Amata immortale di CauchemarDelirant (/viewuser.php?uid=76108)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Nellie Lovett ***
Capitolo 3: *** Memorie perdute ***
Capitolo 4: *** La vera storia di Lucy ***
Capitolo 5: *** dubbi ***
Capitolo 6: *** Una rara giornata serena ***
Capitolo 7: *** Stelle nascoste da nubi minacciose ***
Capitolo 8: *** La fine ***
Capitolo 1 *** L'incontro ***
Lucy fu ributtata fuori dalla villa del giudice che ancora sanguinava per la violenza subita. Era sotto choc, la mente annebbiata dai liquori, il corpo dolorante: si lasciò cadere come un cadavere in un vicolo poco lontano, incapace di formulare alcun pensiero. Appoggiò la schiena ad un muro scrostato del vicolo guardandosi intorno come chi aspetta il colpo di grazia. Dopo un tempo indefinibile, percepì una sfocata presenza che si avvicinava a passo svelto verso di lei. Nellie Lovett tornava dallo spaccio quando, attraversando un vicolo puzzolente, vide il corpo accasciato di una donna. Immaginando che fosse una tra i tanti vagabondi che popolavano Londra la guardò distrattamente. E vide un angelo, di quelli caduti in volo su quella città triste e cattiva. Nellie si fermò sorpresa davanti alla donna, e non vide una vecchia pazza vestita di stracci, ma una giovane dai lunghi capelli dorati che la fissava smarrita. E Nellie per un attimo si sentì perdere dentro quegli occhi azzurri e ghiacciati profondi più del mare.. La giovane sembrava impaurita e confusa. Nellie le si inginocchiò accanto e le prese dolcemente la mano, morbida e fredda. -Come ti chiami?- le chiese. Lucy si guardò intorno come spaventata dalla domanda: era confusa, ancora sotto choc, impaurita; Svenne tra le braccia di Nellie.
Come inizio è un po' corto e poco interessante, lo ammetto, ma presto lo integrerò con nuovi capitoli molto più interessanti. Intanto commentate se volete, sono nuova di EFP e vorrei sapere che pensate di come scrivo ^-^ |
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Capitolo 2 *** Nellie Lovett ***
Nellie Lovett era una giovane donna, vedova e sola. La sua solitudine non le pesava, perché era quel tipo di donna che avrebbe
potuto avere qualsiasi uomo, per la sua bellezza e il suo fascino. Ma a lei gli uomini non interessavano, era indipendente con il suo
lavoro di pasticcera e non provava alcun tipo di attrazione per gli uomini che conosceva o frequentavano il suo locale. In effetti Nellie non si era mai sentita innamorata: non che non avesse voluto bene al suo ormai defunto marito, ma l'aveva sposato senza amore, com'era poi d'uso nella società dell'epoca. Nellie Lovett era una donna piena di fascino: quel fascino autorevole di una donna forte e intraprendente; inoltre, Nellie era molto bella. Il suo sguardo era profondo e penetrante, i suoi occhi grandi e castani; i lineamenti del
volto erano delicati, le labbra erano rosse e morbide; i lunghi capelli ricci e rossastri erano raccolti in due alte code che lasciavano
ricadere qualche ricciolo dandole un'aria vagamente sbarazzina: la sua pelle era bianchissima e morbida, le mani eleganti e
lungilinee. L'intero corpo, nascosto sotto lunghe vesti, risultava sensuale, e il corpetto non nascondeva agli occhi dei clienti più attenti
un seno morbido e candido. Questa era la donna che Lucy aveva trovato nel vicolo, e nella cui casa si risvegliò il giorno
seguente. Quando aprì gli occhi si ritovò in una stanza rischiarata da un camino acceso, distesa su un comodo divano. -..Ben svegliata-.
Sentì la voce di una donna che, sorridendo, giungeva da un'altra stanza con in mano un vassoio con del té fumante. Lucy la guardò confusa: non ricordava nullla della serata precedente. Si mise velocemente seduta e mormorò un timido "Buongiorno". Nellie le si sedette accanto senza smettere di sorriderle amabilmente, e le porse una tazzina di té. Durate la notte Nellie aveva avuto modo di osservare la sfortunata ospite dormire, e dal suo aspetto curato e dalle mani morbide di chi non ha mai lavorato immaginò che la giovane provenisse da una buona famiglia. -Come state?- si informò Nellie. -Non.. Non molto bene.. Dove mi trovo? Voi chi siete?..- Nellie si sedette un po' più vicina e le prese una mano per rassicurarla. -Io mi chiamo Nellie Lovett. In questo momento vi trovate a casa mia, non dovete preoccuparvi- sorrise -siete al sicuro.- |
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Capitolo 3 *** Memorie perdute ***
-Qual è il vostro nome?- Nellie chiese alla giovane. Ma questa non rispose, si guardava le mani che reggevano, tremanti, la tazza di
té che andava raffreddandosi. Finalmente rispose. -Io..non lo so..Non so nemmeno perché mi trovo qui..!..- alzò lo sguardo verso
Nellie, ed aveva gli occhi lucidi e immensi. Nellie comprese che aveva perso la memoria, e si preoccupò. In più, la ragazza aveva gli
occhi spenti e sembrava fare fatica nel rimanere sveglia; aveva un'espressione che Nellie aveva visto troppo spesso nei suoi clienti
ubriachi fradici. Ma Lucy iniziò a piangere sommessamente: non ricordava più nulla, né il suo nome, né la sua vita; sentiva solo
un grande confusione ed un dolore pulsante alla testa. Non sapeva che lentamente ed inesorabilmente si stava avvicinando alla
verità, non sapeva che i suoi ricordi sarebbero tornati, che aspettavano nascosti dallo choc e dalle droghe di Turpin, e che si
sarebbero abbattuti su di lei come la ghigliottina sul collo dei condannati. -Forse è meglio che riposiate ancora..- le disse
amorevolmente Nellie, cingendola con un braccio -Io passerò la giornata a lavorare, ma potete trovarmi al piano di sotto, se vi
occorre, a cucinare. In ogni caso sarò da voi questa sera- le stampò un bacio gentile e materno sulla fronte. -Ora riposate-.
***
Quel pomeriggio Nellie non fece che pensare alla sua giovane ospite, a come l'aveva incontrata. Immaginava i più svariati motivi per
cui potesse essere in quel vicolo così sconvolta, e le sue supposizioni non la rassicuravano affatto.
Anche se stava cucinando e servendo i clienti, la sua testa era di sopra, vicino a quella misteriosa, bellissima ragazza.
Come avrebbe voluto poter essere vicino alla sua ospite, rassicurarla e farla sentire al sicuro carezzandole i capelli dorati.. |
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Capitolo 4 *** La vera storia di Lucy ***
Era ancora immersa nei suoi pensieri quando, servendo da mangiare ad un cliente, lo sentì confabulare con un uomo seduto
accanto a lui. -Hai sentito? Si dice, o meglio, si mormora, che.. Hai sentito insomma del barbiere di Fleet Stret, no?- l'altro
scosse la testa. "Il giudice Turpin l'ha fatto allontanare, ancora qualche tempo fa, ma le motivazioni non sono mai state chiare.- il
cliente fece un'aria cospiratrice e fece avvicinare il compagno, tanto che Nellie dovette sforzarsi per udire il resto del discorso.
-Si dice.. Che Turpin l'abbia fatto per la moglie del barbiere, Lucy Barker! Per poterle.. Fare la corte, ecco, liberamente.- l'altro lo
guardava impressionato -ebbene sì... Le manda fiori, fa di tutto.. Ma lei no, non è il tipo.- -e poi?- -E poi Sir Turpin ha anche preso in
custodia sua figlia, non avendo essa più padre- -Non deve averla presa bene Mrs Barker..- l'altro bevve un sorso di gin -Bof, è solo
una donna.-
Nellie era abituata ad ascoltare i discorsi dei clienti, era il suo metodo di tenersi informata sulla vita di Londra. Non diede particolare
importanza alla vicenda del giudice: su di lui ne aveva sentite tante. Presto si rituffò nelle proprie congetture a proposito dell'ospite
fino a che il locale non fu completamente svuotato. Quando Nellie ritornò nella stanza in cui aveva lasciato l'ospite la trovò in piedi,
che fissava le ceneri del caminetto spento: sembrava annegare nei propri pensieri. Finalmente la giovane si accorse della sua
presenza. -Oh, Mrs Lovett! Non vi avevo sentita arrivare..- la guardò fissa, come chi ha qualcosa di molto importante da dire. -Mrs
Lovett..- Nellie le si avvicinò preoccupata, ed attese che parlasse. -Io..Ricordo il mio nome. Mi chiamo Lucy, Lucy Barker-. |
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Capitolo 5 *** dubbi ***
Fu allora che Nellie cominciò a ricostruire il tragico
puzzle che era la vita passata di Lucy. -Mrs Lovett..-
Lucy interuppe i suoi pensieri -State bene..?- Nellie le
rivolse un sorriso leggermente forzato. -Sto bene. Voi,
piuttosto, ricordate altro?- Lucy scosse la testa. -
No..Solo..Non vorrei esservi di peso, Mrs Lovett- Nellie
rise -Non scherzate Lucy, siete mia ospite. A proposito,
dimenticatevi di "Mrs Lovett". Per voi sono Nellie-.
Quella notte Nellie vegliò sul sonno di Lucy, che
dormiva pacificamente distesa nel suo letto. Questa non
avrebbe voluto occupare il letto di Nellie, ma lei aveva
insistito ed ora sedeva in una poltrona da cui poteva
osservare Lucy dormire. In mano aveva una tazza fumante
e lo sguardo perso nel vuoto. Non riusciva a dormire,
continuava a pensare alla povera Lucy.. Non stava ancora
bene, qualsiasi cosa fosse successa la notte precedente. Era
il caso di rivelarle la sua storia tragica, così, tutto d'un
colpo? Nellie studiò l'espressione di Lucy e la vide con
un sorriso sereno. No, era meglio di no. Meglio aspettare,
si diceva. Si sporse in avanti e carezzò delicatamente
Lucy con il dorso della mano. Voleva proteggerla da ogni
male, voleva renderla felice.. Aveva trovato un angelo
caduto, e gli avrebbe ridato le ali.
Questo capitolo così solo soletto non dice molto, ma è per riunire tutto ciò che sta per avvenire in un solo capitolo, molto più lungo..Il prossimo. (grazie per il supporto, Squarciecicatrici ^-^) |
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Capitolo 6 *** Una rara giornata serena ***
Il giorno seguente Nellie non andò a lavorare, decise
invece che sarebbe rimasta con Lucy. Per prima cosa, Lucy
aveva bisogno di vestiti puliti, ma guardando nel proprio
guardaroba Nellie non trovò nulla di adatto: Lucy era più
minuta di lei. Così, quando Lucy dormiva ancora, uscì a
comprare un nuovo vestito per il giorno: la notte avrebbe
usato una delle sue vestaglie, e pazienza.
Quando Lucy si svegliò trovò un abito bianco posato sulla
poltrona su cui aveva dormito Nellie, con un biglietto.
"Per te". Nellie nel frattempo era in cucina a preparare la
colazione, il profumo di caffé riempiva la stanza ed il sole
entrava con i suoi raggi attraverso le finestre. Era una rara
giornata serena a Londra. Quando Nellie si voltò per
portare la colazione all'ospite, per la sorpresa quasi perse il
vassoio dalle mani; poi, un affetto sconfinato la fece
sorridere. Lucy era ferma sulla soglia della cucina,
illuminata dal sole e raggiante nel suo nuovo vestito
bianco che la faceva sembrare davvero un angelo. Fece roteare
piano l'orlo della gonna, guardando Nellie -è bellissimo..-
sorride. Nellie contemplava Lucy come si fa con il cielo
stellato: la giovane aveva qualcosa di puro, etereo, la sua
bellezza era quella di una stella flebile che ha paura di
brillare. -Ti..Ti sta davvero molto bene- furono le sole
parole che le uscirono di bocca, perquanto sentisse la
mente piena di pensieri. O era il cuore ad essere pieno di
sentimenti? Nellie cacciò quell'idea, e invitò Lucy a fare
colazione.
Lucy stava un po' meglio rispetto al giorno precedente, ma
non aveva recuperato la memoria. Almeno, pensò Nellie,
sembrava più serena. Ma per quanto ancora quella piccola
felicità sarebbe esistita? Era la "loro" felicità. O la sua?
Nellie non riusciva, o non voleva, capire se intendeva
nascondere a Lucy il suo passato per proteggerla o perché
lei aveva paura che, ricordandosi del marito, Lucy l'avrebbe
lasciata sola. Nellie aveva paura che Lucy potesse soffrire a
causa sua, ma allo stesso tempo.. Allo stesso tempo voleva
che quello sprazzo di Paradiso durasse per sempre. I suoi
pensieri la incupivano, ma quando rialzò lo sguardo su
Lucy, che parevano felici, le sue preoccupazioni
scomparvero.
Quel pomeriggio Nellie volle insegnare a Lucy a cucinare i
pasticci. Lucy ascoltava attentamente e si divertiva nel
preparare gli impasti con lei. Era anche piuttosto brava,
considerò Nellie. Tutto d'un tratto, Lucy scoppiò a ridere
allegramente. Nellie la guardò con aria interrogativa. -Hai
la guancia piena di farina- disse ridendo Lucy, e prima che
Nellie potesse pulirsi, le stampò un bacio sulla guancia
infarinata. Nellie rimase piacevolmente interdetta, ma la
risata di Lucy era chiara e contagiosa, così rise anche lei,
mettendo da parte l'imbarazzo e una vaga sensazione indefinita che crescevano. Passarono così un
pomeriggio piacevole, impastando, cucinando e parlando
dei propri gusti ed interessi. Lucy questi non li aveva
rimossi, ma solo messi da parte; così almeno ebbero di che
parlare, anche se il suo passato le rimaneva oscuro. |
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Capitolo 7 *** Stelle nascoste da nubi minacciose ***
La sera Nellie e Lucy cenarono con i pasticci preparati da loro e con del buon vino. La serata era limpida e piacevole, quindi Lucy desiderò uscire in terrazza, da dove si poteva vedere mezza Londra. La vista era spettacolare, a Lucy brillavano gli occhi. Forse l’aveva dimenticato, forse non l’aveva mai saputo, ma Londra era magica nelle sere come quelle. Nellie si appoggiò alla ringhiera vicino a Lucy.
–Ti ricordi le stelle?- le chiese, e guardò in alto: il cielo brillava sopra di loro. Lucy sospirò –Sono bellissime..- Nellie sorrise: -anche per me, è come se le vedessi per la prima volta-
..Povera Nellie, era tanto che non ti soffermavi a contemplare la bellezza di Londra, per te era diventata solo un buco squallido e triste. Ma ora c’è Lucy, e tutto è diverso. Rimasero così, a guardar le stelle, finché non furono troppo stanche e assonnate. Nellie non pensò più al giudice o al barbiere, e si addormentarono tranquille e beate, cullate dall’oblio, sul letto di Nellie senza nemmeno mettersi sotto le coperte o cambiarsi, distese una vicino all’altra.
Il giorno seguente, Nellie dovette riaprire il negozio già al mattino presto: si alzò, si lavò il viso, si diede una sistemata e fece per scendere al piano di sotto, come faceva tutte le mattine. Dopodiché, preparò la colazione per Lucy. La svegliò con un bacio sulla fronte. –Lucy..?- Lucy aprì lentamente gli occhi. –mmmh?- Nellie rispose sorridendo: -Oggi devo andare ad aprire il negozio, ci starò tutto il giorno.. Cosa pensi di fare tu?-
Lucy si mise seduta, riordinò le idee e poi rispose che sarebbe uscita a fare una passeggiata. –va bene. La tua colazione è pronta di là, a stasera. Avvertimi quando esci- Lucy annuì, e guardò Nellie scendere le scale.
La pasticceria sembrava presa d’assalto quel giorno; i clienti abbondavano, ma la cosa più che rallegrare Nellie la metteva in difficoltà. Non faceva neanche in tempo a pensare, doveva lavorare senza sosta per sostenere il ritmo frenetico delle richieste dei clienti. Quando finalmente ebbe una pausa, era ormai pomeriggio tardo. La giornata non era più bella come al mattino, e iniziava a piovere. Guardò fuori dalla finestra: Lucy non era ancora tornata. Iniziò a preoccuparsi seriamente.. L’aveva vista uscire poco dopo aver pranzato con lei, dicendo allegramente che sarebbe andata a fare compere. Ma perché ci metteva così tanto? Il tempo stava peggiorando e le strade stavano diventando buie...
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Capitolo 8 *** La fine ***
Arrivò la sera. Nellie scrutava Londra dalla finestra alla ricerca di Lucy. Lo
sguardo balzava da un vicolo all'altro, la preoccupazione le stringeva lo
stomaco come una morsa. Senza pensarci due volte, indossò un lungo
cappotto, e uscì alla ricerca della giovane.
I suoi passi rimbombavano nelle strade vuote e buie, e l'unico rumore che
Nellie percepiva era il suo cuore nelle orecchie battere sempre più
forte.
Pensò che Lucy, essendo uscita anche per fare delle compere, sarebbe
passata per il droghiere, e si diresse lì a chiedere informazioni.
Il proprietario del negozio, quando la vide entrare, la squadrò con aria
interrogativa. Ma Nellie tagliò corto: -Questo pomeriggio è passata di qui
una giovane dai capelli biondi e con un vestito bianco?- Il proprietario
ci pensò su, e per Nellie fu un'attesa snervante. -Certo, ho una memoria di
ferro io.. è passata poco meno di un'ora fa, sì.. Erano le sette. Ricordo
anche cos'ha comperato: arsenico.- A Nellie si fermò il
cuore. -Una bella ragazza non c'è che dire..- Continuò il droghiere, ma
Nellie era già fuori dal negozio.
Nellie sentì il vento freddo degli avvenimenti colpirla violentemente fino ad
ghiacciarle l'anima. Aveva paura. La testa le ronzava e non riusciva a
ragionare: sapeva solo una cosa, in quel momento. Doveva trovare Lucy
prima che fosse tropo tardi. Iniziò a correre disperatamente, una
pioggia sottile sulla pelle e gli occhi offuscati da lacrime incastonate come
diamanti.
Lucy forse aveva ricordato, rivedendo Londra, la sua città, forse la sua
casa. Forse il suo passato le è caduto addosso, e lei, Nellie.. Non le era
accanto. L'aveva lasciata sola. Nellie sentiva il cuore infrangersi sotto i
colpi della pioggia. Quando ormai il respiro le mancava e le gambe
tremavano, si accorse di essere giunta dove aveva trovato la prima volta
Lucy, non lontana dalla casa di Turpin. E la vide. Era a terra, contro un muro, come la prima volta in cui
l'aveva vista. -Lucy!..- esclamò, e si gettò su di lei abbracciandola.
Udì una flebile risposta: -N..Nellie sei tu?...- -Sono io, Lucy, sono qui...- le
baciò la fronte e le guance, carezzandole i capelli. -Nellie...Il giudice
Turpin..- la guardò dritta negli occhi. Ma i suoi occhi erano spenti, ciechi,
pieni di lacrime, e non videro davvero Nellie. -Il giudice Turpin..Io ricordo..
Mi ha costretta a.. Ha cacciato Benjamin, Benjamin!.. ..La mia bambina..
me l'ha strappata...E infine mi ha..- La sua voce fu interrotta dai
singhiozzi. Singhiozzi lievi, senza forza. Lucy si spegneva lentamente. -No,
Lucy resisti.. resisti..- Nellie si spogliò del cappotto e lo mise sulle spalle di
Lucy; ma questa tremava comunque, lo sguardo vacuo e gli occhi
arrossati. Nellie sentì un tintinnìo vicino a sé: a terra, la fialetta
d'arsenico. Era vuota. Nellie sentì lacrime calde mischiarsi alla gelida
incessante pioggia, e un dolore lacerante al cuore. -Lucy resisti.. Resisti..
Non lasciarmi Lucy.....- Ma lei non poteva più sentirla. -Io ti amo....- e, tra le
lacrime, le baciò le labbra fredde, e la strinse a sé, come per non voler
lasciarla mai più.
Noi sappiamo come andò a finire: Lucy non morì quella notte, ma impazzì. Da allora Nellie soffrì ogni giorno nel vedere il suo angelo trasformato in quella "vecchia pazza", come la gente la definiva. Al ritorno del marito di Lucy, Nellie preferì nascondergli la tristissima verità, e gli raccontò, forse anche per convincere se stessa, che Lucy era morta suicida. Barker giurò vendetta, e Nellie lo aiutò nell'impresa: ma questa è un'altra storia.
Spero che il racconto vi sia piaciuto. Rigrazio Squarciecicatrici per il sostegno, e ringrazio chiunque intenda LASCIARE UN COMMENTO, positivo o negativo. Grazie a tutti |
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