Ad ognuno il suo Naruto

di Neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un arrivo inaspettato ***
Capitolo 2: *** Strano fenomeno ***
Capitolo 3: *** Ad ognuno il suo ***



Capitolo 1
*** un arrivo inaspettato ***


Salve a tutti. in questi giorni mi è venuta in mente questa storiella. Forse è un po’ assurda…tanto per cambiare.

È divisa in tre capitoli che aggiornerò, connessione internet  permettendo, domani e martedì.

Spero che vi possa piacere.

Buona lettura ^^

 

Ad ognuno il suo Naruto

 

Nel mondo ninja se ne vedono di tutti i colori, ma mai avrei creduto di poter vivere tutto questo.

La giornata cominciò come al solito. Mi svegliai e dopo essermi preparata, uscii di casa per recarmi al lavoro, dove però non arrivai.

Quella mattina un uccello mi si avvicinò e mi consegnò un  messaggio da parte dell’Hokage.

Dovevo recarmi da lei.

Non persi nemmeno un attimo. Probabilmente aveva un nuovo compito da affidarmi.

Quando giunsi a destinazione, trovai all’interno dell’ufficio della mia maestra, il mio compagno di squadra Naruto.

Non fui tanto sorpresa di vederlo già li dentro.

La notizia di una probabile nuova missione, lo aveva buttato giù dal letto per avere maggiori informazioni su cosa gli aspettava. Ma dovevamo essere tutti presenti per venite a conoscenza dei particolari.

Mancava solo uno di noi all’appello: Kakashi.

Ci saremmo meravigliati del contrario, ma quella volta stava esagerando.

Addirittura dall’hokage si faceva attendere?

Dopo l’ennesimo insulto al nostro maestro da parte di Tsunade, qualcosa accadde. 

Qualcosa di assolutamente inaspettato.

Al centro della stanza un bagliore ci accecò e quando potemmo nuovamente aprire gli occhi, davanti a noi apparve un uomo di bell’aspetto, biondo e molto alto, con un bambino in fasce tra le braccia.

L’uomo sembrava messo male, tanto che da un momento all’altro sarebbe caduto a terra.

Infatti fu quello che accadde.

Per fortuna ebbi l’istinto di togliere il piccolo di mano all’uomo, affichè evitasse una brutta caduta.

Il piccolo piangeva disperatamente e cercai di cullarlo un po’ per farlo calmare. Sembrava avere solo poche ore di vita.

Mentre io mi occupavo del piccolo, la mia maestra controllava le condizioni dell’uomo.

Naruto invece rimase fermo, come paralizzato.

Lo guardai. Vidi che era diventato pallido.

Cercai di chiamarlo, ma non feci in tempo che lo vidi uscire dalla stanza di corsa.

Non capii cosa gli fosse preso. Sembrava quasi conoscere quell’uomo apparso dal nulla.

Infondo anche a me non sembrava una faccia nuova, ma mi resi conto che non potevo conoscerlo quando Tsunade lo chiamò per nome.

Sussultai. Non era possibile. Quell’uomo steso a terra era Yondaime, l’hokage morto da 17 anni per salvare il villaggio.

Non riuscivo a capire da dove sbucasse fuori, se fosse stato uno zombie o se alla fine la sua morte era solo stata una menzogna.

Continuavo a stringere il bambino, che non si era ancora calmato. Lo fissai  a lungo. Mi ricordava qualcuno, ma non riuscivo a collegarlo a nessuno al momento eppure era così semplice. Ma la mia testa era affollata da mille pensieri.

Sentii la porta aprirsi e entrare Kakashi, il quale rimase sconvolto alla scena che gli si presentò davanti.

“Cosa sta succedendo? Yondaime?”

Tsunade a grandi linee raccontò cosa era accaduto al nuovo arrivato.

Sembrava essersi arresa dal voler curare quell’uomo.

Mi stupii di quel gesto.

Kakashi le chiese se c’era una speranza per lui di sopravvivere, ma sentii la mia maestra dire qualcosa a proposito del sigillo del diavolo, la tecnica che aveva usato il quarto per sigillare la volpe a nove code. A quanto pare quella tecnica non lasciava nessuna speranza di salvezza a chi la usava e quindi Yondaime aveva i minuti contati.

Lentamente si spense, ma prima di emettere il suo ultimo respiro, ci implorò di occuparci di suo figlio e di non rimandarlo nel suo tempo perché lo avrebbero ucciso.

Un altro tempo? significava dunque che il bambino che stringevo fra le braccia veniva dal passato?

Si sarebbe spiegato il fatto di vedere Yondaime ancora vivo, anche se non la sua inaspettata apparizione tra noi.

Yondaime scomparve.

Probabilmente il suo corpo era ritornato nella sua epoca, ma ora cosa dovevamo fare con suo figlio? Un figlio che non sapevo avesse avuto.

Forse anche il nostro Yondaime aveva portato suo figlio nel futuro, in modo da proteggerlo da chissà quale minaccia. Forse era per questo che non avevo mai sentito parlare del figlio del quarto. Se fosse stato tra noi, sarebbe stato famoso. Insomma era figlio di un eroe…di certo non poteva passare inosservato.

In quel momento mi girai e vidi con la coda dell’occhio Naruto.

Era rientrato nella stanza. Aveva gli occhi lucidi, come se avesse pianto.

Cosa gli stava succedendo?

è…è morto?” chiese con la voce tremante.

Tsunade annuì.

“Perché te ne sei andato?” gli chiesi, senza fargli pressione. Se si era comportato in quel modo, un motivo valido ci doveva essere. Non era dal mio compagno di squadra scappare davanti a una persona in difficoltà.

“Non volevo vederlo morire. Preferisco conservare il ricordo che ho di lui che mi sorride!” disse chiudendo gli occhi e accennando a un sorriso. Credo che in quel momento stesse pensando al Yondaime che voleva tanto ricordare.

Una domanda mi sorse nella mente. Quando mai aveva incontrato Yondaime?

Naruto…tu sai chi era Yondaime?” chiese sorpreso Kakashi.

Naruto anuuì e spiegò che durante la lotta con Pain, il quarto gli era apparso nella mente e che gli aveva rivelato una verità a cui loro avrebbero dovuto metterlo al corrente un po’ di tempo fa.

Inutile dire che non capivo il senso dei loro discorsi.

Io intanto avevo le mani stanche a furia di cullare il piccolo, che non sembrava volersi calmare.

Naruto mi si avvicinò  e guardò il bimbo.

Ora che erano vicini…mi accorsi che erano due gocce d’acqua.

Gli stessi occhi, capelli e segni sulle braccia.

Sussultai.

“Non è possibile!”

Naruto mi sorrise accorgendosi che cominciavo a capire. Mi prese il piccolo fra le braccia e provò a calmarlo lui stesso.

“questo bambino sei tu?” chiesi ancora incredula. Quindi facendo un ragionamento, Yondaime era suo padre.

Lo guadai stupita come se fosse un alieno.

Ora capivo il motivo del suo comportamento. Non voleva perdere suo padre di nuovo.

La testa cominciò ad affollarsi di pensieri, ma mi risvegliai, quando mi accorsi che il piccolo aveva smesso di strillare.

“E bravo Naruto, ci sai fare con i bambini!” disse Tsunade sorridendo.

“Basta capire il motivo per cui piangono!” disse continuando a massaggiare il pancino del bimbo.

Gli chiesi cosa aveva e come aveva fatto a capire la ragione per cui piangesse tanto.

“in fin dei conti sono sempre io con qualche annetto in meno e poi guarda…

Naruto scoprì la pancia del bambino, il quale era  ricoperto  solo da un panno leggero, e vidi il sigillo.

L’avevo già visto sulla pancia di Naruto quando eravamo andati a pescare insieme, anche se non fu visibile finchè non fece ricorso al chakra.

Era identico, solo un po’ più piccolo e inoltre lampeggiava dal nero al rosso.

“Se Yondaime è appena morto, vuol dire che gli è appena stata sigillata la volpe a nove code dentro al corpo e credetemi, non è una passeggiata! Chi ricorre alla tecnica del sigillo, perde la vita, ma non è indolore per la persona su cui viene compiuta. Quando mio padre dovette rifarmi il sigillo qualche tempo fa, a causa della liberazione quasi completa di Kyuubi, provai una forte fitta allo stomaco che mi durò per qualche minuto e dovete tenere conto che io sono abituato al chakra del Kyuubi. Provate a pensare cosa sta passando lui. è appena nato e oltre ad aver perso i genitori, e credo che in qualche modo ne sia cosciente, gli è appena stato inflitto questo sigillo dove ora il suo chakra e quello di Kyuubi stanno combattendo per avere il controllo del corpo!”

Rimasi shoccata dalle parole di Naruto.

Sembrava ricordarsi quel giorno alla perfezione e sapeva tutto quello che gli era accaduto quando era piccolo. Mi chiedevo come facesse a sapere cosa aveva dovuto passare, dato che era solo un neonato.

“non mi ricordo niente di quel giorno, Sakura-chan, il fatto è che queste cose le continuo a vivere tutti i giorni sulla mia pelle. Il chakra mio e quello di kyuubi non si sono ancora stabilizzati e lottano ancora per avere il primo posto sul controllo del mio corpo. Per questo appena perdo la pazienza, rischio di perdere la ragione. Se il mio chakra avesse vinto su quello di kyuubi, anche con la rabbia ai massimi livelli, non dovrei assumere nessun aspetto volpesco e, al contrario, se il chakra di kyuubi avesse avuto la meglio sul mio chakra, a quest’ora Konoha sarebbe rasa al suolo”

Ci spiegò.

Kakashi e Tsunade sussultarono. A quanto pare non sapevano di questo aspetto di Naruto.

Dato la nascita di questo imprevisto, Tsunade non ci assegnò la missione che ci aspettava.

Ne fui sollevata, non volevo proprio andarci.

L’hokage prese il bambino e lo portò in ospedale, seguita da tutto il nostro gruppo.

Dato quello che aveva appena passato il piccolo, doveva essere sottoposto a controllo, anche se sapevamo che sarebbe arrivato ad almeno 17 anni.

La visita fu abbastanza veloce.

Il piccolo stava bene e dopo aver bevuto il suo latte, tutto di un fiato, si addormentò nella stanzetta  in cui era stato sistemato.

Era davvero un amore, ma mi trattenni dal dirlo a Naruto.

Rimasi a osservarlo per diverso tempo, mentre il mio compagno si era andato a sedere vicino alla culla.

Sembrava quasi che si volesse tenere d’occhio.

Tsunade-sama, perché Yondaime ha detto che vogliono uccidere il piccolo?” le chiesi curiosa.

Tsunade sospirò “Tu sai che Naruto è sempre stato odiato da tutto il villaggio. è stata solo una fortuna che non sia morto per qualche strano incidente non del tutto casuale. Gli abitanti del villaggio non volevano proprio accettare che il bambino, con al suo interno il demone che distrusse il paese, vivesse a loro stretto contatto. Ci furono varie richieste al terzo hokage di eliminare Naruto. Queste richieste giunsero alle orecchie di Yondaime, il quale non morì subito dopo aver attuato la tecnica del sigillo, ma dopo qualche ora. La sua richiesta che Naruto fosse trattato come un eroe non venne accolta e a quanto pare suo padre ha compiuto l’ultimo gesto disperato per mettere in salvo il piccolo!”

Mi girai verso Naruto, il quale aveva il volto coperto dalle mani.

“Sapevo che mi odiavano tanto. Ricordo ancora i loro sguardi di ghiaccio, ma non pensavo che avessero addirittura cercato di uccidermi!”

Tsunade gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla che portò Naruto ad alzare lo sguardo verso di lei.

“Non rivangare il passato. Pensa che ora non è più così. Sei riuscito a guadagnarti il rispetto di tutti!” disse.

Naruto sorrise lievemente “si, ci sono riuscito!”

 

La sera Naruto non volle lasciare il se stesso neonato da solo e chiese il permesso a Tsunade di rimanere con lui. La mia maestra acconsenti e diede anche a me il permesso di rimanere quando gli chiesi la stessa cosa.

“Sakura? Cosa ci fai ancora in ospedale?è tardi!” mi disse il mio compagno.

“ho deciso di restare qui! Ti servirà una mano con lui no?”  gli dissi e non sembrò smentire la mia domanda.

Ci fu a lungo silenzio.

Naruto sembrava assorto in chissà quali pensieri.

Naruto? che intenzioni hai con il piccolo se dovesse rimanere qui?”gli chiesi.

Il mio compagno mi guardò senza darmi una risposta e dopo aver guardato il bimbo sospirò.

“Credo che…me ne prenderò cura io!”

Mi sorpresi per quella risposta. Di tutte le soluzioni che poteva trovare, di certo non mi aspettavo niente del genere.

“Ma Naruto, crescere un bambino non è cosa da poco! Come saprai prenderti cura di lui?” chiesi

“in qualche modo farò, praticamente mi sono cresciuto da solo già una volta, posso riuscirci di nuovo…almeno questa volta non sarò veramente lasciato in balia di me stesso!” disse abbassando la testa.

Che stupida che ero. Era logico che avesse paura che quel bambino, così dolce che ora stingeva i pugnetti e che dormiva tranquillamente,  fosse destinato ad avere la sua stessa esistenza.

Non voleva che ciò accadesse e potevo leggere nei suoi occhi, che niente avrebbe potuto destarlo dal suo proposito.

 

La mattina arrivò presto…troppo in fretta dato che il piccolo Naruto quella notte si era svegliato come minimo 5 volte per un motivo o per l’altro.

Sia io che Naruto avevamo due occhiaie devastanti sul viso.

Quanto avremmo voluto farci una bella dormita.

Sakura-chan, ricordami che non vorrò mai avere figli!” mi disse.

“Te lo ricorderò se tu lo ricorderai a me” gli risposi.

Sorridemmo. Era bastata una sola notte per metterci ko, ma come avevano fatto i nostri…cioè i miei genitori?

Finalmente il piccolo si era addormentato e ne approfittai per riposare un po’, cosa che però non mi fu concessa.

 Improvvisamente si aprii la porta da dove entrò qualcuno non riconoscibile. Aveva il viso ricoperto da una montagna di pannolini.

“Ma a chi servono tutti questi così? Accidenti a Tsunade, avevo altro da fare che sballottare pannolini da una parte all’altra!” disse la persona.

Riconobbi la voce, era la mia amica Ino.

“E voi due che ci fate qui?” disse a voce alta tanto da far svegliare nuovamente Naruto, il quale simise ad urlare.

“Fantastico, si era appena addormentato!” si lamentò il mio compagno.

Ino si avvicinò alla culla e rimase subito colpita dalla simpatia e dalla tenerezza del piccolo, tanto che volle prenderlo in braccio.

Poi si rivolse a me guardandomi di sottecchi.

“I miei complimenti Sakura. Sei in forma per aver appena avuto un bambino. E tu Naruto…furbacchione!”

Io e il mio compagno arrossimmo di botto.

M-ma che dici…mica è nostro figlio!” disse scuotendo e braccia.

“Oh Naruto…sei troppo buffo! Stavo scherzando! Comunque chi è questo bambino? Come ti chiami piccino?” chiese direttamente al piccolo.

“Il suo nome è Naruto!” le dissi

Ino mi guardò sorpresa “Ok che vi somigliate molto, stessi occhi, capelli e segni sulle guancia, ma cosa ha fatto di male per meritarsi lo stesso tuo nome?” chiese a Naruto, il quale sbuffò.

Presi un po’ di coraggio e gli raccontai i fatti accaduti. Feci fatica a convincerla che il bimbo che teneva fra le mani era il nostro compagno, ma una volta visto il sigillo, anche lei dovette accettare l’idea.

“è incredibile!” disse per poi annusare l’aria “c-cos’è questa puzza?”

Il piccolo aveva bisogno di essere cambiato.

Ino si avvicino al fasciatoio, ma Naruto gli prese il bambino.

“Ehi, fai piano! Non sai essere delicato nemmeno con te stesso?”

Naruto cos’hai?” gli chiesi.

Esso aveva il volto rosso per l’imbarazzo “Non avrete intenzione di cambiarlo voi due!”

“Siamo capaci a cambiare un pannolino, lo abbiamo già fatto!” gli dissi, ma non era quello che lo preoccupava.

Ecco…io…io non  voglio che mi…bhe ecco…mi vediate nudo!” disse diventando ancora più rosso.

Ino e io ci guardammo per poi scoppiare a ridere.

“Non è divertente. Uscite fuori! A lui ci penso io!” ci disse spingendoci verso la porta, la quale si riaprì poco dopo con il nostro compagno che ci supplicava di aiutarlo.

Copritevi gli occhi però!” mi disse Naruto beccandosi un’occhiataccia.

Rispetto a lui ero decisamente più capace, ma mi dimenticai di un vizietto che avevano i maschietti…mi fece la pipì addosso.

Naruto non si trattenne dal ridere, ma io subito mi vendicai stendendolo con un bel pugno. La mattina passò così. Esattamente come la notte. Fra urli, pianti e la nostra disperazione, ma tutto veniva ripagato dai sorrisi che il piccolo ci mandava. In fin dei conti…ne valeva la pena.

 

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Capitolo 2
*** Strano fenomeno ***


Capitolo 2: Strano fenomeno

 

Nel pomeriggio decisi di portare il piccolo a fare una passeggiatina.

Era per lui più sano respirare l’aria aperta, che rimanere rinchiuso in una stanza solo soletto.

 La cosa che mi sorprese fu che Naruto non volle venire con noi.

Passeggiavo tranquillamente con il bimbo fra le braccia ed egli sembrava gradire. Si guardava attorno curioso, anche se  mi domandavo cosa in realtà vedesse, dato che la percezione visiva dei neonati è molto rozza rispetto a quella di una persona adulta.

“Ehi Sakura!” mi chiamò il mio compagno Shikamaru.

Ino aveva già sparso la voce della comparsa del piccolo Naruto e a quanto pare, anche Shikamaru era curioso.

“non si direbbe che è destinato a diventare una testa quadra!” mi disse osservando il piccolo che faceva dei graziosi versetti.

“Cercheremo di crescerlo in modo che sia più intelligente!” gli dissi.

Ci sedemmo su una panchina sotto i raggi deboli del sole. Eravamo ad ottobre e la temperatura era piuttosto bassina. Per fortuna avevo vestito sufficientemente il piccolo, in modo che non prendesse freddo.

Shikamaru si mise a fare le boccacce e Naruto sembrava divertirsi, ma…

 “Ehi Shikamaru, non traumatizzarlo!” disse Naruto raggiungendoci con uno zainetto.

“Dove eri finito? Prima dici che vuoi occuparti di lui e poi te la svigni?” gli dissi, non tenendo conto che avrei far potuto arrabbiare il mio compagno.

Naruto non mi rispose, cosa strana dato che ha sempre la risposta pronta.

Un urlò ci ricordò che era ora di fare merenda.

“Cavoli, ma quanto urla? Fatelo smettere!” disse Shikamaru mettendosi le mani nelle orecchie. Ormai i miei timpani si erano abituati a quegli strilli.

Purtroppo non avevo portato niente con me. Saremmo dovuti rientrare in ospedale e chiedere a qualche infermiera di fornirci il materiale necessario per preparare del latte caldo.

Qualcosa però mi sorprese.  Vidi Naruto frugare nello zaino e dopo aver preso il bimbo delicatamente in braccio, gli porse il biberon.

Sgranai gli occhi “Dove te lo sei procurato?”

“Mi sono recato a comprare un biberon, del latte in polvere e successivamente sono andato a casa a prepararlo. Ho fatto quanto c’è scritto qui!” mi disse mostrandomi un libro che solitamente gli adulti comprano per avere un aiuto nei primi mesi di vita dei loro figli.

Ora capivo il perché non si era unito alla passeggiata, aveva pensato subito che al bambino sarebbero servite delle cose e con grande maturità si era informato a dovere e procurato il minimo indispensabile.

Abbassai la testa “Scusa Naruto per quello che ho detto prima!”

“Lascia stare!” mi disse solamente…era troppo assorto dal bambino.

Secondo me Naruto era capace di incantare con i suoi occhi. Chiunque vedesse il piccolo ne rimaneva ammaliato. Bhe si succede con tutti i bimbi, ma fa uno strano effetto quando tu sei cresciuto con il bimbo in questione.

“Posso allattarlo io?” gli chiesi un po’ timidamente.

Naruto mi sorrise e me lo porse.

 

Quando rientrammo in ospedale, Tsunade ci sgridò per aver portato a spasso il piccolo senza permesso. Ci disse che eravamo troppo inesperti per occuparci di un bimbo così piccolo, ma Naruto non stette in silenzio a subirsi la paternale.

“è vero non sappiamo niente, ma nemmeno i genitori sanno cosa devono fare al loro primo figlio…imparano con l’esperienza. E poi noi non possiamo fare peggio di coloro che mi hanno seguito i primi anni. Probabilmente loro lo facevano solo per ordine, mentre noi almeno gli diamo amore!”

Tsunade sorrise e scompigliò i capelli del ragazzo, compiaciuta dal discorso.

Successivamente prese il bambino e se lo strapazzò un po’.

Cominciai a pensare che non era arrabbiata perché avevamo portato via il bimbo senza permesso, ma perché così lei non poteva stare in sua compagnia.

Successivamente arrivò anche Kakashi, il quale dovette lottare parecchio, affichè il bimbo non l’avesse vinta e riuscisse a togliergli la maschera.

Tutti noi tifammo per Naruto, ma purtroppo l’identità di Kakashi continua a rimanere un mistero.

 

Con il trascorrere dei giorni, richieste su richieste, Tsunade accetto di dare il piccolo Naruto alle cure di Naruto.

Ovviamente non fu lasciato solo, anche l’hokage, Kakashi e tutti gli altri nostri amici gli davano una mano ogni tanto…soprattutto io.

Appena avevo un po’ di tempo libero andavo a casa di Naruto per assicurarmi che il mio compagno non stesse facendo pasticci.

Solitamente Naruto quando in casa c’ero io, ne approfittava per dormire un po’ dato che a quell’età i neonati si divertono a svegliarsi a qualsiasi ora della notte.

“Senti Sakura-chan. È vero che tutti si sono impegnati a prendersi cura del bambino, ma tu sei praticamente sempre qui! Non ti fidi di me forse?” mi chiese sospettoso.

Uhmmm. Può darsi, ma la verità e che…mi sono innamorata di questo piccolino. Sia chiaro, di lui  e non di te!”

Naruto sorrise “Sai? Un po’ lo invidio!”

Sgranai gli occhi “Non mi riferisco al fatto che tu ti sia innamorato di lui e non di me…oh bhe…anche per quello, ma…” lo vidi abbassare la testa “lui a differenza mia crescerà con tante persone intorno!” mi disse.

Mi rattristai. Era incredibile come il suo passato potesse renderlo così indifeso a volte.

Bhe a volte anche avere troppa gente fra i piedi non è piacevole!” gli dissi.

Sorrise.

ops, mi sono dimenticato di fargli il bagnetto oggi!” disse cercando di prendere Naruto, ma mi alzai di scatto, impedendogli di prendere il piccolo dalle mie braccia.

“Ci penso io…tu riposa un po’!”

Il piccolo sembrò gradire il bagnetto, peccato però che mi aveva completamente inzuppata. Dopo che entrambi fummo completamente asciutti, raggiungemmo Naruto, il quale si era appisolato sul letto. Però qualcosa mi fece notare che c’era qualcosa che non andava. Il respiro del mio compagno era troppo affannoso per essere semplicemente addormentato.

Posai il bimbo nella culla e andai a controllare Naruto.

Naruto? cos’hai? Stai male?” gli chiesi appoggiando la mano sulla sua spalla e scrollandolo.

Esso aprì gli occhi e mi sorrise dicendomi “No, non ti preoccupare! Ho avuto solo un giramento di testa!”

Si mise seduto, anche se non con poco sforzo .

Naruto, forse dovresti farti controllare…ci penso io se vuoi!” gli dissi

“No, sto bene…è solo un po’ di stanchezza!” mi sorrise e si rialzò in piedi.

 

Fece molta fatica a convincermi a tornare a casa. Non ero tranquilla. Qualcosa mi diceva che Naruto era in pericolo…ma quale dei due e perché?

 

L’indomani mattina il team Kakashi venne convocato nell’ufficio dell’hokage e tutti noi ci dirigemmo da lei.

“Bene, ci siete tutti! Shizune prendi il bambino!” l’assistente fece quanto ordinato, ma sembrava un po’ impacciata con il piccolo in braccio

“Per un po’ ci prenderemo noi cura di lui, mentre voi sarete in missione!”

Naruto e io sbuffammo. Ciò significava doverci separare dal piccolo e nessuno dei due voleva, ma non potevamo tirarci indietro.

La missione che ci diede non era poi così complicata. Sapeva che Naruto era piuttosto stanco dovendosi prendere cura del bambino e inoltre io avevo raccontato del giramento di testa che il mio compagno aveva avuto la sera prima alla mia maestra. Infatti la missione ci fu affidata, sia perché noi dovevamo continuare a servire Konoha, sia per dare un po’ di tregua a Naruto, il quale non avrebbe mai ammesso di aver bisogno di dover staccare un po’ la spina.

La missione durò due giorni e una notte e quella fu, dopo tanto tempo, la prima che il mio compagno riuscisse a chiudere occhio per tutta la sua durata e riposarsi come si deve.

Il giorno dopo però venimmo svegliati da alcuni ninja che ci attaccarono. Ancora adesso sono ignote le ragioni del loro attacco.

Eravamo tre contro tre, niente di complicato, eppure mentre io e Kakashi non avemmo problemi, Naruto si trovò in difficoltà. Andai ad aiutarlo. Pensai che a lui fosse capitato il nemico più forte, ma non era così. Lo stesi con molta facilità.

Mi girai verso il mio compagno e vidi che aveva l’affanno, come due sere prima. Gli misi  una mano sulla fronte pensando che magari avesse un po’ di influenza.

Naruto, dovresti prenderti un po’ di riposo. Non sembra che tu abbia la febbre, ma forse stai covando qualcosa!”

Lo vidi scuotere la testa “Non credo sia quello!” disse mostrandomi la mano.

Rimasi pietrificata da quello che vidi.

La sua mano era trasparente, come se stesse per svanire.

Guardai Kakashi preoccupata e vidi che anche lui era pensieroso.

Kakashi-sensei, cosa mi sta succedendo?” chiese Naruto. Fra di noi era quello più spaventato.

“Non lo so! Potrei sbagliarmi, ma se tu stai svanendo…l’unica ragione potrebbe essere che stia accadendo qualcosa al piccolo Naruto. Tu sei collegato a lui e qualsiasi cosa gli accada…si manifesta anche su di te!”

Naruto e io sussultammo.

Ci dirigemmo subito a Konoha, ma Naruto sembrava fare fatica a rimanere al passo. Sembrava che con il suo corpo sparissero anche le sue energie.

Kakashi si fermò e lo aspettò, dopo di chè se lo caricò sopra le spalle.

Il volto di Naruto era pallido, tanto che mi spaventai.

Cosa poteva essere successo al bimbo in soli due giorni, da ridurre il mio compagno in quello stato?

Finalmente dopo un paio d’ore giungemmo a Konoha. Naruto volle scendere dalle spalle di Kakashi.

Sembrava stare meglio, come se niente fosse successo.

Ci precipitammo all’ufficio dell’hokage, dopo essere stati informati che il piccolo si trovava con Tsunade.

Non bussammo nemmeno alla porta del suo ufficio e spalancando la porta spaventammo colui che tanto cercavamo facendolo piangere.

“Ehi, ma che modi! Ero appena riuscita a farlo addormentare!” disse Tsunade riprendendo a cullare il bimbo.

Tutti noi ci guardammo.

“Mi scusi signorina. Ma è tutto apposto con Naruto?” le chiesi.

Speravo tanto che mi dicesse di si.

La mia maestra mi guardò stupita “Certo! Perché dovrebbe avere qualcosa che non va?”

Mi sentii sollevata, ma allora cosa era successo? Perché Naruto svaniva?

Ne parlai con l’hokage, la quale guardò seriamente sia Naruto che il bimbo.

“Voi due verrete con me, vi farò dei controlli!”

Ovviamente non si venne a capo di niente. Entrambi i Naruto erano sani come un pesci. Tanto che Tsunade cominciò a pensare a uno scherzo.

hokage-sama, anche io ero presente e ho visto chiaramente la mano di Naruto svanire!”intervenne Kakashi in mia difesa.

“Ma questo è impossibile…cioè no, ma solo se il bambino stesse per morire o cose del genere, ma dato che sta bene, non vedo il motivo per cui Naruto debba scomparire!”

“Non potrebbe essere un’allucinazione creata dai nostri nemici? Infondo ora sto bene!” disse il mio compagno.

Ci guardammo tutti e riflettemmo. Tecnicamente era possibile.

Decidemmo di dare per buona quella teoria e di non pensarci più.

 

Passò un’altra settimana. Quell’evento non si manifestò più.

Mi sentivo un po’ stupida a pensare che una persona potesse svanire nel nulla…cioè era già successo con Yondaime, ma…ma che capitasse anche a Naruto era impossibile.

Lui apparteneva a questo tempo, se proprio qualcuno poteva sparire poteva essere solo il piccolo Naruto, ma per fortuna erano ancora entrambi li.

Frugando nella soffitta di casa mia, trovai il passeggino che i miei avevano usato per me.

Lo portai a Naruto, il quale protestò. Non avrebbe mai e poi mai messo il bimbo li dentro.

Ok, aveva qualche fiocchetto ed era rosa, ma tanto cosa poteva capirne il bimbo. Di cento non ci avrebbe detto che era una carrozzella da femmine.

Alla fine Naruto cedette. Non potevamo sempre portare il bambino in giro in braccio. Oltre a essere una tortura per le nostre braccia, anche per lui non doveva essere comodissimo.

Andammo al parco. Ovviamente non per far giocare il bimbo. Aveva già compiuto un mese, ma era ancora troppo piccolo per andare sull’altalena, anche se era presente l’apposito seggiolino per i bimbi piccoli.

Il piccolo improvvisamente si mise a piangere e Naruto lo prese in braccio, mentre io prendevo il biberon da dargli.

Non feci in tempo a trovarlo che sentii Naruto chiamarmi con una voce strana.

“P-Prendi il piccolo!” mi disse.

Lo vidi nuovamente sbiancare, proprio come quella volta durante la missione.

Afferrai il piccolo e notai che questa volta non era solo una mano a sparire, ma l’intero braccio.

Posai immediatamente il bimbo nella carrozzina, ignorando il suo pianto, ma in quel momento dovevo pensare al se stesso più grande.

Sembrava che dovesse perdere i sensi da un momento all’altro.

Dovevo portarlo in ospedale, ma come facevo con anche una carrozzina da spingere?

Lo presi per un braccio e me lo misi intorno al collo e con l’altra provai a spingere il passeggino.

Troppo complicato. Naruto sembrava fare fatica a reggersi sulle sue gambe.

Avevo bisogno di aiuto.

Per fortuna in lontananza vidi passare Shikamaru.

Lo dovetti chiamare più volte prima  che mi notasse e venisse verso di me.

Si prese l’impegno di portare lui Naruto.

Giungemmo all’ospedale e chiedemmo subito di Tsunade.

Shikamaru fece sedere Naruto, il quale sembrava diventare sempre più debole.

Tsunade ci raggiunse e le dissi cosa era successo.

Non riuscì a terminare il racconto che Shikamaru ci chiamò agitato. Cercava di sorreggere un Naruto privo di sensi, che ora scompariva e riappariva interamente.

Provammo a portarlo su di un lettino, ma appena diventava trasparente, perdevamo la presa del suo corpo. Dovemmo lasciarlo sdraiato sulle sedie della sala di attesa, finchè il suo corpo non si stabilizzò nuovamente.

Ringraziai che  presto tornò a essere solido. Temetti di vederlo sparire completamente sta volta.

 

Mentre Tsunade lo visitava, io aspettai fuori e diedi da mangiare al piccolo, del quale mi ero completamente dimenticata.

Stavo ancora allattando il mio “compagno” quando Tsunade mi venne a riferire le condizioni di Naruto.

Proprio come l’altra volta stava bene e  non riusciva a spiegarsi un tale fenomeno.

Una cosa era certa, non era un’illusione creata da un ninja nemico.

 

 

 

Eccovi come promesso il secondo capitolo.

Spero vi piaccia. Fatemi sapere

 

Passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la ff fra preferiti e seguiti e in particolare:

 

Night Sakura: ti ringrazio per la recensione. Mi dispiace Sasuke non compare dato che è una ff di pochi capitoli. Solitamente il ragazzo lo inserisco nelle storie dove c’è bisogno di qualcuno che crei casini. Spero che continui a piacerti. Ciao!!!

 

Lilla95: grazie mille! Spero che ti piaccia anche questo capitolo e che non ti faccia perdere la voglia di leggere l’ultimo. Fammi sapere!!! Ciaoooooo.

 

Cleo92: eh già! naruto piccino è tenerissimo, peccato che nel manga e anime compaglia si e no per 2 secondi. Grazie per la recensioni e spero di leggere presto un nuovo capitolo di una delle tue ff. a presto!!!

 

sousuke sagara: mi hai detto di lasciare perdere il tuo ringraziamento così pubblicavo un secondo prima la storia e allora io non ti ringrazio!!!  Ci sentiamo su msn…e va bhe non faccio la cattiva…un grazie di cuore anche a te!!! Miao!!!

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Ad ognuno il suo ***


Capitolo 3: Ad ognuno il suo

 

Passarono i giorni e quei fenomeni continuavano ad adcadere.

Naruto si sentiva debole quando succedeva e per questa ragione aveva addirittura paura di prendere in braccio se stesso.

Avrebbe potuto perdere la presa e farlo cadere in malo modo.

Lo tenevo sempre io, ma glielo portavo spesso da far vedere e il piccolino sembrava felice di rivedere se stesso.

Secondo me ormai aveva adocchiato Naruto come suo padre e me come sua madre.

La situazione era buffa a pensarci, ma diventava un po’ meno divertente, quando Naruto per prendermi in giro mi chiamava mamma.

Se continuava così…presto sarei diventata davvero la madre di Naruto e mi vennero i brividi a pensarci.

Spesso rimanevo con Naruto anche la notte. Avevo paura di arrivare un giorno e non trovarlo più.

Una notte mi appisolai col la testa appoggiata al suo letto.

Un sognò mi tormentò.

Sognai Naruto che mi allungava la mano per afferrarmi, ma quando le nostra mani erano vicine, non riuscivano a toccarsi. La mano del mio compagno mi passava attraverso e lo vidi piano piano sparire per sempre. Prima di svanire, continuava a chiamarmi, come se sperava che io potessi impedire la sua scomparsa. Volevo, ma cosa potevo fare io?

Continuavo a sentirmi chiamare…solo poco dopo mi accorsi che non era un sogno. Naruto stava davvero pronunciando il mio nome con fare agitato.

Aprii di scatto gli occhi e vidi il mio compagno agitarsi nel letto.

Stava nuovamente scomparendo.

Cercava di trovare un appiglio stabile, aggrappandosi alle lenzuola del letto, ma serviva a poco.

Cercai di rassicurarlo, di dirgli che tutto sarebbe andato bene, ma leggevo nei suoi occhi la paura che provava.

Pensava che se sarebbe morto così giovane, sarebbe capitato da vero ninja, cioè in battaglia, mai avrebbe pensato in quel modo.

Quando finalmente tornò normale, gli asciugai il sudore dalla fronte.

Sakura-chan! C-cosa mi sta succedendo?”

Scossi la testa.

“Io non voglio sparire!” mi disse.

Cercai di trattenere le lacrime e sorridergli. “Farò di tutto perché tu possa rimanere qui a ossessionarmi con le tua scemenze e devi promettermi che…che quando tutto sarà risolto, mi inviterai a mangiare una ciotola di ramen dall’Ichiraku

Mi sorrise. Ero riuscita nel mio intento di rassicurarlo almeno un po’.

Chiuse gli occhi. Sembrava piuttosto stanco.

Mi avvicinai a lui a gli diedi un bacio sulla fronte.

Naruto sgranò subito gli occhi “Mi dirai che stavo delirando vero?”

UHM…no! ti dirò che l’ho fatto per avere la conferma che tu eri ancora presente! Tu riposa, io vado a cercare una soluzione a tutto questo casino!”

Gli dissi facendomi però promettere che al mio ritorno ci sarebbe stato ancora.

 

Corsi.

Corsi più veloce che potevo per dirigermi verso il palazzo dell’hokage.

Entrai nell’ufficio di Tsunade e tutta agitata le dissi “Tsunade-sama! Chiedo di poter usufruire dei libri della biblioteca del palazzo!”

Tsunade sgranò gli occhi

“è per Naruto! ha rischiato nuovamente di sparire. La crisi è durata più a lungo questa volta e se si va avanti di questo passo lui…lui…” non riuscivo, né volevo pronunciare quella parola.

Il volto di Tsunade divenne serio. Si alzò e si diresse a guardare fuori dalla finestra.

“Non è necessario che tu faccia delle ricerche! Ho già trovato la risposta!”

Sussultai. Aspettai pazientemente che la mia maestra continuasse.

“C’è solo una soluzione a questo problema…bisogna rimandare il piccolo Naruto nel suo tempo!” mi disse.

“Cosa? perché?”

“Il motivo della sparizione di Naruto è dovuto al fatto che in una realtà non possono esistere due entità uguali. Quindi l’arrivo del piccolo…ha determinato l’eliminazione del Naruto del nostro tempo! ne può esistere solo uno, a noi la scelta!”

Mi sentii congelare, però una domanda mi sorse spontanea.

“Ma se è il bambino l’intruso, perché non è lui a sparire?”

Tsunade mi guardò seria “Siamo fortunati che non sia così. Se fosse lui a scomparire, allora li perderemmo entrambi!”

Scossi la testa. Tutto era così assurdo.

“Ma se rimandiamo Naruto nel suo tempo…lo uccideranno!”

Tsunade sospirò.

“farò accompagnare il bambino da qualcuno e manderò al sandaime una lettera da parte mia! Sperando di poter cambiare le sorti del piccolo!”

“e se non cambiano?” gli chiesi trattenendo il fiato.

“In entrambi i casi perderemo il nostro Naruto, comunque.”

Calò il silenzio nella stanza.

“Io credo che andrà tutto bene!”

Kakashi-sensei? come fa a esserne certo?” gli chiesi curiosa al mio maestro che sembrava sbucare sempre al momento giusto.

In quel momento venni a conoscenza di una cosa. Anche il nostro Naruto sparì par qualche tempo, quando era piccolo.

“Quindi vuol dire che tutto questo è già successo?” sgranai gli occhi incredula.

Successo o no…non mi sentivo tranquilla. Le cose potevano pur sempre cambiare.

 

Più tardi Tsunade e Kakashi andarono a parlare con Naruto e spiegargli la situazione.

Non era contento di quanto venuto a conoscenza, ma non potè opporsi alla decisione presa da Tsunade, ma questo voleva dire che sarebbe cresciuto nuovamente da solo.

Però almeno non sarebbe morto.

Tutto venne preparato per la partenza. Kakashi e Naruto, appena quest’ultimo si fosse sentito un po’ meglio, avrebbero accompagnato il piccolo alla sua vera casa.

Non potevo lasciarli andare da soli e chiesi a Tsunade di poterli accompagnare.

Il piccolo venne salutato da tutti i miei compagni, i quali si precipitarono a vederlo per l’ultima volta appena venuti a sapere della nostra imminente partenza.

Baa-chan! Come faremo a tornare nel passato? Farai un incantesimo?”

Tsunade lo guardò storto “Non ti basta chiamarmi vecchia? Ora mi prendi pure per una strega? Sarai tu a portare tutti nel passato…solo tu ne sei in grado!”

Io e lui ci guardammo negli occhi. Da quando Naruto aveva questa sorte di poteri?

Poi capimmo. Il mio compagno dovette fare un accordo con Kyuubi. Probabilmente anche Yondaime aveva usato lo stesso sistema. Il demone era in grado di fare dei salti temporali grazie all’utilizzo del suo chakra e non sembrò avere niente in contrario dato che si giocava sulla sua esistenza.

Il giorno dopo avremmo detto addio per sempre al piccolo Naruto e io non volli lasciarlo andare via a mani vuote. Volevo fargli un regalo.

 

Naruto?” dissi bussando alla porta di casa del mio compagno.

Esso aprì poco dopo. Si stava ancora preparando per la partenza…eppure saremo andati via un paio di minuti, non una settimana.

“è già ora?” mi chiese stupito di vedermi li.

Scossi la testa.

No…ecco io volevo chiederti una cosa! ho preso un regalino per il piccolo Naruto, ma…ho paura che glielo tolgano o che lo possa perdere!”

Naruto sgranò gli occhi e volle vedere cos’era.

Gli diedi in mano la piccola collana.

La osservo attentamente.

Era un ciondolo semplice con dietro scritto “ti ricorderò per sempre. Ti voglio bene”. non c’erano nomi. Non volevo confondere le idee al bimbo. Infondo presto saremo diventati compagni di squadra…almeno così mi auguravo.

Vidi Naruto ridarmi la collana e rientrare in casa a cercare qualcosa. Dopo una decina di  minuti trovò quello che cercava e me la consegnò.

La riconobbi. Era la collana.

Era un po’ rovinata e arrugginita, ma era lei.

Sorrisi. L’aveva custodita per tutto quel tempo. Non potevo essere più felice e senza rendermi conto lo abbracciai per la gioia.

Sai…ho sempre creduto che fosse un dono dei miei genitori…e non di una Sakura più grande. Mi dispiace!” mi disse tristemente.

Scossi la testa.

Non potevo mica prendermela. Era logico che non avesse mai pensato a un regalo da parte mia.

“Però in parte non mi sono sbagliato!” mi disse tutt’a un tratto.

Sgranai gli occhi. Cosa voleva dire?

“Anche se per poco tempo. Tu sei stata un sorte di mamma. Ti sei presa cura di me e mi hai voluto bene e per questo ti ringrazio. Anche se non lo saprò fino all’età di 17 anni!”

Gli sorrisi, mi stavo per commuovere e per evitare che ciò accadesse, gli diedi un pugno in testa.

“Forza! Ora dobbiamo andare! Il futuro ci aspetta!”

Lo sentii sospirai e lo sentii dire a bassa voce “e anche un’infanzia difficile!”

“Può darsi, ma quel che conta e che tutto si sistemerà!” gli dissi poggiandogli una mano sulla spalla.

 

Fummo accecati da una grossa luce e quando essa svanì…ci ritrovavamo nello stesso luogo dal quale eravamo partiti.

L’ufficio dell’hokage.

Eravamo sicuri di esserci trasferiti nel passato, dato che davanti ci ritrovammo Sandaime e tre  anziani.

Ci guardarono sorpresi e subito chiamarono degli ambu per fermarci.

“Fermatevi!” disse Sandaime riconoscendo il piccolo Naruto tra le mie braccia.

“chi siete voi?” ci chiese.

Kakashi si presentò e il vecchio Hokage e i presenti in aula si meravigliarono al sentire il suo nome. Dopo il primo stupore, il mio maestro raccontò loro tutto.

“Bene. quindi il bambino non era stato rapito!” disse Sandaime.

“Aspetta un attimo vecchio…vuoi dire che non sapeva che Yondaime aveva fatto sto…sto casino?” chiese Naruto.

L’uomo scosse la testa “Avreste fatto meglio a tenere il bambino con voi!”

Mi venne una vena pulsante sulla testa “Cos’è sta storia che lo volete uccidere? da lei non me lo sarei mai aspettato terzo Hokage! L’ho sempre rispettata e considerato un uomo saggio, ma a quanto pare mi sbagliavo!” dissi infuriata.

Il terzo non disse niente e abbassò solo la testa.

“Non è colpa sua! sono i cittadini di Konoha che lo vogliono morto e noi consiglieri siamo d’accordo. L’unico che si oppone è proprio Sandaime, ma non può sottrarsi dalle sue responsabilità. È in minoranza netta e le nostre leggi stabiliscono che l’hokage deve realizzare ciò che il popolo domanda!” disse una signora anziana.

“ma è solo un bambino!” dissi “e non vi azzardate a dire che è un mostro…perché gli unici mostri qui siete voi!”

“Calmati ragazzina” mi disse un altro anziano.

“E non mi dica di calmarmi! Voi volete uccidere un bambino indifeso, un mio compagno e non lo permetterò per colpa del vostro egoismo!” dissi stringendo i pugni per la rabbia.

“Forse è meglio che leggiate questa! è la lettera  del quinto hokage, vi spiegherà tutto!” disse Kakashi consegnando la lettera nelle mani degli anziani.

“è così voi non avreste ucciso il vostro Naruto, ma addirittura lo avete fatto diventare un ninja della foglia? E per quanto è resistito prima di distruggere il villaggio? Non crederò mai che Kyuubi collaborerà con noi. Questo bambino è un demone e come tale deve essere eliminato in quanto rappresenta una minaccia per tutti!”

Vidi Naruto stringere i denti. Kakashi gli mise una mano sulla spalla.

“Il mostro di cui parlate è qui davanti a voi e vi assicuro che è uno dei migliori ninja su cui Konoha possa fare affidamento. Ora è rispettato da tutti al villaggio. si è allenato duramente in tutti questi anni per farsi accettare e ora che ha ottenuto ciò per cui si è dato tanto da fare in questi anni, non vi permetterò di condannarlo a morte! perché uccidendo il bambino, ucciderete anche lui e credetemi se vi dico che sarete solo voi a perdere. Naruto è destinato a grandi cose e un giorno potrebbe essere proprio lui il vostro hokage.”

Naruto sgranò gli occhi e fissò incredulo Kakashi. Non era dal nostro maestro elogiare tanto qualcuno.

Naruto è destinato a diventare un ninja migliore del quarto e questo l’ho potuto constatare con i miei occhi!”

Sandaime sorrise e si avvicinò a Naruto.

“E così tu saresti il figlio di Yondaime. Avrei dovuto capirlo…siete molto simili!”

Sandaime, come puoi fidarti di ciò che dicono? Come puoi essere certo che questo ragazzo è Naruto? non abbiamo prove!” disse l’unico anziano che non aveva ancora parlato.

“bisogna essere ciechi per non vedere la somiglianza tra il piccolo e il ragazzo.” Disse il terzo.

“Volete una prova?” dissi “forza Naruto trasformati in Kyuubi e prendi a calci questi…” mi fermai quando vidi tutti gli sguardi puntati su di me.

Mi ricomposi tossendo “Ehm…mostra loro il sigillo!”

Naruto sorrise per la mia figuraccia e fece ciò che gli avevo detto.

Vidi gli anziani bisbigliare e subito dopo prendere posizione.

Essia. Permetteremo al bambino di vivere e imporremo l’assoluto divieto di dire a Naruto di cosa contiene al suo interno! Ma non garantiamo niente”

“Lo garantisco io! se è vero che Naruto sarà fondamentale affichè Konoha non sparisca completamente come dice la lettera, non possiamo perdere un aiuto prezioso! Io come Hokage e voi come consiglieri dell’hokage, non possiamo perdere di vista il nostro obbiettivo principale e cioè la salvezza del villaggio. Sono sicuro che Naruto ci sarà di grande aiuto per mantenere la sicurezza e per questo punirò tutti coloro che proveranno a torcergli un capello!”

Sandaime si avvicinò a Naruto gli mise una mano sulla spalla.

“Vai tranquillo ragazzo. Non permetterò a nessuno di farti del male!”

Naruto sorrise “grazie vecchio!”

Sospirai. Come al solito mancava di rispetto.

Porsi il piccolo Naruto al Sandaime, gli misi al collo la collanina che gli avevo fatto preparare con tanto amore e gli diedi un bacino sulla guancia.

“Mi mancherai…Naruto!”

Successivamente fu il turno di Naruto. Si fece stringere un dito da una manina del bimbo e gli disse “Non ti scoraggiare mai…vedrai che tutto si sistemerà!”

“mi raccomando, non fare impazzire Kakashi come hai fatto con me!” disse Kakashi infine, beccandosi un’occhiataccia da parte del mio compagno.

 

Tornammo nel nostro tempo. ogni cosa sembrava sistemata, ma tutto sembrava così silenzioso senza i pianti del piccolo.

Quel marmocchietto già mi mancava.

“Allora Sakura-chan.” Naruto mi destò dai miei pensieti “Mi sbaglio oppure ho una promessa da mantenere?”

Sgranai gli occhi, non capendo a cosa si riferiva.

“dovevo invitanti a mangiare una ciotola di ramen. Anche due se vuoi. Non so tu ma io ho una fame! Non mi dirai di no questa volta, vero?”

Scossi la testa e sorrisi.

“No. questa volta te lo sei meritato” lo presi a braccetto e lo trascinai verso l’ichiraku.

Il bimbo mi mancava, ma in realtà non avevo perso Naruto. Anzì direi piuttosto di averlo trovato. Tutta quella faccenda mi aveva fatto capire quanto in realtà tenessi a colui che pensavo di considerare un semplice amico. Il delizioso bambino non c’era più, ma c’era il se stesso più grande accanto a me e lo sarebbe stato per sempre.

 

 

THE END

 

 

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È siamo giunti alla fine di questa ff.

È una storiella molto semplice che…non so nemmeno come mi sia venuta in mente, ma chi mi conosce, sa che mi piace mischiare passato col futuro e viceversa.

Bhe spero siate soddisfatti del finale, non succede niente di particolare ma…me la sono immaginata così.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito.

Grazie tante.

Alla prossima!!!

Neko =^.^=

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