Qualcosa di noi....

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***



Capitolo 1
*** 1_prologo ***


Sono in macchina che guido verso casa.

Guardo verso il pavimento della macchina, un po’ di sabbia è scivolata fuori dalle mie scarpe. Appena arrivo a casa chiedo a Fabio di levarla, se tutto va bene tra due orette dovrei esserci, ho da poco la patente ed è notte fonda, non mi fido ad andare veloce, anche se ormai questa strada la conosco a memoria, ogni anno questa notte vengo sempre qua, mi fa in qualche modo sentire di nuovo vicina a lui…lui che non ho mai dimenticato: Nicolas.

Sono passati quattro anni da quella notte qui alla spiaggia di Pinamar, quasi quattro anni che te ne sei andato, quattro anni che ho imparato ad amare per la prima volta.

Sono successe tantissime cose da quando te ne sei andato. C’è voluto un mese perché riprendessi a stare un po’ meglio, a dare un accenno di vita almeno, ricordo benissimo quel periodo anche se preferirei dimenticarlo. Non ti ho mai dimenticato, sei ancora dentro il mio cuore come quattro anni fa, la catenina è ancora nel mio collo, sono ancora qua che ti aspetto, ti aspetterò per tutta la vita se necessario.

Non ho mai scoperto le cause vere e proprie del tuo addio, questo tuo improvviso cambiamento e una cosa rimpiango in particolare, l’ultimo ricordo che hai di me è quello di una brutta litigata.

Fortuna che ci sono stati Fabio e Fito a tirarmi su di morale, insieme a tutti gli altri miei amici. Stavo appunto pensando prima a quante cose sono successe.

Penso che prima fra tutte vada detto che qualche mese dopo hanno scoperto che mia madre e i suoi soci hanno rubato i soldi a mio padre, hanno falsificato un test del dna, hanno finto una gravidanza e hanno fatto un matrimonio illegale perché mia madre era ancora sposata con mio padre. Inutile dire che sono finiti in carcere. Tra sei anni avranno scontato la loro pena. Non ne sono poi tantissimo dispiaciuta, se lo sono meritati, forse anch’io sarei diventata così se non fosse stato per Nicolas e Patty.

Comunque, quando mia madre è finita in carcere io e Fabio eravamo ancora minorenni e la nostra custodia è stata affidata al mitico zio Fito.

Viviamo ancora nella casa di Leandro che ci ha gentilmente lasciato, vista la nostra posizione e ha capito che con un solo stipendio di zio Fito non saremmo riusciti a vivere e comprarci una casa in tre persone.

Leandro ha acquistato sempre qui nel quartiere una villa più grande e splendida dove vive con Patty, Carmen e il loro figlio di un anno. Alla fine tutto si è sistemato, tre anni fa si sono sposati Carmen e Leandro e ora vivono una storia d’amore fantastica. Lo stesso è capitato a Esteban e Ashley, che ora è in dolce attesa e sono andati ad abitare insieme nella casa di Esteban.

Pedra, la ex governante di Leandro non ha voluto lasciare questa casa, ha preferito vivere con noi tre e col tempo ha imparato a volerci bene e si è affezionata a noi come noi ci siamo affezionati a lei.

Patty, la mia migliore amica un tempo e tuttora, ha realizzato il suo sogno ed è diventata una cantante abbastanza famosa in Argentina, come avrei voluto essere io, ma un imprevisto me lo ha impedito. Anche Matias è stato per tre mesi in Spagna a giocare a calcio, ma poi il Boca, la squadra di Buenos Aires lo ha richiamato qua e ha potuto realizzare il suo sogno stando anche vicino a Patty. Stanno ancora vivendo una storia d’amore stupenda, tutti i giornali parlano di loro: un calciatore e una cantante. Sono troppo contenta per Patty ha realizzato tutti i suoi sogni: è diventata famosa, ha conquistato il cuore di Matias e finalmente vive con la sua famiglia.

Molto meglio non è andata alla sua amica, e da poco anche mia, Giusy. Suo padre non ha ancora accettato la storia tra lei e Guido e da un anno circa, una volta compiuta la maggiore età, convivono in un piccolo appartamento sempre qui nel quartiere. Lei sta facendo dei corsi per diventare una consulente matrimoniale, mentre Guido procede con la band.

Gli skratch purtroppo non hanno ottenuto il successo che meritavano e non sono diventati dei cantanti internazionali come speravano, ma sono abbastanza famosi in tutta Buenos Aires e ogni sera cantano in un locale diverso.

Ai ragazzi è andata abbastanza bene: Luciana e Gonzalo stanno ancora insieme, come Alan e Caterina, mo fratello e Tamara non parliamone, sono innamorati come il primo giorno, Bruno e Pia purtroppo si sono lasciati, ma Bruno si è consolato con Martina, la migliore amica di Luciana.

Le divine e le popolari esistono ancora, ogni tanto ci esibiamo in qualche locale o semplicemente qualche sera ci troviamo tutti insieme per ritornare ai bei tempi della scuola. Ci siamo diplomati tutti quanti circa un anno fa.

Siccome non ho potuto seguire il mio sogno, ho comunque voluto trovare un lavoro nell’ambito dello spettacolo. Chico Ginobili, il nipote di Ines, nonché ex professore di musica è andato a New York per seguire Emilia, la sua fidanzata e Ines, che nel frattempo si è sposata con Pedro, mi ha offerto il posto di insegnante di musica alla Pretty Land School of Arts e io ho accettato senza pensarci, stare ancora in quella scuola mi mette allegria.

Di chi mi sono dimenticata?

Ah si, Marcos, alla fine se ne è tornato da dove era venuto. Santiago ora lavora in una pasticceria e da quella volta che mi ha insegnato a cucinare siamo rimasti molto amici, ogni mattina ci porta i cornetti caldi. Andres ha scoperto che il suo vero amore non era Carmen, ma Lourdes la madre di Pia e da circa due anni sono fidanzati.

Ora io ho quasi diciannove anni e posso dire di essere quasi felice. Non sono fidanzata, ho avuto altri ragazzi dopo Nicolas, ma nessuno è stato in grado di sostituirlo. Quattro anni fa avevo l’opportunità di incidere un disco, ma un imprevisto stupendo mi ha fatto saltare tutto. Finalmente, una settimana fa, Pedro che è rimasto comunque un caro amico di famiglia mi ha comunicato che ha bisogno d lanciare qualcuno e io ero in cima alla lista delle sue preferite da un sacco di tempo, tra una settimana lanceranno il mio disco. Tutto inizia ad andare per il meglio, mi manca solo Nicolas per essere completamente felice, ma d’altronde, la felicità assoluta è impossibile da raggiungere.

Arrivo a casa e parcheggio la mia decapottabile rosa nel vialetto a fianco al giardino.

Ormai sono le sei, saranno già tutti svegli.

Infatti entro in casa e trovo Fabio e mio zio Fito al tavolo della colazione.

-Buongiorno a tutti.- dico entrando in casa.

-Sorellina! Santiago è già passato!!- mi dice mio fratello.

-Un attimo che mi tolgo le scarpe che sono piene di sabbia.-

Sento un rumore di piccoli passi che scendono le scale e sorrido, si è svegliata.

-Mamma sei tornata!-

Mi corre incontro, mia figlia Elisabeth, il mio piccolo stupendo imprevisto!!

Ha quasi tre anni, ma è già molto matura, ha cominciato da poco a frequentare la scuola materna. È la mia copia in miniatura, è identica a me, già abituata a essere la migliore in tutto.

L’ ho avuta quando avevo quasi sedici anni, il giorno più bello della mia vita, certo ho dovuto rinunciare al mio disco, ma mi sembrava di essere caduta in un baratro nero dopo avere perso troppe cose, il suo arrivo è stato una ventata di aria nuova, una ventata di gioia e allegria. Tutte le persone che mi conoscono dicono che quando sono con lei mi trasformo, non ho più quel carattere acido e vanitoso, divento fin troppo dolce.

Ha i capelli mossi come i miei, leggermente più chiari però, le labbra come le mie, sarebbe la mia copia anche fisicamente se non fosse per quegli occhi stupendi verdi che mi ricordano tanto quelli di suo padre.

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciaoooo…allora capitolo un po’ cortino scusate, ma è una specie di prologo, una cronaca dei fatti successi in questi quattro anni, è narrato tutto da Antonella in prima persona. Come avete già letto nell’introduzione questo è l’inizio del seguito di “una notte fuori dal mondo”! Il pezzo tra virgolette è una frase della canzone il tuo nome in maiuscolo di Laura Pausini.

Spero di avervi incuriosito e che mi farete sapere se l’inizio vi piace o meno.

Un bacio.

Gaia

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Capitolo 2
*** 2 ***


Arrivo a lavoro dopo aver lasciato mia figlia all’asilo.

Sorrido ogni volta che torno alla Pretty land, quanti ricordi, troppi, alcuni dolorosi, altri stupendi. Qua ho conosciuto tutti i miei amici, ho imparato a cantare, ho litigato, sono stata una stronza, eh si questa scuola è stata lo scenario di molte situazioni.

Arrivo in classe e i ragazzi mi salutano entusiasti, mi piace molto insegnare, i ragazzi sono simpatici, ma non hanno la grinta che avevamo noi. L’idea della competizione tra i due gruppi è stata molto utile, ci ha aiutato ad avere più grinta, ad impegnarci, ora invece tutti vanno d’amore e d’accordo, è quasi noioso.

La giornata passa veloce e torno a casa per pranzare. Mio zio Fito si è fermato a scuola con dei ragazzi per fargli delle ore supplementari quindi mi siedo in cucina con Petra.

-Ciao Petra, che profumino.- la saluto.

-Oh ciao Antonella, sto cucinando il sugo che piace molto a tuo fratello.-

-Divino!-

Mi prendo un bicchiere d’acqua e mi siedo in cucina, mi piace raccontare a Petra la mia giornata, è sempre pronta ad ascoltarmi.

A un certo punto appoggia mestoli e pentole e si siede vicino a me.

-Antonella, posso farti una domanda? Naturalmente se non vuoi dirmelo non fa niente, però ci terrei a saperlo.-

-Va bene Petra dimmi.-

-Ecco vedi, io conosco Elisabeth praticamente da quando è nata, vi sono stata vicino in tutto ed è stato bellissimo, ma non mi avete mai detto chi è il padre.-

Mi aspettavo prima o poi questa domanda. Lo sanno solo Fabio, Fito e Patty. Non ho voluto dirlo a nessun’altro, nemmeno a Leandro che mi ha seguita durante la gravidanza. Anche se a Petra mi sento in dovere di dirlo, mi ha aiutato troppo in questi anni a prendermi cura di lei quando ero alle prese con pannolini e biberon. Quindi vado dritta al sodo senza girarci troppo intorno.

-Nicolas.-

-Ah il tuo finto zio che era venuto qua quattro anni fa, aaaaah, quel ragazzo così carino e gentile, ma poi dove se ne è andato?-

Il mio sguardo si intristisce.

-Non lo so Petra.-

-E non vuoi dirgli che ha una figlia?-

-No, è stato lui a lasciarmi, non voglio complicargli la vita.- gli spiego.

-Capisco, scusa se ho toccato l’argomento.-

-Tranquilla, solo una cosa ti chiedo, non dirlo a nessuno perché non lo sa nessuno.-

-Si si tranquilla.- e fa il gesto di giuramento. Sorrido, avevo voglia di parlare di Nicolas con qualcuno. Non lo sapeva quasi nessuno della nostra storia. Sento la porta aprirsi.

-Mammaaaa.-

-Ciao amore.- prendo in braccio la mia bambina che Fabio è passato a prendere all’asilo.

-Guarda cosa ho fatto a scuola.- mi consegna un foglio con quattro scarabocchi ma riesco a distinguere una testa con i capelli neri e gli occhi scuri, poi quattro linee per il corpo.

-Che bello pulcino, ma chi è?- gli domando.

-è il mio papà.-

Il mio cuore smette di battere per un attimo, sapevo che prima o poi me lo avrebbe chiesto, ma pensavo più avanti, sembra si siano messi tutti d’accordo per ricordarmi Nicolas oggi, che sia un segno del destino?

-Perché hai disegnato il tuo papà?-

-Pecchè la maestra ha detto che dovevamo disegnare il nostro papà, ma io non so com’è, mamma ma pecchè tutti i bimbi hanno un papà e io no?- a questo mi ero preparata, mi si spezza il cuore a mentirgli, ma è ancora troppo piccola per capire la storia.

-Perché tu hai due zii fantastici come zio Fabio e zio Fito e gli altri bambini non ce li hanno.-

Mi fa un sorrisone e si gira verso Fabio.

-Zio Fabioooo, mi fai volare?-

-Certo, vieni qua piccola.- mio fratello la prende per la vita e gli fa fare due giri in aria. Mi fa contenta vederli così affiatati. Per fortuna che vivo con Fabio e zio Fito, penso che per Elisabeth siano come una figura paterna, anche se lei un vero papà ce l’ha.

Quattro anni fa, quando la storia tra me e Nicolas è finita perché lui se ne è andato in Spagna con Emma ero quasi tentata di andarlo a cercare e chiedergli maggiori spiegazioni, lo amavo troppo per lasciarlo andare via così. Poi però ho saputo dell’arrivo di Elisabeth e ho capito che se se ne è andato era perché accanto a me probabilmente non era felice e quando ami una persona sei pronto a lasciarla andare se questo la fa contenta. E probabilmente così è stato per Nicolas, quindi mi sono messa il cuore in pace, se lui adesso è felice perché rovinargli tutto? Forse nel suo destino io e Elisabeth non eravamo contate.

-Ehi sorellina, devo darti una notizia grandiosa.-

Fabio mi riscuote dai miei pensieri e mi volto verso di lui.

-Si Fabio dimmi.-

-Indovina un po’? Domani qua a Buenos Aires si terrà un grande ricevimento di alcuni uomini d’affari importanti e hanno chiesto agli skratch di intrattenere la serata e su idea mia e dei ragazzi vogliamo farti cantare una canzone, così puoi iniziare a farti conoscere prima del lancio del tuo disco.- mi spiega mio fratello.

-Ah, Fabio è una notizia grandiosa!! Antonella la the best farà vedere al mondo di cosa è capace.-

-Dove vai mamma?- mi domanda Eli.

-Vado a una festa per gente grande domani sera, staranno Petra e zio Fito con te d’accordo?-

-Siii, così lo zio mi racconterà le sue storie buffe.-

Sorrido, si ora sono felice, la mia vita sta andando proprio bene, non so cosa potrebbe spaccare questo equilibrio ora come ora.

 

 

-Allora Nicolas, che effetto ti fa tornare a Buenos Aires? Eh?-

Che effetto mi fa? Se riesco a sciogliere questo nodo all’altezza dello stomaco in cui si sono aggrovigliate tutte le sensazioni che potessi provare te lo spiego.

Malinconia perché ripenso ai bei momenti che ho passato in quel paese, tristezza perché lo vedrò cambiato almeno in parte, felicità perché spero di rivedere lei…

Lei che non ho mai dimenticato, lei con cui devo chiarire molte cose, lei che probabilmente si è già dimenticata di me, lei che continuo ad amare e che amerò per sempre…Antonella.

-Allora? Mi rispondi?-

-Sono contento di tornare Emma.-

La mia ragazza mi sorride, mi fa senso dire la mia ragazza, perché se fosse per me non lo sarebbe di certo è stato suo padre a obbligarmi a stare con lei, i peggiori quattro anni della mia vita ho passato. Ma ora finalmente potrò rivedere Antonella, il mio vero amore. Ho sentito spesso Carmen, la madre di Patty blaterare spesso sull’amore vero, quello che dura tutta la vita e che niente e nessuno può cancellare, ma non ci ho mai creduto, almeno fino a quando non è arrivata lei. Sono passati quattro anni, e in questi quattro anni non ho passato minuto senza pensarla, è sempre dentro me. Anche se so che dal padre di Emma non mi posso liberare, non proprio ora che ha pure promesso di scarcerare mio padre, in più non vorrei che tornasse a cercare di fare del male ad Antonella.

-Allora, come sta la mia bambina? Contenta di tornare in Argentina?- dalla cabina del pilota dell’aereo in cui siamo ecco arrivare la mia condanna: Alan Taylor.

-Siii papino. Sono curiosa di sapere cosa sono diventati quei falliti dei miei compagni che avevo conosciuto qua.-

-Anche tu Nicolas ansioso di sapere come sono cambiati i ragazzi di Buenos Aires?-

È una domanda ironica, ma non mi piace lo sguardo che mi ha appena mandato.

-No, per niente.- dico molto tranquillamente e lo vedo sorridere compiaciuto.

-Ah quasi dimenticavo, domani sera ho un ricevimento con altri uomini d’affari e ci sono dei vecchi amici che muoiono dalla voglia di vedere quanto sei cresciuta tesoro di papà.-

-Vorrà dire che parteciperemo anche io e Nicolas allora, contento amore?-

Un sacco, non vedo l’ora di partecipare a uno di quei noiosissimi ricevimenti in cui non devi far altro che sorridere, annuire e passare tutta la serata a sentire discorsi su quotazioni in borsa.

Mi aspetta una serata come tutte le altre.

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutte. Ecco il secondo capitolo, nel prossimo c’è il ricevimento. Spero che vi piaccia come sto continuando la storia.

Ringraziamenti:

KikkaSmartieChan: Ciao, sono contenta che la fine dell’altra storia ti abbia emozionata!=)…Comunque eh si lo so Andres e Lourdes è un po’ scema come coppia, ma nelle coppie secondarie mi sono sbizzarrita a inventarne di strane!=) Grazie mille per la tua recensione!! Un bacioneeee.

GinevraMalfoy90: Ciao, che bello, sono contenta che ti sia piaciuta l’idea della bambina! Spero che questo capitolo ti piaccia. Un bacio!!

Ilary_divina: ciaooo, eh bè perché Nicolas sappia di essere il padre bisognerà aspettare un po’, intanto facciamo rincontrare Anto e Nico prima!!=) Grazie mille per la recensione, sono contenta che “una notte fuori dal mondo” ti sia piaciuta. Se hai qualche consiglio da darmi fai pure. Baciiii

Saku_cele: Ciao, sono contenta che la fiction “una notte fuori dal mondo” ti sia piaciuta, spero che anche questa ti piaccia e che ti soddisfi come sto continuando. Fammi sapere. Un bacioooo.

Alla prossima.

Gaia

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Capitolo 3
*** 3 ***


Camicia, giacca, cravatta. Sistemo i capelli, niente da fare stanno sparati come al solito.

Vado all’entrata della villa in cui abitiamo ora ad aspettare Taylor e sua figlia. La villa è abbastanza grande pure questa, ma non quanto quella di Spagna. Fatalità si trova nel quartiere dove abitano tutte le persone che già conosciamo.

Esco in giardino a prendere una boccata d’aria mentre li aspetto e mi guardo intorno. All’inizio della via si trova la casa di Bruno e Gonzalo, riconosco la zona, conosco solo loro che abitano là. Il pianto di un bambino arriva dalla casa accanto alla nostra, mi giro a curiosare. Dalla finestra noto una ragazzina con le trecce e gli occhiali, io la conosco, è Patty, la migliore amica di Antonella. Accanto a lei vedo un uomo che riconosco come Leandro dai capelli. Dopo qualche minuto arrivano anche Carmen con in braccio un bimbo. Alla fine Carmen e Leandro hanno fatto pace, mi trovo a sorridere inconsciamente, chissà che gioia deve essere stata per Antonella il fatto che la sua migliore amica finalmente possa vivere con la sua famiglia.

-Tesoro, guarda che bene che mi sta questo vestito.-

Mi giro ed Emma mi viene incontro, sta benissimo si, con quel vestito rosso acceso, è una bella ragazza, non posso negarlo, ma perde il confronto di netto accanto ad Antonella.

-Si Emma ti sta benissimo.- mi dà un bacio sulla guancia.

-Dai andiamo, ecco anche papino.-

Ci avviamo verso il centro, dove si trova il palazzo dove si terrà il ricevimento. Quando arriviamo siamo tra i primi arrivati, ma in mezzora la sala si riempie. La sala è grandissima, le pareti di un rosa chiaro, i tavoli circolari posti al centro con tovaglie lunghe bianche e con colonne in stile dorico che danno un tocco di classe. Ci accomodiamo al nostro tavolo e dal palco comincia la musica, io la conosco questa canzone, mi sembra di riconoscerla.

Ci penso un attimo, ma si è poco mas degli skratch, quindi il gruppo è ancora in piedi. È incredibile sono qua da poche ore e già sto scoprendo che un sacco di cose non sono per niente cambiate. Ecco arrivare sul palco Fabio, Bruno, Gonzalo, Alan e Guido. Non sono cambiati per niente, sembrano i cinque quindicenni di un tempo, l’unica cosa che si può notare è come si muovano con più sicurezza sul palco.

La serata va avanti con altre canzoni che non conosco, che devono avere composto nell’arco di questi quattro anni, forse questa serata non è proprio come tutte le altre.

A un certo punto fanno una pausa e rimangono sul palco solo Fabio e Guido, che si siedono su uno sgabello con una chitarra in mano. Fabio avvicina il microfono.

-Adesso io e Guido vorremmo suonarvi un pezzo un po’ più lento che avevamo composto tempo fa in un periodo un po’ particolare per una persona a noi molto cara.-

Sono molto concentrati e Fabio ha un sorriso dolce stampato in volto. Una dolce melodia risuona nella sala, quasi una ninna nanna.

 

Quando ti addormenterai
con gli occhi chiusi, i pugni quasi
Sognerai quel che vedrai
i suoi sorrisi
rossi e accesi
Una melodia che sale su
fin dove sei
A te che non sei ancora tu
ma presto lo sarai

 

A te che non sei ancora tu, stanno parlando di un bambino, forse del fratellino di Patty, ma Fabio e la migliore amica di Antonella non mi sembravano molto legati, e neanche gli altri ragazzi della band, non capisco chi sia il bambino, forse alla fine Bianca è rimasta veramente incinta, ma non credo sia neppure questo, boh, forse col tempo lo scoprirò.

Ora dorme pure lei
la braccia ai fianchi
fresche e stese

Sogna te che sognerai
cuscini bianchi
come rose
Ninna nanna
che poi scende giù
fin nei tuoi sogni

 

La melodia è molto dolce però, Fabio la canta proprio col cuore e pure Guido sembra abbastanza preso da questa canzone, mi stanno incuriosendo. Ogni persona in sala è incantata da questa canzone così tenera.

A te che non sarai più solo tu
perchè sarete voi
Sarete voi
la vostra storia
Sarete voi
due sguardi in aria
Sarete voi
la mia memoria
Sarete voi
il mondo intorno a me

 

E se…? No, Tamara e Fabio hanno avuto un bambino, si deve essere per forza così, sarebbe la spiegazione più logica sul perché Fabio è così preso da questa canzone, e Guido essendo molto amico si sente coinvolto. Una cosa però non quadra, perché dice: sarete voi e non: saremo noi? Forse non è neanche questo, non vedo l’ora di sapere a chi si ispira questa canzone.

Pigiami
Moine
La culla con le apine
Triciclo
Girello
Il mondo sembra bello
Le scarpe
che indossi
per fare i primi passi
Il mare
Gli abbagli
I granchi tra gli scogli
Cortili
Bambine
col fiocco e le treccine
Problema
sei meno
ma sempre in due per mano
Regali
Natale
La neve sotto il sole
Playstation
Ma quando
Ti giuro
sto studiando
Ritardi
promesse
Duecento sms
Ti chiamo
C'hai un casco?
Neanche ti conosco
Chitarre
Distorte
Dalle finestre aperte
Ballare
Da solo
Alzando gli occhi al cielo
Campeggio
Concerto
Il primo bacio storto
Mi guardi
Ti amo
Domani autogestiamo
Silenzio
Sai cosa?
Noi siamo soli in casa
Poi scosti le tende
Sei diventato grande

 

La musica finalmente si sfuma. Molte signore hanno le lacrime agli occhi e forse mi commuoverei pure io se non fossi di fronte a tanta gente. Penso al bambino della canzone. Quante volte mi sono immaginato io, Antonella e un nostro immaginario bambino. Tante, troppe, come quando immaginavo un nostro futuro insieme, sogno irrealizzabile piuttosto, anche se spero di rivederla prima o poi.

Finiti gli applausi Fabio riprende il microfono.

-Bene e ora una piccola sorpresa, vorrei presentarvi una persona molto importante per me che presto debutterà nel mondo dello spettacolo, mia sorella, Antonella!-

Ecco per l’appunto, non immaginavo così presto sinceramente.

Uno scroscio di applausi si leva dal pubblico.

E poi la vedo entrare…i miei pensieri non le rendevano giustizia, è molto più bella di quanto mi ricordassi. Splendida fasciata nel suo vestito blu notte, rivederla mi dà un colpo al cuore. Il suo sorriso, i suoi occhi, il suo modo di fare, la sua voce…quanto mi sei mancata.

Prende in mano il microfono.

-Salve a tutti, questo è il primo singolo che lancerò, sono sicura che vi piacerà.-

 

Che cosa ha lei che io non ho
Che cosa ha più di me
Sto cercando una ragione, anche se alle volte sai non c'è
Ero qui, eri qui
ma poi non è andata sai proprio così.

Si muove nel palco come solo lei sa fare, incantando tutti con i suoi movimenti, io però ascolto il testo della canzone. Sembra quasi…la fine della nostra storia, quattro anni fa.

 

 

E una vita sola non può bastare
per dimenticare una storia che vale
nei tuoi occhi che mi stano a guardare, non dimenticare
È difficile per me imparare a vivere
senza abbandonarmi al mio presente
inaspettatamente senza te.
Ero qui. eri qui

 

Si, è la fine della nostra storia, posso leggerlo nei suoi occhi che ha sofferto molto e che non mi hai mai dimenticato, proprio come è successo a me. Ma perché hanno detto che sta per lanciare tra poco il suo primo disco? Non era già in procinto di farlo quattro anni fa? Cos’è successo? Devo sapere un sacco di cose.


parlare adesso non ha più senso, o forse si
Per che una vita sola non può bastare
per dimenticare quanto si può amare
al tuo nome e alla tua voce pensare senza farmi male
E una vita sola non può bastare
per dimenticare una storia che vale
ogni minimo particolare, non dimenticare, non dimenticare
eh, eh, eh...

 

Dimenticare, proprio quello che non sono riuscito a fare io, no Antonella, una vita non mi basterà a dimenticare una storia che vale, e la nostra lo è stata, una storia che è valsa la pena vivere e che un’eternità non potrà cancellare il ricordo di ogni particolare che abbiamo vissuto, di ogni singolo secondo insieme.

 

Ero qui
(che cosa ha lei che io non ho)
eri qui
(che cosa ha più di me)
sto cercando una ragione parlane adesso
non ha più senso o forse si
Per che una vita sola non può bastare
per dimenticare come si può amare
quanto sole che si può attraversare
senza farci male
E una vita sola non può bastare
per dimenticare ogni particolare
nei tuoi occhi che mi stano a guardare,
non dimenticare, una storia che vale
eh, eh, eh...

 

Stai facendo girare lo sguardo tra il pubblico, ma i tuoi occhi a un certo punto si bloccano, quando incontrano i miei.

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutte. Ecco qua il capitolo del loro quasi incontro, spero vi sia piaciuto. La prima canzone è ninna nanna di Matteo Branciamore, la seconde invece una storia che vale di Laura Pausini, spero vi sia piaciuto questo capitolo.

Scusatemi ma in questo periodo sono strapiena di impegni, spero di riuscire ad aggiornare presto nei prossimi giorni. Ci tengo però a ringraziare le lettrici che hanno commentato, grazie mille, mi avete dato la voglia di mettermi a scrivere ogni secondo libero che avevo e dedicarvi questo capitolo!

Grazie mille a: bulma4ever, GinevraMalfoy90, Ilary_Divina, saku_cele, Karen94, KikkaSmartieChan, GiuLy93. Siete fantastiche veramente, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Un bacione.

Gaia

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Capitolo 4
*** 4 ***


Apro la bocca per respirare, perché mi sta mancando il respiro.

Non ci posso credere, no non può essere, no, non è lui infatti, sarà qualcuno che gli assomiglia enormemente. Sposto lo sguardo e accanto a lui vedo quell’odiosa di Emma e suo padre, questo vuol dire che sino veramente tornati e che quello seduto lì è veramente Nicolas. Risposto lo sguardo su di lui. E non so quanto tempo passa perché tengo i miei occhi incollati ai suoi. Il cuore tra un po’ mi esce dal petto. Sono quattro anni che non lo vedo, è ancora uguale ad allora, bellissimo come al solito. Una grande nostalgia mi prende dentro. Nostalgia di quando quei suoi occhi incontravano i miei, nostalgia di quando sentivo il suo respiro sul collo, nostalgia di quando le sue braccia mi stringevano. Nostalgia…

Mi riscuoto e sorrido verso il pubblico che continua ad applaudire.

Faccio un mini inchino e scendo dal palco. Ho bisogno di stare da sola, di fingere che sia solo un sogno, proprio ora che la mia vita aveva preso una buona piega, perché deve arrivare a farmi soffrire di nuovo.

Cammino velocemente in un corridoio a lato della sala e mi infilo nella prima porta che trovo. Fortunatamente è uno stanzino per le scope, mi accuccio in un angolo e chiudo gli occhi.

Non è possibile, perché è tornato? Per farmi vedere quanto è felice con Emma? Non poteva starsene in Spagna. Poi penso ad Elisabeth, prima era facile mentirle o sviare il discorso su suo padre, ma ora che è suo padre è nella stessa città? E a Nicolas devo dire la verità, che ha una figlia? Inizio a capire Carmen tanti anni fa. Non voglio che mia figlia soffra il fatto di non avere un padre, ma se avercelo la facesse soffrire di più? Se poi lui se ne andasse come ha fatto con me tanti anni fa?

Sono persa nei miei pensieri, ma sento aprirsi la porta dello stanzino.

-Non è il bagno questo vero?-

-No, è in fondo al corridoio.- rispondo.

Ma spalanco agli occhi, ho riconosciuto la sua voce.

Io Antonella la the best non ho mai avuto ansia o paura di affrontare qualsiasi situazione, perché ora sento un nodo allo stomaco?

-Ciao Antonella.-

-Ciao Nicolas.-

-Come stai?-

-Bene tu?-

-Bene.-

Gelo, un silenzio imbarazzante cala nella stanza, non posso sopportare questa tensione. Mi alzo e faccio per andarmene, ma anche se giro la maniglia, la porta non si apre.

Spingo più forte.

-Vuoi una mano?- mi domanda.

-No, ce la faccio da sola.-

-Sempre testarda eh, spostati.- mi sposta con uno spintone e inizia a tirare e scalciare la porta, ma niente da fare.

-Urliamo a qualcuno là fuori che ci apra.- dico con tono freddo.

-No, ti prego.- mi dice.

-Perché?- domando io.

Lo vedo imbarazzato e allora capisco, se chiamassimo aiuto ci vedrebbero uscire insieme da questo stanzino e chissà cosa penserebbe la gente, gli rovinerei la storia con Emma. Sento le lacrime pungermi gli occhi, ma non le farò uscire, non davanti a lui almeno.

-Lascia stare ho capito, mi spieghi come facciamo ad uscire di qui?-

Da una parte però ho trovato anche la parte comica di questa situazione, due persone normali che si sono appena ritrovate dopo 4 anni che sono state separate perché la loro storia era finita, discuterebbero, litigherebbero, o come minimo parlerebbero e chiarirebbero, di certo non starebbero qua a discutere su come uscire da uno sgabuzzino senza finestre e con una porta bloccata.

-Ho trovato! Usciamo per il condotto dell’aria.-

-Scusa? Ti pare che io Antonella la the best mi abbasso ad uscire per un condotto del’aria?-

Scoppia a ridere. Poi mi si avvicina. Allarme. Troppo vicino!

Mi sposta una ciocca di capelli dal viso. Lo so, dovrei scansarlo, arrabbiarmi, prenderlo a pugni, ma non posso. Voglio che lo faccia di nuovo, voglio risentire il suo tocco sulla mia pelle.

-Non sei cambiata di una virgola, niente è cambiato.- mi dice sussurrando.

-Fidati, sono cambiate più cose di quante tu creda.- dico alludendo a Elisabeth senza che lui capisca.

-Avanti allora, dimmene una tanto per farmi cambiare idea.- mi dice sorridendo beffardo.

Decido di stare al gioco.

-Mia madre, Paolo e Dorina sono finiti in prigione.- dico sorridendo, non so perché ma dirlo mi fa quasi ridere. Pensare a Dorina, la donna con la parrucca che si credeva geniale, Paolo che si sapeva travestire in chiunque e poi mia madre poverina, con tutti i suoi drammi mentali. Loro tre sono i classici esempi dei danni della televisione, troppe telenovela.

Nicolas ci rimane un attimo, non sa se sembrare triste, dispiaciuto, confuso, ma poi sceglie di essere sincero e scoppia a ridere.

-Oh mamma, me li vedo quei tre in galera. Paolo, Dorina, dobbiamo trovare un piano per Leandro.- dice prendendo in giro mia madre e io scoppio a ridere. Voglio bene a mia madre, ma ha commesso troppi sbagli. E poi mica mi sente quindi la prendo in giro anch’io.

-Sistemiamoci i capelli.- dico facendo il gesto e lo faccio scoppiare a ridere.

Non avrei mai pensato sarebbe stato così facile parlare di nuovo con lui, forse perché è proprio vero che quando ami una persona le perdoni tutto e a me ora sembra che quattro anni fa non sia successo niente.

-Allora pronta per addentrarti nel condotto dell’aria?- mi domanda.

Sbuffo e annuisco. La vince sempre lui con me, c’è poco da fare.

Toglie la grata e poi si posiziona sotto.

-Dai ti do una mano a salire.-

Mi avvicino e appoggio una mano sulla sua spalla. Poi metto un piede nella sua mano e mi do la spinta.

-Ahia cazzo, fai presto.-

-Cosa succede?- domando.

-Mi hai conficcato un tacco a spillo nella mano.-

Rido, mi ero dimenticata di avere le scarpe col tacco e mi addentro nel condotto. Ci sto perfettamente a gattoni e me lo aspettavo più sporco. Vado un po’ avanti per permettere pure a lui di salire. Quando lo vedo dietro di me porgo lo sguardo in avanti.

Ci sono tre via differenti, quale bisogna prendere? Non so perché ma quella la centro mi ispira quindi inizio a gattonare in quella direzione.

-Sei sicura che sia giusto per di qua?- mi domanda.

-Nicolas, io non sbaglio mai.-

Mi fa strano chiamarlo per nome, una sensazione piacevole però, un groviglio allo stomaco, quella sensazione di soddisfazione che si ha quando si fa una cosa proibita, e pronunciare il suo nome era una cosa proibita.

Continuiamo ad avanzare, finchè non vedo una grata che dà su una stanza.

-Ehi, il condotto finisce su una stanza.- gli dico.

-Guarda che stanza è senza farti notare.-

Butto l’occhio e tiro un sospiro di sollievo, siamo finiti in cucina che fortunatamente è deserta. Spingo la grata che cade sul pavimento con un tonfo.

-Aspetta, scendo prima io e poi ti do una mano.- mi dice e lo lascio andare avanti.

Quando lui atterra in cucina metto le gambe fuori dalla grata e mi lascio prendere con un braccio sotto le ginocchia e con l’altro sotto la schiena. I nostri corpi aderiscono perfettamente, come un tempo, mi sembra così naturale essere qua in braccio suo.

-Quattro ani fa ti piaceva un sacco che ti prendessi così, ricordi?- mi domanda. Non ho il coraggio di alzare lo sguardo e incontrare il suo, ci starei troppo male quindi mi limito a rispondere freddamente e scendere.

-Si, mi ricordo.-

Cala di nuovo un leggero silenzio. Ma viene interrotto da alcune voci che stanno per arrivare in cucina.

Nicolas mi prende per un polso.

-Nascondiamoci qui sotto.- mi trascina sotto un tavolo coperto da una tovaglia. Mi sento tanto James Bond, prima striscio nei condotti, poi mi nascondo nelle cucine, cos’altro manca?

Sento i camerieri organizzarsi per servire le torte agli invitati, ma lentamente le voci diminuiscono e i camerieri se ne vanno. Usciamo allo scoperto e stiamo per uscire dalla porta sul retro quando Nicolas si ferma.

-Certo che quella torta al cioccolato ha proprio un profumino.-

Si gira verso di me sorridendo e capisco le sue intenzioni, quindi sorrido pure io.

-Penso che per una torta non si accorgeranno che manca.-

Sempre controllando che nessuno arrivi prendiamo la torta e due forchette e usciamo velocemente dalla porta sul retro. Ci troviamo nel parco della villa e andiamo a nasconderci dietro una siepe.

Una volta là iniziamo a mangiarci la torta e a chiacchierare. Gli racconto cos’è successo ai ragazzi in tutti questi anni e lui mi ascolta interessato. Non gli chiedo niente della sua vita, da una parte sono curiosa di sapere cos’è successo, dall’altra non voglio starci male.

Finchè ci accorgiamo che è quasi l’una e ci alziamo per tornare in sala. Probabilmente non avrei dovuto passare questa serata con lui come se niente fosse, avrei dovuto non rivolgerli la parola,ma come facevo a spiegarlo al mio cuore?

-Bè Antonella, mi ha fatto piacere passare questa serata con te, spero che ci rivedremo.-

Come puoi chiedermi di rivederci Nicolas?

-Non ci sperare Nicolas, facciamo finta che questa sia stata un’altra notte fuori dal mondo, torniamo alla realtà, e nella realtà tu quattro anni fa mi hai lasciato con una spiegazione pietosa e non ti sei più fatto né vedere né sentire, scusami ma un po’ di dignità ce l’ho ancora.-

Detto questo me ne vado con le lacrime agli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Buonasera ragazzotte mie, spero che vi sia piaciuto il loro incontro, diciamo che ho cercato di far fare ad Antonella quello che avrei fatto anch’io, e cioè cedere e stare con lui, anche se ti ha fatto soffrire. Fatemi sapere se vi è piaciuto. Scusatemi se non vi posso ringraziare neanche stavolta personalmente ma sono strapiena di impegni, mi riduco all’una di notte a scrivere questa ff. Perdonatemi. Comunque vi ringrazio veramente di cuore per le vostre fantastiche recensioni, non sapete che piacere che mi fa ogni singola recensione che mi scrivete!

Grazie mille a: Ilary_divina, Karen94, GiuLy93, saku_cele, lunakiss, bulma4ever, Misty_Pan96, Giulysan. Grazie veramente.

Un bacioneeee!!

Gaia

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Capitolo 5
*** 5 ***


Torno a casa verso le due di notte, stanchissima e con i piedi doloranti per i tacchi che ho portato tutta la sera. Passo il salotto dove trovo mio zio Fito addormentato sul divano, sorrido nel vederlo così rilassato, non oso immaginare la sua faccia quando domani gli racconterò quello che mi è successo. Mi butto a letto e mi ritrovo a pensare alla serata che ho appena passato. Quattro anni sono passati, e ritorni così, ripiombi senza avvertimento nella mia vita, proprio come hai fatto tanto tempo fa. Affondo la testa nel cuscino e scoppio in un pianto liberatorio, troppe emozioni tutte insieme. Una cosa però mi rende contenta e triste allo stesso tempo: ti ho visto felice. Con me sei stato molto tranquillo e rilassato, vuol dire che sei soddisfatto della tua vita, o almeno credo. Sono triste, perché avrei voluto essere io a darti quella felicità, ma sono anche contenta perché ho visto che la tua vita va avanti anche senza di me. Cosa che non è successo a me, ora che sono stata con te anche se solo per poco tempo mi domando come ho fatto a resistere per così tanto tempo senza di te. Anche se nel mio cuore so che una risposta c’è. Lei, la mia bambina. Che mi sa strappare un sorriso in ogni momento triste. Ed eccola qua anche adesso. Sento la porta cigolare e aprirsi lentamente, io dormo ancora nella mia vecchia stanza, la tua stanza invece è diventata quella di Elizabeth.

Entra pianino in punta di piedi, graziosa come al solito nel suo pigiamino rosa.

-Mamma?- sussurra.

-Amore sono sveglia.-

Scosto le coperte e gli faccio spazio per accoccolarsi accanto a me. Lei si rifugia tra le mie braccia.

-Non riuscivi a dormire?- le domando accarezzandole una ciocca di capelli.

-Stavo pensando.- mi dice.

-A cosa?-

-Al mio papà.- ho appena passato la serata col tuo papà vorrei risponderle, ma non le dico niente, è troppo piccola. Sto zitta in attesa che dica qualcos’altro e con la speranza che cambi argomento.

-Mamma, ma era bello il mio papà?- mi domanda, bè questo posso dirglielo.

-Amore, era tanto bello naturalmente, come te!- le rispondo.

-Ma tanto bello quanto? Così o così?- allarga le braccia prima un pochino e poi le distende.

Io le allargo ancora di più e le rispondo.

-Tanto così.-

Lei mi sorride soddisfatta.

-Era il migliore quindi?-

-Si, era il migliore, ma la migliore di tutto il mondo chi è?- le domando.

-La mia mamma.- mi dice ridendo e io le faccio il solletico per continuare a farla ridere.

-Ma perché non vive con noi il mio papà?- mi domanda.

-Perché ha preferito abitare lontano.- le dico. Non so cos’altro risponderle. Passiamo 5 minuti in silenzio, mi arriva un messaggino nel cellulare. Clicco su “leggi”.

Ciao stella, immagino che la serata sia andata alla grande. Ho voglia di rivederti presto. Preparati che domani sera ti porto a un ballo che organizzano in casa del sindaco, spero vorrai essere la mia dama. Dolce notte. Un bacio, Pablo.

Non oh voglia di rispondere, domani gli risponderò. Pablo è il ragazzo con cui mi frequento in questo periodo, sto provando a vederlo come più di un amico, ma questa serata ha annullato tutti gli sforzi. Ha 22 anni, è ricco, bello, suo padre è il consigliere del sindaco, ma perde comunque il confronto. Però sono tentata di accettare l’invito al ballo, ho bisogno di distrarmi. Accarezzo i capelli di Elizabeth che si gira per guardarmi e sorridere.

E poi ci addormentiamo accoccolate ognuna nelle braccia dell’altra.

 

 

 

 

Sono le tre di notte, io Emma e suo padre siamo tornati da poco dal ricevimento, ma non avevo sonno e così ho detto che andavo a fare una passeggiata, ma in realtà so già dove andare, ho bisogno di parlare con una persona di cui mi fido e che mi è mancata un sacco in questi anni. Sono ancora scosso per tutto quello che è successo stasera, rivederla, riparlarci, passare del tempo con lei mi hanno fatto impazzire. Ho bisogno di lei per vivere. Se riuscissi a liberarmi dei Taylor forse potrei riuscirei a sistemare le cose con lei e spiegargli tutto. Il problema più grosso è appunto come liberarsi dei Taylor. Prima in Spagna era praticamente impossibile, ma in questo paese ho un sacco di gente che di sicuro mi aiuterà. Proseguo per il quartiere e mi dirigo verso una casa che conosco bene. Spero mi apra proprio lui.

Arrivo davanti la porta e busso piano, sperando che qualcuno mi senta, non vorrei svegliare tutta la famiglia.

Sento la porta aprirsi, il mio cuore batte all’impazzata e sorrido non appena davanti a me si presenta Fito, l’unico migliore amico che io abbia avuto. Lui spalanca la bocca e per qualche secondo non riesce a dire niente.

-Nicolas.- sussurra con un sorriso enorme. E poi mi abbraccia.

-Ciao Fito.-

-Ma cosa ci fai qua? Oh mamma, entra dai, ma fai piano, sono tutti a letto.-

Entro e passo con gli occhi tutta la casa, è esattamente come la ricordavo, non è cambiato niente, sono proprio contento. Mi siedo in divano e aspetto che anche Fito si sieda accanto a me.

-Non sai quanto sono felice di rivederti, ma quindi se riuscito a liberarti dei Taylor.- mi dice.

-No, veramente sono qua con loro, ci siamo trasferiti, mi tengono sotto controllo. Non ce la faccio più Fito e poi c’è anche un altro problema.-

Mi appoggia una mano sulla spalla.

-Quale?- mi domanda.

-Non ho ancora scordato Antonella, e neanche voglio farlo, voglio raccontargli tutto, ma così la metterei in pericolo. Non so cosa fare Fito, devo liberarmi dei Taylor, in più stasera ho rivisto Antonella, siamo stati un po’ insieme, la amo ancora come un tempo, anche di più se possibile. Fito ho bisogno del tuo aiuto.- dico quasi in lacrime.

-Stai tranquillo Nicolas, ora che sei qua ci sono io ad aiutarti.- Lo abbraccio amichevolmente sapevo di poter contare su di lui.

-Zio, ma lui chi è ?- dice una vocina dolce.

Alzo lo sguardo e a metà scale vi è una bambina, dovrebbe avere all’incirca tre anni, ma è la bambina più bella che io abbia mai visto. È dolcissima, mi si stringe qualcosa nello stomaco a vederla. Ha chiamato Fito zio, quindi è proprio come pensavo, Fabio e Tamara hanno avuto una bambina. Mi giro verso Fito.

-Non sapevo che Fabio e Tamara avessero avuto una bambina.- gli dico e lui mi guarda annuendo con un sorriso incerto, poi si gira verso la bimba.

-Lui è un mio amico tesoro, ma perché eri scesa?-

-Ho tanta sete.- dice.

-Vado a prenderti un bicchiere d’acqua, tu Nicolas vuoi qualcosa?- mi chiede Fito.

-No grazie mille.-

Fito se ne va in cucina e la bimba scende le scale e viene a sedersi vicino a me.

-Ma tu come ti chiami?- mi chiede.

-Nicolas, e tu?-

-Elisabeth.-

-Che bel nome- le dico, ed è vero, ha un suono bellissimo questo nome, mi ha incantato questa bambina.

-Grazie. L’ ha scelto la mia mamma. Sai mi sa che sei bello come il mio papà tu.- mi dice, ha pure bei gusti questa bimba.

-Grazie, quanti anni hai?-

Mi mostra tre dita e poi aggiunge un quasi.

-A te ti piace cantare?-

-Si lo adoro, ma non dirmi che sai già cantare.-

-Ovvio, la mia mamma mi ha insegnato un sacco di canzoni, vuoi che te ne faccio sentire una?-

-Va bene, le rispondo.-

-Zio Fito, suoni al piano la canzone che mi ha insegnato la mamma con la zia Patty? Che la faccio sentire a Nicolas.-

Dice Elisabeth a Fito che intanto è arrivato. Fito annuisce e si mette al piano. Partono le prime note, la conosco benissimo questa canzone, quante volte ho sentito Antonella cantarla con Patty.

 

 

Hoy pienso donde estaraaas
Me quiero imaginaaar,
Que te voy a encontraaar

y entre tus braazos, ya no habra tristeza ni soledaaad

Ha una voce stupenda, ha un talento straordinario e poi adoro questa canzone, mi piacciono troppo le parole. Parla di una bambina che non conosce suo padre e che spera di incontrarlo, nella canzone ci sono le emozioni del padre e della bimba. Patty la cantava spesso, ma anche Antonella, entrambe con un padre distante, anche se Patty ha avuto fortuna. Inizio a cantare io il secondo pezzo.


 Hoy algo extrañoo senti
Porque en tus ojoos viiii, que hay algo tuyo en miii
Sii estamos juntos ya no haabraa tristeeza ni soleedaaad

 

Se stiamo insieme non ci sarà tristezza e solitudine, troppo belle queste parole. Elizabeth mi guarda sorridendo quando inizio a cantare.

 Yo te quieroooo, yo te esperooo
Cadaa nochee pido al cielooo, Que apareeezcaas yaaa
Quiero tenertee a mi laadoo papaaaa


Improvvisa anche qualche passo di danza mentre canta, mi ricorda tanto Antonella, questo suo modo di muoversi, ma d’altronde è la zia.


 Yo tambien mi amor te esperooo,
Y te jurooo que me muerooo de feliiiciidaad
solo pensaaar que alguna veez vas a deciirmeee


Paapaaa!!
Oooh!!

Cantiamo insieme e le nostre voci si fondono perfettamente creando un’armonia stupenda. Il visino di Elizabeth però si fa un po’ triste mentre finisce di cantare.

 

 Yo te quieroooo, yo te esperooo
Cadaa nochee pido al cielooo, Que apareeezcaas yaaa
Quiero tenertee a mi laadoo papaaaa

Ormai il suo visino è pieno di lacrime, ma non capisco perché, mi fa segno di finire la canzone e io canto l’ultimo pezzo.


 Yo tambien mi amor te esperooo,
Y te jurooo que me muerooo de feliiiciidaad
solo pensaaar que alguna veez vas a deciirmeee
Quiero tenerte a mi lado PAPAAA!

Se que hay algo tuyo en miiiii

Finalmente la canzone finisce e mi posso avvicinare a lei, mentre Fito sistema il piano.

La prendo in braccio.

-Ehi piccola, perché stai piangendo?-

-Perché voglio il mio papà.- mi dice e io sorrido, pensavo qualcosa di grave.

-Adesso ti porto, dov’è? In camera di sopra?- gli chiedo.

Lei mi guarda triste.

-Il mio papà non c’è Nicolas, non lo conosco.-

Come non lo conosce? Ho visto Fabio poche ore fa, c’era e stava bene.

In cima alle scale compare Antonella con gli occhi spalancati.

-Nicolas!- esclama.

-Mamma!-

-Mamma?-

 

 

 

 

 

Fine capitolo!

Ciao a tutte, scusate se vi ho fatto aspettare, ma non avevo proprio più tempo, ora però ho finito di lavorare e aggiornerò prima. Devo dire però che sono soddisfatta di questo capitolo!!

Fatemi sapere cosa ne pensate. La canzone è algo tuyo en mi di patito feo.

Grazie mille a: bulma4ever, Giulysan, saku_cele, Ilary_Divina. Nel prossimo capitolo prometto che vi ringrazio personalmente.

Un bacione.

Gaia

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Capitolo 6
*** 6 ***


Mi paralizzo letteralmente, cosa ci fa Nicolas con in braccio sua figlia, cioè mia figlia, nostra figlia! Che abbia capito qualcosa? Che Elisabeth si sia lasciata sfuggire qualcosa di troppo? Guardo mio zio Fito e dalla sua espressione capisco che è tutto a posto.

-Nicolas!- riesco a sussurrare.

-Mamma!-

-Mamma?- esclama Nicolas sorpreso! Oh che situazione del cavolo, che faccio? Mia figlia sposta lo sguardo da Nicolas a me continuamente.

-Vi conoscete?- esclama sorridendo e sciogliendosi dall’abbraccio di Nicolas che la posa delicatamente a terra, ancora sotto choc.

Io scendo le scale e mi avvicino per prenderla in braccio.

-Si eravamo molto amici io e la tua mamma.- dice Nicolas ha il tono arrabbiato.

-Infatti vedo che si è consolata in fretta.- mi dice guardandomi male. Sento la rabbia salire nelle vene, ma come si permette, non sono mica stata io a lasciarlo,dopo che mi ha abbandonato senza spiegazione mi viene pure a rinfacciare se sono stata con un altro uomo, ma questo è del tutto fuori di testa.

Fortunatamente mio zio capisce e prende Elisabeth per mano.

-Dai piccolina, andiamo a fare la nanna che la tua mamma e Nicolas hanno tante cose da raccontarsi.-

Lei annuisce e viene da me per darmi un bacino sulla guancia, fingo un’aria rilassata davanti a lei e le sorrido. Poi va da Nicolas e gli fa segno di abbassarsi.

-Ciao Nicolas.- e stampa un bacio sulla guancia pure a lui. Mi si scioglie il cuore, hanno già creato un rapporto in meno di un’ora, stanno benissimo accanto, come posso tenerli divisi? Ma d’altronde non posso permettere che anche Elizabeth soffra, non vorrei mai che conoscesse suo padre, si illudesse che di poter vivere con lui, come una famiglia e poi lui se ne andasse come tanti anni fa. No, devo mantenere il segreto, c’è riuscita Carmen per un sacco di tempo, ce lo farò anch’io.

Non appena sento la porta della camera di Elizabeth chiudersi mi volto verso Nicolas.

-Scusa ma, come ti permetti di venirmi a dire questo dopo che sei stato tu a lasciarmi senza spiegazioni.- gli dico.

-Bè, di certo non pensavo che ti saresti consolata così in fretta.-

-MA TI SENTI QUANDO PARLI? PARLI PROPRIO TU CHE TE NE SEI ANDATO CON EMMA.-

-SI, MA IO NON HO AVUTO UNA FIGLIA DAL PRIMO SCONOSCIUTO CHE HO INCONTRATO PER STRADA.-

-è QUESTO CHE PENSI? CHE SONO ANDATA COL PRIMO CHE HO TROVATO COME UNA PUTTANA?-

-NON METTERMI IN BOCCA PAROLE CHE NON HO DETTO.-

-LO HAI FATTO INTENDERE, E PROPRIO TU PARLI, TU CHE TE NE SEI ANDATO SENZA UNA SPIEGAZIONE.-

-TE L’HO DATA LA SPIEGAZIONE QUELLA VOLTA AL TELEFONO E SE NON L’HAI CAPITA MI DISPIACE PER TE.-

Adesso lo guardo seria, dopo che ci siamo sfogati urlandoci addosso tutto il tempo.

-Quindi non era una scusa, veramente tu mi hai raccontato bugie durante tutto il tempo che sei stato con me.-

Lo vedo sospirare, ha anche lui come me le lacrime agli occhi quasi, è indeciso su cosa dire. Volge lo sguardo verso la finestra, due uomini passeggiano nell’altro lato della via, fanno quasi paura, sono due tipi loschi, occhiali scuri anche se sono le quattro di notte, giacca e cravatta. Speriamo non siano pericolosi, Nicolas però ne sembra spaventato, aspetto ancora una sua risposta.

Ma se ne va, lasciandomi sola un’altra volta.

Sola col cuore spezzato, non mi ha mai amato, ora ne sono convinta, ecco perché non ha risposto. Che stupida che sono stata.

 

 

Fortuna che oggi è domenica, perché guardo l’ora sulla radiosveglia rosa e sono già le due di pomeriggio. Non ho chiuso occhio dopo la serata di ieri, la mia notte si è alternata tra pensieri e lacrime. Guardo il cellulare e trovo due chiamate perse di Patty e una di Pablo. Devo ancora rispondergli al messaggio di ieri sera. Non sono dell’umore giusto per andarci, ma dato che sono anche in prossimità di lanciare un disco forse partecipare ad un evento del genere servirebbe a farmi conoscere un pochino. Gli mando un messaggio con scritto che lo aspetto alle 20.30 puntuale davanti casa mia. Finito di pranzare decido di dedicare il pomeriggio a mia figlia. Iniziamo guardando cenerentola della disney, il nostro cartone preferito, l’avremo già guardato miliardi di volte, tanto che ci alziamo a ballare con i topolini mentre gli preparano il vestito. Finito il cartone è l’ora delle bambole. Passiamo tutto il pomeriggio a pettinare e vestire bambole. Mia figlia naturalmente ha buon gusto come la sua mamma. Arrivano in fretta le 18.30 e andiamo in camera mia per iniziare a prepararmi. Eli adora guardarmi mentre mi vesto, mi pettino, mi trucco. Dice che così sarà bella anche lei come me quando sarà grande.

Decido di lisciare i capelli e indosso un vestito verde chiarissimo col bustino a fascia e la gonna in tulle molto corta e un po’ bombata. Mia figlia mi applaude, segno che ha apprezzato il vestito. Infilo le scarpe col tacco a spillo bianche e ci abbino la mia pochette bianca. Infilo cellulare, chiavi di casa, portafoglio e un mini set di trucchi.

Alle 20.40 sono pronta e scendo le scale, saluto con un bacio in fronte Eli e esco di casa dove mi aspettano già Pablo e la limousine. Non mi meraviglio neanche più , ogni volta che usciamo sfoggia tutto questo lusso. Mi apre la portiera.

-Oggi sei incantevole mia dolce mademoiselle.- mi dice galante, dolce, troppo dolce, anche LUI era dolce, ma non così tanto, in maniera giusta.

Sorrido comunque deliziata e salgo in macchina. Ci mettiamo un quarto d’ora ad arrivare e per tutto il tragitto non fa che parlarmi delle azioni in banca che ha rilevato. Che noia, come se mi interessasse. Non posso proprio sopportarlo, dopo stasera sarà meglio che chiuda con questo viziato figlio di papà, lo vedo come mi guarda solamente le tette e il culo. Entriamo nella villa del sindaco e mi pare di essere piombata in un altro secolo. Il salone è immenso, con un tappeto rosso che ricopre la grande scalinata al centro. L’orchestra sta già suonando musica classica e un sacco di coppie volteggiano nella sala dandogli un’atmosfera ancora più magica. Pablo mi porge il braccio e io mi attacco senza dire niente. Dopo aver fatto un giro di saluti obbligatorio mi invita a ballare e io accetto. Adoro ballare, anche questo genere di musica, qualunque musica ci sia, io trovo un modo per ballarla. Pablo però è impacciato, non mi piace ballare con lui, non mi fa sentire una farfalla, anzi continua a pestarmi i piedi, sembriamo una coppia di elefanti. Dopo dieci minuti che volteggiamo, o meglio pestiamo il pavimento una voce squillante ci fa sobbalzare.

-Pablo, ma sei tu!- non mi giro neanche a guardare chi è, sarà un’altra di quelle signore a cui rivolgere inchini e sorrisi.

-Emma cara.- un momento. Emma????

Mi giro e sfortunatamente mi trovo davanti il brutto muso di Emma Taylor. Anche lei mi nota e fa una faccia schifata.

-Pablo, ma con che gente ti sei ridotto a girare.- dice in tono sprezzante e io la saluto con una smorfia.

-Oh ma vi conoscete?- esclama Pablo. Non faccio neanche in tempo a rispondere che un’altra persona compare dietro Emma. Anche qua lo devo trovare.

-Emma, lo champagne era finito, ho trovato solo…- Nicolas si interrompe quando mi vede, o meglio quando mi vede in compagnia di Pablo, mette su una faccia strana. Ma cosa pensa che dopo che mi ha lasciata sarei andata via con la cintura di castità?-

-Tesoro, hai visto chi c’è? Da quanto tempo non la vedevamo, per fortuna.- gli dice Emma e lui annuisce serio, non sapendo cosa dire.

-Bene signori, spero vi stiate divertendo, nella prossima canzone voglio che ogni uomo inviti una donna che non sia la sua a ballare, mescolate le coppie.- dice l’uomo che canta nell’orchestra.

-Emma, mi concedi un ballo vero?- gli domanda Pablo. Lei accetta subito e insieme si dirigono a ballare.

Oh no questo vuol dire che a me toccherà ballare con Nicolas. Mi giro a guardarlo, convinta di non trovarlo, che al solo pensare di ballare con me se ne sarebbe andato, invece è ancora accanto a me e mi porge la mano. Poso delicatamente la mia nella sua. Stupida!

Dovevo dirgli di no, non andare via ancora con lui.

La musica comincia.

 

This Romeo is bleeding
But you can’t see his blood
It’s nothing but some feelings
That this old dog kicked up
It’s been raining since you left me
Now I’m drowning in the flood
You see I’ve always been a fighter
But without you I give up
Now I can’t sing a love song
Like the way it’s meant to be
Well, I guess I’m not that good anymore
But baby, that’s just me

Iniziamo a volteggiare, con lui si che riesco a ballare, I nostri corpi aderiscono alla perfezione e sembriamo quasi volare. A creare l’atmosfera si mette anche la canzone. Sto affogando da quando mi hai lasciato canta il caro Bon Jovi, stavo affogando pure io sai Nicolas, ma ora sono ancorata tra le tue braccia.

And I will love you, baby - Always
And I’ll be there forever and a day - Always
I’ll be there till the stars don’t shine
Till the heavens burst and
The words don’t rhyme
And I know when I die, you’ll be on my mind
And I’ll love you – Always

Per sempre, promette Bon jovi alla ragazza che ama. Sempre l’avrebbe amata. Do voce ai miei pensieri. –Anche tu mi avevi promesso per sempre.- Il tuo sguardo sembra vacillare alle mie parole. –Non hai le prove che non ho mantenuto la mia promessa.- mi dici. Cosa mi vuoi dire ora Nicolas? –Me l’hai detto ieri sera.- stavolta mi guarda sorridendo. –Sono umano anch’io Anto, quando sono arrabbiato dico cose che non penso.-  Non ricambio il suo sorriso. –Nicolas, cosa stai cercando di dirmi?-                                                                             

Now your pictures that you left behind
Are just memories of a different life
Some that made us lau
gh, some that made us cry
One that made you have to say good-bye
What I’d give to run my fingers through your hair
To touch your lips, to hold you near
When you say your prayers try to understand
I’ve made mistakes, I’m just a man

When he holds you close, when he pulls you near
When he says the words you’ve been needing to hear
I’ll wish I was him ’cause those words are mine
To say to you till the end of time

-Ho fatto degli sbagli Antonella.- mi dici e passi una mano tra i miei capelli, mi sfiori le labbra con un dito seguendo le parole della canzone. Ora o mai più mi dico. –Perché te ne sei andato Nicolas?- trovo il coraggio di chiederti. Silenzio, non mi vuoi rispondere.

Yeah, I will love you baby - Always
And I’ll be there forever and a day - Always
If you told me to cry for you
I could
If you told me to die for you
I would
Take a look at my face
There’s no price I won’t pay
To say these words to you
Well, there ain’t no luck
In these loaded dice
But baby if you give me just one more try
We can pack up our old dreams
And our old lives
We’ll find a place where the sun still shines

Troveremo un posto dove splende il sole, si forse un giorno lo troveremo per noi se lo vorrai. Volteggiando passiamo accanto a Emma e Pablo che si sorridono. –è lui il padre di Elisabeth?- mi domandi. –No, lui non sa neanche che esiste Elisabeth.- gli rispondo tristemente. –Antonella, chi è il padre di Elisabeth?-. Silenzio.

And I will love you, baby - Always
And I’ll be there forever and a day - Always
I’ll be there till the stars don’t shine
Till the heavens burst and
The words don’t rhyme
And I know when I die, you’ll be on my mind
And I’ll love you - Always
 

La canzone finisce. –Te lo dirò quando tu mi dirai perché te ne sei andato.-

Riesco a sussurrargli prima che Emma e Pablo ci strappino dalle braccia dell’altro.

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Spero vi sia piaciuto. La canzone è always di bon jovi, se leggete il capitolo con questa sottofondo rende ancora meglio dato che a mio parere è una canzone stupenda.

Ringrazio veramente di cuore: Giulysan, saku_cele, GinevraMalfoy90, bulma4ever, Ilary_Divina, niettolina e mi scuso veramente se non sono riuscita neanche stavolta a ringraziarvi personalmente.

Un bacione!

Gaia

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Capitolo 7
*** 7 ***


Vengo strappata via dalle braccia di Nicolas da Pablo, proprio adesso che stavamo trovando il coraggio di affrontare certi argomenti.

Cerchiamo un altro po’ di ballare poi mi prende per mano e mi trascina in un corridoio deserto.

-Pablo dove stiamo andando?- gli domando.

-Ti porto a vedere una cosa Antonella.- mi dice sorridendo. Gli sorrido anch’io e incuriosita lo seguo anche se non capisco proprio cosa vorrà farmi vedere, forse deve farmi conoscere qualche altra persona importante.

Apre la porta di una stanza e mi spinge dentro.

-Ma che fai?- gli urlo. Col suo spintone vado a sbattere contro una scopa e poi la mia schiena si poggia contro il muro. Siamo in uno stanzino delle scope intuisco perché è tutto buio e non riesco a vedere niente. Lo sento chiudere la porta e una grande paura si impossessa di me, cosa vuole farmi?

-Bene piccola, visto che è un mese che ci frequentiamo e mi hai concesso solamente qualche bacetto sarà meglio che me lo prenda da solo il resto.-

Si avvicina a me e inizia a baciarmi il collo. Ora che è così vicino posso sentire il suo alito che sa da alcool, è ubriaco fradicio. Lo spingo via, ma non avevo previsto una sua reazione: una sua sberla potente mi arriva sul viso spaccandomi il labbro. Perdo l’equilibrio e cado sopra ad alcuni secchi che mi graffiano la pelle.

-Lasciami stare Pablo.-

-No stasera sei mia!-

Un senso di panico mi prende e calde lacrime cominciano a scendere sul mio viso mentre lui con un ginocchio mi ferma i polsi e con le mani mi toglie il vestito.

-Se stai buona ci divertiremo un sacco sai piccola?-

-Mollami!é un ordine.-

Ma non mi dà ascolto e mi strappa il reggiseno ed io là impotente non posso fare altro che piangere.

Un momento! Io sono Antonella la divina, la the best, nessuno si prende gioco di me, devo reagire prima che sia troppo tardi, pensa Antonella, pensa.

E poi, succede tutto in un attimo, lui che molla per un secondo la presa sulle mie mani, io che afferro velocemente un secchio e glielo do in testa, il suo corpo che si affloscia semisvenuto sul pavimento. Raccolgo vestito e scarpe ed esco in corridoio che fortunatamente è deserto.

Mi rivesto velocemente, come riesco, ma da sembrare decente, passo per l’ingresso e mi faccio dare la mia pochette e corro via, da quella casa degli orrori.

Cerco il cellulare nella borsa, sono abbastanza distante da casa, saranno venti chilometri e ormai a quest’ora non passano autobus, ma sfortunatamente la batteria è scarica. Proseguo comunque, non vedo l’ora di allontanarmi il più possibile, ma un fulmine squarcia il cielo e in meno di due minuti si scatena il diluvio universale.

Fantastico! Anche la sfiga si è innamorata di me?

Mi metto a correre in cerca di un qualche riparo, ma il quartiere che sto attraversando è abbastanza spoglio e povero, non si vedono locali. Dopo cinque minuti che corro mi tolgo le scarpe, ne ho abbastanza di questi tacchi e proseguo la mia corsa con le scarpe in mano. Dopo altri dieci minuti che corro verso una meta indefinita trovo una fermata dell’autobus con la tettoia e mi rifugio là sotto.

Mi accascio in un angolo e mi stringo le gambe al petto. Fa freddo qua fuori, sono bagnata fradicia e mi sta salendo un forte mal di testa, in più il labbro continua a sanguinare e farmi male. Basta! È inutile lamentarsi, così non risolvo le cose, adesso aspetto che smetta di piovere e poi cercherò una cabina telefonica per chiamare Fabio. Mi sistemo anche il vestito che è abbastanza rovinato e strappato in certi punti. Poi cerco di farmi coraggio, ne ho passate di peggio: quella volta che mi sono persa nel bosco, l’incidente in auto, la villa andata in fiamme. Si dai ho passato situazioni ben peggiori. Un barbone distante circa 50 metri da me, di quelli che suonano per le piazze decide che c’è l’atmosfera giusta per attaccare una canzone strappalacrime.

 

Another day has gone
I'm still all alone
How could this be
You're not here with me
You never said goodbye
Someone tell me why
Did you have to go
And leave my world so cold

 

“Un altro giorno è andato Io sono ancora tutto solo Come può essere Tu non sei qui con me Non hai mai detto arrivederci Qualcuno mi dica perché Sei dovuta andare lasciando il mio mondo così freddo” bè non ho niente da fare, posso perdermi nei pensieri, nelle note di questa canzone, e posso far scendere le lacrime tanto si mischiano con la pioggia, nessuno le noterà. Non sei qui con me, no, forse è un segno del destino, un tempo in momenti come questi comparivi sempre, come un angelo custode, ora non più, vuol forse dire che io per te non conto più nulla? Poi mi rivengono in mente le tue parole di questa sera, non ho le prove che non hai mantenuto la promessa, che vuol dire? Che mi ami ancora?


Everyday I sit and ask myself
How did love slip away
Something whispers in my ear and says
That you are not alone
For I am here with you
Though you're far away
I am here to stay

 

“Ogni giorno mi siedo e mi chiedo Come l'amore è sgusciato Qualcosa mi sussurra all' orecchio e dice Che tu non sei sola Perchè io sono qui con te Anche se tu sei lontana Io sono qui per restare” Questo hai voluto dirmi? Che anche se ero lontana tu eri con me, mi pensavi, hai continuato ad amarmi, io te la darei una seconda possibilità Nicolas, per te, per me, per nostra figlia, ma devo sapere il motivo per cui te ne sei andato o non avrò il coraggio di rimettermi in gioco.


You are not alone
I am here with you
Though we're far apart
You're always in my heart
You are not alone
All alone
Why, alone
Just the other night
I thought I heard you cry
Asking me to come
And hold you in my arms
I can hear your prayers
Your burdens I will bear
But first I need your hand
Then forever can begin

“Tu non sei sola Io sono qui con te Anche se tu sei lontana Sei sempre nel mio cuore Tutto solo Perchè, solo Proprio l'altra notte Pensavo di averti sentito piangere mentre mi chiedevi di venire E stringerti tra le mie braccia Posso sentire le tue preghiere Il fardello che sosterrò Ma prima ho bisogno della tua mano Poi per sempre può iniziare” Un sacco di notti ho pianto chiedendo al cielo che tornassi da me, e ti portassi via tutto il dolore che provavo, che mi stringessi tra le braccia, insieme a nostra figlia, che è la cosa più bella che mi sia capitata, insieme a te. Non lo so se sono sola, no forse non lo sono, ma in questo momento mi sento così più che mai. Bagnata fradicia, sotto la fermata di un autobus, dopo essere stata quasi vittima di una violenza, lontana da casa, ad ascoltare un suonatore innamorato che suona e canta questa canzone col cuore, sì, in questo momento mi sento sola!

 

Whisper three words and I'll come runnin'
And girl you know that
I'll be there
I'll be there

“Sussurra tre parole e io verrò correndo..volo E ragazza tu sai che Io sarò lì Io sarò lì”

3 parole e correrai da me? Bastasse questo.

-Vieni a prendermi.- sussurro, tanto ormai non c’è nessuno e se anche qualcuno mi avesse visto di sicuro avrebbe già pensato che sono pazza, visto che una bella ragazza come me si trova qua come una barbona. La canzone è finita, perfetto, non c’è neanche più la musica a tenermi compagnia. Non vedo l’ora di arrivare a casa, farmi una doccia calda e mettermi sotto le coperte. E pensare che domani devo pure andare a lavoro. Per favore fai smettere di piovere!

Un rumore di clacson mi distrae. Mi giro verso la macchina che accosta e abbassa il finestrino.

-Serve un passaggio?-

Nicolas, eccolo qua il mio angelo custode, l’ho chiamato ed è arrivato.

-Da cosa l’hai capito?- domando con tono ironico.

-Ho pensato che stessi aspettando un auto bus dato che sei sotto la fermata.- mi risponde ancora più ironico.

Mi alzo velocemente e mi infilo nel posto davanti accanto al guidatore.

-Cavolo, sono tutta bagnata, scusa per la macchina.-

-Ah lascia stare.-

-Come mai da solo?- gli domando.

-Emma e paparino sono stati invitati a fermarsi due giorni nella lussuosa villa del sindaco, ma per me non c’era posto quindi sono stato mandato a casa! Ma tu che hai fatto?-

-Vuoi l’elenco? Allora cominciamo dal fatto che sono stata trascinata in uno sgabuzzino e quasi violentata da Pablo, il galante ragazzo con cui uscivo, una volta uscita dalla villa mi sono accorta di avere il cellulare scarico e di essere a venti chilometri da casa, quindi mi sono incamminata, qualche minuto dopo la partenza giustamente ha cominciato a diluviare e nell’ultima mezzora sono stata dove mi hai trovato.- dico come se gli stessi raccontando che sono appena andata al mare.

-No scusa, cos’avrebbe fatto Pablo?- mi domanda serio.

-Quello che ti ho detto.-

-Voglio i dettagli!- mi dice arrabbiato.

-Non mi va di parlarne Nicolas.- gli dico con le lacrime che minacciano di uscire di nuovo.

-Antonella per favore raccontami.-

Sospiro e gli racconto tutto nei minimi dettagli, cercando di leggergli una qualche emozione sul viso, ma niente, a parte un piccolo sorrisino quando arrivo alla parte del secchio in testa.

Una volta che ho finito il mio racconto inchioda di colpo e fa inversione di marcia.

-Dove cavolo stiamo andando?- gli domando.

-Facciamo una piccola deviazione, ci sono problemi?-

È proprio arrabbiato e non me la sento di contraddirlo. Viaggiamo silenziosi finchè non vedo davanti a me di nuovo la villa del sindaco.

-Scusa perché siamo tornati qua? Potevi dirmelo!-

-Stai in macchina, torno subito!-

-Non mi piace che la gente non mi ascolta così.- gli urlo dietro.

Dopo cinque minuti è già di ritorno con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.

-Ti eri dimenticato qualcosa?- gli domando.

-No, avevo solo bisogno di sfogarmi.-

-Potresti spiegarmi, detesto non capire le cose.-

-Non ti arrabbi vero se ti dico che ho picchiato Pablo?-

Ha picchiato Pablo? Cioè è tornato indietro per picchiare Pablo, per chi? Per me.

-No, penso proprio di no!- gli rispondo sorridendo e lui ricambia. Accendo la radio della ferrari su cui stiamo viaggiando.

You are not alone
I am here with you
Though we're far apart
You're always in my heart
You are not alone
All alone
Why, alone
Just the other night
I thought I heard you cry
Asking me to come
And hold you in my arms
I can hear your prayers
Your burdens I will bear
But first I need your hand
Then forever can begin

Sorrido e mi metto a cantarla insieme a Michael Jackson.

-Ti piace questa canzone?- mi domanda Nicolas.

-è stupenda e poi ho l’impressione che mi porti fortuna!-

 

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Buonasera ragazzuole, stasera mi sento contenta quindi vi posto questo capitolo sperando vi piaccia!! Anche questo capitolo ha una colonna sonora, una canzone che io adoro, è commovente, sa emozionare, se volete leggete questo capitolo con la canzone sotto fondo, si intitola you are not alone di Michael Jackson, le parti tra virgolette sono le traduzioni!!

Ringraziamenti:

bulma4ever: ciao carissima, mamma mia le tue recensioni mi piace un sacco leggerle, sono lunghissime e poi ci metti tutti i pareri personali e i consigli, le opinioni. Veramente grazie mille, mi fai venire voglia di continuare a scrivere!!! Un bacioneee

Ilary_Divina: ciao stella, che bello tu mi segui dal primo capitolo di questa storia e ci sei sempre con le tue recensioni!! Veramente grazie di cuore!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!! Baciiii

Giulysan: ciao cara, oh un’altra fan di bon jovi, anche per me è una delle mie preferite la prima volta che ho letto la traduzione di quella canzone sono scoppiata a piangere. Stupenda, spero che anche questa ti piaccia. Grazie per i tuoi commenti!! Un baciooo

Misty_Pan96: Ciao bella, oddio spero guarisci presto, ah su msn ho cambiato contatto, ti ho aggiunto su quello nuovo. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! Baciooo

 

Al prossimo capitolo!

Gaia

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Capitolo 8
*** 8 ***


Apro lentamente gli occhi quando sento la macchina fermarsi. Guardo fuori dal finestrino e noto che siamo arrivati a casa mia. Mi stiracchio e sorrido, devo essermi addormentata per la strada, d’altronde sarà l’una passata e con tutte le esperienze negative che ho vissuto stanotte.

-Ben svegliata signorina!- mi dice Nicolas.

Mugolo su qualcosa ancora mezza addormentata e gli sorrido.

-Ce la fa a camminare o devo prenderla come piace tanto a lei?-

Ma sto ancora sognando? O sono con Nicolas veramente? Forse sto ancora sognando quindi facciamolo continuare.

Faccio segno di no con la testa e sento che scoppia a ridere e poi una porta dell’auto che si apre e poi si chiude. Un momento, se l’ho sentito forse sono già sveglia.

Sento la porta accanto a me aprirsi e con una mano sulla schiena e una sotto le ginocchia mi prende in braccio. Con un calcio chiude la porta dell’auto. Io mi appoggio contro il suo petto respirando il suo odore, sempre vivido nella mia mente. Mi sento al sicuro, protetta, amata, anche se so che sono solo sensazioni.

-Quando siamo ormai davanti la porta di casa tiro fuori le chiavi apro la porta, mi sento una novella sposa in luna di miele. Richiudiamo a chiave e in silenzio e senza fare rumore mi porta in camera mia. Lo vedo sorridere.

-Che c’è?- gli domando.

-è tutto quasi come un tempo.-

-Perché quasi?-

-Bè camera tua è uguale, a parte il letto da due piazze, le foto di te con Patty, Elisabeth e le tue amiche, qualche gioco qua e là, è esattamente come la ricordavo.-

-Eh già. Divina come un tempo!- gli rispondo.

Lui mi fa sedere sul letto e poi si siede accanto a me.

-Mi è mancato sentirti cantare.- mi dice.

-Non ti ha obbligato nessuno ad andartene.- gli rispondo.

-Non sai quanto ti sbagli.- sussurra, ma riesco comunque a sentirlo.

-Cosa vuoi dire Nicolas?- non capisco, chi l’ha obbligato? Perché mi deve mettere tutti questi dubbi.

-Ascoltami bene Antonella Lamas Bernardi, non è ancora il momento di dirti tutto, però posso dirti che non ti ho mai dimenticata, che se avessi potuto sarei stato qua con te, perché ti amo, mi hai capito? Ti amo, sempre di più, ogni giorno che passavo a pensarti non facevo altro che aumentare l’affetto che provo per te. Ti amo!-

Rimango di sasso, ma le lacrime riescono comunque a salire.

-Ridillo.-

-Ti amo!-

Poi ti avvicini, mi perdo nei tuoi occhi verdi, quante immagini mi passano davanti, quanti ricordi, quante emozioni, quante volte ho visto questi occhi in questi quattro anni nel volto di tua figlia, non è ancora giunto il momento di dirtelo Nicolas, mi dispiace, se poi te ne dovessi andare non voglio che soffra anche mia figlia. Non so se sia vero che ti hanno obbligato ad andartene o sia una scusa per passare questa notte insieme, ma stasera voglio fidarmi. Questi sono i miei pensieri prima di perdermi in paradiso con un tuo bacio, da quanto lo aspettavo Nicolas, da almeno quattro anni, quante volte l’ho vissuto nei miei sogni, peccato non fosse mai reale, peccato non potessi accarezzare i tuoi capelli mentre lo sognavo, non potevo sentire la tua mano sui miei fianchi. Inizio a sbottonarti la camicia e tu mi levi il vestito ancora bagnato.

Un flashback improvviso mi fa tremare.

-Che succede?- mi domandi.

-Mi è tornato in mente stasera…con Pablo…scusa.- gli spiego.

-Anto, io non potrei mai farti quello che ti ha fatto lui, vedrai che con me lo dimenticherai.- mi sussurri accarezzandomi una guancia, e come posso non dimenticarlo?

Poi ti vedo sorridere!

-Cosa c’è?-

Con una mano mi prendi la catenina che ho sul collo.

La nostra catenina, quella che mi avevi regalato tu tanti anni fa per il mio compleanno, quella con inciso il mio nome.

-La vuoi sapere una cosa?- mi domandi.

-Cosa?-

Tiri fuori anche tu la tua metà di catenina con inciso il mio nome dal tuo collo. Anche tu ce l’avevi ancora là.

Ti abbraccio forte e riprendiamo da dove ci eravamo fermati.

 

 

 

Apro gli occhi e sento un peso sul mio braccio. Mi guardo un attimo intorno e sorrido. Quante volte mi ero svegliato in questa camera e il mio cuore inizia a battere forte da quanto sono contento. Poi guardo al mio fianco.

Eccola.

Sta dormendo, sembra un angelo, mi sembra così strano che dopo quattro anni mi ami anche lei ancora, che possa essere ancora mia. Devo accertarmi che Taylor diventi innocuo prima di confessargli la verità, non voglio che faccia qualcosa alla mia Anto.

Sono già le quattro di notte, sarà meglio che me ne vada prima che i Taylor sospettino qualcosa. Mi rivesto e le lascio un biglietto.

Amore io devo andare,

non posso ancora lasciare Emma.

Presto ti spiegherò tutto.

Buon risveglio.

Ti amo.

Nicolas

 

La bacio sulla guancia e lei si agita nel sonno, meglio che me ne vada prima di svegliarla.

Scendo lentamente le scale pronto a tornare in prigione.

-Ciao.-

-Ciao piccolina cosa ci fai qua a quest’ora?- saluto Elisabeth che è seduta sul divano.

-Non riuscivo a dormire, sto guardando un album di foto della mamma. Vuoi vederlo?-

-Ma certo.- mi siedo e la prendo in braccio facendola sedere sulle mie ginocchia.

-Guarda, questa è la mia mamma piccola.- Sorrido guardando le foto di Antonella piccola piccola, riconosco Roberto, Bianca e anche Fabio, che dolci!

-Qua c’è la mia mamma con le sue amiche divine.-

Pagine e pagine di Antonella, Pia, Caterina e poi anche con Luciana.

Poi foto con Matias, gli altri ragazzi che ha avuto, eccola la fitta di gelosia all’altezza dello stomaco e pure un po’ di fastidio. Non ha messo neanche una delle foto mie e sue.

-Guarda, adesso ci sei anche tu.- mi dice Elisabeth.

Continua a sfogliare l’album. Tutte le mie foto ci sono, tutte quelle che ho scattato quando sono venuto qua in Argentina, la maggior parte insieme a lei, poi foto da solo, foto che non sapevo nemmeno fossero state scattate, alcune con la band dei ragazzi, quelle del matrimonio di Bianca, insomma tutte. Sorrido e non posso che essere contento di avere scoperto questo.

L’album continua con foto della piccola Eli e di Antonella e Patty. La bimba era bellissima da piccola, come adesso, c’è anche una foto di Antonella in ospedale, spero di trovare almeno una foto del padre, ma niente di niente. Finiamo di guardare l’album e lo mettiamo via.

-Vuoi giocare un po’ con me?- Dovrei andarmene, ma come faccio a dire di no a quest’angioletto che mi guarda con quegli occhioni.

-Va bene, un pochino però che poi devo andare a casa, ma non dovresti andare a letto tu?.- gli dico.

-No, non ho sonno, vuoi usare Winnie the Pooh o Ih-Oh?- mi domanda mostrandomi due pupazzi.

-Io uso l’asino.- le dico prendendo il pupazzo.

-Ok allora adesso li portiamo a fare la passeggiata.- Mi alzo e prendo per mano un pupazzo seguendo Elisabeth, strano, non mi sto annoiando, anzi mi piace un sacco passare del tempo con lei.

-Adesso è l’ora della nanna.- dice la bambina e distende il pupazzo sul divano più piccolo.

-Lo devi distendere qua, poi tu ti metti nell’altro e fai la nanna con i pupazzi.- mi dice andandosi a distendere nel divano di fronte la tv. Io metto a letto l’asino e mi vado a sedere vicino a lei.

-Ti devi distendere Nicolas, sennò i pupazzi vedono che sei sveglio e non dormono.- mi rimprovera Eli, quindi mi stendo accanto a lei e la guardo mentre chiude gli occhietti  e finge di dormire.

A un certo punto inizio a fargli il solletico sulla pancia e lei si gira ridendo e prova a farlo pure a me. La sollevo in aria per allontanarla dalla mia pancia e lei continua a sghignazzare e a pregarmi di metterla giù. La faccio atterrare sulla mia pancia e lei mi guarda sorridendo, poi però gli scappa uno sbadiglio.

-Ah, mi sa che è ora di tornare a fare la nanna.-

-No, non voglio. È TORNATO LO ZIO FABIO- urla e io mi tiro su, dalla porta compaiono Fabio, Gonzalo, Bruno, Alan e Guido, insomma gli skratch al completo.

Già mi vedo arrivare il pugno di Fabio, lui non sa il vero motivo del perché ho lasciato Antonella e sicuramente ce l’avrà su con me, vorrei trovare il tempo e spiegargli tutto.

Invece sul suo volto si dipinge un sorriso e mi si butta addosso.

-Nicolas!- nel giro di due secondi mi ritrovo tutti gli skratch addosso in un abbraccio soffocante.

Pian pianino si staccano e si siedono sui divanetti.

-Guido, stai schiacciando Pooh!- urla a un certo punto Elisabeth.

-Oh cavolo scusami.- Guido si tira fuori da sotto il sedere l’orsetto e lo passa alla piccola che lo guarda con sguardo minaccioso.

-Dai Eli è ora che vai a fare la nanna.- gli dice Fabio.

-Va bene. Buonanotte Nicolas.- risponde lei ubbidiente e dopo avermi dato un bacio sulla guancia e salutato gli altri se ne va a letto.

-Ma cosa ci fate qua a quest’ora?- domando ai ragazzi.

-Siamo tornati da un concerto dall’altra parte della città, ma cosa ci fai tu qua?- mi domanda Guido.

-Il padre di Emma è dovuto tornare per affari e ci siamo ritrasferiti. Come mai non ce l’avete con me?- domando.

-Vedi Nicolas, qualche giorno dopo la partenza ho trovato la lettera che avevi mandato a zio Fito, l’ho raccontato ai ragazzi perché non pensassero male di te. Fidati che nessuno ha raccontato niente alle ragazze sennò sarebbero corse a dirlo ad Antonella. Sono così contento che sei tornato.- mi dice Fabio.

-Anch’io sono contento di rivedervi ragazzi! Vedo che avete fatto carriera.-

Passiamo un’altra mezzora a raccontarci del futuro della band, poi decido di azzardare una richiesta.

-Ascoltate ragazzi, questa è una cosa seria, devo chiedervi un favore, adesso devo andare, vi spiego tutto domani. Appuntamento alle tre e mezza al bar del campo di tennis ok?-

Tutti quanti annuiscono e fra prese di mano, colpi sulla spalla e sorrisoni me ne vado, constatando che la vita mi sta accennando un sorriso.

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutte, non sono poi tanto soddisfatta di questo capitolo, ma mi è venuto di getto e non mi va di cancellarlo e poi magari riscrivere le stesse cose, spero vi piaccia!!Un bacioneee

Un grazie speciale a: Giulysan, niettolina, bulma4ever, Ilary_divina e dreamergirl. A sanaa22 grazie per la tua recensione, mi dispiace che la storia non ti piaccia, cercherò di fare meglio nella prossima!!

Un bacio.

Gaia

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Capitolo 9
*** 9 ***


-Emma, vado a fare una passeggiata.-

-Va bene amore.- Fortunatamente non mi dice niente, né me lo impedisce, anche quando eravamo in Spagna ogni tanto uscivo a fare passeggiate, stavolta però è una balla, devo incontrarmi con i ragazzi al bar per chiedergli aiuto per liberarmi di Alan Taylor.

-Ma come mai sei tornato tardi ieri sera? Il maggiordomo mi ha detto di averti sentito arrivare a un’ora tarda.- Cazzo!!

-Mi ero perso, sai non me la ricordavo così grande Buenos Aires.- invento, speriamo regga.

Si, ha retto perché lei scoppia a ridere.

-Oh amore, ma come sei sbadato, torna presto.- E mi dà un bacio sulla guancia.

La saluto velocemente ed esco di casa più sorridente del solito.

Percorro a piedi la via finché arrivo al bar vicino al campo da tennis. Quanto tempo passavo qua con i ragazzi quattro anni fa. I ragazzi sono già tutti là ad aspettarmi.

Ci salutiamo con le solite pacche sulle spalle e prese di mano.

-Bene Nicolas sputa il rospo!- mi dice Alan.

-Bè, ho sentito che la storia la sapete, il mio problema è questo: quando ero in Spagna non avevo molte possibilità di liberarmi di Emma e suo padre, ma ora che sono qua, speravo di poter contare su di voi e di darmi una mano a liberarmi di quegli stronzi, se proprio non volete farlo per me, fatelo per Antonella, sono stanco di farla soffrire.- spiego ai ragazzi.

Fabio inizia a parlare.

-Ecco vedi Nicolas.- non mi piace il suo tono, è quasi imbarazzato, sta per dirmi di no, me lo sento.

-Mi pare ovvio che ti diamo una mano.- dicono sorridendo.

Sorrido anch’io e li ringrazio abbracciandoli. Sono proprio contento, sapevo di poter contare su di loro, e infatti non mi hanno deluso.

-Adesso dobbiamo solo trovare un piano. Forza pensiamo.- dice Bruno.

Ordiniamo da bere e poi ci mettiamo a pensare. Dopo avere escluso piani assurdi a Fabio viene l’idea perfetta.

-Fermi tutti. Ecco l’idea, allora, Emma lascerebbe stare Nicolas se prendesse una sbandata per qualcun altro. Bene, noi diamogli quel qualcun altro. Non serve che si innamori, ma semplicemente che ne sia attratta, la prima volta che si baciano tu Nicolas salti fuori e la vedi, distrutto vai a lamentarti del tradimento dal papino di Emma spiegandogli cosa ti ha combinato la sua figlioletta e gli dici che ne soffri troppo e non puoi più vederla.-

-Si, può funzionare. Grande Fabio, sapevo avreste risolto tutto.- gli dico.

-Ma chi sarà ad attrarre Emma?- domanda Alan.

-Bè, io un’idea ce l’avrei, ci serve qualcuno di alto, bello, con degli occhi scuri, affascinante, magari con alle spalle una carriera di modello.- continua Fabio e ci giriamo tutti a guardare Guido.

-No, non se ne parla nemmeno, chi lo spiega a Giusy?- si difende Guido, poverino lo capisco, ma potremmo fare uno strappo e raccontare tutto a Giusy così capirà.

-Guido, per favore, a Giusy diremo tutta la verità, vedrai che capirà, è una brava ragazza!-

Ci pensa un attimo su poi però accetta e noi scoppiamo a urlare e a cantare, peccato che qualcuno interrompa i nostri festeggiamenti.

-Nicolas, cosa ci fai qua? Oh ciao ragazzi, come state?- Emma, la mia condanna, fortuna che non è arrivata due minuti prima. Lanciamo delle occhiate eloquenti verso Guido che sbuffa, ma poi comincia col piano.

-Emma, noi stiamo bene, ti vedo sempre più bella!- perfetto!!Emma sta già gongolando, adora i complimenti.

-Guido, grazie, trovo bene anche te. Allora la vostra band da quattro soldi ha avuto un po’ di successo?-

-Si, possiamo dire che ce la stiamo cavando alla grande.- dice Fabio con tono scocciato.

-Oh Fabio, da quanto tempo, ho avuto il dispiacere di incontrare tua sorella l’altra sera, insopportabile vero amore? E pensare che tu ci avevi pure perso la testa per un periodo.-

-Eh si, solo per un periodo però.- dico recitando, se solo sapesse cosa sto combinando per poter stare con Antonella.

-Bè io torno alla villa, ero venuta a vedere cosa combinavi. Bye ragazzi.-

-Bye.- salutano in coro.

-Ciao Emma, speriamo di rivederci presto!- dice Guido. È un grande quel ragazzo, se continua così basteranno pochi giorni per compiere il piano.

Quando vediamo Emma ormai lontana Guido si alza.

-Bene, prima che si diffondano voci andiamo subito a spiegare tutto a Giusy, ma Nicolas e se il piano non dovesse funzionare?- mi domanda.

-Ci avevo già pensato, a mali estremi, estremi rimedi, racconterò tutta la verità ad Antonella e se vorrà seguirmi scapperemo insieme per un periodo finchè Emma e il padre non se ne andranno, e se non vorrà seguirmi me ne andrò da solo.-

Annuiscono tutti quanti tristemente.

-Eddai, un po’ di ottimismo!- dice Gonzalo e tornando a sorridere ci avviamo a casa di Giusy e Matias.

Bussano alla porta e ci viene ad aprire Matias.

-Ragazzi, che sorpresa, cosa ci fate qua? Un momento, Nicolas!- esclama Matias sorridendo e da qua intuisco che anche lui sa la verità, ma possibile che con tutta sta gente che lo sapeva Antonella sia rimasta all’oscuro?

Ci fa entrare e ci fa accomodare sui divani del salotto.

-Matias chi è arrivato? Oh ciao ragazzi!- Ecco arrivare Giusy con in mano una scopa, probabilmente stava facendo le pulizie e ci accoglie sorridendo. Poi il suo sguardo si sposta su di me e il sorriso svanisce. Oh mamma, cosa vuole fare con la scopa?

-COSA CI FA LUI IN CASA MIA? DOPO TUTTO QUELLO CHE HA FATTO NON LO VOGLIO IN CASA MIA! FUORI E VERGOGNATI!!- Giusy come una furia si abbatte su di me, bisognerà spiegargli un po’ di cose per calmarla.

Fortunatamente riesco a schivare un manico di scopa che mi sfiora una guancia.

Guido e Matias riescono a fermarla e Guido se la prende tra le braccia.

-Guido, mandalo fuori, dopo quello che ha fatto ad Antonella io non lo voglio qua.- dice Giusy.

-Ma, tu non odiavi Antonella?- domando a Giusy.

-Bè,  la odio ancora, ma non mi è piaciuto lo stesso quello che gli hai fatto.-dice Giusy col muso.

-Amore, siediti un attimo e ascolta la storia di Nicolas.- gli dice Guido e Giusy sembra tranquillizzarsi.

Ascolta tutta la mia storia e dopo avere sentito anche del fatto che Fabio ha trovato la lettera, mi crede!

Ora però viene la parte più difficile.

-Oh poverino Nicolas, mi dispiace, non pensavo le cose stessero così, posso fare qualcosa per aiutarti?- mi dice.

-Prima cosa, Antonella non deve sapere di questa storia e nemmeno Patty, sono troppo amiche, glielo direbbe di sicuro. E poi…-

-Poi…?-

Gli spieghiamo il piano e non posso descrivere tutte le facce che fa, prima spalanca la bocca, poi accenna un po’ di rabbia, infine si rassegna.

-E va bene, ma ci sarò anch’io ogni volta che ci proverai con Emma nascosta da qualche parte.- dice.

-Giusy, grazie mille!!- mi alzo in piedi e la abbraccio forte.

-Tanto so che Guido mi ama troppo per dimenticarmi.- dice sorridendo.

-Mi pare ovvio!- dice il suo ragazzo!

Suonano alla porta e Gonzalo si alza per andare ad aprire.

-Bè mi pare che sia obbligo festeggiare a questo punto, presto saremo tutti più contenti, vado a prendere qualche birra!- urla Matias.

-Cosa si festeggia?-

Sbianchiamo tutti quanti sentendo questa voce, la sua voce. Oh mamma, non può venire a sapere del piano, conoscendola andrebbe a prendere padre e figlia per i capelli.

-Il ritorno di Nicolas!. Grida Matias contento con un sorriso falso come Giuda che va da un orecchio all’altro!

-Bè, allora devo unirmi anch’io, che festa sarebbe senza di me?- esclama Antonella.

-Sorellina, ma Elisabeth dove l’hai lasciata?- gli chiede Fabio, e non so perché ma improvvisamente interessa anche a me sapere che fine ha fatto la bambina.

-è da una sua amichetta, la mamma di questa bambina le è andate a prendere all’asilo, dopo devo andarla a prendere. Bè balliamo?- dice Anto. Tutti ci alziamo in piedi e spostiamo i mobili.

-Dato che siamo in casa di una popolare mi pare ovvio cominciare con una nostra canzone.- dice Giusy. Cavolo quanto mi mancavano questi ragazzi.

-E va bene, mi abbasserò a ballare una vostra canzone.- risponde scocciata Antonella.

Balliamo amigos del corazon, la prima canzone delle popolari e io ballo in coppia con Antonella. Ci divertiamo un mondo e il tempo passa velocemente.

Verso le sette e un quarto Antonella si alza di colpo.

-Oh cavolo, devo correre a prendere Eli.-

-Vuoi un passaggio in macchina?- gli domanda Matias.

-No grazie, faccio due passi.- gli dice. Ho voglia di passare del tempo con lei e prendo al volo l’occasione.

-Ti accompagno che vado anch’io.- gli dico e lei mi sorride.

Usciamo da casa Beltran e dopo essermi guardato un attimo intorno la prendo e la bacio, lei naturalmente ricambia.

-Non ce la facevo più!- le dico.

-Nemmeno io, quando potrai dirmi tutta la verità?- mi domanda tristemente.

-Presto Antonella, molto presto.- e lei mi sorride e ci avviamo a prendere Elisabeth.

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Scusatemi non aggiorno da un sacco di tempo e questo capitolo fa abbastanza pena, perdonatemi ma faccio la cameriera adesso e sto fuori fino a tardi e non ho più molto tempo per scrivere, però ho tre quarti della storia in testa, devo solo scriverla.

Non so veramente come ringraziarvi, è il primo capitolo in cui mi lasciate ben 9 recensioni, grazie veramente di cuore a : niettolina, bulma4ever, Ilary_Divina, dreamergirl, Ashleyili95, Sabry the Rider, Misty_Pan96, Giulysan, miss myu 91. Grazie veramente e spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se secondo me non è un granchè!!

Un bacioneee

Gaia

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Capitolo 10
*** 10 ***


Sono già due settimane che io e Nicolas ci vediamo di nascosto. I rapporti tra noi migliorano ogni giorno che passa e anche il rapporto che ha con Elisabeth. Devo dirglielo, mi sto quasi convincendo che è sincero e la mia bambina tiene troppo a lui, ne sarebbe contentissima di scoprire che è il papà. Sono seduta su una panchina del parco e sto aspettando Nicolas, mi ha promesso che sarebbe venuto se fosse riuscito, ormai Emma sa che ogni pomeriggio Nicolas va a farsi una passeggiata e noi riusciamo a vederci.

E infatti eccolo arrivare.

-Ciao amore.- mi saluta e ci scambiamo un veloce bacio a fior di labbra.

-Ho una bella notizia.- mi dice mentre mi prende per mano e ci avviamo per il bosco che circonda il parco dove non passa mai nessuno.

-Dai spara.- gli dico!

-Domani mattina presto Emma e suo padre partono per New York perché nel pomeriggio il signor Taylor ha un impegno d’affari e poi un grande ricevimento e portando con sé la figlia farà più bella figura, quindi sono libero per due giorni e stavo pensando di andare a Pinamar, nella nostra spiaggia, cosa ne dici?-

-E me lo chiedi?- gli rispondo sorridendo.

-Lo prendo come un si?-

Per dargli conferma lo bacio appassionatamente e neancora mi sembra vero che dopo quattro anni sia ancora qui con me, tutto mio, oddio, quasi tutto.

-Perfetto, allora domani che tanto è sabato passo a prendere te e Eli alle otto e mezza.-

-Anche Eli?- domando sorpresa.

-Si, volevi che stessimo da soli?-

-No no anzi, mi fa piacere che tu l’abbia contata e che l’hai già accettata.- gli dico, ed è la verità, l’ha accettata, gli vuole bene come a una figlia, ma lui non può capire il doppio significato.

-Perfetto, adesso però basta parlare.-

Mi prendi per i fianchi e mi trascini contro di te cominciando a baciarmi, regalandomi quei baci che mi danno emozioni ogni volta che li vivo, quelli che mi hanno riacceso il sorriso in questi ultimi giorni.

-Fermo fermo fermo, la stella qui presente deve darti una notizia sensazionale!Indovina un po’? Ieri Pedro ha lanciato il mio disco in tutti i negozi di dischi, più tardi devo andare a girare il video con le altre divine.- gli spiego.

-Amore è una notizia fantastica, ma alla fine hai coinvolto anche le divine?-

-Si dai, alla fine gli voglio bene, balleranno con me come sfondo, io naturalmente sarò in primo piano!-

Ecco l’altro motivo della mia gioia, finalmente hanno lanciato il mio disco! Sono troppo contenta, presto diventerò una stella, bè già lo sono, diciamo che lo diventerò più di adesso.

Nicolas mi solleva da terra e mi fa fare due tre giri, segno che ha apprezzato anche lui la notizia. Adesso però basta pensare al disco,meglio godersi il pomeriggio in un altro modo col ragazzo stupendo che ho accanto!

 

 

 

 

-Allora pulcino hai preso tutto?-

-Le palette, il secchiello, Pooh e Ih Oh!-

-Eli ma anche i pupazzi devi portarti? Magari al mare si sporcano.-

-Tanto domani è giorno di bagnetto.-

Scuoto la testa, non ho parole! Mia figlia è stupenda, sono le otto e mezza precise di una bella mattina di fine maggio, presto Nicolas sarà qua a prenderci. Devo assolutamente raccontargli la reazione di Elisabeth quando gli ho detto che andavamo al mare con lui, mi ha fatto uno dei sorrisi più belli della sua vita!

Suonano il campanello e Eli tutta emozionata corre ad aprire. È adorabile in quel prendisole giallo con un fiocchetto.

-Ciao Nicolas!- Gli dice saltandogli in braccio mia figlia o meglio, nostra figlia.

-Eli parla piano che è sabato e gli zii sono ancora a letto. Ciao Nicolas.- la rimprovero io, per poi farmi dolce salutando Nicolas.

Lui sorride e poi ci fa cenno di andare. Usciamo in giardino, dove è parcheggiata la sua macchina!

-Uao, ma la tua macchina è DI VI NA!- dice mia figlia saltando da una parte all’altra.

-Complimenti, il papino di Emma ti tratta bene.- gli dico con tono acido.

-Ah ma questa non è mia, l’ho diciamo presa in prestito al papino di Emma, per far viaggiare le due principesse più comode.- mi dice dandomi un bacio sulla guancia ed io non posso fare altro che addolcirmi.

Monto nel sedile posteriore il seggiolino per Eli, nonostante lei protesti di essere già grande e di non averne bisogno, è testarda come me, e poi mi vado a sedere nel posto accanto al guidatore mentre Nicolas carica le nostre borse.

-Destinazione Pinamar, ci sei mai stata Eli?- gli domanda prendendo posto.

-Oh si, la mamma mi ha portato qualche volta.- dice sorridendo, non riesce a stare ferma da quanto è contenta.

Dopo neanche tre metri di strada mia figlia urla!

-Fermi!!-

-Eli che succede?- le domando. Lei non mi dà retta, si slaccia le cinture del seggiolino e scende dall’auto per correre velocemente dentro casa.

-Sta male?- mi domanda Nicolas.

-No, stava benissimo fino a due secondi fa.-

Neanche il tempo di finire la frase che mia figlia ricompare con Pooh e Ih Oh in mano. Nicolas scoppia a ridere, io non so se arrabbiarmi o se mettermi a ridere ma opto per la seconda, non roviniamoci la giornata.

-Si vede che è figlia tua eh!- mi dice Nicolas e io gli mollo uno schiaffo sul braccio.

-Eccomi qua.- dice Eli risalendo in macchina, e prima di partire dobbiamo aspettare che i pupazzi di mia figlia siano seduti sui sedili posteriori e con le cinture allacciate.

-Possiamo partire adesso?- le domando.

-Si si.- mi dice lei con un sorrisino angelico. In questo ha preso da suo padre, la capacità di incantare le persone col sorriso e con i suoi occhioni.

Nicolas fa per accendere la radio, ma io lo blocco e inserisco il mio cd, passiamo tutto il viaggio a cantare come dei pazzi. Dopo due soste pipì per Eli arriviamo a destinazione, nella stessa spiaggia di quattro anni fa. È una spiaggia libera e fortunatamente non c’è neanche tanta gente nonostante il caldo abbia già iniziato a farsi sentire.

Prendiamo posto al centro della spiaggia e apriamo l’ombrellone.

-Mamma quando posso andare a fare il bagno?-

-Eli siamo appena arrivate, aspetta un po’, non ho voglia adesso!- le dico.

-Nicolas posso fare il bagno?- ma senti questa che furba.

Nicolas mi guarda e mi sorride. Cosa vuole fare?

La prende in braccio e lei inizia a ridere.

-Ma dove mi porti?- gli domanda ridendo.

-Ti porto in acqua no? Non vuoi fare il bagno?-

-No ma non buttarmi Nicolas. Mamma aiuto!-

Li guardo sorridendo. I miei due angeli, stupendi entrambi. Nicolas in costume sembra un dio e la mia piccola una bambolina.

Vedo Nicolas lanciarla in acqua, ma sempre tenendola per la vita. Bene posso stare tranquilla, mi butto su un asciugamano a prendere il sole. Occhiali da sole enormi come Paris Hilton, asciugamano rosa choc, costume a due pezzi argentato, insomma sono divina come al solito.

-Mi scusi signorina vorremo sottoporle un questionario.-

Mi tolgo gli occhiali con fare scocciato e mi metto a sedere, due ragazzi ventenni mi porgono un foglio.

Lo prendo tra le mani e scritto in pennarello verde c’è un numero di telefono.

-Non vedo nessuna domanda.- rispondo sorridendo.

-Oh, quella è sottointesa.- mi risponde il secondo ragazzo.

-Le domande sottointese non sono il mio forte, preferisco sentirmele chiedere a voce.- rispondo con fare altezzoso.

-Bè allora la domanda è questa: questa stupenda bambolina mi chiamerà presto?- mi risponde il primo ragazzo. Non so se scoppiare a ridere o essere schifata, certo che i ragazzi d’oggi si inventano proprio di tutto. Ecco arrivare Nicolas tutto bagnato. Oh mamma quanto è bello il mio ragazzo.

-Anto tutto ok?- mi domanda.

-Oh si, questi ragazzi mi stavano esponendo un questionario.- gli passo il foglio sorridendo divertita e vedo la sua faccia diventare un attimo arrabbiata.

-Grazie, ma a me e alla mia ragazza non interessa rispondere a questo questionario.- dice restituendogli il foglio e trattenendo i pugni per mantenere la rabbia, adoro quando è geloso.

-Eddai mica siete sposati, lei è così giovane e bella, vi lascerete prima o poi.- Ahia, frase sbagliata da dire. Prima che Nicolas faccia niente ci pensa Eli ad arrivare.

-Mamma, guarda ho raccolto le conchiglie.-

-Mamma?- le mascelle dei due ragazzi cadono a terra, prima che questi si girino e se ne vadano. Io e Nicolas scoppiamo a ridere, poi lui mi abbraccia e mi sussurra.

-Non posso proprio lasciarti sola un attimo.-

-Sono troppo bella lo sai, faccio colpo su tutti.-

-Bè mi dispiace per te, ma allora sei costretta a seguire me e tua figlia in acqua.-

Mi dice prima di cogliermi di sorpresa e di caricarmi in spalla. Io inizio a pugnarli la schiena.

-Nicolas, mettimi giù, è un ordine, è fredda l’acqua, non voglio!- mi arrabbio io.

Eli ci segue divertita, ridendo e incitando Nicolas.

In due secondi mi trovo catapultata nell’acqua ancora fredda di mattina.

-Questa me la pagate, io sono Antonella la the best!-

Salgo in groppa a Nicolas facendogli perdere l’equilibrio e così finisce anche lui con la testa sott’acqua. Non appena risale mi guarda e mi sorride.

-Mi sembra una scena familiare questa sai?-

-Si anch’io ho l’impressione di averla già vissuta una notte di quattro anni fa.- gli rispondo.

-Una delle notti più belle della mia vita!-

-E quali sarebbero le altre scusa?- domando scocciata.

-Bè stai tranquilla, che due delle notti più belle della mia vita sono state vissute su questa spiaggia. Non ricordi?-

E come potrei dimenticarmene? Probabilmente è stata proprio la notte in cui abbiamo concepito Elisabeth. Se sapessi cos’è successo quella notte forse la ameresti ancora di più.

-Forza, dimmene un’altra.-

-La notte in cui ti ho rivista dopo tanto tempo.-

-Ok, mi accontento, mi piace la tua classifica delle notti più belle.-

-All’attacco!!-  da dietro di noi compare Elisabeth che sale in groppa a Nicolas e insieme avanziamo un po’ nel mare per arrivare nell’acqua un po’ più profonda, noi tre, insieme, come una famiglia.

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Sorry, ammetto che il capitolo forse è un po’ noioso ma diciamo che è un po’ di passaggio, la quiete prima della tempesta. Già nel prossimo arriva un piccolo presagio di tempesta, ma non vi voglio anticipare niente. Grazie che siete sempre qua a sopportarmi e leggere le mie storie!!Un grazie speciale a : Ashleyily95, Ilary_Divina, Sabry The Rider, niettolina, Giulysan. Siete fantastiche!Spero di riuscire a pubblicare prestissimo il prossimo capitolo!

Un baciooo

Gaia

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Capitolo 11
*** 11 ***


-Amoreee!- quella gallina di Emma con la sua voce gracchiante mi fa sussultare.

-Dimmi Emma!-

-Sai prima ho trovato Guido e mi ha invitato alla festa che si terrà alla Pretty land stasera per il lancio del disco di quella sfigata di Tontonella. Che dici andiamo?-

-Ah per me è lo stesso.- devo trattenermi, ma come si permette questa di parlare così della mia Anto.

-Bene, allora andiamo, voglio proprio vedere il fallimento di quella odiosa! Guido è stato proprio carino a invitarci.-

Mi trattengo per non scoppiare a ridere, cara Emma stai cadendo come un pollo nel nostro piano. Esce giusto in tempo perché due secondi dopo mi squilla il cellulare.

-Pronto?-

-Nicolas sono Guido, tra mezzora al mio appartamento per discutere di stasera.-

-Va bene a dopo, ah Guido, grazie.-

-Ma figurati.-

Riattacco e mi preparo per uscire.

 

Arrivo puntualissimo all’appartamento di Giusy e Guido, al confine del quartiere quasi. È un piccolo appartamento al terzo piano di un edificio abbastanza lussuoso. Entro e noto che si sono sistemati molto bene, l’interno è grande e confortevole. I ragazzi sono già tutti arrivati e si sono accomodati nei divani al centro del salotto. Mi siedo accanto a Bruno e iniziamo a discutere per stasera.

-Modestia a parte, ma Emma è già in mio potere, sarà perché sono bellissimo.- dice Guido con tono ironico. Giusy arriva alzando gli occhi al cielo portandoci da bere.

-Amore mio ti conviene abbassare la cresta.- lo minaccia la sua ragazza.

-Bene quindi il problema è questo: stasera ci proverai con Emma allo sfinimento e tra qualche giorno passeremo al finto tradimento, ma Giusy vuole essere presente al ricevimento e se c’è lei Emma non si lascerà tanto andare o si convincerà che c’è sotto qualcosa dato che ci provi spudoratamente con un’altra davanti alla tua ragazza.- riassume Alan.

-Cavolo questo è un bel problema.- ammetto, non posso vietare a Giusy di venire, ma Guido non può neanche non provarci o farsi vedere con la sua ragazza dopo che l’ha invitata.

-Un momento, ho la soluzione!- esclama Fabio, ma il mio futuro cognato è un genio.

-Vi ricordate Paolo? Il complice di mia madre che faceva i travestimenti più assurdi e nessuno lo riconosceva? Bè in soffitta c’è ancora la scatola con tutti gli accessori che usava per travestirsi, possiamo tirare fuori qualcosa e trasformare Giusy.-

-Mi sembra un’idea perfetta!- esclama Guido.

-Ok dai ci sto, sarà divertente, ma come mi presenterete? Non voglio essere una persona capitata là per caso.- dice Giusy.

-A questo ho io la soluzione, sarai la compagna di Fito, tanto sa del piano.- dico.

-Siii, mi sta simpatico il mio vecchio professore.- dice Giusy sorridendo.

E sorrido pure io, perfetto! Tra pochi giorni sarà tutto finito, o almeno lo spero.

 

 

 

 

-Fabio sei pronto? Siamo già in ritardo di dieci minuti, ho capito che le stelle si fanno sempre aspettare, ma non vorrei che la gente se ne andasse.- Non sto più nella pelle, il sogno di una vita sta diventando realtà, tra poco sarò alla festa per la promozione del mio disco.

-Eccomi eccomi, zio Fito è già andato avanti.-

-Va bene, Eli sei pronta?- per una volta ho deciso di portare anche mia figlia, è un evento troppo importante perché non sia presente anche una delle persone più importanti della mia vita. Già Nicolas non so se sarà presente, ma dubito.

-Eccomi mamma.- la mia stellina scende col suo vestitino bianco e il cerchiello bianco tra i capelli. Sembra un angioletto. E poi si abbina a me, pure io indosso un vestito bianco.

-Dobbiamo passare a prendere anche Tamara?- domando a Fabio.

-No no viene su da sola, forza andiamo.- ci avviamo in macchina fino alla mia cara scuola che mi ha vista crescere e che ora ospita anche questo evento importante della mia vita. Ci sono tutti: gli skratch, le divine, le popolari, tutti accompagnati dai loro genitori, i miei alunni attuali. Una sola cosa stona, neanche uno dei miei genitori è presente a uno dei giorni più importanti della mia vita, quel giorno che sognavo fin da quando ero bambina, non so quante volte in braccio a mio padre da piccola gli raccontavo di quando sarei diventata una cantante famosa, due lacrime stanno per scendere. Sento una manina stringersi alle mie dita. La mia piccola mi sorride, non sono sola, non sono senza famiglia, c’è lei accanto a me, basta questo per farmi tornare a sorridere. La stringo forte contro di me.

-Augura buona fortuna alla mamma.-

-Alla mamma migliore del mondo.-

La bacio sulla guancia, il mio piccolo angioletto.

Scendiamo dall’auto, io la tengo per mano anche quando entriamo nella sala e tutti si voltano ad applaudirmi. Mi sento la migliore, come quando salgo sul palco e do il meglio di me. E infatti anche adesso salgo sul palco e Pedro tiene un piccolo discorso di presentazione.

-Buonasera a tutti, finalmente è arrivata la mia nuova stella. Sono sicuro che farà miracoli e diventerà molto famosa, grazie a tutti di essere venuti. Forza Antonella vogliamo sentire un tuo pezzo.-

Me lo ero preparata in anticipo, i miei genitori non potranno essere presenti nessuno dei due a questo evento, ma un piccolo pezzo voglio che sia dedicato a loro quindi intono questa canzone.

 

Me siento solo
estoy tan tristre me falta todo
nose donde estas
ya no hay palabras
que me contengan
sueño con verte sola una vez mas

 

Questa è dedicata a mio padre e a Nicolas, quando mi mancavano entrambi. Mio padre, la persona con cui sarei voluta crescere, che mi ha abbandonata quando ero piccola, un truffatore, come mia madre, ma io non voglio diventare così, io voglio stare accanto a mia figlia per tutta la vita, anche se so che non potrò sostituire la figura del padre che spero presto potrà avere. “Lui dove sta”…lontano da me sta, lontano dalla mia vita, lontano dai miei sogni, ma vicino, nel mio cuore.

noche tras noche
lloro en mi cuarto
busco tu abrazo en la oscuridad
y ahi se rompe mi alma en pedazos
ya no te puedo encontrar

Non potrò trovarti mai più ormai, ma credimi, se nei miei sogni o in qualche parte del mondo dovesse succedere, nonostante tutta la rabbia che provo per te, darei tutto quello che ho in cambio di un tuo piccolo abbraccio, anche veloce, solo per provare il brivido di sentire l’affetto di un padre.


por que a mi ,por que a mi ,por que
me toca sufrir a si
te fuiste un dia sin avisar
y fue asi que te perdi
por que a mi, por que a miii
me duele tanto vivir asi
quiero que vuelva, que vuelvas ya
a estar conmigo papa

Mi fa male vivere così, e mi fa ancora più male sapere che sto facendo lo stesso con mia figlia, ho deciso, appena saprò perchè te ne sei andato ti dirò la verità, è giusto che anche lei abbia dei ricordi con suo padre, stupendi come i miei, ma ascolta papà, se da qualche parte dove sei adesso, mi pensi, torna da me.

 

Gli applausi e le urla della gente mi scuotono dai miei pensieri e sorrido in direzione della gente che si trova nel teatro della scuola. Ringrazio tutti e scendo dal palco. Adesso tutta la gente verrà a farmi i complimenti, non che mi dispiaccia, ma insomma lo so già che sono la migliore.

-Antonella, complimenti, finalmente ce l’hai fatta.- le divine mi sommergono in un abbraccio, riempiendomi di baci e complimenti. Non lo ammetterò mai, m una parte di quello che sono diventata ora lo devo anche a loro, che nel bene e nel male mi hanno sempre sopportata.

Poi è la volta di mio fratello e degli skratch, passo un bel po’ di tempo a stringere mani e abbracciare gente.

Ed ecco anche arrivare Carmen, Leandro, Andres e tutti gli adulti, la cara Ines e il mio produttore Pedro.

Finalmente è il turno di mio zio.

-Nipotina cara, sei stata divina.-

-Ovvio zio, ma chi è la ragazza con te?- accanto a mio zio vi è una donna mediamente alta, abbastanza carina, bionda con i capelli lisci e la frangetta, porta gli occhiali e indossa un vestito rosso, ha un’aria familiare.

-Oh lei è un’amica, ti presento Giu…Giulia.-

-Piacere.- le stringo la mano e lei senza parlare ricambia la presa. Mah, che tipo strano.

-Mammaaa.- il mio pulcino mi salta in braccio.

-Sei stata bravissima.-

-Brava Anto.-

A parlare è Gaston, il fratellino di Patty, ha più o meno l’età di Elisabeth e sono inseparabili. Riappoggio mia figlia a terra e insieme ripartono a giocare.

Tiro un sospiro di sollievo, finalmente ho finito il giro di gente.

Improvvisamente però tutto si fa buio, due mani si poggiano sui miei occhi.

-Buonasera, ce la fai a indovinare chi sono?-

Sorrido e mi volto.

-Nicolas!-

Ho la fortissima tentazione di baciarlo e saltargli addosso, ma qua davanti a tutti non posso e poi sicuramente ci sarà anche Emma in giro.

-Non sai quanta voglia ho di baciarti e di sussurrarti quanto ti amo e quanto sei stata brava stasera.- mi dice piano.

-Anch’io Nicolas, anch’io, ma questo dipende da te, quando sarà possibile.-

-Presto amore, presto, te lo prometto.-

Non voglio rovinarmi la serata con psicodrammi o menate simili quindi decido che sarà meglio affrontare l’argomento in un altro momento.

Mettono su la musica lenta e guardo verso il centro della pista.

Guido ed Emma ballano vicini vicini, molto stretti uno all’altro. Fortuna che Giusy non c’è. A proposito perché Giusy non c’è? Non siamo molto legate, ma penso che almeno amiche ci possiamo definire adesso, un po’ speravo venisse.

-Sbaglio o Guido ci sta provando con Emma?- dico a Nicolas.

-Così pare.- mi dice serio.

-Ma tu cosa ci fai qua?- gli domando.

-Emma è voluta venire.-

-Ah, Emma è voluta venire, non te.- rispondo triste.

-Tesoro, presto saprai quanto è complicata la situazione e ti prometto che capirai tutto, non essere triste per me, per favore, ricordati che sempre e comunque il mio cuore è tuo.- dice prendendo la catenina che ho al collo.

Sorrido, si il suo cuore è mio e il mio è suo. Per sempre.

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutteeee!!Vi preparo già che nel prossimo capitolo ne succederanno delle belle. Ah la canzone è porque a mi che canta Anto nel telefilm. Il nome del fratellino di Patty non lo so quindi l’ho inventato!=)=).

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Ringraziamenti:

Giulysan: carissima, finalmente trovo un po’ di tempo per ringraziarvi personalmente. Grazie mille per le tue recensioni che mi fai dall’inizio della storia, grazie veramente! Per la storia del padre ti dico solo che non farà come Carmen, ma presto lo scoprirai. Sono contenta che ti piaccia il carattere che ho dato Eli, mi sono immaginata un Antonella piccola ancora abbastanza buona, ma comunque decisa. Al prossimo capitolo. Un bacioneee!!

Ashleyily95: ciao cara, si mi sono divertita a scrivere il pezzo dei due deficienti con il questionario, ma volevo far capire che comunque Nicolas è geloso. Grazie mille pure a te che mi segui sempre, in tutte le mie storie. Mi  fa piacere che la piccola ti piaccia. Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento!!Baciii

Ilary_Divina: Ciao stella, vai tranquilla che presto ci sarà la rivelazione, nei prossimi capitoli sarà pieno di colpi di scena, non so ancora come andrà a finire la storia, ma fino a un certo punto ce l’ho già tutta in mente, devo solo scriverla. Grazie che sei sempre qua a commentarmi ogni capitolo. Un bacioneee.

Volpina_McGranitt: Ciao, che piacere una nuova commentatrice. Sono contenta che la storia ti piaccia. Concordo con te sul fatto che l’attore che interpreta Nicolas è troppo bello. Grazie per averla messa tra le seguite!Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.

Niettolina: Ciaoo, grazie mille che commenti ogni capitolo. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacioneeee.

Al prossimo capitolo.

Gaia



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Capitolo 12
*** 12 ***


-Pronto?-

-Nicolas, ora sono le quattro, al parco tra un’ora. È fatta!-

-Siete grandi ragazzi grazie.-

 

 

-Grazie ancora Petra allora, io sarò di ritorno tra un paio d’ore, il tempo di fare degli acquisti.-

-Oh ma figurati, sai quanto adoro passare del tempo con lei.- mi dice Petra, la mia governante a cui ho appena affidato Eli per poter fare shopping in santa pace.

-Da un bacio a mamma.- dico alla mia piccolina e lei si avvicina.

-Torna presto mamma.- fa ancora un po’ di capricci a volte quando devo lasciarla sola, ma so che con Petra è in buone mani e lei la conosce benissimo.

Esco e decido di andare a piedi tanto il centro non dista molto.

Mi incammino e ripenso a quest’ultimo periodo, ho finalmente inciso il mio disco e sto per diventare una famosa stella, mia figlia cresce bene, ho delle amiche e degli amici stupendi, ma soprattutto Nicolas è tornato e presto potremmo vivere come una famiglia, io lui e Elisabeth. Al solo pensiero mi si forma un nodo nello stomaco dalla felicità. Lo so sono giovane per formare una famiglia, dovrei divertirmi, ma cosa posso volere di più che stare con la mia bambina e il ragazzo che amo? Un sorriso spontaneo compare sul mio volto, sono la migliore, sto con le persone migliori e ho la vita quasi migliore dell’universo, quasi, lo sarebbe se ci fossero anche i miei genitori presenti.

Sto per attraversare il parco quando nascosto dall’altra parte dietro un albero vedo Nicolas. Ma cosa ci fa là? Guardo nella sua direzione e vedo Guido ed Emma vicini, troppo vicini. Ecco cosa sta osservando. Vedo Guido ed Emma sempre più vicini, fino a sfiorarsi le labbra. Non ci posso credere, come può Guido fare questo a Giusy. Mi avvicino ancora un po’ senza farmi vedere, per sentire meglio.

-Scusami Emma, tu sei bellissima, ma non posso fare questo alla mia ragazza.- dice Guido andandosene, bè dai un po’ di buonsenso l’ha ritrovato. Se potessi scoppierei a ridere per la faccia di Emma appena piantata da Guido. Non me la sarei voluta perdere per niente al mondo. Sto per andarmene quando…

-Emma, come hai potuto?-

Mi rivolto. È Nicolas che gli sta urlando, devo saperne di più, mi riavvicino senza farmi vedere.

-Nicolas io…-

-Io niente, io ti ho visto baciare Guido, io ti amo Emma, mi stai spezzando il cuore, mi hai fatto troppo male, non posso sopportarlo.- e se ne va.

Bè ora i cuori spezzati sono due, anche il mio ha appena fatto crack e dalla spaccatura stanno uscendo tante, troppe lacrime amare.

Una sola parola mi ronza in testa “illusa” un’altra volta, illusa che tu mi amassi veramente. Mi siedo accanto ad un albero poco distante dal bar e proprio da questo arriva una canzone stupenda.

 

 Quando penso come...
alla fine mi hai ridotto tu
lo capisco "dove"
mi ci avresti sì portato tu...
Quando penso "a come"
mi hai preso in giro però
lo capisco come...
sia difficile sbagliare più

Come mi hai ridotto? Uno straccio, inzuppato di lacrime come l’altra volta che sei entrato nella mia vita, perché devi entrare nella mia vita, farmi vivere momenti indimenticabili e poi andartene, lasciarmi sola, sola con un cuore spezzato, sola con le mie lacrime, sola con una figlia meravigliosa da crescere senza che lei conosca mai suo padre. Ma adesso basta, non sbaglierò più. Non mi freghi più Nicolas.


...io no...io no...io no...
IO NON TI LASCERÒ MAI
io no! io no!...."sarai" te!.......

 

Sicuramente sarai te a lasciarmi, come hai sempre fatto, ma io no, io non ti lascerò mai, vivrai sempre nel mio cuore, in quello di mia figlia, forse quando sarà più grande le racconterò che eri tu suo padre. No io non ti potrei mai lasciare, ti amo troppo, nonostante tutto quello che mi hai fatto passare quattro anni fa e che mi stai facendo passare anche ora, non posso cancellare il sentimento enorme che provo verso di te.

Ed aspettavo come....
come un cane quando non c'è più
non c'è più il padrone
contro il vetro per guardare giù

 

Aspettavo, si per quattro anni ho aspettato il tuo ritorno, ed ogni giorno che passava perdevo piano piano la speranze, ma in fondo in fondo una piccola speranza che tu tornassi ce l’avevo ancora. Come quando ero bambina e sognavo che il mio papà un giorno arrivasse a prendermi e mi portasse via con lui, lo stesso speravo con te, e un giorno sei tornato, mi hai trascinata via con te, l’amore che provavo per te mi ha fatto ricadere in trappola.

E mi chiedevo come...
avrei vissuto se tu....
e se quel "magone"...
mi sarebbe mai "andato giù"!

 

Tante volte mi chiedevo se tu non fossi tornato e se un giorno sarei riuscita a dimenticarmi di te, se quel magone che mi provoca il tuo pensiero mi sarebbe mai passato. Ma non è stato così, anzi ogni giorno, ogni ora, ogni secondo che passava la voglia di rivederti mi aumentava.

io no...io no...io no....
NON TI DIMENTICHERÒ...
io no! io no!.....vedrai che....
IO NO! IO NO! IO NO!
NON TI DIMENTICHERÒ!
IO NO! IO NO!.....VEDRAI CHE.....
IO NON TI ASPETTO PIÙ!
.................................YEEEH!

 

No, non ti dimenticherò, non potrò mai farlo, c’è Elisabeth che mi ricorderà per sempre quanto ti ho amato, ma stavolta non ti aspetto più.

Quando penso come...
alla fine mi hai ridotto tu
non capisco "dove"?!?
se ho sbagliato...si!
....puoi dirlo tu!?!....
Quando penso a come
mi hai preso in giro....però
non capisco "come"!?!
Che cos'è!?...che tu!?
....e un'altra no!....

Mi hai preso in giro, mi hai ridotta uno schifo, hai tenuto il doppio gioco tra me e Emma, cosa volevi fare il figo con due ragazze? Illusa illusa illusa, ecco cosa sono, una stupida illusa, perché credevo fossi sincero, quando mi dicevi che mi amavi io ci credevo. Complimenti Nicolas, hai recitato bene.


io no...io no...io no....
NON TI perdonerò..
io no! io no!.....vedrai che....
IO NO! IO NO! IO NO!
NON TI perdonerò!
IO NO! IO NO!.....VEDRAI CHE.....

 

Ti vedo camminare in fondo al viale, stai venendo nella mia direzione, asciugo malamente le lacrime, voglio proprio sentire cosa mi dirai adesso, questa è l’ultima volta che ci parleremo Nicolas, perchè io stavolta non ti perdono.

IO NON TI ASPETTO PIÙ!
.................................YEEEH!
IO NO....IO NO....IO NO....


-Antonella.- mi saluti, hai un’espressione seria, ecco me l’aspettavo, chissà cosa mi racconterai adesso.

-Ciao Nicolas.-

-Ma hai pianto?-

-No è solo un po’ di raffreddore.- mento.

-Va bene, ho bisogno di parlarti.-

-Certo dimmi.- sono proprio curiosa, tu non sai che io ho visto la scena di prima.

-Allora, è una storia lunga, ti devo raccontare il motivo per cui me ne sono andato quattro anni fa.-

-ti ascolto.- voglio proprio sentire che razza di storia si inventa stavolta.

-Allora, tutti gli incidenti che ci sono capitati quattro anni fa: l’incidente in macchina, la villa a fuoco, sono stata colpa di Alan Taylor, il papà di Emma, perché voleva che io ti lasciassi per tornare con sua figlia. Ma io non ho ceduto fino al giorno in cui ti ho telefonato, ero in macchina a pochi metri da te e un uomo da dietro un albero ti puntava una pistola contro quindi ho dovuto cedere e me ne sono andato e neanche ora Alan Taylor mi lascia libero. Ma io non ti ho mai dimenticata.-

Il mio viso è inondato di lacrime, ma si aspetta che io creda a questa storia dopo quello che ho sentito prima?

-Nicolas, le tue balle con me hanno finito di reggere.-

-Cosa stai dicendo?- mi domanda.

-Sto dicendo che hai finito di fare il doppiogioco e stare sia con me che con Emma, ti ho visto prima mentre dicevi a Emma che la amavi, come facevi con me.- gli dico arrabbiata.

-No no Anto hai frainteso tutto, era tutto un piano che avevamo escogitato con i ragazzi, dovevamo fare in modo che Emma mi tradisse in modo che io la vedessi e distrutto andassi da suo padre a implorarlo di non vedere più sua figlia perché mi faceva troppo male, ma il piano non ha funzionato, Emma è arrivata nel più bello dicendo che voleva che la perdonassi, e suo padre mi ha costretto a perdonarla, ma io non ce la faccio più a vivere così, sono corso da te a raccontarti tutto.-

-NICOLAS MA TI ASPETTI ANCHE CHE IO TI CREDA?- gli domando al limite di una crisi isterica.

 Perché deve continuare a farmi soffrire?

-Antonella, è la verità te lo posso giurare.-

-Ti ho sentito mentre gli gridavi che la amavi, basta Nicolas mi hai preso in giro abbastanza.- dico crollando in ginocchio per terra.

Tu ti abbassi e cerchi di abbracciarmi, ma io ti scosto.

-Non mi toccare Nicolas, vattene via, mi hai fatto già abbastanza male, non voglio più sentire le tue balle.-

-No Anto, io non ti voglio lasciare.-

-NON CAPISCI CHE  COSì MI FAI Più MALE?-

-Antonella è la verità quello che ti ho raccontato, chiedi a chi vuoi, chiedi a tuo zio Fito, chiedi a Fabio.- continuo a piangere ma mi rialzo.

-Ah quindi sono tutti d’accordo con te, basta Nicolas, è la seconda volta che mi lasci con il cuore a pezzi, fammi un favore, non farti vedere mai più. Addio.-

Detto questo mi giro e scappo via, lasciandolo immobile con le lacrime agli occhi.

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutte. Ecco il colpo di scena. Il piano non ha funzionato. Non vi anticipo nulla sul prossimo capitolo. La canzone è io no di Vasco Rossi.

Grazie mille a Giulysan, Volpina_McGranitt, niettolina (grazie mille per i complimenti!), Ashleyily95, Ilary_Divina, Misty_Pan96, miss miyu 91(Scusa scusa scusa, mi dispiace tantissimo, ma guardo solo le recensioni dell’ultimo capitolo e non mi sono accorta delle tue ultime recensioni, scusami mi sto rincoglionendo. Grazie mille per le tue recensioni e che comunque hai continuato a seguirmi!!Grazie!).

Al prossimo capitolo!!

Un bacioneeee

Gaia


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Capitolo 13
*** 13 ***


È finita.

Sono trenta minuti che queste parole mi rimbombano nella testa seduta su una panchina del centro. Finita. Non per colpa mia neanche stavolta. Teneva il doppio gioco, tra me e Emma, non ci posso credere. Quando mi guardava negli occhi, quando mi baciava, quando facevamo l’amore, quando mi sussurrava “ti amo” io ci credevo. Credevo nel nostro amore, credevo in un nostro futuro. È bastato un momento e tutto è crollato, sentirti urlare ad Emma che la amavi è stata la pugnalata peggiore che potessi farmi. E poi tutte le balle che mi hai raccontato, il padre di Emma un famoso criminale, ma è impossibile. Ora capisco perché ti ci è voluto tanto tempo per dirmelo, avevi bisogno di tempo per inventare tutti i dettagli di questa storia.

Un altro pensiero mi ronza in testa da ben mezzora: nostra figlia. Finalmente avevo la speranza che potesse crescere con un padre, finalmente credevo che quel padre che tanto sogna non ci avrebbe più lasciate. Avrei voluto dirglielo, non sai quanto è stato forte l’impulso la prima volta che l’ho visto di guardarlo negli occhi e dirgli “sai quando te ne sei andato sono rimasta incinta e abbiamo avuto una bambina!”, ma non l’ho fatto perché tengo troppo ad Elisabeth e non voglio che soffra anche lei.

Entro in un bar, ho bisogno di bere qualcosa, di distrarmi. Ordino un caffè macchiato e osservo la gente che entra ed esce dal locale, almeno non penso a quello che mi sta succedendo. Ecco entrare un ragazzo e una ragazza, si tengono per mano, si guardano negli occhi, sono innamorati, poveri illusi, l’amore finisce sempre per ferire. Poi entrano due signori, sempre un uomo e una donna che tengono per mano un bambino, e qua non posso fare a meno di sorridere, davanti a me vedo io, Nicolas ed Elisabeth, come nei sogni che mi ero fatta fino a poche ore fa.

Finchè ecco entrare nel locale una signora, sola, ha un viso noto però. Anche lei mi osserva, stiamo cercando entrambe di capire dove ci siamo già viste. Mi sorride e si avvicina al mio tavolo.

-Posso?- mi domanda indicandomi la sedia libera di fronte a me.

-Certo.- gli rispondo.

-Stai cercando anche te di capire dove ci siamo già incontrate vero?- mi chiede.

-Si, ma proprio non ricordo.-

-Nemmeno io, eppure sono sicura che tanto tempo fa ci siamo conosciute, comunque piacere, Serena.- mi dice porgendomi la mano.

-Antonella.- no il suo nome proprio non mi dice niente, ma lei spalanca gli occhi.

-No, incredibile, adesso mi ricordo di te, sei la ragazza di Nicolas, quel ragazzo che avevo incontrato in ospedale quattro anni fa mi pare.-

E ti pareva che anche questa mi ricordava di Nicolas. Faccio uno sforzo di memoria e pure io mi ricordo di lei, mi avevano appena bendato la fronte, quando c’era stato l’incidente della villa andata in fiamme.

-Ho pensato spesso a voi! Ma alla fine la storia con quel prepotente come è andata a finire?-

La guardo interrogativa. –Storia col prepotente?-

-Si, quell’uomo che minacciava il tuo ragazzo di lasciarti e tornare con sua figlia, com’è finita alla fine?- come fa a saperlo Serena, glielo deve aver raccontato Nicolas ancora quella notte in ospedale, ma quindi forse quello che mi ha detto Nicolas è vero…No e se avesse raccontato delle balle anche a lei.

-Tutto bene?- mi domanda.

-No, Serena, ma a te l’ha raccontato Nicolas e perché te lo ha raccontato?-

-Si me lo ha raccontato lui. Se non ricordo male me lo ha raccontato per colpa della mia curiosità, avevo appena ascoltato un discorso tra lui ed un uomo che si chiamava Alan Taylor che gli diceva se doveva minacciarlo ancora o se cedeva. E quando se ne è andato mi sono fatta raccontare la storia.-

Devo essere impallidita, quindi tutto quello che mi ha detto Nicolas è vero, ho gettato la mia vita in un cestino perché non gli credevo, non è possibile.

 

Forse bastava respirare
solo respirare un po’
Fino a riprendersi ogni battito e non cercare l’attimo
per andar via
Non andare via
Perché non può essere abitudine Dicembre senza te
Chi resta qui spera l’impossibile

 

Ho sperato l’impossibile è vero, ma quell’impossibile era la realtà, dovevo respirare e calmarmi prima, non urlarti addosso in quel modo, dovevo crederti, ascoltarti, perché no, non deve diventare un abitudine passare Dicembre senza te, perderti sempre.

Invece no
non c’è più tempo per spiegare
Per chiedere se ti avevo dato amore
Io sono qui…
E avrei da dire ancora, ancora...

 

No, non c’è più tempo per spiegare, dopo quello che ti ho detto non vorrai più vedermi, non ho avuto fiducia in te, io Antonella la the best, ho sbagliato, per la prima volta nella mia vita, ho fatto un errore enorme.

Perché si spezzano tra i denti
le cose più importanti
Quelle parole
Che non osiamo mai
E
faccio un tuffo nel dolore per farle risalire
Riportarle qui…
Una per una qui
Le senti tu…pesano e si posano per sempre su di noi
E se manchi tu
Io non so ripeterle
Io non riesco a dirle più!

 

Non ti ho creduto, ho spezzato tutte quelle cose importanti, il fatto di amarti, di non poter vivere senza di te, di avere una figlia con di te. Stupida, sono proprio stupida. Si posano per sempre su di noi, si perché sono indelebili, non potremo mai più cancellarle quelle parole, ogni “ti amo” che ci siamo detti era col cuore. Stupida!

Invece no
qui piovono i ricordi
Ed io farei di più di ammettere che è tardi
Come vorrei…
Potere parlare ancora, ancora
E invece no!
Non ho!
Più tempo per spiegare
Che avevo anch’io, io!
Qualcosa da sperare davanti a me
Qualcosa da finire insieme a te

È tardi, basta ti ho perso per sempre, e stavolta per colpa mia. Vorrei avere ancora un po’ di tempo per stare con te, per dirti che sono stupida, che ti amo e che voglio passare il resto della mia vita con te e nostra figlia. I ricordi, si tutti i momenti passati insieme mi passano davanti, la nostra prima notte alla spiaggia, quando ci siamo messi insieme, la gita nel bosco, la mia prima volta insieme a te, quando ti ho rivisto quattro anni dopo, tutti momenti indimenticabili.


Forse mi basta respirare
solo respirare un po’
Forse è tardi, forse invece no

 

Un momento, io sono Antonella la the best, tutto quello che voglio io lo ottengo, forse è tardi, ma forse no, cos’ho da perdere? Devo provare a farmi ascoltare.

-Serena ascolta è una storia lunga, sei la the best, sei divina, senza di te probabilmente mi sarei buttata giù dal primo ponte che trovavo. Ti lascio il mio numero di telefono, chiamami presto che ti devo invitare assolutamente a cena per ringraziarti così scoprirai tutto. Grazie ancora. Bye.- Dico tutto d’un fiato, appoggio il mio biglietto con il mio numero di cellulare e scappo via sotto il suo sguardo perplesso, non c’è un minuto da perdere.

Provo a chiamarlo, ma ha il cellulare staccato.

Corro per tutta la strada di casa, ho male ai piedi ma non mi interessa, io continuo a correre.

Sono arrivata nel quartiere ma mi blocco di colpo, non posso mica andare a casa dei Taylor a chiedere dov’è Nicolas, posso solo sperare che sia da un’altra parte.

Dall’altro lato della strada vedo Gonzalo e Luciana e vado verso di loro.

-Ciao ragazzi, sapere per caso dov’è Nicolas?- chiedo col fiatone.

-Prima l’ho visto andare a casa mia dove ci sono i ragazza, ancora prima però, ma Antonella cosa ti è successo?- mi risponde Gonzalo.

-Ti spiegherò.-

Dico correndo via, non posso perdere tempo, solo un pensiero ho fisso in testa: devo parlarti, dobbiamo chiarire, dobbiamo capire, dobbiamo essere felici.

Arrivo a casa Molina, non ce la faccio più a correre.

Spalanco la porta.

-Nicolas!- dico entrando nel garage, ma niente, Fabio, Guido e Alan mi guardano seduti sui divani.

-Dov’è Nicolas?- sussurro io con le lacrime agli occhi.

-Se ne è andato Anto, sta andando a prendere il treno, sta scappando da Alan Taylor visto che tu lo hai rifiutato e non gli hai creduto.- mi dice Fabio con tono riprovevole.

-Io…io l’ avevo sentito dire ad Emma che la amava, Fabio mi sono piovute addosso così tante cose, come puoi pretendere che io capisca tutto subito, che mi fidi subito dopo che già una volta mi aveva abbandonato.- dico piangendo col convulso. Alan, Guido e Fabio si alzano e mi abbracciano cercando di consolarmi.

-Forse il suo treno non è ancora partito.- mi dice mio fratello sorridendo.

-Grazie.- dico ricambiando ai ragazzi e scappo via.

C’è ancora una speranza.

A quest’ora c’è un sacco di traffico quindi prendere la macchina non è una buona idea, solo una cosa posso fare anche se mi viene male al pensiero: rimettermi a correre.

Ed eccomi quindi un’altra volta a correre verso il centro per raggiungere la stazione. Dopo un quarto d’ora, dopo aver attraversato il quartiere e il centro, dopo aver spinto un po’ di persone ed essermi fatta passare per matta, arrivo!

Entro nell’immensa stazione di Buenos Aires, come farò a trovare il suo treno?

Vado da un addetto alle informazioni.

-Mi scusi, sto cercando un passeggero sul suo treno, devo trovarlo immediatamente, mi può dare una mano?-

-Tesoro mi stai chiedendo troppo, io do informazioni solo sui treni, non posso sapere ogni passeggero che ci monta.- mi dice l’addetto.

-Ma cosa ci sta a fare lei qua?- domando acida. Sono nervosa, ho male ai piedi e devo assolutamente trovare Nicolas prima che parta.

Dietro di me sento un treno partire, fa che non sia il suo. Non mi rimane che una soluzione.

Mi metto al centro della stazione e con la mia vocina delicata mi metto a urlare.

-NICOLAS!-

Tutti quanti si voltano verso di me, mi è sempre piaciuto essere al centro dell’attenzione, anche se in questo momento è un po’ imbarazzante.

-ANTONELLA!-

La tua voce.

Mi volto e ti vedo affacciato dal finestrino di un treno. Ti corro vicino.

-Nicolas scendi immediatamente da quel treno, io ti credo, ho capito che mi hai detto la verità, ma cosa più importante IO TI AMO!-

Tutti i passeggeri vicino a me sorridono e certe ragazze mi guardano invidiose, e certo ho un ragazzo stupendo.

-Anch’io ti amo Anto.-

Sorrido e dentro di me dico: ora o mai più.

-NICOLAS, ELISABETH è TUA FIGLIA!-

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo!

Buonasera ragazzuole, sono appena tornata e mi è venuta voglia di postare. Allora Serena è una signora che Nicolas e Antonella incontrano nella storia “una notte fuori dal mondo”, in quella storia sembrava fosse messa lì a caso, invece il suo motivo c’era. Non so se ho descritto bene questa scena, non ne sono troppo convinta, ma sono comunque riuscita a immaginarmela. Spero vi sia piaciuta.

Ringraziamenti:

Giulysan: carissima, eccoti un’altra volta a recensire per prima e come al solito mi fanno un piacere enorme i tuoi commenti, visto alla fine è tutto risolto (o quasi) aspettati ancora un po’ di colpi di scena!!Spero che questo capitolo ti piaccia. Un bacioneee

Bulma4ever: Ciao stella, vai tranquilla se qualche volta non puoi recensire, mi fa piacere anche solo sapere che ogni tanto aggiorni! Spero ti sia piaciuto questo colpo di scena!Baciii

TheSilviaCullen: Ciao, grazie mille della tua recensione!Twilight ti ricorda la mia storia? Bè non può che farmi piacere dato che adoro tutti i libri della saga. Mi fa contenta che la storia ti sia piaciuta e spero di non averti delusa con questo capitolo. Un bacio

Niettolina: Ciao, mi dispiace che gli altri capitoli non ti siano piaciuti, spero di essermi rifatta con questo, era solo questione di tempo, ci voleva un bel colpo di scena in cui gli diceva che era sua figlia, in una situazione non proprio normale. E le sorprese non sono ancora finite, ma scoprirai tutto prestissimo. Fammi sapere cosa ne pensi di questo!!Baciii

Ashleyily95: Ciao stella, bè spero che questo colpo di scena ti sia piaciuto ancora di più!! Grazie mille per la tua recensione!!Un bacione.

Ilary_Divina: Ciao cara, eh eh spero ti piaccia come ho sistemato la situazione, che intervenissero Fito e Fabio era troppo banale, ho voluto fare una cosa un po’ pazza!!Spero ti sia piaciuto. Baciii

Volpina_McGranitt: : Ciao carissima, sto seguendo la tua storia, appena ho due minuti aggiorno, molto bella, per Emma ho una mezza ideuzza su come sistemarla, ma si scoprirà alla fine!Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!Baciii

Merry_fairy: Ciao, mamma mia che piacere enorme che mi ha fatto la tua recensione, sono contenta che segui la mia storia, grazie mille per i complimenti!!Spero che il capitolo ti piaccia!! Un bacio.

 

 

Buonanotte a tutti!!

Gaia

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Capitolo 14
*** 14 ***


L’universo intero è sparito. Ci sono solo io, perso nel vuoto e quattro parole che mi rimbombano nella testa.

ELISABETH è TUA FIGLIA

Mia figlia, ho una figlia! Un bambina stupenda insieme all’amore della mia vita. Ma cosa ci faccio ancora su questo treno? Voglio correre da lei, voglio abbracciarla, voglio dirgli “io sono il tuo papà!”.

Sarò sincero, ci avevo già pensato qualche volta a questa ipotesi, che la bambina di Antonella potesse essere mia figlia, ma credevo me lo avrebbe detto subito. Dovrei essere arrabbiato con Antonella, me lo ha tenuto nascosto per tutto questo tempo, ma poi ripercorro tutta la storia dal suo punto di vista. Me ne ero andato dicendogli di amare Emma, e me ne sono tornato come fidanzato ufficiale sempre di Emma, io cosa avrei fatto al posto suo? Me ne sarei stato zitto pure io. Non ci posso credere, ecco perché ho iniziato a volerle bene fin da subito, avevo un legame speciale con lei. Mia figlia.

-E corri da lei no? Cosa ci fai ancora qua?-

Mi dice un signore sulla sessantina seduto accanto a me risvegliandomi dai miei pensieri e riportandomi a una realtà stupenda. Non me lo faccio ripetere due volte e scendo in velocità dal treno.

La vedo, a pochi metri da me, è ferma là, non sa cosa fare, non sa la mia reazione. Tutti intorno a noi aspettano che io faccia qualcosa, sembrano imbambolati davanti a una telenovelas.

Faccio quello che mi suggerisce il cuore, che mi viene istintivo fare, corro da lei e la prendo in braccio baciandola.

Lei risponde subito mentre intorno a noi si leva un coro di “oh” tipo da lieto fine delle favole. Pensavo che non avrei più assaporato queste labbra, che non avrei più potuto sfiorarti, che non mi avresti amato più.

 

Io non ti prometto
qualcosa che non ho
quello che non sono
non posso esserlo
anche se so che c'è chi dice
per quieto vivere
bisogna sempre fingere.

 

-Antonella, mi credi finalmente, non sai quanto mi è costato fingere di stare bene con Emma, ma quel Taylor è insopportabile. Non mi lascia in pace.-

Tu mi appoggi un dito sulle labbra.

-Nicolas non sei arrabbiato perché ti ho tenuto nascosto di Elisabeth?-

-No tesoro, immagino quello che avrai passato pure tu e non ti biasimo del fatto che non me lo hai detto prima, ma ora che lo so è il regalo più bello che potessi farmi.-

Sorridi, uno di quei tuoi sorrisi stupendi, col cuore.

-Dove te ne stavi andando Nicolas?- mi domandi.

-Stavo scappando da Alan Taylor, non voglio più vivere costretto a fingere di essere qualcuno che non sono.-

-Io ed Elisabeth veniamo con te!- mi dici decisa.

Non posso giurare
che ogni giorno sarò
bello, eccezionale, allegro,
sensibile, fantastico
ci saranno dei giorni grigi
ma passeranno sai
spero che tu mi capirai.

 

-Antonella sei sicura di voler rinunciare a tutto per me? Al tuo disco, ai tuoi amici, al tuo lavoro.-

-Il resto non mi interessa se non posso avere te al mio fianco.-

-Non ti posso promettere che ogni giorno sarò stupendo, ma mi impegnerò ad essere un buon padre per Elisabeth.-


Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò

 

-Io ci sarò sempre per voi due, siete le persone più importanti della mia vita!- ti dico col cuore in mano.

-Lo so Nicolas, ma non potremo scappare in eterno da Alan Taylor.-

So che nelle fiabe
succede sempre che
su un cavallo bianco
arriva un principe
e porta la bella al castello
si sposano e sarà
amore per l'eternità.
Solo che la vita
non è proprio così
a volte è complicata come una
lunga corsa a ostacoli
dove non ti puoi ritirare
soltanto correre
con chi ti ama accanto a te.

 

-Staremo lontani fino al giorno in cui lui si stancherà e fidati che se mi starai accanto, per te ed Elisabeth supererò tutte le difficoltà.-

Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò.
Giuro ti prometto
che io mi impegnerò
io farò di tutto però
se il mondo col suo delirio
riuscirà ad entrare e far danni
ti prego dimmi che
combatterai insieme a me

 

-Sempre Nicolas ti starò accanto e combatteremo insieme, ti amo e non voglio più perderti.-

Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò.


-Ti amo anch’io Anto, forza sono ansioso di stare con Elisabeth e dirgli la verità.- ti dico sorridendo.

-Ne sarà contentissima di scoprire che sei tu suo padre, chiamo un taxi, andiamo.-

-Devo andare a farmi ridare le valigie, appena arrivati a casa parliamo di come e dove andarcene, ci vediamo lì tra neanche mezzora.-

-Mi mancherai.- mi dici dolcemente e io mi sciolgo.

-Tu di più!-

Ci diamo un bacio veloce e poi la osservo uscire dalla stazione. È mia, mia per sempre. E abbiamo una figlia insieme, e che bambina, una bambina stupenda con cui non vedo l’ora di passare altro tempo insieme. Niente potrebbe rovinare questo momento.

Mi sento battere sulla spalla.

Mi volto.

No!

Lui.

-Ciao Nicolas.-

-Signor Taylor.-

-Che fortunata coincidenza, stavo giusto venendo a riprenderti perché avevo appena scoperto la tua fuga e cosa mi trovo davanti? Una romantica scenetta da film strappalacrime, commovente davvero.-

-Cosa vuole ancora da me signor Taylor?-

-Oh ma io non voglio più niente da te Nicolas, sarai tu a decidere come sempre.-

-Cosa vuole dire?- gli domando. Proprio ora che tutto andava per il meglio.

-Ho sentito che hai una figlia, sai non è prudente lasciare a casa una bambina solo con la governante, non è molto brava a difendersi.-

-Stronzo, che le hai fatto?-

-E di questi tempi, neanche dei tassisti ci si può più fidare.-

Tutta la felicità che avevo fino a un secondo prima crolla a queste parole e mi invade un senso di panico, mia figlia e la ragazza che amo, cosa ha fatto? Non posso metterle in pericolo, stanno rischiando troppo per me. Mi viene la forte tentazione di mollargli un pugno e sbatterlo a terra, ma devo stare calmo, non posso mettere in pericolo la vita delle due persone a cui tengo di più.

-Sai ora la domanda che ti faccio è questa: accetti di sposare mia figlia?-

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutte, scusate il capitolo è un po’ cortino, ma spero vi sia piaciuto lo stesso. La canzone è io ci sarò di max pezzali, quella dello scorso capitolo invece no di laura pausini.

Non ho tempo per ringraziarvi personalmente, sono contenta però che lo scorso capitolo vi sia piaciuto col suo colpo di scena!Su questo c’è un colpo di scena cattivo!!

Grazie mille a: Volpina_McGranitt, niettolina, Giulysan, Ashleyily95, _chocola_, Ilary_Divina, bulma4ever, bubu95, dreamergirl!

Grazie mille veramente, spero che il capitolo vi piaccia!!

Un bacione.

Gaia

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Capitolo 15
*** 15 ***


-Mi porti alla Pretty Land School of Arts!- dico al tassista.

-Ma certo signorina.- mi risponde. Gentile questo signore, anche se pare un pò un Mafioso, corporatura grossa, baffo, testa pelata. Ah, sono solo mie impressioni.

Sono troppo felice, se si può raggiungere un culmine di felicità, bè io lo sto facendo in questo momento. Nicolas non si è arrabbiato perché gli ho tenuto nascosto di Elisabeth e finalmente ho scoperto tutta la verità sul perché mi ha lasciata e ho capito che mi ama ancora, mi ha sempre amata e per sempre mi amerà.

Ancora non ci posso credere.

Stiamo passando il centro, un momento il mio quartiere è dall’altra parte.

-Mi scusi lei, ha sbagliato strada, ma le pare che devo essere io a dirle la strada da fare?- domando scocciata. Non vedo l’ora di arrivare a casa per poter parlare con mia figlia e dirgli tutta la verità.

-No piccola, la strada è giusta.-

Accosta un attimo lungo la strada e si volta verso di me con un sorrisetto cattivo, non mi piace, non so dove mi voglia portare, ma il mio istinto mi dice di aprire la portiera e scendere.

Cerco di farlo in velocità, ma lo scimmione mi prende per un braccio e mi butta di forza sul sedile, cerco di dimenarmi, ma mi ficca tra la bocca e il naso un fazzoletto, probabilmente con del sonnifero.

Cerco di trattenere il respiro, ma non ce la faccio più, l’aria inizia a mancarmi, devo resistere. Il mio naso ispira l’aria involontariamente e tutto intorno a me diventa buio.

 

Apro lentamente gli occhi, mi gira la testa tantissimo quindi li richiudo e cerco di capire come mi ero addormentata. Il mio primo pensiero va a Nicolas, come sempre.

Nicolas!

Finalmente ci siamo detti tutti e due la nostra dose di verità, mi sta aspettando a casa perché dobbiamo scappare da Alan Taylor, ma io come ho fatto ad addormentarmi? Ricordo che stavo andando a prendere il taxi. Il taxi! Ora è tutto chiaro, ma ho paura ad aprire gli occhi, non oso immaginare dove potrei essere.

Mi tiro a sedere, sono in un luogo abbastanza buio, entra luce solo da una finestrella in alto in un angolo, probabilmente siamo in una cantina o in un sotterraneo. Il luogo è veramente molto squallido, si sente lo squittire dei topi, gocce d’acqua cadono dal soffitto, pieno di ragnatele e di muffa e soprattutto in questo posto fa un freddo cane.

-Bene bene bene, vado che la nostra ospite si è svegliata.- mi volto.

-Alan Taylor.-

-Ciao Antonella.-

-Ti ordino di lasciarmi andare immediatamente, forse non hai presente chi sono io!- dico io con tono cattivo, anche se non penso funzionerà molto.

-Oh si che ho presente, tu sei la ragazza che ha avuto una figlia col ragazzo di mia figlia e che quindi impedisce alla mia piccola di essere felice, ma stai tranquilla, Nicolas ha scelto di fare la cosa giusta, non vi farò del male, semplicemente starete a farmi compagnia per un altro po’.- non mi accorgo neanche che sta parlando al plurale, sono troppo concentrata sulla frase riguardante Nicolas, la cosa giusta? Ma a cosa si riferisce?

-Cosa hai fatto a Nicolas stavolta?- gli domando.

-Oh, ma io non gli ho fatto niente, io gli ho solo posto una domanda e lui ha dato la sua risposta, naturalmente se ne avesse data un’altra ci sarebbero state delle brutte conseguenze per te.-

-Sei un mostro.- dico dando voce ai miei pensieri.

-Suvvia, non dire così, presto vostra figlia dovrà chiamarmi nonno.

-Cosa vuoi dire?-

-Che domani Emma e Nicolas si sposano.-

No, no, no! Questo è troppo, la mia pazienza ha un limite, come può distruggermi la vita in questo modo? Mi avvento su di lui mollandogli una sberla potente sul volto, poi mi aggrappo ai pochi capelli che ha, questa mossa funziona sempre, e intanto gli urlo contro.

-LEI NON PUò ROVINARMI LA VITA COSì, LEI è UN MOSTRO, UN ASSASINO, IO LA ODIO! DEVI LASCIARE STARE NICOLAS!-

 Sentendo le mie urla due uomini accorrono in aiuto del loro capo e mi staccano dal corpo di Taylor tenendomi stretta perché io continuo a dimenarmi.

-Mossa sbagliata Antonella.-

-Non mi porta un cazzo, mi faccia pure del male, mi uccida se vuole, ma non permetterò a Nicolas di sposare Flemma.- gli urlo contro.

-Oh ma il matrimonio è già deciso, è inutile opporsi, e io se fossi in te mi calmerei o qualcuno si farà molto male.-

Cosa vuole dire?

Batte due volte le mani e dalla porta compare un uomo con a fianco…Elisabeth.

Oddio cosa le avranno fatto? La osservo attentamente e noto che fisicamente sta bene, ha in braccio i suoi pupazzi e deve essere pure ubbidiente se la fanno camminare liberamente, non oso immaginare la paura che avrà la mia bambina in un momento come questo.

-Lo sai Pooh me l’ha comprato la mamma quando ho compiuto un anno, Ih Oh invece a Natale un po’ di tempo dopo, infatti voglio più bene a Pooh perché ce l’ho da più tempo, ma e il tuo amico pupazzo chi è?Ce l’hai a casa?-

Non so se scoppiare a ridere o piangere, probabilmente piccola com’è la mia bambina non ha capito la situazione e sta stordendo la guardia con le sue chiacchiere! Non ci posso credere.

-Mamma!- urla vedendomi e mi corre incontro. Io la prendo in braccio e la abbraccio stretta, che si azzardi solo a toccarmela e scateno il finimondo.

-Bene, vedo che ti sei calmata, sarà meglio per te che rimani così, vi lasciamo sole. Tornerò a farvi visita e vi farò sapere come vanno i preparativi del matrimonio, vi manderò anche un invito. Oh no, ma voi non potrete esserci. Ahahaha!-

Stronzo! Penso dentro di me, non lo dico ad alta voce, siamo già fin troppo in mezzo ai guai. Vedo scimmioni e Alan Taylor uscire e mi tranquillizzo. Sempre con in braccio Elisabeth mi siedo sulla brandina su cui mi sono svegliata.

-Ma perché siamo qua mamma?- mi domanda.

-Perché non vedi com’è brutto questo posto? C’era bisogno di due super divine come noi per renderlo più bello, per questo ci hanno portate qua!- mentre parlo mi rendo conto delle cavolate assurde che sto sparando, ma naturalmente mia figlia ci crede.

-Ah giusto! Mamma sai, il nonnetto di prima con i capelli grigi mi ha detto che non mi farà del male, perché il mio papà ha fatto la scelta giusta. Ma io non ho capito e chi è il mio papà?-

Alan Taylor, mettiamo in conto anche questo.

-Ecco vedi tesoro, sono cose da grandi, ma il tuo papà è giunto il momento di dirti chi è.-

-Davvero?- mi domanda lei con un sorriso che va da un orecchio all’altro.

-Si tesoro, il tuo papà è Nicolas!- dico seria, aspettando una sua reazione.

-Siiiii!!Ma allora il mio papà è veramente bellissimo, e anche simpaticissimo, e gioca con me, mi fa il solletico, il mio papà è il migliore. Quando andiamo da lui mamma?- mi domanda fuori di sé dalla gioia, non l’ho mai vista così contenta.

-Presto tesoro, presto.- si spera.

-Ma quando lo vedo posso chiamarlo papà?-

-Certo tesoro mio!-

-Evviva!- mi abbraccia di slancio e ci sdraiamo sulla brandina. Mi sento soddisfatta, sono riuscita a far mantenere il sorriso a mia figlia anche in situazione come queste, peccato che non posso dire lo stesso di me,le lacrime stanno inondando le mie guance. E così domani Nicolas si sposerà con Emma e io lo perderò per sempre, solo per colpa mia. Lui si sta andando a rovinare la vita perché non facciano del male a me ed Elisabeth. È incredibile come cambia la vita, cinque minuti prima tutto ti va bene, e cinque minuti dopo sprofondi in un baratro.

No, non si sposerà con Emma, io troverò il modo di impedirlo, tra qualche ora però, perché adesso l’effetto del sonnifero si sente ancora e sono talmente stanca.

Nicolas non ti sposerai con Emma, è una promessa che faccio a me stessa.

Con questi pensieri io e la mia bambina ci addormentiamo abbracciate.

 

 

Dlin dlon.

Sento Fito venirmi ad aprire.

-Nicolas entra!- esclama vedendomi.

Io non ce la faccio più. Lo abbraccio e piango, forse è la prima volta dopo dieci anni che piango liberamente. Sono sempre stato un tipo che non faceva vedere i suoi affetti e le sue emozioni, se stavo male facevo il duro, era molto più semplice, ma ora che la mia vita sta andando verso l’inferno posso permettermi di piangere.

-Ehi che succede? Vieni sediamoci.- mi invita Fito. Mi accomodo sul divano di fronte a lui.

-Fito io non ce la faccio più, stavo vivendo il momento più felice della mia vita e due minuti dopo ecco che arriva lui a rovinare tutto.-

-Cosa vuoi dire?-

-Quando me ne stavo per andare Antonella mi ha fermato, mi ha creduto e ci siamo detti tutta la verità. Ho scoperto che Elisabeth è mia figlia ed è la notizia più bella del mondo, avevamo già deciso di scappare insieme, quando chi mi compare alle spalle? Alan Taylor, ha rapito Antonella e Elisabeth e se domani non mi sposo con Emma le ucciderà.- spiego tutto d’un fiato.

-Come ti sposi con Emma? Ma non c’è proprio niente da fare?- mi domanda.

-No Fito, niente, non voglio metterle in pericolo, una volta che mi sarò sposato Alan Taylor le lascerà in pace. Ed è questo quello che voglio, almeno mi sposerò col sorriso a saperle sane e salve.-

-è una cosa orribile quella che sta facendo.-

-Lo so, gli inviti sono già stati mandati, parteciperanno anche i ragazzi, Leandro, Carmen e tutti quanti, avrò bisogno del loro sostegno per affrontare questa situazione.-

-Quindi sanno tutti la storia?- mi domanda.

-Si, ho spiegato del rapimento e tutto quanto. Taylor mi ha concesso di scegliere il testimone di nozze e vorrei che fossi tu Fito, ho bisogno della vicinanza di un amico per superare la giornata di domani.- gli domando speranzoso.

-Va bene Nicolas, se questo servirà a evitare che a Eli e Antonella capiti qualcosa di male, lo farò. Ma un momento se Elisabeth è stata rapita ed era con Petra, io pensavo fossero andate a fare una passeggiata, dov’è finita Petra?- mi domanda. Al che ci alziamo e cerchiamo in tutta la casa. La troviamo chiusa in uno sgabuzzino, legata e imbavagliata.

-Signore, signore, è successa una cosa terribile, degli scimmioni sono entrati e hanno portato via la bambina, non sono riuscita a fare niente.- dice la cara governante piangendo.

-Stai tranquilla Petra, lo sappiamo, non è colpa tua.- la tranquillizza Fito.

-Hanno fatto del male a Elisabeth?- domando io.

-No, l’hanno presa in braccio e portata via.- risponde lei.

Il fatto di sapere che non le hanno fatto niente mi tranquillizza almeno in parte, non oso immaginare cosa staranno passando ora le due persone più importanti della mia vita e tutto per colpa mia. La mia vita sta per essere rovinata per sempre, ma se devo scegliere tra una vita orribile sapendo di aver salvato le due persone che amo e una vita felice ma senza di loro, scelgo di vivere male e in cambio della loro libertà donare la mia vita.

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Buongiorno a tutte!!Scusate per il capitolo corto e forse un po’ noioso ma è come dire di passaggio. Nel prossimo ci sarà la scena del matrimonio, ma non vi anticipo niente. Mi scuso se forse nello scorso capitolo non si era capito molto che Antonella era stata rapita. Scusate ma sono di fretta quindi non posso ringraziarvi personalmente, ma faccio un grazie di cuore collettivo a: bubu95, bulma4ever, Ashleyily95, Ilary_Divina, mileybest (Che bello leggere una tua recensione, mi sei mancata, comunque per il seguito sinceramente non saprei perché ho già in mente una nuova niconella ambientata diversamente però! Baci) dreamergirl, miss myu 91, Misty_Pan 96.

Grazie!!

Un bacio!

Gaia

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Capitolo 16
*** 16 ***


Apro lentamente gli occhi, sento qualcosa tremare accanto a me, guardo e vedo Elisabeth piena di freddo. Certo che almeno una coperta potevano darcela. Dalla finestrella nell’angolo entra un po’ di luce, vuol dire che la giornata è già cominciata, la giornata più brutta della mia vita perché perderò l’amore della mia vita e il padre di mia figlia. Una lacrimuccia scende dai miei occhi, come può un uomo fare questo per la figlia, è proprio vero che l’amore rende pazzo l’essere umano.

Mi alzo, devo trovare una guardia e pretendere una coperta per la mia bambina, tanto Alan Taylor sarà al matrimonio della figlia,  spero di trovare qualcuno di gentile.

Mi avvicino alla porta, ma non si apre. E io come faccio a chiamare qualcuno ora?

Busso un po’ di volte, ma nessuno mi risponde quindi mi tolgo una forcina dai capelli e apro la porta. Nei film sembrava più difficile, eh bè sono la migliore in tutto.

-Mi scusi lei, esigo immediatamente una coperta perché mia figlia, che poi sarebbe la bimba più divina del mondo ha freddo e faccia in fretta perché glielo sta chiedendo Antonella la star!-

Dico io alla guardia seduta accanto alla porta. Non la guardo in faccia, devo dimostrare di essere superiore, però non ottengo risposta.

Inizio a spazientirmi, ma questo si degna di rispondermi?

Mi volto e vedo questo omone con i capelli neri in giacca e cravatta, sprofondato nel mondo dei sogni, non si sveglierebbe neanche con le cannonate. Ora o mai più.

Rientro nella cella e prendo in braccio mia figlia ancora mezza addormentata.

-Mamma…-

-Dormi tesoro, tranquilla.- le dico io e lei riprende a dormire appoggiandosi alla mia spalla.

Esco dalla stanza, controllando che l’uomo sia ancora addormentato e vado a sinistra, non so dove mi porterà, non conosco il posto dove siamo rinchiuse, ma guardando un po’ le pareti e le stanze a cui passiamo accanto si direbbe una vecchia casa abbandonata da tantissimo tempo. Salgo delle scale, spero di trovare un corridoio con una finestra in modo da sgusciare fuori tranquillamente, invece incontro il corridoio, ma senza finestre, solo con una serie di porte. Non ho neanche il tempo di origliare che mi giungono delle voci in lontananza ed entro nella prima stanza che trovo.

Fa freddo qua dentro, sto appostata accanto alla porta e sento i due scimmioni passarmi accanto, perfetto! Prestissimo si accorgeranno della nostra scomparsa.

Mi guardo un attimo intorno! Che stupida! Ecco perché faceva così freddo, la parete esterna della casa è crollata e si può arrivare tranquillamente all’esterno, deve avere sui cent’anni questa casa.

Esco, Eli comincia a pesare, ma corro con tutte le mie forze verso una strada. Riconosco il quartiere anche se ci sono stata pochissime volte. Siamo nella zona sud,nella parte opposta della città rispetto al mio quartiere.

-Mamy.- dice Eli svegliandosi completamente.

-Buongiorno, dormito bene?- le dico io continuando a camminare nel ciglio della strada.

Fa segno di si con la testa.

-Ma dove siamo?- mi domanda.

-A fare una passeggiata.-

-Va bene!-

Scende e comincia a camminarmi a fianco tenendomi per mano. La strada è deserta, costeggiata da poche case e tutto intorno campi, siamo proprio in periferia. In lontananza vedo però un gruppo di case, sicuramente troverò una cabina telefonica. Fortuna che mi sto guardando in giro e riesco a notare da lontano la macchina nera tipica degli scagnozzi di Alan Taylor. Trascino Elisabeth dietro un albero e ci accucciamo ai piedi di questo.

-Mamma perché ci siamo nascoste?-

-Avevo voglia di giocare a nascondino con la macchina tesoro, non ci deve vedere!-

-Va bene!!- si mette un ditino davanti la bocca e mi fa segno di stare zitta ridendo, la macchina ci supera senza accorgersi di noi. Stiamo per alzarci e rimetterci in cammino, quando ne compare un’altra e faccio appena in tempo a saltare dietro l’albero che la macchina rallenta e controllano guardando fuori dal finestrino.

Cazzo ci hanno viste!

A salvarci ci pensa un gatto randagio che sbuca fuori poco distante da noi e gli uomini ripartono convinti probabilmente di aver visto male. Tiro un sospiro di sollievo e riparto a camminare un po’ più tranquilla, a quest’ora Alan Taylor sarà impegnato col matrimonio della figlia, non baderà a me ed Elisabeth scappate. Anche se farà male perché devo assolutamente impedire questo matrimonio, non dovrebbe mancare molto all’ora delle nozze, devo muovermi! Questo matrimonio non s’ha da fare.

Dopo circa un altro quarto d’ora arriviamo a una cabina telefonica.

-Mamma ma dove andiamo adesso?- mi domanda la mia bambina.

-Da papà tesoro.- lei mi sorride. Io prendo in mano la cornetta e faccio il numero.

-Pronto Patty?-

 

 

 

Meno un’ora, un’ora e sarò condannato a morte, no forse peggio, perché da morto non mi toccherebbe sopportare di vivere con una persona che non amo.

Antonella e Elisabeth, è da ieri sera che ho il pensiero fisso su di voi. Il mio amore e la mia bambina. Sono terrorizzato all’idea che possano farvi del male, non voglio neanche pensarci. Sotto questo punto di vista non vedo l’ora di sposarmi, così poi saranno libere e sane e salve.

Tiro fuori dalla tasca della giacca una foto di Antonella e Elisabeth e la infilo nel taschino della camicia sotto lo smoking, l’ho presa dalla camera di Anto stanotte, mi ha accompagnato Fito, così qualche volta, quando mi sentirò solo guarderò i vostri due sorrisi, i più belli del mondo e questo basterà a portare un po’ di sollievo nel mio cuore. Accendo la radio, sono nella mia camera della villa, a momenti dovrebbe arrivare Fito per aiutarmi a vestirmi, ma cosa credono che non sono capace di mettermi un vestito? Comunque meglio così, ho bisogno del sostegno di un amico.

 

Cosa c’entra questo cielo lucido
Che non è mai stato così blu
E chi se ne frega delle nuvole
Mentre qui manchi tu

Già il cielo non è mai stato così bello, chissà, forse vuole darmi anche lui una mano a ritrovare il sorriso, impossibile, se manchi tu Antonella un sorriso sincero non potrò più farlo.


Pomeriggio spompo di domenica
Come fanno gli altri a stare su
Non arriva neanche un po’ di musica
Quando qui manchi tu

 

Intorno a me vedo gente che mi sorride, si congratula, ride. Ma cosa pensano che io sia contento di sposarmi? Poveri illusi, non sanno che a congratularsi con me mi fanno ancora più male. Giù in salotto ci sono tutti i parenti di Emma, avrei voluto ci fossero anche i miei, o almeno una sola persona: mio padre. Forse non sarà il matrimonio che ho sempre sognato, con la perosna che amo, ma almeno la presenza di mio padre mi avrebbe reso felice, e invece ora si trova da un’altra parte, mi ha fatto piacere la sua chiamata ieri.

E adesso che sei dovunque sei
Chissà se ti arriva il mio pensiero
Chissà se ne ridi o se ti fa piacere

 

Già se ti arriva il mio pensiero di sicuro ti starai mettendo a ridere a vedere uno sciocco come me disperarsi e fare i capricci che non si vuole sposare come un bambino. E ti vedo nella mia testa, dimenarti e iniziare a urlare e minacciare Emma di strappargli tutti i capelli, e qui mi scappa un sorriso.

Cosa c’entra quel tramonto inutile
Non ha l’aria di finire più
E ci tiene a dare il suo spettacolo
Mentre qui manchi tu

 

Poi penso a Elisabeth, chissà se lo sa già che sono suo padre, chissà se fra tantissimi anni magari mi vorrà rivedere, abbracciarmi e chiamarmi “papà”, chissà se mi perdonerà e capirà tutta questa storia. In questo preciso istante la cosa che più voglio al mondo è tenere strette tra le braccia Antonella e Elisabeth, poi potete farmi quello che volete, ma fatemele abbracciare un’ultima volta.

Così solo da provare panico
E c’è qualcun\'altra qui con me
Devo avere proprio un aria stupida
Sai come è manchi te

Si, c’è un’altra, c’è Emma che sta facendo tutto questo per me, ma non  sono sicuro mi ami veramente, penso che per lei sia più solamente un capriccio. Ho un’aria stupida, e certo senza voi due al mio fianco mi sento solo, mi sento triste, insomma mi sento uno stupido.


E adesso che sei dovunque sei
Chissà se ti arriva il mio pensiero
Chissà se ne ridi o se ti fa piacere
E adesso che sei dovunque sei
Ridammelo indietro il mio pensiero
Deve esserci un modo per non lasciarmi andare

 

Un modo per non lasciarmi andare? No, non esiste, o meglio sarebbe rischioso per voi due. I ragazzi mi avevano già proposto qualche piano di fughe e robe simili, ma la posta in gioco è troppo alta, non me lo perdonerei mai se dovesse capitarvi qualcosa di male.

Cosa c’entra questa notte giovane
Non mi cambia niente la tv
E che tristezza che mi fa quel comico
Quando qui manchi tu

E adesso che sei dovunque sei
Chissà se ti arriva il mio pensiero
Chissà se ne ridi o se ti fa piacere
E adesso che sei dovunque sei
Ridammelo indietro il mio pensiero
Deve esserci un modo per non lasciarmi andare

 

Chissà se ti è arrivato il mio pensiero, bè se ti è arrivato potrai vedere cosa sto pensando, e cioè che vi amo più della mia vita, che siete le persone più importanti per me e che tutto questo lo sto facendo per voi perché non voglio vi capiti niente di male e che questa giornata è la più brutta della mia vita, che sto cercando di sforzarmi di sorridere, ma non ci riesco se fosse per me il mio volto sarebbe rigato di lacrime. Qualcuno bussa alla porta

-Avanti.- dico.

-Forza Nicolas, ti aspettano giù, coraggio!- mi dice Fito.

-Arrivo!- gli dico.

-Vuoi che ti racconti una barzelletta per tirarti su il morale?- mi domanda il mio amico, e qua un altro sorrisino scappa, certo che Fito è proprio incorreggibile.

Apro la porta e scendo le scale, mi stampo un sorriso sulla faccia, perfetto! Si va in scena!

 

Sono in chiesa, da una parte ci sono i parenti di Emma che mi squadrano da cima a fondo e mi guardano con sorrisetti e finte moine, dall’altra i ragazzi, le divine, le popolari, Leandro, Carmen e vari adulti con facce che sembrano ad un funerale. Non li ringrazierò mai abbastanza per essere venuti a sopportare con me questo giorno. Caterina e Luciana scoppiano a piangere quando arriviamo al momento di pronunciare il si fatidico, ma non sono lacrime di gioia come molti parenti dei Taylor pensano. Alla fine ieri sera abbiamo confessato a tutti che Elisabeth e mia figlia e tra pianti e sorrisi di gioia tutti mi hanno fatto intendere quanto fossero felici della notizia, felici fino a un certo punto, perché domani me ne dovrò andare. Due persone mancano però tra i ragazzi: Patty e Matias, probabilmente Patty non se la è sentita di fare questo alla sua migliore amica, di venire, e Matias è rimasto a casa con lei.

La messa sta durando più del previsto, mi sembra di essere all’inferno, quando le fiamme ti bruciano lentamente e non puoi evitarlo. Emma è accanto a me, bellissima nel suo vestito da sposa, ma non è lei che voglio sposare.

Sono perso nei miei pensieri fin quando Emma mi tira una leggera gomitata, mi volto verso il prete.

-Vuoi tu Emma Taylor prendere come tuo legittimo sposo il qui presente…-

-PAPà!-

-NICOLAS CORRI!-

 

 

 

 

Fine capitolo.

Colpo di scena!!Eh eh spero che il capitolo vi piaccia!! Ho pochissimo tempo, scusate se sono sempre di fretta!!Ringrazio molto bulma4ever, Ashleyily95, bubu95, miss miyu 91, Ilary_Divina, merry_fairy, dreamergirl!!

Un bacio.

Gaia

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Capitolo 17
*** 17 ***


Succede tutto in un secondo. Mi rimbombano nella testa tre parole.

Papà.

Nicolas.

Scappa.

Papà. L’unica persona al mondo che mi chiamerebbe così è Elisabeth.

Nicolas. Ho riconosciuto il suono della sua voce, Antonella.

Scappa. Mi volto verso la porta e le vedo, belle come due angeli, ed entrambe sane e salve che mi incitano di correre.

Si, finalmente la fortuna gira dalla mia parte, non c’è tempo per stare qua a pensare, in due secondi percorro tutta la chiesa, Elisabeth è in braccio ad Antonella. Le seguo e finalmente mi sento libero.

Libero.

Gli invitati non fanno neanche in tempo a rendersi conto di quello che succede che già siamo fuori dalla chiesa. Sento dietro di me Alan Taylor urlare –fermateli!-.

Ma ormai è tardi, le seguo e saliamo nella mini grigia di Matias che è seduto al posto di guida con accanto Patty. Appena saliti acceleriamo e scappiamo via.

Oh mamma è successo tutto così velocemente che non me ne rendo nemmeno conto.

Scoppio a ridere, fino a due minuti fa non vedevo possibilità di uscire da quella prigione, e adesso invece sono in macchina con la ragazza che amo e nostra figlia e stiamo scappando da un pazzo che vuole che sposi sua figlia. Fantastico!

Dopo cinque minuti di ridarella smetto e mi volto a guardare le due persone accanto a me. Elisabeth mi guarda indecisa, sorridendo, non sa cosa fare, non sa come comportarsi. Io la guarda sorridendo, ha il sorriso più dolce del mondo, mia figlia. È la prima volta che la vedo sapendo che è mia figlia ed è una cosa meravigliosa sapere che questa creaturina al mio fianco è nata da me e Antonella. Mi guarda ancora indecisa, ma prendo io l’iniziativa e la abbraccio forte. Una lacrima traditrice scende dai miei occhi, mi sono commosso, d’altronde emozioni così forti non tutti te le fanno provare.

-Adesso non ci lasci più vero papà?- mi domanda.

-Mai, mai più.- le rispondo.

Sento un singhiozzo e mi volto alla mia destra. Antonella ci guarda sorridendo commossa.

Quanto è bella, pensavo non l’avrei più rivista, e invece eccoci qua. Attiro forte a me anche lei. Fate finire il mondo adesso e morirei col sorriso, abbracciato alle due persone più importanti per me. Qualcuno fermi il tempo, non voglio tornare alla realtà.

A farlo però ci pensa la voce di Matias.

-Ehi ragazzi, mi dispiace interrompere questo momento, ma ci stanno inseguendo, io prendo la statale.- ci voltiamo tutti quanti a guardare indietro. Due volvo grigie ci sono alle costole.

-Pensa a seminarli, ma dove andremo? A Buenos Aires non possiamo tornare e neanche stare in macchina per tutta la vita.- gli dico io.

-Ho paura.- mi dice Antonella, e io non posso fare altro che stringerla più forte.

-I miei hanno una casa a Pinamar in cui vanno qualche estate, possiamo andare là per un po’, ora provo a seminarli.- risponde Matias con sguardo preoccupato.

Acceleriamo di colpo ed Elisabeth si attacca al mio braccio spaventata.

Dopo un paio di curve e svolte improvvise riusciamo a seminarli e prendiamo la strada per il mare.

-Patty, io non voglio che finiate nei guai per causa mia però, se volete smontarci là e tornare a Buenos Aires avete tutto il diritto, avete fatto anche troppo per noi.- le dice Antonella, precedendomi. Volevo dirlo anch’io, non è giusto che ci rimettano altre persone.

-Anto, tu sei la mia migliore amica, per te farei questo e altro e poi ormai ci siamo già tutti dentro, se tornassimo a Buenos Aires chissà cosa ci farebbe Alan Taylor, poi non so te Matias, ma qualche settimana di ferie io me la posso prendere.- risponde Patty.

-Ah per me non ci sono problemi, avevo proprio voglia di passare un po’ di tempo in spiaggia.- risponde sorridendo il suo ragazzo.

 

Arriviamo alla villetta della famiglia Beltran e rimango senza parole, sembra di essere piombati in paradiso: la casa è completamente bianca e il davanti dà su una stradina secondaria, mentre nel retro c’è un giardino con la piscina e un cancello che porta alla spiaggia privata. Bè se dobbiamo restare qua possiamo anche sfuggire in eterno. Matias ci accompagna in una stanza per gli ospiti e porta Elisabeth nella stanza che usava Giusy quando era piccola. Ormai sono le nove di sera.

-Questa è la vostra stanza, c’è il bagno collegato, andiamo a rinfrescarci un po’ anche noi e poi ci troviamo giù per preparare qualcosa da mangiare che fortunatamente la dispensa è ben fornita.- ci dice Patty e se ne va.

Antonella va a vedere se Elisabeth ha bisogno di qualcosa. Nel frattempo apro l’armadio per curiosare un po’. Ci sono alcuni vestiti probabilmente del signor Beltran. Tiro fuori una camicia a maniche corte e un paio di pantaloni in jeans che dovrebbero andarmi. Mi tolgo la giacca dello smoking, meglio buttarlo questo vestito, brutti ricordi. Antonella rientra nella stanza.

-Si è addormentata come si è buttata sul letto.- dice sorridendo.

-Dobbiamo parlare.- le dico io seriamente. Lei annuisce e il suo viso si rattrista.

-Ascolta Antonella se voi ora voleste piantarmi qua e andarvene via e rifarvi una vita io vi capirei, non voglio che Alan Taylor vi dia fastidio o che rischiate ancora che vi faccia del male.-

-No Nicolas, non dire così perché saresti solo un’egoista, nostra figlia ha bisogno di un padre con cui crescere, io ho bisogno di te. Ti ho già perso una volta e non voglio che succeda di nuovo. Insieme affronteremo anche questa, vedrai che presto si stancherà di darci fastidio. Naturalmente se vuoi sposarti con Emma come mi hai appena fatto intendere sei libero di farlo. Esci da questa casa e ti chiederò solo un favore. Non tornare mai più.-

-No no amore mio, ma cosa hai capito, io voglio restare con voi, solo non vorrei crearvi dei proble…- non faccio in tempo a finire la fase che mi appoggia un dito sulle labbra.

-Ti amo, non c’è altro da dire.- mi dice. E finalmente possiamo baciarci e stare insieme senza doverci nascondere da qualcuno. Mi sembra di non baciarla da un’eternità. Questo bacio sembra portarsi via tutti i brutti pensieri, tutta la paura del rapimento, tutta la paura di non rivederla mai più, e porta con sé solo una grande voglia di passare il resto della vita insieme.

 

Dopo circa mezzora scendiamo. Patty e Matias hanno preparato la tavola e hanno cucinato una semplice pasta al pomodoro.

-Sono contenta di vedervi finalmente insieme.- esclama Patty.

-Anche noi siamo contenti che questa situazione stia prendendo un risvolto positivo.- esclama Antonella.

-Ci dispiace che ci siate finiti in mezzo però, non volevamo mettervi nei guai…- proseguo io.

-Nicolas, ne abbiamo già parlato. Basta, non è assolutamente un problema, siamo entrambi affezionati a Elisabeth, è la nostra nipotina alla fine e faremmo di tutto perché possa crescere con suo padre ed essere felice.- ci risponde serio Matias.

-Grazie veramente di tutto.- gli dico sorridendo e lui ricambia.

Poi mi rivolgo ad Antonella.

-Mi spieghi come avete fatto a scappare?-

-Ti pare che io la divina Antonella non riuscivo ad uscire da una situazione del genere? Poi gli scimmioni di Alan Taylor sono al quanto stupidi eh.- e noi scoppiamo a ridere e finalmente passo una serata in allegria, fuori da tutti i problemi. Discutiamo anche di come e quando tornare a Buenos Aires e decidiamo di non pensarci, come potrebbe Alan Taylor trovarci? Quando le acque si saranno calmate di sicuro qualcuno ci avviserà.

 

Sono ormai tre giorni che siamo qua nella casa di Pinamar di Matias nascosti da Alan Taylor, ma sembra più che siamo in vacanza. Ci stiamo divertendo un mondo, sto cercando di passare ogni secondo del mio tempo insieme ad Antonella e a mia figlia per recuperare il tempo perduto. Adesso siamo in piscina a spruzzarci e divertirci.

Bip bip.

-Cos’è stato?- mi domanda Antonella.

-Il mio cellulare.- esclamo. È da quando siamo arrivati qua che non ricevo chiamate o messaggi, ho un brutto presentimento.

Mi dirigo allo sdraio dove avevo lasciato la giacca e cerco nella tasca.

Un nuovo messaggio.

-Chi è?- mi domanda Antonella.

-Tuo zio Fito, Alan Taylor ha scoperto dove siamo e sta venendo a prenderci.-

 

 

 

 

Fine capitolo.

Scusate scusate scusate, perdonate il mio immenso ritardo, ma mi sto godendo questi ultimi giorni di vacanza per divertirmi e sono sempre fuori. Spero vi sia piaciuto.

Un grazie di cuore a: bulma4ever, Giulysan, bubu95, dreamergirl, Ashlyily95, Ilary_Divina, Ela90, Misty_Pan96, miss myu 91.

Grazie veramente.

Un bacio a tutte.

Gaia

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Capitolo 18
*** 18 ***


Ok.

Alan Taylor sa dove siamo e sta venendo qua praticamente con un esercito per portarmi via il ragazzo che amo, nonché padre di mia figlia. Eh no caro mio, mi hai già rovinato anche troppo la vita.

-Matias, ci puoi prestare la macchina?- domando io.

-Ma quale macchina Anto, vi prenderebbero subito. I miei hanno di meglio in questa villa.- mi dice con un sorriso furbetto. Non capisco ma decido di fidarmi.

 

Mezz’ora dopo siamo sullo yatch privato dei Beltran. Non ho parole, devo l’anima a Patty e Matias. Siamo a circa quindici chilometri dalla costa e stiamo risalendo a tutta velocità verso nord. Elisabeth si è addormentata nella sala sottocoperta dove vi è un divano. Mi appoggio alla ringhiera e mi godo il vento fresco che mi passa tra i capelli, mi dà un senso di libertà, cosa che purtroppo per il momento non abbiamo. Sento due mani poggiarsi sui miei fianchi, e non prendo paura perché le riconosco subito.

-Ti amo.- mi sussurra così dal nulla. Ed io non posso fare a meno di sorridere.

-Anch’io Nicolas, ma dove andremo adesso?- gli domando.

-Dobbiamo parlare, ho detto a Matias di portarci in un posto.-

-Dove?- gli chiedo.

-New York.- mi risponde. E mi trattengo dal fare i salti di gioia, New York, la città più in del mondo, fantastico questa fuga si sta rivelando proprio piacevole, ma perché Nicolas ha quella faccia?

-New York dove esattamente?- domando.

-Ecco vedi, due persone a me care hanno un appartamento a Brooklyn, li ho sentiti prima al telefono, ci ospitano volentieri, abbiamo tanto da raccontargli.-

-Abbiamo?- domando io confusa, non riesco a capire chi possa essere, non mi viene proprio in mente nessuno che conosco che ha un appartamento a Brooklyn.

-Si Antonella. Stiamo andando da mio padre e tuo padre.-

Crack.

Il mio cuore si è spezzato, questa notizia mi ha sconvolto. Mio padre. Mio padre che non vedo da quando avevo 4 anni, mio padre che ci ha abbandonato, mio padre che mi hanno fatto credere fosse morto, mio padre che è un truffatore, mio padre che è sempre e comunque mio padre, mio padre a cui voglio bene con tutto il cuore e se il pensiero di rivederlo mi spaventa e la rabbia verso di lui tende a bloccarmi, quello con la gioia di poterlo riabbracciare sovrasta gli altri due. Faccio un respiro profondo e sento le braccia di Nicolas stringermi più forte, mi posa un bacio dolce sulla fronte.

-Ce la farai, io sono qua.- mi sussurri, e dopo queste parole non posso fare a meno di scoppiare a piangere, cullata dalle tue braccia.

-Mio padre lo sa che stiamo andando là?- domando.

-Sa solo di me e quattro miei amici, i nostri genitori non sanno di noi due, né di Elisabeth, è giusto che glielo diciamo insieme.-

-Hai ragione. Non vorrei che mio padre la prendesse male però il fatto di trovarmi là all’improvviso.-

-Fidati di me, lo farai l’uomo più contento del mondo.- mi dice Nicolas sorridendo.

-Va bene, adesso abbracciami di nuovo però per favore.- dico io cedendo. Nicolas scoppia a ridere e mi stringe a sé di nuovo.

 

Sono circa 5 ore che stiamo navigando, fortuna che i Beltran avevano una scorta di carburante nello yatch che ci permette di arrivare tranquillamente a New York. Avrei proprio voluto vedere la faccia di Taylor quando non ci ha trovati. Sospiro e indosso gli occhiali da sole. Sono sul ponte a prendere il sole in costume, quando siamo andati via dalla casa di Pinamar ne abbiamo presi un po’ di quelli di Giusy io e Patty.

-Mamyyy.-

La mia piccola arriva zampettando da sottocoperta, indossa un costumino a mutandina rosa adorabile, seguita da Patty. Si siedono accanto a me.

-Allora come va? È da un po’ che non parliamo sole io e te.- mi dice la mia amica.

-Bene, ma in questi giorni diciamo che non ce ne è stato il tempo, non siamo proprio in una bella situazione.- dico io. Avevo voglia di una chiacchierata con Patty.

-Guarda, se non fosse che abbiamo un pazzo che ci insegue e vuole farci fuori ha tutta l’aria di una vacanza, mi sto pure divertendo, non ti senti una vip su questo yatch?-

Scoppiamo a ridere, com’è cambiata la mia amica Patty. La storia con Matias l’ha resa più forte, più decisa e anche l’amicizia con me ha contribuito credo. Poi c’è il fatto che finalmente ha una famiglia, sono proprio contenta per lei, un tempo in una situazione come questa sarebbe scoppiata a piangere. Sorrido e mi godo i raggi caldi del sole.

 

Siamo finalmente arrivati a Brooklyn. Una volta arrivati al porto di New York abbiamo lasciato custodito lo yatch e preso un taxi. Finalmente siamo davanti l’indirizzo che ci ha indicato Nicolas. Davanti a noi si erge un grande palazzo marrone, giù c’è parcheggiata una macchina della polizia, Nicolas mi ha spiegato che sono ancora agli arresti domiciliari, ma possono ricevere visite.

Entriamo e iniziamo a salire le scale, il loro appartamento è all’undicesimo piano. Inizio a tremare, i miei piedi sono combattuti tra la voglia di salire più velocemente le scale e quella di girarmi e andarmene. Nicolas mi prende per mano, nell’altra ha stretta Elisabeth.

-Va tutto bene.- mi sussurra. E io gli credo, mi faccio coraggio e continuo a salire. Le scale mi sembrano infinite.

Finalmente bussiamo alla porta. Chiudo gli occhi, sono dietro Nicolas. Patty mi appoggia una mano sulla spalla.

-Nicolas!-

Apro gli occhi, un uomo sulla cinquantina passata abbraccia forte il mio ragazzo. Ha gli occhi verdi come i suoi, si assomigliano tantissimo, se non fosse per i capelli bianchi. Sorrido, è bello rivederli insieme.

-Ciao Nic…-

Dietro l’uomo compare un altro signore. Lo riconosco…è mio padre.

-Antonella.-

Tutti si bloccano immediatamente in silenzio, non sanno che fare. Io rimango ferma in silenzio, immobile. I miei occhi iniziano a lacrimare, che strano effetto rivederlo dopo tanto tempo. Non ce la faccio più, mi butto tra le sue braccia e scoppio a piangere a dirotto.

-Ciao papà.-

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutte. Chiedo umilmente perdono, ma causa manca ispirazione questa fiction non è stata portata avanti per un po’. Adesso però sono tornata e perdonatemi, ma ho tre fiction in sospeso. I miei programmi sono questi: la mia nuova fiction “scary trip” mi ha preso particolarmente quindi penso di continuarla costantemente, per quanto riguarda le altre due,di questa fic dopo questo capitolo ce ne saranno altri tre prima della fine, quindi nelle prossime settimane concluderò anche questa. Una volta terminata questa continuerò “Resta e combatti, io combatterò insieme a te” e “scary trip”. Mi scuso ancora per il ritardo.

Grazie mille per le recensioni a:Ashleyily95, Ilary_Divina, bulma4ever,Asietta80, miss miyu 91, GiuLy93 e Ela90.

Un bacione.

Gaia

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Capitolo 19
*** 19 ***


...19 Seguo mio padre e ci andiamo a sedere nei divani nel soggiorno. Lo guardo attentamente, ogni singolo dettaglio, avevo pochi ricordi sbiaditi di lui, è prprio un bel'uomo. L'appartamento dove stanno non è molto grande. Una volta entrati a destra si trovano i divani con la tv, e proseguendo vi è la cucina che poi porta nel terrazzo. Su un tavolino noto un portafoto con due foto che mi sono familiari: su una ci siamo io e Fabio da piccoli piccoli e sull'altra i miei genitori il giorno del loro matrimonio. Sorrido inconsciamente, pensavo sarebbe stato peggio ritrovare mio padre, invece è stata una gioia immensa per me.
Franco, il padre di Nicolas sta già facendo sclerare Matias, in quanto suo grandissimo fan. Sembra un uomo simpatico e alla mano per questi pochi secondi che l'ho visto.
Da un corridoio che in teoria porta alle camere da letto arriva una canzone, il volume è troppo basso, non riesco a capire bene, poi però mi illumino, è tango lloron, una canzone del mio cd.
-Ma questo è il mio cd papà?- domando a mio padre, mentre ci accomodiamo tutti quanti sui divani, eccetto Matias e Franco che vanno in cucina a preparare il caffè per tutti, mentre il padre di Nicolas continua a tempestare il povero ragazzo di Patty di domande.
-Certo, appena ho saputo che usciva ho mandato subito qualcuno a comprarlo. Mi devi raccontare un sacco di cosa piccola mia. Cosa ci fai qui?-
-Papà, ma se la mamma ha chiamato questo signore qua papà, vuol dire che è il mio nonno?-
Spalanco gli occhi, oh mamma. Mia figlia ha fatto un disastro, volevo che lo venisse a sapere in modo un pò più delicato, non così brutalmente.
-Mamma?- chiede mio papà guardandomi e io annuisco leggermente.
-e papà?- dice girandosi verso Nicolas. Anche lui annuisce un pò spaventato.
Rimane per crica due minuti paralizzato, e noi restiamo immobili, incapaci di dire qualcosa. Deve essere un bello shok scoprire di avere una nipotina. Poi si alza, ha il fare un pò minaccioso, mette paura anche a me.
-Quindi tu avresti osato mettere incinta la mia bambina?- domanda avvicinandosi arrabbiato a Nicolas, che intanto è sbiancato. Non so se ridere o se piangere per la scena.
-Ma insomma qualcuno mi risponde?- domanda Elisabeth.
Mio padre si gira verso di lei e la sua espressione cambia completamente. Da arrabbiato nero diventa dolcissimo. Ha una strana luce negli occhi, e improvvisamente mi tornano in mente i momenti in sua compagnia quando ero piccola.
Se la prende in braccio e inizia a fargli il sollettico.
-Ma certo che sono tuo nonno piccola.- dice sorridendo.
-Come sarebbe a dire che sei diventato nonno?- domanda il padre di Nicolas portando il caffè in un vassoio. Aspettiamo che lo abbia appoggiato nel tavolino basso vicino ai divani, e mio padre gli dice.
-Siamo diventati nonni.-
-Siamo? Sei, io sono troppo giovane, ti ringrazio che mi consideri come un fratello, ma nonno mi sa di vecchio.-
Questo non ha capito proprio niente, fortuna che Nicolas non ha preso l'intelligenza da suo padre.
-No papà, quello che Roberto voleva dire è che Elisabeth è anche mia figlia.-
Si sente un botto, Franco è caduto in terra, deve avere perso i sensi per la notizia. Non capisco perchè tutte queste storie, Nicolas che è il padre l'ha presa molto meglio di loro che sono i nonni. Patty controlla velocemente il polso al padre di Nicolas, in questi anni ha imparato un sacco di cose da suo padre Leandro, che è medico. Vivendoci a stretto contatto dopo un pò di tempo alcune cose le impari e da quando Leandro e Carmen si sono sposati convicono tutti insieme. Improvvisamente mi ricordo una cosa.
-Non è niente, ha solo perso i sensi per lo shock.- ci dice sorridendo.
-Patty, a proposito cavolo. Vuoi telefonare a tua madre per farle sapere che stiamo bene? Conoscendola sarà molto in ansia.- sorrido nel pensare a Carmen e alle sue mille preoccupazioni. Mi manca Buenos Aires e tutti i miei amici. Non vedo l'ora di tornare, ma chissà quando passerà questa situazione.
-Si guarda se è possibile sarebbe meglio che la avvisassi.-
-Usa pure il telefono fisso, è quello sopra a quel tavolino.- le risponde mio padre.
Improvvisamente la porta si spalanca.
-Franco, Roberto, siamo qua, mettete su il caffè.-
-Oddio il caffè!- urla Matias correndo in cucina.-
Mi volto verso la porta, sulla soglia vi stanno due poliziotti, devono avere massimo trent'anni a testa. Hanno l'aria di essere due imbranati, hanno proprio la faccia da tonti poverini, non sono per niente divini. Uno è magro e alto, l'altro molto basso e molto ciccione.
- E tutta questa gente chi è?-
-Cip, Ciop, loro sono gli agenti che ci devono tenere agli arresti domiciliari, vi presento mia figlia Antonella.- dice mio padre presentandomi. Io rivolgo loro un sorriso forzato, quanta volgarità.
-Cip e Ciop?- domando piano a mio padre.
-Si, li abbiamo soppranominati noi così, perchè stanno sempre insieme.- mi dice sorridendo, sembrano stargli molto simpatici, questione di gusti.
Li guardo e faccio un saluto con la mano, mi guardano entrambi rossi peperone e molto imbarazzati. Lo so che faccio questo effetto al sesso maschile, ma potrebbero un pò contenersi.
-Incantati, vostra figlia è veramente bella.- dice sorridendo il più alto, quello che probabilmente si è svegliato prima dallo stato di confusione.
-Bene, io sono Nicolas, il fidanzato di Antonella, e figlio di Franco.- dice Nicolas andando a porgergli la mano. Lo adoro quando è geloso.
-Lei invece è Patty, un'amica di mia figlia.- la presenta mio padre.
Un urlo mi spacca quasi un timpano, vedo i due catapultarsi ai piedi di Patty.
-Noi adoriamo le tue canzoni.-
-Noi adoriamo la tua voce.-
Dicono sognanti i due. Non vedo l'ora che se ne vadano, mi hanno già fatto venire sù il mal di testa.
-Mamma, che buffi che sono quei signori.- dice schietta mia figlia.
-Lei è Elisabeth, la mia nipotina.- dice mio papà prendendola in braccio.
-Sua nipote?- chiede Ciop, il più ciccione.
-Si, figlia mia e di Antonella.- dice subito orgoglioso Nicolas, sono contenta che sia così geloso.
-Eh bravo il figlio di Franco.- dicono dandogli una pacca sulla schiena e con un sorrisetto alquanto malizioso. Io li guardo storto e vedo anche Nicolas che inizia ad arrabbiarsi parecchio. A salvarli ci pensa però Matias.
-Il caffè è pronto.-
-Lui invece è il fidanzato di patty, ora che abbiamo finito le presentazioni sediamoci a tavola a bere il caffè.- dice mio padre.
Ci sediamo tutti insieme e passiamo veramente una bella serata, in allegria, contenti di avere ritrovato persone che non vedevamo da parecchio tempo e raccontandoci del più e del meno, di tutto quello che è succcesso in questi anni, alla fine i due agenti hanno acconsentito a farci stare nell'appartamento e quindi ce ne andiamo tutti a dormire.

Continuo a rigirarmi nel letto, basta. Adesso mi alzo. Faccio attenzione a non svegliare Eli che dorme tra me e Nicolas. Ci siamo sistemati nella stanza degli ospiti, dove vi è un letto matrimoniale, Patty e Matias invece si sono accampati in soggiorno sui divani. Passo silenziosamente nel soggiorno e vado in terrazza, la porta era aperta però e infatti una volta fuori trovo mio padre, seduto su una sedia a fumare una sigaretta.
-Ehi, che ci fai qua?- mi domanda appena mi vede.
-Non riuscivo a dormire.- gli dico.
-Troppe emozioni tutte in un giorno?-
-Già.-
-Si anche per me.- mi dice sorridendo. Cala un attimo di silenzio imarazzante, che ci pensa lui a interrompere però.
-Tuo fratello come sta?- mi domanda.
-Benissimo, mi manca un sacco. Suona in una band, gli skratch, sono divini. E sta con una ragazza, si chiama Tamara, sono molto innamorati.-
-E tu e Nicolas?- mi domanda.
-Bè la storia più o meno la sai, comunque si, siamo molto innamorati tutti e due, e penso che Elisabeth ne sia la prova.- dico sorridendo.
-E tua madre come sta?- mi domanda.
-Mamma è in carcere, esce tra sei anni, ne hanno combinate un sacco lei, Paolo e Dorina.- dico ridendo e si mette a ridere pure mio padre.
-é rimasta uguale a un tempo allora.- mi dice sorridendo nostalgico.
-Ti manca?- gli domando.
-Si, moltissimo.- mi risponde girandosi a guardarmi.
-Anche tu sei mancato moltissimo a me papà.- dico con le lacrime agli occhi. Si alza e viene ad abbracciarmi, sento che anche lui ha le lacrime agli occhi.
-Anche tu piccola mia, anche tu. Non oso immaginare quanto avrai sofferto.-
-Tanto, ma ora sono contenta, finalmente ho di nuovo te, Nicolas, Elisabeth, ora ho di nuovo una famiglia.- dico sorridendo.
-Non ti lasceremo più, mi sembra proprio un bravo ragazzo Nicolas.-
-Si, lo è, speriamo si risolva presto tutta questa storia con Taylor.-
-Ah è un osso duro quello.- mi dice mio padre.
-Ce ne siamo accorti.-
-Ma ora hai noi pronti a darti una mano, vedrai che ne verremo fuori, lasciamo calmare un altro pò le acque intanto.-
-Si, ne sono sicura.- dico appoggiando la testa sulla spalla di mio padre. Contenta come non mai di averlo ritrovato, questo è uno dei giorni più belli della mia vita.

Sono passati già tre giorni, io sto recuperando il tempo perso con mio padre, cantiamo le mie canzoni, puliamo insieme la casa, abbiamo guardato dei film e molte altre cose. Nicolas sta invece recuperando il tempo con Elisabeth, sono sempre insieme, hanno legato tantissimo e subito. In questi giorni sono proprio contenta. Franco invece alterna il suo tempo, un pò sta con Matias e Patty e un pò con Nicolas e Elisabeth. Li stiamo passando bene questi giorni, si è creato un bel clima. Si ora sono felice.
Dlin dlon.
Suonano alla porta, stavo preparando la tavola con mio padre.
-Vado io.- dico a mio padre. Saranno Cip e Ciop che vogliono pranzare con noi.
Provo a guardare dallo spioncino, ma è oscurato, i due imbranati vogliono farci uno scherzo.
Giro la chiave e apro la porta.
-No.-
-Oh si, ciao Antonella.-
-Signor Taylor.-




Fine capitolo.
Ciao a tutte, scusate se non la aggiorno, ma ho poco tempo e molte fic da portare avanti. Spero che questo capitolo vi piaccia, è un pò noioso lo so, ma doveva fare da anteprima al colpo di scena. Avrei un dubbio, come sapete questo è il seguito di una notte fuori dal mondo. Mi era passata per la testa l'idea di farne una terza fic di questa saga, però ho visto che le visite sono diminuite, se la storia ha perso d'interesse cancello subito l'idea del seguito. Aspetto pareri e consigli.
Un mega grazie a:Ilary_Divina, ella96, namithebest, bulma4ever, miss myu 91, GiuLy93,  Alexiel94.
Un bacio.
Gaia

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Capitolo 20
*** 20 ***


20!! Non è possibile.
Ero così felice, può tanta felicità svanire in un secondo? A quanto pare si.
Alan Taylor ci ha trovati, ma come ha fatto? Accanto a lui vi sono due dei suoi bestioni.
Faccio la prima cosa che mi viene in mente, gli sbatto la porta in faccia. Sono strasicura che tra due minuti la sfonderanno.
-Anto, chi è?- mi domanda mio padre.
-Alan Taylor.- dico col cuore che va a mille per la paura. Mio padre sbianca, e insieme a lui Patty, Matias e Franco.
-Dobbiamo scappare.- dice mio padre.
-No, tra due minuti sfonderanno la porta, non c'è tempo per scappare. Patty, Matias, non voglio che rischiate oltre per noi. Fatemi un favore, prendete Elisabeth e Nicolas e scappate, noi restiamo qua per farvi guadagnare tempo. C'è una via di fuga?- dico rivolgendomi a mio padre.
-Si, dal terrazzo si va sul tetto.- dice mio padre.
-E poi come faremo a scappare però?- domanda Patty.
-Tenete le chiavi.- mio padre si fionda su un cassetto e tira fuori un mazzo di chiavi.
-Nel tetto c'è un elicottero, che gli inquilini dell'appartamento possono usare in caso di emergenza, prendete quello. Lo sapete guidare?-
-Si, io si, ma Anto sei sicura, non ti va che restiamo?- mi domanda Matias.
-No Matias, solo una cosa vi chiedo, prendetevi cura di Elisabeth.-
Franco mi fa spostare, mentre con tutte le sue forze sposta il divano davanti alla porta che sta iniziando a cedere. Dal corridoio che porta alle camere arriva Nicolas con nostra figlia in braccio.
-Amore ho sentito tutto, non se ne parla nemmeno, io resto qua.-
-No Nicolas, devi andare con loro, è te che Alan Taylor vuole.- provo a convincerlo io.
-Antonella, non mi farai cambiare idea, io resto qua.- mi dice deciso. Poi dà un bacio sulla guancia a Elisabeth e la stringe forte a sè, prima di passarla a me. Me la prendo in braccio e ci avviamo in terrazzo.
-Mamma, cosa succede?- mi domanda Elisabeth, è una bambina sveglia, ha capito che c'è qualcosa che non va.
-Ascolta adesso tu vai con la zia Patty e lo zio Matias, ok?-
-Ma io voglio la mamma e il papà.- dice prima di iniziare a piangere, e mi si spezza il cuore a lasciarla così, ma non so le intenzioni che ha Alan Taylor e non voglio metterla in pericolo di nuovo.
-Dai, vedrai che con gli zii ti diverti, ciao Eli.- dico prima di passarla a Matias, la mia bambina continua a piangere e chiamarmi, e una piccola lacrima passa anche sul mio viso, non voglio farla soffrire, ma mi sento in ansia a non averla vicino, anche se so che è in buone mani.
Sento due braccia stringermi da dietro, Nicolas.
-Tranquilla, andrà tutto bene.- mi sussurra, ma non sono tranquilla per niente.
-Roberto, è meglio se vai anche tu.- mi giro e sento Franco dire questo a mio padre.
-No, devo stare vicino a mia figlia.- dice mio padre in tono deciso, sarei più tranquilla se andasse con Matias e Patty, ma da una parte lo voglio anche al mio fianco.
-Starò io con loro, ho già avuto a che fare con Alan Taylor, è meglio che qualcuno vada con Matias e Patty , sono solo dei ragazzi anche loro alla fine, e c'è pure la nostra nipotina con loro.- spiega Franco.
Mio padre si gira verso di noi e io gli faccio un cenno col capo, facendogli capire che voglio che vada con loro.
-Va bene allora, ma fate attenzione mi raccomando.- mi dice mio padre prima di raggiungere gli altri in elicottero. Faccio segno di saluto con la mano mentre le lacrime inondano il mio viso. Elisabeth per fortuna si è un pò calmata, si è seduta in braccio a mio papà e ci saluta dall'elicottero, speriamo vada tutto bene.
-Forza, entriamo, dobbiamo trattenerlo in modo che abbiano la possibilità di scappare.- dice Franco mentre entriamo.
Rientriamo nel soggiorno e notiamo che la porta d'ingresso è già stata sfondata, ma di Taylor e i suoi scagnozzi nessuna traccia. Ci guardiamo un attimo intorno spaesati, ma dopo neanche due secondi sento due braccia enormi sollevarmi da sotto le braccia per tenermi ferma, inizio a scalciare, ma mi solleva più in alto, facendomi male.
-Antonella, papà.- un altro bestione ha preso suo padre di Nicolas, che tenta di liberarsi come me.
-Bene Nicolas, io direi che non ti conviene fare un passo.- dice Taylor spuntando dal corridoio che porta alle camere.
-Bastardo.- gli dice Nicolas.
-Ehi, ho detto buono, a quanto vedo le due persone più importanti per te sono in mano mia.- dicendo tirando fuori dalla tasca una pistola. Inizio a sudare freddo. Una situazione del genere non mi era mai capitata.
-Non azzardarti a sparare a Nicolas, razza di verme che non sei altro.- inizio a urlargli dietro, come se urlare e piangere servisse a qualcosa.
-Io non voglio sparare a nessuno cara Antonella, per il momento. Ma di certo non a Nicolas, sai caro ragazzo, devo fartela pagare in qualche modo per avere lasciato mia figlia sull'altare.- dice con tono pacato Alan Taylor. Mi tranquilizzo un attimo quando sento che non vuole sparare a Nicolas, probabilmente vuole sparare a me, ma non mi importa, l'importante è che non faccia del male a lui.
Tira fuori da dietro la schiena il pupazzo di Eli, Ih Oh.
-Ho fatto un giro per le camere mentre vi aspettavamo, quindi c'era altra gente qua. Immagino sia scappata per il tetto. Poco male, almeno non ci saranno testimoni.- dice sorridendo.
-Cosa vuole fare?- gli domanda Nicolas.
-Arrivaci da solo caro.-
-Come ha fatto a trovarci?- domando io tanto per prendere tempo e un pò per curiosità.
-Avete fatto tutto da soli, come sapete ho conoscenze ed era da un pò che tenevo sotto controllo i telefono di Buenos Aires, è stata la chiamata della tua amica Patty, non ha detto il luogo, ma sono potuto giungere al mittente seguendo la linea. Non mi è piaciuto lo scherzetto che mi avete fatto a Pinamar ragazzi. Vengo per trovarvi e stare un pò in vostra compagnia, e voi non vi fate trovare in casa? Non si fa così. Ma lasciamo stare va, l'importante è che adesso vi ho trovati.-
Lo guardo malissimo, e mi dò della stupida per la chiamata di Patty, ma chi pensava fosse un tale pazzo?
-Allora, Nicolas, vuoi venire via con me e finalmente sposare la mia bambina?- domanda a Nicolas.
-Digli di no Nicolas.- gli urlo io. Non voglio che debba soffrire per me. Franco invece sembra abbastanza tranquillo, non capisco perchè.
Alan Taylor si gira a guardarmi e mi sorride, ho una voglia di sputargli in un occhio. Lo vedo annuire con la testa, ma allora è proprio scemo.
Due secondi dopo però capisco il motivo del suo gesto. Con un rapido movimento lo scimmione che mi tiene ferma mi prende il braccio. L'unica cosa che sento è un dolore lancinante al braccio e le lacrime che mi invadono gli occhi. Sento Nicolas urlare il mio nome, ma non capisco molto, vedo tutto sfuocato per le lacrime e il male. Se non mi tenesse ferma lo scimmione probabilmente sarei già caduta a terra. Stringo i denti, è un dolore troppo forte da sopportare, mi deve aver spezzato in due l'osso del braccio.
-Stro...- apro la bocca per cercare di lanciargli contro un offesa, ma una voce mi ferma.
-Antonella stai zitta!- mi urla Franco. Non capisco più niente, però ubbidisco. Continuo a vedere tutto sfuocato per il male che si fa sempre più forte, ma continuo a sentire le voci.
-Franco, da quanto tempo.- dice Taylor, probabilmente deve essersi girato verso di lui.
-Sempre troppo poco.- gli risponde il padre di Nicolas.
-Vedo che la voglia di scherzare non ti è passata, allora come sono stati gli anni in galera?-
-Duri, ma sopprattutto pesanti perchè non me li meritavo, io ti avrò anche truffato, ma tu hai fatto di peggio.-
-Vedi caro, la differenza tra me e te, è che io sono ricco, potente e furbo, non mi faccio mai scoprire.- dice Taylor. Basta, il dolore alla spalla inizia a essere troppo forte. Non ce la faccio più, voglio chiudere gli occhi e svegliarmi nella mia casetta, con Nicolas, Elisabeth, mio padre, Fabio e tutti i miei amici e tornare alla mia vita di sempre. Ma purtroppo questo non è possibile e non so chi ci salverà da questa situazione.
-Ehi gente, mettete su molto caffè, abbiamo portato altri tre nostri colleghi oggi! Oh ma che succede? Mani in alto.-
Sorrido, per la prima volta da quando sono qua sono contenta di sentire la voce di Cip e Ciop, eccoli i nostri salvatori.
Ma il sorriso svanisce quando sento uno sparo e una grande paura che Nicolas o suo padre siano stati feriti mi colpisce. Fortunatamente si alza un grande polverone, lo sparo quindi è andato al soffitto. Lo scimmione mi molla di colpo e io cado per terra perchè il forte dolore mi impedisce ancora di muovermi. Dopo due secondi sento le braccia di Nicolas stringermi e trascinarmi con lui dietro al divano, in un posto sicuro.
-Tuo padre?- domando con un filo di voce.
-é riuscito a scappare per il corridoio che porta alle camere. Tu come stai?- mi domanda, ha un tono molto preoccupato.
-Mi fa male il braccio.- riesco a dirgli. Appoggio la testa al suo petto e chiudo gli occhi. Mi stringe delicatamente, attento a non farmi male, ma il suo tocco non può che farmi bene.
-Resisti.- mi sussurra per farmi coraggio.
-Ho paura.-
-Anch'io ma presto sarà tutto finito, fortuna che sono arrivati Cip e Ciop, quei rompiballe alla fine sono serviti a qualcosa.- dice e ci mettiamo a ridere tanto per sdramatizzare.
-Speriamo non si facciano male.- dico io, e lo penso davvero, gli devo la vita.
-Ehi ragazzi, potete uscire.- ci dice Cip affacciandosi al divano.
-Avete chiamato i rinforzi e l'ambulanza?- chiede Nicolas.
-Si stanno arrivando entrambi.- gli risponde.
Nicolas mi prende in braccio, ha capito che sono troppo debole per camminare, fa il giro del divano e arriva al centro del soggiorno. Non ho voglia di aprire gli occhi, ma non voglio perdermi la scena di vedere Alan Taylor sconfitto.
Sono al centro della stanza, lui e i suoi due scagnozzi, spalle contro spalle, con Ciop che li tiene sottotiro.
-La sai la differenza tra me e te, caro? Che io ho persone che mi vogliono bene, per cui darei la vita, mentre tu, tu sai solo rovinarla la vita alle persone.- gli dice Franco al signor Taylor.
Nicolas mi appoggia sul divano e si avvicina ad Alan Taylor.
-Questo è per i quattro anni che mi hai rovinato.- dice prima di dargli un pugno che gli rompe il labbro.
-Ehi, questo è reato.- inizia a gridare il signor Taylor a Cip e Ciop.
-Io ero girato e non ho visto niente, tu Cip?-
-Neanch'io, spiacente.-
Mi metto a ridere e poi chiudo gli occhi, e finalmente mi addormento con il sorriso.



Fine capitolo.
Vi annuncio che questo è il penultimo capitolo,ne manca solo uno e poi anche questa fic sarà completa, devo dire che mi ha dato molte soddisfazioni, ma non sono ancora sicura di fare un seguito. Ho notato che le visite e le recensioni sono molto diminuite quindi non so. Ringrazio veramente di cuore per la recensione allo scorso capitolo: Alexiel94, sabry99, Ilary_Divina. Veramente i vostri commenti mi hanno fatto molto piacere!
Un bacio.
Gaia

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Capitolo 21
*** 21 ***


21 1 anno dopo.
-Mammaaa, mi sistemi il fiocco dietro?-
-Eli, sono nel momento trucco, non mi posso alzare.- le dico io.
-Allora vado dalla zia Patty.-
Sorrido e mi guardo allo specchio, l'estetista che ho ingaggiato mi sta sfumando un ombretto bianco sopra l'occhio. Sono divina, come non sono mai stata, ma d'altronde è il giorno più importante della mia vita. come potrei non esserlo?
-Finito.- mi dice la ragazza che dev'essere poco più vecchia di me.
Mi alzo e vado verso il mio vestito da sposa bianco e sorrido inconsciamente, forse perchè aspettavo questo giorno da tanto, forse perchè è il giorno più bello della mia vita, forse perchè ora sono veramente contenta.
In un anno tutto è andato al proprio posto, la vita mia e delle persone che mi stanno accanto.
Indosso il mio abito bianco, a differenza di come molti credono è semplice, bianco candido, che scende fino a terra con pochissimo strascico. Da tutta questa avventura ho capito che alla fine la vera felicità sta nella semplicità, nei piccoli gesti, nelle persone che ci stanno accanto. Le cose complicate le lascio a tutte quelle dive piene di soldi e di perle ma vuote sotto la pelle.
Ci siamo. Il momento che aspettavo da un sacco è arrivato.
Mi attacco al braccio di mio padre e mi preparo a percorrere la navata.
L'organizzatrice fa segno ad Elisabeth di partire e la mia bambina con in mano un cestino di rose inizia a spargerle nel tappeto che conduce all'altare.
Sento mio padre stringermi il braccio.
-Se fossi stato ancora in galera in questo momento, ti avrei chiesto di farlo là il matrimonio, non mi sarei voluto perdere il matrimonio della mia bambina per niente al mondo. Ti voglio bene.-
Ok, non può farmi commuovere, mi si sbava il trucco.
-Ti voglio bene anch'io papà.-
Le porte della chesa si aprono e percorro lentamente la navata, voglio ricordarmelo bene questo momento. Vedo tutti i miei amici seduti ai primi banchi, non manca nessuno. Patty, Matias, Giusy che indossa un abito largo, che risalta il pancione della bambina che nascerà da lei e Guido, ormai dovrebbe mancare poco, è alla fine dell'ottavo mese.
E poi lo vedo: Nicolas.
Bellissimo nel suo abito nero, mi guarda sorridendo, quel sorriso che amo e che presto sarà solo mio, anche davanti alla legge.
In questi pochi passi fino all'altare ripenso a tutto quello che mi è successo e un'ondata di gioia mi prende.
Mi sento bene.
Il lieto fine si è presentato, ora tocca ad un nuovo stupendo inizio.



-THE END-





Allora, innanzitutto vorrei scusarmi da morire per questo pazzesco ritardo. Il capitolo era già scritto da un pezzo, m forse inconsciamente non volevo terminare questa fiction a cui ero tanto affezionata. Ed invece ora eccomi qua.
La termino perchè mi dispiaceva lasciarla in sospeso e perchè mi è passata per la testa un'altra idea. Questa fiction era il seguito di "una notte fuori dal mondo" e credo che fare un altro seguito di questa risulterebbe noioso, quindi presto pubblicherò un altro seguito di "una notte fuori dal mondo" alternativo, cioè centrato sulla coppia Bruno/Antonella. Fatemi sapere che ne pensate dell'idea.
Ora però ringrazio tutte quelle che hanno commentato questa storia:
_Chicca_
Alexiel94
Ilary_Divina
Ashleyily95
sabry99
GiuLy93
miss myu 91
bulma4ever
namithebest
ella96
Ela90
Misty_Pan96
asietta80
merry_fairy
dreamergirl
bubu95
Giulysan
mileybest
_chocola_
niettolina
Volpina_McGranitt
TheSilviaCullen
SaBrI ThE RiDeR
sanaa22
GinevraMalfoy90
saku_cele
lunakiss
KikkaSmartieChan
Karen94

Ringrazio anche tutte le persone che l'hanno messo tra le preferite e seguite. Grazie mille a tutti per l'appoggio.
Un bacione.
Gaia






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