L'ultima risata

di Jim Mori Moriarty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: frammenti e cocci ***
Capitolo 2: *** Remember ***



Capitolo 1
*** Prologo: frammenti e cocci ***


                                                   Ris
                                                            Eccell
                                       Da riv. 
                                                                                       soggetto in via di guar
1986 trasf                                                             
Oggi ho studiato un nuovo metodo per calcolare il
Carl Powers continua a
prendermi in giro....

 
Una lacrima. Una lacrima che corrode quel tutto che è oramai già eroso dalle dita e dal fuoco; una lacrima d'ira, tristezza, e poi ancora ira.

Vendetta.
   Mentre la lacrima scorre su ciò che rimane di quei cari fogli un nodo ti travolge, ti strattona, ti sberla in faccia il suo disgusto e ti rapisce, rendendoti servo del suo Potere.
   Reprimi le tue facoltà di ribellione, poiché in realtà non attendevi altro che il Passato tornasse in te; per fare una frittata che possa uscire spettacolare e vedere l'effetto che fa, qualche uova in fin dei conti la si può sacrificare e spappolare a terra come crani imbevuti di liquido cerebrale.

   Un urlo lacera l'ultima lacrima che presto ti si estingue. Brandisce il coltello in ricerca del vero Mostro, che per anni t'ha affossato nella pubblica forca, nel pubblico scherno: eri tu il Mostro, non lui.

   Lo cerchi per ogni dove e mentre sparpagli nella corsa le tue ossute energie, il coltello brontola di fame e i tuoi occhi ricadono sul pavimento: altri cocci frantumati, altri cocci irriconoscibili; altri frammenti di un Passato volto a tornare indelebile.

Esci fuori!, gli intoni, come se quell'essere abominevole potesse tornare, ora che sa di aver compiuto il peggior errore nella sua vita e forse uno degli ultimi.

Esci fuori, ti ho detto, bastardo!, urli, urli e piangi rabbia, scalfendo allora i muri e immaginandoti la sua faccia ridarella imbevuta di fredda lama e caldo sangue; deve essere punito per questo.

   Non lo trovi. Il piccolo bastardo si è nascosto bene, ora che il misfatto s'è concluso e tu hai perduto tutto, ma in compenso ripreso brutti, brutti vizi...
   ...oppure semplicemente la tua natura e (no!,) non puoi farci niente se sei così, a causa di quel figlio di puttana che ha riesumato la Bestia, perché tanto amante di interpretare la parte dell'Eroe Scaccia-Mostri. E tu chi sei per impedirgli di immolarsi? Nessuno, dopotutto, come sempre.


Carl Powers era semplicemente l'Eroe e tu il vero Mostro
                               in questa fiaba crudele, perversa e inversa; hai sempre odiato le fiabe col lieto fine, Jimbo Bello!
   
   Ti narri, osservando il tuo riflesso sorriso sulla lama rossa della tua immaginazione, mentre stai per compiere quell'atto che ammazzerà quel bambinetto che sa solo ridere di te, ma che per una volta capirà cosa voglia dire trovarsi privo di speranza... e piangere, al posto di ridere di te; a Carl piace fin troppo ridere di te.

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Capitolo 2
*** Remember ***


Le strade ce la stavano mettendo decisamente tutta per impedire a Rory e Nola di raggiungere in assoluta fretta e furia l'ospedale più vicino. Soprattutto a Nola.
   Era lei che soffriva come un cane spezzato, trapassato da spasmi da parte a parte. A ogni tornante emetteva un lungo, basso guaito; poi lasciava sgolare un acuto e affrontava nuove fitte, stringendo inutilmente i denti.
   Rory, sebbene non fosse molto conosciuto per essere quel tipo di uomo paziente che tutti desiderano farsi amico, tentava con ogni resistenza gli fosse concessa di resistere, di non borbottare e superare il limite di velocità consentito in quelle strade: Nola, sua moglie, stava per partorire.
   Resisti, stava dicendo più a se stesso che a sua moglie, cercando di afferrare il cambio con una mano impregnata di sudore e ingranare nuovamente una marcia inferiore.
   Dannato, quel semaforo!, imprecò, superando di intensità le lamentele non biasimabili della donna.
Siamo quasi arrivati, si dette da pensare, ignorandola per quanto possibile.

   Ma non era possibile: Rory stava decisamente per perdere la pazienza, per imprecarle contro, come se lei ne avesse qualche colpa.
   < Non fartene una colpa. Se vuoi sfogarti, puoi... >
   < Mi dispiace, tesoro. Siamo quasi arrivati. Mancano due semafori e ci saremo. >

   < Non... ti scusare. > Pretese ancora la moglie, reggendo a stento un ulteriore lacero. Duplicato, nel tornare con la mente alle parole del reparto ostetrico: ''due gemelli''.
   Uno dei due nascendi probabilmente captò i suoi pensieri perché, neppure a dirlo, scalciò così forte che la povera Nola temette di dover fare accostare l'automobile là presso e dare alla luce della strada le sue due creature.

   Creature... Al solo pensiero, Nola si sentì travolgere da un conato. Nolente vi resistette, strinse ancora una volta i denti e inspirò, espirò, inspirò, espirò, inspirò,
SI MISE A URLARE.


   < Siamo quasi arrivati! > Seguitò Rory, già immaginandosi la sfilza di multe che avrebbe ricevuto e forse il ritiro stesso della sua patente.
   < No... Il semaforo! >

   Il marito la ignorò.

   Chissenefrega, pensò nel superare ora addirittura il secondo semaforo rosso, strisciare le gomme con violenza. Voleva che tutto semplicemente finisse al più presto.
   Una multa, due multe, tre multe o più non rientravano nel suo personale interesse ma, certo, una cosa l'avrebbe per sempre ricordata, oltre il motore su di giri della sua bellissima e cara Ford Mustang e le interminabili ore dal meccanico: la disgustosa giornataccia di quel brutale 4 Maggio 1976.

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