La nascita di boruto

di Milly93naruto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La missione del giorno ***
Capitolo 2: *** Casa Uzumaki ***
Capitolo 3: *** L'ospedale di Konoha ***
Capitolo 4: *** Un battito di Amore ***
Capitolo 5: *** Visite inaspettate ***
Capitolo 6: *** La chiamata dell'Hokage ***
Capitolo 7: *** Cuori Solitari ***
Capitolo 8: *** Il mezzosangue ***
Capitolo 9: *** Dolce di primavera ***
Capitolo 10: *** Sangue Uchiha ***
Capitolo 11: *** L'orfanotrofio ***
Capitolo 12: *** 12° capitolo - La Rosa Bianca ***
Capitolo 13: *** 13° Capitolo - Miroko Moi ***
Capitolo 14: *** 14° Capitolo - Perdonami ***
Capitolo 15: *** Il Viaggio ***



Capitolo 1
*** La missione del giorno ***


Era un giorno qualunque al villaggio della foglia, un giorno di primavera con tanto sole e profumo di fiori.
Hinata aveva indossato indumenti e scarpe comode, era pronta per affrontare la missione del giorno: fare la spesa.
La kunoichi aveva da tempo abbandonato il lavoro di ninja per dedicarsi al 100% al suo adorato marito Naruto, ma ultimamente anche le cose più semplici come fare la spesa erano diventate difficili e faticose per lei.
"Ce la posso fare, il negozio non dista ancora molto..."
Arrivata al negozio, comprò tutti gli ingredienti giusti per preparare una gustosa e buona zuppa di verdure.
Naruto da sempre odiava le verdure ma grazie all'amore di sua moglie aveva iniziato ad apprezzare anche quelle.
"Naruto-kun lo so che non sarai contento ma devi metterti in forze, tra poco ricomincerai a lavorare..." penso Hinata.
Il commesso mise tutto in un grande sacchetto e glielo porse.
-Grazie, arrivederci.-
Hinata si incammino verso l' uscita.
-Signora... mi scusi le serve un aiuto?- chiese il commesso preoccupato.
-No, grazie mille, faccio da sola.- sorrise dolce.
Con il canto primaverile di uccellini in sottofondo si avviò verso casa.
un urlo distrusse tutta la piacevole atmosfera che c'era intorno.
Hinata si voltò e vide naruto corregli incontro come un pazzo.
-Dove diavolo eri???-
"Oh naruto-kun"
-A fare la spesa...-rispose lei indicando con lo sguardo il sacchetto che portava in grembo.
-Forza da qui.- disse naruto
-Quante volte ti devo dire che nelle tue condizioni non devi stancarti, ci sono io.- le disse dandole un bacio sulla fronte.
-Naruto-kun ma non puoi fare tutto tu, non voglio essere un peso per te...-
Abbassò lo sguardo triste.
-Hinata, amore mio, non sei un peso per me... sei soltanto la futura madre di mio figlio.- sorrise accarezzandole con una mano il pancione.

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Capitolo 2
*** Casa Uzumaki ***


*tac tac tac* (suono del coltello che sminuzza)

La cucina di casa Uzumaki era spaziosa e moderna, sui davanzali c'erano sempre fiori colorati e sul tavolo un cesto di frutta fresca.

-Naruto-kun ti prego lasci che ti aiuti!-
- Hinata-chan lascia fare a me e poi imparare a cucinare mi farà comodo per quando ritornerò in missione.- disse lui felice.
- Potrò prepararmi un bel ramen da solo e non mangiare più quelli istantanei!- a quelle parole gli brillarono gli occhi.
- Naruto-kun basta ramen! Non sei più un bambino, devi iniziare a mangiare qualcosa di più salutare!- disse hinata convinta.
- Come questa schifosa zuppa che sto preparando? - rispose Naruto con un faccia dubbiosa.
- Si, Ahahah.-

A dire il vero negli ultimi anni Naruto era molto maturato diventando un uomo responsabile, con la testa sulle spalle. Grazie al suo impegno nel lavoro di ninja era riuscito ad acquistare una bella casa e a mettere su famiglia.

- Hinata-chan, credo che tu abbia proprio ragione...- rispose sorprendendola. -Dovrei fare d' esempio al bambino...- improvvisamente si rabbuio'
- Cosa c'e?- chiese lei preoccupata
- Non credo di poter diventare un buon padre, non so neanche cosa significhi averne uno.- Smise di tagliuzzare gli ingredienti.

Naruto era andato avanti nella sua vita ma in alcuni momenti il suo passato triste riafforava in superfice. Per iniziare ad essere un buon padre aveva chiesto un congedo di tre mesi dal suo lavoro per essere vicino a sua moglie e godersi almeno il primo mese di vita di suo figlio.

- Ah, se solo Jiraia sensei fosse stato qui...avrebbe saputo di sicuro consigliarmi.- bisbiglio con voce tremolante.
A quelle parole Hinata non riuscì a trattenersi e corse per abbracciarlo e stringerlo a se.
"Mi dispiace così tanto..." pensò
-Naruto-kun- disse con il viso affondato nella sua schiena.
- Non disperarti, io sono certa che sarai un padre fantastico.-
Mentre lo stringeva ancora più forte una lacrima scese sul suo volto.

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Capitolo 3
*** L'ospedale di Konoha ***


- Speriamo vada tutto bene... – mormorò naruto tra sé e sé

- Ahhh Naruto-kun ma è soltanto una visita di controllo! - nella voce di Hinata trasparì un po' di esasperazione - Cercheranno di darci più o meno la data del parto - disse lei confortandolo.
A quelle parole Naruto sbiancò.

Si trovavano all'ingresso dell'ospedale di Konoha, il più importante ospedale del paese del Fuoco. I due giovani sposi venivano sempre avvolti da una strana sensazione quando entravano li dentro. Avevano voglia di andar via al più presto. Tante persone avevano attraversato quella porta e non ne erano più uscite, forse era questo che li rendeva tanto inquieti.

Dietro alla reception Tsunade era intenta a guardare delle scartoffie.

-Ma dove l'avrà messo...- alzò la testa per un secondo - Naruto!- sorrise felice di vederlo - Oh, Hinata ci sei anche tu, cosa ci fate qui?.

-Salve signorina Tsunade! Come va? Siamo venuti qui per una visita di controllo.- indicò con uno sguardo il pancione della moglie.- tra poco diventerò papà-. Sorrise imbarazzato con una mano dietro la testa.

- Ah, giusto! Lo sanno tutti al villaggio, come tutti sanno del tuo ritiro momentaneo dalle missioni...- Gli disse Tsunade quasi rimproverandolo.

Non capiva che cosa ci fosse di strano nella sua scelta, dopotutto non aveva mai chiesto una giornata di riposo.

Cercando di cambiare argomento disse - Ehm... notizie di Sakura-chan?-

- Proprio stamattina mi ha inviato un falco con un messaggio: "A causa di un contrattempo non potrà ritornare al villaggio nei termini stabiliti" - sospirò - È complicato gestire l'ospedale senza di lei.-

Sakura era andata in viaggio con Sasuke da qualche mese. Aveva lasciato tutto e tutti per restare un po' di tempo con lui, avvisando solo con un biglietto la sua maestra. Ma non si può certo negare un periodo di pausa ad una kunoichi che ha contribuito alla salvezza del mondo, giusto?

- Comunque...- continuò - con chi avete appuntamento?-

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Capitolo 4
*** Un battito di Amore ***


Vennero guidati da un infermiera in una stanza asettica dal forte odore di disinfettante.

- Odio questa puzza - disse Naruto infastidito ma Hinata non lo stava ascoltando. La sua testa era tutta da un altra parte. Anche se non lo dava a vedere per non aumentare le paure di suo marito durante queste visite di routine era molto agitata. Aveva paura per il bambino che aveva in grembo, come ogni madre che si rispetti.
Tutta la sua agitazione però scompariva appena sentiva il cuoricino del suo piccolo battere. Anche oggi non vedeva l'ora di ascoltarlo. Lo aveva amato dal primo giorno.

Un amore vero, puro, sincero.

Non si poteva spiegare, lo amava più di se stessa. Dentro di lei scorreva il sangue del suo adorato Naruto, il ragazzo di cui era sempre stata innamorata, l'eroe di Konoha.
Finalmente adesso sarebbero stati uniti per l'eternità.

La porta si aprì ed entrò un medico dai capelli bruni e dall'aspetto cordiale. -Buongiorno signori- queste parole riportarono Hinata alla realtà.

-B-buongiorno - rispose Hinata impacciata.

-Prego, si sdrai qui, signora- indicando il lettino - e scopra la pancia -.

Fece come detto e si adagiò sulla superfice dura e fredda. Di lì a poco poté sentire finalmente il suo bambino.

C'era un altro cuore che batteva all'impazzata ed era quello di Naruto. Ogni volta che ascoltava il battito del figlio si rendeva conto che il momento era sempre più vicino. Avrebbe voluto regalargli il mondo a quel piccoletto e donargli tutto l'affetto che lui non aveva mai avuto.
"Tra poco sarai qui con me" pensò.

-A quanto pare è bello sveglio oggi! - disse il medico entusiasta, - sicuri di non voler sapere il sesso?-
- No, la prego!- si affrettarono a dire all'unisono.

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Capitolo 5
*** Visite inaspettate ***


- Secondo te è un maschietto o una femminuccia ?- disse improvvisamente Naruto.

Era con la testa sulle ginocchia di Hinata disteso sul divano nel soggiorno di casa.

- Che ti importa? - rispose lei mentre decorava una piccola copertina.

- Potremmo iniziare a scegliere un nome...- iniziò lui e alzò leggermente la testa - Ehi! Ma di che colore è la copertina che stai decorando?- fece per togliergliela dalle mani.

Hinata lo nascose dietro la sua schiena - Non te lo farò vedere mai! - esclamò divertita.

Lui inizio a farle il solletico.
- Ahahah, basta ti prego Naruto-kun!- disse senza fiato mentre si contorceva.

- E se fosse una femmina?- disse lei divertita, già immaginava la reazione di suo marito.

- Femmina??? - un espressione di terrore si materializzò sul suo volto - Perché dici così?- chiese dubbioso.

-Sai, una mamma certe cose le sente...- ridacchiò

- Ammazzerò tutti i bambini che le gireranno intorno!!! - esclamò arrabbiato - Ti prego dimmi che stai scherzando...-

-Okayyy, sto scherzando! - gli mise una mano tra i capelli e li agitò - sei troppo geloso. -

*Tic Tac Toc*
Dei sassi venivano lanciati contro la finestra .

-Ma cos...- Naruto si alzò di scatto e l'apri.

-Oooii fratellone Naruto, o meglio papino!- sghignazzò

-Konohamaru!!- disse arrabbiato -esiste il campanello!-

- Non sarebbe nel mio stile, sono venuto a sfidarti.- proclamò sicuro di se Konohamaru.

- Cosa!?-

- Mi hanno detto che ti sei arrugginito, non partecipi più alle missioni...-

" vedo che la notizia sta facendo il giro del villaggio..."
penso naruto esasperato.

Konohamaru era da sempre stato un ragazzino dispettoso e competitivo. Voleva un mondo di bene a Naruto, lo considerava un fratello ma allo stesso tempo lo vedeva come un sfidante da superare.

- Ti faccio vedere chi si è arrugginito qui!- balzò fuori dalla finestra.

"Ah, sempre i soliti" pensò Hinata
Ormai aveva perso le speranze.

Un paio di minuti dopo bussarono alla porta.

*dlin dlon*

Andò ad aprire e si trovo davanti
-Hanabi!- esclamò - Oddio, entra...-

Hanabi aveva tra le braccia un grosso coniglio di peluche rosa.

-Tienilo un attimo - disse alla sorella maggiore - vengo subito.-

Si voltò e corse fuori, ritornò un attimo dopo con una decina di pacchetti e sacchetti.

- Sono per la mia adorata nipotina! - fece un sorriso a 32 denti.

Desiderava così tanto una nipotina, avrebbe potuto vestirla di colori vivacissimi e di brillantini, cosa che non aveva mai potuto fare lei. La casata degli Hyuga era una tra le più severe.

- Grazie sorellina ma lo sai che non vogliamo sapere il sesso del bambino... -

-Uffa ancora con questa storia!-

Mentre le due sorelle erano intente a litigare e il giardino di casa Uzumaki si era trasformato in un campo di battaglia squillò il telefono.

Hinata rispose - Pronto... come? Ah... Si un attimo solo.- appoggiò la cornetta sul davanzale.

Si affacció alla finestra e urlò
-Naruto-kun ti cercano al telefono!-

Era l'hokage.

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Capitolo 6
*** La chiamata dell'Hokage ***


Chi sarà?
Penso Naruto

- Si? Pronto? - parlò alla cornetta - Ok... Arrivo subito.- riattaco'.

L'hokage. Che potrà mai volere da me? Neanche lui riesce a vedermi in vacanza?

- Hinata-chan, io devo uscire.- disse in modo tranquillo - Tanto c'è Hanabi con te, Ok?- aggiunse.

- Ma chi ti cercava?- chiese la moglie curiosa.

- Ti spiegherò più tardi.- fece per andarsene.

-Naruto-kun non dimenticare la giacca!- gliela porse.

-Ah, si... - rispose meccanicamente, qualcosa non quadrava.

Aprì la porta.

-Ohi, Naruto. - a salutarlo era Kiba, dietro di lui c'era Shino.

- Cosa ci fate qui?- chiese lui

- Semplice visita di cortesia, restiamo un po' con la nostra compagna di squadra.

Hanno mandato delle guardie
pensò

La sua preoccupazione aumento in un istante. Improvvisamente si ritrovò a correre diretto all'ufficio dell'Hokage.

Arrivato a destinazione bussò alla porta dell'ufficio del suo maestro.

*Toc toc*

- Naruto, entra pure. - il suo intuito non sbagliava mai.
Entrò.

L'ufficio dell'hokage era un luogo che ricordava i tempi passati. Quasi tutto era rimasto invariato a parte qualche piccolo accessorio di uso moderno, come il telefono.
Kakashi era dietro ad un mucchio di documenti impilati uno su l'altro, con i gomiti appoggiati sulla scrivania e la testa tra le mani.

- Maestro Kakashi, cosa sta succedendo!? Avete mandato delle guardie a casa mia e...- era molto agitato, accavallava le parole una su l'altra.

-Siediti, devo raccontarti delle cose.-

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Capitolo 7
*** Cuori Solitari ***


-Sasuke-kun ti prego rallenta - urlò Sakura con il fiatone.

Sasuke si voltò e la vide boccheggiante, piegata in due. Erano in una foresta a nord di Konoha, intorno a loro soltanto foglie e alberi.

-Scusami, non mi sono accorto che faticavi a tenere il passo.-

Sakura si meravigliava ogni volta che lui si scusava, non si era ancora abituata alla cosa.

-Non preoccuparti, arf, arf ... mi servono solo 5 minuti di riposo - si sedette su un tronco di un albero e si liberò dal pesante zaino che aveva sulle spalle.

- Se vuoi posso portare io questo- sasuke indicò con uno gesto lo zaino.

-Grazie- sorrise dolce Sakura, proprio non riusciva ad abituarsi a questa gentilezza.

-Hai inviato un messaggio a Tsunade?-

- Si, stamattina presto.- aveva ancora il fiatone - le ho detto che non sarei riuscita a tornare nei termini stabiliti...-

- ...e basta? - chiese Sasuke

- Si- rispose lei imbarazzata, indossava un lungo e largo mantello, simile a quello del suo compagno.

- Credo che prima o poi dovresti dirglielo - disse freddo Sasuke - non potrai nasconderlo per sempre.-

-Già-

Si misero nuovamente in cammino.

Erano passati 8 mesi da quando erano partiti per il loro viaggio. Un giorno come un altro Sasuke era tornato al villaggio e aveva chiesto a Sakura di partire insieme a lui. Lei inizialmente rimase spiazzata dalla cosa ma poi decise di abbandonare tutto e tutti e seguirlo.

Finalmente Sasuke si era accorto di lei.

In questo viaggio aveva scoperto tanto su di lui. Era cambiato. Spesso sorrideva, se ne accorgeva guardandolo con la coda dell'occhio.

Grazie Naruto
pensò

Si era innamorata ancora di più di lui, ma non capiva se la cosa era reciproca. Di certo provava dei sentimenti per lei, ne era certa.

Erano diretti ad un piccolo villaggio a prendere provviste.

Sasuke rallentò il passo ma non disse nulla durante il tragitto, di solito era sempre così. Era sempre stato uno di poco parole ma a lei andava bene, le bastava la sua vicinanza a renderla felice.

*Frush* Un rumore di foglie catturo l'attenzione si Sasuke.

Ci stanno seguendo
pensò

Improvvisamente dalla fitta foresta partì un kunai diretto verso Sakura.

-Sakura attenta!- gridò

Lei alzò la testa e riuscì a scansarsi giusto in tempo.

- Ma cosa vogliono da noi!?- chiese lei arrabbiata

-Vieni fuori sei hai il coraggio! - urlò Sasuke e attivò lo sharingan.

Dalla fitta vegetazione uscirono fuori due tizzi dai volti mascherati, erano poco più che adolescenti.

Iniziarono a combattere senza limiti come se non avessero nulla da perdere.

Combattono senza aver paura di morire
pensò Sasuke, mentre schivava un fendente del suo avversario.

Improvvisamente un grido, Sakura era a terra in una pozza di sangue.

È troppo debole

Con un solo sguardo Sasuke gettò l'amaterasu sul ninja che aveva attaccato la sua compagna e quest'ultimo fu avvolto da fiamme nere.

Con un chidori finì anche il suo avversario e corse da Sakura.

-Stai bene?- nella sua voce traspariva un po' di preoccupazione.

- Non tanto - Sakura staccò il kunai che aveva conficcato nella gamba.

La sua gamba era lacerata da un profonda ferita ma non era quello a preoccupare Sasuke.

La ragazza aveva intorno a sé, disegnati sul terreno dei cerchi con dei simboli di cui non riconosceva il significato.

- Riconosci queste scritte? - chiese a lei.

- No, ma assomigliano a dei sigilli - rispose e cerco di curarsi da sola.

Ha poco chakra, questi cerchi bloccano il flusso.
Pensò Sasuke

Prese in braccio la sua compagna e la adagiò su un prato vicino.

- Lascia fare a me - le ordino e iniziò a curarla.

Sakura restò in silenzio fino a quando lui non finì.

- Quelle persone non avevano paura di morire... - disse lei

- Si, l'ho notato - disse Sasuke - Dobbiamo scoprire cosa vogliono da noi, ma prima devi riposare-

Le ordinò di salire sulle sue spalle e si rimise in viaggio.

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Capitolo 8
*** Il mezzosangue ***


Naruto fece come gli venne detto e si sedette.
Kakashi inizio a parlare.

- C'è una banda di loschi malviventi che cerca di mettere in piedi un esercito di schiavi e diventare una grande potenza mondiale... di certo non è la prima volta che senti parlare di questo.-

-Già- Naruto strinse in pugni.

- Ciò che li differenzia da gli altri e che i ninja che ne fanno parte combattono fino all'ultimo sangue, senza aver paura di morire...-

Naruto sbarrò gli occhi

-...per fare questo - continuò - rapiscono donne incinte, le iniettano del veleno nelle vene e dopo aver preso il bambino le ammazzano.-

Un brivido attraversò la spina dorsale dell'eroe.

-I bambini vengono cresciuti in sottospecie di orfanotrofi già con l'idea di dover morire in battaglia. Eseguono alla lettera gli ordini del loro padrone, il cui sangue viene mescolato nel veleno iniettato.
Sono ninja schiavi.-

-...-Naruto restò in silenzio.

- In più si è aperto un grande mercato nero su questi bimbi/schiavi, gli uomini più potenti ne vogliono almeno uno come guardia del corpo, sicuri che non li tradirranno mai. -
Kakashi guardò Naruto dritto negli occhi.

- Lo so che sei in pausa, non ti avrei chiamato se la cosa non avesse interessato te direttamente ma...- fece una pausa - ...vogliono tuo figlio.-

A quelle parole Naruto scoppiò.

-Ma perchè proprio mio figlio? Cosa diavolo vogliono!?-

- Lo chiamano mezzosangue, l'ibrido di Hyuga e l'eroe della foglia, vale un occhio della testa al mercato nero. Vogliono venderlo all'asta... ma noi glielo impediremo.- Conclude deciso Kakashi.

Nella testa Naruto rimbombava in continuazione quella frase : "vogliono tuo figlio".

Perché? Perché proprio adesso che ho una vita normale e felice?
pensò

Voleva soltanto essere il padre di quel bambino.

- Naruto tutto bene? - chiese l'Hokage preoccupato.

- Si...- abbassò la testa e chiuse gli occhi.

- Li abbiamo localizzati, si trovano a Nord di Konoha. Stasera invierò un falco a Sasuke , dovrebbe essere anche lui in quelle zone.

- Ok, io adesso cosa faccio? - chiese con voce piena di rabbia.

- Resta con Hinata e non dirle nulla di quanto ci siamo detti, non vorrei si agitasse troppo, al resto ci pensiamo noi.- Gli mise una mano su una spalla - ti aggiornerò a breve -

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Capitolo 9
*** Dolce di primavera ***


Dopo l'incontro con l'Hokage Naruto si avviò casa.

Prese la strada più lunga per permettere a se stesso di calmarsi e riprendere l'autocontrollo.

Non posso presentarmi così, devo calmarmi.



Dentro di se ribolliva feroce il chakra della volpe, avrebbe fatto a pezzi chiunque gli fosse capito davanti.

Giuro che ti ammazzerò chiunque tu sia, ti troverò e ti farò pentire di tutto quello che stai facendo!

I pensieri viaggiavano da soli.

Iniziò a pensare a Hinata e a quanto fosse bella, i suo lunghi capelli blu, il suo sorriso dolce.

Non te lo permetterò

Le immagini di una casa sporca, di un letto sfatto, il dolore della fame, le lascrime che bagnavano un cuscino si susseguirono nella sua mente.

Non farò ripetere tutto questo! Non resterò mai più solo

Camminava a passo veloce, la testa bassa e i pugni serrati.

Aki attento! - urlò una voce femmile

senza accorgerne, Naruto si ritrovò qualcosa tra le gambe e la travolse. Un pianto di bambino risuonò in tutto il piccolo quartiere.

Ma cosa...- guardò verso il basso, era un bambino, poteva aver avuto si e no 3 anni. Si sentì terribilmente in colpa.

Piangeva come un disperato, le ginocchia sbucciate e le manine sporche di fango.

-Scusami tanto piccolino...- Cercò di calmarlo, ma lui pianse ancora più disperatamente.

Una donna corse in suo aiuto, aveva i capelli lunghi biondi.

- Mi dispiace tanto signor Naruto, improvvisamente si è messo a correre come un pazzo - si chinò per consolare il bambino - Non piangere, è tutto apposto - sorrise e con le dita gli tolse due grossi goccioloni che stavano per scendergli sulle guance.

Il bambino tirò su con il naso e si gettò tra le sue braccia- Si, mamma!-

Naruto li osserò sognante, pensò che non ci fosse scena più bella di quella, una mamma che ama il proprio figlio. Sorrise.

La donna si alzò e tenendo il bimbo per mano si scusò nuovamente.

- Scusate ancora signor Naruto... ah, auguri per il suo bambino!- disse allontanandosi.

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Dopo un pò di tempo arrivò a casa, Kiba e Shino erano ancora li.

-Salve ragazzi- disse Naruto stanco.

-Ohi Naruto! Siediti fai come se fossi a casa tua- rispose Kiba e scostò una sedia da vicino al tavolo.

- Stupido è già a casa sua - Lo riproverò Shino

- Ah si, è vero- Kiba rise imbarazzato

Naruto si sedette, si sentiva fiacco e senza forze. Hinata se ne accorse e si avvicinò a lui poggiandogli una mano sulla fronte.

- Naruto-kun tutto bene? Hai la febbre?-

- Non preoccuparti sto bene...c'è qualcosa da mangiare?- disse per sviare il discorso

- Da poco ho informato un dolce che ho preparato per i ragazzi. Vuoi anche un pò di tè? E' ancora caldo. -

- Si- rispose Naruto

Gliene verso una tazza e tolse il dolce dal forno.

- Che odore delizioso!- Kiba sgrano gli occhi

Diede un dolcetto ad ogni ragazzo.

- Complimenti, è veramente buono - disse Shino pacato

Naruto non aveva fame e si mise ad osservare il dolcetto con più attenzione. - Assomiglia ad una rosa - disse pensando a voce alta.

- Si chiama Dolce di Primavera è una vecchia ricetta di mia nonna- disse la ragazza.

Dopo poco Shino e Kiba andarono via, o per lo meno era quello che credeva Hinata. In realtà restarono di guardia nascondendosi tra gli alberi fuori alla loro casa.

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Hinata sistemò le cose che aveva in cucina, avevano da poco finito di cenare.

Però che giornata interessante!
Pensò

Le aveva fatto davvero piacere passare del tempo con i suoi ex compagni di squadra!

Si mise la camicia da notte e raggiunse suo marito a letto.

- Ehi Hinata-chan - fece cenno di avvicinarsi - come sei bella - e la strinse a sé.

- Non credo proprio sono così...gonfia! - e si passò le mani sul pancione. - Non mi importa - e le diede un bacio tra i capelli ispirando tutto il suo profumo, era l'odore più bello del mondo.

- Sai il dolce che hai fatto oggi era davvero buono! - disse lui sorridendo

- Ah giusto Naruto-kun! Volevo farti vedere questo...- si sporse e prese un vecchio taccuino dal comodino - Guarda... non sapevo di averlo. L'ho trovato in un cassetto mentre stavo sistemando i regali di Hanabi... non so come ci sia finito li.- glielo porse.

Naruto lo prese con delicatezza e inziò a sfogliarlo. Sulla prima pagina c'era scritto in bella calligrafia Hinata Hyuga. Tra una pagina e l'altra spuntavano qui è li piccoli disegni fatti a penna e delle annotazioni.

- Credo sia una sorta di diario. È di mia nonna...È qui che ho trovato la ricetta - gli mostrò la pagina -... è accompagnata da una poesia - si mise a leggere ad alta voce

Ogni rosa ha le sue spine,
ogni amore ha le sue pene.

Ogni notte ha la sua alba,
ogni giorno ha la sua sera.

Come in ogni primavera
rinasco dopo la bufera.

I due sposi si guardarono.
- Non riesco a capire cosa voglia dire...- continuo lei - Non l'ho mai conosciuta.- continuò a sfogliare le pagine ma qualcosa cadde sulle coperte candide.

Naruto lo raccolse. Era una foto in bianco e nero. Rappresentava una ragazza dai neri capelli ondulati e gli occhi bianchi, doveva avere sui 20 anni.

Rappresentava una ragazza dai neri capelli ondulati e gli occhi bianchi, doveva avere sui 20 anni
- Credo sia lei... è identica te! -

Hinata si mise ad esaminare meglio la foto, avevano gli stessi occhi e la stessa forma del viso.

Sembrava lei in un epoca passata.

- E' vero! Assomiglia un po' anche a mio padre. Mi avrebbe fatto davvero piacere conoscerla, mi hanno sempre parlato bene di lei. Dicono che da giovane fosse bellissima e che, prima di sposarsi, avesse avuto tanti corteggiatori.-

Effettivamente è una donna veramente meravigliosa - disse lui incantato.

- Naruto-kun! Devo essere gelosa di mia nonna? - disse lei ridacchiando

- Ma cosa dici!? Ma se siete uguali?- disse Naruto cercando di discolparsi mentre un grosso gocciolone gli scendeva dalla fronte.

- Perchè sento che stai mentendo? -
e iniziò a prenderlo a cuscinate.

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Capitolo 10
*** Sangue Uchiha ***


-Sasuke-kun se vuoi posso scendere, ce la faccio a camminare -

-No.- le sue risposte erano sempre così, decise, dure non permettevano obiezioni.

- Okay, come vuoi- disse lei ed alzò gli occhi al cielo. Era in cammino dal mattino verso un luogo che soltanto Sasuke conosceva l'esistenza .
- Ma dove siamo diretti? - chiese la rosa.
- É la decima volta che me lo chiedi e la risposta non cambia - disse scocciato - Non ti importa dove stiamo andando. -

Ormai la sera era calata, un vento freddo rinfrescava la loro conversazione. Il corpo di sakura fu attraversato da un brivido.

Sasuke si fermò di colpo.

- Scendi.-
- Perché?- chiese lei, non riusciva mai a capire le sue intenzioni.
- Perché si. -
-Uff- si lasciò scappare uno sbuffo e scese dalle sue spalle.
- Non sbuffare con me, lo sai che succede -
Le guance di Sakura si colorarono di rosso.
- Si, lo so -


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Ricordò il loro primo bacio, erano seduti vicino ad una cascata. Lei continuava a fargli delle domande e lui a non rispondere. Questa cosa la fece andare su tutte furie.
- Lo sai Sasuke-kun, tu mi hai proprio stancato! - sbuffando pesantemente si voltò dall'altra parte.

Improvvisamente senti la mano di Sasuke che si avvicinava al suo volto e lo girava piano verso il suo.

Il suo cuore comincio a battere all'impazzata.

Lui la tenne ferma con delicatezza e comincio a baciarla, lei invece restò immobile per la sorpresa. Aveva gli occhi spalancati, il fiato le mancava, non poteva credere a quello che stava accadendo.
Dopo un po' lasciò andare via i pensieri e ricambiò con un dolce bacio in cui era rinchiuso tutto l'amore di quegli anni.


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- A cosa pensi?- chiese lui tirandola fuori dai suoi pensieri.

- A nulla - disse lei arrossendo ancora di più.
- Lo sai che non sopporto quando non mi dici quel che ti passa per la testa. - le tirò le guance - Stupida - sorrise piano.

Accese un fuoco e vi avvicinò un tronco.

- Siediti. Ci sistemiamo qui per la notte.-

Sistemò i sacchi a pelo e prese qualcosa da mangiare dal suo zaino.
Si sedette accanto a lei e gli porse le ultime provviste.

- Tieni, mangia-
- ...e tu?- chiese Sakura
- Non preoccuparti per me, non ho fame, e poi sei troppo debole.-

Lei iniziò a mangiare in silenzio, in sottofondo lo scricchiolio del fuoco.

Sasuke allungo il braccio per accogliere un falco.
- Lo manda l'Hokage...- disse lui e nel frattempo raccolse la pergamena che aveva legato alla zampa.

La lesse in silenzio.

- Sa chi sono quei tizzi che ci hanno attaccato stamattina.- inizio lui

Sakura smise di mangiare.

- Volevano te.-

- Me!?- rimase basita

- Non so come ma lo hanno scoperto -

- Sasuke-kun ti prego parla chiaro, chi e cosa hanno scoperto? Non ci sto capendo niente - era molto confusa.

-Ahhh- questa questa volta fu lui a sbuffare irritato. - Kakashi ha detto che ci sono dei ninja nelle vicinanze che stanno cercando di avvicinarsi al Villaggio della Foglia. Stanno cercando di rapire Hinata, non sono molto forti ma sono veramente in tanti.

- Hinata? Ma cosa voglio da lei? Io so che aspetta un bambino - Lo interrumpe lei impaziente.

- Se mi lasci finire ti spiego! - si stava davvero innervosendo.
- Vogliono prendere il bambino che porta in grembo e venderlo all'asta, a quanto pare il sangue Hyuga/ Uzumaki vale molto... - fece una pausa - Iniettano nel veleno nella madre. Il feto che si svilupperà con quella sostanza seguirà alla lettera gli ordini del padrone.-

- Che cosa terribile! - Sakura stava tremando dalla rabbia.

- Hanno già un esercito, sono tutti adolescenti, ma vogliono infoltirlo con guerrieri di sangue "pregiato"- disse con disprezzo quella parola.

Sakura aveva capito tutto, ecco perché l'avevano attaccata.

- A quanto pare il sangue Uchiha interessa ancora a qualcuno...- fece una lunga pausa

- Vogliono il tuo bambino - Concluse lui.

- Il nostro bambino - Sakura restava sempre ferita da questa cosa, lui si rivolgeva sempre in modo distaccato al piccolo.
Era figlio di entrambi.
Improvvisamente scoppiò e riversò fuori tutto quello che aveva dentro.

-IO NON TI HO COSTRETTO AD AVERE UN FIGLIO CON ME!- urlò- NON TE L'HO MAI CHIESTO!

Sasuke restò a bocca aperta, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere.

- Secondo te è bello avere in grembo un bambino che non avrà mai un padre??? Ti garantisco che non è una bella sensazione. - mentre disse questo gli occhi si riempirono di lacrime.

- Che cosa gli dirò quando mi chiederà di te? Eh?-

Sasuke restò in silenzio

- Gli dirò che io sono stata solo una povera illusa a correre per anni dietro a qualcuno che non mi amerà MAI - l'ultima parola fu piena di rabbia.

Abbassò il tono di voce e si alzò

- Sasuke-kun io me ne torno al villaggio... Mi sono stancata, per questo troverò un rimedio - indicò la sua pancia.

Sasuke non disse una parola, continuò a guardare il fuoco per tutto il tempo.

Sakura ripiegò il suo sacco a pelo, si sistemo lo zaino in spalla e si incamminò sul sentiero da cui erano arrivati.

Sasuke gli si parò davanti e le bloccò la strada.

- Tu non farai del male a mio figlio -
Sakura neanche lo ascoltava, lo superò e continuò per la sua strada

- Sakura...- Sasuke non sapeva cosa fare, si sentiva strano, forse agitato.

- Sakura... SAKURA ASPETTA! - urlò
Lei continuo a camminare.

- Sakura io...-

Sakura io ti Amo!
Pensò

La raggiunse correndo e la bloccò tenendole il braccio.
-Scusami - le disse facendola voltare.

Il volto di Sakura era impassibile, per la prima volta privo di emozioni.

- Non andare via, ti prego...- cercò delle parole giuste

- Avrei voluto chiedertelo da tanto tempo... ma... - si inginocchiò tenendole la mano.

- Sakura mi vuoi sposare? -

Sul volto di Sakura la rabbia scomparve facendo posto alla stupore. Le tremarono le gambe e cadde in ginocchio accanto a lui.

- Si...- sussurò

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Capitolo 11
*** L'orfanotrofio ***


Il pianto dei bambini lo aveva sempre disturbato ma quello era il minimo prezzo da pagare per raggiungere la sua vendetta.

Hiroshi Mori passeggiava lungo il corridoio scuro e sudicio del suo orfanotrofio. Dalle porte aperte riusciva a vedere i suoi bambini sull'attenti pronti al suo arrivo.

Per loro era prevista un educazione rigida e militare, nessun margine di errore a tutte le età.

Per chi infrangeva le regole, niente cibo ne acqua e isolamento per una settimana. Di certo non bastava la soluzione che gli iniettava nelle vene a renderli buoni ed ubbidienti.

Ogni giorno era prevista una sua visita e loro come sempre erano pronti a onorare il padrone.

Di tanto in tanto ne venivano scelti alcuni e venduti al mercato nero, unica fonte di guadagno e di sostentamento per l'intero orfanotrofio.

Era riuscito a raggrupparne almeno un migliaglio tra neonati e adolescenti, ma i più capaci li teneva per se, arruolandoli nel suo esercito. Aveva capito di essere bravo a scovare i talenti ma si era accorto che spesso non bastava impegnarsi con gli allenamenti per essere un ottimo ninja.

Quelli che spiccavano nel suo esercito erano sempre bambini provenienti da famiglie di sangue puro. Erano veloci, intelligenti e riuscivano a manipolare grosse quantità di chakra. La differenza tra loro e gli altri era veramente notevole.

Era difficile ottenere quelle creature, ma approfittando dell'attacco della Volpe a Nove Code al Villaggio della Foglia e la 4° Guerra Mondiale era riuscito a rapire qualche madre di sangue puro. Le loro ricerche venivano archiviate dopo poco come vittime o disperse di guerra.

Erano passati 20 anni da quando aveva iniziato e poteva ritenersi quasi soddisfatto.

Quasi soddisfatto perchè non era ancora riuscito ad ottenere lui, il mezzosangue.

Il sangue più puro che avrebbe mai desiderato.

Da quando aveva appreso la notizia non era più nella pelle, voleva ottenerlo a tutti i costi. Quale altro sublime abbinamento poteva volere se non quello tra uno Hyuga e discendente dei Senju?

In più quel giorno aveva ricevuto un altra magnifica notizia dalle sue sentinelle.

Anche l'Uchiha aveva dato i suoi frutti e la sua compagna non era niente male, anche se non provenisse da una nobile famiglia di shinobi.

Con loro due il suo esercito sarebbe diventato davvero imbattibile.

Bravi i miei ragazzi
pensò

Li considerava dei figli anche se li addestrava ogni giorno a morire.

Entrò in una camera, era un dormitorio, c'erano circa una decina di letti.

- Buongiorno figli miei - la sua voce era roca, manteneva sempre un tono di voce calmo, non urlava mai.

- Buongiorno Padrone! - urlarono in modo deciso un gruppo di bambini sull'attenti.
Avevano dai 5 ai 6 anni, preferiva suddividerli in base all'età.

Uscì dalla camera e ripettete la stessa cosa in tutte quelle seguenti.

I ragazzi più grandi oltre a far parte dell'esercito erano anche gli addetti alla crescita degli altri più piccoli. Preparavano da mangiare, pulivano le stanze e li addestravano.



- Mio signore! - una voce giovane lo chiamò

Si voltò - Isamu, dimmi - era uno dei suoi più amati e fidati ragazzi, il capitano dell'esercito, aveva i capelli biondi e gli occhi verdi, il fisico snello e asciutto.

- Una donatrice sta male... - disse con preoccupazione

- Arrivo.- Seguì il ragazzo, scesero lungo una scala al pian terreno. Era molto buio, le uniche luci erano quelle delle candele sparse qui e li lungo i muri. Ne prese una.

- Quale donatrice? - chiese Hiroshi

- L'ultima arrivata, è da questa parte - Isamu fece strada al suo padrone - eccola - la indicò

Era una giovane ragazza dai capelli castani, sdraiata a terra su una coperta.

Erano tutte richiuse in celle minuscole le "donatrici". Le madri rapite erano il vero e proprio dono della vita per Hiroshi, erano coloro che gli donavano i suoi bambini.

Inserì la chiave nella cella e l'aprì. Si chinò e avvicinando la candela al viso della donna le controllò le pupille. La donna fu colpita da uno spasmo e dalla sua bocca iniziò ad fuoriuscire della schiuma.

- È allergica al veleno. - disse lui con calma - Tra pochi minuti morirà - Si alzò e tornò al piano superiore.

Alcune donne non sopportavano le grosse dosi di veleno iniettato. Molte volte morivano dopo pochi giorni. Questo passaggio era inevitabile per rendere il bambino ubbidiente, soltanto durante la formazione del feto si riusciva ad ottenere un totale assorbimento del veleno nei tessuti.

L'organismo dopo tempo era in grado di smaltire in parte il veleno e quindi per evitare ciò, dopo la nascita e per tutta la vita dei suoi ragazzi questa operazione veniva ripetuta ogni settimana, precisamente di martedì. Preparava la soluzione chimica e li drogava uno ad uno.

Quando vendeva un bambino al mercato nero evitava di drogarlo per un paio di mesi. Aspettava che il corpo avesse smaltito gran parte del vecchio veleno per iniettarlo uno nuovo, mescolato al sangue del suo nuovo padrone.

Per fare ciò Hiroshi aveva unito i suoi studi per le arte mediche alla sua esperienza di chimico di stupefacenti. In più usava un trucco segreto tramandato da sua madre.



---------------

Ritornò nel suo alloggio poco distante dall'orfanotrofio. Si fece una doccia per togliersi da dosso la puzza di quel luogo.

Si avvicinò allo specchio e si guardò il volto. Aveva i capelli lunghi neri con una sola ciocca arancione che gli scendeva sul volto.Il suo viso pallido era costellato di lentiggini. L'occhio sinistro era bendato mentre l'altro era li, che lo fissava.

L'unica cosa che gli piaceva di se stesso era proprio quello.

Il suo occhio bianco.

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Capitolo 12
*** 12° capitolo - La Rosa Bianca ***


C'era tanta polvere lungo quella strada, le case era basse e distanti tra loro.

Di fronte a lei c'era la residenza degli Hyuga. Era uguale ma allo stesso tempo diversa.

Si guardò intorno, dei cavalli galoppavano lungo le strade trascinando dietro di sé delle costose  carrozze.

Era confusa, un attimo fa era nel letto di casa sua...

Qualcosa le teneva alti i capelli, forse un fermaglio.  Guardò in basso e vide una larga gonna di tessuto pesante.

Le braccia erano avvolte da voilà di merletto. 
Quelli non erano i suoi vestiti. 
Si voltò ancora, ancora è ancora.

Ma dove sono?
pensò

Un giovane ragazzo portava per le briglie uno cavallo.

- Scusami! Ehi tu! - gli corse in contro.

Il ragazzo si fermò e con lui il suo cavallo.

-Mi dica, signorina - era gentile ed educato

- In che anno siamo? -

- 1 Maggio 1954 - le guardò il volto- c'è qualcosa che non va?-

Impallidì come se avesse visto un fantasma.

- No, tutto bene...- sussurò - Grazie..-

Il ragazzo andò via lasciandola sola con i suoi vestiti che svolazzavano al vento. Improvvisamente una folata forte la costrinse a chiudersi gli occhi e a proteggerli dalla polvere che si alzava dal terreno.

- Hinata - una voce dolce la chiamò.
Alzò lo sguardò. Davanti a lei c'era una giovane e bellissima donna dai capelli neri ondulati, il fisico snello e il seno prosperoso.

Nonna
P

ensò

 

- Ti stavo aspettando da tanto tempo, mia Cara - disse la donna e l'abbraccio forte. La guardò dritta in volto.
- Hai gli stessi occhi di tuo padre, i miei occhi. -

Hinata era sconvolta, come poteva essere sua nonna? Naruto, Hanabi e gli altri dov'erano finiti?

Si senti mancare e le sue palpebre si chiusero un altra volta.

Si senti mancare e le sue palpebre si chiusero un altra volta     

Si risvegliò in una stanza dall'aria familiare. Si guardò intorno, il soffitto era alto, le tende pensanti l'arredamento era di tonalità diverse di grigio.

Una carezza leggera le sfiorò il volto.
- Ciao, mio dolce tesoro - la donna  di prima le sorrise, era seduta accanto al letto - Finalmente ti sei ripresa, non volevo spaventarti a quel modo- la sua voce era gentile, dolce, aveva una melodia rasserenante.

- Credo che tu abbia capito chi sono. Mi chiamo come te, Hinata Hyuga e sono tua nonna.

Hinata non poteva credere alle sue orecchie. Come si trovava li?

- ... cosa ci faccio qui?- chiese perplessa

- Ci sono cose che devi assolutamente sapere...- le porse una mano - Su, andiamo. -

Si ritrovò a passeggiare nella residenza degli Hyuga con di fianco sua nonna     

Si ritrovò a passeggiare nella residenza degli Hyuga con di fianco sua nonna. La sua vecchia casa era cambiata veramente poco.

- É da sempre che ti osservo -  la donna iniziò a parlare - Tuo padre non poteva desiderare una figlia migliore di te - le rivolse un dolce sorriso - Ti ho visto anche li sai? Quando hai deciso di sacrificare la tua vita per salvare quel ragazzo...- la guardò da sotto i suoi lunghi e gonfi  capelli.
- Devi amarlo veramente tanto.-

Le guance di Hinata diventarono rosse dalla vergogna.

- ... Adesso è mio marito - rispose imbarazzata. Quando si parlava di Naruto sembrava sempre un adolescente innamorata.

- Si, lo so.- la donna rise - Posso sembrarti una povera pettegola - scosse la testa e le guardò la pancia - Questo che c'è qui dentro è il vostro bambino. -

Hinata istintivamente si  mise  le mani sul pancione come per abbracciarlo e stringerlo a se

- Si- sorrise

- É proprio di questo che vorrei parlarti - la donna riccia si fece seria.
- Ci vorrà un po' di tempo, quindi cerchiamo un posto dove sederci e stare comode - la prese sottobraccio.

Camminarono per una 10 di minuti, presero un piccolo sentiero che portò ad una radura nascosta     

Camminarono per una 10 di minuti, presero un piccolo sentiero che portò ad una radura nascosta.

La riccia la guidò verso una serie di massi alti e dalla superficie liscia, tutt'intorno c'era fiori selvatici e alberi dai rami pendenti.

Sembrava un posto incantato.

- Venivo sempre qui, quando avevo bisogno di stare un po' sola con me stessa...- nella sua voce era presente un filo di tristezza.

- Ehm... Nonna, nella mia epoca non c'è più questo posto - disse guardandosi intorno

- Immaginavo mia cara, ma sicuramente ci sarà un altro posto meraviglioso che tu amerai allo stesso modo. Su siediti qui -

Hinata si sedette sulla pietra da lei indicata.

- Allora vediamo un po',  da dove posso iniziare...- appoggiò il dito sotto il mento e guardò il cielo sereno. - Va bene, partirò dall'inizio - disse decisa.

- Da bambina avevo una cotta incredibile per un ragazzino, era spavaldo, sicuro di se     

- Da bambina avevo una cotta incredibile per un ragazzino, era spavaldo, sicuro di se. 
Lo guardavo da lontano e lo ammiravo tanto perché era completamente diverso da me, sempre timida e introversa.
Devo ammettere che era anche molto carino e mi divertiva il fatto che molte ragazzine gli correvano dietro, ma per lui esistevano soltanto gli allenamenti...- sorrideva al pensiero.

- D'altronde ben sai che per uno Hyuga mantenere alto il livello della casata viene prima di tutto... -

- Era uno Hyuga? - La interumpe Hinata.

- Fiore mio, prima le regole della casata erano molto più severe. Non venivano accettati matrimoni misti per non contaminare il sangue ed ottenere un byakugan puro.  
Da piccole questo ci veniva inculcato nella testa, quindi,  non guardavano altro che i ragazzi della nostra stesso clan. -

- ...capisco...- rispose Hinata pensierosa.

- In passato, la tua unione e quella di Naruto sarebbe stata uno scandalo, proibita, nonostante tuo marito fosse l'eroe del villaggio.- spiegò la donna del passato

A Hinata venne un tuffo al cuore, non riusciva ad immaginarsi una vita senza di lui.

Continuò il suo racconto.

- ...ovviamente il ragazzo ignorava anche me come tutte le altre. 
Passò qualche anno e io divenni una splendida adolescente, per la mia bellezza e gentilezza fui soprannominata "la rosa bianca"-

- Posso confermarlo, sei bellissima Nonna - Hinata  prese le mani di lei tra le proprie.

- Grazie tesoro mio, ma spesso la bellezza non serve per conquistare ciò che realmente vuoi...- disse con lo sguardo triste rivolto verso il basso.

- Per la mia candida bellezza e per ottenere il ruolo di capo clan di mio padre numerosi chiesero la mia mano. La mia casa era piena di fiori e doni preziosi ma il mio cuore era vuoto, aspettavo ancora quel ragazzo.-

- Ti capisco...- Hinata ricordò i suoi momenti tristi aspettando che Naruto si accorgesse di lei.

- I  miei genitori erano pronti a scegliere un marito per me tra i tanti candidati ed io mi rifugiai qui, lontano da tutti. Mi ero rassegnata ad una vita senza amore.-

Hinata percepì tutta la sua tristezza.

- Ero proprio seduta su questo masso, quando udì qualcuno alle mie spalle dire  con tono audace  "e cosi tu saresti la Rosa Bianca Hyuga", mi voltai ma non vidi nessuno, ma ero sicura di riconoscere quella voce. 
Era la sua voce.  
Da dietro i rami pendenti sbucò fuori lui, Hisaki.-

- Hisaki!? Ma non mi dire che... - disse Hinata con la voce piena di stupore.

- Si proprio lui, tuo nonno - Sul volto della donna comparve un sorriso felice. 
- Si avvicinò a me lentamente e iniziò a guardarmi meglio, nel frattempo il mio viso si colorò sempre più di rosso. "Devo dire che la tua fama ci sta tutta" mi disse e scoppiò a ridere , "perché stai ridendo?" Gli chiesi io timida e lui m rispose che piu che una rosa bianca sembravo un pomodorino rosso. Che imbarazzo!- La donna guardo davanti a se sognante appoggiandosi sui gomiti. 
- Restammo a parlare tutta la notte -

- Che cosa romantica! - Hinata era davvero emozionata

- Già, ci incontrammo di nascosto in questo luogo per circa sei notte di fila, poi i miei genitori fissarono la data -

- Che data? - chiese la ragazza curiosa.

- La data in cui i miei due pretendenti migliori si batterono in duello per ottenermi.-

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Capitolo 13
*** 13° Capitolo - Miroko Moi ***


Era da un po' di tempo che si trovavano li sedute sui quei sassi.

Dopo ogni parola Hinata si rendeva conto che sua nonna era davvero una donna fantastica come le avevano sempre descritto.

La donna continuò a raccontare.

- Con tutta la tristezza nel cuore mi avviai nell'anfiteatro.

Tutti i membri del clan erano seduti sugli spalti in attesa dell'inizio.

I miei genitori avevano indossato le vesti eleganti tradizionali e avevano costretto anche a me a metterli.

Ci sedemmo su delle poltrone in alto, in modo da avere una visuale più ampia, la gente era ansiosa di vedere i due famosi pretendenti, chi finalmente si sarebbe riuscito a prendere la rosa bianca.

Odiavo quel soprannome, i miei genitori e tutto il clan. Mi stavano condannando a vivere senza l'amore della mia vita.

Durante le sere passate insieme ad Hisaki mi ero accorta che era proprio lui il ragazzo che avrei voluto nella mia vita. Era buono, gentile e mai malizioso come invece lo erano tutti gli altri che avevo incontrato. Riusciva a guardare la vera parte di me, riusciva a vedere Hinata e non quello stupido soprannome che mi avevano appioppiato.

Gli sfidanti si presentarono nell'arena entrambi mascherati.

Quello dalla maschera nera era piu robusto mentre quello dalla maschera bianca aveva una corporatura piu alta e snella. Non riuscivo a credere all'esistenza di un rito cosi stupido. Per me l'uno valeva l'altro, ma ero l'ultima che aveva voce in capitolo in quella situazione.

Un uomo alto che aveva il compito di gestire l'incontro fece posizionare gli sfidanti l'uno di fronte all'altro e li ordinò di scambiarsi un saluto in segno di lealtà, si mise al centro tra di loro e con un cenno diede via allo spettacolo.

L'uomo dalla maschera bianca fu il primo ad attaccare lanciando un kunai all'avversario per testarne l'agilità, l'altro di sua risposta lo schivò e si fiondò dritto verso di lui.

Lo sfidante bianco incrociò le dita marcando i segni per far fuori uscire il chakra. Si mise a girare così forte che il suo corpo divenne una forma indistinta, scaraventando l'avversario dall'altra parte dell'area.

L'uomo dalla maschera nera non si arrese e dopo essersi alzato con fatica marcò anche lui i segni, pronto a utilizzare una nuova tecnica.
Il suo corpo fu attraversato da una scarica elettrica e sul palmo delle mani si formarono due grosse sfere di energia fulminante. Corse con le braccia spalancate verso Il suo avversario.

L'altro rimase immobile ad aspettarlo.

Un bisbiglio parti dalla folla, tutti erano preoccupati per la sorte del povero sfidante bianco. Io personalmente non riuscivo a provare nessuna emozione.

L'uomo dalla maschera nera era quasi arrivato alla meta, un urlo di rabbia e lo sfrigolio dell' elettricità accompagnarono i suoi ultimi passi.

Poi improvvisamente il nulla.

Nessuno suono, nessun urlo, nessun movimento.

Lo sfidante dalla maschera bianca aveva affondato un pugno dal palmo aperto nella pancia dell'avversario rimanendo in una posizione composta ed elegante.-

- Era la tecnica del pugno gentile?- chiese Hinata.

- Si cara, ed era una delle prime volte che veniva utilizzato.- continuò il racconto

- L'uomo dalla maschera nera era rimasto così, immobile, senza fiato, le braccia erano aperte ma senza il chakra elettrico. Poi d'un tratto cadde a terra svenuto.

Gli spettatori erano in delirio, applaudivano e incitavano lo sfidante dalla maschera bianca. Lui di sua risposta li ringraziò con un elegante inchino.

L'uomo che gestiva l'incontro si avvicinò al corpo inerme e ne misurò i battiti. Era ancora vivo.

Prese il braccio dell'uomo rimasto in piedi e lo alzò in segno di vittoria, poi gli fece sfilare via la maschera.

La folla era impaziente di scoprire il volto del misterioso personaggio.
Sotto la maschera si nascondeva un giovane ragazzo dai capelli lunghi legati alla fine da un elastico.

Non potevo credere ai miei occhi.

"Signori e signore il vincitore dell'incontro è Hisaki Hyuga" ricordo come ieri quelle parole.-

Gli occhi della donna si riempirono di lacrime come quella di sua nipote.

- Oh, nonna!- esclamò la ragazza asciugandosi una lacrima ribelle che le scendeva giù per la guancia.

- Corsi giù per gli spalti e mi gettai tra le sue braccia, ci baciamo li davanti a tutti. Il mese dopo ci sposammo.-

Guardò la nipote - Ti sto annoiando, fiore mio?- chiese con la sua solita voce gentile. Hinata scosse la testa 
- Nono, per niente. Ti prego continua!-

- Vabene, cercherò di non scendere nei dettagli... - sorrise - è una lunga storia.

- Poco dopo l'incontro nell'arena, scopri che Hisaki aveva donato alla mia famiglia tutti i suoi averi e risparmi accumulati con le missioni per riuscire ad ottere quell'incontro.

Il nostro matrimonio fu un sogno, io amavo tuo nonno e lui amava me. Di lì a poco nacquero i bambini, Hiashi e Hizashi. 
Io ero una mamma a tempo pieno e mio marito un ninja di alto livello e spesso restava parecchi mesi fuori casa in missione.
Quando era in viaggio era solito a inviarmi delle lettere per chiedermi dei bambini e per dirmi quanto gli mancavo.

Poi fu inviato in missione nel paese del vento e da lì cambiò tutto. - la voce della donna era triste.

-Perche?- chiese Hinata

- Durante quella missione che durò ben sei mesi, neanche una lettere mi fu spedita. Così chiesi udienza all'hokage, non avevo notizie di mio marito da troppo tempo...

L'onorevole Sarutobi  mi tranquillizzò dicendo che Hisaki stava bene e che inviava regolarmente rapporti dettagliati sulle sue attività.

Rimasi letteralmente sconvolta. Dentro di me sentivo che qualcosa era cambiato.

Intanto i bambini che avevano all'incirca 6 anni iniziarono a farmi domande, chiedevano notizie del loro papà... io cominciai a mentire per renderli felici e vedere il loro sorriso ma di notte mi chiudevo in camera a piangere.

Poi un giorno mentre ero al mercato a comprare provviste, lo vidi.- Sul viso della donna scesero delle lacrime.

- Hisaki era tornato dalla missione e passeggiava mano nella mano con una donna dalle lunghe trecce arancioni, Miroko Moi.-

Hinata era incredula, l'aveva tradita? Rimase senza fiato
- M-ma non è possibile, lui ti amava così tanto! - esclamò la ragazza dispiaciuta

- Purtroppo si, improvvisamente si dimenticò di me. Quando lo vidi con quella donna tutte le mie certezze scomparvero e con esse anche le mie forze. 
Crollai a terra.
Alcune persone mi soccorsero e loro due scomparvero tra la folla.

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Ciao, spero vi stia piacendo la mia fanfiction 😊!

Il racconto di nonna Hinata continuerà anche nel prossimo capitolo dove svelerò più dettagli su questa ninja di nome Miroko Moi...

A presto!

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Capitolo 14
*** 14° Capitolo - Perdonami ***


- Con fatica mi trascinai verso casa, affidai i bambini a mia madre e per giorni non uscì dalla mia camera.
Con il tempo iniziai a convincermi che forse quello che avevo visto era soltanto frutto della mia immaginazione. 
Così decisi. 
Mi avviai verso casa di Chochoji del clan Akimichi ( era un altro membro del team che aveva partecipato alla missione nel paese del vento).
Nel tragitto sperai con tutta me stessa che il ragazzo non fosse ancora rientrato dalla missione e che quindi, di conseguenza quello che avevo visto fosse stato soltanto una svista.

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Mi fermai fuori la sua porta e bussai per tre volte, trattenni il fiato.

Mi apri proprio lui, in viso un espressione tra la sorpresa e consapevolezza.
"Ciao Hinata, Mi aspettavo una tua visita "mi disse e fece cenno di entrare.

Ebbi un tuffo al cuore.

Mi accomodai al suo tavolo in cucina, non riuscivo a dire neanche una parola, dopo un lungo silenzio fu il ragazzo ad iniziare a parlare.

"Cosa vuoi sapere?" mi chiese.

Gli raccontai delle lettere mancate, dell'udienza con l'Hokage e dell'incontro al mercato. 
Lui ascoltò con lo sguardo rivolto verso il basso, sospirò e poi mi rispose.

"Hinata... mi duole dirtelo ma quello che hai visto è tutto vero. Quella donna... quella donna lo ha stregato."

Mentre parlava scuoteva la testa esprimendo tutta la sua incredulità.

In quel momento mi senti come uno specchio distrutto in mille pezzi. 
Mi mancò il respiro. Il ragazzo si apprestò a sorreggermi sussurrando un "mi dispiace"

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Mi spiegò che quella donna era una ninja medico del paese dell'erba e che dal primo momento aveva avuto una forte attrazione per mio marito. 
Hisaki aveva messo le cose in chiaro, dicendole più volte che lui era un uomo sposato e che amava sua moglie. Poi da un giorno all'altro le cose era cambiate e lui non solo ricambiava i sentimenti di  quella donna ma seguiva alla lettera tutto ciò che lei gli diceva.

Me ne andai da quella casa con delle certezze che non avrei mai voluto avere... eppure c'era qualcosa che non quadrava.

Chochoji mi aveva anche detto che loro due vivevano in una piccola baita di legno appena fuori i confini del villaggio. Volevo vederli insieme, se lui era felice io avrei preso la mia strada.

Attivai il byakugan e riuscì a localizzarli. 
Utilizzando le tecniche ninja di base che mi avevano insegnato all'Accademia mi nascosi tra gli alberi che si trovavano nei pressi della casetta ed iniziai ad osservarli. Erano rientrati da poco, scherzavano e ridevano come una coppietta di adolescenti innamorati.

Ormai non avevo più speranze. 
Ma avevo una cosa nella mia vita che mi avrebbe dato la forza di superare  tutto quello: 
i miei figli.

Mi sforzai di andare avanti e iniziai a tenermi occupata tra i bambini, la casa, il clan e il club di poesia a cui mi ero iscritta.- sorrise

Per questo il taccuino è pieno di poesie! 
Penso la giovane Hinata tra sè e sè

Passò così un anno e io iniziai a stare meglio. Ai bambini dicevo che Hisaki era impiegato in una missione top secret di livello S.
Ma un mattino come tanti mentre accompagnavo i bambini all'Accademia incontrai i due amanti, rimasi pietrificata ma i bambini no , appena videro loro padre gli corsero incontro felicissimi.

Anche lui sembrava felice di vederli e si stava apprestano ad inchinarsi per abbracciarli ma Miroko lo richiamò e lui ritorno sull'attenti senza un ombra di un sorriso sulle labbra.
Intanto i bambini lo avevano raggiunto e si erano attaccati alle sue gambe strattonandogli i vestiti e chiedendo attenzioni.
A quel punto la donna pronunciò questa frase, che non dimenticherò mai:

"Hisaki, manda via questi luridi mocciosi"

a quelle parole scoppiai.

Feci un balzo diretto su quella maledetta donna e l'atterrai. Mi avvolsi le sue lunghe tracce ad una mano per tenerla ferma e con l'altra inizia a colpirla più volte in volto, fino a romperle il naso. Poi le misi le mani al collo ma lei con l'ultimo fiato in gola chiese aiuto al suo amante.

Hisaki mi colpì con un calcio sul viso facendomi sbalzatore via di un paio di metri.
Con fatica mi misi a sedere, dalla bocca mi uscì un rivolo di sangue ma avevo stampato in faccia un sorriso fiero. 
Le avevo dato quel che meritava. 
Mi alzai in piedi e presi per mano le mie adorate e spaventate creature. Me ne andai senza voltarmi indietro.

Avevo definitivamente chiuso con Hisaki Hyuga. Da quel momento mi sentì finalmente libera e iniziai a trascorrere la mia vita con serenità.-

La donna si portò l'indice e il pollice sotto il mento con lo sguardo rivolto verso l'alto, il rumore del ruscello che era nelle vicinanze rendeva quel racconto ancora più suggestivo.

-Mmm.. .Poi dopo un paio di anni all'incirca qualcosa durante la notte mi svegliò. 
Indossai la mia camicia di notte e mi misi all'ascolto.
Dei tonfi e devi piccoli lamenti provenivano da dietro la porta d'entrata di casa mia. Un suono di qualcosa che grattava e strusciava sul legno  si fece sempre più insistente.

La mia curiosità mi spinse a aprire.

Una sagoma si accascio sul pavimento e io mi chinai a soccorrerla.
Le tolsi  i capelli incollati dal fango dal volto e accesi la luce vicina.

L'incredulità mi travolse, era Hisaki.

Istintivamente lo spinsi lontano, nella nella mente riaffiorì tutto il dolore che mi aveva provocato.

Girò debolmente la testa,  mi guardò e con un filo di voce mi disse 

"Perdonami, perdonami ti prego" 

dopo di che perse conoscenza.

Io ero combattuta, non sapevo cosa fare, di certo potevo sbatterlo fuori di casa ma qualcosa nel suo sguardo mi aveva colpito e poi era steso sul pavimento di casa, sporco di fango e deperito.

Così decisi di farlo entrare in casa, lo aiutai ad alzarsi e lo feci sedere su una sedia in cucina. Mi affrettai di chiudere a chiave la camera da letto dei bambini.
Misi a riscaldare  una pentolina con un po' di zuppa avanzata. 
Mi sentivo i suoi occhi addosso, mi guardavano con insistenza. Erano l'unica cosa riconoscibile in quell'uomo pelle ossa. 
Aspettai cosi, con la schiena rivolta verso di lui fino a quando la zuppa non fu calda abbastanza, la versai in una ciotola e gliela servì.
Lui la prese con le mani tremanti e iniziò a mangiare.

"Allora a cosa devo questa tua visita?"
Gli chiesi

I suoi occhi si riempirono di lacrime lasciò via la zuppa che gli avevo preparato e si buttò ai miei piedi, ripetendo in continuazione:

"scusami, perdonami! Hinata ti prego non é come pensi, fammi spiegare, é stato tutto un inganno... ti prego! Quella donna mi ha plagiato, ascoltami ti prego!

Era disperato.
Decisi che per quella sera poteva bastare, non avrei ascoltato altro. Per il mio buon cuore gli avevo permesso di restare per la notte a patto che non si facesse vedere dai nostri figli in quelle condizioni. 
Si accomodò nella stanza stanza degli ospiti facendo attenzione di chiudere bene la porta.

Il mattino seguente inizio la mia solita routine:
colazione, scortare i bambini fino in accademia, comprare qualcosa per il pranzo e tornare a casa a fare le faccende domestiche.

Inizi a preparare il pranzo quando qualcuno si parò dietro le mie spalle.
Era Hisaki.
Trasalì.

Allora non era un sogno 
pensai

Hisaki era proprio come il giorno precedente se non peggio. Sul viso magro erano presenti anche delle occhiaie molto evidenti.

Poi il mio cuore parlo prima del cervello e gli chiesi:

"Ma cosa ti é successo?"

Fu allora che mi raccontò tutto su quella maledetta donna.
Gli credetti ad occhi chiusi e ci abbracciamo forte l'uno all'altro.

Era un giorno di primavera e per festeggiare il perdono di mio marito feci una torta, a forma di tante piccole rose, per ritrovare la felicità  di quel giorno in cui lui mi chiese 
"e cosi tu saresti la Rosa Bianca?" e si innamorò di me.

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Capitolo 15
*** Il Viaggio ***


Spazio autrice: Ciao a tutti! Finalmente sono riuscita a pubblicare questo capitolo! Scusatemi se ci ho messo più del dovuto ma ho cercato di capire meglio il personaggio di Sasuke per renderlo al meglio in questa fanfiction 😊

In più ho scoperto che amo scrivere sulla coppia Sasusaku 😍😍

Spero vi piaccia, Buona lettura! ❤

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La luce del fuoco illuminava la pelle candida e i suoi capelli rosa. Era notte fonda ma Sasuke non  riusciva a smettere di guardare la sua ex compagna di team.
Si soffermava sul suo viso che era poggiato delicatamente sul proprio braccio, sui suoi occhi dalle lunghe e folte ciglia, sul suo respiro così calmo e regolare capace di scaldare il cuore anche ad uno come lui, che forse un cuore non lo aveva avuto mai.

Mentre la guardava dormire accanto a lui con  così innocente e indifesa si rese finalmente conto di quanto stupido fosse stato a rifiutare il suo amore per  tutti  quegli anni.

Si strinse un po' di più a lei e le lasciò un bacio leggero sulla guancia. 

Dopo la proposta fatta alla ragazza qualche ora prima l'Uchiha si sentiva finalmente libero  dalla corazza che aveva creato intorno a se e aveva mantenuto per tutto quel tempo.

Amava Sakura, era una sentimento che proveniva da dentro, dal profondo di se stesso. 
Nel momento in cui aveva pensato di perderla  aveva avuto paura, e aver paura di perdere qualcosa e soprattutto qualcuno non era mai rientrato nei piani di Sasuke Uchiha. 
Lui era stato un Nukenin, un ninja traditore che aveva voltato le spalle al suo villaggio e spezzato i suoi unici legami solo per arrivare al suo obiettivo: la vendetta.

Ma quella ragazza aveva cambiato qualcosa in lui e adesso era il momento di accettarlo. Aveva creato una piccola crepa nel suo cuore e il piccolo rigonfiamento del ventre ne era la prova. 

Adesso loro due sarebbero stati legati per sempre.

Il ragazzo ripensò alle parole che la sua compagna gli aveva urlato contro

"Secondo te è bello avere in grembo un bambino che non avrà mai un padre???"

Non aveva mai pensato di abbandonare lei e il bambino, era suo figlio, sangue del suo sangue, un Uchiha, ma si rese conto che in fondo  Sakura non avesse tutti i torti a pensarla così. 

Ultimamente era stato distaccato, freddo e cinico, più del solito,  ma in fondo non era mai stato un fidanzato smielato come lo era il suo amico/Dobe Naruto.

Ripensò al momento in cui era tornato al villaggio dopo il suo viaggio di redenzione, e aveva incrociato sulla sua strada l'eroe della foglia nascosto dietro un enorme mazzo di fiori (comprati sicuramente dal negozio della Yamanaka).

Tsk, stupido Dobe innamorato
pensò e gli sfuggì un sincero sorriso

Il Dobe si era sistemato, e aveva fatto contenta anche la Hyuga che gli correva dietro dai tempi dell'accademia.

In fondo sono una bella coppia
Pensò Sasuke

Almeno loro due. 
La relazione con Sakura era un continuo alti e bassi, lui l'amava ma continuava a ferirla, lei lo odiava ma allo stesso tempo continuava ad amarlo.

Aveva fatto soffrire troppo quella ragazza, e non lo meritava affatto.

Dopo averla lasciata lì con un semplice "Sarà per la prossima volta. Grazie"  era  andato via dal villaggio per più di due anni riservandole di tanto in tanto qualche piccola riga inviata tramite un falco.

Durante quel viaggio l'aveva pensata  parecchio: nella sua mente figuravano immagini di Sakura che si faceva un bagno alle terme, mentre gli curava una ferita con un vestitino più corto del normale o mentre sussurrava un voglioso Sasuke-kun. 

Classici pensieri da adolescente in piena crisi ormonale, insomma.

--  INIZIO FLASHBACK ⌛--

Improvvisamente si accorse di essersi  messo in cammino in direzione della Foglia, forse il suo subconscio gli stava indicando qualcosa e decise di non opporsi, in fondo aveva una promessa da mantenere.

Sarebbe tornato a prendersi Sakura.

Camminò per alcuni giorni prima di raggiungere il villaggio, ma soltanto una volta averne varcato la  soglia nella sua mente si insinuò un piccolo ma fondamentale dubbio 

E se Sakura non lo avesse aspettato? 

dopotutto nelle lettere che si erano scambiati a scadenza semestrale non c'erano mai stati segni di romanticismo.

Anzi no, forse uno segno ci era stato, le aveva inviato un biglietto di auguri per il suo compleanno durante matrimonio del Dobe.

C'erano ancora speranze.

Ma prima di farle la fantomatica domanda voleva essere sicuro che Sakura non avesse deciso di condividere la sua vita con un altro.

Cosi iniziò a spiarla.

Durante i suoi appostamenti non aveva visto nessun ragazzo sospetto girare ne paraggi a parte il Dobe che ormai era fuori dai giochi e il loro vecchio Maestro.

Aveva capito che Sakura era diventata una donna amata e rispettata dal villaggio e in più era riuscita ad aprirsi una clinica tutta sua. Le sue giornate si alternavano tra clinica, ufficio dell'Hokage, casa. 
Forse troppo spesso faceva visita all'ufficio dell'Hokage, tanto che iniziò a sospettare di Kakashi, infondo già aveva gusti perversi in fatto di libri magari valevano anche per le donne.

Poi li vide passeggiare per le vie di Konoha, l'uno accanto all'altra.

Il maestro le poggiò una mano sul capo e la ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata, parlavano, ma lui non riuscì ad ascoltare il loro discorso.
Poi Sakura abbracciò Kakashi e si congedò.

Il maestro e l'allieva, non poteva credere ai suoi occhi. 

Fù così che scosso da un sentimento simile alla rabbia ma molto più angosciante si ritrovò a bussare alla porta di Casa Haruno.

----  FINE FLASHBACK ⌛----

La luce leggera del mattino che penetrava attraverso le sue palpebre la costrinse a socchiudere gli occhi.

Il sole era tiepido e le lasciava sulle guance un piacevo tepore. Si voltò alla sua sinistra, ma come al solito il posto accanto a lei era già vuoto. Si mise seduta alzandosi piano e si guardò intorno. 
Lo vide,  intento a raccogliere qualche cosa da un cespuglio. Aveva indosso il suo solito mantello che copriva il moncherino, i capelli lunghi gli ricadevano su un occhio, non capiva perchè coprisse il rinnegan, era cos' profondo, intrigante, bello, avrebbe potuto perderci delle ore a rispecchiarcisi dentro.

Si strinse di più nelle coperte e si lasciò consolare da quella visione celestiale che era il suo futuro marito che le preparava la colazione.

Il fuoco era acceso e su di esso ribolliva un pentolino pieno d'acqua.

E se stesse sognando? Sasuke le aveva chiesto di sposarla? Aveva immaginato quella scena in tutte le  varianti possibili ma questa volta sembrava cosi... reale!

Sarebbe diventata la signora Uchiha.


"SHANNAROOOO!"

Urlò mentalmente e si portò le mani al viso in quella posa che usava sempre da piccola ogni qualvolta Sasuke decidesse di rivolgerle la parola.

Non era un sogno, era realtà, la proposta era stata una classica proposta da Sasuke, no anelli, no fiori, no cioccolatini. 
Se lo avesse scoperto Ino avrebbe avrebbe passato un mese a spettegolarci su.
Istintivamente si portò una mano sul ventre. 
C'era anche un altra cosa su cui Ino poteva spettegolare per almeno 6, 7 o 9 mesi. Un piccolo problemino tecnico che era capitato tra due ragazzi di circa 20 anni in viaggio da soli tra i boschi. 

Aveva paura, una paura matta. Alla proposta di matrimonio era in un certo senso preparata, o meglio,  aveva sperato che succedesse prima o poi, ma la cosa di diventare mamma era tutt'un altra storia.
Nelle lettere che si era scambiata con Tsunade e i suoi genitori non ne  aveva proferito parola.

Sarebbe stato uno shock per loro ricevere una notizia del genere tramite un falco, ma lo sarebbe stato lo stesso se avrebbe attraversato le porte del villaggio con un neonato tra le braccia seguita da un amorevole Sasuke Uchiha.

In pochi mesi la sua vita era cambiata completamente, eppure sembrava ieri quando Sasuke di ritorno dal suo viaggio le chiese di seguirlo.

-- INIZIO FLASHBACK ⌛--

Poco prima aveva salutato il maestro Kakashi che per tutto il tragitto aveva continuato a rassicurarla su gli esiti della sua clinica e sul ritorno imminente di Sasuke.

"Vedrai, tornerà. Il mio intuito non sbaglia mai."  
Aveva detto

Ma lei continuava a non crederci più.
Era passato troppo tempo, e poi anche se fosse tornato l'avrebbe guardata con occhi diversi? 
Magari aveva già trovato qualcuna di più interessante con cui intrattenersi in quel periodo di lontananza.

Ah, Sakura sei proprio un stupida 
pensò

Sarebbe stato così facile fidanzarsi con una persona normale che ricambiasse i suoi sentimenti, gli spasimanti di certo non le mancavano. 
Era diventata famosa dopo la 4° Grande Guerra e tutti la stimavano e la rispettavano, non era più la mocciosa noiosa di un tempo.

Dannato Sasuke!
Esclamò furiosa nella sua mente l'altra parte di se stessa, la vera Sakura.

Perchè non sei andato via e basta?  Perchè  mi hai lasciato in sospeso con quella stupida promessa? 

Io non riesco a dimenticarti...

Il messaggio di auguri... grazie Sasuke-kun

La mente di Sakura era piena di domande, dubbi e insicurezze. Era rimasta aggrappata a l'unica speranza che aveva, una frase, una promessa "Sarà per la prossima volta. Grazie"

Chissà se ritornerai mai, Sasuke-kun

Mentre vagava nei suoi pensieri arrivò a casa. Perse un paio di minuti a cercare nella borsa le chiavi e dopo aver smanettato con la serratura riuscì ad aprire la porta.

-Sono a casa!-

Questa sarebbe stata una delle ultime  settimane in cui avrebbe vissuto con i suoi genitori, di li a poco si sarebbe trasferita in una casa tutta sua. 

Dopo il matrimonio di Naruto, di Kiba , di Shikamaru e di Choshi, i suoi genitori avevano iniziato ad  angosciarla con la storia di trovare un marito e di mettere su famiglia. 

Sua madre ogni giorno le parlava di quanto fosse intelligente, simpatico e ricco il  figlio della vicina e le ripeteva sempre:

"Io alla tua età ero già sposata e tu non sai fare neanche un uovo al tegamino! Se continuerai così resterai vecchia e sola."

Aveva bisogno dei suoi spazi, voleva essere libera di aspettare chi amava per tutto il tempo che voleva.

Entrò nel piccolo ingresso e si tolse le scarpe, era un usanza di famiglia.

-Ciao cara, bentornata.- la saluto sua madre intenta a cucinare qualcosa. - Vuoi una tazza di Thè? L'ho preparato proprio adesso, è un infuso ai fiori di campo del paese delle rocce, lo ha comprato tuo padre al mercato.

- Si grazie, ne ho proprio bisogno!- rispose la ragazza prendendo la tazza di Thè fumante.

- Sai tesoro, Nuki il figlio della vicina stasera organizza una festa per il suo compleanno, e se ci andassi anche tu?- 

Sakura roteò gli occhi, ogni scusa era buona per buttare in mezzo il FANTASTICO Nuki.

-Mamma basta! Il figlio della vicina non è il mio tipo, non è neanche un ninja e poi non ho bisogno che mi combini un matrimonio, posso cavarmela da sola!- Sbottò irritata, era arrivata al limite.

Bevve tutto d'un fiato il thè e arrabbiata si diresse al piano superiore. 

Si tolse i vestiti e si tuffò sotto la doccia  lasciandosi cullare dal getto d'acqua calda. Mentre si massaggiava il corpo e i capelli con del bagnoschiuma al profumo di lampone si sentì finalmente più leggera, era come se insieme al vapore evaporassero via anche i suoi pensieri. 

Con un asciugamano intorno al corpo e i capelli ancora bagnati andò in camera sua.

Era stata una giornata pesante, divisa tra clinica e ospedale. Si asciugò le goccioline rimaste sul suo corpo nudo e guardò l'immagine riflessa nello specchio.

 Vide una ragazza bella dai capelli rosa. 

Finalmente il seno era cresciuto e il suo corpo aveva ottenuto finalmente una femminilità mai avuta prima, e pure nessun ragazzo l'aveva mai sfiorata.

Io ti aspetterò Sasuke-kun

Si infilò una tuta leggera e con un asciugamano iniziò a tamponarsi i capelli ancora zuppi d'acqua.

Guardandosi intorno nella sua camera si accorse che poco era cambiato da quando aveva 12 anni.
Sul letto erano sistemate senza pieghe delle lenzuola con le ciliegie stampate, che aveva comprato in un negozietto durante una  missione con il team 7.

Sorrise al ricordo dei battibecchi di Naruto e Sasuke.

Mentre era persa nei ricordi sua madre la chiamò a gran voce dal piano di sotto.

-Sakura scendi, c'è una persona per te!-

Si sentiva a malapena, suo padre aveva il brutto vizio di ascoltare la Tv ad un volume più alto del normale. 

-Cosa? Papà abbassa il volume!- urlò in risposta. Da quel che aveva intuito c'era qualcuno che l'aspettava alla porta.

Maledetta Ino-pig! Ti avevo detto che stasera avevo già degli impegni!
imprecò mentalmente.

Quella sera era già impegnata nella lettura del suo romanzo preferito "La strada verso Kagure". Era arrivata alla parte in cui l'eroe  avrebbe salvato la principessa e di certo non poteva aspettare ancora per tuffarsi in quel romantico pezzo di mondo immaginario.

"Adesso ne sente quattro, sicuramente mamma l'avrà convinta ad andare alla festa di quello sfigato di Nuki."

Mentre scendeva le scale con rabbia cominciò  a dire  - Mamma! Non ho bisogno di te per trovarmi un fidanzato, non sono così di Disper..- Si bloccò di colpo restando a bocca aperta quando vide sua madre bianca in volto che manteneva socchiusa la porta d'ingresso.
- Sembra che tu abbia visto un fantasma... - sussurrò - Tutto ok?- Chiese scrutando più da vicino la donna che si limitò ad indicare con un gesto la porta socchiusa. Sakura corrugò la fronte non capendo la reazione della madre. Forse Ino aveva esagerato con una delle sue minigonne mozzafiato? 

Perplessa aprì la porta.

Ciò che vide dinanzi a lei era qualcosa di assurdo. Una cosa impossibile anche se l'aveva desiderata da anni. 

Improvvisamente le sue gambe divennero molli, la testa iniziò a girare e poi ci fù soltanto il buio.

Si svegliò sul divano posto in cucina, aveva un mal di testa fortissimo. Si mise a sedere e con gli occhi chiusi si massaggiò le tempie. Si sentiva come dopo una sbornia. 

Con la voce impastata cominciò a dire - Voglio sapere perchè papà continua a comprare questi intrugli al mercato e perchè io continuo a berli. - sbuffò scocciata - Mamma, ma cosa c'era in quel thè?- chiese perplessa

- Sakura, non capisco di cosa stai parlando - rispose la donna con profondo rammarico.

La giovane ragazza si alzò con fatica dal divano e si sedette al tavolo, di fronte sua madre. 

- Smettila di bere quella roba- disse indicando la tazza fumante che sua madre continuava a sorseggiare

- Perchè?- 

- Penso di avere le allucinazioni... prima ho visto Sasuke alla Porta e adesso mi e seduto affianco bevendo thè -  Disse la ragazza portandosi una mano alla fronte rassegnata.

- Ciao, Sakura- il ragazzo dai capelli scuri la salutò

La ragazza lo guardò di sottecchi e poi si sporse di più verso la madre bisbigliando - Pensa che mi ha anche salutato... ahahah- rise di se stessa - Io sono matta.- concluse

- Sakura... siediti,  lui è Sasuke, Sasuke Uchiha il tuo compagno di team .. - cercò di spiegarle la donna più adulta

- Mamma ti prego... lo so chi è Sasuke Uchiha,  era un Nunkenin che tentato di uccidermi e che mi ha lasciato qui da sola con una stupida promessa - sbottò 

- Si, ma sono tornato - il ragazzo tentò di spiegare

-Si certo, per favore. Esci fuori dalla mia testa! - Gli urlò contro Sakura.

Sasuke le afferrò il polso e la fece voltare. -Sono io, Sasuke...sono tornato. -

La ragazza guardò il proprio polso racchiuso tra la mano forte del ragazzo, poi scrutò il suo volto e tra i ciuffi di capelli intravide il Rinnegan.

- S-s- Sasuke- kun sei proprio tu... - si lasciò cadere senza forze sulla sedia, sul volto  era dipinta un'espressione sconvolta e sorpresa.

- Si, sono venuto a chiederti di venire in viaggio con me.

---- FINE FLASHBACK ⌛----

Si tolse le coperte di dosso e si avvicinò al fuoco, di mattino presto faceva sempre molto freddo. Si sedette sul tronco nello stesso punto in cui era iniziata la discussione la sera precedente e cominciò a scaldarsi le mani vicino al calore delle fiamme. 

Anche Sasuke si sedette sul tronco accanto a lei le porse delle piccole more rosse.

- Tieni, mangia. é tutto quello che ho trovato. - Disse in un tono neutro.

- Grazie Sasuke-kun - rispose la ragazza arrossendo leggermente.

Mangiò i frutti assaporandoli uno alla volta per non perdere neanche un po' del loro sapore allo stesso tempo dolce e aspro. 
Sorrise. 
Paragonò la mora al loro amore. 

Lei era la parte dolce,
lui quella aspra, 
insieme davano vita ad un sapore speciale.

Il ragazzo scrutò il viso della sua compagna, a volte non riusciva proprio a decifrarla. 

- Cosa c'è? - chiese incuriosito

-Mmm...niente, stavo pensando al nostro bambino- Si voltò verso di lui e continuò a sorridere

- E?- continuò lui sulle spine

- Dovremmo iniziare a pensare a come chiamarlo! Che ne dici di Mora?- chiese lei speranzosa anche se credeva  che a Sasuke non importasse  niente di tutto ciò.

- Mora!? - si limitò a fissarla - Non credo sia un nome adatto ad una persona.- poi spostò lo sguardo ed iniziò a fissare un punto poco più avanti dai suoi piedi. 
- Sarada. Si,  credo che Sarada sia un bel nome. - e mentre pronunciava questa frase richiamò il suo falco e prese un foglietto arrotolato dalla tasca.

Gli occhi di Sakura divennero umidi - Si, lo credo anch'io- disse mentre si asciugava con il dorso della mano una piccola lacrima ribelle che tentava di scendere giù. Adagiò una mano sul proprio ventre sporgente. - Prima o poi dovrò dirlo -  sussurrò  a se stessa. Nello stesso momento Sasuke alzò i braccio e fece volare via il falco.
- Cosa hai inviato?-
- Un rapporto a Kakashi, ho spiegato il come, il quando e il perchè ci hanno attaccato.- Un sorriso lieve apparì sul volto del ragazzo.

A Sakura mancò l'aria - M-m-ma quindi hai detto anche di noi? - fece un enorme fatica per iniziare a parlare.

- Si, rientra nel perchè ci hanno attaccato -  disse in un tono ovvio. La ragazza sbarrò ancora di più gli occhi - Su alzati, è ora di andare- Le porse una mano.

- Per andare dove?- chiese lei

- Da Orochimaru.- 

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