Qualcosa di noi.... di 883 (/viewuser.php?uid=57929)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 1 *** 1_prologo ***
Sono
in macchina che guido
verso casa.
Guardo
verso il pavimento
della macchina, un po’ di sabbia è scivolata fuori
dalle mie scarpe. Appena
arrivo a casa chiedo a Fabio di levarla, se tutto va bene tra due
orette dovrei
esserci, ho da poco la patente ed è notte fonda, non mi fido
ad andare veloce,
anche se ormai questa strada la conosco a memoria, ogni anno questa
notte vengo
sempre qua, mi fa in qualche modo sentire di nuovo vicina a
lui…lui che non ho
mai dimenticato: Nicolas.
Sono
passati quattro anni da
quella notte qui alla spiaggia di Pinamar, quasi quattro anni che te ne
sei
andato, quattro anni che ho imparato ad amare per la prima volta.
Sono
successe tantissime
cose da quando te ne sei andato. C’è voluto un
mese perché riprendessi a stare
un po’ meglio, a dare un accenno di vita almeno, ricordo
benissimo quel periodo
anche se preferirei dimenticarlo. Non ti ho mai dimenticato, sei ancora
dentro
il mio cuore come quattro anni fa, la catenina è ancora nel
mio collo, sono
ancora qua che ti aspetto, ti aspetterò per tutta la vita se
necessario.
Non
ho mai scoperto le cause
vere e proprie del tuo addio, questo tuo improvviso cambiamento e una
cosa
rimpiango in particolare, l’ultimo ricordo che hai di me
è quello di una brutta
litigata.
Fortuna
che ci sono stati
Fabio e Fito a tirarmi su di morale, insieme a tutti gli altri miei
amici.
Stavo appunto pensando prima a quante cose sono successe.
Penso
che prima fra tutte
vada detto che qualche mese dopo hanno scoperto che mia madre e i suoi
soci
hanno rubato i soldi a mio padre, hanno falsificato un test del dna,
hanno
finto una gravidanza e hanno fatto un matrimonio illegale
perché mia madre era
ancora sposata con mio padre. Inutile dire che sono finiti in carcere.
Tra sei
anni avranno scontato la loro pena. Non ne sono poi tantissimo
dispiaciuta, se
lo sono meritati, forse anch’io sarei diventata
così se non fosse stato per
Nicolas e Patty.
Comunque,
quando mia madre è
finita in carcere io e Fabio eravamo ancora minorenni e la nostra
custodia è
stata affidata al mitico zio Fito.
Viviamo
ancora nella casa di
Leandro che ci ha gentilmente lasciato, vista la nostra posizione e ha
capito
che con un solo stipendio di zio Fito non saremmo riusciti a vivere e
comprarci
una casa in tre persone.
Leandro
ha acquistato sempre
qui nel quartiere una villa più grande e splendida dove vive
con Patty, Carmen
e il loro figlio di un anno. Alla fine tutto si è sistemato,
tre anni fa si
sono sposati Carmen e Leandro e ora vivono una storia d’amore
fantastica. Lo
stesso è capitato a Esteban e Ashley, che ora è
in dolce attesa e sono andati
ad abitare insieme nella casa di Esteban.
Pedra,
la ex governante di
Leandro non ha voluto lasciare questa casa, ha preferito vivere con noi
tre e
col tempo ha imparato a volerci bene e si è affezionata a
noi come noi ci siamo
affezionati a lei.
Patty,
la mia migliore amica
un tempo e tuttora, ha realizzato il suo sogno ed è
diventata una cantante
abbastanza famosa in Argentina, come avrei voluto essere io, ma un
imprevisto
me lo ha impedito. Anche Matias è stato per tre mesi in
Spagna a giocare a
calcio, ma poi il Boca, la squadra di Buenos Aires lo ha richiamato qua
e ha
potuto realizzare il suo sogno stando anche vicino a Patty. Stanno
ancora
vivendo una storia d’amore stupenda, tutti i giornali parlano
di loro: un
calciatore e una cantante. Sono troppo contenta per Patty ha realizzato
tutti i
suoi sogni: è diventata famosa, ha conquistato il cuore di
Matias e finalmente
vive con la sua famiglia.
Molto
meglio non è andata
alla sua amica, e da poco anche mia, Giusy. Suo padre non ha ancora
accettato
la storia tra lei e Guido e da un anno circa, una volta compiuta la
maggiore
età, convivono in un piccolo appartamento sempre qui nel
quartiere. Lei sta
facendo dei corsi per diventare una consulente matrimoniale, mentre
Guido
procede con la band.
Gli
skratch purtroppo non
hanno ottenuto il successo che meritavano e non sono diventati dei
cantanti
internazionali come speravano, ma sono abbastanza famosi in tutta
Buenos Aires
e ogni sera cantano in un locale diverso.
Ai
ragazzi è andata
abbastanza bene: Luciana e Gonzalo stanno ancora insieme, come Alan e
Caterina,
mo fratello e Tamara non parliamone, sono innamorati come il primo
giorno,
Bruno e Pia purtroppo si sono lasciati, ma Bruno si è
consolato con Martina, la
migliore amica di Luciana.
Le
divine e le popolari
esistono ancora, ogni tanto ci esibiamo in qualche locale o
semplicemente
qualche sera ci troviamo tutti insieme per ritornare ai bei tempi della
scuola.
Ci siamo diplomati tutti quanti circa un anno fa.
Siccome
non ho potuto
seguire il mio sogno, ho comunque voluto trovare un lavoro
nell’ambito dello
spettacolo. Chico Ginobili, il nipote di Ines, nonché ex
professore di musica è
andato a New York per seguire Emilia, la sua fidanzata e Ines, che nel
frattempo si è sposata con Pedro, mi ha offerto il posto di
insegnante di
musica alla Pretty Land School of Arts e io ho accettato senza
pensarci, stare
ancora in quella scuola mi mette allegria.
Di
chi mi sono dimenticata?
Ah
si, Marcos, alla fine se
ne è tornato da dove era venuto. Santiago ora lavora in una
pasticceria e da
quella volta che mi ha insegnato a cucinare siamo rimasti molto amici,
ogni
mattina ci porta i cornetti caldi. Andres ha scoperto che il suo vero
amore non
era Carmen, ma Lourdes la madre di Pia e da circa due anni sono
fidanzati.
Ora
io ho quasi diciannove
anni e posso dire di essere quasi felice. Non sono fidanzata, ho avuto
altri
ragazzi dopo Nicolas, ma nessuno è stato in grado di
sostituirlo. Quattro anni
fa avevo l’opportunità di incidere un disco, ma un
imprevisto stupendo mi ha
fatto saltare tutto. Finalmente, una settimana fa, Pedro che
è rimasto comunque
un caro amico di famiglia mi ha comunicato che ha bisogno d lanciare
qualcuno e
io ero in cima alla lista delle sue preferite da un sacco di tempo, tra
una
settimana lanceranno il mio disco. Tutto inizia ad andare per il
meglio, mi
manca solo Nicolas per essere completamente felice, ma
d’altronde, la felicità
assoluta è impossibile da raggiungere.
Arrivo
a casa e parcheggio
la mia decapottabile rosa nel vialetto a fianco al giardino.
Ormai
sono le sei, saranno
già tutti svegli.
Infatti
entro in casa e
trovo Fabio e mio zio Fito al tavolo della colazione.
-Buongiorno
a tutti.- dico
entrando in casa.
-Sorellina!
Santiago è già
passato!!- mi dice mio fratello.
-Un
attimo che mi tolgo le
scarpe che sono piene di sabbia.-
Sento
un rumore di piccoli
passi che scendono le scale e sorrido, si è svegliata.
-Mamma
sei tornata!-
Mi
corre incontro, mia
figlia Elisabeth, il mio piccolo stupendo imprevisto!!
Ha
quasi tre anni, ma è già
molto matura, ha cominciato da poco a frequentare la scuola materna.
È la mia
copia in miniatura, è identica a me, già abituata
a essere la migliore in
tutto.
L’
ho avuta quando avevo
quasi sedici anni, il giorno più bello della mia vita, certo
ho dovuto
rinunciare al mio disco, ma mi sembrava di essere caduta in un baratro
nero
dopo avere perso troppe cose, il suo arrivo è stato una
ventata di aria nuova,
una ventata di gioia e allegria. Tutte le persone che mi conoscono
dicono che
quando sono con lei mi trasformo, non ho più quel carattere
acido e vanitoso,
divento fin troppo dolce.
Ha
i capelli mossi come i
miei, leggermente più chiari però, le labbra come
le mie, sarebbe la mia copia
anche fisicamente se non fosse per quegli occhi stupendi verdi che mi
ricordano
tanto quelli di suo padre.
Fine capitolo.
Ciaoooo…allora
capitolo un
po’ cortino scusate, ma è una specie di prologo,
una cronaca dei fatti successi
in questi quattro anni, è narrato tutto da Antonella in
prima persona. Come
avete già letto nell’introduzione questo
è l’inizio del seguito di “una notte
fuori dal mondo”! Il pezzo tra virgolette è una
frase della canzone il tuo nome
in maiuscolo di Laura Pausini.
Spero di avervi
incuriosito
e che mi farete sapere se l’inizio vi piace o meno.
Un bacio.
Gaia
|
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Capitolo 2 *** 2 ***
Arrivo
a lavoro dopo aver
lasciato mia figlia all’asilo.
Sorrido
ogni volta che torno
alla Pretty land, quanti ricordi, troppi, alcuni dolorosi, altri
stupendi. Qua
ho conosciuto tutti i miei amici, ho imparato a cantare, ho litigato,
sono
stata una stronza, eh si questa scuola è stata lo scenario
di molte situazioni.
Arrivo
in classe e i ragazzi
mi salutano entusiasti, mi piace molto insegnare, i ragazzi sono
simpatici, ma
non hanno la grinta che avevamo noi. L’idea della
competizione tra i due gruppi
è stata molto utile, ci ha aiutato ad avere più
grinta, ad impegnarci, ora
invece tutti vanno d’amore e d’accordo,
è quasi noioso.
La
giornata passa veloce e
torno a casa per pranzare. Mio zio Fito si è fermato a
scuola con dei ragazzi
per fargli delle ore supplementari quindi mi siedo in cucina con Petra.
-Ciao
Petra, che profumino.-
la saluto.
-Oh
ciao Antonella, sto
cucinando il sugo che piace molto a tuo fratello.-
-Divino!-
Mi
prendo un bicchiere
d’acqua e mi siedo in cucina, mi piace raccontare a Petra la
mia giornata, è
sempre pronta ad ascoltarmi.
A
un certo punto appoggia
mestoli e pentole e si siede vicino a me.
-Antonella,
posso farti una
domanda? Naturalmente se non vuoi dirmelo non fa niente,
però ci terrei a
saperlo.-
-Va
bene Petra dimmi.-
-Ecco
vedi, io conosco
Elisabeth praticamente da quando è nata, vi sono stata
vicino in tutto ed è
stato bellissimo, ma non mi avete mai detto chi è il padre.-
Mi
aspettavo prima o poi
questa domanda. Lo sanno solo Fabio, Fito e Patty. Non ho voluto dirlo
a nessun’altro,
nemmeno a Leandro che mi ha seguita durante la gravidanza. Anche se a
Petra mi
sento in dovere di dirlo, mi ha aiutato troppo in questi anni a
prendermi cura
di lei quando ero alle prese con pannolini e biberon. Quindi vado
dritta al
sodo senza girarci troppo intorno.
-Nicolas.-
-Ah
il tuo finto zio che era
venuto qua quattro anni fa, aaaaah, quel ragazzo così carino
e gentile, ma poi
dove se ne è andato?-
Il
mio sguardo si
intristisce.
-Non
lo so Petra.-
-E
non vuoi dirgli che ha
una figlia?-
-No,
è stato lui a
lasciarmi, non voglio complicargli la vita.- gli spiego.
-Capisco,
scusa se ho
toccato l’argomento.-
-Tranquilla,
solo una cosa
ti chiedo, non dirlo a nessuno perché non lo sa nessuno.-
-Si
si tranquilla.- e fa il
gesto di giuramento. Sorrido, avevo voglia di parlare di Nicolas con
qualcuno.
Non lo sapeva quasi nessuno della nostra storia. Sento la porta aprirsi.
-Mammaaaa.-
-Ciao
amore.- prendo in
braccio la mia bambina che Fabio è passato a prendere
all’asilo.
-Guarda
cosa ho fatto a
scuola.- mi consegna un foglio con quattro scarabocchi ma riesco a
distinguere
una testa con i capelli neri e gli occhi scuri, poi quattro linee per
il corpo.
-Che
bello pulcino, ma chi
è?- gli domando.
-è
il mio papà.-
Il
mio cuore smette di
battere per un attimo, sapevo che prima o poi me lo avrebbe chiesto, ma
pensavo
più avanti, sembra si siano messi tutti d’accordo
per ricordarmi Nicolas oggi,
che sia un segno del destino?
-Perché
hai disegnato il tuo
papà?-
-Pecchè
la maestra ha detto
che dovevamo disegnare il nostro papà, ma io non so
com’è, mamma ma pecchè
tutti i bimbi hanno un papà e io no?- a questo mi ero
preparata, mi si spezza
il cuore a mentirgli, ma è ancora troppo piccola per capire
la storia.
-Perché
tu hai due zii
fantastici come zio Fabio e zio Fito e gli altri bambini non ce li
hanno.-
Mi
fa un sorrisone e si gira
verso Fabio.
-Zio
Fabioooo, mi fai
volare?-
-Certo,
vieni qua piccola.-
mio fratello la prende per la vita e gli fa fare due giri in aria. Mi
fa contenta
vederli così affiatati. Per fortuna che vivo con Fabio e zio
Fito, penso che
per Elisabeth siano come una figura paterna, anche se lei un vero
papà ce l’ha.
Quattro
anni fa, quando la
storia tra me e Nicolas è finita perché lui se ne
è andato in Spagna con Emma
ero quasi tentata di andarlo a cercare e chiedergli maggiori
spiegazioni, lo
amavo troppo per lasciarlo andare via così. Poi
però ho saputo dell’arrivo di
Elisabeth e ho capito che se se ne è andato era
perché accanto a me
probabilmente non era felice e quando ami una persona sei pronto a
lasciarla
andare se questo la fa contenta. E probabilmente così
è stato per Nicolas,
quindi mi sono messa il cuore in pace, se lui adesso è
felice perché rovinargli
tutto? Forse nel suo destino io e Elisabeth non eravamo contate.
-Ehi
sorellina, devo darti
una notizia grandiosa.-
Fabio
mi riscuote dai miei
pensieri e mi volto verso di lui.
-Si
Fabio dimmi.-
-Indovina
un po’? Domani qua
a Buenos Aires si terrà un grande ricevimento di alcuni
uomini d’affari
importanti e hanno chiesto agli skratch di intrattenere la serata e su
idea mia
e dei ragazzi vogliamo farti cantare una canzone, così puoi
iniziare a farti
conoscere prima del lancio del tuo disco.- mi spiega mio fratello.
-Ah,
Fabio è una notizia
grandiosa!! Antonella la the best farà vedere al mondo di
cosa è capace.-
-Dove
vai mamma?- mi domanda
Eli.
-Vado
a una festa per gente
grande domani sera, staranno Petra e zio Fito con te
d’accordo?-
-Siii,
così lo zio mi
racconterà le sue storie buffe.-
Sorrido,
si ora sono felice,
la mia vita sta andando proprio bene, non so cosa potrebbe spaccare
questo
equilibrio ora come ora.
-Allora
Nicolas, che effetto
ti fa tornare a Buenos Aires? Eh?-
Che
effetto mi fa? Se riesco
a sciogliere questo nodo all’altezza dello stomaco in cui si
sono aggrovigliate
tutte le sensazioni che potessi provare te lo spiego.
Malinconia
perché ripenso ai
bei momenti che ho passato in quel paese, tristezza perché
lo vedrò cambiato
almeno in parte, felicità perché spero di
rivedere lei…
Lei
che non ho mai
dimenticato, lei con cui devo chiarire molte cose, lei che
probabilmente si è
già dimenticata di me, lei che continuo ad amare e che
amerò per sempre…Antonella.
-Allora?
Mi rispondi?-
-Sono
contento di tornare
Emma.-
La
mia ragazza mi sorride,
mi fa senso dire la mia ragazza, perché se fosse per me non
lo sarebbe di certo
è stato suo padre a obbligarmi a stare con lei, i peggiori
quattro anni della
mia vita ho passato. Ma ora finalmente potrò rivedere
Antonella, il mio vero
amore. Ho sentito spesso Carmen, la madre di Patty blaterare spesso
sull’amore
vero, quello che dura tutta la vita e che niente e nessuno
può cancellare, ma
non ci ho mai creduto, almeno fino a quando non è arrivata
lei. Sono passati
quattro anni, e in questi quattro anni non ho passato minuto senza
pensarla, è
sempre dentro me. Anche se so che dal padre di Emma non mi posso
liberare, non
proprio ora che ha pure promesso di scarcerare mio padre, in
più non vorrei che
tornasse a cercare di fare del male ad Antonella.
-Allora,
come sta la mia
bambina? Contenta di tornare in Argentina?- dalla cabina del pilota
dell’aereo
in cui siamo ecco arrivare la mia condanna: Alan Taylor.
-Siii
papino. Sono curiosa
di sapere cosa sono diventati quei falliti dei miei compagni che avevo
conosciuto qua.-
-Anche
tu Nicolas ansioso di
sapere come sono cambiati i ragazzi di Buenos Aires?-
È
una domanda ironica, ma
non mi piace lo sguardo che mi ha appena mandato.
-No,
per niente.- dico molto
tranquillamente e lo vedo sorridere compiaciuto.
-Ah
quasi dimenticavo,
domani sera ho un ricevimento con altri uomini d’affari e ci
sono dei vecchi
amici che muoiono dalla voglia di vedere quanto sei cresciuta tesoro di
papà.-
-Vorrà
dire che
parteciperemo anche io e Nicolas allora, contento amore?-
Un
sacco, non vedo l’ora di
partecipare a uno di quei noiosissimi ricevimenti in cui non devi far
altro che
sorridere, annuire e passare tutta la serata a sentire discorsi su
quotazioni
in borsa.
Mi
aspetta una serata come
tutte le altre.
Fine capitolo.
Ciao a tutte. Ecco
il
secondo capitolo, nel prossimo c’è il ricevimento.
Spero che vi piaccia come
sto continuando la storia.
Ringraziamenti:
KikkaSmartieChan:
Ciao, sono contenta che la fine dell’altra storia ti abbia
emozionata!=)…Comunque eh si lo so Andres e Lourdes
è un po’ scema come coppia,
ma nelle coppie secondarie mi sono sbizzarrita a inventarne di
strane!=) Grazie
mille per la tua recensione!! Un bacioneeee.
GinevraMalfoy90:
Ciao, che bello, sono contenta che ti sia piaciuta l’idea
della
bambina! Spero che questo capitolo ti piaccia. Un bacio!!
Ilary_divina:
ciaooo, eh bè perché Nicolas sappia di essere il
padre bisognerà aspettare un
po’, intanto facciamo rincontrare Anto e Nico prima!!=)
Grazie mille per la
recensione, sono contenta che “una notte fuori dal
mondo” ti sia piaciuta. Se
hai qualche consiglio da darmi fai pure. Baciiii
Saku_cele:
Ciao, sono contenta che la fiction “una notte fuori dal
mondo” ti sia piaciuta,
spero che anche questa ti piaccia e che ti soddisfi come sto
continuando. Fammi
sapere. Un bacioooo.
Alla prossima.
Gaia
|
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Capitolo 3 *** 3 ***
Camicia,
giacca, cravatta.
Sistemo i capelli, niente da fare stanno sparati come al solito.
Vado
all’entrata della villa
in cui abitiamo ora ad aspettare Taylor e sua figlia. La villa
è abbastanza
grande pure questa, ma non quanto quella di Spagna. Fatalità
si trova nel
quartiere dove abitano tutte le persone che già conosciamo.
Esco
in giardino a prendere
una boccata d’aria mentre li aspetto e mi guardo intorno.
All’inizio della via
si trova la casa di Bruno e Gonzalo, riconosco la zona, conosco solo
loro che
abitano là. Il pianto di un bambino arriva dalla casa
accanto alla nostra, mi
giro a curiosare. Dalla finestra noto una ragazzina con le trecce e gli
occhiali, io la conosco, è Patty, la migliore amica di
Antonella. Accanto a lei
vedo un uomo che riconosco come Leandro dai capelli. Dopo qualche
minuto
arrivano anche Carmen con in braccio un bimbo. Alla fine Carmen e
Leandro hanno
fatto pace, mi trovo a sorridere inconsciamente, chissà che
gioia deve essere
stata per Antonella il fatto che la sua migliore amica finalmente possa
vivere
con la sua famiglia.
-Tesoro,
guarda che bene che
mi sta questo vestito.-
Mi
giro ed Emma mi viene
incontro, sta benissimo si, con quel vestito rosso acceso, è
una bella ragazza,
non posso negarlo, ma perde il confronto di netto accanto ad Antonella.
-Si
Emma ti sta benissimo.-
mi dà un bacio sulla guancia.
-Dai
andiamo, ecco anche
papino.-
Ci
avviamo verso il centro,
dove si trova il palazzo dove si terrà il ricevimento.
Quando arriviamo siamo
tra i primi arrivati, ma in mezzora la sala si riempie. La sala
è grandissima,
le pareti di un rosa chiaro, i tavoli circolari posti al centro con
tovaglie
lunghe bianche e con colonne in stile dorico che danno un tocco di
classe. Ci
accomodiamo al nostro tavolo e dal palco comincia la musica, io la
conosco
questa canzone, mi sembra di riconoscerla.
Ci
penso un attimo, ma si è
poco mas degli skratch, quindi il gruppo è ancora in piedi.
È incredibile sono
qua da poche ore e già sto scoprendo che un sacco di cose
non sono per niente
cambiate. Ecco arrivare sul palco Fabio, Bruno, Gonzalo, Alan e Guido.
Non sono
cambiati per niente, sembrano i cinque quindicenni di un tempo,
l’unica cosa
che si può notare è come si muovano con
più sicurezza sul palco.
La
serata va avanti con
altre canzoni che non conosco, che devono avere composto
nell’arco di questi
quattro anni, forse questa serata non è proprio come tutte
le altre.
A
un certo punto fanno una
pausa e rimangono sul palco solo Fabio e Guido, che si siedono su uno
sgabello
con una chitarra in mano. Fabio avvicina il microfono.
-Adesso
io e Guido vorremmo
suonarvi un pezzo un po’ più lento che avevamo
composto tempo fa in un periodo
un po’ particolare per una persona a noi molto cara.-
Sono
molto concentrati e
Fabio ha un sorriso dolce stampato in volto. Una dolce melodia risuona
nella
sala, quasi una ninna nanna.
Quando ti addormenterai
con gli occhi chiusi, i pugni quasi
Sognerai quel che vedrai
i suoi sorrisi
rossi e accesi
Una melodia che sale su
fin dove sei
A te che non sei ancora tu
ma presto lo sarai
A
te che non sei ancora tu,
stanno parlando di un bambino, forse del fratellino di Patty, ma Fabio
e la
migliore amica di Antonella non mi sembravano molto legati, e neanche
gli altri
ragazzi della band, non capisco chi sia il bambino, forse alla fine
Bianca è
rimasta veramente incinta, ma non credo sia neppure questo, boh, forse
col
tempo lo scoprirò.
Ora dorme pure lei
la braccia ai fianchi
fresche e stese
Sogna te che sognerai
cuscini bianchi
come rose
Ninna nanna
che poi scende giù
fin nei tuoi sogni
La
melodia è molto dolce
però, Fabio la canta proprio col cuore e pure Guido sembra
abbastanza preso da
questa canzone, mi stanno incuriosendo. Ogni persona in sala
è incantata da
questa canzone così tenera.
A te che non sarai più solo tu
perchè sarete voi
Sarete voi
la vostra storia
Sarete voi
due sguardi in aria
Sarete voi
la mia memoria
Sarete voi
il mondo intorno a me
E
se…? No, Tamara e Fabio
hanno avuto un bambino, si deve essere per forza così,
sarebbe la spiegazione
più logica sul perché Fabio è
così preso da questa canzone, e Guido essendo
molto amico si sente coinvolto. Una cosa però non quadra,
perché dice: sarete
voi e non: saremo noi? Forse non è neanche questo, non vedo
l’ora di sapere a
chi si ispira questa canzone.
Pigiami
Moine
La culla con le apine
Triciclo
Girello
Il mondo sembra bello
Le scarpe
che indossi
per fare i primi passi
Il mare
Gli abbagli
I granchi tra gli scogli
Cortili
Bambine
col fiocco e le treccine
Problema
sei meno
ma sempre in due per mano
Regali
Natale
La neve sotto il sole
Playstation
Ma quando
Ti giuro
sto studiando
Ritardi
promesse
Duecento sms
Ti chiamo
C'hai un casco?
Neanche ti conosco
Chitarre
Distorte
Dalle finestre aperte
Ballare
Da solo
Alzando gli occhi al cielo
Campeggio
Concerto
Il primo bacio storto
Mi guardi
Ti amo
Domani autogestiamo
Silenzio
Sai cosa?
Noi siamo soli in casa
Poi scosti le tende
Sei diventato grande
La
musica finalmente si
sfuma. Molte signore hanno le lacrime agli occhi e forse mi commuoverei
pure io
se non fossi di fronte a tanta gente. Penso al bambino della canzone.
Quante
volte mi sono immaginato io, Antonella e un nostro immaginario bambino.
Tante,
troppe, come quando immaginavo un nostro futuro insieme, sogno
irrealizzabile
piuttosto, anche se spero di rivederla prima o poi.
Finiti
gli applausi Fabio
riprende il microfono.
-Bene
e ora una piccola
sorpresa, vorrei presentarvi una persona molto importante per me che
presto
debutterà nel mondo dello spettacolo, mia sorella,
Antonella!-
Ecco
per l’appunto, non
immaginavo così presto sinceramente.
Uno
scroscio di applausi si
leva dal pubblico.
E
poi la vedo entrare…i miei
pensieri non le rendevano giustizia, è molto più
bella di quanto mi ricordassi.
Splendida fasciata nel suo vestito blu notte, rivederla mi
dà un colpo al
cuore. Il suo sorriso, i suoi occhi, il suo modo di fare, la sua
voce…quanto mi
sei mancata.
Prende
in mano il microfono.
-Salve
a tutti, questo è il
primo singolo che lancerò, sono sicura che vi
piacerà.-
Che cosa ha lei che io non
ho
Che cosa ha
più di me
Sto cercando una
ragione, anche se alle volte sai non c'è
Ero qui, eri qui
ma poi non
è andata sai proprio così.
Si
muove nel palco come solo
lei sa fare, incantando tutti con i suoi movimenti, io però
ascolto il testo
della canzone. Sembra quasi…la fine della nostra storia,
quattro anni fa.
E una vita sola non
può bastare
per dimenticare
una storia che vale
nei tuoi occhi che
mi stano a guardare, non dimenticare
È
difficile per me imparare a vivere
senza abbandonarmi
al mio presente
inaspettatamente
senza te.
Ero qui. eri qui
Si,
è la fine della nostra
storia, posso leggerlo nei suoi occhi che ha sofferto molto e che non
mi hai
mai dimenticato, proprio come è successo a me. Ma
perché hanno detto che sta
per lanciare tra poco il suo primo disco? Non era già in
procinto di farlo
quattro anni fa? Cos’è successo? Devo sapere un
sacco di cose.
parlare adesso non
ha più senso, o forse si
Per che una vita
sola non può bastare
per dimenticare
quanto si può amare
al tuo nome e alla
tua voce pensare senza farmi male
E una vita sola
non può bastare
per dimenticare
una storia che vale
ogni minimo
particolare, non dimenticare, non dimenticare
eh, eh, eh...
Dimenticare,
proprio quello
che non sono riuscito a fare io, no Antonella, una vita non mi
basterà a
dimenticare una storia che vale, e la nostra lo è stata, una
storia che è valsa
la pena vivere e che un’eternità non
potrà cancellare il ricordo di ogni
particolare che abbiamo vissuto, di ogni singolo secondo insieme.
Ero qui
(che cosa ha lei
che io non ho)
eri qui
(che cosa ha
più di me)
sto cercando una
ragione parlane adesso
non ha
più senso o forse si
Per che una vita
sola non può bastare
per dimenticare
come si può amare
quanto sole che si
può attraversare
senza farci male
E una vita sola
non può bastare
per dimenticare
ogni particolare
nei tuoi occhi che
mi stano a guardare,
non dimenticare,
una storia che vale
eh, eh, eh...
Stai
facendo girare lo
sguardo tra il pubblico, ma i tuoi occhi a un certo punto si bloccano,
quando
incontrano i miei.
Fine capitolo.
Ciao a tutte. Ecco
qua il
capitolo del loro quasi incontro, spero vi sia piaciuto. La prima
canzone è
ninna nanna di Matteo Branciamore, la seconde invece una storia che
vale di
Laura Pausini, spero vi sia piaciuto questo capitolo.
Scusatemi ma in
questo
periodo sono strapiena di impegni, spero di riuscire ad aggiornare
presto nei
prossimi giorni. Ci tengo però a ringraziare le lettrici che
hanno commentato,
grazie mille, mi avete dato la voglia di mettermi a scrivere ogni
secondo
libero che avevo e dedicarvi questo capitolo!
Grazie mille a:
bulma4ever,
GinevraMalfoy90, Ilary_Divina, saku_cele, Karen94, KikkaSmartieChan,
GiuLy93.
Siete fantastiche veramente, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Un
bacione.
Gaia
|
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Capitolo 4 *** 4 ***
Apro
la bocca per respirare,
perché mi sta mancando il respiro.
Non
ci posso credere, no non
può essere, no, non è lui infatti,
sarà qualcuno che gli assomiglia
enormemente. Sposto lo sguardo e accanto a lui vedo
quell’odiosa di Emma e suo
padre, questo vuol dire che sino veramente tornati e che quello seduto
lì è
veramente Nicolas. Risposto lo sguardo su di lui. E non so quanto tempo
passa
perché tengo i miei occhi incollati ai suoi. Il cuore tra un
po’ mi esce dal
petto. Sono quattro anni che non lo vedo, è ancora uguale ad
allora, bellissimo
come al solito. Una grande nostalgia mi prende dentro. Nostalgia di
quando quei
suoi occhi incontravano i miei, nostalgia di quando sentivo il suo
respiro sul
collo, nostalgia di quando le sue braccia mi stringevano.
Nostalgia…
Mi
riscuoto e sorrido verso
il pubblico che continua ad applaudire.
Faccio
un mini inchino e
scendo dal palco. Ho bisogno di stare da sola, di fingere che sia solo
un
sogno, proprio ora che la mia vita aveva preso una buona piega,
perché deve arrivare
a farmi soffrire di nuovo.
Cammino
velocemente in un
corridoio a lato della sala e mi infilo nella prima porta che trovo.
Fortunatamente
è uno stanzino per le scope, mi accuccio in un angolo e
chiudo gli occhi.
Non
è possibile, perché è
tornato? Per farmi vedere quanto è felice con Emma? Non
poteva starsene in
Spagna. Poi penso ad Elisabeth, prima era facile mentirle o sviare il
discorso
su suo padre, ma ora che è suo padre è nella
stessa città? E a Nicolas devo
dire la verità, che ha una figlia? Inizio a capire Carmen
tanti anni fa. Non
voglio che mia figlia soffra il fatto di non avere un padre, ma se
avercelo la
facesse soffrire di più? Se poi lui se ne andasse come ha
fatto con me tanti
anni fa?
Sono
persa nei miei
pensieri, ma sento aprirsi la porta dello stanzino.
-Non
è il bagno questo
vero?-
-No,
è in fondo al
corridoio.- rispondo.
Ma
spalanco agli occhi, ho
riconosciuto la sua voce.
Io
Antonella la the best non
ho mai avuto ansia o paura di affrontare qualsiasi situazione,
perché ora sento
un nodo allo stomaco?
-Ciao
Antonella.-
-Ciao
Nicolas.-
-Come
stai?-
-Bene
tu?-
-Bene.-
Gelo,
un silenzio
imbarazzante cala nella stanza, non posso sopportare questa tensione.
Mi alzo e
faccio per andarmene, ma anche se giro la maniglia, la porta non si
apre.
Spingo
più forte.
-Vuoi
una mano?- mi domanda.
-No,
ce la faccio da sola.-
-Sempre
testarda eh,
spostati.- mi sposta con uno spintone e inizia a tirare e scalciare la
porta,
ma niente da fare.
-Urliamo
a qualcuno là fuori
che ci apra.- dico con tono freddo.
-No,
ti prego.- mi dice.
-Perché?-
domando io.
Lo
vedo imbarazzato e allora
capisco, se chiamassimo aiuto ci vedrebbero uscire insieme da questo
stanzino e
chissà cosa penserebbe la gente, gli rovinerei la storia con
Emma. Sento le
lacrime pungermi gli occhi, ma non le farò uscire, non
davanti a lui almeno.
-Lascia
stare ho capito, mi
spieghi come facciamo ad uscire di qui?-
Da
una parte però ho trovato
anche la parte comica di questa situazione, due persone normali che si
sono
appena ritrovate dopo 4 anni che sono state separate perché
la loro storia era
finita, discuterebbero, litigherebbero, o come minimo parlerebbero e
chiarirebbero, di certo non starebbero qua a discutere su come uscire
da uno
sgabuzzino senza finestre e con una porta bloccata.
-Ho
trovato! Usciamo per il
condotto dell’aria.-
-Scusa?
Ti pare che io
Antonella la the best mi abbasso ad uscire per un condotto
del’aria?-
Scoppia
a ridere. Poi mi si
avvicina. Allarme. Troppo vicino!
Mi
sposta una ciocca di
capelli dal viso. Lo so, dovrei scansarlo, arrabbiarmi, prenderlo a
pugni, ma
non posso. Voglio che lo faccia di nuovo, voglio risentire il suo tocco
sulla
mia pelle.
-Non
sei cambiata di una
virgola, niente è cambiato.- mi dice sussurrando.
-Fidati,
sono cambiate più
cose di quante tu creda.- dico alludendo a Elisabeth senza che lui
capisca.
-Avanti
allora, dimmene una
tanto per farmi cambiare idea.- mi dice sorridendo beffardo.
Decido
di stare al gioco.
-Mia
madre, Paolo e Dorina
sono finiti in prigione.- dico sorridendo, non so perché ma
dirlo mi fa quasi
ridere. Pensare a Dorina, la donna con la parrucca che si credeva
geniale,
Paolo che si sapeva travestire in chiunque e poi mia madre poverina,
con tutti
i suoi drammi mentali. Loro tre sono i classici esempi dei danni della
televisione,
troppe telenovela.
Nicolas
ci rimane un attimo,
non sa se sembrare triste, dispiaciuto, confuso, ma poi sceglie di
essere
sincero e scoppia a ridere.
-Oh
mamma, me li vedo quei
tre in galera. Paolo, Dorina, dobbiamo trovare un piano per Leandro.-
dice
prendendo in giro mia madre e io scoppio a ridere. Voglio bene a mia
madre, ma
ha commesso troppi sbagli. E poi mica mi sente quindi la prendo in giro
anch’io.
-Sistemiamoci
i capelli.-
dico facendo il gesto e lo faccio scoppiare a ridere.
Non
avrei mai pensato
sarebbe stato così facile parlare di nuovo con lui, forse
perché è proprio vero
che quando ami una persona le perdoni tutto e a me ora sembra che
quattro anni
fa non sia successo niente.
-Allora
pronta per
addentrarti nel condotto dell’aria?- mi domanda.
Sbuffo
e annuisco. La vince
sempre lui con me, c’è poco da fare.
Toglie
la grata e poi si
posiziona sotto.
-Dai
ti do una mano a
salire.-
Mi
avvicino e appoggio una
mano sulla sua spalla. Poi metto un piede nella sua mano e mi do la
spinta.
-Ahia
cazzo, fai presto.-
-Cosa
succede?- domando.
-Mi
hai conficcato un tacco
a spillo nella mano.-
Rido,
mi ero dimenticata di
avere le scarpe col tacco e mi addentro nel condotto. Ci sto
perfettamente a
gattoni e me lo aspettavo più sporco. Vado un po’
avanti per permettere pure a
lui di salire. Quando lo vedo dietro di me porgo lo sguardo in avanti.
Ci
sono tre via differenti,
quale bisogna prendere? Non so perché ma quella la centro mi
ispira quindi
inizio a gattonare in quella direzione.
-Sei
sicura che sia giusto
per di qua?- mi domanda.
-Nicolas,
io non sbaglio
mai.-
Mi
fa strano chiamarlo per
nome, una sensazione piacevole però, un groviglio allo
stomaco, quella
sensazione di soddisfazione che si ha quando si fa una cosa proibita, e
pronunciare il suo nome era una cosa proibita.
Continuiamo
ad avanzare,
finchè non vedo una grata che dà su una stanza.
-Ehi,
il condotto finisce su
una stanza.- gli dico.
-Guarda
che stanza è senza
farti notare.-
Butto
l’occhio e tiro un
sospiro di sollievo, siamo finiti in cucina che fortunatamente
è deserta.
Spingo la grata che cade sul pavimento con un tonfo.
-Aspetta,
scendo prima io e
poi ti do una mano.- mi dice e lo lascio andare avanti.
Quando
lui atterra in cucina
metto le gambe fuori dalla grata e mi lascio prendere con un braccio
sotto le
ginocchia e con l’altro sotto la schiena. I nostri corpi
aderiscono
perfettamente, come un tempo, mi sembra così naturale essere
qua in braccio
suo.
-Quattro
ani fa ti piaceva
un sacco che ti prendessi così, ricordi?- mi domanda. Non ho
il coraggio di
alzare lo sguardo e incontrare il suo, ci starei troppo male quindi mi
limito a
rispondere freddamente e scendere.
-Si,
mi ricordo.-
Cala
di nuovo un leggero
silenzio. Ma viene interrotto da alcune voci che stanno per arrivare in
cucina.
Nicolas
mi prende per un
polso.
-Nascondiamoci
qui sotto.-
mi trascina sotto un tavolo coperto da una tovaglia. Mi sento tanto
James Bond,
prima striscio nei condotti, poi mi nascondo nelle cucine,
cos’altro manca?
Sento
i camerieri
organizzarsi per servire le torte agli invitati, ma lentamente le voci
diminuiscono e i camerieri se ne vanno. Usciamo allo scoperto e stiamo
per
uscire dalla porta sul retro quando Nicolas si ferma.
-Certo
che quella torta al
cioccolato ha proprio un profumino.-
Si
gira verso di me
sorridendo e capisco le sue intenzioni, quindi sorrido pure io.
-Penso
che per una torta non
si accorgeranno che manca.-
Sempre
controllando che
nessuno arrivi prendiamo la torta e due forchette e usciamo velocemente
dalla
porta sul retro. Ci troviamo nel parco della villa e andiamo a
nasconderci
dietro una siepe.
Una
volta là iniziamo a
mangiarci la torta e a chiacchierare. Gli racconto
cos’è successo ai ragazzi in
tutti questi anni e lui mi ascolta interessato. Non gli chiedo niente
della sua
vita, da una parte sono curiosa di sapere cos’è
successo, dall’altra non voglio
starci male.
Finchè
ci accorgiamo che è
quasi l’una e ci alziamo per tornare in sala. Probabilmente
non avrei dovuto
passare questa serata con lui come se niente fosse, avrei dovuto non
rivolgerli
la parola,ma come facevo a spiegarlo al mio cuore?
-Bè
Antonella, mi ha fatto
piacere passare questa serata con te, spero che ci rivedremo.-
Come
puoi chiedermi di
rivederci Nicolas?
-Non
ci sperare Nicolas,
facciamo finta che questa sia stata un’altra notte fuori dal
mondo, torniamo
alla realtà, e nella realtà tu quattro anni fa mi
hai lasciato con una spiegazione
pietosa e non ti sei più fatto né vedere
né sentire, scusami ma un po’ di
dignità ce l’ho ancora.-
Detto
questo me ne vado con
le lacrime agli occhi.
Fine capitolo.
Buonasera ragazzotte
mie,
spero che vi sia piaciuto il loro incontro, diciamo che ho cercato di
far fare
ad Antonella quello che avrei fatto anch’io, e
cioè cedere e stare con lui,
anche se ti ha fatto soffrire. Fatemi sapere se vi è
piaciuto. Scusatemi se non
vi posso ringraziare neanche stavolta personalmente ma sono strapiena
di
impegni, mi riduco all’una di notte a scrivere questa ff.
Perdonatemi. Comunque
vi ringrazio veramente di cuore per le vostre fantastiche recensioni,
non
sapete che piacere che mi fa ogni singola recensione che mi scrivete!
Grazie mille a:
Ilary_divina,
Karen94, GiuLy93, saku_cele, lunakiss, bulma4ever, Misty_Pan96,
Giulysan.
Grazie veramente.
Un bacioneeee!!
Gaia
|
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Capitolo 5 *** 5 ***
Torno
a casa verso le due di
notte, stanchissima e con i piedi doloranti per i tacchi che ho portato
tutta
la sera. Passo il salotto dove trovo mio zio Fito addormentato sul
divano,
sorrido nel vederlo così rilassato, non oso immaginare la
sua faccia quando
domani gli racconterò quello che mi è successo.
Mi butto a letto e mi ritrovo a
pensare alla serata che ho appena passato. Quattro anni sono passati, e
ritorni
così, ripiombi senza avvertimento nella mia vita, proprio
come hai fatto tanto
tempo fa. Affondo la testa nel cuscino e scoppio in un pianto
liberatorio,
troppe emozioni tutte insieme. Una cosa però mi rende
contenta e triste allo
stesso tempo: ti ho visto felice. Con me sei stato molto tranquillo e
rilassato, vuol dire che sei soddisfatto della tua vita, o almeno
credo. Sono
triste, perché avrei voluto essere io a darti quella
felicità, ma sono anche
contenta perché ho visto che la tua vita va avanti anche
senza di me. Cosa che
non è successo a me, ora che sono stata con te anche se solo
per poco tempo mi
domando come ho fatto a resistere per così tanto tempo senza
di te. Anche se
nel mio cuore so che una risposta c’è. Lei, la mia
bambina. Che mi sa strappare
un sorriso in ogni momento triste. Ed eccola qua anche adesso. Sento la
porta
cigolare e aprirsi lentamente, io dormo ancora nella mia vecchia
stanza, la tua
stanza invece è diventata quella di Elizabeth.
Entra
pianino in punta di
piedi, graziosa come al solito nel suo pigiamino rosa.
-Mamma?-
sussurra.
-Amore
sono sveglia.-
Scosto
le coperte e gli
faccio spazio per accoccolarsi accanto a me. Lei si rifugia tra le mie
braccia.
-Non
riuscivi a dormire?- le
domando accarezzandole una ciocca di capelli.
-Stavo
pensando.- mi dice.
-A
cosa?-
-Al
mio papà.- ho appena
passato la serata col tuo papà vorrei risponderle, ma non le
dico niente, è
troppo piccola. Sto zitta in attesa che dica qualcos’altro e
con la speranza
che cambi argomento.
-Mamma,
ma era bello il mio
papà?- mi domanda, bè questo posso dirglielo.
-Amore,
era tanto bello
naturalmente, come te!- le rispondo.
-Ma
tanto bello quanto? Così
o così?- allarga le braccia prima un pochino e poi le
distende.
Io
le allargo ancora di più
e le rispondo.
-Tanto
così.-
Lei
mi sorride soddisfatta.
-Era
il migliore quindi?-
-Si,
era il migliore, ma la
migliore di tutto il mondo chi è?- le domando.
-La
mia mamma.- mi dice
ridendo e io le faccio il solletico per continuare a farla ridere.
-Ma
perché non vive con noi
il mio papà?- mi domanda.
-Perché
ha preferito abitare
lontano.- le dico. Non so cos’altro risponderle. Passiamo 5
minuti in silenzio,
mi arriva un messaggino nel cellulare. Clicco su
“leggi”.
Ciao stella, immagino che la serata sia andata alla
grande. Ho voglia di rivederti presto. Preparati che domani sera ti
porto a un
ballo che organizzano in casa del sindaco, spero vorrai essere la mia
dama.
Dolce notte. Un bacio, Pablo.
Non
oh voglia di rispondere,
domani gli risponderò. Pablo è il ragazzo con cui
mi frequento in questo
periodo, sto provando a vederlo come più di un amico, ma
questa serata ha annullato
tutti gli sforzi. Ha 22 anni, è ricco, bello, suo padre
è il consigliere del
sindaco, ma perde comunque il confronto. Però sono tentata
di accettare
l’invito al ballo, ho bisogno di distrarmi. Accarezzo i
capelli di Elizabeth
che si gira per guardarmi e sorridere.
E
poi ci addormentiamo
accoccolate ognuna nelle braccia dell’altra.
Sono
le tre di notte, io
Emma e suo padre siamo tornati da poco dal ricevimento, ma non avevo
sonno e
così ho detto che andavo a fare una passeggiata, ma in
realtà so già dove
andare, ho bisogno di parlare con una persona di cui mi fido e che mi
è mancata
un sacco in questi anni. Sono ancora scosso per tutto quello che
è successo
stasera, rivederla, riparlarci, passare del tempo con lei mi hanno
fatto
impazzire. Ho bisogno di lei per vivere. Se riuscissi a liberarmi dei
Taylor
forse potrei riuscirei a sistemare le cose con lei e spiegargli tutto.
Il
problema più grosso è appunto come liberarsi dei
Taylor. Prima in Spagna era
praticamente impossibile, ma in questo paese ho un sacco di gente che
di sicuro
mi aiuterà. Proseguo per il quartiere e mi dirigo verso una
casa che conosco
bene. Spero mi apra proprio lui.
Arrivo
davanti la porta e
busso piano, sperando che qualcuno mi senta, non vorrei svegliare tutta
la
famiglia.
Sento
la porta aprirsi, il
mio cuore batte all’impazzata e sorrido non appena davanti a
me si presenta
Fito, l’unico migliore amico che io abbia avuto. Lui spalanca
la bocca e per
qualche secondo non riesce a dire niente.
-Nicolas.-
sussurra con un
sorriso enorme. E poi mi abbraccia.
-Ciao
Fito.-
-Ma
cosa ci fai qua? Oh
mamma, entra dai, ma fai piano, sono tutti a letto.-
Entro
e passo con gli occhi
tutta la casa, è esattamente come la ricordavo, non
è cambiato niente, sono
proprio contento. Mi siedo in divano e aspetto che anche Fito si sieda
accanto
a me.
-Non
sai quanto sono felice
di rivederti, ma quindi se riuscito a liberarti dei Taylor.- mi dice.
-No,
veramente sono qua con
loro, ci siamo trasferiti, mi tengono sotto controllo. Non ce la faccio
più Fito
e poi c’è anche un altro problema.-
Mi
appoggia una mano sulla
spalla.
-Quale?-
mi domanda.
-Non
ho ancora scordato
Antonella, e neanche voglio farlo, voglio raccontargli tutto, ma
così la
metterei in pericolo. Non so cosa fare Fito, devo liberarmi dei Taylor,
in più
stasera ho rivisto Antonella, siamo stati un po’ insieme, la
amo ancora come un
tempo, anche di più se possibile. Fito ho bisogno del tuo
aiuto.- dico quasi in
lacrime.
-Stai
tranquillo Nicolas,
ora che sei qua ci sono io ad aiutarti.- Lo abbraccio amichevolmente
sapevo di
poter contare su di lui.
-Zio,
ma lui chi è ?- dice
una vocina dolce.
Alzo
lo sguardo e a metà
scale vi è una bambina, dovrebbe avere all’incirca
tre anni, ma è la bambina
più bella che io abbia mai visto. È dolcissima,
mi si stringe qualcosa nello
stomaco a vederla. Ha chiamato Fito zio, quindi è proprio
come pensavo, Fabio e
Tamara hanno avuto una bambina. Mi giro verso Fito.
-Non
sapevo che Fabio e
Tamara avessero avuto una bambina.- gli dico e lui mi guarda annuendo
con un
sorriso incerto, poi si gira verso la bimba.
-Lui
è un mio amico tesoro,
ma perché eri scesa?-
-Ho
tanta sete.- dice.
-Vado
a prenderti un
bicchiere d’acqua, tu Nicolas vuoi qualcosa?- mi chiede Fito.
-No
grazie mille.-
Fito
se ne va in cucina e la
bimba scende le scale e viene a sedersi vicino a me.
-Ma
tu come ti chiami?- mi
chiede.
-Nicolas,
e tu?-
-Elisabeth.-
-Che
bel nome- le dico, ed è
vero, ha un suono bellissimo questo nome, mi ha incantato questa
bambina.
-Grazie.
L’ ha scelto la mia
mamma. Sai mi sa che sei bello come il mio papà tu.- mi
dice, ha pure bei gusti
questa bimba.
-Grazie,
quanti anni hai?-
Mi
mostra tre dita e poi
aggiunge un quasi.
-A
te ti piace cantare?-
-Si
lo adoro, ma non dirmi
che sai già cantare.-
-Ovvio,
la mia mamma mi ha insegnato
un sacco di canzoni, vuoi che te ne faccio sentire una?-
-Va
bene, le rispondo.-
-Zio
Fito, suoni al piano la
canzone che mi ha insegnato la mamma con la zia Patty? Che la faccio
sentire a
Nicolas.-
Dice
Elisabeth a Fito che
intanto è arrivato. Fito annuisce e si mette al piano.
Partono le prime note,
la conosco benissimo questa canzone, quante volte ho sentito Antonella
cantarla
con Patty.
Hoy pienso donde estaraaas
Me quiero
imaginaaar,
Que te voy a encontraaar
y entre tus braazos, ya no
habra tristeza ni soledaaad
Ha
una voce stupenda, ha un
talento straordinario e poi adoro questa canzone, mi piacciono troppo
le
parole. Parla di una bambina che non conosce suo padre e che spera di
incontrarlo, nella canzone ci sono le emozioni del padre e della bimba.
Patty
la cantava spesso, ma anche Antonella, entrambe con un padre distante,
anche se
Patty ha avuto fortuna. Inizio a cantare io il secondo pezzo.
Hoy algo
extrañoo senti
Porque en tus ojoos viiii, que hay algo tuyo en miii
Sii estamos juntos ya no haabraa tristeeza ni soleedaaad
Se stiamo insieme non ci
sarà tristezza e solitudine, troppo belle queste parole.
Elizabeth mi guarda
sorridendo quando inizio a cantare.
Yo te
quieroooo, yo te esperooo
Cadaa nochee pido al cielooo, Que apareeezcaas yaaa
Quiero tenertee a mi laadoo papaaaa
Improvvisa
anche qualche
passo di danza mentre canta, mi ricorda tanto Antonella, questo suo
modo di
muoversi, ma d’altronde è la zia.
Yo tambien
mi amor te esperooo,
Y te jurooo que me muerooo de feliiiciidaad
solo pensaaar que alguna veez vas a deciirmeee
Paapaaa!!
Oooh!!
Cantiamo
insieme e le nostre
voci si fondono perfettamente creando un’armonia stupenda. Il
visino di
Elizabeth però si fa un po’ triste mentre finisce
di cantare.
Yo te quieroooo, yo te
esperooo
Cadaa nochee pido
al cielooo, Que apareeezcaas yaaa
Quiero tenertee a
mi laadoo papaaaa
Ormai
il suo visino è pieno
di lacrime, ma non capisco perché, mi fa segno di finire la
canzone e io canto
l’ultimo pezzo.
Yo tambien
mi amor te esperooo,
Y te jurooo que me
muerooo de feliiiciidaad
solo pensaaar que
alguna veez vas a deciirmeee
Quiero tenerte a
mi lado PAPAAA!
Se que hay algo tuyo en
miiiii
Finalmente
la canzone
finisce e mi posso avvicinare a lei, mentre Fito sistema il piano.
La
prendo in braccio.
-Ehi piccola,
perché stai
piangendo?-
-Perché
voglio il mio papà.-
mi dice e io sorrido, pensavo qualcosa di grave.
-Adesso
ti porto, dov’è? In
camera di sopra?- gli chiedo.
Lei
mi guarda triste.
-Il
mio papà non c’è Nicolas,
non lo conosco.-
Come
non lo conosce? Ho
visto Fabio poche ore fa, c’era e stava bene.
In
cima alle scale compare
Antonella con gli occhi spalancati.
-Nicolas!-
esclama.
-Mamma!-
-Mamma?-
Fine capitolo!
Ciao a tutte,
scusate se vi
ho fatto aspettare, ma non avevo proprio più tempo, ora
però ho finito di
lavorare e aggiornerò prima. Devo dire però che
sono soddisfatta di questo
capitolo!!
Fatemi sapere cosa
ne
pensate. La canzone è algo tuyo en mi di patito feo.
Grazie mille a:
bulma4ever,
Giulysan, saku_cele, Ilary_Divina. Nel prossimo capitolo prometto che
vi
ringrazio personalmente.
Un bacione.
Gaia
|
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Capitolo 6 *** 6 ***
Mi
paralizzo letteralmente,
cosa ci fa Nicolas con in braccio sua figlia, cioè mia
figlia, nostra figlia!
Che abbia capito qualcosa? Che Elisabeth si sia lasciata sfuggire
qualcosa di
troppo? Guardo mio zio Fito e dalla sua espressione capisco che
è tutto a
posto.
-Nicolas!-
riesco a
sussurrare.
-Mamma!-
-Mamma?-
esclama Nicolas
sorpreso! Oh che situazione del cavolo, che faccio? Mia figlia sposta
lo
sguardo da Nicolas a me continuamente.
-Vi
conoscete?- esclama
sorridendo e sciogliendosi dall’abbraccio di Nicolas che la
posa delicatamente
a terra, ancora sotto choc.
Io
scendo le scale e mi
avvicino per prenderla in braccio.
-Si
eravamo molto amici io e
la tua mamma.- dice Nicolas ha il tono arrabbiato.
-Infatti
vedo che si è
consolata in fretta.- mi dice guardandomi male. Sento la rabbia salire
nelle
vene, ma come si permette, non sono mica stata io a lasciarlo,dopo che
mi ha
abbandonato senza spiegazione mi viene pure a rinfacciare se sono stata
con un
altro uomo, ma questo è del tutto fuori di testa.
Fortunatamente
mio zio
capisce e prende Elisabeth per mano.
-Dai
piccolina, andiamo a
fare la nanna che la tua mamma e Nicolas hanno tante cose da
raccontarsi.-
Lei
annuisce e viene da me
per darmi un bacino sulla guancia, fingo un’aria rilassata
davanti a lei e le
sorrido. Poi va da Nicolas e gli fa segno di abbassarsi.
-Ciao
Nicolas.- e stampa un
bacio sulla guancia pure a lui. Mi si scioglie il cuore, hanno
già creato un
rapporto in meno di un’ora, stanno benissimo accanto, come
posso tenerli
divisi? Ma d’altronde non posso permettere che anche
Elizabeth soffra, non
vorrei mai che conoscesse suo padre, si illudesse che di poter vivere
con lui,
come una famiglia e poi lui se ne andasse come tanti anni fa. No, devo
mantenere il segreto, c’è riuscita Carmen per un
sacco di tempo, ce lo farò
anch’io.
Non
appena sento la porta
della camera di Elizabeth chiudersi mi volto verso Nicolas.
-Scusa
ma, come ti permetti
di venirmi a dire questo dopo che sei stato tu a lasciarmi senza
spiegazioni.-
gli dico.
-Bè,
di certo non pensavo
che ti saresti consolata così in fretta.-
-MA
TI SENTI QUANDO PARLI?
PARLI PROPRIO TU CHE TE NE SEI ANDATO CON EMMA.-
-SI,
MA IO NON HO AVUTO UNA
FIGLIA DAL PRIMO SCONOSCIUTO CHE HO INCONTRATO PER STRADA.-
-è
QUESTO CHE PENSI? CHE
SONO ANDATA COL PRIMO CHE HO TROVATO COME UNA PUTTANA?-
-NON
METTERMI IN BOCCA
PAROLE CHE NON HO DETTO.-
-LO
HAI FATTO INTENDERE, E
PROPRIO TU PARLI, TU CHE TE NE SEI ANDATO SENZA UNA SPIEGAZIONE.-
-TE
L’HO DATA LA SPIEGAZIONE
QUELLA
VOLTA AL TELEFONO E SE NON L’HAI CAPITA MI DISPIACE PER TE.-
Adesso
lo guardo seria, dopo
che ci siamo sfogati urlandoci addosso tutto il tempo.
-Quindi
non era una scusa,
veramente tu mi hai raccontato bugie durante tutto il tempo che sei
stato con
me.-
Lo
vedo sospirare, ha anche
lui come me le lacrime agli occhi quasi, è indeciso su cosa
dire. Volge lo
sguardo verso la finestra, due uomini passeggiano nell’altro
lato della via,
fanno quasi paura, sono due tipi loschi, occhiali scuri anche se sono
le
quattro di notte, giacca e cravatta. Speriamo non siano pericolosi,
Nicolas
però ne sembra spaventato, aspetto ancora una sua risposta.
Ma
se ne va, lasciandomi
sola un’altra volta.
Sola
col cuore spezzato, non
mi ha mai amato, ora ne sono convinta, ecco perché non ha
risposto. Che stupida
che sono stata.
Fortuna
che oggi è domenica,
perché guardo l’ora sulla radiosveglia rosa e sono
già le due di pomeriggio.
Non ho chiuso occhio dopo la serata di ieri, la mia notte si
è alternata tra
pensieri e lacrime. Guardo il cellulare e trovo due chiamate perse di
Patty e
una di Pablo. Devo ancora rispondergli al messaggio di ieri sera. Non
sono
dell’umore giusto per andarci, ma dato che sono anche in
prossimità di lanciare
un disco forse partecipare ad un evento del genere servirebbe a farmi
conoscere
un pochino. Gli mando un messaggio con scritto che lo aspetto alle
20.30
puntuale davanti casa mia. Finito di pranzare decido di dedicare il
pomeriggio
a mia figlia. Iniziamo guardando cenerentola della disney, il nostro
cartone
preferito, l’avremo già guardato miliardi di
volte, tanto che ci alziamo a
ballare con i topolini mentre gli preparano il vestito. Finito il
cartone è
l’ora delle bambole. Passiamo tutto il pomeriggio a pettinare
e vestire
bambole. Mia figlia naturalmente ha buon gusto come la sua mamma.
Arrivano in
fretta le 18.30 e andiamo in camera mia per iniziare a prepararmi. Eli
adora
guardarmi mentre mi vesto, mi pettino, mi trucco. Dice che
così sarà bella
anche lei come me quando sarà grande.
Decido
di lisciare i capelli
e indosso un vestito verde chiarissimo col bustino a fascia e la gonna
in tulle
molto corta e un po’ bombata. Mia figlia mi applaude, segno
che ha apprezzato
il vestito. Infilo le scarpe col tacco a spillo bianche e ci abbino la
mia
pochette bianca. Infilo cellulare, chiavi di casa, portafoglio e un
mini set di
trucchi.
Alle
20.40 sono pronta e
scendo le scale, saluto con un bacio in fronte Eli e esco di casa dove
mi
aspettano già Pablo e la limousine. Non mi meraviglio
neanche più , ogni volta
che usciamo sfoggia tutto questo lusso. Mi apre la portiera.
-Oggi
sei incantevole mia
dolce mademoiselle.- mi dice galante, dolce, troppo dolce, anche LUI
era dolce,
ma non così tanto, in maniera giusta.
Sorrido
comunque deliziata e
salgo in macchina. Ci mettiamo un quarto d’ora ad arrivare e
per tutto il
tragitto non fa che parlarmi delle azioni in banca che ha rilevato. Che
noia,
come se mi interessasse. Non posso proprio sopportarlo, dopo stasera
sarà
meglio che chiuda con questo viziato figlio di papà, lo vedo
come mi guarda
solamente le tette e il culo. Entriamo nella villa del sindaco e mi
pare di
essere piombata in un altro secolo. Il salone è immenso, con
un tappeto rosso
che ricopre la grande scalinata al centro. L’orchestra sta
già suonando musica
classica e un sacco di coppie volteggiano nella sala dandogli
un’atmosfera
ancora più magica. Pablo mi porge il braccio e io mi attacco
senza dire niente.
Dopo aver fatto un giro di saluti obbligatorio mi invita a ballare e io
accetto. Adoro ballare, anche questo genere di musica, qualunque musica
ci sia,
io trovo un modo per ballarla. Pablo però è
impacciato, non mi piace ballare
con lui, non mi fa sentire una farfalla, anzi continua a pestarmi i
piedi,
sembriamo una coppia di elefanti. Dopo dieci minuti che volteggiamo, o
meglio
pestiamo il pavimento una voce squillante ci fa sobbalzare.
-Pablo,
ma sei tu!- non mi
giro neanche a guardare chi è, sarà
un’altra di quelle signore a cui rivolgere
inchini e sorrisi.
-Emma
cara.- un momento.
Emma????
Mi
giro e sfortunatamente mi
trovo davanti il brutto muso di Emma Taylor. Anche lei mi nota e fa una
faccia
schifata.
-Pablo,
ma con che gente ti
sei ridotto a girare.- dice in tono sprezzante e io la saluto con una
smorfia.
-Oh
ma vi conoscete?-
esclama Pablo. Non faccio neanche in tempo a rispondere che
un’altra persona
compare dietro Emma. Anche qua lo devo trovare.
-Emma,
lo champagne era
finito, ho trovato solo…- Nicolas si interrompe quando mi
vede, o meglio quando
mi vede in compagnia di Pablo, mette su una faccia strana. Ma cosa
pensa che
dopo che mi ha lasciata sarei andata via con la cintura di
castità?-
-Tesoro,
hai visto chi c’è?
Da quanto tempo non la vedevamo, per fortuna.- gli dice Emma e lui
annuisce
serio, non sapendo cosa dire.
-Bene
signori, spero vi
stiate divertendo, nella prossima canzone voglio che ogni uomo inviti
una donna
che non sia la sua a ballare, mescolate le coppie.- dice
l’uomo che canta
nell’orchestra.
-Emma,
mi concedi un ballo
vero?- gli domanda Pablo. Lei accetta subito e insieme si dirigono a
ballare.
Oh
no questo vuol dire che a
me toccherà ballare con Nicolas. Mi giro a guardarlo,
convinta di non trovarlo,
che al solo pensare di ballare con me se ne sarebbe andato, invece
è ancora
accanto a me e mi porge la mano. Poso delicatamente la mia nella sua.
Stupida!
Dovevo
dirgli di no, non
andare via ancora con lui.
La
musica comincia.
This
Romeo is bleeding
But you can’t see his blood
It’s nothing but some feelings
That this old dog kicked up
It’s been raining since you left
me
Now I’m drowning in the flood
You see I’ve always
been a fighter
But without you I give up
Now I can’t sing a love song
Like the way it’s meant to be
Well, I guess I’m not that good anymore
But baby, that’s just me
Iniziamo a volteggiare, con
lui si che riesco a
ballare, I nostri corpi aderiscono alla perfezione e sembriamo quasi
volare. A
creare l’atmosfera si mette anche la canzone. Sto affogando
da quando mi hai
lasciato canta il caro Bon Jovi, stavo affogando pure io sai Nicolas,
ma ora
sono ancorata tra le tue braccia.
And I
will love you, baby - Always
And I’ll be there forever and a day - Always
I’ll be there till the stars don’t shine
Till the heavens burst and
The words don’t rhyme
And I know when I die, you’ll be on my mind
And I’ll love you – Always
Per
sempre, promette Bon jovi alla ragazza che
ama. Sempre l’avrebbe amata. Do voce ai miei pensieri.
–Anche tu mi avevi
promesso per sempre.- Il tuo sguardo sembra vacillare alle mie parole.
–Non hai
le prove che non ho mantenuto la mia promessa.- mi dici. Cosa mi vuoi
dire ora
Nicolas? –Me l’hai detto ieri sera.- stavolta mi
guarda sorridendo. –Sono umano
anch’io Anto, quando sono arrabbiato dico cose che non penso.- Non ricambio il suo
sorriso. –Nicolas, cosa
stai cercando di dirmi?-
Now your pictures that you
left behind
Are just memories of a different life
Some that made us laugh, some
that made us cry
One that made you have to say good-bye
What I’d give to run my fingers through your hair
To touch your lips, to hold you near
When you say your prayers try to understand
I’ve made mistakes, I’m just a man
When
he holds you close, when he
pulls you near
When he says the words you’ve been needing to hear
I’ll wish I was him ’cause those words are mine
To say to you till the end of time
-Ho fatto degli sbagli
Antonella.- mi dici e passi
una mano tra i miei capelli, mi sfiori le labbra con un dito seguendo
le parole
della canzone. Ora o mai più mi dico.
–Perché te ne sei andato Nicolas?- trovo
il coraggio di chiederti. Silenzio, non mi vuoi rispondere.
Yeah, I
will love you baby - Always
And I’ll be there forever and a day - Always
If you told me to cry for you
I could
If you told me to die for you
I would
Take a look at my face
There’s no price I won’t pay
To say these words to you
Well, there ain’t no luck
In these loaded dice
But baby if you give me just one more try
We can pack up our old dreams
And our old lives
We’ll find a place where the sun still shines
Troveremo un posto dove
splende il sole, si forse
un giorno lo troveremo per noi se lo vorrai. Volteggiando passiamo
accanto a
Emma e Pablo che si sorridono. –è lui il padre di
Elisabeth?- mi domandi. –No,
lui non sa neanche che esiste Elisabeth.- gli rispondo tristemente.
–Antonella,
chi è il padre di Elisabeth?-. Silenzio.
And I
will love you, baby - Always
And I’ll be there forever and a day - Always
I’ll be there till the stars don’t shine
Till the heavens burst and
The words don’t rhyme
And I know when I die, you’ll be on my mind
And I’ll love you - Always
La
canzone finisce. –Te lo
dirò quando tu mi dirai perché te ne sei andato.-
Riesco
a sussurrargli prima
che Emma e Pablo ci strappino dalle braccia dell’altro.
Fine capitolo.
Spero vi sia
piaciuto. La
canzone è always di bon jovi, se leggete il capitolo con
questa sottofondo
rende ancora meglio dato che a mio parere è una canzone
stupenda.
Ringrazio veramente
di
cuore: Giulysan, saku_cele, GinevraMalfoy90, bulma4ever, Ilary_Divina,
niettolina e mi scuso veramente se non sono riuscita neanche stavolta a
ringraziarvi
personalmente.
Un bacione!
Gaia
|
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Capitolo 7 *** 7 ***
Vengo
strappata via dalle
braccia di Nicolas da Pablo, proprio adesso che stavamo trovando il
coraggio di
affrontare certi argomenti.
Cerchiamo
un altro po’ di
ballare poi mi prende per mano e mi trascina in un corridoio deserto.
-Pablo
dove stiamo andando?-
gli domando.
-Ti
porto a vedere una cosa
Antonella.- mi dice sorridendo. Gli sorrido anch’io e
incuriosita lo seguo
anche se non capisco proprio cosa vorrà farmi vedere, forse
deve farmi
conoscere qualche altra persona importante.
Apre
la porta di una stanza
e mi spinge dentro.
-Ma
che fai?- gli urlo. Col
suo spintone vado a sbattere contro una scopa e poi la mia schiena si
poggia contro
il muro. Siamo in uno stanzino delle scope intuisco perché
è tutto buio e non
riesco a vedere niente. Lo sento chiudere la porta e una grande paura
si
impossessa di me, cosa vuole farmi?
-Bene
piccola, visto che è
un mese che ci frequentiamo e mi hai concesso solamente qualche bacetto
sarà
meglio che me lo prenda da solo il resto.-
Si
avvicina a me e inizia a
baciarmi il collo. Ora che è così vicino posso
sentire il suo alito che sa da
alcool, è ubriaco fradicio. Lo spingo via, ma non avevo
previsto una sua
reazione: una sua sberla potente mi arriva sul viso spaccandomi il
labbro.
Perdo l’equilibrio e cado sopra ad alcuni secchi che mi
graffiano la pelle.
-Lasciami
stare Pablo.-
-No
stasera sei mia!-
Un
senso di panico mi prende
e calde lacrime cominciano a scendere sul mio viso mentre lui con un
ginocchio
mi ferma i polsi e con le mani mi toglie il vestito.
-Se
stai buona ci
divertiremo un sacco sai piccola?-
-Mollami!é
un ordine.-
Ma
non mi dà ascolto e mi
strappa il reggiseno ed io là impotente non posso fare altro
che piangere.
Un
momento! Io sono
Antonella la divina, la the best, nessuno si prende gioco di me, devo
reagire
prima che sia troppo tardi, pensa Antonella, pensa.
E
poi, succede tutto in un
attimo, lui che molla per un secondo la presa sulle mie mani, io che
afferro
velocemente un secchio e glielo do in testa, il suo corpo che si
affloscia
semisvenuto sul pavimento. Raccolgo vestito e scarpe ed esco in
corridoio che
fortunatamente è deserto.
Mi
rivesto velocemente, come
riesco, ma da sembrare decente, passo per l’ingresso e mi
faccio dare la mia
pochette e corro via, da quella casa degli orrori.
Cerco
il cellulare nella
borsa, sono abbastanza distante da casa, saranno venti chilometri e
ormai a
quest’ora non passano autobus, ma sfortunatamente la batteria
è scarica.
Proseguo comunque, non vedo l’ora di allontanarmi il
più possibile, ma un
fulmine squarcia il cielo e in meno di due minuti si scatena il diluvio
universale.
Fantastico!
Anche la sfiga
si è innamorata di me?
Mi
metto a correre in cerca
di un qualche riparo, ma il quartiere che sto attraversando
è abbastanza
spoglio e povero, non si vedono locali. Dopo cinque minuti che corro mi
tolgo
le scarpe, ne ho abbastanza di questi tacchi e proseguo la mia corsa
con le
scarpe in mano. Dopo altri dieci minuti che corro verso una meta
indefinita
trovo una fermata dell’autobus con la tettoia e mi rifugio
là sotto.
Mi
accascio in un angolo e
mi stringo le gambe al petto. Fa freddo qua fuori, sono bagnata
fradicia e mi
sta salendo un forte mal di testa, in più il labbro continua
a sanguinare e
farmi male. Basta! È inutile lamentarsi, così non
risolvo le cose, adesso aspetto
che smetta di piovere e poi cercherò una cabina telefonica
per chiamare Fabio.
Mi sistemo anche il vestito che è abbastanza rovinato e
strappato in certi
punti. Poi cerco di farmi coraggio, ne ho passate di peggio: quella
volta che
mi sono persa nel bosco, l’incidente in auto, la villa andata
in fiamme. Si dai
ho passato situazioni ben peggiori. Un barbone distante circa 50 metri
da me, di quelli
che suonano per le piazze decide che c’è
l’atmosfera giusta per attaccare una
canzone strappalacrime.
Another day has gone
I'm still
all alone
How could
this be
You're
not here with me
You never
said goodbye
Someone
tell me why
Did you
have to go
And leave
my world so cold
“Un altro giorno
è andato Io sono ancora tutto solo
Come
può essere Tu non sei qui con me
Non
hai mai detto arrivederci Qualcuno mi dica
perché Sei dovuta andare
lasciando
il mio mondo così
freddo” bè non ho niente da fare, posso perdermi
nei pensieri, nelle note di
questa canzone, e posso far scendere le lacrime tanto si mischiano con
la
pioggia, nessuno le noterà. Non sei qui con me, no, forse
è un segno del
destino, un tempo in momenti come questi comparivi sempre, come un
angelo
custode, ora non più, vuol forse dire che io per te non
conto più nulla? Poi mi
rivengono in mente le tue parole di questa sera, non ho le prove che
non hai
mantenuto la promessa, che vuol dire? Che mi ami ancora?
Everyday I
sit and ask myself
How did
love slip away
Something
whispers in my ear and says
That you
are not alone
For I am
here with you
Though
you're far away
I am here
to stay
“Ogni giorno mi siedo
e mi chiedo Come l'amore è
sgusciato Qualcosa mi sussurra all'
orecchio e dice Che tu
non sei sola Perchè
io sono qui con te Anche se
tu sei lontana Io sono
qui per restare” Questo hai voluto dirmi? Che anche se ero
lontana tu eri con
me, mi pensavi, hai continuato ad amarmi, io te la darei una seconda
possibilità Nicolas, per te, per me, per nostra figlia, ma
devo sapere il
motivo per cui te ne sei andato o non avrò il coraggio di
rimettermi in gioco.
You are not alone
I am here with you
Though we're far apart
You're always in my heart
You are not alone
All alone
Why, alone
Just the other night
I thought I heard you cry
Asking me to come
And hold you in my arms
I can hear your prayers
Your burdens I will bear
But first I need your hand
Then forever can begin
“Tu non sei sola
Io
sono qui con te Anche se tu sei lontana
Sei
sempre nel mio cuore Tutto solo
Perchè,
solo Proprio l'altra notte
Pensavo
di averti sentito
piangere mentre
mi chiedevi di venire E stringerti
tra le mie braccia Posso
sentire le tue preghiere Il
fardello che sosterrò Ma prima
ho bisogno della tua mano Poi per
sempre può iniziare” Un sacco di notti ho pianto
chiedendo al cielo che
tornassi da me, e ti portassi via tutto il dolore che provavo, che mi
stringessi tra le braccia, insieme a nostra figlia, che è la
cosa più bella che
mi sia capitata, insieme a te. Non lo so se sono sola, no forse non lo
sono, ma
in questo momento mi sento così più che mai.
Bagnata fradicia, sotto la fermata
di un autobus, dopo essere stata quasi vittima di una violenza, lontana
da
casa, ad ascoltare un suonatore innamorato che suona e canta questa
canzone col
cuore, sì, in questo momento mi sento sola!
Whisper
three words and I'll come runnin'
And girl you know that
I'll be there
I'll be there
“Sussurra tre parole
e io verrò correndo..volo
E
ragazza tu sai che Io sarò lì
Io
sarò lì”
3 parole e correrai da me?
Bastasse questo.
-Vieni a prendermi.-
sussurro, tanto ormai non c’è
nessuno e se anche qualcuno mi avesse visto di sicuro avrebbe
già pensato che
sono pazza, visto che una bella ragazza come me si trova qua come una
barbona.
La canzone è finita, perfetto, non c’è
neanche più la musica a tenermi
compagnia. Non vedo l’ora di arrivare a casa, farmi una
doccia calda e mettermi
sotto le coperte. E pensare che domani devo pure andare a lavoro. Per
favore
fai smettere di piovere!
Un rumore di clacson mi
distrae. Mi giro verso la
macchina che accosta e abbassa il finestrino.
-Serve un passaggio?-
Nicolas, eccolo qua il mio
angelo custode, l’ho
chiamato ed è arrivato.
-Da cosa l’hai
capito?- domando con tono ironico.
-Ho pensato che stessi
aspettando un auto bus dato
che sei sotto la fermata.- mi risponde ancora più ironico.
Mi alzo velocemente e mi infilo
nel posto davanti
accanto al guidatore.
-Cavolo, sono tutta bagnata,
scusa per la macchina.-
-Ah lascia stare.-
-Come mai da solo?- gli domando.
-Emma e paparino sono stati
invitati a fermarsi due
giorni nella lussuosa villa del sindaco, ma per me non c’era
posto quindi sono
stato mandato a casa! Ma tu che hai fatto?-
-Vuoi l’elenco?
Allora cominciamo dal fatto che sono
stata trascinata in uno sgabuzzino e quasi violentata da Pablo, il
galante
ragazzo con cui uscivo, una volta uscita dalla villa mi sono accorta di
avere
il cellulare scarico e di essere a venti chilometri da casa, quindi mi
sono
incamminata, qualche minuto dopo la partenza giustamente ha cominciato
a
diluviare e nell’ultima mezzora sono stata dove mi hai
trovato.- dico come se
gli stessi raccontando che sono appena andata al mare.
-No scusa,
cos’avrebbe fatto Pablo?- mi domanda
serio.
-Quello che ti ho detto.-
-Voglio i dettagli!- mi dice
arrabbiato.
-Non mi va di parlarne
Nicolas.- gli dico con le
lacrime che minacciano di uscire di nuovo.
-Antonella per favore
raccontami.-
Sospiro e gli racconto tutto
nei minimi dettagli,
cercando di leggergli una qualche emozione sul viso, ma niente, a parte
un
piccolo sorrisino quando arrivo alla parte del secchio in testa.
Una volta che ho finito il mio
racconto inchioda di
colpo e fa inversione di marcia.
-Dove cavolo stiamo andando?-
gli domando.
-Facciamo una piccola
deviazione, ci sono problemi?-
È proprio arrabbiato
e non me la sento di
contraddirlo. Viaggiamo silenziosi finchè non vedo davanti a
me di nuovo la villa
del sindaco.
-Scusa perché siamo
tornati qua? Potevi dirmelo!-
-Stai in macchina, torno
subito!-
-Non mi piace che la gente non
mi ascolta così.- gli
urlo dietro.
Dopo cinque minuti è
già di ritorno con un
sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
-Ti eri dimenticato qualcosa?-
gli domando.
-No, avevo solo bisogno di
sfogarmi.-
-Potresti spiegarmi, detesto
non capire le cose.-
-Non ti arrabbi vero se ti dico
che ho picchiato
Pablo?-
Ha picchiato Pablo?
Cioè è tornato indietro per
picchiare Pablo, per chi? Per me.
-No, penso proprio di no!- gli
rispondo sorridendo e
lui ricambia. Accendo la radio della ferrari su cui stiamo viaggiando.
You are not
alone
I am here with you
Though we're far apart
You're always in my heart
You are not alone
All alone
Why, alone
Just the other night
I thought I heard you cry
Asking me to come
And hold you in my arms
I can hear your prayers
Your burdens I will bear
But first I need your hand
Then forever can begin
Sorrido
e mi metto a cantarla insieme a Michael Jackson.
-Ti
piace questa canzone?- mi domanda Nicolas.
-è
stupenda e poi ho l’impressione che mi porti fortuna!-
Fine
capitolo.
Buonasera
ragazzuole, stasera mi sento contenta quindi vi posto questo capitolo
sperando
vi piaccia!! Anche questo capitolo ha una colonna sonora, una canzone
che io
adoro, è commovente, sa emozionare, se volete leggete questo
capitolo con la
canzone sotto fondo, si intitola you are not alone di Michael Jackson,
le parti
tra virgolette sono le traduzioni!!
Ringraziamenti:
bulma4ever:
ciao carissima, mamma mia
le tue recensioni mi piace un sacco leggerle, sono lunghissime e poi ci
metti
tutti i pareri personali e i consigli, le opinioni. Veramente grazie
mille, mi
fai venire voglia di continuare a scrivere!!! Un bacioneee
Ilary_Divina:
ciao stella, che bello tu
mi segui dal primo capitolo di questa storia e ci sei sempre con le tue
recensioni!! Veramente grazie di cuore!! Spero che anche questo
capitolo ti sia
piaciuto!! Baciiii
Giulysan:
ciao cara, oh un’altra
fan di bon jovi, anche per me è una delle mie preferite la
prima volta che ho
letto la traduzione di quella canzone sono scoppiata a piangere.
Stupenda,
spero che anche questa ti piaccia. Grazie per i tuoi commenti!! Un
baciooo
Misty_Pan96:
Ciao bella, oddio spero
guarisci presto, ah su msn ho cambiato contatto, ti ho aggiunto su
quello
nuovo. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! Baciooo
Al
prossimo capitolo!
Gaia
|
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Capitolo 8 *** 8 ***
Apro lentamente gli
occhi
quando sento la macchina fermarsi. Guardo fuori dal finestrino e noto
che siamo
arrivati a casa mia. Mi stiracchio e sorrido, devo essermi addormentata
per la
strada, d’altronde sarà l’una passata e
con tutte le esperienze negative che ho
vissuto stanotte.
-Ben svegliata
signorina!-
mi dice Nicolas.
Mugolo su qualcosa
ancora
mezza addormentata e gli sorrido.
-Ce la fa a
camminare o devo
prenderla come piace tanto a lei?-
Ma sto ancora
sognando? O
sono con Nicolas veramente? Forse sto ancora sognando quindi facciamolo
continuare.
Faccio segno di no
con la
testa e sento che scoppia a ridere e poi una porta dell’auto
che si apre e poi
si chiude. Un momento, se l’ho sentito forse sono
già sveglia.
Sento la porta
accanto a me
aprirsi e con una mano sulla schiena e una sotto le ginocchia mi prende
in
braccio. Con un calcio chiude la porta dell’auto. Io mi
appoggio contro il suo
petto respirando il suo odore, sempre vivido nella mia mente. Mi sento
al
sicuro, protetta, amata, anche se so che sono solo sensazioni.
-Quando siamo ormai
davanti
la porta di casa tiro fuori le chiavi apro la porta, mi sento una
novella sposa
in luna di miele. Richiudiamo a chiave e in silenzio e senza fare
rumore mi
porta in camera mia. Lo vedo sorridere.
-Che
c’è?- gli domando.
-è tutto
quasi come un
tempo.-
-Perché
quasi?-
-Bè
camera tua è uguale, a
parte il letto da due piazze, le foto di te con Patty, Elisabeth e le
tue
amiche, qualche gioco qua e là, è esattamente
come la ricordavo.-
-Eh già.
Divina come un tempo!-
gli rispondo.
Lui mi fa sedere sul
letto e
poi si siede accanto a me.
-Mi è
mancato sentirti
cantare.- mi dice.
-Non ti ha obbligato
nessuno
ad andartene.- gli rispondo.
-Non sai quanto ti
sbagli.-
sussurra, ma riesco comunque a sentirlo.
-Cosa vuoi dire
Nicolas?-
non capisco, chi l’ha obbligato? Perché mi deve
mettere tutti questi dubbi.
-Ascoltami bene
Antonella
Lamas Bernardi, non è ancora il momento di dirti tutto,
però posso dirti che
non ti ho mai dimenticata, che se avessi potuto sarei stato qua con te,
perché
ti amo, mi hai capito? Ti amo, sempre di più, ogni giorno
che passavo a
pensarti non facevo altro che aumentare l’affetto che provo
per te. Ti amo!-
Rimango di sasso, ma
le
lacrime riescono comunque a salire.
-Ridillo.-
-Ti amo!-
Poi ti avvicini, mi
perdo
nei tuoi occhi verdi, quante immagini mi passano davanti, quanti
ricordi,
quante emozioni, quante volte ho visto questi occhi in questi quattro
anni nel
volto di tua figlia, non è ancora giunto il momento di
dirtelo Nicolas, mi
dispiace, se poi te ne dovessi andare non voglio che soffra anche mia
figlia.
Non so se sia vero che ti hanno obbligato ad andartene o sia una scusa
per
passare questa notte insieme, ma stasera voglio fidarmi. Questi sono i
miei
pensieri prima di perdermi in paradiso con un tuo bacio, da quanto lo
aspettavo
Nicolas, da almeno quattro anni, quante volte l’ho vissuto
nei miei sogni,
peccato non fosse mai reale, peccato non potessi accarezzare i tuoi
capelli
mentre lo sognavo, non potevo sentire la tua mano sui miei fianchi.
Inizio a
sbottonarti la camicia e tu mi levi il vestito ancora bagnato.
Un flashback
improvviso mi
fa tremare.
-Che succede?- mi
domandi.
-Mi è
tornato in mente
stasera…con Pablo…scusa.- gli spiego.
-Anto, io non potrei
mai
farti quello che ti ha fatto lui, vedrai che con me lo dimenticherai.-
mi
sussurri accarezzandomi una guancia, e come posso non dimenticarlo?
Poi ti vedo
sorridere!
-Cosa
c’è?-
Con una mano mi
prendi la
catenina che ho sul collo.
La nostra catenina,
quella
che mi avevi regalato tu tanti anni fa per il mio compleanno, quella
con inciso
il mio nome.
-La vuoi sapere una
cosa?-
mi domandi.
-Cosa?-
Tiri fuori anche tu
la tua
metà di catenina con inciso il mio nome dal tuo collo. Anche
tu ce l’avevi
ancora là.
Ti abbraccio forte e
riprendiamo
da dove ci eravamo fermati.
Apro gli occhi e
sento un
peso sul mio braccio. Mi guardo un attimo intorno e sorrido. Quante
volte mi
ero svegliato in questa camera e il mio cuore inizia a battere forte da
quanto
sono contento. Poi guardo al mio fianco.
Eccola.
Sta dormendo, sembra
un
angelo, mi sembra così strano che dopo quattro anni mi ami
anche lei ancora,
che possa essere ancora mia. Devo accertarmi che Taylor diventi innocuo
prima
di confessargli la verità, non voglio che faccia qualcosa
alla mia Anto.
Sono già
le quattro di
notte, sarà meglio che me ne vada prima che i Taylor
sospettino qualcosa. Mi
rivesto e le lascio un biglietto.
Amore io devo andare,
non posso ancora lasciare Emma.
Presto ti spiegherò tutto.
Buon risveglio.
Ti amo.
Nicolas
La bacio sulla
guancia e lei
si agita nel sonno, meglio che me ne vada prima di svegliarla.
Scendo lentamente le
scale
pronto a tornare in prigione.
-Ciao.-
-Ciao piccolina cosa
ci fai
qua a quest’ora?- saluto Elisabeth che è seduta
sul divano.
-Non riuscivo a
dormire, sto
guardando un album di foto della mamma. Vuoi vederlo?-
-Ma certo.- mi siedo
e la
prendo in braccio facendola sedere sulle mie ginocchia.
-Guarda, questa
è la mia
mamma piccola.- Sorrido guardando le foto di Antonella piccola piccola,
riconosco
Roberto, Bianca e anche Fabio, che dolci!
-Qua
c’è la mia mamma con le
sue amiche divine.-
Pagine e pagine di
Antonella, Pia, Caterina e poi anche con Luciana.
Poi foto con Matias,
gli
altri ragazzi che ha avuto, eccola la fitta di gelosia
all’altezza dello
stomaco e pure un po’ di fastidio. Non ha messo neanche una
delle foto mie e
sue.
-Guarda, adesso ci
sei anche
tu.- mi dice Elisabeth.
Continua a sfogliare
l’album. Tutte le mie foto ci sono, tutte quelle che ho
scattato quando sono
venuto qua in Argentina, la maggior parte insieme a lei, poi foto da
solo, foto
che non sapevo nemmeno fossero state scattate, alcune con la band dei
ragazzi,
quelle del matrimonio di Bianca, insomma tutte. Sorrido e non posso che
essere
contento di avere scoperto questo.
L’album
continua con foto
della piccola Eli e di Antonella e Patty. La bimba era bellissima da
piccola,
come adesso, c’è anche una foto di Antonella in
ospedale, spero di trovare
almeno una foto del padre, ma niente di niente. Finiamo di guardare
l’album e
lo mettiamo via.
-Vuoi giocare un
po’ con
me?- Dovrei andarmene, ma come faccio a dire di no a
quest’angioletto che mi
guarda con quegli occhioni.
-Va bene, un pochino
però
che poi devo andare a casa, ma non dovresti andare a letto tu?.- gli
dico.
-No, non ho sonno,
vuoi
usare Winnie the Pooh o Ih-Oh?- mi domanda mostrandomi due pupazzi.
-Io uso
l’asino.- le dico
prendendo il pupazzo.
-Ok allora adesso li
portiamo a fare la passeggiata.- Mi alzo e prendo per mano un pupazzo
seguendo
Elisabeth, strano, non mi sto annoiando, anzi mi piace un sacco passare
del
tempo con lei.
-Adesso è
l’ora della
nanna.- dice la bambina e distende il pupazzo sul divano più
piccolo.
-Lo devi distendere
qua, poi
tu ti metti nell’altro e fai la nanna con i pupazzi.- mi dice
andandosi a
distendere nel divano di fronte la tv. Io metto a letto
l’asino e mi vado a
sedere vicino a lei.
-Ti devi distendere
Nicolas,
sennò i pupazzi vedono che sei sveglio e non dormono.- mi
rimprovera Eli,
quindi mi stendo accanto a lei e la guardo mentre chiude gli occhietti e finge di dormire.
A un certo punto
inizio a
fargli il solletico sulla pancia e lei si gira ridendo e prova a farlo
pure a
me. La sollevo in aria per allontanarla dalla mia pancia e lei continua
a
sghignazzare e a pregarmi di metterla giù. La faccio
atterrare sulla mia pancia
e lei mi guarda sorridendo, poi però gli scappa uno
sbadiglio.
-Ah, mi sa che
è ora di
tornare a fare la nanna.-
-No, non voglio.
È TORNATO
LO ZIO FABIO- urla e io mi tiro su, dalla porta compaiono Fabio,
Gonzalo,
Bruno, Alan e Guido, insomma gli skratch al completo.
Già mi
vedo arrivare il
pugno di Fabio, lui non sa il vero motivo del perché ho
lasciato Antonella e
sicuramente ce l’avrà su con me, vorrei trovare il
tempo e spiegargli tutto.
Invece sul suo volto
si
dipinge un sorriso e mi si butta addosso.
-Nicolas!- nel giro
di due
secondi mi ritrovo tutti gli skratch addosso in un abbraccio soffocante.
Pian pianino si
staccano e
si siedono sui divanetti.
-Guido, stai
schiacciando
Pooh!- urla a un certo punto Elisabeth.
-Oh cavolo scusami.-
Guido
si tira fuori da sotto il sedere l’orsetto e lo passa alla
piccola che lo
guarda con sguardo minaccioso.
-Dai Eli
è ora che vai a
fare la nanna.- gli dice Fabio.
-Va bene. Buonanotte
Nicolas.- risponde lei ubbidiente e dopo avermi dato un bacio sulla
guancia e
salutato gli altri se ne va a letto.
-Ma cosa ci fate qua
a
quest’ora?- domando ai ragazzi.
-Siamo tornati da un
concerto dall’altra parte della città, ma cosa ci
fai tu qua?- mi domanda
Guido.
-Il padre di Emma
è dovuto
tornare per affari e ci siamo ritrasferiti. Come mai non ce
l’avete con me?-
domando.
-Vedi Nicolas,
qualche
giorno dopo la partenza ho trovato la lettera che avevi mandato a zio
Fito,
l’ho raccontato ai ragazzi perché non pensassero
male di te. Fidati che nessuno
ha raccontato niente alle ragazze sennò sarebbero corse a
dirlo ad Antonella.
Sono così contento che sei tornato.- mi dice Fabio.
-Anch’io
sono contento di
rivedervi ragazzi! Vedo che avete fatto carriera.-
Passiamo
un’altra mezzora a
raccontarci del futuro della band, poi decido di azzardare una
richiesta.
-Ascoltate ragazzi,
questa è
una cosa seria, devo chiedervi un favore, adesso devo andare, vi spiego
tutto
domani. Appuntamento alle tre e mezza al bar del campo di tennis ok?-
Tutti quanti
annuiscono e
fra prese di mano, colpi sulla spalla e sorrisoni me ne vado,
constatando che
la vita mi sta accennando un sorriso.
Fine capitolo.
Ciao a tutte, non
sono poi
tanto soddisfatta di questo capitolo, ma mi è venuto di
getto e non mi va di
cancellarlo e poi magari riscrivere le stesse cose, spero vi
piaccia!!Un
bacioneee
Un grazie speciale
a:
Giulysan, niettolina, bulma4ever, Ilary_divina e dreamergirl. A sanaa22
grazie
per la tua recensione, mi dispiace che la storia non ti piaccia,
cercherò di
fare meglio nella prossima!!
Un bacio.
Gaia
|
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Capitolo 9 *** 9 ***
-Emma,
vado a fare una
passeggiata.-
-Va
bene amore.-
Fortunatamente non mi dice niente, né me lo impedisce, anche
quando eravamo in
Spagna ogni tanto uscivo a fare passeggiate, stavolta però
è una balla, devo
incontrarmi con i ragazzi al bar per chiedergli aiuto per liberarmi di
Alan
Taylor.
-Ma
come mai sei tornato
tardi ieri sera? Il maggiordomo mi ha detto di averti sentito arrivare
a un’ora
tarda.- Cazzo!!
-Mi
ero perso, sai non me la
ricordavo così grande Buenos Aires.- invento, speriamo regga.
Si,
ha retto perché lei
scoppia a ridere.
-Oh
amore, ma come sei
sbadato, torna presto.- E mi dà un bacio sulla guancia.
La
saluto velocemente ed
esco di casa più sorridente del solito.
Percorro
a piedi la via
finché arrivo al bar vicino al campo da tennis. Quanto tempo
passavo qua con i
ragazzi quattro anni fa. I ragazzi sono già tutti
là ad aspettarmi.
Ci
salutiamo con le solite
pacche sulle spalle e prese di mano.
-Bene
Nicolas sputa il
rospo!- mi dice Alan.
-Bè,
ho sentito che la
storia la sapete, il mio problema è questo: quando ero in
Spagna non avevo
molte possibilità di liberarmi di Emma e suo padre, ma ora
che sono qua,
speravo di poter contare su di voi e di darmi una mano a liberarmi di
quegli
stronzi, se proprio non volete farlo per me, fatelo per Antonella, sono
stanco
di farla soffrire.- spiego ai ragazzi.
Fabio
inizia a parlare.
-Ecco
vedi Nicolas.- non mi
piace il suo tono, è quasi imbarazzato, sta per dirmi di no,
me lo sento.
-Mi
pare ovvio che ti diamo
una mano.- dicono sorridendo.
Sorrido
anch’io e li
ringrazio abbracciandoli. Sono proprio contento, sapevo di poter
contare su di
loro, e infatti non mi hanno deluso.
-Adesso
dobbiamo solo
trovare un piano. Forza pensiamo.- dice Bruno.
Ordiniamo
da bere e poi ci
mettiamo a pensare. Dopo avere escluso piani assurdi a Fabio viene
l’idea
perfetta.
-Fermi
tutti. Ecco l’idea,
allora, Emma lascerebbe stare Nicolas se prendesse una sbandata per
qualcun
altro. Bene, noi diamogli quel qualcun altro. Non serve che si
innamori, ma
semplicemente che ne sia attratta, la prima volta che si baciano tu
Nicolas
salti fuori e la vedi, distrutto vai a lamentarti del tradimento dal
papino di
Emma spiegandogli cosa ti ha combinato la sua figlioletta e gli dici
che ne
soffri troppo e non puoi più vederla.-
-Si,
può funzionare. Grande
Fabio, sapevo avreste risolto tutto.- gli dico.
-Ma
chi sarà ad attrarre
Emma?- domanda Alan.
-Bè,
io un’idea ce l’avrei,
ci serve qualcuno di alto, bello, con degli occhi scuri, affascinante,
magari
con alle spalle una carriera di modello.- continua Fabio e ci giriamo
tutti a
guardare Guido.
-No,
non se ne parla
nemmeno, chi lo spiega a Giusy?- si difende Guido, poverino lo capisco,
ma
potremmo fare uno strappo e raccontare tutto a Giusy così
capirà.
-Guido,
per favore, a Giusy
diremo tutta la verità, vedrai che capirà,
è una brava ragazza!-
Ci
pensa un attimo su poi
però accetta e noi scoppiamo a urlare e a cantare, peccato
che qualcuno
interrompa i nostri festeggiamenti.
-Nicolas,
cosa ci fai qua?
Oh ciao ragazzi, come state?- Emma, la mia condanna, fortuna che non
è arrivata
due minuti prima. Lanciamo delle occhiate eloquenti verso Guido che
sbuffa, ma
poi comincia col piano.
-Emma,
noi stiamo bene, ti
vedo sempre più bella!- perfetto!!Emma sta già
gongolando, adora i complimenti.
-Guido,
grazie, trovo bene
anche te. Allora la vostra band da quattro soldi ha avuto un
po’ di successo?-
-Si,
possiamo dire che ce la
stiamo cavando alla grande.- dice Fabio con tono scocciato.
-Oh
Fabio, da quanto tempo,
ho avuto il dispiacere di incontrare tua sorella l’altra
sera, insopportabile
vero amore? E pensare che tu ci avevi pure perso la testa per un
periodo.-
-Eh
si, solo per un periodo
però.- dico recitando, se solo sapesse cosa sto combinando
per poter stare con
Antonella.
-Bè
io torno alla villa, ero
venuta a vedere cosa combinavi. Bye ragazzi.-
-Bye.-
salutano in coro.
-Ciao
Emma, speriamo di
rivederci presto!- dice Guido. È un grande quel ragazzo, se
continua così
basteranno pochi giorni per compiere il piano.
Quando
vediamo Emma ormai
lontana Guido si alza.
-Bene,
prima che si
diffondano voci andiamo subito a spiegare tutto a Giusy, ma Nicolas e
se il
piano non dovesse funzionare?- mi domanda.
-Ci
avevo già pensato, a
mali estremi, estremi rimedi, racconterò tutta la
verità ad Antonella e se
vorrà seguirmi scapperemo insieme per un periodo
finchè Emma e il padre non se
ne andranno, e se non vorrà seguirmi me ne andrò
da solo.-
Annuiscono
tutti quanti
tristemente.
-Eddai,
un po’ di
ottimismo!- dice Gonzalo e tornando a sorridere ci avviamo a casa di
Giusy e
Matias.
Bussano
alla porta e ci
viene ad aprire Matias.
-Ragazzi,
che sorpresa, cosa
ci fate qua? Un momento, Nicolas!- esclama Matias sorridendo e da qua
intuisco
che anche lui sa la verità, ma possibile che con tutta sta
gente che lo sapeva
Antonella sia rimasta all’oscuro?
Ci
fa entrare e ci fa
accomodare sui divani del salotto.
-Matias
chi è arrivato? Oh
ciao ragazzi!- Ecco arrivare Giusy con in mano una scopa, probabilmente
stava facendo
le pulizie e ci accoglie sorridendo. Poi il suo sguardo si sposta su di
me e il
sorriso svanisce. Oh mamma, cosa vuole fare con la scopa?
-COSA
CI FA LUI IN CASA MIA?
DOPO TUTTO QUELLO CHE HA FATTO NON LO VOGLIO IN CASA MIA! FUORI E
VERGOGNATI!!-
Giusy come una furia si abbatte su di me, bisognerà
spiegargli un po’ di cose
per calmarla.
Fortunatamente
riesco a
schivare un manico di scopa che mi sfiora una guancia.
Guido
e Matias riescono a
fermarla e Guido se la prende tra le braccia.
-Guido,
mandalo fuori, dopo
quello che ha fatto ad Antonella io non lo voglio qua.- dice Giusy.
-Ma,
tu non odiavi
Antonella?- domando a Giusy.
-Bè, la odio ancora, ma non mi
è piaciuto lo
stesso quello che gli hai fatto.-dice Giusy col muso.
-Amore,
siediti un attimo e
ascolta la storia di Nicolas.- gli dice Guido e Giusy sembra
tranquillizzarsi.
Ascolta
tutta la mia storia
e dopo avere sentito anche del fatto che Fabio ha trovato la lettera,
mi crede!
Ora
però viene la parte più
difficile.
-Oh
poverino Nicolas, mi
dispiace, non pensavo le cose stessero così, posso fare
qualcosa per aiutarti?-
mi dice.
-Prima
cosa, Antonella non
deve sapere di questa storia e nemmeno Patty, sono troppo amiche,
glielo
direbbe di sicuro. E poi…-
-Poi…?-
Gli
spieghiamo il piano e
non posso descrivere tutte le facce che fa, prima spalanca la bocca,
poi accenna
un po’ di rabbia, infine si rassegna.
-E
va bene, ma ci sarò
anch’io ogni volta che ci proverai con Emma nascosta da
qualche parte.- dice.
-Giusy,
grazie mille!!- mi
alzo in piedi e la abbraccio forte.
-Tanto
so che Guido mi ama
troppo per dimenticarmi.- dice sorridendo.
-Mi
pare ovvio!- dice il suo
ragazzo!
Suonano
alla porta e Gonzalo
si alza per andare ad aprire.
-Bè
mi pare che sia obbligo
festeggiare a questo punto, presto saremo tutti più
contenti, vado a prendere
qualche birra!- urla Matias.
-Cosa
si festeggia?-
Sbianchiamo
tutti quanti
sentendo questa voce, la sua voce. Oh mamma, non può venire
a sapere del piano,
conoscendola andrebbe a prendere padre e figlia per i capelli.
-Il
ritorno di Nicolas!.
Grida Matias contento con un sorriso falso come Giuda che va da un
orecchio
all’altro!
-Bè,
allora devo unirmi
anch’io, che festa sarebbe senza di me?- esclama Antonella.
-Sorellina,
ma Elisabeth
dove l’hai lasciata?- gli chiede Fabio, e non so
perché ma improvvisamente
interessa anche a me sapere che fine ha fatto la bambina.
-è
da una sua amichetta, la
mamma di questa bambina le è andate a prendere
all’asilo, dopo devo andarla a
prendere. Bè balliamo?- dice Anto. Tutti ci alziamo in piedi
e spostiamo i
mobili.
-Dato
che siamo in casa di
una popolare mi pare ovvio cominciare con una nostra canzone.- dice
Giusy.
Cavolo quanto mi mancavano questi ragazzi.
-E
va bene, mi abbasserò a
ballare una vostra canzone.- risponde scocciata Antonella.
Balliamo
amigos del corazon,
la prima canzone delle popolari e io ballo in coppia con Antonella. Ci
divertiamo un mondo e il tempo passa velocemente.
Verso
le sette e un quarto
Antonella si alza di colpo.
-Oh
cavolo, devo correre a
prendere Eli.-
-Vuoi
un passaggio in
macchina?- gli domanda Matias.
-No
grazie, faccio due
passi.- gli dice. Ho voglia di passare del tempo con lei e prendo al
volo
l’occasione.
-Ti
accompagno che vado
anch’io.- gli dico e lei mi sorride.
Usciamo
da casa Beltran e
dopo essermi guardato un attimo intorno la prendo e la bacio, lei
naturalmente ricambia.
-Non
ce la facevo più!- le
dico.
-Nemmeno
io, quando potrai
dirmi tutta la verità?- mi domanda tristemente.
-Presto
Antonella, molto
presto.- e lei mi sorride e ci avviamo a prendere Elisabeth.
Fine capitolo.
Scusatemi non
aggiorno da un
sacco di tempo e questo capitolo fa abbastanza pena, perdonatemi ma
faccio la
cameriera adesso e sto fuori fino a tardi e non ho più molto
tempo per
scrivere, però ho tre quarti della storia in testa, devo
solo scriverla.
Non so veramente
come
ringraziarvi, è il primo capitolo in cui mi lasciate ben 9
recensioni, grazie
veramente di cuore a : niettolina, bulma4ever, Ilary_Divina,
dreamergirl,
Ashleyili95, Sabry the Rider, Misty_Pan96, Giulysan, miss myu 91.
Grazie
veramente e spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se secondo
me non è
un granchè!!
Un bacioneee
Gaia
|
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Capitolo 10 *** 10 ***
Sono
già due settimane che
io e Nicolas ci vediamo di nascosto. I rapporti tra noi migliorano ogni
giorno
che passa e anche il rapporto che ha con Elisabeth. Devo dirglielo, mi
sto
quasi convincendo che è sincero e la mia bambina tiene
troppo a lui, ne sarebbe
contentissima di scoprire che è il papà. Sono
seduta su una panchina del parco
e sto aspettando Nicolas, mi ha promesso che sarebbe venuto se fosse
riuscito,
ormai Emma sa che ogni pomeriggio Nicolas va a farsi una passeggiata e
noi
riusciamo a vederci.
E
infatti eccolo arrivare.
-Ciao
amore.- mi saluta e ci
scambiamo un veloce bacio a fior di labbra.
-Ho
una bella notizia.- mi
dice mentre mi prende per mano e ci avviamo per il bosco che circonda
il parco
dove non passa mai nessuno.
-Dai
spara.- gli dico!
-Domani
mattina presto Emma
e suo padre partono per New York perché nel pomeriggio il
signor Taylor ha un
impegno d’affari e poi un grande ricevimento e portando con
sé la figlia farà
più bella figura, quindi sono libero per due giorni e stavo
pensando di andare
a Pinamar, nella nostra spiaggia, cosa ne dici?-
-E
me lo chiedi?- gli
rispondo sorridendo.
-Lo
prendo come un si?-
Per
dargli conferma lo bacio
appassionatamente e neancora mi sembra vero che dopo quattro anni sia
ancora
qui con me, tutto mio, oddio, quasi tutto.
-Perfetto,
allora domani che
tanto è sabato passo a prendere te e Eli alle otto e mezza.-
-Anche
Eli?- domando
sorpresa.
-Si,
volevi che stessimo da
soli?-
-No
no anzi, mi fa piacere
che tu l’abbia contata e che l’hai già
accettata.- gli dico, ed è la verità,
l’ha accettata, gli vuole bene come a una figlia, ma lui non
può capire il
doppio significato.
-Perfetto,
adesso però basta
parlare.-
Mi
prendi per i fianchi e mi
trascini contro di te cominciando a baciarmi, regalandomi quei baci che
mi
danno emozioni ogni volta che li vivo, quelli che mi hanno riacceso il
sorriso
in questi ultimi giorni.
-Fermo
fermo fermo, la
stella qui presente deve darti una notizia sensazionale!Indovina un
po’? Ieri
Pedro ha lanciato il mio disco in tutti i negozi di dischi,
più tardi devo
andare a girare il video con le altre divine.- gli spiego.
-Amore
è una notizia
fantastica, ma alla fine hai coinvolto anche le divine?-
-Si
dai, alla fine gli
voglio bene, balleranno con me come sfondo, io naturalmente
sarò in primo
piano!-
Ecco
l’altro motivo della
mia gioia, finalmente hanno lanciato il mio disco! Sono troppo
contenta, presto
diventerò una stella, bè già lo sono,
diciamo che lo diventerò più di adesso.
Nicolas
mi solleva da terra
e mi fa fare due tre giri, segno che ha apprezzato anche lui la
notizia. Adesso
però basta pensare al disco,meglio godersi il pomeriggio in
un altro modo col
ragazzo stupendo che ho accanto!
-Allora
pulcino hai preso
tutto?-
-Le
palette, il secchiello,
Pooh e Ih Oh!-
-Eli
ma anche i pupazzi devi
portarti? Magari al mare si sporcano.-
-Tanto
domani è giorno di
bagnetto.-
Scuoto
la testa, non ho
parole! Mia figlia è stupenda, sono le otto e mezza precise
di una bella
mattina di fine maggio, presto Nicolas sarà qua a prenderci.
Devo assolutamente
raccontargli la reazione di Elisabeth quando gli ho detto che andavamo
al mare
con lui, mi ha fatto uno dei sorrisi più belli della sua
vita!
Suonano
il campanello e Eli
tutta emozionata corre ad aprire. È adorabile in quel
prendisole giallo con un
fiocchetto.
-Ciao
Nicolas!- Gli dice
saltandogli in braccio mia figlia o meglio, nostra figlia.
-Eli
parla piano che è
sabato e gli zii sono ancora a letto. Ciao Nicolas.- la rimprovero io,
per poi
farmi dolce salutando Nicolas.
Lui
sorride e poi ci fa
cenno di andare. Usciamo in giardino, dove è parcheggiata la
sua macchina!
-Uao,
ma la tua macchina è
DI VI NA!- dice mia figlia saltando da una parte all’altra.
-Complimenti,
il papino di
Emma ti tratta bene.- gli dico con tono acido.
-Ah
ma questa non è mia,
l’ho diciamo presa in prestito al papino di Emma, per far
viaggiare le due
principesse più comode.- mi dice dandomi un bacio sulla
guancia ed io non posso
fare altro che addolcirmi.
Monto
nel sedile posteriore
il seggiolino per Eli, nonostante lei protesti di essere già
grande e di non
averne bisogno, è testarda come me, e poi mi vado a sedere
nel posto accanto al
guidatore mentre Nicolas carica le nostre borse.
-Destinazione
Pinamar, ci
sei mai stata Eli?- gli domanda prendendo posto.
-Oh
si, la mamma mi ha
portato qualche volta.- dice sorridendo, non riesce a stare ferma da
quanto è
contenta.
Dopo
neanche tre metri di
strada mia figlia urla!
-Fermi!!-
-Eli
che succede?- le
domando. Lei non mi dà retta, si slaccia le cinture del
seggiolino e scende
dall’auto per correre velocemente dentro casa.
-Sta
male?- mi domanda
Nicolas.
-No,
stava benissimo fino a
due secondi fa.-
Neanche
il tempo di finire
la frase che mia figlia ricompare con Pooh e Ih Oh in mano. Nicolas
scoppia a
ridere, io non so se arrabbiarmi o se mettermi a ridere ma opto per la
seconda,
non roviniamoci la giornata.
-Si
vede che è figlia tua
eh!- mi dice Nicolas e io gli mollo uno schiaffo sul braccio.
-Eccomi
qua.- dice Eli
risalendo in macchina, e prima di partire dobbiamo aspettare che i
pupazzi di
mia figlia siano seduti sui sedili posteriori e con le cinture
allacciate.
-Possiamo
partire adesso?-
le domando.
-Si
si.- mi dice lei con un
sorrisino angelico. In questo ha preso da suo padre, la
capacità di incantare
le persone col sorriso e con i suoi occhioni.
Nicolas
fa per accendere la
radio, ma io lo blocco e inserisco il mio cd, passiamo tutto il viaggio
a
cantare come dei pazzi. Dopo due soste pipì per Eli
arriviamo a destinazione,
nella stessa spiaggia di quattro anni fa. È una spiaggia
libera e
fortunatamente non c’è neanche tanta gente
nonostante il caldo abbia già
iniziato a farsi sentire.
Prendiamo
posto al centro
della spiaggia e apriamo l’ombrellone.
-Mamma
quando posso andare a
fare il bagno?-
-Eli
siamo appena arrivate,
aspetta un po’, non ho voglia adesso!- le dico.
-Nicolas
posso fare il
bagno?- ma senti questa che furba.
Nicolas
mi guarda e mi
sorride. Cosa vuole fare?
La
prende in braccio e lei
inizia a ridere.
-Ma
dove mi porti?- gli
domanda ridendo.
-Ti
porto in acqua no? Non
vuoi fare il bagno?-
-No
ma non buttarmi Nicolas.
Mamma aiuto!-
Li
guardo sorridendo. I miei
due angeli, stupendi entrambi. Nicolas in costume sembra un dio e la
mia
piccola una bambolina.
Vedo
Nicolas lanciarla in
acqua, ma sempre tenendola per la vita. Bene posso stare tranquilla, mi
butto
su un asciugamano a prendere il sole. Occhiali da sole enormi come
Paris
Hilton, asciugamano rosa choc, costume a due pezzi argentato, insomma
sono
divina come al solito.
-Mi
scusi signorina vorremo
sottoporle un questionario.-
Mi
tolgo gli occhiali con
fare scocciato e mi metto a sedere, due ragazzi ventenni mi porgono un
foglio.
Lo
prendo tra le mani e
scritto in pennarello verde c’è un numero di
telefono.
-Non
vedo nessuna domanda.-
rispondo sorridendo.
-Oh,
quella è sottointesa.-
mi risponde il secondo ragazzo.
-Le
domande sottointese non
sono il mio forte, preferisco sentirmele chiedere a voce.- rispondo con
fare
altezzoso.
-Bè
allora la domanda è
questa: questa stupenda bambolina mi chiamerà presto?- mi
risponde il primo
ragazzo. Non so se scoppiare a ridere o essere schifata, certo che i
ragazzi
d’oggi si inventano proprio di tutto. Ecco arrivare Nicolas
tutto bagnato. Oh
mamma quanto è bello il mio ragazzo.
-Anto
tutto ok?- mi domanda.
-Oh
si, questi ragazzi mi
stavano esponendo un questionario.- gli passo il foglio sorridendo
divertita e
vedo la sua faccia diventare un attimo arrabbiata.
-Grazie,
ma a me e alla mia
ragazza non interessa rispondere a questo questionario.- dice
restituendogli il
foglio e trattenendo i pugni per mantenere la rabbia, adoro quando
è geloso.
-Eddai
mica siete sposati,
lei è così giovane e bella, vi lascerete prima o
poi.- Ahia, frase sbagliata da
dire. Prima che Nicolas faccia niente ci pensa Eli ad arrivare.
-Mamma,
guarda ho raccolto
le conchiglie.-
-Mamma?-
le mascelle dei due
ragazzi cadono a terra, prima che questi si girino e se ne vadano. Io e
Nicolas
scoppiamo a ridere, poi lui mi abbraccia e mi sussurra.
-Non
posso proprio lasciarti
sola un attimo.-
-Sono
troppo bella lo sai,
faccio colpo su tutti.-
-Bè
mi dispiace per te, ma
allora sei costretta a seguire me e tua figlia in acqua.-
Mi
dice prima di cogliermi
di sorpresa e di caricarmi in spalla. Io inizio a pugnarli la schiena.
-Nicolas,
mettimi giù, è un
ordine, è fredda l’acqua, non voglio!- mi arrabbio
io.
Eli
ci segue divertita,
ridendo e incitando Nicolas.
In
due secondi mi trovo
catapultata nell’acqua ancora fredda di mattina.
-Questa
me la pagate, io
sono Antonella la the best!-
Salgo
in groppa a Nicolas
facendogli perdere l’equilibrio e così finisce
anche lui con la testa
sott’acqua. Non appena risale mi guarda e mi sorride.
-Mi
sembra una scena
familiare questa sai?-
-Si
anch’io ho l’impressione
di averla già vissuta una notte di quattro anni fa.- gli
rispondo.
-Una
delle notti più belle
della mia vita!-
-E
quali sarebbero le altre
scusa?- domando scocciata.
-Bè
stai tranquilla, che due
delle notti più belle della mia vita sono state vissute su
questa spiaggia. Non
ricordi?-
E
come potrei
dimenticarmene? Probabilmente è stata proprio la notte in
cui abbiamo concepito
Elisabeth. Se sapessi cos’è successo quella notte
forse la ameresti ancora di
più.
-Forza,
dimmene un’altra.-
-La
notte in cui ti ho
rivista dopo tanto tempo.-
-Ok,
mi accontento, mi piace
la tua classifica delle notti più belle.-
-All’attacco!!- da dietro di noi compare
Elisabeth che sale
in groppa a Nicolas e insieme avanziamo un po’ nel mare per
arrivare nell’acqua
un po’ più profonda, noi tre, insieme, come una
famiglia.
Fine capitolo.
Sorry, ammetto che
il
capitolo forse è un po’ noioso ma diciamo che
è un po’ di passaggio, la quiete
prima della tempesta. Già nel prossimo arriva un piccolo
presagio di tempesta,
ma non vi voglio anticipare niente. Grazie che siete sempre qua a
sopportarmi e
leggere le mie storie!!Un grazie speciale a : Ashleyily95,
Ilary_Divina, Sabry
The Rider, niettolina, Giulysan. Siete fantastiche!Spero di riuscire a
pubblicare prestissimo il prossimo capitolo!
Un baciooo
Gaia
|
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Capitolo 11 *** 11 ***
-Amoreee!-
quella gallina di
Emma con la sua voce gracchiante mi fa sussultare.
-Dimmi
Emma!-
-Sai
prima ho trovato Guido
e mi ha invitato alla festa che si terrà alla Pretty land
stasera per il lancio
del disco di quella sfigata di Tontonella. Che dici andiamo?-
-Ah
per me è lo stesso.-
devo trattenermi, ma come si permette questa di parlare così
della mia Anto.
-Bene,
allora andiamo,
voglio proprio vedere il fallimento di quella odiosa! Guido
è stato proprio
carino a invitarci.-
Mi
trattengo per non scoppiare
a ridere, cara Emma stai cadendo come un pollo nel nostro piano. Esce
giusto in
tempo perché due secondi dopo mi squilla il cellulare.
-Pronto?-
-Nicolas
sono Guido, tra
mezzora al mio appartamento per discutere di stasera.-
-Va
bene a dopo, ah Guido,
grazie.-
-Ma
figurati.-
Riattacco
e mi preparo per
uscire.
Arrivo
puntualissimo
all’appartamento di Giusy e Guido, al confine del quartiere
quasi. È un piccolo
appartamento al terzo piano di un edificio abbastanza lussuoso. Entro e
noto
che si sono sistemati molto bene, l’interno è
grande e confortevole. I ragazzi
sono già tutti arrivati e si sono accomodati nei divani al
centro del salotto.
Mi siedo accanto a Bruno e iniziamo a discutere per stasera.
-Modestia
a parte, ma Emma è
già in mio potere, sarà perché sono
bellissimo.- dice Guido con tono ironico.
Giusy arriva alzando gli occhi al cielo portandoci da bere.
-Amore
mio ti conviene
abbassare la cresta.- lo minaccia la sua ragazza.
-Bene
quindi il problema è
questo: stasera ci proverai con Emma allo sfinimento e tra qualche
giorno
passeremo al finto tradimento, ma Giusy vuole essere presente al
ricevimento e
se c’è lei Emma non si lascerà tanto
andare o si convincerà che c’è sotto
qualcosa dato che ci provi spudoratamente con un’altra
davanti alla tua ragazza.-
riassume Alan.
-Cavolo
questo è un bel
problema.- ammetto, non posso vietare a Giusy di venire, ma Guido non
può
neanche non provarci o farsi vedere con la sua ragazza dopo che
l’ha invitata.
-Un
momento, ho la
soluzione!- esclama Fabio, ma il mio futuro cognato è un
genio.
-Vi
ricordate Paolo? Il
complice di mia madre che faceva i travestimenti più assurdi
e nessuno lo
riconosceva? Bè in soffitta c’è ancora
la scatola con tutti gli accessori che
usava per travestirsi, possiamo tirare fuori qualcosa e trasformare
Giusy.-
-Mi
sembra un’idea
perfetta!- esclama Guido.
-Ok
dai ci sto, sarà
divertente, ma come mi presenterete? Non voglio essere una persona
capitata là
per caso.- dice Giusy.
-A
questo ho io la
soluzione, sarai la compagna di Fito, tanto sa del piano.- dico.
-Siii,
mi sta simpatico il
mio vecchio professore.- dice Giusy sorridendo.
E
sorrido pure io, perfetto!
Tra pochi giorni sarà tutto finito, o almeno lo spero.
-Fabio
sei pronto? Siamo già
in ritardo di dieci minuti, ho capito che le stelle si fanno sempre
aspettare,
ma non vorrei che la gente se ne andasse.- Non sto più nella
pelle, il sogno di
una vita sta diventando realtà, tra poco sarò
alla festa per la promozione del
mio disco.
-Eccomi
eccomi, zio Fito è
già andato avanti.-
-Va
bene, Eli sei pronta?-
per una volta ho deciso di portare anche mia figlia, è un
evento troppo
importante perché non sia presente anche una delle persone
più importanti della
mia vita. Già Nicolas non so se sarà presente, ma
dubito.
-Eccomi
mamma.- la mia
stellina scende col suo vestitino bianco e il cerchiello bianco tra i
capelli.
Sembra un angioletto. E poi si abbina a me, pure io indosso un vestito
bianco.
-Dobbiamo
passare a prendere
anche Tamara?- domando a Fabio.
-No
no viene su da sola,
forza andiamo.- ci avviamo in macchina fino alla mia cara scuola che mi
ha
vista crescere e che ora ospita anche questo evento importante della
mia vita.
Ci sono tutti: gli skratch, le divine, le popolari, tutti accompagnati
dai loro
genitori, i miei alunni attuali. Una sola cosa stona, neanche uno dei
miei
genitori è presente a uno dei giorni più
importanti della mia vita, quel giorno
che sognavo fin da quando ero bambina, non so quante volte in braccio a
mio
padre da piccola gli raccontavo di quando sarei diventata una cantante
famosa,
due lacrime stanno per scendere. Sento una manina stringersi alle mie
dita. La
mia piccola mi sorride, non sono sola, non sono senza famiglia,
c’è lei accanto
a me, basta questo per farmi tornare a sorridere. La stringo forte
contro di
me.
-Augura
buona fortuna alla
mamma.-
-Alla
mamma migliore del
mondo.-
La
bacio sulla guancia, il
mio piccolo angioletto.
Scendiamo
dall’auto, io la
tengo per mano anche quando entriamo nella sala e tutti si voltano ad
applaudirmi. Mi sento la migliore, come quando salgo sul palco e do il
meglio
di me. E infatti anche adesso salgo sul palco e Pedro tiene un piccolo
discorso
di presentazione.
-Buonasera
a tutti,
finalmente è arrivata la mia nuova stella. Sono sicuro che
farà miracoli e
diventerà molto famosa, grazie a tutti di essere venuti.
Forza Antonella
vogliamo sentire un tuo pezzo.-
Me
lo ero preparata in
anticipo, i miei genitori non potranno essere presenti nessuno dei due
a questo
evento, ma un piccolo pezzo voglio che sia dedicato a loro quindi
intono questa
canzone.
Me siento solo
estoy tan tristre me falta todo
nose donde estas
ya no hay palabras
que me contengan
sueño con verte sola una vez mas
Questa
è dedicata a mio
padre e a Nicolas, quando mi mancavano entrambi. Mio padre, la persona
con cui
sarei voluta crescere, che mi ha abbandonata quando ero piccola, un
truffatore,
come mia madre, ma io non voglio diventare così, io voglio
stare accanto a mia
figlia per tutta la vita, anche se so che non potrò
sostituire la figura del
padre che spero presto potrà avere. “Lui dove
sta”…lontano da me sta, lontano
dalla mia vita, lontano dai miei sogni, ma vicino, nel mio cuore.
noche tras noche
lloro en mi cuarto
busco tu abrazo en la oscuridad
y ahi se rompe mi alma en pedazos
ya no te puedo encontrar
Non
potrò trovarti mai più
ormai, ma credimi, se nei miei sogni o in qualche parte del mondo
dovesse
succedere, nonostante tutta la rabbia che provo per te, darei tutto
quello che
ho in cambio di un tuo piccolo abbraccio, anche veloce, solo per
provare il
brivido di sentire l’affetto di un padre.
por que a mi ,por
que a mi ,por que
me toca sufrir a
si
te fuiste un dia
sin avisar
y fue asi que te
perdi
por que a mi, por
que a miii
me duele tanto
vivir asi
quiero que vuelva,
que vuelvas ya
a estar conmigo
papa
Mi
fa male vivere così, e mi
fa ancora più male sapere che sto facendo lo stesso con mia
figlia, ho deciso,
appena saprò perchè te ne sei andato ti
dirò la verità, è giusto che anche lei
abbia dei ricordi con suo padre, stupendi come i miei, ma ascolta
papà, se da
qualche parte dove sei adesso, mi pensi, torna da me.
Gli
applausi e le urla della
gente mi scuotono dai miei pensieri e sorrido in direzione della gente
che si
trova nel teatro della scuola. Ringrazio tutti e scendo dal palco.
Adesso tutta
la gente verrà a farmi i complimenti, non che mi dispiaccia,
ma insomma lo so
già che sono la migliore.
-Antonella,
complimenti,
finalmente ce l’hai fatta.- le divine mi sommergono in un
abbraccio,
riempiendomi di baci e complimenti. Non lo ammetterò mai, m
una parte di quello
che sono diventata ora lo devo anche a loro, che nel bene e nel male mi
hanno
sempre sopportata.
Poi
è la volta di mio
fratello e degli skratch, passo un bel po’ di tempo a
stringere mani e
abbracciare gente.
Ed
ecco anche arrivare
Carmen, Leandro, Andres e tutti gli adulti, la cara Ines e il mio
produttore
Pedro.
Finalmente
è il turno di mio
zio.
-Nipotina
cara, sei stata
divina.-
-Ovvio
zio, ma chi è la
ragazza con te?- accanto a mio zio vi è una donna mediamente
alta, abbastanza
carina, bionda con i capelli lisci e la frangetta, porta gli occhiali e
indossa
un vestito rosso, ha un’aria familiare.
-Oh
lei è un’amica, ti
presento Giu…Giulia.-
-Piacere.-
le stringo la
mano e lei senza parlare ricambia la presa. Mah, che tipo strano.
-Mammaaa.-
il mio pulcino mi
salta in braccio.
-Sei
stata bravissima.-
-Brava
Anto.-
A
parlare è Gaston, il
fratellino di Patty, ha più o meno
l’età di Elisabeth e sono inseparabili.
Riappoggio mia figlia a terra e insieme ripartono a giocare.
Tiro
un sospiro di sollievo,
finalmente ho finito il giro di gente.
Improvvisamente
però tutto
si fa buio, due mani si poggiano sui miei occhi.
-Buonasera,
ce la fai a
indovinare chi sono?-
Sorrido
e mi volto.
-Nicolas!-
Ho
la fortissima tentazione
di baciarlo e saltargli addosso, ma qua davanti a tutti non posso e poi
sicuramente ci sarà anche Emma in giro.
-Non
sai quanta voglia ho di
baciarti e di sussurrarti quanto ti amo e quanto sei stata brava
stasera.- mi
dice piano.
-Anch’io
Nicolas, anch’io,
ma questo dipende da te, quando sarà possibile.-
-Presto
amore, presto, te lo
prometto.-
Non
voglio rovinarmi la
serata con psicodrammi o menate simili quindi decido che
sarà meglio affrontare
l’argomento in un altro momento.
Mettono
su la musica lenta e
guardo verso il centro della pista.
Guido
ed Emma ballano vicini
vicini, molto stretti uno all’altro. Fortuna che Giusy non
c’è. A proposito
perché Giusy non c’è? Non siamo molto
legate, ma penso che almeno amiche ci
possiamo definire adesso, un po’ speravo venisse.
-Sbaglio
o Guido ci sta
provando con Emma?- dico a Nicolas.
-Così
pare.- mi dice serio.
-Ma
tu cosa ci fai qua?- gli
domando.
-Emma
è voluta venire.-
-Ah,
Emma è voluta venire,
non te.- rispondo triste.
-Tesoro,
presto saprai
quanto è complicata la situazione e ti prometto che capirai
tutto, non essere
triste per me, per favore, ricordati che sempre e comunque il mio cuore
è tuo.-
dice prendendo la catenina che ho al collo.
Sorrido,
si il suo cuore è
mio e il mio è suo. Per sempre.
Fine capitolo.
Ciao a tutteeee!!Vi
preparo
già che nel prossimo capitolo ne succederanno delle belle.
Ah la canzone è
porque a mi che canta Anto nel telefilm. Il nome del fratellino di
Patty non lo
so quindi l’ho inventato!=)=).
Spero che questo
capitolo vi
sia piaciuto.
Ringraziamenti:
Giulysan:
carissima, finalmente trovo un po’ di tempo per ringraziarvi
personalmente.
Grazie mille per le tue recensioni che mi fai dall’inizio
della storia, grazie
veramente! Per la storia del padre ti dico solo che non farà
come Carmen, ma
presto lo scoprirai. Sono contenta che ti piaccia il carattere che ho
dato Eli,
mi sono immaginata un Antonella piccola ancora abbastanza buona, ma
comunque
decisa. Al prossimo capitolo. Un bacioneee!!
Ashleyily95:
ciao cara, si mi sono divertita a scrivere il pezzo dei due deficienti
con il
questionario, ma volevo far capire che comunque Nicolas è
geloso. Grazie mille
pure a te che mi segui sempre, in tutte le mie storie. Mi fa piacere che la piccola
ti piaccia. Spero
che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento!!Baciii
Ilary_Divina:
Ciao stella, vai tranquilla che presto ci sarà la
rivelazione, nei prossimi
capitoli sarà pieno di colpi di scena, non so ancora come
andrà a finire la
storia, ma fino a un certo punto ce l’ho già tutta
in mente, devo solo
scriverla. Grazie che sei sempre qua a commentarmi ogni capitolo. Un
bacioneee.
Volpina_McGranitt:
Ciao, che piacere una nuova commentatrice. Sono contenta che la storia
ti piaccia. Concordo con te sul fatto che l’attore che
interpreta Nicolas è
troppo bello. Grazie per averla messa tra le seguite!Spero che anche
questo
capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.
Niettolina:
Ciaoo, grazie mille che commenti ogni capitolo. Spero che anche questo
capitolo
ti sia piaciuto. Un bacioneeee.
Al prossimo capitolo.
Gaia
|
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Capitolo 12 *** 12 ***
-Pronto?-
-Nicolas,
ora sono le
quattro, al parco tra un’ora. È fatta!-
-Siete
grandi ragazzi
grazie.-
-Grazie
ancora Petra allora,
io sarò di ritorno tra un paio d’ore, il tempo di
fare degli acquisti.-
-Oh
ma figurati, sai quanto
adoro passare del tempo con lei.- mi dice Petra, la mia governante a
cui ho
appena affidato Eli per poter fare shopping in santa pace.
-Da
un bacio a mamma.- dico
alla mia piccolina e lei si avvicina.
-Torna
presto mamma.- fa
ancora un po’ di capricci a volte quando devo lasciarla sola,
ma so che con
Petra è in buone mani e lei la conosce benissimo.
Esco
e decido di andare a
piedi tanto il centro non dista molto.
Mi
incammino e ripenso a
quest’ultimo periodo, ho finalmente inciso il mio disco e sto
per diventare una
famosa stella, mia figlia cresce bene, ho delle amiche e degli amici
stupendi,
ma soprattutto Nicolas è tornato e presto potremmo vivere
come una famiglia, io
lui e Elisabeth. Al solo pensiero mi si forma un nodo nello stomaco
dalla
felicità. Lo so sono giovane per formare una famiglia,
dovrei divertirmi, ma
cosa posso volere di più che stare con la mia bambina e il
ragazzo che amo? Un
sorriso spontaneo compare sul mio volto, sono la migliore, sto con le
persone
migliori e ho la vita quasi migliore dell’universo, quasi, lo
sarebbe se ci
fossero anche i miei genitori presenti.
Sto
per attraversare il
parco quando nascosto dall’altra parte dietro un albero vedo
Nicolas. Ma cosa
ci fa là? Guardo nella sua direzione e vedo Guido ed Emma
vicini, troppo
vicini. Ecco cosa sta osservando. Vedo Guido ed Emma sempre
più vicini, fino a
sfiorarsi le labbra. Non ci posso credere, come può Guido
fare questo a Giusy.
Mi avvicino ancora un po’ senza farmi vedere, per sentire
meglio.
-Scusami
Emma, tu sei
bellissima, ma non posso fare questo alla mia ragazza.- dice Guido
andandosene,
bè dai un po’ di buonsenso l’ha
ritrovato. Se potessi scoppierei a ridere per
la faccia di Emma appena piantata da Guido. Non me la sarei voluta
perdere per
niente al mondo. Sto per andarmene quando…
-Emma,
come hai potuto?-
Mi
rivolto. È Nicolas che
gli sta urlando, devo saperne di più, mi riavvicino senza
farmi vedere.
-Nicolas
io…-
-Io
niente, io ti ho visto
baciare Guido, io ti amo Emma, mi stai spezzando il cuore, mi hai fatto
troppo
male, non posso sopportarlo.- e se ne va.
Bè
ora i cuori spezzati sono
due, anche il mio ha appena fatto crack e dalla spaccatura stanno
uscendo
tante, troppe lacrime amare.
Una
sola parola mi ronza in
testa “illusa” un’altra volta, illusa che
tu mi amassi veramente. Mi siedo
accanto ad un albero poco distante dal bar e proprio da questo arriva
una
canzone stupenda.
Quando penso
come...
alla fine mi hai
ridotto tu
lo capisco "dove"
mi ci avresti
sì portato tu...
Quando penso "a
come"
mi hai preso in
giro però
lo capisco come...
sia difficile
sbagliare più
Come
mi hai ridotto? Uno
straccio, inzuppato di lacrime come l’altra volta che sei
entrato nella mia
vita, perché devi entrare nella mia vita, farmi vivere
momenti indimenticabili
e poi andartene, lasciarmi sola, sola con un cuore spezzato, sola con
le mie
lacrime, sola con una figlia meravigliosa da crescere senza che lei
conosca mai
suo padre. Ma adesso basta, non sbaglierò più.
Non mi freghi più Nicolas.
...io no...io no...io no...
IO NON TI LASCERÒ MAI
io no! io no!...."sarai" te!.......
Sicuramente sarai te a
lasciarmi, come hai sempre fatto, ma io no, io non ti
lascerò mai, vivrai
sempre nel mio cuore, in quello di mia figlia, forse quando
sarà più grande le
racconterò che eri tu suo padre. No io non ti potrei mai
lasciare, ti amo
troppo, nonostante tutto quello che mi hai fatto passare quattro anni
fa e che
mi stai facendo passare anche ora, non posso cancellare il sentimento
enorme
che provo verso di te.
Ed aspettavo come....
come un cane quando non c'è più
non c'è più il padrone
contro il vetro per guardare giù
Aspettavo, si per quattro
anni ho aspettato il tuo ritorno, ed ogni giorno che passava perdevo
piano
piano la speranze, ma in fondo in fondo una piccola speranza che tu
tornassi ce
l’avevo ancora. Come quando ero bambina e sognavo che il mio
papà un giorno
arrivasse a prendermi e mi portasse via con lui, lo stesso speravo con
te, e un
giorno sei tornato, mi hai trascinata via con te, l’amore che
provavo per te mi
ha fatto ricadere in trappola.
E mi chiedevo come...
avrei vissuto se tu....
e se quel "magone"...
mi sarebbe mai "andato giù"!
Tante volte mi chiedevo se
tu non fossi tornato e se un giorno sarei riuscita a dimenticarmi di
te, se
quel magone che mi provoca il tuo pensiero mi sarebbe mai passato. Ma
non è
stato così, anzi ogni giorno, ogni ora, ogni secondo che
passava la voglia di
rivederti mi aumentava.
io no...io no...io no....
NON TI DIMENTICHERÒ...
io no! io no!.....vedrai che....
IO NO! IO NO! IO NO!
NON TI DIMENTICHERÒ!
IO NO! IO NO!.....VEDRAI CHE.....
IO NON TI ASPETTO PIÙ!
.................................YEEEH!
No, non ti
dimenticherò, non
potrò mai farlo, c’è Elisabeth che mi
ricorderà per sempre quanto ti ho amato,
ma stavolta non ti aspetto più.
Quando penso come...
alla fine mi hai ridotto tu
non capisco "dove"?!?
se ho sbagliato...si!
....puoi dirlo tu!?!....
Quando penso a come
mi hai preso in giro....però
non capisco "come"!?!
Che cos'è!?...che tu!?
....e un'altra no!....
Mi
hai preso in giro, mi hai
ridotta uno schifo, hai tenuto il doppio gioco tra me e Emma, cosa
volevi fare
il figo con due ragazze? Illusa illusa illusa, ecco cosa sono, una
stupida
illusa, perché credevo fossi sincero, quando mi dicevi che
mi amavi io ci
credevo. Complimenti Nicolas, hai recitato bene.
io no...io no...io no....
NON TI perdonerò..
io no! io no!.....vedrai che....
IO NO! IO NO! IO NO!
NON TI perdonerò!
IO NO! IO NO!.....VEDRAI CHE.....
Ti vedo camminare in fondo
al viale, stai venendo nella mia direzione, asciugo malamente le
lacrime,
voglio proprio sentire cosa mi dirai adesso, questa è
l’ultima volta che ci
parleremo Nicolas, perchè io stavolta non ti perdono.
IO NON TI ASPETTO PIÙ!
.................................YEEEH!
IO NO....IO
NO....IO NO....
-Antonella.-
mi saluti, hai
un’espressione seria, ecco me l’aspettavo,
chissà cosa mi racconterai adesso.
-Ciao
Nicolas.-
-Ma
hai pianto?-
-No
è solo un po’ di
raffreddore.- mento.
-Va
bene, ho bisogno di
parlarti.-
-Certo
dimmi.- sono proprio
curiosa, tu non sai che io ho visto la scena di prima.
-Allora,
è una storia lunga,
ti devo raccontare il motivo per cui me ne sono andato quattro anni fa.-
-ti
ascolto.- voglio proprio
sentire che razza di storia si inventa stavolta.
-Allora, tutti gli
incidenti
che ci sono capitati quattro anni fa: l’incidente in
macchina, la villa a
fuoco, sono stata colpa di Alan Taylor, il papà di Emma,
perché voleva che io
ti lasciassi per tornare con sua figlia. Ma io non ho ceduto fino al
giorno in
cui ti ho telefonato, ero in macchina a pochi metri da te e un uomo da
dietro
un albero ti puntava una pistola contro quindi ho dovuto cedere e me ne
sono
andato e neanche ora Alan Taylor mi lascia libero. Ma io non ti ho mai
dimenticata.-
Il
mio viso è inondato di
lacrime, ma si aspetta che io creda a questa storia dopo quello che ho
sentito
prima?
-Nicolas,
le tue balle con
me hanno finito di reggere.-
-Cosa
stai dicendo?- mi
domanda.
-Sto dicendo che hai
finito
di fare il doppiogioco e stare sia con me che con Emma, ti ho visto
prima
mentre dicevi a Emma che la amavi, come facevi con me.- gli dico
arrabbiata.
-No
no Anto hai frainteso
tutto, era tutto un piano che avevamo escogitato con i ragazzi,
dovevamo fare
in modo che Emma mi tradisse in modo che io la vedessi e distrutto
andassi da
suo padre a implorarlo di non vedere più sua figlia
perché mi faceva troppo
male, ma il piano non ha funzionato, Emma è arrivata nel
più bello dicendo che
voleva che la perdonassi, e suo padre mi ha costretto a perdonarla, ma
io non
ce la faccio più a vivere così, sono corso da te
a raccontarti tutto.-
-NICOLAS
MA TI ASPETTI ANCHE
CHE IO TI CREDA?- gli domando al limite di una crisi isterica.
Perché deve
continuare a farmi soffrire?
-Antonella,
è la verità te
lo posso giurare.-
-Ti
ho sentito mentre gli
gridavi che la amavi, basta Nicolas mi hai preso in giro abbastanza.-
dico
crollando in ginocchio per terra.
Tu
ti abbassi e cerchi di
abbracciarmi, ma io ti scosto.
-Non
mi toccare Nicolas,
vattene via, mi hai fatto già abbastanza male, non voglio
più sentire le tue
balle.-
-No
Anto, io non ti voglio
lasciare.-
-NON
CAPISCI CHE COSì MI FAI Più MALE?-
-Antonella
è la verità
quello che ti ho raccontato, chiedi a chi vuoi, chiedi a tuo zio Fito,
chiedi a
Fabio.- continuo a piangere ma mi rialzo.
-Ah
quindi sono tutti
d’accordo con te, basta Nicolas, è la seconda
volta che mi lasci con il cuore a
pezzi, fammi un favore, non farti vedere mai più. Addio.-
Detto
questo mi giro e
scappo via, lasciandolo immobile con le lacrime agli occhi.
Fine capitolo.
Ciao a tutte. Ecco
il colpo
di scena. Il piano non ha funzionato. Non vi anticipo nulla sul
prossimo
capitolo. La canzone è io no di Vasco Rossi.
Grazie mille a
Giulysan,
Volpina_McGranitt, niettolina (grazie mille per i complimenti!),
Ashleyily95,
Ilary_Divina, Misty_Pan96, miss miyu 91(Scusa scusa scusa, mi dispiace
tantissimo, ma guardo solo le recensioni dell’ultimo capitolo
e non mi sono
accorta delle tue ultime recensioni, scusami mi sto rincoglionendo.
Grazie
mille per le tue recensioni e che comunque hai continuato a
seguirmi!!Grazie!).
Al prossimo
capitolo!!
Un bacioneeee
Gaia
|
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Capitolo 13 *** 13 ***
È
finita.
Sono
trenta minuti che
queste parole mi rimbombano nella testa seduta su una panchina del
centro.
Finita. Non per colpa mia neanche stavolta. Teneva il doppio gioco, tra
me e
Emma, non ci posso credere. Quando mi guardava negli occhi, quando mi
baciava,
quando facevamo l’amore, quando mi sussurrava “ti
amo” io ci credevo. Credevo
nel nostro amore, credevo in un nostro futuro. È bastato un
momento e tutto è
crollato, sentirti urlare ad Emma che la amavi è stata la
pugnalata peggiore
che potessi farmi. E poi tutte le balle che mi hai raccontato, il padre
di Emma
un famoso criminale, ma è impossibile. Ora capisco
perché ti ci è voluto tanto
tempo per dirmelo, avevi bisogno di tempo per inventare tutti i
dettagli di
questa storia.
Un
altro pensiero mi ronza
in testa da ben mezzora: nostra figlia. Finalmente avevo la speranza
che
potesse crescere con un padre, finalmente credevo che quel padre che
tanto
sogna non ci avrebbe più lasciate. Avrei voluto dirglielo,
non sai quanto è
stato forte l’impulso la prima volta che l’ho visto
di guardarlo negli occhi e
dirgli “sai quando te ne sei andato sono rimasta incinta e
abbiamo avuto una
bambina!”, ma non l’ho fatto perché
tengo troppo ad Elisabeth e non voglio che
soffra anche lei.
Entro
in un bar, ho bisogno di
bere qualcosa, di distrarmi. Ordino un caffè macchiato e
osservo la gente che
entra ed esce dal locale, almeno non penso a quello che mi sta
succedendo. Ecco
entrare un ragazzo e una ragazza, si tengono per mano, si guardano
negli occhi,
sono innamorati, poveri illusi, l’amore finisce sempre per
ferire. Poi entrano
due signori, sempre un uomo e una donna che tengono per mano un
bambino, e qua
non posso fare a meno di sorridere, davanti a me vedo io, Nicolas ed
Elisabeth,
come nei sogni che mi ero fatta fino a poche ore fa.
Finchè
ecco entrare nel
locale una signora, sola, ha un viso noto però. Anche lei mi
osserva, stiamo
cercando entrambe di capire dove ci siamo già viste. Mi
sorride e si avvicina
al mio tavolo.
-Posso?-
mi domanda
indicandomi la sedia libera di fronte a me.
-Certo.-
gli rispondo.
-Stai
cercando anche te di
capire dove ci siamo già incontrate vero?- mi chiede.
-Si,
ma proprio non
ricordo.-
-Nemmeno
io, eppure sono
sicura che tanto tempo fa ci siamo conosciute, comunque piacere,
Serena.- mi
dice porgendomi la mano.
-Antonella.-
no il suo nome
proprio non mi dice niente, ma lei spalanca gli occhi.
-No,
incredibile, adesso mi
ricordo di te, sei la ragazza di Nicolas, quel ragazzo che avevo
incontrato in
ospedale quattro anni fa mi pare.-
E
ti pareva che anche questa
mi ricordava di Nicolas. Faccio uno sforzo di memoria e pure io mi
ricordo di
lei, mi avevano appena bendato la fronte, quando c’era stato
l’incidente della
villa andata in fiamme.
-Ho
pensato spesso a voi! Ma
alla fine la storia con quel prepotente come è andata a
finire?-
La
guardo interrogativa.
–Storia col prepotente?-
-Si,
quell’uomo che
minacciava il tuo ragazzo di lasciarti e tornare con sua figlia,
com’è finita
alla fine?- come fa a saperlo Serena, glielo deve aver raccontato
Nicolas
ancora quella notte in ospedale, ma quindi forse quello che mi ha detto
Nicolas
è vero…No e se avesse raccontato delle balle
anche a lei.
-Tutto
bene?- mi domanda.
-No,
Serena, ma a te l’ha
raccontato Nicolas e perché te lo ha raccontato?-
-Si
me lo ha raccontato lui.
Se non ricordo male me lo ha raccontato per colpa della mia
curiosità, avevo
appena ascoltato un discorso tra lui ed un uomo che si chiamava Alan
Taylor che
gli diceva se doveva minacciarlo ancora o se cedeva. E quando se ne
è andato mi
sono fatta raccontare la storia.-
Devo
essere impallidita,
quindi tutto quello che mi ha detto Nicolas è vero, ho
gettato la mia vita in
un cestino perché non gli credevo, non è
possibile.
Forse bastava respirare
solo respirare un po’
Fino a riprendersi ogni battito e non cercare l’attimo
per andar via
Non andare via
Perché non può essere abitudine Dicembre senza te
Chi resta qui spera l’impossibile
Ho
sperato l’impossibile è
vero, ma quell’impossibile era la realtà, dovevo
respirare e calmarmi prima,
non urlarti addosso in quel modo, dovevo crederti, ascoltarti,
perché no, non
deve diventare un abitudine passare Dicembre senza te, perderti sempre.
Invece no
non c’è più tempo per spiegare
Per chiedere se ti avevo dato amore
Io sono qui…
E avrei da dire ancora, ancora...
No,
non c’è più tempo per
spiegare, dopo quello che ti ho detto non vorrai più
vedermi, non ho avuto
fiducia in te, io Antonella la the best, ho sbagliato, per la prima
volta nella
mia vita, ho fatto un errore enorme.
Perché si spezzano tra i denti
le cose più importanti
Quelle parole
Che non osiamo mai
E faccio un tuffo nel dolore per farle risalire
Riportarle qui…
Una per una qui
Le senti tu…pesano e si posano per sempre su di noi
E se manchi tu
Io non so ripeterle
Io non riesco a dirle più!
Non
ti ho creduto, ho
spezzato tutte quelle cose
importanti, il fatto di amarti, di non poter vivere senza di te, di
avere una
figlia con di te. Stupida, sono proprio stupida. Si posano per sempre
su di
noi, si perché sono indelebili, non potremo mai
più cancellarle quelle parole,
ogni “ti amo” che ci siamo detti era col cuore.
Stupida!
Invece no
qui piovono i ricordi
Ed io farei di più di ammettere che è tardi
Come vorrei…
Potere parlare ancora, ancora
E invece no!
Non ho!
Più tempo per spiegare
Che avevo anch’io, io!
Qualcosa da sperare davanti a me
Qualcosa da finire insieme a te
È
tardi, basta ti ho perso
per sempre, e stavolta per colpa mia. Vorrei avere ancora un
po’ di tempo per
stare con te, per dirti che sono stupida, che ti amo e che voglio
passare il
resto della mia vita con te e nostra figlia. I ricordi, si tutti i
momenti
passati insieme mi passano davanti, la nostra prima notte alla
spiaggia, quando
ci siamo messi insieme, la gita nel bosco, la mia prima volta insieme a
te,
quando ti ho rivisto quattro anni dopo, tutti momenti indimenticabili.
Forse mi basta respirare
solo respirare un po’
Forse è tardi, forse invece no
Un
momento, io sono
Antonella la the best, tutto quello che voglio io lo ottengo, forse
è tardi, ma
forse no, cos’ho da perdere? Devo provare a farmi ascoltare.
-Serena
ascolta è una storia
lunga, sei la the best, sei divina, senza di te probabilmente mi sarei
buttata
giù dal primo ponte che trovavo. Ti lascio il mio numero di
telefono, chiamami
presto che ti devo invitare assolutamente a cena per ringraziarti
così
scoprirai tutto. Grazie ancora. Bye.- Dico tutto d’un fiato,
appoggio il mio
biglietto con il mio numero di cellulare e scappo via sotto il suo
sguardo
perplesso, non c’è un minuto da perdere.
Provo
a chiamarlo, ma ha il
cellulare staccato.
Corro
per tutta la strada di
casa, ho male ai piedi ma non mi interessa, io continuo a correre.
Sono
arrivata nel quartiere
ma mi blocco di colpo, non posso mica andare a casa dei Taylor a
chiedere dov’è
Nicolas, posso solo sperare che sia da un’altra parte.
Dall’altro
lato della strada
vedo Gonzalo e Luciana e vado verso di loro.
-Ciao
ragazzi, sapere per
caso dov’è Nicolas?- chiedo col fiatone.
-Prima
l’ho visto andare a
casa mia dove ci sono i ragazza, ancora prima però, ma
Antonella cosa ti è
successo?- mi risponde Gonzalo.
-Ti
spiegherò.-
Dico
correndo via, non posso
perdere tempo, solo un pensiero ho fisso in testa: devo parlarti,
dobbiamo
chiarire, dobbiamo capire, dobbiamo essere felici.
Arrivo
a casa Molina, non ce
la faccio più a correre.
Spalanco
la porta.
-Nicolas!-
dico entrando nel
garage, ma niente, Fabio, Guido e Alan mi guardano seduti sui divani.
-Dov’è
Nicolas?- sussurro io
con le lacrime agli occhi.
-Se
ne è andato Anto, sta
andando a prendere il treno, sta scappando da Alan Taylor visto che tu
lo hai
rifiutato e non gli hai creduto.- mi dice Fabio con tono riprovevole.
-Io…io
l’ avevo sentito dire
ad Emma che la amava, Fabio mi sono piovute addosso così
tante cose, come puoi
pretendere che io capisca tutto subito, che mi fidi subito dopo che
già una
volta mi aveva abbandonato.- dico piangendo col convulso. Alan, Guido e
Fabio
si alzano e mi abbracciano cercando di consolarmi.
-Forse
il suo treno non è
ancora partito.- mi dice mio fratello sorridendo.
-Grazie.-
dico ricambiando
ai ragazzi e scappo via.
C’è
ancora una speranza.
A
quest’ora c’è un sacco di
traffico quindi prendere la macchina non è una buona idea,
solo una cosa posso
fare anche se mi viene male al pensiero: rimettermi a correre.
Ed
eccomi quindi un’altra
volta a correre verso il centro per raggiungere la stazione. Dopo un
quarto
d’ora, dopo aver attraversato il quartiere e il centro, dopo
aver spinto un po’
di persone ed essermi fatta passare per matta, arrivo!
Entro
nell’immensa stazione
di Buenos Aires, come farò a trovare il suo treno?
Vado
da un addetto alle
informazioni.
-Mi
scusi, sto cercando un
passeggero sul suo treno, devo trovarlo immediatamente, mi
può dare una mano?-
-Tesoro
mi stai chiedendo troppo,
io do informazioni solo sui treni, non posso sapere ogni passeggero che
ci
monta.- mi dice l’addetto.
-Ma
cosa ci sta a fare lei
qua?- domando acida. Sono nervosa, ho male ai piedi e devo
assolutamente
trovare Nicolas prima che parta.
Dietro
di me sento un treno
partire, fa che non sia il suo. Non mi rimane che una soluzione.
Mi
metto al centro della
stazione e con la mia vocina delicata mi metto a urlare.
-NICOLAS!-
Tutti
quanti si voltano
verso di me, mi è sempre piaciuto essere al centro
dell’attenzione, anche se in
questo momento è un po’ imbarazzante.
-ANTONELLA!-
La
tua voce.
Mi
volto e ti vedo
affacciato dal finestrino di un treno. Ti corro vicino.
-Nicolas
scendi
immediatamente da quel treno, io ti credo, ho capito che mi hai detto
la verità,
ma cosa più importante IO TI AMO!-
Tutti
i passeggeri vicino a
me sorridono e certe ragazze mi guardano invidiose, e certo ho un
ragazzo
stupendo.
-Anch’io
ti amo Anto.-
Sorrido
e dentro di me dico:
ora o mai più.
-NICOLAS,
ELISABETH è TUA
FIGLIA!-
Fine capitolo!
Buonasera
ragazzuole, sono
appena tornata e mi è venuta voglia di postare. Allora
Serena è una signora che
Nicolas e Antonella incontrano nella storia “una notte fuori
dal mondo”, in
quella storia sembrava fosse messa lì a caso, invece il suo
motivo c’era. Non
so se ho descritto bene questa scena, non ne sono troppo convinta, ma
sono
comunque riuscita a immaginarmela. Spero vi sia piaciuta.
Ringraziamenti:
Giulysan:
carissima, eccoti un’altra volta a recensire per prima e come
al solito mi fanno
un piacere enorme i tuoi commenti, visto alla fine è tutto
risolto (o quasi)
aspettati ancora un po’ di colpi di scena!!Spero che questo
capitolo ti
piaccia. Un bacioneee
Bulma4ever:
Ciao stella, vai tranquilla se qualche volta non puoi recensire, mi fa
piacere
anche solo sapere che ogni tanto aggiorni! Spero ti sia piaciuto questo
colpo
di scena!Baciii
TheSilviaCullen:
Ciao, grazie mille della tua recensione!Twilight ti ricorda la mia
storia? Bè non può che farmi piacere dato che
adoro tutti i libri della saga.
Mi fa contenta che la storia ti sia piaciuta e spero di non averti
delusa con
questo capitolo. Un bacio
Niettolina:
Ciao, mi dispiace che gli altri capitoli non ti siano piaciuti, spero
di
essermi rifatta con questo, era solo questione di tempo, ci voleva un
bel colpo
di scena in cui gli diceva che era sua figlia, in una situazione non
proprio
normale. E le sorprese non sono ancora finite, ma scoprirai tutto
prestissimo.
Fammi sapere cosa ne pensi di questo!!Baciii
Ashleyily95:
Ciao stella, bè spero che questo colpo di scena ti sia
piaciuto ancora di più!!
Grazie mille per la tua recensione!!Un bacione.
Ilary_Divina:
Ciao cara, eh eh spero ti piaccia come ho sistemato la situazione, che
intervenissero Fito e Fabio era troppo banale, ho voluto fare una cosa
un po’
pazza!!Spero ti sia piaciuto. Baciii
Volpina_McGranitt:
: Ciao carissima, sto seguendo la tua storia, appena ho due minuti
aggiorno, molto bella, per Emma ho una mezza ideuzza su come
sistemarla, ma si
scoprirà alla fine!Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto!!Baciii
Merry_fairy:
Ciao, mamma mia che piacere enorme che mi ha fatto la tua recensione,
sono
contenta che segui la mia storia, grazie mille per i complimenti!!Spero
che il
capitolo ti piaccia!! Un bacio.
Buonanotte a tutti!!
Gaia
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Capitolo 14 *** 14 ***
L’universo
intero è sparito.
Ci sono solo io, perso nel vuoto e quattro parole che mi rimbombano
nella
testa.
ELISABETH è
TUA FIGLIA
Mia
figlia, ho una figlia!
Un bambina stupenda insieme all’amore della mia vita. Ma cosa
ci faccio ancora
su questo treno? Voglio correre da lei, voglio abbracciarla, voglio
dirgli “io
sono il tuo papà!”.
Sarò
sincero, ci avevo già
pensato qualche volta a questa ipotesi, che la bambina di Antonella
potesse
essere mia figlia, ma credevo me lo avrebbe detto subito. Dovrei essere
arrabbiato con Antonella, me lo ha tenuto nascosto per tutto questo
tempo, ma
poi ripercorro tutta la storia dal suo punto di vista. Me ne ero andato
dicendogli di amare Emma, e me ne sono tornato come fidanzato ufficiale
sempre
di Emma, io cosa avrei fatto al posto suo? Me ne sarei stato zitto pure
io. Non
ci posso credere, ecco perché ho iniziato a volerle bene fin
da subito, avevo
un legame speciale con lei. Mia figlia.
-E
corri da lei no? Cosa ci
fai ancora qua?-
Mi
dice un signore sulla
sessantina seduto accanto a me risvegliandomi dai miei pensieri e
riportandomi
a una realtà stupenda. Non me lo faccio ripetere due volte e
scendo in velocità
dal treno.
La
vedo, a pochi metri da
me, è ferma là, non sa cosa fare, non sa la mia
reazione. Tutti intorno a noi
aspettano che io faccia qualcosa, sembrano imbambolati davanti a una
telenovelas.
Faccio
quello che mi
suggerisce il cuore, che mi viene istintivo fare, corro da lei e la
prendo in
braccio baciandola.
Lei
risponde subito mentre
intorno a noi si leva un coro di “oh” tipo da lieto
fine delle favole. Pensavo
che non avrei più assaporato queste labbra, che non avrei
più potuto sfiorarti,
che non mi avresti amato più.
Io non ti prometto
qualcosa che non ho
quello che non sono
non posso esserlo
anche se so che c'è chi dice
per quieto vivere
bisogna sempre fingere.
-Antonella,
mi credi
finalmente, non sai quanto mi è costato fingere di stare
bene con Emma, ma quel
Taylor è insopportabile. Non mi lascia in pace.-
Tu
mi appoggi un dito sulle
labbra.
-Nicolas
non sei arrabbiato
perché ti ho tenuto nascosto di Elisabeth?-
-No
tesoro, immagino quello
che avrai passato pure tu e non ti biasimo del fatto che non me lo hai
detto
prima, ma ora che lo so è il regalo più bello che
potessi farmi.-
Sorridi,
uno di quei tuoi
sorrisi stupendi, col cuore.
-Dove
te ne stavi andando
Nicolas?- mi domandi.
-Stavo
scappando da Alan
Taylor, non voglio più vivere costretto a fingere di essere
qualcuno che non
sono.-
-Io
ed Elisabeth veniamo con
te!- mi dici decisa.
Non posso giurare
che ogni giorno sarò
bello, eccezionale, allegro,
sensibile, fantastico
ci saranno dei giorni grigi
ma passeranno sai
spero che tu mi capirai.
-Antonella
sei sicura di
voler rinunciare a tutto per me? Al tuo disco, ai tuoi amici, al tuo
lavoro.-
-Il
resto non mi interessa
se non posso avere te al mio fianco.-
-Non
ti posso promettere che
ogni giorno sarò stupendo, ma mi impegnerò ad
essere un buon padre per
Elisabeth.-
Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò
-Io
ci sarò sempre per voi
due, siete le persone più importanti della mia vita!- ti
dico col cuore in
mano.
-Lo
so Nicolas, ma non
potremo scappare in eterno da Alan Taylor.-
So che nelle fiabe
succede sempre che
su un cavallo bianco
arriva un principe
e porta la bella al castello
si sposano e sarà
amore per l'eternità.
Solo che la vita
non è proprio così
a volte è complicata come una
lunga corsa a ostacoli
dove non ti puoi ritirare
soltanto correre
con chi ti ama accanto a te.
-Staremo
lontani fino al
giorno in cui lui si stancherà e fidati che se mi starai
accanto, per te ed
Elisabeth supererò tutte le difficoltà.-
Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò.
Giuro ti prometto
che io mi impegnerò
io farò di tutto però
se il mondo col suo delirio
riuscirà ad entrare e far danni
ti prego dimmi che
combatterai insieme a me
-Sempre
Nicolas ti starò
accanto e combatteremo insieme, ti amo e non voglio più
perderti.-
Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò.
-Ti amo anch’io Anto, forza sono ansioso di stare
con Elisabeth e dirgli la
verità.- ti dico sorridendo.
-Ne
sarà contentissima di
scoprire che sei tu suo padre, chiamo un taxi, andiamo.-
-Devo
andare a farmi ridare
le valigie, appena arrivati a casa parliamo di come e dove andarcene,
ci
vediamo lì tra neanche mezzora.-
-Mi
mancherai.- mi dici
dolcemente e io mi sciolgo.
-Tu
di più!-
Ci
diamo un bacio veloce e
poi la osservo uscire dalla stazione. È mia, mia per sempre.
E abbiamo una
figlia insieme, e che bambina, una bambina stupenda con cui non vedo
l’ora di
passare altro tempo insieme. Niente potrebbe rovinare questo momento.
Mi
sento battere sulla
spalla.
Mi
volto.
No!
Lui.
-Ciao
Nicolas.-
-Signor
Taylor.-
-Che
fortunata coincidenza,
stavo giusto venendo a riprenderti perché avevo appena
scoperto la tua fuga e
cosa mi trovo davanti? Una romantica scenetta da film strappalacrime,
commovente davvero.-
-Cosa
vuole ancora da me
signor Taylor?-
-Oh
ma io non voglio più
niente da te Nicolas, sarai tu a decidere come sempre.-
-Cosa
vuole dire?- gli
domando. Proprio ora che tutto andava per il meglio.
-Ho
sentito che hai una
figlia, sai non è prudente lasciare a casa una bambina solo
con la governante,
non è molto brava a difendersi.-
-Stronzo,
che le hai fatto?-
-E
di questi tempi, neanche
dei tassisti ci si può più fidare.-
Tutta
la felicità che avevo
fino a un secondo prima crolla a queste parole e mi invade un senso di
panico,
mia figlia e la ragazza che amo, cosa ha fatto? Non posso metterle in
pericolo,
stanno rischiando troppo per me. Mi viene la forte tentazione di
mollargli un
pugno e sbatterlo a terra, ma devo stare calmo, non posso mettere in
pericolo
la vita delle due persone a cui tengo di più.
-Sai
ora la domanda che ti
faccio è questa: accetti di sposare mia figlia?-
Fine capitolo.
Ciao a tutte,
scusate il
capitolo è un po’ cortino, ma spero vi sia
piaciuto lo stesso. La canzone è io
ci sarò di max pezzali, quella dello scorso capitolo invece
no di laura
pausini.
Non ho tempo per
ringraziarvi personalmente, sono contenta però che lo scorso
capitolo vi sia
piaciuto col suo colpo di scena!Su questo c’è un
colpo di scena cattivo!!
Grazie mille a:
Volpina_McGranitt, niettolina, Giulysan, Ashleyily95, _chocola_,
Ilary_Divina,
bulma4ever, bubu95, dreamergirl!
Grazie mille
veramente,
spero che il capitolo vi piaccia!!
Un bacione.
Gaia
|
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Capitolo 15 *** 15 ***
-Mi
porti alla Pretty Land School of Arts!- dico al tassista.
-Ma
certo signorina.- mi
risponde. Gentile questo signore, anche se pare un pò un
Mafioso, corporatura
grossa, baffo, testa pelata. Ah, sono solo mie impressioni.
Sono
troppo felice, se si
può raggiungere un culmine di felicità,
bè io lo sto facendo in questo momento.
Nicolas non si è arrabbiato perché gli ho tenuto
nascosto di Elisabeth e
finalmente ho scoperto tutta la verità sul perché
mi ha lasciata e ho capito
che mi ama ancora, mi ha sempre amata e per sempre mi amerà.
Ancora
non ci posso credere.
Stiamo
passando il centro,
un momento il mio quartiere è dall’altra parte.
-Mi
scusi lei, ha sbagliato
strada, ma le pare che devo essere io a dirle la strada da fare?-
domando
scocciata. Non vedo l’ora di arrivare a casa per poter
parlare con mia figlia e
dirgli tutta la verità.
-No
piccola, la strada è
giusta.-
Accosta
un attimo lungo la
strada e si volta verso di me con un sorrisetto cattivo, non mi piace,
non so
dove mi voglia portare, ma il mio istinto mi dice di aprire la portiera
e
scendere.
Cerco
di farlo in velocità,
ma lo scimmione mi prende per un braccio e mi butta di forza sul
sedile, cerco
di dimenarmi, ma mi ficca tra la bocca e il naso un fazzoletto,
probabilmente
con del sonnifero.
Cerco
di trattenere il
respiro, ma non ce la faccio più, l’aria inizia a
mancarmi, devo resistere. Il
mio naso ispira l’aria involontariamente e tutto intorno a me
diventa buio.
Apro
lentamente gli occhi,
mi gira la testa tantissimo quindi li richiudo e cerco di capire come
mi ero
addormentata. Il mio primo pensiero va a Nicolas, come sempre.
Nicolas!
Finalmente
ci siamo detti
tutti e due la nostra dose di verità, mi sta aspettando a
casa perché dobbiamo
scappare da Alan Taylor, ma io come ho fatto ad addormentarmi? Ricordo
che
stavo andando a prendere il taxi. Il taxi! Ora è tutto
chiaro, ma ho paura ad
aprire gli occhi, non oso immaginare dove potrei essere.
Mi
tiro a sedere, sono in un
luogo abbastanza buio, entra luce solo da una finestrella in alto in un
angolo,
probabilmente siamo in una cantina o in un sotterraneo. Il luogo
è veramente
molto squallido, si sente lo squittire dei topi, gocce
d’acqua cadono dal
soffitto, pieno di ragnatele e di muffa e soprattutto in questo posto
fa un
freddo cane.
-Bene
bene bene, vado che la
nostra ospite si è svegliata.- mi volto.
-Alan
Taylor.-
-Ciao
Antonella.-
-Ti
ordino di lasciarmi
andare immediatamente, forse non hai presente chi sono io!- dico io con
tono
cattivo, anche se non penso funzionerà molto.
-Oh
si che ho presente, tu
sei la ragazza che ha avuto una figlia col ragazzo di mia figlia e che
quindi
impedisce alla mia piccola di essere felice, ma stai tranquilla,
Nicolas ha
scelto di fare la cosa giusta, non vi farò del male,
semplicemente starete a
farmi compagnia per un altro po’.- non mi accorgo neanche che
sta parlando al
plurale, sono troppo concentrata sulla frase riguardante Nicolas, la
cosa
giusta? Ma a cosa si riferisce?
-Cosa
hai fatto a Nicolas
stavolta?- gli domando.
-Oh,
ma io non gli ho fatto
niente, io gli ho solo posto una domanda e lui ha dato la sua risposta,
naturalmente se ne avesse data un’altra ci sarebbero state
delle brutte
conseguenze per te.-
-Sei
un mostro.- dico dando
voce ai miei pensieri.
-Suvvia,
non dire così,
presto vostra figlia dovrà chiamarmi nonno.
-Cosa
vuoi dire?-
-Che
domani Emma e Nicolas
si sposano.-
No,
no, no! Questo è troppo,
la mia pazienza ha un limite, come può distruggermi la vita
in questo modo? Mi
avvento su di lui mollandogli una sberla potente sul volto, poi mi
aggrappo ai
pochi capelli che ha, questa mossa funziona sempre, e intanto gli urlo
contro.
-LEI
NON PUò ROVINARMI LA VITA
COSì, LEI è UN MOSTRO, UN
ASSASINO, IO
LA
ODIO! DEVI
LASCIARE STARE NICOLAS!-
Sentendo le mie urla due
uomini accorrono in
aiuto del loro capo e mi staccano dal corpo di Taylor tenendomi stretta
perché
io continuo a dimenarmi.
-Mossa
sbagliata Antonella.-
-Non
mi porta un cazzo, mi
faccia pure del male, mi uccida se vuole, ma non permetterò
a Nicolas di
sposare Flemma.- gli urlo contro.
-Oh
ma il matrimonio è già
deciso, è inutile opporsi, e io se fossi in te mi calmerei o
qualcuno si farà
molto male.-
Cosa
vuole dire?
Batte
due volte le mani e
dalla porta compare un uomo con a fianco…Elisabeth.
Oddio
cosa le avranno fatto?
La osservo attentamente e noto che fisicamente sta bene, ha in braccio
i suoi
pupazzi e deve essere pure ubbidiente se la fanno camminare
liberamente, non
oso immaginare la paura che avrà la mia bambina in un
momento come questo.
-Lo
sai Pooh me l’ha
comprato la mamma quando ho compiuto un anno, Ih Oh invece a Natale un
po’ di
tempo dopo, infatti voglio più bene a Pooh perché
ce l’ho da più tempo, ma e il
tuo amico pupazzo chi è?Ce l’hai a casa?-
Non
so se scoppiare a ridere
o piangere, probabilmente piccola com’è la mia
bambina non ha capito la
situazione e sta stordendo la guardia con le sue chiacchiere! Non ci
posso
credere.
-Mamma!-
urla vedendomi e mi
corre incontro. Io la prendo in braccio e la abbraccio stretta, che si
azzardi
solo a toccarmela e scateno il finimondo.
-Bene,
vedo che ti sei
calmata, sarà meglio per te che rimani così, vi
lasciamo sole. Tornerò a farvi
visita e vi farò sapere come vanno i preparativi del
matrimonio, vi manderò
anche un invito. Oh no, ma voi non potrete esserci. Ahahaha!-
Stronzo!
Penso dentro di me,
non lo dico ad alta voce, siamo già fin troppo in mezzo ai
guai. Vedo scimmioni
e Alan Taylor uscire e mi tranquillizzo. Sempre con in braccio
Elisabeth mi
siedo sulla brandina su cui mi sono svegliata.
-Ma
perché siamo qua mamma?-
mi domanda.
-Perché
non vedi com’è
brutto questo posto? C’era bisogno di due super divine come
noi per renderlo
più bello, per questo ci hanno portate qua!- mentre parlo mi
rendo conto delle
cavolate assurde che sto sparando, ma naturalmente mia figlia ci crede.
-Ah
giusto! Mamma sai, il
nonnetto di prima con i capelli grigi mi ha detto che non mi
farà del male,
perché il mio papà ha fatto la scelta giusta. Ma
io non ho capito e chi è il
mio papà?-
Alan
Taylor, mettiamo in
conto anche questo.
-Ecco
vedi tesoro, sono cose
da grandi, ma il tuo papà è giunto il momento di
dirti chi è.-
-Davvero?-
mi domanda lei
con un sorriso che va da un orecchio all’altro.
-Si
tesoro, il tuo papà è
Nicolas!- dico seria, aspettando una sua reazione.
-Siiiii!!Ma
allora il mio
papà è veramente bellissimo, e anche
simpaticissimo, e gioca con me, mi fa il
solletico, il mio papà è il migliore. Quando
andiamo da lui mamma?- mi domanda
fuori di sé dalla gioia, non l’ho mai vista
così contenta.
-Presto
tesoro, presto.- si
spera.
-Ma
quando lo vedo posso
chiamarlo papà?-
-Certo
tesoro mio!-
-Evviva!-
mi abbraccia di
slancio e ci sdraiamo sulla brandina. Mi sento soddisfatta, sono
riuscita a far
mantenere il sorriso a mia figlia anche in situazione come queste,
peccato che
non posso dire lo stesso di me,le lacrime stanno inondando le mie
guance. E
così domani Nicolas si sposerà con Emma e io lo
perderò per sempre, solo per
colpa mia. Lui si sta andando a rovinare la vita perché non
facciano del male a
me ed Elisabeth. È incredibile come cambia la vita, cinque
minuti prima tutto
ti va bene, e cinque minuti dopo sprofondi in un baratro.
No,
non si sposerà con Emma,
io troverò il modo di impedirlo, tra qualche ora
però, perché adesso l’effetto
del sonnifero si sente ancora e sono talmente stanca.
Nicolas
non ti sposerai con
Emma, è una promessa che faccio a me stessa.
Con
questi pensieri io e la
mia bambina ci addormentiamo abbracciate.
Dlin
dlon.
Sento
Fito venirmi ad
aprire.
-Nicolas
entra!- esclama
vedendomi.
Io
non ce la faccio più. Lo
abbraccio e piango, forse è la prima volta dopo dieci anni
che piango
liberamente. Sono sempre stato un tipo che non faceva vedere i suoi
affetti e
le sue emozioni, se stavo male facevo il duro, era molto più
semplice, ma ora
che la mia vita sta andando verso l’inferno posso permettermi
di piangere.
-Ehi
che succede? Vieni
sediamoci.- mi invita Fito. Mi accomodo sul divano di fronte a lui.
-Fito
io non ce la faccio
più, stavo vivendo il momento più felice della
mia vita e due minuti dopo ecco
che arriva lui a rovinare tutto.-
-Cosa
vuoi dire?-
-Quando
me ne stavo per
andare Antonella mi ha fermato, mi ha creduto e ci siamo detti tutta la
verità.
Ho scoperto che Elisabeth è mia figlia ed è la
notizia più bella del mondo,
avevamo già deciso di scappare insieme, quando chi mi
compare alle spalle? Alan
Taylor, ha rapito Antonella e Elisabeth e se domani non mi sposo con
Emma le
ucciderà.- spiego tutto d’un fiato.
-Come
ti sposi con Emma? Ma
non c’è proprio niente da fare?- mi domanda.
-No
Fito, niente, non voglio
metterle in pericolo, una volta che mi sarò sposato Alan
Taylor le lascerà in
pace. Ed è questo quello che voglio, almeno mi
sposerò col sorriso a saperle
sane e salve.-
-è
una cosa orribile quella
che sta facendo.-
-Lo
so, gli inviti sono già
stati mandati, parteciperanno anche i ragazzi, Leandro, Carmen e tutti
quanti,
avrò bisogno del loro sostegno per affrontare questa
situazione.-
-Quindi
sanno tutti la
storia?- mi domanda.
-Si,
ho spiegato del
rapimento e tutto quanto. Taylor mi ha concesso di scegliere il
testimone di
nozze e vorrei che fossi tu Fito, ho bisogno della vicinanza di un
amico per
superare la giornata di domani.- gli domando speranzoso.
-Va
bene Nicolas, se questo
servirà a evitare che a Eli e Antonella capiti qualcosa di
male, lo farò. Ma un
momento se Elisabeth è stata rapita ed era con Petra, io
pensavo fossero andate
a fare una passeggiata, dov’è finita Petra?- mi
domanda. Al che ci alziamo e
cerchiamo in tutta la casa. La troviamo chiusa in uno sgabuzzino,
legata e
imbavagliata.
-Signore,
signore, è
successa una cosa terribile, degli scimmioni sono entrati e hanno
portato via
la bambina, non sono riuscita a fare niente.- dice la cara governante
piangendo.
-Stai
tranquilla Petra, lo
sappiamo, non è colpa tua.- la tranquillizza Fito.
-Hanno
fatto del male a
Elisabeth?- domando io.
-No,
l’hanno presa in
braccio e portata via.- risponde lei.
Il
fatto di sapere che non
le hanno fatto niente mi tranquillizza almeno in parte, non oso
immaginare cosa
staranno passando ora le due persone più importanti della
mia vita e tutto per
colpa mia. La mia vita sta per essere rovinata per sempre, ma se devo
scegliere
tra una vita orribile sapendo di aver salvato le due persone che amo e
una vita
felice ma senza di loro, scelgo di vivere male e in cambio della loro
libertà
donare la mia vita.
Fine capitolo.
Buongiorno a
tutte!!Scusate
per il capitolo corto e forse un po’ noioso ma è
come dire di passaggio. Nel
prossimo ci sarà la scena del matrimonio, ma non vi anticipo
niente. Mi scuso
se forse nello scorso capitolo non si era capito molto che Antonella
era stata
rapita. Scusate ma sono di fretta quindi non posso ringraziarvi
personalmente,
ma faccio un grazie di cuore collettivo a: bubu95, bulma4ever,
Ashleyily95,
Ilary_Divina, mileybest (Che bello leggere una tua recensione, mi sei
mancata,
comunque per il seguito sinceramente non saprei perché ho
già in mente una
nuova niconella ambientata diversamente però! Baci)
dreamergirl, miss myu 91,
Misty_Pan 96.
Grazie!!
Un bacio!
Gaia
|
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Capitolo 16 *** 16 ***
Apro
lentamente gli occhi,
sento qualcosa tremare accanto a me, guardo e vedo Elisabeth piena di
freddo.
Certo che almeno una coperta potevano darcela. Dalla finestrella
nell’angolo
entra un po’ di luce, vuol dire che la giornata è
già cominciata, la giornata
più brutta della mia vita perché
perderò l’amore della mia vita e il padre di
mia figlia. Una lacrimuccia scende dai miei occhi, come può
un uomo fare questo
per la figlia, è proprio vero che l’amore rende
pazzo l’essere umano.
Mi
alzo, devo trovare una
guardia e pretendere una coperta per la mia bambina, tanto Alan Taylor
sarà al
matrimonio della figlia, spero
di
trovare qualcuno di gentile.
Mi
avvicino alla porta, ma
non si apre. E io come faccio a chiamare qualcuno ora?
Busso
un po’ di volte, ma
nessuno mi risponde quindi mi tolgo una forcina dai capelli e apro la
porta.
Nei film sembrava più difficile, eh bè sono la
migliore in tutto.
-Mi
scusi lei, esigo
immediatamente una coperta perché mia figlia, che poi
sarebbe la bimba più
divina del mondo ha freddo e faccia in fretta perché glielo
sta chiedendo
Antonella la star!-
Dico
io alla guardia seduta
accanto alla porta. Non la guardo in faccia, devo dimostrare di essere
superiore, però non ottengo risposta.
Inizio
a spazientirmi, ma
questo si degna di rispondermi?
Mi
volto e vedo questo omone
con i capelli neri in giacca e cravatta, sprofondato nel mondo dei
sogni, non
si sveglierebbe neanche con le cannonate. Ora o mai più.
Rientro
nella cella e prendo
in braccio mia figlia ancora mezza addormentata.
-Mamma…-
-Dormi
tesoro, tranquilla.-
le dico io e lei riprende a dormire appoggiandosi alla mia spalla.
Esco
dalla stanza,
controllando che l’uomo sia ancora addormentato e vado a
sinistra, non so dove
mi porterà, non conosco il posto dove siamo rinchiuse, ma
guardando un po’ le
pareti e le stanze a cui passiamo accanto si direbbe una vecchia casa
abbandonata da tantissimo tempo. Salgo delle scale, spero di trovare un
corridoio con una finestra in modo da sgusciare fuori tranquillamente,
invece
incontro il corridoio, ma senza finestre, solo con una serie di porte.
Non ho
neanche il tempo di origliare che mi giungono delle voci in lontananza
ed entro
nella prima stanza che trovo.
Fa
freddo qua dentro, sto
appostata accanto alla porta e sento i due scimmioni passarmi accanto,
perfetto! Prestissimo si accorgeranno della nostra scomparsa.
Mi
guardo un attimo intorno!
Che stupida! Ecco perché faceva così freddo, la
parete esterna della casa è
crollata e si può arrivare tranquillamente
all’esterno, deve avere sui cent’anni
questa casa.
Esco,
Eli comincia a pesare,
ma corro con tutte le mie forze verso una strada. Riconosco il
quartiere anche
se ci sono stata pochissime volte. Siamo nella zona sud,nella parte
opposta
della città rispetto al mio quartiere.
-Mamy.-
dice Eli
svegliandosi completamente.
-Buongiorno,
dormito bene?-
le dico io continuando a camminare nel ciglio della strada.
Fa
segno di si con la testa.
-Ma
dove siamo?- mi domanda.
-A
fare una passeggiata.-
-Va
bene!-
Scende
e comincia a
camminarmi a fianco tenendomi per mano. La strada è deserta,
costeggiata da
poche case e tutto intorno campi, siamo proprio in periferia. In
lontananza
vedo però un gruppo di case, sicuramente troverò
una cabina telefonica. Fortuna
che mi sto guardando in giro e riesco a notare da lontano la macchina
nera
tipica degli scagnozzi di Alan Taylor. Trascino Elisabeth dietro un
albero e ci
accucciamo ai piedi di questo.
-Mamma
perché ci siamo
nascoste?-
-Avevo
voglia di giocare a
nascondino con la macchina tesoro, non ci deve vedere!-
-Va
bene!!- si mette un
ditino davanti la bocca e mi fa segno di stare zitta ridendo, la
macchina ci
supera senza accorgersi di noi. Stiamo per alzarci e rimetterci in
cammino,
quando ne compare un’altra e faccio appena in tempo a saltare
dietro l’albero
che la macchina rallenta e controllano guardando fuori dal finestrino.
Cazzo
ci hanno viste!
A
salvarci ci pensa un gatto
randagio che sbuca fuori poco distante da noi e gli uomini ripartono
convinti
probabilmente di aver visto male. Tiro un sospiro di sollievo e riparto
a
camminare un po’ più tranquilla, a
quest’ora Alan Taylor sarà impegnato col
matrimonio della figlia, non baderà a me ed Elisabeth
scappate. Anche se farà
male perché devo assolutamente impedire questo matrimonio,
non dovrebbe mancare
molto all’ora delle nozze, devo muovermi! Questo matrimonio
non s’ha da fare.
Dopo
circa un altro quarto
d’ora arriviamo a una cabina telefonica.
-Mamma
ma dove andiamo
adesso?- mi domanda la mia bambina.
-Da
papà tesoro.- lei mi
sorride. Io prendo in mano la cornetta e faccio il numero.
-Pronto
Patty?-
Meno
un’ora, un’ora e sarò
condannato a morte, no forse peggio, perché da morto non mi
toccherebbe
sopportare di vivere con una persona che non amo.
Antonella
e Elisabeth, è da
ieri sera che ho il pensiero fisso su di voi. Il mio amore e la mia
bambina.
Sono terrorizzato all’idea che possano farvi del male, non
voglio neanche
pensarci. Sotto questo punto di vista non vedo l’ora di
sposarmi, così poi
saranno libere e sane e salve.
Tiro
fuori dalla tasca della
giacca una foto di Antonella e Elisabeth e la infilo nel taschino della
camicia
sotto lo smoking, l’ho presa dalla camera di Anto stanotte,
mi ha accompagnato
Fito, così qualche volta, quando mi sentirò solo
guarderò i vostri due sorrisi,
i più belli del mondo e questo basterà a portare
un po’ di sollievo nel mio
cuore. Accendo la radio, sono nella mia camera della villa, a momenti
dovrebbe
arrivare Fito per aiutarmi a vestirmi, ma cosa credono che non sono
capace di
mettermi un vestito? Comunque meglio così, ho bisogno del
sostegno di un amico.
Cosa c’entra
questo cielo lucido
Che non
è mai stato così blu
E chi se ne frega
delle nuvole
Mentre qui manchi
tu
Già
il cielo non è mai stato
così bello, chissà, forse vuole darmi anche lui
una mano a ritrovare il
sorriso, impossibile, se manchi tu Antonella un sorriso sincero non
potrò più
farlo.
Pomeriggio spompo di domenica
Come fanno gli altri a stare su
Non arriva neanche un po’ di musica
Quando qui manchi
tu
Intorno
a me vedo gente che
mi sorride, si congratula, ride. Ma cosa pensano che io sia contento di
sposarmi? Poveri illusi, non sanno che a congratularsi con me mi fanno
ancora
più male. Giù in salotto ci sono tutti i parenti
di Emma, avrei voluto ci
fossero anche i miei, o almeno una sola persona: mio padre. Forse non
sarà il
matrimonio che ho sempre sognato, con la perosna che amo, ma almeno la
presenza
di mio padre mi avrebbe reso felice, e invece ora si trova da
un’altra parte,
mi ha fatto piacere la sua chiamata ieri.
E adesso che sei dovunque sei
Chissà se ti arriva il mio pensiero
Chissà
se ne ridi o se ti fa piacere
Già se ti
arriva il mio
pensiero di sicuro ti starai mettendo a ridere a vedere uno sciocco
come me
disperarsi e fare i capricci che non si vuole sposare come un bambino.
E ti
vedo nella mia testa, dimenarti e iniziare a urlare e minacciare Emma
di
strappargli tutti i capelli, e qui mi scappa un sorriso.
Cosa
c’entra quel tramonto inutile
Non ha
l’aria di finire più
E ci tiene a dare
il suo spettacolo
Mentre qui manchi
tu
Poi penso a Elisabeth,
chissà se lo sa già che sono suo padre,
chissà se fra tantissimi anni magari mi
vorrà rivedere, abbracciarmi e chiamarmi
“papà”, chissà se mi
perdonerà e
capirà tutta questa storia. In questo preciso istante la
cosa che più voglio al
mondo è tenere strette tra le braccia Antonella e Elisabeth,
poi potete farmi
quello che volete, ma fatemele abbracciare un’ultima volta.
Così
solo da provare panico
E
c’è qualcun\'altra qui con me
Devo avere proprio
un aria stupida
Sai come
è manchi te
Si,
c’è un’altra, c’è
Emma
che sta facendo tutto questo per me, ma non
sono sicuro mi ami veramente, penso che per lei sia
più solamente un
capriccio. Ho un’aria stupida, e certo senza voi due al mio
fianco mi sento
solo, mi sento triste, insomma mi sento uno stupido.
E adesso che sei
dovunque sei
Chissà
se ti arriva il mio pensiero
Chissà
se ne ridi o se ti fa piacere
E adesso che sei
dovunque sei
Ridammelo indietro
il mio pensiero
Deve esserci un
modo per non lasciarmi andare
Un
modo per non lasciarmi
andare? No, non esiste, o meglio sarebbe rischioso per voi due. I
ragazzi mi
avevano già proposto qualche piano di fughe e robe simili,
ma la posta in gioco
è troppo alta, non me lo perdonerei mai se dovesse capitarvi
qualcosa di male.
Cosa c’entra questa notte giovane
Non mi cambia niente la tv
E che tristezza che mi fa quel comico
Quando qui manchi tu
E adesso che sei dovunque
sei
Chissà
se ti arriva il mio pensiero
Chissà
se ne ridi o se ti fa piacere
E adesso che sei
dovunque sei
Ridammelo indietro
il mio pensiero
Deve esserci un
modo per non lasciarmi andare
Chissà
se ti è arrivato il
mio pensiero, bè se ti è arrivato potrai vedere
cosa sto pensando, e cioè che
vi amo più della mia vita, che siete le persone
più importanti per me e che
tutto questo lo sto facendo per voi perché non voglio vi
capiti niente di male
e che questa giornata è la più brutta della mia
vita, che sto cercando di
sforzarmi di sorridere, ma non ci riesco se fosse per me il mio volto
sarebbe
rigato di lacrime. Qualcuno bussa alla porta
-Avanti.-
dico.
-Forza
Nicolas, ti aspettano
giù, coraggio!- mi dice Fito.
-Arrivo!-
gli dico.
-Vuoi
che ti racconti una
barzelletta per tirarti su il morale?- mi domanda il mio amico, e qua
un altro
sorrisino scappa, certo che Fito è proprio incorreggibile.
Apro
la porta e scendo le
scale, mi stampo un sorriso sulla faccia, perfetto! Si va in scena!
Sono
in chiesa, da una parte
ci sono i parenti di Emma che mi squadrano da cima a fondo e mi
guardano con
sorrisetti e finte moine, dall’altra i ragazzi, le divine, le
popolari,
Leandro, Carmen e vari adulti con facce che sembrano ad un funerale.
Non li
ringrazierò mai abbastanza per essere venuti a sopportare
con me questo giorno.
Caterina e Luciana scoppiano a piangere quando arriviamo al momento di
pronunciare il si fatidico, ma non sono lacrime di gioia come molti
parenti dei
Taylor pensano. Alla fine ieri sera abbiamo confessato a tutti che
Elisabeth e
mia figlia e tra pianti e sorrisi di gioia tutti mi hanno fatto
intendere
quanto fossero felici della notizia, felici fino a un certo punto,
perché
domani me ne dovrò andare. Due persone mancano
però tra i ragazzi: Patty e
Matias, probabilmente Patty non se la è sentita di fare
questo alla sua
migliore amica, di venire, e Matias è rimasto a casa con lei.
La
messa sta durando più del
previsto, mi sembra di essere all’inferno, quando le fiamme
ti bruciano
lentamente e non puoi evitarlo. Emma è accanto a me,
bellissima nel suo vestito
da sposa, ma non è lei che voglio sposare.
Sono
perso nei miei pensieri
fin quando Emma mi tira una leggera gomitata, mi volto verso il prete.
-Vuoi
tu Emma Taylor
prendere come tuo legittimo sposo il qui presente…-
-PAPà!-
-NICOLAS
CORRI!-
Fine capitolo.
Colpo di scena!!Eh
eh spero
che il capitolo vi piaccia!! Ho pochissimo tempo, scusate se sono
sempre di
fretta!!Ringrazio molto bulma4ever, Ashleyily95, bubu95, miss miyu 91,
Ilary_Divina, merry_fairy, dreamergirl!!
Un bacio.
Gaia
|
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Capitolo 17 *** 17 ***
Succede
tutto in un secondo.
Mi rimbombano nella testa tre parole.
Papà.
Nicolas.
Scappa.
Papà.
L’unica persona al
mondo che mi chiamerebbe così è Elisabeth.
Nicolas.
Ho riconosciuto il
suono della sua voce, Antonella.
Scappa.
Mi volto verso la
porta e le vedo, belle come due angeli, ed entrambe sane e salve che mi
incitano di correre.
Si,
finalmente la fortuna
gira dalla mia parte, non c’è tempo per stare qua
a pensare, in due secondi
percorro tutta la chiesa, Elisabeth è in braccio ad
Antonella. Le seguo e
finalmente mi sento libero.
Libero.
Gli
invitati non fanno
neanche in tempo a rendersi conto di quello che succede che
già siamo fuori
dalla chiesa. Sento dietro di me Alan Taylor urlare
–fermateli!-.
Ma
ormai è tardi, le seguo e
saliamo nella mini grigia di Matias che è seduto al posto di
guida con accanto
Patty. Appena saliti acceleriamo e scappiamo via.
Oh
mamma è successo tutto
così velocemente che non me ne rendo nemmeno conto.
Scoppio
a ridere, fino a due
minuti fa non vedevo possibilità di uscire da quella
prigione, e adesso invece
sono in macchina con la ragazza che amo e nostra figlia e stiamo
scappando da
un pazzo che vuole che sposi sua figlia. Fantastico!
Dopo
cinque minuti di
ridarella smetto e mi volto a guardare le due persone accanto a me.
Elisabeth
mi guarda indecisa, sorridendo, non sa cosa fare, non sa come
comportarsi. Io
la guarda sorridendo, ha il sorriso più dolce del mondo, mia
figlia. È la prima
volta che la vedo sapendo che è mia figlia ed è
una cosa meravigliosa sapere
che questa creaturina al mio fianco è nata da me e
Antonella. Mi guarda ancora
indecisa, ma prendo io l’iniziativa e la abbraccio forte. Una
lacrima
traditrice scende dai miei occhi, mi sono commosso,
d’altronde emozioni così
forti non tutti te le fanno provare.
-Adesso
non ci lasci più
vero papà?- mi domanda.
-Mai,
mai più.- le rispondo.
Sento
un singhiozzo e mi
volto alla mia destra. Antonella ci guarda sorridendo commossa.
Quanto
è bella, pensavo non
l’avrei più rivista, e invece eccoci qua. Attiro
forte a me anche lei. Fate
finire il mondo adesso e morirei col sorriso, abbracciato alle due
persone più
importanti per me. Qualcuno fermi il tempo, non voglio tornare alla
realtà.
A
farlo però ci pensa la
voce di Matias.
-Ehi
ragazzi, mi dispiace
interrompere questo momento, ma ci stanno inseguendo, io prendo la
statale.- ci
voltiamo tutti quanti a guardare indietro. Due volvo grigie ci sono
alle
costole.
-Pensa
a seminarli, ma dove
andremo? A Buenos Aires non possiamo tornare e neanche stare in
macchina per
tutta la vita.- gli dico io.
-Ho
paura.- mi dice
Antonella, e io non posso fare altro che stringerla più
forte.
-I
miei hanno una casa a
Pinamar in cui vanno qualche estate, possiamo andare là per
un po’, ora provo a
seminarli.- risponde Matias con sguardo preoccupato.
Acceleriamo
di colpo ed
Elisabeth si attacca al mio braccio spaventata.
Dopo
un paio di curve e
svolte improvvise riusciamo a seminarli e prendiamo la strada per il
mare.
-Patty,
io non voglio che
finiate nei guai per causa mia però, se volete smontarci
là e tornare a Buenos
Aires avete tutto il diritto, avete fatto anche troppo per noi.- le
dice
Antonella, precedendomi. Volevo dirlo anch’io, non
è giusto che ci rimettano
altre persone.
-Anto,
tu sei la mia
migliore amica, per te farei questo e altro e poi ormai ci siamo
già tutti
dentro, se tornassimo a Buenos Aires chissà cosa ci farebbe
Alan Taylor, poi
non so te Matias, ma qualche settimana di ferie io me la posso
prendere.-
risponde Patty.
-Ah
per me non ci sono
problemi, avevo proprio voglia di passare un po’ di tempo in
spiaggia.-
risponde sorridendo il suo ragazzo.
Arriviamo
alla villetta
della famiglia Beltran e rimango senza parole, sembra di essere
piombati in
paradiso: la casa è completamente bianca e il davanti
dà su una stradina
secondaria, mentre nel retro c’è un giardino con
la piscina e un cancello che
porta alla spiaggia privata. Bè se dobbiamo restare qua
possiamo anche sfuggire
in eterno. Matias ci accompagna in una stanza per gli ospiti e porta
Elisabeth
nella stanza che usava Giusy quando era piccola. Ormai sono le nove di
sera.
-Questa
è la vostra stanza,
c’è il bagno collegato, andiamo a rinfrescarci un
po’ anche noi e poi ci
troviamo giù per preparare qualcosa da mangiare che
fortunatamente la dispensa
è ben fornita.- ci dice Patty e se ne va.
Antonella
va a vedere se
Elisabeth ha bisogno di qualcosa. Nel frattempo apro
l’armadio per curiosare un
po’. Ci sono alcuni vestiti probabilmente del signor Beltran.
Tiro fuori una
camicia a maniche corte e un paio di pantaloni in jeans che dovrebbero
andarmi.
Mi tolgo la giacca dello smoking, meglio buttarlo questo vestito,
brutti
ricordi. Antonella rientra nella stanza.
-Si
è addormentata come si è
buttata sul letto.- dice sorridendo.
-Dobbiamo
parlare.- le dico
io seriamente. Lei annuisce e il suo viso si rattrista.
-Ascolta
Antonella se voi
ora voleste piantarmi qua e andarvene via e rifarvi una vita io vi
capirei, non
voglio che Alan Taylor vi dia fastidio o che rischiate ancora che vi
faccia del
male.-
-No
Nicolas, non dire così
perché saresti solo un’egoista, nostra figlia ha
bisogno di un padre con cui
crescere, io ho bisogno di te. Ti ho già perso una volta e
non voglio che
succeda di nuovo. Insieme affronteremo anche questa, vedrai che presto
si
stancherà di darci fastidio. Naturalmente se vuoi sposarti
con Emma come mi hai
appena fatto intendere sei libero di farlo. Esci da questa casa e ti
chiederò
solo un favore. Non tornare mai più.-
-No
no amore mio, ma cosa
hai capito, io voglio restare con voi, solo non vorrei crearvi dei
proble…- non
faccio in tempo a finire la fase che mi appoggia un dito sulle labbra.
-Ti
amo, non c’è altro da
dire.- mi dice. E finalmente possiamo baciarci e stare insieme senza
doverci
nascondere da qualcuno. Mi sembra di non baciarla da
un’eternità. Questo bacio
sembra portarsi via tutti i brutti pensieri, tutta la paura del
rapimento,
tutta la paura di non rivederla mai più, e porta con
sé solo una grande voglia
di passare il resto della vita insieme.
Dopo
circa mezzora
scendiamo. Patty e Matias hanno preparato la tavola e hanno cucinato
una
semplice pasta al pomodoro.
-Sono
contenta di vedervi
finalmente insieme.- esclama Patty.
-Anche
noi siamo contenti
che questa situazione stia prendendo un risvolto positivo.- esclama
Antonella.
-Ci
dispiace che ci siate
finiti in mezzo però, non volevamo mettervi nei
guai…- proseguo io.
-Nicolas,
ne abbiamo già
parlato. Basta, non è assolutamente un problema, siamo
entrambi affezionati a
Elisabeth, è la nostra nipotina alla fine e faremmo di tutto
perché possa
crescere con suo padre ed essere felice.- ci risponde serio Matias.
-Grazie
veramente di tutto.-
gli dico sorridendo e lui ricambia.
Poi
mi rivolgo ad Antonella.
-Mi
spieghi come avete fatto
a scappare?-
-Ti
pare che io la divina
Antonella non riuscivo ad uscire da una situazione del genere? Poi gli
scimmioni di Alan Taylor sono al quanto stupidi eh.- e noi scoppiamo a
ridere e
finalmente passo una serata in allegria, fuori da tutti i problemi.
Discutiamo
anche di come e quando tornare a Buenos Aires e decidiamo di non
pensarci, come
potrebbe Alan Taylor trovarci? Quando le acque si saranno calmate di
sicuro
qualcuno ci avviserà.
Sono
ormai tre giorni che
siamo qua nella casa di Pinamar di Matias nascosti da Alan Taylor, ma
sembra
più che siamo in vacanza. Ci stiamo divertendo un mondo, sto
cercando di
passare ogni secondo del mio tempo insieme ad Antonella e a mia figlia
per
recuperare il tempo perduto. Adesso siamo in piscina a spruzzarci e
divertirci.
Bip bip.
-Cos’è
stato?- mi domanda
Antonella.
-Il
mio cellulare.- esclamo.
È da quando siamo arrivati qua che non ricevo chiamate o
messaggi, ho un brutto
presentimento.
Mi
dirigo allo sdraio dove
avevo lasciato la giacca e cerco nella tasca.
Un
nuovo messaggio.
-Chi
è?- mi domanda
Antonella.
-Tuo
zio Fito, Alan Taylor
ha scoperto dove siamo e sta venendo a prenderci.-
Fine capitolo.
Scusate scusate
scusate,
perdonate il mio immenso ritardo, ma mi sto godendo questi ultimi
giorni di
vacanza per divertirmi e sono sempre fuori. Spero vi sia piaciuto.
Un grazie di cuore
a:
bulma4ever, Giulysan, bubu95, dreamergirl, Ashlyily95, Ilary_Divina,
Ela90,
Misty_Pan96, miss myu 91.
Grazie veramente.
Un bacio a tutte.
Gaia
|
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Capitolo 18 *** 18 ***
Ok.
Alan Taylor
sa dove siamo e sta venendo qua
praticamente con un esercito per portarmi via il ragazzo che amo,
nonché padre
di mia figlia. Eh no caro mio, mi hai già rovinato anche
troppo la vita.
-Matias, ci
puoi prestare la macchina?- domando io.
-Ma quale
macchina Anto, vi prenderebbero subito. I
miei hanno di meglio in questa villa.- mi dice con un sorriso furbetto.
Non
capisco ma decido di fidarmi.
Mezz’ora
dopo siamo sullo yatch privato dei
Beltran. Non ho parole, devo l’anima a Patty e Matias. Siamo
a circa quindici
chilometri dalla costa e stiamo risalendo a tutta velocità
verso nord.
Elisabeth si è addormentata nella sala sottocoperta dove vi
è un divano. Mi
appoggio alla ringhiera e mi godo il vento fresco che mi passa tra i
capelli,
mi dà un senso di libertà, cosa che purtroppo per
il momento non abbiamo. Sento
due mani poggiarsi sui miei fianchi, e non prendo paura
perché le riconosco
subito.
-Ti amo.-
mi sussurra così dal nulla. Ed io non
posso fare a meno di sorridere.
-Anch’io
Nicolas, ma dove andremo adesso?- gli
domando.
-Dobbiamo
parlare, ho detto a Matias di portarci in
un posto.-
-Dove?- gli
chiedo.
-New York.-
mi risponde. E mi trattengo dal fare i
salti di gioia, New York, la città più in del
mondo, fantastico questa fuga si
sta rivelando proprio piacevole, ma perché Nicolas ha quella
faccia?
-New York
dove esattamente?- domando.
-Ecco vedi,
due persone a me care hanno un
appartamento a Brooklyn, li ho sentiti prima al telefono, ci ospitano
volentieri, abbiamo tanto da raccontargli.-
-Abbiamo?-
domando io confusa, non riesco a capire
chi possa essere, non mi viene proprio in mente nessuno che conosco che
ha un
appartamento a Brooklyn.
-Si
Antonella. Stiamo andando da mio padre e tuo
padre.-
Crack.
Il mio
cuore si è spezzato, questa notizia mi ha
sconvolto. Mio padre. Mio padre che non vedo da quando avevo 4 anni,
mio padre
che ci ha abbandonato, mio padre che mi hanno fatto credere fosse
morto, mio
padre che è un truffatore, mio padre che è sempre
e comunque mio padre, mio
padre a cui voglio bene con tutto il cuore e se il pensiero di
rivederlo mi
spaventa e la rabbia verso di lui tende a bloccarmi, quello con la
gioia di
poterlo riabbracciare sovrasta gli altri due. Faccio un respiro
profondo e
sento le braccia di Nicolas stringermi più forte, mi posa un
bacio dolce sulla
fronte.
-Ce la
farai, io sono qua.- mi sussurri, e dopo
queste parole non posso fare a meno di scoppiare a piangere, cullata
dalle tue
braccia.
-Mio padre
lo sa che stiamo andando là?- domando.
-Sa solo di
me e quattro miei amici, i nostri
genitori non sanno di noi due, né di Elisabeth, è
giusto che glielo diciamo
insieme.-
-Hai
ragione. Non vorrei che mio padre la prendesse
male però il fatto di trovarmi là
all’improvviso.-
-Fidati di
me, lo farai l’uomo più contento del
mondo.- mi dice Nicolas sorridendo.
-Va bene,
adesso abbracciami di nuovo però per
favore.- dico io cedendo. Nicolas scoppia a ridere e mi stringe a
sé di nuovo.
Sono circa
5 ore che stiamo navigando, fortuna che
i Beltran avevano una scorta di carburante nello yatch che ci permette
di
arrivare tranquillamente a New York. Avrei proprio voluto vedere la
faccia di
Taylor quando non ci ha trovati. Sospiro e indosso gli occhiali da
sole. Sono
sul ponte a prendere il sole in costume, quando siamo andati via dalla
casa di
Pinamar ne abbiamo presi un po’ di quelli di Giusy io e
Patty.
-Mamyyy.-
La mia
piccola arriva zampettando da sottocoperta,
indossa un costumino a mutandina rosa adorabile, seguita da Patty. Si
siedono
accanto a me.
-Allora
come va? È da un po’ che non parliamo sole
io e te.- mi dice la mia amica.
-Bene, ma
in questi giorni diciamo che non ce ne è
stato il tempo, non siamo proprio in una bella situazione.- dico io.
Avevo
voglia di una chiacchierata con Patty.
-Guarda, se
non fosse che abbiamo un pazzo che ci
insegue e vuole farci fuori ha tutta l’aria di una vacanza,
mi sto pure
divertendo, non ti senti una vip su questo yatch?-
Scoppiamo a
ridere, com’è cambiata la mia amica
Patty. La storia con Matias l’ha resa più forte,
più decisa e anche l’amicizia
con me ha contribuito credo. Poi c’è il fatto che
finalmente ha una famiglia,
sono proprio contenta per lei, un tempo in una situazione come questa
sarebbe
scoppiata a piangere. Sorrido e mi godo i raggi caldi del sole.
Siamo
finalmente arrivati a Brooklyn. Una volta
arrivati al porto di New York abbiamo lasciato custodito lo yatch e
preso un
taxi. Finalmente siamo davanti l’indirizzo che ci ha indicato
Nicolas. Davanti
a noi si erge un grande palazzo marrone, giù
c’è parcheggiata una macchina
della polizia, Nicolas mi ha spiegato che sono ancora agli arresti
domiciliari,
ma possono ricevere visite.
Entriamo e
iniziamo a salire le scale, il loro
appartamento è all’undicesimo piano. Inizio a
tremare, i miei piedi sono combattuti
tra la voglia di salire più velocemente le scale e quella di
girarmi e
andarmene. Nicolas mi prende per mano, nell’altra ha stretta
Elisabeth.
-Va tutto
bene.- mi sussurra. E io gli credo, mi
faccio coraggio e continuo a salire. Le scale mi sembrano infinite.
Finalmente
bussiamo alla porta. Chiudo gli occhi,
sono dietro Nicolas. Patty mi appoggia una mano sulla spalla.
-Nicolas!-
Apro gli
occhi, un uomo sulla cinquantina passata
abbraccia forte il mio ragazzo. Ha gli occhi verdi come i suoi, si
assomigliano
tantissimo, se non fosse per i capelli bianchi. Sorrido, è
bello rivederli
insieme.
-Ciao
Nic…-
Dietro
l’uomo compare un altro signore. Lo
riconosco…è
mio padre.
-Antonella.-
Tutti si
bloccano immediatamente in silenzio, non
sanno che fare. Io rimango ferma in silenzio, immobile. I miei occhi
iniziano a
lacrimare, che strano effetto rivederlo dopo tanto tempo. Non ce la
faccio più,
mi butto tra le sue braccia e scoppio a piangere a dirotto.
-Ciao
papà.-
Fine
capitolo.
Ciao a
tutte. Chiedo umilmente perdono, ma causa
manca ispirazione questa fiction non è stata portata avanti
per un po’. Adesso
però sono tornata e perdonatemi, ma ho tre fiction in
sospeso. I miei programmi
sono questi: la mia nuova fiction “scary trip” mi
ha preso particolarmente
quindi penso di continuarla costantemente, per quanto riguarda le altre
due,di
questa fic dopo questo capitolo ce ne saranno altri tre prima della
fine,
quindi nelle prossime settimane concluderò anche questa. Una
volta terminata
questa continuerò “Resta e combatti, io
combatterò insieme a te” e “scary
trip”.
Mi scuso ancora per il ritardo.
Grazie
mille per le recensioni a:Ashleyily95,
Ilary_Divina, bulma4ever,Asietta80, miss miyu 91, GiuLy93 e Ela90.
Un bacione.
Gaia
|
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Capitolo 19 *** 19 ***
...19
Seguo
mio padre e ci andiamo a
sedere nei divani nel soggiorno. Lo guardo attentamente, ogni singolo
dettaglio, avevo pochi ricordi sbiaditi di lui, è prprio un
bel'uomo. L'appartamento dove stanno non è molto
grande. Una volta entrati a destra si trovano i divani con la tv, e
proseguendo vi è la cucina che poi porta nel terrazzo. Su un
tavolino noto un portafoto con due foto che mi sono familiari: su una
ci siamo io e Fabio da piccoli piccoli e sull'altra i miei genitori il
giorno del loro matrimonio. Sorrido inconsciamente, pensavo sarebbe
stato peggio ritrovare mio padre, invece è stata una gioia
immensa per me.
Franco, il padre di Nicolas sta già facendo sclerare Matias,
in
quanto suo grandissimo fan. Sembra un uomo simpatico e alla mano per
questi pochi secondi che l'ho visto.
Da un corridoio che in teoria porta alle camere da letto arriva una
canzone, il volume è troppo basso, non riesco a capire bene,
poi
però mi illumino, è tango lloron, una canzone del
mio cd.
-Ma questo è il mio cd papà?- domando a mio
padre, mentre ci
accomodiamo tutti quanti sui divani, eccetto Matias e Franco che vanno
in cucina a preparare il caffè per tutti, mentre il padre di
Nicolas continua a tempestare il povero ragazzo di Patty di domande.
-Certo, appena ho saputo che usciva ho mandato subito qualcuno a
comprarlo. Mi devi raccontare un sacco di cosa piccola mia. Cosa ci fai
qui?-
-Papà, ma se la mamma ha chiamato questo signore qua
papà, vuol dire che è il mio nonno?-
Spalanco gli occhi, oh mamma. Mia figlia ha fatto un disastro, volevo
che lo venisse a sapere in modo un pò più
delicato, non
così brutalmente.
-Mamma?- chiede mio papà guardandomi e io annuisco
leggermente.
-e papà?- dice girandosi verso Nicolas. Anche lui annuisce
un pò spaventato.
Rimane per crica due minuti paralizzato, e noi restiamo immobili,
incapaci di dire qualcosa. Deve essere un bello shok scoprire di avere
una nipotina. Poi si alza, ha il fare un pò minaccioso,
mette
paura anche a me.
-Quindi tu avresti osato mettere incinta la mia bambina?- domanda
avvicinandosi arrabbiato a Nicolas, che intanto è sbiancato.
Non
so se ridere o se piangere per la scena.
-Ma insomma qualcuno mi risponde?- domanda Elisabeth.
Mio padre si gira verso di lei e la sua espressione cambia
completamente. Da arrabbiato nero diventa dolcissimo. Ha una strana
luce negli occhi, e improvvisamente mi tornano in mente i momenti in
sua compagnia quando ero piccola.
Se la prende in braccio e inizia a fargli il sollettico.
-Ma certo che sono tuo nonno piccola.- dice sorridendo.
-Come sarebbe a dire che sei diventato nonno?- domanda il padre di
Nicolas portando il caffè in un vassoio. Aspettiamo che lo
abbia
appoggiato nel tavolino basso vicino ai divani, e mio padre gli dice.
-Siamo diventati nonni.-
-Siamo? Sei, io sono troppo giovane, ti ringrazio che mi consideri come
un fratello, ma nonno mi sa di vecchio.-
Questo non ha capito proprio niente, fortuna che Nicolas non ha preso
l'intelligenza da suo padre.
-No papà, quello che Roberto voleva dire è che
Elisabeth è anche mia figlia.-
Si sente un botto, Franco è caduto in terra, deve avere
perso i
sensi per la notizia. Non capisco perchè tutte queste
storie,
Nicolas che è il padre l'ha presa molto meglio di
loro che
sono i nonni. Patty controlla velocemente il polso al padre di Nicolas,
in questi anni ha imparato un sacco di cose da suo padre
Leandro,
che è medico. Vivendoci a stretto contatto dopo un
pò di
tempo alcune cose le impari e da quando Leandro e Carmen si sono
sposati convicono tutti insieme. Improvvisamente mi ricordo una cosa.
-Non è niente, ha solo perso i sensi per lo shock.- ci dice
sorridendo.
-Patty, a proposito cavolo. Vuoi telefonare a tua madre per farle
sapere che stiamo bene? Conoscendola sarà molto in ansia.-
sorrido nel pensare a Carmen e alle sue mille preoccupazioni. Mi manca
Buenos Aires e tutti i miei amici. Non vedo l'ora di tornare, ma
chissà quando passerà questa situazione.
-Si guarda se è possibile sarebbe meglio che la avvisassi.-
-Usa pure il telefono fisso, è quello sopra a quel
tavolino.- le risponde mio padre.
Improvvisamente la porta si spalanca.
-Franco, Roberto, siamo qua, mettete su il caffè.-
-Oddio il caffè!- urla Matias correndo in cucina.-
Mi volto verso la porta, sulla soglia vi stanno due poliziotti, devono
avere massimo trent'anni a testa. Hanno l'aria di essere due imbranati,
hanno proprio la faccia da tonti poverini, non sono per niente divini.
Uno è magro e alto, l'altro molto basso e molto ciccione.
- E tutta questa gente chi è?-
-Cip, Ciop, loro sono gli agenti che ci devono tenere agli arresti
domiciliari, vi presento mia figlia Antonella.- dice mio padre
presentandomi. Io rivolgo loro un sorriso forzato, quanta
volgarità.
-Cip e Ciop?- domando piano a mio padre.
-Si, li abbiamo soppranominati noi così, perchè
stanno
sempre insieme.- mi dice sorridendo, sembrano stargli molto simpatici,
questione di gusti.
Li guardo e faccio un saluto con la mano, mi guardano entrambi rossi
peperone e molto imbarazzati. Lo so che faccio questo effetto al sesso
maschile, ma potrebbero un pò contenersi.
-Incantati, vostra figlia è veramente bella.- dice
sorridendo il
più alto, quello che probabilmente si è svegliato
prima
dallo stato di confusione.
-Bene, io sono Nicolas, il fidanzato di Antonella, e figlio di Franco.-
dice Nicolas andando a porgergli la mano. Lo adoro quando è
geloso.
-Lei invece è Patty, un'amica di mia figlia.- la presenta
mio padre.
Un urlo mi spacca quasi un timpano, vedo i due catapultarsi ai piedi di
Patty.
-Noi adoriamo le tue canzoni.-
-Noi adoriamo la tua voce.-
Dicono sognanti i due. Non vedo l'ora che se ne vadano, mi hanno
già fatto venire sù il mal di testa.
-Mamma, che buffi che sono quei signori.- dice schietta mia figlia.
-Lei è Elisabeth, la mia nipotina.- dice mio papà
prendendola in braccio.
-Sua nipote?- chiede Ciop, il più ciccione.
-Si, figlia mia e di Antonella.- dice subito orgoglioso Nicolas, sono
contenta che sia così geloso.
-Eh bravo il figlio di Franco.- dicono dandogli una pacca sulla schiena
e con un sorrisetto alquanto malizioso. Io li guardo storto e vedo
anche Nicolas che inizia ad arrabbiarsi parecchio. A salvarli ci pensa
però Matias.
-Il caffè è pronto.-
-Lui invece è il fidanzato di patty, ora che abbiamo finito
le
presentazioni sediamoci a tavola a bere il caffè.- dice mio
padre.
Ci sediamo tutti insieme e passiamo veramente una bella serata, in
allegria, contenti di avere ritrovato persone che non vedevamo da
parecchio tempo e raccontandoci del più e del meno, di tutto
quello che è succcesso in questi anni, alla fine i due
agenti
hanno acconsentito a farci stare nell'appartamento e quindi ce ne
andiamo tutti a dormire.
Continuo a rigirarmi nel letto, basta. Adesso mi alzo. Faccio
attenzione a non svegliare Eli che dorme tra me e Nicolas. Ci siamo
sistemati nella stanza degli ospiti, dove vi è un letto
matrimoniale, Patty e Matias invece si sono accampati in soggiorno sui
divani. Passo silenziosamente nel soggiorno e vado in terrazza, la
porta era aperta però e infatti una volta fuori trovo mio
padre,
seduto su una sedia a fumare una sigaretta.
-Ehi, che ci fai qua?- mi domanda appena mi vede.
-Non riuscivo a dormire.- gli dico.
-Troppe emozioni tutte in un giorno?-
-Già.-
-Si anche per me.- mi dice sorridendo. Cala un attimo di silenzio
imarazzante, che ci pensa lui a interrompere però.
-Tuo fratello come sta?- mi domanda.
-Benissimo, mi manca un sacco. Suona in una band, gli skratch, sono
divini. E sta con una ragazza, si chiama Tamara, sono molto
innamorati.-
-E tu e Nicolas?- mi domanda.
-Bè la storia più o meno la sai, comunque si,
siamo molto
innamorati tutti e due, e penso che Elisabeth ne sia la prova.- dico
sorridendo.
-E tua madre come sta?- mi domanda.
-Mamma è in carcere, esce tra sei anni, ne hanno combinate
un
sacco lei, Paolo e Dorina.- dico ridendo e si mette a ridere pure mio
padre.
-é rimasta uguale a un tempo allora.- mi dice sorridendo
nostalgico.
-Ti manca?- gli domando.
-Si, moltissimo.- mi risponde girandosi a guardarmi.
-Anche tu sei mancato moltissimo a me papà.- dico con le
lacrime
agli occhi. Si alza e viene ad abbracciarmi, sento che anche lui ha le
lacrime agli occhi.
-Anche tu piccola mia, anche tu. Non oso immaginare quanto avrai
sofferto.-
-Tanto, ma ora sono contenta, finalmente ho di nuovo te, Nicolas,
Elisabeth, ora ho di nuovo una famiglia.- dico sorridendo.
-Non ti lasceremo più, mi sembra proprio un bravo ragazzo
Nicolas.-
-Si, lo è, speriamo si risolva presto tutta questa storia
con Taylor.-
-Ah è un osso duro quello.- mi dice mio padre.
-Ce ne siamo accorti.-
-Ma ora hai noi pronti a darti una mano, vedrai che ne verremo fuori,
lasciamo calmare un altro pò le acque intanto.-
-Si, ne sono sicura.- dico appoggiando la testa sulla spalla di mio
padre. Contenta come non mai di averlo ritrovato, questo è
uno
dei giorni più belli della mia vita.
Sono passati già tre giorni, io sto recuperando il tempo
perso con mio padre, cantiamo le mie canzoni, puliamo insieme la casa,
abbiamo guardato dei film e molte altre cose. Nicolas sta invece
recuperando il tempo con Elisabeth, sono sempre insieme, hanno legato
tantissimo e subito. In questi giorni sono proprio contenta. Franco
invece alterna il suo tempo, un pò sta con Matias e Patty e
un pò con Nicolas e Elisabeth. Li stiamo passando bene
questi giorni, si è creato un bel clima. Si ora sono felice.
Dlin dlon.
Suonano alla porta, stavo preparando la tavola con mio
padre.
-Vado io.- dico a mio padre. Saranno Cip e Ciop che vogliono pranzare
con noi.
Provo a guardare dallo spioncino, ma è oscurato, i due
imbranati vogliono farci uno scherzo.
Giro la chiave e apro la porta.
-No.-
-Oh si, ciao Antonella.-
-Signor Taylor.-
Fine capitolo.
Ciao a tutte,
scusate se non la aggiorno, ma ho poco tempo e molte fic da portare
avanti. Spero che questo capitolo vi piaccia, è un
pò noioso lo so, ma doveva fare da anteprima al colpo di
scena. Avrei un dubbio, come sapete questo è il seguito di
una notte fuori dal mondo. Mi era passata per la testa l'idea di farne
una terza fic di questa saga, però ho visto che le visite
sono diminuite, se la storia ha perso d'interesse cancello subito
l'idea del seguito. Aspetto pareri e consigli.
Un mega grazie
a:Ilary_Divina, ella96, namithebest, bulma4ever, miss myu 91, GiuLy93,
Alexiel94.
Un bacio.
Gaia
|
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Capitolo 20 *** 20 ***
20!!
Non
è possibile.
Ero così felice, può tanta felicità
svanire in un secondo? A quanto pare si.
Alan Taylor ci ha trovati, ma come ha fatto? Accanto a lui vi sono due
dei suoi bestioni.
Faccio la prima cosa che mi viene in mente, gli sbatto la porta in
faccia. Sono strasicura che tra due minuti la sfonderanno.
-Anto, chi è?- mi domanda mio padre.
-Alan Taylor.- dico col cuore che va a mille per la paura. Mio padre
sbianca, e insieme a lui Patty, Matias e Franco.
-Dobbiamo scappare.- dice mio padre.
-No, tra due minuti sfonderanno la porta, non c'è tempo per
scappare. Patty, Matias, non voglio che rischiate oltre per noi. Fatemi
un favore, prendete Elisabeth e Nicolas e scappate, noi restiamo qua
per farvi guadagnare tempo. C'è una via di fuga?- dico
rivolgendomi a mio padre.
-Si, dal terrazzo si va sul tetto.- dice mio padre.
-E poi come faremo a scappare però?- domanda Patty.
-Tenete le chiavi.- mio padre si fionda su un cassetto e tira fuori un
mazzo di chiavi.
-Nel tetto c'è un elicottero, che gli inquilini
dell'appartamento possono usare in caso di emergenza, prendete quello.
Lo sapete guidare?-
-Si, io si, ma Anto sei sicura, non ti va che restiamo?- mi domanda
Matias.
-No Matias, solo una cosa vi chiedo, prendetevi cura di Elisabeth.-
Franco mi fa spostare, mentre con tutte le sue forze sposta il divano
davanti alla porta che sta iniziando a cedere. Dal corridoio che porta
alle camere arriva Nicolas con nostra figlia in braccio.
-Amore ho sentito tutto, non se ne parla nemmeno, io resto qua.-
-No Nicolas, devi andare con loro, è te che Alan Taylor
vuole.- provo a convincerlo io.
-Antonella, non mi farai cambiare idea, io resto qua.- mi dice deciso.
Poi dà un bacio sulla guancia a Elisabeth e la stringe forte
a
sè, prima di passarla a me. Me la prendo in braccio e ci
avviamo
in terrazzo.
-Mamma, cosa succede?- mi domanda Elisabeth, è una bambina
sveglia, ha capito che c'è qualcosa che non va.
-Ascolta adesso tu vai con la zia Patty e lo zio Matias, ok?-
-Ma io voglio la mamma e il papà.- dice prima di iniziare a
piangere, e mi si spezza il cuore a lasciarla così, ma non
so le
intenzioni che ha Alan Taylor e non voglio metterla in pericolo di
nuovo.
-Dai, vedrai che con gli zii ti diverti, ciao Eli.- dico prima di
passarla a Matias, la mia bambina continua a piangere e chiamarmi, e
una piccola lacrima passa anche sul mio viso, non voglio farla
soffrire, ma mi sento in ansia a non averla vicino, anche se so che
è in buone mani.
Sento due braccia stringermi da dietro, Nicolas.
-Tranquilla, andrà tutto bene.- mi sussurra, ma non sono
tranquilla per niente.
-Roberto, è meglio se vai anche tu.- mi giro e sento Franco
dire questo a mio padre.
-No, devo stare vicino a mia figlia.- dice mio padre in tono deciso,
sarei più tranquilla se andasse con Matias e Patty, ma da
una
parte lo voglio anche al mio fianco.
-Starò io con loro, ho già avuto a che fare con
Alan
Taylor, è meglio che qualcuno vada con Matias e
Patty ,
sono solo dei ragazzi anche loro alla fine, e c'è pure la
nostra
nipotina con loro.- spiega Franco.
Mio padre si gira verso di noi e io gli faccio un cenno col capo,
facendogli capire che voglio che vada con loro.
-Va bene allora, ma fate attenzione mi raccomando.- mi dice mio padre
prima di raggiungere gli altri in elicottero. Faccio segno di saluto
con la mano mentre le lacrime inondano il mio viso. Elisabeth per
fortuna si è un pò calmata, si è
seduta in braccio
a mio papà e ci saluta dall'elicottero, speriamo vada tutto
bene.
-Forza, entriamo, dobbiamo trattenerlo in modo che abbiano la
possibilità di scappare.- dice Franco mentre entriamo.
Rientriamo nel soggiorno e notiamo che la porta d'ingresso è
già stata sfondata, ma di Taylor e i suoi scagnozzi nessuna
traccia. Ci guardiamo un attimo intorno spaesati, ma dopo neanche due
secondi sento due braccia enormi sollevarmi da sotto le braccia per
tenermi ferma, inizio a scalciare, ma mi solleva più in
alto,
facendomi male.
-Antonella, papà.- un altro bestione ha preso suo padre di
Nicolas, che tenta di liberarsi come me.
-Bene Nicolas, io direi che non ti conviene fare un passo.- dice Taylor
spuntando dal corridoio che porta alle camere.
-Bastardo.- gli dice Nicolas.
-Ehi, ho detto buono, a quanto vedo le due persone più
importanti per te sono in mano mia.- dicendo tirando fuori dalla tasca
una pistola. Inizio a sudare freddo. Una situazione del genere non mi
era mai capitata.
-Non azzardarti a sparare a Nicolas, razza di verme che non sei altro.-
inizio a urlargli dietro, come se urlare e piangere servisse a qualcosa.
-Io non voglio sparare a nessuno cara Antonella, per il momento. Ma di
certo non a Nicolas, sai caro ragazzo, devo fartela pagare in qualche
modo per avere lasciato mia figlia sull'altare.- dice con tono pacato
Alan Taylor. Mi tranquilizzo un attimo quando sento che non vuole
sparare a Nicolas, probabilmente vuole sparare a me, ma non mi importa,
l'importante è che non faccia del male a lui.
Tira fuori da dietro la schiena il pupazzo di Eli, Ih Oh.
-Ho fatto un giro per le camere mentre vi aspettavamo, quindi c'era
altra gente qua. Immagino sia scappata per il tetto. Poco male, almeno
non ci saranno testimoni.- dice sorridendo.
-Cosa vuole fare?- gli domanda Nicolas.
-Arrivaci da solo caro.-
-Come ha fatto a trovarci?- domando io tanto per prendere tempo e un
pò per curiosità.
-Avete fatto tutto da soli, come sapete ho conoscenze ed era da un
pò che tenevo sotto controllo i telefono di Buenos Aires,
è stata la chiamata della tua amica Patty, non ha detto il
luogo, ma sono potuto giungere al mittente seguendo la linea. Non mi
è piaciuto lo scherzetto che mi avete fatto a Pinamar
ragazzi.
Vengo per trovarvi e stare un pò in vostra compagnia, e voi
non
vi fate trovare in casa? Non si fa così. Ma lasciamo stare
va,
l'importante è che adesso vi ho trovati.-
Lo guardo malissimo, e mi dò della stupida per la chiamata
di Patty, ma chi pensava fosse un tale pazzo?
-Allora, Nicolas, vuoi venire via con me e finalmente sposare la mia
bambina?- domanda a Nicolas.
-Digli di no Nicolas.- gli urlo io. Non voglio che debba soffrire per
me. Franco invece sembra abbastanza tranquillo, non capisco
perchè.
Alan Taylor si gira a guardarmi e mi sorride, ho una voglia di
sputargli in un occhio. Lo vedo annuire con la testa, ma allora
è proprio scemo.
Due secondi dopo però capisco il motivo del suo gesto. Con
un
rapido movimento lo scimmione che mi tiene ferma mi prende il braccio.
L'unica cosa che sento è un dolore lancinante al braccio e
le
lacrime che mi invadono gli occhi. Sento Nicolas urlare il mio nome, ma
non capisco molto, vedo tutto sfuocato per le lacrime e il male. Se non
mi tenesse ferma lo scimmione probabilmente sarei già caduta
a
terra. Stringo i denti, è un dolore troppo forte da
sopportare,
mi deve aver spezzato in due l'osso del braccio.
-Stro...- apro la bocca per cercare di lanciargli contro un offesa, ma
una voce mi ferma.
-Antonella stai zitta!- mi urla Franco. Non capisco più
niente,
però ubbidisco. Continuo a vedere tutto sfuocato per il male
che
si fa sempre più forte, ma continuo a sentire le voci.
-Franco, da quanto tempo.- dice Taylor, probabilmente deve essersi
girato verso di lui.
-Sempre troppo poco.- gli risponde il padre di Nicolas.
-Vedo che la voglia di scherzare non ti è passata, allora
come sono stati gli anni in galera?-
-Duri, ma sopprattutto pesanti perchè non me li meritavo, io
ti avrò anche truffato, ma tu hai fatto di peggio.-
-Vedi caro, la differenza tra me e te, è che io sono ricco,
potente e furbo, non mi faccio mai scoprire.- dice Taylor. Basta, il
dolore alla spalla inizia a essere troppo forte. Non ce la faccio
più, voglio chiudere gli occhi e svegliarmi nella mia
casetta,
con Nicolas, Elisabeth, mio padre, Fabio e tutti i miei amici e tornare
alla mia vita di sempre. Ma purtroppo questo non è possibile
e
non so chi ci salverà da questa situazione.
-Ehi gente, mettete su molto caffè, abbiamo portato altri
tre nostri colleghi oggi! Oh ma che succede? Mani in alto.-
Sorrido, per la prima volta da quando sono qua sono contenta di sentire
la voce di Cip e Ciop, eccoli i nostri salvatori.
Ma il sorriso svanisce quando sento uno sparo e una grande paura che
Nicolas o suo padre siano stati feriti mi colpisce. Fortunatamente si
alza un grande polverone, lo sparo quindi è andato al
soffitto.
Lo scimmione mi molla di colpo e io cado per terra perchè il
forte dolore mi impedisce ancora di muovermi. Dopo due secondi sento le
braccia di Nicolas stringermi e trascinarmi con lui dietro al divano,
in un posto sicuro.
-Tuo padre?- domando con un filo di voce.
-é riuscito a scappare per il corridoio che porta alle
camere. Tu come stai?- mi domanda, ha un tono molto preoccupato.
-Mi fa male il braccio.- riesco a dirgli. Appoggio la testa al suo
petto e chiudo gli occhi. Mi stringe delicatamente, attento a non farmi
male, ma il suo tocco non può che farmi bene.
-Resisti.- mi sussurra per farmi coraggio.
-Ho paura.-
-Anch'io ma presto sarà tutto finito, fortuna che sono
arrivati
Cip e Ciop, quei rompiballe alla fine sono serviti a qualcosa.- dice e
ci mettiamo a ridere tanto per sdramatizzare.
-Speriamo non si facciano male.- dico io, e lo penso davvero, gli devo
la vita.
-Ehi ragazzi, potete uscire.- ci dice Cip affacciandosi al divano.
-Avete chiamato i rinforzi e l'ambulanza?- chiede Nicolas.
-Si stanno arrivando entrambi.- gli risponde.
Nicolas mi prende in braccio, ha capito che sono troppo debole per
camminare, fa il giro del divano e arriva al centro del soggiorno. Non
ho voglia di aprire gli occhi, ma non voglio perdermi la scena di
vedere Alan Taylor sconfitto.
Sono al centro della stanza, lui e i suoi due scagnozzi, spalle contro
spalle, con Ciop che li tiene sottotiro.
-La sai la differenza tra me e te, caro? Che io ho persone che mi
vogliono bene, per cui darei la vita, mentre tu, tu sai solo rovinarla
la vita alle persone.- gli dice Franco al signor Taylor.
Nicolas mi appoggia sul divano e si avvicina ad Alan Taylor.
-Questo è per i quattro anni che mi hai rovinato.- dice
prima di dargli un pugno che gli rompe il labbro.
-Ehi, questo è reato.- inizia a gridare il signor Taylor a
Cip e Ciop.
-Io ero girato e non ho visto niente, tu Cip?-
-Neanch'io, spiacente.-
Mi metto a ridere e poi chiudo gli occhi, e finalmente mi addormento
con il sorriso.
Fine capitolo.
Vi annuncio che
questo è il penultimo capitolo,ne manca solo uno e poi anche
questa fic sarà completa, devo dire che mi ha dato molte
soddisfazioni, ma non sono ancora sicura di fare un seguito. Ho notato
che le visite e le recensioni sono molto diminuite quindi non so.
Ringrazio veramente di cuore per la recensione allo scorso capitolo:
Alexiel94, sabry99, Ilary_Divina. Veramente i vostri commenti mi hanno
fatto molto piacere!
Un bacio.
Gaia
|
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Capitolo 21 *** 21 ***
21
1
anno dopo.
-Mammaaa, mi sistemi il fiocco dietro?-
-Eli, sono nel momento trucco, non mi posso alzare.- le dico io.
-Allora vado dalla zia Patty.-
Sorrido e mi guardo allo specchio, l'estetista che ho ingaggiato mi sta
sfumando un ombretto bianco sopra l'occhio. Sono divina, come non sono
mai stata, ma d'altronde è il giorno più
importante della
mia vita. come potrei non esserlo?
-Finito.- mi dice la ragazza che dev'essere poco più vecchia
di me.
Mi alzo e vado verso il mio vestito da sposa bianco e sorrido
inconsciamente, forse perchè aspettavo questo giorno da
tanto,
forse perchè è il giorno più bello
della mia vita,
forse perchè ora sono veramente contenta.
In un anno tutto è andato al proprio posto, la vita mia e
delle persone che mi stanno accanto.
Indosso il mio abito bianco, a differenza di come molti credono
è semplice, bianco candido, che scende fino a terra con
pochissimo strascico. Da tutta questa avventura ho capito che alla fine
la vera felicità sta nella semplicità, nei
piccoli gesti, nelle persone che ci stanno accanto. Le cose complicate
le lascio a tutte quelle dive piene di soldi e di perle ma vuote sotto
la pelle.
Ci siamo. Il momento che aspettavo da un sacco è arrivato.
Mi attacco al braccio di mio padre e mi preparo a percorrere la navata.
L'organizzatrice fa segno ad Elisabeth di partire e la mia bambina con
in mano un cestino di rose inizia a spargerle nel tappeto che conduce
all'altare.
Sento mio padre stringermi il braccio.
-Se fossi stato ancora in galera in questo momento, ti avrei chiesto di
farlo là il matrimonio, non mi sarei voluto perdere il
matrimonio della mia bambina per niente al mondo. Ti voglio bene.-
Ok, non può farmi commuovere, mi si sbava il trucco.
-Ti voglio bene anch'io papà.-
Le porte della chesa si aprono e percorro lentamente la navata, voglio
ricordarmelo bene questo momento. Vedo tutti i miei amici seduti ai
primi banchi, non manca nessuno. Patty, Matias, Giusy che indossa un
abito largo, che risalta il pancione della bambina che
nascerà da lei e Guido, ormai dovrebbe mancare poco,
è alla fine dell'ottavo mese.
E poi lo vedo: Nicolas.
Bellissimo nel suo abito nero, mi guarda sorridendo, quel sorriso che
amo e che presto sarà solo mio, anche davanti alla legge.
In questi pochi passi fino all'altare ripenso a tutto quello che mi
è successo e un'ondata di gioia mi prende.
Mi sento bene.
Il lieto fine si è presentato, ora tocca ad un nuovo
stupendo inizio.
-THE END-
Allora, innanzitutto vorrei scusarmi da morire per questo pazzesco
ritardo. Il capitolo era già scritto da un pezzo, m forse
inconsciamente non volevo terminare questa fiction a cui ero tanto
affezionata. Ed invece ora eccomi qua.
La termino perchè mi dispiaceva lasciarla in sospeso e
perchè mi è passata per la testa un'altra idea.
Questa fiction era il seguito di "una notte fuori dal mondo" e credo
che fare un altro seguito di questa risulterebbe noioso, quindi presto
pubblicherò un altro seguito di "una notte fuori dal mondo"
alternativo, cioè centrato sulla coppia Bruno/Antonella.
Fatemi sapere che ne pensate dell'idea.
Ora però ringrazio tutte quelle che hanno commentato questa
storia:
_Chicca_
Alexiel94
Ilary_Divina
Ashleyily95
sabry99
GiuLy93
miss myu 91
bulma4ever
namithebest
ella96
Ela90
Misty_Pan96
asietta80
merry_fairy
dreamergirl
bubu95
Giulysan
mileybest
_chocola_
niettolina
Volpina_McGranitt
TheSilviaCullen
SaBrI ThE RiDeR
sanaa22
GinevraMalfoy90
saku_cele
lunakiss
KikkaSmartieChan
Karen94
Ringrazio anche tutte le persone che l'hanno messo tra le preferite e
seguite. Grazie mille a tutti per l'appoggio.
Un bacione.
Gaia
|
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