Destino inevitabile

di Le Streghe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A stretto contatto - Come tutto ebbe inizio. ***
Capitolo 2: *** A stretto contatto - O-mamori ***
Capitolo 3: *** A stretto contatto - I dettami della strega ***
Capitolo 4: *** A stretto contatto - Il peso delle parole ***
Capitolo 5: *** A stretto contatto - L'amuleto ***
Capitolo 6: *** A stretto contatto - Fraintendimenti ***
Capitolo 7: *** A stretto contatto - In missione per conto di Yuuko ***
Capitolo 8: *** A stretto contatto - White day ***
Capitolo 9: *** A stretto contatto - Rivelazione notturna ***
Capitolo 10: *** A stretto contatto - Scherzi dell'hitsuzen ***
Capitolo 11: *** A stretto contatto - Tenerti per mano ***
Capitolo 12: *** A stretto contatto - Interferenze ***
Capitolo 13: *** A stretto contatto - Sacrificio ***
Capitolo 14: *** A stretto contatto - Il ciliegio dei sogni ***
Capitolo 15: *** A stretto contatto - Non andartene ***
Capitolo 16: *** A stretto contatto - Il grave peso della colpa ***
Capitolo 17: *** A stretto contatto - L'inizio dell'incubo. ***
Capitolo 18: *** Connessioni - Allontanarti ***
Capitolo 19: *** Connessioni - Lezioni magiche, lezioni di vita. ***
Capitolo 20: *** Connessioni - Filo invisibile ***
Capitolo 21: *** Connessioni - Incontri ***
Capitolo 22: *** Connessioni - Sensi di colpa ***
Capitolo 23: *** Connessioni - Attacco a sorpresa ***
Capitolo 24: *** Connessioni - Distanze incolmabili ***
Capitolo 25: *** Connessioni - Ancora incubi ***
Capitolo 26: *** Connessioni - Un ospite non del tutto gradito ***
Capitolo 27: *** Connessioni - Bacio rubato ***
Capitolo 28: *** Connessioni - Desiderio ***
Capitolo 29: *** Connessioni - Parole che fanno male ***
Capitolo 30: *** Connessioni - Tra sogno e realtà ***
Capitolo 31: *** Connessioni - Nuove distanze ***
Capitolo 32: *** Connessioni - Confessioni ***
Capitolo 33: *** Connessioni - Quando le cose si complicano ***
Capitolo 34: *** Connessioni - Scoperte dolorose ***
Capitolo 35: *** Connessioni - Pensieri incontrollabili ***
Capitolo 36: *** Connessioni - Week end al tempio ***
Capitolo 37: *** Connessioni - Nuovi collegamenti ***
Capitolo 38: *** Connessioni - Muro di ghiaccio ***
Capitolo 39: *** Connessioni - Relazioni ***
Capitolo 40: *** Connessioni - Rivelazioni ***
Capitolo 41: *** Connessioni - Dissonanze ***
Capitolo 42: *** Connessioni - Visite da altre dimensioni ***
Capitolo 43: *** Connessioni - Piuma ***
Capitolo 44: *** Connessioni - Un caro prezzo da pagare ***
Capitolo 45: *** Connessioni - Amore ***
Capitolo 46: *** Connessioni - Trappola ***
Capitolo 47: *** Connessioni - Salvami ***
Capitolo 48: *** Intrecci - Cambiamenti ***
Capitolo 49: *** Intrecci - Sfortuna e fortuna ***
Capitolo 50: *** Aggiornamento ***



Capitolo 1
*** A stretto contatto - Come tutto ebbe inizio. ***


A stretto contatto - Capitolo1
Destino inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 1
Come tutto ebbe inizio.



Quel giorno era iniziato male, come tanti altri nella sua vita e, cosa peggiore, negli ultimi istanti era riuscito persino a peggiorare.
Era questo il pensiero di Watanuki, mentre con aria scocciata si avviava a passo lento verso il negozio di Yuuko, portando con sé delle pesanti buste.
«Ma insomma, perché devi seguirmi anche qui?! Non ti basta di scocciarmi a scuola?» Sbottò il ragazzo in questione, voltandosi a fissare con rabbia crescente quello che ormai considerava la sua nemesi personale.
Impassibile come sempre, Doumeki aspettò che Watanuki finisse di urlargli contro. «Sei in ritardo.» Esclamò togliendosi l'indice dall'orecchio.
Quelle tre parole, dette nel suo solito tono disinteressato, sembrarono far crescere ancora di più la rabbia di Watanuki che lo guardò malamente.
«In ritardo? In Ritardo?!» Replicò, fermandosi a prendere un respiro profondo. «Sono stato costretto a scappare per mezza città, inseguito da spettri di ogni tipo con queste buste in mano, e tu dici che sono In Ritardo!»
«Idiota.» Rincarò l'altro.
A quello, il più piccolo sembrò scaldarsi ulteriormente continuando la sua tirata sull'essere sfruttato, sul dover sottostare ad una donna che era una vera arpia e, ovviamente, sul dover subire anche la compagnia di un eterno musone. Continuò così per un po', lamentandosi del mostriciattolo nero che, d'accordo con la strega, si divertiva a torturarlo, del dover portare troppi pesi e dell' essere usato come uno schiavo.
«E mi raccomando. Non aiutarmi mai eh!» Borbottò.
Doumeki lo osservò con la coda dell'occhio. Poi,  senza mutare minimamente espressione, allungò una mano verso il ragazzo.
«Che c'è, ora?» Urlò l'altro.
L'arciere ignorò la domanda, limitandosi ad alleggerirlo del peso di due buste. Poi, dopo alcuni secondi di totale silenzio, decise di dar voce ai suoi pensieri. «Che cucini oggi? I takoyaki sarebbero perfetti.»
«Takoyaki? Takoyaki?! Non prendo ordini da te, idiota! E non ti cucino un bel niente! Ammettilo. Tu! Non mi stai accompagnando per queste!»  Strillò, sollevando appena le restanti buste. «Miravi solo a mangiare, vero? Vero?!» Continuò.
Doumeki si limitò ad una rapida occhiata.
«Lo sapevo! Tu!» Riprese il più piccolo.«Sei sempre il solito... solito... Insomma! Non ti preparerò un bel niente! Morirai di fame!»
Proprio un giorno cominciato e destinato a finire male, pensò.
Poi finalmente giunsero al negozio.

«Hei! Waaaaatanuki!» Urlò Mokona, saltando in faccia al ragazzo. «Hai portato da bere? Waaaatanuki!»
«Si, si... ho portato tutto....» Commentò questi, togliendosi il manju nero di dosso. «Oh, perché capitano tutte a me!» sospirò poi con aria affranta.
«Sempre a lamentarti, eh?»
Quella voce, sarcastica e al contempo melodiosa, lo fece sobbalzare.
«Yuuko-san? Qua… Quando è comparsa lei?!» Strillò il giovane, fissando la donna. «Un minuto fa non c'era e... Lasci stare...» Borbottò. «Meglio non sapere...» Sospirò infine, temendo una delle risposte incomprensibili della strega.
Yuuko lo studiò con aria divertita. «Hai portato il sakè che ti avevo chiesto?»
Watanuki annuì, guardandola con sospetto. «Però dimentichi di assaggiarlo a stomaco vuoto!»
«Oh… Watanuki sei sempre il solito guastafeste!» lo riprese allegramente la strega, prima di voltarsi verso Doumeki. «E tu? Cosa ci fai qui?» Domandò sorridendo al ragazzo.
L’arciere scosse le spalle «Ho portato le buste».
«Come se avesse fatto lui tutto il lavoro!» Borbottò Watanuki, ormai furioso. «Non prenderti tutto il merito. Ne hai portate solo due!» Gli urlò, additandolo.
Quella protesta fu accolta dalla risata della strega che, già su di giri, invitò entrambi ad accomodarsi, mandando Watanuki in cucina ed invitando Doumeki a condividere una bottiglia di sakè.
Senza replicare, Watanuki si avviò con aria mesta in cucina.
La vita, pensò, alle volte era proprio ingiusta.

Circa un'ora dopo il ragazzo, con indosso il grembiule ed un fazzoletto legato sui capelli, rientrò in sala accompagnato da un Mokona carico di lattine.
«Si mangia!» Strillò il manju nero, saltando sul tavolino e sedendosi vicino all'arciere.
«Evviva!» Gli fece eco Yuuko, aprendo una lattina di birra e assumendo un'aria pensosa. «Ma forse il nostro Doumeki-kun preferirebbe del sakè...»
«E chi se ne importa!» Strillò il cuoco, lanciandole un’occhiataccia prima di posizionare l'ultima portata sul tavolino.
«Sakè! Sakè!» Strillò Mokona, entusiasta della proposta.
La strega osservò la scena sogghignando e poi batté le mani. «È deciso, sakè sia! Watanuki, vai in magazzino a prenderlo? C'è ancora la bottiglia inviataci da Fay e Kurogane...»
Il ragazzo la guardò, incredulo. «Quella?! Ma è... enorme. Vi ucciderà il fegato!»
La donna tornò ad assaggiare gli stuzzichini ignorandolo del tutto.
«Watanuki non sa godersi la vita!» Urlò Mokona a quel commento. «Ti accompagno io, Watanuki scritto come primo d'aprile!» Terminò, rimbalzando sulla sua testa per atterrare davanti a lui.

~x~X~x~

Il ragazzo si guardò attorno con aria critica, ispezionando il magazzino con sguardo dubbioso.
«Dunque... se non sbaglio la bottiglia si trovava da queste parti.» Mormorò, muovendo un paio di passi tra gli scaffali.  «Questo posto avrebbe bisogno di una bella ripulita.» borbottò.
«Pu Pu Pu! Waaaatanukii guarda lassù!» Urlò Mokona.
«Che c'è ancora. Non vedi che sto... Uh!» Esclamò il ragazzo, girando lo sguardo in cerca dell’animaletto. Non vedendolo si spostò indietro, cercandolo e trovandolo di fianco ad una bottiglia. «Mo-Ko-na!» Urlò improvvisamente rosso di rabbia. « Si può sapere come ha fatto a finire così in alto?!»
Il manju nero lo fissò sogghignando. «È tardi. Yuuko ci aspetta. Sbrigati, su!»
«Sempre a me le cose difficili eh?!» Si lamentò il ragazzo, salendo su una pila di libri ammucchiati e lasciati proprio li sotto. «Ci sono quasi... un attimo e... Ahi! Mi ha punto» Urlò.
«Waaaatanuki, sbrigati!» Ripetè Mokona.
«Si, si, mi sbrigo!» Sbuffò l'altro e, recuperata la bottiglia si apprestò a ritornare in sala.

Quandò fu di ritorno, la strega lo accolse con uno sguardo di rimprovero. «Ce ne hai messo di tempo.»
«Già.» Concordò l'arciere, servendosi l’ennesimo stuzzichino.
Il tutto sotto lo sguardo irritato del cuoco, al quale non sfuggì quanti ne fossero stati mangiati in quel breve lasso di tempo.
«Watanuki non voleva prenderla e continuava a lamentarsi.» Lo accusò Mokona.
«AhAhAh, Watanuki si lamenta sempre!» Scherzò Yuuko lanciandogli un'occhiata divertita. «Su su, portami la bottiglia. E servici qualcos’altro che vada bene col sakè!»
Il ragazzo osservò i presenti con sguardo carico di rabbia, allontanandosi tra borbottii vari.
Yuuko rise. «Doumeki-kun, non lo trovi divertente?» Commentò, versando da bere per sé, Doumeki ed ovviamente Mokona.
L'arciere si limitò ad annuire con aria vagamente distratta. Lo sguardo puntato su quello che sembrava essere un petalo di ciliegio che, comparso all'improvviso, stava ora adagiandosi sul pavimento e a pochi centimetri da lui. Una visione piuttosto insolita in quel periodo dell'anno.
«Ma cosa...» Il ragazzo si allungò per raccoglierlo, vedendolo sparire tra le sue mani.  «Che strano...» mormorò con espressione neutra.
«Cosa è strano?» Domandò la strega, osservandolo attraverso il bicchiere.
«C'era qualcosa vicino alla mia gamba, un... petalo credo, ma è sparito quando ho cercato di prenderlo.»
La donna lo scrutò per un attimo con sguardo assorto.
«Mmh. Diverse cose si comportano in quel modo...» Mormorò,. «E tra esse, pochissime hanno effetti positivi.»

~x~X~x~

La strana tensione portata dalle parole di Yuuko svanì nel momento stesso in cui Watanuki fece il suo rientro in sala.
Nonostante l'espressione cordiale con la quale si sforzò di servire i nuovi piatti, qualcosa sembrava essere fuori posto: La sua carnagione si era fatta più pallida e i movimenti apparivano improvvisamente meno aggraziati del solito.
«Oi... tutto bene?» Domandò l'arciere.
«Non mi chiamo Oi...» Protestò il più giovane con fare meno aggressivo del solito.
«Sei strano.» Continuò l'altro, senza smettere di studiarlo.
«Strano a chi? Sto benissimo invece!» Sbottò Watanuki. «E smettila di fissarmi. Neanche fossi un'opera d'arte!»
«Infatti sei un'idiota.» Fu il commento dell'altro.
Quelle parole sembrarono produrre una strana reazione silenziosa da parte del più giovane che, sotto lo sguardo attento di Yuuko e quello sempre più cupo di Doumeki, si spostò con fare scocciato puntando un dito contro il suo rivale.
«Tu! Chi hai chiamato idiota?» Si lamentò debolmente, portandosi in avanti e perdendo l'equilibrio. La sua espressione si fece confusa per un breve istante, poi davanti ai suoi occhi fu tutto nero ed infine svenne.
«Yuuko, Watanuki è ubriaco senza bere!» Esclamò Mokona saltellando verso il ragazzo privo di sensi.
La strega osservò Doumeki mentre si alzava per precipitarsi dall'amico e, senza dire nulla, si avvicinò ai due ragazzi per studiare meglio la situazione.
Anche Mokona fece lo stesso. «Watanuki ha la febbre?» Domandò con espressione preoccupata.
Quel dubbio spinse l'arciere a sfiorare la fronte del ragazzo. «Non mi pare.» Dichiarò.
Al contatto con la mano di Doumeki, Watanuki sembrò riacquistare un pò di colore, muovendosi appena ed aprendo gli occhi con espressione stanca. «Che... cos'è successo...» Domandò, debolmente.
«Sei svenuto.» Fu la pronta risposta di Yuuko.
«Svenuto?» Ripetè il giovane sollevandosi per ricadere subito dopo, questa volta tra le braccia dell'arciere che, senza smettere di sorreggerlo si voltò ad osservare la strega chiedendole il motivo di quell'improvviso malessere.
La donna ricambiò lo sguardo senza rispondere e Watanuki approfittò del momento per agitarsi e sganciarsi dalla presa di Doumeki. «Si può sapere che stai facendo?» Gli urlò, voltandosi e fissandolo con aria scocciata. «Ce la faccio da so...» Non riuscì neppure a terminare la frase che un nuovo giramento lo obbligò ad aggrapparsi al collo dell'altro, mentre la stanza prendeva a girargli intorno, facendosi sempre più buia.
«Che sta... succedendo...» Mormorò appoggiando la fronte contro il petto dell'arciere.
A quella domanda Yuuko mosse un passo in avanti e, dopo avergli fatto cenno di attendere, si rivolse al ragazzo più grande.
«Prima avevi visto... un petalo, è corretto?»
«Si.»
«Un petalo... di ciliegio...» mormorò.
Il ragazzo annuì nuovamente e, dopo una rapida occhiata all'ambiente circostante, la strega si voltò in direzione di Mokona chiedendogli di controllare l'intera stanza in cerca del petalo.
«È ancora presto per la fioritura...» Tentò Watanuki con aria confusa. La sua protesta però passò del tutto inosservata ed in quel mentre Mokona tornò dalla rapida perquisizione dichiarando che no, non c'era alcun petalo.
«Capisco...» Fu il commento della donna. «Doumeki-kun tu l'hai visto sparire, vero?»
«È sparito quando ho cercato di prenderlo.» Confermò il giovane.
«Si può sapere di che state parlando?» Replicò Watanuki, staccandosi dal compagno e andando a sedersi con fare nervoso al basso tavolino ormai pieno di bottiglie, cibarie e lattine vuote.
Yuuko lo guardò con espressione seria. «Non posso ancora dirvi di cosa si tratta. Ma per il momento credo sia meglio che tu vada a vivere con lui.» Esclamò indicando l'arciere che, braccia incrociate, li stava osservando appoggiato alla parete.
«Da... lui?!» Domandò un Watanuki sempre più incredulo e vagamente imbarazzato. «Per quale motivo dovrei stare da lui?» Protestò con rinnovato vigore.
«Perché Doumeki-kun ha il tipo di energia che ti serve per riprenderti.» Commentò la donna notando l'espressione ancor più confusa del ragazzo. «Sto dicendo che avendo metà del suo occhio e grazie al sangue che condividete, la sua è l'energia a te più compatibile.»
«Cosa?! Sta scherzando spero.» Borbottò Watanuki. «E poi non posso andare a stare da lui. Ho un appartamento io!»
La voce piatta di Doumeki infranse la lamentela del cuoco.
«Se viene a stare da me, sarà al sicuro?» Chiese infatti, ignorando le motivazioni dell'altro.
Quest'ultima annuì, sorridendo. «Solo se starete a stretto contatto.»
L'arciere sembrò considerare la cosa, osservando Watanuki che, sempre più nervoso, riprese a lamentarsi, ripetendo le ultime parole della strega ed inveendo contro la donna e le sue assurde idee.
«E per quante ore dovrei starci, eh?» Le urlò contro, indicando Doumeki con mano tremante.
L'interpellata sbuffò, roteando gli occhi verso il cielo in modo quasi esagerato.
«Ti sembro un medico? Un matematico, forse? Dipende tutto da te... E da quanto reggerai, dopo ogni contatto.» Concluse con aria quasi divertita.
«Reggere? Io reggo benissimo!» Brontolò il ragazzo, raccogliendo le lattine di birra ed avviandosi in cucina.

Quando fu fuori, la stanza sembrò sprofondare in un innaturale silenzio che Doumeki spezzò rivolgendosi alla strega.
«È proprio necessario?» Domandò senza smettere di fissarla.
«Lo è...» Puntualizzò la donna facendosi ancora più seria. «Cerca di stare davvero a stretto contatto con lui. È di vitale importanza.»
L'arciere sapeva bene che le parole pronunciate dalla strega non erano mai lasciate al caso. Così davanti a tanta decisione non potè far altro che annuire.
Poi qualcosa sembrò mutare la sua visuale.
L'occhio che condivideva con Watanuki iniziò ad inviargli immagini confuse; La cucina di Yuuko, il frigorifero che gli apparve come un'immagine mossa, il pavimento.
Senza attendere oltre e, dopo uno sguardo allarmato all'indirizzo di Yuuko, il ragazzo si precipitò verso la stanza appena vista.

~x~X~x~

 Nel frattempo in cucina Watanuki, dopo aver buttato via le lattine, si stava apprestando a ripulire borbottando come al solito.
«Ma insomma» inizò, mentre prendeva spugna e detergente. «Si può sapere che le è preso, io sto benissimo!» Quasi per dimostrarsi questo punto, sollevò una delle pesanti pentole vuote ed iniziò a strofinarla vigorosamente. «Non so cosa sia successo, ma sicuramente non è niente. Niente!» Borbottò, facendo un gesto di sfida alla finestra davanti a lui.
Improvvisamente cupo, aprì il getto dell'acqua per lavare la pentola, guardando con aria assorta verso l'esterno.
«Andare a vivere da lui...» Quel pensiero gli causò un lieve rossore alle guance. «È imbarazzante!» Borbottò, corrucciando le sopracciglia.
Con un gesto rabbioso lasciò andare la pentola sul piano da lavoro e, presa una terrina, si mosse per riporla nel frigorifero.
Spostandosi si scoprì leggermente più debole. Uno stato che aumentava ogni secondo di più, tanto da obbligarlo ad appoggiarsi ad un mobile.
Lentamente anche la vista sembrò abbandonarlo e quando intorno si fece tutto sfocato, consapevole di non avere molto tempo mosse un paio di passi verso l'altra stanza. Un attimo dopo svenne.

Fu così che lo trovò Doumeki quando si precipitò in cucina, disteso sul pavimento e privo di sensi. Senza perdere tempo il ragazzo gli andò vicino tentando di farlo riprendere, senza successo.
«Non si riavrà subito.» Comunicò la strega giunta alle sue spalle. «Ha consumato troppe energie, e questo...» Continuò indicando il ragazzo disteso sul pavimento «È quanto accadrà se non ci sarai tu ad aiutarlo. Te lo chiedo ancora una volta, quindi. Lo ospiterai?»
Il ragazzo si limitò ad annuire, stringendo a sé il corpo ancora esanime dell'amico, alzandosi e avviandosi verso l'uscita del negozio. «Questo basterà?» Domandò.
Yuuko lo guardò con espressione indecifrabile. «Deve bastare. Per forza.» Commentò con tono neutro. «In fondo, si tratta di hitsuzen...» Concluse parlando a sé stessa mentre osservava i due ragazzi che si allontanavano.




* Manju è la parola con la quale vengono spesso identificati i due Mokona. Significa polpetta e sia nel manga che nell'anime la si trova spesso. "Kuro manju" ovvero polpetta nera per identificare il Mokona nero e "Shiro manju" ovvero polpetta bianca, per identificare la Mokona bianca.
Noi abbiamo optato per una versione mista, più comprensibile ma ahinoi non esattamente corretta. Confidiamo nella vostra comprensione. Ma i Mokona hanno davvero insistito per questo. :P

Nota delle Autrici:
*Lay e Harianne brindano con il sakè di Yuuko-san, poi si accorgono dei lettori e nascondono l'alcool altrove*
Salve! Questo era il primo capitolo di Destino Inevitabile, un progetto che ci ha impegnate e ci sta impegnando da diverso tempo... *lanciano un'occhiata al sakè e fanno finta di niente*
Dopo mesi di lavoro, finalmente iniziamo a postare questa fanfiction... che felicità.

Comunque sia, Destino Inevitabile sarà piuttosto lunga e da questo momento in avanti, previ strani ed inquietanti imprevisti (che quando si ha a che fare con Yuuko-san, si sa, succedono), aggiorneremo una volta a settimana. Ci saranno, attenzione attenzione, oltre a "A stretto contatto" anche altre due parti... quindi, si, è una Trilogia attualmente ancora in fase di scrittura, ma non preoccupatevi, abbiamo già tutto, dobbiamo solo metterlo in prosa.
Speriamo che il capitolo iniziale vi sia piaciuto, se pensate ci sia stata poca azione, beh, sappiate che ci rifaremo... quindi,  grazie della lettura! E per favore... Recensite!!! Un commentino non vi costa nulla e rende noi molto contente!
*inchino profondo*
Le Streghe

Ps. Il sito non è ancora pronto ma sappiate che presto potrete trovare info, aneddoti, quiz sulla fanfic e tanto altro sul sito a lei dedicato. Hitsuzen
Ps.2 Un grazie speciale a Kyle che ha fatto da consulente di idee per alcune scene. Ci tiene a precisare che la cosa vale SOLO per i capitoli privi di scene hot. Ebbene si, dimenticavamo di dirvi la cosa più importante. Ci sarà del puro e sano yaoi! *_*

Alla prossima settimana...

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Capitolo 2
*** A stretto contatto - O-mamori ***


Cap2
Destino inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 2
O-mamori


Un movimento ondeggiante che non gli era totalmente estraneo, ma nemmeno familiare, lo fece emergere lentamente dalla nebbia e dall'oscurità che sembravano averlo reclamato.
Il ragazzo sbatté un paio di volte le palpebre, confuso dalla prospettiva di ciò che vedeva.
La strada, davanti a lui, ondeggiava leggermente e si stava muovendo in un modo che rischiava di dargli il mal di mare. Qualcosa in quel treno di pensieri lo distrasse e lo costrinse a guardarsi attorno.
«Che... succede?» domandò con voce debole, mentre con fatica tentava di mettersi più comodo.
«Stai fermo, finirai per cadere.»
«Eh?» Ancora stordito, Watanuki si guardò intorno cercando di capire l'origine della voce che dopo qualche secondo riuscì a riconoscere, inziando a muoversi e a scalciare furiosamente.
«Cosa?! TU! Doumeki, lasciami!» Iniziò ad urlare quando capì di essere sulle sue spalle.
Doumeki proseguì senza ribattere, limitandosi ad una lievissima espressione di disappunto. Così, quando il più giovane gli chiese, poco gentilmente, cosa pensava di fare e come osasse portarlo al tempio, l'arciere non perse l'occasione per zittirlo.
«Non ricordi quel che ha detto Yuuko-san? E sei tu quello che è svenuto, comunque.»
«Come se l'avessi fatto apposta!» fu la protesta, praticamente urlata, di Watanuki.
Un insieme di insulti e lamentele che terminarono quando si rese conto di essere arrivato al tempio.
A quel puntò sbuffò e continuò la sua tirata mentre il padrone di casa apriva la porta ed entrava, senza degnarsi di metterlo a terra.
«Avresti potuto lasciarmi al negozio! O portarmi a casa mia se proprio. Non vedi che sto benissimo? Sono sicuro che non ci sia bisogno di stare a contatto.»
«Ovvio che stai bene. Sei con me.» Fu il commento dell'altro. «Idiota...» Borbottò poi.
«Idiota a chi? Non ho bisogno di te! Anzi, sai che ti dico?» sbottò Watanuki, senza smettere di agitarsi. «Chi ti vuole!»
Percorsero un corridoio, con ancora il più alto che teneva l'altro sulle proprie spalle, senza ribattere, semplicemente portandolo dove doveva. Quei movimenti pericolosamente confortanti spinsero Watanuki a riflettere sugli ultimi avvenimenti e, ovviamente, sulle parole di Yuuko.
Era davvero stanco di cacciarsi sempre nei guai e lo era ancor di più al pensiero di dover dipendere sempre dalla stessa persona. Sospirò.
I suoi pensieri terminarono nel momento in cui proprio quella persona lo mise a terra senza preavviso.
«Hei!» Si lamentò voltandosi appena in tempo per vederlo sparire oltre la porta.
Stava giusto per dirgliene quattro quando, dopo una rapida occhiata all'ambiente circostante, si rese conto di essere nella sua stanza.
«Hei Tu! Brutto pervertito!» Gli urlò. «Cosa hai intenzione di fare, eh? E se Himawari-chan venisse a saperlo? Oh no... no... come farò...»
Doumeki, che intanto aveva aggiunto cuscino e coperte al fouton, si fermò a guardarlo come se fosse diventato pazzo di colpo.
«Idiota.» Commentò e, senza attendere una risposta, prese il suo yukata ed iniziò a spogliarsi.
«Idiota a chi?! Sei tu che mi hai portato qui!» Fu la risposta del suo ospite che, lanciatogli uno sguardo, arrossì di colpo obbligandosi a guardare da un'altra parte. «Che... che stai facendo...» Balbettò al culmine dell'imbarazzo.
«Uh?» Stanco di tante urla, l'arciere non terminò neppure di vestirsi, allontanandosi ancora a torso nudo e tornando subito dopo con un altro yukata. «Tieni.»
Watanuki lo raccolse con aria smarrita. «T..tu hai davvero intenzione di dormire... con me... nella stessa... stanza?» Domandò deglutendo con estrema fatica.
«Yuuko san ha detto di fare così, no?» Fu la semplice, irritante risposta.
A quello il ragazzo rimase in silenzio, fissandolo in cerca di qualcosa da dire ma senza riuscirci. Una reazione che l'arciere sembrò notare, decidendo di allontanarsi per terminare di cambiarsi altrove.
Finalmente solo, Watanuki si lasciò andare ad un profondo sospiro, cambiandosi ed infilandosi sotto le coperte. In fin dei conti non aveva molte altre scelte, pensò con rassegnazione. Tanto valeva adattarsi, senza pensare al fatto che un altro ragazzo, quello che diceva di odiare, avrebbe dormito al suo fianco.
Neanche lo avesse chiamato, Doumeki tornò in quel preciso istante, spegnendo la luce, sdraiandosi e fissandolo.
«Lo percepisco il tuo sguardo, sai?» brontolò Watanuki in tono dimesso.
«Serve il contatto» Dichiarò l'altro.
A quella parola, che stava già iniziando ad odiare, Watanuki trasalì appena.
«Fai come credi...»
L'arciere lo guardò stancamente e steso un braccio verso di lui, gli strinse la mano attorno al polso, augurandogli la buonanotte e addormentandosi poco dopo.
Fu così che, se pur lentamente e in un silenzio imbarazzante, Watanuki si apprestò a passare la sua prima notte al tempio.
Una sorta di punizione divina, pensò amaramente, muovendosi in cerca di una posizione abbastanza comoda da farlo dormire.

Due ore più tardi, dopo essersi rigirato per l'ennesima volta, decise di fare qualcosa. Lui in fondo si sentiva benissimo. Non c'era bisogno di tante storie, pensò, mentre attento a non fare rumore sfilava il polso dalla presa di Doumeki, per poi alzarsi ed uscire in cerca della cucina.
Percorse a ritroso lo stesso corridoio attraverso il quale lo aveva portato l'arciere solo qualche ora prima.
Di notte il tempio sembrava ancora più imponente ed uscire da solo per mettersi a cercare la cucina, d'un tratto, non gli sembrava più un'idea tanto brillante.
Stava giusto pensando di tornare sui suoi passi quando una porta shoji leggermente aperta attirò il suo sguardo.
Senza nemmeno accorgersene, si ritrovò dentro la stanza.
Sembrava essere una camera da letto, simile a quella di Doumeki ma più ricca di particolari. Un paio di dipinti alle pareti, porte interamente decorate ed una cassettiera sulla quale spiccava un ritratto.
«Haruka-san...» Mormorò il ragazzo, dopo essersi avvicinato.
Senza pensarci lo prese tra le mani, studiandone l'immagine e sorridendo istintivamente all'uomo sui trent'anni che, sigaretta alla mano, sembrava guardarlo con sguardo estremamente sereno.
«Così questo era Haruka-san... Chissà se anche Doumeki sarà come lui, tra qualche anno...» Udire la propria voce che diceva simili cose lo portò ad arrabbiarsi con sé stesso.
Che cavolo andava a pensare. Non era certo di suo interesse se in futuro la somiglianza tra i due sarebbe stata la stessa. Anzi proprio non gli importava, pensò.
Un attimo dopo, mentre era ancora immerso in questi pensieri, la stanza iniziò a girargli intorno lasciandolo confuso.
Ebbe solo il tempo di riporre la foto prima di crollare a terra senza più forze.
L'immagine di Haruka-san ancora in testa.

Intanto, nella sua stanza, anche Doumeki sembrò percepire il volto sorridente del nonno, svegliandosi di colpo e guardandosi intorno. La sensazione che lo avvolgeva non era delle migliori e questo, unito al fouton vuoto di Watanuki, lo convinse ad alzarsi per andare a cercarlo.
Senza neanche pensarci si diresse, di corsa, verso la camera che un tempo era appartenuta ad Haruka, trovando il ragazzo nuovamente svenuto.
«Oi...»  Esclamò raggiungendolo ed iniziando a strattonarlo. «Watanuki...» Lo chiamò nella speranza di vederlo reagire. L'unica cosa che ottenne fu un lieve sorriso da parte del ragazzo.
Doumeki rimase a fissare per un lungo attimo il viso di Watanuki, gli occhi imperscrutabili, preso da quell'espressione mai vista. Poi, riscuotendosi dalla contemplazione in cui era caduto, si chinò su di lui e provò ancora a chiamarlo. 

Il ragazzo aprì gli occhi, emergendo dall'oscurità che lo aveva circondato poco prima.
Un'oscurità che lo faceva sentire debole ed insicuro, vuoto forse.
Si guardò attorno, notando la struttura del tempio immersa nella notte ed illuminata da una bellissima luna piena. Intorno a se poteva sentire l'odore degli alberi e dell'incenso.
Sbatté le palpebre un paio di volte quando un'altro odore gli giunse alle narici, odore di tabacco che bruciava.
Si voltò verso la sua destra e, come si era aspettato, notò una figura familiare che osservava la luna con una sigaretta in mano.
«Ben svegliato, Kimihiro-kun. Bella serata, mh?» Gli chiese la voce di quella figura sorridente. Watanuki lo osservò per un lungo attimo. Per un momento gli era sembrato di sentirsi chiamare contemporaneamente col suo nome e col suo cognome. Infine, riscuotendosi da quei pensieri, sorrise all'altro.
«Haruka-san, buona sera... allora sto sognando, vero?»
L'uomo annuì sorridendogli gentilmente. «Esatto, siamo nel tuo sogno.» Poi sembrò, per un'attimo, osservare i dintorni con espressione sorniona. «Stavolta è piuttosto simile alla realta, eh? Anche qui sei al tempio infondo.»
A quello, il giovane ripensò agli eventi di quel giorno che infine lo avevano portato al tempio. Strinse i pugni, arrabbiato. «Già... non ho fatto molta strada, stavolta» Sospirò.
Haruka gli sorrise, divertito dal tono risentito del più piccolo. «Per tua fortuna, aggiungerei. Sei ancora intero, infondo.» Aggiunse, fermandosi per prendere una nuova boccata di fumo.
Watanuki lo fissò perplesso e, fattosi improvvisamente serio, l'uomo tornò a parlargli ricambiando il suo sguardo con espressione decisa. «La tua stessa testardaggine ha rischiato di farti finire... oltre.» Asserì.
Il ragazzo, rimase nuovamente in silenzio riflettendo, senza smettere di guardarlo, sul senso di quella frase.
L'uomo intercettò il suo sguardo con un sorrisetto. «Dimmi... perché vuoi andartene, se poi finisci sempre qui?» E fece un gesto con la mano che teneva la sigaretta, indicando l'intero tempio.
A quello, il ragazzo arrossì di colpo e distolse lo sguardo, in imbarazzo.
«Cosa? Io... do questa impressione?» Si voltò per evitare di farsi vedere dall'uomo. «Non sono qui di mia... volontà.» Replicò infine.
Questo, stranamente, sembrò far nascere una leggera risata da parte dell'altro.
«I sogni sono il regno della tua mente.» Si limitò a dire, divertito.
Watanuki si trovò ad arrossire ancora, sempre più in imbarazzo. «No... Non intendevo qui nel sogno, intendevo... non vorrei essere qui da sveglio, credo.»
Haruka continuò a guardare la luna, e parlò lentamente come pensando con cura a quel che stava per dire. «Sei tu stesso che decidi dove essere... daltronde non esistono casualità, ormai dovresti saperlo.»
Quando il ragazzo annuì, seppur con riluttanza, l'uomo continuò a parlare.
«Lo devi all'essere qui se sei vivo... e non solo oggi. Lo sai.» Affermò, con sicurezza estrema, mostrando un espressione decisa che somigliava in modo eccezionale a quella tante volte mostrata da suo nipote.
Watanuki corrucciò le sopracciglia. «Ma...» iniziò, leggermente insicuro. «È stato lei a salvarmi, no? Se... fossi stato altrove, l'avrebbe fatto comunque...» Il riferimento all'essere stato salvato altre volte non andò perso e ancora in imbarazzo distolse lo sguardo.
Haruka gli scoccò un'altra veloce occhiata, questa volta ancora più divertita ed enigmatica.
Scosse la testa. «Io posso agire solo nei sogni, Kimihiro-kun. Posso venire qui attraverso i tuoi sogni o quelli di altri, ma... non sono mai stato io a salvarti. Nella realtà.»
Watanuki aprì la bocca per dire qualcosa, ma non fece mai in tempo.

In quel preciso istante, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, Doumeki si ricordò quanto avvenuto al negozio di Yuuko quella stessa sera.
Con un movimento deciso, appoggiò la propria mano sulla fronte di Watanuki, osservandolo in attesa di una reazione che, fortunatamente, non tardò ad arrivare.
Le guance del ragazzo, ancora privo di sensi, ripresero rapidamente colore. Il respiro tornò a farsi più facile e finalmente emerse dal limbo nel quale era scivolato.
Aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre a causa della vista leggermente fuori fuoco.
«Haruka-san...?» Chiese, la voce ancora impastata.
Doumeki, che si era staccato dal contatto quando aveva visto che l'altro ragazzo aveva iniziato a svegliarsi, scosse la testa.
«Sono Shizuka...» rispose, guardando altrove e pensando che l'aver visto quel ritratto di suo nonno dovesse avergli confuso le idee. «... puoi camminare? Torniamo in camera mia.»
Quando non gli giunse risposta, si voltò e vide che Watanuki, evidentemente indebolito, aveva di nuovo chiuso gli occhi.
Così, finalmente più tranquillo, lo prese in braccio con delicatezza e lo portò di nuovo sul futon.

~x~X~x~

Le prime luci del giorno trovarono Doumeki intento a trascrivere alcune formule su un foglietto di pergamena.
Era la prima volta che si spingeva così in là.
Normalmente la sua vita al tempio si riduceva a piccoli gesti quotidiani che, sebbene imbevuti di una certa sacralità, restavano ben distanti dallo stile di vita tipico di un sacerdote.
Fortunatamente gli anni trascorsi ad osservare suo nonno gli avevano permesso di apprendere diverse pratiche che, unite alle tante nozioni da egli ricevute, lo avevano reso in grado di agire con una discreta dose di sicurezza.
Si fermò per un attimo, posando lo sguardo sul ragazzo disteso al suo fianco e ancora profondamente addormentato.
Dopo averlo rimesso a letto, prendere sonno era stato impossibile.
Diversi pensieri, misti a domande destinate a non avere risposta, avevano preso a ruotare senza sosta nella sua mente. Così nella speranza di ingannare il tempo aveva deciso di frugare nella biblioteca del nonno, prendendo con se alcuni libri e tornando a chiudersi nella sua stanza. Lì, senza trascurare la necessità di mantenere un contatto stabile con Watanuki, aveva trascorso il resto della notte a cercare tra le varie diciture, trovando poco prima dell'alba un espediente in grado di liberare l'amico dalla sua presenza, almeno durante le lezioni.
Sicuro della riuscita di quel primo incanto, aveva ripiegato più volte l'ofuda, racchiudendo al suo interno una ciocca di capelli e conservando il tutto in un sacchettino, rendendolo molto simile ad un o-momori.
Grazie a quello Watanuki sarebbe stato al sicuro per un periodo di tempo più lungo, pensò tornando ad osservarlo.

Neanche fosse stato svegliato dalla forza del suo sguardo, Watanuki aprì finalmente gli occhi, puntando le sue iridi blu su di lui.
Gli ci volle un pò per mettere a fuoco l'immagine dell'arciere e quando vi riuscì, scoprendolo intento a fissarlo, le sue guance si colorarono di rosso. «Che... che cavolo... Ti sembra questo il modo di fissare la gente?!» Domandò con tono alterato.
In risposta all'imrovviso frastuono dato dalle urla dell'altro Doumeki si limitò a portare le mani alle orecchie. «Casinista.» Brontolò più per abitudine che per convinzione.
Quando vide che Watanuki stava per ribattere con nuove urla, gli mostrò il sacchettino appena confezionato. «Prendilo.» Gli ordinò porgendogli l'incanto.
Quel gesto lasciò senza parole il povero Watanuki che senza capire quanto stesse avvenendo si limitò ad osservare lo strano oggetto che gli veniva porto. «Cosa dovrei farmene...» Commentò infine, riconoscendolo come un comune portafortuna.
«Prendilo e basta.» Rispose l'arciere notando l'incertezza nello sguardo del ragazzo. «Ti servirà.» Aggiunse sperando di convincerlo. «E vedi di muoverti o non faremo in tempo»
«Che?» Domandò l'altro guardandosi intorno e cogliendo dalla luce della camera che l'alba era passata da un pezzo. «Che ore sono?»
Senza battere ciglio l'arciere gli mostrò l'orologio affisso alla parete di fronte.
Le sette.
Quella realtà sembrò far impazzire il più giovane.
«Le sette?!» Strillò prendendo l'amuleto. «Sono in ritardo, anzi sono spacciato!» Continuò mentre alla velocità della luce raccoglieva le sue cose precipitandosi in bagno.
Mezz'ora dopo era già in cucina, vestito di tutto punto per la nuova giornata scolastica ed intento a preparare la colazione.

~x~X~x~

Stranamente, la prima parte della giornata proseguì meglio del previsto. L'amuleto che Doumeki aveva consegnato a Watanuki si era rivelato piuttosto potente garantendo al più giovane l'energia necessaria per seguire le varie lezioni.
Quel sentirsi nuovamente in forze lo aveva reso tanto allegro da indurlo a gioire più del suo solito quando, durante l'intervallo del pranzo aveva consegnato il bento ad una sorridente Himawari.
Ovviamente il pensiero di ringraziare l'artefice di tale miglioramento non l'aveva neppure sfiorato e, seppur con meno insulti del solito, aveva dedicato a Doumeki la sua dose di proteste quotidiane. Paroloni misti ad occhiatacce che cessarono solo alle parole di Himawari.
«Doumeki-kun... tutto bene?» Domandò infatti la ragazza, puntanto lo sguardo sul bento ancora intatto dell'arciere.
A quella vista persino Watanuki sembrò impensierirsi. Doumeki che lasciava del cibo, in particolar modo il suo, non era affatto una cosa normale.
«Non ho molta fame.» Concluse l'altro sotto lo sguardo decisamente stupito dei due compagni.
«Sicuro di star bene?» Ritentò Watanuki.
Il ragazzo si limitò ad annuire e quella mancanza di spiegazioni sembrò mandare su tutte le furie il più giovane tra i due.
«Hai idea di quanto abbia faticato a memorizzare ogni angolo della tua immensa cucina?» Iniziò, urlando e gesticolando contro l'arciere. «Ce l'hai si o no? Ti ho preparato da mangiare e tu cosa fai? Non hai fame?!»
Quelle parole sembrarono incuriosire Himawari che, con espressione entusiasta, decise di intervenire nel monologo del compagno.
«Watanuki-kun hai cucinato al tempio stamattina?»
Il tono con cui fu posta la domanda unito al chiaro significato nascosto, lasciò senza parole l'interpellato dando modo all'altro ragazzo di prendere parte alla graziosa scenetta.
«Yo. Ha dormito da me.» Spiegò tranquillo, rivolgendosi ad Himawari.
«Tu!» sbraitò un Watanuki al colmo dell'imbarazzo. «Come osi dire simili cose con quella faccia tranquilla!»
«Come andate d'accordo voi due.» Esclamò allora la ragazza. «
Si vede che siete ottimi amici!»
L'arciere intanto aveva già portato le mani alle orecchie e l'intera scena, ormai un classico dei loro momenti insieme, sembrò scoraggiare il povero Watanuki che, con aria affranta, iniziò a lamentarsi dell'assurda situazione che lo vedeva costretto a stare a "stretto contatto" con quell'idiota di Doumeki.
L'occhiataccia che quest'ultimo gli lanciò nel sentirlo parlare a quel modo bastò da sola a concludere l'argomento, scatenando il malumore del più giovane e riportando il tutto alla normalità. Se così poteva definirsi la somma dei pranzi che quei tre condividevano ormai da tempo.

~x~X~x~

«Quanto pensi che durerà il talismano?» Domandò Watanuki al ritorno da scuola.
Al suo fianco, Doumeki sembrò non sentirlo, proseguendo con sguardo vuoto verso il negozio di Yuuko.
«Hei, vuoi ascoltarmi?» Continuò il più giovane, con fare irritato.
«Fin quando sarà necessario.»
A quella risposta, Watanuki gli rivolse uno sguardo scocciato, notando l'andamento stranamente instabile del compagno. «Doumeki... tutto a posto?» Si informò, fermandosi a guardarlo.
«Starei meglio se non facessi tanto casino.»
«Che hai detto?!» Urlò l'altro iniziando a dimenarsi.
«Hai sentito» Replicò l'arciere, fermandosi subito dopo per trovare appoggio sul muro di cinta di una villetta.
Watanuki lo aveva visto raramente in quello stato ed era sempre stata colpa sua. A partire dalla perdita dell'occhio causata dal ragno, fino al giorno in cui aveva deciso di donargli il suo sangue. Quel pensiero lo spinse a mettere da parte la rabbia per correre in aiuto del compagno.
«Hei... Che ti succede?!»
«Nulla.» Gli rispose l'arciere, riprendendo il tragitto. «Andiamo ora.»
Watanuki annuì senza smettere di guardarlo, raggiungendolo e camminandogli accanto. «Forse... hai dormito poco? Sai per... prepararmi quel coso.»
Doumeki annuì e, nel vederlo così stanco, Watanuki si sentì in colpa. Ancora una volta la sua esistenza era causa di problemi per l'altro.
 A quel pensiero si fermò di colpo, distogliendo lo sguardo.
«Senti io...» Quando lo vide voltarsi e fermarsi per prestargli attenzione, sospirò e decise di fare uno sforzo e dirgli quanto andava detto. «Gra... Grazie per.. beh si insomma.. lo sai... per.. questo...» Terminò, portando la mano sulla tasca dove teneva l'amuleto.
L'arciere si limitò ad annuire e, nonostante quel suo modo di fare lo mandasse su tutte le furie, Watanuki restò in silenzio, ricominciando a camminare al suo fianco con espressione vagamente preoccupata.



*Porta shoji è il tipo di porta scorrevole usato in giappone. Ce ne sono di diverso tipo, la più classica è quella con il telaio in legno e l'interno in carta di riso, il più delle volte la carta viene racchiusa in riquadri di legno. In XXXHOLiC ne appaiono diverse. Il negozio di Yuuko-san ha sia quella già descritta che quelle interamente in legno con decori di farfalle. Al tempio di Doumeki invece, ed in particolare nella stanza che un tempo doveva essere di Haruka-sama i pannelli mostrano decori più tradizionali.
*Fouton è il classico letto giapponese, formato da un materasso che al mattino viene arrotolato e riposto nell'armadio.
*O-momori è un piccolo incanto porta fortuna che in giappone è facilmente trovabile nei vari templi, sia Buddisti che Shintoisti.

Nota delle autrici.
Konnichiwa! O, come direbbe l'affscinante Haruka-sama, Konbanwa!
Come avrete capito, il sommo Haruka è uno dei personaggi amatissimi dalle autrici... (soprattutto da una delle due, infondo ci siamo spartite i doumeki, ne? E a me il senior va benissimo NdHary) Quindi lo vedrete comparire mooooolto spesso. Ma non troppo, o Shizuka-kun ci annienta a colpi di frecce! ^^;

Comunque, siamo davvero commosse ed entusiaste per il successone riscosso da questo primo capitolo, grazie mille!
La cosa ci sprona a continuare e a migliorarci, oltre a darci l'energia necessaria per portare a termine questo progetto che è piuttosto pesante.
Quindi continuate a recensire! ^_^

E adesso... Rullo di tamburi... Via alle risposte!

Doremichan: Grazie mille! Speriamo di non deluderti con il proseguo, allora. Il petalo di ciliegio... ahah non ci dispiace sentire le teorie dei lettori, ma non possiamo dire niente altrimenti Yuuko-san ci picchia... ^^;
Dou e Wata nella stessa casa fanno venire in mente taaaante cose, vero?
Facci sapere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo allora! ^_^

LawlietPhoenix: Ciaoooo Aster! (nd. Lay) Siamo felici che il primo capitolo ti sia piaciuto e diciamo che l'idea di base è quella di far apparire tutta la storia come un grande manga di Holic. Speriamo di riuscirci, perché l'arrivo di personaggi di altre serie Clampiche potrebbero compromettere seriamente le cose. :P Oltre alle sonore proteste dei personaggi stessi, che vorrebbero fare come pare a loro e basta!

Nacochan: Grazie per le correzzioni in primis. Ahaha purtroppo editando di notte le distrazioni ci sono e non possiamo prometterti di eliminarle. Ma ci impegneremo. Hary in particolare già si occupa della parte degli accenti e punteggiature varie.
Siamo contente che la storia ti stia piacendo. Quanto a Wata... diciamo che a breve le cose saranno più chiare. Almeno per voi che leggete. Lui lo sappiamo già che è lento, no? :P

Thayahiel: Complimenti per il buon gusto! La fissazione per la coppia ci accomuna, a quanto pare ^^". Speriamo che il continuo ti abbia soddisfatto. O almeno, incuriosito. E per Yuuko e le sue frasi sibilline, sappi che è tutto merito di Lay! (nd. Lay si dissocia)

Ikarikun: Ihih speriamo la troverai intrigante anche quando si farà piuttosto contorta! XD

Raven di Halloween:
Ciauz! Che bello, qualcuno che ci conosce e che ci legge e che presto leggerà le parti hot da noi pensate e scritte *vanno a nascondersi*
Speriamo ti piaccia anche il seguito, che mantenga le aspettative... considerando quanto ci hanno stressato Wata e Dou! E comunque... ahaha anche noi vogliamo vederli fare le cosacce, che credi!
Uh lo offri anche a noi il sakè, vero? Vero? *_* Potrebbe distoglierci dall'andare a nasconderci! 

Witch Of The Dimensions: Grazie! Effettivamente Holic ci piace tanto anche e sopratutto perla componente magica. Oltre che per la presenza dei nostri amatissimi Dou e Wata. :P
Grazie fin d'ora per il sostegno, ne abbiamo bisogno. Sai, in realtà la saga ci è arrivata per "caso". ^^;
Diciamo che i personaggi ci hanno preso la mano e hanno iniziato a scriverci gli affari loro, ignorando troppo spesso il nostro parere. Per due streghe poi, scrivere di Holic può risultare abbastanza inquietante. Ma ce la caviamo. Per ora... :P

Yuki Ishimori: Grazie per il "bellissima" Siamo moooolto lusingate ^_^
Effettivamente anche noi ci siamo trovate spesso a vagare altrove con la mente. Fortuna che Yuuko-san arrivava a rimetterci in riga. :P
Speriamo che questo capitolo ti sia piaciuto almeno come il primo.

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Capitolo 3
*** A stretto contatto - I dettami della strega ***


DI cap3
Destino inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 3
I dettami della strega.

Quando giunsero al negozio l'aspetto di Doumeki non era per nulla migliorato.
Se pur in pensiero per il compagno, Watanuki decise di fingersi indifferente accomodandosi per primo, in modo da cambiarsi in fretta e dare il via alle pulizie.
«Vedo che il nostro Watanuki oggi sta decisamente meglio...» Esclamò Yuuko, bloccandolo sull'uscio, con un sorriso ironico. Il suo sguardo passò dal primo al secondo ragazzo. «E tu invece?» Domandò serafica osservando Doumeki. «Sembri più silenzioso del solito.»
Quella constatazione non sfuggì a Watanuki. Ciò nonostante decise di far finta di nulla, seguendo le direttive di Mokona che dal suo arrivo era riuscito ad ordinargli da bere e da mangiare.
«Arrivo, arrivo!» Borbottò. «Yuuko-san, io vado a prendere sakè e stuzzichini.»
La donna lo ascoltò appena, agitando una mano con fare distratto. «Si, vai vai...» Poi tornando a fissare l'arciere. «Allora?»
Il ragazzo la guardò per un istante. «Sono solo stanco...» Mormorò.
«Strano...» Ribattè la strega. «Non sei un tipo che si lamenta di solito. È successo qualcosa? Watanuki ti ha fatto stancare?» Concluse con aria sorniona.
«No, non direi...» Continuò l'altro muovendosi verso la sala, senza raccogliere la battuta.

Pochi minuti dopo Watanuki tornò con la merenda, se così poteva chiamarsi un pasto a base di salatini e sakè.
Diversamente dal solito, fu invitato ad accomodarsi. Un pensiero che, nonostante tutto, lo rallegrò. Yuuko-san si preoccupava per lui dopo tutto.
«Oh non c'è pericolo. Sto benissimo oggi. Di  sicuro si è trattato di un calo di zuccheri.» Dichiarò nel tentativo di rassicurare la donna.
La sua risposta sembrò essere precisamente quanto si attendeva la strega che, senza scomporsi, mosse una sedia invitandolo nuovamente. Questa volta con l'espressione di chi non ammetteva repliche. «Un calo di zuccheri eh?» Commentò quando il giovane, se pur sbuffando e lamentantosi, decise di ascoltarla. «Raccontami la tua giornata.»
«Yuuko-san... ho un sacco di lavoro da fare. Per quale motivo..»
«Raccontamela su...» Continuò la strega notando l'espressione improvvisamente tesa di Doumeki.
«Cosa dovrei dirle. Sono stato a scuola, come sempre.»
«Come sempre eh? Non sei stato con lui?» Proseguì la donna indicando la figura dell'arciere. «Mi sembrava di averti detto che era necessario.»
«Beh... si, l'ho visto a pranzo.» Replicò il ragazzo con sguardo incerto. «Ma sto meglio!» Dichiarò convinto.
Invece di rispondergli la strega sembrò interessarsi improvvisamente a Mokona, che intanto aveva preso uno stuzzichino dal vassoio e si era avvicinato all'arciere.
«Doumeki non mangia?»
Il ragazzo si limitò a rifiutare con un cenno della mano ed il gesto non passò inosservato attirando l'attenzione di Yuuko e la rabbia di Watanuki.
«Hei tu!» Urlò infatti quest'ultimo. «si può sapere perché non mangi?!»
«Sono solo... stanco...»
«Stanco di mangiare?» Ribattè l'altro sempre più in collera. «Come sarebbe?! Ho perso mezz'ora a prepararti la merenda!»
Doumeki evitò di rispondere e Yuuko ne approfittò per fare un cenno al suo dipendente. «Tu. Vieni qui.»
«Che c'è ora?!»
«Mostrami quello che hai in tasca.»
«Che?» Domandò l'altro evidentemente stupito dall'improvvisa richiesta.
«L'amuleto che hai in tasca» Ripetè la donna con fare annoiato.
«Ah! Dice questo?» Replicò il ragazzo estraendo l'amuleto e mostrandolo alla strega. «Me l'ha dato Doumeki.» Spiegò indicando l'arciere, il cui volto si fece improvvisamente più pallido.
Yuuko si limitò a prendere ciò che sembrava essere un o-momori studiandolo con attenzione. «Immagino tu lo abbia accettato senza sapere cosa fosse.» Mormorò.
«Che? È un talismano, Yuuko-san. Lo sanno tutti!»
Per tutta risposta la strega lo fulminò con lo sguardo, facendo lo stesso con Doumeki.
«Cosa pensavi di ottenere con questo?» domandò indicandogli il talismano. «Mi sembrava di averti detto di stargli a stretto contatto.»
L'arciere la fissò dritto negli occhi. «Lo so e lo avrei fatto. Quello era per le lezioni.»
«Posso sapere che... sta succendendo?» domandò Watanuki, sentendosi sempre più debole.
«Va a sederti al suo fianco prima.» Gli ordinò la donna senza guardarlo. «E prendigli la mano se non vuoi morirmi in negozio.» continuò, osservando Doumeki con espressione scettica.
A quello, l'arciere sgranò leggermente gli occhi osservando Watanuki in attesa della sua reazione. Il pensiero di doversi tenere per mano con quest'ultimo lo innervosiva.
Il più piccolo, invece, si alzò in piedi di scatto e le sue guance assunsero una tonalità molto simile al carminio. «Eh?! Prenderlo per mano? E per quale motivo io dovrei...!» Stava per iniziare a lamentarsi, scuotere le braccia in tutte le direzioni ed urlare come suo solito, quando un nuovo capogiro lo colse, obbligandolo ad appoggiarsi alla parete in preda alla debolezza.
Così, dopo un'esortazione da parte di Mokona ed uno sguardo penetrante da parte di Yuuko, Watanuki si ritrovò a sedere di fianco a Doumeki, al colmo dell'imbarazzo e senza riuscire a guardarlo, né tantomeno a muoversi.
«Aspetti di morire, prima?» chiese il più grande dei due, osservandolo con aria insofferente.
Per risposta, l'altro divenne semplicemente ancora più rosso e lanciò un'occhiata supplicante alla strega.
«Hai sentito cosa ho detto... prendigli un braccio se proprio non vuoi dargli la mano.» La donna guardò entrambi con sguardo profondamente annoiato. «Davvero, non vedo dove stia il problema, Watanuki.»
L'interpellato, nonostante la debolezza ed i battiti del cuore leggermente accelerati, scrutò l'amico per un'attimo per poi rivolgersi di nuovo a Yuuko.
«Ma è sicura che vada bene? Insomma... non lo farà stare peggio?»
«Tu toccalo e vedrai che entrambi vi sentirete meglio.» Rispose quest'ultima mentre Watanuki si voltava verso Doumeki per guardarlo, di nuovo.
«Fallo e basta.» Rispose l'arciere, ormai allo stremo delle forze.
«Ne... sei sicuro...?» Domandò Watanuki.
ll suo dubbio fu stroncato da un brusco cenno d'assenso dell'altro.
Se pur controvoglia, Watanuki si costrinse a tendere la mano per appoggiarla nervosamente sul polso dell'arciere. Il tutto in un misto di imbarazzo ed insicurezza.
In quel preciso istante, entrambi i ragazzi sentirono il sollievo fluire insieme all'energia.
I loro volti più sereni convinsero Yuuko ad esternare quanto doveva, così, dopo aver osservato il lavoro svolto da Doumeki, ne rivelò il contenuto ai presenti, alzando lo sguardo sull'arciere e sorridendogli in modo sinistro.
 «Avevi intenzione di ucciderti, Doumeki-kun?» Esclamò con tono d'accusa.
Questo fece scattare Watanuki, che si staccò di colpo dal ragazzo al suo fianco.
«Uccidersi?!» Ripetè con orrore.
Doumeki si limitò ad un silenzio teso e Yuuko annuì mostrando una ciocca dei suoi capelli. «Esattamente.» Esclamò. «Doumeki-kun li ha inseriti per darti la sua energia... ed ovviamente, una cosa del genere alla lunga avrebbe potuto ucciderlo.»
Impallidendo di nuovo, e questa volta non per la sola mancanza di energia, Watanuki si voltò verso il suo amico e lo guardò seriamente.
«Non devi fare cose del genere!» Esclamò afferrandogli il polso. «Non hai bisogno di... salvarmi sempre, andava benissimo in quel modo! Ce la faccio da solo, sai.» Terminò, l'espressione corrucciata.
Doumeki trattenne un sorrisetto e si limitò ad osservarlo con la coda dell'occhio. Watanuki che si preoccupava per lui era una novità che non gli dispiaceva affatto. «Da solo moriresti prima di rendertene conto.» Esclamò, come se fosse un dato di fatto.
«Morire prima di rendermene conto. Ma sentilo!» Si lamentò l'altro con fare piccato. «Chi è lo stupido che si è trasformato in una batteria vivente, eh?!»
Quello scambio di battute sembrò alleviare la tensione e, nuovamente allegra, anche Yuuko pensò bene di dare il suo contributo, ridendo agli estri di Watanuki e alle battute che Mokona faceva sui due ragazzi.
«Oh Mokona, non fare certe affermazioni, su!» Commentò all'ennesima battuta del manju nero. Poi con sguardo serio tornò a fissare l'amuleto ancora nelle sue mani. «Che ne facciamo di te...» Mormorò.
I suoi pensieri furono interrotti dalle nuove urla del suo dipendente. «Non c'è bisogno di ridursi ad uno straccio. Tu e la tua dannata fissazione di salvare la gente. Cos'è tirare con l'arco fa venire manie da super eroe alle persone?!»
In risposta a tanto urlare Doumeki portò le mani alle orecchie. Un'immagine che suscitò l'ilarità della strega.
«Quanti conosci oltre Doumeki che usano l'arco e ti salvano la vita?» Domandò con espressione ironica.
Quella domanda sembrò spiazzare il ragazzo che dopo averci pensato dichiarò che anche Haruka-san aveva un'arco.
«Può darsi... Ma di sicuro non ti ha mai salvato la vita.» Rispose l'altra notando l'improvviso interesse dell'arciere.
«Che? E quando quel demone stava per mangiarmi dopo che comprai il sogno da Himawari-chan?» Replicò l'altro iniziando a contare sulle dita le volte che era stato salvato dal sacerdote. «Per non parlare di quando sono caduto dalla finestra e... di ieri sera.»
«E tu credi che sia stato Haruka-san a salvarti?» Chiese la donna senza perdere di vista l'espressione di Doumeki. «Eppure ricordo di averti spiegato che dietro la sua presenza c'era un motivo che non aveva a che vedere con lui.»
Watanuki la fissò perplesso. «Si ma.. come... come può essere...» Domandò.
«Proprio non ci arrivi eh?» Proseguì la strega mentre Mokona andava a sedersi di fronte a Doumeki, osservandolo fisso fisso. «Non ti sei mai chiesto il perché Haruka-san ti appaia con le sembianze di Shizuka?»
Quelle parole riuscirono a far irrigidire l'arciere. In quel momento l'ultima cosa di cui aveva bisogno era la voce di Watanuki che urlava di odiarlo.
Fortunatamente il ragazzo era tanto confuso da non averne la forza.
«Loro si... somigliano.» Ribattè infatti indicandolo. «Ho visto una foto di Haruka-san ieri..»
A quel commento la strega rise nervosamente. «Ahahah ma Haruka-san non è morto così giovane!» Esclamò tornando a guardarlo con espressione seria. «Non hai visto nella foto che era più vecchio di come ti appare in sogno?»
«Certo che l'ho visto. Ma... una persona è libera di decidere come apparire quando... è uno spirito, no?» Domandò sempre più incerto.
Quell'ulteriore prova di non voler comprendere quanto era ovvio spinse la strega a farsi ancora più seria. «Watanuki Kimihiro.» Esclamò in tono professionale. «So per certo che lo stesso Haruka-san ti ha già detto di non essere mai stato lui a salvarti. Guarda in faccia la realtà.»
Watanuki sembrò non aver nulla da ribattere e Doumeki, che già da prima avrebbe voluto sollevare l'argomento, decise di approfittare dell'occasione offertagli da Yuuko.
«Hai visto mio nonno ieri? Per quello mi hai chiamato con il suo nome?» Domandò d'un tratto.
«Che?» Commentò l'altro. «Io ti ho... chiamato con il suo... Che stai dicendo!  Tu non c'eri in quel momento!»
«Idiota.» Fu la secca risposta dell'altro. «Chi credi ti abbia riportato in camera dopo che sei svenuto?»
Quella domanda sembrò spiazzare il povero Watanuki. «Eri... tu?» Mormorò.
L'altro si limitò ad annuire e quel modo di fare tanto odiato sembrò ridare vigore al ragazzo.
«Beh, non sperare che ti ringrazi!» Borbottò.
«E chi ti ha chiesto niente.» Rispose l'arciere notando lo sguardo di Yuuko.
«Watanuki e Doumeki giocano a fare gli sposini!» Urlò Mokona di punto in bianco, saltellando sul tavolo e andando verso il più giovane dei due che, a quel commento, era arrossito in modo evidente.
«Mokona.» Intervenne la strega. «Non metterli in imbarazzo, su.» Poi rivolgendosi all'arciere. «Spero che questa sia la prima ed ultima volta che provi a cambiare le mie regole, Doumeki-kun.»
«Hei! Perché con lui è così affabile e con me è sempre aggressiva?» Si lamentò Watanuki dopo aver ascoltato quanto avevano da dirsi.
«Forse perché lui si dimostra più... intelligente?» Replicò la donna fissando l'ora, poi batté le mani tra loro con uno schiocco sonoro. «Bene! Chiariti i punti in questione, direi che è giunta l'ora di mangiare. E voi...» Esclamò osservandoli entrambi. «Dovrete cucinare insieme, visto che l'amuleto lo terrò io.»
Quella notizia sembrò scuotere gli animi.
«Cosa? E la mia autonomia? Come faccio a cucinare con questo qui sempre attaccato?!» Protestò il cuoco con aria decisa.
«Non ti starò attaccato, così potrai avvicinarti quando ti scarichi.» Commentò in tono piatto l'arciere.
«Cosa?! Non sono un cellulare, hai capito?» Sbottò l'altro agitandosi. «Non ho bisogno di un caricabatterie!»
A quello, Doumeki tornò a fissare la strega. «Ora capisce il perché dell'amuleto?» Domandò indicandolo.
«Questo non significa che tu debba assecondarlo. Se non ti sopporta o rifiuta di guardarsi dentro... beh è un suo problema. Non tuo.» Ribadì la donna.
Senza ascoltarla Watanuki si alzò e, avvicinatosi alla porta, invitò Doumeki a seguirlo, dirigendosi con lui verso la cucina.
Yuuko li osservò con espressione indecifrabile. «Il primo passo è stato compiuto...» mormorò. «Ora è tutto nelle loro mani.»



Eccoci al termine di questo terzo capitolo che speriamo vi sia piaciuto come i precedenti. ^_^
come avrete notato i nostri "eroi" sono parecchio bloccati, ognuno nella propria posizione. Quella dell'uomo che non deve chiedere mai per Doumeki e, quella del demente per watanuki. :P Confidiamo nella vostra pazienza perchè, se pur non da subito le scene yaoi non mancheranno!


Ed ora andiamo alle vostre recensioni.

Witch Of The Dimensions: Come non darti ragione su Haruka :P Siamo contente che la storia continui a piacerti.

Doremichan:  Ihih Haruka ha fatto colpo (e come poteva essere altrimenti :P). Hem... come accennato i due si daranno da fare ma non subito in modo estremo. Wata in fondo è come ben sappiamo, piuttosto leeeento su certe cose. :P
In fondo, che ti aspetti da uno che invece di studiarsi Doumeki mentre dorme, va ad imparare a memoria la cucina? :P

Naco Chan: Ahahahah Yuuko qui si è un po' risentita. Sostiene che anche lei è molto dolce (Seee come no. Nd Lay - Come il veleno... :P Nd Hary). Riguardo la tua preoccupazione, come hai visto, non era affatto fuori luogo! ^^" Ah, Watanuki, non ci stancheremo mai di ripeterti quanto sei lento!

LawlietPhoenix: Ahahah anche tu ci hai preso non poco con il problema di Shizuka.
Su Watanuki ormai le parole sono state sprecate tutte. E' tonto. Che possiamo farci? XD

Yusaki: Dire che condividiamo in pieno i tuoi pensieri su Doumeki e Haruka è dire poco. XD
Siamo contente che la storia ti piaccia. ^_^

Raven di Halloween:
Ihihih Grazie per il sakè. Mooooolto apprezzato. Hic :P
Haruka è un piacere anche da scrivere. Zizi. E per il petalo di ciliegio... magari la risposta non è così lontana :P

Thyahiel: Grazie! Siamo felici che la storia ti piaccia! Quando a Yuuko ed Haruka... crediamo gli venga proprio naturale. ^^; Ahahah speri che il tempo proti consiglio a Watanuki? Speriamo gli porti anche un cervello nuovo. XD

Kyle: E finalmente anche il nostro supremo consigliere si fa vedere! Grazie per il commento, mr McDale-Reed, commento molto in Doumeki_style. Per la serie, due paroline in più le facevano male? ^^;



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Capitolo 4
*** A stretto contatto - Il peso delle parole ***


Destino inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 4
Il peso delle parole


Il cielo si era scurito già da diverse ore quando i due ragazzi si trovarono a percorrere la strada che li avrebbe condotti al tempio.
Il più giovane dei due stava lamentandosi da un po', borbottando parole cariche di rabbia contro la strega che, dopo essersi fatta servire e riverire, aveva preteso un pagamento, mandandoli in una delle tante stancanti missioni che come sempre era finita con Watanuki illeso e terrorizzato e Doumeki nei panni dell'eroe. Il tutto, per aver risolto brillantemente, e a spese del più giovane, il problema della stanchezza dell'altro ragazzo che, qualche passo più indietro, procedeva con aria tranquilla.
Come se non bastasse, Yuuko aveva deciso di affidar loro l'incarico di domenica sera, quando avevano avuto tutta la giornata a disposizione.
Ovviamente, se solo uno dei due le avesse chiesto il motivo, la risposta sarebbe stata 'Hitzusen'.

«Sempre a lamentarti tu.» Esclamò d'un tratto il più grande tra i due.
«Sempre a lamentarmi?» Ribatté l'altro indicandolo. «Non è colpa mia se a te sta bene essere vessato da quella! Per colpa sua domattina rischio di essere uno straccio!»
Doumeki proseguì come nulla fosse. «Devo ricordarti che sei tu che lavori per lei? Io ti sto solo facendo un favore...»
Mai parole furono più difficili da digerire, soprattutto considerando la situazione in cui si erano venuti a trovare neanche un giorno prima.
«Un favore eh?!» Urlò Watanuki. «Ne ho abbastanza dei tuoi favori. Tu e la tua mania di salvarmi la vita.» Proseguì, agitandosi e brandendo per aria una mano chiusa a pugno. «La prossima volta prima di accettare qualcosa da te andrò a chiedere a Yuuko-san di cosa si tratta. Lo farò si! Anche a costo di lavorare per lei tutta una vita!»
Diversamente dal solito la reazione dell'arciere non fu quella di tapparsi le orecchie.
«Quell'amuleto serviva a darti energia.» Rispose. Lo sguardo improvvisamente distante. «Non ti avrebbe causato problemi.»
All'inattesa risposta, Watanuki sembrò caricarsi di nuova rabbia. «Non mi avrebbe causato problemi?! Non... Sei un idiota! Ecco cosa sei!» Gli urlò, fermandosi di colpo. I pugni serrati contro l'impugnatura della cartella. «Come pensi che possa non causarmene, se tu ti conci in quel modo a causa mia.» Continuò in tono grave, sommesso.
Quelle ultime parole sembrarono colpire l'arciere che, fermatosi un istante, guardò il ragazzo con espressione più viva, le sopracciglia leggermente inarcate, quasi sorpreso. «Non preoccuparti per me.» Esordì, afferrandogli un braccio e riprendendo il cammino. «E poi, l'ho fatto per non sentirti strillare tutto il giorno.»
«Io non strillo tutto il giorno!» Continuò il più giovane svincolandosi, per l'ennesima volta in quella serata, dalla presa dell'altro. «Non vedo l'ora di rivedere Haruka-san, così potrò dirgliene quattro su come ti ha cresciuto!» Si lamentò quindi. «Ah, perché non sei come lui!»
«Ti secca tanto che non sia stato lui a salvarti... vero?» Mormorò l'arciere fermandosi nuovamente. "Preferisci un fantasma..." Pensò con amarezza.
Senza sapere bene il perché anche Watanuki finì col fermarsi e nel farlo si voltò verso Doumeki guardandolo dritto negli occhi.  «Cosa c'entra questo?» Chiese, in tono di sfida. «E comunque si, avrei preferito ci fosse stato Haruka-san al tuo posto...» Spiegò, in tono graffiante, sfidandolo con lo sguardo. «Perché lui avrebbe sicuramente trovato una soluzione migliore della tua, che non avesse a che fare con sacrifici e altre cose stupide!»
L'arciere si limitò ad ascoltarlo. Negli occhi, la stessa decisione di quando tirava con l'arco. «Se ho agito in quel modo è perché non fai che lamentarti di avermi sempre attorno.» Spiegò in tono asciutto. «Volevo solo liberare entrambi da questo peso.»
«Un... peso...» Mormorò il più giovane, sentendosi in qualche modo colpito da quell'affermazione e dal tono in cui era stata fatta. I pugni stretti, le labbra improvvisamente serrate. «È questo che sono?!» Proseguì, mentre qualcosa di molto simile alla rabbia si impadroniva lentamente di lui. «Non ti ho mai chiesto di farlo. Non ti ho mai chiesto di aiutarmi!» Urlò. «E se è questo che pensi...» Mormorò, prendendo un respiro profondo. «...me la caverò da solo!»
Un attimo dopo stava scappando.

Poco lontano anche Doumeki stava correndo. Una corsa contro il tempo, data dall'esigenza di raggiungere al più presto l'amico.
La mancanza di energia, se protratta, poteva causarne la morte, un pensiero che non voleva nemmeno sfiorare. In più, di sicuro dovevano esserci degli spettri attorno al ragazzo perché un paio di volte l'occhio che condivideva con Watanuki gli aveva mostrato strani esseri e, fortunatamente, alcune immagini del parco. Ciò lo aiutò ad indirizzarsi correttamente e a raggiungerlo in tempo, o quasi.
Quando lo vide, gli spiriti dovevano essere tanti: Watanuki era a terra, abbracciato su sé stesso e pallido come mai era stato.
Fu solo quando vide il primo, pericolosamente vicino al ragazzo, che Doumeki si ricordò di non avere l'arco. Il pensiero lo allarmò per un lungo istante, poi qualcosa sembrò prendere il sopravvento e, quasi come ci fosse stato qualcun altro al suo posto, si mosse con estrema naturalezza.
In quel preciso istante un'arco di energia apparve tra le sue mani e con esso riuscì a scagliare la prima freccia, eliminando il nemico.

Watanuki stava ancora tremando. La vista sfocata gli impedì di cogliere con precisione il volto del suo soccorritore. Quanto vide fu un arco luminoso e qualcuno che lo impugnava per salvarlo. Il primo pensiero corse ad Haruka. Poi gli tornarono in mente le parole del sacerdote e di Yuuko-san. «Dou...» Si fermò, deglutendo a fatica. «Shi...zuka...»
L'arciere che, intanto era riuscito ad allontanare gli spiriti, si fermò ad osservare l'amico.
Sentirsi chiamare per nome gli diede un brivido che sul momento non riuscì a spiegarsi.
«Oi...» Si avvicinò di qualche metro fermandosi nuovamente.
«Che... ci fai qui?» Domandò il più giovane con voce debole.
Invece di rispondere, Doumeki si chinò su di lui in cerca di eventuali ferite. «Vengo a salvarti... Che altro.»
Watanuki sembrò non aver nulla da ribattere e l'arciere approfittò del momento assai raro per caricarselo sulle spalle. «Se preferisci far finta che stia stato mio nonno a salvarti, posso restare in silenzio durante il tragitto.» Spiegò.
A quelle parole il ragazzo, ormai sulle sue spalle, gli tirò un debole pugno. «Ti avevo quasi scambiato per lui prima. Ma... come hai... fatto?» Chiese. «senza l'arco intendo...»
«Non lo so. Ho pensato che mi serviva ed è comparso. Lo chiederò a Yuuko-san.»
Passarono alcuni secondi, scanditi dai passi dell'arciere.
«Puoi farmi scendere ora... Sto meglio...» Mormorò d'un tratto il più giovane.
«Non importa...»
La stanchezza era tanta e Watanuki non trovò la forza di insistere o di arrabbiarsi. Rimase semplicemente immobile, cullato da quel lento ondeggiare. In fondo gli era andata bene. Per un attimo, quando gli spiriti lo avevano attorniato aveva temuto di terminare in quel modo la sua breve esistenza. In un parco, divorato dagli spettri, solo.
«Doumeki...» Tentò. «Senti... dicevi sul serio, prima?»
«Prima quando?»
«Quando dicevi di Haruka-san che... potevo fingere fossi lui, se lo preferivo...» gli ricordò il più giovane.
«Si...»
«Sei un idiota!» Dichiarò a quel punto, sentendosi in colpa. «Se tu non tentassi continuamente il suicidio per salvare la mia stupida vita...» Urlò, riprendendo a dimenarsi. «Io non arriverei a dirti certe cose!»
«Sta fermo.» Gli intimò l'altro, fermandosi per sistemarselo meglio sulle spalle. «Non ho tentato nulla e... la tua vita non è stupida.»
«Cosa?» Strillò il ragazzo, riprendendo ad agitarsi. «Yuuko-san ha detto che potevi restarci! Ti sembra nulla questo?!» La sua voce si fece improvvisamente più morbida. «Non mi sei simpatico ma da qui a volerti morto...»
«E' proprio perché so di non piacerti che l'ho fatto.» Rispose l'arciere mentre, ormai giunti al tempio, si accingeva ad aprire.
Quelle parole scossero Watanuki, lasciandolo in silenzio per un po'.
Non aprì bocca neppure quando l'altro lo mise giù, ordinandogli di andare a dormire.
Aveva sicuramente sbagliato ad urlargli simili cose, pensò.
La sola idea che l'altro avesse rischiato la vita dopo quanto gli aveva urlato era qualcosa che non riusciva a sopportare.
Sapere che l'aveva fatto proprio perché pensava di essere detestato da lui era molto, molto peggio.
Con aria cupa si preparò per la notte, raggiungendo la camera e trovando Doumeki già sotto le coperte.
Dopo averlo fissato per qualche istante, spense la luce. «Cosa volevi dire con quello?» Chiese, sdraiandosi anche lui.
«Solo quello che ho detto.» Fu l'unica replica.
Watanuki si voltò dall'altra parte, osservando il rettangolo di cielo offerto dalla finestra, pensieroso. In quel mentre sentì l'altro girarsi mentre la mano si stringeva attorno al suo polso.
Anche in quei frangenti continuava a preoccuparsi per lui, pensò con amarezza. «Allora... buona notte.» Mormorò.
In risposta giunse solo un leggero mugugno.

~x~X~x~

Trovarsi fuori in piena notte, illuminato dalla morbida luce lunare e avvolto da un'insolita sensazione di pace: Se potevano esserci dubbi su quanto stesse accadendo, gli bastò osservare la struttura del tempio per comprendere che si trattava di un sogno.
Quel luogo era ormai divenuto testimone dei loro incontri, pensò sorridendo appena, alla figura comodamente seduta sul portico.
«Haruka-san...» Mormorò.
«Buonasera, Kimihiro-kun...» Rispose l'altro, concedendosi una nuova boccata di fumo.
Watanuki lo osservò per un pò, riflettendo sulla somiglianza tra nonno e nipote e sulla sua evidente difficoltà nell'abituarsi alla cosa. «Come mai... ci incontriamo?» Chiese con tono stupito. «Non che mi dia fastidio...» Si affrettò a correggere.
L'uomo si limitò a sorridere gentilmente. «Avevi bisogno di parlarmi? In fondo... siamo nel tuo sogno.»
«Che?» Replicò l'altro senza capire. Intanto però le prime domande stavano già giungendo magicamente alla sua mente. «Io... non so se...»
«Sentiti libero di dirmi quello che vuoi...» Proseguì l'altro portando la sigaretta alla bocca. Poi si produsse in un sorrisetto ironico, anche se tutt'ora gentile. «Non lo dirò a mio nipote, non preoccupati.»
«Che?! Co..cosa c'entra Dou... Shizuka adesso?!» Esclamò il più giovane arrossendo visibilmente.
Haruka gli sorrise guardandolo con espressione divertita. «C'entra di certo...» Dichiarò facendosi un po' più serio. «Credo che mio nipote sia... arrabbiato con me. Sbaglio?»
Il ricordo di quanto avvenuto quel giorno spinse Watanuki ad abbassare lo sguardo. «No... lui... se è arrabbiato con qualcuno... quello sono io.» Mormorò stringendo i pugni. «Oggi... abbiamo litigato...»
L'uomo lo osservò senza mutare espressione.«Litigato, per cosa?» Si informò.
«Per via dell'amuleto...» Commentò il più giovane. «Io... non lo so il perché. Lui si mette sempre in pericolo per salvarmi e...» Il pensiero di tutte le volte in cui l'amico aveva rischiato a causa sua lo rese improvvisamente vulnerabile. «Non ho idea del perché... Me lo dica lei. È suo nipote in fondo...»
Invece di rispondergli Haruka si limitò a rimirare la luna, parlandogli con tono volutamente distratto. «Parlami dell'amuleto.»
«Che...? Ah... ecco, è perché ho perso l'energia di colpo e Yuuko-san mi ha ordinato di stargli vicino. Così... ieri mattina Shizuka mi ha dato quel coso e...» continuò infervorandosi. «Io l'ho preso con me e alla fine si è rivelato essere un affare che poteva anche ammazzarlo! E così mi sono arrabbiato!»
Haruka lo osservò sorridendo e nel guardarlo, per un breve istante, Watanuki ponderò se anche Doumeki quando sorrideva appariva nello stesso modo. Un pensiero che si obbligò a scacciare via in fretta, irritato da sé stesso.
«Vedi Kimihiro-kun...» Proseguì l'uomo con aria divertita. «Mio nipote è sempre stato un tipo concreto. Anche da piccolo lo era.» Il suo sguardo si fece più dolce, probabilmente per via dei ricordi. «Potrebbe non dire mai quello che pensa ma sono certo che lo dimostri altrettanto chiaramente con i suoi gesti.»
«Beh dovrebbe imparare a dirle le cose!» Ribatté il ragazzo, con più foga.
«Ti ricordi cosa ti dissero i tuoi genitori la volta in cui ti ho aiutato a tornare?» La domanda improvvisa, del tutto distante da quando si attendeva, spiazzò Watanuki lasciandolo senza parole. «Ti dissero che non sei solo... ricordi?»
«Che... cosa c'entra questo, ora?» ribatté il ragazzo.
«Proprio non ci arrivi, eh?» Continuò l'altro, alzandosi ed avvicinandosi al giovane. «Yuuko-san deve avere un bel da fare con te..»
«Cosa?! Sono io che ho un gran da fare con lei! Ha idea di quanto beve?!» Si fermò nel notare lo sguardo improvvisamente serio del sacerdote.
«Kimihiro-kun, pensaci...» Replicò l'uomo. «Non essere soli significa avere qualcuno che ci vuol bene, che non vuole che ci succeda nulla. Cosa farebbe qualcuno con questi scopi?»
Watanuki sembrò ragionarci per un po'. «Io... non lo so. Forse... sarebbe gentile... con me?» Domandò con tono incerto.
Per tutta risposta Haruka si lasciò andare ad una delle sue risatine. La sua figura sempre più evanescente. «Si preoccuperebbe per te... » Chiarì, mentre ogni immagine svaniva per lasciar posto alle sue ultime parole.
«Cosa farebbe chi mi vuol bene?» Ripeté il ragazzo un attimo prima di svegliarsi.


«Si preoccuperebbe?» Esclamò emergendo dal sonno.
A pochi centimetri da lui, Doumeki lo stava fissando e, per un attimo, Watanuki pensò si trattasse ancora di Haruka.
Se la somiglianza fisica era tanta, caratteri ed espressioni risultavano però ben diversi e questo lo aiutò a comprendere la realtà dei fatti.
«T..tu! Come osi starmi così vicino?! Pervertito!» Esclamò saltando letteralmente fuori dal suo fouton. «Ma dico hai idea di cosa sia la privacy?!» Strillò, assumendo un colore di tue toni più rosso.
L'arciere lo studiò con espressione impassibile. «Idiota.» Borbottò. «Torna qui, prima di sentirti male.»
Sentendosi effettivamente più debole, il ragazzo obbedì e sospirò, lasciando che il padrone di casa ristabilisse il contatto.
«Prima... hai fatto il mio nome. Nel sonno.» Esordì quest'ultimo, spezzando l'improvviso silenzio.
Quell'affermazione sembrò sconvolgere il più piccolo. «Che hai detto?!» Esclamò osservandolo in un misto di imbarazzo ed incredulità. «Impossibile. Io non parlo nel sonno e... Non ti chiamerei mai per nome! Non scherziamo!»
L'arciere lo guardò con la solita espressione neutra. «L'hai fatto, invece. Hai detto cose come... Shizuka, Haruka-san, si preoccuperebbe... Devo continuare?»
«Tu! Potevi anche evitare di ascoltare una conversazione privata!» Strillò il più piccolo ormai conscio di non avere più difese sull'argomento.
«Non era privata. Hai fatto il mio nome. Mi riguardava.» Replicò l'altro fissandolo con sguardo cupo.
A quelle parole Watanuki iniziò a dimenarsi. «Ti ho già detto che non farei mai il tuo nome!!» Urlò, rosso per l'imbarazzo.
Doumeki continuò a fissarlo. «Anche prima l'hai fatto. Quando ti ho salvato.»
«Cosa?! Non è vero! E poi... e poi...» Al ricordo di quanto accaduto poco prima Watanuki non trovò altra scelta che arrendersi, sospirando stancamente. «Ho sognato tuo nonno...» Ammise.
«Ed hai fatto il mio nome.» Ripeté l'arciere, senza smettere di fissarlo. «Perché?»
«Con Haruka-san... capita spesso di nominarti.» Esclamò il più giovane, distogliendo lo sguardo.
Tra i due si fece largo il silenzio. Un momento di quiete presto interrotto dall'altro. «Perché.» Ripeté l'altro, in un sussurro.
La tensione data dalla conversazione e dai battiti del cuore, stranamente accelerati, infervorò Watanuki più del dovuto. «Perché sei uno stupido! Ecco perché!» Si lamentò. «Non si capisce mai a cosa pensi e fai sempre cose stupide e pericolose! Se solo avessi preso un pò della parlantina di tuo nonno!» Continuò stringendo i pugni al ricordo di quanto detto da Haruka-san durante l'ultimo incontro. «Anzi, dovreste imparare entrambi! Cos'era tutto quel parlare per enigmi. Cosa farebbe chi mi vuole bene? E che ne so io, che lo chieda ai diretti interessati insomma!» Urlò agitando i pugni chiusi verso la finestra, come se lì fuori ci fosse davvero il sacerdote.
Per nulla sconvolto dalle tante parole del più giovane, Doumeki lo bloccò riprendendo a parlare con tono immutato. «In pratica non capisci né se ti si parla né se si sta zitti.»
«Che hai detto?! Non è colpa mia se avete una qualche tara genetica. Tzè! Voi Doumeki! Tutti fascino e mistero!» Urlò senza badare alle parole appena usate.
A quell'affermazione, l'arciere lo fissò in silenzio per qualche istante, stranito sebbene dalla sua faccia non lo mostrasse. «Mi trovi affascinante?» Domandò infine, avvicinandosi per cogliere l'espressione del ragazzo che, resosi conto di quanto detto si era tappato la bocca con entrambe le mani.
«No!» Urlò un Watanuki color peperone! «Sono gli altri, a scuola... nel club... Sono loro che lo dicono! Non io!» Si giustificò.
«Quindi parli a nome degli altri...» Replicò il più grande, sorridendo all'espressione imbarazzata dell'altro.
Quel semplice gesto bastò a paralizzare Watanuki, che per diversi secondi osservò quell'espressione decisamente nuova sul volto dell'arciere. Un sorriso che riusciva a turbarlo.
La reazione del più giovane non passò inosservata. «Stai bene?» Gli domandò d'un tratto Doumeki. «Hai cambiato colore...»
«I...io è... tardi!» Replicò l'altro in sua difesa e, senza aggiungere altro tornò a sdraiarsi nascondendo il viso sotto le coperte.
Anche l'arciere fece lo stesso. «Non darmi del pervertito...» Mormorò infine prendendogli un braccio. «Lo faccio per te...»
Ancora più imbarazzato, Watanuki preferì rimanere in silenzio, osservando le poche stelle visibili dallo spiraglio di mondo offertogli dalla finestra, in attesa di scivolare lentamente in un sonno ristoratore.



Rieccoci qui! Allora piaciuto questo nuovo capitoletto? Siamo sicure che Watanuki ha fatto uscire di testa anche voi, vero? Noi ci siamo dovute sostenere a vicenda per non sopprimerlo. :P
Ma andiamo ad un importante news! Sperando di farvi cosa gradita, abbiamo deciso di premiare l'affetto che dimostrate alla storia, (nd.Wata: Storia? Quale storia? Queste vogliono vedermi in modalità uke, altro che! - nd.Lay ed Hary: Wata, tu sei uke! :P) dicevamo? Ah si, che volevamo premiarvi con un episodio speciale che postermo a metà settimana. Sarà una cosa piccina ma inerente alla storia, quindi non perdetelo :P


Doremichan: Grazie come sempre per i commenti al capitolo. ^^ Eh si, Watanuki fa tanto il duro ma alla fine ha il cuore tenero, quindi si è preoccupato. Come dargli torto. :P

Yusaki: Ahahaha il tuo cellulare porta gli occhiali? :P Comunque don't worry, le scene romantiche non mancheranno. Così come quelle angst ed, ovviamente, anche se non subito, quelle yaoi. Continua a seguirci. E' bello sapere che la storia piace. ^_^

Ikarikun: Che dirti se non: Buon viaggio e portaci qualche souvenir, noi dal canto nonstro  non ti faremo aspettare! Recensisci quando torni e saremo contente. Al tuo ritorno avrai di che leggere!

LawlietPhoenix: Grazie grazie. ^_^
Ci fa davvero piacere che la storia ti piaccia tanto. Noi ci teniamo molto, anche perchè ci occupa tantissimo tempo. ^^;
Eh, hai proprio ragione su Watanuki... è testardo ed in piena fase di negazione! Ma gli passerà, vedrai. *risata malefica*
Comunque, ci auguriamo che anche questo capitolo sia stato all'altezza delle tue aspettative. Alla prossima. :)

Naco chan: Metteremo i tuoi commenti sotto "spoiler" tra un pò. XD (nd. Lay)
Grazie come sempre per il commento al capitolo. Speriamo che anche questo ti sia piaciuto. In fondo siamo ancora alla parte introduttiva della storia. ^^

Witch of The Dimensions: Non sai nemmeno QUANTO piena di risvolti inattesi ed intrecci. Anche noi ci continuiamo ad incartare nonostante tutto. Comunque, Yuuko-san è sempre Yuuko-san, come faremo senza di lei? (ringraziate Lay per quanto viene bene!! ndHary - ¬.¬ ndLay) Speriamo che anche i prossimi capitoli ti piaceranno!

Raven di Halloween: *Lay ed Hari si accomodano e ordinano a Wata di portare gli stuzzichini.*
Oh ne avrai di spaventi da prendere! mhuahuahua
E le fan, ah! le fan! Tra poco vedrai... *misteriosamente*
Ahahaha sai che anche a Doumeki piace Watanuki quando si imbarazza? :P
Continua a leggerci! XD

Thyahiel: Graaaaazie ^_^ *Lay e Hari saltellano emozionate e rosse peggio di wata nei momenti peggiori* Noi molto contente ^^"
Ahahaha, non suggerire cose del genere al nostro Shizuka... potrà sembrare la calma fatta ragazzo ma sotto sotto... *sghignazzando*
Ah, rendere Watanuki più intuitivo? Temiamo che rendere più intuitivo quello zuccone sia troppo anche per lei, o comunque davvero troppo costoso. :P (Ahio! Doumeki, ma ti pare il caso di colpire così le tue autrici?! NdHary e Lay - Ve lo meritate. NdDoumeki)
Continua a seguirci! *vanno a medicarsi ;_;*

Non dimenticate di tornare a leggerci per metà settimana!

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Capitolo 5
*** A stretto contatto - L'amuleto ***


Destino inevitabile - A stretto contatto CAP Extra - L'amuleto
Destino Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 5 - Extra

L'amuleto (Ovvero come Yuuko-san vede e provvede)


Yuuko entrò nella stanza buia, una delle tante del negozio senza tempo che era la sua casa.

Appena avanzò di un passo oltre la soglia le candele poste ai quattro angoli della stanza si accesero, tracciando le decorazioni di farfalla sulle pareti.
la strega delle dimensioni aprì la mano osservandone con attenzione l'oggetto che, un attimo dopo, iniziò a disfarsi mentre gli elementi che lo componevano andavano separandosi. Il tutto in totale assenza di movimenti da parte sua.
L'o-fuda sul quale, con un'esercizio di perfetta calligrafia, era stato scritto il kanji per "Energia"; Il sigillo, un nastro di seta leggera che serviva a confinare l'effetto dell'amuleto ad una sola persona; Per finire i capelli, corti e neri, appartenenti a Doumeki Shizuka.
Bastò una formula recitata a fior di labbra e le iscrizioni impresse sull' o-fuda, scritte in giapponese antico, si staccarono dalla pergamena.
Ogni singolo kanji fluttuò verso i quattro angoli della stanza disperdendo simboli e significati ad esso legati. Infine, l'effetto che l'intero insieme aveva costituito andò immediatamente disperso, sotto lo sguardo vigile della strega.
 
Doumeki, pensò, era abbastanza sveglio da trovare da sé le risposte che cercava e altrettanto sconsiderato da ignorarne gli evidenti avvertimenti. Perché era ovvio che nel rimedio per trasferire la propria energia a qualcun'altro ci sarebbero state delle chiare avvertenze, soprattutto se esso proveniva da uno dei libri scritti da Haruka Doumeki.
Quando era in vita, il sacerdote non aveva mai mancato di mostrare un misto di prudenza, senso dell'avventura e saggezza. Caratteristiche che gli erano rimaste anche in seguito e delle quali aveva accresciuto l'estrema saggezza che nel tempo lo aveva reso più conosciuto che in vita.
Era chiaro, quindi, che Doumeki era ben consapevole di quanto gli stesse accadendo e che l'unico motivo per il quale aveva scelto di ignorare i primi segni di stanchezza era da ricondurre a Watanuki. Esattamente come tutte le altre volte in cui si era trovato a rischiare la propria vita pur di salvare quella dell'altro, concluse, fermando il fiume in piena della sua mente e tornando a concentrarsi su quanto stava facendo.

Separati i vari kanji da simboli ed iscrizioni varie la strega iniziò a lavorare su un nuovo amuleto che avrebbe orchestrato a partire dagli elementi del vecchio.
Con sguardo deciso si avvicinò ad un tavolino in ciliegio, prendendo un pennello, dell'ichiostro, ed un paio di capelli leggermente più lunghi di quelli precedentemente contenuti nell'o-momori. Quella che stava per venire alla luce, pensò, era  una creazione più che intonata alla situazione attuale delle persone coinvolte.
Rapporti che si rinnovavano e cose, nonché situazioni che cambiavano di significato.
Così, tornando nel centro della stanza, la strega delle dimensioni attirò a sé l'o-fuda, intinse il pennello nell'inchiostro e con destrezza scrisse sul retro del pezzo di pergamena due nomi, Shizuka Doumeki e Watanuki Kimihiro.
Richiamò i kanji in giapponese antico, osservandoli mentre, posandosi sulla carta tra i nomi dei due, mutavano seppur di poco il loro significato, diventando come guardie contro qualunque male potesse venire arrecato dall'usare i nomi delle persone in modo errato.
Attirò i capelli dell'arciere, che intrecciò più strettamente possibile insieme a quelli di Watanuki.
Girando l'o-fuda, scrisse sotto alla grafia precisa dell'esorcista altri due Kanji, che risultarono impressi in una forma tanto morbida da ricordare il volo di una farfalla.
Infine, richiamò il nastro che faceva da sigillo, incidendovi con il solo sguardo alcuni simboli di protezione. A quel punto bastò un rapido movimento della mano e l'amuleto fu pronto.
La strega contemplò il proprio lavoro con aria soddisfatta.
Un'opera del genere avrebbe richiesto un prezzo piuttosto alto, se solo fosse partita dal materiale base, rifletté.
Stando così le cose, invece, non c'era stato bisogno di alcunché, poiché l'occorrente era già presente.
Il suo sguardo andò ad un piatto in argento posato su un basso tavolino, decorato con dei disegni di farfalla tanto fini da sembrare ricamati su una stoffa preziosa.
Sulla superficie splendente riposavano alcuni dei kanji precedentemente impressi sull'o-fuda.

Le parole, pensò, hanno potere.
In particolare se scritte con degli scopi in cui si crede fermamente.
Lo sguardo andò nuovamente sull'amuleto appena creato. Un oggetto di grande potere.
Dopotutto, anche le nuove parole erano state tracciate con sentimento.



Come promesso eccovi il capitoletto speciale. Speriamo sia stato di vostro gradimento. Potrebbero seguirne degli altri. ^_^
Risponderemo alle recensioni nel prossimo capitolo.
A presto dalle vostre Streghe!

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Capitolo 6
*** A stretto contatto - Fraintendimenti ***


Capitolo 6
Destino Inevitabile - A stretto Contatto
Capitolo 6
Fraintendimenti


Il Lunedì mattina la strega inviò loro un messaggio. Non si trattava di una qualunque missiva, bensì di un origami avente in tutto e per tutto l'aspetto di una farfalla che, senza un'apparente ragione, eccezion fatta per la magia, poteva muoversi autonomamente librandosi nell'aria con movimenti leggiadri.
Quando la videro giungere al tempio Watanuki e Doumeki si trovavano in cucina. Il primo era intento a riempire i bento-box con tramezzini, insalata ed uova sode. L'altro se ne stava fermo sulla porta, osservando la scena con sguardo annoiato.
«Cos'è, andiamo ad un pic nic?» domandò di colpo, fissando il più giovane con espressione leggermente ironica.
«No, ma a quest'ora che pretendevi! È tutta colpa di Yuuko-san e dei suoi incarichi notturni...» Si lamentò il ragazzo con tono stanco.
Quel segno bastò a smuovere Doumeki che in un attimo gli fu accanto, pronto a supportarlo con la sua energia.
«Per quanto sarà così?» Si informò il cuoco a bassa voce, ancora intento ad abbellire i contenitori del pranzo.
«Non saprei...» Fu il commento laconico dell'altro.
«E... non ti da fastidio... questo?» Continuò il più giovane, sollevando appena il braccio che l'altro gli stava tenendo.
«No.» Fu la risposta, immediatamente interrotta dall'arrivo della farfalla.
Senza terminare quanto stava dicendo, l'arciere osservò lo strano origami atterrare direttamente tra le sue mani.
«Cos'è?» Domandò Watanuki, sporgendosi per osservare la farfalla che, pochi istanti dopo, si tramutò in un foglio di carta con impressa l'elegante grafia di Yuuko-san.
«Sembra che ci stia ordinando di recarci da lei prima che a scuola.» Commentò Doumeki, senza scomporsi.
«Cosa?!» Urlò Watanuki iniziando a dare di matto. «Come se non avessimo già abbastanza cose da fare!»

Venti minuti dopo stavano già uscendo da casa della strega, diretti verso la scuola.
«Certo che Yuuko-san è proprio un bel tipo.» Commentò Watanuki una volta usciti dal negozio. «Mandarci a chiamare a quest'ora del mattino per cosa? Per sapere com'è andata ieri? Non poteva informarsi al pomeriggio?» Urlò agitando un pugno verso il cielo.
«Aveva un motivo.» Fu la semplice risposta del più grande.
«Che?»
All'espressione stranita dell'altro Doumeki si fermò, frugandosi nelle tasche ed estraendo un oggetto molto simile all'o-momori sequestratogli da Yuuko. «Prendilo» Ordinò, osservando Watanuki.
Il ragazzo si fermò per esaminare lo strano oggetto, spostando lo sguardo da questo a Doumeki per un paio di volte. «Siamo sicuri che sia stata Yuuko-san a dartelo? E se fosse un'altra delle tue stupide idee? Mi stai troppo antipatico per averti sulla coscienza!» Sbraitò.
Per tutta risposta l'arciere lo fissò con espressione indecifrabile. «Idiota.» Esclamò, afferrandogli un braccio per obbligarlo a prendere l'amuleto. «L'ha fatto Yuuko-san. Ha detto che con questo potrai andare avanti per circa un'ora. Poi dovrai darlo a me, per ricaricartelo.»
«Non sono un cellulare!» Borbottò il ragazzo riprendendo a camminare. «Sai che ti dico? Se ti succede qualcosa avrò un pranzo in meno da preparare!» Continuò.
«E non urlare.» Ribattè l'altro tappandosi prontamente le orecchie.
Poi tornò a ripristinare il contatto in modo da non sottrarre preziosa energia all'amuleto.

Arrivarono a scuola qualche minuto dopo, in perfetto orario. Un attimo prima di entrare, Watanuki si staccò da Doumeki. «Allora ci vediamo tra un'ora» Esclamò, allontanandosi in direzione della sua classe. Riuscì a muovere giusto un  paio di passi quando un pensiero lo sfiorò mandandolo su tutte le furie. «Ma insomma, perché devo dire certe cose da... da... coppietta proprio a TE!» Urlò istericamente.
Il diretto interessato si mise un dito nell'orecchio e si allontanò verso la sua classe. «Casinista.» Borbottò.
«Guarda che ti ho sentito!»


~x~X~x~


«... Iniziate, adesso!» esclamò l'insegnante di economia domestica dopo aver dato agli alunni la ricetta di quel giorno. Un dolce di pan di spagna, base ideale per tanti tipi di torte e, soprattutto, nemico numero uno di tanti studenti.
Watanuki, Doumeki e Himawari erano ad uno dei banchi da lavoro posti nel mezzo della classe. Una situazione piuttosto atipica visto che le lezioni che i tre condividevano erano rare.
Watanuki, in piedi tra gli altri due, aveva già diviso le chiare d'uovo dai tuorli e stava sbattendole con la frusta da dolci, mostrando con piccoli semplici gesti la sua maestria. Teneva la ciotola sotto un braccio mentre chiacchierava allegramente con l'amica accanto a sé.
«Sei proprio sicuro, Watanuki-kun?» Domandò Himawari, alternando uno sguardo dubbioso dal proprio lavoro a quello del compagno.
«Sicurissimo! Sei bravissima, Himawari-chan!» le sorrise allegramente quest'ultimo, annuendo con tanta enfasi da rischiare di buttar fuori le chiare d'uovo mezze montate, salvo prodursi subito dopo in un salvataggio d'emergenza.
Accanto a lui, Doumeki trattenne un verso annoiato.
«Beh? Cosa vuoi tu...» Si lamentò Watanuki notando il lavoro svolto dall'arciere. In un attimo la sua espressione, se possibile, si fece ancora più rabbiosa. Le sopracciglia inarcate, come in un moto di incredulità. «TU!» Gli urlò. «Cosa stai facendo a quelle povere uova!?»
Un istante dopo, Doumeki si trovò una frusta per dolci, puntata contro, da un infuriato Watanuki.
«Cucino. Cosa credi che stia facendo?» Rispose, corrucciando lievemente la fronte.
«Cucini? ...Cucini?!» Il cuoco lo guardò malissimo. «Ma sei idiota! Il pan di spagna ha bisogno che le chiare d'uovo siano perfette!» Sbottò, esasperato.
In quel momento una delle ragazze, impegnata al banco da lavoro poco distante, ridacchiò indicando Doumeki all'amica.
In sottofondo si udì uno 'Shizuka-kun', più altre risatine e voci ammirate che dicevano che oltre ad essere bello, l'arciere era anche bravo in tutto.
Indifferente a tutto questo, Watanuki continuò ad agitare l'utensile da cucina sotto il naso dell'altro. «Insomma! devi Montarle a Neve, non... Sbatacchiarle!»
L'arciere si limitò ad uno sguardo annoiato. Poi, leggermente innervosito dai modi dell'altro, sbatté con forza il suo contenitore proprio dinanzi al cuoco attirando così l'attenzione di tutti. «Se ci tieni tanto, fallo tu.» Sbottò, prima di infilare con nonchalance un dito nell'impasto di Watanuki per portarselo alla bocca ed assaggiarlo.
Davanti alla simpatica scenetta, Himawari ridacchiò divertita. «Watanuki-kun, saresti una perfetta casalinga!» Esclamò allegramente.
Il ragazzo intanto, scoperto il gesto dell'arciere, si lasciò andare ad un urlo tale da richiamare l'attenzione dell'insegnante e, ovviamente, un suo rimprovero.
Come se non bastasse anche i compagni si voltarono, improvvisamente interessati.
«Ichi-chan» Commentò la ragazza che poco prima si era fatta sfuggire una risatina, «quei due litigano come una coppietta, vero?» Chiese alla compagna di banco in quello che voleva essere un bisbiglio, ma che sfortunatamente finì con l'essere udito da tutti.
Senza scomporsi Doumeki si riappropriò dell'impasto, lanciando un'occhiata laterale in direzione di Watanuki «Contento adesso?»
Il ragazzo non rispose e dopo averli osservati per un po' Himawari  annuì lentamente.  «È vero, sapete. Oggi andate più d'accordo del solito!»
«N-non è vero...!» Negò il più giovane dei due, stando attendo a non alzare troppo il tono della voce.
Seguì qualche momento di silenzio in cui i tre si dedicarono ai rispettivi compiti.
Watanuki  aveva appena infornato la sua torta quando Doumeki, controllando l'ora, si sporse verso di lui prendendogli il polso.
«Adesso non metterti a strillare.» Gli sussurrò ad un orecchio. «Senza questo» Proseguì stringendo leggermente la presa sul braccio dell'altro per essere certo di farsi capire. «Tra poco cadrai a terra svenuto.»
In risposta a quel gesto Watanuki si voltò rapidamente verso l'arciere, pronto a dirgli qualcosa di molto sgarbato. Il suo intento svanì quando, un attimo dopo, si ritrovò a fissare il compagno dritto negli occhi. La vicinanza era tale che i loro nasi quasi si sfioravano e, consapevole di ciò, Watanuki riuscì solo a trattenere il respiro, mentre le sue guance si coloravano di rosso. 
In quel mentre la campanella sembrò accorrere in suo aiuto suonando e dandogli modo di staccarsi dallo sguardo ipnotico di Doumeki. «C-ci vediamo...» Borbottò, allontanandosi al colmo dell'imbarazzo.
Indifferente ai commenti e ai diversi sguardi, non privi di malizia, l'arciere, seguì il compagno con lo sguardo. «Oi.» Esclamò, riprendosi da quell'improvvisa vicinanza.
Watanuki si fermò sulla soglia della porta. «S-si?»
«Ti sei dimenticato questo.» Dichiarò, raggiungendolo e tirando fuori dalla tasca l'amuleto, nuovamente carico.
«Ah, vero...» Rispose l'altro, e senza guardarlo, afferrò l'oggetto, infilandoselo in tasca.
«Watanuki-kun! Doumeki-kun!» Si intromise Himawari. «Siete già arrivati ai regalini! Posso vederlo?» Domandò con aria raggiante.
Watanuki, le rivolse uno sguardo perplesso. «Regalini...? In che senso?» Domandò senza capire.
L'altro ragazzo approfittò di quel momento per negare ad Himawari, forse un po' rudemente, il permesso di vedere il talismano. «Dopo.» Borbottò e, afferrato Watanuki per un braccio, iniziò a trascinarlo fuori dall'aula, prima che quest'ultimo capisse le parole della ragazza. Cosa che, ovviamente, avvenne poco dopo, scatenando le urla del più giovane. Urla che riecheggiarono in ogni dove.


~x~X~x~


Quella sera, al tempio, Watanuki si concesse una lunga doccia lasciando che le tensioni della giornata scivolassero via insieme all'acqua. Quando finì indossò lo yukata e, più sereno, uscì sul portico fermandosi ad osservare il punto esatto in cui spesso, nei suoi sogni, si incontrava con Haruka.
Le parole del sacerdote gli tornarono alla mente e, troppo stanco per opporvisi, si mise a sedere ripensando a quell'ultima conversazione.
«Certo che anche lui potrebbe essere più chiaro.» Sbottò, esasperato.
«È qui che vi incontrate?»
Il suono di una voce che non era la sua lo fece trasalire. «Do...Doumeki...» Farfugliò, osservandolo con espressione dubbiosa. Per un attimo lo aveva scambiato per Haruka, salvo poi rendersi conto che il ragazzo che aveva davanti non mostrava il minimo segno di un sorriso e, cosa ancora più importante, non fumava alcuna sigaretta.  «Mi... mi hai spaventato!» Borbottò. «E non fare quella voce... È strano...»
Alla reazione inattesa, l'arciere lo fissò senza capire. Poi si guardò intorno e all'improvviso tutto gli fu chiaro. «Cos'è strano, esattamente.» Chiese, sedendosi proprio dove solitamente sedeva suo nonno. «Il fatto che io e lui abbiamo la stessa voce?»
Ancora scosso, Watanuki si limitò a fissarlo, notando come i due fossero effettivamente identici sotto ogni aspetto.
«È... È colpa tua.» Si giustificò. «Mi appari all'improvviso vestito come lui e... parli con la sua voce...»
«Questa è la mia voce.» Lo bloccò l'altro, sporgendosi in avanti in modo da guardarlo negli occhi.
Nonostante la vicinanza, il più piccolo non si allontanò, limitandosi ad evitare lo sguardo dell'arciere. «È che... non capisco...» Continuò.
«Cosa non capisci.»
«Ieri... Haruka-san mi ha chiesto se ricordavo quanto mi avevano detto i miei genitori. Sai, quando sono caduto dalla finestra della scuola. Ecco... non capisco il motivo, insomma... che c'entra con...» Lo guardò per un attimo, tornando a deviare lo sguardo altrove. «Questo...» Concluse, indicando l'amuleto ormai quasi scarico.
Doumeki lo fissò con espressione neutra. «Non ti ha... detto altro?»
«Prima... stavamo parlando di te... Non credo c'entri nulla.»
«Cosa stavate dicendo?» Chiese il più grande, l'espressione vagamente incuriosita.
Watanuki sembrò pensarci. «Gli ho parlato del talismano che hai fatto. Dicendogli quanto sei stupido.» Lo fissò con rabbia. «Ecco cosa gli ho detto!» Poi, tornando più calmo. «Lui... ha risposto che tu sei una persona concreta e poi... mi ha chiesto dei miei genitori.» Si fermò, probabilmente ancora in cerca di un filo conduttore capace di guidarlo attraverso quei pensieri per lui troppo distanti.
«Forse voleva farti capire che quello che ho fatto aveva uno scopo.» Tentò l'arciere, senza guardarlo.
«Si, quello di ammazzarti.» Ribatté l'altro.
Doumeki sembrò non prestargli ascolto e poco dopo tornò a rivolgergli la parola. Gli occhi fissi davanti a sé. «Ti lamenti spesso di me... con lui?»
Quella domanda sembrò spiazzare il ragazzo. «Beh... lui è tuo nonno. Immagino che ti capisca meglio... di me. È normale che provi a chiedere il perché delle tue azioni, non trovi?»
«Sarebbe più normale se ne parlassi con me.» Fu la risposta, come sempre priva di qualsiasi inflessione.
Irritato da quell'osservazione Watanuki si voltò a fissarlo. «E come faccio. Tu è già tanto se parli a monosillabi. Non leggo nel pensiero e se anche sapessi farlo...» Quel pensiero per qualche strano motivo lo rattristò. «Con te non mi riuscirebbe, probabilmente...»
Quella risposta sembrò non soddisfare l'arciere che, giratosi a guardarlo, aprì bocca per poi richiuderla subito dopo.
«Ecco!» Si lamentò l'altro indicandolo. «È esattamente questo che intendo! Dico, tu ci parleresti con uno come te?! Almeno Haruka-san comunica!»
Doumeki sembrò ignorare del tutto il commento. «Andiamo a dormire allora.» Esclamò asciutto. «Così potrai sognarlo quanto ti pare!»
«Che... che c'entra questo? E poi non lo sogno mica ogni notte!» Continuò il più piccolo in tono alterato.
«Non mi sembra di avertelo chiesto.»
Quella risposta, unita alla freddezza della voce del padrone di casa, fece calare una sensazione di gelo in Watanuki che, stanco di discutere, si alzò per rientrare. Riuscì a malapena a superarlo che un improvviso capogiro lo obbligò ad appoggiarsi ad una parete.
Nel vederlo barcollare, Doumeki lo raggiunse, sfiorandogli un braccio. «Ci sei?» Domandò. La voce già meno dura.
Per tutta risposta il ragazzo si limitò ad annuire e, lasciata la presa, l'arciere tornò a guardarlo. «Rientriamo?»
Watanuki lo ascoltò osservando la parte di portico che li aveva ospitati fino a qualche istante prima. Lo stesso punto dove spesso si incontrava con Haruka.
Tornò a fissare l'arciere, cercando di mostrarsi grato per l'aiuto che, nonostante l'evidente incompatibilità, continuava ad offrirgli. «Rientriamo» Sussurrò.
Il più grande lo affiancò senza aggiungere nulla.

~x~X~x~


Quel nuovo giorno arrivò fin troppo presto, trascinando con se le amarezze del precedente. Così, dopo una notte trascorsa a riflettere su quanto accaduto qualche ora prima, Watanuki si rese conto di avere qualcosa di strano.
Doumeki gli era sempre stato antipatico, dal primo istante in cui l'aveva visto. Ciò nonostante le insistenze di Yuuko, la sfortuna, forse anche l'hitsuzen, avevano finito col far incrociare il destino dell'arciere con il suo. Persino la vecchia veggente aveva visto da subito come si sarebbe evoluto il loro rapporto, da sempre tanto difficile. E alla fine, pensò osservando il ragazzo ancora addormentato, erano giunti a quella convivenza forzata. Fatta come sempre di liti e di pranzi, e del più grande che si occupava di lui.
Con amarezza si lasciò andare ad un profondo sospiro.
Erano passati due anni ormai da quando Yuuko-san aveva fatto capolino nella sua vita, modificandola in toto ed alterando con essa anche quella delle persone a lui più vicine.
In fondo, se c'era qualcuno che avrebbe avuto diritto di lamentarsi quello era proprio Doumeki, costretto a farsi male per proteggerlo, a perdere la vista, a donargli il suo sangue. Persino a non avere più una sua vita. E tutto semplicemente perché lui esisteva.
Allora perché, se pur consapevole di tutto ciò, non poteva essergli grato? In tutto quel tempo l'arciere non si era mai lamentato offrendosi sempre, anche troppo, e tutto in cambio di qualche pranzo. D'accordo i pranzi erano tutti per la verità, alcuni anche parecchio laboriosi. Ma cos'erano in fondo, se paragonati a quanto ogni giorno rischiava per mantenerlo in vita?
Si, doveva avere davvero qualcosa che non andava, se dopo tutto ciò ancora si ostinava a provare rabbia ogni qual volta lo vedeva.
Non era colpa di Doumeki se con un solo sguardo riusciva a mandarlo su tutte le furie e non era colpa sua neppure il senso di confusione che provava quando, proprio come accaduto qualche ora prima, alla rabbia si mescolava quel qualcosa di indefinibile. Un sentimento fatto di calore e rispetto, un emozione che mal si abbinava alla rabbia che nonostante tutto continuava a persistere, mandandolo in confusione, facendogli urlare cose che alle volte neppure pensava.
Si, doveva esserci qualcosa di dannatamente sbagliato in lui. In fondo, strano lo era da sempre. Perché stupirsi.
Fu in base a quei pensieri che, nel momento stesso in cui vide l'altro ragazzo svegliarsi pian piano, decise che se proprio non poteva fare a meno di detestarlo allora poteva obbligarsi a non essere un peso quale invece, evidentemente, era. Da sempre.
Così quando Doumeki aprì gli occhi, notandolo sveglio e chiedendogli cosa avesse, Watanuki trattenne ogni impulso di rispondergli male.
«Sto bene...» Esclamò e, senza aggiungere altro si alzò, prese le sue cose e si avviò verso il bagno.

Mezz'ora dopo erano entrambi in cucina.
Watanuki intento ad osservare il contenuto di frigorifero e dispensa e Doumeki concentrato su di lui.
Fingendo di non sentire il peso dello sguardo dell'arciere su di sé, il più giovane trattenne il respiro. «Cosa vuoi per colazione?» gli domandò senza guardarlo.
«Pancake.» Fu la sola risposta.
Senza ribattere il cuoco iniziò a riunire il necessario per soddisfare l'assurda richiesta.
«E per pranzo?» Si informò.
Doumeki lo fissò con aria cupa. Gli occhi ridotti a due fessure. «Inari sushi.»
Invece di inveirgli contro, come suo solito, Watanuki si limitò ad annuire e questo, unito all'evidente energia in calo, spinse l'arciere ad andargli vicino in modo da ristabilire il contatto.
«Oi... sei certo di stare bene?» Si informò senza smettere di studiarlo.
«Si, non preoccuparti.» Fu la risposta, stranamente gentile.
Passarono un paio di minuti, dopo i quali Watanuki si staccò gentilmente dalla presa dell'altro per avvicinarsi ai fornelli.
Senza rompere l'innaturale silenzio, farcito solo dei tipici rumori da cucina, Doumeki tornò al suo fianco, poggiandosi al mobile e prendendogli un braccio.
A quel contatto, il più giovane si irrigidì appena, staccandosi nuovamente. «Sto bene, ho detto...» Esclamò in tono calmo ma teso.
«A me non sembra.» Replicò l'altro.
Facendo appello a tutto il suo autocontrollo, il cuoco si voltò a guardarlo con sguardo fermo e sempre più stanco. «Doumeki... non è necessario. Ho ancora diversi minuti.» Mormorò.
«No, che non ne hai!» Sbottò l'altro afferrandogli il polso. «Credi che starei qui altrimenti?»
Quelle parole scalfirono ogni difesa del più giovane. «Quindi lo ammetti...» Esclamò sganciandosi nuovamente dalla presa dell'altro. «Meglio così, sapevo già di essere un peso.»
Doumeki fece per ribattere ma si fermò ancor prima di aprire bocca perché qualcosa di fulmineo aveva attirato improvvisamente il suo sguardo.
Fu questione di un attimo. Un quantitativo di tempo troppo effimero per riuscire a cogliere qualcosa. La sua mente però continuava a rimandargli un' immagine, troppo fugace per esserne certo ma altrettanto nitida da offrirgli il beneficio del dubbio.
Provò a guardare nuovamente. Niente.
Eppure... per un attimo riuscì a mettere insieme il poco che aveva colto. Fili sottilissimi, forse una ragnatela. Possibile?
«Che ti prende?» Domandò il cuoco, guardandolo con espressione stanca.
Senza rispondergli, l'arciere mosse una mano appena sopra la testa del ragazzo ancora intento a guardarlo.
Era certo di aver visto qualcosa. In più, Watanuki era strano, più del solito almeno.
«Tu hai qualcosa che non va.» Dichiarò infine, incrociando le braccia e fissandolo gravemente.
Davanti a tanta sicurezza, il più giovane vacillò per un istante. «N...no io... non è vero...» Ribatté poi con voce incerta. «Sto bene.»
«Bene, hai detto.» Rispose il più grande. «È da quando hai aperto gli occhi che ti comporti diversamente dal solito.»
«E questo sarebbe... un problema?»
«Si.» Commentò l'altro, senza smettere di studiarlo.
Imbarazzato dalla profondità di quello sguardo, Watanuki tornò ad occuparsi del pranzo ancora in fase di preparazione. «Comunque... dico sul serio. A questo punto... Puoi smetterla di fingere.» Sospirò.
L'arciere lo fissò per un lungo istante, l'espressione indecifrabile. «Fingere.» Disse, afferrandogli un braccio con fermezza. «Fingere, hai detto?» Ripeté, fissandolo. Lo sguardo che sembrava sfidarlo ad aggiungere altro.
Il cuoco lo osservò con la coda dell'occhio. «Shizuka...» Mormorò, voltandosi per non doverne reggere lo sguardo. «Io... so di essere un peso per te...» Scosse la testa e si fermò un'attimo, come cercando le parole adatte. «Non devi fare cose che non vuoi. Va bene se... se smetti di fare finta che ti importi qualcosa. Davvero. Lo so che ti comporti così per pietà quindi, insomma...»
Si fermò nel sentire la stretta attorno al suo bracco farsi più forte. In un attimo l'arciere lo tirò a sé guardandolo dritto negli occhi. La vicinanza era tale da obbligarlo a fissare quello sguardo severo.
«E tu credi che io... farei tutto questo solo per pietà?» Gli chiese il più grande con voce estremamente controllata. Lo sguardo duro e velato di rabbia. «Se ti aiuto è solo perché ho scelto di farlo.» Dichiarò con fermezza, fermandosi per un attimo e riprendendo solo quando fu certo di esser stato capito. «Non è pietà, idiota.»
A quelle parole l'altro rimase in silenzio per qualche istante, guardandolo dritto negli occhi.
La sua espressione era quasi dubbiosa e, quando parlò, aveva le sopracciglia leggermente incurvate verso il basso.
«È che io... non voglio che tu... » Si fermò, in attesa delle parole. Per un attimo gli sembrò di essere come bloccato, privo di idee. Si sforzò ancora ma senza successo. 
«Ieri sera...» Tentò infine, ripiegando su qualcosa di diverso. «Quando parlavamo...» Si fermò di nuovo, ricordando che l'argomento sogni e Haruka-san in particolare era già stato motivo di attrito. «... sembrava come se non ti importasse... di me.» Mormorò, distogliendo lo sguardo.
L'arciere lo guardò e per un breve istante la sua espressione si addolcì leggermente. «È per questo che sei così strano, oggi?» Domandò, rilasciando di un minimo la presa attorno al suo braccio.
Watanuki annuì, tendendosi un'attimo. «Non volevo darti fastidio con la mia presenza...»
«E pensi di non avermene dato, così?» Ribatté l'altro con una punta di ironia.
Watanuki lo guardò, senza capire. «Eh?»
«Mi hai fatto preoccupare.» Sbuffò Doumeki senza smettere di fissarlo. «Ho temuto fossi... posseduto.» Aggiunse, sotto lo sguardo ancora più perso del cuoco.
«Eri preoccupato. Per me?» Chiese, stupidamente, Watanuki.
«Per chi altri?» Sospirò l'arciere.
A quello il più giovane sembrò perdersi un'attimo nella sua mente. Si ricordò delle parole di Haruka-sama ed un piccolissimo sorriso apparve sulle sue labbra. «... Grazie.»
Poi alzò lo sguardo verso l'orologio e staccò il braccio dalla presa di Doumeki. «Oh cavolo. Hai visto che ore sono?» Esclamò all'improvviso. La mente nuovamente concentrata sulla preparazione del pranzo. «Rischiamo di fare tardi!» Continuò, riprendendo la solita sequenza di borbottii.
«Vedi di sbrigarti. Voglio il mio Pancake.» Ribattè l'arciere sedendosi a guardarlo. «Ho fame...»
«Ma allora dicevi sul serio! Guarda che non sono il tuo cuoco personale, io!»
Doumeki continuò a fissarlo. Sul viso, un lieve sorriso.



Rieccoci, felicissime di sapere che il capitoletto speciale vi è piaciuto.
Speriamo che anche questo abbia egual sorte! ^_^
Ed ora viaaaaa alle recensioni!


Capitolo 4
Doremichan: Ahahaha, abbiamo amato anche noi quelle scene... così come continueremmo a dire cose su Watanuki se non rischiassimo di venire punteruolate da un certo arciere :P

Yusaki:  Come hai visto, anche se Doumeki ce l'ha scritto in faccia, Watanuki continua a non capire la sua gelosia... abbiamo provato con i cartelloni, ci abbiamo provato. Il risultato è stata questa fic... E ce ne ha messo, a capitolare!
Eh... anche noi ci siamo sciolte al sorriso di Dou :P

Naco-chan: *Lay ed Hari prestano cuscino per proteggere la testa dalle capocciate* Che dire... Wata è esattamente un concentrato di idiozia. Per fortuna che ci pensa Doumeki ad usare la testa ed a fare le mosse tenere! Tanto stoico e poi invece è il più aperto dei due, ah!

LawlietPhoenix: Siamo davvero felici di sapere che la fanfic ti stia piacendo!
Eh si... Lo ha chiamato Shizuka, ma poi ha negato! Intelligentissimo, wa-chan! *sospirone collettivo sconfitto*
Ahahaha... beh, una volta tanto dice la verità, anche se non la intende come complimento! XD

Francesca Akira: Uh ma come non lo sopporti molto... Dou è così, così... *_*
Speriamo di rendertelo più simpatico allora!

TheWitchOfTheDimensions: Graaaaazie ^_^ Diciamo che le scene che renderebbero del tutto felici le fangirls non ci saranno da subito. Ma quando arriveranno saranno parecchio yaoi-mode. Ed anche imbarazzanti da postare (nd. Lay ed Hari)


Capitolo 5

Naco-chan: (Errori di battitura! Argh!  *salta da una scogliera* ndHary) Oh, ehm... suicidi di autrici a parte, vedremo di prestarci più attenzione, grazie per farcelo notare sempre!
Si, beh... i nomi dei due perché si sa, che è Destino Inevitabile per loro!
E un po' di luci da palcoscenico anche a Yuuko-.san ogni tanto ci stanno!

Doremichan: Ah! La nostra Lay è perfetta nel ruolo, vero? :P (ndHary) (¬.¬ ndLay) Anche se stavolta il merito è di entrambe, dato che ogni tanto facciamo gli scambi come con le figurine XD. Grazie mille per i complimenti, ci fa piacere sapere di riuscire a tenere i personaggi IC... daltronde ancora siamo all'inizio, speriamo che continui ad essere così man mano che la storia evolve.
Grazie mille!

Thyahiel: Sakè! sakè! E non parliamo di nutella... ah! Okonomiyaki! Sei perdonata! ... anche se non ce l'abbiamo affatto con te, ahahaha.  Grazie dei complimenti.
Eh si, quei due... entrambi si stanno tentando di avvicinare uno all'altro e nessuno dei due ha il coraggio di ammetterlo apertamente.
Almeno non ora.
Aspetta e vedrai.... *musica misteriosa nel background*

LawlietPhoenix: 
Siamo felici che ti sia piaciuta. Se continuerai a leggerci già dal prossimo capitolo avrai modo di saperne moooolto di più! ^_^ *risata riecheggiante*

Yusaki: Yusaki: Come già detto, ci vogliono un po' di "luci della ribalta" anche per lei, in fondo è la fangirl numero uno della coppia! Yuuko-san, tifiamo tutti per lei! (ed ora, il pagamento, Yuuko-san...  No! No scherzavamo, il papero baciatore Nooooooo...! NdAutrici-che-scappano))

Witch of The Dimensions: Yuuko-san in fondo ha un grande cuore! E vuoi mettere, quanto si divertirebbe a prendere in giro watanuki poi? Comunque... ahem, grazie mille *in imbarazzo per i tanti complimenti* è solo che anche noi vogliamo tanto bene alla nostra bambina *abbracciano DI amorevolmente* e ci teniamo che la leggano il più possibile e che abbia uno stile adatto!
Ma grazie ancora, per l'ennesima volta! ^^"


Bene, anche per questa volta è tutto. Le Streghe vi augurano un buon inizio settimana e vi danno appuntamento alla prossima Domenica.  Non perdete il prossimo capitolo... che verrà anche quello con una "sorpresina" supplementare!



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Capitolo 7
*** A stretto contatto - In missione per conto di Yuuko ***


Capitolo7
Destino Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 7
In missione per conto di Yuuko.


L'area dove si tenevano le lezioni di tiro con l'arco era da sempre un luogo dedito al silenzio. Gli unici suoni percepibili erano quelli provenienti dagli estenuanti allenamenti, cui i tiratori si sottoponevano per migliorare la propria mira. Una regola che, implicitamente, si estendeva anche alle gare, momenti in cui gli spettatori si limitavano ad applausi contenuti e parole ben bisbigliate.
Già, quello non era affatto il luogo adatto ad urla o schiamazzi. Simili "incidenti" avvenivano solo in rarissimi casi e sempre a causa di alcune ragazze che, ignare delle poche semplici regole che ruotavano attorno al kyudo*, si riunivano in contemplazione dell'unico arciere in grado di colpirne i cuori ancor prima di aver scagliato la freccia.

«Doumeki-kun...»
Seduto in un angolo, Watanuki alzò gli occhi al cielo in segno di resa. Negli ultimi cinque minuti quella era già la trentesima volta che una ragazza sospirava il nome dell'arciere con fare svenevole.
«Dannato di un Doumeki...» Sbottò. «Mi tocca anche aspettarlo, ora! Neanche fossi una di quelle stupide ragazzine adoranti del suo fanclub!» Lo sguardo puntato contro le più rumorose della giornata.
«Oh...» Sospirò una delle due ragazze, guardando l'arciere con fare adorante. «Guarda com'è bello!»
«Hai ragione...» Esclamò l'altra osservandolo mentre con sguardo concentrato mirava al bersaglio. «Si... devo proprio chiedergli un appuntamento.» Dichiarò decisa.
Nel sentire quei commenti, il senso di fastidio di Watanuki si tramutò rapidamente in livore. «Tzè, cosa avranno da ammirare poi! Quello è solo un mangia-a-sbafo. Ecco cos'è!» Borbottò tornando a fissare l'arciere. «Certo è alto, ha le spalle larghe e...» Resosi conto delle sue stesse parole si fermò di colpo, improvvisamente irritato con sé stesso.
Nell'area di tiro, intanto, Doumeki si apprestava a compiere l'atto decisivo: lo sguardo diretto contro il bersaglio, la tensione visibile in ogni muscolo.
«Oh...» Sospirò la meno agitata. «Ichi-chan non è meraviglioso?»
In quel preciso istante l'arciere scagliò la sua freccia centrando brillantemente il bersaglio. «Si che lo è!» Urlò l'altra saltellando. «Shizuka-kun, sei il migliore!»
Distratto dalle urla euforiche delle ragazze, Doumeki si voltò in direzione delle più chiassose tra tutte, notando Watanuki seduto a pochi metri da loro ed intento a fissarlo. L'espressione indecifrabile.
Incurante di tutto il resto, depose l'arco e, tolto il guanto protettivo, si avvicinò al ragazzo.
«Oi... tutto bene?» Domandò, ignorando gli urletti ammirati del suo stuolo di ammiratrici. «Watanuki...» Tentò nuovamente.
Il ragazzo aveva tutta l'aria di chi stava sognando ad occhi aperti, concentrato sull'utilità di quelle frecce e sulla bravura del ragazzo che le aveva tirate, un'abilità che era riuscita più volte a trarlo in salvo da situazioni a dir poco spiacevoli.
«Eh?» Mormorò, ridestandosi di colpo da quei pensieri. «Io... si sto bene. Pensavo che... sei bravo.» Nel dirlo, il suo sguardo ancora fisso sul bersaglio passò al ragazzo che aveva di fronte. I pugni improvvisamente stretti. «Questo però non ti dà alcun diritto di pretendere che stia sempre a cucinare per te. Capito?! E questo vale anche per le tue frecce hama!» Strillò.
«Non urlare.» Replicò l'arciere portandosi le mani alle orecchie.
«Doumeki è così bello che piace anche ai ragazzi.» Mormorò Ichi all'amica.
La risatina dell'altra sembrò innervosire Watanuki. «Hei!» Esclamò, voltandosi verso le due ragazze. «A me non piace questo qui, capito?!»
A quelle parole, Ini si limitò ad uno sguardo dubbioso e l'amica ne approfittò per sussurrarle qualcosa all'orecchio. «Si, credo anche io che sia cotto.» Bisbigliò a voce troppo alta.
Watanuki stava quasi per risponderle a tono ma la voce di Doumeki lo obbligò a rimandare.
«Che c'è?!» Urlò all'ennesimo "oi" del ragazzo.
Del tutto impassibile, il più grande si avvicinò di un ulteriore passo, guardandolo dritto negli occhi con espressione seria. «Io vado a cambiarmi. Tu cosa fai. Vieni con me o aspetti qui?»
Watanuki lo squadrò, notando il leggero velo di sudore sulla pelle dell'altro dato dall'esercizio appena compiuto. «Eh?! No no... Vai pure!» Ribatté agitando le mani davanti a sé, le guance sempre più rosse per l'imbarazzo. «Insomma... agli altri darà fastidio una mia intrusione e... devo ancora pensare alla cena. Insomma vai!»
Senza smettere di guardarlo, Doumeki estrasse di tasca l'amuleto consegnandolo al ragazzo. «Aspettami qui allora.»
«Tu!» Urlò l'altro, agitando la mano in cui stringeva l'oggetto appena ricevuto. «Smettila di fare cose tanto compromettenti con quell'espressione neutra. Mi hai capito?!»
In risposta alla nuova sequenza di urla l'arciere, ormai diretto verso gli spogliatoi, si limitò a portare il dito indice all'orecchio.
Quando fu abbastanza lontano, Ichi, che aveva osservato l'intera scena con un leggero cipiglio, tornò a rivolgersi all'amica. «Sai Ini-chan... temo che stiano insieme...»
Quell'affermazione rappresentò la più grossa umiliazione che Watanuki avesse mai subito. E lui non era certo estraneo al triste peso della vergogna. «Hei voi!» Urlò, ancora rosso in viso. «Come osate! Io stare con quello? Non scherziamo!» Protestò.
Ancora infuriato tornò a sedersi sulla panchina, osservando per un attimo l'amuleto ancora in mano e ripensando a quanto avvenuto negli ultimi giorni. Le liti, l'improvvisa vicinanza con Doumeki, le parole di Yuuko, quelle di Haruka...
«Figurarsi...» Borbottò. «Io con quel musone che pensa sempre a mangiare. Tzè. È solo colpa sua se mi trovo in queste situazioni. Lui ed il suo stupido modo di comportarsi! Non ha vergogna! Chi si crede di essere. Solo perché ha fascino non può certo pretendere...» Si bloccò di colpo, avvertendo quattro occhi puntati sul suo collo. Per un attimo il gelo lo colse e si voltò lentamente, temendo di cogliere degli spiriti pronti a sbranarlo. Al loro posto trovò le due ragazze di prima, intente a fissarlo con espressione sconvolta.
Dai loro sguardi si rese conto di aver pensato ad alta voce e di aver detto cose evidentemente equivocabili. Quel pensiero gli fece decisamente rimpiangere gli spiriti.
«Che... che avete da guardare voi due?!» Chiese, fingendosi offeso da tanto interesse.
La più timida delle due scoppiò in lacrime e l'altra, evidentemente esasperata, avanzò di qualche passo fulminandolo con lo sguardo. «Che abbiamo?» Domandò in tono acido. «Ci chiedi che abbiamo?! Perché non la smetti di fingere piuttosto! Dici che non state insieme e poi parli di quanto sia affascinante? perché non ti decidi una buona volta!» Gli lanciò un ultimo sguardo infuocato, dopo il quale si allontanò in compagnia della cugina, ancora in lacrime.
«Decidermi? Decidermi su cosa?» Urlò Watanuki, ancora più arrabbiato. «Aspettate! Dico a voi!» Continuò.
In quel mentre sopraggiunse Doumeki. «Perché dai fastidio a quelle ragazze?» Domandò con voce piatta.
«Non apparirmi così di colpo!» Si agitò il più giovane, spaventato dall'arrivo improvviso dell'arciere. «E poi non stavo dando fastidio a nessuno! Sono loro che hanno detto che dovevo decidermi. Tss insinuare che stiamo in...» Il solo pensare a quell'insinuazione lo fece arrossire.
«Deciderti su cosa?» Si informò l'altro.
«Cosa vuoi che ne sappia io! E' stata quella a dirlo!» Rispose agitando un braccio nella direzione dove le due ragazze erano ormai sparite.
Dopo una rapida occhiata al punto indicatogli, ormai vuoto, Doumeki tornò a posare lo sguardo sul compagno.
«Andiamo?» Domandò infine, riappropriandosi del talismano e prendendolo per un braccio.
A quel contatto Watanuki lo fissò malamente, poi però sembrò tranquillizzarsi annuendo e seguendolo, stranamente in silenzio. La mente ancora rivolta alle parole delle due insopportabili ragazze.


~X~X~X~

Quando quel pomeriggio giunsero al negozio Watanuki era decisamente di pessimo umore e, nonostante la cosa fosse ben evidente dalla sua espressione imbronciata, Yuuko decise di non darvi peso accogliendo lui e Doumeki con un ampio sorriso. Esattamente uno di quelli che per Watanuki significava "aria di guai".
Dopo averli fatti accomodare in salotto, la donna spiegò loro che quel pomeriggio li attendeva una nuova avventura. Il che significava, ovviamente, uno dei suoi incarichi fatti di fantasmi, pericoli e situazioni troppo spesso ai confini della realtà. Non che quel termine avesse ancora un senso. Ma ne aveva quello appena usato dalla strega ed in quella giornata già carica di scocciature, sentir parlare di incarichi mandò Watanuki su tutte le furie.
Ciò nonostante, mezz'ora dopo lui e l'arciere si trovarono fuori dal negozio diretti alla stazione: da lì avrebbero preso il treno che li avrebbe portati fino al centro di Tokyo.
«Quella strega è nata per farmi impazzire!» Si lamentò il più giovane, al pensiero di  quanto stavano per fare.
Si trattava di un incarico in una chiesa dove, secondo Yuuko, Doumeki avrebbe dovuto esorcizzare l'ambiente che ultimamente si era rivelato essere meta di entità poco gradevoli. In meno di un mese i fedeli si erano praticamente dimezzati e questo aveva spinto il prete a cercare aiuti esterni. L'ironia della sorte, la stessa che alcuni preferivano chiamare "histuzen", sembrava aver portato il religioso a scrivere su un sito internet che "casuamente" era proprio tra quelli frequentati dalla strega.
«Vorrei sapere cosa se ne fa di un calice, poi!» Continuò a lamentarsi durante il viaggio in treno. «Lo ficcherà di certo nel magazzino e sarò io a doverlo pulire. Esattamente come tutto il resto!»
Al suo fianco, Doumeki si limitava ad ascoltare, osservando il paesaggio che scorreva rapidamente sotto i suoi occhi.
Intorno a loro i passeggeri presenti osservavano i due con fare curioso.
Gran parte degli sguardi erano rivolti a Watanuki che incurante di ciò continuava a lamentarsi e dimenarsi inscenando un monologo piuttosto divertente, data l'attenzione degli sguardi a lui rivolti.

Le lamentele non terminarono neppure quando, ormai giunti, si trovarono fuori dalla stazione di Tokyo intenti ad osservare il groviglio di vie che si estendeva sotto i loro occhi.
«Accidenti a Yuuko!» Borbottò Watanuki. «Non poteva mandarci qualcun altro?»
«Di che ti lamenti. Non dovrai fare nulla, no?» Commentò Doumeki, osservandolo con sguardo annoiato.
Watanuki lo fulminò con lo sguardo. «Proprio per questo! Potevi andarci da solo, no? Perché mandare anche me!» Continuò, iniziando ad agitare la busta che aveva in mano. «E perché ho dovuto prepararti questa, eh? Devi sempre mangiare?»
Senza scomporsi, l'arciere continuò ad osservare la cartina recuperata in stazione e, quando individuò il percorso più breve, prese il ragazzo per un braccio. «Sei qui perché ti serve questo.» Dichiarò stringendo la presa. «E ora andiamo.» Continuò, stando ben attendo a non permettergli di agitare il braccio e di conseguenza la sua merenda.
«Hei tu!» Urlò l'altro, «smettila di fare cose... compromettenti!»
Doumeki continuò a trascinarselo dietro. «Cosa è compromettente. Tenerti in vita?» Domandò lanciandogli una rapida occhiata. «O credi che per me sia divertente stare qui ad ascoltare i tuoi continui lamenti?!»
Quelle parole sembrarono calmare, almeno di poco, Watanuki. «Mi spiace se ti do fastidio. Prenditela con Yuuko-san ed i suoi assurdi incarichi.»
«Non mi dai fastidio. Specialmente se la smetti di lamentarti.» Sbottò Doumeki, fermandosi un attimo dopo.
Superato il secondo isolato, infatti, proprio al centro di una piccola piazza privata, c'era la chiesa che stavano cercando. «Ci siamo.» Constatò l'arciere, voltandosi verso Watanuki. «Non ti allontanare. Hai sentito anche tu, no? Ci sono diversi spettri lì dentro.» Disse indicandogli l'ingresso dell'edificio.
«Hei, tu! Evita di darmi ordini. Hai capito?!» Esclamò l'altro con tono piccato.
«Come vuoi... Non lamentarti quando sarai circondato da strani esseri.» Commentò il più grande tornando ad osservare la chiesa.
Watanuki lo osservò per un lungo attimo. «Come se fosse possibile con te nei paraggi.» Borbottò. «E poi... siamo in una chiesa, si suppone che sia... lo sai. Protetta. No?» Terminò, in tono dubbioso.
«Tu dici?» Domandò l'altro osservandolo con fare scettico. «Perché siamo qui allora. Per sposarci?»
Watanuki si voltò a guardarlo, arrossendo violentemente e staccando il polso dalla presa di Doumeki. «M-ma... ma! Ma che dici!» Gli urlò contro, facendo un paio di passi indietro, il tono di voce decisamente alto. «Insomma! Come fai a dire certe cose con quella... quella... faccia! E poi! Perché dovrei sposarti?!» si agitò puntandogli un dito contro. Poi si fermò a fissarlo con sospetto. «E comunque non farei la moglie, sia chiaro!»
«Davvero?» Chiese Doumeki con voce vagamente interessata. «Ne hai tutte le qualità però.» Commentò osservandolo.
«Beh non lo sono!» Urlò Watanuki un attimo prima che l'altro indicasse, con un gesto, la porta dell'edificio, invitandolo ad entrare.
A quello, il ragazzo mosse un paio di passi verso la porta, aprendola e rimanendo sulla soglia per un'attimo.
«Comunque è strano che uno shintoista vada ad esorcizzare un qualcosa di un'altra religione.» borbottò.
«È la prima chiesa assegnata a questo sacerdote.» Commentò l'arciere, senza curarsi di abbassare la voce. «Non voleva fare brutta figura, suppongo.» Così dicendo, spinse leggermente il più piccolo dei due entrando con lui nell'edificio.
«Mmh. Troppo arredata.»
In quel momento, una figura emaciata andò loro incontro, mostrando un sorriso incerto. Le vesti scure ed il collare bianco ad identificarne il ruolo.
«Ma non sono le decorazioni a fare di questo luogo quel che è» Rispose, avendo sentito l'ultimo commento di Doumeki. «Voi siete le due persone mandate da Yuuko-san?»
L'esorcista annuì, del tutto indifferente all'essere stato sentito. «Siamo noi, si. È qui il problema?» Domandò indicando l'interno dell'edificio.
Watanuki, già irritato per l'essere stato spinto dentro la chiesa e per le precedenti affermazioni dell'altro, scoccò a quest'ultimo un'occhiataccia sibilandogli di non fare come suo solito il maleducato, poi fece un inchino al sacerdote. «Buon pomeriggio»
L'uomo li osservò per un attimo, leggermente perplesso dalla loro giovane età. «Si... se dite che c'è un problema, insomma...  ultimamente stanno effettivamente succedendo delle cose.» Si schiarì la voce, chiaramente a disagio. «Seguitemi.» Ed iniziò a camminare, facendo cenno loro di seguirlo.
I due ragazzi seguirono il sacerdote. Tra i due, Watanuki era certamente il più teso. Camminava guardandosi intorno e senza allontanarsi da Doumeki. «Mi chiedo come facciano a stare qui dentro...» Mormorò, senza distogliere lo sguardo dalle lievi ombre che circondavano l'interno dell'edificio. Un aspetto che peggiorava man mano si avvicinavano all'altare, dove delle spesse volute di fumo gli toglievano gran parte della visuale.
Incapace di cogliere quanto ci fosse dietro la cortina di nebbia Watanuki si fermò di colpo, attirando l'attenzione dell'arciere che, senza pensarci due volte, tornò ad afferrargli un braccio. Cosa che avrebbe fatto comunque, di lì a poco, al fine di passargli l'energia.
«È che i fedeli ormai non vengono più, hanno paura e così abbiamo dovuto rivolgerci a...» In quel momento il sacerdote lanciò un'occhiata alle sue spalle, verso Doumeki e Watanuki, sgranando leggermente gli occhi. «... a voi.» Si schiarì la voce e quando riprese a parlare il tono di quest'ultima era leggermente più freddo. «Insomma... voi, cosa siete? Cioè! Cosa farete, per risolvere il problema?»
Watanuki continuò a guardarsi intorno, il polso ancora nella stretta di Doumeki. Sentì quanto diceva il sacerdote senza realmente ascoltarlo. Al suo fianco, intanto, l'arciere stava osservando l'uomo con sguardo severo.
«Immagino che Yuuko-san le abbia già spiegato.» Esclamò con decisione. «Io posso aiutarla... se vuole.»
«Yuuko-san mi ha spiegato qualcosa, si, ma gradirei conoscere i vostri... metodi.» Rispose l'altro in tono gentile. Nello sguardo un accenno di rimprovero che urtò l'arciere.
«Sono uno Shintoista.» Continuò quest'ultimo, mostrando gli o-fuda scritti precedentemente al negozio di Yuuko. «Prima spargerò del sale per capire dove si concentra il problema, poi metterò questi.» Spiegò.
«Shintoista...» Il prete continuò a fissare i due ragazzi, un sopracciglio leggermente inarcato. «Immagino che facciate anche di queste... cose.»
Indifferente a tutto questo, Watanuki continuò a fissare oltre l'altare cercando di cogliere il genere di vibrazione che percepiva sempre più chiaramente. Quando riuscì a riconoscere un sentimento di rabbia, cercò di avvisare Doumeki.
Proprio in quel momento, però, il prete indicò un angolo dell'altare. «Eccoci» Dichiarò sotto lo sguardo cupo di Watanuki.
«Sarebbe meglio che si avvicinasse una sola persona alla volta.» Li avvertì. «Più persone causano... problemi, a quanto pare.»
L'esorcista provò a chiedere di che problemi si trattasse e, visibilmente a disagio, il prete si limitò a spiegare che i fedeli avevano raccontato di aver visto delle strane immagini nella loro mente. Immagini spaventose che parlavano di dolore, rabbia e morte.
Doumeki ascoltò con attenzione tutta la storia, infine annuì e senza curarsi del sacerdote, con la presa sempre ferma attorno al braccio di Watanuki, si chinò verso quest'ultimo parlandogli ad un orecchio. «Tu resta qui, ok? Vedrò di fare in tempo.»
A quella richiesta, l'interpellato spostò lo sguardo dall'altare a Doumeki. Un'ansia improvvisa lo spinse ad afferrare l'arciere per una manica dell'uniforme. «Sei sicuro di volerti avvicinare a quella cosa?» Domandò con un tono di voce allarmato.
L'arciere lo osservò per un attimo, tentando di decifrare quell'incertezza improvvisa. «Sta tranquillo» Rispose. «Tornerò in tempo.» Infine si avviò verso l'altare guardandosi attorno con aria scettica.
Il sacerdote gli andò vicino. «Lui... cosa è venuto a fare?» Gli chiese indicando Watanuki che, seduto su una panca, continuava a lanciare sguardi indecifrabili in direzione dell'arciere.
«È un mio... assistente.» Dichiarò l'altro, squadrando il prete con aria di sfida. «Qualche problema?»
L'uomo si affrettò a negare, scusandosi ed allontanandosi di qualche metro.
«Il problema sarebbe... questo?» Domandò Doumeki osservando l'oggetto incriminato. Si trattava di un calice, lo stesso calice che Yuuko-san aveva richiesto come pagamento per il lavoro.
Ormai, si disse, non doveva stupirsi di queste cose.
Intanto Watanuki, che con occhio attento aveva osservato l'avvicinarsi di Doumeki all'altare, sobbalzò visibilmente quando questi prese il calice.
Reprimendo l'istinto di fermarlo, fissò l'arciere con attenzione, quasi ammirato dal suo modo di muoversi per certi versi simile a quello di Haruka.
Senza smettere di osservarlo lo vide prendere una manciata di sale per poi spargerla sopra e attorno all'altare. Quel semplice gesto, che per i presenti sembrò non arrecare conseguenze, provocò un urlo femminile tanto forte da spingere Watanuki a portarsi le mani alle orecchie.
«Doumeki...» Chiamò, alzandosi in piedi. «Stai attento.» Lo avvertì, facendo un paio di passi verso di lui. «Era una ragazzina... il calice era suo, credo.»
«Non avvicinarti.» Lo riprese Doumeki, facendo un cenno verso il sacerdote. «Non hai sentito quello che ha detto?»
Il ragazzo si fermò, restando ad una distanza di sicurezza, lo sguardo ancora oscurato da una traccia di inquietudine per l'esorcista.
Non voleva che si trovasse in pericolo, per alcun motivo. Corrucciò le sopracciglia.
Il prete, che intanto aveva ascoltato quello scambio, annuì lentamente. «Potrebbe trattarsi di Megumi-chan...» Mormorò. «Era di suo padre, quello.»
L'arciere trattenne un sospiro esasperato, prendendo un o-fuda ed iniziando a scriverci sopra. Per un attimo la sua mente lo portò a pensare che se Yuuko-san aveva chiesto loro proprio quell'oggetto probabilmente sapeva già della bambina.
Si fermò per controllare l'orario, notando che mancavano ancora quattro minuti prima della necessità di un nuovo contatto con watanuki.
Quest'ultimo intanto, improvvisamente debole, si era avvicinato di qualche passo all'altare. Abituato all'effetto che gli spiriti avevano su di lui aveva attribuito l'improvviso malessere alla presenza che infestava la chiesa. Così, istintivamente, aveva cercato di raggiungere l'arciere. Quando giunse a pochi passi da lui, si fermò ad osservare il calice. In quel preciso istante fu colto da un capogiro. Fortunatamente, Doumeki registrò il rapido movimento dell'altro e si mosse in fretta, afferrandolo un attimo prima che il suo corpo ormani privo di sensi toccasse il freddo pavimento di marmo.
«Watanuki... Oi...» Esclamò l'arciere scuotendo il ragazzo e sentendone, attraverso la stoffa, la temperatura sempre più fredda. Tenendolo tra le braccia e consapevole della necessità di un contatto pelle a pelle, si inginocchiò poggiando la fronte contro quella di Watanuki.
Sconvolto dal gesto dell'esorcista, il prete si avvicinò con sguardo severo. «Che sta succedendo qui?» Domandò alternando lo sguardo dall'uno all'altro.
«Sta male, non lo vede?» Fu la brusca risposta di Doumeki.
In quel preciso istante, Watanuki aprì gli occhi tentando di capire cosa stava accadendo. La prima immagine che vide, decisamente appannata, gli mostrò due cerchi dorati che si rivelarono essere gli occhi di Doumeki. Occhi che lo stavano fissando da vicino.
«Oi... ci sei?» Domandò l'arciere, riportandolo rapidamente alla realtà.
Ancora intontito, Watanuki rimase a fissarlo per un po'.
«Che... che ci faccio a terra?» Esclamò arrossendo di colpo, notando l'eccessiva vicinanza tra lui e l'altro ragazzo. «Che... Hey! Che stai facendo?» gli sbottò contro, al colmo dell'imbarazzo.
«Ti tengo in vita.» Chiarì l'altro, mettendolo a sedere e allontanandosi in direzione dell'altare.                              
Watanuki lo seguì con lo sguardo. «Sono svenuto... di nuovo?» Chiese, alzandosi in piedi. Invece dell'arciere i suoi occhi incontrarono il volto imbronciato di una ragazzina che, a pochi centimetri dall'altare, stava fluttuando a mezz'aria.
La stessa immagine giunse alla mente dei presenti. Tra loro, il prete sembrò quello maggiormente allarmato. «Megumi-chan?» Domandò, tornando a fissare Doumeki. «Che intendi fare adesso?»
Ignorando la domanda del prete, Doumeki recitò un mantra, attingendo ai ricordi legati a suo nonno. Poi fissò anche lui la ragazzina, questa volta grazie all'occhio che condivideva con Watanuki. «Cosa vuoi? Questo...» dichiarò sollevando il calice. «Non ti appartiene più.»
A quelle parole l'altro ragazzo fece una smorfia. «Ti sembra il modo di rivolgersi ad una ragazza?» Sibilò.         
L'arciere gli rivolse un'occhiataccia e in quel mentre lo spirito della ragazzina fece per allungarsi a prendere il calice, immediatamente respinta dall'o-fuda che vi era stato messo sopra.
«Questo è mio!» Sibilò con rabbia.
«Non più ormai. Devi passare oltre.» le ricordò Doumeki, stringendo la presa intorno all'oggetto.
«Mio padre l'aveva promesso a me.» sbottò lo spettro, «Che diritto hai di rubarmelo?»
«Non è meglio andare da lui? Questo... andrà ad una strega, lei saprà come trattarlo. Forse... puoi discutere di questo con lei, anche.» Tentò l'esorcista, sperando di non dover applicare qualcosa di più forte sulla piccola.
«Io... Se vi cedo quello... potrò andare da papà?» Gli occhi dello spettro si fecero incerti, e Watanuki decise di intervenire prima che il poco tatto di Doumeki rischiasse di rovinare le cose. Con cautela,  si avvicinò di un passo sorridendo gentilmente alla ragazzina.
«Non hai più bisogno di stare qui... ce ne occuperemo noi, di questo.» Rispose, indicando il calice. Per tutto il tempo continuò a tenere gli occhi sulla bambina, mancando quindi  lo sguardo dell'arciere fisso su di lui. «Hai qualcuno che ti aspetta, sai.»
A quelle parole, Doumeki annuì lentamente e, sempre più tranquilla, la piccola gli rivolse un lieve sorriso. Rassicurata da quanto promessole dai ragazzi, e visibilmente affascinata dai modi dell'arciere, sembrò studiare quest'ultimo per un po', dichiarando infine che di lui si fidava perché era una persona pura.
Watanuki osservò ogni cosa con sguardo cupo. Sapeva di dover essere felice per l'esito di quella storia, eppure qualcosa dentro di lui sembrava contorcersi. Un rimescolio che non sapeva spiegarsi e che era nato quando la piccola aveva sorriso all'arciere. Questi intanto, notando l'espressione preoccupata dell'amico, gli andò vicino, apostrofandolo come suo solito.
«Non mi chiamo "oi"» Ribatté l'altro. «Abbiamo finito qui?»                                                                                  
«Quasi.» Spiegò l'arciere, lasciandogli il calice. Poi, mentre la ragazzina diventava lentamente trasparente per scomparire tra gli invisibili veli, tornò all'altare per prendere qualcosa.
Quando vide l'oggetto che aveva in mano, Watanuki corrucciò la fronte pieno di disapprovazione. Anche il prete sembrò contrariato e senza pensarci mosse qualche passo verso l'arciere. «Ma quella...»
Senza minimamente scomporsi, Doumeki si fermò squadrandolo, per nulla intimorito. «Il calice era infestato. Yuuko-san vorrà certamente anche questa. Ma se preferisce, può sempre discuterne con lei...»
A quello, il prete scosse la testa rassegnato, fissando la bottiglia di vino pregiato giunta da Roma qualche giorno prima. «No... va bene così. Comunque, beh... Grazie.»

Quando uscirono dalla chiesa, Watanuki si trovò a riflettere sull'abissale differenza che separava quel luogo dal tempio dei Doumeki.
Poi, ricordandosi di quanto avvenuto prima, tornò a fissare l'altro ragazzo. «Potevi anche avere più tatto con quella piccola!» Lo riprese. «E dovresti stare più attento. Certe cose sono... pericolose.» Borbottò.                    
L'arciere lo fissò lateralmente. «Eri preoccupato... per me?» Domandò infine.                                                     
Il più piccolo si limitò ad annuire, tornando con la mente a quanto provato mentre si trovavano nella chiesa.
«Non devi. So cavarmela...» Dichiarò l'altro, colpito da quella rivelazione. «Tu piuttosto...» Riprese, cambiando discorso. «Quando sei svenuto, mancavano tre minuti.»                                                                                       
A quello Watanuki sembrò tornare al presente, alzando uno sguardo confuso sull'altro. «Ah si? Davvero?»       
«Ho sempre controllato l'orario.» Spiegò il più grande.                                                                                           
«Beh... immagino che possa succedere.» Commentò Watanuki con un'alzata di spalle.
«Può darsi...» Rispose l'altro.
Notando l'espressione dubbiosa dell'amico Watanuki sembrò riflettere nuovamente su quanto accaduto. «In fondo è la prima volta, no?»
L'arciere lo guardò contrariato. «Questo non significa che sia normale, Yuuko-san ci avrebbe avvertito.»
«Oh quella ha sempre le sue ragioni, lo sai!» Borbottò il più giovane. «E comunque...» iniziò, leggermente imbarazzato. «Non devi preoccuparti nemmeno tu, sai.»
Doumeki continuò a guardare la strada davanti a sé. «Se non lo facessi, finiresti molto male.»
«Che hai detto?» Urlò l'altro, parandoglisi di fronte. «Non trattarmi come una ragazza! Te l'ho detto anche prima!» Il suo sguardo arrabbiato si scontrò con quello neutro dell'arciere. Fu questione di un attimo ed il cuore prese ad andare per conto suo, obbligandolo ad allontanarsi rapidamente.
Dietro di lui, per nulla turbato, Doumeki ribatté con la solita flemma. «Mi sembra di averti già detto cosa ne penso.»
Quelle parole, dette con tanta indifferenza, riuscirono a trasformare il miscuglio di sensazioni di Watanuki in rabbia. «Fai come ti pare. Tzè!» Urlò, dimenticando ogni dubbio su quanto avvertito fino a qualche minuto prima. «E sbrigati o faremo tardi!»
Senza rispondere Doumeki lo seguì verso la stazione, le mani in tasca ed un accenno di sorriso divertito sul volto.



*Kyudo  La disciplina di tiro con l'arco praticata da Doumeki. *_*
*Frecce ama Frecce sacre, di norma usate contro spiriti maligni o rompiscatole.



Rieccoci nell'angolino della posta.


Doremichan: La strana debolezza di Watanuki è molto comoda, vero? Ah, che bello essere uketti, deboli, ed avere bisogno di un forte Seme sempre con sé... *vengono zittite dalle urla assordanti di Watanuki*
Dicevamo. Continua a seguirci e scoprirai cos'è successo!

Naco-chan: Ogni tanto anche lui ha i suoi momenti buoni! *pat pat sulla testa di Wata*
Le scenette scolastiche sono molto divertenti anche da scrivere in effetti. Ce ne saranno ancora e speriamo abbiano lo stesso successo. ^_^
Riguardo la "ragnatela" come l'hai chiamata... Come direbbe Yuuko-san... Chissà... xD
Ci fa piacere che la storia ti piacca, comunque!

Thayhiel: Himawari non la lasceremmo indietro mai e poi mai! Si tratta di una douwata, ok, ma senza di lei come farebbero i nostri due a capire di essere innamorati?
Watanuki inizia a migliorare, questo è vero... ma chissà... :P

LawlietPhoenix: Uh il più bello? Ne siamo liete! ^_^
E ci fa piacere che la gelosia dell'arciere piaccia a molte. Ahaha forse Doumeki-kun non è dello stesso avviso. Ma fa niente.
*Lay ed Hari scappano, inseguite da un arciere mooolto arrabbiato*

Yusaki: Solo un sogno, ma se tale sogno capitasse a noi... *si ricompongono e asciugano la bava* L'atmosfera del capitolo su Yuuko-san è particolare perché lei è particolare, ovviamente. *-*
E tra i nostri due, invece, le cose lentamente si muovono...

Roy4Ever: Adoriamo sapere che i pg sono Ic. Se non lo fossero, Yuuko-san potrebbe tenerci a lavorare per lei per i prossimi 4000 anni... (uh forse la strega non vuole si sappia. Ma tant'è :P)
Siamo contente che la storia ti piaccia! ^_^

Elychan: Devi scusarci per la nostra abitudine, purtroppo scrivere questa storia ci ha innegabilmente rese delle frasi-spezzate-misteriose dipendenti.
Comunque sia, è sempre un piacere sentirsi dire che la storia piace, e soprattutto in diretta :P
E quei tre elementi (angst, comicità e fangirlismo) alla fine sono alla base di Holic stesso!
Speriamo che continuerai a leggere!

Witch Of The Dimensions: *emozionate* ^_^ Davvero... Grazie per le bellissime recensioni. Cioè storia perfetta ha quel non so che che solleva gli spiriti.
I nostri Doumeki-kun... abbassa l'arco su! ^^;
Speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto! ^_^



Ed ora... Rullo di tamburi...
Come promesso eccovi una lieta (speriamo) sorpresa!:P



Benvenute nella sede centrale del fan club di Shizuka Doumeki!
Ragazza stranita: Perchè, ci sono altre sedi?
La ragazza viene ignorata.
Noi siamo Ichi ed Ini e siamo liete di essere tra le più grandi sostenitrici del ragazzo più bello della scuola, Shizuka Doumeki.
Ichi: A proposito Ini, sei pronta per domani?
Ini: Ssh non spoilerare o le autrici cancellano il club! Lo sai che neanche i membri di tiro con l'arco ci vedono di buon occhio.
Ragazza di prima: Vero... non hanno apprezzato il primo tentativo di cheerleaders. Eppure eravamo così carine con le nostre divisine. Avevamo persino preparato canti e balletti sul kyudo!
Ichi: Senza contare che le nostre attività sono importanti. *inizia elenco* Tifare per Shizuka, amare Shizuka, fotografare Shizuka, maledire chiunque si avvicini a Shizuka, mandare lettere minatorie a chiunque si avvicini a Shi... Ops! Questo non dovevo dirlo, vero capo? *sguardo diretto verso una figura seduta nell'ombra*
Ini: Credo che per oggi sia meglio chiuderla qui.
Ichi ed Ini insieme: Grazie a tutte e se volete iscrivervi, l'unico requisito è...
Tutte in coro: Amare Shizuka! ^_^

Le streghe vi ricordano che se volete seguire le avventure di Ichi ed Ini nel pazzo mondo di xxxHOLiC è nato il forum con gdr!








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Capitolo 8
*** A stretto contatto - White day ***


Capitolo 8 - White day
Destino Inevitabile - A stretto contatto.
Capitolo 8
White day



Quel giorno il silenzio sembrava riempire l'intera aula di informatica.
Gli studenti erano tutti concentrati sull'esercizio da svolgere, il primo di una lunga serie, come aveva gentilmente spiegato l'insegnante poco prima di allontanarsi. Tra loro, l'unico a non aver pace sembrava essere Watanuki.
Il suo umore, però, non era pessimo per via della lezione, no. Ciò che non capiva era il motivo che aveva spinto Doumeki ad iscriversi all'ultimo istante, occupando il posto di fianco al suo. E, cosa peggiore, non riusciva a mandar giù la presenza delle due nuove compagne di corso. Non due ragazze qualsiasi ma le peggiori che avesse mai incontrato, le stesse che sembravano aver legato proprio con la dolce Himawari.

Cercando di sfuggire all'orribile pensiero, il ragazzo tornò a concentrarsi sul lavoro da svolgere, osservando furtivamente quello svolto da Doumeki.
«Ma sei già a quel punto?» Si lasciò sfuggire, nel constatare che il compagno era ormai alla fine dell'esercizio.
Per tutta risposta, l'altro si limitò ad annuire ed in quel mentre Ichi si avvicinò in cerca di pareri su un calcolo particolarmente difficile.
Sotto lo sguardo corrucciato di Watanuki, l'arciere svelò la soluzione alla ragazza che, dopo averlo osservato con occhi incantati, lo ringraziò per tornare al suo posto salvo fermarsi un attimo dopo.
«Proprio non ti riesce eh?» Domandò, fissando con aria ironica lo schermo ancora bianco di Watanuki.
Incuriosito, anche Doumeki si voltò ad osservare, sporgendosi subito dopo per svolgere i primi calcoli dalla tastiera del compagno.
«Hei!» Urlò questi, imbarazzato dall'improvvisa vicinanza. «Non c'è bisogno, smettila!» Esclamò.
A quello Doumeki si ritrasse rapidamente, dicendogli di arrangiarsi. Un commento che suscitò l'ilarità di Ichi e la rabbia di Watanuki che, voltatosi, le urlò prontamente di smetterla.
«Stupido geloso che non sei altro.» Borbottò la ragazza tornando al suo posto.
Quell'ennesima insinuazione sembrò accrescere il cattivo umore del ragazzo che, nuovamente davanti allo schermo, commentò con sarcasmo le sue parole attirando nuovamente l'attenzione del compagno.
«Di chi sei geloso?» Chiese Doumeki, rivolgendo uno sguardo distratto allo schermo che si andava riempiendo di calcoli errati.
«Cosa? Geloso io?» Watanuki si finse stupito. «Che dici?» Continuò battendo i tasti a casaccio, peggiorando così la già critica situazione dell'esercizio.
«Stai combinando un casino.» Esclamò l'arciere tornando a scrivere sulla tastiera dell'altro.
L'improvvisa vicinanza dei due sembrò attirare gli sguardi delle ragazze poco distanti che si produssero in mormorii fastidiosi.
Nel sentirle, Himawari si lasciò sfuggire una risatina e tutto questo, unito ad uno sguardo dell'insegnante appena rientrata, fece arrossire Watanuki.
«Hei...» Iniziò, stando attento a dosare il tono di voce. «Ti sembra il caso di fare cose tanto compromettenti davanti a tutti?»
A quello, senza ribattere, Doumeki si allontanò nuovamente per terminare il suo lavoro.
Qualche minuto più tardi l'ora gli indicò che era il momento di agire. Dopo un rapido sguardo verso il compagno, ancora concentrato sul compito, l'arciere gli prese un polso. «Non è colpa mia se serve questo contatto...» Mormorò, adombrandosi. «Cerca di sopportarlo.»
Improvvisamente a disagio Watanuki scosse la testa, guardandosi in torno e tornando a fissare il compagno. «Non è questo che mi da fastidio.» Spiegò, scuotendo leggermente il polso. Poi dopo un profondo respiro decise di cambiare argomento. «Sai che... non ho più sognato tuo nonno? Temo sia arrabbiato.»
«Arrabbiato. perché?»
Il più giovane lo guardò con espressione incerta. «Ecco... forse per via... di quando abbiamo discusso. Sai...» Continuò distogliendo lo sguardo. «Dopo il sogno...»
Doumeki lo fissò con aria cupa. «Non credo lo sia. Non per questo.»
Watanuki tornò a fissarlo e nel farlo udì nuovi commenti da parte delle ragazze intente ad interrogarsi su una presunta relazione tra lui e l'arciere. «Ma sentile!» Commentò furente. «Dannate fansgirls!» Poi tornando ad osservare il compagno. «Quindi per cosa potrebbe esserlo?»
«Cosa vuoi che ne sappia.» Sbottò l'altro, soffermandosi ad ascoltare gli ennesimi commenti. «Mi dici perché ti preoccupa quello che dicono?» Domandò poi indicando le ragazze alle loro spalle.
Watanuki lo fissò piccato. «Grazie per l'aiuto eh! E si, mi preoccupo. perché a differenza di te che sei un pezzo di ghiaccio io... beh non lo sono!»
«Non è a me che appare. Non posso sapere i vostri problemi.» Affermò di colpo, rifiutandosi di rispondere all'altra insinuazione. Lo sguardo fisso davanti a sè.
Quell'espressione, a suo modo carica di tensione, sembrò calmare l'altro ragazzo. «Lui... Ecco io... Credo che verrebbe anche da te, se potesse, sai...» Mormorò in tono gentile.
Doumeki lo fissò per un attimo. «Stai cercando di consolarmi?» Domandò alzandosi ed iniziando a recuperare le sue cose.
«Consolarti? Non scherziamo!» Borborrò l'altro, facendo lo stesso.
«Forse non ha nulla da dirmi» Commentò Doumeki con aria assorta. «Non preoccupartene...» Si bloccò di colpo, notando la presenza di Ini che, ferma a pochi passi da lui, lo stava guardando timidamente.
Ci fu un attimo di silenzio, dopo il quale la ragazza avanzò di qualche passo, raggiungendo l'arciere e porgendogli un pacchetto. «Doumeki-kun, questo è... per te...» Dichiarò senza riuscire a sostenerne lo sguardo.
Quando l'arciere accettò l'inatteso dono, la ragazza si allontanò praticamente di corsa.
«Non mi preoccupo comunque.» Esclamò Watanuki tornando sull'argomento. «Mi sembrava ti dispiacesse, tutto qui.» Commentò, fissando il pacchetto ancora nelle mani del ragazzo. «Cos'è?» Si informò. «E comunque sono i ragazzi che fanno i regali per il White day. Dovresti dirglielo, sai?»
«Non importa.» Dichiarò l'altro, mettendo il pacchetto in tasca. «E non sono dispiaciuto. Non per quello che credi tu, almeno...» Continuò superandolo e voltandosi a guardarlo. «Vogliamo andare? Yuuko-san ci sta aspettando.»
Watanuki lo fissò per un attimo, perso nello sguardo assorto dell'altro e colpito da quell'ultima frase. «Sei... dispiaciuto per qualcosa?» Domandò raggiungendolo, poi corrucciò le sopracciglia. «Tss, sarà sicuramente un qualche cibo scaduto o mal preparato.» Commentò tra sé e sé, ripensando al regalo consegnato poco prima da Ini.
«Lascia stare.» Fu la secca risposta dell'arciere. «Non credo sia cibo, comunque.»
A quello Watanuki prese a dimensarsi come suo solito. «Eh?! Come hai fatto a sentirmi? Cos'hai al posto di quelle orecchie?!»


~x~X~x~



Quando giunsero al negozio l'atmosfera era stranamente tranquilla.
Come spesso accadeva, Yuuko li chiamò dalla saletta dove era solita riceverli, facendosi trovare in compagnia di Mokona e di una bottiglia di sakè.
Dopo averli osservati con fare assorto, la strega allungò un braccio in direzione di Doumeki per riavere indietro l'amuleto.
Una scena che Watanuki osservò con un certo disappunto, visto che da giorni si ripeteva sempre allo stesso modo.
«Allora, com'è andata oggi?» Domandò la strega osservando i due ragazzi con sguardo malizioso.
Mentre il più piccolo metteva il broncio, l'arciere portò una mano in tasca estraendo l'oggetto richiesto da Yuuko. «Bene.» Esclamò.
In quel mentre un suono sordo attirò l'attenzione dei presenti.
«E quello?» Chiese la strega, indicando un pacchetto ai piedi dell'arciere.
Anche Watanuki voltò lo sguardo in direzione dell'oggetto caduto. «Quello è... il pacchetto che ti ha dato quella Ini...» Dichiarò con voce spenta.
«Senti senti...» Commentò Yuuko. «Abbiamo dei rivali, eh Watanuki?»
Attratto dalla possibilità di far infuriare il ragazzo, Mokona saltò giù dal divano. «Doumeki-kun fa strage di cuori! Geloso eh?» Cantilenò, già sulla spalla di Watanuki.
«Che hai detto?» Urlò il ragazzo, afferrando la palla di pelo ed iniziando a scuoterla davanti a sé.
«Watanuki è cattivo!» Strillò Mokona, liberandosi per tornare sul divano.
Il ragazzo lo seguì con gli occhi notando che il pacchetto era sparito. Senza rendersene conto, posò quindi lo sguardo sull'arciere.
«Beh, che hai da guardare?» Domandò questi, fissandolo lateralmente.
«Doumeki-kun...» Intervenne la strega. «perché non apri quel pacchetto?» Domandò con espressione curiosa.
«Già, perché non lo apri?» Insistè Watanuki in tono alterato.
Incuriosito, anche Mokona decise di dire la sua, saltando sulla spalla dell'arciere ed iniziando ad urlare. «Aprilo! Aprilo!»
Dopo uno sguardo quasi arrabbiato in direzione di Watanuki, Doumeki decise di accontentare i presenti.
Lentamente iniziò a scartare il pacchetto regalo, estraendone un pupazzetto che lo ritraeva, in tutto e per tutto, nelle sue vesti da arciere.
Insieme, sigillata con un adesivo a forma di cuore, c'era una lettera.
Dopo averla rimessa in tasca, Doumeki scrutò il pupazzetto, porgendolo infine a Watanuki.
Il ragazzo arrossì di colpo. «perché lo dai a me?» Urlò. «E tuo no? E poi che diavolo è...» Domandò, ridandoglielo come se scottasse.
«Kawaaaaiiiii!» Esclamò Yuuko, sorridendo. «Hai delle ammiratrici attente, eh Doumeki-kun?»
Incuriosito dall'affermazione della strega, Watanuki si sporse per osservare le fattezze del pupazzo e, accortosi di ciò, Doumeki pensò bene di ripetere il gesto di prima.
«Si può sapere perché lo dai a me?!» Protestò Watanuki, agitando la mano in cui stringeva la miniatura dell'arciere.
Il ragazzo più alto si limitò ad un'alzata di spalle.
«Parlo con te! mi hai sentito?!» Protestò l'altro, sotto gli sguardi attenti di Yuuko e Mokona.
«Oggi è il White day.» Dichiarò Doumeki.
Quella risposta sembrò congelare per un attimo il più giovane. «Che... che... Che hai detto?!» Strillò. «E chi se ne frega? Non lo voglio un coso che ti assomiglia!»
«Ho visto che ti piace.» Replicò l'altro fissandolo dritto negli occhi. «E... puoi sempre far finta che sia mio nonno. Siamo uguali, no?»
Imbarazzato da quelle parole, Watanuki arrossì maggiormente, voltandosi dall'altra parte. «Se anche fosse?» Urlò. «E poi cosa c'entra lui?! Tzè.» Continuò mettendo in tasca il pupazzetto.
Quell'immagine divertì particolarmente i due spettatori che si profusero in una risatina sarcastica.
«Watanuki è tutto rosso!» Cantilenò Mokona iniziando a saltellare.
«Sembrate proprio una coppietta, sapete?» Continuò Yuuko.
Doumeki sembrò non badarle e, senza dire nulla, si mise a sedere.
«Waaaatanuki!» Urlò Mokona. «Abbiamo fame!»
«Già portaci qualche stuzzichino.» Concordò l'arciere, versando da bere per sé e per la strega.
«La smetta con queste assurde illazioni!» Si lamentò il più giovane in direzione di Yuuko. «E voi smettetela di darmi ordini!» Continuò lanciando uno sguardo infuocato ai presenti. Poi, consapevole di aver urlato invano, abbassò il capo con fare rassegnato e si avviò verso la cucina.

Una volta soli Yuuko osservò a lungo l'arciere. «Dimmi, Doumeki-kun...» Esordì improvvisamente. «Non hai nulla da raccontarmi?»
A quella domanda il ragazzo sollevò lo sguardo sulla donna, consapevole che, se aveva parlato a quel modo, doveva esserci qualcosa sotto. Ci pensò su ma, non trovando risposte degne di nota, rimase a fissarla a sua volta.
«Mi chiedevo...» Continuò l'altra con espressione vaga. «Come va la tua attività con l'arco?»
Bastò quello a rendere tutto più chiaro.
«Lei... lo sa già vero?» Tentò l'arciere senza mai distogliere lo sguardo da quello penetrante della strega.
«Già... Il nostro Doumeki-kun che usa la freccia hama con un arco invisibile... Come potevo perdermi un tale evento...»
A quello, il ragazzo decise di esternare i propri dubbi. «In effetti avevo pensato di parlarne con lei. Poi però... sono accadute tante cose e alla fine, quell'aspetto ha perso importanza.»
Yuuko lo ascoltò sorridendo. «Cosa volevi sapere.» Esclamò, tornando a riempirsi il bicchiere.
Doumeki osservò per un attimo Mokona che, totalmente ubriaco, si era infine addormentato. «Mi chiedevo come sia stato possibile.» Commentò.
La strega ampliò per un istante il suo sorriso, tornando seria un attimo dopo. «Forse perché i tuoi poteri stanno aumentando.» Sentenziò.
Doumeki si limitò ad annuire. In quel preciso istante dalla cucina giunse un suono sordo.

Un attimo dopo l'arciere era fermo davanti alla porta, lo sguardo fisso su Watanuki che, in ginocchio, stava respirando in modo affannato.
«Che ti succede?» Domandò, raggiungendolo e prendendogli un braccio.
Watanuki lo guardò brevemene, il volto sudato per lo sforzo di tenersi in vita. «Ho perso... il senso del tempo...» Mormorò, mentre l'energia di Doumeki iniziava a ridargli un pò di colore. «E tu potevi anche pensarci invece di perderti in chiacchiere con quella!» Esclamò, già più in forze.
L'arciere lo fissò duramente. «Non puoi pretendere che sia sempre io a ricordarmene.» Dichiarò con tono fermo. «È la tua vita. Non la mia.»
Quelle parole sembrarono scuotere il più giovane che, staccatosi dalla presa, si alzò avvicinandosi ai piatti da portata. «Scusami tanto se... ti sono di disturbo. Vedrò di starci attento.» Mormorò.
Doumeki lo ascoltò, raggiungendolo ed afferrandolo con forza. «Sei un idiota!» Esclamò, costringendolo a girarsi per poi piantargli in faccia due occhi infuocati. «Non mi sei di peso, vuoi capirlo?»
Quei modi, così distanti dal solito, lasciarono Watanuki di sasso. Il cuore che batteva all'impazzata. «S..si..» Mormorò distogliendo improvvisamente lo sguardo. «Devo... andare. Yu... Yuuko-san ci sta aspettando.» Continuò, cercando di staccarsi dalla presa del più grande.
Per tutta risposta, Doumeki ne aumentò la stretta. «Non farti venire mai più simili idee» Continuò, afferrandogli il viso con l'altra mano per costringerlo a guardarlo. «Idiota.» Terminò, lasciandolo andare.
Finalmente libero Watanuki si scansò un minimo, restando in silenzio per un pò.
Le parole ed, in particolare, i modi dell'arciere lo avevano decisamente frastornato agitandolo più del solito. Scosse la testa per costringersi a togliersi quell'immagine di Doumeki dalla mente. Infine prese un paio di vassoi e si mosse in direzione della sala.


Quando rientrò, Yuuko lo accolse con un ampio sorriso.
«Era ora. Io e Mokona stavamo morendo di fame.» Dichiarò la donna sporgendosi per osservarlo meglio. «Stai bene? Sembri un pò... scosso.» Terminò con fare allusivo.
«Si, sto bene!» Borbottò il ragazzo, mentre con fare accorto posizionava i primi piatti sul tavolino.
Doumeki entrò in quel preciso istante, accomodandosi con aria neutra e adocchiando i primi stuzzichini.
Ancora curvato sul tavolino, Watanuki si mosse appena per lanciargli un'occhiataccia, trovandosi a pochi centimetri dal viso dell'arciere che, di colpo, aveva preso a fissarlo.
Sotto lo sguardo divertito della strega, Watanuki ebbe un lieve sobbalzo, dopo il quale si allontanò velocemente verso la cucina.
«Quel ragazzo è l'unico in grado di farti scoprire lati di te che non pensavi di avere, eh Doumeki-kun?» Esclamò dun tratto la donna.
Senza minimamente scomporsi l'arciere la osservò senza rispondere.
«Già...» Commentò lei, spostando brevemente lo sguardo su Mokona che, non visto, aveva portato via uno dei piattini. «Suppongo sia così che debba andare. Piuttosto...» Continuò, tornando a fissare il ragazzo. «Sto ancora aspettando il pagamento dell'ultima missione.»
Doumeki ricambiò lo sguardo, alzandosi per recuperare la busta che porse alla donna.
Watanuki tornò in quel momento, lanciando uno sguardo accusatore all'arciere.
«Oh!» Esclamò una Yuuko al colmo della gioia. «Questa bottiglia è meravigliosa!»
«Tss. Poteva anche evitare di rubarla.» Protestò il cuoco mentre con espressione severa posizionava gli altri piattini.
«Non l'ho rubata.» Si difese l'arciere. «È stato il prete a dirmi che potevo prenderla.»
«Ma se l'hai praticamente minacciato!» Sbottò Watanuki, in tono incredulo.
«Su su, non agitiamoci. Doumeki-kun ha fatto benissimo.» Esclamò la strega con aria soddisfatta.
«Si, come no!» Continuò il ragazzo più giovane, prendendo finalmente posto.
Per un pò nella saletta regnò il totale silenzio. Ad eccezione di Watanuki, erano infatti tutti intenti a gustare le varie pietanze.
Solo Doumeki sembrò interessarsi allo strano silenzio del ragazzo.
«Oi...» Lo chiamò. «Stai bene?» Domandò, notando che non aveva toccato cibo.
Ancora concentrato sulle strane emozioni che lo accompagnavano dall'ultima discussione avuta con l'arciere, Watanuki si limitò ad annuire. In qualche modo che neppure lui sapeva spiegarsi, si sentiva quasi infastidito dalle attenzioni dell'altro. In fondo era solo colpa sua se ora aveva quello strano rimescolio, pensò.
Senza smettere di fissarlo, Doumeki gli lanciò un'occhiata poco convinta. «Mangia allora.»
«Non ho fame.» Dichiarò l'altro, senza sollevare lo sguardo dal piatto.
Quell'atteggiamento sembrò infastidire l'arciere. «Non hai fame, eh?» Mormorò più a se stesso che al ragazzo che aveva di fronte.
Senza attendere una risposta, si sporse verso di lui, sottraendogli le bacchette. Con queste afferrò un gamberetto e lo avvicinò alla bocca del più piccolo.
Quel gesto sembrò distruggere tutto l'autocontrollo di Watanuki che, in meno di un secondo riuscì a diventare color porpora.
«Cheeee?» Strillò indietreggiando con fare sconvolto. «So mangiare da solo, io!» Si lamentò, strappandogli le bacchette di mano per addentare il gamberetto.
Doumeki lo fissò mandare giù il primo boccone. «Vedi di mangiare allora. Hai già poca energia di tuo.» Commentò senza smettere di guardarlo.
Divertito dalla scenetta, Mokona prese a saltellare sul tavolo. «Watanuki è arrossito!» Urlò.
Sempre più in collera, il ragazzo lanciò uno sguardo assassino verso Doumeki. «Non è colpa mia se sono senza energie. Non rinfacciarmelo!» Strillò, volantosi subito dopo in direzione del manju nero. «E tu sta zitto!»
Yuuko, che aveva approfittato del momento per studiare i due ragazzi, accolse un Mokona offesissimo tra le braccia. «Waaatanuki! Su, non c'è motivo di scaldarsi tanto. Hai offeso Mokona!» Dichiarò accarezzando la palletta di pelo.
«Watanuki è cattivo!» Commentò Mokona, prendendo il dolcetto che Doumeki gli stava porgendo.
«Oi! La prossima volta mettici più salsa di soia.» Aggiunse l'arciere guardandolo.
Quella fu la classica goccia in un vaso fin troppo pieno. «Tu!» Strillò il cuoco inferocito. «Come osi! Eh? Prima ti fingi preoccupato e poi riprendi a darmi ordini?!»
Doumeki lo guardò con l'aria di chi non capiva dove stesse il problema. «Beh ma è vero che ci vorrebbe più salsa.» Dichiarò.
Watanuki lo fissò con odio, cercando di ignorare le risatine di Yuuko e Mokona. «Basta! Non vi sopporto!» Si lamentò, prendendo i primi piatti sporchi per rifugiarsi in cucina. Le orecchie che quasi gli fumavano, tanta era la rabbia.
L'arciere lo osservò allontanarsi. Sul visto un sorrisetto divertito. «Sarà il caso che lo raggiunga.» Comunicò alla strega. «Il tempo limite sta per scadere.» Annunciò e, dopo un gesto di assenso da parte della donna, si avviò verso la cucina.



Rieccoci ancora una volta alle recensioni, sperando che anche questo capitolo vi sia piaciuto! ^_^


Gioielle: Ma ciao! Ti avevamo riconosciuta, si si. Eh, il nostro "Shizuka-kun" ha delle qualità nascoste... che prima o poi Watanuki scoprirà :P.
La strada sarà ancora lunga e difficile ma si, inizia a rendersene conto. Molto piano. *sigh*
Ahahaha, comunque, da dove credevi che le avessimo prese le due pazze per il GDR?
Grazie della recenzione!

LawlietPhoenix: Ahahahha ci spiace di averti attirato la mamma in camera ma siamo felici di sapere che il capitolo sia riuscito a suscitare delle risate. A breve arriveranno le lacrime. ^^"
Quanto ad Ichi ed Ini... che dire se non che sono due pg che pian piano ed in modo molto poco elegante si sono ritagliate la loro fetta di mondo? XD

Naco chan: Eh si, sta sempre peggio. Che un giorno non possa *propio* evitare di starsene appiccicato a Doumeki, dici? Lo scopriremo solo leggendo :P
Quelle due? Beh, chi meglio di due fangirl sfegatate e gelose per far ingelosire Watanuki-che-nega-i-propri-sentimenti?

Yusaki: Ma ciao! ^_^
Eh si... Anche un passante occasionale è in grado di cogliere cose che al nostro Watanuki sfuggono. Ma in fondo è proprio per questo suo essere totalmente impedito che ci piace tanto, no? XD
Riguardo le condizioni di Watanuki... presto si scopriranno nuovi indizi. (Fa molto csi così, lo sappiamo. :P)
Ps. Sto ancora sognando per il tuo ultimo capitoletto! *_* (nd. Lay)

Elychan: se fossero state presenti sarebbero scoppiate a piangere quando Doumeki si è trovato così vicino a watanuki in chiesa, altro che!
Comunque, anche noi abbiamo adorato quella parte, daltronde chi mai nella coppia potrebbe fare la mogliettina?
Eh, questi uketti che negano la loro natura!
Continua a seguirci!

Witch Of The Dimensions: In una sola parola... Grazie ^_^
Le tue parole ci spronano a fare sempre meglio. E' bello poter leggere tanti complimenti. Quindi grazie e alla prossima ^_^


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Capitolo 9
*** A stretto contatto - Rivelazione notturna ***


Destino Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 9

Rivelazione notturna


Quel nuovo giorno, il risveglio al tempio non fu lo stesso di sempre.
Alle quattro e trenta del mattino Watanuki spalancò gli occhi, mettendosi a sedere. Il respiro affannato, le gocce di sudore che gli imperlavano la fronte, gote rossissime ed occhi decisamente stralunati.
Rimase così per diversi secondi, dopo i quali, portò la mano libera al volto. «Oh cazzo!» Imprecò.
A quell'esclamazione Doumeki si svegliò, notando l'altro ragazzo seduto sul fouton.
«Oi...» Mormorò, resosi conto che era ancora notte fonda. «Che succede?»
Nel sentirlo, Watanuki scostò la mano dalla fronte girandosi verso l'arciere. Quando i loro occhi si incontrarono, sentì un'improvvisa ondata di calore che aumentò l'agitazione già presente. «Niente! Tutto a posto!» Urlò quasi, accorgendosi subito dopo che la sua voce non era uscita esattamente come avrebbe voluto.
Quel fatto, unito allo sguardo di Doumeki ancora fisso su di lui, lo portò ad allontanarsi cercando di svincolare la presa dal suo braccio.
Intanto l'arciere che, grazie alla luce lunare e a quella data dalle lampade esterne, riusciva a vederci abbastanza, si sollevò per osservarlo meglio aumentando al contempo la presa in modo da bloccarlo «Che hai?» Ripeté.
Per tutta risposta, Watanuki sbatté un paio di volte le palpebre ricambiando lo sguardo dell'arciere.
«Tel'ho detto... non è... niente.» Tentò, scuotendo la testa nel tentativo di calmarsi. «Torna a dormire, ok?»
Doumeki continuò a fissarlo e per un attimo il suo sguardo si posò sulle labbra che il più piccolo stava mordicchiandosi.
«Sei strano.» Dichiarò infine.
Sempre più imbarazzato dallo sguardo insistente del padrone di casa, Watanuki sbuffò girando la faccia dall'altra parte. «Senti... non è un qualche spettro che vuole mangiarmi...» Tentò. «Era... solo... un sogno. Ok?»
«Un sogno... di che tipo?» Chiese l'altro, improvvisamente curioso.
«Un sogno è un sogno!» Ribatté il più piccolo dopo aver preso un profondo respiro. «Do...dormiamo ora...» Continuò, tornando a sdraiarsi nel tentativo di contenere la reazione alle parti basse, presente da quando si era svegliato.
Non convinto, Doumeki rimase immobile, la mente persa dietro strani pensieri.
Aveva capito che Watanuki gli stava nascondendo qualcosa ed era giunto alla conclusione che dietro tutto quell imbarazzo poteva celarsi solo un sogno erotico, cosa piuttosto normale alla loro età.
"Sicuramente ha sognato Himawari..." Pensò, accusando una fitta allo stomaco. Una reazione inattesa quanto spiacevole.
«Come vuoi...» Mormorò infine, a voce bassa. Vedere l'altro in quello stato lo aveva reso strano. Come se una sorta di lampadina si fosse accesa al suo interno, illuminando pensieri rimasti al buio per troppo tempo. Cose che non era affatto il caso di affrontare. Non ancora, almeno.
«Buona notte.» Esclamò, tornando a sdradiarsi.
In risposta giunse solo un lieve sussurro.
Al suo fianco, Watanuki sembrava essersi addormentato.
Doumeki lo guardò per un periodo di tempo che non avrebbe saputo quantificiare.
Attraverso la mano stretta attorno al suo polso, poteva sentirne il battito accelerato. Qualcosa che pochi giorni prima non avrebbe avuto alcuna importanza, mentre ora...
D'un tratto si rese conto di non volere i pensieri che la mente stava continuando a comporre. E nel tentativo di far calare il sipario su uno sfondo che riteneva fin troppo pericoloso per la sua salute psico-fisica, infine si obbligò al sonno.

°*°

L'area entro la quale si svolgevano le lezioni di educazione fisica quel giorno era gremita di studenti che, complice il bel tempo, si erano riversati in massa sul prato circostante. Chi, per sgranchirsi le gambe ed osservare i ragazzi impegnati nelle lezioni, chi per incontrarsi con i compagni tra una lezione e l'altra, tutti erano intenti a godersi il primo sole primaverile.

Poco distante da quell'atmosfera di spensierata allegria, un ragazzo stava correndo verso gli spogliatoi maschili.
Fu il primo ad arrivare e questo gli permise di scegliersi un angolo più appartato dove rifugiarsi.
Ancora stanco per la corsa, appoggiò le braccia ad una parete. «Accidenti.» Borbottò.
Sfuggire gli spettri gli aveva insegnato a correre come un fulmine, tuttavia anche lui era vittima della stanchezza.
Un pò più calmo si lasciò cadere su una delle panche di legno. La mente ancora carica di immagini indesiderate.
Aveva passato tutta la mattina ad evitare lo sguardo di Doumeki, inventando scuse sempre diverse quando, ad ogni cambio d'ora, era costretto a vederlo per caricare l'amuleto. Al termine della prima ora era arrivato con un libro da leggere, in modo da tenerevi gli occhi incollati per il tempo necessario alla ricarica. Un'altra volta si era portato dietro Himawari, chiacchierando con lei come se l'arciere non esistesse. E così per le restanti ore, fin quando l'inevitabile ironia del destino non lo aveva costretto a guardare in faccia la dura realtà, ponendolo davanti all'ora di educazione fisica.
A quel ricordo, Watanuki sospirò stancamente. Doversi allenare sfuggendo gli sguardi altrui era stato terribile, specie quando bastava uno sguardo dell'arciere per andare nel pallone, riportandogli alla mente le immagini di quella notte. 
«Ahh insomma, devo smetterla di pensarci. Era solo un sogno!» Si disse, nel tentativo di convincersi.
La porta che si apriva lo spinse a restare in silenzio.
«Si può sapere che ti è preso?» Lo sgridò Doumeki, entrando e fissandolo con sguardo torvo. «Lo sai che non devi allontanarti troppo.» Dichiarò porgendogli il talismano nuovamente carico.
Watanuki allungò un braccio, per prendere quanto gli veniva porto. Lo sguardo, improvvisamente sfuggente.
«Volevo cambiarmi...» Si giustificò, togliendosi le scarpe da ginnastica e sfilandosi la maglietta.
Nel tentativo di fingersi indifferente, iniziò a frugare nella borsa in cerca dell'asciugamano. Dopo un paio di tentativi si guardò intorno, notandolo dall'altra parte della stanza. «Come cavolo c'è finito li!» Borbottò, muovendosi per andare a recuperarlo.
Percorse il breve tragitto tenendo sempre gli occhi bassi, in modo da non incrociare lo sguardo di Doumeki che sentiva, come sempre, fisso sulla sua persona. Era talmente concentrato a maledire dentro di sé quel modo di fare dell'arciere, che quasi non si rese conto della porta che si apriva. Il risultato fu di sbattere contro il ragazzo che stava entrando.
«Che?» Watanuki si mosse appena, sollevando il viso ed incontrando gli occhi dell'altra persona. «Masanori-kun...» Balbettò, scansandosi in fretta. «Scu...scusami, non ti avevo visto.»
Fermo davanti a lui, il ragazzo sembrò riconoscerlo in fretta. «Oh, sei tu! Tutto a posto?» Domandò senza togliere le mani dalle sue spalle.
«S...si io... ero distratto... Scusami» Ripetè l'altro, improvvisamente a disagio.
«Non preoccuparti.» Lo rassicurò Masanori, notando subito dopo l'arrivo di Doumeki.
L'arciere si fermò ad un passo da Watanuki. «Che succede, qui.» Domandò, cogliendolo di sorpresa.
«Eh?!» Urlò il ragazzo voltandosi a guardarlo. Quando lo vide, a torso nudo, con i capelli ancora umidi, il suo cuore perse un battito. «D...do... Doumeki.» Balbettò. «Sei tu...» Gli occhi nuovamente bassi.
Masanori, che intanto aveva osservato la scena staccandosi prontamente dal più piccolo, rivolse un sorriso all'arciere. «Doumeki-kun... Ho solo aiutato Watanuki-kun ad evitarsi una brutta caduta.» Esclamò sorridendo.
Watanuki intanto era rimasto in silenzio, paralizzato dal contatto improvviso con la pelle calda dell'arciere.  «Tut...to a posto...» Borbottò, osservando la mano ancora attorno al suo braccio. «Non c'era bisogno di venire... a fare la... guardia del corpo...» Mormorò, mentre la sua mente gli inviava ricordi di come quella mano lo aveva toccato nel suo sogno. E dei baci e dei... «E comunque sto bene!» Urlò, staccandosi di colpo dall'altro.
Doumeki gli lanciò un'occhiata distratta. «Se tu non fossi così sbadato non ne avrei bisogno.» Dichiarò, tornando a guardare Masanori per scoprirlo intento a fissare Watanuki.
Sotto lo sguardo inquisitorio dell'arciere Masanori abbozzò un sorriso di circostanza. «Allora, immagino che ci vedremo dopo in classe, Doumeki-kun...» Esclamò congedandosi.
L'altro si limitò ad un cenno dopo il quale si avviò verso il suo armadietto.
«Non sapevo che foste in classe insieme...» Commentò Watanuki.
«Lo siamo da quest'anno in effetti.» Rispose l'altro afferrandolo per il polso.
Al nuovo contatto Watanuki si irrigidì per un attimo, quasi pronto ad inveire contro la mancanza di modi dell'arciere. La mancanza di energia però lo costrinse a fare diversamente e, senza dire nulla, prese l'asciugamano e si limitò a seguirlo fermandosi solo agli armadietti. Lì, senza quasi rendersene conto, rimase a fissare Doumeki che dopo essersi asciugato, incurante di essere osservato, si tolse la parte inferiore della tuta, restando in boxer.
Quell'immagine sembrò arrivare dritta al cervello di Watanuki che, coloratosi come una ciliegia, si voltò dall'altra parte riprendendo a vestirsi e maledicendo la sua capacità di ficcarsi nei guai anche dormendo.

°*°

Il tempio era un luogo da sempre silenzioso.
Persino quando era ancora un bambino aveva imparato a rispettarne quella sorta di legge inespressa.
Gli piaceva restare ad occhi chiusi per sgombrare la mente e amava ascoltare le storie che ogni sera poteva udire dalla voce calma e pacata di suo nonno.
Anche in quei momenti che anticipavano il suo viaggio nel mondo onirico, il silenzio era l'elemento preponderante.
Doumeki sospirò, ripensando a quei giorni lontani.
Era sdraiato sul suo fouton, tra le mani la lettera di Ini. Prima o poi avrebbe dovuto leggerla e quello gli era sembrato il momento migliore.
Poco distante da lui, Watanuki stava tornando dal bagno, avvolto in uno yukata un pò troppo grande.
Quando entrò in camera si sdraiò a pancia in giù. «Certo che tenere d'occhio il tempo è faticoso.» Commentò, lo sguardo verso la parete.
Accanto a lui Doumeki cercò di ignorarlo, limitandosi ad allungare una mano per sfiorargli il braccio che l'altro gli porgeva. Nel farlo mosse appena la mano, cercando di trovare il punto più comodo. Il risultato fu una leggera carezza che a Watanuki giunse insieme ad un brivido lungo la schiena.
Nel tentativo di distrarsi, il più piccolo girò la testa dall'altra parte, notando la lettera tra le mani dell'arciere. «Che leggi con tanto interesse?» Domandò.
Cogliendo il tono volutamente sarcastico della domanda, Doumeki gli lanciò un'occhiataccia, soffermandosi per un attimo sul suo viso. «La lettera di Ini...» Rispose. A quello, Watanuki mise il broncio. «Ah... quella li.» Sbuffò. «E sentiamo, cosa vuole? Immagino ti abbia scritto un poema nel quale si dichiara, continuando con frasi su quanto sei bello, atletico e...» Si fermò, arrossendo. «Insomma che dice...?»
L'arciere lo guardò per un attimo. «Entrambe le cose in realtà. Più altro...» Terminò, facendosi pensieroso.
«Ovvero?» Ribattè l'altro. «Non mi è sembrata una capace di pensare...» Borbottò, giustificandosi.
«Lei...» Doumeki si fermò, indeciso sul rivelare o meno le insinuazioni della ragazza. Lo sguardo tornò per un attimo su Watanuki. «Mi chiede se io e te stiamo insieme.» Rispose. In fin dei conti si trattava dei pensieri di Ini, non certo dei suoi. «Dice... che secondo lei non sei adatto a me. Poi si dichiara...»
«Cosa?!» Urlò il più piccolo, tirandosi a sedere ed interrompendo il contatto. «Ancora? Chissà da dove hanno preso quest'idea.» Borbottò incrociando le braccia e guardando altrove. «E poi senti chi parla. Come se lei fosse adatta! Scapperebbe alla tua prima richiesta di cibo!»
«Tu... smetteresti di prepararmi il pranzo se... accettassi di stare con lei?» Si informò l'altro.
«Che?» Esordì Watanuki, lanciandogli un'occhiata laterale. Le braccia ancora incrociate. «Perché... vorresti stare con quella?» Domandò con tono alterato. «Ma si, stacci.» Continuò. «Poi non venire a lamentarti quando ti preparerà roba riscaldata, cuocendola male per giunta! Tzè.»
Nel sentirlo parlare a quel modo le labbra di Doumeki si stesero in un sorrisetto divertito. «Preferirei fossi tu a prepararmi il pranzo.» Dichiarò. «E poi... c'è sempre la storia del debito, no?» Concluse. «Se anche decidessi di stare con Ini, tu dovrai continuare a prepararmelo.»
«Che? Quando avrai una ragazza sarà lei a cucinare per te! Non scherziamo.» Brontolò l'altro. «E poi non dovrò ripagarti per sempre.» Borbottò, tornando a stendersi.
In quei pochi minuti senza il contatto con l'arciere, l'energia aveva iniziato a calare lasciandolo ogni secondo più stanco. Inoltre... quel pensiero di Doumeki con Ini... improvvisamente gli dava fastidio.
Alle sue parole, intanto, Doumeki si era improvvisamente adombrato. Senza aggiungere altro si limitò quindi a riporre la lettera di fianco al fouton e a prendere il braccio di Watanuki.
«Non fare quella faccia, ora.» Sbuffò quest'ultimo quando l'improvvisa carica di energia lo spinse a voltarsi. «Non mi servirà sempre una guardia del corpo...»
Per tutta risposta, l'arciere staccò brevemente la mano, si alzò per spegnere la luce e tornò a sdraiarsi, ristabilendo il contatto. Tutto, senza dire una parola.
«Beh? Che c'è ti sei offeso?» Continuò il più piccolo nel vederlo con gli occhi fissi sul soffitto.
«Avrai bisogno di me ancora per un bel po'.» Rispose l'altro, chiudendo gli occhi. «Fino ad allora, dovrai cucinare per me.»
Watanuki gli lanciò uno sguardo infuocato. «Ma sentitelo. Con tutte le ragazze che ti corrono dietro vuoi anche il cuoco personale?!» Borbottò.
«Esatto.» Fu il commento di Doumeki. La mente che intanto andava in più direzioni.
Avrebbe potuto chiedere a chiunque di cucinare per lui eppure... l'unico di cui amava ogni singolo piatto era il ragazzo al suo fianco.
Per un attimo ripensò alle parole che poco tempo prima aveva detto a Kohane, ripetendosi ancora una volta che se teneva tanto a Watanuki era solo per via della promessa fatta a sé stesso. Aveva giurato di non farlo sentire solo e questo era tutto. Doveva esserlo. Perché in caso contrario...
«E lo ammetti anche!» Continuò il suo ospite, riportandolo alla realtà. «Sarà meglio dormire. Tzè.» Borbottò voltandosi dall'altra parte e sperando in cuor suo di non ripetere il sogno della notte prima.
Al suo fianco, Doumeki, si limitò ad un'occhiata distratta mentre, senza rendersene conto, aumentava la stretta attorno al suo braccio. «Notte...»




Rieccoci con un nuovo capitolo che speriamo sia di vostro gradimento. Se pur a passi da formica, il nostro Watanuki inizia a fare i primi passi verso l'arduo sentiero dell'ammmmore! XD Ce la farà? Inviamoci energia positiva. E' meglio. ^^"

Naco-chan: Niente di nuovo sotto il sole nel capitolo precedente, ma come vedi in questo invece "qualcosa si smuove" XD
Diciamo che per fargli capire cosa lui stesso ha in testa, va preso tutto mooooolto alla lunga... è idiota, che vuoi farci.
*scappano inseguire da un arciere arrabbiato* Continua a seguirci, e scoprirai tutto :P

Gioielle: Ihihih è vero Ini-chan qui è ancora piuttosto timidina, per fortuna... XD
Riguardo al resto... si i due si stanno avvicinando. Chissà se basterà questo a soddisfare i nostri animi di fangirls. XD

Witch Of The Dimensions: sei sempre così prodiga di complimenti, grazie tantissimo! Facciamo del nostro meglio per mantenere le aspettative!
Ahaha, hai visto Doumeki com'è Zen? Eh? Beh, insomma, Haruka-sama di certo gli ha insegnato bene, riesce a tener testa anche a Watanuki... ma vedrai che la perseveranza darà i suoi frutti!

LawlietPhoenix: Grazie piuttosto per la tua costanza.
I commentini sono la carica per chi scrive. Specie per la consolazione nel sapere che sapete quanto sia scemo Watanuki. XD
A volte è davvero frustrante scriverlo.
Riguardo alle Otome... ahahah siamo liete che riscuotano tanti consensi. ^_^

Un ringraziamento speciale va a Reiko per le recensioni ai primi capitoli. Speriamo di leggerti presto anche nei successivi.
Grazie per il supporto! ^_^


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Capitolo 10
*** A stretto contatto - Scherzi dell'hitsuzen ***


Capitolo10
Destino Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 10

Scherzi dell'histuzen

«Non riesco a capire perché vada sempre a finire così!» Borbottò Watanuki, avanzando con passo spedito.
Davanti a lui, Doumeki camminava seguendo le istruzioni riportate sulla piantina consegnatagli dalla strega.
«Insomma... non bastava chiamarmi nel giorno libero per una stupida merenda. No, doveva farsi trovare con l'amewarashi in vena di minacce!!» Continuò il primo, con fare lamentoso. La mente che intanto, tornava a qualche ora prima, quando la strega aveva inviato al tempio uno dei suoi origami-messaggeri, intimando ai due ragazzi di raggiungerla subito.
«Non fosse stato per Mugetsu a quest'ora avrei non so quanti bernoccoli a furia di ombrellate.» Continuò, massaggiandosi la testa. «Insomma, non è colpa mia se sono in questa situazione! » Si lamentò ricordandosi di come l'Amewarashi lo avesse avvertito di non correre rischi tali da far piangere la Zashikiwarashi.
«Non può piombare da Yuuko-san per minacciarmi di mandarme i karasu-tengu. Sono io che rischio la vita qui, non lei!» Urlò.
In quel preciso istante l'arciere, fermatosi davanti ad un'insegna luminosa, lo obbligò ad interrompere il suo monologo. «Siamo arrivati.»
«Che?» Domandò il più piccolo, improvvisamente dimentico di cosa stessero per fare. «Giusto! Parliamo del perché mi ha affibbiato anche uno dei suoi stupidi incarichi!» Urlò.
«Oi...» Lo richiamò Doumeki.
«Che c'è?!»
L'arciere indicò l’insegna. «Siamo arrivati.» Ripetè.

Una volta entrati, si trovarono travolti da una musica ballabile, accompagnata da varie luci che, cambiando continuamente colore, si proiettavano sui muri del locale.
Dopo un attimo di esitazione i due ragazzi si avviarono verso il bancone, in cerca di informazioni.
La strega aveva detto loro di chiedere di un certo Higarashi e, desiderosi di portare a termine l'incarico, optarono entrambi per la soluzione più rapida: chiedere.
Purtroppo per loro, Higarashi sembrava essere una persona parecchio impegnata così, dietro consiglio del barista, finirono col prendere posto su uno dei divanetti dello strano locale.
«Mi chiedo che razza di posto sia questo!» Borbottò Watanuki guardandosi intorno e arrossendo per l'imbarazzo.
«Perché?» Domandò Doumeki, posando il menu che aveva tra le mani.
Watanuki lo guardò con  fare scocciato. «Come sarebbe perché?» Continuò, indicando un paio di uomini che, nella piccola pista del pub, stavano ballando strofinandosi l'uno con l'altro. «Non lo vedi?» Domandò, mentre il colorito aumentava di altri due toni.
Incuriosito dalla reazione dell'amico, l'arciere si guardò intorno, notando la clientela formata in prevalenza da uomini all'apparenza impegnati gli uni con gli altri. «Ah... intendi questo...» Dichiarò con noncuranza.
«Come fai a stare così calmo!» Sbottò il più piccolo, allontanandosi un po' dall'altro per evitare equivoci.
In quel preciso istante, un ragazzo di bella presenza, con capelli castani e occhi decisamente espressivi, si avvicinò al loro tavolo, osservando con particolare attenzione Doumeki.  «Volete ordinare qualcosa?» Domandò, posando una ciotola colma di salatini.
L'arciere si voltò in direzione di Watanuki. «Ordiniamo?» Chiese, iniziando a mangiare.
«Devo ricordarti che siamo qui per lavoro?» Ribattè l'altro, sentendosi improvvisamente nervoso.
Doumeki lo guardò senza rispondere, prendendo delle noccioline e guardandosi intorno.
Dopo qualche secondo, stanco di essere osservato mentre mangiava, lanciò una rapida occhiata al cameriere, ancora in attesa. «Non prendiamo niente.» Dichiarò.
Alla risposta negativa, il giovane non fece una piega cercando di convincere i due ragazzi ad ordinare visto che, conoscendolo, Higarashi si sarebbe fatto attendere non poco.

Posto dinanzi a quella prospettiva, Doumeki decise di cambiare tattica. «Allora portaci un sakè ed un tè.»
Sentendosi del tutto ignorato, Watanuki lo guardò con rabbia. «Hei! Per chi sarebbe il tè?» Si lamentò. «Chi ti da il diritto di ordinare per me!»
Attratto dalle urla, un nuovo ragazzo, apparentemente poco più giovane del cameriere, si avvicinò al loro tavolo, ponendo le mani sulle spalle di quello che, evidentemente, era un suo amico. «Sorpresa!» Esclamò osservando con interesse i due ragazzi, ancora intenti a discutere. «Non mi presenti i nuovi clienti?» Domandò poi al cameriere.
«Oh sei tu!» Replicò il ragazzo, per niente stupito. «Presentati da solo mentre vado a prendergli da bere.» Esclamò, tornando a guardare i due ragazzi per poi rivolgersi al più piccolo. «Come lo vuoi il tè?»
Ancora indispettito per la mancanza di modi dell'arciere, Watanuki alzò uno sguardo iroso verso il cameriere. «Nero!» Sbottò.
Senza ribattere a tanta scortesia, il cameriere rivolse uno sguardo all'amico, allontanandosi in fretta.
«Allora...» Esordì l'altro mettendosi a sedere di fronte ai due ragazzi. «State insieme?» Domandò, osservando come il più piccolo si fosse avvicinato con fare bellicoso verso il più grande.
«Che?» Replicò Watanuki, allontanandosi di colpo dall'arciere. «Noi due?» Chiese, mentre il colorito diventava simile a quello di una ciliegia. «No! Non è così! Non è come sembra!» Urlo agitando le braccia davanti a sé.
Soddisfatto per la risposta, il ragazzo appoggiò il mento ad una mano, osservando Doumeki, ancora intento a mangiare noccioline. «E dimmi... stai con qualcuno?»
«No.» Fu la risposta dell'altro.
«Bene...» Riprese il giovane, bloccandosi nel notare che l'amico era già di ritorno con le bevande. «Sei stato rapido!» Esclamò con un sorrisetto.
«Già... e tu invece hai deciso di provarci col cliente più bello della serata, vero?» Replicò l'altro posando sul tavolo sakè e tazza di tè.
Alla vista dell'ordinazione, Doumeki mostrò al cameriere la ciotola quasi vuota.  «Ancora...» Ordinò.
Il ragazzo gli sorrise allontanandosi prontamente e l'amico ne approfittò per riprendere la conversazione interrotta. «Sai che sei davvero affascinante?» Esclamò, rivolgendosi all'arciere.
«Uh? Grazie.» Rispose il ragazzo con aria distratta.
«Non dovresti bere, lo sai?» Si intromise Watanuki, la cui rabbia era ormai ai massimi livelli.
«Perché?»
«Come sarebbe perché! Non hai ancora vent'anni!» Sbottò il più giovane.
Quelle parole sembrarono colpire il ragazzo seduto difronte a loro, che dopo qualche secondo ridacchiò. «Oh! Sei così affascinante che ti credevo più grande.» Dichiarò, domandandosi quanti anni avessero i due.
Doumeki ignorò quell'intervento, fissando Watanuki. «Sei troppo teso.»
«Il tuo amico ha ragione...» Constatò il ragazzo. «A me sembra che regga l'alcol meglio di tanta altra gente...» Sospirò fissando l'arciere con sguardo trasognato. «Senti... com'è che ti chiami?» Domandò.
«Shizuka.» Rispose l'altro portando alla bocca altre noccioline.
«È ovvio che sono teso!» Protestò Watanuki. «E non presentarti solo con il primo nome. Non è educato!» Lo sgridò. L'espressione un po' più stanca.
«Ma no... che dici. È un nome bellissimo.» Ribattè il ragazzo, notando il cameriere nuovamente in arrivo.
«Ecco qua!» Eslcamò questi, posando davanti a Doumeki, una ciotola piena di noccioline. «E tu...» Continuò, rivolgendosi all'amico. «Smettila di importunare i clienti. E vieni ad aiutarmi di là piuttosto.»
L'altro ragazzo si alzò malvolentieri e dopo aver promesso di tornare al più presto si allontanò con il cameriere.
Approfittando della rinnovata calma, Doumeki afferrò il polso di Watanuki che, preso alla sprovvista, arrossì scandandosi appena. «N...non fare certe cose in pubblico!» Esclamò.
«Eri pallido.» Chiarì l'altro.
«Si ma...» Continuò il più giovane, avvicinandosi per non farsi sentire. «In un posto del genere, se vedono simili gesti... Potrebbero scambiarci per una coppia.» Bisbigliò.
«Che lo pensino.» Replicò l'altro, continuando a mangiare.
Watanuki si limitò a fissarlo e nel farlo si rese conto di come Doumeki fosse effettivamente affascinante. Quel pensiero sembrò scuoterlo nel profondo e, deciso a non dar seguito alle immagini che avevano preso a rincorrersi nella sua mente, si obbligò a distrarsi, notando il continuo masticare dell'altro. «E smettila con le noccioline!» Borbottò cercando di sottrargli la ciotola per poi sbilanciarsi e finire a pochi centrimetri dal suo viso. Gli occhi improvvisamente catturati da quelli dell'arciere che, mano ferma sulla ciotola, rimase a fissarlo decisamente attratto dall'espressione imbarazzata del ragazzo.
Restarono immobili per diversi secondi, fin quando un uomo non giunse ad interromperli, comunicando loro di essere il signor Higarashi e di avere una consegna per loro.
Doumeki che fu il primo a riprendersi da quell'attimo fermo nel tempo, si alzò per seguirlo.
Watanuki invece restò fermo dov'era. La mente come intorpidita.
Quando notò l'assenza dell'arciere, ricordandone se pur vagamente il motivo, osservò per un po' il punto in cui era sparito, portandosi una mano al cuore. «Cos'è successo...» Mormorò. Da quanto si erano seduti a quel tavolo le emozioni provate erano state tante da confonderlo. In un primo momento, si era sentito geloso delle attenzioni che gli altri rivolgevano all'amico. Poi... quel contatto improvviso gli aveva mandato il cuore in tilt, confondendolo e spaventandolo. Insomma, si trattava pur sempre di Doumeki e dopo il sogno del giorno prima, trovarsi davanti a certi interrogativi rischiava di rivelarsi pericoloso. Senza contare che, ultimamente, le cose strane si erano fatte sempre più frequenti. Non ultima la sensazione di essere in qualche modo influenzato da qualcosa di indefinito.
Quell'ultimo pensiero, fu interrotto dalla voce dell'arciere che, posate due casse di alcolici sul tavolo, gli comunicò che potevano andarsene.
«Cosa?» Watanuki alzò lo sguardo sull'altro, arrossendo di colpo. «S...si!» Esclamò alzandosi. «Vado a pagare e possiamo andare.»
«Ci ho pensato io.» Dichiarò Doumeki. «Andiamo.»
Watanuki lo guardò con espressione piccata. «Come sarebbe che hai pagato tu!» Esclamò, afferrando la cassa. «Non sono la tua ragazza! Nè il tuo ragazzo!» Rettificò, guardandosi intorno.
«Idiota.» Replicò l'arcere facendogli strada verso l'uscita.
«Idiota a chi!» Continuò l'altro seguendolo. «Fortuna che almeno quei due si siano tolti dalle scatole!» Borbottò.
«Ti salutano.»
«Cosa?» Chiese il più piccolo fermandosi di colpo. «Li... hai rivisti?» Si informò, improvvisamente conscio di essere geloso.
«Mentre pagavo. Mi hanno lasciato i loro recapiti.» Dichiarò Doumeki in tono neutro.
«Che hai detto? E... tu li hai presi?»
Doumeki gli lanciò un'occhiata laterale. «Si... perché sei interessato ad uno dei due?»
«Tss figuriamoci!» Protestò Watanuki con voce più bassa del solito. Nonosante fossero passati solo 10 minuti dall'ultimo contatto, l'energia era decisamente in calo. Consapevole di ciò, posò la cassa in un angolo, appoggiandosi al muro. «E comunque...» Continuò debolmente. «Non dovresti dare il tuo numero a degli sconosciuti!»
Doumeki gli andò vicino, posando a sua volta la cassa e guardandolo con espressione seria. «Non l'ho fatto.»
«Che? Non gli hai dato il tuo?»
«No...» Rispose l'arciere fissandolo. «Perché ti interessa?»
A quella domanda, Watanuki ripensò a quanto stava sforzandosi di negare dal giorno prima. «E...ecco, non mi interessa infatti. Solo che... io vivo a casa tua ora, e se entrassero dei maniaci, conoscendo la mia sfortuna se la prenderebbero con me!» Borbottò arrossendo notevolmente. «E comunque... visto come stanno le cose, sei tu il vero maniaco. Poveretti! Non li invidio affatto!» Sbuffò, voltandosi dall'altra parte.
Nel sentirsi apostrofare a quel modo l'arciere mosse un paio di passi verso il ragazzo che, indietreggiando si trovò con le spalle al muro.
«Farai bene a preoccuparti per te stesso, allora.» Dichiarò parlando con voce più profonda del solito. «Sei tu quello che dorme nella mia stanza...»
«Che dici!» Balbettò il più piccolo. «Non fare il pervertito ora!» Continuò, arrossendo e agitandosi per staccarsi dall'altro. Quando ci riuscì, mosse un paio di passi nel tentativo di cacciar via la confusione della sua mente, poi ancora stravolto, si portò una mano al petto, notando come fosse già la seconda volta che capitava, quella sera. D'un tratto la sua mente iniziò a rimandargli immagini degli ultimi eventi accaduti prima e dopo il sogno. "Accidenti. Non a me. Non può succedere a me." Pensò, colto dal panico.
«Che hai?» Domandò l'arciere notando i movimenti del ragazzo. «Sei strano...» Commentò. «Più del solito intendo.»
«Strano...» Ripetè Watanuki, tornando pian piano al presente. «Hei!» Urlò voltandosi a guardarlo.
Lo sguardo dell'arciere fisso su di lui lo lasciò di sasso, facendolo arrossire e, cosa peggiore, facendogli capire di esserne attratto. «Non sono strano! Non ho niente di diverso! Capito?!» Urlò al colmo dell'imbarazzo, poi senza pensarci due volte, scappò via.
Doumeki lo fissò senza capire. «Oi...» Lo chiamò. «Hai dimenticato la cassa!»
Nel sentirlo, il più piccolo si fermò. «Cassa? Quale ca... uh... mancava solo questa!» Sbottò, notando l'oggetto in questione e tornando indietro per recuperarlo.
L'imbarazzo nato dal comprendere certe cose era qualcosa che proprio non riusciva a combattere. Così se pur controvoglia decise di adeguarsi al passo dell'altro ragazzo, fingendosi del tutto tranquillo.
Percorsero, così, un paio di metri in silenzio.
«Allora...» Esclamò d'un tratto l'arciere. «Mi dici che hai?»
«Niente! non ho niente!» Protestò l'altro, aumentando il passo. «E questa cassa è dannatamente pesante! Dannata Yuuko-san!» Borbottò continuando a camminare.
Doumeki, lo osservò in attesa di comprenderne le intensioni. «Oi...» Lo chiamò d'un tratto.
«Che c'è!» Ringhiò l'altro.
«Posso sapere dove pensi di andare?» Chiese estranedo le chiavi dalla tasca della sua giacca.
«Che domande. Al tempio no?»
A quella risposta, l'arciere lo fissò trattenendo a stento un sorriso ironico. «Intendi questo... tempio?» Domandò infine, indicando il cancello dove si era appoggiato.
Nel constatare di aver superato la meta, Watanuki arrossì per la vergogna. «Potevi anche dirmelo prima. Accidenti a te!» Sbottò, tornando indietro. «Questa cassa pesa!» Continuò, poi, oltrepassando il cancello a passo spedito. «Proprio da Yuuko-san, mandarmi in un posto del genere. Nella mia situazione per giunta!» borbottò entrando in casa.






Rieccoci!
Questo capitolo è una sorta di dono per le fangirls che sappiamo essere... praticamente tutte voi che ci seguite con tanto affetto? ^_^
Dal prossimo capitolo, la trama avrà il suo vero inizio. Gli eventi si succederanno ad una velocità non indifferente. E... l'angst si mostrerà in svariati modi. Quindi, non possiamo far altro che ringraziarvi per le recensioni che ci stimolano a proseguire. Alla prossima!
Le streghe.

Gioielle: Iniziamo con una domanda: Ini-pomodoro? Chi era a parlare, tu o Nate? XD
Comunque siamo liete che ti sia piaciuto anche questo capitolo e speriamo sia così anche con i successivi.
Dal prossimo la trama prenderà il via in modo decisivo. :P
Continua a seguirciiii.
Ps. Anche avere una lettrice in chat è esaltante. Specialmente quando ti minaccia! XD (nd. Lay)

Elychan: Ci dispiace, ci siamo dimenticate di mettere l'avvertimento per quella scena, colpa di abbondanti sanguinamenti nasali :P Ma comunque... Eh. La negazione è una brutta bestia, vero? Però rende il fangirlismo tanto più interessante...

Naco chan: Eh! Chissà come mai lo avrà fatto... :P Forse perché il suo inconscio sta tentando di dirgli qualcosa!
*musichetta in sottofondo che canta "denial"*
Invece, Doumeki come vedi è molto più diretto. Se ci pensa, ci pensa, e basta. Altrimenti non ci pensa affatto.
Questo di oggi comunque era l'ultimo capitolo tranquillo, per così dire. Presto gli eventi rischieranno di diventare fin troppi. XD

Roy4ever: No, se fosse stata fangirl anche Ini nei loro confronti sarebbe stato un po' troppo, così è più divertente!
E Masanori, ah, chissà?
Niente accade per caso :3

Thyahiel: Bentornata ^_^
Liete come sempre di sapere che la storia ti piaccia.
Ahaha sembriamo le clamp?  *si inchinano onorate e subito dopo scappano via impaurite*
Quanto al pupazzetto di Shizuka... Sai che è la stessa cosa che abbiamo pensato noi quella del "Lo voglio anche io?" XD
Speriamo di rileggerti presto allora. Ciao e alla prossima ^_^

Witch of the Dimensions: Grazie dei complimenti! Ci serviva qualcosa che gli desse una bella svegliata (metaforica e non :P) e come ben vedi, l'abbiamo trovata. Prima della parola fine ci saranno ancora diversi capitoli, non preoccuparti... ci preoccupiamo noi che dobbiamo scriverli!
Grazie ancora dei complimenti, comunque. *si inchinano profondamente*
E le loro strade... chissà...

LawlietPhoenix: Questo capitolo era decisamente DouWata, non trovi anche tu? ^_^
Siamo felici di sapere che la storia continua a piacerti e... si, il raiting si avvicina. Ci vuole ancora un pò per vedere sviluppi degni di nota, che ti assicuriamo ci saranno. I primi passi però... diciamo che li stanno giusto compiendo. 


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Capitolo 11
*** A stretto contatto - Tenerti per mano ***


Cap11 Primi contatti
Destino Inevitabile - A stretto contatto.
Capitolo 11
Tenerti per mano.


La luna piena, alta nel cielo, proiettava un tenue bagliore sull'esterno del tempio e lungo il viale di ciliegi.
Watanuki era in piedi sul portico, il corpo avvolto in uno yukata del tempio. Gli occhi, intenti a scrutare ogni angolo come alla ricerca di qualcosa.
D'un tratto un alito di vento gli portò un accenno di fumo. Una nuvola impalpabile ma abbastanza decisa da rivelargli l'identità del proprietario che, sorridente e con la solita sigaretta tra le dita, lo stava guardando. «Buona sera, Kimihiro-kun.»
Watanuki fissò l'uomo con aria confusa. «Buona sera, Haruka-san...» Mormorò. «E' tanto che non... ci si vede...»
Haruka lo guardò con espressione ilare. «Mi sei sembrato comunque impegnato a livello onirico, ultimamente...» Commentò.
Il ragazzo lo fissò senza capire. «Co...»
Un flash improvviso gli ricordò che anche i suoi sogni erano probabilmente legati al mondo onirico.
Questo significava che Haruka-san sapeva... «I...io.» Le gote si arrossirono visibilmente, mentre il sudore sembrò imperlargli la fronte. Proprio non si aspettava di dover parlare di questo, con il nonno di Doumeki. «No, ma che dice!» Esclamò alzando il tono della voce.
«Mi sarò sbagliato...» Commentò l'uomo sorridendogli in modo allusivo. «Qualcosa non va?» Domandò infine, lasciando cadere la cenere in eccesso.
Watanuki scosse il capo cercando di non pensare al sogno e alle sue conseguenze.
Osservò per un attimo il sacerdote che, seduto nel portico, lo stava guardando.
Dopo un profondo sospiro lo raggiunse, sedendosi al suo fianco e guardando davanti a se.
Deglutì a vuoto un paio di volte. «Io... la credevo offeso...» Dichiarò, arrossendo.
Il sacerdote lo guardò senza alcun cenno di stupore «E sentiamo... perchè dovrei esserlo?» Chiese in tono paziente.
«Ecco... per via del litigio con Dou... Shizuka...» Si corresse il ragazzo, sempre più imbarazzato.
«Mmh...» L'uomo prese una nuova boccata di fumo, osservando le stelle. «Come mai avete litigato?»
La domanda sembrò spiazzare del tutto Watanuki. «Io credo che... gli dia fastidio sentirmi parlare di lei...» Mormorò, pentendosi subito dopo. «Cioè, non è che non voglia sentirla nominare! Solo che...» Improvvisamente senza parole, si limitò ad abbassare il capo, stropicciandosi nervosamente le mani.
L'uomo al suo fianco sorrise appena, lo sguardo carico di una profonda tristezza. «Fammi indovinare. Gli da fastidio che si parli di lui?» Chiese portando la sigaretta alle labbra.
«S...si, immagino sia così.» Commentò il ragazzo. «Trattandosi di... Shizuka dovevo aspettarmelo, vero?»
Haruka sorrise alla luna. «Non credo si tratti di orgoglio, sai? Mio nipote sa badare alle sue priorità.»
«Che... che significa?»
Il sacerdote si voltò a fissare gli occhi blu del ragazzo. «Tu sai di essere al primo posto, no?» Continuò, aspirando dalla sigaretta un'ennesima boccata di fumo.
Watanuki rimase a guardarlo, come rapito dagli occhi dell'altro. E, comprendendo la confusione del ragazzo, Haruka si sporse in modo da attirarne maggiormente l'attenzione. «Forse ti da fastidio che... Shizuka si preoccupi per te?» Domandò.
A quella domanda, il ragazzo rimase senza fiato.
Sentire il nome di Shizuka, pronunciato dalla sua copia perfetta era qualcosa che non aveva mai considerato. E poi c'erano quelle parole, dense come non mai di significati nascosti. «N...non è questo. Solo che... lui non mi sembra il tipo...» Spiegò.
«Trovi?» Replicò l'uomo, divertito da quell'affermazione. «Vedi, Kimihiro... Il fatto è che Shizuka è un ragazzo concreto. Parla poco ma... dimostra i suoi sentimenti attraverso i gesti.» Per un attimo il suo sguardo si caricò della malinconia data dai ricordi. «Anche da bambino era così.»
«Già tipico di Doum... hem, di Shizuka.» Ribattè l'altro, facendosi pensieroso. Gli occhi puntati sul pallido disco lunare. «Haruka-san... mi chiedevo...» Si girò per guardarlo negli occhi. «Lei proprio non ha modo di... andare a trovarlo?»
Lo sguardo di Haruka si fece improvvisamente triste. «Non posso Kimihiro-kun... non posso...» Mormorò. «Ci sono molte cose che gli impediscono di attraversare i sogni, al momento. Una tra queste, la barriera che ha eretto tra se ed il mondo.»
Watanuki lo guardò, non certo di aver afferrato il vero senso di ciò che stava spiegandogli l'uomo. «Forse...» Tentò. «Potrebbe lasciare a me un messaggio... per lui. Credo gli farebbe piacere, sa?» Continuò tornando a guardare il cielo stellato. «E comunque potrebbe anche abbatterle le sue stupide barriere!» Brontolò.
«Lo farà quando lo riterrà opportuno.» Convenne l'uomo. «E poi...» Riprese con una punta di divertimento nella voce. «Con te lo sta già facendo, no?»
Watanuki sembrò riflettere su quelle parole, le gote improvvisamente più rosse.
«Un messaggio per Shizuka...» Riprese il sacerdote, parlando tra se e se. «Potresti dirgli che si sbaglia. Che suo nonno è sempre dalla sua parte e... che deve mirare dritto al bersaglio, senza esitazione.» Dichiarò.
«Che... che significa. E... cosa intendeva prima. Cosa sta facendo con me?» Domandò il ragazzo, al colmo dell'imbarazzo.
«Lui capirà...» Replicò l'uomo prendendo un ultima boccata dalla sua sigaretta. «Quanto a te...» Continuò sorridendogli. «Credo tu sappia cosa intedendevo.» Senza attendere una risposta, soffiò via il fumo in eccesso che prese ad espandersi nell'aria circostante.
Watanuki fece per ribattere ma fu distratto dalla nuvola di fumo che per un istante gli oscurò la visuale.


Quando i suoi occhi tornarono a vedere, gli ci volle qualche secondo per capire di essere nuovamente nella suo fouton.
Al suo fianco, Doumeki lo stava fissando con attenzione. «Hai finito di fare casino?» Domandò. Poi si fece più serio. «Hai visto... mio nonno?»
Ancora stordito il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia. «Non è colpa mia se parlo nel sonno! E comunque, si... l'ho visto.» Si fermò un attimo, riflettendo sulle ultime parole del sacerdote. «Se possibile è stato più enigmatico del solito» Continuò, guardandolo seriamente. «Ma... mi ha chiesto di recapitarti un messaggio.»
Doumeki continuò a fissarlo, apparentemente impassibile e, se pur leggermente contrariato dalla mancanza di espressione dell'arciere, Watanuki decise di proseguire. «Mi ha detto di dirti che lui è dalla tua parte e... ah si... di puntare sempre dritto al bersaglio e di non esitare. Anche se...» Continuò grattandosi la testa. «Non sono certo di aver capito che intendeva... E tu?» Domandò, notanto con rammarico che l'espressione del ragazzo, se possibile, si era fatta ancora più cupa.
«Non ha detto altro?» Domandò di colpo l'arciere, girandosi a guardare il soffitto.
Watanuki lo fissò per un istante, avvertendo l'impulso di cancellare quell'espressione quasi sofferta dal volto dell'altro. «Lui...» Riprese, ancora incerto su cosa dire. «Sostiene che ti preoccupi per me...» Continuò, arrossendo e distogliendo gli occhi da quelli di Doumeki. «E che stai abbassando...» Si fermò, improvvisamente conscio di essersi appena addentrato in un argomento che non avrebbe saputo affrontare.
«Cosa...» Domandò l'altro.
Consapevole di aver detto troppo per negare di colpo ogni cosa, Watanuki pensò a come dire la verità senza cadere vittima dell'imbarazzo. «Ha... parlato di barriere.» Tentò infine.
«Ho capito...» Mormorò l'arciere. Lo sguardo fisso davanti a se.
Nel sentire quel tono cupo, Watanuki tornò a guardarlo. «Hei... tutto bene?» Domandò.
«Si... sto bene.» Dichiarò l'altro con poca convinzione.
Watanuki girò la testa nella sua direzione, gli occhi fissi sull'espressione assorta dell'arciere e sui suoi capelli spettinati.
Cercò di distogliere lo sguardo, soffermandosi un attimo di troppo sul profilo della mascella, e su quel braccio appoggiato sulla fronte. Un gesto che lo faceva apparire quasi vulnerabile, stringendogli il cuore in una morsa.
Passò così alcuni minuti, dopo i quali Doumeki tornò finalmente al presente, voltandosi e sorprendendolo intento ad osservarlo.
Stupito dall'improvvisa attenzione del più piccolo, l'arciere strinse gli occhi nel tentativo di studiarlo. «Sei più tranquillo ora che l'hai visto?» Domandò, infine, senza smettere di guardarlo.
Quella domanda sembrò riscuotere il ragazzo che, resosi conto di essersi perso a fissare l'arciere, arrossì leggermente. «Si... adesso va meglio.» Mormorò sorridendogli appena. Gli occhi come incatenati a quelli dell'altro ragazzo.
«Ti ha detto perchè era sparito?» Tentò Doumeki, senza distogliere lo sguardo.
Per un attimo quelle parole giunsero a Watanuki come prive di significato. Gli ci vollero un paio di secondi abbondanti per comprendere di cosa stesse parlando l'arciere. «No...» Rispose, scuotendo leggermente la testa. «Mi ha solo chiesto perchè lo credevo arrabbiato.» Al ricordo, si lasciò sfuggire un sorrisetto. «Non ha detto nulla in proposito. Siete sempre misteriosi, voi Doumeki.» Concluse in tono soffice.
Il ragazzo più grande sembrò riflettere su quelle parole. «E... di che altro avete parlato?» Domandò.
«Lui... mi ha parlato di te...» Ammise, alzando uno sguardo imbarazzato sull'altro per ritrovarsi nuovamente a fissarlo. Questa volta concentrato sui lineamente così simili e al contempo diversi da quelli di Haruka. «Ha detto... che sei una persona che si esprime con i fatti... E che...» Deglutì, distogliendo lo sguardo e riprendendo a parlare con voce più bassa. «Stai abbassando delle barriere, con me...» Quell'ultima affermazione lo fece arrossire di nuovo e, temendo di aver detto troppo, si tese involontariamente.
Un cambiamento che l'arciere sembrò cogliere, allentando la presa attorno al suo braccio. «Se l'ha detto lui... immagino sia così...» Dichiarò tornando a guardarlo. I lineamenti più distesi e, sulle labbra, un accenno di sorriso.
Quell'immagine inattesa, lasciò l'altro senza fiato, sprigionando un senso di commozione tanto forte da stordirlo.
Incapace di controllare l'emozione improvvisa, si voltò dall'altra parte, annuendo debolmente e dandosi mentalmente dell'idiota. Poi, quando riuscì a tornare un pò più calmo, spostò un braccio in direzione dell'altro, restando in silenzio.
Doumeki intanto lo stava osservando, riflettendo sull'improvvisa vicinanza che entrambi stavano sperimentando. Il messaggio di suo nonno era arrivato improvviso portando con se quella calma così piacevole da assaporare.
Di colpo un pensiero si fece spazio nella sua mente. Chiuse gli occhi, sorridendo a se stesso, per poi tornare ad aprirli su Watanuki. «Quel messaggio... sei stato tu a dirgli di darmelo, vero?» Domandò infine.
A quello, Watanuki non riuscì più a nascondersi, voltandosi nuovamente in direzione dell'arciere. «Si...» Ammise. L'espressione improvvisamente più dolce. «Mi sembrava triste che tu non potessi parlarci. Per me lo sarebbe..» Sussurrò.
Nel sentirlo parlare con quel tono, solitamente usato con gli altri e mai con lui, Doumeki avvertì un immenso calore, aumentando la stretta attorno al braccio di Watanuki. Quando se ne rese conto, cercò di allentarla, portando la mano più in basso.
Per un attimo osservò le loro mani così vicine e fu solo obbligandosi che riuscì a non formulare pensieri dei quali, già lo sapeva, si sarebbe pentito.
Infine, sollevando nuovamente lo sguardo sul ragazzo, gli rivolse un lieve sorriso. «Grazie...» Sussurrò.
Nel vedere l'espressione di Doumeki finalmente serena, lo sguardo di Watanuki si addolcì maggiormente.
Senza aggiungere nulla, il ragazzo socchiuse gli occhi, assaporando il suono di quella parola sussurrata, come fosse qualcosa di raro e prezioso. Poi, con un movimento lento e carezzevole, spostò il braccio, raggiungendo d'istinto la mano dell'arciere, prendendola nella sua e stringendola.
Il cuore di Doumeki sembrò perdere un battito. Gli ci vollero diversi secondi prima di decidersi a ricambiare quella stretta e, quando lo fece, Watanuki sembrò rilassarsi del tutto, tornando ad aprire gli occhi. «Buonanotte... Shizuka...» Bisbigliò sorridendo e, senza attendere una risposta, tornò a chiuderli.
Nel sentire il suo nome, pronunciato a quel modo, Doumeki trattenne il respiro, sistemandosi meglio e notando come la mano libera dalla stretta fosse pericolosamente vicina al viso del ragazzo.
Osservò per un attimo le proprie dita, cercando di imporsi la calma. Prima di riuscirci però la sua mano si mosse, sfiorando il volto di Watanuki. «Buona notte, Kimihiro...» Mormorò, sperando che l'altro si fosse già addormentato.
Avvolto dal calore di quel momento e tranquillo per la sicurezza che la presenza dell'arciere riusciva ad infondergli, Watanuki sospirò dolcemente, aspirando l'odore ormai familiare di incenso mescolato al legno e al profumo di Doumeki. «Grazie...» Mormorò infine, ormai cullato dalle morbide onde del sonno. Le stesse che poco dopo avvolsero anche il ragazzo al suo fianco.



Bentornati! ^.^
Per prima cosa un enorme grazie per i commenti che lasciate ad ogni capitolo e che ci danno la carica anche quando siamo stanche e vorremmo andare a dormire. :P
Speriamo che questo vi sia piaciuto almeno come il precedente e che vi abbia dato una scorta di zuccheri tale da aiutarvi a supportarne la mancanza che a breve si farà sempre più evidente. ^^"
Ci scusiamo se vi sembrerà più corto del solito ma era tanto dolce che inserirlo tra gli altri ci sembrava un peccato. Meglio mantenere piccole oasi di dolciosità, fin quando si puo'. 
Ma come sempre, bando alle ciancie e diamo il via alle risposte. :P

Gioielle: Ahah come darti torto. E si, Watanuki ha effettivamente fatto non poche figure assurde così come continuerà a farne. Insomma, stiamo pur sempre parlando di Watanuki, no? :P
Ahahah Nate deve stare molto attento. :P

Naco chan: Non ti preoccupare per il commento idiota, ci fa piacere ugualmente :P
E comunque... Watanuki e la parola "capire", beh, non vanno ben d'accordo.
Diciamo che è sulla buona strada :P  Grazie per continuare a leggerci, comunque!
Siamo onorate dalla tua fedeltà *_* 
*Regalano pupazzetti a forma di doumeki-arciere*

Yusaki: Siamo felici che ti siano piaciuti anche gli altri capitoli.
E questi? E questi? ^_^ Siamo dannatamente curiose, eh si. :P
In effetti Watanuki ormai dovrà portarsi il peso dell'attrazione che prova e non solo di quella. Ma non spoileriamo. :P
Grazie come sempre per le tue recensioni! ^_^

Masuko: Masu-sempai! (NdHary) È un piacere averti qui, ed è un onore l'essere riuscite a farti leggere questi capitoli tutti d'un fiato!
Come ti abbiamo già detto, segui pure Heiko... ci basta sapere che la storia è piaciuta :P Certo, le recenzioni non fanno dispiacere.
Comunque... Lo Yaoi si sta avvicinando, ma come diciamo sempre... prima l'Angst, poi il lieto fine.
Daltronde l'Angst è bello, Heiko-san dovrebbe essere d'accordo con noi!
*Si inchinano*  Benvenuta tra le lettrici!

Witch Of The Dimensions: Ahahah Witch grazie per il premio.
Hem.. ma degne apprendiste di Yuuko o futuri geni del male? Ammesso ci sia una differenza, ovvio :P
Grazie mille comunque, le tue recensioni sono sempre ricchissime di complimenti. Se un giorno ci monteremo la testa, beh ritieniti responsabile. :P

Royforever: Continueremo così sicuramente! Ci stiamo impegnando seriamente, sai.
Comunque, beh, capisce il suo destino è una frase un po' esagerata.
Ma dato che non vogliamo spoilerare... vedrai.
Continua a seguirci!

LawlietPhoenix: Eh in quanto fangirls ci si capisce. :P
Concordiamo in pieno su Watascemo, anche. Insomma solo lui potrebbe farsi simili paranoie per così poco. ^^" Che se lo baci e via! XD

Reiko: Oh, si, ci stiamo facendo le nostre quattro risate rispondendo a questa! *Si immaginano DouWata transformers. Ancora.*
Il locale, non so se lo rivedremo in questa storia, ma siamo tentate di usarlo per altre... da Higarashi-san ci si sta troppo bene insomma. È il bronze dello Yaoi.
I momenti d'amore arriveranno, non disperarti, comunque. Solo, prima ci sarà l'angst. 
E... tanto lo sai, che devi scrivere una DouWata!
Continua a seguirci, e grazie per le recenzioni anche ai capitoli precedenti!

Allora ci si ritrova qui tra una settimana precisa con il prossimo capitolo!




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Capitolo 12
*** A stretto contatto - Interferenze ***


Desitno inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 12
Interferenze

Watanuki era seduto al solito banco, la testa appoggiata ad una mano e lo sguardo perso nel vuoto.
La voce del professore di inglese, monotona e leggera, fungeva quasi da treno per i tanti pensieri che in quel momento affollavano la sua mente. Pensieri che puntavano verso un'unica direzione chiamata Doumeki.
Quella mattina, infatti, si era svegliato trovando l'arciere intento a fissarlo, la mano ancora stretta nella sua.
Quell'immagine, unita all'espressione seria del ragazzo, gli aveva mozzato il respiro provocandogli una stretta allo stomaco e spingendolo ad alzarsi di corsa, per poi vestirsi e fuggire in cucina. Una fuga in piena regola che, stranamente, sembrava essere stata accolta senza problemi dal ragazzo più grande.
Stava giusto chiedendosi come gestire la cosa quando la campanella scandì la fine della prima ora e della sua autonomia.
Riconoscendo i primi segni di debolezza, Watanuki guardò l'orologio posto in fondo all'aula e, preso un respiro profondo, alzò la mano domandando di uscire per andare in infermeria. Richiesta che il professore gli accordò prontamente, visto il suo crescente pallore.

Doumeki intanto, seduto in terrazza , lo stava aspettando. Gli occhi fissi sull' orologio, la mente su quanto accaduto la sera prima. Le parole e i modi di Watanuki gli avevano scaldato il cuore, confondendolo. Era proprio vero, le sue barriere non avevano retto, crollando senza preavviso e lasciandolo solo con sentimenti difficili da governare. In fondo Haruka sembrava conoscerlo davvero bene, pensò.
In quel mentre la porta che dava sulla terrazza si aprì rivelando la presenza di Watanuki che, pallido e senza fiato, gli andò incontro, scusandosi per il ritardo e sedendogli accanto.
«Oi... come ti senti?» Gli domandò l'arciere, prendendogli entrambe le mani e stringendole con forza tra le sue. Il sollievo provato nel vederlo arrivare improvvisamente sostituito dalla preoccupazione.
Per un attimo non ci fu alcuna risposta. Watanuki era immobile, gli occhi chiusi, sul viso un'espressione serena.
«Oi...» Ripetè il ragazzo più grande.
Un richiamo che sembrò persuadere il più piccolo a prestargli attenzione.  «Ora va meglio.» Rispose sorridendogli con espressione stranamente gentile.
Più tranquillo, Doumeki si mosse, appoggiando la schiena alla rete che delimitava la terrazza. Gli occhi fissi davanti a sé.
Watanuki ne seguì i movimenti con la coda dell'occhio, lo sguardo perso sul cielo sopra di loro. «Tutto questo è un po' strano, sai...» Esordì all'improvviso, rivolgendo al più grande uno sguardo intimorito.
Doumeki si voltò per guardarlo, sul viso un'spressione seria, quasi lo stesse studiando.
«Che... che hai da guardarmi così!» Esclamò Watanuki, improvvisamente nervoso per via della situazione piuttosto atipica nella quale si erano venuti a trovare.
«Ti stavo ascolando.» Rispose l'altro tornando a guardare davanti a sé.
«Già...» Sospirò il più piccolo. «Dicevo... che questa situazione è strana...» Ripeté.
«Lo so...» Fu la risposta del ragazzo più grande.
«Sai dire solo questo?» Tentò ancora Watanuki. «Nessuna... idea?»
«Nessuna.» Ribattè l'arciere tornando a guardarlo. «Credo che persino Yuuko-san si trovi in difficoltà, al momento.»
A quelle parole anche il più piccolo tornò a fissarlo, trovandosi nuovamente incatenato allo sguardo improvvisamente profondo dell'arciere. «Non mi riferivo a quello.» Sbottò nel tentativo di distrarsi. «Idiota!»
Divertito dall'improvviso cambio d'umore dell'amico, Doumeki gli rivolse un sorrisetto ironico. «Lo so...» Esclamò, ancora.
«Hei tu! Non sai dire altro?!» Urlò Watanuki. «Per una volta potresti anche esprimerti, sai!»
«Cosa dovrei dirti?» Replicò l'arciere. «Non mi sembra che tu sia stato poi così chiaro.»
Stanco di parlare senza comunicare quanto voleva, Watanuki si svincolò dalla presa dell'altro, intrecciando la mano alla sua esattamente come aveva fatto la sera prima. «Intendevo...» Riprese, alzando le loro mani e piazzandole davanti agli occhi del più grande. «Cosa ne pensi di questo.»
«Vuoi sapere cosa ne penso?» Domandò Doumeki, liberando la mano da quella dell'altro e afferrandolo per entrambi i polsi, in modo da non farlo muovere. Un gesto che lo portò così vicino da permettergli di sentire il respiro caldo di Watanuki sul suo viso. Le labbra quasi sulle sue.
Rimasero così per diversi secondi, occhi negli occhi. In silenzio.
Doumeki che lo guardava con uno sguardo tanto intenso da non permettergli di muoversi e Watanuki che, immobile, lo fissava come ipnotizzato.
Poi, il suono della campanella giunse a spezzare il momento, scuotendo qualcosa nel profondo di entrambi.
Watanuki trasalì visibilmente, staccando gli occhi da quelli dell'arciere e scostandosi da lui. In preda a qualcosa di indefinibile, si lasciò sfuggire un suono quasi di dolore, aggrappando le mani alla rete e chiudendo gli occhi nel tentativo di riprendere un respiro regolare.
Tornato in sé, Doumeki rimase ad osservarlo, consapevole di essersi spinto oltre. Non era da lui perdere il controllo delle proprie azioni e, incerto se scusarsi o fingersi indifferente, si protese su Watanuki guardandolo con espressione preoccupata. «Oi... che ti succede?» Domandò infine.
Alla domanda del più grande, Watanuki si voltò nuovamente tornando a fissarlo, perdendosi ancora una volta in quegli occhi dorati, sopreso dal poterci leggere tante sfumature. «Io...» Replicò, distogliendo ancora una volta lo sguardo. La mente come intrappolata da una miriade di pensieri per lo più sconosciuti. Tra essi l'unico vagamente chiaro sembrava volergli comunicare un senso di pericolo che, sul momento, sembrava riconducibile ad una sensazione tanto simile a quella provata tempo prima quando la regina dei ragni lo aveva intrappolato nella sua trama di invisibili fili. Una sensazione di trappola, pensò. Qualcosa che doveva assolutamente approfondire.
«Io...» Riprese, consapevole di dover dire qualcosa. Lo sguardo nuovamente sull'arciere.
Mentre l'altro lo guardava in silenzio, Watanuki ricordò improvvisamente quanto era appena avvenuto e, fattosi rosso, lo indicò con mano tremante. «Tu!» Urlò. «Cosa pensavi di fare guardandomi in quel modo, eh?»
Quelle parole sembrarono colpire Doumeki. «Scusami.» Mormorò, alzandosi. Poi, portate le mani in tasca si girò verso la porta che dava sulla scala interna dell'edificio scolastico. «La prossima volta evita di fare domande delle quali non vuoi conoscere la risposta.» Dichiarò con voce ferma.

xXx

Alcune ore dopo i due ragazzi stavano camminando verso il negozio di Yuuko.
Quanto avvenuto quella mattina in terrazza sembrava aver messo un muro di imbarazzo tra loro, spingendoli a ridurre le conversazioni allo stretto necessario. Così anche camminare l'uno di fianco all'altro si era fatto improvvisamente difficile, esattamente come lo era il dover mantenere lo stretto contatto impostogli dalla strega. Ciò nonostante, dopo averci pensato e ripensato, Watanuki decise di prendere la parola per comunicare quanto aveva deciso nelle ultime ore.
«Senti...» Esclamò all'improvviso, il tono di voce basso e particolarmente serio. «Puoi lasciarmi l'amuleto, invece di ridarlo a Yuuko-san?»
«Yuuko-san non sarebbe d'accordo.» Rispose l'altro con voce neutra.
Watanuki sembrò attendersi una simile risposta e senza perdersi d'animo continuò nel suo intento. «Lo so, ma... devo parlarle e... dopo posso sempre darglielo io...» Ribatté stando attendo a non incrociare lo sguardo dell'altro. «Non so quanto tempo ci vorrà... potrei restare a corto di energia...»
Quell'affermazione sembrò colpire l'attenzione di Doumeki che, fermatosi di colpo, si girò a guardarlo con aria estremamente seria. «Stai cercando di dirmi che vuoi parlarle... da solo?» Domandò infine.
Quella domanda sembrò far vacillare il più piccolo. «Già...» Dichiarò alzando uno sguardo di scuse sull'arciere. «Non... ti da fastidio, vero?»
«Ha a che fare con me?» Si informò l'altro.
«Non proprio... È più qualcosa che ho pensato. Un dubbio che ho...» Tentò di chiarire il più piccolo.
«Un dubbio... Su di me?» Chiese ancora l'arciere.
«Diciamo che comprende anche te...» Mormorò l'altro.
Doumeki sembrò accettare quella risposta, riprendendo a camminare. Lo sguardo fisso sulla strada.
Watanuki lo guardò per un attimo, sentendosi quasi in colpa per avergli fatto quella richiesta. «Mentre sono con Yuuko-san tu puoi sempre bere un sakè con Mokona, no? Andate d'accordo voi due...»
Per tutta risposta l'arciere si limitò ad annuire.
Quando giunsero al negozio, Watanuki si voltò verso il ragazzo più grande, tendendo una mano. «L'amuleto...»
Doumeki lo guardò gelidamente, consegnandogli l'oggetto e, dopo averlo preso, il più piccolo gli sorrise timidamente. «Allora... a dopo.» Esclamò e, senza attendere una risposta, aprì la porta del negozio salutando come suo solito.
Il suo arrivo fu accolto da un Mokona saltellante che, con una bottiglietta di sakè e due bicchieri, lo superò ignorandolo e raggiungendo l'arciere.
«Mokona berrà insieme a Doumeki!» Lo sentì esclamare mentre la porta si richiudeva dietro di lui.
Watanuki sospirò stancamente, avviandosi con aria rassegnata verso la sala dove la strega era solita ricevere i suoi clienti.
Si fermò solo un'istante, osservando la porta ed esitando appena un po' al pensiero che probabilmente la donna era già al corrente di ogni cosa.
Quasi in risposta a quel pensiero, la voce di Yuuko lo invitò ad entrare e, fattosi forza, il ragazzo aprì la porta per poi accomodarsi nella stanza.
«Buon pomeriggio...» Salutò, leggermente a disagio.
Yuuko lo guardò appena dal divano sul quale era comodamente sdraiata. «Volevi parlarmi vero?» Domandò con un sorrisino a metà tra il serio e l'ironico. «Ti consiglio di sbrigarti. Quello...» Continuò, fissando il punto esatto in cui Watanuki teneva l'amuleto. «Non durerà ancora a lungo.»
Watanuki si limitò ad annuire. «Lo so...» Dichiarò subito dopo. «Ma... avevo bisogno di alcuni chiarimenti.» Continuò, avvicinandosi alla donna e mettendosi a sedere per terra, proprio di fronte a lei.
Yuuko si limitò ad un cenno della mano ed il ragazzo capì di non essersi sbagliato. La strega era già al corrente di tutto.
«Lei sa già ogni cosa, vero?» Tentò nella speranza di non dover scendere in particolari per lui spinosi.
«Watanuki... io so sempre tutto.» Replicò lei. «Ma sta a te specificare ciò di cui desideri parlare...»
Il ragazzo la guardò senza capire e, in risposta al suo sguardo interrogativo, la strega ridacchiò maliziosamente.
«Vuole proprio farmi dire quelle cose, vero?» Borbottò il ragazzo con fare rassegnato. «Avrei dovuto saperlo...» Commentò a capo basso, la mente in cerca delle parole più adatte. «Ecco... di questi tempi credo di aver capito alcune cose di me...» Iniziò, arrossendo di colpo. «E... ieri sera ho fatto e detto certe cose...» Continuò, alzando lo sguardo su quello della donna. «Con... Shizuka... Mentre lui... oggi ha fatto e detto alcune cose che... mi hanno fatto sentire strano. Quasi... in trappola. Ma non sono sicuro che dipenda da lui. Solo che non è la prima volta che mi capita. E allora mi chiedevo...» Si fermò a riprendere fiato per un istante, torturandosi le mani e distogliendo lo sguardo da quello sempre più serio della strega. «Come faccio a sapere cosa è vero e... cosa no?»
Yuuko attese la fine di quel monologo e, dopo un ultimo sguardo, sorrise apparentemente divertita. «Così avete fatto delle cose... insieme. Devo dedurre che la vostra convivenza procede a gonfie vele, eh?» Domandò sarcastica.
A quella battuta, Watanuki arrossì completamente. «Non è così... Non intendevo quello!» Protestò iniziando a sbracciarsi.
La donna sorrise sempre più divertita. Poi tornò improvvisamente seria. «Sentiamo allora... Cosa vuoi sapere, esattamente?»
Il ragazzo, la cui stanchezza era in rapido aumento, si soffermò ad osservare l'esterno dove Doumeki stava chiacchierando con Mokona. «Io... vorrei sapere se tutto questo...» Tentò indicando l'arciere. «Se si tratta di me o... di qualcosa di diverso.»
«Pensi che quanto hai provato in sua compagnia, non ti appartenga?» Si informò la donna.
Watanuki osservò ancora una volta Doumeki, notando come il suo cuore accelerasse anche solo guardandolo. «Non... non dico questo... Però... Da quando svengo sempre più in fretta... È come se ci fosse qualcosa di... esterno.» Spiegò, tornando a guardarla.
«Qualcosa di esterno, eh?» Ripetè la donna con fare pensieroso. «Forse devi solo imparare a discernere tra i vari tipi di... interferenze.»
«Che... che significa questo, ora?!» Domandò il ragazzo.
«Ci sono interferenze che possono arrivare dall'esterno, altre che arrivano da noi. Forse nel tuo caso esistono entrambe. Ed è solo imparando a discernere che potrai capire cosa ti appartiene davvero e cosa no.»
Watanuki la guardò perplesso. «Non mi ha chiarito un bel niente così!» Esclamò, mettendo il broncio.
La strega lo guardò con uno strano luccichio negli occhi. «Diciamo che, a volte, decidiamo senza saperlo... di lasciare andare le cose senza manipolarle in alcun modo. Questo, in altre parole potrebbe definirsi come... ascoltare il proprio cuore.»
Il ragazzo ascoltò ogni parola in cerca di una soluzione ai suoi tanti dubbi. «Tzè, anche quello non sa cosa dire al momento!» Replicò infine, voltando il viso dall'altra parte.
Yuuko lo guardò sorridendo. «Di solito questo accade quando si decide di non ascoltarlo. Tu hai voglia di sentire quanto ha da dirti. Vero, Watanuki?»
Il ragazzo tornò a fissarla. «Io... non lo so. Forse...» Ammise.
«Oh...» Riprese la strega con l'aria di chi la sapeva lunga. «Sono sicura che sai benissimo cosa provi...» I suoi occhi si posarono per un attimo sul ragazzo seduto all'esterno del negozio, per poi tornare a guardare il suo lavoratore part-time. «Il destino non si cambia, Watanuki Kimihiro. Ma si può sempre decidere di ostacolarlo... se lo si desidera.» Puntualizzò facendosi nuovamente seria.
«Il destino, eh?» Mormorò il ragazzo, ricordandosi improvvisamente di un altro problema irrisolto. «Per quanto riguarda questo?» Chiese, tirando fuori l'amuleto.
Yuuko osservò l'oggetto con sguardo imperscrutabile. «Cosa vuoi sapere?»
«Quanto a lungo funzionerà, ancora?»
La donna gli sorrise. «Me lo chiedi perché ti sembra che duri di meno, vero?» Watanuki annuì e la strega riprese. «Anche questo fa parte del destino. Un destino che si può ancora alterare.» Precisò, fissando le iridi blu del ragazzo che, colpite dai raggi del sole, le apparvero di diverso colore. «Dipende solo da te. Watanuki Kimihiro.» Terminò sorridendo a quell'occhio screziato di verde.
Il ragazzo rimase in silenzio e, decisa ad avere il suo pagamento, la strega battè le mani, assumendo un'aria infantile. «Ora mi è venuta fame! Fai accomodare Doumeki e preparaci qualcosa di buono!» Esclamò tutta contenta. «In fondo devi pagarmi per i saggi consigli che ti ho dato!»
Riscosso dai suoi pensieri, Watanuki la fisssò in tralice. «Che ha detto?» Urlò poi. «Consigli? Ma quali se non ci ho capito niente!»
«Quello è affar tuo!» Ribatté la donna. «Ed ora sbrigati se non vuoi che metta tutto in conto. È già molto lungo sai?!»
«Si, vado... vado...» Borbottò il ragazzo, con voce depressa. «Tanto lo so che non finirà mai questo cavolo di lavoro...»
Quando uscì sul porticato per dire a Doumeki che poteva rientrare, trovò l'amico seduto con Mokona addormentato tra le sue braccia.
«Sarebbe questo il suo modo di farti compagnia?» Gli domandò nella speranza di allegerire la tensione che sentiva spessa come non mai.
«Non è un problema.» Fu la risposta dell'arciere. «Ho avuto modo di pensare.»
«Pensare... a cosa?» Domandò Watanuki, la mente ancora aggrappata alle ultime parole di Yuuko.
«Lascia stare.» Rispose l'altro alzandosi. «Tu piuttosto, hai chiarito i tuoi dubbi?» Chiese, incamminandosi verso la solita stanza.
Il più piccolo annuì con espressione vaga, seguendolo e chiudendo la porta alle loro spalle. «Mi sono sincerato su un paio di cose e... l'amuleto... Non so quanto durerà ancora.» Precisò. «Il resto beh... diciamo che Yuuko-san mi ha solo confuso le idee!» Borbottò.
«Su cosa...» Si informò l'arciere, notando la camminata un po' barcollante dell'altro.
Watanuki si fermò di colpo, sentendosi a corto di energia. «Su varie cose...» Mormorò appoggiandosi alla parete. «Il fatto è che... ultimamente accadono cose strane e... mi è capitato di sentirmi come... non propriamente in me, ecco.» Spiegò con voce incerta.
Doumeki lo fissò attentamente, avvicinandosi e ristabilendo rapidamente un contatto.
«E... questo cosa avrebbe a che fare con me.» Si informò.
«Beh... anche con te, questi giorni sono stati... strani.»
«Stai dicendo che credi dipenda tutto da qualcosa di esterno?»
Il tono con il quale era stata posta quella domanda turbò il più piccolo. «No... ma, volevo esserne sicuro. Insomma... è stato strano, no? Ieri...»
A quella conferma, l'arciere lo lasciò andare, ferito senza neanche saperne il motivo dai dubbi dell'altro ragazzo.
«Doumeki...» Tentò questi, muovendo un paio di passi verso di lui.
«Lascia perdere.» Dichiarò l'altro fermandosi e rimanendo di spalle.
Watanuki strinse i pugni abbassando la testa. «Anche tu hai sospettato che fossi posseduto, una volta...» Dichiarò infine. «E... ecco, da allora ho continuato a pensarci.» Concluse con aria incerta.
«Ma avevamo visto che non era così!» Esclamò l'altro, voltandosi.
Sotto lo sguardo gelido di Doumeki, Watanuki si sentì improvvisamente a disagio. «Io... mi dispiace...» Mormorò.
«Non importa.» Rispose l'arciere, tornando a dargli le spalle e avanzando verso la sala. «Adesso so come la pensi.» Dichiarò infine.
Improvvisamente triste per quelle parole, Watanuki rimase a fissarlo per un po', indeciso se proseguire o meno quella conversazione. L'arrivo improvviso della strega in cerca della sua cena lo spinse a rimandare a dopo ogni sorta di chiarimento.

xXx

Lo sguardo della strega era qualcosa di altamente enigmatico e a suo modo rassicurante. Era questo quanto vi vedeva Doumeki. E forse, era quello il motivo per cui, nonostante i modi particolari della donna, continuava a fidarsi di lei, spesso anche in mancanza di spiegazioni.
«Allora...» La sentì dire d'un tratto. «Cosa volevi chiedermi?»
L'arciere ricambiò lo sguardo della donna, uno sguardo in grado di cogliere ogni sfumatura in chi la osservava.
Aveva smesso da tempo di stupirsi per la prontezza di spirito della donna, tuttavia non poteva fare a meno di interrogarsi sul come giungesse ogni volta alle giuste supposizioni.
Dal canto suo, Yuuko sembrò non badare al silenzio dell'arciere, consapevole in modo evidente dei pensieri che questi stava formulando sulla sua persona. Con estrema disinvoltura si servì un altro bicchiere di vino, osservando attraverso il bicchiere il ragazzo che aveva di fronte. «Ti ascolto...» Dichiarò infine, sorridendogli.
«Io...» L'arciere sembrò ponderare quanto davvero desiderava sapere. «Cos'ha l'amuleto di Watanuki...» Domandò poi.
Alla domanda, come sempre diretta, la donna ampliò di un po' il suo sorriso. «L'amuleto non ha nulla. Forse però vuoi riformulare la tua domanda?»
A quella proposta Doumeki osservò la donna senza capire, la mente rivolta a possibili varianti del suo pensiero. «Si tratta... di Watanuki? Ha qualcosa che non va?» Domandò improvvisamente allarmato.
Yuuko sospirò, rasserenata dal pensiero che almeno lui fosse sveglio abbastanza da captare il pericolo. «Qualcosa che non va, dici...» Esordì. «Direi che la sua mancanza di energia indica già da sola che qualcosa non va come deve, non trovi?» Chiese, in cerca di reazioni da parte dell'arciere. «Ma se pensi ci sia qualcos'altro...»
«In effetti... si.» Proseguì il ragazzo. «L'amuleto sembra durare sempre meno...»
La strega annuì soddisfatta. «È così in effetti. Ed è anche il contrario.» Esordì. «Vedi, Doumeki-kun... il fatto è che l'energia tende a fluire sempre verso la fonte più grande che, in questo caso, non si trova dentro il nostro Kimihiro.» Concluse, facendosi seria.
Il ragazzo la ascoltò, apparentemente impassibile.«Sta forse dicendo che la sua energia... si trova dentro di me?» Domandò stringendo i pugni per la tensione. «È così?» Domandò.
Soddisfatta dalla deduzione dell'arciere Yuuko si limitò ad un sorrisetto, dopo il quale si voltò verso la porta, urlando a gran voce il nome di Watanuki seguito dalla parola cena.
Immerso nei suoi pensieri, Doumeki si limitò ad osservare la donna. «Cosa posso vare per aiutarlo.» Si informò.
A quella domanda, non del tutto inattesa, la donna gli rivolse una rapida occhiata. «Puoi stare con lui...» Suggerì. «A stretto contatto, intendo.»
« Perché continua a ripeterlo.» Sbottò il ragazzo. «È da giorni che lo faccio ed i risultati sono pessimi. Possibile che non ci sia altro?»
«Per ora... stargli accanto è il massimo che puoi fare, Doumeki-kun» Rispose la donna. Lo sguardo come perso in un luogo lontano. «Domani...» Riprese tornando a fissarlo con sguardo carico di parole inespresse. «Cerca di fare in fretta.»
Quell'avvertimento giunse a turbare il ragazzo che, senza chiedere altro e ben consapevole che la strega non avrebbe mai detto più di quanto voleva, si limitò ad annuire.
In quel mentre, Watanuki giunse carico come non mai di piatti. L'espressione tirata.
Sotto gli sguardi dei presenti, posizionò con cura ogni piatto, prendendo finalmente posto al fianco di Doumeki, al quale si avvicinò più del solito in modo da stabilire un contatto.
Sorpreso dal gesto inusuale del ragazzo più piccolo, Doumeki restò immobile, osservandolo lateralmente. «Sono passati solo otto minuti...» Commentò, posando uno sguardo interrogativo sulla strega. «Come ti senti?» Domandò infine, tornando a fissare il ragazzo.
«È una seccatura.» Commentò questi in un'alzata di spalle. «Va meglio, comunque...» Poi, notando lo sguardo divertito della strega, si inalberò. «Certo che il destino poteva evitare certe cose, eh!» Esclamò fissandola con sguardo carico d'ira.
«Il destino non può essere sempre cambiato, Watanuki...» Ribattè l'altra, sorridendo e servendosi un bicchiere di sakè.
«Certo... intanto però sono io quello che rischia di svenire ogni due secondi!» Borbottò il ragazzo, sotto lo sguardo preoccupato dell'arciere.
Yuuko sorrise apparentemente divertita. Doumeki però riuscì a scorgere come una nota di tristezza nello sguardo carico della donna.
«Per questa sera, puoi andare via prima...» La sentì dire. «Ci sono delle cose che devo sbrigare, in vista di certi eventi..»
Watanuki sembrò accogliere quella notizia con gioia, alzandosi ed affrettandosi a sparecchiare, incurante degli sguardi tra Doumeki e la strega. «Fate attenzione domani.» Ribadì la donna prima di considerare definitivamente chiuso l'argomento.



Salve!
In attesa di sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, che se pur in modo quasi invisibile inizierà col tessere sviluppi anche lontani, rieccoci a ringraziare voi lettrici (e si spera lettori).

E come sempre... continuate a seguirci e a commentare!

Naco chan: Preoccupata per l'angst? Diciamo che qualche momento di dolcezza ci sarà sempre. A volte però è proprio il momento fugace di tenerezza a rendere il tutto più angst. :P
Grazie come sempre per le correzioni che, speriamo si sia capito, sono spesso dovute alla stanchezza. Per quanto rileggiamo più volte, farlo in orari assurdi come questo (02:55 non aiuta :P)

Elychan:
Eli! Ah, Haruka-san che da le dritte a Doumeki su Gattanuki... chissà come mai, ce lo vediamo come uno scenario estremamente fattibile :P
Chissà che non accada!
Anche se, a breve, non ce ne sara più modo... Saranno concentrati su altro, i nostri protagonisti.
Ti perdoniamo per il mancato commento, suvvia, va bene uguale.
Tanto ti abbiamo sempre a disposizione per martellarti :P

Yuki Ishimori: Siamo liete che ti sia piaciuto tanto. ^_^
Oh la scena in cui si prendono per mano ha sciolto anche noi in effetti. Quei due sanno passare da più modalità in modo unico. Anche per questo li adoriamo. :P

LawlietPhoenix: Si, Aster, quello scorso è stato un capitolo molto bello, vero? Una chicchina... che purtroppo non si ripeterà.
Se non tra molto, ah!
In angst we believe.
Grazie per il continuare a seguirci con costanza, tra l'altro! Siamo molto grate U.U

NekoAki: In primis: Benvenuta su Di. ^_^
Sperando di leggerti ci auguriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

Masuko: Haruka che fa il discorso padre-figlio sul sesso a Watanuki è veramente troppo da lui, sei un genio del male :P Ed ovviamente non si scomporrebbe minimamente nel farlo!
Quanto all'angst, basta che tu ti consoli pensando al lieto fine! Non lasceremmo mai questa storia senza un degno finale, ci ha fatto dannare troppo nel corso dei mesi :P
Comunque, grazie del commento... tua madre non è rimasta traumatizzata nel vederti ridere da sola, vero?
Ci sentiremmo in colpa.
Ai GDR, entrambi!

Gioielle: Eh si... la svolta era proprio questa. XD
*stappano anche loro lo spumante e brindano insieme a Gioielle! Yay*
E' vero comunque. Doumeki ed Haruka sono legatissimi. E questo aspetto sarà ben approfondito in seguito. ^.^

Witch Of The Dimensions: Grazie mille come al solito per gli accorati complimenti! Ci fa tantissimo piacere avere una lettrice come te, i tuoi commenti ci mandano avanti nei momenti di stenti... grazie, grazie ancora! Ci inchiniamo entrambe.
Comunque, si, i cuoricini che cuoricinando cuoricinavano erano anche da noi mentre li scrivevamo.
Credici, durano un bel po' e fanno bene per stemperare il resto.
Grazie ancora una volta per le tue bellissime recenzioni... grazie!
A presto, continua a seguirci mi raccomando!

Yusaki: Uh beh fiore di ciliegio da accarezzare? mmm si, ci sta. :P
Ihih non allarmarti per la fase angst. Ci sarà e se tutto va bene, si verseranno non poche lacrime (mhuahuahua) ma ci saranno anche sorrisi e cuoricini, spezzati, certo. Ma sempre di cuori si tratta, no? :P


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Capitolo 13
*** A stretto contatto - Sacrificio ***


Destino Inevitabile -  A stretto contatto.
Capitolo 13

Sacrificio


Sarebbe stata una mattina come tante altre se l'aria, che tra loro sembrava più pesante del solito, non fosse stata anche pregna di preoccupazione.
Watanuki camminava con aria persa. Lo sguardo puntato davanti a se, in direzione della scuola; la mente rivolta a quanto sognato la notte prima.
Al suo fianco, anche Doumeki appariva distante, proseguendo in silenzio come al solito. Unica differenza, l'espressione tirata, dovuta alla strana raccomandazione ricevuta la sera prima da Yuuko.
Un monito che si era ripetuto al mattino quando, come sempre, si erano recati al negozio per recuperare il talismano.
Stranamente, la donna non si era fatta trovare e, al suo posto, adagiato sul tavolino della sala, l'arciere aveva notato da subito un biglietto, posto al fianco dell'o-momori che anche quel giorno avrebbe concesso loro un minimo di autonomia.
Cercando di non cedere al turbamento improvviso, aveva raccolto talismano e foglietto, riconoscendo da subito l'elegante grafia della strega che, essenziale ed enigmatica come sempre, si era limitata ad un "fate attenzione" seguito da una firma stilizzata a forma di farfalla.
"Come se l'avvertimento di ieri non fosse bastato." Pensò Doumeki, mentre voltatosi nuovamente in direzione della porta, decise di ragionare sugli ultimi eventi prima di prendere una qualunque decisione.
In fondo non poteva sapere dove sarebbe stato il pericolo e probabilmente l'edificio scolastico era uno dei luoghi più sicuri per Watanuki.

«Questa notte... ho sognato tuo nonno.»
La voce del ragazzo sembrò riecheggiare per la strada..
«Capisco...» Mormorò l'arciere. «E... cosa ti ha detto?» Aggiunse, nel tentativo di non sembrare scortese.
Poteva ancora sentire sulla propria pelle le sensazioni vissute l'ultima volta che l'amico gli aveva parlato di un sogno.
Attimi ormai dimenticati e probabilmente irraggiungibili, sostituiti come erano stati da una distanza incolmabile.
«L'ho visto per qualche secondo...» Commentò intanto il più piccolo. «Era serio e... mi ha detto di non strafare.»
«Perchè?» Domandò l'altro, osservandolo.
«E che ne so. Come sempre non mi ha dato alcuna spiegazione. E' apparso, mi ha detto Kimihiro-kun, domani non strafare. Poi mi ha sorriso e puff... mi sono svegliato.» Sbuffò, Watanuki.
«Kimihiro-kun...» Ripetè l'arciere. «Ti chiama... così?»
«Cosa?» Domandò il più piccolo. «S...si. Sai, lui vuole che lo chiami per nome... così fa lo stesso con me.» Spiegò.
«Capisco...» Ribattè l'altro.
Watanuki si voltò a guardarlo, sorpreso dal tono di voce che, seppur per un breve istante, gli era parso diverso dal solito.
«Tutto... bene?» Domandò.
Doumeki si limitò ad annuire, diviso tra il senso d'allarme dato dal messaggio di Haruka e l'amara consapevolezza di essere meno in confidenza con Watanuki di quanto non lo fosse suo nonno.
Immerso in quei pensieri, quasi non si rese conto di essere ormai giunto a destinazione.
«Allora ci vediamo dopo...» Esclamò Watanuki, staccandosi dalla presa dell'arciere.
«Cosa? Si... A più tardi...» Replicò questi consegnandogli l'amuleto ed osservandolo mentre, quasi di corsa, si allontanava da lui.

xXx

All'ora di pranzo, si ritrovarono come sempre sotto il solito albero.
Doumeki, ancora assorto in chissà quali pensieri e Watanuki in apprensione per via dell'assenza di Himawari.
Fortunatamente la ragazza non si fece attendere oltre, giungendo proprio quando Watanuki aveva finito di disporre bento-box e thermos pieni di tè sulla tovaglia.
«Watanuki-kun! Doumeki-kun!» Esclamò, agitando una mano in segno di saluto. «Scusate per il ritardo.»
Nel vederla, il più piccolo tra i due sembrò rasserenarsi. «Ah! Non importa Himawari-chan!» Rispose, sorridendole.
Doumeki si limitò ad un cenno del capo, notando, subito dopo, l'arrivo di Ichi ed Ini. «Loro pranzano con noi?» Domandò.
Himawari annuì. «Spero non sia un problema...» Aggiunse. Il tono di voce più basso per non essere udita dalle due amiche.
Watanuki restò in silenzio, lo sguardo fermo su Ini, ormai a pochi passi da loro.
Per un attimo la sua mente tornò sulle parole che la ragazza aveva scritto a proposito di quanto pensava esserci tra lui e Doumeki.
Scosse la testa per non pensarci ed ignorando il saluto, piuttosto freddo, delle ultime arrivate, porse i bento ai suoi amici, prendendo posto in un angolo. Gli occhi puntati sul terreno.

I minuti successivi, trascorsero in un silenzio intervallato solo da qualche sporadico commento sul cibo, che Himawari si era offerta di dividere con le sue ospiti.
Consapevole del tempo che passava, Doumeki scelse un momento in cui le tre sembravano particolarmente concentrate, per avvicinarsi a Watanuki, supportandolo con la propria energia.
Avvolto dall'improvviso calore, dato dal contatto con l'altro ragazzo, Watanuki stirò le labbra in un sorriso colmo di gratitudine.
Quel semplice gesto, attirò l'attenzione di Ichi che, mandato giù l'ultimo onigiri, si soffermò ad osservare Watanuki.
«Devo ammettere che non cucini male, per essere un ragazzo.» Ammise, senza smettere di studiarlo.
Al complimento inatteso, Watanuki ringraziò la ragazza. «Questo idiota» Esclamò, indicando Doumeki. «Mi fa fare sempre gli stessi piatti. Ormai li ho imparati a memoria.» Sbuffò, lanciandogli un'occhiataccia meno astiosa del solito.
Seppur sotto lo sguardo di tutti, l'arciere continuò a mangiare imperturbato.
«Watanuki-kun e Doumeki-kun sono due veri amici.» Esclamò Himawari sorridendo.
Ignorando il commento della ragazza, Ichi si fece improvvisamente seria, tornando a fissare Watanuki. «Se ti da noia, perchè gli fai sempre quello che vuole? Non sei mica la sua ragazza... O sbaglio?» Domandò.
A quel commento, Watanuki cambiò rapidamente colore, mollando le bacchette e agitando le braccia davanti a se. «Certo che no! Cosa dici!» Sbottò. «Insomma... Ti pare che un simile ingordo possa piacermi?» Urlò.
«Sei ingiusto.» Intervenne Ini, attirandosi gli sguardi dei presenti. «Shi... Shizuka è adorabile. Non dovresti fare simili affermazioni.»
«A...Adorabile?» Esclamò Watanuki, riprendendo ad indicare l'arciere. «Perchè, tu pensi di conoscere Shizuka? Tzè.» Continuò, piccato. «Lui è noioso ed irritante, iperprotettivo e con il complesso dell'eroe! Come puoi definirlo adorabile?»
La risata argentina di Himawari giunse ad alleviare l'atmosfera.
«Adesso vi chiamate per nome?» Domandò con aria felice, alternando lo sguardo dai due ragazzi a Tanpopo che, nel sentirla ridere, aveva preso a cinguettare festosamente.
«Ma no, Himawari... cosa dici!» Tentò Watanuki, al colmo dell'imbarazzo.
Impassibile come sempre, Doumeki portò alla bocca l'ultimo onigiri al samone. La mente ferma sul pensiero di non essere mai giunto ad una tale confidenza con Watanuki. E questo, nonostante le tante volte in cui lo aveva protetto, salvandogli persino la vita.
Immerso in quel pensiero, stranamente pungente, l'arciere volse uno sguardo malinconico in direzione di Watanuki, giusto in tempo per incontrare la sua occhiataccia imbarazzata.
Il loro fu uno scambio veloce e colmo di imbarazzo. Proprio per questo non passò inosservato.
«Shizuka è il sogno di ogni ragazza...» Riprese Ini, evidentemente spinta da quanto appena visto. «E tu, che hai la fortuna di essergli amico, tenti anche di negare la cosa? Cos'è te ne vergogni?»
«Io...» Quella domanda sembrò mandare in confusione Watanuki. «Proprio perchè è mio amico ne conosco ogni difetto.» Puntualizzò, attirandosi un'occhiata sorpresa dall'arciere.
Resasi conto dell'imbarazzo dell'amico, Himawari si voltò in direzione di Ini. «Il loro rapporto è... speciale.» Iniziò, il tono più basso e serio del solito. «Watanuki-kun però... non farebbe mai del male a Doumeki-kun. Lui non farebbe male a nessuno.» Dichiarò, convinta. Il pensiero rivolto al giorno in cui era stata costretta a rivelare la sua vera natura, ricevendo in cambio un affetto, se possibile, più grande e profondo di prima.
«O... Ok» La voce di Ini sembrò riportare le cose alla normalità e, in quel mentre, Ichi si alzò segnalando che era ormai ora di rientrare.
Rispondendo al sorriso sincero di Watanuki, Himawari decise di seguire la ragazza, congedandosi in fretta.
Quando la vide sparire oltre l'edificio scolastico, Watanuki si voltò verso Doumeki, scoprendo che Ini era ancora lì, pericolosamente vicina al ragazzo ed intenta a comunicargli qualcosa.


xXx


«Allora? Cosa voleva...» Domandò il più piccolo, mentre l'uno di fianco all'altro, camminavano verso l'edificio scolastico.
Doumeki sembrò pensarci un pò. «Mi ha chiesto se ho letto la lettera e... se avevo una risposta.» Accennò.
«E tu?» Domandò l'altro, lanciandogl un'occhiata laterale.
«Le ho risposto. E l'ho ringraziata per le cose che ha detto oggi, su di me almeno...» Rispose l'arciere senza alterare la propria espressione.
A quello, Watanuki abbassò lo sguardo verso il terreno. «Spero che tu non te la sia presa, comunque.» Borbottò, riferendosi alle critiche che aveva alzato contro l'arciere.
«Ci sono abituato...» Rispose laconicamente quest'ultimo.
«Beh, erano cose vere comunque.» Ribattè il più piccolo con fare nuovamente iroso. «Sei fastidioso e hai il complesso dell'eroe! Se quella ti vuole bene dovrebbe accettarti così piuttosto che vederti diverso da come sei!» Sbuffò.
Doumeki sembrò non aver nulla da ribattere e, avvolti da un silenzio relativamente leggero, proseguirono entrambi verso il complesso sportivo della scuola.
«Quindi noi saremmo amici.» Esclamò l'arciere di punto in bianco, osservando il compagno con la coda dell'occhio.
«Che?» Ribattè l'altro mentre le guance gli si scaldavano, colorandosi di un bel rosso acceso. «Insomma, si... beh... lo siamo. No...?» Balbettò, guardando altrove.
Doumeki non rispose, e questo spinse Watanuki a ricambiarne lo sguardo. Una decisione della quale si pentì subito, restando con gli occhi fissi sull'espressione dell'arciere. «Tu mi stai sempre attorno solo per il pranzo, vero?» Borbottò in imbarazzo.
«Può darsi.» Ribattè l'altro con un sorrisetto.
«Ecco, lo sapevo! Non ti preparerò mai più un takoyaki in vita mia, giuro!» Urlò il più piccolo, sperando di non mostrare all'arciere quanto il suo sorriso l'avesse colpito.
«Vorrà dire che mi preparerai più inari sushi.» Rispose l'altro, recuperando la solita espressione.
Watanuki sembrò pensarci per qualche istante, poi riprese ad inveire contro l'arciere e le sue richieste sfacciate.

xXx

Il fischio dell'insegnante segnò l'inizio della corsa, dando il via alla performance di Watanuki che, neanche fosse in fuga da qualcosa, partì con uno scatto deciso portandosi avanti a tutto il gruppo.
Dietro di lui con uno scarto davvero minimo, seguiva Doumeki. L'espressione neutra anche in quel momento, di norma, faticoso per chiunque.
«Hei!» Gli urlò contro Watanuki. «Che stai facendo?»
«Corro.»
Senza smettere di correre, quasi incentivato ad aumentare l'andatura per via dell'irritazione crescente, Watanuki borbottò qualcosa tra se e se.
«Perchè mi corri accanto!» Esclamò poco dopo.
«Potrei farti la stessa domanda.» Fu la replica dell'altro.
Infastidito dalle risposte dell'arciere e sempre più arrabbiato per via degli urletti entusiastici di Ichi ed Ini, Watanuki accelerò ulteriormente. In pochi istanti riuscì a guadagnare una certa distanza che l'arciere evitò accuratamente di colmare, restando poco più indietro, al fine di tenerlo d'occhio senza esser visto.
Il traguardo era ormai a pochi metri da entrambi. Il resto dei corridori, troppo distante per rappresentare una minaccia. Ciò nonostante, deciso a vincere, Watanuki si obbligò ad un ultimo sforzo, dimenticandosi totalmente il problema dell'energia.
Fu così che, sotto gli occhi di tutti e proprio a pochi centimetri dal traguardo, crollò pesantemente al suolo.
Giunto al suo fianco, Doumeki si piegò sulle ginocchia, prendendogli un braccio. «Ci sei?» Domandò con apprensione.
Dal ragazzo, non giunse alcuna reazione.
«Watanuki...» Mormorò l'arciere sfiorandogli la fronte nella speranza di una risposta diversa da quell'immobilità sempre più sconcertante.
Memore delle parole della strega, proprio mentre intorno a loro iniziavano a raggrupparsi alcuni curiosi, Doumeki prese in braccio il compagno, facendosi spazio tra gli studenti e fermandosi solo alla vista di Himawari.
«Doumeki-kun, bisogna portarlo in infermeria.» Esclamò la ragazza.
«No.» Replicò lui. «Devo portarlo da Yuuko-san.» Proseguì ignorando gli sguardi cupi di Ichi ed Ini, poco distanti dall'amica. «Tu pensa alle nostre cose e... dì all'insegnante che lo riporto a casa.»
Himawari annuì osservandolo con espressione allarmata e senza attendere oltre, l'arciere si allontanò quasi di corsa. Diretto verso il negozio dei desideri.

xXx

Quando giunse al negozio, la porta di ingresso sembrava attendere solo di essere aperta.
Non era la prima volta che giungeva in quel luogo sospeso nel tempo. Eppure, per qualche motivo, quel giorno la sua apprensione era quasi incontrollabile.
Senza perdere tempo, varcò la soglia del negozio, avviandosi verso la stanza dove la strega usava ricevere la clientela.
Gli era capitato almeno un padio di volte di assistere al lento procedere delle persone che, colme di speranza, giungevano fin lì per esprimere un desiderio. Di solito si limitava ad osservarle, intrattendendosi con un bicchiere di Sakè e le chiacchiere di Mokona o i brontolì di Watanuki. Non aveva mai considerato l'indicibile ansia che un tale incontro poteva generare. La stessa ansia che da qualche minuto sembrava essersi aggrappata alle sue viscere, portandolo a sperare con tutto se stesso di avere ancora qualcosa da poter dare a quella donna, in cambio del suo unico desiderio. Quello di salvarlo.

Quando i pannelli scorrevoli si aprirono, rivelando il contenuto della stanza, Doumeki notò la strega che, in abiti da cerimonia, lo stava guardando con espressione seria. Di fianco a lei, tracciato sul pavimento, vi era il cerchio magico che, come Watanuki gli aveva spiegato, serviva a condurre le persone nelle altre dimensioni.
«Doumeki-kun...» Esordì la donna, senza allontanarsi dal cerchio. «Hai un desiderio da esprimere?»
«Io... devo salvarlo. Mi dica come.» Esclamò lui.
Yuuko annuì brevemente, indicandogli il cerchio. «Il prezzo è già stato pagato.» Lo informò.
A quelle parole, l'arciere sembrò trasalire. «Da chi?» Domandò.
La donna gli rivolse uno sguardo velato di dolcezza. «Da Haruka-san.» Affermò. «E da te, che per tutti questi anni hai vissuto senza poterlo incontrare neppure in sogno.»
Doumeki la squadrò senza rispondere, la mente ferma sul significato di quanto appena udito.
«Avremo tempo per parlarne.» Lo esortò la strega. «Ora, metti Watanuki all'interno del cerchio.»
Il ragazzo annuì, mettendo a tacere l'improvviso senso di vuoto, scatenato dalla rivelazione della strega. Per un attimo si sentì avvolgere da un impeto di rabbia. Voleva essere lui a salvarlo. Suo nonno aveva già il mondo onirico per incontrarlo, mentre lui... A lui non restava altro che quel legame dato dal proteggerlo ad ogni costo. Un legame del quale per un breve istante si sentì derubato.
Ciò nonostante, in quel momento la sua priorità era il benessere di Watanuki, così se pur a malincuore si avvicinò alla donna, stendendo l'amico all'interno del cerchio.
«Bene...» La sentì dire. «Ora prendi le sue mani e tienile strette alle tue. Palmi contro palmi, dita intrecciate...»
Doumeki alzò lo sguardo sulla donna, osservandola mentre con sguardo concentrato, appoggiava un lungo bastone ornato sul perimetro del cerchio.
«Se faccio come ha detto... si sveglierà?» Domandò l'arciere.
Yuuko annuì, muovendo un ulteriore passo in avanti. «Sei pronto a pagare il tuo prezzo, Doumeki-kun?» Domandò. «Dovrò prendere parte della tua energia vitale.»
Senza curarsi di quelle parole e del loro significato, il ragazzo annuì convinto. «Faccia quanto deve. Purchè lui sopravviva.» Dichiarò.
A quello, Yuuko sorrise compiaciuta, pensando a come Haruka-san avesse previsto ogni cosa in anticipo.
Con un gesto elegante lasciò ondeggiare il bastone che, in un istante, si illuminò di un bagliore soffice i cui raggi azzurri si diffusero lungo i disegni impressi nel cerchi.
Avvolti da un calore improvviso, i due ragazzi furono raggiunti da spirali di luce che, intrecciandosi attorno ai loro corpi, iniziarono a brillare, facendosi di un oro brillante là dove le loro mani si univano.
Rimasero così per un tempo che avrebbe potuto essere infinito come inesistente. Poi le spirali iniziarono a svanire ed in quel mentre, Watanukì riaprì gli occhi.
«Co... cosa...» Balbettò guardandosi intorno con aria confusa.
In un attimo i suoi occhi incontrarono quelli dell'arciere, spostandosi altrove per soffermarsi sulle loro mani ancora intrecciate e riprendendo a vagare sui disegni, ormai noti, del cerchio di Yuuko. «Che sta... succedendo...» Mormorò.
Nel vederlo sano e salvo, Doumeki si lasciò sfuggire un leggero sorriso dopo il quale si sentì crollare per la stanchezza. «Scusami...» Riuscì a dire, prima di lasciarsi cadere su di lui.
«Dou...meki!» Esclamò il più piccolo, irrigidendosi appena un pò per sostenere il peso dell'altro. «Che hai?» Domandò infine.
Sempre più debole, l'arciere appoggiò il viso sulla sua spalla. «Nulla, sono... solo stanco...» Replicò, chiudendo gli occhi.
Allarmato dalla strana stanchezza dell'arciere, Watanuki che al contrario si sentiva stranamente in forze, posò lo sguardo su Yuuko.
«Che cosa gli ha fatto, eh?» Domandò, improvvisamente adirato.
La donna ricambiò lo sguardo con altrettanta durezza. «Ho esaudito il suo desiderio.» Ribattè. «Doumeki-kun ha scelto di donarti una grossa fetta della sua energia. E tutto, per evitarti di sparire.»
«Per evitarmi...» Watanuki si tirò indietro, il minimo indispendabile per guardare Doumeki negli occhi. «E tu le hai permesso di farlo?»
L'arciere ricambiò il suo sguardo, annuendo appena. Poi, troppo stanco per sostenersi da solo, tornò ad appoggiarsi contro il ragazzo.
«Sto bene...» Ripetè infine, parlando contro il suo collo.
Watanuki lo ascoltò senza muoversi, concentrato sul calore di quella bocca e sui brividi che riusciva a provocargli. Il cuore che, nel frattempo, sembrava esplodergli nel petto. «Tu... devi smetterla di fare l'eore.» Mormorò, liberando una mano dalla stretta dell'arciere per poi appoggiarla sulla sua schiena. «Non devi metterti in pericolo per me...» Continuò- Lo sguardo intento a seguire i movimenti della strega, che con un sorriso compiaciuto si allontanò silenziosamente, lasciandoli soli.
«Doumeki...» Riprese, quando la donna si richiuse la porta alle spalle. «Mi hai sentito?» Mormorò, premendoselo contro ed immergendosi per un attimo nel suo profumo.
Avvolto da quel calore inatteso, l'arciere lasciò passare diversi secondi, dopo i quali sospirò stancamente, scostando il viso dalla spalla del più piccolo, in modo da guardarlo negli occhi. «Non sta a te decidere...» Dichiarò, fissandolo con uno sguardo carico di qualcosa che a Watanuki fece semplicemente tremare il cuore.
Travolto da un'emozione improvvisa, il più piccolo si sforzò di ricambiare quello sguardo, dando voce a quanto desiderava comunicargli da un pò di tempo. «Io... non voglio che tu stia male... per colpa mia.» Dichiarò, arrossendo leggermente.
Doumeki sembrò sorpreso da quelle parole e, nel timore di una risposta in grado di imbarazzarlo, Watanuki lo aiutò a poggiarsi contro una parete, alzandosi ed avviandosi rapidamente verso la porta. «vado a prepararti qualcosa!» Dichiarò, un attimo prima di uscire.
Troppo stanco per ribattere, Doumeki si limitò ad annuire, chiudendo gli occhi e sorridendo a quell'attimo di pace.

xXx

Un'ora dopo, Watanuki fece ritorno con un enorme vassoio. Dopo aver lanciato uno sguardo a Doumeki, si avviò verso il solito tavolino, posizionando una grossa zuppiera proprio al centro.
«Con questa dovresti riprenderti in fretta.» Dichiarò, servendogli un'abbondante razione di satsumajiru.
Sotto lo sguardo attento di Yuuko, Doumeki si sollevò avvicinandosi al tavolo, dove senza troppi complimenti iniziò a mangiare.
Più sollevato, Watanuki si apprestò a servire anche la strega. Infine prese posto, fissando con sguardo assorto la zuppiera.
«Yuuko-san...» Mormorò poco dopo. «Può dirci qualcosa su come risolvere questa situazione?» Domandò, indicando l'arciere, ancora intento a mangiare. «Penso si sia trascinata più del dovuto.»
Senza lasciar trasparire il proprio pensiero a riguardo, la donna posò lo sguardo su Doumeki e, subito dopo, su Watanuki. «Tu credi?» Domandò a quest'ultimo. «Io penso che fosse... inevitabile.» Decretò con una punta di ironia nella voce. «Ad ogni modo cercherò di spiegarvi quanto dovrete fare d'ora in avanti.»
Quelle parole attirarono l'attenzione dei due ragazzi.
«D'ora in avanti? Che... che sta dicendo?!» Si lamentò il più giovane dei due.
La strega lo guardò con sufficienza. «Watanuki. Non hai ancora imparato che la tua impulsività porta sempre dei guai?» Domandò, lanciando un'occhiata distratta in direzione dell'arciere.
A quello, il cuoco borbottò qualcosa tra i denti. Doumeki invece, tornò con la mente a quanto avvenuto poco prima. Lo sguardo improvvisamente distante.
Nell'osservarli, Yuuko sorrise impercettiibilmente, servendosi un bicchiere di vino.
«Bene...» Esclamò, posando il bicchiere. «Credo sia meglio parlare del viaggio che farete domani.»
Le sue parole sembrarono colpire entrambi, se pur in modi diversi.
Impassibile come sempre e, ancora immerso in pensieri non proprio felici, Doumeki si limitò a sollevare lo sguardo sulla donna.
Watanuki invece optò per un approccio più attivo. «Che ha detto?!» Urlò, piantando i palmi delle mani sul tavolo. «Un viaggio? Che viaggio?! E dove?»
La strega si concesse un altro paio di sorsi. «Si tratta di un viaggio molto particolare...» Aggiunse, notando l'apparente indifferenza dietro la quale si stava celando l'arciere.
Watanuki sembrò non gradire la mancanza di dettagli. «Perchè non partire ora stesso, mi chiedo!» Borbottò.
Yuuko sorrise con l'aria di chi stava attendendo una domanda simile. «Doumeki-kun ha bisogno di riposare...» Precisò, tornando subito seria. «Inoltre... Haruka-san potrà ricevervi solo da domani.» Concluse. Lo sguardo improvvisamente su Doumeki.
«Haruka-san... riceverci?» Domandò Watanuki.
«Come.» Si inserì l'arciere. «Come faccio a vederlo se ha scelto di non renderlo possibile.» Domandò con un tono che lasciò trasparire parte della sua rabbia.
La donna ascoltò entrambi, osservando il più grande, con occhi gentili. «Doumeki-kun...» Esordì. «Comprendo che sia dura ma... spetta ad Haruka-san spiegarti ogni cosa.» Si fermò qualche istante, dandogli modo di metabolizzare le informazioni che stava dandogli. «In ogni caso... la sua scelta aveva una durata di tempo che terminerà domani.»
Doumeki la fissò senza ribattere.
«E' impossibile...» Mormorò invece il più piccolo. «A me aveva detto di non poterlo vedere. Non di averlo deciso.» Il suo sguardo si accese di colpo. «Scommetto che lei c'entra qualcosa. Vero, Yuuko-san?» Continuò in tono alterato, indicando la strega con un dito.
«Ahahah ci sei arrivato!» Lo schernì quest'ultima. Poi, tornando seria. «Direi che sono vere entrambe le cose. Tecnicamente Haruka-san non può vederlo fino a domani.»
Watanuki la fissò con espressione imbronciata. «E... cosa succede domani?» Domandò infine.
«Domani vi troverete con Haruka-san e lui vi spiegherà come raggiungere l'albero dei sogni.» Si fermò per bloccare un intervento di Watanuki. «Al momento non posso dirvi altro. Ciò che vi interessa sapere è che di recente, qualcosa è passato da te, Watanuki...» Esclamò osservando il ragazzo. «A te, Doumeki-kun...» Terminò soffermandosi qualche istante sull'arciere.
«Qualcosa è passata da me... a lui?» Domandò il più piccolo indicando prima se stesso e poi l'arciere. «E lei dice che con l'aiuto di Haruka-san risolveremo ogni cosa?»
«Esattamente.» Ribattè la strega. «Grazie al suo intervento e solo se porterete a termine la missione.» Aggiunse.
«Missione? Quale missione?»
«Giunti all'albero...» Proseguì la donna. «Dovrete estrarne una radice per riportarmela.» Dichiarò. «Il resto ve lo dirò quando sarete di ritorno.»
«Bene!» Esclamò Watanuki, alzandosi con aria soddisfatta. «Sarà il caso di sparecchiare allora. Così domattina arriveremo per tempo.»
«No.» Lo fermò la strega. «Resterete qui. Credo sia meglio... per tutti.»
A quello, Doumeki non fece  una piega.
Il più piccolo invece, fissò la donna con espresione corrucciata. «Lo ammetta.» Esclamò, sospettoso. «Lei vuole solo la colazione, vero?» Borbottò.
«Ahahaha Beccata!» Ammise la donna. «In fin dei conti dovrò fare un incantesimo. Mi servirà tutta l'energia possibile. E a proposito...» Dichiarò facendosi serissima. «Cerca di prepararmi una colazione indimenticabile...»
Watanuki deglutì a vuoto. «Le ho forse mai dato motivo di lamentarsi?» Domandò piccato.
La donna però era già occupata a fissare l'arciere. «Doumeki-kun. Se possibile questa sera sei più silenzioso del solito.» Esordì, studiando l'espressione del ragazzo. «Hai forse qualcosa da chiedermi?»
L'arciere sollevò lo sguardo, mostrando l'espressione tesa del volto. «No.» Mormorò, serrando i pugni. «Posso aspettare domani per le risposte.»
La strega si limitò ad annuire, voltandosi subito dopo in direzione di Watanuki. «E tu?»
«Ecco... io mi chiedevo... Quanto rimarrò così... senza bisogno di ricaricarmi?»
«Meno ti agiti e meglio sarà per tutti.» Scherzò la donna.
«Ma insomma, Yuuko-san!» Si lamentò l'altro.
«Oh! Diciamo che per un giorno o due, dovresti essere a posto. E a proposito...» Lo sguardo, nuovamente fisso su Doumeki. «Il vostro viaggio dovrà durare il meno possibile. O non riuscirete a fare ritorno.»
«Cosa? E quando pensava di dircelo, eh?» Sbottò Watanuki.
«L'ho appena fatto...» Chiarì lei. «E seriamente. Quell'albero ha un potere non indifferente. Grazie al mio aiuto e a quello di Haruka-san, potrete avvicinarlo senza grossi problemi ma... dovrete far presto. Restare lì più del dovuto potrebbe rivelarsi pericoloso.»
Doumeki sembrò ascoltare ogni parola con estrema attenzione. Poi, approfittando di un attimo in cui Watanuki si era allontanato per riporre alcuni piatti in cucina, tornò a fissare la strega.
«Dove dormiremo stanotte?» Domandò. «Immagino che con l'autonomia di Watanuki, potremo stare ognuno per contro proprio.»
Yuuko gli rivolse un sorriso non privo di malizia. «Ti preoccupi fino a tal punto per lui?» Si informò. «Potete farlo, si. Servirà ad entrambi per riflettere.» Dichiarò, sospirando per quanto stava per aggiungere. «La giornata di domani sarà molto intensa, sopratutto per te, Doumeki-kun»
Il ragazzo annuì, proprio mentre Watanuki tornava con espressione imbronciata.
«Yuuko-san potrebbe dire a quelle due di non ballarmi in mezzo alla cucina?» Sbottò. Si da il caso che debba sprecare meno energia possibile!»
All'insolita richiesta, la strega si lasciò andare ad una delle sue risate. «Siamo nervosetti, eh?»
«Ci rinuncio!» Borbottò il ragazzo, dandole le spalle. «Me ne vado a letto.» Continuò, fermandosi solo sulla soglia. «Devo mettere un altro fouton?»
«Per questa notte potrete dormire separati» Esclamò osservandolo con la coda dell'occhio. «Sei soddisfatto, Watanuki?»
Per un attimo il ragazzo fu colto da una sensazione di vuoto. In fondo aveva iniziato ad abituarsi alla costante presenza dell'arciere. «Beh... buona notte allora.» Esclamò senza neppure voltarsi.
Doumeki evitò di rispondergli e quando Watanuki si allontanò, tornò a fissare la strega. «Andrà tutto bene, vero?»
Yuuko lo osservò con sguardo criptico. «Questo dipende da te, Doumeki-kun...» Poi, senza dargli il tempo di ribattere, la donna si alzò. «Ad ogni modo non me ne preoccuperei adesso. Vieni...» Continuò, facendogli strada. «Ti mostro la tua camera. Hai bisogno di recuperare le forze.» Dichiarò, salutandolo per poi allontanarsi verso la propria stanza.
"Ne avrai bisogno... In vista di quanto accadrà d'ora in poi..." pensò, richiudendosi la porta alle spalle.


*Satsumajiru: Zuppa di miso e verdure con pezzetti di carne di maiale.



Rieccoci qui!
La prima parte di Destino Inevitabile si avvicina al suo epilogo, tra sofferenze e streghe despota che pretendono troppo.
Tanti dei quesiti che ci hanno assillato (vi hanno assillato, si? ¬.¬) stanno per giungere ad una soluzione. Perchè noi a differenza delle Clamp le risposte le diamo. Che poi siano quelle corrette, poco importa. Mhuahuahua
Bene, dopo questo attimo di sclero post-spoilers diamo il via alle recensioni! ^_^

Yuki Ishimori: Ma noooooo. Come sarebbe Doumeki scemo? ;_; Povero, piccolo, dolce arciere. :P
Ahahha è vero, ammettiamo di esser state perfide con la campanella.  Ma doveva suonare davvero. E a noi piace fare le cose per bene ^_^
Ci faremo perdonare, vedrai. :P
Tu continua a seguirci. XD

Elychan: I preparativi che ha fatto? Beh! Non erano quelli per il matrimonio, ma alla fine non ci sei andata lontana!
Comunque non preoccuparti, avrà la sua punizione.
Continua a seguirci!

Masuko:
Grande!
Come non concordare su tutto? Ti ringraziamo per i complimenti. Sapere di avere dei personaggi IC è per noi fondamentale e tra parentesi. Yuuko saluta Karen e Subaru ^.^ (nd. Lay)
Tornando alla storia, sai che scherzando scherzando hai in qualche modo sfiorato alcuni punti della storia? :P
Intanto questo capitolo ha dato il via al gran finale di "A stretto contatto"  che si concluderà a breve per dare il via alla seconda parte, dove lo yaoi che senti, inizierà a muovere i primi timidi (si fa per dire) passi tra questi due pg sciroccati. :P
Continua a seguirci. Le tue recensoni son troppo belle da leggere.  XD

Naco Chan: Chissà, chissà, se ha ragione o torto su quello che sta succedendo?
Con questi capitoli sta iniziando la vera e propria trama della storia... ancora ce ne sarà, prima di avere spiegazioni! 
E come hai visto... Problemi sono arrivati.
Colpa di Wata, come sempre.
Grazie del commento! Come al solito andrebbe messo sotto "spoiler" :P

Yusaki:
Ma ciao! Eh si... Lunedì scorso è stato indimenticabile per il fandom di Holic. Anche quando saremo vecchiette, il 14 Settembre ci ricorderà momenti di sclero totale, cuoricini voltanti e ovviamente Dou e Wata! Yay!
Grazie come sempre per la recensione. Speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto come gli altri! ^_^

Gioielle: Giò! Come sempre le tue recenzioni sono stupende.
Ah, Hai amato le stesse scene che abbiamo amato noi, e si... si stanno avvicinando un po', noti?
Però tanto tra poco... *misteriosamente.*
Soddisfatta la tua curiosità, comunque? :P
Ci vediamo nei GDR! (...Kohanateshirou-san! by Hari)

LawlietPhoenix:
 Asteeeer! Eh si... con questi due siamo sempre alle solite. Specie con Wata! ¬.¬
Benvenuta nel club dell'angst comunque. (pensano seriamente di creare un club in proposito, del quale Yuuko sarà la presidentessa e Doumeki e Watanuki le cavie. XDDD). Siamo liete che ti piaccia ma... posa quella sega elettrica per favore. :P

Witch Of The Dimensions:
Grazie come sempre dei complimenti! Ti ringraziamo per il tuo assiduo commentare e leggerci, ci fai felici ^^
Ah, se il capitolo scorso ti ha fatto venire male, allora mi immagino questo come ti lascerà... Ci spiace, ma era inevitabile. :P

Un abbraccio dalle vostre streghe preferite! ^.^ (lo siamo, vero? ¬.¬)
E tenetevi forte perchè il prossimo capitolo avrà un che di veramente speciale.



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Capitolo 14
*** A stretto contatto - Il ciliegio dei sogni ***


Destino Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 14

Il ciliegio dei sogni


La stanza dove Yuuko era solita ricevere i clienti era immersa in un silenzio teso.
Al centro, proprio come il giorno prima, il cerchio magico faceva bella mostra di sé, catturando l'attenzione di Doumeki e Watanuki.
Gli occhi fissi sulla strega che, muovendosi in circolo, sembrava accarezzare con il lungo bastone, il perimetro del simbolo appena tracciato.
«Bene...» Esordì d'un tratto la donna. «Ora, dovrete entrare nel cerchio.»
Seppur incerti su quanto stessero per affrontare, i due ragazzi annuirono all'unisono, trovandosi nuovamente uno di fianco all'altro.
Una vicinanza che, dopo una sola notte, sembrò imrbarazzarli oltremodo, spingendo il più piccolo ad un sorriso nervoso che l'altro parve ignorare.
«Mi raccomando...» Riprese la strega. «State attenti e... tornate il prima possibile.» Concluse, sbattendo due volte il bastone all'interno del cerchio.
Quel semplice gesto bastò ad irrorare di una luce intensa l'intera stanza, racchiudendo i due ragazzi in un vortice di colori che in un attimo li trasportò in un tunnel dorato dopo il quale si ritrovarono, entrambi per terra, in un luogo di costante oscurità. Una dimensione dove il cielo e la terra sembravano essere dello stesso colore.

Quando i loro occhi si abituarono ai diversi cambiamenti di luce, i due ragazzi, nuovamente in piedi, si guardarono intorno, notando la presenza di Haruka-san.
L'uomo stava osservandoli con evidente emozione. Sul viso un sorriso più caldo del solito.
«Shizuka...» Mormorò, senza riuscire a togliere gli occhi dal nipote. «Kimihiro-kun, ben arrivati.»
Watanuki si limitò ad un sorriso. Lo sguardo che, senza sosta, si spostava dall' uno all' altro, evidentemente turbato dalla notevole somiglianza. L'arciere, era rimasto immobile, gli occhi fissi su quella falsa immagine di sé stesso.
Per tutti quegli anni aveva solo desiderato di poterlo abbracciare ancora una volta, di parlargli, confidargli le proprie pene. Ed ora che lo aveva lì, a portata di mano, qualcosa sembrava trattenerlo.
Suo nonno sembrava commosso, eppure... Yuuko-san gli aveva detto che era stato lui a decidere di stargli lontano.
«Nonno...» Sussurrò, stringendo i pugni per la tensione.
Quel lieve richiamo sembrò infrangere i timori di Haruka che, consapevole del turbamento del nipote, mosse un paio di passi, fermandosi nuovamente. «Shizuka...» Ripetè. «Sono felice di rivederti.»
Incapace di muoversi, l'arciere mantenne lo sguardo fisso sull'uomo. «Perché solo adesso...»
A quello, Haruka sembrò adombrarsi. «Avevo un prezzo da pagare...»
«Un prezzo...» Ripetè l'altro, evitando lo sguardo dell'uomo. «Perché proprio quello. Contavo così poco?»
Il sacerdote sorrise malinconico. «Sapevo che un giorno ti saresti trovato nella condizione di dover salvare qualcuno più importante di me.» Spiegò, volgendo lo sguardo in direzione di Watanuki. «Qualcuno che avresti amato di più.»
Shizuka lo guardò con espressione sorpresa. Evidentemente suo nonno aveva compreso quanto provava per Watanuki, ben prima di lui. «Io...» Tentò, fermandosi subito dopo.
Rincuorato da quella piccola esitazione, Haruka si avvicinò, parlandogli a voce bassa. «Quando eri piccolo ti dicevo che sarei sempre stato dalla tua parte. La cosa non è cambiata, Shizuka...» Sussurrò.
Commosso dal significato di quelle parole, l'arciere gli rivolse il primo sorriso, dopo tanti anni di lontananza. «Grazie...» Mormorò, mentre Haruka lo accoglieva tra le sue braccia.
Poco lontano, Watanuki stava osservando la scena con con occhi lucidi. Dentro, un senso di struggente malinconia. Sapere di essere stato la causa della scelta di Haruka era una realtà che avrebbe preferito non conoscere, pensò, stringengo i pugni e chiudendo gli occhi.
In quel mentre, Shizuka sollevò lo sguardo sul nonno. «Potevi evitare di dire quelle cose... davanti a lui...» Mormorò, lanciando un'occhiata verso il più piccolo che, ripresosi dal momentaneo sconforto, stava osservandosi intorno.
«Oh, gli farà bene, vedrai.» Mormorò l'altro sorridendogli. «Kimihiro-kun è bravo a credere nelle sue stesse menzogne. Deve imparare a cambiare...» Concluse, guardando il nipote con sguardo incredulo, per averlo finalmente ritrovato.
Doumeki lo ascoltò senza ribattere. Suo nonno era certamente a conoscenza di aspetti a lui ignoti. Specie se si trattava di Watanuki.
A quel pensiero il suo sguardo si adombrò e, intenerito dal disagio del nipote, Haruka sciolse l'abbraccio, portando una mano sulla sua spalla.
«Credo sia meglio passare a quel che va fatto.» Dichiarò, muovendosi verso Watanuki. «Kimihiro-kun non ha molto tempo.»
«Non ho molto tempo?» Ripetè il ragazzo, avanzando verso nonno e nipote.
Nel vederlo così preoccupato, Doumeki mise da parte ogni pensiero estraneo alla missione. «Cosa dobbiamo fare?» Domandò quindi, deciso a risvolvere ogni problema.
Per tutta risposta Haruka, volse lo sguardo verso un punto lontano, che improvvisamente divenne visibile anche ai due ragazzi. «Quello è il ciliegio dei sogni.» Spiegò con espressone seria. «Recentemente uno dei suoi petali è entrato in contatto con te, Kimihiro-kun.» Continuò, osservando il ragazzo. «Rubandoti gran parte della tua energia che è confluita in te, Shizuka.» Concluse, tornando con gli occhi sul nipote.
«Io però... non ho avvertito nulla di strano.» Replicò l'arciere.
«È normale.» Commentò Haruka. «Voi due avete già più di un legame. È più che naturale che le cose siano andate in quella direzione. E che non ve ne siate accorti è la prova di quanto stretta sia la connessione che vi lega.»
«Quindi...» Mormorò, Watanuki. «La mia energia è... dentro di lui? È... per questo che mi ricarica....» Terminò, facendosi pensieroso. Alla luce di quanto scoperto, circa i motivi che per anni avevano tenuto lontano Shizuka da suo nonno, il pensiero di un legame con Doumeki lo metteva a disagio.
«Quindi...» Lo sentì dire. «È stato quel petalo...»
Haruka annuì soddisfatto. «Esattamente.» Commentò, facendosi serio. «Un petalo che giunge proprio da quell'albero. Di norma non è una cosa che accade ma determinati eventi hanno permesso che quel petalo passasse in un'altra dimensione. Ora è necessario che faccia ritorno.»
Watanuki osservò l'albero che, in lontananza, si ergeva maestoso. «E... come?» Chiese, tornando a guardare il sacerdote.
«Vi occorre un pezzo delle sue radici. A quel punto sarà Yuuko a dirvi cosa fare. E tu, Kimihiro-kun, riavrai la tua energia.»
Il ragazzo lo guardò perplesso. «Sta dicendo che... quel petalo passerà da lui...» Esclamò indicando l'arciere. «A me?»
«Solo se lo vorrete.» Rispose l'uomo, enigmatico «Ora... dovreste incamminarvi. Dovrete prendere una radice particolare. Una che sembri adatta. E questo...» Proseguì, guardando il nipote. «Dovrai farlo tu, Shizuka.»
A quella raccomandazione, Watanuki restò in silenzio, mordicchiandosi le labbra.
«Dopo...» Replicò l'arciere. «Quando l'avremo presa, ci manderai tu da Yuuko-san?»
il sacerdote annuì.
«Allora... Ci rivediamo, al ritorno dall'albero vero?» Domandò il ragazzo con tono esitante.
Haruka gli sorrise in modo estremamente dolce. «Ci rivedremo ogni volta che vorrai, Shizuka...»
L'arciere parve tranquillizzarsi. «Grazie...» Sussurrò, sorridendogli.
Quel semplice gesto bastò a mandare in corto circuito il povero Watanuki che, nel vedere il sorriso dell'arciere, si sentì sciogliere il cuore, iniziando a tremare.
Nel notare il turbamento del più piccolo, Haruka strinse un ultima volta il nipote per poi staccarsi e farsi improvvisamente serio. «Andate adesso.» Esclamò, mentre con un gesto della mano faceva apparire arco e frecce. «Io vi aspetterò qui.»
Dopo un rapido sorriso di incoraggiamento, l'uomo mirò dinanzi a sé, scoccando una freccia in direzione dell'albero. «La via è aperta.» Esclamò.

xXx


Dopo essersi congedati da Haruka, i due ragazzi proseguirono in silenzio, seguendo la scia della freccia scoccata dall'uomo.
Se pur impreparato alla moltitudine di emozioni che gli si erano presentate in così poco tempo, per Doumeki la cosa più strana era la presenza silenziosa di Watanuki che, al suo fianco, continuava a camminare, immerso in chissà quali pensieri.
«Come mai così silenzioso?» Gli domandò d'un tratto.
Nel sentire la sua voce, l'altro ragazzo si irrigidì, quasi si aspettasse chissà quale strana reazione. «Tu...» Iniziò con fare esitante. «Non sei... arrabbiato?» Domandò, senza riuscire a guardarlo.
«Per cosa?» Domandò l'altro, senza capire.
«Beh, per... tuo nonno. È colpa mia se per tutti questi anni...»
«Non sei stato tu a deciderlo» Lo interruppe il più grande. «Non ho motivo di arrabbiarmi.»
Nel sentirlo parlare a quel modo, Watanuki trovò il coraggio di guardarlo «È successo per salvare me. È colpia mia.» Esclamò, corrucciato.
L'arciere sospirò stancamente. «Non dire sciocchezze. Tu non c'entri.» Replicò con voce atona. «E poi... è stato giusto così.»
«Come puoi dirlo!» Replicò l'altro. «Vi ho tenuti lontani e... non lo avrei mai voluto.»
«Lo so...» Ribattè Doumeki. «Probabilmente non eri ancora nato quando hanno deciso tutto. Non pensarci più.»
La tranquillità dell'arciere, in quel frangente, suonava particolarmente stonata alla mente del più piccolo. «Non voglio che tu stia male per colpa mia.» Dichiarò, con una punta di imbarazzo. «Tel'ho già detto, no?»
Doumeki lo guardò in un modo che lo fece avvampare. «A me sta bene che sia andata così, comunque...»
«Che?» Fece l'altro in tono esasperato. «Beh a me no!» Replicò. Poi, quasi inciamò su qualcosa.» Ma che...» Borbottò osservando l'oggetto che aveva rischiato di farlo cadere. «La freccia...» Esclamò.
«Già... Direi che siamo arrivati.» Commentò l'altro.
Watanuki sollevò lo sguardo, notando un insieme di radici che in svariati intrecci circondavano il grande ciliegio.
«È enorme!» Esclamò, guardandosi intorno meravigliato.
Doumeki gli andò vicino, piegandosi sulle gambe per osservare le radici. «Ora ci tocca sceglierne una...» Esclamò, raccogliendo la freccia e tornando in piedi. «Non allontanarti.»
Stranamente, Watanuki si limitò ad annuire. Il pensiero, improvvisamente rivolto alle tante volte in cui Doumeki lo aveva aiutato, protetto o addirittura salvato.
Ignaro del turbamento dell'altro, intanto, l'arciere si era mosso fino a raggiungere l'albero.

Aveva compiuto ogni minimo movimento con estrema attenzione, cercando di non calpestarne le radici.
Sapeva bene di doverne scegliere una sola e non riuscendo a decidersi, chiuse gli occhi restando in ascolto per qualche secondo.
Quando li riaprì, notò che l'albero sembrava brillare di luce propria, emanando con essa parte della propria energia.
Dopo essersi guardato intorno, l'arciere si concentrò su di essa, cercando di coglierne in pieno la vibrazione. Dopo un paio di minuti, riuscì a cogliere quanto cercava, così se pur con molta circospezione, si avvicinò al punto esatto, dal quale sentì sprigionarsi una carica di tipo diversa. Dopo una rapida occhiata in direzione di Watanuki, tornò a concentrarsi notando quasi subito una sorta di disegno, creato dalle radici stesse.
La forma era solo abbozzata ma la prima immagine che gli giunse alla mente fu quella di una farfalla, sotto la quale trovò la radice che cercava. «Hitsuzen...» Mormorò, sorridendo a se stesso ed accarezzando il tronco dell'albero. «Perdona il disturbo. Si tratta di qualcosa di veramente importante.» Sussurrò, strappando un pezzo di radice e mettendo al suo posto la freccia hama.
Quell'azione stupì Watanuki che, da quando lo aveva visto allontanarsi, ne aveva seguito ogni movimento con lo sguardo.
Nel vederlo compiere quei gesti tanto insoliti, il suo cuore aveva iniziato a battere ad un ritmo a lui sconosciuto.
Fu così che, quasi senza accorgersene, si trovò a pensare che un mondo senza Doumeki sarebbe stato semplicemente orribile.
In fin dei conti era sempre stato lui a proteggerlo, standogli accanto, anche quando in cambio c'erano solo lamentele, il più delle volte urlate.
Col tempo aveva capito di contare qualcosa ai suoi occhi. Nonostante fosse solo da sempre e sicuramente pieno di difetti, per l'arciere lui era tanto importante da arrivare a rischiare la vita. Così importante da essergli ancora amico, nonostante l'aver saputo che proprio lui era stato la causa della lontananza di Haruka. Un pensiero così pungente da togliergli il fiato.
Nel rendersi conto di ciò, Watanuki capì che anche per lui le sofferenze dell'amico erano fonte di dolore. Senza un motivo preciso e non certo per un senso di gratitudine che non gli apparteneva, si scoprì a desiderare di saperlo felice e nel vederlo tornare, con quell'espressione tanto decisa, si trovò a giurare che mai avrebbe permesso a qualcuno di fargli del male. Neppure a se stesso.
Quel pensiero inatteso gli fece tremare il cuore, aprendogli gli occhi su una realtà ben più grande di quella scoperta negli ultimi giorni.
Quella non poteva essere una decisione presa per via dell'attrazione, nè un pensiero dettato dall'amicizia.
Per un attimo i suoi occhi tornarono a posarsi sul volto di Shizuka. Un gesto che lo fece arrossire dandogli una rapida scossa al cuore.
Possibile che si trattasse di... "amore...?"
Quella parola sembrò suonargli in testa come un campanello d'allarme.
E fu proprio con espressione allarmata che si ritrasse dai suoi pensieri, quando la voce dell'arciere giunse a comunicargli che potevano tornare.
Senza neppure osservare la radice che l'altro teneva in mano, Watanuki si limitò ad annuire, camminandogli accanto.
Doumeki gli fece strada, tenendolo d'occhio. «Oi... Stai bene?» Domandò d'un tratto. «Non starai pensando alla storia di prima?»
«Che?» Rispose il più piccolo, in imbarazzo. «No... io. Ho capito...» Dichiarò, sprofondando ancora una volta nel silenzio.
L'arciere gli lanciò un'occhiata e sotto il suo sguardo, Watanuki arrossì visibilmente. Il cuore ormai impegnato in una corsa nata per farlo crollare sotto il peso di quanto appena scoperto.
Fu con un sospiro di sollievo che accolse l'immagine di Haruka che, come promesso, li stava aspettando.

Quando li vide l'uomo sorrise loro, con espressione sollevata.
Dopo essersi congratulato, informandosi sulle loro condizioni, il sacerdote osservò la radice. «E la freccia?» Chiese poi al nipote.
«L'ho lasciata all'albero.» Dichiarò questi.
Haruka lo osservò, sorridendogli soddisfatto. «Il tuo istinto non fallisce, a quanto vedo.»
Dopo un lieve sorriso, l'arciere si fece improvvisamente serio. «Cosa succede adesso? Ci manderai da Yuuko-san?»
L'uomo annui. Sul volto un'espressione insolita. «Si, vi aprirò la strada.» Dichiarò, abbracciandolo.
«Noi... ci rivedremo?» Domandò l'altro, ricambiando la stretta.
«Nei sogni.» Lo rassicurò il sacerdote, sciogliendosi dall'abbraccio. Kimihiro-kun» Esclamò poi, avvicinandosi al più piccolo con espressione ilare. «Tengo molto a mio nipote.» Sussurrò, piegandosi in modo da parlargli all'orecchio. «Non farlo aspettare troppo, intesi?».
Sotto lo sguardo dell'arciere, Watanuki cambiò rapidamente colore. «Intesi...» Mormorò.
«Andate allora...» Commentò l'uomo, osservando i due ragazzi con sguardo divertito. «Il tempo sta per volgere al termine.» Concluse.
Esattamente come all'andata, il sacerdote fece apparire il suo arco, scoccando una freccia hama che, splendendo del colore dei petali di ciliegio, aprì uno spiraglio al confine dimensionale dal quale, in lontananza, iniziò a comparire il negozio dei desideri.


Allora, piaciuto l'incontro tra nonno e nipote?
Avere due Doumeki insieme è stato decisamente affascinante oltre all'aver prodotto lacrime e commozione indicibili.
Diteci la vostra e preparatevi perché i prossimi capitoli saranno ricchi di colpi di scena.

Ed ora... recensioni! ^_^

Gioielle: Ahah come non concordare. Doumeki geloso è qualcosa di semplicemente spettacolare, oltre che da SBAV :P
Se ti è piaciuta la scena dello scambio dei energia, aspetta di leggere le prossime... Ci saranno attimi estremamente romantici. ^_^

Naco Chan: Anche le due ragazze sono utili in un mondo simile e con un personaggio come Watanuki. Ma non dirlo loro, o si offendono!
Ti è piaciuto l'incontro nonno-nipote? Anche qui, un capitolo denso di accadimenti e cose... speriamo che ti sia piaciuta la "riunione di famiglia" con tutto ciò che ha comportato.
Non sono bellissimi i due Doumeki? *le autrici sospirano*
Grazie per seguirci... e per continuare a correggerci. Ci metteremo d'impegno. Anche se l'ora è sempre tarda quando revisioniamo ^^"

Thyahiel: Per prima cosa, un grazie alla tua amica che ti permette di leggere la nostra fanfic! ^.^
Certo che l'incontro tra doumeki e Haruka è stato tanto atteso che speriamo solo ti sia piaciuto. Continua a recensirci e facci sapere. Kiss

Masuko: È un onore averti di nuovo qui, carissima! Ti ringraziamo per la super-recenzione. Delirante ma fantastica da leggere... e commentare in diretta :P
Himawari-chan, ah, è proprio una brava ragazza neh? Molti autori non la sopportano, almeno nel fandom internazionale, ma a noi sta simpatica. E come tifa per quei due lei non tifa nessuno.
Quando al rapporto tra Haruka e Shizuka, come vedi qualcosa finalmente si è risolto. *sospirano brindando con sakè d'annata*
Così potrà complottare meglio.
Speriamo che il capitolo nuovo ti sia piaciuto, a noi sinceramente si.
A presto!

Yusaki: Oh... siamo felicissime di sapere che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Liete anche di cogliere questa propensione per Doumeki e Watanuki. Riguardo all'albero, già da questo capitolo come avrai notato si son viste le prime terribili scene. :P

Lawliet Phoenix: Ciao Aster! Haruka ha risposto a qualche quesito, mh?
Beh, il fatto è che le risposte portano a nuove domande, come vedi. E purtroppo per non Shizuka ha fin troppa pazienza... per fortuna per Watanuki, però!
Grazie come sempre del commento, comunque.
Continua a seguirci e scoprirai tante, tante belle cose...

Witch of the Dimensions:
Uhm grazie come sempre per i complimenti. Piaciuto l'incontro tra Doumeki ed Haruka? Noi avevamo le stelline negli occhi mentre li scrivevamo. Speriamo ti sia piaciuto anche questo capitolo. Facci sapete. Un abbraccio. ^_^

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Capitolo 15
*** A stretto contatto - Non andartene ***


Cap15 - Non andartene
Destino Inevitabile -  A stretto contatto.
Capitolo 15

Non andartene.


Il ritorno a casa fu decisamente più rapido di quanto si aspettassero.
In un battito di ciglia si ritrovarono al negozio, nuovamente al centro del cerchio creato da Yuuko.
«Bentornati.» Esclamò la strega. Sul volto, un sorriso a metà tra il sollevato e l'ironico.
Doumeki si limitò ad un cenno del capo, porgendole la radice sottratta al ciliegio.
Dietro di lui, Watanuki si mosse in modo impacciato. Il fiato improvvisamente spezzato. «Quanto tempo è passato... Yuuko-san?»  Ansimò.
«Non più di dieci ore.» Ribattè la strega. «Ma a quanto vedo sono bastate a scaricarti.»
«Già...» Borbottò il ragazzo. «Cosa... dobbiamo fare, ora...»
Yuuko, girò tra le mani il pezzetto di radice. «Dovrai ingoiarla...» Esclamò soddisfatta. «Doumeki-kun» Continuò, rivolgendosi all'arciere. «Rientra nel cerchio, per favore.»
Il ragazzo tornò a posizionarsi all'interno del simbolo magico e, dopo aver tracciato diversi simboli sulla radice, la donna iniziò a recitare un mantra che in pochi istanti le diede vita.
Sotto gli occhi dei due ragazzi, onde di un color verde vivace avvolsero il ceppo di legno che a sua volta prese a muoversi in modo sinuoso, assumendo le sembianze di un piccolo serpente.
Nel vedere il mutamento della radice, Watanuki deglutì nervosamente. «Ingoiare... quella?» Domandò.
Invece di rispondere la strega sollevò una mano, dando una lieve spinta verso l'alto al serpentello «Vai ora!» Esclamò.
Sotto lo sguardo attonito dei due ragazzi, il serpentello proruppe in una serie di onde, trasportandosi a pochi centimetri dal volto del più piccolo.
«Prendilo in bocca.» Continuò la donna. Gli occhi puntati su Watanuki. «Non è difficile come sembra» Continuò, fissandolo con malizia.
Watanuki osservò il serpente con evidente orrore. Poi, compresa la frase della strega, le rivolse un'occhiataccia.
Rosso fino alle orecchie, aprì bocca per urlarle di smetterla. Le parole però non furono mai pronunciate, perché la radice approfittò subito dell'improvvisa disattenzione per introdursi nella sua bocca, portandosi al confine con la gola ed obbligandolo a deglutirla per non soffocare.
Dopo essersi afferrato il collo, dimenandosi per il fastidio provato nel mandar giù quella sorta di insetto, Watanuki notò di essere nuovamente in forze. «Abbiamo... finito?» Domandò speranzoso.
La donna scosse la testa. «Scherzi? Il bello arriva ora.» Esclamò sorridente.
«Che?»
«Adesso, voi due... Dovrete... baciarvi!» Continuò, evidentemente divertita dalla cosa.
Quelle parole congelarono Watanuki sul posto.
In un attimo gli sembrò di rivivere la sua vita, al contrario.
«Sta scherzando, spero!» Esclamò poi, agitandosi come suo solito.
Il pensiero di dover baciare Doumeki dopo aver capito di amarlo era inconcepibile.
Non aveva ancora avuto modo di parlargli, né di capire se avesse anche una sola speranza. E quella pazza era decisa a rovinare ogni cosa obbligandoli ad un bacio.
Al suo fianco, intanto, Doumeki stava osservando la strega.
«Questa cosa. È proprio necessaria?» Domandò, come sempre impassibile.
Nel sentire quella frase Watanuki decise di aver avuto la sua risposta. Doumeki non lo ricambiava di certo ed anzi, la sua voglia di eseguire quell'ordine era pari a quella di finire in pasto a dei mostri.
«E' ovvio che non è necessaria. Vero Yuuko-san?!» Urlò quindi alla donna.
«Si, invece.» Ribattè lei facendosi improvvisamente seria. «È indispensabile se non vuoi iniziare a cambiare.» Dichiarò. «E poi eri tu che volevi indietro la tua energia, no?»
«E l'ho avuta!» Esclamò il ragazzo. «Ho ingoiato la radice ed ora sto meglio!»
«Quella...» Continuò la donna. «Serve a fare da tramite. Senza il bacio...» Continuò osservando entrambi. «Rimarrà dentro di te e a Doumeki-kun resterà il petalo che ha ancora parte della tua energia.»
Watanuki la fissò senza capire.
«Sto dicendo.» Sbottò la donna. «Che se non vi baciate, tornerai a dipendere da Doumeki-kun... per sempre. È questo che vuoi?»
Spaventato dalle parole della strega, Watanuki lanciò un'occhiata all'arciere. «Beh... no. Certo che no. Ma... dev'esserci un altro modo...»
«Non c'è.» Tagliò corto la donna. Lo sguardo improvvisamente puntato sull'altro ragazzo. «Non hai nulla da dire?»
Doumeki ricambiò lo sguardo. «Che intendeva per... iniziare a cambiare.» Domandò.
«La radice ormai ha preso vita e... dentro un'altra vita combatterà per prevalere.» Decretò la donna. «Questo, muterà per sempre il Watanuki che conosciamo.»
Nel sentirla, Watanuki corrucciò la fronte. «Non importa.» Concluse, incrociando le braccia con aria risoluta. «Non sarebbe giusto costringerlo a... quella cosa.»
«Senti.» Tentò l'arciere, voltandosi a guardarlo. «Nemmeno io impazzisco al pensiero. Ma se è l'unico modo...»
Watanuki lo fissò, improvvisamente incapace di rispondere.
«Ascoltatemi. Questo non è un gioco!» Intervenne la strega. «Per questa radice sono state compiute scelte anche dolorose. Siete sicuri di voler vanificare ogni cosa per... un capriccio?»
A quello, Watanuki abbassò lo sguardo. Dentro, una sensazione estremamente spiacevole. «Non... non è un capriccio...» Mormorò.
«Oi...» Intervenne l'arciere, afferrandogli un braccio. «Stiamo parlando della tua vita. Ci tieni così poco?» Domandò mentre la strega annuiva compiaciuta.
«Non è così...» Ribattè l'altro, fissandolo dritto negli occhi. «Non c'entra con la mia vita.» Continuò, distogliendo improvvisamente lo sguardo. «Io... troverò un modo.» Mormorò. In testa il ricordo della promessa fattasi poco prima.
Non voleva fargli del male e di certo baciarlo sarebbe stato qualcosa di orribile per uno come Doumeki. Non poteva permetterlo. Almeno come non poteva permettersi di scoprire il disgusto negli occhi dell'altro. Non lo avrebbe mai sopportato. Non dopo aver compreso ciò che provava, pensò.
Consapevole dei tormenti del più giovane, Yuuko fece svanire il cerchio con un minimo gesto. Poi battè le mani tra loro. Un unico suono, attuo ad attirare l'attenzione su di sé.
«Bene.» Esclamò convinta. «Faremo finta che questa escalation di stupidità sia dovuta alla stanchezza del viaggio. Tornatevene a casa. Ovviamente insieme e come prima. A stretto contatto.» Dichiarò.
«Come risolveremo la questione..?» Intervenne l'arciere.
«Cerca di farlo ragionare, se non vuoi che scompaia sotto i tuoi occhi.» Replicò la donna in tono severo. «Quanto a te...» Riprese, osservando Watanuki. «Domani mi aspetto di vederti qui. Pronto a riprenderti quel petalo!»

Poco dopo, per strada, entrambi camminavano in totale silenzio.
Quanto accaduto in negozio, aveva creato una sorta di spaccatura, portando il più piccolo a preoccuparsi delle probabili conseguenze del bacio, ed il più grande a malcontenere la frustrazione crescente per tutta la situazione che, ad ogni secondo, gli sembrava sempre più assurda.
«Non mi chiedi se sono arrabbiato?» Domandò d'un tratto, lanciando un'occhiata in direzione di Watanuki.
«Beh, lo sei?» Rispose questi, ricambiandone il tono gelido.
L'arciere si fermò di colpo, osservandolo con rabbia. «Si, parecchio. Ma è evidente che a te interessa solo di te stesso.» Commentò mentre apriva il cancello che dava al tempio.
Quelle parole presero Watanuki in contropiede, obbligandolo a corrergli dietro. «Ti sbagli!» Gli urlò.
Doumeki lo ignorò, entrando in camera ed iniziando a cambiarsi. «E com'è allora?» Domandò quando lo vide fare lo stesso.
Il più piccolo lo osservò per un attimo, dopo il quale distolse lo sguardo, imbarazzato. «Lascia perdere.» Borbottò.
Infastidito, l'arciere si sdraiò senza neanche guardarlo e, amareggiato, Watanuki decise di spegnere la luce, imitandolo.
Rimasero in silenzio per un pò, entrambi con la mente rivolta verso un pensiero comune.
Poi, Doumeki allungò una mano sul braccio di Watanuki. Nonostante tutto l'istinto di aiutarlo aveva sempre la meglio.
Dopo alcuni minuti, trascorsi con gli occhi puntati sul soffitto, l'arciere decise di prendere la parola. «Anche io preferirei un altro modo...» Mormorò con voce più bassa del solito. «Quel bacio però... non sarebbe reale. Servirebbe a ridarti la tua energia e... dopo non avresti più alcun bisogno di me. Quindi... Pensaci...» Concluse, stringendogli con più forza il braccio.
A quelle parole, Watanuki trattenne il fiato pensando che se fosse stato trafitto con una lama in pieno petto, il dolore sarebbe stato certamente minore. «Buona notte...» Sussurrò infine. Gli occhi lucidi ed il corpo tremante.
«Notte...» Rispose l'arciere.
Quella fu una serata che per entrambi segnò l'inizio di una lunga discesa.

xXx

Il tenue bagliore della luna illuminava l'ambiente circostante, regalandogli frammenti di immagini a lui care.
Haruka si trovava al tempio come ogni notte, seduto sotto l'albero di ciliegio ed intento ad assaporare gli istanti indimenticabili della giornata appena trascorsa.
Rivedere Shizuka dopo tanti anni era stato di certo emozionante.
Quel nipote tanto amato era cresciuto in modo impeccabile: maturando come neppure lui avrebbe sperato e trascinandosi tuttavia quel silenzio imprigionato nel suo stesso nome.
Haruka ne conosceva il destino fin dal giorno del suo arrivo nel mondo.
Per quello stesso motivo ne aveva scelto il nome, seguendone attentamente i primi passi incerti ed adoperandosi affinchè il nipote crescesse al suo fianco in modo da ricevere la giusta preparazione.

Quelli erano stati sicuramente anni ben spesi, trascorsi nella serenità data dal vivere con qualcuno a lui tanto simile. Un bambino nei cui occhi potevano leggersi ben più di un destino e attraverso i quali era possibile intravedere l'ardua missione cui le sue innumerevoli scelte lo avrebbero condotto.
Dal mondo dei sogni lo aveva visto trasformarsi  in un ragazzo forte e sicuro di sè, un giovane uomo che in futuro sarebbe stato capace di assistere gli altri con la forza dei suoi desideri. Un'anima pura che avrebbe giocato il suo ruolo nel destino dei mondi.
Si rilassò concedendosi una lunga boccata di fumo. Amava quel passatempo così deleterio per il corpo quanto indifferente allo spirito.
Il suo Shizuka invece ne sembrava immune così come ad ogni altro vizio.
Non disdegnava bere, certo, e non si risparmiava da quando Yuuko era entrata apparentemente per caso nella sua vita. Eppure, lui che lo conosceva come nessun altro, sapeva bene che per Shizuka quello era un passatempo come un altro, qualcosa di cui avrebbe fatto a meno in qualsiasi momento e senza problemi. Esattamente come per tutto quanto lo circondava, fatta eccezione per i piatti che un certo ragazzo gli preparava, ovviamente.
Quel pensiero gli strappò un lieve sorriso.
Quel Watanuki gli era piaciuto dal primo momento in cui aveva appreso della sua "nascita".
Nei suoi occhi poteva leggere parole che completavano quelle contenute nelle iridi dorate del nipote, un insieme di caratteri destinati ad incrociarsi e mescolarsi, per nascere più e più volte in quel mondo fatto di formule e di pensieri in grado di plasmare la realtà.
Quei due rappresentavano un'unione perfetta con un futuro ancora da decidersi. Un destino che lui aveva cercato di proteggere con tutte le forze, rinunciando infine alla cosa più cara che aveva.
Trasalì appena quando un'energia familiare si materializzò a pochi passi da lui.
Mai avrebbe pensato di rivederlo così presto...
Quel ragazzo faceva progressi inimmaginabili, tutti dettati dal suo cuore tanto giovane e così perso per un altro ancora più complicato.

«Shizuka...» Mormorò, avvicinandosi al nipote «Non ti aspettavo così presto.»

Nel vederlo, immerso in quella dimensione ovattata della quale aveva solo sentito parlare da Watanuki, Shizuka si avvicinò con espressione sorpresa. «Come stai?» Domandò, sorridendogli.
Il sacerdote ricambiò il sorriso, arruffandogli i capelli con la mano. Un gesto che sapeva di un passato lontano.
«Non ho motivo di stare male, qui.» Rispose indicandogli il tempio. «Tu, invece?» Domandò con aria preoccupata.
«Io...» Replicò il più giovane adombrandosi di colpo. «Ho qualche problema con... beh credo tu sappia già tutto.» Terminò, guardandolo con espressione incerta.
Haruka si mosse verso il portico, sedendosi e portando la sigaretta alla bocca. «Kimihiro-kun, eh?» Chiese, mentre il nipote lo raggiungeva, prendendo posto al suo fianco. «Quel ragazzo ha la testa dura come la roccia.» Sospirò, soffiando via il fumo in eccesso.
«Non è quello...» Replicò l'arciere, girandosi a guardarlo. «Solo... tu sapevi cosa ci aspettava, vero?»
«Diciamo che... lo immaginavo.» Concluse l'uomo. «Vedi Shizuka... in genere per far si che le cose tornino a posto ci vuole un certo tipo di... contatto. E' così che funziona. In questo modo gli oggetti coinvolti, in questo caso il petalo e la radice, non rischiano di finire altrove.»
Si fermò, stringendo gli occhi in un'espressione più seria. «Se quel petalo andasse nella mani sbagliate. Per Kimihiro-kun... sarebbe la fine.» Decretò.
A quelle parole, Doumeki allargò gli occhi in un espressione allarmata. «In mani sbagliate?» Domandò poi, i pugni contratti. «Lui... non vuole saperne. Un po' lo capisco, però...»
Intenerito dall'evidente paura del nipote, Haruka poggiò una mano sulla sua, sperando di recargli un po' di conforto. «Kimihiro-kun è molto prezioso.» Dichiarò. «Il suo futuro lo rende appetibile. Il suo carattere, una preda fin troppo facile da raggiungere. Si preoccupa troppo per gli altri, capisci? Lui, non pensa mai a se stesso.» Continuò, osservando lo sguardo attento del nipote. «Neanche adesso...»
«Cosa posso fare... Lui... credo che in questo momento il suo unico problema sia il non voler seguire le indicazioni di Yuuko-san.» Replicò Doumeki. «Non gli sono mai stato troppo simpatico.» Mormorò con tono spento.
Nel sentirlo parlare a quel modo, il sacerdote scosse la testa. «Ti sbagli, Shizuka. Le sue motivazioni sono diverse da quelle che credi.»
Sospirò, osservando il ragazzo con rammarico.
La situazione stava decisamente complicandosi e vedere il nipote così preoccupato non poteva fargli che male. «Probabilmente se si fosse trattato di qualcun altro, avrebbe fatto meno storie. Ha solo paura...» Concluse, sorridendogli.
Shizuka sembrò riflettere a lungo sulle parole del nonno, ciò nonostante comprenderle gli sembrava alquanto impossibile.
Aprì la bocca per chiedere spiegazioni quando lo scenario sembrò allontanarsi da lui e con esso l'immagine di Haruka.
«Nonno...»
Aprì gli occhi trovandosi disteso nella sua camera. La mente ancora intenta a decifrare le ultime parole ricevute.
Per un attimo gli sembrò di capire le continue lamentele di Watanuki circa gli enigmi di suo nonno. Quel pensiero gli strappò un lieve sorriso, portandolo a guardare in direzione del ragazzo, per scoprire che il fouton era vuoto.
Sospirò amaramente. Infine si alzò per andare a cercarlo.

Lo ritrovò sul portico, seduto là dove in sogno aveva rivisto suo nonno.
«Cosa ci fai qui?» Domandò dopo averlo raggiunto.
Al suono della sua voce, Watanuki alzò uno sguardo su di lui. «Guardavo l'alba.»
Doumeki gli andò più vicino, sedendo accanto a lui, proprio come aveva fatto con Haruka. Lo sguardo sulle prime luci del nuovo giorno.
«Ci hai pensato?» Domandò dopo un silenzio che gli sembrò interminabile.
Il ragazzo al suo fianco si irrigidì appena. «Non posso...» Mormorò, abbassando gli occhi.
In quel momento il desiderio di comunicargli quel che sentiva era tanto da impedirgli di sostenerne lo sguardo.
Nel sentire la sua risposta, intanto, l'arciere si era girato a guardarlo. «Mi detesti fino a tal punto, eh...» Commentò rassegnato.
A quello, Watanuki lo fissò per un attimo. «Non è così!» Esclamò. «E se anche ti detestassi... Che differenza farebbe...» Continuò abbassando lo sguardo da quello sempre più cupo dell'altro. «Non... guardarmi così. Ti sto facendo un favore. Io... lo sto facendo ad entrambi.»
Incerto su quanto volesse comunicare il più piccolo, Doumeki si protese in avanti, afferrandogli un braccio. «Un favore? Lasciarti morire lo chiami un favore?» Domandò con veemenza.
Stranamente, Watanuki rimase in silenzio. Incerto su cosa rispondere. Il cuore sembrava martellargli nel petto e questo, ormai lo aveva capito, era il segno di un sentimento decisamente più forte della sola amicizia. Eppure, se solo provava a dire qualcosa, sentiva una sorta di freno che non sapeva spiegarsi. «Non lo so... Non so più niente.» Dichiarò infine, gli occhi che pungevano per via delle lacrime pronte a tradirlo.
Doumeki lo guardò con espressione assorta. In mente le parole espresse la sera prima dalla strega.
«Non puoi continuare così. Bisogna agire alla svelta.» Dichiarò alzandosi e tirandolo a sé con un braccio.
«Che fai?» Urlò il più piccolo.
«Ti porto da Yuuko-san. Quell'affare ti sta cambiando.» Replicò l'arciere.
Watanuki sembrò rifletterci. «Non importa...»
«A te no, forse. Ma importa a me.» Sentenziò l'altro, incamminandosi e trascinandoselo dietro.
«Non voglio! Smettila!» urlò Watanuki, puntando i piedi per terra. «Non puoi costringermi. Mi hai sentito?!»
Doumeki ignorò i suoi lamenti, salvo fermarsi di colpo per caricarselo sulle spalle. «Urla quanto vuoi adesso!»
Improvvisamente stanco, e consapevole di non avere molte possibilità di superare l'arciere in forza, Watanuki sospirò rassegnato. «Si può sapere che te ne importa?»
Doumeki proseguì verso il negozio, l'espressione decisa come non lo era mai stata prima. «Se non ci arrivi da solo, non so che farci.» Commentò.
Nel sentirlo, Watanuki trasalì appena, cercando di cogliere il senso di quelle parole. Poi, una certezza immediata sembrò formarsi nella sua mente. «Sei stanco di avermi tra i piedi eh... È per quello che vuoi farlo. Per liberarti di me.» Mormorò in tono triste.
«Non hai capito un bel niente.» Dichiarò l'arciere, ormai giunto al negozio.
Davanti a loro Yuuko sembrava essere appena uscita, consapevole del loro arrivo.
«Di qua.» Indicò, sorridendo e facendogli strada verso la solita stanza.
Quando vi entrò, Doumeki notò che il cerchio era già stato tracciato.
Sulle sue spalle, Watanuki tentò di ribellarsi ancora una volta. La stanchezza però sembrava crescere ad ogni secondo e, ormai pallido, si arrese definitivamente. Se da solo gli era quasi impossibile avere la meglio su Doumeki, di certo non avrebbe avuto miglior sorte mettendosi contro anche la strega, pensò sempre più scoraggiato.
In quel mentre, l'arciere si mosse verso l'interno del cerchio.
Sotto lo sguardo di Watanuki, Yuuko-san puntò il bastone verso il simbolo magico, muovendolo in modo diverso dal giorno prima.
Alle sue spalle Mokona stava agitandosi, tenendo in mano uno strano oggetto.
Watanuki lo osservò per capire a cosa servisse. Proprio in quel momento, però, la voce della donna giunse a distrarlo. «Io sono pronta.» La sentì dire.
Doumeki annuì e, senza troppe cerimonie, mise a terra l'altro ragazzo fissandolo con una strana espressione.
Watanuki ne ricambiò lo sguardo, irrigidendosi appena quando l'arciere lo bloccò con un braccio, prendendogli il viso con la mano libera, al fine di non permettergli scherzi.
«Cosa...» Non riuscì neppure a completare la frase.
Doumeki stava osservandolo con un'intensità tale da confonderlo.
Poi, prima che l'altro riuscisse ad aggiungere qualcosa, si curvò su lui, sfiorandogli le labbra con le sue. Quel contatto, dapprima leggero, divenne ogni secondo sempre più intenso, isolandoli da tutto il resto.
Una sensazione insolita sembrò catturare entrambi, mentre qualcosa fluiva attraverso le loro gole. Una sensazione orribile che mal si abbinava con quella estremamente piacevole data dal bacio.
Mentre tornavano a rendersi conto di quanto li circondava, notando con la coda dell'occhio gli strani movimenti di Mokona, la sensazione di prima si fece improvvisamente più forte, obbligandoli a staccarsi.
Un attimo dopo si trovarono a tossire il petalo e la radice, causa dei problemi degli ultimi tempi.

Doumeki fu il primo a riprendersi.
Senza mollare la presa dal più piccolo, osservò il petalo che, con movimenti leggiadri si avvicinò alla radice galleggiando con essa in direzione della strega. Con espressione compiaciuta la donna li osservò mentre, come attratti da una calamita, finivano all'interno dello strano involucro che aveva tra le mani. «Pefetto!» Asserì, sorridendo a Mokona che, posata quella che si rivelò essere una macchina fotografica, stava agitando la foto per farla asciugare il più velocemente possibile.
In quel preciso istante, il cerchio magico svanì e, consapevole di non aver più altro da fare, Doumeki allentò la stretta, osservando per qualche istante il ragazzo ancora tra le sue braccia. «Ora puoi anche odiarmi se vuoi.» Asserì poggiandogli una mano sulla spalla, cercando dentro di sé la forza per lasciarlo andare.
Watanuki restò in silenzio, lo sguardo basso e gli occhi velati di lacrime.
Non sapendo cosa dire, Doumeki optò per la soluzione più semplice, voltandogli le spalle e muovendosi verso l'uscita.
Ancora scioccato il ragazzo più piccolo lo osservò per un istante, afferrandolo subito dopo per una manica. «No... non andartene. Shizuka...» Mormorò.
Nel sentir pronunciare il suo nome l'arciere si fermò. Il cuore scosso in modo ben più violento di quanto non fosse avvenuto baciandolo.
Il suo silenzio però, per Watanuki, giunse a sottolineare la fine di tutto. «Non... andartene...» Ripeté, a testa bassa. «Per favore...» Continuò, asciugandosi le prime lacrime.
L'arciere lo guardò senza capire. «Che ti succede?» Domandò.
Watanuki sollevò gli occhi, fissando l'altro ragazzo con espressione persa. «Ho bisogno... di te...» Sussurrò, abbracciandolo.
Incredulo, Doumeki si ritrovò a ricambiarne la stretta. Voltandosi subito dopo in direzione di Yuuko e scoprendola intenta a guardarli.
«Quando tornerà come prima?» Le domandò infine.
Inaspettatamente la donna esibì un'espressione divertita. «Oh... quello.» Esclamò. «Temo non fosse vero... Watanuki è perfettamente normale. Per quanto lui possa esserlo.» Aggiunse dopo una rapida occhiata in direzione del ragazzo.
«Vuol dire che... anche senza baciarlo... non sarebbe mai cambiato?» Domandò l'arciere, evidentemente sorpreso. «Perché allora...»
La strega lo fissò sogghignando. «Scherzetto!» Esclamò soddisfatta.
Doumeki sospirò rassegnato, lo sguardo nuovamente su Watanuki. «Eppure... Ultimamente è strano.»
A quelle parole, l'espressione di Yuuko si incupì rapidamente, tornando a brillare solo quando Watanuki sembrò comprendere il dialogo appena avvenuto tra lei e l'arciere.
«Yuuuko-san!» Sbottò il ragazzo, scostandosi appena dal ragazzo più grande. «Lei!» Urlò indicandola. «Lei voleva... questo? Ci ha ingannato!» Continuò, sempre più rosso per via del ricordo di quanto avvenuto tra lui e Doumeki e dell'imbarazzo che gli provocava.
«Ormai è andata!» Commentò la donna con aria annoiata. «Direi di occuparci delle cose importanti.» Asserì, prendendo la foto che gli stava porgendo Mokona. «Dovete tornare al ciliegio. Petalo e radice vanno riconsegnati. E stavolta...» Continuò, facendosi nuovamente seria. «Non potrò allontanare i guardiani.»
«Guar...diani?» Domandò Watanuki, ignorando la risatina divertita di Mokona.
«Esattamente.» Chiarì la donna. «Fanno da guardia al ciliegio dei sogni e... sono aggressivi. Ad ogni modo il lavoro va fatto e... sono certa che saprete portarlo a termine.»
Nel sentirla parlare a quel modo, il ragazzo deglutì, evidentemente impaurito dalla prospettiva di doversi battere.
«Come faremo a raggiungere il ciliegio?» Intervenne Doumeki.
«La freccia che hai lasciato all'albero...» Ribattè la strega. «Sarà quella a guidarvi.»
I due ragazzi annuirono, osservando la sfera di vetro al cui interno erano ben visibili sia il petalo che la radice.
«Direi di non perdere altro tempo» Commentò la donna, alzandosi e raggiungendo il bastone, precedentemente lasciato in un angolo della sala.
Doumeki la seguì con lo sguardo e, raccolto tutto il coraggio di cui poteva disporre, Watanuki gli andò vicino. «Non te ne andrai, vero?» Domandò, incerto.
A quello, l'arciere avvertì una sensazione di calore. «Non lo farò, se non vuoi...» Replicò, guardandolo con tenerezza.
Il più piccolo gli sorrise. «Grazie...» Mormorò, sentendosi improvvisamente più forte.
La strega li osservò per un lungo istante, lo sguardo di chi poteva cogliere in loro i segni che il tempo non aveva ancora lasciato.
«Andate ora!» Esclamò. Una luce vivida avvolse l'intera stanza e, ancora una volta, i due ragazzi si trovarono a viaggiare verso un'altra dimensione.



Rieccoci qui dopo questo capitolone che, come avrete notato, ci porta pian piano verso il gran finale di questa prima parte.
Ma prima di qualsiasi altra cosa...
Rullo di tamburiiiiii....

Vorremmo ringraziare Masuko per il bellissimo dono fattoci in occasone delle 100 recensioni.
Lo abbiamo apprezzato ben più di quanto le sole parole possano dimostrare.

Quindi, ancora ed ancora milla grazie, Masu. ^_^

Non è bellissimo? ^_^

Bene... ed ora passiamo all'angolo delle recensioni. ^_^

Gioielle:  Ma sai che una statua di Haruka non sarebbe affatto una cattiva idea? XD
Siamo felicissime che il capitolo ti sia piaciuto. Ora attendiamo di sapere cosa pensi di quello appena letto. :P

Naco Chan:
Oh, sarebbe ora di agire, se non fosse che come vedi alla fine non hanno fatto nulla.L'azione, l'azione... verrà. Eccome. 
Chissà se però sarà quella che speriamo noi, uhuhuhuh.
Comunque è vero, Watanuki che capisce è un evento... ed infatti si rifà subito, come vedi!

Reiko:
Bentornata ^_^ E' sempre un piacere leggere i tuoi commenti alla fanfic. Ahahah Haruka che presenta Seme ed Uke... beh sarebbe un favore all'umanità di uketti timidi e frustrati, pensandoci bene. :P
Per il resto... non ci soffermeremo su nulla onde evitare inutili spoiler. Che poi non sarebbero inutili ma in quanto spoiler... meglio non dirli. :P
L'albero ti inquieta? Non sai quanto hai ragione! XD

Yusaki: Ed ecco la risposta alla recensione numero 100! ^^
Sono semplicemente bellissimi, i due Doumeki insieme, vero? A noi stesse mentre scrivevamo veniva il batticuore, certe scene dovrebbero essere proibite, ah! *sospiro collettivo*
Comunque, per il brindisi ci stiamo ma... non brindiamo troppo.
Siamo ancora in tempo a vedere cose molto brutte :P
Continua a seguirci! 

Masuko:
Masuuuuuuu per prima cosa: GRAZIE Ancora e ancora per il bellissimo regalo! ^_^
Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto a tal punto da definirlo il più bello. Speriamo di appassionarti anche con i successivi. :P
Se ci offendiamo per il tuo saltare le Otome? Noi no... ma non rispondiamo per Ichi ed Ini. :P
Quanto a Seishirou...
*Lay ed Hary osservano l'albero...* Oh... quanti petali...
Dicevamo? Ah si... la recensione... :P
Non temere... tutte le domande avranno presto una risposta... e per quelle che apparentemente rimarranno senza... sappi che i nostri veri nomi sono... ah no, quella è un'altra storia. :P Insomma, seguici e saprai ogni cosa.
Sicura poi, che è il caso saperle? Noi ci stiamo ancora pensando.  XD

Witch Of The Dimensions: Come sempre ti ringraziamo profusamente per le tue bellissime recensioni! Rendi le nostre giornate molto più facili, sappilo! ^^
È bello sapere che qualcuno rilegge un capitolo di una nostra storia addirittura tre volte, wow... e per quanto possibile, tenteremo di non sgarrare sugli aggiornamenti! Per ora ci siamo riuscite.
Per il finale, siamo entrambi sostenitrici dell'angst a lieto fine... quindi puoi rassicurarti.
Ma tieni le zollette di zucchero da parte, tra poco inizierà la fiera della stupidità ^^"

LawlietPhoenix:
 Lietissime di sapere che il capitolo ti sia piaciuto. Eh si... anche noi ci siamo commosse nello scriverla. Nonno e nipote insieme sono un capolavoro. *.* Almeno quanto Wata che capisce sa di miracolo. xD
Speriamo che questo capitolo non sia stato da meno.

Un abbraccio a tutte e alla prossima! ^^


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Capitolo 16
*** A stretto contatto - Il grave peso della colpa ***


cap16 - il grave peso della colpa
Destino inevitabile - A stretto contatto.
Capitolo 16
Il grave peso della colpa


Quando arrivarono, il cielo grigio si dischiuse in un lampo luminoso, pur senza illuminare i dintorni.
Frastornati, i due ragazzi si guardarono intorno, scoprendosi poco lontano dal punto dove Doumeki aveva lasciato la freccia hama.
«Non vedo nessuno.» Esordì Watanuki guardandosi attorno.
L'arciere puntò lo sguardo sulle radici che sapeva portare al grosso albero di ciliegio. «Yuuko-san però, aveva parlato di guardiani...» Ribatté con fare pensieroso.
La strega non era solita parlare senza un motivo più che valido e a quel proposito gli era sembrata addirittura preoccupata dalla loro presenza.
In quel preciso istante, quasi a riprova di quanto stava pensando, si udirono dei passi concitati.
Improvvisamente all'erta, i due ragazzi si voltarono scorgendo due figure piuttosto minacciose in arrivo. «Temo siano loro.» Mormorò Watanuki, irrigidendosi.
A quelle parole, Doumeki lo affiancò, cercando con lo sguardo qualcosa con cui colpirli.
Notandone i movimenti, il più piccolo lo fissò quasi speranzoso. «Dovremmo rimettere radice e petalo al loro posto. Se capiscono che siamo innocui non ci attaccheranno...» Mormorò.
L'arciere gli rivolse uno sguardo dubbioso. «Non sembrano dei tipi ragionevoli.» Sentenziò, percependo nuove ombre alle sue spalle. «Dietro di noi ce ne sono altri due. Stai attento!» Lo avvertì, preparandosi a scattare da un momento all'altro.
Intanto, le guardie precedentemente avvistate li avevano ormai raggiunti, brandendo le katane che avevano in mano e fermandosi a fissare i due uomini che, da dietro, stavano avanzando con il chiaro intento di eliminare gli intrusi.
A differenza delle guardie, questi possedevano delle lunghe lame affilate che sembravano un tuttuno con le loro braccia.
Quell'immagine spaventò Watanuki a tal punto da spingerlo a parlare.
«S...siamo qui per riportarvi questi... vedete?» Tentò mostrando loro petalo e radice.
Per tutta risposta i due uomini si guardarono ed, un istante dopo uno dei due si mosse per attaccarlo.
Senza perdersi d'animo, Watanuki provò a schivare il colpo, distraendosi però all'avvicinarsi delle due guardie.
Impegnato ad osservare la differenza di armi e vesti dei due gruppi di guardie, perse di vista, seppur per un breve istante, quanto stava accadendogli intorno. Fu la presenza improvvisa di Doumeki alle sue spalle che lo riportò bruscamente alla realtà.
«Stai attento!» Gli urlò questi, un attimo prima di essere colpito ad una spalla.
Nella fretta del momento, gli si era parato davanti per proteggerlo e a quella vista Watanuki sbiancò in volto, osservando con rabbia l'uomo che, estratta la lunga lama senza la minima traccia di emozione, era nuovamente pronto a colpire.
«Stai bene?» Domandò, all'amico.
Aveva promesso a se stesso di non permettere a nessuno di fargli del male ed invece...
«Si» Mormorò Doumeki, constatando con sollievo di aver agito per tempo. «Sto bene...» Replicò, tornando in piedi e guardandosi intorno, prontamente seguito dall'altro ragazzo.
Poteva quasi cogliere degli schieramenti. Due guardie da una parte e quegli uomini dall'altra. Questi ultimi visibilmente decisi ad eliminare entrambi e forse anche quelle le due guardie armate di semplici katane.
Stava cercando di studiarne le prossime mosse quando l'intervento di Watanuki giunse a salvarlo, tirandolo indietro proprio mentre un nuovo colpo di lama cadeva a vuoto, proprio dove si trovava un attimo prima.
Furibondo per quell'attacco a suo avviso ingiustificato, Watanuki fissò con odio il nemico, raccogliendo un sasso e lanciandoglielo contro, il tutto mantenendo la presa attorno al braccio dell'arciere che in pochi istanti prese a scaldarsi, mentre una nuova energia iniziava ad espandersi per tutto il suo corpo.
Stranamente carico, Doumeki adocchiò prontamente un nuovo attacco, sganciandosi dal più piccolo per poi allontanarsi.
In quel mentre, improvvisamente debole, Watanuki indietreggiò osservando l'arciere che, presa la katana ad una delle guardie, avanzò verso uno degli uomini armati di lame, colpendolo a morte.
«Doumeki... no!» Urlò. O almeno pensò di farlo perché improvvisamente le forze gli mancarono al punto tale da spingerlo in ginocchio.
L'ultima cosa che vide fu una luce calda e brillante circondare l'arciere, poi cadde a terra privo di sensi.
«Watanuki!» Urlò l'altro vedendolo crollare.
In un attimo fu da lui, incurante dei nemici in arrivo.
Senza perdersi d'animo provò a risvegliare l'amico, senza però riuscirci.
Fu in quel momento che capì di essere ancora in pericolo.
Deciso a difendere l'altro anche a costo della vita, Doumeki afferrò nuovamente la katana, e senza esitare si mosse per proteggere entrambi, finendo con l'uccidere un'altro uomo, proprio mentre quello precedentemente colpito spariva sotto i suoi occhi.
In quel mentre, una pioggia di frecce andò a circondare i suoi avversari, conficcandosi sul terreno ed illuminandosi brevemente, dando così vita ad una barriera di energia circolare, forte abbastanza da bloccare le guardie al suo interno.
Osservandone gli sguardi increduli ed allarmati, Doumeki si voltò notando Haruka che, lentamente ma a passo determinato, stava avanzando con in volto un espressione piuttosto cupa.
«Shizuka. Stai bene?» Domandò quando gli fu accanto. Lo sguardo fermo sui guardiani rinchiusi nel cerchio.
Confuso dallo strano susseguirsi di eventi, l'arciere scrutò l'uomo più anziano. «Nonno... lui sta bene?» Domandò indicando il corpo ancora esanime di Watanuki.
Incurante delle scuse sommesse delle due guardie, il sacerdote si avvicinò al ragazzo svenuto, piegandosi sulle gambe per sfiorargli la fronte. «Sta bene...» Decretò in tono sollevato. «Ha solo perso di nuovo gran parte della sua energia.»
«Cosa?» Ribatté il più giovane mentre un'idea gli balenava in mente. «Per caso... c'entra con quanto accaduto prima?» Domandò osservandosi le mani.
Haruka annuì. «Kimihiro-kun ti voleva aiutare, anche se immagino l'abbia fatto senza realmente saperlo.» Ribatté osservandogli la spalla. «Ha anche fermato il sangue e questo... nonostante la ferita sia piuttosto profonda.» Continuò.
«Come...» Domandò il più giovane.
«Passandoti il suo potere... Te l'ho detto anche ieri no? Kimihiro-kun è... più di quel che sembra.»
Doumeki osservò il sorriso confortante del nonno, tornando a fissare il petalo e la radice ancora tra le mani di Watanuki. «Cosa... facciamo adesso?» Esordì quindi.
Haruka ne ricambiò lo sguardo mentre il sorriso si incupiva pian piano, se pur non in modo evidente.
«Quelli... dalli ai guardiani.» Esclamò alzandosi per raccogliere le freccie poste a confinare i due uomini. «Dovrai riprendere la freccia dell'altro giorno. Penserò io a Kimihiro-kun.» Dichiarò osservando con preoccupazione la spalla dell'amato nipote. «Credo sia ora di rimandarvi da Yuuko-san.»
L'arciere si limitò ad annuire, incerto sul consegnare a quegli uomini degli oggetti così preziosi.
Con quel dubbio, tornò ad osservare il nonno.
Sapeva di potersi fidare di lui così, presa la sfera della strega dalle mani di Watanuki, si avvicinò alle guardie e dopo avergli rivolto uno sguardo di accusa, consegnò loro l'oggetto.
Infine, fece ritorno all'albero, salutandolo e ringraziandolo. Raccolse la freccia e dopo un ultimo sguardo, di commiato, tornò a raggiungere il nonno.
In quel mentre, dispiaciute dall'accaduto ed intimorite dall'espressione seria di Haruka, le guardie si mossero verso il maestoso ciliegio che, come avvertendone la presenza, attirò a sé la sfera di luce al cui interno erano racchiusi il petalo e la radice.
Anche il sacerdote sembrò osservare la scena e quando ritenne ogni cosa al suo posto, tornò a fissare il nipote. «Hai combattuto bene.» Esordì sorridendogli.
«Grazie...» Ribatté Doumeki cercando di cogliere il motivo dell'espressione assorta del nonno. «Gli uomini che... ho ucciso. Non erano semplici guardie, vero..?» Domandò poi.
Haruka lo osservò con tristezza. «Non lo erano. Il futuro di Kimihiro-kun è in pericolo a causa di esseri come loro.
«Che vuoi dire? Perché dovrebbe essere in pericolo?»
Il sacerdote gli rivolse uno sguardo determinato. «Kimihiro-kun ha un futuro... già scritto. E questo lo rende una preda ambita, un po' come la sua stessa esistenza. Se riuscisse a percorrere quel futuro, sarebbe d'intralcio a qualcuno. Qualcuno che vuole evitarlo a tutti i costi.»
Doumeki ascoltò ogni cosa con espressione assorta. «Sembri sapere molte cose di lui...» Mormorò. «Cose che io neanche immagino.»
A quelle parole Haruka gli rivolse uno sguardo più tenero. «Se le cose stanno così è per via di un mio intervento.» Spiegò, posandogli una mano sulla spalla. «Non preoccuparti, ce la farete. Tu però... stagli vicino.» Concluse, fermandosi davanti ad una sorta di piattaforma con impresso il cerchio di Yuuko.
Lo sguardo di Shizuka si indurì, se pur di poco. «Non mi spiegherai nulla? Come faccio a proteggerlo se non so da chi o da cosa?»
«Non è mio compito, Shizuka. Non quando il diretto interessato non può sentire.» Dichiarò, muovendosi per appoggiare Watanuki sulla piattaforma. «Yuuko-san vi dirà quanto avrete bisogno di sapere...»
A quello, Doumeki si limitò ad annuire, avvicinandosi ad Haruka e stendendo le braccia in modo da poter portare Watanuki.
Dopo una piccola esitazione, vista la spalla ferita del nipote, il sacerdote gli porse il ragazzo ancora svenuto. «Mi raccomando allora...» Esclamò poi, rivolgendogli un sorrisetto ironico ed indicandogli il cerchio di Yuuko.
Nonno e nipote si rivolsero un ultimo sguardo carico di parole non espresse.
Poi dopo un ultimo saluto, il cerchio iniziò a brillare e pochi istanti dopo, Doumeki e Watanuki si trovarono nuovamente nel negozio dei desideri.

Haruka li osservò svanire in quel vortice di luce splendente.
Quel giorno gli eventi erano stati tanti, ed insieme avevano messo in moto situazioni ancor più difficili delle precedenti.
Spiegare i motivi che lo avevano spinto ad allontanarsi era stato difficile e doloroso. Ciò nonostante, Shizuka non lo aveva deluso, comprendendo ogni singola parola, anche quelle più celate e persino quelle non dette.
Lo sguardo con il quale aveva ricambiato le sue scuse lo aveva invaso di una profonda felicità.
Poi, come giusto che fosse, l'universo aveva puntato al suo naturale equilibrio, soppesando quell'attimo e bilanciandolo con uno meno lieto.
Così, due uomini avevano perso la vita per mano di Shizuka. E sebbene non si trattasse di comuni esseri umani ma di pedine di un uomo assai crudele, Haruka sapeva bene che quello era un peso che col tempo avrebbe rischiato di schiacciare un'anima pura come quella del nipote, annientandola sotto il grave peso della colpa.
Eppure... lui voleva ancora sperare.
In fondo non importava il come; I sentimenti sono l'unica vera incognita della vita.
Erano state queste le parole che anni prima gli avevano riacceso la speranza. Ed era proprio in nome delle persone a lui collegate tramite l'invisibile filo dell'hitsuzen che quel giorno aveva deciso di sperare. Perché in fondo il suo era un mondo popolato di sogni e allora per quale motivo avrebbe dovuto smettere di inseguire i suoi..?
Furono questi i pensieri di Haruka circa quella lunga giornata.

xXx

Rivedere il negozio di Yuuko-san fu come fare ritorno a casa. Una sensazione decisamente piacevole, se paragonata a quelle vissute nelle ultime ore.
La donna li accolse con un'espressione dubbiosa. «Non potete fare a meno di finire nei guai voi due, eh?»
Per tutta risposta, Doumeki si limitò a rivolgerle una rapida occhiata, dopo la quale la seguì, avvicinandosi ad un fouton e stendendovi sopra Watanuki.
«Bene!» Esclamò la donna, prendendo il kit di prima emergenza che Mokona le stava porgendo. «Vediamo di medicare questa spalla»
Doumeki annuì, voltandosi e lasciandola fare. «Non c'erano solo i guardiani, lo sapeva?» Domandò d'un tratto.
La strega si limitò ad ascoltarlo, ponendo una mano sulla ferita che pian pianò andò richiudendosi. «Speravo non ci fosse nessun altro.» Dichiarò seriamente. «Cos'è successo?»
Doumeki capì subito che Yuuko-san non aveva bisogno di alcuna risposta. Probabilmente aveva intuito il suo bisogno di comunicare quanto accaduto.
«Abbiamo consegnato radice e petalo alle guardie.» Iniziò. «I due uomini... li ho uccisi.»
«Togliere la vita a qualcuno è un peso molto grande...» Rispose la strega mentre, presa una benda, iniziava a fasciare la spalla di Doumeki. «Come ti senti a riguardo?»
Il ragazzo sembrò rifletterci sopra. «Immagino dovrò portarne il peso.» Ribatté poi. «Non so come mi sento ma... se tornassi indietro...» Continuò osservando Watanuki ancora privo di sensi. «Lo rifarei.»
«Questo significa...» Lo incalzò la donna. «Che il prezzo che hai pagato nel compiere una simile azione è inferiore a quello che avresti pagato nel non farla.»
Senza attendere una risposta si alzò, avvicinandosi a Watanuki e sfiorandogli la fronte che, sotto il suo tocco, iniziò, se pur lentamente, a riprendere colore e calore. «Se è così non dovresti crucciarti.» Riprese, tornando a guardarlo con espressione decisa. «È stata una tua scelta, dopo tutto.»
Doumeki l'ascoltò con estrema attenzione, limitandosi ad annuire, nonsotante dentro si sentisse decisamente sporco al pensiero di aver spento due vite.
Nel vederlo tanto assorto in pensieri probabilmente più grandi di lui, Yuuko gli andò nuovamente vicino, accarezzandogli una guancia. «Loro non avrebbero esitato con te. Mettersi in gioco è stata una loro decisione.» Esclamò. «La tua è stata quella di vivere. In fondo, hai delle persone che ti ritengono importante, qui.»
Doumeki la guardò senza risponderle e certa che il messaggio fosse arrivato, Yuuko si limitò a sorridergli per poi infine allontanarsi.



Ben ritrovate.
Questo capitolo come avrete notato è stato diverso dai precedenti. In fondo, insieme al prossimo creerà tutta la sottotrama della seconda parte di Destino Inevitabile. U.U Sperando vi sia piaciuto, diamo il via alle risposte e come sempre... alla prossima settimana!

VampiraSix: Vaaaaampy! Siamo felicissime che la storia ti piaccia. *si inchinano* Speriamo che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Facci sapere! ^_^

Gioielle: E chi siamo noi per farti aspettare! Ecco il nuovo capitolo con i suoi nuovi intrighi e misteri, buahahah.
Sta sicura che da questo momento in poi, gli accadimenti 'accadranno'... sublimemente, come nel suo sublime commento :P
Continua a seguirci cara!
Ma non sperare in spoiler! *se ne vanno ridendo*

Naco chan: Eh si... Haruka ha un ruolo molto importante in questa storia. ^_^
Quando ai motivi che hanno spinto i nostri due al bacio, anche noi pensavamo calzasse tutto a pennello, alla fine poi è emerso che era tutto uno scherzetto di Yuuko ^^" A buon fine s'intende. :P

Thyahiel: Oh, si, sembra che se la goda a farsi del male apposta, ma a noi Watanuki piace anche per questo.
In fondo è tanto carino anche per la sua capacità di crearsi guai dove non ci sono, no?
E poi, noi abbiamo disseminato indizi... per i prossimi sviluppi diciamo... e lì... *vengono zittite da un cartello 'no spoiler'*
Beh! Dicevamo.
Continua a seguirci e scoprirai a quanto può arrivare la stupidità umana :P

Yusaki: Stiamo cercando anche noi quella foto ma pare che Yuuko la custodisca per bene. ¬.¬ Riguardo al bacio. *.* Siamo d'accordo con te. E su i due Doumeki cosa altro dire se non che sono meravigliosi insieme? ^_^

Masuko: Masu! Che bello rileggerti. Le tue recensioni alleggeriscono sempre l'atmosfera... chissà se ci riuscirai più avanti :P
Beh! Haruka-san rimane Haruka-san, quello che fa le cose per il bene degli altri ed ha sempre i migliori consigli (amorosi) da dare XD, è normale che sia così... così... figo :P
*arrossiscono in contemporanea al complimento.* Siamo migliorate? Grazie tantissimo! Ci fai felici *-*
Wah, i tuoi commenti ci fanno sempre tantissimo piacere *-*
E il ciliegio, beh, come vedi le tue speranze purtroppo erano sbagliate (per ora...) U.U Ci dispiace :P
Continua a seguirci carissima! Al GDR!
Salutaci Coniglietto!Suby ^^ E grazie ancora del regalo! :*

Witch of The Dimensions: Grazie Grazie *emozionate* Anche da Yuuko. E' sempre felice quando la sua genialità viene riconosciuta. ^_^
Su Watanuki... ammettiamo che non ti sbagli del tutto, anzi. :P
Per sapere come si svilupperà il tutto dovrai continuare a leggerci però. :P
Speriamo di leggerti ancora e, come sempre, grazie per le belle parole.

LawlietPhoenix:  Siamo felici che ti sia piaciuto! Yay! Ma torna tra noi... non tutto è bene quel che finisce bene, come si suol dire.
Non gioire troppo :P
Ci saranno tempi duri a venire...
Tu seguici e scoprirai tutto!



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Capitolo 17
*** A stretto contatto - L'inizio dell'incubo. ***


Cap17 - L'inizio dell'incubo
Destino Inevitabile - A stretto contatto.
Capitolo 17

L'inizio dell'incubo.

L'ultimo ricordo era quello del proprio corpo che, ormai privo di luce, appariva quasi opaco, creando un contrasto quasi doloroso con quello di Doumeki che, invece, sembrava brillare di luce propria.
Poi si era trovato sdraiato, al buio, prigioniero di un mondo cupo e vuoto dove regnava il silenzio assoluto.
Incerto su cosa pensare, Watanuki volse lo sguardo su quel campo pieno di radici che spuntavano dal terreno, dove brillanti petali di ciliegio fluttuavano adagiandosi lentamente a terra.
Uno scenario mutato in meno di un attimo.
Poco prima lui e Shizuka stavano combattendo contro quegli uomini ed ora...
Intorno, le figure in nero erano decisamente aumentate. Lo circondavano in un cerchio dal quale sarebbe stato impossibile fuggire, ed erano tutte provviste di orribili lame affilate.
Davanti a lui, un uomo dai lunghi capelli, legati da un nastro in tinta con i suoi occhi, stava fissandolo con aria di scherno, parlando con voce bassa e stranamente gentile. Watanuki però non riusciva ad ascoltarlo, perso in pensieri frenetici e mancanti di una qualsiasi conclusione logica.
Un nuovo sguardo ai dintorni gli riportò la mancanza delle guardie armate di katana, probabilmente uccise da quelle altre, di certo più forti.
I suoi occhi continuarono a vagare senza sosta, fin quando, con panico crescente, non colse un elemento mancante.
Mentre l'uomo, che aveva tutta l'aria di essere il capo, gli andava vicino, Watanuki urlò quanto gli premeva sapere.
«Shizuka... Dov'è?»
Invece della risposta, giunse un uomo che, chinatosi davanti al capo da lui chiamato dottore, annunciò che tutto era pronto.
Fu solo allora che, finalmente più vigile, Watanuki capì di essere tenuto fermo da due uomini.
«Pronti a cosa?» Urlò. «Di che state parlando, che succede..?» Continuò dimendandosi.
A quello il dottore sorrise in modo inquietante, andandogli più vicino in modo da parlargli ad un orecchio, mentre con estrema lentezza gli girava la testa. «Volevo fosse una sorpresa ma data la tua insistenza...»
Watanuki si trovò davanti al maestoso tronco del ciliegio dei sogni. Lo sguardo che pian piano ne studiava i contorni, salendo in cerca dei rami e fermandosi alla vista di una figura conosciuta, inchiodata all'albero da lunghe lame affilate.
«N... No...» Mormorò, stringendo gli occhi per mettere a fuoco quanto stava vedendo.
Un attimo dopo, l'eterno silenzio di quel luogo fu spezzato da un urlo di agghiacciante disperazione.
Due occhi d'ambra incontrarono i suoi, implorandolo di andarsene, di vivere. Almeno lui.
Si era sacrificato ancora, per l'ultima volta, privandolo per sempre della sua presenza.
A quel pensiero, un impeto di rabbia lo invase scontrandosi e perdendosi nella profonda tristezza che stava provando.
Ad essa si aggiunse presto un dolore sordo, che cercò di cacciar via con un urlo che non arrivò mai a destinazione.
Al suo posto giunse invece la voce calda e rassicurante di Haruka-san.
«È solo svenuto...»
Poi ogni cosa si fece ovattata.
Le forti braccia di Shizuka che lo stringevano a sé, la voce di Yuuko-san, la sensazione del fouton sotto la sua schiena ed infine una presenza confortevole ed una mano calda, attorno alla sua.

xXx


La stanza era illuminata dalla luce fioca delle candele.
Doumeki era seduto sul tatami, lo sguardo fisso sul ragazzo che, al suo fianco, sembrava immerso in un sonno profondo e lontano.
Lo osservò per diverso tempo, fin quando non lo vide riemergere dal limbo nel quale sembrava essere sprofondato.
Istintivamente, ritrasse la mano che fino ad un momento prima aveva stretto quella dell'altro.
«Dove... dove sono..?» Mormorò Watanuki, fissando il soffitto con aria stanca.
«Da Yuuko-san... Tu, stai bene?» Domandò l'arciere, osservandolo con attenzione.
Watanuki si mosse appena, sentendo una mano più calda dell'altra, guardando istintivamente l'altro.
Gli sorrise leggermente, un po' imbarazzato. «Circa» Mormorò. «Ma mi sento... pesante.» Sospirò, tornando a fissare il soffitto. «Come siamo arrivati qui..?» Chiese infine, ormai consapevole di aver perso i sensi.
«Mio nonno ci ha fatto tornare, una volta... terminata la missione.» Fu la risposta concisa dell'altro.
«E... cos'è successo..? Come sono svenuto..?»
Doumeki lo guardò con espressione triste. «Quando siamo entrati in contatto, la tua energia è passata a me, credo. E sei rimasto senza...» Prese una piccola pausa. «Non è come per il petalo, comunque.»
Watanuki sorrise appena. «In pratica... ti ho fatto una trasfusione.» Quel pensiero, unito al ricordo del sangue ricevuto da Doumeki poco tempo prima, lo riportò a concentrarsi sul compagno. «E tu... come stai?» Domandò, voltandosi nuovamente per osservargli la spalla.
«Bene.» Esclamò l'altro, muovendo un po' il braccio per mostrargli che non mentiva.
Watanuki sospirò sollevato, incrociando l'espressione quasi tenera dell'altro e voltandosi di scatto, imbarazzato.
«Ti ferisci sempre a causa mia...» Dichiarò dopo un po'.
«Non è nulla.» Fu la risposta, come sempre tranquilla, dell'altro.
«Questa volta, forse.» Ribatté il più piccolo, tornando a fissarlo. «Inizio a pensare di portare sfortuna come Himawari-chan...» Borbottò, subito dopo.
Nel sentirlo, Doumeki si fece improvvisamente serio. «Non dire idiozie.» Ribatté. «Se anche portassi sfortuna, io ti starei accanto comunque.» Concluse poi, in tono più morbido.
A quelle parole Watanuki si incupì improvvissamente, nascondendo il viso contro il cuscino.
Le affermazioni di Doumeki gli avevano riportato alla mente alcune immagini del sogno fatto quando era ancora nel mondo del ciliegio.
Normalmente non avrebbe dato tanto peso ad una cosa simile. Però...
Era avvenuto sotto il ciliegio dei sogni, in un mondo onirico dove era possibile sognare avvenimenti futuri, si diceva.
E Doumeki... era già stato ferito.
Se... se fosse tutto vero? Pensò, rabbuiandosi notevolmente.
Non avrebbe permesso che diventasse realtà, no. Anche a costo di allontanarlo. Anche a costo di farsi odiare.
Ancora al suo fianco, l'arciere sembrò avvertire l'improvviso cambiamento d'umore del più piccolo.
«Faresti meglio a dormire, ora...» Sussurrò, accarezzandogli i capelli.
Watanuki girò il viso per guardarlo, sorridendogli appena. «In effetti mi sento un po' stanco...» Mormorò, fissando l'arciere con sguardo intenso. «Grazie...» Sussurrò infine, la voce intrisa di una profonda malinconia, che non sfuggì neppure a Doumeki.
Limitatosi ad annuire, il più grande aspettò che l'altro tornasse a chiudere gli occhi per fissarlo in silenzio, consapevole che qualcosa tra loro era nuovamente cambiata.

xXx

Il momento che avevano tanto atteso era ormai giunto.
Da quel momento, lei avrebbe potuto solo mostrar loro la via. Niente di più...
Con quel pensiero, pesante come un macigno, Yuuko entrò nella camera di Watanuki, osservando con sguardo sfumato di dolcezza i due ragazzi ancora vicini.
In quel momento, Watanuki si mosse appena, aprendo gli occhi con jun lampo di preoccupazione sul volto. Aveva di nuovo sognato.
Al suo fianco, Doumeki continuava a fissarlo. «Stai meglio, ora?» Domandò, notandolo sveglio.
Watanuki annuì lentamente, scoprendo la strega che, appoggiata alla porta con le braccia incrociate, lo stava osservando.
«Yuuko-san...» Mormorò. «Cosa... succede..?»
Sorridendo alla domanda del più piccolo, la donna si avvicinò ai due ragazzi. «Ora che ho l'attenzione di entrambi, è giusto che inizi a spiegarvi alcune cose.»
A quelle parole Doumeki la guardò, sollevato dal non dover chiedere spiegazioni lui stesso.
Al suo fianco Watanuki, ancora immerso nelle immagini del suo ultimo incubo, la fissò torvo. «Parli allora!»
Senza smettere di sorridere, la donna mosse un ulteriore passo. «Siamo nervosetti, eh?» Domandò, tornando immediatamente seria, lo sguardo improvvisamente fisso sull'arciere. «Immagino vorrete delle spiegazioni su quanto avvenuto nel mondo dei sogni.»
«Che perspicace!» Borbottò il più piccolo, attirandosi un'occhiataccia dalla strega.
«Ti consiglio di calmarti Watanuki. O potrei decidere di non dirti nulla...» Dichiarò, sorridendogli in modo malizioso. «E poi... anche Doumeki-kun vorrà avere delle risposte, non è così?»
Per tutta risposta, il più grande si limitò ad annuire.
Del tutto lontano dall'essere calmo, Watanuki sbuffò, incrociando le braccia e guardando da un'altra parte. «D'accordo... parli ora...» Commentò infine, in tono più accondiscendente.
«Bene...» Esclamò la donna. «Visto che il nostro Watanuki si è perso parte dell'azione svenendo, è il caso che inizi dal principio.» Dichiarò, fissando prima uno e poi l'altro. «Le guardie che vi hanno attaccato, si trovavano lì poichè inviate da qualcuno che in qualche modo ti teme, Watanuki...»
A quello, il ragazzo fissò entrambi con aria stralunata. «Cosa possono temere da me..?»
«Anche mio nonno ha detto la stessa cosa...» Osservò l'arciere, voltandosi nuovamente a guardarlo. «Sostiene che tu abbia una sorta di potere che ti rende... speciale.»
«Già...» Commentò Yuuko. «Anche l'interazione energetica che avete avuto ne è una prova... Ma questo...» Continuò, fissando Doumeki. «Ha a che fare con i tuoi di poteri...»
Watanuki fissò entrambi con espressione perplessa. «Interazione... ah intende quanto avvenuto prima. Tsk non l'ho fatto neppure di proposito.» Osservò in tono scocciato. «E poi... speciale come?»
«Speciale perché il tuo stesso sangue lo è...» Replicò Yuuko. «Ed ora che hai anche quello di Doumeki-kun, il tuo potere è cambiato, aumentando rispetto a come doveva essere in origine. Anche per questo le vostre energie si sono fuse. Oggi la tua è passata a Doumeki, aumentandone la forza. In seguito potrebbe accadere il contrario.» Dichiarò, scrutando entrambi con espressione particolarmente assorta.
«È per questo motivo...» Riprese poco dopo. «Che è giunto il momento di ricevere una qualche istruzione... dalla sottoscritta!»
A quello Watanuki si alzò in piedi di scatto, ricadendo a sedere per via della debolezza. «Istruzione? In cosa?» Domandò, sospettoso.
«Susu, non agitarti ora...» Replicò la donna, ormai divertita dall'espressione del più piccolo. «Lo scoprirete a tempo debito...»
Quelle parole sembrarono turbare il più piccolo che, indicato l'arciere, ancora in silenzio, prese a balbettare. «Co... cosa c'entra... lu... lui?!»
La strega lo fissò per un lungo istante, sospirando stancamente. «Lui serve perché dovete imparare insieme a gestire questo scambio di energie. A meno che non decidiate di farvi annientare da essa.»
«Quindi è proprio... necessario..?» Domandò Watanuki, la mente ancora immersa nelle immagini di quel sogno fin troppo reale. «Immagino di non potermi tirare indietro...» Sospirò quindi, in tono rassegnato.
Yuuko osservò prima lui e poi l'arciere, battendo le mani in segno di gioia. «Perfetto! Direi di iniziare col vederci ogni giorno dopo la scuola. Vi sta bene?»
«Come se non lo facessi già tutti i giorni...» Borbottò il più piccolo, soffermandosi subito dopo su un pensiero che ne alterò i lineamenti.
«Yuuko-san! Non ci ha spiegato proprio un bel niente, lo sa, si?»
«Davvero?» Replicò, la donna con fare scherzoso. «Eppure mi sembrava di avervi detto anche troppo...» Commentò, avviandosi verso l'uscita. «Bye Bye...» Cantilenò.
Un attimo dopo era già fuori dalla loro vista.
«Allora...» Esordì il più piccolo, nel tentativo di spezzare il silenzio improvvisamente sceso tra loro. «Ti ha detto altro, Haruka-san... su di me?»
«No...» Doumeki lo fissò con espressione cupa. «Sei arrabbiato?»
Quella domanda improvvisa, il tono con cui era stata posta, spinse Watanuki a rivolgergli una rapida occhiata.
«No!» Borbottò, distogliendo prontamente lo sguardo. «Perchè me lo chiedi?»
«Ti comporti in modo diverso... da prima...» Commentò l'altro, fissandolo con sguardo intenso.
Quelle parole obbligarono il più piccolo a guardarlo, se pur per un breve istante. Uno sguardo carico di tristezza che l'arciere sembrò ricambiare, celando i propri dubbi in un pesante silenzio.

xXx

Un'ora dopo, erano entrambi fuori dal negozio.
«Cosa pensi di fare ora?» Domandò l'arciere, dando voce ai propri pensieri.
«Suppongo che mi toccherà prendere lezioni con quella.» Commentò l'altro, indicando il negozio ormai lontano.
Doumeki sembrò ponderare su quelle parole. «Vieni con me o...» Lo guardò, senza terminare la frase.
«Beh... stai andando al tempio, no?» Replicò l'altro in tono distante. «Ho da prendere la mia roba.»
«Quindi hai deciso di tornartene a casa...»
Quella risposta, sembrò ferire il più piccolo. «Mi sembra ovvio!» Replicò in tono aspro. «È casa mia, no? E poi non posso certo stabilirmi da te. I tuoi genitori non apprezzerebbero.»
«Loro non sono un problema. Li vedo di rado ma... suppongo non sia quello il motivo...»
A quelle parole, Watanuki sembrò trasalire. «Mi manca casa mia, va bene? E poi... che vorresti insinuare?»
Doumeki continuò a camminare, le mani in tasca ed un espressione particolarmente assorta. «È cambiato qualcosa, vero?» Domandò poi.
Per un lieve istante il cuore di Watanuki sembrò fermarsi, schiacciato dal peso di quelle parole.
«Cambiato qualcosa?» Ripeté poi, affrettando il passo per non mostrarsi agli occhi dell'altro. «Direi di no, è solo tornata ogni cosa al suo posto.» Commentò poi in tono grave, fermandosi davanti all'ingresso del tempio, intento ad osservarne ogni particolare.
Doumeki non replicò, limitandosi a fargli strada.

Trovarsi in quella stanza, dove avevano condiviso momenti indimenticabili, fu piuttosto dura.
Specialmente per Watanuki, il cui proposito di allontanarsi dall'arciere sembrava vacillare ad ogni sguardo cupo del ragazzo.
«Mi dispiacerà non usare più la tua cucina...» Esordì di colpo, mentre con fare distratto riempiva il borsone con le sue cose. «È enorme rispetto alla mia...»
«Puoi usarla quando vuoi.» Fu la risposta incolore del più grande.
Watanuki sollevò uno sguardo su di lui, trovandolo appoggiato alla parete, le braccia incrociate ed un espressione indecifrabile.
«Non credo sia il caso...» Mormorò.
A quelle parole, se possibile, lo sguardo dell'arciere si incupì maggiormente. «Posso sapere cosa ti succede?»
«Niente...»
«È da quando siamo tornati dal mondo dei sogni che sembri aver preso le distanze.» Continuò il più grande, stringendo i pugni per contenere la rabbia.
«Te l'ho già detto...» Sospirò l'altro facendosi forza. «È tornato tutto al suo posto... Normale.»
Doumeki avanzò fermandosi alle sue spalle. «Cosa sarebbe normale, chiedermi di non abbandonarti per poi prendere le distanze...?» Domandò con amarezza.
«Questo non c'entra nulla con quello... Ero... sotto shock... ecco tutto.» Rispose Watanuki, chiudendo gli occhi per reprimere le lacrime.
A quello, l'arciere si limitò a fissarlo con espressione ferita. «Se è così... Sai dov'è l'uscita...» Mormorò, allontanandosi.
Rimasto solo, il più piccolo sospirò amaramente aprendo gli occhi sul vuoto davanti a sé.
Se ne era andato, in un attimo aveva perso tutto.
Tutto... pensò, obbligandosi a terminare il borsone per poi alzarsi ed uscire dalla camera.
Si fermò un solo istante, gli occhi sui due fouton ancora vicini. «Perdonami...» Mormorò alla stanza vuota.
Infine si allontanò dal tempio, quasi di corsa, senza mai guardarsi indietro.


Ohhh con questo capitolo si conlude la prima parte di questa storia.
Ci mancherà il sottotitolo "A stretto contatto" :P
Ad ogni modo, come avrete intuito non si tratta di una vera conclusione, anzi... è più il preludio di un nuovo inizio che aprirà le porte all'angst, a nuovi arrivi (eh si, personaggi a voi noti faranno la loro comparsa, alcuni per restare anche troppo. U.U) e le prime scene... hem... si dice ...hot?
Che altro dire. Ringraziandovi per l'affetto con cui avete seguito questa prima parte, le streghe e Yuuko-san si augurano di leggere i vostri commenti anche nel seguito.
Arigatò a tutte! ^_^

Naco chan: E' vero... la seconda parte che avrà inizio dal prossimo capitolo sarà decisamente angst. Per questo motivo però conterrà anche momenti da batticuore. Il nostro per lo meno ha dato di matto. :P
Speriamo che questa prima parte, nel complesso ti sia piaciuta e... diciamo che già da come si conclude è facile intuirne la sfumatura angst, no? :P

Witch Of The Dimensions:
Se le CLAMP iniziassero a scrivere le cose che scriviamo noi, inizieremmo decisamente ad inquietarci :P
Non per niente, il ciliegio ce lo hanno rubato... quando è uscito quell'oad di Holic dove appare, noi l'avevamo già scritto!
*sospirano* Oh, beh. A parte questo... davvero siamo riuscite a tenerlo IC? Menomale! Siamo sollevate.
Non è un'azione che il bell'arciere fa tutti i giorni, ma salvare Watanuki si. E questa volta ci rientrava!
Quanto agli aggiornamenti ed ai capitoli... abbiamo deciso questo ritmo per poter fare tutto ed essere sempre puntuali, aumentare rischierebbe di farci saltare aggiornamenti, e noi non vogliamo.
Poi Yuuko-san si arrabbia :P
Grazie ancora dei complimenti!

Yusaki: Si, Doumeki che uccide è qualcosa che ha lasciato senza parole anche noi, tanto da complicarci un po' la stesura del capitolo. Lui però è fatto così. Ama Watanuki fino a questo punto *.*
Ti preoccupi per l'angst, eh? I fazzolettini li hai presi? U.

Masuko: Probabilmente si capisce poco perché è una delle nostre prime scene del genere, chiediamo assolutamente perdono. U.U
Purtroppo, dichiarazione e consolazione hanno ancora da venire, ed anzi... Mi sa che ci sarà molto da attendere.
Sappi soltanto che niente accade per caso e che, se alcune cose sembrano esagerate, non è perché vogliamo allungare ma... fa parte della trama.
A te capire cosa succede, dato che sei una fonte inesauribile di spoiler non confermati sulla trama!

Gioielle: Cattiva ritardataria. :P
noi che ti concediamo anche gli spoiler. U.U
Oh si, l'angst sarà all'ordine del giorno e ovviamente toccherà anche quella parte. Anche se non come avremmo voluto. Doumeki è troppo saggio e sicuro di se. U.U

VampiraSix: Grazie per i tuoi sforzi contro il computer, apprezziamo enormemente! Ah, una statua di Haruka? No, no, sarebbe meglio un Haruka personale ad ognuno di noi, direi!
Continua a seguirci... e combatti il malefico computer!

LawlierPhoenix: Oh vedrai... Doumeki diventa ogni giorno più fascinoso. *.*
Se ti piace l'angst... possiamo dirti solo una cosa: Benvenuta tra noi! XD

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Capitolo 18
*** Connessioni - Allontanarti ***


Destino inevitabile - Conessioni
CAPITOLO 18
Allontanarti


Quella nuova giornata era iniziata nel peggiore dei modi.
Fu questo il primo pensiero di Watanuki quando, ormai sveglio, si guardò intorno, trovandosi da solo in quella casa che sapeva di solitudine.
La sera prima, a causa della tensione, aveva finito col crollare subito in un sonno privo di sogni, risvegliandosi al mattino per scoprirsi in ritardo.
Prepararsi per tornare a scuola, dopo quanto era avvenuto, aveva in sé dell'assurdo.
Ciò nonostante eseguì il suo dovere, presentandosi alle lezioni senza davvero seguirle, e trascinandosi stancamente fino al momento in cui la campanella indicò l'inizio della pausa pranzo.
A quella, si avviò verso la mensa, quasi incurante della compagnia di Himawari che, al suo fianco, stava raccontandogli qualcosa.
«Oggi mi sembri triste...» La sentì dire d'un tratto, probabilmente per attirarne l'attenzione.
«Oh no, no, è tutto a posto, davvero...» Mentì, agitando nervosamente le braccia davanti a sé. «Ieri sera ho fatto tardi, così non ho pouto preparare il pranzo e... Mi dispiace.» Terminò, sorridendole timidamente.
La ragazza sembrò tranquillizarsi. «Oh figurati, ero solo preoccupata, è strano vederti in mensa.» Commentò, guardandosi intorno. «A proposito... Doumeki-kun non mangia con noi?»
A quella domanda Watanuki trasalì visibilmente. «Non saprei... Oggi non l'ho visto.» Rispose, fingendosi concentrato nella scelta del pranzo.
Himawari lo guardò perplessa. «Strano... non ti ha chiesto cosa avrebbe trovato nel suo bento box?» Domandò quindi, con aria pensierosa. «Non avrete litigato..?»
«Litigato? No... perché avremmo dovuto?» Ribatté l'altro con fare nervoso, lo sguardo puntato verso un angolo della sala dove, un attimo prima, aveva scorto proprio l'arciere. «No, è tutto normale...» Mormorò, seguendo l'amica ad un tavolo libero, salvo deviare improvvisamente verso l'esterno.
«Watanuki-kun.» Lo seguì lei, notando l'arciere che, al lato opposto della sala, stava prendendo posto ad un tavolo. «Non sarebbe meglio raggiungere Doumeki-kun?»
«Se è rimasto laggiù avrà i suoi motivi, no?» Ribatté l'altro. «Scusa...» Continuò, un attimo dopo. «Qui dentro ci sono ospiti indesiderati. Andiamo fuori...»
«Ma ci sono anche Ichi-chan ed Ini-chan con lui. Potremmo unirci a loro...»
Nel sentire quelle parole, Watanuki si voltò per un attimo ad osservare la scena, fissando l'arciere con espressione arrabbiata.
«Io esco. Qui c'è un'aria pesante.» Dichiarò infine, allontanandosi con passo pesante.
Un particolare che Doumeki parve cogliere al volo, seguendone con sguardo cupo i movimenti.

Una volta fuori Watanuki cercò un angolo nel quale sedersi, respirando a fondo per poi tornare a concentrarsi su Himawari.
L'amica, che dopo la sua ultima risposta era rimasta in silenzio, stava mangiando senza togliergli gli occhi di dosso, l'espressione visibilmente preoccupata.
«Watanuki-kun...» Esordì qualche minuto più tardi. «Sei... pallido. Stai bene?»
Watanuki, che già da un po' aveva adocchiato un paio di spiriti, annuì per rassicurarla.
«Eppure... sei strano.» Continuò lei, sfiorandogli la fronte. «Sicuro di non avere la febbre?» Domandò.
«No, stai... stai tranquilla.» Chiarì l'altro, sorridendole. «C'è solo... qualche spirito... Niente di che.» Commentò, avvicinandosi alla ragazza nel caso in cui il sentir parlare di spiriti la rendesse insicura.
In quel mentre uno spettro più grosso andò loro vicino, studiando entrambi, per poi avvicinarsi maggiormente a Watanuki che, tradito dall'ansia, prese ad indietreggiare proprio mentre l'immagine di quanto stava vedendo raggiungeva Doumeki.
«Himawari... torna dentro, io... ti raggiungerò dopo!» Urlò improvvisamente, alzandosi ed allontanandosi di corsa.
La compagna sarebbe stata più al sicuro lontano da lui, pensò tristemente.
«Watanuki-kun!» Esclamò la ragazza, alzandosi a sua volta per rincorrerlo e fermandosi alla vista di Doumeki che, evidentemente allertato dalla paura dell'altro, aveva deciso di raggiungerlo.
Con l'arciere vicino, Watanuki sarebbe stato certamente al sicuro da tutto, pensò un attimo prima di allontanarsi.
Era stata lei, come sempre. Se solo non lo avesse sfiorato.

Poco lontano Watanuki stava ancora correndo, in fuga dallo spettro, cui ben presto se ne erano affiancati degli altri.
Dietro di lui anche Doumeki correva, cercando una soluzione in grado di proteggere l'amico.
Fu solo quando vide gli spiriti farsi sempre più vicini alla preda che ricordò di aver già avuto la meglio in una situazione simile.
Così, fermatosi all'improvviso, provò ad impugnare un arco immaginario con il quale prese la mira, scagliando la prima freccia invisibile e colpendo gli spiriti più vicini.
Davanti a lui, intanto, ormai consapevole della sua presenza, Watanuki aveva aumentato il passo, seminando, se pur di poco, il grosso spirito che ben presto svanì in un lampo di luce, vittima di una nuova freccia hama.
«Oi!» Urlò quindi l'arciere, rincorrendo l'amico.
Al suono della sua voce, Watanuki accelerò ancora, finendo con l' inciampare e cadere.
«Dannazione» imprecò, infastidito da quel nuovo impedimento.
L'arciere, che intanto lo aveva raggiunto, si piegò sulle gambe per osservarlo più da vicino. «Stai bene?» Domandò, sfiorandogli una spalla.
A quel gesto, il più piccolo si allontanò di riflesso, indietreggiando come fosse davanti ad un mostro. «Sta lontano!» Gli intimò subito dopo, alzandosi a fatica.
Doumeki lo fissò con espressione ferita. «Posso sapere cosa ho fatto per farti reagire a quel modo?»
«Lascia stare...» Ribatté l'altro. «Stavo... pensavo agli spiriti.» Tentò, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
«Non trattami come un'idiota...» Sibilò il più grande, stringendo i pugni per la tensione. «Credevo che le cose fossero cambiate ma... è evidente che sono solo peggiorate.» Dichiarò freddamente.
«Non ti tratterei come un'idiota se tu non ti comportassi da tale.» Ribatté l'altro in tono graffiante. «E... smettila di starmi attorno. Non he ho bisogno!» Esclamò infine.
Quella richiesta colpì l'arciere come neanche una stilettata avrebbe potuto fare.
«Cosa mi renderebbe un'idiota, salvarti la vita?» Domandò, sentendo la rabbia montargli dentro. «Mi dispiace ma... dovremo vederci anche da Yuuko-san se ricordi, quindi... non posso accontentarti.»
Davanti alla negazione dell'altro, Watanuki si incupì. «Quella è un'altra cosa. Non ho bisogno che mi salvi la vita.» Ribatté ancora, in tono acido. «Tutto ha un prezzo, anche salvare qualcuno...» Momorò poi.
«Ed è questo il problema?» Chiese l'altro, fissandolo.
Conscio di aver espresso a parole ciò che avrebbe dovuto essere solo un pensiero, Watanuki si voltò dall'altra parte, incamminandosi verso l'edificio scolastico.
Riuscì a muoversi solo per un paio di metri, dopo i quali fu bloccato dall'arciere.
«Rispondimi quando ti faccio una domanda!» Lo sentì dire, con tono più autoritario del solito.
Sapeva di poterlo ferire ma non voleva. Non se poteva evitarglielo. «Lasciami in pace.» Mormorò quindi, liberandosi dalla presa dell'altro, per riprendere a camminare.
Quelle parole, del tutto distanti da quanto si era atteso, spinsero il più grande a bloccarlo ulteriormente, stringendo con più forza il polso dell'altro in modo da impedirgli di liberarsi. «Ti ho detto di rispondermi.»
«L'ho fatto...» Fu la risposta di Watanuki, ormai fermo, lo sguardo fisso sul terreno.
«No invece.» Ribatté Doumeki, sollevandogli il braccio e tirandolo verso di sé. «Non puoi vivere pensando sempre e solo a te stesso. Ho diritto ad una risposta!» Dichiarò con rabbia.
Era inutile cercare di averla vinta con lui, pensò Watanuki, un attimo prima di chiudere gli occhi.
«Sicuro di volerlo sapere?» Domandò infine, tornando a fissarlo e parlandogli in tono glaciale.
Doumeki si limitò ad annuire e, improvvisamente serio, Watanuki si decise a parlare. «L'hai voluto tu...» Mormorò, prendendo fiato e pregando di riuscire ad arrivare fino alla fine senza tradirsi. «La verità è che non ti ho mai voluto attorno e... non ti ho mai considerato un amico. Non voglio essere salvato da te.» Dichiarò, stringendo i pugni al pensiero di quanto stava per dire. «Mi fa sentire sporco.»
Terminò quel monologo, fissando l'altro ragazzo con espressione distante, ringraziando mentalmente quanto appreso da Yuuko.
Lo aveva ferito, era più che palese, pensò osservandolo. Ed era solo grazie agli insegnamenti della strega che ci era riuscito.
Conoscere il prezzo che l'altro avrebbe pagato, aveva fatto la differenza.
I suoi pensieri si fermarono alle nuove parole dell'arciere, appena udibili e cariche del dolore che gli aveva inferto.
«Non credere che basti questo a farmi cambiare idea...» Lo sentì dire. «Se ti troverai in pericolo, ti salverò. Che ti piaccia o no.»
I loro sguardi si incontrarono per un lungo istante, dopo il quale Doumeki si allontanò, trattendendo a stento le lacrime che, improvvise, giunsero a bussare contro i suoi occhi ormai lucidi.
Lo faceva sentire sporco.
Sporco.
Perché..?

Quelle parole, taglienti ed affilate, lo avevano colpito nel profondo mentre il suo cuore veniva stritolato da una mano di ferro.
Watanuki sapeva essere davvero spietato con le persone che odiava, pensò, mentre una lacrima scivolava libera dalla gabbia delle sue ciglia.
Poco distante, il più piccolo rimase a fissarlo, tremando leggermente per via della tensione accumulata in quegli ultimi istanti passati insieme.
«Sei uno stupido, Shizuka» Mormorò, senza distogliere gli occhi dalla figura dell'altro.
Un'immagine sempre più lontana, che lentamente stava uscendo dalla sua vita.



Benvenute nella seconda parte di Destino inevitabile, che prenderà il sotto-titolo di Connessioni.
Come già annunciato, ci avviamo verso il centro focale della storia. Preparatevi quindi a momenti di puro angst ai quali si mescoleranno attimi di vera follia (almeno per alcuni personaggi) e i primi segni di... hot. :P

Ed ora... Andiamo ai vostri, come sempre apprezzatissimi, commenti. ^_^

Naco chan: Il finale era triste è vero ma... Vogliamo parlare dell'inizio di questa nuova parte? :P
L'angst la farà da padrone, per quanto non mancheranno allegri siparietti attui a distrarre dal momentaneo dolore. :P
Quanto a Wata.. iniziamo a pensare che il suo essere scemo sia una delle poche vere certezze della vita.
Gli dobbiamo molto alla fin fine. Anche solo per questo. XDD

Masuko: Hai ragione, non c'era molto da dire se non il fatto che, questi due capitoli (questo compreso), siano evidentemente dei prologhi per quel che sta per succedere.
Sono un po' corti, con pochi avvenimenti, ma... stiamo per entrare nell'azione, yay!
Grazie di continuare a seguirci, comunque... dai, prima o poi ci arriveranno a concludere qualcosa :P

Witch Of The Dimensions:
Anche noi speriamo che il seguito ti piaccia almeno quanto la prima parte.
Tu tienici aggiornate. Quanto a Wata... non possiamo fare altro che annuire sconsolate.

Gioielle: Possiamo solo prometterti che si, in seguito ci sarà qualche risvolto positivo... ma non per ora.
Per il momento, carissima, ci sarà solo diverso angst... e alcune emozionanti scoperte sui nostri due e sulle conseguenze di 'A Stretto Contatto'.
Quali? Chissà?
*le autrici bevono sakè sghignazzando tra loro*

Yusaki: L'hitsuzen ne combina tante anche a noi quando stiamo per postare, se può consolarti. :P
Speriamo che questo primo capitolo della seconda parte ti sia piaciuto.
Ben presto le cose assumeranno una forma un po' meno nebulosa. Fino ad allora, pazientate con noi. XD

VampiraSix: Siamo molto fiere e orgogliose e commosse dai tuoi sforzi immani contro il cattivo Malefix, dai che vincerai!
Ci fa piacere che tu raggiunga tali estremi per questa fanfiction, e possiamo solo prometterti che si, continuerà (continua in effetti con il capitoletto odierno), e che riprenderà presto un ritmo più... avvincente.
Con momenti sia di Angst che di Fluff, che di 'altro'. Molto spesso mischiati.
Grazie per seguirci carissima!

LawlierPhoenix: La tua domanda è tanto complessa che ci vorrebbe un intero anno di Voyager e Mistero mischiati tra loro per giungere ad una risposta che sarebbe: Boh? XDDD
Watanuki nasce scemo e sospettiamo che così continui a vita. Fortuna che c'è chi lo ama anche per questo. E CHI lo ama!
Siamo commosse per le tue parole. Sperando che anche "connessioni" ti piaccia allo stesso modo. ^_^

Reiko: Grazie per i commenti al capitolo 15. Siamo felicissime che ti sia piaciuto, anche noi ci siamo molto legate. Speriamo di leggere presto altre tue recensioni. Ciau!

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Capitolo 19
*** Connessioni - Lezioni magiche, lezioni di vita. ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 19

Lezioni magiche, lezioni di vita.


Quel giorno le ore scolastiche andarono troppo velocemente, obbligando infine i due ragazzi a recarsi in negozio per le lezioni che la strega aveva deciso di impartire loro.
Una volta arrivati, trovarono Maru e Moro ad attenderli.
Le due ragazzine, felici come sempre, li avevano salutati tra le solite rime, guidandoli verso una stanza mai vista prima.
Dopo esservi entrati, i due furono invitati ad accomodarsi sui due divanetti, posti uno di fianco all'altro.
«Sembra di essere ancora a scuola...» Borbottò Watanuki alla vista della grande lavagna, situata accanto ad un tavolino rotondo sul quale erano stati posti tre bicchieri ed alcune bevande.
Una camera spoglia abbastanza da facilitare la concentrazione, ma dotata di ogni confort. Proprio come ci si sarebbe aspettati da Yuuko-san, pensò Doumeki un attimo prima di vedere la strega fare il suo ingresso in un tailleur, bordeaux ed estremamente aderente, al quale la donna aveva abbinato degli occhialini da vista; probabilmente per darsi un tono da professoressa.
«Benvenuti alla vostra prima lezione con Yuuko-sensei!» Dichiarò questa, confermando i pensieri del giovane.
«Buon pomeriggio...» Rispose Watanuki, fissandola con aria scettica.
«Buon pomeriggio, buon pomeriggio!» Cantilenarono Maru e Moro.
Dopo aver sorriso alle bambine, facendo loro un breve cenno che le spinse ad allontanarsi, Yuuko tornò a squadrare i due ragazzi, soffermandosi per un attimo sul più piccolo.
«Prima di iniziare...» Dichiarò quindi, in direzione di Watanuki. «Vorrei dirti che ti conviene imparare per bene ogni lezione, prima di considerare le tue azioni più stupide come frutto dei miei insegnamenti.»
«Avevo le mie ragioni...» Ribatté l'altro, con fare contrito.
La strega si limitò a rivolgergli un'occhiataccia, muovendosi poi verso Doumeki.
«Mostrare solo la forma della scatola...» Dichiarò, fissando intensamente l'arciere. «Impedirà agli altri di coglierne il contenuto. Fossi in te lo terrei a mente.» Concluse, spostandosi lentamente verso la lavagna.
«Bene!» Esclamò poi. «Direi di iniziare la lezione odierna e... visti gli ultimi sviluppi... Partiremo dal problema... energia!» Sentenziò, indicando prima uno e poi l'altro. «Voi due, venite qui!»
A quell'ordine i due ragazzi si alzarono, raggiungendola.
«Ora...» Esclamò lei, sorridendo. «Stabilite un contatto.»
«Scusi?» Domandò Watanuki, con sguardo allarmato.
La strega gli sorrisse in modo allusivo. «Su su, rilassati. Non voglio farvi baciare.» Commentò. «Anche se la foto è venuta davvero bene...» Aggiunse poi, ridacchiando agli sguardi improvvisamente seri dei due. «Ad ogni modo... Dovete prendervi per mano.» Spiegò infine.
Quell'ordine del tutto inatteso sembrò sconvolgere il più piccolo che, irritato, prese ad agitarsi come suo solito. «È proprio necessario?» Domandò, sforzandosi di non guardare Doumeki.
Quella domanda fu accolta da un'espressione di sufficienza. «Credi che vi chiederei qualcosa che non lo sia?» Ribatté la donna. «Su, non perdiamo altro tempo prezioso!» Continuò quindi, incitando entrambi a fare quanto appena richiesto.
Imprecando mentalmente contro la strega, Watanuki mosse quindi una mano verso quella dell'arciere, che si limitò a fare lo stesso evitando anche lui di incrociarne lo sguardo.
Spinto da un istinto più rapido della ragione, Watanuki si trovò a stringere quella mano con forza, fissandola con sguardo assorto.
Fu solo alle nuove parole di Yuuko che comprese quanto stava facendo, allentando la presa  ed ostentando un'indifferenza che non gli apparteneva.
«Bene...» Commentò la donna, sorridendo a quella reazione. «Concentratevi ora, e provate a sentire l'energia dell'altro. Avvertirete come può fondersi con la vostra... Entrandovi dentro...» Sottolineò, con un sorrisetto malizioso. «E mescolandosi ad essa.»
«E come dovrei concentrarmi?» Borbottò il più piccolo, tentando di ignorare le allusioni della strega e l'aria dannatamente tranquilla dell'arciere.
«Ad esempio, senza distrarti...» Ribatté la donna, indicando Doumeki con uno sguardo allusivo. «Prova a chiudere gli occhi, su.»
«Ok, ok.» Ribatté il ragazzo, provando a concentrarsi. Un tentativo che scoprì essere piuttosto arduo, e che andò a buon fine solo alcuni minuti più tardi, permettendogli di captare l'energia dell'altro. Una sensazione familiare, confortevole: un'aura tanto pura da addolorarlo, se solo provava a pensare a quanto gli aveva detto quel mattino.
«Penso di aver capito...» Mormorò quindi, senza aprire gli occhi.
In quel frangente, anche Doumeki aveva avvertito la stessa sensazione piacevole, subito cancellata dalla consapevolezza di essere fonte di disagio per l'altro.
«Potete riaprire gli occhi.» Dichiarò d'un tratto la strega. «Dimmi, non è una bella sensazione quest'energia che si mescola? Eh, Watanuki?»
A quella domanda, il ragazzo aprì gli occhi fissandola con rabbia. «...No.»
«Allora...» Commentò la donna. «Visto che siete ancora per mano... tornate a concentrarvi. Questa volta però provate a prendere un po' di quell'energia. Invitatela a fluire in voi, percepitela ed accoglietela. E fatelo entrambi.» Sottolineò con veemenza. «O potreste incorrere nelle mie ire.» Concluse guardando male Watanuki.
«D'accordo...» Sospirò lui, chiudendo gli occhi.
In pochi istanti avvertì nuovamente l'energia pura dell'altro fondersi con la sua, insieme alle tante emozioni.
Il dolore che Doumeki gli stava inviando, pur senza rendersene conto, era troppo da sopportare.
Così, ancor prima di poter fare qualcosa, Watanuki si trovò a proteggersi innalzando un muro contro il quale la rabbia, il dolore e la frusrazione dell'altro si fecero più forti.
A pochi metri da loro, Yuuko si limitò ad osservare la scena con espressione indecifrabile, accigliandosi solo quando quando il più piccolo sembrò lasciar andare ogni barriera.
In quel momento decise che la lezione era giunta al suo termine.
«Bene!» Esclamò, con un battito di mani. «Direi che come primo tentativo è andato piuttosto bene. Oggi avete imparato che grazie a questo scambio potete conoscere meglio l'altro. Inoltre come avrete notato è possibile chiudere il passaggio.» Sottolineò osservando Watanuki. «O aumentare il flusso di ciò che inviate. Prima imparerete a gestirvi e meno male vi farete.» Concluse poi fissando Doumeki.
A quelle parole, il più piccolo lasciò la mano dell'arciere, tornando a fissare la strega. «Come mai ho questo mal di testa, ora?» Domandò, massaggiandosi la fronte.
«Oh è solo un effetto collaterale.» Sentenziò lei. «Probabilmente hai opposto qualche resistenza di troppo. Senza contare che...» Continuò, andandogli più vicino. «Deve darti fastidio scoprire come le tue parole possano far male, no?» Concluse, strizzandogli un occhio, per poi tornare alla sua postazione e rivolgersi a Doumeki. «E tu? Stai bene?»
L'arciere si limitò ad annuire e, ritenendosi soddisfatta, la donna decise di proseguire, spiegando ai due ragazzi che, da quel primo esercizio, era emerso in modo fin troppo evidente la necessità da parte di entrambi di imparare a controllare le proprie energie.
«Ora...» Esclamò infine, rivolgendo un sorriso furbetto a Watanuki. «È il caso di pensare alla cena!»
«Tu resti con noi?» Domandò poi a Doumeki.
Dopo un attimo di esitazione, durante il quale non mancò di osservare Watanuki, l'arciere sospirò. «No... credo sia meglio che vada, ora.» Dichiarò infine, sotto lo sguardo cupo dell'altro.
Senza dir nulla Watanuki si allontanò, borbottando contro la strega, e dirigendosi in cucina per iniziare il lavoro di sempre.

Rimasto da solo con la donna, l'arciere si decise finalmente a parlare.
«Gli è arrivato tutto, vero? I miei sentimenti...»
«Oh... quelli sono al sicuro. Ma gli è arrivato il dolore, si. E pur non volendo, hai aumentato la spinta per abbattere il suo muro.» Spiegò.
Doumeki la osservò con espressione cupa. «Capisco...» Mormorò infine. «Stasera, lui... resta qui, vero?»
«Si, mi occuperò io di quella testa dura... Va pure a casa ora.»
L'arciere annuì, congedandosi. Fu solo allora che il sorriso della strega si spense, per lasciar posto ad un espressione fredda, incolore.
Quei due avevano appena intrapreso un lungo cammino, nel quale lei avrebbe potuto solo osservare lo svolgersi degli eventi.



NOTA delle Streghe
Gli esercizi presenti in questa e nelle successive lezioni sono opera della somma Yuuko, pertanto ne è altamente sconsigliato l'uso.
Non risponderemo né di eventuali problemi, né di dispersioni in altri mondi. U.U

Ed ora... Sperando abbiate passato un felice Samhain/Halloween, passiamo alle recensioni. ^_^

Gioielle: Come dire... un Watanuki intelligente per più di qualche minuto non sarebbe più Watanuki. :P
Per consolarti possiamo promettere che in caso di traumi tanto angstosi da farlo crescere, forse un miracolo... Ma ci vuol tempo per queste cose. U.U
Quanto all'ultima parte, anche noi ci siamo molto emozionate. Specialmente mentre pensavamo a come uccidere Watanuki. :P
Scherzi a parte... Speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto. :P
Facci sapere!

Naco chan: No, no, non finirà così (peggiorerà, infatti...). Non disperare, poi migliora!
Certo, loro sono sempre un po' idioti, come hai notato... anche Doumeki, si. Capiscilo, povera anima, ormai è rassegnato all'idiozia di Watanuki ed all'essere odiato ç.ç
*le autrici consolano Shizuka, Shizuka va via guardandole male, loro si consolano col sakè*
Grazie per le correzioni, sono sempre benvenute. Prima o poi riguarderemo l'intera opera e la rimetteremo in sesto.
Continua a leggerci... ed a disperare per l'angst.
BWAHAHHAHA

Thyaiel:
Per prima cosa, bentornata tra i nostri lidi.
Siamo commosse dal tuo affetto per Destino Inevitabile e proprio per questo speriamo che anche questo capitolo sia stato all'altezza delle tue aspettative.
Ci uniamo a te per un tuffo nella nutella al quale aggiungiamo pasticcini e sakè. Quest'ultimo per soffocare il dolore da angst. XD
Speriamo di rileggerti presto e ancora entusiasta.
Grazie per le bellissime parole.

Yusaki: Watanuki questa volta l'ha fatta grossa, eh si. E come vedi, continua.
Ci sentiamo di ricordare un'altra volta che in questa storia NIENTE è messo per caso, qualunque minima parola ha un significato che si scopre più avanti...
Chissà cosa significherà :P
Himawari-chan fa essere piuttosto tristi anche noi, con la sua situazione... povera piccola, sempre così gentile. Si meriterebbe un po' di Fortuna anche lei, vero?
*sospiro collettivo*

Witch Of The Dimensions: Ti sei innamorata di Doumeki? *.*
Oh, noi ti capiamo ma... sei consapevole ti attirarti l'odio delle Otome e, anche se ancora non se ne rende conto, di Watanuki?
Detto questo, siamo felici di averti angstat... hem di averti reso piacevole anche l'inizio della nuova parte di Destino Inevitabile.
Facci sapere cosa ne pensi del resto.
*Porgono fazzoletto. Aggiungono un'intera scorta per le lacrime successive e scappano via* :P

LawlietPhoenix:
Oh ti capiamo... e credici, anche noi abbiamo dato a Watascemo la giusta dose di insulti. U.U
Ti ringraziamo ancora una volta per i complimenti e... Eh si... anche noi abbiamo i nostri cocci di cuore da raccogliere.
Far piangere Doumeki... ;_;

WYWH: Una nuova lettrice! Siamo contente di accoglierti tra noi. (Ciao Marti ^^ ! NdHari)
Ci fa piacere che la storia ti sia piaciuta... ahahah, cosa succederà? Chissà, chissà... Possiamo solo dire che ne succederanno fin troppe! 
Non mancheranno le sorprese, eh no!
Continua a seguirci!




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Capitolo 20
*** Connessioni - Filo invisibile ***


Capitolo 20 -
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 20
Filo invisibile


La pausa pranzo era iniziata già da un po', quando Watanuki si allontanò dalla classe con aria sconsolata.
Quella mattina Himawari gli aveva detto di avere alcuni impegni per pranzo e questo lo aveva spinto a temporeggiare per diversi minuti, prima di decidersi a trascinarsi controvoglia verso l'aula dell'arciere.
Non trovandolo, la sua espressione si fece ancor più contrariata.
Quel giorno non era stato preso alcun accordo, quindi era assolutamente impensabile che Doumeki li stesse attendendo in uno dei posti dove erano soliti riunirsi.
Ciò nonostante, spinto da un insensato senso del dovere, si decise a mettersi alla ricerca di quello stupido, al fine di consegnargli il suo bento.
Ovviamente non poteva sapere che, addolorato per le parole ricevute il giorno prima, il compagno aveva finito col rifugiarsi in un angolo del parco.
Dopo una notte insonne, infatti, l'arciere aveva deciso di passare qualche minuto all'aperto, finendo con l'appisolarsi, complice il venticello fresco, contro il tronco di un albero.
«Quell'idiota...» Borbottò Watanuki. «Dove cavolo si sarà cacciato...» Continuò, agitando le tre bento-box che aveva portato con sé.
Stava quasi per tornare verso l'edificio scolastico, quando una sensazione decisamente particolare lo spinse a fermarsi.
Era esattamente quanto provato il giorno prima da Yuuko, una sorta di connessione che di colpo, e senza motivo, lo spinse a guardare in un punto preciso.
Fu così che vide Doumeki mentre sollevava lo sguardo verso di lui, proprio come se lo avesse sentito arrivare.
Dopo un attimo di esitazione, ostentando un'indifferenza che non provava, gli andò incontro, lanciandogli il bento-box tra le gambe.
«Yuuko-san ha detto di portartelo.» Esordì, senza guardarlo negli occhi. «Non farti strane idee... sono solo avanzi.»
«Cos'è.?» Chiese l'altro, fissando la scatola.
«Polpette di riso con curry.» Sbottò l'altro, voltandosi per allontarsi.
Un attimo dopo, sembrò ripensarci, tornando indietro con passo pesante. «Tieni!» Esclamò piazzandogli in mano il bento-box destinato ad Himawari.
Doumeki lo osservò attentamente. «Oi...» Esclamò un attimo dopo.
«Che vuoi?!» Fu la risposta, volutamente distaccata, del più piccolo.
«Grazie...»
Quella semplice parola lo fece arrossire.
«Non montarti la testa, te l'ho dato solo perché non vada sprecato!» Sbuffò.
Ovviamente non gli era sfuggito il fatto che, il giorno prima, Doumeki avesse saltato un pasto a causa sua.
Era successo perchè aveva dovuto salvarlo, pensò con amarezza.
Deciso a non pensarci, rivolse una rapida occhiata al più grande, scoprendolo già intento a mangiare.
La cosa lo sollevò almeno un po', così senza neppure salutarlo si avviò verso l'edificio scolastico. Lì gli spettri erano certamente in minoranza rispetto al parco.


xXx

Quel pomeriggio si trovarono nuovamente al negozio dei desideri, entrambi in attesa della strega che, dopo alcuni minuti di attesa, fece il suo ingresso, vestita di tutto punto e con tanto di bacchetta alla mano.
«Ohoh!» Esordì la donna, osservando entrambi con espressione divertita. «Vedo che le mie lezioni vi piacciono parecchio, dal momento che siete tornati!»
«Come se non fossi costretto a venire comunque.» Sbottò con aria scocciata il più piccolo. «Devo ricordarle che lavoro per lei?»
La strega lo osservò con fare ironico. «Quella è un'altra cosa! Non essere pignolo, su!» Esclamò, dandogli due colpetti di bacchetta sulla spalla.
«Vediamo di sbrigarci piuttosto!» Continuò l'altro, visibilmente irritato. «Devo ancora iniziare a pulire!»
La donna osservò per un attimo l'arciere, che nel corso di quel breve dibattito si era limitato ad osservarli in silenzio.
«Impiegheremo il tempo che ci serve!» Decretò infine, continuando a fissare Watanuki. «Piuttosto, hai qualcosa da chiedermi, prima che dia il via alla lezione?»
Il tono con cui pose quella domanda sembrò scuotere il ragazzo che, improvvisamente intimidito, decise di esprimere un dubbio che lo assillava da quando avevano fatto ritorno dal mondo del ciliegio.
«Yuuko-san... ecco, mi chiedevo... Tutto ha un prezzo, giusto? Ogni azione... qualunque cosa..?» Chiese senza guardarla.
Lo sguardo della donna si illuminò per un breve istante. «Come mai questa domanda, Watanuki Kimihiro?»
Sempre più imbarazzato, il ragazzo si voltò dalla parte opposta rispetto a quella in cui sedeva l'arciere. «Io... mi chiedevo se anche rompere una promessa ha un suo prezzo ed in tal caso... vorrei conoscerlo.»
«Questo dipende dal tipo di promessa.» Spiegò la strega. «Se è stata fatta a qualcuno, romperla spezzerà il legame che rappresenta, indebolendo quelli che uniscono le due persone coinvolte. Se è stata fatta a se stessi...» Continuò assumendo un tono particolarmente serio. «Infrangendola si perderà un frammento della propria anima.»
Quelle parole sembrarono appesantire di colpo l'atmosfera in cui era immersa la stanza.
«L'anima...» Mormorò Watanuki. «E... cosa succede, perdendone un pezzo?»
«Posso sapere il perchè di queste domande? Eh, Watanuki?» Domandò Yuuko, studiandolo con attenzione.
Anche Doumeki si volse a guardarlo e, compreso di aver insospettito entrambi, Watanuki sorrise leggermente. «Non preoccupatevi, non riguarda me. Ero solo... curioso.» Dichiarò con fin troppa enfasi.
Quelle parole sembrarono incupire la strega, che ricambiò il suo sorriso con uno sguardo pungente. «Vogliamo fare ogni cosa da soli, eh?» Commentò, mutando rapidamente espressione. «A questo punto, direi che possiamo iniziare.»

Fu così che ebbe inizio la seconda lezione che, se possibile, si rivelò ben più difficile della precedente.
Dopo aver riassunto quanto accaduto il giorno prima, Yuuko spiegò in modo eloquente la necessità di imparare ad eseguire in maniera controllata quanto il giorno prima si era verificato solo grazie all'istinto.
Dopo aver terminato di parlare, richiamò a se entrambi i ragazzi che, in un attimo, finirono col trovarsi ancora una volta uno di fronte all'altro, costretti a tenersi per mano.
«Allora... avete avuto conseguenze... strane, dopo l'esperimento di ieri?» Domandò d'un tratto la donna.
Quella domanda sembrò risvegliare qualcosa in Watanuki.
«Io... Oggi ho sentito come una specie di filo...» Tentò, ovviamente senza guardare l'arciere. «Quando l'ho seguito... ho trovato lui.» Disse infine, sotto lo sguardo cupo del più grande.
«Chissà...» Rispose la donna con aria piuttosto divertita. «Forse dipende dai nuovi esercizi. Servono a rafforzare il vostro legame, infondo. Senza contare... che c'è sempre il filo rosso del destino.» Commentò sorridendo.
«Ancora con questa storia?» Si lamentò il più giovane, lanciandole un'occhiataccia.
«Susu, iniziamo la lezione!» Ribatté la strega. «Oggi vi prendere nuovamente per mano, eseguendo quanto vi ordinerò di fare.» Spiegò.
Per un attimo, i due ragazzi di scambiarono uno sguardo, pregno di significati indecifrabili. Poi la donna ordinò loro dichiudere gli occhi, portandoli a concentrarsi ognuno sulle emozioni dell'altro.
«Non è necessario che mi diciate quanto avvertite. Fatelo e basta.» Intimò ad entrambi. «Sarà il primo passo verso un nuovo tipo di comunicazione.» Spiegò.
Se pur non del tutto convinto, Watanuki decise di darle ascolto. Lo faceva solo per porre fine a quell'idiozia, si disse mentre iniziava ad sentire l'altro. In un primo momento, non avvertì alcun cambiamento, rilassandosi un minimo.
Poi, d'un tratto, avvertì come un'onda carica di luce e di parole indecifrabili. Deciso a concludere il tutto alla svelta, provò a concentrarsi, costringendosi a non lasciare la presa sull'altro.
Per un attimo, la voglia di fuggire fu tanto chiara da sopraffarlo, insieme ai sentimenti di Doumeki...
Avvertì un misto di delusione e amarezza dove la parte più difficile da sopportare fu il senso di tradimento, probabilmente scaturito dalle sue parole.
Si sentì in colpa, tanto. Ed in quel momento, mentre Yuuko gli ordinava di inviare anche lui la propria energia, si trovò a sperare di non far passare quel dolore lancinante, appena provato per colpa dell'arciere.
Sfortunatamente il flusso di energia sembrò sfuggire al suo controllo, investendo l'altro di troppe emozioni.
Doumeki rimase immobile, ad occhi chiusi, concentrato sulla miriade di sentimenti, tra cui quello che più lo logorava era la disperazione di Watanuki. Qualcosa di ancora più forte della paura stessa, come un senso di fine imminente, si trovò a pensare un attimo prima di innalzare una barriera di protezione del tutto involontaria.
«Continua così.» Esclamò la strega, rivolta all'arciere. «E tu, Watanuki, fermati.»
I due ragazzi si sforzarono di seguire quegli ordini, consapevoli di non avere altra scelta.
Quando riuscirono ad avvicinarsi allo scopo, Yuuko battè le mani. «Potete riaprire gli occhi, ora.» Dichiarò, osservandoli con estrema attenzione.
«Domani invertiremo i ruoli.»
Incurante di quanto stava sentendo, Doumeki rivolse uno sguardo cupo in direzione di Watanuki, staccandosi lentamente da lui.
Imbarazzato da quanto accaduto, il più piccolo sospirò sonoramente. «Sembra quasi che si diverta.» Commentò, fissando la strega.
Per tutta risposta la donna gli rivolse uno sguardo severo, agitando in aria la sottile bacchetta di bronzo. «È così che mi ringrazi per queste lezioni? Potrei aumentarne il prezzo, sai?»
Il ragazzo la guardò per un attimo, senza capire. «Prezzo..? Prezzo!?» Ripeté agitando le braccia davanti a sé. «Ma certo! Dovevo immaginarlo che ci avrebbe chiesto qualcosa in cambio. Tipico di lei, eh?» Continuò, portandosi le mani sui fianchi. «Sentiamo, cosa vorrebbe?»
Yuuko lo lasciò sfogare, seguendo con lo sguardo i movimenti dell'arciere che, allontanatosi dall'altro, tornò a sedersi su uno dei divanetti.
«Oh, questo si vedrà!» Replicò, tornando a fissare Watanuki. «Diciamo che in gran parte dipende da quanto tempo mi farete perdere.»
«Ma se è stata lei ad insistere per darci queste lezioni!» Urlò l'altro, ormai prossimo all'ira.
La donna gli sorrise ironicamente. «Non ricordarmelo, Watanuki Kimihiro. Potrei metterti in conto la mia stessa bontà d'animo.» Sentenziò.
A quelle parole il ragazzo si fece rosso di rabbia. «Bontà? Lei è crudele! Ecco cos'è!» Sbottò, andando ad occupare il divanetto posto difronte a quello già occupato da Doumeki.
Si sentiva incredibilmente stanco e, nel tentativo di riprendersi, nascose la testa tra le mani, restandosene così, in silenzio.
In quel momento una voce a lui sconosciuta suonò nella sua testa, chiamandolo.
«Chi è stato?» Esclamò, tornando vigile e guardandosi intorno.
«Di che parli?» Domandò la strega.
«Qualcuno... mi ha chiamato. Ha detto... Watanuki-kun...» Spiegò lui in tono incerto. «Non l'avete sentito..?»
Nel sentirlo, Doumeki fissò la strega con aria interrogativa, notando come la sua espressione si fosse fata improvvisamente sospettosa.
«Non ti ha detto altro?» Domandò la donna.
"Che sia quel maledetto?" Pensò, improvvisamente di pessimo umore.
Watanuki la osservò con fare pensieroso. «No, ma... la sua voce sembrava... familiare.»
«Oh, ti sarai confuso!» Concluse l'altra con fare nervoso. «Piuttosto, perché non ci prepari qualcosa di buono?» Domandò poi, mutando rapidamente espressione.
Nel sentirla, Doumeki si ricordò di quanto avvenuto quella mattina. «A proposito, grazie per il pranzo di oggi.» Dichiarò di colpo.
In un attimo Watanuki si alzò. «Io vado a preparare qualcosa!» Esclamò, dileguandosi.
La strega sorrise con fare malizioso, tornando a fissare l'arciere.
«Pranzo? Quale pranzo?» Domandò, sempre più divertita.
Doumeki aprì bocca per risponderle, salvo capire subito dopo chi fosse il vero mittente di quel bento-box.
«Non importa...» Disse alzandosi in piedi. «Sarà meglio che vada ora.»
Yuuko si limitò ad annuire, alzandosi ed urlando a Watanuki di raggiungerla subito.
Un attimo dopo il ragazzo era nuovamente tra loro, intento ad allacciarsi il fazzoletto dietro la testa. «Che vuole? La cena non si prepara da sola!» Borbottò, ignorando l'arciere.
«Chiedi a Doumeki cosa vuole per cena.» Disse. «E la prossima volta che vuoi portargli qualcosa, evita di cucinare troppo per far si che restino degli avanzi.» Commentò.
A quelle parole il cuoco arrossì, abbassando lo sguardo. «Non so di cosa stia parlando.»
«Certo, come no...» Replicò la donna, sventolando una mano con aria annoiata. «Su, chiedigli cosa vuole!» Ripeté.
Watanuki sbuffò sonoramente, rivolgendosi a Dou pur senza guardarlo. «Allora..? Cosa vuoi?»
L'arciere lo fissò per un lungo istante. «Inari sushi.» Rispose, senza distogliere lo sguardo da lui. «Ma lo mangerò domani, per pranzo. Ora è davvero il caso che io vada.» Aggiunse in tono triste.
«Peccato. Fa sempre piacere bere in compagnia!» Dichiarò la strega, congedandosi.
«Lei non dovrebbe bere affatto!» Le urlò dietro Watanuki, tornando a fissare Doumeki. «Fai un po' come vuoi, tu.» Disse infine, allontanandosi verso la cucina.
L'arciere raggiunse la porta, fermandosi un attimo prima di uscire. «Grazie comunque. Per oggi.» Disse, in modo da farsi sentire. Poi, presa la cartella e messosi le scarpe, aprì la porta. Mentre la richiudeva alle sue spalle, udì la voce di Watanuki dargli dell'idiota.


Rieccoci ancora una volta con l'ultimo dei tre capitoli introduttivi.
Dal prossimo attendetevi... un gradito ritorno dal mondo dei sogni... (U.U) ed un paio di new entry tra cui una non esattamente gradita. (nd. Lay) ( "non è sgradita!" ndHari )
Ed ora... le risposte ai vostri, come sempre, gentilissimi commenti. ^_^

Witch Of The Dimensions: Ed ecco che il nuovo capitolo giunse. Speriamo ti sia piaciuto visto che anche qui Yuuko si è divertita a dare lezioni private ai nostri pg preferiti. *riflettono su quanto detto e precisano che Wata non è che lo sia, in effetti :P*
Grazie come sempre per i complimeti. ^_^ Sapere che ci leggi e commenti ogni volta ci invoglia a continuare. Thanks!

Nya: Una nuova lettrice! Benvenuta! Ci fa molto piacere leggere le tue parole, ci siamo commosse!
Ci impegniamo discretamente per rendere il tutto più IC possibile, sapere che ci riusciamo è sempre molto appagante, grazie!
In realtà sembra che ci sia un lavoro complesso dietro tutto questo ma, psssst, sappi che la storia si scrive tutta da sé.
Anche se si, all'inizio era un po' più complicato, ora siamo abituate. E dato che non litighiamo mai, ci è facile!
In quanto a Yuuko-insegnante, si anche noi la adoriamo! Ed a breve... Continua a seguirci e ne succederanno delle belle!
*ridono*

Naco chan:
Naco, per farci perdonare questo capitolo è stato più lungo. U.U
Quanto a Yuuko... oh non diremmo mai che non si è divertita perché si è divertita anche troppo. ^^""""
Riguardo al capitolo è vero è stato corto e veloce, questo proprio per la situazione di "passaggio" vissuta dai personaggi che è stata appunto "veloce".
Un particolare che non mancherà di portare un certo disequilibrio nel loro modo di percepire le cose tra l'altro.
Di terze persone non ce ne sono però... A meno che Yuuko-san non abbia apportato modifiche mentre dormivamo, cosa non da escludere. :P
Coooooomunque. Non disperarti... ;_;
Promettiamo consolazioni yaoi... tra... uhm è tardi.. alla prossima! ^_^

Sailor Yuko: Una nuova lettrice! Siamo felici di leggerti!
Ti abbiamo fatto compagnia? Ne siamo contente! Ecco cos'era quella vocina che sentivamo... *ridacchiano con aria misteriosa*
Comunque, si, sono vivi come non mai, nemmeno sai quanto! Alle volte danno certe grane...
Doumeki e Watanuki, comunque, non possono non piacere!
Così come tutti i complimenti di cui ci hai riempita... grazie! *ringraziano brindando col sakè*
continua a leggerci!

Yusaki:
Ahah siamo liete di sapere che ricorderai il precedente capitolo e speranzose che la cosa accada anche per questo. :P
Ma davvero vorresti Yuuko-san come insegnante privata? Sappiamo che da leggere è divertente ma immaginati al posto di Watanuki. XD
Certo è che se stando al suo posto ci fosse anche Doumeki, la cosa sarebbe già mooooolto diversa. :P
Concordando con te sul fatto che ogni consiglio a mister testa dura non farà che cadere nel dimenticatorio... ti salutiamo augurandoci di sapere le tue impressioni anche su questo capitolo. ^_^

LawlietPhoenix: Si, Yuuko è sempre Yuuko... infatti dice che se vuoi puoi averla come insegnate, ma ad un prezzo...
Noi, sinceramente, sconsigliamo di darle retta.
Non si sa mai cosa possa chiedere!
Comunque, continua a leggere e scoprirai delle belle cose... grazie mille per la perseveranza nel commentare!
 

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Capitolo 21
*** Connessioni - Incontri ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 21
Incontri


La luna alta nel cielo ed i contorni fin troppo noti dei grandi alberi di ciliegio gli rivelarono di essere in un sogno.
Non si sarebbe trovato al tempio, altrimenti, pensò con struggente amarezza.
L'uomo, che come sempre stava attendendolo sotto il portico, lo osservò con espressione triste. Tra le dita di una mano aveva una sigaretta che non stava fumando.
Non sorrideva e non era difficile intuirne i motivi.
«Kimihiro-kun...» Lo salutò, rivolgendogli un breve cenno del capo.
Quella totale assenza di serenità lo gelò nel profondo, portandolo ad usare un tono di voce piuttosto incerto. «Haruka-san... Buona sera...»
L'uomo sembrò studiarlo per qualche istante. «Qualcosa non va..? Volevi parlarmi, forse?» Domandò poi.
Watanuki lo osservò a sua volta, cercando di cogliere in lui anche un solo barlume del sacerdote sorridente che conosceva.
«Io... non pensavo di... incontrarla.» Ammise timidamente.
Intenerito dal turbamento del ragazzo, Haruka si alzò andando a scompirgliargli i capelli. «Non preoccuparti, qualsiasi cosa sia successa.» Disse, rivolgendogli un lieve sorriso. «Con me puoi parlarne.»
Quelle parole sembrarono rilassare il più piccolo, che ricambiò il sorriso dell'uomo con uno più grande. «Grazie...» Mormorò. «La verità è che sono tante... le cose che mi preoccupano.» Seguì un breve istante, nel quale il silenzio fu l'incontrastato sovrano di quel luogo. «Alcune...» Riprese poco dopo. «Riguardando Dou... Shizuka.»
«Già...» Replicò l'uomo, guardando un punto non ben definito, in lontananza. «La situazione si è fatta pesante, non è vero?»
Watanuki annuì. «Lei.. sa già tutto, non è così?»
«Ho qualche idea ma... vorrei fossi tu a dirmi cosa succede.» Ammise, senza problemi.
Quella richiesta strappò un sorrisetto amaro al più piccolo. «Avrei preferito evitarlo ma... il punto è che lo sto facendo soffrire. Io... gli ho detto delle cose orribili.» Dichiarò, abbassando lo sguardo. «Non avevo scelta...»
«C'è sempre una scelta.» Fu la pronta risposta dell'uomo. «Anche quando sembra che ci sia una sia direzione da prendere, sta a te decidere se prenderla o meno. Inoltre, ogni scelta ha un prezzo.» Ribadì, facendosi estremamente serio. «Sei sicuro che un frammento della tua anima sia un prezzo da pagare così alla leggera?»
A quelle parole Watanuki ebbe un sussulto. «Io... non posso fare altrimenti.» Mormorò, stringendo i pugni. «Non c'è scelta!» Esclamò, ripensando immediatamente alle parole di Haruka, guardandolo senza riuscire a reprimere le lacrime. «Mi dica lei cosa fare. Qual'è l'altra strada!» Urlò, pentendosi subito dopo e distogliendo lo sguardo. «Mi scusi... io. Non importa. Ormai ho deciso e se questo richiederà un pezzo della mia anima... ne sarà valsa la pena.»
"Almeno non perderò lui..." Pensò tristemente.
Nel vederlo in quello stato, consapevole di dover far arrivare il messaggio a destinazione, Haruka passò un braccio sulle spalle del ragazzo, portandoselo più vicino e guardandolo dritto negli occhi. «Pensi davvero che Shizuka sarebbe contento di sapere cosa stai pagando per la sua salvezza?» Domandò a bassa voce. «Non credi che, sapendolo, sceglierebbe di aiutarti in questa... impresa?»
Quelle parole giunsero dritte al cuore di Watanuki, spezzandoglielo un po'. «Non... non posso permetterglielo.» Mormorò, mentre calde lacrime iniziavano a scendergli sulle guance.
Rimase immobile per qualche istante, avvertendo un senso di solitudine devastante, poi, ancor prima di rendersene conto, si trovò a nascondere il viso contro il petto del sacerdote.
«Io... non voglio che... muoia a causa mia...» Mormorò tra le lacrime.
Commosso dalla purezza di quel dolore, Haruka abbracciò il ragazzo, tentando di calmarlo. «Non credi che Shizuka possa pensarla nello stesso modo? Che sia altrettanto preoccupato per te?» Domandò sorridendogli. «Un frammento di anima deve sembrare ad entrambi un prezzo irrisorio...» Mormorò poi, più a se stesso che al ragazzo.
«Sai...» Disse infine, tornando a guardare Watanuki. «L'altro giorno, nel mondo del ciliegio, ha ucciso due persone... per te.» Sussurrò.
«Lui cosa..?» Domandò il più piccolo, allargando gli occhi per lo stupore.
Un attimo dopo sollevò lo sguardo sul sacerdote, i suoi occhi però incontrarono solo il buio, per poi riaprirsi nuovamente nella sua camera.
Shizuka...

xXx

In quel preciso istante anche Doumeki era sveglio.
Ormai in piedi da alcune ore, era già pronto per andare a scuola, e questo nonostante fosse ancora presto.
Deciso comunque ad uscire, al fine di distrarsi dai troppi pensieri, l'arciere si chiuse la porta di casa alle spalle, incamminandosi lungo il sentiero alberato.
Passando davanti al portico, notò di colpo una figura là dove usava sedersi sempre suo nonno.
Incapace di riconoscere lo strano individuo, si avvicinò quindi di qualche passo, fermandosi ad osservarlo.
Si trattava di un uomo di bell'aspetto, intorno ai trentacinque anni e dall'aria vagamente familiare.
Fu solo quando lo vide voltarsi nella sua direzione che notò la sorprendente somiglianza che aveva con Watanuki.
«Chi è lei..?» Domandò, sospettoso.
L'uomo gli rivolse uno sguardo gentile. «Tu devi essere Doumeki Shizuka...» Dichiarò con aria soddisfatta, tornando ad osservare il cielo. «Non è un po' presto per andare a scuola?» Domandò, come se la sua presenza in quel luogo fosse del tutto normale.
Doumeki continuò a fissarlo. «Lei... mi conosce?» Chiese.
«Non personalmente... Diciamo che ho sentito parlare di te.» Replicò, studiandolo per un breve istante. «Gli somigli molto...» Continuò poco dopo. «Proprio come aveva detto.»
Quelle parole sembrarono colpire l'arciere. «Lei conosceva... mio nonno?» Domandò.
«Si... abbiamo avuto modo di conoscerci e... di collaborare per un po'.»
«Collaborare..?» Ripeté l'altro. «Non può spiegarsi meglio?»
L'uomo gli sorrise gentilmente. «Temo di no, Doumeki-kun...» Poi, si guardò intorno, lo sguardo che sembrava studiare i confini del tempio. «Tuo nonno mi ha parlato a lungo di questo luogo... e anche di te. Per questo ho pensato di passare a dare un'occhiata.» Dichiarò infine, tornando a fissarlo.
«Quindi lei... non è mai stato qui..?» Domandò il ragazzo, mentre l'altro annuiva soddisfatto dalla sua intuizione. «Devo dedurre che mio nonno le sia apparso in sogno. Posso sapere perchè le ha parlato di me?» Domandò, improvvisamente sospettoso.
«Sei un tipo diretto tu, eh?» Ribatté l'altro con fare ilare. «Vediamo..? Come direbbe lei...» Disse con aria pensosa. «Ah, giusto. Per il bene del futuro che verrà, suppongo.» Dichiarò, sorridendogli in un modo che sembrò quasi scontrarsi con lo sguardo fattosi improvvisamente più serio.
Nonostante l'indubbia stranezza di quel messaggio, Doumeki non sembrò affatto stupito. «La persona in questione è Yuuko-san, non è così?» Domandò quindi, deciso a capire qualcosa su quell'incontro del tutto inatteso.
L'altro annuì per l'ennesima volta.
«Questo fa di lei una persona non comune.» Asserì l'arciere.
«Esattamente come te.» Rispose l'altro, in tono quasi cupo.
Quello sguardo tanto intenso portò Doumeki ad una riflessione già fatta. «Lei... somiglia molto ad una persona...» Asserì.
«Immagino tu intenda Watanuki-kun...»
«Lo conosce?» Domandò l'arciere.
Invece di rispondere l'uomo si alzò in piedi, tornando a guardare i contorni del tempio. «Eh si... è davvero bello qui.» Disse, muovendosi in direzione dell'uscita. «Purtroppo non posso ancora risponderti...» Aggiunse, alzando una mano in segno di saluto. «Ma lo scoprirai presto.»

xXx

Il momento della pausa pranzo, specialmente in quel periodo dell'anno, era l'ideale per mostrare l'edificio scolastico ai nuovi studenti.
«Già...» Borbottò Watanuki, camminando nel corridoio che, dalle aule vuote, portava alle scale. «Come vedi sono tutti fuori a mangiare o chiacchierare o... a fare altro insomma!»
Il ragazzo, a cui stava facendo da guida dietro richiesta dell'insegnante, si osservò intorno con sguardo annoiato.
«Senti...» Iniziò questi di colpo, fermandosi a guardarlo. «Com'è che ti chiami? Scusami ma faccio fatica a ricordare i nomi.»
Dopo un sonoro sospiro, Watanuki si voltò, ricambiandone lo sguardo. «Watanuki. Watanuki Kimihiro.» Esclamò, sforzandosi di apparire gentile.
«Ecco, Watanuki...» Riprese il nuovo studente. «Non sei costretto a farmi da guida se non vuoi... Mi basta sapere come raggiungere il tetto...»
«Che?» Ribatté il ragazzo squadrandolo con aria perplessa. «No, ho promesso che ti avrei mostrato la scuola e... non mi da fastidio... Quindi, continuiamo, ok?»
Per tutta risposta l'altro sbuffò, volgendo lo sguardo verso una delle grandi finestre. «Come vuoi...» Commentò, con la mente persa in chissà quali pensieri.
Watanuki rimase ad osservarlo per diversi secondi, nei quali si ripetè che non aveva alcun motivo per odiarlo. Insomma, era un artista, aver notato un ritratto di Doumeki tra i suoi disegni non significava nulla, nulla. «Beh, quello è il parco, comunque...» Disse, seguendone lo sguardo per scoprire la figura dell'arciere, in compagnia di Himawari e di una ragazza mai vista prima.
«Senti... Ti dispiacerebbe portarmi là?» Chiese l'altro.
«Da... loro?» Domandò Watanuki. «Li conosci..?»
«Si, vivo in casa di quella ragazza.» Replicò l'altro, indicando la sconosciuta che in quel momento si era avvicinata a Doumeki, parlandogli come se lo conoscesse da sempre.
Watanuki fissò la scena con sguardo cupo. «Vivace la tua amica» Ribatté, muovendosi verso le scale. «Ti accompagnerò, visto che dovevo andarci comunque.» Dichiarò, ormai in collera.

Continuò ad avanzare con passo spedito, fermandosi solo davanti al grande ciliegio dove era solito incontrarsi con Doumeki ed Himawari.
«Scusate il ritardo...» Dichiarò, sorridendo ad Himawari. «Il professore mi ha chiesto di mostrare la scuola al nostro nuovo compagno.» Spiegò, andando a posare i bento-box, per poi notare che la ragazza intravista poco prima lo stava fissando.
«Sono Nakuru, tu sei... Watanuki, giusto?» Domandò, allegramente. «La tua amica ci stava spiegando che sei un asso in cucina!» Esclamò.
Il ragazzo annuì, proprio mentre il nuovo studente ne approfittava per presentarsi a sua volta.
«Io invece sono Giku Santsuki, piacere...» Lo sentì dire, notando come Himawari si fosse limitata ad un cenno del capo, unito ad un sorriso gentile. Non aveva mai fatto caso a come l'amica evitasse accuratamente il contatto fisico, pensò con tristezza.
Poi fu la volta di Doumeki, che si limitò ad un cenno del capo.
«Tu sei l'arciere che ho visto questa mattina!» Esclamò Santsuki, guardandolo con espressione assorta.
«Yo. E tu sei quello che era sugli spalti»
Il nuovo studente annuì e, improvvisamente turbato, Watanuki decise di farsi avanti. «Voi vi... conoscete?» Domandò, con aria perplessa.
«Si, l'ho notato stamattina quando sono andato a vedere come se la cavava Nakuru. Fa anche lei tiro con l'arco.» Spiegò il ragazzo.
«Ti ho anche fatto un ritratto.» Aggiunse poi, in direzione di Doumeki.
A quello Nakuru si mosse, afferrando Doumeki per un braccio. «Tu si che hai gusto, Giku!» Esclamò, sorridendogli, mentre l'arciere si scostava dalla sua presa.
Sforzandosi di ignorare la ragazza, Watanuki mosse un paio di passi verso il compagno. «Sei andato a tirare con l'arco in quelle condizioni?»
«Ti pare che con la spalla ferita possa tirare con l'arco?» Commentò. «Idiota...» Aggiunse subito dopo, per via dell'abitudine.
Watanuki accolse quelle parole con stizza ed Himawari, sollevata nell'assistere ad una scenetta tanto simile a quelle che iniziavano a mancarle, ne approfittò per le battere le mani entusiasta. «Watanuki-kun si preoccupa sempre per Doumeki-kun. Sono tanto amici!»
Le sue parole, però, sembrarono non sortire il solito effetto, ricevendo in risposta degli sguardi cupi, dai quali Watanuki fu il primo a riprendersi.
«Oh!» Esclamò, andando a recuperare i tre bento. «Himawari-chan... questo è per te.» Disse, porgendole il pranzo, per poi avvicinarsi a Doumeki, assumendo un tono stizzito. «Questo è tuo!»
«Cos'è?» Domandò l'arciere.
«E hai il coraggio di chiedermelo?» Strillò l'altro. «E' inari sushi, esattamente come avevi chiesto!»
Sanstuki osservò entrambi con fare pensieroso. «Beh, io vado a prendere qualcosa alla mensa.» Disse allontanandosi.
«Doumeki-kun...» Eslcamò Nakuru, con aria sospettosa. «Questo ragazzo che ti prepara il pranzo... è un tuo amico?»
«Ti sembra che siamo amici?» Protestò il cuoco, fissandola con disprezzo, per poi prendere posto al fianco di Himawari, inziando a mangiare.
La ragazza lo ignorò, continuando a fissare l'arciere.
«In un certo senso...» Disse lui, dopo aver rivolto uno sguardo pensieroso verso il compagno.
In quel mentre Santsuki fece ritorno con un vassoio, sedendosi e guarandosi intorno prima di assaggiare con aria curiosa alcuni dei cibi appena presi. Ogni tanto il suo sguardo andava da Doumeki al blocco da disegno che aveva portato con se.
«Posso vedere, Santsuki-kun?» Domandò poco dopo Himawari, incuriosita da quegli sguardi.
«Ho da definire i tratti del viso.» Rispose il ragazzo, mostrandole quanto fatto fino a quel momento.
«Wow sei bravissimo!» Esclamò la ragazza, avvicinandosi tanto da sfiorarlo inavvertitamente. A quello, il suo sguardo si incupì per un secondo.
«Sono sicura che verrà benissimo.» Aggiunse, guardando l'orologio. «Ora però devo andare. Ciao a tutti.» Disse, facendo un rapido inchino per poi allontanarsi.
«Tsè... Tanto ha sempre la stessa espressione!» Borbottò Watanuki con fare scocciato, seguendo i movimenti di Himawari con uno sguardo improvvisamente più triste.
«Che strana ragazza...» Mormorò Santsuki, richiudendo il suo blocco da disegno ed alzandosi. «Bene, io torno in classe. Tu che fai, Naku?»
«Arrivo, arrivo...» Borbottò lei, tornando a guardare l'arciere. «Sembri uno che ama mangiare, eh? Se vuoi domani ti porto qualcosa!»
Quella proposta sembrò peggiorare l'umore di Watanuki, che nonostante tutto rimase in silenzio, iniziando a sistemare le scatole del pranzo.
Doumeki guardò prima lui e poi la ragazza. «No grazie.. i bento-box di Watanuki vanno benissimo.» Dichiarò, chiudendo la sua scatola.
«Hei!» Protestò l'altro. «Chi ti dice che io voglia preparartelo!»
Ignorandone il commento, Doumeki gli porse la scatola, mettendo le mani in tasca. «Ci vediamo dopo da Yuuko-san.» Disse, salutando gli altri due con un cenno.
«Scordati di riavere gli inari sushi!» Urlò Watanuki, sempre più arrabbiato. «Domani solo onigiri!» Borbottò, terminando di sistemare le buste per poi alzarsi.
«Fortuna che non dovevi preparargli nulla.» Esclamò Nakuru, lanciandogli un'occhiataccia.
A quelle parole, Watanuki arrossì e senza dir nulla si allontanò, muovendosi nella direzione opposta a quella presa dall'arciere.
L'ultima cosa che voleva era riallacciare un rapporto simile a quello che infine lo aveva spinto ad innamorarsene, pensò amaramente.


Ed eccoci nuovamente qui con questo capitolo ricco di nuovi arrivi. Li avete riconosciuti? Susu vediamo chi indovina! XD

Nya: Speriamo che le novità introdotte con questo capitolo siano state di tuo gradimento. ^_^
In fondo hai riletto anche Haruka-san! XD
Inoltre… Ci chiedevamo se per caso sei una delle ragazze del forum di Holic.
Se non ti va di rispondere, come non detto eh.
Tanto non pagheremo Yuuko-san per questo… chissà cosa vorrebbe in cambio. XD

Naco chan: Smettila di spoilerare inconsapevolmente, tu. U.U
Ah, gli esercizi... ce ne sarà qualcuno da qui in avanti, ovviamente servono per avvicinare i nostri due, anche se loro non sono d'accordo!
Eh si, Watanuki è un idiota su tutti i fronti, anche sul fare tutto da solo, ma che ci vogliamo fare.
Ci piace anche per questo.
Speriamo che il capitolo ti sia piaciuto, comunque.
Alla prossima!

Witch Of The Dimensions: Grazie come sempre per le bellissime parole. ^_^
Mmm riguardo alle tue domande… scoprirai presto cosa c'è di vero e cosa no… U.U
Yuuko-san ti ringrazia per i complimenti! XD
Al prossimo capitolo, allora. ^_^

WYWH: Hari prega gentilmente di non essere più chiamata in quel modo >.>.
E dopo la comunicazione di servizio, alla recensione :P
Ci fa piacere che la storia ti interessi sempre di più, speriamo che continui così, perché sta arrivando la parte dove le cose si complicano!
Quanto alle lezioni di Yuuko, ti consigliamo di non farci troppo affidamento, si sa che lei è un'ubriacon... *scappano rincorse da una Yuuko-san arrabbiatissima*
^^" Facciamo che ci aggiorniamo al prossimo capitoloo...

Eiden: Siamo liete di ciò. Eh si… siamo in due a scrivere. ^_^
Non possiamo che concordare su quanto dici riguardo alle serie clampiche...
Ah anche noi amiamo Ld e presto o tardi potresti trovare qualche fanfic anche su Kaza e Rikuo, essi. :P
Ti ringraziamo per i complimenti e speriamo di leggerti ancora. ^_^

SailoYuko: Anche se sei stanca, ci fa piacere sapere che ci leggi! ^.^ Grazie per i commenti!
Dunque, dunque, Doumeki è l'uomo dei sogni di chiunque, non solo di Watanuki e tuo... purtroppo è già preso, eh già!
Quanto a Yuuko... se la scrivessimo diversa da come è, probabilmente ci picchierebbe, quindi è meglio tenerla IC...
Comunque, continua a seguirci!
E se hai intensione di recensirci capitolo per capitolo, beh... a noi schifo non ci fa :P

Padme: In primis… Grazie ancora per la sorpresa regalosa! ^_^ (nd. Lay)
Siamo liete che la caratterizzazione ti piaccia e riguardo ad Haruka-san si, diciamo che è sia una guest star che un personaggio fondamentale per alcune parti della storia che verranno spiegate di volta in volta.
Riguardo ai pg… Wata ringrazia felice mentre Dou si è decisamente offeso. Nessuno pensa mai a lui. U.U
Ahahah Sei ghignava non a caso. Ma ci cuciamo la bocca, salutandoti e sperando di rileggerti presto! ^_^

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Capitolo 22
*** Connessioni - Sensi di colpa ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 22
Sensi di colpa


Uscire da scuola e correre al negozio di Yuuko-san era ormai diventato automatico, a tratti quasi piacevole, sebbene la cosa non sarebbe mai stata ammessa ad anima viva.
Doverlo fare per seguire le assurde lezioni della strega, però, era semplicemente troppo.
Fu questo il pensiero di Watanuki mentre, sospirando, entrò nella stanza che usavano come aula con un vassoio carico di stuzzichini dolci e salati.
Senza dir nulla si mosse per disporre le varie ciotole sul tavolino, aggiungendo ad esse un paio di bibite e del sakè, indispensabile per mantenere calma la strega.
«Senti, tu...» Esordì poi, avvicinandosi all'arciere. «Cos'è successo, di preciso, al ciliegio? Non riesco a ricordare...»
Doumeki lo fissò con espressione neutra. «Ti ho già detto cosa è successo.»
«Beh, rifallo allora!» Sbottò il più piccolo, sempre più nervoso. «E questa volta cerca di entrare nei dettagli!»
«Sei svenuto per via dell'uso errato della tua energia, e quello... hai capito come funziona. Io ho portato a termine la missione. Ho consegnato quanto andava consegnato e poi siamo tornati.» Spiegò l'altro.
Watanuki gli rivolse un'occhiataccia. «Questo lo sapevo da me!»
«Cosa vuoi sapere, allora..?» Domandò l'arciere.
«Ho parlato con Haruka-san...» Disse il più piccolo, visibilmente in imbarazzo. «Hai davvero... ucciso quelle persone..?»
Doumeki lo fissò per un lungo istante, l'espressione improvvisamente più tesa. «Si.»
«Sei un incosciente...» Commentò Watanuki, andando ad occupare l'altro divano, e nascondendo il viso tra le mani con aria stanca. «Non sai nemmeno cosa comporta...»
Nel vederlo in quello stato, l'arciere si adombrò. «Lo so invece. E se anche fosse come dici... Ormai è andata così.»
«Non dovà più accadere. Per nessun motivo.» Ribattè l'altro, tornando a fissarlo con sguardo più duro. «Non voglio che paghi per me!»
Doumeki aprì la bocca per ribattere, ma l'arrivo di Yuuko lo spinse a rimandare il discorso.

«Allora, cosa fate ancora seduti? Venite qui!» Dichiarò la strega in tono brusco.
Messo in allarme da quel tono alquanto insolito, Watanuki si alzò all'istante, immediatamente imitato da Doumeki.
«È successo qualcosa, Yuuko-san?» Domandò alla strega.
Sorpresa dalla domanda, la donna sembrò tornare quella di sempre. «Perché dovrebbe essere successo qualcosa, Watanuki?.» Esordì, osservandosi intorno con sospetto. «Ad ogni modo... non c'è nulla, a parte un grosso insetto dagli occhi blu nei paraggi. Iniziamo la lezione, su!»
Watanuki la fissò interdetto, cercando di comprendere a pieno quelle parole.
Al suo fianco, anche Doumeki si fece improvvisamente pensieroso. «Insetto, ha detto..?»
«Oh quell'uomo può essere anche più fastidioso!» Commentò la donna. «Ma non pensiamo a lui.»
«Quindi si tratta di un essere umano, non di un insetto...» Borbottò Watanuki.
La donna lo fissò con sufficienza e Doumeki ne approfittò per togliersi un dubbio.
«Oggi ho incontrato qualcuno che... mi ha fatto capire di conoscerla...» Spiegò, con fare calmo.
«Cosa?» Lo incalzò la strega. «Quando è successo?»
«Questa mattina, al tempio...» Rispose l'altro.
«Capisco...» Dichiarò la strega, con espressione cupa. «E cosa ti avrebbe detto..?»
Doumeki la guardò, incerto di aver fatto bene a dirle di quella visita. «Non molto in realtà. Diciamo che si è divertito ad aggirare ogni domanda, un po' come fa lei.» Si soffermò ad osservare Watanuki. «Gli somigliava molto.» Disse indicandolo. «Aveva dei modi più signorili però.»
A quello, il più piccolo si adirò, puntando l'arciere. «Come sarebbe! Io ho dei modi più che signorili!» Urlò.
«Intendo dire...» Replicò l'altro. «Che non urlava e non si dimenava...»
«Hey! Io non mi dimeno!» Si lamentò il più piccolo.
«Smettetela voi due!» Intervenne la strega. «Abbiamo perso fin troppo tempo.»
L'arciere sembrò non essere d'accordo, e, ignorato quel suggerimento, decise di togliersi un ultimo dubbio.
«Lei sa... come mai si somigliano..?»
Yuuko fissò per un lungo istante il volto di Watanuki. «Una lontana parentela...» Dichiarò.
Quelle parole colpirono Watanuki. «Parentela..? Per caso... è lui che mi ha chiamato... ieri?» Domandò sempre più stranito.
Doumeki fissò la strega, ponderando su quanto appena appreso. «Ha detto di conoscere mio nonno» Disse poi.
«Conosce Haruka-san, eh? Dovrò scambiarci due paroline allora...» Sospirò, volgendo lo sguardo sul suo lavoratore part time. «Si, suppongo fosse lui. E ciò non è affatto positivo. Ora smettiamola però. Al lavoro!»
I ragazzi la guardarono, senza comprendere le ragioni di quel nervosismo, fin troppo palese, destandosi solo quando la donna ordinò loro di prendersi ancora una volta per mano.
Si fissarono entrambi per un secondo, incerti se esprimere o meno il profondo disagio dato dalla recente tensione venutasi a creare.
Un po' più calma, la strega osservò entrambi. «Oggi invertiremo i ruoli. Doumeki-kun invierà energia e Watanuki si appresterà a riceverla.»
Il più piccolo la fissò poco convinto. «In pratica dovrei abbassare la mia barriera..?»
«Precisamente.» Replicò la donna, allontanandosi dai due ragazzi.
Dopo un lieve sospiro, Watanuki si decise a chiudere gli occhi, proprio mentre Doumeki iniziava ad inviargli la sua energia, sperando di non mandare troppo di sé.
Trascorsero un paio di minuti, dopo i quali i due ragazzi tornarono a percepirsi in modo più controllato.
Se pur stanco a causa degli ultimi giorni in cui il riposo gli era chiaramente mancanto, Doumeki si costrinse ad inviare parte della sua energia all'altro, cercando di filtrarla nel miglior modo possibile.
Concentrato ad abbattere le proprie barriere, intanto, anche Watanuki si trovò a mandare qualcosa di suo e, sempre più stanco, l'arciere si trovò ad appoggiarvisi, senza rendersene conto.
Andarono avanti per diversi minuti, dopo i quali, assorto in pensieri piuttosto cupi, Watanuki non riuscì più a reggere, chiudendosi in se stesso e rialzando le proprie barriere.
Privo dell'appoggio al quale aveva fatto ricorso, Doumeki si trovò improvvisamente più debole, sentendo la propria anima vacillare.
Allo stesso modo, anche il suo corpo sembrò cedere, lasciandolo improvvisamente senza appigli.
Attorno a lui si fece tutto offuscato e, lasciate le mani del ragazzo, finì con il cadere sulle proprie gamge, appoggiando le braccia a terra per sorreggersi.
Quella scena spaventò Watanuki che, spalancati gli occhi, lo fissò sgomento.
«Doumeki!» Esclamò, andandogli accanto. «Cos'hai?»
L'arciere non rispose, limitandosi a rivolgergli uno sguardo piuttosto intenso, che l'altro finse di ignorare.
Stanca di osservarli, la strega si avvicinò a Watanuki. «Questo è il prezzo della tua crudeltà, Watanuki.» Disse, a voce bassa, in modo da farsi udire solo da lui. Poi gli afferrò una mano, premendola contro la spalla di Doumeki. «Rimani così... Servirà a farlo riprendere...»
Il ragazzo si limitò ad obbedire, sforzandosi di inviare la propria energia all'altro. Un tentativo che lo stancò a tal punto da costringerlo ad inginocchiarsi, in modo da mantenere il contatto.
Sospirando, la strega decise di dare il suo contributo andando a sfiorare l'arciere, infondendogli nuova energia. «Tra poco tornerà ogni cosa al suo posto.» Sussurrò, con ritrovata dolcezza.
Nuovamente in forze, seppur ancora provato, il ragazzo si limitò ad annuire.
«Cerca di riposare ora... e di mangiare.» Continuò la donna, tornando a fissare Watanuki. «E tu, se stai meglio vai a cucinargli qualcosa.»
Quelle parole spinsero l'arciere ad intervenire. «Non occorre. Sto bene.»
Yuuko lo fissò per un istante. «Davvero..?» Domandò scettica. «Su, va a sederti piuttosto.» Replicò, mentre il più piccolo si allontanava dalla stanza.
Troppo stanco per ribattere, Doumeki accolse il consiglio andando a sedersi.
«Sai...» Proseguì la donna. «Quando si studiano queste cose, l'orgoglio è solo d'intralcio. Dovresti pensare a concentrare le energie e a tenerti in forma, piuttosto.»
«Non si tratta di orgoglio.» Mormorò l'arciere, fissandola con espressione stanca. «È necessario che io segua queste lezioni con lui?» Domandò infine.
La donna annuì. «Lo è, per far si che non vi troviate in serio pericolo a causa di uno errato uso delle vostre energlie.» Spiegò poi, andando a sfiorargli l'occhio che aveva scelto di condividere con l'amico. «E per via di questo.»
«Quindi è... colpa mia?»
«No...» Disse l'altra sorridendogli. «Quanto è successo era inevitabile, esattamente come quanto sta accadendo ora e quanto accadrà. Ci sono diverse strade tra cui scegliere, Doumeki-kun e man mano avanzerete nel vostro percorso, capirete che alcune di esse sono... inevitabili.»
Il ragazzo annuì facendosi cupo. «Quindi, anche il suo disprezzo è... inevitabile.» Mormorò.
Yuuko si limitò a fissarlo, consapevole di Watanuki che, fermo dietro la porta, si soffermò qualche istante prima di entrare.
Sentire quelle parole da Doumeki gli aveva fatto più male del previsto.
Come poteva vivere in eterno obbligandosi a dimostrargli un odio che in verità non provava?


xXx

Quella sera la stanchezza, data dalle troppe emozioni, superò le barrirere della preoccupazione, lasciando che Doumeki scivolasse in un sonno profondo.
Quando aprì gli occhi, la prima immagine fu quella del maestoso albero di ciliegio.
Guardarlo pose fine ad ogni dubbio. Si trovava nello stesso luogo che aveva raggiunto tramite il cerchio magico di Yuuko-san. Lo stesso luogo dove aveva spento delle vite.
Immerso in quei pensieri, Shizuka si guardò attorno cercando di cogliere il senso di quanto stava accadendo.
«Sto sognando..?» Pensò a voce alta.
Poco dopo, anche Haruka si trovò a camminare in prossimità del grande albero, osservando il ragazzo con sorpresa.
Non si aspettava che suo nipote potesse farvi ritorno, da solo. E questo indicava come le lezioni della strega celassero scopi ben diversi tra loro.
«Shizuka...» Lo chiamò, avvicinandosi.
Il ragazzo si voltò, scorgendo suo nonno e capendo che si, non poteva che essere in un sogno. «Come mai ci incontriamo qui?» Chiese, osservandolo in attesa di una risposta.
«Forse qualcosa ti lega a questo luogo...» Rispose il sacerdote.
«Qui?» Domandò il giovane, guardandosi intorno. «No, non credo.»
«Eppure... Sei stato tu a scegliere questo luogo. Io mi sono limitato a raggiungerti quando ho avvertito la tua presenza.» Ribatté l'altro, andandogli vicino. «Come va, Shizuka..?»
L'arciere rimase immobile, evitando di rispondere a quella domanda. «Perché gli hai detto che ho ucciso quegli uomini?» Chiese poi.
L'espressione del sacerdote si tese per un istante. «Aveva bisogno di saperlo. Ha dato anche lui il suo contributo in fondo...»
«Non a quella parte.» Fu la fredda replica.
Haruka lo fissò, questa volta con espressione dolce. «Non è vero. Se ci pensi bene, eri più forte del solito in quel momento...»
«Forse ma... avrei preferito non lo sapesse.»
Nel sentirne il tono, profondamente addolorato, il sacerdote posò una mano sulla sua spalla. «In una cosa Kimihiro-kun ha ragione, sai?» Commentò, in un tono velatamente ironico. «Non puoi proteggerlo da tutto.»
«Non è quello.» Esclamò l'altro, spostandosi di qualche passo. «Voi, parlate ancora di me..?»
«Ogni tanto.» Rispose l'uomo, volgendo lo sguardo sui rami fioriti del ciliegio. «Quel ragazzo è spesso contraddittorio, eh?»
«Ultimamente non lo capisco molto...» Ammise l'altro.
«Vedi... Anche lui ha fatto delle scelte... E tu sai come ci si sente nel prendere una decisione, pur sapendo quanto possa far male.»
Quelle parole sembrarono scalfire il muro eretto dall'arciere che, senza ribattere, si limitò ad annuire.
Il sacerdote gli sorrise, affabile. «A volte parlarne fa bene, sai? Certo... non a Yuuko-san, al momento ha altro cui pensare.» Commentò ironicamente.
«Ti riferisci a quell'uomo...?» Domandò il nipote. «L'hai... mandato tu?»
«Io? No. Ha completato una ricerca per conto mio, piuttosto.»
«Una ricerca che ha a che fare con... Watanuki?» Continuò il più giovane.
«Non direttamente.» Sentenziò l'uomo. «Ma non parliamo di questo. Dimmi... di te. Cosa ti porta qui?»
A quello Shizuka si irrigidì. «Tel'ho detto. Avevo una domanda da farti.»
«Potevi incontrarmi al tempio...» Constatò l'altro.
«Non so come funziona. Forse... mi è capitato di pensare a questo luogo, ogni tanto.»
«Già... E come mai ci hai pensato? Non ti andrebbe di.. parlarmene?»
Shizuka lo guardò, rivolgendogli il primo sorriso di quella serata. «Sai... in passato ho desiderato spesso di poterti parlare dei miei problemi. Ed ora che sono qui... non so cosa dirti.»
L'uomo proruppe in una risata, che servì ad alleggerire l'atmosfera, fattasi improvvisamente più tesa. «Allora Kimihiro-kun non è l'unico con molte contraddizioni.» Dichiarò sorridendogli a sua volta. «E' preoccupato, sai?»
L'arciere lo fissò sorpreso. «Per me?»
Vide il nonno annuire e, fattosi improvvisamente più triste, decise di continuare. «Quello che sta accadendo... tra noi. È il mio prezzo, vero? Per aver ucciso quegli uomini.»
Lo sguardo del sacerdote si fece improvvisamente triste. «In un certo senso, forse, ma... non come credi tu.» Sospirò. «Lo hai fatto per salvare una vita a cui tieni. Questo non è abbastanza per spezzare un legame. Il tuo prezzo... è totalmente interiore, Shizuka. E credo sia proprio questo il problema.»
«Problema?» Domandò l'altro, non certo di aver compreso il messaggio.
«Le tue azioni non hanno conseguenze solo su di te, e neppure i tuoi... pagamenti.»
«Cosa... dovrei fare?»
«Hai già fatto quanto in tuo potere. Ora sta a chi di dovere decidere se lasciartene pagare il prezzo o se assumersi parte del carico...»
Doumeki sembrò ponderare quella possibilità. «Non lo trovo giusto... Non ne ha il diritto!» Esclamò.
«E tu?» Domandò Haruka. «Che diritto pensi di avere, allora?»
«Io...» Si fermò, stringendo i pugni, non volendo dire l'unico motivo che gli veniva in mente.
Quando risollevò lo sguardo, Haruka era già svanito e davanti a sé vide solo il soffitto.


Rieccoci ancora qui.
Anche questa seconda parte sta per entrare nel vivo.
Ringraziandovi come sempre per le vostre recensioni, graditissime, ci auguriamo che anche i futuri capitoli vi piacciano almeno quanto a noi è piaciuto scriverli. ^_^

Naco chan: Vuoi saperlo davvero o preferisci il fascino del mistero? :P
Entro il prossimo capitolo, comunque si scoprirà chi si cela dietro il misterioso "uomo" che conosce Yuuko-san.
Anche i due nuovi studenti lasceranno sempre minor spazio ai dubbi e chissà, forse almeno uno dei due si scoprirà essere effettivamente una new entri. :P
Siamo felici che l'evolversi della trama sia di tuo interesse.
Alla prossima. ^_^

Nya: Bentornata a commentarci!
Eh si, Haruka-san è imbattibilmente affascinante, come possiamo notare anche in questo capitolo!
Purtroppo, però, sia Shizuka che Kimihiro sono parecchio testoni... e infatti ne pagano le spese!
Ah, chi sono i nuovi arrivati? Non si sa ^.^ Segreeeto :P
Per il forum di holic... se vuoi farci un salto lo trovi su http://xxxholic.forumcommunity.net
Alla prossima, continua a seguirci!

Witch Of The Dimensions: Che dire. Come sempre… Arigattò!
Ci emoziona sapere che la nostra storia piaccia così tanto.
Ci abbiamo messo il cuore per scriverla, oltre che svariate notti insonni. :P

Eiden: Sei scusatissima, non importa! Le streghe sono magnanime!
Anche tu con la vera identità dei due? Chissà come mai, nessuno mai crede che le nuove apparenze siano semplici "nuove apparenze"... *fanno le finte tonte*
Yuuko-san comunica che lei non è stronza, ma fa semplicemente quel che va fatto :P
(Il che implica che, se deve fare la cattiva, la fa!)
Comunque... eh... Nakuru... una gatta da pelare piuttosto grossa, se facesse anche qui quello.
Chissà! ^_^
E comunque, non vogliamo certo perderti! Continueremo con tutto il nostro impegno.
Grazie!

Gioelle: Toh guarda chi si rivede. U.U
Bentornata tra noi.
Siamo felici che l'evoluzione di Watanuki ti piaccia, effettivamente è commovente vederlo crescere e lo sarebbe ancor di più se nel farlo si mostrasse intelligente. Ma stiamo chiedendo troppo, forse. XD

Sailor Yuko: Come vedi, si sono incontrati. La tua recensione è stata profetica!

Ed anche noi due li amiamo, i due Doumeki insieme. Sono tanto belli e posati e... diciamocelo, tutti vorremmo un nonno come quello.
Comunque, ti ringraziamo tantissimo anche per le recensioni agli altri capitoli!
Ci fa piacere che ti piaccia lo stile di scrittura della fanfiction, ci mettiamo sempre tanta attenzione, e ci abbiamo studiato sopra anche!
Pensa che abbiamo parlato una giornata di che virgolette usare per aprire i discorsi... ma questa è un altra storia.
Grazie tantissime ancora, e speriamo che la tua impresa riesca :P

LawlietPhoenix: Ci spiace per il tuo pc. Cattivo ¬.¬
Siamo felici invece di rileggerti e di sapere che la storia continua a piacerti.
Speriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

Yusaki: In realtà nel manga Haruka tocca il faccino ukettoso di Watanuki per fargli venire in mente che anche Shizuka lo farebbe volentieri!
Comunque, è bello riaverti con noi! Bentornata :P
Anche a noi piace molto quel personaggio, il tipo con l'aria strana ed affascinante... beh, almeno ad una di noi piace U.U
I bento di Watanuki e Doumeki sono un'accoppiata altrettanto Canon di Doumeki/Watanuki, potrebbe essere una threesome...
Ma non diamo idee al nostro Shizuka.
Ti aspettiamo anche per i prossimi capitoli ^.^ Comunque, sapere che ci leggi è comunque bello!
E bentornata ancora :P

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Capitolo 23
*** Connessioni - Attacco a sorpresa ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 23
Attacco a sorpresa.

Quel giorno, nella pausa pranzo, Watanuki si avviò verso il solito albero portando con se i tre bento.
Sfortunatamente, ad attenderlo non trovò solo Himawari e Doumeki.
Con loro c'erano infatti anche i due nuovi studenti.
«Anche voi qui...» Commentò, con un sorriso di circostanza, andando poi a consegnare due dei tre bento a Doumeki e ad Himawari, notando al contempo come la ragazza fosse seduta non troppo lontana da quel Santsuki.
«È stata Hime-chan ad invitarci.» Lo sentì dire, andando a sedersi tra la compagna e Doumeki, per avvertire subito dopo lo sguardo sarcastico di Nakuru su di sé.
«Che c'è..?» Esclamò la ragazza. «Ti diamo fastidio?»
Watanuki fissò la nuova studentessa con sguardo accigliato. «No, non me ne date.» Borbottò, sedendosi ed aprendo il suo bento.
Nel farlo, rivolse una rapida occhiata a Doumeki, scoprendolo già intento a mangiare.
«Ottimo.» Dichiarò Giku. «Anche perché Hime-chan mi è simpatica, sarei venuto in ogni caso.»
«Hime-chan?» Replicò Watanuki, stranito dal particolare modo con cui Santsuki sembrava voler chiamare l'amica.
«Vuol dire principessa.» Chiarì Nakuru, lanciando una rapida occhiata a Giku.
«Lo so cosa significa!» Protestò Watanuki.
La ragazza lo fissò con astio. «Dovresti ringraziarci di essere qui, sai?» Dichiarò con fare altezzoso.
«Tss, io sono già felice e non certo per la tua presenza!» Ribatté l'altro, sempre più in collera.
Quello scambio di battute sembrò attirare l'attenzione di Giku che, mandato giù un onigiri, fissò entrambi con sguardo improvvisamente incerto.
«Sei un maleducato, sai?» Dichiarò intanto Nakuru, visibilmente piccata dai modi del ragazzo. «Uno come te non merita l'amicizia di Shizuka...» Esclamò, avvicinandosi al ragazzo ancora intento a mangiare. «Né quella di Giku!»
Watanuki la fissò, chiaramente arrabbiato.
Poteva accettare tutto ma non quei modi, a suo avviso spocchiosi. «Quello non è un mio amico!» Sbottò. «E Sanstuki non lo conosco affatto!»
«Il fatto che tu non te lo sia fatto amico indica quanto sei tonto!» Ribatté la ragazza.
«Nakuru!» Sibilò Giku, attirandosi lo sguardo improvvisamente curioso di Himawari.
«Che vorresti dire?» Chiese Watanuki, ormai certo che quelle parole all'apparenza inutili avessero uno scopo.
«Vuoi farmi credere di non essertene accorto?» Domandò Nakuru, ignorando il richiamo dell'amico. «Giku porta fortuna, no?»
A quelle parole, sotto gli sguardi curiosi dei presenti, Giku abbassò lo sguardo, facendosi improvvisamente triste.
«Oh, siamo alle solite con te!» Constatò Nakuru. «Smettila di nasconderti. Neanche avessi detto che porti sfortuna!» Commentò.
Watanuki fissò attonito Santsuki e Nakuru, notando subito dopo l'espressione improvvisamente seria di Doumeki.
In quel mentre, udì il suono di un bento-box che veniva chiuso con forza, voltandosi e scoprendo Himawari già in piedi.
«Himawari-chan..?»
La ragazza gli rivolse uno sguardo prossimo alle lacrime. «Scusatemi...»
«Tutto bene, Hime-chan?» Chiese Giku, osservandola con estrema attenzione.
Himawari annuì, aggiustandosi la gonna per poi porgere il suo bento a Watanuki. «Grazie per il pranzo, era buonissimo, come sempre.» Disse, sforzandosi di sorridere. «Ora... devo andare.»
Poi, prima che l'amico potesse aprir bocca, fece un piccolo inchino e scappò via, sotto lo sguardo incredulo dei presenti.
«Che le è preso?» Domandò Nakuru, lo sguardo fisso su Watanuki che, lasciato il bento sull'erba, cercò di raggiungere l'amica.
In quel mentre, anche Doumeki fece lo stesso e, rimasti soli, Giku si volse a guardarla con astio.
«Ti avevo detto di non farne parola con nessuno!» Esclamò, furente. «Non ho voglio lasciare anche questa città.»
«Non sarà così. L'ha detto anche Eriol, no? Di che ti preoccupi..?»
Il ragazzo evitò di risponderle, volgendo lo sguardo verso un punto lontano.
«Già, non lo sarà.» Rispose piano.

Poco lontano intanto, Doumeki aveva appena raggiunto l'amico, camminandogli ad una certa distanza.
Himawari era qualche metro più avanti, visibile in tutta la sua tristezza.
«Himawari-chan!» La chiamò Watanuki, andando ad abbracciarla. «Come stai?» Domandò, visibilmente preoccupato.
La ragazza si asciugò gli occhi, sciogliendosi prontamente da quell'abbraccio. «Non preoccuparti, sto... bene.» Dichiarò, obbligandosi a rivolgergli un sorriso.
Doumeki osservò quella scena da una distanza ravvicinata, atta a proteggere l'amico dall'influenza negativa della ragazza.
«Non è vero.» Lo sentì dire. «E poi... lo sai che non mi... non ci importa, vero?» Dichiarò, notando la presenza dell'arciere.
A quello la ragazza sorrise ad entrambi, sebbene il suo sguardo fosse carico di tristezza.
«Lo so...»
«Inoltre...» Continuò Watanuki. «Quei due cosa ne sanno. Parlavano tanto per dire. Non dovresti starci male, sai?»
«È vero...» Ribattè la ragazza.«Solo che a volte è... pesante. Inoltre.. se quel ragazzo porta davvero fortuna...» Continuò, facendosi sempre più triste. «Non vorrei causargli problemi...»
Nel sentire quell'ultima frase, Doumeki fece un passo in avanti. «Se è veramente così fortunato... non ne avrà.» Dichiarò, convinto.
«È vero!» Aggiunse Watanuki. «E poi averti incontrata è segno della sua fortuna.» Dichiarò, sorridendole.
Sollevata da quella manifestazione di affetto, Himawari sorrise ad entrambi. «Dite anche le stesse cose ora. Si vede che siete amici!» Esclamò sorridendo.
In quel momento nessuno dei due si sentì di replicare.
Vederla sorridere sinceramente era l'unica cosa che desideravano per la loro amica.


xXx


Qualche ora dopo, Doumeki e Watanuki si trovarono a percorrere insieme la via del ritorno.
«Bastavo io oggi...» Esordì Watanuki, dopo un silenzio che ad entrambi era parso interminabile.
«È anche una mia amica.» Ribatté Doumeki, senza per questo fermarsi. «E poi...  è stata lei a chiedermelo.»
«Cosa?» Domandò l'altro. «Che ti avrebbe chiesto?»
Doumeki proseguì in silenzio per qualche metro. «Di esserci quando è con te. Per non crearti problemi.» Spiegò.
Posto davanti a quella rivelazione, Watanuki si fermò di colpo. «Ti ha chiesto... quando..?»
«L'altro giorno...» Rispose l'altro, ripensando al momento in cui ogni sua speranza era andata distrutta. «Quando eri con lei e... ti hanno attaccato gli spiriti.»
«Ma... non è stata colpa sua!» Ribatté il più piccolo, consapevole del momento a cui Doumeki aveva fatto riferimento.
Riprese a camminare, parlando solo qualche minuto dopo, con voce piatta. «Ad ogni modo, non ho bisogno della guardia del corpo.»
L'arciere lo seguì con sguardo assorto. «Le ho dato la mia parola.»
«Capisco...» Annuì l'altro.
Non si dissero più nulla, proseguendo in silenzio uno davanti all'altro.
Poi qualcosa spinse Watanuki a voltarsi, probabilmente al fine di capire cosa stesse pensando il più grande.
Fu in quel momento che vide uno strano essere alle spalle dell'arciere, immerso in una coltre di fumo nero.
«Attento!» Urlò, avvicinandosi rapidamente all'amico che, grazie all'occhio in comune, riuscì ad individuare lo spettro, parandosi istintivamente davanti a Watanuki nel tentativo di proteggerlo.
Memore di quanto avvenuto più di una volta, l'arciere si mosse come se avesse con sé arco e freccia, colpendo lo spettro ed osservandolo svanire.
Un attimo dopo, fu costretto a piegarsi un minimo per contenere il dolore provocato da quell'azione.
«Avresti dovuto scappare, invece di fare l'erore!» sbottò Watanuki, prendendolo per un braccio. «Andiamo. Yuuko-san saprà cosa fare.»
«Non potevo lasciarlo in giro, ora che...» Si fermò, un po' per il dolore ed un po' per non continuare quanto stava dicendo.
Che passassero meno tempo insieme rispetto a prima era più che ovvio, e questo nonostante le lezioni che si erano trovati a prendere dalla strega.
«Non dovevi!» Ribadì l'altro, in tono alterato. «Sbrigati, bisogna medicarti. Temo ti si sia riaperta la ferita alla spalla.» Constatò, nel vedere del sangue emergere.
Proseguirono così verso il negozio dei desideri, uniti da quel flebile contatto. Entrambi straniti da quanto era appena avvenuto.



Ed eccoci ancora qui. Pronte ad accogliere i vostri commenti sul nuovo capitolo. ^_^

Nyah: Credevi bene, l'angst sta giusto bussando alla porta… Chi gli aprirà? ^_^
Ti ringraziamo come sempre per le tue recensioni con le quali non possiamo non concordare.
Quanto al tizio… probabilmente avrete già capito chi è… *indicano capitolo*. U.U

Naco chan: Abbi fiducia in noi e credi nel sacro potere dell'angst, tutto si risolverà!
Ma, se non stessero male e si creassero casini, non ci sarebbe storia, no?
Come vedi, comunque, in questo capitolo abbiamo una piccola pausa dalla loro idiozia, per concentrarci su altro.
Grazie ancora per le recensioni, e si anche per le correzioni, che ci fanno comunque piacere ^^"
Continua a seguirci!

Eiden: Grazie mille per i complimenti, sono apprezzatissimi! *.*
Oh, si, sono qui per un motivo, le nostre "new entries", ed anche se si scoprirà più avanti, pensandoci per benino qualcosa è già comprensibile...
*ridacchiano*
Comunque si, continua a dirlo quante volte vuoi, che siamo tutti d'accordo con te che sono idioti!
Anche se, beh, hanno dei buoni motivi... *se ne vanno con espressione misteriosa*

Thyahliel: Per questa volta… ti perdoniamo. U.U
Ciao e ben ritrovata ^_^
Effettivamente quattro capitoli fanno la differenza in questa storia, presto anche dopo due potresti non capire più niente. XD
Per Kohane-chan… mmm no, non ci sembra. Ma sai… questa storia è strana. Non si può mai sapere.

Kuro: Ciao! E benvenuta in DI! Le streghe ed i vari pg di Holic (e non solo) ti salutano allegramente. ^_^

Witch of the Dimensions: Carissima! Se vuoi, qui capiamo l'inglese, un po' di francese e tedesco, qualcosa di spagnolo! XD
Se vuoi recensire in giapponese, i personaggi sarebbero felicissimi, ma temo che noi invece saremmo un po' perplesse :P
Ah, hai quotato proprio QUELLA frase, eh! Anche a noi fa tanto venire gli occhietti a cuoricino, Shizuka-kun è tanto, tanto, tanto fedele al suo uketto...

Lawliet Phoenix: Probabilmente hai già capito di chi si tratta, che dire… fuocherello?XD
Comunque concordiamo (Lay in particolare. CLow è sempre tra le scatole ¬.¬)
Grazie per questa nuova recensione. ^_^

Ed è infine con grande emozione che Le Streghe si trovano a ringraziare sentitamente
Ishirane di www.criticoni.net, per la recensione positiva e per averla pubblicata, raccomandando così la storia.
Grazie mille!

E per finire, tanti auguri Hari ^_^
(Da un pg in particolare che ha espressamente richiesto di essere citato in questo capitolo. U.U)



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Capitolo 24
*** Connessioni - Distanze incolmabili ***


Cap 24 - Distanze incolmabili
Destino inevitabile
Capitolo 24
Distanze incolmabili.


Quando giunsero al negozio dei desideri, bastò loro varcare la soglia per udire la voce di Yuuko-san invitarli a raggiungerla nella solita stanza.
Dopo essersi scambiati una rapida occhiata, i due si avviarono lentamente, ben consapevoli di come la strega fosse solita sapere ogni cosa.
A conferma di quei pensieri trovarono la donna già provvista di bende e cerotti.
«Oh eccovi qui!» Esordì. «Sbrigatevi, non c'è tempo da perdere. Avevo giusto in programma di spiegarvi come aiutarvi in casi come questo.» Esclamò, osservando Doumeki.
Quelle parole sembrarono stuzzicare Watanuki. «Lei mi spia, non è così?» Domandò, puntandola con fare minaccioso.
«Non dire sciocchezze!» Replicò la strega, volgendo lo sguardo in direzione di Doumeki. «E tu... togliti quegli indumenti e vai sederti. O il nostro Watanuki non potrà medicarti.»
L'arciere iniziò a togliersi la giacca, consapevole di non avere molta scelta.. «È proprio necessario?» Tentò. «Sto già meglio.»
«Oh, si che lo è.» Ribadì l'altra. «Watanuki, vieni qui e poni le mani sulla ferita di Doumeki-kun.»
«Pe... perché non lo fa lei, eh?» Protestò l'altro, avvicinandosi all'arciere per eseguire quell'ordine con aria imbronciata.
«Imparerai meglio facendolo che stando a guardare.» Commentò la strega. «Diamo il via alla nuova lezione, ora.» Annunciò in tono solenne. «Oggi renderemo più veloce la guarigione mediante l'energia!»
«Renderò, vorrà dire.» Borbottò Watanuki, sollevando le mani per poi porle sopra la spalla di Doumeki. «Va bene, così?» Domandò poi, senza toccare o guardare il ragazzo, ben consapevole che vederlo a torso nudo lo avrebbe sicuramente distratto.
Yuuko osservò entrambi. «Si, può andare.» Replicò, con voce annoiata. «Cerca di inviargli la tua energia, ora. E avvicina quelle mani, le ferite non mordono sai?»
Imbarazzato da quella precisazione, Watanuki le rivolse un'occhiataccia, andando a sfiorare la pelle dell'altro, per poi concentrarsi fino ad avvertire un leggero formicolio alle dita.
La strega, che intanto aveva osservato con aria compiaciuta l'espressione più sollevata dell'arciere, tornò a guardare Watanuki sospirando amaramente. «Peccato, stando così le cose... Solo tu potrai provare ad inviare energia guaritrice, oggi.»
«Bene!» Dichiarò Watanuki, ormai irritato. «La prossima volta che questo qui tenterà di fare da cena a qualche spirito, mi ricorderò di ferirmi anche io.»
«Idiota.» Replicò Doumeki, in tono neutro.
«Stai dicendo che lo spirito ha cercato di mangiare Doumeki-kun e non te?» Chiese la strega con aria pensierosa.
«È quello che ho detto, si...» Borbottò l'altro. «Quel coso lo avrebbe strangolato, se non avessi urlato.»
«Capisco...» Commentò la donna, andando a sbirciare la ferità dell'arciere. «Bene, direi che per il momento puoi continuare da solo. Io mi allontano un attimo. Fate i bravi» Esclamò in tono malizioso prima di uscire.
Dopo averle borbottato dietro qualcosa di incomprensibile, Watanuki riprese a concentrarsi su quanto stava facendo, lasciando che nella stanza scendesse un innaturale silenzio.
«Ma quanto sangue hai?» Sbottò all'improvviso, stanco di non sentire altro che i loro respiri.
«Meno di quanto ne avessi qualche mese fa.» Rispose l'altro, accennando un sorriso.
A quello le mani del più piccolo si irrigidirono. «Deve esserti diventato anche più fluido allora! Spero non faccia male al tuo cervello.»
«Se mai accadrà, lo scoprirai anche tu.» Dichiarò l'altro in tono impassibile.
Quella risposta, tanto tipica dell'arciere, colpì Watanuki che, stanco per via del flusso costante di energia, si trovò a rispondere con meno rabbia di quanta non ne avesse provata. «E perché dovrei..?»
«Hai il mio sangue, no?» Ribatté l'arciere. Una risposta che finì col ritorcerglisi contro, nel momento stesso in cui ricordò le parole urlategli dal più piccolo qualche giorno prima.
Forse anche per quello si sentiva sporco..? Pensò, incupendosi.
«Puoi fermarti.» Esclamò d'un tratto. «Sto meglio.»
A quello, sempre più stanco, Watanuki si sentì punto sul vivo.
«Ci vuole ancora un po', il sangue inizia a fermarsi adesso.» Replicò, sentendosi sempre più stanco.
Di colpo tutta la stanchezza data dal nuovo esercizio lo privò di ogni forza e, prima di riuscire ad aggiungere altro, si addormentò, la testa contro la spalla dell'arciere.
Avvertitone il respiro sempre più regolare, Doumeki si voltò appena, osservandolo mentre dormiva.

Circa mezz'ora dopo erano ancora lì, uno addormentato con la testa appoggiata sulla spalla dell'altro.
Fu così che li trovò la strega, non risparmiandosi battutine a riguardo.
«Ho forse interrotto un momento romantico?» Domandò, sorridendo, mentre Mokona, entrato dietro di lei, si lanciava rapidamente sulle gambe di Watanuki.
«Oi, svegliati. Ho sete!» Urlò.
Nel vederlo arrivare di corsa, Doumeki si irrigidì appena, prevedendo la crisi isterica che sarebbe venuta all'amico e che, ovviamente, non si fece attendere.
«Eh?!» Urlò infatti il ragazzo ormai sveglio, la cui attenzione andò subito sulla posizione assunta.
«Scu... scusami.» Balbettò, arrossendo e scansandosi dall'arciere. «Certo che anche tu potevi svegliarmi!» Urlò poi, in preda ad un imbarazzo crescente.
«E non urlare.» Protestò l'altro, tappandosi le orecchie.
«Ohoh ma sentitelo» Commentò la strega. «Sei stato tu a crollare su Doumeki-kun. Rassegnati, Watanuki.»
Quelle parole mandarono il ragazzo su tutte le furie. «Non è colpa mia se la lezione mi ha stancato!»
«Giusto!» Puntualizzò quindi la donna. «Parliamo del tuo sonnellino, durante le ore di lavoro.»
A quello Watanuki si alzò di scatto. «Recupero all'istante allora!» Esclamò, avviandosi in cucina.

Rimasta sola con l'arciere, Yuuko si alzò, avvicinandosi al ragazzo.
Ne osservò la ferita con aria soddisfatta, ponendovi una mano sopra e recitando un mantra a fior di labbra.
«Adesso è a posto.» Dichiarò.
L'arciere si limitò ad annuire, alzandosi per poi rivestirsi. Quando fu pronto, tornò a fissare la donna. «Suppongo che per oggi la lezione sia terminata.»
«Si.» Confermò lei. «Stai già andando via?»
L'altro le annuì nuovamente, volgendo lo sguardo in direzione di Mokona che, appena entrato, gli andò subito vicino.
«Watanuki sta per servire il sakè. Bevi con Mokona!» Urlò.
«Magari un'altra volta.» Ribattè l'arciere, avviandosi verso la porta.
«Doumeki-kun...» Lo chiamò la strega, la cui voce si fece improvvisamente più seria. «Stai attento. Di questi tempi credo sia meglio guardarsi anche da ciò che non è visibile.» Dichiarò, senza voltarsi a guardarlo.
Neppure il ragazzo ne sentì il bisogno, annuendo nuovamente per poi uscire.
In quel mentre anche Watanuki uscì dalla cucina, portando con sé un vassoio carico di stuzzichini ed, ovviamente, del sakè.
«Oh...» Disse, fermandosi di colpo alla vista dell'arciere. «La... spalla?» Domandò.
«È a posto.» Fece lui, senza neppure fermarsi.
«Vai via, allora?» Domandò il più piccolo, fissandolo con espressione triste.
«Già...» Mormorò l'altro. «A domani» Disse poi, chiudendosi la porta alle spalle.
Ancora fermo nel corridoio, Watanuki continuò a fissare la porta, lo sguardo tristissimo.
Doveva farsi coraggio però, se ne rendeva conto. Così, dopo un profondo respiro, decise di tornare da Yuuko-san, entrando e posando il vassoio sul solito tavolo.
La strega lo fissò per un lungo istante. «E dimmi...» Esordì, indicando un bicchiere. «Come mai uno in più? Hai deciso di darti all'alcol?» Domandò ironica.
«Era per quell'idiota.» Borbottò il ragazzo, evitando lo sguardo della donna.
«Oh... capisco.» Fece lei, con aria quasi annoiata. «Lo sai che sarebbe rimasto se non pensasse che lo detesti, vero?»
Quelle parole colpirono dritto al bersaglio. «Lo so...» Rispose l'altro in un'alzata di spalle. «Va bene così...»
La strega lo squadrò in silenzio per qualche istante, bevendo un sorso del suo sakè. «Ne sei davvero convinto?» Domandò poi. «Ricorda che ogni parola non detta può creare distanze incolmabili.»
«Lo so...» Fece l'altro, sorridendole tristemente. «È per questo che mi va bene.» Disse infine, avviandosi verso la porta.
«Sei uno zuccone.» Lo sgridò la donna. «Spero solo tu lo capisca prima che sia troppo tardi.» Commentò a sé stessa, fissando con aria triste il proprio bicchiere.



Rieccoci qui ancora una volta...
Ventiquattro capitoli e ancora siamo ad un quarto della storia. Hem... ma dove andate? *osservano le lettrici che si danno alla fuga*
Susu, in fondo passano in fretta no? ^^" Coooooomunque. Questo messaggino apparentemente inutile giunge per informarvi che il momento tanto atteso è ormai alle porte. Preparatevi dunque perchè dalla prossima settimana sperimenterete il tanto citato angst!
Ed ora, via con la posta alle lettrici!

Naco chan: Notiamo con piacere che il tuo lato "leggo e prevedo quel che leggerò" è sempre all'erta. Non ti diremo su cosa però. :P
Che altro aggiungere se non che... si, ci saranno diversi risvolti, speriamo che siano di tuo gradimento. ^_^

Nya: Eh, chissà chi saranno questi nuovi arrivati...
Ma perché non ci crede nessuno quando diciamo che sono solamente delle innocue comparse? *fischiettano*
Comunque, siamo gentili, per ringraziarti del tuo fedele seguirci, ti diciamo che con una delle opzioni che hai dato, hai indovinato la verità...
Senza dirti quale!
*scappano ridendo maleficamente*

Yusaki:
Ci eri mancata. Sob.
E' vero comunque. E' il caso di ammetere che quella di essere un vero amico è l'uni... hem una delle taaaaante (ma dove?) doti di Watanuki.
Speriamo di cuore che anche questo capitolo ti sia piaciuto. ^_^

WYWH: Non ci piace far angstare e incasinare i personaggi per far star male i lettori, no no. (nooo.... per niente NdPoveriPersonaggiSfruttati)
Solo che la storia deve avere un senso di esistere, e senza angst non c'è amore! U.U
E dato che noi alla coppia formata da Watanuki e Doumeki ci teniamo, li facciamo stare male il più possibile. Per l'amore!
Grazie di seguirci ancora, comunque... peggiorerà, l'angst, da ora in poi :P
E grazie tante per gli auguri, cara! (by Hari)

LawlietPhoenix: Ahahah Naku non riscontra molti consensi neppure tra noi. Per quanto dobbiamo ammettere che non le mancano le uscite vincenti.
Ma questo avrai modo di vederlo con i tuoi occhi, continuando a seguirci.

Witch of the Dimensions: I nuovi capitoli vanno 'in onda' tutte le domeniche sera sul tardi, molto tardi, quindi si, questo capitolo lo troverai online lunedì! ^.^
Comunque, i punti di domanda fanno bene: Migliorano l'arguzia (devi cercare di risolverli e scervellarti), migliorano il fisico (la tensione per il 'che succederà?' fa dimagrire :P) e migliorano... la trama!
Siamo quindi ben contente di lasciartene diversi!
E si, anche a noi quella ragazza sta simpatica... ogni tanto :P
Grazie per le bellissime parole, come al solito, continua a seguirci ed avrai le tue risposte! (... prima o poi.)

Arrivederci con il prossimo capitolo. ^_^


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Capitolo 25
*** Connessioni - Ancora incubi ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 25
Ancora Incubi


Si trovavano sotto il solito albero di ciliegio.
Lui e Doumeki, da soli.
Sollevò il viso, adocchiando l'arciere, mentre il venticello primaverile andava a scompigliargli i capelli.
«Hei!» Esclamò, nel vedere il compagno intento a mangiare dal suo bento.
L'altro lo ignorò volutamente, costringendolo a picchiettargli la mano con le bacchette. «Hai già il tuo, idiota!» Disse, con fare imbronciato. «E vedi di mangiarlo! Ho faticato per farlo.»
Per tutta risposta l'arciere gli sfiorò le labbra, baciandolo, mentre con un occhio aperto osservava attentamente il pranzo dell'altro, rubandogli un polipetto di wurstel.
Si scansò appena dal bacio, mangiando come se nulla fosse, sotto lo sguardo imbarazzato e via via sempre più piccato dell'altro.
«Hei!» Gli urlò il più piccolo. «Cosa fai così, in pubblico!»
Un attimo dopo i suoi occhi blu captarono il furto appena avvenuto. «Tu!» Iniziò, sbracciandosi. «Stai con me solo per il cibo. Ammettilo! Ed io che invece ti amo!» Si lamentò rumorosamente, voltandosi dall'altra parte, per mettergli il broncio.
Si sentiva bene, tanto.
Sembrava tutto perfetto.
Poi, all'improvviso, scorse un'ombra.
«Che..?» Fece, voltandosi verso il compagno.
Di colpo l'atmosfera sembrò mutare sotto l'ombra sempre più grande e avvolgente.
Spaventato, Watanuki saltò in piedi, distanziandosi da Doumeki di appena due passi.
In quel preciso istante, l'ombra saettò in direzione dell'arciere.
Un movimento rapido, quasi invisibile, che congelò il più piccolo sul posto, impedendogli di avvertire l'altro, intento a fissarlo, ignaro di quanto stava accadendo.
Poi qualcosa sembrò colpirlo da dietro, avvolgendolo in un lampo di luce nera, per poi sparire così come era arrivata, lasciando al suo posto il corpo senza vita dell'arciere.
Improvvisamente capace di muoversi, Watanuki gli corse accanto, prendendolo tra le braccia.
«Shizuka!» Urlò, scuotendolo leggermente.
«Non morire... Non morire, ti prego...»


xXx

Era appena arrivato al solito albero, seguito dagli altri.
Quando vide Watanuki, sdraiato ai piedi dal maestoso ciliegio, l'ansia lo colse in pieno, obbligandolo a correre verso il compagno, per rilassarsi nel momento in cui capì che l'altro stava semplicemente dormendo.
Poi quelle parole.
"Non morire..?"
Era evidente che si trattava di in incubo.
«Oi... Watanuki.» Disse, piegandosi sulle gambe per scuoterlo, al fine di svegliarlo.
«Ti prego...» Lo sentì ripetere.
«Watanuki, svegliati!» Continuò.
E finalmente il più piccolo aprì gli occhi, ancora velati di sonno. «Tu... stai bene?» Domandò, incredulo.
Quella domanda sembrò stupire l'arciere, lasciandolo senza parole.
In assenza di una risposta, Watanuki continuò ad osservarlo per poi abbracciarlo. «Sei vivo!» Esclamò con voce tremante.
Quella reazione, tanto atipica, preoccupò il più grande che, dopo averne ricambiato la stretta, si scostò fissandolo seriamente. «Che ti prende, è successo qualcosa?»
Resosi improvvisamente conto di essere ormai fuori da uno dei tanti incubi, che ultimamente sembravano non lasciargli tregua, Watanuki sciolse l'abbraccio, scostandosi di colpo dall'arciere. «Io... era solo un sogno.» Mormorò, arrossendo. «Scusami...»
Davanti a quell'ammissione, Doumeki si fece pensieroso. «Stavi sognando... me?» Chiese poi.
Il ragazzo tornò a fissarlo per qualche istante, incerto su cosa rispondere. «Beh... non solo... te.» Disse poi, tornando a distogliere lo sguardo.
Doumeki fece per ribattere, ma l'arrivo improvviso di Nakuru lo obbligò a rimandare.
«Hei!» Strillò la ragazza, ferma dietro di loro, con le braccia incrociate. «Posso sapere cosa sta succedendo, qui?» Domandò, con fare imbronciato, per poi aggrapparsial braccio dell'arciere. «Uffa! Te ne sei andato di colpo, prima!» Protestò, ignorando del tutto la presenza di Watanuki. «Cosa avevi visto? Qualcosa di importante?»
«Nulla.» Rispose lui, irrigidendosi appena. «Mi ero sbagliato.» Dichiarò, andando a sedersi seguito dalla ragazza, proprio nel punto da lui occupato nel sogno del compagno.
Seguirono sguardi tesi tra Nakuru e Watanuki che, vagamente ripresosi, consegnò il pranzo a Doumeki per poi sedersi poco lontano.
In quel mentre giunse anche Santsuki, che era rimasto ad osservarli qualche metro più indietro.
«Hei Wata-kun...» Esclamò il giovane. «Succedono spesso queste cose? State insieme?» Chiese, indicando lui e Doumeki.
«Cosa?!» Esplose il più piccolo, avvampando per l'imbarazzo. «Non dire più una cosa simile!» Sbottò, piccato.
«Senti tu!» Lo riprese Nakuru. «Non hai risposto! State insieme o no?»
Watanuki aprì bocca per rispondere, interrotto, per sua fortuna, dal saluto affannato di Himawari.
«Scusate il ritardo.» Esordì la ragazza con un piccolo inchino.
Lieto di vederla, Watanuki le andò vicino, porgendole il suo bento.
«Hime-chan...» La salutò Giku, osservandola mentre andava a sedersi di fianco a Watanuki, per poi iniziare a mangiare.
«Sai, pensavo di ritrarti insieme a Shizu-kun... Se non è un problema.» Dichiarò, osservandola.
«Cosa?!» Urlò Watanuki. «Un ritratto con... Hey! Smettila con questi nomignoli!» Sbottò.
Giku rise, divertito dai movimenti concitati dell'altro. «Scusami, Wata-kun, ma non sono bravo con i nomi.» Lo sguardo tornò nuovamente sulla ragazza. «Allora?»
Himawari sembrò pensarci, volgendo un rapido sguardo su Doumeki che, ricambiatolo, si limitò ad annuire. «Se ci tieni...» Fece, in tono leggermente esitante. «Va bene.»
Per tutta risposta, Giku le sorrise, proprio mentre Nakuru si sollevava, chiedendo a Doumeki il permesso di chiamarlo anche lei per nome.
Quella richiesta attirò l'attenzione di Watanuki che, contrariato, lo vide annuire.
«Evviva!» Urlò lei soddisfatta. «Giku! Perchè non ci ritrai insieme?» Continuò, avvinghiandosi all'arciere.
«No. Smettila di chiedermelo.» Replicò il ragazzo, senza degnarla di un solo sguardo.
Himawari si trovò a sorridere e, sollevato dalle parole di Giku, Watanuki si trovò a pensare che, forse, non era proprio antipatico.
In quel mentre, stranamente estraneo a tutto quel parlare di lui, Doumeki richiuse il suo bento, staccandosi dalla presa della ragazza per poi alzarsi e raggiungere Watanuki. «Posso parlarti?» Domandò, porgendogli la scatola del pranzo.
Il più piccolo si limitò ad annuire, alzandosi, sotto lo sguardo curioso di Himawari e quello improvvisamente adirato di Nakuru.
Tra tutti, solo Giku sembrò non prestare molta attenzione, attirando per questo lo sguardo di Watanuki.
«Andiamo!» Dichiarò quindi l'arciere, afferrandolo per un braccio, per poi trascinarlo verso un luogo più appartato.
«Hei!» Urlò Nakuru. «Insomma, perché perde tempo con quello?» Domandò, rivolgendosi a Giku.
«Tanto non hai speranze. Lascialo in pace.» Ribatté questi, sollevando lo sguardo su Himawari.
«Posso fare uno schizzo preparatorio, Hime-chan?» Domandò.
«Si, ok...» Commentò, osservando quanto l'arciere fosse distante da loro. «Magari aspettiamo che torni Doumeki-kun...»
«Oh, non preoccuparti.» Fece lui, iniziando a tratteggiare sul foglio. «Posso iniziare con te e con lo sfondo.» Spiegò. con aria concentrata.
Himawari annuì leggermente, restando in silenzio per un po'.
I suoi amici sembravano occupati e avere lo sguardo accigliato di Nakuru su di sé non l'aiutava a rilassarsi, pensò.
«Scusami!» Esclamò d'un tratto, saltando in piedi come era solita fare in quei casi. «Ho dimenticato che ho delle fotocopie da fare. E se non corro, farò tardi.» Mentì, notando l'espressione poco convinta di Giku. «Non offenderti e... scusami anche con gli altri, ok?»
Il ragazzo si limitò a fare spallucce, guardandola andar via.
«Anche tu non sembri avere speranze.» Ridacchiò Nakuru.
«Già... io sono fortunato, però.» Ribatté l'altro, sospirando per poi concentrarsi sul disegno.

xXx

Si erano allontanati senza dare spiegazioni agli altri, andando verso un grosso albero, poco distante ma abbastanza appartato da dar loro la certezza di non essere visti o uditi.
«Allora?» Domandò Watanuki. «Cosa dovevi dirmi?» Domandò, sempre più curioso.
«Cosa hai sognato?» Chiese l'altro, fissandolo dritto negli occhi. Uno sguardo tanto intenso da spingere il più piccolo a distogliere il proprio.
«Nulla che ti possa interessare.» Dichiarò.
«Mi prendi per stupido?» Fu la dura replica dell'arciere.
Watanuki lo fissò, vagamente stupito dalla rabbia, appena percepibile ma chiaramente presente, nell'altro.
«Non ti riguarda!» Sbottò poi.
Stufo di sentir scuse, Doumeki mosse un paio di passi verso di lui, obbligandolo ad indietreggiare verso l'albero che aveva alle spalle.
«Hai detto che c'ero in quel sogno.» Esclamò quindi, allungando un braccio contro il tronco del ciliegio. «Mi hai detto di non morire. Mi hai abbracciato. Perché?»
Improvvisamente in trappola tra l'albero e l'arciere, Watanuki si sentì perso. «Io... non ricordo.» Mormorò, distogliendo prontamente lo sguardo.
«Watanuki...» Lo chiamò il più grande, in tono basso. «Non te lo ricordi o non vuoi dirmelo?» Domandò poi.
Il viso dell'arciere era tanto vicino al suo da impedirgli ogni ragionamento.
«Sto parlando con te.» Continuò l'altro. «Perché mi hai abbracciato?»
Era così... bello.
Quel pensiero, sommato alla vicinanza improvvisa e alla gelosia provata poco prima, fu semplicemente troppo.
«Tu...» Watanuki prese un respiro, tornando a guardarlo con espressione malinconica. «Devi starmi lontano, Doumeki.»
«Perché?»
«Fallo e basta.» Replicò, forzandosi di mantenere uno sguardo fermo.
Quelle parole, per quanto dolorose, sembrarono spingere l'altro a continuare. «Non mi hai ancora risposto.» Disse, avvicinandosi tanto da sfiorarlo con il corpo. «E non ti sto lontano, che ti piaccia o meno.» Dichiarò, fissandolo con espressione dura.
Watanuki chiuse nuovamente gli occhi, sperando che quel gesto bastasse a cancellare il dolore che stava provando. «Non...» Era incredibilmente difficile parlare e, nel farlo, non si accorse si una piccola lacrima che sfuggì al suo controllo. Riaprì gli occhi poco dopo, incurante di averli lucidi. «Sono un pericolo per te. E... non ti voglio sempre intorno. Ti detesto!»
Invece di allontanarsi, l'arciere lo fissò in silenzio per qualche secondo, poggiando l'altro braccio contro l'albero, bloccandolo. «Non mi interessa se mi odi. Non cambierò idea.»
Era così vicino che, per un attimo, Watanuki si trovò a socchiudere gli occhi, desiderando solo di sentire quelle labbra sulle sue. «Ti odio...» Mormorò. «Sei irritante... e stupido. Vattene.»
A quelle parole, l'arciere si scostò, se pur lentamente, celandosi in un triste silenzio.
Ancora scosso per quel contatto tanto ravvicinato, Watanuki rimase immobile, trattenendo il respiro e serrando gli occhi per un lasso di tempo che sembrò andar oltre il suo controllo.
Fu solo quando il calore dell'altro gli venne a mancare che li riaprì, vedendolo allontanarsi.

 
Rieccociiii!
Allora, piaciuto questo primo assaggio di angst? Speriamo di si visto che è solo l'inizio. ^_^
Ma evitiamo inutili anticipazioni e lanciamoci nel pieno delle risposte ai vostri, come sempre graditissimi, commentini.


Nya: Eh si, l'energia può essere utilizzata per diversi scopi, ma… come detto qualche capitolo fa… non ci assumiamo responsabilità su quanto scritto. ^_^
Si sa che calarsi in ciò che è clampico ha sempre seri effetti collaterali.
Piaciuto il primo accenno di angst?

Naco chan: Condividiamo la tua frustrazione, ma purtroppo 'the show must go on' :P
E gli aiuti che darà Yuuko-san, diciamo che sarano, per certi versi, più dannosi che utili... sul momento.
Ci sarà da vedere alla fine se saranno utili o meno, e quale è il suo scopo, chissà?
:P Lo scoprirai solo leggendoci!

Eiden: Oh allora grazie di cuore. ^_^
Ci ha fatto molto piacere quanto hai scritto e siamo felici di sapere che quello che scriviamo piace.
Andando alla recensione. Ci chiedi se impareranno? Guarda, nutriamo seri dubbi per Watanuki, ovviamente. XD
Ma ma ma… non dire così. Noi confidiamo nelle clamp e stiamo preparando dei biglietti minatori da inviare loro. Si insomma ci fidiamo ma preferiamo essere previdenti. ^_^

LawlietPhoenix: Grazie ancora per i complimenti! E i tuoi 'accidenti', beh, temiamo che potrebbero avverarsi... non per quello portandoli a parlarsi di più a vicenda!
Comunque, si inizia qui con l'angst, ed in questo capitolo capiamo cosa sta perseguitando Watanuki ultimamente... Povero cucciolo.
Ma l'Hitsuzen comanda :P

Witch Of The Dimensions:  Eh di capitoli tristi ce ne saranno parecchi d'ora in avanti, speriamo siano anche adorabili. ^_^
La tua domanda comunque è più che pertinente, anche noi continuiamo a chiederci il motivo per cui Watanuki non si confidi con Yuuko. La risposta? E' troppo scemo. XD
Scherzi a parte. Vedrai… magari l'hitsuzen ci mette lo zampino. Chissà…

SailorYuko: Bentornata! No, siamo felicissime di riaverti in effetti! Anche se, ovviamente, non è che ti puntiamo un fucile alla tempia per farti recensire...
Ok, Doumeki dice che eventualmente ci presta l'arco :P
Siamo contente che ti continui a piacere questa storia, comunque ^.^
Continua a seguirci!

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Capitolo 26
*** Connessioni - Un ospite non del tutto gradito ***


Nb. Le streghe vi invitano a leggere le note successive al capitolo. Indispensabili per la sopravvivenza dei vostri neuroni già vessati dalle altre streghe (le clamp.) :P

Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 26
Un ospite non del tutto gradito.

La stanza allestita da Yuuko-san era sgombra da ogni possibile fonte di distrazione.
Al suo interno vi erano due piccoli divanetti, un tavolino spesso utilizzato per riporvi piccoli stuzzichini, ed una lavagna che la strega si divertiva a riempire di disegni spesso inutili ed incomprensibili.
Non vi era alcun motivo per desistere dal sostare in quel luogo al fine di meditare. La strega si era occupata perfino di purificare ogni angolo, eppure, nonostante fosse in ginocchio ormai da quasi un'ora, Watanuki non riusciva a portare a termine il suo esercizio che, quel giorno, consisteva nel ripetere lo scambio energetico, precedentemente imparato, ad una distanza che per lui sembrava essere insormontabile.
Un problema del tutto estraneo a Doumeki che, a qualche centimetro da lui, continuava ad inviargli un flusso continuo e bilanciato di emozioni difficili da sopportare.
«Come cavolo fai..?» Protestò ad un tratto il più piccolo, stanco di continuare a tentare senza alcun risultato.
«Mi concentro.» Spiegò l'altro nel classico tono incolore.
A quella risposta Watanuki aprì bocca per replicare, fermandosi subito dopo nel notare l'arrivo di Yuuko-san.
«Voi due!» Esclamò la donna con fare iroso. «Chi vi ha detto di mettervi a chiacchierare!»
Il più piccolo la fissò senza capire. «Yuuko-san... sta... bene?» Domandò esitante.
«No!» Ribatté lei contrariata. «Abbiamo visite. E temo non saranno affatto gradite!»
«Eh?» Replicò l'altro, senza capire.
«Vai ad aprire!» Gli ordinò la strega, lasciandosi cadere stancamente sulla poltroncina posta di fianco alla lavagna.
Seppur contrariato dall'improvviso cambio di programma, Watanuki eseguì quanto ordinatogli, lasciando la stanza per avviarsi verso l'ingresso.
«Buon pomeriggio!» Esordì spalancando la porta, in attesa di scoprire l'identità del nuovo cliente.
Quanto vide, però, lo bloccò sul colpo.
«Cos...» Mormorò, sorpreso.
«Buon pomeriggio a te... Kimihiro-kun!» Esclamò il nuovo ospite.
Per tutta risposta il ragazzo continuò ad osservarlo. «Lei... chi è?» Domandò infine.
«Un vecchio amico della padrona di casa, direi...» Rispose l'altro, sorridendogli divertito. «Mi porti da lei?»
Senza ribattere Watanuki si voltò, facendogli strada, muovendosi quasi meccanicamente per fermarsi davanti al gradino dove diverse pantofole erano pronte ad accogliere eventuali clienti.
«Lei... è stato qui spesso?» Domandò poi, nel vedere come l'uomo sembrasse perfettamente a suo agio in quell'ambiente, solitamente tanto ostile per chi vi era appena arrivato.
«Abbastanza spesso.» Replicò lui, sorridendogli. «E tu? Lavori per la vecchia arpia?» Domandò con fare complice.
Quelle parole strapparono un sorrisetto al più piccolo. «Si... Cioè io ho... ho da pagare un debito ma...» Si fermò, continuando a studiarlo. «Lei... come fa a saperlo?»
«Perché la conosco...» Concluse l'altro, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. «Mi trovi strano?» Domandò poi.
Watanuki arrossì visibilmente. «No! È che... ci somigliamo.» Dichiarò semplicemente, sperando che una tale affermazione non suonasse in qualche modo offensiva.
L'altro si limitò a sorridere gentilmente ed, in quel mentre, un pensiero sembrò attraversare il ragazzo. «Lei... è stato lei ad andare a trovare Doumeki... ieri mattina?» Chiese, quindi.
Davanti a quella domanda, l'uomo ridacchiò. «Doumeki... è un tuo amico?»
«Co...» Watanuki si limitò ad abbassare lo sguardo, incerto su cosa rispondere. «Non direi, no.»
«Strano... avrei detto il contrario.» Ribatté l'altro, tornando a muoversi con estrema disinvoltura, diretto verso la stanza dove Yuuko-san e Doumeki stavano effettivamente aspettando.
«Aspetti!» Lo chiamò Watanuki, raggiungendolo nel momento in cui l'altro si era appena fermato dinanzi alla porta.

Intanto, nella piccola aula, creata per quegli esercizi speciali, la strega si era rialzata, misurando la superfice della stessa, sotto lo sguardo attento dell'arciere intento a bere un tè.
«Yuuko!» Dichiarò l'uomo, sorridendo allo sguardo glaciale dell'altra. «Come va, vecchia stregaccia?»
«Tu!» Esclamò lei, fissandolo con occhi infuocati. «Bastardo occhialuto!»
«Oh, ti ricordi ancora di me, dunque.» Ribatté l'altro, senza curarsi dei toni accesi dell'altra. «Nonostante i tuoi anni, la tua memoria funziona ancora bene, vedo.»
Quelle parole sembrarono indispettire la strega che, tuttavia, cercò di incassare il colpo, rispondendogli a tono.
«E dimmi, come si sta a tornare indietro vivendo come un marmocchio per più di trentanni, eh?»
Stranito dallo scambio di battute tra i due, Watanuki decise di avvicinarsi a Doumeki. «È lui il tizio che ti ha fatto visita?» Domandò a bassa voce.
L'arciere si limitò ad annuire, proprio quando, distratta dalla voce del suo dipendente, Yuuko-san si voltò a fissare entrambi con espressione piuttosto alterata.
«Che avete da guardare, eh? Esercitatevi!»
Nel sentire quel tono, Watanuki si mosse all'istante, fermato per un braccio da Doumeki.
«L'energia è inquinata.» Lo sentì dire.
Aspettandosi il peggio, il più piccolo si voltò lentamente verso la strega che, stranamente, sembrò accettare la risposta dell'altro, invitandoli ad accomodarsi sui divanetti.
Un attimo dopo, seduti uno di fianco all'altro, Watanuki la vide riprendere l'animata conversazione con il nuovo arrivato.
«Allora, Yuuko-chan...» Esordì Eriol. «Cosa stai insegnando a questi due baldi giovani?»
«Non sono affari che ti riguardano!» Ribatté l'altra, facendosi improvvisamente attenta. «E tu..? Che sei venuto a fare?»
«Oh... un'amico comune mi ha chiesto di portarti una persona... Così sono venuto per stabilire una data.» Dichiarò serafico. «Proprio come facevo un tempo per i nostri appuntamenti...»
A quello, le guance della strega si imporporarono appena, un'immagine che colse i due giovani osservatori alla sprovvista.
Se quel rossore fosse dovuto all'imbarazzo, alla rabbia o ad altro, sembrava però troppo difficile da appurare.
«Tu...» La sentirono sibilare subito dopo. «Non osare tirare in ballo i tempi andati, mai più!» Esclamò a denti stretti.
Per un attimo la tensione sembrò avvolgere l'intera stanza, provocando un lieve malessere in Watanuki.
«Dì pure al tuo amico che mi ricorderò di questo scherzetto!» Riprese infine la donna, moderando, seppur di poco, i toni.
«Lui non poteva. Per questo motivo ha chiesto a me di portartelo.» Dichiaro Eriol, facendosi improvvisamente serio. «Si tratta di un desiderio importante, Yuuko.»
Il lieve cambiamento sul volto dell'uomo sembrò placare la strega, che si trovò costretta a considerare quanto appena esposto.
«Proprio per questo non capisco la scelta di affidarlo a te. Ad ogni modo...» Continuò, assumendo il tono professionale che Watanuki riconobbe all'istante. «Se ha un desiderio... portalo qui domani, ed io vedrò di ascoltarlo.»
Soddisfatto, Eriol annuì. «Lo farò. A domani allora, Yuuko-chan...» Disse, fermandosi sulla porta per sorridere agli altri due, che, ancora imbarazzati per quanto avvenuto quel giorno, si erano limitati ad ascoltare i due adulti, rivolgendosi diversi sguardi furtivi, carichi di domande destinate a rimanere senza risposta.
«Dannazione a lui, è anche identico!» Borbottò la strega. «Bene, ricordatevi questa lezione!» Commentò, indicando la porta dalla quale era uscito l'uomo. «Come non si dovrebbe mai essere. Uno stupido, bastardo occhialuto!»
Nell'udire quel commento, ancora intento a fissare l'arciere, Watanuki si riscosse, alzandosi di colpo.
«Vado a cucinarle qualcosa!» Dichiarò quindi, allontanandosi da quella stanza e da Doumeki.
Ancora adirata, la strega si limitò ad annuire, rivolgendo un cenno di saluto all'altro ragazzo che prese le sue cose si alzò, congedandosi.
Per quel giorno aveva avuto fin troppi contatti con Watanuki e, date le continue esternazioni di odio da parte dell'altro, preferiva stargli alla larga, almeno quando lo riteneva al sicuro.


Vi chiediamo un paio di minuti per leggere due righe indispensabili alla comprensione dei successivi capitoli. ^_^
Destino Inevitabile è una saga nata diversi mesi fa, ovvero quando ancora non si era a conoscenza di molte cose appartenenti alla storia di Holic così come a quella di Tsubasa.
Nonostante, mese dopo mese uscissero i vari capitoli, utili a porre delle modifiche a quanto scrivevamo, la scelta fu quella di seguire una via parallela, e questo perché pur volendo rendere storia e personaggi il più possibile Ic, avevamo voglia di qualcosa in grado di soddisfare i nostri animi di fangirls frustrati dalle Clamp. XD
Inoltre c'era da considerare il problema spoiler che avrebbe costretto chi segue la sola edizione italiana a sospendere la lettura di Destino Inevitabile. Cosa che ci sarebbe spiaciuta parecchio. U.U
Così… ecco le piccole note che dovete tenere a mente e che con l'andare del tempo verrano incrementate, onde evitare di spolverare qualcosa di Holic o di Tsubasa.

1) Ci sembrava carino mantenere un filo conduttore tra xxxHolic e Ccs, di contro, come molti sapranno ci sono diversi punti che stridono per l'attuale mancanza di spiegazioni da parte delle Clamp.
Per dare un senso poco logico e molto clampico alla storia ci siam prese il diritto di stabilire che Holic è ambientato temporalmente nella stessa dimensione e che Sakura e Shaoran di Ccs siano effettivamente i genitori di Watanuki che ad un certo punto si troveranno dentro il tubo per salvare il proprio figlio che andrà a Clow dando vita alla serie di Tsubasa. Il resto delle nostre supposizioni verrà esposto col tempo al fine di non svelare cose spoiler per chi segue la versione italiana.

2) La regola di persone uguali ma diverse (derivanti dalla stessa anima) presenti in altre dimensioni rimane inalterata ad eccezione di Yuuko e Clow. Di loro non ci sono repliche di alcun tipo. :P
Bastano ed avanzano in unica copia! XD
Eriol è quindi lo stesso che si vede in CCS ed al contempo è il Clow di Tsubasa.

Per il momento questo è quanto vi basta per comprendere i nostri scleri.
Sperando di non avervi dato motivo per darvela a gambe, vi consigliamo di passare tra qualche giorno. Potreste trovare una sorpresina che pur scollegata da questa storia farà piacere alle fan della coppia DouWata.  ^_^

Ed ora... largo alle vostre recensioni! ^_^


Eiden: Oh ma l'angst è appena accennato, ancora. ^^"
Susu, vedrai che prima o poi uno dei due capirà che è il caso di darsi una mossa. E se non accadrà, ci penseranno le streghe a fargli capire come funziona.
Gazie come sempre per i tuoi commenti alla fanfic. ^_^

Nyah: Ciao! Oh, un'altra che ama l'angst quanto noi! Non preoccuparti, non sei da sola ad amare l'angst ed aspettare che cresca vertiginosamente...
Se non ci piacesse non avremmo scritto questa fanfiction!
Comunque, purtroppo temiamo che Doumeki pensi davvero che Watanuki lo odi, dopotutto gliel'ha detto più di una volta.
E per quanto riguarda chi è preso di mira e come, e se c'è qualcuno che effettivamente prende di mira... dovrai aspettare lo sviluppo della trama! *ridono sadicamente*
Continua a seguirci, e non preoccuparti per questo capitolo, ricordati più che altro che ogni singola briciola ha un significato, in questa storia...

WYWH: Anche noi ci speravamo… Tanto. Ed invece... ;_;
Ma non disperiamo! Presto o tardi, qualcosa sicuramente accadrà! XD
Siamo liete comunque di saperti attaccata alla fanfic. ^_^

Thyahiel: Ma bentornata! Siamo ben felici di rivederti sui nostri schermi ^.^ Speriamo che il tuo computer recuperi, anche se, personalmente, non consigliamo di affidarci alla Strega delle Dimensioni... rischi di avere con lei un debito epocale.
*Scappano, rincorse da Watanuki, sotto comando di Yuuko sdraiata sul solito divano a bere sakè*
Comunque!
Beh, Watanuki è ovviamente uno che fa salire più irritazione che altro, considerando com'è messo normalmente... prima in totale negazione dei suoi sentimenti, ora che si comporta invece da più idiota del solito... ah, povere noi.
Ci uniamo alla camomilla... ed alla nutella anche.
Alla prossima!

Naco chan: Oh Doumeki ogni tanto si avvicina anche alla comprensione… il problema è che Watanuki è come dire… idiota? XD Ed ogni volta non fa che dire o agire in modo da farlo ricredere. ^^""""
Quanto agli aggiornamenti… noi siamo streghe. Il Natale non ci rende più buone, lo siamo sempre ^_^
Infatti tra qualche giorno potreste trovare una sorpresina. ^_^

Witch of the Dimensions: No, no, ti assicuriamo che siamo tutte e due umane, beh, più o meno! Nessuna incarnazione di Yuuko presente, anche se chi tra le due la ruola, lo fa splendidamente!
Ed è Lay ^.^
Ma tu, comunque, non suggerire alla strega prezzi da pagare... sia mai che stia ascoltando e li voglia riscuotere sul serio.
Comunque, se postassimo troppo spesso, sicuramente non verrebbero affatto capiti i capitoli... devi sapere che per quanto corti, sono tutti significativi, soprattutto d'ora in poi!
Quindi... drizza le orecchie (gli occhi...?) e presta ben attenzione!
Daltronde, ci fa piacere sentirti dire così bene della nostra storia, grazie mille ancora una volta!

SailorYuko: Grazie per le due recensioni ^_^
Siamo liete e commosse. Yuuko ringrazia per i complimenti.
Speriamo di rileggerti presto! ^_^

Lawliet Phoenix: Grazie degli auguri, ricambiamo pienamente con un "Happy Yule"!
Comunque, per quanto sia irritante, non impiccarci Nakuru! Ci serve!
Ti assicuro che sopportarla farà, beh, molto bene al tuo umore... più avanti.
Grazie ancora, ed alla prossima settimana!


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Capitolo 27
*** Connessioni - Bacio rubato ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 27
Bacio rubato.

Dopo quanto avvenuto davanti al grande albero, la pausa pranzo sembrava aver perso parte della sua pacata tranquillità, minacciando di diventare un momento da temere anche più dei compiti in classe.
Era questo il pensiero di Watanuki, ancora immerso nel breve scambio di battute avvenuto tra lui e Doumeki il giorno prima.
Avrebbe voluto evitarsi simili scene, pensò, avvicinandosi al solito punto con i bento-box tra le mani.
Ad attenderlo trovò solo Giku, seduto con il proprio pranzo e l'inseparabile album da disegno.
«Voi tre mangiate sempre insieme?» Domandò il ragazzo con aria distratta.
«Si...» Fece l'altro, fermandosi all'arrivo di Himawari che, notata la presenza di Giku, sembrò adombrarsi per un attimo, salvo tornare subito dopo quella di sempre.
«Himawari-chan!» La salutò Watanuki, porgendole il bento-box e prendendo posto al suo fianco.
«Ciao Watanuki-kun!» Esclamò la ragazza, sistemandosi sull'erba. «Santsuki-kun ciao.»
Al saluto dell'altra, il ragazzo sollevò lo sguardo dal suo album, rivolgendole un sorriso sincero. «Hime-chan... stai bene?» Domandò, salutando con un cenno l'arrivo di Doumeki e Nakuru.
Nel vedere i due nuovi arrivati particolarmente vicini, Watanuki si adombrò visibilmente.
«Scusateci!» Esclamò intanto Nakuru. «Ero impegnata con Shizuka. Oggi è venuto a vedermi mentre mi allenavo con l'arco.» Esclamò sorridendo.
«Spero che tu non ti sia messo a tirare in quelle condizioni.» Si intromise Watanuki, approfittandone per porgergli il bentobox.
«Oh, e sei riuscita a prendere il bersaglio, Naku-san?» Domandò Giku.
«Una volta!» Dichiarò la ragazza, incrociando le braccia sul petto, con fare stizzito.
Preoccupata per l'espressione cupa di Watanuki, anche Himawari decise di dire la sua, voltandosi in direzione di Doumeki. «Davvero sei andato a vederla? È ancora presto per riprendere gli allenamenti...»
«Ero andato dal prof per dirgli che riprenderò settimana prossima.» Spiegò l'arciere, sedendosi ed iniziando a mangiare. «L'ho incontrata e siamo venuti qui insieme.»
«Settimana prossima?» Commentò la ragazza, facendosi pensierosa. «Non è presto?» Domandò poi.
«Oh!» Si intromise Nakuru. «Ci penserò io a tenerlo d'occhio»
Nel sentirla parlare a quel modo, Watanuki si dedicò al proprio pranzo, sperando così di distrarsi da quella conversazione sempre più fastidiosa.
«Sembri particolarmente affamato oggi.» Constatò Giku, intento ad osservare la scena.
«Oh... vuoi assaggiare?» Domandò l'altro.
A quello, il ragazzo fissò il pranzo di Watanuki. «È commestibile?» Domandò, attirandosi uno sguardo inceneritore da parte di Doumeki.
«Oh, certo che si!» Ribattè Himawari.«Watanuki-kun è bravissimo a cucinare qualsiasi cosa.» Continuò sorridente.
«Per me ha tutto un'aspetto strano.» Commentò il ragazzo. «Ma ne assaggerò uno.» Disse poi, prendendo un'onigiri e assaggiandolo. «È... strano. Preferisco il bacon.» Dichiarò.
«Oh sono certa che Watanuki-kun potrebbe prepararti un ottimo pranzetto inglese!» Continuò Himawari, allungano la propria bento-box a Nakuru.
«Vuoi provare?»
La ragazza la fissò titubante, illuminandosi un attimo dopo. «Si, ne prenderò un paio per Shizuka-kun!»
Nel sentirla, Watanuki si accigliò. «A lui ci ho già pensato io!» Borbottò, per poi notare, geloso, come l'arciere non disdegnasse accettare del cibo da quella.
Deciso a non prestargli troppa attenzione, tornò a guardare Himawari.
«Himawari-chan... dov'è il tuo nastro per capelli?» Domandò.
«Oh!» Fece l'altra, toccandosi l'acconciatura, là dove avrebbe dovuto esserci il nastro. «Temo di averlo perso.» Commentò, alzandosi per iniziare a cercarlo.
«Qui non lo vedo.» Dichiarò Watanuki, dopo essersi guardato un po' attorno. «Andiamo a cercarlo, ti aiuto!» Esclamò, prendendo la compagna per un braccio.
A quello Doumeki chiuse il suo bento, alzandosi.
«Oh... non abbiamo bisogno di te! È questione di pochi minuti!» Dichiarò il più piccolo. fissandolo con astio.
Notando come anche Himawari sembrasse tranquilla all'idea di andare da sola con l'amico, l'arciere si limitò ad annuire, guardandoli allontanarsi con espressione cupa.
Non fece in tempo a voltarsi che Nakuru, già in piedi, gli andò vicino. «Shuzuka-kun, puoi restare? Dovrei parlarti.»
Il ragazzo fece un cenno d'assenso e, lieta della risposta, l'altra lo afferrò per un braccio. «Andiamo più in là. Giku ama lavorare in silenzio.» Commentò, ignorando il sospiro del ragazzo, già immerso nel suo disegno.
Senza ribattere l'arciere la seguì, sperando di riuscire a tornare entro la fine della pausa, ormai vicina.
«Eccoci, direi che qui è perfetto!» Esclamò la ragazza, fermandosi sotto lo stesso albero che, il giorno prima, aveva assistito alla discussione tra lui e Watanuki.
Deciso a non soffermarsi su quel ricordo, l'arciere sollevò lo sguardo su Nakuru. «Cosa volevi dirmi?»
«Ecco...» Fece lei, portando le braccia dietro la schiena mentre, con fare quasi infantile, si dondolava sulle gambe. «Volevo sapere se ti va di darmi lezioni di tiro con l'arco. Quando ti sarai ripreso, ovviamente.»
L'altro annuì con aria distratta, il pensiero rivolto a Watanuki ed Himawari che ancora non tornavano. Un pensiero tanto forte da mettere quasi in sordina la voce di Nakuru, almeno fin quando questa non terminò di parlare, baciandolo.
Fu in in quel preciso istante che, appena rientrato, Watanuki si trovò ad assistere, suo malgrado, a quella scena, decisamente sgradita.
Nel vedere Doumeki baciare Nakuru, si portò istintivamente una mano alla bocca, ignaro delle lacrime che d'un tratto avevano preso a scendergli sul volto.
Era sconvolto, tanto da trasmettere quanto stava vedendo all'altro ragazzo che, resosi conto della sua presenza, si scostò Nakuru di dosso, fissandola con sguardo torvo. «Non farlo mai più!» La minacciò, guardaadosi intorno, in cerca di Watanuki.
Sfortunatamente, il più piccolo si era già allontanato, totalmente dimentico dei bento-box per i quali era tornato indietro.

xXx

Il suono della campanella, udibile in tutto il complesso scolastico, indicò agli studenti la fine della pausa pranzo.
Seduta al suo posto, Himawari stava ancora attendendo Watanuki, l'espressione che ad ogni secondo si faceva sempre più preoccupata.
Dopo aver ritrovato il nastro, il ragazzo le aveva detto di rientrare, promettendole di tornare al più presto.
Non era da lui non tener fede ad una promessa, pensò fissando la porta del'aula.
Qualche attimo dopo apparve Giku.
Nel vederlo, Himawari si sentì ancora più ansia, seppur per motivi diversi. «Santsuki-kun, ciao...» Fece, osservandolo mentre, posati i bento box sul tavolo, prendeva posto al suo fianco, in un banco che non era il suo. «Hai visto... Watanuki-kun?» Domandò quindi, distogliendo lo sguardo.
«Oh, è scappato via prima.» Dichiarò, avvicinandosi per non farsi udire dagli altri studenti. «Senti Hime-chan... Come stanno le cose esattamente tra... quei due?» Domandò.
Per un attimo la ragazza sembrò non capire, salvo illuminarsi subito dopo. «Parli di... Doumeki-kun e Watanuki-kun?» Chiese, vedendolo annuire. «Sono amici... Ma, hai detto che Watanuki-kun è scappato?»
«Si.» Sospirò l'altro. «Nakuru ha baciato Shizu-kun e... Watanuki li ha visti ed è scoppiato in lacrime, scappando via un attimo dopo.» Spiegò. «Ho trovato la sua reazione molto... esagerata, per uno che non fa che criticare.» Commentò poi.
La ragazza lo fissò quasi incredula. «Io...» Per un attimo si incupì. Watanuki-kun aveva passato del tempo con lei. Probabilmente era stata lei la causa di quanto avvenuto. «Credo che il loro rapporto sia complicato.» Concluse, sforzandosi di dire qualsiasi cosa riuscisse a concludere quella conversazione.
«Complicato come?» Domandò l'altro sempre più pensieroso.
«Non saprei. Loro litigano sempre ma... è chiaro che si vogliono un gran bene.» Dichiarò la ragazza, notando solo in quel momento l'espressione del compagno. «Tu credi ci sia del'altro?»
Giku annuì e, fattasi forza, Himawari decise di parlare più liberamente, dimenticando, seppur per un solo istante, le remore che aveva circa il fermarsi a chiacchierare con qualcuno che contrariamente a lei, sembrasse portare fortuna. «Sai... io ho pensato spesso ci fosse del tenerlo tra loro. Watanuki-kun però ha sempre negato.» Dichiarò quindi.
«Così ha sempre negato eh...» Fece l'altro. «Vedrò cosa posso fare!» Dichiarò improvvisamente motivato.
A quello Himawari si limitò a sorridergli, distogliendo improvvisamente lo sguardo. Se si trattava di aiutare, pensò tristemente, lei non era di certo la persona più adatta.

xXx

Al termine delle lezioni Doumeki si incamminò, come sempre, verso il negozio di Yuuko.
Qualche minuto prima aveva saputo, da Himawari, che Watanuki non si era fatto vedere e che il medico dell'infermeria aveva fatto mandare un ragazzo per dire che non avrebbe presenziato alla lezione, per via di un improvviso malessere.
Ovviamente Himawari aveva intuito che quella doveva essere una scusa, ciò nonostante evitò di esternare il proprio dubbio, suggerendo all'arciere di raggiungere l'amico, probabilmente già in strada verso il negozio della strega. Un consiglio che si rivelò più che valido, pensò poco dopo Doumeki, avvicinandosi al compagno.
«Oi...» Fece, nel vederlo giù di corda.
Nel sentirlo improvvisamente alle proprie spalle, Watanuki fece un salto per lo spavento, fissandolo con espressione accigliata. «Tu! Smettila di apparirmi sempre alle spalle.» Borbottò sforzandosi di non urlare. «Che vuoi?»
«Hai dimenticato questi.» Disse l'altro, porgendogli i bento-box.
Il più piccolo li prese, senza rivolgerli neppure uno sguardo. «Dove li hai presi?» Domandò quindi.
«Me li ha dati Kunogi.» Replicò l'arciere. «Lei li ha avuti da Sentsuki-kun.» Spiegò, affiancandosi a lui. «Sembrava preoccupata. Tu stai bene?» Chiese poi.
«Si, non hai bisogno di preoccuparti ogni volta.» Commentò acidamente l'altro, sentendosi improvvisamente triste al ricordo di quanto visto poche ore prima.
Nel vederlo allontanarsi di fretta l'arciere affrettò il passo, sentendosi travolgere da un'ondata di dolore che, in un primo momento, lo portò a bloccarsi, quasi per proteggersi.
Resosi conto di quanto appena avvenuto, raggiunse quindi il compagno. «Si può sapere che ti prende, ora?» Domandò. «Non ti credo, non stai bene.»
«E tu che ne sai, eh?» Fece l'altro. «Non mi leggi nel pensiero!»
«Posso sentire le tue emozioni, però.» Precisò l'arciere.
Colpito da quelle parole, Watanuki si irrigidì di colpo, senza smettere di avanzare a passo spedito. «Certo che Yuuko-san poteva anche evitare di insistere con questi esercizi!» Borbottò.
Deciso a non dargli adito, Doumeki continuò a tenere il passo. «Dimmi che hai!» Gli ordinò.
«Sai sentire le mie emozioni no?» Ribattè il più piccolo. «Risponditi da solo!»
A quello, stanco di non giungere a nulla, l'arciere lo afferrò per un braccio. «Smettila di fare l'idiota» Gli intimò, soffermandosi per un breve istante su un pensiero decisamente diverso. «È per via di quel bacio?» Domandò quindi. «Forse... Ti interessa Nakuru?» Chiese, facendosi improvvisamente più cupo. Non che gli sembrasse possibile, però... aveva ricevuto l'immagine, il che significava che, in qualche modo, Watanuki ne era rimasto sconvolto.
Nel sentirlo accennare a quel bacio, il più piccolo si sentì mancare.
Di colpo l'immagine si riaffacciò alla sua mente, mescolandosi con le altre, quelle che nei suoi sogni terminavano sempre in modo tragico.
Si fermò per un istante, consapevole dell'affetto dell'altro, seppur non comprendendone appieno l'entità. Eppure... ancor più chiaro era il pericolo che gli avrebbe fatto correre se solo avesse tentato di esprimergli quanto provava al momento.
Deciso a proseguire nel suo intento, riprese ad avanzare, liberandosi dalla presa ancora presente attorno al suo braccio.
«Lasciami perdere!» Esclamò, cercando di frenare le proprie emozioni al fine di non inviare nulla di compromettente.
«Non mi hai risposto!» Lo incalzò l'altro, tornando a raggiungerlo per avvertire una frustrazione mista ad emozioni piuttosto confuse.
Proprio non riusciva a capire i pensieri del compagno ed, improvvisamente deciso a non insistere oltre, prese un'andatura normale, proseguendo in silenzio. Lo sguardo fisso sull'altro che, ancora a passo piuttosto veloce, era ormai giunto al negozio, nel quale entrò senza neppure attenderlo.

Pochi minuti dopo, si trovarono entrambi a varcare la soglia della solita stanza.
«Alla buon'ora!» Dichiarò Yuuko, con il solito tono da professoressa.
Ancora contrariato, Watanuki si limitò ad un suono non ben definito, andando a sedere sul solito divanetto.
Dietro di lui, Doumeki salutò la strega con un cenno del capo, andando ad accomodarsi per poi restare in silenzio.
«Si può sapere cosa vi prende?» Domandò la donna, notando le espressioni accigliate di entrambi.
I due rimasero in silenzio e, per nulla desiderosa di udirne le lamentele, la strega sorrise loro con fare ironico. «Se è così, direi di iniziare!» Esclamò perentoria. «Prima che giungano strani insetti ad interromperci, possibilmente.»
In quel mentre, come fosse sato chiamato, Eriol aprì la porta senza annunciarsi. «Parlavi di me?» Domandò con il suo solito sorrisetto.
«Tu!» Fece l'altra con fare irritato, moderandosi solo per via della presenza dei due ragazzi. «Mi sembrava di averti detto di passare più tardi!»
Sotto gli sguardi curiosi dei due spettatori, l'uomo fissò la strega con aria sconsolata. «In casa c'erano delle... incomprensioni, diciamo. Così sono venuto prima. Sai... per evitare liti.» Nel dire quelle ultime parole si voltò, sorridendo a qualcuno dietro la porta.
«Bene, Yuuko-san, permettimi di presentarti il tuo nuovo cliente.» Esclamò, indicando il giovane che alle sue parole mosse un passo, rendendosi visibile ai presenti.
«Giku-kun... questa è la strega di cui ti parlavo.»



Rieccoci qui, dopo una settimana di pausa data dalle feste e dall'assenza di molti lettori.
Visto che le cose iniziano a farsi più complicate abbiamo pensato bene di lasciarvi alla sola storiella di Yule.
Ed ora... prima di passare all'angolo dedicato a voi lettori vi auguriamo un buon 2010!
Sperando sia l'anno dell'incoronazione ufficiale della DouWata ^_^


Witch Of The Dimensions: Cogita cogita. Fa sempre bene ^_^
Quanto ai motivi del tuo cogitare possiamo solo dirti... Leggi e tutto ti verrà svelato.
Lay si dichiara troppo inquieta per risponderti. :P
Hari ringrazia sentitamente per la nuova idea di nomignolo con cui chiamare Lay-chan. :P

Nyah: Oh certo che è una forma di affetto, il volere i cuccioletti preferiti nell'angst!
E qui salirà, come saliranno le rivelazioni, in questo capitolo ad esempio qualcosa c'è di queste ultime...
E prossimamente si prospettano altri miscugli di angst e importanti scoperte, quindi continua a leggerci!
Quanto al dialogo, solo in parte è stato fatto per non essere capito, in quanto parte delle cose a cui si accenna sono state spiegate, o verranno spiegate, mentre altre richiedono una conoscenza di Card Captor Sakura, come il perché Eriol e Yuuko si conoscano, ma questo è stato spiegato nelle note del capitolo precedente ^,^
Continua a leggerci, e saprai anche il resto :P

Naco chan: Ma... Ci odi? Noi..? ;_; ¬.¬
Beh, non puoi non ammettere che questo capitolo è molto più lungo del precedente. E ricco di scene anche. ^_^
Piaciuta Yuuko che arrossiva, eh?
La strega è stata meno entusiasta ma... no, niente spoilers. U.U
Alla prossima! ^_^

sailorYuko: No, non ti sei persa niente, solo che in questo caso Eriol è finalmente diventato adulto e sono passati diversi anni dalla fine di CCS, dato che nel nostro universo Watanuki è figlio di CCS!Sakura e CCS!Shaoran... I perché ed altro non stiamo a spiegarteli, dato che rischierebbero di spoilerare, ma diciamo che, per motivi che verranno spiegati più avanti, la Mizuki non c'è, per ora... forse...
Grazie degli auguri, buon anno se pure in ritardo!

 LawlietPhoenix: Buon anno anche a te. E non preoccuparti. Avrai modo di capire Eriol, vedrai ^_^
*Fuggono via minaccate da lui e dalla strega*
Alla prossimaaaaaa ^_^

Dedichiamo anche un ringraziamento speciale a chi ha commentato "Tradizioni", la nostra Fanfiction di Yule, che speriamo vi sia piaciuta quanto a noi è piaciuto scriverla. (Presto risponderemo ai commenti anche lì.)


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Capitolo 28
*** Connessioni - Desiderio ***


Cap 28 - Desiderio
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 28
Desiderio


Quando vide il volto della strega delle dimensioni, Giku capì subito che quella donna poteva davvero fare la differenza. Proprio come Eriol gli aveva detto.
Dopo un rapido inchino in direzione della donna, il ragazzo sollevò lo sguardo sui presenti, mostrandosi decisamente sorpreso nel cogliere i volti dei suoi compagni di scuola.
«E voi... Cosa ci fate qui?»
«Ohoh!» Intervenne la strega. «Vi conoscete, eh?»
Doumeki e Watanuki si limitarono ad annuire, fissando Giku con altrettanto stupore.
«E tu, invece?» Domandò poi, il più piccolo tra i due.
«Ho un desiderio da esprimere.» Spiegò l'altro, approfittando della momentanea disputa verbale tra la strega ed il suo tutore, per volgere infine la propria attenzione su Doumeki.
«Senti... posso parlarti?»
A quello, l'arciere lo fissò, limitandosi ad annuire.
«Magari, in disparte...» Fece Giku, lanciando il proprio blocco da disegno sul divanetto libero per poi spostarsi poco più in là.
Un gesto che contrariò visibilmente Watanuki. "Cos'è, vuole dichiararglisi anche lui, forse?" Pensò, improvvisamente nervoso, fissando con curiosità il blocco da disegno di Giku.
In prima pagina c'era proprio un ritratto di Doumeki, osservò, raccogliendo il blocco e guardandolo da vicino. Che ne fosse davvero innamorato? Pensò, lanciando ai due un'occhiata alquanto contrariata, dal momento che non riusciva a sentirli.
«Allora?» Domandò intanto l'arciere.
«Volevo dirti che il tuo amichetto, oggi, vi ha visto.» Dichiarò Giku. «Te e Nakuru, intendo. Mentre vi baciavate.»
«Lo so.» Asserì l'altro, incupendosi.
«Stava piangendo.» Continuò Giku. «Sai, sembrava si sentisse come... tradito.»
«Tradito...» Ripeté l'arciere, facendosi pensieroso.
«Guardandolo ho pensato potesse avere una cotta per te, sai? Insomma mettersi a piangere, scappar via, sono cose che fanno le ragazzine innamorate, no?»
«Ti sbagli.» Mormorò l'altro, stringendo i pugni. «Watanuki mi detesta.» Asserì quindi, rendendosi conto solo in quel momento di quanto male facesse quella consapevolezza.
A quello, Giku si limitò a sospirare, seguendo l'arciere per poi avvicinarsi a Watanuki, ancora intento a fissarne il disegno con sguardo malinconico.
«Bello, non trovi?» Domandò, sorridendogli.
Watanuki si limitò ad annuire, capendo troppo tardi quanto aveva appena ammesso.
«Cioè. Il disegno, lo è.» Dichiarò a voce alta, in modo da farsi udire dai presenti ed, ovviamente, da Doumeki che a quello aveva preso a fissarlo con espressione indecifrabile.
«Io... Vado a preparare un tè per tutti!» Esclamò, alzandosi e scappando via.
«Vivace il ragazzo!» Commentò Eriol, scostandosi da una Yuuko alquanto imbronciata. «Eh si, Giku-kun è davvero bravo a disegnare.» Dichiarò, riprendendo quanto accennato da Watanuki. «Non trovi anche tu, Yuuko-chan?» Commentò, rivolgendosi alla donna.
«Può darsi.» Dichiarò la strega, guardandolo con espressione torva. «Spero solo che il ragazzo non sia un tuo parente. Siete una piaga voi Reed.»
«Mi chiamo Hiragizawa, adesso... Yuuko-chan.» Ribattè l'altro, sorridendole per poi avvicinarsi a Giku. «E no, non è un mio parente.» La rassicurò, volgendo poi lo sguardo su Watanuki, appena rientrato con un vassoio.
«Ecco qua!» Fece il ragazzo, appoggiando tazze, teiera e pasticcini sul tavolo. «Biscotti al sakè, come da lei richiesto.» Fece poi, in direzione di Yuuko.
«Sempre la solita, eh?» Commentò l'uomo con fare divertito, avvicinandosi al tavolo per servirsi. «Grazie Kimihiro-kun.» Aggiunse, assaggiando un biscotto. «La tua cucina è davvero buona come dicono.»
«Davvero buono, si.» Commentò la strega, lanciando un'occhiataccia in direzione di Eriol per poi farsi improvvisamente più seria. «Bene, Giku-kun. Sei pronto ad esprimermi il tuo desiderio?»

xXx

Il lento tichettio dell'orologio, presente nella stanza, scandiva un tempo che a tratti poteva dirsi quasi fermo, sospeso, pur se in continuo movimento.
Uno sfondo quasi romantico se paragonato alla donna posta in primo piano.
«Allora, Giku-kun...» Esordì la strega. «Come mai, proprio tu, ti trovi qui?»
«Immagino lei sia già a conoscenza della storia secondo cui... porto fortuna.» Mormorò l'altro.
La donna annuì. «Vorresti perdere il tuo dono di portare fortuna, non è così?» Chiese quindi, sorridendogli.
«Si.» Fece l'altro.
«Spiegami i motivi.»
A quella richiesta, il ragazzo incrociò le braccia, fissando distrattamente le lancette dell'orologio. «La fortuna...» Iniziò, con tono dimesso. «Tende ad isolarmi dagli altri. Sa... Quando vengono a saperlo, gli altri... mi si avvicinano ma... Alla fine è solo lei che cercano, non me.»
«Capisco.» Commentò la strega. «Immagino tu abbia già provato a non rendere noto il tuo dono.» Continuò, sorridendo gentilmente al lieve annuire del ragazzo. «La fortuna però è come un raggio di sole, non è così? Riesce a raggiungere anche luoghi che non si immaginano, si nasconde, si mostra rapidamente. Nel tuo caso, ciò avviene con chi ti è vicino. Mettendo in ombra te. Rendendoti un suo strumento...»
«Già... alla fine nonostante tutto... non riesco a gioirne.»
«Immagino.» Concordò la strega. «Ciò nonostante... non posso esaudire il tuo desiderio.»
Quelle parole, giunsero all'altro come una triste sentenza, ancora una volta scandita dallo scorrere del tempo.
«Perché..?» Domandò.
Nel vederlo, nonostante tutto, così pacatamente rassegnato, la strega si addolcì. «Perché il prezzo, sarebbe troppo alto. Per chiunque.»
«Cosa.» Fece l'altro, sperando di avere ancora una possibilità di scelta. «Mi dica l'entità del prezzo!»
«La tua felicità.» Dichiarò la donna, dandogli tempo per comprendere a pieno quella notizia. «Saresti infelice per sempre, Giku. Per questo non posso esaudire il tuo desiderio.»
«Già, capisco, si.» Disse lui, sospirando. «Però... se è così... Come mai sono riuscito a vedere il negozio?»
«Perché avevi un desiderio.» Replicò la donna. «E per quanto possa sembrarti strano... A volte, questi possono realizzarsi attraverso strade diverse da quelle che immaginavamo.» Concluse, sorridendo all'espressione incerta del ragazzo. «Oh, non è necessario che tu comprenda subito.» Lo rassicurò. «Quanto al tuo problema nel farti dgli amici... Sai, credo che i due ragazzi seduti di là sarebbero perfetti.»
«Quei due, eh?» Commentò Giku, sorridendo ironicamente. «Sa... proprio oggi mi domandavo cosa ci fosse tra loro.»
«Oh, e la tua idea quale sarebbe?» Domandò la donna.
«Mi ricordano tanto i personaggi di un manga, sa... Lei dice di odiare lui e poi scopre di amarlo, ma non si ritiene alla sua altezza. Lui la ama da sempre, ma pensa di esserne odiato. Una cosa del genere.» Dichiarò convinto.
«Oh Giku-kun!» Esclamò la strega. «Tu si che sei un ragazzo sveglio! Sai...» Continuò con fare cospiratorio. «Io penso che la tua vicinanza potrebbe aiutare almeno uno dei due a vedere le cose più chiaramente...»
«Per via della mia fortuna?» Chiese l'altro.
«Diciamo di si...» Replicò la donna.  «Il punto è... Che giro farebbe dopo averli sfiorati?»
Giku la fissò perplesso e,, dopo avergli sorriso, Yuuko si alzò, invitandolo a fare lo stesso. «Come ho già detto... non è importante che tu capisca tutto subito. In fondo... Le cose sono più divertenti se non si sanno in anticipo, no?»
«Può darsi..» Disse l'altro, seguendola lungo il corridoio. «Sa...» Continuò, dopo averla osservata a lungo. «Lei sarebbe il soggetto perfetto per un ritratto.»

xXx

Nella solita stanzetta, intanto, Eriol aveva appena terminato la sua tazza di tè.
«Allora, voi due...» Esordì quindi, fissando con espressione divertita l'arciere, intento a mangiare i biscotti preparati da Watanuki. «Che genere di lezioni seguite?»
«Yuuko-san ha insistito per farci fare strani esercizi con... l'energia, credo.» Dichiarò il cuoco, appena alzatosi per versare dell'altro tè all'uomo.
«Oh... e che genere di esercizi?» Continuò Eriol, prendendo l'ennesimo biscotto.
«Ci ha spiegato come scambiare l'energia... e ci ha fatto fare qualcosa per ampliare le emozioni, credo. Non ci capisco molto...» Ammise.
«E... il motivo di questi esercizi?» Domandò l'uomo.
Watanuki sembrò rifletterci qualche istante. «Per via di quanto accaduto al ciliegio, presumo...»
«Ciliegio?» Ripeté Eriol, notando l'espressione improvvisamente cupa dell'arciere.
«Si...» Fece l'altro. «Dei sogni. Pare che un petalo con la mia energia fosse finito dentro di lui...» Spiegò, incupendosi al ricordo di quanto accaduto da quel momento in avanti.
«Oh... credo di capire allora.» Ribattè Eriol. «Yuuko-chan deve aver colto una qualche affinità tra voi due. Si, dev'essere così. Lei non fa nulla senza un buon motivo. O un buon compenso.» Concluse, ridacchiando.
«Già» Borbottò Watanuki. «Ed è poco chiara, anche! Specie per me che al contrario di lui...» Continuò, indicando Doumeki. «Non vivo in un tempio.»
«Idiota.» Replicò l'altro, bevendo dalla propria tazza.
A quello Eriol sorrise, facendosi per un istante malinconico, salvo poi tornare a fissare il proprio interlocutore. «Potrei chiarirti io le parti che Yuuko-chan evita di approfondire.» Disse poi, sorridendogli. «Sai, anche se oggi ho solo metà del mio antico potere, penso di poterti aiutare. Ma ne parleremo meglio...» Concluse guardando oltre il ragazzo.
«Si, perché no!» Concluse Watanuki, interrompendosi nell'avvertire una strana energia alle proprie spalle.
«Yu...Yuuko-san!» Balbettò, nel vedere l'espressione rabbiosa della strega.
«Tu!» Sibilò la donna in direzione di Eriol. «Maledetto bastardo!»
«Oh... la strega si è arrabbiata?» Fece l'altro.
«Come osi macchinare alle mie spalle!» Continuò lei, volgendo uno sguardo altrettanto adirato su Watanuki. «E tu! Dopo tutto quello che ho fatto per te... Come osi rivolgerti a lui?»
Intimidito dalle parole della donna, il ragazzo indietreggiò di qualche passo. «Per me..? I..io sto lavorando per lei da anni ormai!» Tentò.
«Su Yuuko-chan» Intervenne Eriol, posando una mano sulla spalla del ragazzo. «La nostra magia è molto simile, sai bene che posso aiutarlo.» Dichiarò.
«Ah si?» Replicò lei, fissandolo con odio. «E sentiamo... come lo aiuteresti?»
«Posso spiegargli quanto ha ancora da apprendere, per esempio.» Spiegò, salutando con un cenno l'ingresso di Giku. «Con una nostra conoscenza ha funzionato discretamente, direi.»
«Tzè! Solo perchè aveva dalla sua amici in grado di aiutarla, ma questo qui...» Replicò la donna, indicando Watanuki. «Non ha ancora capito chi sia giusto avvicinare e chi no. E tu ne sei un chiaro esempio!»
«Che cattiva...» Ribatté l'uomo in tono scherzoso. «Mi limiterò a farti da assistente. Che ne pensi?»
La strega sembrò rifletterci su. «Solo in mia presenza e... dovrai portarmi ogni giorno un regalo diverso!»
«In memoria dei vecchi tempi?» Ribatté l'altro.
«Accetti o no?» Ringhiò la strega.
Eriol la guardò con espressione più tenera. «Mi lasceresti altra scelta?» Domandò poi, sotto gli sguardi curiosi dei presenti.
«Ovviamente no!»
«Benem allora.» Fece lui, sorridendole.
Un attimo dopo schioccò le dita, facendo apparire una gemma a forma di farfalla che, quasi fosse viva, prese a battere le ali, raggiungendo la donna.
«Questo è scorretto!» Dichiarò la strega, osservando il regalo con sguardo sognante. «Bene, allora... inizieremo domani. Ma sia chiaro, sarò io l'insegnante.»
Eriol annuì e dopo un sorriso alla farfalla, nuovamente immobile, Yuuko lasciò cadere l'argomento, dando il pomeriggio libero ai suoi due studenti.

xXx

Tornato al tempio, Doumeki si richiuse il cancello alle spalle, ammirando i grandi alberi di ciliegio, posti in fila lungo il viale.
Uscito dal negozio aveva finito col rientrare in anticipo, un'abitudine che aveva preso da qualche giorno, più precisamente da quando aveva capito di essere un peso per Watanuki.
Per un attimo le parole di Giku gli tornavano in mente.
Forse se qualcuno avesse cancellato gli ultimi giorni, riportandoli ad un attimo prima del viaggio verso il mondo del ciliegio, in quel caso avrebbe potuto credere a quelle parole. Dopo quanto accaduto, però, sarebbe stato un folle ad illudersi a quel modo.
"Solo un folle."
Sospirò a quell'ennesimo pensiero, aprendo lo shoji che dava alla sala, riponendo le proprie cose ed avviandosi verso il bagno.
Aveva davvero bisogno di scrollarsi la tensione di dosso.

Un'ora dopo, lievemente più rilassato, uscì fuori in uno dei suoi yukata, deciso a spazzare il giardino.
Dedicarsi al tempio di suo nonno riusciva a riportare un pò di pace nella sua anima, ultimamente in tumulto, aiutandolo a porre un freno ai troppi pensieri.
Fu proprio emergendo da uno di essi che, sollevando lo sguardo, notò la figura di un uomo di mezz'età che, da dietro il cancello, lo stava osservando.
Aveva uno sguardo che sembrava implorare aiuto mentre, immobile, lo fissava senza neanche un cenno di un saluto.
Incuriosito, Shizuka decise di andargli incontro, fermandosi a qualche passo dal cancello e domandandogli se poteva essere d'aiuto.
Quella sola domanda bastò a scuotere l'uomo che, finalmente in sé, si decise a varcare la soglia, afferrandogli le mani per poi chiedergli aiuto con fare implorante.
Con la stanchezza di quegli ultimi giorni un simile incontro era l'ultima cosa che gli serviva. Fu quello il primo pensiero del ragazzo, immediatamente cancellato dal dovere che quel luogo sacro lo obbligava a seguire.
Era pur sempre in un tempio, e sapeva bene che suo nonno non avrebbe mai negato il proprio aiuto ad un fedele.
Fu quindi con una posata gentilezza che invitò l'uomo ad accomodarsi, guidandolo nella sala dove un tempo aveva visto eseguire diversi rituali.
Dopo averlo rassicurato si allontanò verso una stanza rimasta chiusa per tanto tempo, la stessa dove Watanuki si era rifugiato quella prima notte della loro convivenza forzata. Cercando di allontanare ogni pensiero a riguardo, prese dal cassetto una vecchia scatola, appartenuta ad Haruka, chiudendosi infine la porta alle spalle e facendo ritorno dall'uomo, che ritrovò esattamente come l'aveva lasciato.
Aveva sempre pensato con un certo distacco agli esorcismi, cui nonostante tutto sembrava naturalmente portato.
Non ne aveva mai svolti, prima di conoscere lui...
Ed anche adesso, era ben consapevole di dover considerare Watanuki come qualcosa a parte.
C'erano esorcismi di vario genere, se ne rendeva conto solo ora.
Lui respingeva naturalmente gli spettri, ma da qui a sconfiggerli, allontanandoli, c'era una gran differenza.
Qualcosa che aveva iniziato ad apprendere in quella chiesa, tempo prima.
Già, su una cosa quell'Eriol aveva avuto ragione. Yuuko-san non agiva mai senza un motivo.
Furono questi i suoi pensieri quando, ascoltate le parole del fedele, si alzò per accendere diversi incensi, riponendoli in punti strategici della sala.
Solo allora, raggiunta la giusta concentrazione, si decise ad aprire la vecchia scatola, rovistando tra il contenuto fino a trovare un piccolo ofuda, perfetto per scacciare spiriti passeggeri.
Con estrema calma raggiunse, quindi, il suo ospite e, dopo avergli spiegato quanto stava per fare, recitò alcuni sutra, concentrandosi per qualche istante sul talismano scritto, anni prima, da suo nonno. Fissò con sguardo calmo e sicuro gli occhi, ancora impauriti, dell'uomo, ponendogli l'ofuda sulla fronte, recitando al contempo alcuni sutra.
Continuò a lungo, fin quando una strana entità, percepibile come un fumo di inchiostro nero, non si staccò dall'uomo, iniziando a vorticare per la stanza fino ad essere assorbita dal fumo degli incensi.
Un attimo dopo ogni cosa sembrò tornare alla normalità e, finalmente libero, l'uomo si profuse in ringraziamenti di ogni tipo, guardandolo con espressione commossa.
Nel vederlo andar via Shizuka si rese conto, forse per la prima volta, di come la figura di suo nonno fosse stata importante non solo per lui, ma per tutti i fedeli che, appoggiandosi al tempio, cercavano nel sacerdote una guida per proseguire il loro cammino nella vita.



Rieccoci! ^_^

Nyah: Su, non disperare, questo è solo l'inizio dell'angst.
Oh, forse non era questo che desideravi leggere, eh? ^^"
Insomma, vedrai che alla fine le cose volgeranno per il meglio, prima o poi almeno... *cambiano rapidamente discorso*
Buon anno anche a te ^_^

Naco chan: Iniziamo dal dirti che, beh, non è che Doumeki sia deficente... è solo che Watanuki È idiota, ed è un dato di fatto, ma dopo che gli ha detto così tante volte che lo odia, Doumeki inizia a crederci U.U *coccolano Shizuka*
Riguardo Giku... beh, la risposta l'hai avuta, e pure fin troppo presto per i nostri standard... sorpresa, eh? :P
Himawari, invece... già, povera ragazza, vero? *Fischiettano facendo finta di non sapere nulla.* chissà se le succederà qualcosa...

Witch Of The Dimensions: Addirittura lo sospettavi? Non va bene, nono. :P
Nakuru ha molto apprezzato il tuo complimento, il resto non l'ha capito, per fortuna XD
E Doumeki apprezza la tua solidarietà.
Speriamo che anche il prossimo capitolo sia di tuo gradimento.

sailorYuko: Se tu stessi come Watanuki, momentaneamente staresti fin troppo male, quindi non te lo consigliamo proprio.
Comunque, come vedi il capitolo è arrivato! E, pur non contenendo troppi momenti per la nostra coppia preferita, contiene tanti indizi... chissà per cosa, però...!
Continua a seguirci e lo saprai ^.^

LawlietPhoenix: Speriamo di non perderti come lettrice, confessandoti che l'angst è appena iniziato ^^""""
Ci uniamo al dolore nel vedere Doumeki baciare un'altra, cucendoci la bocca a riguardo. U.U
Con questo capitolo, almeno qualche punto dovrebbe essersi chiarito, però, no? :P
Alla prossima recensione! ^_^

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Capitolo 29
*** Connessioni - Parole che fanno male ***


Destino Inevitabile - Conessioni
Capitolo 29
Parole che fanno male.

L'immagine del bacio tra Doumeki e Nakuru aveva finito col torturarlo per tutta la giornata, seguendolo anche nella successiva.
Triste come non mai, Watanuki si trovò, quindi, ad attendere gli altri per la solita pausa pranzo: I bento-box carichi dei cibi preparati durante la notte insonne, sul volto un'espressione stanca.
«Ancora depresso?» Domandò Giku, raggiungendolo e guardandosi intorno in cerca di Nakuru.
«Eh?» Ribatté il ragazzo, senza capire. «Non sono depresso!» Dichiarò poi, imbronciandosi appena. Che cavolo ne sapeva, quello, dei suoi problemi.
Certo, però, anche lui doveva averne per essere riuscito a vedere il negozio della strega, pensò subito dopo, senza smettere di fissarlo.
Fu in quel momento che, di colpo, avvertì la presenza forte e calma dell'arciere.
«Yo» Lo sentì dire, subito dopo, proprio alle sue spalle.
Osservò Giku fargli un cenno col capo, voltandosi anche lui per porgergli il pranzo.
«Nakuru ha detto che non verrà.» Dichiarò l'arciere, prendendo il bento-box. «Sta prendendo lezioni di tiro con l'arco.»
Quelle parole caddero sul più piccolo come una doccia fredda. Da quando si era fatto portavoce di quella?
«Oh, ne ha davvero bisogno.» Commentò Giku, facendosi improvvisamente sorridente nel veder giungere Himawari.
«Ciao a tutti, scusate il ritardo!» Dichiarò la ragazza, fermandosi a riprendere fiato.
«Oh, figurati!» Esclamò Watanuki, porgendole il pranzo.
Si sentì più sollevato nel cogliere il volto sorridente dell'amica, notando proprio in quel momento lo sguardo che questa rivolse a Giku, nel vederlo andarle vicino.
«Hime-chan...» Esclamò il ragazzo. «Dovrei parlarti, hai un minuto?»
A quella domanda la ragazza sembrò allarmarsi. «S..si. Non ci vorrà molto, vero?» Domandò.
«Oh, no, ci metteremo pochissimo, vedrai!» Dichiarò l'altro, tirandola per un braccio per poi fermarsi poco più avanti.
A quel gesto, sia Doumeki che Watanuki rivolsero ai due uno sguardo preoccupato, restando, nonostante tutto, in silenzio, intenti a consumare il proprio pasto.
Fu solo all'arrivo di un ragazzo mai visto prima, che si trovarono a sollevare entrambi lo sguardo.
«Hem... scusatemi.» Esordì questi, fissando Doumeki con particolare attenzione. «Doumeki-san... io...» Continuò inchinandosi. «Ecco... volevo ringraziarti.»
Pur non capendo il motivo di tali parole, l'arciere posò il proprio bento, alzandosi e porgendogli la mano. «Per cosa?»
«Ecco... sono il nipote di Fujishima. Ho consigliato allo zio di rivolgersi presso il tuo tempio perché delle compagne...» Spiegò, indicando due ragazze poco lontane «Mi avevano parlato molto bene di te.
«Capisco...» Replicò Doumeki, notando Ichi ed Ini. «E... tuo zio, sta bene?» Si informò.
«Oh, si!» Dichiarò l'altro. «Sta benissimo e la zia mi ha chiesto ti portarti questi!» Disse, porgendogli un pacchetto. «Li ha fatti lei.» Spiegò, notando lo sguardo improvvisamente cupo di Watanuki.
«Ne sono felice...» Dichiarò, l'arciere, prendendo il pacchetto.
Nel farlo, sorrise in un modo che, a Watanuki, ricordò quello visto tante volte sul volto di Haruka.
Un pensiero che lo rattristò, almeno come lo scoprire che l'amico aveva aiutato qualcuno che non era lui.
Era la prima volta che accadeva...
«Ora... devo andare.» Dichiarò il ragazzo, facendo un cenno ad Ichi ed Ini. «Grazie ancora, Doumeki-san.» Esclamò, salutando Watanuki  per poi allontanarsi.
Nel vederlo andar via, Watanuki si sentì finalmente libero dire la sua. «Doumeki-san, eh?» Commentò in tono ironico.
L'altro non replicò nulla, riprendendo a mangiare e, irritato, il più piccolo decise di continuare a dire quanto pensava a riguardo. «Fortuna che non eri un sacerdote.» Borbottò.
«Non lo sono, infatti.» Ribatté l'altro.
«Ah davvero? perché sai, non sembrava.» Continuò Watanuki. «E dati i tuoi nuovi impegni, potresti smettere di prendere lezioni da Yuuko-san...»
L'arciere gli rivolse uno sguardo severo. «Continuerò a seguirle, invece.» Dichiarò poi, chiudendo il bento-box ormai vuoto.
A quelle parole il più piccolo si fece più pensieroso, fissando con sguardo spento il proprio pranzo. «Non trovo giusto che una persona popolare e responsabile come te passi tanto tempo con il sottoscritto.»
«Adesso sarei responsabile?» Domandò l'altro, prendendo il regalo ricevuto poco prima. «Non mi serve altro tempo. Ho solo aiutato una persona.» Dichiarò poi, storcendo il naso ed allungando il sacchetto all'altro. «Ne vuoi?» Domandò infine, mostrandogli il contenuto.
«Biscotti, eh? La tua fama di mangione deve essere nota.» Commentò Watanuki, chiudendo il bento-box. «Non ho fame oggi.» Spiegò poi, guardando altrove. «Ad ogni modo... hai anche una ragazza ora. Quindi il tempo ti serve comunque...» Dichiarò con falsa indifferenza.
«Nakuru non è la mia ragazza.» Replicò l'arciere, approfittando dello strano silenzio dell'altro per continuare. «E ieri...ti hanno visto piangere.»
«Cosa?» Replicò il più piccolo, arrossendo.
L'arciere si sistemò meglio, appoggiandosi contro il tronco dell'albero, lo sguardo fisso davanti a sé. «Dimmi perché piangevi...»
«Eh?! No... non vedo perché dovrei!» Esclamò il ragazzo, sempre più imbarazzato.
Nel sentirlo rispondere a quel modo, Doumeki si voltò a guardarlo, aprendo bocca per rispondergli, interrotto però dal ritorno dei due compagni.

«Tutto ok?» Domandò Giku, notando l'aria piuttosto tesa tra i due.
Dietro di lui Himawari stava osservandoli con la solita giovialità, messa leggermente in ombra da una vena di preoccupazione.
«Si, tutto bene!» Replicò Watanuki. «E tu, Himawari-chan?»
«Sto bene!» Fece lei, sorridendogli.
«Oh...» Si intromise Giku. «Mi è tornato l'appetito, in mensa però sarà tutto finito, ormai.»
«Prendi questi.» Replicò Doumeki, passandogli i biscotti ancora intatti.
«Te li ha fatti Wata-kun?» Domandò Giku in tono, volutamente, malizioso.
«Hei!» Urlò questi. «Perché avrei dovuto!» Continuò, incrociando le braccia con aria stizzita.
«Idiota.» Gli fece eco Doumeki.
Quel piccolo battibecco provocò l'ilarità di Himawari. «Siete così amici voi due.» Dichiarò la ragazza, lieta di vedere, nei due, un ritorno al loro vecchio modo di fare.
«Non lo siamo!» Continuò Watanuki, felice di vederla più serena.
«Beh... chi li ha fatti allora?» Domandò Giku, prendendone uno.
«Il parente di un fedele.» Spiegò l'arciere.
«Fedele?» Domandò l'altro ragazzo.
«Un frequentatore del tempio.» Chiarì Doumeki.
«Oh... Così tu vivi in un tempio?» Continuò Giku, passando al secondo biscotto. «Mi sono sempre chiesto come siano dal vivo. Quindi sei cosa... un prete? Come quelli che ci sono inghiliterra?» Chiese, improvvisamente curioso.
«In giappone ci sono fedi diverse. Mio nonno era un sacerdote shintoista.» Chiarì l'arciere.
«Oh, menomale! Perché sai, da quelle parti non sono di larghe vedute...» Fece Giku, con aria sollevata. Se Doumeki fosse stato un prete, il suo intento di avvicinare il ragazzo a Watanuki avrebbe trovato diversi ostacoli.
Non certo di aver capito, Doumeki sollevò lo sguardo per ribattere, distraendosi nel notare come Watanuki si fosse addormentato.
«Oh... Doveva essere stanco.» Commentò Giku, seguendone lo sguardo.
«Già...» Rispose Doumeki, senza smettere di fissare l'altro.
«Bene!» Diachiarò Giku alzandosi. «Io vado a vedere cosa combina Naku!» Bisbigliò poi. «Vieni anche tu, Hime-chan?» chiese, rivolgendo alla compagna un chiaro sguardo d'intesa.
«Si...» Fece lei alzandosi. «Ci vediamo dopo!» Disse, salutando l'arciere per poi allontanarsi in compagnia del ragazzo.

Quando i due compagni furono abbastanza distanti, seppur poco convinto dalla scelta di Himawari, Doumeki si alzò, avvicinandosi a Watanuki.
In perfetto silenzio, si piegò sulle gambe, osservandolo per un po', l'espressione seria.
"Doveva essere stanco per appisolarsi nel bel mezzo del pranzo." Pensò, scostandogli una ciocca di capelli dal viso, sfiorando anche quello in una carezza leggera come il vento ma carica di varie emozioni.
Era da tanto che non riusciva ad osservarlo così a lungo, pensò, notandone l'espressione infantile, tanto diversa da quella solitamente arrabbiata.
Si sarebbe staccato, a quel punto, se l'altro non avesse sorriso nel sonno, sussurrando qualcosa di incomprensibile, con una tale dolcezza da spingerlo ad avvicinarglisi, tanto da poterlo baciare. Fu il "ti amo" improvviso che gli sentì dire, a fermarlo.
"Watanuki innamorato..?"
Quella realtà lo lasciò senza parole, il cuore carico di una nuova tristezza.


Rieccoci ^_^

Naco chan: Si, amiamo Giku anche noi, il povero ragazzo è proprio adatto al ruolo che rappresenterà... ma non spoileriamo! Su di lui, proprio non possiamo dirti niente, perché tutto sarebbe anticipazione futura, eh si!
La parte finale è un'inizio di qualcosa che risulterà importante, invece, per questo esortiamo a ciò che diciamo sempre, ovvero, mai dimenticarsi che ogni dettaglio è essenziale!

SailorYuko: Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto. Liete di constatare che i nuovi elemeni siano stati colti. Sono tutti importanti. Da non dimenticare U.U

Witch of the Dimensions: Siamo felicissime che proprio una delle lettrici che ci segue costantemente segni la recensione numero 200 ^.^
Sentirci addirittura dire che rendiamo i personaggi meglio delle CLAMP è bello, grazie milleee!
In versione manga o animata la storia, dici? Piacerebbe molto anche a noi!
Grazie mille dei tuoi complimenti, ci fanno sempre tanto piacere...

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Capitolo 30
*** Connessioni - Tra sogno e realtà ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 30
Tra sogno e realtà.


Stava ancora sognando, immerso in immagini cariche di sensazioni piacevoli, dalle quali si ridestò a causa di un'emozione se possibile più forte di quelle provate nel sonno.
"Shizuka..?" Pensò, riaprendo gli occhi e trovandosi a guardare i rami dell'albero sotto il quale si era addormentato. «Eh?»
Poco lontano, Doumeki stava ancora pensando a quanto udito da quelle labbra, le parole che, ormai vive, sembravano urlare nella sua testa. Un eco assordante che riuscì a controllare a fatica.
Nel vederlo così teso, Watanuki si mosse appena, allungando un braccio per sfiorare quello dell'altro. «Doumeki, cos'hai?» Domandò preoccupato.
In un primo momento, l'arciere non sembrò neppure sentirlo, troppo preso dai pensieri che continuavano ad affollargli la mente.
Fu solo al secondo richiamo del più piccolo che, finalmente, si destò, guardandolo con espressione ferita. «Si è fatto tardi.» Esclamò, alzandosi.
Travolto dalle emozioni dell'altro, forti e alquanto dolorose, Watanuki si irrigidì. «Stai bene?» Chiese, senza ancora alzarsi. «È successo qualcosa?»
L'altro non si voltò, muovendo ancora un paio di passi. «Sbrigati.» Dichiarò poi.
«Hey!» Sbottò l'altro, recuperando la cartella per poi alzarsi. «Vuoi dirmi cos'è successo? Lo sento da lontano che hai qualcosa, lo sai!» Esclamò, raggiungendolo.
Consapevole di aver fatto passare fin troppe emozioni, l'arciere tornò ad ergere un muro tra loro. «Non ho nulla.» Replicò, senza smettere di avanzare.
Non contento, Watanuki lo afferrò per un braccio. «Non ti credo.» Rispose, fissandolo seriamente. «Non capisci che in questo modo fai preoccupare chi ti circonda?»
«Di certo, chi mi odia non rientra nella categoria.» Ribatté l'altro, senza neppure guardarlo.
Parole che a Watanuki fecero male. In fondo era a causa del suo atteggiamento se le cose tra loro avevano iniziato a regredire. Una cosa che Watanuki sapeva bene e che lo spinse a spiegarsi.
«Senti...» Tentò, lasciando la presa dal braccio dell'arciere. «So che può suonare ipocrita ma... Anche io mi preoccupo, sai..?»
«Non farlo.» Replicò l'altro, senza ancora guardarlo. Le emozioni che, miste a quelle di Watanuki, erano fin troppo forti da sopportare. «Non ne hai motivo.» Aggiunse in tono basso ma fermo.
«Lo so...» Ribatté il più piccolo. «In genere sono io quello che fa preoccupare tutti, no?» Commentò poi, in tono amaro. Avrebbe voluto dirgli tante cose in quel particolare momento. Il bisogno di saperlo al sicuro, però, lo spinse a rincunciare. Si mosse così più rapidamente, anticipandolo di diversi passi, creando una distanza simbolica tra sé e l'altro.
Un gesto che l'arciere osservò con espressione triste, i pugni stretti. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, fermarlo, chiedergli chi fosse la persona cui aveva bisbigliato parole così preziose. Un desiderio che accantonò, consapevole di rischiare di dire troppo, di rovinare quel poco che ancora li legava. Quel poco che a lui era estremamente caro.


xXx

Quel pomeriggio il negozio sembrava avvolto da un silenzio tetro, recante la firma dei due ragazzi, giunti da poco.
«Che allegria...» Commentò la strega, dopo averli osservati per diversi secondi.
«Kimiro-kun!» Esordì Eriol, entrando con tanto di grembiule legato in vita. «Hai totalmente cambiato la disposizione della cucina, eh?»
«Chi ti dice che sia stato lui?» Domandò Yuuko, punta sul vivo.
«Il fatto che tu non hai mai cucinato, Yuuko-chan...» Ribatté l'uomo in tono scherzoso, posando sul tavolino una torta appena sfornata.
«Tu! Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio!» Lo intimò l'altra.
Eriol si limitò a sorriderle ironico, avvicinandosi subito dopo ai due ragazzi ancora in silenzio. «Tutto bene, voi due?»
«Già...» Aggiunse la strega, facendosi improvvisamente sospettosa. «Non avrete litigato?»
Quella domanda colpì il più piccolo tra i due. «Eh? No! Perchè avremmo dovuto.»
«Perchè lo fate sempre, no?» Rispose l'altra, prendendo una fetta della torta preparata da Eriol.
«Sapete...» Continuò l'uomo, rivolgendo ad entrambi uno sguardo quasi malinconico. «Un tempo anche io e Yuuko-chan litigavamo... "spesso", proprio come voi.»
«Già!» Fece l'altra, gustando con evidente piacere la torta. «Solo perché eri un bastardo occhialuto.» Asserì. «Proprio come ora!»
«Mi spiace contraddirti Yuuko-chan, ma anche quella volta che mi obbligasti a provare quel prototipo di lenti a contatto della Piffle, litigammo.»
«Già...» Commentò la donna con aria pensierosa. «Ad ogni modo...» Continuò, cambiando argomento. «Sicuri di non avere nulla?»
All'ennesimo riferimento a quanto accaduto poco prima, l'arciere si limitò ad annuire, sperando di cancellare così ogni dubbio e, di conseguenza, ogni domanda.
«Bene allora!» Dichiarò la donna, alzandosi. «Tu e tu!» Esclamò indicando i due ragazzi. «Sedetevi uno di fronte all'altro. Oggi si medita!»
«Perfetto!» Replicò Watanuki. «Un'altra cosa che io non so fare e che quello...» Disse, lanciando un'occhiataccia a Doumeki. «Fa ogni giorno!»
«Vedi Watanuki...» Intervenne Eriol facendosi più serio. «Meditare ti serve per imparare a gestire la tua mente, conoscerti ed evitare di combinare guai.» Disse facendosi via via più scherzoso.
Il ragazzo si limitò ad un cenno d'assenso, accigliandosi nel vedere la strega annuire. «In poche parole cosa devo fare quindi, starmene seduto e non pensare a nulla fino ad addormetarmi?» Domandò sarcastico.
«Stupido!» Fece Yuuko, alzandosi e colpendolo in testa con la bacchetta. «Fossi in te eviterei di dormire, sai? Potresti finire col rivelare quello che sogni...» Dichiarò poi, guardandolo con aria allusiva.
Quelle parole fecero sussultare Watanuki. «Quello che... sogno..?» Domandò, improvvisamente allarmato.
A quello la strega lo ignorò, volgendo uno sguardo rassegnato in direzione di Eriol. «Dubito abbia capito.» Bisbigliò poi in direzione dello stregone.
«Già...» Asserì lui con fare pensoso. «D'altro canto non si può certo pretendere che tutti i miei discendenti siano dei geni...» Decretò a bassa voce.
«Come se ce ne fossero, di geni.» Ribattè Yuuko, fissando i due ragazzi. «Forza voi due. Chiudete gli occhi ed iniziate.» Esclamò un attimo dopo, osservandoli mentre con poca voglia andavano a sedersi uno di fronte all'altro, chiudendo gli occhi per poi concentrarsi.

Era rimasto ad occhi chiusi per diverso tempo, sforzandosi di fare il vuoto nella propria mente, cercando di lasciar scorrere i pensieri, proprio come gli era stato spiegato. Si trovò ad avere in mente solo lui, ovviamente. Ricordi lontani e recenti, legati tra loro da emozioni forti.
Da quanto aveva capito di amarlo non aveva fatto altro che prenderne le distanze, evitando di dargli spiegazioni, dicendogli di odiarlo. Ciò nonostante, Doumeki aveva continuato a seguirlo. Aveva senso, quindi, allontanarlo a quel modo?
Si trovò ad aprire gli occhi, scoprendosi ancora a scuola, sdraiato sotto l'albero del quale adesso stava osservando i rami.
Si sollevò mettendosi a sedere, incapace di comprende cosa stesse accadendo. «Che succede?» Domandò poi a Doumeki, fermo a pochi metri da lui ed intento a fissarlo.
«Nel sogno... parlavi con qualcuno.» Dichiarò l'arciere, guardandolo duramente.
«Eh?» Rispose, mentre le prime immagini del sogno tornavano alla sua mente. «Cosa? No!» Mentì, arrossendo di colpo. «Non ho sognato, affatto!»
«Si invece!» Ribatté l'altro andandogli vicino. «Stavi parlando con qualcuno, e gli hai detto di amarlo.»
«Era solo un sogno.»
«Può darsi, ma voglio sapere chi stavi sognando!»
Nel sentirlo parlare con tanta decisione, Watanuki ne evitò lo sguardo, arrossendo maggiormente. «Per... perché vuoi saperlo?» Domandò. «Non ti riguarda, in fondo...»
«Questo sarò io a deciderlo!» Fece l'altro.
«Ecco, io... so... sognavo te.» Ammise il più piccolo senza guardarlo.
 A quello, l'arciere lo fissò con aria sorpresa. «Hai detto a me quelle cose?» Domandò poi, coprendo la poca distanza che li separava.
Ormai al colmo dell'imbarazzo, Watanuki si limitò ad annuire, sollevando lo sguardo solo quando sentì la fronte di Doumeki contro la propria.
«Lo pensi anche ora..?» Domandò il più grande in tono più caldo.
Watanuki lo fissò come incantato. «Da un po' in realtà.» Dichiarò con voce tremante.
Il silenzio che si frappose tra le loro voci sembrò farsi sempre più carico di tensione, interrotta infine da quella di Doumeki.
«Idiota...» Disse, andando a posare le labbra contro le sue. «Anche io ti amo...» Sussurrò, baciandolo.
Lo amava... Una realtà che gli strappò un sorriso, portandolo a riaprire gli occhi per guardarlo.
Quello che vide, però, non fu quanto si aspettava.
Tutto intorno era diventato improvvisamente scuro e Doumeki era ancora lì ma in piedi, intento a fissarlo mentre, alle sue spalle, un'ombra, tanto scura da sconfiggere l'oscurità stessa, andava avvicinandoglisi sempre più.
A quella vista, Watanuki si alzò nel tentativo di raggiungerlo, bloccandosi a causa di una lastra di vetro invisibile.
Spaventato, iniziò a battere i pugni contro quel muro invisibile, senza riuscire a farsi notare dall'altro che, in breve tempo fu avvolto dall'imponente ombra.
Sempre più agitato ed ormai tra le lacrime, continuò a colpire la lastra, vedendola scomparire di colpo.
Un battito di ciglia e si trovò a terra, in ginocchio, a tenere il corpo ormai senza vita del ragazzo che amava.
In lontananza udì solo poche parole, la voce vagamente falimiare.
«Abbatti la barriera, Kimihiro-kun...»



I punti salienti della trama sono ormai stati tracciati. Eccetto qualcuno che giungerà improvviso e a tradimento. U.U
Siete pronte a scoprire cosa si nasconde dietro i sogni di Watanuki, l'arrivo di Eriol e gli esercizi che i due protagonisti stanno facendo al negozio?
Continuate a seguirci e ne vedrete delle belle! ^_^

naco chan: Ci hai preso, come spesso succede. U.U
La visita al tempio ha un ruolo importante che si rivelerà presto.
Anzi, potremmo dire che ha già innescato la giusta serie di eventi.
Quanto al resto
visto che rispondendoti rischieremmo lo spoiler, non ci resta che salutarti, sperando che questo capitolo ti sia piaciuto. ^_^

Eiden:  Odiarvi? Assolutamente no! L'angst da sapore alla vita, rende l'attesa dello Yaoi meno noiosa oltre a fornire spunti per la trama, oltre a rendere tutto più bello ed intenso.
*Sospirano* In ogni caso, Eriol ci tiene a dire che lui non si chiama più Reed come cognome, ora come ora, ma passando ad altro... pensi davvero che sia solo quello il motivo per cui tra i nostri due le cose vanno male? ^.^ Chissà...

Nya: Doumeki si è offeso non poco nel leggere il tuo commento. U.U *coccolano l'arciere che le manda a quel paese. ;_;* 
Piccola nota, lo spirito non è rimasto intrappolato nell'incenso ma è stato esorcizzato anche grazie a questo. Al resto ci ha pensato Doumeki.^_^
E se cerchi l'angst sei giunta nel luogo giusto! XD

Witch of the Dimensions: Ah! Sapevamo che avresti apprezzato una scena del genere, e siamo molto contente che tu l'abbia definita 'clampica'!
In effetti è un risvolto della storia piuttosto sadico, ed in futuro capirai anche perché, o nostra fedele lettrice, dato che una scena molto, molto importante sta per arrivare... una delle nostre preferite, tra l'altro!
Contente che ti sia piaciuto, comunque, rinnoviamo l'invito a seguirci ^.^

sailorYuko: Grazie tante per i complimenti. Siamo davvero felici di sapere che la storia continua a piacerti. Speriamo di leggere un tuo parere anche su questo capitolo. ^^

WYWH: Carissima, ciao! ^.^  Ricambiamo col bacio e l'abbraccio anche noi, dall'alto della nostra diabolicità, e sghignazzando ti diciamo che si, prima o poi ci sarà qualcosa di buono tra i due.
Quando, però, non si sa... e nel mezzo ci sarà lo svolgersi di una lunga, complessa trama molto angstosa!
Quindi sappi che dovrai seguirci a luuuungo :P



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Capitolo 31
*** Connessioni - Nuove distanze ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 31
Nuove distanze

Quando riaprì gli occhi, la prima cosa che vide fu l'espressione assorta dell'arciere che stava fissandolo ormai dai diversi minuti.
«Dou...meki...» Mormorò, sollevato nel trovarlo ancora in vita.
Il ragazzo si limitò ad osservarlo, evitando di fargli domande.
«Che hai da guardare?» Domandò quindi Watanuki, arrossendo al ricordo della prima parte del suo sogno.
«Niente.» Commentò Doumeki, allontandandosi per mettersi a sedere sul divano.
Il più piccolo lo fissò poco convinto. «Per caso... Ho detto qualcosa di strano mentre... dormivo?» Chiese poi.
«Se anche fosse... Cambierebbe qualcosa?» Fu la risposta fredda dell'altro.
Watanuki sembrò pensarci per qualche istante, sollevando infine uno sguardo perplesso su Eriol che, approfittando dell'improvviso silenzio, si era infine avvicinato.
«Allora... perché non ci racconti com'è andata?» Domandò l'uomo, in tono gentile.
«Io... penso di essermi addormentato.» Ammise il ragazzo, in evidente imbarazzo.
«E... cosa hai sognato?» Si intromise la strega.
«Eh?» Strillò l'altro, arrossendo di colpo. «Oh, niente! Cioè...» Lo sguardo si posò sull'arciere, peggiorando di gran lunga le cose. «Era solo un sogno. Era diviso in due e...» Decise di dare almeno le informazioni di base. «La prima parte era una sorta di alternativa... ad una cosa già accaduta... mentre il resto... il resto mi ha mostrato cose non voglio si avverino.» Mormorò.
«Cose di che tipo?» Chiese la strega in tono annoiato.
«Non intendo dire una parola di più!» Puntualizzò Watanuki, incrociando le braccia con aria contrariata. Aveva già detto fin troppo.
«Perdente!» Esclamò la strega, voltandosi in direzione di Eriol. «Occupatene tu. A me è passata la voglia.» Dichiarò in tono acido.
Nel sentirla parlare a quel modo, l'uomo si limitò a sospirare, avvicinandosi maggiormente a Watanuki. «Vedi... certi sogni, possono essere normali in seguito ad una meditazione. Arrivano per chiarirci le idee.» Spiegò fissandolo con espressione seria. «Se in sogno accadono cose diverse dalla realtà, di sicuro deve esserci un motivo. A volte può trattarsi di... messaggi da interpretare per giungere ad una soluzione. Capisci?» Continuò, senza staccargli gli occhi di dosso. «Magari qualcuno ti ha lasciato un messaggio o... potresti aver avuto quest'impressione...»
Quelle parole sembrarono confondere Watanuki.
«Beh, pensaci, ok?» Continuò Eriol, volgendo uno sguardo d'intesa in direzione di Yuuko. Loro, in fondo sapevano bene di chi si trattava.
A quelle parole, Watanuki si limitò ad annuire, volgendo lo sguardo in direzione dell'arciere.
«Se abbiamo finito, io me ne vado.» Lo sentì dire.
«Oh!» Esclamò la strega. «Ma come... Già ci lasci?» Si lamentò.
L'arciere si limitò a rispondere con un cenno, uscendo poi dalla stanza.
Si era appena chiuso la porta alle spalle, quando vide arrivare Giku ed Himawari.
«Doumeki-kun...» Mormorò la ragazza, nel vederlo. «Vai già via?»
«Si.» Replicò l'arciere, vedendola adombrarsi.
«Peccato.» Ribatté lei. «Avevo voglia di passare un po' di tempo con voi...» Continuò, esibendo un sorriso tirato.
A quelle parole, memore della promessa di presenziare ai suoi incontri con Watanuki, l'arciere sospirò. «Non preoccuparti, rimango.»
«Oh, grazie Doumeki-kun!» Replicò la ragazza, sorridendo a Giku con aria complice.
Quel pomeriggio, dopo essersi trovati al negozio, avevano avuto modo di parlare proprio di Doumeki e Watanuki e dello strano rapporto che li univa.
Insieme, avevano quindi deciso di provare ad aiutarli, mettendo in pratica qualche piano. Permettere ai due amici di parlare anche al di fuori delle lezioni era tra questi.

xXx


Quella sera si trovarono tutti insieme, come non accadeva da tempo.
«Yuuko-san...» Esordì Himawari, quando vide entrare la donna in compagnia di Eriol. «Dov'è Mokona? Oggi non si è visto.»
«Oh...» Fece la strega accomodandosi. «Mokona sta aiutando Maru e Moro a riprendersi da... un'influenza, si.» Dichiarò, volgendo una rapida occhiata in direzione dell'uomo sedutosi al suo fianco.
«Mokona...» Ripeté questi, con aria malinconica. «È da tanto che non lo vedo.»
Quelle parole sembrarono stuzzicare la curiosità di Giku, che, posato il bicchiere dal quale stava bevendo, decise di informarsi a riguardo. «Mokona chi?»
«Oh... Mokona è Mokona. Lui ti risponderebbe così.» Replicò l'uomo, sorridendo al ricordo dei giorni in cui lui e Yuuko avevano dato vita a quei due simpatici conigli.
Non soddisfatto dalla risposta, a suo avviso evasiva, Giku decise di ritentare, interrotto, però, dall'arrivo di Watanuki che, con fare accigliato, posò un vassoio carico di cibo a centro tavola.
Deciso a sapere, Giku si rivolse ad Himawari. «Tu sai di chi parlando?» Le chiese, notando lo sguardo intenso che l'arciere aveva appena rivolto a Watanuki.
«Si.» Ribatté la ragazza. «È difficile da spiegare. Diciamo che è come un pelusches, solo che è vivo.» Spiegò.
«Hum... Come Spinnel-sun quindi...» Commentò. «È simpatico?»
«Spinnel?» Domandò Himawari, improvvisamente curiosa. «È un pelusches? Potresti portarlo qui, qualche volta.»
«Si ma... è piuttosto ombroso...» Rispose il ragazzo, fissando Eriol.
«Oh...» Dichiarò quest'ultimo. «Temo che Nakuru-chan non ne sarebbe felice, sai?»
«Come se a qualcuno importasse di cosa pensa...» Borbottò Watanuki, prendendo posto. «E comunque... ci sono in giro altri esseri come i due Mokona?» Chiese, con aria perplessa.
«Oh... ma certo!» Replicò Yuuko, con aria infastidita. «Il signor Clow Reed, qui, si diverte sempre a crearne di nuovi!»
A quello, gli sguardi dei presenti volsero tutti in direzione dello stregone. «Sono simpatici...» Spiegò lui. «Ed io sono Eriol, non Clow.» Precisò poi, in tono graffiante.
Per tutta risposta la strega agitò una mano, come per scacciare una mosca. «È uguale...»
Nel tentativo di ignorare il battibecco tra i due stregoni, Watanuki si versò da bere, osservando lateralmente l'improvvisa vicinanza tra Giku ed Himawari.
Stavano bene insieme. Un pensiero che lo rattristò e non certo per via della ragazza, quanto per la presenza dell'arciere, silenziosa ma comunque tanto forte da ricordargli come anche loro avrebbero potuto star bene, se solo non ci fossero stati quegli incubi. E tutto il resto.

Un'ora dopo si trovarono fuori dal negozio, intenti a far ritorno verso le proprie case.
Eriol era stato il primo ad allontanarsi, raccomandando a Giku di comportarsi in modo galante, accompagnando, cioè, Himawari fino a casa.
Pronto a coglierne il consiglio, Giku si offrì dunque di scortare la ragazza, portando avanti il piano di lasciare da soli i due amici.
Ormai soli, quindi, Doumeki e Watanuki si trovarono a far ritorno insieme, entrambi costretti in un silenzio impacciato.
«Senti... non c'è motivo di accompagnarmi fino a casa...» Esordì di colpo il più piccolo.
«Non importa. A quest'ora può essere pericoloso per te...» Ribatté l'arciere, lo sguardo fisso sulla strada.
Watanuki accolse quella protesta con un'espressione rassegnata. «Stai bene comunque? Stasera hai mangiato pochissimo.»
Doumeki si limitò ad annuire, lo sguardo fisso davanti a sé.
Nel vederlo, se possibile, più silenzioso del solito, Watanuki si trovò a considerare gli ultimi accadimenti.
«Senti...» Riprese dopo un po', imboccando la strada di casa. «Se è per oggi... Non ti dirò più quelle cose, se ti danno fastidio.» Tentò. «Insomma... ci tenevo solo a chiarire che non non ti odio ma... se non vuoi che lo dica è ok...» Continuò, al massimo dell'imbarazzo.
«Eppure l'hai ripetuto più volte.» Ribatté l'arciere, fermandosi davanti all'ingresso dello stabile.
«Si ma... solo perchè ero abbiato!» Replicò l'altro, sempre più teso.
«Ti faccio sentire sporco.» Fu la risposta incolore dell'arciere. «L'odio ne è solo una conseguenza...»
A quello, Watanuki tentò di ribattere. Per qualche strana ragione, però, non riuscì a dar voce a quanto sentiva, troppo forte la paura di tradirsi, di metterlo in pericolo. Si limitò a rientrare, evitando persino di salutarlo, rifugiandosi in casa, già in lacrime.

Accolto quel silenzio come una tacita conferma, Doumeki, si voltò per rientrare verso il tempio.
La mente ancora assorta sugli ultimi accadimenti.
Il loro recente avvicinamento, la speranza, la distanza improvvisa, ed incolmabile, di Watanuki. L'odio e, non ultime, le parole che gli aveva sentito esprimere in sogno. Parole d'amore, un suono dolce che nella sua mente riusciva a tradursi in qualcosa di altamente doloroso.
Fu procedendo con calma verso casa che, troppo concentrato, quasi non si rese conto dei passi alle sue spalle.
Passi fin troppo sospetti.
Fu solo allora che si voltò, scoprendo una figura che aveva già visto, riconoscendola nell'attimo esatto in cui questa sferrò il primo colpo, ferendolo.





Rieccoci qui per festeggiare insieme a voi un momento speciale.
Oggi infatti, 10 Marzo 2010 è un anno che Le Streghe sono alle prese con questa storia!
E speriamo che continui così ^__^
Ma ora andiamo all'angolo delle recensioni!

Naco chan: Eh, il sogno è un sogno, e c'è un motivo... poi se anche Doumeki l'avesse visto ci sarebbe stato un casino non credi?
Comunque siamo contente che ti sia piaciuto, e che ti abbia fatto ridere, Watanuki è buffo anche quando il contesto non lo è! 
Comunque continua a seguirci, e scoprirai..!

Witch of the Dimensions: Ovviamente non possiamo dirti se ci hai preso su di chi è la fantomatica vocina, per evidenti ragioni, ma chissà... ^__^
Ti ringraziamo come sempre per i complimenti comunque, fa sempre piacere leggerti.
Ah, quindi dopo così tanti capitoli riesci infine a comprendere i significati che si celano dietro questa trama... bene... speriamo comunque di riuscire a sorprenderti.
A presto, continua a seguirci!

SailorYuko: Di chi sarà mai quella voce, non possiamo proprio dirlo! Siamo contente comunque che ti sia piaciuto, il sogno e tutto il resto, il mistero che si infittisce...
Ci spiace però, ma ormai dovresti saperlo, in questa storia le risposte non arrivano mai al capitolo successivo :P
Speriamo che ti sia piaciuto anche questo ^____^

Ed ecco un regalino di compleanno realizzato da Hari.
(Lay si è limitata alla scritta XD)
Vi piace? Continuate a leggerci allora e presto potrete averla tra queste "pagine" ^.^



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Capitolo 32
*** Connessioni - Confessioni ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 32
Confessioni


Andare a scuola, quel giorno, fu piuttosto pesante, non solo per il dolore al braccio che, dalla sera prima, continuava a non dargli tregua. Ciò che gli risultava davvero difficile era il riuscire a concentrarsi sulle lezioni, andando contro la propria mente che, in cerca di risposte, continuava a rielaborare quanto accaduto la sera precedente.
Fu solo dopo alcune ore, trascorse più o meno allo stesso modo, che, seppur non troppo desideroso di incontrare Watanuki, si trascinò lungo le scale, raggiungendo la terrazza con un discreto anticipo, soffermandosi a rivivere ogni momento di quell'aggressione durante la quale un uomo, con indosso la stessa divisa di quelli che aveva ucciso nel mondo del ciliegio, lo aveva colpito.
Sul momento aveva pensato ad una sorta di vendetta. Un pensiero che era passato rapidamente in secondo piano quando, in suo aiuto, vide arrivare una strana pantera con ali da farfalla. Qualcosa che lo aveva sorpreso, quasi più del suo aggressore.
Probabilmente avrebbe continuato a rimuginare anche su quello se, proprio in quel momento, non fosse giunto Watanuki, l'aria incredibilmente affannata.
«Scusate per il ritardo!» Esclamò il ragazzo, guardandosi intorno. «Ah... sei solo tu...» Dichiarò poi, notando l'assenza di Himawari.
Seguì un attimo di silenzio, dopo il quale si mosse comunque in direzione dell'arciere, posando i bento-box e sedendosi.
In quel mentre Giku ed Himawari fecero il loro ingresso in terrazza.
«Ciao, scusateci!» Esclamò la ragazza. «Ho dovuto consegnare alcune fotocopie.» Spiegò, raggiungendo i due amici.
Watanuki salutò entrambi con gioia, lieto di non dover restare solo con Doumeki. Dopo quanto avvenuto la sera prima, la sola idea lo metteva in agitazione.
Fu quindi con aria più sollevata che porse il pranzo agli altri due. Un sollievo che svanì nel momento in cui la porta tornò ad aprirsi, questa volta per l'arrivo di Nakuru.
«Quel dannato prof non la smetteva di scocciarmi con le sue lagne!» Si lamentò la ragazza, salutando con un cenno i presenti per poi individuare Doumeki e sedersi al suo fianco, afferrandolo per un braccio.
A quel contatto, l'arciere fece una smorfia di dolore che non passò inosservata.
«Ti ho fatto male?» Domandò Nakuru allarmata.
«Non è niente.» Ribattè lui senza scostarsela di dosso.
«Oh, meno male...» Continuò la ragazza, attirando l'attenzione generale. «Sai, a tiro con l'arco chiedono tutti di te!»
«Nakuru!» Eslcamò Giku con aria divertita. «Non dirmi che sei scappata dagli allenamenti!»
«L'ho fatto solo per salutare Shizuka-kun!» Dichiarò lei accigliandosi, per poi staccarsi dall'arciere. «Beh, sarà meglio che vada, ora. A dopo!» Fece, prendendo la via delle scale.
«A proposito, Doumeki-kun...» Intervenne Himawari. «Quando riprenderai con le lezioni?»
«Tra qualche settimana.» Ribatté l'altro, salutando Nakuru con un cenno del capo.
«Non dovevi iniziare dalla prossima?» Indagò Watanuki, al quale non era passata inosservata la smorfia di dolore di poco prima.
Se c'era una cosa che aveva imparato in quegli anni, era riconoscere le minime variazioni che avvenivano nell'arciere e che ne determinavano le espressioni notoriamente incomprensibili.
«Preferisco attendere ancora.» Dichiarò Doumeki, continuando a mangiare.
«Come mai? Insomma a breve ci saranno i tornei, no?» Commentò il più piccolo.
«Tornei?» Domandò Giku. «Quindi Shizu-kun è davvero importante per la squadra di tiro con l'arco! Pensavo che Nakuru esagerasse!» Continuò, facendo un piccolo cenno ad Himawari.
La ragazza lo fissò sorridendo. «Oh, Doumeki-kun è il migliore. Pensa che l'unica volta in cui la squadra non è arrivata prima è stata quando non c'era lui!»
«Oh... capisco.» Fece Giku, guardando l'ora per poi tornare a fissare la compagna. «Sai che ti dico?» Annunciò, subito dopo. «Visto che abbiamo tempo, che ne dici di darmi quelle ripetizioni?»
«Si... Ok!» Esclamò la ragazza dopo un attimo di smarrimento. «Allora, vi saluto.» Disse, chiudendo il proprio bento per poi alzarsi ed allontanarsi in compagnia di Giku, sperando di riuscire a trovare l'ennesima scusa per evitare di restare troppo a lungo con lui.
Una volta fuori dalla terrazza, osservò con aria complice il ragazzo, intento a chiudere a chiave la porta.
«Quanto credi dovremmo lascarceli?» Domandò, ancora incerta sul piano ideato la sera prima.
«Torneremo tra un po'...» Ribattè l'altro con aria fiduciosa. Quei due, in fondo, sembravano fatti davvero l'uno per l'altro.

«Allora...» Domandò Watanuki qualche attimo dopo, lo sguardo fermo sull'arciere. «Posso sapere cosa ti sei fatto a quel braccio?»
«Nulla...» Ribattè l'altro, richiudendo il proprio bento.
«Ah si?» Continuò il più piccolo. «Strano, perché di solito non sei tipo da fare smorfie di dolore...»
A quello l'arciere preferì tacere, volgendo lo sguardo altrove.
«Cos'è, hai perso la lingua?» Esclamò Watanuki, afferrandogli il braccio per notare una nuova smorfia. «Ti sei ferito?» Chiese quindi, sollevando la manica per scoprirne la fasciatura.
«Non è niente.» Commentò l'arciere, senza ancora guardarlo.
«Lo vedremo!» Continuò il più piccolo, ponendogli le mani sulla parte lesa, iniziando, quindi, ad inviargli la propria energia.
Almeno, quanto imparato da Yuuko-san iniziava a rivelarsi utile. Un pensiero che, stranamente, gli diede forza, portandolo a continuare.
Passarono così diversi minuti, carichi di un silenzio denso di emozioni inespresse. Emozioni che entrambi potevano percepire, seppur senza coglierle a fondo.
«Sto meglio. Puoi fermarti, ora.» Dichiarò d'un tratto il più grande, scostandosi per poi allontanarsi, in direzione della porta.
Quando la raggiunse si limitò a sussurrare un grazie, posando la mano sulla maniglia, il tutto sotto lo sguardo incerto di Watanuki che, incapace di reprimere l'emozione provata nei minuti appena trascorsi, era rimasto in silenzio, limitandosi a fissarlo.
Fu solo nel cogliere l'esitazione dell'altro che si decise a parlare, alzandosi anche lui. «Che succede?»
«Non si apre.» Replicò l'arciere.
«Perfetto!» Esclamò Watanuki, raggiungendolo per provare anche lui a girare la maniglia, evidentemente bloccata dall'esterno. «Ci mancava solo questa, ora!» Commentò esasperato. «Yuuko-san mi farà lavorare come uno schiavo se farò tardi!»
«Basta dirle la verità, no?» Propose l'altro, tornando a sedersi.
«Sperando non sia opera sua!» Continuò il più piccolo, seguendolo.
«Io non credo.» Ribatté l'arciere, sollevando uno sguardo sul compagno. «E poi, tra qualche ora arriverà comunque il custode.»
«Già...» Mormorò Watanuki, lo sguardo che vagava dal compagno al resto della terrazza. In quel luogo, una volta, si erano quasi baciati. Un ricordo che lo rese improvvisamente nervoso. «Senti...» Tentò, quindi, nella speranza di rompere quel nuovo silenzio. «Come ti sei ferito..?»
Nell'udirne la domanda, Doumeki tornò a guardarlo, deciso a dirgli la verità. In fin dei conti, presto o tardi ne avrebbe dovuto parlare comunque con Yuuko-san.
«Mi hanno colpito.» Spiegò.
«Che?» Fece l'altro, sbattendo un paio di volte le palpebre. «Colpito? Chi? Quando?»
«Un uomo mi ha attaccato. Ieri sera.» Commentò il ragazzo, cercando al contempo un modo per spiegare il tutto senza allarmarlo.
«Un... uomo?» Ripeté il più piccolo. «Cosa voleva?»
«Un uomo, si. Aveva lo stesso stemma di quelli che ci attaccarono nel mondo del ciliegio.» Aggiunse poi.
«Il mondo del...» A quello, Watanuki impallidì. Quegli uomini... anche nei suoi incubi avevano attaccato Doumeki. Forse allontanarlo non era stato abbastanza? «Dannazione...» Mormorò, appoggiando la schiena contro la rete. Un gesto che non mancò di attirare l'attenzione dell'arciere.
«Oi... stai bene?» Domandò questi, poco dopo.
«No, cioè... Credo.» Mormorò il più piccolo, tornando a guardarlo con espressione visibilmente allarmata. «Per fortuna stai bene...» Aggiunse poi, sorridendo.
«Già...» Commentò l'altro. «Grazie ad una strana pantera alata. Ha messo in fuga il mio aggressore.» Spiegò, osservandolo con estrema attenzione. «Hai paura?« Domandò poi, vedendolo annuire. «Non preoccuparti. Probabilmente ci ha seguiti per tutta la sera quindi... non era interessato a te.»
«Certo!» Commentò il più piccolo, contrariato. «Era di questo che mi preoccupavo!»
Doumeki lo fissò per un istante, tornando subito dopo a concentrarsi su altro. Dopotutto era abituato agli strani modi del compagno.
«Ho notato che sembri aver preso bene l'amicizia tra Kunogi e Sanstuki...» Dichiarò, di colpo.
«Eh?» Fece l'altro. «Perchè non avrei dovuto?» Continuò accigliato. «Stanno bene insieme...» Mormorò, tornando col pensiero allo strano attacco subito la sera prima dall'arciere.
«Ah si?» Indagò il più grande. «Non dicevi di amarla?»
«Immagino di aver cambiato idea ad un certo punto...» Spiegò Watanuki, lo sguardo perso nel vuoto, come immerso in immagini tanto lontane.
Nel guardarlo, l'arciere si adombrò. Se non si trattava di Kunogi... «Di chi si tratta, allora..?» Domandò.
«Non sono cose che...» Si fermò, l'altro, colto da un improvviso deja-vu. «Tu!» Sibilò, puntandogli un dito contro, le guance improvvisamente più rosse per via dell'imbarazzo crescente. «Mi hai sentito parlare nel sonno, vero?»
«Si.» Ammise l'altro.
Ci fu un istante di imbarazzo, nuovamente interrotto dalle parole del più giovane. «Che vuoi sapere..?»
«Chi è..?» Chiese l'altro, conscio di non dover aggiungere altro.
Per un attimo, Watanuki ponderò sulla possibilità di mentire, di evadere la domanda, cambiare discorso.
Stava parlando con Doumeki, però. E lui non era certo la persona più incline a cadere in simili trabocchetti. Inoltre, non meritava bugie. Non lui, non dopo quante ne avevano passate. «La persona più importante... per me.» Replicò, quindi. «Quella che posso solo sognare...»
«Questo lo avevo capito.» Fu la risposta incolore dell'arciere, alla quale Watanuki non potè non rispondere con un sorriso, amaro.
Lo aveva capito. Ovvio, trattandosi di Doumeki. «Non posso aggiungere altro.» Continuò poco dopo. «Scusami...»
«La prossima volta evita di prendere il discorso, allora.» Commentò l'arciere in tono più freddo.
«Già! Per te è tutto facile!» Esclamò il più piccolo, alzandosi. «Ti ho già detto abbastanza, ma per te ovviamente non basta!» Borbottò.
Ci fu un lungo silenzio, quasi insopportabile per Watanuki, che ad esso avrebbe preferito qualunque parola.
«Bene, vedo che non ti scomodi neppure a rispondere.» Continuò poco dopo, appoggiandosi alla rete, lo sguardo fisso nel vuoto davanti a sé. «Ovviamente il signore non può scomodarsi a parlare, no, lui deve restare sempre in silenzio... Dimostrare di essere il migliore. Beh, ti lascerò in pace se è questo che vuoi!»
«Non ho mai voluto questo.» Ribatté l'arciere, senza smettere di fissarlo.
«Beh non importa!» Esclamò l'altro, alzandosi per poi allontanarsi. «Ti lascerò in pace così non dovrai più lamentarti delle mia urla e... di tutto il resto!» Continuò, in un crescendo di rabbia e dolore.
«Non mi sono mai lamentato.» Fu la fredda replica dell'arciere. «Da quando ti conosco non ho fatto altro che starti accanto. Lo so che non mi sopporti ed è per questo che cerco di lasciarti in pace.»
«È questo che pensi?» Domandò il più piccolo.
L'altro evitò di rispondere e, spinto dal bisogno di lasciar andare almeno uno dei tanti pesi che stava portandosi dietro da troppo tempo, Watanuki riprese a parlare. «All'inizio lo credevo anche io. Non ho mai trovato piacevole l'essere salvato in situazioni che il più delle volte si rivelavano imbarazzanti. Senza contare che il fatto che fossi proprio tu a farlo, beh... non aiutava. Insomma, è vero che mi stavi sulle scatole ma era all'inizio!» Dichiarò con la sua solita enfasi. «Poi... il problema è cambiato...» Continuò, facendosi più triste. «Col tempo ho capito che a farmi star male non eri tu ma... il fatto che ogni volta... quando venivi a salvarmi, ero sempre io ad uscirne illeso.» Per una volta voleva essere lui a proteggerlo, pensò cupamente.
«Perchè mi dici queste cose...» Replicò Doumeki. «Cosa hanno a che fare con la mia domanda?»
Dall'altra parte non giunse alcuna risposta.
«Già... dimenticavo. Non siamo amici, quindi... Dovevo capire che non mi avresti mai fatto una simile confidenza.» Fece l'arciere in tono amaro. Sentirlo così lontano, se possibile, faceva più male del saperlo innamorato di qualcuno che non era lui, che non sarebbe mai stato lui. Tornò a chiudersi nel suo solito silenzio, un velo che aveva imparato a stendere tra sé ed il mondo. Che aveva infine sollevato per lui, quel ragazzo strano e costantemente agitato, per il quale aveva perso la testa.
Fu a quel pensiero, tanto triste quanto reale, che tornò a cercarlo con lo sguardo, trovandolo abbracciato a sé stesso, in lacrime.
Quell'immagine tornò a far dissolvere il suo velo, lacerandolo, spingendolo ad andare da lui, a soccorrerlo ancora una volta. «Oi...» Sussurrò, piegandosi sulle gambe per essergli più vicino.
A quel gesto, del tutto inatteso, Watanuki si ritrasse, lasciando emergere, senza volerlo, la mole di emozioni fino ad allora represse.
Nel sentirle così da vicino, percependone la forza ed il dolore, l'arciere si limitò a guardarlo.
Non era capace di aiutarlo, nonostante tutto non ne aveva la forza. In fondo lui per primo si trovava a combattere con le proprie emozioni. «Piangi per quella persona?» Domandò poi, di colpo, stupendosi lui stesso per quell'insistenza che non gli era propria.
A quella domanda, Watanuki trasalì appena. Stava piangendo per lui? Ci pensò per un attimo, scuotendo infine la testa.
No, non stava piangendo per Doumeki, perché allontanandolo gli avrebbe salvato la vita. Era per sé stesso che piangeva, perché allontanandolo avrebbe perso per sempre la persona che amava, i suoi abbracci, i suoi baci.
Aveva sempre avuto ragione Yuuko-san, pensò, trovando quasi ironico quel pensiero.
Ogni cosa aveva un prezzo, e lui lo aveva appreso pagandone uno fin troppo caro.
«Perché allora?» Fu la domanda, appena sussurrata, dell'arciere.
«Quel mio sogno...» Sussurrò l'altro, la voce quasi spezzata. «Dovrà rimanere tale...»
A quello, Doumeki si sentì travolgere da un'ondata di profonda tristezza, probabilmente in parte causata dallo stesso Watanuki.
Saperlo così disperato lo portò a mettere da parte tutto il resto. «Oi...» Sussurrò, appoggiando la fronte a quella del ragazzo. «Di chiunque si tratti, non sarà mai impossibile se si tratta di te.» Lo osservò a lungo, in silenzio, trattenendo l'impulso di baciarlo.
«Non credo sia impossibile...» Replicò il più piccolo, in un soffio. «Ma dovrà esserlo. Il prezzo è... sarebbe troppo alto...» Mormorò.
«Che prezzo?» Ribatté l'altro, incerto sul significato di quelle parole.
«Una vita...»
«La tua?» Domandò ancora, lo sguardo visibilmente più cupo.
A quella domanda, Watanuki avrebbe quasi sorriso se non fosse già troppo stanco per piangere. «Se si trattasse della mia... Non starei così male.» Sussurrò. «Si tratta di... quella persona.»
«È stata Yuuko-san a dirtelo?» Chiese allora il più grande. Se si trattava di prezzi, doveva essere così, pensò fissandolo e sorprendendosi non poco nel vederlo scuotere la testa.
«Chi allora?»
«Nessuno. Lo so e basta.» Dichiarò il più piccolo.
«Anche... quella persona lo sa?» Lo incalzò l'arciere.
«No...» Sospirò l'altro. Si sentiva stanco, di rispondere, di reggere quel gioco malsano, di tutte quelle bugie. Stanco... «Dirglielo peggiorerebbe le cose.»
Ci fu un attimo di silenzio. Una tregua che Watanuki accolse con una punta di sollievo che si dissolse poco dopo, alle nuove parole di Doumeki.
«Non cambierai mai.» Asserì il ragazzo, il tono più duro, sebbene addolcito dall'insieme di emozioni che stavano giungendogli dall'altro. «Non hai pensato che, se ti amasse, dovrebbe avere il diritto di scegliere cosa fare?» Continuò, incurante di star parlando a proprio sfavore.
Seguì un nuovo silenzio nel quale gli giunse solo un lieve singhiozzo, rapidamente soffocato dal ragazzo ancora in lacrime.
In quel momento ogni rumore sembrò cessare, lasciando spazio solo ai loro respiri, alle loro voci, tanto leggere da poter essere solo l'eco di un sogno.
Poi, finalmente, lo vide sollevare lo sguardo. L'espressione affranta. «Se dovesse accadere...» Lo sentì dire. «Ne morirei...»
Quelle parole gli creparono il cuore. Non ci fu tempo per pensare, per riflettere su quanto fosse corretto farlo. Lo abbracciò, semplicemente, tenendolo stretto, sperando di poter prendere almeno metà di quel dolore. Un dolore che anche lui conosceva bene, seppur per motivi diversi.
Rimasero così per un lasso di tempo indefinito fin quando, incapace di combattere quel momento così prezioso, Watanuki si arrese, lasciando la presa sulle ginocchia per portare le braccia dietro la schiena dell'arciere. Abbracciandolo a sua volta, nascondendo il volto contro il suo petto, piangendo.


Rieccoci qui con un capitolo carico di angst. U_U
Prima delle risposte alle vostre recensioni, un grazie speciale a Sailor Yuko che è stata tanto carina da segnalare Destino Inevitabile tra le storie scelte, di cui ora fa parte. Grazie a lei e chi non si è ancora stancato di leggerci. ^_^

Detto questo, un ultima pausa per ricordarvi l'esistenza del forum di Holic dove potrete trovare immagini, spoiler e... beh andate a dargli un'occhiata. XD


Ed ora eccoci a noi. ^_^

naco chan:  Come ben vedi, l'attacco nel capitolo precedente ha, in effetti, portato i suoi frutti!
Che tipo di frutti siano ed a cosa porteranno, a parte una scena molto angstosa che abbiamo appena letto, non sta a noi dirlo, perlomeno non in questa sede :P
La trama procede rapidamente, anche se così non sembra, e presto inizieranno ad arrivare le risposte che attendiamo, con ancora svolte e sorprese...
Speriamo proprio di sorprenderti, tu che indovini sempre quel che succederà!
Grazie per il tuo continuo seguirci e sostenerci!

Yusaki: Ed ecco chi si rivede! Grazie per essere tornata a commentare, apprezziamo molto ^.^
Oh, non preoccuparti, non si è fatto niente il nostro Doumeki, a parte beccarsi una batosta sentimentale da Watanuki... per l'ennesima volta.
Abbiamo decifrato, comunque, tra tutte le volte che hai nominato Shizuka, i tuoi complimenti alla storia ed apprezziamo molto anche quelli.
Grazie!!

Witch of the Dimensions: Siamo riuscite a tirar fuori d'impiccio perfettamente Doumeki, come vedi...
... giusto per fargli ancora più male e fargli sentire le parole di uno Watanuki sempre più distrutto.
In ogni caso, ti ringraziamo tantissimo per i tuoi complimenti, la storia che diventa sempre più bella... ci fa tanto piacere sentirtelo dire!! ^__^
Grazie mille!

SailorYuko: Sta bene ed è vivissimo, come vedi, più vivo anche grazie alle cure del nostro Watanuki, tanto premuroso quanto idiota, come al solito :P
Eriol il doppiogioco? Mmh, chissà. Di sicuro se è qui ha un suo scopo personale, quale sia però non ci è dato rivelarlo.
Lo scoprirai solo leggendo :P Continua a seguirci!

ginnyx: Una nuova lettrice!
*Si mettono in ghingheri in fretta e furia, nascondono le bottiglie sakè, e tornano, inchinandosi profondamente.*
Ti diamo il benvenuto nella grande famiglia di DI! ^___^
Se sei un'amante dell'angst, hai scelto proprio il periodo giusto per iniziare a leggere... uhuhuhuh...  questo capitolo dovrebbe dartene un grosso assaggio :P
In ogni caso, ti diamo ancora il benvenuto, ringraziandoti molto per i tuoi complimenti... è sempre bello riceverne, ci da una gran carica ^_^
Continua a seguirci!



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Capitolo 33
*** Connessioni - Quando le cose si complicano ***


Destino inevitabile - Connessioni
Capitolo 33
Quando le cose si complicano.

Non avrebbe saputo dire per quanto era rimasto nascosto tra quelle braccia, intento a versare calde lacrime, a loro modo consolatrici.
Gli fu fin troppo chiaro, però, quanto risultava difficile staccarsene, tornare a guardarlo senza che l'imbarazzo non gli imporporasse le guance. Fingere di non essersi appena sfogato.
«Io... non so che dire...» Dichiarò di colpo, senza guardarlo. «Scusami...» Mormorò, sforzandosi di reggerne lo sguardo. «E grazie.»
Per tutta risposta, l'arciere si limitò ad uno dei suoi soliti cenni, scostandosi per mettersi a sedere.

Non visti, intanto, Giku ed Himawari erano rimasti ad osservare l'intera scena, ascoltando le parole dei due.
«Non è stata una buona idea, vero?» Domandò Giku ad una tristissima Himawari.
«Watanuki... parlava di Doumeki-kun, non è così?» Ribatté la ragazza, asciugandosi un paio di lacrime. Troppo difficile cancellare il timore di aver contribuito lei stessa a peggiorare le cose tra i suoi più cari amici.
Alla domanda Giku tornò a guardare i due ragazzi, tanto presi l'uno dall'altro da non essersi ancora accorti dell'apertura della porta, né, tantomeno, della loro presenza. «Credo di si...» Sospirò.
«Cosa... facciamo ora?» Chiese Himawari, guardandolo con espressione incerta.
«Andiamo da loro come stabilito. Solo... faremo finta di niente.» Replicò, riaccostando la porta per poi riaprirla, producendo un forte rumore.
«Cavoli, questa porta non voleva saperne di aprirsi!» Esclamò quindi, a voce alta.
Decisa ad imitarlo nonostante tutto, la ragazza annuì, asciugandosi le nuove lacrime per poi stamparsi un sorriso, il più possibile allegro, sul volto.
Nel vederli Watanuki si mostrò estremamente sorpreso. «Come avete fatto ad entrare?!» Esclamò, alzandosi per muovere qualche passo verso di loro.
«Abbiamo trovato questa per terra!» Dichiarò Giku, mostrandogli la chiave. «Eravamo venuti a cercarvi...» Aggiunse poi.
«Bene!» Ribatté Watanuki, ancora rosso per l'imbarazzo. «Io... sono in ritardo in effetti!» Continuò, prendendo le proprie cose. «Yuuko-san mi attende!»
«Ecco cosa dimenticavo!» Esclamò Giku a sua volta. «Eriol-sensei mi aveva detto di passare con voi dalla strega.» Spiegò, voltandosi poi Himawari, rimasta per tutto il tempo in silenzio. «Vieni anche tu?»
La ragazza sembrò esitare, lo sguardo che ancora non riusciva a posarsi sui due amici.
«Verrò anche io.» Dichiarò intanto l'arciere, alzandosi e raggiungendoli, lo sguardo fermo sulla compagna che, dopo avergli annuito, decise infine di seguirli.

xXx

Quando giunsero al negozio, Eriol e Yuuko sembravano impegnati in un'importantissima partita a scacchi, dalla quale si astrassero solo per invitare Watanuki a preparar loro qualcosa da mangiare.
Rimasto solo, il ragazzo si trovò a riflettere su quanto accaduto in terrazza, il cuore che ancora batteva fortissimo al solo pensiero.
A pochi passi da lui, Giku ed Himawari stavano chiacchierando in corridoio.
Di tanto in tanto l'eco delle loro voci giungeva alle sue orecchie, senza tuttavia rivelargli quanto stavano dicendosi.

«Il nostro piano non sta andando come dovrebbe, non trovi?» Mormorò la ragazza in tono cupo.
«Sei ancora turbata per prima, eh?» Fece Giku osservandola. «Sai, per me non sta andando poi così male.»
«Ma... hanno litigato...» Ribattè Himawari in tono triste. «Hai sentito anche tu, no?»
«Si ma... Wata-kun aveva bisogno di sfogarsi...» Asserì il ragazzo con aria pensierosa. «E averlo fatto con il diretto interessato è stata di certo la cosa migliore.»
«Doumeki-kun però... è triste.» Replicò la compagna. «Non prenderla nel modo sbagliato ma... credo sarebbe meglio se ti occupassi da solo di loro.» Fece, rivolgendogli una rapida occhiata. «In fondo sei tu quello che porta fortuna, no?»
«Motivo per il quale non hai di che preoccuparti.» Ribatté lui, sorridendole. «Sono certo che non creerai loro alcun problema.»
«Cosa... Come fai a...»
«Sono un ottimo osservatore.» Replicò Giku.
Quelle parole la sorpresero. «Allora... se lo sapevi.» Iniziò Himawari. «Perché mi hai chiesto di aiutarti? Non ha senso unire sfortuna e fortuna.» Asserì, fissandolo con espressione seria.
«Si invece... perché finché staremo insieme... una annullerà l’altra.» Scherzò l'altro, fermandosi di colpo nel veder sopraggiungere Watanuki con un enorme vassoio.

xXx

Nella stanza adibita ad aula, intanto, Doumeki si era fermato a parlare con Yuuko-san ed Eriol, spiegando loro quanto accaduto la sera prima.
«Sembra che tu te la sia cavata abbastanza bene...» Osservò Eriol, accennando al suo braccio.
«Si, Watanuki mi ha dato una mano.» Spiegò l'arciere, volgendo lo sguardo verso la strega.
«Già...» Fece l'uomo. «E quegli uomini di cui parlavi...» Continuò, accennando a quanto appena spiegato dal ragazzo. «Immagino che Haruka-san ti abbia già detto che c'è una persona che desidera intralciare Kimihiro-kun...»
Doumeki si limitò ad annuire.
«Bene. Devi sapere che questi uomini sono stati inviati da lui per far si che il tuo amico non abbia un futuro...» Chiarì, facendosi improvvisamente più serio.
«Perché attaccare me allora...» Replicò Doumeki, ancora incerto di aver compreso a pieno le parole di Eriol.
«Perché quello stregone, che in qualche modo è un mio parente...» Continuò l'altro. «Ha capito che tu sei indispensabile per la sopravvivenza di Kimihiro e sopratutto... Sa che fai parte del suo futuro.» Spiegò.
Quelle parole sembrarono giungere del tutto estranee all'arciere. Lui nel futuro di Watanuki. Sembrava strano, considerato che non era neppure nel suo presente, se non per pochi e sempre più fugaci contatti. «E... come ne farei parte?» Domandò quindi.
«In modo essenziale...» Precisò Eriol, guardandolo con espressione appena più dolce. «In fondo è stato così anche in passato, no?»
«Si riferisce a quando gli ho salvato la vita?» Chiese l'arciere.
«Non solo.» Continuò lo stregone. «Per parafrasare un'amica comune...» Continuò, sorridendo all’occhiataccia di Yuuko-san. «Ritengo che ciò sia... inevitabile.»
«Inevitabile...» Ripetè Doumeki, fissandolo con espressione cupa.
«Esattamente, si.» Confermò Eriol. «Vedi Doumeki-kun... il fatto è che ci sono persone che hanno fatto grandi sacrifici per giungere a quel futuro. I genitori del tuo amico... e non solo.» Fece, diventando più malinconico. «C'è chi ha dovuto rinunciare a molto anche per te. Per far si che quell'unico futuro nel quale possiate esistere entrambi continui ad essere possibile.» Spiegò, fermandolo con un cenno della mano, da qualsiasi domanda. «Anche mentre ne stiamo parlando c'è chi sta facendo si che quel futuro si realizzi. Mokona, Maru e Moro... Yuuko-san...» Terminò, sorridendo alla donna. «Persino...» Si fermò, fissandolo con aria quasi divertita. «No, questo non sta a me dirlo.»
L'arciere ascoltò tutto quel discorso con estrema attenzione, annuendo di tanto in tanto per poi soffermarsi a quelle ultime parole. «Immagino che ogni ulteriore domanda sarebbe inutile...» Dichiarò poi.
«Tu si che sei perspicace!» Commentò la strega, sorridendogli.
«Già...» Mormorò l'altro. «Sentite... potrei sapere almeno il perchè di quella strana pantera?»
«Pantera?» Ripetè Yuuko, volgendo uno sguardo inquisitore in direzione di Eriol.
«Oh... immagino tu stia parlando di Spinnel!» Dichiarò Eriol. «Sai... immaginavo fossi in pericolo così... gli ho chiesto di darti una mano.»
A quello Doumeki fissò la strega in cerca di spiegazioni.
«Non ora...» Fece lei, sorridendo e fissando la porta, un attimo prima che questa venisse aperta da Himawari.
«Si può?» Domandò la ragazza, lasciando passare Watanuki.
«Finalmente!» Esclamò la strega, nel vedere l'enorme vassoio portato dal ragazzo.
«Bene!» Dichiarò Eriol, alzandosi ed avvicinandosi alla strega. «Se non sbaglio ho un debito da assolevere.» Esclamò, mostrandole la propria mano che, una volta apertasi, rivelò un bracciale con diversi pendenti in cristallo.
Lo sguardo estasiato della strega bastò ad attirare l'attenzione di tutti.
«Ti sei dato da fare, vedo.» Fece, prendendo tra le mani il gioiello per osservarne i piccoli pendenti raffiguranti lo scettro di Sakura, i due Mokona, i cerchi usati da lei e da Clow per operare magicamente, lo scettro di Fay e le figure di Kero-chan e Spinnel.
«Solo per te, Yuuko-chan...» Replicò Eriol, sorridendole.
«Bene!» Dichiarò la donna, ignorando il sorriso dello stregone per tornare a rivolgersi ai suoi due studenti.
«Oggi proveremo a comunicare con il pensiero.» Dichiarò sotto gli sguardi attenti di Himawari e Giku e quelli, vagamente perplessi, di Doumeki e Watanuki.
«Che?!» Esclamò, quest'ultimo. «È impazzita forse?»
«Ora...» Continuò la strega, ignorando le lamentele del ragazzo. «Vi concentrerete su qualcosa di semplice. Vi prenderete per mano e cercherete di inviarvi messaggi attraverso l'energia che avete già imparato a lasciar fluire. Sono stata chiara?» Domandò infine.
«Questa è violazione della privacy!» Borbottò il ragazzo, mentre dietro incitazione di Yuuko-san si avvicinava a Doumeki, porgendogli entrambe le mani con espessione imbarazzata.
«Solo se hai qualche torbido segreto, Watanuki...» Replicò la strega, osservando Himawari intenta a presentare Giku a Tanpopo.
«Su, iniziate ora. Guardatevi negli occhi e pensate qualcosa. Uno alla volta.» Chiarì nel caso vi fossero dubbi a riguardo. «Inizia tu, Doumeki-kun.»
Nella stanza scese un silenzio quasi innaturale. Lo sguardo di tutti si fissò sui due ragazzi che, occhi negli occhi, stavano inviandosi pensieri a tutti sconosciuti.
Nel tentativo di non trasmettere al compagno pensieri compromettenti, l'arciere si concentrò su una frase semplice, una di quelle che era solito ripetergli. 'Sei un idiota...'
«Che?» Esclamò l'altro con aria irritata. «Idiota a chi?! Come ti permetti!»
Nella stanza si udì la risata di Yuuko-san. «Oh... siete davvero buffi, voi due!» Commentò, palesemente divertita dalla scelta del ragazzo più grande. «Ha indovintato?»
L'arciere si limitò ad annuire.
«Bene. Invertitevi i ruoli.» Li esortò, quindi, la donna.
Ristabilitasi la calma, Watanuki sembrò concentrarsi, fissando lo sguardo su quello dell'altro ragazzo, sforzandosi per cancellare ogni pensiero potesse metterlo in pericolo. 'Non ti cucinerò più l'inarizushi'.
«Perché...» Domandò l'arciere, fissandolo con espressione cupa.
I presenti si rivolsero sguardi carichi di curiosità.
«Che ha detto?» Domandò infine Eriol.
«Che non preparerà più l'inarizushi.» Spiegò Doumeki.
«Che ragazzo cattivo!» Commentò, quindi, la strega.
«Oh, insomma!» Sbottò Watanuki, arrossendo. «Non dicevo sul serio...»
A quello, l'arciere lo osservò con espressione serissima. «Quindi me lo prepari?» Domandò.
«Si!» Fece l'altro, irritato. «E suppongo lo vorrai per stasera, eh?!»
«Yo!» Fu l'unica risposta, accolta con un moto di stizza da parte del più giovane.
«Perfetto!» Sbottò ancora il più piccolo, allontanandosi verso la cucina.
Una volta solo, si appoggiò al piano, prendendo un bel respiro.
Quel giorno gli aveva riservato non poche emozioni, ed ora... poter trasmettere i propri pensieri all'altro.
Improvvisamente sentiva un legame ancora più forte tra loro, qualcosa che, data la situazione attuale, non poteva che fargli del male.
Sospirò a quel pensiero, sforzandosi di vedere le cose da una prospettiva diversa, qualora ne avesse trovata una, iniziando a cucinare il piatto preferito del ragazzo che, senza quasi accorgersene, aveva scoperto di amare e che, ancor più velocemente, aveva capito di non poter avere.



Rieccoci qui con un nuovo capitolo carico di indizi su quanto sta per avvenire...
E se avvertite l'ombra della minaccia incombere sui nostri "eroi..." fate bene. U_U

Ok... per cominciare, un ringraziamento a Babel per il voto ed il commento. ^_^
Poi... sappiate o prodi lettrici (ma i maschietti proprio non leggono, eh? XD) che il corso che Yuuko sta facendo a Watanuki e Doumeki servirà anche a voi! *notano le lettrici darsi alla fuga e le riacchiappano*
Susu, tranquillizatevi. Nessuna di voi morirà per così poco... Avrete però modo di abituarvi al loro parlare tramite il pensiero cosa che... (primo ed unico spoiler che leggerete da noi) avverrà sempre più spesso ed in modo approfondito.

E dopo le news...
Rieccoci con l'angolo della posta! ^_^

Naco chan: Il bello (o brutto) di questi due, sta nell'essere vittime di situazioni che viste da fuori possono apparire facili da capire ma che vissute in prima persona sono invece ben più complesse.
Doumeki, per esempio, tende a credere a quanto gli viene detto da Watanuki e per questo motivo non mette in discussione quanto gli viene detto. Così crede davvero di essere odiato da lui. U_U
Comunque… malefiche? per così poco? U_U

sailorYuko: E come vedi ci siamo! Oh... grazie per le tue parole...
Sapere che ti piace così tanto, come storia, ci rincuora.
E con questo capitolo... le cose si complicheranno eccome, come dice il titolo, quindi continua a seguirci ^__^

Ginnyx: Grazie. Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto.
Ammettiamo che anche noi restiamo male per i pg ogni qual volta soffrono, per quanto non si può non ammettere che un po' di angst aumenta il romanticismo. U_U
Speriamo di leggerti ancora e che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

WYWH: Non ci sarebbe nulla da dire se fosse solo una storia dove la cosa principale succede subito... no?
32 capitoli non sono niente! :P
Ricambiamo il bacio e siamo contente che continui a piacerti, comunque!

Mariko88: Per prima cosa siamo felici che tu abbia deciso di commentare, in particolare quello che è anche uno dei nostri capitoli preferiti. :P
Speriamo di leggerti ancora e che la storia continui a piacerti almeno come piace a noi. ^_^

Yusaki: Ma carissima, è un bene che tu inizi le recensioni pensando a Doumeki! :P Meglio di così!
I tuoi complimenti, poi, sono stati molto, molto, molto benaccetti.
Che le nostre semplici parole ti comunichino così tanto... beh è una bella soddisfazione! Così come avere tanti fedeli lettori!
Grazie per il continuare a seguirci cara!

Jenniferdylan: Per cominciare… Bentornata. ^_^
E sta tranquilla, non ci offendiamo così facilmente. Critiche e consigli sono sempre i benvenuti, insieme ai complimenti, ovviamente. U_U
Ci spiace per la sensazione che hai avuto con gli ultimi capitoli e che, probabilmente, avrai avuto anche con questo. XD
Destino inevitabile però è nata come una storia nella storia per cui, è inevitabile che ci siano momenti di stasi, indispensabili per tracciare la trama degli avvenimenti futuri.
Possiamo solo dirti che nulla è lasciato al caso. Ogni personaggio, ogni singola battuta è tutto volto a quanto accadrà da qui alla fine, anche quelle cose che apparentemente possono sembrare inutili o prive di senso. :P
Detto questo, speriamo di rileggerti ancora. ^_^

Witch of the Dimensions: Non hai dimenticato di commentare, hai commentato proprio all'ultimo momento disponibile, mentre scrivevamo queste risposte! Era inevitabile! XD
Quindi l'attesa, come vedi, è minima in questo caso :P
Il tuo capitolo preferito, comunque? Ne siamo felici, aspettavamo l'arrivo del capitolo 32 da molto tempo noi, in effetti, ed anche se ci saranno più in là situazioni ancora più "pregne"... beh, possiamo dire che il capitolo precedente, insieme a questo, è il vero punto di svolta della storia!
Oltre ad essere, ammettiamolo, estremamente bello tutto quell'angst. *Si fanno i complimenti alla storia da sole XD*
Continua a seguirci, comunque! E grazie per il tuo costante recensire ^__^  

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Capitolo 34
*** Connessioni - Scoperte dolorose ***


Destino Intevitabile - Connessioni
Capitolo 34
Scoperte dolorose.

Quella sera a tavola, forte della complicità di Eriol, Yuuko aveva proposto un week end di studio intensivo da svolgere presso il tempio di Doumeki.
Ovviamente la notizia, del tutto improvvisa, aveva trovato la totale disapprovazione del giovane cuoco.
Dover dormire sotto lo stesso tetto, in quel tempio così carico di ricordi a lui cari, aveva un che di profondamente sbagliato. Era stato questo il suo primo pensiero, seguito dall’immediato bisogno di interrompere la cena per allontanarsi, uscendo in giardino.
«Oh, vedrete, si abituerà presto all’idea.» Minimizzò la strega agli sguardi improvvisamente preoccupati dei presenti.
«Ovviamente se per Doumeki va bene...» Intervenne Eriol, rivolgendosi a Giku ed Himawari. «Anche voi sarete i benvenuti.»
«E... non... sarà un problema?» Domandò la ragazza, temendo come sempre di interferire in qualche modo per via della propria condizione.
«Non se avrai Giku-kun al tuo fianco...» Dichiarò Yuuko, fissando entrambi con un sorriso.
A quelle parole Himawari sembrò tranquillizzarsi.
«Bene! Direi che è deciso!» Convenne la strega, fissando il proprietario del tempio.
«Siete i benvenuti, naturalmente.» Replicò questi, alzandosi per poi avvicinarsi alla porta dalla quale aveva visto uscire Watanuki.
Non era da lui lasciare in asso degli ospiti, specie se tra questi vi era Himawari.

Fu sulla scia di quel pensiero che, dopo essersi scusato con i presenti, lo raggiunse, trovandolo seduto sotto il portico.
«Oi...» Esordì, sedendogli di fianco, osservandone l’espressione malinconica. «Stai pensando a quella persona?»
Stranamente il più piccolo si limitò ad annuire, evitando siparietti comici o lamentele sul suo non chiamarlo mai per nome.
«E questo... non ha nulla a che fare con Himawari e Giku, vero?» Continuò l’arciere.
«Vero...» Confermò Watanuki, senza ancora guardarlo.
«Sicuro?» Insisté il più grande.
In fondo quella sera erano apparsi piuttosto affiatati e non era un mistero l’affetto che il compagno nutriva da sempre per la ragazza.
«Te lo direi... se si trattasse di Himawari-chan...»
A quelle parole Doumeki evitò di insistere.
«Ti conviene rientrare.» Dichiarò, alzandosi per fare lo stesso. «Sono tutti preoccupati per te...»
«Arrivo subito.» Ribatté il cuoco, rendendosi conto che, probabilmente, in quel momento anche Doumeki lo era.
Per qualche strana ragione quel pensiero gli scaldò il cuore, dandogli l’improvvisa voglia di rincuorarlo, pur senza parlare. Ed in fondo, quale occasione era migliore per provare quanto imparato quel pomeriggio?
‘Non preoccuparti per me... E grazie.’ Pensò, cercando di trasmettergli il messaggio.
La tensione era tanta, però, che, quando lo sentì aprire la porta shoji, concluse di non esserci riuscito.
Un attimo dopo, si trovò a sorridere al messaggio che gli giunse in risposta, dritto in testa, quasi fosse un suo pensiero.
‘Mi preoccuperò sempre per te...’

xXx


Si ritrovò improvvisamente in terrazza, Doumeki intento a fissarlo.
«Che vuoi?» Sbottò, nervosamente.
Per tutta risposta l’arciere mosse alcuni passi, fermandosi a pochi centrimetri dal suo volto.
«Devo parlarti.» Dichiarò nel suo solito tono incolore.
«Ah si?» Replicò il più giovane, incrociando le braccia con espressione scocciata. «E non potevi attendere la fine delle lezioni? Ho fame ed Himawari-chan ci aspetta!»
«Possono attendere... Sia la fame che Kunogi.» Continuò l’altro senza minimamente scomporsi.
«Hei! Sono io quello che prepara tutti i tuoi pranzi! Non trattarmi così!» Esclamò allora il giovane cuoco.
A quello l’arciere mosse un ulteriore passo, poggiando entrambe le mani contro la rete, ai lati della sua testa, bloccandolo, così, con il proprio corpo. «Ed io sono quello che ti salva sempre.»
Quella risposta sembrò colpire il più giovane che, stranito, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, osservandolo con espressione perplessa. «E... cosa c’entra, adesso?» Domandò, visibilmente confuso. «I miei bento... non ti bastano più..?»
«Esatto.» Replicò l’arciere, curvandosi su di lui per sfiorargli le labbra in morbido bacio.
Colto alla sprovvista, Watanuki si agitò, cercando di svincolarsi. La sua resistenza, però, cessò poco dopo, sotto quel bacio che si rese conto di desiderare da troppo tempo. Si trovò quindi a rispondergli, le braccia che, rapidamente ed apparentemente senza alcun controllo, andarono a sfiorare la schiena dell’altro, che intanto continuava a baciarlo, premendoglisi contro.
Ormai rilassato, Watanuki continuò a rispondere, portando una mano sotto la camicia del più grande, accarezzandogli la schiena, assaporando quel calore con evidente bramosia.
Aveva un corpo perfetto Doumeki, un corpo che si era trovato a desiderare e sognare diverse volte.
Avrebbe approfondito maggiormente quel contatto se, proprio in quel momento, un uomo non fosse giunto alle spalle dell’arciere, colpendolo.
«Attento!» Riuscì a dire, spingendosi in avanti, cercando con ogni sforzo di afferrare l’altro, di trattenerlo al suo fianco.
Intorno, però, era già tutto mutato.
Il panorama era scuro, l’aria impalpabile, davanti a sé vi era un’enorme lastra di ghiaccio, dietro la rete, unico elemento della terrazza ancora presente, quasi a volersi beffare del bel momento andato in fumo.
«Sono bloccato...» Mormorò, in preda ad una crescente disperazione.
‘Mettiti in salvo...’  Una frase che si trovò in testa.
«Cosa... non posso...»  Mormorò, fissandolo, osservando l’uomo che gli tornava accanto, pronto a colpirlo ancora.
‘Scappa...’ Continuò l’altro.
‘N..no...’ Pensò intensamente, iniziando a colpire la lastra, invano.
Tornò ad osservare l’arciere poi, assistendo impotente alla sua fine. Osservando con occhi vuoti l’uomo che, senza la minima traccia di emozione, estraeva una lama dal braccio, colpendolo a morte.
«Shizuka!» Urlò tra le lacrime.
In quel momento la lastra di ghiaccio si dissolse, dandogli modo di accorrere verso il corpo ormai senza vita di Doumeki.
«Non morire...» Sussurrò tra le lacrime, sollevandolo appena per stringerlo a sé. «Shizuka... non lasciarmi...»
Poi, ancora quella voce, a lui familiare. «Devi rompere la barriera... e presto...»

Quando riaprì gli occhi, incontrò quelli dell’arciere.
Lo osservò incredulo, come se si trattasse di un sogno, senza davvero vederlo.
«Lui è... è morto...» Mormorò ancora in stato di shock, rendendosi conto solo in quel preciso istante che non era più in un sogno, bensì nella realtà, mentre quello di prima...
«Hai fatto un incubo...» Dichiarò l’arciere, trasformando in parole il suo pensiero. «E comunque... chi è morto?» Domandò, portando una mano ad asciugargli il volto rigato di lacrime.
Ho pianto..? Pensò il più giovane. Già, nell’incubo...
Si sfiorò il volto, facendosi sempre più cupo man mano che i dettagli tornavano a riaffiorargli in testa.
«Hai sognato quella persona?» Continuò il più grande.
Watanuki si limitò ad annuire, rivolgendo lo sguardo altrove, sentendosi perso. «Capita spesso...» Mormorò soltanto, pensando che si, capitava spesso, specie quando lui e Doumeki si trovavano più vicini del solito.
«La persona che ami?» Ribatté l’arciere, deciso a venire a capo di quella faccenda.
Il più piccolo restò immobile, chiuso in una lotta con se stesso, intento a controllare il bisogno di abbracciare l’altro ragazzo, ancora vivo, al suo fianco, ed incredibilmente bello e rassicurante, come sempre.
Anche negli incubi dove lo vedeva morire. Sempre...
«Allora?» Lo sentì insistere.
Annuì infine, stanco, ancora scosso dall'incubo e da quanto poteva significare.
L’uomo che li aveva attaccati indossava gli abiti che aveva già visto nel mondo del ciliegio, e forse era la stessa persona che aveva colpito Doumeki pochi giorni prima.
Tremò al pensiero di vedere quel sogno diventare realtà.
«Succede sempre così...» Mormorò piano, sforzandosi di essere forte. «Un attimo prima siamo insieme e poi... accade qualcosa ed io... non posso far nulla. Nulla...» Continuò, tornando a guardarlo solo quando lo vide scostarsi appena da lui.
«Capisco...» Replicò l’arciere in tono cupo, ferito da quella scoperta.
Pur consapevole di non aver alcun diritto su Watanuki, si sentiva a suo modo tradito.
In tutto quel tempo aveva finito col rassegnarsi ai sentimenti che l’amico provava da sempre per Himawari, forse un giorno avrebbe potuto accettare che quegli stessi sentimenti andassero ad un’altra ragazza, ma il resto...
«Prima... hai chiesto se lui... era vivo.» Spiegò, vedendolo trasalire. «Per questo non potevi dirmelo?» Continuò in tono sempre più spento. «Temevi che... ti avrei giudicato?»
«Cosa..? Che... che c’entra..?» Domandò il più piccolo con aria confusa.
L’arciere sembrò riflettere a lungo sulla risposta. «Avrei voluto che me ne parlassi. Tutto qui...»
«Parlarti di cosa? Sai bene che non posso. Potrebbe morire e... non voglio.» Dichiarò in tono tanto triste. «Quindi non insistere...»
«Come vuoi.» Replicò l’altro, alzandosi. «Buona notte allora...»
«Notte...» Mormorò il più piccolo, aspettando di vederlo uscire per tornare a stendersi, lo sguardo fisso sul soffitto mentre la mente tornava a quanto vissuto in quel sogno. A Doumeki, all’uomo che, senza alcuna pietà, lo aveva ucciso ed infine a quella voce e al messaggio che continuava a ripetergli.
A pochi passi da lui, intanto, anche Doumeki stava osservando il soffitto, sforzandosi di non soffrire per la perdita di qualcuno che in fondo non gli era mai appartenuto.
Non completamente.
Non come avrebbe voluto...


Rieccoci qui...
Come avrete notato il cerchio inizia a stringersi attorno ai nostri due eroi. Ci saranno ancora diverse peripezie prima di giungere al termine ma quanto avvenuto farà da sfondo a tanti eventi futuri alcuni particolarmente picanti. XD

Ma veniamo a voi, fedeli lettrici e sostenitrici della DouWata (lo siete vero? XD)
In primis vi informaimo che da questo capitolo il raiting passa da giallo ad arancione. E state attente perchè presto... giungeremo al rosso. U_U
Poi... Per chi non avesse notato la cosa.... Ad oggi "A stretto contatto" e "Connessioni" si trovano in pari. Se pensate che inizialmente, connessioni doveva in primis non esserci ed essere particolarmente più breve.... beh, diciamo che la cosa dovrebbe servire a mostrare come la storia si sia scritta da se. XD
Detto questo....

Naco chan: Eh si, ci hai proprio preso. Quello di farli parlare proprio quando non vogliono era l'esatto intento di Yuuko. Uno tra i tanti, almeno. :P
Sakè sia allora. XD
Ci uniamo anche noi al brindisi…
E chissà che presto non ci sia un bel capitolo a base di sakè. XD

ginnyx: Felici che non sia stato un capitolo drammatico come il titolo induceva a pensare, ma le cose, in effetti, da questo momento in poi si complicano non poco per i nostri due eroi!
In ogni caso, parlando d'altro, eh si... Giku-kun e Himawari-chan sono molto affiatati. Chissà, potrebbe essere Inevitabile...
Watanuki le sopporta tutte perché, diciamocelo, è l'idiota della storia e su questo Doumeki ha molta ragione XD Ma ribadiamo che ha i suoi motivi... che vedremo, tra non sappiamo più nemmeno noi quanti capitoli.
Ed il "ti odio" da solo magari può non sembrare credibile, ma il povero Shizuka non è nella testa di Watanuki (non lo era fino al capitolo precedente, via), quindi mentre gli osservatori esterni sanno pensieri e preoccupazioni e innamoramenti del cuoco isterico, lui ha visto soltanto tutto il suo sbracciarsi, agitarsi e rifiutarlo continuamente. Poverino... *Vanno a coccolarlo e vengono prese a frecciate e scappano.*
Ah... quanto al braccialetto di Yuuko, temo che sia un rischio andar solo a chiederglielo XD
Anche se ammettiamo che dopo le entusiaste richieste ricevute, avevamo pensato di farlo realizzare sul serio!
Ma cessiamo lo sproloquio, sperando che questo capitolo ti piaccia come i precedenti.
A presto!

sailorYuko: Non preoccuparti, la storia è ancora tanto lunga da garantirti diverso tempo per recuperare. XD
Quanto al leggersi nella mente… Si, ammettiamo che ci saranno non pochi problemucci. Alcuni dei quali rischiano di sfociare nello yaoi :P
Che 'grave' problema, eh? ;)

WYWH: Diaboliche? Tzè. Siamo Le Streghe, non confondere le cose che è diverso! XD
"I casini" ovviamente non possono rimanere solo su un livello, anche perché già erano su diversi di loro: Sia quello fisico, sia quello dei sentimenti, poi dopo A stretto contatto si è aggiuto il piano energetico e quello intellettuale, ora.
E, nello sfondo, c'è anche altro che... per il momento non è stato ancora visto, e che non possiamo di certo rivelare :P.
In ogni caso, Connessioni è adesso nella parte 'in discesa' della sua parabola, si stanno scoprendo gli altarini, e possiamo solo dire questo: Il weekend-studio al tempio di Doumeki rivelerà diverse cose!
Continua a seguirci!

Witch Of The DImensions: Abbiamo impiegato qualche giorno dalla tua ultima recensione ma neanche tanti. ^_^
A casa tua hanno un motto che un pg di nostra conoscenza condivide a pieno.
Maaaa tornando a Di… Siamo liete di sapere che la storia continui a piacerti. Divertire ed interessare chi la legge ci riempie di gioia visto che noi per prime ci siamo divertite, commosse ed ancora divertite nello scriverla.
Si, probabilmente ad un certo punto il divertimento era troppo ma si sa… Watanuki ne combina tante da rendere esilarante ogni momento in sua compagnia. XD
Detto questo… speriamo che anche l'attuale capitolo ti sia piaciuto. ^_^

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Capitolo 35
*** Connessioni - Pensieri incontrollabili ***


Cap 35 - Pensieri incontrollabili

Destino Inevitabile - Connessioni.
Capitolo 35
Pensieri incontrollabili.

Il nuovo sole era appena sorto quando all’interno del negozio si udì la vocetta di Mokona, allegra e squillante come sempre.
«Oi Watanuki!» Esordì il manju nero, saltellando attorno al ragazzo. «Ho fame! Sbrigati!» Esclamò, carico di energia.
«Ti sembra questo il modo di apparire?» Esclamò Watanuki, già sveglio e pronto ad iniziare la nuova giornata. «E a proposito, si può sapere che fine avevi fatto?» Borbottò, dirigendosi verso la cucina.
«Mokona è sempre stato qui!» Replicò l’altro, continuando a saltellare.
«Eh..?» Fece il cuoco, notando solo in quel momento l’arrivo di Yuuko, avvolta in un kimono color lavanda arricchito da innumerevoli farfalle dorate.
«Ha ragione... è sempre stato qui.» Confermò la strega, ancora semi-addormentata. «Ha fatto un lungo sonnellino...»
Watanuki la osservò con aria perplessa.
Pensandoci, anche Maru e Moro si erano viste pochissimo.
«Il negozio... È tutto a posto?» Domandò di colpo.
A quello Yuuko gli rivolse uno sguardo sereno. «Direi di si.» Fece, continuando ad osservare il ragazzo. «E a proposito di dormire... Sentiamo, hai sognato di recente?»
Nel sentire quelle parole, Watanuki diventò di sale. L’espressione tanto perplessa da farlo sembrare idiota.
«Che... che domande...» Esclamò, una volta ripresosi. «Tutti sognano...» Dichiarò senza guardarla, concentrandosi maggiormente sulla preparazione della colazione.
«Già... e tutti si ostinano a non comprendere i messaggi dei sogni...» Sospirò la strega.
Fingendo di non aver colto il riferimento, Watanuki iniziò a portare in sala le prime cose.
«Mokona... va a svegliare Doumeki!» Esclamò poi, mostrandosi troppo affaccendato per fare lui stesso quanto appena richiesto al manju nero.
«Wata-mamma ha preparato una bella colazione per Dou-papà?» Esclamò il coniglio, palesemente divertito.
«Che hai detto..?» Sibilò il cuoco con voce tremante.
«Mokona-bianca chiama così i suoi due amici che si vogliono tanto bene!» Spiegò il manju.
«Che... che vai blaterando! Smettila subito! Noi... Io e Doumeki non ci vogliamo bene. Affatto! Hai capito?!» Urlò il giovane cuoco, sbiancando un attimo dopo nel cogliere l’ingresso dell’arciere.
«Oh oh...» Commentò Yuuko, facendo un cenno di saluto al nuovo arrivato.
«Yo...» Replicò il ragazzo, rivolgendo poi uno sguardo duro al più piccolo.
«E... Come stanno Syaoran e... gli altri?» Domandò quest’ultimo, nella speranza di cambiare rapidamente argomento.
«Se la cavano...» Replicò la strega, intenta ad accendere la pipa.
«Yuuko-san!» La sgridò il ragazzo. «Non si dovrebbe fumare in cucina!»
«Oh... Watanuki. Se vuoi restare da solo con Doumeki-kun basta dirlo...» Lo schernì lei. «Vi attendo in sala. Mi raccomando non metteteci troppo. Ho fame.» Commentò, ridendo alle urla del più piccolo.

~x ~X~ x~


Quel giorno stavano pranzando tutti insieme, quando una studentessa, trovatasi a passare a qualche metro da loro, sorrise in direzione dell’arciere, salutandolo con un piccolo inchino.
«Buona giornata, Doumeki-sama!» Esclamò, per poi allontanarsi in tutta fretta, evidentemente emozionata dall’incontro inatteso.
Nel vederla Nakuru, che aveva trovato il tempo per unirsi al gruppetto, si aggrappò al braccio di Doumeki. «Chi cavolo era quella?» Chiese, quindi, in tono rabbioso.
Seppur silenzioso, Watanuki si trovò stranamente in accordo con lei.
Non aveva mai visto Doumeki interagire con quella ragazza, sorprendendosi nel vederlo rispondere con un saluto. Di quelli totalmente inespressivi, certo, ma pur sempre un saluto.
«Una fedele del tempio.» Chiarì il ragazzo, scrollandosi Nakuru di dosso.
«Doumeki-sama... eh?» Commentò Watanuki, indispettito dalla situazione. «Devi averla resa felice.»
A quello l’arciere gli rivolse un’occhiataccia che sembrò porre fine ad ogni eventuale replica, stimolando la curiosità di Giku.
«Quindi ti occupi del tempio?» Chiese infatti quest’ultimo.
Doumeki si limitò ad annuire e, nel tentativo di animare la conversazione, Himawari decise di intervenire.
«Doumeki-kun è molto bravo.» Spiegò sorridente.
«Davvero? Tu l’hai mai visto all’opera?» Continuò Giku, sempre più avido di informazioni. «Non so, magari durante qualche esorcismo..?»
A quelle parole Himawari si adombrò di colpo. Per un attimo, seppur senza motivo, le venne alla mente l’immagine di un uomo dallo sguardo gentile. «No...» Commentò, sforzandosi di apparire normale. «Però... mi piacerebbe.»
«Tsk... purché non si metta a fumare!» Commentò Watanuki, ancora infastidito. «Sarebbe davvero la copia di Haruka-san, in quel caso. A parte per i modi rozzi e la mancanza di espressione, ovvio.»
«Haruka-san?» Chiese Giku.
«Si, mio nonno.» Replicò l’arciere, riservando un’occhiataccia a Watanuki.
«Oh!» Esclamò Nakuru. «Hai un nonno che ti assomiglia? Dov’è? Posso incontrarlo?»
«Era uguale a me. Ed è morto.» Chiarì l’arciere, visibilmente seccato dall’argomento. «Mi pare, in seguito ad un esorcismo o... qualcosa del genere.»
Nel sentirlo parlare Himawari trasalì, attirando l’attenzione di Giku che, d’istinto, le andò più vicino.
«Un esorcismo, eh...» Commentò ancora Watanuki. «E ti metti a farli anche tu, sapendolo?» Replicò acido, improvvisamente allarmato per l’amico.
Quella domanda sembrò portare con sé un velo di preoccupazione generale, che spinse i presenti a fissare l’arciere, in attesa di una risposta.
«Non posso certo mandare via chi mi chiede aiuto.» Replicò lui, senza scomporsi.
Watanuki sembrò non aver nulla da ribattere, tornando a mangiare, sospirando quasi di sollievo al suono della campanella che indicava la fine della pausa pranzo.

~x ~X~ x~

Quel pomeriggio, dopo essersi affrettato per giungere al negozio in orario, Watanuki si trovò a pensare che, avendolo saputo prima, probabilmente si sarebbe evitato quell’inutile corsa. Forse non sarebbe addirittura andato, perché tutto sarebbe stato meglio di quanto appena udito dalla strega.
«Può ripetere..?» Domandò incredulo.
«Ho detto che oggi continueremo l’esercizio di ieri.» Replicò l’altra. «Lo farete tenendovi per mano, allontanandovi ad ogni nuovo messaggio correttamente inviato, in modo da scoprire la distanza che potete raggiungere.»
«Si, questo l’ho capito!» Dichiarò Watanuki. «Quello che mi chiedo è il perché dovremmo fare tutto questo senza la sua presenza o... quella di Eriol-san.»
La strega sospirò stancamente. «Io e Cl... Eriol...» spiegò, in tono fin troppo controllato. «In questi giorni emaniamo troppe vibrazioni che potrebbero disturbare i vostri esercizi.»
«Per questo avete pensato al tempio?» Intervenne Doumeki, rimasto in silenzio fino ad allora.
«Esatto!» Replicò la strega, felice di constatare che almeno uno dei due sembrava aver capito quanto intendeva. «Se non avete altre domande... vi lascio ai vostri esercizi. E non voglio sentire una parola!» Precisò prima di uscire. «Perché anche se non sono con voi... so tutto.» Chiarì, fissando Watanuki con espressione minacciosa.
Rimasti soli i due ragazzi presero posto sul fouton, improvvisamente imbarazzati dalla situazione che li vedeva faccia a faccia, per la prima volta, dopo lo scontro avvenuto la sera prima.
Dopo un attimo di panico, Watanuki si costrinse alla calma, cercando di mettere da parte ogni pensiero potenzialmente pericoloso. «Iniziamo?» Domandò poi, quando sentì di essere pronto.
Doumeki, che in quel lasso di tempo aveva pensato le medesime cose, si limitò a stendere le mani, incontrando quelle del più piccolo. «Sono pronto.» Dichiarò, quindi.
Passarono alcuni secondi prima che Watanuki riuscisse a trovare qualcosa di chiaro e sicuro da pensare ed inviare all’arciere. Dopo un po’, chiusi gli occhi, decise di iniziare con qualcosa di semplice.
‘Mi... senti?’ Inviò quindi, non certo di ricordare come fare.
‘Si.’ Replicò l’altro con un nuovo pensiero, fissandolo.
Pur non vedendolo, lo sguardo dell’arciere era tanto caldo e profondo da risultare come un laser. Qualcosa che non faceva che accrescere l’imbarazzo di Watanuki che, pur convinto di essersi schermato a dovere, finì col pensare in modo fin troppo percepibile. ‘Se solo la smettesse!’
‘Cosa dovrei smettere...’  Fu il pensiero, altrettanto rapido, dell’arciere, ancora intento a fissarlo.
Nel ricevere quella domanda, consapevole di aver inviato qualcosa di troppo, Watanuki trasalì. ‘Niente!’ inviò, stringendo gli occhi nel tentativo di aumentare il muro che sperava esserci tra loro.
‘Mi guarda a quel modo... come faccio?’ Pensò arrossendo, sempre più confuso.
‘Vuoi che smetta di guardarti?’ Inviò quindi il più grande.
‘..Si!’ Replicò Watanuki, al colmo dell’imbarazzo, inviando, senza saperlo, parte della propria agitazione. ‘Ora dovremmo staccarci...’ Pensò di colpo, ricordandosi quanto richiesto da Yuuko-san.
A quello Doumeki mollò la presa da entrambe le mani, alzandosi per poi muovere un paio di passi verso la porta. ‘Dovremmo anche parlare di qualcosa...’ Gli ricordò.
Nell’avvertire la durezza di quel pensiero, Watanuki tornò ad aprire gli occhi, fissandolo con aria di sfida. ‘Ok...’ Iniziò, incrociando le braccia. ‘Perché non mi spieghi cosa ti ha spinto a fare lo stesso lavoro che ha ucciso Haruka-san?’ Inviò quindi. Pensarlo, dopotutto, era più semplice che esprimerlo a parole.
‘Vivo in un tempio... Non ho scelta.’ Fu la risposta, come sempre calma, di Doumeki.
Per tutta risposta, il più piccolo si alzò in piedi, muovendo un paio di passi dalla parte opposta a quella presa dall’arciere.
‘Non eri tu quello che diceva di non essere un sacerdote?’ Inviò, con relativa rabbia.
‘Non lo sono. Ho semplicemente aiutato alcune persone.’ Chiarì l’altro.
‘Sai che me ne importa di loro!’ Un pensiero che Watanuki avrebbe voluto tenere per sé e che, tuttavia, prese il volo, giungendo alla mente dell’altro ragazzo.
‘Sei preoccupato per me?’  Lo sentì rispondere.
‘N..non dovrei..?’ Pensò subito il più piccolo.
L’arciere mosse altri due passi per allontanarsene, prima di inviare un nuovo pensiero. ‘Di solito sono io quello che si preoccupa.’
‘Lo so...’  Fu il pensiero, non privo di un certo calore, dell’altro. ‘Ma... posso farlo anche io, a volte.’ Precisò, fissandolo con ostinazione.
A quello sguardo, Doumeki ricambiò con un sorrisetto tra l’ironico e l’intenerito, qualcosa che spiazzò del tutto Watanuki, portandolo a voltarsi dall’altra parte per nascondere il crescente rossore.
‘Ti imbarazza sapere che so?’ Domandò quindi l’arciere, deciso ad affrontare il problema.
«Eh..?» Esclamò Watanuki, portandosi istintivamente la mani alla bocca, memore delle parole di Yuuko-san. ‘Che... di che parli?’
‘Lo sai benissimo...’  rispose l’arciere. ‘E avresti potuto dirmelo invece di fingerti interessato ad Himawari...’ Fu in quel momento che un pensiero, rapido come un fulmine, lo attraversò, giungendo anche all’altro. ‘A meno che non si tratti di Giku...’  Era l’unico ragazzo che lo aveva visto frequentare, dopotutto.
A quello, finalmente, Watanuki capì, impallidendo. ‘Tu... lo sai?’ chiese, tremando appena.
L’arciere annuì. ‘Da ieri...’
Memore di aver parlato nel sonno, Watanuki spalancò gli occhi, cercando di non inviare eventuali timori, pronto a sostituire il pensiero con le parole, pur di proteggere quanto stava cercando di tenergli nascosto.
In quel preciso istante, però, Yuuko-san fece il suo ingresso.
«Bene!» Esclamò, battendo le mani un paio di volte. «La lezione è terminata. Prima di allontanarvi però...» Fece, nel notare l’arciere già pronto ad uscire. «Vorrei che Doumeki-kun pensasse qualcosa. E tu...» Continuò, rivolgendosi a Watanuki. «Mi dirai cosa. Intesi?»
L’arciere si limitò ad annuire, fissando il ragazzo, ancora visibilmente scosso da quanto appena appreso.
‘Manterrò il segreto’  comunicò, il più rassicurante possibile. ‘E se non vuoi ripeterlo davanti a Yuuko-san... inventati pure qualcosa.’
‘Grazie...’ Pensò il più piccolo, rivolgendogli un lieve sorriso.
«Mi ha chiesto dei takoyaki per domani.» Mentì.
«Spero ne preparerai per tutti noi, allora.» Commentò la strega, con espressione soddisfatta.
Sulle prime Watanuki sembrò non capire, ricordando con qualche attimo di ritardo che il giorno dopo avrebbe avuto inizio il week end al tempio. «Perfetto! Alla fine mi tocca sempre cucinare per tutti!» Esclamò, fintamente adirato, dirigendosi verso la cucina.
In realtà allontanarsi dall’arciere, e dalla stessa Yuuko-san, in quel momento era l’unica cosa che desiderava. Si sentiva vittima di mille emozioni diverse, tutte difficili da controllare e sopratutto da gestire.
Ed ora... Doumeki sapeva.
Sapeva che gli piacevano i ragazzi e... pensava che amasse un altro.
La cosa doveva averlo infastidito, viste le notti passate insieme al tempio, a volte anche piuttosto vicini.
Internamente si sentì grato verso l’amico per non aver ricevuto alcun rimprovero a riguardo, spaventato all’idea che ciò potesse comunque avvenire.
Sospirò, quindi, mettendosi il grembiule, sorridendo nel sentire arrivare Mokona.
Lo avrebbe aiutato a non pensare troppo.
E solo gli Dei sapevano se ne aveva bisogno.



Rieccoci, questa volta per un'occasione speciale...
Esattamente tra il sei ed il sette Luglio di un anno fa, infatti, Destino Inevitabile faceva la sua timida comparsa sul web. 
Non possiamo non condividere con tutte voi (Anzi... tutti voi, visti anche i due maschietti che ci seguono, yay!) questo momento speciale.
Grazie per i consigli, le belle parole, gli scleri che avete scelto di condividere, i voti che ci avete dato per farci rientrare tra le storie più belle... Che dire se non che speriamo di passare un anno ancor più vivo e carico di momenti da ricordare.
E... ovviamente, un grazie alle malef... carissime Clamp, che creando questa storia ed i suoi spendidi pg ci han reso possibile questo sclero infinito.


Naco: Hai ragione, Yuuko non fa mai nulla per caso, e neppure gratuitamente. XD
D'altro canto c'è da dire che questi due proprio non riescono a trovarsi, presi come sono dal cercare di proteggere l'altro. XD
E se da una parte possiamo affermare che non tutto il male vien per nuocere (leggasi: Tanto yaoi! U_U), dall'altro non possiamo che sperare in tempi migliori in cui l'angst ormai sazio e contento, deciderà di lasciarli in pace. XD

sailorYuko: Oh si, Doumeki soffre molto, ma sopporta stoicamente... sai, per non pesare troppo sul nostro Watanuki.
E si, i sogni che fa Watanuki sono sempre tanto dolci e struggenti da essere commuoventi, ed anche estremamente tristi... non ci fa piacere trattare così uno dei nostri eroi, ma la storia lo prevede e... tutto ciò darà buoni frutti XD
Dato che siamo qui, ne approfittiamo anche per ringraziarti tantissimo delle recensioni agli altri capitoli, ben dieci! Non sai quanto siamo rimaste stupite quando, da un giorno all'altro, ci siamo ritrovate così tante recensioni in più... ovviamente felicemente stupite.
Quindi ti ringraziamo ^.^ Continua così! XD



mariko88: Possiamo dire che in questo capitolo, Doumeki ha risposto alle tue perplessità. XD
Di ragazzi, a parte lui, alla fin fine non è che non ce ne siano. Ci sono i compagni di scuola, per esempio. Non dimentichiamo che Watanuki è nella stessa classe di Himawari e Giku mentre Doumeki è in un'altra aula, la stessa di Nakuru. XD
Prima o poi il bell'arciere ci userà come bersagli se non gli concediamo qualche attimo positivo. :P

beal95: Ti ringraziamo moltissimo per i complimenti! Sapere che ci hai lette così in fretta e che la storia ti ha coinvolta ci fa molto piacere!
Per quanto riguarda il rating, purtroppo non possiamo lasciarlo ad arancione: Più in là nella storia, non subito però, ci saranno delle scene piuttosto spinte che non possiamo censurare in alcun modo, sia per quanto abbiamo faticato a crearle e scriverle - le prime lemon sono sempre dannatamente difficili da creare - sia, soprattutto, perché faranno parte integrante della trama, con il loro scopo e significato ai fini della fine della storia, così come ogni altra scena, capitolo e parola di questa fanfiction. Tutto ha un significato e ci dispiace tanto, ma non possiamo proprio togliere un simile sviluppo!



Kagura92: In primis… speriamo che il tuo stage sia andato alla grande.
Ammettiamo di essere liete ed un tantino orgogliose di leggere che la storia ti abbia presa a tal punto e, sperando ti abbia portato fortuna, ci auguriamo che continui a piacerti! ^_^

Ciccio85:  Un ragazzo che si unisce a noi! Benvenuto, siamo contente di averti 'a bordo' in questo galeone pieno di ragazze, e anche se hai poche cose da dire, ci rendono comunque felici, quindi dille pure! ^_^
Un'altro estimatore della coppia Doumeki/Watanuki, eh? Daltronde come non amarli! Se ti piacciono insieme, questo è il posto giusto.


Thyahiel: Bentornata! ^_^
Sappi che Doumeki ha molto apprezzato la tua comprensione nei suoi confronti. XD
Quanto ai momenti tristi, ammettiamo di commuoverci e rattristarci spesso anche noi e senza aggiungere troppo possiamo solo dire che di momenti tanto tanto tristi ce ne saranno ancora parecchi. Tra essi però ci sarà modo di ridere e… beh non sveliamo troppo. U_U
Alla prossima! XD

WYWH: E fai bene a preoccparti, fai bene... ed anche ad esserne deliziata, daltronde, perché ne vedremo delle belle. Molto presto...

Witch Of The Dimensions: Oddei… se il pg fosse un tuo parente, rischieresti di trovarti a casa almeno tutte le lettrici di questa fanfic. XD
Diciamo che è piuttosto presente anche qui e che nello specifico, quel motto appartiene al lui di un'altra dimensione. XD
Ripetiti pure cara, a noi fa solo piacere. ^_^

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Capitolo 36
*** Connessioni - Week end al tempio ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 36
Week end al tempio


«Qualcuno potrebbe ricordarmi perché siamo dovuti uscire così presto?»
La voce di Watanuki risuonò nel silenzio quasi immobile del tempio, richiamando l’attenzione dei presenti.
«Semplice!» Fu la risposta sarcastica della strega. «Per non perdere un solo istante utile del tuo addestramento.»
«Su..» Intervenne Eriol con fare divertito. «È ancora presto per litigare e la pace di questo luogo non si adatta a simili lamentele.» Aggiunse, volgendo lo sguardo in direzione dell’arciere.
«Dimmi, Doumeki-kun... Avete anche una sorgente qui?»
«Un laghetto...» Fu la replica, come sempre concisa, del ragazzo.
«Oh... io credo sia meglio che Watanuki usi il bagno, per purificarsi...» Replicò la strega.
Nel sentirla parlare a quel modo, il ragazzo prese a fissarla con espressione commossa.
«Yuuko-san...» Mormorò.
Purtroppo per lui, l’illusione durò appena un istante, dopo il quale la donna riprese a parlare. «Sappiamo bene quanto sia distratto ed impacciato... Finirebbe con l’annegare e morire. Meglio il bagno...» Confermò, infatti.
«Bagno sia...» Sospirò Eriol.
«Bene! Grazie per avermi interpellato!» Urlò Watanuki, sempre più esasperato.

Qualche tempo dopo, ovvero lo stretto necessario a riporre borse e borsoni e a preparare una sontuosa colazione per gli stregoni, Watanuki si trovò a seguire Doumeki verso il bagno dove avrebbe dovuto purificarsi.
«Quindi... dovrò solo entrare e lavarmi, giusto?» Chiese all’arciere, senza smettere di fissarlo.
«Già...» Replicò questi, avanzando con la solita calma.
«E tu... stai venendo con me... per?» Domandò, sempre più imbarazzato.
«Non intendo approfittare delle tue debolezze, se è questo che temi.» Dichiarò l’arciere, fermandosi davanti alla porta per rivolgergli un sorrisetto ironico.
«De... de...debolezze..?» Balbettò il più piccolo, arrossendo per poi fissarlo, incapace di aggiungere altro.
«Vuoi che ti spieghi come fare o... preferisci scoprirlo da solo?» Continuò l’altro, cogliendo dallo sguardo di Watanuki un invito a lasciarlo da solo.
«Bene...» Dichiarò, aprendo la porta quel tanto indispensabile a lasciarlo passare. «Accomodati.» Continuò, senza entrare, richiudendola alle spalle del ragazzo per poi riprendere a parlare. «Quando hai finito, prendi pure un accappatoio ed esci. Dovrò lavarmi anche io dopo.»
Watanuki, che intanto aveva già iniziato a spogliarsi, si fermò di colpo, voltandosi quasi come se l’altro potesse vederlo.
«O...ok...» Replicò, entrando nella vasca, la mente ancora rivolta alla presenza del ragazzo, troppo a portata di pensiero perché riuscisse a sentirsi al sicuro.
Aveva appena messo un piede in acqua, quando si trovò a scivolare senza capire come, lanciando un unico urlo stridulo che fu subito captato dal più grande.
«Oi!» Esclamò infatti Doumeki, entrando all’istante per poi fermarsi a fissarlo, in vasca e completamente bagnato, proprio come un pulcino. «Prendi.» Fece, lanciandogli in testa un asciugamano. «Stai bene?» Domandò poi, pensando che, in fondo, Yuuko-san non ci era poi andata molto lontano.
«Sono solo... scivolato.» Replicò il più piccolo, troppo in imbarazzo per ricambiarne lo sguardo.
Quella dannata strega e le sue premonizioni che gli davano sempre contro, pensò con rabbia, notando solo in quel momento che Doumeki stava ancora fissandolo.
Arrossì vistosamente a quello, imbronciandosi. «Beh?! Che fai ancora qui! Ti ho detto che sto bene, no?!» Esclamò agitandosi tanto da produrre schizzi d’acqua che giunsero fino all’arciere.
«Oi, non sei in un parco acquatico.» Dichiarò l’arciere, come se davvero pensasse fosse il caso di ricordarlo.
A quell’esternazione, ancora rosso ed agitato, Watanuki non riuscì a proferire parola, dando modo al più grande di decidere il da farsi.
«Allora ti lascio solo.» Asserì infatti quest’ultimo, seppur con espressione non del tutto convinta. «Resterò qui fuori, nel caso combinassi altri disastri.» Terminò, rivolgendogli un’ultima occhiata indecifrabile prima di uscire dalla stanza.

Più tardi, ancora non del tutto tranquillo e particolarmente in imbarazzo, Watanuki riemerse dal bagno, avvolto in uno yukata troppo grande, con ancora i capelli bagnati e l’asciugamano a sovrastargli la testa.
«Sei rimasto sul serio...» Osservò stancamente.
Doumeki sembrò non aver nulla da commentare, superandolo, già pronto ad usare il bagno.
Un pensiero, quello, che mandò a fuoco la già fragile psiche di Watanuki.
«Per me prepara i pancake.» Dichiarò l’arciere, chiudendosi la porta alle spalle, in attesa delle urla dell’amico.
Stranamente, però, non giunse alcun urlo, neppure una lamentela.
Watanuki infatti era rimasto immobile, intento a cercare di cancellare l’immagine dell’altro, nudo, nella stessa vasca che lo aveva ospitato un attimo prima.
Fu solo dopo diversi secondi che si rese conto di quanto richiestogli, sospirando amaramente prima di allontanarsi diretto in cucina.

~x~X~x~

Quel giorno, terminata l’abbondante colazione, Yuuko chiese a Doumeki di destinare loro una stanza particolarmente spoglia e situata in una zona tranquilla, per i loro esercizi.
Una volta dentro, la strega indicò ai due giovani il tatami. «Oggi proverete a meditare. Immagino che per Doumeki-kun sia piuttosto semplice e mi auguro che Watanuki sappia fare altrettanto.» Sentenziò, prima di avviarsi verso l’uscita.
«Già, per lei è sempre tutto facile, eh?!» Borbottò il più piccolo, senza attendersi una risposta, lo sguardo ben piantato per terra, intento a non posarsi sull’arciere, già in posizione e pronto ad iniziare.
Passò qualche secondo prima che l’agitazione lasciasse il posto ad una parvenza di calma. A quel punto, deciso a non essere da meno, Watanuki chiuse gli occhi, concentrandosi e cercando di meditare.
‘Proprio con lui dovevo andarmi a tradire...’ Pensò con troppa energia.
‘Preferivi qualcun altro?’ Inviò Doumeki in risposta, tornando a guardarlo.
‘’Preferivo non tradirmi affatto!’ Fu la secca “risposta” del più piccolo che, dopo aver sbuffato, si sforzò ancora una volta di trovare la giusta concentrazione, ovviamente senza riuscirci.
Passò diverso tempo ad occhi chiusi, comunque, cercando di non inviare pensieri all’altro, continuando a focalizzare un pensiero alla volta, in attesa di entrare in stato meditativo.
Dopo alcuni secondi però, in mancanza di risultati, si trovò nuovamente a pensare, a riflettere su quanto avvenuto la sera prima, sul sogno e sulla voce che infine gli aveva parlato.
‘Eppure... sono certo di aver già sentito quella voce....’ Pensò, tanto concentrato da trasmettere anche all’altro i propri interrogativi. ‘...ma dove?’
Distratto dalla confusione, più che percepibile, del più piccolo, Doumeki tornò ad aprire gli occhi, limitandosi ad osservarlo per qualche tempo prima di prendere la parola.
«Senti anche le voci, ora?»
«Eh?!» Esclamò l’altro, spalancando gli occhi con espressione allarmata, rendendosi conto dell’accaduto. «Evita di farmi prendere certi colpi la prossima volta!» Borbottò irrirato, mentre un pensiero giungeva rapido come un fulmine nella sua mente.
La voce di Doumeki... per certi versi somigliava a quella udita in sogno e...
‘Credo di aver capito...’
«Si può sapere a che pensi, ora?» Chiese il più grande, riportandolo al presente.
«Oh... si, scusa.» Replicò Watanuki, arrossendo appena, sotto lo sguardo dell’altro. «È che... ti ricordi dei miei incubi..? Ultimamente si è aggiunto un finale dove una voce mi parla e... non sapevo a chi appartenesse.» Tentò di spiegare.
«Ed ora lo sai?» Si informò l’altro.
«Credo di si... Io... l’ho capito prima, quando ti ho sentito parlare...» Iniziò il più piccolo. «Credo si tratti di Haruka-san...»
«Mio nonno...» Fu la fredda replica dell’arciere. «E... cosa ti dice?»
Per un attimo Watanuki si interrogò circa la possibilità di evadere quella domanda. La vicinanza di Doumeki però, unita al suo sguardo avido di risposte, era semplicemente troppo per permettergli di concentrarsi.
«Arriva sempre quando lui... muore.» Replicò, cercando di prendere il più possibile le distanze dal suo incubo ricorrente. «Nei miei sogni... tra noi c’è una barriera invisibile che... mi impedisce di salvarlo. Haruka-san... mi dice di abbatterla ma...» Si fermò, sospirando. «Non ci riesco.»
«Quindi... mio nonno sa di chi si tratta.» Realizzò Doumeki, in tono cupo.
Watanuki annuì, senza aggiungere altro, lasciando che nella stanza si insinuasse un silenzio pesante.
Fu l’arciere ad infrangerlo, alzandosi senza neppure guardarlo. «Andiamo di là.» Dichiarò, avviandosi verso la porta.
«Hei!» Lo richiamò il più piccolo, seguendolo, raggiungendolo un attimo prima di vederlo aprire ed uscire. Aveva scorto un’espressione nuova nell’altro, un insieme di contrarietà e tristezza che, confuso com’era, non riuscì a spiegarsi.
Stava quasi per chiedergli se era tutto a posto quando l’arrivo improvviso di un uomo, mai visto prima, lo obbligò a rimandare il suo proposito.
«Scusatemi...» Esordì lo strano individuo. «Cercavo Doumeki-san... Mi hanno detto che si trova qui.» Continuò, indicando Yuuko ed Eriol che, non troppo distanti, li stavano osservando.
«Sono io.» Si presentò l’arciere.
L’uomo gli sorrise timidamente, estraendo da una borsa consunta una piccola urna in pietra.
Fu in quel momento che Watanuki si accorse della strana energia che, sotto forma di fumo nero, attorniava l’urna ed il suo proprietario.
«Ho un problema con questa.» Spiegò l’uomo, inconsapevole della vista di Watanuki. «Ogni volta che qualcuno gli si avvicina... succede qualcosa di brutto. Le ho provate tutte, Doumeki-san, con pessimi risultati. Mi hanno detto che lei è capace di effettuare esorcismi, quindi...» Lo fissò nervosamente, quasi temesse un rifiuto. «La prego di aiutarmi!»



Rieccoci, sommerse dal caldo ma come sempre liete di portarvi un nuovo capitolo di Destino Inevitabile.
Allora... Come pensate si evolveranno le cose? Chi sarà mai lo strano individuo appena giunto in cerca di aiuto?
Le risposte alla prossima puntata... U_U

Ed ora... l'angolo della posta. XD
ShAiW: Benvenuta nel mondo di Destino Inevitabile. Sapere che la storia piace anche a chi è solito rifuggire l'angst non può che riempirci d'orgoglio. ^_^
Di fazzoletti ne serviranno a breve, visto che ci saranno situazioni davvero difficili, ma non disperare, yaoi e lieto fine sono sempre la giusta conclusione alle storie angst. Ai finali tragici ci pensano già le Clamp. -_-

WYWH: Grazie degli auguri! Eh si, se pensiamo che è passato così tanto ci commuoviamo...
Ma comunque, passando al resto del commento... non è vero che siamo spilorce!
Non lo siamo infatti, eh si... È solo che voi lettori non vedete tutti i dettagli importanti che mettiamo... per fortuna! XD
Ci chiediamo cosa penserai di questo capitolo, se hai chiamato succulento quello precedente... facci sapere!

Ciccio85: Felici di rileggerti.
L'altro maschietto si chiama Kyle e ha commentato una sola volta, conoscendo già la storia. -_-
In questo fandom comunque ci sono diversi maschietti che amano la DouWata, solo che sono timidi. U_U
Magari a breve inizieranno a commentare anche loro. XD
Andando al tuo dubbio, se i poteri sono comunque simili e non identici, l'originale può certamente restare tale. Diversi pg di serie diverse hanno poteri simili, il fatto che qualcuno abbia usato un potere non significa che tu non possa farlo a tua volta. La cosa cambia se, per dirne una "a caso", decidessi di inserire nella tua storia una strega che può muoversi tra le dimensioni. In tal caso andrebbe quantomeno indicata la serie alla quale ti sei ispirato.
Speriamo di esserti state utili. E per altri dubbi non esitare. Il prezzo da pagare è...
Oh, gomen… Yuuko-san ci sta contagiando. :P

Naco: Anche noi aspettavamo questo momento da molto... a quando i pensieri che sfuggono? Chissà!
L'unica cosa che possiamo dirti è che relativamente presto potrebbero vedersi risvolti della storia mooolto interessanti, e inaspettati!
Chissà se capirai cosa, tu che indovini sempre dove andiamo a finire con le trame!
Quanto a Yuuko ed Eriol... a te non darebbe fastidio, ma temo che a lei lo darebbe... Eriol non si sa, dopotutto è misterioso, lui!
Sappi comunque che il povero Doumeki si sente giù per come lo tratti... ci tocca consolarlo.
Non che sia un problema... :P

sailorYuko: Grazie per gli auguri ^_^
Siamo liete di sapere che la lunghezza della storia sia fonte di gioia. Quanto ad altre storie… oh si abbiamo un cantiere aperto ed in continua evoluzione. XD
A presto allora! ^_^

beal95: Siamo felici che la storia ti piaccia e che tu ci abbia lette ancora! ^_____^

Witch Of The Dimensions: Che altro dire se non ancora grazie?
Hai ragione, sapere che i nostri capitoli sono attesi ci fa piacere e ci sprona a continuare dando il meglio di noi. Quindi… complimentati quanto ti pare. XDDDD

Thyahiel: Bentornata, siamo liete di rileggerti! ^__^ Ringraziamo tantissimo per gli auguri, e siamo felici che tu sia riuscita a sconfiggere mostri di tale calibro XD
Sapere che la nostra storia ti emoziona così tanto ci fa bene, e dopotutto in questo anno ha emozionato altrettanto anche noi.
Quanto alla continuazione di questa fatica erculea, ancora c'è una bella parte di trama da smaltire, non preoccuparti: ci saranno ancora colpi di scena!
Si, il capitolo precedente è stato ben corposo, ed anche questo, anche se può non sembrare, ha la sua importanza: da qui in avanti parte del mistero andrà sempre più vicino a sciogliersi.
Continua a seguirci, mostri permettendo, e scoprirai!
Ah, e per l'assenza di nutella... c'è sempre il gelato come segno sostituto! XD

Ci si rilegge al prossimo capitolo! ^_^





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Capitolo 37
*** Connessioni - Nuovi collegamenti ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 37
Nuovi collegamenti


Erano passati diversi minuti da quando Doumeki aveva accettato la proposta del nuovo arrivato, chiudendosi con lui nella stanza che, anni prima, era stata usata da Haruka per quel genere di cerimonie.
All’esterno, seduto a gambe incrociate e visibilmente contrariato, Watanuki sembrava attendere con impazienza di vederli uscire.
Aveva inviato a Doumeki una chiara immagine dell’energia tetra che sembrava circondare quell’uomo, sforzandosi di mantenere aperto il collegamento, per aiutare l’arciere che si era mostrato più che deciso ad accoglierne l’assurda richiesta.
Quel pensiero lo portò a sospirare per l’ennesima volta. Detestava il modo in cui quel testardo si mostrava indifferente ai pericoli. Pensare che lui stava sacrificando tutto per non fargliene correre.
Fu solo all’avvicinarsi di Eriol e alla sua proposta di provare insieme qualche tecnica per facilitare la meditazione che, non troppo convinto, si alzò per seguirlo, allontanandosi dalla stanza dove il sacerdote era impegnato con il nuovo arrivato.

xXx

Dopo aver fatto accomodare il suo ospite, circondando l’urna di sale ed incensi, Doumeki si decise finalmente a parlare.
«A chi apparteneva?» Chiese con il suo solito tono neutro.
«Mahoru Satoshi.» Replicò l’uomo. «Il mio bisnonno...»
«Capisco.» Fece l’arciere, prendendo degli o-fuda da una vecchia scatola di Haruka, appoggiandoli sull’urna.
Senza aggiungere altro, cercò la giusta concentrazione, iniziando a recitare alcuni sutra utili allo scopo. Continuò senza interruzione per diversi minuti, avvertendo pian piano l’energia, solida e carica di rabbia, farsi sempre più calma e facile da percepire, anche visivamente.
Quando, finalmente, riuscì ad entrare in contatto con essa, si alzò per tornare dall’uomo, rimasto in attesa fino a quel momento.
«Il problema è nell’urna.» Esordì, conscio di aver detto qualcosa che l’altro sapeva già da diverso tempo. «Il suo antenato desiderava che le sue ceneri fossero sparse in un luogo preciso. Ne aveva fatto richiesta ai figli, ciò nonostante, una volta morto, tale richiesta non è stata esaudita.
A quelle parole l’uomo si irrigidì, annuendo. «Voleva che fossero sparse vicino alla sua... amante.» Dichiarò con disprezzo. «Ovviamente sia mio nonno che i successori si sono rifiutati.» Continuò, con una punta di orgoglio nella voce. «È per questa ragione che accadono tanti incidenti?» Domandò poi.
«Se non spargerete le sue ceneri...» Lo riprese l’arciere. «Gli incidenti non faranno che aumentare. Non sta a voi giudicarne le scelte.» Chiarì, fissandolo con determinazione, la stessa che ci si sarebbe aspettati da un sacerdote più che consapevole di ciò che affermava.
Anche il fedele che aveva di fronte sembrò cogliere l’aura di sicurezza insita nella sua persona.
«Le sue azioni non meritano perdono...» continuò con espressione incerta. «Non c’è un altro modo?»
Doumeki scosse il capo. «Se lo disprezzate tanto non dovreste tenere le sue ceneri. Lasciatelo libero di essere ciò che vuole. Solo così sarete liberi anche voi di... dimenticare.»
L’uomo sembrò valutare la cosa. «No...» Asserì poi. «L’onore della nostra famiglia non lo permette.»
Quelle parole sembrarono produrre un leggero vibrare dell’urna, spingendo Doumeki ad avvicinarsi ad essa al fine di appoggiarvi due nuovi o-fuda. «Una famiglia distrutta non ha alcun onore. È questo che vuole?» Chiese quindi in direzione dell’uomo. «Non potete cambiare ciò che è stato fatto, neppure negandolo. Il vostro futuro, però, rischia di restare segnato per sempre. È questo che desidera per sé e per i suoi successori?»
Quelle parole sembrarono colpire il fedele, scuotendolo nel profondo. «Se non c’è altra scelta...» Replicò, i pugni stretti per contenere la rabbia. «..lo farò.»
Nel coglierne la decisione Doumeki trascrisse qualcosa su un foglietto, tornando da lui per consegnarglielo. «Ho scritto qui il luogo. Tra sei giorni sarà il loro anniversario, porti le ceneri con sé e le sparga. Tutte...» Precisò, tornando all’urna per raccoglierla e consegnarla all’uomo, ancora irrigidito dalla rivelazione sui motivi degli incidenti.
«Sparga le ceneri.» Ribadì, accompagnandolo verso l’uscita. «Se entro sei giorni non si troveranno dove le ho detto... Gli attacchi riprenderanno in modo ben più violento.»
Seppur ancora ritroso, l’uomo annuì, salutandolo e promettendo una cospiqua donazione al tempio.
Fu proprio in quel momento che, concluso il tentativo di meditare, Watanuki si trovò a passare da li, constatando, suo malgrado, come Doumeki vestisse fin troppo bene i panni del sacerdote.
«Sembra sia andata bene..» Dichiarò freddamente, ancora parzialmente offeso dalla decisione dell’altro.
«Così sembra.» Replicò l’arciere, nel suo solito tono.
«Potresti ringraziarmi per la dritta dello spirito, almeno.» Borbottò, sforzandosi di non guardarlo troppo.
Quelle parole portarono il più grande a sorridere. «Hai ragione...» Commentò, mentre il cuore di Watanuki perdeva un battito. «Grazie.»

Poco lontani, Eriol e Yuuko osservavano la scena con espressione malinconica. Entrambi consapevoli di come l’inevitabile serie di tristi eventi fosse ormai irrimediabilmente vicina.

xXx

Il pomeriggio stava volgendo al termine quando, sotto il portico del tempio dove si erano riuniti per accogliere l’arrivo di Himawari e Giku, si udì un urlo stridulo, immediatamente seguito dall’ingresso di Nakuru.
«Voi!» Esclamò la ragazza, avanzando con passo spedito per poi fermarsi a pochi passi da Giku ed Himawari. «Siete venuti qui senza dirmi nulla! Traditori!»
L’attenzione dei presenti si spostò immediatamente sull’ultima arrivata, proprio mentre Doumeki le andava vicino per fare gli onori di casa.
Alla vista dell’amato arciere, la ragazza sembrò ricomporsi alla svelta, passando di colpo dall’ira alla gioia, che rese nota con un ampio sorriso.
«Oh.. Shizuka-kun..» Sospirò, aggrappandoglisi contro. «Fortuna che almeno tu sei diverso da questi qui.» Fece, tornando a rivolgere occhiate malefiche ai presenti.
«E sentiamo...» Intervenne Eriol, notando l’espressione improvvisamente gelida di Yuuko.
«Cosa ti porta qui tra noi, Naku-chan?»
Nel sentire la voce di Eriol la ragazza sembrò mutare atteggiamento ancora una volta, staccandosi da Doumeki per farsi più remissiva. «Ho inseguito loro due...» Ammise, in tono quasi infantile, indicando Himawari e Giku. «Sono giorni che siete tutti strani e volevo capire cosa mi stavate nascondendo.» Spiegò.
«Eppure...» Replicò l’uomo con improvvisa serietà. «Tu e Spinnel avevate qualcosa da fare... Nakuru.»
Bastò quell’affermazione a far capitolare la ragazza.
«..Si. E’ vero...» Ammise, incontrando lo sguardo più che scocciato di Yuuko. «Me ne vado...» Continuò, fermandosi ad osservare la donna con espressione perplessa.
«..Non dirmi che è lei!» Esclamò di colpo, indicandola ed attirandosi un’occhiataccia dalla strega.
«..Devo iniziare a chiamarti Ruby?» Fu l’incomprensibile risposta dello stregone. Incomprensibile per almeno alcuni dei presenti, primo tra tutti Watanuki, che stava osservando la scena con falsa, falsissima indifferenza.
«No!» Esclamò la ragazza, tornando ad aggrapparsi al braccio dell’arciere. «Shizuka-kun, mi accompagneresti all’uscita?» Cinguettò, tirandoselo dietro, sotto lo sguardo contrariato di Watanuki.

«Allora...» Esordì Yuuko in direzione di Eriol. «Chi sarei, io..?»
«Yuuko-chan...» fece l’uomo, in tono preoccupato. «non avrai perso la memoria?» Il suo sorriso, però, si cancellò all’istante nel cogliere il disappunto della strega.
«Suvvia non è così importante, no?» Tentò ancora, restio ad ammettere il vero.
«Lo è per me, stregone da strapazzo.» Lo rimbeccò la donna, l’espressione che non lasciava presagire nulla di buono.
L’uomo sbuffò esasperato e, sotto gli sguardi curiosi degli altri ragazzi, Giku pensò bene di risolvere la situazione.
«Io non trovo ci sia nulla di male, sensei.» Esclamò di colpo, attirandosi l’attenzione dei presenti, prima tra tuttti quella della strega, che mosse una mano con fare annoiato, invitandolo a proseguire.
«Eriol-san ci raccontava di aver creato i suoi peluches con splendide ali di farfalla in ricordo di una bellissima donna.» Raccontò, suscitando un sospiro ammirato da parte di Himawari.
«Romantico, vero?» Le chiese il ragazzo, sorridendole nel vederla annuire.
«Conoscendolo gli avrà dato dei caratteri pessimi per poi dire che mi somigliano.» Commentò la strega, suscitando una risatina da parte di Eriol.
«Come sono carini!» Esclamò Himawari, attirandosi gli sguardi perplessi di Doumeki e Watanuki, abituati a sentire simili esclamazioni durante i loro battibecchi.
«Sentito Yuuko-chan?» Commentò Eriol. «Questa bella ragazza sostiene che siamo carini... Direi che è un bel modo per definire una coppietta, non trovi?» Fece, fissando i due ragazzi ancora intenti ad osservare la scena.
Per tutta risposta, la strega decise di alzarsi, ponendo fine a quel siparietto.
«Che ne dite di un’ottima cena?» Chiese, accolta da espressioni più che positive.
Un attimo dopo un giovane ragazzo si muoveva verso la cucina, inveendo contro streghe capricciose, stregoni subdoli ed arcieri traditori.



Rieccoci qui, pronte ad augurarvi un nuovo e felice inizio di stagione.
Sarete felici di sapere che Destino Inevitabile vi accompagnerà anche durante il lungo inverno, riscaldandovi con scene sempre più "calde" XD

Detto questo...

WYWH: In effetti, per riuscire ad approfondire l'aspetto sentimentale della coppia che tutti amiamo, alle volte è stato necessario distaccarsi dal filo narrativo del manga. L'urna però non sarà un caso isolato. I nostri eroi avranno modo di imbattersi in altre avventure da qui al grande finale. (Yuuko-san gioisce per questo, visto che si diverte a sfruttarli. XD)
Grazie come sempre per le tue recensioni. Speriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento. ^_^

Naco: Avanti che questo capitolo è più lungo! ^_^
Quanto al tizio dell'urna, la sua importanza può sembrare poco utile ai fini della storia, ma non lo è, come sempre...
Pensalo come ad uno degli episodi coi clienti in Holic: ha sempre il suo senso... e si, preoccupati!
Oh, aspetti gli allenamenti per quel motivo?
Beh, innanzitutto non possiamo non notare che si stanno pian piano riavvicinando, i nostri due... ma continua ad attendere gli allenamenti, si.
Porteranno, a breve, delle sorprese abbastanza succulente.
Così come il capitolo di oggi...

sailorYuko: Ritrovati i pezzi del tuo cuoricino? Ci auguriamo di si perché il prezzo per ritrovarli sarebbe altissimo. XD
Siamo contente che ti stia a cuore Doumeki, e non possiamo che essere d'accordo nel sostenerlo e patire insieme a lui, essi.
Speriamo che anche questo ti sia piaciuto. Facci sapere. ^_^

Beal95: Siamo felici di riaverti tra noi!
Quando lo verrà a sapere, dici? A suo tempo, ovviamente... possiamo solo dirti che succederà verso la fine, e che ancora c'è molta, molta trama da sviluppare.
Uno sviluppo che sta iniziando proprio adesso a farsi visibile... aspettatene delle belle! *Sogghigno*
Quanto al nuovo arrivato, come hai visto in questo capitolo, non SEMBRA poi così pericoloso.
Ma si, di sicuro fa succedere qualcosa ad almeno uno dei nostri due eroi... proprio in questo capitolo! ^_^
Continua a leggere, comunque, e capirai...

Witch Of The Dimenions:  Grazie come sempre dei complimenti e dell'affetto con cui segui questa storia. Quanto al cattivone… ti consolerà (o no..? XD) sapere che arriverà, probabilmente non uno solo. :P

Ciccio85: Oh, si, Doumeki-kun nudo interessa abbastanza anche noi, molto, molto intrigante, non possiamo che concordare...
*sospirano estasiate... e vengono cacciate ad urla da Watanuki.*
Quanto ci metteranno a capirsi, dici? Dipende tutto da loro, e si sa, sono bravissimi a complicare le cose già complicate.
Avremo ancora diversi capitoli e colpi di scena su cui ridere o disperarci, prima di quel momento... e chissà che cosa verrà nel mezzo!
Perché a noi l'angst piace!

Harinezumi: Benvenuta nel pazzo mondo di Destino Inevitabile. ^_^
La tua recensione ci ha reso davvero felici, specie nell'apprendere che siamo riuscite a farti conoscere meglio Doumeki e Watanuki che a nostro avviso sono semplicemente perfetti insieme. ^_^
Quanto alla lentezza dell'evolversi del rapporto, è vero, siamo andate lentamente, cercando di seguire un evoluzione il più possibile fedele al modo di essere dei personaggi e della storia. Sapere che a tuo avviso ci siamo riuscite ci rende felici.
Sperando ti sia piaciuto anche questo capitolo, speriamo di rileggerti ancora.

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Capitolo 38
*** Connessioni - Muro di ghiaccio ***


Destino inevitabile capitolo 38
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 38
Muro di ghiaccio

Aveva tentato di prendere sonno diverse volte prima di alzarsi per uscire all'esterno, sedendosi sotto il portico a contemplare la luna.
Trovò parecchio strano, quindi, sentire l'improvviso aroma di tabacco nell'aria, seguito dalla comparsa di Haruka-san.
«Oh... sto sognando...» Mormorò, sorridendogli.
L’uomo fece lo stesso, sedendogli accanto. «Sembri stanco, Kimihiro-Kun...» Esordì. «Dormi abbastanza..?»
Quella domanda sembrò spingere il più giovane a pensieri poco allegri. «Non molto. Sa... per via degli incubi.» Replicò.
«Incubi...» Sospirò Haruka. «Vuoi parlarne?»
Watanuki lo osservò per un lungo istante, prima di riprendere. «Mi è sembrato di sentire una voce ultimamente... Sa, alla fine di ogni incubo...»
L’uomo annuì, facendogli segno di continuare.
«..Mi chiedevo... Era lei a parlare?»
Quella domanda sembrò vibrare tra loro.
«Tu cosa pensi?» Fu la risposta di Haruka.
«Ci ho pensato a lungo e... A me è sembrata la sua voce...»
«Capisco.» Replicò l’altro. «E sentiamo... cosa ti dice la mia voce?»
Una domanda, quella, che giunse del tutto inattesa.
«Lei... non lo sa..?» Mormorò Watanuki, visibilmente scosso al pensiero di aver sognato un Haruka diverso da quello che era solito incontrare nel mondo dei sogni.
Per tutta risposta, il sacerdote riprese a fumare, osservando le spirali di fumo che aleggiavano nell’aria davanti a sé. «Abbatti la barriera...» Fece in tono calmo, l’espressione leggermente più tesa. «Sai Kimihiro-kun, dovresti seguire il consiglio. Abbettendola potresti aiutare Shizuka. E presto... potrebbe aver bisogno di te...» Sentenziò in tono grave.
Tra i due seguì un breve silenzio, che il più giovane utilizzò per metabolizzare la cosa.
«..Così era lei...» Mormorò infine, voltandosi a guardarlo con aria implorante. «Mi dica come fare... Come salvarlo..» Sussurrò, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.
Si sentiva perso.
Solo in una guerra senza alletati; una guerra dove chiunque poteva essere il nemico.
Chiunque.
Persino se stesso.
«Pensaci bene, Kimihiro-kun...» Fu la risposta di Haruka. «Quel muro rappresenta l’ostacolo che ti impedisce di salvare Shizuka... Nel sogno lo infrangi quando è ormai tardi e... devi farlo prima, sai?» Si voltò a guardarlo, lo sguardo infinitamente triste. «Continuando così... l’incubo diverrà reale...»
Quelle parole scossero il più piccolo. «La prego...» Singhiozzò, incurante delle proprie lacrime. «Non voglio che... che muoia...»
«Prova a guardare dentro di te, Kimihiro... Impara a cogliere la tua vera essenza, a separarla da eventuali interferenze, cogli i simboli...»
«..Interferenze?» Fu l’immediata risposta.
«Mio nipote ha bisogno di te, sai?»
Di nuovo quelle parole.
«Allora gli parli lei!» Esclamò Watanuki. «Gli dica di non fare esorcismi. Si riferisce a quelli vero? Anche lei è morto così, no?» Replicò, ormai troppo allarmato per preoccuparsi di quanto diceva.
Il sacerdote sorrise mestamente, concedendosi una nuova boccata di fumo.
«Non è stato l’esorcismo ad uccidermi.» Spiegò in tono calmo. «..ma il prezzo che ho scelto di pagare...» Asserì.
«Un... che prezzo?»
«Per quel futuro che state rischiando di perdere...» Fu la risposta cupa dell’uomo.
L’espressione di Watanuki mutò di colpo, specie nel vedere l’immagine di Haruka-san farsi sempre più distante. «Quale futuro...» Mormorò, un attimo prima di riaprire gli occhi.

«Ti sembra questo il posto per dormire?» Furono le prime parole che colse al risveglio. Parole espresse con un tono ben distante da quello che sapeva appartenere ad Haruka, eppure...
«Haru... Shizuka...» Mormorò, rendendosi conto di essere ormai sveglio.
La stanchezza alla fine aveva avuto la meglio, facendolo crollare.
Già... quel sogno. Di sicuro aveva un significato ben più profondo di quanto non gli apparisse al momento, si disse, facendosi pensieroso.
Fu la voce di Doumeki a riportarlo al presente. «Hai fatto altri incubi?»
«Eh? N..no.» Mormorò, osservando l’arciere sederglisi accanto. «Ho... ho incontrato Haruka-san.» Spiegò in tono ancora vagamente perplesso.
«Capisco.» Fu la risposta dell’altro, alla quale seguì un silenzio carico di tante cose non dette, percepibili da entrambi.
Watanuki però si sentiva stanco, tanto da finire con l’appoggiare il viso contro la spalla dell’arciere. Era confortevole la sua presenza, si disse, ancora per metà addormentato.
«A parte questo...» Riprese l’arciere, stupito da quel gesto. «Stai bene?»
Il più piccolo sembrò pensarci. «No, sono stanco.» Rispose d’istinto. «Non dormo bene dall’ultima volta qui al tempio.» Dichiarò, senza pensare al peso di quelle parole.
Doumeki sorrise appena. «Avete parlato dei tuoi sogni?»
«Si... ed era davvero sua, quella voce.»
«E di quella persona?» Indagò il più grande. «Ne avete parlato?»
Watanuki annuì, lasciando una serie di dubbi inespressi nel cuore dell’arciere.
«..Dovrò indagare sui simboli dei sogni...» Mormorò poco dopo, la voce impastata dal sonno.
L’arciere continuò ad osservare la luna alta nel cielo, assaporando quel momento di quiete tra sé e la persona che amava, lasciando che il venticello cullasse entrambi.
Fu solo quanto il silenzio gli sembrò protrarsi troppo a lungo che tornò ad abbassare lo sguardo su Watanuki, scoprendolo nuovamente immerso nel mondo dei sogni.
Sospirò appena, muovendosi con cautela per poi prenderlo in braccio, al fine di ricondurlo in quella che, solo poco tempo prima, era stata la loro stanza.

xXx

Al mattino, dopo una notte quasi insonne trascorsa ad osservare Watanuki, l’arciere decise che era ora di agire.
Si alzò quindi cautamente, attendo a non svegliare gli altri, avvicinandosi a Watanuki e mettendogli una mano sulle labbra, nel caso si fosse messo ad urlare come sue solito. «Oi...» Sussurrò piano.
Quel risveglio, decisamente atipico, caricò il più piccolo di un brivido inatteso.
La voce calda di Shizuka era qualcosa che proprio non si aspettava, così si limitò a rivolgergli uno sguardo meno astioso di quanto avrebbe voluto. «Che succede?» Sussurrò piano.
«Sono quasi le sette... Dovremmo cercare qualcosa sui simboli e... dovrei avere un libro adatto in bibilioteca.» Spiegò con il suo solito tono, seppur limitadosi ad un sussurro.
«Oh...» Fu la sola risposta del più piccolo. «Va-va bene.»
«Prepara qualcosa di buono allora.» Continuò l’arciere. «Io recupero il libro e te lo porto.»

Poco dopo si ritrovarono in cucina, il più piccolo che, in abiti da cuoco, si dava da fare mentre l’arciere, nella sua tenuta da tempio, faceva il suo ingresso con un libricino piuttosto sottile, di quelli rilegati a mano, probabilmente scritto dallo stesso Haruka.
«È un libro dei sogni.» Spiegò, posandolo sul bancone dove sostavano già alcuni piatti. «Cosa dovremmo cercare?» Chiese quindi, assaggiando qualcosa.
«Attendi che sia ora di colazione!» Sbottò il più piccolo dandogli un colpetto sulla mano, salvo poi tornare a rivolgere la propria attenzione al libro. «Qualcosa su muri di ghiaccio e situazioni che ti impediscono di agire.» Dichiarò, non troppo felice al pensiero di dover svelare simili particolari al diretto interessato.
A quella richiesta l’arciere lo osservò per un attimo, iniziando poi a sfogliare il libro.
«Che strano...» Mormorò, notando che il muro di ghiaccio era tra i primi simboli presi in esame.
Il libricino, inoltre, sembrava incompleto, presentandosi davvero scarno in quanto a simboli. L’avervi trovato proprio il muro di ghiaccio andava sicuramente oltre quello che chiunque avrebbe definito una coincidenza. Chiunque non conoscesse Yuuko-san, ovviamente.
«Qui dice che il significato dipende dal ruolo che riveste nel sogno e da quante persone vi si trovano coinvolte.» Dichiarò, proseguendo con la lettura. «Se si trova attorno al sognatore, indicherà una sorta di scudo eretto dal sognatore stesso, al fine di proteggersi da qualcuno o qualcosa.» Si fermò, per un istante, osservando Watanuki con fare più cupo, riprendendo subito dopo la lettura. «Se invece si trova tra il sognatore ed un’altra persona, in particolar modo se l’altro/a è una persona da egli amata, il muro indicherà una barriera erroneamente creata per proteggere chi si ama. Probabilmente il messaggio del sogno è quello di abbattere il muro di ghiaccio, sciogliendolo con il calore stesso dell’amore. Se ciò non verrà fatto... la persona amata rischierà la vita.» Si fermò nuovamente, notando l’improvviso pallore sul volto dell’amico. «Dice anche... che se appare in sogni rivelatori...  il messaggio deve essere assolutamente ascoltato.»
A quello Watanuki si irrigidì, lasciando cadere il coltello che aveva in mano. «Dice proprio... così?» Mormorò in tono teso.
L’arciere annuì. «Stai bene?» Chiese, girando il libro per osservare l’immagine di un ragazzo intento a colpire una parete di ghiaccio. Dall’altra parte qualcuno, del quale si intravedeva solo la sagoma, era disteso per terra, probabilmente privo di vita. «Questo qui... ti assomiglia.» Fece, avvicinandosi all’amico per poi indicargli la figura in luce.
«Che..?» Replicò l’altro, osservando l’immagine.
Un attimo dopo si trovò a tremare. «Questa scena... è proprio così...» Sussurrò. «Ed io... non riesco mai a salvarlo...»
Vederlo in quello stato e sapere che era per qualcuno che amava faceva male, ciò nonostante, aiutarlo restava sempre la sua priorità. «Forse analizzando questo testo, riuscirai a cambiare le cose.» Tentò.
«Forse.» Ribatté il più piccolo, facendosi coraggio per quanto stava per chiedere. «..Mi aiuteresti con la meditazione?» Domandò quindi.

xXx

Il bisogno di trovare indizi rendeva tutto particolarmente dfficile per uno che, come Watanuki, non era affatto portato per cose come silenzio e concentrazione.
Mezz’ora dopo essersi chiusi in una stanza silenziosa, quindi, non vi era stato alcun cambiamento.
«Non ci riesco.» Sbuffò il più piccolo, aprendo gli occhi.
A quello Doumeki sospirò amaramente, andandogli vicino per poi sedersi a gambe incrociate.
«Dammi le mani e cerca di fare come me.» Lo esortò, chiudendo poi gli occhi mentre l’amico tentava, suo malgrado, di imitarlo.
Dopo diversi minuti l’arciere tornò a fissarlo. «Allora..?» Domandò cautamente.
«Cosa!» Replicò il più piccolo in tono brusco.
«Che stai facendo?»
«Pulizie di primavera...» Fu la secca risposta.
«Non ne facevi da tanto, eh?» Ironizzò il più grande, tornando a chiudere gli occhi. «Prova a concentrarti, ora.»
A quell’esortazione Watanuki sospirò, tentando ancora una volta di trovare la giusta concentrazione.
Provò a ripensare al sogno, al muro di ghiaccio, alle parole di Haruka, ottendendo solo maggior confusione.
Se Haruka-san aveva detto quelle parole... se era riuscito a comunicare nel sogno, allora anche il muro poteva essere stato inserito da qualcuno, pensò, improvvisamente travolto da una fitta alla testa.
Che ci fossero davvero delle interferenze a guidarne i pensieri?

Bastò quel dubbio a rendere improvvisamente presente una sgradevole sensazione, unita ad un forte capogiro, che di colpo rese particolarmente difficile tenere a mente quanto appena pensato.
«Doumeki..» Mormorò, tremando appena, portandosi entrambe le mani alla testa.
L’arciere gli fu subito vicino. «Che succede?» domandò, portando istintivamente le mani sulle sue, avvertendo qualcosa di strano.
Fu in quel momento che tra la confusione dell’altro riuscì a cogliere un pensiero ben distinto.
«Pensi che qualcuno ti invii i tuoi incubi?» Chiese senza scostarsi.
Watanuki annuì e, nel trovarlo tanto fragile, l’arciere si sistemò davanti a lui, lasciandogli andare le mani per posare le proprie sulla sua testa.
«La tua energia ha qualcosa di strano.» Asserì di colpo. «Qualcosa di forte ma comunque affine a te...» Si incupì a quel pensiero. «Per questo prima non l’avevo notata...»
«Potrei parlarne con Yuuko-san...» Mormorò il più piccolo, lasciandosi cullare dalla calma che l’arciere riusciva ad infondergli con la sua sola presenza.
Doumeki si limitò a fissarlo, l’espressione appena più tesa. «Purtroppo io ne so troppo poco per poterti aiutare...» Affermò.
«..mi stai aiutanto molto, invece...» Replicò l’altro, aprendo gli occhi per rivolgergli un sorriso grato. «La tua presenza allontana la confusione.» Ammise, arrossendo appena per l’imbarazzo.
Quelle parole giunsero all’arciere cariche di calore. Gli sorrise a sua volta, in silenzio, mantenendo quel contatto, sperando di potergli essere davvero utile.
Era quella, per lui, l’unica cosa che davvero contava.



Rieccoci, dopo questo capitolo ricco di informazioni.
A questo punto della storia possiamo dirci nel centro focale della seconda parte.
Cosa accadrà ai nostri amici? Qual'è il vero significato del muro di ghiaccio? E sopratutto, da cosa dipende?
Curiosi, eh? ^____________^

Ed ora, via alle vostre recensioni!

Beal95: Fortunatamente le cose sono andate in modo più semplice di quello da te previsto. Almeno per il momento. XD
Ma non preoccuparti, nessun manicomio per te. Al massimo ti offriremo un bicchiere di sakè! XD
Quanto a Nakuru, ebbene si è lei! Complimenti per averla ricordata.
Grazie a te, ora sta saltellando felice dandosi arie da diva famosa. XD

Quanto ai tuoi aggiornamenti…
Sei velocissima! Ma anche se in ritardo leggo sempre! (nd Lay)

harinezumi: Siamo contente che il capitolo ti sia piaciuto... atmosfere alla Holic? Si, per quella scena erano particolarmente necessarie, e dopotutto ce ne sono anche in questo capitolo...
In realtà, anche se può non sembrare, non ci siamo distaccate molto dalle situazioni che potrebbero essere descritte nel manga stesso.
Anche a noi, comunque, piacciono i personaggi di CCS ed Eriol (soprattutto ad una delle due XD)... anche se, beh, Nakuru non è poi così male come la dipingiamo... ma a tutte le storie serve qualcuno che dia fastidio :P
Ed ora ti lasciamo al capitolo, seguici ancora!

Naco: Stanno migliorando, visto?
Seppur lentamente i progressi ci sono e presto, saranno ben più evidenti (e catastrofici ^^").
Quanto a Yuuko ed Eriol, diciamo che sono troppo fuori dal comune per esitsere una coppietta come le altre. Ma il loro fascino sta proprio in questo, no? ^_^
Grazie come sempre per le tue recensioni, speriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

sailorYuko: Ciao! Doumeki era davvero affascinante, vero..? *sospirano con gli occhi a cuoricino. Poi scappano da un Wata sospettoso...*
Comunque, per quanto riguarda Clow ed Eriol, partiamo dal presupposto che tu conosca la storia di CCS... Ma ricapitolando brevemente:
Eriol è in pratica la reincarnazione di Clow con, alla fine del manga, metà del potere che aveva nella sua precedente incarnazione, l'altra metà va a Fujitaka che comunque non ha ricordi e personalità di Clow.
Nel nostro universo, come avrai notato dato che Eriol è in forma adulta ormai, sono passati diversi anni dalla fine di CCS (Ricordiamo che, ai fini di questa fanfiction, i veri genitori di TRC!Shaoran/Watanuki sono CCS!Sakura e CCS!Shaoran, almeno prima che il loop temporale iniziasse) e, sebbene Eriol si sia trasferito in inghilterra con Kaho alla fine di CCS, sono pur passati più di quindici anni.
In pratica, non stanno più insieme.
È anche possibile che Eriol sia andato via con Kaho per attendere il momento giusto e tornare in giappone da Yuuko... oppure si sono semplicemente lasciati. Questo non lo diciamo, ancora :P
Speriamo di aver chiarito il dubbio, comunque.
E che tu non sia andata in astinenza!

Thyahiel: Bentornata tra noi ^_^
Che dire… Felici che le tue vacanze siano andate bene, ti offriamo dell'ottimo sakè d'annata per disintossicarti dai troppi zuccheri. Eh si, anche se alcolico il sakè di Yuuko-san è a basso tenore di zuccheri (o non si spiegherebbe la sua linea vista la mole di bottiglie che si scola XD).
Bando alle ciance comunque. Piaciuto questo nuovo capitolo?

Ciccio85: Ciao! ^_______^ Felici di risentirti anche qui :P
Di inaspettato, nell'altra coppia che entra in scena, non c'è stato molto.. ma ancora ne avrai da vedere delle belle, anche perché quei due, ma soprattutto Yuuko, di certo non sono affatto contenti di essere definiti una coppia! Chissà come andrà a finire, anche tra di loro...
Temiamo però che quegli aspetti della storia di questa coppia dovranno aspettare un po'... goditi il DouWata intanto, vah!
Che stiamo per entrare nella parte clow... ahem... clou... di Connessioni!
Aspettiamo il tuo parere :P

Witch Of The Dimensions: Sii monotona quanto vuoi, cara. XD
Quanto al manicomio, la casa di Yuuko-san è sempre aperta a nuovi adepti. Certo, purché disposti a lavorar sodo. :P
Grazie come sempre per le tue belle parole. ^_^

WYWH: Ciao anche a te! ^_^ Contente che ti sia piaciuto il capitolo... e si, anche se ci potranno essere risvolti negativi (forse... chissà... *misteriose*), l'angst con questi due è sempre divertente da leggere e scrivere. E soprattutto... Le Streghe tifano per l'happy ending!
Comunque, dopo questa rassicurazione... Nakuru antipatica? Simpatica non è, certo, ma ha i suoi motivi per fare quel che fa! E noi abbiamo i nostri per lasciarglielo fare :P
Comunque Yuuko non è timida, verso la questione coppia-con-eriol, più che altro è parecchio arrabbiata... ma il come mai dovrai aspettare per saperlo :P

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Capitolo 39
*** Connessioni - Relazioni ***


Destino inevitabile - Connessioni
Capitolo 39

Relazioni

Quella mattina, in vista di un’esercitazione piuttosto pesante, Yuuko aveva dato qualche ora libera ai due ragazzi,passando quindi le ore in giardino, concentrata su una partita a scacchi con Eriol. Cosa che nel giro di poco si trasformò in una vera e propria guerra.
Poco distante, Himawari osservava Giku, intento a dipingere, sorridendo felice allo svolazzare allegro di Tanpopo.
«Sai... potremmo uscire insieme uno di questi giorni.» Esordì di colpo il ragazzo. «Noi due...» Precisò, notando l’epressione sopresa di Himawari. «Sarebbe carino, non trovi?»
La ragazza lo fissò, divisa tra la voglia di accettare e la paura delle possibili conseguenze.
«Ecco... io...» Esitò.
«E non dire che temi mi accada qualcosa di brutto.» La interruppe il ragazzo, fermandosi per guardarla con espressione seria. «Quando sto con te, il mio portare fortuna sembra diminuire e... anche tu non hai combinato troppi danni, ultimamente, no?» Osservò, sorridendole.
Himawari sembrò ponderare a lungo quelle parole, ricambiandone il sorriso con uno radioso, di quelli che nascono dal cuore. «Hai ragione.» Dichiarò, sperando in cuor suo che tutto ciò fosse vero. Sarebbe stato bello, una persona cui non poteva fare male. Una persona come Giku...

«Quei due sembrano andare parecchio d’accordo, eh?» Commentò Eriol, facendo scacco matto.
«Già...» Mormorò la strega. «Co.... Brutto occhialuto!» Esclamò poi, nel notare la mossa vincente del rivale.
«Oh... non prenderla così, Yuuko-chan... La rabbia non ti si addice, sai?» Replicò lui ironico.
«Hai certamente barato!» Continuò l’altra, osservando con espressione diffidente l’uomo che, senza risponderle, prese la regina dalla scacchiera, chiudendola nella propria mano.
«La regina di cuori del paese delle meraviglie ha qualcosa per te, Yuuko-chan.» Dichiarò, riaprendo la mano, dove al posto del pezzo sbucò un piccolo airone di cristallo rosa. «Il mio regalo di oggi.» Spiegò lo stregone.
«Sai come farti perdonare, vedo.» Fu la risposta lievemente imbronciata della donna, visibilmente colpita dal dono inatteso.

«Sembra la giornata delle coppiette!» Sbuffò Watanuki che, stanco dalle troppe tensioni accumulate, aveva approfittato di quella libertà provvisoria per stendersi contro un albero. «Trovato qualcosa?» Chiese poi all’arciere, seduto poco distante ed intento a leggere un libro.
«Niente di nuovo. I muri di ghiaccio sembrano non interessare a nessuno.»
«A parte che ad Haruka-san...» Commentò il più piccolo.
«Già..» Fu la sintetica risposta dell’altro.
«Probabilmente dovremo farci bastare il suo libro, allora.» Dichiarò Watanuki, tornando a chiudere gli occhi, deciso a riposare fin quanto poteva.
Godersi quella calma con Doumeki vicino, infondo, era molto più di quanto non avrebbe sperato fino a qualche giorno prima.

xXx

Quel pomeriggio, come previsto, Doumeki e Watanuki si trovarono con Yuuko ed Eriol, pronti per una nuova lezione.
«Bene.» Esordì la strega, osservando i due giovani con espressione serissima. «La lezione di oggi sarà piuttosto pesante. Dovrete comunicare mediante l’uso di immagini.»
Lo sguardo interrogativo dei due bastò a farle comprendere la necessità di ulteriori spiegazioni.
«Su, sedetevi uno di fronte all’altro.» Sospirò, attendendo che i due obbedissero per poi continuare. «Prendetevi per mano e, uno alla volta, pensate a momenti particolarmente felici o tristi che vi accomunano. Vi aiuterà a veicolare immagini e sensazioni.» Chiarì, notando l’espressione improvvisamente più tesa di Watanuki.
«Il motivo di questo esercizio?» Domandò quest’ultimo.
«Non capiresti.» Replicò la strega, sospirando con fare rassegnato. «Vi aiuterà a potenziare la vista che già condividete.» Precisò poi, rivolgendosi all’arciere. «Bene, iniziate ora e... tu, Watanuki, inizia col ricordare qualcosa.»
Seppur controvoglia, il ragazzo chiuse gli occhi, sforzandosi di eseguire quanto ordinatogli, iniziando a cercare tra i propri ricordi qualcosa di significativo.
«Cerca di visualizzare il ricordo più doloroso che ha a che fare con Doumeki-kun...» Gli ordinò la strega, mantenendo lo sguardo fisso sui due giovani, ignorando quello di Eriol, improvvisamente più cupo.
Ignaro dello scambio di sguardi tra i due, Watanuki continuò a cercare tra i vari ricordi, sforzandosi di non fermarsi proprio sull’unico che rischiava di metterlo in pericolo, ovviamente, senza riuscirvi.
Accanto a lui, le mani ancora ben strette alle sue, Doumeki stava attendendo le prime immagini, che giunsero ben più confuse di quanto non avesse pensato.
Si sforzò qualche istante, prima di individuare un enorme muro di ghiaccio, posto a dividere un Watanuki in lacrime dalla sagoma di un ragazzo, uno studente, a giudicare dalla divisa che indossava.
‘Quindi è un nostro compagno...’ 
Quel pensiero, inviato quasi per errore, scosse Watanuki.
Avrebbe preferito non farglielo sapere... ‘Se anche fosse?’ Inviò, guardandolo con ironia, scontrandosi con lo sguardo freddo dell’altro.
«Bene bene!» Dichiarò di colpo la strega, vedendoli ad occhi aperti. «Se avete fatto, potete scambiarvi i ruoli.»
Ancora intenti a fissarsi i due ragazzi annuirono, tornando a chiudere gli occhi, cercando entrambi di ritrovare la calma.
Per Doumeki, stranamente, non fu affatto facile.
Pensare che Watanuki amasse un ragazzo, un compagno di scuola, qualcuno che non era lui, beh, faceva male, tanto.
Si sforzò di non pensarci, nonostante tutto, concentrandosi su un pensiero, qualcosa di forte da potergli trasmettere. Inutile dirlo, in quel momento era capace solo di fare pensieri tristi. Tra questi il primo che gli venne in mente fu Watanuki che scappava da lui, che gli urlava di non considerarlo amico, che essere salvato da lui lo faceva sentire sporco.
Faceva male anche adesso, nonostante tutto.
Un pensiero che Watanuki sembrò cogliere, lasciando andare la presa di colpo.
Così si sentiva ferito da lui?
Ai tempi, preso com’era dal bisogno di proteggerlo, non si era curato molto di come lo avrebbe fatto sentire.
Era stato uno stupido, come sempre.
Fu la strega a porre fine ai suoi rimproveri, invitando entrambi a ripetere l’esercizio, concentrandosi però su ricordi piacevoli.
Senza ribattere si sforzarono entrambi di non dar peso a quanto appena visto dall’altro, ricercando nella mente qualcosa di vagamente piacevole.
Per Watanuki c’era la notte al tempio, quella in cui si erano trovati a dormire mano nella mano.
Quell’immagine portò Doumeki a stringergli le mani con più forza, aprendo gli occhi per osservarlo, spiazzato.
‘Credevo non ti piacesse dormire al tempio’
‘Quella volta non avevo ancora gli incubi...’ Spiegò Watanuki.
‘E cosa c’entro io..?’ Replicò Doumeki.
Una domanda che portò l’altro a trasalire, quasi temesse di tradirsi. Sospirò piano prima di ricambiarne lo sguardo con uno il più possibile deciso. ‘Prima ero... sereno...’ Ammise.
L’arciere lo fissò con espressione ferita. ‘Di recente hai affermato il contrario. Mentivi?’
Il più piccolo si limitò ad annuire.
‘Perchè?’ Fu il pensiero carico di rabbia dell’arciere.
Tra i due ci fu un breve silenzio, carico di tensione.
‘Era la cosa giusta da fare’ inviò poi Watanuki, distogliendo lo sguardo dall’altro.
‘La cosa giusta per allontanarmi, immagino...’ Replicò l’arciere con amarezza.
«Cos..» Fece il più piccolo, mordendosi le labbra nel sentire un accenno di tosse da parte di Yuuko-san. ‘Non è questo, solo che... non capiresti’ Tentò nuovamente.
‘Tu spiegamelo.’ insisté l’altro, deciso.
Watanuki si fece improvvisamente più serio. ‘Non posso parlartene...’ rispose stancamente.
Fu in quel momento che a Doumeki sembrò di cogliere qualcosa tra i pensieri che l’altro stava inviandogli.
‘Se è così... è meglio fermarsi allora.’ Un pensiero che mandò rapidamente, alzandosi subito dopo per avviarsi verso la porta.
Prima di uscire rivolse uno sguardo in direzione dei due stregoni, capendo dalle loro espressioni che, in qualche modo, dovevano aver intuito ogni cosa.
«Shizu..» Esclamò Watanuki, alzandosi già pronto a seguirlo.
«Lascialo andare» Dichiarò Yuuko, fermandolo con un gesto, osservando la porta richiudersi dietro l’arciere.
«Ma..!» Tentò il ragazzo.
«Cosa, pensi di avere qualcosa di utile da dirgli?» Continuò lei, senza badare ad Eriol che, alle spalle di Watanuki, stava facendole segno di non insistere su quell’argomento.
«Io..» il ragazzo la osservò smarrito, incerto su cosa dire, su cosa pensare. «non lo so...» Ammise subito dopo.
«Allora rifletti su questo..» Lo incalzò la strega. «Fidarsi sempre e solo di se stessi può portare a perdersi del tutto.»
«Co... che c’entra?» Chiese l’altro senza capire.
«Ti ho detto di rifletterci!» Replicò la donna, indicandogli la porta. «Ed ora fila in cucina. Le tue chiacchiere mi hanno stancata!»
«Quali.. Yuuko-san, non avrà origliato i nostri pensieri, vero?» Domandò il ragazzo arrossendo.
«Come se ci fosse qualcosa di interessante!» Fu la semplice risposta dell’altra. «Sei noioso esattamente come quando parli.» Sbottò.
«Lei... Lei... Stasera avrà metà razione di sakè!» Esclamò, allontanandosi verso la cucina.
Una volta solo, la rabbia lasciò presto il posto alla frustrazione per quanto accaduto poco prima con Doumeki.
Avrebbe voluto potergli dire ogni cosa, sentirne il parere, arrabbiarsi con lui per le risposte brevi ma come sempre esaustive, ed invece... Gli mancavano i giorni in cui tutto appariva più semplice, quando l’amore non era ancora arrivato a confonderlo, quando i sogni erano ancora semplici sogni o al massimo un mezzo per comunicare con Haruka-san.
Sospirò piano, aprendo l’acqua per dare il via ai preparativi della cena.



Rieccoci!
Prima di dare il via alle recs, ci teniamo ad informarvi che presto... molto presto ne accadranno delle belle.
Non smettete di seguirci. Nuovi arrivi sono ormai prossimi, chissà che non si tratti di personaggi che già conoscete... XD
E poi... una sorpresina... ma per adesso ci fermiamo qui! XD

Ciccio85: Felici che ti sia piaciuto! ^_^
Hai ragione c'è un avvicinamento all'orizzonte, e neanche da poco.
Peccato per il seguito. :P
Ma non disperare, l'amore alla fine trionferà! (Speriamo XD)

beal95: Ciao! ^__^ Beh, beh, se rivelassimo tutta la trama ora non sarebbe interessante, no?
Il muro di ghiaccio... la tua teoria potrebbe aver senso ma, come hai detto tu stessa, cosa c'entra la salute di Doumeki?
Eheh... potrebbe essere anche molto più complesso di così, dovrai continuare a leggerci per saperlo! :P

Naco: Grazie come sempre per le tue recensioni.
E' vero qualcuno vuole aiutarli, almeno come qualcuno o qualcosa vuole dividerli.
Haruka-san è sicuramente uno dei loro più grandi sostenitori.
In futuro potrebbe riservare non poche sorprese, lui come altri.
Ergo... continua a leggerci! ^_^

Witch of the Dimensions: Siamo sinceramente contente che ti sia piaciuto il muro di ghiaccio!
Purtroppo, come ben vedi, l'ambito delle DouWata Fan ancora deve arrivare - anche se si sta avvicinando.
Perché, come abbiamo già specificato, la situazione potrebbe essere decisamente più complessa di quanto sembri...
L'angst non è finito, ed anche se Connessioni sta giungendo al termine, c'è ancora un'intera terza parte in cui dipanare le fila della trama!
Terza parte che sarà, finalmente, decisamente più... 'calda'.
Continua a seguirci per scoprirlo!

WYWH: Tranquilla, ci fanno piacere anche le recensioni breve, purchè ci diciate che avete letto e se avete apprezzato o meno. ^_^
Haruka-san dice spesso parole che colpiscono, vero?
Noi lo adoriamo ANCHE per questo.  :P

sailorYuko: Chissà se ci hai preso! :P Purtroppo abbiamo desiderato uno Shizuka in carne ed ossa e in cambio Yuuko-san ci ha detto che non potevamo spoilerare niente e nessuno XD
Anche a noi Haruka-sama mancava moltissimo, comunque, rende le nostre giornate molto più luminose non è vero? *_*
E quanto ai sogni... chi non lo vorrebbe nei sogni? XD
Per i particolari che sfuggono, non preoccupartene è normale... ce ne sono talmente tanti, in ogni capitolo, che probabilmente sarà difficile rendersi conto di alcune cose fino alla fine :P
Non lo facciamo apposta, giuriamo solennemente!
In ogni caso, continua a seguirci... nei prossimi capitoli ci saranno diverse sorprese.
(E comunque, i capitoli vecchi di certo non scappano! XD)

Valerio93: Per prima cosa, benvenuto tra noi! ^_^
Siamo liete che la storia ti piaccia a tal punto e speriamo vivamente che anche questo capitolo sia stato all'altezza dei precedenti.
Quanto al fanclub, noi amiamo i fanclub! XD
Torna a leggerci, ti aspettiamo! ^_^

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Capitolo 40
*** Connessioni - Rivelazioni ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 40
Rivelazioni


Erano passate alcune ore dagli ultimi accadimenti: un susseguirsi di minuti carichi di pensieri che neppure la cena abbondante era riuscita a cancellare.
Dopo aver riordinato in cucina, Watanuki si era infine deciso a raggiungere gli altri sul portico, trovando i due stregoni vicini: una intenta a guardare le stelle e l’altro a leggere.
«Vedo che continui a trattarti bene...» Dichiarò quest’ultimo, sollevando lo sguardo dal libro per osservare Yuuko con aria divertita.
«Sta zitto tu!» Fu la risposta irritata della strega, intenta a fissare i diversi dolcetti portati dal giovane cuoco.
Poco lontano Himawari cercava di spiegare le regole del mahjiong ad un Giku alquanto perplesso. Nel vederli Watanuki decise di avvicinarglisi, notando con una punta di tristezza mista a sollievo l’assenza di Doumeki.
«Come va?» Domandò nel tentativo di distrarsi.
«Sto cercando di spiegargli le regole...» Fu la risposta incerta della ragazza.
«Oh... Purtroppo non posso esservi d’aiuto. Anche io ci capisco ben poco...» Ammise lui, sforzandosi di scacciar via dalla mente la giornata in cui era stato costretto a giocarci, proprio in quel tempio, quando ancora era facile rapportarsi con Doumeki.
In quel preciso istante, neanche ne avesse intuito i pensieri, l’arciere si affacciò sul portico, portando con sé un grosso libro e sedendosi da una parte per iniziarne la lettura.
Fu proprio allora che nell’aria qualcosa sembrò mutare, attirando gli sguardi d’improvviso tesi dei due stregoni.
«E quelli... che cosa sarebbero?» Domandò Watanuki, indicando un’enorme pantera ed una strana ragazza con grandi ali da farfalla, improvvisamente apparsi all’entrata del tempio.
«Quella è la pantera che ha messo in fuga l’aggressore.» Commentò Doumeki, alzandosi per andare incontro ai nuovi ospiti.
«Cosa?» Replicò Watanuki senza togliere gli occhi dalla figura femminile.
L’arciere aprì bocca per rispondere, cambiando idea quando vide Eriol alzarsi ed avvicinarsi ai due.
«Ruby-moon, cos’è successo?» Domandò lo stregone sotto gli sguardi attoniti dei presenti.
«Quei bastardi...» Esclamò la ragazza, mostrandogli la ferita. «Non posso ritrasformarmi e...» Arrossì visibilmente nel notare lo sguardo di Doumeki fermo su di sé. «So che non dovevo mostrarmi ma... non avevo idea di come fare..»
«Hai fatto bene...» La tranquillizzò Eriol, fingendo di non aver notato l’espressione sorniona sul volto della strega. «Ora però, spiegami cos’è successo...»
Rubymoon sembrò esitare un istante. «Ecco... abbiamo trovato un paio di quelle guardie ma...» Indicò la ferita. «Ci hanno circondati e ne è giunta una terza che come vedi mi ha colpita alle spalle.»
Quelle parole sembrarono preoccupare l’arciere. «Vado a prendere qualcosa per medicarla.» Dichiarò infatti un attimo dopo, muovendosi all’accenno di Eriol, intento a studiare il danno.
«Fortunatamente non è nulla di grave.» Dichiarò lo stregone, facendo voltare la ragazza per poi porre una mano in prossimità della sua ala, guarendola. «Al resto ci penserà lui...» Commentò nel vedere l’arciere già di ritorno.
Imbarazzata al solo pensiero, Ruby, si irrigidì, restando immobile a fissare Doumeki, salvo poi sospirare quando quest’ultimo iniziò a medicarla.
La scena non passò affatto inosservata e, improvvisamente irritato, Watanuki si avviò verso la cucina con la scusa di dover portare altri dolcetti.
«Hai la stessa energia di Nakuru...» Dichiarò l’arciere, ignaro della gelosia del più piccolo.
«..ch..che hai detto?» Fu la risposta allarmata di Ruby.
«Sei tu, vero?» Replicò l’altro, sicuro di quanto diceva.
Messa alle strette la ragazza annuì rassegnata. «Questa... è la mia vera identità» Ammise infine.
«Capisco...» continuò l’arciere, deciso a saperne di più «e quelle guardie che ti hanno ferita... sono le stesse che mi hanno attaccato, vero?»
«Già. Eriol ci ha chiesto di cercarle per saperne di più ma... ci hanno scoperti.»
Fu in quel momento che Watanuki tornò con le cibarie, fermandosi in prossimità dei due.
«Eriol-san...» Mormorò preoccupato. «Si può sapere che sta succendo?» Possibile che quelle guardie volessero fare del male a Doumeki?
A quella domanda i due stregoni si guardarono con espressione seria.
«Stanno accadendo molte cose, a dirla tutta...» Iniziò Eriol, osservando Rubymoon mentre tornava alle sue precedenti sembianze per poi allontanarsi. «Ma è giusto che tu sappia che... siete entrambi in pericolo... sia tu che Doumeki...»
«..eh?» Replicò il cuoco, sbiancando visibilmente.
«Per questo motivo Ruby e Spinnel vi stavano tenendo d’occhio.» Continuò lo stregone dopo avergli indicato di attendere. «Un mio discendente, diciamo... no, di Clow Reed.. un suo discendete..» Continuò, ignorando lo sguardo improvvisamente duro di Yuuko. «Sta cercando di distruggere il vostro futuro.» Spiegò seriamente. «Per questo motivo stiamo cercando di insegnarvi... Per evitarlo e, se mai dovesse rivelarsi necessario, combatterlo.»
«Combatterlo?» Ripeté Watanuki, troppo allarmato da quello scenario visto tante volte nei suoi incubi per riuscire a chiedere altro.
«Al momento si sta limitando ad inviare le sue guardie ma... Può fare ben più di questo.» Commentò l’altro, rivolgendo uno sguardo alla strega. «..questo è quanto posso dire senza interferire... questo e... che le vostre energie, Watanuki... sono molto simili, un po’ come lo sono le nostre...» Concluse mentre l’altra gli andava vicino.
«Per quale motivo?» Commentò l’arciere mentre il più piccolo sembrava ragionare su quanto appena appreso.
«..energie...» mormorò infatti, spalancando gli occhi per poi indicare Eriol con mano tremante. «Sta dicendo che noi siamo... parenti o... qualcosa del genere?»
«Non con lui.» Si intromise la strega. «Solo con ciò che...»
«Il punto...» Intervenne lo stregone rivolgendo a Yuuko un sorriso piuttosto teso. «..è che voi gli siete di intralcio. Quell’uomo... quell’essere, per la precisione... desidera qualcosa di impossibile.»
«Quindi...» Replicò Doumeki «Le guardie al ciliegio dei sogni, quella che mi ha attaccato e che ha ferito Nakuru... lavorano tutte per lui?»
«Precisamente.» Asserì Eriol.  «Fei Wong Reed, è questo il suo nome.»
«Ed è un suo... parente.» Continuò l’altro indicando Watanuki, ancora preso dai troppi pensieri.
«Una specie..» Replicò lo stregone. «Più che di una reale parentela si tratta di... un potere magico in comune... un potere... che Watanuki ha ereditato e che lui...» continuò facendosi notevolmente più cupo «..credo vi basti sapere questo» Concluse, cercando di mostrarsi nuovamente sereno.
A quello l'arciere annuì, sforzandosi di concentrarsi solo su ciò che più gli premeva.
«Cosa possiamo fare a riguardo?»
«Non molto al momento...» Intervenne la strega, posando una mano sulla sua spalla. «Alcune persone se ne stanno già occupando.»
«Proprio così.» Affermò Eriol. «E se non sbaglio proprio in questo momento hanno raggiunto un nuovo mondo.»
Yuuko annuì, fissando con preoccupazione il volto improvvisamente pallido di Watanuki. «Che ti succede. Non hai nulla da borbottare?»
Il ragazzo la guardò con aria stanca. «..io... ho dimenticato quanto stavo pensando...» Mormorò in tono allarmato.
«Dovresti riposare..» Dichiarò l’arciere, per nulla sereno dopo quanto appreso.
«Doumeki ha ragione..» Confermò Eriol. «Domani avrete la scuola e... credo che dormire potrà solo aiutarvi»
«S..si, forse avete ragione...» Convenne il più piccolo, guardandosi attorno con espressione cupa. Si sentiva profondamente scosso, incapace di trovare una soluzione a quegli incubi che  stavano prendendo sempre più forma. Sapeva di dover agire in fretta, purtroppo però ignorava come. «Preparo i bento-box per domani, poi me ne andrò a dormire.» Aggiunse quindi, più per il desiderio di restare solo.
Intenzione probabilmente colta dai presenti che, uno ad uno, si ritirarono in silenzio.

xXx

Quella sera, dopo aver offerto una stanza ai due nuovi ospiti, Doumeki si era attardato sul portico, osservando la luna e dando modo ai tanti pensieri di farsi spazio nella sua mente.  
Dopo quanto appreso dai due stregoni, infatti, si era fatta strada in lui una consapevolezza nuova e piuttosto spiacevole.
I fili che gli era parso di scorgere attorno alla testa di Watanuki, la strana energia avvertita durante la meditazione, la confusione che il compagno aveva accusato negli ultimi tempi, forse persino gli incubi... doveva essere opera di quel Fey Wong Reed, lo stesso che sembrava voler distruggere entrambi.
«..Perché?» Domandò alla luna, senza quasi avvertire l’arrivo di Watanuki che in silenzio si accomodò al suo fianco, osservando anche lui il cielo.
«Ti ho preparato il pranzo...» Esordì il ragazzo dopo alcuni minuti di silenzio, ostinandosi a non guardarlo. «Inoltre... volevo sapere perché mi hai ignorato tutta la sera.»
Passarono diversi secondi prima che l’arciere si decidesse a rispondere.
«Hai scelto tu di mentirmi, Watanuki.» Dichiarò nel suo solito tono. «Inoltre... credo non ci sia più molto da dire.»
«Che...» Quelle parole lo lasciarono di sasso. «non è vero!» Esclamò il più piccolo, affatto pronto ad una simile affermazione. «Abbiamo... ci sono diversi legami... tra noi.» Mormorò, decidendosi a guardarlo.
«Quei legami li stai spezzando uno ad uno...» Fu la risposta incolore dell’altro. «Non resterò ad attendere che anche l’ultimo venga tagliato. Preferisco lasciarti andare... se è quello che vuoi.»
«Lasciarmi...» Per un attimo, Watanuki si sentì perso. Perso e confuso... «Si... lo capisco.» affermò infine, abbassando lo sguardo, sentendosi diviso tra quanto voleva e quanto sentiva dentro la testa. Pensieri che alle volte, per brevissimi attimi, gli sembravano troppo distanti per appartenergli. «Hai ragione è... è meglio così.» Mormorò ancor prima di decidere cosa rispondere, stupendosi lui stesso per quanto appena detto, tornando a distogliere lo sguardo, tremando al pensiero di essere davvero sotto il controllo di qualcuno.
Una tensione che in qualche modo riuscì a raggiungere l’altro ragazzo, portandolo a voltarsi per osservarlo.
«Che ti succede?» Domandò quindi, avvertendo, seppur in lontananza il pensiero dell’altro che, come avvolto da una fitta nebbia, lo pregava di non lasciarlo.
Possibile che..?
«Oi...» continuò. «Che ti succede?»
Per tutta risposta Watanuki si limitò a scuotere la testa, rafforzando i suoi timori.
Senza aggiungere altro, l’arciere allungò quindi una mano, poggiandola sulla sua testa, in attesa di un qualsiasi cambiamento, proprio come avvenuto il giorno prima.
Passarono diversi minuti prima che il più piccolo si sentisse meglio, decidendosi a parlare.
«..grazie, va... va bene così.» Mormorò piano, senza però scostarsi.
L’arciere si limitò ad allontanare la mano, restandogli accanto, quasi in attesa di sentirlo parlare, cosa che avvenne qualche istante dopo.
«Io... non so cosa pensare. Dimentico quanto mi succede, faccio e dico cose che non vorrei..» spiegò, infatti, rivolgendogli un’occhiata. «i miei stessi ricordi sembrano cambiare di continuo, quasi non fossero miei...» sussurrò, sentendosi sempre più stanco.
Nel vederlo in quello stato Doumeki si trovò a sospirare di nuovo, allungando un braccio, questa volta per tirarselo contro, abbracciandolo in silenzio.
«Ti aiuterò io. Non sei solo..» Lo rassicurò, pensando a quanto sentisse forte il bisogno di proteggerlo.
Rimasero così per un tempo ad entrambi sconosciuto, carico di pensieri e di emozioni rimaste sopite troppo a lungo.
Poi, quando il più piccolo sembrò calmarsi, l’arciere lo scostò appena, guardandolo negli occhi per un lungo istante, perdendosi in quell’oceano che ormai si era rassegnato a poter ammirare soltanto di nascosto.
«Dovresti riposare ora...» Sussurrò, alzandosi per aiutarlo.
Senza aggiungere nulla, Watanuki si limitò ad obbedire, prendendo la mano dell’altro per tirarsi su, guardandolo con espressione stanca ma colma di gratitudine.
L’arciere si limitò a sorridergli leggermente, facendogli strada verso la loro stanza, dove entrò cautamente per non svegliare gli altri.

Pochi minuti dopo stavano entrambi osservando il soffitto.
«Doumeki...» Sussurrò il più piccolo all’improvviso. «Non è che... potremmo fare come quando c’era il petalo..?» Domandò incerto.
Dopo l’iniziale miglioramento, infatti, la confusione era tornata ad albergare nella sua mente, provocandogli un mal di testa non indifferente.
Sorpreso dalla richiesta, l’arciere si voltò a guardarlo, sentendo il proprio cuore impazzire quando ad essa si aggiunse un pensiero rapido e chiaro.
‘Ho bisogno di te...’
Possibile che la confusione lo portasse a simili cambiamenti in così poche ore?
Deciso a dargli il sostegno che cercava, gli prese la mano, intrecciandola alla sua.
«Questo dovrebbe bastare» Dichiarò. «Prova a dormire adesso..»
L’altro si limitò ad annuire, chiudendo gli occhi e restando in silenzio per un po’, irrigidendosi nello scoprire che no, non bastava affatto.
«Non funziona..» mormorò costernato. «La confusione.. sta tornando.»
Si guardarono entrambi per un lungo istante, dopo il quale il più grande sollevò la coperta in un chiaro invito a raggiungerlo.
Dopo un attimo di imbarazzo, Watanuki gli andò vicino senza guardarlo, limitandosi a stendersi, sospirando piano mentre l’altro tornava a porre una mano sulla sua testa.
Il sollievo giunse improvviso, diradando le nubi e scaricando di colpo la troppa tensione accumulata.
«..Grazie..» Sussurrò un istante prima di addormentarsi.
Accanto a lui l’arciere si trattenne dal rispondere, continuando a fissarlo, concentrato nell’intento di scacciar via ogni influenza esterna, grato, nonostante tutto, per quella vicinanza inattesa.



Rieccoci qui, o cari lettori.
Allora, cosa dire di questo capitolo, vi è piaciuto? Speriamo di si visto lo sforzo fatto per spillare informazioni ai due stregoni e per far sbattere qualche neurone nelle teste dei nostri cari pg. XD

Ma veniamo a noi... Vi avevamo promesso una sorpresa e... udite udite, ce ne saranno due.
La prima questa sera, la prossima, chissà... XD

Vi informiamo quindi che è nato un nuovo forum dove parlare non solo delle care (si fa per dire) CLAMP ma di xxxHOLiC e sopratutto di un altro manga meno conosciuto ma altrettanto bello e straconsigliato a chi ama shonen-ai e yaoi.
Stiamo parlando di Lawful Drugstore, ovviamente! (Del quale ben presto potrete leggere alcune storie scritte da noi! ^_^)
Saremmo particolarmente liete di leggervi anche in quei lidi. (Altrimenti niente seconda sorpresa mhuahuahua)

Ed ora spazio alle vostre recensioni! XD

Naco: Ci spiace per aver contribuito ad aumentare la tua rabbia ma se affrettassimo le cose purtroppo i pg non sarebbero più loro e… credici se ti diciamo che noi per prime ci infuriamo non poco nel descrivere questi due e le loro dinamiche "sentimentali"
Fortunatamente qualcosa si sta decisamente smuovendo. Si, anche per Himawari e Giku! ^_^

Ciccio85:  È un vero piacere rispondere alla tua recensione... peccato il doverti smontare così a breve XD
Ci dispiace, davvero, ma come hai probabilmente già visto in questo capitolo, la trama si complica... ulteriormente.
Ebbene si, non credevi che avessimo finito con le sorprese, vero?
Perché si iniziavano a smuovere le acque delle varie relazioni nel capitolo precedente, ma... abbiamo sempre qualche asso nella manica, noi.
*risata malefica*
Vedrai, vedrai!

Valerio93: Siamo davvero liete di sapere che la storia ti piace.
Quanto alle tue domande. Yuuko non legge esattamente nel pensiero, anche se per certi versi è parecchio intuitiva. Considera però che la presenza di Eriol la rende moooooolto nervosa. Consideralo pure un suo punto debole. XD
Piuttosto, ti è piaciuto questo capitolo? Doumeki e Watanuki si sono avvicinati non poco, seppur in modo, come sempre, contorto. XD
Seguici ancora e presto vedrai risvolti taaaaaaanto piacevoli ^_^
Ps. Come procede il fanclub? ^_^

WYWH: Ma come, le sadiche? Tutto quel che facciamo è solo per esigenza di trama!
Poi beh, che ci piaccia l'angst è ben risaputo... ma non c'entra certo con come trattiamo i nostri pg, assolutamente no.
Ah, Yuuko ed Eriol... capiamo che intendi, si. Sono piuttosto affascinanti, anche se probabilmente non sarebbero affatto contenti di essere chiamati una coppia...
Ma si, più avanti ci saranno rivelazioni anche su di loro...
Chissà se saranno piacevoli, uh uh uh...

Beal95: Sorry per il ritardo, come già detto d'ora in avanti dovremmo aggiornare con più frequenza. Quindi passa a controllare più spesso ;)
Quanto alle tue idee, possiamo solo dirti… attendi e scoprirai quanto ci hai preso e quanto no. La fine di questa seconda parte (ebbene si, ce ne sarà anche una terza) è molto, molto vicina.
Probabilmente, già con questo capitolo avrai avuto modo di cogliere qualche particolare in più.

Witch of the Dimensions: Ciao, fan numero 1 ! XD Siamo davvero contente di continuare a leggere le tue recenzioni!
Ah, Doumeki che non capisce le cose... in realtà non è vero, come vedi in questo capitolo, lui sta capendo molto...
Il suo unico difetto in questo momento (normalmente non ne ha *_*) è che crede troppo alle parole di Watanuki... a cosa porterà questo?
Beh, vedrai, ma... sappi che si, di 'bastardate' in agguato ve ne sono... e non poche...

sailorYuko: Felici di ritrovarti. Non preoccuparti hai ancora tempo per mantenere la tua promessa. XD
Quanto alla sorpresa… intanto hai potuto vedere la prima delle due. Speriamo ti sia piaciuta ^_^

Archybald: Benvenuto!
Trentanove capitoli in meno di una settimana? Cavolo, ti sei proprio dato da fare... siamo contentissime che la storia ti piaccia così tanto! ^_^
Eh si, Watanuki è in un vicolo cieco... ma da tanto, tanto tempo. XDDD
Ne uscirà, chissà XD
Comunque si, se le clamp ci dessero un po' di Shounen-ai sarebbe fantastico, ma per come sta andando il manga recentemente... *si zittano per non spoilerare e perché è meglio non pensarci XD*
E le opere con tali tematiche che hanno finiscono invariabilmente per fermarle!!
Beh... smettiamo di piangere sul manga lasciato in sospeso (ç_ç) e speriamo di rileggerti presto! ^_^

xXx

Bene, concludiamo avvisandovi che il prossimo aggiornamento dovrebbe apparire su queste pagine prima del solito.

Vi attendiamo sul nuovo forum!




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Capitolo 41
*** Connessioni - Dissonanze ***


CAPITOLO DI
Destino inevitabile - Connessioni
Capitolo 41
Dissonanze

Osservarlo mentre dormiva, stringergli una mano nella speranza che bastasse, da sola, ad allontanare i suoi incubi; Era questo al momento ciò che più gli premeva.
Ormai aveva smesso di chiedersi perché le sue azioni fossero sempre condizionate dalla stessa persona che ad ogni occasione non perdeva tempo per urlargli il suo odio.
Sapeva di amarlo, e sebbene fosse ancora incerto sui motivi che lo spingevano ad un simile sentimento era più che consapevole della sua forza, sperimentata ormai in più di un'occasione.
Con lui aveva condiviso vista, sangue e cuore, l'ultimo senza che ce ne fosse realmente bisogno e senza che l'altro venisse a saperlo.

Un lieve gemito del ragazzo lo spinse a sporgersi su di lui per accertarsi che fosse tutto a posto. In fin dei conti quello era sempre stato il suo ruolo.
Mosse un po’ le coperte per coprirlo meglio e, dopo averlo osservato per un po’, sfiorandone i lineamenti resi più dolci dal sonno, tornò a vegliarlo, trasmettendogli l'energia che lo aiutava a placare il tormento dato da quei fili invisibili.
In quei giorni le cose che gli davano da pensare erano troppe per permettergli di dormire: Watanuki sembrava essersi accorto solo in parte di quanto stava accadendo; ma lui, che per indole e formazione era da sempre pronto a cogliere ogni più piccolo dettaglio, non aveva dubbi circa le tante stranezze che in qualche modo li riguardavano.
Per prima cosa c'erano i loro poteri, ultimamente cresciuti e sempre più dipendenti l'uno dall'altro, quasi come dovessero fondersi per dar vita ad un unico scopo.
E poi, ovviamente, c'erano quei fili invisibili che sembravano guidare alcuni dei pensieri di Watanuki, confondendolo e rischiando di condurlo sul bivio della pazzia. In tutto questo, l'arrivo di Eriol, Nakuru, Spinnel Sun e Giku era solo un contorno che a suo modo andava considerato, insieme a quanto appreso quella sera su Eriol e sul suo strano discendente che sembrava intenzionato a combattere sia lui che Watanuki.
Eppure, anche in quel trambusto, nonostante la sua vita fosse ormai ufficialmente in pericolo, la preoccupazione più grande restava il ragazzo che adesso dormiva tranquillamente tra le sue braccia, insieme al dolore per averlo scoperto innamorato di qualcuno che non era lui e di cui non gli era dato conoscere il volto. Qualcuno che, nonostante tutto, sentiva di invidiare dal profondo del cuore. Perché essere amati da Watanuki doveva essere qualcosa di tanto dolce da togliere il fiato.
A lui erano bastate piccole attenzioni e qualche abbraccio sincero per capire quanto il resto poteva essere folle persino da desiderare. Eppure nonostante tutto continuava a farlo, da sempre.
Sperava di conquistare almeno un po’ di quell'affetto che puntualmente gli veniva negato, nonostante lui fosse l'unico ad esserci sempre, a stargli accanto, a rischiare la vita per lui.
Lo amava tanto da sfiorare la pazzia. E, se per un uomo ciò poteva rientrare nei pericoli "calcolati" della vita, per lui, da sempre abituato a controllare ogni sorta di emozione, il prezzo era certamente più alto.
Continuò ad osservarlo per ore, riflettendo e lasciandosi andare, di tanto in tanto, a qualche ricordo dimenticato da tempo.

Lui ancora bambino, suo nonno, il tempio... ed una delle loro innumerevoli conversazioni.
Era strano, ripensandoci ora, come la compagnia di un uomo anziano e così sereno fosse per un bambino la più desiderata tra tutte. Eppure Shizuka adorava quelle ore trascorse in contemplazione di Haruka.
Amava osservarlo quando era al avoro, ascoltarne i racconti intrisi di storia e saggezza, respirare la serenità che sapeva trasmettergli con piccoli gesti. E Anche quel giorno tanto lontano era stato così.
Lui che tornava da scuola e suo nonno che lo accoglieva con uno dei suoi sorrisi.
«Hai imparato qualcosa di utile oggi, Shizuka?»
Quel giorno si era limitato a scuotere la testa, osservando il pavimento e tenendo ben strette le cinghie della cartella.
Haruka non ne era sembrato turbato, ma si era limitato ad arruffargli i capelli, osservandolo con calma in attesa di una risposta.
«Nonno... i compagni a scuola, dicono che sono strano.»
L'uomo gli aveva sorriso con tenerezza.
«E tu? La pensi come loro?»
Shizuka si era limitato a scuotere ancora una volta la testa, alzando su di lui un faccino triste e pronto alle lacrime.
«Vedi, il fatto è che tu sei speciale.» Commentò l'altro, invitandolo a sedersi sulle sue gambe.
«In che modo?»
«Questo è ancora da vedersi ed in gran parte dipende da te.» Prese una pausa piuttosto lunga, fatta di pensieri e di ricordi, alcuni ancora da vivere «Ti piacciono i tuoi compagni?»
«Loro... giocano in tanti modi e... fanno sempre confusione...»
Non c'era bisogno di altre parole perché Haruka cogliesse un si in quella risposta.
«E a te dispiace non essere come loro?»
Il bambino lo guardò facendo di no con la testa e lasciando nel suo sguardo una domanda in sospeso.
«Sai Shizuka... le persone nascono diverse per completarsi tra loro. È per questo che nella vita farai tanti incontri. Un giorno troverai qualcuno che ti ricorderà quei bambini.» al pensiero l'uomo si lasciò sfuggire un sorrisetto «Forse anche lui ti prenderà in giro, all'inizio. Ma dai suoi gesti saprai cogliere la differenza tra lui e loro. E grazie a questo» continuò, posando una mano all'altezza del suo piccolo cuore «riconoscerai la persona in grado di completarti. La persona per te più importante.»
Quella risposta, probabilmente troppo complessa per qualsiasi altro bambino, per lui era stata motivo di conforto.
Credeva ciecamente nelle parole del nonno e sapere di vivere in attesa di una persona tanto speciale aveva riempito le sue giornate, accompagnandolo anche quando la morte si era messa tra lui e suo nonno, lasciandolo definitivamente solo.

Strinse più forte Watanuki, sfiorandogli la fronte e osservandolo dormire.
Era strano come certi spiragli di vita scegliessero di tornare alla memoria in tempo utile per lasciare messaggi di tale valore.
Kimihiro era senza alcun dubbio colui che il suo cuore aveva scelto.
Eppure... le cose non sembravano andare come aveva pensato.
La sua persona più importante non aveva mai smesso di trovarlo strano e sembrava detestarlo. Non lo capiva per niente, ed inoltre... amava qualcuno che non era lui.
Era dunque questo il suo destino? Restare solo per sempre, amando qualcuno nell'ombra?
Un nuovo movimento del ragazzo lo spinse ad abbassare gli occhi su di lui.
Forse Haruka non aveva avuto il cuore di dirgli tutta la verità, forse si era semplicemente sbagliato, dando per scontato che lui si sarebbe fatto amare.
Ad ogni modo non gli importava. La sua scelta l'aveva fatta da tempo, ed era disposto davvero a tutto pur di preservare la persona per lui più importante.

xXx

Quella mattina, come prevedibile, il risveglio fu imbarazzante per entrambi, in particolar modo per Watanuki che, ricordatosi quanto accaduto la notte prima, aveva finito con lo scostarsi il più in fretta possibile dall’arciere, vestendosi e sparendo in cucina dove gli sguardi curiosi e divertiti dei presenti lo spinsero a congedarsi rapidamente per prendere la via verso scuola.
Deciso a sviare possibili domande inopportune, anche Doumeki decise di fare lo stesso, salutando frettolosamente i due stregoni per poi raggiungere il compagno.
«Oi..» Lo chiamò, rallentando il passo quando gli fu abbastanza vicino. «Stai bene?»
Il più piccolo continuò la sua strada, limitandosi ad un cenno del capo. «Sono solo un po’ stanco»
«..come ieri?» Indagò l’arciere.
«Si, può darsi.» Tagliò corto Watanuki senza ancora fermarsi.
«Se vuoi pos..»
«No!» Il più piccolo si fermò senza voltarsi, tendendosi visibilmente. «Non serve è... un mio problema... È più sicuro così.» Dichiarò in tono duro.
«Sicuro eh..?» Ripetè l’altro, accigliandosi. «Sicuro per chi?»
A quella domanda Watanuki sospirò piano, voltandosi e sforzandosi di fissare il ragazzo con espressione dura, risentita. «Per te.»
«So badare a me stesso.» Replicò l’altro, ricambiando lo sguardo con altrettanta durezza.
«..La mia decisione non cambia.» Fu la risposta del più piccolo.
«Perché? Cos’è cambiato da ieri ad oggi?» Domandò l’arciere.
Ci fu in breve silenzio, carico di una tensione palpabile.
«Devo capire... diverse cose..» Mormorò Watanuki. «Quello che c’è nella mia testa... Devo capire cosa è vero e cosa no. E ieri...» Ecco, quella era senza dubbio la parte più difficile. «Ieri non avrei dovuto...» Concluse, senza riuscire a guardarlo.
«Non avresti..» Ripeté Doumeki, irrigidendosi. «E come pensi di fare?»
«Il come è affar mio» Fu la fredda replica dell’altro.
Una risposta che sembrò indurire maggiormente l’arciere.
«Sei solo un’idiota.» Replicò infatti.
«Perchè ti evito stupidi eroismi?» Lo affrontò l’altro.
«Ti ho già detto che so badare a me stesso. Cosa che non si può dire di te...» Replicò ancora l’arciere.
«Grazie per la considerazione. Se hai finito vattene e lasciami in pace!» Fece il più piccolo, tornando a dargli le spalle. «Non ti voglio vicino, ho delle cose da capire e... da fare e non posso... » Concluse, incapace di aggiungere altro.
Sfortunatamente l’arciere decise di farlo al suo posto.
«Intendi dire con me tra i piedi..?» Replicò infatti, indurendo lo sguardo nel vederlo annuire.
«Se è così...» Riprese dopo una breve pausa. «Dì a Yuuko-san che a questo punto è inutile continuare con le lezioni.
A quelle parole Watanuki si voltò a fissarlo, l’espressione triste che si fece più tesa quando lo vide incamminarsi nella direzione opposta.
«Doume...» Le parole gli rimasero in gola quando lo vide fermarsi di nuovo.
«Alla fine hai spezzato anche l’ultimo filo che ci univa.» Dichiarò l’altro, riprendendo a camminare, allontanandosi da lui.



Per iniziare…
Gomeeeeen!
Avevamo promesso di aggiornare prima e l'abbiam fatto in ritardo. Le feste, le nostre scope arruginite e il doverci riprendere dai recenti traumi Clampici però ci hanno portato a rallentare la stesura di questo capitolo.
Certo, la cosa non ci giustifica ma confidiamo sulla vostra comprensione.
In caso contrario… ci penserà Yuuko-san a convincervi! Mhuahuahua

Ok, detto questo, sperando che il nuovo capitolo non vi abbia stesi o fatto infuriare vi anticipiamo che con il prossimo aggiornamento giungerà un personaggio conociuto e temuto da tanti/e.
Chi sarà mai?
Leggeteci e lo scoprirete…

Ed ora....

Naco: Sul serio? ^_^
Passa sul forum allora, ne saremmo straliete! *pubblicità occulta* XD
Non dire che è stato abbandonatooooo, però ;_;
La Nekoi continua a dire che intende riprenderlo dopo xxxHOLiC e visto che… xxxHOLiC è praticamente finito… beh, forse potrebbe riprenderlo sul serio, chissà.
Quanto alla somiglianza, si. Possiamo dire che Kaza e Rikuo sono una versione avanzata di Doumeki e Watanuki, ci si chiede perchè le Clamp vadano indietro come i gamberetti! -_-
Maaaaa andiamo a DI che, viste le recenti news clampiche, rischia di diventare la rivincita della DouWata XD
Ti quotiamo in pieno su Fei Wong. Lo odiamo e trovarcelo nel bel mezzo della storia non ci è affatto piaciuto, ma tant'è…
Speriamo che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto e che non ti abbia spinto a maledire Watanuki, visto che ci abbiamo già pensato noi! U_U

Ciccio85: Si, Doumeki è sempre molto tenero, vero? Anche in questo capitolo lo adoriamo... soprattutto in versione bambino *_*
Ma comunque XD Non facciamo favoritismi tra i pg che poi si arrabbiano...
Yuuko-san ti ha detto poi il resto della trama? Ti ha fatto pagare coi tuoi occhi? Spero di no... non fidarti di lei, è perfid...
OPS... *Scappano*
Continua a leggerciii...

Witch Of The Dimensions: Non sognavi nono. Probabilmente te ne sarai accorta con la fine di questo capitolo, eh? ^^"
Dici che Eriol di ricorda Clow? Sappi che ti sei appena guadagnata un invito a bere sakè da Yuuko-san in persona! XD
Grazie come sempre per i complimenti.
Anche noi ti amiamooooo *ubriache* XD

WYWH: Oh? Pensi di aver visto la trama dove va a finire? Oh! La cosa ci incuriosisce molto, dove pensi che vada?
Amiamo sentire le supposizioni altrui!
In ogni caso, tentiamo di rimanere più misteriose - e angstose - possibile... ed è bello sapere che riusciamo a far partecipare alla storia i lettori! Grazie del complimento quindi! ^_^
Continua a seguirci, mi raccomando!

Archybald: Ma quale disturbo! Bentornata piuttosto! XD
Prevedi bene, le nubi sono sempre più scure e le speranze dureranno poco perchè il manga è ormai agli sgoccioli. -_-
Quando a Lawful, si, per il momento è giunto al terzo capitolo. Speriamo che le maledette ora che sono più libere si decidano a riprenderlo in mano.
Piuttosto! Se sei tra i pochi eletti che lo ricordano saremmo liete di avere anche te sul forum!
Siamo certe che porti fortuna.
Sia mai che tanta affluenza non spinga le CLAMP a riprenderlo sul serio, possibilmente con un happy and per noi poveri fan XD
Speriamo di rileggerti presto! ^_^

sailorYuko: Felici di averti emozionata! Shizuka è proprio fantastico, vero?
Chissà come reagirai a questo capitolo... col ritorno di Haruka-san e dei suoi saggi consigli, con tutto l'angst...
Siamo curiose di scoprirlo! Facci sapere!
Ma niente ritardi dell'ora di dormire per leggerci, anche se ne saremmo onorate XD


Shane00: Ci spiace per i tuoi dubbi e speriamo non siano aumentati con questo nuovo capitolo XD
Ci scusiamo per il ritardo nell'aggiornare e ci auguriamo di rileggerti presto! ^_^

Sakura Nakamura: Bentrovata!
Beh, ovviamente Nakuru non può non essere Ruby Moon, così sai, si complicano ulteriormente le cose, dato che sembra aver messo i suoi occhietti su Shizuka...
E si, vedi, il progresso c'è stato tra loro... nel capitolo scorso. In questo... eh.
Quanto a Giku ed Himawari... ci aspettano alcune sorprese anche per quanto riguarda loro, ma meglio evitare spoiler, uhuhuh...

Valerio93: Ciao! ^_^
Sperando che il tuo pc sia tornato in salute, siamo curiose di sapere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo che come speriamo si sia notato ha creato una spaccatura non indifferente che smuoverà non poco la storia.
Quanto al fanclub, siamo emozionate e sempre più curiose! ^_^
Alla prossima!

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Capitolo 42
*** Connessioni - Visite da altre dimensioni ***


Destino inevitabile - capitolo 42
Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 42
Visite da altre dimensioni.


Aveva camminato per diverse ore prima di rientrare al tempio.
Discutere a quel modo con Watanuki gli aveva provocato un dolore più acuto di quanto non avesse pensato in un primo momento, portandolo a pentirsi per le parole usate.
Dopotutto sapeva benissimo che l’altro era confuso, avrebbe dovuto soffermarsi a pensare, avrebbe dovuto capirlo. Strinse i pugni, irritato verso se stesso.
Alla fine anni di meditazione non erano serviti a nulla. Persino il suo stesso carattere sembrava piegarsi alle spinte di quell’amore impossibile: l’unica cosa in grado di fargli perdere il controllo.
Preso com’era da quei pensieri non si era neppure accorto della pioggia che aveva iniziato a scendere, quasi volesse piangere al suo posto.
Si affrettò per non bagnarsi del tutto, fermandosi quando, a pochi metri dal cancello, scorse un uomo, apparentemente in attesa.
Seppur affatto desideroso di ricevere visite in quel momento, si costrinse a far buon viso a cattivo gioco, andandogli incontro, studiandone la fisionomia ad ogni passo.
A prima vista sembrava un semplice forestiero. Aveva indosso un impermeabile, con un cappuccio che gli copriva quasi interamente il volto. Inoltre, nonostante la pioggia, indossava degli occhiali da sole.
Il tutto, unito alla particolare energia che sembrava emanare, gli diede il dubbio che appartenesse ad una dimensione diversa dalla loro.
«Salve... serve qualcosa?» Domandò quando gli fu finalmente davanti.
L’uomo, che sembrava essersi perso in contemplazione degli alberi che tracciavano il viale del tempio, si voltò ad osservarlo, sorridendogli amichevolmente. «Ah, stavo giusto chiedendomi se ci fosse qualcuno dentro. Sa, sono un viaggiatore e desideravo chiedere ospitalità per qualche giorno.» Dichiarò impassibile, tornando a fissare l’edificio in lontananza. «Ha l’aria d’esssere antico...» Mormorò quasi tra sé e sé.
Senza smettere di studiarlo Doumeki aprì il cancello, facendogli strada. «Apparteneva a mio nonno.» Dichiarò soltanto, avviandosi.
A quelle parole l’uomo estrasse dalla tasca un libretto con vari stemmi.
«Allora devi essere... Doumeki-san. È così?» Domandò interessato.
«Si.» Replicò l’altro, introducendolo in cucina. «Lei arriva da lontano, vero?» Domandò poi, mettendo dell’acqua a bollire.
«Già. Sto facendo delle ricerche sui templi del giappone e... volevo passare anche al tempio della famiglia Mizuki ma pare sia stato chiuso trent’anni fa.»
«Si, la nipote del sacerdote tornava di tanto in tanto ma negli ultimi tempi non si è più vista.» Spiegò il più giovane osservandolo.
Nonostante gli indumenti fradici, l’uomo non si era tolto neppure il soprabito. «Se vuole posso prestarle delle vesti asciutte ed una stanza.» Si offrì infine.
«Davvero gentile da parte sua, Doumeki-san.» Lo ringraziò l’altro. «Oh, che maleducato che sono!» Aggiunse poi. «Non mi sono ancora presentato..» Continuò porgendogli la mano. «Il mio nome è Seishirou.»
A quello l’arciere annuì, facendogli segno di seguirlo, avviandosi verso le camere per gli ospiti. «Questa è la camera.» Dichiarò, indicando subito dopo un piccolo armadio. «E lì dentro...troverà uno yukata pulito. Quando è pronto può tornare di là. Le preparerò del tè allo zenzero.» Concluse, allontanandosi dopo averlo visto annuire.

Poco dopo, cambiatosi e versato il tè in due tazze fumanti, Doumeki si accomodò al tavolo della cucina, riflettendo su come l’arrivo di quel forestiero, per quanto inatteso, gli fosse utile a distrarre la mente dal suo pensiero costante.
Seishirou lo raggiunse poco dopo, questa volta senza gli occhiali da sole.
Nel vederlo Doumeki gli porse il tè, notandone l’occhio di colore diverso.
«Sta guardando questo, vero?» Domandò l’uomo sorridendogli. «Sai, non sono nato così.» Continuò sfiorandosi l’occhio. «A pensarci bene... è proprio questa la ragione per cui sono in viaggio.»
Doumeki lo ascoltò pensieroso, chiedendosi se l’uomo non avesse inserito simili particolari per il desiderio di raccontare la propria storia. «Com’è successo?» Domandò, un attimo prima di sentire alcuni colpi alla porta. «Mi scusi.» Aggiunse allontanandosi, aprendo ad un uomo coperto da un impermeabile scuro.
«Posso esserle utile?» Domandò, osservandolo e percependone all’istante un’aura piuttosto negativa.
«Si, in effetti...» Esordì l’altro, mostrando solo in parte il volto. «Lei è Doumeki-sama, dico bene?»
L’arciere annuì facendogli segno d’entrare, notando solo parzialmente la figura di Seishirou, fermo in un angolo ad osservarli.
«Sa..» Continuò l’uomo una volta dentro. «Mi hanno chiesto di consegnarle... una cosa» Dichiarò svelando una grossa lama, con la quale si mosse per aggredirlo.
Fu questione di un secondo e tra lui e la lama si frappose Seishirou che, estratto un coltello da sotto lo yukata, colpì il nuovo arrivato.
«Tutto bene, Doumeki-san?» Domandò poi, mentre l’aggressore finiva a terra emettendo un urlo di dolore.
A quella scena Doumeki si tese, fissando quello che ormai era un cadavere svanire sotto i suoi occhi. «Cosa...»
«Oh quello...» Replicò Seishirou ripulendo la lama. «Ha fatto ritorno dal suo mandante.» Dichiarò, fissando con espressione cupa il punto ormai vuoto. «Uccidere una persona è una cosa che sporca l’anima, non trovi?» Commentò infine, tornando a guardarlo.
«Tornato da...» Invece di rispondergli Doumeki si trovò a riflettere su quanto appena accaduto: la lama dell’aggressore, la veste che si intravedeva sotto l'impermeabile scuro, quell'aura negativa, erano tutti elementi in comune con gli uomini che lui stesso aveva ucciso nel mondo dei sogni. «Si tratta di Fei Wong?» Domandò quindi. «È lui il mandante?»
«Lo conosci?» Fu la risposta dell’altro.
«Ne ho sentito parlare, si.» Dichiarò l’arciere, guardandolo con espressione tesa. «Lei come fa a conoscerlo?»
Seishirou si voltò a guardare verso la finestra, lo sguardo improvvisamente carico di ricordi, cupo. «Preferirei parlarne in un altro momento. Quando non piove, magari.» Dichiarò sorridendo con espressione amara.
«Va bene. Immagino sia stanco..» Replicò l’altro, seppur affatto contento di dover attendere. «Da dove ha detto di arrivare?» Domandò quindi.
«Da Tokyo, una delle tante...» Fu la risposta.
A quello Doumeki annuì. Dopotutto aveva visto giusto.
«Quindi viene da un’altra dimensione.»
Seishoru annuì. «Ormai quasi non ricordo quale...» Mormorò. «Ho viaggiato parecchio.»
Un’altra dimensione...
In quel momento, le parole che Yuuko-san era solita ripetere si presentarono alla mente di Shizuka. Non poteva trattarsi di una mera coincidenza.
Quell’uomo, la sua connessione con chi voleva far del male a Watanuki.
Watanuki che in modo o nell'altro continuava ad essere presente nei suoi pensieri.
Per quanto doloroso, non poteva lasciarlo da solo. No, avrebbe approfondito la situazione, parlato con la strega stessa se necessario. E nonostante tutto, avrebbe protetto la persona che amava, anche a costo di farlo da lontano.



Ben ritrovati tra la pagine di DI. (si, tra i codici di php suonava male :P)
Che dire? Ci ri-scusiamo per il ritardo che ahinoi è stato dato una serie di eventi, ultimo e più importante tra tutti: il finale di xxxHOLiC.
Onde evitare spoiler ci limiteremo a dire che le ultime pagine ci avevano "leggermente" demotivate. PERO'… questa storia ha da continuare, essì. Per voi che ci leggete da così tanto e che ci supportate con le vostre recensioni e per i personaggi che meritano un lieto fine. U_U
Detto questo… speriamo di continuare a leggere le vostre recensioni. Non sparite solo perchè vorreste andare in Giappone a torturare le CLAMP, ok? :P

Ps. serio ed (in)utile: Dato il finale, stiamo considerando se inserire tra gli avvertimenti della fanfic il tanto odiato (almeno da Lay) "OOC"
Dopotutto i personaggi si discostano parecchio da quelli di xxxHOLiCrou, restando invece più fedeli a quelli del primo arco narrativo.
Probabilmente, finiremo col lasciare tutto com'è, considerando, e qui speriamo che i lettori non ce ne vogliano, OOC l'evoluzione scelta dalle CLAMP. Questo non per un discostamento dalle autrici che continuiamo ad amare (ed odiare) ma per alleviare la sofferenza dei nostri piccoli cuori di streghe. U_U

Inutile dire che si accettano pareri, critiche, consigli, lusinghe e bottiglie di sakè :P

E prima di passare alle vostre recs un grazie enorme a tutti/e voi per le 300 recensioni.
È un traguardo che ci rende immensamente felici.
Grazie, grazie, grazie! ^_^

WYWH: Allora… sorpresa?
Come vedi la storia prosegue e viene ribaltata di più ad ogni capitolo. :P
Come agirà d'ora in poi il nostro Doumeki?
E Watanuki? Riuscirà a cacciarsi ancora nei guai?
Per scoprirlo non hai che da leggerci. :P

Valerio93: È già un'emozione averlo il fan club, grazie! XD Facci sapere di eventuali sviluppi, eh!
Quanto ai fili, che domanda! Temiamo di non poterlo dire... che suspance ci sarebbe, altrimenti? Uhuhuh...
Il personaggio, come vedi, non è Fey Wong, ma un altro... lo riconosci?
Chissà quali sono le sue mire... continua a seguirci per saperlo!

Naco: Ci spiace avere il tuo odio ma possiamo capirti. U_U
Siamo (quasi) certe però che il tuo odio sia maggiormente orientato verso le CLAMP in questo momento. XD
Quanto alla storia, ora sai chi è personaggio temuto che rimarrà con noi ancora per un po' (non molto in effetti).
Quanto a quei due, ora più che mai per renderli IC ci si dovrebbe basare solo sulla loro stupidità. Ciò nonostante confidiamo in loi e nella loro capacità, supportata dall'aiuto dei due validi stregoni, di aprire mente e cuore per darci un finale decente.
Ci odi un po' meno, ora? :P

Shane00: I capitoli sono brevi perché l'hitsuzen dice così, e chi siamo noi per dire di no? XD
Watanuki non sarebbe contento di sentirti dire che vuoi Doumeki: anche se sembra che non lo voglia, in realtà potrebbe staccarti la testa a morsi...
Devi sapere comunque che le sue scelte sono questionabili, ma ha ragioni per farle.. quali siano, temo che lo dovrai scoprire più avanti.
Così come per il muro di ghiaccio, e credici, ci sarà una spiegazione :P
E sarà... movimentata.

Witch Of The Dimensions: Saluti alla tua elettricità XD
Siamo onorate della fiducia che nutri nei nostri confronti. Confidiamo ci sia ancora anche quando l'angst si farà più vivo. ^^"

Archybald: Non parlarci di fanfiction confuse con la storia originale... come abbiamo già spiegato nel messaggio all'inizio di questa 'rubrica di posta', noi non siamo affatto d'accordo con il capitolo di Rou e come si è evoluto... per non parlare della fine.
Il nostro finale sarà comunque molto differente da quello delle CLAMP, Ma chissà, potrebbe essere ugualmente sadico...
Continua a seguirci e lo scoprirai :P

sailorYuko: Susu, in fondo ERA un capitolo anche dolce, no?
Il finale non toglie tutta la scena romanticosa tra i due. ^_^
Speriamo che questo capitolo ti aiuti a ritrovare il buon sonno.
Ne dubitiamo, dopo l'arrivo di Seishirou, ma tant'è. :P

Thyahiel: Grazie per i complimenti! Apprezziamo enormemente, come al solito.
Le recensioni sono parte di ciò che ci spinge a continuare la fanfiction... l'altra parte è Yuuko-san che ci minaccia con sofferenze immani se non la finiamo...
Non sei l'unica ad avere un debole per Haruka e Shizuka, comunque. Condividiamo questa passione con te, e per quanto riguarda il perseverare di Shizuka...
Questo capitolo ne mostra abbastanza, anche se forse si capirà meglio nei successivi, sempre più carichi di cose.
Ebbene si, Connessioni giungerà presto al suo termine, con un gran colpo di scena! Tra poco quindi sarà svelata la soluzione ad una parte del mistero!
Ma la storia ha ancora molte, molte cose da mostrare. Lo yaoi si avvicina XD
Stai con noi per scoprirlo :P

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Capitolo 43
*** Connessioni - Piuma ***


Destino inevitabile - Connessioni
Capitolo 43
Piuma

Quel giorno, terminate le lezioni, Watanuki si era attardato a cercare Doumeki con lo sguardo, senza ovviamente trovarlo. Non che avesse cambiato idea, no. Avrebbe solo voluto incontrarlo, prima di recarsi da Yuuko-san, per sapere come stava o semplicemente per vederlo, fosse anche solo di sfuggita. Fu quindi con passo lento ed espressione sconfitta che, rassegnato, si presentò al cospetto della strega, trovandola nel bel mezzo di una partita a scacchi con Eriol-san.
«Vedo che sei da solo…» Lo salutò la donna, rivolgendogli uno sguardo poco rassicurante.
«Già..» Replicò il ragazzo, per nulla entusiasta di quanto stava per dirle. «Doumeki non verrà più per le lezioni, mi ha detto di porgerle le sue scuse.»
«Oh…» Commentò la strega visibilmente contrariata. «E tu non c'entri nulla, immagino.»
A quello Watanuki sospirò amaramente. «Io…» Tanto valeva dirglielo, no? «Gli ho detto che non lo volevo più intorno..» Ammise senza guardarla.
Deciso a mettersi in mezzo, Eriol concluse la propria mossa sulla scacchiera, voltandosi subito dopo in direzione del ragazzo. «Posso sapere come mai, Watanuki-kun?» Domandò gentilmente.
«Credo sia più sicuro…» Replicò l'altro, attirandosi un'occhiataccia da parte della strega. «Ultimamente sono troppo… confuso.» Mormorò infine.
«Confuso, eh..» Fu la risposta laconica di Eriol. «Forse...» Continuò l'uomo, tornando a guardare Yuuko con espressione più seria. «è il caso di insegnargli almeno le basi..»
A quelle parole la donna assottigliò gli occhi.«Fa pure. In fondo è solo in vista di questo momento se ti trovi qui, no?»
«Proprio così.» Replicò l'uomo, spostando la sua attenzione su Watanuki. «Se mi segui..» Dichiarò indicando la porta. «Ti insegnerò.»

La stanza nella quale entrarono gli ricordò per un attimo il momento in cui lui e Doumeki si erano dati quel primo bacio, un ricordo che per un istante gli parve così lontano da sembrare irreale. Era avvenuto all'interno di un cerchio; un cerchio molto simile a quello che ora stava osservando con espressione tesa.
«Quello..» Mormorò, indicandolo.
«È il cerchio di potere della famiglia Reed.» Spiegò l'uomo, sorridendo nel cogliere un sussulto da parte del più piccolo. «Kimihiro-kun…» Continuò, quindi. «..tu sai che sei Fei Wong Reed ti vuole così confuso, ci dev'essere un motivo, giusto?»
«Un motivo?» Replicò l’altro, affatto certo di cosa volesse intendere l'uomo.
«Il fatto,» Continuò Eriol, «è che tu hai un notevole potere, che ti rende pericoloso ai suoi occhi.»
«Intende, vedere gli spiriti?»
«Quello è solo la punta dell'iceberg.» Chiarì lo stregone. «...qualcosa che ti riesce naturalmente. Capisci fin dove potresti arrivare con un po' di esercizio?»
Quelle parole sembrarono risvegliare Watanuki dal suo momentaneo torpore. «Esercizio per.. Oh no grazie!» Esclamò, agitando le mani davanti a sé. «Mi trovo qui per non vederli più, non certo per aumentare questo potere o... qualsiasi cosa sia.»
A quello il volto di Eriol si tese minimamente. «Inizio a capire come mai Yuuko-chan beva tanto, ultimamente» Commentò sarcastico.
«Eh?» Fu la risposta ancor più frustrante dell'altro.
«Vedi, Kimihiro-kun..» Tentò ancora l'uomo. «Se tu imparassi a gestire questo potere, riusciresti a proteggerti senza nemmeno pensarci. Tanto da non aver più bisogno dell'aiuto di Doumeki.» Dichiarò, sperando di aver fatto centro.
«E come fa a dirlo?» Commentò il ragazzo, poco convinto.
«Se diventassi più forte non proveresti paura e Doumeki-kun non vedrebbe quanto ti accade… Capisci cosa voglio dirti?»
Watanuki sembrò ragionare su quelle parole. «Non correrebbe a salvarmi…» Mormorò a se stesso, sperando di aver così trovato un modo per salvare l'amico dall'orribile morte che aveva visto fin troppe volte nei suoi incubi.
Eriol si limitò ad annuire, conscio di aver raggiunto l'obiettivo.
«Iniziamo» Replicò infatti il ragazzo.
«Ci attende una lunga notte...» Lo avvertì lo stregone, sorridendogli più gentilmente nel vederlo annuire.

xXx

Il giorno dopo Doumeki uscì presto per recarsi da Yuuko-san. Seppur desideroso di solitudine aveva infine acconsentito alla richiesta di Seishirou, percorrendo un po' di strada con lui.
Aveva scelto di andare subito per non rischiare di incontrare Watanuki al ritorno da scuola, inconsapevole di aver preso la decisione più errata.
La sera prima, infatti, Watanuki era rimasto a dormire al negozio di Yuuko, esercitandosi fino a tardi con l'aiuto di Eriol e della strega, dormendo poco e male, tanto da svegliarsi più tardi del solito.
Fu quindi mentre correva fuori dal negozio che si imbatté nell'arciere, osservando l'uomo che lo affiancava con espressione quasi risentita.
Vedere Shizuka in compagnia di qualcuno che non fosse lui o Himawari era parecchio strano, dopotutto. Pensare che ad un giorno dal loro litigio si fosse fatto un nuovo amico, beh, era semplicemente doloroso.
«Buon giorno…» Mormorò quindi superandoli, rigido al punto da faticare a respirare correttamente.
Nel sentirne il saluto, Doumeki si fermò per un istante, evitando di rispondere, riprendendo a camminare solo quando ne udì i passi nuovamente affrettati.
«Lo conosci?» Domandò Seishirou, quasi divertito dallo strano incontro.
«Perché me lo chiedi?» Fu la risposta incolore dell'altro.
A quella domanda l'uomo sospirò, guardando dritto davanti a sé. «Perché attorno alla sua testa ho percepito gli stessi fili che aveva una persona che conoscevo…» Commentò con fare più cupo.
«Fili…» Replicò l'arciere fermandosi. Possibile che anche lui… «Che fine ha fatto… quella persona?»
«Quella persona…» Replicò Seishirou, «..è morta.»
Tra i due calò un breve silenzio, interrotto da una nuova domanda da parte del più giovane. «Per via di quei fili..?»
«Non loro, no… ma è morto per il qualcosa da cui provenivano…» Commentò l’uomo in tono stanco, osservando un punto lontano. «Ai tempi non fui abbastanza forte da salvare la persona che amavo… Tu però… potresti esserlo…» Continuò, portando una mano all'altezza del cuore. «Ho qualcosa con me… te la mostrerò quando saremo al sicuro, al tempio.» Aggiunse a voce più bassa.
«Qualcosa per..» Intervenne l'arciere.
«Per salvare il tuo amico da quello… stregone…»
«Parli di Fei Wong?» Domandò Doumeki, desideroso di arrivare al punto. «Sai come arrivare a lui?»
L'uomo annuì. «Io non posso più andarci, ma potrei spiegarti come arrivare a lui. La dimensione dove si trova è difficile da raggiungere. Più che una dimensione infatti… si tratta di un attimo sospeso nel tempo.»
A quella spiegazione affatto facile da comprendere, l'arciere annuì con fare pensieroso, congedandosi per raggiungere il negozio di Yuuko, la mente rivolta a quella nuova possibilità.

Il resto della giornata trascorse in modo quasi irreale.
Parlare con la strega lo aveva alleggerito di un peso che, tuttavia, sembrava non voler alleviare la solitudine data dalla decisione di allontanare Watanuki.
Seppur con diversi pensieri per la mente, aveva dunque comprato qualcosa da offrire al proprio ospite, cucinando per lui ed intrattendendolo con una tazza di tè, in attesa di sentirlo parlare di ciò che davvero gli premeva sapere.
«Immagino tu stia attendendo le mie spiegazioni…» Dichiarò infatti Seishirou, portando la tazza alle labbra mentre l'arciere annuiva osservandolo con espressione attenta.
«Già, credo sia giunto il momento di mostrarti quella cosa…» Dichiarò l'uomo, estraendo dalla tasca uno strano involucro al cui interno era custodita una piuma. «Questo serve a far si che nessuno la percepisca» Chiarì subito, senza accennare a volergliela dare. «E la piuma è la cosa da cui provenivano i fili che non sono riuscito a tagliare.»
«Ce ne sono altre?» Fu la domanda diretta dell'arciere. «Pensi che una di queste… piume sia la causa dei fili che hai visto questa mattina?»
Seishirou annuì entrambe le volte, fissando la piuma con espressione malinconica prima di rimetterla in tasca e tornare a fissare il proprio interlocutore. «I fili erano identici.» Replicò infine.
«Come posso arrivare da lui?» Continuò l'arciere, sempre più determinato.
«È pericoloso.» Rispose l'altro, facendosi pensieroso. «La piuma si trova sicuramente all'ultimo piano di una torre. Lì i controlli sono pochi ma… dovresti arrivare dritto alla torre per sfuggire alle guardie e da quel che vedo tu non hai il potere di attraversare le dimensioni…»
«Dimmi come arrivarci. Penserò io a trovare il modo.» Insisté il più giovane, certo di poter trovare in Yuuko-san un valido aiuto.
«È un luogo strano… difficile da ricordare.» Tentennò Seishirou, frugando tra le tasche. «Quella volta… una persona mi aiutò dandomi questo.» Dichiarò, porgendogli una specie di mappa seguita da un breve mantra.
Doumeki accettò il foglio, studiandolo con estrema attenzione. «Grazie.»
«Spero sia più utile a te.» Replicò l'uomo alzandosi. «Questa è la mia ultima sera qui.» Aggiunse poi sorridendogli. «Ti ringrazio per l'ospitalità.»
Consapevole del desiderio dell’uomo di ripartire senza essere visto da terzi, Doumeki si alzò porgendogli la mano per salutarlo. «Ti auguro buon viaggio… Seishirou-san»

xXx

Aveva passato le restanti ore leggendo alcuni dei libri scritti a mano da suo nonno, considerando più volte quanto suggeritogli da Seishirou; così, quando a tarda notte si decise a concedersi qualche ora di riposo, il sonno giunse all'istante, consegnandolo ad una realtà più confortante.
Haruka-san era lì come sempre, seduto sotto il portico ed intento a fumare una sigaretta;
Un'immagine in grado di portare un po' di leggerezza al cuore fin troppo pesante dell'arciere.
«Nonno..» Sussurrò avvicinandosi, incerto se considerare casuale quell'incontro. Dopotutto aveva compreso ormai da tempo che le coincidenze erano qualcosa da non sottovalutare.
«Buona sera… Shizuka..» Lo salutò l'uomo, voltandosi per incontrarne lo sguardo.
«Come stai..?» domandò il più piccolo, sedendogli accanto per volgere gli occhi alla distesa di ciliegi in fiore.
«Oh… non sei certo tu a doverlo chiedere.» Replicò l'uomo, prendendo una nuova boccata di fumo.
«Già, non è un bel periodo..» Ammise l'arciere, sorridendo al pensiero che, dopotutto, c'erano cose che non cambiavano mai. Suo nonno era sempre stato l'unico in grado di leggergli dentro.
«Sai...» Riprese il più anziano «Il tuo nome ti descrive fin troppo bene ma… ogni tanto è importante anche esprimere quanto si ha dentro. Tua nonna per esempio... non capì che volevo sposarla fin quando non glielo urlai dall'altra parte del tempio!» Commentò, sorridendo a quei ricordi tanto lontani.
«Temo che nel mio caso… sia più complicato di così.» Fu la risposta dell'arciere.
«Già..» Replicò Haruka. «Ed immagino c'entri anche quella mappa…» Aggiunse, cogliendo il nipote impreparato.
«Non lo so ancora.» Ammise il più piccolo. «Tu però sai di chi si tratta, non è così? Gli sei apparso in alcuni dei suoi incubi…»
«Ho solo modificato qualcosa..» Commentò Haruka, facendosi improvvisamente più cupo nel notare l'espressione del nipote. «C'è qualcos'altro che vorresti sapere, non è vero?…» Aggiunse quindi in tono più dolce.
Doumeki sembrò cercare le parole giuste, cosa che in quel momento doveva apparirgli impossibile dato il sorriso amaro con il quale riprese a parlare. «La persona che ama…» Replicò sforzandosi di apparire distaccato. «Immagino tu non possa dirmi… di chi si tratta..» Terminò.
Haruka si limitò ad annuire, tornando ad aspirare dalla sigaretta.
«Non spetta a me farlo.» Sussurrò.
Trascorsero nuovi minuti di silenzio, improvvisamente spezzati dalla voce dell'arciere.
«L'uomo che mi ha dato quella mappa..» Domandò infatti «Per caso... lo conosci?»
Quella domanda sembrò destare l'anziano sacerdote dai propri pensieri. «Non ancora ma… Yuuko-san potrebbe sapere qualcosa.» Prese una piccola pausa nella quale posò una mano sulla spalla del nipote. «Shizuka-kun…» Sussurrò gentilmente. «Tu sai che certe verità vanno dette, vero? I sentimenti spesso possono essere confusi, scambiati con il loro opposto e… per quanto tu sia una persona silenziosa… dovresti sforzarti. Dovresti farlo per le persone che ami…»
Parole che nascondevano un significato ben più profondo, che l'arciere sembrò cogliere all'istante.
«Per le persone che amo eh..» Sussurrò, riflettendo su quelle parole.
Haruka annuì, terminando la sigaretta per poi alzarsi. «Credo sia ora di andare…» Dichiarò osservandolo intensamente. «E prova a chiedergli della promessa… Potrebbe chiarirti diverse cose…»
«Promessa?» Ripeté l'altro.
Un istante dopo però si trovò a riaprire gli occhi nella propria stanza, ormai lontano dalla dimensione onirica.



E dopo un'assenza più lunga del solito, rieccoci qui!
Ci scusiamo per l'attesa ma impegni vari, lutto post-finale-di-Holic e capitolo piuttosto articolato da sistemare han fatto scorrere il tempo più velocemente del solito. -_-
Come avrete notato l'arrivo di Seishirou ha portato un po' di disordine. Cosa deciderà di fare Doumeki?
La sua scelta sarà quella che condurrà questa seconda parte di Destino Inevitabile verso la fine, posando i primi mattoncini per la terza e non meno articolata "stagione".
Quindi... non perdeteci di vista! ^_^

Inoltre, ci teniamo ad abbracciare virtualmente il Giappone per quanto accaduto nel mese di Marzo.
Dopotutto sia xxxHOLiC che tante altre opere che sicuramente amate e seguite hanno visto la luce in terra Nipponica.


Ed ora spazio a voi lettori!

Ciccio85: Stai forse insinuando che prima la storia non era avvincente? -_-
Comunque, Seishirou come avrai notato ha fatto solo una breve comparsa. Giusto il tempo di creare disordine prima di rimettersi in cerca dei suoi vampiri preferiti!

Naco: Siamo felici che tu la pensi come noi per quanto riguarda l'OOC  XD
Si, anche noi quando pensiamo al marito di Hime-chan ci immaginiamo un certo personaggio... è una fortuna che almeno questo le malefiche l'abbiano lasciato nell'ombra, almeno siamo libere di sognare!
Meglio evitare di esprimerci ulteriormente sul finale di Holic, comunque!
Watanuki ha deciso di non rispondere alla tua domanda e si è messo in un angolino, imbronciato, dicendo che lui ha ragione e tutto il resto del mondo torto... temiamo proprio che non lo capirà mai, già.
Comunque, per quanto ci sia poca azione tra i due, la trama continua ad andare avanti in questo capitolo un po' più lungo del solito.
Cos'avrà mai in mente Seishirou, perché ha deciso di aiutare Doumeki?
Chissà, tu che indovini sempre...  che ne dici? XD

Archybald:  La lunghezza dei capitoli varia in base alle scene in essi descritti. Ci sono delle volte in cui siamo costrette a fermarci su un dato punto poichè continuare appesantirebbe troppo la scena. Però questa volta abbiamo scritto molto di più. Contenta? ^_^

Witch Of The Dimensions: Alla fine non abbiamo aggiornato presto, e ce ne scusiamo, ma c'è stato qualche disguido XD
Fei Wong aveva incasinato i nostri archivi, mettendo in totale disordine tutti i files su cui abbiamo salvato ciò che poi mettiamo in prosa!
Ma adesso ci siamo, e beh, Seishirou ancora non si scopre, avrà davvero un secondo fine? Chissà... per il momento sembra intenzionato ad aiutare Doumeki... per scoprire dove porteranno quelle azioni dovrai attendere ancora un po' :P
Continua a seguirci...  XD

Shane00:  Chi si rivede. Bentornata! ^^
La tua domanda "che fi fa Seishirou qui?!?!" dovrebbe aver avuto risposta in questo capitolo. Non temere però con il prossimo potresti cogliere significati del tutto diversi. Stiamo pur sempre parlando di Seishirou, no? XD
Non temere le scene yaoi stanno per arrivare, stavolta sul serio! XD
Non con il prossimo capitolo forse ma pian piano… vi ritroverete davanti al pairing rosso fuoco! XD

Sailor Yuko: Ti abbiamo stesa? Non stai male, vero? XD Come vedi, Seishirou non ha fatto niente di male... almeno non apparentemente, ma chissà?
Dopotutto noi sappiamo essere anche peggiori delle Malefiche... ma non preoccuparti, questa storia avrà un finale decente! <.<
Ci saranno altre comparse? Potrebbe essere... chissà. Dopotutto tutti gli universi Clampici sono intrecciati in qualche modo...
Quanto alla riappacificazione, dovremo attendere, e chissà cosa potrebbe accadere nel frattempo... possiamo solo dire che questa seconda parte sta raggiungendo la sua fine!
Comnunque, recensisci pure con calma... la storia non scappa! XD

Valerio93: Ciao! ^^
Speriamo che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto. Come vedi l'arrivo di Seichirou ha dato una nuova piega alla storia. E chissà se sarà positiva o negativa…

Katy93: Benvenuta tra noi! È un piacere averti qui, e non preoccuparti, le recensioni lunghe ed articolate ci piacciono un sacco!
Hai letto l'intera storia tutta d'un fiato... ti facciamo i nostri complimenti allora, temo che non ci riusciremmo nemmeno noi, se tentassimo l'ardua impresa!
Ci fa piacere che apprezzi stesura e personaggi, ci impegniamo abbastanza per evitare che questi ultimi vadano OOC... 
Quanto ad alcuni dei momenti che hai descritto, sono anche i nostri preferiti... come non amare Haruka ed il suo essere un buon saggio nonno anche per un nipote non suo?
Watanuki in ogni caso vedrà presto arrivare la fine dei suoi problemi, peccato che sia un testone e riesca a procurarsene abbastanza anche da solo... ma lo vedrai, seguendoci!
L'avventura non è affatto finita, dopotutto... Speriamo di ritrovarti al prossimo capitolo!

E con questo, non ci resta che augurarvi un buon proseguimento in vista del prossimo capitolo che promettiamo di inserire molto prima dell'ultima volta! XD






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Capitolo 44
*** Connessioni - Un caro prezzo da pagare ***


Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 44
Un caro prezzo da pagare

Quel nuovo giorno lo accolse con l'eco delle parole sussurrategli in sogno da suo nonno.
L'idea di dover avvicinare Watanuki per chiedergli di una promessa che ignorava del tutto era imbarazzante e frustrante, ciò nonostante sapeva bene che non era il caso sottovalutare i consigli di Haruka.
Ormai incapace di riprendere sonno quindi, Shizuka si decise ad alzarsi, preparandosi per la scuola e raggiungendo la camera dove fino alla notte prima aveva ospitato Seishirou.
Aveva ancora del tempo prima dell'inizio delle lezioni e decise di sfruttarlo per dare nuova aria alla stanza. Fu quindi con sorpresa che, una volta entrato, osservò lo strano oggetto posto ad un angolo del fouton ordinatamente ripiegato.
Di certo non si trattava di una dimenticanza, pensò, avvicinandosi per prenderlo tra le mani, riconoscendo immediatamente il pugnale con il quale Seishirou aveva ucciso l'uomo di Fei Wong proprio due giorni prima. Con esso, avvolto in un panno nero, vi era un messaggio conciso quanto esausitvo in cui l'uomo lo invitava ad accettare quel pugnale come ringraziamento per la gentile ospitalità.
Un uomo strano fino all'ultimo istante, pensò l'arciere, aprendo le grandi finestre per poi allontanarsi dalla stanza.

Recarsi a scuola, consapevole di rivedere Watanuki, aveva un che di piacevole e spiacevole insieme.
Nonostante le parole di Haruka, infatti, Doumeki non si sentiva affatto sicuro di quanto avrebbe detto al compagno, specie considerata la scelta di stargli lontano.
Così, quando durante la pausa pranzo si recò in terrazza nel tentativo di liberare la mente, trovarvi proprio l'oggetto dei suoi pensieri gli parve quasi un segno da cogliere. Peccato che Watanuki sembrasse di tutt'altro avviso.
Al solo vederlo aveva mutato espressione, alzandosi nel tentativo di raggiungere la porta per allontanarsi al più presto.
Com'era potuta finire a quel modo?
Certo, tra loro i rapporti erano sempre stati in qualche modo tesi, ma una simile reazione era davvero troppo. Persino per lui.
«Aspetta.» Esordì l'arciere, bloccandogli l'unica via d'uscita.
«Spostati.» Fu la fredda replica del più piccolo. «Devo tornare in classe.»
«C'è ancora tempo.» Commentò Doumeki, rivolgendogli un'occhiata affatto conciliante. «Mio nonno mi ha detto di chiederti di una promessa.»
Quelle parole sembrarono scuotere il più piccolo.
«Non so di cosa parli.»
«Ha detto che è importante e ha insistito perchè sapessi che è lui a volere che me ne parli.» Continuò l'arciere, affatto contento di dover insistere tanto per qualcosa che neppure conosceva.
Sorprendentemente, però, le sue parole sembrarono convincere Watanuki.
«Immagino che Haruka-san abbia i suoi motivi…» Sospirò, affacciandosi per guardare oltre la rete. «È successo al ciliegio…» Iniziò dopo un attimo di silenzio, quasi cercasse le parole più adatte. «Dopo che eri stato colpito per colpa mia…  promisi di fare in modo che non ti accadesse più nulla di simile.» Continuò puntando lo sguardo altrove. «Ho promesso di non essere più la causa delle tue sofferenze.» Sorrise amaramente a quel ricordo. «Non ho idea del perchè tuo nonno ti abbia detto di chiedermelo ma… è tutto qui.»
Quelle parole espresse con particolare tristezza furono seguite da un silenzio teso, interrotto poco dopo dalla voce dell'arciere. «Sei un idiota. Pensi di esserci riuscito, forse?»
Watanuki scosse leggermente la testa. «No… ma ho fatto del mio meglio.»
Doumeki sembrò irritarsi maggiormente a quella risposta, stringendo i pugni e guardandolo con una durezza tale da stupire persino Watanuki.
«La prossima volta evita allora..» Dichiarò, voltandosi per allontanarsi.
Probabilmente Haruka desiderava fargli sapere qualcosa. Forse Watanuki temeva per la sua incolumità, forse stava solo cercando di proteggerlo da qualcosa. Eppure… nonostante quella possibilità, il dolore che provava era accecante. Sentirsi allontanare da lui per una simile idiozia, sentirgli dire che così non avrebbe sofferto…
Era tanto difficile capire che era quella distanza la cosa più dolorosa?
Fu in quel momento, proprio mentre rientrava in classe, che le parole di Haruka gli tornarono in mente...
"Tu sai che certe verità vanno dette, vero?"
Avrebbe dovuto spiegargli come si sentiva? Dirgli che lo amava al punto da preferire la morte piuttosto che saperlo lontano da lui?

Quegli interrogativi lo accompagnorno per il resto della giornata, lasciandogli uno spiacevole senso di amarezza.
Fu quindi nel tentativo di trovare un po' di pace che, al rientro da scuola, si ritirò in una stanza del tempio per meditare. Tentativo che andò a vuoto nel momento stesso in cui, seppur ad occhi chiusi, gli giunsero alcune immagini.
«Dannazione!» Esclamò alzandosi per afferrare il proprio arco e correre fuori, sforzandosi di raggiungere il luogo appena visto.
Non doveva essere lontano ed era fin troppo ovvio che l'immagine era giunta da Watanuki. Per quanto si sforzassero di restare distanti, il loro era un legame che superava ogni difesa.
I suoi pensieri si fermarono nell'istante in cui, giunto a destinazione, vide due degli uomini di Fei Wong bloccare un Kimihiro urlante.
«Bastardi..» Sibilò, prendendo al contempo la mira e scagliando la prima freccia contro un terzo uomo, apparso da chissà dove e pronto a colpire il ragazzo alle spalle.
Al tonfo prodotto da quel corpo senza vita gli altri due uomini si voltarono e con essi anche Watanuki che, scorto Doumeki, spalancò gli occhi terrorizzato.
«Shizuka, scappa!» Gli urlò mentre uno dei due uomini si staccava da lui per muoversi minacciosamente verso l'arciere.
Deciso a proteggere il compagno, Doumeki lasciò cadere arco e freccie, andando lentamente verso l'uomo le cui lame affilate erano già in bella vista, pronte a colpirlo.
A quella vista Watanuki riprese ad urlare il suo nome, liberandosi dalla presa dell'altro uomo per andargli incontro. Così, deciso a non mettere in pericolo il più piccolo, Doumeki strinse la presa sul pugnale lasciatogli da Seishirou e giunto ormai a pochi passi dall'uomo di Fei Wong lo colpì in pieno petto, proprio mentre l'altro lo colpiva allo stomaco provocandogli un dolore lancinante.
Ci mise qualche istante a capire quanto stava accadendo, il dolore che si mescolava al calore del sangue, la voce sempre più stridula di Watanuki ed infine l'uomo che estraeva la lama dal suo corpo, muovendosi per allontanarsi, probabilmente deciso a terminare il suo compito.
Quell'ultimo pensiero lo aiutò a trovare la forza per infliggergli un nuovo colpo, questa volta letale. Fu solo allora che stremato per via del dolore pulsante si lasciò cadere sulle gambe.
Un'immagine che sconvolse ulteriormente Kimihiro per quanto era simile ai suoi peggiori incubi:
La consapevolezza di essere sveglio che di certo non lo aiutava a sentirsi meglio.
«Shizuka!!» Urlò correndogli accanto, odiandosi per averlo indotto a raggiungerlo, per non essere riuscito a proteggerlo come avrebbe voluto.
«Shizuka… apri gli occhi… non lasciarmi…» Sussurrò ormai tra le lacrime, sollevando lo sguardo proprio mentre il terzo uomo si apprestava a colpire entrambi.
Sarebbe finita a quel modo? Sarebbero morti entrambi?
Aveva fallito miseramente, senza salvare Doumeki, riuscendo a ferirlo per tenerlo lontano al solo scopo di proteggerlo, invano…
Fu con quei pensieri che Watanuki strinse a se l'arciere, chiudendo gli occhi e trattenendo il fiato, sperando solo di potergli fare da scudo, di poterlo salvare, nonostante tutto.
In quel frangente, la disperazione fu tale che quasi non si rese conto del vento improvviso, del bagliore che sembrò avvolgere entrambi. Quasi non vi badò, fin quando una voce a lui familiare non lo costrinse a riaprire gli occhi, incontrando la figura della strega.
«Yuuko-san..?» Sussurrò, senza lasciare la presa attorno a Doumeki.
La donna non sembrò neppure notarlo. Il suo sguardo insolitamente glaciale era fermo sull'uomo di Fei Wong al quale si rivolse con una freddezza che provocò un brivido in Watanuki.
«Noi non resteremo a guardare.» Dichiarò la strega aprendo un cerchio attorno all'aggressore. «Dillo pure al tuo capo.» Continuò osservandolo sparire in un vortice.
Un attimo dopo il vento sembrò placarsi e, dopo aver rivolto uno sguardo ai due ragazzi, andò loro vicino e tracciato l'ennesimo cerchio proiettò tutti al negozio.

Ritrovarsi sul pavimento del negozio gli provocò un sollievo tale da non sembrargli reale, sollievo che cessò quando si accorse dello stato in cui era Doumeki.
«Yuuko-san…» Sussurrò quindi sollevandosi appena, sforzandosi di non andare nel panico alla vista di tutto quel sangue.
Dopotutto erano salvi, la strega delle dimensioni li aveva ricondotti a casa, non potevano essere coincidenze, no?
«Yuuko-san…» ripetè attirando l'attenzione della donna. «Io ho… un desiderio.» sussurrò proprio mentre l'arciere riapriva gli occhi.
«Un desiderio, eh?» Commentò la strega, accennando un saluto all'ingresso di Eriol. «E sentiamo… cosa vorresti fare, salvarlo? Potrebbe costarti molto, sai..?»
Watanuki le rivolse uno sguardo più che determinato. «Non importa quanto, pagherò qualunque cosa. Lo salvi…»
«Non vuoi conoscere il prezzo, prima? Sai bene che non accetto disdette.» Replicò la donna.
«Si occupi di lui, prima…» Dichiarò il più piccolo, mentre la strega si avvicinava all'arciere per porre le mani in prossimità della sua ferita.
Watanuki restò ad osservare rapito la luce proiettata da quelle mani, conscio più che in qualsiasi altro momento dell'effettivo potere della donna.
Trascorsero così diversi minuti e quando l'incanto sembrò aver fine la strega strofinò tra se le mani tornando a guardarlo.
«Starà bene.» Dichiarò. «Quanto al pagamento… Da questo momento lavorerai per me.»
L'espressione confusa del più piccolo bastò a farle intuire quanto stava pensando. «Non come ora, ovviamente. Continuerai a lavorare per me ed in aggiunta studierai per diventare uno stregone.»
Watanuki la fissò sempre più confuso, le labbra che tremavano incerte tra il riso e lo sgomento.
«Non sarai uno stregone qualunque…» Proseguì la donna alzando una mano per prevenire qualsiasi replica. «Imparerai a gestire le dimensioni ed esaudire i desideri della gente. Kimihiro Watanuki, da questo momento sarai il nuovo stregone delle dimensioni...»



Ed eccoci qui ancora una volta, pronte a raccogliere i vostri pareri.
Come avrete intuito, anche questo secondo ciclo di Destino Inevitabile volge al suo termine e lo farà portandovi grandi sorprese. Per cui... non vi resta che continuare a seguirci. ;)

Ed ora una parentesi in questo angolo che, apparentemente, nulla ha a che vedere con quanto stiamo per dirvi.
Come saprete Domenica e Lunedì si terrà un referendum molto importante. L'invito è dunque quello di andare a votare, esprimere il vostro parere e sensibilizzare chi vi sta intorno perchè tutti si scriva SI in quelle schede al fine di sabotare un governo che ci vuole truffare. U_U (La rima non era voluta ma tant'è XD)
Siamo certe che chi segue ed ama gli anime giapponesi sappia bene come sia giusto combattere per ciò in cui si crede. Dopotutto è una lezione che i Giapponesi ci danno da sempre.
Buon voto a tutti/e, quindi....

Ed ora via... alle vostre recensioni! ^_^

Valerio93: Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto. Speriamo sia lo stesso anche per l'attuale in cui come avrai notato le novità arrivano eccome. E pensa, non sono ancora finite. XD
In bocca al lupo per gli esami, speriamo che nonostante lo studio tu riesca a trovare il tempo di passare a leggerci e a salurarci. ^_^

Naco: Non ci speravi più, ed invece un aggiornamento c'è stato!
Oltretutto, come vedi le cose si stanno muovendo ancora, e la direzione in cui vanno... beh, ormai manca poco e lo scoprirai!
Quanto alla tensione tra i due, ricordati che Watanuki ha un modo tutto suo di gestire le cose purtroppo.
Per il resto, come sempre indovini qualcosa... cosa, non è detto saperlo ancora!
Ci fa piacere averti ancora tra noi, comunque!

sailorYuko: Siamo onorate di averti commossa! E liete per i complimenti. XD
Sei riuscita a ricordarti della promessa poi? Come hai visto ci ha pensato Wata-baka a rinfrescarci la memoria. ;)

Witch of the Dimensions: Grazie come sempre dei consigli!
Si, Doumeki ha seguito quelli di suo nonno, almeno in parte... purtroppo non si è dichiarato, ma per quello c'è ancora tempo... e altro nel mezzo :P
Cosa? Continua a leggere e lo saprai...

WYWH: Eccoti accontentata. Cosa ten'è sembrato?

Ciccio85: Eh, Yuuko sa essere temibile su certe cose XD Comunque, vedi adesso? La storia è fin troppo movimentata...

xMoonyx: Bentornata tra noi! ^_^
Non sei molto lontana dal vero. Su quale punto? Lo scoprirai continuando a leggerci. ;)
Purtroppo non possiamo garantirti l'assenza di angst, anzi… Però… si, lo yaoi sta per arrivare in tutta la sua grandezza! XD

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Capitolo 45
*** Connessioni - Amore ***


Destino inevitabile - Connessioni
Capitolo 45
Amore

«Kimihiro Watanuki, da questo momento sarai il nuovo stregone delle dimensioni… Sono stata chiara?»
Per la seconda volta il silenzio fu l'unica replica alle parole della strega.
«Sono stata chiara?» Ripeté la donna.
«..eh?» Sussurrò Kimihiro, ancora incerto sul reale significato di quella richiesta.
Aveva espresso un desiderio, ne era consapevole, ma il prezzo da pagare era… Alto? No, semplicemente strano, forse fuori luogo.
Uno stregone, lui..?
«Ti ho chiesto se sono stata chiara.» Continuò la donna.
«S..sì, va… va bene…» Fu la risposta tanto attesa.
«Va bene…» Ripeté lei, quasi sorpresa dalla mancanza di urla e parole prive di senso.
Era chiaro che Watanuki fosse cresciuto, forse più in fretta di quanto non si sarebbe attesa.

Poco distante Doumeki stava osservando entrambi con espressione indecifrabile mentre Eriol, alzatosi per aiutarlo a stendersi su un divanetto presente in quella stanza solitamente vuota, sembrava perso nei propri pensieri.
«Fareste meglio a riposarvi.» Riprese la strega andando verso la porta. «Entrambi.» Aggiunse, fermandosi ad osservare lo stregone, intento a porre un incantesimo sull'arciere.
«Sta bene…» Dichiarò l'uomo, alzandosi per raggiungerla. «Con questo dormirà per qualche ora…»
A quella rassicurazione Watanuki si limitò ad annuire, osservando entrambi uscire dalla stanza per poi raggiungere stancamente il divanetto, inginocchiandoglisi accanto, deciso a vegliare sul sonno di Doumeki.

xXx

Seduto in poltrona, Eriol stava osservando con aria distratta Maru e Moro intente ad annaffiare le piante in giardino.
«Così quelle due sono le tue aiutanti, eh?»
«Qualcosa di simile, sì.» Replicò la strega, dedicando loro uno sguardo tra il serio ed il malinconico.
In quei giorni le due bambine erano state costrette al riposo forzato e tutto per via di quanto stava accadendo non solo a Watanuki ma al negozio stesso, il cui equilibrio si era fatto sempre più precario.
«Piuttosto… che mi dici di quei due?» Domandò, tornando a fissare l'uomo, assottigliando lo sguardo nel coglierlo mentre si versava del sakè.
«Oh, Doumeki-kun starà bene… Fin quando non scoprirà a che prezzo è stato salvato, ovvio.» Chiarì lo stregone, sospirando nel cogliere i pensieri della strega. «Piuttosto… avresti potuto chiedere un pagamento più equo…» Continuò, versando del sakè anche per lei.
«Watanuki deve imparare a prendersi le proprie responsabilità.» Commentò l'altra accettando con un cenno il bicchiere, vuotandolo subito dopo. «Inoltre… anche Doumeki potrebbe finire col trovarsi coinvolto…»
«E immagino che anche questo sia… inevitabile, eh?»
La strega gli riservò un'occhiataccia e proprio in quel momento la porta shoji si aprì rivelando la figura di Mokona.
«Pu pu pu puuuuuù!» Esclamò il manju, saltando ed atterrando sulle gambe dello stregone.
«Larg!» Esclamò questi, accarezzando la palletta di pelo.
«Clow..» Replicò l'altro, inclinandosi per guardarlo meglio. «Clow è diverso… Non è più Clow?» Domandò, attirandosi uno sguardo furente da parte della strega.
«Sono Eriol Hirajizawa e.. sono Clow per metà, sì.» Replicò l'uomo porgendogli la mano. «Piacere di conoscerti.»
Mokona continuò a fissarlo per qualche istante prima di rispondere al saluto, porgendogli la zampetta. «Ti ricordi ancora di noi?»
«Ma certo! Mokona-san!» Replicò Eriol.
Il manju sembrò ponderare su quelle parole. «Clow.. perché ci hai lasciati?» Domandò rattristandosi.
«Vedi Moko-san, sono stato costretto a farlo. Clow Reed aveva un'energia troppo forte e stava frenando diverse cose, così… al fine di lasciar scorrere gli eventi, ho dovuto fare la mia scelta. Era…» Sollevò uno sguardo canzonatorio sulla strega, ignorandone l'espressione contrariata. «Inevitabile.»
«Oh..» Commentò Mokona. «Allora non ci hai lasciati. Sei tornato!» Esclamò, scendendo dalle sue gambe per zampettare felice fuori dalla stanza. «Larg deve correre ad avvisare Soel!»
«Certe cose non cambiano proprio mai, eh…» Sospirò l'uomo, tornando ad osservare la strega. «Non l’hai pensato anche tu, vero?» Domandò quindi, facendosi improvvisamente più serio.
La donna evitò di guardarlo, alzandosi per guadagnare l'uscita. «Vado a vedere come stanno Maru e Moro.» Dichiarò un attimo prima di uscire.

xXx

Quella notte sembrò passare più lentamente del solito. Restare al fianco di Doumeki, osservarlo mentre dormiva… In qualche modo era quasi confortante, non fosse per tutta la situazione assurda nella quale era venuto a trovarsi in quelle ultime ore. Prendere il posto della strega era una un pensiero che non lo aveva mai sfiorato, neppure lontanamente. Ed ora…
«Uno stregone delle dimensioni, eh..?» mormorò, guardando le prime luci dell'alba, alzandosi per sgranchirsi le ossa.
Doumeki dormiva ancora pacificamente, così, per non disturbarlo, decise di lasciarlo solo, avviandosi verso il bagno per sciacquarsi il viso.
Si sentiva stanco. Stanco e confuso.
'Cosa accadrà la prossima volta?'
Quella sera aveva impegnato la sua stessa vita con la strega, cos'altro avrebbe potuto offrirle se Doumeki fosse stato nuovamente attaccato?
Doveva allontanarlo e quel pensiero, nonostante si stesse forzando ad accettarlo, continuava a far male in modo indicibile.
'Se solo non fosse per quest'occhio…'  si trovò a pensare, osservando l'iride verde attraverso la quale Shizuka poteva cogliere ciò che vedeva lui.
Avevano iniziato così a condividere più del dovuto, poi c'era stato il sangue e successivamente anche i pensieri.
Yuuko-san sapeva proprio essere sadica alle volte.
Continuò ad osservarsi con ancora quei pensieri per la testa, ricordando gli uomini della sera prima.
Avevano attaccato lui, ma dopo..?
Si sarebbero fermati?
O chi li guidava aveva deciso di eliminare colui che lo salvava ogni volta?
Quel pensiero gli diede una forte nausea.
«Dannazione!» Esclamò sbattendo le mani sul lavandino, continuando a fissarsi con rabbia, dimenticando di schermarsi per non trasmettere i propri pensieri.

E fu proprio quell'immagine improvvisa a svegliare l'arciere, mettendolo in stato di allerta.
Quella sensazione spiacevole, l'immagine del volto di Watanuki allo specchio…
In un attimo si ricordò quanto accaduto la sera prima, l'attacco, la ferita, la promessa che quell'idiota aveva fatto alla strega.
'Devo andare da lui…'
Una decisione che mise subito in atto, alzandosi per raggiungerlo, spalancando la porta del bagno ancor prima che l'altro riuscisse a percepirne la presenza.
«Doume…» Mormorò il più piccolo nel vederlo entrare, rendendosi conto di averlo davvero svegliato a causa delle sue stupide emozioni.
«Che ci fai qui...» Domandò l'altro, fissandolo con espressione tesa.
«Cos'è, non si può più andare in bagno, ora?» Fu la replica di Watanuki, alla quale l'arciere rispose con uno sguardo più freddo del solito.
«Allora?» Continuò il più piccolo, incerto su come proseguire e su quanto l'altro avesse percepito.
«Fissarti allo specchio con disprezzo non cancellerà il nostro legame.» Dichiarò Doumeki, chiudendosi la porta alle spalle ed avanzando di un paio di passi.
«Che… che significa questo… Non hai alcun diritto di impicciarti nelle mie cose!» Continuò l'altro, scoprendosi ad indietreggiare all'avanzare dell'arciere.
Doumeki era sempre stato difficile da capire e quell'espressione insolita di certo non lo aiutava a rilassarsi.
«Strano, detto da uno che va facendo promesse impossibili pur di salvarmi.» Replicò il più grande a denti stretti.
«Non… Non ti riguarda!!» Insistè Watanuki sempre più in collera, con se stesso per aver dimenticato di schermarsi a dovere e con Doumeki che in un modo o nell'altro continuava a contrariarlo. «La mia vita, quello che faccio.. è solo affar mio!» Urlò quasi, nella speranza di convincerlo a non impicciarsi.
Le sue parole però non sembrarono sortire l'effetto desiderato ed ancor prima che se ne rendesse conto, Doumeki fu a pochi passi da lui, costringendolo ad indietreggiare ancora, portandolo con le spalle al muro. «Devi… devi smetterla di correre sempre in mio aiuto…» Mormorò stringendo i pugni, senza più guardarlo. «È la mia vita. Se vivo, o muoio… è solo affar mio…»
«Se vivi o…» Quelle parole sembrarono alterare maggiormente l'arciere, riportandogli alla mente quanto suggeritogli da Haruka.
'Dirgli quello che provo, eh..?'
Facile a dirsi… si trovò a pensare, un attimo prima di cogliere la paura e la tristezza nel volto del più piccolo.
«Non smetterò mai di salvarti, idiota.» Dichiarò, colmando la distanza già minima tra loro, bloccandogli i polsi quando lo vide muovere le braccia nel tentetivo di allontanarlo.
A quel gesto inatteso Watanuki tentò invano di liberarsi.
«Lasciami!» Esclamò, fissandolo con rabbia. «Lasciami ho detto!»
Doumeki però aveva smesso di ascoltarlo. Il suo sguardo si era fatto più deciso, tanto da lasciare il più piccolo improvvisamente a corto di parole.
E fu proprio quell'improvviso silenzio a convincerlo ad agire con i fatti, portandolo a premere le labbra su quelle di Watanuki, chiudendole in un bacio che desiderava da tempo.
Un bacio che sembrò catturare entrambi in un improvviso quanto inatteso turbine di passione.

Non avrebbe mai pensato di poter essere baciato a quel modo, non da Doumeki.
Simili scene erano ormai familiari nei suoi sogni ma la realtà, quella era tutta un'altra cosa.
Fu quel pensiero a portarlo alla conclusione che forse anche quel particolare momento poteva essere un inganno onirico, un incubo pronto a rilvelarsi in modo brutale, interrompendo quell'attimo per mostrargli ancora una volta la morte dell'arciere.
Nel timore di quel momento si tese a tal punto da attirare l'attenzione di Doumeki, sforzandosi di allontanare ogni immagine negativa senza però riuscirci.
«Watanuki…» Lo chiamò l'altro, staccandosi controvoglia dal bacio per osservarlo con espressione ancora carica di desiderio. Espressione che mutò improvvisamente, quando i pensieri del più piccolo lo raggiunsero, rivelando ciò che mai avrebbe ritenuto possibile.
«Si trattava di me…» Mormorò, ancora incredulo.
«Cosa..?» Domandò Watanuki, improvvisamente consapevole di essere più che sveglio.
«La persona che dicevi di amare… ero io?» Continuò l'altro.
A quella domanda, il più piccolo distolse prontamente lo sguardo, annuendo ed arrossendo al contempo.
Una reazione che provocò un tuffo al cuore nell'arciere.
«Mi amavi…» Concluse, deciso a capire il perché di quel comportamento. «E per tutto questo tempo… mi hai fatto credere…»
«Non ti ho fatto credere un bel niente.» Replicò Watanuki. «In ogni caso… sai il perché.» Aggiunse poi, tornando a guardare altrove.
«Hai paura per me?» Domandò l'altro, memore della situazione.
«Non dovrei?» Fu la risposta forzatamente ironica del più piccolo.
«No.» Chiarì l'arciere. «Perché a me non importa, se posso starti accanto…»
«Che significa…»
Quella domanda riportò ancora una volta le parole di Haruka alla mente dell'arciere.
'Parole al posto dei fatti, eh?'
«Ti amo.» Dichiarò semplicemente.
«Cos…» Replicò Watanuki, improvvisamente diviso tra la gioia data da quelle parole ed il costante timore di perderlo. «Cosa?!» Ripeté, scuotendo la testa per scacciare ogni pensiero romantico. «N..no, non va bene.» Mormorò infine, cercando dentro di sé le parole più adatte.
Sapere di essere ricambiato gli riempiva il cuore di gioia. Ciò nonostante non poteva dimenticare quanto accaduto solo la sera prima, quanto rischiava Doumeki standogli accanto.
Vivere senza poterlo amare era orribile ma saperlo morto… proprio non riusciva ad immaginare una vita senza di lui.
«Non è quello che voglio…» Mentì senza riuscire a guardarlo.
A quella dichiarazione Doumeki si scostò da lui, osservandolo con espressione tesa.
«Cosa esattamente…»
«Non voglio che mi stai accanto, non così e…» Chiuse gli occhi, cercando la forza per allontanarlo da sé. «La verità è che non so cosa voglio.» Aggiunse, cercando di tenere bene in mente quanto accaduto la sera prima.
'Avrebbe potuto morire… Per colpa mia…'
«Stai dicendo che non sai se mi vuoi?» Concluse per lui l'arciere.
«Non posso sapere se è reale.» Mormorò il più piccolo.
«Ma lo è per me.» Aggiunse l'altro, tornandogli vicino. «Non puoi allontanarmi solo per questo.»
«Sì invece!» Esclamò Watanuki, spingendolo, senza ancora guardarlo. «Questa storia dei fili, di Fei Wong… Sono confuso, su tutto… Anche… su di te!» Dichiarò tra le lacrime. «E non.. non puoi confondermi anche tu…»
Doumeki lo fissò per un lungo istante, l'espressione di chi non avrebbe mai voluto sentire simili parole.
«Scusami allora… non avrei dovuto.» Dichiarò, voltandogli le spalle per poi allontanarsi.

Una volta fuori, si avviò verso la stanza che lo aveva ospitato quella notte, cambiandosi rapidamente per poi riprendere con sé pugnale e fogli lasciatigli da Seishirou.
Uscito dalla camera, incurante dell'ora, si avviò verso la stanza dove Yuuko-san era solita ricevere i suoi clienti. Dopotutto, la conosceva abbastanza da sapere di poterla trovare già in attesa e consapevole di quanto stava per chiedergli.



Rieccoci finalmente con un nuovo capitolo. Questa volta in ritardo per colpa della connessione di Lay che è venuta a mancare per diverso tempo. Fortuna che esiste Yuuko-san... U_U

Come avete notato (l'avete notato, vero? -_-) i due piccioncini si sono dati finalmente una smossa, così come la storia che a breve giungerà al termine di questo secondo arco per entrare nel terzo, ahinoi definitivo.
Sperando che i risvolti vi siano piaciuti, ci teniamo a precisare che l'idea di rendere Wata-baka uno stregone delle dimensioni è nata molto prima che le CLAMP lo rendessero tale. In altre circostanze ciò sarebbe stato un motivo di vanto ma la verità è che ai tempi ci sembrava il continuo più sensato... Peccato che le a parte questo le CLAMP siano andate totalmente per un'altra strada... *Si danno al sakè per non ripensare al finale di xxxHOLiC -_-*

Hic! E dopo questa premessa... Via alle recensioni! ^_^

Naco: Come avrai notato, in un modo o nell'altro Shizuka è effettivamente giunto alla verità. Peccato che le paure di Watanuki abbiano incasinato nuovamente il tutto. ^^" Quanto alla storia, siamo felici che le nostre scelte ti siano piaciute e credo di poter anticipare senza spoilerare troppo che non abbiamo alcun intenzione di seguire le orme delle CLAMP.

Archybald: Ciao! Non preoccuparti per lo scorso capitolo, siamo felici di riaverti adesso ^_^
Speriamo che la scuola sia finita bene!
Quanto al capitolo... sì, c'è voluto un po' di shock per far si che Watanuki si svegliasse, ma... si sarà svegliato davvero? In questo capitolo, dopotutto, non sembra tanto 'sveglio'...
Quanto a questa storia che si collega all'arco "Entrapped" (o Rou), come abbiamo già ribadito, anche se può sembrare così non lo è affatto.
La storia prenderà una strada totalmente diversa, perché noi abbiamo deciso ed abbozzato tutto questo ben prima che uscisse il primo volumetto dell'arco di Rou ^__^
Questo ovviamente non implica che mancherà l'angst...
Continua a seguirci per scoprire come andrà!

ValeXAnime: Per iniziare, grazie per le belle parole, fanno sempre piacere. ^_^
Riguardo Clow... (che è meglio chiamare Eriol per non far arrabbiare una certa strega XD) quanto ha insegnato a Watanuki è come isolarsi da eventuali interferenze. Ovviamente però un conto è imparare una lezione e ben altro è metterla in pratica, specie se a farlo è Wata-baka XD
Sperando che anche questo capitolo ti sia piaciuto, attendiamo di sapere il tuo parere! ;)

Witch Of The Dimensions: Come si dice? Tre è un incantesimo, ed ha funzionato XD
Le tue domande hanno avuto risposta, hai visto? Ebbene sì, Doumeki ha capito di essere la persona amata da Watanuki... per un breve, glorioso istante.
Poi è cambiato tutto, e questo complicherà solo le cose enormemente (quando mai non succede, daltronde?), ma lo vedrai nel prossimo capitolo...
Però scommettiamo che la reazione di Doumeki ti è piaciuta :P A noi sicuramente è piaciuta molto...

sailorYuko: Anche se in ritardo, eccoci qui con il nuovo capitolo. Piaciuto? E sopratutto... andati bene gli esami?
Le tue domande dovrebbero aver avuto risposta con questo capitolo. E tu che non ci credevi... Doumeki ti ha sorpresa? XD

WYWH: L'attesa non è stata vana, speriamo! Hai visto? Altro che fato... c'è ancora molto da fare e tanto da scoprire, prima che i due possano finire "per sempre felici e contenti"... avrai ancora diversi capitoli da leggere!
Continua a seguirci! XD

xMoonyx: Volevi un Watanuki reattivo? Come avrai notato sa essere stupido anche in quella modalità. Certo, non che non sia da comprendere almeno un pochino... *cercano invano di giustificarlo*
Quanto al restare in negozio, per quanto successore di Yuuko, Watanuki potrà muoversi liberamente. L'angst invece ci sarà eccome sia ora che nella terza parte. Se può consolarti però... le scene hot stanno per arrivare. Diciamo che questo bacio è stato giusto il preludio. :P

E con questo vi salutiamo e ringraziamo come sempre per le vostre recenzioni, unica spinta a continuare questa storia che dopo ben due anni di serializzazione (manco fosse un manga XD) ha rischiato di bloccarsi a vita per colpa del finale di xxxHOLiC.

TANTI AUGURI A DESTINO INEVITABILE E GRAZIE ANCORA A CHI CI SEGUE DALL'INIZIO O A CHI APPENA ARRIVATO CI SEGUIRA' FINO ALLA FINE! ^_^

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Capitolo 46
*** Connessioni - Trappola ***


Destino inevitabile - Connessioni
Capitolo 46
Trappola

La stanza era pregna del profumo speziato d'incenso, lo stesso che in quegli anni aveva imparato ad associare alla figura della strega.
Distesa su un fianco la donna lo stava osservando con estrema attenzione, lo sguardo più serio del solito.
«Il tuo è un desiderio pericoloso, Doumeki…» Dichiarò dopo una boccata di fumo.
«Non importa» Replicò l'arciere, ricambiandone lo sguardo con la solita determinazione. «Mi mandi da lui.»
La strega sospirò, mettendosi a sedere. «Sei sicuro di voler rischiare la tua vita dopo quanto è stato fatto per preservarla?» Domandò, mentre Mokona le prendeva di mano la pipa per riporla sul tavolino poco distante.
«Devo farlo.» Confermò il ragazzo. «Lei può mandarmici?»
«Posso farlo, sì.» Replicò la donna. «Devo però avvertirti che la piuma che cerchi… è tanto pericolosa da poter confondere le menti. Solo un'anima pura può entrarvi in contatto senza cambiare.»
«Devo tentare…» Insisté il ragazzo. «Se cambierò… lei potrà porvi rimedio come crede.»
«E sia...» Sospirò la donna, rassegnata davanti a tanta determinazione. «Ma ti avverto, dovrai riportarmela di tua spontanea volontà, senza mai usarla, per quanto la cosa potrà tentarti.»
«Se lo faccio…» Replicò l'arciere. «Watanuki sarà libero da… quei fili?»
La strega annuì e, consapevole della volontà dell'altro, mosse elegantemente la mano disegnando un cerchio attorno alla figura dell'arciere.
«Vai ora, e cerca di non perderti...» Dichiarò osservando il cerchio caricarsi di luce per poi sparire insieme al ragazzo, il tutto sotto lo sguardo preoccupato di Mokona.

Neanche un attimo dopo, appena uscito dal bagno e con ancora le lacrime agli occhi, Watanuki si accorse che qualcosa era inesorabilmente cambiata..
«Do… Doumeki…» Mormorò bloccandosi di colpo nel capire che quella spiacevole sensazione dipendeva dall'aver smesso di avvertirne la presenza.
Non era una cosa alla quale prestava solitamente attenzione, da quando avevano preso ad esercitarsi riusciva a percepirlo di continuo e non solo per via dei pensieri. In quel periodo aveva imparato a captarne l'energia, come fosse una piccola luce impressa nel suo spazio vitale. Una luce che in quel momento sembrava essere sparita di colpo, come inghiottita dalle tenebre.
Quel pensiero bastò a farlo correre verso la stanza della strega. «Yuuko-san!» Esclamò irrompendo, senza neppure bussare. «Dov'è?»
«Di chi parli?» Fu la risposta più che tranquilla della donna.
«Doumeki!» Continuò Watanuki. «Dov'è andato?»
«Così te ne sei accorto, eh?» Replicò la strega. «È da colui che ti sta confondendo le idee.» Asserì un attimo dopo, ricambiando lo sguardo improvvisamente spaventato del più piccolo.
«Da.. da quell'uomo? È… è stata lei a.. mandarcelo?» Domandò tra i denti.
Dopo quanto aveva sacrificato per lui...
Yuuko si limitò a fissarlo senza scomodarsi a rispondere.
«Mandi anche me.» Dichiarò quindi il ragazzo.
«Non credo sia possibile» Lo ammonì la strega, facendogli intendere che la questione per lei era conclusa. «Sono tenuta ad esaudire chi arriva per primo. E non si tratta di te, Watanuki Kimihiro.»
A quella risposta il ragazzo strinse i pugni, rivolgendole uno sguardo carico di rabbia.
«Io… troverò un modo.» Mormorò poi, un attimo prima di lasciare la stanza, avvilito al pensiero di quanto stava rischiando di perdere.

«Qualcosa non va, Kimihiro-kun?»
La voce di Eriol lo distolse per qualche istante dai suoi pensieri.
«Eriol-san...» Commentò sollevando uno sguardo affatto sereno sull’uomo. «Mi scusi ma... vado di fretta.»
Lo stregone si limitò a sorridere, andandogli più vicino per poi osservarlo con estrema attenzione.
«È successo qualcosa?» Domandò con il solito tono affabile.
Watanuki ne ricambiò lo sguardo con uno sempre più incerto. Poteva davvero fidarsi di lui? Sospirò al suo stesso pensiero. Aveva altra scelta, dopotutto?
«Shizuka...» Mormorò infastidito dai propri limiti «È andato da quell’uomo e... non so come raggiungerlo.»
Tra i due ci fu un breve attimo di silenzio nel quale il più grande sembrò considerare alcune cose prima di tornare ad esprimersi con estrema serenità.
«Immagino tu abbia già tentato la carta del desiderio...» Commentò indicando la stanza dalla quale il più piccolo era appena uscito. «E data la tua espressione posso intuire quanto ti avrà risposto la strega....» Continuò, sorridendo all’annuire contrariato del ragazzo. «Il fatto, Kimihiro-kun, è che qui dentro non siamo certo io e Yuuko-chan gli unici ad avere del potere da usare.»
«Cos..» Mormorò il più piccolo, comprendendo finalmente il senso di quelle parole. «Sa bene che da solo non ne sarei in grado!» Aggiunse poi con più foga.
Eriol sospirò teatralmente, poggiandogli una mano sulla spalla. «Clow ti ha indubbiamente lasciato un potere difficile, Kimihiro-kun. Visto che almeno in parte la colpa è mia, vedrò di aiutarti, va bene?»
Il ragazzo annuì più sollevato e l’uomo ne approfittò per continuare. «Il tuo potere è in parte legato all’uscurità. Per raggiungere il tuo obiettivo dovrai quindi far uso della paura e del dolore che stai provando. Dovrai imparare a creare il tuo cerchio di potere ergendolo sulle tue emozioni attuali. Con quello potrai muoverti come credi.»
«E tutto questo... dovrei farlo ora..?» Domandò il ragazzo.
Eriol annuì, osservando l’orologio appeso alla parete. «Ti consiglio di fare in fretta se vuoi aiutare Shizuka-kun.»
A quello Watanuki annuì, inchinandosi per ringraziarlo, avviandosi subito dopo verso la stanza dove fino a poco tempo prima aveva assistito alle lezioni insieme a Doumeki.
Sapeva bene che chiedere altri aiuti sarebbe stato inutile e di certo non aveva tempo prezioso da perdere.

xXx

Era approdato in una dimensione che sembrava avvolta dalle tenebre, un luogo ben diverso dal mondo dei sogni. Davanti a lui c’era una landa desolata dove l’aria incredibilmente pesante rendeva difficile persino respirare; Seishirou aveva avuto ragione nel definire quel luogo senza tempo, pensò guardandosi attorno nel tentativo di studiare l’ambiente circostante.
Stava muovendosi con circospezione da un periodo di tempo che non avrebbe saputo definire e che sembrò restare immobile anche quando, sollevando la testa, scorse una torre che trionfava sul quel mondo apatico. Già ad un primo sguardo l’aspetto non era dei migliori ma l’aura che l’attorniava era abbastanza carica di magia da fargli capire subito chi vi risiedeva. Ai suoi piedi un paio di guardie visibilmente annoiate dall’inattività perenne stavano scambiandosi il turno con una flemma che suonava quasi stonata se raffrontata a chi governava quel luogo.
Dalle loro bocche poteva udire suoni confusi dai quali di tanto in tanto emergevano parole riguardanti le recenti uccisioni di alcuni di loro da parte di un giovane studente.
Nell’apprendere di chi stavano parlando Doumeki si tese, decidendo poi di approfittare di quel momento per aggirare la torre, fermandosi solo quando si trovò finalmente davanti ad un varco. Una volta dentro, si soffermò a studiare l’ambiente circostante le cui guardie sembravano davvero esigue. Troppo per essere a difesa di qualcosa.
A conti fatti, si trovò a pensare mentre iniziava a salire una lunga scalinata, doveva essere tutto un espediente per metterlo in trappola. Non aveva senso altrimenti. Ciò nonostante, sapeva di non potersi fermare, quello era l’unico modo per salvare Watanuki.
Fermo nella sua decisione continuò ad avanzare anche quando alcuni uomini presero a seguirlo nell’ombra. Sapeva di doversi aspettare qualcosa di simile e pronto a tutto decise di ignorarli, cercando con lo sguardo il motivo per cui si era spinto a tanto.
E fu nel raggiungere l’ultimo gradino che la vide: Una sfera trasparente al cui interno brillava una splendida piuma.
«Eccoti...» Mormorò muovendo gli ultimi passi per raggiungerla e prenderla.
In quel preciso istante i passi alle sue spalle si fecero più decisi, spingendolo a voltarsi.
Davanti a lui due uomini di Fei Wong avanzavano minaccosi.
«Non ci sfuggirai!» Esclamarono all’unisono correndogli incontro pronti a colpirlo.
Nel vederli Doumeki capì subito di non avere scampo, un pensiero che lo portò ad osservare la piuma, ben conscio di potersi salvare semplicemente volendolo.
Le parole di Yuuko però erano ancora vive nella sua mente. Non avrebbe ceduto, anche a costo della propria vita.
Fu con quel pensiero che messa in tasca la piuma estrasse il pugnale lasciatogli da Seishirou, pronto a rispondere all’attacco.
In quel preciso istante però un’enorme sfera di luce si materializzò dal nulla, frapponendosi tra lui e gli uomini. Qualcuno stava giungendo da un’altra dimensione...



Gomeeeeen! (ndr. Lay)
Siamo in mega ritardo e questa volta dipende dal lavoro che mi ha preso tutto il tempo disponibile e non!
Prometto che per il prossimo capitolo non dovrete attendere tanto a lungo, è già in lavorazione! U_U

Detto questo....
(ndr LeStreghe) Pensavate di poter tirare dei sospiri di sollievo dopo quel bacio, eh? Ed invece...
Beh, se siete giunti fin qui avrete letto certamente il capitolo e... (notano gli sguardi omicidi e chiedono asilo a Yuuko-san)
Alla prossima! Anzi... a subito dopo le recensioni! ^_^

xMoonyx: Siamo onorate di sapere che l'uscita di un nostro capitolo ti rende felice, speriamo sia così anche per questo. ^^"
Se il bacio ti ha quasi uccisa… a breve potresti avere seri problemi di sopravvivenza. Preparati! XDD
Quanto al resto… come vedi l'angst è come sempre presente. Ma chissà, presto potrebbero giungere altri baci… e forse qualcosa di più! ;)
Speriamo di averti ancora tra noi! ^_^

Naco: Purtroppo quando si tratta di Watanuki e Doumeki ci si può aspettare solo tanta, tanta testardaggine, il capitolo precedente l'ha dimostrato eccellentemente.
Doumeki, per quanto ormai probabilmente parecchio frustrato (ed a ragione!), non può saltare addosso al nostro Wata-chan così, senza il suo consenso...
Il fatto che probabilmente Watanuki si scioglierebbe e smetterebbe di resistere al primo tocco ancora non l'ha capito XD
In ogni caso sì, sicuramente Watanuki diventerà sempre più potente... ma anche Doumeki avrà i suoi cambiamenti: La questione magia non è per niente sistemata, ci avviamo all'arco conclusivo della storia ma ci sono ancora un sacco di sorprese in arrivo!
Sorprese che risponderanno anche alla tua domanda sulle conseguenze, quindi... Stay tuned! :P

Archybald: Grazie per gli auguri! Speriamo che questo capitolo abbia soddisfatto le tue previsioni circa il dialogo tra Doumeki e la strega. Facci sapere la tua! XD

sailorYuko: Sapere di averti emozionato così tanto ci fa felicissime ^__^
L'esaltazione è perfettamente capibile, non ti preoccupare :P Dopo tanto tempo finalmente si danno da fare...
Peccato che si vogliano complicare la vita XD
E ci riusciranno benissimo dal prossimo capitolo in poi!
Peggio di adesso, sì...
Grazie di seguirci ancora!

WYWH: Ma come… quei due si baciano e tu resti infastidita? Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per farli baciare?!?!?! XD
Vabè… Watanuki infastidisce anche noi, ti capiamo. Speriamo che le sue prossime uscite siano di tuo gradimento. (Ci crediamo poco XD)
Alla proxx!

Witch Of The Dimensions: Non abbiamo postato tanto presto, ma la vita è quella che è e si mette in mezzo...
Questo capitolo è solo di transizione, ma ha una bella importanza per come andranno le cose in futuro!
Per quante dichiarazioni ed uscite di testa siano successe, ancora non è niente... tutta la situazione deve peggiorare ancora un bel po' prima di poter migliorare...
Speriamo che ti piaccia anche questo capitolo come i precedenti, in ogni caso!
Grazie per la tua "fedeltà"! ^_^

Angolino pubblicità progresso:
Per concludere ci teniamo a saltellare di gioia anche qui per l'annuncio della ripresa di Lawful Drugstore!
Se non sapete cos'è fate ammenda, chiedete perdono al grande demone celeste e andate ad informarvi sul primo forum italiano ad esso dedicato (http://lawfuldrug.forumcommunity.net).
Per chi invece sa già che si tratta di uno splendido manga delle CLAMP, l'invito è quello di unirsi a noi nei festeggiamenti e di passare anche in questo caso dal forum! U_U

Ci si ritrova al prossimo capitolo! ^_^


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Capitolo 47
*** Connessioni - Salvami ***


Destino Inevitabile -  Connessioni
Capitolo 47
Salvami

La sfera di luce, apparsa improvvisamente sopra le loro teste, sparì in un lampo, lasciando al suo posto una figura umana.
«Watanuki!» Esclamò l'arciere nel riconoscere il ragazzo proprio mentre veniva ferito da uno dei colpi a lui destinati.
Ci fu un improvviso silenzio, interrotto solo dal tonfo per la caduta del più piccolo.
Un'immagine che scosse l'arciere al punto da spingerlo a correre verso il colpevole, estraendo il pugnale e colpendolo a morte.
In quel preciso istante la lama gelida di uno dei due uomini penetrò nel suo braccio, dal quale iniziò a scorrere immediatamente del sangue.
«Shizuka!» Urlò un Watanuki decisamente scosso da quell'immagine. «Dobbiamo andarcene da qui!»
L'arciere si limitò ad annuire, trovando immediatamente la giusta concentrazione per estendere una barriera di protezione, proprio come aveva imparato a fare negli ultimi tempi. Lo sguardo sempre vigile e fisso su Watanuki che, tracciato il cerchio dimensionale, si fermò di colpo, visibilmente nel panico.
'Non riesco a trovare il negozio di Yuuko-san…' gli inviò mentalmente, guardandolo con espressione sempre più impaurita.
'Pensa al tempio. Torniamo lì.' Gli suggerì l'arciere senza perdere di vista la situazione.
A quello il più piccolo annuì, sforzandosi di dirigere correttamente le proprie residue energie.
Nel vederlo così provato Doumeki gli andò più vicino, iniziando a visualizzare il tempio per aiutarlo, fermandosi solo quando una forte energia non avvolse entrambi risucchiandoli all'interno di un vortice alla cui fine…

«Ha funzionato…» Mormorò l'arciere guardandosi intorno.
«Così pare…» Commentò Watanuki, la cui gamba non aveva ancora smesso di sanguinare.
A quella vista Doumeki si alzò, uscendo dalla stanza per rientrare poco dopo con una scatola che adagiò sul pavimento.
«Devo medicarti» Dichiarò inziando ad estrarre garze e disinfettante.
«Sei uno stupido.» Replicò l'altro, senza guardarlo. «Sparire per andare in un'altra dimensione. Cosa sarebbe accaduto se ti avessero ucciso, eh?»
«Non sarei andato se tu non fossi così testardo.» Fu la risposta dell'altro, ancora intento a medicarlo. «Sta buono, ora…» Ed ancor prima che Watanuki riuscisse a chiedere l'altro pose le mani sulla ferita al fine di accellerarne la guarigione.
«Yuuko-san ci ha proprio insegnato quanto serviva per superare questa giornata, eh?» Commentò il ragazzo con aria tesa.
«Tipico di quella donna.» Fu la risposta come sempre tranquilla dell'arciere.
«Già» Commentò il più piccolo con aria imbronciata. «Tocca a me medicarti, ora.» Aggiunse afferrandogli il braccio.
Tra i due scese un silenzio carico di imbarazzo, interrotto proprio da Watanuki.
«Beh… grazie…» Mormorò indicando la tasca dove l'altro aveva nascosto la piuma.
Doumeki si limitò a ricambiarne lo sguardo. «Stai meglio, ora?» Lo sguardo confuso del più piccolo lo spinse a spiegarsi meglio. «Sto parlando di quei fili. Va meglio?»
«Oh… quello…» Replicò Watanuki «Un po', credo… Mi sento meno… confuso.» Ammise.
«Capisco…» Sospirò il più grande, alzandosi in piedi.
«Ora… devo portare questa a Yuuko-san..» Dichiarò sfiorandosi la tasca dove aveva riposto la piuma. La stessa che era riuscito a prendere senza perdersi. Proprio come richiestogli dalla strega.

xXx

Quando uscirono sul portico le loro espressioni, già provate da quanto avvenuto nella dimensione di FeiWong, si fecero improvvisamente sorprese.
«Yuuko-san?» esclamò Watanuki nel notare la donna comodamente seduta in compagnia di Eriol e Mokona.
Invece di rispondergli la strega si alzò, rivolgendosi direttamente all'arciere.
«Ce l'hai?» Domandò con la serietà che era solita mostrare sul lavoro.
«Sì» Replicò il ragazzo, mostrando la piuma mentre un Mokona sempre più curioso saltellava tra loro.
«Bene…» Mormorò la donna, osservandola con aria critica. «Un lavoro degno di quell'essere…» Aggiunse mentre Eriol le andava vicino.
«Credo di poter essere d'aiuto» Dichiarò l'uomo, ponendo le mani ai lati della piccola sfera, recitando qualcosa a fior di labbra.
In quel breve istante Watanuki avvertì chiaramente una fitta alla testa.
«Ma cosa…»
«Ora sei libero, Kimihiro-kun…» Spiegò lo stregone, osservando la piuma che, ormai purificata, finiva tra le mani della strega.
«Eh?» Replicò il giovane mentre Mokona saltellava felice.
«Credo che questa debba fare ritorno a casa…» Commentò Yuuko rivolgendosi al piccolo manju.
«Subito!» Esclamò questi, fermandosi di colpo. «Chiamo subito Soel!»
«Che?» Continuò Watanuki sempre più confuso. «Quella… tornerà a Sakura-hime, è così?» Domandò mentre la strega si limitava ad annuire con fare annoiato.
«Dì loro che la piuma li attende e che per averla devono prima farmi riavere qualcosa che si trova nel regno di Clow.» Aggiunse, ingnorando lo sguardo improvvisamente teso dello stregone ancora al suo fianco.
Mokona annuì e quel gesto bastò a far proseguire la donna.
«La scatola apparteneva al padre di Sakura-hime, è quindi probabile che si trovi ancora nella sua stanza. La voglio con tutto il suo contenuto. E che nessuno si azzardi ad aprirla!»
«Ma quella!» Esclamò Eriol visibilmente teso.
«Qualche problema… Eriol?»
Lo stregone si limitò ad un'alzata di spalle, allontanandosi.
«Salutameli e dì loro di far presto.» Concluse la strega, tornando a guardare i due ragazzi ancora perplessi per quanto appena udito. «Se non c'è altro…» Commentò, indicando la propria intenzione di congedarsi.
«Avrei ancora una richiesta…»
Le parole dell’arciere sembrarono richiamare l’interesse generale, eccetto quello di Larg che, fattosi da parte, si era messo in contatto con Soel al fine di trasmettergli la richiesta di Yuuko.
«Sarebbe?» Domandò intanto la donna.
«Non sono riuscito a sconfiggere quell’uomo... Fei-Wong...» Dichiarò Doumeki. «Potrebbe tornare a ripetere quanto già fatto ed io voglio impedirlo.» Chiarì con la sua solita sicurezza.
La strega incrociò le braccia osservandolo con espressione più seria.
«Quello che stai chiedendo…»
«Pagherò qualsiasi prezzo.» La interruppe l'arciere, sotto lo sguardo allarmato di Watanuki.
«In tal caso...» Proferì la donna «Visti gli ultimi accadimenti e considerata l'entità della tua richiesta… Per una simile protezione, il pagamento più adatto sarà quello di affiancare Watanuki nel suo prossimo lavoro…»
«Yuuko-san!» Esclamò a quello il più piccolo, bloccandosi al cenno perentorio della donna.
«Mi dica cosa fare.» Aveva replicato intanto il più grande, deciso come sempre a proteggere la persona amata.
«Bene…» Conlcuse la strega. «Da questo momento sarai il custode delle dimensioni.»

«Cosa? Custode?» Esclamò un Watanuki sempre più agitato.
«Proprio l'incarico adatto a lui…» Si inserì Eriol, fissando la strega con espressione divertita. «Peccato non averci pensato qualche tempo fa. Anche suo nonno sarebbe stato perfetto.»
«Se avessi avuto il tempo di pensare a quello…» Lo rimbeccò la strega con aria minacciosa, «probabilmente avrei eliminato la causa di tanti problemi!»
Eriol sembrò incassare il colpo, muovendo un passo indietro e concentrandosi sui due ragazzi.
«Allora? Cosa rispondi?» Domandò la strega in direzione dell'arciere.
«Accetto.» Replicò questi, ignorando le lamentele di Watanuki che, sempre più agitato, tornò a rivolgersi alla donna.
«Lei non può farlo! Non può!»
«Tu credi?» Lo incalzò questa «Eppure sei stato proprio tu a coinvolgere Doumeki-kun al punto da mescolare le vostre energie all'interno del cerchio dimensionale.»
«..Che? I..io non… Che significa?» Ribatté il ragazzo con fare incredulo.
«Significa che oggi hai mescolato le vostre energie in un cerchio magico. E questo ha creato un nuovo legame tra voi. Cosa che dovrete rimettere a posto entro fine giornata.»
A quelle parole la tensione di Watanuki sembrò giungere al culmine. «Legame? Di che tipo? Cosa… dovremmo fare?»
La strega lo fulminò con lo sguardo. «Ho già detto che dovrete risolvere il tutto in giornata. Più o meno come avete già fatto…» E qui la sua espressione si fece così maliziosa da spaventare il povero Watanuki «con quel petalo…»
«Co…co…che ha detto?» Replicò questi indietreggiando, senza notare l'improvvisa tensione dell'arciere.
«Sembra una storia interessante.» Commentò Eriol, che invece aveva notato l'improvviso cambiamento del ragazzo.
«Oh, è stato un bacio memorabile!» Dichiarò la strega con fare sornione. «Ti mostrerò la foto!» Aggiunse poi, tornando a fissare i due ragazzi. «Per vostra fortuna non dovrete arrivare a tanto. Vi basterà dormire vicini per questa notte.»
«I..intende nella stessa… stanza?» Domandò Watanuki con fare titubante.
«Intendo attaccati: abbracciati, mano nella mano… scegliete voi il modo.» Replicò la strega. «Ovviamente dovrò porre su di voi un piccolo incantesimo e… dovrò essere ricompensata.»
«Quindi… dovrò restare qui?» Continuò il ragazzo, quasi infastidito dal silenzio di Doumeki.
«Esattamente e… non solo per questa notte» gli comunicò la donna, bloccandolo prima che potesse interromperla. «La durata del tuo soggiorno al tempio la stabilirò più avanti. Fino ad allora dovrai restare qui. E questo…» Continuò, bloccandone ancora le lamentele con un gesto della mano «È il pagamento che mi dovete per l'aiuto che vi sto dando.»

Qualche ora più tardi, dopo una lunga cena pretesa dalla strega, i due ragazzi osservarono gli stregoni andar via con Mokona.
«Allora… facciamolo.» Dichiarò di colpo Watanuki.
L'arciere si limitò ad annuire, avanzando verso la propria camera, dove sistemò un fouton a pochi centimetri dal suo.
Osservò per qualche istante quella sistemazione improvvisata, tornando a piegarsi per unire del tutto quello che sarebbe stato il loro letto.
Quella situazione gli riportò alla mente quanto accaduto poco tempo prima, quando per problemi analoghi si erano ritrovati a dover dividere la stessa stanza. Sembrava fossero passati degli anni ed invece… tra loro si era creata ben più di una distanza.
E cosa peggiore… per una volta Watanuki sembrava aver avuto ragione. Il suo silenzio da quando erano tornati da quella dimensione, la tensione che aveva percepito in lui durante la cena… sembravano provare che quei sentimenti che aveva pensato di provare per lui fossero effettivamente il frutto delle macchinazioni di Fei Wong. Un tarlo che non aveva smesso di tormentarlo e che per la prima volta lo vedeva timoroso di apprendere la verità.
Fu con quel particolare pensiero che infine si decise a spegnere la luce per poi sdraiarsi accanto all'altro, che se ne stava in silenzio, lo sguardo verso la finestra.
«Tutto ok?» Domandò infine, costringendosi a stringere una mano attorno al suo braccio. «Scusa ma… fa parte dell'incantesimo» Gli ricordò quasi per giustificare il suo gesto.
Passarono alcuni secondi prima di sentire la voce di Watanuki.
«Mi dispiace…È tutta colpa mia. Come sempre…»
«Non preoccuparti» Replicò, non certo di cosa stesse parlando.
«Non avresti dovuto accettare la richiesta di Yuuko-san» Continuò il più piccolo.
«È stata una mia scelta» Ribadì l'arciere.
«Anche quella per colpa mia…» Aggiunse l'altro in tono stanco.
«Dovresti dormire invece di rimuginare su cose che non possiamo cambiare.» Una frase emessa in tono quasi conciliante, tanto da spingere il più piccolo a staccarsi da quella presa per intrecciare le dita alle sue.
A quel gesto inatteso l'arciere si trovò a sospirare, sistemandosi meglio per poi augurargli la buona notte.
Per lui lo sarebbe stata di certo, anche solo per il saperlo finalmente libero da quei fili ed ancora una volta al suo fianco. A tutto il resto, alla probabilità di non essere più nel suo cuore, avrebbe pensato più tardi.
Ora c'era solo quella notte insieme.

xXx

Note al capitolo:
Hime: come saprete già significa principessa ed è il modo in cui viene spesso chiamata Sakura in Tsubasa.





*Sbucano da un angolino, guardandosi intorno con aria circospetta*
Oh, evvovi! Salve, come va? *fischiettano*

Si, siamo in ritardo. In tremendo ritardo, lo sappiamo. U_U
Il fatto è che con l'uscita di Drug&Drop, i cambiamenti politici, i primi freddi, il gatto nel forno… insomma… chiediamo scusa e speriamo che ciò non si ripeta anche se questa volta sarà meglio non fare promesse, ne?

Andando a noi, questo capitolo è stato abbastanza arduo da portare a termine e come avrete capito giunge a concludere questo secondo arco narrativo che sarà seguito immediatamente (insomma dal prossimo aggiornamento ^^") dal terzo ed ultimo nonchè tanto atteso perchè vietato ai minori!
Essì dalla prossima volta dovrete loggarvi per bene prima di riuscire a leggerci. Speriamo che ciò non vi fermi. :P

Nb: nessun gatto è stato maltrattato. Il forno era spento ed il gatto virtuale dorme acciambellato nella sua cesta. U_U

E dopo le doverose premesse… passiamo alle recensioni! ^_^

Archybald: Siamo felici di averti sorpresa. Speriamo sia così anche con il nuovo capitolo.
Purtroppo il ritardo sembra essere diventato una costante ma tra impegni e capitoli difficili da trattare… beh… sappiamo di avere la tua comprensione. :P

xMoonyx: Visto che siamo tornate? Purtroppo la costanza con cui aggiornavamo inizialmente è cambiata, colpa sia della vita offline che della conclusione indegna del manga... ma siamo determinate a portare a termine questa storia, non temere! Soprattutto adesso che siamo arrivate alla fine di quest'arco e si apre il terzo ed ultimo.
Le recensioni in questo senso ci aiutano sicuramente...
Quanto ad una sperata assenza di angst... non è proprio il nostro genere. L'angst ci piace, alla follia, e direi che ormai si è visto.
Permarrà anche nel terzo arco quindi, pur aggiungendosi a tante altre cose che sicuramente troverai interessanti :P :P E non stiamo parlando solo del tanto atteso Yaoi! La trama ha ancora in serbo diverse sorprese.

Naco: Questo capitolo è abbastanza lungo? Speriamo di si vista la fatica nel metterlo a posto. XD
Come avevi anticipato anche questo arco narrativo è ormai giunto al termine.
Dal prossimo si passerà a quello finale dove allo yaoi si uniranno angst (che novità, eh?) e nuovi incontri… Ma non diciamo altro o finiamo pericolosamente in zona spoiler. :P

WitchOfTheDimension: Come ben vedi, avevi ragione sull'identità del misterioso viaggiatore dimensionale!
Come non concordare sull'interpretazione di Yuuko... è perfettamente identica come al solito, d'altro canto sai anche tu a chi dare il merito... non è vero, Layuuko :P? (ndHary) (ndLay - mi dissocio! ¬.¬)
E anche qui, Yuuko-san ha complicato la situazione... chissà come andrà a finire :P

sailorYuko: Ci spiace di non aver postato presto e speriamo che il capitolo ti piaccia abbastanza da sorvolare su questo aspetto. :P





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Capitolo 48
*** Intrecci - Cambiamenti ***


Destino Inevitabile - Intrecci
Capitolo 48
 Cambiamenti

Le prime luci del mattino giunsero tardive, almeno per chi come Doumeki aveva faticato nel prendere sonno. Le troppe emozioni vissute in un solo giorno: la gioia di sapere Watanuki finalmente libero dall'influenza di Fei Wong era solo uno dei motivi per cui era rimasto a vegliare sul sonno del più piccolo, lasciando che la propria mente rivivesse più e più volte quanto accaduto in quelle ultime ore.

Fu il suono della sveglia a riscuoterlo dai propri pensieri, spingendolo ad alzarsi per precedere Watanuki, evitando di presenziare al suo risveglio, ancora incerto su come affrontarlo.
In quell'atmosfera ovattata e carica di dubbi avevano infine mangiato, sforzandosi di parlare del più e del meno, preparandosi per la scuola ed uscendo da casa con un improvviso senso di sollievo, destinato però ad infrangersi qualche istante più tardi.

Appoggiata al cancello del tempio Yuuko stava osservandoli con aria divertita, giocando con la lunga coda che quel mattino aveva deciso di abbinare all'abbigliamento sportivo scelto per l'occasione.
«Buon giorno…» Esordì, muovendo qualche passo verso di loro e squadrandoli dalla testa ai piedi prima di abbozzare un sorrisetto ironico e decisamente pericoloso.
«Yu-Yuuko-san..?» Esclamò Watanuki alla vista della donna.
«Sono venuta a vedere come andava e… a chiarirvi quanto detto ieri sera.»
A quelle parole Watanuki si fece più interessato. «Sta parlando della puni… del suo pagamento?» Domandò, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'arciere.
«Proprio quello» Confermò la strega. «Ho deciso che, data la tua lunga permanenza qui al tempio, sarà meglio lasciare libero l'appartamento dove hai vissuto in questi anni.» Concluse poi con la naturalezza con cui avrebbe potuto stilare una lista della spesa.
«Co.. Cosa?!» Esclamò un Watanuki sempre più confuso.
Vivere al tempio? Lasciare l'appartamento?
«Che significa?» Continuò con un tono di voce sempre più stridulo.
«Esattamente ciò che ho detto… Watanuki.» Ribadì la donna, affatto colpita dalla reazione dell'altro.
«Ma..»
«Niente ma…» Continuò la strega. «Ho già informato la proprietaria del condominio. Prendi le tue cose e preparati alla tua nuova vita.» Affermò con un tono che non ammetteva repliche e che a Watanuki sembrò voler sottolineare qualcosa di molto più drastico.
Incapace di risponderle, il ragazzo si limitò ad osservarla mentre si allontanava, ridestandosi dall'improvviso torpore solo quando Doumeki si decise a dire la sua.
«Faremo tardi a scuola…»
«Eh? Cosa?» Sobbalzò il più piccolo, guardandolo come fosse la prima volta che lo vedeva. «Che hai detto?» Continuò, scoprendosi ad arrossire sotto quello sguardo che tante volte lo aveva irritato.
«Che faremo tardi…» Ripeté l'arciere, sollevando la cartella per rendere più incisivo il messaggio. «Dopo ti aiuterò a portar qui le tue cose.» Aggiunse poi incamminandosi.
Seppur confuso da quanto appena provato Watanuki si decise a seguirlo, restando qualche passo più indietro. Sapeva già di amarlo, non c'erano dubbi, ma da quella mattina tante cose sembravano essere cambiate dentro di lui. Si sentiva diverso e sopratutto… percepiva emozioni diverse al cospetto di Doumeki.
Certo, quanto accaduto il giorno prima poteva aver influenzato le loro vite eppure… Eppure sentiva che c'era qualcosa di più, qualcosa che probabilmente avrebbe dovuto discutere con Yuuko-san.

xXx

«Così Shizuka è riuscito a liberarti da quei fili, eh?» Commentò Giku, sistemando gli ultimi libri dentro ad una scatola.
«Hey, parla piano!» Lo ammonì Watanuki, sorridendo allo sguardo divertito di Himawari. «Grazie per l'aiuto che mi state dando.» Aggiunse poi nella speranza di cambiare discorso.
«È un piacere per noi!» Lo rassicurò la ragazza, raggiungendo l'arciere per porgergli del nastro adesivo.
«E dimmi…» Sussurrò Giku con fare divertito «Adesso nei sei finalmente consapevole, no? Della cosa tra te e lui..» Precisò indicando prima Watanuki e poi l'arciere.
«He..Hei! Non indicarlo! Non dire simili cose!» Sbottò il più piccolo, attirandosi gli sguardi degli altri due. «Quindi…» Riprese in tono più basso quando li vide tornare ad occuparsi delle varie scatole, «era… tanto ovvio, eh?»
A quella domanda Giku sorrise con aria complice. «Abbastanza, sì.»
Watanuki abbassò le spalle con aria rassegnata, arrossendo visibilmente ed alterandosi nel sentire le proprie guance scaldarsi. «Dannazione… è tutta colpa sua! Perchè devo arrossire così? E perchè deve essere sempre così.. così…» Distolse lo sguardo dall'arciere per tornare ad incrociare gli occhi di Giku. «Sono patetico, vero..?»
«Solo un po'…» Replicò questi poggiandouna mano sulla sua spalla. «E comunque… non credo che a Doumeki-kun la cosa darebbe fastidio…» Ammise, interrompendosi di colpo quando gli altri due si mossero per raggiungerli.

Qualche minuto più tardi stavano percorrendo la strada che li avrebbe condotti al tempio.
«Ichinose-san è stata gentile nel concederti una settimana di tempo per il trasloco.» Dichiarò Himawari con la sua solita allegria.
«Sì, lo è stata…» Replicò un Watanuki piuttosto malinconico.
«Vedrai che al tempio starai benissimo!» Continuò la ragazza nel tentativo di consolarlo.
«Sì… immagino di sì.» Replicò il ragazzo sforzandosi di sorriderle.
«Già, pensa alla cucina di Doumeki-kun, lì sì che potrai preparare piatti di ogni tipo!» Rincarò Giku, sorridendo ad un imbarazzatissima Himawari.
La conversazione proseguì su toni abbastanza allegri, accompagnandoli fino al tempio dove l'arciere li anticipò per aprir loro il cancello, facendogli strada verso la stanza che aveva riservato a Watanuki.
«Eviterai di arrivare in ritardo!» Continuò Himawari, sempre più decisa a sollevare il morale dell'amico.
«Hei!» Replicò questi con fare piccato, seppur consapevole della verità appena enunciata dalla ragazza.
Per tutta risposta Himawari gli rivolse un sorriso sincero salvo fermarsi subito dopo, il volto improvvisamente pallido.
«Cosa…»
Una serie di immagini dimenticate da tempo iniziarono a rincorrersi nella sua mente, tanto rapide da far male.
Il tonfo della scatola che cadeva per terra attirò l'attenzione dei presenti.
«Hime-chan!» Esclamò Giku, andandole incontro. «Che ti succede?»
La ragazza non replicò, iniziando a tremare. Davanti a lei immagini sbiadite iniziavano a prendere forma propria, rivelandole quanto aveva cercato di dimenticare per anni: Un monaco che proprio in quel tempio aveva cercato di aiutarla, il ricordo di Doumeki che le diceva che suo nonno era morto in seguito ad un esorcismo, sua nonna che parlava di lei e di una maledizione. «L'ho ucciso io…» Mormorò un attimo prima di cadere sulle proprie ginocchia, l'aria affranta.
Quel gesto spinse anche l'arciere ad andarle vicino. «Oi… Hai visto qualcosa che ti ha spaventata?» Domandò seppur poco convinto. Accanto a lui Watanuki si guardò intorno in cerca di eventuali spiriti. «Eppure, non ci sono fantasmi…» Mormorò quasi a sé stesso, trasalendo nell'udire una voce fin troppo familiare.
«Non esistono solo i fantasmi, sai?» Esclamò infatti Yuuko-san, avvicinandosi loro. «Non come li intendi tu, almeno.»
«Yuuko-san? Da dove arriva?» Esclamò il ragazzo, guardandola come fosse la prima volta che la vedeva.
«È così importante?» Replicò la strega senza attendere una risposta, avvicinandosi ad Himawari. «Entriamo dentro, vuoi?» Le domandò gentilmente.
La ragazza si limitò ad annuire, alzandosi per poi seguire la strega, seguita a sua volta dai tre ragazzi, sempre più confusi.
Una volta al riparo Giku si decise a prendere la parola. «Si può sapere cosa sta accadendo?» Domandò sempre più preoccupato.
«È semplice.» Spiegò la donna. «Da ieri alcune… macchinazioni di Fei Wong sono state cancellate…»
«Per via della mia richiesta?» Si intromise Doumeki.
«Non solo…» Replicò la strega, tornando ad osservare Himawari che, un po' più calma, si decise finalmente a parlare.
«Prima… quello che ho visto è… vero?» Domandò la ragazza in un soffio, gli occhi ancora pieni di lacrime.
La strega annuì. «Quello è il tuo passato Himawari-chan. Tuo e… di Haruka-san.»

xXx

Rieccoci dopo una lunghissima assenza dovuta a svariati motivi.
Che dire se non gomeeeeeen?
Beh, speriamo che la ripresa della storia ed il nuovo arco narrativo bastino a farci perdonare. ^^"
Come avrete notato i cambiamenti sono davvero tanti e vi farà piacere sapere che siamo appena all'inizio. Con i prossimi capitoli arriveranno nuovi personaggi (alcuni clampicamente noti, altri meno) che scateneranno diverse situazioni con le quali i nostri amati personaggi dovranno imparare a confrontarsi. E poi si… c'è sempre quello yaoi che, lo giuriamo, non è una chimera e ci sarà davvero.
Purtroppo per come le CLAMP hanno strutturato sti personaggi (Watanuki, è tutta colpa tua! -_-) farli arrivare al dunque senza spersonalizzarli è stata una vera impresa! XD

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Capitolo 49
*** Intrecci - Sfortuna e fortuna ***


Destino Inevitabile - Intrecci
Capitolo 49
Sfortuna e fortuna

La strega tornò ad osservare Himawari che, un po' più calma, si decise finalmente a parlare.

«Prima… quello che ho visto è… vero?» Domandò la ragazza in un soffio, gli occhi ancora pieni di lacrime.
La strega annuì. «Quello è il tuo passato Himawari-chan. Tuo e… di Haruka-san.»

Quelle ultime parole furono seguite da un pesante silenzio.
«Haruka-san… ha detto?» Domandò poi Watanuki, spezzando in qualche modo la tensione presente.
La strega annuì senza distogliere lo sguardo da Himawari.
«Significa che…» Continuò il ragazzo, fermandosi nel notare la sua stessa tensione anche nell'arciere.
Yuuko si limitò ad annuire nuovamente.
«Hai riscontrato delle differenze nel tuo modo di considerare determinate persone, vero?» Domandò quindi con l'aria di chi già conosceva la risposta.
Watanuki annuì lentamente, lo sguardo fisso sulle proprie mani. «Però… è impossibile che quell'uomo stesse influenzandomi da così tanto… tempo. No?»
«Tu dici?» Replicò la donna. «In realtà il suo intento era quello di farti sparire… così ha pensato bene di influenzare le tue emozioni riguardo le uniche due persone che avrebbero potuto cambiare il corso della tua esistenza. Sai già a chi mi riferisco, vero?»
Il ragazzo sussultò, osservando prima Doumeki e poi Himawari, annuendo infine alla strega.
«Però…»
La donna lo interruppe con un cenno, continuando il suo discorso. «Fei Wong ha fatto in modo che i tuoi sentimenti verso Himawari fossero diversi da come sono oggi, mi sbaglio?»
Il ragazzo scosse la testa sempre più agitato.
«Questo perché sperava che il suo potere arrivasse ad ucciderti...» Continuò la strega, fermandosi di colpo nel notare l'atmosfera della stanza farsi sempre più rarefatta.
Le servì meno di un istante per comprendere quanto stava accadendo e dopo un lungo sospiro si voltò verso un punto ben preciso, dove una sfera di luce iniziava a prendere forma, rivelando così la figura di Eriol.
«Per fortuna, Haruka-san ha trovato il modo di evitare tutto questo.» Esordì l'uomo rivolgendo un gesto di saluto ai presenti.
«Eriol-san!» Esclamò Watanuki, ricordando a sé stesso che dopo tutto quel tempo avrebbe dovuto smetterla di sorprendersi ogni volta.
«Sempre il solito egocentrico…» Commentò intanto la strega, agitando una mano come se stesse scacciando un insetto.
«Oh, continua pure…» Commentò l'uomo andandole vicino. «Non era mia intenzione interromperti.»
Yuuko tossì teatralmente, tornando ad assumere la sua solita espressione seria.
«La stessa cosa è accaduta con Doumeki-kun, colui che respinge gli spiriti. Se non sbaglio l'hai odiato dal primo momento, vero?»
A quello Watanuki abbassò lo sguardo annuendo.
«Ma le cose sono cambiate, no?» Insistè la donna.
«In particolare da… stamattina…» Ammise il ragazzo, senza riuscire a guardare il compagno.
«Già…» Continuò Yuuko sorridendogli. «Fei Wong desiderava che tu lo odiassi perché standogli lontano la tua vita sarebbe stata maggiormente in pericolo.» Asserì poi. «Allo stesso modo desiderava che ti innamorassi di Himawari-chan in modo da essere vittima del suo potere.»
«He-hey!» Esclamò a quello un Watanuki sempre più rosso per l'imbarazzo.
La strega ne ignorò le urla. «Fortunatamente  non aveva fatto i conti con i sentimenti che sono da sempre imprevedibili...» Continuò mentre, poco distante, Eriol annuiva con l'aria di chi aveva ben imparato una simile lezione.
«Doumeki-kun ti è rimasto accanto nonostante la tua forte antipatia nei suoi confronti, limitando così l'influenza negativa di Himawari che, a sua volta, si è legata a te al punto tale da diventare mia cliente per salvarti dalla sua stessa maledizione.»
Watanuki sembrò ascoltare quelle parole con estrema attenzione, annuendo a ciò che già sapeva ed abbassando lo sguardo ai riferimenti verso Doumeki.
Nonostante quanto accaduto tra loro non poteva non provare vergogna per i suoi comportamenti passati. E per il presente…
«Quell'uomo… Fei Wong…» Commentò, tormentandosi le mani, «in futuro sarà un problema? Ci… riproverà?»
A quelle parole Eriol mosse un passo in avanti. «E qui entro in gioco io…» Dichiarò sorridendo alla strega. «Vedete… c'è una ragione per cui sono qui.» Continuò con la sua solita calma. «Alla sua morte, Haruka-san è venuto a cercarmi chiedendomi di trovare una persona… Non è forse così Yuuko-chan? Ne aveva parlato anche a te, se non sbaglio...»
«Tu non eri previsto!» Ringhiò la donna.
«Suvvia, io non la metterei in questo modo…» Replicò l'uomo, schiarendosi la voce per poi riprendere il suo discorso. «La persona che dovevo cercare era Giku.» Dichiarò tra lo stupore generale. «E questo perché il futuro cui stiamo lentamente giungendo sarebbe stato possibile solo bilanciando il dono di Himawari-chan con il suo esatto opposto.»
«A causa mia…» Mormorò la ragazza.
«Non esattamente.» La interruppe lo stregone. «Vedete, se Haruka-san non fosse morto… non avrebbe mai potuto dirmi tutto questo. Inoltre… lui sapeva bene a cosa andava incontro. È stata una sua scelta quindi… non devi fartene una colpa» Concluse in tono più gentile.
«Però… se io non fossi mai nata…» Commentò la ragazza, spingendo Yuuko a prendere di nuovo la parola.
«In quel caso un'altra persona sarebbe nata con il tuo potere. Qualcuno che avrebbe potuto non affezionarsi a Watanuki, scegliendo quindi di non salvarlo. Se la metti così… è stato un bene che ci fossi tu, no?»
Himawari annuì, non del tutto convinta, l'espressione ancora crucciata seppur appena più serena.
«Bene…» Riprese la strega con tono più leggero, «a questo ci vuole proprio una buona cena!» Dichiarò tornando a fissare Watanuki.
«Cosa…» Commentò il ragazzo, preso alla sprovvista. «Ma certo! E suppongo debba essere io a farlo, vero?!» Esclamò quindi.
A quello la strega scoppiò a ridere, alleggerendo del tutto la tensione nella stanza e spingendo un'ancora incerta Himawari ad avvicinare l'arciere per porgergli le proprie scuse. Un'azione che trovò in risposta un abbraccio del tutto inatteso, specie da Watanuki che si bloccò sul colpo osservando i due con espressione assente.
In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece… Ora riusciva solo a scorgerne la tenerezza, notando come tutti e tre fossero lentamente cambiati, perdendo tratti dei loro caratteri per aquisirne di nuovi, più veri e profondi.
A quel pensiero si trovò a sospirare, decidendo di portare le ultime cose nella stanza di fianco a quella di Doumeki. La stessa che sarebbe divenuta la sua nuova casa.

xXx

Ed eccoci ancora qui... ancora con qualche intoppo ed in ritardo rispetto le previsioni (scusateci -_-)
Speriamo di cuore che questo capitolo sia stato di vostro gradimento vista la difficoltà nell'idearlo e nello scriverlo.
Himawari è sicuramente un personaggio complesso da rendere se la si estrapola dai sorrisi dietro i quali è solita nascondere tutto il suo mondo. A nostro avviso però l'argomento andava trattato e così eccoci a questo ennesimo capitolo-spiegazione che speriamo non abbia annoiato nessuno e che giuriamo essere indispensabile per i nuovi a venire.

Detto questo... spazio a voi amatissimi lettori (forse sarebbe meglio scrivere lettrici visto che i maschietti non commentano quais mai -_-)

Naco: Ben ritrovata!
Uddei, qualcosa di diverso nello stile dici? A noi non è parso ma sai, quando si inizia un nuovo arco narrativo forse qualche mutazione avviene, seppur involontaria. Speriamo solo che, in questo caso, sia positiva. XD
Per quanto riguarda i vari accadimenti, anche noi siamo dell'avviso che Himawari poteva dare parecchio di più e visto che le CLAMP l'han fatta sparire di colpo siamo maggiormente felici di averle dato più spazio all'interno della storia. ^^
Quanto a Doumeki e Watanuki non potevi descrivere meglio i problemi che ci danno per spingerli uno verso l'altro. Non che non lo vogliano… diciamo che il vero problema è Watanuki ma che te lo diciamo a fare? XD
Bon, speriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento. E speriamo di riuscire ad aggiornare prima. Anche se è meglio non prometterlo questa volta, chissà che non porti fortuna. -_-

Witch Of The Dimensions: Siamo sempre felici di farti quest'effetto!
La tua domanda, beh, una volta tanto viene spiegata precisamente nel capitolo successivo a quello in cui l'hai posta, speriamo che la spiegazione ti soddisfi!
Quanto al suggerimento sul fare della fic il vero seguito di Holic... Magari! XD
In ogni caso, speriamo che anche questo capitolo si adatti alle tue aspettarive, e non disperare... siamo lente ma ci siamo!

Archybald: Ma ciao!
Pare che Himawari riscuota davvero tanti consensi e ne siamo felici visto che ha già tante sfortune dalla sua.
Doumeki e Watanuki costretti a vivere insieme piacciono molto anche a noi… anche se… vabè non spoileriamo che con il prossimo capitolo verranno fuori tante altre cose. Continua a seguirci, quindi! ^^

SailorYuko: Chi non fa il tifo per Doumeki? Riporre le speranze in lui è la cosa migliore da fare, dato che Watanuki è troppo... Watanuki. La piuma sarà pure andata via, ma... beh, lo vedrai prossimamente :P
Quanto al vivere insieme dei nostri due, possiamo solo dire che se ne vedranno delle belle, che l'angst rimarrà fino alla fine ma che ci saranno anche tanti altri momenti :P
Non ti diciamo altro, perché tutte le tue domande sono quelle che troveranno una risposta nella storia!
E siamo contente che l'inizio dell'arco conclusivo, ti piaccia. ^_^ Che dire... speriamo di fare un lavoro meno tragico  di quello delle CLAMP! :P

Mrs Mustard: Benvenuta tra noi e grazie per la fiducia che ci hai dimostrato nel leggere tutto d'un fiato la nostra storia. Siamo orgogliosissime di sapere che ti è piaciuta a tal punto e speriamo di cuore che anche il proseguo possa essere di tuo gradimento. ^_^ *Arrossiscono per le bellissime parole*

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Capitolo 50
*** Aggiornamento ***


provvisorio Ciao a tutti... questo è un aggiornamento che non avrei mai voluto scrivere ma al momento mi trovo semplicemente costretta a dirvi che la storia è temporaneamente in sospeso.
Purtroppo Hari è scomparsa di nuovo e non risponde più ai miei messaggi. Sta bene, ma la voglia di dedicarsi a Destino Inevitabile è ovviamente venuta meno.
Sarebbe assurdo negare che il finale di Holic non abbia contribuito a far scemare la voglia di scriverci su, ciò nonostante l'amore per quanto scritto e l'impegno preso sono sempre stati e restano per me al primo posto.
Questo quindi non è un addio ma un messaggio per voi che ancora seguite questa storia e che magari vi stavate chiedendo che fine avevamo fatto.
Appena mi sarà possibile, ovvero quando avrò il consenso di Hari, proseguirò da sola questa storia cercando di portarla al termine nel migliore dei modi. Fino ad allora vi chiedo pazienza ed ovviamente mi scuso a nome di entrambe per quest'ennesimo rallentamento. 

Se la cosa vi aggrada  a breve metterò online sul mio profilo qualcosa su Holic scritto precedentemente da me e mai pubblicato per mancanza di tempo.
Spero vi sia almeno di consolazione durante l'attesa.

Scusate davvero tanto e grazie di cuore per aver seguito con tanto affetto questa storia.
A presto

Lay

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