Nella
gigantesca Villa Maxum, la sveglia stava suonando per Eric, era il
momento di alzarsi per passare un nuovo giorno all'accademia per
aspiranti Fantaeroi.
Normalmente
si sarebbe alzato di scatto sapendo di essere in ritardo oppure avrebbe
cercato di distruggere la sveglia.
E
infatti scelse la seconda opzione, ma la cosa era grave, lo stava
facendo ormai da una settimana.
Eric
era caduto in una profonda depressione, non mangiava e non provava
nemmeno a uscire dalla sua stanza.
"Per
una volta...era chiedere troppo?" pensava Eric disteso sul
letto.
Continuava
a ricordare la distruzione dei diplomi, al pesteggio più
violento della sua vita e da come fosse passato dalle stalle alle
stelle e poi di nuovo alle stalle.
Nemmeno
avere il titolo di "Aiutante di Maxuman" serviva più a
tirarlo su.
Accorgendosi
della cosa, Maxum Brain e Maxum Mama andarono a trovarlo.
"Eric,
sei ancora vivo?" chiese Mama bussando alla porta.
"Aspetta,
controllo con la visione calorifica" disse Brain e aggiunse
"Oh no è morto...no aspetta...è ancora vivo...si,
è ancora vivo."
Mama
sospirò.
"Senti
Eric, non esci da lì dentro da giorni, di questo passo ti
ammalerai, perfavore." chiese con tono calmo e materno .
Eric
le rispose tramite il citofono accanto al letto.
"Scusa
Maxum Mama...ma non mi alzerò, non uscirò
più da qui e non tornerò nemmeno all'accademia."
"Perché?"
"Ti
ricordi cosa ho fatto? Ora i ragazzi sono costretti a ripetere il
semestre per colpa mia e tutti mi detestano...più del
solito."
"Questo
non è vero Eric." rispose Brain con il suo accento
indiano.
"Non
è che loro ti detestano...è che in questo momento
preferirebbero che tu non fossi mai nato."
Mama
squadrò Brain e dopo un ultimo sospiro si rivolse ad Eric
con tono più energico.
"Eric,
capisco che stai annegando in un mare di vergogna, delusione e
risentimento, sai che rispetto la tua scelta, ma facendo valere la mia
autorità di madre entro lo stesso."
Dopo
quella frase, Mama sfondò la porta della camera ed Eric
sobbalzò via dal letto.
Mama
lo guardò con furore.
"Ora,
vestiti, fai colazione, lavati i denti e fila a scuola, all'instante!"
Eric
fece tutto alla velocità della luce, mischiandole nel
tragitto.
Ma
quando venne il momento di uscire di casa, tutto i lsuo corpo si
bloccò, non aveva il coraggio di girare il pomello.
"Di
questo passo non arriverai mai in tempo, Brain, sai cosa
fare." disse Mama.
"Subito
Mama."
Brain
attivò il suo alteratore di gravità e
colpì Eric.
"Buona
giornata Eric."
Il
raggio lo sollevò da terra e Brain lo scagliò
dritto nel giardino dell'accademia.
Dopo
aver sputato i dieci chili di terra che aveva ingogliato
all'atterragio, Eric si alzò e si diresse verso l'ingresso.
Mentre
percorreva il corridoi per raggiungere l'armadietto, sentiva tutti gli
sguardi su di lui e le critiche e le barzellette che gli altri studenti
dicevano a bassa voce.
Nei
suoi occhi si accese una luce, quando vide Trevor, Kitty e Vana.
Eric
si avvicinò per parlarci, ma tutti e tre lo accolsero con
rabbia, delusione e tristezza.
"Ehi
ragazzi...che si dice?" chiese Eric accennando a una risata.
Ma
a quella frase, Vana rispose chiudendo violentemente il suo armadietto.
"Ascoltate,
so che quello che ho fatto è imperdonabile, ma..."
Vana
si girò e quasi lo incenerì con lo sguardo.
"Niente
ma Eric, in questi sette giorni ti sei fatto almeno una vaga idea di
ciò che hai fatto?!"
"Si,
ma..."
"Zitto!" gridò
Vana
"Eravamo
sul podio, stavamo per diventare ufficialmente degli eroi e tu...per
una volta avevi fatto qualcosa di memorabile, mi ero quasi messa a
piangere perché credevo che fossi morto, ma alla fine ti sei
dimostrato il solito idiota."
"Ancora
non riesco a capire come sia possibile che Maxum Man abbia scelto te,
perché ogni volta che ti guardo penso che tu sia l'unico
errore che ha fatto nella sua vita, tu non sei per niente speciale
Needles, sei un idiota, un'ameba, una causa ASSOLUTAMENTE senza
speranza!"
"Ora
dovremmo ripetere tutti quanti il semestre ed è solo colpa
tua e giuro che se oserai anche solo rivolgermi una singola lettera, ti
farò sparire dalla faccia della Terra!"
Eric
abbassò il capo in segno di resa, mentre Vana se ne
andò.
Aveva
già ricevuto delle pesanti offese, minaccie e sgridate da
Vana negli ultimi tre anni, ma quella...furono tre anni in un
unico,potentissimo colpo emotivo.
Eric
si rivolse a Kitty, lei era sempre stata gentile con lui (il
più delle volte), di sicuro avrebbe avuto delle parole di
conforto per lui.
"Kitty,
anche tu lo pensi?"
Kitty
sospirò e rispose: "Eric, non sono arrabbiata...no, non
è vero, sono furiosa, ma sono qualcosa di più,
sono qualcosa di molto peggio, sono...delusa, molto delusa da
ciò che è successo."
"Tanto
tempo, allenamento e fatica, finalmente c'eravamo quasi e tu...sei
arrivato per rovinare tutto."
"Kitty..."
La
ragazza gli appoggiò una mano sulla spalla e disse: "Che un
gatto inferocito possa finirti nei calzoni...e che graffi forte, con
vendetta." poi se ne andò anche lei.
L'ultimo
che gli era rimasto era Trevor, il suo migliore amico non avrebbe
potuto dirgli qualcosa di peggio.
Fino
a quando Eric non si ricordò che Trevor è Trevor.
"Mi
spiace amico, la realtà è che mi manchi ma...non
rivolgermi la parola."
Trevor
stava per andarsene ma Eric lo fermò.
"Trevor,
ascoltami, se proprio ci tieni tanto, dammi un pugno, un calcio,
qualunque cosa, basta solo che le cose tornino alla
normalità, ho già perso Vana e Kitty, non voglio
perdere anche il mio migliore amico."
"Se
pensi che io non possa più starti simpatico, dimmelo, e ti
prometto che me ne farò una ragione."
Trevor
lo guardò dritto negli occhi e disse: "Non mi stai
più simpatico Eric." dopodiché se ne
andò.
In
classe, il professor Pompelmus fu brutale come sempre, se non riusciva
a spezzare gli studenti a livello mentale, lo faceva sul piano fisico.
Per
tutta la giornata ad Eric capitarono degli incidenti.
Esercizi
scolastici sbagliati, sessioni di travestimento ridicole e programmi di
allenamenti da suicidio.
Durante
le lezioni di Assist Kung fu, i normali robot picchiatori erano
programmati per dare dai 50 ai 100 colpi a volta, quello di Eric dalle
50 alle 100 volte al secondo.
Ne
uscì fumante e cadde a terra.
Nessuno
rideva, si limitavano tutti a sorridere e a godersi lo spettacolo.
Questa
era la nuova vita di Eric all'accademia, non lo volevano morto,
volevano solamente che soffrisse.
La
giornata finì e appena rientrò in casa, Eric si
rintanò in camera fino all'orario di cena.
Maxum
Mama andò a chiamarlo.
"Eric,
vieni a mangiare insieme a noi? Ho preparato il tuo piatto preferito."
"Pancake
al bacon con uova al bacon serviti su un piatto di bacon con posate di
bacon."
"E...anche
Briosche al Bacon?" chiese Eric
"Si."
Eric
si alzò dal letto e si diresse verso la sala pranzo, e
mangiò di gusto, fino a quando non vide fuori dalal finestra
un pupazzo con le sue somiglianze che stava bruciando su un
falò.
Ci
mise poco a tornare in camera e a passare lì tutta la notte.
Non
riuscì a chiudere occhio, in quella stanza così
alta e larga, cercava un segno su che cosa fare.
Controllò
anche i file video di maxum Man per sapere cosa sarebbe stato meglio
fare, ma tutto quello che diceva nei video per Eric sembravano soltato
dei blaterii.
Dopo
aver riposto il telecomando, Eric voltò lo sguardo verso il
poster gigante di Maxum Man nella sua camera.
Si
avvicinò ad esso, lo guardò accigliato, strinse i
pugni e i denti e cominciò a colpire il muro con tutte le
sue forze.
"Dove
sei tu?! DOVE SEI TU!" gridò Eric, continuando a
colpirlo svariate volte e ripetendo quella frase all'infinito, finendo
con l'addormentarsi sul pavimento, tra le lacrime e la rabbia.
Durante
la notte, ripensò all'orfanotrofio e a tutto il lerciume che
si trovava sul pavimento e anche al suo vecchio amico, Batuffolo.
Eric
si lasciò scapare una risatina.
"Se
non fosse stato solo un mattone, gli avrei voluto ancora più
bene." pensò.
Il
mattino seguente non fu diverso dal primo.
Brain
che lo scagliava in volo, la terra, l'indifferenza di tutti.
Eric
sentiva di non fare più parte di quel mondo, anzi, si stava
chiedendo se ne avesse mai fatto relamente parte.
Non
ci mise molto a svignarsela quando gli studenti vennero richiamati in
palestra per una riunione speciale.
Eric
si diresse in corridoio per incontrare l'unico che potesse capirlo,
Disastro Kid, ex aiutante di Maxum Man e bidello.
"Ehi
Eric, come va?"
"Ciao
Kid."
"Ho
sentito cosa è successo hai diplomi."
"Davvero?"
"Si
e comunque stai tranquillo, anche io quando ero un aiutante ho fatto
degli errori grossolani."
"Hai
mai distrutto i diplomi dei tuoi compagni facendoli ripetere un intero
semestre fatto di torture e prove difficilissime?" chiese Eric
"mmmm...no,
in realtà no."
Intanto
nella palestra della scuola, il professor Pompelmus comiciò
la riunione con un annunico.
"Studenti,
attenzione."
"Siete
qua perché la nostra scuola è stata selezionata
quest'anno per un evento che farà la storia della scuola e
della città di Splitsburgo!"
"Studenti,
quest'anno la scuola per aspiranti fantaeroi, ospiterà il
leggendario Torneo Trinità!"
Vana,
Kitty e Trevor in passato ne avevano sentito parlare.
Era
un torneo leggendario, i partecipanti erano i campioni di tre
differenti scuole per supereroi che si sarebbero sfidati in prove di
abilità difficilissime.
Chiunque
avrebbe vinto avrebbe portato onore alla propria scuola per una anno
intero.
E
anche un cospicuo compenso in denaro.
In
gioventù, Maxuman era stato il campione di ogni Torneo
Trinità che si era svolto, ma quando si diplomò,
l'accademia dei fantaeroi venne come cancellata dall'elenco.
"Perciò,
dato che siamo i padroni di casa, diamo un caldo benvenuto ai nostri
ospiti."
"Un
applauso per gli studenti della DNAcademy e per il loro preside, Mr
Crick!"
Dalla
porta sinistra della palestra entrarono gli studendi della DNAcademy,
erano tutti studenti con veri superpoteri, alcuni sembravano umani,
altri avevano un aspetto mutato che andava dal ferale al insettiforme,
alcuni volavano e altri comparivano e scomparivano.
"Ora,
un bel appaluso per gli studenti della Charles Atlas High School e per
Mr Fawkes!"
I
membri della Charles Atlas arrivarono da destra, quella scuola era
famosa per la particolarità di allenare studenti senza alcun
superpotere, lì si addestravano le migliori menti e i
migliori corpi per combattere il crimine.
"E
per ultime, ma non per questo meno importanti, le ragazze del Venus
college e la loro matrona, Miss Estia!"
Dal
centro comparvero delle splendide fanciulle, il Venus era famoso per
essere una scuola femminile di alto livello, molte supereroine di fama
mondiale venivano da lì.
Le
scuole erano state presentate, ma non tornava una cosa, le scuole
partecipanti erano già in tre.
"Alcuni
di voi avranno notato che ci sono già tre scuole a
partecipare" disse Pompelmus e aggiunse "Ebbene, quest'anno in
via del tutto eccezionale, parteciperanno quattro scuole, la nostra
inclusa."
"Non
vi pare un pochino strano?" chiese Kitty
"No" risposero
Trevor e Vana all'unisono.
"Le
regole sono molto semplici, la scuola avrà una squadra
ciascuna, tre elementi guidati dai campioni delle diverse scuole, per
un totale di quattro partecipanti per squadra."
"I
campioni saranno selezionati tramite la prova del martello."
Gli
assistenti portarono al centro della palestra il leggendario martello
del Riparatore e sopra di esso c'era incisa una regola:
"Chiunque
riuscirà a sollevare questo martello, se ne sarà
degno, avrà il diritto di diventare un eroe."
Il
Riparatore era il secondo eroe più famoso del mondo dopo
Maxuman e l'alone di mistero che circondava lui e la sua scomparsa
avevano fatto nascere molte storie e leggende su chi fosse.
c'è
chi dice che fosse una divinità, altri un mortale e altri
ancora un alieno.
Solo
pochi nella storia erano riusciti a sollevare il martello e dimostrarsi
degni del titolo di eroe.
"Le
altre scuole hanno già eseguito le prove e adesso andiamo a
presentarli."
"Per
la DNAcademy, Theodore Smith, conosciuto come Apotheosis!"
Apotheosis,
un grande nome.
In
giro si diceva che se la stirpe dei Maxu si fosse estinta, lui sarebbe
stato il loro degno successore.
"Per
la Charles Atlas High School, Alexander Goya, conosciuto come
Vacui!"
Vacui,
così giovane e già con una brillante carriera.
Non
era ancora diplomato e metà delle carceri della sua
città natale era piene di supercriminali grazie a lui.
"E
per il Venus College, Ecate Zea, ma forse la conoscete meglio come
Sparta!"
La
principessa degli eroi.
Tanto
bella quanto inarrestabile, erede di un regno magico e lontano, figlia
di un mortale e di una dea e presidentessa del club di cucito.
"Adesso,
chiunque riuscirà a sollevare il martello, sarà
il campione della nostra scuola e potrà portare con se altri
tre membri per sostenerlo." e aggiunse "Mettetevi in fila
studenti, si comincia!"
Gli
studenti si misero in fila e uno dopo l'altro si dimostrarono
completamente indegni, anche Alan Splendido e il Ragazzo crudele, due
degli eroi più famosi dell'accademia, si dimostrarono
indegni.
Inutile
dire che Trevor si arrese ancora prima di provare.
Kitty
ci provò, ma fallì.
Vana,
non riuscendo a sopportare la cosa, finì
per masticare il manico del martello.
"Quindi...tutti
gli studenti ci hanno provato?"
Pompelmus
vide la lista.
"Ok,
allora manca solo...Eric Needles?!"
"Chi
è?" chiese Apotheosis
"Ehm...nessuno
e uno studente che non fa più parte del corso."
Apotheosis
si guardò intorno e con la sua vista a raggi X, vide Eric in
cortile.
"Ma
in cortile c'è un ragazzo."
Pompelmus
cercò di negarlo.
"E
da quello che ho visto, fa ancora parte dell'accademia." disse
Vacui mentre analizzava i dati sul suo computer da polso.
Pompelmus
cercò di negare ulteriormente, fino a quando Sparta non gli
appoggiò la mano sulla spalla, attivando il suo potere della
fiducia della verità.
"Perché
non è qua insieme agli altri studenti?" chiese
Sparta.
"La
prego, non mi faccia rispondere."
"Beh,
questo è da maleducati." e aggiunse "Andatelo a
prendere."
Trevor
si diresse in cortile e prese Eric di peso, portandolo in palestra.
Davanti
al gigantesco martello, Eric non sapeva che cosa stesse succedendo.
"Nulla
di interessante, ora solleva quel martello prima che ti schiaffeggi."
disse Vana
"Ma...ma
non ce la farò mai." disse Eric notando le dimensioni
dell'oggetto.
Vana
lo guardò accigliata, così Eric si convinse a
sollevare il martello.
Mise
le mani intorno al manico fece un respiro profondo e mi se tutta la sua
forza nelle braccia.
"Non
ce la farà..." stava per dire Vana, prima di vedere Eric
scagliare il martello fuori dal tetto della scuola.
Tutti
gli studenti rimasero senza parole, tranne Vana, che sfondò
un muro solo per poter gridare.
"Non
ci credo, non voglio crederci, NON POSSO ASSOLUTAMENTE CREDERCI!!"
Intanto
Eric si stava riprendendo dalla sorpresa.
"Wow,
leggerino" commentò.
Pompelmus,
deluso dalla notizia, proclamò che Eric Needles avrebbe
rappresentato l'accademia dei Fantaeroi al Torneo Trinità.
Tutte
le scuole gli fecero un applauso, tranne l'accademia stessa.
"Grandioso...che?"
chiese Eric ancora più confuso.
Nel
pomeriggio, Pompelmus spieghò tutta la situazione ad Eric e
il ragazzo capì che quella, per quanto impossibile, fosse
l'occasione giusta per rimediare al mega errore della distruzione dei
diplomi.
"Hai
già scelto i tre che ti accompagneranno?" chiese Pompelmus.
"Forse...vedrò."
rispose Eric
"Spero
per te che tu riesca a trovarli prima della prossima settimana."
I
due si divisero, ma prima di rientrare a scuola, Pompelmus diede un
ultima dritta al ragazzo.
"Eric."
"Si
professore?"
"Non
deludermi."
Eric
non lo avrebbe permesso, era più che determinato a vincere e
a riprendersi tutto quello che aveva perso quel giorno.
"Devo
vincere, posso vincere, Vincerò!" pensò
Eric.
Poi
si girò e qualcuno lo atterrò con un pugno in
faccia, Eric si alzò e vide che il tale era Trevor.
"Trevor?"
Il
ragazzo gli sorrise, gli tese la mano e disse: "Ti va di andare nella
parte cattiva della città a mangiarci un
hamburger?"
Eric
gli sorrise e acconsentì.
Un
amico, il migliore, era tornato.
Ne
mancavano solamente altre due.
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