Un caso difficile

di Alady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti.
Questa è una storia che avevo cominciato a scrivere tempo fa e che poi avevo interrotto. Forse qualcuno se la ricorderà... Comunque ho pensato di continuarla. Buona lettura! 




Elisa

<< Buonasera, sono la dottoressa Elisa Marsi...>>

Il soggetto rimase immobile, la testa piegata da un lato, lo sguardo perso nel vuoto e i lunghi capelli neri e spettinati che gli cadevano sul volto.

Il suo corpo era legato alla sedia di metallo mediante numerose cinghie, realizzate in qualche strano tessuto hi tech.

<< Sono qui per il progetto di recupero… >>

Nessuna reazione.

Erano gli ultimi giorni di agosto, New York era una vera e propria fornace, ma quella cella di massima sicurezza era immersa in un gelo innaturale. Fury le aveva detto che era opera del prigioniero.

La dottoressa raccolse tutto il suo coraggio, si avvicinò a lui e si sedette sulla sedia di fronte alla sua.

Ora c’era solo un tavolo a separarli.

I brividi di freddo si mischiavano a quelli provocati dalla paura, ma quella era una grande occasione per la sua carriera e non poteva permettersi di sprecarla in questo modo.

Raddrizzò la schiena, sorrise e cercò di parlare con naturalezza:

<< Il colonnello le ha parlato del progetto di recupero, vero? >>

Ancora niente.

Osservando il volto inespressivo del soggetto, la dottoressa Marsi non riuscì a cogliere alcun segno che questi la stesse ascoltando.

Secondo i resoconti del personale dello SHIELD addetto alla sua sorveglianza, da quando il soggetto era stato rinchiuso non aveva mai toccato cibo e aveva alternato brevi momenti di forte aggressività a lunghi periodi di mutismo e catatonia.

Poi, tre giorni prima, aveva tentato il suicidio.

Pare che avesse maldestramente cercato di tagliarsi le vene con l’ago della flebo, ma, grazie al dispositivo che gli era stato impiantato nel collo, gli avevano provocato una potente scossa, impedendogli di completare l’opera.

Da allora però avevano deciso di legarlo, per evitare altre sorprese.

<< Ok, dunque, cominciamo dal principio. Io sono una psicologa-psicoterapeuta… Studio il comportamento e il modo di pensare delle persone e cerco di aiutarle ad affrontare i loro problemi. Da oggi in poi ci vedremo ogni giorno a quest’ora per un paio d’ore. Il mio compito è quello di tenere continuamente aggiornato il colonnello Fury circa le sue condizioni psicologiche e cercare, allo stesso tempo, di aiutarla a collaborare con lo SHIELD per il progetto di recupero. >>

L’uomo continuava a fissare la parete.

La dottoressa Marsi pensò che se non avesse saputo che si trattava proprio dello stesso alieno che qualche anno prima era finito in tutti i telegiornali per aver tentato di attaccare New York, non lo avrebbe mai riconosciuto.

Pallido, deperito e inerte, il temibile Loki di Asgard ora aveva solo l’aspetto di qualcuno che aveva segregato la coscienza in qualche meandro della propria mente, in attesa che la morte sopraggiungesse.

La dottoressa Marsi continuò a parlare a lungo.

Gli spiegò che, non appena avesse dimostrato un atteggiamento più collaborativo, Fury gli avrebbe permesso di spostarsi in un appartamento tutto suo, all’interno del complesso dello SHIELD. Dopo il trasferimento, il team di sostegno, di cui lei faceva parte, sarebbe stato a sua disposizione 24 ore su 24 e lo avrebbe aiutato ad adattarsi alla vita sulla Terra e ad affrontare l’addestramento che lo SHIELD aveva previsto per lui.

Certo, per i primi tempi sarebbe rimasto comunque sotto continua sorveglianza, ma, una volta concluso l’addestramento, sarebbe potuto diventare un agente speciale dello SHIELD, avrebbe percepito un regolare stipendio e non sarebbe stato più necessario monitorarlo continuamente.

<< Suo fratello ci ha informati di quello che è successo negli ultimi due anni… per quanto lei abbia conquistato il trono con l’inganno, pare che si sia rivelato un sovrano giusto…  Ed è proprio per la rettitudine da lei dimostrata in questi due anni che Odino ha deciso di fare questo accordo con Fury invece che rispedirla nelle prigioni di Asgard. Ed è per lo stesso motivo che Fury ha accettato l’accordo… >>

Improvvisamente la dottoressa Marsi ebbe la sensazione che la temperatura della cella si fosse abbassata ulteriormente.

<< Accettando di collaborare con lo SHIELD lei ha la possibilità di rimediare ai danni che ha causato a questo pianeta e di fare qualcosa di buono. Le suggerisco di pensare a questo progetto come ad un’opportunità di cominciare una nuova vita. Gli ultimi due anni dimostrano chiaramente che lei può essere una persona migliore di quella che ha cercato di soggiogare la Terra qualche anno fa…  e io sono qui per aiutarla a diventare quella persona…  sono qui per evitare che lei si lasci scappare questa preziosa opportunità… >>

Il gelo si fece ancora più pungente.

Tra un brivido e l’altro, la dottoressa Marsi si disse che quello era un buon segno.

Rappresentava comunque una forma di reazione alle sue parole. Significava che, in fondo, il prigioniero la stava ascoltando.

Allo scadere delle due ore, la dottoressa Marsi si congedò e gli diede appuntamento al giorno dopo. 

I primi giorni di trattamento passarono senza che la situazione evolvesse in alcun modo.

La dottoressa Marsi entrava nella cella regolarmente alle 18.30, si sedeva di fronte a Loki, gli parlava per due ore e poi toglieva il disturbo senza che il suo paziente l’avesse degnata nemmeno di uno sguardo.

Cercava ogni volta nuovi argomenti per motivarlo a cogliere la preziosa occasione che gli era stata offerta. Provava a raccontargli come sarebbe potuta essere la sua nuova vita. Ogni volta gli ricordava di quanto suo fratello sperasse ardentemente che lui cominciasse a collaborare con lo SHIELD. La dottoressa gli raccontò che Thor aveva voluto incontrarla per chiedergli se stessero facendo progressi.  Jane Foster ora lavorava per lo SHIELD e i due avevano preso casa in periferia, non molto lontano dal quartier generale. Appena Loki si fosse ripreso sarebbe potuto andare a trovarli.

Gli ripeteva che poteva parlarle di qualsiasi cosa, ma era tutto inutile.

Poi, una volta, il suo volto aveva cambiato espressione per una manciata di secondi…

<< Suo fratello mi ha chiesto di portarle questi libri. >> aveva esordito la dottoressa poggiando una pila di libri sul tavolino << Mi ha detto che le appartengono. Pare fossero nella sua cella ad Asgard… Suo fratello mi ha raccontato che lei è sempre stato un lettore molto appassionato… Che genere di libri legge di solito? Che genere di libri sono questi?>>

Improvvisamente la dottoressa Marsi si era resa conto che sul viso di Loki era comparsa un’espressione di violenta tristezza. Poi però era sopraggiunta la rabbia a contrarre i muscoli del suo volto e, qualche secondo dopo, tutte quelle violente emozioni erano svanite dietro alla solita espressione di vuota disperazione.

Da quel giorno la dottoressa aveva cominciato a cogliere numerose sfumature in quella che prima le era sembrata la più impassibile delle espressioni.

A volte la rabbia e il rancore sembravano prendere il sopravvento sul suo volto. Solitamente succedeva quando la dottoressa pronunciava la parola “padre” o nominava “Odino”.

Altre volte un lampo di interesse sembrava illuminare i suoi occhi di ghiaccio, soprattutto quando lei gli parlava della vita sulla Terra, quando gli leggeva il quotidiano o quando gli raccontava storie di antiche civiltà umane.

Qualche volta, quando le era capitato di fare qualche battuta o di raccontare un aneddoto divertente, le era parso addirittura di scorgere l’ombra di un sorriso sul suo volto.

Era possibile tuttavia che tutte quelle sfumature fossero solo il frutto della sua immaginazione, probabilmente la sua mente la stava inducendo a vedere progressi che invece non esistevano, per proteggerla dalla frustrazione.

Nonostante la dottoressa avesse già anticipato a Fury che in casi come quello di Loki era necessario parecchio tempo per arrivare a dei miglioramenti concreti, dopo un paio di settimane il colonnello sembrava aver praticamente abbandonato le speranze.

Poi, il lunedì della terza settimana, qualcosa cambiò.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Elisa

La dottoressa entrò nella cella alle 19.30, con un’ora di ritardo.

<< Sei in ritardo. >> esclamò una voce sconosciuta.

Elisa sussultò.

Loki era seduto sulla stessa sedia di sempre, con la stessa espressione in volto e gli occhi rivolti verso la parete… ma doveva essere stato lui a parlare perché lì non c’era nessun altro…

<< E’ vero, mi dispiace. >> rispose dopo un attimo di esitazione<< Purtroppo ho avuto un imprevisto con un altro paziente e sono rimasta imbottigliata nel traffico… ma recupererò il tempo perduto rimanendo qui fino alle 21.30… per lei va bene?>>

<< E’ Fury che gestisce la mia agenda, dovresti chiedere a lui… >> disse con gelido sarcasmo.

<< Lui mi ha già accordato il suo permesso. >> rispose lei con un sorriso.

La sua voce era più morbida e meno profonda di come se la sarebbe aspettata, ma quel giorno non ebbe più modo di ascoltarla.

Per tutto il resto della seduta non disse assolutamente nulla, né si mosse di un centimetro, ma Elisa interpretò comunque quello che era successo quel giorno come un progresso e sfruttò l’occasione per chiedere a Fury di ridurre il numero delle cinghie durante la loro successiva sessione.

Il colonnello in un primo momento si rivelò decisamente contrario.

<< Dobbiamo rispondere ai suoi progressi con dei rinforzi positivi! Se vogliamo ottenere dei risultati, dobbiamo premiare i suoi sforzi, dargli fiducia! >> lo aveva implorato la dottoressa.

E alla fine, dopo averle dato più volte dell’incosciente, lui le aveva permesso di liberargli il busto e gli arti superiori.

<< Stia attenta, dottoressa, quel tizio è un assassino!>> le aveva ricordato Fury.

<< Lo so, non si preoccupi, non è la prima volta che ho a che fare con degli assassini... >>

“…infatti ho avuto come pazienti diversi membri dello SHIELD…” avrebbe voluto aggiungere, ma decise che una simile provocazione sarebbe stata controproducente, quindi lo ringraziò e andò via.

Quando l’agente Hainer gli slacciò le cinghie, sul volto di Loki comparve un’espressione sorpresa e allarmata allo stesso tempo.

Con uno scatto da rettile, il prigioniero voltò la testa verso la guardia e il poveretto, preso alla sprovvista, cadde all’indietro.

La dottoressa Marsi doveva ammettere che anche lei era stata presa da un sussulto davanti a quel gesto tanto improvviso.

La reazione della guardia era stata accolta da Loki con un fugace ghigno di soddisfazione.

Subito dopo cominciò a guardarsi intorno con sospetto, come se si aspettasse che qualcuno lo avrebbe attaccato da un momento all’altro.

Improvvisamente la dottoressa Marsi si rese conto che, dal punto di vista del prigioniero, l’eliminazione delle cinghie poteva presumibilmente preannunciare l’inizio di una tortura o di un interrogatorio, tutti scenari che oltretutto il soggetto in questione aveva probabilmente avuto modo di sperimentare direttamente.

Ecco spiegato il suo atteggiamento allarmato e sospettoso.

<< L’altra volta mi ha rivolto la parola. Io l’ho interpretato come un segno di collaborazione da parte sua e quindi, come d’accordo, ho fatto in modo che le venisse concessa una maggiore libertà durante questa seduta. >> spiegò la dottoressa con un sorriso << Più lei si mostrerà collaborativo, più libertà le saranno concesse… >>

A quelle parole, gli occhi di ghiaccio di Loki si spostarono sulla dottoressa Marsi e cominciarono ad esaminarla dalla testa ai piedi.

Lei sentì il suo battito cardiaco aumentare violentemente, ma si impose di non lasciare trapelare la sua paura. Una cosa del genere avrebbe compromesso del tutto le dinamiche delle loro interazioni.

Era evidente che Loki traesse soddisfazione dalla paura degli altri.

Non era affatto raro in pazienti del genere.

Questo meccanismo era di solito retto da pensieri del tipo: “I deboli temono i forti, quindi, se tu mi temi, questo significa che, in fondo, sei convinto che io sia più forte di te. Quindi io sono forte, sono importante e soprattutto esisto come persona”.

In questo modo, la paura degli altri si trasformava, nella testa di queste persone, in una conferma della propria identità, della propria forza e della propria importanza.

<< Temo che tu abbia travisato le mie parole, dottoressa… >> disse lui con la voce e il sorriso resi affilati dal sarcasmo << Il mio commento era unicamente volto a mettere in luce la tua inefficienza. Io non ho alcuna intenzione di collaborare con voi. >>

<< Capisco. >> rispose lei senza rancore. Un simile atteggiamento non la lasciava sorpresa. Le persone che si sentono inferiori spesso hanno bisogno di denigrare gli altri per recuperare un po’ di autostima.

Si sedette al tavolo e si schiarì la voce.

<< Posso chiederle di spiegarmi i motivi del suo rifiuto? >>

Loki, come se niente fosse, girò la testa e ricominciò a fissare la parete con espressione neutra.

<< Mi perdoni, ma in che modo questa cella sarebbe migliore di un appartamento tutto suo? >>

La sua reticenza sembrava inflessibile come al solito, ma l’intuito questa volta le suggeriva di osare un po’ di più.

<< Non avrebbe voglia di fare una passeggiata all’aria aperta? Di avere una casa tutta sua? Non vorrebbe tornare libero? >>

Con un altro repentino scatto, Loki si voltò nuovamente verso la dottoressa Marsi, fulminandola con uno sguardo assassino.

<< Libero? >> ripeté con rabbia << E’ questa la tua concezione di libertà? Farsi schiavizzare dai propri nemici? Sottomettersi volontariamente a loro? >>

<< Ritiene di avere più libertà in questa cella? >>

<< Qui almeno posso conservare la mia identità. >>

<< E qual è la sua vera identità? Lei è il mostro che ha cercato di conquistare la Terra o il sovrano giusto e illuminato che ha regnato su Asgard negli ultimi due anni? E’ l’uomo che vuole uccidere a tutti i costi suo fratello o quello che ha rischiato la propria vita per salvarlo? Lei è il figlio tradito che brama la morte del padre o quello che fa ancora di tutto per ricevere da lui le attenzioni che non ha mai avuto? >>

Loki rimase un attimo disorientato, la rabbia e lo sdegno che continuavano a spalancargli gli occhi.

La dottoressa sfruttò quel silenzio a suo favore.

<< Lei è ancora troppo dipendente dall’opinione di suo padre. Ha tentato di distruggere Jotunheim per cercare di ottenere la sua stima, poi ha cercato di conquistare la Terra per punirlo e dimostrargli di poter essere forte come lui e in fine lo ha tenuto prigioniero per due anni, affinchè potesse vedere con i suoi occhi quale re giusto e capace sarebbe potuto diventare se solo lui gliene avesse dato l’opportunità…  >>

Lui scoppiò a ridere.

<< A quanto pare, la dottoressa ha fatto le sue ricerche… >> disse guardandola con un ghigno di sfida << credi di sapere tutto di me, non è vero? >>

<< Assolutamente no. Ma credo che lei debba concedersi la possibilità di fare la cosa migliore per se stesso. Lasci da parte suo padre e si concentri sulla sua vita! Rifiutandosi di collaborare lei difenderà solo una piccola parte della sua identità e sacrificherà tutto il resto per sempre! >>

<< Sai, in un primo momento pensavo che tu fossi solo un’altra insulsa schiavetta di Fury venuta qui controvoglia ad eseguire degli ordini.  Invece non è così… >> sussurrò sporgendosi con il busto verso di lei e fissandola dritto negli occhi con uno sguardo da predatore e un ghigno beffardo << No… tu sei ancora più patetica di quanto pensassi…  La passione con cui difendi le tue teorie e l’impegno che hai profuso nelle tue ricerche dimostrano chiaramente che tu credi davvero in questo progetto. Redimermi è diventata la tua missione, non è vero? Sei convinta che io non sia altro che un fragile criminale da riabilitare e reintegrare nella società. E sei convinta di essere proprio tu la persona adatta a compiere questo miracolo, non è così?>>

<< Le assicuro che mi impegno molto in tutti i casi che mi vengono assegnati, non solo nel suo. Mi faccia capire, lei mi ritiene patetica perché credo che lei possa diventare una persona migliore? >>

<< Tu sei patetica per il tuo idealismo! Sei una di quelle persone che si ostinano a voler per forza vedere del buono in tutti. >>

<< Quindi in lei non c’è del buono? Che opinione ha di se stesso?>>

<< Mi stai davvero tediando con tutte le tue inutili domande, dottoressa, non hai niente da leggere oggi? Avanti, intrattienimi in qualche modo! Sicuramente i tuoi giornali riporteranno dello scoppio di qualche nuova stupida guerra terrestre, no? Anzi, raccontami un’altra storia sugli antichi Romani! >>

<< Le racconterò una storia se prima proverà a mangiare qualcosa… >> disse la dottoressa togliendo la pellicola dal piatto di pasta che troneggiava sul vassoio.

<< Non ho intenzione di mangiare… >>

<< Perché?>>

<< Perché no. >>

<< Niente storia, allora. Rimarrò qui a leggere per conto mio per il resto del tempo.>>

<< Non può farlo! >>

<< Certo che posso. >>

Loki la guardò con risentimento e poi tornò a fissare la parete.

La dottoressa raccolse un ciuffo di spaghetti con la forchetta e avvicinò la posata alla bocca di Loki, che la guardò con sdegno.

<< Ora ti sei messa in testa di imboccarmi come fossi un bambino?>>

<< Se lei fa i capricci come i bambini… >>

<< Mi vengono in mente almeno tre modi per ucciderti usando quell’arnese. Non tentarmi! >>

<< Andiamo, almeno affronti la sua prigionia con dignità! Lasci che le tolgano questa flebo da malato. Si rimetta in forze! Tanto non le permetteranno mai morire di fame!>>

Loki rimase a guardarla accigliato.

<< Avanti, questi sono spaghetti! Sono un piatto tipico della mia terra d’origine, ne assaggi solo una forchettata! Se non le piacciono giuro che non insisterò.>>

Loki la fissò sottecchi per qualche secondo e poi aprì la bocca.

La dottoressa sorrise soddisfatta e lo imboccò.

<< Allora? Che gliene pare?>> chiese lei con entusiasmo.

<< Non sanno di niente. >> sentenziò lui infastidito.

<< Come “non sanno di niente”? Ma che dice?>> esclamò delusa. Poi provò lei stessa ad assaggiarne una forchettata.

<< Diamine! Ha ragione!>> la sua faccia si contrasse per il disgusto << questi spaghetti sono davvero terribili! Mi spiace, sono tremendamente mortificata! Di solito non sono assolutamente così! Sono molto più consistenti e saporiti e il sugo ha un sapore più delicato, non sa di ketchup! >>

<< Ketchup?>>

<< Sì, questa porcheria dolciastra che gli Americani mettono ovunque. Ora sì che la capisco, se fossi stata al suo posto anche io avrei optato subito per la flebo, Dio mio, che cosa terribile!>>

Sul volto di Loki comparve un sorriso appena percettibile.

La cotoletta pollo e spinaci sapeva di gomma da masticare e le verdure erano talmente salate da risultare immangiabili, quindi la dottoressa Marsi gli propose di assaggiare solo la torta.

<< Ok, questa è decente, è una torta, si chiama New York Cheese Cake! >> La dottoressa gli avvicinò alla bocca un pezzo di torta e lui si lasciò imboccare.

<< Allora? >>

Loki non rispose. 

<< Ne vuole dell’altra? >> chiese lei porgendogli un altro pezzo di torta.

Loki la fissò per qualche secondo con aria grave, come se stesse ponderando una decisione di estrema importanza.

<< Guardi che è quasi ora di cena anche per me, comincio ad avere fame, quindi, se lei non la mangia entro dieci secondi, diventa automaticamente mia… 10, 9, 8, 7… >>

Loki aprì la bocca e la dottoressa lo imboccò.

Finì tutta la porzione di new York Cheese Cake e la dottoressa gli raccontò la storia di Giulio Cesare, che lui sembrò ascoltare con interesse.

Alla fine della seduta lei lo salutò e gli diede appuntamento al giorno dopo.

Lui non la degnò nemmeno di uno sguardo, ma, proprio mentre stava uscendo dalla cella, inaspettatamente le rivolse la parola:

<< Di’ ai cuochi di cucinare qualcosa di decente!>> si raccomandò con tono seccato.

<< Vedrò cosa posso fare… >> rispose lei con un sorriso soddisfatto.

Mentre osservava la guardia liberare completamente Loki dalle cinghie, la dottoressa ripensò alla conversazione appena avuta con Fury.

Era decisamente soddisfatta di come era riuscita a persuaderlo ad assecondare le sue richieste. Non era stato affatto facile, ma lei aveva una certa esperienza e se l’era cavata bene.

Tuttavia alcune delle parole di ammonimento di Fury, quelle dai toni più cruenti, le erano rimaste impresse nella memoria:

<< Sono sicuro che quello psicopatico conosce almeno dieci modi per ucciderla a mani nude. E sono anche abbastanza sicuro che riuscirebbe a farlo così velocemente che noi non avremmo nemmeno il tempo di pensare di mandargli una scossa... >> le aveva detto il colonnello << mantenga sempre una certa distanza da lui, se le è cara le pelle!>>

Elisa aveva promesso che lo avrebbe fatto.

In realtà era abbastanza tranquilla. In fondo perché Loki avrebbe dovuto farle del male? Cosa ne avrebbe ricavato? In effetti però avrebbe potuto decidere di usarla come ostaggio per uscire dalla cella… o avrebbe potuto ucciderla per costringere Fury a farlo fuori una volta per tutte… dopo tutto, aveva già mostrato chiari intenti suicidi…

Le vennero in mente una dozzina di altri possibili scenari, ma ad un certo punto si impose di non pensarci più. Aveva già valutato attentamente i pro e i contro, la sua era stata una decisione ragionata, quindi doveva avere fiducia in se stessa e mantenere la calma.

Dapprima Loki cominciò a sgranchirsi le gambe e poi si alzò in piedi.

Dopo i primi passi un po’ traballanti, il suo incedere si fece gradualmente più sicuro.

Cominciò a camminare verso di lei, gli occhi fissi nei suoi e il solito ghigno da predatore in volto.

Era decisamente più alto di quanto avesse immaginato…

Lui continuava ad avvicinarsi e lei si sentiva sempre più sovrastata, ma si obbligò a non indietreggiare.

Continuò a reggere il suo sguardo, cercando di dissimulare il più possibile il proprio turbamento.

<< Fermo! >> gli intimò la guardia quando erano a poco meno di due metri di distanza l’uno dall’altra.

Loki alzò le mani con una certa teatralità.

<< Dottoressa! >> esclamò portandosi la mano al petto in un gesto melodrammatico << Sono sinceramente offeso da questa sua totale mancanza di fiducia!>>

Al di là dei toni di scherno, probabilmente quelle accuse nascondevano qualcosa di autentico.

<< Ho convinto il colonnello Fury a liberarla nonostante lei non abbia ancora ufficialmente accettato di collaborare al progetto di recupero… credo che questo dimostri una certa fiducia da parte mia… >>

La maschera dell’offeso si ruppe in una fragorosa risata di scherno.

<< Sono curioso… in che modo pensavi che ti avrei uccisa? >> chiese lui divertito << Strangolandoti a mani nude? Scaraventandoti ripetutamente contro qualche parete? >>

<< Si tratta di misure di sicurezza standard, non c’è niente di personale… >>

<< Tuttavia temi ugualmente che io possa ucciderti… >>

<< Lo ritengo improbabile, ma non posso escludere totalmente questa possibilità...  >>

<< Me ne compiaccio, dottoressa. Questo vuol dire che non sei poi così stupida… sei solo una banalissima ipocrita… >>

<< Lei mi dimostri di non avere intenzioni negative nei miei confronti e io farò uscire l’agente Hainer dalla cella!>>

<< Davvero? E come dovrei dimostrarglielo? >>

<< Sarà sufficiente che lei me lo prometta. >>

Loki scoppiò a ridere.

Una parte di sé fece lo stesso.

<< Ma allora lei è davvero stupida! >> esclamò lui.

Anche la vocina nella sua testa arrivò alla medesima conclusione. La dottoressa si affrettò a zittirla.

<< Allora? Promette o no? >> tagliò corto.

Lui la fissò in silenzio. L’espressione sul suo volto si fece impercettibilmente più seria.

<< D’accordo. >> disse distogliendo lo sguardo.

<< Vorrei che pronunciasse la sua promessa per esteso!>>

Lui alzò gli occhi al cielo con aria seccata.

<< Udite, udite!>> cantilenò rivolgendosi alle telecamere in tono di scherno << Io, Loki di Asgard, prometto solennemente che non ucciderò questa terrestre! >>

<< Preferirei che me lo dicesse guardandomi negli occhi. >>

<< Sai, dottoressa, più diventi seccante e meno sono convinto di poter mantenere questa promessa… >>

<< Avanti! >> lo incoraggiò lei << Mi convinca delle sue intenzioni… >>

Loki la guardò con un misto di rabbia e agitazione.

Si schiarì la voce.

<< Prometto… che non ti ucciderò… >>

Pronunciò quelle parole con aria grave e occhi sinceri.

Subito dopo distolse lo sguardo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Loki

 

La donna chiese gentilmente alla guardia di uscire, ma, com’era prevedibile, il soldatino di Fury ebbe da ridire.

Loki addossò la schiena ad una parete, incrociò le braccia e si godette lo spettacolo.

<< No, no, dottoressa! E’ fuori discussione! Deve parlarne prima con Fury! Non posso prendermi una simile responsabilità! >> protestò il troglodita.

<< Non si preoccupi, me la vedrò io col colonnello Fury, lei sarà dispensato da ogni responsabilità!>> gli aveva assicurato la donna con quella sua voce morbida e suadente.

Quel suo modo di fare comunicava così tanta sicurezza che per un attimo il militare rimase come disorientato.

Poi però tornò in sé.

<< Dottoressa, con tutto il rispetto, io non prendo ordini da lei! Non insista, tanto io non mi muovo da qui!>>

A quel punto lo sguardo della donna divenne feroce.

Il militare sgranò gli occhi, spaventato da quel cambiamento improvviso.

<< Mi ascolti, agente Hainer… >> disse camminando verso la guardia. Il suo tono di voce divenne decisamente più duro << Questa è una situazione molto delicata. Ogni passo falso può compromettere l’intero progetto. Lei ha idea di quanto sia importante questo progetto? >>

<< S…sì… certo. Ovvio. Lo so.>> il povero idiota prese ad indietreggiare << Ma non posso ugualmente permetterle di fare una follia simile, dottoressa! >>

<< Sta mettendo in discussione le mie competenze, agente Hainer? >> chiese lei mostrando tutta la sua irritazione.

<< No, no, no!>> esclamò alzando le mani << Certo che no, dottoressa! >>

<< Bene! >> rispose lei con fermezza << Allora devo chiederle gentilmente di lasciare questa cella… >>

<< No, dottoressa! Mi spiace ma… >>

<< Sarei oltremodo costernata di dover spiegare al presidente degli Stati Uniti d’America che il progetto al quale teneva tanto è fallito a causa della testardaggine di uno dei suoi valorosi militari… >>

Il soldato rimase allibito.

<< Il… il presidente, dice? >>

La dottoressa annuì con aria grave.

<< Va bene, allora…allora… forse è meglio che io vada… >>

<< Sì, agente Hainer, grazie per la sua collaborazione… ci vediamo dopo!>> disse accompagnandolo alla porta con un sorriso. La sua voce era tornata calda e amichevole come prima.

Loki sorrise.

Quella donna non era affatto stupida…

Si presentava come la più buona e compassionevole delle fanciulle, ma in fondo era una fine manipolatrice.

Per un po’ era riuscita a celargli la propria natura abbastanza bene, ma con quel teatrino si era definitivamente tradita.

<< Bene… >> commentò lei << Ora si sente più a suo agio?>>

Lui sorrise e le andò incontro con aria di sfida.

Più le si avvicinava, più Loki riusciva a scorgere dietro quell’apparente compostezza alcuni segni di turbamento.

Voleva scoprire fino a che punto sarebbe riuscita a mantenere il controllo.

Sarebbe stato divertente.

Così lei avrebbe finalmente ammesso che aveva paura di lui e sarebbe stata costretta a ridimensionare quel suo irritante atteggiamento saccente.

Quando si fermò erano così vicini che lui riusciva a sentire il respiro di lei sulla propria pelle.

Respirava velocemente, ora la sua agitazione era ancora più evidente, ma continuava a reggere il suo sguardo con ostinazione.

I suoi capelli, di un castano chiaro dagli accesi riflessi ramati, emanavano un profumo gradevole, dolce e speziato allo stesso tempo, ed erano come sempre raccolti sulla nuca, in un’acconciatura sobria ed elegante.

<< La informo che questo livello di prossimità è decisamente inadeguato per il nostro tipo di rapporto… >> disse lei. La sua voce tradì un leggero tremore in alcuni punti.

<< Ah sì, e che tipo di rapporto sarebbe il nostro? >>

<< Quello che lega uno psicologo e il suo cliente… >>

<< Non ricordo di averti mai assunta… >>

<< Lo ha fatto Fury, infatti… >>

<< Quindi in realtà è lui il tuo cliente! Io invece non sono altro che una cavia da laboratorio, giusto?>> le rinfacciò con rabbia.

<< No. >> rispose lei con fermezza << Non è così. >>

C’era qualcosa nei suoi occhi castani che contrastava nettamente con l’abile manipolatrice che aveva visto all’opera poco prima…

Era quella luce che illumina sempre gli occhi delle persone che sono convinte di combattere per qualcosa di giusto.

Ad un certo punto la donna si allontanò.

<< Mi è stato riferito che da ieri sera non ha mangiato quasi nulla… >> disse sedendosi al solito tavolo.

<<  Questo è falso! Ho mangiato altre due fette di torta… >> si difese Loki avvicinandosi.

<< Ma non può continuare a nutrirsi esclusivamente di New York Cheese Cake… altrimenti le rimetteranno la flebo… >>

Lui non rispose, si sedette e osservò il vassoio con disgusto.

<< E’ uno scherzo? E’ la stessa pietanza immonda che avete cercato di rifilarmi ieri! >> esclamò indignato.

<< Sono sempre spaghetti, è vero, ma questi sono stati cucinati bene!>> gli assicurò lei con uno dei suoi sorrisi entusiasti << Si fidi! Sono stati comprati in un ottimo ristorante italiano. Solo che più aspetterà a mangiarli e meno buoni saranno… >>

Loki guardò meglio il contenuto del piatto. In effetti avevano un aspetto leggermente diverso… sembravano un po’ più consistenti rispetto a quelli della volta precedente.

Decise di fare un tentativo, dopo tutto non aveva alcuna voglia di rimettersi la flebo…

Afferrò la posata di plastica e cercò di raccogliere un po’ di cibo, ma quegli infidi fili rossi gli riscivolarono giù nel piatto.

Riprovò, ma si verificò nuovamente il medesimo fenomeno.

Improvvisamente la donna scoppiò a ridere.

Loki la fulminò con lo sguardo.

<< Mi scusi… >> disse tra una risata e l’altra.

Poi chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.

<< Mi scusi, sono davvero mortificata… è normale che lei incontri qualche difficoltà... >>  disse alzandosi in piedi.

Poi spostò la propria sedia accanto a quella di Loki e si sedette di nuovo.

<< Le mostro come si fa… >>

Gli prese gentilmente la posata dalla mano, la puntò nel piatto e, molto lentamente, la fece girare su se stessa, lasciando che quegli affari si avvolgessero tutt’attorno.

Dopo averla osservata attentamente, Loki riprese la posata dalla mano di lei e ripeté il suo gesto.

Questa volta riuscì nell’intento.

E doveva ammettere che quella roba era davvero buona.

<< Allora? Come sono?>> chiese lei.

<< Migliori rispetto a quelli di ieri… >> rispose lui con aria di sufficienza. Non voleva darle troppa soddisfazione.

<< Ottimo! Quindi ora possiamo ufficialmente aggiungere alla sua dieta gli spaghetti al pomodoro… >>

Lui non rispose. Continuò a mangiare.

Lei, senza che nessuno glielo chiedesse, cominciò a raccontargli come venivano prodotti gli spaghetti, aggiungendo che era possibile condirli in tanti modi e che esistevano anche molti altri tipi di pasta altrettanto buoni.

<<  Su Asgard non si usa nessun tipo di strumenti per mangiare? >> chiese poi ad un certo punto.

<< No. >> rispose lui << Su Asgard si mangia direttamente con le mani… >>

Scoprì con sorpresa di trovarsi piuttosto a proprio agio con quest’abitudine di mangiare per mezzo di un altro strumento.

Ad un tratto, mentre era intento ad assaggiare quelle che la donna aveva chiamato “zucchine arrostite”, Loki si accorse con terrore che i ruoli si erano invertiti e ora era lui a parlare, mentre lei lo ascoltava con attenzione.

Si chiese perché lo stesse facendo, ma non riuscì a trovare una risposta.

In più occasioni si impose di smetterla, ma tutte le volte finì col disobbedire a se stesso.

La conversazione lo costringeva a distrarsi dai propri pensieri, cosa che ormai non gli accadeva più da molto tempo. Mentre parlavano, la sua mente si alleggeriva e lui provava un sollievo enorme.

L’atmosfera che si era venuta a creare era così fastidiosamente piacevole che, quando lei prima di andarsene lo aveva salutato, lui stava quasi per rispondere al saluto.

E qualche minuto dopo si era ritrovato a pensare che forse, in fondo, non gli sarebbe dispiaciuto affatto continuare a parlare con lei per qualche altra ora…

Poi improvvisamente fu travolto dall’angoscia.

Si insultò violentemente e ordinò a se stesso di non indugiare mai più in simili pensieri.

Ma purtroppo si ritrovò a disobbedirsi di nuovo.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Elisa

Loki, ammanettato e scortato da ben dieci militari armati fino ai denti, percorreva i corridoi del quartier generale dello SHIELD con passo lento e solenne, accogliendo con aria beffarda e compiaciuta il terrore di chi osava, anche solo per una manciata di secondi, posare lo sguardo su di lui.

L’improbabile corteo era chiuso dalla dottoressa Marsi e dal colonnello Fury.

<< Sta cercando di manipolarci di nuovo, ne sono sicuro. >> sentenziò Fury ad un certo punto << Ha accettato di collaborare solo per ottenere una maggiore libertà. Probabilmente sta già architettando qualche piano per evadere… >>

Molto probabilmente Fury aveva ragione. La dottoressa era arrivata alla medesima conclusione proprio il giorno prima, poco dopo aver appreso della decisione di Loki dal colonnello in persona.

Erano passate due settimane da quando Fury le aveva permesso di togliergli le cinghie. Da allora le loro sedute erano diventate sempre meno turbolente.

Loki continuava ad avere un atteggiamento sarcastico, ma si era dimostrato decisamente meno aggressivo.

Fury aveva persino permesso a Thor di fargli visita. Era stato un colloquio piuttosto breve e Loki aveva parlato poco, ma il  famigerato dio del tuono sembrava esserne rimasto ugualmente molto soddisfatto perché il giorno dopo era tornato al quartier generale apposta per ringraziare di cuore la dottoressa del lavoro che stava facendo con suo fratello.

Inoltre Loki ora mangiava regolarmente e la insultava sempre più raramente.

Spesso pretendeva di essere intrattenuto con delle storie. In queste occasioni non mancava mai di mostrare tutto il suo compiacimento per averla ridotta alla stregua di un menestrello, tuttavia, quando poi lei cominciava a raccontare, il suo sguardo gradualmente cambiava. I suoi occhi, chiari e limpidi, non ostentavano più alcuna superiorità, ma sembravano guardarla con acceso e sincero interesse.

Altre volte invece era Loki a raccontare…

Era indubbiamente il più abile oratore che lei avesse mai incontrato.  Il suo modo di parlare era piacevolmente elegante e crudelmente efficace al tempo stesso. Le sue pause, il modo in cui modulava la voce, i suoi gesti… tutto sembrava calibrato alla perfezione ed Elisa a volte faceva proprio fatica a non rendere troppo palese la propria ammirazione…

Un giorno, nel mezzo di una conversazione, lui le aveva raccontato di quando, per dispetto, da ragazzino, aveva tagliato i capelli ad un’amica di suo fratello… una certa Sif…

Era stato esilarante. Aveva descritto la scena in modo così efficace e divertente che, alla fine, Elisa stava quasi per applaudire.

Ogni tanto, partendo da questi aneddoti, la dottoressa riusciva abilmente a dirottare la conversazione su argomenti più caldi, come le relazioni familiari o i suoi stati d’animo. Loki però non le permetteva mai di scavare troppo a fondo. Quando quei discorsi cominciavano a turbarlo solitamente si innervosiva e cambiava argomento.

Molte volte le loro conversazioni finivano col gravitare attorno a concetti piuttosto astratti. Avevano avuto modo di filosofeggiare su argomenti come la libertà, la fiducia e la giustizia, ma poi in altre occasioni erano finiti a parlare per ore di cose come gli spaghetti, le torte, la stempiatura dell’agente Hainer e la recente fissazione di Thor per le treccine.

Le loro sedute erano diventate quindi decisamente più tranquille, ma poi, improvvisamente, il giorno prima, la dottoressa era entrata nella cella di Loki alla solita ora e lo aveva trovato che passeggiava nervosamente avanti e indietro, con le mani intrecciate dietro la schiena e un’espressione grave in volto.

Lei lo aveva come sempre salutato con un sorriso.

Lui l’aveva guardata come per dirle qualcosa, ma subito dopo i suoi occhi si erano riempiti di una strana angoscia, aveva abbassato lo sguardo e le aveva voltato le spalle.

La seduta di quel giorno era stata contrassegnata da lunghi silenzi e grandi distanze. Loki era visibilmente nervoso e i suoi sguardi stranamente fugaci.

<< Oggi la vedo un po’ turbato… >> aveva osservato lei ad un certo punto << le andrebbe di parlarmene? >>

Lui l’aveva guardata con la stessa angoscia di prima e poi aveva distolto lo sguardo e si era sdraiato sul suo letto.

<< Mi leggeresti qualcosa? >> chiese fissando il soffitto.

La dottoressa rimase colpita dalla cortesia di quella richiesta.

<< Certo… >> rispose e cominciò a leggergli l’ennesimo racconto di Sherlock Holmes.

Le era sembrato più volte sul punto di dirle qualcosa, ma poi, ogni volta, all’ultimo, si era tirato indietro.

La sera stessa, a qualche ora dalla fine della seduta, Fury in persona le aveva telefonato per comunicarle la novità: Loki aveva appena chiesto di parlare con lui e gli aveva comunicato la sua intenzione di collaborare al progetto di recupero.

Fury si era congratulato con la dottoressa per il lavoro svolto e l’aveva pregata di presentarsi davanti alla cella la mattina seguente, per accompagnare il prigioniero nel suo nuovo appartamento e presentargli il resto dello staff.

Ovviamente la dottoressa aveva subito accettato, ma era rimasta decisamente perplessa dal comportamento di Loki. Alla luce di quello che il colonnello le aveva appena riferito, era evidente che ciò che aveva cercato più volte di comunicarle nel corso di tutta la seduta era proprio la sua intenzione di collaborare al progetto di recupero. Ma allora perché alla fine non era riuscito a dirglielo? Per quale motivo aveva deciso di parlarne direttamente con Fury, con il quale, prima di allora, aveva sempre fatto scena muta?

Poi improvvisamente aveva capito: evidentemente dietro alla decisione di accettare l’accordo si nascondeva un secondo fine e Loki temeva che se ne avesse parlato con la dottoressa, lei se ne sarebbe potuta accorgere.

Quell’idea l’aveva ferita in modo decisamente inaspettato e inadeguato, ma Elisa era riuscita rapidamente a giustificare quella reazione eccessiva tirando in ballo l’orgoglio, la frustrazione e la paura di fallire.

Si consolò ripetendo a se stessa che tra meditare la fuga e fuggire esisteva pur sempre una grossa differenza.

Inoltre lei era dell’idea che una parte di Loki si fosse già segretamente aperta ad altre possibilità ed era proprio su quella parte che ora dovevano puntare. Bisognava cercare di convincerlo che la vita che gli stavano offrendo sarebbe potuta essere migliore di quella che avrebbe potuto avere se fosse evaso.

Era una grande sfida e la dottoressa Marsi si augurò di riuscire ad esserne all’altezza.

Ovviamente non era il caso di dire tutto questo al colonnello…

 Fury era già abbastanza scettico di suo… anzi era decisamente troppo scettico per aver deciso di accelerare in quel modo il trasferimento di Loki dalla cella all’appartamento…

Era questa la seconda cosa che non le quadrava…

<< Mi scusi colonnello, con tutto il rispetto, ma perché ha accettato la proposta di Odino se è già praticamente convinto che Loki vi tradirà di nuovo?>> gli chiese mentre entravano nel cortile della grande area residenziale del complesso SHIELD.

<< Viste le circostanze, non potevamo permetterci di non accettare una simile offerta. >> rispose lui.

<< Quali circostanze? Ha ricevuto delle pressioni dai piani alti? >>

<< Mi scusi dottoressa, con tutto il rispetto, ma queste sono informazioni riservate. >>

<< Certo, capisco. Mi scusi… Beh, comunque immagino che rifiutare l’offerta di Odino avrebbe significato minare i rapporti diplomatici con Asgard… >>

<< Immagina bene… >>

<< Mi auguro, tuttavia, che questa non sia l’unica ragione per cui avete messo a punto questo progetto… >>

Fury sorrise divertito.

<< Non si preoccupi, dottoressa, non è affatto così… >>

<< Quindi mi conferma che esiste realmente la possibilità di integrare Loki in una delle vostre squadre? >>

<< Questa possibilità esiste e sarebbe utile che si concretizzasse il prima possibile… >>

<< Mi faccia capire: quindi lei non ritiene che Loki possa cambiare, ma preme ugualmente per poterlo coinvolgere nelle vostre attività il prima possibile?>>

<< E’ così. Ovviamente occorrerà prendere le dovute precauzioni, ma in fondo il dispositivo che gli abbiamo inserito ci permetterà di avere su di lui un buon livello di controllo. Comincerà l’addestramento già da oggi pomeriggio e, appena lei lo riterrà pronto a lavorare con noi, lo faremo scendere in campo. >>

<< Capisco… >>

Ormai era chiaro. Fury e compagnia avevano intenzione di sfruttare le abilità di Loki per uno scopo molto specifico e evidentemente questo obiettivo era talmente importante da far passare in secondo piano i rischi collaterali di una sua eventuale  fuga.

Dovevano essere proprio quelle le misteriose “circostanze” che avevano indotto Fury ad accettare l’accordo con Odino nonostante tutti i dubbi che nutriva su Loki.

<< Quelli sono i libri che Thor ha portato da Asgard? >> chiese Fury indicando la pila di libri che la dottoressa aveva in braccio.

<< Sì… >>

<< Sono libri suoi? >>

<< Thor ha detto che questi erano i libri che Loki aveva con sè durante la sua precedente permanenza nelle prigioni di Asgard. Poi, a quanto pare, Loki inscenò la propria morte, Thor trovò i libri nella sua cella e decise di conservarli in suo ricordo… >>

<< Non mi risulta che li abbia mai nemmeno aperti da quando lei glieli ha portati… Eppure sembra tenerci parecchio a quei dannati libri! >>

<< Devono avere qualche valore affettivo per lui… >>

Quando erano andati a prelevarlo dalla sua cella, Loki si era fatto trovare con quella pila di libri in mano. Fury gli aveva spiegato che dovevano ammanettarlo e gli aveva chiesto di consegnare i volumi ad uno dei militari della scorta, il quale gli si era immediatamente avvicinato, in attesa di prenderli in custodia.

Loki aveva squadrato la guardia con aria sprezzante e sospettosa e poi, senza dire nulla, aveva consegnato i libri alla dottoressa, con uno sguardo serio che sembrava dire “Mi raccomando, abbine cura!”.

Elisa rimase un po’ spiazzata da quel gesto. Era indecisa su come interpretarlo… Era un segno del fatto che Loki stava davvero cominciando a fidarsi di lei? Oppure era solo una strategia per farglielo credere, in modo da poterla poi manipolare ulteriormente?

 

Loki

L’appartamento che gli avevano assegnato era spazioso e luminoso.

<< Ci sono telecamere ovunque. Per i primi tempi sarai sorvegliato 24 ore su 24 >> gli spiegò Fury, mentre gli toglieva le manette di persona << tuttavia, se collaborerai con noi e ci dimostrerai che possiamo fidarci, il livello di sorveglianza verrà gradualmente ridotto… >>

<< Ma che gentili! >> esclamò Loki con un grande sorriso.

<< La porta di ingresso sarà continuamente sorvegliata dall’esterno da quattro soldati, mentre l’agente Randal rimarrà qui dentro a farti compagnia giorno e notte, alternandosi con l’agente Dubois, che avrai modo di conoscere domani… >>

Loki squadrò il militare in questione. Sembrava la brutta copia di Steve Rogers, uno dei nuovi amichetti di suo fratello. Si augurò che almeno fosse meno molesto dell’originale.

<< Mmm… ho proprio l’impressione che ci divertiremo un mondo insieme… >>

<< Prova a combinare qualche casino e giuro che ti friggo il cervello!>>

<< Non credo ci sia bisogno di minacce simili, colonnello… >> lo rimproverò la dottoressa, guardandolo accigliata.

Loki rimase turbato.  Era strano che qualcuno prendesse le sue difese.

<< L’addestramento comincia oggi pomeriggio… >> proseguì Fury << mi raccomando, ti voglio attivo e collaborativo!>>

<< Oggi pomeriggio? Mmm… Mi chiedo il perché di tutta questa fretta, Fury… Se la questione è così urgente perché non sguinzagli uno dei tuoi mitici “Avengers”? >> lo provocò con un sorriso di scherno.

Fury non rispose. Si limitò a guardarlo in cagnesco.

<< Oh… ma non mi dire! Forse questa volta non si tratta di qualcosa che può essere risolta a suon di calci e pugni… non è così? >>

<< Loki! >> lo interruppe la dottoressa frapponendosi tra lui e il colonnello << Mi scusi per l’interruzione, ma questi libri sono piuttosto pesanti… >>

Gli consegnò i libri, costringendolo ad indietreggiare.

Loki non sapeva se sentirsi più indignato per l’interruzione o più divertito per la scusa che la donna aveva usato per dividerli.

Aveva giusto deciso di protestare contro la sua impudenza quando lei parlò di nuovo.

<< Allora, dove vuole sistemarli? >> chiese con uno dei suoi sorrisi gentili << Io suggerirei di metterli nella libreria dietro il divano, che ne dice? >> gli poggiò una mano dietro la schiena e lo spinse delicatamente verso il centro del soggiorno.

Loki aprì la bocca per parlare, ma rimase improvvisamente a corto di parole e così si ritrovò a seguirla come un idiota…

Quel contatto improvviso aveva scatenato in lui una grande confusione…

Ormai non si riconosceva più. Aveva sempre deriso gli uomini che si lasciavano trascinare e governare dai propri istinti più bassi. Come quello stupido di suo fratello, che per una donna che conosceva a malapena aveva deciso addirittura di rinunciare al trono di Asgard.

Ogni volta che ci pensava veniva travolto dalla rabbia. Per una stupida terrestre Thor aveva rinunciato a tutto ciò che Loki aveva sempre desiderato e non era mai riuscito ad avere.

Il mondo era davvero ingiusto…

Ma lui non era come suo fratello. No, lui era capace di controllarsi e non si sarebbe lasciato dominare dagli istinti. Nemmeno ricordava l’ultima volta che era stato con una donna… dovevano essere trascorsi più di tre anni… non era poi così strano quindi che ora veniva preso da pulsioni tanto forti…  Lasciarsi governare dai propri bisogni è indubbiamente da stolti, ma ignorarli completamente per così tanto tempo era stato altrettanto sconsiderato da parte sua. E adesso la prolungata astinenza gli stava giocando brutti scherzi. Non si trattava di nient’altro che di questo. Non c’era bisogno di abbattersi.  Era del tutto normale. Una volta placata la fame, il suo corpo avrebbe finalmente cessato di molestare la sua mente e lui sarebbe tornato quello di sempre. Il problema era che in quel contesto sarebbe stato difficile soddisfare i propri bisogni…

La donna aveva chiaramente spiegato che il suo ruolo le imponeva di tenersi ad una certa distanza da lui e Loki non aveva alcuna intenzione di insistere. Perché avrebbe dovuto abbassarsi a tanto? In fondo una donna valeva l’altra… Peccato però che lui in quel momento non avesse una grande scelta. Si pentì di non aver provveduto a soddisfare le proprie esigenze su Asgard, quando ne aveva la possibilità. Durante la notte avrebbe potuto abbandonare le sembianze di Odino e prendere quelle di un soldato asgardiano qualsiasi. Sarebbe riuscito facilmente a sgusciare fuori dalle sue stanze e a cimentarsi in qualche facile conquista.

Perché diamine non l’aveva fatto? Perché aveva invece passato tutte le sue notti su lettere, registri, trattati e codici?

In fondo la donna aveva ragione. Loki era sempre stato ossessionato dall’idea di dimostrare a suo padre che lui aveva la stoffa per essere un ottimo re e questa fissazione gli aveva impedito di godersi tutto il resto.

Ma in un modo o nell’altro sarebbe riuscito a gestire la situazione…

Poteva farcela… doveva solo abituarsi a quelle sensazioni e imparare a governarle… Aveva un piano da portare a termine e non poteva permettersi simili distrazioni…

<< Tutto bene? >>

La voce della donna interruppe violentemente il flusso dei suoi pensieri.

Loki notò che i libri di sua madre ora erano tutti in ordine sullo scaffale. Non ricordava di averli sistemati. Probabilmente era stata la donna a farlo, doveva averglieli presi di mano uno ad uno mentre era sovrappensiero.

<< La vedo estremamente pensieroso… l’appartamento è di suo gradimento? >>

<< E’ sicuramente più accogliente della mia ultima dimora… >>

<< Altroché! Le dirò di più, sono un po’ gelosa… l’appartamento che hanno dato a me è decisamente meno bello e spazioso di questo… >>

<< Immagino che però il tuo non abbia le telecamere… >>

<< Non che io sappia. Ma con il caro buon vecchio Fury non si sa mai… >>

Loki non riuscì a non sorridere.

<< Oh merda, siete già qui! >> esclamò improvvisamente una voce estranea.

Era un ragazzo bruno dall’aspetto gracile e gli occhi sgranati dal terrore. Era appena entrato nell’appartamento e si stava avvicinando a loro due con fare un po’ incerto.

<< Buongiorno, Brad!>> esclamò la dottoressa con un entusiasmo dai chiari toni sarcastici << Che bello che alla fine lei abbia deciso di allietarci con la sua presenza, Brad! Sa che ore sono Brad?>>

<< Sono le… ehm… >> il ragazzo si controllò i polsi e poi le tasche, come in cerca di qualcosa. Alla fine tirò fuori dalla tasca destra uno di quei dispositivi che i terrestri usano per comunicare a distanza, guardò lo schermo e sgranò nuovamente gli occhi << Ehm… scusate… mi sa che ho perso proprio la cognizione del tempo… non accadrà più! >> .

<< E tu chi diavolo saresti? >> chiese Loki guardandolo con un misto di terrore e disgusto.

<< Ah! Ehm, molto piacere! Io sono Brad Filkins! >> esclamò il tizio porgendogli la mano.

Loki si limitò a fissarlo con una certa perplessità.

<< Ah, vedo che sei uno un po’ sulla difensiva…  vabbè, è normale! In fondo ancora non ci conosciamo! Ma vedrai che andremo subito d’accordo io e te! >> disse dandogli un paio di pacche sulla spalla.

Loki lanciò alla dottoressa uno sguardo allarmato.

<< Che significa? Chi è questo pagliaccio? >>

<< Ehm, il dottor Filkins vivrà con lei per un po’ e la aiuterà ad adeguarsi allo stile di vita terrestre. E poi, appena le sarà permesso uscire, avrà anche modo di accompagnarla in giro per la città… praticamente sarà a sua disposizione 24 ore su 24! Può considerarlo come… un assistente personale! >>

Loki si chiese se questo volesse dire che da allora loro due non si sarebbero più visti…

Pensò che in effetti quella sarebbe stata una vera benedizione per lui. Niente più distrazioni inutili finalmente! Avrebbe dovuto gioirne, ma invece aveva cominciato a sudare freddo…

Inoltre non stava nemmeno più prestando attenzione alle stupide ciance di quei due…

<< Loki… >> lo chiamò la donna.

Era proprio davanti a lui e gli aveva poggiato le mani sulle spalle, probabilmente per ridestarlo nuovamente dai suoi pensieri.

<< Io devo andare adesso >> proseguì lei << ma noi due ci rivedremo stasera, subito dopo la sessione di addestramento. Probabilmente un po’ più tardi rispetto al solito… >>

Quelle parole gli provocarono un’immediata sensazione di sollievo e subito dopo una profonda frustrazione.

<< Per favore, può promettermi che non farà del male né al dottor Filkins, né ai due agenti? >>

Loki la osservò. Il suo sguardo era serio e diretto.

<< Prometto che non farò loro del male… >> dichiarò in tono seccato << ma ti avviso, se quello lì continua a toccarmi, non so per quanto tempo riuscirò a mantenere la mia promessa!>>

<< Sì, comprendo… vedrò di parlargli… >> disse lanciando un’occhiata sprezzante al suo collega, intento a chiacchierare con la controfigura di Rogers.

<< Non capisco proprio che te ne fai di tutte queste promesse… >> disse poi Loki.

<< Fury usa cinghie e collari e io uso le promesse… Ognuno ha il suo stile… Lei quale dei due metodi preferisce? >>

Loki sorrise e le si avvicinò.

<< E secondo te le promesse che ti faccio sono vincolanti per me quanto le cinghie di Fury? >>

<< Ovviamente no, lo sono molto di più… >> rispose lei. Poi avvicinò la sua bocca all’orecchio di Loki << E’ per questo motivo che non  le ho ancora fatto promettere di non scappare… Perché so che non sarebbe ancora pronto per farmi una promessa simile… >>

<< Ti sbagli, potrei sempre mentirti… sei davvero così ingenua da credere che non ne sarei capace?>>

<< So solo che, se per lei fosse stato davvero così facile mentirmi, allora ieri avrebbe parlato con me invece che con Fury… >>

Loki cominciò di nuovo a sudare freddo. Nonostante tutte le precauzioni che aveva preso, quella donna era riuscita ad intuire le sue intenzioni. Ma non era tanto questo il problema, quanto piuttosto il fatto che in qualche modo si era resa anche conto che lui aveva difficoltà a mentirle…

Però aveva avuto l’accortezza di dirglielo sotto voce, in modo che nessuno potesse sentirli…

Perché aveva deciso di tenersi per sé i suoi sospetti?

Forse temeva che Fury le avrebbe messo i bastoni tra le ruote se lei gliene avesse parlato…

Sembrava che la dottoressa si fosse convinta di poter gestire la situazione da sola…

<< Fossi in te, non farei troppo affidamento su questa cosa… rischi di avere delle gran brutte sorprese… >> le sussurrò a sua volta scostandole un ciuffo dal volto e sistemandoglielo delicatamente dietro l’orecchio.

Lei abbassò lo sguardo, ma rimase immobile.

Loki trovò quel breve contatto decisamente piacevole e accolse l’evidente disagio della donna con una certa soddisfazione.

<< Mi scusi… >> disse con una certa irritazione << ma mi trovo costretta a farle nuovamente notare che questo livello di prossimità non è adeguato alle circostanze … così come il suo ultimo gesto… >>

<< E io allora sono costretto a farti notare che sei stata tu ad avvicinarti per prima questa volta e che il mio gesto era stato preceduto da altri gesti altrettanto inadeguati! >>

<< Di quali gesti sta parlando?>>

<< Sto parlando di quando mi hai circondato la schiena con un braccio per allontanarmi da Fury! O di quando mi hai poggiato le mani sulle spalle per attirare la mia attenzione! Per non parlare del fatto che il tuo allegro compare ha cominciato a toccarmi appena mi ha visto!>>

<< Non è la stessa cosa! Non le ho toccato il viso! E in quanto a Brad, beh… lui fa così con tutti… >>

<< Quindi se ti avessi toccato le spalle  o la schiena invece che il viso non ci sarebbe stato niente di inadeguato? >>

<< Immagino di no… >>

<< Bene. >> concluse Loki e le poggiò le mani sulle spalle con un sorriso di sfida.

Lei alzò gli occhi al cielo e poi incrociò le braccia con aria rassegnata.

<< Mi spiega qual è il punto? Cosa sta cercando di dimostrare? >>

<< Che il metro di giudizio che tu utilizzi per giudicare l’inadeguatezza dei miei gesti è molto diverso da quello che adoperi per valutare i tuoi… >>

<< Dottoressa, le sta dando fastidio, per caso? >> chiese Randal guardando Loki in cagnesco.

<< No, non si preoccupi! >> rispose lei afferrando le mani di Loki e allontanandole dalle proprie spalle << E’ tutto ok!>>

<< Mmm… >> mugugnò il soldato guardando Loki in modo sospettoso.

Poi si voltò e tornò a parlare con Filkins.

<< Bene, ora devo proprio andare… >> disse lei subito dopo << allora buon addestrame… >>

Si interruppe. Stava per dargli una pacca sulla spalla, ma aveva bloccato la mano a mezz’aria.

Lui scoppiò a ridere, mentre lei abbassò lo sguardo e si limitò ad esibire un sorriso un po’ imbarazzato. Poi si schiarì la voce e riprese la parola.

<< Ok, allora a stasera… >>

<< A stasera… >>

Quando Loki si accorse di averle risposto fu preso dal panico.

Lei lo guardò esterrefatta.

<< E vedi di non farmi aspettare! >> si affrettò ad aggiungere lui subito dopo

in tono minaccioso << Altrimenti potrei decidere di non aprirti affatto!>>

<< D’accordo… >> rispose lei un po’ perplessa.

Poi si voltò, salutò Filkins e Randal e si avviò con una certa fretta verso l’uscita.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Elisa

 

La dottoressa Marsi era completamente rapita dallo spettacolo che si stava svolgendo sotto i suoi occhi.

Da una specie di ampio balcone interno, osservava attentamente l’allenamento di Loki con il capitano Steve Rogers.

L’abbigliamento di Loki era diverso dal solito. Al posto della tuta da prigioniero bianca, larga e priva di forma, ora indossava una maglietta aderente a maniche corte, un paio di pantaloni attillati e degli anfibi. Tutto rigorosamente nero.

Rogers invece indossava una canotta bianca e dei pantaloni scuri.

Colpi, parate, prese e salti mortali si succedevano ad una velocità impressionante, tanto che era necessario un considerevole livello di concentrazione per riuscire a seguire tutti i movimenti dei due uomini, i quali sfoggiavano indubbiamente due stili di combattimento radicalmente diversi.

Rogers cercava sempre il contatto ravvicinato. Prediligeva le brevi distanze, puntava tutto sulla sua forza muscolare e su potenti e frequenti raffiche di colpi.

Loki, invece, usava la sua agilità e le sue illusioni per danzare attorno all’ avversario, oltrepassarne abilmente la guardia e colpirlo all’improvviso.

Era incredibile come riuscisse a creare delle perfette copie di se stesso e come fosse in grado di muoverle nello spazio in modo così articolato e complesso.

Era semplicemente eccezionale. Elisa proprio non riusciva a capacitarsi del fatto che qualcuno potesse riuscire a fare ciò che faceva lui.

E pensare che parlava con quell’uomo ogni giorno…

Per un attimo fu travolta da un fastidioso senso di inferiorità.

Temeva che non sarebbe riuscita a tenergli testa?

Forse. In effetti, era probabile che ciò che provava scaturisse dalla percezione della propria totale impotenza di fronte ai poteri di Loki. Se lui avesse deciso di farle del male, ogni suo tentativo di difesa sarebbe stato totalmente vano e Elisa sapeva bene quanto poco e male lei riuscisse a tollerare le situazioni in cui si sentiva impotente.

Ma, se si fosse trattato solo di questo, adesso, nel guardare Loki combattere, lei avrebbe dovuto provare una certa paura, invece non era affatto così.

Al contrario, più osservava quel suo singolare ed elegante stile di combattimento e più ne rimaneva ammirata. Un po’ come quando aveva avuto per la prima volta un assaggio delle sue straordinarie doti oratorie.

Qualcosa dentro di lei osò suggerire sommessamente che ciò che provava poteva essere una forma di soggezione.

Soggezione? Assolutamente no!

Lei era la psicologa e lui il paziente. Perché sarebbe dovuta essere in soggezione? In un corpo a corpo lei non avrebbe avuto alcuna speranza contro di lui, ma durante le loro sedute quel divario si annullava. Non avrebbe avuto motivo di provare soggezione nei suoi confronti.

Ma magari la soggezione era dovuta all’insicurezza. Il rispetto reciproco è essenziale per la costruzione di una buona alleanza terapeutica, ma come poteva uno come lui nutrire rispetto per una come lei? Lui era stato allevato come un principe ed era un maestro di arti magiche, mentre lei, ai suoi occhi, non doveva essere altro che una terrestre qualsiasi, una misera creatura insignificante e debole che non avrebbe mai potuto meritare la sua considerazione.

No!

Doveva darci un taglio con tutta quella negatività.

Erano i fantasmi del passato a parlare. Gli spettri della sua adolescenza. Era da lì che veniva il senso di inferiorità… così come tutte le insicurezze che ora stavano cercando di affossarla.

Ma Elisa non si sarebbe lasciata abbattere tanto facilmente.  Lei era una psicologa qualificata e competente, aveva tutte le carte in regola per occuparsi di quel caso e, come sempre, si stava impegnando molto nel proprio lavoro.

E per tale ragione meritava il rispetto di Loki. E se lui non fosse riuscito a comprendere questa cosa da solo, lei lo avrebbe aiutato a farlo.

<< Ecco il suo cappuccino, dottoressa! >> esclamò l’agente Romanoff porgendole un grande bicchiere di cartone coperto da un tappo di plastica.

<< Grazie, Nat! >>

<< Ti vedo pensierosa... che succede?>> chiese bevendo un sorso del suo caffè << Questi due sono diventati noiosi?>>

<< No, no! E’ uno spettacolo molto avvincente, però è da mezz’ora che aspetto di cominciare la seduta e loro mi sembrano entrambi esausti! Non capisco perché non ci diano un taglio! L’allenamento non sarebbe dovuto finire due ore fa? >>

<< Infatti… >> rispose Nat con tono seccato << Il punto è che Fury, pensando di fare una cosa buona, ha detto al pazzo: “Loki, visto che oggi è il tuo primo giorno di allenamento, ti concedo la possibilità di decidere quando fermarti. Quando sei troppo stanco, ti basterà dirlo. ”>>

<< E ovviamente nessuno dei due ammetterà mai di essere troppo stanco… >>

<< No, non c’è nessuna speranza che questo accada. >>

<< Quindi il piano quale sarebbe? >>

<< Aspettare che collassino. >>

<< Cosa? Nat, ma che dici? Davvero vuoi diventare complice di questo sciocco gioco machista? Cioè, mi stai dicendo che, perché l’allenamento abbia termine, questi due davvero devono arrivare al punto di collassare?>>

<< Ma mica tutti e due! Basta che ne collassi uno… >> disse l’agente Romanoff con naturalezza.

Elisa la fissò con sguardo incredulo per qualche secondo, poi scosse la testa con disapprovazione e sorseggiò il suo cappuccino.

<< Mmm… Porca miseria! Ci vuole coraggio a chiamare questa brodaglia cappuccino! >>  si lamentò disgustata.

<< Quante storie! Sei la solita snob!>>

<< Io sarei snob? Ma che dici? Io non sono affatto snob! >>

<< Stai sempre a lamentarti degli Americani!>>

<< Mi lamento solo del loro caffè! >>

<< E della loro pasta, del loro sugo, dei loro dolci, delle loro pizze, delle loro scuole, della loro ossessione per le bandiere, delle loro confraternite, della loro politica verso le armi… >>

<< Sì, sì, va bene, ho capito! Mi lamenterò di meno… >>

<< Piuttosto, parlando di cose serie, sono un po’ preoccupata della piega che sta prendendo questa faccenda di Loki… mi sembra che Fury stia accelerando un po’ troppo le cose e non vorrei che questo bruciare le tappe finisse col metterti in pericolo… >>

<< Tranquilla, Nat! E’ tutto sotto controllo per il momento. Loki si comporta abbastanza bene e, nel caso cominciasse a diventare eccessivamente aggressivo, te lo dirò… >>

<< Speriamo…  >>

<< A proposito, tu sei a conoscenza del motivo per cui Fury è così tanto ansioso di rendere Loki operativo?>>

<< Sono informazioni riservate, mia cara… >>

<< Ma dai! Tanto verrò a saperlo comunque da Loki dopo la missione! >>

<< E’ inutile! Conosco il tuo gioco! Su di me, le tue tecniche da strizzacervelli non funzioneranno! >>

<< Ma non ha senso! Stai solo cercando di vendicarti per la faccenda di Rogers! >>

<< Assolutamente no! >>

<< Sì, invece! Ma quella era una situazione del tutto diversa… Avevo dei motivi più che validi per non rivelarti quelle informazioni! Rogers è un mio paziente ed un tuo collega! Sarebbe stato eticamente inaccettabile violare il segreto professionale solo per soddisfare la curiosità di una mia amica! E poi, te l’ho già detto, Rogers non fa per te! >>

<< Ma non avevo mica intenzione di sposarmelo! Volevo solo divertirmi un po’ con lui… e con i suoi bei pettorali statuari! Guarda là che roba! >>

<< Esagerata! Tutto questo entusiasmo per un po’ di muscoli? >>

<< Marsi, tu non sei normale! Te lo devo proprio dire, tu devi avere qualche problema grave! Come è possibile che il nostro Capitan America non ti faccia nessun effetto e che invece quel tizio di Sherlock BBC con la faccia da cavallo ti attizzi tanto? >>

<< Non divaghiamo! Qui il vero problema è che tu sei innamorata di Barton! Però hai paura di impegnarti con lui e quindi cerchi facili e futili distrazioni altrove!>>

<< Ooooh sempre con questa storia! >>

<< E poi Benedict Cumberbatch è un figo! >>

<< Sì, certo… come no… >>

 

Loki

 

Rogers sferrò a Loki un potente montante destro puntando al suo mento, ma lui, con un rapido scatto, schivò il colpo e fece un giro completo attorno al soldato, lasciandosi dietro una scia di copie di sé stesso, che cominciarono a disperdersi velocemente in tutta la stanza, ridendo a crepapelle.

<< Insomma, vuoi deciderti una buona volta a combattere da uomo!>> urlò Rogers infastidito da tutta quella confusione << Falla finita con questi trucchetti da codardo! >>

<< Codardo, dici? >> chiese Loki parandoglisi davanti << E perché mai io combatterei da codardo?>>

<< Perchè la tua magia si basa sull’inganno e quindi ti rende un combattente vile! >> ribatté Rogers attaccandolo con un pugno.

Lui scomparve.

Si trattava solo di una copia.

<< Come la mettiamo col fatto che i tuoi bei muscoli e la tua super-forza sono il frutto di un esperimento?>> lo provocò un attimo dopo, alle sue spalle.

Rogers si voltò.

<< Non è la stessa cosa! >> esclamò tentando nuovamente di attaccarlo con un pugno.

La copia che Rogers aveva tentato di colpire svanì al primo contatto e il vero Loki, appostato proprio dietro quest’ultima, ne approfittò per afferrare il capitano dalla maglia e proiettarlo a terra.

<< No, hai ragione, non è affatto la stessa cosa!>> convenne Loki mentre il suo sarcasmo si caricava sempre più di rabbia << Le tue abilità, infatti, scaturiscono da un intervento, non hai fatto un bel niente per guadagnartele! Le mie, al contrario, sono il risultato di anni e anni di studio ed esercizio!>>

Quando Rogers si rialzò da terra, si ritrovò immerso in una fitta nebbia.

<< Rimane il fatto che il tuo modo di combattere è da codardo! >> ribadì per l’ennesima volta il capitano, che in quel momento non riusciva a vedere ad un palmo del suo naso.

Poi uno dei vari Loki gli andò incontro caricando un pugno, Rogers alzò la guardia per parare il colpo ma, contemporaneamente, il vero Loki, alle sue spalle, gli fece perdere l’equilibrio con un calcio raso terra.

Saltò addosso al soldato e cominciò a prenderlo a pugni…

Poi per una frazione di secondo Loki si fermò.

Qualcosa sul balcone interno aveva attratto la sua attenzione…

Che ci faceva la dottoressa Marsi insieme all’agente Romanoff? Da quanto tempo era lì? E soprattutto perché?

Rogers approfittò del breve momento di distrazione di Loki per ricambiargli il favore: lo atterrò con un gancio potentissimo in piena faccia, lo immobilizzò con il proprio peso e cominciò a tirargli un colpo dietro l’altro, con un ritmo così serrato da impedire a Loki qualsiasi tentativo di contrattaccare.

All’improvviso però Rogers vide le sue mani andare a fuoco e schizzò in piedi spaventato, cercando di estinguere disperatamente le fiamme.

Povero idiota! Pensò Loki vedendolo impanicarsi per un trucco tanto semplice.

Decise di sfruttare al meglio quell’occasione. Mentre era ancora a terra, afferrò le gambe del suo avversario e lo fece cadere.

Poi strisciò via, cercando di riprendere fiato…

Si alzò in piedi… Gli fischiavano le orecchie e perdeva sangue dal naso… improvvisamente gli si oscurò la vista e  cominciò a barcollare…

Proprio in quel momento intravide Rogers correre verso di lui, pronto a ricominciare…

<< Signori!>> la voce ammonitrice della dottoressa Marsi risuonò in tutta la sala.

<< Buonasera, capitano Rogers, mi perdoni per l’interruzione, ma non potevo fare altrimenti! Loki, mi scusi, ma la nostra seduta sarebbe dovuta cominciare mezz’ora fa e purtroppo non posso più attendere oltre… potreste, gentilmente, venirmi incontro e concludere qui l’allenamento per oggi? Sempre se non è un problema, ovviamente… >>

<< Ma certo, dottoressa!>> si affrettò a rispondere Rogers  con un tono fastidiosamente servile << Mi scusi, non sapevo stesse aspettando noi! Mi spiace! >>

<< Oh, ma che bel soldatino obbediente che abbiamo qui… >> lo schernì Loki, poi spostò lo sguardo sulla dottoressa << Perché non gli dai uno zuccherino? >>

Il capitano, indignato e furibondo, lo afferrò per la maglietta con la chiara intenzione di dargli una lezione…

<< Rogers!>> lo ammonì la donna << La prego, evitiamo di cadere in facili provocazioni! Cerchiamo di risolvere le criticità verbalmente!>>

Il capitano, visibilmente combattuto, alla fine lasciò andare Loki.

<< Loki… >> continuò la dottoressa << il capitano Rogers voleva solo essere gentile… secondo lei essere gentili ed essere servili sono la stessa cosa? >> 

Loki la guardò in silenzio e sorrise.

La donna aveva avuto l’impudenza di interrompere l’allenamento, ma lo aveva fatto con mille scuse e usando un tono così timido e timoroso che nessuno avrebbe avuto il coraggio di fargliene una colpa.

Poi si era permessa di rimproverarli entrambi, ma era riuscita a farlo in modo talmente indiretto e inoffensivo che i suoi rimproveri somigliavano più a dei gentili suggerimenti che a qualche forma di ammonimento vero e proprio.

E ovviamente, in tutto questo, aveva avuto l’accortezza di non prendere le parti di nessuno, pur dando l’impressione di agire per il bene di entrambi…

Quella donna si stava dimostrando sempre più scaltra e intraprendente…

Non andava sottovalutata e questo ormai Loki lo aveva capito, eppure non riusciva proprio a fare a meno di ammirare la finezza e la diplomazia con cui riusciva a manipolare chi le stava attorno; così come non poteva non rimanere intrigato da quel miscuglio inestricabile di fierezza e delicatezza che pervadeva ogni suo gesto…

E poi c’era quel suo sguardo…

A parte Frigga e Thor, tutti avevano sempre guardato Loki con un dose variabile di disprezzo e ovviamente col tempo la cosa non aveva fatto che peggiorare, ma con quella donna era diverso: non c’era nemmeno una punta di disprezzo nel modo in cui lei lo guardava, anzi i suoi occhi castani sembravano ogni volta sussurrargli “sei una persona migliore di quello che credi e io sto puntando tutto su di te”.

Ma perché lo faceva? Perché lo guardava in quel modo?

<< Donna, tu sei solita riempire i tuoi discorsi di parole gentili e sorrisi, ma infondo non fai che dare ordini a tutti! >> sbottò Loki come per liberarsi dall’influsso di quei pensieri pericolosi.

<< Smettila, sei solo un ingrato!>> lo attaccò Rogers << La dottoressa Marsi è una bravissima persona e, se non fosse per lei, tu ora saresti ancora in prigione, legato come un salame! >>

<< Oh, e così il soldatino si è preso una cotta per la dottoressa… >> insinuò Loki con un sorriso malizioso.

<< Sei fuori strada! La mia gentilezza nei confronti della dottoressa non ha alcun secondo fine! >>

<< Non pensi più alla tua amichetta attempata? Come si chiamava? Penny? No, no, aspetta era… era Peggy, vero? >>

Rogers, travolto dalla rabbia, si catapultò su Loki  e lo afferrò nuovamente per la maglietta con l’intenzione di prenderlo a pugni, ma ciò che vide davanti a sé smorzò di colpo l’impeto del suo attacco, paralizzandogli il braccio e facendogli sgranare gli occhi…

 

 

Elisa

Nonostante tutti i suoi sforzi, l’agente Romanoff alla fine non riuscì proprio a trattenere le risate.

Elisa invece era rimasta semplicemente sbigottita da quella strana visione: dall’altra parte della stanza, davanti a Rogers, c’era una copia esatta di se stessa.

Ebbene sì, Loki aveva preso le sue sembianze… e l’aveva fatto in modo davvero magistrale.

<< Capitano Rogers, sarebbe così gentile da lasciarmi andare? >> disse l’asgardiano imitando la sua voce alla perfezione.

Incredibile. 

<< Capitano Rogers, mi scusi, ma mi trovo proprio costretta a sottolineare che questo livello di prossimità proprio non si addice al nostro rapporto! >>

Rogers, gli occhi sbarrati e il pugno ancora a mezz’aria, balbettò qualcosa di incomprensibile.

<< Capitano, insisto! >>

Però, a ripensarci, forse con l’accento italiano Loki aveva un po’ esagerato. In fondo il suo non era così evidente…

<< Porca puttana, anche la voce e l’accento sono identici! >> esclamò proprio in quel momento Natasha.

Come non detto, pensò la dottoressa.

Subito dopo, le due donne scesero la scalinata che collegava il balcone alla palestra, in modo da assicurarsi che quella pagliacciata non degenerasse.

Improvvisamente la dottoressa si ritrovò ad assistere ad un fenomeno indubbiamente surreale: vide se stessa catapultare il mitico Capitan America dall’altra parte della stanza.

Elisa in quel momento non poté fare a meno di provare un’inconsueta sensazione di onnipotenza… doveva assolutamente procurarsi le registrazioni delle telecamere della palestra e inviare quel video ai suoi fratelli…

Poi si riscosse da quei pensieri folli e si precipitò verso Loki.

<< Loki! Potrebbe cortesemente... tornare se stesso? >>

Loki sbuffò e riprese le proprie sembianze.

<< Il modo in cui ha provocato il capitano Rogers è stato sgradevole e infantile! >> lo rimproverò la dottoressa con una certa irritazione.

Lui le si avvicinò ancora e la guardò dritto negli occhi.

<< Chiedo umilmente perdono, mia regina… >> le rispose con un sorriso beffardo e  galante allo stesso tempo.

<< Ok, ascolti, non è mia intenzione dare ordini a tutti, come lei crede! Mi spiace che abbia avuto questa impressione, cercherò di… >>

All’improvviso Natasha scoppiò nuovamente a ridere.

La dottoressa le lanciò uno sguardo interrogativo e lei, in tutta risposta, la invitò con un gesto della mano a guardarsi allo specchio.

Elisa lo fece e rimase letteralmente a bocca aperta.

Indossava un lungo abito rosso, finemente decorato con oro e pietre preziose, attillato in vita e moderatamente scollato. Le sue spalle erano coperte da un mantello dal lungo strascico, uguale al vestito per colore e per tessuto. Infine i suoi capelli ramati erano intrecciati e raccolti in un’acconciatura alta e articolata, dall’aspetto decisamente regale.

Sarebbe rimasta a contemplarsi per ore… le sembrava di vedere un’altra persona… era così stranamente… bella

Era una sensazione che quasi non le apparteneva. Non le era mai capitato di vedersi bella. Certo, riteneva di essere una donna dall’aspetto curato, le sue corse mattutine la tenevano in buona forma e spesso le persone le dicevano che il suo modo di fare e di parlare aveva qualcosa di affascinante, ma non era abituata a pensare a se stessa come ad una bella ragazza…

Improvvisamente si rese conto che stava per perdersi nei propri pensieri…

<< Ehm… Ok!>> disse voltandosi nuovamente verso Loki << Messaggio arrivato. Secondo lei, il mio modo di fare è un po’ troppo autoritario e la cosa la infastidisce. Vedrò di rimediare. Ora potrebbe gentilmente farmi tornare come prima, così ce ne andiamo? >>

Loki sorrise nuovamente, ma questa volta non si trattava di uno di quei sorrisi leggeri e strafottenti che solitamente sbatteva in faccia alle persone per irritarle...

No, quello era un sorriso più lieve, uno dei rari sorrisi sinceri che ogni tanto gli comparivano in volto per qualche secondo, per poi scomparire subito dopo, sotto il peso di qualche pensiero triste o frustrante.

<< E quando avrei detto che la cosa mi infastidisce? >> disse lui, aggiungendo un velo di malizia al suo sguardo.

Qualcosa nel modo in cui Loki la stava guardando la costrinse inspiegabilmente ad interrompere il contatto visivo. La dottoressa si schiarì la voce e si allontanò di qualche passo.

<< Potrebbe procedere, per favore? >> lo pregò con fredda cortesia.

<< Il vestito non è di vostro gradimento, mia regina? >>

<< Il vestito è davvero stupendo, grazie. Tuttavia, non mi pare il caso di andare in giro per gli edifici dello SHIELD conciata così! Temo che, se lo facessi, la mia credibilità ne uscirebbe duramente compromessa… Quindi le sarei davvero grata se lei… facesse ricomparire i miei vestiti… >>

Loki le si avvicinò nuovamente. Lei lo fissava con una certa diffidenza, cercando di comprendere le sue intenzioni.

Lui le prese delicatamente la mano destra, poi, con un lieve inchino, avvicinò il dorso della mano di Elisa alle proprie labbra e, proprio quando lei stava per aprire bocca per protestare contro l’inadeguatezza di quel gesto, lui la guardò dritto negli occhi e con voce morbida le sussurrò:

<< Ogni vostro desiderio è un ordine, mia signora… >>

Sentì le labbra di lui sfiorarle delicatamente la mano e un brivido le corse lungo la schiena.

Si ricompose, pensando che almeno si stava limitando ad un casto baciamano tradizionale, ma lui la sorprese ancora una volta: all’improvviso premette con decisione le proprie labbra semi aperte sulla pelle di Elisa e impresse sul dorso della sua mano un bacio lento e sensuale.

Lei rabbrividì di nuovo e, profondamente a disagio, ritrasse immediatamente la mano.

In quel momento si rese conto di essere tornata normale. Il meraviglioso abito da regina era scomparso e aveva ceduto il posto al suo triste camice bianco.

<< Ottimo! La ringrazio! >> disse nervosamente evitando il suo sguardo.

Poi improvvisamente si rese conto che Rogers e Nat avevano assistito a quell’imbarazzante teatrino senza dire una parola.

Si voltò verso di loro.

Rogers aveva un’espressione a metà tra l’allarmato e il confuso, mentre Nat le lanciò uno sguardo divertito che sembrava implicitamente dire: “ti prenderò in giro con questa cosa per il resto dei tuoi giorni!”

Elisa avrebbe voluto sotterrarsi.

Loki invece sembrava del tutto indifferente ai due spettatori, aveva addossato la schiena alla parete specchiata e si era messo in atteggiamento di attesa, con le braccia incrociate e un’espressione terribilmente seccata in volto.

<< Bene! Vogliamo andare? >> chiese a Loki cercando di nascondere il più possibile il proprio imbarazzo.

Lui, senza dire una parola, distaccò la schiena dallo specchio e si avviò verso la porta.

<< Bene, noi andiamo! >> annunciò Elisa con finta naturalezza << Capitano Rogers,  agente Romanoff, è stato un piacere rivedervi! Alla prossima! Buona serata! >>

E si incamminò frettolosamente verso l’uscita della palestra.

Quando finalmente tornarono nell’appartamento, Filkins li salutò con entusiasmo.

La dottoressa gli andò incontro e rispose educatamente al suo saluto, mentre Loki si diresse direttamente verso la cucina, superando il suo assistente come fosse un fantasma.

L’agente Randal, come da accordo, uscì dall’appartamento pregando la dottoressa di avvisarlo quando fosse terminata la seduta.

Intanto Filkins continuava a rincorrere Loki.

<< Ehi, amico, posso aiutarti in qualche modo? >> gli chiese con fare premuroso.

Loki lo ignorò nuovamente. Si guardava attorno, alla ricerca di qualcosa…

Elisa pensò che, dopo un simile allenamento, potesse avere sete, così prese una bottiglia d’acqua dal frigorifero, ne versò un bicchiere e lo porse a Loki.

Lui glielo strappò letteralmente dalle mani e ne ingurgitò il contenuto in una frazione di secondo.

La dottoressa sapeva che Filkins, prima dell’allenamento, aveva avuto pochissimo tempo per illustrare a Loki come utilizzare l’appartamento, ma come era possibile che non gli avesse spiegato nemmeno dove fosse l’acqua?

Dopo altri tre bicchieri, Loki, senza dire nulla, si allontanò dalla cucina.

<< Ehm… mi scusi! >> lo fermò la dottoressa << Dove sta andando? Si ricorda della nostra seduta? >>

<< Con il vostro permesso, mia regina, andrei a lavarmi di dosso questo spiacevole fetore di soldato sudato… >> spiegò lui con il solito sarcasmo nella voce e un accentuato disgusto in volto.

<< Ah… capisco… certo, certo vada pure!>> disse Elisa.

Lui entrò in bagno e si chiuse a chiave.

La dottoressa si chiese se Filkins gli avesse almeno spiegato come funzionava la doccia, dove trovare un accappatoio e tutto il resto… In effetti non era più molto sicura che lo avesse fatto…

<< Ha bisogno d’aiuto con qualcosa per caso? >> gli chiese per sicurezza dall’altro lato della porta.

Qualche secondo dopo si udì un veloce rumore di chiavi e Loki si affacciò dal bagno con uno dei suoi sorrisi beffardi...

<< Di norma riesco a lavarmi anche da solo… ma se vuoi farmi compagnia sei comunque la benvenuta, dottoressa… >> sussurrò squadrandola con sguardo famelico.

Elisa sgranò gli occhi imbarazzata.

Filkins scoppiò a ridere.

<< No, intendevo dire… volevo chiederle se le servissero indicazioni sul funzionamento della doccia… o su dove può trovare asciugamani e… vestiti puliti… E dacci un taglio, Filkins!  >>

Filkins si zittì all’istante, ma, appena la dottoressa si fu voltata, ricominciò a ridere sottovoce.

Elisa si massaggiò le tempie, esasperata.

Loki si godeva l’ennesima umiliazione della dottoressa con un sorriso strafottente in volto.

<< Vada pure a lavarsi!>> lo incoraggiò lei alla fine con un sorriso forzato << Io la aspetterò tranquillamente in soggiorno! >>

<< Sicura? Perché quell’abitacolo sembra sufficientemente grande ad ospitare entrambi! >> spiegò Loki indicando un’ampia cabina doccia << E ci lascerebbe per giunta anche un ampio spazio di manov… >>

Elisa, spazientita, lo spinse all’interno del bagno e chiuse la porta.

<< Se posso permettermi, siete una donna estremamente volubile, mia regina! >> si lamentò Loki dall’altro lato.

Elisa alzò gli occhi al cielo e sospirò, esausta.

<< Ma perché la chiama “mia regina”?>> le chiese Filkins divertito.

<< Perché, secondo qualcuno, io avrei la tendenza a dare ordini a tutti… >>

<< Spiccata tendenza, direi! >> aggiunse la voce di Loki in lontananza.

<< La prego! >> esclamò Elisa cercando invano di celare la sua crescente irritazione << Lei pensi a sbrigarsi! Siamo già parecchio in ritardo oggi! >>

<< Però bisogna ammettere che è un tipo divertente! >> osservò candidamente Filkins.

La dottoressa lo fulminò con lo sguardo e, senza aggiungere nient’altro, andò a sedersi sul divano del soggiorno.

Approfittò dell’attesa per controllare le sue email, mandare un po’ di messaggi e aggiornare l’agenda.

Era stata costretta a spostare al giorno successivo uno degli appuntamenti di quella sera… tutto per colpa dell’insensatezza dell’orgoglio maschile…

Come stabilito, Filkins, dopo aver assicurato alla dottoressa di aver spiegato a Loki come contattarlo, lasciò l’appartamento. Disse che non si sarebbe allontanato dal complesso SHIELD e che sarebbe stato reperibile in ogni momento.

Elisa si augurò che fosse vero…

Era sfinita. Poggiò la testa sullo schienale del divano, chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie.

Improvvisamente sentì i capelli caderle sulle spalle…

Nell’appoggiarsi al cuscino, doveva essersi rovinata l’acconciatura…

Si tastò la testa con le mani, ma non riuscì a trovare il suo pettinino per capelli… doveva essere caduto dietro al divano…

Elisa si voltò e sobbalzò per lo spavento…

<< Loki! >> esclamò con un tono a metà tra il sollievo e il rimprovero.

Lui era dietro al divano, in piedi, vestito solo di un paio di pantaloni scuri e una vestaglia bordeaux semiaperta. I suoi lunghi capelli neri erano ancora bagnati e gocciolavano ovunque, anche addosso a lei.

 << Oggi ha proprio deciso di farmi ammattire!>> esclamò  la dottoressa mettendosi una mano sul petto.

Lui la ignorò, intento ad esaminare attentamente un piccolo oggetto che aveva in mano e che ad un certo punto Elisa riconobbe…

<< Mi scusi, le dispiacerebbe restituirmi il mio pettinino per capelli? >> chiese contrariata.

Lui abbassò lo sguardo verso di lei e la scrutò attentamente per diversi secondi, come a ponderare una decisione di vitale importanza.

<< Temo proprio di sì… >> rispose alla fine con aria grave.

<<  cosa?>> chiese lei confusa.

<< , mi dispiacerebbe… >> dichiarò con sfacciata naturalezza. Poi sorrise lievemente e si infilò il pettinino nella tasca della vestaglia, lanciandole uno sguardo di sfida.

Lei gli gettò addosso un’occhiata feroce, che non sortì altro effetto se non quello di allargare ulteriormente il suo sorriso impertinente.

Come se niente fosse, Loki fece il giro del divano e si sedette sulla poltrona di fronte a lei.

Non era il caso di affannarsi a recuperare il suo pettine, così facendo sarebbe solo stata al suo gioco, era ovvio che stava facendo di tutto per farle perdere la pazienza…

Meglio far finta di niente e magari affrontare nuovamente la questione al termine della seduta.

<< Allora… >> esordì la dottoressa con il tono più calmo ed amichevole di cui era capace in quel momento << Mi è parso che ci fosse parecchia tensione tra lei e Steve Rogers… >>

<< I nostri trascorsi non sono certo ottimi… >>

<< Secondo lei, se vi foste incontrati oggi per la prima volta, le vostre interazioni durante l’allenamento sarebbero state migliori? >>

<< Non credo proprio. >>

<< Perché? >>

<< Perché a me non piace lui e a lui non piaccio io. >>

<< Per quali motivi Rogers non le piace come persona? >>

<< Perché non me lo dici tu? Tanto sono sicuro che hai già qualche bella teoria in proposito… >>

<< Si sbaglia. Non ho nessuna teoria. >>

<< Bugiarda… >> la accusò con un sorriso malizioso.

<< Va bene, se non se la sente di dirmelo… allora possiamo parlare di altro… >> lo provocò la dottoressa.

In un primo momento Loki reagì con un’espressione profondamente indignata e risentita, ma, proprio quando stava per aprir bocca, di punto in bianco, scoppiò a ridere.

<< Stai cercando di fare leva sul mio orgoglio!>> esclamò lui << Mi credi davvero tanto stolto da cascare in simili tranelli? >>

<< No, in realtà ero abbastanza sicura che lei se ne sarebbe reso conto… >>

<< Allora perché hai deciso di offendermi usando trucchetti così scadenti? Pensavo che avessimo alzato il tiro ormai… >>

<< Ha ragione, si tratta di uno stratagemma molto elementare… eppure sulla persona giusta potrebbe rivelarsi utile… >>

<< In che modo? >>

<< Ad esempio un soggetto molto orgoglioso potrebbe, pur avendo scoperto il trucco, essere indotto a rispondere ugualmente alla mia domanda, perché una parte di lui potrebbe sentirsi comunque minacciata dalla mia insinuazione… >>

Dall’espressione di Loki traspariva una certa meraviglia, poi gradualmente le sue labbra si inarcarono in un sorriso appena accennato.

<< Ci sai fare, te lo concedo… >> disse distogliendo per un attimo lo sguardo << Ma sappi che risponderò alla domanda unicamente per premiare la tua arguzia!>>

<< La ringrazio. >>

<< Rogers è arrogante, superficiale e fastidiosamente rigido! Invece di ragionare si limita ad applicare pedissequamente il suo codice morale sempre e comunque, a prescindere dalle circostanze! Per lui tutto quello che non rientra nei suoi stupidi schemi è sbagliato!>> Loki si infervorò, poi la sua faccia si contrasse in una buffa smorfia di disgusto << Per non parlare del fatto che si ostina ad indossare quell’improponibile e attillatissimo costume con la bandiera! >>

<< Capisco…>> Elisa non poté non sorridere, anche lei aveva sempre trovato un po’ ridicolo quel costume << Però non mi risulta che voi abbiate mai fatto grandi discorsi… cosa l’ha indotta a capire che Rogers ragiona in questo modo? >>

<< Non mi occorre una lunga frequentazione per riconoscere questo particolare genere di idioti. >>

<< Quindi ne ha conosciuti altri? >>

<< Mi pare ovvio, chi non li ha conosciuti? >>

<< Può farmi qualche esempio? >>

Lui rise.

<< Adesso sì che ho capito dove vuoi arrivare…  >>

<< Dove voglio arrivare, secondo lei? >>

<< Tu credi che io… >> poi si bloccò e lanciò un’occhiata allarmata alle telecamere, come se si fosse ricordato solo allora che erano lì a spiarli << non importa… continua pure con il tuo interrogatorio… >>

La dottoressa invece si alzò dal divano, si avvicinò alla porta e, attraverso l’interfono, si mise in contatto con la sorveglianza, chiedendo loro di sospendere le registrazioni fino a nuovo ordine. Il tizio dall’altro lato della cornetta ovviamente protestò, ma Elisa, usando una serie di espedienti, alla fine la spuntò ancora una volta e le telecamere si spensero.

<< Sei davvero folle a fidarti così tanto di me… >> osservò Loki, mentre lei tornava a sedersi sul divano.

<< Lei non è il primo a farmelo notare. >> rispose la dottoressa con una certa indifferenza << Allora, dove eravamo rimasti? Ah sì, lei stava…>>

<< E tu invece cosa pensi di Rogers? >> la interruppe lui con occhi curiosi.

<< Non posso parlarle di lui. >> rispose lei categoricamente << E’ un mio paziente. >>

Lui sbuffò annoiato e fece sprofondare pigramente la schiena nella poltrona. Si sfilò il pettinino dalla vestaglia e ricominciò a giocarci.

Poi, dopo parecchi minuti di silenzio, di punto in bianco, arrivò una domanda del tutto inaspettata…

<< E’ innamorato di te? >> chiese con ostentata indifferenza, continuando a fissare il suo nuovo giocattolo.

<< Cosa?>> esclamò la dottoressa stranita. Un attimo dopo scoppiò a ridere. << Ma come le viene in mente una cosa simile? Comunque, no! Lo escludo nella maniera più assoluta! >>

<< E come fai ad esserne tanto sicura? >>

<< Ho le mie ragioni per esserlo.>>

<< Si tratta forse di una ragione bionda? >>

<< Come mai questa ipotesi?>>

<< Una biondina svampita è venuta a parlare con lui durante uno degli intervalli. E’ lei, vero? >>

<< Loki, la prego, non posso parlare dei miei pazienti con altri pazienti!>>

<< Quindi sostieni che la sudditanza di Rogers verso di te possa essere esclusivamente riconducibile all’influenza che il tuo ruolo ha su di lui? >>

<< Si tratta di rispetto, non di sudditanza. >>

<< Ah davvero? Stai dicendo che apprezzi il suo atteggiamento servile? >>

<< Sto dicendo solo che Rogers esprime il rispetto in quel modo e che io sono contenta del fatto che lui nutra rispetto nei miei confronti, perché questo mi induce a credere di essergli stata utile. E poi, a mio avviso, è un bene che non tutti i miei pazienti si dilettino a farmi i dispetti e ad umiliarmi in pubblico! >>

Non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole che già se ne era pentita amaramente.

Loki si alzò in piedi di scatto, lanciandole un’occhiata carica di rabbia e risentimento. Le diede le spalle e camminò con fare irritato verso la porta-finestra, si fermò davanti al vetro, incrociò le braccia e si mise a fissare in silenzio il paesaggio, anche se Elisa era abbastanza convinta che in realtà fosse impegnato a rimuginare su ciò che lei gli aveva appena detto.

La dottoressa si alzò in piedi e lo raggiunse.

<< Non mi fraintenda, non sto affatto dicendo che Rogers è un paziente migliore di lei…. >> gli disse con dolcezza << Inoltre il fatto che io apprezzi la riconoscenza di Rogers non significa che approvi automaticamente tutto quello che fa o dice… >>

<< Non mi interessa. >> rispose lui con durezza.

<< Ad esempio non condivido affatto quello che ha detto circa il combattimento… >>

Loki le lanciò una fugace occhiata incuriosita e poi tornò subito a fissare il panorama.

<< Spiegati meglio… >> le ordinò senza guardarla.

<< Io non capisco niente di queste cose, tuttavia, secondo me le sue illusioni sono valide quanto i superpoteri di Rogers. Non ci trovo niente di vile nell’usarli. Anzi, in verità, penso che il suo modo di combattere sia decisamente elegante… >> confessò Elisa con un leggero disagio.

Lui la guardò di nuovo, ma questa volta con aria sorpresa e incredula. Poi distolse lo sguardo.

Sembrava quasi che fosse rimasto imbarazzato da quel complimento inaspettato.

<< Magari domani a Rogers dirai l’esatto contrario… >> sbottò lui mentre nella sua voce il cinismo si mischiava alla speranza di sbagliarsi.

<< Non lo farò. Anzi, si senta pure libero di riferirgli la mia posizione in merito a questa faccenda, se vuole… >>

Lo sguardo indagatore di Loki si posò nuovamente su di lei, scrutandola attentamente nel tentativo di capire quanto fosse sincera.

<< E, sentiamo…>> disse tornando a fissare il panorama << perché il mio stile di combattimento sarebbe… elegante? >>

<< Non saprei spiegarglielo con precisione… lei si muove sempre in modo così agile e aggraziato e le sue illusioni sono così spettacolari e perfette… >> disse Elisa ripensando all’allenamento e cercando le parole giuste per tradurre le sue sensazioni << il suo modo di combattere denota sicuramente una grande creatività e un notevole senso estetico! >>

Loki la fissava con gli occhi sgranati e un’espressione quasi spaventata in volto.

<< I miei complimenti la sorprendono così tanto? >> chiese la dottoressa << Il suo modo di combattere non veniva apprezzato ad Asgard?  >>

Loki distolse lo sguardo e ricominciò a camminare nervosamente per la stanza.

<< Le uniche qualità che gli Asgardiani sanno apprezzare in un guerriero sono la forza fisica e il valore in battaglia. La magia è vista con estremo sospetto ed è praticata pochissimo. >> raccontò mentre le dava le spalle.

<< Allora lei come ha fatto ad apprendere tutte queste tecniche? >>

<< Fu mia madre ad iniziarmi alle arti magiche quando ero bambino. >>

<< Quindi, nonostante ad Asgard la magia fosse vista con sospetto, la regina stessa la praticava?>>

<< La praticava? >> ripetè Loki divertito << Frigga era una delle maestre di arti magiche più esperte di tutti i nove regni… >>

<< E questo non era visto come un problema nel suo caso? >>

<< Non particolarmente. >>

<< Come mai? >>

<< Perché era una donna e la magia è considerata qualcosa che si addice più alle donne che agli uomini. >>

<< Quindi, per gli Asgardiani, una donna che pratica la magia è qualcosa di meno grave di un uomo che pratica la magia? >>

<< Soprattutto se la donna in questione è la regina di Asgard… >>

<< Ma allora perché, nonostante tutto questo, sua madre decise di iniziarla alle arti magiche?>> chiese la dottoressa incuriosita.

Loki passeggiò verso di lei.

<< A suo dire, lo fece perché le sembravo molto portato! >> disse con rabbioso sarcasmo.

<< E lei non ci crede? >>

Le labbra di Loki si inarcarono in un sorriso triste.

<< Io credo che lei lo abbia fatto solo per pietà… Non riuscivo a stare al passo con Thor, lui apprendeva gli insegnamenti di Odino con estrema facilità, mentre io, nonostante i miei sforzi, ottenevo solo risultati mediocri. Ero agile ma non ero abbastanza forte, il mio fisico non era adeguato agli standard dei guerrieri asgardiani, né al loro modo di combattere... Frigga deve aver pensato che, se mi fossi sottoposto ad un diverso tipo di addestramento, avrei sentito meno il peso dei miei insuccessi… >>

<< Non crede che possano essere vere entrambe le cose? Magari sua madre ha davvero riconosciuto in lei una certa predisposizione per le arti magiche e l’ha incoraggiata a svilupparle perché ha capito che l’addestramento di Odino non le permetteva di esprimere al meglio le sue vere potenzialità… Non crede che le cose possano stare così? >>

Lui, lo sguardo feroce e le labbra contratte dalla rabbia, si avvicinò ulteriormente e, quando fu a pochi centimetri da lei, continuò ancora ad avanzare, costringendo Elisa ad indietreggiare.

<< Io non credo più a niente… >> dichiarò con un sorriso rabbioso, guardandola dritto negli occhi.

Mise Elisa con le spalle al muro, annullò la distanza che c’era tra di loro e si appoggiò alla medesima parete con entrambe le mani, intrappolando la dottoressa con il proprio corpo.

Lei era turbata, ma si costrinse a reggere ancora il suo sguardo.

<< Ascoltami bene, tutta la mia vita si fonda su un cumulo di bugie e illusioni… >> le sussurrò con una ferocia terrificante << non ho bisogno che tu me ne costruisca altre! >>

<< Sta dicendo che anche l’amore e la stima di sua madre erano solo mere illusioni? >> osò provocarlo Elisa.

La rabbia trasfigurò ulteriormente i lineamenti di Loki, ma i suoi occhi divennero improvvisamente lucidi.

Lui la guardò con l’intenzione di ribattere, ma le sue labbra rimasero serrate.

<< Io non ho mai conosciuto sua madre… >> ricominciò Elisa << ma suo fratello me ne ha parlato a lungo. Secondo lui, Frigga l’amava profondamente ed era terribilmente affranta al pensiero che lei avrebbe trascorso il resto della sua vita in prigione… Pare che, qualche giorno prima di essere uccisa, abbia confessato a Thor di nutrire ancora delle speranze nei suoi confronti… sembrava convinta che ci fosse ancora del buono in lei e che Odino dovesse concederle la possibilità di redimersi, come aveva fatto con Thor in precedenza … >>

Loki scoppiò a ridere, ma questa volta la sua risata aveva qualcosa di folle e triste insieme.

<< Credo che l’aver scoperto le sue vere origini l’abbia indotta a mettere in discussione anche sentimenti della cui autenticità in fondo è intimamente convinto… >> azzardò la dottoressa, sperando che le sue parole non suscitassero reazioni troppo violente << Guardi dentro se stesso! E’ proprio sicuro che sua madre non l’abbia mai amata? Possibile che la sua fosse solo pietà? >>

A quel punto la dottoressa vide apparire un lampo spaventoso nel suo sguardo.

Con un rapido scatto Loki avvicinò una mano al collo di Elisa, lei sussultò e chiuse gli occhi, col cuore che le batteva all’impazzata… ma poi non successe nulla…

Riaprì gli occhi: la mano di lui, era ferma a pochi centimetri dalla sua gola, come se una forza invisibile gli impedisse di avvicinarla oltre…

Dopo un paio di respiri profondi, Elisa lentamente ritrovò la calma. Poi si fece coraggio, sollevò una mano e la adagiò con delicatezza sulla spalla di Loki, in un morbido gesto di conforto.

Questa volta fu lui a trasalire.

Serrò in un pugno la mano che prima gli era stata disobbediente e, lanciando un gemito di rabbia e frustrazione, la scagliò violentemente contro il muro.

Poi, sfinito, poggiò la testa contro la parete, proprio accanto al viso di Elisa.

I suoi capelli umidi le rinfrescarono la guancia, facendola rabbrividire.

Qualcosa in quel brivido la mise in allarme.

Doveva allontanarsi… Doveva allontanarsi subito…

Provò con delicatezza a spostare il braccio sinistro di Loki, nel tentativo di liberarsi e sgusciare via, ma lui oppose resistenza, sbarrandole la strada. Poi sollevò la fronte dalla parete e la guardò dritto negli occhi…

Il suo cuore ricominciò a battere all’impazzata.

E’ normale, si giustificò con se stessa, sono agitata perché ha invaso il mio spazio personale… tutto qua…

Doveva assolutamente chiedergli di allontanarsi, una parte di lei però non aveva proprio il coraggio di respingerlo. Era in un momento di estrema fragilità e, a suo modo, le stava chiedendo un po’ di conforto… se lei avesse deciso di negarglielo, lui si sarebbe sentito rifiutato per l’ennesima volta… occorreva essere molto delicati…

<< Loki…  Perché non torniamo a sederci? >> suggerì lei gentilmente.

Lui avvicinò la mano destra al volto di Elisa, le scostò i capelli dal viso e le accarezzò delicatamente la guancia.

<< Perché? Qui sei scomoda per caso? >> sussurrò lui mentre faceva scendere lentamente le dita lungo il profilo del suo collo.

La dottoressa soffocò un gemito e lui sorrise.

<< Loki, la prego… >> disse lei con un accenno di rimprovero nella sua voce.

Lui la guardò, rise leggermente, poi si allontanò e tornò a sedersi sulla poltrona.

<< Se fossi stata un po’ più furba, poco fa avresti potuto approfittare della situazione per riprenderti quello che ti appartiene… >> osservò Loki.

 Si riferiva al pettine, evidentemente.

<< Non importa...>> rispose tranquillamente Elisa, riprendendo il suo posto sul divano << Sono sicura che me lo consegnerà spontaneamente lei stesso alla fine della seduta…>>

<< Te l’ho già detto, donna… >> la rimproverò lui << tu ti fidi troppo di me! >>

<< E tu… >>

Elisa si interruppe e sgranò gli occhi allarmata. Gli aveva appena dato del tu?

A giudicare dallo sguardo sorpreso di Loki, doveva proprio averlo fatto.

<< … E lei … lei si fida troppo poco di se stesso! >>

<< Puoi anche darmi del tu… >> disse lui distrattamente, mentre scartava il vassoio della cena.

<< Ehm… no, non credo che sia il caso… >>

<< D’accordo, se ritieni che la cosa possa metterti in crisi, allora continua pure a darmi del lei… >>

<< Sta usando la psicologia inversa con me, per caso? Non lo riteneva un trucco scadente? >>

<< E’ un trucco scadente infatti, ma una volta un’esperta manipolatrice mi ha detto che sui soggetti orgogliosi funziona comunque… >> disse lui guardandola con aria di sfida e con uno dei suoi ghigni strafottenti.

Elisa sorrise e si arrese.

<< Deve essere molto in gamba la persona che te l’ha detto… >> suggerì lei abbassando lo sguardo con un certo imbarazzo.

<< E’ in gamba, infatti… >> riconobbe lui<< ma temo abbia un debole per le cause perse…  >>

<< Questo è ancora tutto da vedere… >>

 

Loki

<< Questo è ancora tutto da vedere… >> disse la dottoressa ricambiando il suo sguardo di sfida.

Loki sorrise scuotendo la testa.

<< Di sicuro sei una che non si arrende molto facilmente, di questo devo dartene atto. >>

<< Devo intenderlo come un complimento? >>

<< Dipende. Ti piacerebbe che lo fosse? >>

La donna fu colta da un lieve imbarazzo e distolse lo sguardo.

In quell’istante la porta dell’appartamento si aprì e Fury irruppe nell’appartamento, con aria furibonda.

Appena lo vide, Elisa spalancò gli occhi e schizzò in piedi.

<< Colonnello… >> esclamò con il tono di qualcuno che vuole scusarsi di qualcosa, ma Fury la interruppe immediatamente.

<< Ma come le è saltato in testa di prendere una simile iniziativa? >> urlò avvicinandosi ad Elisa.

<< Ha ragione, mi scusi, ma io… >>

<< Scusarla? Ma lei ha idea della gravità di quello che ha fatto? Ma chi si crede di essere? >>

Elisa abbassò lo sguardo. In quel momento Loki scorse negli occhi di Elisa qualcosa di molto familiare, un misto di rabbia e di umiliazione che lo aveva accompagnato per tutta la sua esistenza. In un attimo, un vortice di ricordi sconvolse la sua mente, tutte le volte che Odino lo aveva sgridato, tutte le volte che Thor gli aveva intimato di “starsene al suo posto”, tutte le volte che i suoi simpatici compagni avevano fatto battutine crudeli su di lui…

<< Se solo lei mi lasciasse parlare…>>

<< Non mi interessano le sue giustificazioni! >>

<< Non credo che questo sia un modo civile di discutere… >>

<< Dottoressa, me ne frego di quello che lei crede! Ho fatto riattivare le telecamere. Non si permetta mai più di fare una cosa simile o la sbatto fuori di qui in men che non si dica! >>

Elisa, per una volta, era rimasta stranamente senza parole. Forse non si aspettava un trattamento simile.

Loki si accorse che uno strano fenomeno si stava verificando dentro di sé. Quelle parole taglienti erano state rivolte alla dottoressa, ma per qualche ragione avevano ferito anche lui. Le provocazioni erano rivolte a lei, eppure sentiva una rabbia incontenibile ribollire nel proprio corpo. Come era possibile una cosa simile?

L’unica cosa che sapeva era che, in quel momento più che mai, avrebbe tanto desiderato alzarsi e spaccare la faccia a Fury.

<< E tu cosa credi di fare? >> gli chiese Fury.

Loki si ritrovò improvvisamente in piedi, di fronte a Fury, pronto a prenderlo a colpi.

I due si guardarono in cagnesco.

<< Esigo che durante i miei colloqui con la dottoressa, le telecamere vengano spente. >>

<< Tu non puoi esigere proprio un bel niente! >>

<< Allora farai meglio a rimettermi subito le manette e portarmi in prigione, perché non ho alcuna intenzione di parlare di questioni private davanti ad un branco di idioti che non conosco e che nemmeno posso vedere in faccia! >>

Fury guardò Loki, poi Elisa e poi di nuovo Loki.

<< Ti concedo un’ora al giorno, una soltanto. Il resto delle vostre interazioni saranno filmate. >>

Loki e Fury si scambiarono un’altra occhiata assassina.

<< Ce la faremo bastare. >> intervenne la dottoressa mettendo una mano sulla spalla di Loki, quasi volesse rabbonirlo << Ci organizzeremo in modo da concentrare la trattazione degli argomenti più sensibili in quello spazio di tempo. >>

<< Bene. Sarà meglio per entrambi. Dottoressa, la avviso, al prossimo passo falso lei è fuori! >>

<< Era già stato abbastanza chiaro su questo punto, ma grazie comunque per l’ulteriore chiarificazione. >> rispose lei in tono lievemente sarcastico.

Fury andò via sbattendo la porta.

Loki posò lo sguardo su Elisa. La donna sospirò, lisciandosi la faccia con aria stanca.

Era rimasta visibilmente provata dalla discussione e la cosa lo disturbava molto.

<> disse Loki << Visto? Ecco cosa ci si guadagna a preoccuparsi per le altre persone! Il sistema in cui vivi tu è ingiusto quanto quello in cui vivevo io. >>

<< E’ stata indubbiamente una conversazione spiacevole, ma ci ha permesso di fare un passo avanti. >>

<< Abbiamo fatto un passo avanti perché io ho ricattato Fury, non perché tu sei stata gentile con me! >>

<< Non mi riferivo al fatto che potremo fare i nostri colloqui a telecamere spente… quella è indubbiamente una cosa utile, ma il passo avanti di cui parlo rappresenta qualcosa di molto più importante. >>

<< A cosa ti riferisci? >>

<< Mi riferisco al fatto che tu stai provando empatia per me. >>

<< Non sto provando empatia per te. Ti sto solo facendo notare l’assurdità dei tuoi valori… >>

<< Invece hai provato empatia per me. Ti ho visto. Ti è dispiaciuto che io sia stata trattata male, questo vuol dire che sei riuscito a sintonizzarti con il mio stato d’animo e a metterti nei miei panni. E lo hai fatto spontaneamente senza l’intenzione di manipolarmi. Provare dolore per il dolore degli altri è un elemento fondamentale nelle interazioni sociali. >>

<< Ti sbagli. >>

<< Guarda che provare empatia non è un segno di debolezza… >>

<< Certo che lo è. E’ un grande svantaggio. Un ostacolo al raggiungimento dei tuoi obiettivi. E non porta mai a niente di buono. >>

<< Quindi per te sarebbe lo stesso se io non provassi empatia per te? Se non cercassi di capire come ti senti e quello che provi? Non cambierebbe niente per te se io ti trattassi come un mostro? >>

<< No, non cambierebbe assolutamente niente. >> quando sentì quelle parole uscire dalla propria bocca, avvertì come un pugno nello stomaco e la sua voce si incrinò.

Elisa sorrise e scosse la testa. Aveva ovviamente capito che lui stava mentendo.

Loki si insultò.

<< Bene, ti lascio finire la tua cena e vado a cenare anche io. Filkins ti spiegherà come usare il cellulare. Per qualsiasi cosa, chiamami. >>

<< Quindi posso chiamarti anche nel cuore della notte? >>chiese lui sarcastico.

<< Ti prenderesti davvero tutto questo disturbo solo per darmi fastidio? >>

<< Ne dubiti forse? >>

<< Pensa a dormire. Ci vediamo domani, dopo l’allenamento. >>

 

 

 

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