La Dinastia Winchester di Karrina (/viewuser.php?uid=53673)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ch 1 - Ben ***
Capitolo 2: *** Ch 2 - Adam ***
Capitolo 3: *** Ch 3 - Furono in tre a scatenare l'apocalisse ***
Capitolo 1 *** Ch 1 - Ben ***
La Dinastia Winchester
Autore: karrina87
Titolo: La
Dinastia Winchester
Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Personaggi: Dean
Winchester,
Sam Winchester, Lisa Breden, Ben Breden.
Warnings:
What if
Conteggio parole:
741
Disclaimer: I
personaggi di Supernatural non mi appartengono, li ho solo presi in
prestito ma senza fini di lucro.
Riassunto:
What if. Ho
sempre pensato che fosse un peccato che Ben non fosse realmente figlio
di Dean, e avrei voluto che molti dei componenti della famiglia
"Winchester" sopravvivessero. Questa storia nasce da questo what if
utopico. Il filo conduttore rimane lo stesso delle 13 stagioni, quindi
trovate gli episodi di riferimento e tutto quello che avviene prima
viene dato per saputo dal lettore.
Episodio di riferimento: 3x02 Il Mistero di Morning Hill. Ma Lisa
Breden ammette a fine episodio che Ben è figlio di Dean.
Sam rallentò l'impala e parcheggiò
nel vialetto. Immediatamente Lisa uscì dalla casa chiamando
il nome
del figlio e correndogli incontro prima di stringerlo fra le braccia
e stringerlo a se preoccupata.
"Sto bene mamma!" il suo
ometto era l'uomo di casa, doveva essere forte ma lo strinse a se
come un ancora trattenendo il tremore dovuto alla paura che ancora
provava.
"Ma che accidenti è successo?" Domandò
guardando l'uomo davanti a lei. "Ti spiegherò tutto se lo
vuoi
ma fidati di me e meglio che non lo faccia. L'importante
è che
Ben sia salvo."
"Grazie" Lisa non era mai stata
cosi grata a un uomo come in quel momento. Non solo Dean le aveva
dato Ben, ma glielo aveva anche riportato dopo che era stato rapito.
Sam guardò Dean, capì subito che fra il fratello
e la donna
c'era qualcosa di non detto che doveva essere chiarito. Specie se non
fosse riuscito a trovare una soluzione e Dean fosse finito
all'inferno. "Vi lascio soli qualche minuto".
"Chengeling?"
Domandò con tono dubbioso alla fine della spiegazione.
"Non
ti ho mai parlato del mio lavoro. E' questo il mio lavoro!" Dean
sorrise timidamente sapendo che accettare quella parte della
realtà,
la realtà dei mostri, era la parte più dura di
quando le persone
ascoltavano la sua storia. E più di una volta aveva
incassato
rifiuti che gli avevano fatto molto male.
"E' vero era
meglio non saperlo." Dean dentro di se pensò che Lisa
avrebbe
potuto reagire peggio.
"Pensi che starà bene?" Domandò
in merito al figlio che con il walkman alle orecchie addentava un
panino alla marmellata senza un pensiero al mondo.
"Sì
starà benissimo" Dean fu invaso nuovamente da quel dubbio
che
era nato quando aveva visto per la prima volta Ben... e dopo averlo
visto in azione (salvare gli altri bambini) non poteva fare a meno di
notare che alla sua età lui stesso avrebbe reagito
più o meno allo
stesso modo. Cavoli a nove anni aveva costruito il suo primo fucile!
"Ora, seriamente, sei sicura al 100% che non sia mio?
Vero?"
Lisa rise dopo aver scoperto di essere incinta non
aveva pensato nemmeno per un secondo di chiedere al ragazzo ventenne
con cui aveva avuto una notte di passione travolgente di impegnarsi,
sposarla e tirare su suo figlio. La decisione di tenerlo l'aveva
presa lei. Ed era stata la migliore della sua vita.
"Sì
sta tranquillo. Ero un po' sregolata all'epoca... prima di essere
madre.Quindi sì puoi rilassarti..." Ma il Bene con cui le
rispose era una bugia patetica piena di delusione che lesse
subito."Tu- ...sbaglio o sei deluso?"
Dean era
stato un Dio del sesso nei suoi ricordi ma li davanti a lei c'era un
uomo vulnerabile e altruista. Un uomo che salvava le persone senza
chiedere nulla in cambio e che se avesse saputo del figlio...
"Sì
ecco...è strano, la tua vita - voglio dire la casa, il
bambino...-
non è la mia vita. Non lo sarà mai" Lisa vide
vero dolore in
quei profondi occhi verdi. "Mi è successa una cosa
recentemente
e...bhe comunque uno nella mia situazione a volte inizia a pensare:
un bel giorno non ci sarò più e cosa
lascerò a parte... una
macchina?"
Lisa sentiva il cuore batterle forte nel petto, la
verità che premeva per venire a galla.
"Comunque per
la cronaca hai un figlio eccezionale, sarei stato molto orgoglioso di
essere il padre." Disse sinceramente Dean e questo fece crollare
le sue ultime difese.
Lisa si alzò sulle punte e lo baciò. "Lo
sei." Confessò fissando il pavimento rendendosi anche lei
vulnerabile.
"Avevi detto.."
"Ho mentito..."
Dean sentì nascere un profondo affetto per il bambino, suo
figlio, e contemporaneamente un terribile dolore di perdita.
Perché
sapeva che non poteva restare. Sarebbe morto in meno di un anno. Non
poteva dare a Ben un padre per poi strapparglielo via subito dopo. Il
dolore della perdita lo conosceva troppo bene, non lo avrebbe mai
inflitto al suo stesso figlio.
"Senti Dean, se vuoi fermarti
qui per un po' sei il benvenuto..." Quell'offerta lo mandò
sull'orlo delle lacrime. Se solo...
"Non posso." E
nonostante tutte le parole non dette Lisa capì quanto
costasse a
Dean non restare. "Ho molto lavoro da fare e questa non è la
mia vita."
Si fissarono e sorrisero entrambi grati. Durò un
secondo poi Dean si strappò da quel sogno di periferia,
voltò le
spalle a Lisa uscì dalla casa, salì sull'impala e
chiuse lo
sportello.
"Parti."
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Capitolo 2 *** Ch 2 - Adam ***
dw ch 2
---
Autore: karrina87
Titolo: La
Dinasdia Winchester
Fandom: Supernatural
Rating:
Giallo
Personaggi: Dean
Winchester,
Sam Winchester, Adam Milligan.
Warnings:
What if, morte di un personaggio secondario, sangue.
Conteggio parole:
4732
Disclaimer: I
personaggi di Supernatural non mi appartengono, li ho solo presi in
prestito ma senza fini di lucro.
Riassunto:
What if. Ho
sempre pensato che fosse un peccato che Adam non fosse Adam quando lo
hanno incontrato o che almeno non avessero chiesto a Castiel di
riportarlo indietro assieme alla madre. Come già detto avrei
voluto che
molti dei componenti della famiglia
"Winchester" sopravvivessero. Questa storia nasce da questo what if
utopico. Il filo conduttore rimane lo stesso delle 13 stagioni, quindi
trovate gli episodi di riferimento e tutto quello che avviene prima
viene dato per saputo dal lettore.
Episodio di riferimento: 4x19 il salto dello squalo. Ma Adam
è davvero Adam. E sopravvive.
Dean ravanò nel cruscotto
e tirò fuori il telefono di suo padre sbattendo anche la
testa sul
tettuccio.
"Pronto" quella giornata iniziava
bene.
"John?" Domandò una voce di un ragazzo.
"Non
può venire al telefono, posso aiutarti?" Non riconoscendo la
voce Dean si domandò chi poteva essere.
"Sono Adam
Milligan, lui mi conosce. Gli dica di venire al telefono!"
Domandò in tono sgarbato dettato dalla sofferenza.
"Spiacente
di doverti dare la notizia ma John è morto più di
due anni fa. Chi
parla?" Per qualche strano motivo quella voce ricordava qualcosa
a Dean, il tono di voce o forse il timbro...
"Sono il
figlio..."
Windom, Minnesota
Con l'aspetto di un
uomo con una missione Dean iniziò a prelevare oggetti dal
fondo del
baule dell'impala mentre Sam cercava di farlo ragionare.
"Dean,
ti assicuro che Adam è reale. E' nato il 29 settembre 1990
da Kate
Milligan, il padre non risulta sul certificato di nascita. E' stato
con gli scout si è diplomato con lode al liceo attualmente
va
all'università del Wisconsin e sta studiando medicina. Dean
mi
ascolti?"
"E' una trappola." Doveva per forza
esserlo. John glielo avrebbe detto se avesse avuto un fratellastro.
Non c'era possibilità che suo padre non gli avesse detto una
cosa
del genere.
Entrarono nella tavola calda e Dean si mise a
preparare le trappole per smascherare il demone o mutaforma o
qualunque altra creatura credeva di farlo fesso: Acqua santa nel
bicchiere. Posate d'argento al posto delle normali di acciaio. E
spostò la sedia per far si che si sedesse dove voleva lui.
"In
un modo o nell'altro la deve pagare, ha usato papà come
esca...è
stato l'ultimo sbaglio nella sua breve vita..." Ma vedendo lo
sguardo di pietà che gli stava rivolgendo Sam
domandò: "Che
c'è?"
"Dean ascolta, c'è una annotazione nel diario di
papà. Del gennaio 1990. Dice che è diretto nel
Minnesota per
lavorare a un caso. Quindi risale a circa 9 mesi prima che sia nato
il ragazzo."
"Coincidenza."
"Coincidenza?"
Piuttosto negazione pensò Sam."E le due pagine successive
del
diario? Strappate!"
"Tu credi veramente a questa
storia?" Dean sapeva che Sam non era un fan del padre ma un
fratello segreto?
"Senti neanche io vorrei crederci dico solo
che è possibile, insomma papà spariva per intere
settimane e non
era esattamente un monaco." Sam non capiva come Dean potesse
venerare il padre fino al punto di renderlo cieco ai suoi difetti. Ma
era sempre stato così. " Un cacciatore arriva in
città. Uccide
il mostro. Salva la ragazza e talvolta lei è
riconoscente..."
Sembrava la storia dei venerdì sera di Dean e per un istante
entrambi si ritrovarono a pensare a Lisa e Ben. "Potrebbe essere
successo senza volere..."
"Finiscila!" Ok quel
tasto era dolente.
Salvato dalla campanella di ingresso.
Un
ragazzo biondo, occhi azzurri, costituzione robusta dovuta alla
genetica dei Winchester si guardò attorno e si
girò quando Sam
chiamo: "Adam?"
"Sei Sam?" Il diciottenne non
sembrava sapere chi fossero. Se era una trappola mentiva bene...
"Sì, lui è Dean." Adam salutò senza
entusiasmo e si
sedette al tavolo.
"Allora...come mai conoscevate mio
padre?" E come mai avevate il suo cellulare avrebbe voluto
chiedere. Adam non aveva familiari ancora in vita da parte di madre e
disperato per la sua scomparsa si era fatto violenza e aveva chiamato
il numero di John. La polizia non aveva trovato nulla ma si ricordava
che il padre era stato militare e che aveva un certo ascendente sui
membri delle forze dell'ordine. In casi disperati...misure disperate.
"Lavoravamo insieme..." Disse Sam.
"ah...come
è morto?" Sembrava una domanda che un figlio dovesse fare in
merito alla scoperta della morte del padre. Ma sentiva i sentimenti
nei confronti di John come anestetizzati.
"Sul lavoro."
Restò vago Sam non sapendo di cosa fosse a conoscenza Adam.
"Quindi
ha avuto un incidente in officina? Faceva il meccanico giusto?"
Altra domanda senza vero interesse, il suo pensiero fisso era un
altro.
"E' stato schiacciato da un'auto!" Disse
con brutalità Dean tirando fuori la pistola sotto il tavolo
e
tirando indietro il cane.
Se un figlio scopre della morte del
padre non rimane impassibile, non ordina il solito in una tavola
calda, non beve un bicchiere d'acqua! Va a sbronzarsi fino a che non
si rende insensibile al dolore! Dean era indignato come recitazione
qualunque cosa fosse faceva schifo.
Poi però bevve l'acqua
santa e nulla accadde. Prese le posate d'argento e nulla accadde.
Anche se gli costava ammetterlo non era disposto ad uccidere un
essere umano perché era incazzato nero a non ne poteva
più di
sentirlo blaterare su suo padre. "oh quante idiozie... tu stai
mentendo!"
"Non è vero." Negò Adam, non gli
piaceva che qualcuno gli desse del bugiardo.
"Sì che
lo è." Fece Dean a muso duro.
"Scusa ma chi siete voi
per darmi del bugiardo?"
"Siamo i figli di John
Winchester. D'accordo? Noi siamo i suoi figli!" Gli sbatté
in
faccia il maggiore dei Wincester.
Attraverso la nebbia della
stanchezza di quei due giorni di preoccupazione per la madre si fece
strada un sentimento di reale stupore e di atavico desiderio di un
fratello maggiore. Spostò lo sguardo su Sam che glielo
restituiva
imbarazzato ma sincero. Non era uno scherzo. "Ho dei
fratelli?"
"Non hai fratelli, non so se sei un
cacciatore e non mi fido di te!"
"Non sono mai andato a
caccia in vita mia." Adam trovò un po' strano quel commento
sulla caccia. Ma quasi immediatamente Dean si alzò deciso ad
andarsene. Non poteva, no anzi non voleva perdere la
possibilità di
avere dei fratelli, con John forse non c'era stato nulla da fare...
ma che fosse dannato se non ci avesse provato fino in fondo con i
suoi fratelli! "Posso provarlo!"
Li portò a casa
sua. Gli mostrò le foto assieme. Di quando erano andati a
pesca e
dei compleanni. Dean però sembrava fissato su quella
dell'unica
volta che John lo aveva portato a vedere una partita di baseball.
Adam provò la soddisfazione tutta fraterna dell'invidia che
suo
fratello maggiore provava per qualcosa che aveva condiviso
solo
lui con il padre.
"Adam hai chiamato papà perché tua madre
è sparita?" Sam ormai gli credeva e voleva aiutarlo se
poteva.
"da quanto tempo?"
"Tre giorni." Rispose Adam.
Dean gli ricordava John aveva la stessa aura di autorità
militare. O
almeno faceva il terzo grado come un poliziotto. "Chi è
stato
l'ultima a vederla?"
"Il signor Abbinanti. Il vicino.
L'ha vista rientrare il martedì sera ma il mattino dopo non
è
andata a lavoro."
"Hai chiamato la polizia?"
Domandò Sam per assicurarsi che avessero già
fatto tutto il
possibile.
"Ci ha pensato il direttore dell'ospedale. Io ho
preso la macchina e sono venuto qui." Il dolore e la
preoccupazione tornarono a riempirlo assieme al senso di colpa "L'ho
lasciata da sola"
"Che ha detto la polizia?"
Domandò Dean cercando di essere più
gentile con il tono e
stiracchiando anche un sorriso.
"Hanno setacciato la casa
senza trovare niente... Non se ne sarebbe andata senza avvisare."
Anche se ciò che avrebbe voluto dire era: Non mi avrebbe mai
abbandonato, vero? "E' come se fosse sparita dalla faccia della
terra."
I fratelli avevano ispezionato la casa e
scoperto una corrispondenza fra il caso seguito nel 90 dal padre e
una serie di furti di cadavere avvenuti il mese prima in
città.
La
madre di Adam non era poi l'unica persona a risultare scomparsa.
Anche un barista del luogo era svanito senza lasciare tracce.
Fu
l'occhio attento di Dean ad accorgersi ai graffi sul pavimento in
legno. Solo la disperazione e la paura possono dare la
capacità di
rigare così delle assi di legno. E quei segni portavano
sotto il
letto.
La grata di areazione non prometteva nulla di buono. Così
come nella migliore delle tradizioni Winchester si giocarono la
discesa in quel buco a carta sasso e forbice. Dean giocò
forbice,
come faceva sempre. E Sam sasso. Per questo motivo fu Dean a trovarsi
il naso a venti centimetri dai resti del pasto di quel mostro. Resti
che molto probabilmente erano della madre di Adam.
Tornati in
motel si erano messi a ripulire l'arsenale per prepararsi alla caccia
di quella sera quando un Adam agitatissimo si fece strada nella loro
camera dopo aver bussato alla loro porta.
"Voglio sapere
chi siete!" Eruppe. "La mia casa è una scena del crimine,
mia madre probabilmente è morta! E voi due mi dite di
chiamare la
polizia ma ve ne andate prima che arrivi? Chi siete veramente?"
Adam
li vide scambiarsi degli sguardi intensi come se parlassero con il
pensiero. Come se Sam volesse dire qualcosa ma Dean gli dicesse di
non provarci. "La polizia non sapeva dove cercare, ma tu sì!
E
prima vi ho sentito dire qualcosa su dei furti di cadavere..."Adam
non era minimamente stupido, anzi era molto intelligente. Inoltre
finì per notare le armi nascoste sotto la coperta del letto.
"Non
siete dei meccanici...?" Non era una domanda. "Voglio solo
sapere cosa sta succedendo." Sentiva il muro che Dean aveva
innalzato e quindi implorò con lo sguardo Sam "Per favore."
"Siamo cacciatori." "SAMMY!" Lo ammonì Dean.
"Lui deve saperlo Dean!"
Ancora quel termine della
tavola calda "Che vuol dire cacciatori?" E Sammy glielo
disse.
"Ok quindi fondamentalmente state dicendo che
tutti i mostri nei film e tutti gli incubi che ho avuto sono reali?"
Un velo di sudore gelido gli copriva la spina dorsale mentre
pronunciava quelle parole.
"Godzilla è solo un film"
Sdrammatizzò Dean, anche se un Grazie a Dio
aleggiò nell'aria.
"Noi li cacciamo, come papà." Sam e Dean erano pronti
a quasi ogni reazione ma Adam li sorprese. "Ok"
"OK?
Tutto qui?" Chiese Dean
"Che cosa dovrei dire?"
Fece Adam.
"Che siamo pazzi, bugiardi per elencarne
qualcuno... nessuno dice solo ok." Spiegò il maggiore
esterrefatto.
"Bhe siete i miei fratelli...state dicendo la
verità?" Domandò in modo diretto. "Sì"
rispose
senza esitazione Sam. "Allora vi credo...Che è successo a
mia
madre?"
"Non ne siamo sicuri, in città qualcuno ruba i
corpi morti o vivi che siano. Ma non sappiamo chi." Ammise
Sam.
"C'è una lunga lista di mostri possibili." Spiegò
Dean. "Credete che possa essere ancora viva?" il silenzio
che seguì la sua domanda fu assordante. E per la prima volta
nessuno
dei due volle sostenere il suo sguardo. "ah... come posso
aiutarvi?"
"Non puoi." Dean fu categorico.
"Si
è preso mia madre! Vengo con voi se gli date la caccia!" ma
la
risposta di Dean fu sempre "NO"
"Dean, senti
forse..." "Forse cosa?" Lo interruppe. "Ha perso
sua madre." Disse Sam alzando la voce. "Possiamo capire
bene come si sente." Continuò.
Dean si alzò portando con se
il diario del padre: "Perché credi che papà non
ci abbia mai
detto nulla di lui? Perché credi che abbia strappato le
pagine?
PERCHE' LO VOLEVA PROTEGGERE! Ecco perché."
"Papà è
morto..." provò a controbattere Sam ma Dean si impose
ancora:
"NON IMPORTA! Lui non voleva che vivesse come noi e noi
rispetteremo la sua volontà!"
"Posso dire una
cosa?" chiese Adam ricevendo un NO unisono dai due fratelli
maggiori.
Poi Dean prese la giacca e ancora infuriato se ne andò
dalla stanza di motel.
"E' sempre così?" Domandò
Adam suo fratello maggiore sembrava lo stereotipo del primogenito
dispotico e maniaco del controllo.
"Benvenuto in famiglia!"
Fu la risposta solo per metà sarcastica di Sam. Poi estrasse
la
pistola, tirò indietro il carrello ed estrasse il
caricatore. "
Ecco ti insegnerò qualcosa..."
"Ehm...Dean ha detto.."
Provò Adam.
"So cosa ha detto..." Porgendo il calcio
della pistola al ragazzo. "...e so cosa sia il desiderio di
vendetta."
Sam gli fece vedere come smontare pulire e
rimettere insieme la pistola, poi gli disse di provare.
"Papà
come è morto veramente?" Chiese Adam a un certo punto.
"Un
demone." Fu il laconico commento di Sam che fino a un minuto
prima era stato molto più loquace. "Dean lo ha ucciso."
"Quindi per voi è finita?" Si chiese dentro di se come
si fa a tornare ad una vita normale dopo aver vissuto qualcosa di
così orribile, ma le parole successive di Sam gli tolsero
qualunque
illusione. "Non è mai finita."
Poi la luce si spense e
dalle pareti iniziarono a sentirsi degli strani rumori.
A Sam ci
volle poco per capire che la creatura che aveva attaccato la madre di
Adam era lì per loro. Ma ciò nonostante si
trovò a terra
trascinato per metà sotto la macchina di Adam nel tentativo
di fuga
dal parcheggio. Se se la cavò fu solo per il coraggio di
Adam che lo
trattenne con tutte le sue forze e la divina provvidenza che fece
arrivare Dean proprio in quel momento. I proiettili colpirono
qualcosa di solido e il mostro ferito lo lasciò andare
"Ma
che è accidenti è?" Domandò Dean
"Non sappiamo che
cosa sia, ma sappiamo a chi da la caccia: Jo Barton, la madre di
Adam... " Elencò Sam.
"E Adam...Lo aspettava sotto la
sua macchina." Concluse Dean
"Ha teso una trappola e io
ci sono cascato dentro." Sam si sentì inadeguato come un
principiante, questi errori avrebbe potuti farli Adam ma non lui. Con
un errore del genere la gente muore.
"Ascolta io ho
trovato un nesso." Disse elencando sulle dita "Jo Barton
era un poliziotto, sono sicuro che ha aiutato papà.
Così abbiamo
Jo, la ragazza di papà e suo figlio. Ora sappiamo
perché è
tornato."
"Vuole vendicarsi" forse era lo shock di
sapere di avere un bersaglio sulla schiena, ma Adam si sentiva freddo
come il ghiaccio. L'unica cosa che riusciva a pensare era di piantare
un proiettile nel cranio di quella bestia finché le sue
cervella non
fossero state sparpagliate sul pavimento.
Tornati a casa
di Adam Dean gli ordinò di preparare la valigia. Il piano
era
semplice. portare il ragazzo da Bbby così che fosse al
sicuro e poi
tornare a finire il lavoro.
Sam non era d'accordo. Senza Adam
quella cosa poteva tornare a nascondersi per altri diciotto anni.
L'unico modo per abbatterla era di usare lo stesso Adam come esca. Il
che ovviamente finì per farli litigare.
"Hai intenzione di
usarlo come esca per questo vuoi restare?" Fu l'accusa di
Dean.
"Questa cosa tornerà...addestriamo Adam.
Prepariamolo."
"Potrebbe morire Sam! "
"Tutti
possiamo morire, anche se uccidiamo questo demone altri potrebbero
vendicarsi. Su papà, su di noi. E se trovassero il
ragazzo? E
non fosse pronto?" Ma invece di Dean a rispondere fu Adam.
"Lo
farò. Farò tutto il necessario. Voglio farlo."
Aveva ascoltato
tutto e il suo desiderio di vendetta lo stava ormai accecando.
Avrebbe messo lui fine alla creatura che gli aveva strappato la
madre.
La mattina dopo iniziarono
l'addestramento. I tre fratelli andarono al limitare di un bosco in
una zona dove nessuno avrebbe sentito gli spari e dove nessuna
pallottola vagante avrebbe rischiato di causare danno. Presero un
cartello di metallo e ci disegnarono un bersaglio. Sam come il giorno
precedente fece da maestro: Insegnò come impugnare l'arma,
mirare e
il momento in cui premere il grilletto. fra un respiro e l'altro
quando la mano è più ferma.
"E' facile devi solo stare
attento al rinculo. Hai tre colpi. Prova."
Adam andò a
segno con tutti e tre i colpi. "La fortuna del principiante."
Dean li osservava dalla macchina contrariato. Avrebbe dovuto
essere al sicuro da Bobby o a studiare all'università.
Avrebbe
dovuto avere la vita che Sam non aveva potuto avere per colpa sua.
Poi demonologia, rituali ed armi per abbattere i diversi
mostri. Sam sembrava un fiume di conoscenza inarrestabile e Adam un
pozzo che voleva essere colmato. Dean lo sentì raccontare
delle loro
cacce come se fossero state delle Avventure... . La sensazione
di stare sbagliando divenne ogni secondo più intensa.
"Accidenti
che lavoro assurdo che fate." Fu il commento di Adam a un certo
punto.
"Essere un cacciatore non è un lavoro Adam. E' la
vita! Sei quasi medico, hai la ragazza, degli amici?" Adam
annuì. "Ora non ce li hai più." Quelle parole
brutalmente
crudeli che Dean sentiva uscire dalla bocca di Sam gli sembravano
drammaticamente familiari... e poi si ricordò dove le aveva
già
sentite. Era stato suo padre John a pronunciarle. "Se vuoi
davvero fare questo non puoi avere legami con nessuno. Nessuno! Sono
punti deboli. Metteresti quelle persone in pericolo, verrebbero
uccise. E' il prezzo che paghiamo. Li devi tagliare fuori dalla tua
vita." Per la prima volta Dean vide la sua vita come l'aveva
vista Sam a 17 anni... come una setta. Da cui non potevi uscire se
non fuggendo. "Puoi contare soltanto su una cosa: la famiglia."
E non gli avrebbe permesso di fare il lavaggio del cervello a quel
ragazzo. Non in questa vita.
"Sam. Posso parlarti?"
facendogli cenno si spostarono nell'altra stanza. "Ti rendi
conto? Cacciare è la vita...Non puoi avere legami...
Papà ti fece
lo stesso identico discorso. Fu poco prima che tu ci lasciassi per
Stanford. Odiasti papà per aver detto quelle cose
e adesso le
ripeti?" Vide il disagio Sam odiava l'ipocrisia nelle persone.
"Sì bhe, in fondo aveva ragione..." A Dean quasi
crollò la mascella... poteva contare sulle dita di una mano
le volte
che Sam aveva ammesso che John aveva ragione...Meglio su un singolo
dito: "E da quando?"
"L'ha sempre avuta. Dean
quando vedo Adam sai che vedo?" Sam non era mai
sembrato così spietato.
"Un normale ragazzo." Come eri
anche tu avrebbe voluto aggiungere.
"No, un pasto! Per i
demoni, per i mostri la fuori non è nient'altro. Ho odiato
papà per
tanto tempo. Davvero. Ma adesso credo di capire. Non avevamo un cane
o un bel giardino con lo steccato e allora? Papà ci ha fatto
del
bene, ci ha insegnato come difenderci. Adam merita lo stesso."
"Che stai dicendo Sammy?" Sam non sembrava Sam agli
occhi di Dean. Sembrava John. Dolorosamente si rese conto del male
che gli aveva fatto ad entrambi. A Sam e a lui. Ma Adam poteva ancora
essere salvato.
"Credi che abbia torto?" Domandò il
minore.
"Credo che sia troppo tardi per noi. Questa è la
nostra vita, questo è ciò che siamo noi, va bene?
Io lo accetto per
me, ma per Adam?Lui ha ancora una possibilità,
può studiare,
diventare medico." Avere una vita normale.
"Cos'ha Adam
di speciale?" Le parole di Sam grondavano veleno.
"Sei
geloso del ragazzo?" Domandò stupito Dean, non pensava che
il
fratello potesse essere tanto meschino.
"E tu?" Gli
domandò a bruciapelo Sam sapendo quanto lo aveva ferito il
padre,
che con Dean aveva sempre centellinato e fatto sudare qualunque forma
di gratificazione e complimento. "Dean tutto questo non è
reale. Il padre che Adam ha conosciuto non era reale quello che
c'è
la fuori nell'ombra QUELLO è reale. Il mondo che sta per
finire
QUELLO è reale. Tutto il resto sono balle che la gente si
racconta
per illudersi
"Non aveva scelta con noi nostro padre. Ma con
Adam sì invece. Non c'è bisogno di
condannarlo. " Anche
se parlava di Adam era a Ben che pensava, doveva credere che ci fosse
un modo per restare fuori da quell'orrore che era la loro
vita.
Ma
Sam gli tolse qualunque illusione. "E' un Winchester. E' già
condannato."
Ma Dean si rifiutava di accettarlo, corse fuori
nella notte ancora una volta avrebbe ispezionato nuovamente il
cimitero. doveva trovare quella cosa e ucciderla. Prima che fosse
troppo tardi.
Sale a porte e finestre, assi di legno sulle
grate dell'areazione. Avevano ridotto i punti di accesso alla casa a
uno solo quando la porta di ingresso cigolò rendendo palese
che
qualcuno era entrato in casa.
"Adam!" Il ragazzo venne
sorpreso da quella voce, l'avrebbe riconosciuta dappertutto. "Mamma?
MAMMA!" E dimentico di tutto quello che Sam e Dean gli avevano
detto nei due giorni passati corse giù all'ingresso. Dove
vide la
madre, ferita ma viva. Perse ogni ragione e la
abbracciò
mentre Sam gli urlava di aspettare. Si mise anche fra di loro quando
Sam le puntò addosso il fucile.
Non voleva credere che non fosse
sua madre. Era calda fra le sue braccia. Aveva la sua voce, il suo
odore. Sam si sbagliava!
"NON E' TUA MADRE!" Urlò Sam
mettendolo in guardia.
L'adrenalina lo rese avventato e disarmò
Sam puntandogli addosso il fucile. Negli attimi concitati a seguire,
un uomo dall'aspetto di Jo Barton colpì Sam alla testa con
un
bastone facendolo crollare a terra e quella cosa che non era la madre
di Adam lo colpì al volto tanto forte da fargli perdere
conoscenza.
Adam si svegliò legato al tavolo del salotto Sam era legato
ad una sedia con la testa a penzoloni e un rivolo di sangue che
colava dietro l'orecchio.
"Sam.." Provò a chiamare Sam
ebbe un sussulto e mosse le palpebre. Nel suo campo visivo
entrò il
volto di sua madre... indossato da quel mostro. "Ciao Adam...Ben
svegliato!"
"Tu- che cosa diavolo sei?" Adam voleva
dare un nome al suo odio.
"E' un demone divoratore, non è
così? Per questo il proiettile d'argento non vi ha ucciso."
Disse Sam saggiando le corde che lo legavano. Il secondo mostro non
si vedeva ma sapeva che doveva essere lì da qualche parte.
Doveva
liberarsi e alla svelta. Se i loro aguzzini non avessero voluto
torturarli a quest'ora lui e Adam sarebbero morti. Doveva guadagnare
tempo.
"Sai rovo questo termine un po' razzista..."
Disse il demone. giocando con il coltello sul petto di Adam che si
agitava inutilmente sotto le corde. "Uhm...carne fresca,è
molto
meglio della solita!"
Passò il coltello sufficientemente
forte da creare una linea di sangue sul petto del ragazzo e come un
cane si chinò a leccarlo.
Sam sapeva che l'unico modo per
distrarla da Adam per farla incazzare: "Dovevo capirlo, gli
ultimi omicidi mi hanno confuso: i demoni divoratori non cercano i
vivi. Voi siete solo degli spazzini! Vi cibate di morti. Assumendo le
stesse sembianze dell'ultimo cadavere."
"Mia madre è
morta allora?" Aveva sperato quasi che si trattasse di una
possessione demoniaca, Sam gli aveva spiegato che in rari casi
l'ospite poteva ancora essere salvato se l'esorcismo veniva
effettuato in tempo.
"Oh, sì, l'abbiamo divorata. Era
ancora viva quando abbiamo dato i primi morsi. E' morta strillando e
implorando pietà." Aggiunse una voce maschile entrando nel
salotto.
"Ti ucciderò Mostro!" Sputò loro addosso
Adam con le lacrime agli occhi.
"Non credo che succederà.
No, io credo che vi mangeremo. E poi mangeremo il vostro amico."
Disse la donna
"John Whincester correrà qui quando gli
direte della morte del suo figlioletto..."Aggiunse divertito
l'uomo. " E così uccideremo anche lui."
"...
Adam non è il figlio di John, sono io suo figlio." Disse Sam
calamitando l'attenzione dei due demoni.
"Bel tentativo, ma
quando divoriamo qualcuno ne assimiliamo i pensieri, i ricordi e
questo involucro sa esattamente di chi è figlio Adam. Siamo
quello
che mangiamo." Lo corresse la donna.
"Allora sai
perfettamente che Adam e John si vedevano solo un paio di giorni
all'anno... non esattamente il rapporto più stretto del
mondo. Non
quando aveva già un figlio di cui occuparsi a tempo pieno.
Ma che ve
lo spiego a fare? voi come vostro padre siete solo dei mostri."
Corresse il tiro Sam.
Adam stava zitto ma fissava Sam. Sapeva
quello che stava facendo ma gli sembrava un tentativo disperato.
Tuttavia il coltello si spostò dal petto di Adam e
finì
sull'avambraccio di Sam dove uno dei due mostri tagliò un
profondo
squarcio prima di chinarsi a bere il sangue fresco.
"Il suo
sangue è diverso..." Commentò poi staccandosi
dalla ferita.
"Usi molto quella parola Sam." E gli squarciò l'altro
polso. "Non credo tu sappia che cosa significhi. Nostro padre
era un mostro? Perché? A causa di quello che mangiava? Non
ha mai
fatto male a nessuno. Almeno da vivo."
"No, non era un
mostro, ma quello che lo ha ucciso lo era. Un mostro di nome John
Winchester." Aggiunse la donna spingendo più in
profondità la
lama nella carne.
"SAM!" chiamò Adam, il sangue che
iniziava a gocciolare sul pavimento.
"Grazie a tuo padre io
e mio fratello siamo cresciuti da soli..." Raccontò. "Ci
siamo dovuti arrangiare e per vent'anni abbiamo dovuto vivere come
ratti... cibandoci di carne putrida."
"Poi ci siamo
detti perché non passare a qualcosa di più
fresco?" La donna
si rialzò tornando da Adam riprendendo a farlo
sanguinare.
"Vendetta, era l'unica cosa a cui riuscivamo a
pensare." Affondando la lama nella carne del ragazzo.
"Adam
se ti agiti così... ti dissanguerai più in
fretta. Quindi è moglio
che ti calmi e ti rilassi." Disse crudele.
EHY
Poi
il rombo di uno sparo squarciò l'aria e la donna venne
scagliata
contro il muro.
"Sono demoni divoratori! Riusci ad avvisare
Sam. Dean allora corresse la direzione del fucile facendo saltare la
testa al secondo essere. Ma il primo si era già rialzato e
lo fece
volare attraverso la stanza .
Sanguinanti ne Sam ne Adam potevano
fare nulla sempre più deboli per la perdita di sangue.
Dean e il
mostro si rotolarono sul pavimento cercando di sopraffarsi a vicenda.
Alla fine il cacciatore riuscì a prendere un pesante oggetto
di
metallo e colpì alla testa il demone fino a quando
sentì il cranio
spaccarsi come un melone e il corpo sotto di lui rimase immobile.
"Dean" chiamò sofferente Sam al limite della
perdita di conoscenza.
Immediatamente il fratello maggiore prese
delle pezze di stoffa dalla credenza e avvolse i polsi del fratello.
tagliò le corde che lo bloccavano e gli alzò le
braccia per far
cessare l'emorragia. Poi andò da Adam e lo liberò
dai legacci.
Ansimava e grugniva di dolore a ogni minimo movimento. La ferita
sanguinava ma era stata fatta per provocare dolore piuttosto che
uccidere. Sarebbe sopravvissuto.
"Tieni premuto."Disse
mettendo la mano di Adam sulla pezza insanguinata.
"Grazie."
Ore dopo avevano seppellito i corpi e dato un funerale da
cacciatrice alla madre di Adam e stavano riprendendosi dalle ferite
in silenzio nella camera di Motel dei fratelli Winchester.
"Adesso
cosa succede?" Domandò Adam svuotato ormai di ogni energia.
"Adesso...provi a lasciarti tutto alle spalle. A
dimenticare. A vivere una vita normale." Disse Sam pentito di
aver quasi fatto uccidere il fratello appena conosciuto. L'esperienza
era stata traumatizzante. E l'aveva riportato in se.
"In
pratica mi state mollando." Accusò Adam.
"Hai visto
quello che facciamo. Per poco non ci rimettevi la pelle. Nessuno sano
di mente resterebbe con noi. La cosa più furba da fare
è voltare le
spalle e allontanarti più che puoi da noi e da i nostri
casini."
Cercò di farlo ragionare Dean ammettendo dentro di se che
Sam aveva
fatto la cosa giusta da ragazzo.
"Per andare dove? A casa?
Dove mia madre è stata massacrata? Nel Wisconsin?
Perché lì i
mostri non ci sono? Avete ragione, il mondo sta per finire: dovrei
proprio iniziare a studiare per non diventare mai medico."
Decisamente il sarcasmo pungente era un tratto di famiglia.
Stranamente era incredibilmente facile accettare l'idea di Adam
lì
con loro, a discutere e litigare come se fossero cresciuti assieme.
"Ascolta Adam, io e Sam faremo tutto il possibile per
impedire che ciò avvenga." Come se la volontà
potesse cambiare
la realtà.
"Allora voglio aiutarvi." E prima che Dean
dicesse che non poteva aggiunse "So di non essere un cacciatore.
E che ci sono ancora moltissime cose che devo imparare prima che
possa aiutarvi sul campo. Sam è quasi morto stanotte. Ed
è stata
tutta colpa mia." Sentiva ancora i polmoni stringersi all'idea.
"Ma potrei essere utile in altri modi..."
"Altri
modi?" domandò dubbioso Dean.
"Ad esempio potrei
rappezzarvi. I punti che hai dato a Sam... non sembra fossero i primi
che riceveva. E avere un medico da campo può fare la
differenza..."
Era una motivazione stiracchiata lo sapevano tutti e tre.
Ma
Adam era loro fratello... e la famiglia non si abbandona.
"ok,
ascolta Adam... Io e Sam non possiamo portarti con noi a caccia...
tuttavia hai ragione, le tue conoscenze e le tue abilità
potrebbero
tornarci utili perciò senti che cosa possiamo fare: Abbiamo
un
amico...bhe praticamente è di famiglia. Il suo nome
è Bobby Singer.
Con le cose che sa ci ha salvato la vita più volte di quante
io
possa ricordare. Ultimante facciamo campo base a casa sua. E casa
sua... non è molto distante da un piccolo campus
universitario."
Dean si interruppe. Il suo piano non era perfetto. La merda che
avrebbe travolto Adam sarebbe comunque stata tanta da spalare. Ma
forse... "Potresti frequentare uno o due corsi
lì...così se
riusciamo ad impedire... L'apocalisse... potresti ancora fare il
dottore."
"Suona come un piano...ok. Facciamolo!"
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Capitolo 3 *** Ch 3 - Furono in tre a scatenare l'apocalisse ***
dw ch3
Autore: karrina87
Titolo: La
Dinasdia Winchester
Fandom: Supernatural
Rating:
Giallo
Personaggi: Dean
Winchester,
Sam Winchester, Adam Milligan, Bobby Singer, Castiel.
Warnings:
What if
Conteggio parole:
2013
Disclaimer: I
personaggi di Supernatural non mi appartengono, li ho solo presi in
prestito ma senza fini di lucro.
Riassunto:
What if.
Avrei voluto che molti dei componenti della famiglia
"Winchester" sopravvivessero. Questa storia nasce da questo what if
utopico. Il filo conduttore rimane lo stesso delle 13 stagioni, quindi
trovate gli episodi di riferimento e tutto quello che avviene prima
viene dato per saputo dal lettore.
Episodio
di riferimento: 4x20 il rapimento, 4x21 quando si rompe la diga, 4x 22
lucifero risorge. Le differenze dalla storia originale sono la
paternità di Dean in merito a Ben Breden e che Adam Milligan
il
fratellastro di Dean e Sam è ancora vivo. Bobby lo ha
accolto in casa
sua e gli fa da aiutante nei momenti liberi dall'università.
Dove
frequenta medicina.
Adam si agitò sulla sedia
all'ennesimo urlo di dolore di Sam. Lo avevano rinchiuso nella
panicroom per farlo disintossicare dal sangue di demone ed erano ore
ormai che supplicava e strillava come se fosse sotto qualche tipo di
tortura. Bobby aveva versato due bicchieri di liquore quando i loro
occhi si incrociarono. Senza dire niente il padrone di casa prese un
altro bicchiere, versò un dito di liquido scuro e glielo
porse.
"Non
farci l'abitudine!" Borbotto mentre Adam faceva una smorfia di
disgusto al sapore amaro del suo drink.
"Quanto durerà
tutto questo?" Domandò Dean con tono inquisitore.
"Guardo
sul manuale di disintossicazione da demoni. Aspetta non è
ancora
stato scritto!" Bobby avrebbe voluto avere tutte le risposte, ma
quella volta era troppo anche per lui. "Non so dirti quanto
tempo ci vorrà. E neanche se poi Sam ne uscirà
vivo."
"Potrebbe morire?" Chiese Adam.
Bobby fu salvato da
quella domanda dallo squillo del telefono.
Era Rufus. Le
notizie che riportava non erano buone. I sigilli stavano venendo
spezzati uno dopo l'altro. Sempre meno erano quelli necessari a
Lilith per scatenare l'Apocalisse. E degli angeli nessuna
notizia.
Bobby guardò Adam che disse ciò che entrambi
pensavano: "Dean, ascolta. So che non ti piace l'idea. Ma con
l'apocalisse ormai alle porte forse è necessario fare
delle...
scelte che non ci piacciono ma necessarie."
"Che vuoi
dire?" Si stava versando un'altra dose di alcool, ma nulla
poteva annegare quel senso di smarrimento e impotenza che provava. E
ciò lo rendeva pericolosamente aggressivo.
Bobby si alzò
facendo segno ad Adam di lasciare proseguire lui. "Non mi fa
piacere dirlo ma...Sam può uccidere i demoni! Ha la
capacità di
fermare l'armagheddon!"
"Vi siete messi d'accordo? Che
facciamo?" Domandò Dean che stava cominciando a infuriarsi.
"Sacrifichiamo la vita di Sam, la sua anima, per un fine più
grande? I tempi sono difficili, allora lo usiamo come testata
nucleare?"
"Lo so che mi odi per quello che ho detto, io
mi odio per quello che ho detto. Amo quel ragazzo come un figlio."
Bobby guardò Dean con occhi tristi. "Dico solo che forse lui
è
qui adesso invece che sul campo di battaglia proprio perché
lo
amiamo troppo."
Dean uscì aveva bisogno di riflettere.
Di schiarirsi le idee, ma sopratutto aveva bisogno di risposte. E
c'era solo una persona che, forse, sarebbe stata in grado di
fornirgliele.
Castiel apparve davanti a lui in un invisibile
sbattere d'ali.
"Finalmente sono due ore e mezzo che
mi spezzo le corde vocali per chiamarti!"
"Che cosa
vuoi?" Chiese freddamente l'angelo.
"Comincia a dirmi
che cosa è successo nell'Illinois! Volevi dirmi qualcosa!"
Castiel sembrava tornato al giorno numero uno in cui era freddo e
distante come solo un essere alieno può essere. Tutta
l'empatia e
il legame che si era creato combattendo assieme sembrava scomparso.
"Non era niente di importante." Chiuse il discorso
Castiel.
"In paradiso ti hanno preso a calci e non era niente
di importante?" Pensava davvero che fosse così idiota da
bersela? Lo guardò a un palmo dal viso sfidandolo a
raccontargli
balle.
"Non posso." Ma lo sguardo che Castiel gli
rivolse mostrava tutto: tutta la verità che i suoi superiori
non
volevano che Dean vedesse. "Mi dispiace" Ammise Castiel.
Gli dovette voltare le spalle per poter continuare: "Veniamo
alla vera ragione per cui mi hai chiamato. E' per Sam, non è
vero?
"Può farlo? Uccidere Lilith, fermare l'apocalisse?"
Non avrebbe mai messo suo fratello in quella situazione in ogni caso,
ma se la risposta era no poteva dare un solido motivo ad Adam e Bobby
per non valutare quella strada. Ma la risposta era un'altra: "E'
possibile, sì. Ma come sai dovrebbe fare determinati passi."
"Una bella dieta di sangue demoniaco." La sola idea
rendeva Dean nauseato.
"Assumere il sangue necessario per
sconfiggere Lilith cambierebbe tuo fratello per sempre. Con ogni
probabilità diventerebbe la prossima creatura che dovreste
uccidere.
Ma non c'è ragione per cui questo debba accadere Dean.
Secondo noi
sei tu, non tuo fratello. La sola questione per noi è se sei
disposto ad accettarlo. Fatti avanti e accetta il tuo ruolo. Sei tu
quello che fermerà Lilith." Durante quelle parole l'angelo
si
era avvicinato sempre più arrivando a poca distanza dal
cacciatore
che poteva specchiarsi nei chiari occhi del suo tramite, Jimmy Novac.
Un padre che si era sacrificato per impedire che la figlia fosse
coinvolta in quella follia. Si assomigliavano parecchio. "Se io
lo faccio, Sam può starne fuori?"
"Se ti da
conforto vederlo in questo modo..." Fu la risposta aliena
dell'altro.
"Sei uno stronzo in questo periodo." Questa
volta fu dean a voltargli le spalle e ad allontanarsi fisicamente. Ma
non c'era una vera scelta da prendere. "Va bene. Ci sto!"
"Ti metterai completamente al servizio di Dio e dei suoi
angeli?" Le parole erano solenni.
"Sì,
esattamente."
"Dillo!" Gli ordinò Castiel.
Avessero mandato un altro angelo a fargli la stessa richiesta gli
avrebbe fatto il culo. Ma Cas lo guardava come se provasse il suo
stesso dolore.
"Io mi metterò completamente al servizio di
Dio e di voi ragazzi." E quando Dean Winchester faceva una
promessa non era a vuoto.
"Giuri di seguire la sua
volontà? La sua parola con obbedienza come hai fatto con tuo
padre?"
Chiese ancora l'angelo. Dean non provava più l'adorazione
cieca che
aveva avuto per John, non dopo Adam. Quegli ordini non gli saprebbero
piaciuti. Ne era sicuro. Ma rispose lo stesso:
"Sì lo
giuro."
Bobby e Dean stavano discutendo del patto che
aveva stretto con gli angeli quando Adam si mise a chiedere aiuto dal
seminterrato. Qualcosa non andava con Sam, aveva le convulsioni e una
forza sovrannaturale lo faceva muovere a mezz'aria e andare a
sbattere contro le pareti del silos. Servirono tutti e tre per
bloccarlo a terra. Adam si sfilò la cintura e la
infilò fra i denti
di Sam per evitare che potesse mordersi accidentalmente la lingua.
"Dovremmo legarlo, per la sua sicurezza!" Disse guardando
il fratello maggiore che sembrava smarrito. "Dean, mi senti?"
Bobby strillò il nome del maggiore il che lo fece
riprendere.
Insieme sollevarono Sam e lo incatenarono al letto. L'attacco
finì,
gli spasmi si spensero e infine perse conoscenza.
"Con
chi stai parlando?" Adam aveva aperto la porta dopo aver sentito
Sam pronunciare il nome di Dean. Dentro di se temeva che quella
disintossicazione forzata stesse facendo più male che bene a
Sam. Ma
Dean non voleva sentire ragioni. Sembrava preferisse veder morire suo
fratello che vederlo trasformato in un mostro.
"Adam,
dov'è Dean?" domandò Sam ispezionando la stanza
con lo
sguardo.
"Di sopra. Lui e Bobby stanno discutendo. Io ti ho
portato degli elettroliti." Disse alzando un gatorede arancione.
"E se te la senti qualcosa da mangiare" Continuò
accennando a delle barrette proteiche.
"Ho avuto un'altra
allucinazione?" Domandò Sam conoscendo già la
risposta.
"Adam...devi aiutarmi...Questa cosa...Non sta funzionando."
Quando Adam fissò il suo sguardo nel suo calcò
pesantemente la
parola successiva. "Morirò"
Adam si frugò nelle tasche
e tirò fuori la chiave delle manette.
"Dean mi ucciderà
per questo... ma sono convinto che tu sia l'unica speranza di
uccidere Lilith." e presa la sua decisione iniziò ad aprire
le
manette.
Sam si massaggiò i polsi sorpreso si alzò in
piedi ed
abbracciò il fratellino, sentendolo reale. "Grazie"
"Ti
darò tutto il vantaggio che potrò procurarti."
Disse Adam
lasciandolo andare. E mentre la porta anticiclone si chiudeva alle
spalle di Sam sperò di aver preso la decisione giusta.
Sam
era riuscito finalmente a far scattare la serratura di una delle auto
di Bobby quando un rumore lo fece voltare trovandosi faccia a faccia
con il vecchio. E la canna del suo fucile.
"ah-ah Sam,
L'unica cosa che puoi fare è tornare dentro. Con me. "
"No"
Sam era a pezzi, si reggeva a malapena ma non sarebbe tornato
dentro. Sarebbe morto lì piuttosto.
"Non voglio farti del
male." Disse il più anziano.
"Non mi sparerai Bobby"
Disse con sicurezza Sam avvicinandosi.
"Non mettermi alla
prova" Lo mise in guardia Bobby.
"Non lo farai, non lo
puoi fare. " Disse appoggiandosi alla canna del fucile con lo
stomaco.
"Stiamo cercando di aiutarti Sam!" Perchè
erano così idioti?
"Allora spara." Ma esitò e Sam gli
strappò il fucile mandandolo poi al tappeto colpendolo in
fronte. Si
sentì tremendamente in colpa. Ma non aveva avuto altra
scelta. Bobby
gli avrebbe impedito di fuggire.
"Come ha fatto ad
uscire?" Domandò Dean quando Bobby riprese conoscenza e lo
avvertì.
"Forse è stato aiutato..." Entrambi si
voltarono in direzione di Adam che sostenne il loro sguardo.
"Sei
stato tu? Ma che diavolo ti è passato per la testa?" Gli
urlò
contro Dean afferrandolo per il collo della maglia. "Adesso
anche tu sei in combutta con i demoni?"
"Vaffanculo!"
Rispose Adam cercando di liberarsi dalla stretta. " Sam è
anche
mio fratello. E lo stavi uccidendo!" Lo accusò. "Forse
Ruby dice la verità e Sam è la nostra unica
speranza di far fuori
Lilith. Ma tu sei disposto a sacrificare 6 miliardi di persone
piuttosto di ammettere che qualcuno a parte te possa salvare il
mondo!" Prima che il pugno di Dean potesse colpirlo in faccia
Bobby lo afferrò da dietro e lo allontanò a
forza.
"Calmati,
Calmati Dean!"
"Sono calmo! " Disse Dean smettendo
di dimenarsi. "Anzi sai cosa ti dico, spero che Ruby sia insieme
a Sam in questo momento." Le sue parole lasciarono sorpresi i
due. " Perché ucciderla è la prossima voce della
mia lista."
"Credevo aspettassi la chiamata degli angeli..." Fu il
commento di Bobby.
"Invece adesso salgo in macchina e la
vado ad uccidere. Occupati del moccioso!"
Adam stava
estraendo l'utimo frammento di vetro dalla schiena del fratello. Sam
lo aveva conciato male e sul collo c'erano i lividi violacei delle
sue mani.
"Dean, Mi hai sentito? Ho detto che ho
finito." Dean sembrava uno zombie. La luce dei suoi occhi
sembrava essersi spenta. Adam fissò la garza con dei cerotti
e
lasciò cadere la maglietta.
"Grazie."
"Senti,
so che sei furioso e non lo giustifico per quello che ha fatto a te o
a Bobby. Ma Sam è..."
"Cosa? E' sangue del mio
sangue?" Il tradimento di Adam era ancora troppo fresco, le sue
parole ancora troppo vivide nella memoria di Dean per perdonare.
"Lui
è nostro fratello. E sta annegando!"
"Io ho tentato di
aiutarlo...ma un coglione lo ha lasciato fuggire. E non sono riuscito
a ripotarlo indietro."
" E tu tenta ancora!" Lo
implorò il fratello minore.
"E' troppo tardi. Guardiamo i
fatti: Sam non ha mai voluto far parte della famiglia. Crescendo
odiava la sua vita. E' fuggito a Stanford alla prima occasione. Ora
la storia si ripete un'altra volta. E io sono stanco. Stanco di
andargli dietro. Per me può fare quello che
vuole." Dean
aveva gli occhi lucidi mentre pronunciava quelle parole. "Sam se
ne è andato. Se ne è andato. Non sono neanche
più sicuro che sia
mio fratello. Se mai lo è stato."
A quelle parole Bobby che
aveva ascoltato in silenzio sulla soglia fece cadere per terra una
pila di libri dal mobile vicino in uno scatto d'ira.
"STUPIDO!
STUPIDO
FIGLIO DI PUTTANA! SAI BUFFONE, MI DISPIACE CHE TU TI SENTA COSI'
FERITO PRINCIPESSA! ERI CONVINTO CHE LA FAMIGLIA DOVESSE FARTI
SENTIRE BENE? PREPARARE UNA TORTA DI MELE PER TE? LA FAMIGLIA DEVE
FARTI SENTIRE UNO SCHIFO, PER QUESTO E' UNA FAMIGLIA!"
"Gli ho detto: se esci da
quella porta non ritornare. E lui è uscito ugualmente! E'
stata una
sua scelta!" Spiegò Dean.
"Sembri una ragazzina
piagnucolona!" Lo insultò Bobby sotto lo sguardo sbigottito
di
Adam. "No sembri tuo padre...Lascia che ti dica una cosa: tuo
padre era un codardo!"
"Lui era un sacco di cose Bobby,
ma un codardo? " Era un commento assurdo.
"Ha spinto
via Sam invece che tendergli la mano. Questo non mi pare tanto
coraggioso. Tu- ...sei un uomo migliore di quanto tuo padre sia mai
stato. Quindi fa un favore a tutti e due. Non essere come lui."
Dean
non ribatté, non disse più nulla. E l'attimo
seguente era
scomparso.
"Dove diavolo è andato?" Chiese Adam.
"Angeli..." Fu il commento di Bobby "Che
palle!"
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