Aroma di Caffè

di Kalahary
(/viewuser.php?uid=36571)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caffè, senza zucchero e senza latte, grazie! ***
Capitolo 2: *** Pace con una tazzina di Caffè ***
Capitolo 3: *** Caffè corretto con ipocrisia ***
Capitolo 4: *** Caffè corretto ***
Capitolo 5: *** Caffè e brioches, potrei volere di più? ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Caffè, senza zucchero e senza latte, grazie! ***


Caffè, senza zucchero e senza latte, grazie!
Aroma di Caffè

Caffè, senza zuccero e senza latte, grazie!


It’s a beautiful day
Don’t let it go away
It’s a beautiful day
Don’t let it go away
What you don’t have, you don’t need it now
What you don’t know you can feel it somehow
What you don’t have, you don’t need it now
You don’t need it now
Beautiful day
Beautiful day - U2


Caffè. Aroma di caffè.
Una tazzina e ti senti a capo del mondo.
Due tazzine e potresti uccidere qualcuno.
Ma cos'è?! Draco che mi porta un vassoio con brioches e caffè, che mi lascia dormire a casa sua, che mi bacia sulla guancia, che... mi prepara la colazione?!
-Ehi, buongiorno, sunshine!-
Ooh, il paradiso, almeno per una volta deve essere concesso a tutti, no?
-Ehi, signorina..!- E questa voce? No, lasciatemi a Draco, a quell'uomo affascinanate e, per una volta, dolce. -Signorina!-
Apro un occhio, la luce rosata del tramonto entra dalla vetrina. Un altro occhio. Ma dove sono? Oh no, mi sono addormentata in una caffetteria!
Tiro su la testa, scostandomi una ciocca dal volto e guardandomi intorno. Un uomo sui ventidue, forse ventitre anni, con un grembiule nero sopra i pantaloni mi fissa con aria scocciata. -Ha intenzione di ordinare oppure vuole continuare a dormire?!- Ora gli occhi dei clienti, evidentemente annoiati, sono puntati su di me, o è solo una sensazione causata dal mio egocentrismo?
-Ehm... ordino, ovviamente.- rispondo imbarazzata -...mi sarò addormentata aspettando il vostro servizio, decisamente lento.- Una smorfia per snobbarlo, e la vergogna è scivolata via, perchè nessuno può trattare in malo modo Pansy Parkinson.

Ecco che affiora un sorriso irritante e malevolo, si, perchè quale persona dolce e buona riuscirebbe mai a fare quell'espressione? Il ragazzo digrigna i denti per una frazione di secondo e  poi sorride, come se non l'avesse sentita. -Tesoro, la gente lavora a differenza di qualcun'altro...-
-Sta forse insinuando che io non lavori?!- E' decisamente scocciata, per così poco... -Perchè non è così!-
Tanto vale stuzzicarla, no? Viene spontaneo... -Ah si, e allora di cosa si occupa?- Un sorriso divertito e per niente preoccupato.
-Di tante cose!-
Le sopracciglia rivolte verso l'alto. -Uhm, un ottimo impiego devo dire.-
-Lavoro al Ministero, maleducato!-

E metto su il broncio. Devo ammettere di avere quasi esagerato, insomma, mica devo dare ascolto a un barista da quattro soldi!
-Va bene. Vuole darmi l'ordinazione o guardare un attimo la lista?- domanda molto retorica.
-La lista, grazie.-
Un sorriso che maschera l'irritazione, quasi giocoso. Il cameriere mi passa il menù e non posso fare a meno di notare che ha delle mani davvero belle, magre, pallide e con unghie curate.
Fingo di leggere, brioches alla crema, bignè della nonna... mentre in realtà guardo l'uomo. E' alto e con una costituzione giusta,  non esageratamente palestrato e nemmeno mingherlino, ha i capelli rossi e gli occhi... azzurri? O sono verdi?
Poi ritorna da me, sorridendo, come se non ricordasse più le mie offese. -Ha deciso?-
-Uhm... potrei essere indecisa...- so come essere fastidiosa certe volte.
-Ma dato che è un'ottima cliente e una persona sicura e determinata...-
-Purtroppo, però, sono umana pure io e talvolta posso...-
-Ma lei, a dispetto dei difetti delle altre persone...-
-Non so cosa scegliere.- -Sa cosa scegliere.- Concludiamo contemporaneamente, scoccandoci una lunga occhiata finchè l'uomo ride. E questo mi lascia perplessa, anche se non saprei dire di preciso perchè.
-Un caffè.-
E la sua risata si spegne -Aspetta, vorresti dirmi che hai impiegato tutto questo tempo solo per prendere un caffè?!- Come siamo passati al "tu"?
-Oh no, anche per irritarla.-
E questa volta, a dispetto delle mie previsioni, ride, di nuovo. Si gira scuotendo la testa, ma non l'avrà vinta.
E' quasi arrivato al bancone quando continuo -Senza zucchero!- Si volta per annuire. -E senza latte!- E gli spunta sulle labbra un sorriso.
A portarmi il caffè, però, è un'altra cameriera, una ragazzina appena uscita da scuola, sicuramente.
Così mi ritrovo a bere un caffè nero e troppo forte per i miei gusti, senza aver ottenuto niente, anzi, cosa avrei voluto? Prendermi una piccola vendetta su quel tipo per aver... insinuato che non lavoro?
Si, è stato quello ad irritarmi, anche se in pratica... potrebbe... avere ragione. Non che io non lavori, sono uno dei legali del Ministero, mica male. Il fatto è... bè, sono i regali di Draco che sembrano tanto delle bustarelle, che mi fanno reagire così.
Mi crogiolo un po' con il mio caffè, deprimendomi a morte, finchè non mi ricordo di una riunione straordinaria e che devo alzarmi.

Seduta a prendere appunti su un processo di cui parleranno tutti i giornali, ripenso alla mia vita. Sono una ragazza di ventitre anni, ho un lavoro stabile e abbastanza gratificante, sono indipendente, come ho sempre voluto essere e come sono quasi sempre stata, ho i miei genitori, sebbene divorziati, e con loro ho un buon rapporto come non è mai stato prima d'ora. Poi ho Draco... e qua il mio morale cola a picco. Con lui ho un rapporto... basato su cosa, però? A essere sinceri sul sesso, e non sull'amore. Ci vediamo solo a casa sua o per andare a casa sua, e lì non è che guardiamo un film, parliamo o ci facciamo le coccole... tutt'altro. E subito dopo devo tornare a casa, come se non si fidasse di me, o come se fossi solo il suo scaldaletto. Non mi ha mai detto frasi come "ti voglio bene", figurarsi "ti amo", anche io ho fatto lo stesso perchè so con chi vado a letto.
E tutto questo mi fa sentire vuota e malinconica.
Le nove e trenta. Mezz'ora e mi troverò da lui, come dice il messaggio scarno arrivato tramite gufo, come desidera lui, come sono indifferente io.

No, no, come faccio a essere così in ritardo?! Dannazione! Corro sui tacchi, con un ombrello in mano e una pila di vecchi fascicoli sotto il braccio. Faccio per entrare quando mi scontro con un uomo, finendo per terra e stortandomi la caviglia. -Ahio!- mi esce dalla bocca prima di guardare in faccia l'altro -No, ancora lei!-
-Allora è proprio vero che lavori qui.-
Il cameriere di ieri mi fissa con una faccia sorridente, dimentico di avermi fatto cadere a terra.
-Non mi credeva?!-
-Ovviamente, ma è stato comunque strano incontrarti qui...- mi aiuta a rialzarmi e subito dopo si china per raccogliere i fogli.
-O magari ha fatto apposta perchè voleva vedermi?- alzo un sopracciglio, aspettando che il ragazzo torni a guardarmi.
-Soffri di manie di protagonismo? O siamo solo enormemente egocentriche?- e sorride guardandomi dal basso.
Azzuri, gli occhi sono azzurri... mi dimentico così di rispondere, passando per un'idiota.
Mi porgi i fogli e li prendo con mani leggermente tremanti.
-Va bene, per farmi perdonare domani mattina ti offro la colazione al bar, è abbastanza?-
Deve aver frainteso, mica me la sono presa per aver ricevuto dell'egocentrica, è vero, lo so anche io. Meglio così.
-Dovrai lavorare.- replico, con scarsa insistenza.
-Oh no, la caffetteria è mia, di mia sorella, a dirla tutta, ma per un po' me ne occuperò io.-
-Oh.-
-Lo prenderò per un sì. Domani alle otto!-
E se ne va, non faccio neanche in tempo a rispondere. Oh, Pansy, che ti sta succedendo?

Alla sera, a letto, non ascolto neanche i discorsi di Draco su quanto sia difficile portare avanti un'azienda, bla bla... mi limito ad  annuire e a pronunciare un "si" ogni tanto, non se ne accorge nemmeno.
Quel cameriere mi ricorda qualcuno, ha un che di famigliare, chi potrebbe essere?
Penso all'indomani. Che cappotto posso mettermi? Uhm, quello lungo nero... con gli stivali neri in camoscio, no, sono troppo belli per andare... a far colazione, ma io mi vesto sempre bene, ma domani pioverà...

Ed eccomi alle sette e quarantacinque sotto ad un ombrello, davanti alla caffetteria, indecisa se entrare.
Oh, quanti problemi! Voglio il mio caffè e l'avrò! Sto per entrare, ormai dieci minuti in ritardo quando la porta si apre...
-Era ora, pensavo volessi startene sotto l'acqua tutto il tempo!-
E poi ho l'illuminazione -Weasley! Sei uno Weasley!-


E' un bel giorno
non lasciarlo trascorrere
E' un bel giorno
non lasciarlo trascorrere
Ciò che non hai, non ti serve ora
ciò che non conosci puoi sentirlo in qualche modo
ciò che non hai, non ti serve ora
non ne hai bisogno ora
Giorno meraviglioso


 
----
Salve! Spero vi sia piaciuta e che vogliate lasciare un commentino nell'attesa che io scriva il prossimo capitolo. Ad ogni modo, piccolo ringraziamento alla Gre che ha commentato prima del post, consigliando ecc.

baci








Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Pace con una tazzina di Caffè ***


Aroma di caffè cap2
Aroma di Caffè

Pace con una tazzina di Caffè


Do you know what’s worth fighting for

When it’s not worth dying for?
Does it take you breath away
And you feel yourself suffocating?
Does the pain weight out the pride?
And you look for a place to hide?
Did someone break your heart inside?
You’re in ruins


When you’re at the end of the road
And you lost all sense of control
And your thoughts have taken their toll
When your mind breaks the spirit of your soul
Your faith walks on broken glass
And the hangover doesn’t pass
Nothing’s ever built to last
You’re in ruins

When it’s time to live and let die
And you can’t get another try

21 Guns - Green Day

-Tu!- Lo stupore non mi impedisce mai di parlare -Mi hai imbrogliato!-
La faccia di uno dei fratelli Weasley mi suggerisce che non stia capendo nulla -E...eh?- (B's quote N.d.A.)
-Oh, avrei dovuto sospettarlo! Tu e la tua misera famiglia avete architettato tutto, è così, non è vero?-
-Cos'è che avrei architettato..? Ehi, cos'avresti contro la mia famiglia, ragazzina vanitosa ed egocentrica?!- Ma non conosce altri aggettivi?
-Sappiamo tutti in che condizioni di povertà si trovi la tua famiglia! Devo ricordarti i maglioni sgualciti fatti a mano?!-
-Sono una tradizione di famiglia, possiamo permetterci dei maglioni, tesoro!-
Argg! Odio l'espressione "tesoro", soprattutto se la pronuncia lui.
-Perchè potevate permetterveli usavate sempre le cose di seconda mano, giusto?!-
-E allora? Non tutti possono per mettersi di andare in giro con vestiti firmati!-
Urliamo entrambi senza giungere a nessuna conclusione. Quanto lo odio! -Bene, allora tieniti il tuo caffè!- ed esco sbattendo la porta.
Giro per strada alla ricerca di un bar, anzi, non voglio più il caffè, sono già abbastanza nervosa senza la mia quotidiana dose di caffeina. Grr.

Ed eccomi in ufficio a compilare carte e ad annoiarmi a morte mentre Daphne Greengrass parla del suo magnifico marito Mr Nott, ma cos'è, non ricorda che lui e Blaise sono i miei migliori amici?!
Arrogante come sempre, mi ripeto nella testa mentre svolgo il mio lavoro e annuisco alla mia ex-compagna di scuola.
-Oh, Pansy, dovreste proprio venire domani sera da noi, non ti sembra un'idea bellissima?-
Mi fermo un attimo, abbiamo cambiato discorso e non me ne sono accorta, tra l'altro, e... di che parlavamo? -Scusa, Daphne, non riesco a seguirti, cosa avresti intenzione di fare?- domando prendendo in mano un contratto da valutare.
Emette una risatina stridula -Ma come, Pansy? Ho detto che tu e Draco siete invitati domani sera al nostro attico! Pensavo di invitare Zabini, ho sentito che...-
Cosa?! A casa loro con Draco? No, non voglio vedere i miei amici, non ora che non sono... felice.
-Oh, Daphne, non so se sia possibile, Draco è molto impegnato e io sono presa come non mai con il processo "Hunt contro Tulliver"...-
Non riesco a finire di parlare che quella gallina mi interrompe -Eh si, ma cosa sai dirmi, lui ha veramente truffato la...-
La metto a tacere in un attimo con la faccenda del "top-secret" e mentalmente ringrazio chi ha creato queste magiche paroline, peccato che si debba ritornare all'argomento precedente.
-Allora, zucchero, ti aspetto domani sera alle 6.00...-
Provo a replicare -Mi spiace, ma per Draco...-
Un'altra risatina le esce dalla bocca -Non c'è problema, lo convincerà Theodore. Sappiamo entrambe che per l'arte della persuasione sei più adatta tu...- Cosa ammicchi, esserino volgare e privo di singolarità?! -Ma per questa volta ci penserà il mio dolce maritino.-
Sorrido, e mi rendo conto di quanto sia brava a fingere, come abbia imparato bene a farlo. A volte penso che le persone che non sanno mentire sono le migliori, poi mi guardo intorno e mi ricordo di essere un avvocato.
Ancora qualche convenevole e "Mrs Nott" se ne va, lasciandomi finalmente libera.

-Avresti dovuto dirle che ero molto occupato! Sai come la mia profumeria mi tenga occupato.-
Sbuffo alle spalle di Draco mentre per l'ennesima volta si lamenta per l'invito di questa sera -Draco, ci ho provato, le ho anche detto del processo...-
-Si, ho capito. Mettiti quel vestito che ti ho fatto prendere, quello Chanel nero.-
Deglutisco a vuoto e mi avvicino alla scatola di cartone bianco. Sollevo il coperchio e prendo tra le mani quel capo che lui ha scelto. Come faccio a non sentirmi una prostituta quando non posso neanche indossare quello che voglio io?
Reprimo le lacrime e lo indosso, mi sta alla perfezione. Mi specchio e mi giro verso Draco, che sta cercando i gemelli con gli Swaroski.
-Si, può andare, cos'è quella faccia? Non dirmi che non ti piace perchè l'ho fatto arrivare direttamente da Parigi.- Si sta innervosendo, lo vedo bene.
-Oh no, sono solo commossa.- mento e sorrido, un altro sorriso falso sulle mie labbra. Fin quando sarò costretta a fingere?

Mezz'ora dopo mi ritrovo a suonare il campanello di casa Nott. Ci viene ad aprire un elfo domestico dall'aria stanca. Ci accomodiamo sui "nuovi divani provenienti dall'Italia", così mi è stato detto ieri, finchè non entrano Theodore e Daphne. Sono veramente felice di vedere Theo, anche se lo vedo cambiato, diverso dall'ultima volta che l'ho visto. Si, è in forma come al solito, vestito elegantemente, ma gli occhi sono completamente differenti. Ci abbracciamo, mi era mancato tantissimo. Poi arriva Zabini con la sua nuova fiamma, una modella, una strega che ha fatto fortuna nel mondo babbano. Anche Blaise mi sembra strano e quando mi nota osservarlo mi fa segno di parlarne dopo. Cos'è successo?

A fine cena conversiamo amabilmente sul divano finchè Theo e Blaise dichiarano di aver bisogno di una boccata d'aria. Li seguo sulla terrazza, tirano fuori sigarette e accendino, ne prendo una anche io.
-Non avevi smesso?- mi chiede Blaise, scoccandomi una lunga occhiata.
-E tu non dovevi smettere?- replico, come sempre sono l'ultima a parlare.
Fumiamo tranquillamente, un po' in onore dei vecchi tempi, quando eravamo felici. Ecco risolto il mio problema, la differenza tra prima e adesso è che ora non siamo felici.
-Oh, Theo- mi volto a guardarlo -cos' è accaduto per farti diventare così?-
Sbuffa e ride cercando di darmela a bere, ma neanche Blaise ci crede e continua a guardarlo con i suoi occhi scuri. -Oh, sono commosso, la piccola Pansy si preoccupa per me.- e mi scompiglia i capelli.
-Ti prego, Theo, sono seria.-
-Io risponderò alla tua domanda e tu risponderai alla mia.-
Noi Serpeverde siamo sempre così fiscali e precisi, ma siamo anche amici, per questo annuisco senza pensarci due volte.
-C'è che mi sono sposato con una donna che non amo unicamente per soldi, per il desiderio di denaro. E ora che è tutto fatto e firmato io sono legato a lei per la vita. Ironico il fatto che proprio io, che agognavo l'indipendenza, sia finito così.-
Rimango senza parole, non che non sapessi che tra Theo e la Greengrass non ci fosse amore, solo pensavo che lui fosse soddisfatto. Come mi sbagliavo.
-E tu, Pansy, hai intenzione di leccare i piedi a Draco ancora per molto? Sappiamo tutti e tre come vanno le cose tra di voi.-
E' inutile mentire con i propri amici perchè, inevitabilmente, la verità emerge e non c'è nulla che la possa fermare. -Sono legata a lui, come tu lo sei a Daphne.- guardo dritta davanti a me le luci di Londra, evitando di incrociare lo sguardo con quello dei miei amici.
-E' diverso, Pansy, non c'è nulla di legale. Ciò che ti lega a lui è solo un ricordo, qualcosa che non c'è più.-
-"Cos'è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perduto?"*- Blaise cita le parole di qualcuno che ha seriamente aperto gli occhi.
-Io... non riuscirei a staccarmi da lui...- per la prima volta penso a quest'eventualità, non ho mai avuto la speranza che durasse in eterno, ma so che se c'è qualcuno che lascia qualcun'altro, quello è Draco.
-Perchè?- mi chiede Zabini.
-Come "perchè"? E' stato parte integrante della mia vita per così tanto tempo che rinunciare a lui sarebbe come perdere una parte di me.-
-Oh si, ed è stato anche il primo a portarsela a letto!-
-Oh Theo! Smettila!-
Theodore ride -Non dirmi che arrossisci.-
Sorrido perchè sappiamo tutti che non è così. -E tu, Blaise? Cosa ci fai con quella bionda spilungona che Draco si sta mangiando con gli occhi?-
Blaise guarda sempre in faccia la gente, questa è stata la prima cosa che ho ammirato di lui. -Fama. Il desiderio di fama, è sempre stato questo il mio vizio.-
Per fortuna ci pensa Theodore ad alleggerire la situazione -Ma non era il fumo?!-
-Oh, basta.- e Blaise lancia la sua sigaretta lontano, mentre tutti seguiamo il bagliore rosso del mozzicone sparire nell'oscurità.
-Facciamo un patto...- propongo prendendo le mani di entrambi -Promettiamo di cercare la felicità, indipendentemente da cosa comporti.-
I miei amici ridono, ma promettono, e lo faccio anche io.

Ieri la serata si è conclusa bene, anche se non come promesso sulla terrazza. Deciso di dedicarmi però al lavoro, una cosa che mi piace, oltre al caffè. A proposito, dov'è la mia segretaria?
-Sarah, mi prepari un caffè, grazie.-
-Certo, Miss Parkinson.-
Il caffè arriva abbastanza in fretta ma è una cosa nera annacquata che finisce nel sottovaso di una pianta. Guardo l'orologio, potrei concedermi una pausa e prendermi un vero caffè, non piove neanche.  Mi precipito in strada, sperando che nessuno mi noti. La caffetteria più vicina è quella di quei filobabbani  dei Weasley e se non voglio avere problemi con  il mio capo mi conviene entrare senza fare storie. Ciò nonostante mi concedo di sbirciare, c'è solo la ragazzina a servire, perfetto. Entro e mi siedo al banco proprio mentre un uomo si tira su con in mano un sacco di arance. George Weasley, si dovrebbe chiamare così, benone, adesso penserà che sono un'ossessionata. Così apro la bocca per prima -Non è come pensa, non sono fissata con lei, non ho manie di autolesionismo ma sono una ragazza che ama il caffè, e questo è il posto migliore, quindi se vuole essere professionale e servirmi un caffè gliene sarei davvero grata.-
Concludo incrociando le dita e posandole sul bancone, guardandolo in faccia come farebbe Blaise, calma e sicura di me.
-Ma parli sempre così tanto?- e il sorriso gli spunta sulle labbra mentre si gira per prepararmi il caffè.
In quanto a me, non so cosa pensare. Sono allibita, pensavo fosse ancora arrabbiato e che mi avrebbe sbattuta fuori appena mi avesse vista, e invece eccolo a porgermi una tazzina fumante. Sono talmente sotto shock che non prendo neanche il caffè, mi limito a guardare il bordo della tazza. -Ma lei non era arrabbiato con me?- e alzo gli occhi.
Lui non si ferma un attimo ma mi guarda comunque. -All'inizio ero arrabbiato, non mi piace che la gente critichi la mia famiglia, soprattutto se è uno sconosciuto.-
Non devi abbassare la testa, su, Pansy, ascolta la predica che forse, forse, ti sei meritata. -Mi chiamo Pansy Parkinson.-
Si ferma un attimo, con la bocca dischiusa -Aah, Parkinson, ovviamente un Serpeverde.-
-Questo lo sospettavi già, no?-
Fa un lieve sorriso -Si.- e riprende  a lavorare, porgendomi una bustina di zucchero e un recipiente con il latte.
Alzo un sopracciglio -Come faceva a saperlo?-
Lui mi risponde, per così dire, con un'altra domanda -Puoi darmi del "tu", per favore? Ho solo qualche anno in più di te e non mi sento così vecchio.-
-Bene, allora, come facevi a saperlo?-
Si ferma davanti a me -La prima volta mi hai chiesto un caffè senza zucchero e senza latte unicamente per dispetto, quindi deduco che di solito lo prendi dolce.-
Sono colpita, devo ammetterlo, la gente, di solito, non bada ai particolari, ma sono proprio quelli che contano. Pensiamo a una brioches, il nome non dice molto, potrebbe essere confezionata come potrebbe essere fresca ma se parliamo di una brioches appena sfornata e con la marmellata tutto cambia.
-Ti faccio una proposta: per farmi perdonare, domani ti faccio io il caffè.-
Perchè quella faccia perplessa? -Non credo di capirti...-
Sorrido e rispondo, parlando più lentamente -Semplice, domani mattina vengo qui e, al posto di offrirti un caffè in qualche bar lontano, te lo preparo io.- Penso di essermi spiegata, magari non troppo chiaramente, ma il senso è limpidissimo. Perchè quel filobabbano non si impegna per capirmi?!
-Ma... domani è sabato, devi lavorare...-
-Se vuoi rifiutare, non ripiegare sulla stessa scusa e dillo chiaramente.- dico socchiudendo gli occhi e assumendo il tono con cui tratto con i  clienti che so già colpevoli.
-Perfetto.- fa una faccia seria, decisa ma al contempo birichina e non so perchè ma il mio stomaco fa una capriola. -Allora sei disposta a venire qui domani mattina presto...- perchè calca così minacciosamente su quella povera parolina?! -...e preparare un caffè al sottoscritto?-
Rispondo audace -Certo.- Ma perchè parlare così solennemente su una tazzina di caffè?!
-Ne sarai capace? Non sembri la brava donnina di casa.- commenta alzando un sopracciglio davvero irritante.
-Ovvio.- e lascio i soldi sul bancone e mi dirigo verso la porta prima di girarmi -ci vediamo domani mattina alle 6 e 30.-
Ritorno in ufficio, mi siedo sulla mia sedia girevole e -Sarah, come si prepara un caffè?-


Conosci il valore di quello per cui lotti
Quando vale o non vale la penza morire ?
Ti toglie il fiato
e ti senti soffocare?
Il dolore si appesantisce  sull'orgoglio?
E cerchi un posto per nasconderti?
Qualcuno ha spezzato il tuo cuore?
ti stai rovinando

Quando sei alla fine della strada
Ed hai perso il controllo di tutto
Ed i tuoi pensieri ti opprimono
Quando la tua mente rompe lo spirito della tua anima
La tua fede cammina su un vetro rotto
E la sbornia non passa
Nulla mai è costruito in eterno
ti stai rovinando

Ora è il momento per vivere
E non ci sarà un'altra possibilità

----------------------------------

Salve a tutti! Spero di non aver deluso le aspettative. Il capitolo doveva essere molto più lungo, troppo lungo, quindi la parte mancante finirà dritta dritta nel terzo capitolo, inizio a pensare che questa fic sarà di qualche capitolo in più, mah...
Passiamo ai ringraziamenti:
karyn1986 :  Grazie mille per aver commentato, sono felice che ti sia piaciuto.
confettina: Ed ecco il secondo capitolo! Devi assolutamente leggere le Pansy/George perchè alcuna sono proprio carine, anche io all'inizio ero un po' scettica, ma mi sbagliavo.
LaTuM: Grazie mille per il commento positivo e la motivazione, mi auguro che questo capitolo sia stato come il primo.
SoReLLiNaMaLfoY: E anche per te c'è in palio il secondo capitolo! No, a parte gli scherzi, ho apprezzato tantissimo il tuo entusiasmo. Grazie!
Sab182: Detto fatto.

Al prossimo capitolo



P.S. Dimenticavo... * La citazione è di Woody Allen

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Caffè corretto con ipocrisia ***


Aroma di caffè cap3
Aroma di Caffè

Caffè corretto con ipocrisia

Hey, girl, is he everything you wanted in a man?
You know I gave you the world
You had me in the palm of your hand
So why your love went away
I just can't seem to understand
Thought it was me and you babe
Me and you until the end
But I guess I was wrong

Should've known better when you came around

That you were gonna make me cry
It's breaking my heart to watch you run around
'Cause I know that you're living a lie

You spend your nights alone
And he never comes home
And every time you call him
All you get's a busy tone
What goes around...comes around_Justine Timberlake

Uah! Perchè sono così testarda e competitiva? Uffa, se me ne fossi stata zitta e non avessi replicato, ora, alle 5.30, non dovrei sgattaiolare come un ladro dal mio appartamento. E poi perchè dovrei alzarmi così presto quando ho ancora una buona ora? Ah, si, amo le competizioni e, in questo caso, arrivare in ritardo sarebbe come perdere. Ma che sto dicendo?


-Buon Giorno!- così saluto un George Weasley decisamente assonnato appena arrivato alla caffetteria.
-'iorno.-
-qualcuno ha dormito male?- domando girandogli intorno.
-Nh.-Lo prenderò per un sì. Senza tante cerimonie entriamo e io vado dietro il bancone, prendendo un grembiule. Allora, come ha detto che funzionava Sarah? Uhm... lo so, devo solo riordinare le idee. Caffè. Tazzina. Macchinetta. Coso dove si mette il caffè macinato. Do un'occhiata alle mie spalle: George Weasley mi guarda stanco ma con un mezzo sorriso alquanto tenero e... seducente?! E' provato, alzarsi presto ha molti effetti collaterali.
Ritorniamo al caffè.
Dopo dieci minuti sono ancora ferma, senza sapere cosa fare di preciso.
-Hai mai fatto un caffè in vita tua?-
-Ne ho bevuti tanti.-
-Ma non rispondi alla mia domanda.-
-Ok, non ne ho mai fatto uno, contento?- e faccio una smorfia.
-Decisamente.-
Ignoro la provocazione e ritorno alla macchinetta di fronte a me. Prendo questo coso d'acciaio dove ci sta il caffè e...
-Il caffè macinato è lì sotto.-
-Lo sapevo.- rispondo acida.
-Non ne dubitavo.-
Metto il caffè nel dosatore, adesso va compresso... ma salteremo questo procedimento, non è così importante, giusto?
Non sento i passi alle mie spalle ed emetto un gridolino quando sento le braccia di Weasley intorno alle mie.
-Il caffè si comprime qua.- continua la spiegazione su come preparare il caffè che amo tanto ma sono troppo distratta dal suo corpo per poter badare ad altro.
No, Pansy, cosa fai?! Concentrati, tu vuoi il caffè, non il tipo che ti prepara il caffè!
Ma lui ha quel buon profumo che...
Mi muovo seguendo i suoi movimenti, preparando un altro caffè per me, sempre tra le sue braccia.
Alla fine mi lascia per prendere cucchiaini, latte e zucchero. Mi siedo ad un tavolino e lui fa lo stesso di fronte a me.
-Vogliamo assaggiare il tuo capolavoro?- E' ironia quella che leggo tra le righe?
-Assaggia.-
Mi ascolta e lo beve come se si trattasse di una degustazione di vini. -Buono, ovviamente grazie a me.-
Alzo un sopracciglio -No, tesoro, il merito è mio.- e rido.
Prendo il mio caffè e mi permetto di chiedere -Come mai ci lavori tu in questo periodo? Non è di tua sorella?-
Posa la tazzina e si appoggia allo schienale, incrociando le mani sul tavolo -Ginny si è sposata con Harry...-
-Ahh, con lo "sfregiato"...- guardo la sua faccia farsi più dura e mi mordo la lingua -Ignora, era un vecchio nomignolo, involontario...-
-...due settimane fa, quindi adesso sono in luna di miele per un tempo indeterminato in Europa.-
-Quindi tu non sai fin a quando staranno via e sei obbligato a gestire questo bar?- ma che dolce sorellina...
-Non mi dispiace.-
-Capisco.- Non è vero.
Continuiamo a conversare di alcune banalità che dimentico il tempo stesso in cui ne parlo. Però è bello guardare lui, ha un aspetto davvero gradevole, solo alla vista, oggettivamente parlando.
-E tu esci ancora con Malfoy?-
Domanda sbagliata. Mi irrigidisco, e guardo in basso a destra.
-Scusa, domanda inopportuna.- 
Per una volta mi decido a rispondere -Lo vedo ancora, lo frequento e ci vado a letto, e a questo punto deve esserci qualcosa che non va dato che lo dico proprio a te.-
-Non eri obbligata a rispondere.-
-Lo so.- Sento di avere una sorta di legame con lui, come se lo conoscessi da sempre, come se mi capisse subito, anche solo per intuito.
-Cosa fai dopo?-
-Non ho niente da fare, non devo lavorare...-
-Puoi rimanere qui se ti va.-
-Ma non potrò aiutarti, nemmeno con i vassoi.-
-Non te lo chiederei mai, ti ho vista prima, hai impiegato mezz'ora solo per un caffè.-
Poi si alza al suono del campanello del primo cliente. Rimango ancora una mezz'oretta, ma poi ho troppo sono e ritorno a casa, non prima di avergli lasciato un biglietto con scritto Ritornerò.

Come promesso alle 15 sono seduta ad un tavolino nell'angolo a sfogliare una rivista di moda.
-Sei arrivata.- Weasley si avvicina con in mano il blocchetto delle ordinazioni.
-Non ci credevi, Weasley? Ti avevo detto che sarei ritornata ed eccomi qua.-
-George.-
-Cosa?-
-Sono George, non Weasley.-
-Non ci conosciamo così bene...-
-Vero, ma se una persona vuole conoscere una persona, per prima cosa si inizia a chiamarla per nome.- Replica.
-E chi ti dice che io voglia conoscerti?- domando, guardandolo di sottecchi.
Weasley si gira e fa per andarsene -Ehi, stavo scherzando!- Sospiro -George!-
Si volta verso di me e mi sorride -Scherzetto!-
Non dico nulla, scuoto la testa e mi scappa un sorrisino. -Allora, tu vuoi conoscermi?- domando, con un involontaria punta di malizia.
Non mi risponde direttamente e inizio a pensare che sia l'unico modo per ottenere risposte da lui. -Tu di certo, o sbaglio, Pansy?-
-Hn.- adesso lo guardo un po' in cagnesco -Ma non rispondi alla mia domanda.- sorrido mentre ripeto la stessa frase che mi aveva rivolto prima.
Capisce subito e assottiglia leggermente gli occhi, come per riconoscere la mia vittoria -Si, Pansy.-

Tre settimane dopo sono seduta al bancone della caffetteria dei Weasley a conversare civilmente con George. Ormai è diventata un'abitudine e ogni giorno vado a prendermi un caffè a inizio giornata e magari un tè dopo il lavoro, tanto per fare due chiacchiere.
-E così sei ancora amica di Zabini e di Nott...- commenta George, arricciando il naso.
-Ovvio, e non fare quella faccia, sono bravissime persone.-
-Se lo dici tu.- Non cerca neanche i nascondere lo scetticismo, e non perchè sia una persona sincera, ma perchè è schietto.
-Certo. Sono i migliori amici che si possano desiderare...- provo a spiegare il nostro rapporto -...mi posso fidare ciecamente di loro, non mi tradirebbero mai e poi mi hanno difesa e protetta un sacco di volte, è come se fossi una sorellina per loro. E' lo stesso tra te e...- sto per affibbiare un nomignolo volgare e maligno ma mi fermo subito -...Ginevra.-
Alza gli occhi al soffitto, con fare pensieroso. -No, non credo, è diverso, abbiamo lo stesso sangue quindi siamo anche più uniti...-
Sbuffo -Non significa nulla. Gli amici li scegli, i parenti li prendi.-
-E allora dimmi, da quand'è che non vedi Nott e Zabini?-
-Un mese.- ammetto -Ma li ho sentiti settimana scorsa.-
-Ecco.- Come se questo fosse una prova.
-E tu, da quando non vedi tua sorella?- Ma si dimentica sempre che sono un avvocato?
-Più di un mese.- e il tono in cui lo dice equivale a una sconfitta.
Rido e gli tiro una pacca leggera sulla spalla. George guarda la mia mano su di lui e subito dopo ride.
L'atmosfera si spezza al ritmo di beccate sul vetro. George infatti guarda la vetrina. Mi sento gelare il sangue, una civetta nera con qualche piuma bianca è appoggiata al davanzale e becca con insistenza la superficie liscia. Con lentezza esco e prendo il biglietto legato alla zampetta dell'animale, conosco il piumaggio e gli occhi scuri e indifferenti di quella civetta. Srotolo il bigliettino di pergamena. Non mi accorgo della presenza di George finchè non parla. -Per chi è? E' Ginny che...- si blocca e mi fissa, sento i suoi occhi addosso.
Lo ignoro e leggo Stasera alle 8 a casa. Nessuna firma, come se ce ne fosse bisogno. Rimango immobile e faccio per entrare, ma George è davanti alla porta.
-Devo andare.- mormoro, convinta che mi lasci passare.
-Chi è? Cos'è successo?- sento la sua voce preoccupata, per la prima volta.
-Devo andare.- ripeto, sempre a voce bassa.
E poi le sue mani mi prendono per le spalle -Cos'è successo? Sei pallidissima.-
Aspetta che io risponda ma non c'è nulla che io possa, o voglia dire.
Mi prende la mano e delicatamente, ma con fermezza, mi apre le dita per leggere il biglietto. -Tutto qui? Se non vuoi, non andarci.-
Finalmente alzo la testa -Cosa stai dicendo? Tu non sai di cosa parli!- e cerco di entrare ignorando il suo corpo.
-Lo so che stiamo parlando di Malfoy.- è sorprendentemente irritato, o così mi sembra.
-E allora cos'è che non capisci?!- mi sto arrabbiando anche io.
Sospira, guarda un punto in alto e poi ritorna a me -Non capisco te! Perchè ci stai insieme se ci soffri così tanto!-
-Perchè è quello che voglio!- mi ritrovo a urlare, perdendo la calma.
-Ah, quindi quello che vuoi è passare la vita così, nella sua ombra, aspettando che si accorga di te.- la sua voce è dura, anche se mantiene una parvenza di calma.
-Si, esatto!-
-E la chiami vita?!-
Stringo le labbra prima di ricominciare a urlare -Non è affar tuo come intendo passare la mia vita! Si, perchè questa è comunque vita, se la trascorri con la persona più importante!-
Si avvicina con il volto al mio, abbassando il tono -A quanto pare per lui non è lo stesso. Ti chiama solo quando lui vuole, si chiede mai cosa vuoi tu?!-
-Non è vero! Non è così! Non puoi capire! E non sono comunque affari tuoi! Non provare di nuovo a parlarne!- entro nel bar, prendo la mia giacca e la borsa ed esco subito.
-Come vuoi, esco per sempre dalla tua vita.- le ultime parole di George suonano tristi e definitive.
Corro a casa e piango, come non avevo mai fatto, senza capire il vero motivo. Cosa c'è che non va?

Ehi ragazza, lui ha tutto quel che cerchi in un uomo?
Sai che ti ho donato il mondo intero
Mi avevi nel palmo delle mani
Allora perché il tuo amore s'è spento?
Non riesco proprio a capire
Pensavo che fossimo tu ed io, piccola
Tu ed io fino alla fine, ma suppongo che mi stessi sbagliando

Avrei dovuto capire meglio, quando ti incontrai
Che mi avresti fatto piangere
Mi spezza il cuore vederti correre in giro
Perché so che stai vivendo una vita falsa

Tu trascorri le tue notti sola, e lui non viene mai a casa
E ogni volta che lo chiami quello che ottieni è un segnale di occupato
----------------------------

Ecco il terzo capitolo. Non mi sono divertita a scriverlo, ho tagliato e sostituito un'infinità di volte, mah. Spero abbiate comunque apprezzato. Penso di postare presto il prossimo ed ultimo capitolo. Si, sarà l'ultimo, al massimo un piccolo epilogo.. propio piccolo.

Ringraziamenti:
clara111294: Sono veramente felice che questa storia ti piaccia nonostante la coppia non sia delle migliori (anche se io li adoro!)
confettina: Ciao! Grazie per il commento, spero di aver aggiornato abbastanza presto. Anche se non sono tra i personaggi principali Theo e Blaise, mi sembrava giusto metterli, fanno parte della vita della protagonista. Mi sento onorata di averti fatto cambiare idea su questa coppia! Baci!
LaTum: Ciao! Grazie per il commento, è siuramente uno dei più costruttivi quindi è un piacere leggerlo. Cercherò di caratterizzare meglio Draco nel prossimo capitolo, anche se non penso che traccerò un ritratto completo. Grazie mille, comunque.

Al prossimo capitolo!



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Caffè corretto ***


cap4
Aroma di Caffè

Caffè corretto

Speak to me! When all you got to keep is strong
Move along, move along like I know you do
And even when your hope is gone
Move along, move along just to make it through
Move along, move along
Move Along_The All-American Rejects

Tornata a casa cerco da riprendermi dal pianto ricco di singhiozzi, devo andare a casa di Draco, e non c'è ragione che tenga per cui io debba apparire sciupata e triste, per lui e soprattutto per me.
Sotto l'acqua tiepida della doccia provo a non pensare a tutto ciò che succede intorno a me, a George, alle sua parole e alle probabili conseguenze. Indosso velocemente un vestito Dior nero, provando a nascondere dietro a una maschera di trucco e sotto un bel vestito la vera me stessa, perchè ora non posso, non riuscirei a sopportare la situazione e allora, come dovrei comportarmi? Facendo la cosa che so meglio fare.

Alle otto precise suono il campanello di casa Malfoy. Da quel momento non ricordo più nulla, tanto ho bevuto quella sera.

Il giorno dopo mi ritrovo nel mio letto, il signorino Malfoy non mi ha lasciato dormire a casa sua neanche da ubriaca. Notevole quanto mi voglia bene.

Mi ritrovo sul divano a bere caffè nella speranza che presto mi passi il mal di testa, ma non è questa che mi fa soffrire. Così, per una volta, metto da parte il mio orgoglio da Parkinson e chiamo i due numeri a me più familiari.
Due ore dopo Blaise e Theo bussano alla mia porta, il primo è apparentemente calmo, il secondo, invece, è irrequieto, o perlomeno quello che sa nascondere peggio la preoccupazione. -Pans, vuoi dirci perchè ci hai chiamato e ci hai chiesto di venire subito? Ho dovuto inventare un sacco di balle per non far insospettire Daphne.-
Mi siedo di fronte a loro sulla poltrona e con occhi seri ma con un tono arrogante rispondo -Pensavo fossi abituato a mentire, Theo.- e curvo la testa di lato, assumendo un'aria innocente.
-Se usi ancora l'ironia mista all'acidità di tua madre, non stai così male.- commenta Blaise, senza levare lo sguardo dal mio viso.
-Non lo so.- perchè è veramente così. -Non riesco a capire cosa devo fare.-
-Se fossi una donna, ti accompagnerei a fare shopping, ma come uomo posso offrirti un bicchiere di brandy.-
Lo guardo e sorrido -Per una signora del Martini.-
Blaise mi farà sempre sorridere, anche nei momenti più cupi della mia vita sarà in grado di farmi alzare gli angoli delle labbra, mi strapperà un sorriso con la sua ironia e con le sue frasi che vogliono dire tutto o nulla. Passiamo la giornata a fumare sul balcone e a bere, un po' come ai tempi di scuola.

Martedì mattina Daphne Greengrass mette a dura prova la mia pazienza con la sua voce e con il rumore delle unghie laccate sulla scrivania.
-Oh mia cara, non sai cos'è successo l'altro giorno...-
Ma so perfettamente che quella gallina non mi lascerà nell'ignoranza. -Che cosa, tesoro?- domando esasperata, alzando gli occhi dal mio lavoro e scoccandole una finta occhiata interessata.
Incoraggiata dall'attenzione che le rivolgo, inizia a raccontare -Il mio adorabile marito...- Mister Nott, bla bla -...Mr Nott è tornato l'altra sera ubriaco...-
-Non mi sembra così strano, siamo inglesi.- commento.
Scioccata, mi riprende -Pansy, è una cosa seria! Avrebbe potuto fare scandalo! Tra l'altro continuava a fare discorsi strani sulla felicità e sul fatto che i soldi non siano tutto. E' assurdo!-
Rido -Già, assurdo che non l'abbia capito prima.-
E per la prima volta in vita mia, assisto a una Daphne Greengrass senza parole. Con brevi frasi  si congeda e mi lascia al mia lavoro. Poco dopo Sarah annuncia l'arrivo del signor Zabini.
Non provo a reprimere l'espressione arrogante e soddisfatta quando Blaise entra con l'eleganza di un felino e si accomoda sulla poltrona. -Pans, sono curioso. Cos'hai detto di così tremendo per far scappare la nostra cara Mrs Nott?-
-Niente di che, questioni...finanziarie.- alzo lo sguardo dai documenti e domando -Come mai sei qui? Non ti servirà un avvocato?-
Blaise sorride -Chi lo sa?  Ad ogni modo, dato che mi trovo qui, dimmi come stai.-
Appoggio la penna sulla scrivania e guardo fuori dalla finestra -Sto bene, non sono felice, ma sto bene. Purtroppo non sono ancora libera.-
-Hai preso quindi una decisione?-
Osservo il cielo grigio di Londra, la gente che passeggia -Oh si, e assomiglia molto ad un suicidio.- Faccio una pausa e mi rivolgo alla mia segretaria -Sarah, un caffè...corretto!-

Calma, Pans, hai preso la tua decisione, per la prima volta hai tra le mani le redini della tua vita.
Un'ora dopo esco dall'appartamento di Draco Malfoy, ed ecco una nuova Pansy Parkinson, libera di scegliere con la propria testa e soprattutto con  il proprio cuore.

Senza aspettare un secondo di più, le mie gambe mi portano in una certa caffetteria. Rimango imbambolata a fissare la vetrina, come in attesa di un evento a me sconosciuto. Ora, però, so cosa voglio: George Weasley. Così, con passo tremante ma comunque senza esitazione, apro la porta del bar. Non so cosa aspettarmi, l'ultima volta che l'ho visto, l'ho praticamente aggredito verbalmente , senza curarmi dei suoi sentimenti.
All'interno della sala c'è un'atmosfera calda e invitante, con le ginocchia che sfregano l'uno contro l'altro, muovo qualche passo verso il bancone e mi siedo su un alto sgabello. La giovane cameriera porta tazze fumanti di caffè ai tavoli, questa volta però non è aiutata da George, bensì da una giovane donna dalla fluente chioma rossa. Rimango sorpresa quando la donna si gira e riconosco Ginevra Weasley. Ci fissiamo senza sapere bene cosa dire, lei sembra diffidente e scocciata. Con un minimo di coraggio inizio a parlare -Senta...- respira, Pans -...saprebbe dirmi dove posso trovare George?- e cerco di sorridere gentilmente.
-E chi lo cerca?- domanda alzando un sopracciglio vermiglio.
Sospiro -Pansy Parkinson.-
-Ah.- La sua reazione non attende ad arrivare, alza entrambe le sopraciglia e le labbra si stringono in una smorfia. -Capisco. Il problema è che George non ha alcuna intenzione di parlare con te, da quanto ho capito, avete litigato l'ultima volta che vi siete incontrati.- mi guarda con scuri occhi penetranti, in attesa che le dica come stanno in realtà i fatti.
-Uhm... diciamo che si trattava di divergenze di opinione.- provo.
Prende tra le mani un vassoio e serve un tavolo vicino continuando a parlare con me -Ne sei sicura? Io non ho avuto questa impressione...-
-Non ha intenzione di aiutarmi.- commento.
-Perchè dovrei?-
Mi alzo e mi dirigo inviperita verso la porta del locale -Bene, grazie per avermi concesso il suo tempo.- ed esco sbattendo la porta. E ora come trovo George?
Subito dopo sento la porta aprirsi e una voce chiamarmi -Ehi, Parkinson, aspetta!- Ginevra Weasley esce con indosso il grembiule verde della caffetteria -Aspetta, ti dirò dove dovrebbe trovarsi.-
La guardo e annuisco.
-Conosci il vecchio negozio Tiri Vispi Weasley, è chiuso da anni...-
Una giocheria?! -Ehm, ne ho sentito parlare...-
Sospira e mi dice -Dammi la mano.- Eh?! -La mano!-
Le porgo la mano e mi scrive un indirizzo con una penna presa dal taschino del grembiule. -Sopra il negozio c'è un appartamento a cui si accede da una scala laterale, dovrebbe essere lì George.-
-Grazie.- e sono davvero riconoscente.
-Prego.- Sto per voltarmi, quando la sua voce mi blocca -Non farlo soffrire o verrò a cercarti personalmente.- e sorride.
-Non lo farò!- e corro in cerca di un taxi.

Dieci minuti dopo mi trovo davanti a quello che una volta era il Tiri Vispi Weasley. Bene, e adesso che faccio?
Guardo l'edificio, sembra abbondonato da anni, giro intorno e noto un appartamentino trasandato, ma ciò che mi colpisce è la luce che si vede all'interno. Se potesse il mio cuore inizierebbe a fare delle capovolte, o Pansy, stai diventando ridicola.
Percorro le scale sui tacchi alti, incurante del fatto che potrei cadere da un momento all'altro. Mi fermo, riprendo fiato e schiaccio il campanello. E ora attendo...

Parlami, quando tutto ciò che hai da tenere è forte
Muoviti, muoviti come se io sapessi che lo fai
E perfino quando la speranza se n'è andata
Muoviti, muoviti solo per farla consumare
Muoviti, muoviti


---------

Salve!
Finalmente ho trovato un po' di tempo per finire questo capitolo, non uscito proprio alla perfezione, a essere oggettivi. Spero di scrivere in queste prossime vacanze di Natale l'ultimo capitolo e l'epilogo, ho in mente nuove storie da scrivere e non vedo l'ora. ^^

Passiamo ai ringraziamenti:
confettina: anche io AMO Draco, ma in questa fic mi serviva freddo e insensibile, altrimenti Pansy non lo avrebbe mai lasciato (insomma, diciamocelo, tra George Weasley e Draco Malfoy chi scegliereste? ;) ) Dai un altro capitolo e l'epilogo, giusto per sapere la storia degli altri personaggi. Grazie per il commento!

Clara111294:  Lo so, sono davvero in ritardo, probabilmente ti sarai dimenticata di questa fic, anche se spero proprio di no. Grazie per aver lasciato un commento!

SoReLLiNaMaLfoY: Spero di non averti deluso con questo misero capitolo, me lo aspettavo diverso pure io... Grazie comunque per le recensioni, fanno davvero piacere!




Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Caffè e brioches, potrei volere di più? ***


cap5
Aroma di Caffè

Caffè e brioche, potrei volere di più?


Step from the road to the sea to the sky
And I do believe that we rely on
Deep beneath the cover of another perfect wonder
Where it's so white as snow
Snow_Red Hot Chili Peppers



Attendo al freddo e  sotto una leggera piogggia che sta iniziando a cadere, che George Weasley apra quella porta, che mi dica che mi perdona e... Pans, basta filmini in testa, per favore.

-Non compro niente!- La voce di George Weasley giunge da dietro la porta, sembra stanca e scocciata. Non compro niente?! Pansy Parkinson un venditore ambulante?! Se lo sentisse mia madre... Risuono il campanello con una certa stizza.
-Non sono interessato a qualsiasi cosa vendiate!-
Oh, basta, sono qui per chiedere scusa, non per umiliarmi!
Risuono due volte, velocemente, magari capisce che deve alzare il suo fondoschiena dal divano! Infatti sento dei passi, piedi che si trascinano svogliatamente verso di me. La porta si apre all'improvviso.
-Senta, non ho...- la sua faccia muta troppo velocemente, da stanco e nervoso a sorpreso, e subito dopo a scocciato. -...ah, sei tu.-
Mi mordicchio il labbro, sono qui e non so cosa dirgli, grandioso. Ci fissiamo per istanti che sembrano ore e non riesco a fare a meno di pensare che sia attraente, anche così, con la barba sfatta, con la camicia aperta in certi punti e i piedi scalzi. Si appoggia allo stipite e con il braccio sinistro tiene aperta la porta.
So che dovrei parlare, dire una qualsiasi cosa, ma sono bloccata. Ecco Pansy Parkinson, che è sempre l'ultima a ribattere, zittita dallo sguardo di un uomo, neanche mio padre è mai riuscito a sortire quell'effetto.
-Chi ti ha detto che ero qui?-
Non so se Ginevra voglia esser messa in mezzo, ma è talmente palese -Sono in stata in caffetteria...-
-Ginny...- si passa una mano tra i capelli. Mi concede uno sguardo diffidente -Cosa sei venuta a fare? Non dovresti essere qui.-
Ecco, lo sapevo, ha un'altra donna e ora è proprio dentro all'appartamento. Non può essere! -Io...volevo...volevo dirti che ho lasciato Malfoy.-
Mi guarda con una certa aria di sfida -E perchè lo vieni a dire a me?-
Come fa una persona a farti soffrire con una sola domanda?! Ma non posso lasciare tutto così, ora che ho capito cosa voglio. Non sarà certo il suo ego ferito a fermarmi! -Perchè sei stato tu che mi hai spinto a farlo, che mi hai dato la forza necessaria per andare lì e dirgli che non avevo intenzione di fargli ancora da zerbino, che i profumi della sua ditta sono davvero scadenti e che le scarpe che porta mi fanno schifo.-
Per un secondo le sue labbra si stendono in un lieve sorriso. -Non capisco perchè tu lo dica a me.-
Ha intenzione di continuare a fare l'indifferente?! -Io non capisco perchè dovrei rimanere qua fuori a prendere l'acqua mentre tu te ne stai lì a guardarmi come se tu fossi superiore a me,  senza curarti del fatto che sono andata addirittura da tua sorella, ho preso un taxi, ho corso per quelle scale rischiando di cadere ad ogni gradino e ora sono qui, con i capelli bagnati a prendermi la polmonite.- E dopo queste parole lo fisso ad occhi stretti.
George sospira e si stacca dallo stipite per farmi entrare.
L'appartamento è vuoto e le poche cose che ci sono, sono disposte in modo disordinato. Il salotto è diviso dalla cucina solo da un bancone, il resto della sala è abbastanza povero, un tavolino, un vecchio divano di pelle e una poltrona non abbianata. Ma la cosa più bella -l'unica- di quell'appartamento è l'enorme vedrata di fronte al divano, ora capisco perchè si è rifugiato qui. Rimango in piedi mentre attendo che il proprietario faccia gli onori di casa.
-Accomodati.-
Mi siedo sul divano e lui fa lo stesso sulla poltrona. Rimaniamo in silenzio, in attesa che l'altro parli.
-Io.- -Io.- ci blocchiamo.
-Tu.- mi esorta a continuare George.
-No, dimmi tu...-
Sospira -Pansy, non capisco perchè tu sia qui, se è solo per ringraziarmi per averti convinto a lasciare Malfoy o...- Si passa di nuovo la mano tra i capelli, con fare frustrato.
-No, non è solo questo.- ma non so cosa dire, mi alzo in piedi e inizio a camminare, come quando devo preparare la mia arringa. -Io...-
George segue i miei spostamenti con lo sguardo.
Ora ho paura a parlare, se lui non fosse minimamente interessato a me, avesse un'altra e se parlando io rovinassi anche quel poco di amicizia che ci univa?
-Non... oh, George, ora so cosa voglio, ma non so se è... come dire... disponibile...- e perfino alle mie orecchie la mia voce sembra tormentata.
George si alza e lentamente si avvicina, rilassando i muscoli facciali che prima erano così tesi. -Allora dimmi, cosa desideri? Magari posso fare qualcosa.- In quel momento penso di non aver mai sentito una voce così seducente.
Le parole escono tremanti dalla mia bocca -Tu. Sei tu ciò che voglio.- e abbasso gli occhi, intimorita.
Poi sento le sue mani su di me, una alza il mio viso verso il suo, l'altra è stretta intorno alla mia vita. E poi il tocco delle sue labbra sulle mie, prima delicato e via via più appassionato. Le mie labbra rispondono entusiaste e vivaci, come non avevano mai fatto. E poco dopo, sempre abbracciati, ci troviamo uno sopra l'altra sul divano. Il resto, bè, si può immaginare.

Verso le due di notte mi sveglio da quella che è stata una delle migliori serate degli ultimi tempi. Continuo a sorridere mentre, sul divano abbracciata a George, cerco di prendere la camicia dal pavimento, è ora di tornare a casa! Cerco di fare meno rumore possibile, ma non posso non farmi sentire stando in quel morbido abbraccio. Scivolo giù dal divano e cerco di ricordare dove abbia lasciato il reggiseno.
Un bisbiglio stanco ma con una nota affettuosa mi blocca -Dove credi di andare?-
Mi volto e trovo il viso di George di fronte al mio -A casa?!-
Sorride e con un braccio mi attira a sè, mi bacia sulle labbra, un gesto innocente e spontaneo. -No, rimani a dormire da me, non ho intenzione di lasciarti andare.- Ha un'espressione buffa, fanciullesca e molto addormentata.
-Ma...- tento di ribattere, con poco entusiasmo -...non posso rimanere qui.-
Mi guarda con occhi più svegli -Si che puoi. Io voglio che tu rimanga.-
Sorrido e, guidata dalla sua mano, mi sdraio accanto a lui sul divano, sotto la coperta che mi sistema sopra le spalle. Quand'è stata l'ultima volta che qualcuno mi abbia fatto sentire così...felice?

Brioches, profumo di brioches.
Caffè, aroma di caffè.
Il mio sogno promette bene.
Cartier, dopobarba Cartier.
La faccenda si fa intrigante.
Un bacio a fior di labbra -morbide!- leggero.
-Pansy.- una bella voce, chiara.
-No, non mi alzo, no, lasciatemi stare, voglio il mio sogno.- Ma questa volta è realtà.
Sento una mano calda carezzarmi la guancia -Pansy.-
Mugugno qualcosa, voglio del caffè.
-Pansy.-
Mi costringo, con non troppa forza di volontà, ad aprire un occhio. Ed ecco, la mia fatica è stata premiata: George Weasley con una camicia azzurra e dei pantaloni beige firmati, mi guarda con un viso tenero e sorridente dal tavolino su cui è seduto. -Hei.-
-Hei.- sorrido, come non potrei?
-Caffè e brioches?-
Annuisco. Lo guardo alzarsi e preparare un caffè. Sul vassoio appoggiato al tavolino ci sono due bicchieri di succo di arancia, tre o quattro brioches ammonticchiate una sopra l'altra su un piattino. E tutto ciò ha il fascino del nuovo, in vita mia solo il mio elfo domestico personale aveva preparato la colazione per me. Preparato quel nettare amaro, George si avvicina porgendomi una tazzina. Mi siedo tirando la coperta a coprirmi. Assaggio il caffè -con latte e zucchero, notare la memoria di quel magnifico uomo- e penso di non aver mai assaggiato nulla di più buono, o forse è la mano di George Weasley che carezza il mio volto a farmelo pensare? Oh no, saranno gli occhi azzurri con delle pagliuzze blu a scaldarmi il cuore. Sorride, e il mio stomaco si annoda un'altra volta su se stesso. Diamoci una calmata.
-Pansy, non vorrei metterti fretta, ma...-
Lo guardo senza capire, mi fa rimanere a dormire da lui, mi prepara la colazione ma vuole che me ne vada subito? Che ragazzo incoerente!
Come se sapesse cosa penso, scuote la testa e sorride, continuando ad accarezzarmi con un dito la guancia. -E' lunedì, so che inizi verso le nove ma vorrai cambiarti prima di andare...-
Getto un urlo, non troppo forte, ma comunque un urlo -Lunedì 23 Novembre?!-
Mi guarda perplesso -...si.-
-Cazzo!- mi alzo dal divano e subito dopo mi risiedo ricordando la mia nudità. George sogghigna.
Mi avvolgo dentro le lenzuola e inizio la ricerca dei miei indumenti. -Che ore sono?-
George si alza e mi passa i vestiti -Le sette.-
Dentro la mia testa inizio a imprecare -Ho il processo Hunt contro Tulliver alle otto, non posso presentarmi in ritardo, per non parlare di come sono conciata.-
-Senti...- e quando sono di fretta non ho la tendenza ad ascoltare -...se posso aiutarti, se ti portassi i vestiti...-
-...dal mio appartamento.- concludo io per lui.
Sorride, assumendo un'espressione sagace. -Se per te va bene.-
Sorrido e mi avvicino lentamente per baciarlo e a meno di un centimentro dalle sue labbra sussurro -Grazie.-
Gli passo le chiavi del mio appartamento e confido nel suo buon gusto; lui, nel mentre, mi dà tutto ciò che mi serve per la doccia. Non c'è tempo da perdere.

George ritorna un quarto d'ora dopo mentre mi asciugo i capellli, tra le mani ha diversi appendini. Ha scelto tre completi, ha davvero stile. Indosso un tailleur nero, una camicia classica bianca e le mie decoltè nere scamosciate. George è fantastico, si è persino ricordato delle collant. Mi trucco appena, matita e fondotinta e sono pronta.
Sto per varcare la soglia per uscire, quando mi volto, George è appoggiato allo schienale del divano e mi guarda. Torno indietro e lo bacio appassionatamente, vorrei rimanere con lui, lo desidero con tutta me stessa, sinceramente.

Tre Settimane dopo

-George, ti prego, è l'ultima volta che te lo dico...-Cammino sottobraccio a George, arrancando nella neve alta e cercando di ripararci il più possibile sotto un'ombrello.
-Certo, perchè dopo accetterai.-
Roteo gli occhi, i ragazzi Weasley sono davvero cocciuti. -Non ho intenzione di venire al pranzo di Natale in casa Weasley!-
-Dai, Pans.- George Weasley mi guarda con i suoi occhi azzurri cercando di assumere lo sguado da cane bastonato, inutilmente.
-No, ho detto di no.-
-Per favore, Pans, non vorrai lasciarmi insieme a quella massa di persone vestite con maglioni larghi fatti a mano.- La questione abbigliamento è effettivamente un problema.
-Oh, ti sarai abituato ormai.-
-Ma lo sai che è sempre un trauma. Io vesto con questo cappotto  firmato Armani.- 
Mi fermo e gli controllo molto poco elegantemente l'eticchetta. Armani, non posso nemmeno cambiare discorso dicendo che è un bugiardo.
-Allora, accetti il mio invito?- Ed ecco che riparte all'attacco.
-Come siamo formali.- commento, fingendomi distratta.
-Lo prendo per un sì, allora.-
-Ovvio che no.-
-Dimmi, rispolverami la memoria, cosa faranno i tuoi genitori?-
Sbuffo. -Mio padre sarà in viaggio per lavoro e mia madre su qualche isola caraibica a divertirsi con l'amante-giardiniere.-
-Quindi non hai nulla da fare, perfetto, verrai da noi.-
-No, Weasley, ho detto di no.-
-Mi chiamo George, per tua informazione. Ad ogni modo, ti verrei a prendere per le dieci, oppure potresti rimanere a casa mia e poi andiamo direttamente lì...-
Involontariamente arrossisco, non posso farne a meno, è più forte di me.
Lo vedo con la coda dell'occhio sorridere compiaciuto. -Allora, che ne dici?-
Sarà la... fatemi pensare, settantacinquesima volta che me lo chiede e potrebbe andare avanti in eterno.
Si ferma e si gira di fronte a me -Allora?-
Settantasei. Io esplodo.
Sto per rispondergli con una serie di imprecazioni quando le sue morbide e fredde labbra si appoggiano gentilmente sulle mie, è un bacio lungo ma non troppo profondo, dolce. -Ti prego, Pansy, devi solo dire "sì".-
-Va bene, si, accetto l'invito, andrò a mangiare dalla famigliola Weasley!- e sbuffo.
-Andiamo a casa, suppongo sia stata una giornata stressante per te.-
-Si, un conto è incontrare casualmente qualche membro della tua famiglia, e credimi se ti dico che Ginevra mi basta, tutt'altra faccenda è gettarsi nella fossa dei leoni.-
-Ma dai, sono tutti così affabili, e poi manca un sacco di tempo.-
-Menomale.- mormoro sottovoce.
-Mi sembra tu vada abbastanza d'accordo con Ginny.-
-Si, non è male, sicuramente è lei quella con le palle tra i due.- dico riferendomi a Potter.
George ride -Ma che linguaggio scurrile, questo non me lo aspettavo proprio da lei.-
Rido e ricominciamo a camminare, a trascinarci in quei centimetri di neve.
E' strano come le cose appaiano più semplici se hai vicino la persona che ami, qualcuno pronto a tenderti la mano nei momenti del bisogno, che ti protegge e ti incoraggia al contempo. Non me n'ero mai accorta nè quando frequentavo Malfoy nè quando vivevo con i miei genitori.
Allora mi giro e dico parole che non avevo mai detto a nessuno -Ti amo, George Weasley.-
George si ferma, è palese che non se l'aspettava, gli sfugge addirittura l'ombrello di mano. -Che significa?-
Ma quanto è cretino? -Ma direi che è molto semplice, ad occhio e croce che... uhm...- mi metto un indice sopra le labbra, fingendomi pensierosa -...ah si, che ti amo.-
E finalmente mi sorride, mi abbraccia per la vita, sollevandomi quasi. -Ti amo anche io, Pansy Parkinson.-
Oh, decisamente troppo romantico per i miei gusti, ma sono felice, ho tutto ciò di cui ho bisogno. 
In fondo la vita è così, centrimetri di neve che ti impediscono di arrivare alla meta, ma se hai vicino qualcuno come George Weasley che ti insegna ad amare e ti ricambia amando in un modo così dolce, non ti serve altro.

Una camminata dalla strada, al mare, fino al cielo
e io credo davvero che noi dipendiamo l'uno dall'altro
Nel profonfo, sotto la copertura di un altro stupore perfetto
dove tutto è bianco come la neve


-------

Hei, lo so sono in ritardo ma sono tremendamente pigra e impegnata e questo binomio non è certo l'ideale per srivere una fic.
Passiamo ai ringraziamenti:

DiraReal: Ecco il capitolo, anche se in ritardo. Sono felice che la storia ti piaccia.
Misako90: Ebbene si, esistono anche Serpeverdi buoni (almeno un po' :) ) Grazie per la recensione, fanno davvero piacere.
fravi: Eccoti qui su EFP!! Bisognerebbe festeggiare! Comunque, grazieeeeee, mi piace sapere cosa ne pensi di tutte le cose che scrivo! E non sei una carciofaia! (anche se questa parola mi piace un sacco!). Sembra strano anche a me, ho quasi finito una fic (Manca l'epilogo, lo so)! Okay... vado a scrivere il finale..!






Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Epilogo ***


epilogo - aroma di caffè
Epilogo

I still believe it when you say
it's another perfect day
another perfect day
Another Perfect Day - American Hi-Fi



25 Dicembre


-George, non ci voglio andare, mi mangeranno viva!-
Davanti alla porta di casa Weasley, George mi tiene stretta a sè. -Dai, andrà tutto bene, sei bella, alla moda, intelligente, dolce e affascinante.-
Ci penso su -E' tutto vero tranne il fatto che sia dolce, forse volevi dire acida come uno yogurt scaduto.-
Ride e mi dà un leggero bacio sulle labbra.
-Ci sta guardando tua madre...- commento notando una chioma rossa al piano superiore.
-Diamole lo spettacolo che vuole, allora.- e fa passare un braccio intorno alla mia vita.
-George Weasley! Nel giro di cinque secondi quella porta si aprirà e tutti, nei quattro secondi precedenti, saranno già stati informati dell'accaduto. Tua madre mi odierà innanzitutto perchè sono la tua...- e rimango a pensare tipa? No, ragazza?
-...fidanzata.- conclude George per me.
-Esatto, aspetta che sentano il mio cognome.-
-Lo sapranno già.-
-Adesso mi sento meglio.- dico ironica.
Poi la porta si apre all'improvviso ed ecco la signora Weasley con indosso un maglione di lana fatto a mano bordeaux. -Oh, George!- e abbraccia il figlio come se non lo vedesse da anni. Dopo si rivolge a me, sorridendomi caldamente. Mi devo fidare? -E tu devi essere Pansy.-
Le offro la mano, educata come una Serpeverde e falsamente affabile come mia madre. -Esattamente. E' un immenso piacere conoscerla, signora Weasley.-
Sembra sorpresa, sono stata educata al meglio, anche se forse risulto un po' troppo formale. -Chiamami pure Molly. Signora Weasley mi fa solo ricordare che non sono più giovane.- fa una pausa -Forza, entrate.-
Entriamo e ci troviamo nel salotto, è affollato quanto la stazione di King's Cross il primo Settembre. Improvvisamente cala il silenzio, grandioso.
Ginevra, però, viene in nostro aiuto -Finalmente siete arrivati! Vuoi darmi il cappotto, Pansy? Se aspetti che il troglodita di George te lo appenda...-
Mi tolgo il cappotto e lo porgo a Ginevra. Il brusio ricomincia. Rimango in un angolo con Ginevra mentre George chiacchiera con il padre. Ci sono proprio tutti: Ronald Weasley, la fidanzata Granger, San Potter, Teddy Lupin, Bill Weasley e la moglie e altri parenti che non conosco. E poi tutti a tavola, schiacciati come sardine a mangiare. Sono tutti allegri ma nessuno mi rivolge la parola, eccetto Gin, Molly e Arthur.
-Allora, Pansy, di cosa ti occupi?- mi domanda Arthur, anche se sono certa che conosca già la risposta e si interessi solo per educazione.
-Sono un avvocato.-
-Ed è anche brava.- aggiunge George -Era una dei legali del processo "Hunt contro Tulliver", ed ha vinto.-
-Hai partecipato a quella causa? Notevole.- Si intromette la Granger, grazie a Merlino ora sa sistemarsi quella matassa di capelli.

Il pranzo continua tranquillo e termina con l'apertura dei regali, fortuna -o sfortuna, dipende dai punti di vista- vuole che ci sia un maglione "made in Weasley" anche per me. Lo provo e Molly commenta squadrandomi -George l'aveva detto che eri davvero magra, uhm,  per l'anno prossimo dovrò ricordarmi di farlo di un paio di misure in meno.-
E' strana questa famiglia, ospita e accoglie chiunque senza fare domande, senza chiedere nulla in cambio, ti fa sentire a casa, accolta e curata, è una bella -e insolita- sensazione.
Ed è così che vengo introdotta nella famiglia di George.

A tarda sera io e lui torniamo a casa.
-Com'è stata la giornata? Stressante come temevi?- mi domanda.
-Uhm, no, è stato... bello, mi sono sentita bene. La Granger è la solita so-tutto-io, san Potter è meno egocentrico e vanaglorioso di quanto mi aspettassi, Arthur è un uomo dolcissimo, ma Gin rimane comunque la mia preferita.-
George mi sorride, mi stringe la mano guantata nella sua e mi bacia delicatamente.

Theodore Nott ha finalmente deciso di divorziare dalla moglie Daphne, sarò io a rappresentarlo in tribunale. Dopo questa decisione Theo sembra più sereno, con meno soldi in tasca, ma sereno.

Blaise Zabini è ancora alla ricerca di sè e continua la sua vita da Don Giovanni senza porsi  troppi problemi etici.

Draco Malfoy ha perso la sua azienda di profumi, dicono sia a causa della perdita della sua colonna portante, non so quanto questo sia vero ma so per certa che non mi ha dimenticata così in fretta.

Per quanto riguarda me, vivo soddisfatta del mio amore per George, e non c'è nulla da aggiungere perchè sono amata e non c'è nulla che possa incrinare la mia felicità.



Fine


Okay, sono preparata a qualsiasi insulto (anche se confido ancora nella pietà di qualcuno).
So di essere terribilmente in ritardo, che ho iniziato a scrivere questa brevissima fic nel luglio 2009, ma purtroppo ho i miei ritmi e non posso definirmi una persona costante.
Ringrazio tutti coloro che hanno almeno tentato di leggere questo omaggio a Pansy Parkinson e George Weasley, coppia più che improbabile, ma che comunque adoro.

karyn1986: Grazie mille per i complimenti, fa davvero piacere ricevere una recensione, oltretutto positiva. Grazie per avermi seguito. Spero che questo epilogo non ti dispiaccia.


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=379948