Trust me.

di _Fenice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hell's door. ***
Capitolo 2: *** Trust me. ***
Capitolo 3: *** The room of my madness. ***
Capitolo 4: *** Enjoy the show. ***



Capitolo 1
*** Hell's door. ***


Chapter 1: Hell's door.







Maka sentì il sangue nero invaderla. Denso, pesante, riempiva le vene. I sensi percepivano più acutamente, il cuore batteva più veloce. Sbattere le palpebre non servì a inumidire gli occhi, secchi e vitrei. Cominciava a sentirsi assente, distante dal proprio corpo. Si sentiva aleggiare intorno a se stessa.
Poi tutto divenne buio, e ciò che sentì fu solo l’eco di una risata roca, diabolica.

Il demone di Soul.
Non ebbe neanche il tempo di finire quel pensiero, che si sentì trascinata verso una porta sbucata da chissà dove: pesante, scura, in legno lucido. Arrivata quasi sull’uscio, tentò di tornare indietro, chiamando a gran voce la sua arma. L’aria cominciava ad essere pesante, greve, irrespirabile.
La forza attrattiva emanata da quella porta, la avvinghiò e riuscì a trascinarla dentro.













Angolo autrice.
Storia nata da alcune pic e video visti tempo fa, riguardanti Soul e Maka in eleganti abiti da sera nella "stanza rossa" in cui decidono di utilizzare il sangue nero durante lo scontro con Chrona.
L'evolversi della storia però non sarà molto attinente alla storia originale.
Buona lettura, e come sempre...

Una danza con le stelle,
Fenice.

 

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Capitolo 2
*** Trust me. ***


Chapter 2: Trust me.





Si accorse solo in quel momento di indossare un abito rosso vinaccio, stretto sulla vita. Spalline trasparenti le coprivano la pelle nuda, guanti morbidi le avvolgevano mani e braccia fin sopra il gomito. La gonna del vestito era lunga, ampia e sinuosa. Ancora scombussolata da quella scoperta, entrò incerta. I suoi passi echeggiarono: i tacchi scandivano ogni movimento.

Il pavimento a scacchi, rosso e nero, fu percorso lentamente. Maka voltava la testa di qua e di là, per carpire ogni dettaglio che potesse aiutarla a capire dove fosse.
Se solo ci fosse stato Soul…

Fidati di me.

Proseguì.










 

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Capitolo 3
*** The room of my madness. ***


Chapter 3: The room of my madness.




La sala era piccola. Quei colori troppo forti e contrastanti appesantivano ancor di più l’aria, rendevano il tutto troppo stretto. Le girava la testa, era disorientata. Urlò di nuovo il suo nome, sperando di incrociare l’idiota albino che ormai da tempo conosceva fin troppo bene.
« Maka. ». La voce di Soul echeggiò, forte e chiara. L’avrebbe riconosciuta fra mille.
« Soul! ».
Lo vide a un lato della sala, in un elegante completo nero a righe sottili, una camicia di un rosso scuro, cupo, che richiamava il colore del vestito di Maka ma che risaltava anche gli occhi cremisi.
Soul, le braccia indietro, i palmi appoggiati al bordo di un tavolo scuro; sopra di esso, un vecchio grammofono che gracchiava musica jazz. Sembrava perfettamente a proprio agio in quella strana camera, buia e a tratti inquietante. Perfettamente in sintonia con quel posto.
D’altronde, era pur sempre la sua mente, no?

Accanto all’albino vi era una grande poltrona rossa, con i piedi di legno scuro. Gliela stava indicando. 
Maka si diresse verso la poltrona, si sedette in modo composto ed attese che Soul le parlasse.
« Questo è il posto in cui finisco ogni volta che il sangue nero prende il sopravvento su di me. » 
Maka continuò a guardarsi intorno, senza sapere bene cosa dire.
« Di solito ci trovo un diavoletto rosso vestito di nero, che continua a propormi un patto… »
La Meister scattò in avanti. « Un patto?! Assolu- »
« Non preoccuparti, non ho intenzione di cedere. »
Sollevata, la ragazza si adagiò allo schienale della poltrona, constatando che fosse davvero comoda. Scattò nuovamente in avanti, quando le tornò in mente il fatto che quella fosse “la casa” di quel demone. Cominciò a sentirsi di nuovo inquieta, a disagio. Che quell’essere si fosse già seduto sulla stessa poltrona su cui lei…
« Sai cosa continua a chiedermi, Maka? ». Il tono lento e roco di Soul interruppe il flusso di quei pensieri così angoscianti; il ragazzo si diresse lentamente verso la poltrona accanto al tavolo, la puntina del giradischi saltava con più frequenza.
« Come potrei? Non me ne hai mai parlato. » rispose la ragazza, offesa per quella confessione tardiva.
« Lo sto facendo adesso. »
« Dimmi, allora. » 

Lo sguardo di Soul era… diverso. Non l’aveva mai guardata così prima d’ora, era strano: i suoi occhi erano sempre stati magnetici per lei, questo sì, ma ora la stavano quasi divorando. Si sentiva al sicuro, ma allo stesso tempo in trappola.
Senza distogliere lo sguardo neanche un secondo da lei, forse perché conosceva perfettamente quella stanza e l’unico dettaglio nuovo fosse Maka, o forse perché lei stessa fosse la più potente calamita mai esistita sul pianeta, Soul continuò ad avanzare verso di lei.
« Quel diavoletto logorroico vuole offrirmi un enorme potere… », proseguì l’albino, adesso ad un passo dalla poltrona e dalla sua maestra d’armi.
« … in cambio della mia anima. ». 

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Capitolo 4
*** Enjoy the show. ***


Chapter 4: Enjoy the show.




Adesso era chino su di lei. Maka sgranò gli occhi, il verde intenso si illuminò all’istante per il terrore provocatole da quella frase così spaventosa.
« NO! ». Si protese in avanti, afferrò le braccia del ragazzo, lo attirò a sé e lo guardò dritto negli occhi. Rosso e verde si unirono in un eloquente e silenzioso volersi, senza però prendersi mai.

« Maka… ti ho già detto che non ho intenzione di acconsentire a questa sua richiesta. », rispose Soul, senza però muoversi di un millimetro dalla posizione in cui si trovava. Averla così vicina senza rischiare un Maka-Chop era davvero arduo, e proprio adesso che era lei a trattenerlo non si sarebbe allontanato per nessuna ragione al mondo.
La Meister chiuse gli occhi e sospirò di sollievo, accasciandosi contro lo schienale della poltrona. Si sentiva molto meglio, adesso che era certa che Soul non avrebbe mai accettato lo scambio. Ma…

« Allora perché non sparisce? », chiese, ravvicinandosi a lui, che non aveva dato minimo segnale di volersi rialzare, nonostante fosse sicuramente scomodo restare piegato sulle ginocchia in modo da raggiungere l’altezza del suo viso.

« Non vuole andarsene. Continua a tormentarmi nei sogni, a parlarmi quando entriamo in sintonia durante l’eco dell’anima… »

« Hai già rifiutato le sue richieste e continui a farlo... non capisco perché voglia restare. »

« Cerca sempre di convincermi a cedere, sì, però c'è anche dell'altro. ». Maka lo guardò sospesa e interrogativa. Cos'altro poteva volere quell'orrendo demone?

« E sarebbe? », gli chiese furiosa. Era troppo preoccupata per lui per notare lo sguardo più animalesco della sua Buki, adesso d'un rosso più profondo, simile a sangue.

« ... vuole anche te. ». Il tono di Soul si fece ancor più roco, le labbra dischiuse e le palpebre socchiuse, ma l'attenzione era tutta sulla ragazza. Si fece impercettibilmente più avanti, quasi a volerla sfiorare con la punta del naso.

Maka, inorridita dall'affermazione dell'albino, si tirò invece indietro. Nel panico, non riuscì più a parlare.
Durante l'eco dell'anima, lei e Soul sono in perfetta sintonia, riescono a leggere l'uno nei pensieri dell'altra, ma negli ultimi tempi sentiva che qualcosa si nascondesse a lei, qualcosa che il ragazzo non voleva far venire a galla, e adesso la situazione era più chiara.

« N-non possiamo p-permet...»

« No, Maka. Non hai capito... », la interruppe. La bionda rimase interdetta, fissandolo negli occhi e aspettando un suo chiarimento.

« Non vuole entrare dentro di te, o farti cadere nella follia. Non del tutto, almeno... »

« Soul, non capisco... ». Maka annaspava.

« Ti vuole in questa stanza, con me, durante l'eco dell'anima. Come adesso. », le rispose.

« E perché? »

« Perché sono io a volerti qui, durante la mia caduta nella follia. ». Maka era sempre più disorientata. Perché mai Soul la vorrebbe lì, a vederlo cadere preda del sangue nero ogni singola volta?

« Quando sono qui dentro, la mia anima si rafforza. È un potere oscuro, certo, mi rende più forte. E più instabile. Quando sono qui dentro... mi vieni in mente sempre tu. »

« M-ma è ovvio, siamo in sintonia durante l'eco... »

« Non è solo questo, Maka. In questa stanza tutto si amplifica, si sporca, si distorce. Così anche il mio pensarti cambia. »

« Cambia? ». Era tutto così strano, inverosimile, non ci capiva più nulla. Voleva solo risposte.

« Si sporca, Maka. ». Soul si fece più vicino, mentre la Meister era rannicchiata allo schienale della poltrona. Le ginocchia serrate, le punte dei piedi schiacciate contro il pavimento. Maka adesso capiva.
Voltò leggermente la testa per guardarsi intorno, distrarre lo sguardo dagli occhi fissi di lui, che adesso la intimorivano. Famelici.
Sentì il soffio leggero del suo respiro sul collo e sull'orecchio; ciò le provocò dei brividi. Non riusciva a parlare, non sapeva cosa fare. Si sentiva in trappola, ma la cosa non la impauriva.
Le piaceva da morire.

Non aveva mai pensato a Soul come a un suo possibile partner. Non al di fuori di una coppia di Meister e Buki che combattono il male. Vivevano insieme ormai da qualche anno e sebbene fosse consapevole che il suo compagno di battaglie fosse desiderato da molte sue compagne, non aveva realizzato quanto realmente fosse bello.
Dalla camicia un po' sbottonata si intravide la cicatrice sul petto. Qualcosa cominciò a ribollire in lei... e serrò di più le ginocchia.

« Oh, guarda un po' chi abbiamo qui. »
Il demone di Soul  appena entrato in stanza si posizionò di fronte alla grande poltrona, ad ammirare la scena di una preda rannicchiata e del suo aguzzino che incombeva stagliandosi su essa.

Soul roteò lo sguardo annoiato e scocciato dall'intruso. « Va' via, siamo occupati. », lo sciacciò.

« Vedo, vedo... sono contento che tu abbia riflettuto sulle mie proposte. E di averti aiutato a... »

« Non hai sentito? Siamo occupati, demone. ». L'albino posò gli occhi su di lui, seccato. Il ghigno di sempre tornò a decorargli il volto.

« Questa è la mia camera, Soul. Sei tu l'intruso. Io resto. », ghignò a sua volta il piccolo demonio rosso, gli occhi sgranati fissi sulla coppia e le lunghe affusolate dita impercettibilmente mosse da un'irrefrenabile adrenalina.
Tutto secondo i piani.

« Hai ragione, questa è casa tua e non posso mandarti via... », buttò lì Soul, « quindi...». Poggiò una mano sulla coscia di Maka, che rabbrividì e sgranò gli occhi, sconvolta da quella presa di posizione da parte della sua Buki. Avrebbe dovuto fermarlo, tirargli un Maka-Chop che non avrebbe mai dimenticato, ma chissà per quale oscuro motivo, non ne ebbe la minima intenzione. Anzi, si adagiò di più allo schienale, rilassandosi. Una spallina le scivolò sul braccio, scostando di poco il vestito. Soul gettò uno sguardo furtivo su quel lembo di pelle appena affacciatosi dalle stoffe, e il suo ghigno si allargò.

Maka volse lo sguardo verso il piccolo demone rosso, ancora lì in piedi fisso su di loro. Sentì la mano di Soul più vigorosa adesso. Poi lo sentì, come da lontano, completare la sua frase.

Quella camera sapeva davvero di follia.

« ... goditi lo spettacolo. »







 

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