La rivincita di Vega

di guimug
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


LA RIVINCITA DI VEGA

 

 

 

 

1

 

 

 

Il mostro spaziale si preparava a colpire, dai suoi occhi partirono i micidiali raggi vegatron luminosi e mortali; Alcor con una veloce imbardata portò il suo veicolo fuori portata ma nel fare questa manovra si venne a trovare direttamente sotto il fuoco incrociato dei minidischi di scorta.

 

"Raggi ciclonici!!!!", dalle ali del Goldrake 2 partirono le due scariche che ridussero in briciole i minidischi più vicini.

 

"Ma dov'è finito Actarus?", si chiese il giovane pilota, "Da solo non posso farcela a sostenere l'attacco……Actarus, Actarus, dove sei, mi ricevi?? Actarus, ho bisogno di aiuto!!!!"

 

La radio continuava a restare muta, nessuno rispondeva al suo disperato appello; un colpo fortissimo in coda lo fece trasalire, la catena uncinata del mostro di Vega si era abbattuta sul veicolo danneggiando gravemente gli stabilizzatori, Alcor cercò di richiamare il veicolo che si stava lanciando in una pericolosa vite ma un secondo colpo lo prese direttamente sul motore di destra che cominciò a bruciare.

 

"Actarus dove sei?????? Dott. Procton, sono colpito, sto precipitando….mayday, mayday!!!!!", nessuno rispose alle sue grida disperate mentre il Goldrake 2 veniva colpito da una raffica di raggi vegatron che gli bruciarono tutti i circuiti di alimentazione; la consolle di comando esplose investendo in pieno Alcor……era la fine, dopo tante battaglie il valoroso pilota affrontava ora la disfatta e mentre precipitava non smetteva di chiamare il suo amico che quella volta misteriosamente non era accorso in suo aiuto "Actarus" ripeteva ormai mentre sentiva la vita sfuggirgli "Actarus……dove sei….aiuto…Actarus…."

 

Alcor aprì gli occhi, il sole illuminava la sua stanza alla fattoria Betulla Bianca, fuori udiva le voci di Rigel e Mizar intenti ad accudire i cavalli, sbattè le palpebre un paio di volte….aveva di nuovo avuto lo stesso incubo, era solo in mezzo al cielo contro una moltitudine di nemici e nessuno lo veniva ad aiutare; aprì la finestra per inspirare la fresca aria del mattino, fuori era una magnifica giornata ed il cielo era terso e sgombro da nuvole e soprattutto da qualsiasi oggetto volante.

 

"Ormai è passato un anno da quando la guerra è finita, non capisco come mai ho cominciato ad avere questi incubi…ormai è una settimana che faccio sempre lo stesso sogno"

Dalla cucina una voce lo chiamò "Alcor, vieni a fare colazione", era Venusia che da quando aveva smesso la sua uniforme da combattimento si era trasformata in una perfetta donna di casa, dopo averle risposto che sarebbe sceso subito Alcor pensò che forse lei, con la quale aveva condiviso i rischi e gli orrori della guerra, avrebbe potuto capirlo se le avesse raccontato ciò che gli stava succedendo.

 

"Oh, finalmente dormiglione!" lo apostrofò Venusia quando il ragazzo comparve in cucina "Credi forse che io sia qui ad aspettare i tuoi comodi? Avanti, siediti e mangia in fretta che mio padre ha bisogno di te per domare quel cavallo"

Alcor si sedette a tavola e si versò una tazza di caffè, mentre la sorseggiava il suo sguardo si posò sulla ragazza intenta a rigovernare le stoviglie. Venusia aveva poco più di vent'anni ma la guerra l'aveva resa matura e dai suoi occhi questo traspariva come traspariva anche quel velo di tristezza che la partenza del suo amato Actarus verso il natio pianeta Fleed vi aveva lasciato; povera Venusia, da quel giorno non si era praticamente più mossa da casa, per lei il mondo esterno era come se non esistesse e spesso Alcor l'aveva sentita singhiozzare di notte con lo sguardo rivolto verso la Croce del Sud ove sapeva essere il pianeta Fleed.

 

L'unica sua compagnia, a parte gli abitanti della fattoria, erano gli uomini del personale della base del Dott. Procton ove si recava spesso sperando che lo scienziato riuscisse prima o poi a mettere a punto un sistema di comunicazione intergalattico, un progetto a cui stava lavorando, che le permettesse di mettersi in contatto con Actarus e Maria.

Già, Maria …. Alcor abbozzò un sorriso al ricordo della vivace ed incauta sorellina di Actarus, così giovane eppure così coraggiosa ai comandi della Trivella Spaziale; quante volte aveva dovuto frenarla in battaglia eppure quante volte il suo intervento si era rivelato risolutivo.

Si era invaghita di lui la piccola Maria, e anche Alcor capiva che fra di loro sarebbe potuto nascere qualcosa ma la ferita ancora aperta della separazione da Sayaka Yumi e l'incalzare della guerra non avevano permesso lo sbocciare di quel sentimento e alla fine della guerra i due fratelli erano subito partiti alla volta del loro pianeta natale.

 

Si riscosse dai suoi pensieri alla voce di Venusia che gli chiedeva se avesse finito la colazione, "Uh….si, grazie Venusia, senti volevo parlarti di una cosa un po' strana……sai, sono alcune notti che continuo a fare degli strani sogni"

"Che sogni?" chiese la ragazza, mentre una strana ombra le si dipingeva sul viso. "Sogni che riguardano la guerra" continuò Alcor "continuo a rivedermi ai comandi del mio veicolo mentre affronto da solo l'attacco delle armate di Vega, i nemici sono troppi per me ma nonostante continui a chiamare Actarus lui non viene mai in mio aiuto e regolarmente finisco per soccombere"

Venusia esitò qualche secondo prima di rispondere, poi dopo un lungo sospiro disse "E' strano, anch'io ho fatto dei sogni simili…….ho visto le truppe di Vega attaccare la base e la fattoria spargendo il terrore e nessuno veniva a salvarci, chissà forse l'avvicinarsi del primo anniversario della fine della guerra ci ha risvegliato le paure che allora tenevamo nascoste e che ora ci si ripresentano sotto forma di sogni"

"Può darsi, speriamo che passino presto perché comincio a sentirmi un po' esaurito….comunque, a proposito dell'anniversario, come vanno i preparativi per la festa?"

Discussero per un po' dell'organizzazione del picnic alla fattoria per celebrare l'avvenimento e che si sarebbe svolto il prossimo sabato, quindi Alcor uscì per andare ad aiutare Rigel e Mizar.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


2

 

 

 

L'astronave, simile ad un gigantesco cuneo, si avvicinava lentamente alla faccia nascosta della luna protetta dallo schermo di dissimulazione che la rendeva invisibile ai radar dei satelliti di difesa terrestri; dal ponte di comando due occhi ansiosi scrutavano il satellite alla ricerca di qualcosa, qualcosa che aveva la massima importanza.

"Generale Phobos, siamo in vista del punto XK!"

"Molto bene navigatore", rispose l'ufficiale "riduca la velocità e si porti sulla verticale esatta, hangar preparate la mia navetta per la discesa!"

 

La nave spaziale si fermò sull'oscura superficie della luna e dal suo ventre un piccolo disco uscì dirigendosi verso un punto ben preciso, giunto a pochi metri dal suolo la navetta accese i fari e cominciò a sciabolare l'arida superficie lunare fino ad illuminare un grosso cratere dal quale emergevano diverse rovine.

"Ecco i resti della base generale, devo lasciarla in un punto particolare?" "Si pilota, portati dove c'era la centrale comando….se quello che cerco è ancora lì lo troverò!"

La navetta si portò a ridosso dei resti della torre più grossa che una volta spiegava i suoi grandi ombrelli-hangar per accogliere le astronavi ed ora era ridotta ad un moncone sgretolato.

"Azionate il raggio vettore!"

Dalla navetta scaturì una specie di tubo luminoso composto da pura energia attraverso il quale il generale Phobos scese sulla superficie lunare "State pronti a raccogliermi quando darò il segnale!"

"Agli ordini generale!"

 

Non fu difficile penetrare in quel che restava della base avanzata di Vega, le mura presentavano numerosi squarci ove le bombe di autodistruzione azionate da Re Vega in persona prima dell'ultimo disperato attacco contro la terra avevano compiuto la loro opera; Phobos si inoltrò per i corridoi sventrati e le sale controllo distrutte scavalcando mucchi di macerie fino a raggiungere un enorme portellone corazzato che sembrava aver resistito alla furia delle esplosioni.

Il generale si tolse dal collo una specie di medaglione a quattro punte, l'emblema reale di Vega, e lo inserì in un incavo della porta; subito una piccola consolle uscì da una feritoia del portone, Phobos digitò velocemente una password ed il portone, seppur con una certa difficoltà, si aprì.

 

All'interno vi era una piccola stanza all'apparenza insignificante, con al centro una specie di cilindro metallico collegato ad un computer ormai inservibile, Phobos abbozzò un sorriso, non si era sbagliato!!

Velocemente si avvicinò al cilindro e lo staccò dalla sua sede, quindi tornò all'esterno e chiamò la sua navetta perché lo venisse a prendere.

Mentre ritornavano alla nave madre il pilota osò chiedere "Generale, cosa siamo venuti a fare qui?".

Phobos rispose "Questo cilindro contiene la chiave per prenderci la riscossa sugli odiati terrestri, qui sono contenuti i codici sorgente per creare i mostri di Vega ed ora che Goldrake non è più lì a difenderli per gli abitanti della terra non ci sarà scampo.

Io, Generale Phobos, realizzerò il sogno del nostro amato sovrano e saprò vendicare la sua morte!!!

Ponte, fate subito preparare la camera genetica, cominceremo subito a creare il mostro più potente che si sia mai visto……presto sulla terra si accorgeranno che Vega non è morto ah ah ah ah ah ah ah ah ah!!!!!!!!!!!"

 

 

 

3

 

 

 

"Harada, tutto in ordine?"

"Nulla da segnalare Dott. Procton, nessuna attività spaziale"

Era il solito scambio di battute che puntualmente si ripeteva ogni giorno quando il Dott. Procton entrava nella sala controllo dell'istituto di ricerca che per tanto tempo era stato la base di difesa contro gli attacchi dallo spazio e che ora era tornato al suo ruolo originario di base scientifica per lo studio dei misteri del cosmo.

"Ormai i radar sono diventati degli oggetti superflui caro professore, quasi non mi dispiacerebbe che un disco volante ci facesse una visita, così, per rompere la monotonia"

"Non lo dica nemmeno per scherzo Harada, il ricordo della guerra è ancora troppo recente perché noi si possa voltare pagina completamente, molte città sono ancora da ricostruire e la gente comincia solo adesso a tornare ad una vita normale, per questo è così importante la celebrazione dell'anniversario di sabato prossimo"

"Andrà alla festa alla fattoria?"

"Certamente, Rigel e la sua famiglia meritano che noi si trascorra questa ricorrenza assieme a loro dopo tutto il sostegno che ci hanno dato e poi preferisco la compagnia dei veri amici ai discorsi altisonanti di qualche politico che cercherà di prendersi meriti che non gli competono"

"Già, lei non ha mai amato i politici, soprattutto dopo quell'incidente alla conferenza di Ginevra quando boicottarono il suo sistema di satelliti di difesa…….però c'è da dire che la colpa fu soprattutto dell'inaspettato attacco di Vega"

"Certo, però anche dopo aver toccato con mano l'orrore della ferocia di Vega non si convinsero, va beh, lasciamo da parte questi discorsi sterili e dedichiamoci al nostro lavoro; a che punto siamo con l'induttore di particelle subspaziali?"

Harada digitò alcuni comandi su una tastiera e sul grande schermo apparve l'immagine di un vasto locale ingombro di macchinari e di tecnici in camice bianco che si affaccendavano intorno ad un gigantesco generatore.

"Ormai stanno ultimando gli ultimi controlli, se tutto va bene per la festa potremo fare una sorpresa a tutti realizzando il primo collegamento subspaziale con la stella Fleed!"

Procton osservò lo schermo, finalmente avrebbe potuto risentire la voce di Actarus……..Actarus che lui raccolse ferito tanti anni prima e che aveva imparato ad amare come se fosse suo figlio, che meraviglia sentirsi chiamare di nuovo "padre".

 

Mentre nella sala del generatore i tecnici continuavano a collegare circuiti in un'altra sala non meno imponente ma collocata su di un'astronave in orbita attorno alla luna altri scienziati erano intenti in un non meno febbrile lavoro.

"E' pronta la camera di clonazione?"

"Si generale Phobos, manca solo la matrice originaria e poi potremo collegarla al cilindro prelevato sulla base"

"Bene, ora vi consegnerò la matrice"

Phobos uscì dalla stanza e si recò nel suo alloggio, qui aprì una cassaforte ed estrasse un astuccio in metallo e vetro al cui interno era contenuta una fiala piena di un liquido verdastro.

"Grande Re Vega, questa fiala del vostro sangue ci darà la vittoria!!!"

Estrasse la fiala dall'astuccio e la portò nel laboratorio ove un tecnico, tremando per la riverenza e l'emozione, la prese in consegna ponendola su un alloggiamento all'interno della camera di clonazione.

"Possiamo dare il via all'operazione ad un suo comando generale!"

"Procedete pure!!" fu la risposta di Phobos.

Il tecnico abbassò una serie di interruttori e dall'altissimo soffitto della stanza scesero due proiettori che si posizionarono sopra il supporto della fiala.

"Iniziare sequenza primaria!" ordinò il tecnico ed a quel comando una squadra di operatori cominciò a far scattare leve ed interruttori.

Subito dai proiettori cominciarono a scaturire due abbaglianti raggi di luce verde che si unirono poco al di sopra della preziosa reliquia creando una sorta di cupola che si ingrandiva lentamente al pari del sangue contenuto nella fiala che, dopo averla spezzata, si era trasformato in una sorta di bolla protoplasmatica in continua crescita.

"Aprire il circuito dei codici-sorgente!"

"Si generale!!"

Il circuito che collegava i proiettori al cilindro fu azionato e la luce cambiò da verde ad azzurra con scariche simili a fulmini.

"Quanto tempo ci vorrà perché l'operazione sia completa?"

"Alcune ore generale, la chiameremo quando sarà tutto pronto"

"Mi troverete nei miei alloggi" e girando sui tacchi si allontanò a grandi passi.

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


4

 

 

 

Alcor stava sudando mentre la voce nasale di Rigel lo incalzava "Allora pelandrone, ci vuole tutto il giorno per portare quei tavoli sul prato, guarda che se non ti muovi prendo il frustino dei cavalli e ti faccio vedere io……..Mizar, ti muovi con quelle sedie, c'è ancora il palco da montare e tutto deve essere pronto per stasera!!!!!!"

"Ma papà" si lamentò Mizar "sono solo le sette del mattino, se cominci ad urlare così a quest'ora stasera non avrai più fiato"

"Taci tu scansafatiche, e continua a lavorare……la festa di stasera è troppo importante per trascurare anche il più piccolo dettaglio ……. Venusia, ti sei ricordata di mandare gli inviti a quelli della base, non ci faranno lo sgarbo di non intervenire vero?"

"Si papà, non ti preoccupare, ho invitato anche Banta e sua madre"

"Beh…..di loro avrei anche fatto a meno….ma del resto sono i nostri vicini….ALCOR ALLORA TI VUOI SBRIGARE, COMINCIA A LAVORARE AL PALCO!!!!!!"

Alcor sorrise, quella scena gli sembrava di averla già vista; era arrivato da poco alla fattoria col suo TFO e anche allora ci si preparava ad una festa campestre, solo che quella volta l'allegria era stata spazzata via da un attacco di Vega ed era stato proprio allora che lui aveva scoperto l'identità segreta del garzone di stalla della fattoria Betulla Bianca.

Stavolta però non ci sarebbero stati inconvenienti e ci si sarebbe potuti divertire allegramente, e poi il Dott. Procton aveva annunciato una sorpresa speciale….chissà a cosa voleva alludere, a nulla erano valsi i tentativi di farlo sbottonare

Tra l'altro anche gl'incubi sembravano avere deciso di dargli un po' di tregua, ormai erano tre notti che dormiva tranquillo…..chissà, forse si era trattato veramente del riaffiorare di antiche paure inconsce; ora l'importante era finire quel benedetto palco dal quale il Dott. Procton avrebbe fatto un discorso e che poi sarebbe servito ai musicisti per la serata danzante.

Col passare delle ore i preparativi proseguivano spediti, anche Banta era venuto a dargli una mano ed a metà pomeriggio tutto era pronto, bastava solo attendere che il sole calasse per dare inizio alla festa.

 

Verso le sette di sera gli invitati cominciarono ad arrivare, prima quelli delle fattorie vicine e poi il personale della base col Dott. Procton, un grande grill ardeva in un angolo carico di cibo che si rosolava allegramente e che non aspettava altro che il festoso assalto dei convitati che non si fece certo attendere.

Alla fine del pranzo Rigel si arrampicò sul palco e, preso il microfono, cominciò a parlare:

"Un momento di attenzione prego, siamo qui riuniti per celebrare il primo anniversario della fine della guerra contro gli spaziali di Vega, sappiamo tutti quanto ci è costata ma adesso che viviamo in pace è giusto ricordare chi ha combattuto per liberarci dal pericolo di una fine terr………."

Non riuscì a finire la frase, la sua attenzione al pari di quella degli altri invitati fu attirata da una scia color fuoco che attraversava il cielo

"Ohhhhh, una stella cadente!!!!" esclamò Banta

Alcor, Venusia ed il Dott. Procton si scambiarono un'occhiata carica di tensione, da esperti avevano capito che quella traiettoria troppo rettilinea non poteva essere quella di una comune meteora.

Come un sol uomo balzarono sulla jeep della base e schizzarono via inseguiti dalla voce di Rigel "Professore, Alcor dove andate? Anche tu Venusia, ma ti sembra il modo di comportarti?"

 

Mentre si dirigevano alla base Alcor chiese al professore "Pensa anche lei quello che penso io?" "Si Alcor, quello era un UFO!"

"Ma non possono essere ancora quelli di Vega vero?" disse Venusia con un'incrinatura nella voce; no, non poteva ricominciare tutto, era la festa per la fine della guerra e qualcosa dallo spazio scendeva ancora a turbare la pace……..e stavolta Actarus non c'era!

Entrarono nella sala controllo dell'istituto:

"Harada, che mi dice?"

"Professore, un oggetto volante non identificato è entrato nell'atmosfera ed è sceso dietro la montagna"

"Si è schiantato? Come un meteorite intendo"

"No professore, non si registra nessun impatto violento, qualsiasi cosa fosse è atterrata dolcemente"

"Alcor, Venusia……ve la sentite di andare a controllare?"

I due ragazzi rimasero per un attimo interdetti, in quel momento passarono davanti ai loro occhi tutti gli incubi che nei giorni passati li avevano tormentati e furono tentati di rifiutare.

Ma fu solo un attimo

"Certo professore!!" risposero all'unisono e corsero verso gli hangar dove da un anno riposavano i loro veicoli, provarono una strana sensazione a reinfilarsi le tute di volo e a prendere posto sui pod che li avrebbero portati ai loro velivoli e una punta di nostalgia la provarono vedendo il terzo pod, quello di Maria, desolatamente vuoto.

 

Le gondole si mossero lungo i tubi di collegamento e portarono i due piloti rispettivamente al Goldrake2 ed alla Trivella Spaziale, un minuto per riprendere confidenza con i comandi e le catapulte li proiettarono all'esterno.

"Venusia dividiamoci e perlustriamo la zona"

"Ok Alcor"

"Mi raccomando, siate prudenti e non fate mosse azzardate…..se veramente c'è qualcosa avvertitemi subito"

Sembrava che il tempo fosse tornato indietro, quei comandi, quelle raccomandazioni che non avevano più udito da tanto tempo uscivano automaticamente dalle loro bocche.

 

 

 

5

 

 

 

 

Dietro la montagna l'astronave del generale Phobos si era posata sul fondo di un vallone

"Navigatore, pensa che ci avranno avvistati?"

"Sicuramente generale, lo schermo di dissimulazione non funziona all'interno dell'atmosfera terrestre"

"Quindi dovremo attenderci qualche visita inopportuna, pazienza….fate uscire i minidischi!!!"

Due portelli si aprirono su ciascun fianco della nave ed altrettanti stormi di minidischi uscirono circondandola come uno sciame attorno al proprio alveare.

"Generale, due velivoli terrestri in avvicinamento!"

"Lo sapevo, saranno quegli idioti del centro spaziale dobbiamo allontanarli, minidischi all'attacco!! Colpite gli insediamenti della zona e fatevi seguire dai due velivoli terrestri"

I mortiferi sciami di navette spaziali si allontanarono in direzioni opposte per portare il loro carico di morte sugli ignari terrestri che festeggiavano beatamente, i primi colpi che si abbatterono sulle case produssero per lo più sorpresa e ci fu addirittura qualcuno che li scambiò per fuochi artificiali ma ben presto il terrore si impadronì della gente, quel terrore che credevano di aver dimenticato…..la guerra era tornata ad esigere il suo tributo.

"Alcor, Venusia" la voce di Procton uscì chiara dagli auricolari "ci sono stormi di minidischi che stanno bombardando le città sia a nord che a sud, intervenite!"

"Ma…..allora….sono tornati……ma Vega non era morto??"

"Non perderti in chiacchiere Venusia, tu vai a nord mentre io andrò a sud…..presto!!!"

I due veicoli schizzarono in direzioni opposte pronti a fronteggiare ancora una volta il nemico; lo scenario che si presentò ai due piloti era fin troppo familiare: fiamme, rovine, gente che correva ed ovunque i minidischi che non cessavano di scagliare i loro terribili raggi.

"Maledetti" urlò Alcor "siete tornati, non vi è bastata la lezione………lame cicloniche!!!!!!"

Le lame scattarono colpendo quattro minidischi in successione, quindi si unirono a formare un cuneo che distrusse altri due velivoli.

"E adesso raggio ciclonico!!!!!" urlò il valoroso pilota distruggendo altri due minidischi.

Venusia dal canto suo aveva anche lei il suo bel da fare contro l'altro stormo "missili perforanti……..bomba termica……..missili perforanti!!!"

Sparava all'impazzata colpendo minidischi a destra e a manca e qualche volta, sfruttando le acuminate punte della trivella, arrivava addirittura a speronarli attraversandoli letteralmente.

 

Mentre la battaglia infuriava Phobos si preparava all'attacco decisivo, il suo obiettivo era il laboratorio ove sapeva che risiedeva colui che riteneva il vero artefice della sconfitta del suo sovrano, ora avrebbe potuto dargli la giusta vendetta.

Si recò nell'hangar più grande dell'astronave che era immerso nell'oscurità, con un telecomando accese i potenti riflettori che illuminarono una colossale figura dalla sgargiante livrea rossa.

"Vi saluto potente Vega, grazie a me avete potuto rivivere all'interno di questo potentissimo mostro da combattimento per potervi finalmente vendicare di chi ha sconfitto la grande armata della stella Vega.

Noi siamo gli unici sopravvissuti di quel grande popolo ma con il vostro aiuto potremo conquistare questo pianeta e ricreare la grande razza padrona dell'universo."

 

Il mostro da combattimento chinò la testa a mostrare di aver capito le parole del generale Phobos quindi emise un ringhio fortissimo.

"Andate ora, distruggete il laboratorio del Dott. Procton e riportate il grande popolo di Vega ai suoi antichi splendori!!

Aprite il portello!!!"

Il portello fu aperto ed il mostro uscì all'aperto, esitò un attimo per orizzontarsi e quindi spiccò il volo alla volta del laboratorio, seguito a breve distanza dall'astronave madre.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


6

 

 

 

"Professore, guardi lo schermo!!!!!"

Harada era terrorizzato, indicava il grande schermo ottagonale sopra le consolle di controllo che inquadrava le due minacciose figure in avvicinamento.

"Che direzione hanno?"

"Vengono verso di noi professore!!!"

"Presto, chiudere la cupola protettiva ed armare le difese!!!!!!!!"

La grande cupola protettiva, realizzata con la stessa lega con la quale era stato costruito Goldrake fu abbassata a coprire l'intera struttura della base mentre dal terreno spuntavano batterie di cannoni a raggi ciclonici pronte a respingere l'attacco.

"Non so quanto potremo resistere …. Alcor, Venusia come vanno le cose da voi?"

Fu Alcor a rispondere "Sono tantissimi professore, sto facendo molta fatica a tenerli a bada!!"

"Anch'io sono in difficoltà, più ne abbatto e più sembrano arrivarne" replicò Venusia.

"Dovete cercare di sganciarvi, siamo sotto attacco……i minidischi erano un diversivo per allontanarvi, siamo sotto il tiro di un mostro da combattimento e di un'astronave gigantesca!!!!"

Aveva appena finito di pronunciare queste parole che dall'astronave partì una scarica di raggi vegatron che colpì in pieno la cupola facendo tremare il laboratorio fino alle fondamenta; qualche calcinaccio si staccò dal soffitto e cadde sulle consolle.

"Fuoco coi cannoni ciclonici!!!" comandò Harada e dalle batterie della base partì una salva di raggi diretti verso i due nemici che furono colpiti in pieno ma senza risentirne.

"Pazzi, cosa credete di fare con le vostre ridicole armi" ghignò Phobos, e afferrando un microfono si mise in contatto direttamente con la base

"Sono il generale Phobos, comandante dell'armata d'assalto di Vega il Grande, arrendetevi e consegnateci il Dott. Procton se volete salva la vita!!!!"

"Mai!!!" fu la risposta di Procton "Abbiamo combattuto duramente per conquistare la pace e non ce la faremo portare via tanto facilmente!!!" e alle sue parole fece seguire un'altra scarica di raggi ciclonici che però fecero lo stesso effetto della prima.

"L'avrete voluto voi…..mostro Vega il Grande, attacca e distruggi!!!!!"

Il mostro, che al suo interno celava la mente del defunto sovrano galattico, non aspettava altro; ebbro di desiderio di vendetta si scagliò contro il laboratorio estraendo dalla schiena una gigantesca catena con alla fine una palla puntuta e cominciò a tempestare di colpi il laboratorio distruggendo tutte le batterie di cannoni ciclonici.

Poi, azzerate le difese cambiò arma ed estrasse una sorta di ciclopica scure con la quale cominciò a menare fendenti sulla cupola protettiva nel tentativo di scardinarla.

 

"Alcor, Venusia ……. correte subito ……. abbiamo bisogno di voi!!!!!" Harada non cessava di chiamare i due combattenti mentre i colpi inferti dal mostro cominciavano a sgretolare i muri della sala controllo.

"Arriviamo!!" fu la risposta simultanea dei due ragazzi che invertirono la rotta seguiti dai minidischi superstiti; in breve tempo furono in vista del laboratorio ed uno spettacolo terribile si presentò ai loro occhi, il mostro con il manico della scure stava cercando di scalzare la cupola dal suo alloggiamento e già era riuscito a sollevarla un poco.

"Venusia attacchiamo….non risparmiare i colpi……raggi ciclonici!!!!!"

"Bomba termica!!!!!!"

I due attacchi portati in contemporanea colpirono il mostro che, sorpreso, fermò la sua azione contro la cupola per voltarsi a vedere chi lo avesse assalito.

"Mostro da combattimento, lascia perdere questi due e concentrati sul laboratorio…..a loro pensiamo noi!!", ciò detto Phobos fece voltare l'astronave contro il Goldrake 2 e la Trivella Spaziale tempestandoli di raggi vegatron, aiutato dai minidischi.

 

"Qui si mette male Venusia …. attenta a destra, hai tre minidischi ad ore 3"

"Li ho vist….AHHHHHHHHHHHHHHHHH", la Trivella spaziale fu colpita dai raggi lanciati dai minidischi e sbandò pericolosamente di lato e solo la grande perizia di Venusia permise al velivolo di riprendersi, anzi con una manovra acrobatica la ragazza si portò alle spalle dei veicoli di Vega e, "bomba termica!!!!", li polverizzò.

Anche Alcor era alle prese con un buon numero di nemici e non solo, pareva che l'astronave ce l'avesse principalmente con lui; già due volte era stato sfiorato dai micidiali raggi vegatron ed entrambe le volte era riuscito a cavarsela ma stavolta aveva di fronte quattro minidischi: per evitare i loro colpi richiamò il velivolo in una cabrata ma così facendo si trovò in piena linea di fuoco dell'astronave che non si lasciò scappare l'occasione colpendo il Goldrake 2 ai motori che si incendiarono.

Per il velivolo era la fine e ad Alcor non restò altro che azionare il dispositivo di espulsione, mentre scendeva col paracadute vide il lontananza che anche alla Trivella Spaziale era toccata una sorte analoga, accerchiata da otto minidischi aveva avuto tali danni che Venusia si era dovuta lanciare.

 

 

 

7

 

 

 

Quando videro precipitare i due veicoli Harada e Procton furono presi da un moto di rabbia e sgomento, ora erano indifesi…..il mostro ormai aveva sollevato la cupola e si preparava a sventrare il laboratorio, non c'era più nulla da fare.

"Professore…..è la fine?"

"Si Harada …. ma se dobbiamo morire voglio almeno provare a mandare un ultimo messaggio……l'induttore di particelle subspaziali è operativo?"

"Si professore, si trova nel sotterraneo più profondo quindi non ha subito danni"

"Bene lo azioni e lo programmi per un messaggio di soccorso, se tutto funziona come deve Actarus raccoglierà il messaggio e se non potrà salvarci almeno ci vendicherà e libererà di nuovo la terra"

Con le lacrime agli occhi il fido assistente del professore corse fuori dalla sala controllo e con un ascensore si recò nella sala dell'induttore, sedette alla consolle di comando e digitò i codici di attivazione sulla tastiera, la gigantesca apparecchiatura cominciò a ronzare dapprima dolcemente poi sempre più forte.

Quando il quadrante segnò un livello di energia sufficiente Harada digitò un'altra sequenza che avrebbe attivato l'antenna subspaziale che per fortuna era dislocata ad una certa distanza dal laboratorio e quindi non aveva subito danni, impostò quindi il messaggio automatico di soccorso e digitò il comando per una trasmissione continua fino all'esaurimento dell'energia.

Aveva assolto il suo compito e poteva tornare dal professore per condividerne il destino.

 

Il mostro aveva finalmente distrutto la cupola di protezione ed ora aspettava solo il momento di calare il fendente decisivo che avrebbe distrutto il laboratorio con tutti i suoi occupanti ma Phobos lo fermò.

"Aspetta mostro Vega il Grande, tu che porti dentro di te lo spirito del grande Re Vega non devi dare una morte così rapida ai tuoi nemici, li catturerò io per te così li potrai veder soffrire!!!

Una pattuglia d'assalto con me, entriamo nel laboratorio!!!!"

Phobos con i suoi soldati scese dall'astronave e si avvicino alle rovine del laboratorio

"Dott Procton!!! Sono il generale Phobos, ormai sei sconfitto….vieni fuori!!!"

"Solo se prometti salva la vita ai miei collaboratori!!"

"Osi dettare delle condizioni?"

"Se non accetti non uscirò e dovrai farci uccidere tutti all'interno del laboratorio, privando il tuo sovrano della sua vendetta……che ne dici, te la senti di deludere il tuo re?"

"Maledetto" disse fra i denti Phobos "ha capito che ormai il mostro vuole quello che gli ho promesso e che siccome al suo interno alberga lo spirito di Re Vega lui non mi perdonerebbe un affronto simile"

"D'accordo Procton" gridò Phobos "accetto le tue condizioni….fai uscire il personale della base e gli permetterò di allontanarsi senza fargli alcun male, hai la mia parola!!"

 

"Ragazzi" disse Procton "uscite senza timore ma molto lentamente….dobbiamo guadagnare tempo, se Actarus ha raccolto il segnale di soccorso verrà in nostro aiuto e sappiamo che Goldrake può viaggiare ad una velocità incredibile coprendo in poche ore immense distanze intergalattiche"

"Ma professore, e lei si consegnerà al nemico….noi non vogliamo abbandonarla……vogliamo restare con lei!!"

"Non discutete e fate come vi ho detto!!"

"Allora Procton" tuonò Phobos "quanto ci vuole?"

"Generale Phobos, sto convincendo i miei uomini ad eseguire quanto abbiamo concordato, ti prego di avere solo un po' di pazienza…..allo stato attuale delle cose un'ora in più o in meno che differenza vuoi che faccia?"

"Hai ragione Procton, e poi la vendetta è più gustosa se attesa a lungo…..ma non esagerare con i temporeggiamenti!!!"

"D'accordo Phobos!!"

 

Lentamente il personale della base cominciò ad uscire, a due o tre per volta, lentamente con aria triste……l'aria di chi ha assaporato la sconfitta.

Harada fu l'ultimo ad uscire e raggiunse i compagni sull'altura vicina per dare l'ultimo sguardo al laboratorio.

Era il momento, con un sospiro Procton si avviò all'uscita e si presentò davanti all'imponente figura del generale Phobos

"Sei mio alla fine, questa volta nessuno ti potrà salvare!!!"

"Ne sei sicuro???? Prendi questo!!!!" un sottile raggio verdastro colpì Phobos alla spalla facendolo cadere a terra

"Presto professore, da questa parte!!!"

"Alcor, sei tu?"

"Si professore, e c'è anche Venusia …… presto dobbiamo rifugiarci nelle caverne, già una volta Actarus buggerò Hidargos nascondendosi la dentro!"

"Maledetti, mi hanno giocato" abbaiò Phobos "presto inseguiteli!!!"

Le truppe d'assalto si lanciarono dietro i fuggitivi ma bastarono pochi colpi delle pistole di Alcor e Venusia per gettarne a terra più della metà

"Siete degli inetti, torniamo sull'astronave……bombarderemo a tappeto la zona e voglio vedere come se la caveranno……mostro da combattimento pronto all'azione!!!"

 

In quel momento un saettante raggio azzurro scese dal cielo colpendo in pieno l'astronave di Phobos aprendogli un grosso squarcio sulla fiancata da cui sfuggivano fiamme in quantità.

"Ma quello……." disse Venusia, "Si, era il tuono spaziale ma come è possibile? Professore ma……"

"Non mi dica che è riuscito a mettersi in contatto con Actarus?" chiese Alcor non meno stupito

"Volevo farvi una sorpresa per la festa, per questo non vi avevo detto nulla dell'induttore di particelle subspaziali, meno male che sono riuscito terminarlo in tempo"

 

Intanto dalle nuvole stava uscendo la ben nota sagoma di Goldrake.

"Maria, scendi a terra e vai ad aiutare il professore e gli altri, io penso al mostro"

"Si Actarus!" rispose la ragazza

Il disco scese poco lontano da Alcor e compagni e la fanciulla balzò a terra correndo verso i suoi amici

"Maria, ci sei anche tu??" si stupì Alcor

"Cosa credevi, che ti avrei lasciato fare la parte dell'eroe tutto da solo?" lo schernì sorridendo la ragazza prima di travolgerlo con un abbraccio soffocante

"Presto, alle grotte……di corsa!!!"

 

"Maledetto Goldrake, sei tornato…..meglio, la vendetta di Re Vega sarà più completa……mostro da combattimento, attacca Goldrake e distruggilo"

Il mostro, riconoscendo il suo antico nemico emise un possente ringhio e si preparò al combattimento

"Goldrake avanti!!!!" esclamò Actarus liberando il robot dal disco ed atterrando di fronte al mostro

"Così sei tornato dannato Vega, ora mi libererò di te una volta per tutte!!!! Boomerang elettronici!!"

Le due falci affilatissime si staccarono dalle spalle di Goldrake e volarono verso il mostro che però le respinse col manico della scure, contrattaccando nel contempo con la pesante catena ferrata.

Goldrake fu preso in pieno dalla gigantesca palla metallica, perse l'equilibrio e cadde all'indietro; in un attimo il mostro gli fu sopra e dalla bocca cominciò ad emettere un raggio infuocato diretto sulla testa del robot.

"Maledetto, sei un duro eh…..raggio antigravità!!!"

Il mostro fu proiettato in alto dal raggio multicolore di Goldrake

"Maglio perforante!!"

Il forte pugno rotante partì e colpì il mostro ad una spalla staccandogli di netto il braccio sinistro

"Sei mio!!" gridò Actarus, ma il mostro ben lungi dal darsi per vinto attaccò coll'unico braccio rimasto brandendo la scura

"Alabarda spaziale!!"

La grande alabarda uncinata si formò nelle mani di Goldrake appena in tempo per fermare l'assalto del mostro, le due armi si incrociarono ed i due colossi rimasero bloccati in una prova di forza titanica.

 

Nel frattempo l'astronave di Phobos, pur danneggiata, cercava di recuperare il suo comandante ma perdendo quota venne a trovarsi esattamente dietro Godrake il quale una volta accortosene elaborò velocemente una strategia per farla finita in un sol colpo di tutti e due i nemici..

Abbrancò il mostro e, "Balzo cosmico!!", spiccò un salto verso l'alto portandosi dietro il mostro; giunto alla giusta quota lo scaraventò contro l'astronave mirando allo squarcio che prima aveva aperto, rientrò quindi nel disco e "Disintegratori multipli, disintegratori paralleli, tuono spaziale!!!!!!!"

L'astronave, colpita in pieno da quella micidiale tripla scarica esplose assieme al mostro con un boato assordante.

Phobos non poteva credere ai suoi occhi, aveva fallito, i suoi sogni si erano infranti ma c'era ancora una cosa che poteva fare: uccidere Procton!!

Si slanciò dietro i fuggiaschi che ancora non erano arrivati alle grotte "Proctooooon, Proctooooon, maledetto….muori, muori!!!!!" e sparava all'impazzata contro il gruppo in fuga ma un raggio mortale lo colse in pieno petto fulminandolo.

"Accidenti Maria, che mira!!" esclamò Alcor

"Già, ti conviene rigare dritto con me altrimenti………."

 

 

 

Epilogo

 

 

 

Alla fattoria Betulla Bianca finalmente si poteva sorridere, Rigel e Mizar erano al settimo cielo per la gioia di rivedere il loro caro Actarus e non smettevano di fargli domande su Fleed e su come avesse fatto a raggiungerli così in fretta.

"In realtà" raccontava Actarus  "era da qualche tempo che avevo degli strani presentimenti, e così anche Maria continuava a fare degli strani sogni in cui vedeva cose terribili accadere sulla terra. Così avevamo deciso di costruire un enorme impianto di comunicazione per metterci in contatto con la terra se non che, l'altra notte, Maria ha avuto una visione ancora più spaventosa ed abbiamo deciso di partire per venire a vedere di persona, il vostro messaggio di soccorso ci ha raggiunti mentre eravamo in viaggio, ecco perché siamo riusciti ad arrivare in tempo."

"Allora era il tuo potere telepatico la causa dei nostri incubi?" chiese Alcor a Maria.

"Penso di si, quando c'è un legame forte fra due persone non c'è distanza che tenga…..quei due sono uniti per la vita", disse la ragazza arrossendo.

"Maria ma allora……."

"Si Alcor, ora sono tornata e non me ne vado più via…..se tu vuoi"

"Se  voglio, e me lo chiedi? Ma….. Actarus?"

“Credo che qualcun altro sarebbe felice di ripartire con lui, non è vero Venusia?”

Venusia a quelle parole guardò Actarus, il suo sguardo valeva più di mille dichiarazioni d'amore ma partire, lasciare suo padre…….

Rigel le si avvicinò e con voce rotta dalla commozione le disse

"Hai sentito Maria, quando due persone sono legate da un sentimento forte non c'è distanza che tenga…….noi saremo sempre insieme!"

"Papà!!!!!!!" esclamò Venusia abbracciandolo forte

"Ehi ehi piano piano, ho una certa età……e tu Actarus, mi raccomando………..qualche volta vieni a trovarci, la prossima festa della pace deve avere anche la tua presenza".

"Rigel, questa sarà sempre la mia seconda patria e ti prometto che tornerò a trovarti ancora"

Il sole splendeva alto nel cielo, un cielo finalmente libero ed amico.

 

 

 

                                                                                                                                             

FINE

 

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