The corpse in the Lake.

di Lena_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** Chapter one. ***
Capitolo 3: *** Chapter two. ***
Capitolo 4: *** Chapter three. ***
Capitolo 5: *** Chapter four. ***
Capitolo 6: *** Chapter five. ***
Capitolo 7: *** Chapter six. ***
Capitolo 8: *** Chapter seven. ***
Capitolo 9: *** Chapter eight. ***
Capitolo 10: *** Chapter nine. ***
Capitolo 11: *** Chapter ten. ***
Capitolo 12: *** Chapter eleven. ***
Capitolo 13: *** Chapter twelve. ***
Capitolo 14: *** Chapter twelve, part two. ***
Capitolo 15: *** Epilogue. ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***


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(Storia coperta da copyright, tutti i diritti sono riservati. I personaggi e le situazioni sono frutto della mia immaginazione.)


18 Aprile, Carson City.

La musica rimbomba forte nelle casse, corpi sudati e pieni di adrenalina si muovono in quello che di solito dovrebbe essere il salotto.

Balli, giochi di alcool, sesso e droga.
È questo lo scenario che si apre davanti ai suoi occhi.

Lui che preferisce di gran lunga i pub, ora si trova spaesato in una mega villa in cui centinaia di ragazzi fatti e ubriachi si spostano in modo confusionale e vomitano dietro i cespugli del giardino.

Okay, forse è stata anche colpa sua.
In fondo è stato lui a farsi trascinare da suo cugino.
Ma il bastardo lo aveva fregato, dicendogli che sarebbero andati al bowling e poi a bere qualcosa al solito locale dove c'era quella cameriera tanto carina.

Sbuffando si avvia verso la cucina, in cui girano alcolici di tutti i tipi e non solo.
Chiede un Mojito al barista improvvisato e raggiunge il retro del giardino, sedendosi a bordo piscina.

Wyatt Reyes, adolescente solare e altruista, non sa ancora che quella semplice serata sta per diventare il suo calvario personale.

°Angolo Autrice°
Hi guys, I'm Back.

Questa storia è completamente diversa dalla prima che ho scritto.
Sarà difficile portarla avanti, ma accetto volentieri questa sfida.


Tenetevi pronti, perché ci saranno molti misteri e colpi di scena.

Vi saluto miei cari lettori, ci vediamo al primo capitolo ^^

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Capitolo 2
*** Chapter one. ***


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24 Aprile, Dipartimento di Polizia.

Seduto alla sua scrivania, il Detective José Mendes è alle prese con delle scartoffie.
Preferisce di gran lunga lavorare sul campo: scovare un corpo, arrestare un assassino, sventare una rapina.
Sbuffando prende un sorso del suo caffè rigorosamente amaro, e continua a firmare verbali e documenti ufficiali.
Si sente il telefono principale squillare, e una voce profonda rispondere.
Dopo pochi secondi la porta in vetro opaco si spalanca.

-Jo, abbiamo un caso di scomparsa: Wyatt Reyes, diciassette anni. Manca da casa da una settimana e sua madre mi è sembrata davvero preoccupata.-

Owen Moore, suo partner nelle indagini da quasi nove anni ormai.
Detti i migliori agenti del dipartimento, si occupano dei casi più svariati.

I due amici entrano in macchina e raggiungono la periferia di Carson.
C'è una leggera pioggia così José aziona i tergicristalli, è primavera inoltrata ma i temporali non lasciano scampo al Nevada.
Seguendo le indicazioni del navigatore raggiungono una modesta abitazione circondata dal verde. Due cani dall'aspetto docile riposano all'ombra di un cespuglio, dietro ad una piattaforma di marmo a forma di semicerchio.
Appena si avvicinano, i due Terranova iniziano ad abbaiare senza però muoversi dalla loro postazione.
La porta si apre e sul portico compare una donna sulla quarantina, ha i capelli neri legati in una crocchia e gli occhi azzurri sono gonfi dalle lacrime.

-Buongiorno agenti, sono Margareth Philiphs e vi aspettavo con impazienza. Prego, entrate pure.-

Si accomodano in soggiorno e la donna serve una tazza di tè ad entrambi, a quanto pare era davvero in attesa della loro visita.

-Mio figlio manca da casa da troppi giorni e non è da lui, dovete credermi. È uscito con suo cugino una settimana fa, e da allora non ho più sue notizie.- mormora con voce rotta dal pianto.

-Abbiamo bisogno di nome e cognome di questo ragazzo, così da poterlo interrogare. In più ci sarebbe utile sapere che genere di persone frequentava suo figlio e se avesse un gruppo di amici abituali.- le dice Owen con voce roca.

-Suo cugino si chiama Landon Reyes, ha solo due anni più di lui e sono inseparabili.
Wyatt è un ragazzo molto socievole, interagisce con tutti ma non ha degli amici stretti. So che gli piace una ragazza, una certa Ruby e che frequenta spesso il locale dove lei lavora.-

-Suo padre? Abita qui con voi?- chiede José.

-No, vive in Europa. Mi ha lasciata per una donna piena di soldi quando Wyatt aveva solo cinque anni e da allora non si è fatto più vedere.- una sfumatura di rabbia nella voce.

-D'accordo, per il momento credo che sia sufficiente. Mi raccomando però, qualsiasi dettaglio le venga in mente non esisti a chiamarci.-

I Detective scrivono tutte le informazioni ricevute e l'indirizzo di Landon, promettono a Margareth di tenerla aggiornata e poi escono dall'abitazione.

-Prima di tutto facciamo visita al cugino, dopo gli chiediamo di indicarci il locale nominato da Margareth dove parleremo anche con la ragazza.
È poco lo so, ma ogni piccola informazione è fondamentale.- dice José.
Alla radio passa Bring Me To Life e mai canzone fu più azzeccata.

°Angolo Autrice°
Capitolo breve, ma intenso.


Iniziano le indagini, e i Detective stanno per mettersi all'opera.

Riusciranno a trovare Wyatt?

E Landon potrebbe essere coinvolto?

Forza, date inizio alle teorie ^^

Sono curiosa di sapere se qualcuno di voi si avvicinerà alla soluzione.

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Capitolo 3
*** Chapter two. ***


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Landon Reyes vive in un appartamento al primo piano di una struttura condominiale, gli agenti mostrano il distintivo al portiere che gli apre subito il portone.
Bussano all'ingresso dell'abitazione e dopo pochi minuti il ragazzo viene ad aprire, una faccia palesemente confusa e vestito solo con i boxer.

-Signor Reyes, siamo i Detective Mendes e Moore. Abbiamo delle domande da farle su suo cugino Wyatt.- gli dice José.

Landon si sposta e li fa accomodare in cucina, mentre lui raggiunge la camera da letto per mettersi un paio di pantaloni addosso e cacciare la moretta che dorme nel suo letto.

-Noto che mentre tuo cugino è scomparso chissà dove tu continui a svagarti, non sei preoccupato?- Owen alza leggermente il sopracciglio.

-Wyatt è grande abbastanza da saper badare a se stesso. Passiamo molto tempo insieme è vero, ma non sono la sua balia.
Probabilmente si è preso qualche giorno di svago, so che voleva andare in vacanza anticipata.- dice il ragazzo, in tono pacato.

Sembra sicuro di sé, nonostante questo però i Detective non sono molto convinti.
Wyatt manca da casa da una settimana e non risponde al cellulare, è impossibile che il cugino non sia allarmato.

-Sentite, durante la festa ho visto Wyatt parlare con una ragazza, era tranquillo. Stavano bevendo un drink e dopo si sono allontanati.
Alla fine del party non l'ho più visto e ho pensato che fosse andato via con lei. Probabilmente sono ancora insieme, non mi soprenderebbe visto la fama di lei.- spiega Landon.

-Sai il nome di questa ragazza? La madre ci ha detto che a Wyatt piaceva una certa Ruby, tu la conosci?- Moore continua ad appuntarsi tutto sulla piccola agenda.

-Chi non conosce Jenna Cox? Ha una certa reputazione tra i ragazzi, e non positiva.
Ma non so dove abiti, per quello dovete chiedere a Layce. È lui che ha dato la festa ed è l'ex fidanzato di Jenna.
Per quanto riguarda Ruby, è vero che Wyatt aveva una cotta per lei ma non era ricambiato. Lavora al The Fox e questo mese ha il doppio turno.-

Ancora appunti.
Ancora nomi.
Ancora indirizzi.

Escono dall'appartamento ordinando a Landon a non lasciare la città, era comunque un sospettato e il suo essere fin troppo tranquillo non li aveva del tutto convinti della sua innocenza.
Dopo circa dieci minuti raggiungono il locale indicato ed entrano senza esitazione.
Sedute al bancone ci sono due ragazze bionde vestite in modo succinto, ridono e bevono un caffè.

-Scusate, conoscete una certa Ruby? Ci hanno detto che lavora qui e che ha il turno doppio oggi.- si schiarisce la voce Owen.

-Sono io, Ruby Price piacere. Avete bisogno di qualcosa?- la ragazza con i pantaloncini corti si gira verso di loro.

-Dobbiamo farle qualche domanda. Si tratta di un caso di scomparsa, cerchiamo Wyatt Reyes e lei potrebbe aiutarci.- stavolta è José a parlare.

-D'accordo, ma è meglio parlarne in un posto più appropriato. Seguitemi, vi faccio strada nel retro.- si alza dallo sgabello e si avvia verso l'uscita posteriore.

Una volta giunti fuori e lontani da orecchie indiscrete, gli agenti chiedono a Ruby che tipo di rapporto avesse con Wyatt.

-Viene spesso qui, non gli piacciono i posti troppo affollati e ordina sempre una coca cola. È un ragazzo molto simpatico, ci ha provato molte volte ma ho sempre rifiutato.
Sono lesbica e non volevo illuderlo, così ho messo le cose in chiaro fin da subito e siamo rimasti amici.- dice lei in tono tranquillo.

I Detective erano sicuri che dicesse la verità, quindi non c'era bisogno che restassero lì.
Wyatt quella sera non era stato al locale, quindi non avevano motivo di continuare le indagini in quel posto.
Mentre escono però, un ragazzo alto e dalla pelle abbronzata li ferma.

-Aspettate.. ho sentito che chiedevate di Wyatt.
Forse posso aiutarvi, c'ero anche io alla festa.- dice, lo sguardo sicuro.

Mendes e Moore si scambiano un'occhiata incerta, poi scortano il ragazzo in centrale per interrogarlo.

°Angolo Autrice°
Chi sarà questo ragazzo?


E che rapporto ha con Wyatt?

Nel prossimo ci sarà una piccola svolta, che sembrerà abbastanza importante.

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Capitolo 4
*** Chapter three. ***


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Il ragazzo, che i Detective hanno appurato chiamarsi Kevin Smith, è seduto dietro al tavolo nella stanza interrogatori.

-Come vi dicevo, c'ero anche io a quella festa. Il padrone di casa, Layce Burton, è un amico di mia sorella e mi ha chiesto di fargli da barista per quella sera.
Verso le 22:00 si è avvicinato un ragazzo, ha preso un Mojito e si è allontanato verso il retro della villa. Circa un'ora dopo è tornato in compagnia di una.. emh.. ragazza.- dice, voce incerta sull'ultima frase.

-Jenna Cox suppongo, suo cugino ci ha detto di averli visti insieme.- spiega Mendes.

-Sì, esatto. Non mi piace giudicare la gente, ma lei è considerata da tutti una poco di buono visto che cambia un ragazzo a sera e ad ogni festa è la prima a sballarsi. Teneva Wyatt sottobraccio, ma lui era palesemente a disagio.
Lei me lo ha presentato e gli ho servito una normale coca cola, notando che non era abituato a bere. Poi sono spariti in mezzo alla folla, per andare a ballare presumo.- si interrompe, sospirando.

Guarda il tavolo per qualche secondo, giocando con il braccialetto che ha al polso.
Poi alza lo sguardo e dice qualcosa che incuriosisce gli agenti.

-Era l'una, stavo preparando un cocktail alla frutta ad una ragazza quando ho visto Wyatt correre verso l'uscita.
Ho pensato che avesse il coprifuoco, che fosse tardi per lui e che si stesse affrettando per tornare a casa. Però il suo sguardo aveva qualcosa di strano, era come se fosse angosciato per qualcosa.. quasi spaventato.- finisce di raccontare Kevin.

-E ora che sai che è scomparso, hai pensato che potesse essere un indizio. Potrà esserci utile, senza dubbio.
Abbiamo bisogno dell'indirizzo del tuo amico, e che tu rimanga nei paraggi. Se ti viene in mente qualcos'altro non esitare a chiamarci.- l'agente Owen gli porge dei fogli.

-È la deposizione, firmala e dopo puoi tranquillamente tornare a casa.-
Dopo aver congedato il ragazzo, José e Owen decidono di raggiungere la villa.
Una casa enorme, dotata di due piscine e un campetto da basket si staglia davanti ai loro occhi.
Arrivano alla porta e dopo aver bussato una donna li accoglie con aria spaesata.

-Buongiorno agenti, avete bisogno di qualcosa?
Il signorino ha abbassato il volume dello stereo, i vicini non dovrebbero più esserne infastiditi.-

-In realtà siamo qui per un motivo più importante.
È qualcosa di riservato quindi vorrei che andasse a chiamare Layce Burton, dobbiamo parlare con lui adesso.- spiega José pacatamente.

-Vado subito, intanto potete accomodarvi in salotto. Scusate per il leggero disordine, ma oggi non ho avuto tempo di dare una sistemata.-

Gli agenti si fermano nell'ingresso principale, due rampe di scale in marmo pregiato conducono alle stanze superiori mentre alla fine di esse si trova il salotto.
La domestica li accompagna, e intanto che loro danno un'occhiata in giro lei sparisce su per le gradinate.

-Purtroppo è tutto perfettamente in ordine, non c'è niente che può far presumere che ci sia stato qualche scontro.- dice Owen, leggermente infastidito.

-In più il ragazzo ci ha detto che ha visto Wyatt correre verso l'uscita e stava bene, apparte l'espressione spaventata.
Quindi qualsiasi cosa sia successa, è avvenuta fuori di qui.- gli dà man forte José.

Si siedono sul divano, e una cameriera dall'aria affabile versa ad entrambi del caffè caldo.
Poco dopo Layce fa il suo ingresso nella stanza, l'espressione confusa dipinta in volto.

-Emh, salve.. Mary mi ha detto che mi cercavate per una questione piuttosto urgente. Di cosa si tratta?- si avvicina e si accomoda affianco a loro.

-Siamo qui per indagare sulla festa che ha organizzato la settimana scorsa, e su una ragazza in particolare.- Moore usa un tono piatto.

All'improvviso sentono il trillo del campanello, e un rumore di tacchi che di avvicina a loro sempre di più.

-Layce, tesoro. C'è l'auto della polizia parcheggiata proprio qui fuori. Cos'hai combinato questa volta?- una ragazza dai lunghi capelli rossi comprare davanti ai loro occhi.

-Jenna Cox, giusto? Cercavamo proprio lei, abbiamo delle domande da farle.
In realtà, dobbiamo farle a tutti e due.- un silenzio surreale invade il salotto, e i due ragazzi sembrano sbiancare improvvisamente.

°Angolo Autrice°
Sto sudando non sette, ma dodoci camicie per scrivere questa storia.


Sono un'esperta di thriller e gialli, ma riportare le idee su carta non è semplice quanto pensassi.

Layce e Jenna sembrano nascondere qualcosa, ma cosa esattamente?

Più avanti avrete delle risposte. ^^

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Capitolo 5
*** Chapter four. ***


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Jenna e Layce sono seduti sul divano di fronte agli agenti e sembrano abbastanza ansiosi.

-Quali domande? E io cosa c'entro? Non ho fatto nulla di male alla festa, ho solo bevuto qualche drink.- è la ragazza a parlare.

Layce la fulmina con gli occhi abbastanza nervoso, e questo ai Detective non sfugge.

-Cosa c'è signor Burton, non vuole che la ragazza dica qualcosa di inopportuno? Magari lei può dirci cosa è successo a Wyatt?- lo sfida con lo sguardo Moore.

Il ragazzo sembra abbastanza confuso, come se non si aspettasse quelle parole.

-Aspetti, che cosa intende? Io non conosco nessuno con quel nome.-

-Sto parlando del ragazzo che è scomparso dopo aver partecipato alla sua festa e che è stato visto in compagnia della signorina Cox.- José ha un tono duro, come a incitarli a dire la verità.

-D'accordo, sentite. Ho guardato Jenna preoccupato perché quella sera oltre all'alcol girava anche della droga al party e avevo paura di finire nei guai.
Ma non conosco quel ragazzo e non so niente della sua sparizione.- Layce si alza di scatto e si avvicina alla finestra aperta, per prendere un po' d'aria.

Jenna lo guarda per qualche secondo, poi sospira e si rivolge agli agenti.
Si tortura una lunga ciocca rossa tra le dita e inizia a parlare.

-Sì, ero in compagnia di Wyatt quella sera.
Ero in giardino con delle amiche quando l'ho visto a bordo piscina, era seduto e beveva un cocktail.
Mi sono avvicinata e abbiamo parlato un po', era carino e ci stavo provando ma a lui non sembrava importare.
Non sono una che si arrende, così l'ho trascinato in casa e siamo andati a ballare, ma dopo qualche minuto si è allontanato.- stringe la ciocca un po' più forte.

-E così presa dalla rabbia hai provato a colpirlo ma lui è scappato, lo hai rincorso e gli hai fatto del male.- Owen usa un tono piatto.

-No! Non è vero. Dopo che si è allontanato sono andata a ballare da sola, poi un ragazzo più grande mi ha offerto un drink e abbiamo passato la serata insieme.- Jenna alza leggermente la voce.

-Sicura? Da quanto ho capito quella sera girava della droga, in più il barman ci ha detto che è solita divertirsi a queste feste.
Forse era così fatta da non ricordare, o forse sta intenzionalmente omettendo qualcosa.- Owen la guarda dritto negli occhi.

Jenna sta per rispondergli, quando il telefono del Detective José Mendes inizia a squillare.
Lui risponde subito: l'espressione del viso impassibile, il tono di voce professionale.

-Pronto? Cosa? Sì, arriviamo subito. D'accordo, grazie mille. A tra poco.- chiude la chiamata, lo sguardo serio.

-Hanno trovato il cadavere di un ragazzo sulla riva del Lago Tahoe, la scientifica è quasi sul posto.-

Owen chiude l'agenda, e si alza in piedi.

-Andiamo. In quanto a voi due, la nostra conversazione non finisce qui. Avete ancora delle cose da chiarire, alcuni vostri atteggiamenti non ci hanno convinto per niente.- dice ai due ragazzi.

I Detective raggiungono in fretta la macchina, José mette in moto e parte.
L'adrenalina è palpabile, e l'aria è satira di tensione.
Le indagini stanno prendendo una piega inaspettata.
Il cadavere ritrovato potrebbe essere la risoluzione del caso, o almeno una fondamentale pista.
Se davvero fosse di Wyatt quel corpo, chi avrebbe voluto toglierlo di mezzo?

E soprattutto, cosa è davvero successo quella notte?

°Angolo Autrice°
The corpse in the Lake. Un ragazzo, probabilmente un'adolescente.


Hanno trovato Wyatt? Qualcuno lo ha ucciso o è stato solo un incidente?

E quei ragazzi c'entrano qualcosa in tutto questo?

Sono curiosa di sapere le vostre teorie ^^

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Capitolo 6
*** Chapter five. ***


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Ore 17:00, sponda del Lago Tahoe.

-Adolescente, maschio, sul metro e ottanta.
La morte è avvenuta per annegamento, ha troppa acqua nei polmoni.
Ha un ematoma sulla tempia, è stato colpito alla schiena e dopo aver sbattuto la testa su un sasso deve essere caduto di faccia nel lago.
Da lì temo che non si sia più ripreso.- il responsabile della scientifica si rivolge agli agenti.

-La sua identità?- chiede Owen, all'apparenza indifferente.

-Purtroppo non lo sappiamo, non ha con sé i documenti e non c'è sangue sufficiente per un analisi.
Il corpo è stato troppo tempo nell'acqua e alcuni pesci che vivono nel lago sono stati attirati dal forte odore, non è riconoscibile dal viso purtroppo.
L'unica soluzione è l'esame del DNA.- risponde l'altro.

-Potrebbe essere Wyatt, la descrizione combacia.
Dobbiamo informare la madre, senza darle false speranze però. Finché non abbiamo l'esito del test non possiamo essere certi che si tratti di lui.- José guarda il corpo del ragazzo, e reprime un conato di vomito.

Le braccia sono piene di graffi e pezzi di pelle rialzati, colpa dei dentini aguzzi dei pesci.
Il viso invece è una poltiglia disgustosa, un ammasso di ossa e sangue acquoso.
Purtroppo anche le dita delle mani sono distrutte, quindi anche l'idea per il test dell'impronta digitale è bocciata.
Anche Owen resta per un secondo immobile.
In tanti anni di carriera i due agenti non si sono mai trovati di fronte ad un corpo tanto martoriato.

-Andiamo amico, torniamo in centrale e mandiamo il campione al laboratorio.
Nel frattempo indagheremo meglio sulla scomparsa di Wyatt.- José gli appoggia una mano sulla spalla, incitandolo ad andare.

Lui annuisce, e insieme tornano alla macchina restando in silenzio per tutto il tragitto verso il dipartimento.

-Bisogna chiamare la signora Philips, deve vedere il corpo e provare a riconoscerlo.
È l'unica che può dirci se quel cadavere è effettivamente il nostro ragazzo, in più abbiamo bisogno di qualcosa da confrontare con il campione prelevato.- dice Owen, entrando nell'ufficio insieme al collega.

Mendes si ferma e riflette:
È sua madre, conosce sicuramente ogni aspetto del figlio.
Se c'è un solo dettaglio sul cadavere che confermi che sia Wyatt Reyes, allora solo lei può coglierlo.
Così prende il telefono e fa partire la chiamata, dopo un paio di squilli dall'altro lato si sente una voce femminile.

-Margareth, sono il Detective José Mendes.
Dovrebbe venire domani nattina presto in centrale, abbiamo trovato qualcosa e lei è l'unica che può aiutarci in questo momento.
Sì d'accordo, arrivederci.- e chiude.

-Quando arriverà la porteremo da Helena e speriamo che possa in qualche modo esserci d'aiuto.- sospira piano Owen.

José si siede alla sua scrivania e congiunge le mani, poggiandoci sopra il mento.

-È un brutto caso, e se la madre dovessse riconoscere il corpo dovremmo aspettare per forza l'esame del DNA.
Però arriverà tra almeno un paio di giorni, maledizione.- il suo sguardo si perde nel vuoto.

Avrebbero dovuto indagare meglio, accumulare più indizi e interrogare di nuovo le persone vicine.

Bisognava trovare l'assassino, e senza prove il caso si sarebbe complicato ulteriormente.

°Angolo Autrice°
Buon pomeriggio, sono tornata con un altro capitolo.


Il corpo trovato potrebbe essere quello di Wyatt, e sua madre potrebbe essere determinante.

Ma sarà davvero così?

Riuscirà davvero a riconoscere il volto di suo figlio nel cadavere trovato?

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Capitolo 7
*** Chapter six. ***


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29 Aprile, Dipartimento di Polizia.

I giorni sono passati velocemente, e con essi anche la speranza di trovare degli indizi utili.
José e Owen hanno interrogato di nuovo i ragazzi, indagato nelle loro vite e perquisito le loro case ma niente.
Non hanno trovato assolutamente niente.

Il comportamento strano di Jenna e Layce era dovuto a dei motivi del tutto diversi dalla sparizione di Wyatt.
Quella sera alla festa girava molta più droga di quanto dovesse, e una ragazza si era sentita male dopo aver preso una pasticca.
I due ragazzi l'avevano soccorsa e aiutata, e tutto era finito bene.
Ma la paura di finire nei guai era davvero troppo forte.
Come se non bastasse, la madre di Wyatt non era riuscita a riconoscere il cadavere.
Il corpo era simile a quello di suo figlio e il modo di vestire lo stesso, ciò nonostante non era sicura che fosse veramente lui.
L'unico segno distintivo era un piccolo tatuaggio sul braccio, parte del corpo presa di mira dai pesci.
Un altro buco nell'acqua insomma.

L'unica soluzione rimasta era l'esame del DNA, e i risultati sarebbero arrivati da lì a pochi minuti.
Mendes è seduto dietro alla sua scrivania impaziente e nel frattempo segna tutti i dati del caso, così da non tralasciare niente.
Moore invece ha occupato la piccola poltrona situata nell'ufficio e legge un giornale.
Si sente un leggero bussare alla porta, e dopo aver avuto il permesso un agente in divisa entra nella stanza.

-Sono arrivati i risultati del DNA, mi hanno chiesto di consegnarli a voi.
Eccoli, buon lavoro.- detto questo, torna sui suoi passi.

Owen si alza e si avvicina alla scrivania, mentre José prende la busta e la esamina con mani tremanti.
Il Detective cerca di tenere un atteggiamento professionale, ma si rivela più difficile del previsto.
Nonostante gli innumerevoli anni di carriera, quel caso è uno dei più complicati mai affrontati.

-D'accordo, basta perdere tempo. Qui c'è la risposta che aspettiamo da cinque giorni, è inutile tergiversare ancora.-

José prende il taglia carte e apre la busta, estrendone i fogli.
La sua faccia assume un insolito colorito biancastro, gli occhi leggermente sgranati.

-Il DNA non combacia. Non è Wyatt, quel cadavere non è il suo. Il corpo è di un ragazzo più piccolo, un certo Bryan Carver. È orfano e non ha nessuno, per questo non è stata denunciata la sua scomparsa.- sospira piano.

-Perfetto, quindi ora abbiamo anche un omicidio di cui occuparci. Questa situazione si complica sempre di più ogni giorno che passa.- dice Owen, in tono irritato.

-Dobbiamo tornare al lago e cercare una pista, deve esserci qualcosa. Questa morte non è necessariamente un male, il ragazzo e Wyatt potrebbero essere in qualche modo collegati.- José si alza, e indossando la giacca esce dall'ufficio.

-Andiamo amico, ispezioniamo nei dintorni della scena del crimine e vediamo di trovare qualcosa.
I nostri colleghi si sono limitati a circuire il lago, ma noi dobbiamo cercare in una zona ben più lontana.
Risolverò questo caso e sbatterò in galera chiunque abbia organizzato tutto questo, fosse l'ultima cosa che faccio.- gli risponde Owen determinato.

La giornata è iniziata in modo inaspettato, ma non è detta l'ultima parola.
O almeno non ancora.
Non esiste l'omicidio perfetto, tutti i criminali commettono un errore prima o poi e questo i Detective lo sanno bene.
Nessun dettaglio deve essere tralasciato, ogni minima pista deve essere seguita.

Wyatt Reyes verrà ritrovato, e Bryan avrà la sua giustizia.

°Angolo Autrice°
Eh già, non era il nostro Wyatt.


Un omicidio, una scomparsa e nessun indizio decisivo.

Il colpevole verrà trovato, o resterà un caso irrisolto?

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Capitolo 8
*** Chapter seven. ***


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Il lago Tahoe è un posto suggestivo e abbastanza affascinante, ma soprattutto molto macabro per certi versi.
Negli ultimi due anni i cadaveri rinvenuti al suo interno sono stati molteplici e le persone hanno preferito fare il bagno altrove, troppo spaventate per provare a rilassarsi.

-Qui è dove si sono fermate le ricerche, dividiamoci e ispezioniamo dei tratti più lunghi rispetto alla scena del crimine.- José dà una rapida occhiata in giro.

-D'accordo, il primo che trova qualcosa dà una voce all'altro. Buona fortuna allora.- Owen inizia ad incamminarsi verso un sentiero.

I due Detective iniziano a cercare la possibile causa del colpo ricevuto da Bryan.
Si guardano intorno, non lasciandosi scappare il minimo dettaglio.
Dopo la prima mezz'ora di ricerche a vuoto gli agenti iniziano a spazientirsi, stanno per perdere le speranze quando José sembra notare qualcosa.

-Ehy Owen, vieni dalla mia parte. Credo proprio di aver trovato un oggetto interessante.- grida infatti.

Il Detective Moore lo raggiunge immediatamente, lo sguardo incerto e le sopracciglia corrugate.
José Mendes è semi nascosto da un cespuglio abbastanza grande, chinato verso una piccola insenatura nel terreno.
Indossa i guanti e spostate un mucchietto di foglie, prende dal suolo un bastone pesante e di grandi dimensioni.

-Era nascosto piuttosto bene devo dire, ma non mi sarei lasciato sfuggire nessun centimetro di questo posto.
Probabilmente l'assassino ha usato questo per colpire Bryan alle spalle, poi è scappato e ha lasciato qui l'arma.- dice lui, in tono piatto.

-Sì sarà fatto prendere dal panico, lo avrà nascosto bene con l'intento di tornare a riprenderlo per farlo sparire.
Ma qualcosa deve averlo trattenuto per tutto questo tempo.- riflette Owen.

I due colleghi tornano alla macchina, e dopo una ventina di minuti arrivano alla centrale.

-Tom, abbiamo ispezioniato l'area circostante alla scena del crimine e trovato questo bastone, pensiamo che sia stato usato per colpire Bryan Carver.
Puoi verificare se ci sono impronte digitali?- gli chiede Mendes.

-Certamente José, vado subito in laboratorio.
Vi raggiungo nel tuo ufficio appena ho finito.-

Lui annuisce e torna alla sua scrivania, mentre Owen prima di raggiungerlo si ferma alla macchinetta per prendere un caffè.

Due ore dopo.

-Miei cari Detective, credo di avere delle informazioni molto interessanti da darvi.- dice Tom, entrando nell'ufficio.

-Non deve essere stato un omicidio premeditato, perché il bastone è pieno di impronte alla base.- spiega.

-Deve aver avuto un attacco di rabbia, dopodiché ha colpito Bryan alle spalle.
Il ragazzo ha battuto la testa ed è caduto nel lago, lui pensando di averlo ucciso si sarà lasciato prendere dal panico ed è scappato.
Ha nascosto bene l'arma e ha coperto le sue tracce, eliminando le impronte di scarpe dal terreno.- ipotizza Owen.

-Esatto, ma non è finita qui.
Ho confrontato le impronte digitali trovate e ho avuto un responso, il nostro amichetto è presente nel database.
Qualche piccolo furto l'anno scorso, niente di serio ma abbastanza da avere le sue credenziali nel nostro archivio.- Tom sorride sornione.

-Cosa? Stai dicendo che hai il nome dell'assassino?- gli chiede José, incredulo.

-Proprio così, si tratta di Danny Kingston.
Ha compiuto da poco vent'anni e vive con la zia paterna, sua madre è morta quando era piccolo e suo padre è in prigione per truffa e spaccio.- spiega Tom.

-Bene, la criminalità è un vizio di famiglia a quanto pare.
Ottimo lavoro Tom, possiamo sempre contare sulla tua efficienza.- José gli stringe la mano.

-Non ci resta che andare a fare una piccola visita di cortesia al nostro caro ragazzo.- Owen si alza e prende la giacca.

Finalmente le indagini hanno dato un risvolto molto positivo, la massa si sta lentamente sciogliendo.
Ma è solo una parte, solo la risoluzione dell'omicidio di Bryan.
Ma Wyatt?
C'entra qualcosa in tutto questo?

Oppure la sua sparizione deriva da tutt'altro?

°Angolo Autrice°
Altro giro altra corsa, no?


Beh, che dire... Il capitolo non mi convince particolarmente, ma è il massimo che la mia povera mente ha partorito.

Spero che vi piaccia lo stesso però, confido in voi ^^

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Capitolo 9
*** Chapter eight. ***


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Dopo aver ricevuto il mandato di arresto e l'indirizzo della zia di Danny, i due Detective entrano in macchina e partono.
Arrivano davanti all'abitazione in meno di quindici minuti, e bussano alla porta.
Dopo attimi di assoluto silenzio, Owen inizia a dare colpi più forti e alza leggermente la voce.

-Signora Kingston, siamo gli agenti Moore e Mendes.
La prego di aprire immediatamente, se non collabora saremmo costretti a buttare giù la porta.- dice in tono fintamente minaccioso.

Qualche secondo dopo la porta viene leggermente aperta e una donna in vestaglia da notte fa capolino da dietro di essa.

-Ma cos'è tutto questo baccano? Stavo riposando, non sapete che uno squilibrio del sonno provoca le rughe?- dice lei abbastanza irritata.

È una donna molto bella, e anche molto curata.
La pelle diafana non ha nemmeno un imperfezione, ha le unghie laccate di rosso scuro e i capelli biondi sono legati in una treccia appena disfatta.

-Ci dispiace per aver disturbato il suo pisolino, ma siamo qui per suo nipote.
È accusato di omicidio, sappiamo che vive qui con lei e dobbiamo entrare in casa per procedere con l'arresto.- spiega José, non perdendo la compostezza.

La donna spalanca leggermente gli occhi come sorpresa, poi assume un espressione altamente contrariata.

-Lo sapevo che quel ragazzo mi avrebbe portato solo guai. È sempre stato un tipo problematico, e da quando mio fratello è stato arestato lo è diventato ancora di più.- sbuffa lei.

Spalanca del tutto la porta e permette ai due agenti di entrare in casa, spostandosi di lato.

-Credo di non poter esservi d'aiuto, Danny non si fa vivo da un paio di giorni.
Potete controllare tutte le stanze se volete, non ho problemi.
Intanto vi preparo una tazza di caffè.- sospira, entrando in cucina.

-È la prassi, dobbiamo essere certi che il ragazzo non si trovi qui. Dopo avremmo delle cose da chiederle, signora..-

-Mi chiamo Anne.
Aspetterò qui che voi finiate, mi raccomando però cercate di non mettere troppo in disordine l'appartamento.- li ammonisce con lo sguardo.

-È un arresto, non una perquisizione. Può stare tranquilla.- dice José, accennando un sorriso.

Lui e Owen controllano ogni angolo della casa, ma di Danny nessuna traccia.
Raggiungono Anne in cucina e si accomodano sul piccolo divano posto davanti al televisore.
L'appartamento è di piccole dimensioni, ma anche piuttosto curato ed accogliente.

-Abbiamo bisogno di sapere con esattezza da quanto Danny manca da casa, e se avesse qualcosa di diverso nel comportamento l'ultima volta che l'ha visto.- dice Owen.

-In quest'ultima settimana l'ho visto poche volte, rientrava massimo per un'oretta e poi usciva di nuovo.
Poi quattro giorni fa mi ha lasciato un biglietto in cui diceva che si sarebbe assentato per qualche tempo, ma non ha specificato quanto.- spiega lei.

-Sa se ha preso qualcosa con sé? Qualche cambio? Oppure del cibo?- chiede Mendes.

-Mancano alcuni vestiti e qualche cappellino da baseball che è solito usare, nient'altro.
Ha lasciato le sue sigarette qui, mi è sembrato molto strano visto che dipende dalla nicotina.
Ha la sua macchina comunque, se può esservi utile posso darvi il numero di targa.- si alza in piedi e raggiunge la credenza.

I Detective annuiscono e dopo aver preso il foglietto con i numeri di targa si alzano e uscendo dall'appartamento si scambiano uno sguardo d'intesa.

-È ora di fare sul serio mio caro, Danny Kingston crede di essere invincibile?
Beh, è il caso di dimostrargli che non lo è poi così tanto.- dice José in tono di sfida.

-Ben detto amico, sarò soddisfatto solo quando lo vedrò dietro le sbarre.- Owen gli dà man forte.

A quanto pare il nostro furbetto farà meglio a nascondersi bene, perché i suoi giorni in libertà da adesso sono contati.

°Angolo Autrice°
Danny, Danny, Danny. Sarà davvero così furbo?


A quanto pare ha tagliato la corda, probabilmente ha saputo del ritrovamento del cadavere e ha deciso di scappare.

Ma sarà sufficiente? Voi che dite?

Aspetto i vostri commenti, al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 10
*** Chapter nine. ***


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-Tom, abbiamo bisogno che rintracci l'automobile di Danny. Il numero di targa è ***.***, sappiamo che manca da casa sua da qualche giorno.- dice José al telefono.

Aspetta qualche secondo in silenzio, poi stacca la chiamata salutando.
Dopo pochi secondi il cellulare vibra, segnalando l'arrivo di un messaggio.

-A quanto pare la macchina si trova nei paraggi, per questo Tom è riuscito a mandarmi le coordinate in pochi minuti.- posa il telefono nella tasca dei pantaloni e si allaccia la cintura.

-Sarà meglio andare, se ha lasciato l'auto incustodita significa che ha usato qualche altro mezzo per allontanarsi.- sospira frustato Owen.

Raggiungono il luogo indicato dal navigatore in soli venti minuti, parcheggiano nell'area di sosta e si avvicinano al piccolo burrone.

-Come pensavo, ha deciso di sbarazzarsi della macchina facendola disintegrare al suolo.
Chiamo la scientifica e dico di mandare qualcuno ad esaminarla, potrebbero trovare qualcosa di utile.- dice il Detective Mendes.

-Tra qualche chilometro c'è una stazione dell'autobus, direi di andare a controllare.- propone Moore.

José annuisce, e insieme tornano alla macchina.
Danny deve essere andato nel panico totale una volta saputo del cadavere ritrovato.
E una mente nel panico è sempre irrazionale, non ragiona lucidamente e commette molteplici errori.
Lasciare così incustodita la macchina e poi scappare a piedi non è una mossa molto intelligente per qualcuno macchiato di omicidio.

L'ultimo autobus del pomeriggio sta partendo adesso, e le persone si affrettano a salire prima che l'autista parta senza di loro.
I due agenti si avvicinano al banco informazioni, e chiedono di poter parlare con il responsabile.

-Sono io il direttore, Andy Locks piacere.
Oggi i dipendenti scarseggiano, così tocca a me stare da questa parte.- si presenta l'uomo, con un sorriso affabile.

-Salve, mi chiamo José e lui è il mio collega Owen.
Siamo qui perché ci servono delle informazioni su un ragazzo che ha preso uno di questi autobus qualche giorno fa.-

-So che sono informazioni private e che non potrebbe fornirle, ma abbiamo un mandato d'arresto per questa persona e siamo sulle sue tracce.- gli spiega Owen.

-D'accordo, allora ditemi chi devo cercare.- accetta il direttore.

Dopo aver sentito il nome del fuggitivo annuisce, poi inizia a digitare qualcosa al computer.

-Eccolo qui, Daniel Kingston. Ha comprato un biglietto per Yerington quattro giorni fa, ha preso l'autobus della sera ed è arrivato a destinazione senza intoppi.- legge nel database.

-Yeri dista quasi un'ora e mezza da qui José, ed è quasi sera.
Sarà meglio partire domani mattina all'alba, ragioniamo meglio dopo una sana dormita.- riflette Owen, tornati alla macchina.

-Sì, hai ragione.
Arrivato lì si sarà sicuramente nascosto, dovremmo cercarlo e poi riportarlo a Carson per interrogarlo. Non faremmo in tempo ora.- risponde lui.

-Che ne dici di fermarci a mangiare qualcosa al nostro Diner preferito? Oggi abbiamo saltato il pranzo e il mio stomaco ne risente.- sbuffa Moore.

José ridacchia, ma non può che dargli ragione.
Da quando Wyatt Reyes è sparito hanno avuto poco tempo per pensare a cose importanti come mangiare o dormire, la loro unica priorità è il ragazzo scomparso e la risoluzione del caso.
E ora che c'erano davvero vicini, nessuno li avrebbe fermati.

Perché ne erano sicuri, non era un caso che Bryan fosse stato ucciso lo stesso giorno della scomparsa di Wyatt.

°Angolo Autrice°
Danny è scappato, ma ha commesso degli errori.


Per quanto riguarda l'autobus ho usato la fantasia.
Non so come funziona in America, ma mi serviva avere le credenziali del ragazzo nel database.


In questo caso ho dovuto inventare per adeguarmi alla storia, siate clementi ^^

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Capitolo 11
*** Chapter ten. ***


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30 Aprile, Yerington City.

Owen sbadiglia rumorosamente, mentre José accosta davanti alla fermata principale dell'autobus.
Si ferma e spegne il motore, mentre Owen finisce di bere il suo triplo americano con panna.

-Trovare Danny non sarà facile, ha avuto tutto il tempo per nascondersi per bene. Sei pronto?- Mendes gli lancia un'occhiata complice.

-Sono nato pronto, lo sai. Lo scoveremo e quel bastardo passerà il resto della sua vita in prigione.- Moore risponde con lo stesso sguardo.

Poi scendono dalla vettura e si avviano verso la piccola postazione con il doppio vetro, si fermano al banco informazioni e si rivolgono alla bigliettaia.

-Ci scusi, siamo agenti della polizia e abbiamo bisogno di un'importante informazione.
Lei era qui la sera di venerdì scorso?- le chiede José, in tono affidabile.

-Venerdi dice... sì, avevo il turno di notte quel giorno.- risponde lei, guardandoli.

-Bene, allora potrà esserci di grande aiuto.
Per caso ha visto questo ragazzo scendere dall'autobus che proveniva da Carson City?- le mostra una foto di Danny.

-Sì, me lo ricordo benissimo. Vestiva completamente di nero, con un cappellino verde e aveva con sé una sacca da palestra.
Mi è sembrato un tipo strano e l'ho guardato finché non si è allontanato.
Sembrava avere fretta di andarsene.- socchiude di poco gli occhi, poi fa spallucce.

-E per caso sa dirci che direzione ha preso? È molto importante, ogni dettaglio può essere fondamentale.- le chiede Owen.

-Dopo tutti questi anni di lavoro passate a vedere facce, la mia memoria si è sviluppata notevolmente.
L'ho visto andare verso Est in direzione del centro commerciale.- sorride ai due Detective.

-Grazie mille, ci è stata di grande aiuto.
Arrivederci... Claire.- la saluta José leggendo il cartellino con scritto il suo nome.

Owen le fa un cenno con la testa per poi seguire il collega verso la macchina, salgono e José parte.
Guida verso il centro commerciale a pochi metri da loro, parcheggia l'auto nel posto addetto ai clienti e scende per la seconda volta in quella giornata.

-Io direi di chiedere prima al tabacchi, qualcosa mi dice che Danny non ha potuto fare rifornimento a Carson.- dice Owen.

Entrano e mostrano la foto di Danny al ragazzo addetto al servizio, che ammette di averlo visto quella sera poco prima della chiusura.

-Ha comprato due pacchetti di sigarette, un accendino e un pacchetto di caramelle gommose.
Poi mi ha chiesto se conoscevo qualcuno che affittava auto e gli ho consigliato l'autosalone dall'altra parte della strada.- dice il ragazzo.

Gli agenti ringraziano ed escono, poi raggiungono la concessionaria e mostrano al dipendente anziano all'interno la stessa foto.
Anche questo ammette di averlo visto e di avergli consegnato una Mercedes, affittata per una settimana.
Quando i Detective gli dicono di essere sulle sue tracce per un omicidio il signore diventa improvvisamente pallido, ma si riprende subito.

-Ha pagato in contanti quindi non ho i suoi dati, ma il proprietario non è uno  sprovveduto e non dà le macchine ai clienti senza prendere precauzioni.
Abbiamo un GPS in ogni macchina, posso dirvi la sua posizione.- smanetta al computer qualche secondo, poi li guarda sorridendo.

-Si trova nella campagna di Yeri, nel cortile di una vecchia fattoria disabitata.- annuncia fiero.

José e Owen si scambiano uno sguardo deciso, scrivono l'indirizzo e ringraziando l'uomo escono di fretta dall'azienda.

Danny Kingston, a quanto pare non hai più scampo.

°Angolo Autrice°
Ebbene sì, lo hanno trovato ;)


Spero il capitolo sia abbastanza scorrevole, ho cercato di scrivere le scene del dettaglio ma senza appesantire troppo la lettura.

Nel prossimo Danny verrà preso, e avremo finalmente tutte le risposte.

È stato davvero lui a far del male a Wyatt?

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Capitolo 12
*** Chapter eleven. ***


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I Detective si rimettono in macchina e in dieci minuti esatti raggiungono l'abitazione.
È piuttosto malmessa: la pittura è opaca e scrostata in vari punti, mancano alcune finestre e l'erba del giardino arriva alle caviglie.

-È messa male, ma non quanto mi aspettavo.
Non sembra completamente abbandonata, a quanto pare Danny viene spesso qui.- dice José.

-Ecco la macchina, pensava di essere al sicuro in questo posto e non l'ha nemmeno nascosta.- risponde Owen, guardando la Mercedes parcheggiata all'interno del recinto.

I due raggiungono il cancelletto rovinato, lo aprono senza sforzo e prendendo le pistole arrivano silenziosamente alla porta.
José la spalanca con un calcio e insieme entrano in tutta fretta all'interno della casa, avanzano nella prima stanza sulla destra e si trovano davanti agli occhi la figura di un ragazzo dormiente sul divano di quello che sembra il salotto.
Owen si avvicina e con una sola spinta lo butta giù, facendolo cadere sul pavimento.

-Ma che cazz.. siete impazziti per caso? E poi chi siete? Come avete fatto ad entrare in casa mia?- li guarda con lo sguardo contrariato.

-Non sei nella posizione di poter fare domande.
Danny Kingston, ti dichiaro in arresto per l'omicidio di Bryan Carver.
Hai il diritto di rimanere in silenzio, qualsiasi cosa che dirai potrà essere usata contro di te in tribunale.
Hai diritto ad un avvocato, se non puoi permettertelo te ne sarà affidato uno d'ufficio
.- José mette il ragazzo di spalle e gli infila le manette ai polsi.

Lo portano fuori dalla villa e mentre Mendes lo spinge in macchina, l'agente Moore chiama il dipendente della concessionaria per dirgli di venire a riprendersi l'automobile.
Poi entra anche lui nella vettura e partono verso la centrale.

Tre ore dopo.

Il ragazzo viene spinto all'interno della stanza interrogatori, prima di sbatterlo in galera i Detective devono scoprire il ruolo di Wyatt in tutta questa faccenda e il motivo dell'assassinio di Bryan.

-A quanto pare tua zia non ha intenzione di pagarti un avvocato e quello assegnatoti è un po' in ritardo, quindi direi di passare il tempo con una bella chiacchierata.- Owen si siede di fronte a lui.

-Io non ho fatto niente.
Non conosco nessun ragazzo con quel nome, vi state sbagliando.- urla Danny, provando a liberarsi dalle manette.

-Eppure sull'arma del delitto ci sono le tue impronte, forse queste ti rinfrescheranno la memoria.- José poggia le foto del cadavere di Bryan sul tavolo in marmo.

Danny impallidisce, incurva le spalle e distoglie lo sguardo da quelle immagini macabre.

-Cosa c'è, ti è forse tornato in mente qualcosa?
E scommetto che il nome Wyatt Reyes non ti sia così estraneo invece.- continua a parlare il Detective, con tono duro.

Dopo questa frase il ragazzo sgrana così tanto gli occhi, che gli agenti temono che possano uscirgli fuori dalle orbite.

-Pensavi di essere così furbo da farla franca, ma forse hai guardato così tanti film da perdere il contatto con la realtà.
Non esiste l'omicidio perfetto.- gli dice Owen.

-È bastato poco per collegarti alla morte di Bryan, e la sparizione di Wyatt nello stesso periodo sicuramente non è una coincidenza, o sbaglio?- continua poi, congelandolo con lo sguardo.

-Ti conviene parlare, o i tuoi anni in carcere saranno peggio dell'inferno stesso.
Sarai messo in isolamento e passerai il resto della tua vita completamente solo.-

Danny sospira piano, poi stringe gli occhi e annuisce.

-D'accordo... vi dirò tutto. Ma prima vorrei un bicchiere d'acqua se è possibile.- mormora, con un filo di voce.

La resa dei conti è finalmente arrivata, pochi minuti e la verità verrà a galla.

Cosa è successo davvero quella notte?

°Angolo Autrice°
Siamo quasi arrivati alla fine.


Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, poi ci sarà l'epilogo.

Danny sta per vuotare il sacco, e quello che dirà non sarà affatto bello da sentire.

Vi aspetto domani con un doppio aggiornamento, un abbraccio♡.

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Capitolo 13
*** Chapter twelve. ***


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-Eccoti l'acqua, fai pure con calma.
E non pensare di provare a rifilarci qualche frottola, perché scopriremo subito se menti.- gli dice Owen.

-Non volevo uccidere quel Bryan, è stato un incidente.
Non mentivo quando vi ho detto di non sapere il suo nome, davvero non conoscevo quel ragazzo.- inizia a dire Danny.

I due Detective si siedono di fronte a lui e José fa un segno al vetro della stanza, intimando ai colleghi dietro di esso di iniziare a registrare.

-Qualche mese fa mentre ero in un locale con degli amici, vidi un ragazzo seduto al bancone che parlava con la barista.
Era più piccolo di me, ma qualcosa nel suo modo di fare mi aveva attirato.
Quella notte non sono riuscito a dormire, il pensiero di lui non voleva lasciare la mia mente.
Così la sera dopo sono tornato lì e lui c'era, mi sono limitato a fissarlo a lontano e così ho fatto per un paio di settimane.
Ho iniziato a seguirlo sui social, gli ho scritto qualche volta ma lui non mi ha mai risposto.- stringe per un momento i pugni.

Gli agenti si scambiano uno sguardo preoccupato, iniziano ad intuire i comportamenti avuti dal ragazzo e purtroppo sanno che devono aspettarsi il peggio.

-Un giorno ho letto sul suo Blog che sarebbe andato a fare una piccola gita al lago Taohe, così ho deciso di raggiungerlo e parlargli.
L'ho cercato per un'ora quando finalmente l'ho visto, era bellissimo anche di spalle; ho iniziato a chiamarlo ma non mi rispondeva.
Ha continuato ad ignorarmi, capite? Mi sono sentito molto deluso e arrabbiato, così ho preso la prima cosa che ho trovato per terra e una volta raggiunto l'ho colpito sulla schiena per fermarlo.
Mi sono accorto troppo tardi che non era Wyatt, ma solo qualcuno che gli somigliava molto.
Il ragazzo è caduto nel lago, ha battuto la testa su una roccia e quando ho visto che non si muoveva più sono scappato.- la voce gli trema leggermente.

-Così hai nascosto il bastone e te ne sei andato, non sapendo che Bryan fosse solo svenuto.
È morto per annegamento, non si è ripreso e l'acqua lo ha ucciso.- gli dice José.

-Io... io ero spaventato, non volevo ucciderlo.
Sono tornato a casa, mi sono fatto una doccia e ho visitato di nuovo il Blog di Wyatt.
Spiegava che non era potuto andare al lago per colpa di un imprevisto, così mi sono arrabbiato e ho deciso di trovarlo per parlargli.
La sera il cugino aveva postato una foto su Facebook, era ad una festa e aveva taggato anche Wyatt, così ho pensato di raggiungerlo.- si ferma un attimo, gli occhi fissi nel vuoto.

-L'ho trovato subito e ho pensato che fosse un segno del destino: era seduto in cima alle scale che portavano alle camere.
L'ho raggiunto e gli ho urlato contro che per colpa sua avevo commesso un errore imperdonabile, che mi piaceva molto e che invece lui mi aveva sempre ignorato.
Ho provato a baciarlo e lui mi ha respinto, mi ha rifiutato capite? Non potevo accettarlo.
Gli ho dato uno schiaffo, e quando stavo per colpirlo di nuovo lui è fuggito, ovviamente l'ho rincorso e una volta fuori sono riuscito a prenderlo per le gambe e a farlo cadere.
L'ho bloccato e trascinato in macchina, ero molto più forte di lui e sono riuscito a legarlo ed imbavagliarlo.
Ero così felice, dopo tutti quei giorni ad ammirarlo da lontano potevo averlo finalmente tutto per me, quegli occhi azzurri erano finalmente miei.- il tono basso, lo sguardo da pazzo.

José Mendes ed Owen Moore, per la prima volta nella loro carriera hanno paura di continuare ad ascoltare.

Sanno che il destino di Wyatt è stato segnato quella maledetta sera.

Il capitolo è un po' troppo lungo, così ho deciso di dividerlo in due parti per non appesantire la lettura♡

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Capitolo 14
*** Chapter twelve, part two. ***



-Quegli occhi azzurri erano finalmente miei...
L'ho portato in un posto molto speciale, sapete? Lì mio padre fece la proposta di matrimonio a mia madre, una cosa molto romantica.
È una piccola casetta nel bosco molto graziosa, il custode è morto l'anno scorso così ho deciso di prendermene cura io ed è diventata il mio rifugio.
Ero sicuro che portando lì Wyatt e dimostrandogli tutto il mio amore, lui poi mi avrebbe ricambiato.- Danny sorride in maniera inquietante.

-L'ho portato dentro e l'ho fatto sedere sul divano, poi per calmarlo un po' gli ho fatto prendere una piccola pasticca.
È diventato subito più tranquillo, mi guardava e non provava più a liberarsi dalle corde; così gli ho tolto la stoffa dalla bocca e l'ho baciato... ma lui restava immobile.
Perché non capiva quanto lo amassi? Ho fatto un po' più forza per incitarlo ma niente, non voleva ricambiare il mio bacio.
Ero furioso, così l'ho picchiato e legato ad una sedia; non volevo fargli del male, ma lui mi ha costretto a farlo.- sbatte piano le palpebre, come per tornare alla realtà.

-Poi cosa è successo Danny? Cosa hai fatto a Wyatt?- gli chiede Owen.

-Non gli ho fatto nulla! È stato lui a volerlo, continuava ad ignorarmi e non potevo accettarlo.
I primi due giorni gli ho dato sempre mangiare, per fargli capire che ci tenevo a lui, ma ha continuato a rifiutare i miei baci.
Così ho ridotto le razioni, gli portavo solo la cena e lo lasciavo riposare qualche ora.
Il terzo giorno continuava a non rispondermi, a non voler ricambiare il mio amore e così ho iniziato a prendere da solo ciò che mi spettava.- guarda gli agenti in modo fiero.

-Gli ho dato due pasticche e lui si è calmato subito, l'ho slegato e portato sul divano.
Non protestava, restava immobile e ho capito che finalmente era pronto ad amarmi.
Abbiamo fatto l'amore per due giorni di seguito, ero sicuro che finalmente avesse capito che eravamo fatti l'uno per l'altra.
Ma quando ho smesso di dargli le pasticche lui è tornato a rifiutarmi, non voleva che lo toccassi.
Così ho preso il coltello che avevo usato per tagliare le corde e l'ho colpito al cuore ripetutamente.
Quel cuore che doveva amare ME, ma che si rifiutava di ricambiarmi.- urla l'ultima frase.

-Lo hai violentato e torturato! Come puoi pensare di chiamarlo amore?
Lo hai ucciso per puro egoismo, tu sei un folle!- José lo fulmina con lo sguardo.

-È stata colpa sua, poteva amarmi e non l'ha fatto.
Se non potevo averlo io, allora nessuno lo avrebbe avuto.- dice, in tono piatto.

-Non avrebbe mai potuto amare un mostro come te, lo hai stuprato e pagherai per questo.
Scommetto che lo hai seppellito nel retro della casa e sei scappato di corsa appena hai saputo del ritrovamento del cadavere al lago.- stringe un pugno Owen.

-Stavo tornando a casa quando l'ho sentito alla radio, ho preso alcune cose personali e ho deciso di andare nel luogo in cui sapevo nessuno mi avrebbe trovato.-

-Peccato che hai lasciato una cosa fondamentale, le tue amate sigarette.
Un errore all'apparenza insignificante, ma che ci ha permesso di trovarti in pochissimo tempo.
Sicuramente non finirai in isolamento, ma in prigione gli stupratori non sono molto ben visti sai?
Buon divertimento.- José si alza, lo prende di forza e lo trascina fuori dalla stanza.

Il caso è risolto e l'assassino pagherà per i crimini commessi.

Bryan Carver e Wyatt Reyes avranno finalmente la loro giustizia.

(Lo stupro e la violenza sia fisica che mentale non sono mai e dico MAI giustificabili, il comportamento tenuto da Danny è sbagliato ed immorale.)

°Angolo Autrice°
OH MY GOD, sono quindi giunta alla fine.


È stato difficile devo ammetterlo, ma anche molto soddisfacente.

Questo capitolo ha sfidato molto la mia capacità di scrittura e spero di aver vinto la battaglia.

Siete riusciti ad avvicinarvi alla soluzione del caso? Fatemi sapere ^^

Ci vediamo all'epilogo di questo esperimento, non mancate mi raccomando.

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Capitolo 15
*** Epilogue. ***


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Onoranza Funebre, l'ultimo saluto.

Il cimitero è pieno di gente e due bare bianche sono vicine in un gesto simbolico.
La madre di Wyatt ha voluto celebrare anche la vita persa di Bryan, morto per un futile scambio di persona.

-
Dopo aver mandato Danny alla prigione di massima sicurezza gli agenti avevano raggiunto il bosco e trovato la casetta dove Wyatt era stato violato in ogni suo aspetto, la squadra aveva scavato in ogni angolo nel terreno sul retro e recuperato il cadavere del ragazzo.

La madre era scoppiata in lacrime al telefono, e i due Detective avevano preferito non mostrarle il corpo del figlio, preferendo che lo ricordasse bello e sorridente com'era sempre stato.
L'assassino al processo aveva ricevuto due condanne e lei aveva assistito in prima fila, chiedendo giustizia per entrambi i ragazzi.

Giustizia ampiamente ripagata.

Danny Kingston avrebbe passato il resto della sua vita in prigione: 25 anni per il tentato omicidio di Bryan Carver con annessa omissione di soccorso, e l'ergastolo senza sconti di pena per la morte e la tortura di Wyatt Reyes.
-

Il pastore recita il solito rito, le bare vengono sommerse da rose bianche e poi seppellite.
La madre e il cugino di Wyatt si sarebbero fatto carico delle spese delle lapidi di entrambi, così che Bryan non sarebbe stato più solo.

José Mendes e Owen Moore si scambiano una lunga occhiata, un leggero sorriso ad increspargli le labbra.
Il loro lavoro lì è finito, e le due morti innocenti hanno avuto degna sepoltura.

Il telefono di José squilla e lui scuote la testa rispondendo, quasi aspettandosi quella voce dall'altro capo della cornetta.

-Tom, stavo per scommettere su una tua chiamata.
Va bene, ho capito... Ci andiamo subito, a dopo.- mette il telefono in tasca e guarda Owen.

-Una rapina al supermarket qui all'angolo, il criminale è armato.- gli spiega.

-Finalmente qualcosa di facile.
Anzi, già che ci siamo ne approfitterò per comprare delle patatine al formaggio.- Owen lo segue fuori dal cimitero e insieme raggiungono la macchina.

Un leggero venticello si alza piano, e due voci dedicate vibrano nell'aria sussurrando una semplice parola.

Grazie


°Angolo Autrice°
Piango, ogni volta che finisco una storia mi scende sempre una lacrimuccia.


Che dire, spero che questo 'esperimento' vi sia piaciuto.

Ci ho messo tutto il mio impegno e la mia conoscenza sul genere per scrivere una cosa di questo tipo ^^

Wyatt Reyes vi saluta qui e vi ringrazia per l'attenzione, giustizia è stata fatta e il bene vince sempre.♡

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