figlio che
andrà a Clow dando vita alla serie di Tsubasa. Il resto
delle nostre supposizioni verrà esposto col tempo al fine di
non svelare cose spoiler per chi segue la versione italiana.
2) La regola di persone uguali ma diverse
(derivanti dalla stessa anima) presenti in altre dimensioni rimane
inalterata ad eccezione di Yuuko e Clow. Di loro non ci sono repliche
di alcun tipo. :P
Bastano ed avanzano in unica copia! XD
Eriol è quindi lo stesso che si vede in
CCS ed al contempo è il Clow di Tsubasa.
Per il momento questo è quanto vi basta
per comprendere i nostri scleri.
Sperando di non avervi dato
motivo per darvela a gambe, vi consigliamo di passare tra qualche
giorno. Potreste trovare una sorpresina che pur scollegata da questa
storia farà piacere alle fan della coppia DouWata.
^_^
Ed
ora... largo alle vostre recensioni! ^_^
Eiden: Oh ma
l'angst è appena accennato, ancora. ^^"
Susu, vedrai che prima o poi uno dei due capirà che
è il caso di darsi una mossa. E se non accadrà,
ci penseranno le streghe a fargli capire come funziona.
Gazie come sempre per i tuoi commenti alla fanfic. ^_^
Nyah: Ciao!
Oh, un'altra che ama l'angst quanto noi! Non preoccuparti, non sei da
sola ad amare l'angst ed aspettare che cresca vertiginosamente...
Se non ci piacesse non avremmo scritto questa fanfiction!
Comunque, purtroppo temiamo che Doumeki pensi davvero che Watanuki lo
odi, dopotutto gliel'ha detto più di una volta.
E per quanto riguarda chi è preso di mira e come, e se
c'è qualcuno che effettivamente prende di mira... dovrai
aspettare lo sviluppo della trama! *ridono sadicamente*
Continua a seguirci, e non preoccuparti per questo capitolo, ricordati
più che altro che ogni singola briciola ha un significato,
in questa storia...
WYWH: Anche
noi ci speravamo… Tanto. Ed invece... ;_;
Ma non disperiamo! Presto o tardi, qualcosa sicuramente
accadrà! XD
Siamo liete comunque di saperti attaccata alla fanfic. ^_^
Thyahiel: Ma
bentornata! Siamo ben felici di rivederti sui nostri schermi ^.^
Speriamo che il tuo computer recuperi, anche se, personalmente, non
consigliamo di affidarci alla Strega delle Dimensioni... rischi di
avere con lei un debito epocale.
*Scappano, rincorse da Watanuki, sotto comando di Yuuko sdraiata sul
solito divano a bere sakè*
Comunque!
Beh, Watanuki è ovviamente uno che fa salire più
irritazione che altro, considerando com'è messo
normalmente... prima in totale negazione dei suoi sentimenti, ora che
si comporta invece da più idiota del solito... ah, povere
noi.
Ci uniamo alla camomilla... ed alla nutella anche.
Alla prossima!
Naco chan:
Oh Doumeki ogni tanto si avvicina anche alla comprensione…
il problema è che Watanuki è come
dire… idiota? XD Ed ogni volta non fa che dire o agire in
modo da farlo ricredere. ^^""""
Quanto agli aggiornamenti… noi siamo streghe. Il Natale non
ci rende più buone, lo siamo sempre ^_^
Infatti tra qualche giorno potreste trovare una sorpresina. ^_^
Witch of the Dimensions:
No, no, ti assicuriamo che siamo tutte e due umane, beh, più
o meno! Nessuna incarnazione di Yuuko presente, anche se chi tra le due
la ruola, lo fa splendidamente!
Ed è Lay ^.^
Ma tu, comunque, non suggerire alla strega prezzi da pagare... sia mai
che stia ascoltando e li voglia riscuotere sul serio.
Comunque, se postassimo troppo spesso, sicuramente non verrebbero
affatto capiti i capitoli... devi sapere che per quanto corti, sono
tutti significativi, soprattutto d'ora in poi!
Quindi... drizza le orecchie (gli occhi...?) e presta ben attenzione!
Daltronde, ci fa piacere sentirti dire così bene della
nostra storia, grazie mille ancora una volta!
SailorYuko:
Grazie per le due recensioni ^_^
Siamo liete e commosse. Yuuko ringrazia per i complimenti.
Speriamo di rileggerti presto! ^_^
Lawliet Phoenix:
Grazie degli auguri, ricambiamo pienamente con un "Happy Yule"!
Comunque, per quanto sia irritante, non impiccarci Nakuru! Ci serve!
Ti assicuro che sopportarla farà, beh, molto bene al tuo
umore... più avanti.
Grazie ancora, ed alla prossima settimana!
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Capitolo 27 *** Connessioni - Bacio rubato ***
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 27
Bacio
rubato.
Dopo quanto avvenuto
davanti al grande albero, la pausa pranzo sembrava aver perso parte
della sua pacata tranquillità, minacciando di diventare un
momento da temere anche più dei compiti in classe.
Era questo il pensiero di Watanuki, ancora immerso nel breve scambio di
battute avvenuto tra lui e Doumeki il giorno prima.
Avrebbe voluto evitarsi simili scene, pensò, avvicinandosi
al solito punto con i bento-box tra le mani.
Ad attenderlo trovò solo Giku, seduto con il proprio pranzo
e l'inseparabile album da disegno.
«Voi tre mangiate sempre insieme?»
Domandò il ragazzo con aria distratta.
«Si...» Fece l'altro, fermandosi all'arrivo di
Himawari che, notata la presenza di Giku, sembrò adombrarsi
per un attimo, salvo tornare subito dopo quella di sempre.
«Himawari-chan!» La salutò Watanuki,
porgendole il bento-box e prendendo posto al suo fianco.
«Ciao Watanuki-kun!» Esclamò la ragazza,
sistemandosi sull'erba. «Santsuki-kun ciao.»
Al saluto dell'altra, il ragazzo sollevò lo sguardo dal suo
album, rivolgendole un sorriso sincero. «Hime-chan... stai
bene?» Domandò, salutando con un cenno l'arrivo di
Doumeki e Nakuru.
Nel vedere i due nuovi arrivati particolarmente vicini, Watanuki si
adombrò visibilmente.
«Scusateci!» Esclamò intanto Nakuru.
«Ero impegnata con Shizuka. Oggi è venuto a
vedermi mentre mi allenavo con l'arco.» Esclamò
sorridendo.
«Spero che tu non ti sia messo a tirare in quelle
condizioni.» Si intromise Watanuki, approfittandone per
porgergli il bentobox.
«Oh, e sei riuscita a prendere il bersaglio,
Naku-san?» Domandò Giku.
«Una volta!» Dichiarò la ragazza,
incrociando le braccia sul petto, con fare stizzito.
Preoccupata per l'espressione cupa di Watanuki, anche Himawari decise
di dire la sua, voltandosi in direzione di Doumeki. «Davvero
sei andato a vederla? È ancora presto per riprendere gli
allenamenti...»
«Ero andato dal prof per dirgli che riprenderò
settimana prossima.» Spiegò l'arciere, sedendosi
ed iniziando a mangiare. «L'ho incontrata e siamo venuti qui
insieme.»
«Settimana prossima?» Commentò la
ragazza, facendosi pensierosa. «Non è
presto?» Domandò poi.
«Oh!» Si intromise Nakuru. «Ci
penserò io a tenerlo d'occhio»
Nel sentirla parlare a quel modo, Watanuki si dedicò al
proprio pranzo, sperando così di distrarsi da quella
conversazione sempre più fastidiosa.
«Sembri particolarmente affamato oggi.»
Constatò Giku, intento ad osservare la scena.
«Oh... vuoi assaggiare?» Domandò l'altro.
A quello, il ragazzo fissò il pranzo di Watanuki.
«È commestibile?» Domandò,
attirandosi uno sguardo inceneritore da parte di Doumeki.
«Oh, certo che si!» Ribattè
Himawari.«Watanuki-kun è bravissimo a cucinare
qualsiasi cosa.» Continuò sorridente.
«Per me ha tutto un'aspetto strano.»
Commentò il ragazzo. «Ma ne assaggerò
uno.» Disse poi, prendendo un'onigiri e assaggiandolo.
«È... strano. Preferisco il bacon.»
Dichiarò.
«Oh sono certa che Watanuki-kun potrebbe prepararti un ottimo
pranzetto inglese!» Continuò Himawari, allungano
la propria bento-box a Nakuru.
«Vuoi provare?»
La ragazza la fissò titubante, illuminandosi un attimo dopo.
«Si, ne prenderò un paio per
Shizuka-kun!»
Nel sentirla, Watanuki si accigliò. «A lui ci ho
già pensato io!» Borbottò, per poi
notare, geloso, come l'arciere non disdegnasse accettare del cibo da
quella.
Deciso a non prestargli troppa attenzione, tornò a guardare
Himawari.
«Himawari-chan... dov'è il tuo nastro per
capelli?» Domandò.
«Oh!» Fece l'altra, toccandosi l'acconciatura,
là dove avrebbe dovuto esserci il nastro. «Temo di
averlo perso.» Commentò, alzandosi per iniziare a
cercarlo.
«Qui non lo vedo.» Dichiarò Watanuki,
dopo essersi guardato un po' attorno. «Andiamo a cercarlo, ti
aiuto!» Esclamò, prendendo la compagna per un
braccio.
A quello Doumeki chiuse il suo bento, alzandosi.
«Oh... non abbiamo bisogno di te! È questione di
pochi minuti!» Dichiarò il più piccolo.
fissandolo con astio.
Notando come anche Himawari sembrasse tranquilla all'idea di andare da
sola con l'amico, l'arciere si limitò ad annuire,
guardandoli allontanarsi con espressione cupa.
Non fece in tempo a voltarsi che Nakuru, già in piedi, gli
andò vicino. «Shuzuka-kun, puoi restare? Dovrei
parlarti.»
Il ragazzo fece un cenno d'assenso e, lieta della risposta, l'altra lo
afferrò per un braccio. «Andiamo più in
là. Giku ama lavorare in silenzio.»
Commentò, ignorando il sospiro del ragazzo, già
immerso nel suo disegno.
Senza ribattere l'arciere la seguì, sperando di riuscire a
tornare entro la fine della pausa, ormai vicina.
«Eccoci, direi che qui è perfetto!»
Esclamò la ragazza, fermandosi sotto lo stesso albero che,
il giorno prima, aveva assistito alla discussione tra lui e Watanuki.
Deciso a non soffermarsi su quel ricordo, l'arciere sollevò
lo sguardo su Nakuru. «Cosa volevi dirmi?»
«Ecco...» Fece lei, portando le braccia dietro la
schiena mentre, con fare quasi infantile, si dondolava sulle gambe.
«Volevo sapere se ti va di darmi lezioni di tiro con l'arco.
Quando ti sarai ripreso, ovviamente.»
L'altro annuì con aria distratta, il pensiero rivolto a
Watanuki ed Himawari che ancora non tornavano. Un pensiero tanto forte
da mettere quasi in sordina la voce di Nakuru, almeno fin quando questa
non terminò di parlare, baciandolo.
Fu in in quel preciso istante che, appena rientrato, Watanuki si
trovò ad assistere, suo malgrado, a quella scena,
decisamente sgradita.
Nel vedere Doumeki baciare Nakuru, si portò istintivamente
una mano alla bocca, ignaro delle lacrime che d'un tratto avevano preso
a scendergli sul volto.
Era sconvolto, tanto da trasmettere quanto stava vedendo all'altro
ragazzo che, resosi conto della sua presenza, si scostò
Nakuru di dosso, fissandola con sguardo torvo. «Non farlo mai
più!» La minacciò, guardaadosi intorno,
in cerca di Watanuki.
Sfortunatamente, il più piccolo si era già
allontanato, totalmente dimentico dei bento-box per i quali era tornato
indietro.
xXx
Il suono della campanella, udibile in tutto il complesso scolastico,
indicò agli studenti la fine della pausa pranzo.
Seduta al suo posto, Himawari stava ancora attendendo Watanuki,
l'espressione che ad ogni secondo si faceva sempre più
preoccupata.
Dopo aver ritrovato il nastro, il ragazzo le aveva detto di rientrare,
promettendole di tornare al più presto.
Non era da lui non tener fede ad una promessa, pensò
fissando la porta del'aula.
Qualche attimo dopo apparve Giku.
Nel vederlo, Himawari si sentì ancora più ansia,
seppur per motivi diversi. «Santsuki-kun, ciao...»
Fece, osservandolo mentre, posati i bento box sul tavolo, prendeva
posto al suo fianco, in un banco che non era il suo. «Hai
visto... Watanuki-kun?» Domandò quindi,
distogliendo lo sguardo.
«Oh, è scappato via prima.»
Dichiarò, avvicinandosi per non farsi udire dagli altri
studenti. «Senti Hime-chan... Come stanno le cose esattamente
tra... quei due?» Domandò.
Per un attimo la ragazza sembrò non capire, salvo
illuminarsi subito dopo. «Parli di... Doumeki-kun e
Watanuki-kun?» Chiese, vedendolo annuire. «Sono
amici... Ma, hai detto che Watanuki-kun è
scappato?»
«Si.» Sospirò l'altro. «Nakuru
ha baciato Shizu-kun e... Watanuki li ha visti ed è
scoppiato in lacrime, scappando via un attimo dopo.»
Spiegò. «Ho trovato la sua reazione molto...
esagerata, per uno che non fa che criticare.»
Commentò poi.
La ragazza lo fissò quasi incredula.
«Io...» Per un attimo si incupì.
Watanuki-kun aveva passato del tempo con lei. Probabilmente era stata
lei la causa di quanto avvenuto. «Credo che il loro rapporto
sia complicato.» Concluse, sforzandosi di dire qualsiasi cosa
riuscisse a concludere quella conversazione.
«Complicato come?» Domandò l'altro
sempre più pensieroso.
«Non saprei. Loro litigano sempre ma... è chiaro
che si vogliono un gran bene.» Dichiarò la
ragazza, notando solo in quel momento l'espressione del compagno.
«Tu credi ci sia del'altro?»
Giku annuì e, fattasi forza, Himawari decise di parlare
più liberamente, dimenticando, seppur per un solo istante,
le remore che aveva circa il fermarsi a chiacchierare con qualcuno che
contrariamente a lei, sembrasse portare fortuna. «Sai... io
ho pensato spesso ci fosse del tenerlo tra loro. Watanuki-kun
però ha sempre negato.» Dichiarò quindi.
«Così ha sempre negato eh...» Fece
l'altro. «Vedrò cosa posso fare!»
Dichiarò improvvisamente motivato.
A quello Himawari si limitò a sorridergli, distogliendo
improvvisamente lo sguardo. Se si trattava di aiutare, pensò
tristemente, lei non era di certo la persona più adatta.
xXx
Al termine delle lezioni Doumeki si incamminò, come sempre,
verso il negozio di Yuuko.
Qualche minuto prima aveva saputo, da Himawari, che Watanuki non si era
fatto vedere e che il medico dell'infermeria aveva fatto mandare un
ragazzo per dire che non avrebbe presenziato alla lezione, per via di
un improvviso malessere.
Ovviamente Himawari aveva intuito che quella doveva essere una scusa,
ciò nonostante evitò di esternare il proprio
dubbio, suggerendo all'arciere di raggiungere l'amico, probabilmente
già in strada verso il negozio della strega. Un consiglio
che si rivelò più che valido, pensò
poco dopo Doumeki, avvicinandosi al compagno.
«Oi...» Fece, nel vederlo giù di corda.
Nel sentirlo improvvisamente alle proprie spalle, Watanuki fece un
salto per lo spavento, fissandolo con espressione accigliata.
«Tu! Smettila di apparirmi sempre alle spalle.»
Borbottò sforzandosi di non urlare. «Che
vuoi?»
«Hai dimenticato questi.» Disse l'altro,
porgendogli i bento-box.
Il più piccolo li prese, senza rivolgerli neppure uno
sguardo. «Dove li hai presi?» Domandò
quindi.
«Me li ha dati Kunogi.» Replicò
l'arciere. «Lei li ha avuti da Sentsuki-kun.»
Spiegò, affiancandosi a lui. «Sembrava
preoccupata. Tu stai bene?» Chiese poi.
«Si, non hai bisogno di preoccuparti ogni volta.»
Commentò acidamente l'altro, sentendosi improvvisamente
triste al ricordo di quanto visto poche ore prima.
Nel vederlo allontanarsi di fretta l'arciere affrettò il
passo, sentendosi travolgere da un'ondata di dolore che, in un primo
momento, lo portò a bloccarsi, quasi per proteggersi.
Resosi conto di quanto appena avvenuto, raggiunse quindi il compagno.
«Si può sapere che ti prende, ora?»
Domandò. «Non ti credo, non stai bene.»
«E tu che ne sai, eh?» Fece l'altro. «Non
mi leggi nel pensiero!»
«Posso sentire le tue emozioni, però.»
Precisò l'arciere.
Colpito da quelle parole, Watanuki si irrigidì di colpo,
senza smettere di avanzare a passo spedito. «Certo che
Yuuko-san poteva anche evitare di insistere con questi
esercizi!» Borbottò.
Deciso a non dargli adito, Doumeki continuò a tenere il
passo. «Dimmi che hai!» Gli ordinò.
«Sai sentire le mie emozioni no?»
Ribattè il più piccolo. «Risponditi da
solo!»
A quello, stanco di non giungere a nulla, l'arciere lo
afferrò per un braccio. «Smettila di fare
l'idiota» Gli intimò, soffermandosi per un breve
istante su un pensiero decisamente diverso. «È per
via di quel bacio?» Domandò quindi.
«Forse... Ti interessa Nakuru?» Chiese, facendosi
improvvisamente più cupo. Non che gli sembrasse possibile,
però... aveva ricevuto l'immagine, il che significava che,
in qualche modo, Watanuki ne era rimasto sconvolto.
Nel sentirlo accennare a quel bacio, il più piccolo si
sentì mancare.
Di colpo l'immagine si riaffacciò alla sua mente,
mescolandosi con le altre, quelle che nei suoi sogni terminavano sempre
in modo tragico.
Si fermò per un istante, consapevole dell'affetto
dell'altro, seppur non comprendendone appieno l'entità.
Eppure... ancor più chiaro era il pericolo che gli avrebbe
fatto correre se solo avesse tentato di esprimergli quanto provava al
momento.
Deciso a proseguire nel suo intento, riprese ad avanzare, liberandosi
dalla presa ancora presente attorno al suo braccio.
«Lasciami perdere!» Esclamò, cercando di
frenare le proprie emozioni al fine di non inviare nulla di
compromettente.
«Non mi hai risposto!» Lo incalzò
l'altro, tornando a raggiungerlo per avvertire una frustrazione mista
ad emozioni piuttosto confuse.
Proprio non riusciva a capire i pensieri del compagno ed,
improvvisamente deciso a non insistere oltre, prese un'andatura
normale, proseguendo in silenzio. Lo sguardo fisso sull'altro che,
ancora a passo piuttosto veloce, era ormai giunto al negozio, nel quale
entrò senza neppure attenderlo.
Pochi minuti dopo, si trovarono entrambi a varcare la soglia della
solita stanza.
«Alla buon'ora!» Dichiarò Yuuko, con il
solito tono da professoressa.
Ancora contrariato, Watanuki si limitò ad un suono non ben
definito, andando a sedere sul solito divanetto.
Dietro di lui, Doumeki salutò la strega con un cenno del
capo, andando ad accomodarsi per poi restare in silenzio.
«Si può sapere cosa vi prende?»
Domandò la donna, notando le espressioni accigliate di
entrambi.
I due rimasero in silenzio e, per nulla desiderosa di udirne le
lamentele, la strega sorrise loro con fare ironico. «Se
è così, direi di iniziare!»
Esclamò perentoria. «Prima che giungano strani
insetti ad interromperci, possibilmente.»
In quel mentre, come fosse sato chiamato, Eriol aprì la
porta senza annunciarsi. «Parlavi di me?»
Domandò con il suo solito sorrisetto.
«Tu!» Fece l'altra con fare irritato, moderandosi
solo per via della presenza dei due ragazzi. «Mi sembrava di
averti detto di passare più tardi!»
Sotto gli sguardi curiosi dei due spettatori, l'uomo fissò
la strega con aria sconsolata. «In casa c'erano delle...
incomprensioni, diciamo. Così sono venuto prima. Sai... per
evitare liti.» Nel dire quelle ultime parole si
voltò, sorridendo a qualcuno dietro la porta.
«Bene, Yuuko-san, permettimi di presentarti il tuo nuovo
cliente.» Esclamò, indicando il giovane che alle
sue parole mosse un passo, rendendosi visibile ai presenti.
«Giku-kun... questa è la strega di cui ti
parlavo.»
Rieccoci qui, dopo una settimana di pausa data dalle feste e
dall'assenza di molti lettori.
Visto che le cose iniziano a farsi più complicate abbiamo
pensato bene di lasciarvi alla sola storiella di Yule.
Ed ora...
prima di passare all'angolo dedicato a voi lettori vi auguriamo un buon
2010!
Sperando sia l'anno dell'incoronazione ufficiale della DouWata ^_^
Witch Of The Dimensions: Cogita
cogita. Fa sempre bene ^_^
Quanto ai motivi del tuo cogitare possiamo solo dirti... Leggi e tutto
ti verrà svelato.
Lay si dichiara troppo inquieta per risponderti. :P
Hari ringrazia sentitamente per la nuova idea di nomignolo con cui
chiamare Lay-chan. :P
Nyah: Oh
certo che è una forma di affetto, il volere i cuccioletti
preferiti nell'angst!
E qui salirà, come saliranno le rivelazioni, in questo
capitolo ad esempio qualcosa c'è di queste ultime...
E prossimamente si prospettano altri miscugli di angst e importanti
scoperte, quindi continua a leggerci!
Quanto al dialogo, solo in parte è stato fatto per non
essere capito, in quanto parte delle cose a cui si accenna sono state
spiegate, o verranno spiegate, mentre altre richiedono una conoscenza
di Card Captor Sakura, come il perché Eriol e Yuuko si
conoscano, ma questo è stato spiegato nelle note del
capitolo precedente ^,^
Continua a leggerci, e saprai anche il resto :P
Naco chan: Ma...
Ci odi? Noi..? ;_; ¬.¬
Beh, non puoi non ammettere che questo capitolo è molto
più lungo del precedente. E ricco di scene anche. ^_^
Piaciuta Yuuko che arrossiva, eh?
La strega è stata meno entusiasta ma... no, niente spoilers.
U.U
Alla prossima! ^_^
sailorYuko:
No, non ti sei persa niente, solo che in questo caso Eriol è
finalmente diventato adulto e sono passati diversi anni dalla fine di
CCS, dato che nel nostro universo Watanuki è figlio di
CCS!Sakura e CCS!Shaoran... I perché ed altro non stiamo a
spiegarteli, dato che rischierebbero di spoilerare, ma diciamo che, per motivi che verranno spiegati più avanti, la Mizuki non c'è, per ora... forse...
Grazie degli auguri, buon anno se pure in ritardo!
LawlietPhoenix:
Buon anno anche a te. E non preoccuparti. Avrai modo di
capire Eriol, vedrai ^_^
*Fuggono via minaccate da lui e dalla strega*
Alla prossimaaaaaa ^_^
Dedichiamo anche un
ringraziamento speciale a chi ha commentato " Tradizioni",
la nostra Fanfiction di Yule, che speriamo vi sia piaciuta quanto a noi
è piaciuto scriverla. (Presto risponderemo ai commenti anche
lì.)
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Capitolo 28 *** Connessioni - Desiderio ***
Cap 28 - Desiderio
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 28
Desiderio
Quando vide il volto della strega delle dimensioni,
Giku
capì subito che quella donna poteva davvero fare la
differenza. Proprio come Eriol gli aveva detto.
Dopo un rapido inchino
in direzione della donna, il ragazzo
sollevò lo sguardo sui presenti, mostrandosi decisamente
sorpreso nel cogliere i volti dei suoi compagni di scuola.
«E voi...
Cosa ci fate qui?»
«Ohoh!»
Intervenne la strega. «Vi
conoscete, eh?»
Doumeki e Watanuki si
limitarono ad annuire, fissando Giku con
altrettanto stupore.
«E tu,
invece?» Domandò poi, il
più piccolo tra i due.
«Ho un
desiderio da esprimere.» Spiegò
l'altro, approfittando della momentanea disputa verbale tra la strega
ed il suo tutore, per volgere infine la propria attenzione su Doumeki.
«Senti...
posso parlarti?»
A quello, l'arciere lo
fissò, limitandosi ad annuire.
«Magari, in
disparte...» Fece Giku, lanciando il
proprio blocco da disegno sul divanetto libero per poi spostarsi poco
più in là.
Un gesto che
contrariò visibilmente Watanuki.
"Cos'è, vuole dichiararglisi anche lui, forse?"
Pensò, improvvisamente nervoso, fissando con
curiosità il blocco da disegno di Giku.
In prima pagina c'era
proprio un ritratto di Doumeki,
osservò, raccogliendo il blocco e guardandolo da vicino. Che
ne fosse davvero innamorato? Pensò, lanciando ai due
un'occhiata alquanto contrariata, dal momento che non riusciva a
sentirli.
«Allora?»
Domandò intanto l'arciere.
«Volevo
dirti che il tuo amichetto, oggi, vi ha
visto.» Dichiarò Giku. «Te e Nakuru,
intendo. Mentre vi baciavate.»
«Lo
so.» Asserì l'altro, incupendosi.
«Stava
piangendo.» Continuò Giku.
«Sai, sembrava si sentisse come... tradito.»
«Tradito...»
Ripeté l'arciere, facendosi
pensieroso.
«Guardandolo
ho pensato potesse avere una cotta per te, sai?
Insomma mettersi a piangere, scappar via, sono cose che fanno le
ragazzine innamorate, no?»
«Ti
sbagli.» Mormorò l'altro, stringendo
i pugni. «Watanuki mi detesta.» Asserì
quindi, rendendosi conto solo in quel momento di quanto male facesse
quella consapevolezza.
A quello, Giku si
limitò a sospirare, seguendo l'arciere per
poi avvicinarsi a Watanuki, ancora intento a fissarne il disegno con
sguardo malinconico.
«Bello, non
trovi?» Domandò,
sorridendogli.
Watanuki si
limitò ad annuire, capendo troppo tardi quanto
aveva appena ammesso.
«Cioè.
Il disegno, lo è.»
Dichiarò a voce alta, in modo da farsi udire dai presenti
ed, ovviamente, da Doumeki che a quello aveva preso a fissarlo con
espressione indecifrabile.
«Io... Vado
a preparare un tè per
tutti!» Esclamò, alzandosi e scappando via.
«Vivace il
ragazzo!» Commentò Eriol,
scostandosi da una Yuuko alquanto imbronciata. «Eh si,
Giku-kun è davvero bravo a disegnare.»
Dichiarò, riprendendo quanto accennato da Watanuki.
«Non trovi anche tu, Yuuko-chan?»
Commentò, rivolgendosi alla donna.
«Può
darsi.» Dichiarò la
strega, guardandolo con espressione torva. «Spero solo che il
ragazzo non sia un tuo parente. Siete una piaga voi Reed.»
«Mi chiamo
Hiragizawa, adesso... Yuuko-chan.»
Ribattè l'altro, sorridendole per poi avvicinarsi a Giku.
«E no, non è un mio parente.» La
rassicurò, volgendo poi lo sguardo su Watanuki, appena
rientrato con un vassoio.
«Ecco
qua!» Fece il ragazzo, appoggiando tazze,
teiera e pasticcini sul tavolo. «Biscotti al sakè,
come da lei richiesto.» Fece poi, in direzione di Yuuko.
«Sempre la
solita, eh?» Commentò l'uomo
con fare divertito, avvicinandosi al tavolo per servirsi.
«Grazie Kimihiro-kun.» Aggiunse, assaggiando un
biscotto. «La tua cucina è davvero buona come
dicono.»
«Davvero
buono, si.» Commentò la strega,
lanciando un'occhiataccia in direzione di Eriol per poi farsi
improvvisamente più seria. «Bene, Giku-kun. Sei
pronto ad esprimermi il tuo desiderio?»
xXx
Il lento tichettio dell'orologio, presente nella stanza, scandiva un
tempo che a tratti poteva dirsi quasi fermo, sospeso, pur se in
continuo movimento.
Uno sfondo quasi
romantico se paragonato alla donna posta in primo
piano.
«Allora,
Giku-kun...» Esordì la strega.
«Come mai, proprio tu, ti trovi qui?»
«Immagino
lei sia già a conoscenza della storia
secondo cui... porto fortuna.» Mormorò l'altro.
La donna
annuì. «Vorresti perdere il tuo dono di
portare fortuna, non è così?» Chiese
quindi, sorridendogli.
«Si.»
Fece l'altro.
«Spiegami i
motivi.»
A quella richiesta, il
ragazzo incrociò le braccia, fissando
distrattamente le lancette dell'orologio. «La
fortuna...» Iniziò, con tono dimesso.
«Tende ad isolarmi dagli altri. Sa... Quando vengono a
saperlo, gli altri... mi si avvicinano ma... Alla fine è
solo lei che cercano, non me.»
«Capisco.»
Commentò la strega.
«Immagino tu abbia già provato a non rendere noto
il tuo dono.» Continuò, sorridendo gentilmente al
lieve annuire del ragazzo. «La fortuna però
è come un raggio di sole, non è così?
Riesce a raggiungere anche luoghi che non si immaginano, si nasconde,
si mostra rapidamente. Nel tuo caso, ciò avviene con chi ti
è vicino. Mettendo in ombra te. Rendendoti un suo
strumento...»
«Già...
alla fine nonostante tutto... non riesco a
gioirne.»
«Immagino.»
Concordò la strega.
«Ciò nonostante... non posso esaudire il tuo
desiderio.»
Quelle parole,
giunsero all'altro come una triste sentenza, ancora una
volta scandita dallo scorrere del tempo.
«Perché..?»
Domandò.
Nel vederlo,
nonostante tutto, così pacatamente rassegnato,
la strega si addolcì. «Perché il
prezzo, sarebbe troppo alto. Per chiunque.»
«Cosa.»
Fece l'altro, sperando di avere ancora una
possibilità di scelta. «Mi dica
l'entità del prezzo!»
«La tua
felicità.» Dichiarò
la donna, dandogli tempo per comprendere a pieno quella notizia.
«Saresti infelice per sempre, Giku. Per questo non posso
esaudire il tuo desiderio.»
«Già,
capisco, si.» Disse lui,
sospirando. «Però... se è
così... Come mai sono riuscito a vedere il
negozio?»
«Perché
avevi un desiderio.»
Replicò la donna. «E per quanto possa sembrarti
strano... A volte, questi possono realizzarsi attraverso strade diverse
da quelle che immaginavamo.» Concluse, sorridendo
all'espressione incerta del ragazzo. «Oh, non è
necessario che tu comprenda subito.» Lo rassicurò.
«Quanto al tuo problema nel farti dgli amici... Sai, credo
che i due ragazzi seduti di là sarebbero perfetti.»
«Quei due,
eh?» Commentò Giku,
sorridendo ironicamente. «Sa... proprio oggi mi domandavo
cosa ci fosse tra loro.»
«Oh, e la
tua idea quale sarebbe?»
Domandò la donna.
«Mi
ricordano tanto i personaggi di un manga, sa... Lei dice
di odiare lui e poi scopre di amarlo, ma non si ritiene alla sua
altezza. Lui la ama da sempre, ma pensa di esserne odiato. Una cosa del
genere.» Dichiarò convinto.
«Oh
Giku-kun!» Esclamò la strega.
«Tu si che sei un ragazzo sveglio! Sai...»
Continuò con fare cospiratorio. «Io penso che la
tua vicinanza potrebbe aiutare almeno uno dei due a vedere le cose
più chiaramente...»
«Per via
della mia fortuna?» Chiese l'altro.
«Diciamo di
si...» Replicò la
donna. «Il punto è... Che giro farebbe
dopo averli sfiorati?»
Giku la
fissò perplesso e,, dopo avergli sorriso, Yuuko si
alzò, invitandolo a fare lo stesso. «Come ho
già detto... non è importante che tu capisca
tutto subito. In fondo... Le cose sono più divertenti se non
si sanno in anticipo, no?»
«Può
darsi..» Disse l'altro, seguendola
lungo il corridoio. «Sa...» Continuò,
dopo averla osservata a lungo. «Lei sarebbe il soggetto
perfetto per un ritratto.»
xXx
Nella solita stanzetta, intanto, Eriol aveva appena
terminato la sua
tazza di tè.
«Allora, voi
due...» Esordì quindi,
fissando con espressione divertita l'arciere, intento a mangiare i
biscotti preparati da Watanuki. «Che genere di lezioni
seguite?»
«Yuuko-san
ha insistito per farci fare strani esercizi con...
l'energia, credo.» Dichiarò il cuoco, appena
alzatosi per versare dell'altro tè all'uomo.
«Oh... e che
genere di esercizi?»
Continuò Eriol, prendendo l'ennesimo biscotto.
«Ci ha
spiegato come scambiare l'energia... e ci ha fatto
fare qualcosa per ampliare le emozioni, credo. Non ci capisco
molto...» Ammise.
«E... il
motivo di questi esercizi?»
Domandò l'uomo.
Watanuki
sembrò rifletterci qualche istante. «Per
via di quanto accaduto al ciliegio, presumo...»
«Ciliegio?»
Ripeté Eriol, notando
l'espressione improvvisamente cupa dell'arciere.
«Si...»
Fece l'altro. «Dei sogni. Pare
che un petalo con la mia energia fosse finito dentro di
lui...» Spiegò, incupendosi al ricordo di quanto
accaduto da quel momento in avanti.
«Oh... credo
di capire allora.» Ribattè
Eriol. «Yuuko-chan deve aver colto una qualche
affinità tra voi due. Si, dev'essere così. Lei
non fa nulla senza un buon motivo. O un buon compenso.»
Concluse, ridacchiando.
«Già»
Borbottò Watanuki.
«Ed è poco chiara, anche! Specie per me che al
contrario di lui...» Continuò, indicando Doumeki.
«Non vivo in un tempio.»
«Idiota.»
Replicò l'altro, bevendo dalla
propria tazza.
A quello Eriol
sorrise, facendosi per un istante malinconico, salvo poi
tornare a fissare il proprio interlocutore. «Potrei chiarirti
io le parti che Yuuko-chan evita di approfondire.» Disse poi,
sorridendogli. «Sai, anche se oggi ho solo metà
del mio antico potere, penso di poterti aiutare. Ma ne parleremo
meglio...» Concluse guardando oltre il ragazzo.
«Si,
perché no!» Concluse Watanuki,
interrompendosi nell'avvertire una strana energia alle proprie spalle.
«Yu...Yuuko-san!»
Balbettò, nel vedere
l'espressione rabbiosa della strega.
«Tu!»
Sibilò la donna in direzione di
Eriol. «Maledetto bastardo!»
«Oh... la
strega si è arrabbiata?» Fece
l'altro.
«Come osi
macchinare alle mie spalle!»
Continuò lei, volgendo uno sguardo altrettanto adirato su
Watanuki. «E tu! Dopo tutto quello che ho fatto per te...
Come osi rivolgerti a lui?»
Intimidito dalle
parole della donna, il ragazzo indietreggiò
di qualche passo. «Per me..? I..io sto lavorando per lei da
anni ormai!» Tentò.
«Su
Yuuko-chan» Intervenne Eriol, posando una mano
sulla spalla del ragazzo. «La nostra magia è molto
simile, sai bene che posso aiutarlo.» Dichiarò.
«Ah
si?» Replicò lei, fissandolo con
odio. «E sentiamo... come lo aiuteresti?»
«Posso
spiegargli quanto ha ancora da apprendere, per
esempio.» Spiegò, salutando con un cenno
l'ingresso di Giku. «Con una nostra conoscenza ha funzionato
discretamente, direi.»
«Tzè!
Solo perchè aveva dalla sua amici
in grado di aiutarla, ma questo qui...» Replicò la
donna, indicando Watanuki. «Non ha ancora capito chi sia
giusto avvicinare e chi no. E tu ne sei un chiaro esempio!»
«Che
cattiva...» Ribatté l'uomo in tono
scherzoso. «Mi limiterò a farti da assistente. Che
ne pensi?»
La strega
sembrò rifletterci su. «Solo in mia
presenza e... dovrai portarmi ogni giorno un regalo diverso!»
«In memoria
dei vecchi tempi?» Ribatté
l'altro.
«Accetti o
no?» Ringhiò la strega.
Eriol la
guardò con espressione più tenera.
«Mi lasceresti altra scelta?» Domandò
poi, sotto gli sguardi curiosi dei presenti.
«Ovviamente
no!»
«Benem
allora.» Fece lui, sorridendole.
Un attimo dopo
schioccò le dita, facendo apparire una gemma
a forma di farfalla che, quasi fosse viva, prese a battere le ali,
raggiungendo la donna.
«Questo
è scorretto!»
Dichiarò la strega, osservando il regalo con sguardo
sognante. «Bene, allora... inizieremo domani. Ma sia chiaro,
sarò io l'insegnante.»
Eriol annuì
e dopo un sorriso alla farfalla, nuovamente
immobile, Yuuko lasciò cadere l'argomento, dando il
pomeriggio libero ai suoi due studenti.
xXx
Tornato al tempio, Doumeki si richiuse il cancello
alle spalle,
ammirando i grandi alberi di ciliegio, posti in fila lungo il viale.
Uscito dal negozio
aveva finito col rientrare in anticipo, un'abitudine
che aveva preso da qualche giorno, più precisamente da
quando aveva capito di essere un peso per Watanuki.
Per un attimo le
parole di Giku gli tornavano in mente.
Forse se qualcuno
avesse cancellato gli ultimi giorni, riportandoli ad
un attimo prima del viaggio verso il mondo del ciliegio, in quel caso
avrebbe potuto credere a quelle parole. Dopo quanto accaduto,
però, sarebbe stato un folle ad illudersi a quel modo.
"Solo un folle."
Sospirò a
quell'ennesimo pensiero, aprendo lo shoji che dava
alla sala, riponendo le proprie cose ed avviandosi verso il bagno.
Aveva davvero bisogno
di scrollarsi la tensione di dosso.
Un'ora dopo,
lievemente più rilassato, uscì fuori
in uno dei suoi yukata, deciso a spazzare il giardino.
Dedicarsi al tempio di
suo nonno riusciva a riportare un pò
di pace nella sua anima, ultimamente in tumulto, aiutandolo a porre un
freno ai troppi pensieri.
Fu proprio emergendo
da uno di essi che, sollevando lo sguardo,
notò la figura di un uomo di mezz'età che, da
dietro il cancello, lo stava osservando.
Aveva uno sguardo che
sembrava implorare aiuto mentre, immobile, lo
fissava senza neanche un cenno di un saluto.
Incuriosito, Shizuka
decise di andargli incontro, fermandosi a qualche
passo dal cancello e domandandogli se poteva essere d'aiuto.
Quella sola domanda
bastò a scuotere l'uomo che, finalmente
in sé, si decise a varcare la soglia, afferrandogli le mani
per poi chiedergli aiuto con fare implorante.
Con la stanchezza di
quegli ultimi giorni un simile incontro era
l'ultima cosa che gli serviva. Fu quello il primo pensiero del ragazzo,
immediatamente cancellato dal dovere che quel luogo sacro lo obbligava
a seguire.
Era pur sempre in un
tempio, e sapeva bene che suo nonno non avrebbe
mai negato il proprio aiuto ad un fedele.
Fu quindi con una
posata gentilezza che invitò l'uomo ad
accomodarsi, guidandolo nella sala dove un tempo aveva visto eseguire
diversi rituali.
Dopo averlo
rassicurato si allontanò verso una stanza
rimasta chiusa per tanto tempo, la stessa dove Watanuki si era
rifugiato quella prima notte della loro convivenza forzata. Cercando di
allontanare ogni pensiero a riguardo, prese dal cassetto una vecchia
scatola, appartenuta ad Haruka, chiudendosi infine la porta alle spalle
e facendo ritorno dall'uomo, che ritrovò esattamente come
l'aveva lasciato.
Aveva sempre pensato
con un certo distacco agli esorcismi, cui
nonostante tutto sembrava naturalmente portato.
Non ne aveva mai
svolti, prima di conoscere lui...
Ed anche adesso, era
ben consapevole di dover considerare Watanuki come
qualcosa a parte.
C'erano esorcismi di
vario genere, se ne rendeva conto solo ora.
Lui respingeva
naturalmente gli spettri, ma da qui a sconfiggerli,
allontanandoli, c'era una gran differenza.
Qualcosa che aveva
iniziato ad apprendere in quella chiesa, tempo prima.
Già, su una
cosa quell'Eriol aveva avuto ragione. Yuuko-san
non agiva mai senza un motivo.
Furono questi i suoi
pensieri quando, ascoltate le parole del fedele,
si alzò per accendere diversi incensi, riponendoli in punti
strategici della sala.
Solo allora, raggiunta
la giusta concentrazione, si decise ad aprire la
vecchia scatola, rovistando tra il contenuto fino a trovare un piccolo
ofuda, perfetto per scacciare spiriti passeggeri.
Con estrema calma
raggiunse, quindi, il suo ospite e, dopo avergli
spiegato quanto stava per fare, recitò alcuni sutra,
concentrandosi per qualche istante sul talismano scritto, anni prima,
da suo nonno. Fissò con sguardo calmo e sicuro gli occhi,
ancora impauriti, dell'uomo, ponendogli l'ofuda sulla fronte, recitando
al contempo alcuni sutra.
Continuò a
lungo, fin quando una strana entità,
percepibile come un fumo di inchiostro nero, non si staccò
dall'uomo, iniziando a vorticare per la stanza fino ad essere assorbita
dal fumo degli incensi.
Un attimo dopo ogni
cosa sembrò tornare alla
normalità e, finalmente libero, l'uomo si profuse in
ringraziamenti di ogni tipo, guardandolo con espressione commossa.
Nel vederlo andar via
Shizuka si rese conto, forse per la prima volta,
di come la figura di suo nonno fosse stata importante non solo per lui,
ma per tutti i fedeli che, appoggiandosi al tempio, cercavano nel
sacerdote una guida per proseguire il loro cammino nella vita.
Rieccoci! ^_^
Nyah:
Su, non disperare, questo è solo l'inizio
dell'angst.
Oh, forse non era questo che desideravi leggere, eh? ^^"
Insomma, vedrai che alla fine le cose volgeranno per il meglio, prima o
poi almeno... *cambiano rapidamente discorso*
Buon anno anche a te ^_^
Naco chan:
Iniziamo dal dirti che, beh, non è che Doumeki sia
deficente... è solo che Watanuki È idiota, ed
è un dato di fatto, ma dopo che gli ha detto così
tante volte che lo odia, Doumeki inizia a crederci U.U *coccolano
Shizuka*
Riguardo Giku... beh, la risposta l'hai avuta, e pure fin troppo presto
per i nostri standard... sorpresa, eh? :P
Himawari, invece... già, povera ragazza, vero? *Fischiettano
facendo finta di non sapere nulla.* chissà se le
succederà qualcosa...
Witch Of The Dimensions: Addirittura
lo sospettavi? Non va bene, nono. :P
Nakuru ha molto apprezzato il tuo complimento, il resto non l'ha
capito, per fortuna XD
E Doumeki apprezza la tua solidarietà.
Speriamo che anche il prossimo capitolo sia di tuo gradimento.
sailorYuko:
Se tu stessi come Watanuki, momentaneamente staresti fin troppo male,
quindi non te lo consigliamo proprio.
Comunque, come vedi il capitolo è arrivato! E, pur non
contenendo troppi momenti per la nostra coppia preferita, contiene
tanti indizi... chissà per cosa, però...!
Continua a seguirci e lo saprai ^.^
LawlietPhoenix: Speriamo
di non perderti come lettrice, confessandoti che l'angst è
appena iniziato ^^""""
Ci uniamo al dolore nel vedere Doumeki baciare un'altra, cucendoci la
bocca a riguardo. U.U
Con questo capitolo, almeno qualche punto dovrebbe essersi chiarito,
però, no? :P
Alla prossima recensione! ^_^
|
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Capitolo 29 *** Connessioni - Parole che fanno male ***
Destino
Inevitabile - Conessioni
Capitolo
29
Parole che fanno male.
L'immagine del bacio
tra Doumeki e Nakuru aveva finito col torturarlo
per tutta la giornata, seguendolo anche nella successiva.
Triste come non mai,
Watanuki si trovò, quindi, ad attendere
gli altri per la solita pausa pranzo: I bento-box carichi dei cibi
preparati durante la notte insonne, sul volto un'espressione stanca.
«Ancora
depresso?» Domandò Giku,
raggiungendolo e guardandosi intorno in cerca di Nakuru.
«Eh?»
Ribatté il ragazzo, senza capire.
«Non sono depresso!» Dichiarò poi,
imbronciandosi appena. Che cavolo ne sapeva, quello, dei suoi problemi.
Certo,
però, anche lui doveva averne per essere riuscito a
vedere il negozio della strega, pensò subito dopo, senza
smettere di fissarlo.
Fu in quel momento
che, di colpo, avvertì la presenza forte
e calma dell'arciere.
«Yo»
Lo sentì dire, subito dopo, proprio
alle sue spalle.
Osservò
Giku fargli un cenno col capo, voltandosi anche lui
per porgergli il pranzo.
«Nakuru ha
detto che non verrà.»
Dichiarò l'arciere, prendendo il bento-box. «Sta
prendendo lezioni di tiro con l'arco.»
Quelle parole caddero
sul più piccolo come una doccia
fredda. Da quando si era fatto portavoce di quella?
«Oh, ne ha
davvero bisogno.» Commentò
Giku, facendosi improvvisamente sorridente nel veder giungere Himawari.
«Ciao a
tutti, scusate il ritardo!»
Dichiarò la ragazza, fermandosi a riprendere fiato.
«Oh,
figurati!» Esclamò Watanuki,
porgendole il pranzo.
Si sentì
più sollevato nel cogliere il volto
sorridente dell'amica, notando proprio in quel momento lo sguardo che
questa rivolse a Giku, nel vederlo andarle vicino.
«Hime-chan...»
Esclamò il ragazzo.
«Dovrei parlarti, hai un minuto?»
A quella domanda la
ragazza sembrò allarmarsi.
«S..si. Non ci vorrà molto, vero?»
Domandò.
«Oh, no, ci
metteremo pochissimo, vedrai!»
Dichiarò l'altro, tirandola per un braccio per poi fermarsi
poco più avanti.
A quel gesto, sia
Doumeki che Watanuki rivolsero ai due uno sguardo
preoccupato, restando, nonostante tutto, in silenzio, intenti a
consumare il proprio pasto.
Fu solo all'arrivo di
un ragazzo mai visto prima, che si trovarono a
sollevare entrambi lo sguardo.
«Hem...
scusatemi.» Esordì questi,
fissando Doumeki con particolare attenzione. «Doumeki-san...
io...» Continuò inchinandosi. «Ecco...
volevo ringraziarti.»
Pur non capendo il
motivo di tali parole, l'arciere posò il
proprio bento, alzandosi e porgendogli la mano. «Per
cosa?»
«Ecco...
sono il nipote di Fujishima. Ho consigliato allo zio
di rivolgersi presso il tuo tempio perché delle
compagne...» Spiegò, indicando due ragazze poco
lontane «Mi avevano parlato molto bene di te.
«Capisco...»
Replicò Doumeki, notando
Ichi ed Ini. «E... tuo zio, sta bene?» Si
informò.
«Oh,
si!» Dichiarò l'altro.
«Sta benissimo e la zia mi ha chiesto ti portarti
questi!» Disse, porgendogli un pacchetto. «Li ha
fatti lei.» Spiegò, notando lo sguardo
improvvisamente cupo di Watanuki.
«Ne sono
felice...» Dichiarò, l'arciere,
prendendo il pacchetto.
Nel farlo, sorrise in
un modo che, a Watanuki, ricordò
quello visto tante volte sul volto di Haruka.
Un pensiero che lo
rattristò, almeno come lo scoprire che
l'amico aveva aiutato qualcuno che non era lui.
Era la prima volta che
accadeva...
«Ora... devo
andare.» Dichiarò il
ragazzo, facendo un cenno ad Ichi ed Ini. «Grazie ancora,
Doumeki-san.» Esclamò, salutando
Watanuki per poi allontanarsi.
Nel vederlo andar via,
Watanuki si sentì finalmente libero
dire la sua. «Doumeki-san, eh?» Commentò
in tono ironico.
L'altro non
replicò nulla, riprendendo a mangiare e,
irritato, il più piccolo decise di continuare a dire quanto
pensava a riguardo. «Fortuna che non eri un
sacerdote.» Borbottò.
«Non lo
sono, infatti.» Ribatté l'altro.
«Ah davvero?
perché sai, non sembrava.»
Continuò Watanuki. «E dati i tuoi nuovi impegni,
potresti smettere di prendere lezioni da Yuuko-san...»
L'arciere gli rivolse
uno sguardo severo.
«Continuerò a seguirle, invece.»
Dichiarò poi, chiudendo il bento-box ormai vuoto.
A quelle parole il
più piccolo si fece più
pensieroso, fissando con sguardo spento il proprio pranzo.
«Non trovo giusto che una persona popolare e responsabile
come te passi tanto tempo con il sottoscritto.»
«Adesso
sarei responsabile?» Domandò
l'altro, prendendo il regalo ricevuto poco prima. «Non mi
serve altro tempo. Ho solo aiutato una persona.»
Dichiarò poi, storcendo il naso ed allungando il sacchetto
all'altro. «Ne vuoi?» Domandò infine,
mostrandogli il contenuto.
«Biscotti,
eh? La tua fama di mangione deve essere
nota.» Commentò Watanuki, chiudendo il bento-box.
«Non ho fame oggi.» Spiegò poi,
guardando altrove. «Ad ogni modo... hai anche una ragazza
ora. Quindi il tempo ti serve comunque...»
Dichiarò con falsa indifferenza.
«Nakuru non
è la mia ragazza.»
Replicò l'arciere, approfittando dello strano silenzio
dell'altro per continuare. «E ieri...ti hanno visto
piangere.»
«Cosa?»
Replicò il più
piccolo, arrossendo.
L'arciere si
sistemò meglio, appoggiandosi contro il tronco
dell'albero, lo sguardo fisso davanti a sé. «Dimmi
perché piangevi...»
«Eh?! No...
non vedo perché dovrei!»
Esclamò il ragazzo, sempre più imbarazzato.
Nel sentirlo
rispondere a quel modo, Doumeki si voltò a
guardarlo, aprendo bocca per rispondergli, interrotto però
dal ritorno dei due compagni.
«Tutto
ok?» Domandò Giku, notando l'aria
piuttosto tesa tra i due.
Dietro di lui Himawari
stava osservandoli con la solita
giovialità, messa leggermente in ombra da una vena di
preoccupazione.
«Si, tutto
bene!» Replicò Watanuki.
«E tu, Himawari-chan?»
«Sto
bene!» Fece lei, sorridendogli.
«Oh...»
Si intromise Giku. «Mi
è tornato l'appetito, in mensa però
sarà tutto finito, ormai.»
«Prendi
questi.» Replicò Doumeki,
passandogli i biscotti ancora intatti.
«Te li ha
fatti Wata-kun?» Domandò Giku
in tono, volutamente, malizioso.
«Hei!»
Urlò questi.
«Perché avrei dovuto!»
Continuò, incrociando le braccia con aria stizzita.
«Idiota.»
Gli fece eco Doumeki.
Quel piccolo
battibecco provocò l'ilarità di
Himawari. «Siete così amici voi due.»
Dichiarò la ragazza, lieta di vedere, nei due, un ritorno al
loro vecchio modo di fare.
«Non lo
siamo!» Continuò Watanuki,
felice di vederla più serena.
«Beh... chi
li ha fatti allora?» Domandò
Giku, prendendone uno.
«Il parente
di un fedele.» Spiegò
l'arciere.
«Fedele?»
Domandò l'altro ragazzo.
«Un
frequentatore del tempio.» Chiarì
Doumeki.
«Oh...
Così tu vivi in un tempio?»
Continuò Giku, passando al secondo biscotto. «Mi
sono sempre chiesto come siano dal vivo. Quindi sei cosa... un prete?
Come quelli che ci sono inghiliterra?» Chiese,
improvvisamente curioso.
«In giappone
ci sono fedi diverse. Mio nonno era un sacerdote
shintoista.» Chiarì l'arciere.
«Oh,
menomale! Perché sai, da quelle parti non
sono di larghe vedute...» Fece Giku, con aria sollevata. Se
Doumeki fosse stato un prete, il suo intento di avvicinare il ragazzo a
Watanuki avrebbe trovato diversi ostacoli.
Non certo di aver
capito, Doumeki sollevò lo sguardo per
ribattere, distraendosi nel notare come Watanuki si fosse addormentato.
«Oh...
Doveva essere stanco.» Commentò
Giku, seguendone lo sguardo.
«Già...»
Rispose Doumeki, senza smettere
di fissare l'altro.
«Bene!»
Diachiarò Giku alzandosi.
«Io vado a vedere cosa combina Naku!»
Bisbigliò poi. «Vieni anche tu,
Hime-chan?» chiese, rivolgendo alla compagna un chiaro
sguardo d'intesa.
«Si...»
Fece lei alzandosi. «Ci vediamo
dopo!» Disse, salutando l'arciere per poi allontanarsi in
compagnia del ragazzo.
Quando i due compagni
furono abbastanza distanti, seppur poco convinto
dalla scelta di Himawari, Doumeki si alzò, avvicinandosi a
Watanuki.
In perfetto silenzio,
si piegò sulle gambe, osservandolo per
un po', l'espressione seria.
"Doveva essere stanco per
appisolarsi nel bel mezzo del pranzo."
Pensò, scostandogli una ciocca di capelli dal viso,
sfiorando anche quello in una carezza leggera come il vento ma carica
di varie emozioni.
Era da tanto che non
riusciva ad osservarlo così a lungo,
pensò, notandone l'espressione infantile, tanto diversa da
quella solitamente arrabbiata.
Si sarebbe staccato, a
quel punto, se l'altro non avesse sorriso nel
sonno, sussurrando qualcosa di incomprensibile, con una tale dolcezza
da spingerlo ad avvicinarglisi, tanto da poterlo baciare. Fu il "ti
amo" improvviso che gli sentì dire, a fermarlo.
"Watanuki innamorato..?"
Quella
realtà lo lasciò senza parole, il cuore
carico di una nuova tristezza.
Rieccoci ^_^
Naco chan: Si,
amiamo Giku anche noi, il povero ragazzo è
proprio adatto al ruolo che rappresenterà... ma non
spoileriamo! Su di lui, proprio non possiamo dirti niente,
perché tutto sarebbe anticipazione futura, eh si!
La parte finale
è un'inizio di qualcosa che
risulterà importante, invece, per questo esortiamo a
ciò che diciamo sempre, ovvero, mai dimenticarsi che ogni
dettaglio è essenziale!
SailorYuko: Siamo
felici che il capitolo ti sia piaciuto. Liete di
constatare che i nuovi elemeni siano stati colti. Sono tutti
importanti. Da non dimenticare U.U
Witch of the Dimensions:
Siamo felicissime che proprio una delle
lettrici che ci segue costantemente segni la recensione numero 200 ^.^
Sentirci addirittura
dire che rendiamo i personaggi meglio delle CLAMP
è bello, grazie milleee!
In versione manga o
animata la storia, dici? Piacerebbe molto anche a
noi!
Grazie mille dei tuoi
complimenti, ci fanno sempre tanto piacere...
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Capitolo 30 *** Connessioni - Tra sogno e realtà ***
Destino
Inevitabile -
Connessioni
Capitolo
30
Tra sogno e realtà.
Stava ancora sognando, immerso in immagini cariche di sensazioni
piacevoli, dalle quali si ridestò a causa di un'emozione se
possibile più forte di quelle provate nel sonno.
"Shizuka..?" Pensò, riaprendo gli occhi e trovandosi a
guardare i rami dell'albero sotto il quale si era addormentato.
«Eh?»
Poco lontano, Doumeki stava ancora pensando a quanto udito da quelle
labbra, le parole che, ormai vive, sembravano urlare nella sua testa.
Un eco assordante che riuscì a controllare a fatica.
Nel vederlo così teso, Watanuki si mosse appena, allungando
un braccio per sfiorare quello dell'altro. «Doumeki,
cos'hai?» Domandò preoccupato.
In un primo momento, l'arciere non sembrò neppure sentirlo,
troppo preso dai pensieri che continuavano ad affollargli la mente.
Fu solo al secondo richiamo del più piccolo che, finalmente,
si destò, guardandolo con espressione ferita. «Si
è fatto tardi.» Esclamò, alzandosi.
Travolto dalle emozioni dell'altro, forti e alquanto dolorose, Watanuki
si irrigidì. «Stai bene?» Chiese, senza
ancora alzarsi. «È successo qualcosa?»
L'altro non si voltò, muovendo ancora un paio di passi.
«Sbrigati.» Dichiarò poi.
«Hey!» Sbottò l'altro, recuperando la
cartella per poi alzarsi. «Vuoi dirmi cos'è
successo? Lo sento da lontano che hai qualcosa, lo sai!»
Esclamò, raggiungendolo.
Consapevole di aver fatto passare fin troppe emozioni, l'arciere
tornò ad ergere un muro tra loro. «Non ho
nulla.» Replicò, senza smettere di avanzare.
Non contento, Watanuki lo afferrò per un braccio.
«Non ti credo.» Rispose, fissandolo seriamente.
«Non capisci che in questo modo fai preoccupare chi ti
circonda?»
«Di certo, chi mi odia non rientra nella
categoria.» Ribatté l'altro, senza neppure
guardarlo.
Parole che a Watanuki fecero male. In fondo era a causa del suo
atteggiamento se le cose tra loro avevano iniziato a regredire. Una
cosa che Watanuki sapeva bene e che lo spinse a spiegarsi.
«Senti...» Tentò, lasciando la presa dal
braccio dell'arciere. «So che può suonare ipocrita
ma... Anche io mi preoccupo, sai..?»
«Non farlo.» Replicò l'altro, senza
ancora guardarlo. Le emozioni che, miste a quelle di Watanuki, erano
fin troppo forti da sopportare. «Non ne hai
motivo.» Aggiunse in tono basso ma fermo.
«Lo so...» Ribatté il più
piccolo. «In genere sono io quello che fa preoccupare tutti,
no?» Commentò poi, in tono amaro. Avrebbe voluto
dirgli tante cose in quel particolare momento. Il bisogno di saperlo al
sicuro, però, lo spinse a rincunciare. Si mosse
così più rapidamente, anticipandolo di diversi
passi, creando una distanza simbolica tra sé e l'altro.
Un gesto che l'arciere osservò con espressione triste, i
pugni stretti. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, fermarlo, chiedergli chi
fosse la persona cui aveva bisbigliato parole così preziose.
Un desiderio che accantonò, consapevole di rischiare di dire
troppo, di rovinare quel poco che ancora li legava. Quel poco che a lui
era estremamente caro.
xXx
Quel pomeriggio il negozio sembrava avvolto da un silenzio tetro,
recante la firma dei due ragazzi, giunti da poco.
«Che allegria...» Commentò la strega,
dopo averli osservati per diversi secondi.
«Kimiro-kun!» Esordì Eriol, entrando con
tanto di grembiule legato in vita. «Hai totalmente cambiato
la disposizione della cucina, eh?»
«Chi ti dice che sia stato lui?» Domandò
Yuuko, punta sul vivo.
«Il fatto che tu non hai mai cucinato,
Yuuko-chan...» Ribatté l'uomo in tono scherzoso,
posando sul tavolino una torta appena sfornata.
«Tu! Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio!» Lo
intimò l'altra.
Eriol si limitò a sorriderle ironico, avvicinandosi subito
dopo ai due ragazzi ancora in silenzio. «Tutto bene, voi
due?»
«Già...» Aggiunse la strega, facendosi
improvvisamente sospettosa. «Non avrete litigato?»
Quella domanda colpì il più piccolo tra i due.
«Eh? No! Perchè avremmo dovuto.»
«Perchè lo fate sempre, no?» Rispose
l'altra, prendendo una fetta della torta preparata da Eriol.
«Sapete...» Continuò l'uomo, rivolgendo
ad entrambi uno sguardo quasi malinconico. «Un tempo anche io
e Yuuko-chan litigavamo... "spesso", proprio come voi.»
«Già!» Fece l'altra, gustando con
evidente piacere la torta. «Solo perché eri un
bastardo occhialuto.» Asserì. «Proprio
come ora!»
«Mi spiace contraddirti Yuuko-chan, ma anche quella volta che
mi obbligasti a provare quel prototipo di lenti a contatto della
Piffle, litigammo.»
«Già...» Commentò la donna
con aria pensierosa. «Ad ogni modo...»
Continuò, cambiando argomento. «Sicuri di non
avere nulla?»
All'ennesimo riferimento a quanto accaduto poco prima, l'arciere si
limitò ad annuire, sperando di cancellare così
ogni dubbio e, di conseguenza, ogni domanda.
«Bene allora!» Dichiarò la donna,
alzandosi. «Tu e tu!» Esclamò indicando
i due ragazzi. «Sedetevi uno di fronte all'altro. Oggi si
medita!»
«Perfetto!» Replicò Watanuki.
«Un'altra cosa che io non so fare e che quello...»
Disse, lanciando un'occhiataccia a Doumeki. «Fa ogni
giorno!»
«Vedi Watanuki...» Intervenne Eriol facendosi
più serio. «Meditare ti serve per imparare a
gestire la tua mente, conoscerti ed evitare di combinare
guai.» Disse facendosi via via più scherzoso.
Il ragazzo si limitò ad un cenno d'assenso, accigliandosi
nel vedere la strega annuire. «In poche parole cosa devo fare
quindi, starmene seduto e non pensare a nulla fino ad
addormetarmi?» Domandò sarcastico.
«Stupido!» Fece Yuuko, alzandosi e colpendolo in
testa con la bacchetta. «Fossi in te eviterei di dormire,
sai? Potresti finire col rivelare quello che sogni...»
Dichiarò poi, guardandolo con aria allusiva.
Quelle parole fecero sussultare Watanuki. «Quello che...
sogno..?» Domandò, improvvisamente allarmato.
A quello la strega lo ignorò, volgendo uno sguardo
rassegnato in direzione di Eriol. «Dubito abbia
capito.» Bisbigliò poi in direzione dello stregone.
«Già...» Asserì lui con fare
pensoso. «D'altro canto non si può certo
pretendere che tutti i miei discendenti siano dei geni...»
Decretò a bassa voce.
«Come se ce ne fossero, di geni.»
Ribattè Yuuko, fissando i due ragazzi. «Forza voi
due. Chiudete gli occhi ed iniziate.» Esclamò un
attimo dopo, osservandoli mentre con poca voglia andavano a sedersi uno
di fronte all'altro, chiudendo gli occhi per poi concentrarsi.
Era rimasto ad occhi chiusi per diverso tempo, sforzandosi di fare il
vuoto nella propria mente, cercando di lasciar scorrere i pensieri,
proprio come gli era stato spiegato. Si trovò ad avere in
mente solo lui, ovviamente. Ricordi lontani e recenti, legati tra loro
da emozioni forti.
Da quanto aveva capito di amarlo non aveva fatto altro che prenderne le
distanze, evitando di dargli spiegazioni, dicendogli di odiarlo.
Ciò nonostante, Doumeki aveva continuato a seguirlo. Aveva
senso, quindi, allontanarlo a quel modo?
Si trovò ad
aprire gli occhi, scoprendosi ancora a scuola, sdraiato sotto l'albero
del quale adesso stava osservando i rami.
Si sollevò
mettendosi a sedere, incapace di comprende cosa stesse accadendo.
«Che succede?» Domandò poi a Doumeki,
fermo a pochi metri da lui ed intento a fissarlo.
«Nel sogno...
parlavi con qualcuno.» Dichiarò l'arciere,
guardandolo duramente.
«Eh?»
Rispose, mentre le prime immagini del sogno tornavano alla sua mente.
«Cosa? No!» Mentì, arrossendo di colpo.
«Non ho sognato, affatto!»
«Si
invece!» Ribatté l'altro andandogli vicino.
«Stavi parlando con qualcuno, e gli hai detto di
amarlo.»
«Era solo un
sogno.»
«Può
darsi, ma voglio sapere chi stavi sognando!»
Nel sentirlo parlare con
tanta decisione, Watanuki ne evitò lo sguardo, arrossendo
maggiormente. «Per... perché vuoi
saperlo?» Domandò. «Non ti riguarda, in
fondo...»
«Questo
sarò io a deciderlo!» Fece l'altro.
«Ecco, io...
so... sognavo te.» Ammise il più piccolo senza
guardarlo.
A quello,
l'arciere lo fissò con aria sorpresa. «Hai detto a
me quelle cose?» Domandò poi, coprendo la poca
distanza che li separava.
Ormai al colmo
dell'imbarazzo, Watanuki si limitò ad annuire, sollevando lo
sguardo solo quando sentì la fronte di Doumeki contro la
propria.
«Lo pensi
anche ora..?» Domandò il più grande in
tono più caldo.
Watanuki lo
fissò come incantato. «Da un po' in
realtà.» Dichiarò con voce tremante.
Il silenzio che si
frappose tra le loro voci sembrò farsi sempre più
carico di tensione, interrotta infine da quella di Doumeki.
«Idiota...»
Disse, andando a posare le labbra contro le sue. «Anche io ti
amo...» Sussurrò, baciandolo.
Lo amava... Una
realtà che gli strappò un sorriso, portandolo a
riaprire gli occhi per guardarlo.
Quello che vide,
però, non fu quanto si aspettava.
Tutto intorno era
diventato improvvisamente scuro e Doumeki era ancora lì ma
in piedi, intento a fissarlo mentre, alle sue spalle, un'ombra, tanto
scura da sconfiggere l'oscurità stessa, andava
avvicinandoglisi sempre più.
A quella vista, Watanuki
si alzò nel tentativo di raggiungerlo, bloccandosi a causa
di una lastra di vetro invisibile.
Spaventato,
iniziò a battere i pugni contro quel muro invisibile, senza
riuscire a farsi notare dall'altro che, in breve tempo fu avvolto
dall'imponente ombra.
Sempre più
agitato ed ormai tra le lacrime, continuò a colpire la
lastra, vedendola scomparire di colpo.
Un battito di ciglia e
si trovò a terra, in ginocchio, a tenere il corpo ormai
senza vita del ragazzo che amava.
In lontananza
udì solo poche parole, la voce vagamente falimiare.
«Abbatti la
barriera, Kimihiro-kun...»
I punti salienti della trama sono ormai stati tracciati. Eccetto
qualcuno che giungerà improvviso e a tradimento. U.U
Siete pronte a scoprire cosa si nasconde dietro i sogni di Watanuki,
l'arrivo di Eriol e gli esercizi che i due protagonisti stanno facendo
al negozio?
Continuate a seguirci e ne vedrete delle belle! ^_^
naco
chan: Ci hai preso, come spesso succede. U.U
La visita
al tempio ha un ruolo importante che si rivelerà presto.
Anzi,
potremmo dire che ha già innescato la giusta serie di
eventi.
Quanto al
resto
visto che
rispondendoti rischieremmo lo spoiler, non ci resta che salutarti,
sperando che questo capitolo ti sia piaciuto. ^_^
Eiden:
Odiarvi? Assolutamente no! L'angst da sapore alla vita, rende l'attesa
dello Yaoi meno noiosa oltre a fornire spunti per la trama, oltre a
rendere tutto più bello ed intenso.
*Sospirano* In ogni caso, Eriol ci tiene a dire che lui non si chiama
più Reed come cognome, ora come ora, ma passando ad altro...
pensi davvero che sia solo quello il motivo per cui tra i nostri due le
cose vanno male? ^.^ Chissà...
Nya: Doumeki
si è offeso non poco nel leggere il tuo commento. U.U
*coccolano l'arciere che le manda a quel paese. ;_;*
Piccola nota, lo spirito non è rimasto intrappolato
nell'incenso ma è stato esorcizzato anche grazie a questo.
Al resto ci ha pensato Doumeki.^_^
E se cerchi l'angst sei giunta nel luogo giusto! XD
Witch of the Dimensions:
Ah! Sapevamo che avresti apprezzato una scena del genere, e siamo molto
contente che tu l'abbia definita 'clampica'!
In effetti è un risvolto della storia piuttosto sadico, ed
in futuro capirai anche perché, o nostra fedele lettrice,
dato che una scena molto, molto importante sta per arrivare... una
delle nostre preferite, tra l'altro!
Contente che ti sia piaciuto, comunque, rinnoviamo l'invito a seguirci
^.^
sailorYuko:
Grazie tante per i complimenti. Siamo davvero felici di sapere che la
storia continua a piacerti. Speriamo di leggere un tuo parere anche su
questo capitolo. ^^
WYWH:
Carissima, ciao! ^.^ Ricambiamo col bacio e l'abbraccio anche
noi, dall'alto della nostra diabolicità, e sghignazzando ti
diciamo che si, prima o poi ci sarà qualcosa di buono tra i
due.
Quando, però, non si sa... e nel mezzo ci sarà lo
svolgersi di una lunga, complessa trama molto angstosa!
Quindi sappi che dovrai seguirci a luuuungo :P
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Capitolo 31 *** Connessioni - Nuove distanze ***
Destino Inevitabile -
Connessioni
Capitolo
31
Nuove
distanze
Quando riaprì gli occhi, la prima cosa che vide fu l'espressione assorta dell'arciere che
stava fissandolo ormai dai diversi minuti.
«Dou...meki...» Mormorò, sollevato nel
trovarlo ancora in vita.
Il ragazzo si limitò ad osservarlo, evitando di fargli domande.
«Che hai da guardare?» Domandò quindi
Watanuki, arrossendo al ricordo della prima parte del suo sogno.
«Niente.» Commentò Doumeki,
allontandandosi per mettersi a sedere sul divano.
Il più piccolo lo fissò poco convinto.
«Per caso... Ho detto qualcosa di strano mentre...
dormivo?» Chiese poi.
«Se anche fosse... Cambierebbe qualcosa?» Fu la
risposta fredda dell'altro.
Watanuki sembrò pensarci per qualche istante, sollevando
infine uno sguardo perplesso su Eriol che, approfittando
dell'improvviso silenzio, si era infine avvicinato.
«Allora... perché non ci racconti com'è
andata?» Domandò l'uomo, in tono gentile.
«Io... penso di essermi addormentato.» Ammise il
ragazzo, in evidente imbarazzo.
«E... cosa hai sognato?» Si intromise la strega.
«Eh?» Strillò l'altro, arrossendo di
colpo. «Oh, niente! Cioè...» Lo sguardo
si posò sull'arciere, peggiorando di gran lunga le cose.
«Era solo un sogno. Era diviso in due e...» Decise
di dare almeno le informazioni di base. «La prima parte era
una sorta di alternativa... ad una cosa già accaduta...
mentre il resto... il resto mi ha mostrato cose non voglio si
avverino.» Mormorò.
«Cose di che tipo?» Chiese la strega in tono
annoiato.
«Non intendo dire una parola di più!»
Puntualizzò Watanuki, incrociando le braccia con aria
contrariata. Aveva già detto fin troppo.
«Perdente!» Esclamò la strega,
voltandosi in direzione di Eriol. «Occupatene tu. A me
è passata la voglia.» Dichiarò in tono
acido.
Nel sentirla parlare a quel modo, l'uomo si limitò a
sospirare, avvicinandosi maggiormente a Watanuki. «Vedi...
certi sogni, possono essere normali in seguito ad una meditazione.
Arrivano per chiarirci le idee.» Spiegò fissandolo
con espressione seria. «Se in sogno accadono cose diverse
dalla realtà, di sicuro deve esserci un motivo. A volte
può trattarsi di... messaggi da interpretare per giungere ad
una soluzione. Capisci?» Continuò, senza
staccargli gli occhi di dosso. «Magari qualcuno ti ha
lasciato un messaggio o... potresti aver avuto
quest'impressione...»
Quelle parole sembrarono confondere Watanuki.
«Beh, pensaci, ok?» Continuò Eriol,
volgendo uno sguardo d'intesa in direzione di Yuuko. Loro, in fondo
sapevano bene di chi si trattava.
A quelle parole, Watanuki si limitò ad annuire, volgendo lo
sguardo in direzione dell'arciere.
«Se abbiamo finito, io me ne vado.» Lo
sentì dire.
«Oh!» Esclamò la strega. «Ma
come... Già ci lasci?» Si lamentò.
L'arciere si limitò a rispondere con un cenno, uscendo poi
dalla stanza.
Si era appena chiuso la porta alle spalle, quando vide arrivare Giku ed
Himawari.
«Doumeki-kun...» Mormorò la ragazza, nel
vederlo. «Vai già via?»
«Si.» Replicò l'arciere, vedendola
adombrarsi.
«Peccato.» Ribatté lei. «Avevo
voglia di passare un po' di tempo con voi...»
Continuò, esibendo un sorriso tirato.
A quelle parole, memore della promessa di presenziare ai suoi incontri
con Watanuki, l'arciere sospirò. «Non
preoccuparti, rimango.»
«Oh, grazie Doumeki-kun!» Replicò la
ragazza, sorridendo a Giku con aria complice.
Quel pomeriggio, dopo essersi trovati al negozio, avevano avuto modo di
parlare proprio di Doumeki e Watanuki e dello strano rapporto che li
univa.
Insieme, avevano quindi deciso di provare ad aiutarli, mettendo in
pratica qualche piano. Permettere ai due amici di parlare anche al di
fuori delle lezioni era tra questi.
xXx
Quella sera si trovarono tutti insieme, come non accadeva da tempo.
«Yuuko-san...» Esordì Himawari, quando
vide entrare la donna in compagnia di Eriol.
«Dov'è Mokona? Oggi non si è
visto.»
«Oh...» Fece la strega accomodandosi.
«Mokona sta aiutando Maru e Moro a riprendersi da...
un'influenza, si.» Dichiarò, volgendo una rapida
occhiata in direzione dell'uomo sedutosi al suo fianco.
«Mokona...» Ripeté questi, con aria
malinconica. «È da tanto che non lo
vedo.»
Quelle parole sembrarono stuzzicare la curiosità di Giku,
che, posato il bicchiere dal quale stava bevendo, decise di informarsi
a riguardo. «Mokona chi?»
«Oh... Mokona è Mokona. Lui ti risponderebbe
così.» Replicò l'uomo, sorridendo al
ricordo dei giorni in cui lui e Yuuko avevano dato vita a quei due
simpatici conigli.
Non soddisfatto dalla risposta, a suo avviso evasiva, Giku decise di
ritentare, interrotto, però, dall'arrivo di Watanuki che,
con fare accigliato, posò un vassoio carico di cibo a centro
tavola.
Deciso a sapere, Giku si rivolse ad Himawari. «Tu sai di chi
parlando?» Le chiese, notando lo sguardo intenso che
l'arciere aveva appena rivolto a Watanuki.
«Si.» Ribatté la ragazza.
«È difficile da spiegare. Diciamo che è
come un pelusches, solo che è vivo.»
Spiegò.
«Hum... Come Spinnel-sun quindi...»
Commentò. «È simpatico?»
«Spinnel?» Domandò Himawari,
improvvisamente curiosa. «È un pelusches? Potresti
portarlo qui, qualche volta.»
«Si ma... è piuttosto ombroso...»
Rispose il ragazzo, fissando Eriol.
«Oh...» Dichiarò quest'ultimo.
«Temo che Nakuru-chan non ne sarebbe felice, sai?»
«Come se a qualcuno importasse di cosa pensa...»
Borbottò Watanuki, prendendo posto. «E comunque...
ci sono in giro altri esseri come i due Mokona?» Chiese, con
aria perplessa.
«Oh... ma certo!» Replicò Yuuko, con
aria infastidita. «Il signor Clow Reed, qui, si diverte
sempre a crearne di nuovi!»
A quello, gli sguardi dei presenti volsero tutti in direzione dello
stregone. «Sono simpatici...» Spiegò
lui. «Ed io sono Eriol, non Clow.»
Precisò poi, in tono graffiante.
Per tutta risposta la strega agitò una mano, come per
scacciare una mosca. «È uguale...»
Nel tentativo di ignorare il battibecco tra i due stregoni, Watanuki si
versò da bere, osservando lateralmente l'improvvisa
vicinanza tra Giku ed Himawari.
Stavano bene insieme. Un pensiero che lo rattristò e non
certo per via della ragazza, quanto per la presenza dell'arciere,
silenziosa ma comunque tanto forte da ricordargli come anche loro
avrebbero potuto star bene, se solo non ci fossero stati quegli incubi.
E tutto il resto.
Un'ora dopo si trovarono fuori dal negozio, intenti a far ritorno verso
le proprie case.
Eriol era stato il primo ad allontanarsi, raccomandando a Giku di
comportarsi in modo galante, accompagnando, cioè, Himawari
fino a casa.
Pronto a coglierne il consiglio, Giku si offrì dunque di
scortare la ragazza, portando avanti il piano di lasciare da soli i due
amici.
Ormai soli, quindi, Doumeki e Watanuki si trovarono a far ritorno
insieme, entrambi costretti in un silenzio impacciato.
«Senti... non c'è motivo di accompagnarmi fino a
casa...» Esordì di colpo il più piccolo.
«Non importa. A quest'ora può essere pericoloso
per te...» Ribatté l'arciere, lo sguardo fisso
sulla strada.
Watanuki accolse quella protesta con un'espressione rassegnata.
«Stai bene comunque? Stasera hai mangiato
pochissimo.»
Doumeki si limitò ad annuire, lo sguardo fisso davanti a
sé.
Nel vederlo, se possibile, più silenzioso del solito,
Watanuki si trovò a considerare gli ultimi accadimenti.
«Senti...» Riprese dopo un po', imboccando la
strada di casa. «Se è per oggi... Non ti
dirò più quelle cose, se ti danno
fastidio.» Tentò. «Insomma... ci tenevo
solo a chiarire che non non ti odio ma... se non vuoi che lo dica
è ok...» Continuò, al massimo
dell'imbarazzo.
«Eppure l'hai ripetuto più volte.»
Ribatté l'arciere, fermandosi davanti all'ingresso dello
stabile.
«Si ma... solo perchè ero abbiato!»
Replicò l'altro, sempre più teso.
«Ti faccio sentire sporco.» Fu la risposta incolore
dell'arciere. «L'odio ne è solo una
conseguenza...»
A quello, Watanuki tentò di ribattere. Per qualche strana
ragione, però, non riuscì a dar voce a quanto
sentiva, troppo forte la paura di tradirsi, di metterlo in pericolo. Si
limitò a rientrare, evitando persino di salutarlo,
rifugiandosi in casa, già in lacrime.
Accolto quel silenzio come una tacita conferma, Doumeki, si
voltò per rientrare verso il tempio.
La mente ancora assorta sugli ultimi accadimenti.
Il loro recente avvicinamento, la speranza, la distanza improvvisa, ed
incolmabile, di Watanuki. L'odio e, non ultime, le parole che gli aveva
sentito esprimere in sogno. Parole d'amore, un suono dolce che nella
sua mente riusciva a tradursi in qualcosa di altamente doloroso.
Fu procedendo con calma verso casa che, troppo concentrato, quasi non
si rese conto dei passi alle sue spalle.
Passi fin troppo sospetti.
Fu solo allora che si voltò, scoprendo una figura che aveva
già visto, riconoscendola nell'attimo esatto in cui questa
sferrò il primo colpo, ferendolo.
Rieccoci qui per festeggiare insieme a voi un momento speciale.
Oggi infatti, 10 Marzo 2010 è un anno che Le Streghe sono
alle prese con questa storia!
E speriamo che continui così ^__^
Ma ora andiamo all'angolo
delle recensioni!
Naco chan: Eh, il
sogno è un sogno, e c'è un motivo... poi se anche
Doumeki l'avesse visto ci sarebbe stato un casino non credi?
Comunque siamo contente che ti sia piaciuto, e che ti abbia fatto
ridere, Watanuki è buffo anche quando il contesto non lo
è!
Comunque continua a seguirci, e scoprirai..!
Witch of the Dimensions:
Ovviamente non possiamo dirti se ci hai preso su di chi è la
fantomatica vocina, per evidenti ragioni, ma chissà... ^__^
Ti ringraziamo come sempre per i complimenti comunque, fa sempre
piacere leggerti.
Ah, quindi dopo così tanti capitoli riesci infine a
comprendere i significati che si celano dietro questa trama... bene...
speriamo comunque di riuscire a sorprenderti.
A presto, continua a seguirci!
SailorYuko: Di
chi sarà mai quella voce, non possiamo proprio dirlo! Siamo
contente comunque che ti sia piaciuto, il sogno e tutto il resto, il
mistero che si infittisce...
Ci spiace però, ma ormai dovresti saperlo, in questa storia
le risposte non arrivano mai al capitolo successivo :P
Speriamo che ti sia piaciuto anche questo ^____^
Ed ecco un regalino di
compleanno realizzato da Hari.
(Lay si è limitata alla scritta XD)
Vi piace? Continuate a leggerci allora e presto potrete averla tra
queste "pagine" ^.^
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Capitolo 32 *** Connessioni - Confessioni ***
Destino
Inevitabile - Connessioni
Capitolo
32
Confessioni
Andare a scuola, quel
giorno, fu piuttosto pesante, non solo per il dolore al braccio che,
dalla sera prima, continuava a non dargli tregua. Ciò che
gli risultava davvero difficile era il riuscire a concentrarsi sulle
lezioni, andando contro la propria mente che, in cerca di risposte,
continuava a rielaborare quanto accaduto la sera precedente.
Fu solo dopo alcune
ore, trascorse più o meno allo stesso modo, che, seppur non
troppo desideroso di incontrare Watanuki, si trascinò lungo
le scale, raggiungendo la terrazza con un discreto anticipo,
soffermandosi a rivivere ogni momento di quell'aggressione durante la
quale un uomo, con indosso la stessa divisa di quelli che aveva ucciso
nel mondo del ciliegio, lo aveva colpito.
Sul momento aveva
pensato ad una sorta di vendetta. Un pensiero che era passato
rapidamente in secondo piano quando, in suo aiuto, vide arrivare una
strana pantera con ali da farfalla. Qualcosa che lo aveva sorpreso,
quasi più del suo aggressore.
Probabilmente avrebbe
continuato a rimuginare anche su quello se, proprio in quel momento,
non fosse giunto Watanuki, l'aria incredibilmente affannata.
«Scusate per
il ritardo!» Esclamò il ragazzo, guardandosi
intorno. «Ah... sei solo tu...» Dichiarò
poi, notando l'assenza di Himawari.
Seguì un
attimo di silenzio, dopo il quale si mosse comunque in direzione
dell'arciere, posando i bento-box e sedendosi.
In quel mentre Giku ed
Himawari fecero il loro ingresso in terrazza.
«Ciao,
scusateci!» Esclamò la ragazza. «Ho
dovuto consegnare alcune fotocopie.» Spiegò,
raggiungendo i due amici.
Watanuki
salutò entrambi con gioia, lieto di non dover restare solo
con Doumeki. Dopo quanto avvenuto la sera prima, la sola idea lo
metteva in agitazione.
Fu quindi con aria
più sollevata che porse il pranzo agli altri due. Un
sollievo che svanì nel momento in cui la porta
tornò ad aprirsi, questa volta per l'arrivo di Nakuru.
«Quel
dannato prof non la smetteva di scocciarmi con le sue lagne!»
Si lamentò la ragazza, salutando con un cenno i presenti per
poi individuare Doumeki e sedersi al suo fianco, afferrandolo per un
braccio.
A quel contatto,
l'arciere fece una smorfia di dolore che non passò
inosservata.
«Ti ho fatto
male?» Domandò Nakuru allarmata.
«Non
è niente.» Ribattè lui senza
scostarsela di dosso.
«Oh, meno
male...» Continuò la ragazza, attirando
l'attenzione generale. «Sai, a tiro con l'arco chiedono tutti
di te!»
«Nakuru!»
Eslcamò Giku con aria divertita. «Non dirmi che
sei scappata dagli allenamenti!»
«L'ho fatto
solo per salutare Shizuka-kun!» Dichiarò lei
accigliandosi, per poi staccarsi dall'arciere. «Beh,
sarà meglio che vada, ora. A dopo!» Fece,
prendendo la via delle scale.
«A
proposito, Doumeki-kun...» Intervenne Himawari.
«Quando riprenderai con le lezioni?»
«Tra qualche
settimana.» Ribatté l'altro, salutando Nakuru con
un cenno del capo.
«Non dovevi
iniziare dalla prossima?» Indagò Watanuki, al
quale non era passata inosservata la smorfia di dolore di poco prima.
Se c'era una cosa che
aveva imparato in quegli anni, era riconoscere le minime variazioni che
avvenivano nell'arciere e che ne determinavano le espressioni
notoriamente incomprensibili.
«Preferisco
attendere ancora.» Dichiarò Doumeki, continuando a
mangiare.
«Come mai?
Insomma a breve ci saranno i tornei, no?» Commentò
il più piccolo.
«Tornei?»
Domandò Giku. «Quindi Shizu-kun è
davvero importante per la squadra di tiro con l'arco! Pensavo che
Nakuru esagerasse!» Continuò, facendo un piccolo
cenno ad Himawari.
La ragazza lo
fissò sorridendo. «Oh, Doumeki-kun è il
migliore. Pensa che l'unica volta in cui la squadra non è
arrivata prima è stata quando non c'era lui!»
«Oh...
capisco.» Fece Giku, guardando l'ora per poi tornare a
fissare la compagna. «Sai che ti dico?»
Annunciò, subito dopo. «Visto che abbiamo tempo,
che ne dici di darmi quelle ripetizioni?»
«Si...
Ok!» Esclamò la ragazza dopo un attimo di
smarrimento. «Allora, vi saluto.» Disse, chiudendo
il proprio bento per poi alzarsi ed allontanarsi in compagnia di Giku,
sperando di riuscire a trovare l'ennesima scusa per evitare di restare
troppo a lungo con lui.
Una volta fuori dalla
terrazza, osservò con aria complice il ragazzo, intento a
chiudere a chiave la porta.
«Quanto
credi dovremmo lascarceli?» Domandò, ancora
incerta sul piano ideato la sera prima.
«Torneremo
tra un po'...» Ribattè l'altro con aria fiduciosa.
Quei due, in fondo, sembravano fatti davvero l'uno per l'altro.
«Allora...»
Domandò Watanuki qualche attimo dopo, lo sguardo fermo
sull'arciere. «Posso sapere cosa ti sei fatto a quel
braccio?»
«Nulla...»
Ribattè l'altro, richiudendo il proprio bento.
«Ah
si?» Continuò il più piccolo.
«Strano, perché di solito non sei tipo da fare
smorfie di dolore...»
A quello l'arciere
preferì tacere, volgendo lo sguardo altrove.
«Cos'è,
hai perso la lingua?» Esclamò Watanuki,
afferrandogli il braccio per notare una nuova smorfia. «Ti
sei ferito?» Chiese quindi, sollevando la manica per
scoprirne la fasciatura.
«Non
è niente.» Commentò l'arciere, senza
ancora guardarlo.
«Lo
vedremo!» Continuò il più piccolo,
ponendogli le mani sulla parte lesa, iniziando, quindi, ad inviargli la
propria energia.
Almeno, quanto
imparato da Yuuko-san iniziava a rivelarsi utile. Un pensiero che,
stranamente, gli diede forza, portandolo a continuare.
Passarono
così diversi minuti, carichi di un silenzio denso di
emozioni inespresse. Emozioni che entrambi potevano percepire, seppur
senza coglierle a fondo.
«Sto meglio.
Puoi fermarti, ora.» Dichiarò d'un tratto il
più grande, scostandosi per poi allontanarsi, in direzione
della porta.
Quando la raggiunse si
limitò a sussurrare un grazie, posando la mano sulla
maniglia, il tutto sotto lo sguardo incerto di Watanuki che, incapace
di reprimere l'emozione provata nei minuti appena trascorsi, era
rimasto in silenzio, limitandosi a fissarlo.
Fu solo nel cogliere
l'esitazione dell'altro che si decise a parlare, alzandosi anche lui.
«Che succede?»
«Non si
apre.» Replicò l'arciere.
«Perfetto!»
Esclamò Watanuki, raggiungendolo per provare anche lui a
girare la maniglia, evidentemente bloccata dall'esterno. «Ci
mancava solo questa, ora!» Commentò esasperato.
«Yuuko-san mi farà lavorare come uno schiavo se
farò tardi!»
«Basta dirle
la verità, no?» Propose l'altro, tornando a
sedersi.
«Sperando
non sia opera sua!» Continuò il più
piccolo, seguendolo.
«Io non
credo.» Ribatté l'arciere, sollevando uno sguardo
sul compagno. «E poi, tra qualche ora arriverà
comunque il custode.»
«Già...»
Mormorò Watanuki, lo sguardo che vagava dal compagno al
resto della terrazza. In quel luogo, una volta, si erano quasi baciati.
Un ricordo che lo rese improvvisamente nervoso.
«Senti...» Tentò, quindi, nella speranza
di rompere quel nuovo silenzio. «Come ti sei
ferito..?»
Nell'udirne la
domanda, Doumeki tornò a guardarlo, deciso a dirgli la
verità. In fin dei conti, presto o tardi ne avrebbe dovuto
parlare comunque con Yuuko-san.
«Mi hanno
colpito.» Spiegò.
«Che?»
Fece l'altro, sbattendo un paio di volte le palpebre.
«Colpito? Chi? Quando?»
«Un uomo mi
ha attaccato. Ieri sera.» Commentò il ragazzo,
cercando al contempo un modo per spiegare il tutto senza allarmarlo.
«Un...
uomo?» Ripeté il più piccolo.
«Cosa voleva?»
«Un uomo,
si. Aveva lo stesso stemma di quelli che ci attaccarono nel mondo del
ciliegio.» Aggiunse poi.
«Il mondo
del...» A quello, Watanuki impallidì. Quegli
uomini... anche nei suoi incubi avevano attaccato Doumeki. Forse
allontanarlo non era stato abbastanza?
«Dannazione...» Mormorò, appoggiando la
schiena contro la rete. Un gesto che non mancò di attirare
l'attenzione dell'arciere.
«Oi... stai
bene?» Domandò questi, poco dopo.
«No,
cioè... Credo.» Mormorò il
più piccolo, tornando a guardarlo con espressione
visibilmente allarmata. «Per fortuna stai bene...»
Aggiunse poi, sorridendo.
«Già...»
Commentò l'altro. «Grazie ad una strana pantera
alata. Ha messo in fuga il mio aggressore.»
Spiegò, osservandolo con estrema attenzione. «Hai
paura?« Domandò poi, vedendolo annuire.
«Non preoccuparti. Probabilmente ci ha seguiti per tutta la
sera quindi... non era interessato a te.»
«Certo!»
Commentò il più piccolo, contrariato.
«Era di questo che mi preoccupavo!»
Doumeki lo
fissò per un istante, tornando subito dopo a concentrarsi su
altro. Dopotutto era abituato agli strani modi del compagno.
«Ho notato
che sembri aver preso bene l'amicizia tra Kunogi e
Sanstuki...» Dichiarò, di colpo.
«Eh?»
Fece l'altro. «Perchè non avrei dovuto?»
Continuò accigliato. «Stanno bene
insieme...» Mormorò, tornando col pensiero allo
strano attacco subito la sera prima dall'arciere.
«Ah
si?» Indagò il più grande.
«Non dicevi di amarla?»
«Immagino di
aver cambiato idea ad un certo punto...» Spiegò
Watanuki, lo sguardo perso nel vuoto, come immerso in immagini tanto
lontane.
Nel guardarlo,
l'arciere si adombrò. Se non si trattava di Kunogi...
«Di chi si tratta, allora..?» Domandò.
«Non sono
cose che...» Si fermò, l'altro, colto da un
improvviso deja-vu. «Tu!» Sibilò,
puntandogli un dito contro, le guance improvvisamente più
rosse per via dell'imbarazzo crescente. «Mi hai sentito
parlare nel sonno, vero?»
«Si.»
Ammise l'altro.
Ci fu un istante di
imbarazzo, nuovamente interrotto dalle parole del più
giovane. «Che vuoi sapere..?»
«Chi
è..?» Chiese l'altro, conscio di non dover
aggiungere altro.
Per un attimo,
Watanuki ponderò sulla possibilità di mentire, di
evadere la domanda, cambiare discorso.
Stava parlando con
Doumeki, però. E lui non era certo la persona più
incline a cadere in simili trabocchetti. Inoltre, non meritava bugie.
Non lui, non dopo quante ne avevano passate. «La persona
più importante... per me.» Replicò,
quindi. «Quella che posso solo sognare...»
«Questo lo
avevo capito.» Fu la risposta incolore dell'arciere, alla
quale Watanuki non potè non rispondere con un sorriso, amaro.
Lo aveva capito.
Ovvio, trattandosi di Doumeki. «Non posso aggiungere
altro.» Continuò poco dopo.
«Scusami...»
«La prossima
volta evita di prendere il discorso, allora.»
Commentò l'arciere in tono più freddo.
«Già!
Per te è tutto facile!» Esclamò il
più piccolo, alzandosi. «Ti ho già
detto abbastanza, ma per te ovviamente non basta!»
Borbottò.
Ci fu un lungo
silenzio, quasi insopportabile per Watanuki, che ad esso avrebbe
preferito qualunque parola.
«Bene, vedo
che non ti scomodi neppure a rispondere.» Continuò
poco dopo, appoggiandosi alla rete, lo sguardo fisso nel vuoto davanti
a sé. «Ovviamente il signore non può
scomodarsi a parlare, no, lui deve restare sempre in silenzio...
Dimostrare di essere il migliore. Beh, ti lascerò in pace se
è questo che vuoi!»
«Non ho mai
voluto questo.» Ribatté l'arciere, senza smettere
di fissarlo.
«Beh non
importa!» Esclamò l'altro, alzandosi per poi
allontanarsi. «Ti lascerò in pace così
non dovrai più lamentarti delle mia urla e... di tutto il
resto!» Continuò, in un crescendo di rabbia e
dolore.
«Non mi sono
mai lamentato.» Fu la fredda replica dell'arciere.
«Da quando ti conosco non ho fatto altro che starti accanto.
Lo so che non mi sopporti ed è per questo che cerco di
lasciarti in pace.»
«È
questo che pensi?» Domandò il più
piccolo.
L'altro
evitò di rispondere e, spinto dal bisogno di lasciar andare
almeno uno dei tanti pesi che stava portandosi dietro da troppo tempo,
Watanuki riprese a parlare. «All'inizio lo credevo anche io.
Non ho mai trovato piacevole l'essere salvato in situazioni che il
più delle volte si rivelavano imbarazzanti. Senza contare
che il fatto che fossi proprio tu a farlo, beh... non aiutava. Insomma,
è vero che mi stavi sulle scatole ma era
all'inizio!» Dichiarò con la sua solita enfasi.
«Poi... il problema è cambiato...»
Continuò, facendosi più triste. «Col
tempo ho capito che a farmi star male non eri tu ma... il fatto che
ogni volta... quando venivi a salvarmi, ero sempre io ad uscirne
illeso.» Per una volta voleva essere lui a proteggerlo,
pensò cupamente.
«Perchè
mi dici queste cose...» Replicò Doumeki.
«Cosa hanno a che fare con la mia domanda?»
Dall'altra parte non
giunse alcuna risposta.
«Già...
dimenticavo. Non siamo amici, quindi... Dovevo capire che non mi
avresti mai fatto una simile confidenza.» Fece l'arciere in
tono amaro. Sentirlo così lontano, se possibile, faceva
più male del saperlo innamorato di qualcuno che non era lui,
che non sarebbe mai stato lui. Tornò a chiudersi nel suo
solito silenzio, un velo che aveva imparato a stendere tra
sé ed il mondo. Che aveva infine sollevato per lui, quel
ragazzo strano e costantemente agitato, per il quale aveva perso la
testa.
Fu a quel pensiero,
tanto triste quanto reale, che tornò a cercarlo con lo
sguardo, trovandolo abbracciato a sé stesso, in lacrime.
Quell'immagine
tornò a far dissolvere il suo velo, lacerandolo, spingendolo
ad andare da lui, a soccorrerlo ancora una volta.
«Oi...» Sussurrò, piegandosi sulle gambe
per essergli più vicino.
A quel gesto, del
tutto inatteso, Watanuki si ritrasse, lasciando emergere, senza
volerlo, la mole di emozioni fino ad allora represse.
Nel sentirle
così da vicino, percependone la forza ed il dolore,
l'arciere si limitò a guardarlo.
Non era capace di
aiutarlo, nonostante tutto non ne aveva la forza. In fondo lui per
primo si trovava a combattere con le proprie emozioni.
«Piangi per quella persona?» Domandò
poi, di colpo, stupendosi lui stesso per quell'insistenza che non gli
era propria.
A quella domanda,
Watanuki trasalì appena. Stava piangendo per lui? Ci
pensò per un attimo, scuotendo infine la testa.
No, non stava
piangendo per Doumeki, perché allontanandolo gli avrebbe
salvato la vita. Era per sé stesso che piangeva,
perché allontanandolo avrebbe perso per sempre la persona
che amava, i suoi abbracci, i suoi baci.
Aveva sempre avuto
ragione Yuuko-san, pensò, trovando quasi ironico quel
pensiero.
Ogni cosa aveva un
prezzo, e lui lo aveva appreso pagandone uno fin troppo caro.
«Perché
allora?» Fu la domanda, appena sussurrata, dell'arciere.
«Quel mio
sogno...» Sussurrò l'altro, la voce quasi
spezzata. «Dovrà rimanere tale...»
A quello, Doumeki si
sentì travolgere da un'ondata di profonda tristezza,
probabilmente in parte causata dallo stesso Watanuki.
Saperlo
così disperato lo portò a mettere da parte tutto
il resto. «Oi...» Sussurrò, appoggiando
la fronte a quella del ragazzo. «Di chiunque si tratti, non
sarà mai impossibile se si tratta di te.» Lo
osservò a lungo, in silenzio, trattenendo l'impulso di
baciarlo.
«Non credo
sia impossibile...» Replicò il più
piccolo, in un soffio. «Ma dovrà esserlo. Il
prezzo è... sarebbe troppo alto...»
Mormorò.
«Che
prezzo?» Ribatté l'altro, incerto sul significato
di quelle parole.
«Una
vita...»
«La
tua?» Domandò ancora, lo sguardo visibilmente
più cupo.
A quella domanda,
Watanuki avrebbe quasi sorriso se non fosse già troppo
stanco per piangere. «Se si trattasse della mia... Non starei
così male.» Sussurrò. «Si
tratta di... quella persona.»
«È
stata Yuuko-san a dirtelo?» Chiese allora il più
grande. Se si trattava di prezzi, doveva essere così,
pensò fissandolo e sorprendendosi non poco nel vederlo
scuotere la testa.
«Chi
allora?»
«Nessuno. Lo
so e basta.» Dichiarò il più piccolo.
«Anche...
quella persona lo sa?» Lo incalzò l'arciere.
«No...»
Sospirò l'altro. Si sentiva stanco, di rispondere, di
reggere quel gioco malsano, di tutte quelle bugie. Stanco...
«Dirglielo peggiorerebbe le cose.»
Ci fu un attimo di
silenzio. Una tregua che Watanuki accolse con una punta di sollievo che
si dissolse poco dopo, alle nuove parole di Doumeki.
«Non
cambierai mai.» Asserì il ragazzo, il tono
più duro, sebbene addolcito dall'insieme di emozioni che
stavano giungendogli dall'altro. «Non hai pensato che, se ti
amasse, dovrebbe avere il diritto di scegliere cosa fare?»
Continuò, incurante di star parlando a proprio sfavore.
Seguì un
nuovo silenzio nel quale gli giunse solo un lieve singhiozzo,
rapidamente soffocato dal ragazzo ancora in lacrime.
In quel momento ogni
rumore sembrò cessare, lasciando spazio solo ai loro
respiri, alle loro voci, tanto leggere da poter essere solo l'eco di un
sogno.
Poi, finalmente, lo
vide sollevare lo sguardo. L'espressione affranta. «Se
dovesse accadere...» Lo sentì dire. «Ne
morirei...»
Quelle parole gli
creparono il cuore. Non ci fu tempo per pensare, per riflettere su
quanto fosse corretto farlo. Lo abbracciò, semplicemente,
tenendolo stretto, sperando di poter prendere almeno metà di
quel dolore. Un dolore che anche lui conosceva bene, seppur per motivi
diversi.
Rimasero
così per un lasso di tempo indefinito fin quando, incapace
di combattere quel momento così prezioso, Watanuki si
arrese, lasciando la presa sulle ginocchia per portare le braccia
dietro la schiena dell'arciere. Abbracciandolo a sua volta, nascondendo
il volto contro il suo petto, piangendo.
Rieccoci qui con un capitolo carico di angst. U_U
Prima delle risposte alle vostre recensioni, un
grazie speciale a
Sailor Yuko che è stata tanto carina da segnalare Destino
Inevitabile tra le storie scelte, di cui ora fa parte. Grazie a lei e
chi non si è ancora stancato di leggerci. ^_^
Detto questo, un
ultima pausa per ricordarvi l'esistenza del forum di
Holic dove potrete trovare immagini, spoiler e... beh andate a dargli
un'occhiata. XD
Ed ora eccoci a
noi. ^_^
naco chan:
Come ben vedi, l'attacco nel capitolo precedente ha, in effetti,
portato i suoi frutti!
Che tipo di frutti siano ed a cosa porteranno, a
parte una scena molto angstosa che abbiamo appena letto, non sta a noi
dirlo, perlomeno non in questa sede :P
La trama procede rapidamente, anche se
così non sembra, e presto inizieranno ad arrivare le
risposte che attendiamo, con ancora svolte e sorprese...
Speriamo proprio di sorprenderti, tu che indovini
sempre quel che succederà!
Grazie per il tuo continuo seguirci e sostenerci!
Yusaki:
Ed ecco chi si rivede! Grazie per essere tornata a commentare,
apprezziamo molto ^.^
Oh, non preoccuparti, non si è fatto
niente il nostro Doumeki, a parte beccarsi una batosta sentimentale da
Watanuki... per l'ennesima volta.
Abbiamo decifrato, comunque, tra tutte le volte che
hai nominato Shizuka, i tuoi complimenti alla storia ed apprezziamo
molto anche quelli.
Grazie!!
Witch
of the Dimensions: Siamo riuscite a tirar fuori
d'impiccio perfettamente Doumeki, come vedi...
... giusto per fargli ancora più male e
fargli sentire le parole di uno Watanuki sempre più
distrutto.
In ogni caso, ti ringraziamo tantissimo per i tuoi
complimenti, la storia che diventa sempre più bella... ci fa
tanto piacere sentirtelo dire!! ^__^
Grazie mille!
SailorYuko:
Sta bene ed è vivissimo, come vedi, più vivo
anche grazie alle cure del nostro Watanuki, tanto premuroso quanto
idiota, come al solito :P
Eriol il doppiogioco? Mmh, chissà. Di
sicuro se è qui ha un suo scopo personale, quale sia
però non ci è dato rivelarlo.
Lo scoprirai solo leggendo :P Continua a seguirci!
ginnyx:
Una nuova lettrice!
*Si mettono in ghingheri in fretta e furia,
nascondono le bottiglie sakè, e tornano, inchinandosi
profondamente.*
Ti diamo il benvenuto nella grande famiglia di DI!
^___^
Se sei un'amante dell'angst, hai scelto proprio il
periodo giusto per iniziare a leggere... uhuhuhuh... questo
capitolo dovrebbe dartene un grosso assaggio :P
In ogni caso, ti diamo ancora il benvenuto,
ringraziandoti molto per i tuoi complimenti... è sempre
bello riceverne,
ci da una gran carica ^_^
Continua a seguirci!
|
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Capitolo 33 *** Connessioni - Quando le cose si complicano ***
Destino
inevitabile - Connessioni
Capitolo
33
Quando le cose si complicano.
Non avrebbe saputo dire per quanto era rimasto
nascosto tra quelle
braccia, intento a versare calde lacrime, a loro modo consolatrici.
Gli fu fin troppo
chiaro, però, quanto risultava difficile
staccarsene, tornare a guardarlo senza che l'imbarazzo non gli
imporporasse le guance. Fingere di non essersi appena sfogato.
«Io... non
so che dire...» Dichiarò di
colpo, senza guardarlo. «Scusami...»
Mormorò, sforzandosi di reggerne lo sguardo. «E
grazie.»
Per tutta risposta,
l'arciere si limitò ad uno dei suoi
soliti cenni, scostandosi per mettersi a sedere.
Non visti, intanto,
Giku ed Himawari erano rimasti ad osservare
l'intera scena, ascoltando le parole dei due.
«Non
è stata una buona idea, vero?»
Domandò Giku ad una tristissima Himawari.
«Watanuki...
parlava di Doumeki-kun, non è
così?» Ribatté la ragazza, asciugandosi
un paio di lacrime. Troppo difficile cancellare il timore di aver
contribuito lei stessa a peggiorare le cose tra i suoi più
cari amici.
Alla domanda Giku
tornò a guardare i due ragazzi, tanto
presi l'uno dall'altro da non essersi ancora accorti dell'apertura
della porta, né, tantomeno, della loro presenza.
«Credo di si...» Sospirò.
«Cosa...
facciamo ora?» Chiese Himawari,
guardandolo con espressione incerta.
«Andiamo da
loro come stabilito. Solo... faremo finta di
niente.» Replicò, riaccostando la porta per poi
riaprirla, producendo un forte rumore.
«Cavoli,
questa porta non voleva saperne di
aprirsi!» Esclamò quindi, a voce alta.
Decisa ad imitarlo
nonostante tutto, la ragazza annuì,
asciugandosi le nuove lacrime per poi stamparsi un sorriso, il
più possibile allegro, sul volto.
Nel vederli Watanuki
si mostrò estremamente sorpreso.
«Come avete fatto ad entrare?!» Esclamò,
alzandosi per muovere qualche passo verso di loro.
«Abbiamo
trovato questa per terra!»
Dichiarò Giku, mostrandogli la chiave. «Eravamo
venuti a cercarvi...» Aggiunse poi.
«Bene!»
Ribatté Watanuki, ancora rosso
per l'imbarazzo. «Io... sono in ritardo in
effetti!» Continuò, prendendo le proprie cose.
«Yuuko-san mi attende!»
«Ecco cosa
dimenticavo!» Esclamò Giku a
sua volta. «Eriol-sensei mi aveva detto di passare con voi
dalla strega.» Spiegò, voltandosi poi Himawari,
rimasta per tutto il tempo in silenzio. «Vieni anche
tu?»
La ragazza
sembrò esitare, lo sguardo che ancora non
riusciva a posarsi sui due amici.
«Verrò
anche io.» Dichiarò
intanto l'arciere, alzandosi e raggiungendoli, lo sguardo fermo sulla
compagna che, dopo avergli annuito, decise infine di seguirli.
xXx
Quando giunsero al negozio, Eriol e Yuuko
sembravano impegnati in
un'importantissima partita a scacchi, dalla quale si astrassero solo
per invitare Watanuki a preparar loro qualcosa da mangiare.
Rimasto solo, il
ragazzo si trovò a riflettere su quanto
accaduto in terrazza, il cuore che ancora batteva fortissimo al solo
pensiero.
A pochi passi da lui,
Giku ed Himawari stavano chiacchierando in
corridoio.
Di tanto in tanto
l'eco delle loro voci giungeva alle sue orecchie,
senza tuttavia rivelargli quanto stavano dicendosi.
«Il nostro
piano non sta andando come dovrebbe, non
trovi?» Mormorò la ragazza in tono cupo.
«Sei ancora
turbata per prima, eh?» Fece Giku
osservandola. «Sai, per me non sta andando poi
così male.»
«Ma... hanno
litigato...» Ribattè
Himawari in tono triste. «Hai sentito anche tu, no?»
«Si ma...
Wata-kun aveva bisogno di sfogarsi...»
Asserì il ragazzo con aria pensierosa. «E averlo
fatto con il diretto interessato è stata di certo la cosa
migliore.»
«Doumeki-kun
però... è
triste.» Replicò la compagna. «Non
prenderla nel modo sbagliato ma... credo sarebbe meglio se ti occupassi
da solo di loro.» Fece, rivolgendogli una rapida occhiata.
«In fondo sei tu quello che porta fortuna, no?»
«Motivo per
il quale non hai di che preoccuparti.»
Ribatté lui, sorridendole. «Sono certo che non
creerai loro alcun problema.»
«Cosa...
Come fai a...»
«Sono un
ottimo osservatore.» Replicò
Giku.
Quelle parole la
sorpresero. «Allora... se lo
sapevi.» Iniziò Himawari.
«Perché mi hai chiesto di aiutarti? Non ha senso
unire sfortuna e fortuna.» Asserì, fissandolo con
espressione seria.
«Si
invece... perché finché staremo
insieme... una annullerà l’altra.»
Scherzò l'altro, fermandosi di colpo nel veder
sopraggiungere Watanuki con un enorme vassoio.
xXx
Nella stanza adibita ad aula, intanto, Doumeki si
era fermato a parlare
con Yuuko-san ed Eriol, spiegando loro quanto accaduto la sera prima.
«Sembra che
tu te la sia cavata abbastanza bene...»
Osservò Eriol, accennando al suo braccio.
«Si,
Watanuki mi ha dato una mano.»
Spiegò l'arciere, volgendo lo sguardo verso la strega.
«Già...»
Fece l'uomo. «E
quegli uomini di cui parlavi...» Continuò,
accennando a quanto appena spiegato dal ragazzo. «Immagino
che Haruka-san ti abbia già detto che c'è una
persona che desidera intralciare Kimihiro-kun...»
Doumeki si
limitò ad annuire.
«Bene. Devi
sapere che questi uomini sono stati inviati da
lui per far si che il tuo amico non abbia un futuro...»
Chiarì, facendosi improvvisamente più serio.
«Perché
attaccare me allora...»
Replicò Doumeki, ancora incerto di aver compreso a pieno le
parole di Eriol.
«Perché
quello stregone, che in qualche modo
è un mio parente...» Continuò l'altro.
«Ha capito che tu sei indispensabile per la sopravvivenza di
Kimihiro e sopratutto... Sa che fai parte del suo futuro.»
Spiegò.
Quelle parole
sembrarono giungere del tutto estranee all'arciere. Lui
nel futuro di Watanuki. Sembrava strano, considerato che non era
neppure nel suo presente, se non per pochi e sempre più
fugaci contatti. «E... come ne farei parte?»
Domandò quindi.
«In modo
essenziale...» Precisò Eriol,
guardandolo con espressione appena più dolce. «In
fondo è stato così anche in passato,
no?»
«Si
riferisce a quando gli ho salvato la vita?»
Chiese l'arciere.
«Non
solo.» Continuò lo stregone.
«Per parafrasare un'amica comune...»
Continuò, sorridendo all’occhiataccia di
Yuuko-san. «Ritengo che ciò sia...
inevitabile.»
«Inevitabile...»
Ripetè Doumeki,
fissandolo con espressione cupa.
«Esattamente,
si.» Confermò Eriol.
«Vedi Doumeki-kun... il fatto è che ci sono
persone che hanno fatto grandi sacrifici per giungere a quel futuro. I
genitori del tuo amico... e non solo.» Fece, diventando
più malinconico. «C'è chi ha dovuto
rinunciare a molto anche per te. Per far si che quell'unico futuro nel
quale possiate esistere entrambi continui ad essere
possibile.» Spiegò, fermandolo con un cenno della
mano, da qualsiasi domanda. «Anche mentre ne stiamo parlando
c'è chi sta facendo si che quel futuro si realizzi. Mokona,
Maru e Moro... Yuuko-san...» Terminò, sorridendo
alla donna. «Persino...» Si fermò,
fissandolo con aria quasi divertita. «No, questo non sta a me
dirlo.»
L'arciere
ascoltò tutto quel discorso con estrema
attenzione, annuendo di tanto in tanto per poi soffermarsi a quelle
ultime parole. «Immagino che ogni ulteriore domanda sarebbe
inutile...» Dichiarò poi.
«Tu si che
sei perspicace!» Commentò la
strega, sorridendogli.
«Già...»
Mormorò l'altro.
«Sentite... potrei sapere almeno il perchè di
quella strana pantera?»
«Pantera?»
Ripetè Yuuko, volgendo uno
sguardo inquisitore in direzione di Eriol.
«Oh...
immagino tu stia parlando di Spinnel!»
Dichiarò Eriol. «Sai... immaginavo fossi in
pericolo così... gli ho chiesto di darti una mano.»
A quello Doumeki
fissò la strega in cerca di spiegazioni.
«Non
ora...» Fece lei, sorridendo e fissando la
porta, un attimo prima che questa venisse aperta da Himawari.
«Si
può?» Domandò la ragazza,
lasciando passare Watanuki.
«Finalmente!»
Esclamò la strega, nel
vedere l'enorme vassoio portato dal ragazzo.
«Bene!»
Dichiarò Eriol, alzandosi ed
avvicinandosi alla strega. «Se non sbaglio ho un debito da
assolevere.» Esclamò, mostrandole la propria mano
che, una volta apertasi, rivelò un bracciale con diversi
pendenti in cristallo.
Lo sguardo estasiato
della strega bastò ad attirare
l'attenzione di tutti.
«Ti sei dato
da fare, vedo.» Fece, prendendo tra le
mani il gioiello per osservarne i piccoli pendenti raffiguranti lo
scettro di Sakura, i due Mokona, i cerchi usati da lei e da Clow per
operare magicamente, lo scettro di Fay e le figure di Kero-chan e
Spinnel.
«Solo per
te, Yuuko-chan...» Replicò
Eriol, sorridendole.
«Bene!»
Dichiarò la donna, ignorando il
sorriso dello stregone per tornare a rivolgersi ai suoi due studenti.
«Oggi
proveremo a comunicare con il pensiero.»
Dichiarò sotto gli sguardi attenti di Himawari e Giku e
quelli, vagamente perplessi, di Doumeki e Watanuki.
«Che?!»
Esclamò, quest'ultimo.
«È impazzita forse?»
«Ora...»
Continuò la strega, ignorando
le lamentele del ragazzo. «Vi concentrerete su qualcosa di
semplice. Vi prenderete per mano e cercherete di inviarvi messaggi
attraverso l'energia che avete già imparato a lasciar
fluire. Sono stata chiara?» Domandò infine.
«Questa
è violazione della privacy!»
Borbottò il ragazzo, mentre dietro incitazione di Yuuko-san
si avvicinava a Doumeki, porgendogli entrambe le mani con espessione
imbarazzata.
«Solo se hai
qualche torbido segreto, Watanuki...»
Replicò la strega, osservando Himawari intenta a presentare
Giku a Tanpopo.
«Su,
iniziate ora. Guardatevi negli occhi e pensate qualcosa.
Uno alla volta.» Chiarì nel caso vi fossero dubbi
a riguardo. «Inizia tu, Doumeki-kun.»
Nella stanza scese un
silenzio quasi innaturale. Lo sguardo di tutti si
fissò sui due ragazzi che, occhi negli occhi, stavano
inviandosi pensieri a tutti sconosciuti.
Nel tentativo di non
trasmettere al compagno pensieri compromettenti,
l'arciere si concentrò su una frase semplice, una di quelle
che era solito ripetergli.
'Sei un idiota...'
«Che?»
Esclamò l'altro con aria
irritata. «Idiota a chi?! Come ti permetti!»
Nella stanza si
udì la risata di Yuuko-san. «Oh...
siete davvero buffi, voi due!» Commentò,
palesemente divertita dalla scelta del ragazzo più grande.
«Ha indovintato?»
L'arciere si
limitò ad annuire.
«Bene.
Invertitevi i ruoli.» Li esortò,
quindi, la donna.
Ristabilitasi la
calma, Watanuki sembrò concentrarsi,
fissando lo sguardo su quello dell'altro ragazzo, sforzandosi per
cancellare ogni pensiero potesse metterlo in pericolo. 'Non ti
cucinerò più l'inarizushi'.
«Perché...»
Domandò
l'arciere, fissandolo con espressione cupa.
I presenti si
rivolsero sguardi carichi di curiosità.
«Che ha
detto?» Domandò infine Eriol.
«Che non
preparerà più
l'inarizushi.» Spiegò Doumeki.
«Che ragazzo
cattivo!» Commentò, quindi,
la strega.
«Oh,
insomma!» Sbottò Watanuki,
arrossendo. «Non dicevo sul serio...»
A quello, l'arciere lo
osservò con espressione serissima.
«Quindi me lo prepari?» Domandò.
«Si!»
Fece l'altro, irritato. «E suppongo
lo vorrai per stasera, eh?!»
«Yo!»
Fu l'unica risposta, accolta con un moto di
stizza da parte del più giovane.
«Perfetto!»
Sbottò ancora il
più piccolo, allontanandosi verso la cucina.
Una volta solo, si
appoggiò al piano, prendendo un bel
respiro.
Quel giorno gli aveva
riservato non poche emozioni, ed ora... poter
trasmettere i propri pensieri all'altro.
Improvvisamente
sentiva un legame ancora più forte tra loro,
qualcosa che, data la situazione attuale, non poteva che fargli del
male.
Sospirò a
quel pensiero, sforzandosi di vedere le cose da
una prospettiva diversa, qualora ne avesse trovata una, iniziando a
cucinare il piatto preferito del ragazzo che, senza quasi accorgersene,
aveva scoperto di amare e che, ancor più velocemente, aveva
capito di non poter avere.
Rieccoci qui con un nuovo capitolo carico di indizi su quanto sta per
avvenire...
E se avvertite l'ombra della minaccia incombere sui nostri "eroi..."
fate bene. U_U
Ok... per cominciare, un ringraziamento a Babel per
il voto ed il commento. ^_^
Poi... sappiate o
prodi lettrici (ma i maschietti proprio non leggono, eh? XD) che il
corso che Yuuko sta facendo a Watanuki e Doumeki servirà
anche a voi! *notano le lettrici darsi alla fuga e le riacchiappano*
Susu,
tranquillizatevi. Nessuna di voi morirà per così
poco... Avrete però modo di abituarvi al loro parlare
tramite il pensiero cosa che... (primo ed unico spoiler che leggerete
da noi) avverrà sempre più spesso ed in modo
approfondito.
E dopo le news...
Rieccoci con l'angolo della posta! ^_^
Naco chan:
Il bello (o brutto) di questi due, sta nell'essere vittime di
situazioni che viste da fuori possono apparire facili da capire ma che
vissute in prima persona sono invece ben più complesse.
Doumeki, per esempio, tende a credere a quanto gli viene detto da
Watanuki e per questo motivo non mette in discussione quanto gli viene
detto. Così crede davvero di essere odiato da lui. U_U
Comunque… malefiche? per così poco? U_U
sailorYuko: E
come vedi ci siamo! Oh... grazie per le tue parole...
Sapere che ti piace così tanto, come storia, ci rincuora.
E con questo capitolo... le cose si complicheranno eccome, come dice il
titolo, quindi continua a seguirci ^__^
Ginnyx:
Grazie. Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto.
Ammettiamo che anche noi restiamo male per i pg ogni qual volta
soffrono, per quanto non si può non ammettere che un po' di
angst aumenta il romanticismo. U_U
Speriamo di leggerti ancora e che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
WYWH: Non
ci sarebbe nulla da dire se fosse solo una storia dove la cosa
principale succede subito... no?
32 capitoli non sono niente! :P
Ricambiamo il bacio e siamo contente che continui a piacerti, comunque!
Mariko88:
Per prima cosa siamo felici che tu abbia deciso di commentare, in
particolare quello che è anche uno dei nostri capitoli
preferiti. :P
Speriamo di leggerti ancora e che la storia continui a piacerti almeno
come piace a noi. ^_^
Yusaki: Ma
carissima, è un bene che tu inizi le recensioni pensando a
Doumeki! :P Meglio di così!
I tuoi complimenti, poi, sono stati molto, molto, molto benaccetti.
Che le nostre semplici parole ti comunichino così tanto...
beh è una bella soddisfazione! Così come avere
tanti fedeli lettori!
Grazie per il continuare a seguirci cara!
Jenniferdylan:
Per cominciare… Bentornata. ^_^
E sta tranquilla, non ci offendiamo così facilmente.
Critiche e consigli sono sempre i benvenuti, insieme ai complimenti,
ovviamente. U_U
Ci spiace per la sensazione che hai avuto con gli ultimi capitoli e
che, probabilmente, avrai avuto anche con questo. XD
Destino inevitabile però è nata come una storia
nella storia per cui, è inevitabile che ci siano momenti di
stasi, indispensabili per tracciare la trama degli avvenimenti futuri.
Possiamo solo dirti che nulla è lasciato al caso. Ogni
personaggio, ogni singola battuta è tutto volto a quanto
accadrà da qui alla fine, anche quelle cose che
apparentemente possono sembrare inutili o prive di senso. :P
Detto questo, speriamo di rileggerti ancora. ^_^
Witch of the Dimensions:
Non hai dimenticato di commentare, hai commentato proprio all'ultimo
momento disponibile, mentre scrivevamo queste risposte! Era
inevitabile! XD
Quindi l'attesa, come vedi, è minima in questo caso :P
Il tuo capitolo preferito, comunque? Ne siamo felici, aspettavamo
l'arrivo del capitolo 32 da molto tempo noi, in effetti, ed anche se ci
saranno più in là situazioni ancora
più "pregne"... beh, possiamo dire che il capitolo
precedente, insieme a questo, è il vero punto di svolta
della storia!
Oltre ad essere, ammettiamolo, estremamente bello tutto quell'angst.
*Si fanno i complimenti alla storia da sole XD*
Continua a seguirci, comunque! E grazie per il tuo costante recensire
^__^
|
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Capitolo 34 *** Connessioni - Scoperte dolorose ***
Destino Intevitabile -
Connessioni
Capitolo 34
Scoperte dolorose.
Quella sera a tavola, forte della
complicità di Eriol, Yuuko
aveva proposto un week end di studio intensivo da svolgere presso il
tempio di Doumeki.
Ovviamente la notizia,
del tutto improvvisa, aveva trovato la totale
disapprovazione del giovane cuoco.
Dover dormire sotto lo
stesso tetto, in quel tempio così
carico di ricordi a lui cari, aveva un che di profondamente sbagliato.
Era stato questo il suo primo pensiero, seguito
dall’immediato bisogno di interrompere la cena per
allontanarsi, uscendo in giardino.
«Oh,
vedrete, si abituerà presto
all’idea.» Minimizzò la strega agli
sguardi improvvisamente preoccupati dei presenti.
«Ovviamente
se per Doumeki va bene...» Intervenne
Eriol, rivolgendosi a Giku ed Himawari. «Anche voi sarete i
benvenuti.»
«E... non...
sarà un problema?»
Domandò la ragazza, temendo come sempre di interferire in
qualche modo per via della propria condizione.
«Non se
avrai Giku-kun al tuo fianco...»
Dichiarò Yuuko, fissando entrambi con un sorriso.
A quelle parole
Himawari sembrò tranquillizzarsi.
«Bene! Direi
che è deciso!» Convenne la
strega, fissando il proprietario del tempio.
«Siete i
benvenuti, naturalmente.»
Replicò questi, alzandosi per poi avvicinarsi alla porta
dalla quale aveva visto uscire Watanuki.
Non era da lui lasciare in
asso degli ospiti, specie se tra questi vi era Himawari.
Fu sulla scia di quel
pensiero che, dopo essersi scusato con i
presenti, lo raggiunse, trovandolo seduto sotto il portico.
«Oi...»
Esordì, sedendogli di fianco,
osservandone l’espressione malinconica. «Stai
pensando a quella persona?»
Stranamente il
più piccolo si limitò ad annuire,
evitando siparietti comici o lamentele sul suo non chiamarlo mai per
nome.
«E questo...
non ha nulla a che fare con Himawari e Giku,
vero?» Continuò l’arciere.
«Vero...»
Confermò Watanuki, senza
ancora guardarlo.
«Sicuro?»
Insisté il più
grande.
In fondo quella sera
erano apparsi piuttosto affiatati e non era un
mistero l’affetto che il compagno nutriva da sempre per la
ragazza.
«Te lo
direi... se si trattasse di Himawari-chan...»
A quelle parole
Doumeki evitò di insistere.
«Ti conviene
rientrare.» Dichiarò,
alzandosi per fare lo stesso. «Sono tutti preoccupati per
te...»
«Arrivo
subito.» Ribatté il cuoco,
rendendosi conto che, probabilmente, in quel momento anche Doumeki lo
era.
Per qualche strana
ragione quel pensiero gli scaldò il
cuore, dandogli l’improvvisa voglia di rincuorarlo, pur senza
parlare. Ed in fondo, quale occasione era migliore per provare quanto
imparato quel pomeriggio?
‘Non preoccuparti per
me... E grazie.’
Pensò, cercando di trasmettergli il messaggio.
La tensione era tanta,
però, che, quando lo sentì
aprire la porta shoji, concluse di non esserci riuscito.
Un attimo dopo, si
trovò a sorridere al messaggio che gli
giunse in risposta, dritto in testa, quasi fosse un suo pensiero.
‘Mi preoccuperò sempre per
te...’
xXx
Si ritrovò improvvisamente in terrazza,
Doumeki intento a
fissarlo.
«Che vuoi?» Sbottò,
nervosamente.
Per tutta risposta l’arciere mosse alcuni
passi, fermandosi a
pochi centrimetri dal suo volto.
«Devo parlarti.»
Dichiarò nel suo solito
tono incolore.
«Ah si?» Replicò il
più
giovane, incrociando le braccia con espressione scocciata. «E
non potevi attendere la fine delle lezioni? Ho fame ed Himawari-chan ci
aspetta!»
«Possono attendere... Sia la fame che
Kunogi.»
Continuò l’altro senza minimamente scomporsi.
«Hei! Sono io quello che prepara tutti i
tuoi pranzi! Non
trattarmi così!» Esclamò allora il
giovane cuoco.
A quello l’arciere mosse un ulteriore
passo, poggiando
entrambe le mani contro la rete, ai lati della sua testa, bloccandolo,
così, con il proprio corpo. «Ed io sono quello che
ti salva sempre.»
Quella risposta sembrò colpire il
più giovane
che, stranito, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi,
osservandolo con espressione perplessa. «E... cosa
c’entra, adesso?» Domandò, visibilmente
confuso. «I miei bento... non ti bastano
più..?»
«Esatto.» Replicò
l’arciere,
curvandosi su di lui per sfiorargli le labbra in morbido bacio.
Colto alla sprovvista, Watanuki si
agitò, cercando di
svincolarsi. La sua resistenza, però, cessò poco
dopo, sotto quel bacio che si rese conto di desiderare da troppo tempo.
Si trovò quindi a rispondergli, le braccia che, rapidamente
ed apparentemente senza alcun controllo, andarono a sfiorare la schiena
dell’altro, che intanto continuava a baciarlo, premendoglisi
contro.
Ormai rilassato, Watanuki continuò a
rispondere, portando
una mano sotto la camicia del più grande, accarezzandogli la
schiena, assaporando quel calore con evidente bramosia.
Aveva un corpo perfetto Doumeki, un corpo che si
era trovato a
desiderare e sognare diverse volte.
Avrebbe approfondito maggiormente quel contatto se,
proprio in quel
momento, un uomo non fosse giunto alle spalle dell’arciere,
colpendolo.
«Attento!» Riuscì a
dire, spingendosi in
avanti, cercando con ogni sforzo di afferrare l’altro, di
trattenerlo al suo fianco.
Intorno, però, era già tutto
mutato.
Il panorama era scuro, l’aria
impalpabile, davanti a
sé vi era un’enorme lastra di ghiaccio, dietro la
rete, unico elemento della terrazza ancora presente, quasi a volersi
beffare del bel momento andato in fumo.
«Sono bloccato...»
Mormorò, in preda ad
una crescente disperazione.
‘Mettiti in salvo...’
Una frase che si
trovò in testa.
«Cosa... non
posso...»
Mormorò, fissandolo, osservando l’uomo che gli
tornava accanto, pronto a colpirlo ancora.
‘Scappa...’ Continuò
l’altro.
‘N..no...’ Pensò
intensamente, iniziando
a colpire la lastra, invano.
Tornò ad osservare l’arciere
poi, assistendo
impotente alla sua fine. Osservando con occhi vuoti l’uomo
che, senza la minima traccia di emozione, estraeva una lama dal
braccio, colpendolo a morte.
«Shizuka!» Urlò tra
le lacrime.
In quel momento la lastra di ghiaccio si dissolse,
dandogli modo di
accorrere verso il corpo ormai senza vita di Doumeki.
«Non morire...»
Sussurrò tra le lacrime,
sollevandolo appena per stringerlo a sé.
«Shizuka... non lasciarmi...»
Poi, ancora quella voce, a lui familiare.
«Devi rompere la
barriera... e presto...»
Quando
riaprì gli occhi, incontrò quelli
dell’arciere.
Lo osservò
incredulo, come se si trattasse di un sogno,
senza davvero vederlo.
«Lui
è... è morto...»
Mormorò ancora in stato di shock, rendendosi conto solo in
quel preciso istante che non era più in un sogno,
bensì nella realtà, mentre quello di prima...
«Hai fatto
un incubo...» Dichiarò
l’arciere, trasformando in parole il suo pensiero.
«E comunque... chi è morto?»
Domandò, portando una mano ad asciugargli il volto rigato di
lacrime.
Ho pianto..?
Pensò il più giovane.
Già,
nell’incubo...
Si sfiorò
il volto, facendosi sempre più cupo man
mano che i dettagli tornavano a riaffiorargli in testa.
«Hai sognato
quella persona?» Continuò
il più grande.
Watanuki si
limitò ad annuire, rivolgendo lo sguardo
altrove, sentendosi perso. «Capita spesso...»
Mormorò soltanto, pensando che si, capitava spesso, specie
quando lui e Doumeki si trovavano più vicini del solito.
«La persona
che ami?» Ribatté
l’arciere, deciso a venire a capo di quella faccenda.
Il più
piccolo restò immobile, chiuso in una
lotta con se stesso, intento a controllare il bisogno di abbracciare
l’altro ragazzo, ancora vivo, al suo fianco, ed
incredibilmente bello e rassicurante, come sempre.
Anche negli incubi
dove lo vedeva morire. Sempre...
«Allora?»
Lo sentì insistere.
Annuì
infine, stanco, ancora scosso dall'incubo e da quanto
poteva significare.
L’uomo che
li aveva attaccati indossava gli abiti che aveva
già visto nel mondo del ciliegio, e forse era la stessa
persona che aveva colpito Doumeki pochi giorni prima.
Tremò al
pensiero di vedere quel sogno diventare
realtà.
«Succede
sempre così...»
Mormorò piano, sforzandosi di essere forte. «Un
attimo prima siamo insieme e poi... accade qualcosa ed io... non posso
far nulla. Nulla...» Continuò, tornando a
guardarlo solo quando lo vide scostarsi appena da lui.
«Capisco...»
Replicò l’arciere
in tono cupo, ferito da quella scoperta.
Pur consapevole di non
aver alcun diritto su Watanuki, si sentiva a suo
modo tradito.
In tutto quel tempo
aveva finito col rassegnarsi ai sentimenti che
l’amico provava da sempre per Himawari, forse un giorno
avrebbe potuto accettare che quegli stessi sentimenti andassero ad
un’altra ragazza, ma il resto...
«Prima...
hai chiesto se lui... era vivo.»
Spiegò, vedendolo trasalire. «Per questo non
potevi dirmelo?» Continuò in tono sempre
più spento. «Temevi che... ti avrei
giudicato?»
«Cosa..?
Che... che c’entra..?»
Domandò il più piccolo con aria confusa.
L’arciere
sembrò riflettere a lungo sulla
risposta. «Avrei voluto che me ne parlassi. Tutto
qui...»
«Parlarti di
cosa? Sai bene che non posso. Potrebbe morire
e... non voglio.» Dichiarò in tono tanto triste. «Quindi non
insistere...»
«Come
vuoi.» Replicò l’altro,
alzandosi. «Buona notte allora...»
«Notte...»
Mormorò il più
piccolo, aspettando di vederlo uscire per tornare a stendersi, lo
sguardo fisso sul soffitto mentre la mente tornava a quanto vissuto in
quel sogno. A Doumeki, all’uomo che, senza alcuna
pietà, lo aveva ucciso ed infine a quella voce e al
messaggio che continuava a ripetergli.
A pochi passi da lui,
intanto, anche Doumeki stava osservando il
soffitto, sforzandosi di non soffrire per la perdita di qualcuno che in
fondo non gli era mai appartenuto.
Non completamente.
Non come avrebbe
voluto...
Rieccoci qui...
Come avrete notato il cerchio inizia a stringersi attorno ai nostri due
eroi. Ci saranno ancora diverse peripezie prima di giungere al termine
ma quanto avvenuto farà da sfondo a tanti eventi futuri
alcuni particolarmente picanti. XD
Ma veniamo a voi, fedeli lettrici e sostenitrici della DouWata (lo
siete vero? XD)
In primis vi informaimo che da questo capitolo il raiting passa da
giallo ad arancione. E state attente perchè presto...
giungeremo al rosso. U_U
Poi... Per chi non avesse notato la cosa.... Ad oggi "A stretto
contatto" e "Connessioni" si trovano in pari. Se pensate che
inizialmente, connessioni doveva in primis non esserci ed essere
particolarmente più breve.... beh, diciamo che la cosa
dovrebbe servire a mostrare come la storia si sia scritta da se. XD
Detto questo....
Naco chan: Eh
si, ci hai proprio preso. Quello di farli parlare proprio quando non
vogliono era l'esatto intento di Yuuko. Uno tra i tanti, almeno. :P
Sakè sia allora. XD
Ci uniamo anche noi al brindisi…
E chissà che presto non ci sia un bel capitolo a base di
sakè. XD
ginnyx:
Felici che non sia stato un capitolo drammatico come il titolo induceva
a pensare, ma le cose, in effetti, da questo momento in poi si
complicano non poco per i nostri due eroi!
In ogni caso, parlando d'altro, eh si... Giku-kun e Himawari-chan sono
molto affiatati. Chissà, potrebbe essere Inevitabile...
Watanuki le sopporta tutte perché, diciamocelo, è
l'idiota della storia e su questo Doumeki ha molta ragione XD Ma
ribadiamo che ha i suoi motivi... che vedremo, tra non sappiamo
più nemmeno noi quanti capitoli.
Ed il "ti odio" da solo magari può non sembrare credibile,
ma il povero Shizuka non è nella testa di Watanuki (non lo
era fino al capitolo precedente, via), quindi mentre gli osservatori
esterni sanno pensieri e preoccupazioni e innamoramenti del cuoco
isterico, lui ha visto soltanto tutto il suo sbracciarsi, agitarsi e
rifiutarlo continuamente. Poverino... *Vanno a coccolarlo e vengono
prese a frecciate e scappano.*
Ah... quanto al braccialetto di Yuuko, temo che sia un rischio andar
solo a chiederglielo XD
Anche se ammettiamo che dopo le entusiaste richieste ricevute, avevamo
pensato di farlo realizzare sul serio!
Ma cessiamo lo sproloquio, sperando che questo capitolo ti piaccia come
i precedenti.
A presto!
sailorYuko:
Non preoccuparti, la storia è ancora tanto lunga da
garantirti diverso tempo per recuperare. XD
Quanto al leggersi nella mente… Si, ammettiamo che ci
saranno non pochi problemucci. Alcuni dei quali rischiano di sfociare
nello yaoi :P
Che 'grave' problema, eh? ;)
WYWH: Diaboliche?
Tzè. Siamo Le Streghe, non confondere le cose che
è diverso! XD
"I casini" ovviamente non possono rimanere solo su un livello, anche
perché già erano su diversi di loro: Sia quello
fisico, sia quello dei sentimenti, poi dopo A stretto contatto si
è aggiuto il piano energetico e quello intellettuale, ora.
E, nello sfondo, c'è anche altro che... per il momento non
è stato ancora visto, e che non possiamo di certo rivelare
:P.
In ogni caso, Connessioni è adesso nella parte 'in discesa'
della sua parabola, si stanno scoprendo gli altarini, e possiamo solo
dire questo: Il weekend-studio al tempio di Doumeki rivelerà
diverse cose!
Continua a seguirci!
Witch Of The DImensions: Abbiamo
impiegato qualche giorno dalla tua ultima recensione ma neanche tanti.
^_^
A casa tua hanno un motto che un pg di nostra conoscenza condivide a
pieno.
Maaaa tornando a Di… Siamo liete di sapere che la storia
continui a piacerti. Divertire ed interessare chi la legge ci riempie
di gioia visto che noi per prime ci siamo divertite, commosse ed ancora
divertite nello scriverla.
Si, probabilmente ad un certo punto il divertimento era troppo ma si
sa… Watanuki ne combina tante da rendere esilarante ogni
momento in sua compagnia. XD
Detto questo… speriamo che anche l'attuale capitolo ti sia
piaciuto. ^_^
|
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Capitolo 35 *** Connessioni - Pensieri incontrollabili ***
Cap 35 - Pensieri incontrollabili
Destino
Inevitabile - Connessioni.
Capitolo
35
Pensieri incontrollabili.
Il nuovo sole era appena sorto quando all’interno del negozio
si udì la vocetta di Mokona, allegra e squillante come
sempre.
«Oi
Watanuki!» Esordì il manju nero,
saltellando attorno al ragazzo. «Ho fame!
Sbrigati!» Esclamò, carico di energia.
«Ti sembra
questo il modo di apparire?»
Esclamò Watanuki, già sveglio e pronto ad
iniziare la nuova giornata. «E a proposito, si può
sapere che fine avevi fatto?» Borbottò,
dirigendosi verso la cucina.
«Mokona
è sempre stato qui!»
Replicò l’altro, continuando a saltellare.
«Eh..?»
Fece il cuoco, notando solo in quel momento
l’arrivo di Yuuko, avvolta in un kimono color lavanda
arricchito da innumerevoli farfalle dorate.
«Ha
ragione... è sempre stato qui.»
Confermò la strega, ancora semi-addormentata. «Ha
fatto un lungo sonnellino...»
Watanuki la
osservò con aria perplessa.
Pensandoci, anche Maru
e Moro si erano viste pochissimo.
«Il
negozio... È tutto a posto?»
Domandò di colpo.
A quello Yuuko gli
rivolse uno sguardo sereno. «Direi di
si.» Fece, continuando ad osservare il ragazzo. «E
a proposito di dormire... Sentiamo, hai sognato di recente?»
Nel sentire quelle
parole, Watanuki diventò di sale.
L’espressione tanto perplessa da farlo sembrare idiota.
«Che... che
domande...» Esclamò, una
volta ripresosi. «Tutti sognano...»
Dichiarò senza guardarla, concentrandosi maggiormente sulla
preparazione della colazione.
«Già...
e tutti si ostinano a non comprendere i
messaggi dei sogni...» Sospirò la strega.
Fingendo di non aver
colto il riferimento, Watanuki iniziò a
portare in sala le prime cose.
«Mokona...
va a svegliare Doumeki!»
Esclamò poi, mostrandosi troppo affaccendato per fare lui
stesso quanto appena richiesto al manju nero.
«Wata-mamma
ha preparato una bella colazione per
Dou-papà?» Esclamò il coniglio,
palesemente divertito.
«Che hai
detto..?» Sibilò il cuoco con
voce tremante.
«Mokona-bianca
chiama così i suoi due amici che si
vogliono tanto bene!» Spiegò il manju.
«Che... che
vai blaterando! Smettila subito! Noi... Io e
Doumeki non ci vogliamo bene. Affatto! Hai capito?!»
Urlò il giovane cuoco, sbiancando un attimo dopo nel
cogliere l’ingresso dell’arciere.
«Oh
oh...» Commentò Yuuko, facendo un
cenno di saluto al nuovo arrivato.
«Yo...»
Replicò il ragazzo, rivolgendo
poi uno sguardo duro al più piccolo.
«E... Come
stanno Syaoran e... gli altri?»
Domandò quest’ultimo, nella speranza di cambiare
rapidamente argomento.
«Se la
cavano...» Replicò la strega,
intenta ad accendere la pipa.
«Yuuko-san!»
La sgridò il ragazzo.
«Non si dovrebbe fumare in cucina!»
«Oh...
Watanuki. Se vuoi restare da solo con Doumeki-kun
basta dirlo...» Lo schernì lei. «Vi
attendo in sala. Mi raccomando non metteteci troppo. Ho
fame.» Commentò, ridendo alle urla del
più piccolo.
~x ~X~ x~
Quel giorno stavano
pranzando tutti insieme, quando una studentessa,
trovatasi a passare a qualche metro da loro, sorrise in direzione
dell’arciere, salutandolo con un piccolo inchino.
«Buona
giornata, Doumeki-sama!» Esclamò,
per poi allontanarsi in tutta fretta, evidentemente emozionata
dall’incontro inatteso.
Nel vederla Nakuru,
che aveva trovato il tempo per unirsi al gruppetto,
si aggrappò al braccio di Doumeki. «Chi cavolo era
quella?» Chiese, quindi, in tono rabbioso.
Seppur silenzioso,
Watanuki si trovò stranamente in accordo
con lei.
Non aveva mai visto
Doumeki interagire con quella ragazza,
sorprendendosi nel vederlo rispondere con un saluto. Di quelli
totalmente inespressivi, certo, ma pur sempre un saluto.
«Una fedele
del tempio.» Chiarì il
ragazzo, scrollandosi Nakuru di dosso.
«Doumeki-sama...
eh?» Commentò Watanuki,
indispettito dalla situazione. «Devi averla resa
felice.»
A quello
l’arciere gli rivolse un’occhiataccia che
sembrò porre fine ad ogni eventuale replica, stimolando la
curiosità di Giku.
«Quindi ti
occupi del tempio?» Chiese infatti
quest’ultimo.
Doumeki si
limitò ad annuire e, nel tentativo di animare la
conversazione, Himawari decise di intervenire.
«Doumeki-kun
è molto bravo.»
Spiegò sorridente.
«Davvero? Tu
l’hai mai visto
all’opera?» Continuò Giku, sempre
più avido di informazioni. «Non so, magari durante
qualche esorcismo..?»
A quelle parole
Himawari si adombrò di colpo. Per un attimo,
seppur senza motivo, le venne alla mente l’immagine di un
uomo dallo sguardo gentile. «No...»
Commentò, sforzandosi di apparire normale.
«Però... mi piacerebbe.»
«Tsk...
purché non si metta a fumare!»
Commentò Watanuki, ancora infastidito. «Sarebbe
davvero la copia di Haruka-san, in quel caso. A parte per i modi rozzi
e la mancanza di espressione, ovvio.»
«Haruka-san?»
Chiese Giku.
«Si, mio
nonno.» Replicò
l’arciere, riservando un’occhiataccia a Watanuki.
«Oh!»
Esclamò Nakuru. «Hai un
nonno che ti assomiglia? Dov’è? Posso
incontrarlo?»
«Era uguale
a me. Ed è morto.»
Chiarì l’arciere, visibilmente seccato
dall’argomento. «Mi pare, in seguito ad un
esorcismo o... qualcosa del genere.»
Nel sentirlo parlare
Himawari trasalì, attirando
l’attenzione di Giku che, d’istinto, le
andò più vicino.
«Un
esorcismo, eh...» Commentò ancora
Watanuki. «E ti metti a farli anche tu, sapendolo?»
Replicò acido, improvvisamente allarmato per
l’amico.
Quella domanda
sembrò portare con sé un velo di
preoccupazione generale, che spinse i presenti a fissare
l’arciere, in attesa di una risposta.
«Non posso
certo mandare via chi mi chiede aiuto.»
Replicò lui, senza scomporsi.
Watanuki
sembrò non aver nulla da ribattere, tornando a
mangiare, sospirando quasi di sollievo al suono della campanella che
indicava la fine della pausa pranzo.
~x ~X~ x~
Quel pomeriggio, dopo essersi affrettato per giungere al negozio in
orario, Watanuki si trovò a pensare che, avendolo saputo
prima, probabilmente si sarebbe evitato quell’inutile corsa.
Forse non sarebbe addirittura andato, perché tutto sarebbe
stato meglio di quanto appena udito dalla strega.
«Può
ripetere..?» Domandò
incredulo.
«Ho detto
che oggi continueremo l’esercizio di
ieri.» Replicò l’altra. «Lo
farete tenendovi per mano, allontanandovi ad ogni nuovo messaggio
correttamente inviato, in modo da scoprire la distanza che potete
raggiungere.»
«Si, questo
l’ho capito!»
Dichiarò Watanuki. «Quello che mi chiedo
è il perché dovremmo fare tutto questo senza la
sua presenza o... quella di Eriol-san.»
La strega
sospirò stancamente. «Io e Cl...
Eriol...» spiegò, in tono fin troppo controllato.
«In questi giorni emaniamo troppe vibrazioni che potrebbero
disturbare i vostri esercizi.»
«Per questo
avete pensato al tempio?» Intervenne
Doumeki, rimasto in silenzio fino ad allora.
«Esatto!»
Replicò la strega, felice di
constatare che almeno uno dei due sembrava aver capito quanto
intendeva. «Se non avete altre domande... vi lascio ai vostri
esercizi. E non voglio sentire una parola!»
Precisò prima di uscire. «Perché anche
se non sono con voi... so tutto.» Chiarì, fissando
Watanuki con espressione minacciosa.
Rimasti soli i due
ragazzi presero posto sul fouton, improvvisamente
imbarazzati dalla situazione che li vedeva faccia a faccia, per la
prima volta, dopo lo scontro avvenuto la sera prima.
Dopo un attimo di
panico, Watanuki si costrinse alla calma, cercando di
mettere da parte ogni pensiero potenzialmente pericoloso.
«Iniziamo?» Domandò poi, quando
sentì di essere pronto.
Doumeki, che in quel
lasso di tempo aveva pensato le medesime cose, si
limitò a stendere le mani, incontrando quelle del
più piccolo. «Sono pronto.»
Dichiarò, quindi.
Passarono alcuni
secondi prima che Watanuki riuscisse a trovare
qualcosa di chiaro e sicuro da pensare ed inviare
all’arciere. Dopo un po’, chiusi gli occhi, decise
di iniziare con qualcosa di semplice.
‘Mi...
senti?’ Inviò quindi, non certo
di ricordare come fare.
‘Si.’
Replicò l’altro con un
nuovo pensiero, fissandolo.
Pur non vedendolo, lo
sguardo dell’arciere era tanto caldo e
profondo da risultare come un laser. Qualcosa che non faceva che
accrescere l’imbarazzo di Watanuki che, pur convinto di
essersi schermato a dovere, finì col pensare in modo fin
troppo percepibile. ‘Se
solo la smettesse!’
‘Cosa dovrei
smettere...’ Fu il pensiero,
altrettanto rapido, dell’arciere, ancora intento a fissarlo.
Nel ricevere quella
domanda, consapevole di aver inviato qualcosa di
troppo, Watanuki trasalì. ‘Niente!’
inviò, stringendo gli occhi nel tentativo di aumentare il
muro che sperava esserci tra loro.
‘Mi guarda a quel
modo... come faccio?’
Pensò arrossendo, sempre più confuso.
‘Vuoi che smetta di
guardarti?’ Inviò
quindi il più grande.
‘..Si!’ Replicò
Watanuki, al
colmo dell’imbarazzo, inviando, senza saperlo, parte della
propria agitazione. ‘Ora
dovremmo staccarci...’
Pensò di colpo, ricordandosi quanto richiesto
da Yuuko-san.
A quello Doumeki
mollò la presa da entrambe le mani,
alzandosi per poi muovere un paio di passi verso la porta.
‘Dovremmo
anche parlare di qualcosa...’ Gli
ricordò.
Nell’avvertire
la durezza di quel pensiero, Watanuki
tornò ad aprire gli occhi, fissandolo con aria di sfida.
‘Ok...’
Iniziò, incrociando le braccia.
‘Perché
non mi spieghi cosa ti ha spinto a fare lo
stesso lavoro che ha ucciso Haruka-san?’ Inviò
quindi. Pensarlo, dopotutto, era più semplice che esprimerlo
a parole.
‘Vivo in un tempio...
Non ho scelta.’ Fu la
risposta, come sempre calma, di Doumeki.
Per tutta risposta, il
più piccolo si alzò in
piedi, muovendo un paio di passi dalla parte opposta a quella presa
dall’arciere.
‘Non eri tu quello che
diceva di non essere un
sacerdote?’ Inviò, con relativa
rabbia.
‘Non lo sono. Ho
semplicemente aiutato alcune
persone.’ Chiarì l’altro.
‘Sai che me ne importa
di loro!’ Un pensiero che
Watanuki avrebbe voluto tenere per sé e che, tuttavia, prese
il volo, giungendo alla mente dell’altro ragazzo.
‘Sei preoccupato per
me?’ Lo
sentì rispondere.
‘N..non
dovrei..?’ Pensò subito il
più piccolo.
L’arciere
mosse altri due passi per allontanarsene, prima di
inviare un nuovo pensiero.
‘Di solito sono io quello che si
preoccupa.’
‘Lo
so...’ Fu il pensiero, non privo di
un certo calore, dell’altro. ‘Ma... posso farlo
anche io, a volte.’ Precisò,
fissandolo con
ostinazione.
A quello sguardo,
Doumeki ricambiò con un sorrisetto tra
l’ironico e l’intenerito, qualcosa che
spiazzò del tutto Watanuki, portandolo a voltarsi
dall’altra parte per nascondere il crescente rossore.
‘Ti imbarazza sapere
che so?’ Domandò
quindi l’arciere, deciso ad affrontare il problema.
«Eh..?»
Esclamò Watanuki, portandosi
istintivamente la mani alla bocca, memore delle parole di Yuuko-san.
‘Che... di che
parli?’
‘Lo sai
benissimo...’ rispose
l’arciere. ‘E
avresti potuto dirmelo invece di
fingerti interessato ad Himawari...’ Fu in quel
momento che
un pensiero, rapido come un fulmine, lo attraversò,
giungendo anche all’altro. ‘A meno che non si
tratti di Giku...’ Era
l’unico ragazzo
che lo aveva visto frequentare, dopotutto.
A quello, finalmente,
Watanuki capì, impallidendo.
‘Tu... lo
sai?’ chiese, tremando appena.
L’arciere
annuì. ‘Da
ieri...’
Memore di aver parlato
nel sonno, Watanuki spalancò gli
occhi, cercando di non inviare eventuali timori, pronto a sostituire il
pensiero con le parole, pur di proteggere quanto stava cercando di
tenergli nascosto.
In quel preciso
istante, però, Yuuko-san fece il suo
ingresso.
«Bene!»
Esclamò, battendo le mani un
paio di volte. «La lezione è terminata. Prima di
allontanarvi però...» Fece, nel notare
l’arciere già pronto ad uscire. «Vorrei
che Doumeki-kun pensasse qualcosa. E tu...»
Continuò, rivolgendosi a Watanuki. «Mi dirai cosa.
Intesi?»
L’arciere si
limitò ad annuire, fissando il
ragazzo, ancora visibilmente scosso da quanto appena appreso.
‘Manterrò
il segreto’
comunicò, il più rassicurante possibile.
‘E se non vuoi
ripeterlo davanti a Yuuko-san... inventati
pure qualcosa.’
‘Grazie...’ Pensò
il più
piccolo, rivolgendogli un lieve sorriso.
«Mi ha
chiesto dei takoyaki per domani.»
Mentì.
«Spero ne
preparerai per tutti noi, allora.»
Commentò la strega, con espressione soddisfatta.
Sulle prime Watanuki
sembrò non capire, ricordando con
qualche attimo di ritardo che il giorno dopo avrebbe avuto inizio il
week end al tempio. «Perfetto! Alla fine mi tocca sempre
cucinare per tutti!» Esclamò, fintamente adirato,
dirigendosi verso la cucina.
In realtà
allontanarsi dall’arciere, e dalla
stessa Yuuko-san, in quel momento era l’unica cosa che
desiderava. Si sentiva vittima di mille emozioni diverse, tutte
difficili da controllare e sopratutto da gestire.
Ed ora... Doumeki
sapeva.
Sapeva che gli
piacevano i ragazzi e... pensava che amasse un altro.
La cosa doveva averlo
infastidito, viste le notti passate insieme al
tempio, a volte anche piuttosto vicini.
Internamente si
sentì grato verso l’amico per non
aver ricevuto alcun rimprovero a riguardo, spaventato
all’idea che ciò potesse comunque avvenire.
Sospirò,
quindi, mettendosi il grembiule, sorridendo nel
sentire arrivare Mokona.
Lo avrebbe aiutato a
non pensare troppo.
E solo gli Dei
sapevano
se ne aveva bisogno.
Rieccoci, questa volta per un'occasione speciale...
Esattamente tra il sei ed il sette Luglio di un anno fa, infatti, Destino Inevitabile faceva la sua timida
comparsa sul web.
Non possiamo non
condividere con tutte voi (Anzi... tutti voi, visti anche i due
maschietti che ci seguono, yay!) questo momento speciale.
Grazie per i consigli,
le belle parole, gli scleri che avete scelto di condividere, i voti che
ci avete dato per farci rientrare tra le storie più belle...
Che dire se non che speriamo di passare un anno ancor più
vivo e carico di momenti da ricordare.
E... ovviamente, un
grazie alle malef... carissime Clamp, che creando questa storia ed i
suoi spendidi pg ci han reso possibile questo sclero infinito.
Naco:
Hai ragione, Yuuko non fa mai nulla per caso, e neppure gratuitamente.
XD
D'altro canto
c'è da dire che questi due proprio non riescono a trovarsi,
presi come sono dal cercare di proteggere l'altro. XD
E se da una parte
possiamo affermare che non tutto il male vien per nuocere (leggasi:
Tanto yaoi! U_U), dall'altro non possiamo che sperare in tempi migliori
in cui l'angst ormai sazio e contento, deciderà di lasciarli
in pace. XD
sailorYuko:
Oh si,
Doumeki soffre molto, ma sopporta stoicamente... sai, per non pesare
troppo sul nostro Watanuki.
E si, i sogni che fa Watanuki sono sempre tanto dolci e struggenti da
essere commuoventi, ed anche estremamente tristi... non ci fa piacere
trattare così uno dei nostri eroi, ma la storia lo prevede
e... tutto ciò darà buoni frutti XD
Dato che siamo qui, ne approfittiamo anche per ringraziarti tantissimo
delle recensioni agli altri capitoli, ben dieci! Non sai quanto siamo
rimaste stupite quando, da un giorno all'altro, ci siamo ritrovate
così tante recensioni in più... ovviamente
felicemente stupite.
Quindi ti ringraziamo ^.^ Continua così! XD
mariko88: Possiamo
dire che in questo capitolo, Doumeki ha risposto alle tue
perplessità. XD
Di ragazzi, a parte
lui, alla fin fine non è che non ce ne siano. Ci sono i
compagni di scuola, per esempio. Non dimentichiamo che Watanuki
è nella stessa classe di Himawari e Giku mentre Doumeki
è in un'altra aula, la stessa di Nakuru. XD
Prima o poi il
bell'arciere ci userà come bersagli se non gli concediamo
qualche attimo positivo. :P
beal95:
Ti
ringraziamo moltissimo per i complimenti! Sapere che ci hai lette
così in fretta e che la storia ti ha coinvolta ci fa molto
piacere!
Per quanto riguarda il rating, purtroppo non possiamo lasciarlo ad
arancione: Più in là nella storia, non subito
però, ci saranno delle scene piuttosto spinte che non
possiamo censurare in alcun modo, sia per quanto abbiamo faticato a
crearle e scriverle - le prime lemon sono sempre dannatamente difficili
da creare - sia, soprattutto, perché faranno parte
integrante della trama, con il loro scopo e significato ai fini della
fine della storia, così come ogni altra scena, capitolo e
parola di questa fanfiction. Tutto ha un significato e ci dispiace
tanto, ma non possiamo proprio togliere un simile sviluppo!
Kagura92: In
primis… speriamo che il tuo stage sia andato alla grande.
Ammettiamo di essere
liete ed un tantino orgogliose di leggere che la storia ti abbia presa
a tal punto e, sperando ti abbia portato fortuna, ci auguriamo che
continui a piacerti! ^_^
Ciccio85:
Un
ragazzo che si unisce a noi! Benvenuto, siamo contente di averti 'a
bordo' in questo galeone pieno di ragazze, e anche se hai poche cose da
dire, ci rendono comunque felici, quindi dille pure! ^_^
Un'altro estimatore della coppia Doumeki/Watanuki, eh? Daltronde come
non amarli! Se ti piacciono insieme, questo è il posto
giusto.
Thyahiel: Bentornata!
^_^
Sappi che Doumeki ha
molto apprezzato la tua comprensione nei suoi confronti. XD
Quanto ai momenti
tristi, ammettiamo di commuoverci e rattristarci spesso anche noi e
senza aggiungere troppo possiamo solo dire che di momenti tanto tanto
tristi ce ne saranno ancora parecchi. Tra essi però ci
sarà modo di ridere e… beh non sveliamo troppo.
U_U
Alla prossima! XD
WYWH:
E fai
bene a preoccparti, fai bene... ed anche ad esserne deliziata,
daltronde, perché ne vedremo delle belle. Molto presto...
Witch Of The Dimensions: Oddei…
se il pg fosse un tuo parente, rischieresti di trovarti a casa almeno
tutte le lettrici di questa fanfic. XD
Diciamo che
è piuttosto presente anche qui e che nello specifico, quel
motto appartiene al lui di un'altra dimensione. XD
Ripetiti pure cara, a
noi fa solo piacere. ^_^
|
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Capitolo 36 *** Connessioni - Week end al tempio ***
Destino
Inevitabile - Connessioni
Capitolo
36
Week end al tempio
«Qualcuno potrebbe ricordarmi
perché siamo dovuti
uscire così presto?»
La voce di Watanuki
risuonò nel silenzio quasi immobile del
tempio, richiamando l’attenzione dei presenti.
«Semplice!»
Fu la risposta sarcastica della strega.
«Per non perdere un solo istante utile del tuo
addestramento.»
«Su..»
Intervenne Eriol con fare divertito.
«È ancora presto per litigare e la pace di questo
luogo non si adatta a simili lamentele.» Aggiunse, volgendo
lo sguardo in direzione dell’arciere.
«Dimmi,
Doumeki-kun... Avete anche una sorgente
qui?»
«Un
laghetto...» Fu la replica, come sempre
concisa, del ragazzo.
«Oh... io
credo sia meglio che Watanuki usi il bagno, per
purificarsi...» Replicò la strega.
Nel sentirla parlare a
quel modo, il ragazzo prese a fissarla con
espressione commossa.
«Yuuko-san...»
Mormorò.
Purtroppo per lui,
l’illusione durò appena un
istante, dopo il quale la donna riprese a parlare. «Sappiamo
bene quanto sia distratto ed impacciato... Finirebbe con
l’annegare e morire. Meglio il bagno...»
Confermò, infatti.
«Bagno
sia...» Sospirò Eriol.
«Bene!
Grazie per avermi interpellato!»
Urlò Watanuki, sempre più esasperato.
Qualche tempo dopo, ovvero lo stretto necessario a
riporre borse e
borsoni e a preparare una sontuosa colazione per gli stregoni, Watanuki
si trovò a seguire Doumeki verso il bagno dove avrebbe
dovuto purificarsi.
«Quindi...
dovrò solo entrare e lavarmi,
giusto?» Chiese all’arciere, senza smettere di
fissarlo.
«Già...»
Replicò questi,
avanzando con la solita calma.
«E tu...
stai venendo con me... per?»
Domandò, sempre più imbarazzato.
«Non intendo
approfittare delle tue debolezze, se
è questo che temi.» Dichiarò
l’arciere, fermandosi davanti alla porta per rivolgergli un
sorrisetto ironico.
«De...
de...debolezze..?» Balbettò il
più piccolo, arrossendo per poi fissarlo, incapace di
aggiungere altro.
«Vuoi che ti
spieghi come fare o... preferisci scoprirlo da
solo?» Continuò l’altro, cogliendo dallo
sguardo di Watanuki un invito a lasciarlo da solo.
«Bene...»
Dichiarò, aprendo la porta
quel tanto indispensabile a lasciarlo passare.
«Accomodati.» Continuò, senza entrare,
richiudendola alle spalle del ragazzo per poi riprendere a parlare.
«Quando hai finito, prendi pure un accappatoio ed esci.
Dovrò lavarmi anche io dopo.»
Watanuki, che intanto
aveva già iniziato a spogliarsi, si
fermò di colpo, voltandosi quasi come se l’altro
potesse vederlo.
«O...ok...»
Replicò, entrando nella
vasca, la mente ancora rivolta alla presenza del ragazzo, troppo a
portata di pensiero perché riuscisse a sentirsi al sicuro.
Aveva appena messo un
piede in acqua, quando si trovò a
scivolare senza capire come, lanciando un unico urlo stridulo che fu
subito captato dal più grande.
«Oi!»
Esclamò infatti Doumeki, entrando
all’istante per poi fermarsi a fissarlo, in vasca e
completamente bagnato, proprio come un pulcino.
«Prendi.» Fece, lanciandogli in testa un
asciugamano. «Stai bene?» Domandò poi,
pensando che, in fondo, Yuuko-san non ci era poi andata molto lontano.
«Sono
solo... scivolato.» Replicò il
più piccolo, troppo in imbarazzo per ricambiarne lo sguardo.
Quella dannata strega
e le sue premonizioni che gli davano sempre
contro, pensò con rabbia, notando solo in quel momento che
Doumeki stava ancora fissandolo.
Arrossì
vistosamente a quello, imbronciandosi.
«Beh?! Che fai ancora qui! Ti ho detto che sto bene,
no?!» Esclamò agitandosi tanto da produrre schizzi
d’acqua che giunsero fino all’arciere.
«Oi, non sei
in un parco acquatico.»
Dichiarò l’arciere, come se davvero pensasse fosse
il caso di ricordarlo.
A
quell’esternazione, ancora rosso ed agitato, Watanuki non
riuscì a proferire parola, dando modo al più
grande di decidere il da farsi.
«Allora ti
lascio solo.» Asserì infatti
quest’ultimo, seppur con espressione non del tutto convinta.
«Resterò qui fuori, nel caso combinassi altri
disastri.» Terminò, rivolgendogli
un’ultima occhiata indecifrabile prima di uscire dalla stanza.
Più tardi,
ancora non del tutto tranquillo e particolarmente
in imbarazzo, Watanuki riemerse dal bagno, avvolto in uno yukata troppo
grande, con ancora i capelli bagnati e l’asciugamano a
sovrastargli la testa.
«Sei rimasto
sul serio...» Osservò
stancamente.
Doumeki
sembrò non aver nulla da commentare, superandolo,
già pronto ad usare il bagno.
Un pensiero, quello,
che mandò a fuoco la già
fragile psiche di Watanuki.
«Per me
prepara i pancake.» Dichiarò
l’arciere, chiudendosi la porta alle spalle, in attesa delle
urla dell’amico.
Stranamente,
però, non giunse alcun urlo, neppure una
lamentela.
Watanuki infatti era
rimasto immobile, intento a cercare di cancellare
l’immagine dell’altro, nudo, nella stessa vasca che
lo aveva ospitato un attimo prima.
Fu solo dopo diversi
secondi che si rese conto di quanto richiestogli,
sospirando amaramente prima di allontanarsi diretto in cucina.
~x~X~x~
Quel giorno, terminata l’abbondante
colazione, Yuuko chiese a
Doumeki di destinare loro una stanza particolarmente spoglia e situata
in una zona tranquilla, per i loro esercizi.
Una volta dentro, la
strega indicò ai due giovani il tatami.
«Oggi proverete a meditare. Immagino che per Doumeki-kun sia
piuttosto semplice e mi auguro che Watanuki sappia fare
altrettanto.» Sentenziò, prima di avviarsi verso
l’uscita.
«Già,
per lei è sempre tutto facile,
eh?!» Borbottò il più piccolo, senza
attendersi una risposta, lo sguardo ben piantato per terra, intento a
non posarsi sull’arciere, già in posizione e
pronto ad iniziare.
Passò
qualche secondo prima che l’agitazione
lasciasse il posto ad una parvenza di calma. A quel punto, deciso a non
essere da meno, Watanuki chiuse gli occhi, concentrandosi e cercando di
meditare.
‘Proprio con lui
dovevo andarmi a tradire...’
Pensò con troppa energia.
‘Preferivi qualcun
altro?’ Inviò Doumeki
in risposta, tornando a guardarlo.
‘’Preferivo
non tradirmi affatto!’ Fu la
secca “risposta” del più piccolo che,
dopo aver sbuffato, si sforzò ancora una volta di trovare la
giusta concentrazione, ovviamente senza riuscirci.
Passò
diverso tempo ad occhi chiusi, comunque, cercando di
non inviare pensieri all’altro, continuando a focalizzare un
pensiero alla volta, in attesa di entrare in stato meditativo.
Dopo alcuni secondi
però, in mancanza di risultati, si
trovò nuovamente a pensare, a riflettere su quanto avvenuto
la sera prima, sul sogno e sulla voce che infine gli aveva parlato.
‘Eppure... sono certo
di aver già sentito quella
voce....’ Pensò, tanto concentrato
da trasmettere
anche all’altro i propri interrogativi. ‘...ma
dove?’
Distratto dalla
confusione, più che percepibile, del
più piccolo, Doumeki tornò ad aprire gli occhi,
limitandosi ad osservarlo per qualche tempo prima di prendere la parola.
«Senti anche
le voci, ora?»
«Eh?!»
Esclamò l’altro,
spalancando gli occhi con espressione allarmata, rendendosi conto
dell’accaduto. «Evita di farmi prendere certi colpi
la prossima volta!» Borbottò irrirato, mentre un
pensiero giungeva rapido come un fulmine nella sua mente.
La voce di Doumeki...
per certi versi somigliava a quella udita in
sogno e...
‘Credo di aver capito...’
«Si
può sapere a che pensi, ora?» Chiese
il più grande, riportandolo al presente.
«Oh... si,
scusa.» Replicò Watanuki,
arrossendo appena, sotto lo sguardo dell’altro.
«È che... ti ricordi dei miei incubi..?
Ultimamente si è aggiunto un finale dove una voce mi parla
e... non sapevo a chi appartenesse.» Tentò di
spiegare.
«Ed ora lo
sai?» Si informò
l’altro.
«Credo di
si... Io... l’ho capito prima, quando ti
ho sentito parlare...» Iniziò il più
piccolo. «Credo si tratti di Haruka-san...»
«Mio
nonno...» Fu la fredda replica
dell’arciere. «E... cosa ti dice?»
Per un attimo Watanuki
si interrogò circa la
possibilità di evadere quella domanda. La vicinanza di
Doumeki però, unita al suo sguardo avido di risposte, era
semplicemente troppo per permettergli di concentrarsi.
«Arriva
sempre quando lui... muore.»
Replicò, cercando di prendere il più possibile le
distanze dal suo incubo ricorrente. «Nei miei sogni... tra
noi c’è una barriera invisibile che... mi
impedisce di salvarlo. Haruka-san... mi dice di abbatterla
ma...» Si fermò, sospirando. «Non ci
riesco.»
«Quindi...
mio nonno sa di chi si tratta.»
Realizzò Doumeki, in tono cupo.
Watanuki
annuì, senza aggiungere altro, lasciando che nella
stanza si insinuasse un silenzio pesante.
Fu l’arciere
ad infrangerlo, alzandosi senza neppure
guardarlo. «Andiamo di là.»
Dichiarò, avviandosi verso la porta.
«Hei!»
Lo richiamò il più
piccolo, seguendolo, raggiungendolo un attimo prima di vederlo aprire
ed uscire. Aveva scorto un’espressione nuova
nell’altro, un insieme di contrarietà e tristezza
che, confuso com’era, non riuscì a spiegarsi.
Stava quasi per
chiedergli se era tutto a posto quando
l’arrivo improvviso di un uomo, mai visto prima, lo
obbligò a rimandare il suo proposito.
«Scusatemi...»
Esordì lo strano
individuo. «Cercavo Doumeki-san... Mi hanno detto che si
trova qui.» Continuò, indicando Yuuko ed Eriol
che, non troppo distanti, li stavano osservando.
«Sono
io.» Si presentò
l’arciere.
L’uomo gli
sorrise timidamente, estraendo da una borsa
consunta una piccola urna in pietra.
Fu in quel momento che
Watanuki si accorse della strana energia che,
sotto forma di fumo nero, attorniava l’urna ed il suo
proprietario.
«Ho un
problema con questa.» Spiegò
l’uomo, inconsapevole della vista di Watanuki.
«Ogni volta che qualcuno gli si avvicina... succede qualcosa
di brutto. Le ho provate tutte, Doumeki-san, con pessimi risultati. Mi
hanno detto che lei è capace di effettuare esorcismi,
quindi...» Lo fissò nervosamente, quasi temesse un
rifiuto. «La prego di aiutarmi!»
Rieccoci, sommerse dal caldo ma come sempre liete
di portarvi un nuovo capitolo di Destino Inevitabile.
Allora... Come pensate
si evolveranno le cose? Chi sarà mai lo strano individuo
appena giunto in cerca di aiuto?
Le risposte alla
prossima puntata... U_U
Ed ora... l'angolo della posta. XD
ShAiW: Benvenuta
nel mondo di Destino Inevitabile. Sapere che la storia piace anche a
chi è solito rifuggire l'angst non può che
riempirci d'orgoglio. ^_^
Di fazzoletti ne serviranno a breve, visto che ci saranno situazioni
davvero difficili, ma non disperare, yaoi e lieto fine sono sempre la
giusta conclusione alle storie angst. Ai finali tragici ci pensano
già le Clamp. -_-
WYWH: Grazie
degli auguri! Eh si, se pensiamo che è passato
così tanto ci commuoviamo...
Ma comunque, passando al resto del commento... non è vero
che siamo spilorce!
Non lo siamo infatti, eh si... È solo che voi lettori non
vedete tutti i dettagli importanti che mettiamo... per fortuna! XD
Ci chiediamo cosa penserai di questo capitolo, se hai chiamato
succulento quello precedente... facci sapere!
Ciccio85:
Felici di rileggerti.
L'altro maschietto si chiama Kyle e ha commentato una sola volta,
conoscendo già la storia. -_-
In questo fandom comunque ci sono diversi maschietti che amano la
DouWata, solo che sono timidi. U_U
Magari a breve inizieranno a commentare anche loro. XD
Andando al tuo dubbio, se i poteri sono comunque simili e non identici,
l'originale può certamente restare tale. Diversi pg di serie
diverse hanno poteri simili, il fatto che qualcuno abbia usato un
potere non significa che tu non possa farlo a tua volta. La cosa cambia
se, per dirne una "a caso", decidessi di inserire nella tua storia una
strega che può muoversi tra le dimensioni. In tal caso
andrebbe quantomeno indicata la serie alla quale ti sei ispirato.
Speriamo di esserti state utili. E per altri dubbi non esitare. Il
prezzo da pagare è...
Oh, gomen… Yuuko-san ci sta contagiando. :P
Naco: Anche
noi aspettavamo questo momento da molto... a quando i pensieri che
sfuggono? Chissà!
L'unica cosa che possiamo dirti è che relativamente presto
potrebbero vedersi risvolti della storia mooolto interessanti, e
inaspettati!
Chissà se capirai cosa, tu che indovini sempre dove andiamo
a finire con le trame!
Quanto a Yuuko ed Eriol... a te non darebbe fastidio, ma temo che a lei
lo darebbe... Eriol non si sa, dopotutto è misterioso, lui!
Sappi comunque che il povero Doumeki si sente giù per come
lo tratti... ci tocca consolarlo.
Non che sia un problema... :P
sailorYuko:
Grazie per gli auguri ^_^
Siamo liete di sapere che la lunghezza della storia sia fonte di gioia.
Quanto ad altre storie… oh si abbiamo un cantiere aperto ed
in continua evoluzione. XD
A presto allora! ^_^
beal95:
Siamo felici che la storia ti piaccia e che tu ci abbia lette ancora!
^_____^
Witch Of The Dimensions:
Che altro dire se non ancora grazie?
Hai ragione, sapere che i nostri capitoli sono attesi ci fa piacere e
ci sprona a continuare dando il meglio di noi. Quindi…
complimentati quanto ti pare. XDDDD
Thyahiel:
Bentornata, siamo liete di rileggerti! ^__^ Ringraziamo tantissimo per
gli auguri, e siamo felici che tu sia riuscita a sconfiggere mostri di
tale calibro XD
Sapere che la nostra storia ti emoziona così tanto ci fa
bene, e dopotutto in questo anno ha emozionato altrettanto anche noi.
Quanto alla continuazione di questa fatica erculea, ancora
c'è una bella parte di trama da smaltire, non preoccuparti:
ci saranno ancora colpi di scena!
Si, il capitolo precedente è stato ben corposo, ed anche
questo, anche se può non sembrare, ha la sua importanza: da
qui in avanti parte del mistero andrà sempre più
vicino a sciogliersi.
Continua a seguirci, mostri permettendo, e scoprirai!
Ah, e per l'assenza di nutella... c'è sempre il gelato come
segno sostituto! XD
Ci si rilegge al prossimo capitolo! ^_^
|
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Capitolo 37 *** Connessioni - Nuovi collegamenti ***
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 37
Nuovi collegamenti
Erano passati diversi
minuti da quando Doumeki aveva accettato la proposta del nuovo
arrivato, chiudendosi con lui nella stanza che, anni prima, era stata
usata da Haruka per quel genere di cerimonie.
All’esterno,
seduto a gambe incrociate e visibilmente contrariato, Watanuki sembrava
attendere con impazienza di vederli uscire.
Aveva inviato a
Doumeki una chiara immagine dell’energia tetra che sembrava
circondare quell’uomo, sforzandosi di mantenere aperto il
collegamento, per aiutare l’arciere che si era mostrato
più che deciso ad accoglierne l’assurda richiesta.
Quel pensiero lo
portò a sospirare per l’ennesima volta. Detestava
il modo in cui quel testardo si mostrava indifferente ai pericoli.
Pensare che lui stava sacrificando tutto per non fargliene correre.
Fu solo
all’avvicinarsi di Eriol e alla sua proposta di provare
insieme qualche tecnica per facilitare la meditazione che, non troppo
convinto, si alzò per seguirlo, allontanandosi dalla stanza
dove il sacerdote era impegnato con il nuovo arrivato.
xXx
Dopo aver fatto
accomodare il suo ospite, circondando l’urna di sale ed
incensi, Doumeki si decise finalmente a parlare.
«A chi
apparteneva?» Chiese con il suo solito tono neutro.
«Mahoru
Satoshi.» Replicò l’uomo. «Il
mio bisnonno...»
«Capisco.»
Fece l’arciere, prendendo degli o-fuda da una vecchia scatola
di Haruka, appoggiandoli sull’urna.
Senza aggiungere
altro, cercò la giusta concentrazione, iniziando a recitare
alcuni sutra utili allo scopo. Continuò senza interruzione
per diversi minuti, avvertendo pian piano l’energia, solida e
carica di rabbia, farsi sempre più calma e facile da
percepire, anche visivamente.
Quando, finalmente,
riuscì ad entrare in contatto con essa, si alzò
per tornare dall’uomo, rimasto in attesa fino a quel momento.
«Il problema
è nell’urna.» Esordì, conscio
di aver detto qualcosa che l’altro sapeva già da
diverso tempo. «Il suo antenato desiderava che le sue ceneri
fossero sparse in un luogo preciso. Ne aveva fatto richiesta ai figli,
ciò nonostante, una volta morto, tale richiesta non
è stata esaudita.
A quelle parole
l’uomo si irrigidì, annuendo. «Voleva
che fossero sparse vicino alla sua... amante.»
Dichiarò con disprezzo. «Ovviamente sia mio nonno
che i successori si sono rifiutati.» Continuò, con
una punta di orgoglio nella voce. «È per questa
ragione che accadono tanti incidenti?» Domandò poi.
«Se non
spargerete le sue ceneri...» Lo riprese l’arciere.
«Gli incidenti non faranno che aumentare. Non sta a voi
giudicarne le scelte.» Chiarì, fissandolo con
determinazione, la stessa che ci si sarebbe aspettati da un sacerdote
più che consapevole di ciò che affermava.
Anche il fedele che
aveva di fronte sembrò cogliere l’aura di
sicurezza insita nella sua persona.
«Le sue
azioni non meritano perdono...» continuò con
espressione incerta. «Non c’è un altro
modo?»
Doumeki scosse il
capo. «Se lo disprezzate tanto non dovreste tenere le sue
ceneri. Lasciatelo libero di essere ciò che vuole. Solo
così sarete liberi anche voi di... dimenticare.»
L’uomo
sembrò valutare la cosa. «No...»
Asserì poi. «L’onore della nostra
famiglia non lo permette.»
Quelle parole
sembrarono produrre un leggero vibrare dell’urna, spingendo
Doumeki ad avvicinarsi ad essa al fine di appoggiarvi due nuovi o-fuda.
«Una famiglia distrutta non ha alcun onore. È
questo che vuole?» Chiese quindi in direzione
dell’uomo. «Non potete cambiare ciò che
è stato fatto, neppure negandolo. Il vostro futuro,
però, rischia di restare segnato per sempre. È
questo che desidera per sé e per i suoi
successori?»
Quelle parole
sembrarono colpire il fedele, scuotendolo nel profondo. «Se
non c’è altra scelta...»
Replicò, i pugni stretti per contenere la rabbia.
«..lo farò.»
Nel coglierne la
decisione Doumeki trascrisse qualcosa su un foglietto, tornando da lui
per consegnarglielo. «Ho scritto qui il luogo. Tra sei giorni
sarà il loro anniversario, porti le ceneri con sé
e le sparga. Tutte...» Precisò, tornando
all’urna per raccoglierla e consegnarla all’uomo,
ancora irrigidito dalla rivelazione sui motivi degli incidenti.
«Sparga le
ceneri.» Ribadì, accompagnandolo verso
l’uscita. «Se entro sei giorni non si troveranno
dove le ho detto... Gli attacchi riprenderanno in modo ben
più violento.»
Seppur ancora ritroso,
l’uomo annuì, salutandolo e promettendo una
cospiqua donazione al tempio.
Fu proprio in quel
momento che, concluso il tentativo di meditare, Watanuki si
trovò a passare da li, constatando, suo malgrado, come
Doumeki vestisse fin troppo bene i panni del sacerdote.
«Sembra sia
andata bene..» Dichiarò freddamente, ancora
parzialmente offeso dalla decisione dell’altro.
«Così
sembra.» Replicò l’arciere, nel suo
solito tono.
«Potresti
ringraziarmi per la dritta dello spirito, almeno.»
Borbottò, sforzandosi di non guardarlo troppo.
Quelle parole
portarono il più grande a sorridere. «Hai
ragione...» Commentò, mentre il cuore di Watanuki
perdeva un battito. «Grazie.»
Poco lontani, Eriol e
Yuuko osservavano la scena con espressione malinconica. Entrambi
consapevoli di come l’inevitabile serie di tristi eventi
fosse ormai irrimediabilmente vicina.
xXx
Il pomeriggio stava
volgendo al termine quando, sotto il portico del tempio dove si erano
riuniti per accogliere l’arrivo di Himawari e Giku, si
udì un urlo stridulo, immediatamente seguito
dall’ingresso di Nakuru.
«Voi!»
Esclamò la ragazza, avanzando con passo spedito per poi
fermarsi a pochi passi da Giku ed Himawari. «Siete venuti qui
senza dirmi nulla! Traditori!»
L’attenzione
dei presenti si spostò immediatamente sull’ultima
arrivata, proprio mentre Doumeki le andava vicino per fare gli onori di
casa.
Alla vista
dell’amato arciere, la ragazza sembrò ricomporsi
alla svelta, passando di colpo dall’ira alla gioia, che rese
nota con un ampio sorriso.
«Oh..
Shizuka-kun..» Sospirò, aggrappandoglisi contro.
«Fortuna che almeno tu sei diverso da questi qui.»
Fece, tornando a rivolgere occhiate malefiche ai presenti.
«E
sentiamo...» Intervenne Eriol, notando
l’espressione improvvisamente gelida di Yuuko.
«Cosa ti
porta qui tra noi, Naku-chan?»
Nel sentire la voce di
Eriol la ragazza sembrò mutare atteggiamento ancora una
volta, staccandosi da Doumeki per farsi più remissiva.
«Ho inseguito loro due...» Ammise, in tono quasi
infantile, indicando Himawari e Giku. «Sono giorni che siete
tutti strani e volevo capire cosa mi stavate nascondendo.»
Spiegò.
«Eppure...»
Replicò l’uomo con improvvisa serietà.
«Tu e Spinnel avevate qualcosa da fare... Nakuru.»
Bastò
quell’affermazione a far capitolare la ragazza.
«..Si.
E’ vero...» Ammise, incontrando lo sguardo
più che scocciato di Yuuko. «Me ne
vado...» Continuò, fermandosi ad osservare la
donna con espressione perplessa.
«..Non dirmi
che è lei!» Esclamò di colpo,
indicandola ed attirandosi un’occhiataccia dalla strega.
«..Devo
iniziare a chiamarti Ruby?» Fu l’incomprensibile
risposta dello stregone. Incomprensibile per almeno alcuni dei
presenti, primo tra tutti Watanuki, che stava osservando la scena con
falsa, falsissima indifferenza.
«No!»
Esclamò la ragazza, tornando ad aggrapparsi al braccio
dell’arciere. «Shizuka-kun, mi accompagneresti
all’uscita?» Cinguettò, tirandoselo
dietro, sotto lo sguardo contrariato di Watanuki.
«Allora...»
Esordì Yuuko in direzione di Eriol. «Chi sarei,
io..?»
«Yuuko-chan...»
fece l’uomo, in tono preoccupato. «non avrai perso
la memoria?» Il suo sorriso, però, si
cancellò all’istante nel cogliere il disappunto
della strega.
«Suvvia non
è così importante, no?»
Tentò ancora, restio ad ammettere il vero.
«Lo
è per me, stregone da strapazzo.» Lo
rimbeccò la donna, l’espressione che non lasciava
presagire nulla di buono.
L’uomo
sbuffò esasperato e, sotto gli sguardi curiosi degli altri
ragazzi, Giku pensò bene di risolvere la situazione.
«Io non
trovo ci sia nulla di male, sensei.» Esclamò di
colpo, attirandosi l’attenzione dei presenti, prima tra
tuttti quella della strega, che mosse una mano con fare annoiato,
invitandolo a proseguire.
«Eriol-san
ci raccontava di aver creato i suoi peluches con splendide ali di
farfalla in ricordo di una bellissima donna.»
Raccontò, suscitando un sospiro ammirato da parte di
Himawari.
«Romantico,
vero?» Le chiese il ragazzo, sorridendole nel vederla annuire.
«Conoscendolo
gli avrà dato dei caratteri pessimi per poi dire che mi
somigliano.» Commentò la strega, suscitando una
risatina da parte di Eriol.
«Come sono
carini!» Esclamò Himawari, attirandosi gli sguardi
perplessi di Doumeki e Watanuki, abituati a sentire simili esclamazioni
durante i loro battibecchi.
«Sentito
Yuuko-chan?» Commentò Eriol. «Questa
bella ragazza sostiene che siamo carini... Direi che è un
bel modo per definire una coppietta, non trovi?» Fece,
fissando i due ragazzi ancora intenti ad osservare la scena.
Per tutta risposta, la
strega decise di alzarsi, ponendo fine a quel siparietto.
«Che ne dite
di un’ottima cena?» Chiese, accolta da espressioni
più che positive.
Un attimo dopo un
giovane ragazzo si muoveva verso la cucina, inveendo contro streghe
capricciose, stregoni subdoli ed arcieri traditori.
Rieccoci qui, pronte ad augurarvi un nuovo e felice inizio di stagione.
Sarete felici di sapere che Destino Inevitabile vi
accompagnerà anche durante il lungo inverno, riscaldandovi
con scene sempre più "calde" XD
Detto questo...
WYWH: In effetti,
per riuscire ad approfondire l'aspetto
sentimentale
della coppia che tutti amiamo, alle volte è stato necessario
distaccarsi dal filo narrativo del manga. L'urna però non
sarà un caso
isolato. I nostri eroi avranno modo di imbattersi in altre avventure da
qui al grande finale. (Yuuko-san gioisce per questo, visto che si
diverte a sfruttarli. XD)
Grazie come sempre per le tue recensioni. Speriamo che anche questo
capitolo sia stato di tuo gradimento. ^_^
Naco: Avanti
che questo capitolo è più lungo! ^_^
Quanto al tizio dell'urna, la sua importanza può sembrare
poco utile ai fini della storia, ma non lo è, come sempre...
Pensalo come ad uno degli episodi coi clienti in Holic: ha sempre il
suo senso... e si, preoccupati!
Oh, aspetti gli allenamenti per quel motivo?
Beh,
innanzitutto non possiamo non notare che si stanno pian piano
riavvicinando, i nostri due... ma continua ad attendere gli
allenamenti, si.
Porteranno, a breve, delle sorprese abbastanza succulente.
Così come il capitolo di oggi...
sailorYuko: Ritrovati
i pezzi del tuo cuoricino? Ci auguriamo di si
perché il prezzo per ritrovarli sarebbe altissimo. XD
Siamo contente che ti stia a cuore Doumeki, e non possiamo che essere
d'accordo nel sostenerlo e patire insieme a lui, essi.
Speriamo che anche questo ti sia piaciuto. Facci sapere. ^_^
Beal95: Siamo
felici di riaverti tra noi!
Quando
lo verrà a sapere, dici? A suo tempo, ovviamente... possiamo
solo dirti
che succederà verso la fine, e che ancora c'è
molta, molta trama da
sviluppare.
Uno sviluppo che sta iniziando proprio adesso a farsi visibile...
aspettatene delle belle! *Sogghigno*
Quanto al nuovo arrivato, come hai visto in questo capitolo, non SEMBRA
poi così pericoloso.
Ma si, di sicuro fa succedere qualcosa ad almeno uno dei nostri due
eroi... proprio in questo capitolo! ^_^
Continua a leggere, comunque, e capirai...
Witch
Of The Dimenions: Grazie come sempre dei
complimenti e
dell'affetto
con cui segui questa storia. Quanto al cattivone… ti
consolerà (o no..?
XD) sapere che arriverà, probabilmente non uno solo. :P
Ciccio85:
Oh, si, Doumeki-kun nudo interessa abbastanza anche noi,
molto, molto intrigante, non possiamo che concordare...
*sospirano estasiate... e vengono cacciate ad urla da Watanuki.*
Quanto ci metteranno a capirsi, dici? Dipende tutto da loro, e si sa,
sono bravissimi a complicare le cose già complicate.
Avremo
ancora diversi capitoli e colpi di scena su cui ridere o disperarci,
prima di quel momento... e chissà che cosa verrà
nel mezzo!
Perché a noi l'angst piace!
Harinezumi:
Benvenuta nel pazzo mondo di Destino Inevitabile. ^_^
La
tua recensione ci ha reso davvero felici, specie nell'apprendere che
siamo riuscite a farti conoscere meglio Doumeki e Watanuki che a nostro
avviso sono semplicemente perfetti insieme. ^_^
Quanto alla lentezza
dell'evolversi del rapporto, è vero, siamo andate
lentamente, cercando
di seguire un evoluzione il più possibile fedele al modo di
essere dei
personaggi e della storia. Sapere che a tuo avviso ci siamo riuscite ci
rende felici.
Sperando ti sia piaciuto anche questo capitolo, speriamo di rileggerti
ancora.
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Capitolo 38 *** Connessioni - Muro di ghiaccio ***
Destino inevitabile capitolo 38
Destino Inevitabile -
Connessioni
Capitolo 38
Muro
di ghiaccio
Aveva
tentato di prendere sonno diverse volte prima di alzarsi per
uscire all'esterno, sedendosi sotto il portico a contemplare la luna.
Trovò
parecchio strano, quindi, sentire l'improvviso aroma
di tabacco nell'aria, seguito dalla comparsa di Haruka-san.
«Oh... sto
sognando...» Mormorò,
sorridendogli.
L’uomo fece lo
stesso, sedendogli accanto. «Sembri
stanco, Kimihiro-Kun...» Esordì. «Dormi
abbastanza..?»
Quella domanda
sembrò spingere il più giovane a
pensieri poco allegri. «Non molto. Sa... per via degli
incubi.» Replicò.
«Incubi...»
Sospirò Haruka.
«Vuoi parlarne?»
Watanuki lo
osservò per un lungo istante, prima di
riprendere. «Mi è sembrato di sentire una voce
ultimamente... Sa, alla fine di ogni incubo...»
L’uomo
annuì, facendogli segno di continuare.
«..Mi
chiedevo... Era lei a parlare?»
Quella domanda
sembrò vibrare tra loro.
«Tu cosa
pensi?» Fu la risposta di Haruka.
«Ci ho pensato
a lungo e... A me è sembrata la sua
voce...»
«Capisco.»
Replicò l’altro.
«E sentiamo... cosa ti dice la mia voce?»
Una domanda, quella, che
giunse del tutto inattesa.
«Lei... non lo
sa..?» Mormorò Watanuki,
visibilmente scosso al pensiero di aver sognato un Haruka diverso da
quello che era solito incontrare nel mondo dei sogni.
Per tutta risposta, il
sacerdote riprese a fumare, osservando le
spirali di fumo che aleggiavano nell’aria davanti a
sé. «Abbatti la barriera...» Fece in
tono calmo, l’espressione leggermente più tesa.
«Sai Kimihiro-kun, dovresti seguire il consiglio.
Abbettendola potresti aiutare Shizuka. E presto... potrebbe aver
bisogno di te...» Sentenziò in tono grave.
Tra i due
seguì un breve silenzio, che il più
giovane utilizzò per metabolizzare la cosa.
«..Così era lei...» Mormorò
infine, voltandosi a guardarlo con aria implorante. «Mi dica
come fare... Come salvarlo..» Sussurrò, mentre gli
occhi gli si riempivano di lacrime.
Si sentiva perso.
Solo in una
guerra senza alletati; una guerra dove chiunque poteva essere il
nemico.
Chiunque.
Persino se stesso.
«Pensaci bene,
Kimihiro-kun...» Fu la risposta di
Haruka. «Quel muro rappresenta l’ostacolo che ti
impedisce di salvare Shizuka... Nel sogno lo infrangi quando
è ormai tardi e... devi farlo prima, sai?» Si
voltò a guardarlo, lo sguardo infinitamente triste.
«Continuando così... l’incubo
diverrà reale...»
Quelle parole scossero
il più piccolo. «La
prego...» Singhiozzò, incurante delle proprie
lacrime. «Non voglio che... che muoia...»
«Prova a
guardare dentro di te, Kimihiro... Impara a cogliere
la tua vera essenza, a separarla da eventuali interferenze, cogli i
simboli...»
«..Interferenze?»
Fu l’immediata risposta.
«Mio nipote ha
bisogno di te, sai?»
Di nuovo quelle parole.
«Allora gli
parli lei!» Esclamò
Watanuki. «Gli dica di non fare esorcismi. Si riferisce a
quelli vero? Anche lei è morto così,
no?» Replicò, ormai troppo allarmato per
preoccuparsi di quanto diceva.
Il sacerdote sorrise
mestamente, concedendosi una nuova boccata di fumo.
«Non
è stato l’esorcismo ad
uccidermi.» Spiegò in tono calmo. «..ma
il prezzo che ho scelto di pagare...» Asserì.
«Un... che
prezzo?»
«Per quel
futuro che state rischiando di
perdere...» Fu la risposta cupa dell’uomo.
L’espressione
di Watanuki mutò di colpo, specie
nel vedere l’immagine di Haruka-san farsi sempre
più distante. «Quale futuro...»
Mormorò, un attimo prima di riaprire gli occhi.
«Ti sembra questo il posto per
dormire?» Furono le
prime parole che colse al risveglio. Parole espresse con un tono ben
distante da quello che sapeva appartenere ad Haruka, eppure...
«Haru... Shizuka...» Mormorò, rendendosi
conto di essere ormai sveglio.
La stanchezza alla fine aveva avuto la meglio, facendolo crollare.
Già... quel sogno. Di sicuro aveva un significato ben
più profondo di quanto non gli apparisse al momento, si
disse, facendosi pensieroso.
Fu la voce di Doumeki a riportarlo al presente. «Hai fatto
altri incubi?»
«Eh? N..no.» Mormorò, osservando
l’arciere sederglisi accanto. «Ho... ho incontrato
Haruka-san.» Spiegò in tono ancora vagamente
perplesso.
«Capisco.» Fu la risposta dell’altro,
alla quale seguì un silenzio carico di tante cose non dette,
percepibili da entrambi.
Watanuki però si sentiva stanco, tanto da finire con
l’appoggiare il viso contro la spalla dell’arciere.
Era confortevole la sua presenza, si disse, ancora per metà
addormentato.
«A parte questo...» Riprese l’arciere,
stupito da quel gesto. «Stai bene?»
Il più piccolo sembrò pensarci. «No,
sono stanco.» Rispose d’istinto. «Non
dormo bene dall’ultima volta qui al tempio.»
Dichiarò, senza pensare al peso di quelle parole.
Doumeki sorrise appena. «Avete parlato dei tuoi
sogni?»
«Si... ed era davvero sua, quella voce.»
«E di quella persona?» Indagò il
più grande. «Ne avete parlato?»
Watanuki annuì, lasciando una serie di dubbi inespressi nel
cuore dell’arciere.
«..Dovrò
indagare sui simboli dei
sogni...» Mormorò poco dopo, la voce impastata dal
sonno.
L’arciere continuò ad osservare la luna alta nel
cielo, assaporando quel momento di quiete tra sé e la
persona che amava, lasciando che il venticello cullasse entrambi.
Fu solo quanto il silenzio gli sembrò protrarsi troppo a
lungo che tornò ad abbassare lo sguardo su Watanuki,
scoprendolo nuovamente immerso nel mondo dei sogni.
Sospirò appena, muovendosi con cautela per poi prenderlo in
braccio, al fine di ricondurlo in quella che, solo poco tempo prima,
era stata la loro stanza.
xXx
Al mattino, dopo una notte quasi insonne trascorsa
ad osservare
Watanuki, l’arciere decise che era ora di agire.
Si alzò quindi cautamente, attendo a non svegliare gli
altri, avvicinandosi a Watanuki e mettendogli una mano sulle labbra,
nel caso si fosse messo ad urlare come sue solito.
«Oi...» Sussurrò piano.
Quel risveglio, decisamente atipico, caricò il
più piccolo di un brivido inatteso.
La voce calda di Shizuka era qualcosa che proprio non si aspettava,
così si limitò a rivolgergli uno sguardo meno
astioso di quanto avrebbe voluto. «Che succede?»
Sussurrò piano.
«Sono quasi le sette... Dovremmo cercare qualcosa sui simboli
e... dovrei avere un libro adatto in bibilioteca.»
Spiegò con il suo solito tono, seppur limitadosi ad un
sussurro.
«Oh...» Fu la sola risposta del più
piccolo. «Va-va bene.»
«Prepara qualcosa di buono allora.»
Continuò l’arciere. «Io recupero il
libro e te lo porto.»
Poco dopo si ritrovarono in cucina, il
più piccolo che, in
abiti da cuoco, si dava da fare mentre l’arciere, nella sua
tenuta da tempio, faceva il suo ingresso con un libricino piuttosto
sottile, di quelli rilegati a mano, probabilmente scritto dallo stesso
Haruka.
«È un libro dei sogni.»
Spiegò, posandolo sul bancone dove sostavano già
alcuni piatti. «Cosa dovremmo cercare?» Chiese
quindi, assaggiando qualcosa.
«Attendi che sia ora di colazione!»
Sbottò il più piccolo dandogli un colpetto sulla
mano, salvo poi tornare a rivolgere la propria attenzione al libro.
«Qualcosa su muri di ghiaccio e situazioni che ti impediscono
di agire.» Dichiarò, non troppo felice al pensiero
di dover svelare simili particolari al diretto interessato.
A quella richiesta l’arciere lo osservò per un
attimo, iniziando poi a sfogliare il libro.
«Che strano...» Mormorò, notando che il
muro di ghiaccio era tra i primi simboli presi in esame.
Il libricino, inoltre, sembrava incompleto, presentandosi davvero
scarno in quanto a simboli. L’avervi trovato proprio il muro
di ghiaccio andava sicuramente oltre quello che chiunque avrebbe
definito una coincidenza. Chiunque non conoscesse Yuuko-san, ovviamente.
«Qui dice che il significato dipende dal ruolo che riveste
nel sogno e da quante persone vi si trovano coinvolte.»
Dichiarò, proseguendo con la lettura. «Se si trova
attorno al sognatore, indicherà una sorta di scudo eretto
dal sognatore stesso, al fine di proteggersi da qualcuno o
qualcosa.» Si fermò, per un istante, osservando
Watanuki con fare più cupo, riprendendo subito dopo la
lettura. «Se invece si trova tra il sognatore ed
un’altra persona, in particolar modo se l’altro/a
è una persona da egli amata, il muro indicherà
una barriera erroneamente creata per proteggere chi si ama.
Probabilmente il messaggio del sogno è quello di abbattere
il muro di ghiaccio, sciogliendolo con il calore stesso
dell’amore. Se ciò non verrà fatto...
la persona amata rischierà la vita.» Si
fermò nuovamente, notando l’improvviso pallore sul
volto dell’amico. «Dice anche... che se appare in
sogni rivelatori... il messaggio deve essere assolutamente
ascoltato.»
A quello Watanuki si irrigidì, lasciando cadere il coltello
che aveva in mano. «Dice proprio...
così?» Mormorò in tono teso.
L’arciere annuì. «Stai bene?»
Chiese, girando il libro per osservare l’immagine di un
ragazzo intento a colpire una parete di ghiaccio. Dall’altra
parte qualcuno, del quale si intravedeva solo la sagoma, era disteso
per terra, probabilmente privo di vita. «Questo qui... ti
assomiglia.» Fece, avvicinandosi all’amico per poi
indicargli la figura in luce.
«Che..?» Replicò l’altro,
osservando l’immagine.
Un attimo dopo si trovò a tremare. «Questa
scena... è proprio così...»
Sussurrò. «Ed io... non riesco mai a
salvarlo...»
Vederlo in quello stato e sapere che era per qualcuno che amava faceva
male, ciò nonostante, aiutarlo restava sempre la sua
priorità. «Forse analizzando questo testo,
riuscirai a cambiare le cose.» Tentò.
«Forse.» Ribatté il più
piccolo, facendosi coraggio per quanto stava per chiedere.
«..Mi aiuteresti con la meditazione?»
Domandò quindi.
xXx
Il bisogno di trovare indizi rendeva tutto
particolarmente dfficile per
uno che, come Watanuki, non era affatto portato per cose come silenzio
e concentrazione.
Mezz’ora dopo essersi chiusi in una stanza silenziosa,
quindi, non vi era stato alcun cambiamento.
«Non ci riesco.» Sbuffò il
più piccolo, aprendo gli occhi.
A quello Doumeki sospirò amaramente, andandogli vicino per
poi sedersi a gambe incrociate.
«Dammi le mani e cerca di fare come me.» Lo
esortò, chiudendo poi gli occhi mentre l’amico
tentava, suo malgrado, di imitarlo.
Dopo diversi minuti l’arciere tornò a fissarlo.
«Allora..?» Domandò cautamente.
«Cosa!» Replicò il più
piccolo in tono brusco.
«Che stai facendo?»
«Pulizie di primavera...» Fu la secca risposta.
«Non ne facevi da tanto, eh?» Ironizzò
il più grande, tornando a chiudere gli occhi.
«Prova a concentrarti, ora.»
A quell’esortazione Watanuki sospirò, tentando
ancora una volta di trovare la giusta concentrazione.
Provò a ripensare al sogno, al muro di ghiaccio, alle parole
di Haruka, ottendendo solo maggior confusione.
Se Haruka-san aveva detto quelle parole... se era riuscito a comunicare
nel sogno, allora anche il muro poteva essere stato inserito da
qualcuno, pensò, improvvisamente travolto da una fitta alla
testa.
Che ci fossero davvero delle interferenze a guidarne i pensieri?
Bastò quel dubbio a rendere improvvisamente presente una
sgradevole sensazione, unita ad un forte capogiro, che di colpo rese
particolarmente difficile tenere a mente quanto appena pensato.
«Doumeki..» Mormorò, tremando appena,
portandosi entrambe le mani alla testa.
L’arciere gli fu subito vicino. «Che
succede?» domandò, portando istintivamente le mani
sulle sue, avvertendo qualcosa di strano.
Fu in quel momento che tra la confusione dell’altro
riuscì a cogliere un pensiero ben distinto.
«Pensi che qualcuno ti invii i tuoi incubi?» Chiese
senza scostarsi.
Watanuki annuì e, nel trovarlo tanto fragile,
l’arciere si sistemò davanti a lui, lasciandogli
andare le mani per posare le proprie sulla sua testa.
«La tua energia ha qualcosa di strano.»
Asserì di colpo. «Qualcosa di forte ma comunque
affine a te...» Si incupì a quel pensiero.
«Per questo prima non l’avevo notata...»
«Potrei parlarne con Yuuko-san...»
Mormorò il più piccolo, lasciandosi cullare dalla
calma che l’arciere riusciva ad infondergli con la sua sola
presenza.
Doumeki si limitò a fissarlo, l’espressione appena
più tesa. «Purtroppo io ne so troppo poco per
poterti aiutare...» Affermò.
«..mi stai aiutanto molto, invece...»
Replicò l’altro, aprendo gli occhi per rivolgergli
un sorriso grato. «La tua presenza allontana la
confusione.» Ammise, arrossendo appena per
l’imbarazzo.
Quelle parole giunsero all’arciere cariche di calore. Gli
sorrise a sua volta, in silenzio, mantenendo quel contatto, sperando di
potergli essere davvero utile.
Era quella, per lui, l’unica cosa che davvero contava.
Rieccoci, dopo questo capitolo ricco di informazioni.
A questo punto della storia possiamo dirci nel centro focale della
seconda parte.
Cosa accadrà ai nostri amici? Qual'è il vero
significato del muro di ghiaccio? E sopratutto, da cosa dipende?
Curiosi, eh? ^____________^
Ed ora, via alle vostre recensioni!
Beal95:
Fortunatamente le cose sono andate in modo più semplice di
quello da te previsto. Almeno per il momento. XD
Ma non preoccuparti,
nessun manicomio per te. Al massimo ti offriremo un bicchiere di
sakè! XD
Quanto a Nakuru,
ebbene si è lei! Complimenti per averla ricordata.
Grazie a te, ora sta
saltellando felice dandosi arie da diva famosa. XD
Quanto ai tuoi aggiornamenti…
Sei velocissima! Ma anche se in ritardo leggo sempre! (nd Lay)
harinezumi:
Siamo
contente che il capitolo ti sia piaciuto... atmosfere alla Holic? Si,
per quella scena erano particolarmente necessarie, e dopotutto ce ne
sono anche in questo capitolo...
In realtà,
anche se può non
sembrare, non ci siamo distaccate molto dalle situazioni che potrebbero
essere descritte nel manga stesso.
Anche a noi, comunque,
piacciono i
personaggi di CCS ed Eriol (soprattutto ad una delle due XD)... anche
se, beh, Nakuru non è poi così male come la
dipingiamo...
ma a tutte le storie serve qualcuno che dia fastidio :P
Ed ora ti lasciamo al
capitolo, seguici ancora!
Naco: Stanno
migliorando, visto?
Seppur lentamente i progressi ci sono e presto, saranno ben
più evidenti (e catastrofici ^^").
Quanto a Yuuko ed Eriol, diciamo che sono troppo fuori dal comune per
esitsere una coppietta come le altre. Ma il loro fascino sta proprio
in questo, no? ^_^
Grazie come sempre per le tue recensioni, speriamo che anche questo
capitolo sia stato di tuo gradimento.
sailorYuko: Ciao!
Doumeki era davvero affascinante, vero..? *sospirano con gli occhi a
cuoricino. Poi scappano da un Wata sospettoso...*
Comunque, per quanto
riguarda Clow ed
Eriol, partiamo dal presupposto che tu conosca la storia di CCS... Ma
ricapitolando brevemente:
Eriol è in
pratica la
reincarnazione di Clow con, alla fine del manga, metà del
potere
che aveva nella sua precedente incarnazione, l'altra metà va
a
Fujitaka che comunque non ha ricordi e personalità di Clow.
Nel nostro universo,
come avrai notato
dato che Eriol è in forma adulta ormai, sono passati diversi
anni dalla fine di CCS (Ricordiamo che, ai fini di questa fanfiction, i
veri genitori di TRC!Shaoran/Watanuki sono CCS!Sakura e CCS!Shaoran,
almeno prima che il loop temporale iniziasse) e, sebbene Eriol si sia
trasferito in inghilterra con Kaho alla fine di CCS, sono pur passati
più di quindici anni.
In pratica, non stanno
più insieme.
È anche
possibile che Eriol sia
andato via con Kaho per attendere il momento giusto e tornare in
giappone da Yuuko... oppure si sono semplicemente lasciati. Questo non
lo diciamo, ancora :P
Speriamo di aver
chiarito il dubbio, comunque.
E che tu non sia
andata in astinenza!
Thyahiel: Bentornata
tra noi ^_^
Che dire… Felici che le tue vacanze siano andate bene, ti
offriamo dell'ottimo sakè d'annata per disintossicarti dai
troppi zuccheri. Eh si, anche se alcolico il sakè di
Yuuko-san
è a basso tenore di zuccheri (o non si spiegherebbe la sua
linea
vista la mole di bottiglie che si scola XD).
Bando alle ciance comunque. Piaciuto questo nuovo capitolo?
Ciccio85: Ciao!
^_______^ Felici di risentirti anche qui :P
Di inaspettato,
nell'altra coppia che
entra in scena, non c'è stato molto.. ma ancora ne avrai da
vedere delle belle, anche perché quei due, ma soprattutto
Yuuko,
di certo non sono affatto contenti di essere definiti una coppia!
Chissà come andrà a finire, anche tra di loro...
Temiamo
però che quegli aspetti
della storia di questa coppia dovranno aspettare un po'... goditi il
DouWata intanto, vah!
Che stiamo per entrare
nella parte clow... ahem... clou... di Connessioni!
Aspettiamo il tuo
parere :P
Witch Of The Dimensions:
Sii monotona quanto vuoi, cara. XD
Quanto al manicomio, la casa di Yuuko-san è sempre aperta a
nuovi adepti. Certo, purché disposti a lavorar sodo. :P
Grazie come sempre per le tue belle parole. ^_^
WYWH:
Ciao anche a te! ^_^ Contente che ti sia piaciuto il capitolo... e si,
anche se ci potranno essere risvolti negativi (forse...
chissà... *misteriose*), l'angst con questi due è
sempre
divertente da leggere e scrivere. E soprattutto... Le Streghe tifano
per l'happy ending!
Comunque, dopo questa
rassicurazione...
Nakuru antipatica? Simpatica non è, certo, ma ha i suoi
motivi
per fare quel che fa! E noi abbiamo i nostri per lasciarglielo fare :P
Comunque Yuuko non
è timida, verso
la questione coppia-con-eriol, più che altro è
parecchio
arrabbiata... ma il come mai dovrai aspettare per saperlo :P
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Capitolo 39 *** Connessioni - Relazioni ***
Destino inevitabile -
Connessioni
Capitolo 39
Relazioni
Quella mattina, in vista di
un’esercitazione piuttosto pesante, Yuuko aveva dato qualche
ora libera ai due ragazzi,passando quindi le ore in giardino,
concentrata su una partita a scacchi con Eriol. Cosa che nel giro di
poco si trasformò in una vera e propria guerra.
Poco distante, Himawari osservava Giku, intento a dipingere, sorridendo
felice allo svolazzare allegro di Tanpopo.
«Sai... potremmo uscire insieme uno di questi
giorni.» Esordì di colpo il ragazzo.
«Noi due...» Precisò, notando
l’epressione sopresa di Himawari. «Sarebbe carino,
non trovi?»
La ragazza lo fissò, divisa tra la voglia di accettare e la
paura delle possibili conseguenze.
«Ecco... io...» Esitò.
«E non dire che temi mi accada qualcosa di brutto.»
La interruppe il ragazzo, fermandosi per guardarla con espressione
seria. «Quando sto con te, il mio portare fortuna sembra
diminuire e... anche tu non hai combinato troppi danni, ultimamente,
no?» Osservò, sorridendole.
Himawari sembrò ponderare a lungo quelle parole,
ricambiandone il sorriso con uno radioso, di quelli che nascono dal
cuore. «Hai ragione.» Dichiarò, sperando
in cuor suo che tutto ciò fosse vero. Sarebbe stato bello,
una persona cui non poteva fare male. Una persona come Giku...
«Quei due sembrano andare
parecchio d’accordo, eh?» Commentò
Eriol, facendo scacco matto.
«Già...» Mormorò la strega.
«Co.... Brutto occhialuto!» Esclamò poi,
nel notare la mossa vincente del rivale.
«Oh... non prenderla così, Yuuko-chan... La rabbia
non ti si addice, sai?» Replicò lui ironico.
«Hai certamente barato!» Continuò
l’altra, osservando con espressione diffidente
l’uomo che, senza risponderle, prese la regina dalla
scacchiera, chiudendola nella propria mano.
«La regina di cuori del paese delle meraviglie ha qualcosa
per te, Yuuko-chan.» Dichiarò, riaprendo la mano,
dove al posto del pezzo sbucò un piccolo airone di cristallo
rosa. «Il mio regalo di oggi.» Spiegò lo
stregone.
«Sai come farti perdonare, vedo.» Fu la risposta
lievemente imbronciata della donna, visibilmente colpita dal dono
inatteso.
«Sembra la giornata delle
coppiette!» Sbuffò Watanuki che, stanco dalle
troppe tensioni accumulate, aveva approfittato di quella
libertà provvisoria per stendersi contro un albero.
«Trovato qualcosa?» Chiese poi
all’arciere, seduto poco distante ed intento a leggere un
libro.
«Niente di nuovo. I muri di ghiaccio sembrano non interessare
a nessuno.»
«A parte che ad Haruka-san...» Commentò
il più piccolo.
«Già..» Fu la sintetica risposta
dell’altro.
«Probabilmente dovremo farci bastare il suo libro,
allora.» Dichiarò Watanuki, tornando a chiudere
gli occhi, deciso a riposare fin quanto poteva.
Godersi quella calma con Doumeki vicino, infondo, era molto
più di quanto non avrebbe sperato fino a qualche giorno
prima.
xXx
Quel pomeriggio, come previsto,
Doumeki e Watanuki si trovarono con Yuuko ed Eriol, pronti per una
nuova lezione.
«Bene.» Esordì la strega, osservando i
due giovani con espressione serissima. «La lezione di oggi
sarà piuttosto pesante. Dovrete comunicare mediante
l’uso di immagini.»
Lo sguardo interrogativo dei due bastò a farle comprendere
la necessità di ulteriori spiegazioni.
«Su, sedetevi uno di fronte all’altro.»
Sospirò, attendendo che i due obbedissero per poi
continuare. «Prendetevi per mano e, uno alla volta, pensate a
momenti particolarmente felici o tristi che vi accomunano. Vi
aiuterà a veicolare immagini e sensazioni.»
Chiarì, notando l’espressione improvvisamente
più tesa di Watanuki.
«Il motivo di questo esercizio?» Domandò
quest’ultimo.
«Non capiresti.» Replicò la strega,
sospirando con fare rassegnato. «Vi aiuterà a
potenziare la vista che già condividete.»
Precisò poi, rivolgendosi all’arciere.
«Bene, iniziate ora e... tu, Watanuki, inizia col ricordare
qualcosa.»
Seppur controvoglia, il ragazzo chiuse gli occhi, sforzandosi di
eseguire quanto ordinatogli, iniziando a cercare tra i propri ricordi
qualcosa di significativo.
«Cerca di visualizzare il ricordo più doloroso che
ha a che fare con Doumeki-kun...» Gli ordinò la
strega, mantenendo lo sguardo fisso sui due giovani, ignorando quello
di Eriol, improvvisamente più cupo.
Ignaro dello scambio di sguardi tra i due, Watanuki continuò
a cercare tra i vari ricordi, sforzandosi di non fermarsi proprio
sull’unico che rischiava di metterlo in pericolo, ovviamente,
senza riuscirvi.
Accanto a lui, le mani ancora ben strette alle sue, Doumeki stava
attendendo le prime immagini, che giunsero ben più confuse
di quanto non avesse pensato.
Si sforzò qualche istante, prima di individuare un enorme
muro di ghiaccio, posto a dividere un Watanuki in lacrime dalla sagoma
di un ragazzo, uno studente, a giudicare dalla divisa che indossava.
‘Quindi è un nostro
compagno...’
Quel pensiero, inviato quasi per errore, scosse Watanuki.
Avrebbe preferito non farglielo sapere... ‘Se anche
fosse?’ Inviò, guardandolo con ironia,
scontrandosi con lo sguardo freddo dell’altro.
«Bene bene!» Dichiarò di colpo la
strega, vedendoli ad occhi aperti. «Se avete fatto, potete
scambiarvi i ruoli.»
Ancora intenti a fissarsi i due ragazzi annuirono, tornando a chiudere
gli occhi, cercando entrambi di ritrovare la calma.
Per Doumeki, stranamente, non fu affatto facile.
Pensare che Watanuki amasse un ragazzo, un compagno di scuola, qualcuno
che non era lui, beh, faceva male, tanto.
Si sforzò di non pensarci, nonostante tutto, concentrandosi
su un pensiero, qualcosa di forte da potergli trasmettere. Inutile
dirlo, in quel momento era capace solo di fare pensieri tristi. Tra
questi il primo che gli venne in mente fu Watanuki che scappava da lui,
che gli urlava di non considerarlo amico, che essere salvato da lui lo
faceva sentire sporco.
Faceva male anche adesso, nonostante tutto.
Un pensiero che Watanuki sembrò cogliere, lasciando andare
la presa di colpo.
Così si sentiva ferito da lui?
Ai tempi, preso com’era dal bisogno di proteggerlo, non si
era curato molto di come lo avrebbe fatto sentire.
Era stato uno stupido, come sempre.
Fu la strega a porre fine ai suoi rimproveri, invitando entrambi a
ripetere l’esercizio, concentrandosi però su
ricordi piacevoli.
Senza ribattere si sforzarono entrambi di non dar peso a quanto appena
visto dall’altro, ricercando nella mente qualcosa di
vagamente piacevole.
Per Watanuki c’era la notte al tempio, quella in cui si erano
trovati a dormire mano nella mano.
Quell’immagine portò Doumeki a stringergli le mani
con più forza, aprendo gli occhi per osservarlo, spiazzato.
‘Credevo non ti piacesse dormire al tempio’
‘Quella volta non avevo ancora gli
incubi...’ Spiegò Watanuki.
‘E cosa c’entro io..?’
Replicò Doumeki.
Una domanda che portò l’altro a trasalire, quasi
temesse di tradirsi. Sospirò piano prima di ricambiarne lo
sguardo con uno il più possibile deciso. ‘Prima
ero... sereno...’ Ammise.
L’arciere lo fissò con espressione ferita.
‘Di recente hai affermato il contrario. Mentivi?’
Il più piccolo si limitò ad annuire.
‘Perchè?’ Fu il
pensiero carico di rabbia dell’arciere.
Tra i due ci fu un breve silenzio, carico di tensione.
‘Era la cosa giusta da fare’
inviò poi Watanuki, distogliendo lo sguardo
dall’altro.
‘La cosa giusta per allontanarmi,
immagino...’ Replicò l’arciere
con amarezza.
«Cos..» Fece il più piccolo, mordendosi
le labbra nel sentire un accenno di tosse da parte di Yuuko-san.
‘Non è questo, solo che... non capiresti’
Tentò nuovamente.
‘Tu spiegamelo.’
insisté l’altro, deciso.
Watanuki si fece improvvisamente più serio. ‘Non
posso parlartene...’ rispose stancamente.
Fu in quel momento che a Doumeki sembrò di cogliere qualcosa
tra i pensieri che l’altro stava inviandogli.
‘Se è così... è
meglio fermarsi allora.’ Un pensiero che
mandò rapidamente, alzandosi subito dopo per avviarsi verso
la porta.
Prima di uscire rivolse uno sguardo in direzione dei due stregoni,
capendo dalle loro espressioni che, in qualche modo, dovevano aver
intuito ogni cosa.
«Shizu..» Esclamò Watanuki, alzandosi
già pronto a seguirlo.
«Lascialo andare» Dichiarò Yuuko,
fermandolo con un gesto, osservando la porta richiudersi dietro
l’arciere.
«Ma..!» Tentò il ragazzo.
«Cosa, pensi di avere qualcosa di utile da dirgli?»
Continuò lei, senza badare ad Eriol che, alle spalle di
Watanuki, stava facendole segno di non insistere su
quell’argomento.
«Io..» il ragazzo la osservò smarrito,
incerto su cosa dire, su cosa pensare. «non lo
so...» Ammise subito dopo.
«Allora rifletti su questo..» Lo incalzò
la strega. «Fidarsi sempre e solo di se stessi può
portare a perdersi del tutto.»
«Co... che c’entra?» Chiese
l’altro senza capire.
«Ti ho detto di rifletterci!» Replicò la
donna, indicandogli la porta. «Ed ora fila in cucina. Le tue
chiacchiere mi hanno stancata!»
«Quali.. Yuuko-san, non avrà origliato i nostri
pensieri, vero?» Domandò il ragazzo arrossendo.
«Come se ci fosse qualcosa di interessante!» Fu la
semplice risposta dell’altra. «Sei noioso
esattamente come quando parli.» Sbottò.
«Lei... Lei... Stasera avrà metà
razione di sakè!» Esclamò,
allontanandosi verso la cucina.
Una volta solo, la rabbia lasciò presto il posto alla
frustrazione per quanto accaduto poco prima con Doumeki.
Avrebbe voluto potergli dire ogni cosa, sentirne il parere, arrabbiarsi
con lui per le risposte brevi ma come sempre esaustive, ed invece...
Gli mancavano i giorni in cui tutto appariva più semplice,
quando l’amore non era ancora arrivato a confonderlo, quando
i sogni erano ancora semplici sogni o al massimo un mezzo per
comunicare con Haruka-san.
Sospirò piano, aprendo l’acqua per dare il via ai
preparativi della cena.
Rieccoci!
Prima di dare il via alle recs, ci teniamo ad informarvi che presto...
molto presto ne accadranno delle belle.
Non smettete di seguirci. Nuovi arrivi sono ormai prossimi,
chissà che non si tratti di personaggi che già
conoscete... XD
E poi... una sorpresina... ma per adesso ci fermiamo qui! XD
Ciccio85: Felici che ti sia piaciuto! ^_^
Hai ragione c'è un avvicinamento all'orizzonte, e neanche da
poco.
Peccato per il seguito. :P
Ma non disperare, l'amore alla fine trionferà! (Speriamo XD)
beal95: Ciao! ^__^ Beh, beh, se rivelassimo tutta la
trama ora non sarebbe interessante, no?
Il muro di ghiaccio... la tua teoria potrebbe aver senso ma, come hai
detto tu stessa, cosa c'entra la salute di Doumeki?
Eheh... potrebbe essere anche molto più complesso di
così, dovrai continuare a leggerci per saperlo! :P
Naco: Grazie come sempre per le tue recensioni.
E' vero qualcuno vuole aiutarli, almeno come qualcuno o qualcosa vuole
dividerli.
Haruka-san è sicuramente uno dei loro più grandi
sostenitori.
In futuro potrebbe riservare non poche sorprese, lui come altri.
Ergo... continua a leggerci! ^_^
Witch of the Dimensions: Siamo sinceramente contente
che ti sia piaciuto il muro di ghiaccio!
Purtroppo, come ben vedi, l'ambito delle DouWata Fan ancora deve
arrivare - anche se si sta avvicinando.
Perché, come abbiamo già specificato, la
situazione potrebbe essere decisamente più complessa di
quanto sembri...
L'angst non è finito, ed anche se Connessioni sta giungendo
al termine, c'è ancora un'intera terza parte in cui dipanare
le fila della trama!
Terza parte che sarà, finalmente, decisamente
più... 'calda'.
Continua a seguirci per scoprirlo!
WYWH: Tranquilla, ci fanno piacere anche le
recensioni breve, purchè ci diciate che avete letto e se
avete apprezzato o meno. ^_^
Haruka-san dice spesso parole che colpiscono, vero?
Noi lo adoriamo ANCHE per questo. :P
sailorYuko: Chissà se ci hai preso! :P
Purtroppo abbiamo desiderato uno Shizuka in carne ed ossa e in cambio
Yuuko-san ci ha detto che non potevamo spoilerare niente e nessuno XD
Anche a noi Haruka-sama mancava moltissimo, comunque, rende le nostre
giornate molto più luminose non è vero? *_*
E quanto ai sogni... chi non lo vorrebbe nei sogni? XD
Per i particolari che sfuggono, non preoccupartene è
normale... ce ne sono talmente tanti, in ogni capitolo, che
probabilmente sarà difficile rendersi conto di alcune cose
fino alla fine :P
Non lo facciamo apposta, giuriamo solennemente!
In ogni caso, continua a seguirci... nei prossimi capitoli ci saranno
diverse sorprese.
(E comunque, i capitoli vecchi di certo non scappano! XD)
Valerio93: Per prima cosa, benvenuto tra noi! ^_^
Siamo liete che la storia ti piaccia a tal punto e speriamo vivamente
che anche questo capitolo sia stato all'altezza dei precedenti.
Quanto al fanclub, noi amiamo i fanclub! XD
Torna a leggerci, ti aspettiamo! ^_^
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Capitolo 40 *** Connessioni - Rivelazioni ***
Destino Inevitabile -
Connessioni
Capitolo 40
Rivelazioni
Erano passate alcune ore dagli ultimi accadimenti: un susseguirsi di
minuti carichi di pensieri che neppure la cena abbondante era riuscita
a cancellare.
Dopo aver riordinato in cucina, Watanuki si era infine deciso a
raggiungere gli altri sul portico, trovando i due stregoni vicini: una
intenta a guardare le stelle e l’altro a leggere.
«Vedo che continui a trattarti bene...»
Dichiarò quest’ultimo, sollevando lo sguardo dal
libro per osservare Yuuko con aria divertita.
«Sta zitto tu!» Fu la risposta irritata della
strega, intenta a fissare i diversi dolcetti portati dal giovane cuoco.
Poco lontano Himawari cercava di spiegare le regole del mahjiong ad un
Giku alquanto perplesso. Nel vederli Watanuki decise di avvicinarglisi,
notando con una punta di tristezza mista a sollievo l’assenza
di Doumeki.
«Come va?» Domandò nel tentativo di
distrarsi.
«Sto cercando di spiegargli le regole...» Fu la
risposta incerta della ragazza.
«Oh... Purtroppo non posso esservi d’aiuto. Anche
io ci capisco ben poco...» Ammise lui, sforzandosi di
scacciar via dalla mente la giornata in cui era stato costretto a
giocarci, proprio in quel tempio, quando ancora era facile rapportarsi
con Doumeki.
In quel preciso istante, neanche ne avesse intuito i pensieri,
l’arciere si affacciò sul portico, portando con
sé un grosso libro e sedendosi da una parte per iniziarne la
lettura.
Fu proprio allora che nell’aria qualcosa sembrò
mutare, attirando gli sguardi d’improvviso tesi dei due
stregoni.
«E quelli... che cosa sarebbero?»
Domandò Watanuki, indicando un’enorme pantera ed
una strana ragazza con grandi ali da farfalla, improvvisamente apparsi
all’entrata del tempio.
«Quella è la pantera che ha messo in fuga
l’aggressore.» Commentò Doumeki,
alzandosi per andare incontro ai nuovi ospiti.
«Cosa?» Replicò Watanuki senza togliere
gli occhi dalla figura femminile.
L’arciere aprì bocca per rispondere, cambiando
idea quando vide Eriol alzarsi ed avvicinarsi ai due.
«Ruby-moon, cos’è successo?»
Domandò lo stregone sotto gli sguardi attoniti dei presenti.
«Quei bastardi...» Esclamò la ragazza,
mostrandogli la ferita. «Non posso ritrasformarmi
e...» Arrossì visibilmente nel notare lo sguardo
di Doumeki fermo su di sé. «So che non dovevo
mostrarmi ma... non avevo idea di come fare..»
«Hai fatto bene...» La tranquillizzò
Eriol, fingendo di non aver notato l’espressione sorniona sul
volto della strega. «Ora però, spiegami
cos’è successo...»
Rubymoon sembrò esitare un istante. «Ecco...
abbiamo trovato un paio di quelle guardie ma...»
Indicò la ferita. «Ci hanno circondati e ne
è giunta una terza che come vedi mi ha colpita alle
spalle.»
Quelle parole sembrarono preoccupare l’arciere.
«Vado a prendere qualcosa per medicarla.»
Dichiarò infatti un attimo dopo, muovendosi
all’accenno di Eriol, intento a studiare il danno.
«Fortunatamente non è nulla di grave.»
Dichiarò lo stregone, facendo voltare la ragazza per poi
porre una mano in prossimità della sua ala, guarendola.
«Al resto ci penserà lui...»
Commentò nel vedere l’arciere già di
ritorno.
Imbarazzata al solo pensiero, Ruby, si irrigidì, restando
immobile a fissare Doumeki, salvo poi sospirare quando
quest’ultimo iniziò a medicarla.
La scena non passò affatto inosservata e, improvvisamente
irritato, Watanuki si avviò verso la cucina con la scusa di
dover portare altri dolcetti.
«Hai la stessa energia di Nakuru...»
Dichiarò l’arciere, ignaro della gelosia del
più piccolo.
«..ch..che hai detto?» Fu la risposta allarmata di
Ruby.
«Sei tu, vero?» Replicò
l’altro, sicuro di quanto diceva.
Messa alle strette la ragazza annuì rassegnata.
«Questa... è la mia vera
identità» Ammise infine.
«Capisco...» continuò
l’arciere, deciso a saperne di più «e
quelle guardie che ti hanno ferita... sono le stesse che mi hanno
attaccato, vero?»
«Già. Eriol ci ha chiesto di cercarle per saperne
di più ma... ci hanno scoperti.»
Fu in quel momento che Watanuki tornò con le cibarie,
fermandosi in prossimità dei due.
«Eriol-san...» Mormorò preoccupato.
«Si può sapere che sta succendo?»
Possibile che quelle guardie volessero fare del male a Doumeki?
A quella domanda i due stregoni si guardarono con espressione seria.
«Stanno accadendo molte cose, a dirla tutta...»
Iniziò Eriol, osservando Rubymoon mentre tornava alle sue
precedenti sembianze per poi allontanarsi. «Ma è
giusto che tu sappia che... siete entrambi in pericolo... sia tu che
Doumeki...»
«..eh?» Replicò il cuoco, sbiancando
visibilmente.
«Per questo motivo Ruby e Spinnel vi stavano tenendo
d’occhio.» Continuò lo stregone dopo
avergli indicato di attendere. «Un mio discendente,
diciamo... no, di Clow Reed.. un suo discendete..»
Continuò, ignorando lo sguardo improvvisamente duro di
Yuuko. «Sta cercando di distruggere il vostro
futuro.» Spiegò seriamente. «Per questo
motivo stiamo cercando di insegnarvi... Per evitarlo e, se mai dovesse
rivelarsi necessario, combatterlo.»
«Combatterlo?» Ripeté Watanuki, troppo
allarmato da quello scenario visto tante volte nei suoi incubi per
riuscire a chiedere altro.
«Al momento si sta limitando ad inviare le sue guardie ma...
Può fare ben più di questo.»
Commentò l’altro, rivolgendo uno sguardo alla
strega. «..questo è quanto posso dire senza
interferire... questo e... che le vostre energie, Watanuki... sono
molto simili, un po’ come lo sono le nostre...»
Concluse mentre l’altra gli andava vicino.
«Per quale motivo?» Commentò
l’arciere mentre il più piccolo sembrava ragionare
su quanto appena appreso.
«..energie...» mormorò infatti,
spalancando gli occhi per poi indicare Eriol con mano tremante.
«Sta dicendo che noi siamo... parenti o... qualcosa del
genere?»
«Non con lui.» Si intromise la strega.
«Solo con ciò che...»
«Il punto...» Intervenne lo stregone rivolgendo a
Yuuko un sorriso piuttosto teso. «..è che voi gli
siete di intralcio. Quell’uomo... quell’essere, per
la precisione... desidera qualcosa di impossibile.»
«Quindi...» Replicò Doumeki
«Le guardie al ciliegio dei sogni, quella che mi ha attaccato
e che ha ferito Nakuru... lavorano tutte per lui?»
«Precisamente.» Asserì Eriol.
«Fei Wong Reed, è questo il suo nome.»
«Ed è un suo... parente.»
Continuò l’altro indicando Watanuki, ancora preso
dai troppi pensieri.
«Una specie..» Replicò lo stregone.
«Più che di una reale parentela si tratta di... un
potere magico in comune... un potere... che Watanuki ha ereditato e che
lui...» continuò facendosi notevolmente
più cupo «..credo vi basti sapere
questo» Concluse, cercando di mostrarsi nuovamente sereno.
A quello l'arciere annuì, sforzandosi di concentrarsi solo
su ciò che più gli premeva.
«Cosa possiamo fare a riguardo?»
«Non molto al momento...» Intervenne la strega,
posando una mano sulla sua spalla. «Alcune persone se ne
stanno già occupando.»
«Proprio così.» Affermò
Eriol. «E se non sbaglio proprio in questo momento hanno
raggiunto un nuovo mondo.»
Yuuko annuì, fissando con preoccupazione il volto
improvvisamente pallido di Watanuki. «Che ti succede. Non hai
nulla da borbottare?»
Il ragazzo la guardò con aria stanca. «..io... ho
dimenticato quanto stavo pensando...» Mormorò in
tono allarmato.
«Dovresti riposare..» Dichiarò
l’arciere, per nulla sereno dopo quanto appreso.
«Doumeki ha ragione..» Confermò Eriol.
«Domani avrete la scuola e... credo che dormire
potrà solo aiutarvi»
«S..si, forse avete ragione...» Convenne il
più piccolo, guardandosi attorno con espressione cupa. Si
sentiva profondamente scosso, incapace di trovare una soluzione a
quegli incubi che stavano prendendo sempre più
forma. Sapeva di dover agire in fretta, purtroppo però
ignorava come. «Preparo i bento-box per domani, poi me ne
andrò a dormire.» Aggiunse quindi, più
per il desiderio di restare solo.
Intenzione probabilmente colta dai presenti che, uno ad uno, si
ritirarono in silenzio.
xXx
Quella sera, dopo aver offerto una stanza ai due nuovi ospiti, Doumeki
si era attardato sul portico, osservando la luna e dando modo ai tanti
pensieri di farsi spazio nella sua mente.
Dopo quanto appreso dai due stregoni, infatti, si era fatta strada in
lui una consapevolezza nuova e piuttosto spiacevole.
I fili che gli era parso di scorgere attorno alla testa di Watanuki, la
strana energia avvertita durante la meditazione, la confusione che il
compagno aveva accusato negli ultimi tempi, forse persino gli incubi...
doveva essere opera di quel Fey Wong Reed, lo stesso che sembrava voler
distruggere entrambi.
«..Perché?» Domandò alla
luna, senza quasi avvertire l’arrivo di Watanuki che in
silenzio si accomodò al suo fianco, osservando anche lui il
cielo.
«Ti ho preparato il pranzo...» Esordì il
ragazzo dopo alcuni minuti di silenzio, ostinandosi a non guardarlo.
«Inoltre... volevo sapere perché mi hai ignorato
tutta la sera.»
Passarono diversi secondi prima che l’arciere si decidesse a
rispondere.
«Hai scelto tu di mentirmi, Watanuki.»
Dichiarò nel suo solito tono. «Inoltre... credo
non ci sia più molto da dire.»
«Che...» Quelle parole lo lasciarono di sasso.
«non è vero!» Esclamò il
più piccolo, affatto pronto ad una simile affermazione.
«Abbiamo... ci sono diversi legami... tra noi.»
Mormorò, decidendosi a guardarlo.
«Quei legami li stai spezzando uno ad uno...» Fu la
risposta incolore dell’altro. «Non
resterò ad attendere che anche l’ultimo venga
tagliato. Preferisco lasciarti andare... se è quello che
vuoi.»
«Lasciarmi...» Per un attimo, Watanuki si
sentì perso. Perso e confuso... «Si... lo
capisco.» affermò infine, abbassando lo sguardo,
sentendosi diviso tra quanto voleva e quanto sentiva dentro la testa.
Pensieri che alle volte, per brevissimi attimi, gli sembravano troppo
distanti per appartenergli. «Hai ragione è...
è meglio così.» Mormorò
ancor prima di decidere cosa rispondere, stupendosi lui stesso per
quanto appena detto, tornando a distogliere lo sguardo, tremando al
pensiero di essere davvero sotto il controllo di qualcuno.
Una tensione che in qualche modo riuscì a raggiungere
l’altro ragazzo, portandolo a voltarsi per osservarlo.
«Che ti succede?» Domandò quindi,
avvertendo, seppur in lontananza il pensiero dell’altro che,
come avvolto da una fitta nebbia, lo pregava di non lasciarlo.
Possibile che..?
«Oi...» continuò. «Che ti
succede?»
Per tutta risposta Watanuki si limitò a scuotere la testa,
rafforzando i suoi timori.
Senza aggiungere altro, l’arciere allungò quindi
una mano, poggiandola sulla sua testa, in attesa di un qualsiasi
cambiamento, proprio come avvenuto il giorno prima.
Passarono diversi minuti prima che il più piccolo si
sentisse meglio, decidendosi a parlare.
«..grazie, va... va bene così.»
Mormorò piano, senza però scostarsi.
L’arciere si limitò ad allontanare la mano,
restandogli accanto, quasi in attesa di sentirlo parlare, cosa che
avvenne qualche istante dopo.
«Io... non so cosa pensare. Dimentico quanto mi succede,
faccio e dico cose che non vorrei..» spiegò,
infatti, rivolgendogli un’occhiata. «i miei stessi
ricordi sembrano cambiare di continuo, quasi non fossero
miei...» sussurrò, sentendosi sempre
più stanco.
Nel vederlo in quello stato Doumeki si trovò a sospirare di
nuovo, allungando un braccio, questa volta per tirarselo contro,
abbracciandolo in silenzio.
«Ti aiuterò io. Non sei solo..» Lo
rassicurò, pensando a quanto sentisse forte il bisogno di
proteggerlo.
Rimasero così per un tempo ad entrambi sconosciuto, carico
di pensieri e di emozioni rimaste sopite troppo a lungo.
Poi, quando il più piccolo sembrò calmarsi,
l’arciere lo scostò appena, guardandolo negli
occhi per un lungo istante, perdendosi in quell’oceano che
ormai si era rassegnato a poter ammirare soltanto di nascosto.
«Dovresti riposare ora...» Sussurrò,
alzandosi per aiutarlo.
Senza aggiungere nulla, Watanuki si limitò ad obbedire,
prendendo la mano dell’altro per tirarsi su, guardandolo con
espressione stanca ma colma di gratitudine.
L’arciere si limitò a sorridergli leggermente,
facendogli strada verso la loro stanza, dove entrò
cautamente per non svegliare gli altri.
Pochi minuti dopo stavano entrambi osservando il soffitto.
«Doumeki...» Sussurrò il più
piccolo all’improvviso. «Non è che...
potremmo fare come quando c’era il petalo..?»
Domandò incerto.
Dopo l’iniziale miglioramento, infatti, la confusione era
tornata ad albergare nella sua mente, provocandogli un mal di testa non
indifferente.
Sorpreso dalla richiesta, l’arciere si voltò a
guardarlo, sentendo il proprio cuore impazzire quando ad essa si
aggiunse un pensiero rapido e chiaro.
‘Ho bisogno di
te...’
Possibile che la confusione lo portasse a simili cambiamenti in
così poche ore?
Deciso a dargli il sostegno che cercava, gli prese la mano,
intrecciandola alla sua.
«Questo dovrebbe bastare» Dichiarò.
«Prova a dormire adesso..»
L’altro si limitò ad annuire, chiudendo gli occhi
e restando in silenzio per un po’, irrigidendosi nello
scoprire che no, non bastava affatto.
«Non funziona..» mormorò costernato.
«La confusione.. sta tornando.»
Si guardarono entrambi per un lungo istante, dopo il quale il
più grande sollevò la coperta in un chiaro invito
a raggiungerlo.
Dopo un attimo di imbarazzo, Watanuki gli andò vicino senza
guardarlo, limitandosi a stendersi, sospirando piano mentre
l’altro tornava a porre una mano sulla sua testa.
Il sollievo giunse improvviso, diradando le nubi e scaricando di colpo
la troppa tensione accumulata.
«..Grazie..» Sussurrò un istante prima
di addormentarsi.
Accanto a lui l’arciere si trattenne dal rispondere,
continuando a fissarlo, concentrato nell’intento di scacciar
via ogni influenza esterna, grato, nonostante tutto, per quella
vicinanza inattesa.
Rieccoci qui, o cari lettori.
Allora, cosa dire di
questo capitolo, vi è piaciuto? Speriamo di si visto lo
sforzo fatto per spillare informazioni ai due stregoni e per far
sbattere qualche neurone nelle teste dei nostri cari pg. XD
Ma
veniamo a noi... Vi avevamo promesso una sorpresa e... udite udite, ce
ne saranno due.
La prima questa sera, la prossima, chissà... XD
Vi
informiamo quindi che è nato un nuovo forum dove parlare non
solo delle care (si fa per dire) CLAMP ma di xxxHOLiC e sopratutto di
un altro manga meno conosciuto ma altrettanto bello e straconsigliato a
chi ama shonen-ai e yaoi.
Stiamo parlando di Lawful
Drugstore,
ovviamente! (Del quale ben presto potrete leggere alcune storie scritte
da noi! ^_^)
Saremmo particolarmente
liete di leggervi anche in quei lidi.
(Altrimenti niente seconda sorpresa mhuahuahua)
Ed ora
spazio alle vostre recensioni! XD
Naco: Ci
spiace per aver contribuito ad aumentare la tua rabbia ma se
affrettassimo le cose purtroppo i pg non sarebbero più loro
e… credici se ti diciamo che noi per prime ci infuriamo non
poco nel descrivere questi due e le loro dinamiche "sentimentali"
Fortunatamente qualcosa si sta decisamente smuovendo. Si, anche per
Himawari e Giku! ^_^
Ciccio85:
È un vero piacere rispondere alla tua recensione... peccato
il doverti smontare così a breve XD
Ci dispiace, davvero, ma come hai probabilmente già visto in
questo capitolo, la trama si complica... ulteriormente.
Ebbene si, non credevi che avessimo finito con le sorprese, vero?
Perché si iniziavano a smuovere le acque delle varie
relazioni nel capitolo precedente, ma... abbiamo sempre qualche asso
nella manica, noi.
*risata malefica*
Vedrai, vedrai!
Valerio93:
Siamo davvero liete di sapere che la storia ti piace.
Quanto alle tue domande. Yuuko non legge esattamente nel pensiero,
anche se per certi versi è parecchio intuitiva. Considera
però che la presenza di Eriol la rende moooooolto nervosa.
Consideralo pure un suo punto debole. XD
Piuttosto, ti è piaciuto questo capitolo? Doumeki e Watanuki
si sono avvicinati non poco, seppur in modo, come sempre, contorto. XD
Seguici ancora e presto vedrai risvolti taaaaaaanto piacevoli ^_^
Ps. Come procede il fanclub? ^_^
WYWH: Ma
come, le sadiche? Tutto quel che facciamo è solo per
esigenza di trama!
Poi beh, che ci piaccia l'angst è ben risaputo... ma non
c'entra certo con come trattiamo i nostri pg, assolutamente no.
Ah, Yuuko ed Eriol... capiamo che intendi, si. Sono piuttosto
affascinanti, anche se probabilmente non sarebbero affatto contenti di
essere chiamati una coppia...
Ma si, più avanti ci saranno rivelazioni anche su di loro...
Chissà se saranno piacevoli, uh uh uh...
Beal95:
Sorry per il ritardo, come già detto d'ora in avanti
dovremmo aggiornare con più frequenza. Quindi passa a
controllare più spesso ;)
Quanto alle tue idee, possiamo solo dirti… attendi e
scoprirai quanto ci hai preso e quanto no. La fine di questa seconda
parte (ebbene si, ce ne sarà anche una terza) è
molto, molto vicina.
Probabilmente, già con questo capitolo avrai avuto modo di
cogliere qualche particolare in più.
Witch of the Dimensions:
Ciao, fan numero 1 ! XD Siamo davvero contente di continuare a leggere
le tue recenzioni!
Ah, Doumeki che non capisce le cose... in realtà non
è vero, come vedi in questo capitolo, lui sta capendo
molto...
Il suo unico difetto in questo momento (normalmente non ne ha *_*)
è che crede troppo alle parole di Watanuki... a cosa
porterà questo?
Beh, vedrai, ma... sappi che si, di 'bastardate' in agguato ve ne
sono... e non poche...
sailorYuko:
Felici di ritrovarti. Non preoccuparti hai ancora tempo per mantenere
la tua promessa. XD
Quanto alla sorpresa… intanto hai potuto vedere la prima
delle due. Speriamo ti sia piaciuta ^_^
Archybald:
Benvenuto!
Trentanove capitoli in meno di una settimana? Cavolo, ti sei proprio
dato da fare... siamo contentissime che la storia ti piaccia
così tanto! ^_^
Eh si, Watanuki è in un vicolo cieco... ma da tanto, tanto
tempo. XDDD
Ne uscirà, chissà XD
Comunque si, se le clamp ci dessero un po' di Shounen-ai sarebbe
fantastico, ma per come sta andando il manga recentemente... *si
zittano per non spoilerare e perché è meglio non
pensarci XD*
E le opere con tali tematiche che hanno finiscono invariabilmente per
fermarle!!
Beh... smettiamo di piangere sul manga lasciato in sospeso
(ç_ç) e speriamo di rileggerti presto! ^_^
xXx
Bene, concludiamo avvisandovi che il prossimo aggiornamento dovrebbe
apparire su queste pagine prima del solito.
Vi attendiamo sul
nuovo forum!
|
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Capitolo 41 *** Connessioni - Dissonanze ***
CAPITOLO DI
Destino inevitabile - Connessioni
Capitolo
41
Dissonanze
Osservarlo mentre dormiva, stringergli una mano
nella speranza che
bastasse, da sola, ad allontanare i suoi incubi; Era questo al momento
ciò che più gli premeva.
Ormai aveva smesso di
chiedersi perché le sue azioni fossero
sempre condizionate dalla stessa persona che ad ogni occasione non
perdeva tempo per urlargli il suo odio.
Sapeva di amarlo, e
sebbene fosse ancora incerto sui motivi che lo
spingevano ad un simile sentimento era più che consapevole
della sua forza, sperimentata ormai in più di un'occasione.
Con lui aveva
condiviso vista, sangue e cuore, l'ultimo senza che ce ne
fosse realmente bisogno e senza che l'altro venisse a saperlo.
Un lieve gemito del ragazzo lo spinse a sporgersi
su di lui per
accertarsi che fosse tutto a posto. In fin dei conti quello era sempre
stato il suo ruolo.
Mosse un po’
le coperte per coprirlo meglio e, dopo averlo
osservato per un po’, sfiorandone i lineamenti resi
più dolci dal sonno, tornò a vegliarlo,
trasmettendogli l'energia che lo aiutava a placare il tormento dato da
quei fili invisibili.
In quei giorni le cose
che gli davano da pensare erano troppe per
permettergli di dormire: Watanuki sembrava essersi accorto solo in
parte di quanto stava accadendo; ma lui, che per indole e formazione
era da sempre pronto a cogliere ogni più piccolo dettaglio,
non aveva dubbi circa le tante stranezze che in qualche modo li
riguardavano.
Per prima cosa c'erano
i loro poteri, ultimamente cresciuti e sempre
più dipendenti l'uno dall'altro, quasi come dovessero
fondersi per dar vita ad un unico scopo.
E poi, ovviamente,
c'erano quei fili invisibili che sembravano guidare
alcuni dei pensieri di Watanuki, confondendolo e rischiando di condurlo
sul bivio della pazzia. In tutto questo, l'arrivo di Eriol, Nakuru,
Spinnel Sun e Giku era solo un contorno che a suo modo andava
considerato, insieme a quanto appreso quella sera su Eriol e sul suo
strano discendente che sembrava intenzionato a combattere sia lui che
Watanuki.
Eppure, anche in quel trambusto, nonostante la sua
vita fosse ormai
ufficialmente in pericolo, la preoccupazione più grande
restava il ragazzo che adesso dormiva tranquillamente tra le sue
braccia, insieme al dolore per averlo scoperto innamorato di qualcuno
che non era lui e di cui non gli era dato conoscere il volto. Qualcuno
che, nonostante tutto, sentiva di invidiare dal profondo del cuore.
Perché essere amati da Watanuki doveva essere qualcosa di
tanto dolce da togliere il fiato.
A lui erano bastate
piccole attenzioni e qualche abbraccio sincero per
capire quanto il resto poteva essere folle persino da desiderare.
Eppure nonostante tutto continuava a farlo, da sempre.
Sperava di conquistare
almeno un po’ di quell'affetto che
puntualmente gli veniva negato, nonostante lui fosse l'unico ad esserci
sempre, a stargli accanto, a rischiare la vita per lui.
Lo amava tanto da
sfiorare la pazzia. E, se per un uomo ciò
poteva rientrare nei pericoli "calcolati" della vita, per lui, da
sempre abituato a controllare ogni sorta di emozione, il prezzo era
certamente più alto.
Continuò ad
osservarlo per ore, riflettendo e lasciandosi
andare, di tanto in tanto, a qualche ricordo dimenticato da tempo.
Lui ancora bambino, suo nonno, il tempio... ed una
delle loro
innumerevoli conversazioni.
Era strano,
ripensandoci ora, come la compagnia di un uomo anziano e
così sereno fosse per un bambino la più
desiderata tra tutte. Eppure Shizuka adorava quelle ore trascorse in
contemplazione di Haruka.
Amava osservarlo
quando era al avoro, ascoltarne i racconti intrisi di
storia e saggezza, respirare la serenità che sapeva
trasmettergli con piccoli gesti. E Anche quel giorno tanto lontano era
stato così.
Lui che tornava da
scuola e suo nonno che lo accoglieva con uno dei
suoi sorrisi.
«Hai
imparato qualcosa di utile oggi, Shizuka?»
Quel giorno si era
limitato a scuotere la testa, osservando il
pavimento e tenendo ben strette le cinghie della cartella.
Haruka non ne era
sembrato turbato, ma si era limitato ad arruffargli i
capelli, osservandolo con calma in attesa di una risposta.
«Nonno... i
compagni a scuola, dicono che sono
strano.»
L'uomo gli aveva
sorriso con tenerezza.
«E tu? La
pensi come loro?»
Shizuka si era
limitato a scuotere ancora una volta la testa, alzando
su di lui un faccino triste e pronto alle lacrime.
«Vedi, il
fatto è che tu sei speciale.»
Commentò l'altro, invitandolo a sedersi sulle sue gambe.
«In che
modo?»
«Questo
è ancora da vedersi ed in gran parte
dipende da te.» Prese una pausa piuttosto lunga, fatta di
pensieri e di ricordi, alcuni ancora da vivere «Ti piacciono
i tuoi compagni?»
«Loro...
giocano in tanti modi e... fanno sempre
confusione...»
Non c'era bisogno di
altre parole perché Haruka cogliesse un
si in quella risposta.
«E a te
dispiace non essere come loro?»
Il bambino lo
guardò facendo di no con la testa e lasciando
nel suo sguardo una domanda in sospeso.
«Sai
Shizuka... le persone nascono diverse per completarsi
tra loro. È per questo che nella vita farai tanti incontri.
Un giorno troverai qualcuno che ti ricorderà quei
bambini.» al pensiero l'uomo si lasciò sfuggire un
sorrisetto «Forse anche lui ti prenderà in giro,
all'inizio. Ma dai suoi gesti saprai cogliere la differenza tra lui e
loro. E grazie a questo» continuò, posando una
mano all'altezza del suo piccolo cuore «riconoscerai la
persona in grado di completarti. La persona per te più
importante.»
Quella risposta,
probabilmente troppo complessa per qualsiasi altro
bambino, per lui era stata motivo di conforto.
Credeva ciecamente
nelle parole del nonno e sapere di vivere in attesa
di una persona tanto speciale aveva riempito le sue giornate,
accompagnandolo anche quando la morte si era messa tra lui e suo nonno,
lasciandolo definitivamente solo.
Strinse più forte Watanuki, sfiorandogli
la fronte e
osservandolo dormire.
Era strano come certi
spiragli di vita scegliessero di tornare alla
memoria in tempo utile per lasciare messaggi di tale valore.
Kimihiro era senza
alcun dubbio colui che il suo cuore aveva scelto.
Eppure... le cose non
sembravano andare come aveva pensato.
La sua persona
più importante non aveva mai smesso di
trovarlo strano e sembrava detestarlo. Non lo capiva per niente, ed
inoltre... amava qualcuno che non era lui.
Era dunque questo il
suo destino? Restare solo per sempre, amando
qualcuno nell'ombra?
Un nuovo movimento del
ragazzo lo spinse ad abbassare gli occhi su di
lui.
Forse Haruka non aveva
avuto il cuore di dirgli tutta la
verità, forse si era semplicemente sbagliato, dando per
scontato che lui si sarebbe fatto amare.
Ad ogni modo non gli
importava. La sua scelta l'aveva fatta da tempo,
ed era disposto davvero a tutto pur di preservare la persona per lui
più importante.
xXx
Quella mattina, come prevedibile, il risveglio fu
imbarazzante per
entrambi, in particolar modo per Watanuki che, ricordatosi quanto
accaduto la notte prima, aveva finito con lo scostarsi il
più in fretta possibile dall’arciere, vestendosi e
sparendo in cucina dove gli sguardi curiosi e divertiti dei presenti lo
spinsero a congedarsi rapidamente per prendere la via verso scuola.
Deciso a sviare
possibili domande inopportune, anche Doumeki decise di
fare lo stesso, salutando frettolosamente i due stregoni per poi
raggiungere il compagno.
«Oi..»
Lo chiamò, rallentando il passo
quando gli fu abbastanza vicino. «Stai bene?»
Il più
piccolo continuò la sua strada,
limitandosi ad un cenno del capo. «Sono solo un po’
stanco»
«..come
ieri?» Indagò
l’arciere.
«Si,
può darsi.» Tagliò corto
Watanuki senza ancora fermarsi.
«Se vuoi
pos..»
«No!»
Il più piccolo si fermò
senza voltarsi, tendendosi visibilmente. «Non serve
è... un mio problema... È più sicuro
così.» Dichiarò in tono duro.
«Sicuro
eh..?» Ripetè l’altro,
accigliandosi. «Sicuro per chi?»
A quella domanda
Watanuki sospirò piano, voltandosi e
sforzandosi di fissare il ragazzo con espressione dura, risentita.
«Per te.»
«So badare a
me stesso.» Replicò
l’altro, ricambiando lo sguardo con altrettanta durezza.
«..La mia
decisione non cambia.» Fu la risposta del
più piccolo.
«Perché?
Cos’è cambiato da
ieri ad oggi?» Domandò l’arciere.
Ci fu in breve
silenzio, carico di una tensione palpabile.
«Devo
capire... diverse cose..» Mormorò
Watanuki. «Quello che c’è nella mia
testa... Devo capire cosa è vero e cosa no. E
ieri...» Ecco, quella era senza dubbio la parte
più difficile. «Ieri non avrei
dovuto...» Concluse, senza riuscire a guardarlo.
«Non
avresti..» Ripeté Doumeki,
irrigidendosi. «E come pensi di fare?»
«Il come
è affar mio» Fu la fredda
replica dell’altro.
Una risposta che
sembrò indurire maggiormente
l’arciere.
«Sei solo
un’idiota.» Replicò
infatti.
«Perchè
ti evito stupidi eroismi?» Lo
affrontò l’altro.
«Ti ho
già detto che so badare a me stesso. Cosa
che non si può dire di te...» Replicò
ancora l’arciere.
«Grazie per
la considerazione. Se hai finito vattene e
lasciami in pace!» Fece il più piccolo, tornando a
dargli le spalle. «Non ti voglio vicino, ho delle cose da
capire e... da fare e non posso... » Concluse, incapace di
aggiungere altro.
Sfortunatamente
l’arciere decise di farlo al suo posto.
«Intendi
dire con me tra i piedi..?»
Replicò infatti, indurendo lo sguardo nel vederlo annuire.
«Se
è così...» Riprese dopo
una breve pausa. «Dì a Yuuko-san che a questo
punto è inutile continuare con le lezioni.
A quelle parole
Watanuki si voltò a fissarlo,
l’espressione triste che si fece più tesa quando
lo vide incamminarsi nella direzione opposta.
«Doume...»
Le parole gli rimasero in gola quando lo
vide fermarsi di nuovo.
«Alla fine
hai spezzato anche l’ultimo filo che ci
univa.» Dichiarò l’altro, riprendendo a
camminare, allontanandosi da lui.
Per iniziare…
Gomeeeeen!
Avevamo promesso di aggiornare prima e l'abbiam fatto in ritardo. Le
feste, le nostre scope arruginite e il doverci riprendere dai recenti
traumi Clampici però ci hanno portato a rallentare la
stesura di questo capitolo.
Certo, la cosa non ci giustifica ma confidiamo sulla vostra
comprensione.
In caso contrario… ci penserà Yuuko-san a
convincervi!
Mhuahuahua
Ok, detto questo, sperando che il nuovo capitolo non vi abbia stesi o
fatto infuriare vi anticipiamo che con il prossimo aggiornamento
giungerà un personaggio conociuto e temuto da tanti/e.
Chi sarà mai?
Leggeteci e lo scoprirete…
Ed ora....
Naco: Sul
serio? ^_^
Passa sul forum allora, ne saremmo straliete! *pubblicità
occulta* XD
Non dire che è stato abbandonatooooo, però ;_;
La Nekoi continua a dire che intende riprenderlo dopo xxxHOLiC e visto
che… xxxHOLiC è praticamente finito…
beh, forse
potrebbe riprenderlo sul serio, chissà.
Quanto alla somiglianza, si. Possiamo dire che Kaza e Rikuo sono una
versione avanzata di Doumeki e Watanuki, ci si chiede perchè
le
Clamp vadano indietro come i gamberetti! -_-
Maaaaa andiamo a DI che, viste le recenti news clampiche, rischia di
diventare la rivincita della DouWata XD
Ti quotiamo in pieno su Fei Wong. Lo odiamo e trovarcelo nel bel mezzo
della storia non ci è affatto piaciuto, ma
tant'è…
Speriamo che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto e che non ti abbia
spinto a maledire Watanuki, visto che ci abbiamo già pensato
noi! U_U
Ciccio85: Si,
Doumeki è sempre molto tenero, vero? Anche in questo
capitolo lo adoriamo... soprattutto in versione bambino *_*
Ma comunque XD Non facciamo favoritismi tra i pg che poi si
arrabbiano...
Yuuko-san ti ha detto poi il resto della trama? Ti ha fatto pagare coi
tuoi occhi? Spero di no... non fidarti di lei, è perfid...
OPS... *Scappano*
Continua a leggerciii...
Witch Of The Dimensions: Non
sognavi nono. Probabilmente te ne sarai accorta con la fine di questo
capitolo, eh? ^^"
Dici che Eriol di ricorda Clow? Sappi che ti sei appena guadagnata un
invito a bere sakè da Yuuko-san in persona! XD
Grazie come sempre per i complimenti.
Anche noi ti amiamooooo *ubriache* XD
WYWH: Oh?
Pensi di aver visto la trama dove va a finire? Oh! La cosa ci
incuriosisce molto, dove pensi che vada?
Amiamo sentire le supposizioni altrui!
In ogni caso, tentiamo di rimanere più misteriose - e
angstose -
possibile... ed è bello sapere che riusciamo a far
partecipare
alla storia i lettori! Grazie del complimento quindi! ^_^
Continua a seguirci, mi raccomando!
Archybald:
Ma quale disturbo! Bentornata piuttosto! XD
Prevedi bene, le nubi sono sempre più scure e le speranze
dureranno poco perchè il manga è ormai agli
sgoccioli. -_-
Quando a Lawful, si, per il momento è giunto al terzo
capitolo.
Speriamo che le maledette ora che sono più libere si
decidano a
riprenderlo in mano.
Piuttosto! Se sei tra i pochi eletti che lo ricordano saremmo liete di
avere anche te sul forum!
Siamo certe che porti fortuna.
Sia mai che tanta affluenza non spinga le CLAMP a riprenderlo sul
serio, possibilmente con un happy and per noi poveri fan XD
Speriamo di rileggerti presto! ^_^
sailorYuko:
Felici di averti emozionata! Shizuka è proprio fantastico,
vero?
Chissà come reagirai a questo capitolo... col ritorno di
Haruka-san e dei suoi saggi consigli, con tutto l'angst...
Siamo curiose di scoprirlo! Facci sapere!
Ma niente ritardi dell'ora di dormire per leggerci, anche se ne saremmo
onorate XD
Shane00: Ci
spiace per i tuoi dubbi e speriamo non siano aumentati con questo nuovo
capitolo XD
Ci scusiamo per il ritardo nell'aggiornare e ci auguriamo di rileggerti
presto! ^_^
Sakura Nakamura:
Bentrovata!
Beh, ovviamente Nakuru non può non essere Ruby Moon,
così
sai, si complicano ulteriormente le cose, dato che sembra aver messo i
suoi occhietti su Shizuka...
E si, vedi, il progresso c'è stato tra loro... nel capitolo
scorso. In questo... eh.
Quanto a Giku ed Himawari... ci aspettano alcune sorprese anche per
quanto riguarda loro, ma meglio evitare spoiler, uhuhuh...
Valerio93: Ciao!
^_^
Sperando che il tuo pc sia tornato in salute, siamo curiose di sapere
cosa ne pensi di questo nuovo capitolo che come speriamo si sia notato
ha creato una spaccatura non indifferente che smuoverà non
poco
la storia.
Quanto al fanclub, siamo emozionate e sempre più curiose! ^_^
Alla prossima!
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Capitolo 42 *** Connessioni - Visite da altre dimensioni ***
Destino inevitabile - capitolo 42
Destino
Inevitabile - Connessioni
Capitolo 42
Visite da altre
dimensioni.
Aveva camminato per diverse ore prima di rientrare al tempio.
Discutere a quel modo con Watanuki gli aveva provocato un dolore
più acuto di quanto non avesse pensato in un primo momento,
portandolo a pentirsi per le parole usate.
Dopotutto sapeva benissimo che l’altro era confuso, avrebbe
dovuto soffermarsi a pensare, avrebbe dovuto capirlo. Strinse i pugni,
irritato verso se stesso.
Alla fine anni di meditazione non erano serviti a nulla. Persino il suo
stesso carattere sembrava piegarsi alle spinte di quell’amore
impossibile: l’unica cosa in grado di fargli perdere il
controllo.
Preso com’era da quei pensieri non si era neppure accorto
della pioggia che aveva iniziato a scendere, quasi volesse piangere al
suo posto.
Si affrettò per non bagnarsi del tutto, fermandosi quando, a
pochi metri dal cancello, scorse un uomo, apparentemente in attesa.
Seppur affatto desideroso di ricevere visite in quel momento, si
costrinse a far buon viso a cattivo gioco, andandogli incontro,
studiandone la fisionomia ad ogni passo.
A prima vista sembrava un semplice forestiero. Aveva indosso un
impermeabile, con un cappuccio che gli copriva quasi interamente il
volto. Inoltre, nonostante la pioggia, indossava degli occhiali da sole.
Il tutto, unito alla particolare energia che sembrava emanare, gli
diede il dubbio che appartenesse ad una dimensione diversa dalla loro.
«Salve... serve qualcosa?» Domandò
quando gli fu finalmente davanti.
L’uomo, che sembrava essersi perso in contemplazione degli
alberi che tracciavano il viale del tempio, si voltò ad
osservarlo, sorridendogli amichevolmente. «Ah, stavo giusto
chiedendomi se ci fosse qualcuno dentro. Sa, sono un viaggiatore e
desideravo chiedere ospitalità per qualche
giorno.» Dichiarò impassibile, tornando a fissare
l’edificio in lontananza. «Ha l’aria
d’esssere antico...» Mormorò quasi tra
sé e sé.
Senza smettere di studiarlo Doumeki aprì il cancello,
facendogli strada. «Apparteneva a mio nonno.»
Dichiarò soltanto, avviandosi.
A quelle parole l’uomo estrasse dalla tasca un libretto con
vari stemmi.
«Allora devi essere... Doumeki-san. È
così?» Domandò interessato.
«Si.» Replicò l’altro,
introducendolo in cucina. «Lei arriva da lontano,
vero?» Domandò poi, mettendo dell’acqua
a bollire.
«Già. Sto facendo delle ricerche sui templi del
giappone e... volevo passare anche al tempio della famiglia Mizuki ma
pare sia stato chiuso trent’anni fa.»
«Si, la nipote del sacerdote tornava di tanto in tanto ma
negli ultimi tempi non si è più vista.»
Spiegò il più giovane osservandolo.
Nonostante gli indumenti fradici, l’uomo non si era tolto
neppure il soprabito. «Se vuole posso prestarle delle vesti
asciutte ed una stanza.» Si offrì infine.
«Davvero gentile da parte sua, Doumeki-san.» Lo
ringraziò l’altro. «Oh, che maleducato
che sono!» Aggiunse poi. «Non mi sono ancora
presentato..» Continuò porgendogli la mano.
«Il mio nome è Seishirou.»
A quello l’arciere annuì, facendogli segno di
seguirlo, avviandosi verso le camere per gli ospiti. «Questa
è la camera.» Dichiarò, indicando
subito dopo un piccolo armadio. «E lì
dentro...troverà uno yukata pulito. Quando è
pronto può tornare di là. Le preparerò
del tè allo zenzero.» Concluse, allontanandosi
dopo averlo visto annuire.
Poco dopo, cambiatosi e versato il tè in due tazze fumanti,
Doumeki si accomodò al tavolo della cucina, riflettendo su
come l’arrivo di quel forestiero, per quanto inatteso, gli
fosse utile a distrarre la mente dal suo pensiero costante.
Seishirou lo raggiunse poco dopo, questa volta senza gli occhiali da
sole.
Nel vederlo Doumeki gli porse il tè, notandone
l’occhio di colore diverso.
«Sta guardando questo, vero?» Domandò
l’uomo sorridendogli. «Sai, non sono nato
così.» Continuò sfiorandosi
l’occhio. «A pensarci bene... è proprio
questa la ragione per cui sono in viaggio.»
Doumeki lo ascoltò pensieroso, chiedendosi se
l’uomo non avesse inserito simili particolari per il
desiderio di raccontare la propria storia.
«Com’è successo?»
Domandò, un attimo prima di sentire alcuni colpi alla porta.
«Mi scusi.» Aggiunse allontanandosi, aprendo ad un
uomo coperto da un impermeabile scuro.
«Posso esserle utile?» Domandò,
osservandolo e percependone all’istante un’aura
piuttosto negativa.
«Si, in effetti...» Esordì
l’altro, mostrando solo in parte il volto. «Lei
è Doumeki-sama, dico bene?»
L’arciere annuì facendogli segno
d’entrare, notando solo parzialmente la figura di Seishirou,
fermo in un angolo ad osservarli.
«Sa..» Continuò l’uomo una
volta dentro. «Mi hanno chiesto di consegnarle... una
cosa» Dichiarò svelando una grossa lama, con la
quale si mosse per
aggredirlo.
Fu questione di un secondo e tra lui e la lama si frappose Seishirou
che, estratto un coltello da sotto lo yukata, colpì il nuovo
arrivato.
«Tutto bene, Doumeki-san?» Domandò poi,
mentre l’aggressore finiva a terra emettendo un urlo di
dolore.
A quella scena Doumeki si tese, fissando quello che ormai era un
cadavere svanire sotto i suoi occhi. «Cosa...»
«Oh quello...» Replicò Seishirou
ripulendo la lama. «Ha fatto ritorno dal suo
mandante.» Dichiarò, fissando con espressione cupa
il punto ormai vuoto. «Uccidere una persona è una
cosa che sporca l’anima, non trovi?»
Commentò infine, tornando a guardarlo.
«Tornato da...» Invece di rispondergli Doumeki si
trovò a riflettere su quanto appena accaduto: la lama
dell’aggressore, la veste che si intravedeva sotto
l'impermeabile scuro, quell'aura negativa, erano tutti elementi in
comune con gli uomini che lui stesso aveva ucciso nel mondo dei sogni.
«Si tratta di Fei Wong?» Domandò quindi.
«È lui il mandante?»
«Lo conosci?» Fu la risposta dell’altro.
«Ne ho sentito parlare, si.» Dichiarò
l’arciere, guardandolo con espressione tesa. «Lei
come fa a conoscerlo?»
Seishirou si voltò a guardare verso la finestra, lo sguardo
improvvisamente carico di ricordi, cupo. «Preferirei parlarne
in un altro momento. Quando non piove, magari.»
Dichiarò sorridendo con espressione amara.
«Va bene. Immagino sia stanco..» Replicò
l’altro, seppur affatto contento di dover attendere.
«Da dove ha detto di arrivare?» Domandò
quindi.
«Da Tokyo, una delle tante...» Fu la risposta.
A quello Doumeki annuì. Dopotutto aveva visto giusto.
«Quindi viene da un’altra dimensione.»
Seishoru annuì. «Ormai quasi non ricordo
quale...» Mormorò. «Ho viaggiato
parecchio.»
Un’altra dimensione...
In quel momento, le parole che Yuuko-san era solita ripetere si
presentarono alla mente di Shizuka. Non poteva trattarsi di una mera
coincidenza.
Quell’uomo, la sua connessione con chi voleva far del male a
Watanuki.
Watanuki che in modo o nell'altro continuava ad essere presente nei
suoi pensieri.
Per quanto doloroso, non poteva lasciarlo da solo. No, avrebbe
approfondito la situazione, parlato con la strega stessa se necessario.
E nonostante tutto, avrebbe protetto la persona che amava, anche a
costo di farlo da lontano.
Ben ritrovati tra la
pagine di DI. (si, tra i codici di php suonava male :P)
Che dire? Ci ri-scusiamo per il ritardo che ahinoi è stato
dato
una serie di eventi, ultimo e più importante tra tutti: il
finale di xxxHOLiC.
Onde evitare spoiler ci limiteremo a dire che le ultime pagine ci
avevano "leggermente" demotivate. PERO'… questa storia ha da
continuare, essì. Per voi che ci leggete da così
tanto e
che ci supportate con le vostre recensioni e per i personaggi che
meritano un lieto fine. U_U
Detto questo… speriamo di continuare a leggere le vostre
recensioni. Non sparite solo perchè vorreste andare in
Giappone
a torturare le CLAMP, ok? :P
Ps. serio ed
(in)utile: Dato il finale, stiamo considerando se inserire
tra gli avvertimenti della fanfic il tanto odiato (almeno da Lay) "OOC"
Dopotutto i personaggi si discostano parecchio da quelli di
xxxHOLiCrou, restando invece più fedeli a quelli del primo
arco
narrativo.
Probabilmente, finiremo col lasciare tutto com'è,
considerando,
e qui speriamo che i lettori non ce ne vogliano, OOC l'evoluzione
scelta dalle CLAMP. Questo non per un discostamento dalle autrici che
continuiamo ad amare (ed odiare) ma per alleviare la sofferenza dei
nostri piccoli cuori di streghe. U_U
Inutile
dire che si accettano pareri, critiche, consigli, lusinghe e bottiglie
di sakè :P
E prima di passare alle
vostre recs un grazie enorme a tutti/e voi per le 300 recensioni.
È un
traguardo che ci rende immensamente felici.
Grazie, grazie,
grazie! ^_^
WYWH:
Allora… sorpresa?
Come vedi la storia prosegue e viene ribaltata di più ad
ogni capitolo. :P
Come agirà d'ora in poi il nostro Doumeki?
E Watanuki? Riuscirà a cacciarsi ancora nei guai?
Per scoprirlo non hai che da leggerci. :P
Valerio93:
È già un'emozione averlo il fan club, grazie! XD
Facci sapere di eventuali sviluppi, eh!
Quanto ai fili, che domanda! Temiamo di non poterlo dire... che
suspance ci sarebbe, altrimenti? Uhuhuh...
Il personaggio, come vedi, non è Fey Wong, ma un altro... lo
riconosci?
Chissà quali sono le sue mire... continua a seguirci per
saperlo!
Naco: Ci
spiace avere il tuo odio ma possiamo capirti. U_U
Siamo (quasi) certe però che il tuo odio sia maggiormente
orientato verso le CLAMP in questo momento. XD
Quanto alla storia, ora sai chi è personaggio temuto che
rimarrà con noi ancora per un po' (non molto in effetti).
Quanto a quei due, ora più che mai per renderli IC ci si
dovrebbe basare solo sulla loro stupidità. Ciò
nonostante
confidiamo in loi e nella loro capacità, supportata
dall'aiuto
dei due validi stregoni, di aprire mente e cuore per darci un finale
decente.
Ci odi un po' meno, ora? :P
Shane00: I
capitoli sono brevi perché l'hitsuzen dice così,
e chi siamo noi per dire di no? XD
Watanuki non sarebbe contento di sentirti dire che vuoi Doumeki: anche
se sembra che non lo voglia, in realtà potrebbe staccarti la
testa a morsi...
Devi sapere comunque che le sue scelte sono questionabili, ma ha
ragioni per farle.. quali siano, temo che lo dovrai scoprire
più avanti.
Così come per il muro di ghiaccio, e credici, ci
sarà una spiegazione :P
E sarà... movimentata.
Witch Of The Dimensions:
Saluti alla tua elettricità XD
Siamo onorate della fiducia che nutri nei nostri confronti. Confidiamo
ci sia ancora anche quando l'angst si farà più
vivo. ^^"
Archybald:
Non parlarci di fanfiction confuse con la storia originale... come
abbiamo già spiegato nel messaggio all'inizio di questa
'rubrica di posta', noi non siamo affatto d'accordo con il capitolo di
Rou e come si è evoluto... per non parlare della fine.
Il nostro finale sarà comunque molto differente da quello
delle CLAMP, Ma chissà, potrebbe essere ugualmente sadico...
Continua a seguirci e lo scoprirai :P
sailorYuko:
Susu, in fondo ERA un capitolo anche dolce, no?
Il finale non toglie tutta la scena romanticosa tra i due. ^_^
Speriamo che questo capitolo ti aiuti a ritrovare il buon sonno.
Ne dubitiamo, dopo l'arrivo di Seishirou, ma tant'è. :P
Thyahiel:
Grazie per i complimenti! Apprezziamo enormemente, come al solito.
Le recensioni sono parte di ciò che ci spinge a continuare
la fanfiction... l'altra parte è Yuuko-san che ci minaccia
con sofferenze immani se non la finiamo...
Non sei l'unica ad avere un debole per Haruka e Shizuka, comunque.
Condividiamo questa passione con te, e per quanto riguarda il
perseverare di Shizuka...
Questo capitolo ne mostra abbastanza, anche se forse si
capirà meglio nei successivi, sempre più carichi
di cose.
Ebbene si, Connessioni giungerà presto al suo termine, con
un gran colpo di scena! Tra poco quindi sarà svelata la
soluzione ad una parte del mistero!
Ma la storia ha ancora molte, molte cose da mostrare. Lo yaoi si
avvicina XD
Stai con noi per scoprirlo :P
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Capitolo 43 *** Connessioni - Piuma ***
Destino inevitabile -
Connessioni
Capitolo 43
Piuma
Quel giorno, terminate
le lezioni, Watanuki si era attardato a cercare Doumeki con lo sguardo,
senza ovviamente trovarlo. Non che avesse cambiato idea, no. Avrebbe
solo voluto incontrarlo, prima di recarsi da Yuuko-san, per sapere come
stava o semplicemente per vederlo, fosse anche solo di sfuggita. Fu
quindi con passo lento ed espressione sconfitta che, rassegnato, si
presentò al cospetto della strega, trovandola nel bel mezzo
di una partita a scacchi con Eriol-san.
«Vedo che sei da solo…» Lo
salutò la donna, rivolgendogli uno sguardo poco rassicurante.
«Già..» Replicò il ragazzo,
per nulla entusiasta di quanto stava per dirle. «Doumeki non
verrà più per le lezioni, mi ha detto di porgerle
le sue scuse.»
«Oh…» Commentò la strega
visibilmente contrariata. «E tu non c'entri nulla,
immagino.»
A quello Watanuki sospirò amaramente.
«Io…» Tanto valeva dirglielo, no?
«Gli ho detto che non lo volevo più
intorno..» Ammise senza guardarla.
Deciso a mettersi in mezzo, Eriol concluse la propria mossa sulla
scacchiera, voltandosi subito dopo in direzione del ragazzo.
«Posso sapere come mai, Watanuki-kun?»
Domandò gentilmente.
«Credo sia più sicuro…»
Replicò l'altro, attirandosi un'occhiataccia da parte della
strega. «Ultimamente sono troppo…
confuso.» Mormorò infine.
«Confuso, eh..» Fu la risposta laconica di Eriol.
«Forse...» Continuò l'uomo, tornando a
guardare Yuuko con espressione più seria.
«è il caso di insegnargli almeno le
basi..»
A quelle parole la donna assottigliò gli occhi.«Fa
pure. In fondo è solo in vista di questo momento se ti trovi
qui, no?»
«Proprio così.» Replicò
l'uomo, spostando la sua attenzione su Watanuki. «Se mi
segui..» Dichiarò indicando la porta.
«Ti insegnerò.»
La stanza nella quale entrarono gli ricordò per un attimo il
momento in cui lui e Doumeki si erano dati quel primo bacio, un ricordo
che per un istante gli parve così lontano da sembrare
irreale. Era avvenuto all'interno di un cerchio; un cerchio molto
simile a quello che ora stava osservando con espressione tesa.
«Quello..» Mormorò, indicandolo.
«È il cerchio di potere della famiglia
Reed.» Spiegò l'uomo, sorridendo nel cogliere un
sussulto da parte del più piccolo.
«Kimihiro-kun…» Continuò,
quindi. «..tu sai che sei Fei Wong Reed ti vuole
così confuso, ci dev'essere un motivo, giusto?»
«Un motivo?» Replicò l’altro,
affatto certo di cosa volesse intendere l'uomo.
«Il fatto,» Continuò Eriol,
«è che tu hai un notevole potere, che ti rende
pericoloso ai suoi occhi.»
«Intende, vedere gli spiriti?»
«Quello è solo la punta dell'iceberg.»
Chiarì lo stregone. «...qualcosa che ti riesce
naturalmente. Capisci fin dove potresti arrivare con un po' di
esercizio?»
Quelle parole sembrarono risvegliare Watanuki dal suo momentaneo
torpore. «Esercizio per.. Oh no grazie!»
Esclamò, agitando le mani davanti a sé.
«Mi trovo qui per non vederli più, non certo per
aumentare questo potere o... qualsiasi cosa sia.»
A quello il volto di Eriol si tese minimamente. «Inizio a
capire come mai Yuuko-chan beva tanto, ultimamente»
Commentò sarcastico.
«Eh?» Fu la risposta ancor più
frustrante dell'altro.
«Vedi, Kimihiro-kun..» Tentò ancora
l'uomo. «Se tu imparassi a gestire questo potere, riusciresti
a proteggerti senza nemmeno pensarci. Tanto da non aver più
bisogno dell'aiuto di Doumeki.» Dichiarò, sperando
di aver fatto centro.
«E come fa a dirlo?» Commentò il
ragazzo, poco convinto.
«Se diventassi più forte non proveresti paura e
Doumeki-kun non vedrebbe quanto ti accade… Capisci cosa
voglio dirti?»
Watanuki sembrò ragionare su quelle parole. «Non
correrebbe a salvarmi…» Mormorò a se
stesso, sperando di aver così trovato un modo per salvare
l'amico dall'orribile morte che aveva visto fin troppe volte nei suoi
incubi.
Eriol si limitò ad annuire, conscio di aver raggiunto
l'obiettivo.
«Iniziamo» Replicò infatti il ragazzo.
«Ci attende una lunga notte...» Lo
avvertì lo stregone, sorridendogli più
gentilmente nel vederlo annuire.
xXx
Il giorno dopo Doumeki uscì presto per recarsi da Yuuko-san.
Seppur desideroso di solitudine aveva infine acconsentito alla
richiesta di Seishirou, percorrendo un po' di strada con lui.
Aveva scelto di andare subito per non rischiare di incontrare Watanuki
al ritorno da scuola, inconsapevole di aver preso la decisione
più errata.
La sera prima, infatti, Watanuki era rimasto a dormire al negozio di
Yuuko, esercitandosi fino a tardi con l'aiuto di Eriol e della strega,
dormendo poco e male, tanto da svegliarsi più tardi del
solito.
Fu quindi mentre correva fuori dal negozio che si imbatté
nell'arciere, osservando l'uomo che lo affiancava con espressione quasi
risentita.
Vedere Shizuka in compagnia di qualcuno che non fosse lui o Himawari
era parecchio strano, dopotutto. Pensare che ad un giorno dal loro
litigio si fosse fatto un nuovo amico, beh, era semplicemente doloroso.
«Buon giorno…» Mormorò quindi
superandoli, rigido al punto da faticare a respirare correttamente.
Nel sentirne il saluto, Doumeki si fermò per un istante,
evitando di rispondere, riprendendo a camminare solo quando ne
udì i passi nuovamente affrettati.
«Lo conosci?» Domandò Seishirou, quasi
divertito dallo strano incontro.
«Perché me lo chiedi?» Fu la risposta
incolore dell'altro.
A quella domanda l'uomo sospirò, guardando dritto davanti a
sé. «Perché attorno alla sua testa ho
percepito gli stessi fili che aveva una persona che
conoscevo…» Commentò con fare
più cupo.
«Fili…» Replicò l'arciere
fermandosi. Possibile che anche lui… «Che fine ha
fatto… quella persona?»
«Quella persona…» Replicò
Seishirou, «..è morta.»
Tra i due calò un breve silenzio, interrotto da una nuova
domanda da parte del più giovane. «Per via di quei
fili..?»
«Non loro, no… ma è morto per il
qualcosa da cui provenivano…» Commentò
l’uomo in tono stanco, osservando un punto lontano.
«Ai tempi non fui abbastanza forte da salvare la persona che
amavo… Tu però… potresti
esserlo…» Continuò, portando una mano
all'altezza del cuore. «Ho qualcosa con me… te la
mostrerò quando saremo al sicuro, al tempio.»
Aggiunse a voce più bassa.
«Qualcosa per..» Intervenne l'arciere.
«Per salvare il tuo amico da quello…
stregone…»
«Parli di Fei Wong?» Domandò Doumeki,
desideroso di arrivare al punto. «Sai come arrivare a
lui?»
L'uomo annuì. «Io non posso più
andarci, ma potrei spiegarti come arrivare a lui. La dimensione dove si
trova è difficile da raggiungere. Più che una
dimensione infatti… si tratta di un attimo sospeso nel
tempo.»
A quella spiegazione affatto facile da comprendere, l'arciere
annuì con fare pensieroso, congedandosi per raggiungere il
negozio di Yuuko, la mente rivolta a quella nuova
possibilità.
Il resto della giornata trascorse in modo quasi irreale.
Parlare con la strega lo aveva alleggerito di un peso che, tuttavia,
sembrava non voler alleviare la solitudine data dalla decisione di
allontanare Watanuki.
Seppur con diversi pensieri per la mente, aveva dunque comprato
qualcosa da offrire al proprio ospite, cucinando per lui ed
intrattendendolo con una tazza di tè, in attesa di sentirlo
parlare di ciò che davvero gli premeva sapere.
«Immagino tu stia attendendo le mie
spiegazioni…» Dichiarò infatti
Seishirou, portando la tazza alle labbra mentre l'arciere annuiva
osservandolo con espressione attenta.
«Già, credo sia giunto il momento di mostrarti
quella cosa…» Dichiarò l'uomo,
estraendo dalla tasca uno strano involucro al cui interno era custodita
una piuma. «Questo serve a far si che nessuno la
percepisca» Chiarì subito, senza accennare a
volergliela dare. «E la piuma è la cosa da cui
provenivano i fili che non sono riuscito a tagliare.»
«Ce ne sono altre?» Fu la domanda diretta
dell'arciere. «Pensi che una di queste… piume sia
la causa dei fili che hai visto questa mattina?»
Seishirou annuì entrambe le volte, fissando la piuma con
espressione malinconica prima di rimetterla in tasca e tornare a
fissare il proprio interlocutore. «I fili erano
identici.» Replicò infine.
«Come posso arrivare da lui?» Continuò
l'arciere, sempre più determinato.
«È pericoloso.» Rispose l'altro,
facendosi pensieroso. «La piuma si trova sicuramente
all'ultimo piano di una torre. Lì i controlli sono pochi
ma… dovresti arrivare dritto alla torre per sfuggire alle
guardie e da quel che vedo tu non hai il potere di attraversare le
dimensioni…»
«Dimmi come arrivarci. Penserò io a trovare il
modo.» Insisté il più giovane, certo di
poter trovare in Yuuko-san un valido aiuto.
«È un luogo strano… difficile da
ricordare.» Tentennò Seishirou, frugando tra le
tasche. «Quella volta… una persona mi
aiutò dandomi questo.» Dichiarò,
porgendogli una specie di mappa seguita da un breve mantra.
Doumeki accettò il foglio, studiandolo con estrema
attenzione. «Grazie.»
«Spero sia più utile a te.»
Replicò l'uomo alzandosi. «Questa è la
mia ultima sera qui.» Aggiunse poi sorridendogli.
«Ti ringrazio per l'ospitalità.»
Consapevole del desiderio dell’uomo di ripartire senza essere
visto da terzi, Doumeki si alzò porgendogli la mano per
salutarlo. «Ti auguro buon viaggio…
Seishirou-san»
xXx
Aveva passato le
restanti ore leggendo alcuni dei libri scritti a mano
da suo nonno, considerando più volte quanto suggeritogli da
Seishirou; così, quando a tarda notte si decise a concedersi
qualche ora di riposo, il sonno giunse all'istante, consegnandolo ad
una realtà più confortante.
Haruka-san era
lì come sempre, seduto sotto il portico ed
intento a fumare una sigaretta;
Un'immagine in grado di
portare un po' di leggerezza al cuore fin
troppo pesante dell'arciere.
«Nonno..»
Sussurrò avvicinandosi,
incerto se considerare casuale quell'incontro. Dopotutto aveva compreso
ormai da tempo che le coincidenze erano qualcosa da non sottovalutare.
«Buona
sera… Shizuka..» Lo
salutò l'uomo, voltandosi per incontrarne lo sguardo.
«Come
stai..?» domandò il più
piccolo, sedendogli accanto per volgere gli occhi alla distesa di
ciliegi in fiore.
«Oh…
non sei certo tu a doverlo
chiedere.» Replicò l'uomo, prendendo una nuova
boccata di fumo.
«Già,
non è un bel periodo..»
Ammise l'arciere, sorridendo al pensiero che, dopotutto, c'erano cose
che non cambiavano mai. Suo nonno era sempre stato l'unico in grado di
leggergli dentro.
«Sai...»
Riprese il più anziano
«Il tuo nome ti descrive fin troppo bene ma… ogni
tanto è importante anche esprimere quanto si ha dentro. Tua
nonna per esempio... non capì che volevo sposarla fin quando
non glielo urlai dall'altra parte del tempio!»
Commentò, sorridendo a quei ricordi tanto lontani.
«Temo che nel
mio caso… sia più
complicato di così.» Fu la risposta dell'arciere.
«Già..»
Replicò Haruka.
«Ed immagino c'entri anche quella
mappa…» Aggiunse, cogliendo il nipote impreparato.
«Non lo so
ancora.» Ammise il più
piccolo. «Tu però sai di chi si tratta, non
è così? Gli sei apparso in alcuni dei suoi
incubi…»
«Ho solo
modificato qualcosa..» Commentò
Haruka, facendosi improvvisamente più cupo nel notare
l'espressione del nipote. «C'è qualcos'altro che
vorresti sapere, non è vero?…» Aggiunse
quindi in tono più dolce.
Doumeki
sembrò cercare le parole giuste, cosa che in quel
momento doveva apparirgli impossibile dato il sorriso amaro con il
quale riprese a parlare. «La persona che
ama…» Replicò sforzandosi di apparire
distaccato. «Immagino tu non possa dirmi… di chi
si tratta..» Terminò.
Haruka si
limitò ad annuire, tornando ad aspirare dalla
sigaretta.
«Non spetta a
me farlo.» Sussurrò.
Trascorsero nuovi minuti
di silenzio, improvvisamente spezzati dalla
voce dell'arciere.
«L'uomo che mi
ha dato quella mappa..»
Domandò infatti «Per caso... lo conosci?»
Quella domanda
sembrò destare l'anziano sacerdote dai propri
pensieri. «Non ancora ma… Yuuko-san potrebbe
sapere qualcosa.» Prese una piccola pausa nella quale
posò una mano sulla spalla del nipote.
«Shizuka-kun…» Sussurrò
gentilmente. «Tu sai che certe verità vanno dette,
vero? I sentimenti spesso possono essere confusi, scambiati con il loro
opposto e… per quanto tu sia una persona
silenziosa… dovresti sforzarti. Dovresti farlo per le
persone che ami…»
Parole che nascondevano
un significato ben più profondo, che
l'arciere sembrò cogliere all'istante.
«Per le
persone che amo eh..» Sussurrò,
riflettendo su quelle parole.
Haruka annuì,
terminando la sigaretta per poi alzarsi.
«Credo sia ora di andare…»
Dichiarò osservandolo intensamente. «E prova a
chiedergli della promessa… Potrebbe chiarirti diverse
cose…»
«Promessa?»
Ripeté l'altro.
Un istante dopo
però si trovò a riaprire gli
occhi nella propria stanza, ormai lontano dalla dimensione onirica.
E dopo un'assenza più lunga del solito, rieccoci qui!
Ci scusiamo per l'attesa ma impegni vari, lutto post-finale-di-Holic e
capitolo piuttosto articolato da sistemare han fatto scorrere il tempo
più velocemente del solito. -_-
Come avrete notato l'arrivo di Seishirou ha portato un po' di
disordine. Cosa deciderà di fare Doumeki?
La sua scelta sarà quella che condurrà questa
seconda parte di Destino Inevitabile verso la fine, posando i primi
mattoncini per la terza e non meno articolata "stagione".
Quindi... non perdeteci di vista! ^_^
Inoltre, ci teniamo ad abbracciare virtualmente il Giappone per quanto
accaduto nel mese di Marzo.
Dopotutto sia xxxHOLiC che tante altre opere che sicuramente amate e
seguite hanno visto la luce in terra Nipponica.
Ed ora spazio a voi lettori!
Ciccio85:
Stai forse insinuando che prima la storia non era avvincente? -_-
Comunque, Seishirou come avrai notato ha fatto solo una breve comparsa.
Giusto il tempo di creare disordine prima di rimettersi in cerca dei
suoi vampiri preferiti!
Naco: Siamo
felici che tu la pensi come noi per quanto riguarda l'OOC XD
Si, anche noi quando pensiamo al marito di Hime-chan ci immaginiamo un
certo personaggio... è una fortuna che almeno questo le
malefiche l'abbiano lasciato nell'ombra, almeno siamo libere di sognare!
Meglio evitare di esprimerci ulteriormente sul finale di Holic,
comunque!
Watanuki ha deciso di non rispondere alla tua domanda e si è
messo in un angolino, imbronciato, dicendo che lui ha ragione e tutto
il resto del mondo torto... temiamo proprio che non lo
capirà mai, già.
Comunque, per quanto ci sia poca azione tra i due, la trama continua ad
andare avanti in questo capitolo un po' più lungo del solito.
Cos'avrà mai in mente Seishirou, perché ha deciso
di aiutare Doumeki?
Chissà, tu che indovini sempre... che ne dici? XD
Archybald:
La lunghezza dei capitoli varia in base alle scene in essi descritti.
Ci sono delle volte in cui siamo costrette a fermarci su un dato punto
poichè continuare appesantirebbe troppo la scena.
Però questa volta abbiamo scritto molto di più.
Contenta? ^_^
Witch Of The Dimensions:
Alla fine non abbiamo aggiornato presto, e ce ne scusiamo, ma
c'è stato qualche disguido XD
Fei Wong aveva incasinato i nostri archivi, mettendo in totale
disordine tutti i files su cui abbiamo salvato ciò che poi
mettiamo in prosa!
Ma adesso ci siamo, e beh, Seishirou ancora non si scopre,
avrà davvero un secondo fine? Chissà... per il
momento sembra intenzionato ad aiutare Doumeki... per scoprire dove
porteranno quelle azioni dovrai attendere ancora un po' :P
Continua a seguirci... XD
Shane00: Chi
si rivede. Bentornata! ^^
La tua domanda "che fi fa Seishirou qui?!?!" dovrebbe aver avuto
risposta in questo capitolo. Non temere però con il prossimo
potresti cogliere significati del tutto diversi. Stiamo pur sempre
parlando di Seishirou, no? XD
Non temere le scene yaoi stanno per arrivare, stavolta sul serio! XD
Non con il prossimo capitolo forse ma pian piano… vi
ritroverete davanti al pairing rosso fuoco! XD
Sailor Yuko: Ti
abbiamo stesa? Non stai male, vero? XD Come vedi, Seishirou non ha
fatto niente di male... almeno non apparentemente, ma chissà?
Dopotutto noi sappiamo essere anche peggiori delle Malefiche... ma non
preoccuparti, questa storia avrà un finale decente!
<.<
Ci saranno altre comparse? Potrebbe essere... chissà.
Dopotutto tutti gli universi Clampici sono intrecciati in qualche
modo...
Quanto alla riappacificazione, dovremo attendere, e chissà
cosa potrebbe accadere nel frattempo... possiamo solo dire che questa
seconda parte sta raggiungendo la sua fine!
Comnunque, recensisci pure con calma... la storia non scappa! XD
Valerio93: Ciao!
^^
Speriamo che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto. Come vedi l'arrivo
di Seichirou ha dato una nuova piega alla storia. E chissà
se sarà positiva o negativa…
Katy93:
Benvenuta tra noi! È un piacere averti qui, e non
preoccuparti, le recensioni lunghe ed articolate ci piacciono un sacco!
Hai letto l'intera storia tutta d'un fiato... ti facciamo i nostri
complimenti allora, temo che non ci riusciremmo nemmeno noi, se
tentassimo l'ardua impresa!
Ci fa piacere che apprezzi stesura e personaggi, ci impegniamo
abbastanza per evitare che questi ultimi vadano OOC...
Quanto ad alcuni dei momenti che hai descritto, sono anche i nostri
preferiti... come non amare Haruka ed il suo essere un buon saggio
nonno anche per un nipote non suo?
Watanuki in ogni caso vedrà presto arrivare la fine dei suoi
problemi, peccato che sia un testone e riesca a procurarsene abbastanza
anche da solo... ma lo vedrai, seguendoci!
L'avventura non è affatto finita, dopotutto... Speriamo di
ritrovarti al prossimo capitolo!
E con questo, non ci resta che augurarvi un buon proseguimento in vista
del prossimo capitolo che promettiamo di inserire molto prima
dell'ultima volta! XD
|
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Capitolo 44 *** Connessioni - Un caro prezzo da pagare ***
Destino Inevitabile -
Connessioni
Capitolo 44
Un caro prezzo da
pagare
Quel nuovo giorno lo accolse con l'eco delle parole
sussurrategli in
sogno da suo nonno.
L'idea di dover
avvicinare Watanuki per chiedergli di una promessa che
ignorava del tutto era imbarazzante e frustrante, ciò
nonostante sapeva bene che non era il caso sottovalutare i consigli di
Haruka.
Ormai incapace di
riprendere sonno quindi, Shizuka si decise ad
alzarsi, preparandosi per la scuola e raggiungendo la camera dove fino
alla notte prima aveva ospitato Seishirou.
Aveva ancora del tempo
prima dell'inizio delle lezioni e decise di
sfruttarlo per dare nuova aria alla stanza. Fu quindi con sorpresa che,
una volta entrato, osservò lo strano oggetto posto ad un
angolo del fouton ordinatamente ripiegato.
Di certo non si
trattava di una dimenticanza, pensò,
avvicinandosi per prenderlo tra le mani, riconoscendo immediatamente il
pugnale con il quale Seishirou aveva ucciso l'uomo di Fei Wong proprio
due giorni prima. Con esso, avvolto in un panno nero, vi era un
messaggio conciso quanto esausitvo in cui l'uomo lo invitava ad
accettare quel pugnale come ringraziamento per la gentile
ospitalità.
Un uomo strano fino
all'ultimo istante, pensò l'arciere,
aprendo le grandi finestre per poi allontanarsi dalla stanza.
Recarsi a scuola, consapevole di rivedere Watanuki,
aveva un che di
piacevole e spiacevole insieme.
Nonostante le parole
di Haruka, infatti, Doumeki non si sentiva affatto
sicuro di quanto avrebbe detto al compagno, specie considerata la
scelta di stargli lontano.
Così,
quando durante la pausa pranzo si recò in
terrazza nel tentativo di liberare la mente, trovarvi proprio l'oggetto
dei suoi pensieri gli parve quasi un segno da cogliere. Peccato che
Watanuki sembrasse di tutt'altro avviso.
Al solo vederlo aveva
mutato espressione, alzandosi nel tentativo di
raggiungere la porta per allontanarsi al più presto.
Com'era potuta finire
a quel modo?
Certo, tra loro i
rapporti erano sempre stati in qualche modo tesi, ma
una simile reazione era davvero troppo. Persino per lui.
«Aspetta.»
Esordì l'arciere,
bloccandogli l'unica via d'uscita.
«Spostati.»
Fu la fredda replica del più
piccolo. «Devo tornare in classe.»
«C'è
ancora tempo.» Commentò
Doumeki, rivolgendogli un'occhiata affatto conciliante. «Mio
nonno mi ha detto di chiederti di una promessa.»
Quelle parole
sembrarono scuotere il più piccolo.
«Non so di
cosa parli.»
«Ha detto
che è importante e ha insistito
perchè sapessi che è lui a volere che me ne
parli.» Continuò l'arciere, affatto contento di
dover insistere tanto per qualcosa che neppure conosceva.
Sorprendentemente,
però, le sue parole sembrarono convincere
Watanuki.
«Immagino
che Haruka-san abbia i suoi
motivi…» Sospirò, affacciandosi per
guardare oltre la rete. «È successo al
ciliegio…» Iniziò dopo un attimo di
silenzio, quasi cercasse le parole più adatte.
«Dopo che eri stato colpito per colpa
mia… promisi di fare in modo che non ti accadesse
più nulla di simile.» Continuò puntando
lo sguardo altrove. «Ho promesso di non essere più
la causa delle tue sofferenze.» Sorrise amaramente a quel
ricordo. «Non ho idea del perchè tuo nonno ti
abbia detto di chiedermelo ma… è tutto
qui.»
Quelle parole espresse
con particolare tristezza furono seguite da un
silenzio teso, interrotto poco dopo dalla voce dell'arciere.
«Sei un idiota. Pensi di esserci riuscito, forse?»
Watanuki scosse
leggermente la testa. «No… ma ho
fatto del mio meglio.»
Doumeki
sembrò irritarsi maggiormente a quella risposta,
stringendo i pugni e guardandolo con una durezza tale da stupire
persino Watanuki.
«La prossima
volta evita allora..»
Dichiarò, voltandosi per allontanarsi.
Probabilmente Haruka
desiderava fargli sapere qualcosa. Forse Watanuki
temeva per la sua incolumità, forse stava solo cercando di
proteggerlo da qualcosa. Eppure… nonostante quella
possibilità, il dolore che provava era accecante. Sentirsi
allontanare da lui per una simile idiozia, sentirgli dire che
così non avrebbe sofferto…
Era tanto difficile
capire che era quella distanza la cosa
più dolorosa?
Fu in quel momento,
proprio mentre rientrava in classe, che le parole
di Haruka gli tornarono in mente...
"Tu sai che certe verità vanno dette,
vero?"
Avrebbe dovuto
spiegargli come si sentiva? Dirgli che lo amava al punto
da preferire la morte piuttosto che saperlo lontano da lui?
Quegli interrogativi lo accompagnorno per il resto
della giornata,
lasciandogli uno spiacevole senso di amarezza.
Fu quindi nel
tentativo di trovare un po' di pace che, al rientro da
scuola, si ritirò in una stanza del tempio per meditare.
Tentativo che andò a vuoto nel momento stesso in cui, seppur
ad occhi chiusi, gli giunsero alcune immagini.
«Dannazione!»
Esclamò alzandosi per
afferrare il proprio arco e correre fuori, sforzandosi di raggiungere
il luogo appena visto.
Non doveva essere
lontano ed era fin troppo ovvio che l'immagine era
giunta da Watanuki. Per quanto si sforzassero di restare distanti, il
loro era un legame che superava ogni difesa.
I suoi pensieri si
fermarono nell'istante in cui, giunto a
destinazione, vide due degli uomini di Fei Wong bloccare un Kimihiro
urlante.
«Bastardi..»
Sibilò, prendendo al
contempo la mira e scagliando la prima freccia contro un terzo uomo,
apparso da chissà dove e pronto a colpire il ragazzo alle
spalle.
Al tonfo prodotto da
quel corpo senza vita gli altri due uomini si
voltarono e con essi anche Watanuki che, scorto Doumeki,
spalancò gli occhi terrorizzato.
«Shizuka,
scappa!» Gli urlò mentre uno
dei due uomini si staccava da lui per muoversi minacciosamente verso
l'arciere.
Deciso a proteggere il
compagno, Doumeki lasciò cadere arco
e freccie, andando lentamente verso l'uomo le cui lame affilate erano
già in bella vista, pronte a colpirlo.
A quella vista
Watanuki riprese ad urlare il suo nome, liberandosi
dalla presa dell'altro uomo per andargli incontro. Così,
deciso a non mettere in pericolo il più piccolo, Doumeki
strinse la presa sul pugnale lasciatogli da Seishirou e giunto ormai a
pochi passi dall'uomo di Fei Wong lo colpì in pieno petto,
proprio mentre l'altro lo colpiva allo stomaco provocandogli un dolore
lancinante.
Ci mise qualche
istante a capire quanto stava accadendo, il dolore che
si mescolava al calore del sangue, la voce sempre più
stridula di Watanuki ed infine l'uomo che estraeva la lama dal suo
corpo, muovendosi per allontanarsi, probabilmente deciso a terminare il
suo compito.
Quell'ultimo pensiero
lo aiutò a trovare la forza per
infliggergli un nuovo colpo, questa volta letale. Fu solo allora che
stremato per via del dolore pulsante si lasciò cadere sulle
gambe.
Un'immagine che
sconvolse ulteriormente Kimihiro per quanto era simile
ai suoi peggiori incubi:
La consapevolezza di
essere sveglio che di certo non lo aiutava a
sentirsi meglio.
«Shizuka!!»
Urlò correndogli accanto,
odiandosi per averlo indotto a raggiungerlo, per non essere riuscito a
proteggerlo come avrebbe voluto.
«Shizuka…
apri gli occhi… non
lasciarmi…» Sussurrò ormai tra le
lacrime, sollevando lo sguardo proprio mentre il terzo uomo si
apprestava a colpire entrambi.
Sarebbe finita a quel
modo? Sarebbero morti entrambi?
Aveva fallito
miseramente, senza salvare Doumeki, riuscendo a ferirlo
per tenerlo lontano al solo scopo di proteggerlo, invano…
Fu con quei pensieri
che Watanuki strinse a se l'arciere, chiudendo gli
occhi e trattenendo il fiato, sperando solo di potergli fare da scudo,
di poterlo salvare, nonostante tutto.
In quel frangente, la
disperazione fu tale che quasi non si rese conto
del vento improvviso, del bagliore che sembrò avvolgere
entrambi. Quasi non vi badò, fin quando una voce a lui
familiare non lo costrinse a riaprire gli occhi, incontrando la figura
della strega.
«Yuuko-san..?»
Sussurrò, senza lasciare
la presa attorno a Doumeki.
La donna non
sembrò neppure notarlo. Il suo sguardo
insolitamente glaciale era fermo sull'uomo di Fei Wong al quale si
rivolse con una freddezza che provocò un brivido in Watanuki.
«Noi non
resteremo a guardare.» Dichiarò
la strega aprendo un cerchio attorno all'aggressore. «Dillo
pure al tuo capo.» Continuò osservandolo sparire
in un vortice.
Un attimo dopo il
vento sembrò placarsi e, dopo aver rivolto
uno sguardo ai due ragazzi, andò loro vicino e tracciato
l'ennesimo cerchio proiettò tutti al negozio.
Ritrovarsi sul pavimento del negozio gli
provocò un sollievo
tale da non sembrargli reale, sollievo che cessò quando si
accorse dello stato in cui era Doumeki.
«Yuuko-san…»
Sussurrò quindi
sollevandosi appena, sforzandosi di non andare nel panico alla vista di
tutto quel sangue.
Dopotutto erano salvi,
la strega delle dimensioni li aveva ricondotti a
casa, non potevano essere coincidenze, no?
«Yuuko-san…»
ripetè attirando
l'attenzione della donna. «Io ho… un
desiderio.» sussurrò proprio mentre l'arciere
riapriva gli occhi.
«Un
desiderio, eh?» Commentò la strega,
accennando un saluto all'ingresso di Eriol. «E
sentiamo… cosa vorresti fare, salvarlo? Potrebbe costarti
molto, sai..?»
Watanuki le rivolse
uno sguardo più che determinato.
«Non importa quanto, pagherò qualunque cosa. Lo
salvi…»
«Non vuoi
conoscere il prezzo, prima? Sai bene che non
accetto disdette.» Replicò la donna.
«Si occupi
di lui, prima…»
Dichiarò il più piccolo, mentre la strega si
avvicinava all'arciere per porre le mani in prossimità della
sua ferita.
Watanuki
restò ad osservare rapito la luce proiettata da
quelle mani, conscio più che in qualsiasi altro momento
dell'effettivo potere della donna.
Trascorsero
così diversi minuti e quando l'incanto
sembrò aver fine la strega strofinò tra se le
mani tornando a guardarlo.
«Starà
bene.» Dichiarò.
«Quanto al pagamento… Da questo momento lavorerai
per me.»
L'espressione confusa
del più piccolo bastò a
farle intuire quanto stava pensando. «Non come ora,
ovviamente. Continuerai a lavorare per me ed in aggiunta studierai per
diventare uno stregone.»
Watanuki la
fissò sempre più confuso, le labbra
che tremavano incerte tra il riso e lo sgomento.
«Non sarai
uno stregone qualunque…»
Proseguì la donna alzando una mano per prevenire qualsiasi
replica. «Imparerai a gestire le dimensioni ed esaudire i
desideri della gente. Kimihiro Watanuki, da questo momento sarai il
nuovo stregone delle dimensioni...»
Ed eccoci qui ancora una volta, pronte a
raccogliere i vostri pareri.
Come avrete intuito,
anche questo secondo ciclo di Destino Inevitabile volge al suo termine
e lo farà portandovi grandi sorprese. Per cui... non vi
resta che continuare a seguirci. ;)
Ed ora una parentesi in questo angolo che, apparentemente, nulla ha a
che vedere con quanto stiamo per dirvi.
Come saprete Domenica e Lunedì si terrà un
referendum molto importante. L'invito è dunque quello di
andare a votare, esprimere il vostro parere e sensibilizzare chi vi sta
intorno perchè tutti si scriva SI in quelle schede al fine
di sabotare un governo che ci vuole truffare. U_U (La rima non era
voluta ma tant'è XD)
Siamo certe che chi segue ed ama gli anime giapponesi sappia bene come
sia giusto combattere per ciò in cui si crede. Dopotutto
è una lezione che i Giapponesi ci danno da sempre.
Buon voto a tutti/e, quindi....
Ed ora via... alle vostre recensioni! ^_^
Valerio93:
Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto. Speriamo sia lo stesso
anche per l'attuale in cui come avrai notato le novità
arrivano eccome. E pensa, non sono ancora finite. XD
In bocca al lupo per gli esami, speriamo che nonostante lo studio tu
riesca a trovare il tempo di passare a leggerci e a salurarci. ^_^
Naco: Non ci
speravi più, ed invece un aggiornamento c'è stato!
Oltretutto, come vedi le cose si stanno muovendo ancora, e la direzione
in cui vanno... beh, ormai manca poco e lo scoprirai!
Quanto alla tensione tra i due, ricordati che Watanuki ha un modo tutto
suo di gestire le cose purtroppo.
Per il resto, come sempre indovini qualcosa... cosa, non è
detto saperlo ancora!
Ci fa piacere averti ancora tra noi, comunque!
sailorYuko: Siamo
onorate di averti commossa! E liete per i complimenti. XD
Sei riuscita a ricordarti della promessa poi? Come hai visto ci ha
pensato Wata-baka a rinfrescarci la memoria. ;)
Witch of the Dimensions: Grazie
come sempre dei consigli!
Si, Doumeki ha seguito quelli di suo nonno, almeno in parte...
purtroppo non si è dichiarato, ma per quello c'è
ancora tempo... e altro nel mezzo :P
Cosa? Continua a leggere e lo saprai...
WYWH: Eccoti
accontentata. Cosa ten'è sembrato?
Ciccio85:
Eh, Yuuko sa essere temibile su certe cose XD Comunque, vedi adesso? La
storia è fin troppo movimentata...
xMoonyx: Bentornata
tra noi! ^_^
Non sei molto lontana dal vero. Su quale punto? Lo scoprirai
continuando a leggerci. ;)
Purtroppo non possiamo garantirti l'assenza di angst, anzi…
Però… si, lo yaoi sta per arrivare in tutta la
sua grandezza! XD
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Capitolo 45 *** Connessioni - Amore ***
Destino
inevitabile - Connessioni
Capitolo
45
Amore
«Kimihiro Watanuki, da questo momento
sarai il nuovo stregone
delle dimensioni… Sono stata chiara?»
Per la seconda volta
il silenzio fu l'unica replica alle parole della
strega.
«Sono stata
chiara?» Ripeté la donna.
«..eh?»
Sussurrò Kimihiro, ancora
incerto sul reale significato di quella richiesta.
Aveva espresso un
desiderio, ne era consapevole, ma il prezzo da pagare
era… Alto? No, semplicemente strano, forse fuori luogo.
Uno stregone, lui..?
«Ti ho
chiesto se sono stata chiara.»
Continuò la donna.
«S..sì,
va… va
bene…» Fu la risposta tanto attesa.
«Va
bene…» Ripeté lei, quasi
sorpresa dalla mancanza di urla e parole prive di senso.
Era chiaro che
Watanuki fosse cresciuto, forse più in fretta
di quanto non si sarebbe attesa.
Poco distante Doumeki stava osservando entrambi con
espressione
indecifrabile mentre Eriol, alzatosi per aiutarlo a stendersi su un
divanetto presente in quella stanza solitamente vuota, sembrava perso
nei propri pensieri.
«Fareste
meglio a riposarvi.» Riprese la strega
andando verso la porta. «Entrambi.» Aggiunse,
fermandosi ad osservare lo stregone, intento a porre un incantesimo
sull'arciere.
«Sta
bene…» Dichiarò l'uomo,
alzandosi per raggiungerla. «Con questo dormirà
per qualche ora…»
A quella
rassicurazione Watanuki si limitò ad annuire,
osservando entrambi uscire dalla stanza per poi raggiungere stancamente
il divanetto, inginocchiandoglisi accanto, deciso a vegliare sul sonno
di Doumeki.
xXx
Seduto in poltrona, Eriol stava osservando con aria
distratta Maru e
Moro intente ad annaffiare le piante in giardino.
«Così
quelle due sono le tue aiutanti,
eh?»
«Qualcosa di
simile, sì.»
Replicò la strega, dedicando loro uno sguardo tra il serio
ed il malinconico.
In quei giorni le due
bambine erano state costrette al riposo forzato e
tutto per via di quanto stava accadendo non solo a Watanuki ma al
negozio stesso, il cui equilibrio si era fatto sempre più
precario.
«Piuttosto…
che mi dici di quei due?»
Domandò, tornando a fissare l'uomo, assottigliando lo
sguardo nel coglierlo mentre si versava del sakè.
«Oh,
Doumeki-kun starà bene… Fin quando
non scoprirà a che prezzo è stato salvato,
ovvio.» Chiarì lo stregone, sospirando nel
cogliere i pensieri della strega. «Piuttosto…
avresti potuto chiedere un pagamento più
equo…» Continuò, versando del
sakè anche per lei.
«Watanuki
deve imparare a prendersi le proprie
responsabilità.» Commentò l'altra
accettando con un cenno il bicchiere, vuotandolo subito dopo.
«Inoltre… anche Doumeki potrebbe finire col
trovarsi coinvolto…»
«E immagino
che anche questo sia… inevitabile,
eh?»
La strega gli
riservò un'occhiataccia e proprio in quel
momento la porta shoji si aprì rivelando la figura di Mokona.
«Pu pu pu
puuuuuù!» Esclamò
il manju, saltando ed atterrando sulle gambe dello stregone.
«Larg!»
Esclamò questi, accarezzando la
palletta di pelo.
«Clow..»
Replicò l'altro, inclinandosi
per guardarlo meglio. «Clow è diverso…
Non è più Clow?» Domandò,
attirandosi uno sguardo furente da parte della strega.
«Sono Eriol
Hirajizawa e.. sono Clow per metà,
sì.» Replicò l'uomo porgendogli la
mano. «Piacere di conoscerti.»
Mokona
continuò a fissarlo per qualche istante prima di
rispondere al saluto, porgendogli la zampetta. «Ti ricordi
ancora di noi?»
«Ma certo!
Mokona-san!» Replicò Eriol.
Il manju
sembrò ponderare su quelle parole.
«Clow.. perché ci hai lasciati?»
Domandò rattristandosi.
«Vedi
Moko-san, sono stato costretto a farlo. Clow Reed aveva
un'energia troppo forte e stava frenando diverse cose,
così… al fine di lasciar scorrere gli eventi, ho
dovuto fare la mia scelta. Era…»
Sollevò uno sguardo canzonatorio sulla strega, ignorandone
l'espressione contrariata. «Inevitabile.»
«Oh..»
Commentò Mokona.
«Allora non ci hai lasciati. Sei tornato!»
Esclamò, scendendo dalle sue gambe per zampettare felice
fuori dalla stanza. «Larg deve correre ad avvisare
Soel!»
«Certe cose non cambiano proprio mai,
eh…» Sospirò l'uomo, tornando ad
osservare la strega. «Non l’hai pensato anche tu,
vero?» Domandò quindi, facendosi improvvisamente
più serio.
La donna
evitò di guardarlo, alzandosi per guadagnare
l'uscita. «Vado a vedere come stanno Maru e Moro.»
Dichiarò un attimo prima di uscire.
xXx
Quella notte sembrò passare
più lentamente del
solito. Restare al fianco di Doumeki, osservarlo mentre
dormiva… In qualche modo era quasi confortante, non fosse
per tutta la situazione assurda nella quale era venuto a trovarsi in
quelle ultime ore. Prendere il posto della strega era una un pensiero
che non lo aveva mai sfiorato, neppure lontanamente. Ed ora…
«Uno
stregone delle dimensioni, eh..?»
mormorò, guardando le prime luci dell'alba, alzandosi per
sgranchirsi le ossa.
Doumeki dormiva ancora
pacificamente, così, per non
disturbarlo, decise di lasciarlo solo, avviandosi verso il bagno per
sciacquarsi il viso.
Si sentiva stanco.
Stanco e confuso.
'Cosa
accadrà la prossima volta?'
Quella sera aveva
impegnato la sua stessa vita con la strega, cos'altro
avrebbe potuto offrirle se Doumeki fosse stato nuovamente attaccato?
Doveva allontanarlo e
quel pensiero, nonostante si stesse forzando ad
accettarlo, continuava a far male in modo indicibile.
'Se solo non fosse per
quest'occhio…' si
trovò a pensare, osservando l'iride verde attraverso la
quale Shizuka poteva cogliere ciò che vedeva lui.
Avevano iniziato
così a condividere più del
dovuto, poi c'era stato il sangue e successivamente anche i pensieri.
Yuuko-san sapeva
proprio essere sadica alle volte.
Continuò ad
osservarsi con ancora quei pensieri per la
testa, ricordando gli uomini della sera prima.
Avevano attaccato lui,
ma dopo..?
Si sarebbero fermati?
O chi li guidava aveva
deciso di eliminare colui che lo salvava ogni
volta?
Quel pensiero gli
diede una forte nausea.
«Dannazione!»
Esclamò sbattendo le mani
sul lavandino, continuando a fissarsi con rabbia, dimenticando di
schermarsi per non trasmettere i propri pensieri.
E fu proprio quell'immagine improvvisa a svegliare
l'arciere,
mettendolo in stato di allerta.
Quella sensazione
spiacevole, l'immagine del volto di Watanuki allo
specchio…
In un attimo si
ricordò quanto accaduto la sera prima,
l'attacco, la ferita, la promessa che quell'idiota aveva fatto alla
strega.
'Devo andare da lui…'
Una decisione che mise subito in atto, alzandosi
per raggiungerlo,
spalancando la porta del bagno ancor prima che l'altro riuscisse a
percepirne la presenza.
«Doume…»
Mormorò il
più piccolo nel vederlo entrare, rendendosi conto di averlo
davvero svegliato a causa delle sue stupide emozioni.
«Che ci fai
qui...» Domandò l'altro,
fissandolo con espressione tesa.
«Cos'è,
non si può più
andare in bagno, ora?» Fu la replica di Watanuki, alla quale
l'arciere rispose con uno sguardo più freddo del solito.
«Allora?»
Continuò il più
piccolo, incerto su come proseguire e su quanto l'altro avesse
percepito.
«Fissarti
allo specchio con disprezzo non
cancellerà il nostro legame.» Dichiarò
Doumeki, chiudendosi la porta alle spalle ed avanzando di un paio di
passi.
«Che…
che significa questo… Non hai
alcun diritto di impicciarti nelle mie cose!»
Continuò l'altro, scoprendosi ad indietreggiare all'avanzare
dell'arciere.
Doumeki era sempre
stato difficile da capire e quell'espressione
insolita di certo non lo aiutava a rilassarsi.
«Strano,
detto da uno che va facendo promesse impossibili pur
di salvarmi.» Replicò il più grande a
denti stretti.
«Non…
Non ti riguarda!!»
Insistè Watanuki sempre più in collera, con se
stesso per aver dimenticato di schermarsi a dovere e con Doumeki che in
un modo o nell'altro continuava a contrariarlo. «La mia vita,
quello che faccio.. è solo affar mio!»
Urlò quasi, nella speranza di convincerlo a non impicciarsi.
Le sue parole
però non sembrarono sortire l'effetto
desiderato ed ancor prima che se ne rendesse conto, Doumeki fu a pochi
passi da lui, costringendolo ad indietreggiare ancora, portandolo con
le spalle al muro. «Devi… devi smetterla di
correre sempre in mio aiuto…» Mormorò
stringendo i pugni, senza più guardarlo.
«È la mia vita. Se vivo, o muoio…
è solo affar mio…»
«Se vivi o…» Quelle
parole sembrarono
alterare maggiormente l'arciere, riportandogli alla mente quanto
suggeritogli da Haruka.
'Dirgli quello che provo, eh..?'
Facile a
dirsi… si trovò a pensare, un attimo
prima di cogliere la paura e la tristezza nel volto del più
piccolo.
«Non
smetterò mai di salvarti, idiota.»
Dichiarò, colmando la distanza già minima tra
loro, bloccandogli i polsi quando lo vide muovere le braccia nel
tentetivo di allontanarlo.
A quel gesto inatteso
Watanuki tentò invano di liberarsi.
«Lasciami!»
Esclamò, fissandolo con
rabbia. «Lasciami ho detto!»
Doumeki
però aveva smesso di ascoltarlo. Il suo sguardo si
era fatto più deciso, tanto da lasciare il più
piccolo improvvisamente a corto di parole.
E fu proprio
quell'improvviso silenzio a convincerlo ad agire con i
fatti, portandolo a premere le labbra su quelle di Watanuki,
chiudendole in un bacio che desiderava da tempo.
Un bacio che
sembrò catturare entrambi in un improvviso
quanto inatteso turbine di passione.
Non avrebbe mai pensato di poter essere baciato a
quel modo, non da
Doumeki.
Simili scene erano
ormai familiari nei suoi sogni ma la
realtà, quella era tutta un'altra cosa.
Fu quel pensiero a
portarlo alla conclusione che forse anche quel
particolare momento poteva essere un inganno onirico, un incubo pronto
a rilvelarsi in modo brutale, interrompendo quell'attimo per mostrargli
ancora una volta la morte dell'arciere.
Nel timore di quel
momento si tese a tal punto da attirare l'attenzione
di Doumeki, sforzandosi di allontanare ogni immagine negativa senza
però riuscirci.
«Watanuki…»
Lo chiamò
l'altro, staccandosi controvoglia dal bacio per osservarlo con
espressione ancora carica di desiderio. Espressione che mutò
improvvisamente, quando i pensieri del più piccolo lo
raggiunsero, rivelando ciò che mai avrebbe ritenuto
possibile.
«Si trattava
di me…» Mormorò,
ancora incredulo.
«Cosa..?»
Domandò Watanuki,
improvvisamente consapevole di essere più che sveglio.
«La persona
che dicevi di amare… ero
io?» Continuò l'altro.
A quella domanda, il
più piccolo distolse prontamente lo
sguardo, annuendo ed arrossendo al contempo.
Una reazione che
provocò un tuffo al cuore nell'arciere.
«Mi
amavi…» Concluse, deciso a capire il
perché di quel comportamento. «E per tutto questo
tempo… mi hai fatto credere…»
«Non ti ho
fatto credere un bel niente.»
Replicò Watanuki. «In ogni caso… sai il
perché.» Aggiunse poi, tornando a guardare altrove.
«Hai paura
per me?» Domandò l'altro,
memore della situazione.
«Non
dovrei?» Fu la risposta forzatamente ironica
del più piccolo.
«No.»
Chiarì l'arciere.
«Perché a me non importa, se posso starti
accanto…»
«Che
significa…»
Quella domanda
riportò ancora una volta le parole di Haruka
alla mente dell'arciere.
'Parole al posto dei fatti, eh?'
«Ti
amo.» Dichiarò semplicemente.
«Cos…»
Replicò Watanuki,
improvvisamente diviso tra la gioia data da quelle parole ed il
costante timore di perderlo. «Cosa?!»
Ripeté, scuotendo la testa per scacciare ogni pensiero
romantico. «N..no, non va bene.» Mormorò
infine, cercando dentro di sé le parole più
adatte.
Sapere di essere
ricambiato gli riempiva il cuore di gioia.
Ciò nonostante non poteva dimenticare quanto accaduto solo
la sera prima, quanto rischiava Doumeki standogli accanto.
Vivere senza poterlo
amare era orribile ma saperlo morto…
proprio non riusciva ad immaginare una vita senza di lui.
«Non
è quello che voglio…»
Mentì senza riuscire a guardarlo.
A quella dichiarazione
Doumeki si scostò da lui,
osservandolo con espressione tesa.
«Cosa
esattamente…»
«Non voglio
che mi stai accanto, non così
e…» Chiuse gli occhi, cercando la forza per
allontanarlo da sé. «La verità
è che non so cosa voglio.» Aggiunse, cercando di
tenere bene in mente quanto accaduto la sera prima.
'Avrebbe potuto morire… Per colpa
mia…'
«Stai
dicendo che non sai se mi vuoi?» Concluse per
lui l'arciere.
«Non posso
sapere se è reale.»
Mormorò il più piccolo.
«Ma lo
è per me.» Aggiunse l'altro,
tornandogli vicino. «Non puoi allontanarmi solo per
questo.»
«Sì
invece!» Esclamò
Watanuki, spingendolo, senza ancora guardarlo. «Questa storia
dei fili, di Fei Wong… Sono confuso, su tutto…
Anche… su di te!» Dichiarò tra le
lacrime. «E non.. non puoi confondermi anche
tu…»
Doumeki lo
fissò per un lungo istante, l'espressione di chi
non avrebbe mai voluto sentire simili parole.
«Scusami
allora… non avrei dovuto.»
Dichiarò, voltandogli le spalle per poi allontanarsi.
Una volta fuori, si avviò verso la
stanza che lo aveva
ospitato quella notte, cambiandosi rapidamente per poi riprendere con
sé pugnale e fogli lasciatigli da Seishirou.
Uscito dalla camera,
incurante dell'ora, si avviò verso la
stanza dove Yuuko-san era solita ricevere i suoi clienti. Dopotutto, la
conosceva abbastanza da sapere di poterla trovare già in
attesa e consapevole di quanto stava per chiedergli.
Rieccoci finalmente con un nuovo capitolo. Questa volta in ritardo per
colpa della connessione di Lay che è venuta a mancare per
diverso tempo. Fortuna che esiste Yuuko-san... U_U
Come avete notato (l'avete notato, vero? -_-) i due piccioncini si sono
dati finalmente una smossa, così come la storia che a breve
giungerà al termine di questo secondo arco per entrare nel
terzo, ahinoi definitivo.
Sperando che i risvolti vi siano piaciuti, ci teniamo a precisare che
l'idea di rendere Wata-baka uno stregone delle dimensioni è
nata molto prima che le CLAMP lo rendessero tale. In altre circostanze
ciò sarebbe stato un motivo di vanto ma la verità
è che ai tempi ci sembrava il continuo più
sensato... Peccato che le a parte questo le CLAMP siano andate
totalmente per un'altra strada... *Si danno al sakè per non
ripensare al finale di xxxHOLiC -_-*
Hic! E dopo questa premessa... Via alle recensioni! ^_^
Naco:
Come avrai notato, in un modo o nell'altro Shizuka
è effettivamente giunto alla verità. Peccato che
le paure di Watanuki abbiano incasinato nuovamente il tutto. ^^" Quanto
alla storia, siamo felici che le nostre scelte ti siano piaciute e
credo di poter anticipare senza spoilerare troppo che non abbiamo alcun
intenzione di seguire le orme delle CLAMP.
Archybald:
Ciao! Non preoccuparti per lo scorso capitolo, siamo felici di riaverti
adesso ^_^
Speriamo che la scuola
sia finita bene!
Quanto al capitolo...
sì, c'è voluto un po' di shock per far si che
Watanuki si svegliasse, ma... si sarà svegliato davvero? In
questo capitolo, dopotutto, non sembra tanto 'sveglio'...
Quanto a questa storia
che si collega all'arco "Entrapped" (o Rou), come abbiamo
già ribadito, anche se può sembrare
così non lo è affatto.
La storia
prenderà una strada totalmente diversa, perché
noi abbiamo deciso ed abbozzato tutto questo ben prima che uscisse il
primo volumetto dell'arco di Rou ^__^
Questo ovviamente non
implica che mancherà l'angst...
Continua a seguirci
per scoprire come andrà!
ValeXAnime: Per
iniziare, grazie per le belle parole, fanno sempre piacere. ^_^
Riguardo Clow... (che è meglio chiamare Eriol per non far
arrabbiare una certa strega XD) quanto ha insegnato a Watanuki
è come isolarsi da eventuali interferenze. Ovviamente
però un conto è imparare una lezione e ben altro
è metterla in pratica, specie se a farlo è
Wata-baka XD
Sperando che anche questo capitolo ti sia piaciuto, attendiamo di
sapere il tuo parere! ;)
Witch Of The Dimensions:
Come si dice? Tre è un incantesimo, ed ha funzionato XD
Le tue domande hanno avuto risposta, hai visto? Ebbene sì,
Doumeki ha capito di essere la persona amata da Watanuki... per un
breve, glorioso istante.
Poi è cambiato tutto, e questo complicherà solo
le cose enormemente (quando mai non succede, daltronde?), ma lo vedrai
nel prossimo capitolo...
Però scommettiamo che la reazione di Doumeki ti è
piaciuta :P A noi sicuramente è piaciuta molto...
sailorYuko: Anche
se in ritardo, eccoci qui con il nuovo capitolo. Piaciuto? E
sopratutto... andati bene gli esami?
Le tue domande dovrebbero aver avuto risposta con questo capitolo. E tu
che non ci credevi... Doumeki ti ha sorpresa? XD
WYWH:
L'attesa non è stata vana, speriamo! Hai visto? Altro che
fato... c'è ancora molto da fare e tanto da scoprire, prima
che i due possano finire "per sempre felici e contenti"... avrai ancora
diversi capitoli da leggere!
Continua a seguirci! XD
xMoonyx:
Volevi un Watanuki reattivo? Come avrai notato sa essere stupido anche
in quella modalità. Certo, non che non sia da comprendere
almeno un pochino... *cercano invano di giustificarlo*
Quanto al restare in negozio, per quanto successore di Yuuko, Watanuki
potrà muoversi liberamente. L'angst invece ci
sarà eccome sia ora che nella terza parte. Se può
consolarti però... le scene hot stanno per arrivare. Diciamo
che questo bacio è stato giusto il preludio. :P
E con
questo vi salutiamo e ringraziamo come sempre per le vostre recenzioni,
unica spinta a continuare questa storia che dopo ben due anni di
serializzazione (manco fosse un manga XD) ha rischiato di bloccarsi a
vita per colpa del finale di xxxHOLiC.
TANTI AUGURI A DESTINO
INEVITABILE E GRAZIE ANCORA A CHI CI SEGUE DALL'INIZIO O A CHI APPENA
ARRIVATO CI SEGUIRA' FINO ALLA FINE! ^_^
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Capitolo 46 *** Connessioni - Trappola ***
Destino inevitabile - Connessioni
Capitolo 46
Trappola
La stanza era pregna del
profumo speziato d'incenso, lo stesso che in quegli anni aveva imparato
ad associare alla figura della strega.
Distesa su un fianco la donna lo stava osservando con estrema
attenzione, lo sguardo più serio del solito.
«Il tuo è un desiderio pericoloso,
Doumeki…» Dichiarò dopo una boccata di
fumo.
«Non importa» Replicò l'arciere,
ricambiandone lo sguardo con la solita determinazione. «Mi
mandi da lui.»
La strega sospirò, mettendosi a sedere. «Sei
sicuro di voler rischiare la tua vita dopo quanto è stato
fatto per preservarla?» Domandò, mentre Mokona le
prendeva di mano la pipa per riporla sul tavolino poco distante.
«Devo farlo.» Confermò il ragazzo.
«Lei può mandarmici?»
«Posso farlo, sì.» Replicò la
donna. «Devo però avvertirti che la piuma che
cerchi… è tanto pericolosa da poter confondere le
menti. Solo un'anima pura può entrarvi in contatto senza
cambiare.»
«Devo tentare…» Insisté il
ragazzo. «Se cambierò… lei
potrà porvi rimedio come crede.»
«E sia...» Sospirò la donna, rassegnata
davanti a tanta determinazione. «Ma ti avverto, dovrai
riportarmela di tua spontanea volontà, senza mai usarla, per
quanto la cosa potrà tentarti.»
«Se lo faccio…» Replicò
l'arciere. «Watanuki sarà libero da…
quei fili?»
La strega annuì e, consapevole della volontà
dell'altro, mosse elegantemente la mano disegnando un cerchio attorno
alla figura dell'arciere.
«Vai ora, e cerca di non perderti...»
Dichiarò osservando il cerchio caricarsi di luce per poi
sparire insieme al ragazzo, il tutto sotto lo sguardo preoccupato di
Mokona.
Neanche un attimo dopo, appena uscito dal bagno e con ancora le lacrime
agli occhi, Watanuki si accorse che qualcosa era inesorabilmente
cambiata..
«Do… Doumeki…»
Mormorò bloccandosi di colpo nel capire che quella
spiacevole sensazione dipendeva dall'aver smesso di avvertirne la
presenza.
Non era una cosa alla quale prestava solitamente attenzione, da quando
avevano preso ad esercitarsi riusciva a percepirlo di continuo e non
solo per via dei pensieri. In quel periodo aveva imparato a captarne
l'energia, come fosse una piccola luce impressa nel suo spazio vitale.
Una luce che in quel momento sembrava essere sparita di colpo, come
inghiottita dalle tenebre.
Quel pensiero bastò a farlo correre verso la stanza della
strega. «Yuuko-san!» Esclamò irrompendo,
senza neppure bussare. «Dov'è?»
«Di chi parli?» Fu la risposta più che
tranquilla della donna.
«Doumeki!» Continuò Watanuki.
«Dov'è andato?»
«Così te ne sei accorto, eh?»
Replicò la strega. «È da colui che ti
sta confondendo le idee.» Asserì un attimo dopo,
ricambiando lo sguardo improvvisamente spaventato del più
piccolo.
«Da.. da quell'uomo? È… è
stata lei a.. mandarcelo?» Domandò tra i denti.
Dopo quanto aveva sacrificato per lui...
Yuuko si limitò a fissarlo senza scomodarsi a rispondere.
«Mandi anche me.» Dichiarò quindi il
ragazzo.
«Non credo sia possibile» Lo ammonì la
strega, facendogli intendere che la questione per lei era conclusa.
«Sono tenuta ad esaudire chi arriva per primo. E non si
tratta di te, Watanuki Kimihiro.»
A quella risposta il ragazzo strinse i pugni, rivolgendole uno sguardo
carico di rabbia.
«Io… troverò un modo.»
Mormorò poi, un attimo prima di lasciare la stanza, avvilito
al pensiero di quanto stava rischiando di perdere.
«Qualcosa non va, Kimihiro-kun?»
La voce di Eriol lo distolse per qualche istante dai suoi pensieri.
«Eriol-san...» Commentò sollevando uno
sguardo affatto sereno sull’uomo. «Mi scusi ma...
vado di fretta.»
Lo stregone si limitò a sorridere, andandogli più
vicino per poi osservarlo con estrema attenzione.
«È successo qualcosa?»
Domandò con il solito tono affabile.
Watanuki ne ricambiò lo sguardo con uno sempre
più incerto. Poteva davvero fidarsi di lui?
Sospirò al suo stesso pensiero. Aveva altra scelta,
dopotutto?
«Shizuka...» Mormorò infastidito dai
propri limiti «È andato da quell’uomo
e... non so come raggiungerlo.»
Tra i due ci fu un breve attimo di silenzio nel quale il più
grande sembrò considerare alcune cose prima di tornare ad
esprimersi con estrema serenità.
«Immagino tu abbia già tentato la carta del
desiderio...» Commentò indicando la stanza dalla
quale il più piccolo era appena uscito. «E data la
tua espressione posso intuire quanto ti avrà risposto la
strega....» Continuò, sorridendo
all’annuire contrariato del ragazzo. «Il fatto,
Kimihiro-kun, è che qui dentro non siamo certo io e
Yuuko-chan gli unici ad avere del potere da usare.»
«Cos..» Mormorò il più
piccolo, comprendendo finalmente il senso di quelle parole.
«Sa bene che da solo non ne sarei in grado!»
Aggiunse poi con più foga.
Eriol sospirò teatralmente, poggiandogli una mano sulla
spalla. «Clow ti ha indubbiamente lasciato un potere
difficile, Kimihiro-kun. Visto che almeno in parte la colpa
è mia, vedrò di aiutarti, va bene?»
Il ragazzo annuì più sollevato e l’uomo
ne approfittò per continuare. «Il tuo potere
è in parte legato all’uscurità. Per
raggiungere il tuo obiettivo dovrai quindi far uso della paura e del
dolore che stai provando. Dovrai imparare a creare il tuo cerchio di
potere ergendolo sulle tue emozioni attuali. Con quello potrai muoverti
come credi.»
«E tutto questo... dovrei farlo ora..?»
Domandò il ragazzo.
Eriol annuì, osservando l’orologio appeso alla
parete. «Ti consiglio di fare in fretta se vuoi aiutare
Shizuka-kun.»
A quello Watanuki annuì, inchinandosi per ringraziarlo,
avviandosi subito dopo verso la stanza dove fino a poco tempo prima
aveva assistito alle lezioni insieme a Doumeki.
Sapeva bene che chiedere altri aiuti sarebbe stato inutile e di certo
non aveva tempo prezioso da perdere.
xXx
Era approdato in una dimensione che sembrava avvolta dalle tenebre, un
luogo ben diverso dal mondo dei sogni. Davanti a lui c’era
una landa desolata dove l’aria incredibilmente pesante
rendeva difficile persino respirare; Seishirou aveva avuto ragione nel
definire quel luogo senza tempo, pensò guardandosi attorno
nel tentativo di studiare l’ambiente circostante.
Stava muovendosi con circospezione da un periodo di tempo che non
avrebbe saputo definire e che sembrò restare immobile anche
quando, sollevando la testa, scorse una torre che trionfava sul quel
mondo apatico. Già ad un primo sguardo l’aspetto
non era dei migliori ma l’aura che l’attorniava era
abbastanza carica di magia da fargli capire subito chi vi risiedeva. Ai
suoi piedi un paio di guardie visibilmente annoiate
dall’inattività perenne stavano scambiandosi il
turno con una flemma che suonava quasi stonata se raffrontata a chi
governava quel luogo.
Dalle loro bocche poteva udire suoni confusi dai quali di tanto in
tanto emergevano parole riguardanti le recenti uccisioni di alcuni di
loro da parte di un giovane studente.
Nell’apprendere di chi stavano parlando Doumeki si tese,
decidendo poi di approfittare di quel momento per aggirare la torre,
fermandosi solo quando si trovò finalmente davanti ad un
varco. Una volta dentro, si soffermò a studiare
l’ambiente circostante le cui guardie sembravano davvero
esigue. Troppo per essere a difesa di qualcosa.
A conti fatti, si trovò a pensare mentre iniziava a salire
una lunga scalinata, doveva essere tutto un espediente per metterlo in
trappola. Non aveva senso altrimenti. Ciò nonostante, sapeva
di non potersi fermare, quello era l’unico modo per salvare
Watanuki.
Fermo nella sua decisione continuò ad avanzare anche quando
alcuni uomini presero a seguirlo nell’ombra. Sapeva di
doversi aspettare qualcosa di simile e pronto a tutto decise di
ignorarli, cercando con lo sguardo il motivo per cui si era spinto a
tanto.
E fu nel raggiungere l’ultimo gradino che la vide: Una sfera
trasparente al cui interno brillava una splendida piuma.
«Eccoti...» Mormorò muovendo gli ultimi
passi per raggiungerla e prenderla.
In quel preciso istante i passi alle sue spalle si fecero
più decisi, spingendolo a voltarsi.
Davanti a lui due uomini di Fei Wong avanzavano minaccosi.
«Non ci sfuggirai!» Esclamarono
all’unisono correndogli incontro pronti a colpirlo.
Nel vederli Doumeki capì subito di non avere scampo, un
pensiero che lo portò ad osservare la piuma, ben conscio di
potersi salvare semplicemente volendolo.
Le parole di Yuuko però erano ancora vive nella sua mente.
Non avrebbe ceduto, anche a costo della propria vita.
Fu con quel pensiero che messa in tasca la piuma estrasse il pugnale
lasciatogli da Seishirou, pronto a rispondere all’attacco.
In quel preciso istante però un’enorme sfera di
luce si materializzò dal nulla, frapponendosi tra lui e gli
uomini. Qualcuno stava giungendo da un’altra dimensione...
Gomeeeeen! (ndr. Lay)
Siamo in mega ritardo e questa volta dipende dal lavoro che mi ha preso
tutto il tempo disponibile e non!
Prometto che per il prossimo capitolo non dovrete attendere tanto a
lungo, è già in lavorazione! U_U
Detto questo....
(ndr LeStreghe) Pensavate di poter tirare dei sospiri di sollievo dopo
quel bacio, eh? Ed invece...
Beh, se siete giunti fin qui avrete letto certamente il capitolo e...
(notano gli sguardi omicidi e chiedono asilo a Yuuko-san)
Alla prossima! Anzi... a subito dopo le recensioni! ^_^
xMoonyx: Siamo
onorate di sapere che l'uscita di un nostro capitolo ti rende felice,
speriamo sia così anche per questo. ^^"
Se il bacio ti ha quasi uccisa… a breve potresti avere seri
problemi di sopravvivenza. Preparati! XDD
Quanto al resto… come vedi l'angst è come sempre
presente. Ma chissà, presto potrebbero giungere altri
baci… e forse qualcosa di più! ;)
Speriamo di averti ancora tra noi! ^_^
Naco:
Purtroppo quando si tratta di Watanuki e Doumeki ci si può
aspettare solo tanta, tanta testardaggine, il capitolo precedente l'ha
dimostrato eccellentemente.
Doumeki, per quanto ormai probabilmente parecchio frustrato (ed a
ragione!), non può saltare addosso al nostro Wata-chan
così, senza il suo consenso...
Il fatto che probabilmente Watanuki si scioglierebbe e smetterebbe di
resistere al primo tocco ancora non l'ha capito XD
In ogni caso sì, sicuramente Watanuki diventerà
sempre più potente... ma anche Doumeki avrà i
suoi cambiamenti: La questione magia non è per niente
sistemata, ci avviamo all'arco conclusivo della storia ma ci sono
ancora un sacco di sorprese in arrivo!
Sorprese che risponderanno anche alla tua domanda sulle conseguenze,
quindi... Stay tuned! :P
Archybald:
Grazie per gli auguri! Speriamo che questo capitolo abbia soddisfatto
le tue previsioni circa il dialogo tra Doumeki e la strega. Facci
sapere la tua! XD
sailorYuko:
Sapere di averti emozionato così tanto ci fa felicissime
^__^
L'esaltazione è perfettamente capibile, non ti preoccupare
:P Dopo tanto tempo finalmente si danno da fare...
Peccato che si vogliano complicare la vita XD
E ci riusciranno benissimo dal prossimo capitolo in poi!
Peggio di adesso, sì...
Grazie di seguirci ancora!
WYWH: Ma
come… quei due si baciano e tu resti infastidita? Dopo tutta
la fatica che abbiamo fatto per farli baciare?!?!?! XD
Vabè… Watanuki infastidisce anche noi, ti
capiamo. Speriamo che le sue prossime uscite siano di tuo gradimento.
(Ci crediamo poco XD)
Alla proxx!
Witch Of The Dimensions:
Non abbiamo postato tanto presto, ma la vita è quella che
è e si mette in mezzo...
Questo capitolo è solo di transizione, ma ha una bella
importanza per come andranno le cose in futuro!
Per quante dichiarazioni ed uscite di testa siano successe, ancora non
è niente... tutta la situazione deve peggiorare ancora un
bel po' prima di poter migliorare...
Speriamo che ti piaccia anche questo capitolo come i precedenti, in
ogni caso!
Grazie per la tua "fedeltà"! ^_^
Angolino
pubblicità progresso:
Per concludere ci
teniamo a saltellare di gioia anche qui per l'annuncio della ripresa di
Lawful Drugstore!
Se non sapete
cos'è fate ammenda, chiedete perdono al grande demone
celeste e andate ad informarvi sul primo forum italiano ad esso
dedicato (http://lawfuldrug.forumcommunity.net).
Per chi invece sa
già che si tratta di uno splendido manga delle CLAMP,
l'invito è quello di unirsi a noi nei festeggiamenti e di
passare anche in questo caso dal forum! U_U
Ci si ritrova al prossimo
capitolo! ^_^
|
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Capitolo 47 *** Connessioni - Salvami ***
Destino Inevitabile -
Connessioni
Capitolo
47
Salvami
La sfera di luce, apparsa improvvisamente sopra le
loro teste,
sparì in un lampo, lasciando al suo posto una figura umana.
«Watanuki!»
Esclamò l'arciere nel
riconoscere il ragazzo proprio mentre veniva ferito da uno dei colpi a
lui destinati.
Ci fu un improvviso
silenzio, interrotto solo dal tonfo per la caduta
del più piccolo.
Un'immagine che scosse
l'arciere al punto da spingerlo a correre verso
il colpevole, estraendo il pugnale e colpendolo a morte.
In quel preciso
istante la lama gelida di uno dei due uomini
penetrò nel suo braccio, dal quale iniziò a
scorrere immediatamente del sangue.
«Shizuka!»
Urlò un Watanuki decisamente
scosso da quell'immagine. «Dobbiamo andarcene da
qui!»
L'arciere si
limitò ad annuire, trovando immediatamente la
giusta concentrazione per estendere una barriera di protezione, proprio
come aveva imparato a fare negli ultimi tempi. Lo sguardo sempre vigile
e fisso su Watanuki che, tracciato il cerchio dimensionale, si
fermò di colpo, visibilmente nel panico.
'Non
riesco a trovare il negozio di Yuuko-san…' gli
inviò mentalmente, guardandolo con espressione sempre
più impaurita.
'Pensa al tempio. Torniamo
lì.' Gli suggerì
l'arciere senza perdere di vista la situazione.
A quello il
più piccolo annuì, sforzandosi di
dirigere correttamente le proprie residue energie.
Nel vederlo
così provato Doumeki gli andò
più vicino, iniziando a visualizzare il tempio per aiutarlo,
fermandosi solo quando una forte energia non avvolse entrambi
risucchiandoli all'interno di un vortice alla cui fine…
«Ha funzionato…»
Mormorò
l'arciere guardandosi intorno.
«Così
pare…»
Commentò Watanuki, la cui gamba non aveva ancora smesso di
sanguinare.
A quella vista Doumeki
si alzò, uscendo dalla stanza per
rientrare poco dopo con una scatola che adagiò sul pavimento.
«Devo
medicarti» Dichiarò inziando ad
estrarre garze e disinfettante.
«Sei uno
stupido.» Replicò l'altro,
senza guardarlo. «Sparire per andare in un'altra dimensione.
Cosa sarebbe accaduto se ti avessero ucciso, eh?»
«Non sarei
andato se tu non fossi così
testardo.» Fu la risposta dell'altro, ancora intento a
medicarlo. «Sta buono, ora…» Ed ancor
prima che Watanuki riuscisse a chiedere l'altro pose le mani sulla
ferita al fine di accellerarne la guarigione.
«Yuuko-san
ci ha proprio insegnato quanto serviva per
superare questa giornata, eh?» Commentò il ragazzo
con aria tesa.
«Tipico di
quella donna.» Fu la risposta come
sempre tranquilla dell'arciere.
«Già»
Commentò il
più piccolo con aria imbronciata. «Tocca a me
medicarti, ora.» Aggiunse afferrandogli il braccio.
Tra i due scese un
silenzio carico di imbarazzo, interrotto proprio da
Watanuki.
«Beh…
grazie…»
Mormorò indicando la tasca dove l'altro aveva nascosto la
piuma.
Doumeki si
limitò a ricambiarne lo sguardo. «Stai
meglio, ora?» Lo sguardo confuso del più piccolo
lo spinse a spiegarsi meglio. «Sto parlando di quei fili. Va
meglio?»
«Oh…
quello…»
Replicò Watanuki «Un po', credo… Mi
sento meno… confuso.» Ammise.
«Capisco…»
Sospirò il
più grande, alzandosi in piedi.
«Ora…
devo portare questa a Yuuko-san..»
Dichiarò sfiorandosi la tasca dove aveva riposto la piuma.
La stessa che era riuscito a prendere senza perdersi. Proprio come
richiestogli dalla strega.
xXx
Quando uscirono sul portico le loro espressioni,
già provate
da quanto avvenuto nella dimensione di FeiWong, si fecero
improvvisamente sorprese.
«Yuuko-san?»
esclamò Watanuki nel notare
la donna comodamente seduta in compagnia di Eriol e Mokona.
Invece di rispondergli
la strega si alzò, rivolgendosi
direttamente all'arciere.
«Ce
l'hai?» Domandò con la
serietà che era solita mostrare sul lavoro.
«Sì»
Replicò il ragazzo,
mostrando la piuma mentre un Mokona sempre più curioso
saltellava tra loro.
«Bene…»
Mormorò la donna,
osservandola con aria critica. «Un lavoro degno di
quell'essere…» Aggiunse mentre Eriol le andava
vicino.
«Credo di
poter essere d'aiuto» Dichiarò
l'uomo, ponendo le mani ai lati della piccola sfera, recitando qualcosa
a fior di labbra.
In quel breve istante
Watanuki avvertì chiaramente una fitta
alla testa.
«Ma
cosa…»
«Ora sei
libero, Kimihiro-kun…»
Spiegò lo stregone, osservando la piuma che, ormai
purificata, finiva tra le mani della strega.
«Eh?»
Replicò il giovane mentre Mokona
saltellava felice.
«Credo che
questa debba fare ritorno a
casa…» Commentò Yuuko rivolgendosi al
piccolo manju.
«Subito!»
Esclamò questi, fermandosi di
colpo. «Chiamo subito Soel!»
«Che?»
Continuò Watanuki sempre
più confuso. «Quella…
tornerà a Sakura-hime, è
così?» Domandò mentre la strega si
limitava ad annuire con fare annoiato.
«Dì
loro che la piuma li attende e che per averla
devono prima farmi riavere qualcosa che si trova nel regno di
Clow.» Aggiunse, ingnorando lo sguardo improvvisamente teso
dello stregone ancora al suo fianco.
Mokona
annuì e quel gesto bastò a far proseguire
la donna.
«La scatola
apparteneva al padre di Sakura-hime, è
quindi probabile che si trovi ancora nella sua stanza. La voglio con
tutto il suo contenuto. E che nessuno si azzardi ad aprirla!»
«Ma
quella!» Esclamò Eriol visibilmente
teso.
«Qualche
problema… Eriol?»
Lo stregone si
limitò ad un'alzata di spalle, allontanandosi.
«Salutameli
e dì loro di far presto.»
Concluse la strega, tornando a guardare i due ragazzi ancora perplessi
per quanto appena udito. «Se non c'è
altro…»
Commentò, indicando la propria intenzione di congedarsi.
«Avrei
ancora una richiesta…»
Le parole dell’arciere sembrarono
richiamare
l’interesse generale, eccetto quello di Larg che, fattosi da
parte, si era messo in contatto con Soel al fine di trasmettergli la
richiesta di Yuuko.
«Sarebbe?»
Domandò intanto la donna.
«Non sono
riuscito a sconfiggere quell’uomo...
Fei-Wong...» Dichiarò Doumeki. «Potrebbe
tornare a ripetere quanto già fatto ed io voglio
impedirlo.» Chiarì con la sua solita sicurezza.
La strega
incrociò le braccia osservandolo con espressione
più seria.
«Quello che
stai chiedendo…»
«Pagherò
qualsiasi prezzo.» La
interruppe l'arciere, sotto lo sguardo allarmato di Watanuki.
«In tal
caso...» Proferì la donna
«Visti gli ultimi accadimenti e considerata
l'entità della tua richiesta… Per una simile
protezione, il pagamento più adatto sarà quello
di affiancare Watanuki nel suo prossimo lavoro…»
«Yuuko-san!»
Esclamò a quello il
più piccolo, bloccandosi al cenno perentorio della donna.
«Mi dica
cosa fare.» Aveva replicato intanto il
più grande, deciso come sempre a proteggere la persona amata.
«Bene…»
Conlcuse la strega.
«Da questo momento sarai il custode delle
dimensioni.»
«Cosa? Custode?»
Esclamò un Watanuki
sempre più agitato.
«Proprio
l'incarico adatto a lui…» Si
inserì Eriol, fissando la strega con espressione divertita.
«Peccato non averci pensato qualche
tempo fa. Anche suo nonno sarebbe stato perfetto.»
«Se avessi
avuto il tempo di pensare a
quello…» Lo rimbeccò la strega con aria
minacciosa, «probabilmente avrei eliminato la causa di tanti
problemi!»
Eriol
sembrò incassare il colpo, muovendo un passo indietro
e concentrandosi sui due ragazzi.
«Allora?
Cosa rispondi?» Domandò la
strega in direzione dell'arciere.
«Accetto.»
Replicò questi, ignorando le
lamentele di Watanuki che, sempre più agitato,
tornò a rivolgersi alla donna.
«Lei non
può farlo! Non può!»
«Tu
credi?» Lo incalzò questa
«Eppure sei stato proprio tu a coinvolgere Doumeki-kun al
punto da mescolare le vostre energie all'interno del cerchio
dimensionale.»
«..Che?
I..io non… Che significa?»
Ribatté il ragazzo con fare incredulo.
«Significa
che oggi hai mescolato le vostre energie in un
cerchio magico. E questo ha creato un nuovo legame tra voi. Cosa che
dovrete rimettere a posto entro fine giornata.»
A quelle parole la
tensione di Watanuki sembrò giungere al
culmine. «Legame? Di che tipo? Cosa… dovremmo
fare?»
La strega lo
fulminò con lo sguardo. «Ho
già detto che dovrete risolvere il tutto in giornata.
Più o meno come avete già
fatto…» E qui la sua espressione si fece
così maliziosa da spaventare il povero Watanuki
«con quel petalo…»
«Co…co…che
ha detto?»
Replicò questi indietreggiando, senza notare l'improvvisa
tensione dell'arciere.
«Sembra una
storia interessante.»
Commentò Eriol, che invece aveva notato l'improvviso
cambiamento del ragazzo.
«Oh,
è stato un bacio memorabile!»
Dichiarò la strega con fare sornione. «Ti
mostrerò la foto!» Aggiunse poi, tornando a
fissare i due ragazzi. «Per vostra fortuna non dovrete
arrivare a tanto. Vi basterà dormire vicini per questa
notte.»
«I..intende
nella stessa… stanza?»
Domandò Watanuki con fare titubante.
«Intendo
attaccati: abbracciati, mano nella mano… scegliete
voi il modo.» Replicò la strega.
«Ovviamente dovrò porre su di voi un piccolo
incantesimo e… dovrò essere
ricompensata.»
«Quindi…
dovrò restare qui?»
Continuò il ragazzo, quasi infastidito dal silenzio di
Doumeki.
«Esattamente
e… non solo per questa
notte» gli comunicò la donna, bloccandolo prima
che potesse interromperla. «La durata del tuo soggiorno al
tempio la stabilirò più avanti. Fino ad allora
dovrai restare qui. E questo…»
Continuò, bloccandone ancora le lamentele con un gesto della
mano «È il pagamento che mi dovete per l'aiuto che
vi sto dando.»
Qualche ora più tardi, dopo una lunga
cena pretesa dalla
strega, i due ragazzi osservarono gli stregoni andar via con Mokona.
«Allora…
facciamolo.»
Dichiarò di colpo Watanuki.
L'arciere si
limitò ad annuire, avanzando verso la propria
camera, dove sistemò un fouton a pochi centimetri dal suo.
Osservò per
qualche istante quella sistemazione
improvvisata, tornando a piegarsi per unire del tutto quello che
sarebbe stato il loro letto.
Quella situazione gli
riportò alla mente quanto accaduto
poco tempo prima, quando per problemi analoghi si erano ritrovati a
dover dividere la stessa stanza. Sembrava fossero passati degli anni ed
invece… tra loro si era creata ben più di una
distanza.
E cosa
peggiore… per una volta Watanuki sembrava aver avuto
ragione. Il suo silenzio da quando erano tornati da quella dimensione,
la tensione che aveva percepito in lui durante la cena…
sembravano
provare che quei sentimenti che aveva pensato di provare per lui
fossero effettivamente il frutto delle macchinazioni di Fei Wong. Un
tarlo che non aveva smesso di tormentarlo e che per la prima volta lo
vedeva timoroso di apprendere la verità.
Fu con quel
particolare pensiero che infine si decise a spegnere la
luce per poi sdraiarsi accanto all'altro, che se ne stava in silenzio,
lo sguardo verso la finestra.
«Tutto
ok?» Domandò infine,
costringendosi a stringere una mano attorno al suo braccio.
«Scusa ma… fa parte dell'incantesimo»
Gli ricordò quasi per giustificare il suo gesto.
Passarono alcuni
secondi prima di sentire la voce di Watanuki.
«Mi
dispiace…È tutta colpa mia. Come
sempre…»
«Non
preoccuparti» Replicò, non certo di
cosa stesse parlando.
«Non avresti
dovuto accettare la richiesta di
Yuuko-san» Continuò il più piccolo.
«È
stata una mia scelta»
Ribadì l'arciere.
«Anche
quella per colpa mia…» Aggiunse
l'altro in tono stanco.
«Dovresti
dormire invece di rimuginare su cose che non
possiamo cambiare.» Una frase emessa in tono quasi
conciliante, tanto da spingere il più piccolo a staccarsi da
quella presa per intrecciare le dita alle sue.
A quel gesto inatteso
l'arciere si trovò a sospirare,
sistemandosi meglio per poi augurargli la buona notte.
Per lui lo sarebbe
stata di certo, anche solo per il saperlo finalmente
libero da quei fili ed ancora una volta al suo fianco. A tutto il
resto, alla probabilità di non essere più nel suo
cuore, avrebbe pensato più tardi.
Ora c'era solo quella
notte insieme.
xXx
Note al capitolo:
Hime: come
saprete già significa principessa ed è il modo in
cui viene spesso chiamata Sakura in Tsubasa.
*Sbucano da un angolino, guardandosi intorno con
aria circospetta*
Oh, evvovi! Salve,
come va? *fischiettano*
Si, siamo in ritardo.
In tremendo ritardo, lo sappiamo. U_U
Il fatto è
che con l'uscita di Drug&Drop, i cambiamenti politici, i primi
freddi, il gatto nel forno… insomma… chiediamo
scusa e speriamo che ciò non si ripeta anche se questa volta
sarà meglio non fare promesse, ne?
Andando a noi, questo
capitolo è stato abbastanza arduo da portare a termine e
come avrete capito giunge a concludere questo secondo arco narrativo
che sarà seguito immediatamente (insomma dal prossimo
aggiornamento ^^") dal terzo ed ultimo nonchè tanto atteso
perchè vietato ai minori!
Essì dalla
prossima volta dovrete loggarvi per bene prima di riuscire a leggerci.
Speriamo che ciò non vi fermi. :P
Nb: nessun gatto è stato maltrattato. Il forno era spento ed
il gatto virtuale dorme acciambellato nella sua cesta. U_U
E dopo le doverose premesse… passiamo
alle recensioni! ^_^
Archybald:
Siamo felici di averti sorpresa. Speriamo sia così anche con
il nuovo capitolo.
Purtroppo il ritardo sembra essere diventato una costante ma tra
impegni e capitoli difficili da trattare… beh…
sappiamo di avere la tua comprensione. :P
xMoonyx:
Visto che siamo tornate? Purtroppo la costanza con cui aggiornavamo
inizialmente è cambiata, colpa sia della vita offline che
della conclusione indegna del manga... ma siamo determinate a portare a
termine questa storia, non temere! Soprattutto adesso che
siamo arrivate alla fine di quest'arco e si apre il terzo ed ultimo.
Le recensioni in questo senso ci aiutano sicuramente...
Quanto ad una sperata assenza di angst... non è proprio il
nostro genere. L'angst ci piace, alla follia, e direi che ormai si
è visto.
Permarrà anche nel terzo arco quindi, pur aggiungendosi a
tante altre cose che sicuramente troverai interessanti :P :P E non
stiamo parlando solo del tanto atteso Yaoi! La trama ha ancora in serbo
diverse sorprese.
Naco: Questo
capitolo è abbastanza lungo? Speriamo di si vista la fatica
nel metterlo a posto. XD
Come avevi anticipato anche questo arco narrativo è ormai
giunto al termine.
Dal prossimo si passerà a quello finale dove allo yaoi si
uniranno angst (che novità, eh?) e nuovi
incontri… Ma non diciamo altro o finiamo pericolosamente in
zona spoiler. :P
WitchOfTheDimension:
Come ben vedi, avevi ragione sull'identità del misterioso
viaggiatore dimensionale!
Come non concordare sull'interpretazione di Yuuko... è
perfettamente identica come al solito, d'altro canto sai anche tu a chi
dare il merito... non è vero, Layuuko :P? (ndHary) (ndLay -
mi dissocio! ¬.¬)
E anche qui, Yuuko-san ha complicato la situazione... chissà
come andrà a finire :P
sailorYuko:
Ci spiace di non aver postato presto e speriamo che il capitolo ti
piaccia abbastanza da sorvolare su questo aspetto. :P
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Capitolo 48 *** Intrecci - Cambiamenti ***
Destino Inevitabile - Intrecci
Capitolo 48
Cambiamenti
Le prime luci del mattino giunsero tardive, almeno
per chi come Doumeki
aveva faticato nel prendere sonno. Le troppe emozioni vissute in un
solo giorno: la gioia di sapere Watanuki finalmente libero
dall'influenza di Fei Wong era solo uno dei motivi per cui era rimasto
a vegliare sul sonno del più piccolo, lasciando che la
propria mente rivivesse più e più volte quanto
accaduto in quelle ultime ore.
Fu il suono della
sveglia a riscuoterlo dai propri pensieri,
spingendolo ad alzarsi per precedere Watanuki, evitando di presenziare
al suo risveglio, ancora incerto su come affrontarlo.
In quell'atmosfera
ovattata e carica di dubbi avevano infine mangiato,
sforzandosi di parlare del più e del meno, preparandosi per
la scuola ed uscendo da casa con un improvviso senso di sollievo,
destinato però ad infrangersi qualche istante più
tardi.
Appoggiata al cancello
del tempio Yuuko stava osservandoli con aria
divertita, giocando con la lunga coda che quel mattino aveva deciso di
abbinare all'abbigliamento sportivo scelto per l'occasione.
«Buon
giorno…» Esordì,
muovendo qualche passo verso di loro e squadrandoli dalla testa ai
piedi prima di abbozzare un sorrisetto ironico e decisamente pericoloso.
«Yu-Yuuko-san..?»
Esclamò Watanuki alla
vista della donna.
«Sono venuta
a vedere come andava e… a chiarirvi
quanto detto ieri sera.»
A quelle parole
Watanuki si fece più interessato.
«Sta parlando della puni… del suo
pagamento?» Domandò, guadagnandosi un'occhiataccia
da parte dell'arciere.
«Proprio
quello» Confermò la strega.
«Ho deciso che, data la tua lunga permanenza qui al tempio,
sarà meglio lasciare libero l'appartamento dove hai vissuto
in questi anni.» Concluse poi con la naturalezza con cui
avrebbe potuto stilare una lista della spesa.
«Co..
Cosa?!» Esclamò un Watanuki sempre
più confuso.
Vivere al tempio?
Lasciare l'appartamento?
«Che
significa?» Continuò con un tono di
voce sempre più stridulo.
«Esattamente
ciò che ho detto…
Watanuki.» Ribadì la donna, affatto colpita dalla
reazione dell'altro.
«Ma..»
«Niente
ma…» Continuò la
strega. «Ho già informato la proprietaria del
condominio. Prendi le tue cose e preparati alla tua nuova
vita.» Affermò con un tono che non ammetteva
repliche e che a Watanuki sembrò voler sottolineare qualcosa
di molto più
drastico.
Incapace di
risponderle, il ragazzo si limitò ad osservarla
mentre si allontanava, ridestandosi dall'improvviso torpore solo quando
Doumeki si decise a dire la sua.
«Faremo
tardi a scuola…»
«Eh?
Cosa?» Sobbalzò il più
piccolo, guardandolo come fosse la prima volta che lo vedeva.
«Che hai detto?» Continuò, scoprendosi
ad arrossire sotto quello sguardo che tante volte lo aveva irritato.
«Che faremo
tardi…» Ripeté
l'arciere, sollevando la cartella per rendere più incisivo
il messaggio. «Dopo ti aiuterò a portar qui le tue
cose.» Aggiunse poi incamminandosi.
Seppur confuso da
quanto appena provato Watanuki si decise a seguirlo,
restando qualche passo più indietro. Sapeva già
di amarlo, non c'erano dubbi, ma da quella mattina tante cose
sembravano essere cambiate dentro di lui. Si sentiva diverso e
sopratutto… percepiva emozioni diverse al cospetto di
Doumeki.
Certo, quanto accaduto
il giorno prima poteva aver influenzato le loro
vite eppure… Eppure sentiva che c'era qualcosa di
più, qualcosa che probabilmente avrebbe dovuto discutere con
Yuuko-san.
xXx
«Così
Shizuka è riuscito a liberarti da
quei fili, eh?» Commentò Giku, sistemando gli
ultimi libri dentro ad una scatola.
«Hey, parla
piano!» Lo ammonì Watanuki,
sorridendo allo sguardo divertito di Himawari. «Grazie per
l'aiuto che mi state dando.» Aggiunse poi nella speranza di
cambiare discorso.
«È
un piacere per noi!» Lo
rassicurò la ragazza, raggiungendo l'arciere per porgergli
del nastro adesivo.
«E
dimmi…» Sussurrò Giku con
fare divertito «Adesso nei sei finalmente consapevole, no?
Della cosa tra te e lui..» Precisò indicando prima
Watanuki e poi l'arciere.
«He..Hei!
Non indicarlo! Non dire simili cose!»
Sbottò il più piccolo, attirandosi gli sguardi
degli altri due. «Quindi…» Riprese in
tono più basso quando li vide tornare ad occuparsi delle
varie scatole, «era… tanto ovvio, eh?»
A quella domanda Giku
sorrise con aria complice. «Abbastanza,
sì.»
Watanuki
abbassò le spalle con aria rassegnata, arrossendo
visibilmente ed alterandosi nel sentire le proprie guance scaldarsi.
«Dannazione… è tutta colpa sua!
Perchè devo arrossire così? E perchè
deve essere sempre così..
così…» Distolse lo sguardo dall'arciere
per tornare ad incrociare gli occhi di Giku. «Sono patetico,
vero..?»
«Solo un
po'…» Replicò questi
poggiandouna mano sulla sua spalla. «E comunque…
non credo che a Doumeki-kun la cosa darebbe
fastidio…» Ammise, interrompendosi di colpo quando
gli altri due si mossero per raggiungerli.
Qualche minuto
più tardi stavano percorrendo la strada che
li avrebbe condotti al tempio.
«Ichinose-san
è stata gentile nel concederti una
settimana di tempo per il trasloco.» Dichiarò
Himawari con la sua solita allegria.
«Sì,
lo è stata…»
Replicò un Watanuki piuttosto malinconico.
«Vedrai che
al tempio starai benissimo!»
Continuò la ragazza nel tentativo di consolarlo.
«Sì…
immagino di
sì.» Replicò il ragazzo sforzandosi di
sorriderle.
«Già,
pensa alla cucina di Doumeki-kun,
lì sì che potrai preparare piatti di ogni
tipo!» Rincarò Giku, sorridendo ad un
imbarazzatissima Himawari.
La conversazione
proseguì su toni abbastanza allegri,
accompagnandoli fino al tempio dove l'arciere li anticipò
per aprir loro il cancello, facendogli strada verso la stanza che aveva
riservato a Watanuki.
«Eviterai di
arrivare in ritardo!»
Continuò Himawari, sempre più decisa a sollevare
il morale dell'amico.
«Hei!»
Replicò questi con fare piccato,
seppur consapevole della verità appena enunciata dalla
ragazza.
Per tutta risposta
Himawari gli rivolse un sorriso sincero salvo
fermarsi subito dopo, il volto improvvisamente pallido.
«Cosa…»
Una serie di immagini
dimenticate da tempo iniziarono a rincorrersi
nella sua mente, tanto rapide da far male.
Il tonfo della scatola
che cadeva per terra attirò
l'attenzione dei presenti.
«Hime-chan!»
Esclamò Giku, andandole
incontro. «Che ti succede?»
La ragazza non
replicò, iniziando a tremare. Davanti a lei
immagini sbiadite iniziavano a prendere forma propria, rivelandole
quanto aveva cercato di dimenticare per anni: Un monaco che proprio in
quel tempio aveva cercato di aiutarla, il ricordo di Doumeki che le
diceva che suo nonno era morto in seguito ad un esorcismo, sua nonna
che parlava di lei e di una maledizione. «L'ho ucciso
io…» Mormorò un attimo prima di cadere
sulle proprie ginocchia, l'aria affranta.
Quel gesto spinse
anche l'arciere ad andarle vicino.
«Oi… Hai visto qualcosa che ti ha
spaventata?» Domandò seppur poco convinto. Accanto
a lui Watanuki si guardò intorno in cerca di eventuali
spiriti. «Eppure, non ci sono fantasmi…»
Mormorò quasi a sé stesso, trasalendo nell'udire
una voce fin troppo familiare.
«Non
esistono solo i fantasmi, sai?»
Esclamò infatti Yuuko-san, avvicinandosi loro.
«Non come li intendi tu, almeno.»
«Yuuko-san?
Da dove arriva?» Esclamò il
ragazzo, guardandola come fosse la prima volta che la vedeva.
«È
così importante?»
Replicò la strega senza attendere una risposta,
avvicinandosi ad Himawari. «Entriamo dentro, vuoi?»
Le domandò gentilmente.
La ragazza si
limitò ad annuire, alzandosi per poi seguire
la strega, seguita a sua volta dai tre ragazzi, sempre più
confusi.
Una volta al riparo
Giku si decise a prendere la parola. «Si
può sapere cosa sta accadendo?» Domandò
sempre più preoccupato.
«È
semplice.» Spiegò la
donna. «Da ieri alcune… macchinazioni di Fei Wong
sono state cancellate…»
«Per via
della mia richiesta?» Si intromise Doumeki.
«Non
solo…» Replicò la
strega, tornando ad osservare Himawari che, un po' più
calma, si decise finalmente a parlare.
«Prima…
quello che ho visto
è… vero?» Domandò la ragazza
in un soffio, gli occhi ancora pieni di lacrime.
La strega
annuì. «Quello è il tuo
passato Himawari-chan. Tuo e… di Haruka-san.»
xXx
Rieccoci dopo una lunghissima assenza dovuta a
svariati motivi.
Che dire se non
gomeeeeeen?
Beh, speriamo che la
ripresa della storia ed il nuovo arco narrativo bastino a farci
perdonare. ^^"
Come avrete notato i
cambiamenti sono davvero tanti e vi farà piacere sapere che
siamo appena all'inizio. Con i prossimi capitoli arriveranno nuovi
personaggi (alcuni clampicamente noti, altri meno) che scateneranno
diverse situazioni con le quali i nostri amati personaggi dovranno
imparare a confrontarsi. E poi si… c'è sempre
quello yaoi che, lo giuriamo, non è una chimera e ci
sarà davvero.
Purtroppo per come le
CLAMP hanno strutturato sti personaggi (Watanuki, è tutta
colpa tua! -_-) farli arrivare al dunque senza spersonalizzarli
è stata una vera impresa! XD
|
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Capitolo 49 *** Intrecci - Sfortuna e fortuna ***
Destino
Inevitabile - Intrecci
Capitolo
49
Sfortuna e fortuna
La strega tornò ad osservare Himawari che, un po'
più calma, si decise finalmente a parlare.
«Prima…
quello che ho visto
è… vero?» Domandò la ragazza
in un soffio, gli occhi ancora pieni di lacrime.
La strega
annuì. «Quello è il tuo
passato Himawari-chan. Tuo e… di Haruka-san.»
Quelle ultime parole
furono seguite da un pesante silenzio.
«Haruka-san…
ha detto?»
Domandò poi Watanuki, spezzando in qualche modo la tensione
presente.
La strega
annuì senza distogliere lo sguardo da Himawari.
«Significa
che…» Continuò il
ragazzo, fermandosi nel notare la sua stessa tensione anche
nell'arciere.
Yuuko si
limitò ad annuire nuovamente.
«Hai
riscontrato delle differenze nel tuo modo di considerare
determinate persone, vero?» Domandò quindi con
l'aria di chi già conosceva la risposta.
Watanuki
annuì lentamente, lo sguardo fisso sulle proprie
mani. «Però… è impossibile
che quell'uomo stesse influenzandomi da così
tanto… tempo. No?»
«Tu
dici?» Replicò la donna.
«In realtà il suo intento era quello di farti
sparire… così ha pensato bene di influenzare le
tue emozioni riguardo le uniche due persone che avrebbero potuto
cambiare il corso della tua esistenza. Sai già a chi mi
riferisco, vero?»
Il ragazzo
sussultò, osservando prima Doumeki e poi
Himawari, annuendo infine alla strega.
«Però…»
La donna lo interruppe
con un cenno, continuando il suo discorso.
«Fei Wong ha fatto in modo che i tuoi sentimenti verso
Himawari fossero diversi da come sono oggi, mi sbaglio?»
Il ragazzo scosse la
testa sempre più agitato.
«Questo
perché sperava che il suo potere arrivasse
ad ucciderti...» Continuò la strega, fermandosi di
colpo nel notare l'atmosfera della stanza farsi sempre più
rarefatta.
Le servì
meno di un istante per comprendere quanto stava
accadendo e dopo un lungo sospiro si voltò verso un punto
ben preciso, dove una sfera di luce iniziava a prendere forma,
rivelando così la figura di Eriol.
«Per
fortuna, Haruka-san ha trovato il modo di evitare tutto
questo.» Esordì l'uomo rivolgendo un gesto di
saluto ai presenti.
«Eriol-san!»
Esclamò Watanuki,
ricordando a sé stesso che dopo tutto quel tempo avrebbe
dovuto smetterla di sorprendersi ogni volta.
«Sempre il
solito egocentrico…»
Commentò intanto la strega, agitando una mano come se stesse
scacciando un insetto.
«Oh,
continua pure…» Commentò
l'uomo andandole vicino. «Non era mia intenzione
interromperti.»
Yuuko tossì
teatralmente, tornando ad assumere la sua solita
espressione seria.
«La stessa
cosa è accaduta con Doumeki-kun, colui
che respinge gli spiriti. Se non sbaglio l'hai odiato dal primo
momento, vero?»
A quello Watanuki
abbassò lo sguardo annuendo.
«Ma le cose
sono cambiate, no?» Insistè
la donna.
«In
particolare da…
stamattina…» Ammise il ragazzo, senza riuscire a
guardare il compagno.
«Già…»
Continuò
Yuuko sorridendogli. «Fei Wong desiderava che tu lo odiassi
perché standogli lontano la tua vita sarebbe stata
maggiormente in pericolo.» Asserì poi.
«Allo stesso modo desiderava che ti innamorassi di
Himawari-chan in modo da essere vittima del suo potere.»
«He-hey!»
Esclamò a quello un Watanuki
sempre più rosso per l'imbarazzo.
La strega ne
ignorò le urla.
«Fortunatamente non aveva fatto i conti con i
sentimenti che sono da sempre imprevedibili...»
Continuò mentre, poco distante, Eriol annuiva con l'aria di
chi aveva ben imparato una simile lezione.
«Doumeki-kun
ti è rimasto accanto nonostante la
tua forte antipatia nei suoi confronti, limitando così
l'influenza negativa di Himawari che, a sua volta, si è
legata a te al punto tale da diventare mia cliente per salvarti dalla
sua stessa maledizione.»
Watanuki
sembrò ascoltare quelle parole con estrema
attenzione, annuendo a ciò che già sapeva ed
abbassando lo sguardo ai riferimenti verso Doumeki.
Nonostante quanto
accaduto tra loro non poteva non provare vergogna per
i suoi comportamenti passati. E per il presente…
«Quell'uomo…
Fei Wong…»
Commentò, tormentandosi le mani, «in futuro
sarà un problema? Ci…
riproverà?»
A quelle parole Eriol
mosse un passo in avanti. «E qui entro
in gioco io…» Dichiarò sorridendo alla
strega. «Vedete… c'è una ragione per
cui sono qui.» Continuò con la sua solita calma.
«Alla sua morte, Haruka-san è venuto a cercarmi
chiedendomi di trovare una persona… Non è forse
così Yuuko-chan? Ne aveva parlato anche a te, se non
sbaglio...»
«Tu non eri
previsto!» Ringhiò la donna.
«Suvvia, io
non la metterei in questo
modo…» Replicò l'uomo, schiarendosi la
voce per poi riprendere il suo discorso. «La persona che
dovevo cercare era Giku.» Dichiarò tra lo stupore
generale. «E questo perché il futuro cui stiamo
lentamente giungendo sarebbe stato possibile solo bilanciando il dono
di Himawari-chan con il suo esatto opposto.»
«A causa
mia…» Mormorò la
ragazza.
«Non
esattamente.» La interruppe lo stregone.
«Vedete, se Haruka-san non fosse morto… non
avrebbe mai potuto dirmi tutto questo. Inoltre… lui sapeva
bene a cosa andava incontro. È stata una sua scelta
quindi… non devi fartene una colpa» Concluse in
tono più gentile.
«Però…
se io non fossi mai
nata…» Commentò la ragazza, spingendo
Yuuko a prendere di nuovo la parola.
«In quel
caso un'altra persona sarebbe nata con il tuo
potere. Qualcuno che avrebbe potuto non affezionarsi a Watanuki,
scegliendo quindi di non salvarlo. Se la metti
così… è stato un bene che ci fossi tu,
no?»
Himawari
annuì, non del tutto convinta, l'espressione ancora
crucciata seppur appena più serena.
«Bene…»
Riprese la strega con tono
più leggero, «a questo ci vuole proprio una buona
cena!» Dichiarò tornando a fissare Watanuki.
«Cosa…»
Commentò il ragazzo,
preso alla sprovvista. «Ma certo! E suppongo debba essere io
a farlo, vero?!» Esclamò quindi.
A quello la strega
scoppiò a ridere, alleggerendo del tutto
la tensione nella stanza e spingendo un'ancora incerta Himawari ad
avvicinare l'arciere per porgergli le proprie scuse. Un'azione che
trovò in risposta un abbraccio del tutto inatteso, specie da
Watanuki che si bloccò sul colpo osservando i due con
espressione assente.
In altri tempi, forse,
una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al
punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece… Ora
riusciva solo a scorgerne la tenerezza, notando come tutti e tre
fossero lentamente cambiati, perdendo tratti dei loro caratteri per
aquisirne di nuovi, più veri e profondi.
A quel pensiero si
trovò a sospirare, decidendo di portare
le ultime cose nella stanza di fianco a quella di Doumeki. La stessa
che sarebbe divenuta la sua nuova casa.
xXx
Ed eccoci ancora qui... ancora con qualche intoppo
ed in ritardo rispetto le previsioni (scusateci -_-)
Speriamo di cuore che
questo capitolo sia stato di vostro gradimento vista la
difficoltà nell'idearlo e nello scriverlo.
Himawari è sicuramente un personaggio complesso da rendere
se la si estrapola dai sorrisi dietro i quali è solita
nascondere tutto il suo mondo. A nostro avviso però
l'argomento andava trattato e così eccoci a questo ennesimo
capitolo-spiegazione che speriamo non abbia annoiato nessuno e che
giuriamo essere indispensabile per i nuovi a venire.
Detto questo... spazio
a voi amatissimi lettori (forse sarebbe meglio scrivere lettrici visto
che i maschietti non commentano quais mai -_-)
Naco:
Ben ritrovata!
Uddei, qualcosa di
diverso nello stile dici? A noi non è parso ma sai, quando
si inizia un nuovo arco narrativo forse qualche mutazione avviene,
seppur involontaria. Speriamo solo che, in questo caso, sia positiva. XD
Per quanto riguarda i
vari accadimenti, anche noi siamo dell'avviso che Himawari poteva dare
parecchio di più e visto che le CLAMP l'han fatta sparire di
colpo siamo maggiormente felici di averle dato più spazio
all'interno della storia. ^^
Quanto a Doumeki e
Watanuki non potevi descrivere meglio i problemi che ci danno per
spingerli uno verso l'altro. Non che non lo vogliano…
diciamo che il vero problema è Watanuki ma che te lo diciamo
a fare? XD
Bon, speriamo che
anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento. E speriamo di
riuscire ad aggiornare prima. Anche se è meglio non
prometterlo questa volta, chissà che non porti fortuna. -_-
Witch Of The Dimensions:
Siamo sempre felici di farti quest'effetto!
La tua domanda, beh, una volta tanto viene spiegata precisamente nel
capitolo successivo a quello in cui l'hai posta, speriamo che la
spiegazione ti soddisfi!
Quanto al suggerimento sul fare della fic il vero seguito di Holic...
Magari! XD
In ogni caso, speriamo che anche questo capitolo si adatti alle tue
aspettarive, e non disperare... siamo lente ma ci siamo!
Archybald:
Ma ciao!
Pare che Himawari riscuota davvero tanti consensi e ne siamo felici
visto che ha già tante sfortune dalla sua.
Doumeki e Watanuki costretti a vivere insieme piacciono molto anche a
noi… anche se… vabè non spoileriamo
che con il prossimo capitolo verranno fuori tante altre cose. Continua
a seguirci, quindi! ^^
SailorYuko:
Chi non fa il tifo per Doumeki? Riporre le speranze in lui è
la cosa migliore da fare, dato che Watanuki è troppo...
Watanuki. La piuma sarà pure andata via, ma... beh, lo
vedrai prossimamente :P
Quanto al vivere insieme dei nostri due, possiamo solo dire che se ne
vedranno delle belle, che l'angst rimarrà fino alla fine ma
che ci saranno anche tanti altri momenti :P
Non ti diciamo altro, perché tutte le tue domande sono
quelle che troveranno una risposta nella storia!
E siamo contente che l'inizio dell'arco conclusivo, ti piaccia. ^_^ Che
dire... speriamo di fare un lavoro meno tragico di quello
delle CLAMP! :P
Mrs Mustard: Benvenuta
tra noi e grazie per la fiducia che ci hai dimostrato nel leggere tutto
d'un fiato la nostra storia. Siamo orgogliosissime di sapere che ti
è piaciuta a tal punto e speriamo di cuore che anche il
proseguo possa essere di tuo gradimento. ^_^ *Arrossiscono per le
bellissime parole*
|
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Capitolo 50 *** Aggiornamento ***
provvisorio
Ciao a tutti...
questo è un aggiornamento che non avrei mai voluto scrivere
ma al momento mi trovo semplicemente costretta a dirvi che la storia
è temporaneamente in sospeso.
Purtroppo Hari è scomparsa di nuovo e non risponde
più ai miei messaggi. Sta bene, ma la voglia di dedicarsi a
Destino Inevitabile è ovviamente venuta meno.
Sarebbe assurdo negare che il finale di Holic non abbia contribuito a
far scemare la voglia di scriverci su, ciò nonostante
l'amore per quanto scritto e l'impegno preso sono sempre stati e
restano per me al primo posto.
Questo quindi non è un addio ma un messaggio per voi che
ancora seguite questa storia e che magari vi stavate chiedendo che fine
avevamo fatto.
Appena mi sarà possibile, ovvero quando avrò il
consenso di Hari, proseguirò da sola questa storia cercando
di portarla al termine nel migliore dei modi. Fino ad allora vi chiedo
pazienza ed ovviamente mi scuso a nome di entrambe per quest'ennesimo
rallentamento.
Se la cosa vi aggrada a breve metterò online sul
mio profilo qualcosa su Holic scritto precedentemente da me e mai
pubblicato per mancanza di tempo.
Spero vi sia almeno di consolazione durante l'attesa.
Scusate davvero tanto e grazie di cuore per aver seguito con tanto
affetto questa storia.
A presto
Lay
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