Il mistero di Lavandonia

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anime sole ***
Capitolo 2: *** Il bambino maledetto ***
Capitolo 3: *** Lo specchio della Torre Pokémon ***
Capitolo 4: *** Lo strano comportamento di Misty ***
Capitolo 5: *** Anime libere ***



Capitolo 1
*** Anime sole ***


«Dove siamo giunti?» domandò Ash confuso.
«Questo posto non mi è nuovo…» fece Misty.
«Brock, perché non guardi sulla cartina?»
«Aspettate un momento… Ah! Ci troviamo a Lavandonia, dove gli spiriti dei pokémon riposano in pace per sempre.»
«Gli spiriti dei pokémon? Quindi siamo giunti in una città – cimitero?» domandò terrorizzata Misty.
«In un certo senso sì… E’ qui che vengono seppellite tutte le anime dei pokémon di tutta la regione» rispose Brock con naturalezza.
«Forse è meglio se ce ne andiamo da qui…»
«E’ tutto il giorno che camminiamo senza sosta, Misty. Potremmo riposarci qui e ripartire domattina»
«Neanche per idea, Ash! Se vuoi rimanere in questa città – cimitero fai pure! Io me ne vado immediatamente!»
Mentre Misty si era allontanata per qualche secondo dai suoi compagni, egli notò l’indifferenza e la stranezza degli abitanti della cittadina.
«Mi scusi, sa per caso dove bisogna andare per raggiungere la prossima città?»
Il passante, un vecchio di circa settant’anni, la guardava con sguardo tetro e pieno di rancore.
«Non ci sono uscite in questa città… Ormai siete prigionieri… Non potete più andarvene…»
«Che significa questo?»
Ma il vecchio passante non gli rispose subito, limitandosi a lanciare un occhiataccia delle sue.
«Le vostre anime, da qui in avanti, non saranno più libere…»
Misty non ci stava capendo più niente.
Non sapeva cosa pensare.
Sembrava che fosse finita in una città piena di zombie.
«Misty, con chi stavi parlando?» gli domandò Ash.
«Io… Ash, dobbiamo andarcene subito da qui!»
«Che fretta hai? Siamo appena arrivati… Alloggeremo qui per passare la notte e domattina ripartiremo subito.»
«Non ci penso nemmeno! non voglio rimanere in questa città neanche un secondo di più! Sono stata abbastanza chiara?!»
«Dove credi di andare a quest’ora della sera? È molto tardi e siamo stanchi morti.»
«Non pronunciare quell’ultima parola! Mi fa rabbrividire.»
Ash e Brock non riuscivano a capire cosa gli stava succedendo alla loro amica.
Da quando avevano messo piedi in quella città, sembrava che stesse impazzendo inspiegabilmente.
«Misty, ci stai facendo seriamente preoccupare… Ci spieghi una volta per tutte cosa ti sta succedendo?»
«E’ questo posto, Ash… Mi sembra d’impazzire…»
Ash la fissava con sguardo interrogativo e confuso.
Non riusciva a capirla.
«La cosa che mi sorprende è che voi siete così tranquilli, mentre io…»
«Nemmeno noi riusciamo a capirti a pieno…» rispose l’allenatore di Biancavilla.
«Comunque è meglio se ci fermiamo per la notte. Domattina ripartiremo subito, ok?»
Anche se Misty non era totalmente d’accordo, fece un senno di sì con la testa.
«Molto bene. Andiamo a cercare alloggio.»
 
 
Sembrava che nei paraggi non ci fossero posti in cui si potesse passare la notte.
Nemmeno un hotel o un bed & breakfast.
A quel punto, se volevano dormire in un posto comodo e al coperto, dovevano farsi ospitare da qualcuno.
«Buonasera, signora…» fece cordialmente Brock.
«Chi siete? Che cosa volete?»
«Ci stavamo chiedendo se lei sarebbe così gentile da ospitarci solo per questa notte. Domani mattina all’alba ripartiremo subito per il nostro viaggio.»
«Andatevene via! Andatevene finché le vostre anime sono libere. Domani mattina potrebbe essere già troppo tardi…»
«Non ci sto capendo niente… Perché le nostre anime sono così in pericolo? Cos’ha questa città di così strano?»
«Ash, ma cosa stai dicendo? Perché lo stai domandando a quella signora sconosciuta?» domandò Misty facendo passare il suo compagno per ingenuo.
«Perché voglio arrivare alla fine di questa storia. Voglio capire perché gli abitanti di questo posto sono così strani…»
«Noi non siamo strani… E’ la nostra natura. Sono gli spiriti maligni che vagano per la città…»
«Quali spiriti maligni?» domandò Brock impassibile mentre Misty stava morendo di paura.
«Sono i pokémon morti che non riescono a trovare pace… Sono loro la causa di tutto il male che circola in questa cittadina… Dovete andarvene. E subito!»
«Avete capito? Perché non diamo ascolto a questa signora che ci sta mettendo in guardia?»
«Ci dica di più, signora. La prego. Magari potremmo aiutarla…»
«Nessuno può aiutare me e questa gente. Nemmeno dei ragazzini come voi. Salvatevi… Salvatevi finché siete in tempo…»
E detto questo, la signora sbatté la porta in faccia ai tre giovani allenatori.
«Ragazzi, credo che qui siano impazziti tutti…»
«Gli spiriti dei pokémon… Perché gli spiriti dei pokémon dovrebbero torturare questa povera gente?»
«Non ne ho la minima idea, Brock…»
«Io so soltanto che se continueremo a rimanere qui, avremo un sacco di problemi…» fece Misty terrorizzata.
«Non possiamo andarcene da qui. Dobbiamo aiutare queste persone in qualche modo.»
«Ash Ketchum! Sei il solito ragazzino testardo! Perché vuoi sempre finire in mezzo ai guai?!»
«Da quando in qua finisco nei guai, signorina so tutto io?»
«Sempre! Ogni problemi che ci si presenta davanti, non fai altro che peggiorarlo.»
«Questo non è vero!»
«Adesso smettetela, va bene? Non è questo il momento di fare i bambini! Dobbiamo trovare una sistemazione per la notte. E al più presto.»
«A questo punto, preferisco dormire per strada che farmi ospitare qui per la notte.»
«Forse hai ragione tu, Misty… Dovremmo lasciare perdere e dormire nei nostri sacchi a pelo…»
«Ok, come volete voi…» disse infine Ash.
Ma nel mentre stavano cercando una sistemazione sotto le stelle, una figura nell’ombra disturbò l’area circostante.
«Che cos’è stato questo rumore?»
«Quale rumore?» domandò Ash alla ragazza.
«Non l’hai sentito?»
«Certo che no.»
«Sei il solito sordo!»
«Ehi, bada a come parli!» la rimbeccò Ash.
«Tu non hai sentito niente, Brock?»
«Sinceramente no…»
Ma quando Brock girò lo sguardo dietro di sé, notò qualcosa che lo stava fissando.
«Oh cielo… Che cos’è?»
«Scappiamo!» gridò Misty dandosela a gambe e scomparendo nel nulla.

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Capitolo 2
*** Il bambino maledetto ***


«Misty! Dove stai andando?!» gli gridò dietro Ash.
Ma ormai era troppo tardi.
La ragazza era scappata nel buio della notte.
«Brock! Dobbiamo assolutamente recuperarla.»
Ma Brock non l’ascoltava.
Era troppo impegnato a fissare la figura misteriosa che lo stava fissando.
«Stai lontano da noi!» gli stava gridando il capopalestra di Plumpeopoli.
«Brock, ma cosa ti sta succedendo?»
«Non vedi una figura oscura che ci sta osservando?»
«Veramente no…»
«Com’è possibile?»
Mentre Brock non credeva possibile il motivo per cui Ash non stesse vedendo niente, l’allenatore di Biancavilla stava diventando sempre più consapevole che i suoi amici stessero improvvisamente impazzendo.
«Brock, mi stai facendo preoccupare…»
«Ti dico che sto vedendo una figura dinanzi a me! È nascosta dietro quella casa e mi fissa con degli occhi rossi che mettono spavento…»
«Il ragazzo ha ragione…»
Una voce sconosciuta dietro di loro li fece sobbalzare dallo spavento.
«Chi ha parlato?» gridò Ash.
«Tranquilli. Non voglio farvi del male.»
Un bambino di circa dieci anni, venne incontro ad Ash e Brock.
«E tu chi sei?»
«Mi chiamo Jim.»
«Sei di queste parti?»
«No. Vengo dalla regione di Jotho.»
«E che cosa ci fai in questa cittadina?» gli domandò Ash facendogli il terzo grado.
«Potrei domandarvi la stessa cosa a voi, non vi pare?»
«Siamo passati di qui perché dobbiamo giungere ad Aranciopoli.»
«Capisco…»
Mentre Ash e Jim erano intenti a conversare tra di loro, Brock notò che la figura misteriosa non lo stava più fissando.
«Non capisco… E’ scomparsa…»
«Doveva essere uno spirito fuggito dalla Torre Memoria di Lavandonia.»
«La Torre Memoria?»
«E’ un posto dove tutte le anime dei pokémon morti riposano in pace… O almeno, è quello che noi tutti sappiamo… Ma io non ne sono pienamente convinto.»
«Che cosa intendi dire?» domandò confuso Ash.
«Non so come, ma riesco a vedere le anime dei pokémon che scorrazzano in giro per tutta la città di Lavandonia.»
«Davvero?»
«Sì…»
«E quindi sei convinto che mi stesse fissando un’anima di un pokémon?»
«Molto probabilmente sì.»
«E perché riuscivo a vederla solo io?» domandò Brock incuriosendosi sempre di più.
«Loro hanno il potere di farsi vedere dalle persone che scelgono… Vogliono confondervi la vostra mente.»
«In poche parole, ci stanno facendo impazzire?»
«Sì, esatto.»
«Ma perché ce l’hanno tanto con noi?» domandò ingenuamente Ash
«Perché avete invaso la loro città…»
«Ma non abbiamo invaso nessuna città! Siamo qui di passaggio.»
«Ah proposito! Dobbiamo recuperare Misty.»
«Misty? Chi è Misty?» domandò Jim.
«E’ la nostra amica. È scappata appena ha visto lo spirito dagli occhi rossi.»
«Questa non ci voleva… E’ molto pericoloso muoversi per questa città durante la notte. Non sai mai chi potresti incontrare…»
«Accidenti! Dobbiamo recuperarla al più presto!»
«Calmati, Ash. Agitarti non ti servirà a nulla.»
Brock fissava intensamente lo sguardo serio e corrucciato di Jim.
In lui poteva aver trovato un nuovo amico e una guida che gli potesse mostrare la città di Lavandonia.
«Jim, se non è troppo disturbo per te, che ne dici di farci da guida?»
«E perché proprio io?»
«Perché conosci Lavandonia meglio di noi. Senza di te, potremmo finire in guai seri.»
Jim li fissava con sguardo indecifrabile.
«Mi duole dirvelo ragazzi, ma lo siete già…»
«Come?»
«Andatevene da qui…»
«Non possiamo abbandonare la nostra amica! Lo capisci o no?!»
«L’anima della vostra amica ormai è persa… Non farà mai più ritorno…»
Improvvisamente, Jim stava dicendo parole senza senso.
Brock e Ash lo fissavano con sguardo cupo e nervoso.
«Adesso ne ho abbastanza di tutte queste chiacchere senza senso! Ci vuoi aiutare oppure no?!»
«Andatevene… Ora…»
La voce del bambino era cambiata improvvisamente.
Sembrava non umano…
«Ash, dobbiamo scappare…»
«Come…»
«Ah!»
Il bambino scatenò improvvisamente tutta la sua reale energia.
Esso non era un essere umano.
Ma uno spirito come loro.
Esso, abbandonò le sembianza da giovane bambino indifeso.
«Ma che razza di creatura è?!»
«E’ uno spirito maligno! Andiamocene!»
Ash e Brock corsero il più in fretta possibile.
Lo spirito maligno, però, li stava continuando a seguire.
«Brock, dove possiamo rifugiarci?»
«Non lo so…» rispose Brock affannato «Dobbiamo continuare a correre.»
«Correre non servirà a molto. Alla fine ci raggiungerà.»
Brock, pensando il più rapidamente possibile, vide un palazzo altissimo che sovrastava l’intera città.
«Ash, entriamo là dentro!»
I due ragazzi non sapevano dove stavano andando.
Non sapevano se avessero passato la notte indenni.
Ma in quel momento erano consapevoli che avevano trovato un rifugio in cui proteggersi.
«Ce l’abbiamo fatta… Siamo al sicuro, Ash…»
«A mio parere, qui non c’è niente di sicuro…»
«Sì, forse hai ragione.»
«Perché quella cosa, spirito o umano che sia, ci avrebbe attaccato inspiegabilmente?»
«Ce lo ha appena detto lui: per gli spiriti, siamo degli invasori.»
«Ma ci sarà un modo per fargli cambiare idea, no?» fece insistentemente Ash.
«Non credo che sarà così facile…»
Una nuova voce, anch’egli sconosciuta, fece prendere uno spavento ai due ragazzi.
«E adesso chi ha parlato?» domandò Ash terrorizzato «Sarà un nuovo spirito?»
Il tono di voce, che faceva supporre che era una donna anziana, andò incontro ai due ragazzi con un piccolo lumino che teneva con due mani.
«Non si vedono molti giovani ragazzi da queste parti…»
«Ci scusi se siamo piombati qua all’improvviso, ma siamo scappati dalle grinfie di uno spirito maligno.»
«Uno spirito maligno? E in che forma si è manifestato a voi?»
«Inizialmente era un bambino indifeso e cordiale…» rispose Brock «Ma poi si è trasformato in una figura oscura e ci ha attaccato.»
«Tipico del piccolo Jim.»
«Lei lo conosce?»
«E’ lo spirito di un ragazzo che vaga nelle notti oscure come queste alla ricerca di sua madre e suo padre.»
Brock e Ash la guardavano con sguardo sempre più confuso.
«E’ una lunga storia… Magari potrei raccontarvela più avanti…»
«Qual è il suo nome, signora?»
«Mi chiamo Chia Minori. Ovvero, saggezza e verità. E sono la protettrice della Torre Pokémon di Lavandonia»
«Cosa? Questa è la Torre Pokémon?»
«Sì… Ne hai già sentito parlare, ragazzo?»
«Ce l’ha accennato quel bambino… Jim.»
«Capisco… Comunque stanotte potete rimanere a dormire in questa torre senza problemi.»
«Ci scusi Donna Chia, ma dove potremmo mai alloggiare? Se non ho capito male, questo è un cimitero.»
«Venite con me ragazzi e non abbiate timore. Anche se questo è un cimitero, ci sono posti sicuri in cui gli spiriti non vi faranno del male.»
«Cosa? Dovremmo dormire con gli spiriti?» domandò Ash terrorizzato.
«Vi ripeto che non dovete avere timore. Venite con me.»

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Capitolo 3
*** Lo specchio della Torre Pokémon ***


Ash e Brock vennero sistemati in due letti singoli molto stretti.
«Almeno staremo comodi» fece Ash cercando di essere il più felice possibile.
«Di sicuro, stanotte non dormiremo per terra.» ribadì invece Brock.
«Spero solo di riuscirci…»
«A fare cosa?»
«A dormire.»
«Con me nelle vicinanze, non vi accadrà nulla. Sono una Medium. Una donna che parla con gli spiriti.»
«Ne ho già sentito parlare… Venerano i pokémon morti.»
«Esatto. Cerchiamo di fargli trovare la pace necessaria… Ma purtroppo non è così semplice come si pensi. Molti spiriti dei pokémon sono irrequieti e cattivi. Per questo attaccano gli allenatori come voi.»
«Spero solo che Misty sia al sicuro…»
«Non dovevamo lasciarla scappare in questo modo, Brock.»
«Purtroppo non potevamo farci nulla… Se n’è andata improvvisamente.»
«Tranquilli. La vostra amica è al sicuro…»
Donna Chia mostrò ai due allenatori il corpo di Misty che stava riposando sommessamente.
«Misty! Finalmente!» gridò Ash.
«Silenzio, ragazzo. Non svegliarla. C’è voluto un sacco di tempo prima di farla addormentare.»
«Com’è giunta fin qui?»
«Stava correndo come una indemoniata in giro per la città. Sembrava impazzita. Ma poi ho capito che aveva bisogno d’aiuto.»
«Strano che si sia fidata…» fece Ash sorpreso.
«Non è stato così facile. Mi ci è voluto un po’. Ma poi ha capito che non aveva nessun rifugio e nessuna speranza. E quindi, si è fidata di me.»
«E fortunatamente, è stata ripagata» disse infine Brock.
«E’ mio compito, oltre che vegliare i pokémon morti, di aiutare le persone che si perdono in questa città o sono terrorizzate dagli spiriti maligni.»
«Mi tolga una curiosità, Donna Chia…»
«Dimmi, giovane allenatore.»
«Perché gli abitanti di questo posto vogliono che ce ne andiamo via immediatamente? E perché dicono che le nostre anime sono perdute?»
«Credo che la loro mente non sia del tutto sana come una volta… Colpa di questo posto e degli spiriti dei pokémon che albergano incessantemente in questa area.»
Mentre i due allenatori e l’anziana signora parlottavano tra di loro, Ash sentiva dei continui rumori e bisbigli che arrivavano alle sue orecchie.
«Donna Chia, sento degli strani rumori… Forse addirittura dei movimenti…»
«Sono gli spiriti dei pokémon che vagano in questa torre in cerca di pace. Cosa che purtroppo, non tutti riescono a trovare…»
«Come per esempio quel povero ragazzo…» fece Ash.
«Sì. Come lui.»
«Chissà che fine ha fatto…»
«Qualcosa mi dice che lo rivedremo molto presto… Ma adesso basta pensare a lui. Riposatevi. Ne avete bisogno dopo aver passato una giornata lunga come questa.»
E detto questo, i due allenatori si posizionarono nei loro letti, cadendo in un sonno profondo e istantaneo.
 
 
La mattina dopo, Lavandonia si svegliò con il cielo piovoso e grigio.
Sembrava che l’aria cupa coprisse solo quel determinato territorio.
La prima a svegliarsi fu Misty, che fissava incessantemente l’orizzonte.
«Misty!» esclamò Ash quando la vide sveglia «Io e Brock pensavamo che ti fosse successo qualcosa. Eravamo preoccupatissimi.»
Aveva lo sguardo spento e assonnato.
Sembrava che fosse su un altro pianeta.
«Misty, ti senti bene?»
«Certo che mi sento bene» ribatté inorridita.
«Va bene… Scusa.»
Lasciò la loro stanza in cui alloggiavano gli altri due allenatori per andare al piano di sotto.
Ash non aveva idea di cosa gli stesse succedendo.
Ma era estremamente convinto che stesse nascondendo qualcosa di tremendamente oscuro e segreto.
 
 
«Ehi, Ash!» fece Brock dando una pacca sulla spalla al giovane allenatore.
«Buongiorno Brock.»
«Con questo tempo, non so se è proprio un buongiorno…»
«Già…»
«Hai visto Misty? Non è nella sua stanza.»
«Se n’è andata…»
«Andata? E dove?»
«Non ne ho la minima idea… Appena ho cercato di dirgli che io e te eravamo estremamente preoccupati per lei, mi hai rivolto uno sguardo lancinante e ha lasciato l’edificio.»
«Spero che tu non abbia detto qualcosa di male, Ash» lo redarguì Brock.
«Perché avrei dovuto farlo?»
«Non lo so. Di solito voi due siete sempre a bisticciare.»
«Non siamo bambini, Brock!»
«Sì, ma certe volte vi comportate come se lo foste.»
«Comunque sono sempre più preoccupato per lei… Ha lo sguardo assente. Come se non fosse più lei. E se avesse perduto la sua anima?»
«Avanti Ash, non dire sciocchezze.»
«Perché? Non potrebbe essere?»
«Certo che no! Come potrebbe accadere tutto ciò?»
«Ti comunico che da quando siamo qui, ci siamo prima imbattuti con l’ostilità dei cittadini, e poi abbiamo incontrato uno spirito maligno che per poco non ci toglie di mezzo.»
«Sono estremamente convinto che si tratti di uno scherzo causato da un pokémon per burlarsi di noi.»
«Sarà, ma io non mi fido… Secondo me, dovremmo tenerla d’occhio.»
«Smettila di fare il paranoico. Sarebbe molto peggio.»
«Ma almeno mi aiuterebbe a stare più tranquillo! Io voglio molto bene a Misty. E sarebbe una catastrofe se gli succedesse qualcosa» insistette Ash.
«Anch’io voglio bene a Misty! Che ti credi?»
«Buongiorno ragazzi» fece Donna Chia interrompendo la loro discussione.
«Buongiorno Donna Chia.»
«Avete dormito bene?»
«Sì. Abbiamo riposato come non ci capitava da un sacco di tempo» rispose Ash sorridente.
«Bene, sono contenta… La vostra amica? Che fine ha fatto?»
«È andata a prendere una boccata d’aria fuori» mentì Brock.
«Ma sta diluviando…»
«A lei piace molto l’acqua… È capopalestra di Celestopoli.»
«Mi ricordo quella città… Ci andai quando ero ancora una ragazzina a vedere i numerosi spettacoli d’acqua che organizzavano. Davvero una bella città.»
«Già…»
«E la vostra amica è capopalestra?»
«Sì. Anche se ha lasciato le su tre sorelle a occuparsi della palestra.»
«Capisco…»
Donna Chia notò lo sguardo preoccupato e serio di Ash.
«Ragazzo, cos’hai?»
«Vede, Donna Chia… riguarda la nostra amica Misty.»
«Sì. Ho visto il suo sguardo spaventato ieri sera… Non ti devi preoccupare, ragazzo mio. Con il tempo, si abituerà a questo posto. Stamattina all’alba, ho molto pregato per lei… Ho pregato che gli spiriti di Lavandonia non gli facciano del male. Vedrai che mi ascolteranno.»
«Certo…»
«Adesso, se volete scusarmi, mi ritiro a pregare ancora un po’… Se avete bisogno di visitare la Torre Pokémon, è meglio se avrete una guida con voi. Non si sa mai…»
«Va bene, Donna Chia. Grazie» ribatté infine Ash con sorriso tirato, fissando Donna Chia che si allontanava da loro.
«Brock… Hai sentito le parole di Donna Chia?»
«Sì, le ho sentite…»
«Perchè Misty si dovrebbe abituare con il tempo? Che cosa pensa? Che rimarremo qui per sempre?»
«Non lo so, Ash… Di una cosa sono certo: dovevamo essere già ripartiti da un bel pezzo.»
«Puoi ben dirlo. Troviamo al più presto Misty e andiamocene.»
 
 
Misty non si trovava da nessuna parte.
Era come se fosse scomparsa nel nulla.
«Dove diavolo potrebbe essersi cacciata?» si domandò impaziente Ash.
«Tranquillo, Ash. Vedrai che la ritroveremo presto.»
«Quella ragazza è incredibile. Non fa altro che darci problemi.»
«Senti da che pulpito…»
«Che cosa intendi dire?»
«Niente…»
I due giovani allenatori vagavano per la Torre seguendo i gruppi di persone che si disperdevano tra le tombe dei pokémon defunti.
«Fa davvero venire i brividi questo posto…» fece Ash un pizzico spaventato.
«Già. Non ho mai visto niente di simile.»
Mentre Ash parlottava con il suo compagno d’avventura, vide una figura femminile che stava salendo la torre.
«Ehi Brock! Ho trovato Misty!»
«E dov’è? Non la vedo.»
«Misty!»
Ma gridare non serviva a nulla.
La figura femminile non si girò.
Era davvero lei?
Ash le corse dietro risalendo una moltitudine di scalini, con Brock che gli veniva appresso.
«Accidenti! L’abbiamo persa!»
«Sei sicuro che fosse lei, Ash?»
«Sicurissimo. Dal dietro sembrava proprio lei.»
«Forse è meglio se ce ne ritorniamo insieme al gruppo di persone… Questa parte della Torre non mi piace…»
«Aspetta un momento…»
Ash aveva adocchiato qualcosa di singolare e misterioso.
Qualcosa di comune in mezzo a tutte quelle tombe.
«Brock, secondo te cosa ci fa qui questo specchio?»
«Non ne ho la più pallida idea… Ma se è qui, ci sarà un motivo logico.»
«È davvero molto strano… Non ha senso.»
«Cosa te ne importa? Non sono affari nostri. Avanti, andiamocene.»
Mentre Brock era sempre più insistente per darsela a gambe, Ash era sempre più intento a fissarsi in quello specchio.
Sembrava uno specchio come tutti gli altri.
Ma ad un certo punto, la sua figura riflessa scomparve, dandogli una sensazione di tremendo disagio.
Sentiva delle strane voci sussurrargli nella mente.
Voci sconosciute.
Alcuni di questi erano versi.
Nel mentre era intento a coprirsi le orecchie, notò che Brock non c’era più.
«Brock! Dove sei?»
Sembrava che fosse stato catapultato in un’altra dimensione.
Sembrava che non fosse mai esistito.
Che tutta la sua vita fosse una pura finzione.
«Aiuto! Aiuto!»
Più Ash gridava e più si sentiva solo.
Ma non era del tutto solo.
Gli spiriti dei pokémon erano intenti a tormentarlo.
Finchè…

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Capitolo 4
*** Lo strano comportamento di Misty ***


La voce di Donna Chia risuonò nelle sue orecchie.
Era venuto per liberarlo.
Liberare il suo corpo da quello specchio che sembrava averlo intrappolato.
«Donna Chia… È lei?»
«Cosa vi avevo detto? Di non girovagare per la torre senza una guida! Perché non mi avete ascoltato?!»
«Ci scusi, Donna Chia. Non volevamo…» ribatté Ash dispiaciuto.
«Siete degli irresponsabili! Non avete ancora capito che questo posto nasconde segreti che voi non potete nemmeno immaginare?»
«Come quello specchio?»
«Quello specchio al potere di farvi scomparire da questa vita conosciuta. Di farvi sentire inutili e inoffensivi.»
«Ho sentito anche delle strane voci… Voci che mi dicevano di venire da loro… Ma chi sono questi loro?»
Ma Donna Chia non rispose.
Era ancora profondamente arrabbiata sia con Ash che con Brock.
«Non vi riguarda.»
«Perché scusi?»
«Perché lo decido io! Non possiamo sapere tutto nella vita. Comprendete?»
I ragazzi non risposero.
Non volevano essere più insistenti del dovuto, limitandosi a fare un cenno con la testa.
«Molto bene… Promettetemi che non tornerete mai più qua dentro.»
«Ma Donna Chia…»
«Promettete!»
«Va bene. Lo promettiamo!» risposero in coro i due allenatori prima di scomparire nella foschia che ricopriva l’uscita da quella stanza.
 
 
La pioggia aveva smesso di cadere, facendo spazio al sole.
«Finalmente una bellissima giornata!» esclamò Ash uscendo fuori dalla Torre Pokémon «Quasi quasi potrei allenare i miei pokémon»
«Aspetta un momento…» gli fece Brock.
«Che cosa succede?»
Ash girò lo sguardo per capire cosa volesse dirgli Brock.
«Ma quella è Misty…»
Ash e Brock notarono che la ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Non indossava i suoi soliti vestiti corti e colorati.
Indossava delle vesti lunghi e scuri come se fosse una suora.
«Secondo te cosa sta facendo?» domandò Ash.
«Sta tenendo in mano una specie di crocifisso. Almeno così credo…»
«Voglio arrivare in fondo a questa storia…»
Ash corse verso la sua amica per riuscire a scoprire il suo strano comportamento.
Ma non aveva fatto i conti con la sua riluttabilità.
«Ehi Misty, che cosa stai facendo?»
La ragazza non rispose.
Si limitava a fissarla con uno sguardo misterioso e funesto.
«Misty, perché non mi rispondi?»
«Sto pregando… mentalmente…»
«Pregando? Da quanto tempo sei diventata così religiosa?»
«Questi non sono affari tuoi, giovane ragazzo.»
«Giovane ragazzo? Misty, mi stai facendo seriamente preoccupare. Non ti riconosco più.»
«Sono sempre io, Ash. Sono sempre Misty. Sono riuscita a trovare la mia pace interiore.»
Più Ash la fissava, più si rendeva conto che non era più la stessa di prima.
«E’ colpa di questo posto se sei così. Non c’è alcun dubbio.»
«Sono riuscita a scoprire chi sono veramente. Quale persona devo scegliere di essere.»
«E quale persona vorresti essere?»
«Colei che prega per le anime defunte dei pokémon. Colei che protegge le persone dagli spiriti maligni…»
«Tu sei completamente andata…»
«Non ti permetto di parlarmi così!» gridò improvvisamente la ragazza scatenando contro il povero Ash una forza sovrumana «Non sopporto le persone che mi mancano di rispetto. E adesso ne pagherai le conseguenze.»
Senza che Misty lo potesse toccare, Ash venne sollevato da terra.
«Misty, che cosa stai facendo?!» gridò Brock venendo in soccorso del ragazzo.
«Tu stanne fuori. È una questione tra me e lui.»
Ash stava soffrendo enormemente.
Sembrava che qualcosa lo stesse divorando internamente.
«Misty! Fermati! Così mi stai uccidendo!»
«Chiedi immediatamente perdono. Libera la tua anima da tutti i mali.»
Misty aveva una voce diversa.
Sembrava che qualcosa la stesse possedendo.
Un qualcosa di estremamente mortale.
«Fermati, ragazza!»
Ci volle l’aiuto di Donna Chia per salvare il povero Ash dalle grinfie di Misty.
«Donna Chia, questo giovane allenatore…»
«Non ti permetto di fare incantesimi oscuri fuori dalla Torre Pokémon! Mi sono spiegata?»
«Ma io…»
«Tornatene immediatamente dentro e chiedi perdono. Ripulisci immediatamente la tua anima.»
«Va bene, Donna Chia.»
Misty, con sguardo affranto, tornò dentro la Torre Pokèmon, lasciando negli occhi dei due ragazzi quel mistero fitto che aveva avvolto la giovane allenatrice.
 
 
«Donna Chia, cosa sta succedendo? Perché Misty si sta comportando così?»
Ma Donna Chia non rispose.
Che cosa stava nascondendo quella donna?
«Niente di preoccupante. State tranquilli.»
«Come possiamo stare tranquilli? Ha visto anche lei cosa mi stava facendo.»
L’impazienza di Ash era arrivata alle stelle.
Troppe cose strane.
Troppi misteri stavano accadendo in quella piccola cittadina di passaggio.
«Allora?!»
«Misty sta purificando la sua anima. E vedendo il tuo cuore pieno di peccato, fa in modo di ripulirtelo o con le buone o con le cattive…»
«Ma cosa sta dicendo? Lei è completamente pazza. Riprenderò la mia amica e ce ne andremo via da qui.»
Ash era più determinato che mai.
Non poteva sopportare tutto questo.
Doveva salvare la sua amica e la sua vita stessa e quella di Brock.
Ma non sarebbe stato così facile…
«Fermati ragazzo!»
La porta della Torre Pokémon si chiuse da sola.
«Che cosa significa tutto questo?»
«Significa che io e le altre anime dei pokémon abbiamo perso la pazienza…»
Una Nube nera stava avvolgendo tutto il perimetro della città.
Sembrava che una catastrofe imminente si stesse battendo su di loro.
«Ash, dobbiamo andarcene immediatamente da qui!» gli gridò Brock.
«No! Dobbiamo salvare Misty! Al più presto.»
«Voi non uscirete vivi da qui.»
La furia oscura di Donna Chia si stava abbattendo contro i due ragazzi.
Era lei il nemico principale.
Era lei colei che aveva gettato tutta la città di Lavandonia in un profondo e oscuro male.
Ash e Brock non sapevano come combatterla.
I loro pokémon non sarebbero stati sufficienti.
Chi poteva salvarli in quel frangente?
Un bambino molto piccolo si frappose tra i due allenatori e la magia di Donna Chia.
«Ma quello è…»
«No! Non ti permetterò che questi ragazzi facciano la mia stessa fine!»
«Jim! Stanne fuori!» gli gridò la donna.
Ma era inutile.
L’avrebbe salvati anche a costo di scomparire per sempre dalla faccia della terra.
«Voi non rimanete lì impalati! Entrate immediatamente nella Torre Pokémon!»
«Ma è chiusa!»
«Dategli un valido motivo per aprirsi… Avanti! Non c’è tempo da perdere! Non resisterò ancora per molto.»
Ash e Brock si guardarono l’un l’altro.
Come potevano entrare in quella Torre?
«Ash, la tua amica Misty è in pericolo! Cosa faresti per salvarla?» gli gridò Jim.
«Io… Farei qualsiasi cosa…»
«Allora credi in te stesso! La porta si aprirà da sola.»
«Ma io… non so come fare…»
«Non ti arrendere Ash!»
«Io… E va bene!»
Iniziò a prendere a pugni il portone della Torre con tutto il vigore che aveva in corpo.
«Misty! Verrò a salvarti!»
Dopo alcuni minuti, il portone della Torre Pokémon si apri da solo.
«Bravissimo Ash! Ce l’hai fatta!»
Ash e Brock si rifugiarono dentro la Torre Pokémon.
Mancava solo Jim.
«Hai finito di ridurre questa città in un covo oscuro, strega!»
Alla fine, anche Jim riuscì a librarsi dalle grinfie della strega, riuscendo anche lui a rifugiarsi nella Torre Pokémon.

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Capitolo 5
*** Anime libere ***


Jim fissava i due allenatori con sguardo pieno di commozione e gratitudine.
«Sapevo che prima o poi ce l’avreste fatta.»
Ma Ash e Brock non avevano mai dimenticato cosa gli aveva Jim prima d’incontrare Donna Chia.
«Spiegaci una cosa, Jim… Perché noi dovremmo fidarci di te?» domandò inizialmente Brock.
«Soprattutto dopo che hai cercato di farci fuori. Ricordi?» fece invece Ash.
«Io… Avete ragione. Credevo che foste dalla parte di quella strega. Ed è per questo che vi ho attaccati.»
«Molte grazie. Se non fosse stato per… Adesso basta. Non voglio più pensarci. Anzi, a dirla tutta, non so più cosa pensare.»
Ash, come Brock, aveva le idee sempre più confuse.
Ma una cosa era certa: dovevano salvare Misty il prima possibile. E prima che fosse troppo tardi.
«Comunque se volete salvare la vostra amica, dobbiamo tornare nella stanza dello specchio.>
«Per quale motivo?>
«Lo scoprirete quando ci arriveremo… Ma ricordate: le medium sono alleate della strega. Quindi non dobbiamo farci vedere da nessuno di loro, altrimenti saremo in guai seri. Mi sono spiegato?>
Ash e Brock si guardavano l’un l’altro.
Non riuscivano a fidarsi di quello strano ragazzo.
«Che cosa vi prende, ragazzi?>
«Come hai fatto a finire come uno spirito intrappolato in questo mondo? Chi ti ha ucciso?>
A Jim vennero gli occhi lucidi.
Ripensare al suo passato lo preoccupava tantissimo.
«Non ho mai scoperto chi mi ha veramente ucciso… Ma sono convinto che è qualcuno molto vicino a me.>
«Chi potrebbe essere?>
«Non lo so… Magari una delle medium incaricate da Donna Chia… Oppure proprio lei…>
«Potrebbe davvero arrivare a questo, quella specie di medium? Uccidere così spudoratamente un bambino come te? E per quale motivo?>
«E’ mio dovere scoprirlo…>
«Lei non è un’umana… È uno spirito maligno. Ricordatelo, giovane allenatore.»
Ash lo fissava con sguardo inspiegabile.
«La prossima volta non mi fiderò di nessuno.»
 
 
Stranamente, la stanza dello specchio non era salvaguardata da nessuno.
«Questo è un buon momento per intrufolarci là dentro. Le altre medium sono a pregare.»
«A me pare che preghino tutto il giorno» fece Ash «Non ti sembra nemmeno a te, Jim?»
«Forse. O fanno solo finta…»
«Perché dovrebbero fare finta?»
«Caro giovane allenatore, non hai ancora capito come vanno le cose in questa cittadina, vero? Tutti credono di essere dei medium… Ma non è così.»
«Ma io…»
«Silenzio, adesso. Stiamo per entrare nella stanza.»
 
 
Si respirava un‘aria surreale.
Non volava un minimo rumore.
«C’è troppo silenzio in questa stanza…»
«E perché ti sembra così strano?» gli domandò Brock a Jim.
«Non lo so. Non sento nemmeno uno spirito nelle vicinanze.»
«Meglio!»
«Tu credi?»
«Sinceramente Jim, non so più cosa credere…»
Jim era cupo.
C’era qualcosa che lo preoccupava.
«Avanti Ash, vai dinanzi allo specchio.»
«Come? E perché?»
«Tu fai quello che ti dico. Lo scoprirai tra poco.»
«Jim, sai che sono molto diffidente.»
«Cerca solo di concentrarti e di non pensare a nulla.»
Brock e Ash si guardavano a vicenda come facevano spesso.
«Tu Brock, mettiti dietro di me. È una cosa che deve fare solo il giovane allenatore.»
Brock, senza battere ciglio, ubbidì alla richiesta di Jim.
Ash si trovava davanti allo specchio.
«Avanti. Dimmi che cosa vedi.»
«Vedo… me stesso.»
Jim non disse niente.
«Penserei che fosse uno specchio come tutti gli altri, se solo non mi avesse quasi fatto fuori.»
«Non avere fretta, Ash.»
«Perché? Che cosa mi potrebbe accadere?»
«Niente se continuerai a concentrarti e a pensare a colei che vuoi liberare.»
«Dovrei pensare a MIsty?»
«Esatto. Pensa ad un bel momento trascorso con lei.»
«Io… Non ho avuto inizialmente un buon rapporto con lei… Ma sono sicuro che mi abbia sempre rispettato… Ma è anche vero che, secondo me, non manifesta tutti i suoi sentimenti. E questo mi fa alquanto imbestialire.»
Improvvisamente, lo specchio iniziò a riflettere la figura di Misty.
Era tutta gioiosa e sorridente.
Proprio la Misty che Ash conosceva.
«Misty! Jim, sto vedendo Misty!»
«Molto bene. Adesso pensa intensamente a li. Pensa che tu la rivoglia vedere immediatamente.»
Ash chiuse gli occhi per concentrarsi il meglio possibile.
Ripensava a lei e a tutti i bei momenti trascorsi insieme.
Ma improvvisamente, la figura di Misty era scomparsa.
Proprio com’era arrivata.
«Io… non capisco. Jim…»
«Questo significa che non l’hai desiderata come tu volevi. Voi due avete dei sentimenti contrastanti.»
«No! Questo non è vro!»
Ash gridò con tutta la voce che possedeva.
Il suo tono rimbombò in tutta la stanza.
«Ah no? Se tu avessi fatto quello che ti ho ordinato, a quest’ora Misty sarebbe qui con te.»
«Io ho fatto tutto quello che mi hai ordinato! Sei tu che mi stai prendendo in giro!»
«Prendendo in giro? E per quale motivo dovrei farlo?»
«Perché non ti interessa né di lei né di me. Vorresti che la tua anima fosse libera e riposasse in pace. Non è forse così?»
Jim non rispose.
Era profondamente ferito dalle parole di Ash.
«Brock, è meglio andarcene. Qui stiamo solo perdendo tempo.»
«Ash…»
Ma una volta aperta la porta della stanza, gli si presentò davanti proprio Misty.
Ma la ragazza non era sola.
Era accompagnata da Donna Chia.
«Eccoci, Ash. Ci volevi?»
 
 
«Donna Chia… Misty...»
«La tua dolce amica è venuta fin qui per farti passare dalla nostra parte. Diventerai il custode delle anime maligne, prendendo il mio posto. Ormai sono troppo vecchia per questo genere d’impegno.»
«Mai!»
Ash fissava la donna con impeto d’odio.
«Non vuoi vivere insieme alla tua amica per l’eternità? Venendo dalla nostra parte potrei farlo, sai?»
«No! Libererò Misty e ce ne andremo per sempre da questa città!
«Allora cosa aspetti? Provaci.»
Ash non si era ancora reso conto contro chi si era messo.
«Adesso giovane allenatore assaggerai tutta la mia forza e quella dei pokémon spettro. Sei pronto?!»
Ma fortunatamente, Ash non era solo.
«No, Donna Chia! Da questo momento non guiderai mai più le povere anime dei pokémon» s’intromise Jim.
«Che cosa credi di fare, eh? Ho fatto fuori te e i tuoi genitori… Nessuno può fermarmi.»
Donna Chia cercava di destabilizzarlo in qualsiasi maniera, offendendolo e lanciandogli ingiurie di ogni tipo.
Ma Jim era irremovibile.
«Vendicherò la mia famiglia e tutte le anime dei pokémon schiave del tuo volere!»
Improvvisamente, la Torre Pokémon iniziò a tremare.
Jim e Donna Chia stavano dando forza ai loro poteri.
Chi avrebbe prevalso?
L’oscurità era massima.
Tutte le anime dei pokémon vennero incontro ai due combattenti.
«Non riuscirai a vincere, Jim! È impossibile!»
Jim, per darsi forza, ripensava ai pochi e bei momenti che aveva avuto con i suoi genitori.
Quella era la sua forza.
La forza dell’amore.
Una forza che Donna Chia non riusciva a comprendere.
«Addio Donna Chia!»
Le anime dei pokémon assalirono la povera strega, mettendola a tacere per sempre.
La Torre Pokémon smise di tremare.
E tutte le anime dei pokémon rimaste intrappolate sulla Terra, fecero il loro ultimo cammino verso il paradiso.
Le persone sotto gli effetti degli incantesimi della strega, tornarono alla normalità.
«Dove mi trovo?» domandò Misty come se fosse stata risvegliata da un sonno profondo.
«Misty! Finalmente!» gridò Ash piombando su di lei per abbracciarla.
«Ash, cosa fai? Così mi fai male.»
«Lo sai? Non sono mai stato più felice prima d’ora.»
«Perché? Che cosa è successo?»
«Te lo spiegheremo più avanti» fece Brock.
Dopo aver fatto tornare Lavandonia al suo stato originale, toccò anche a Jim andare in paradiso a riabbracciare i suoi genitori.
«Jim! Aspetta!»
«Non posso, giovane allenatore. Devo raggiungere i miei genitori.»
«Volevo solo ringraziarti per tutto quello che hai fatto.»
«Ho solo fatto quello che avresti sicuramente fatto anche tu: lottare per una buona causa.»
«Non ti dimenticherò mai, Jim.»
«Un giorno di questi ci rivedremo… E quel giorno mi farai vedere come si disputa un combattimento tra pokémon.»
«Non vedo l’ora» disse infine Ash prima di vedere scomparire l’anima del bambino e venire catapultato verso il continuo della sua avventura da allenatore.

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