Cosa non si fa per amore...

di Il corsaro nero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le stranezze di Toma ***
Capitolo 2: *** Il segreto di Toma ***
Capitolo 3: *** L'ufficio del commissario Toma ***
Capitolo 4: *** Un traffico sospetto ***
Capitolo 5: *** Tutto è bene quel che finisce bene... ***



Capitolo 1
*** Le stranezze di Toma ***


CAPITOLO 1: LE STRANEZZE DI TOMA


Era un tranquillo pomeriggio d'autunno e, in un ufficio della polizia, tre agenti stavano bevendo il loro caffè mentre un quarto se ne stava seduto sulla scrivania a fantasticare a occhi aperti.

Ad un tratto, la porta si aprì e un uomo, con i capelli a palma e una vistosa cicatrice, entrò, adirato.

Ehi, Bardack, come procede l'interrogatorio dello Smilzo?” domandò un uomo tarchiato, grasso, coi capelli neri e i baffetti, e Bardack, infuriato, rispose: “Sgrunt! Quel furfante continua a sviare il discorso, così alla fine è lui che fa parlare me!”

Mentre beveva il caffè che una donna con i capelli a caschetto gli aveva passato, il giovane ripensò a quell'incredibile interrogatorio.


Allora, dove ti trovavi ieri sera alle nove?” domandò Bardack.

Il tipo rimase in silenzio un attimo e poi disse: “Ma lo sa, ispettore, che vi vedo in ottima forma? Seguite una dieta, eh?” “Grazie. Dieta? No, giusto qualche lezione di karate e...” cominciò a raccontare il giovane ispettore.


E' di una abilità diabolica! Vorrei sapere come ci riesce!” sbuffò Bardack mettendosi a bere il caffè.

Proprio in quel momento, davanti all'ufficio, passarono due tipi in manette, scortati da un poliziotto.

Uno dei due si voltò verso l'altro e domandò: “Sei grande, Smilzo! Dove hai imparato a fregare in questo modo i piedipiatti?” “Con i prof alle medie. Ero un asso nell'eludere le interrogazioni.” fu la riposta, orgogliosa, dell'altro.

Nel frattempo, nell'ufficio, Bardack si voltò verso il poliziotto che stava seduto con la testa fra le nuvole e, indicando le cartelle sulla scrivania, disse: “Sveglia, Toma. Quei rapporti vanno archiviati entro l'anno.” “Sì, sì, sì... come?” sussultò l'uomo, incredulo.

Dopo aver detto quelle parole, l'ispettore diede un'occhiata all'orologio appeso al muro e, sbiancando, urlò: “AAAARRRGGGHHHH!!!! E' L'UNA PASSATA!!”

Infilandosi in fretta e furia la giacca, disse ai colleghi: “DEVO FARE UNA COSA!!! CI VEDIAMO DOPO!!!”

Quando Toma se ne fu andato, domandò Panbuukin, il tipo grasso: “Non vi sembra che ultimamente Toma si comporti in modo strano?” “Sì. E non è da oggi.” notò Seripa, l'unica ragazza del gruppo, con i capelli a caschetto e gli occhi viola per poi dire: “Sere fa ha ammanettato un ladro a un lampione... dimenticandolo lì.” “Lo hanno trovato i netturbini il giorno dopo. E non è l'unica stramberia che combina.” aggiunse Bardack “Quando usciamo di pattuglie dice cose strane...”


Bene, ora ci manca solo questa via e per stanotte abbiamo finito. Mi raccomando: occhi aperti.” si raccomandò Bardack mentre si infilava in un vicolo.

Per un attimo, la macchina fu avvolta da un totale silenzio, poi Toma, indicando il cielo, domandò: “Hai notato che c'è la luna piena?” “Ho notato che?!”


Ieri ha offerto i pasticcini a un tipo che doveva essere interrogato. Una scena imbarazzante.” disse Seripa e Panbuukin chiese: “Da quando gli è venuta questa mania di fare il poliziotto buono?” “C'è soltanto una spiegazione: Gli è successo qualcosa!” spiegò Bardack e, mentre guardava fuori dalla finestra, spiando Toma che era appena uscito dal commissariato, aggiunse: “E noi dobbiamo scoprire che cosa.”

Un minuto dopo, Tutti e quattro gli agenti, uscivano in fretta e furia dal commissariato.

Mentre uscivano, Seripa domandò: “Sei sicuro che dovremmo indagare? Dopotutto non sono affari nostri...” “Toma è un nostro amico e se è finito nei guai abbiamo il dovere di aiutarlo!” tagliò corto Bardack.

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Capitolo 2
*** Il segreto di Toma ***


CAPITOLO 2: IL SEGRETO DI TOMA


Ahia, dovevate per forza scegliere un cespuglio con le spine?!” protestò, adirato, Panbuukin mentre Seripa gli rispondeva: “Era l'unico nei paraggi! Chiudi il becco, grassone, o ti sentirà!”

I quattro agenti si erano nascosti in un cespuglio del parco.

Davanti a loro, ignaro di essere seguito, c'era Toma.

Bardack, che stava osservando di nascosto l'amico, bisbigliò: “Si sta guardando intorno. Come se aspettasse qualcuno...”

Tesoro!!”

L'improvvisa e squillante voce femminile fece sobbalzare tutti.

L'unico che non parve sorpreso fu Toma che, sorridendo, si voltò verso la voce.

La donna che aveva parlato era magra, minuta, con lunghi capelli neri e un'espressione innocente e gentile.

Tutta contenta, si avvicinò a Toma e abbracciarlo: “Scusami, se ho fatto tardi. Non stai aspettando da molto?” “Non preoccuparti, Nio. Aspettarti è sempre una gioia per me.”

Mentre i quattro agenti sgranavano gli occhi, increduli, Nio, prendendo la mano di Toma, domandò: “Ti va di fare una passeggiata?” “Con piacere, gioia.” fu la pronta risposta dell'altro.

Il gruppo fissò incredulo i due che, mano nella mano, si allontanavano.

Quando furono lontani, solo Panbuukin ebbe la forza di commentare: “Chi l'avrebbe detto... il vecchio Toma innamorato!” “Ora si spiegano tutte le stranezze.” rispose Bardack.

I quattro agenti uscirono dal cespuglio e, mentre tornavano al commissariato, Bardack disse: “Beh, io sono contento per lui.” “E poi quella ragazza è davvero carina...” aggiunse Panbuukin.

Il gruppo continuò a camminare e poi, una volta nei pressi del commissariato, Bardack disse: “Sentite, questa potrebbe essere la nostra occasione per prendere un po' in giro il nostro Toma, che ne dite?”


Eccomi qui. Scusate il ritardo.” disse Toma rientrando in ufficio dal suo appuntamento segreto, non sapendo che i suoi colleghi ne erano perfettamente a conoscenza.

Bardack, vedendolo tornare, fece un sorriso sornione e disse: “Non preoccuparti. Nessuno di noi ci ha fatto caso, vero ragazzi?” “No...” dissero Panbuukin e Seripa, con anche loro un bel sorriso sornione, mentre il quarto, Toteppo, si limitava ad annuire con la testa e a mangiare delle ciambelle.

Bardack prese una ciambella e, passandola a Toma, gli disse, ridacchiando: “Mentre eri via, ti sarà venuta fame. Prendi una ciambella... tesoro.”

Sentendo quel nomignolo, Toma diventò tutto rosso e domandò: “Quindi voi sapete tutto?” “Altroché.” confermò Bardack, sempre più divertito.

A quel punto, Panbuukin e Seripa, si misero a scimmiottare l'incontro avvenuto al parco tra Toma e la sua ragazza: “Ti va di fare una passeggiata?” “Con piacere, gioia.” “Ragazzi, c'è poco da ridere. Sono in un grosso guaio.” l'interruppe, tristemente, Toma.

Accorgendosi della strana reazione del compagno, che non sembrava per niente infastidito dalle loro pagliacciate, tutti smisero di ridere e guardarono Toma, increduli.

Sei in un grosso guaio? E perché?” domandò Bardack e l'amico, imbarazzato, ammise: “Beh, ecco... per far colpo su Nio... le ho detto una piccola bugia. Vedete, presentarmi come semplice ispettore di polizia mi sembrava poco e così... le ho detto che sono il commissario.” “CHE COSA?!?!”

Tutti, persino Toteppo, fecero una faccia sbigottita e fissarono senza parole il loro amico.

Così, adesso, lei insiste per visitare la centrale...” aggiunse Toma mentre Panbuukin diceva: “Ti sei cacciato in un grosso guaio, Toma...” “Lo so!! E non appena scoprirà la verità, non vorrà più vedermi!” si disperò l'ispettore e Bardack, meditabondo, disse: “Uhm... a meno che... a meno che non la scopra.”

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Capitolo 3
*** L'ufficio del commissario Toma ***


CAPITOLO 3: L'UFFICIO DEL COMMISSARIO TOMA


Se Vegeta ci scopre, in un grosso guaio ci finiamo noi!” commentò Seripa mentre metteva sopra alla scritta che indicava l'ufficio del commissario un falso cartello col nome di Toma.

Bardack, impegnato a far sparire tutti gli oggetti del capo, la rassicurò: “Tranquilla. E' in riunione con il sindaco e ne avrà per parecchio.”

Si voltò verso Toteppo e Panbuukin e domandò: “Allora, avete fatto sparire tutto?” “Sì, Bardack. Ogni traccia di Vegeta è sparita.” annunciò Panbuukin e Bardack disse: “Ottimo. E gli altri agenti?” “Me ne sono occupata io. Ho sborsato un sacco di quattrini per farli fingere per un po' che il commissario era Toma e che, soprattutto, non dicessero niente a Vegeta.” annunciò Seripa “Una volta che questa assurda situazione sarà finita, quell'idiota dovrà restituirmi i soldi!”

Mentre la ragazza si lamentava, Panbuukin si affacciò alla finestra e vide Toma che, tutto orgoglioso e con Nio, si preparava ad entrare nel suo -commissario-.

Sta arrivando!” annunciò e Bardack disse: “Bene, prepariamoci ad accogliere il commissario Toma.”


Uao, non sono mai entrata in una vera centrale di polizia.” esclamò, tutta contenta, Nio mentre si guardava intorno, emozionata.

Toma, con un'aria da duro, annunciò: “E questo non è niente, piccola. La prossima tappa del tour è il mio ufficio.” “Caspita, che emozione...”

Mentre i due si dirigevano verso l'ufficio, Panbuukin si avvicinò a loro e disse, con un grande sorriso: “Ah, commissario, ha telefonato il presidente. Voleva congratularsi per come avete risolto il caso Money” “Davvero?” esclamò, emozionata, Nio mentre Toma, sorpreso, fece: “Eh?”

Decisa a saperne di più, la donna domandò: “Di cosa si tratta? Ti prego, Toma, raccontami.” “Beh, ecco... così su due piedi...” balbettò l'ispettore, in quanto non sapeva cosa inventarsi.

Fortunatamente, ci fu Bardack a salvarlo: “Il commissario non può parlarne. Queste informazioni sono Top secret.” “Oh, scusate. Avrei dovuto immaginarlo.” si scusò, mortificata, la ragazza.

Approfittando della distrazione della ragazza, Toma si voltò verso Panbuukin e, adirato, sibilò: “Sgrunt. Avvisatemi prima di improvvisare.” “Scusa, era per fare bella figura.” si scusò l'amico.

Finalmente, Toma riuscì a portare Nio nel -suo- ufficio.

La ragazza ne fu da subito estasiata.

Allora è in quest'ufficio che svolgi la tua lotta contro il crimine...” esclamò, elettrizzata, Nio, aprendo i cassetti della scrivania, curiosa come non mai.

Ad un tratto, mostrando una foto che aveva trovato, domandò: “E questa signorina con una pistola chi sarebbe? Una criminale?”

Appena vide la donna della foto, Toma e gli altri sbiancarono.

Quella era Echalotte, la moglie di Vegeta.

In effetti, non avevano controllato i cassetti, non immaginando completamente che c'era una fotografia della moglie del vero commissario...

Sì... è una ladra che stiamo inseguendo da un po' di tempo...” balbettò Toma e Nio, curiosa, domandò: “Perché sulla foto c'è scritto Torna per le otto, Vegeta, o ti faccio diventare uno scolapasta?”

Prima che Toma potesse inventarsi qualcosa, la porta si aprì e comparve Bardack, agitato, il quale disse: “Commissario... ci sono visite...”

In quel momento, tre uomini in uniforme nera e occhiali da sole entrarono.

Il più basso del gruppo, con i capelli neri, mostrò un distintivo e si presentò: “Agente federale Salt. Questi due sono i miei colleghi Pepper e Oil.”

Nel mentre che si presentava, indicò i due uomini, uno basso e pelato e l'altro enorme e con i capelli neri come il collega.

Toma, sorpreso, disse: “Piacere...” “Uuuuhhh, dei veri agenti federali! Li avevo visti soltanto al cinema!” esclamò, tutta contenta, Nio.

Nel frattempo, Salt, indicando Toma, disse: “In quanto commissario di questa città, necessitiamo della vostra presenza. Dovete seguirci.” “Nessun problema. Vi seguo subito, signori.” acconsentì subito Toma.

Mentre usciva dall'ufficio, si rivolse a Nio: “Aspettami qui, piccola. Sistemo la faccenda e poi ti porto fuori a pranzo.” “Intesi, mio eroe.” sussurrò, tutta contenta e innamorata, Nio.

Mentre usciva dal commissariato, Toma disse, come se fosse il vero commissario: “Bardack, con me. Seripa, ti affido il comando fino al mio ritorno. Quando ritorno voglio sapere cos'è successo.” “Toma... aspetta...” fece, nervoso e preoccupato, Bardack, inseguendolo.

Quando furono fuori dal commissariato, Toma si girò verso Bardack e gli sussurrò: “Gran bella idea quella dei finti agenti federali. Sto facendo colpo.” “Appunto. A questo proposito... c'è una cosa che dovresti sapere...” fece Bardack “Questi agenti federali... non sono finti!”

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Capitolo 4
*** Un traffico sospetto ***


CAPITOLO 4: UN TRAFFICO SOSPETTO


Ignoravamo che Vegeta King fosse stato sostituito. Quando è successo?” domandò Salt, che era seduto di fianco a Toma.

L'ispettore, imbarazzato, fece il vago: “Da pochissimo... la burocrazia, sapete...”

Dopo aver detto quelle parole, Toma si voltò verso Bardack e sussurrò, nervoso: “E adesso che facciamo?” “Non lo so. Ma se ci beccano siamo nei guai, e di quelli grossi!” fu la risposta dell'amico.

La macchina nera continuò a viaggiare per un po' e, quando fu nei pressi, di una zona industriale, s'intrufolò in una vecchia fabbrica abbandonata.

Come mai ci avete portato qui?” domandò, nervoso, Toma e l'agente Salt rivelò: “Siamo vicini a una fabbrica metallurgica. Sospettiamo da tempo che sia una copertura per un traffico illegale di armi. Abbiamo ricevuto una soffiata in cui, proprio oggi, ci sarà un grosso carico. E' la nostra occasione per coglierli con le mani nel sacco con una retata. Ma per farla, abbiamo bisogno della vostra autorizzazione, in quanto commissario di questa città.” “Certo, certo. Fate pure.” disse Toma, sperando di avere la possibilità di tornarsene al commissariato, per portar via Nio.

Ottimo. Preparatevi tutti. Daremo il via all'operazione tra cinque minuti.” ordinò Salt, mentre si metteva un giubbotto anti – proiettile.

Dopodiché, mostrando ai due agenti altri due giubbotti, disse: “Secondo il regolamento, ovviamente, parteciperete anche voi.” “Sì, signore.” balbettò Toma, sempre più nervoso e agitato.

Mentre indossava il giubbotto, Bardack sussurrò: “Vegeta finirà a momenti la sua riunione...” “E Nio è ancora lì.” aggiunse Toma “Speriamo tanto che non si incontrino... o sarà la catastrofe!”


Ah! Le riunioni con il sindaco sono autentiche perdite di tempo!” borbottò Vegeta, adirato, mentre entrava nel commissariato.

Tutte le volte la stessa storia!

Il sindaco e gli altri uomini del comune blateravano senza sosta di assurde sciocchezze e lui, dato che era il commissario della città, era costretto a subirle.

Non vedeva l'ora di sedersi sulla poltrona del suo ufficio, a mangiarsi qualcosa e a guardare la fotografia di sua moglie che gli puntava la pistola.

Anche se quello era il monito di Echalotte per farlo rientrare a casa in orario, doveva ammettere che non riusciva mai a smettere di guardarla...

Scusate, agente, sapreste dirmi dov'è il commissario Toma?”

La voce femminile lo fece voltare di scatto e dire: “Cosa?!”

Aveva sentito bene?!

Il commissario Toma?!

Ma se era lui il commissario e Toma un semplice ispettore!

Forse aveva capito male...

Avete detto il commissario Toma?!” domandò, incredulo, e la ragazza annuì: “Certo. E' il capo di questa centrale di polizia. Non lo conoscete?”

Qui c'è sotto qualcosa... meditò Vegeta, tuttavia, per saperne di più, decise di stare al gioco: “Aaaahhh, il commissario Toma! Ma certo! Scusate la confusione, signorina, ma mi sono trasferito da poco... come mai lo state cercando?” “Dovevamo uscire insieme ma è in ritardo e sono preoccupata. Non vorrei che gli fosse successo qualcosa...” ammise la ragazza.


Fermi tutti! Polizia federale!”

Tutti i lavoratori smisero subito di lavorare e alzarono le mani.

Oil, Pepper, controllate cosa c'è all'interno dei camion!” ordinò Salt.

Approfittando della confusione generale, Toma si avvicinò a Bardack e gli propose: “Potremmo approfittare del caos per tagliare la corda, che ne dici?” “Ottima idea... però prima vorrei ispezionare quel camion lì... mi sembra che nessuno ci ancora dato un'occhiata... e poi, anche noi siamo poliziotti.” disse Bardack, avvicinandosi a un vecchio camion, seguito da Toma.

Non appena i due entrarono dentro, Oil si avvicinò al camion ma Pepper lo bloccò: “Ho già controllato io. Non c'è niente là dentro.” “Va bene, allora chiudo. Così nessuno ci guarderà una seconda volta.” dichiarò il bestione, chiudendo il camion e i due ispettori all'interno.

Ehi, ci hanno chiusi dentro!” esclamò Toma mentre Bardack cominciava a tempestare di pugni il camion: “EHI, GUARDATE CHE CI SIAMO ANCHE NOI DENTRO!!! FATECI USCIRE!!!”

Dopo un po', smise di colpire il camion e disse: “Niente da fare... prova a usare il tuo cellulare. Magari qualcuno ci tirerà fuori di qui.” “Ottima idea.”

Tuttavia, l'euforia durò pochissimo.

Accidenti, non prende niente qua dentro!” esclamò, sconsolato, Toma e Bardack disse: “Ci conviene aspettare che qualcuno apri il camion.”

Aveva appena detto quella frase che il camion cominciò a vibrare e poi a muoversi.

Ecco, adesso hanno fatto pure partire il camion.” borbottò Bardack “Speriamo che il viaggio non duri tanto a lungo e che, soprattutto, ci facciano uscire presto da questo posto!”


Accidenti, speravo di averli finalmente beccati!”

L'agente Salt era fuori di sé.

Mesi di osservazioni e d'indagini non erano serviti a niente!

La fabbrica era pulita!

Mentre l'uomo fumava di rabbia, si accorse di una cosa...

Dov'è il commissario?” domandò e l'agente Pepper rispose: “Non lo sappiamo, capo. E' sparito assieme al suo collega.” “Che strano... andarsene così senza nemmeno salutare...”

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Capitolo 5
*** Tutto è bene quel che finisce bene... ***


CAPITOLO 5: TUTTO E' BENE QUEL CHE FINISCE BENE...


Il camion continuava a viaggiare senza che il guidatore potesse minimamente sospettare la presenza di due clandestini.

Toma e Bardack non ne potevano più di quel viaggio da chiodi.

Non vedevano l'ora che quel dannato camion si fermasse una volta per tutte e li facesse uscire...

Finalmente, il loro desiderio venne esaudito.

Il camion si fermò e Bardack, toccando l'amico: “Meglio nascondersi e aspettare che aprano il camion, altrimenti sarà piuttosto imbarazzante spiegare cos'è successo... speriamo di essere ancora in città...”

Finalmente, il portone del camion si aprì leggermente e Bardack e Toma uscirono alla velocità della luce.

Guardandosi in giro, Toma disse: “Sembra un porto...” “Già... anzi, sembra il porto della nostra città. Ti ricordi? Ci abbiamo fatto un salto l'anno scorso quando abbiamo fatto quella retata...” “Ah sì, quando abbiamo scoperto quel giro di scommesse clandestine...” “Aspetta, sento delle voci...”

I due poliziotti, nascondendosi dietro a delle casse, videro gli stessi energumeni che c'erano alla fabbrica che portavano delle casse piene zeppe di armi.

Uno di loro, ridendo, disse: “Ma avete visto la faccia di quei piedipiatti federali? Credevano di prenderci con le mani nel sacco come dei polli!” “Quegli allocchi non potevano minimamente immaginare che sapevamo della loro retata e che avevamo nascosto qui al porto le armi!” rise un altro.

Bardack e Toma erano senza parole.

Gli uomini della fabbrica sapevano della retata?!

Hai sentito? Gli agenti federali avevano ragione! C'era davvero un traffico illegale di armi in quella fabbrica!” esclamò Bardack e Toma aggiunse: “Presto, andiamo ad avvertirli!”

I due fecero per allontanarsi e per poco non si scontrarono con l'agente Pepper.

Agente Pepper?!” esclamarono, increduli, i due e l'uomo, sorpreso, domandò: “Ma cosa ci fate voi due qui?!” “E' una lunga storia... presto, chiami gli altri agenti e gli dica di venire subito al porto! Quella fabbrica aveva davvero un traffico illegale di armi!” raccontò Toma mentre Bardack aggiungeva: “Sapevano della nostra retata e, pertanto, avevano semplicemente nascosto le armi al porto!” “Oh, non serve chiamare la polizia federale...” disse Pepper, tirando fuori una pistola e puntandola contro i due agenti.

Poi, li portò dove c'erano gli uomini che lavoravano e disse, divertito: “Ehi, ragazzi, guardate cos'ho trovato...” “Ma sono i piedipiatti che hanno fatto la retata alla fabbrica!” esclamò, sorpreso, uno dei bestioni.

Intuendo la situazione, Toma esclamò: “Ah-ha. Quindi siete complice di questi furfanti!”

Sentendo quelle parole, uno degli uomini, ridendo, disse: “Complice? Uh uh uh... ti sbagli di grosso, amico!” “Pepper è il nostro capo.” spiegò, divertito, un altro.

Pepper, con un sorriso di vittoria, ammise: “Proprio così. Mi occupo di questo traffico da anni. Ho potuto agire indisturbato per molto tempo grazie al fatto che ero un agente federale. Ma poi la polizia federale ha cominciato a sospettare della fabbrica...” “Quando avete saputo il giorno in cui era prevista la retata non avete dovuto far altro che chiamare i vostri complici e far sparire la roba...” terminò Bardack.

Pepper annuì e annunciò: “Proprio così... e ora non dovrò far altro che sbarazzarmi di testimoni scomodi con l'aiuto di una bella pallottola...” “Fossi in te, prima di fare previsioni, mi darei un'occhiata intorno.” commentò una voce alle sue spalle.

MANI IN ALTO! SIETE IN ARRESTO!” urlarono, in coro, un mare di agenti federali, capitanati dall'agente Salt e da Vegeta.

In poco tempo, Pepper e i suoi uomini si arresero e vennero arrestati.

Prima di andarsene, l'agente Salt strinse la mano a Toma e si congratulò: “Idea geniale quella d'infilarvi nel camion per localizzare il vero traffico! Siete stato davvero in gamba!” “G – grazie...” disse, imbarazzato, Toma.

Una volta che Salt se ne fu andato, Vegeta mise il braccio attorno alle spalle di Toma e sibilò, con un sorriso che annunciava guai all'orizzonte: “E adesso a noi due, commissario Toma.”

Vedendosi scoperto, Toma sospirò: “Sigh. Come l'avete scoperto?” “Ho incontrato Nio che mi ha raccontato della visita guidata... dopodiché non ho dovuto far altro che far cantare i vostri complici, che erano, ovviamente, i vostri compagni di squadra.” raccontò Vegeta.

Dopo un attimo di silenzio, Bardack domandò: “Ma come avete fatto a trovarci?” “Grazie ai vostri cellulari. Non vedendovi tornare, ho chiesto ai tecnici del laboratorio di localizzare i segnali dei vostri telefoni e ci hanno portati qui, dove io e gli altri agenti federali abbiamo ascoltato la confessione di Pepper.” spiegò il commissario.

Bardack e Toma rimasero in silenzio.

Come poteva punirli Vegeta?

Dopo qualche minuto d'angoscia, il commissario fece un sospiro e disse: “Dovrei punirvi... ma poiché avete risolto il caso, ci metterò una pietra sopra.” “Grazie, Vegeta.” lo ringraziarono i due agenti.

Tuttavia, Vegeta non aveva ancora finito con Toma: “Quanto a te, faresti meglio a raccontare alla tua ragazza la verità.” “Ci proverò, Vegeta...” sussurrò Toma, preoccupato.


Vegeta, perché quella ragazza ti ha chiamato agente?!” domandò, esterrefatta, Echalotte mentre, assieme al marito, si dirigeva verso casa.

Il commissario, mentre si allontanava dalla centrale e dalla giovane donna coi capelli neri, che sembrava aspettare con ansia qualcuno, disse: “E' una lunga storia, Echalotte. Adesso ti racconto...”

Nel frattempo, all'interno del commissariato si sentì l'urlo di Panbuukin: “CHE COSA?! LE HAI DETTO CHE TI HANNO PROMOSSO?!” “CAPO DELLA POLIZA?! MA COME TI E' SALTATO IN TESTA?!” aggiunse, adirata, la voce di Bardack.

In mezzo a quelle urla, si sentì la voce bassa e imbarazzata di Toma: “Mi dispiace, ragazzi, ma è più forte di me...”

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