Robin death - Il suo aitante eroe

di laMills04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** POV MARY MARGARETH ***
Capitolo 2: *** POV REGINA ***



Capitolo 1
*** POV MARY MARGARETH ***


 

POV MARY MARGARETH

 

"da dopo il funerale non ho visto nessun miglioramento. Anzi, sta andando di male in peggio. Regina non vuole vedere nessuno e non è ancora uscita dalla sua cripta da ieri mattina. Sta cercando di isolarsi, David. Dobbiamo aiutarla." nessun rumore dall'altro capo della linea. Dopo qualche secondo, sentì un sospiro, quasi di rassegnazione, e la sua voce.

" senti, forse dovremmo lasciarla così. È chiaro che non vuole aiuto, perchè darglielo quando la farebbe solo arrabbiare? Diamole un pò di tempo, invece."

ma come fa a non capire?, pensò Mary Margareth, contrariata.

" sono passate sei settimane, David. La conosco, troppo tempo per riflettere la farà stare ancora più male. E se cedesse al lato oscuro? Dentro di lei è scoppiata una furiosa guerra tra bene e male, e appena troverà un pretesto per farlo, si lascerà trascinare verso quella parte che..."

"smettila."

"di fare cosa?"

"di preoccuparti così tanto. Non se lo merita, non dopo il modo in cui ti ha trattata."

La pazienza della mora aveva un limite, e pensò di averlo superato da un bel pò.

"Robin è morto per salvarla, e il rimpianto la mangerà viva." Gli sbattè il telefono in faccia e appoggiò i gomiti sul ripiano della cucina.

Ma come si può essere così insensibili? Snow si massaggiò le tempie, cercando di alleviare la morsa che le stringeva la testa. Niente da fare.

Dopo il modo in qui ti ha trattata.

La settimana scorsa la donna aveva cercato –senza successo– di avvicinarsi a Regina.

Erano nella sua cripta. Regina non si era accorta dell'arrivo dell'altra ed era intenta a guardare un album di foto.

Snow le aveva sfiorato dolcemente la spalla, comprensiva, e lei, repentina, l'aveva spinta contro il muro, facendo cadere diverse provette e pozioni. Aveva uno sguardo stanco e malinconico dipinto in volto, ma la sua presa ferrea/salda diceva tutt'altro. Sembrava arrabbiata. Con lei.

"Regina... che ti prende?!" Mary Margaterh, con la voce impastata dallo sforzo, aveva cercato di chiedere spiegazioni, ma al suono della sua voce aveva sentito che la presa sul collo si faceva sempre più stretta.

"che mi prende? Tu mi hai detto di credere, di avere speranza, ma ascoltando le tue stupide e melense parole tutto ciò che ho ottenuto è stata la morte della persona che amavo di più. Tu. Sei tu la causa di tutto. Tu hai ucciso Daniel, tu hai ucciso mia madre, tu mi hai portato via lui . Hai giocato con i miei sentimenti. L'idea che io potessi soffrire a causa delle tue azioni AVVENTATE non ti ha minimamente sfiorata.. Neanche per un secondo.

E adesso pagherai, per questo."

l'aveva schiacciata più violentemente contro il muro e aveva avvicinato la mano libera al petto dell'altra. Un dolore lancinante e famigliare attraversò tutto il corpo di SnowWhite, che in quel momento aveva avuto bisogno di vedere quello che Regina aveva fatto, perchè l'aveva sentito. Le aveva strappato il cuore. Per l'ennesima volta. Perchè non mi uccide?, pensò tra una lacrima e l'altra. Quante occasioni di mettere fine alla mia vita ha avuto nel corso della sua che ha gettato via?

La strega l'aveva guardata come incantata, quella sfera rosso acceso che batteva all'impazzata nella sua mano. Il cuore era anche striato da sottili ragnatele di nero. Ma ormai Biancaneve aveva fatto l'abitudine a quelle fessure di oscurità. E le stava combattendo con successo.

Dopo qualche istante Regina Mills aveva sorriso amaramente e rimesso al suo posto il cuore della figlia.

"visto? Non riesco a essere buona. Perchè mi piace di più essere il contrario."

era sparita in una nuvola di fumo viola, e da allora non l'aveva più vista.

 

La mora sentì aprire la porta e Henry sbucò dall'ingresso, distogliendoli dai suoi pensieri.

"tutto bene, nonna?" il ragazzo la guardò di sbieco, forse perchè sapeva già la risposta. era quella che la nonna gli dava ogni volta che le poneva questa domanda.

"ma certo, Henry."

"allora quelle sono perchè hai riso troppo." disse indicandole le guance. Lei, istinitvamente, le sfiorò con una mano, sentendole bagnate.

"oh. Non mi ero neanche accorta di aver pianto."

"forse perchè eri troppo occupata a pensare alla mamma?" il tono della voce di Henry assunse una nota più triste, quando pronunciò la parola 'mamma'.

"forse." Mary Margareth oltrepassò il ripiano e abbracciò suo nipote, cercando di controllare i battiti troppo forti del suo cuore. Rimasero così per qualche minuto.

"Regina è forte, e noi la aiuteremo a superare questo momento difficile. Dopotutto è anche mia madre."

gli sussurrò lei all'orecchio, il suo fiato che andava a sbattere sulla sua spalla. E solo allora si rese davvero conto di quanto era cresciuto Henry Mills. La prima volta che l'aveva visto era in fasce tra le braccia di Regina... adesso la superava in altezza di una decina di centimetri.

"non crescere troppo in fretta, Henry." si staccò da lui sorridendo e gli scompigliò i capelli con fare amorevole. Adesso anche lui sorrise. Timidamente. Proprio come sua madre.

"hai qualche idea per impedirmelo?"

 

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Capitolo 2
*** POV REGINA ***


POV REGINA

 

Regina aveva bagnato tutto il cuscino. Erano ore che lo stringeva con poca intenzione sul suo viso per soffocare ulteriori – indesiderate – lacrime amare. Non poteva fare altro. Perchè faceva troppo male.

Si era rifiutata categoricamente di accettare i consigli di Hopper o parlare con qualcuno di cui si fidava, semplicemente perchè si fidava solo di se stessa. Quindi l'unico modo per sfogarsi che le era venuto in mente oltre quello di piangere stretta in un angolo del letto era incendiare boschi e distruggere negozi dei poveri svitati che la lasciavano entrare.

E per sentirsi meno osservati, quale luogo era migliore della propria cripta? Certo, ormai era diventata praticamente pubblica, ma quella stanza era sfuggita agli occhi indagatori di Emma e la sua famiglia, protetta da un incantesimo del sangue che la rendeva invisibile. Perchè l'ultima cosa che voleva in quel momento era l'aiuto di qualcuno. E, soprattutto, non voleva dimostrare di aver bisogno di aiuto.

Era successo tutto così in fretta, pochi mesi fa. Il suo corpo, attraversato da ondate di brividi violenti, accasciato su quello inerme di Robin Hood. Regina non era più entrata nel suo ufficio da quando era morto il suo Vero Amore. Aveva perso tutto ancora una volta, seplicemente perchè i cattivi perdono sempre.ma adesso che era diventata un eroe e il suo cuore era nuovamente – quasi – puro, perchè succedeva ancora tutto a lei?

Un momento, lei era stata un eroe. Qualche giorno prima aveva quasi ucciso la sua figliastra. E si era fermata solo perchè aveva pensato a Robin. A quello che avrebbe detto se fosse stato ancora vivo, a come si sarebbe comportato davanti a un omicidio commesso da lei.

Regina non lo sentì arrivare, ma percepì l'odore di oscurità che saturò la stanza in qualche istante.

"Non farti troppe domande,Regina Mills, finirai solo per rovinarti la vita. Non farti tanti scrupoli, o la distruggerai completamente." la sua voce viscida e sottile era inconfondibile, strisciava attraverso le sue labbra da rettile per poi riversarsi fuori e imputridare la realtà.

La mora scattò a sedere e vide la figura, sfocata dalle lacrime, di Tremotino, seduto su una delle poltrone preferite della sua camera. Era ingessato nel suo solito smoking, impugnava mollemente il suo solito bastone da passeggio, come se in realtà non ne avesse bisogno, e Regina non faticava a crederlo.

Stavolta, però, la sua non era una maschera indecifrabile, ma di pura sofferenza. Strano.

"Vattene. Voglio stare da sola. Sono abbastanza lucida per rifiutarmi di sentire i tuoi stupidi consigli, e poi non sono in condizioni..." Gold la interruppe di proposito con un lieve colpo di tosse. "lo vedo."

Appena la mora capì a cosa volesse alludere, fece apparire nelle sue mani uno specchio e osservò attentamente la donna al suo interno. Capelli scompigliati, occhi gonfi e arrossati dal troppo sfregamento e rossetto sbavato. Il tutto la faceva una donna in preda alla pazzia?

Certo che no.

A renderla realmente folle era quell'ultimo tocco, quello che Emma usava per capire se una persona era buona o cattiva, mentiva o diceva il vero, quello che spiccava eppure era invisibile.

"Sempre un gentiluomo." gli fece notare. "perchè sei qui?"

"Pensavo avessi bisogno di me." dopo aver valutato bene la sua situazione, la strega gli sorrise cordialmente, si avvicinò a lui con passi felpati e gli mise le mani sulle spalle. Perchè non lasciarsi trascinare da qualcuno che la comprendeva e voleva aiutarla? Non era essere cattivi, fidarsi, giusto?

"Oh. Ho disperatamente bisogno di te." e dalla sua gola uscì la risata più agghiacciante e cattiva che avesse mai sentito.

 

"Dimmi, dov'è che andiamo?"

Gold, nella sua camicia blu notte, stava cercando abbastanza inutilmente di non sporcare le sue belle scarpe di terra bagnata.

"C'è puzza di foresta." si lamentò il Signore Oscuro tra un' imprecazione e l'altra..

"Grazie, continua a sottolineare l'ovvio, ti prego. Sei stato tu che hai preso e sei andato nella foresta, no?" Regina era davanti a lui, fasciata in elegante vestito nero, con un aria di sufficienza nello sguardo.

"Mi stai provocando?" Gold si fermò e puntò gli occhi scuri e inespressivi in quelli della donna, che si era girata per aspettarlo.

"Non è giornata, Regina."

"Certo che lo è. Non ti saresti disturbato a trascinarmi fuori dalla cripta, altrimenti." il suo tono di voce tradì l'amarezza che tentava disperatamente di nascondere dietro alle battutine sprezzanti. Il solo ricordo del motivo per cui era così... faceva male, credeva. Malissimo. Ma stava nuovamente imparando a fasciare il dolore con l'acidità, la freddezza e, perchè no, la cattiveria.

Continuarono a camminare per un tempo che parve infinito a entrambi. Anche se per motivi differenti.

Si bloccarono esattamente davanti a un pozzo di pietra che la mora conosceva fin troppo bene, quello da cui aveva fermato il sortilegio per essere amata da Henry... non che la cosa avesse funzionato come aveva sperato, comunque. Sì, insomma, le voleva bene. Ma amava di più Emma. Lo sapeva bene.

"Ebbene?" si schiarì la voce per ricordare a Gold che non era solo.

"Ebbene, ti ricordi di questo posto, no?" il Signore Oscuro oscillò sul suo bastone da passeggio, in attesa di una risposta da parte della mora. Sinistra, destra. Sinistra, destra.

"Come potrei dimenticarmene." mormorò infine lei, più a se stessa che a lui, anche se non aveva idea di dove volesse andare a parare. Lui ignorò le sue parole e le spiegò come fosse una bambina la funzione di quel luogo.

"Questo pozzo non è come gli altri. È una specie di Portale. Collega il nostro Mondo, Storybrooke, alla Foresta Incantata."

fece una pausa, per cogliere qualche cambiamento nell' espressione di Regina. Non aveva ancora imparato che neanche gli occhi riflettevano la sua anima?

"Ovviamente, serve una grande energia per usarlo. Ma con questo, potresti accorgerti dei tanti lati positivi dovuti alla morte di Robin"

era bastato un nome. Ed eccolo, quel nome, quello che Gold non avrebbe mai dovuto pronunciare, a far traboccare l'acqua dal vaso. Lati positivi. Questo aveva detto.

E come mai io non gli ho ancora strappato il cuore dal petto?, pensò Regina tra sè e sè. Perchè so che ha ragione.

Adesso, non c'era più alcun bisogno di essere un eroe, amare le altre persone e perdonare cose che invece dovrebbero essere punite.

La strega avrebbe potuto lasciarsi andare, come aveva pensato di fare quando Gold le aveva offerto il suo aiuto.

Ma a cosa accidenti stava pensando? Non ci sarebbe cascata ancora. No. Mai più.

"Per esempio, potresti andare a trovare Cora."

Regina si trattenne a stento dal ridere. Cora? Cora Mills? Cora Mills era morta. Definitivamente. Irreparabilmente. Quello Regina lo sapeva per certo.

"Cosa cerchi di dirmi?" non poteva fidarsi ancora di lui, non dopo tutto quello che le aveva fatto in passato per i suoi interessi, dopo gli imbrogli. Come avrebbe potuto credere per l'ennesima volta alla più grossa menzogna che avesse mai sentito dopo la sua redenzione?

"Vedi, c'è un modo..."

"Secondo te c'è un modo per qualsiasi cosa." sbottò furiosa, interrompendolo.

"Per rivivere il passato, per tornare nella Foresta Incantata, per rivedere Cora. Ma guarda un pò, non mi hai ancora parlato di un modo per resuscitare Robin. Di vederlo, di vivere accanto a lui. Perchè sarebbe questa la mia felicità, e a te di certo non importa. Mia madre è morta, Gold. Per sempre." non gli lasciò il tempo di parlare, si era stufata delle sue chiacchiere, delle parole a vuoto, delle promesse insignificanti, dei giuramenti.

Lui non era niente, Tremotino non le serviva per ottenere quello che voleva. Era solo un'ombra fatta di polvere.

Regina Mills non aveva bisogno di nessuno per essere felice.

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