QUALE SCUSA ABBIAMO ORA?
“Ma ora sono qui Cersei”
“Ma non cambia le cose Jaime, per quanto io possa amare te e tu amare me… questo non basta, non basterà mai”
“E’ tutto quello che serve Cersei, sono andato via pensando che saremmo stati bene entrambi, ma mi sbagliavo. Ogni minuto di ogni giorno e di ogni notte ho pensato a te e pensato che qualche altro uomo potesse farti sentire come ti facevo sentire io, torno qui e tu sei nel cuore di un altro uomo e questo mi fa uscire fuori di testa. Mi fa uscire fuori di testa che le sue mani ti abbiano toccato, che la sua bocca di abbia baciato e che… e che in qualche modo ti abbia fatto provare piacere” disse urlando “Quello è il mio posto, stare acconto a te è il mio posto”.
Stavo piangendo, non me ne accorsi ma stavo piangendo: quello era il suo posto e anche io lo sapevo.
La distanza che c’era tra di noi era inutile, quella distanza bruciava. La distanza non c’era più. La sua bocca sulla mia: non c’era amore, c’era solo lussuria e anni di baci accumulati, troppi baci.
Le sue mai erano sul mio corpo, sul tutto il mio corpo, vagavano senza una meta precisa come per capire se fossi vera, se non fosse solo la sua immaginazione. Piccoli baci ora sul mio collo, emettevo gemiti di piacere senza accorgermene, lui sarebbe morto felice se uno dei miei gemiti fosse stata l’ultima cosa sentita.
Gli tolsi la maglietta, il suo petto… la sola vista mi fece eccitare ulteriormente.
In pochi secondi eravamo senza indumenti, ci stavamo osservando, ci stavamo toccando, ci stavamo sorridendo
“Mi sei mancata”
“Anche tu fratello” dissi prima di buttarmi contro il suo petto alla ricerca di altri baci.
Lui diventava sempre più duro, sempre più grande, per me. E io ero sempre più bagnata per lui
“Devo assaggiarti sorella” disse prima di buttarmi sul divano, divaricarmi le gambe. Con il suo indice cominciò a sfiorare le mie labbra gonfie “Sei così bagnata. Sei così bagnata per me?”
“Jaime ti prego!”
“Rispondimi sorellina”
“Si Jaime, cazzo si, ora ti prego toccami”, non se lo fece ripetere, Jaime Lannister adorava far urlare di piacere sua sorella, anche se questo a volte comportava solo le urla di piacere di un solo gemello e non di tutti e due, ma a Jaime non importava.
La sua lingua assaggiava le labbra gonfie in cerca del mio punto più sensibile, quando Jaime ci arrivò fui attraversata da estasi di piacere che non provavo da anni. Jaime sorrideva, vedere me così, lo faceva sentire così bene, così uomo.
Non resistevo più dovevo averlo dentro di me, doveva stare dove apparteneva.
“Jaime… Jaime… ho bisogno di te! Dentro di me”
“E io ho bisogno di essere dentro di te”
Le sue spinte erano sempre più veloci, sempre più dure, piene di lussuria. I miei occhi vagavano per tutto il suo corpo, il suo corpo così perfetto, sembrava un dio. Le mie unghie gli graffiavano la schiena, a lui non importava, era il marchio di una leonessa e lui adorava portare quel marchio
“Cersei, sono così vicino”
“No Jaime ti prego, è troppo presto, godiamoci il momento “ risposi io tra un gemito e l’altro, ma anche il mio climax si stava avvicinando e non voleva tornare indietro.
“Non credere che questa sia l’unica volta che ti scopo oggi; ho intenzione di fare l’amore con te dopo di questo” mi disse lui, guardandomi negli occhi “ Voglio fare l’amore con te”
Lo baciai, la mia lingua vagava per la sua bocca, così buona, così dolce, aveva ancora il mio sapore: le sue spinte aumentarono e diventarono più rudi, meno controllate, era vicino e anche io.
“Vieni dentro di me Jaime”
“Cersei, non penso sia una cosa da fare”
“Fallo per me”
Raggiungemmo il picco insieme, lui venne dentro di me e io venni su di lui, i nostri succhi si mescolarono, diventando un unico liquido. Rimanne dentro anche dopo aver finito.
“Sei così accogliente”
“No Jaime, è la mia vagina che trovi accogliente” dissi ridendo.
…………………………..
Le sue dita disegnavano sulla mia pelle dei piccoli cerchi, tra l’ombelico e la mia parte più sensibile. La mia umidità stava per comparire di nuovo e Jaime mi guardava con avidità, con lussuria. Le sue dita si avvicinaro molto velocemente alla mia apertura e lui si accorse della mia umidità: la leccò via, suscitando in me un gemito potente che fece ridere Jaime e che lo spinse a continuare. Stava nuovamente leccando con avidità la mia apertura facendo crescere sempre di più il mio piacere.
“Ti ricordi la prima volta?”
“Non ora Jaime”
“Ti ricordi la prima volta che sei venuta nella mia bocca?”
“Si” dissi io “E tu? Ti ricordi la prima volta che sei venuto nella mia?”
“E come scordarselo. Cersei, sto diventando pazzo solo al pensiero” cominciai a ridere perché sapevo che al solo pensiero del primo pompino Jaime stava diventando duro tra le sue gambe.
“Voglio assaggiarti anche io fratello”
“Dopo, prima mia regina devi venire per me”
“Si, mio cavaliere”, non riuscì più a proferire parola, le sensazioni che Jaime mi dava erano troppi forti, troppo intense. Jaime inserì due dita, non rimasero molto, alla sensazione, la mia vagina cominciò a stringersi, ero vicina così vicina.
“Jaime, Jaime… oh dio” e così fu il mio turno.
Il suo cazzo era così grosso alla vista, anche al tatto. Non appena lo toccai, lo sentì gemere silenziosamente
“Lo che ti piace dolce fratello, so quanto ti piace vedermi inginocchiata a te”
“Allora fai quello per cui sei in ginocchio", gli feci l‘occhiolino e me lo infilai in bocca, lui mi sentì gemere e fece lo stesso, la sensazione del suo cazzo nella mia bocca era troppo forte, troppo bella.
Cominciai a usare la lingua e a baciarlo e Jaime non resistette a lungo, proprio per nulla. Appoggiò la sua mano sulla mia testa facendo aumentare l’attrito e versando il suo seme nella mia bocca.
“Da quanto non ti fai fare un pompino?”
“Due anni! E tu da quanto non fai l’amore?”
“Due anni”.
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