Paura

di Esch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Malessere ***
Capitolo 2: *** Interferenza ***
Capitolo 3: *** Alba ***
Capitolo 4: *** Libro ***



Capitolo 1
*** Malessere ***


Malessere_cap 1 Il rumore delle onde, infrante sulla spiaggia: oramai sono l'unico evento piacevole della giornata, in grado di lenire i miei pensieri feriti.

(Non è proprio da te, B.B.; non vuoi proprio dirmi che cosa ti turba, amico?)

(No, Cy... non c'è ne è bisogno: tutto passa; quello che mi turba è destinato a spegnersi come è nato: stai tranquillo! In men che non si dica e tornerò il B.B. di sempre).

Ho mentito al mio migliore amico; mi sento un giuda.

La pacca che gli diedi sulla schiena, era troppo frivola e priva di forza per convincerlo, ma il mio stato d'animo influiva anche sul mio fisico: erano sei mesi che mi sentivo così.

Tutto è iniziato con il mio ritrovamento di Terra... la mia Terra pensavo... eh! Ci potrebbe stare una mia battuta... ma non me la sento proprio.

Ho iniziato anche ad essere meno reattivo in squadra: talmente in modo marcato, da temere d'esser messo in panchina... ed io questo non lo posso accettare! Ho chiesto a Robin di darmi una mano con gli allenamenti, e lui ne è rimasto sia colpito che rincuorato: voglio dimostrargli che non mi farò fermare da questo male insinuato dentro me.

Devo esser proprio preso male, se ho trovato una via di fuga negli allenamenti, allenandomi fino a non sentire più il corpo: peccato che il cuore continuo a sentirlo bello forte... mai una volta che si arrenda e smetta di battere al ritmo delle sillabe del suo nome.

Rachel.

Rachel.

Sono confuso, questo lo devo ammettere, sono molto confuso: dopo aver ritrovato Terra, in quel liceo, mi sono sentito spezzare il cuore in due parti, ancora! Ed allora dopo due settimane, passate ad ingozzarmi di schifezze, mi son ritrovato di notte in cucina, a vomitare nel lavandino: al bagno non sono proprio riuscito ad arrivarci... patetico.

"B.B. era proprio necessario farlo qui?".

Una fitta mi colpì al torace: solo lei poteva esserne la causa.
Anche se ero troppo intontito da fiutare la sua presenza in anticipo, non sono riuscito ad impedirmi di sentire a distanza, il suo passo inconfondibile: silenziosa, ma affilata, come il gambo, irto di spine, di una Rosa.
Anche quando ho inclinato la testa verso l'alto, senza alzarmi dal lavandino, non sono riuscito a non rimanerne colpito: (Perché?) Pensai perso in quel nauseabondo catino improvvisato. Ho sempre pensato che fosse una bellissima ragazza, ma non l'ho mai vista davvero come una possibile ragazza, ma bensì un amica.
Perché ora ho paura quando mi è troppo vicina?

"B.B. devi proprio rimanere coricato in quel lavandino, e fissarmi senza dire nulla?".

Solo allora mi accorsi d'averle dato fastidio: classica posa a braccia conserte; classico tono di ghiaccio, privo di qualsiasi emozione: è così tremendamente facile darle fastidio!

"Ti chiedo scusa Raven, ora pulisco e mi fiondo in camera mia, non ti preoccupare; e scusami se ho rovinato la tua tisana notturna: ora ti lascio libera la cucina" Dissi mentre mi alzavo a fatica, aprendo il rubinetto dell'acqua, per pulire lo schifo che avevo rifiutato di tenermi dentro.

"Ti farebbe bene parlarne con qualcuno".

A quel suo intervento, non riuscì proprio a non rimanerne sorpreso: sospirai con molta fatica, colpa l'esofago e lo stomaco ancora doloranti, e massaggiandomi l'addome, gli mostrai uno stanco sorriso, cercando di imitare la mia solita irruenta gioia, ma senza riuscirci: "No, grazie. Neppure io so, con certezza cosa mi sia preso: all'inizio pensavo fosse per Terra, ma poi mi sono reso conto che lei ormai, passami il termine... è franata via dal mio cuore".

"Franata?" Inarcando un sopracciglio, emise un invisibile sorriso, come se il termine la divertisse nel profondo, ma non volesse in alcun modo farmi stare peggio.
Era dannatamente facile leggere il suo viso, sprovvisto del cappuccio coricato sulla testa.

Feci un sorriso sghembo, mettendomi a gesticolare: "Beh... Terra, franata... la terra frana, no?" Cercavo in tutti i modi di sembrare lo stesso di sempre, e per fortuna lei mi credette al momento: "Mmm! Per un attimo ho avuto la speranza che tu fossi cambiato un pochino... è bello sapere che sei ancora il solito B.B.".

"Già" Le dissi poco prima di andarmene finalmente dalla cucina, via lontano da quella sensazione di paura che mi comprimeva lo stomaco, facendo correre il mio cuore, come il timer di una bomba.

Così passarono sei mesi da allora, ma la mia paura non scemò neanche un po': ogni volta che stavo troppo vicino, o da solo con Raven, il mio cuore voleva solo uscire dal petto e saltarle addosso... forse per ucciderla e farmi smettere d'aver paura di lei? Ma poi perché?! Ho letto robe in rete, girovagando, saltando da un forum ad un altro, e credevo di provare paura, per colpa del forte dolore provato dalla mia seconda perdita di Terra: mi ero convinto d'aver paura di tutte le ragazze, perché avevo sviluppato una paura cronica verso tutto quel dolore passato. Ragazze uguale dolore!
Ma invece no!

Mi son ritrovato il cuore, ridotto ad un giocattolo rotto, con la forte paura di stare da solo o vicino ad una mia fidata compagna di squadra.

Con Starfire non succedeva! Ma perché?!

Ho talmente tanta paura! Ho la testa piena di pensieri legati a lei: è come continuare a sognare cose, ad occhi aperti, una dietro l'altra, ma non riuscendo mai a mettere a fuoco le immagini: non ci capisco nulla.

Solo una cosa è certa.

Questa paura ha un nome... ed è Rachel.

"B.B., lo sapevo che eri qui".

Mi girai di lato, ed anche se avevo già riconosciuto chi era, grazie al suo tipico odore, feci comunque il finto tonto: "Oh, Rob, cosa ti porta qui sulla spiaggia, nel cuore della notte?".

"B.B., come tuo leader, sono preoccupato per il tuo lavoro nella squadra; come tuo amico, sono ancora più preoccupato per la tua salute".

"Non posso più fare finta di niente, vero?".

"Sì, ormai c'è ne siamo accorti tutti in squadra".

"Ho paura Rob: molta paura".

"Con me ti puoi confidare: siamo amici, oltre che Teen Titans".

"Con te posso parlare: non l'ho fatto con Cyborg, perché avevo il timore che sarebbe andato di corsa a...".

"A... ?".

"A spifferare tutto a Raven".

"Non capisco B.B.".

"Da quando ho ritrovato Terra, in me è esplosa come una bomba al gusto di paura, sai... al posto della dinamite, ecco... c'è la paura".

"E' un po' contorno, ma credo d'averti capito".

"Hai capito cosa centra Raven? Perché io non l'ho mica capito Rob".

"Mmm... hai questa paura solo con lei?".

"A quanto pare sì"

"Tu hai paura d'innamorarti di nuovo, e quindi di ritrovarti ancora con il cuore spezzato: come ti è successo con Terra".

"EH?!" Fissai Robin con un espressione alquanto sconvolta, mentre mi indicavo: "IO?! E cosa centra Ra... oh!".

Rob inarcò un sopracciglio, e sfoderò il suo miglior sorriso da leader, contento d'avermi aiutato: "Finalmente hai capito".

Iniziai a gesticolare talmente veloce, da poter essere scambiato per un clown giocoliere... peccato che non lo ero: "Ma io non sono innamorato di Raven!".

"Hahaha, non lo sei... ORA... ma quella paura, prima o poi dovrà pur mutare in qualcosa".

"Ehi, l'unico che muta, qua, sono io!" Cercai di difendermi da quell'accusa, come meglio potevo.

"Hai paura di lei, perché in fondo, ti è sempre piaciuta come persona, solo che non l'hai mai vista come una ragazza... almeno fino ad ora".

"Non puoi essere serio!".

"Beh B.B., questo non ti salverà dal nostro allenamento speciale! Ti aspetto, domani mattina, per le sei spaccate!" Se ne andò contento d'essermi stato aiuto, peccato che non me la sentivo proprio di ringraziarlo.

Avvilito ed ancor più confuso, volsi le spalle a Rob, per liberare i miei pensieri verso il mare: il cielo blu notte, le stelle, le onde oscure.

"Quante volte ho detto e pensato la parola paura?" Dissi a me stesso, nel vano tentativo di sentirmi stupido e riderci sopra: però non funzionò.

Non saprei per quanto rimasi in pace, ad ascoltare il cullare delle onde.

Tutto questo mi ricorda qualcuno: una persona calma come il mare, ma forte come uno tsunami; una persona fredda come gli abissi, ma generosa come la vita in mare.
Bella come quella luna pallida, in cielo; misteriosa come l'orizzonte, dove si univano le stelle ed il mare.

Un momento... : "OH CAVOLI! NOOO!"

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Capitolo 2
*** Interferenza ***


Interferenza_cap 2 Sono tre mesi che faccio fatica a concentrarmi.

Dannazione B.B.! E' tutta colpa tua! Perché diavolo ho deciso di sondarti la mente tre mesi orsono?
Quando l'ho fatto, a tua insaputa ovviamente, sono stata investita da un muro di paura: è stato come sbattere il cranio, di corsa, contro Cinderblock!

Da allora quando lo incrocio, non riesco a stare tranquilla! Un brivido mi percorre tutta la schiena: cosa può erigere un muro così impenetrabile? B.B. per giunta!
L'ultima volta ho fatto saltare in aria i piatti della cena... perché diavolo Cyborg ha deciso di scambiare posto con B.B.?! Non appena ho incrociato il suo sguardo con il mio, un secondo prima che si sedesse al mio fianco, ho perso il controllo dei miei poteri... ed addio cena, e benvenuta pizza a domicilio.

La sera stessa, Starfire ha insistito per fare un piccolo pigiama party, nella sua stanza, solo donne: noi due in pratica.

Uao, (no davvero, uccidetemi).

Ci siamo sedute sul suo letto; lei in pigiama rosa, ed io con un pigiama blu scuro.
Mi ha tempestata di domande! Mi ha anche chiesto se mi piace B.B.! Ma dico?!

"Sei impazzita?! B.B.?! Stiamo parlando dello stesso B.B.? Alto un metro ed uno sputo, verde, con le orecchie a punta, simpatico quanto un gatto aggrappato al mantello? Infantile quanto un esercito di bambini dell'asilo che corrono per casa? Quel B.B.?" La scrutavo con fare accusatorio, e abbastanza schifata dalla sua allusione.

"Beh... se la metti così... allora perché hai fatto saltare in aria la cena?" (Non voleva mollare l'osso... tenacia tamariana... forse sarebbe stato meglio discutere con un piccione).

Decisi di vuotare il sacco: "Ho... ho sondato la mente di B.B. mesi fa; lo hai notato anche tu: da sei mesi a questa parte, lui non sembra stare bene".

"Eri preoccupata, come tutti. Tranquilla: da queste mie labbra non uscirà una parola a riguardo".

"Grazie Star".

"E cosa hai visto?".

"Un muro, impenetrabile... un muro di paura".

"Credo di non capire Raven".

"Da quando ho avuto la brillante idea, di sondarlo di nascosto, ora quando lo incrocio da solo, o siamo troppo vicini... sento incombere su di me quel muro di paura, e perdo la concentrazione! Quel maledetto interferisce con la mia mente".

"E' per questo che prima...".

"Sì Star, sì!".

"Ti sei fatta un idea di cosa possa essere?".

"Quella paura? No... purtroppo no".

"Secondo me dovresti parlargli".

"Fantastica idea Star!".

"Davvero?!".

"Davvero! Ora corro da lui, e gli racconto di come l'ho sondato di nascosto: di come senza dirgli niente, gli sono entrata nella testa! Scommetto che farà i salti di gioia!".

"Ehm... s-scusami Raven".

"Sono preoccupata per quell'idiota verde: non lo posso negare, ma ora ho le mani legate! Come posso aiutarlo?".

TOC TOC!

"Uh, Robin?".

"No Star, sono Cyborg, posso entrare? So che c'è anche Raven".

"Stiamo facendo discorsi tra donne Cy, non puoi rimandare a domani?".

"No Raven, ho davvero bisogno di parlare con tutte e due... si tratta di B.B.".

Lo facemmo entrare, per poi farlo accomodare su un puff.

"Sorellina Raven, volevo chiederti scusa per stasera, ma ti devo confessare d'averlo fatto apposta".

"Tu cosa hai fatto?".

"Ho voluto scambiarmi di posto con B.B.: sono il suo migliore amico, ed ho notato che ultimamente tra di voi c'è una forte tensione".

"Perché diavolo lo hai fatto?!".

"Volevo verificare con i miei occhi, se questa tensione era vera, o solo frutto della mia immaginazione: perdonami sorellina".

"Tsk! Va bene Cyborg".

"Volevo chiedervi scusa, anche per un altro motivo...".

"Cosa hai fatto Cy?".

"Ehm... ho origliato i vostri discorsi di poco fa...".

"E che cavolo amico Cy!!!".

"Per Azarath! OK! Ti perdoniamo... a patto che tu non dica niente a B.B.".

"Fiuuu, grazie sorellina: te lo prometto!".

(Come ha potuto pensare Cyborg, di farla franca?!).

Con il solo potere della mente, lo avvolgo in una nube di magia nera, sollevandolo ad un metro dal pavimento: "Cy... ti ho visto che incrociavi le dita, dietro la schiena".

"OH! Andiamo Raven, mettimi giù! B.B. ha tutto il diritto di saperlo! Ha bisogno del nostro aiuto!".

"Dai amica Raven, mettilo giù; e tu Cy, hai appena promesso di non dirlo! Vergognati!".

"Ok ok! Lo prometto solennemente sul mio onore!".

Lo feci cadere al suolo di sedere; mentre si rialzava dolorante, Starfire ridacchiava con le mani sulla bocca, nel vano tentativo di non farsi sentire... (sei proprio il mio contrario Star: puoi essere solo tu la mia migliore amica).
Senza rendermene conto mi ritrovai a sorridere per quella scena, e per fortuna nessuno dei due se ne accorse.

TOC TOC!

"OH! Dick!" Starfire volò in braccio al suo fidanzato, palesatosi alla soglia della stanza.

"Questo pigiama party, non era per sole donne?" Feci notare ai presenti.

"Raven, per favore, hai un minuto?".

"Sì Robin, dimmi".

Salutò la sua ragazza con un casto bacio sulla guancia, per poi farmi cenno di seguirlo fuori dalla stanza: che cosa diamine vorrà dirmi, di così segreto?

Lasciammo Cyborg e Star parlottare un po' tra loro (lei è così emotiva, e lui è il migliore amico di B.B.: hanno bisogno di sfogarsi un poco).

"Mmm, ok, qui non dovrebbe sentirci nessuno!" Si fermò di colpo Rob, ormai arrivati nel garage della torre.

"Era davvero necessario allontanarci così tanto?" Commentai con il mio solito glaciale modo di fare.
(Mmm, credo che B.B. avrebbe apprezzato il mio pensiero autocritico... baaaah! Lo avrebbe sicuramente scambiato per una battuta delle sue... tsk!).

"Sì Raven, non voglio che gli altri si facciano mille pensieri, e tentino di spiarvi".

Persi un secondo il mio tono glaciale, per sfoderarne uno un pizzico più vivo: "Spiarvi?".

"B.B. ha chiesto se avevi cinque minuti: vorrebbe parlare con te".

"Lo ha chiesto lui, o lo stai facendo tu in sua vece?" Robin per quanto potesse essere intelligente, non poteva farmela.

"Beccato: vorrei che affrontaste questa tensione che c'è tra di voi; per favore Raven".

"Anchio sono preoccupata per quell'idiota verde" Roteai gli occhi al cielo, in cerca di una salvezza che non sarebbe mai venuta a prendermi (avrei accettato anche un unicorno volante).

"Ok allora! B.B. è in riva al mare, proprio fuori dalla torre; non puoi non vederlo: sono sicuro che è ancora là".

Sorrisi lievemente: "E' verde Rob! Come faccio a non notarlo?".

"Grazie Raven: sei l'unica che può risolvere la situazione" Mi diede una carezza su una spalla, con fare incoraggiante, per poi tornarsene dagli altri.

Aprì un portale per la mia camera, e mi cambiai: ci mancava solo che andavo da quell'idiota in pigiama.
Sbuffai, anche se il mio sembrava più un ringhiare soffocato: "Aaandiamo da B.B.".

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Capitolo 3
*** Alba ***


Alba_cap 3 Arrivatagli alle spalle, venni colta da un suo urlo: "OH CAVOLI! NOOO!".

Non riuscì a non ridacchiare: era troppo stupido! Con le mani nei capelli, gridare in quel modo verso il cielo (cosa si aspettava?).

(Però a volte è divertente... è l'unico che riesce a farmi ridere; anche se faccio l'impossibile per non farglielo notare: mi vengono i crampi alla pancia, per quanto mi trattengo).

Mi tirai giù il cappuccio, sulle spalle: "EHI! Mister Cavolfiore verde!".

Lui si girò di scatto, peggio di un topo sorpreso da un gatto: "AAAH!! OH?! R-Raven... ciao... aspetta: come mi hai chiamato?".

L'espressione che assunse mi fece tornare i crampi all'addome; santo cielo che pazienza che ci vuole con quest'idiota: "Mister Cavolfiore verde" Ammisi con tono piatto.

"Mister Cavolfiore verde... stai bene Rae?".

"Rae non la conosco: in compenso Raven sta benissimo: aaaah! B.B. stavo solo provando ad imitarti! V-vo-volevo provare a farti ridere" (per Azarath... tra i crampi e la sua paura, non so cosa sia meglio... forse faccio ancora in tempo ad aprirgli un portale sotto i piedi, e chiudere qui la questione): "Come sarebbe bello!".

"Bello cosa?" B.B. ancora più in preda a quella dannata paura.

"Ehm, lascia perdere" (Troppo bello risolvere col bandirlo in un altra dimensione... sigh).

Di colpo divenne serio in volto: "Senti Rae... Raven".

"Dimmi, magari prima che venga mattino".

"Appunto".

"Cosa intendi?".

"Tu sei un empatica: avrai sicuramente captato il mio malessere".

"Da mesi B.B. ... da mesi: ed non hai la minima idea di quanto sia difficile starti troppo vicino".

"Scusami".

"Non devi scusarti: non è colpa tua se stai male".

"Volevo chiederti se rimanevi qua con me, fino all'alba: so che deve essere difficile per te, ma...".
"NO! Perché mai vorresti che io rimanessi qua con te? Non hai notato che la tua paura aumenta in mia presenza? Senza contare il fatto più importante!".

"Quale?" Mi disse con fare avvilito da cucciolo ferito: i miei crampi aumentarono a vederlo così.

"Io sento quello che senti tu".

"AH!" Aveva capito: in lui si accese una luce, ben visibile nei suoi iridi verdi smeraldo.

Mi strinsi nelle spalle, come a pararmi da un freddo che non c'era: "Mi dispiace Garfield... ero preoccupata per te, ed allora tre mesi fa, ho cercato di sondarti a tua insaputa".

"Non fa niente... Rachel".

"Perché mi hai chiamata per nome?" Le mie guance cominciarono a scaldarsi.

"Tu mi hai chiamato per nome: ora siamo pari" Sorrise cercando di calmarsi.

"AH! Capito" Fu strano, ma chiamandolo per nome, i crampi mi erano diminuiti.

"Allora non resti... va bene Rachel".

"Perché continui a chiamarmi per nome?" (Avrei troppo voluto spedirlo in volo, seduta stante, per chissà quale parte del pianeta!).

"Perché mi sono accorto, che pronunciare il tuo nome, ecco... mi tranquillizza, sì!".

Lo disse con talmente tanta ingenuità, tanta dolcezza, talmente tanta serenità, che non potei più mantenere il mio no: "Allora apri bene le orecchie muso verde!".

"Eh?!".

"Non mi ripeterò! Quindi stammi bene a sentire!".

"Ok?!".

"Starò con te fino all'alba: non un minuto di più!".

Sorrise come un bambino, rapito dalla bellezza del mondo: "GRAZIE RACHEL!".

Da quel muro di paura, si irradiò del calore: avvolgente; flebile, ma costante: come se tutta quella paura si fosse trasformata in... in... affetto: "P-prego Garfield" Ci sedemmo in riva al mare.

Devo confessarlo: passare con lui quelle ore, cullati dal silente rumore delle onde, qualche sua battuta squallida, i miei finti lamenti a coprire le mie soffocate risate (ed i crampi), i suoi sorrisi, ed il mio cinismo... si era rivelato inaspettatamente piacevole.

"Guarda Gar!".

"L'ALBA!" Sorrise guardandomi con tutta la felicità che poteva avere: il muro di paura si sgretolò, liberando tutto quel calore intrappolato dentro di lui.

"Gar... non dovresti fissare l'alba, invece di guardare me, stupido?" Cercai di fargli notare il mio imbarazzo, misto a fastidio e dubbio: in compenso più mi fissava, e più i crampi diminuivano.

Si voltò di scatto verso il mare: "AH! Hai ragione, s-scusami".

Avevamo affrontato quel muro di paura, ed ora c'era solo una coltre di nebbia, irradiante un piacevole calore... troppo piacevole... volevo averne di più: sapere cos'era! Presi una decisione contro ogni mio modo di fare: "GAR".

"Rae?".

"Vorrei chiederti una cosa".

Mi interruppe timidamente: "Ecco... anchio volevo chiederti una cosa".

Approfittai del suo slancio di coraggio: "Mmm, ok dai, dimmi prima tu! E veloce: ti ricordo che hai un impegno improrogabile con Robin".

"Vorrestivederel'albaconmeanchedomani?!" Disse tutto d'un fiato.
Nonostante avessi capito, mi divertii: "Idiota! Come pensi che io abbia capito qualcosa di quello che hai detto?".

"V-vorresti vedere l'alba c-con me, a-a-anche domani?" Era tremendamente agitato, come un gattino cieco, appena nato: ed io adoro i gatti (mi domando perché non ne ho preso ancora uno).

"Mmm... tu va ad allenarti, e poi, forse, e sottolineo FORSE, ci vediamo domani notte, per le tre" Gli dissi fredda e cinica come sempre, mentre mi alzai per andarmene.
(Ho adorato la sua espressione mista a gioia e dubbio, ma provo troppo piace nel tenerlo sulle spine! Ehi! Non è un appuntamento! Tsk! E' che voglio solo riprovare quel calore, così intenso, dolce, ma sicuro... forte: è incredibile che ci fosse quella nebbia intrappolata dentro quel muro... mi fa male ammetterlo, ma sono troppo curiosa di scoprire cosa c'è dietro quella coltre!
Deve essere la mia parte, chiamata Saggezza, in cerca, curiosa di qualcosa di ignoto da scoprire! Sì! E' senza alcuna ombra di dubbio opera sua!).

Poche ore dopo, per tenermi sveglia, per una volta infransi la mia routine della tisana, preferendo un caffè nero, una tazzona di caffeina: il paradiso dopo una notte insonne.

"Anf anf uff ooooh santa soia!" (Ho fatto una fatica incredibile a non sputare il caffè, quando ho sentito e visto quel tenero omino verde, entrare in cucina: praticamente uno straccio).

"Oooh! Sto morendo!" Appoggiandosi al bancone, distante una sedia da me: "Ehi Gar, com'è andata?" (Lo so che è troppo formale chiamarlo per nome, figuriamoci con un nomignolo: però mi rilassa, ed i crampi spariscono... mi fa stare meglio).

Era pieno di piccoli lividi: chissà che tipo di allenamento si è inventato Robin per conciarlo così.

Bevendo un bicchiere d'acqua: "Ohi Raven... ti diverti proprio a prendermi in giro".

Io mi limitai ad appoggiare la tazza di caffè, e mi scappò un mite sorriso: "Se conoscevo il tuo nome prima, avrei iniziato ad usarlo fin da subito".

Lui scosse la testa confuso: "E perché?".

Mi scappò dalle labbra, e non feci in tempo a pensare, prima di rispondergli: "Hai un bellissimo nome" (Per Azarath! Gli ho sorriso a trentadue denti?! L'ho fatto davvero?!),

B.B. rimase sognante a fissarmi: "Dovresti sorride più spesso Rae... sei super bellissima quando lo fai".

(Non ho bisogno di uno specchio per capire, perché ho le guance calde: per Azarath! Non posso esser arrossita, davanti a Garfield: e senza il cappuccio alzato).

"OH MAMMA!".

B.B. distolse finalmente la sua attenzione da me, per girarsi completamente verso l'ex televisore, dove stava giocando Cyborg: EX perché era appena saltato in aria... colpa... colpa una strana massa di energia oscura... ehm... sì... colpa mia.

"Oh mamma! Sorellina Raven, che ti è preso?!" Cyborg piangeva sui componenti elettronici, tutti sparpagliati sul pavimento.

I crampi erano completamente spariti, e quella piacevole sensazione di calore era tornata: ne ero come assuefatta.

(Mai provato niente di simile prima: neppure con Malchior... dannato dragone malefico! Fedifrago e bugiardo!).

"Senti Rae".

Era B.B., estremamente teso: una corda di violino al confronto sarebbe impallidita... o meglio! Si sarebbe spezzata! (Da quando fa così caldo la mattina?).

"Dimmi B.B." (Fiuuuu ci sono riuscita a non chiamarlo per nome!).

"Volevo..." (Che pazienza che ci voleva con lui... così goffo).

"Gar, sputa il rospo!" (Per Azarath... l'ho fatto di nuovo).

"Hai da fare questo pomeriggio?" Disse ormai rosso in viso.

"Garfield, lo sai che medito tutti i giorni: vuoi che faccia saltare in aria, la console dei videogiochi, la prossima volta?" (Mi rilassava chiamarlo per nome... perché?).

"Mmm hai ragione, scusami Rachel" Mi sorrise con la stessa aria innocente che aveva, quando tra noi sorse l'alba... quel calore: di nuovo!

"Io mediterò fino alle due del pomeriggio; dopo sono libera due orette: di solito le uso per leggere, ma se hai in mente qualcosa di interessante... spara, ti ascolto".

"C'èlafieradel!!! Oh scusami! stavo di nuovo parlando senza pause e fiato! Uuufff!!! Ok! C'è la fiera del fumetto e del libro a Jump City: ha aperto ufficialmente oggi".

"E quindi?".

"Vorrei andarci, ma se ci vado con Cyborg, finirò solo per comprare fumetti!".

"Non capisco B.B.: tu adori leggere fumetti".

"Vorrei iniziare a leggere anche dei libri, ma sai: avendo letto molto poco, non saprei proprio che scegliere".

"Mi stai chiedendo di farti da cicerone nel magico mondo dei libri? Sei sicuro?" Era così impacciato e nervoso mentre me lo chiedeva... è un miracolo che non l'ho abbia teleportato negli inferi.

"Tiiiiiii prego" E si trasformò in un gattino, riempendomi il costume di dannati peli verdi, ed amorevoli fusa irresistibili (che tu sia maledetto Gar! Nemmeno Trigon avrebbe potuto dirti di no! Tsk!).

"O-okay Garfield... va bene".

"SIIIIIIIIII' GRAZIE RACHEL!!!" Mi chiuse in un abbraccio senza via di fuga, facendomi diventare paonazza più di lui: sicuramente colpa della sua stretta che mi toglieva l'ossigeno... faceva decisamente caldo quella mattina... già.

Entrò Robin nella Main Ops room: aveva un aria soddisfatta, molto contenta.

Quell'ematoma sullo zigomo, contrastava con la sua soddisfazione: sapendo Robin, quanto fosse bravo nell'arti marziali, non potrò mai pensare B.B. colpevole! Sicuramente Rob se lo è fatto da solo, colpa una mossa troppo audace! B.B. è già un miracolo se non inciampa da solo, figuriamoci!

All'improvviso suonò l'allarme, facendo scattare il nostro Leader: "TITANS! L'ALLARME! E' MUMBO! Sta rapinando una libreria di libri rari! TITANS! GO!".

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Capitolo 4
*** Libro ***


Libro_cap 4 Sistemammo Mumbo in men che non si dica, ma purtroppo con il poco tempo che mi rimaneva, dovetti barattare il pranzo, per potermi permettere di meditare: dissi a B.B., in cambio del mio sacrificio (rido ancora a pensare alla sua espressione... dannazione i crampi), ho espresso chiaramente il mio desiderio imperativo di offrirmi una pizza, pena non uscivo con lui!

A dire il vero, durante la meditazione, mi sono percepita, come dire... impaziente...: "Deve essere la fame" Esclamai arrivate finalmente le due del pomeriggio.

TOC TOC!

"Chissà perché penso di sapere chi è" Dissi dirigendomi verso la porta, per poi aprirla, sfoderando la mia migliore faccia da poker, e tono glaciale: "Toh guarda! Chi l'avrebbe mai detto?! E' Garfield! Ciao Garfield, sei venuto a prendermi? Ooooh ma che dolce!".

(L'espressione di lui... ooooh Azarath! Avrei voluto troppo fargli una foto, per poi incorniciarla e metterla sul comodino affianco al mio letto... aspetta... no! NO! ehm no! Calmati Raven... è solo quel calore... non pensare cose strane... meno male che è troppo stupido, per poter notare il mio cambio repentino di espressione... chissà che faccia ho fatto?).

"Raven...".

"Andiamo?" Cercai di fare finta di niente.

"Perché hai fatto una faccia da cerbiatta innamorata?" BOOOM!!!

Si sentii un grido provenire dalla Main Ops room: "NO! LA CONSOLE! NOOOOOO!!!".

B.B. mi afferrò una mano, tirandomi dietro di sé, correndo come una scheggia: "Presto Rae, prima che Cyborg ci acchiappi!".

Era tutto così stupido... divertente... e verde... e... e... dolc... oh Azarath! Accidenti! (Non vedo l'ora di scoprire cos'è quella nube di calore, celata dal muro di paura di B.B.! Così da poter tornare concentrata!).

"Ehi Rachel, guarda quante bancarelle stracolme di fumetti e libri!" Aveva l'aria di un bambino portato alle giostre (da super eroina a babysitter di un mutaforma... ho fatto carriera).

"Ok B.B., stammi vicin... è già sparito... grrr".

Riapparve mezzora dopo, mentre io da perfetta cicerone disoccupata, mi perdevo assorta nelle bancherelle piene di libri: "RAAAAEEE!!! Ti ho trovata finalmente!".

"Dov'eri finito tu, vorrai dire? Mi chiedi di accompagnarti, e poi sparisci come un idiota?" Avrei dovuto stritolarlo sul posto tramite le mie arti magiche... se non fosse per il libro che teneva stretto tra le mani.

"Oh? Sì cercavo questo: volevo ringraziarti per avermi fatto compagnia fino all'alba! Questo è per te: un regalo da parte mia" Rimasi sorpresa... ed imbambolata... quel calore si fece ancora più forte... proveniva da lui, ne ero sicura... il problema è che lo percepivo anchio, colpa l'averlo sondato magicamente di nascosto mesi fa (oh Azarath... ma quel libro è...).

Persi un respiro: "B.B. come facevi a saperlo?".

Rise come un bambino che gioca a fare l'adulto... e ci riesce: "Ho chiesto a Robin: sai a lui è difficile che sfugga qualcosa. In cambio dell'informazione, mi ha chiesto di riuscire a dargli un pugno in faccia: non hai idea di quanto è stato difficile! Ma ne è valsa la pena: scoprire il libro che cercavi da mesi, sapere dove poterlo trovare, e potertelo regalare".

"E tutto in meno di ventiquattrore... Gar... io... non so..." (Ecco perché Robin era così contento di quell'ematoma vistoso in faccia: era riuscito a convincere B.B. a fare sul serio, ricattandolo con la promessa di sapere dove trovare il libro che cercavo da mesi!).

"E' lui vero? Non ho toppato anche questa volta! Sono felice!".

Le mie mani erano salde al libro; era un manoscritto rarissimo: un trattato sulla magia del vuoto! Se il suo contenuto era autentico, avrei imparato a materializzare dei buchi neri! Non come i miei portali, ma veri ed autentici buchi spaziali: sarei riuscita a piegare lo spazio ed il tempo! (Ooooh Azarath! Le probabilità che questo libro sia un falso, sono altissime, come le probabilità che B.B. non diventi più alto di me... è un tappo... verde).

(E poi cosa mi importa se è più basso di me... in fondo anchio sono bassa... ok non sono una cima, ma... ma che diamine sto pensando?!).

Rinsavì di colpo, senza fare caso alle mie gote rosso fuoco: "Gar, come hai fatto a pagarlo? E' un libro più unico che raro!".

"Era tra i libri rubati da Mumbo: Robin stamattina mi aveva detto dove poteva essere il libro, e sfortuna vuole, che fosse la stessa libreria dove quel mago da circo, aveva deciso di rubare!".

"Non ci credo" Ero stupita.

"Come ben sai, poi hanno insistito per ricompensarci in qualche modo, ed allora io ne ho approfittato per chiedere loro quel libro: talmente segreto da non essere presente nemmeno nelle bolle d'ordine!".

"B.B. potevi dirmelo! A saperlo, l'avrei chiesto direttamente io, invece di chiedere loro uno sconto sui miei prossimi acquisti".

"Sono riuscito a comprarlo scontato 80% in meno sul prezzo richiesto: ok ho praticamente fucilato tutti i risparmi di un anno, ma volevo farlo per te".

"Santo Azar! Per me?! Ma sei impazzito?!" (Dovrei aprirgli un buco nero nella testa, se solo non ne avesse già uno tra le orecchie).

"Ma facendo così, non solo hai il libro, ma hai anche lo sconto!" Sorrise talmente con trasporto... così spontaneo: "Gar non c'era bisogno che tu rinunciassi alla tua ricompensa... per me".

"Ma io ho avuto la mia ricompensa!".

Lo guardai confusa: i crampi erano di nuovo scomparsi, e quel calore mi chiamava a sé.

"Sei uscita con me".

"Oh..." Una parte di me avrebbe voluto ucciderlo sul posto... l'altra lo stava abbracciando... dopo aver lasciato cadere il libro a terra.

"Rae?!".

"Zitto ed abbracciami idiota!".

"Uh?! S-subito!".

Potevo sentirlo chiaramente: la coltre di nebbia dentro di lui stava sparendo.

"Mmm Rae?".

"Ssssh! Continua ad abbracciarmi".

"Mmm... o-ok".

"Garfield...".

"R-Rachel?".

"Se lo racconti a qualcuno...".

"...ricevuto!".

Avevo svelato il mistero: ora sapevo cos'era quel calore, nascosto in quella coltre di paura.
La rottura definitiva con Terra, aveva generato in lui una paura verso le ragazze, per cui provava attrazione sincera, e non solo per l'aspetto fisico: su di loro quella paura non attecchiva! Faceva da mastice solo con un'infatuazione: ci doveva essere di mezzo il cuore, pena nessuna paura.

Ma lui aveva... p-paura... paura di ME?! Appena realizzata quella verità, le bancarelle dietro di noi subirono una folata di magia nera, ed i loro libri presero il volo per il viottolo in mezzo alla gente.

Alzai la testa dalla sua spalla e lo fissai negli occhi: "Lo so d'essere tremenda a volte".

"Haha! Spaventosa è più corretto".

"Uff... spaventosa, va bene".

"Hehehe".

"G-grazie Garfield".

"P-prego Rachel... ma... ma perché mi stai fissando negli occhi?".

"Ah! V-volevo spaventarti!" (Azar, ti prego: fa che se la beva!).

"Fa niente Raven: tu rimarrai per sempre Rae per me, spaventosa o no" (A volte amo il fatto che sia così stupido... Azar seppelliscimi sottoterra, ora! C-cosa ho pensato?!).

"P-potevi dirmelo però... i-io avrei capito" Pigolai, concentrandomi al mio massimo per non far saltare in aria l'intera fiera.

"Potevi dirm?! Ho cavolo! Tu mi hai letto dentro!" Era appena diventato rosso come il naso di un clown... ed io maledizione lo trovavo adorabile.

Cercai di salvarlo dall'infarto, deviando il discorso; slacciata dal nostro abbraccio, raccolsi il libro a terra: "Ti ricordo che mi devi una pizza".

"VERO!" Mi pareva parecchio grato, del cambio di discorso repentino.

(Non ti preoccupare Garfield, il discorso era stato solo rimandato di qualche ora: abbiamo un alba da guardare assieme, no? Mi divertirò come un demone, a tenerlo sulla brace... a proposito di fuoco... ma solo io ho caldo?).

"Comunque B.B., per noi sarà meglio tornare alla torre dopo cena: a quell'ora Cyborg ormai avrà sbollito la rabbia e non ti ucciderà".

"Perché dovrebbe uccidere me? Hai fatto esplodere tu la" Non gli feci finire la frase: "La console che ho fatto esplodere, perché tu mi hai destabilizzato la concentrazione".

"Ma!" Gli posi il dito indice sulle labbra: "Niente capricci! FORZA! Abbiamo altre bancarelle zeppe di libri da esplorare!".

"E la pizza?".

"Quella la mangeremo per cena: abbiamo ancora qualche ora!" Lo trascinai con forza in quel dedalo di persone e libri, passando con lui tutto il pomeriggio, tra piccoli e divertenti battibecchi... ho pensato davvero divertenti? Ehm... e le risate! Per Azarath quanto ho riso! Ho dovuto fare un sacrificio ulteriore: oltre a doverlo sopportare, mi sono lasciata, un minimo andare, ed ho riso un sacco: probabilmente gli ho fatto sfiorare l'infarto tante di quelle volte, che a confronto, le nostre missioni sono una bazzecola.

Venne presto la sera, e con essa andammo nella prima pizzeria che ci capitò a tiro.
Mi rifiutai di andare con lui nella pizzeria frequentata sempre da tutti i membri della squadra, ed optai quindi per un altra pizzeria: come avrei potuto spiegare agli altri, che ero praticamente fuori a mangiare pizza, sola soletta con quell'idiota di B.B.?

Ero così assorta nei miei pensieri, mentre masticavo la pizza, che non mi accorsi in tempo di quel matto del mio amico verde: non riuscendo a destarmi dal mio mondo di pensieri, ebbe la brillante idea di stamparmi un bacio sulla guancia... (io lo uccido... io lo smembro... io lo viviseziono... io gli stritolo le ossa una ad una... io... io... io...) mi ritrovai ad afferrarlo con ambo le mani, al colletto della tuta, trascinarlo verso di me, deglutire la pizza, e maldestramente  (ed anche un po' violentemente, lo ammetto) baciarlo sulle labbra.

Ovviamente ad occhi chiusi... avevo troppa paura di riaprirli... quanto tempo era... oh! Il fiato! Raven! Il fiato dannazione! Lo mollai d'impeto, e finalmente riaprii gli occhi: "Oh... Azarath... cosa ho fatto? C-cosa diamine mi è preso?".

Lui era visibilmente felice in viso, oltre ad essere ancora fortemente incredulo, e forse anche un po' sconvolto: "Rachel, n-non credevo... oh cavoli".

(Ti prego non dire qualcosa di stupido, non rovinare il momento! Aaaaah! Cosa mi tocca fare! IDIOTA! IDIOTA! IDIOTA!).

Prima che potesse dire una delle sue tipiche idiozie, lo riafferrai al colletto, e gli sigillai (questa volta con meno violenza) le labbra con le mie.

Questa volta fu un bacio dolce: io seguivo le sue labbra, e lui seguiva le mie... e probabilmente poco distante, quel rumore, doveva indicare un auto saltata in aria (scusatemi).

L'unica cosa che ricordo furono le nostre labbra allacciate una all'altra (c-credo fino all'alba).

Il primo raggio di luce ci diede una carezza, per intimarci gentilmente di riprendere fiato.

"Oh cavoli Rachel... ci hai teleportato entrambi sulla costa della torre!".

"Meno male che avevi già pagato le pizze" (Potevo dire qualcosa di più stupido? Oh no: mi ha contagiata con la sua stupidità! Noooooo!!!).

"Ehi, qui qualcuno è un attimo confuso, se la prima cosa alla quale pensa, dopo ore di baci, è il conto della pizzeria" Mi fissava con un filo di delusione.

"Perché hai quell'aria delusa? B-bacio così male?" (Dove era finita la mia io cinica e fredda?! DOVE?! NO! GARFIELD CHE COSA MI HAI FATTO?! IO TI UCCIDO!).

"No, io intendevo d'averti deluso: se la prima cosa a cui pensi è la pizzeria, allora, IO, devo proprio baciare male" Era così dolce, e dannatamente goffo.

"S-scusami Gar... io... io... credo sia meglio che me ne vada in camera mia, da sola!".

"Q-quindi per te è stato...".

"...stato..." Non lo volevo dire: non ne avevo le forze.

"... un errore" I suoi occhi erano umidi, ed in quel momento ogni possibile desiderio d'ucciderlo, svanì nell'etere dell'amore che era scoppiato nel suo petto.

Avrei voluto solo dannare me stessa, per essere così chiusa in me stessa, e lasciarmi di nuovo andare, e baciarlo tutto il giorno; avrei voluto innamorarmene seduta stante, e farlo mio li sulla costa, fregandomene di tutto e di tutti (mmm... ok forse l'ultima parte si deve essere intromessa Rabbia, decisamente fuorviata da Passione).

"A cosa stai pensando?" Si intromise B.B. con fare abbattuto.

Gli risposi in preda ormai alla mia parte più fisica e istintiva: la parte demoniaca: "Violenza carnale".

Lui si impietrì completamente: una parte di lui era estremamente felice... tutto il resto del corpo era paralizzato dal terrore d'esser, effettivamente ucciso nell'atto.

"S-scusami Garfield, n-non sono abituata a certe emozioni, ti prego perdonami, ecco io, davvero: è meglio se corro in camera mia a meditare per tutto il resto della giornata! Devo controllarmi o farò saltare in aria tutta la torre" Cercai di tranquillizzarlo, anche se auspicare la distruzione della nostra base, non fu (lo devo ammettere) una buona idea.

"Eh... hai ragione Rae... che ne dici se riprendiamo il discorso, dopo pranzo?".

"No Gar, non credo d'avere il controllo di poter pranzare con tutti gli altri, mentre ripenso a quello che è appena successo".

"Potrebbero saltare di nuovo tutti i piatti?" Chiese in maniera infantile.

"Peggio" Gli risposi ritrovata finalmente un po' di freddezza, seppur mite.

"Ma non puoi restare a digiuno anche oggi fino a cena" Mi guardava sognante (quanto volevo di nuovo baciarloNOOOOOOOOOOOO!!! Raven tu ora, apri un portale e ti fiondi in camera!).

"B.B. è ora che vada".

"O-okay... mi mancherai" (No vi prego, lo ha detto davvero? A me?!).

"Ehm... o-okay... ci vediamo stanotte?".

"L'alba?" Era così dannatamente felice quando mi guardava.

"Sì" E sparì in un portale.

Ormai solo, sospirò: "Uao!".

Fece una pausa, dandosi due forti schiaffoni sul muso, per poi scoppiare a ridere, ed urlare a squarcia gola: "IO TI AMO RACHEL! IO GARFIELD LOGAN, AMO RACHEL ROTH!".

Non poteva averlo fatto davvero: ero riuscita a sentirlo chiaro e tondo persino dalla finestra della mia stanza, da dove lo stavo osservando, poco prima di mettermi a meditare.

"Spero che gli altri stiano dormendo ora... o domani qualcuno finirà in un altra dimensione" Profetizzai austera, per poi cedere al cuore; chiusi gli occhi e misi le mie mani sul petto, nel vano tentativo di coprire tutti quei battiti impazziti che riecheggiavano nella mia cassa toracica, e bisbigliai:

"...Anchio".

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