High Hopes

di Heart_ Art
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** High Hopes ***
Capitolo 2: *** High Hopes ***
Capitolo 3: *** High Hopes ***



Capitolo 1
*** High Hopes ***


"Su un'isola a largo del Mar Grande abitavano due potenti caste sempre state in conflitto tra di loro, fino a che , un giorno, tutto cambiò. Il Dio di quella terra risalì attraverso i profondi oceani che circondavano l'Isola e si incarnò nello spirito di una giovane pescatrice . Attraversando la città capitale il Dio si rese conto della devastazione e del dolore che l'odio e le guerre tra le due potenti casate regnanti aveva provocato a quella terra, un tempo radiosa e rigogliosa. Camminando tra le macerie delle case e lo sporco della strada il Dio fatto donna fu aggredito da un soldato della potente casata dei Tebaldi, una delle due famiglie dominanti . Il corpo della ragazza fu gravemente martoriato e violentato fino ad essere quasi ridotto alla morte. Il Dio , distrutto dal dolore per la violenza che i suoi stessi figlio potevano provocarsi , ebbe pietà della giovane fanciulla e le tolse il ricordo dell'aggressione subita, sostituendo tutta quella violenza in un ricordo di pura serenità . Infatti il Dio fece credere alla fanciulla di aver passato il suo pomeriggio a nuotare nelle limpide acque del Mare blu. Sentendosi in debito con la giovane pescatrice ,il Dio fece un'ulteriore dono alla fanciulla. Questa era rimasta gravida dopo l'aggressione e portava in grembo un figlio che per il Dio era il simbolo della malvagità umana, perciò al momento della nascita fece un dono a quella nuova vita. La bambina appena nata sarebbe stata la salvatrice della sua terra ed avrebbe donato pace e serenità ad ogni essere umano del presente e del futuro.

La piccola trascorse i suoi primi anni nella felicità e nel dolce nido della sua famiglia, composta dalla madre e dalla nonna. Le due donne più grandi avevano insegnato alla bambina tutti i segreti della pesca e dell'intreccio delle reti , così che già a sette anni Primula fosse capace di riconoscere ogni specie marina che circondava l'Isola ed addirittura aiutasse la madre durante la pesca. La piccola non chiedeva spesso del padre, benché si fosse resa conto della sua mancanza osservando le altre famiglie di pescatori , lei sapeva perfettamente chi fosse sua padre, il Mare. Sua madre le aveva raccontato di quel meraviglioso pomeriggio trascorso tra le onde blu e di come all'improvviso una calda corrente le aveva sfiorato le labbra, permettendole di concepire la sua Primula. La bambina restava sempre estasiata da questo racconto ed ogni volta sua madre aggiungeva nuovi dettagli alla storia, facendola sognare. Per questo Primula non aveva paura dell'acqua, questa era suo padre e non le avrebbe mai fatto del male. Con il passare degli anni il bozzolo di felicità in cui Primula viveva cominciò a sbriciolarsi. Al compimento dei sui quindici anni vide tutti i suoi amici reclutati nell'esercito dei Tebaldi ed in tutto il villaggio dei venticinque giovani presi per la guerra solo tre fecero ritorno. Primula ascoltava le loro storie con le lacrime agli occhi, come tutto il resto del villaggio. Le lotte si facevano sempre più accanite e le città erano invivibili, solo la morte era costante in quelle vie.

Onofrio, uno dei tre ragazzi superstiti, era tornato cieco, a causa di un fucile mal funzionante che gli era esploso tra le mani. Ad aspettarlo a casa il ragazzo aveva solo un anziano padre che non poteva badare a lui, per questo Primula si offrì di dargli una mano nelle faccende di tutti i giorni ed in una di queste occasioni Primula mostrò per la prima volta i suoi veri poteri. Lei ed Onofrio stavano passeggiando lungo la spiaggia, quando il ragazzo chiese a Primula di portarlo a fare un giro a largo con la sua zattera. La dolce fanciulla fu felice di accontentarlo in una richiesta , poiché il ragazzo era sempre triste e sembrava aver perso interesse per ogni aspetto della vita. Insieme presero il largo e raggiunsero la barriera di corallo quando il cielo cominciò a farsi rosso per il tramonto. Onofrio continuava a guardare l'orizzonte , sembrava che i suoi occhi avessero ripreso a funzionare, tanto era intenso il suo sguardo. Come al rallentatore, ma incapace di intervenire, Primula vide il ragazzo sfilarsi dalla cintura il coltello che usavano per pulire il pesce. La lama brillò come una scintilla alla luce del sole morente e con decisione si conficcò nel petto del ragazzo. L'urlo di Primula risuonò fino alla costa. Il corpo del ragazzo cadde in acqua con un tonfo sordo. La fanciulla senza pensare si gettò nelle acque sempre più scure, ma il corpo sembrava trascinarsi a fondo spinto da un'oscura forza. Primula sentiva sfuggirsi dalle punta delle dita il corpo di Onofrio ogni volta che le sembrava di averlo raggiunto. Le forze venivano sempre meno alla ragazza che aveva la vista sempre più annebbiata e nel momento di massima fatica Primula pregò l'unico che sapeva l'avrebbe aiutata, suo padre, il Mare ed il Mare le rispose. Una luce bianca, come in natura non se ne vedono, si irradiò dal fondale e sia Onofrio che Primula vennero investiti da una forza potente e calda . Primula si sentì forte come non era mai stata , come ricaricata da quella luce, sentiva di poter fare qualunque cosa, sentiva ogni cosa, ogni particella sul suo corpo , ogni alga, pesce, mollusco che era nelle circostanze, sentiva il vento sopra la superficie dell'acqua e la zattera che sopra la sua testa si stava allontanando a largo. Il preda all'euforia più forte che aveva mai provato con un colpo di gambe raggiunse il suo amico e lo afferrò per un braccio , trascinandolo fino all'aria. Riemergere fu come nascere una seconda volta per Primula, una battesimo pagano, un nuovo inizio. Ancora piena di energia portò se stessa ed Onofrio fino alla spiaggia, dove si era radunata una piccola folla, accorsa al suo urlo. Con una forza che non credeva di avere tirò fuori Onofrio dall'acqua e lo adagiò sulla sabbia nera. Il pugnale era ancora conficcato nel petto del ragazzo e lei , con decisione, sfilò l'arma lanciandola lontano ed impose le mani sulla ferita aperta , poi chiese che qualcuno le portasse dell'acqua. Sua nonna, che era tra gli accorsi sulla spiaggia, poco dopo le passò una bacinella di legno di palma ricolma di acqua marina. Primula alzò la bacinella sopra la sua testa e pregando il Mare iniziò a colare l'acqua sulla ferita di pugnale prima e sugli occhi chiusi di Onofrio poi ,dopo si chinò sulle labbra del ragazzo e gli diede un bacio, che si rivelò essere il bacio della vita. Il ragazzo riaprì gli occhi e con un grido tremendo si alzò a sedere. Nel suo grido c'èra il nome di Primula.

Onofrio era salvo ed insieme alla vita aveva riacquistato anche la vista. La voce del miracolo non ci mise molto a diffondersi sull'Isola. Non ci mise molto ad arrivare perfino alle orecchie del signore dei Tebaldi . Il Sovrano richiese un'immediata udienza con questa fantomatica guaritrice, ma quando Primula fu presentata a corte non era chi il signore dei Tebaldi si aspettava di trovare. Gli avevano raccontato che la portatrice di miracoli era una giovane pescatrice della costa, priva di ogni cultura e conoscenza, tuttavia al suo cospetto si presentò una donna , sì giovane, ma piena di carisma e fiducia in se stessa, la circondava un'aura di serenità e di rispetto reverenziale. La fanciulla aveva al suo seguito moltissime persone che assomigliavano più ad un piccolo esercito che al corteo di una guaritrice. Infatti molte cose erano accadute dal miracolo della spiaggia fino al colloquio con il Sovrano. Primula era cambiata , aveva acquisito una sicurezza di se non comune per una persona della sua età e passava la maggior parte del suo tempo tra le acque del Mare, a detta sua a meditare, c'èra chi pensava che parlasse con le onde ed il fatto stupefacente era che esse le rispondessero. Erano accorse persone da tutta l'Isola per vedere questa giovane Santa, tanti erano soltanto curiosi , ma ancora di più erano le persone in cerca d'aiuto. Andarono a trovarla uomini, donne e bambini di tutte le età, accorsero persone addirittura della terra degli Amerighi, eterni nemici dei Tebaldi. Primula curava tutti , usando acqua di Mare, l'imposizione delle mani ed un bacio. L'incredulità era di chiunque la vedesse compiere quei miracoli.

Il signore dei Tebaldi ebbe timore di quella fanciulla, il suo potere e la sua influenza rischiavano di adombrarlo , perciò con un inganno la fece rinchiudere nelle segrete del suo castello. Il popolo insorse a questo affronto ed il signore dei Tebaldi risciò una guerra civile tra la sua gente, ma fu salvato da un evento inaspettato. Alcune spie degli Amerighi rapirono Primula dai sotterranei, così che il signore dei Tebaldi accusò quest'ultimi della scomparsa di Primula, rigettando ogni voce che fosse stato lui a rinchiuderla per primo. Così Primula si ritrovò nel regno degli Amerighi, che non era così diverso da quello dei Tebaldi , disperazione e povertà ammorbavano anche questa parte di Isola , l'unica differenza erano gli stemmi alle bandiere. Il re degli Amerighi aveva un figlio , un potente cavaliere, temuto e rispettato nell'esercito. Il principe però non era un uomo che amava la compagnia e non aspirava al trono di suo padre. Pochi elementi facevano parte della sua ristretta cerchia e nessuno poteva vantare di conoscerlo veramente. Sembrava che la sua unica aspirazione fosse la guerra ed il sangue , tanto da conquistarsi il soprannome di Distruttore. Il principe degli Amerighi aveva raggiunto da pochi giorni il suo ventisettesimo anno di età quando Primula fu portata al cospetto di suo padre.. Primula era senza paura e non sembrava molto stupita dal rapimento , il suo sguardo era calmo ed immutabile, calmo come le acque del suo adorato mare durante una giornata soleggiata e senza vento. Il signore degli Amerighi fu subito stupito dalla risolutezza della fanciulla e cominciò a farle numerose domande sulle sue origini, la sua famiglia ed i sui suoi poteri. Primula rispose a tutto con estrema sincerità, ignorando gli sguardi di chi a corte la credeva una ciarlatana od una folle, soprattutto quando affermava di essere figlia del Mare. Alla fine fu deciso che Primula sarebbe stata un'ospite di riguardo della corte e che avrebbe aiutato i feriti e gli ammalati. Trascorsero così due anni , in cui la fanciulla si conquistò il rispetto e la stima di tutto quanto il popolo degli Amerighi, trascorrendo le sue giornate tra i malati all'ospedale e le acque dell'oceano. Il principe degli Amerighi, il cui nome era Ludovico, aveva intravisto appena Primula durante le cerimonie più importanti a corte e benché la fama della ragazza la precedesse il taciturno guerriero non fu colpito dall'aspetto della ragazza , le caratteristiche che la distinguevano dal resto della folla erano la sua altezza, maggiore rispetto alle altre fanciulle a corte , e la sua fisicità ben più robusta rispetto alle nobildonne, un po' dovuta alla sua natura , un po' causa degli anni di lavoro come pescatrice. La sua caratteristica più ammaliante erano i suoi folti e lunghi capelli ricci rosso corallo che la facevano risaltare come un fuoco nel buio . La guerra impestava ancora l'Isola e le ostilità erano sempre più intollerabili , i morti si contavano a centinaia ed i feriti ancora di più, la popolazione era decimata. Ormai era una lotta di resistenza e di testardaggine , chiunque avesse vinto la guerra ne sarebbe risultato comunque sconfitto. Ludovico, benché sembrasse avere come unico interesse la battaglia, comprendeva che le cose non sarebbero potute continuare così e più volte aveva cercato di discutere con suo padre possibili accordi da prendere con il nemico , ma il signore degli Amerighi non sentiva ragioni. Soltanto dopo l'ennesima discussione con il padre Ludovico comprese che al padre non importava niente della sua gente , che avrebbe trascinato personalmente ogni suo suddito agli inferi pur di vincere la guerra. Non capiva il motivo di tanta ostinazione , non capiva da dove venisse tutto quell'odio. Forse la follia aveva attanagliato la mente di suo padre. Il principe prese una decisione drastica, per quanto la sua scelta gli spezzasse il cuore e lo riempisse di odio verso se stesso, il principe degli Amerighi decise di tradire suo padre e la corte intera. Seguito dai suoi fedelissimi mise su un suo esercito e marciò fino alle porte della capitale Amerigha , Ares. Arrivato alle pendici dell'immensa collina sulla quale era edificata Ares comandò che a suo padre fosse recapitato un messaggio : il signore degli Amerighi avrebbe cessato le ostilità con i Tebaldi ed avrebbe stipulato con loro un trattato di pace , oppure lui, Ludovico, figlio del signore degli Amerighi , avrebbe preso la città con la forza ed avrebbe destituito suo padre, diventando nuovo signore degli Amerighi. Lo sbigottimento fu tanto e tale tra il popolo che la sua reazione fu del tutto inaspettata. Nonostante il principe fosse rispettato tra le file dell'intero esercito e ritenuto un degno e forte guerriero tra i suoi commilitoni , non aveva una buona fama tra i civili. Lo ritenevano un guerriero sì forte , ma spietato , correvano moltissime voci e leggende sulla sua brutalità, si diceva che non avesse rispetto per la vita e che uccidesse tutti indistintamente, vecchi , donne e bambini senza avere un minimo di compassione. Si diceva che la sua brutalità non venisse fuori solo in battaglia, ma che egli fosse crudele anche con le proprie amanti , per questo il signore suo padre era così reticente ad assegnargli una moglie di buona famiglia. Purtroppo molte leggende e voci hanno un fondamento di verità, ma non era questo il caso. Molti dei generali Amerighi erano colpevoli di tale comportamento, ma Ludovico, per quanto crudele fosse il suo atteggiamento verso i guerrieri nemici, non era altrettanto spietato con i civili, ne con le sue amanti, che non erano poi così numerose come riferivano le malelingue. Infatti gli anni di guerra avevano indurito il cuore del guerriero che odiava farsi toccare da chiunque , persino farsi aiutare a togliere l'armatura dopo un combattimento era per lui un supplizio. Molte di queste dicerie furono messe in giro dal suo stesso padre, per non permettergli di acquisire potere e fiducia presso il suo popolo. Perciò il principe non fu supportato dal popolo durante la sua rivolta. L'inaspettata reazione della popolazione , che invece di appoggiarlo nelle sue ragionevoli richieste, gli andò contro. Scatenando una guerra civile che durò tre giorni e tre notti. Ludovico era sempre più tormentato dalla morte e distruzione che lui stesso aveva provocato, con il suo gesto aveva sperato di salvare la vita del suo popolo, invece aveva solo causato altro dolore e morte. Tantissimi dei suoi compagni si ritrovarono a combattere contro le loro stesse famiglie ed amici. La paura era sovrana della città. Tutto finì all'alba del quarto giorno, quando il principe si ritrovò al cospetto del suo stesso padre. Si scatenò un duello che sarebbe rimasto nella mente del popolo per moltissimo tempo, la lotta tra padre e figlio ancora si canta nelle novelle del nostro tempo. Il testa a testa tra vecchio e giovane, tra padre e figlio fu terribile, ogni affondo, graffio , parata provocava una spaccatura ancora più profondo tra Ludovico e suo padre. Il mondo non sarebbe più stato lo stesso dopo quel momento. Alla fine il giovane vinse sul vecchio, ma Ludovico invece di affondare la lama nel cuore del padre e prendersi il potere , ripropose la sua richiesta al padre , lui doveva accettare un trattato con i Tebaldi e fermare questa follia. Il signore degli Amerighi era in ginocchio, ai piedi del figlio, con la spada di quest'ultimo puntata al cuore e senza via di scampo accentò la richiesta di Ludovico, ma solo per un momento. Appena il giovane mise giù la lama e si voltò per uscire dalla sala del trono , diretto verso un esilio che lui stesso si sarebbe imposto , il signore degli Amerighi, suo padre, sfilò una lancia d'argento dalle mani della statua del suo antenato Malakia, lo Sterminatore, e lanciò l'arma con una forza e precisione tale che sembrava che un dio avesse guidato la traiettoria della lancia. Il pesante oggetto d'argento si andò a conficcare dritto in un fianco del principe, sbranando la sua carne da parte a parte. Il signore degli Amerighi andò dritto dal figlio, girandogli intorno per guardarlo bene in faccia, Ludovico era caduto sulle ginocchia ed aveva la bocca e le mani piene di sangue e lo sguardo incredulo. Il signore degli Amerighi sorrise soddisfatto e in un ulteriore atto di disprezzo sputò dritto il faccia al figlio morente, poi con una forza sovraumana lo alzò di peso e sfilò tutta quanta la lancia dal principe, lasciando vedere a tutti un vero buco che attraversava il giovane dalla schiena alla pancia. Dopo di che lo trascinò fino ad una finestra che si affacciava sul mare con un salto si almeno cento metri e lo scaraventò di sotto. Non sarebbe mai potuto sopravvivere alla caduta, l'acqua da una così grande altezza sarebbe stata come una lastra di cemento contro il corpo del principe che era già ferito mortalmente. La storia sarebbe potuta andare in un altro modo in un altro mondo, ma in questo abitava Primula. La ragazza infatti osservò la caduta del principe da una scogliera vicina al palazzo ed appena vide l'impatto del corpo esamine nell'acqua si gettò a sua volta nel mare per soccorrerlo. Quel giorno le acque erano agitate come lo spirito di ogni abitante di Ares, le onde erano forti ed alte fino a sette metri, il cielo grigio rifletteva il suo triste colore nelle acque, rendendole ancora più cupe e spaventose, ma sotto il velo del mare la situazione era diversa. Il principe stava lentamente sprofondando nelle viscere dell'oceano e l'acqua sembrava non muoversi , come se la furia e l'inquietudini del mare fossero riservate solo alla sua superficie, una luce chiara e calda era irradiata dal profondo fondale e delirante Ludovico osservava tutto questo in uno stato di semi incoscienza , un senso di pace lo avvolgeva e si sentiva sereno. Gli restava soltanto da chiudere gli occhi e aspettare che la dolce morte se lo portasse via. Le sue palpebre erano quasi del tutto abbassate quando intravide nel chiarore dell'acqua una fiamma rossa come il fuoco, era sicuro di star delirando, perché il fuoco non poteva stare sott'acqua. Poi si sentì afferrare da qualcosa e la sua caduta divenne un'ascesa verso la superficie. Primula e Ludovico riemersero vicino una spiaggia molto lontana dal palazzo , tanto lontano da non crederci. Ormai il palazzo era svanito dietro la curva dell'Isola e loro erano al sicuro. Primula portò il principe fino al bagnasciuga della spiaggia , lo spogliò della sua pesante armatura e prese con le mani a coppa dell'acqua e gliela sparse sul corpo già bagnato, poi impose le mani sulla sua ferita e lo baciò. Un respiro di sollievo si sollevò dalle labbra tremanti del principe. Ludovica e Primula passarono le seguenti due settimane riparati dalla foresta di palme appena dietro la spiaggia. Il principe si riprese del tutto e lui e Primula partirono verso la città più vicina che era sotto il controllo dei Tebaldi. Lì scoprirono che il signore dei Tebaldi era venuto a conoscenza della guerra civile tra gli Amerighi . Non avevano soldi a disposizione e la casa e amici di entrambi erano assai lontani. Tra l'altro Ludovico non smetteva di interrogarsi sulla sporte che era sicuramente toccata ai suoi fedeli. Vagarono per la città senza una meta precisa per alcune ore, cercando di raccogliere più informazioni possibili su cosa era successo nel mondo durante le loro settimane di assenza."

 

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Ciao a tutti, spero che la storia sia piaciuta. Se siete interessate ed interessati domani posterò il finale della storia. Grazie per il vostro tempo, a domani ;-)

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Capitolo 2
*** High Hopes ***


"Nel tempo trascorso alla spiaggia Primula e Ludovico avevano parlato molto , raccontandosi le loro vite e i loro sogni, benché Primula non fosse più da molto tempo una semplice pescatrice raccoglieva in se ancora le aspirazioni ed i sogni di una volta , amplificati dalla cospicua dose di conoscenza e cultura che aveva acquisito nei due anni trascorsi alla corte degli Amerighi. Anche Ludovico era molto diverso dalle voci che circolavano sul suo conto , era un uomo riservato , ma non per questo privo di sentimenti. Si rivelò molto grato a Primula per avergli salvato la vita e ben presto il reciproco rispetto ed il reciproco conoscersi si trasformò in un tenero sentimento. Il principe era molto incuriosito dalle abilità curative della fanciulla e dai suoi più che insoliti metodi. Benché il pregiudizio sulle cure di Primula facesse spesso capolino nella mente del principe, esso non si fece mai condizionare da esso e mai lo sarebbe stato in futuro. La determinazione e risolutezza della ragazza toglievano ogni dubbio su di essa.

La notte presto arrivò sulle teste del duo e la necessità di trovare un rifugio si faceva sempre più stringente. Alla fine trovarono rifugio in un luogo dove a nessuno sarebbe mai venuto in mente di cercare una quasi Santa ed un principe guerriero pensato morto. Mentre percorrevano le strade delle città si ritrovarono nel parte più malfamata di essa, Ludovico voleva andarsene, pensando , non con tutti i torti , che per un forestiero ed una donna quello non fosse il posto più sicuro, ma Primula non gli diede ascolto, assecondando il suo intuito. Infatti dopo poco si ritrovarono alle porte di una Casa di Piacere e la fanciulla bussò come se nulla fosse. Ad aprirle giunse una giovane dalla pelle chiarissima ed i morbidi ricci neri che le ricadevano sulle spalle, a coprirle le perfette curve c'era solo una sottoveste di seta. Appena le due ragazze si videro la prostituta abbracciò la Curatrice con uno slancio tale da farle quasi cadere entrambe. Il nome della ragazza era Jella ed aveva una debito, da lei stessa reputato indistinguibile, con Primula. Appena le voci del dono della pescatrice avevano raggiunto le orecchie della sua città,Jella aveva intrapreso un viaggio di cinque giorni per incontrare la ragazza, nella speranza che essa potesse curare il giovane figlio gravemente ammalato. Il ragazzino che all'epoca aveva quattro anni aveva una tosse implacabile e le sue energie erano molto inferiori di quelle di un bambino della sua età, la madre disperata pensava che ne fosse causa la mal nutrizione ed aveva digiunato per mesi per permettere un miglior pasto al figlio, ma niente era servito. Primula aveva dato al bambino da bere un sorso di acqua di mare direttamente dalle sue mani e lo aveva abbracciato forte, baciandolo sulla nuca bionda. All'arrivo di Ludovico e Primula alla Casa di Piacere Ennio, figlio di Jella, aveva sette anni ed era la gioia di chiunque lo conoscesse, bambino più solare non aveva mai conosciuto quell'oscuro angolo di mondo. Nella loro permanenza lì il Principe e la Curatrice scoprirono che il signore dei Tebaldi aveva invaso le terre degli Amerighi e che una tra le più sanguinose battaglie dell'ultimo decennio si era conclusa con la morte del signore degli Amerighi e dato che il Sovrano aveva ucciso lui stesso il proprio figlio pochi giorni prima al suo posto è salito il consigliere e fratello del Sovrano caduto Attilio Amerigo. Nell'oscurità della stanza e malgrado tutto quello che era successo, a Ludovico sfuggì una lacrima, che sapeva di odio, rimorso e dolore. Anche dopo l'elezione di un nuovo signore gli Amerighi adesso erano in forte svantaggio ed il signore dei Tebaldi non avrebbe esitato molto a lungo ad attaccare. Infatti Jella aveva sentito che molte prostitute erano state richiamate presso un accampamento Tebaldo a circa due giorni di distanza, perché presto molte truppe mi sarebbero recate lì per affrontare uno scontro decisivo e uomini affaticati avevano bisogno di compagnia dopo una dura battaglia. Ludovico trascorse il resto della notte insonne, non sapendo cosa fare e come aiutare il suo popolo. Tutti lo credevano morto ed ormai non aveva più seguaci , però non poteva lasciare che la sua gente fosse massacrata, perché questo sarebbe successo a seguito dell'invasione del signore dei Tebaldi. Osservando la giovane Primula che giaceva al suo fianco nel letto rimuginava sul da farsi, dopotutto nel momento del bisogno il suo popolo gli aveva voltato le spalle e perché adesso lui doveva rischiare una seconda volta la vita per degli ingrati. Poteva passare il resto della sua esistenza con la bella ragazza dai capelli rossi, aiutandola nel suo lavoro di Curatrice e facendo il pescatore. Primula gli aveva raccontato essere il mestiere della sua famiglia. Per un attimo si immaginò quell'incantevole futuro , la sua vita sarebbe stata un ripetersi incessante delle magiche due settimane passate con Primula sulla spiaggia, sotto le palme a conoscersi ed amarsi. Il principe si alzò dal suo giaciglio e scorgendo le prime luci dell'alba attraverso alle vecchie tende prese la sua decisione. Raccolse le sue poche cose e scrisse un biglietto a quella che aveva considerato sua moglie, la sua compagna, il suo amore ancora prima di conoscerla. Gli dei lo avevano creato principe degli Amerighi e da tale sarebbe morto, perché altrimenti non sarebbe sopravissuto con il pensiero di aver abbandonato le sue terre e la sua gente ad un nemico che aveva passato la vita a combattere. Al suo risveglio Primula pianse come non aveva mai fatto in vita sua. Il Dio del Mare, suo padre, le aveva concesso immensi poteri e talvolta tra essi c'era il dono della preveggenza , ma adesso non riusciva a vedere nulla, suo padre non voleva vedesse il futuro, forse perché non voleva che lei lo influenzasse. Ludovico aveva il suo destino e lei aveva il proprio , doveva accettare che ognuno si traccia il proprio cammino e lei non ci poteva fare nulla. Non sapendo cosa fare la fanciulla cominciò a camminare attraverso la foresta fino a che non riuscì a trovare un ruscello di pura acqua fresca. La ragazza si immerse nelle sue acque, cercando di riacquisire un po' di lucidità. Pregò suo padre in cerca di risposte, ma esso la ignorava. La Curatrice si sentiva inutile, perché il Dio del Mare le aveva concesso tante attenzioni e tanto potere per poi toglierglieli? Forse il suo unico scopo era quello di curare il principe e poi basta? La fanciulla sentiva che tutto quello era ingiusto, aveva ancora così tanto da offrire al mondo. Nuotando nelle gelide acque , assecondando la dolce corrente, la ragazza urtò in qualcosa, all'inizio credeva fosse un tronco d'albero caduto od un masso non particolarmente appuntito, ma con orrore ciò che le aveva colpito la spalla era ormai un oggetto inanimato, ma un tempo era stato un soldato dei Tebaldi. Primula osservò sconcertata il suo corpo incagliato tra due massi, forse trascinato fino a lì dalla corrente, come aveva fatto con lei. Non sapeva perché quel cadavere la sconvolgesse così tanto, non era il primo morto che vedeva , ne il primo soldato. Improvvisamente si sentì mozzare il respiro ed un capogiro violentissimo la colpì, facendola cadere nelle basse acque del fiume. Sott'acqua la ragazza cominciò ad avere delle visioni, nitide come se lei fosse stata lì. Quello era il passato. Vide sua madre più giovane nuotare nelle acque vicine a casa sua, poi improvvisamente fu come se lei stessa diventasse sua madre , ma non era sola nel suo corpo. C'era una presenza e quella voce ... con lei c'era il Dio del Mare. All'interno di sua madre uscì dalle acque e guidata dal Dio affrontò un viaggio di diversi giorni per raggiungere la capitale dei Tebaldi. Lì attraversò le strade e vide la popolazione affamata e tormentata, niente di nuovo per i suoi occhi, ma quelle immagini sembravano sconvolgere molto il Dio. Improvvisamente si sentì afferrare da dietro le spalle e sbattere al muro. Di fronte a lei c'era un soldato Tebaldo, il suo sguardo era famelico, affamato e sentiva il corpo di sua madre scosso dalla paura. Primula cercava di divincolarsi, ma non poteva fare nulla per cambiare il passato. Il soldato scaraventò sua madre a terra e le salì sopra. Primula iniziò ad urlare, ma più le sue grida erano forti più si sentiva soffocare, poi il soldato la guardò dritto negli occhi. Inizialmente Primula non ci poteva credere, eppure era proprio così. Davanti a lei c'era il signore dei Tebaldi, più giovane e privo delle sue costose vesti, ma era lui. Primula non avrebbe potuto confondere quegli occhi di ghiaccio. La fanciulla si sentì nuovamente trascinare fuori dal corpo di sua madre e fu ricatapultata nel suo. Gli ci vollero alcuni secondi per capire che si trovava sotto l'acqua e per questo si sentiva soffocare. Con una spinta delle gambe si spinse fino alla vicina superficie. Raggiunta l'aria prese un sospiro e si aggrappò all'argine del fiume. Non poteva ancora credere a cosa aveva appena visto. La voce del Dio del Mare le riempì inaspettatamente e di nuovo la testa. La ragazza si scagliò inferocita verso l'acqua , urlando al Dio che era lui la causa di ogni male dell'uomo, che lui l'aveva illusa, facendogli credere di essere una figlia e non frutto della violenza, lo accusò di aver usato sua madre e lei stessa per i suoi scopi. Il Dio non negò nulla e incredibilmente e senza nessuna attesa chiese perdono alla fanciulla. Invocò il suo perdono. Lei era sua figlia, come lo era qualsiasi creatura su quella terra e lui , un Dio, chiedeva perdono alla sua prole per i suoi sbagli, perché se l'esseri umani si uccidevano e procuravano dolore a vicenda era colpa sua. Primula pianse una seconda volta quel giorno e se la prima volta le era sembrato di morire questa volta fu ancora peggio. Pianse per l'intera umanità, per quel Dio che non sapeva gestire i suoi figli, per la terra intrisa di sangue , per il dolore di ogni padre e madre, per sua madre e per la purezza del mare inquinata da quell'Isola di odio. Le sue lacrime si riversarono nel fiume e si mescolarono con l'essenza del Dio. Una luce, potente ed inesorabile si sprigionò dalle acque. Primula l'aveva vista molte volte. La prima volta quando aveva salvato Onofrio e l'ultima quando aveva recuperato Ludovico dal fondo delle acque. Stavolta era diverso però, la luce non era calda e confortevole, ma gelata e pungente. Primula si sentiva bruciare la pelle, tanto era il gelo sprigionato da quelle acque. La ragazza urlò ed il suo grido si rifranse su tutta l'Isola, scuotendola fino alle sue radici più profonde. Ludovico, la madre di Primula, il signore dei Tebaldi, scopertosi il padre biologico di Primula ed il nuovo signore degli Amerighi, seppure fossero ai capi opposti dell'Isola sentirono tutti il potente grido della fanciulla e tutti ne furono colpiti per motivi diversi. Particolarmente scosso ne fu il signore dei Tebaldi, che non si sapeva spiegare a chi o cosa potesse appartenre un lamento così disperato. Il potente signore si era quasi dimenticato dell'esistenza di Primula, sebbene l'alta figura della ragazza gli era sempre rimasta impressa nella mente ed in alcuni momenti di tensione la sua immagine gli fioccava in testa e ne ignorava il motivo. La sua carovana di soldati aveva quasi raggiunto l'accampamento ed il signore dei Tebaldi era sempre più impaziente di osservare la battaglia che avrebbe per sempre raso al suolo il suo nemico. Ancora guastava come una deliziosa pietanza l'istante in cui il messaggero del suo generale gli aveva riferito che il signore degli Amerighi era stato abbattuto. Subito aveva imposto l'ordine che la testa del suo storico nemico fosse esibita sopra una picca al confine del campo di battaglia, così che tutti i Tebaldi potessero ammirare il loro signore caduto. Il signore dei Tebaldi aveva sempre considerato solo un'idiota il suo avversario e la conferma gli era arrivata quando aveva saputo della rivolta del figlio Ludovico al padre e che quell'ingrato essere aveva ammazzato la propria progenie proprio come avrebbe fatto un cane. L'unica cosa che il signore dei Tebaldi aveva sempre invidiato al signore degli Amerighi era stato proprio il figlio di quest'ultimo, Ludovico. Si vociferava che il ragazzo fosse un combattente formidabile e sanguinario, senza alcuna pietà per il nemico e talvolta gli amici. Per il signore dei Tebaldi sembrava essere il figlio perfetto. Purtroppo per lui cinque matrimoni e numerose amanti non gli avevano concesso uno straccio di progenie. Sapeva bene le voci che circolavano su di lui per questo, c'è chi diceva che era colpa della malvagità del suo sangue che il seme non attecchiva, che gli dei stessi lo avessero punito con questa maledizione, ma lui ci credeva il giusto. Sebbene avesse avuto così tante donne riteneva che fosse solo colpa di esse se lui non aveva messo al mondo un erede. Quelle cagne, come lui le definiva, erano buone solo ad urlare e scalciare e riuscivano a procurargli almeno piacere solo sanguinando. Arrivato all'accampamento il signore dei Tebaldi si stabilì al centro di esso, nella tenda più grande e sontuosa. Rimase lì a bere e organizzare con i suoi strateghi piani d'attacco fino a quando un'innaturale silenzio in tutto l'accampamento non insospettì lui ed i suoi consiglieri. Mandarono la guardia personale del re a perlustrare l'accampamento in cerca di risposte e quando il capitano delle guardie tornò ciò che sentì udire il signore dei Tebaldi non poteva credere. Corse fuori dalla tenda e raggiunse il limitare delle tende, dove si trovava una zona spoglia che i soldati usavano per gli allenamenti. Al centro dello spiazzo vi era un capannello di soldati intenti a combattere e tutto intorno praticamente tutti i soldati che non erano impegnati nella randa assistevano allo sconto. I soldati impegnati nello scontro sembravano avere un unico nemico. Il signore dei Tebaldi si fece largo tra la folla e tra i vari fendenti e parate vide un lampo rosso. La sua mente stentava a credere alla realtà. Nel mezzo del capannello dei soldati a combattere non c'era un potente soldato del suo esercito o dell'esercito avversario, ma una donna e non una donna comune, c'era la Curatrice. Con i rossi e lunghi capelli raccolti in una treccia decorata da fili d'argento ed il corpo fasciato dall'armatura più incredibile che il signore dei Tebaldi avesse mai visto. La ragazza combatteva almeno sei uomini da sola , con una spada argentata che sembrava pesante solo alla vista, ma che la fanciulla impugnava con l'abilità e la maestria del più valoroso soldato. Un fendente, poi un altro, una parata, la ragazza avanzava e retrocedeva decisa ed abbatteva i suoi avversari senza ferirli mortalmente, anche se sembrava una cosa del tutto voluta. Un minuto dopo l'arrivo del signore dei Tebaldi tutti i soldati che avevano osato sfidare Primula era a terra e la ragazza invocava nuovi sfidanti. Il cielo coperto da nuvole grigie lasciava traspirare un solo raggio di sole, che irradiava proprio quel campo di battaglia, facendo risaltare ancora di più i capelli rossi della ragazza in contrasto con l'armatura che sembrava forgiata dal mare, il suo colore blu variava di mille sfumature ad ogni movimento di Primula e su di essa sembravano incastonate delle conchiglie che fungevano da rinforzi nei punti più vulnerabili. Anche la spada della ragazza non era comune, la sua impugnatura sembrava essere d'osso e la lama non era dritta, ma ondulata , sembrava più affilata dei denti di uno squalo e la similitudine non era buttala lì a caso. L'aspetto che faceva più paura tuttavia non era l'abbigliamento della ragazza, ma il suo sguardo feroce e dannatamente deciso.

Il signore dei Tebaldi si avvicinò al suo generale e chiese da dove diavolo era sbucata Primula. Il generale rispose che alcuni soldati l'avevano vista arrivare dalla foresta e che appena giunta più vicina aveva preteso di essere portata dal signore dei Tebaldi. Quest'ultimo si sentì un groppo in gola a quest'affermazione. Naturalmente, aggiunse il generale, i soldati non le avevano dato retta ed avevano iniziato a deriderla, allora lei li ha sfidati ed il combattimento di poco prima era stato il risultato. Il signore dei Tebaldi si avvicinò alla ragazza, rimanendo comunque ad una buona distanza. In tono intimidatorio disse che aveva solo tre domande per la ragazza. Primula decise di stare al gioco e di ascoltare le domande del Sovrano. Per prima cosa il signore dei Tebaldi chiese a Primula perché fosse lì. Primula rispose che aveva parlato con il Dio del Mare e lui gli aveva rivelato che lei era la figlia del signore dei Tebaldi che diciannove anni prima aveva messo incinta sua madre violentando presso la capitale. Ci fu un sussulto da parte di tutti i soldati presenti e benché il Sovrano non fosse mai stato in grado di procreare, nessuno ebbe un minimo dubbio in merito alle parole della ragazza, essa non era umana , ma divina, non aveva motivo di mentire. Inoltre molti cominciarono a riconoscerla, lei era la Curatrice e tanti avevano fede in lei perché aveva curato molti di loro e molti altri parenti e amici dei presenti. Il signore dei Tebaldi fu scosso da questa rivelazione ed anche se aveva sempre voluto un'erede non era felice di quella scoperta. Primula esortò il Sovrano a continuare con le sue domande. Il signore dei Tebaldi con la voce tremante chiese come la ragazza fosse divenuta una combattente così eccezionale. La fanciulla rispose che il Dio del Mare le aveva concesso il dono della Vita perché riteneva fosse il più adatto a riportare la pace sull'Isola, ma che lei era giunta alla conclusione che solo il potere della Morte le avrebbe portato la capacità di cambiare le cose e così era diventata una guerriera. Il signore dei Tebaldi sentiva il sudore freddo scendergli giù per la schiena e le mani gli tremavano, in fondo al cuore sapeva che non avrebbe dovuto rivolgergli quell'ultima domanda, eppure doveva. Così, infine chiese a Primula che cosa volesse da lui. Primula rispose che se lo stava per prendere. Con un unico , velocissimo ed imprevedibile gesto, la ragazza scagliò nell'aria la sua spada che guidata dal vento andò a recidere di netto la testa del signore dei Tebaldi. Solo il rumore della testa del Sovrano che rotolava sulla nuda terra fu udibile tra le fila dei soldati. Prima che anche solo uno di essi fosse capace di solo una mossa Primula iniziò a parlare. Spiegò ai soldati che il suo defunto padre era solo un tiranno che li aveva condotti alla fame e alla guerra per quasi trent'anni. Lei, in quanto sua figlia, era la legittima erede al trono, ma avrebbe assunto tale ruolo solo il tempo di ristabilire la pace, dopo di che avrebbe instituito un parlamento per permettere ad ogni classe sociale di rappresentarsi e che sarebbe stato questo a regnare insieme a lei per il resto dei secoli. Lo sbigottimento generale era palpabile, nessuno sapeva bene cosa fare, se credere o no alla Curatrice divenuta guerriera. La ragazza, non vedendo reazioni nel suo esercito con tranquillità avanzò fino a raggiungere la sua spada insanguinata, che ripulì nelle pregiate vesti del cadavere del padre disteso a terra. Recuperata la spada se ne tornò al centro del campo e la conficcò nel terreno. Dopo di che proclamò che chiunque avesse avuto dei dubbi sulle sue parole era pregato di estrarre la spada e conficcarla nel suo ventre , perché solo essa era capace di ucciderla ed in seguito alla sua morte il suo uccisore sarebbe divenuto il legittimo erede al trono di suo padre. Nessuno si mosse di un centimetro perciò Primula incitò il primo generale a provare nell'impresa. Questo spinto da un'offerta così ghiotta, diventare Sovrano, si cementò nell'impresa, ma la spada non si mosse neanche. Primula impose l'impresa ad ogni soldato del suo esercito e ormai era notte fonda quando anche l'ultimo provò ad ottenere il trono. Terminate le prove e quando ormai ogni uomo era già convinto dalle sue parole la guerriera estrasse la spada dal terreno con estrema facilità, come riprova del suo potere. Incitò tutti a passare una buona notte perché il giorno dopo avrebbero affrontato la loro ultima battaglia. Così la signora della Pace , la divinità della guarigione, la Santa, la Curatrice divenne il capo di un esercito. Aveva subito la sua trasformazione dopo che un unico pensiero aveva attraversato la sua mente. Mentre piangeva disperatamente nelle acque del fiume aveva riflettuto ed era giunta alla conclusione che l'unica maniera per arrivare alla pace era che una delle due parte nemiche prevaricasse sull'altra, così che l'odio fosse sopito per sempre. Moltissimi sarebbero morti per quella pace, ma molti di più lo sarebbero se la guerra avesse continuato. Questo suo pensiero era scivolato attraverso le sue lacrime nell'acqua del fiume, dove risedeva il Dio del Mare, e l'impurità di tale conclusione lo aveva consumato uccidendolo alla maniera delle divinità, si era tramutato in pura energia, investendola a pieno. Il dolore che aveva provata era stato così intenso che aveva desiderato la morte, ma all'apice del suo tormento la voce del Dio del Mare le si era palesata, sapeva per l'ultima volta, nella mente. Il Dio le annunciava la sua dipartita e che solo al momento opportuno sarebbe nato il suo successore, intanto concedeva a lei un ultimo dono che era una scelta. Primula poteva scegliere tra il potere della vita e della morte. Purtroppo il cuore della fanciulla era ormai stato corrotto dai troppi dispiaceri e la sua scelta è stata quella che più ha addolorato il Dio.

Così la mattina dopo la salita al potere di Primula gli eserciti Tebaldi e Amerighi si schierarono uno contro l'altro.

Un solo cavaliere venne avanti dall'esercito Amerigo, così Primula diede l'ordine di attendere ai suoi generali e raggiunse il solitario cavaliere nel centro del campo di battaglia."

"E poi?" chiese la bambina appoggiandosi alla cattedra del suo maestro.

"Il finale della storia lo ascolterete dopo pranzo, adesso i vostri genitori vi aspettano, principessa" ribatté il maestro, mentre riponeva i suoi libri.

"Io sono curiosa adesso!" insistette la capricciosa bambina.

"Se veramente siete interessata al finale avrete abbastanza pazienza da attendere" concluse il saggio maestro, congedando la piccola principessa e riflettendo lui stesso sulla leggenda appena narrata.

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Ciao, sono giunta alla seconda e penultima parte di questa storia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie :-)

 

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Capitolo 3
*** High Hopes ***


Dopo quello che ad Aurelia sembrò il più lungo dei banchetti finalmente la piccola principessa poté fare ritorno alla biblioteca, dove già il suo maestra l'aspettava.

L'anziano saggio si schiarì la voce e disse:

"Dove eravamo rimasti?"la bambina emozionata rispose.

"Primula era sul campo di battaglia ed un cavaliere dell'esercito nemico si fece da solo avanti!"

"Ah già" esclamò il maestro grattandosi il mento. Allora continuiamo.

"Un solo cavaliere venne avanti dall'esercito Amerigo, così Primula diede l'ordine di attendere ai suoi generali e raggiunse il solitario cavaliere nel centro del campo di battaglia.

Primula percorse il campo di battaglia sicura di se e delle sue idee, sapeva che questa decisione le avrebbe macchiato per sempre l'anima, ma era pronta a questo sacrificio ed a molto di più per la pace dell'Isola, per fare si che nessun'altro essere umano dovesse ricevere tanta violenza quanta era toccata a sua madre.

Primula era sicura di trovare Attilio Amerigo sotto l'elmo di bronzo, forse il nuovo signore degli Amerighi voleva schernirla prima della battaglia o minacciarla, la fanciulla era pronta a tutto. A tutto tranne a quello che trovò sotto l'elmo di bronzo.

Ad attenderla al centro del campo di battaglia non c'era Attilio Amerigo, ma Ludovico Amerigo, il suo Ludovico. Infatti il principe degli Amerighi, una volta abbandonata la sua amata, era partito con l'idea di unirsi all'esercito degli Amerighi come un soldato semplice, per combattere il nemico a fianco della sua gente. Tuttavia, durante il suo rientro nelle terre Amerighe aveva udito un lamento devastante rimbombare nella terra e qualcosa nel suo cuore lo aveva avvisato che Primula era in pericolo, benché fosse illogico che lei,un essere umano, avesse provocato un tale suono. Così Ludovico iniziò a correre a ritroso nella foresta, corre a perdifiato , fino a che le gambe non cominciano a cedergli, poi corse ancora , fino a che non raggiunse un fiume che attraversa la boscaglia. Senza pensarci si buttò nelle sue fredde acque per guadarlo e raggiungere la riva opposta, dopo la quale a solo pochi chilometri si trovava la cittadina dove aveva lasciato Primula. Al centro delle acque sentì una strana sensazione, come di freddo pungente. Il valoroso principe guardò in basso e vide che l'acqua risplendeva leggermente, abbassò lo sguardo sulla superficie e si sentì afferrare dal basso, come se dall'acqua fossero spuntate due braccia per attirarlo nelle profondità . Una volta sotto l'acqua il principe cominciò a sentire una voce nella testa , una voce che non aveva mai udito. La voce era appena udibile, come se gli giungesse dal fondo di un corridoio. Così il Dio del Mare, con un po' delle sue ultime energie parlò con il principe Ludovico, raccontando gli ultimi avvenimenti al principe. Il primo impulso del guerriero fu correre immediatamente da Primula,tuttavia il Dio lo fermò, dicendogli che la fanciulla lo avrebbe sicuramente ucciso così. Il principe sbigottito ribadì al Dio che mai lei gli avrebbe fatto del male. Il Dio rise sommessamente dell'ingenuità del principe. L'anima di Primula era stata corrotta dal male , la vendetta era l'unico desiderio che riempiva il suo cuore e dopo che essa fosse stata placata solo la follia sarebbe rimasta. L'unico modo per fermarla era ucciderla. Ludovico si ritrasse schifato da tale idea, quasi sfuggendo al Dio, ma questo lo riacciuffò in tempo. Il Dio diede al Ludovico il dono della preveggenza per un istante, permettendogli di vedere cosa la sua amata avrebbe fatto al popolo degli Amerighi se nessuno l'avesse fermata. Ludovico non poteva credere ai suoi occhi, inorridito. La sua amata salvava le vite, non le portava via. Il Dio si disperò con lui ed infine gli concesse la sua ultima chance. Doveva cercare di far ragionare la fanciulla e nel caso non ci fosse riuscito , ucciderla, così da mettere il suo popolo nelle condizioni di difendersi. Prima che Ludovico potesse dare una risposta al Dio questo sparì per sempre, portandosi via la luce e liberando Ludovico. Il principe riemerse dalle acque ed ansimante si trascinò sulla riva. Con il cuore che sanguinava aveva preso la sua decisione, avrebbe ascoltato il Dio , avrebbe cercato di far ragionare Primula e nel caso non ci fosse riuscito l'avrebbe uccisa per poi uccidersi a sua volta.

Così Ludovico tornò al suo castello e chiese di incontrare suo zio Attilio, pronto a sfidarlo a duello per il trono. Tuttavia Ludovico non credeva di essere accolto in quel modo. Una volta varcata la soglia sulla quale era stato trafitto dal padre poco più di due settimane addietro incontrò lo zio, che lo attendeva seduto sul trono. Appena lo zio incontrò il suo sguardo scese dal trono e gli corse incontro abbracciandolo. Gli confessò di non poter credere al fatto che fosse vivo e gli chiese di perdonarlo per non essere riuscito a fermare suo fratello. Ormai il vecchio signore degli Amerighi era guidato dalla follia ed è stata proprio questa alla fine ad ucciderlo, conducendolo nel mezzo della battaglia senza armatura e con la corona in testa, così che tutti i suoi avversari lo potessero individuare. Il padre di Ludovico infatti si riteneva immortale al momento della sua morte. Attilio Amerigo concesse la corona del suo popolo al nipote, in ginocchio , di fronte a lui a cospetto di tutta la corte. Ludovico stentava a credere a ciò che stava accadendo. Il giovane principe non capiva gli atteggiamenti dello zio perché ancora non conosceva ciò che stava accadendo nell'accampamento Amerigo proprio in quel momento, tuttavia Attilio era già stato informato dei recenti accadimenti ed essendo un codardo di natura tremava alla sola idea di dover affrontare quella che ormai tutti ritenevano la nuova Dea della Morte. Ludovico dopo la sua incoronazione fu informato di tutto, lui però non rivelò le sue informazioni alla corte , perché se avesse rivelato i piani di Primula a tutti, anche se fosse riuscito a convincerla nel non ultimare i suoi piani ,più nessuno si sarebbe fidata di lei, ritenendola pazza. Forse il solo pazzo era lui , che credeva di convincere una dea guerriera.

Così il guerriero Amerigo e la guerriera Tebalda si trovarono uno di fronte all'altra al centro di un campo di battaglia. Primula non poteva credere ai suoi occhi. Di fronte a lei si trovava il suo amato Ludovico , nelle vesti del suo nemico. I due amanti si guardarono negli occhi fino a che Ludovico non chiese a Primula di abbandonare le armi e ritirare l'esercito, lui avrebbe fatto lo stesso e nessuno sarebbe morto quel giorno. Primula scosse il capo , disse a Ludovico che il solo modo per fermare tutte quelle morti sarebbe stato annientare l'odio eliminando una delle due fazioni, non le importava quale, ma oggi o gli Amerighi od i Tebaldi si sarebbero istinti. Ludovico già sapeva le idee della fanciulla, ma sentirle pronunciare dalla sua bocca fu un vero assalto ad ogni ricordo buono che aveva di lei. Ludovico ribatté dicendo che tutta quella era una follia, che non si poteva eliminare così l'odio , che essi erano umani e l'odio faceva parte di loro , l'unica maniera era sopirlo con la pace , con il perdono. Primula affermò che tutte quelle erano solo idealistiche cazzate e che l'umanità non era capace di un vero perdono, ma che l'unica lingua che conosceva era la violenza e che l'unico modo per sbaragliare il male era il male stesso. Così dicendo la fanciulla voltò le spalle all'avversario, spronando il cavallo a tornare indietro. Allora Ludovico, con la morte nel cuore, la sfidò a duello. Nessuno doveva morire, se non uno di loro due. La ragazza fermò la sua cavalcatura e girando la testa guardò il suo amato. Lei confermò al guerriero che niente la poteva uccidere, la morte era sua soltanto, la poteva dare, non ricevere. Ludovico ignorò le sue parole e le disse che se lo avesse ucciso lei avrebbe avuto la sua guerra e se lui avesse ucciso lei , lui avrebbe avuto la pace. Una lacrima scesa dagli scuri occhi della fanciulla, ma la sua voce non era intaccata da nessuna emozione. Rispose che non la vedeva così, ma che avrebbe accettato il duello. Così i due scesero da cavallo ed impugnarono le rispettive spade. Fu lei a inferire il primo colpo, che per poco un squarciò di netto il petto di Ludovico. Il principe aveva moltissima esperienza come guerriero, ma ben presto si rese conto di non poter vincere quello scontro, la sua avversaria non era umana. Dette tutto se stesso nella lotta, come un uomo certo della sorte. Comunque sarebbe andato lo scontro lui sarebbe morto, perciò non aveva più paura. All'ennesimo fendente di Primula il principe ricevette l'ennesima ferita. Il suo corpo era ben più marchiato di quello della guerriera ed il principe, ormai re, sentiva venir meno le sue forze. Un colpo ben assestato ad un ginocchio e Ludovico fu a terra. La divina Primula aveva i capelli sciolti al vento, la sua treccia non aveva retto al combattimento, la sua pelle abbronzata era rossa per la fatica ed i suoi occhi neri erano luminosi, per l'eccitazione. Ludovico la trovava bellissima. La fanciulla puntò l'affilata lama alla gola del re, rialzatosi sulle ginocchia . Gli disse che era ancora in tempo, che se rinunciava ai suoi ideali e si univa a lei, lo avrebbe riaccolto come se nulla fosse. Ludovico rifiutò ed aggiunse che il suo unico rimpianto era non poter rivedere la sua dolce Curatrice. Primula con disprezzo , ma anche con le lacrime agli occhi, ribatté che quella ragazza era morta. Allora Ludovico la implorò di fare presto ad ucciderlo, così si sarebbe riunito alla sua amata. Primula caricò il braccio con cui teneva la spada ben sopra la testa, pronta a colpire il suo amante. Con forza calò il colpo, ma la lama non si conficcò nella gola di Ludovico , ma sul terreno di fronte a lui. Insieme alla spada calò a terra anche Primula. In lacrime invocò il perdono di Ludovico, dicendogli di non essere capace di ucciderlo, l'unica altra persona ad aver ucciso è stato suo padre e non po' neanche lontanamente pensare che il lurido sangue di suo padre, che ancora incrosta l'elsa della sua spada potesse contaminare il corpo di Ludovico. Primula dice di sapere di star delirando, ma che non poteva controllare la sua rabbia , che lui doveva ucciderla. Gli confessò di aver mentito prima, c'era qualcosa che poteva ucciderla, ed è la sua spada. Così sfilò dal terreno la potente lama e la mise tra le mani del re. Ludovico prese la lama e la sollevò sopra la testa e con gesto deciso la scaraventò lontano. Primula quasi delirava tra le lacrime pregandolo di andare a recuperare la lama per ucciderla. Lui la abbracciò teneramente e le chiese come lei potesse pretende che lui la uccidesse, se neanche lei riusciva ad uccidere lui. Le lacrime di Primula continuavano ed ormai sembrava inconsolabile. Poi Ludovico la afferrò per le braccia e forte la scosse e le ricordò che lei era la Dea della Morte e perciò controllava anche la Vita , perché non esiste il buoi senza la luce e questo non valeva solo per i suoi poteri ma anche per i suoi sentimenti. L'oscurità non l'aveva colpita in quel momento, era sempre stata dentro di lei , solo che prima la bontà era più potente. La sua vera forza era rappresentata dalla sua capacità di equilibrare la luce ed il buio dentro di lei. Così Primula chiuse gli occhi e si concentrò su tutto ciò che c'era di buono nella sua vita. Ripensò a sua madre, a sua nonna , alla gioia di Onofrio dopo aver riacquistato la vista, alla tenacia di Jella, all'energia del piccolo Ennio, al sollievo di ogni suo paziente e nell'amore negli occhi di chi lo riabbracciava sano e poi a Ludovico ed al dolce sussurrare del Mare nelle notti d'estate. Improvvisamente la terra tremò ed un potente boato scosse l'Isola intera. Poi la terra sotto di loro si aprì. Ludovico abbracciò ancora più forte Primula, certo di sprofondare nelle viscere della terra, ma il lembo di terreno dove loro si trovavano rimase fermo. Tutto intorno a loro il terreno si aprì per almeno venti metri alla loro destra e venti alla loro sinistra , dopo di che l'acqua cominciò a riempire il nuovo passaggio. Ludovico e Primula si trovarono così in un isolotto in mezzo al neo fiume. Il re tremava come una foglia e si aggrappava disperatamente all'armatura della sua amata. Lei iniziò prima a ridere sommessamente e poi sempre più forte. Il suo Ludovico la guardva come se fosse impazzita, ma ben presto si fa contagiare da tanta ilarità.

Così nacque la casata del Mare , dall'unione del regno dei Tebaldi e del regno degli Amerighi, la regina Primula ed il re Ludovico si unirono in matrimonio due giorni dopo la miracolosa comparsa del fiume che ribattezzarono Pace. La tregua tra le due storiche casate avversarie fu sancita immediatamente e chi ancora provava del risentimento fu subito ammansito dall'idea di dover affrontare l'ira di una regina capace di creare un fiume dal nulla. Dal matrimonio reale nacquero sei figli. Questo primo regno è ancora oggi il più lungo della storia , centodieci anni governarono re e regina e l'ultimo giorno se ne andarono via belli e giovani come il primo, perché l'amore della regina impediva anche al re di morire. Non si sa bene se essi siano semplicemente morti o se ancora essi vivono suoi fondali corallini intorno all'Isola, ciò che è certo è che diedero vita ad una gloriosa dinastia a cui anche tu, piccola Aurelia, appartieni."

Così il maestro concluse di raccontare la leggenda sulla formazione della grande casata del Mare alla piccola ed attenta Aurelia, primogenita del re Ettore e della consorte Priscilla. L'ora di mitologia era sempre la più apprezzata dalla piccola principessa.

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Ciao, questa è la seconda parte della storia. Non so se e quando continuerò il racconto, però prometto che prima o poi lo farò. Grazie della lettura ;-)

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