Summer of prompt

di meryl watase
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prompt 1: Heroes ***
Capitolo 2: *** Prompt 2: side by side ***
Capitolo 3: *** Prompt 3: Restless ***
Capitolo 4: *** Prompt 4: Burn ***
Capitolo 5: *** Prompt 6: Ghosts ***
Capitolo 6: *** Prompt 7: tanabata ***



Capitolo 1
*** Prompt 1: Heroes ***


Premessa: Sono impegnatissima col lavoro, al punto che non riesco a trovare il giusto mood per aggiornare le due long in corso. Vi prometto che non le abbandonerò, ma sentendo la mancanza di efp, della scrittura e di voi lettori ho deciso di approfittare dei prompt dei sasusaku month per scrivere qualcosa di breve ogni giorno, saranno drabble, flash o piccole one shot. Se alcuni giorni non farò in tempo ne pubblicherò due insieme il giorno dopo.
Quindi eccovi la prima.

Prompt 1= Heroes

Il sole era tramontato e l'afa estiva aveva allentato la sua morsa.
Le vie del villaggio della Foglia erano affollate di persone sorridenti e felici che si godevano il festival in corso quel giorno.
Le luci delle lanterne situate praticamente ovunque per festeggiare il Mitama Matsuri illuminavano bancarelle di okonomiyaki, di zucchero filato, d giochi e di oggettistica varia.
In tutta quella cacofonia di voci, di gente, sembrava impossibile venire notati, eppure ogni volta che l'ultimo degli Uchiha, abbigliato con un classico yukata nero con ricamato il simbolo del suo clan, si avvicinava a qualcuno ecco che iniziava un coro infinito di "Uchiha-sama, bentornato dal suo viaggio" oppure "Uchiha-sama, le presento mio nipote è un suo grandissimo fan, la ammira molto", "Uchiha-sama, spero riconsidererà l'idea di diventare insegnante dell'accademia, le nuove generazioni hanno bisogno di buoni insegnanti"...
E andarono avanti così, finché, esausto per le troppe attenzioni - non richieste e poco apprezzate -, non si decise a sedersi in un angolo poco affollato del santuario, seguito da Sakura che nel suo kimono nero decorato con delicati petali di ciliegio non aveva mai lasciato il suo fianco da quando era andato a prenderla sotto casa sua e che lo osservava con un misto di orgoglio e divertimento.
Orgoglio perché un tempo avrebbe risposto in malo modo a tutti quegli estranei che sembravano volersi fare gli affari suoi ed invece era stato freddo, ma cortese nelle sue risposte; divertimento perché vederlo in imbarazzo o indeciso sul da farsi era davvero inusuale.
Osservò attentamente il suo profilo e non poté far altro che sospirare: Sasuke Uchiha a vent'anni era incommensurabilmente bello, qualcosa che si poteva solo immaginare a dodici o a sedici. Non erano soltanto i centimetri in più di altezza, il corpo muscoloso e definito o i capelli chestava facendo allungare in modo da tenere coperto il rinnegan... Era l'espressione seria, ma serena che ormai faceva parte di lui, era l'aura di forza, sicurezza e senso di protezione che sembrava emanare la sua persona. E quel braccio mancante non lo faceva sembrare menomato, ma semplicemente temprato nel corpo e nello spirito dalle battaglie sostenute fino a quel momento.
"Non riesco proprio a capire."
Rendendosi conto che stava parlando con lei, Sakura lo fissò negli occhi.
"A cosa ti riferisci Sasuke?"
"Al fatto che sembrano tutti avermi perdonato, come se fossi anch'io un eroe di guerra. Eppure dovrebbero saperlo che non lo sono."
Ancora con quella storia. Si sarebbe mai convinto che era ora non solo di perdonare, ma soprattutto diperdonarsi?
"Secondo te cosa significa essere eroi?" gli chiese pazientemente.
"Essere una persona che per eccezionali virtù di coraggio o abnegazione s'impone all'ammirazione di tutti. Qualcuno che si sacrifica per il bene degli altri e compie grandi atti."
"E tu pensi di non rientrare nella categoria?"
"Che domanda assurda. Certo che no. È ovvio."
"Non lo è per me. Non sminuirti."
"E tu non mettermi su un piedistallo come faceva da ragazzina."
A quel commento poco delicato, Sakura gli scoccò un'occhiataccia.
"Ero giovane, ingenua e illusa, ma non stupida. Vedevo i tuoi difetti, come li vedo adesso, ma li ignoravo. Non rinnego quella bambina sciocca perché era semplicemente il riflesso della mia vita semplice e priva di drammi, normale... e perché nonostante tutto ora sono qui e ho dimostrato di poter diventare una persona migliore."
"Credi che la cosa valga anche per me?"
Lo scetticismo nel suo tono era evidente.
"Tu più di chiunque altro dovresti sapere fin dove mi sono spinto e volevo spingermi con la mia idea di diventare hokage."
"Per me un eroe è colui che lavorando ogni giorno costruisce un futuro migliore per sé e per gli altri e tu stai facendo molto per il villaggio, accettando missioni che nessun altro accetterebbe."
L'ultimo Uchiha chiuse gli occhi un momento, cercando di assorbire almeno un po' dell'ottimismo che traspariva dalla sua compagna.
"Ti accontenti di un eroe da poco" le rispose poco dopo.
"Niente affatto" affermò lei, poggiandogli il palmo della mano destra sulla guancia.
Una voce squillante interruppe l'atmosfera: "Teme! Sakura-chan!"
Nel giro di pochi attimi l'Uzumaki li raggiunse, facendo commenti poco opportuni come suo solito e beccandosiun pugno dalla Haruno.
Osservandoli non poé fare a meno di pensare che per lui un eroe era chi riusciva a compiere grandi imprese con Naruto o a salvare innumerevoli vite come Sakura, lui non si sentiva un eroe, ma forse frequentandone due lo sarebbe diventato.
Gli rivolsero entrambi un grande sorriso, porgendogli le mani per convincerlo a proseguire il giro del villaggio.
Ovviamente lui si alzò senza aiuto, ma seguì i suoi due eroi nell'ennesia avventura.
Dopotutto senza una storia avventurosa che ne narri le azioni cos'è un eroe?

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Capitolo 2
*** Prompt 2: side by side ***


Prompt: side by side
Ambientazione: War! AU

Forza, Sakura! Concentrati!
Mantieni il sangue freddo, continua a fasciare ed ignora il sangue. Sei un soldato e non è certo la prima volta che lo vedi scorrere, né sarà l'ultima!


Era questo il mantra che la donna continuava a ripetersi.
"Sakura, io..."
"Sta' zitto, ho bisogno di concentrarmi" rispose al compagno d'armi il cui braccio era esploso a causa di una granata.
Non distolse neanche per un attimo lo sguardo dalla terribile ferita, ma sentiva su di sé lo sguardo scuro di Sasuke Uchiha.
Erano usciti dalla base operativa per un giro di ricognizione quella notte in quel desolato deserto egiziano, armati fino ai denti, sensori di movimento e di calore attivi, visori notturni... e si erano ritrovati improvvisamente sotto il fuoco nemico.
Avevano chiamato subito rinforzi, ma erano comunque ad una discreta distanza da loro.
La granata era esplosa vicinissima e Sasuke ne era stato investito in pieno.
Lei lo aveva visto a terra, in un fiume di sangue e a nulla erano servite le sue parole che le dicevano che era spacciato, di scappare e mettersi in salvo.
Non avrebbe mai potuto.
E non solo perché il suo orgoglio di soldato le impediva di abbandonare un commilitone, ma anche perché lo amava segretamente da quando lo aveva incontrato la prima volta durante l'addestramento.
Aveva visto oltre il suo modo di fare freddo, oltre la sua sardonica intelligenza, la boria che a volte ostentava. C'era il fuoco sotto quello strato di ghiaccio, c'erano variopinte fiamme di emozioni viscerali che attendevano di affiorare in superficie e le aveva viste anche Naruto, il loro migliore amico che probabilmente stava facendo del suo meglio per andare a salvarli.
"Lasciami qui e raggiungi gli altri" le disse di nuovo l'Uchiha quando l'ennesima scarica di mitragliatrice fendette l'oscurità e sbriciolò uno dei massi vicini al loro nascondiglio per niente sicuro.
"Non posso."
"Sì, che puoi."
"No" negò ancora lei, fermando del tutto l' emorragia e riprendendo in mano il fucile di precisione.
"Perché?" le chiese, tentando di restare sveglio e non cedere al dolore e alla spossatezza per l'ingente perdita di sangue. Tremava visibilmente, ma cercava ugualmente di salvare almeno lei.
"Lo sai perché!" gli rispose Sakura, sorridendogli come se non fossero sul campo di battaglia, ma in un posto tranquillo e sicuro.
"No, non lo so" insistette lui.
Un'altra scarica di proiettili, ancora più vicina li fece stringere l'uno all'altra.
"Bé, sono sicura che tu te ne sia accorto, non sei uno sciocco. In ogni caso vorrei dirtelo una volta prima di morire" fece un sospiro prima di bisbigliarglielo all'orecchio: "io ti amo."
Registrò la sua espressione sorpresa, poi, sentendo dei passi avvicinarsi dalla direzione dei nemici imbracciò il fucile e si sporse dal loro nascondiglio cominciando a rispondere al fuoco.
Sasuke non se ne stette fermo, ma afferrò una bomba a mano e togliendo la spoletta con l'aiuto dei denti, la gettò contro di loro, posando poi la sua unica mano sulla testa di Sakura abbassandole la testa vicino alla sua per ripararla dall'esplosione.
I loro occhi si incontrarono per un attimo, animati dallo stesso proposito: se proprio dovevano morire l'avrebbero fatto combattendo fianco a fianco.
Si stavano per gettare di nuovo contro il nemico,quando da dietro di loro non arrivò un massiccio attacco.
Si girarono e videro delle luci illuminare degli scarmigliati capelli biondi: erano arrivati i rinforzi.
Forse non era ancora giunta la loro ora.

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Capitolo 3
*** Prompt 3: Restless ***


Prompt: Restless

Cercava di non darlo a vedere, ma a lei non era sfuggito, raramente sfuggono certi dettagli a chi come lei era abituata a lavorare coi bambini traumatizzati: era irrequieto.
Guardava spesso fuori dalle finestre, come se ci fosse altro fuori di lì che lo stava chiamando a sé, reclamandolo come suo. Eppure lui resisteva, per lei, per Sarada. Pur sapendo che invece di vegetare al villaggio, il modo migliore per sfruttare le sue capacità ed essere utile era viaggiare... lasciarle.
Dopo settimane di sguardi silenziosi tra lui e Naruto, di gesti esasperatamente controllati volti a nascondere i suoi veri sentimenti, di parole taciute, Sakura decise di prendere in mano la situazione: preparò lo zaino per suo marito. Cambi di vestiti, medicine, pillole energetiche, rotoli, qualunque cosa potesse essergli utile e lo lasciò sull'uscio di casa.
Quando lui tornò a casa dopo l'ennesima discussione con Naruto,lo fissò come fosse un serpente a sonagli per poi rivolgere lo sguardo verso sua moglie.
"Sakura, io..."
"Accetta la missione, solo tu puoi svolgerla. Noi ti aspetteremo qui."
Non attese la sua risposta, tornò in cucina e cominciò a lavare i piatti.
Adesso era lei quella irrequieta che tentava di ritrovare la calma rifugiandosi in gesti abituali.
Dopo qualche momento sentì dei passi diretti verso la camera della piccola, ma non si mosse per lasciargli il tempo di salutare sua figlia, poi Sasuke andò da lei.
Sentiva la sua presenza alle sue spalle, ma continuò a tenere le mani a mollo nl tinello.
Se si fosse girata avrebbe pianto e forse gli avrebbe detto di non partire, ma non poteva farlo. Non poteva essere tanto egoista.
Suo marito la abbracciò forte da dietro, immergendo il volto nei suoi capelli lunghi e aspirandone l'odore dolce. Di minuto in minuto la morsa si faceva più forte, finché, presa la sua decisione, le sussurrò:"Grazie, Sakura."
Poi fu solo freddo.
Registrò i suoi passi allontanarsi e il fusuma venire aperto e richiuso.
"Sta' attento, amore mio. Torna sano e salvo."

Angolo autrice

Rieccomi, ringrazio Heartspowl e LaSignorinaRotterMaier per il sostegno. Non mi aspettavo recensioni perché so bene che ai lettori le raccolte non piacciono molto, ma sono lieta a questa iniziativa perché mi mancava davvero molto efp. A domani😘

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Capitolo 4
*** Prompt 4: Burn ***


Premessa: Ho finito di lavorare praticamente alle 22, quindi non ho avuto tempo di scrivere molto e sono passata direttamente al quarto prompt perché avevo un'abbozzo di storia nella cartella 'work in progress senza progress' e l'ho modificata e sistemata. Ovviamente appena avrò tempo recupererò il prompt e metterò tutto in ordine.

Prompt 4: Burn

"Andiamo al Luna Park, finché si può stare all’aperto senza gelare" propose Naruto, quella sera di ottobre.
Sakura e Hinata annuirono entrambe dopo essersi scambiate una rapida occhiata ed insieme all'Uzumaki e all'Uchiha si incamminarono silenziosamente.
All’inizio parlava solo Naruto, nel vero senso della parola, visto che nessuno dei tre gli rispondeva. Chi perché assorto nei suoi pensieri, chi per vergogna,il ragazzo stava conducendo un soliloquio.
Dopo un buon pezzo di strada anche Sakura e Sasuke si intromisero nei suoi discorsi, offendendolo come di routine, o semplicemente scambiandosi impressioni sule ultime novità del villaggio.
Hinata restava in silenzio, torturandosi i capelli dal nervosismo e si stava odiando profondamente.

Perché continuo a non spiccicare parola? Di cosa ho così tanta paura?

"Ehi, Hinata, a te com'è andata la giornata?"
Naruto la risvegliò dai suoi pensieri.
"I-io… credo bene, cioè, benissimo."
Sakura le tirò una gomitata nel fianco per incentivarla a parlare e la ragazza trovò un po’ di coraggio dentro di sé per andare avanti.
"E a te invece è andato tutto bene?"
"Benissimo, nonna Tsunade mi sta dando lezioni sugli obblighi da hokage, vedrai che presto prenderò il posto del maestro Kakashi!" gridò il ragazzo facendo il segno della vittoria con le dita e sorridendo. Peccato che gli arrivò dritto da dietro un bel pugno in testa da Sasuke.
" Idiota! In mano a te il paese andrebbe in rovina entro due giorni."
Hinata si ritrovò a ridere nel vedere i due malmenarsi. Erano proprio carini come amici. Due opposti, ma legati profondamente. Sakura le si avvicinò all’orecchio sussurrandol: "Stai andando bene."

*🌙*🌸*🌙*

Al Luna Park Sakura prese un po’ di zucchero filato seguita a ruota da Naruto.
Fra i quattro sembrava esser tornata la calma, l'Uzumaki aveva più volte cercato di integrare Hinata nel discorso e lei era riuscita a guardarlo per più di due secondi senza svenire o arrossire. Sakura, invece, cercava di parlare il meno possibile con Sasuke, sentiva che ogni volta che si scambiavano due parole il cuore le iniziava a battere forte.

Perché? Perché proprio ora che sto cercando di affezionarmi ad un altro ragazzo non faccio altro che incontrarlo?
Perché ho creduto di poterlo dimenticare?
Sono stata avventata e irrazionale.
Avevo creduto che Gaara sarebbe stato adatto a me e per un po’ è anche andato tutto bene. Sono riuscita a baciarlo,ma è da poco più di una settimana che ci stavano frequentando seriamente per cui non sono andata oltre e non ci andrò mai, forse. Sasuke ha scelto un pessimo periodo per tornare qui, come se niente fosse, come se non fosse passato un anno dall'ultima volta che mi ha mandato sue notizie.

Doveva far luce sui suoi pensieri. Aveva un serio bisogno di capire cosa stava succedendo prima di approfondire il rapporto con Gaara, che dopo l'ennesima sparizione di Sasuke l'aveva invitata a Suna per avere consigli nella costruzione di una clinica simile a quella gestita da lei e Ino a Konoha e che pian piano aveva cominciato a corteggiarla.
Mentre camminava non poteva far altro che tenere lo sguardo fisso sulla schiena di Sasuke. Si muoveva con eleganza come al suo solito, aveva un’eccellente postura. Benché tenesse sempre le mani in tasca stava ben dritto.

È bellissimo!

Si sentiva così tanto attratta da quel corpo ben scolpito. L’aveva visto più volte senza maglietta durante gli allenamenti e per curarlo ed era semplicemente perfetto, nonostante il braccio mancante e le innumerevoli cicatrici che trovava estremamente sexy. Si ritrovò ad immaginarsi il suo corpo nudo e forte su di lei…
Sasuke che si muoveva dentro lei…
I suoi occhi neri che perlustravano il suo corpo nudo…
Sentiva la sensazione, anche se mai provata, di quel contatto.
Sentiva il peso del suo corpo sul proprio, sentiva il suo alito sul collo. Sentiva il suo sguardo su di lei.
Sasuke che la baciava con foga, stringendole il seno nelle sue mani…
Che le stava levando un gemito di piacere…
Sakura non riusciva a togliersi quelle immagini dalla mente. Sentiva un certo calore espandersi in basso, nella sua intimità.
Improvvisamente preferì interrompere quel film che si era fatto in testa, ma così talmente reale. Si sentì enormemente a disagio. Si morse un labbro nervosa. Provava quella frustante sensazione di sentirsi scoperta… era imbarazzante fare certe fantasie in presenza di altre persone.
Cercò in tutti i modi di tornare alla lucidità e di ricomporsi. Alla fine anche Sakura era una ragazza come tutte le altre, provava desideri e passioni nascoste, magari non comunicate a nessuno per la troppa vergogna. Diciamo che lei non era la classica ragazza che amava sbandierare ai quattro venti i suoi sogni erotici e benchè non fosse riuscita mai ad approfondire un rapporto con nessun ragazzo, nemmeno un bacio, se tralasciamo quello con Gaara, anche lei aveva degli ormoni che ogni tanto le facevano brutti scherzi.
Sakura si riunì al gruppo, tornando l fianco dei suoi amici con la consapevolezza che no, non avrebbe continuato a vedere Gaara, non come possibile amante e compagno di vita perché in ogni caso non era per lui che... bruciava.

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Capitolo 5
*** Prompt 6: Ghosts ***


Ambientazione: Boruto
Prompt 6: Ghosts

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La giovane donna era inginocchiata da ore di fronte alle due lapidi; le spalle tremavano sotto il peso di un dolore che non riusciva ad abbandonarla insieme alle lacrime che calde e copiose scivolavano dagli occhi fino ad essere assorbite dal terreno.
Era stato tutto così improvviso...
Era tornata da una dura missione con i suoi compagni di team e dopo aver fatto rapporto aveva raggiunto rapidamente la sua casa, non vedendo l'ora di potersi stendere sul suo letto e addormentarsi nel caldo abbraccio delle coperte, quando, aperta la porta e toltasi le scarpe nessuno rispose al suo:"Sono tornata!"
Eppure le luci erano accese, doveva per forza esserci qualcuno. Afferrando uno dei suoi kunai, pronta ad affrontare qualunque situazione, aveva cominciato ad ispezionare varie stanze, allarmandosi sempre di più per l'innaturale silenzio che vi regnava.
Le uniche cose fuori posto erano in cucina, dove sembrava che qualcuno avesse cominciato a tagliare la carne e le verdure per preparare la cena per poi lasciar perdere, come testimoniava il coltello abbandonato malamente sul tagliere.
Una morsa gelida le strinse lo stomaco, anche se stranamente non c'erano segni di lotta e di certo se fosse stata aggredita, sua madre avrebbe lottato senza esitazione.
La porta della veranda era aperta, quindi si avvicinò per scrutare verso il giardino e allora li vide.
Sua madre giaceva esanime tra le braccia di suo padre, le palpebre chiuse sugli occhi verdi, i lunghi capelli ancora legati in una coda morbida che incorniciavano il volto maturo, il corpo rilassato come se dormisse, ma mortalmente pallida.
Sasuke la stringeva con l'unico braccio, la testa abbandonata all'indietro contro il tronco del pruno che ombreggiava il loro giardino, i capelli brizzolati e lunghi gli coprivano gli occhi, ma lasciavano scoperto il mento e le labbra dischiuse in una morsa di dolore.
La scena era tanto surreale che la giovane impiegò alcuni minuti a capire che anche lui era morto: la katana infilzata lateralmente sul suo stomaco.
Il kunai le scivolò dalle dita e le gambe le cedettero, poi... il buio. Si svegliò diverse ore dopo a casa di Boruto, lui e Mitsuki erano andati a chiamarla per invitarla a cena e l'avevano trovata svenuta a poca distanza dai corpi dei suoi genitori morti.
La zia Ino e gli altri avevano ricostruito la scena e avevano capito che Sakura era morta di vecchiaia, la sua vita era semplicemente finita, l'uso del byakugou accorciava la vita e lei ne era sempre stata consapevole; evidentemente era successo mentre preparava la cena e Sasuke l'aveva trovata e poi portata con sé in giardino, dove si era suicidato per raggiungerla.
Lo odiava, odiava suo padre per averla lasciata sola, ma allo stesso tempo lo capiva, non era potuto stare molto accanto a sua moglie durante la vita e aveva deciso di raggiungerla e non lasciarla sola almeno nella morte.
Faceva male, tanto male, ma lei non era sola. Anche in quel momento i suoi amici le erano accanto, sorvegliandola da lontano per rispetto al suo dolore, ma senza allontanarsi. Quando finalmente riuscì a calmarsi, diede un pugno alla lapide con su scritto Sasuke Uchiha e disse:"Prenditi cura della mamma."
Mentre si allontanava, dando le spalle alle due tombe, due fantasmi la osservavano andare via, tenendosi per mano e non staccandole gli occhi di dosso. Avrebbero sempre vegliato su di lei.

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Capitolo 6
*** Prompt 7: tanabata ***


Ambientazione: Post The last
Prompt :Tanabata

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Le frondose canne di bambù erano sistemate un po’ ovunque: in filari per strada, davanti alle case, lungo le gronde dei tetti, sugli usci e nelle stanze; ed i cartigli di cinque colori ondeggiavano al vento che rendeva meno caldo quel 7 luglio.
Il Tanabata Matsuri era una delle feste preferite di Sakura che osservava incantata quello spettacolo, incurante dei vestiti da viaggio usurati che stonavano in quel mare di yukata.
Lei e Sasuke si erano concessi una deviazione mentre si dirigevano verso il Paese dell'Erba. Troppo stanchi per proseguire oltre si erano fermati in un piccolo villaggio che stava appunto festeggiando quella ricorrenza.
"Speriamo abbiano posto in una locanda o questa deviazione per riposarci non sarà servita a molto" asserì l'uomo, guardandosi intorno con fare pratico.
Sorridendo lei gli indicò un'insegna e gli fece segno di andare a chiedere.
Dopo aver osservato il mantello scuro sparire dietro la porta della locanda, si mise a leggere i messaggi di buon auguro e i desideri scritti nei tanzaku che erano appesi lì vicino.

Fa' che riesca a trovare il coraggio di parlare con lui.
Fa' che io passi quest'ultimo esame.
D'ora in poi, anche nelle difficoltà, fa' che possa vedere il lato positivo.

Questi erano alcuni dei desideri impressi in eleganti grafie con l’inchiostro diluito con la rugiada raccolta durante la notte precedente nel cavo di grandi foglie di loto.
"Vorresti scriverne uno anche tu?" le chiese una voce batitonale, facendola voltare.
"C'è posto alla locanda?"
"Sì, ma non hai risposto alla mia domanda" le fece notare l'Uchiha, inchiodando gli occhi neri nei suoi, "Ti sono sempre piaciute questo genere di cose, no?"
Sakura annuì, poi afferrandogli la mano la posò sul suo ventre prominente proprio nel momento in cui il loro bambino aveva deciso di farsi sentire, tirando un calcio.
"Mi piacciono queste ricorrenze, Sasuke Uchiha, ma non ho nient'altro da desiderare. Le mie preghiere si sono avverate."
Avrebbe voluto baciarlo, vedendo la sua espressione intenerita, ma sapeva non avrebbe apprezzato effusioni in pubblico, quindi si trattenne.
All'improvviso suo marito si chinò a raccogliere i loro zaini e la portò nella locanda, attraversando l'atrio e salendo le scale fino a raggiungere una stanza e, inserita la chiave, la trascinò dentro, chiudendola alle loro spalle e posando tutto sul letto.
Sorpresa da tanta fretta, stava per chiedergli cosa stava succedendo, quando le loro labbra entrarono in contatto e ogni timore evaporò nella consapevolezza che anche quell'ultimo desiderio inespresso si stava avverando.
Non le servivano più tanzaku per vedere avverati i suoi sogni.

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