Redemption

di Deboragatti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Cloe si trovava in casa sua, si vestiva per il suo compleanno, il suo 18esimo compleanno.
La festa non ci sarebbe stata ma avrebbe comunque passato tutta la giornata con Anne, a guardare film e spettecolare sulla gente della scuola. 
Scese di casa in fretta e furia e si avviò verso Anne, che abitava a 4 case di distanza.
La via quella mattina era soleggiata, gli uccellini cinquettavano inquieti sugli alberi e per lei quella giornata era gia iniziata bene. 
Suonò alla porta di Anne che gli aprì con il suo solito sorriso.
<< Buon Compleanno Campiona!>>
<< Grazie Anne >> 
Le due si abbracciarono forte e poi entrarono in casa. Cloe si sedette sul divano, quello davanti alla televisione e cominciò a guardarla sorridendo << Sei pronta per la marotona di film? >> 
Anne continuava a sorridergli, con gli quei occhi verdi che ti sapevano ipnotizare.Ormai erano anni che si conoscevano e non era il primo compleanno assieme ; e non sarebbe stato neanche l' ultimo. 
< E' il tuo compleanno, quindi,scegli tu i film! >>   Cloe si fece spazio tra i  DVD sul tavolo e facendoli scorrere scelse quello che le sembrava meno interessante. 
<< Questo?! >> Anne la guardò con uno sguardo confuso << Non è bello >>
<< Si lo so, ma il film devo fare di contorno, almeno parliamo e spettegoliamo >> E insieme si misero a ridere. Quella giornata stava iniziando bene e per qualche motivo questo la turbava. Non era mai stata così tranquilla al suo compleanno, gli ultimi e soprattutto quello appena passato, lo aveva passato a piangiare la morte di sua madre, Era morta un anno prima per via di una malattia orribile che l' aveva allontanata da sua figlia e da tutto il resto.
La ferita bruciava ancora, ardeva come il primo momento.
Cloe cercò di scacciare quel pensiero ma Anne la guardò e come se avesse capito il problema la strinse forte come solo un' amica poteva fare. 
Le due passarono la giornata a ridere e parlare del piu del meno  fino a quando non si fece buoio e Cloe sentì il bisogno di tornare a casa. 
<< Ti va di venire a casa con me ? Sai, oggi proprio non mi va di rimanere sola...e mia "zia" è fuori...per cui..>> Cloe gli propose uno dei sui migliori sorrisi per convincerla.
<< Va bene, ma dormo da , non posso tornare tardi e fare quella strada >> Le due si prepararono e uscirono. 
La casa di Cloe era un piccolo caseggiato, piuttosto vecchio ma le pareti sarebbero resistite per altri cento anni, ma lei non l' avrebbe visto. 
Entrando la sua agitazione si fece rivedere, quella casa era un buco di ricordi, era dove aveva passato tutta la sua vita e ora aveva 18 anni, abbastanza grande per non avere piu paura degli incubi.
Fece per salire le scale di legno che portavano alle camere da letto e andarono in quella di Cloe. Nonostante i suoi 18 anni appena compiuti, la sua camera era ricoperta da poster di cantanti e attori e in alcuni ancori un pupazzo faceva da vigile. 
Una scrivania faceva da cornice, sopra ad esseo un computer e una lampada e facendoci caso Cloe notòuna busta. 
Si avvicinò e fece per raccoglierla cercando di ricordarwe da dove venisse e chi ce l' avrebbe messa. 
La busta sembrava pesante e una scrittura elegante traspariva dalla carta. Adesso era sicura di non aver mai visto quella lettera.
<< Cos'è Cloe? Una lettera di buon compleanno da uno spasimante? >> Anne gli sorrise butandosi sul letto.
<< Spiritosa, ma no. L' ho trovata qua adesso.. >> Accarezzò a busta, sentiva che non era nulla di buono. Un' ondata di brividi gli arrivò sulla schiena. 
Qualla stessa ondata di brividi gli era comparsa il giorno della morte di sua madre. In quel momento un vuoto gli era rimbombato nello stomaco e tutto si era frantumato sotto ai suoi piedi. 
Anne, intanto, la asservò. Cloe era sempre stata forte ma quello sguardo glielo aveva gia visto in passato. I suoi occhi marroni era spalancati e il suo viso era pallido, quasi aveva paura che sarebbe svenuta da un momento all' altro.
<< Tutto bene? >> Anne cercò di essere cauta nel domandare ma questo non fece altro che far sbiancare di più Cloe. 
<< Emh...si, adesso la apro >> Con le mani che le tremano aprì la busta. All interno un foglio molto spesso ed elegante, sembrava venire da uno di quei blocchi di fogli da ricchi.
La calligrafia risultava agraziata , quasi disegnata, e  Cloe si tranquillizzò pensando a uno scherzo a uno sbaglio di mittente.
Cara Cloe, siamo molto fieri di te, finalmente sei arrivata all' età adulta e non vediamo l' ora di incontrarti. Saremo felici di riceverti nella NOSTRA casa a New Orleans, cos' che tu conosca la tua famiglia e il tuo destino. 
Ti preghiamo di prepararti. Come saprai già , dopo il tuo arrivo avrei MOLTO tempo per conoscerci. 
                                            Cordiali Saluti e Buon Compleanno, D. (Damian)
Cloe si fece sempre più bianca e quasi non riuscì a far uscire le parole. 
<< Cosa....Oddio...>>  Anne rilesse la lettera più e più volte cercando qualche inidizio o qualcosa per cui confermare che era solo uno stupido scherzo. Ma non lo era.
Qualcuno aveva lasciato questa lettera mentre erano a casa sua assieme, era entrato nella camera di Cloe e aveva posato la lettera.
Non faceva che essere sempre più strano e il viso sconcertato di Cloe non fece altro che confermarglielo. 
<< Cloe, forse è solo uno scherzo...no? >> Anne si sedette sul angolo del letto aspettando che l' amica facesse lo stesso. Almeno avrebbe avuto qualcosa di morbido su dove svenire, pensò.
<< No, Anne. Non penso...ma poi..chi è? Io non ho una famiglia. Da tanto ormai. Non capisco.... >> Mille pensieri si stavano accavallando nella sua testa. Mille ricordi, cercando di cercare quello che più si avvicinava agli indizi della lettera.
New Orlean? Lei non c'era mai stata ed era quasi sicura che neanche la sua defunta madre ci fosse mai stata, figuriamoci sua "zia" che a malapena usciva da Alexandria, la loro cittadina. 
Nonostante la Luisiana fosse un piccolo stato, non si era mai ritrovata a New Orleans, e su questo era sicura.
<< Ascolta amica mia, oggi è il tuo compleanno, per cui non ci faremo rovinare una festa da una lettera scritta bene, okay? >> Anne gli prese il viso e con dolcezza e rassicurazione la guardò negli occhi. << Okay?!>> Ripetè.
Cloe, frastornata gli accennò un "ok" sibilando. 
Posò la lettera dove l' aveva trovata e fece finta di non pensarci piu. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


La mattina seguente Cloe si svegliò in una pozza di sudore. Durante la notte gli incubi si erano ripresentati, gli stessi dell' anno precente ma molto più torbidi. Continuava a vedere un lago, colmo di sangue, e lei continuava ad avvicinarsi e più era vicino più un vuoto nello stomaco si allargava. Lei urlava a sguarciagola mentre quel vuoto di faceva largo dentro di lei.
A ricordarsi il suo stesso grido gli vennero i brividi. 
Questo incubo ormai la inseguiva da un anno, e non c' aveva  ancora fatto l' abitudine. Era come se sapesse il significato ma non volesse ricordare. Anne, che di queste cose ne capiva un po di piu, gli aveva ripetuto che forse era solo una proiezione del suo subconscio e che forse doveva finirla di rimuginarci sopra. 
Si alzò dal letto e si cominciò a preparsi per la scuola. Nonostante la notte appena passata non vedeva l' ora di rinchiudersi in quattro mura piena di visi sconosciuti/ conosciuti per non pensare a tutto il resto. 
La lettera. Se ne era quasi dimenticata. 
Fece per controllare se fosse ancora li e in effetti non aveva abbandonato il suo posto, era li che aspettava di essere letta e interpretata. Ma come se fosse il suo brutto sogno, distolse lo sguardo e continuò a prepararsi, cercando di pensare ad altro. 
Un ora dopo era gia tra le quattro mura, con la campanella che risuava e adolescenti che correvano verso la propria classe. Era tornata alla sua normalità, così monotona da sembrare l' unico posto sicuro in cui poteva essere. 
Entrò nella sua aula di storia, e si fece posto vicino a Anne che l' aspettava con un sorriso.
<< Come sta oggi la nostra 18enne?>>  Anne l' abbracciò e lei di risposta gli fece il sorriso più sforzato che gli venne. 
<< Bene. >> 
Non aggiunse altro, non voleva. Si mise ad ascoltare la lezione, cercando di liberare la mente ma le parole " famiglia" e " destino" non facevano altro che risuonare come una cantilena. 
La campanella risuonò facendola tornare con la mente dove era il suo corpo.
Insieme ad Anne fece le ultime lezioni della giornata, facendo attenzione a non parlare del sogno o dell' angoscia che gli sconvolgeva la mente. Anne era una persona molto sensibile e ogni volta che lei gli parlava dei suoi problemi lei si faceva in due per risolverli. Metteva in atto tutta la sua saggezza e la conoscenza per aiutare lei. Ma sta volta non avrebbe dovuto.
Era una cosa che riguava lei, e a quanto pareva anche la sua famiglia. Non poteva mettere in mezzo Anne, si sarebbe di sicuro impegnata, leggendo l' interpretazione dei sogni e facendogli i tarocchi. Ma questa volta glielo avrebbe vietato. 
<< Approposito di regali di compleanno! >> Esclamò Cloe aprendo il suo zaino. Erano nella mensa della scuola, nel loro solito tavolo in mezzo alla sala. 
Almeno mille studenti la circondavo, intenti ad azzare il loro panino e a spettegola sui conetani, ma appena Anne ascalmò "compleanno" non fecero altro che girarsi verso di lei, e il suo viso si arrosò.
<< Dai su aprilo!>> Anne aveva un sorriso che gli andava fino agli occhi e la guardava ansiosa. 
Osservò Cloe afferare il pacco regalo ed aprirlo un po imbrazzata. Quando vide il contenuto si copri gli occhi con la mano, ancora piu rossa di prima. 
In fondo a due strati di carta un pacchettino nero, di velluto forse. 
<< Aspetta, aprilo e poi dallo a me >> Anne si avvicinò ancora di più per osservare la sua reazione mentre apriva il cofanetto ed estraeva una collana di argento. 
Una collanina con un ciondolo a forma di cuore alla fine, all' interno una pietra ambrata, pensò che fosse bellissima appena la vide. Cloe gli sorrise e l' abbracciò << Grazie>> gli sussurrò.
<< Questa pietra si chiama  Agata. Stimola l' energia, rafforza il coraggio ed esorta le persone a trovare in sè le risposte alle proprie domande.>> Anne gli mise la collana al collo con delicatezza. << E non ti fa fare brutti sogni >> Abbozzò una risata che poi si spense appena Cloe la guardò.
<< Come fai a saperlo Anne? >> Cloe la guardò agghiacciata. Ma non era del tutto stupita, da un anno a questa parte la sua migliore amica si era buttata sul mondo della Wicca e delle streghe e non la stupiva se attraverso le sue stregonerie riuscisse a percepire i suoi pensieri.
<< Mmm...telepatia tra amiche?>> Tutte e due scoppiarono in una risata.
Anne le voleva troppo bene e sapeva che queste cose un po la spaventavano per cui non disse altro e guardandosi intorno cercò un modo di cambiare discorso. E da li a poco trovò la soluzione, un ragazzo dai capelli neri con lo sguardo un po perso entrò nella mensa.
Alexandria non era una città così grande per cui tutti si conoscevano con tutti, ma quel  ragazzo appena entrato non si era mai visto. Sembrava abbastanza spaesato, si guardava intorno in cerca di qualcosa. Ad Anne vennè un idea e senza dire nulla alla sua amica di avviò verso il ragazzo.
Cloe la osservò mentre si allontanava senza averle detto nulla, e la vide avvicinarsi a un ragazzo mai visto. Era alto, capelli neri e uno sguardo da gelo. Divenne rossa solo a guardando e quando capì che si stava avvicinando con Anne al loro tavolo capì che cosa aveva in mente. 
<< Questo è Etan, è nuovo >> L'amica gli fece l' occhiolino.
<< Piacere, Cloe >> I due si strinsero la mano, e lui gli sorrise. << Piacere mio. >>
<< Cloe scusa ma devo andare a lezione velocemente, ho una verifica...ci vediamo all'uscita, fai la brava>> Anne gli baciò la guancia e con velocità si allontanò dal tavolo lasciandola li con il ragazzo nuovo. 
<< Emh...di dove sei?>> Sputò Cloe imbarazzata. 
<< Sono di Vancouver, mi sono trasferito una settimana fa con la mia famiglia..>> Etan sembrava quasi più imbarazzato di lei.
<<  Che lezione hai ora? Ti posso accompagnare all' aula se sei in dificoltà >> Cloe si sentì sempre più rossa ogni volta che quei occhi la guardavano. 
<< Scienze, comunque si, grazie mi servirebbe un mano >> I due si sorrisero. Lei si alzò prendendo il regalo appena ricevuto e raccogliendo i suoi libri. << Andiamo allora Etan.. >> 
Avevano la stessa lezione così quando entrarono in aula si sedettero vicini. Aveva un profumo dolcissimo che Cloe non fece che adorare. Aveva un po di farfalle nello stomaco e questo la faceva sentire stupida. Era anni che aveva quella sensazione e cera qualcosa in lui che la attirava, per tutta l' ora non fece altro che osservarlo, quando lui non ci faceva caso. 
Ma anche Etan era imbarazzato, non se l' aspettava un benvuto così. La ragazza era seduta vicino a lui e qualche volta sentiva il suo sguardo su di lui. Era proprio bella, questo doveva ammetterlo e chissà, forse avrebbe scoperto com'era conoscendola. 
Come primo giorno di scuola ne era soddisfatto. Era arrivato solo da una settimana, aveva fatto giusto in tempo a comprare i libri e a capire in  che via fosse la sua casa ma questo non l'aveva fermato da conoscere subito due delle ragazze più strane della scuola. Non le conosceva ma l' aveva capito dal primo momento ; due ragazze così belle da sole, di cui una probabilmente una strega - se aveva visto bene la collana - e l'altra una ragazza insicura piena di guai che doveva risolvere. Gli si leggeva in faccia, ormai poteva definirsi un esperto a capire le persone a prima vista.
E poi, nei suoi 400 anni di vita ne aveva viste parecchie ed era sicuro di non sbagliare.
La lezione finì e i due uscirono dall' aula incamindandosi verso l'uscita. Lei aveva dei bellissimi capelli neri che le cadevano sulla schiena , era snella e camminava dritta in silenzio, con le guanche un po arrossate. La presenza di lui la faceva imbarazzare e si accorse che con lo sguardo cercava la amica. 
<< Io vado verso casa, ci vediamo domani? >> Cloe non smetteva di essere in imbarazzo, si sentiva una bambina davanti a lui.
<< Si volentieri...è stato un piacere >> Gli sorrise come meglio poteva e lui si allonanò.
Cloe fece un sospiro di sollievo e si incammino per la sua solita strada, convinta che l' amica sarebbe stata più avanti. Quella giornata era iniziata in un modo alquanto strano ed era curiosa di sapere che cosa sarebbe accaduto. E conoscendo Anne, aveva qualcosa in serbo.
Quando arrivò davanti a casa Anne era li, che l' aspettava e non vedeva l'ora che gli raccontasse tutto.
<< E Etan?! Pensavo ti compagniasse a casa...non ci sono più i ragazzi di una volta >> Le due scoppiarono in una risata. << Scema, ma cosa pensavi facessi? >> Anne gli diede una piccola pacca sulla spalla << Secondo me, questo Etan...mh...dovresti farci amicizia, ti potrebbe distrarre da...tutto >> Quelle ultime parole fecero tornare in mente la busta ad entrambe. Ma come se fosse un pensiero passeggero nessuno delle due disse nulla. 
Cloe tornò a casa poco dopo, sua zia non era ancvora a casa e si ritrovò da sola. Si sedette sul divano e posò lo sguardo su un quadretto. Il quadretto di famiglia, della sua famiglia. Sua madre sorrideva, suo padre teneva in braccio lei che avrebbe dovuto avere 1 anno, era incredibile come le cose cambiassero in pochi anni. Ora era sola, e a quel pensiero cercò di soffocare le lacrime, non doveva piangere ancora..aveva pianto abbastanza per tutto l' anno. Ma di certo doveva risolvere il prblema della lettera. Cosi decise di rinchiudersi nella sua camera, con il pc sulle ginocchia, a caccia di indizi. Continuava a cercare "New Orleans" quasi come se da soli, fossero comparsi dei suggerimenti. Tirò fuori dal cassetto il diario di sua madre, lo aveva letto milioni di volte ed era sicura che non parlasse di quella città e neanche del resto di quella famiglia. Non trovava risposte, continuò a cercare, anche nei suoi pochi ricordi, ma neanche dopo ore arrivò la risposta. Si coricò ormai esausta, sconcertata e sconfitta. Sì, si sentiva sconfitta, era impossibile che nessuno gli avesse mai menzionato di New Orleans..e poi gli venne in mente, come una cantilena, un' altra parola della lettera "preparati". 
A cosa si doveva prepare non ne aveva idee, e con questo pensiero si addormentò tornando sul lago dei suoi incubi. 
Questa volta il sogno sembrò più vero che mai, nel lago brillava il sangue, come sempre. Rosso e potente, poteva sentire la sua energia. Intorno mille alberi, alti, le sembrarono infiniti, poi qualcosa la fece cadere nel lago. Vide tutto rosso e il non riuscì più a respirare, cercò anche di urlare ma non accadde niente. 
Continuava ad annegare in quel lago rosso, profondo, più il tempo passava più il buco nello stomaco aumentava. Bevve il sangue, per sbaglio, come si beve l'acqua al mare, ma ogni volta che mandava già una boccata di quel liquido denso e rosso, il buco si attenuava, si sentiva più forte. Alla fine riuscì ad uscire dal lago e stremata cadde a terra, totalmente coperta di sangue, ma qualcosa era diverso dal solito. Lei, il suo viso. Lo vedeva dall' alto, riuscì ad osservarsi e un grosso sorriso si fece largo nel suo viso. 
Si risvegliò da sola, ascoltando il proprio urlo uscire da petto. 

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