Story about two lovers... and two friends

di Delver of Dreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Dive into the Past ***
Capitolo 2: *** And Now...? ***
Capitolo 3: *** ... The new lifes! ***
Capitolo 4: *** From Heaven to Hell! ***
Capitolo 5: *** The Target! ***
Capitolo 6: *** I'll come to save you... ***
Capitolo 7: *** Something is changed...you? ***
Capitolo 8: *** Can you Hurt me? ***



Capitolo 1
*** Prologo: Dive into the Past ***




Fanfiction: Story about two lovers... and two friends
Successione: Capitolo 1 - Prologo: Dive into the Past
Personaggi principali: Ryoma Yagami (11 anni), Hikaru Tomoko (13 anni)
Personaggi secondari: ---
Rating: Verde
Luogo: Tokyo - Parco giochi (Passato: Anno 1999)




La Tokyo dell'anno 1999, come negarlo, era forse la città più affollata, rumorosa e contaminata, non tanto dall'inquinamento quanto dall'oscurità di quel periodo così cupo. Grigia la rete di strade, grigi i palazzi che prepotenti si imponevano sul territorio, grige le vite degli abitanti... grige le pallottole che le spegnevano con tanta semplicità. Ebbene sì, i gruppi di teppisti, o meglio di pazzi assassini, controllavano le vie della città... e i conflitti esterni davano il colpo di grazia a lei: la Tokyo dell'anno 1999.
Eppure, circondato da questo mondo bicromo, il cuore della metropoli riusciva ancora a pulsare, intrappolato, nel piccolo parco giochi del centro città. Senza dubbio è difficile da credere ma in quei tempi nessuno si era mai interessato a quell'angolo di paradiso sprofondato nell'inferno e fu proprio lì, tra le solide mura che le reti del parco rappresentavano, che sarebbe nata la fioca luce della speranza, destinata a crescere per rivelarsi una stella: un sole nell'eterna notte di Tokyo.
Il tramonto stava quasi per manifestarsi in tutto il suo splendore, era tardi ormai e l'estate sarebbe finita con il concludersi di quella giornata, nonostante ciò Hikaru e Ryoma non volevano saperne di abbandonare il loro trono che consisteva nell'unica cosa che li accomunava: l'altalena. Lui, poco più di un bambino, stringeva con forza entrambe le catene che lo sorreggevano insieme alla tavola in legno ed intanto teneva lo sguardo basso; lei, ormai una ragazzina, utilizzava le sue mani delicate per tenere in piedi un cono gelato quasi intatto, lo aveva semplicemente assaggiato con un paio di morsi e si era fermata lasciandolo in balia del sole che si divertiva a farlo sciogliere lentamente. La giovane squadrò l'amico per qualche attimo prima di decidersi a svegliarlo dallo stato di trance nel quale era entrato già da tempo:
- Ryo? Vuoi spiegarmi cosa ci trovi di tanto interessante nell'erba sotto i tuoi piedi?
- Eh? Cosa stai farneticando? Non guardavo l'erba, stavo... pensando.
- Ed entri spesso in trance quando pensi?
Una risatina le sfuggì nonostante avesse tentato di sopprimerla portandosi una mano alla bocca. Nello stesso istante si accorse nuovamente del buon sapore del gelato e senza troppi indugi riprese a mangiarlo prendendone un po' con le labbra. Ormai era diventato morbidissimo.
- Spiritosa... non lo faccio apposta! Mi viene naturale abbassare la testa quando penso!
- Sei strano, ma anche buffo se è per questo. - Una seconda risatina voleva seguire l'esempio della prima ma non riuscì nemmeno lontanamente ad oltrepassare la soglia del sorriso. - E dimmi, a cosa pensavi?
- Le vacanze sono finite, tra poco torneremo di nuovo a scuola.
- Pensare a qualcosa di più allegro ti riesce difficile? Sei proprio strano.
- Parla per te Hikaru. Piuttosto vedi di finire quel gelato prima che ti si sciolga in mano.
E alzato lo sguardo al cielo, il ragazzino appoggiò la testa alla sua mano destra lasciando poi la presa con l'altra.



-Non c'è pericolo sta tranquillo,mi piace così tanto che sparirà in meno tempo di quanto pensi!!
-Ma non l'avevi già detta 'sta frase appena comprato il gelato?
-Sempre a puntualizzare!
-Gne,gne,gne!Intanto ho ragione io!
Era in momenti come quelli che la vera indole dei due ragazzini veniva fuori.Di qualunque cosa si trattasse sentivano sempre il bisogno di sfidarsi e quello era senza dubbio l'inizio di una sfida.
-Tu NON hai ragione Ryoma!Anzi ti dimostrerò che sono in grado di finire questo gelato in pochissimo tempo!Scommettiamo?
Ecco quella era esattamente la parola che indicava l'inizio di ogni sfida,una sorta di parolina magica che sembrava scatenare uno strano effetto nei due ragazzini che non potevano fare a meno di sfidarsi.
-Ah.Ah.Ah.Voglio proprio vedere!
-Tsk!Preparati a perdere.
Peccato che il troppo discutere fece sì che Hikaru e Ryoma si dimenticassero del gelato che intanto continuava a sciogliersi velocemente,cosa di cui si accorsero non appena quest'ultimo cominciò a cadere sulla gonna della giovincella.
-Ahahahah ma guarda un pò il gelato si sta sciogliendo!Ahaha!!
Lui non riusciva a trattenere le risate nonostante le occhiataccie dell'amica lo ammonissero.
-Dai stupido smettila di ridere e aiutami!!!!
La ragazzina sembrava nel panico più totale mentre tentava di rimediare leccando il più velocemente possibile




La guardò per un istante lievemente stupito dalla richiesta di aiuto.
- Hika lo sai vero che se per disgrazia ci scappa il gelato potremmo darci un bacio?
- Oh quanto la fai lunga! Solo uno come te potrebbe commettere un errore del genere. Forse non è che miri proprio a quello eh birbone?
Lo punzecchiò lei dandogli delle leggere gomitate sul braccio più vicino.
- Questa è buona! Io che cerco di baciare te. Sei un maschiaccio e per di più hai un corpicino inguardabile.
- Senti chi parla! Dico, almeno hai visto come sei messo tu? Sembri rachitico, sei un nanetto e hai persino i capelli lunghi come una femminuccia.
Prese un altro boccone di gelato mentre l'amico si apprestava a controbattere anche se più pacificamente.
- Ok siamo entrambi dei brutti anatroccoli, anche se tu lo sei più di me ovviamente. In fin dei conti però, tralasciando il nostro aspetto, non vedo che cosa ci possa esser di bello nel toccare la bocca di una persona con la propria, a me farebbe più schifo che altro.
- Ti sembrerà strano ma sono d'accordo con te, solo sulla questione bacio intendiamoci. Non sia mai che ti permetto di crederti superiore a me in bellezza. Ah e... il gelato finiscilo tu, a me il cono non piace.
Detto questo Hikaru porse la cialda, sprovvista ovviamente di gelato, a Ryoma che intanto aveva già l'acquolina in bocca. Il cono era la parte che preferiva di quella gustosa leccornìa. Lo divorò in pochi bocconi e mandò giù velocemente, intanto lei si preparava a prender parola: avrebbe lanciato una nuova sfida.
- Ascolta Ryo, ripensandoci non credi che dovremmo provare un bacio prima di dare un giudizio affrettato?
- Già, potresti anche avere ragione. Mi sorge però un dubbio... chi hai intenzione di baciare per provare?
- Sciocco siamo solo io e te qui! Di certo non posso baciare l'altalena, anche se lo preferirei.
- Tu sei matta! Perchè mai dovrei darti un bacio?!?
- Scommetto che non hai il coraggio di farlo.
- Non è quello... è che...
- Ti facevo più coraggioso Ryo, ti spaventa un bacetto? Che amico fifone che ho...
- E va bene, va bene! Solo per questa volta e SOLO per provare.
- Andata.
I due si guardarono negli occhi per qualche istante... nè lui nè lei osavano muovere un muscolo. Passarono i secondi e ci mancò poco che passassero anche i minuti se Ryoma non avesse preso la parola.
- Che aspetti?
- Che aspetti tu scemo! Sei tu l'uomo, dovresti baciarmi tu e non vice versa.
- Ma l'hai chiesto tu!
- Ok allora facciamolo insieme ok?
- Va bene... al tre! Uno... due... e... tre.
Lentamente, reggendosi alle catene dell'altalena i due amici avvicinarono i propri volti, lentamente... lentamente... lentamente. Passarono pochi attimi prima che le loro labbra potessero aver modo di toccarsi e finalmente la bocca di Ryoma raggiunse quella di Hikaru. I secondi si succedevano velocemente l'uno dopo l'altro, solo dopo quasi un minuto i due ragazzini si divisero allontanandosi di scatto. Avevano perso la cognizione del tempo. Fu dopo qualche altro attimo ancora che il giovane parlò, i volti di entrambi erano tinti di un vistoso color rosso che a poco a poco andò svanendo.
- Sai di cioccolata.
- Che ne pensi?
- E' molto buona.
- Non della cioccolata scemo, del bacio.
- Ah... faceva schifo come pensavo.
- Lo penso anche io...



-Già che schifo!Ma voglio dire cosa ci troveranno i grandi di tanto bello!
-Me lo chiedo anch'io.Bleah!
-E pensare che molti ci infilano persino la lingua.
-Che COSA!!!!Ma che schifoooooo!!!!
Ryoma era a dir poco scandalizzato,non riusciva a capacitarsi di come gli adulti potessero provare soddisfazione nello scambiarsi quel tipo di effusioni,effusioni che lui considerava poco gradevoli e il solo pensiero che Hikaru volesse provare anche quelle,lo fece ribaltare all'indietro,una caduta piuttosto comica che fece ridere la ragazzina tanto arrogante.
-Ahahahahah Ry-Ryoma ahahahah devi vedere la tua faccia!!
-Pensa alla tua razza di maschiaccio!M'è toccato anche baciarla bleah!!!
-Ehy nanerottolo vacci piano!Se è per questo anche a me ha fatto schifo baciare un bamboccio tutto pelle e ossa!
I due continuavano a ripetersi quanto baciarsi era stato orrendo eppure,dentro di loro,quel bacio lo avevano trovato quasi piacevole ma erano troppo orgogliosi per ammetterlo sia a sè stessi che tra di loro. -Ah e menomale che ero io quello che ci andava pesante.
-Hai cominciato tu!
-COSAAA!!!!Ma neanche per sogno sei stata tu a
-Vuoi sfidarmi??!!
-Tu sei tutta matta l'avevo detto io!
-Questa è guerra!!
La ragazzina poco femminile si alzo in piedi di scatto e guardò Ryoma con finta rabbia invitandolo per l'ennesima volta a raccogliere la sfida lanciata,una sfida che però-esattamente come tutte le altre-sarebbe finita alla pari...
Solo pochi mesi dopo arrivò una lettera in casa Tomoko che avrebbe sconvolto l'intera vita di Hikaru.
I suoi genitori facevano parte dell'esercito,ed entrambi furono convocati per partecipare alla guerra che si era appena scatenata in quegli anni,guerra che aveva già fatto molte vittime...
Per molto tempo Hikaru rimase dov'era sempre vissuta sotto la custodia della famiglia Yagami e Ryoma cercava di starle vicino,voleva assolutamente aiutarla,rendersi utile ma per quanto si sforzasse Hikaru aveva costruito intorno a sè una corazza impenetrabile che neanche Ryoma con la sua dolcezza riusciva a scalfire.
Ma il peggio arrivò qualche mese dopo quando un'altra lettera più terribile dell'altra giunse tra le mani di Hikaru:i suoi amati genitori erano morti in battaglia.In quel momento pensava di morire,non riusciva a reagire,rimaneva immobile con le braccia lungo il corpo e ancora la lettera tra le mani e se non fosse stato per Ryoma che continuava a strattonarla,la ragazza sarebbe rimasta in quello stato per giorni.
In quel momento il suo sguardo vitreo si posò su quello di Ryoma e i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime ma ancora prima che il ragazzo dai capelli argentei potesse abbracciarla,Hikaru corse via.
Correva veloce come non mai anche se la neve alta sembrava volerglielo impedire e il freddo pungente volergli cambiare idea.Presto raggiunse il parco,ormai imbiancato,che era stato per tanto tempo testimone di tutti i suoi più bei ricordi.Si accasciò sull'altalena fredda e scoppiò in un pianto liberatorio.
-Me l'avevate promesso!- sussurrò con la voce rotta dal pianto
-Hikaru!- la voce di Ryoma la fece sobbalzare,l'aveva seguita e ora era lì insieme a lei seduto,ancora un'altra volta,sull'altalena affianco alla sua.
-C-ch-che ci fai qui? -Come che ci faccio qui io sono tuo amico!Non ti lascio sola!!
Le tenere parole di Ryoma spezzarono la corazza che le impediva di sfogarsi come invece riuscì a fare in quel momento.
Si lasciò abbracciare dall'amico e pianse amaramente.
-Mi avevano promesso che sarebbero ritornati...
Restarono così finchè non vennero i genitori del ragazzo a prenderli per portarli a casa ma l'incubo non sarebbe finito lì.Poco dopo Hikaru venne affidata alla nonna che abitava al centro della città e questo voleva dire lasciare la sua vecchia casa,le sue abitudini,la sua scuola ma soprattutto voleva dire lasciare il suo unico e migliore amico... Purtroppo,nonostante le proteste la ragazzina dovette trasferirsi e dire addio a Ryom...
Gli anni passarono in fretta e la piccola ragazzina crebbe sola,dato che sua nonna morì poco dopo i suoi genitori e questo trasformò profondamente Hikaru più di quello che si poteva pensare...



Il piccolo cuore pulsante racchiuso tra le reti del parco aveva ormai cessato di far sentire il suo battito, ma non era morto, atrio e ventricolo, come se fosse stato il cuore di un pesce, si erano soltanto divisi. Ognuno, per conto proprio, continuava a vivere lontano dalla propria metà mancante. Nel corso degli anni l'angolo di paradiso di Hikaru e Ryoma venne sostiuito, reso spoglio di tutte le sue meraviglie per far posto all'ennesima palazzina grigia, grigia come ogni cosa nella Tokyo dell'anno 1999. L'infanzia dei due amici finì con la loro separazione: e questa...



E' la loro storia...





@Fede: Ooook siamo giunti alla fine del prologo, del primo capitolo di questa ficcy un po' particolare. Dico particolare perchè è stata scritta da ben due persone, le parti della storia allineate a sinistra sono state scritte da me (Flarezed) mentre le parti allineate a destra sono opera di Yuuki89 che ringrazio, specie per avermi sopportato durante la stesura della ficcy xD. Beh il mio commento di fine capitolo termina qui: spero vivamente che vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito abbastanza da aspettare il seguito ^^ (ogni recensione è ben accetta e soprattutto ci farà molto piacere riceverne ^^).
@Yuuki: Ebbene si ci sono anch'io XDDD Direi che è stato piuttosto difficile per me scrivere questo primo capitolo ma come vedete ce l'abbiamo fatta e non posso non ringraziare Flarezed che mi ha aiutata molto!E ha vinto la mia pigrizia roba da non credereXDD!
Bene detto questo vi saluto e spero vi sia piaciuto questo primo capitolo.

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Capitolo 2
*** And Now...? ***


Fanfiction: Story about two lovers... and two friends
Successione: Capitolo 2 - And now...?
Personaggi principali: Ryoma Yagami (15 anni), Hikaru Tomoko (17 anni)
Personaggi secondari: ---
Rating: Verde
Luogo: Tokyo (Presente: Anno 2003)



15 Settembre 2003



La pioggia leggera che picchiettava sulla finestra sopra il mio letto,accompagnata dal fastidioso rumore del traffico e dalla sveglia che non smetteva di suonare,mi fece svegliare prima del dovuto.
Odiavo svegliarmi così presto e ancor di più svegliarmi con un forte mal di testa ma in fondo,per quello,potevo prendermela solo con me stessa sapevo bene che bere così tanto avrebbe portato le sue conseguenze.
Restai ancora pochi minuti al caldo tra le coperte ad osservare la finestra e la pioggia malinconica che scendeva giù bagnando così le strade del centro della grigia Tokio.
Voltai lo sguardo verso la sveglia che segnava le 6:30 e mi ricordava che oggi era il 15 Settembre,data che sembrava volermi rammentare un impegno o qualcosa del genere ma il mal di testa mi impediva di scoprire cosa potesse essere.
Provai ad alzarmi ricevendo come conseguenza un forte giramento di testa che ignorai del tutto cominciando a camminare verso la cucina in cerca di qualcosa da mangiare,peccato che non avevo fatto spesa nell'ultima settimana così mi trovai davanti a un frigo quasi completamente vuoto
se non fosse stato per quelle due mele che stavano marcendo lentamente,quella mattina avrei fatto colazione al bar.Presi le mele e le buttai nel cestino per prima cosa,poi mi guardai attorno e notai con orrore che la cucina era un vero e proprio disastro!
Cartoni di pizza sparsi dappertutto,bottiglie di birra che decoravano malamente il pavimento,per non parlare dei piatti che c'erano da lavare!Insomma un bel disordine che avrei dovuto sistemare se non fosse stato per l'improvvisa illuminazione che mi ricordò cosa doveva accadere oggi:
la scuola riapriva e io decisi che dopotutto andarci non mi avrebe uccisa,al contrario mi avrebbe distratta e poi come potevo perdermi l'entrata delle matricole...dovevano pur sapere chi comandava...
Dopo essermi lavata adeguatamente,compresi i lunghi capelli-prima o poi avrei dovuto tagliarli,erano difficili da asciugare- mi vestii,fortuna che la nostra scuola non pretendeva che gli alunni portassero le divise,con una semplice gonna di jeans con sotto dei pantacollant neri,una maglietta nera decorata da qualche scritta in lucido
e per finire le mie amate AllStar,erano in assoluto le scarpe che preferivo!
Presi il giacchetto di pelle nera,la cartella e un semplice ombrello per ripararmi dalla pioggia per poi uscire da casa e lasciarla nel più totale disordine ripromettendomi di pulire il tutto appena tornata.
Camminai molto sotto la pioggia prima di arrivare a scuola e una volta lì mi diressi verso il bar per fare colazione.
-Ehy Aki un caffè e un cornetto grazie.
-Hikaru non pensavo saresti venuta il primo giorno.
Aki era il ragazzo che lavorava al bar,mi conosceva molto bene ed era una delle poche persone che mi andava a genio,ecco perchè avevamo tutta quella confidenza.
-A dire il vero nemmeno io.- mi lasciai scappare una risatina che fece sorridere anche il ragazzo.
Poco dopo la campanella suonò e quello era il segnale che indicava l'apertura dei cancelli,afferrai lo zaino e mi apprestai ad entrare...



Driiiiiin... Driiiiiin...
La sveglia, un ammasso di pezzi di plastica e ferro che da solo riuscirebbe a rovinare la giornata di qualsiasi persona con un briciolo di pigrizia nelle vene. Quanto odiavo il suo suono, ma che dico, il suo rumore assordante praticamente inutile, voglio dire, chi ha bisogno di un po' di baccano per svegliarsi all'ora giusta?
Aprii leggermente le palpebre lanciando uno sguardo veloce a quell'oggetto demoniaco, il soprammobile che più odio, si perchè tecnicamente la sveglia non è altri che un soprammobile più fastidioso di altri. Non distinguevo bene i numeri sul display ma sembravano un po' troppo grandi per assomigliare ad un sette o perchè no, un due al massimo. Mi decisi a tirarmi su per poi mettermi seduto e controllare meglio: le 8:56. Non c'era niente di strano, era mia abitudine svegliarmi verso le nove ma il problema era un altro: il 15 settembre era il primo giorno di liceo!
- Accidenti sono in ritardo mostruoso! Ormai la prima ora è andata e se non mi sbrigo perderò anche la seconda!
Mi alzai in fretta e furia inciampando nelle coperte che mi trascinavo dietro, per poco non finii per terra cadendo rovinosamente. Corsi a più non posso per la casa: bagno, camera dove presi i vestiti cominciando a indossarli mentre correvo e infine cucina che, ovviamente, non custodiva alcun tipo di alimento. Presi velocemente un foglietto ed una penna in salotto per appuntarmi i seguenti obiettivi da raggiungere in giornata: comprare del cibo, regolare la sveglia e, ebbi quasi paura a scriverlo, riordinare la camera.
Mi gettai con forza sulla porta di casa aprendola di scatto per richiuderla subito dopo, un giro solo con la chiave per non perdere tempo, dopodichè, mi stupisco tuttora di me stesso, evitai di prendere l'ascensore perchè troppo lento e scesi le scale ad una velocità impressionante, avrei potuto rompermi l'osso del collo senza accorgermene. Dopo aver faticato per tre piani vidi finalmente l'uscita della palazzina ed esultai tra me e me uscendo con gran fretta, solo in quel momento mi ricordai di non aver fatto colazione e il mio stomaco me lo fece notare. Mi voltai verso destra e per la prima volta quella mattina sorrisi di gioia: il vecchio Joshiro aveva già aperto il suo negozio. Mi avvicinai velocemente al banco e senza pensarci due volte presi al volo un paio di spiedini preparati al momento e, dopo aver fatto dietro front rassicurai il buon uomo:
- Scusami vecchio non ho tempo per pagare adesso! Segna tutto che passo in giornata.
- Piccolo furfante sarà la terza volta in una sola settimana! Te le faccio scontare tutte prima o poi!
Già dopo qualche metro non pensavo più a Joshiro che imprecava come di consueto, il mio unico pensiero in quel momento era arrivare in tempo a scuola. In un attimo giunsi al garage del condominio e salii sulla mia moto subito dopo averla tolta dal cavalletto, inserii la chiave, misi in moto e con un rombo assordante scattai in strada senza dare troppa importanza alle automobili che si stavano avvicinando. Non ci misi molto a raggiungere l'istituto, fortunatamente potevo saltare le code ai semafori essendo in moto quindi il traffico non fu un mio problema, il parcheggio invece mi impegnò un po' di più. Corsi a più non posso verso l'ingresso della scuola ed entrai rapidamente, ero agitato e guardandomi intorno scorsi per mia fortuna un banco sul quale erano appoggiati dei depliant del liceo stesso: all'interno di essi c'era persino una piantina dell'edificio la quale mi sarebbe tornata piuttosto utile... se solo il mio senso dell'orientamento fosse stato all'altezza dei corridoi.
Salii le scale, le scesi, salii ancora una volta, corsi per i corridoi, scesi di nuovo le scale, entrai in tre classi sbagliate e persino nei bagni, imprecai prima e dopo aver guardato l'orologio che segnava esattamente le 9:35, un vero e proprio disastro il primo giorno di scuola.
Decisi di cercare la segreteria e la fortuna volle che fosse proprio nel corridoio accanto a quello in cui mi trovavo, svoltai e non potei farei a meno di deprimermi più di quanto già non fossi: era chiusa.
- Mi chiedo, quale stupida scuola del centro città può permettersi di tenere la segreteria chiusa al giorno d'apertura?
- Oh... allora è chiusa?
Una voce femminile mi fece voltare di scatto e vidi una ragazza, probabilmente mia coetanea che stava raggiungendomi, dopo alcuni attimi di silenzio mi ricomposi ed ebbi modo di risponderle.
- Si, purtroppo per me è chiusa. Sono nuovo della scuola e avevo bisogno di qualche indicazione per trovare la mia classe.
- Ma c'è una cartina nel depliant che hai in mano.
- Ah questa? Non è per niente chiara, si capisce male.
Mentii, almeno la mia incompetenza nell'orientarmi volevo cercare di nasconderla.
- Capisco... beh se vuoi ti accompagno io, anche se è il mio primo giorno mi sono già fatta un'idea di com'è strutturata la scuola.
- Ah grazie, credevo che sarei entrato all'ultima ora di lezione.
- Di niente. Ma... ora che ti guardo meglio, hai buon gusto nel vestirti sai?
- Eh cosa? Ah grazie.
Stranamente ci avevo fatto caso solo in quel momento a ciò che avevo indossato quella mattina: scarpe nere, jeans bianchi, camicia anch'essa nera e la mia collana preferita, il bastone di Ermes.
- Meglio se andiamo, vorrei entrare prima della terza ora.
- Ok, seguimi.
- Ah solo un attimo.
- Che c'è?
- Non ti ho ancora chiesto come ti chiami. Io sono Ryoma, molto lieto. - Piacere di conoscerti, io sono Kaoru.



Entrai nella scuola con poco entusiasmo,l'idea di starmene in compagnia di qualche imbecille non mi piaceva per niente ma d'altronde era il prezzo da pagare se volevo finire in fretta quella maledetta scuola.
Quando varcai la porta della mia classe mi ritrovai parecchi sguardi puntati addosso e la cosa mi innervosì molto ma cercai di non darlo a vedere,l'ultima cosa di cui avevo bisogno era di finire per litigare con uno di loro nella prima ora di lezione.
Mi sedetti al banco vicino alla porta,lasciai il mio zaino sulla sedia accanto alla mia sperando che anche gli altri avessero capito che non volevo nessuno vicino ma evidentemente avevo sbagliato i miei calcoli
-Posso sedermi vicino a te?-una voce gentile mi fece girare di scatto verso la ragazza che mi stava ponendo la domanda sbagliata.
-Ehy lo zaino messo lì non ti..- mi bloccai all'istante non appena vidi il volto di quella ragazza che ora mi sorrideva così calorosamente,rimasi stupita...
-Scusami ma qui si conoscono già tutti e hanno già deciso i loro compagni di banco e tu invece sei sola...così mi chiedevo se posso sedermi vicino a te.
-Va bene...-dissi quasi sconvolta della mia stessa risposta,insomma non era da me essere così gentile ma c'era qualcosa in quella ragazza,in quel sorriso,in quegl'occhi che mi ricordava la me stessa di un tempo
-Ti ringrazio!Ah il mio nome è Kaoru e tu sei?- si portò una ciocca di capelli nero corvino dietro l'orecchio in un gesto puramente femminile.
-Hikaru.
Fui di poche parole per quei primi dieci minuti,poi quella ragazza riuscii a farmi sciogliere e le parlai con più naturalezza ma purtroppo l'entrata in classe del professore interruppe la nostra chiacchierata.
Il resto delle lezioni furono piuttosto noiose ma mi sforzai di seguire almeno quel tanto che bastava per non aprire libro nel pomeriggio.Finalmente dopo le prime tre ore suonò la campanella più amata dagli studenti:quella della ricreazione e poco dopo il suo suono, la maggior parte degli studenti si fiondò fuori dalla classe senza nemmeno ascoltare l'ultima parola del professore.
-Hikaru mangi da sola?- ancora una volta la voce di Kaoru mi riportò alla realtà
-Eh? Ah si,si preferisco starmene da sola ma tu non preoccuparti per me anzi così hai opportunità di fare amicizia anche con qualcun'altro- le sorrisi di rimando come non facevo ormai da tanto tempo...
-ok allora a dopo.
-A dopo.
Mi alzai e uscii fuori anch'io dall'aula godendomi le prime occhiate impaurite delle matricole che mi evitavano una scelta che definivo più che saggia.Mi diressi verso il bar della scuola dove fortunatamente c'erano pochi studenti,la maggiorparte preferiva il cortile e la mensa della scuola che forniva merendine gratis a qualche diciassettenne come me.
-Hikaru di nuovo qui?
-Che ci vuoi fare Aki,sono caffè-dipendente!
-Ahahah!Siamo in due!Dai questo te lo offro io.- mi fece l'occhiolino e mi preparò il mio tanto agoniato caffè.
-Allora anche quest'anno tutta sola?
-Eh che ci vuoi fare Aki non sono tutti belli come te.-sorseggiai il mio caffè con una finta aria malinconica.
-Ahahah questa è buona!Dai io intendevo se anche quest'anno sei senza amici...
-Io i miei amici ce li ho fuori.-dissi vagamente innervosita,era un argomento delicato quello e Aki lo sapeva.
-Avanti Hikaru!Quelli me li chiami "amici"?Io ti ho vista con loro sai e non mi pare siano dei buoni amici.
-Aki sei l'unica persona che apprezzo in questo maledetto istituto...non farmi cambiare idea.-lasciai i soldi per il caffè e me ne andai ignorando la voce di Aki che mi ricordava che il caffè me l'aveva offerto.
La ricreazione era finita e tutti,o quasi tutti,gli studenti erano in classe ma io come era mia abitudine me ne restavo per i corridoi della scuola camminando sovrappensiero.
Mi fermai davanti un distributore automatico cercando tra le varie vivande qualcosa che stuzzicasse il mio appettito.Ad un tratto mi accorsi di due mocciose del primo anno che mi guardavano con disprezzo,io le ignorai scegliendo una semplice bottiglietta d'acqua in mancanza d'altro ma le loro insopportabili vocine mi entravano in testa impedendomi di ignorarle completamente
<< Ma l'hai vista? quella è sicuramente una teppista!>>
<< Già basta guardarla in faccia e poi guarda com'è vestita,per non parlare dei braccialetti che porta,secondo me è anche una di quelle che se la fa con tutti>> Per quanto ero tentata di dimostrargli per cosa si riconosce una vera teppista,mi limitai a prendere la mia bottiglietta e probabilmente me ne sarei andata in tutta tranquillità se la mocciosa si fosse tenuta per se l'ultima frase...
<< Bah pensa i genitori ma come fanno con una figlia così?>>A quel punto non seppi trattenermi,lasciai cadere la bottiglietta a terra e mi girai verso le ragazzine camminando verso di loro che rimasero impietrite,afferrai per la maglietta la mocciosa che aveva detto una frase di troppo e la sbattei contro il muro più vicino.
-Di tante stronzate che hai detto almeno una purtroppo per te è vera:sono una teppista!-le sferrai un pugno nello stomaco facendola piegare su se stessa e subito dopo l'afferai per il collo rinchiodandola al muro
-Spero ti basti stupida oca impagliata!E ora credo proprio che mi prenderò qualcosa di tuo.-le lasciai la presa sul collo e la ragazza si buttò a terra tossendo e piangendo e la sua amichetta si affrettò a soccorrerla
-Avanti voglio il tuo cellulare,me ne serve uno nuovo.-ghignai mentre le due matricole mi guardavano terrorizzate
-Ma-ma me l'hanno regalato i miei genitori per il mio compleanno!!- singhiozzava ma io non ero il tipo che si faceva impietosire
-Eh che peccato vorrà dire che i tuoi genitori si domanderanno perchè hanno una figlia così stupida!
-Diremo tutto alla preside!!-intervenne l'amica,mi inginocchiai a guardarla dritta in faccia
-Vai pure se vuoi ma voglio svelarti un segreto:qui dentro è la preside ad aver paura di me e ora fai pure quel che vuoi!-mi rialzai e mi allontanai...



- Avanti!
La voce del professore dall'altro lato della porta mi fece in qualche modo sobbalzare, doveva essere già irritato di suo... ed io avrei contribuito ad accrescere la sua rabbia.
"O la va o la spacca."
Pensai respirando profondamente ed entrando nell'aula già piena di studenti. Ogni singolo volto di ogni singola persona mi squadrava dalla testa ai piedi, mi sarei volentieri illuso pensando che mi guardassero per la mia altezza invece quel branco di alunni concentrava l'attenzione sui miei indumenti, stavo dando troppo nell'occhio già dal primo giorno.
- Tu chi saresti?
- Euh... Yagami, Ryoma Yagami signore.
- Yagami... vediamo un po'.... oh! Eccoti qui, ultimo nel registro di classe... e persino l'ultimo nell'arrivare.
Sentii delle risatine, forse un po' forzate, provenire dalla "piccionaia" ma decisi di non dar loro troppo peso.
-Vede, ecco... mi sono svegliato tardi, erano quasi le nove e... sono dovuto venire in moto.
- Ragazzo non dire fesserie, da quanto leggo sul registro tu abiti in una zona della periferia ben lontana da qui. Come puoi essere arrivato in così poco tempo?
- Glielo ho detto, ho preso la moto. E poi a dirla tutta sono arrivato qui quindici minuti fa, ho avuto dei problemi nel trovare la classe.
Ancora una volta quelle stupide risatine, stavolta più rumorose e fastidiose, anche il professore se ne accorse ma lasciò correre, aveva altre cose a cui pensare: me.
- Cosa?!? E' praticamente impossibile, avresti dovuto trovare la strada libera per metterci così poco tempo!
- Infatti lo era...
Decisi di evitare di raccontargli come avevo saltato tutte le code e soprattutto sorvolai su quel piccolo dettaglio che era la velocità.
- Non me la racconti giusta. Forza, va' a sederti!
- Ehm signore?
- Che c'è ancora?
- Sbaglio o non c'è posto?
L'insegnante si alzò leggermente per guardare tutta l'aula e si accorse che effettivamente era completamente occupata.
- Beh, caro Yagami, per un po' te ne starai in piedi, a ricreazione andrai dai custodi per farti dare un banco. Ora fai silenzio e vedi di ascoltare quel poco che rimane della mia ora di lezione.
Mi appoggiai al muro vicino la lavagna e attesi il suono della campanella mantenendo le braccia conserte all'altezza del petto. I minuti sembravano non passare mai, gli sguardi degli alunni e la parlantina del professore (molto simile ad una ninna nanna), rendevano quel breve lasso di tempo un vero inferno.
Finalmente arrivò l'intervallo, ne approfittai per andare a sciacquarmi la faccia visto che ancora ero beatamente immerso nel mondo dei sogni, dopodichè decisi di non perdere troppo tempo: avrei cercato i custodi. La ruota della fortuna girava a mio favore, trovai le persone che stavo cercando proprio alla fine della ricreazione, ero ancora in tempo per rientrare in classe senza prendere una strigliata dall'insegnante. Mi feci consegnare un banco di quelli che erano ammassati negli sgabuzzini, ovviamente dopo che i custodi l'ebbero pulito a dovere, subito dopo afferrai il piccolo tavolo con entrambe le mani e lo portai con me tenendolo su un fianco. Stranamente non ci misi troppo tempo a ritrovare la strada per l'aula ma qualcosa colpì la mia attenzione: due ragazze erano sedute sul pavimento, una piangeva e tossiva quasi come se stesse per soffocare mentre l'altra era sul punto anche lei di scoppiare. Affrettai il passo per raggiungerle e, posato il banco poco lontano, mi avvicinai per vedere se potevo in qualche modo esser d'aiuto.
- Ehy che è successo?
Mi rivolsi alla ragazza che pareva star meglio delle due, ovviamente stavo preoccupandomi per la salute dell'altra.
- Quella... quella sgualdrina... l'ha picchiata, ha picchiato Ayame senza motivo. E' una teppista!
- Su ora calmati... Ayame ce la fai ad alzarti?
La ragazza piangente scosse la testa per darmi una risposta negativa, evidentemente si sentiva ancora molto dolorante. Mi avvicinai a lei e la presi in braccio, sembrò calmarsi e cominciò a sentirsi meglio, l'altra ragazza si tirò su a sua volta e mi seguì verso la classe che era praticamente a metà dello stesso corridoio. Mi rivolsi a lei una volta giunti a destinazione.
- Posso sapere come ti chiami?
- E..Eiko... ma come facevi a sapere che siamo in classe insieme? Sembravi in un altro mondo quando te ne stavi in piedi vicino alla lavagna.
- Sono un buon osservatore anche se non lo sembro. Potresti aprirmi la porta Eiko?
- Si, certo.
La ragazza mi fece strada ed io entrai in classe, fortunatamente il professore di turno non era ancora arrivato... ma tutti i miei compagni erano già ai loro posti. Non saprei dire se mi stessero guardando con invidia o con disprezzo, in ogni caso erano sorpresi, era una situazione piuttosto strana, direi pure imbarazzante. Accompagnai Ayame al suo posto e la feci sedere, non piangeva più e mi ringraziò per averla aiutata, anche Eiko ci raggiunse e si accomodò vicino all'amica. D'un tratto mi ricordai del banco, l'avevo lasciato in corridoio, corsi subito a prenderlo senza incrociare nessun professore per fortuna. Tornai dunque indietro con il piccolo tavolo e non appena misi piede in classe la voce di Ayame mi assalì traboccante di allegria:
- Ryo! Vieni a sederti vicino a noi?
La mia espressione fu alquanto comica, sembravo diventato uno zombie, com'era possibile che fosse già così esuberante dopo quello che le era successo? Senza contare che l'avevo dovuta portare in braccio sino al suo posto. Cominciai a credere che fosse una finta ma non prestai troppa attenzione a questo pensiero.
Rassegnato mi diressi verso le due ragazze e aggiustai il banco in modo che non creasse un ostacolo per chi doveva passare, mi sedetti e non appena il professore fece il suo ingresso nella stanza i miei pensieri volarono verso Kaoru...




@Fede: Ed eccoci qui alla fine del secondo capitolo, devo dire che abbiamo scritto più di quello che mi aspettavo ^^ e pensare che avevamo in mente di fare più giorni in questo capitolo =) beh recupereremo nel prossimo ^^. Spero vivamente che anche questo capitolo vi sia piaciuto e colgo l'occasione per avvisare i nostri lettori: nei prossimi giorni ci impegneremo per postare un altro capitolo, dopodichè ci fermeremo per una ventina di giorni in quanto ci sono problemi di vacanze ^^.
@Yuuki: Bene bene siamo riusciti a scrivere anche questo e devo dire che personalmente ne sono soddisfatta spero anche voi^^ perciò aspettiamo con ansia le vostre recensioni.Per il resto ha detto tutto FedeXDD tanti saluti a tutti.

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Capitolo 3
*** ... The new lifes! ***


Fanfiction: Story about two lovers... and two friends
Successione: Capitolo 3 - ... The new lifes.
Personaggi principali: Ryoma Yagami (15 anni), Hikaru Tomoko (17 anni)
Personaggi secondari: Kaoru Takahashi
Rating: Giallo
Luogo: Tokyo (Presente: Anno 2003)



21 Settembre 2003



Ad una sola settimana dall'inizio della scuola già mi sentivo completamente distrutto, sia fisicamente che psicologicamente.
Tanto per cominciare le mie ore di sonno si sono drasticamente ridotte, ogni mattina ho maledetto la sveglia con le parole più atroci che potessi utilizzare e stamattina, domenica, ho avuto bisogno del dizionario per continuare! E' impensabile che un ragazzo si debba alzare almeno alle 6:30 per avere il tempo necessario a fare tutto, ed è altrettanto impensabile che debba perdersi i finali di tutti i film che superano una certa ora nel loro svolgimento. Sostanzialmente: addio a tutti quei film che terminano dopo le 22:00, tutti!
Non si creda però che il sonno fosse il mio unico nemico in quei giorni, ad aiutarlo nel suo compito di uccidermi c'erano Eiko ed Ayame, quest'ultima soprattutto, le quali non mi davano un attimo di tregua. La prima non si stancava mai di parlare durante le lezioni, una vera pettegola, la cosa peggiore poi era che trovava il modo di costruire un discorso su qualsiasi cosa capitasse, che si parlasse di matite o noccioline per lei era naturale dare libero sfogo alla lingua. Ayame, lei era diversa, stranamente non era chiacchierona come l'amica ma era decisamente ossessiva. Da martedì mi aveva scelto come compagno di ricreazione, cosa della quale non ero stato minimamente informato, mi è sempre stata praticamente incollata addosso in questa settimana e ad ogni occasione cercava di dimostrare il suo affetto stringendosi al mio braccio, venerdì mi ha persino preparato qualcosa da mangiare che ho, per mia disgrazia, dovuto ingoriare a forza. E' molto affettuosa non c'è che dire... ma in quanto ad abilità culinarie lascia molto a desiderare. Il colpo di grazia? Quello me lo danno i professori che sembrano avermi inquadrato come un appestato, inoltre mi tengono sempre d'occhio come se di punto in bianco potessi sfoderare la mia katana e mozzare le teste dei miei compagni. La mia katana, il primo giorno di scuola non feci in tempo a prenderla e portarmela dietro, così come gli altri due oggetti a cui tengo molto: il pugnale e il mio cappello nero. Questo mi fa ricordare una delle tante conversazioni con Eiko... probabilmente era martedì:
- Ryo?
- Euh... si? Che c'è?
- Disturbo?
- No figurati, ma abbassa la voce o il professore ci sentirà
- Senti un po' ma... quella katana?
- Cos'ha di strano?
- No niente è che mi stavo chiedendo se tu fossi una sorta di samurai o cose del genere.
- Viaggi troppo con la fantasia Eiko.
- Ma poteva essere possibile! E comunque la sai usare bene?
- Direi di si.
- Allora mi dai lezioni private? Ti prego.
- Non posso, prima di tutto perchè è pericoloso e secondo: perchè non ho tempo, sono sempre molto occupato.
Chissà quanto ancora riuscirò a resistere a questo ritmo? Si prospetta un'annata piuttosto lunga e stancante, in ogni caso... non ho ancora avuto modo di parlare con Kaoru... appena Ayame si deciderà a lasciarmi in pace proverò a rintracciarla.



La Domenica era uno dei giorni che più odiavo,era un giorno di riposo ma per una come me il riposo non esisteva più...
Me ne stavo seduta su uno dei muretti del viale più temuto di Tokio,il viale dove io e la mia banda ci riunivamo e per quanto potesse sembrare strano o disgustoso ero io a capo di quella banda,ero io che dettavo legge,ero io che decidevo cosa fare delle nostre vittime,a chi estorcere denaro e a chi molto di più,ero io che decidevo qualunque atto denunciabile alla polizia di Tokio ed ero sicuramente io ad avere il controllo delle strade più malfamate della città.
Come ero arrivata a quel punto?In realtà non lo so nemmeno io di preciso.Ricordo che vivere nel posto più cupo e tetro di quella dannata città,e per di più tutta sola,non era di certo facile...non lo era per niente!Morivo di paura ogni volta che tornavo da scuola,il timore di essere assalita da qualche delinquente mi perseguitava e finchè non ero al sicuro nella mia casa non riuscivo a smettere di tremare.Un giorno però feci molto tardi a causa del corso pomeridiano che si teneva a scuola e così mi ritrovai a percorrere la strada di casa mia al buio e fu proprio quel giorno che subii un'aggressione da uno dei delinquenti che giravano per quel quartiere,probabilmente era anche un drogato,mi prese tutto ciò che avevo e mi picchiò anche,nonostante fossi una ragazzina di quattordici anni ma per fortuna non volle prendersi di più...
Quel giorno feci una promessa a me stessa:nessuno sarebbe mai più riuscito a farmi del male e incredibile a dirsi fu proprio quello che accadde.
Mi allenai molto e diventai talmente abile da riuscire a mettere K.O. tutti i bulli della zona e una volta data prova della mia forza,senza rendermene conto mi guadagnai il loro rispetto alcuni tenevano persino alla mia incolumità!Presto cominciarono a voler stare in mia compagnia e io non rifiutavo mi sentivo così sola che l'idea che finalmente qualcuno si accorgesse di me,che mi apprezzasse,che mi rispettasse,mi faceva stare incredibilmente bene.
In particolare ce ne era uno che chiedeva più di tutti di stare in mia compagnia,un ragazzo poco più grande di me,di due anni per la precisione,capelli neri e lunghi,occhi blu,fisico attraente insomma un gran bel ragazzo.Il suo nome era Rei Nakamura veniva da una ricca famiglia ma con una cattiva reputazione alle spalle,pareva avessero affari con la Yakuza,e pareva volermi stare vicino in un modo completamente diverso dagli altri,non era solo rispetto e ammirazione quello che provava per me lui mi voleva bene e non so esattamente per quale motivo mi ricordava in maniera impressionante quel dolce ragazzino che aveva colorato tutte le mie giornate,quel ragazino che era sempre presente nei momenti più belli della mia vita e anche in quelli brutti,il dolce ragazzino che non avrei mai dimenticato il mio unico vero amico...Ryoma.
La mia presenza all'interno delle banda di Tokio divenne frequente e mi accorsi che qualunque cosa ordinassi o desiderassi veniva eseguita e inconsapevolmente diventai il capo di quella banda... Commettere crimini mi faceva star male ma più ne commettevo e più non ne sentivo il peso...mettere a tacere la mia coscenza era più facile voleva dire non soffrire.
-Ehy Hikaru a che pensi?
-Niente Rey non preoccuparti- Rey si era seduto accanto a me porgendomi gentilmente una lattina di birra che io presi volentieri.
-Sei così pensierosa oggi...è successo qualcosa?
-Ti ho già detto di non preoccuparti!
Ad un tratto proprio mentre Rey stava per cingermi la vita con il braccio,un ragazzo più o meno della mia età entrò nel vicolo,sembrava spaventato e non potevo dargli torto. -Guarda un pò chi abbiamo qui Hikaru san- a parlare fu Hayato un ragazzo dell'età di Rei e che ovviamente faceva parte della banda,io mi limitai a guardare
-Sei vestito bene ragazzino,dicci cos'hai nel portafoglio??- un altro dei nostri incoraggiò Hayato a continuare,si avvicinarono sempre di più al ragazzo che cominciava a cercare una via di fuga ma era troppo tardi...
-Vi prego ragazzi lasciatemi andare- la voce del ragazzo tremava e anche il suo corpo cominciò a farlo quando Hayato lo afferrò per un braccio
-Ti lasceremo andare ma senza il tuo portafogli quindi o ce lo dai con le buone o...bè ce lo prenderemo- risero tutti insieme ma io no,c'era qualcosa che non mi piaceva forse perchè quella scena l'avevo vissuta io stessa.
-Vi prego questo è il mio primo giorno di lavoro e mia sorella e io siamo da soli ho bisogno di questi soldi,vi prego lasciatemi andare-il ragazzo cominciò a singhiozzare e io a quel punto intervenii
-Lasciatelo andare.
-Ma-ma Hika..- scesi dal muretto con un aria minacciosa
-I miei ordini non si discutono Hayato!-ringhiai cupa prendendo la mia katana e mentre tutti gli altri mi guardavano timorosi,il ragazzo ben vestito scappò via...



22 Settembre 2003



Un vero colpo di fortuna, Lunedì Ayame non si presentò a scuola.
Parlai con Eiko per sapere il perchè di questa assenza, non tanto perchè mi interessasse veramente quanto per deviare la sua attenzione dalla mia katana che ancora la stava affascinando. Secondo la sua versione la nostra compagna di classe si era sentita poco bene durante la notte, probabilmente gli era salita la febbre. Certo, un po' mi dispiaceva per lei ma non potevo nascondere la mia felicità: avrei potuto parlare con Kaoru. Aspettai pazientemente la ricreazione cercando di non dar peso alle inutili chiacchiere che la mia compagna di banco faceva uscire da quella sua bocca che pareva una radio, una volta suonata la campanella corsi fuori e cercai di ricordarmi quale fosse la sua classe. L'avevo vista qualche giorno prima eppure la struttura della scuola mi metteva ancora in difficoltà: scesi le scale (e sbagliai subito in quanto al pian terreno non ci sono classi), corsi dall'altra parte dell'atrio e salii nuovamente le scale, mi aggirai per i corridoi cercando di non agitarmi, salii ancora una volta le scale e finalmente, dopo questa estenuante caccia all'uomo (o meglio alla classe)... vidi Kaoru.
Era là, sulla porta dell'aula stava uscendo proprio in quel momento. Smisi di correre ma decisi di tenere un passo svelto per raggiungerla il prima possibile, l'avevo raggiunta prima della fine della ricreazione: questo è ciò che io sono solito definire "un record".
- Kaoru!
- Ehy ciao Ryoma.
- Uff... scusa, ho fatto una corsa.
- E perchè? Sapevi dov'era la mia classe no?
- Ti ricordo che il primo giorno hai dovuto aiutarmi a trovare la mia aula.
- Eh già! Come dimenticarlo, eri proprio buffo.
- Dici? Beh comunque non è per questo che sono qui. - In quell'istante la campanella riprese a suonare e nella mia mente maledissi il mio pietoso senso dell'orientamento, a quel punto non mi rimase che andare subito al sodo - ecco, avrei voluto evitare di chiedertelo così direttamente ma... ti andrebbe di uscire in questi giorni? Se non hai niente di meglio da fare ovviamente.
- Direi che mi farebbe molto piacere.
Mi sorrise piegando leggermente la testa su un lato, quel sorriso mi mise veramente di buonumore e riuscì a rilassarmi nonostante il pensiero di tornare in classe in ritardo mi stesse distruggendo la mente.
- Per te va bene sabato? Almeno non dovremo preoccuparci per la mattina seguente visto che sarà domenica.
- Va benissimo. Alle 16:00 qui a scuola?
- Perfetto! Allora alle 16:00 all'entrata.
- Ora è meglio che tu vada non credi?
Aveva ragione... ormai dovevo già essere al mio posto, ma era già passato troppo tempo: non sarei riuscito a raggiungere l'aula senza prendermi la solita ramanzina.



27 Settembre 2003



Subito dopo l'uscita di scuola salii sulla moto, indossai il casco e scattai verso casa: dovevo mangiare, farmi la doccia e tornare in velocità al luogo dell'appuntamento. Raggiunsi in fretta e furia il mio appartamento e controllai l'orologio: avevo circa un'ora e quarantacinque minuti prima dell'ora X. Rovistai nella dispensa, nel frigorifero, ogni cosa commestibile mi sarebbe andata bene in quel momento. Decisi dunque di prepararmi un panino con ripieno assortito, come bibita una birra (accompagnata con un po' di gassosa).
L'intervento della bevanda riuscì a salvarmi più volte dal soffocamento, mangiavo così veloce che nemmeno avevo il tempo di masticare bene il cibo, questa tortura però mi permise di guadagnare tempo, molto tempo. Attraversai velocemente l'appartamento entrando infine in bagno, lì mi spogliai lanciando i vestiti in una cesta che avrei dovuto infilare in lavatrice. Passai più tempo del previsto sotto la doccia, non volevo di certo fare una brutta figura al primo appuntamento per colpa di un odore non troppo gradevole, una volta uscito mi diedi un po' di deodorante per il momento. Controllai l'orologio:
- Molto bene, sono in orario perfetto, devo solo asciugarmi i capelli e poi sono pronto... Dio mio! I capelli!
Proprio così: quel giorno non avevo calcolato la cosa più importante, ovvero il fatto che i miei capelli non fossero poi così corti. Non si sarebbero mai asciugati per tempo, decisi comunque di provare a renderli meno bagnati usando il Phon ma non ci fu niente da fare: avevo poco tempo e se il traffico fosse stato scorrevole avrei sicuramente dato buca a Kaoru. Non doveva succedere.
Staccai l'apparecchio e lo riposi in un cassetto, chiusi a chiave la porta di casa e scesi le scale a metà delle quali mi ricordai di non essermi messo il profumo. Tornai indietro, aprì la porta e corsi a darmi quel maledetto profumo, richiusi a chiave e scesi nuovamente giù per le scale ma ancora una volta qualcosa non andava: il casco era rimasto sul tavolo. E' vero, ne avevo uno di riserva in garage ma mi sarebbe servito nel caso avessi voluto portare Kaoru a fare un giro, ormai era troppo tardi per tornare indietro quindi non ci pensai due volte e salii sulla moto non appena la raggiunsi munito di casco di riserva. Indossata la protezione misi in moto e tornai in strada pronto per l'appuntamento.
Finalmente un colpo di fortuna: non c'era quasi anima viva per le vie di Tokyo, cosa alquanto strana visto il gran movimento che c'è sempre in città. In ogni caso, non diedi troppo peso a questa "anomalìa" in fondo mi avrebbe permesso di arrivare in tempo a scuola: alle 16:00 in punto raggiunsi la mia destinazione dove mi stava già aspettando Kaoru. Ebbi paura, credevo di essere arrivato in ritardo ma mi rassicurai praticamente subito quando potei parlare con la ragazza.
- Ciao, ti ho fatto aspettare?
- No tranquillo, sono appena arrivata.
- Ah, ti hanno accompagnata?
- No, io abito a due passi da qui... sono venuta a piedi.
- Che fortuna! Io ho fatto le corse per non ritardare.
- Non era necessario - sorrise - ti avrei aspettato volentieri.
Le sorrisi a mia volta, felice che tutto fosse andato per il meglio, i capelli si erano persino asciutti quasi del tutto.
- Grazie! Senti... ti va se andiamo... a prenderci un gelato?
Buttai lì la prima idea che mi passò per la testa, fortunatamente non era poi così male: un buon gelato in quel periodo sarebbe stato sicuramente gradito.
- Assolutamente si! Conosco un posticino carino non molto lontano da qui.
- Propongo di andarci in moto, faremo prima. Ho solo un casco ma non credo sarà un problema.
- Ma... noi siamo in due, io non ho un casco.
- Non mi pare di aver detto che lo indosserò io - stavolta ful il mio turno di sorridere - Non preoccuparti, non sono ancora pronto per cadere dalla moto, per oggi posso anche non mettermelo.
- Sei sicuro? Non voglio causarti problemi.
- Stai tranquilla, ho tutto sotto controllo.
Kaoru sembrò rilassarsi e accettò la mia proposta, una volta giunta al veicolo non potè evitare di guardarlo con ammirazione, evidentemente le piacevano molto le "due ruote". Le porsi la protezione che ella indossò in un istante per poi allacciarla ben stretta dopodichè presi posto sulla sella precedendola, una volta che anche lei ebbe trovato una posizione comoda si strinse con le braccia al mio corpo ed io partii alla volta della gelateria (doveva essere quella vicino all'area del mercato se avevo intuito bene, d'altronde era l'unica che poteva essere raggiunta velocemente anche procedendo a piedi).
La giornata aveva preso una piega fin troppo positiva, tanto da attirare la sfortuna proprio su quel tratto di strada che da anni era sempre stato semi-deserto dal quale tagliai per raggiungere ancor prima la nostra destinazione: un auto della polizia aveva imboccato la stessa strada dalla parte opposta. Il conducente della vettura mi fece segno da lontano di accostare, si era accorto da subito del fatto che io non avessi il casco con me: sarebbero stati dolori. Una volta sceso dall'automobile il poliziotto si avvicinò a noi aggiustandosi i pantaloni e la camicia, come se si fosse appena svegliato, cominciando poi a parlarmi:
- Ragazzo, è una mia impressione o non indossi il casco?
- Vorrei fosse solo una sua impressione ma purtroppo ha ragione.
- Questo significa che per nessuna ragione al mondo dovrei evitare di farti una bella multa.
- Posso spiegare se me lo concede.
- Non te lo concedo, nome e cognome prego.
- Molto bene. Mi dispiace Kaoru, la tua caviglia slogata dovrà rimanere tale per un bel po'.
Sperai che la ragazza mi reggesse il gioco, non era una cosa saggia mentire ad un pubblico ufficiale in quel modo ma d'altronde era l'unico modo che avevo in quel momento per evitare di prendermi una salatissima multa.
- Come dici ragazzo? Vuoi farmi credere che stai portando all'ospedale questa ragazza? Non farmi ridere è da tutt'altra parte.
- Infatti la sto riaccompagnando a casa, se permette ci penseranno i genitori ad occuparsi di lei visto che sono medici.
- E' vero, mia madre è infermiera e mio padre è stato primario di un'ospedale a New York.
- Nessuno ha chiesto il tuo parere ragazzina.
- E' così che un agente di polizia si dimostra comprensivo nei confronti di chi ha bisogno? Ha pure il coraggio di trattarla male pur sapendo che ha un problema? Mi stupisco sempre di più...
- La prego, non se la prenda con lui... ha soltanto cercato di darmi una mano, se io mi fossi rifiutata adesso non saremmo in questa situazione.
Devo ammettere che Kaoru era un'attrice nata, aveva un talento particolare ed innato, infatti in poco tempo riuscimmo a liberarci di quel rompiscatole grazie alla sua abilità.
- Va bene, va bene! Porta a casa questa poveretta, ma sappi che mi ricorderò di te ragazzo e in futuro non la passerai liscia.
- Questo è tutto da vedere - avrei voluto rispondergli proprio in questo modo ma optai per qualcosa di più diplomatico, in fondo non potevo permettermi di rovinare tutto quello che avevamo costruito fino a quel punto: mi limitai dunque a rispondere più gentilmente - Vedrò di stare attento.
Non appena l'agente uscì dal nostro raggio visivo tirai un sospiro di sollievo e senza aspettare ancora ripartii. Un paio di minuti più tardi arrivammo di fronte alla gelateria, parcheggiai la moto a qualche passo da lì e guardai Kaoru con aria allegra e allo stesso tempo stupita.
- Non credevo tu fossi tanto brava a mentire! Mi hai sorpreso.
- E non hai ancora visto niente.
Il suo solito sorriso angelico prese posizione sul suo viso, era impossibile non innamorarsi di quella sua espressione così pura e innocente. Già, impossibile, probabilmente anche io sarei caduto nella trappola che il suo sguardo aveva preparato con tanta cura.
- Andiamo?
Come un bambina fin troppo vivace Kaoru mi fece un piccola smorfia mostrando la lingua e corse in direzione della gelateria, io non potei non raggiungerla correndo a mia volta e questo perchè avrei voluto offrirle il gelato (cosa che non mi permise di fare, ovviamente, visto che quando la raggiunsi aveva già fatto lo scontrino, solo per se fortunatamente).
- Mmmm... vediamo... nocciola, bacio e nutella.
- Devo dire che hai buon gusto... io credo che prenderò... crema, tiramisù e caffè.
Il gelataio con un vistoso sorriso stampato sulle labbra "assemblò", per così dire, entrambi i coni stracolmi di leccornie dopodichè ce li porse augurandoci buon appetito. Noi ovviamente ringraziammo e ci incamminammo verso la moto cominciando a mangiare.
- Ti va se camminiamo un po'? Potremmo conoscerci meglio facendoci pure una passeggiata.
- Certamente! Però ti do un consiglio... cerca di essere meno teso, non ti mangio mica.
- Scusa, è che sto cercando di non fare troppe stupidaggini... sono un mago in queste cose.
- Non devi preoccupartene, se sei te stesso sono sicura che a fine giornata giudicherò meglio di quello che credi.
- Vedrò di ricordarmelo.
Le sorrisi facendole l'occhiolino per farle intendere che avevo capito e che avrei seguito il consiglio alla lettera.
Continuammo a mangiare sino a che io non finii il mio cono mentre lei ancora stava cercando di non far colare il gelato sui lati, io ebbi modo di assaggiare un po' del suo gelato e devo ammettere che sembrava molto più buono solo sapendo che era proprio il suo gelato. Passeggiando potemmo conoscerci un po' meglio e scoprii con stupore che per molti aspetti eravamo simili, ad esempio a entrambi piacevano generi musicali come Hard Rock e Metal, avevamo una passione speciale per i videogiochi che lei per prima dichiarò di possedere e persino nello sport le nostre idee era lo stesse, ad entrambi piaceva da morire il Basket anche se su altre attività sportive eravamo in netto contrasto.
- Quindi hai un debole per le cose romantiche eh?
- Direi che mi uccidono, non riesco proprio a non sciogliermi di fronte a qualcosa di dolce.
- Adesso posso dire di conoscere il tuo punto debole... molto bene.
- Ehy che intenzioni hai?
- Diciamo che... potrei escogitare qualche piano diabolico per ucciderti.
- Scemo!
Rise mentre mi diede un pacca affettuosa sul braccio spingendomi. Ci eravamo appena fermati ad un semaforo, stavamo aspettando che il verde passasse dalla nostra parte per farci attraversare senza problemi, fu in quel momento che cercai di prendere la mano di Kaoru e stringerla con la mia ma purtroppo qualcosa mi bloccò... o meglio... qualcuno. Si, li vidi chiaramente dall'altra parte della strada, due tipi mediamente alti vestiti di scuro e con un taglio di capelli l'uno più stravagante dell'altro. Erano due ragazzi, probabilmente anche maggiorenni ma avevano un chè di sospetto e non ci volle molto prima che i miei dubbi si trasformassero in certezze: un terzo ragazzo, ben vestito e dall'aria impaurita, cercò di passare tenendo la testa bassa davanti a quei brutti ceffi. Si vedeva chiaramente che non era per niente tranquillo, probabilmente sapeva che quella parte della città era malfamata e voleva uscirne il prima possibile; peccato che attirò, col suo comportamento, l'attenzione. I due si lanciarono uno sguardo d'intesa e si avvicinarono a quel povero ragazzo che senza fiatare (ma tremando come una foglia) li precedette in un vicolo non troppo lontano. Poteva esserci solo una spiegazione a quello che stava succedendo, il mio istinto mi avrebbe guidato nei guai ma dovevo aiutare quel poveretto perchè ne ero sicuro: aveva bisogno di aiuto.
- Kaoru, aspettami qui e se non mi vedi tornare entro dieci minuti torna a casa... ho una cosa da fare.
Ero serio, fin troppo serio, lei lo aveva capito soltanto guardandomi di profilo.
- Ryo...
Capii subito che non era tranquilla anzi, era preoccupata, molto preoccupata ma cercai subito di rassicurarla.
- Ehy, non sai cosa devo fare e già fai quella faccia? Dai regalami un altro dei tuoi sorrisi... mi porterà fortuna.
Non rispose, riuscì comunque a farmi un accenno di sorriso ed io contrattaccai sfoggiando tutti i denti in una risata.
- Facciamo così, quando torno mi darai un bacio. Questo dovrebbe bastarti a garantire il mio ritorno.
Senza nemmeno attendere una risposta mi gettai sulle strisce pedonali quando ancora il semaforo era rosso, schivare le auto in corsa fu un gioco da ragazzi visto che ne passavano meno del solito (già, ho il brutto vizio di non aspettare mai il verde), una volta arrivato dalla parte opposta della strada corsi a perdifiato fino al vicolo entrandovi senza esitare.



Seduta davanti ad una tazza fumante di caffè cercavo una giusta motivazione che mi impedisse di tornarmene nel letto e dormire per il resto della mattinata cosa che non potevo assolutamente permettermi di fare date le penose condizioni del mio piccolo appartamento.
Finita la mia pseudo colazione decisi che la cosa più saggia da fare era prima di tutto andarmi a lavare e almeno indossare qualcosa di comodo,dopodichè avrei cominciato le grandi pulizie.Riposi la tazza,con ancora qualche residuo di caffè,nel lavello e poi provvedetti a pulire il tavolo dalle briciole rimaste sulla sua superficie,mi avviai verso il bagno cominciando a togliermi i vestiti gettandoli a terra con noncuranza,tanto dopo avrei riordinato il tutto.
Appena entrata nel bagno aprii l'acqua calda facendola scorrere all'interno della vasca e mentre lentamente cominciava a riempirsi,io mi spogliai degli ultimi indumenti rimasti e versai del sapone nell'acqua che stava salendo sempre più di livello.Quando credetti che la vasca era abbastanza piena chiusi il pomello dell'acqua calda insieme a quello dell'acqua fredda,aperto precedentemento per rendere la temperatura più piacevole,mi immersi con delicatezza all'interno della vasca provando subito una sensazione di sollievo e benessere.Amavo immergermi nell'acqua calda e non solo mi rilassava mi dava anche la possibilità di riflettere in tutta tranquillità,ecco perchè ogni volta che sentivo la tensione crescere trovavo sempre il tempo per un buon bagno caldo.
Mi ritrovai a pensare alla mia infanzia quando ancora potevo sentirmi felice...Trovai buffo ricordare che da bambina non amavo farmi il bagno,i miei genitori cercavano di insegnarmi che fare il bagno tutti i giorni era una cosa giusta ma anche piacevole eppure la mia testardagine era talmente forte anche allora,che mi impediva di dare ascolto ai loro consigli...Solo una persona riusci a convincermi:Ryoma.Lui sapeva davvero come prendermi,sin da piccolissimi...

-Hikaru non pensavo fossi così paurosa...-Mi guardava ghignando.
-Ma di che cosa stai parlando razza di baka?!Io non ho paura di niente.
-A me non sembra proprio!Sei tu quella che se l'è data a gambe levate appena i tuoi ti hanno detto di fare il bagno!Baka!- Ora la sua espressione era imbronciata.
-Bè è che...è che...si ecco io volevo continuare a giocare!-cercavo di sembrare il più convinta possibile di quello che stavo dicendo.
-Stai mentendooooooo ti conosco troppo bene Hika!
-Uffa ok è vero!Non mi piace fare il bagno ma non è paura è che non lo so non mi piace stare da sola lì immersa nell'acqua tutto qui-Cominciò a sghignazzare.
-No aspetta.Tu mi stai dicendo che hai paura di affogare ahahahah!!!-la sua risata gli costò un pugno in testa.
-Scemo vabbè che ho solo dieci anni ma ci tocco alla grande nella vasca come Diavolo pensi che potrei affogare!!
-La scema sei tu che non hai il coraggio di farti il bagno!!
-Ripeti un pò!
-Non hai il coraggio di farti il bagno!Anzi ti sfido voglio proprio vedere se ci riesci
-Ok ci sto!Ma...anche tu dovrai farlo...-ora ero io a ghignare.
-Forse ti sfugge ma io già lo faccio cara la mia Hikaru!
-Forse ti sfugge il senso delle mie parole baka!Dovrai farlo insieme a me.Se tu lo farai io ti prometto che farò il bagno ogni giorno e da sola senza mia madre!
-CHE COSA??!!!Sei impazzita!Hikaru tu...tu s-sei una femmina non possiamo fare il bagno insieme!
-Ora sei tu il fifone!
-N-non è vero!!Dico solo che non è una bella cosa da fare!
-Tutte chiacchiere dici così perchè ti vergogni e hai paura!
-Dovrei vergognarmi di te??!!Tsk ma dai che sei una racchia impossibile!
-E allora non dovresti farti problemi giusto?-sorrisi malignamente
-Ok Hikaru accetto la tua sfida!
Quella volta facemmo davvero il bagno insieme,attenti a non farci scoprire.Eravamo entrambi così imbarazzati all'inizio ma poi tutto si trasformò in un gioco e anche lì non facemmo che sfidarci,scordandoci della vergogna di essere nudi...
-Ryo?
-Eh?-uno schizzo d'acqua gli bagnò l'intera faccia dietro le mie risate.
-Ahahah!!Dovresti vederti ti è rimasta anche un pò di schiuma sul naso!Ahaha!
-Ah si eh?-Senza neanche rendermene conto ero finita con la testa sotto l'acqua ma appena riuscita fuori rimediai al danno subito facendoci finire anche lui e da lì in poi il nostro piacevole bagno si trasformò in una divertente lotta,dove come sempre eravamo alla pari.
Da quel momento fare il bagno divenne qualcosa di piacevole non solo una promessa da mantenere...

Aprii gli occhi di soprassalto,mi ero addormentata!Cercai di sbrigarmi a uscire dalla vasca ma come conseguenza un forte giramento di testa si fece sentire,riprovai con più calma e questa volta ci riuscii,tolsi il tappo e l'acqua venne risucchiata via mentre io mi avvolgevo in un asciugamano che mi copriva interamente.
Una volta fuori dal bagno mi vestii e cominciai le grandi pulizie.
La giornata trascorse molto velocemente,le faccende da sbrigare erano molte e il tempo volava,presto si fece sera e io decisi di concedermi un pò di relax.Presi una birra fresca dal frigo e ci aggiunsi della cocacola,era un miscela che amavo,poi mi distesi sul divano e accesi la TV in cerca di un canale decente da guardare ma come previsto nulla attirava la mia attenzione,così optai per guardarne uno dove trasmettevano un pò di musica.
Proprio mentre l'operazione relax stava andando a buon fine qualcuno suonò il campanello cosa che mi fece uscire qualche maledizione dalla bocca.
-Chi cavolo sarà a quest'ora!-dissì visibilmente scocciata sperando che la persona in questione avesse sentito.
Aprii la porta e quasi con sorpresa scoprii che era Rei,un pò me lo aspettavo veniva spesso a quell'ora...
-Disturbo?
-Preferirei non essere sincera Rei.- rise.
-Ok!Questa casa non sembra più la stessa lo sai?
-Già gli ci voleva una ripulita!
-Quindi è per questo che oggi non sei venuta.
-Si avevo molto da fare...è successo qualcosa??-per un momento mi allarmai
-No,no tranquilla è tutto apposto!Diciamo che ho trovato la scusa per spiegare la mia presenza qui- Sorrise,un sorriso meraviglioso e i suoi denti perfetti rendevano il tutto più incantevole,ancora mi chiedevo come facesse a mantenerli così bianchi nonostante fumasse.
-Bene.E comunque tu saresti potuto venire anche senza scusa...-gli sussurrai quelle parole a un centimetro dalla bocca,mi piaceva farlo sussultare e dirla tutta mi piaceva lui...
Mi allontanai da lui e andai verso il frigo chiedendogli se gradiva qualcosa da bere ma stranamente rispose che preferiva un caffè così richiudendo il frigo andai verso la cucina e presa la macchinetta del caffè iniziai a prepararlo ma all'improvviso sentii due braccia circondarmi la vita.
-Ehy come mai quest'abbraccio- dissi addolcita dalla tenerezza con cui aveva posato la sua fronte sulla mia spalla.
-Hikaru...sono preoccupato per te...ti vedo sempre così nervosa ultimamente e spesso con la testa fra le nuvole,anche l'altro giorno con la banda eri come assente e poi d'un tratto hai chiesto agli altri di fermarsi...che hai?
-Non preoccuparti Rei...è solo un periodo particolare e penso spesso a dei ricordi...apparte questo non ho niente.
-E allora non pensare Hikaru...-Mi fece girare per poi baciarmi con dolcezza,bacio che poi divenne via via più passionale e io mi ritrovai a infilare le mie mani tra i suoi capelli mentre le sue facevano aderire il mio corpo al suo.
-Hikaru...io tengo molto a te...io-
-Shh.Stà zitto e baciami!-incollai di nuovo le mie labbra alle sue e Rei non si tirò certo indietro ma continuo a baciarmi con sempre più passione la sua lingua cercava la mia e presto la trovò carezzevole contro la sua.Lo sentii sollevarmi e posarmi sul piano della cucina per poi riprendere a baciarmi scendendo dalla mia bocca fino al collo ma quando sentii le sue mani scivolare sotto la leggera canottierina che indossavo,capii che stavamo andando oltre e lo fermai.
-Rei io non- Mi zittì posando un dito sulle labbra
-Piccola non fare mai qualcosa che tu non vuoi tranquilla...
-Rei è che io non mi sento ancora pronta...
-Lo so.Stai tranquilla- Mi baciò la fronte -E' che mi piaci così tanto e ti desidero così tanto che mi faccio travolgere spesso...vorrei averti Hikaru...Ma aspetterò se è questo che vuoi
Rei si dimostrava sempre molto paziente con me ed era una qualità che apprezzavo in lui,era passato molto tempo dalla prima volta in cui avevamo manifestato chiaramente la nostra attrazione l'uno per l'altra eppure io non me la sentivo ancora...non volevo sentirmi legata a lui...
-Grazie...-lo baciai ancora lasciando che questa volta approfondisse i nostri contatti ma ad un tratto il suo telefono squillò interrompendo l'atmosfera.
-E adesso chi cazzo è!!- Era molto irritato ma lo divenne ancora di più appena scoprì il motivo della telefonata.
-MI STAI DICENDO CHE VI SIETE FATTI PESTARE??!!!!IDIOTI!!NON MUOVETEVI STO ARRIVANDO!
-Cosa.è.successo!!- ora sembrava quasi spaventato della reazione che avrei potuto avere.
-Due dei nostri stavano per ripulire un ragazzo pieno di soldi ma un'altro ragazzo glielo ha impedito e li ha persino pestati a sangue...-
-Spero per te che tu abbia portato la moto perchè non ho intenzione di camminare!!!Ora aspettami giù mi vesto e scendo!
Mi obbedì all'istante e io mi vestii in tutta fretta,presì la katana e uscii sbattendo la porta.




@Fede: Inizio col chiedere scusa a voi lettori che vi siete dovuti sorbire un capitolo così lungo xD e direi che devo farmi perdonare anche dai miei polpastrelli che si sono consumati fin troppo sulla tastiera xD Beh che dire, le cose cominciano a farsi interessanti... nel 4° capitolo ci saranno novità u.u A presto =)
@Yuuki: Finito anche questo *_* non ci posso credere*_* XDD ora apparte gli scherzi devo ammettere che sono molto soddisfatta di questo capitolo non è stato propriamente facile scriverlo per me XDD comunque che dire spero piaccia anche a voi e vi abbia soddisfatto e bè...ne vedrete delle belle

P.s. NBN (nocciola bacio e nutella) ovvero il gelato che prende Kaoru è ispirato al gelato preferito di una mia carissima amica (by Fede xD)

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Capitolo 4
*** From Heaven to Hell! ***


Fanfiction: Story about two lovers... and two friends
Successione: Capitolo 4 - From Heaven to Hell!
Personaggi principali: Ryoma Yagami (15 anni), Hikaru Tomoko (17 anni)
Personaggi secondari: Kaoru Takahashi, Rei Nakamura
Rating: Giallo
Luogo: Tokyo (Presente: Anno 2003)



Poco prima quel giorno...



Erano là, davanti a me. I due teppisti avevano appena bloccato il ragazzo che li aveva preceduti nel vicolo, senza pietà uno di loro stava colpendolo ripetutamente allo stomaco mentre l'altro si assicurava che il malcapitato stesse fermo tenendolo da dietro ed impedendogli di fuggire.
- Scommetto che questo bamboccio è pieno zeppo di soldi, si vede che è uno di quei principini viziati.
E subito dopo un pugno portentoso al volto.
- Colpiscilo più forte amico! Non ha nemmeno un dente rotto!.
Seguendo il consiglio del compagno fu assestato un secondo pugno ancor più forte del precedente, un terzo fu subito dopo caricato mentre il ragazzo sputava sangue, non aveva nemmeno la forza di respirare e chiedere aiuto era uno sforzo troppo grande per i suoi polmoni.
Fu in quel momento che decisi di intervenire afferrando al volo il braccio del teppista che stava per mettere a segno un altro dei suoi colpi, egli rimase stupefatto e si voltò subito a guardarmi stracolmo d'ira. Io, al contrario ero serio, impassibile, la rabbia la stavo tenendo ben nascosta, celata nelle mie mani pronte ad agire.
- E tu chi sei? Un supereroe? Vattene via bamboccio o sistemo anch...
Non gli permisi di finire la frase, lo feci girare strattonandolo per poi assestargli un pugno in pieno volto e, quasi sicuramente, con questo mio primo colpo si era già giocato il naso.
- AAAAAAH! Brutto... figlio di puttana! Ti pesterò così forte che persino quella cagna di tua madre stenterà a riconoscerti!
Dopo questa esclamazione seguì un montante sul mento che fece sbilanciare il malvivente facendolo cadere su dei sacchi d'immondizia poco più in là. Il suo compagno spinse a terra il ragazzo e si fece avanti per dargli man forte, si gettò su di me cercando di colpirmi al volto ma fui più svelto di lui e parato il colpo col braccio sinistro colpii violentemente il suo fianco facendolo piegare sulla parte offesa, dopodichè sferrai una ginocchiata al suo stomaco in modo tale che si avvolgesse su se stesso permettendomi così di concludere con un fortissimo calcio al volto. Agonizzante cadde a terrà sputando fiumi di sangue sia dalla bocca che dalle narici, nello stesso istante però l'altro si era rialzato e aveva aspettato che mi voltassi per colpirmi a sua volta sulla faccia. Fortunatamente fui abbastanza rapido da non espormi troppo e me la cavai con un pugno non troppo violento che però mi fece sanguinare il labbro inferiore.
- Che disdetta, avrei giurato che sarei uscito incolume da questo casino... devo aver abbassato la guardia.
- Stai zitto verme! Prendi questo!
Furioso cominciò a cercare di prendermi con una sequenza di pugni al petto e allo stomaco ma fu pressochè inutile: bloccai tutti i colpi che aveva osato sferrare e, sull'ultimo gli afferrai al volo la mano chiusa bloccandolo prima che potesse raggiungermi.
- Questo... - dissi prima di colpirlo nuovamente in volto con l'altra mano facendogli perdere l'equilibrio - è per aver interrotto il mio primo appuntamento.
- Questo invece è per la mia bocca che incautamente hai colpito poco fa - un calcio violento all'altezza dello stomaco lo fece piegare su se stesso facendolo subito dopo cadere in ginocchio - e questo infine...
Gli presi i capelli stringendoli con forza nella mia mano.
- E' PER QUEL RAGAZZO!
Un solo colpo, secco e potente, puntai a piantargli la testa nell'asfalto ma, sfortunatamente, non ero ancora abbastanza forte per potergli far baciare la terra sottostante: si dovette accontentare di un naso completamente da rifare... se non da asportare direttamente.
- Vedi di far giungere alle orecchie di chi ti comanda quese semplici parole: Ai miei tempi le strade erano molto più terrificanti di adesso. Cosa c'è? Volete tentare di assicurarvi un posto in paradiso?
Detto questo lasciai i due stesi per terra e chiesi al ragazzo si aspettare ad uscire dal vicolo, almeno qualche minuto altrimenti sarei stato io passare dei guai se delle persone mi avessero visto in sua compagnia (d'altronde non aveva un bell'aspetto dopo che quei due bastardi si erano divertiti col suo corpo).
Ritornai sui miei passi e guardai l'orologio: erano passati appena sette minuti circa, quindi avrei ritrovato Kaoru dall'altra parte della strada ad aspettarmi. E infatti lei era là appoggiata al muro di un edificio vicino al semaforo, quando riuscì a vedermi si tirò su e un sorriso ben visibile si stampò sulle sue labbra. Attraversai velocemente dopo essermi assicurato che non ci fosse alcun pericolo dopodichè la raggiunsi mostrandomi mortificato.
- Scusami tanto - le dissi massaggiandomi la nuca e assumendo un espressione dispiaciuta - temo di averti fatto attendere più del previsto.
- Nessun problema... sono contenta che sei tutto intero.
- Avevi capito subito cosa dovevo fare vero?
- Non dovevi... non eri obbligato, hai rischiato di farti veramente male e la tua bocca ha delle prove schiaccianti.
Passai la mano libera sulle labbra e guardai il sangue dipingere delle piccole macchie sulla mia pelle, quel maledetto era riuscito a ferirmi.
- Stai tranquilla non è niente, col tempo passa tutto. Piuttosto... sono tornato sano e salvo... non avevamo deciso un premio per questo?
- Non sei proprio "sano", intendo sia fisicamente che mentalmente, però il tuo è stato un bel gesto... te lo meriteresti un bacio... - mi sorrise piegando lievemente la testa su un lato - però a fine giornata! La fretta non porta da nessuna parte ricordatelo!
E dopo avermi risposto in quel modo non esitò a prendermi la mano incrociando le sue dita con le mie. Rimasi sorpreso per un attimo e subito le sorrisi a mia volta, solo in quel momento compresi quanto mi fosse mancato l'angelo che era in lei negli ultimi dieci minuti.
Ci avviammo dunque verso la gelateria, dove avevo parcheggiato la moto.



Scesi di corsa le scale cercando di trattenere la furia che mi stava facendo ribollire il sangue nelle vene,fuori dal portone trovai Rei sulla moto con tanto di casco che mi invitava a salire a mia volta e ad indossare come lui il casco.Feci esattamente così e non appena sentì le mie mani aggrapparsi alla sua vita,Rei sfrecciò a tutta velocità tra le auto che c'erano sulla strada principale senza preoccuparsi minimamente di prendere qualche multa,suo padre era un abilissimo e rispettabile avvocato in qualunque caso l'avrebbe scampata.
Arrivammo in poco tempo al nostro ritrovo e lì trovammo tutti i componenti della banda avevo chiesto che fossero tutti presenti,perchè tutti dovevano sapere cosa succedeva a chi falliva o meglio a chi incappava nella mia furia... -Hikaru-sama!-la voce meravigliata di Kaii e Tetsuo (i ragazzi che erano stati picchiati) catturò la mia attenzione.
-Bene mi congratulo con voi!Almeno siete rimasti,pensavo sareste scappati come conigli!-la mia voce era dura e minacciosa e il silenzio tombale accompagnato dal buio della sera contribuivano a darmi un aria spaventosa.Sfilai lentamente la Katana dalla sua custodia provocando un lungo sibilio
-Avanti.Ditemi cosa è successo esattamente sarò qui ad ascoltarvi-portai la lama tagliente scintillante vicino al mio viso continuando a guardare la sua superficie liscia come per specchiarmi
-Hikaru-sama ecco noi...-
-Se preferite che la mia ira si abbatta su di voi senza nemmeno spiegare cosa è successo...vi accontento.Peccato vi state giocando la possibilità di placarmi.-cominciai ad avanzare ma dopo pochi passi Tetsuo si decise a parlare.
-Eravamo nel quartiere di Shibuya e mentre camminavamo per cercare appunto il guadagno della giornata...vedemmo un ragazzo che faceva al caso nostro,era vestito firmato e dal cellulare che aveva appena tirato fuori,deducemmo che doveva essere di buona famiglia e con qualche fortuna con un pò di soldi nel portafogli...
-Continua-mi sedetti sul solito muretto
-E bè a quel punto cominciammo a seguirlo e lui per paura entrò in una delle vie interne forse sperava che non lo avessimo visto...fortunatamente era un vicolo cieco e abbandonato il che ci permise di agire indisturbati o almeno così credevamo ma proprio mentre stavamo sferrando l'ennesimo pugno un altro ragazzo mi afferò per un braccio e...il resto lo sapete Hikaru-sama...-
-Interessante.Eravate in due e non siete riusciti a fermarlo...INCAPACI!!!!-
-Era una vera furia quel ragazzo e... -
-Tu Kaii conviene che chiudi quella boccaccia se non vuoi che venga li a tagliarti la lingua visto che non hai avuto il coraggio di usarla fino ad ora!- si zittì all'istante
-E così era un ragazzo molto forte eh?
-Hikaru-sama ecco lui...lui ha lasciato un messaggio per te-era terrorizzato
-Ah si?E qual'è?-i miei occhi si accesero di sadica rabbia -Lui ha detto di dirti:Ai miei tempi le strade erano molto più terrificanti di adesso. Cosa c'è? Volete tentare di assicurarvi un posto in paradiso?
-AHAHAH!!!Che ragazzo simpatico!Bene vorrà dire che gli faremo rivivere i bei vecchi tempi!Ci sarà da lavorare ragazzi-ghignai e gli altri mi guardavano in un misto di ammirazione e terrore -Ora Kaii renditi utile e dimmi cosa ricordi di quel ragazzo.-
-Era un ragazzo molto alto ma non posso dire con certezza che saprei riconoscerlo,era molto buio però aveva i capelli argentei...!
-Bene in fondo non sarà difficile trovare una testa argentata in una città come Tokio...e una volta trovato voglio che scopriate tutto di lui,con chi vive,che fa,se ha la ragazza,TUTTO!Dopodichè ci penserò io a rispondergli di persona...
-Cosa vuoi fare con loro?-intervenne Rei.
-La loro punizione l'hanno già avuta in parte,sono stati umiliati,fatti pestare a sangue da un solo ragazzo e per di più di non appartenente ad altre bande...e poi da adesso in poi riceveranno solo i compiti più indegni.Mi basta questo al momento.-ero insolitamente calma.
-Hikaru-sama grazie grazie!
-Ora sparite!E anche voi altri andatevene ci vediamo domani sera e voglio tutti presenti nessuno escluso!-un si deciso da parte di tutti e si congedarono lasciandomi sola con Rei.
-Non pensavo saresti stata così clemente.Sembravi così arrabbiata...
-Lo sono ma ora la mia attenzione si è spostata su qualcun'altro e mi dispiace per lui perchè io lo troverò e gliela farò pagare...nessuno può sfidarmi e passarla liscia...



Arrivammo al luogo in cui avevo parcheggiato, in tutto quel tempo non ci eravamo mai lasciati la mano e ammetto che ne fui contento. Ormai stava per esser sera, il tramonto era già passato da un po' e sicuramente per tornare a casa avrei avuto bisogno dell'ausilio dei fari.
- Ryoma...
- Ryo - la corressi - chiamami Ryo.
- Ryo, ecco... oggi sono stata bene con te certo mi hai fatto preoccupare, ragazzaccio che non sei altro, però tutto sommato è stata una bella giornata.
- Possiamo vederci di nuovo quando vuoi, io mi libero volentieri per te.
- Sei telepatico? Stavo pensando di proporti la stessa cosa. - sorrise angelica - Il prossimo sabato? Ho una settimana intensa a scuola e non credo di potermi permettere un'intera giornata libera. E con intera giornata libera intendo da mattina a sera!
- Da mattina a sera??? Aspetta... ma sabato abbiamo scuola.
- A cosa hai pensato in questi giorni invece di seguire in classe? E' passata una circolare che ci informava di uno sciopero dell'intera giornata, cade proprio il giorno di sabato.
- Ah... si... - balbettai incerto prima di pensare: "Maledetta Eiko, me la pagherà un giorno o l'altro, lei e la sua lingua troppo lunga!"
- Insomma? Ti è già passata la voglia di vedermi?
- No no no! Che stai dicendo? Per me sabato va più che bene, mi dispiace solo che non possiamo vederci prima di allora.
- Posso raggiungerti all'intervallo, credo che sarà l'unica soluzione possibile visto che tu hai una certa avversione per i labirinti.
- Spiritosa! E comunque come puoi negarlo? Quella scuola è un vero e proprio dedalo.
- Sei buffo Ryo... molto buffo. Ed è per questo che...
- Che...?
- Aaaah ma non c'è fretta! - Sorrise nuovamente - Chi va piano va sano e lontano!
- Su questo non c'è alcun dubbio, peccato che il tuo andar piano non ti ha permesso di finire il gelato.
Ebbene si, è da non credere ma Kaoru aveva ancora in mano il cono gelato che era in procinto di sciogliersi... rimaneva solo la nutella a ridosso del foro nella cialda.
- Oh... hai ragione. Beh direi che questo rende tutto più interessante... e più dolce.
Diede velocemente un morso alla cialda, il primo per la precisione, mangiando con essa anche una buona parte di gelato alla nutella. Si avvicinò... si avvicinò lentamente guardandomi negli occhi e senza perdere il contatto nemmeno per un momento. Io ricambiai quello sguardo e attesi il suo arrivo, perchè era così ovvio: avrei ricevuto il tanto agoniato premio. Mi fece sennò di abbassarmi prima di sorridermi spudoratamente, mi chinai dunque su di lei ed ella a sua volta si mise in punta di piedi. Non fu niente di particolarmente intenso o passionale, un semplice contatto tra le nostre labbra, veloce e sensibile... però aveva lasciato tracce di magia su di me.
- Sai di cioccolata... - sussurrai immerso nei miei pensieri. Non aveva sicuramente capito quello che le avevo detto, anche perchè in tutta sincerità... non mi stavo riferendo proprio a lei.

- Sai di cioccolata.
- Che ne pensi?
- E' molto buona.
- Non della cioccolata scemo, del bacio.
- Ah... faceva schifo come pensavo.
- Lo penso anche io...
-Già che schifo!Ma voglio dire cosa ci troveranno i grandi di tanto bello!
-Me lo chiedo anch'io.Bleah!
-E pensare che molti ci infilano persino la lingua.
-Che COSA!!!!Ma che schifoooooo!!!!

"In realtà non fu così male come primo bacio... dobbiamo ancora provare il secondo..."
Pensai guardando il cielo perso nella mia mente stracolma di pensieri tutti riguardanti una sola persona, chissà se l'avrei mai rivista...
- Ryo? Ti faccio questo effetto? Accidenti non dovrei baciarti più allora.
- Eh cosa? Oh scusami, mi sono incantato giusto un attimo.
- Deve esserti piaciuto moltissimo per farti bloccare come una statua.
Si mise a ridere, ma non rideva per schernirmi, lo stava facendo per felicità, perchè si divertiva a stare in mia compagnia e l'avrei capito molto presto, prima di quanto potessi immaginare. Le sorrisi poco prima di avvicinarmi a mia volta e prenderla tra le mie braccia con delicatezza, rimase stupita e non fece altro che poggiare le sue mani sulle mie braccia.
- Scusa, mi andava di farlo, niente di più.
- Scemo, bastava chiedere.
Sorrise a sua volta e si avvicinò di nuovo al mio viso sfiorandomi una guancia con le sue tenere labbra.
- Consideralo un piccolo extra. Ora è meglio che vada, i miei potrebbero non prendere troppo bene un mio eventuale ritardo.
- Vuoi che ti accompagni?
- No, hai già rischiato una multa ed un pestaggio, preferisco andare a piedi piuttosto che crearti qualche altro problema.
- Sicura? Non ho problemi a pagare le multe.
- Ed io non ho problemi a camminare. Stai tranquillo, ci vediamo lunedì a scuola... e vedi di esserci.
Ci salutammo, non volle sentire ragioni quindi non la riaccompagnai a casa ma tornai dritto alla mia abitazione intento a rimettere in ordine almeno camera mia, il resto sarebbe dovuto essere in uno stato diciamo... accettabile.
Passai una serata infernale, l'idea di passare un'intera giornata senza poter vedere Kaoru non mi metteva per niente di buonumore e pensare che era soltanto il nostro primo appuntamento: mi aveva colpito, colpito in pieno. Cercai di trovare uno svago qualsiasi, i videogiochi erano diventati ripetitivi, un libro non mi avrebbe di certo distratto, la TV era stressante con tutte quelle stupide pubblicità, rimaneva solo una cosa da fare: dormirci su. Così, gettato alla meno peggio tra le lenzuola cercai di prender sonno e, stranamente, ci riuscii ma già sapevo che non era un buon segno: avrei sognato, sognato Kaoru, probabilmente stare sveglio sino a lunedì sarebbe stato più saggio.



Quando finalmente tornai tra le mura di casa mia riuscii a tranquillizzarmi,strano a dirsi ma quelle situazione mi mettevano sempre una forte agitazione,incutere terrore era il mio ruolo ma anche la mia dannazione.Una volta passata l'euforia del momento mi sentivo distrutta,vuota e avvolte mi chiedevo che ne sarebbe stato della mia vita o meglio quanto sarei andata avanti...ed era in momenti come quello che decidevo che darmi all'alcol era l'unico rimedio per dimenticare,per scordarmi delle mie paure,per sentirmi meno sola perchè io lo sapevo bene
era quello che ero...sola.Anche quella sera abusai della vodka tenuta nel frigo per dimenticare,per dimenticare cos'ero diventata...

Il continuo via vai delle nuvole su nel cielo,quella mattina,non faceva altro che aumentare il mio mal di testa causato dalla sbronza della sera prima,non osavo alzarmi dal letto o sapevo che avrei vomitato anche l'anima e sinceramente parlando non avevo voglia di ripulire anche,così infilai nuovamente la testa sotto le coperte e lasciai che il sonno prendesse ancora una volta il sopravvento.
Quando riuscii a svegliarmi definitivamente mi alzaii dal letto e constatai che il mal di testa era diminuito di parecchio così ne approfittai per farmi un buon caffè e per prepararmi,forse prendere una boccata d'aria era la cosa migliore.Mi feci una doccia veloce e poi cercai tra il mio vestiario qualcosa che mi rappresentasse un pò in quella mattinata grigia e così scelsi dei pantaloni neri lunghi una maglia rossa a mezze maniche,leggermente attillata,con una scollatura a "V" e per le scarpe optai per gli anfibi lunghi e anch'essi neri,presi il mio solito giacchetto di pelle e la borsa a tracolla,così non mi avrebbe dato peso,e uscii senza preoccuparmi di riordinare,principale motivo per cui la mia casa era sempre in disordine.
Appena varcai la soglia del portone mi fermai a guardare il cielo,prometteva pioggia e la cosa non poteva non farmi piacere,il tempo era in sintonia con il mio umore e in più avrebbe tenuto a casa la maggiorparte delle persone il che voleva dire meno confusione e maggiore traquillità per me.Collegai le cuffiette al mio cellulare e presi ad ascoltare un pò di buona musica,altra cosa che assolutamente amavo e che mi rilassava-o mi dava grinta a seconda di come volevo sentirmi-continuai a camminare fissando la gente per strada e vedevo ogni genere di persona:c'era lo sfigato,il figlio di papà,il frenetico,il pigro,insomma una vasta varietà eppure erano poche le persone che avevano quella strana luce negli occhi,quella luce che io-come il resto delle persone che conoscevo,avevo perso...
Il volume troppo alto della musica mi impedì di sentire la voce di qualcuno chiamarmi ma non mi impedì di sentire una mano sulla spalla e di afferrarla con decisione per poi girarmi di scatto e scoprire una Kaoru del tutto sorpresa dal mio comportamento,le lasciai la mano e sfilai subito le cuffiette dalle orecchie e mi affrettai a scusarmi.
-Ka-Kaoru ti prego perdonami!!!Ecco io non volevo è che pensavo tu fossi
-Tranquilla Hikaru lo sospettavo o almeno non credo tu abbia qualcosa contro di me sbaglio?-Mi sorrise dolcemente e io mi sentii improvvisamente leggera.
-Certo che no e ancora scusami-ero mortificata
-Avanti ora basta ho capito stai tranquilla,piuttosto che ci fai qui?
-Oh bè facevo una passeggiata-le sorrisi anche io questa volta
-Con questo tempaccio?
-Nonostante la maggiorparte delle persone lo definisca così a me non dispiace affatto...
-Non so perchè ma lo sospettavo Hikaru-rise
-Già!-risi anche io -Ma dimmi tu invece cosa ci fai qui?
-Io dovevo fare alcune commissioni per mia madre.
-Capisco.Ok allora ti lascio andare.-le sorrisi di nuovo
-Hikaru ti andrebbè un thè? Mi piacerebbe passare un pò di tempo con te e io ho finito le commissioni-era raggiante all'idea di una mia risposta positiva
-Sarebbe carino e poi si mi va!-mi fece un grosso sorriso e mi afferrò sotto braccio riprendendo a camminare.
Entrammo in uno di quei bar con tanto di tavolini e dopo aver ordinato del thè Kaoru chiese anche dei biscottini da accompagnare alla bevanda
-Ti piacciono i dolci Kaoru?
-Si molto...-arrossì lievemente
-Bene anche a me!-si illuminò non appena i biscotti insieme al thè servito in tazze fumanti arrivarono. -Io amo i dolci che fanno in questo bar!-Addentò il primo biscotto al cioccolato e poi la vidi inspiegabilmente ridacchiare.
-Cosa c'è?-chiesi stupita
-No niente ripensavo ad una cosa che la cioccolata mi ha ricordato-sorrideva con appunto una strana luce negli occhi
-C'entra un ragazzo per caso?-ghignai
-Ehm...no no...ok si!-arrossì più vistosamente questa volta e abbassò lo sguardo
-Ehy,ehy.Non è mica una cosa di cui vergognarsi anzi devi esserne felice!Avanti parlami di lui!-presi a sorseggiare la bevanda calda.
-Posso?!Che bello in realtà desideravo tanto parlarne con qualcuno ma non sapevo con chi...
-Allora raccontami!E' molto che vi conoscete?
-In verità no è pochissimo,si è appena trasferito a scuola,la prima volta che l'ho incontrato si era appunto penso per la scuola!-rise ripensando all'evento
-Ok insomma un ragazzo con un buon senso dell'orientamento!-ironizzai
-Esatto!-disse ridendo-Bè comunque rimasi colpita da lui anche perchè è un gran bel ragazzo.Comunque pochi giorni fa mi ha chiesto di uscire e così sabato siamo usciti insieme...e ci siamo anche baciati!
-Ma WOW!!!E' una cosa fantastica! -Si è vero è che anche se lo conosco da poco mi piace già molto,il suo modo di fare,la sua dolcezza e la sua gentilezza mi hanno conquistata subito e poi abbiamo così tante cose in comune che...
-Ti piace parecchio e direi che si vede!-un sorrisò luminoso mi illumino il viso che pensavo sarebbe rimasto cupo per il resto del giornata.
-Sai che è la prima volta che ti vedo sorridere a quel modo senpai?Sei sempre così cupa quasi triste...-il mio sorriso si fece amaro
-Non posso darti torto Kaoru...
-Perchè?Scusami non vorrei essere indiscreta...
-La mia è una storia difficile e traumatica e la mia vita lo è ancora adesso...
-Mi piacerebbe poterti aiutare Hikaru-senpai...e se posso fare qualcosa non esitare a dirmelo--
-Ti ringrazio Kaoru ma vedi per una come me non c'è niente che tu possa fare...Non essere mia amica Kaoru...io non lo sarei per te...Scusami ora devo andare buona giornata.-Lasciai delle banconote sul tavolo e me ne andai lasciandola sola.
Ero molto dispiaciuta per lei ma non volevo che una ragazza così pura si sporcasse le mani con una come me...




@Fede: Oh my squirrel xD siamo già al 4, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere *___* beh bando alle ciance e ciancio alle bande =) ecco qui il capitolo, spero vi sia piaciuto e come di consueto informo i lettori che nel capitolo seguente assisterete ad altre novità =) recensite se volete ^^ (ci farebbe piacere). @Yuuki: Mamma mia ragazzi altro capitolo in una giornata!!E' una record e ammetto che non ci credevo per un momento ho pensato di non poter andare avanti...c'è stato un punto mortoXDD ma comunque come al solito spero vi piaccia ci tengo moltissimo e mi raccomando recensiteeeeeeee!!!!

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Capitolo 5
*** The Target! ***


Fanfiction: Story about two lovers... and two friends
Successione: Capitolo 5 - The Target!
Personaggi principali: Ryoma Yagami (15 anni), Hikaru Tomoko (17 anni)
Personaggi secondari: Kaoru Takahashi, Rei Nakamura
Rating: Verde
Luogo: Tokyo (Presente: Anno 2003)



2 Ottobre 2003



- Yagami!
- Ryo... Ryo... svegliati Ryo il prof sta facendo l'appello.
- Euh eh? Cosa?
- YAGAMI!
- Si si, eccomi presente!
Ci fu una risata di massa in classe, il professore richiamò i miei compagni al silenzio dimenticandosi fortunatamente di darmi una punizione per il mio comportamento per niente consono all'ambiente scolastico. Ebbene sì, ero crollato sul banco e Ayame mi aveva strappato dal mondo dei sogni: ero dunque tornato nel mio angolo di purgatorio in mezzo alle mie due compagne di banco.
- Molto bene, ci siamo tutti. Visto e considerato che siamo un numero piuttosto elevato stamattina propongo di giocare una bella partita di basket. In fondo siete in molti qui che sanno le regole e sono tesserati.
- Professore! - prese la parola il rappresentante di classe, la persona che più odiavo tra i miei compagni di classe - Io proporrei una sorta di sfida.
- Spiegati meglio Osaki.
- Molto semplicemente: ci potremmo dividere in due squadre, i giocatori di certo non mancano, dopodichè confrontarci in una regolare partita da 40 minuti e 4 tempi... chi vince prende un "più" che va ad alzare la media... mentre chi perde... potrebbe fare un bel compito scritto sul basket con voto massimo a "sette". Che ne dice professore?
Quel bastardo di Koga Osaki mi guardò sghignazzando, era dal primo giorno di scuola che avrebbe voluto farmi passare dei brutti quarti d'ora e quel giorno ne avrebbe avuto l'occasione.
- Un'ottima proposta, certo è un po' dura la punizione per il perdente però questo stimolerà i giocatori a dare il massimo ed io apprezzo l'impegno. Forza, tutti in palestra!
Ci alzammo per prendere le borse di educazione fisica e ci avviammo verso la palestra, una volta arrivati nei pressi degli spogliatoi Koga mi si avvicinò prendendomi per il colletto della camicia. Avrei voluto fargli una bella plastica facciale ma non era ancora il suo momento.
- Ryoma... questo è il giorno che aspettavo dal primo momento che ti ho visto! Guardati le spalle perchè potrei staccartele!
- Sto tremando come una foglia, non vedi?
Afferrai il polso della mano con la quale si era aggrappato a me e gliela feci tirare indietro.
- Ti schiaccerò...
- Non devi far altro che provarci...
Lo guardai fulminandolo con lo sguardo, cosa che fece anche lui a sua volta prima che il professore ci invitasse ad andare a cambiarci. Koga da quel che sapevo era un ottimo giocatore, nella società per la quale giocava era solito essere spostato nelle squadre dei ragazzi più grandi data la sua abilità, era arrivato persino all'Under 21. Chissà come avrebbe preso la notizia che io ho giocato anche in prima squadra.
- Tutti su una fila - ordinò il professore richiamandoci all'ordine una volta entrati in campo - Bene... sceglierò due capitani che a loro volta selezioneranno il loro quintetto base. Le riserve le distribuisco io nelle due squadre. Allora.... rendiamo il tutto più interessante, sceglierò un maschio ed una femmina: Ayame, Koga! Sarete voi i due capitani.
Un ghigno malefico e compiaciuto si dipinse sulla faccia di Osaki, quel maledetto credeva di avere già la vittoria in pugno e non potevo dargli torto: nel quintetto base era già in testa per quanto riguarda l'abilità.
- Prima le signore.
Si rivolse ad Ayame con gentilezza e facendo un leggero inchino, quando faceva così era almeno dieci volte più bastardo di quanto non lo fosse già. La mia compagna di banco non si fece però suggestionare da un tale gesto, d'altronde lei non aveva mai degnato di uno sguardo il mio avversario.
- Ryo-Kun! Ryo-Kun! Io scelgo lui, voglio lui!
Gridò saltellando per la gioia di avermi potuto scegliere prima di Koga. Io mi avvicinai a lei dandole il cinque per farla contenta anche se sprizzava felicità da tutti i pori già di suo. Osservai il capitano dell'altra squadra squadrandolo da cima a fondo in attesa della sua prima scelta. Una volta selezionati i primi cinque giocatori di ogni squadra (ovviamente dalla nostra parte figurava anche Eiko) il professore divise i rimanenti in modo equo in modo da stabilizzare il divario tra i contendenti che, a mio giudizio rimaneva piuttosto ampio: da solo non avrei potuto vincere questo confronto.
Ci disponemmo al centro del campo, io e Osaki al centro del cerchio mentre gli altri si erano disposti sul perimetro. L'insegnante ci raggiunse con la palla e la portò tra noi due.
- E' mia...
- Prendila se ci riesci!
La partita cominciò con la "palla a due" a nostro favore, riuscì a spingere il pallone verso Ayame molto prima che Koga potesse anche soltanto sfiorarlo. Corsi subito in attacco insieme ai miei compagni e, con stupore mi accorsi di una cosa a dir poco inaspettata: la nostra capitana... era un Playmaker. Ebbene si, la ragazza giocava a basket già da qualche anno ed il suo ruolo era per l'appunto quello di condurre il gioco.
Mi fece l'occhiolino ed io risposi allo stesso modo al suo cenno, mi aveva sorpreso ma i colpi di scena non sarebbero terminati tanto presto. Un paio di passaggi per sbilanciare la difesa ed ecco che la palla torna ad Ayame mentre io salgo in posizione di guardia, ci fu subito una grande intesa tanto che ella passò la palla scavalando la mia posizione e facendo ricevere un nostro compagno in ala, io ebbi dunque la possibilità di tagliare verso il centro per poi ricevere.
- Koga guarda bene perchè questo è il mio biglietto da visita!
Un palleggio, due passi per liberarmi del difensore e infine un salto poderoso. Portai in alto la palla stendendo le braccia e dando le spalle al canestro per poi ricadere ed effettuare una violenta schiacciata all'indietro. Rimasi appeso un paio di secondi al ferro dopodichè balzai a terra, il docente aveva la mascella che sfiorava il terreno e due occhi pressochè mastodontici e come lui anche gli avversari non avevano facce poi tanto diverse.
Cominciammo a correre in difesa ed io passai di fianco a Osaki battendogli una mano sulla spalla.
- Riprenditi, è solo un modo carino per darti il benvenuto sul campo di battaglia!
La sfida era iniziata.


We are riding for the battle field in force tonight
Fury of the darkest evil cry for war
Far beyond the boundaries of hell and starlight
On the road to lands unknown forever more


Le mie paure, se così le vogliamo chiamare, ebbero modo di manifestarsi: la squadra di Koga non era scelta a caso, non erano novellini e non erano mezze cartucce... aveva composto una squadra basata sui ruoli. Ogni giocatore era adatto esclusivamente alla posizione che il capitano gli aveva assegnato: centro, guardia, ala, post, aveva ogni sorta di posizione anche se come già avevamo avuto modo di constatare la difesa faceva acqua.
Mi accorsi subito della tattica principale del loro gioco, cercavano di far girare la palla lontano da me e, possibilmente, anche lontano da Ayame, probabilmente l'avevano inquadrata non solo come una Playmaker ma anche come una cacciatrice di palla, agile e precisa avrebbe potuto rubargliela sotto gli occhi senza faticare. Cercai dunque di portarmi a difendere più staccato, verso la zona centrale per coprire le penetrazioni ma fu un grave errore: la palla volò da parte a parte del campo fino al ragazzo che avrei dovuto marcare... ragazzo che si rivelò il quinto elemento essenziale nella squadra di Osaki, il tiratore. Con un salto effettuò un tiro in sospensione da 3 punti che andò a finire preciso nel canestro, il mio avversario sorrise compiaciuto mentre io mi affrettai a raccogliere la palla per fare la rimessa.


Through the caverns far below our quest will lead us
Onwards through the ice and snow forever more
Standing fighting full of hate the time has come now
Stand and sound the guns of glory cry for war


Il primo quarto fu assai combattuto, ad ogni nuova azione il vantaggio veniva ceduto alla squadra avversaria. Non mancarono penetrazioni su entrambi i lati del campo, non minori furono i tiri effettuati da una considerevole distanza mentre non si videro tiri liberi in quanto i pochi falli che vennero effettuati non permettevano tale vantaggio alla squadra che li aveva ricevuti. Si era creata una situazione di equilibrio che terminò con l'ultima azione dei primi 10 minuti: l'ennesimo tiro da 3 punti si andò a conficcare nel canestro regalando ai nostri avversari un vantaggio di 4 punti in quanto essi erano già in testa.


On wings of glory we will carry on
Far across forgotten lands towards the distant sun
And in the darkness shining far beyond the starlight
Lightning is striking from the dark dawning shadows
And in the kingdom of the everlasting sun
When the glory of the master's time has come


Nei successivi 20 minuti la situazione fu pressochè la stessa, il vantaggio che ognuna delle due squadre riusciva ad ottenere era però mantenuto più a lungo rispetto a poco prima, i pochi punti che separavano i nostri due quintetti erano difesi con le unghie e con i denti. Più o meno verso la metà del terzo quarto, dopo un breve intervallo, Eric, un mio compagno di squadra, recuperò la palla intercettando un pericoloso passaggio avversario e la lanciò subito in direzione di Ayame che era scattata verso la linea di metà campo, probabilmente avremmo segnato un importante canestro su contropiede che avrebbe definito ancor meglio il distacco tra il nostro punteggio e il loro. Velocemente la ragazza cominciò il "terzo tempo" nei pressi del cesto avversario ma una volta spiccato il salto per appoggiare la palla al tabellone incontrò la mano imponente di Koga che era riuscito a raggiungerla per poi stopparla violentemente. La gentilezza mostrata poco tempo prima era andata in fumo rivelando un comportamento aggressivo, il vero comportamento di Osaki. Ayame cadde a terra dopo aver ricevuto una pallonata in pieno volto per colpa della stoppata, noi compagni di squadra la aiutammo ad alzarsi dopodichè, come già avevo fatto una volta, la presi in braccio fino a portarla sulla panchina e farla sedere (stranamente quando la sollevai sembrava stare meglio tutto d'un tratto, mi venne da pensare che probabilmente stesse fingendo ma non diedi troppo peso a questi pensieri). Entrò Eiko al suo posto e una sonora risata riempì la palestra, erano gli avversari che ci stavano schernendo e non potevo dargli torto: Eiko non aveva mai visto una palla in vita sua, probabilmente sapeva a malapena che aveva una forma sferica. La rassicurai:
- Sta tranquilla, tu sta vicino a me più o meno come faceva Ayame e dammi la palla appena la prendi, gli chiuderemo la bocca molto presto.
Mi sorrise, come se le risate altrui avessero finito di darle fastidio: fu da quel momento che iniziò l'ultima parte del conflitto.


Into the fires of forever we will fly through the heavens
With the power of the universe we stand strong together
Trough the forced of power, it will soon reach the hour
For victory we ride, Fury of the Storm!


Subimmo, subimmo alla grande. Il divario che eravamo riusciti a creare, ma soprattutto a mantenere, andò rimpicciolendosi fino a sprofondare, il punteggio dell'altra squadra superò il nostro ancora una volta e non fu certo uno scherzo riuscire a manteneresi in svantaggio di qualche punto piuttosto che ricevere una devastante ondata di punti. Eiko sembrava giù di morale mentre io ero ferocemente incazzato, i miei compagni così come gli altri erano stanchi, quasi stremati, solo io e Koga avevamo ancora abbastanza energie per fare scintille... e questo non fu che un bene. Il tiratore che avrei dovuto marcare aveva perso la mano, la fatica gli stava indebolendo i sensi e i suoi tiri finivano sempre in mano mia che mi posizionavo velocemente nell'area per recuperare la palla dopo il rimbalzo. E allora via in contropiede! Recuperammo qualche punto grazie ad Eric che si rivelò un ottimo intercettatore di passaggi, io con i miei tiri da sotto canestro riuscivo in qualche modo a non far avanzare gli avversari con il punteggio: a mezzo minuto dalla fine il professore aveva contato il punteggio di 71 a 72 a favore del quintetto di Osaki.
- Non mi importa niente se lasciate liberi i vostri uomini! Fermate Yagami!!!
Urlò l'idiota fulminandomi con lo sguardo, evidentemente stava perdendo lucidità per la paura.
- Uno? Cinque? Non fa differenza, non importa in quanti mi salterete addosso: VINCEREMO QUESTA PARTITA!!!
Venti secondi alla fine del confronto, riuscii a ricevere palla su rimessa ma subito mi trovai tre giocatori intorno a chiudermi ogni traiettoria per effettuare qualsivoglia passaggio o movimento. Koga ed un altro ragazzo tenevano a bada gli spostamenti dei miei compagni per sicurezza, ormai stavano per avere la meglio.
- Ryo-kun sono qui!
Eiko sbraitava agitando le braccia non molto lontano da me, era stata considerata così scarsa da non meritare una marcatura: quello che ci voleva per vincere!
Spiccai un salto per liberarmi degli ostacoli che i tre avversari stavano formando così da poter passare la palla alla ragazza che la strinse tra le braccia con forza. Non appena misi piede a terra mi gettai fuori dalla gabbia che mi era stata costruita intorno per raggiungere Eiko e farmi passare la palla (nel momento in cui lo fece sembrava felice come mai lo era stata in vita sua).
- Questa è per te.
Sorrisi lanciandole un ultimo sguardo prima di riprendere la corsa verso il canestro usando il palleggio. Koga di certo non si sarebbe fatto battere così facilmente, infatti mi raggiunse velocemente visto che si trovava già davanti a me e, non appena saltai per concludere il terzo tempo egli fece lo stesso per provare a stopparmi. Purtroppo per lui io portai indietro il braccio che reggeva la palla e Osaki lo colpì violentemente con la mano. Io ghignai, come un pazzo omicida assetato di sangue e trascinandomi dietro l'inutile carcassa che aveva tentato di fermare la mia corsa schiacciai con tutta la forza che mi era rimasta in corpo.


For victory we ride, Fury of the Storm!


Ci fu un urlo generale, persino gli avversari non poterono fare a meno di esultare, anche se avevano perso la partita si erano divertiti e avevano lottato con tutte le loro forze. I miei compagni, loro erano felici per aver vinto nonostante la differenza di abilità... fu per loro una gran gioia inoltre si erano assicurati un aumento di voto.
Koga ed io ricademmo a terra battendo una bella botta sul pavimento anche se non fu poi così dolorosa, ormai entrambi ci eravamo abituati a cosa del genere, lui era infuriato e stringeva i pugni mentre io cominciai ad alzarmi con un sorrisetto dipinto sul volto. Non ebbi nemmeno il tempo di tirarmi su completamente che Ayame, in preda probabilmente ad un attacco di follia, mi saltò addosso spingendomi nuovamente al suolo e stringendosi a me.
- Ryo-kuuuuun! Sei stato grande, magnifico!!! Grazie a te non dovrò fare il compito... aaah!
Mi battei una mano sulla fronte con fare rassegnato mentre quella non voleva saperne di staccarsi da me. Dopo svariati tentativi riuscii a farle riprendere una certa distanza, mi misi in piedi e mi rivolsi ad Osaki:
- Ho vinto!
Dissi con un sorriso che attraversava il mio visto da una parte all'altra, una sorta di presa in giro per lui che aveva voluto sfidarmi solo perchè non gli andavo a genio, beh se non altro ci aveva provato.
Uscii dal campo e, andando verso gli spogliatoi notai che già era arrivata la classe che doveva utilizzare la palestra dopo di noi. Riuscii in a intravedere una ragazza entrare nello spogliatoio riservato alle femmine ma potei solo notare quanto fossero lunghi (e belli) i suoi capelli in quanto stava dandomi le spalle. Sembrava un tipetto ribelle, era il suo abbigliamento a suggerirmelo che era molto simile a quello dei teppistelli che si trovano in giro, però dovevo a mettere che pur vedendola di schiena sembrava avere un bel fisico.
In quel momento con mia grande sorpresa arrivò Kaoru e non appena mi vide mi corse incontro sorridente:
- Ryo!
- Ehy ehy ferma! A parte il fatto che sono sudato fradicio per oggi ne ho abbastanza delle aggressioni da parte delle ragazze.
- Uh oooh! Sempre circondato dalle donne eh?
- Ma finiscila! Ti racconterò i fatti per filo e per segno quando ci rivedremo in privata sede.
- Va bene, ora è meglio che vada a cambiarmi caro il mio Don Giovanni.
- Spiritosa.
Sorrise nuovamente come solo lei avrebbe potuto fare e subito dopo scappò a cambiarsi lasciandomi lì impietrito ed incantato dalla sua espressione come sempre angelica.


L'ora di educazione fisica era sicuramente l'ora che preferivo,non perchè mi piacesse praticare sport o robe varie,semplicemente perchè potevo fare esattamente quel che volevo.Mi bastava propinare al professore una qualsiasi scusa per non partecipare alla sua lezione che quello mi lasciava tranquillamente per i fatti miei senza tante storie.Ma quella volta c'era qualcosa che non andava eh si perchè il nostro professore si era dato malato e al suo posto ne era venuto uno che sembrava un tantino più severo.
Non mi preoccupai poi molto,nessun professore mi aveva mai in alcun modo intimidita figurarsi un supplente!Non appena ci chiese di scendere giù in palestra,l'intera classe,quasi come un gruppo di soldatini ben addestrati,prese la propria borsa e si preparò ad uscire fuori dall'aula facendo ben attenzione a non guardare negli occhi quell'omone in tuta e con il classico fischietto attaccato al collo.Inutile dire che io mi comportai in maniera totalmente diversa e scoordinata rispetto al resto della classe,infatti grazie alla mia lentezza snervante e alla poca pazienza del professore potei uscire da sola senza i miei compagni,visto che quello aveva deciso di far scendere la classe dato il tempo che stavano perdendo per colpa mia.
Appena arrivata in palestra mi accorsi che un'altra classe aveva appena finito l'ora e questo voleva dire che gli spogliatoi sarebbero stati parecchio intasati,quindi decisi di andare direttamente dal supplente per sistemare subito la faccenda.Mentre mi incamminavo verso la scrivania del professore vidi la ragazza che avevo picchiato il primo giorno di scuola,mi pare si chiamasse Ayame,che mi guardava intimorità.Ghignai divertita e mi avvicinai di un passo a lei che cominciò ad indietreggiare,avanzai di un altro passo guardandola fissa negli occhi e poi...
-Buh!!- Ayame saltò letteralmente in aria,la tensione fa brutti scherzi,risi di gusto e ripresi a camminare verso il professore che era indaffarato con alcune scartoffie. -Prof vorrei parlarle un attimo-mi squadrò dall'alto al basso con una smorfia di disgusto,cominciava proprio male!
-Tu sei Tomoko giusto? Ho sentito già parlare di te...
-Oh immagino la cosa mi fa piacere-sorrisi beffarda
-Non ti sei ancora cambiata Tomoko qual'è il motivo?
-Era proprio di questo che volevo parlarle,vede non me la sento affatto di partecipare alla sua ora,sono indisposta e...bè non devo di certo spiegarlgi altro.
-Infatti non devi.-pensavo di aver già vinto ma mi sbagliavo -Il ciclo mestruale non ti impedisce affato di praticare un pò di sana attività fisica anzi al contrario ti farà bene visto che aiuterà la circolazione vedrai dopo ti sentirai meglio.Anche se non mi sembra affatto che tu abbia dei problemi...
-Forse,ma vede io avevo un accordo con l'altro professore e quindi non ho la tuta professor...- presi il cartellino per leggerne il nome con un aria molto strafottente-...ah ecco Suzuki.-diventò paonazzo,la rabbia gli stava facendo ribollire il sangue e quella vena sulla fronte continuava ad ingrossarsi
-Se pensi che ti permetterò di fare la bulletta con me ti sbagli!Sai che c'è che fortunatamente qui abbiamo le tute del vecchio ordinamento scolastico,sai quella tradizionale.Bene tu la indosserai e farai ginnastica altrimenti provvederò personalmente alla tua espulsione i presupposti ci sono già Hikaru e tu lo sai inoltre so anche che conseguire il diploma è qualcosa di cui hai estremamente bisogno...perciò ti conviene fare quello che ti dico!
-E' ben informato professore.Ma l'avverto stia attento molto attento...
Mi rassegnai e feci esattamente quello che mi disse:indossai la tuta tradizionale,composta da un semplice pantaloncino e da una maglietta bianca che mi stava parecchio corta,e mi misi a sedere in attesa dell'inizio della lezione.
<>
<> La voce di alcune mie compagne attirò la mia attenzione
<>
<>cominciarono a fare urletti da fangirl ma prima che lo stomaco mi si rivoltasse venne Kaoru in mio soccorso.
-Hikaru senpai!Non immaginavo avresti partecipato all'ora!
-Pensa nemmeno io!-risposi un tantino acida
-Oh scusami.-il soriso di Kaoru si spense e io mi pentii subito di averle risposto a quel modo.
-No senti non è colpa tua.E' che sono un pò nervosa per via del professore,mi ha costretto a indossare questa tuta orribile!!
-Veramente non ti sta niente male...sei molto sexy Hikaru senpai-sorrise divertita
-Nh.
-Senti ti presto un elastico se vuoi hai i capelli molto lunghi e penso che potrebbe esserti utile tenerli legati-mi porse gentilmente un elastichetto nero
-Grazie mille!-presi quel laccetto e legai i lunghi capelli.
Subito dopo arrivo il supplente che ci propose gentilmente(ordinò) di giocare a uno sport tanto bello che lui praticava da ragazzo:Pallavolo.C'era forse uno sport che odiavo di più al mondo?No non c'era!
-Perfetto!Che sport del cavolo!
-Come dici Tomoko?
-No nulla Suzuki.-si alzò un mormorio di sorpresa da parte degli altri,era a dir poco scandaloso che un'alunna chiamasse un docente solo con il cognome senza nemmeno un onorifico.
-Bene!Cominciamo da te Hikaru.Ti vedo bene nella ricezione,visto che sembri saperti difendere.-disse ironico.
E così cominciò a provare la mia ricezione.Schiacciò non so quante volte prendendomi per la maggiorparte sul corpo,dato che ero una totale frana c'era da dirlo,e continuando a sfottermi dicendo frasi come:"impegnati Tomoko" "su con quei polsi" e quando cominciai a ricevere in modo migliore usando finalmente i polsi,lui aumentò la potenza della schiacciata andando avanti così per quasi l'intera lezione.
Avevo i polsi in fiamme,bruciavano e non riuscivo nemmeno a muoverli,mi spogliai con molta fatica e con ancor più fatica mi rivestii,non volli l'aiuto di nessuno,ero così furiosa che avrei potuto prendermela con chiunque. Nel resto della mattinata non riuscii a pensare ad altro.Gliel'avrei fatta pagare!!
Finite le lezioni me ne andai a casa,feci qualche telefonata e ordinai la distruzione della macchina del professor Suzuki.Avevo in mente un piano ben preciso...avrei distrutto la sua carriera e ci sarei riuscita!



4 Ottobre 2003



Il campanello suonò, il suo rumore sgradevole giunse alle mie orecchie più fastidioso che mai. Aprii gli occhi con fatica e cercai di avvicinarmi al bordo del letto per controllare la sveglia, azione che mi costò una rovinosa caduta. E' sempre stata mia abitudine muovermi nel sonno e senza accorgermene mi trovavo già sul bordo del letto, spostandomi non feci altro che regalare un bacio al pavimento. Da quanto ero stanco, irritato e profondamente amareggiato non ebbi nemmeno voglia di imprecare con le forze che mi rimanevano, mi alzai aiutandomi con i mobili più vicini e una volta in piedi camminai verso la porta di casa massaggiandomi il volto dolorante per la botta. Abbassai la maniglia e aprii incauto trovandomi di fronte Kaoru. Fu la situazione più imbarazzante della mia vita, un silenzio glaciale prese possesso di quel momento, entrambi rimanemmo impietriti.
Io ero lì, sulla soglia della mia abitazione coperto soltanto dalle mutande, una mano sul volto con le dita aperte in modo da concedermi una visione "a spicchi" di ciò che avevo davanti; Kaoru mi osservava, ferma immobile, con uno sguardo demenziale e sorpreso. Cominciai a sudare freddo e dopo essermi ripreso dal primo impatto scattai dietro la porta semi-aperta assumendo un'espressione preoccupata e imbarazzata allo stesso tempo.
- Ka...Ka...Kaoru?! Che ci fai qui?
Riuscii a balbettare poco prima di ricevere una risposta dalla ragazza che aveva abbassato il capo in modo da volgere gli occhi al pavimento, era arrossita e cercava di nasconderlo.
- Ecco... dovevamo vederci oggi ricordi?
- Si si ma... è presto! Sarei dovuto passarti a prendere verso le 10:00
- Appunto, alle 10:30 non eri ancora arrivato così ho deciso di fare un salto a vedere se andava tutto bene. - Ma come?! Che ore sono?
- Le 11:00 passate.
Balzai indietro per lo stupore per poi voltarmi verso l'orologio a muro che tenevo appeso in cucina: segnava le 11:10!
- Accidenti ho dormito troppo!!! Ti prego di scusarmi Kaoru, non ho sentito la sveglia! Quell'arnese mi da sempre dei problemi.
- Non... non fa niente. Se vuoi ti aspetto qua fuori.
- No no entra pure, cioè se mi dai un attimo mi metto i pantaloni e ti faccio accomodare.
- Ok fai con calma.
Tornai in camera e tirai fuori dall'armadio un paio di jeans neri che indossai velocemente accompagnandoli con una cintura bianca, misi le pantofole ai piedi e ne cercai alcune di quando ero più piccolo per Kaoru, in fondo lei non aveva la mia stessa misura di piede inoltre le sarebbe piaciuto stare più comoda senza scarpe. Corsi ad aprirle la porta tenendo nella mano libera il paio di pantofole che avevo trovato per lei.
- Ecco qua, ti ho rimediato anche queste così se vuoi toglierti le scarpe puoi stare ugualmente comoda.
- Oh grazie! Sei molto gentile, ne approfitto subito.
Munita del suo solito sorriso angelico fece il suo ingresso in casa mia per poi prendere le calzature dalla mia mano e andarle a indossare dopo essersi seduta sulla prima sedia che le era capitata a tiro.
- Sono perfette, grazie!
- Di niente, ora vado a prepararmi un po' meglio così possiamo uscire.
Ritornai in camera per rovistare tra i cassetti in cerca di una maglia pulita e che stesse bene con i pantaloni nel frattempo Kaoru stava osservando la cucina, si guardava intorno, scrutava con attenzione anche dei pezzi di altre stanze che poteva scorgere per via delle porte aperte. La mia ricerca si interruppe quando sentii la ragazza chiamarmi.
- Ryo?
- Si? - La raggiunsi - Dimmi.
- Vedo che la casa è un po' in disordine.
- Si hai ragione, però non riesco a fare tutto con il ritmo di vita che ho, riesco a tenere in ordine soltanto il bagno e il salotto, il primo per igiene il secondo perchè non ci entro spesso.
- Capisco. - lanciò uno sguardo all'orologio - Senti un po', io avrei una proposta per oggi.
- Sentiamo.
- Potrei aiutarti a mettere in ordine la casa. In due si lavora meglio che da soli no?
- Kaoru io ti ringrazio però non devi preoccuparti, in qualche modo farò.
- E daiii... non fare il difficile!
- Lascia perdere sono irremovibile!

Pochi minuti dopo...
- Ci rifacciamo dalla cucina che ne dici? - mi chiese mentre io con aria rassegnata sospiravo.
- Per me può andare, beh almeno cerchiamo di finire presto.
- Agli ordini boss!
- Boss!?
- Andiamo prendila come un gioco! Non essere così musone.
Mi prese per mano portandomi fino al lavello dove erano ammassate alcune stoviglie accompagnate da tazze e qualche piatto.
- Tu comincia a lavare queste e mettile in ordine, io pulisco un po' i mobili.
- Ok - iniziai subito a sciacquare ogni sorta di oggetto all'interno del lavello intanto che Kaoru dava una ripulita ai mobili, ovviamente non ci facevamo mancare un po' di chiacchiere - Scusa se te lo chiedo ma perchè vuoi aiutarmi a mettere in ordine?
- Perchè non puoi accogliere in casa tua una ragazza quando è tutto a soqquadro.
- Ma nemmeno posso permetterle di lavorare al posto mio.
- Stiamo lavorando insieme è diverso.
- Però tu stai facendo un lavoro che avrei dovuto fare io prima o poi.
- Immagino più poi che prima - ridacchiò passandomi accanto e raggiungendo il mio volto dopo essersi messa in punta di piedi - Sei proprio buffo.
Mi diede un bacio sulla guancia per poi riprendere a svolgere il suo compito, sorrisi scuotendo la testa. Dopo aver sistemato piatti e stoviglie cominciai a spazzare per terra seguito da Kaoru che passava lo straccio, mi stava praticamente dimezzando il lavoro e mi accorsi con stupore che stando con lei il tempo stava volando, tanto che finimmo ancor prima che me ne accorgessi.
- La cucina è fatta!!! Sotto con camera tua!
- Ehy un po' di privacy penso mi debba esser concessa almeno in casa mia.
- Suvvìa poche storie, finiamo anche quella così poi siamo liberi di fare ciò che vogliamo.
- Mi oppongo!
E fu inutile. Come prevedevo anche stavolta Kaoru finì per averla vinta.
Camera mia sarebbe stata più impegnativa della cucina, prima di tutto ci disponemmo sui due lati del letto per rimettere al loro posto le lenzuola, successivamente cercammo i cuscini sparsi per tutta la stanza per poi scuoterli prima di rimetterli sopra i letto appena rifatto.
Fu il turno degli indumenti, lei si preoccupava di ripiegarli ed io di trovar loro un posto tra cassetti e armadi. Vogliamo poi parlare dei calzini e delle scarpe? Quello fu un lavoro che non le lasciai fare, d'altronde non era neanche troppo gradevole. Appaiai i calzini e li sistemai in un cassetto, le scarpe finirono sotto il letto tutte perfettamente in fila, intanto la mia, per così dire, aiutante si stava occupando di pulire i mobili come già aveva fatto per la cucina. Andai a prendere scopa e straccio e stavolta invertimmo i compiti: lei si mise a spazzare mentre io lavai il pavimento.
- Finito!
Esultò la ragazza tornando in cucina dove notò un cestello di frutta, proprio al centro del tavolo (ce l'avevo messo quando ero tornato a prendere scopa e straccio, era carino a vedersi e carico di cose buone).
- Ora che ci faccio caso... ho un po' di fame, credo che prenderò una mela.
- Se vuoi dopo ti preparo qualcosa, in fondo anche io metterei molto volentieri qualcosa sotto i denti.
- Mi farebbe molto piacere.
A quel punto Kaoru afferrò una mela rossa e voltatasi di scatto la lasciò cadere molto sbadatamente.
- Accidenti... poco male la laverò...
Si chinò per prenderla ma per nostra sfortuna anch'io avevo avuto la stessa idea, ci ritrovammo gattoni sul pavimento dopo esserci scambiati una bella testata in quanto entrambi eravamo intenzionati a seguire la stessa traiettoria.
- Ahi!
Esclamò.
- Idem!
- Scemo, come puoi dire "idem" dopo aver ricevuto una simile testata!
- Beh "ahi" mi sembrava troppo comune e banale.
Mi fece la linguaccia e subito allungò la mano per prendere la mela rotolata poco più in là, troppo tardi: anche io avevo fatto la stessa cosa. Arrossì portando leggermente indietro la mano e chiudendola quasi a formare un pugno, ci voltammo fino a guardarci negli occhi, fino a specchiarci l'uno nell'altra. Non riuscivo a trovare le parole, mi limitai a prendere l'iniziativa ed avvicinarmi alle sue labbra prendendomi un leggero bacio quasi semplicemente accennato.
Mi allontanai leggermente non sentendo una sua reazione immediata ma fui fermato in extremis, stavolta la sua bocca stava cercando la mia per ricambiare il gentil regalo. La assecondai, avvicinandomi di nuovo, cercando di rubarle altri baci, cominciammo a ridurre la distanza tra i nostri corpi muovendoci sulle ginocchia fino a raggiungere il contatto, le presi il volto tra le mani con delicateza quasi come a volerla semplicemente carezzare dopodichè ci perdemmo in un bacio totalmente diverso, passionale, ardente, sentii chiaramente la sua lingua intrecciarsi con la mia sempre di più man mano che la timidezza scompariva lasciandoci soli: io e lei uniti nel più caloroso degli abbracci, reduci da quel bacio stupendo.
- E' successo tutto così in fretta... - commentò lei appoggiata al mio petto - è stato un attimo.
- Il bacio o il nascere dei nostri sentimenti?
Mi guardò negli occhi per un istante poi sorrise come solo lei sapeva fare, quindi si appoggiò nuovamente a me stringendomi forte. Non c'era bisogno di parlare, avevamo capito tutto.



Continuavo a camminare avanti e indietro lungo il vialetto buio dove ci riunivamo,Rei prese una sigaretta sbuffando e l'accese ricevendo uno sguardo contrariato da parte mia.
-Che c'è?-chiese confuso
-Mi da fastidio il fumo!-
-Io credo che tu sia solo molto nervosa e oggi non saresti neanche dovuta venire qui,non hai avuto una bella giornata...
-Esatto Rei non ho avuto una bella giornata non mettertici anche tu!
-Scusami mi stavo solo preoccupando per te-spense la sigaretta e abbassò lo sguardo dispiaciuto.
-Ho esagerato Rei.Non farci caso è tutta questa storia che mi fa uscire fuori di testa!!Devo fargliela pagare a quel idiota e devo trovare il ragazzo che ha picchiato Kaii e Tetsuo.
-Senti ti stai stressando troppo,forse stai dando troppa importanza a questa storia del professore...per il ragazzo bè ci stanno pensando gli altri tu non devi fare niente.Perchè non vai un pò a casa Hikaru...
-E' vero mi sto stressando ma ormai dovresti conoscermi io non lascio perdere niente!E per quanto riguarda il ragazzo...bè hai ragione.Ci penserò quando l'avranno trovato.Comunque prima di andare a casa voglio aspettare gli altri devo sapere alcune cose...
-Come vuoi.-chiuse il discorso senza insistere,senza chiedermi altro,senza pretendere...era questo che mi piaceva di Rei...di solito sapeva quando smettere.
Decisi di mettermi a sedere prima di consumare l'asfalto sottostante con il mio continuo camminare avanti e indietro,Rei fece lo stesso e insieme aspettammo in silenzio l'arrivo degli altri che per mia fortuna vidi sbucare dopo poco tempo. -Allora avete fatto quello che vi ho detto?
-Certo la macchina è bruciata!
-Perfetto!Ora non mi resta che farlo uscire fuori di testa.E per quanto riguarda quel ragazzo avete trovato niente?
-No purtroppo ma stiamo cercando...-
-Va bene cosi Hayato avete fatto un ottimo lavoro.I prossimi soldi che riscuotete teneteveli per voi.Ora scusate ma torno a casa-ero molto stanca e ora che sapevo che la macchina del professore era distrutta sapevo come avrei potuto comportarmi alla prossima lezione,ghignai al pensiero.
-Hikaru ti accompagno!Rei si propose immediatamente
-Va bene.-acconsentii e insieme ci dirigemmo verso la sua moto dove salii e con la quale sfrecciammo verso casa mia.
Appena arivammo a casa feci accomodare Rei sul divano mentre io mi andai a cambiare direttamente per la notte,non provavo nessuna vergogna per Rei e lui non la provava per me perciò non mi feci alcun tipo di problema nel rientrare con una canottiera abbastanza larga e con le sole mutande per pantaloncini e anche se Rei mi aveva vista un milione di volte in quell'abigliamento ogni volta sembrava la prima per lui e rimaneva a fissarmi per qualche minuto.
-Bè che hai?-chiesi con l'aria di una che finge di non sapere
-Hikaru non farmi domande di cui conosci già la risposta...-sorrise
-Già hai ragione.Piuttosto vuoi qualcosa da bere?
-Questa è un ottima domanda Hikaru-il suo tono di voce era incredibilmente seducente-si dammi una birra.
-Ok- avanzai verso il frigo e dopo averlo aperto ne tirai fuori due bottiglie di ottima birra dopodichè mi sedetti sul divano insieme a Rei.
-Lunedì credo che mi divertirò parecchio-ghignai accendendo la televisione
-Hikaru secondo me dovresti--
-Si si lo so dovrei lasciar perdere,ma quello là mi umiliata io non posso sopportarlo e hai visto come sono ridotti i miei polsi???-dissi mostrandogli poi i miei polsi sensa fasciature
-Lascia che me ne occupi io almeno...-sapevo a cosa stava pensando,lo conoscievo bene e in quel momento la sua richiesta era un altra:"lascia che mi occupi di te" ma io non potevo proprio lasciare che fosse così...
-No è una cosa che voglio risolvere io-mi prese i polsi e ne baciò uno alla volta con estrema delicatezza-Rei...
Non mi rispose percorse con le labbra tutto il mio braccio sinistro per poi arrivare al collo e infine alla bocca.Mi piaceva quando mi recava quelle attenzioni,quando era così passionale e sapeva come prendermi c'era da dirlo.
Dopo il lungo bacio rimanemmo abbracciati per un pò sul divano sorseggiando birra,e data l'ora gli chiesi di restare a dormire,cosa che fece molto volentieri...


6 Ottobre 2003



Arrivai a scuola con un certo anticipo,occasione più che rara,esattamente nell'orario in cui i professori entravano nell'edificio scolastico e per mia fortuna c'erano pochi studenti ad aspettare il suono della campanella così presto.
Presto intravidi il professor Suzuki arrivare a bordo di una "lussuosa" bicicletta e non potei fare a meno di trattenere una risata facendo ben attenzione a farmi sentire da lui.
-Tomoko!Piccola insolente!-si avvicinò dopo aver legato con una catena la bicicletta al palo.
-Mi dica professore ha paura che gliela rubino-ricominciai a ridere.
ma questa volta sembrò volermi ignorare e deviò la sua direzione scuotendo la testa in segno di disaprovazione ma rimediai subito
-Oppure ha paura che qualcuno possa bruciargliela...Suzuki-si bloccò all'istante tornando sui suoi passi,mi afferrò per il giacchetto strattonandomi
-Sei stata tu!Io ti denuncio mocciosa!!-lo guardai dritto negli occhi e poi dissi sorridendo
-Non ha le prove e per incriminare qualcuno ci vogliono le prove...e poi pensa davvero che una denuncia mi spaventi?-era spiazzato ma poi riprese lucidità e allora avvicinò il suo viso al mio guardando mi con odio
-Io te la faccio pagare-risi di nuovo
-Vede lei la prima volta che ci siamo visti mi ha fatto capire che sapeva parecchio sul mio conto,spero anche che l'abbiano avvertita di quanto io sia pericolosa perchè sa io lo sono per davvero e sarò io a fargliela pagare signor supplente.-mi liberai dalla sua presa e me ne andai,quel giorno non sarei entrata a scuola...
Erano le sei del pomeriggio,avevo ricevuto una chiamata da Rei che mi diceva di venire urgentemente al solito posto,così dopo aver preso la borsa e la mia katana mi incamminai verso il vialetto.Quando fui li,dopo un quarto d'ora buono,trovai Hayato insieme a Kaii e con loro Rei.
-Dove sono gli altri?-chiesi confusa
-Hikaru l'abbiamo trovato!




@Fede: Baskeeeeeet xD Ok cari lettori avete scoperto la mia passione per questo sport u.u inoltre come avete visto da questo capitolo si comciano a introdurre delle parti "cantate" (ma non ci saranno sempre). La canzone in questione è "Soldiers of the wastelad - Dragonforce". Ma senza perderci in chiacchiere arriviamo al sodo: capitolo piuttosto consistente, ricco di eventi significativi, in questa parte della storia niente è avvenuta per caso. Adesso non vi resta che aspettare il prossimo capitolo nel quale... ci sarà qualcosa di veramente importante ^^
@Yuuki:Bene le cose cominciano a farsi interessanti...muahahah come godo!L'unica cosa che posso dire è continuate a seguirci che n vedrete delle belle XDD

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Capitolo 6
*** I'll come to save you... ***


Fanfiction: Story about two lovers... and two friends
Successione: Capitolo 6:"I'll come to save you..."
Personaggi principali: Ryoma Yagami (15 anni), Hikaru Tomoko (17 anni)
Personaggi secondari: Kaoru Takahashi, Rei Nakamura
Rating: Verde
Luogo: Tokyo (Presente: Anno 2003)



Ero stupita e al tempo stesso pervasa da una strana sensazione di contentezza,finalmente l'avevano trovato,finalmente avrei potuto confermare la mia posizione e in quel momento era la sola cosa che importava
-L'avete trovato??!!! E chi è voglio sapere tutto!
-Bè in realtà non abbiamo scoperto molto sulla sua identità ma sappiamo per certo che possiede una moto e ha una ragazza,sappiamo dove abita lei.L'abbiamo visto mentre l'accompagnava a casa...
-Nh.-mi sentii subito delusa-Bè sapere qualcosa sulla sua ragazza di sicuro ci è d'aiuto ora dovete soltanto scoprire la sua identità,nel frattempo Rei tu tieni d'occhio la ragazza e segui tutti i suoi spostamenti,magari hanno un luogo preciso dove incontrarsi.
-Ok Hikaru ci penserò io.
-Perfetto!Presto quel ragazzo avrà una brutta sorpresa!
-Ah Hikaru-sama gli altri stanno facendo un bel pò di casino in giro come avevi chiesto ma la polizia ha aumentato i turni di pattugliamento cosa devo dire agli altri?Non vorrei che poi alcuni finissero in qualche guaio bello serio...
-Hai ragione Hayato bisogna stare attenti...Ok di pure che per il momento possono rallentare e di dedicarsi soltanto ai quartieri meno sorvegliati.
-Va bene!Io ora vado.Hikaru-sama,Rei - ci fece cenno con la testa in segno di saluto e si congedò,io intanto presi la mia katana e ripresi a camminare .
-Ehy Hikaru aspetta ti accompagno io - Rei mi corse dietro per fermarmi
-No Rei ho voglia di camminare e poi voglio stare da sola.-il mio tono non ammetteva repliche e così fu non accennò nemmeno a insistere mi lasciò semplicemente andare. Il cielo si era quasi del tutto oscurato,all'orizzonte si intravedeva ancora qualche striatura rossastra che andava perdendosi nel blu della notte,le macchine continuavano a sfrecciare e i marciapiedi riuscivano ad essere ancora più trafficati delle strade,non ne capivo il motivo
ma ogni cosa che vedevo mi faceva sentire stranamente malinconica o forse era soltanto il mio modo di vedere gli aspetti della vita che era diventato così pessimista...
Camminando sovvrappensiero il tempo era passato velocemente e mi ritrovai davanti casa senza nemmeno rendermene conto,entrai nel portoncino e salendo le scale incontrai il padrone di casa.Un uomo viscido e senza scrupoli ma era grazie alla sua sporca avidità se non ero finita in una di quelle case famiglia...i soldi che gli davo ogni mese gli servivano.
-Hikaru!Devi ancora pagarmi questo mese!
-Watanabe san la pagherò al più presto le chiedo soltanto di pazientare qualche giorno-feci un inchino con la testa e lui brontolò qualcosa lasciandomi però passare e mentre continuavo a salire le scale potevo sentire chiaramente il suo sguardo su di me,ebbi un brivido lungo la schiena
-Senti un pò Hikaru quanti anni hai adesso?-cercai di fare l'idifferente ma sapevo dove voleva arrivare
-Ho solo diciasette anni Watanabe san-marcai apposta il "solo" in modo che capisse che non volevo essere infastidita.
-Ah Bè stai cresciendo bene-si fece una risata e io sparii all'interno del mio appartamento,quell'uomo era insopportabile ma per fortuna sapevo difendermi e conoscievo un mucchio di gente che non gli avrebbe permesso di toccarmi.
La mattina seguente mi alzai molto,troppo,presto e così decisi di prendermi il tempo per farmi una doccia calda e di lavare i capelli,avevo deciso di farlo nel pomeriggio ma visto il tempo che avevo a disposizione li avrei lavati subito.
Una volta uscita dalla doccia dovetti fare attenzione a non bagnare il pavimento così presi un asciugamano-appeso ai gancetti vicino alla vasca- e lo stesi a terra dopodichè uscii dalla doccia appoggiando i piedi su quel piccolo ma utile pezzo di stoffa, poi mi avvolsi nell'accappatoio e mi preoccupai di avvolgere anche i capelli per non sgocciolare sul pavimento.
Misi la biancheria intima e presi il phon iniziando poi ad asciugarmi i capelli,non era un impresa facile data la loro lunghezza ma dopo poco più di una mezzora erano asciutti,rimaneva soltanto dargli una forma che sembrasse decente-si gonfiano sempre quando li asciugavo con il phon-così presi anche la piastra,che Rei aveva voluto regalarmi contro ogni mia volontà,e la usai per lisciarli un pò verso le punte e per lisciare i due ciuffi ribelli che mi incorniciavano il volto.
Prima di quanto pensassi uscii fuori dal bagno e cominciai a vestirmi,indossai una semplice maglietta nera leggermente larga e che cadeva morbida sulle spalle lasciandole parzialmente scoperte,e un jeans nero con qualche sfumatura grigiastra.Ci aggiunsi una cinta con borchie e con qualche catenella attaccata,e misi i miei fedeli anfibi ai piedi,per ultimo presi la mia tracolla e le mie chiavi poi uscii di casa,avrei fatto colazione al bar.
Quel giorno avevo educazione fisica e la cosa mi divertiva più del dovuto,soprattutto quando vidi la faccia del professor Suzuki non appena notò che anche quella volta non avevo la tuta,piuttosto mi stupì l'espressione di Kaoru:era triste e mi fissava perplessa,no preoccupata era la parola giusta!Possibile che si preoccupasse per me? Non volli badarci in quel momento e invece mi concentrai su come rovinare la giornata al mio affezzionato supplente.
-Vedo che ti ostini a non voler portare la tuta Tomoko-la sua voce suonava calma ma i suoi occhi tradivano quello che il viso voleva esprimere,erano rabbiosi.
-Lei si sbaglia professore,vede questa volta sono veramente impossibilitata e mi rincrescie dover dare la colpa a lei...-finalmente rivelò quello che i suoi occhi mi stavano dicendo,l'intero volto divenne di un rosso acceso e mi rivolse parole piene di astio.
-Non ti permettere mocciosa!!Prenditi la responsabilità delle tue azioni la colpa dei tuoi problemi sei tu!-la classe lo fisso sconvolta,bene un punto a mio favore!
-Forse.Fatto sta che ho le fasciature ai polsi a causa della sua prima lezione in questa scuola e non posso partecipare in alcun modo perciò,professor Suzuki,lei oggi si limiterà a svolgere una reale lezione senza di me-sorrisi consapevole della mia vittoria
-Tomoko ti porto dal preside!!- Quasi urlava
-Faccia pure ma poi si ricordi che dovrei spiegare al preside il perchè delle mie fasciature e dovrei raccontare i suoi metodi,non credo approverebbe sa?-
Mi fissò con odio ma non si azzardò a dire altro sapeva fin troppo bene che avevo ragione.
Nelle altre lezioni mi annoiai molto ma durante la ricreazione accadde qualcosa che non mi aspettavo:Kaoru mi voleva parlare.
-Hikaru senpai scusami hai un momento?
-Si Kaoru devi dirmi qualcosa?-indovinai le sue intenzioni da subito- -Ecco io ripensavo alle tue parole...quando ci siamo incontrate e siamo andate a prendere un thè.
-Ah.
-Hikaru io non penso tu sia una persona cattiva.Eppure non lo so...c'è così tanta rabbia in te.Ho notato il tuo atteggiamento con il professor Suzuki e mi stai preoccupando...
-Di questo sono molto dispiaciuta,non vorrei che tu ti preoccupassi per me.Ma seriamente Kaoru,per quanto l'idea mi piacerebbe,è meglio che tu non sia mia amica...ci sono tante cose che non sai sul mio conto e l'atteggiamento che hai notato è solo una piccola sfaccettatura di quello che sono e sinceramente non voglio che tu scopra quel lato oscuro di me,quindi ti prego Kaoru non cercare di scavare,non cercare di essere una buona amica per me...
Rimase di sasso ed era l'effetto che speravo di ottenere,la lasciai li immersa nei suoi pensieri mentre io presi a girare per l'edificio e fu in quel momento che vidi una faccia conosciuta al bar e la prima cosa che mi chiesi fu:Che ci faceva Rei al bar della mia scuola?
Mi avvicinai di corsa e lo chiamai attirando la sua attenzione.
-Hikaru!Pensavo non uscissi per ricreazione,avevo perso le speranze.
-Ma che diavolo ci fai qui?!-
-Volevo venirti a prendere...ma ero impaziente e sono venuto prima.
-Perchè è successo qualcosa???-chiesi un pò allarmata
-Semplicemente avevo voglia di vederti...-mi fissò negli occhi con uno sguardo profondo e insolitamente tenero,non riuscii a ricambiarlo e abbassai lo sguardo imbarazzata.
-Rei...
-Su è tutto ok non fare quella faccia piuttosto oggi mi è successa una cosa strana.
-Ah si?Cosa?-chiesi incuriosita e lieta perchè avesse cambiato discorso
-Ho visto un ragazzo oggi.Un ragazzo con i capelli argentei,qui a scuola...-impallidii e i miei occhi si spalancarono
-Ma onestamente non credo sia lui...era troppo piccolo.Voglio dire sarà stato una matricola è troppo improbabile e poi non avrà nemmeno la moto sta tranquilla.
Per qualche strano motivo le parole di Rei non mi rassicurarono...sentivo che c'era qualcosa che stava per accadere...



Ed arrivò nuovamente domenica, la settimana era letteralmente volata, sparita in pochi istanti. Nessun momento è degno di esser ricordato, in fin dei conti era una settimana come le altre passata correndo continuamente dal paradiso all'inferno e viceversa (tanto per chiarirsi, Kaoru era il mio paradiso mentre i miei compagni rappresentavano l'inferno. Stranamente Eiko e Ayame erano diventate più sopportabili e la cosa non potè che farmi piacere). Ripensandoci però... ci fu qualcosa di particolarmente interessante, lunedì in piena ricreazione mentre mi trovavo fuori dall'istituto....
Solitamente non sono il tipo da giudicare le persone soltanto vedendole... eppure quel ragazzo, lui aveva qualcosa di diverso.
Me ne accorsi subito che non poteva essere della scuola, era decisamente più grande inoltre lo vidi allontanarsi da una moto che all'apparenza sembrava possedere una considerevole cilindrata. Facevamo la stessa strada, anche lui era diretto all'ingresso, lui mi precedeva di poco finchè non ebbi modo di annullare la distanza che ci separava e da quel momento cominciò una sorta di competizione. Percepiva il mio stato d'animo, io il suo, seri e impassibili raggiungemmo la porta principale accelerando sempre di più il passo dando vita ad una sorta di stupida gara. Il perchè? Non saprei spiegarlo nemmeno io. Istinto, in un certo senso sapevo che sarei dovuto entrare per primo nella scuola... ma non ne avevo nessun motivo in apparenza.
La sfida si concluse... a favore dello sconosciuto il quale poggiò la mano sulla porta in modo tale da sbarrarmi la strada così da essere sicuro di poter entrare per primo, mi guardò voltandosi quel poco che bastava per provare ad intimidirmi col suo sguardo feroce ma allo stesso tempo tranquillo. Tempo sprecato, di certo non sarebbe stato lui a farmi tremare. Ricambiai lo sguardo, sicuro e per niente intimorito, nelle mie pupille ardeva un fuoco particolare... una dichiarazione di guerra in piena regola.
- Il pedone cede sempre il passo al suo re... tienilo ben presente moccioso.
- Chissà se ti troverai sulla casella giusta, re.
Un ghigno si dipinse sul suo volto, in modo speculare anche la mia bocca creò un'espressione del tutto simile alla sua. Entrò nell'edificio mentre io feci dietro front e andai a sedermi su un muretto in pietra che delimitava il perimetro del cortile scolastico. Non passò molto tempo prima che potessi rivedere quel ragazzo, dopo che la campanella ebbe emesso il suo suono rimasi ancora un po' sdraiato sul muretto col cappello appoggiato sugli occhi (già, quel giorno avevo avuto voglia di portarmelo dietro), quando spostai il suddetto copricapo per portarlo completamente sulla testa mi voltai... e lo vidi.
Ebbi modo di guardare soltanto la sua schiena visto che egli già era salito sulla sua moto... ma con lui c'era quella ragazza, la ragazza dai lunghissimi capelli che avevo notato in palestra l'altra settimana: probabilmente, anzi senza ombra di dubbio, avevano una relazione (non che la cosa mi interessasse a dire il vero, per me esisteva solo Kaoru). Dopo essermi alzato e dato una piacevole stirata mi avviai verso la mia classe, stavolta non mi sarei perso.

- Assolutamente NO!
- Stavolta non hai scuse plausibili, rassegnati Ryo: andremo a teatro insieme che tu lo voglia o no!
- Invece la scusa ce l'ho.
- Visto? Hai ammesso di avere una "scusa", quindi ti sei fregato.
- Però è molto credibile.
- Sono da te tra mezz'ora.
- Almeno vuoi sentire la scusa?
- Sentiamo...
- Tra mezz'ora devo vedermi con la mia ragazza.
- Scemo.
- Ehy è vero!
- Stasera niente baci. Sei in punizione!
- Kaoru non dirai sul serio spero.
- Mai stata così seria.
- Allora non vengo.
- Cambierai idea, ne sono certa.
- E cosa ti dice che io vorrò venire?
- Tu aspetta mezz'ora e poi ne riparliamo.
- Non puoi piombarmi a casa così!
- E tu non puoi lasciarmi fuori dalla porta.
- Tu non puoi negarmi i baci.
- Scommettiamo che posso?
- No...
- Ok tra mezz'ora da te, a dopo amore.
- Non ven.... accidenti ha riattaccato.

Quella domenica molto probabilmente sarebbe stata atroce, era una settimana ormai che Kaoru tentava di portarmi a teatro con lei ed io avevo sempre trovato una scusa per rimanere a casa: non mi è mai piaciuto il teatro, lo trovavo noioso, molto noioso.
Rimasi qualche istante vicino al telefono osservando il vuoto dopodichè mi decisi ad andarmi a preparare, stavolta non avrei potuto opporre resistenza, ormai era sicuro che sarei dovuto uscire.
Decisi di indossare un paio di jeans nerissimi, scarpe anch'esse nere ed una camicia bianca, a tutto questo abbinai come accessori il mio solito ciondolo raffigurante il bastone di Ermes e un paio di braccialetti suddivisi equamente su entrambi i polsi. Andai in bagno per cercare un profumo adatto alla situazione, non fu difficile trovarlo in quanto tutti quelli che avevo li usavo poco quindi ero ben fornito e la scelta si presentava piuttosto ampia. Un rapido sguardo all'orologio: segnava le 20:27, Kaoru sarebbe arrivata a momenti.
Mi diressi verso la cucina per poi sedermi sulla sedia più vicina alla porta d'ingresso, non prima di aver preso una felpa scura in camera mia (si supponeva che la temperatura non fosse delle più indicate per uscire semplicemente in camicia).
Il campanello suonò, ed erano precisamente le 20:30: fu puntuale come sempre.
Alzatomi lentamente andai ad aprire cercando di impastare una frase sensata nella mia mente, magari sare riuscito a salvarmi anche stavolta, ma non appena spalancai la porta la lingua mi si attorcigliò, non riuscii ad emettere alcun suono. Lì, davanti a me, non vidi la Kaoru di sempre... indossava un lungo vestito da cerimonia blu che aderiva perfettamente al suo esile corpo fino ad allargarsi sulla parte inferiore di esso, la sua espressione era imbarazzata, aveva assunto un colorito rossastro e fissava il pavimento mentre teneva una mano nell'altra stese lungo il corpo. Quanto era bella... ero rimasto incantato dal primo sguardo che avevo posato su di lei quella sera, mi avvicinai chiudendo la porta dietro di me dopodichè le presi delicatamente il mento tra il pollice e l'indice della mia mano destra per farle sollevare lo sguardo.
- Sei stupenda...
- Grazie...
- Vogliamo andare? - le sorrisi - lo spettacolo non aspetta noi.
- Avevi detto che non volevi venire.
- Ho cambiato idea...
- Voi uomini, basta prendervi per il verso giusto e fareste di tutto per noi donne.
- Per quanto mi riguarda solo tu potresti prendermi per il verso giusto.
Sorrise mentre la sua pelle riassumeva il suo solito colore.
- E dimmi stasera dobbiamo andare in moto oppure abbiamo l'autista?
- Mio padre ci aspetta di sotto, ci accompagnerà lui.
- Meglio così - sorrisi a mia volta - Almeno avrò modo di conoscerlo.
Raggiungemmo velocemente il padre di Kaoru dopo che io ebbi chiuso a chiave la porta di casa. Lei mi consigliò di sedermi sul sedile anteriore in quanto sarei stato più comodo, io a mia volta le aprii la portiera posteriore (classico gesto cortese) per poi richiuderla non appena si fu accomodata. Salii e salutai l'uomo proponendogli una stretta di mano.
- Piacere di conoscerla, Ryoma Yagami.
- Noburo Takahashi, mia figlia mi ha già parlato di te.
- Direi che era prevedibile.
Nemmeno un accenno di sorriso aveva preso posto sul suo volto, probabilmente il tragitto per raggiungere il teatro sarebbe stato piuttosto insidioso... e con insidioso non mi riferisco alle condizioni della strada.
- Cosa andate a vedere tu e Kaoru?
- Romeo e Giulietta. - rispose lei al posto mio.
- Non stavo parlando con te.
- Padre lui non lo sapeva.
- Zitta, la prossima volta lascia che dica "non lo so".
- Ma...
- Kaoru - la fermai - va bene così, non preoccuparti.
Le sorrisi voltandomi verso di lei per poi riprendere la mia posizione.
- E' perchè sapevi che a mia figlia piace il teatro che hai deciso di accompagnarla?
- In realtà non sapevo di questa sua passione finchè non mi ha proposto di assistere ad uno spettacolo insieme.
- E a te piace il teatro Yagami?
- No.
- Perchè allora esci con mia figlia stasera quando lei sarebbe potuta andare al cinema con Koga?
- Padre smettetela per favore!
- Kaoru - la interruppi nuovamente - ho detto che va bene così, ti ringrazio ma so difendermi da solo.
- Cosa vuoi dire? Non mi pare di averti attaccato! Mi stai accusando ragazzino?
- E a me non pare di andarle a genio, sbaglio?
- Non sbagli.
- Buono a sapersi, ora se permette le domande le faccio io.
- Non sei nella posizione giusta per decidere cosa puoi e non puoi fare.
- Perchè non le vado a genio? Non mi sembra di aver combinato qualche guaio.
- Fare a botte non ti pare un guaio?
- So a cosa si riferisce e come ben sa l'ho fatto per proteggere un ragazzo in difficoltà.
- Non cambia niente, ti sei prima di tutto immischiato in affari che non ti riguardano, secondo hai pur sempre fatto a botte.
- Quanto è solidale e generoso, mi commuovo.
- Tu brutto bastardo! - a quel punto, in preda all'ira, l'uomo allungò una mano agitando l'indice verso di me mentre lo puntava al mio volto. - Un inutile moscerino da letame come te deve solamente portarmi rispetto! E' chiaro? La mia parola qui dentro è legge e tu non hai nè il potere nè il diritto di contestare, tantomeno il diritto di giudicarmi. Hai capito moccioso?
- Pensi a guidare, Kaoru è in questa macchina e se per assurdo dovessimo fare un incidente e lei rimanesse ferita potrei non rispondere delle mie azioni. Uomo avvisato uomo SALVATO, nel suo caso.
Scandii bene quella parola, guardandolo con occhi avvolti nella rabbia più intensa anche se a vedermi ero tranquillo, sicuro di me. L'uomo, dopo aver bloccato i propri movimenti con l'indice, posò entrambe le mani sul volante mentre una goccia di sudore gli cominciò a cadere dalla testa, Kaoru invece aveva portato le mani alla bocca per non parlare, preoccupata per entrambi.
Giungemmo a destinazione poco dopo quell'episodio, ci slacciammo le cinture e Noburo prese la parola:
- Kaoru precedi pure Ryoma, devo parlargli da solo.
Lei, senza controbattere uscì dall'auto e si allontanò di qualche passo, lentamente.
- Mi hai chiesto perchè non mi vai a genio...
- Precisamente.
- Il tuo sguardo... l'ho capito fin dal primo momento che è diverso da quello di ogni altra persona, è impossibile leggerti dentro... nei tuoi occhi c'è un groviglio di emozioni, sentimenti, è tutto così confuso e lo si nota fin troppo bene.
- Solo questo?
- Tu incuti terrore, quel tuo sguardo di prima era intenso, avresti potuto uccidermi semplicemente osservandomi qualche secondo in più. Hai una sorta di potere dentro di te ed ho paura che tu possa far star male mia figlia, ecco perchè non mi vai a genio.
Mi invitò dunque a scendere dall'auto ed io non aggiunsi nient'altro, mi limitai a lasciare la vettura e raggiungere Kaoru.
- Che ti ha detto mio padre? - mi chiese preoccupata.
- Niente di che, insinua che io sia terrificante - mi misi a ridere nell'intento di rasserenarla. - Dici sul serio?
- Eh già.
- E lo trovi divertente?
- Certo! Che domande! Dai adesso andiamo, meglio entrare in anticipo così ci prenderemo dei comodi posti in platea.
- D'accordo!
Finalmente la vidi sorridere di nuovo, mi fece un immenso piacere. Le porsi il braccio tenendolo basso per la sua statura, lei lo prese reggendovisi con la mano e accentuando ancora di più il proprio sorriso fece il primo passo verso il teatro (cosa che io di certo non avrei fatto).
Una volta raggiunto uno dei posti centrali in platea ci sedemmo, io appoggiai la felpa alla poltroncina per stare anche più comodo. L'interno del teatro, devo dirlo, mi colpì. Era molto elegante, affreschi su ogni parete rappresentavano paesaggi orientali simili a quelli che si potevano ammirare nei quadri, il pavimento era un enorme mosaico fatto di tasselli colorati disposti a formare varie figure astratte infine, al centro esatto della sala, appeso al soffitto, figurava un maestoso ed imponente lampadario. Kaoru notò che mi stavo guardando intorno da un bel po' così decise di riportarmi sulla terra strappandomi dalle mie fantasie:
- Yu uh! Ryo sei ancora con noi?
- Eh? Ah... si si, stavo osservando la sala.
- L'avevo intuito. Piuttosto, hai mai assistito ad una rappresentazione teatrale di Romeo e Giulietta prima d'ora?
- No, sinceramente non sono nemmeno molto documentato sulla loro storia... diciamo che sarà l'occasione per farmi una cultura.
- Vedo che la stai prendendo piuttosto bene... stai tramando qualcosa?
- Certo, che domande.
- Avevo intuito anche questo... sappi però che fino a domani non ti farò nemmeno pensare di avvicinarti alla mia boccuccia. Intesi?
- Staremo a vedere.
Lei subito mi rispose con una vistosa linguaccia seguita da un sorrisetto che, strano ma vero, era intriso di un pizzico di malizia.
- Ecco, sta per cominciare! - indicò il palcoscenico, le tende era state tolte per lasciare il posto agli attori. Da quel momento: silenzio. Rimasi sveglio a guardare lo spettacolo per tutta la prima parte, gli sbadigli però non mancarono e Kaoru non smetteva di soffocare qualche risatina ogni tanto (quando si accorgeva dei miei sbadigli sempre più intensi). La seconda parte fu terribile, a metà di essa non potei evitare di appoggiarmi al bracciolo della poltrona e cominciare a dormire... e quella volta sognai...

- Hika?
- Dimmi Ryo.
- Ti prego dimmi che ti stai annoiando anche tu.
- Preghiera esaudita: mi sto annoiando a morte.
- E' in situazioni come queste che maledirei i miei genitori... perchè ci hanno portato a teatro? Lo sanno benissimo che lo odio.
- Caro il mio scemo dovresti saperlo che siamo troppo piccoli per rimanere soli in casa.
- Ma che dici! Io ho già 10 anni e tu addirittura 12, sappiamo badare a noi stessi.
- E non hai paura che qualcuno esca da sotto il tuo letto e ti afferri una gamba per poi mangiartela?
- Figuriamoci, tutte scemenze.
- Yaaaawn.
- Hika almeno mettiti la mano alla bocca quando sbadigli!
- Ho sonno...
- Anche io...
- Ryo puoi avvicinarti?
- Certo ma... perchè?
- Ecco così fermo eh...
- No Hika togli subito la testa dalla mia spalla!
- Eddaiii, guarda facciamo così tu appoggiati su di me così ci guadagnamo entrambi.
- Sicura che posso?
- Cos'è hai i pidocchi?
- Stupida.
- Dai non ti mangio mica... ecco così va bene... notte Ryo.
- Notte Hika.
- Ti vogl...
- Cosa? Oh... dorme di già...

Una serie di carezze delicate mi fece svegliare... aprii gli occhi lentamente e mi sentii spaesato... non ero in piedi, nemmeno seduto... ero... quasi sdraiato. Cominciai a muovermi leggermente ma due piccole mani si preoccuparono di tenermi fermo... finchè non sentii la voce di Kaoru che mi sussurrava:
- Ti sei svegliato dormiglione?
- Euh... Kaoru?
- Stai giù, rilassati tanto sono appena usciti tutti.
Aprii completamente gli occhi e notai che gli schienali delle poltroncine della fila avanti alla nostra mi erano parecchio vicini.
- Ti eri addormentato con la testa sulla mano così ho pensato che saresti stato più comodo in questo modo.
Sorrise... finalmente tornai pienamente coscente in modo da capire dove mi trovavo, avevo la testa sulle gambe di Kaoru ed ero leggermente sdraiato, lei continuava ad accarezzarmi il volto e io non potei non gradire... le sue mani mi rilassavano, sentirsi coccolare in quel modo era un sedativo naturale, sarei potuto stare lì incollato a lei per anni senza cambiare posizione pur standoci piuttosto scomodo vista la mia altezza.
- Kaoru quanto possiamo rimanere ancora?
- Qualche secondo...
- Tanto vale avviarci... o ci chiuderanno dentro...
- Aspetta ancora un paio di secondi.
- Per cosa?
Ed improvvisamente tutto mi fu chiaro, ella mi prese il volto con estrema delicatezza e poggiò le sue labbra sulle mie regalandomi un piccolo bacio appena accennato.
- Adesso è lunedì.
Sorrise serena mentre era intenta a tenermi abbracciato stretto al suo corpo.



Mi svegliai in una camera che ricordavo perfettamente ma che non vedevo da quasi cinque anni anni,era la camera della mia infanzia,stessi odori,stessi colori esattamente tutto com'era,come me lo ricordavo...
...Ma io cosa ci facevo li?Mi alzai dal letto e mi guardai intorno,frugai tra i cassetti della mia scrivania e ritrovai delle foto,foto di due bambini...eravamo io e Ryoma.Come eravamo buffi con quelle espressioni contrariate!
Poi delle voci.Sentii delle voci provenire dal piano di sotto,voci familiari ma ancora non riuscivo a ricollegare a chi potessero appartenere.Scesi in fretta le scale per arrivare in cucina e lì vidi qualcosa che fece balbettare il mio cuore,stavo letteralmente rischiando un infarto:I miei genitori.
Mia madre preparava la colazione e mio padre leggeva il giornale...tutto esattamente com'era...
-Hikaru tesoro!Ben svegliata.-il suo dolce e rassicurante sorriso...
-Buongiorno Hikaru.Dormito bene?-la voce calda e affettuosa di mio padre...
-Ma-ma-mamma Pa-papà!!!!-le lacrime mi riempirono gli occhi in meno di un secondo
-Ehy non piangere amore noi siamo qui con te e lo saremo per sempre...
Ma in un attimo tutto svanì.Tutto cambiò.Mi ritrovai in un'altro posto un posto che non avevo mai visto un posto che non conoscevo.
Cominciai a correre e mentre correvo vedevo in lontananza qualcosa che non riuscivo ancora a definire.Il paesaggio era deserto,non c'era vita ma man mano che mi avvicinavo riuscivo a distinguere con orrore ciò che ricopriva il terreno arido come fosse un prato:cadaveri,cadaveri di soldati morti in guerra.
Cadetti a terra distrutta da quello che vedevo e non potei evitare di iniziare a tremare e le lacrime continuavano a uscire ma non erano più lacrime di gioia,erano lacrime di terrore!
-Hi-Hikaru-la voce straziata di un uomo mi fece girare e in quel momento riconobbi mio padre sanguinante steso a terra.A fatica mi alzai e mi avvicinai di corsa al suo corpo inginocchiandomi poi nuovamete.
-Papà!!-urlai e subito dopo notai mia madre senza vita poco più in là.Sembrava quasi che dormisse...
-Hikaru ascolta n-noi ti abbiamo amato.N-noi t-ti saremo per sempre vicini-poi l'ultimo respiro e lo vidi morire tra le mie braccia
-Papà!!!!Ti prego svegliati!Mamma Papà!!!!!!NON LASCIATEMI!!!!
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola e piansi,piansi fino a sentirmi male.Poi ancora lo scenario cambiò.
Mi trovavo in una casa,precisamente la casa di Ryoma.Non capivo cosa stava succedendo...
Andai verso il salotto e lì mi bloccai ad osservare una scena:C'era una ragazzina di dodici anni con in mano una lettera,era immobile con gli occhi vitrei,continuava ad osservare il vuoto,il viso inespressivo... La riconobbi subito.Ero io...
Il giorno in cui avevo ricevuto la lettera che mi informava della morte dei miei genitori...
Vidi un ragazzino dai capelli lunghi e argentei entrare nel salotto e guardarmi con aria preoccupata,immediatamente corse verso di me e afferrandomi per le braccia.
<>gli occhi della me bambina ripresero vita guardarono il ragazzino esile che la stava scuotendo e cominciarono a far scendere calde lacrime lungo il viso.Il ragazzino la guardava sconvolto e senza che lei le dicesse nulla aveva capito ma prima che lui potesse abbracciarla,la me di un tempo,era scappata via
Continuai ad osservare la scena e fui trasportata ancora in un altro luogo:nel parco.
Rividi me stessa piangere e urlare contro il cielo,rividi quel dolce ragazzino corrermi incontro,abbracciarmi e offrirmi il suo aiuto...
Ryoma... quella promessa l'avevo dimenticata...
<> un'affermazione è vero ma suonava da promessa...
Improvvisamente tutto si fece nero,ero circondata dal buio più intenso.Senza accorgermene cominciai a piangere,mi rannicchiai su me stessa continuando a singhiozzare...
-Ryoma...-dissi in preda alla disperazione più totale
-Ti-ti prego torna,torna da me,torna a salvarmi,non lasciarmi sola ti prego!
Non riuscivo a smettere di piangere.Ma ad un tratto vidi una luce e una mano che si tendeva e più la mano si avvicinava più potevo vedere la persona che me la tendeva.E con mia grande sorpresa notai che era Ryoma...era tornato,era tornato a salvarmi con quel suo sorriso dolce...
Afferrai la mano senza nemmeno pensarci.


Mi svegliai di soprassalto,era stato un sogno,soltanto un sogno,mi toccai il viso e lo sentii bagnato,probabilmente avevo pianto davvero...
Guardai la sveglia.Segnava le 4:30.Mi rigirai di nuovo nel letto,verso la finestra da dove entrava la luce dei lampioni che illuminava leggermente la stanza e mi soffermai a guardare il viso di Rei che dormiva accanto a me con il braccio che circondava la mia vita.Provai uno strano senso di delusione nello scoprire che il ragazzo che ora era nel mio letto non aveva i capelli argentati ma neri...
Allontanai il braccio di Rei da intorno alla mia vita e continuai a pensare al sogno.
Perchè avevo fatto quel sogno,perchè ora?Non riuscivo a darmi una risposta sensata.
Distrattamente,mentre i pensieri attorno a quel sogno mi fecero ripetere sonno,mugolai qualcosa...
-Ryoma torna...a...salvarmi...



- E insomma dopo aver litigato per l'ennesima volta io e... ehy Ryo ma mi stai ascoltando?
Eiko mi passò una mano davanti agli occhi ed io sobbalzai scuotendo la testa.
- Ti sei incantato di nuovo! Sarà la quinta volta stamattina, che ti succede?
- Euh? No niente... oggi è una giornata un po' particolare.
- Non è che hai dormito poco?
- Questo è solo l'ultimo dei miei attuali problemi...
- Yagami vuoi chiudere il becco? Stai disturbando la mia lezione!
Il professore di matematica sbattè violentemente la mani sulla cattedra facendo calare un silenzio di tomba nell'aula. Durò poco, ma quel breve lasso di tempo fu sufficiente per rovinarmi ancor di più la giornata, ovviamente era stata la mia compagna di banco a cominciare l'opera... non sarei arrivato all'ultima ora senza imprecare.
Tanto per concludere in bellezza: una pallina di carta mi colpì sulla guancia facendomi voltare in modo tale che i miei occhi potessero capire da dove era stata lanciata. Non ci fu molto da capire alla fine... ancora una volta Koga aveva deciso di rompermi le scatole, nel momento meno opportuno per giunta.
- Cosa vuoi palla al piede?
- Farti buttare fuori, la tua presenza mi da fastidio.
- Allora cambia istituto, faresti un favore sia a te che al resto degli studenti.
- E' molto più divertente vederti scappare con la coda tra le gambe che concederti una tregua. Lascerai questa scuola ancor prima che tu possa rendertene conto.
- Hai finito? Stai irritando non poco il mio povero senso dell'udito.
- Non chiedo di meglio.
- Baaah... e io che ci perdo anche tempo con gente simile.
Mi voltai dalla parte opposta appoggiando il braccio sul banco e sorreggendomi la testa con la mano del medesimo braccio ma mi pentii subito... se dalla precedente parte mi attendevano i discorsi idioti di Koga... da questa mi stavano aspettando le inutili chiacchiere di Eiko. Senza pensarci due volte cambiai nuovamente posizione, appena in tempo per prendere in pieno volto una seconda pallina di carta.
- Questo è stato un lancio prodigioso! Non mi sarei mai aspettato che tu potessi girarti di nuovo.
- Mi chiedo se tu debba ancora sviluppare delle parti del tuo cervello oppure se le suddette si siano già fuse. Per la tua salute deciderei di optare per la prima opzione ma visto che non me ne importa nulla di te trovo più plausibile la seconda.
- Io invece mi chiedo come faccia Kaoru a stare con te, lei è sprecata e tu non te la meriti.
- Perchè devi tirare in ballo Kaoru? Non sai offendermi in altri modi?
Cominciai ad irritarmi seriamente, poteva dire tutto quello che voleva di me ma se solo si fosse azzardato a parlar male della mia ragazza... l'avrei ucciso seduta stante. Per un attimo controllai il banco di Ayame il quale si trovava proprio accanto al mio, lei era dovuta uscire per effettuare una verifica di recupero quindi avrei potuto attingere al suo arsenale di utensili senza che se ne accorgesse. Righello? Matita? Forbici... quelle erano perfette, se Osaki si fosse azzardato ad aggiungere qualcos'altro su Kaoru l'avrei usato come bersaglio umano.
- Devi sapere, caro Ryoma, che io provo piacere nel vederti teso, adirato, è una delle cose che più mi soddisfa - lo fissai serio negli occhi, attendendo altre parole da parte sua, parole che, come già sapevo, mi avrebbero causato non solo un eccesso di rabbia ma anche qualche guaio - ti conviene quindi tenerti stretta la tua ragazza... chissà magari un giorno di questi potrebbero passarmi strane idee per la testa, in fondo... anche certi latrati possono soddisfarmi a dovere.
Nel momento esatto in cui finì di parlare la punta delle forbici si conficcò nel muro dietro di lui sfiorandogli di qualche millimetro l'orecchio, i suoi occhi si erano spalancati e le pupille vibravano, continuava a fissare impaurito il mio braccio teso verso di lui testimone dell'avvenuto lancio.
La fortuna volle (non so se a favore mio o a di Koga) che il professore vedesse la scena con chiarezza, non ci mise tanto a sbattermi fuori dalla classe e, probabilmente, avrebbe annotato il fatto sul suo registro: il primo quadrimestre me lo ero ormai giocato.
"Perchè... perchè sono così impulsivo? A continuare così finisce che mi metto in guai seri..."
Non avevo la benchè minima voglia di restarmene fermo e zitto a lato della porta di classe, decisi dunque di farmi una passeggiata per l'istituto: magari mi sarei distratto (anche se, devo ammetterlo, avevo provato un certo piacere nel lanciare le forbici a quella serpe di Osaki).
Qualche passo per il corridoio e poi di corsa sulle scale, ormai avevo memorizzato ogni singolo punto della scuola e sapevo dove avrei trovato il bar: sullo stesso piano dov'era situata la classe di Kaoru.
Non appena raggiunta la metà mi diressi a passo spedito verso il bar per comprare una bibita, mi era venuta una sete pazzesca tutto d'un tratto e non avevo intenzione di lasciar correre. Man mano che mi avvicinavo riuscivo a distinguere alcuni volti familiari, studenti che avevo incrociato varie volte negli ultimi giorni, tutti intenti a procurarsi la colazione... una ragazza in particolare però colse la mia attenzione: era di nuovo lei, quella ragazza dai capelli lunghi.
E mi avvicinai ancora... ancora e ancora... finchè lei non si voltò per poi cominciare a camminare verso di me, azione che interruppe praticamente subito bloccandosi, anzi, per essere preciso, ci bloccammo entrambi, a pochi passi l'uno dall'altra. Il tempo sembrò fermarsi, accanto a noi le altre persone si incrociavano, facevano la loro strada con naturalezza... noi non eravamo lì, lo scontrarsi dei nostri sguardi ci aveva catapultato in un'altra dimensione, una dimensione solo nostra.
La ragazza lasciò cadere senza accorgersene il sacchetto con gli acquisti che aveva appena fatto, la sua colazione si sparse sul pavimento adiacente ai suoi piedi, ma ciò non disturbò il nostro stato di trance... una sorta di ipnosi che perse efficacia pochi istanti dopo, quando le nostre voci ruppero il silenzio che si era impadronito di quel breve lasso di tempo.
- Ryoma
- Hikaru

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@Fede: Ebbene si =) alla fine i nostri due protagonisti si sono incontrati di nuovo! Però non hanno ancora avuto modo di riconciliarsi a dovere u.u se volete saperne di più vi toccherà aspettare il prossimo capitolo ^^. Au revoir e recensite in tanti ^^
@Yuuki:Oh finalmente dopo una lunga attesa ce l'abbiamo fatta a postare U___U quindo spero soprattutto che questo capitolo vi piaccia!Finalmente Hikaru e Ryoma si sono incontrati e più tardi del previsto <__< ma è stato meglio così almeno abbiamo approfondito parecchie cosette.Be che dire come dice fede se volete sapere cosa succederà ora...bè continuate a leggere ^.- e recensite *-* e colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che ci seguono e recensicono ^^ anche i soli lettori^^.Bye al prox chappy!

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Capitolo 7
*** Something is changed...you? ***


Fanfiction: Story about two lovers... and two friends
Successione: Capitolo 7-"Something is changed...you?
Personaggi principali: Ryoma Yagami (15 anni), Hikaru Tomoko (17 anni)
Personaggi secondari:
Rating: Verde
Luogo: Tokyo (Presente: Anno 2003)



-Hikaru-
Non riuscivo a crederci ,era tutto così surreale,non poteva essere lui,non poteva quel ragazzo così alto dagli occhi verdi e i capelli argentei essere il mio Ryoma,no non era possibile!
Eppure lo avevo riconosciuto subito,lo avevo chiamato come lui aveva chiamato me ma quello non era il Ryoma che ricordavo...
Continuavo a guardarlo incredula e a bocca aperta,mi sembrava impossibile quello che stava accadendo:di fronte a me avevo il mio migliore amico d'infanzia,l'amico che credevo non avrei più rivisto...
A risvegliarmi dal mio stato di improvisa trance fu proprio la voce del Ryoma ormai ragazzo.
-Hi-Hikaru?Sei proprio tu?-com'era strano per me sentirlo parlare con una voce così...da uomo?
-Ryoma...-ripetei ancora quel nome mentre sentivo chiaramente gli occhi pizzicarmi e calde lacrime cominciare a riempirli.Era lui,era il mio Ryoma!Come se le gambe avessero volontà propria,corsi verso di lui abbracciandolo di slancio.
-Non posso crederci!!!-quasi urlai.Strinsi ancora di più la presa mentre percepivo lo sgomento del ragazzino,ora decisamente cresciuto,che era sempre stato presente nei miei pensieri.Poco dopo mi abbracciò anche lui dietro una risata che mi riempì l'anima,dopo troppo tempo sentivo di nuovo raffiorare la felicità...
-Già nemmeno io!-ci staccammo con entrambi un sorriso a trentadue denti,poi ad un tratto si fece pensieroso,aveva ancora le stesse espressioni!E in quel momento pensai che allo stesso tempo era infinitamente diverso:i capelli lunghi ora li portava legati e i suoi lineamenti erano più marcati,rispetto a quando eravamo due bambini,ma al contempo dolci,il suo corpo invece non aveva più nessuna traccia del Ryoma bambino che conoscevo,era tutt'altro che gracilino!La muscolatura al punto giusto,evidenziata dalla camicia bianca rendeva tutta la sua corporatura armoniosa,era davvero diventato un bellissimo ragazzo...
-Ma-ma Hikaru tu che ci fai qui???!-
-Razza di baka!Sei cresciuto solo in altezza per caso?Cosa vuoi che ci faccia qui,ci studio no?- scoppiai a ridere rumorasamente incapace di trattenermi mentre guardavo lui che corrucciava la fronte e gonfiava le guancie,esattamente come quando eravamo bambini,e ridevo,ridevo,ridevo di gioia...
-Ehy!Senti chi parla,quella a cui sono cresciuti solo i capelli!Tsè!E poi io intendevo che ci fai qui a Shibuya.-era così teneramente buffo.
-Oh bè vedi casa di mia nonna è da queste parti per questo sono qui...ma tu piuttosto non dovresti stare ad Ed-Ogawa?
-Ah si...ecco in realtà vedi i miei sono all'estero e io..bè ti ricordi di mio zio?Ora sono suo ospite...-i miei occhi si spalancarono nell'istante in cui sentii uscire quell'informazione sconcertante dalla bocca di Ryoma.
-Quale zio?-un orrendo presentimento mi allarmava sulla faccenda.
-Quello zio.-annuiva rassegnato
-Oh mio Dio!!Ma sono impazziti!Voglio dire stiamo parlando dello zio perennemente ubriaco che ogni volta si portava dietro una ragazza diversa??Lo stesso che ci ha fatto sbronzare a 8 anni dicendoci che era giusto che i giovani imparassero da subito a godersi i piaceri della vita?????!!-parlai a raffica tanto ero sconvolta,come potevano i genitori lasciarlo con una persona del tutto inaffidabile come lo zio,no non si poteva!.
-Eh quello.-sospirò con una faccia piuttosto avvilita-Ma per fortuna a casa non c'è quasi mai.-sorrise grattandosi la nuca.
-Mh capisco.Bè quindi ora sei qui...-il mio viso si distese in un sorriso stranamente dolce,forse per le mie stesse parole...
-Si sono qui.-fece la stessa cosa anche lui.
Mi voltai indietro e notai che quella che doveva essere la mia colazione era ancora sul pavimento,così pensai che forse era davvero il caso di chiamare uno degli inservienti e magari di andare al bar a prendere qualcos'altro insieme a Ryoma,in fondo,pensai,mancavano ancora la bellezza di trenta minuti alla fine dell'ora.
-Ehy ti va di venire a prendere un caffè,qui al bar della scuola?Così avverto anche del disastro che ho combinato-risi di me stessa.
-Mi pare una buona idea.-il suo viso si distese nuovamente in un sorriso luminoso
-Bene.-mi incamminai verso il bar affiancata dal mio prezioso amico.
Una volta li feci esattamente quello che dovevo,dopodiché chiesi ad un Aki,vagamente stupito di vedermi in compagnia-o meglio insieme ad una faccia pulita-di prepararmi due caffè.
-Ma come sta tua nonna Hikaru?Racontami qualcosa di te cosa hai fatto in tutti questi anni??
A quella domanda entrai nel panico.Cosa avrei potuto dirgli?Improvvisamente,come se la realtà mi fosse stata sbattuta in faccia senza pietà,realizzai che io non ero esattamente la persona che Ryoma doveva ricordare...
-Vedi sono cambiate molte cose...mia nonna è morta poco dopo il mio trasferimento.-sorseggiai il mio caffè cercando di mantenere la calma ma la realtà era che dentro avevo paura,paura che se avesse scoperto ora tutta la verità si sarebbe allontanato per sempre...
-Stai dicendo che-che sei rimasta da so--
-Ryoma non mi sembra il caso di parlarne qui...te ne parlerò ma non qui.-mi fissava totalmente sconvolto per poi annuire deciso qualche secondo dopo
-Senti Ryoma io-- -non sapevo esattamente cosa avrei voluto dirgli,forse che non ero più la stessa,che le cose erano cambiate o semplicemente che avevo bisogno che lui mi rimanesse vicino ma non ebbi il tempo di finire la frase perchè la voce tuonante di un professore mi interruppe
-Yagami!!Cosa ci fai qui?!Mi pareva di averti detto di stare fuori dalla classe non di averti detto che potevi gironzolare a tuo piacimento per la scuola!!
-Se è per questo non mi pare nemmeno che lei me l'abbia negato.-era visibilmente irritato ed io rimasi colpita dalla sicurezza con cui aveva risposto al professore,anche in questo era cambiato dunque.
-In classe!!!-il mio migliore amico fu costretto ad obbedire seppure con una certa riluttanza.
-Scusami Hikaru purtoppo devo andare.-era realmete dispiaciuto proprio come me
-Tranquillo-guardai torva il professore che cambiò subito la direzione dello sguardo.
Osservai Ryoma allontanarsi provando una strana sensazione di freddo.



- Ryoma.
La tentazione di tirarmi uno schiaffo per vedere se tutto questo fosse un sogno era forte, ma anche quella di continuare a immaginare tutto si faceva sentire... possibile che stessi vivendo la realtà? Era davvero la piccola Hika quella ragazza dai capelli così lunghi che avevo già avuto modo di vedere nei giorni precedenti? La risposta mi venne data da lei stessa, o meglio dal suo comportamento. Sembrava shockata, in trance per così dire, di certo non ero capace di provocare simili reazioni in ogni ragazza, soltanto la mia migliore amica che non vedevo da una vita avrebbe potuto reagire così al solo vedermi (non che io avessi fatto diversamente con lei, sia chiaro).
- Hi-Hikaru? Sei proprio tu? - chiesi timoroso di ricevere una risposta negativa.
- Ryoma... - si era proprio lei, non mi diede nemmeno il tempo di correre verso di lei per abbracciarla che già mi aveva preceduto e si era praticamente tuffata sul mio petto - Non posso crederci!!!
Se solo avesse alzato un po' di più la voce mi avrebbe assordato, era visibilmente contenta di rivedermi mentre io, al contrario, sembravo sofferente intrappolato tra le sue braccia che mi stritolavano. Ricambiai l'abbraccio accompagnandolo con una risata.
- Già nemmeno io!
Dissi a mia volta sfoggiando un vistosissimo sorriso poco prima di rabbuiarmi improvvisamente... mettendo da parte la felicità del momento ... mi sorse spontanea una domanda.
- Ma... ma Hikaru tu che fai qui???!
- Razza di baka! Sei cresciuto solo in altezza per caso? Cosa vuoi che ci faccia qui,ci studio no?
Scoppiò a ridere mentre io assunsi un'espressione di disappunto come ero solito fare da piccolo... non era cambiata per niente (e forse io non ero da meno).
- Ehy! Senti chi parla, quella a cui sono cresciuti solo i capelli! - lanciai un rapido sguardo a tutto il suo corpo per poi, mentalmente, contraddirmi "Beh... non proprio soltanto quelli" - Tsè! E poi io intendevo che ci fai qui a Shibuya.
"Se mi risponde con CI ABITO RAZZA DI BAKA giuro che la strozzo!"
- Oh bè vedi casa di mia nonna è da queste parti per questo sono qui...
tirai un sospiro di sollievo, era tornata seria.
- Ma tu piuttosto non dovresti stare ad Ed-Ogawa?
- Ah si... ecco in realtà vedi i miei sono all'estero e io... beh ti ricordi di mio zio? Ora sono suo ospite...
Non l'avessi mai detto... spalancò gli occhi non appena finii di pronunciare la zeta della parola zio, ma come potevo biasimarla? Aveva un armadio di buoni motivi per reagire in maniera esagerata all'informazione che le avevo appena dato.
- Quale zio? - chiese cauta e perplessa.
- Quello zio - annui rassegnato.
- Oh mio Dio!! Ma sono impazziti! Voglio dire stiamo parlando dello zio perennemente ubriaco che ogni volta si portava dietro una ragazza diversa? Lo stesso che ci ha fatto sbronzare a 8 anni dicendoci che era giusto che i giovani imparassero da subito a godersi i piaceri della vita?????!! - parlò spedita, senza prender fiato e quel poco che capii delle sue parole mi fece tornare in mente la nostra prima sbronza... che tra l'altro per me fu anche l'ultima.


- Su su un altro goccetto Ryo, non vorrai farti battere da Hikaru!!! Lei è almeno due bicchieri avanti a te!
- Hic... basta non ce la faccio più...
- Eh eh eh eh eh Ryo ti ho battutto... Hic... anche in questo campo... Hic... oh Dio mio...
- Sta zitta ubriacona... Hic... guarda ora bevo tutta la bottiglia!
- Fallo! Scommetto che non la reggi nemmeno tra le mani Hic...
- Oh santissimi numi! Guarda come butta giù il mio ragazzo!!! E' tutto suo zio!
- Ryo? Ryo???
- Zzzz...
- Hic... si è addormentato... oh, sta venendo sonno anc... Hic... Zzzzz...
- Ragazzi che roba, mi hanno finito la scorta personale... però devo dire che tutto quell'alcool è stato speso bene! I miei piccoli crescono ah ah ah ah ah!!!


Rabbividii... più che un ricordo si poteva definire un trauma!
- Eh quello - sospirai avvilito - Ma per fortuna a casa non c'è quasi mai - sperando di averla fatta preoccupare un minimo lasciai cadere quella triste maschera dal mio volto per ricominciare a sorriderle mentre con una mano mi massaggiavo la nuca.
- Mh capisco. Bè quindi ora sei qui... - era troppo dolce mentre scandiva con felicità queste semplici parole.
- Si sono qui - confermai cercando di emulare la sua espressione.
Hikaru si voltò un attimo indietro, probabilmente si era appena ricordata di aver combinato un macello poco prima di tuffarsi sul mio petto, ridendo subito dopo confermò la mia teoria.
- Ehy ti va di venire a prendere un caffè, qui al bar della scuola? Così avverto anche del disastro che ho combinato.
- Mi pare una buona idea. - le sorrisi, felice di aver ricevuto una simile proposta.
- Bene.
Ci incamminammo dunque verso il bancone l'uno di fianco all'altra e, giunti a destinazione la piccola Hika (già... per me rimane sempre la mia piccola Hika... nonostante sia lei la vecchietta tra i due) chiese due caffè al barista, da come gli si rivolgeva sembrava avere molta confidenza con lui.
- Ma come sta tua nonna Hikaru? Raccontami qualcosa di te cosa hai fatto in tutti questi anni??
Cadde il silenzio per un attimo... mi sarei voluto mordere la lingua molto volentieri per poi tornare indietro nel tempo e cancellare quelle mie domande.
- Vedi sono cambiate molte cose... mia nonna è morta poco dopo il mio trasferimento.
- Stai dicendo che... che sei rimasta da so...
Mi bloccò. - Ryoma non mi sembra il caso di parlarne qui... te ne parlerò ma non qui.
Ero rimasto sconvolto e si vedeva. Annuii dopo qualche secondo prima che potesse riprendere a parlare.
- Senti Ryoma io...
- Yagami!! Cosa ci fai qui?! Mi pareva di averti detto di stare fuori dalla classe non di averti detto che potevi gironzolare a tuo piacimento per la scuola!!
Puntuale come uno strozzino e sempre tra i piedi come il prezzemolo il professore fece la sua comparsa (che tra l'altro non capisco perchè sia dovuto uscire per venirmi a cercare proprio nel bel mezzo della lezione... maledetto Koga, c'era sicuramente il suo zampino!).
- Se è per questo non mi pare nemmeno che lei me l'abbia negato - irritato sarebbe stato troppo dolce come aggettivo per indicare il mio stato d'animo. Dannato guastafeste!
- In classe!!! - sbraitò furibondo.
- Scusami Hikaru purtroppo devo andare.
- Tranquillo - finita la parola lanciò un'occhiataccia al docente il quale spostò lo sguardo altrove... era comprensibile in effetti, Hikaru sa far capire fin troppo bene il suo stato d'animo e qualcosa mi dice che negli occhi aveva stampata la scritta: Muori!
Rassegnato mi allontanai dando le spalle alla mia migliore amica. Finalmente eravamo di nuovo insieme.




Mi ero notevolmente innervosita ma in fondo mi sentivo anche molto sollevata. Affrontare un discorso così lungo e complicato sul "cosa
hai fatto in questi anni" era esattamente quello che volevo evitare,non avrei mai potuto raccontare a Ryoma tutta la verità...
-Sei pensierosa Hikaru.-la voce di Aki mi distolse dai miei pensieri.
-Già,abbastanza.- sorrisi malinconicamente
-Mi sembra una brava persona...quel tuo vecchio amico.
-Lo è!- affermai sorridente
-Bene,tienitelo stretto Hikaru. Onestamente mi sembra anche l'unica persona che può veramente tirarti fuori dal baratro in cui stai cadendo...- le sue parole mi colpirono dritte al cuore e un moto di rabbia cominciò a muoversi dentro di me.Sapevo di essere caduta in basso ma odiavo che qualcun'altro mi dicesse così apertamente ciò che non volevo sentirmi dire,che potesse leggere con tanta facilità quello che avevo dentro. Non lo sopportavo. Mi alzai di scatto guardandolo dritto negli occhi intimandogli di non permettersi mai più di dirmi cose come quelle e subito dopo mi giraii ed andai via lasciandolo con un espressione di totale sbalordimento sul volto.
Rientrai in classe sbattendo la porta facendo sobbalzare l'intera classe,compreso il professor Suzuki che per mia sfortuna,o forse per sua sfortuna,era ancora in classe nonostante la sua ora di lezione fosse finita.
-Tomoko!Hai deciso di degnarci della tua presenza?-inutile tentativo di umiliarmi,al quale evitai di rispondere. -Allora?Pensi di poter uscire ed entrare dalla classe quando ti pare?Se pensi che te la faccia passare liscia ti sbagli di grosso!Ho già provveduto a metterti una bella nota sul registro e sai cosa significa questo Tomoko?- continuava a parlare a sproposito e più cercavo di ignorare la sua fastidiosa voce più lui mi si avvicinava urlandomi in faccia. -sai vero che una sola nota in più può costarti l'anno?Vedi di filare dritto o sarò io stesso a fare in modo che tu venga buttata fuori di qui!- e a quel punto non seppi più trattenermi,tutta la rabbia e il nervoso che covavo dentro esplosero come una bomba ad orologeria.
-Stupido idiota pensi forse di farmi paura?- avevo perso il controllo e non potevo fermarmi-Sei tu che devi stare molto attento se non vuoi finire senza lavoro,razza di perdente!-la sua mano,oserei dire ,si alzò contro il mio viso fermata appena in tempo dalla mia. -Non ti conviene hai un'intera classe che può testimoniare.- dissi ghignando mentre il professore ,come si fosse appena accorto di non essere solo,si guardava intorno.
-Le conviene andare,la campanella è suonata da un pezzo.-gli passai affianco andando a sedermi al fianco di una Kaoru completamente sbiancata.
Mentre il professore paonazzo in volto prendeva i suoi effetti ed usciva dalla porta,Kaoru mi guardava sconvolta.
-Forse hai esagerato Hikaru...- avrebbe fatto meglio a tacere
-Ho forse chiesto la tua opinione?Non mi sembra-ero furente e lei sembrava più che intimidita,daltronde lei ancora non aveva visto questo lato di me.
-Io-io volevo soltanto... -
-Non mi interessa,io non ti ho chiesto niente e se ora puoi farmi il piacere di guardare da un'altra parte...- mi pentii quasi subito di averla trattata così,ma ero così arrabbiata che avrei potuto fare anche di peggio se avesse continuato a parlarmi. In quel momento il pensiero di Ryoma tornò a tormentarmi,era come se averlo rivisto avesse risvegliato una parte della mia coscenza che si era addormentata.
Le ore successive passarono con estrema lentezza,non riuscivo a seguire le spiegazioni e continuavo a pensare a come avrei dovuto comportarmi con Ryoma,era diventato un chiodo fisso!Non volevo che sapesse la verità,ma non volevo nemmeno mentirgli perchè sapevo che non lo meritava,sapevo che se avesse scelto di essermi ancora amico avrebbe dovuto farlo sapendo ogni cosa...ma il pensiero di un suo rifiuto mi straziava,non volevo che mi stesse ancora lontano,perchè sapevo di avere bisogno di lui.
Ricevetti molti richiami dai professori che si accorsero più volte della mia disattenzione e a seguire ci furono prediche sull'importanza della scuola e del trovare uno scopo nella vita. E io odiavo la loro presunzione,odiavo che pretendessero di conoscere ogni cosa di me,quella assurda presunzione nel dire "ti capisco" quando in realtà non capivano un bel niente e li odiavo tutti perchè non perdevano mai occasione di ricordarmi quanto stessi fallendo nella mia vita...
Una volta finite le lezioni mi affrettai ad uscire dalla scuola per non incontrare nessuno,non volevo incontrarlo almeno non in quel momento.
Fuori dalla scuola trovai Rei ad aspettarmi sulla sua moto e la cosa mi innervosì. Sembrava che ci fosse un complotto contro di me che mi impedisse di starmene un pò per i fatti miei.Passai avanti senza nemmeno guardarlo in faccia ma sapevo che non mi avrebbe lasciata andare e come mi aspettavo scese dalla moto e mi si affiancò afferandomi per un braccio.
-Ehy che ti prende?- chiese irritato
-Voglio stare da sola!-risposi altrettanto innervosita
-Senti io capisco che questo non è un bel periodo ma non prendertela con le persone che ti stanno vicino!- mi intenerii,aveva ragione. Lui mi era stato vicino e forse dovevo mostrargli più considerazione.
-Hai ragione scusami.- dissi malinconica e lui ne rimase stupito,non era abituato a vedermi così arrendevole.
-Ti porto a casa?- mi chiese timoroso di un rifiuto
-Si perfavore.- e io acconsentii.
Mi prese per mano ignorando le ragazzine del primo anno che lo guardavano adoranti e mi portò indietro alla sua moto.Non appena salita sul veicolo,Rei sfrecciò via ad una velocità esagerata.
-Hikaru facciamo una deviazione.-mi disse improvvisamente mentre decellerava per cambiare direzione
-Cosa??Dove vuoi andare????- chiesi allarmata.
-Casa mia.- una risposta semplice,chiara,che mi preoccupava e mi piaceva al contempo. Almeno ero sicura che per un pò mi avrebbe distratto.
Prima di vedere la casa ,o meglio la villa, in cui abitava Rei non avrei mai potuto immaginare quanto fosse alto il reddito della famiglia Nakamura. La villa si trovava in una dei quartieri più ricchi di Tokio,era molto grande e costruita secondo l'antica archittettura dell'età imperiale. Una volta passato il possente cancello in legno e completamente intagliato ci si trovava di fronte a due viali:uno portava al parcheggio e l'altro all'interno della villa. Rei mi chiese di scendere dalla moto e al contrario di quello che pensavo scese anche lui e parcheggiò la moto proprio li vicino all'entrata.
-Scusa ma perchè la parcheggi li?- chiesi sorridendo non capendo la sua scelta.
-Perchè così è a portata di mano quando voglio scappare da qui- rise ed io insieme a lui. Mi prese per mano e mi guidò all'interno della magnifica villa ed io rimasi meravigliata di fronte al bellissimo giardino che adornava il centro della costruzione.Vi era un grande stagno attraversato da un ponte in legno ,tinto di rosso, su cui era dipinto lo stemma della famiglia.Tutto il prato intorno era ben curato proprio come i mandorli stranamente fioriti che contribuivano a rendere quel giardino così straordinariamente bello. Era dai tempi della mia infanzia che non ne vedevo uno...
-E' bellissimo!- dissi come una bambina meravigliata.
-Si non male- mi rispose con poco entusiasmo.
-Ma stai scherzando!!!E' qualcosa di assolutamente magnifico,io ci passerei le ore qui!-dissi continuando a guardarmi intorno. -Puoi farlo se vuoi- mi guardò sorridendo maliziosamente ed io distolsi lo sguardo insipegabilmente...Mi sentii a disagio.
Mi mostrò l'interno della casa,le camere,le stanze per il bagno e infine mi portò nella sua camera. Mi accorsi che oltre ad essere una delle camere più grandi era anche la più spoglia,c'era soltanto una grande finestra che dava sullo splendido giardino e come il resto della casa era arredata secondo il tipico modello giapponese ma vi era solo il grande armadio che conteneva i futon e qualche foto di famiglia incorniciate e appese sulle pareti.Mi guardai intorno curiosa di scorgere qualche particolare.
-Ti piace?-mi chiese all'improvviso
-Forse troppo spoglia,mi aspettavo più disordine!-dissi ridendo
-No qui non è proprio possibile,ci ho provato ma...siamo circondati da domestici che impediscono il disordine in qualsiasi stanza-disse sprezzante - e visto il poco tempo che passo qui ho preferito non far mettere nient'altro che lo stretto necessario.
-Oh.E le foto?Le hai attacate tu?- chiesi incuriosita
-Solo quella di mia madre,le altre le ha fatte appendere il padrone di questa villa.Mio padre - giunsi alla conclusione che Rei non doveva amare molto quella casa e non doveva essere nemmeno in buonissimi rapporti con la sua famiglia.Non si era espresso una sola volta in modo positivo su quella villa da quando avevamo oltrepassato il cancello.
-Senti perchè mi hai portato qui?- chiesi a bruciapelo
-Perchè volevo farti vedere dove vivevo.- rispose sorpreso
-Non mi sembra che tu aprezzi molto questo posto - affermai con sicurezza cercando di capire la vera ragione che lo aveva spinto a portarmi in un posto che chiaramente disprezzava.
-Si è vero.Ma fa lo stesso.Volevo che tu conoscessi qualcosa in più di me.-distolse lo sguardo e dopo un respiro profondo riprese a parlare.- In questi anni non hai mai chiesto nulla della mia vita e tu non mi hai mai reso partecipe del tuo passato...Voglio solo sentirti più vicina Hikaru...voglio poter condividere qualcosa di più con te- mi guardava intensamente negli occhi e io ero come immobilizzata dal suo sguardo,non seppi rispondere. E prima che potessi rendermene conto le sue labbra erano premute sulle mie chiedendo ,come in una preghiera silenziosa,alle mie di schiudersi. Mi lasciai trasportare dalla morbidezza di quel bacio,lasciando così che la sua lingua sfiorasse la mia e che le sue braccia mi stringessero in un abbraccio carico di triste dolcezza.
Si allontanò dalla mia bocca tenendomi ancora stretta al suo corpo e posò la sua testa sulla mia.
-Ti prego Hikaru.Resta con me stanotte...- la sua richiesta mi fece trasalire per un secondo,l'idea che volesse da me qualcosa che non ero pronta a concedergli mi preoccupava.
-Rei io non... - mi interruppe prima che potessi finire la frase
-Prometto che non ti chiedero di fare niente.Mi basta soltanto poterti tenere abbracciata per tutta la notte,mi basta averti qui ed avere finalmente un ricordo che mi faccia amare queste mura che ora odio. Non lasciarmi Hikaru...-
Non so se furono le sue parole o i suoi occhi tristi a convincermi ma sentivo il bisogno di stargli accanto,mi riconobbi in quella solitudine che lo attanagliava e sentii un improvvisa comprensione che mi spinse ad accettare.
-Va bene.-
E per la prima volta dopo cinque anni dormii in una casa che non era la mia...



Con un poderoso "SLAM" la porta della classe si chiuse dietro al professore, mi lasciò raggiungere il banco nel silenzio più totale mentre ogni singolo compagno mi teneva gli occhi addosso. Spostai la sedia e presi posto, il docente fece lo stesso, riordinò alcune scartoffie e si schiarì la voce.
- Cosa devo fare con te Ryoma? - Chiese retoricamente.
- Non mi sembra di aver fatto niente di male - fu la mia risposta.
- Mi infastidisce il tuo comportamento, crei disordini in classe e non ti attieni a ciò che ti si dice di fare, francamente ne ho fin sopra i capelli di questa situazione.
- Andiamo, per così poco!
- Gradirei tu facessi silenzio, fammi almeno arrivare alla fine dell'ora senza impazzire.
- E va bene, va bene...
Come al solito le parole evitarono persino di raggiungere il mio cervello, senza pensarci due volte mi abbassai per approfittare della schiena di un mio compagno seduto di fronte a me che fungeva da copertura.
- Ayame cos'ha detto Koga per farmi venire a cercare dal prof? - sussurrai curioso ed irritato.
- Veramente... - cominciò lei titubante - ho chiesto io al professore di farti rientrare...
Sgranai gli occhi, per una volta il mio acerrimo nemico non c'entrava niente con le mie sventure, la sorpresa non fece che accrescere la mia curiosità così non potei evitare di proseguire il discorso.
- Perchè l'hai fatto?
- Si ecco... mi mancavi! Era una noia pazzesca senza di te in classe, anche Eiko per la cronaca la pensa come me.
Mi voltai verso l'altra ragazza e la vidi strizzarmi l'occhio, portai dunque il volto a contatto col banco e sospirai.
Cercai di riguadagnare punti per quanto riguarda la condotta, nelle ore successive seguii le lezioni senza farmi distrarre anche se ogni tanto ripensavo a Hikaru, averla rivista mi aveva fatto molto piacere ma non posso dire altrettanto di come si è conclusa la nostra prima conversazione dopo tutto il tempo che è passato.
"La aspetterò all'uscita, voglio recuperare il tempo perso. Scommetto che ha così tante cose da raccontarmi..."
All'ultima ora guardavo l'orologio ogni tre per due, divenne quasi un'ossessione, i secondi si succedevano lentamente e la campanella sembrava essere sempre più lontana piuttosto che più vicina. Non appena ci fu il segnale che ci liberava dal supplizio scolastico mi precipitai per le scale cercando di raggiungere in fretta l'uscita in modo tale da anticipare Hikaru ed accoglierla a braccia aperte.
Con gli occhi inondati di stupore fissai pietrificato la mia amica salire su di una moto che partì a tutta velocità scomparendo dalla mia vista in pochi istanti: era stata lei a precedere me e, senza aspettare, se ne era andata il prima possibile. Lasciai cadere la borsa con il materiale scolastico che sbattè a terra catturando l'attenzione di qualche studente in procinto di allontanarsi dall'edificio.
"Perchè non mi ha aspettato? Sono anni che non ci vediamo, cosa avrà di più importante da fare?" pensai cercando di riprendermi in fretta dal colpo ricevuto. Raccolsi la borsa e mi spostai dall'uscita in modo tale da non intralciare il passaggio di chi ancora doveva abbandonare la scuola, rovistai tra le mie cose in cerca di un panino ma i miei sforzi furono vani quindi mi sedetti sulle scale antecedenti l'ingresso cercando di trovare una spiegazione al comportamento di Hikaru. Inutile dire che mi aveva dato fastidio il vederla fuggire in quel modo, non riuscivo a darmi pace e mi sentivo subordinato, cosa che ai tempi della nostra infanzia non avrei mai nemmeno pensato per errore. La piccola Hika che preferisce la compagnia di qualcun altro rispetto alla mia? Ha del surreale, o meglio aveva. Stavo per alzarmi e raggiungere la mia moto quando mi sentii chiamare, forse avrei trovato un po' di sollievo grazie a Kaoru:
- Ehy ciao!
Si mise in punta di piedi per darmi un semplice bacio sulle labbra.
- Ciao, ti accompagno a casa? - proposi.
- No, tranquillo. Oggi ho dei corsi pomeridiani...
Notai subito una certa tristezza nei suoi occhi e il tono della sua voce era inequivocabile, preoccupato decisi di provare a confortarla.
- Qualcosa non va? - le carezzai il volto sollevandolo dolcemente.
- Non posso proprio nasconderti niente vero? - sfoggiò un sorriso malinconico poco prima di riprendere a parlare - si tratta di Hikaru, una mia compagna di classe...
Non appena sentii pronunciare il nome della mia migliore amica trasalii, non ebbi la forza di interromperla inizialmente: dovevo sapere cosa era successo prima di ogni altra cosa. Tra l'altro quante "Hikaru" ci potevano essere nella scuola? La mia era persino diciassettenne quindi, salvo bocciature, non sarebbe potuta essere in classe con Kaoru. Mi ricomposi in un istante.
- Scusa se ti interrompo... Hikaru, di cognome?
- Tomoko, ma sì forse la conosci, ormai non mi stupisco più di nulla e una coincidenza in più non mi esalta poi così tanto.
"Ecco lo sapevo, guarda te il caso a volte... ah amore mio, se tu fossi in me avresti dell'ottimo materiale per tornare a stupirti!"
Ok a quel punto sapevo che la causa del malessere della mia ragazza era proprio la mia migliore amica, ma in fondo poteva anche trattarsi del solito problemuccio tra amiche non troppo legate, in ogni caso traboccavo di curiosità ma non nascondevo un certo timore.
- Continua. - la esortai a parlare.
- Beh come dire... è strana, ultimamente si comporta tutt'altro che amichevolmente con me, una volta mi ha persino detto che non dovremmo essere amiche, ho paura che nasconda qualcosa, che si stia cacciando in qualche guaio.
- Ti sbagli sicuramente, capita a tutti di avere periodi un po' neri ma non per questo si può dire che una persona è cambiata.- non nego che mi dessero fastidio le sue parole, stava dipingendo il ritratto di una ragazza totalmente diversa dalla vera Hikaru.
- Lo so però ho questo presentimento.
- E quale sarebbe l'origine del tuo presentimento?
- Fosse solo una "l'origine", ci sono stati molti episodi che hanno cominciato a farmi sospettare: in primis come ti ho detto quello dell'amicizia tra di noi.
- E fin qui direi che ci siamo, altro? - E dentro di me speravo che non trovasse altre "origini".
- Beh si, questa è solo una voce di corridoio ma... dicono che se la prenda con le matricole...
- Ci dev'essere una spiegazione no? Non si fa niente se non si viene lesi per primi secondo me.
Automaticamente tentai di difenderla pur sapendo dentro di me che queste dicerie non erano vere ma solo frutto di invidia, ne ero sicuro.
- Si lo penso anche io... - Chinò lievemente il capo quasi afflitta da sensi di colpa per aver dubitato così fortemente di un'amica.
- Tutto qui? Oppure manca qualcosa?
- Si... devi vederla poi quando litiga con i professori, è praticamente spietata!.
Non resistetti.
- Non ti permetto di parlare così di lei Kaoru! - sbottai facendo cadere un velo di rabbia sui miei occhi.
Kaoru rimase perplessa nonchè sbaragliata da questa mia affermazione, anzi, credo che sia stata più la mia reazione a farla preoccupare che le parole che le ho sbattuto in faccia senza nemmeno riflettere. Mi pentii subito abbassando lo sguardo e mordendomi il labbro come a voler dire "conta fino a trecento e poi taci prima di dar fiato ai polmoni".
- Che... che ti prende? Scommetto che non la conosci neppure, cosa credi di saperne di lei?
Ignorai il consiglio della conta seguita dal silenzio, l'avevo presa ormai sul personale e da buon permaloso che sono non potei non reagire.
- Sappi che Hikaru Tomoko, ovvero la ragazza che tu stai accusando, è da sempre la mia migliore amica! Nessuno e sottolineo NESSUNO la conosce meglio di me, mettitelo bene in testa!!!
Kaoru si era ormai abituata a queste miei sfoghi improvvisi, mi guardò seria quasi a volermi far riflettere sul modo in cui la stavo trattando per la prima volta e, con voce sicura concluse la nostra conversazione:
- Le persone possono cambiare Ryo.
Utilizzando quel poco di lucidità che mi rimaneva decisi che andarmene fosse l'unica soluzione possibile, non volevo continuare a trattare in quel modo la mia ragazza ma soprattutto ne avevo abbastanza di quello che lei stessa diceva della mia migliore amica. Purtroppo non ci è dato di sapere per tempo come stanno realmente le cose finchè non le scopriamo noi stessi ed io, negando la mia fiducia a Kaoru, capii troppo tardi quanto grave fosse la situazione.
Raggiunsi in fretta la moto per saltarci sopra senza pensarci due volte e dirigermi verso casa, una volta arrivato a destinazione parcheggiai in fretta e furia e mi rifugiai tra le mura del mio appartamento. Sbattei violentemente la porta dietro di me e la colpii con il dorso lasciandomi poi cadere lentamente a terra per trovarmi seduto con un ginocchio flesso e l'altra gamba distesa. Sorressi la fronte con la mano e desiderai per un attimo poter riavvolgere il nastro del tempo, non si meritava un simile trattamento ed io lo sapevo fin troppo bene. Alzai gli occhi al soffitto e ripensai alle sue parole... le persone possono cambiare... e se Hikaru fosse effettivamente cambiata? Mi tornò in mente quello sguardo gelido che aveva rivolto al professore quando interruppe la nostra prima conversazione quella mattina, riesaminando in passato devo ammettere che non mi sarei mai aspettato un tale sguardo da parte sua...
Così, afflitto dal dolore di aver infierito su Kaoru e dal dubbio che Hikaru potesse esser diventata un "pericolo" per me, mi lasciai andare e sprofondai in un sonno privo di sogni...



@Fede: Innanzitutto chiedo perdono xD accidenti siamo in ritardo mostruoso >.< però, come spiegherà qualche parola sotto di me la mia compagna xD, non abbiamo passato dei giorni troppo felice. Che dire a questo punto? Un capitolo per far respirare un po' i protagonisti, dal prossimo inizia l'azione ;)
@Yuuki:Oh eccoci finalmente a postare dopo un enorme ritardo vi chiedo perdono XDD purtroppo non è stato propriamente un bellissimo periodo però ecco spero che con questo capitolo ci siamo fatti perdonare ^^. Bè che dire spero vi sia piaciuto e fateci sapere ^^ kiss

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Capitolo 8
*** Can you Hurt me? ***


Fanfiction: Story about two lovers... and two friends
Successione: Capitolo 8 " Can you Hurt me?"
Personaggi principali: Ryoma Yagami (15 anni), Hikaru Tomoko (17 anni)
Personaggi secondari: Kaoru Takahashi, Rei Nakamura
Rating: Giallo
Luogo: Tokyo (Presente: Anno 2003)



Me ne stavo seduta sui tatami nel grande salotto di casa Nakamura con in mano una tazza di thè e il naso all'insù. Non riuscivo a staccare gli occhi dal meraviglioso soffitto e dai fusuma dipinti a mano.
Tutta la casa sfoggiava un tale lusso da incutere soggezione ed io non potevo non sentirmi inadeguata,persino le domestiche sembravano essere vestite meglio di me e sebbene la madre di Rei sembrava così amichevole con quel suo sorriso,percepivo fin troppo bene lo sdegno che provava nei miei riguardi.
Non appena Rei mi aveva presentata a quella donna,vestita con un Kimono di preziosa seta e perfettamente decorato con dei fiori di ciliegio,l'avevo vista chiaramente squadrarmi dall'alto al basso con una smorfia appena accennata di disgusto non era difficile capire il perchè,di certo non ero la classica ragazza di buona famiglia dall'aspetto curato e dal portamento regale,ero esattamente il contrario! Portavo una minigonna con dei pantacollant neri al posto di un kimono firmato e degli anfibi neri al posto dei sandali per non parlare delle graziose catenine che portavo attaccate alla cinta nera con le borchie,insomma il ritratto della teppista. Era comprensibile quella faccia di negativo stupore e mi andava bene finchè non aveva cominciato a sorridermi e a rivolgermi frasi di cortesia.
Mi metteva a disagio. Preferivo avere a che fare con il disgusto piuttosto che con la falsità,perciò evitavo di guardare quella donna dal sorriso finto.
Rei nel frattempo era stato sapientemente mandato dalla madre in qualche ala della villa a svolgere chissà quale compito mentre io ero costretta a rimanere in quella stanza in attesa del suo ritorno,il peggio che potessi aspettarmi.
-E così tu sei un amica di mio figlio.- la sua voce cristallina della donna abbinata a quel sorriso mi fecero venire i brividi.
-Si signora.- risposi rispettosamente
-Da dove vieni?- cominciava forse l'interrogatorio?
-Vengo dal quartiere più malfamato di Tokio, signora...- sorseggiai il mio thè in tutta tranquillità come se avessi affermato di essere una ricca ereditiera anzichè una plebea della peggior specie, d'altronde se voleva giocare io non mi tiravo di certo indietro.
-Capisco. Suppongo di non conoscere affatto i tuoi genitori quindi...- aveva smesso di sorridere e aveva preso a bere anche lei il thè...finalmente.
-No non credo.-questa volta assunsi un tono più freddo che ironico.
-Posso permettermi di farti una domanda un pò personale Hikaru?- si era sporta leggermente verso di me con aria austera aspettadosi forse di intimorirmi.
-Faccia pure tanto mi sembra me ne abbia già fatte senza chiedere permesso...signora.-questa volta ghignai
-Bene. Tu e mio figlio siete solo amici?- si era fatta particolarmente attenta mentre sottolineava in modo possessivo le parole "mio figlio"
-Prima di risponderle vorrei che fosse lei a rispondere a una mia domanda- la guardai fissa negli occhi seria e lei non rispose... -Mi dica direttamente dove vuole arrivare!-
Si stupi leggermente e poi riprese a sorridere -Vedi Hikaru mio figlio ha un meraviglioso futuro che lo aspetta,dirigerà l'impero aziendale di famiglia e avrà probabilmente un posto importante nella società giapponese ed io non vorrei che un banale divertimento possa distoglierlo da tutto questo-
Ero più che schifata ma mi trattenni,non dovevo assolutamente replicare,le avrei fatto pagare il peso di quelle parole con i fatti e l'occassione mi si presentò proprio in quel momento. Rei fece il suo ingresso con un lieve inchino e si sedette sui tatami vicino a me e fu in quel momento che mi presi la mia rivincita ringraziando di non aver dovuto aspettare troppo!
Rischiai grosso ma non mi importava poi molto,se avevo capito qualcosa di Rei probabilmente avrei vinto quella sorta di sfida. Presi il suo viso fra le mie mani e mi avvicinai con calcolata lentezza e posai le mie labbra sulle sue con delicatezza sorprendendolo ma poco dopo lo sentii sorridere sulle mie labbra e capii di avere la vittoria in pugno. Mi abbracciò e ricambiò il mio bacio aggiungiendo anche un pò più di passione sotto lo sguardo sconvolto della madre.
Ero entusiasta del risultato!Così non avrebbe di certo sorriso per un bel pò. Una volta tornati in camera di Rei non seppi trattenermi dallo scoppiare a ridere,tutta quella situazione era più che assurda!
-Sono felice di vederti ridere a crepapelle Hikaru ma ti spiace spiegarmi?-non era arrabbiato,rideva anche lui,lo avrei definito piacevolmente confuso.
-Scusami non ho saputo resistere!Tua madre è una donna così premurosa ed io avevo una gran voglia di dimostrarle con chi ha a che fare ahahahahahahah.- ripresi a ridere
-Non dirmi che ha tirato fuori la classica storia del "meraviglioso futuro"?-chiese quasi imbarazzato
-Si!Proprio così!Ma penso di essermi vendicata per il momento-sorrisi di cuore per la prima volta davanti a Rei e lui dovette meravigliarsene perchè rimase a guardarmi come incantato facendomi anche arrossire.
-Lo sai sei molto più bella quando...sorridi.-
-Grazie-voltai la testa da un'altra parte mentre un tenero ricordo riaffiorava nella mia mente nel momento sbagliato.


-Questo è-è per te...-un Ryoma bambino completamente arrossito,con le guance gonfie e la bocca corrucciata mi porgeva un delizioso pacchetto in mano.
-WOW!Che cos'è???-chiedevo io più che felice di riceverlo.
-Scema!Se magari lo apri!-
-Ryo baka è un modo di dire ovvio che ora lo scarto!- in meno di un minuto aprii quel regalo e dentro ci trovai la cosa più preziosa che il mio migliore amico potesse regalarmi.
-Una Wakizashi firmata!!!!!!-urlai per la contentezza.
-Avevo notato quanto ti piaceva quella che avevano regalato a me e-e così ho p-pensato di fartela fare anche a te.-abbassò il volto in totale imbarazzo ed io lo abbracciai di slancio.
-Hika!Così cadiamo togliti!-quando mi staccai sorridevo felice come non mai e il bambino dai capelli argentati e ribelli si fermò a guardarmi inclinando di poco la testa
-Che c'è?-chiesi tornando per un attimo seria
-Lo sai che sei molto più carina quando sorridi?-disse vergognandosi subito dopo delle sue parole e aggiungendo qualcos'altro per rimediare-Dovresti farlo più spesso invece di ghignare come un maschiaccio-
-Ryoma baka sappi che non ti picchio solo perchè hai detto la parola "carina"!-dissi convinta
-Tsk non mi picchi perchè non puoi battermi!- disse lui più risoluto che mai
-Vuoi scommettere??-
-Vado a prendere la mia wakizashi!-

-Rei ti dispiace se faccio un bagno?-ero tornata inevitabilmente seria...





Mi svegliai delicatamente, l'assenza di sogni non era stata poi così negativa. Non posso dire la stessa cosa della postura che avevo assunto poco prima di assopirmi, al risveglio avevo la schiena dolorante e il collo non era certo da meno. Mi tirai su facendo leva su un braccio che puntavo per terra e mi passai la mano libera sul volto quasi a voler impastare un'espressione più lucida di quella che avevo.
"Maledizione, chissà che ore sono... stai sicuro caro Ryo che stasera non chiuderai occhio"
Lanciai uno sguardo veloce al mio orologio da polso e con grande stupore notai che non avevo dormito nemmeno un'ora, si poteva dire che avevo appena chiuso gli occhi, niente di più. Mi tornò subito un po' del mio solito buonumore, era evidente però che la pennichella non aveva addolcito nè tantomeno soppresso i pensieri riguardanti le due donne della mia vita. Rimasi per un istante incantato a guardare il pavimento, gli occhi spenti, non appena ripresi coscenza mi convinsi che una breve passeggiata mi avrebbe distratto un po' dai miei problemi. Ancora un volta, nello stesso giorno, ero in fuga, in fuga dal dolore.
Uscii di casa subito dopo aver preso una giacca leggera, giusto per aver qualcosa con cui coprirmi meglio, giunto in strada cominciai a percorrere il marciapiede in direzione della mia vecchia abitazione, o meglio che vecchia, la casa dei miei genitori.
Cercavo di distogliere la mia mente dal pensare cose negative, mi guardavo spessissimo intorno quasi a cercare qualcosa di interessante da esaminare, un discorso curioso da ascoltare, una scena simpatica da osservare: non vidi niente di tutto questo. Come era grigia la mia Tokyo, no, sbaglio, intendo dire la loro Tokyo, la Tokyo delle bande, la città sommersa dal cemento, dallo smog e dal baccano incessante prodotto dagli automezzi, una volta non era così, una volta era la mia Tokyo.
Senza accorgemene avevo già percorso molta strada da quando ero partito, non ci credevo nemmeno io! Il pensare al passato che mi aveva reso così felice a suo tempo mi aveva dato la forza di resistere alla pressione degli avvenimenti del giorno, avevano tenuto Kaoru lontano da me, così come Hikaru e quel ragazzo... il motociclista con il quale era fuggita all'uscita di scuola.
Sbuffai soffiando con forza l'aria fuori dai polmoni, quanto mi dava fastidio quella scena e me la rivedevo continuamente nella testa e mi innervosivo di più, di più e ancora di più.
- Mamma! Cosa stanno costruendo in questo cantiere? Delle case nuove?
La parlantina sciolta ed innocente di un bambino mi riportò coi piedi per terra.
- Eh no, sarebbe bello però. Stanno costruendo dei nuovi negozi, come se ce ne fossero pochi. E pensare che qualche anno fa questo posto era uno dei tuoi preferiti.
- Davvero? Ma non me lo ricordo.
- E' normale, eri piccolo piccolo quando ti portavo al parco. Adesso al suo posto come puoi vedere stanno costruendo altri edifici, per questo non ci siamo più tornati, è successo tutto da un giorno all'altro.
- Ah... che peccato, ma troveremo un altro parco vero mamma?
Mi ero bloccato dietro di loro dall'inizio della conversazione, ascoltavo interessato e scioccato allo stesso tempo ogni loro singola parola. E fu proprio dopo la domanda del figlio che la madre lasciò cadere una lacrima, quasi impercettibile, che ebbe la prontezza di asciugare forse per non mostrare debolezza alla propria creatura. Quasi la capivo, nelle parole del bambino si poteva sentire benissimo la speranza, lui voleva indietro ciò che gli era stato tolto quando ancora era incapace di apprezzare veramente quanto fosse prezioso.
- Certo che lo troveremo, e sarà talmente grande e bello che non vorrai più venir via!
- Ma io vorrei sapere com'era il vecchio parco.
- Allora faremo in modo di portarlo indietro, lo ricostruiremo pezzo per pezzo.
- Davvero?
- Si amore mio, niente è mai perso veramente se si continua a lottare.
- Grazie mamma.
Abbassai lo sguardo, è incredibile quanto si possa imparare dai bambini. Mi voltai verso il cantiere e l'immagine tetra e incolore che mi si poneva dinanzi agli occhi scomparve nella mia mente lasciando il posto a tutto ciò che la mia mente conteneva, ricordai tutto quanto... lì, sotto quella schifosa colata di cemento batteva forte il cuore del parco dove io ed Hikaru passavamo le nostre giornate e quello era anche il mio cuore, lì sotto c'era Ryoma Yagami all'età di 11 anni, intrappolato e desideroso di tornare a vivere.

- Ryo? Vuoi spiegarmi cosa ci trovi di tanto interessante nell'erba sotto i tuoi piedi?
- Eh? Cosa stai farneticando? Non guardavo l'erba, stavo... pensando.
- Ed entri spesso in trance quando pensi?

-Non c'è pericolo sta tranquillo,mi piace così tanto che sparirà in meno tempo di quanto pensi!!
-Ma non l'avevi già detta 'sta frase appena comprato il gelato?
-Sempre a puntualizzare!

- Ascolta Ryo, ripensandoci non credi che dovremmo provare un bacio prima di dare un giudizio affrettato?
- Già, potresti anche avere ragione. Mi sorge però un dubbio... chi hai intenzione di baciare per provare?
- Sciocco siamo solo io e te qui! Di certo non posso baciare l'altalena, anche se lo preferirei.

- Sai di cioccolata.
- Che ne pensi?
- E' molto buona.
- Non della cioccolata scemo, del bacio.

"Hikaru, ho capito tutto... ho avuto la fortuna di ritrovarti dopo quattro lunghi anni, adesso lotterò finchè mi rimarrà anche una sola goccia di sangue in corpo per riavere ciò che ho perso. Stavolta non uscirai tanto facilmente dalla mia vita."
Illuminato dalla tempesta di ricordi che mi aveva scosso con tanta forza alzai gli occhi al cielo ed una goccia di pioggia colpì la mia fronte precedendo le altre sue simili che pian piano diedero vita ad una leggera pioggia autunnale. Allargai le braccia e mi gustai quegli attimi sotto le carezze delle gocce, non importava il fatto che mi sarei bagnato... l'acqua mi avrebbe portato ad un nuovo battesimo, sarei rinato come un nuovo Ryo pronto ad affrontare qualsiasi avversità pur di salvare tutto ciò a cui tiene di più.
Tornai a casa senza fretta, tanto ormai ero fradicio e una goccia in più o in meno non avrebbe fatto differenza. Raggiunsi il mio appartamento lasciando dietro di me delle piccole pozzanghere (presi ovviamente l'ascensore per non rendere pericolose le scale) dopodichè corsi subito a lavarmi: una bella doccia ristoratrice era quello che ci voleva. Passai il resto della giornata ad occuparmi della casa, dei vestiti sporchi e dei compiti che ancora non avevo svolto e, quando arrivò l'ora di coricarsi presi il cellulare e chiamai una persona che meritava tutte le mie scuse.
- Kaoru?
- Non ce n'è bisogno Ryo.
- Come fai a sapere in anticipo cosa voglio fare?
- Ti conosco ormai, ti assicuro che è tutto a posto.
- Io invece credo di dovermi scusare, per favore, permettimelo.
- Non ha senso ti ho già perdonato. Mi basta l'intenzione.
- Scusa piccola mia.
- Allora non mi ascolti!
- La linea era disturbata.
- Scemo... stupido, idiota!
- Finito?
- Voglio abbracciarti forte.
- E lo farai molto presto.
- Buonanotte allora, voglio che "presto" arrivi subito. E grazie... per esserti scusato.
- Grazie per essere sempre pronta a perdonarmi...
- Non farci l'abitudine fustacchione e non mancare all'abbraccio perchè diventerei una belva! - Buonanotte Kaoru...
- Buonanotte!


Dopo aver fatto un buon bagno e per la prima volta in una vera e proprio stanza termale,mi sentii decisamente meglio!Tirai un sospiro di sollievo e mi avvolsi in un asciugamano poi con un fermaglio legai i capelli così da evitare di bagnare ulteriolmente il pavimento della stanza,raccolsi i miei vestiti dal cesto per la biancheria e aprii lentamente la porta guardando da un lato del corridoio all'altro per essere sicura che nessuno passasse di lì in quel momento.
Uscii e mi avviai in fretta verso la stanza di Rei piuttosto sicura che lui non ci fosse,a quanto pare suo padre era tornato da un viaggio d'affari e lui sarebbe stato sicuramente impegnato per un bel pò ed io avrei avuto il tempo per vestirmi con calma,tra l'altro ero quasi costretta ad indossare un Kimono per l'occasione dico quasi perchè effettivamente non mi dispiaceva poi tanto l'idea,era da molto che volevo farlo...
Una volta in camera richiusi velocemente la porta e lasciai cadere l'asciugamano andando a vedere il kimono confezionato in una scatola lasciata sul pavimento. Tolsi il coperchio dalla scatola e scoprii un meraviglioso furisode rosso dalle maniche lunghissime decorato con parsimonia in modo da non risultare eccessivamente elegante. Rimasi incantata a guardarlo mentre lo prendevo tra le mie mani,la stoffa doveva essere molto pregiata,si sentiva al tatto!
Proprio mentre ero intenta a meravigliarmi la porta della camera si aprì senza che io potessi accorgermene in tempo per coprirmi e quando girai la testa di scatto trovai un Rei con gli occhi sbarrati.
-Rei!!!!!-
-Hi-Hi-Hikaru?-
-Razza di pervertito ESCI!!!!!!-mi coprii alla bell'e meglio con il furisode mentre urlavo completamente rossa in viso.
-Si si scusa ecco,ecco i-io n-non s-sapevo tu fossi qui così-continuava a balbettare in preda all'imbarazzo.
-Ne hai ancora per molto????ESCI ,ho detto!-
-Si ti mando subito qualcuno per aiutarti-fece un breve inchino e in tutta fretta e furia uscì dalla camera lasciandomi sola mentre come una pazza incominciavo a ridere per la figura appena fatta.
Poco dopo arrivò una domestica che mi aiutò a vestirmi e non avrei mai pensato potesse essere così complicato indossare un kimono!Mi aiuto persino con i capelli,li asciugò per bene e poi li legò in una graziosa acconciatura con l'ausilio di un hairstick e di qualche forcina,infine sistemo dietro il mio orecchio una forcina con una rosellina attaccata.
Quando mi guardai allo specchio stentai davvero a riconoscermi.Senza problemi ammisi a me stessa che stavo proprio bene conciata in quel modo e per una volta mi sentii diversa...forse più donna?
Feci il mio ingresso nella sala da pranzo,con mia grande soddisfazione,sotto lo sguardo stupito di tutti ma la madre di Rei non ci mise molto a trasformare lo stupore in evidente fastidio mentre suo padre sembrava scrutarmi con troppa curiosità. Rei si alzò per venirmi incontro,mi prese per mano e mi invito a sedermi a tavola,poi mi sussurrò all'orecchio un fievole "scusa" stando ben attento a far in modo che potessi sentirlo solo io.
-E così tu sei la nostra ospite.-esordì il padre di Rei dopo che anche io avevo preso posto.
-Si signore.-mi limitai a quella semplice risposta. -Però Rei non mi avevi detto di avere un'amica così bella.-mi guardò in un modo così viscido che feci fatica a non sputare una qualche battuta velenosa,odiavo le persone così mi bastava quel bastardo del padrone di casa.
-Allora come vi siete conosciuti?-continuò l'uomo così somigliante a Rei.
-Potrebbe poi non essere così contento di saperlo Nakamura-san-risposi mentre le mie labbra dipinte di rosso si curvavano in un ghigno.
-Oh potrebbe non essere così difficile da immaginare...sai caro la nostra ospite ci ha rivelato qualche ora fa di venire da uno dei quartieri più squallidi di Tokio-come mi aspettavo la madre di Rei non si fece scappare l'occasione per umiliarmi.Doveva essere ancora piccata per l'occhiata che il marito mi aveva rivolto oltre che per la presenza della mia persona lì in quella casa.
-Potreste smetterla!State infastidendo una mia ospite non tollererò una cosa simile!!!!-Rei alzò la voce stupendomi e facendomi sentire,lo ammetto,protetta.
I genitori di Rei non proferirono più parola per tutta la cena che continuò in un clima di tensione talmente densa da essere percepibile a tutti i presenti nella casa. Mangiai con attenzione tutte le portate cercando di essere il più elegante possibile,la presi come una sfida.Non avrei mostrato il fianco a quella donna così presuntuosa e viziata!Mi fermai persino a scambiare qualche chiacchiera con quell'uomo disgustoso fingendo di essere interessata alle sue grandi conquiste finanziare finchè non arrivò Rei a salvarmi.
Si scusò con i genitori e poi mi prese per un braccio e mi portò di corsa nella sua stanza chiudendo la porta e sbattendomici subito dopo contro. Mi baciò con possesività ed io lo lasciai fare e appena si allontanò con estrema contraddizione lo schiaffeggiai.
-Non.Farlo.Mai.Più.- scandii bene ogni parola mentre lui ancora con il volto girato guardava a terra con sguardo cupo.
-Scusa...- disse a voce bassa, gli passai accanto sorpassandolo e fermandomi al centro della stanza.
-Non mi interessa che tu mi chieda scusa voglio una spiegazione!-
-Volevo baciarti e basta.-disse con stizza e a quel punto gli andai incontro girandolo e afferrandolo per il kimono e lo avvicinai al mio viso.
-Pensi forse che io sia una scema?- -No...- -Bene e allora non comportarti come se lo fossi!- e lo lasciai incrociando poi le braccia al petto.
-Io,io non sopportavo lo sguardo di mio padre su di te...e non sopportavo che tu ti facessi guardare.-disse infine guardandomi finalmente negli occhi.Mi avvicinai.
-E hai pensato bene di baciarmi a quel modo pur sapendo che non sarebbe servito a niente.-affermai seria.
-Avevo bisogno di sentire che sei mia...-
-Devi ficcarti in quella testa che io non sono tua!Io non sono di nessuno!!!Non sono un oggetto!-mi feci sempre più vicina e lui rimase perfettamente immobile. -Lo so scusa...-
-Tuo padre.Lo odio!E adesso baciami come si deve!-me ne uscii spiazzandolo e posando poi le mie labbra sulle sue.
Fu un bacio particolarmente intenso,volevo dimostrargli che non doveva sentirsi inferiore e nemmeno avere paura e lui voleva sicuramente sentirmi più vicina del solito. Mi strinse a sè per poi farmi indietreggiare fino al muro dove continuò a baciarmi teneramente.Poi dopo non so quanto tempo si allontanò dalla mia bocca.
-Hikaru basta così.-mi disse con voce molto rauca e la cosa mi fece impazzire perchè amavo quando dimostrava di rispettarmi davvero,tuttavia sebbene ne avessi il desiderio evitai di baciarlo ancora e lo invitai a tirare fuori i futon.
Una volta sistemati i futon mi preparai nel bagno per la notte:lavai i denti,legai i capelli e tolsi via il trucco con acqua e sapone dopodichè misi il mio pigiama che consisteva in una magliettona di 4 taglie più grandi della mia e in dei pantaloncini leggermente larghi,e quando passai davanti allo specchio mi diedi del maschiaccio sorridendo poi al ricordo di Ryoma che mi chiamava in quel modo.

-Sei un proprio un maschiaccio fatto e finito!!-
-Ma come osi maledetto nano?!-


Una risata amara sfuggì alle mie labbra ma feci subito finta di niente e rientrai in stanza trovando Rei già addormentato e probabilmente era una vera e propria fortuna...Mi infilai anch'io nel futon e guardai fuori dalla finestra osservando per ultima cosa la Luna prima di lasciare che i miei occhi si chiudessero.
La mattina fu una vera corsa.Cercai di evitare in tutti modi i genitori di Rei finendo per nascondermi anche dietro gli stipiti delle porte,avrei fatto colazione a scuola non ne volevo sapere di entrare di nuovo in quella maledetta stanza da pranzo,quindi una volta sistemate le cose nel mio zaino me ne uscii in punta di piedi senza nemmeno preoccuparmi di salutare e aspettai Rei davanti al grande cancello della villa e lui non si fece aspettare poi tanto.
Arrivammo a scuola in moto leggermente in ritardo,scesi dalla moto di corsa facendo per andarmene verso l'ingresso ma poco dopo mi sentii tirata per un braccio e subito arrivarono le labbra di Rei sulle mie,ricambiai il bacio abbracciandolo per poi girarmi di nuovo ed entrare nel cortile della scuola dove vidi Ryoma di fronte a me che mi guardava con uno sguardo indecifrabile. Mi sentii per un attimo intimorita e mortificata abbassai lo sguardo leggermente arrosita per poi andarmene fingendo che non fosse accaduto nulla e lo lasciai li a guardare a terra...




Sdraiato sul mio comodo letto giocherellavo col cellulare, lo facevo passare sulle dita e lo lanciavo per aria per poi riprenderlo... si lo ammetto, non riuscivo a dormire e mi annoiavo tremendamente. La noia era così devastante che cominciai ad assumere le posizioni più assurde sul mio giaciglio, mi sdraiai di traverso, mi sedetti, mi sdraiai per terra con le gambe sul letto e via dicendo... lasciai carta bianca alla fantasia. Chiunque avrebbe potuto scambiarmi per pazzo ma in quel momento di pazzo avevo solo il comportamento, i pensieri erano fin troppo lucidi per i miei gusti, pur avendo risolto tutto con Kaoru continuavo a provare una sorta di malessere interiore piuttosto consistente. Cercai di dare la colpa alla pioggia che mi ero preso poco prima, magari mi aveva raffreddato, ma sapevo benissimo che il mio stato d'animo era condizionato dalla tempesta di ricordi che mi aveva investito quel giorno al parco... no scusate... al nuovo centro commerciale...
Quanti anni erano passati da allora? Quattro? Si, sicuramente... sembravo aver rimosso dalla mente quei frammenti di memoria eppure proprio nel momento in cui avevo raggiunto quel posto erano riaffiorati travolgendomi con tutta la loro forza. Il gelato al cioccolato... l'altalena... il nostro primo bacio.
Già, la prima persona che ho baciato è stata proprio la piccola Hika... quanto era carina! Non volevo ammetterlo ma era così graziosa quando ancora era una bambina casta e pura. E adesso? Cos'era diventata? Soltanto una donna matura oppure qualcosa di più? Tutte domande senza risposta sulle quali avrei dovuto far luce al più presto più per riacquistare il possesso del sonno piuttosto che per curiosità.
Un ruggito poderoso mi fece sobbalzare, il cellulare stava squillando al ritmo di una delle mie canzoni Metal preferite.
- Accidenti! La prossima suoneria sarà di musica classica!!! Non è possibile prendersi certi infarti ogni volta che squilla il telefono!
Imprecai afferrando l'apparecchio e rispondendo alla chiamata.
- Parlo con Yagami Ryoma?
- Prof! E' lei?
- In persona figliolo. Innanzitutto ti chiedo scusa per l'ora, spero tu non stessi dormendo.
- Si figuri, stavo proprio cercando di trastullarmi in qualche modo.
- Ottimo! Non voglio rubarti tempo prezioso, arriverò subito al sodo.
- Mi dica.
- Come ben sai la nostra scuola è una delle più rinomate di Tokyo e dintorni, non solo sul piano didattico ma anche su quello agonistico.
- Si riferisce alla squadra di basket dell'istituto?
- Precisamente, ho intenzione di farti entrare in squadra, hai delle capacità fuori dal comune per essere solo un ragazzo di 15 anni.
- Io... non me l'aspettavo, mi farebbe un immenso piacere.
- Così ti voglio ragazzo!!! Grinta grinta e ancora grinta. Vedo che l'hai presa nel modo giusto, mi piacerebbe approfondire la cosa anche subito ma purtroppo per noi poveri esseri umani il riposo è essenziale.
- Ha fin troppo ragione prof. Può dirmi almeno come sarà composta la squadra?
- Ma certo, anzi, devi assolutamente saperlo! Quest'anno è l'inizio di una nuova era!!! Abbiamo dei talenti innati tra i freshman, tra i primini insomma. Credo proprio che punterò a formare una squadra giovane, anche se qualche senpai delle classi superiori non mancherà... alcuni ragazzi hanno un fisico che, dio mio, potrebbe far invidia ai professionisti!
- Per la miseria! E' come se mi stesse dicendo che abbiamo vinto in partenza il campionato.
- Te lo dico, lo penso e ho intenzione di realizzarlo: quest'anno la coppa è nostra!
- Meraviglioso! A quando le selezioni?
- Beh per conto mio tu saresti anche già dentro ma le regole sono regole. Presentati dopo le lezioni in questi giorni, hai una settimana di tempo, io mi tratterrò a scuola per questi 7 giorni a venire proprio per darvi la possibilità di esibirvi. Buona fortuna figliolo!
- Grazie prof, buonanotte.
Attaccai. Inutile dire che quella notizia mi aveva reso un ragazzo molto più felice! Finalmente qualcosa di positivo aveva preso posto in quelle ventiquattr'ore infernali. Dalla posizione seduta a gambe incrociate che avevo assunto mentre parlavo al telefono mi lanciai di schiena sul materasso e mi stirai con forza assumendo un'espressione compiaciuta. Posai il cellulare sul comodino accanto al letto e spensi la luce, forse sarei stato in grado di addormentarmi ora che ero visibilmente più sereno.

Driiiiiin... Dr...

Con i riflessi di un gatto tirai un violentissimo pugno alla sveglia... ed ecco che per la seconda volta in pochissimo tempo avevo rotto un'altra volta quell'odiosa macchina ma, nonostante ciò, ero soddisfatto, non è da tutti colpire precisamente una sveglia che ha avuto il tempo di emettere appena un Drin e mezzo!!!
L'orologio segnava un'ora accettabile, sarei si arrivato in ritardo ma pur sempre autorizzato ad entrare in classe nella prima ora di lezione: si vedeva un palese miglioramento dall'inizio dell'anno.
Con la solita fretta di ogni benedetta mattina mi lavai il volto, mangiai qualcosa e dopo essermi vestito mi infilai nel traffico con la mia moto sfrecciando per le strade a tutta velocità. Arrivai a scuola quasi in orario e non potei che essere fiero di me stesso, inspirai a pieni polmoni ed espirai con soddisfazione.
"La giornata è iniziata magnificamente!"
Peccato che a cantar vittoria troppo presto si finisce sempre per ricevere delle spiacevoli sorprese. Mi trovavo nel cortile, intento ad entrare nell'istituto quando, non molto lontano da me, vidi spuntare Hikaru. Sorrisi in primo luogo ma ogni passo che faceva verso di me la mia bocca cambiava espressione tramutandola in una smorfia di tristezza... e poi irritazione e infine quasi rabbia! Il ragazzo che avevo incrociato già un paio di volte nel corso degli ultimi giorni, era lì con lei, la prese per un braccio e, senza che avessi il tempo di capire a pieno la situazione, le rubò un bacio appassionato... e lei non era affatto dispiaciuta da quel che potevo notare. Non distolsi lo sguardo, rimasi pietrificato e aspettai con impazienza che finissero di baciarsi, lui se ne andò... Hikaru camminò verso di me, mi passò accanto, superandomi senza dire una parola. Tacqui a mia volta e, dopo aver atteso davanti l'entrata qualche minuto anch'io entrai a scuola... la giornata era iniziata in modo pessimo.
Per tutta la mattina non potei che pensare ad Hikaru, ancora una volta aveva fatto finta che non ci fossi, magari si sentiva in colpa per il giorno precedente nel quale aveva addirittura corso per evitarmi... si, penso proprio che abbia volontariamente cercato di non imbattersi nuovamente in me. Mi sentivo frantumanto... ogni suo gesto mi faceva l'effetto di un ordigno nucleare che esibisce la sua esplosione a 10 centimetri dal mio volto. Sembrerà strano ma persino Ayame ed Eiko evitarono di rivolgermi la parola quel giorno, pare che anche loro capiscano quando è il momento di mordersi la lingua per evitare di sputare cazzate inopportune. Nel corso delle prime ore avevo già le idee chiare: c'era bisogno di lottare? Ebbene avrei lottato, l'avrei cercata subito dopo scuola per parlarle chiaramente e ricevere una spiegazione valida. Non aspettai nemmeno il suono della campanella, la anticipai di qualche secondo correndo fuori dall'aula seguito a ruota dal vociare del professore di turno, poco mi importava di lui, in quel momento solo Hikaru avrebbe avuto l'onore di essere ascoltata da me. Spalancata la porta dell'istituto feci qualche passo più avanti dopodichè mi voltai e, a braccia conserte attesi l'arrivo della mia migliore amica, la resa dei conti era vicina.




Arrivai in classe sbattendo con fin troppa violenza la porta,mi stava sfuggendo tutto di mano e non potevo sopportarlo!Mi guardai bene dal sedermi vicino a Kaoru,ultimamente qualsiasi cosa facesse mi irritava più di quello che doveva e in un momento come quello non avevo certo bisogno di essere rimproverata o di essere guardata come fossi un mostro.
Sbattei la cartella sull'ultimo banco spaventando uno dei miei compagni di classe che era seduto lì,mi guardava visibilmente terrorizzato ed io ne approffittai,alzai un sopracciglio e lo guardai come a sottolineare la cosa più ovvia del mondo e cioè che doveva spostarsi ma evidentemente era troppo intimorito per capire i miei messaggi subliminali.
-Vuoi forse che ti prenda di peso per farti capire che devi toglierti dal mio banco!-dissi furente mentre in classe calava il silenzio.
-Ma questo è il mio banco!-protestò timidamente il ragazzo di un anno più piccolo -Vuoi forse dire era,e adesso togliti dai piedi!-dissi cercando di non perdere troppo la pazienza,ma qualcuno aveva deciso di non aiutarmi nell'impresa.
-Adesso basta Hikaru!Lascialo stare!Ha ragione quello è il suo banco,perchè non ti siedi al tuo!-mi girai per vedere chi fosse stato a parlare,sebbene sapessi già in partenza chi fosse.
-Kaoru. Dimmi quante volte devo dirti di stare fuori dai miei affari.-non alzai la voce al contrario lo dissi con calma inquietante e presi ad avvicinarmi pericolosamente verso di lei che nonostante avesse cominciato a tremare non si muoveva affatto nè indietreggiava,dovevo ammetterlo era coraggiosa.Ghignai.
-Qui non si tratta dei tuoi affari qui si tratta di tutti!Non puoi fare sempre come ti pare!.-rimasi quasi spiazzata dalla risposta che mi aveva dato ma non ero disposta a cedere.
-Tu.Mi stai proprio stancando lo sai?-e battei il pugno sul banco vicino a lei.Trasalì
-Che-che vuoi fare?-chiese tremante.
-Oh niente piccola Kaoru ti basterà tenere la bocca chiusa- sorrisi maligna.
In quel momento ero davvero sull'orlo di commettere una qualche sciocchezza ma il professore entrò in aula appena in tempo per permettermi di fermarmi. C'era qualcosa dentro di me,qualcosa che si stava agitando e che mi impediva di essere lucida e razionale.Tutta quella situazione mi stava facendo impazzire!Non sapevo più chi ero...
La giornata sarebbe degenarata nel peggiore dei modi e nemmeno nei miei peggiori incubi avrei immaginato una cosa simile...
Non appena suonata la campanella ero pronta ad uscire ma feci lo sbaglio di fermarmi un minuto in più per andare al bagno,non volevo aspettare di arrivare a casa e quello fu un grosso errore perchè uscita dal bagno trovai due ragazze che avevo quasi dimenticato.
-Hikaru Tomoko dobbiamo parlarti!-esordì la ragazza che riconobbi come quella che avevo picchiato.
-Oh che piacere vederti non dirmi che sei qui per darmi qualche altro bel regalino.Ah dimenticavo devo proprio ringraziarti per il cellulare è davvero molto utile- risi mentre la ragazzina stringeva i pugni.
-Devo parlarti di Ryoma!-disse alzando di un ottava la voce.Smisi immediatamente di ridere e prestai attenzione.
-Che vuoi?-ringhiai.
-Non ti permetterò di portarmelo via!-sembrava quasi impazzita
-Ma di che Diavolo stai parlando insopportabile ragazzina?!!!-Stavo cominciando ad innervosirmi in un modo piuttosto allarmante.
-Lui,lui è un bravo ragazzo e tu sei soltanto una-una teppista che se la fa con tutti quelli della sua banda non ti permetterò di rovinargli la vita hai capito??Devi stare lontana da lui!!!!!Giuro che te la faccio pagari altrimenti!-ci mancava poco che scoppiasse a piangere dopo quel discorso così appassionato e in un'altra occasione sarei anche scoppiata a ridere,ma non andò affatto così.
Senza che me ne rendessi veramente conto scattai verso di le i spingendola verso il muro e dopo averle stretto la mano al collo le sferrai un pugno nello stomaco con l'altra mano ma quando stavo per riservare lo stesso trattamento al suo viso qualcuno bloccò il mio braccio...



Devo ammettere che nonostante i successivi sviluppi la pensata di tornare dentro e controllare che il mio bersaglio fosse ancora in classe si rivelò redditizia. Strinsi con forza il braccio di Hikaru lasciando che i miei occhi s'incendiassero.
- Molla la presa... ADESSO! - ero serio, gelido. Colta di sorpresa la ragazza lasciò andare Ayame che si ricongiunse ad Eiko poco lontana da lì, le due rimasero a guardare la scena immobili e, per quello che potei scorgere sul volto della prima: preoccupate.
- Lasciami! - intimò Hikaru divincolandosi a testa bassa.
- Chi sei tu? Dov'è finita la mia migliore amica? - non lasciai la presa, anzi strinsi con più forza sperando di non farle del male.
- Ho detto che devi lasciarmi stupido! - e ancora si divincolava con crescente energia, come un animale incatenato desideroso di fuggire dalla sua cattività.
- Rispondimi!!! Non posso credere che tu sia diventata una tale teppista!!! I tuoi genitori si vergognerebbero di te!!
Come sempre mi accorsi troppo tardi di aver allungato troppo la lingua, voltandosi fulmineamente e senza pensarci troppo la ragazza mi colpì con tutte le sue forze assestandomi uno schiaffo con la mano libera che sicuramente mi lasciò il segno di tutte e 5 le dita della sua mano. Spostai il volto di conseguenza a causa dell'impatto e l'oscurità calò sulla mia vista, chiusi gli occhi durante quell'istante interminabile.




@Fede: Ecco e ti pareva che la cara Yuuki si lasciasse andare xD (mi riferisco alle righe sottostanti ò.ò). Mi chiedo come possa continuare a scrivere con una così O.O (ma è voglio le voglio bene u.u xD). Via che vi posso dire u.u che anche a me è piaciuto terribilmente questo capitolo, specialmente la parte del parco... cavolo lì c'ho messo cuore anima corpo e quanto altro potevo xD mi stavo per commuovere da solo ò.ò (come direbbe Yuuki: Fede no baka u.u) xD. Via io vi lascio al cap 9 u.u e al commentinci della mia collega.
@Yuuki:Muahahahaahaahahahha quanto amo questo capitolo!!!Credo sia il mio preferito per il momento!Ci ho messo proprio passione in certi punti e poi io adoro quando Hikaru perde il controllo +_____+ e vi consiglio di non perdervi i prossimi capitoli perchè più andiamo avanti più la situazione diventerà complicata mauahahaha volete lo spoiler?Lo volete proprio??? bene allora l'unica cosa che dirò è...preparatevi a uno scontro da far paura muahahaha.Scusate la mia vena sadica ha preso piede XDDDSpero come al solito vi sia piaciuto un bacio grande a tuttiiiii!!!!

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