Beyond the sky di Alice95 (/viewuser.php?uid=69304)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sulla Terra ...un mare di stelle ***
Capitolo 2: *** Strani sogni e vetri rotti ***
Capitolo 3: *** Passato ,presente ,futuro ***
Capitolo 4: *** Su Groel ,missioni e problemi ***
Capitolo 5: *** Non ancora tutta la verità ***
Capitolo 1 *** Sulla Terra ...un mare di stelle ***
Stavo guardando le stelle ormai da ore ,o minuti o forse ancora secondi, non avrei potuto dirlo.
Dalla finestra del mio appartamento, all’ultimo piano dei tanti grattacieli di Manhattan, potevo vedere milioni di puntini bianchi luminosi.
Ad un certo punto, sentì un rumore ,una porta che si apriva e chiudeva molto piano, scesi dal freddo cornicione in pietra, della mia finestra e in punta di piedi mi avvicinai alla porta della mia camera saltando camice e calze sparse qua e là , socchiusi la porta senza fare rumore e da lì potei vedere una figura che stava girovagando per la cucina. Mi spaventai, mio padre doveva aver perso per l’ennesima volta le chiavi di casa ,non era la prima volta,ma in casa c’era sempre qualcuno con me.
Presi la mazza da baseball in legno vicino alla porta e sempre senza far rumore l’aprì completamente. Silenziosamente in punta di piedi mi avvicinai alla figura in cucina ,ormai ero a pochi passi da lei ,quando accesi la luce e davanti a me c’era mio padre ,Charlie.
Charlie era un uomo sui 46 anni ,i capelli castani scuro, iniziavano ad avere delle piccole striature di grigio qua e là e il viso iniziava ad avere le prime rughe ,ma l’unica cosa che non sarebbe mai invecchiata erano gli occhi verde chiaro l’unica cosa che non avevo preso da mia madre, che sfortunatamente era morta quando io avevo solo 5 anni.
Ritornai alla realtà ,papà mi stava guardando con un sopraciglio alzato come a dire se c’ero ancora, feci un segno millimetrico con la testa
Che lui interpretò come un si ,abbassai la mazza e l’appoggiai all’isoletta in cucina ,mi sedetti come lui su uno degli sgabelli in pelle bordeaux ,stava mangiando una fetta di torta al cioccolato fatta sicuramente da Consuelo la mia pseudo tata spagnola.
- Come è andata a lavoro? - papà lavora come avvocato in uno dei tanti uffici.
- Come sempre tesoro -
- Hai difeso gente innocente? -
- oggi no principessa -
- Ma come mai hai a dosso la mia maglietta? -
In effetti. Mi guardai le gambe nude ,la maglietta grigio chiaro era talmente grande che a momenti mi arrivava alle ginocchia .
- Eh ,dovevo andare a dormire quando… eh.. -
- Quando ti sei messa alla finestra e hai guardato le stelle -
- Eh già - mio padre continuò a guardare la torta e dopo un po’ rincominciò a mangiarla .
- Come sta zio Bobby? -
Zio Bobby era il fratello di mia madre Elizabeth e lavora alla N.A.S.A.
- Mmm .Bene -
- Gli piace ancora Consuelo eh -
- Dubito che se la toglierà dalla testa -
- Ehi Nikita non credi sia ora di andare a letto? -
- Si,hai ragione ormai sono le undici e mezza e le nuvole hanno coperto le stelle ,non c’è nient’ altro da vedere sarebbe una noia… -
E con questo mi diressi in camera mia, quando chiusi la porta era buio ,ma riuscivo a vedere comunque il caos che regnava nella mia stanza ,magliette e pantaloni erano ovunque ,quaderni e libri erano sparsi sul pavimento e sulla scrivania ,accesi la luce,ma subito dopo la spensi non avevo voglia di mettere a posto ,andai verso la montagna più grossa che pensai fosse il letto invece no, era la poltrona ,allora andai verso quella un po’ più bassa e massiccia e questa volta ci azzeccai ,per cercare la coperta spostai i vestiti per terra e mi misi a letto, per un po’ guardai il cielo poi spostai lo sguardo sullo specchio e vidi riflessa una ragazza con i capelli biondi lunghi , la pelle avorio brillava alla luce della luna e gli occhi azzurro chiaro erano ancora più chiari, quasi bianchi.
Sentì Charlie spegnere la luce ed entrare nella sua camera da letto con passo stanco di chi nella vita vede tutto nero e poi il silenzio.
Ciao a tutti ,ditemi cosa ne pensate ,volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato tra cui Sara (baby95). Grazie.
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Capitolo 2 *** Strani sogni e vetri rotti ***
Dove sono? Tutto in torno a me è buio ed è pieno di stelle non riesco a muovere niente sento solo in lontananza la voce di una donna che mi prega di tornare da lei –Nikita torna da me ,vieni-, so di averla già sentita ,ma non riesco a capire a chi possa appartenere ,la voce è ovattata e ad un certo punto sento un suono molto fastidioso che sovrasta la voce e poi cado nel vuoto.
Mi sveglio e sono tutta sudata faccio vagare lo sguardo qua e là e l’unica cosa che vedo è lo specchio rotto, era seccante a volte, dover stare attenti alle proprie emozioni ,molte volte quando ero piccola avevo fatto male alle persone a cui volevo bene ,ma alla fine ero riuscita a controllarlo questo potere anche se dovevo fare sempre attenzione soprattutto con le persone che non sanno, con un cenno della mano lo rimetto a posto, ho una strana sensazione, come se dovessi ricordarmi di qualcosa di molto importante ,ma non mi ricordo cosa ,ricordo solo un voce molto ovattata che mi chiama e mi supplica di tornare, un sogno.
Ad un certo punto mi alzo e vado in bagno ,mi metto sotto il getto caldo della doccia e cerco di rilassare i muscoli ,ma mi torna molto difficile.
Rimango sotto l’ acqua calda il tempo necessario di lavarmi capelli e corpo e di rilassare i muscoli, ma mi torna difficile e alla fine mi arrendo e cerco un'altra distrazione ,oggi papà aveva promesso che mi avrebbe portato a lavoro, quindi mi diressi verso il mio armadio ,ma ad un certo punto mi blocco era completamente vuoto, mi guardo in giro, stamattina non mi ero accorta che il pavimento e la poltrona erano vuoti .
-Dove sono i miei vestiti-
-Qui mi amorcito –(scusate non so se è giusto XD) mi girai di scatto davanti a me ,Consuelo, i capelli neri ricci erano fermati da una fascia arancione, portava degli stivali neri da cavallerizza di pelle al ginocchio, una gonna rossa che copriva le gambe e una normale maglietta arancione con il collo a barca, che arrivava al gomito con strani disegni floreali ,in mano una cesta piena di vestiti puliti.
-Come hai fatto a lavarli tutti!-
-Semplice mi amorcito ,hanno inventato la lavatrice- il solito sarcasmo di Consuelo,
-Lo so che hanno inventato la lavatrice mi chiedevo come ci fossero stati tutti-
-Si vede che non entri mai in lavanderia-
-Già-
-Comunque come sta Bobby- sbuffai senza farmi vedere ,sempre la stessa domanda.
-Penso… bene è da un po’ che non lo sento- Consuelo annuì visibilmente delusa, ma subito dopo si rianimò,
-Sembra che oggi devi andare a lavorare anche tu-
-Si ,ma non so cosa mettermi ,io voglio fare bella figura con i colleghi di papà-
-E la farai-
Consuelo svuotò la cesta dei vestiti sul letto rifatto e per un po’ ci rovistò dentro. Ne tirò fuori un paio di blue jeans, un paio di magliette a maniche corte e una canottiera , un po’ di camicette e calzini poi si diresse verso la scarpiera mentre io guardavo i vestiti che aveva scelto ,assente. Poco dopo tornò con diverse paia di scarpe.
-Bene mi amorcito ,vediamo cosa puoi metterti riprese le magliette e me le mise davanti ,una verde con varie scritte nere l’altra invece era blu con un nastro di raso dello stesso colore sotto il seno e una canottiera molto larga color grigio fumo.
-Cosa scegli piccola- ero indecisa erano tutte belle,alla fine ne presi una a caso
-Quella grigia-
-Molto bene- mi mise davanti i blue jeans anni ’80 e la maglietta mentre il resto lo ributtava nella cesta iniziai a spogliarmi poi mi misi i calzini , i jeans e la maglietta e scarpe, delle All Star molto consumate.
Uscii dalla stanza ed entrai in cucina .Arrivava un profumino delizioso ,frittelle ,latte caldo e caffé quando varcai la soglia papà ancora non c’era e Consuelo stava canticchiando una canzone in spagnolo ,mi sedetti e iniziai a mangiare le mie frittelle con il succo d’arancia ,papà varcò la soglia poco dopo ,vestito nel suo completo d’ufficio grigio e con la cravatta nera ,bevve un sorso di caffé dolce e mangiò un po’ di frittelle.
-è ora- Charlie fece cenno con la testa e io bevvi l’ultimo sorso di aranciata appena spremuta, andai in salotto e presi il mio zaino con i compiti. Era da quando mi ero svegliata che pensavo a come dire del sogno a Charlie lui diventava molto nervoso quando si parlava di stelle e mondi paralleli.
Prendemmo l’ascensore e per fortuna era vuoto anche perché gli specchi vibravano. I piani diminuivano sempre di più e le mie chance di parlare con papà insieme a loro,
-Tesoro devi dirmi qualche cosa?-
-In effetti si-
-Spara il rospo- tentennai un attimo ,
-Charlie ti è mai successo di fare sogni stani?-
-Certo tesoro- annuii non sapevo che fare ,ma continuai, i vetri vibravano sempre più forti
-Ieri sera ne ho fatto uno così-
-Ah si e me lo vorresti raccontare?- annuii ,di nuovo, ero sempre più preoccupata e in uno specchio si era già formata una crepa ,
- Ero in un mare di stelle e non riuscivo a muovermi ,sentivo solo una voce che mi diceva di tornare-
Dopo aver finito di raccontare o almeno sintetizzare il mio sogno guardai mio padre negli occhi ,era pensieroso , teso e teneva lo sguardo basso,
-Consuelo ha detto qualcosa?-
-Non glielo detto-
-Ah ,forse potresti chiederlo allo zio Bobby-
-Forse- a quel punto le porte dell’ascensore si aprirono per rivelare un mare di gente che doveva salire e da lì non potemmo più parlare.
La giornata passava lenta tra colleghi di papà che mi salutavano e clienti che chiamavano, da un paio d’ore mi ero messa a fare i compiti e Spagnolo non era di certo la mia materia preferita riuscii a parlare con papà solo a pranzo.
Squillò ancora il telefono ,alzai gli occhi al cielo ,ma ero felice di quella piccola distrazione e alzata la cornetta risposi il più lentamente possibile come mi aveva insegnato papà :
-Pronto ,postazione dell’avvocato Shorts chi parla?-
-Ma ciao tesoro sono Kelly- a quel punto preferivo Spagnolo, Kelly era un amica di famiglia che faceva il filo a papà in modo spudorato,
-Ciao Kelly-
-Quanto tempo che è passato eh piccina- quei nomignoli da quattro soldi mi facevano venire il diabete ,ma dovevo fare la brava,
-Già-
-Senti piccina non è che c’è papà-
-No, papà è con un cliente-
-Sicura?-
-Si,Kelly sono sicura ,se vuoi ti faccio richiamare-
-Oh va bene ciao piccina aspetterò la sua chiamata con ansia- e io lì buttai giù la cornetta con uno sbuffo, su un post-it scrissi : “ chiama Kelly ” ,tanto sapevo che Charlie appena l’avrebbe letto lo avrebbe buttato.
Guardai il quaderno di Spagnolo e mi si incrociarono gli occhi ,lo chiusi e sbuffai per la millesima volta nell’arco della giornata. Continuavo a pensare a quel sogno così strano. Mentre facevo colazione avevo avuto l’idea di cercare su Internet ,ma una volta davanti al computer mi resi conto che non sapevo cosa cercare e che era una stupidata e adesso ci stavo riprovando ,sono davanti allo schermo da almeno dieci minuti con le mani sospese sulla tastiera, non sapendo cosa scrivere, ero quasi tentata di lasciar perdere quando arrivò una e-mail da zio Bobby ,lui non mandava mai e-mail di solito erano clienti di papà o Kelly ,mai zio Bobby ,allora curiosa l’aprii:
Salve a tutti!Anche se siete in pochi. Volevo ringraziare Ale24 per aver commentato (cercherò di non deluderti)e anche coloro che hanno solo letto. Grazie.
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Capitolo 3 *** Passato ,presente ,futuro ***
Ciao Charlie,
come va? Qui tutto bene ,sai però che non ti scrivo per questo è per Nikita presto inizierà ad avere sogni strani e lei vorrà sapere la verità ,io allora la precedo, ti chiedo di farla venire da me a Hauston ,per un paio di mesi così potrò raccontarle tutto.
Sperando che tu accetti .
Bobby
P.S. Come sta Consuelo?
Non avevo mai visto un messaggio dello zio così freddo e serio, in realtà non avevo mai visto un messaggio dello zio .
Ero tentata di rispondere, ma papà arrivò prima, e da solo.
-è arrivata una e-mail di zio Bobby ,devi dirmi qualche cosa?-
Papà aveva iniziato a sudare freddo e a balbettare la cartelletta gli era scivolata dalle mani , se lo avesse visto adesso, Kelly sono sicura che non chiamerebbe più .
-Cosa diceva l’e-mail?-
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda ,non lo sai?-
-Vuoi andare da zio Bobby , lui ti racconterebbe tutto molto meglio di me-
-Si- Charlie trattenne un sospiro di sollievo e riprese un po’ di colore.
-Cosa deve dirmi lo zio- io a differenza di lui ero rimasta di marmo. Charlie si era seduto sulla poltrona di pelle nera e aveva iniziato a controllare tutti i vari documenti senza farlo realmente, dopo questa affermazione
alzò lo sguardo dalle sue scartoffie e mi guardò preoccupato anche perché la lampada da ufficio aveva iniziato a tremare insieme alle finestre –Sai papà ,se devi fingere di lavorare almeno i documenti potresti evitare di leggerli al contrario-, controllò allontanando il plico e fece un sorriso mesto.
-Una storia molto importante, che riguarda il tuo passato presente e futuro-
Tutto questo lo aveva detto sussurrando per non farsi sentire dalla segretaria che aveva iniziato ad allungare il collo e ad allargare le orecchie ,vecchia impicciona.
Mio padre mi guardò chiedendomi con lo sguardo di cercarle una distrazione abbastanza lunga, con uno sguardo un po’ più intenso feci esplodere l’acquario che puntualmente fece rovesciare tutto il contenuto, questo bastò a fare allontanare la vecchia signora con un urletto, dopo di che imputai i miei occhi in quelli di Charlie che guardava preoccupato i pesci tropicali , feci esplodere la lampadina e lu i sembrò ricordarsi che ha un discorso in sospeso, si schiarii la gola e continuò.
-Caroline prima di iniziare ti devo chiedere di non interrompermi- cercai di fare una domanda ,ma mi interruppe subito
-No,le domande le fai alla fine ,devi capire che non riuscirò a dirti tutto , così dopo domani partirai per andare da tuo zio ad Hauston in Texas -
Non avevo mai visto Charlie così serio e così rimasi in silenzio.
-Vedi ,tutto è incominciato quando ho conosciuto tua madre ,mi innamorai subito di lei e dopo un paio d’anni scappammo ,perché da lì a pochi mesi saresti nata tu. Io alla sua famiglia non andavo molto a genio ,ma ci lasciarono stare,almeno per un po’ di anni. Dopo di che nacqui tu e tua madre diventò sempre più ansiosa e giorno dopo giorno passarono i mesi e tu compii 5 anni ,la festa fu davvero grandiosa ,ma una volta che furono andati via tutti arrivò tua zia- cercai di parlare ,ma mi fece cenno di tacere e io ubbidii ero troppo curiosa dopotutto questo era uno dei miei più grandi punti interrogativi – Fecero una lunga lotta- e io qui cercai di interromperlo di nuovo – Ma alla fine vinse tua zia ,attuale regina di Groel- ero molto confusa cosa voleva dire ,lotta , Groel e tutto il resto ,ad un certo punto non vedevo l’ ora di rivedere Bobby e farmi spiegare tutto.
I due giorni successivi passarono lenti ,l’unica cosa che riusciva a distrarmi era la preparazione della valigia ,l’avevo disfatta almeno 10 volte ,mettevo e toglievo vestiti senza mai decidermi.
Finalmente arrivò il giorno della partenza e papà mi accompagnò
all’aeroporto di Manhattan ,c’era una grande confusione, gente che arrivava e che andava ,parenti che salutavano e ragazzi ai bar che facevano colazione.
All’altoparlante chiamarono per la seconda volta il mio volo;
-Fai la brava da zio Bobby,
-Si non ti preoccupare ,mi mancherai papà- Charlie alzò lo sguardo e lo punto dietro alla mia schiena ,
-Anche a me principessa- adesso toccava a me stavamo spostando lo sguardo dappertutto fino a che non abbracciai mio padre di slancio e lui un po’ goffamente ricambiò.
-Su muoviti il volo non ti aspetta- annuii e facendo una piccola corsetta arrivai al gate, diedi il biglietto alla hostess ed entrai .
Il mio posto era vicino al finestrino ,mi sedetti mettendomi comoda e dopo pochi minuti un'altra hostess iniziò a spiegare le varie regole in caso di pericolo, prima in Inglese ,poi in Tedesco e infine in Spagnolo ,ascoltai solo vagamente tanto le sapevo a memoria, finii di parlare e ci intimò di allacciarci le cinture di sicurezza e l’aereo partì.
Il viaggio di per se non durò molto ,ma l’ansia lo fece sembrare lunghissimo, avevo chiesto alle hostess almeno dieci volte quando saremmo arrivati ed ero sicura che avevano iniziato ad odiarmi.
Finalmente ci intimarono di allacciarci le cinture si sicurezza perché saremmo atterrati tra pochi minuti ,il mio finestrino tremava ,perché io ero agitata,e per non far vedere agli altri viaggiatori le varie crepe formatasi tirai la piccala tendina celeste. Ed alla fine atterrammo.
Ciao.Il prossimo chap, sarà pov.mondo di Groel, forse sarà più interessante,ringrazio ancora chi leggerà.
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Capitolo 4 *** Su Groel ,missioni e problemi ***
La nostra regina aveva iniziato ad invecchiare e questo voleva dire solo una cosa , che c’era un nuovo successore.
Non sapevamo chi era forse Groesia ,ma non ne eravamo sicuri, tutti i servitori e forse anche il popolo sapevano che la regina non aveva fatto figli e che Groesia era la figlia di una delle sue serve, ma la somiglianza era riuscita ad insinuare il dubbio a tutti.
Stavo camminando per quei corridoi bianchi ormai da minuti ,avevo una meta precisa ,ma non ero ansiosa di raggiungerla. Finalmente dopo centinaia di metri vidi qualcuno , Ares ,mio fratello.
-Ciao, Ares-
-Oh finalmente ti ho trovata è un ora che ti cerco sai?-
-No- mi guardò male ,ma continuò
-Vanoriel ti cerca- sbuffai stava invecchiando e stava diventando sempre più antipatica.
Annuii e sempre con il mio passo da essere superiore andai verso la camera della mia regina.
I corridoi del palazzo della regina erano tutti uguali ,tutti bianchi senza altri colori ,anche le nostre divise di guardie personali erano bianche e adesso quel colore aveva iniziato a stancarmi.
Dopo pochi minuti arrivai alla stanza ,la porta era chiusa , ma riuscivo comunque a sentire le voci al suo interno e qualcuno in quel momento stava parlando ,dal tono doveva essere importante.
La porta elettromagnetica si socchiuse per via della mia vicinanza e le voci divennero più chiare
-Cosa devo fare madre- Groesia
-Devi eliminare il successore-la principessa alzò lo sguardo spaventata
-Ma sono io il successore-
-No, che no sei tu- disse la regina con voce rauca, Groesia era rimasta scioccata e come lei anche io,
-Chi è-
-Non lo so ,ma non è a Groel ,deve essere quella mezza-umana che vive sulla Terra, il tuo compito è quello di trovarla e ucciderla-
-Come volete- fece un profondo inchino e venne verso la porta.
Mi spostai in fretta e mi schiacciai contro la parete e così ci rimasi per quasi un ora.
Allora la strega voleva uccidere il prossimo successore ,se avesse fatto così non c’è ne sarebbero stati altri e lei avrebbe regnato per l’eternità.
La sua voce non più vellutata, ma rauca, mi chiamò –Jane …Jane dove sei?- mi decisi ad entrare ,ma non prima di essermi calmata.
Feci un profondo inchino toccando il pavimento con il ginocchio sinistro e appoggiandomi sul destro, -Mi avete fatta chiamare mia regina- - Si Jane volevo una squadra speciale per Titania ,sai ci sono state troppe rivoluzioni negli ultimi tempi- sbarrai gli occhi azzurri ,voleva distrarci – Come volete, cercherò i componenti adatti da subito- fece un cenno d’assenso con la mano e capii che mi aveva già liquidata.
Uscii velocemente dalla grande camera da letto bianca e mi diressi dove avevo visto Ares l’ultima volta, ripercorsi a ritroso i corridoi bianchi ,ma di Ares nessuna traccia ,continuai a correre ancora e ancora ,fino a che non vidi Katy, era una androida dai tratti orientali, i capelli neri come la pece arrivavano fino alla fine della schiena e gli occhi di un blu piatto mi guardavano interrogativi e non le davo torto erano rare le occasioni in cui correvo in quel modo – Katy hai visto mio fratello?- - Chi Ares- no l’altro – Si ,katy ,lui- -Si, l’ho visto che si dirigeva in città- non la lasciai finire che mi diressi verso Ankara.
Ero ormai in piazza ,ma non c’era traccia di mio fratello, continuavo a girarmi ,ma vedevo solo bancarelle e ancora bancarelle ,donne che si urtavano e venditori di mantelli che urlavano che i loro erano i più resistenti ,altri invece urlavano che i loro pesci dell’universo erano i più freschi e buoni della contea. I bambini giocavano per le vie secondarie che a quella ora della mattina erano ben illuminate dalle stelle che emanavano una luce molto simile a quella che gli umani chiamavano neon. Ma di Ares nessuna traccia.
Continuai a camminare ancora e ancora fino a quando non mi trovai nella periferia di Ankara la città dove si trovava il palazzo reale, mi avvicinai ad un gruppo di bambini che stavano giocando in un angolo e chiesi: “avete visto il colonnello Ares” i bambini visibilmente spaventati dal vedermi spalancarono i loro piccoli occhi ,il più grande o almeno il più alto mi si avvicinò e mi indicò con l’indice la direzione dove l’avevano visto andare ,con un cenno della testa ringraziai e mi misi a correre non dovevo perdere tempo anche se mi chiedevo cosa ci facesse mio fratello nella periferia.
Ad un certo punto senti una mano che mi prendeva per il gomito e mi spingeva verso il muro ero già pronta ad urlare ,ma mi aveva tappato la bocca con una mano.
Ci misi un po’ a mettere a fuoco chi era l’aggressore e con mia grande gioia era Ares.
“Dove diavolo eri finito” dissi dopo che mi ebbe tolto la mano dalla bocca ,fece un piccolo sorriso di scuse e guardò spaventato dietro di se ,riuscì per miracolo a girarmi ,ma dietro di me solo un vicolo stretto e buio.
Mi rigirai e lo guardai male ,Ares stava ancora sorridendo, nel mondo dei sogni “Allora dov’eri, ti stavo cercando, è importante” finalmente tornò alla realtà “Scusa cosa dovevi dirmi per cercarmi addirittura nella periferia di Ankara?” si vedeva lontano un miglio che a quel traditore non li dispiaceva nemmeno un po’.
La regina… mi fissò serio “cosa è successo alla regina” “A lei niente, ma ha mandato Groesia ad uccidere il successore” Ares mi guardava come se li stessi raccontando una barzelletta “Jane” e qui fece una pausa divertito “Groesia è il prossimo successore” ,fece un sorrisino come se stesse spiegando una cosa facilissima ad un bambino che aveva problemi a capire ,”Lo sai benissimo che Groesia non è figlia né del re né della regina, lei non può fare figli” ,ma questa ultima cosa la dissi a mezza voce ,contrasse le labbra come a trattenersi dal darmi ragione ,ma non lo fece “Non la farebbe vivere a palazzo se non lo fosse” e un sorriso di vittoria si dipinse sul suo volto perfetto“Deve salvare le apparenze” il sorriso scomparve come era arrivato“E comunque se non mi vuoi credere ,non farlo ,mi farò aiutare da qualcun altro” mi tolsi la sua mano dal gomito che da quando mi aveva sbattuta sul muro non aveva spostato di un millimetro, aveva spalancato gli occhi e le narici in una espressione furiosa “okey ,okey ti credo, ma non andare da Demetri, quello ti ha messo gli occhi addosso e sarebbe ben felice di aiutarti” “ehi, chi ti ha detto che io sarei andata da lui” “D’HO!” sghignazzai senza ritegno “e comunque la regina sta cercando una squadra speciale per Titania” Ares mi guardò negli occhi preoccupato ,chiunque avremmo mandato ,lo avremmo mandato a morire.
“Allora dobbiamo sbrigarci” “Non puoi farlo lo sanno tutti che quella città è l’infermo ormai da mesi nessuno vorrà andarci” “cosa credi che non lo sappia, ma se l’ha detto la regina è un ordine” “e per il successore cosa facciamo” scrollo le spalle “non lo so nemmeno io” eravamo spacciati se avesse ucciso il successore avrebbe regnato per l’eternità.
“Per adesso torniamo a palazzo e diciamolo solo alle persone di cui ci fidiamo” annuii e sempre correndo quasi alla velocità della luce ci dirigemmo al castello.
Ringrazio baby 95 per i suoi commenti e tutti quelli che leggeranno, spero vi piaccia Alice95
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Capitolo 5 *** Non ancora tutta la verità ***
Scesi dall’aereo e ad aspettarmi c’era Bobby che appoggiato alla sua Auston Martin mi sorrideva bonario, con la giacca di pelle azzurra in mano feci una piccola corsa e quando fui a pochi passi da lui lo stritolai in uno dei miei abbracci .
“Ehi, Ehi piccola calma non mi vorrai stritolare vero? Ma adesso muoviamoci ho preso solo un giorno non una eternità” fece poi un gran sorriso che io ricambiai ,salii in macchina al posto del passeggero e con delle leggere fusa la macchina partii.
Il viaggio non era stato lungo, più che altro silenzioso, il che era molto strano zio Bobby era un gran chiacchierone e la parola silenzio nel suo vocabolario non esisteva.
Mi girai per iniziare una conversazione e mi ritrovai a pensare che Bobby assomigliava in modo impressionante alla mamma. Di lei avevo visto poche foto ,ma me l’ero sempre impressa molto bene, lo zio aveva i capelli castani chiari corti e gli occhi di un azzurro non-ti-scordar-di-me molto espressivi , il mento era arrotondato il che faceva pensare sulla sua età,il fisico era asciutto ,ma non era mingherlino, gli zigomi erano alti e la pelle abbronzata, per il resto era l’uomo che ogni donna avrebbe voluto come marito.
“Come sta Consuelo” feci un piccolo sorriso sotto i baffi era proprio vero che non se la sarebbe dimenticata molto facilmente “Lei molto bene, pensa che prima di partire mi ha chiesto di te” il volto di Bobby si illuminò di una luce che solo le persone innamorate possono avere “e anche di salutarti” dire che era felice era un eufemismo ,era un bambino il giorno di Natale“non la lasciate lavorare troppo” disse con finta aria minacciosa “no,non ti preoccupare” feci un sospiro di sollievo l’interrogatorio su Consuelo , almeno per oggi doveva essere finito, dopo di che mi misi a guardare fuori dal finestrino, il paesaggio desertico.
La casa di Bobby era una villetta a due piani fatta di legno e vetro, molto moderna .Anche se lui la usava davvero poco, si vedeva che era la casa di un uomo solo senza una donna ad occuparsi di lui.
Arrivata mi accompagnò nella mia camera che era al secondo piano. La stanza aveva le pareti di un azzurrino chiaro e con delle tendine di raso bianche ,il letto ad una piazza e mezza aveva una coperta con tante sfumature di blu ,in una parete c’era una piccola libreria in legno bianco, che dopo poco pensai a riempire con i miei libri che mi ero portata da casa insieme a quelli di scuola che misi nello scompartimento più nascosto alla mia vista.
Sotto la finestra c’era una scrivania che riempii con il mio computer verde , il mio libro delle costellazioni, il modem e la stampante.
Nell’armadio misi i vestiti leggeri che mi ero portata e sulla sedia misi la giacca di pelle azzurra.
Dopo di che presi il beauty-case e mi diressi in bagno che per fortuna non dovevo condividere con Bobby ,lui non si faceva mai gli affari suoi. Mentre mi facevo la doccia canticchiavo a bocca chiusa una sinfonia di Beethoven (Silence)la mia preferita, come sempre ci rimasi molto poco e velocemente mi chiusi in quella che ormai sarebbe stata per due mesi la mia camera.
Mi rivestii velocemente Bobby non era capace di bussare e quando sentii la voce dello zio che mi chiamava per la cena uscii da il mio rifugio azzurro.
Andai velocemente in cucina dove mi aspettava seduto al tavolo rotondo ,sopra c’era ogni tipo di pietanza e rimasi a bocca aperta ,lo zio guardandomi si mise a ridere e mi disse che aveva iniziato a preparare già da stamattina “non ce n’era bisogno” “si,invece che c’è n’era bisogno devo raccontarti un mucchio di cose e hai bisogno di forze” me ne ero quasi dimenticata e dico quasi.
Feci un cenno con la testa e ci mettemmo a tavola, Bobby era un ottimo cuoco a differenza di papà, ma nello zio c’era qualche cosa che diceva o che forse urlava che non era umano o almeno non era terrestre.
La luce stava quasi per svanire dietro l’orizzonte e il tramonto da quelle parti era fantastico ,quando finimmo di mangiare lo zio si era fatto molto più ansioso ed ero certa non vedesse l’ora di raccontarmi tutto, sicuramente non vedeva questo momento da quando era morta la mamma.
Dopo il millesimo “dai Nikita muoviti io domani devo andare a lavoro” risposi “ho finito zio, ho finito” e dopo di che mi fece un grandissimo sorriso.
Ci spostammo in salotto su uno dei divani bianchi di pelle sicuramente nuovi.
“Cosa ti ha raccontato Charlie” “non molto in effetti e delle cose che mi ha detto non ne ho capite neanche la metà”
Bobby annuii “allora ti spiegherò meglio io” si sistemò sul divano, prese uno dei cuscini blu di velluto e se lo mise in grembo “Vedi Nikita io non sono tuo zio biologico ,tua madre mi ha fatto chiamare così perché ero suo confidente e amico e se i tuoi fossero morti ti avrebbero affidata a me” ero confusa e a quel se i tuoi genitori fossero morti un brivido mi attraversò la schiena ,ma non lo interruppi “Di recente Nikita nei tuoi sogni cosa hai visto” “Beh non faccio un sogno da parecchio tempo, ne ho fatto solo uno” Bobby fece una faccia perplessa, ma si riprese subito “E cosa hai visto” feci un respiro profondo “Non riuscivo a muovermi ed ero nello spazio, in pigiama, sentivo solo una voce femminile che mi diceva di tornare, ma non so a chi appartenesse non la vedevo in faccia la persona che parlava” lo zio si accigliò ancora di più “Ma come è possibile a questa ora avresti dovuto vedere cose più nitide , ma forse ancora non sei pronta” “NO! Ti prego zio Bobby papà mi ha raccontato di una certa Vanoriel e di Groel ti prego spiegami cosa sono” Bobby si era immobilizzato una statua di un dio greco ,al sentire che sapevo queste cose e stette zitto ancora per diversi minuti che a me parvero interminabili “Mi spiace Nikita ,ma questa sera non si può fare e adesso ti conviene andare a letto è tardi e se fai in tempo puoi vedere le più belle costellazioni” perché lo faceva ,perché ,lo zio si comportava come se non fosse successo niente e questo mi innervosiva non poco ,con uno scatto mi alzai dal divano e correndo salii le scale ed entrai in camera sbattendo la porta. Perché non voleva dirmi la verità so che c’è qualche cosa di speciale in me ,qualche cosa che di certo non era umano .Le palpebre mi stavano diventando pesanti e tenerle aperte stava diventando faticoso, allora le chiusi senza pensare più a niente.
Vieni Nikita devi venire … stai attenta non ascoltarla devi metterti al sicuro nasconditi
Ciao! Ringrazio ancora baby95 per i suoi commenti, sto iniziando a leggere la tua storia è molto bella!E anche chi leggerà soltanto.
Alice95.
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