Sognando te

di Lanasgaze
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Sognando te

 

Capitolo 1:

 
Si era chinata a raccogliere cio' che restava del bicchiere infrantosi sul morbido tappeto, come fossero cocci del suo cuore andato in pezzi... „No Oscar, per quello che ne so io l'amore porta solo...a una lenta e triste agonia..“ le aveva detto il bel conte.
 Era un addio, lo sapevano entrambi, lui era stato brutalmente sincero, l'aveva riconosciuta al ballo a cui aveva partecipato quell'unica volta fasciata da uno splendido abito femminile che metteva in risalto la sua rara bellezza, lasciando finalmente intendere a chiunque la guardasse che splendida donna fosse.
 
 Non era servito a nulla, il conte di Fersen aveva mostrato interesse per quella dama sconosciuta invitandola a danzare con lui, solo per confessarle quanto sorprendentemente somigliasse ad una donna bella e valorosa che vestiva abiti maschili e che lui senza dubbio considerava come il suo „migliore amico“....
 
A quel punto Oscar era fuggita via sentendosi improvvisamente sbagliata in un posto sbagliato, infine il conte, trascorso un mese dal ballo, le aveva fatto visita, riportandola a quella notte che lei disperatamente cercava di dimenticare. Ora, dopo avergli detto addio per sempre si sentiva come svuotata, disillusa, non nutriva piu' speranza alcuna di poter un giorno finalmente sentirsi donna accanto all'uomo che amava. Era in balia di una profonda malinconia mentre al tepore delle fiamme continuava a recuperare i vetri dispersi sul tappeto.
 
Non si accorse di un movimento dietro alle sue spalle, Andre' silenzioso e discreto come sempre, entro' nella  stanza lievemente illuminata dal fuoco scoppietante nel camino, rimase in silenzio per qualche secondo a guardarla piangere, il cuore devastato da un dolore sordo e martellante nel petto.... lui, lui, sempre lui.....Cosa aveva fatto alla sua Oscar? Possibile che non si accorgesse di quanto lei fosse meglio di quell'altra? Avrebbe preferito farsi da parte e saperla felice col bel conte piuttosto che vederla in quello stato.
 
Si avvicino' dunque senza fare rumore, in realta' temendo di essere fuori posto, non voleva disturbarla, si sentiva un po' a disagio di fronte a quelle lacrime. Da tempo ormai la confidenza tra loro si era affievolita. Erano cresciuti, si ripeteva lui, erano cambiati, Andre' sempre piu' consapevole dell'amore non corrisposto che sentiva per lei, di quel sentimento cresciuto negli anni a dismisura, indistruttibile come una roccia, doloroso come una lama conficcata nel petto che gli squarciava il cuore nelle notti solitarie e fredde in cui pensava a lei, e gli toglieva il respiro e lo soffocava nelle giornate in cui lei era particolarmente fredda e distante poiche' pensava ad un uomo che non era lui, e che non la amava come la amava lui, e che non avrebbe mai potuto ! Nessuno poteva, perche' nessuno al mondo la conosceva veramente, Oscar era se stessa solo insieme a lui, erano cresciuti insieme, non ricordava un solo giorno della propria vita trascorso lontano da lei, il legame che avevano non si poteva spiegare a parole, ma era reale ! E poi c'era il desiderio di lei, quel fuoco che gli incendiava le viscere ogni qualvolta anche solo casualmente lei lo sfiorava, il contatto con la sua pelle diafana gli provocava fitte quasi dolorose al basso ventre, piu' di una volta si era sorpreso a desiderare di baciarla fino a farla svenire se solo lei alzava i suoi splendidi occhi verrso i suoi, nel suo sguardo trovava cieli tersi e oceani infiniti, e si sentiva perduto.....
 
Era stato un tormento continuo, giorno e notte, mese dopo mese, anno dopo anno, infine Andre',nel disperato tentativo di nasconderle i propri sentimenti aveva lasciato che il loro rapporto si raffreddasse lentamente, impercettibilmente ma inesorabilmente, si chiudeva sempre piu' spesso in tristi silenzi, evitava il suo sguardo, e lei non faceva nulla per recuperare quel rapporto, per ritrovare quella complicita' che li aveva sempre visti uniti, questa era per lui la cosa piu' dolorosa ... Doveva farsene una ragione:  lei non lo amava.....no....il suo cuore non gli apparteneva, non come avrebbe voluto lui, anzi, negli ultimi tempi la sentiva distante piu' che mai, non gli parlava piu' di se e gli si rivolgeva solamente per discorrere di argomenti neutri o di lavoro.
 
Eppure Andre' non soppportava di vederla soffrire, la amava al punto da desiderare soltanto che lei fosse felice, perfino accanto ad un uomo che non era lui, si! Voleva solo che lei fosse felice.....Si fece coraggio dunque Andre', mentre le si avvicinava timidamente, sentiva di doverla aiutare in qualche modo, cosi' le offri' per l'ennesima volta il suo cuore e tutto se stesso come faceva da una vita intera senza che lei se ne accorgesse, la sua esistenza dedicata a lei, tutto il suo amore e il senso della sua vita racchiuso in poche parole: „Posso fare qualcosa per te? „
 
Glielo disse in un sussurro. Lei si volto' lentamente, lo vide in piedi, il bel volto illuminato dal chiarore caldo del fuoco, Andre', penso' lei, nonostante il tempo li avesse resi piu' distanti era l'unico amico sincero che avesse mai avuto, l'unica persona che per tutta la vita trascorsa al suo fianco le avesse dimostrato di accettarla e di volerle bene per quella che era, una donna soldato, una donna costretta a vivere da uomo per volere del padre, una donna che dietro un' apparenza algida e severa, nascondeva nel cuore una profonda solitudine....in quel momento desidero' intensamente che il suo amico Andre' tornasse ad essere la spalla su cui poter piangere cosi' come era stato in gioventu'. Lui era l'unica persona a cui potersi appoggiare nei momenti di sconforto, l'unico uomo al mondo in grado di comprenderla senza giudicarla, si... aveva bisogno di un amico, del suo unico amico, aveva bisogno di Andre'.
 
Oscar si alzo' senza distogliere gli occhi dai suoi e gli si avvicino' mentre ancora le lacrime le rigavano il viso. „Si Andre', c'e' qualcosa che potresti fare per me, ma non so se sia giusto chiedertelo“ Andre' la scaldo' col suo sguardo amorevole, praterie verdi e sconfinate si estendevano sotto cieli azzurri e tersi, le prese una mano tra le sue, sospiro' cercando di sorriderle, la voce pero' gli usci' un po' roca mentre non pote' impedirsi di dirle „ Oscar, non c'e' nulla che non farei per te.“
 
Lei sembro' esitare, Andre' colse un leggero tremore della mano che ancora teneva racchiusa tra le sue, gli apparve tremendamente sola e indifesa, si senti' invadere da un immenso senso di tenerezza mentre lei abbassava lo sguardo e si mordeva il labbro inferiore cercando le parole giuste e il coraggio di pronunciarle.
 
Voleva renderle le cose piu' facili Andre', sollevo' una mano e le pose un dito sotto il mento affiinche' lo guardasse nuovamente negli occhi e vi leggesse che con lui era al sicuro, che lui non l'avrebbe mai abbandonata, che lui era la sua casa e la sua famiglia e se solo lei glielo avesse permesso, sarebbe stato molto di piu'.
 
Oscar non si sottrasse a quel contatto ne' distolse lo sguardo dal suo, improvvisamente si sentiva protetta, era questa la sensazione che le dava la vicinanza di Andre',  in fondo era sempre stato cosi'. Si disse che Andre'le era stato messo al fianco da suo padre proprio con questo fine, per proteggerla, e che dunque non c'era nulla di male nel permettergli di farlo, non poteva esserci quindi nulla di sbagliato nel calore di quelle mani che ora la invitavano a stringerglisi contro in un abbraccio fraterno.
Oscar cedette a quel richiamo e gli si getto al petto, quel petto largo e forte, quel petto profumato caldo ed accogliente come un rifugio di montagna  in una fredda notte invernale. Lui la strinse a se' e la cullo' mentre lei gli si abbandonava contro singhiozzando.
 
Rimasero cosi', stretti in quell'abbraccio davanti al tepore del fuoco, senza parlare, ma godendo entrambi di quel calore e di quella vicinanza per attimi infiniti. Quando Oscar finalmente smise di piangere lui le sorrise dicendo „ Va meglio, piccola?“ Lei si asciugo' le ultime lacrime con un gesto deciso, usando il polso come faceva da bambina, „Andre'“ disse, „ Non voglio restare sola questa notte, per favore, dormi con me come facevamo da ragazzi ... ti prometto che non ti disturbero' mentre dormi, solo tu... ti prego tu.... resta con me ....e stringimi...“
 
Andre' tremo' a quella richiesta tanto innocente nelle intenzioni quanto pericolosa poiche' lei era all'oscuro dell'effetto che la sua vicinanza e il suo profumo avevano su di lui: averla cosi' vicina, arrendevole, addirittura poterla stringere a se in un letto...Solo l'idea gli incendiava i sensi e per un attimo gli parve di impazzire.... Ma lei lo guardava con lo sguardo liquido e lui si perse nuovamente nella profondita' di quella tristezza. Non poteva abbandonarla in quel momento, no, doveva mettere a tacere i propri istinti, dimenticare di essere un uomo innamorato, un uomo pazzo di lei e quella notte tornare ad impersonare cio' che Oscar si aspettava da lui: l'amico di una vita, il fratello maggiore pronto a starle vicino e a consolarla in ogni momento difficile.
 
Andre' si arrese e semplicemente disse „Va bene Oscar, non ti lascero' sola“ Poi in un sussurro aggiunse „ Non potrei mai farlo...“
 
Si avviarono insieme lungo i corridoi del palazzo tenendosi per mano, Andre' sentiva il cuore battere forsennato nel petto, mai lei si era mostrata cosi' vulnerabile, e nonostante sapesse che non era la passione a guidare Oscar quella notte, sentiva che lei comunque gli voleva bene, gli voleva bene davvero e aveva bisogno di lui, solo di lui, di nessun'altro al mondo... Questo pensiero gli diede la forza di avanzare al suo fianco finche' non raggiunsero l'ala della servitu'dove si trovava la camera di Andre'.
 
Oscar preferiva dormire da lui, proprio come quando erano ragazzini e nelle notti di temporale lei correva a piedi scalzi sul freddo marmo del palazzo per infilarsi poi nel letto di Andre'. Solamente lui riusciva a farla sentire al sicuro, e nonostante molte cose fossero cambiate nella loro vita, per Oscar era ancora cosi'.
 
Andre' apri' lentamente la porta della propria camera attento a non far rumore, poi la richiuse delicatamente a chiave e accese una candela, si volto' a guardarla e incontro' il suo sguardo complice. Non c'era imbarazzo tra i due, avevano ritrovato quella sera una vicinanza' e un'affinita' che entrambi credevano ormai perduta. In silenzio Andre' accese il camino per scaldare la stanza, poi sposto' le coperte sul proprio letto, si tolse le scarpe e si sdraio' facendole posto accanto a se. Oscar non esito' e liberatasi a sua volta degli stivali si stese accanto al suo amico stringendosi a lui .
Ben presto Orfeo li trovo' cosi',abbracciati e stanchi, e li porto' con se ....
 
Dopo qualche ora Oscar senti' nel sonno come un calore diffondersi sulla sua pelle, una sensazione mai provata ma piacevolissima. Ancora mezza addormentata si giro' supina accanto ad Andre' che lei sapeva profondamente addormentato. Ricordava come anche da ragazzini lui amasse dormire, spesso sognava cosi' intensamente da parlare nel sonno. Era capitato addirittura che nel cuore della notte si alzasse sempre addormentato e girasse per la stanza, a volte addirittura era uscito nei corridoi del palazzo e Oscar sapeva che non doveva assolutamente svegliarlo, perche' glielo aveva spiegato la nonna di Andre' che quando sognava in questo modo, svegliarlo avrebbe potuto essergli fatale.
 
Andre' pero' era ancora sdraiato, non si era alzato dal letto, giaceva accanto a lei che ormai era lucida ma in preda ad una languore sconosciuto....Le fu subito chiaro che lui stava sognando e nel sonno mugugnava parole quasi incomprensibili, mentre lentamente muoveva la sua mano.... su di lei.... ecco da dove veniva quel languore.... Andre' la stava accarezzando nel sonno, con la mano aperta percorreva la sua gamba dal ginocchio in su, ora tornava al punto da dove era partita, il palmo aperto sul suo ventre poi li la sua mano si era fermata e lui aveva mormorato...“Mmmmmh....Piccola.....“ Poi si era mossa nuovamente verso l'alto e mentre la mano saliva ancora.... e ancora, fin sotto alla curva del seno, dove nuovamente si era fermata, ad Oscar parve che il suo cuore cessasse di battere: Andre' la stava toccando! La stava toccando come un uomo tocca una donna... e lei sentiva che quella mano al suo passaggio lasciava scie di fuoco bruciandole la carne, eppure era ancora vestita.... Ma che le stava succedendo?
 
Non poteva svegliarlo, aveva paura di farlo per tutti gli avvertimenti ricevuti dalla nonna, quando da ragazzino aveva sofferto di disturbi del sonno...no non poteva svegliarlo e forse....nemmeno voleva....
La mano di Andre' si trovava a questo punto alle soglie del suo seno, e lei non portava le fasce ! Non le portava mai in casa...lui mosse le dita e trovo' un capezzolo, prese a girargli intorno con un dito, dipingeva immaginari cerchi concentrici ancora e ancora.... Oscar tremo' e si lascio' sfuggire un gemito. Senti' come un fuoco liquido al centro del suo essere.....Chiuse gli occhi:  Andre', il suo amico di sempre la stava toccando in un modo che..... la faceva impazzire..... non voleva che smettesse e lui continuava.... le sue dita si muovevano delicate ma senza esitazione, un cerchio dopo l'altro...una pennellata dopo l'altra....senti' i capezzoli irrigidirsi e gemette vinta da quel piacere nuovo e proibito, credette di perdere la ragione mentre lui posava le sue lunghe dita affusolate sulla leggera camicia di batista, finche' la stoffa si sposto' su di un lato aprendo uno scorcio per la mano di Andre' che a questo punto si trovo' a contatto diretto con la sua pelle di velluto.
 
Oscar si abbandono' totalmente al contatto vivo della pelle con le dita bollenti di Andre' finche' non inarco' la schiena vinta da quelle sensazioni divine, senti' come un esplosione liquida al centro di se e per attimi interminabili perse la cognizione di se e di dove si trovasse....Non aveva mai provato nulla del genere.
 
Andre' mormoro' „mmmmh.....Brava piccola.....lasciati andare“... e ad Oscar sembro' che si rivolgesse proprio a lei ! Ovviamente non era possibile, lui non aveva mai mostrato un interesse di questo genere nei suoi confronti, sarebbe stato inconcepibile nel loro mondo.... la differenza di rango era un ostacolo insormontabile eppure.... arrossi' violentemente pensando come anche il suono della sua voce cosi' intensa e roca in quel momento, cosi' diversa dal solito, fosse incredibilmente eccitante...Quelle labbra piene e carnose, seppure ora schiuse in un' espressione buffa tipica del sonno, dovevano essere calde e umide al contatto con le sue...come sarebbe stato assaggiarle? Averle su di se? Tutto di lui in quel momento la eccitava da morire.....Ma che diamine le stava succedendo?
 
E Fersen? Non aveva avuto la brillante pensata di dormire con Andre' per scacciare il ricordo del conte? Bene, a quanto pare stava proprio funzionando, anzi, non riusciva a smettere di domandarsi cosa avrebbe provato se oltre alle dita fossero state le labbra di Andre' a percorrerla in quel modo... pazza ! Doveva essere completamente impazzita....
 
Eppure recuperando un attimo di lucidita' Oscar si chiese cosa mai avesse sognato Andre'? Chi mai poteva essere la donna misteriosa che lui credeva di accarezzare? Certamente non era lei si disse, dunque Andre' pensava ad un'altra donna? Possibile che lei non se ne fosse mai accorta? Il pensiero di quelle carezze su di un corpo che non fosse il suo le procurarono una fitta dolorosa al cuore a cui non seppe o non volle dare un nome, Oscar preferi' non pensarci ma a quel punto Andre' aveva smesso di toccarla, la sua mano grande e calda giaceva ora immobile sul suo ventre da dove era inizialmente partita, e lui dormiva placido ed innocente, inconsapevole di cio' che era appena accaduto in quel letto, mentre fuori albeggiava.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II
 
A volte puo'accadere che in un periodo particolarmente difficile della nostra vita ci sentiamo molto vulnerabili, ebbene in quei momenti e spesso proprio durante la notte, puo'verificarsi una strana alchimia per cui le nostre autodifese vengono meno e noi ci ritroviamo in situazioni altrimenti impensabili ma che rientrano perfettamente nella logica di un attimo di debolezza. Ci lasciamo andare all'istinto senza ragionare e questo puo' portare a vivere emozioni sorprendenti ma che possono risultare irripetibili perche' profondamente sbagliate.... Questo pensava Oscar nella solitudine della sua stanza dopo essere fuggita come una ladra dalla camera di Andre'.
 
Improvvisamente si era sentita malissimo, ai primi bagliori si era resa conto di cio' che era accaduto e se ne era vergognata tremendamente.... Mai avrebbe pensato di potersi lasciare accarezzare in quel modo da un uomo che non fosse l'uomo di cui era innamorata, e invece aveva lasciato che accadesse...con Andre', il suo amico fidato, il suo scudiero...
Non che lo avesse mai considerato un servo, anzi!  Andre' era a tutti gli effeti un membro della famiglia per lei, e questo rendeva le cose ancora piu' sbagliate poiche'nel corso della loro amicizia non erano mai andati oltre le dovute distanze. Non prima di quella notte ....Otretutto secondo lei Andre' non aveva colpe, aveva dormito beatamente per tutto il tempo e certamente non si era reso conto di nulla: si sarebbe svegliato al mattino fresco come una rosa e l'avrebbe guardata negli occhi con affetto e senza pudore, certo di avere ancora una volta fatto bene la sua parte di fratello affettuoso, Oscar ne era certa.
 
Ma lei non avrebbe potuto sostenere il suo sguardo, non sarebbe riuscita nemmeno a rivolgergli la parola, non dopo che si era lasciata andare in quel modo, dopo che era stata totalmente in balia delle sue mani... Ma che cavolo le era preso? Non se lo spiegava, piu' ci pensava e piu' non trovava risposte. Ripenso' alle sensazioni che le carezze di Andre' avevano risvegliato in lei e nuovamente senti' quel languore al centro  di se.... accidenti ad Andre'....Andre', Andre'..... non riusciva a levarselo dalla testa, e in tutto questo Fersen dov'era finito? Solo qualche ora prima credeva di morire di dolore dopo essere stata elegantemente scartata dal conte svedese mentre ora la sua priorita' era capire come mai il suo corpo avesse reagito in quel modo tra le braccia del suo amico. Penso' che probabilmente l'umiliazione per il rifiuto subito da Fersen l'aveva mandata fuori di senno, spero' temporaneamente.
 
Si, doveva essere stato un attimo di follia temporanea ed estemporanea, non poteva esserci altra ragione. Per Oscar era di fondamentale importanza trovare una spiegazione razionale che giustificasse il proprio comportamento, lei era cresciuta senza che mai nessuno le parlasse d'amore e di passione, non un uomo, non le sue sorelle, e tantomeno non altri membri della famiglia; per quanto riguardava gli amici poi... l'unico suo vero amico era stato Andre', inutile dirlo, e loro due non avevano mai e poi mai affrontato temi cosi' delicati, anche se a volte lei avrebbe voluto fargli delle domande.
 
Si domandava per esempio cosa un uomo cercasse in una donna, cosa considerasse bello in una donna, e tutto cio'da quando si era innamorata di Fersen e fremeva per capire se mai uno come Hans che aveva tutte le dame piu' belle della corte di Versailles ai sui piedi, compresa la piu' bella tra le belle, ovvero la regina in persona, potesse interessarsi a una come lei.
 
Oscar non si sentiva bella, non nel senso classico del termine, era troppo alta e magra, aveva lunghe gambe ben tornite e braccia e spalle toniche forgiate da anni di duri allenamenti col fioretto, e frutto di una vita trascorsa cavalcando. Il suo ventre era piatto, i fianchi leggermente arrotondati ma molto meno pronunciati rispetto all'abbondananza che sfoggiavano le dame di corte e certamente il suo seno non era florido come quelo di certe donne che Hans pareva apprezzare in modo particolare. Era alto tondo e sodo, anche pieno si,  ma non estremamente florido, ecco...Piu' volte si era osservata nuda davanti allo specchio della sua camera e si era trovata molto poco femminile, ma non abbastanza mascolina da essere scambiata per un vero uomo come aveva ardentemente desiderato per la maggior parte della sua vita. Ora era diverso, aveva scoperto di provare sentimenti da donna, e questa consapevolezza l'aveva portata a desiderare di piacere agli uomini. Fersen era stato il primo a cui lei volesse piacere, si era addirittuura vestita da donna per far colpo su di lui, ma ora suo malgrado si sorprese a domandarsi cosa pensasse di lei Andre'...
 
Era convinta che nemmeno lui la trovasse bella, e che sicuramente la donna del suo sogno fosse di tutt'altro aspetto.... una donna nella vita di Andre', Oscar provo'di nuovo quel fastidio....infine smise di farsi domande: era stanca di tutte quelle supposizioni senza certezze ed era anche realmente in collera con se stessa per aver lasciato precipitare le cose in quel modo... L'unica consolazione era la consapevolezza che Andre' non ricordasse nulla.
 
Cielo che pasticcio.....Oscar senti' il bisogno di esprimere la sua rabbia e se avesse avuto Andre' a sua disposizione in quel momento lo avrebbe certamente sfidato a duello: era il modo migliore per sfogarsi, ma in quel momento cercarlo era fuori discussione cosi' si accani' contro il proprio cuscino finche' non fu ricoperta da mille piume svolazzanti e fu proprio allora che la nonna entro' nella stanza con passo marziale come ogni mattina annunciando che era ora di alzarsi e che la colazione ormai si freddava e che diavolo avevano lei e Andre' che poltrivano fino a quell'ora quando il sole era gia' alto in cielo e.... „Santo Cielo Oscar! Ma cos'e' successo al tuo cuscino? Non mi dirai che e' esploso per intercedere divino ? Buon Dio, ma cosa avete voi ragazzi 'stamattina? Ti ci metti pure tu con le stranezze bambina mia? Vada per quel fannullone buono a nulla di mio nipote che stamattina ha finto di avere il mal di testa pur di continuare a dormire, ma tu bambina mia, che ti ha fatto quel cuscino benedetto si puo' sapere? „
 
La nonna stava in piedi di fronte a lei, con i pugni stretti sui fianchi e per dirla tutta sembrava un'anfora pensava Oscar che in ginocchio sul letto con la chioma leonina scarmigliata tentava di risistemare il cuscino sfondato alla bell'e meglio.
Non fosse che si sentiva tremendamente imbarazzata avrebbe riso di cuore con la nonna di quella situazione assurda. Invece la sua mente non riusciva a pensare ad altro che Andre' e il suo mal di testa improvviso quanto improbabile.
Non ci credeva nemmeno lei all'emicrania dell'amico, ma allora..... possibile che lui ricordasse qualcosa? Era forse un modo per evitarla? Quanto era grave il danno provocato da quella notte folle tra le sue braccia? Oscar non lo sapeva ed aveva il terrore di scoprirlo...
 
Andre' si era barricato in camera con la scusa del mal di testa e non c'era verso di farlo uscire. La nonna ci aveva provato in tutti i modi possibili, gli aveva perfino preparato una gustosa torta di mele, la sua preferita, ma niente.... Si rifiutava di apparire in pubblico il caro nipote scansafatiche, che stesse veramente male? La nonna voleva far chiamare il dottore, ma Andre' rispose da dietro la porta che aveva solo bisogno di riposare e che domani sarebbe stato bene,  e di scusarlo con Oscar (fortuna che erano in licenza!)
Gia' domani.....Era solo riuscito a rimandare a domani l'inevitabile...
 
Andre' ripensava a quella mattina quando sie era risvegliato in preda all'eccitazione piu' evidente del secolo, imbarazzatissimo ! Aveva visto Oscar che si alzava in fretta e furia senza nemmeno indossare gli stivali nonostante il pavimento ghiacciato che l'attendeva sotto ai piedi, ed era fuggita via come in preda al panico: non aveva dubbi, se n'era accorta ! Che stupido era stato, accidenti a lei e ai suoi occhi da gatta, avrebbe dovuto rifiutarsi di accoglierla nel suo letto, ma gia' che aveva accettato era ovvio che avrebbe dovuto prepararsi a un'eventualita' del genere, come non averci pensato prima? Eppure era solito svegliarsi molto presto la mattina, poi normalmente restava a letto a crogiolarsi nella sua tristezza pensando a lei e a quanto fosse bella e che non sarebbe mai stata sua, cosi' si rifugiava al calduccio delle coperte a struggersi d'amore finche sua nonna non entrava sbraitando che era ora la smettesse di poltrire e che c'era una casa da portare avanti e che lei non poteva fare tutto da sola e che lui era un nipote ingrato e fannullone se pensava di poter restare a letto mentre lei sbrigava alla sua eta' mille faccende per casa e che.... ma stava divagando..... Il punto era un altro: avrebbe dovuto alzarsi prima di Oscar, uscire al fresco del mattino e tornare in se prima che lei si svegliasse, e l'avrebbe anche fatto se..... quel sogno meraviglioso gli torno' alla mente all'improvviso...
 
Erano anni che non sognava piu' in quel modo cosi' realistico, e sapeva bene che quando gli capitava in passato era profondamente addormentato e nemmeno le cannonate lo avrebbero destato dai suoi sogni. Per anni a palazzo Jarjayes lo avevano preso in giro per questo suo problema, la nonna in realta' si era anche preoccupata che non gli accadesse qualcosa, dato che a volte circolava per casa liberamente in piena notte e i balconi in quel palazzo non si contavano, nonna Marie temeva che lui prima o poi potesse malauguratamente cadere da uno di essi. Per evitarlo la nonna aveva preso l'abitudine di  chiuderlo a chiave in camera la sera prima di andare a letto, per il suo bene gli aveva detto, e Andre' ci aveva fatto l'abitudine,  poi pian piano i sogni iper realistici di Andre' si erano diradati spontaneamente col giungere dell'adolescenza e nessuno piu' aveva pensato a quel problema, meno che meno Andre', fino a quella mattina.....
 
Aveva sognato di lei.... aveva sognato che lei gli era vicina e che si lasciava accarezzare, e nel sogno Oscar gemeva e sospirava mentre lui la esplorava con dolcezza, le aveva sfiorato un seno, ed era morbido... e caldo.... e profumato... e lei gemeva e si inarcava sotto le sue dita e lui impazziva e non chiedeva altro che venerarla in quel modo, voleva mostrarle che un uomo sa amare anche con dolcezza e che la passione puo' essere rispetto e tenerezza quando due persone si amano veramente.
 
Nel sogno Andre' aveva pensato che l'amava tanto da donarle tutto se stesso senza chiedere nulla in cambio era cosi' da una vita, ed era questo che voleva trasmetterle con i suoi gesti . Andre' sognava e muoveva lentamente la sua mano disegnando parole d'amore sul corpo di lei...Tuttavia la sua vicinanza gli era parsa cosi' reale che non aveva potuto proprio evitare la reazione del suo corpo e.... ODDIO !!! Andre' ebbe un sussulto: quanto poteva esserci di vero e quanto di immaginario in quel sogno? Non avevano forse condiviso il letto? Non si era forse veramente addormentato stringendola fra le braccia? E poi cos'era accaduto? Gli era parso di udire veramente dei sospiri durante la notte, e la sensazione della pelle di lei calda e liscia era cosi' intensa sui polpastrelli che ne sentiva ancora la consistenza se chiudeva gli occhi, e il suo corpo di uomo tornava a risvegliarsi....
 
Non sapeva proprio cosa pensare, ne' come risolvere quel gran dubbio: aveva fatto forse qualcosa di irreparabile alla sua Oscar? Era terrorizzato dal quella eventualita', ma era certo che se avesse anche solo tentato un approccio non gradito lei lo avrebbe infilzato da parte a parte, a meno che..... no, impossibile, non poteva essere, la donna che gemeva nel suo sogno non era reale, doveva metterselo bene in testa, e comunque meglio per oggi restare in camera a riflettere e a calmare i bollenti spiriti.... domani forse avrebbe trovato una spiegazione a tutto cio', ma stava anche seriamente valutando la possibilita' di non uscire mai piu'da quella stanza.....
 
 
Oscar si apprestava a prepararsi per la notte, dopo aver passato una delle giornate piu' lunghe e noiose della propria vita.
Andre' non si era visto per tutto il giorno, e dato che erano in licenza, lei era rimasta a palazzo a bighellonare tutta sola senza nessuno con cui poter scambiare una sola parola.
In quella casa Oscar incuteva un po' di timore alla servitu', sempre cosi' impettita e severa, camminava  con passo sicuro forse non esattamente aggraziato come ci si aspetta da una dama di corte, ma l'eleganza di Oscar era innata e lei certamente non si rendeva conto dell'effetto che aveva su chi la osservasse: le sue gambe snelle erano messe in risalto dalle culottes prettamente maschili che la fasciavano in modo da lasciare ben poco all'immaginazione, quelle camicie di batista poi, che usava indossare in casa senza le fasce e che lasciavano fin troppo intravedere le sue perfette forme femminili (di cui peraltro non era assolutamente consapevole) erano croce e delizia di Andre' che non riusciva ormai piu' a starle accanto senza desiderare almeno una volta al giorno di strappargliele di dosso (e chissa' mai che prima o poi......)
 
Gli uomini della servitu' erano dunque un po' tutti segretamente affascinati da quella Venere aliena, mentre le donne la invidiavano e ne erano intimorite. Ne risultava quindi che, escludendo Andre', nessuno le stesse intorno volentieri e mai come quel giorno se ne stava rendendo conto.
 
Aveva trascorso la giornata trastullandosi a palazzo Jarjayes per poi uscire a cavalcare in solitudine nelle verdi distese proprieta' del suo casato.
Amava cavalcare, sentire fremere l'animale sotto di se' all'unisono con il suo corpo e il suo spirito, si lasciava andare seguendo il ritmo degli zoccoli e lasciando che il vento le scompigliasse i capelli sussurrandole melodie segrete. In quei momenti Oscar sentiva di essere viva !
Quel giorno tuttavia nemmeno la cavalcata col suo fedele Caesar riusci' a metterla di buon umore, si sorprese piu' volte a voltarsi indietro per cercare nel vento il profumo di Andre', che era solito seguirla solo a un passo dietro di lei....ma Andre' non c'era, e Oscar capi' che le mancava, non lo vedeva da un solo giorno e le mancava da morire...
 
All'ora di cena si presento' nelle cucine della servitu' dove solitamente consumava il pasto insieme al suo amico d'infanzia, non sapeva nemmeno lei se sperasse di trovarlo li', intento a schivare le  mestolate dalla nonna, o se fosse scesa in quei locali per abitudine, fatto sta che non vedere Andre' seduto al tavolo in cucina le provoco' come una fitta al centro del petto . La nonna le disse che Andre' stava meglio ma che aveva preferito cenare in camera sua perche' se il mal di testa fosse stato sintomo di un influenza in arrivo, era meglio che non contagiasse tutta la casa.
 
Oscar era delusa ma non lo diede a vedere: fini' di cenare tutta sola e poi si ritiro' nei suoi appartamenti.
 
Aveva indossato la camicia da notte mentre per conciliare il sonno si era gia' scolata una bottiglia di cognac della riserva personale del conte suo padre.
Eppure il sonno non arrivava....
A volte accade che nel silenzio ovattato della notte tornino prepotenti a far capolino nella nostra mente i pensieri meno graditi.
Oscar torno' dunque suo malgrado con la mente alla notte trascorsa con Andre', a quelle dita di velluto, al calore del palmo della sua mano, al vortice di fuoco liquido che l'aveva bruciata dentro e l'aveva portata via da se' per attimi o erano state forse ore?
 
Mai nessuno le aveva fatto provare simili emozioni, e vergogna o non vergogna (una bottiglia di cognac aiuta molto in questo senso) sentiva il desiderio di riprovare quelle sensazioni....desiderio....riusci' a dare un nome al suo tormento.... si rese conto che questo bisogno era per lei completamente nuovo, e se anche fosse stata veramente innamorata del conte di Fersen, nei suoi confronti non aveva mai lontanamente provato nulla di simile, voleva piacergli, si, ma non si era mai chiesta nel caso lui l'avesse corteggiata, cosa ne sarebbe conseguito. Semplicemente non ci pensava, era troppo ingenua ed inesperta per desiderare altro che non fosse la sua compagnia, Andre' pero' aveva risvegliato i sui sensi irreversibilmente ed ora....non riusciva a pensare ad altro...
 
La fievole luce della luna disegnava nel buio argentee figure geometriche ai piedi del suo baldacchino, quelle figure parvero animarsi e indicarle una strada.....veso la porta della sua camera... volle seguire quella strada.... e usci'.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III
 
I corridoi di palazzo Jarjayes parevano non finire mai .
Girava da minuti forse in tondo, temeva addirittura di essersi persa in casa propria, il colmo !!! Maledetto cognac che ora le era entrato in circolo nel sangue e la rendeva meno lucida (per usare un eufemismo).
 
Si trovo' infine dopo un lungo cercare senza sapere nemmeno lei ne' come ne' perche', davanti alla porta della camera di Andre'. Era molto tardi, penso', ma in fondo lui aveva riposato tutto il giorno, non c'era ragione di preoccuparsi di svegliarlo nel cuore della notte...
 
Busso'....
 
Nessuna risposta....
 
Busso' di nuovo.....
 
Silenzio....
 
Andre' era in realta' sveglio e arzillo come un grillo, ma sapeva bene che l'unica persona al mondo che avesse l'arroganza di bussare alla sua porta a quell'ora improbabile non poteva essere che lei , e questo lo inquietava. Cosa voleva da lui Oscar a quell'ora ?... Perferiva non saperlo....
 
Aveva un cattivo presentimento: sentiva come di essere sul ciglio di un burrone, ed eccola puntuale come la morte, la donna della sua vita presentarsi all'appello per spingerlo nel baratro....non sarebbe riuscito a spiccare il volo Andre', non aveva le ali.
No, non avrebbe aperto quella porta per nessuna ragione al mondo !
 
Finse di dormire convinto che si sarebbe stancata di bussare per tornarsene infine da dov'era venuta, invece lei bussava e gridava a squarciagola :“ Andre', Andreeeee' !! Apri questa maledetta porta per favore Andreeeee' !!! „
 
Accidenti a lei, aveva bevuto !!!!
 
Andre' comprese di non avere scelta: quando Oscar era alticcia (e non capitava di rado) non c'era verso di farla ragionare; doveva aprire la porta immediatamente o con le sue urla avrebbe svegliato tutta la casa !
 
Respiro' a pieni polmoni per darsi una calmata e le apri'...
 
Oscar cadde rovinosamente sul pavimento poiche' in attesa che Andre' le aprisse si era appoggiata alla porta con tutto il proprio peso. Andre' giro' gli occhi al cielo, poi torno' a fare un bel respiro profondo e infine le tese una mano:
 
“Dai Oscar, tirati su!“
 
Lei, alzo' lo sguardo verso di lui...
 
Nonostante in quel momento avesse gli occhi leggermente appannati, credette di avere una visione:
 
Andre' era in piedi a torso nudo, nel rossore della stanza illuminata fiocamente dalle calde fiamme danzanti nel piccolo e modesto camino, la sua pelle ambrata pareva d'oro e il chiarore soffuso accendeva i chiaroscuri mettendo in risalto i muscoli definiti del petto sul suo largo torace e delle sue braccia forti. Portava i folti capelli corvini sciolti sulle spalle e un po' arruffati a incorniciare il volto virile e perfetto, la mascella volitiva, il naso dritto, la barba di un giorno appena accennata... e col suo sguardo di giada la fissava con una intensita' che non gli aveva mai riconosciuto.
 
Oscar si senti' mancare.....
 
Brividi bollenti lungo la schiena, era caduta forse troppo vicina alle fiamme e stava andando a fuoco? Si rese conto di quanto Andre' fosse bello, talmente bello da far male .
 
Com'e' che non se n'era mai accorta prima?
Dove aveva vissuto in tutti quegli anni?
Aveva di fronte l'uomo piu' bello che avesse mai visto, ci era cresciuta assieme....e non ci aveva mai fatto caso.
 
Afferro' la mano che Andre' le porgeva e non senza sforzo si rialzo' da terra, poi leggermente barcollante si posiziono' dritta di fronte a lui e biascicando le parole mentre gli puntava un dito al petto gli disse
 
 „Andre', accidenti a te, da quando ti sei trasferito? Ci ho messo piu' di mezz'ora a trovarti in questa casa“
 
„Oscar ma che dici? Non mi sono mai mosso dalla mia stanza, soprattutto oggi“
 
„Allora dev'essersi mossa la tua stanza perche' non riuscivo piu' a trovarla“
 
 „Oscar, hai bevuto, non sta bene che tu venga nella camera di un uomo in queste condizioni, ti riaccompagno in camera tua.“
 
„Ma cosa dici? Tu sei Andre', il mio Andre', di quale uomo stai parlando?“
 
E' risaputo che non vi e' peggior sordo di chi non vuol sentire, cosi' nonostante lei lo definisse il mio Andre' quello che lui percepi' della frase fu quale uomo?
 
Evidentemente Oscar non solo quella mattina non si era accorta di niente, addirittura non si rendeva nemmeno conto che lui fosse un uomo!
 
Benissimo !
 
Grandioso !
 
Ma che stupido!
 
Oscar sicuramente si era scolata mezza riserva del paparino solo per non pensare allo sciupafemmine svedese amante della regina, ed ecco spiegata quell'incursione notturna.... tipico di Oscar ! Stordirsi di alcool per non affrontare i suoi problemi,  poi gia' che c'era si ricordava di avere un povero diavolo asessuato per amico che senza ombra di dubbio le avrebbe fatto da zerbino fino alla morte e quindi era suo diritto calpestarlo come e quando le aggradasse, possibilmente nei momenti piu' impensabili, tanto lui per lei c'era sempre stato.....
 
Lui per lei c'era sempre.....
 
Andre' era furioso...con lei.....con Fersen....ma soprattutto con se stesso, perche' nonostante il cervello gli dicesse di lasciarla perdere, che le donne al mondo non si contavano, il cuore, quel maledetto, stupido, inutile cuore non voleva saperne di dimenticarla.
Se fosse servito a liberarlo dall'ossessione di lei glielo avrebbe offerto strappandoselo a mani nude dal petto.
 
La amava cosi' tanto.......cosi' tanto.....
 
Se solo lei avesse messo da parte le sue elucubrazioni e si fosse un po' lasciata andare, sapeva che avrebbe potuto ricambiarlo, lo aveva sempre sentito nel profondo di se' che Oscar era sua e di nessun'altro, e prima o poi lei si sarebbe liberata delle catene che la stringevano soffocandola fin dalla nascita in nome del casato, dolenti come spine di rose conficcate nella carne, e quel giorno avrebbe trovato finalmente  il coraggio di guardarsi dentro senza piu' dolore, senza piu' paure ....
 
Andre' sapeva attendere: erano vent'anni che non faceva altro, e l'avrebbe attesa li' nascosto in un angolino della sua anima,  l'avrebbe attesa per tutta la sua vita terrena e per tutte quelle a venire. Non poteva fare altro Andre', quel'amore era parte di se' come un braccio, come una mano, come una gamba: l'amore di Andre' era un punto fisso nell'universo in movimento.
 
Oscar era ancora precariamente in piedi di fronte a lui, Andre' sospiro' esausto, poi si porto' una mano alla fronte mentre fissando il pavimento con tono rassegnato le diceva:
 
„Senti Oscar, siamo entrambi molto stanchi, se non vuoi tornare nella tua stanza va bene, resta,  prenditi pure il mio letto . Io mi sistemero' qui sulla poltrona“
 
„No“
 
„Come no?, Oscar per favore, sforzati di ragionare, non sei in te, hai bisogno di riposare“
 
„Andre'....“
 
„Si, Oscar?“
 
„Andre'...“
 
„Ti ascolto“
 
„Baciami !“
 
........
 
Andre' strabuzzo' gli occhi e ci manco' poco che soffocasse a furia di trattenere il respiro, poi un colpo di tosse lo riporto' bruscamente alla vita e alla realta'.
 
Si schiari' la  gola ma la voce gli usci' ugualmente roca:
 
„Oscar, hai bevuto troppo e non sai quello che dici, adesso per favore da brava bambina ti metti a dormire tranquilla, e se vuoi ne riparliamo domani con calma, tanto so gia' che non ti ricorderai nemmeno come sei finita in questa stanza.“
 
Oscar lo punto'con i suoi splendidi occhi dal taglio felino, Andre' non le aveva mai negato nulla, e se si fosse impegnata un po' di piu' l'avrebbe avuta vinta anche 'stavolta! Guidata dall'istinto  gli poso' le lunghe dita sul petto nudo e inizio' a muovere le mani sulla pelle bollente di lui. Senza smettere di fissarlo negli occhi diede inizio alla sua arringa:
 
„Dai Andre' che ti costa? Solo una volta,dai... voglio vedere cosa si prova, tu non sei curioso?! Perche' e' cosi' difficile accontentarmi? Mi trovi cosi' poco attraente? Lo so, probabilmente non somiglio minimamente alla donna che sognavi ieri notte, ma se chiudi gli occhi forse puoi ripensare di essere con lei e ....e...... magari accarezzarmi come facevi ieri e... „
 
„Al diavolo!“ ruggi' lui, le racchiuse il viso tra i palmi delle mani e si fiondo' sulle sue labbra spingendola contro la porta.
 
Senza pieta'..... su quelle labbra.....
 
Quelle labbra....
 
Da quanti anni sognava di saggiarne la consistenza, di schiuderle per suggerne il nettare, di morderle e leccarle come fossero una rara delizia.
 
Oscar destabilizzata dalla forza con cui Andre' l'aveva spinta contro la porta si appoggio' prima dietro di se allungando le mani verso il duro legno dello stipite, poi artiglio' le sue spalle aggrappandosi a lui e lo spinse a sua volta incollandosi alla sua bocca le cui labbra erano calde.... e umide.... e vellutate esattamente come aveva immaginato che fossero....
 
Non riusciva a tenere ferme le mani, voleva sentire sotto le dita la solidita' di quelle spalle, di quel petto largo, di quella schiena possente.
Andre' ansimava ma cerco' di controllarsi per non spaventarla con l'intensita'del suo desiderio che ormai rischiava di travolgerli, cosi' dopo l'irruenza del primo contatto rallento' i movimenti delle sue labbra guidandola verso un ritmo piu' lento.
Quando senti' che lei era totalmente in suo potere approfondi' il bacio chiedendole di piu'.
Oscar rispose ai suoi affondi con altrettanta passione  e continuarono a baciarsi esplorandosi con la lingua in una lotta senza vincitori fino a perdere la cognizione del tempo .
La strinse a se circondandole la vita, e con una mano lentamente percorreva la sua schiena ripetutamente su e giu',  infine con le nocche le sfioro' un seno....
Lei si inarco' e si lascio'sfuggire un gemito, non sapeva, oh no... lei non sapeva che potesse essere tutto cosi' intenso.... Andre'le faceva perdere la ragione.... Ormai aveva la mente svuotata e tutti i sensi accesi, voleva che lui continuasse, voleva che la toccasse....Voleva tutto di lui!
 
Glielo sussurro' tremando:
 
„Andre'...ti prego....fammi tua“
 
Andre' si blocco', una doccia gelata non avrebbe sortito miglior effetto....si rese conto che Oscar era incapace di intendere e di volere, ancora evidentemente sotto i fumi dell'alcool e se avesse voluto approfittarne non avrebbe incontrato nessuna resistenza, ma lui l' amava, e non gli interessava possederla solo per soddisfare i suoi bisogni, no, lui voleva fare l'amore con lei, e voleva che lei ne fosse pienamente consapevole, voleva che gli si donasse per amore e con amore e non per stordirsi nel tentativo di dimenticare un altro.
 
Perche' Andre' in fondo temeva che lei stesse facendo proprio questo....
 
La voleva disperatamente, la desiderava con tutto il suo vigore di uomo, eppure cerco' dentro di se la forza di allontanarsi da lei, dalle sue labbra di miele, dai suoi capelli di seta, dal suo corpo caldo e perfetto, dal suo profumo di donna.
 
Credette di impazzire .
 
In un ultimo disperato tentativo cerco' nel suo sguardo l'amore cui tanto anelava.
 
Vi lesse turbamento, volutta', confusione.
 
La scosto' delicatamente da se e con voce roca le disse:
 
„Non stanotte piccola, non cosi'..“
 
Oscar lo guardo' imbronciata mordendosi il labbro inferiore e forse anche un po' imbarazzata preferi' non dire nulla, si lascio' guidare da lui verso il suo letto, Andre' le tolse delicatamente le scarpe e la sistemo' sotto le coperte, gliele rimbocco' diligentemente come si fa con i bambini, poi le carezzo' i capelli offrendole perle di giada intrise di infinita dolcezza, le prese delicatamente il viso tra le mani e le diede un tenero bacio sulla fronte, chiuse gli occhi indugiando soltanto qualche attimo in piu'a  prolungare quel contatto, consapevole che fosse l'ultimo.
 
Lei si sdraio' e per un attimo tacque fissando il soffitto come se stesse cercando le parole, poi si volto' verso di lui che si era sistemato sulla poltrona a fianco del camino e con voce incerta inizio':
 
„Andre'“
 
„Si?“
 
„Siamo ancora amici, Andre'?“
 
„Ma certo che lo siamo, piccola lo saremo per sempre“
 
E tu mi vuoi ancora bene, vero Andre'?“
 
Voleva dirle darei la vita per te, amore mio, ma si limito' ad ammettere:
 
„Si Oscar, ti voglio bene“
 
Una parodia del vero sentimento che provava per lei.
 
Lei esito', poi con la voce vibrante di tristezza, in un sussurro' disse:
 
„Allora ti prego Andre', aiutami! Aiutami a dimenticare....D'ora in poi voglio essere solo un soldato e non voglio mai piu', innamorarmi di un uomo per il resto dei miei giorni.“
 
Se gli avessero dilaniato le viscere a morsi avrebbe sentito meno dolore. Per l'ennesima volta la vita si faceva beffe del suo povero cuore innamorato.
Penso' che in fondo se lo meritava:
 
chi si libra in volo privo di ali e' destinato a schiantarsi al suolo.
 
Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne ma non ci fece caso, senti' invece sul volto come una sottile umida scia che lentissima scivolava verso il basso.
A parole poteva mentirle ma i suoi occhi ora avevano il colore della disperazione.
 
Andre' si volto' bruscamente verso i buio, rispose in un soffio:
 
„Va bene, lo faro'.“
 
Oscar pero' si era gia' addormentata

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV
 
Andre' invece non dormiva.
 
Mentre la guardava assopita nel suo letto la mente vagava nel passato, riportando alla memoria attimi della vita condivisa che lo avevano profondamente legato a lei.
 
Ricordava in particolare un giorno di tanti anni prima, erano poco piu' che bambini lui e Oscar, quel giorno come ogni giorno si esercitavano con le spade di legno davanti allo sguardo vigile e severo del conte padre, il generale de Jarjayes.
 
Andre' faceva progressi, ed essendo maschio a tutti gli effetti disponeva di una forza fisica superiore a quella di Oscar e cio' stava inesorabilmente influendo sul corso del duello.
Oscar, nonostante ce la mettesse tutta, era in difficolta', e piu' di una volta si era gia' trovata a terra o intrappolata da Andre'che finalmente viveva il suo piccolo momento di gloria .
 
Il generale non intransigeva ed era irragionevolmente esigente quando si trattava dell'educazione e dell'allenamento di suo figlio, era quindi estremamente arrabbiato per come Oscar bambina subiva la peggio durante quei piccoli scontri col suo compagno.
 
La dura punizione non tardo' ad arrivare, Oscar dopo l'ennesimo fendente non parato si ritrovo' disarmata e venne schiaffeggiata dal padre in pieno viso, non una ma piu' volte.
Cadde a terra, la mano sulla guancia arrossata e dolente, non abbasso' lo sguardo, due laghi ricolmi di lacrime che non volevano uscire. Era orgogliosa la giovane Oscar, avrebbe stoicamete sopportato anche il dolore, non voleva deludere il padre, per lei essere all'altezza delle sue aspettative era importante come respirare.
 
Andre' ci resto'malissimo, ma non poteva reagire: nonostante lo trattassero tutti con molta condiscendenza, lui era solo un servo in quella casa e la nonna non faceva altro che ricordargli di stare al suo posto, soprattutto con madamigella Oscar, soprattutto in presenza di suo padre.
Andre' fu testimone di una delle punizioni piu' severe che Oscar avesse mai subito da quando lui viveva a palazzo, ma rimase muta presenza davanti a quella foga, mortificato per essere indirettamente la causa di una tale spropositata reazione da parte del conte verso suo figlio.
 
Il conte non lascio' ad Oscar nemmeno il tempo di rialzarsi, si volto' di spalle e se ne ando' abbaiando:
 
„Non vali niente! Ti batti come una femminuccia!“
 
Dopo che il generale fu sufficientemente lontano Andre' getto' a terra la spada e corse da Oscar, che in ginocchio stringeva i pugni fissando un punto fisso davanti a se, sulle guance in fiamme erano visibili strani segni che Andre' capi' essere le impronte delle dita del generale.
 
Sconvolto l'aiuto' ad alzarsi, poi cercando di mascherare il proprio turbamento le chiese:
 
„Ti fa tanto male?“
 
„No, non fa male.... non fa male per niente“
 
„Oscar....mi dispiace, e' stata colpa mia, scusami, io non volevo....non volevo che finisse cosi'“
Lei demoralizzata rispose:
„No Andre', tu non puoi farci niente, e' vero che mi batto come una femminuccia“
 
„Ma Oscar, tu sei una femmina, solo che io non conosco nessuna femmina al mondo che sappia battersi, lo fanno solo i maschi, quindi come puo' tuo padre dire che ti batti come una femminuccia se nessuna femmina si batte?
Tu sei unica al mondo Oscar, e sei brava! Cosi' brava che di solito vinci sempre tu...
Oggi sono stato fortunato perche' in questi giorni sono cresciuto un po' piu' di te e sono piu' grande, te ne sei accorta?“
 
Andre' con la logica infantile del suo discorso aveva risvegliato l'attenzione di Oscar che tiro' su col naso poi prese ad osservarlo dal basso verso l'alto con un certo interesse.
 
„Andre', fammi vedere....dai mettiti qui' di fianco a me che ci misuriamo.“


„Si, Oscar, ecco.... vedi? Sono cresciuto in fretta questo mese, guarda! Eravamo alti uguali ma ora mi arrivi all'orecchio! E' solo per quello che ti ho battuta, sei piu' piccola di me.... piccola, la mia piccola Oscar !“
 
I due bambini si abbracciarono, e quella stretta cancello' dal cuore di Oscar l'amarezza .
 
Dopo quel giorno spesso Andre' la chiamava piccola Oscar, a volte in modo vezzeggiativo, altre volte per vendicarsi di un qualche dispetto che si era trovato a subire dalla vivacissima amichetta, poi negli anni continuo' a chiamarla semplicemente con affetto piccola.
 
Dio, erano bambini ma penso' che lui l'amava gia' quel giorno....l'amava gia' allora......
Da quano tempo amava Oscar?
 
Anni?
 
Secoli?
 
Millenni?
 
Da sempre.....l'amava da sempre.
 
Ed ora lei era la', nella sua stanza, nel suo letto, addormentata e triste, anzi no, era disperata per non essere riamata dal conte di Fersen, un uomo che voleva dimenticare a tutti i costi, e per fare cio' era pronta a tutto, anche ad usare la loro amicizia....
 
Gia', amicizia, ultimamente non sapeva che farsene di quell'amicizia:
 
quello che c'era tra di loro era troppo poco perche' avesse un senso restare in quella casa un istante di piu', ma allo stesso tempo era troppo per decidersi ad andare via.
 
Ci aveva pensato Andre', piu' di una volta, di andarsene da palazzo Jarjayes per sempre, lasciar perdere tutto, tentare di dimenticarla e ricominciare da capo, costruirsi una nuova vita, magari con una brava ragazza del popolo, una ragazza piu' adatta a lui.
 
Certi giorni, anzi, certe notti c'era andato vicino, quando il desiderio di lei tornava imperioso a torturare le sue membra di giovane uomo nel pieno della sua virilita', aveva quasi deciso di partire, una volta aveva anche raccolto le sue poche cose intenzionato a chiedere congedo al generale la mattina presto con una scusa qualunque per poi fuggire come un ladro da quella casa...da lei.
 Se ne sarebbe andato via senza nemmeno salutarla, perche' se si fosse perso ancora una volta nei suoi occhi di zaffiro non avrebbe piu' trovato in se' la forza di andare.
Poi invece gli bastava pensare al suo profumo, ed era tutto inutile....tutto inutile....
 
Gli era sempre mancato il coraggio.
 
Eppure, se non ricordava male', quella sera seppure in preda a una sonora sbornia lei gli aveva confessato di essere stata tra le sue braccia, aveva detto qualcosa come....non somiglio alla donna che sognavi ieri....ma se chiudi gli occhi puoi pensare di essere con lei e accarezzarmi.....ma che diav...???
 
Questo particolare gli era sfuggito.
 
Gli era bastato averla a pochi passi da se, cosi' bella e calda e disponibile...
 
Era impazzito.
 
Ora pero', tornato in se', doveva assolutamente capire.
Lei si riferiva alla scorsa notte, quindi non poteva escludere che, il suo vecchio disturbo del sonno fosse tornato a manifestarsi....lo aveva detto il dottore che la causa era da ricercarsi nella sfera emotiva, all'epoca pensavano tutti che fosse per la perdita prematura di entrambi i genitori, Andre' aveva sofferto moltissimo ma non lo dava a vedere, era un bambino introverso e pacato, probabilmente la necessita' di trovare un equilibrio a livello inconscio aveva scatenato in lui i primi sintomi del disturbo.
 
Ora aveva tutt'altri problemi, ma e se tanto gli dava tanto....
 
La padrona lo aveva cercato dunque per ripetere l'esperienza che evidentemente aveva gradito....Bella consolazione!....
Non si stupiva nemmeno di questo: sospettava che Oscar sotto l'algida maschera che indossava nella vita per necessita' di sopravvivenza, donna in un mondo di uomini, in realta' nascondesse in se'una passionalita' rara e selvaggia, inevitabilmente sepolta sotto duri strati di ghiaccio.
Lui la conosceva e sapeva che sarebbe emersa al primo tepore...
 
Poteva questa essere la causa della sua temporanea follia? Perche' ad un certo punto della serata lei sembrava come impazzita....Lo aveva pregato di farla sua...Oscar non stava bene, no...voleva solo dimenticare Fersen, un bel chiodo scaccia chiodo alla vecchia maniera ! In mancanaza di meglio....si sa, anche l'amico zerbino asessuato diventava all'occorrenza uno stallone da monta che forse poteva fare al caso suo.
 
Andre' si diede mille volte dello stupido, stupido, stupido, innamorato e stupido !
 
Ridotto all' inutile ombra di un uomo ....senza di lei...non poteva esistere: non c'e' ombra senza luce, semplicemente....
 
Quanta amarezza nel suo cuore provato e stanco,  doveva almeno avere la forza di guardare in faccia la realta'.
 
Lei amava Fersen e solo Fersen....
Non era stata proprio lei a dirglielo infine? Di aiutarla a dimenticare?
 
Rise di se' Andre' scuotendo piano la testa: certo che era proprio ridotto male, ci mancava solo questa !
Adesso avrebbe anche dovuto smettere di dormire per difendere la virtu' della sua Oscar, sapeva che se una notte come quella passata fosse ricapitata, ora che conosceva il sapore delle sue labbra, dopo essere entrato nella sua bocca, dolce come il nettare delle Ande, dopo aver sentito sul proprio duro corpo di uomo le sue morbide forme di donna, dopo che lei gli si era offerta tremando di desiderio non importava il motivo, senza di lei sarebbe completamente impazzito. A questo punto i suoi sogni sarebbero diventati l'unica valvola di sfogo, e questo non doveva succedere....oh no, doveva asolutamente impedirlo !
 
Tanto per cominciare Oscar non poteva restare li .
Doveva svegliarla e convincerla a tornare nella sua stanza, ma come fare?
Quando beveva in quel modo lei  poi si addormentava come un sasso, gia' anche se non lo avrebbe mai ammesso Oscar era in effetti una gran dormigliona, come lui del resto....e ora dormiva come un sasso..
 
Dormiva....come un sasso.....
 
Le palpebre di Andre' si fecero pesanti e per un istante si abbassarono sul suo sguardo stanco, Andre' fece uno sforzo e di scatto le riapri'.
 
Poteva prenderla in braccio cosi' com'era per riportarla nei suoi appartamenti, sperando che in casa tutti dormissero sonni tranquilli e profondi....
 
Gia'...... dormire.....sonni tranquilli e profondi....dormire....
 
Pensava tutto questo Andre' seduto davanti al fuoco, i suoi occhi faticavano a restare aperti dopo tante emozioni.
Riusci' a formulare un ultimo pensiero coerente sul fatto che doveva proteggerla da se stesso, per amore, a qualunque costo.....poi il buio...
 
Oscar intanto non dormiva piu'.
Si era svgliata dopo un sonno troppo agitato e, nonostante fosse ancora poco lucida, il suo corpo intorpidito vibrava nel buio al solo ricordo delle labbra di Andre', delle sue mani su di se', di quella pelle liscia e bollente, di quello sguardo di giada in cui si era persa ....
 
Andre'....il suo amico di sempre, suo fratello.....eppure non avevano legami di sangue, e mai come quella notte si era resa conto che fosse un uomo straordinariamente bello, addirittura piu' bello di Fersen...
Hans era elegante, sapeva intrattenere le dame di corte con discorsi brillanti, era certamente un uomo prestante, alto e longilineo, di carnagione chiara come tutti gli svedesi, era certamente aitante ma piu' esile nella corporatura rispetto al suo amico.
 
Andre' Grandier invece.... era un uomo abituato ad usare il corpo e le mani, dato che si occupava regolarmente dei cavalli a palazzo Jarjayes, ma Andre' svolgeva anche tante altre mansioni in casa quando non era con lei a corte, e a causa del lavoro fisico oltre che dei ripetuti allenamenti con la spada insieme a lei, era diventato indubbiamente con gli anni non solo alto ma anche robusto e vigoroso: le spalle larghe, i pettorali ben sviluppati, l'addome definito, i fianchi stretti e quei glutei duri come l'acciaio, le gambe lunghe e muscolose parevano scolpite nella roccia...un dio greco... il suo fisico possente poteva forse mettere in soggezione ma Andre' era anche un uomo estremamente gentile e gioviale, amava la gente e aveva un innato senso della giustizia, chiunque lo cononscesse personalmente finiva per apprezzarne le doti . Soprattutto le donne!
La nonna rimproverava spesso le cameriere di palazzo perche' quando lui entrava in cucina gli facevano gli occhi dolci e quasi sempre finiva che per guardare lui combinavano qualche pasticcio.
 
Oscar non sapeva il perche' ma quando la nonna le raccontava delle conquiste amorose di suo nipote a lei dava un gran fastidio, quindi cambiava subito discorso.
Per non parlare della nausea che le veniva a corte quando non volendo intercettava discorsi lascivi di alcune dame nei corridoi. Lo guardavano come fosse un animale da riproduzione. Una volta mentre attraversava i corridoi di Versailles una nobildonna si era rivolta a un gruppetto di dame incipriate dicendo:
 
„Ma non vi viene voglia di averlo sopra l'attendente di madamigella Oscar?“
 
Una di loro aveva risposto
 
„Sopra, sotto, davanti e dietro !“
 
Avevano tutte riso come oche starnazzanti , sventolando i loro ventagli; anche quella volta si era sorpresa con la mano sull'elsa della spada, poi come gia' era accaduto in precedenza, immancabilmente si dava della stupida e si allontanava in fretta per non sentire una parola di piu' .
 
Era forse questa la gelosia?
 
Possibile che fosse gelosa?
Del suo amico?
 
Amico?
 
Era questo Andre' per lei? Si puo' provare per un uomo affetto e desiderio fisico contemporaneamente?
O il fatto di voler bene a qualcuno come un fratello sottintende la mancanza di passione?
E le relazioni fondate semplicemente sulla reciproca attrazione fisica, non erano prerogativa di rapporti privi di coinvolgimenti sentimentali?
Poteva lei definirsi libera da sentimenti verso Andre'?
 
E lui?
Cosa l'aveva spinto a toccarla e baciarla in quel modo?
La notte scorsa sognava ma poche ore prima era sveglio e consapevole, eppure l'aveva baciata con un tale trasporto....
 
Cosa c'era tra di loro?
Cos'erano loro due?
Ma soprattutto lei, cosa voleva che fossero?....
 
Non trovava risposte Oscar quella notte, ma almeno per la prima volta aveva trovato il coraggio di farsi le giuste domande.
 
Nonostante Fersen, tra le braccia di Andre' si era sentita improvvisamente donna....donna con Andre'....per Andre'.....il suo Andre'....
 
Il fuoco intanto moriva nel camino, restavano ancora le tiepide braci a diffondere un timido tepore e una debole luce rossastra.
 
Andre' era profondamente addormentato....Tuttavia si alzo' lentamente dalla poltrona e con passo sicuro si diresse verso il letto, dove lei lo stava aspettando.

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Colonna sonora di qesto capitolo: „La cura" di Franco Battiato
 
Capitolo V
 
Andre' quella mattina si era premurato di oscurare la finestra della sua camera visto che ci era rimasto a rimuginare e a fare supposizioni durante tutto il giorno e in quelle particolari cicostanze anche i raggi del primo tiepido sole primaverile provenienti dall'esterno lo disturbavano; ora, essendo ormai notte fonda, quando delle braci roventi nel camino non resto' che un accumulo grigio e polveroso, anche l'ultimo barlume di luce si affievoli' ....e fu il buio....totale.
 
Andre' entro' nel letto e si sdraio' accanto a lei che era rivolta verso il muro. La strinse a se, la schiena di lei sul suo petto bollente.
Oscar iniziava ad avere freddo ma non appena senti' il calore di lui dietro di se, seppe che era al sicuro.
 
Non aveva paura.
 
Restarono cosi', immobli e stretti per alcuni istanti, poi lui avvicino' il viso al suo e poso le sue labbra sulla sua guancia. Dipinse con le labbra umide scie che dall'orecchio scendevano verso il collo.
 
Brividi...
 
Intanto la sua mano aveva iniziato a percorrerla lentamente sotto le coperte, Oscar indossava solo una leggera camicia da notte, lui la sollevo' portandola con se nel percorso seguito dalle sue dita.
 
Lei tremava...ma non era il freddo.
 
Le mani di Andre' sulla pelle, carezze e lenti movimenti su di lei, quelle mani calde e grandi sulle sue cosce, sui fianchi,  sul ventre, e poi ancora su, ad esplorare la morbidezza del suo seno.
 
Gemiti...
 
Nel buio assoluto della stanza le sensazioni erano amplificate, mentre sui vetri della finestra rimbalzava il fitto ticchettio delle pioggia.
Andre' continuava la sua esplorazione di lei, al tocco delicato ma intenso delle mani seguirono le labbra, lente, lentissime, indugiava Andre' suggendo e leccando ogni parte di quel corpo vibrante, mente lei gemeva e sospirava ...e impazziva...
 
Andre' la volto' supina e le fu sopra.
Con la mano sinistra le porto' entrambi i polsi sopra la testa, Oscar non si ribello', poi con la mano libera continuo' a carrezzarla ovunuque con dolcezza ma senza darle tregua e quando raggiunse i suoi seni lei si offri' senza difese al suo volere.
Andre' le libero' i polsi per appoggiarsi al letto mentre scendeva su di lei avidamente con le labbra. Quelle labbra di fuoco si presero cura di ogni centimetro della sua pelle, con devozione, adorandola e amandola con tutta la passione che aveva nelle viscere.
Quando la bocca di Andre' raggiunse l'oro del suo Eden a lei sfuggi' un grido mentre inarcandosi stringeva le lenzuola tra le dita.
 
Andre' si disseto' del suo nettare ancora e ancora, lei non pote' far altro che aggrapparsi ai suoi capelli ormai completamente in sua balia, assecondando con i movimenti del bacino i suoi assalti.
 
Stava volando verso le cime del paradiso...
 
Un tuffo nel vuoto poi mille scintille....
 
......
 
Poi di nuovo il buio.
 
Andre' per tutto i tempo non aveva detto una parola, Oscar sapeva che non era sveglio, ma mentre lui adagiava il volto sul suo ventre intrecciando le dita alle sue, gocce di luce si posarono sul suo grembo.
 
 Andre'piangendo le disse:
 
„Ti amo, piccola..... Da sempre.“
 
La luce abbagliante di un lampo squarcio' per un istante il manto nero della notte, gli occhi di Andre erano fissi su di lei...
 
Oscar ebbe un sussulto.
 
Andre' la stava guardando.
 
Non dormiva....non dormiva affatto....
 
Ti amo, le aveva detto.
 
...Ti amo...
 
....Da sempre.....
 
...Ti amo...
 
Oscar non rispose: era come impietrita.
Le parole di Andre' risuonavano nella sua testa e lei non riusciva a dire niente.....
 
Dopo un silenzio che parve infinito, Andre' si alzo' dal letto, accese una candela e in un sussurro le disse:
 
„E' meglio se torni nella tua stanza adesso“
 
Lei disse solo:
 
„Si“
 
E senza aggiungere altro si alzo' a sua volta, raccolse le scarpe dal pavimento, le indosso' e recupero' perfino gli stivali che erano rimasti in un angolo ai piedi del letto dal giorno prima, e sempre in silenzio apri' la porta e la richiuse alle sue spalle lasciando che Andre',dietro quella porta, tornasse al buio.
 
La mattina Oscar si sveglio' tardi, aveva ancora un paio di giorni di licenza: dopo che Fersen era tornato dalle Americhe lei aveva sperato che le facesse visita piu'spesso, cosi' prima di andare a quel maledetto ballo vestita da donna, aveva gia' concordato con la Regina una breve vacanza che si era poi rivelata inutile ai fini della sua relazione con Fersen....Ma quanto le importava ora di tutto cio'?
 
Onestamente Fersen era l'ultimo dei suoi pensieri, Andre' occupava ogni angolo della sua mente e non vi era spazio per nient'altro che non fosse lui, e il fuoco delle sue mani, e il calore e il sapore delle sue labbra, e il modo in cui l'aveva amata....perche' ora lo sapeva: lui l'amava !
 
Oscar arrossi' al ricordo della notte appena trascorsa tra le sue braccia, si prese il volto tra le mani e sorrise.....si sentiva bene, stava straordinariamente bene !
 
Certo, dopo la dichiarazione di Andre' lei era rimasta muta, gli doveva delle scuse, doveva parlare con lui, spiegargli che in quel momento lo credeva profondamente addormentato e incosciente del fatto che si trovasse nello stesso letto con lei.
 
Andre' era paziente, l'avrebbe capita e le avrebbe dato il tempo di capire se stessa, perche' Oscar adesso non si capiva piu'.
Voleva stare con Andre', non voleva che quello che stava iniziando tra di loro finisse, anche se non era sicura di cosa veramente provasse per lui, non voleva che finisse, non voleva....
 
Doveva assolutamente andare da lui. Si, per prima cosa avrebbe parlato con lui, glielo doveva, lui era stato sincero con lei, ora lei gli avrebbe confessato che non era sicura dei propri sentimenti ma che quello che sentiva per lui andava oltre l'amicizia e che se lui le avesse dato del tempo per capirsi forse lei.... forse lei alla fine avrebbe fatto chiarezza dentro di se'.
Tempo, aveva solo bisogno di tempo.... e di Andre'.
 
Si vesti' velocemente e si precipito' fuori dalla sua stanza correndo per i corridoi del palazzo per la prima volta dopo anni, sorridente come quando era bambina.
Si ricordo' di come da piccola si svegliava ogni mattina di buon umore per due motivi, uno era la cioccolata della nonna, l'altro era la consapevolezza di non essere sola: avrebbe condiviso la giornata con Andre', lui non l'avrebbe mai abbandonata, avrebbe condiviso ogni giorno con lui, tutta la vita con lui, ed era felice, si, questo la rendeva felice !
 
In tutti quegli anni Andre' era stato tutto per lei, un amico, un fratello, le aveva fatto da padre e da madre. Andre' era la sua famiglia, si era sempre occupato di lei con dedizione, era l'unica persona al mondo che le avesse mai mostrato affetto, anche la nonna, certo, ma con lui era diverso, Andre' era il suo protettore, Andre' era un uomo...e l'amava...ora ne era consapevole, si, Andre' era un uomo innamorato di lei, uno splendido uomo, e lei stava correndo da lui...
 
Nella foga riusci' a malapena a non scontrarsi con la nonna che le stava portando la colazione in camera, per un soffio evitarono lo scontro.
 
„Ma dove corri bambina mia? Lo sai che non sta bene, alla tua eta' poi! „
 
„Nonna, buongiorno ! Vado da Andre'! Si e' gia' svegliato? Devo assolutamente parlare con lui, tu sai dov'e'?“
 
La nonna cambio' espressione, abbasso' lo sguardo e tristemente rispose:
 
„Ma come, non te lo ha detto nessuno? Andre' e' partito. Stamattina presto ha voluto conferire con il generale e si e' congedato. Andre' se n'e' andato da questa casa, e non tornera'.“

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI
 
 
Amore mio,
 
permettimi di chiamarti cosi', anche se mia tu non lo sei mai stata, non come avrei voluto.
Ti lascio queste poche righe affinche' tu sappia che nonostante le apparenze, non ti ho abbandonata.
Scusami se non ti ho voluta salutare, ma ero certo che di fronte al tuo sorriso avrei perso la forza di allontanarmi da te.
Vado via, Oscar, ma lo faccio per proteggerti .
Devo pensare al tuo bene, devo salvarti da me stesso: dopo stanotte non posso piu' restare in questa casa... insieme a te.
Ti amo Oscar, credo di averti sempre amata...  
E mi ci sono voluti anni per imparare a convivere con questo sentimento e dominare questa passione che mi incendia il sangue nelle vene e mi fa ardere la pelle se solo tu mi sfiori.... brucio di desiderio per te, solo per te, Oscar, che sei una donna meravigliosa, e tu nemmeno lo sai...
 Eppure e' bastato averti stretta tra le mie braccia per un solo istante, a cancellare ogni mia difesa: io ho bisogno di te, amore mio, e sento che impazziro' standoti vicino senza poterti toccare, senza poterti avere....
E non mi riferisco a questioni di rango: non nascono gli uomini forse tutti uguali?
Puo' un uomo decidere di chi innamorarsi?
Perdonami Oscar se ti confesso questo amore con tutto l'ardore che sento in me, ma sono solo un uomo, un uomo che vive per te, respira per te, sogna di te...solo di te.
Io non ho potuto impedire al mio cuore di amarti ogni giorno della mia vita con tutto me stesso, ed ora che so quanto siano dolci le tue labbra, ora che so quanto e' morbida e calda la tua pelle al contatto con le mie dita, ora che conosco il tuo canto nell'oblio e nell'estasi, non potrei piu' starti accanto senza desiderare di stringerti tra le mie braccia e baciarti fino a toglierti il respiro, e poi vorrei di piu', vorrei amarti come un uomo ama una donna, ogni notte per tutta la notte, finche' l'alba non ci sorprenda ancora avvinghiati e stanchi, ma appagati e felici perche' l'amore reciproco e' una forza che disseta il corpo e l'anima.
Invece tu non mi ami, Oscar, o forse mi ami renza rendertene conto, ma io non posso essere per te solo un ripiego, proprio non posso....e non voglio che accada nulla fra di noi, non finche' non sarai tu a volerlo per amore, solo per amore Oscar.
 
Non ti chiedo altro, solo di guardare dentro te stessa e amarmi se puoi, o di lasciarmi andare via per non assecondare questo gioco crudele tra noi due, farei del male a me stesso ma ne farei soprattutto a te, amore mio, e questo non potrei mai perdonarmelo.
 
Oscar, se tu dovessi scoprire nel tuo cuore un sentimento vero nei miei confronti, sappi che io restero' a Parigi fino a luglio, fino ad allora potrai raggiungermi tramite il mio amico Bernard Chatelet, il giornalista, te lo ricordi? L'hai conosciuto anche tu una sera ad Arras, nella locanda del signor Moreau dove andavamo spesso a bere, era insieme a Robespierre. Non ci crederai ma lui ora e' sposato con Rosalie, si proprio la nostra piccola Rosalie ! La nonna sa dove abitano.
 
Ho intenzione di imbarcarmi per le Americhe, ho sentito dire che in quelle terre gli uomini sono liberi e uguali e vorrei che tu partissi con me.... vorrei che un giorno tu......diventassi mia moglie, Oscar...
 
Se non avro' tue notizie entro luglio, capiro' la tua scelta e ti giuro che l'accettero'.
Partiro' per le Americhe da solo e cerchero' di rifarmi una vita senza di te, non sentirai mai piu' parlare di Andre' Grandier.
 
Non so se riusciro' mai a dimenticarti, ma credimi se ti dico che voglio solo che tu sia felice.
 
Ti amo, piccola.
Ti aspetto.
 
Andre'
 
Le pupille scorrevano veloci da sinistra a destra, il Generale divorava quelle poche righe in preda ad una rabbia crescente. In un moto di stizza con un grugnito accartoccio' la lettera che stringeva tra le mani e la getto' nel fuoco del camino affinche' non ne restasse nulla, nemmeno il ricordo.
 
Maledetto Grandier! CHE TU SIA MALEDETTO !
Dovevo aspettarmelo da un plebeo. Questa e' la gratitudine per averti salvato dall' orfanotrofio ed averti fatto crescere in questa casa come un figlio...Era questo dunque il tuo piano...volevi portarmela via...bastardo ! Ci ero cascato stamattina, quando mi hai chiesto di lasciarti libero per sposarti con una donna del popolo....che stupido sono stato,  ma hai fatto male i tuoi conti Grandier'. Tu non avrai mai mia figlia. MAI !!
 
Finse una calma che non provava e con finta indifferenza si rivolse alla ragazza che si stringeva le mani in grembo alquanto imbarazzata di stare alla presenza del padrone.
 
„Grazie Bellette, hai fatto bene a portarmi questa lettera, chi l'ha vista oltre a te?“
 
„Come Vi dicevo, signore, era sul letto di Andre', l'ho trovata io mentre rassettavo dopo che lui e' andato via. Io non so leggere, ma ho pensato che fosse per voi, l'ho presa e Ve l'ho portata immediatamente, non l'ha vista nessuno.“
 
„Si, si, molto bene. Grazie di avermela portata immediatamente. Ah, un'ultima cosa,Bellette, nessuno in questa casa, ripeto NESSUNO, tantomeno Marie oppure Oscar devono sapere di questa lettera, se scopro che ne hai parlato con qualcuno ti ritrovi su una strada, ci siamo capiti?“ Ringhio' il generale.
 
La ragazza ebbe un tremito e si affretto' ad aggiungere:
„Non parlero' con nessuno, signore, lo giuro! „

„Bene! Ora vai!“
 
Bellette fece un inchino e si affretto' ad uscire dallo studio del generale.
 
Oscar era furiosa, dopo aver lasciato interdetta la nonna nel corridoio, si dirigeva con passo marziale verso lo studio del padre. Voleva chiedergli cosa mai si fossero detti lui e Andre' e quale fosse il motivo della sua repentina partenza.
Entro' nel suo studio senza bussare e trovo' il padre ancora in piedi accanto al camino, i pugni stretti lungo i fianchi, un'espressione indecifrabile sul volto, ma Oscar riconobbe quella ruga che gli si formava in mezzo alla fronte: era in collera.
 
„Padre, vi chiedo il permesso di parlarvi.“
 
Lui s volto' di scatto, non l'aveva sentita bussare.
 
„Oscar, non hai bussato, ma che ti prende?“
 
„Scusatemi padre, ma sono alquanto preoccupata: ho saputo che Andre' e' partito, e voi siete l'unico con cui abbia parlato stamattina prima di andare via.
Ecco.... io vorrei sapere dov'e' andato e ....perche'.“
 
Il Generale rise sommessamente, poi si accomodo' nella sua elegante bergere tappezzata in velluto a fianco del suo prezioso secretaire intarsiato in radica di noce , tento' di apparire benevolo, ma la sua voce usci' come un sibilo strisciante:
 
„Oscar,ascoltami bene: Andre' e' un uomo, e per ogni uomo nella vita giunge il momento di farsi una famiglia.“
 
Oscar impallidi' e sgrano' gli occhi a quelle parole,  cerco' tuttavia con tutte le sue forze di mantenere il controllo di se'.
„Cosa mi state dicedo padre, che Andre' ha intenzione di....di... sposarsi?“
 
„Proprio cosi' mia cara ! „
 
Esulto' Francois Augustin Reynier de Jarjayes.
 
“ Se non mi credi leggi tu stessa, questa e' la sua richiesta scritta di congedarlo dal servizio presso la nostra famiglia, come puoi vedere dice che ha intenzione di prender moglie e quindi non sarebbe piu' in grado di farti da attendente e occuparsi delle tue necessita' tutto il giorno. Abbiamo la casa piena di servi, Oscar, sai bene che gli ho permesso di restare solo perche' e' il nipote della nostra governante, ma ora per suo stesso volere la sua presenza e' diventata discutibile, e francamente non vedo il problema ! Jerome o Philippe potranno prendere tranquillamente il suo posto alle tue dirette dipendenze, Oscar, hai qualcosa in contrario?“
 
Il Generale spio' con la coda dell'occhio la reazione della figlia, lei restava immobile, improvvisamente interessata a studiare un dettaglio sull'elegante parquet dello studio, ma stringeva i pugni fino a far sbiancare le nocche. Rimase in silenzio un tempo indefinito, infine riialzo' lo sguardo per non apparire turbata, tuttavia quando parlo' la voce ebbe un impercettibile tremito.
„No, no, certo che no, avete ragione, e' giusto cosi',solo io credevo...credevo che prima di andare via trovasse il tempo almeno di salutarmi.“
 
La fragorosa risata del padre la fece sussultare:
 
„Che ci vuoi fare Oscar, si vede che non vedeva l'ora di correre dalla sua fidanzata!“
 
Colpita.....affondata.
 
Andre' viaggiava sul suo fidato baio il cui colore si fondeva con la notte, andava a passo lento poiche' non aveva alcuna fretta di raggiungere la citta' di Parigi, con tutte le sue contraddizioni.
 
Ripensava alla notte trascorsa con Oscar, ricordava di essersi addormentato davanti al camino, poi quel sogno meraviglioso....lei era con lui, nel suo letto, e lo chiamava con voce suadente.... e gli diceva che lo amava, e poi lui nel sogno l'aveva stretta al se', le sue spalle esili sul suo largo petto, l'aveva accarezzata, e le aveva baciato a lungo la schiena facendola impazzire di brividi, poi si, l'aveva voltata supina e l'aveva coperta col suo corpo gia' acceso di desiderio.
L'aveva toccata a lungo, e aveva lambito ogni centimetro di lei con le sue labbra affamate e con la lingua, fino a raggiungere il suo giardino segreto, lei l'aveva lasciato entrare e le era sfuggito un grido forse di sorpresa, forse di piacere....fatto sta che quel grido lo aveva svegliato.
 
A quel punto aveva capito in un secondo che per tutto il tempo del sogno si era effettivamente dato da fare con Oscar, e che lei non glielo aveva impedito. Tutti i suoi buoni propositi di mantenere le distanze si erano infranti dinnanzi al suo profumo di donna nel buio totale di quella piccola stanza.
 
Lei giaceva di fronte a lui e non chiedeva altro che di essere amata...cosi' gli era parso....e lui allora aveva continuato e l'aveva amata e sentita sua e aveva segretamente gioito di ogni suo palpito, di ogni suo gemito, e nel suo pulsare impazzito, infine, anche lui si era perso....
 
Non aveva retto l'emozione Andre', aveva dovuto confessarle la verita', ma lei non aveva detto nulla. Era rimasta in silenzio di fronte al suo cuore indifeso, offertole come un dono prezioso. 
Questo lo aveva ferito piu' di un rifiuto.
 
In quel preciso istante lui aveva deciso che se ne sarebbe andato, che avrebbe messo chilometri di distanza fra di loro, perche' almeno cosi' non sarebbe mai piu' caduto in tentazione. Voleva essere forte Andre', voleva resisterle, ma il suo corpo non gli dava piu' retta....non dopo tutti quegli anni in cui si era logorato dal desiderio persistente di lei e mai appagato. Non ne poteva piu'.
Cosi' era partito, inventandosi per il Generale la scusa piu' plausibile che gli era sovvenuta quella mattina, ovvero che era in procinto di sposarsi e che avrebbe dovuto occuparsi in futuro della sua famiglia.
Sperava che da uomo a uomo il Generale Jarjayes avrebbe caldeggiato la sua decisione per lasciarlo libero di andare.
 
Cosi' era stato.
 
Andre' era libero.
 
In realza' quella menzogna nascondeva una segretamente agognata verita'.
Sperava in cuor suo Andre' che Oscar prima o poi si sarebbe accorta di lui e che forse proprio standogli lontana ne avrebbe sentito la mancanza, e forse si sarebbe resa conto di amarlo... e a quel punto un matrimonio ci sarebbe stato veramente.
 
Tanto per cambiare sognava ad occhi aperti Andre'....
 
L'avrebbe portata con se nel Nuovo Mondo, si...laggiu' sarebbero potuti essere semplicemente Oscar e Andre', non piu' servo e padrona. E se solo lei avesse voluto, avrebbero potuto amarsi alla luce del sole, e sposarsi, e forse, perche' no, avere dei figli , diventare una famiglia...
 
Mentre si accendeva la prima stella della notte , nel cuore di Andre' si illuminava una debole speranza di un futuro insieme alla sua amata.
 
A palazzo Jarjayes nel frattempo chiusa nella sua stanza e ignara di tutto, Oscar assaporava lacrime amare, ma per la prima volta non erano per Fersen.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


 
Capitolo VII
 
Oscar riprese infine servizio a corte. Nessuno sospettava del suo disagio.
Esternamente manteneva l’abituale freddezza, favorita da anni di pratica: di fronte al mondo aveva sempre indossato un' indecifrabile maschera di severita' e intransigenza, e c’era chi avrebbe giurato che quella donna non avesse un cuore.
 
La realta’era in invece ben diversa: aveva sempre celato a tutti la sua vulnerabilita’ per essere credibile come uomo. Solo con Andre’era sempre stata se stessa, non aveva capito pero’che era stata la sua costante presenza a sostenerla e darle la forza di affrontare quella parvenza di vita, fatta di protocolli fini a se stessi e di lunghissime ed inutili giornate che si susseguivano tutte uguali.
 Ora senza Andre’ riusciva a vedere con lucidita’quanto arida e vuota fosse la sua esistenza, e quanto lei avesse terribilmente bisogno di lui.
 
Era sola.
 
 In quel mondo falso e stantio adesso si ritrovava completamente sola, e stava male, stava malissimo.
 
Andre’le mancava come la terra sotto i piedi. Si sentiva come sprofondare in una voragine senza fondo e temeva che nessuno sarebbe venuto a tenderle una mano: Andre’per qualche assurdo motivo si era preso gioco di lei ....
 
Voleva forse vendicarsi della sua indifferenza?
 
Ammise con se stessa che c’erano stati giorni in cui lo aveva volutamete evitato: non sopportava lo sguardo da cane bastonato che le rivolgeva di sottecchi convinto di non essere visto, per esempio quando Fersen veniva a farle visita, eppure non si era mai premurata di domandarsi perche’Andre’la guardasse in quel modo . Col senno di poi si rendeva conto che Andre’soffriva.
 
Se davvero l’amava come le aveva confessato, Oscar non poteva essere fiera di come l’aveva trattato negli ultimi mesi...
Ma se davvero l'amava, come era potuto andarsene cosi’, senza nemmeno una parola?.... non riusciva proprio a capacitarsene!
 
Si insinuo' in lei il germe maligno di un dubbio: e se invece Andre’l’avesse usata, inscenando la farsa del sogno per divertirsi un po’, provare l'ebbrezza di sedurre la sua padrona, e fargliela pagare dopo averne subito la freddezza,  prima di uscire definitivamente dalla sua vita sposando un’altra donna?
 
Un’altra donna...
 
Immaginare Andre’con un' altra donna le era dolorosamente insopportabile...
 
semplicemente inacettabile...
 
L'idea  di lui, bello e rovente come il sole, a scaldare il corpo di un'altra donna col il proprio calore, pensarlo in tutto il suo vigore di uomo tra le braccia di una donna che non fosse lei....
 
che non fosse lei...
 
che non fosse lei...
 
No.....no.... NOOOO !!! Non poteva essere !!!!
Ma che le prendeva?
Stava impazzendo!
Sentiva come se una belva famelica le stesse divorando le viscere....erano questi i morsi della gelosia?
Che tempismo, proprio adesso doveva accorgersi di lui?
Ora che ne aveva perso ogni traccia?
Ora che non era in grado di distinguere il vero dalle sue folli paure?
Andre' era andato via, senza darle spiegazioni, ma aveva detto a suo padre che si sarebbe sposato. Com'era possibile?
Ma allora chi era la donna di Andre'?
 
Lui era sempre stato solo con lei, le apparteneva ! Era il suo Andre’...
 
Eppure.... da alcuni mesi aveva notato come la sera uscisse da solo a cavallo per tornare molte ore dopo, a volte stava fuori tutta la notte e tornava all'alba ciondolante sul suo fido Alexander che fortunatamente conosceva la strada di casa e puntualmente lo riportava sano e salvo piu' o meno lucido, di fronte all'imponente entrata delle scuderie.
 
Se n'era accorta lei, sospettava che Andre' le nascondesse qualcosa, ma non gli aveva mai chiesto nulla, troppo presa da se stessa e da Fersen...
 
Stupida  infatuazione per Fersen... il dolore che provava adesso non somigliava minimamente alle sue ridicole pene d'amore per il bel conte svedese...ma allora...cosa provava veramente per Andre'?
 
Accidenti a te!
 
Se c’era una spiegazione dietro alle azioni del suo compagno, proprio non riusciva a trovarla.
Oscar sull’orlo dell’abisso, dondolava su un trapezio senza rete di protezione, e sapeva di non avere il benche’minimo margine di errore.
 
Chi sei tu veramente Andre’Grandier?
 
Voleva capire, doveva capire !
 
Era troppo importante per lei: seppur remota, la possibilita' che Andre' non fosse l'uomo con cui lei credeva di essere cresciuta e per cui ora sentiva di provare un turbamento nuovo avrebbe significato che tutta la sua vita era stata solo una terribile menzogna, una ridicola farsa....e questa eventualita' la terrorizzava....
Proprio adesso che si scopriva a provare per lui un sentimento profondo e incontenibile a cui tuttavia ancora non voleva dare un nome...
 
Intanto Andre' a notte ormai fonda, giunse in citta'.
 
Fu accolto dall'olezzo proveniente da una ragnatela di vicoli fatiscenti, dove il sentore del degrado non lasciava dubbi sulle condizioni in cui versava il popolo parigino.
Per le strade occhi famelici vestiti di stracci vagavano senza meta,  in lontananza si udivano schiamazzi e latrati, la Senna esalava odore di urina e di escrementi saturando l'aria e ovunque si respiravano degrado e depravazione a causa dell'assoluta miseria.
 
Parigi era una polveriera pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Andre' se ne rendeva conto: il malcontento popolare derivante dalle insormontabili differenze di classe cresceva di giorno in giorno, il terzo stato era ridotto allo stremo, la gente a Parigi soffriva la fame e molti erano in preda alla disperazione piu' profonda, il popolo francese inevitabilmente aveva riconosciuto nello sperpero della nobilta' e nel malgoverno dei sovrani la causa principale dell'estrema poverta' diffusa soprattutto nella capitale.
 
Andre' ultimamente, quando non passava la notte tentando di affogare i suoi demoni nell'alcool, aveva partecipato a riunioni clandestine notturne che si tenevano in una chiesetta alle porte della citta'. Si parlava di diritti dell'uomo, di liberta', uguaglianza e fratellanza, discorsi che a lui interessavano particolarmente poiche' implicavano la possibilita' di vivere un giorno in un mondo senza differenze di classe, dove l'amore tra una nobile e un plebeo per esempio, non avrebbe piu' rappresentato uno scandalo e non sarebbe andato incontro ad alcuna condanna. Ci avrebbe portato volentieri anche Oscar in quella chiesetta, se solo lei non fosse stata cosi' distante...
 
Prendere parte a quelle riunioni aveva significato per lui respirare una boccata di ossigeno in un periodo molto buio della sua esistenza, grazie a quei discorsi si era accesa in lui la speranza di vivere un giorno una nuova era in una Francia libera dalle disuguaglianze sociali.
 
Purtroppo non si decantavano soltanto aurei ideali durante quei ritrovi: si discuteva animatamente anche delle ripetute ingiustizie subite dalla gente comune ad opera di qualche nobile arrogante, l'odio verso i sovrani e la sete di vendetta erano ormai ampiamente condivisi .
 
Come se tutto cio' non bastasse, in citta' circolavano da tempo libelli e pamphlet aventi per oggetto la regina e la sua segreta relazione con il conte Hans Axel von Fersen, da tutti riconosciuto come l'amante ufficiale di Maria Antonietta.
 
Andre' sapeva che se la situazione fosse degenerata, tutti i nobili, compresa la sua Oscar, si sarebbero trovati in pericolo, dunque sperava con tutto il cuore di riuscire a portarla via con se', lontano dalla Francia prima che la polveriera esplodesse.
 
Busso' alla modesta porta di un piccolo appartamento al secondo piano della seconda casa dopo l'angolo di rue Bon Enfant, poco lontano dal mausoleo del Pantheon .
 
Rosalie venne ad aprire:
 
„Andre' ! Ma sei proprio tu? Che bella sorpresa ! Che gioia rivederti ! Entra, entra pure !“
 
„Ciao Rosalie, come stai? Mi dispiace per l'ora tarda, me la sono presa un po' troppo comoda durante il viaggio e non ho considerato che vi avrei dovuto svegliare al mio arrivo.“
 
„Non preoccuparti, io finivo di cucire un abito per madame Dubois, e Bernard e' ancora nel suo studio, sai com'e', di questi tempi al giornale c'e' fermento.
Ma Andre', tu sei solo! Madamigella Oscar non e' con te?“
 
„No, Rosalie, sono solo, avro' delle cose da sbrigare in citta' nei prossimi giorni, e domani mi trovero' una sistemazione, ma per stanotte contavo sulla vostra ospitalita'.“
 
„Ma certo Andre' ! Puoi restare quanto vuoi: se ti accontenti dello studio di Bernard sei nostro ospite piu' che gradito!“
 
„Grazie di cuore Rosalie.“
 
„Non devi neanche dirlo, Andre', non dimentichero' mai quello che tu e Madamigella Oscar avete fatto per me...“
 
Nel pronunciare quella frase a Rosalie si riempirono gli occhi di commozione.
 
Andre' sorrise dolcemente e dandole un buffetto sulla guancia commento'
 
„Non cambi mai, vero piccola Rosalie? Hai ancora la lacrimuccia facile.“
 
Lei sorrise di rimando guidandolo verso lo studio del marito.
 
Bernard Chatelet accolse il suo amico con un caloroso abbraccio e una vigorosa pacca sulla spalla.
 
Si erano conosciuti ad Arras, durante un periodo di licenza che Oscar aveva deciso di trascorrere riposando nella sua casa di villeggiatura preferita.
 
Tornati a Parigi avevano avuto modo di incontrarsi alle riunioni clandestine, dove Chatelet si era spesso distinto nel ruolo di oratore. Andre' lo aveva riconosciuto ed avevano continuato a frequentarsi scoprendo di condividere molte delle idee rivoluzionarie che si stavano sempre piu' diffondendo fra i ceti meno abbienti.
 
Ormai erano diventati amici, e il matrimonio tra Bernard e Rosalie non aveva fatto altro che cementare il loro rapporto.
 
Intavolarono una piacevole conversazione sorseggiando del buon vino che Andre' aveva portato con se' trafugandolo dalla fornitissima cantina di palazzo Jarjayes.
Quando furono entrambi rilassati e in uno stato di piena intimita' cameratesca Bernard esordi':
 
„Andre'....vorrei confidarti una cosa.“
 
„Sono tutto orecchie amico mio.“
 
„E se ti dicessi che... ho trovato un modo estremamente veloce ed efficace per ristabilire un po' di giustizia sociale.“
 
„Non capisco dove tu voglia arrivare, ma il discorso mi interessa molto, spiegati meglio, Bernard“
 
„Vedi, intendo risarcire i piu' bisognosi che ingiustamente versano in condizioni disperate offrendo loro beni materiali a carico dei nobili, che ne dici? Ti piace l'idea?“
 
„Beh, dico che sei tutto matto ! Se questo fosse anche lontanamente possibile mi troveresti schierato in prima linea ad aiutarti nell'impresa.“
 
„Esattamente quello che volevo sentirti dire , Grandier.....“
 
„Ah si? E in che modo pensi di realizzare questa idea?
 
„Ci sto lavorando, Grandier, ci sto lavorando.... di' un po', hai mai sentito parlare del cavaliere nero?“ 
 
„Accidenti Bernard, non starai parlando sul serio! Il misterioso cavaliere nero ! Certo che ne ho sentito parlare ! Ma tu... sai chi e' ?“
 
„Ce l'hai di fronte, amico mio ...„

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Capitolo VIII
 
 
Oscar era visibilmente dimagrita: da giorni aveva perso l'appetito e a nulla servivano gli sforzi di nonna Marie che inutilmente si dava pena di farle preparare le pietanze piu' prelibate.
Nemmeno la cioccolata calda pareva riscuotere il benche' minimo interesse, la nonna era davvero preoccupata....
 
Sospettava che lo stato di depressione in cui era sprofondata la sua bambina avesse a che fare con la scomparsa del nipote.
 
Malauguratamente nemmeno lei sapeva dove fosse.
 
Andre', la mattina della sua partenza, le aveva detto di avere molta fretta e che avrebbe lasciato tutto detto in una lettera per Oscar, lettera che Marie non aveva mai trovato. La camera del nipote era stata setacciata da cima a fondo, la servitu' di palazzo aveva subito lunghi e sfibranti interrogatori, ma nessuno sapeva alcunche'....
 
L'unica a non essere stata interrogata era la giovane Bellette: il Generale aveva percepito una strana agitazione a palazzo dovuta al comportamento dalla sua governante, che pur di scoprire qualcosa sulla fantomatica lettera di Andre' aveva avviato una sorta di santa inquisizione alla quale nessuno riusciva a sottrarsi.
Era riuscito appena in tempo a farla trasferire in gran segreto nella residenza estiva in Normandia, evitando cosi' che la ragazza cedesse sotto le pressioni della inarrestabile Marie.
 
Il suo segreto era in salvo, ma per quanto tempo?
 
Non bastava!
 
Ci voleva una soluzione per cosi' dire definitiva, nemmeno l'imminente partenza per le  Americhe di Andre' lo rassicurava: c'era sempre la possibilita' che qualcosa andasse storto e che lui tornasse a palazzo con una scusa qualunque. Oscar lo avrebbe odiato se avesse scoperto le sue vere intenzioni, in caso Andre' fosse tornato non avebbe potuto cacciarlo via, avrebbe dovuto accoglierlo in casa come se niente fosse....e cio' lo impensieriva parecchio: non era nato ieri lui, nemmeno era cieco, aveva letto nel comportamento di Oscar tutti i sintomi dell'innamoramento, fortuna che lei non se n'era ancora accorta, ma era solo una questione di tempo, e riavere Andre' in quella casa significava capitolare.
 
Doveva trovare un altro modo...ma quale....
 
Improvvisamente piego' i lati della bocca verso l'alto in un sorriso compiaciuto che pero' non raggiunse gli occhi:
 
Eccola! L'idea brillante che a suo intendere avrebbe messo la parola FINE al romanzetto in atto tra il bell'attendente e la ricca padrona.
 
Oscar doveva sposarsi !
 
Si, questa era la soluzione a tutti i suoi problemi, un bel matrimonio in chiesa e in pompa magna, una volta consumato il matrimonio nemmeno il re in persona avrebbe potuto sciogliere quel contratto:  Oscar data in sposa a qualche nobile facoltoso significava per Andre' Grandier la condanna definitiva senza possibilita' di appello.
 
L'unico problema a questo punto era di trovare un pretendente...
 
Oscar era gia' avanti con gli anni, e l'educazione impartitale, in questo contesto, non giocava certo a suo vantaggio.
Nessuno voleva accanto una donna abituata al comando!
 
Si rendeva conto il Generale che la natura orgogliosa e inflessibile della figlia, di cui si era rallegrato fino ad allora, non la rendeva una sposa appetibile.
 
Ci voleva un colpo di fortuna...
 
Andre' intanto aveva trovato alloggio affittando una modesta stanzetta poco lontano dalla casa di Bernard.
Per tutto il tempo aveva sperato in una qualche reazione da parte di Oscar dopo la sua partenza.
Possibile che dopo aver letto la sua lettera non avesse provato nulla?
Possibile che il suo cuore fosse rimasto totalmente indifferente al suo sentimento, al suo tormento? Eppure in quella lettera ci aveva messo tutto se stesso....
Anche in nome dell'amicizia che li aveva visti uniti per una vita intera, non capiva l'ostinazione di Oscar che restava sulle sue e non si dava pena di cercarlo, fosse anche solo per dirgli addio...
 
Sperava Andre' in cuor suo che si trattasse solamente di una questione di orgoglio.. conoscendo la sua donna molto bene sapeva quanto sapesse essere irragionevolmente testarda,  amava perfino questo di lei.....ma doveva interrompere questo circolo vizioso affinche' lei facesse chiarezza nel suo cuore, era per questo che si era allontanato da lei, e non sarebbe tornato sui suoi passi.
 
Aveva fatto la sua mossa, ora toccava a lei.
 
Nel frattempo anche per non lasciarsi andare alla malinconia, si era dato anima e corpo alla causa popolare e insieme al suo amico Chatelier distribuiva ai poveri le ricchezze sottratte ai ricchi.
Bernard faceva il lavoro sporco, entrando nelle case dei nobili a rubare gioielli e preziosi, Andre' invece ridistribuiva il bottino durante le riunioni notturne a cui sempre piu' spesso partecipava anche come oratore.
 
Non ci volle molto tempo prima che le Guardie Reali fossero incaricate di dare la caccia al famoso ladro. Naturalmente al colonnelo Oscar Francois de Jarjayes fu affidato il comando dell'operazione: doveva stanare ed acciuffare il cavaliere nero: l'ordine era di catturarlo, vivo...o morto.
 
Oscar dovette ricorrere a tutte le sue risorse per cercare di trovare la concentrazione necessaria ad occuparsi di un'impresa che chiunque ormai giudicava impossibile, il ladro infatti appariva e spariva a suo piacimento, lesto, agile e silenzioso come un gatto, nessuno lo aveva visto in volto poiche' oltre al costume completamente nero, nascondeva il volto dietro a una maschera.
 
Dopo  settimane di vani appostamenti era distrutta, costretta a prendere parte a noiosissimi balli in diversi palazzi nobiliari nella speranza che il ladro manifestasse la sua presenza, finora non aveva avuto fortuna.
 
Il tenente de Girodelle, suo secondo,  si era rivelato in questo frangente un prezioso collaboratore.
 
Victor Clement Florian F. de Girodelle era un nobile blasonato, conte per l’esattezza, secondo di due figli, e non essendo primogenito gli era toccato portare alto il nome del casato all’accademia militare seguendo cosi' le orme del padre . Era alto, slanciato e con un fisico atletico, aveva occhi espressivi dal taglio allungato di un colore grigio acqua che ben si sposavano col suo incarnato diafano e un voce calda accompagnata da modi estremamente affabili. Uomo colto e raffinato, apprezzato dalle donne per la sua galanteria, amava l’eleganza e circondarsi di oggetti d’arte.
A Versailles era soprannominato Monsieur crinière per via della sua lunga e foltissima capigliatura color castano cenere di cui andava estremamente fiero, tanto da portarla cosi' com'era, ondulata e al naturale sempre sciolta sulle spalle nonostante la moda che solitamente vedeva gli uomini raccogliere i capelli con un nastro in una coda dietro le spalle.
 
Oscar aveva notato che ultimamente le attenzioni del tenente non erano rivolte solo alla missione: la guardava insistentemente quando credeva di non essere visto e spesso indugiava prolungando contatti casuali con lei in un modo che ad Oscar risultava assolutamente inappropriato.
 
Quella sera erano di guardia al ballo della contessa di Ventadour.
Da ore ormai attendevano inutilmente un segno della presenza del cavaliere nero.
 
„Madamigella Oscar, vi vedo provata, se volete tornate pure a casa, qui e' tutto sotto controllo, la mezzanotte e' suonata da un pezzo, dubito che il ladro si fara' vivo a questo punto. Lasciate che resti io con le guardie, Voi andate pure a riposare.“
 
„Vi ringrazio molto Girodelle, in effetti sono un po' stanca, apprezzo la vostra offerta, anzi, credo che l'accettero'.“
 
„Molto bene, ma Vi prego Madamigella Oscar, chiamatemi Victor.
Vi faccio preparare una carrozza, le strade non sono sicure a quest'ora per una donna sola. Lasciate pure il vostro cavallo nelle scuderie della contessa, sara' mia premura farvelo riportare domani al piu' presto.“
 
Seppur irritata da quest'ultima osservazione Oscar essendo veramente a pezzi decise di ignorarla e semplicemente rispose:
 
„Grazie tenente, siete molto gentile.“
 
Si avvio' verso il retro della villa, diretta al cortile dove le carrozze degli invitati erano schierate con i lacche' in attesa dei loro padroni.
 
Avvicinandosi alla carrozza con lo stemma del casato de Girodelle, ebbe come la sensazione di essere osservata.
Si volto' a controllare che nessuno la seguisse.
 
Non vide anima viva.
 
Sali' sulla carrozza che si avvio' verso l'uscita del giardino mentre due occhi di giada seguivano la sua corsa....
 
Andre' incolpo' il destino per averlo riportato a cadere in tentazione.
Maledizione! Non si aspettava di incontrare proprio Oscar!
Quella notte aveva acconsentito a prendere il posto di Bernard costretto a letto con una caviglia slogata dopo l'ultima rocambolesca fuga.
 
Ora Andre' non riusciva a pensare ad altro che non fosse lei.
Non la vedeva da settimane, gli mancava come l'aria nei polmoni, non era mai stato lontano da lei per cosi' tanto tempo, e solo la speranza di rivederla presto gli aveva impedito in quei giorni di impazzire.
 
Ed ora Oscar era di fronte a lui, cosi' vicina....e cosi' irraggiungibile...
 
Non poteva portare a termine il furto secondo il piano concordato con Bernard, non con Oscar nelle vicinanze, ma non poteva nemmeno lasciarla andar via cosi', doveva vederla, voleva seguirla!
 
Maledizione Andre', pensa in fretta....pensa.....
 
Aveva bisogno di piu' tempo...
 
 
L'amore a volte fa compiere gesti imprudenti, cosi' Andre' seguendo l'istinto cerco' di mimetizzarsi con la vegetazione mentre a distanza di sicurezza a cavallo seguiva la carrozza.
Non si accorse pero' che Girodelle a sua volta gli era alle calcagna avendo notato strani movimenti tra le fronde.
 
Dopo alcune decine di minuti, credendosi solo ad inseguire la sua Oscar, Andre' usci' allo scoperto, in quel mentre Girodelle sbuco' al galoppo dal nulla a spada sguainata urlando :
 
„Finalmente!   In guardia !“
 
Ad Oscar non sfuggi' il trambusto poche decine di metri indietro. Intimo' allo staffiere di arrestare la carrozza. Volle scendere per correre a piedi seguendo la direzione da cui proveniva  il clangore del metallo.
 
Girodelle e il cavaliere nero si stavano affrontando in un duello senza esclusione di colpi....
 
Oscar disorientata dalla sorpresa non oso' intromettersi, ma c'era qualcos'altro che la bloccava....qualcosa di familiare nelle movenze del ladro....nonostante il volto fosse celato da una maschera, riconosceva quel corpo e il modo in cui governava la spada, quegli affondi, le stoccate, il modo di avanzare, di arretrare cercare poi con agili balzi di trarre in fallo l'avversario..... non poteva sbagliarsi, aveva avuto davanti a se' quel corpo per anni....
 
Era Andre'.
 
Prima di rendersene conto stava gia' gridando il suo nome:
 
„Andre' !“
 
Lui si volto', aveva le sorti del duello in pugno ma quella distrazione gli fu fatale: la punta della lama di Girodelle lo feri' in pieno volto attraversandogli l'occhio da parte a parte.
 
Un urlo disumano ...
 
Andre' cadde a terra vinto da un dolore indicibile, si stringeva il volto insanguinato tra le mani.
 
„Andre'....Andre'! Che cosa ti hanno fatto, ANDREEEEE'!“
 
„Oscar !“
 
Supplico'lui in ginocchio:
 
„....Aiutami....“

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Grazie di cuore a tutte voi che seguite e recensite, grazie anche a chi legge in silenzio.
 
Musica consigliata per  questo capitolo: „Here with me“, by Dido
 
Capitolo IX
 
Andre' aveva perso conoscenza.
 
Oscar stringeva tra le braccia il suo corpo esanime mentre la carrozza di Girodelle correva nel vento verso l'abitazione del dottor Lassonne.
 
Lassonne era da sempre il medico di famiglia dei Jarjayes e viveva poco distante dalla loro residenza.
Ocar si fidava di lui ed era certa che nelle sue mani Andre' avrebbe ricevuto le migliori cure.
 
Dopo il ferimento, Oscar aveva dovuto decidere in pochi secondi del futuro di Andre': se lui ora aveva un taglio in pieno volto la colpa era solo sua.
Andre' risultava a tutti gli effetti essere il famoso ladro, avrebbe dovuto denunciarlo, ma Oscar non esito' a rinunciarvi, era pronta a mentire per lui, non avrebbe mai permesso che arrestassero Andre', qualunque motivo l'avesse spinto a trasformarsi in un fuorilegge, non sarebbe finito appeso ad una forca per mano sua!  Si rendeva conto che Andre' aveva molti segreti e pareva conducesse diverse misteriose vite, ma non era quello il momento di fare domande.
Tra l'altro era certa che non si fosse ancora sposato: Marie non le avrebbe taciuto una notizia simile, tuttavia poteva avere una fidanzata ad attenerlo...
Qualunque fosse la verita', Oscar intendeva riportare Andre' a palazzo Jarjayes dove si sarebbe presa cura di lui e avrebbero avuto tutto il tempo di spiegarsi.
 
Ora contava solo salvarlo....perche' lei non poteva vivere senza di lui... perche'lei lo amava.
La consapevolezza di questo sentimento la folgoro' come un fulmine a ciel sereno, eppure.... si trattava solo di aver saputo finalmente dare un nome a cio' che li legava da una vita.
 
Andre' aveva sempre fatto parte di lei, respirava dentro di lei, scorreva nel suo sangue....
 
Dio quanto era stata stupida, quanto tempo sprecato... tempo.... aveva bisogno di altro tempo, per chiarirsi con lui, per aprirgli il suo cuore e sperare che non fosse troppo tardi.
 
Doveva assolutamente convincere Girodelle a tacere...
 
„Victor.....Vi prego....in nome della sincera amicizia che ci lega da tanti anni, evitiamo di trarre conclusioni affrettate...Voglio dire....lasciate che mi occupi io del mio attendente e che lo interroghi personalmente non appena sara' in grado di rispondere alle mie domande.
Sapete, Andre' e' in procinto di prender moglie, e come Vi e' ben noto ha sempre lavorato per la mia famiglia, siamo cresciuti insieme come fratello e sorella, provo dell'affetto sincero nei suoi confronti, ma a questo punto temo le ripercussioni che questa situazione potrebbe avere sul suo matrimonio e sul nostro buon nome... Tutti sanno a corte che Andre' e' stato allevato nella nostra casa e al mio fianco, vorrei se possibile evitare uno scandalo....Datemi un po' di tempo per trovare una soluzione diciamo ...piu' adeguata....Posso contare sulla vostra discrezione....Victor?“
 
„Ma certo madamigella Oscar, non temete, so mantenere un segreto, e per Voi...farei qualunque cosa...“
 
Girodelle non era un uomo malvagio, ma nemmeno particolarmente generoso, penso' piuttosto che un tale gesto poteva tornargli utile in vista delle imminenti nozze che a sua insaputa aveva gia' concordato con il Generale. Avevano deciso di comune accordo di attendere la cattura del cavaliere nero per comunicare ad Oscar la bella notizia.
 
Questa situazione secondo lui giocava a suo favore:
Potevano annunciare che il cavaliere nero era stato ucciso in quell'agguato, oppure che fosse riuscito a fuggire ma essendo ferito probabilmente il corpo era finito in pasto a qualche animale selvaggio che popolava quei boschi.
Avrebbe aiutato Oscar a scagionare definitivamente il suo amico d'infanzia, e nello stesso tempo Victor avrebbe mostrato alla sua promessa sposa la sua magnanimita': evitare di denunciare il suo attendente, significava scongiurare uno scandalo in casa Jarjayes che poteva vederla coinvolta insieme al Generale, allo stesso tempo si sarebbe preso tutto il merito di aver definitivamente messo fuori gioco il famoso cavaliere nero: ne era certo, dopo quella notte nessuno piu' avrebbe sentito parlare del famigerato ladro mascherato, e Oscar sarebbe stata fiera di diventare sua moglie...
 
Si offri' perfino di scortarli fino alla casa del dottore, Oscar pero' rifiuto' garbatamente ma con decisione: era sufficiente che gli lasciasse a disposizione la sua carrozza.
 
Ci avrebbe pensato lei al suo Andre'.
 
Raggiunsero la casa del dottor Lassonne nel cuore della notte.
Il dottore venne in suo soccorso, e nonostante le apparenze la ferita si rivelo' a dire di Lassonne meno seria di quello che sembrava: il fendente di Girodelle aveva lacerato la pelle della palpebra ma l'iride era miracolosamente intatta e con un po' di fortuna e con adeguate cure, la vista di Andre' non ne sarebbe uscita compromessa.
Il dottore rassicuro' entrambi prima di mettersi al lavoro: somministro' dunque ad Andre' alcune gocce di laudano, puli' meticolosamente la ferita, ne riavvicino' i lembi ricucendo le parti dove la lama era penetrata piu' in profondita'.
Cosparse un unguento sulle bende prima di fasciarlo, infine raccomando' il massimo riposo e buio assoluto almeno per due settimane, sarebbe venuto personalmente a palazzo Jarjayes ogni giorno a sostituire la medicazione.
 
Lassonne conosceva quei ragazzi fin dall'infanzia e aveva sempre sospettato che il loro legame fosse assolutamente indissolubile.
Che Andre' fosse perdutamente innamorato di lei lo si vedeva dalla luna, ma quella notte si rese conto che anche Oscar finalmente ricambiava quel sentimento.
Il modo come lo guardava.... come gli stringeva la mano mentre Andre' stoico sopportava il dolore ....I suoi sussulti ad ogni suono che usciva dalla bocca di Andre'...
 
Ebbe un moto di tenerezza Lassonne, sapeva per esperienza personale che un amore fra caste differenti difficilmente sarebbe sopravvissuto nel loro mondo, sarebbe stato oggetto di scherno e severa condanna: un servo e la sua padrona potevano tranquillamente avere una relazione clandestina di tipo carnale, ma l'amore non era contemplato in nessuna variante, amarsi era inconcepibile.
 
Si auguro' che le cose potessero andare bene per quei due ragazzi, non era stato cosi' per lui...
 
Oscar e Andre' raggiunsero palazzo Jarjayes all'alba.
 
Entrarono dall’ingresso di servizio per non allarmare il generale e la moglie Marguerite certamente ancora nel pieno di un bel sonno ristoratore.
 
Nelle cucine invece la servitu’ era gia' in fermento dovendo organizzare i pasti della giornata.
 
A nonna Marie venne quasi un colpo quando, attirata dallo scalpitio di zoccoli di cavallo, guardo' fuori dalla finestra riuscendo a distinguere nella foschia mattutina l’inconfondibile sagoma di suo nipote che vistosamente bendato all'occhio sinistro si trascinava a fatica reggendosi con entrambe le braccia alle spalle di Oscar e di uno sconosciuto servitore.
 
“Oh santo cielo !!! Andre’, madamigella Oscar, ma cos’e’successo? Oddio ma tu sei ferito ! Lo sapevo....lo sapevo che prima o poi ti saresti cacciato nei guai , accidenti a te, mi farai morire d’infarto nipote scellerato!”
 
“Non gridare Marie, Andre’ e’molto provato. Ha subito una grave ferita all’occhio, Ora e' fuori pericolo ma ha bisogno di assoluto riposo. Il dottor Lassonne passera’domani a cambiargli le bende. Per favore, aiutatemi a sistemarlo nella mia stanza, voglio occuparmi personalmente della sua convalescenza.” 
 
E impedirgli di svignarsela ancora una volta senza una parola. 
 
Penso’fra se’ e se’Oscar.
 
Aiutato da Jerome e dal lacche’dei Girodelle, Andre’ semi cosciente sali' le scale e venne poi disteso sul letto in camera di Oscar.
Lei li congedo' la servitu' ringraziando, poi resto’sola con la nonna al capezzale di Andre’.
 
„Benedetti ragazzi...ma in quale guaio vi siete cacciati? Oscar....per favore, dimmi cos' e' successo.“
 
„E' stata colpa mia, Andre' e' ferito solo per colpa mia....“
 
„Ma cosa dici, bambina? „
 
„Niente nonna, non preoccuparti, adesso mi prendero' cura io di lui, pensero' a tutto io, ma ora...ti prego, vorrei che tu mi lasciassi sola, abbiamo tutti bisogno di riposare.“
 
„Ma dove pensi di dormire, bambina mia, ora che Andre' occupa il tuo letto?“
 
„Restero' qui' su questa poltrona, se dovesse riprendere conoscenza voglio essergli vicino.“

„Ma, Oscar...“
 
„Basta nonna!  Ho deciso cosi'.... ah, e per favore.... per adesso non dire niente a mio padre, gli parlero' io domani, dopo che il dottor Lassonne avra' visitato Andre'. Ora va, e di' a tutti che non voglio essere disturbata per nessun motivo!“
 
Marie poco convinta si dileguo' tra mille dubbi, borbottando parole incomprensibili.
 
Mentre Andre' giaceva incosciente sul letto, Oscar si alzo' dal suo capezzale per chiudere a chiave la porta ed oscurare con le pesanti tende tutte le finestre dei suoi appartamenti, il dottore era stato categorico: buio assoluto. Nonostante Andre' fosse bendato, lei pensava che la luce del giorno potesse causargli fastidio e non aveva intenzione di trascurare alcun dettaglio per assicurargli la completa guarigione.
 
Si sentiva tremendamente in colpa...
 
Si ricordo' che Andre' era ancora vestito, penso' che non avrebbe riposato bene con ancora indosso il costume da cavaliere nero...
 
Con immensa delicatezza gli sfilo'gli stivali, poi lo libero' della camicia facendo attenzione a non svegliarlo,  ma nell'accompagnare il tessuto giu' lungo le spalle, volle prolungare il contatto con la sua pelle liscia e bollente. Lo accarezzo' dolcemente con i palmi aperti trattenendosi sui muscoli del petto e dell'addome, quasi massaggiandolo con lentissimi movimenti circolari.
Anche in quelle condizioni Andre' a torso nudo era irresistibile...
 
Mentre lo toccava si sentiva invadere da caldi fremiti che, come la risacca delle onde, mosse da una dolce brezza marina, tornavano ad attraversarla ad ogni rinnovato contatto con la sua pelle nuda.
Si vergogno' di quel contatto rubato, e decise che non era opportuno continuare e togliergli le culottes, sicuramente non sarebbe piu' riuscita a rivestirlo e renderlo presentabile per la visita di Lassonne e giacche' Andre' sarebbe rimasto in camera sua era meglio per tutti evitare situazioni imbarazzanti.
 
C'erano ancora molte cose da chiarire tra loro due, ma restava il fatto che lei aveva distratto Andre' durante il duello ed era solo per colpa sua se lui si trovava ferito in quel letto.
 
Non era il momento di pensare a tutte le cose non dette, adesso doveva solo occuparsi di lui e fare in modo che recuperasse la vista.
 
Torno' a sedersi accanto al letto sulla sua poltrona e si sistemo' cercando di trovare una posizione in cui sarebbe anche potuta addormentarsi, gli rivolse un ultimo sguardo per assicurarsi che fosse tranquillo e dopo molte ore di veglia si lascio' finalmente andare ad un sonno travagliato.
 
Passato un tempo indefinito fu svegliata da un lamento. Apri' gli occhi ancora intorpidita dalla posizione scomoda in cui si era addormentata.
 
Andre' stava piangendo sommessamente.
 
Le si strinse il cuore a sentire la sua voce incrinata da deboli singhiozzi, non lo aveva mai visto cosi'...
Non era certa che fosse lucido, cosi' si avvicino' al letto facendo molta attenzione e quando gli fu vicino sussurro':
 
„Andre', sei sveglio?
 
Andre' non rispose, ma continuava a lamentarsi.
 
Oscar ne dedusse che fosse ancora incosciente e probabilmente stava rivivendo in sogno l'incidente o semplicemente non riusciva nemmeno nel sonno a dominare il dolore che nonostante il laudano somministratogli da Lassonne, doveva essere atroce.
 
Turbata e sinceramente preoccupata, pensava:
 
Andre', oh Andre', che cosa ti hanno fatto....e' tutta colpa mia.....ma non ti lascero' solo, non devi preoccuparti di nulla..... adesso sei qui con me, e mi prendero' io cura di te..... pensero' a tutto io......e guarirai, ti prometto che guarirai.... Andra' tutto bene, amore mio......andra' tutto bene...
 
Con una mano gli carezzo' delicatamente il lato sano del volto, indugio' con il palmo ancora aperto  tra lo zigomo e la mandibola per poi asciugargli le lacrime con il pollice.
 
Andre' scottava.
 
Continuo' a sussurrargli parole di conforto frutto dell'amore che ormai sentiva vivo nel cuore, ma non aveva intenzione di confessargli i propri sentimenti, soprattutto sapendolo legato ad un'altra donna e solo le circostanze la spingevano a lasciarsi andare in tenere effusioni, dopo tutto lui dormiva stordito dal laudano e dalla febbre alta.
 
Quando il respiro di Andre' si fece di nuovo regolare Oscar penso' che lui avesse finalmente ritrovato un po' di pace, ma nella penombra della stanza si accorse che tremava.
Evidentemente la febbre stava velocemente salendo e lui sentiva freddo. Lassonne non sarebbe venuto a visitarlo fino al giorno seguente, e chiamare la nonna o qualcuno della servitu' era fuori discussione: toccava a lei prendersi cura di Andre'.
 
Non esito' a spogliarsi per introdursi nel letto sotto le pesanti coperte accanto a lui con la precisa intenzione di scaldarlo col calore del prorio corpo.
Se poi si fosse addormentata, poco male, aveva senza dubbio anche lei bisogno di riposo e quel letto era sufficientemente grande per ospitarli entrambi . Con un po' di attenzione non avrebbe disturbato il suo sonno riuscendo forse lei stessa a recuperare un po' di forze per affrontare meglio i giorni a venire che si prospettavano incerti.
 
Si adagio' con cautela dietro l'ampia schiena di Andre' , lentamente lo circondo' con il braccio sinistro, il destro sotto il cuscino, gli si strinse contro cercando il contatto con la sua pelle.
Gli poggio' una gota nell'incavo del collo  e si lascio' inebriare dal suo inconfondibile profumo di uomo, la sua voce usci' come un soffio:
 
 „Buonanotte, amore mio.“
 
E si addormento' .
 
Non si accorse che Andre' aveva posato una mano sulla sua e stringendola se la portava al petto.

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Su Girodelle avete avuto tutte ragione....Oscar non doveva fidarsi.
Ma godiamoci prima il chiarimento con Andre'...
 
Musica consigliata per questo capitolo: „The power of love“ by FGTH
 
Capitolo X
 
Oscar si sveglio' nella stessa posizione in cui si era addormentata, Andre' era sempre sdraiato su un fianco, evidentemente per evitare di appoggiare sul cuscino il lato dolente del volto.
 
Ne controllo' la temperatura: era calata.
Si alzo' dal letto coprendosi con una pesante vestaglia, la stanza era molto fredda poiche'nessuno aveva riavviato il fuoco nel camino che si era irrimediabilmente spento.
 
Gia', di solito era Andre' colui che ogni sera veniva ad augurarle la buona notte non senza assicurarsi che nel camino ci fosse ancora abbastanza legna per tenerla al caldo alcune ore...
Era sempre stato molto caro con lei, solo ora se ne rendeva conto.
 
Oscar aveva dormito tutto il pomeriggio e buona parte della notte, il sole stava sorgendo, decise di uscire senza far troppo rumore lasciando Andre' solo nella sua stanza per farsi aiutare col fuoco.
Si avvio' verso la porta ma dovette voltarsi, attratta da un flebile suono:
 
„Oscar.....Oscar.“
 
Andre'in un soffio la stava chiamando, si era svegliato !
 
„Sono qui, Andre', sono qui....come stai?“
 
„Oscar, per favore non andare via, resta ancora un po' qui...con me....“
Lei torno' sui suoi passi.
 
„Andre'... ma certo Andre', volevo solo far ravvivare il fuoco in modo da riscaldarci, hai avuto la febbre alta stanotte e devi stare al caldo.“
 
„Vorrei che a scaldarmi...fossi tu.“
 
Oscar rimase in piedi di fianco al letto dietro di lui, senza riuscire a proferir parola.
 
Lui si volto' supino e, nonostante le bende e la penombra della stanza, cerco' i suoi occhi.
Trovo' due oceani infiniti e vi si immerse, capitano e marinaio al tempo stesso, lei non pote' distogliere il suo sguardo da quel verde: come la gravita', una forza indomita incatenava l'uno all'altro: stella di luce lei, tanto brillante da rischiarare l'universo; pianeta di roccia lui, destinato ad avanzare nella sua ombra, ma solo per ricevere vita dal suo ardente splendore, in un'eterno orbitare.
 
Andre' intreccio' le dita alle sue, l'attiro' a se' e con voce roca le disse:
 
„Oscar... ti ho sentita ieri notte, tu credevi che dormissi.... mi hai tenuto stretto, mi hai chiamato amore.... ora devi dirmelo, voglio sentirtelo dire ...“
 
„Andre'....io....“
Fremeva lei, al cospetto di quell'amore che traboccava da ogni parte di se', ma esitava, poiche'esprimere a parole cio' che aveva nel cuore non era per lei cosa semplice, per educazione ricevuta aveva sempre dovuto reprimere le proprie emozioni, nascondere le sue debolezze, soffocare i propri turbamenti, ma di fronte a se' aveva Andre', era stato bambino accanto a lei, aveva gioito e pianto con lei, era diventato ragazzo prima, uomo poi al suo fianco, giorno dopo giorno, una vita insieme...Oscar e Andre', soli contro il mondo...
Cerco' il coraggio nel suo sguardo, e non ebbe piu' paura .
 
„Dimmelo Oscar, ti prego....non posso piu' aspettare....“
 
„Ti amo....Si e' vero, ti amo....ti amo con tutto il cuore.....con tutto il cuore....“
 
L'ultima parola usci' rotta dalla commozione.
 
„Vieni qui, piccola.“
 
Ora lei piangeva.
„No! Andre' no....E' troppo tardi.Tu... hai una donna che ti aspetta, so che stai per sposarla.“
 
„COSA? „
Andre' ebbe un sussulto.
 
„Ma che dici Oscar? Io non sto affatto per sposarmi ! Non c'e' mai stata nessun'altra nella mia vita, solo tu ! Chi ti ha messo in testa una simile follia? Non hai letto la lettera che ti ho lasciato?“
 
„Quale lettera? Tu non mi hai lasciato nessuna lettera !“
Lo accuso' lei disorientata.
 
„Non e' possibile...Non ci credo....Io dissi alla nonna che in camera mia c'era una lettera per te, dove ti spiegavo i motivi della mia partenza, Oscar. Volevo darti tempo per pensare, per capire..... volevo che tu mi venissi a cercare per stare insieme.....per sempre... se lo vuoi.....in quella lettera ti chiedevo di diventare mia moglie...Io amo solo te, vivo per te..... e desidero solo te.... nessun'altra al mondo Oscar...Sei tu la donna che voglio sposare.“
 
Ad Oscar sfuggi' un gemito, poi fu tra le sue braccia.
 
„Amore mio....Andre', c'e' stato un tempo in  cui io... ho amato Fersen, e so di averti fatto soffrire con la mia indifferenza, sono stata cieca e stupida Andre', avevo la felicita' completa a portata di mano, e non me ne rendevo conto....possibile che tu....possibile che tu mi ami ancora?
 
„Ma certo Oscar, io ti amo da sempre...“
 
Le accarezzo' il viso teneramente, spostandole una ciocca di capelli dalla fronte, portandosi via nel tragitto l'ultima scia luminosa che le bagnava la gota, racchiuse quel volto immensamente amato tra le sue calde mani e sempre fissandola appassionato, con la sua voce profonda mormoro':
 
„Ora niente potra' piu' dividerci.“
 
Andre'inebriato d'amore non sentiva piu' il dolore, poiche' di fronte a se' aveva il sogno di una vita che si avverava.... avvicino' il suo volto a quello di lei, senza fretta, lasciando che i loro occhi si parlassero intensi, che la vicinanza del suo viso gli scaldasse la pelle, respiro' il suo stesso respiro, ascolto' il battito impazzito del suo cuore accordarsi all'unisono con quello di lei, che lo guardava ....e tremava .....e socchiudeva le labbra in un muto invito.... e lui fisso' quelle labbra, bramandole, sognandole.... ed infine scese su di esse vibrante, fremente di desiderio. Dapprima raccolse in un docile morso il suo labbro inferiore, lei gemette, lui torno' sulla sua bocca piu' impetuoso, ma furono baci lenti e umidi di labbra che si cercavano e si schiudevano ripetutamente le une sulle altre e si assaporavano con infinita dolcezza, e lingue che si intrecciavano e si lambivano adagio...e mani che si stringevano e pelle che cercava altra pelle e parole mai dette che finalmente si libravano dall'anima al cuore raggiungendo la voce in un canto d'amore.
 
„Oscar, ti amo da impazzire, ti amo....non lasciarmi mai, ne morirei...“
 
„Andre', tu sei tutta la mia vita, avrei potuto amarti gia' da tanto tempo, ma ho scoperto in me questo sentimento solo quando ho creduto di averti perso per sempre, ed e' questo che mi fa star male, avremmo potuto condividere momenti magnifici, vivere un amore intenso e travolgente, se solo io....ma io non mi ero neanche resa conto che tu mi amassi.... potrai mai perdonarmi?“
 
„Ma cosa dici, amore mio? Ho avuto il privilegio di trascorrere ogni giorno, ogni ora della mia vita accanto alla donna che amo, per quello che mi riguarda sono gia' tuo marito...“
 
La guardo' sornione, Oscar, suo malgrado sorrise, poi azzardo':
 
„Beh, se vuoi essere a tutti gli effetti mio marito c'e' ancora una cosa che dovresti fare....“
 
Finse stupore Andre'.
„Madamigella !!! Non intenderete forse...“
 
„Intendo proprio quello, mio scudiero...“


Andre' sembro' divorarla, minacciandola scherzosamente col suo sguardo di giada, che seppur dimezzato non perdeva la sua veemenza.
Le prese il volto tra le mani, si fece serio, poi con voce roca e carezzevole le disse:
 
„Oscar, io ti desidero cosi' tanto....vorrei fare l'amore con te.....qui'....adesso....ma non e' ancora giunto il momento. Ho sognato la nostra prima notte cosi' tante volte....tu non sai quante volte.... e vorrei che tutto fosse perfetto, voglio amarti con tutto me stesso, come tu meriti, come un uomo ama la sua donna, voglio darti tutto di me, ma ora ho tanto bisogno di rimettermi un po' in forze .“
 
„Ma certo, amore mio, aspetteremo il momento giusto, ed io mi occupero' di te cosi' guarirai prima.“
Gli scocco' un lieve bacio a fior di labbra strizzandogli l'occhio con un'intraprendenza che non sospettava di avere...
 
Pensavano entrambi, che sarebbe giunto il tempo della passione, ora bastava l'amore....si, l'amore bastava.....
 
Restarono stretti in un caldo abbraccio per infiniti attimi, mentre lui cullandola le accarezzava i capelli, poi Oscar parve ricordarsi improvvisamente di una cosa, si scosto' piano da lui e gli chiese:
 
„Andre', ma che ci facevi tu vestito da cavaliere nero? Non riesco a credere che tu sia diventato un ladro.“
 
„E' una lunga storia, piccola.“
 
„Raccontamela, per favore.“
 
„Ci sono altre persone coinvolte, e non posso rivelarne il nome senza mettere a repentaglio le loro vite, tu avresti il dovere di dennunciare il vero cavaliere nero ed io non posso permettertelo, ma sappi che non sono io, mi sono trovato li' quella notte per una serie di circostanze che ti spieghero' in seguito, anche perche'....ora sono molto stanco amore mio, ti prego, parliamone domani...“
 
Oscar annui', sapeva che Andre' aveva gia' fatto un enorme sforzo e non voleva si stancasse ulteriormente.
Ora sarebbe andata a cercare aiuto per il fuoco e per fargli preparare qualcosa da mangiare.
Gli rimbocco' le coperte e si avvio' infine verso le cucine dove sapeva che avrebbe trovato Marie gia'al lavoro.
 
„Nonna, buongiorno.“
 
„Oscar, finalmente ! Allora, come sta Andre'? E tu, bambina, sei riuscita a riposare?“
 
„Va tutto bene, non ti preoccupare, oggi verra' il dottore a visitarlo. Io vorrei chiederti di mandare qualcuno ad accendere il fuoco nel camino, fa piuttosto freddo.“
 
„Ma certo, cara, adesso ti mando subito Philippe. Coraggio, siediti qui, non mangi come si deve da giorni, ora hai bisogno di rimetterti in forze se vuoi occuparti di Andre', tanto per cominciare ti serve una bella colazione !“
 
„Va bene nonna, mangero' la tua colazione ma di sopra, e per favore fai portare del buon brodo per Andre'.“
 
„Come vuoi tu, Oscar.“
 
Lascio' la nonna ad occuparsi delle vivande e si avvio' a passo veloce verso i suoi apprtamenti.
 
La voce tonante del generale la fece trasalire.
„Oscar! Fermati ! Devo parlarti !“
 
„Padre, Voi!“
 
„Raggiungimi nel mio studio, adesso ! Abbiamo una questione urgente da discutere.“
 
Cosa mai poteva esserci di cosi' urgente da discuterne all'alba?
Oscar era sinceramente preoccupata: che Girodelle avesse parlato?
Doveva prepararsi all'evenienza che il generale sapesse di Andre' e che le chiedesse di denunciarlo o peggio.... che ci avesse gia' pensato lui stesso....
 
Senti' una fitta dolorosa al petto, se fosse accaduto qualcosa di irrimediabile ad Andre' lei ne sarebbe morta...
 
Segui' a testa bassa suo padre che la precedette nello studio.
 
Si ritrovarono faccia a faccia al centro della stanza.
 
„Siediti, Oscar.“
 
Si sedette.
 
„Dunque, mi e' stato riferito che ieri eri nei tuoi alloggi a riposare, e che hai dato disposizione di non essere disturbata per nessun motivo.
 
„Si, padre,  e' cosi'“


„Bene, come vedi sei stata ampiamente accontentata. Non ti ho fatta chiamare per accogliere il nostro ospite, ma vorrei comunque riferirti della nostra interessante conversazione.“
 
Oscar tremo' nell'udire quelle parole, a questo punto era certa che Girodelle l'avesse tradita.
Disse solo:
 
„Vi ascolto padre „
 
„Il conte de Girodelle e' venuto ieri a farti visita, ma tu non eri disponibile, l'ho intrattenuto io.
Abbiamo parlato a lungo e tra le altre cose sono venuto a sapere che nascondi un ladro in questa casa!“
 
Oscar abbasso' gli occhi, si senti' come trafitta da una lama in pieno petto, tacque in attesa del verdetto.....
 
„Oscar ! E' vero? E' Andre' il cavaliere nero?“
 
„Ecco, veramente non ne siamo sicuri, e' stato gravemente ferito, e non ha ripreso ancora conoscenza e non ho potuto interrogarlo, ma intendo farlo appena si sveglia. „
 
Menti' lei.
 
Il tono del generale si fece piu'accomodante:
 
„Oscar, devi sapere che Girodelle mi ha fatto una proposta molto interessante.“
 
Oscar alzo gli occhi verso il padre.
 
„Vedi, lui pensa che denunciare Andre' considerato il suo ruolo in questa casa, potrebbe farci incorrere in uno scandalo, teme soprattutto per la tua reputazione, pare che a corte tu non riscuota le simpatie di tutti, molti sono disturbati dal fatto che tu occupi il posto di Colonnello delle Guardie Reali nonostante tu sia....si insomma....una donna, e non esiterebbero a inventarsi chissa' quali storie su voi due per metterti uteriormente in cattiva luce, per non parlare della Regina che ti ha sempre dimostrato una sincera amicizia...le malelingue potrebbero coinvolgere anche lei, non abbiamo bisogno di un nuovo scandalo della collana, ne convieni?“
 
Oscar annui' ma non rispose, non sapeva ancora dove il padre volesse andare a parare.
 
Lui fece una pausa, poi riprese.
 
„Girodelle ha pensato che, viste le circostanze, lui potrebbe dichiarare che il cavaliere nero e' stato catturato e gravemente ferito in un agguato l'altra notte per mano sua. Non e' stato possibile identificarlo dato che durante lo scontro siete stati attaccati da un branco di sciacalli, i cavalli imbizzarriti vi hanno costretto alla fuga e il corpo del ladro e' servito a sfamare le bestie rendendo possibile allontanarvi senza che vi seguissero. Nessuno trovera' mai il cadavere. Non fa una piega!“
 
„Non fa una piega...“
 
Ripete' Oscar allibita, cio' nonostante torno' a respirare.
 
„Ma....“
 
Il Generale non aveva ancora finito....
 
„C'e' una condizione.“
 
Doveva aspettarselo...
 
„Vi ascolto.“
 
„Andre' sara' scagionato, nessuno mai fara' il suo nome e potra' tornare alla sua vita, qualunque essa sia, ma tu....dovrai acconsentire a sposare il conte de Girodelle. Forse tu non sai che ho ricevuto la sua formale proposta di matrimonio alcune settimane fa e attendevo solo il momento giusto per dirtelo. Bene ! Ora lo sai,  naturalmente ho accettato la sua proposta, ed e' cio' che farai anche tu, altrimenti ...scandalo o non scandalo, Andre' verra' consegnato alla giustizia.“
 
Oscar si senti' improvvisamente mancare .
Era durato un battito d'ali di farfalla il sapore della felicita' tra le braccia dell'uomo che amava, ed ora, un istante dopo, la sua vita stava andando alla deriva.
 
Sposare Girodelle.... o lasciare che Andre' pendesse da una forca....
 
Era in trappola.
 
 

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Capitolo XI
 
Decise di mandare un messo a corte per darsi malata e poter restare a palazzo nei giorni a seguire. Non voleva lasciare Andre' da solo in casa sua, troppo pericoloso, a questo punto non si fidava piu'di nessuno.
Mentre si dirigeva nella sua stanza a passo molto piu' lento di quando ne era uscita, Oscar in preda all'angoscia si sforzava di pensare lucidamente.
 
Era chiaro che suo padre avesse il diritto di disporre della sua vita, cosi' come decidere se e a chi darla in moglie, lo aveva fatto con tutte le sue sorelle, ed era assolutamente normale.....per una donna normale... Ma lei era stata educata come un uomo, al fine di dare ordini ad altri uomini, non di prenderne, lei era un soldato!
Non era una dama incipriata cresciuta con l'unico scopo di procreare pur di assicurare un erede al casato. Era stata allevata per essere indipendente, sola forse, ma libera di non sposarsi !
Invece ora....la costringeva ad un' unione con un uomo che lei non amava....ma perche'?
Quel ricatto ai danni di Andre'....perche'?
Non capiva da dove uscisse tutto quell'astio nei confronti dell'uomo che era stato bambino insieme a lei in quella casa....C'era sotto qualcosa, ma cosa?
 
E lei a questo punto, come avrebbe dovuto comportarsi con Andre'?
 
Dirgli del ricatto assurdo perpetrato da suo padre o tacere fino a che non si fosse rimesso completamente?
Temeva la sua reazione, sapeva che ad una tale notizia avrebbe perso la sua proverbiale pacatezza e con tutta probabilita' sarebbe andato direttamente dal Generale a chiedere spiegazioni, le conseguenze di cio'non gli sarebbero state favorevoli.
 
E se avesse taciuto, come sarebbe riuscita a fingere, adesso che gli aveva aperto il suo cuore?
Oscar non era brava a mentire, a nascondere i propri sentimenti si, certamente, era bravissima in questo, ma mentire al suo uomo....mentire ad Andre' proprio adesso che ricambiava il suo amore, sarebbe stato terribilmente difficile.
Eppure non aveva scelta, per il suo bene avrebbe taciuto sulla questione del matrimonio, almeno per qualche giorno ancora, e questo le avrebbe dato il tempo di pensare con calma e forse avrebbe trovato una via d'uscita.
 
Oscar rientro' nei suoi appartamenti, l'accolse la gradevole sensazione del rinnovato tepore nell'ambiente, il fuoco era stato riacceso, lei si premuro' di spegnere allora tutti i doppieri affinche' Andre' non dovesse esporsi ad un chiarore troppo intenso, soprattutto in vista dell'imminente arrivo di Lassonne, che gli avrebbe tolto le bende.
Sul tavolo dell'anticamera c'era un vassoio pieno di buone cose da mettere sotto i denti per lei, e un brodo di pollo da sorseggiare per Andre' in modo da evitare che sentisse male alla ferita masticando.
 
Lui si era riassopito.
Bene, penso' Oscar, aveva proprio bisogno di ancora un po' di tempo per tornare in se'.
Si vesti' indossando una delle sue camicie di batista di taglio rigorosamente maschile, e le culottes.
 
Si decise quindi ad assaggiare almeno un pezzo di formaggio con del pane appena sfornato ed una mela, non rinuncio' alla consueta tazza di cioccolata calda, ma il resto rimase intatto nel vassoio.
 
Intanto Andre' si stava risvegliando, forse a causa del lieve tintinnio delle stoviglie.
 
„Oscar, sei tornata, vieni qui, mi sei mancata da morire...“
 
„Andre', avrai molta fame, guarda cosa ti manda la nonna“.
Rispose di rimando un po' evasiva.
 
Andre' non colse il suo cambiamento d'umore, a dire il vero si sentiva euforico e non si fece pregare da buona forchetta quale era.
 
 „Grazie Oscar, ti confesso che il mio stomaco brontolava gia' da un pezzo.“
 
Rifocillatosi torno' a rivolgere tutte le sue attenzioni alla sua donna.
 
„Allora, mia sposa, volete farmi l'onore di raggiungermi in questo talamo? La solitudine non aiuta certo a guarire prima...“
 
Era di buon umore Andre'.... Oscar invece non riusciva a rilassarsi, distolse lo sguardo e con troppa fretta rispose:
„Il dottore sara' qui' a momenti per cambiarti le bende,  dovresti renderti presentabile, ti faccio portare una brocca d'acqua e una camicia pulita.“
 
„Agli ordini mio Comandante !“
Rispose lui allegramente.
 
La nonna aiutata da una cameriera li raggiunse con tutto il necessario, felice di rivedere il nipote finalmente in piedi.
 
„Benedetto figliolo, mi hai fatto prendere un tale spavento...ti meriteresti di essere sculacciato, ecco!“
 
„Di' la verita' nonnina, dove hai nascosto il mestolo?“
 
„Si si, scherza pure, non ho piu' l'eta' per queste cose io..“
 
La nonna aveva gli occhi lucidi, Andre' le ando' incontro e la racchiuse nel suo caldo abbraccio, era tanto piccina la nonna di Andre', ma aveva lo spirito di un guerriero e le doti belliche di un condottiero.
 
„Non devi piu' preoccuparti per me, nonnina, Oscar si sta prendendo cura di me meglio di chiunque altro, e la ferita non e' poi cosi' grave come sembra.“
 
La nonna aiuto' Andre' a rinfrescarsi e a indossare poi una camicia pulita profumata di bucato.
 
Oscar era stranamente silenziosa, Andre' penso' che stesse ancora rimuginando sulla lettera che la nonna le avrebbe dovuto consegnare da parte sua, colse l'occasione per chiedere spiegazioni.
Si riavvicino' all'arzilla vecchietta, la trattenne per le spalle mentre con apprensione le domandava:
 
„Nonna, dimmi, come mai Oscar non ha ricevuto la lettera che ti chiesi di consegnarle prima della mia partenza?“
 
La nonna distolse lo sguardo, con un gesto che tradiva disagio si risistemo' gli occhiali sul naso. nella sua logica di perfetta efficienza sentiva di aver commesso una grave mancanza e non riusciva a darsi pace per questo.
 
„Andre', ecco....vedi....in realta' la lettera e' andata persa....l'abbiamo cercata per giorni, ma e' stato tutto inutile, e' stato impossibile trovarla.“
 
„Come? La lettera era in bella vista sul mio letto...“
 
„Ti dico che non c'era!“
Si giustifico' nonna Marie.
 
Andre' era perplesso.
 
„Nonna, sono sicurissimo di quello che dico, la lettera era la', ma se tu non l'hai trovata, deve per forza averla presa qualcun'altro....“
Intui' lui.
 
Oscar ebbe un sussulto, all'improvviso parve ricordarsi di qualcosa, si volto' verso Andre' e gli chiese: Andre', devi dirmi cosa c'era scritto in quella lettera, e' molto importante per me !“
 
„Oscar, ma te l'ho gia'detto.“
Rivolse uno sguardo eloquente ad Oscar indicando poi la nonna con la coda dell'occhio.
 
„Nonna. „
Oscar si rivolse dolcemente alla cara vecchietta.
 
„Ti dispiace lasciarci soli un momento? „
 
„Va bene va bene, ma quanti misteri, non mi dite piu' niente e poi io non dovrei preoccuparmi.“
Usci' borbottando come un pentolone ricolmo d'acqua in ebollizione.
 
Oscar riprese il discorso.
„Andre', cerca di ricordare, cosa c'era scritto esattamente in quella lettera?“
 
Andre' si avvicino' a lei lentamente, il suo sguardo si fece languido, allungo' un braccio e con la mano raggiunse il suo volto.
Oscar, non abituata a quel tipo di effusioni fra di loro, senti' un brivido correre lungo la schiena, chiuse gli occhi appoggiando la guancia al palmo della sua mano per godere di quel contatto, lui la circondo' con le sue forti braccia e se la strinse al petto, lei si lascio' andare al tepore del suo corpo, non sapeva ancora come, ma avrebbe trovato il modo di stare con Andre'.
 
Lui poi si sedette sul letto senza abbandonare la stretta delle sue mani, in modo che lei lo seguisse, infine la fece accomodare sulle sue ginocchia. Torno' ad ammirarla con il suo sguardo di smeraldo, la cui ardente intensita' la turbava e la scaldava al tempo stesso, la sua voce una carezza :
 
„Oscar, in quella lettera ti dicevo quanto ti amo...e che me ne andavo perche' desideravo tu facessi chiarezza in te stessa e che mi venissi a cercare per tua scelta, non potevo restare in questa casa dopo aver trascorso la notte insieme a te, dopo averti sentita, cosi' calda e viva e docile al tocco delle mie mani, sarei impazzito a starti vicino senza poterti avere, e non volevo essere per te solo un ripiego, avevo bisogno di te, del tuo amore...
Mi avresti trovato tramite Bernard e Rosalie, che ora sono marito e moglie, e se fossi venuta da me, sarebbe stato per restare... e se tu avessi voluto.... avrei fatto di te mia moglie... e' la cosa che piu' desidero al mondo..... Nella lettera poi ti dicevo che sarei partito per le Americhe a luglio, speravo insieme a te....ma me ne sarei andato anche da solo se tu non mi avessi cercato, sarei sparito dalla tua vita, per sempre....“
 
„Oh Andre'.....amore....amore mio...quanto ti ho fatto soffrire...ma ho sofferto anch'io, credimi, e quando sei partito lasciandomi sola mi sono sentita persa senza di te, allora si, ho capito, ho capito veramente di amarti. Io ti amo Andre', ti amo davvero.“
 
 „Piccola...“
 
La sua voce arrochita dal desiderio mai appagato di lei.
Da quanto tempo la voleva....da quanto tempo.... ed ora lei era di fronte a lui, e gli diceva che lo amava.
 
Andre' si sporse' avvicinandosi al suo bellissimo viso cercando e trovando le sue labbra.
Questa volta la bacio' subito, con veemenza,  audace e struggente, come il suono a tutta canna che esplode e libera e diffonde note potenti invadendo il sacro silenzio, entro' in quel tempio d'ambrosia con un affondo deciso e famelico,  lei dimentico' chi fosse e dove fosse, si lascio' andare e rispose alle sue stoccate con la stessa passione, in un crescendo di emozioni e di sensazioni che portarono entrambi a volere di piu'.
Andre' scese piano sul suo collo, lieve, con le sole dita prima, senza smettere di baciarla, poi mani frenetiche a spostare la poca stoffa che lo divideva dal suo sogno, e labbra e lingua a saggiare la dolcezza di quella seta, ma fu quando trovo' i suoi seni gia'accesi che gli si incendio' il sangue nelle vene, non riusci' a trattenersi e si avvento' sui di lei boccioli di rosa che irti e rosei e profumati non chiedevano altro che d' essere colti. Lambiva e suggeva e mordeva impaziente senza mai saziarsi dei suoi frutti delicati . Lei cerco' allora l'ambra bollente del suo petto attraverso l'apertura sul collo della sua camicia , e con le mani tremanti raggiunse poi le spalle e poi piu' giu' a graffiare la sua schiena e ancora giu' ad esplorare sfrontata il suo vigore di uomo, fino a farlo gemere roco dentro la sua bocca, stille di oro liquido infuocato scorrevano nel suo grembo, lei sospirava e si inarcava sentendolo invocare il suo nome, godendo della sua resa mentre lui perdeva la ragione.  
In uno sforzo estremo si costrinse a raccogliere l'ultimo barlume di coscienza per allontanarsi da lei.
La guardo' incredulo, era bella da togliere il respiro.... i loro sguardi allacciati, smeraldo e zaffiri liquefatti in una sola essenza.
 
„Oscar....Oscar....tu non sai cosa mi fai....tu non lo sai....ti prego fermami adesso, fermami tu, altrimenti io....“
 
In quel momento bussarono alla porta.
„Madamigella Oscar, Andre', il dottor Lassonne e' arrivato.

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Capitolo XII
 
Si guardarono ancora ansanti, lei, le guance in fiamme, i capelli scarmigliati, le labbra rosse e gonfie, tormentate da suoi avidi baci.... lui, le mani tremanti ancora sui suoi seni, il respiro fuori controllo, le labbra ancora dischiuse, gli sguardi incatenati, torbidi, languidi, meravigliati.....
 
Con uno sforzo indicibile Andre' distolse lo sguardo da lei.
„Dateci ancora due minuti per favore.“
Prese tempo Andre', ma la voce gli usci' come un ringhio soffocato.
Le riavvicino' piano i lembi della camicia.
 
„Stai bene?“
 
„Bernard e Rosalie....sposati?
Cerco' di darsi un contegno lei, mentre si sforzava di trovare il giusto ritmo al proprio respiro.
 
„Gia', non lo sapevi, vero? „
Rassegnato lui, conscio che non avrebbe dovuto lasciarsi andare in quella casa nemmeno se lei glielo avesse chiesto.
 
„Si sono sposati alcuni mesi dopo che li feci incontrare alla Bonne Table, una cerimonia molto semplice. Ora vivono a Parigi e sono molto felici insieme.“
Aggiunse.
 
„Sono felice per loro, davvero....“
Oscar sembrava pensierosa...
 
 „Andre', tu hai detto.... che volevi partire per le Americhe....“
„Gia', dove tutti gli uomini sono liberi e uguali, dove io e te potremmo amarci alla luce del sole“
 
 „E saresti partito...anche.... senza di me? Senza nemmeno dirmi addio?“
 
„Si Oscar, l'avrei fatto, perche' nella mia lettera lasciavo a te la scelta: rivedermi per restare con me o lasciarmi andare via per tentare di rifarmi una vita...lontano da te, amore mio.“
 
„Capisco....“
 
„Oscar, ma che hai? Mi sembri strana....“
 
„No...no, scusami, e' che mi stavo chiedendo....che fine avra' fatto quella lettera, e chi altri puo' averla letta a questo punto.“
 
„Gia', non ci avevo pensato, nelle mani sbagliate sarebbe un bel problema.“
 
Non ebbero il tempo di approfondire il discorso, non potevano piu’ fare aspettare il dottor Lassonne.
Quando entro’, Andre’ lo ricevette seduto sul letto e perfettamente cosciente, con un sorriso compiaciuto stampato in faccia . Lassonne gli rivolse a sua volta uno sguardo benevolo e sbrigati i convenevoli si appresto’ a procedere con la visita.
 
Oscar usci’ dalla stanza intenzionata ad attendere nel corridoio per dare a Lassonne l’opportunita’ di visitare Andre’ con tutta calma ma non volendo allontanarsi troppo da lui.
 
Mentre aspettava, un pensiero prima timido e confuso, poi via via sempre piu’ definito prendeva forma nella sua mente, Oscar si sforzo’ dunque di ricostruire i recenti accadimenti in un’ipotesi che poteva spiegare la sua situazione attuale: qualcuno doveva aver intercettato la sua lettera…si….e probabilmente l’aveva consegnata a suo padre che certamente ne era rimasto sconvolto, e senza ombra di dubbio era andato su tutte le furie: il Generale era un nobile conservatore e per nulla al mondo avrebbe caldeggiato una matrimonio tra due classi sociali differenti, fermamente convinto che l‘ordine sociale fosse volonta’ divina e quindi insindacabile.
 
Il problema non era Andre’ come uomo, ma il fatto che fosse un plebeo lo metteva totalmente fuori dalla sua portata in accordo con le leggi naturali…
Probabilmente le aveva nascosto l’esistenza della lettera in modo da farle perdere le sue tracce e lasciare che partisse da solo, senza di lei, allontanandosi dalla Francia per sempre .
 
La soluzione piu’ semplice…
 
Invece se lo era ritrovato malauguratamente di nuovo tra i piedi, era certa che questo fosse il vero motivo che lo aveva spinto ad accettare la proposta di Girodelle, cambiando d’un tratto i suoi piani sul suo futuro e il futuro del casato….
 
Aveva trovato il modo piu’ efficace per togliere di mezzo la minaccia di imbastardire la propria discendenza….e rispettare l’ordine naturale delle cose secondo la volonta’ divina….
 
Una volta sposata nessun uomo al mondo avrebbe piu’ potuto esercitare alcun diritto su di lei, tantomeno un servo .
 
Ora era tutto chiaro…chiarissimo.
 
Ecco perche’ l’aveva promessa in sposa dopo che per anni l’aveva incoraggiata a vivere come un uomo, ecco perche’ l’aveva ricattata, ecco perche’ provava astio verso Andre’.
Rispettare l’ordine naturale delle cose…
 
L’ordine naturale delle cose…
 
Ma Oscar non credeva che questa fosse una verita’ assoluta, insieme ad Andre’, non piu’…
 
Non dopo aver sentito il ruggito disperato del popolo francese.
Non dopo aver visto un nobile uccidere a sangue freddo un bambino del popolo la cui unica colpa era stata tentare di sfamarsi.
Non dopo aver conosciuto la piccola Rosalie sulle strade di Parigi mentre disperata offriva se stessa in cambio di poche monete affinche’ potesse permettersi le medicine per la madre malata
Non dopo aver letto Voltaire e Rousseau.
 
-L’uomo nasce libero e ovunque e’ in catene…-
 
Non era giusto….non poteva esserci alcuna giustizia ne’ tantomeno volonta’ divina nella sofferenza di molti per il benessere di pochi. Non ci credeva nemmeno per un istante, e alla fin fine non le importava!
 
Lei amava Andre’ ed era da lui riamata in questo non c’era niente di sbagliato, e non avrebbe rinunciato a lui….mai!
 
Le aveva parlato di un nuovo inizio in una terra lontana, dove non esistevano differenze di rango ne’ di diritti umani.
Andare via…..lasciarsi tutto alle spalle e fuggire lontano….
 
Forse….forse era proprio cio’ che dovevano fare….forse….non avevano altra scelta…
 
Non sarebbe stato facile organizzare la fuga, casa sua aveva occhi e orecchie, come potevano uscirsene insieme indisturbati senza destare sospetti?
 
E anche se fossero scappati di notte il vantaggio temporale sarebbe stato insignificante, troppo rischioso….ci voleva un piano….e un piccolo aiutino da qualcuno disposto a rischiare per loro, ma chi?
 
D’altro canto suo padre le avrebbe certamente fatto avere un congedo permanente per potersi sposare con Girodelle, almeno non sarebbe stata accusata di diserzione, ma c’era il rischio che arrestassero Andre’, e lei doveva assolutamente impedirlo.
 
Decise che era giunto il momento di parlarne con lui, raccontargli tutta la verita’sulle intenzioni del padre e spiegargli a che conclusioni lei fosse giunta.
 
Dovevano agira in fretta.
 
Non c’era piu’ tempo da perdere, non sapeva quanto suo padre avrebbe atteso una risposta al suo ultimatum, e non poteva rischiare che denunciasse Andre’ per risolvere la questione in fretta.
 
Quella sera stessa avrebbe detto a suo padre che accettava la proposta di Girodelle, intanto lei e Andre’ avrebbero pianificato la loro fuga d’amore.
 
Oscar era ancora profondamente immersa nelle sue considerazioni e non si accorse che Lassonne l’aveva raggiunta e che la osservava di sottecchi.
 
“Madamigella Oscar..”
Interruppe la corrente dei suoi pensieri.
 
“Dottore….non vi avevo sentito, come sta Andre’?”
Chiese sinceramente preoccupata.

“Le cose procedono bene, Andre’ ha un’ ottima tempra e si sta riprendendo magnificamente, ci vorranno ancora un paio di settimane prima di togliere le bende definitivamente ma sono ottimista, se si atterra’ alla mie indicazioni credo che non ci saranno ripercussioni per la sua vista.”
 
„Meraviglioso.“
 
Oscar era sinceramente sollevata ma dal tono con cui rispose traspariva una certa apprensione che' non sfuggi' ad un buon osservatore quale era Lassonne.
 
„Cosa c'e', Madamigella? Qualcosa vi tormenta, lo vedo.“
 
„Ma no, cosa dite? Sono solo molto stanca e preoccupata per Andre', ma ora mi sento meglio, grazie di tutto dottore.“
 
„Madamigella Oscar....Oscar, permettetemi di chiamarvi cosi', dopotutto....sapete bene che Vi ho vista in fasce....“
 
Fece una pausa, indagando la sua reazione. Oscar annui' in silenzio, lui allora continuo'.
 
„Oscar, io sono un uomo indubbiamente di una certa eta', e porto sulle spalle una certa esperienza di vita, ma vedete, sono stato giovane anch'io, e perdonatemi la sincerita', capisco molto bene quello che provate per il vostro Andre'; vi confesso che c'e' stato un tempo.....un tempo lontano, in cui ho creduto che per essere felici bastasse amarsi, poter scegliere a chi donare il proprio cuore liberamente a prescindere dai vincoli di rango. Mi sbagliavo....“
 
„io...non capisco.“
 
„Come vi e' noto io non sono nobile di nascita.“
 
Fece un'altra pausa, e ad Oscar parve di scorgere un luccichio dietro alle piccole lenti da vista che portava sul grosso naso aquilino.
 
„Era una marchesa, sapete...la mia Odette, ma ne' io ne' lei trovammo mai il coraggio di lottare contro tutto e tutti per il nostro amore..“
 
„Cosa.....cosa mi state dicendo, dottore... continuo a non capire.“
 
„Odette ed io eravamo innamorati, eravamo nati per stare insieme mi dissi, ma lei era nobile e per volere del padre ando' in sposa ad un uomo di vent'anni piu' anziano di lei, ma con un titolo nobiliare. Mori' di parto, ed io non potei fare altro che guardarla spegnersi mentre dava alla luce l'erede tanto agognato.“
 
Oscar non sapeva cosa dire...
 
„Vedete, Oscar, io so riconoscere un vero Amore, lo si vede dalla luce negli occhi. Non lasciate che le convenzioni del nostro mondo soffochino quella luce, e se posso fare qualunque cosa per Voi...e per Andre'....anche solo raccogliere le vostre confidenze, vorrei che non esitaste a contare su di me..... e sulla mia discrezione.“
 
Si inchino' Lassonne prima di andarsene silenzioso com'era arrivato, lasciandola sola ed interdetta sulla soglia della propria camera, il cuore in tumulto, la bocca socchiusa in un espressione di sincero stupore.
 
Forse non tutto era perduto....

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


Capitolo XIII
 
Oscar si apprestava a rientrare nei suoi appartamenti dopo aver conferito con il padre.
Aveva ritenuto opportuno non indugiare oltre e fargli sapere immediatamente che avrebbe accettato di sposare Girodelle a patto che Andre' non venisse denunciato come cavaliere nero, pensava in questo modo di non destare sospetti nel genitore e contemporanamente prendere tempo per organizzare poi in gran segreto la sua fuga insieme al suo uomo.
 
Il generale si era congratulato con lei per la scelta intelligente e si era ripromesso di avvertire il conte de Girodelle la mattina successiva in modo da affrettare i preparativi per le nozze.
 
Oscar lo aveva lasciato in quello stato euforico e non era stato difficile fargli promettere che avrebbe tollerato la presenza di Andre' a palazzo Jarjayes almeno fino a che il dottore lo avesse ritenuto opportuno.
Nonostante non avesse ancora ben chiaro il modo, sapeva che con l'aiuto di Lassonne lei e Andre' sarebbero riusciti a fuggire insieme.
La sola idea di Andre'e dell'amore travolgente che avrebbero finalmente condiviso la riempiva di gioia nonostante la situazione attuale .
 
Il dottor Lassonne le aveva apertamente offerto un aiuto, di lui si fidava completamente, non le restava che parlarne con Andre' per raccontargli tutto. Insieme avrebbero escogitato un piano per allontanarsi da palazzo non visti e imbarcarsi poi diretti in America dove avrebbero potuto finalmente anche sposarsi....
Non sarebbe stato certo facile, il primo passo era dire tutto ad Andre' riguardo al ricatto del Generale, Oscar era preoccupata della sua reazione alla notizia del suo...fidanzamento...
 
Che situazione assurda....
 
Lei confidava nel fatto che il tutto fosse da parte sua una finta e Andre' non avrebbe potuto che approvare la sua strategia.
 
Apri' la porta dell'anticamera che portava ai suoi appartamenti, nella penombra della stanza scorse la figura possente di Andre' di spalle, pareva stanco, un po' ricurvo su se stesso, eppure fronteggiava coraggiosamente la flebile luce rossastra e nervosa delle fiamme, l'occhio ferito ancora bendato, in piedi, rivolto verso il camino, forse a goderne il tepore.
 
„Andre'...sono tornata. Dobbiamo parlare, ci sono cose importanti di cui vorrei discutere con te.“
 
„Gia', immagino...futura signora de Girodelle...“
Parlo' senza voltarsi, la sua voce quasi un lamento mentre di proposito biascicava le ultime parole.
 
„Come? Ma che dici? Con chi hai parlato? Chi te l'ha detto?“
Oscar non se lo aspettava, la voce le usci' un po' stridula.
 
„Cosa importa chi me lo ha detto? Non e'forse la verita'? Sei la promessa sposa...di Girodelle....lui e' nobile e ha diritto di chiedere la tua mano ufficialmente, non e' cosi'?  E lo ha fatto, giusto? ....E tu......tu ....hai acconsentito...o no ? Maledizione Oscar, tu hai acconsentito !“
 
La sua voce, dapprima un ringhio sommesso esplose infine in un'imprecazione.
 
Era furioso.
 
E deluso.... e amareggiato.... e incredulo....
 
Ma in fondo doveva aspettarselo... non era possibie che una donna come Oscar potesse veramente rinunciare a tutto per stare con....con uno come lui... un servo, che non aveva da offrirle nient'altro che la propria misera vita.
 
Oscar invece, era l'erede di un prestigioso casato, una nobile del piu' alto rango, la cui famiglia vantava generazioni di fedelissimi alla Corona. Non era forse stata educata in questa prospettiva? Non le era stato inculcato fin dalla piu' tenera eta' il rispetto e la lealta' assoluta verso la Monarchia ?
 
Eppure per anni aveva sperato in segreto che lei fosse diversa, aveva creduto di poter aspirare un giorno al suo amore, perche' lei non era come gli altri nobili: essendo cresciuti insieme ne conosceva la purezza d'animo, la generosita', la sincerita', il suo innato senso della giustizia, inoltre era certo che anche che Oscar tenesse a lui....ma pensandoci bene, considero' tristemente tra se' e se' come il sentimento che provava per lui doveva essere qualcosa di simile a quello che un padrone sente verso il proprio cane: tenerezza forse, rispetto anche per la sua indiscussa lealta', affetto certo, poiche' per difendere il proprietario esso e' disposto a sacrificare la propria vita, e per la consapevolezza di un amore che da' senza chiedere nulla in cambio...
 
In fondo il loro rapporto non era molto diverso: lei era e restava la sua padrona, mentre a lui toccava il ruolo del cane....
 
Oscar d'altro canto voleva spiegargli come stessero le cose, ma il fatto che lui gia' sapesse di Girodelle la destabilizzava  rendendola nervosa.
Non aveva idea con chi avesse parlato e perche', non riusciva ad immaginare cosa si fossero detti e piu' cercava un modo per chiarire il malinteso, meno riusciva a trovare le parole giuste.
 
„Andre', per favore dimmi chi te l'ha detto....“
Una supplica.
 
Lui si volto'molto lentamente, non la guardo' subito in viso, le braccia lungo i fianchi, le spalle leggermente ricurve, apparentemente calmo, resto' immobile ma il leggero tremore dei suoi pugni stretti ne tradiva il reale stato d'animo.
 
„Io mi fidavo di te.....come hai potuto farmi questo?“
Sibilo' lui', sforzandosi tuttavia di mantenere un contegno.
 
„No, Andre', no...no.... sei in errore..per favore, devi ascoltarmi, le cose non stanno veramente cosi'“
Si avvicino' lei di pochi passi.
 
Lui indietreggio' bruscamente come offeso dal suo tentativo di riconciliazione.
„Ah no? Vuoi forse negare che hai accettato di sposarti con Girodelle? Non sei forse andata da tuo padre per dargli la bella notizia?“
Parlo' alzando gradualmente il tono della voce.
 
„Rispondimi, Oscar !“
 
„Si, e' vero ma..“
Oscar si sentiva come in trappola senza saperne il motivo, il disprezzo che leggeva nello sguardo di Andre' la intimoriva e la offendeva al tempo stesso, le parole faticavano ad uscire.
 
„ E tutto questo dopo che io....dopo che tu....Oscar, ma come hai potuto?  Devo assolutamente andarmene, non voglio restare un momento di piu' nelle tue vicinanze.“
 
A denti stretti Andre' pronuncio' queste ultime parole, la voce instabile, lo sguardo in fiamme, non voleva piangere di fronte a lei, non avrebbe dato spettacolo di se' e della propria sofferenza.
Si era presa gioco di lui, lo aveva usato nuovamente come un diversivo, ma si era stancata presto: evidentemente per dimenticare Fersen aveva optato per una soluzione piu' drastica, trastullarsi col suo cagnolino non era abbastanza, per sentirsi finalmente donna voleva un marito e lo voleva nobile .
 
Eppure....nonostante la rabbia e il senso di frustrazione per essere stato nuovamente scartato, la sola idea di Oscar tra le braccia di Girodelle.....immaginare lui che la toccava.... che la baciava... e lei che lo lasciava fare...lo lasciava fare..... lei che faceva l'amore con lui...che gridava i suo nome e gemeva con le labbra arrossate e gonfie tra le lenzuola sgualcite ...
 
Credette di impazzire e invoco' la morte che lo liberasse da tutto quel dolore...
 
„Andre', io....“
 
Le rivolse un ultimo sguardo ferito, poi fuggi', da lei e da se stesso.
 
Usci' correndo da quella stanza, mentre Oscar immobile come una statua non riusciva a proferire parola
 
Nonna Marie la trovo' cosi', in piedi con gli occhi sbarrati e lo sguardo vacuo, scossa da tremiti convulsi, non emetteva un suono.
 
 „Bambina mia, ma che succede? Stai tremando, hai la febbre?“
 
Oscar si accorse dopo un tempo indefinito che Marie le  stava dicendo qualcosa, la guardo' senza vederla ma dalle sue labbra usci' un sussurro.
 
„E' andato via.....Andre' se n'e' andato.“
 
„Lo sapevo....oooh lo sapevo che c'entrava quel buono a nulla di mio nipote, gli ho spiegato che deve mantenere le distanze, e non sta bene che resti qui con te adesso che sei fidanzata ! Meno male che mi ha dato retta ed e' tornato ad occupare la sua vecchia camera, pensa cosa avrebbe detto il tuo futuro marito se avesse saputo che permetti al tuo attendente di dormire addirittura nel tuo letto, benedetta bambina, ma come  ti e' saltato in mente?  Lo so che Andre' e' in convalescenza ma puo' benissimo curarsi nella sua stanza. Meno male che ci ho pensato io a rimetterlo al suo posto.... „
 
Oscar si riscosse come se si fosse appena risvegliata da un brutto sogno, guardo' la nonna e finalmente riusci' a vederla: piccola, brontolona e preoccupatissima per lei.
 
„Nonna, ma allora....sei stata tu a dire ad Andre' di Girodelle?“
 
„Ma certo! Qualcuno doveva pur farlo, no? O preferivi che fosse tuo padre a sorprenderlo qui a fare la bella vita alle spalle del tuo fidanzato? „
 
Oscar ignoro' quest'ultimo commento e si affretto' a chiedere:
 
„Dunque Andre' e' tornato nella sua camera? ....In questa casa?“
 
„Ma certo! Dove dovrebbe essere altrimenti?“
 
„Grazie nonna! Ti voglio bene!“
Oscar schiocco' un bacio sulla guancia piena e soffice dell'anziana governante poi volo' fuori dalla stanza senza voltarsi indietro.
 
La nonna fece un'alzata di spalle, ormai non si sorprendeva piu' per certi comportamenti dei suoi ragazzi, ultimamente poi sembravano entrambi  impazziti, ma la sua bambina si sarebbe presto sposata, e questo avrebbe messo fine a tutte le stranezze tra quei due testoni.
 
Oscar intanto aveva raggiunto l'ala della servitu' al pian terreno del palazzo, finalmente pronta ad affrontare Andre', ed ora non gli avrebbe permesso di mandarla via, non prima di averla ascoltata!
 
Busso' con decisione.
 
„Nonna ti ho detto che non voglio cen...!!
Le parole gli morirono in bocca quando aprendo si scatto si trovo' di fronte due zaffiri dardeggianti che quasi lo fulminarono sul posto.
 
„Non sognarti nemmeno di chiudermi fuori!“
 
Mentre lo diceva blocco' con lo stivale la porta ed entro' nella camera di Andre' che inebetito dalla sorpresa la lascio' fare.
Andre' si richiuse la porta dietro le spalle, Oscar gli rivolse uno sguardo eloquente e poi chiuse a doppia mandata col chiavistello.
 
„Che cosa vuoi, Oscar...“
Il tono stanco, rassegnato.
 
„Non mi hai dato la possibilita' di spiegare come stanno veramente le cose, sono venuta per fare chiarezza.“
 
Attese lei...
 
„Ti ascolto.“
Si arrese lui...
 
„Andre', ti prego, quello che devo dirti non ti fara' piacere, ma lasciami finire prima di dire qualunque cosa, e' troppo importante, e comunque sappi che io ti amo, e non sposero' altri che te, e questa notte.... te lo dimostrero'.“

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***



Capitolo XIV
 
Andre' allaccio' il suo sguardo a quello di lei in segno di sfida, smeraldo liquido e topazio fuso si mescolavano in robuste striature a tracciare nuove armonie .
Nessuno dei due abbasso' lo sguardo, si fronteggiarono cosi' misurandosi in silenzio per lunghi attimi. Oscar era riuscita nell'intento di avere tutta la sua attenzione.
 
„Posso sedermi?“
Chiese infine.
 
„Prego.“
Fece segno lui voltandosi a indicare con la mano la modesta poltroncina di fianco al letto mentre con la testa accennava ironico un inchino.
 
„Dopo di te.“
Oscar imito' le sue movenze indicando il letto e attese che lui vi si accomodasse per primo.
 
Poi anche lei si sedette e comincio' dall'inizio.
 
„Andre', la mattina in cui ti riportai a casa ferito, feci promettere a Girodelle di mantenere il segreto sulle circostanze del tuo ferimento. Volevo proteggerti da mio padre, lui ti avrebbe certamente denunciato ed io non potevo permetterlo.“
 
Fece una pausa e lo spio' con la coda dell'occhio, lui era tutt'orecchie, cosi' continuo'.
 
„Purtroppo fidarmi di Victor e' stato un grosso errore:  ha raccontato tutto a mio padre prima che io potessi spiegargli alcunche', ma temo che nemmeno le mie spiegazioni sarebbero servite a qualcosa.
Andre'....lui ha trovato la tua lettera !“
 
„Cosa?“
Esplose Andre' scattando in piedi.
 
„Ne sei sicura?“
Domando' in evidente apprensione.
 
„Aspetta, calmati per favore e stammi a sentire.“
 
„Si, si, va bene, scusami....continua...“
Torno' a sedersi.

„Dunque, mio padre deve aver letto la tua lettera, e con tutta probabilita' l'ha distrutta per non farmela trovare. Evidentemente non gli e'piaciuto quello che c'era scritto, cosi' ha pensato bene di non dirmi nulla sul vero motivo della tua partenza, invece mi ha fatto credere che tu avessi intenzione di metter su famiglia con una brava ragazza del popolo, e che te ne fossi andato in fretta e furia senza dirmi una parola poiche' non vedevi l'ora di sposarti.“


„Ma e' assurdo ! Oscar non ci avrai creduto veramente !“
 
„Andre', cos'altro potevo pensare? Tu eri sparito senza nemmeno salutarmi, dopo vent'anni trascorsi insieme, ogni singolo giorno....ne abbiamo gia' parlato, non e'  stato un periodo facile, ma mi e' servito a fare luce nel mio cuore e a capire quanto tu fossi importante per me....ho capito che non posso vivere senza di te, tu sei tutta la mia vita, Andre'....solo tu.“
 
„Oscar....“
 
Andre' allungo' una mano verso di lei come a volerla toccare, lei la raggiunse con la sua a mezz'aria e intrecciarono le dita. Oscar si senti' invadere dal suo calore e gli si rivolse con un tono di voce piu' dolce, cullandolo con lo sguardo.
 
„Ma non e' tutto qui.... Vedi, Andre',dopo che siamo tornati a palazzo, Girodelle ha parlato con mio padre rivelandogli la tua presenza. Gli ha detto che io nascondevo il cavaliere nero, e insieme a lui si e' inventato la storia dell'agguato e dell'attacco subito degli sciacalli per impedire che tu fossi identificato e arrestato, in questo modo la nostra famiglia avrebbe evitato il rischio di uno scandalo per aver allevato una serpe in seno, pronta a tradire la Corona per quattro gioielli. „
 
„Io....una serpe in seno.“
Rise amaramente scuotendo la testa.
 
„Gia', e temevano anche un nuovo scandalo per la famiglia reale dato che Maria Antonietta non fa segreto della sua amicizia nei miei confronti, e sappiamo bene che a Versailles non avrebbero tardato a ricamarci sopra inventandosi qualche torbida storia pur di screditare me e la regina.“
 
„Va bene ho capito, ma in tutto questo cosa c'entra il matrimonio con Girodelle?“
 
Andre' fremeva poiche' di tutta quella storia la parte che gli interessava era il fidanzamento di Oscar, e ancora non capiva come fosse possibile che lei avesse accettato di sposare un altro uomo.
 
„Non ci arrivi da solo Andre'? Mio padre ha letto la lettera ti dico! Sa che mi vuoi bene, evidentemente ha anche capito che io ne voglio a te, ha dunque pensato di impedire una qualunque relazione tra di noi imponendomi di sposare Girodelle, e nel caso io rifiutassi la sua proposta di matrimonio.....ha minacciato di consegnarti alla giustizia! Lo sai cosa significa questo, vero Andre'? Verresti condannato a morte! Io questo... non posso permetterlo !
 
Andre' la guardo' come se fosse la cosa piu'bella e preziosa che esistesse al mondo, le accarezzo' il viso, il suo sguardo spezzato vibro' illuminandosi di una luce dolcissima ma al contempo triste, non seppe dirlo con altre parole...
 
„Oscar....piccola.....non mi importa di morire se tu andrai sposa ad un altro....io non potrei vivere sapendoti sua...non potrei mai...ti prego Oscar, non ti sposare....“
La sua calda voce una supplica, nel suo sguardo gocce di giada liquida.
 
„No, amore mio, ma cosa dici? No.... Io non voglio sposarmi con lui. Ho mentito a mio padre solo per impedirgli di farti del male! Noi due dobbiamo fuggire insieme Andre', non c'e' altro modo, lo capisci? Andremo in America, ci imbarcheremo come volevi tu, e ci sposeremo....io e te...io voglio essere solo tua ....voglio diventare tua moglie, amore mio.“
Le ultime parole le morirono quasi in gola per la commozione.
 
„Dillo di nuovo...ti prego Oscar, voglio sentirtelo dire ancora...“
Le strinse entrambe le mani tra le sue.


„Ti amo....io ti amo Andre', e voglio essere tua moglie....e se non c'e' altro modo, fuggiremo insieme... io e te..“
 
„Giuramelo!“
 
„Te lo giuro sulla mia vita Andre'...“
 
„Oscar...mia piccola Oscar...“

Se la trascino' dietro per chiuderla nel suo caldo abbraccio, portandosela al petto.
Sempre sdraiato sul letto, lascio' poi che lei gli si accucciasse accanto e se la strinse al cuore, cullandola, accarezzandole i capelli, fu allora che si senti' improvvisamente uno stupido per aver perso la testa dopo aver saputo di Girodelle, senza prima ascoltare cosa lei avesse da dire, cosi' mentre continuava ad accarezzarla disse:
 
„Oscar, lo senti come batte il mio cuore per te? Amore mio, quando tu mi sei vicina questo mio cuore impazzisce e temo che possa sfondarmi il petto talmente e' forte e vigorosa la sua corsa, ma questo cuore a volte per il troppo amore sbaglia... e si ribella.... e mi porta a fare cose stupide perche' non vuol sentir ragioni....questo mio cuore folle.....innamorato.... geloso....
 
Lei alzo' gli occhi incrociando il verde del suo sguardo.
 
„Geloso?....“
Chiese sorniona.
 
„Si, lo ammetto, quando la nonna mi ha detto che ti saresti sposata con Girodelle, all'inizio non ci ho voluto credere, ho sperato che mi stesse prendendo in giro, ma lei continuava a borbottare delle tue nozze imminenti e di quanto fosse indecente la mia presenza in camera tua, e che quel letto non spettava a me...si, insomma, sai quanto nonna a volte possa essere incontenibile. Beh...io, ad un certo punto non ci ho visto piu', immaginavo te e  quel damerino rotolarvi tra le lenzuola e....lui ti baciava e ti toccava in un modo che....ero pazzo di gelosia Oscar, ho perso il controllo. Scusami.... avrei dovuto darti il tempo di spiegare, ma non ci sono proprio riuscito.
Potrai mai perdonarmi?“
 
Lei alzo' un sopracciglio, si finse pensierosa poi rispose:
 
„Grandier, quello che mi chiedi e' davvero un compito difficile.... tu...per esempio.... cosa saresti disposto a fare per farti perdonare?“
Intanto fece scorrere un dito sulle sue labbra.
 
„Qualunque cosa, mia signora, voi ordinate ed il vostro umile servo obbedira'.“
La divoro' con lo sguardo.
 
„Tanto per cominciare, smettila di definirti mio servo.“
 
„Ah si? Allora dimmi Oscar, cosa sono io per te?“
La voce roca, il verde del suo sguardo si arricchi' dei toni scuri del petrolio.  
 
„Andre'... tu sei il mio uomo, ed io sono la tua donna, voglio esserlo con te.....Rendimi donna amore mio.... Voglio trascorrere questa notte come la moglie di Andre' Grandier....“
 
„Oscar....“
 
Andre' non riusci' a dire altro, circondo' il suo volto con i palmi delle sue mani calde, le dita tra le ciocche dei suoi capelli, oro e ambra intrecciati, si perse nella profondita' dei suoi occhi, limpidi come l'acqua di sorgente, ma profondi come i misteri degli oceani, lei ricambio' quello sguardo, si avvicino' impercettibilmente a lui, percepi' un tremolio nella sua iride smeraldina, i loro volti erano vicinissimi, Andre' si passo' la punta della lingua sulle labbra per inumidirle in un gesto spontaneo che la fece arrossire, di rimando lei si morse il labbro inferiore e sorrise timida abbassando gli occhi, poi d'istinto socchiuse le labbra mentre tornava a guardarlo seria, intensa, con quegli straordinari occhi felini dal taglio allungato, lui non seppe piu' resisterle e si avvicino' ancora, con la bocca dischiusa raggiunse le sue labbra, le sfioro' chiudendole tra le sue, assaggiandole in un movimento lentissimo ma deciso... una volta... poi ancora....e ancora.... si allontano' per guardarla negli occhi indagatore, vi lesse lo stesso turbamento che sentiva lui, entrambi sconvolti dall'intensita' di cio' che provavano e di come i loro corpi si accendessero a quel semplice contatto .
I loro volti si riavvicinarono, le labbra si sfiorarono nuovamente, questa volta piu' a lungo, aprendosi e chiudendosi le une sulle altre assaporandosi in teneri morsi...poi di nuovo occhi incatenati.....e il cuore che galoppava impazzito....e le viscere che si incendiavano mentre fuoco vivo scorreva nelle vene al posto del sangue. Si fissarono per attimi infiniti....le loro iridi vibranti di desiderio scorrevano tra occhi...e labbra... labbra e occhi.... non ci fu piu' bisogno di parole, Andre' volle tutto di quella bocca d'ambrosia e la violo' con tutta la passione che aveva in corpo, avido, arrogante, impetuoso, approfondi' il bacio mentre lei rispose ai suoi affondi con gratitudine, come e' grato chi viene sfamato dopo un lungo digiuno, come e' grato chi beve dopo aver a lungo sofferto la sete.
 
Oscar si lascio' sfuggire un gemito mentre le loro lingue si cercavano e si esploravano via via sempre meno delicatamente, e mentre la passione cresceva e il desiderio aumentava, le loro labbra si contraevano assaporandosi, sfamandosi, dissetandosi, finche' i baci non furono piu' abbastanza, che la fame divenne insopportabile, e le mani iniziarono a tastare, a saggiare, a scoprire, a strattonare.
 
Improvvisamente Andre' si fermo', si mise seduto, lei gli stava di fronte, la guardo' intensamente negli occhi, la voce roca, caldissima.
 
„Oscar, stiamo andando troppo in fretta, aspetta....aspetta amore, io...io....devo calmarmi, io voglio amarti con dolcezza, voglio guardarti ....e venerarti... e farti mia ancora e ancora, ma con tutto l'amore che sento per te.... solo per te... da sempre.... perche' io ti amo....ti amo disperatamente Oscar, io.... sono pazzo di te, e non voglio spaventarti col mio impeto. Ho atteso cosi' tanto questo momento che ....Oscar, ti voglio cosi' tanto che....temo di farti male e non me lo perdonerei mai.“
 
„Oh Andre', io non ho paura, ti desidero anch'io come non ho mai desiderato nient'altro in tutta la mia vita..... e mi fido di te...e non devi piu' aspettare, amore, io.... sono pronta.“
 
Andre' le sorrise un po' incerto, poi lentamente scosto' i lembi della camicia lasciando che scorresse ai lati delle sue spalle.
 
Tremo' Andre' di fronte alla perfezione del suo seno, parve esitare, sopraffatto e commosso dalla sua bellezza.
 
„Oscar....sei bellissima....sei una visione.....io non.....“
 
Oscar gli prese una mano tra le sue e lentamente se la porto' al petto.
 
„Ti prego Andre'... toccami....“
 
Lui la raggiunse con le dita tremanti, sfioro' la sua pelle, la senti' fremere sotto i polpastrelli, era liscia e vellutata, e calda e piena, era candida come la luna penso', adagio' vibrante entrambi i palmi delle mani sui suoi seni, senza smettere di guardarla, lei chiuse gli occhi e getto' indietro la testa inarcandosi, le dita a stringere le lenzuola, poi senza spostare i palmi delle mani dal suo seno, lui con i pollici raggiunse i suoi capezzoli, li senti' irrigidirsi ed ergersi orgogliosi al suo tocco gentile, lei gemette, e gemette, e invoco' il suo nome, con la voce spezzata dai sospiri e lui impazzi'.
Torno' a baciarla profondamente senza smettere di toccarla, mentre anche lei nel frattempo lo liberava della camicia.
Oscar volle sentire sotto le dita la consistenza dei suoi muscoli tesi, al contatto con le sue dita minute e affusolate Andre' si senti' percorrere da brividi potenti che si concentrarono tutti verso il bassoventre.
 
Voleva di piu'...
 
Oscar finalmente era sua, lo accarezzava, lo baciava e lo desiderava, si, ne era certo, lei ricambiava quel folle desiderio che per anni era stato a senso unico e che quasi gli aveva tolto la ragione.
 
Finalmente potevano amarsi.
 
Una volta liberi dalla stoffa, si ritrovarono pelle contro pelle, occhi negli occhi, lui la fece sdraiare supina e le fu sopra.
Lei volle guadarlo stregata dalla sua bellezza e dal suo vigore. Penso' che Andre' era l'uomo piu' bello che avesse mai visto, e che era stata cieca a non accorgersene prima, lo desiderava al punto da sentirsi male.
La bacio' ancora a lungo sulla bocca, appassionato e travolgente, prima di spostare le sue attenzioni ad ogni centimetro della sua pelle.
Poi fu pura follia...di mani che accarezzavano e lingue che esploravano, e pelle segreta e tumida che si offriva, di brividi profondi che scuotevano, di corpi che vibravano e voci spezzate che si accordavano in una melodia in crescendo, e nettare che scorreva dove si aprivano nuovi sentieri, poi come un' esplosione di colori e onde concentriche violente come scosse elettriche pulsanti fino a lambire l'anima.... Il cuore in tumulto, Oscar faticava a respirare....
Lui attese qualche secondo che il ritmo del suo respiro tornasse piu' regolare, le prese le mani fra le sue, le dita intrecciate, alzo' le braccia portandole ai lati della sua testa.
 
Un ultimo sguardo per essere sicuro che fosse pronta, lei annui' silenziosa,  sorridendo.... poi fu in lei.
 
.....
 
 
.....perdersi l'uno nell'altra per ritrovarsi ad ogni affondo....
 
....dondolare avvinghiati la danza remota e universale della Vita....
 
....e lo svelarsi dell'Universo nel controcanto degli amanti ebbri di estasi...
 
....amarsi, solo questo....
 
Di quell'attimo in futuro non avrebbe ricordato mai ne' il dolore, ne' la preoccupazione nello sguardo di Andre' che la tenne stretta baciando le sue lacrime e sussurrandole del suo infinito amore.
 
Avrebbe ricordato solo l'immensita' di quel sentimento che li vide sposi in una piccola e modesta camera della servitu', la stessa camera che anni prima li aveva accolti bambini, a stringersi nelle notti di temporale per vincerne la paura, poi ragazzi, vivaci e inseparabili a leggere in quello stesso letto nascosti sotto le coperte, illuminati solo dalla timida luce di una candela storie di pirati e fantasmi di castello, infine adulti: un uomo e una donna, che lo divennero insieme, nello spirito e nel corpo per la prima volta in quella stessa stanza, in quell'attimo preciso, quell'attimo di eternita' che vide ricongiunte due anime gemelle, separate nella notte dei tempi, ma destinate a ritrovarsi per unirsi in quello stesso attimo di amore purissimo, quell'attimo in cui morirono per rinascere liberi e uguali, e che ne' lui ne' lei avrebbero mai piu' scordato.
 
Fecero l'amore quella notte  e fu per entrambi la prima volta, si amarono con dolcezza e con passione, ancora e ancora, guardandosi negli occhi, dapprima increduli poi felici ma sempre intensi, e piansero infine, sopraffatti da tutto quel calore, da tutto quell'amore, rimasero abbracciati stretti a sussurrarsi tenerezze ripetendo il nome l'uno dell'altro cullati dal reciproco respiro finche' non si addormentarono appagati e stanchi.
 
Intanto fuori il sole era gia' sorto, Girodelle si apprestava a scendere dalla sua carrozza di fronte a palazzo Jarjayes, e gia' pregustava il momento in cui avrebbe incontrato la sua promessa sposa.

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Capitolo 15
*** Capitolo XV ***


Capitolo XV
 
La prima a svegliarsi fu Oscar.
 
Durante il sonno si era rannicchiata su un fianco mentre Andre' dietro di lei se la stringeva al petto .
Nonostante fosse sveglia non si mosse per non interrompere la magia di quel caldo abbraccio: era in uno stato di beatitudine assoluta, e non esisteva altro luogo al mondo dove avrebbe volto essere in quel momento, anzi, sarebbe volentieri rimasta cosi' stretta tra le forti braccia di Andre' per sempre.
 
Chiuse gli occhi per godere meglio del suo inconfondibile profumo, e del contatto con la pelle liscia e bollente del suo ampio torace, stretta a lui si sentiva protetta e al sicuro da tutto. Era certa che insieme avrebbero superato qualunque ostacolo.
 
Ripenso' alla notte appena trascorsa, arrossi' al ricordo di Andre', del suo volto virile e perfetto trasfigurato nel momento del piacere, senti' un brivido percorrerle la schiena ripensando al suono familiare ma totalmente nuovo della sua voce gutturale mentre la faceva sua, e quelle mani...quella bocca.....aveva sfiorato la follia....  lei non aveva idea....non sapeva che l'amore tra un uomo e una donna potesse coinvolgere a tal punto ogni fibra del corpo e della mente e che l'unione di due esseri potesse risuonare nel profondo fino a far vibrare le corde dell'anima....  si domandava se per lui fosse stata la stessa cosa, e si ripromise di chiederglielo non appena sveglio... intanto non si rese conto di avere tutto il tempo un sorriso ebete stampato in faccia, gli occhi sognanti e il respiro leggermente accelerato, mentre Andre' gia' sveglio la spiava in silenzio con aria compiaciuta...
 
Lei, sentendosi improvvisamente osservata, si volto' verso di lui che sfoggio' uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
 
„Buon giorno amore mio, vedo che la notte appena trascorsa ti ha messo di buon umore...“
Disse lui senza riuscire a nascondere la sua allegria.
 
Se prima era arrossita ora divenne paonazza.
 
„Oh, ti sei svegliato Andre', lo sai non sta bene spiare le signore, da quanto tempo mi stavi guardando senza dire niente?“
 
„....Da un po'.... „
 
„Ah si? E perche'?.“
 
„Beh...Volevo godermi lo spettacolo...“
 
„Quale spettacolo, Grandier?“
 
„Lo sai che vista da dietro tutta nuda non sei niente male? del resto con le culottes che indossi abitualmente lo avevo ben immaginato...“
 
Ridacchio' sornione.
 
„Andre'... Ma cosa....?“
 
Oscar si porto' una mano alla bocca abbassando lo sguardo mentre lui rideva divertito , non le aveva mai rivolto complimenti cosi' espliciti, ma dopo la notte appena trascorsa sentiva che finalmente poteva mostrarle anche quella parte di se' che per anni aveva disperatamente tentato di addomesticare.
Si fece improvvisamente serio, lo sguardo ardente:
 
„Oscar, lascia che ti dica una cosa.... tu te ne vai in giro come se niente fosse dalla mattina alla sera vestita in un modo che.... beh, lascia ben poco all'immaginazione, tu non sai cosa significhi per un uomo guardarti camminare o peggio ancora cavalcare con addosso poca stoffa che aderisce come una seconda pelle.... tu non puoi capire...quelle camicie di batista poi.... ma ti sei mai resa conto che sono quasi trasparenti? Quando sei in casa senza le fasce io.....“
 
„Tu cosa?“
 
Oscar improvvisamente sembrava molto interessata...
 
Si giro' supino fissando il soffitto, sollevo' le braccia portandosi le mani dietro la testa.
„Beh, diciamo che in questi anni hai messo a dura prova il mio autocontrollo...ci sono stati momenti in cui ti avrei volentieri strappato i vestiti di dosso a morsi....“
Ridacchio' spiandola con la coda dell'occhio.
 
„Andre'!“
Si finse offesa, ma gli occhi sorridevano.
 
Di nuovo lui le rivolse uno dei suoi sguardi piu' intensi e carichi di passione mentre con un tono di voce piu' profondo diceva:
„Io sono pazzo di te amore mio, e ti amo, ti amo da morire, e ti avrei amato per sempre anche senza essere ricambiato, ma credo che non avrei potuto resistere ancora a lungo in questa casa senza poterti avere...probabilmente se non fosse tornato il mio disturbo del sonno a darmi una mano avrei fatto qualche pazzia anche da sveglio....tu sei una tentazione troppo forte per me, Oscar“
 
„Andre', io...“
 
Oscar era visibilmente imbarazzata, lei non sapeva molto di queste cose, Andre' si inteneri' nel vederla quasi mortificata, come se si sentisse in colpa, allora cerco' di spiegarsi meglio:
 
„Vedi amore mio, un uomo ha dei bisogni...fisici...che a volte prendono il sopravvento, quasi come se il corpo ne fosse schiavo, con gli anni si impara a dominarsi meglio, ma... quando si e' molto giovani...beh, a volte puo' anche essere doloroso rinunciare a....soddisfare questi bisogni, ecco... e per un ragazzo.... per un uomo innamorato che ha davanti a se la donna che ama ....che lo fa rabbrivire solo sfiorandolo per caso,  starle accanto ogni giorno, in ogni momento, e desiderarla.....sognarla.....volerla......costantemente.....incessantemente....ardentemente......senza  poterla avere mai.....mai...“
 
Scosse la testa, la bocca si allungo' in una piega amara .
 
“Dio, Oscar, tu non puoi capire....“
 
Fece una pausa, sembrava cercare le parole giuste.
 
„Per esempio, ricordi quando duellavamo da ragazzi con indosso solo culottes e camicia, e tu ti muovevi in quel modo....avanti...indietro, avanti...indietro.... poi a volte mi cadevi addosso e ...sentivo i tuoi fianchi su di me...e il tuo seno suo mio petto..... e  avevo il tuo viso cosi' vicino da respirare il tuo stesso respiro....impazzivo, Oscar, impazzivo per te.... tu non sai quante volte avrei voluto.....“
 
„Cosa? ....Cosa avresti voluto Andre'?“
Lo incalzo con la voce vibrante, lo sguardo inquisitore lei, penetrante lui.
 
„Avrei voluto baciarti fino a farti svenire....e poi ti avrei fatta mia in mille modi....in questi anni ho avuto tempo a sufficienza per immaginarmeli tutti sai? Non sto affatto scherzando...“
La voce arrochita, appassionata.
 
Lei aveva una luce strana negli occhi.
 
„Andre', devo confessarti una cosa...“
 
„Cosa? „
Si sorprese lui.
 
Lei esitava e si mordeva il labbro inferiore.
Le pose un dito sotto il mento invitandola a sollevare il viso verso di lui.
La sua voce si fece miele.
 
„Coraggio, amore, a me puoi dire tutto, davvero...“
 
„Andre'....vedi.... quando duellavamo da ragazzi in effetti anche io....si...anche io sentivo qualcosa....allora non me lo spiegavo, o meglio, non volevo pensarci, non potevo permettermi di pensarci ....e nemmeno capivo in realta', ma....“
 
„Ma?....“


Andre' si sollevo' sui gomiti.
 
„Beh ecco....mi turbavi....“
 
Gli rivolse uno sguardo fugace con evidente imbarazzo, ma continuo' incoraggiata dall'incredibile dolcezza che lesse nell'espressione improvvisamente sognante di Andre':
 
„ E quando eravamo molto vicini e tu....a volte ecco sentivo anch'io il tuo corpo vicino a me, cosi' ....solido....e poi se ti muovevi per scansarmi e mi toccavi....forse non di proposito ma....e poi mi guardavi in un modo cosi' intenso....mi fissavi le labbra ed io.... beh,  sentivo come...“
 
„Cosa, Oscar....dimmelo, voglio saperlo .“
La voce roca, lo sguardo di petrolio.
 
„A volte mi sentivo bruciare nel petto, e attraversare da brividi improvvisi lungo la schiena, altre volte sentivo come uno strano languore proprio qui....“
 
Andre' rimase incantato dal semplice movimento con cui la mano di lei candida e minuta indico' la sua femminilita', fu colto da un infinita gioia e fu sopraffatto dalla tenerezza verso quella creatura unica e meravigliosa che gli stava aprendo il cuore con i suoi piu' intimi segreti.
Penso' a quanto male le avesse fatto suo padre imponendole un'educazione maschile, addirittura facendole credere di essere lei stessa un maschio, costringedola a reprimere ogni istinto o curiosita' legati alla sua vera essenza, eppure, nonostante la follia paterna avesse tentato di trasformarla in uno scherzo della natura , lei era invece straordinariamente sbocciata in tutta la sua abbagliante femminilita', era divenuta una donna passionale e vibrante che gli si era donata con ardore senza riserve poche ore prima.
 
Non avrebbe potuto amarla di piu'....
 
Con la mano le accarezzo' dolcemente il viso.
 
„Amore....amore....amore mio..... tu mi volevi..... si, anche tu mi volevi....ora lo so, tu eri gia' mia....la mia Oscar....la mia piccola Oscar...“
 
„Si, Andre', hai ragione tu, ero tua e non lo sapevo.....io non lo sapevo..... Quanto tempo sprecato, amore mio....quanto tempo.....“
 
„No, no, non dire cosi', ora siamo qui', e ci amiamo, solo questo conta.“
 
La attiro' nel suo caldo abbraccio mentre lei dava sfogo alle lacrime.
 
„Andre', io ti amo cosi' tanto.....con tutta me stessa.“
 
„Non lasciarmi mai, Oscar, non lasciarmi mai.“
 
„Nemmeno tu, Andre', voglio stare sempre con te, per sempre...“
 
Si strinsero con tutta la forza che avevano, quasi volessero fondersi in un solo essere.
Lui la volle ancora e nuovamente fecero l'amore, questa volta lentamente, indugiando con le mani, con le labbra, con gli occhi....assaporandosi....respirandosi.....
 
Infine la realta' torno' a mordere con i suoi denti aguzzi, si resero conto di essere due clandestini e di dover fare molta attenzione se volevano uscire entrambi vivi da tutta quella situazione.
 
„Andre', dobbiamo pensare a un modo per andarcene da qui. Il dottor Lassonne potrebbe aiutarci „
 
„Lassonne? Ne sei sicura?
 
„Si, lui ha capito che ci amiamo, sai? Ha capito tutto ed e' pronto ad aiutarci, me lo ha detto lui stesso. Oggi quando verra' a cambiarti le bende voglio essere presente, gli parleremo e gli diremo dei nostri progetti. Vedrai che ci aiutera'. Ma Andre', tu ora devi dirmi tutta la verita' sul vero cavaliere nero, perche' se non sei tu, lui potrebbe venire a cercarti, e se sono tuoi amici potrebbero non avere la tua fortuna....Ti prometto che li proteggero', ma tu devi fidarti di me“
 
„Va bene Oscar, mi fido di te, ora ti raccontero' tutto.“
 
......
 
Il Generale Jarjayes e Girodelle si strinsero la mano soddisfatti entrambi degli accordi conclusi riguardo al futuro di Oscar e del casato.
 
„E mi raccomando Victor, voglio un nipotino entro il primo anno, e che sia maschio !!!“
L'ultima parola usci' graffiante come la zampata di un felino.
 
„Contateci Generale“
Un sorriso compiaciuto gli si era incollato in faccia e non c'era verso di levarglielo.
 
Ricevette una bonaria pacca sulla spalla Girodelle, mentre il Generale si premurava di mandare qualcuno della servitu' a chiamare la figlia, che il suo fidanzato l'attendeva nel salotto.
 
La governante si affretto' a dire che Oscar era nei suoi appartamenti a fare un bagno di bellezza per prepararsi all'incontro, e che sarebbe scesa appena pronta.
 
„Schiocchezze! „
Tuono' il generale.
 
„Victor, raggiungetela pure di sopra, in fondo sarete presto marito e moglie, non c'e'nulla di male se Vi riceve ....in privato.“
 
Giocava col fuoco il Generale Jarjayes....ma per lui era una questione di vita o di morte ....sperava in cuor suo che Victor fosse intercettato da Andre' e che la sua presenza in camera di Oscar in un contesto  cosi' intimo, scoraggiasse definitivamente ogni sua ambizione verso la figlia.
Voleva mandargli un messaggio forte e chiaro ma senza esporsi.
Giocava sporco Augustin, ed era pronto a usare tutte le sue carte pur di liberarsi di Andre'.
 
Victor non nascose un certo imbarazzo, ma non voleva mostrarsi debole o insicuro agli occhi del futuro suocero, cosi' ringrazio' con un cenno della testa e disse.
 
„Non le manchero' certo di rispetto nella Vostra rispettabile dimora, sono sicuro che con le dovute distanze Madamigella sara' in grado di ricevermi.“
 
Marie rimase interdetta, ma non potendo fare nulla fu costretta ad abbassare gli occhi e con un inchino si dileguo' nelle cucine.
 
Victor, accompagnato da una cameriera sali' le scale, poi fu lasciato solo di fronte alla porta degli appartamenti di Oscar.
Busso'.
 
Oscar era immersa nella vasca di fronte al camino nella penombra della sua stanza, gli occhi chiusi, la testa gettata indietro sulle ginocchia di Andre' seduto dietro di lei che le massaggiava le spalle sussurrandole dolci parole d'amore all'orecchio.
 
Sentirono bussare, si guardarono interrogativi.
 
„Madamigella Oscar, sono Victor, Vostro padre mi ha cortesemente permesso di farvi visita in privato.“
Oscar rispose brusca in un moto di rabbia:
 
„Non e' il momento adatto, Victor, non sono presentabile in questo momento.“
 
Andre' voleva apparire calmo ma lei capi' che fremeva, tradito dall'impercettibile vibrare delle narici.
Lei gli fece cenno di stare tranquillo e di nascondersi dietro i pesanti tendaggi...
Con grande disappunto lui si vide costretto a darle ascolto.
 
„Madamigella.....Oscar, permettetemi di chiamarvi col vostro nome.....ecco, vedete, sono qui per espresso ordine del Generale, non vorrei deludere le sue aspettative, e certamente non lo vorrete nemmeno Voi.....Vi prego, fatemi entrare, Vi prometto che Vi portero' il dovuto rispetto, Voglio solo assicurarmi delle Vostre condizioni di salute, non siete venuta a corte negli ultimi giorni e anche la Regina e' molto preoccupata.“
 
Oscar percepi' il messaggio celato dietro alle parole apparentementi affabili di Girodelle: suo padre voleva che lei  lo ricevesse in privato, e lei doveva obbedire, le ripercussioni di un suo rifiuto sarebbero pesate solo su Andre', e lei doveva proteggerlo ad ogni costo.
 
Andre' da dietro la tenda le lancio' un'occhiata di fuoco, ma capiva le circostanze e con un cenno del capo le diede via libera .
 
„Va bene, Victor, se le cose stanno cosi', entrate pure.“

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI ***


Capitolo XVI
 
Il cigolare della pesante porta in noce precedette' l'ingresso del Tenente de Girodelle nelle stanze del Comandante delle Guardie Reali, nonostante in quel momento ne' l'uno ne' l'altro si trovassero nelle abituali condizioni per impersonare il proprio ruolo.
 
Oscar nel frattempo era uscita dalla vasca e si era coperta con un telo di lino chiuso precariamente da un nodo appena sopra il seno.
Victor la trovo' seduta sulla poltrona vicino al camino intenta a passarsi la spazzola sui lunghi capelli d'oro per asciugarli al tepore del fuoco, avvolta da un' atmosfera che ad entrambi parve surreale.
 
Lei era una visione...
 
Intanto Andre' dietro le tende stringeva i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne. Sarebbe volentieri uscito allo scoperto per saltare al collo di Girodelle e azzannarlo come fa un animale selvaggio con la sua preda: aveva di fronte non solo colui che lo aveva ferito all'occhio, ma anche l'uomo che la sua Oscar avrebbe dovuto sposare per volere del padre, l'unico degno di aspirare ad esserne il marito legittimo.
 
A stento riusciva a trattenere la collera, ma chiamo' a raccolta tutte le sue forze e rimase immobile in ascolto.
 
„Madamigella Oscar....Voi...mi turbate sempre piu' con il vostro splendore..... a differenza delle dame di corte non  avete alcuna necessita' di trucco e acconciature stravaganti, e nemmeno di indossare abiti sfarzosi per apparire piu' bella. Voi siete stata benedetta da Dio, anzi...siete una creatura del Paradiso....non esiste al mondo donna piu' perfetta e affascinante di Voi, che siete un angelo...e.... se mi consentite vorrei esprimere la mia....gratitudine, si..io Vi sono immensamente grato per aver accettato la mia proposta di matrimonio. Vostro padre mi aveva gia' dato il suo benestare ma con il vostro personale consenso avete fatto di me l'uomo piu' felice della terra. Consideratemi vostro umile servitore, no, anzi, schiavo se peferite.... io faro' qualunque cosa per voi... per rendervi felice, e credetemi se Vi dico che lo sarete.... felice insieme a me. Io...sapro' amarvi come meritate e col tempo sono certo che mi amerete anche Voi.“
 
Girodelle aveva parlato con un ardore che non lasciava dubbi sulla sincerita' dei suoi sentimenti.
 
Andre' senti' montare dalle viscere una rabbia incontenibile che gli stordiva il cervello, il suo corpo tremava per lo forzo di trattenersi dall' esplodere.
 
Non sopportava che quell'uomo rivolgesse tali lusinghe alla sua donna!
 
Oscar si rivolse a Victor senza smettere di spazzolarsi i capelli, appariva estremamente calma, ma dentro di se sentiva il cuore galoppare, non certo per le parole del bel conte, bensi' perche' consapevole della presenza di Andre'.
 
Sapeva quanto tutta questa situazione lo ferisse nell'orgoglio: suo padre permetteva a un suo sottoposto qualunque di entrare nelle sue stanze private, addirittura sapendola svestita, solo perche' nobile di nascita, mentre ad Andre', che era cresciuto insieme a lei in quella stessa casa non era permesso nemmeno di sfiorarla....
 
Non poteva lasciarsi prendere dall'amarezza in quel momento: ne andava della vita di Andre'. Nonostante la visita di Victor capitasse del tutto inaspettata, e lei non vi fosse preparata, si impose di indossare una maschera impenetrabile al fine di impersonare il ruolo concordato con Andre' nella farsa cui avrebbero dato vita nei giorni a seguire.
 
Avevano pensato insieme ad una via d'uscita, un piano ben preciso, di cui avevano parlato quella mattina dopo che lui le aveva finalmente svelato le responsabilita' di Bernard nella faccenda del cavaliere nero e il coinvolgimento indiretto di Rosalie. 
 
Un'idea le era balenata nella mente e con l'aiuto del caro dottor Lassonne forse sarebbero potuti fuggire insieme senza essere fermati, ma ora dovevano essere forti e stare al gioco, se lo erano ripromessi quella stessa mattina dopo aver fatto l'amore con tanto struggimento.
 
Al solo pensiero di Andre' dentro di lei....si sentiva morire.... solo per l'amore immenso che condividevano trovo' in se' il coraggio di proseguire.
 
Si schiari' la voce per nasconderne il tremito .
 
„Victor, sono davvero lusingata dalle Vostre parole, e certamente avremo occasione di conoscerci meglio in vista delle... nozze. Tuttavia, perdonatemi se in questo momento mi sento imbarazzata dalla Vostra presenza nei miei appartamenti privati.....vestito di tutto punto, mentre io...ecco, non sono propriamente in condizioni di ricevere visite.“
 
Lui si avvicino' sempre restando in piedi a pochi passi da lei.
La voce carezzevole ma infervorata.
 
„Oscar, non voglio mettervi ulteriormente in imbarazzo, siete una perla rara, la consapevolezza della vostra Virtu' e' per me motivo di orgoglio in quanto mia futura...moglie, e certamente avremo occasione di condividere momenti piu'....intimi in un prossimo futuro....a me ora basta sapere che state bene, ed e' quello che riferiro' anche a corte, dove spero ci farete l'onore della vostra presenza al piu' presto.“
 
Andre' sentiva il cuore battere come un tamburo quasi a sfondargli il petto.
Come si permetteva quel bellimbusto di prospettare momenti intimi con la sua donna? Chi gli dava il permesso di parlarle cosi' apertamente come se lei fosse gia' di sua proprieta'?
Poi considero' tristemente che questo era cio' di cui Victor era sinceramente convinto, ed era anche la volonta' del Generale, e tutto cio' semplicemente per una questione di rango....
 
Il suo amore valeva ai loro occhi meno dello sporco sotto le unghie di uno di quei damerini incipriati e imparruccati che circolavano a corte profumati e impomatati nonostante l'igiene personale lasciasse alquanto a desiderare...questa era la nobilta', bella e curata fuori ma completamente marcia dentro, esattamente come lo era tutta la societa':
 
ipocrita, ambigua, falsa.
 
Contavano le apparenze e il rango, ma a nessuno interessavano i veri sentimenti.
 
Non poteva piu' sopportarlo, sentiva un dolore bruciante al centro del petto, come se avesse una lama rovente conficcata in mezzo al cuore, rimpiangeva i tempi del cavaliere nero, non avrebbe esitato a combattere per il popolo e dalla parte dei piu' deboli se ne avesse avuto ancora l'occasione.
 
„Victor...“
Esordi' Oscar, la voce di zucchero.
 
„ A dire il vero mio padre mi aveva accennato alla possibilita', viste le corcostanze, che la Regina mi accordasse un congedo permanente. Vedete, non intendo continuare la vita da soldato con un marito di cui...occuparmi.“
 
Gli occhi del conte si dilatarono a dismisura mentre le sue iridi si inumidivano.
„Madamigella Oscar.....Oscar.... mi state facendo un dono che non merito....Mi premurero' personalmente di farvi avere il congedo, parlero' domani stesso con i sovrani, e non dubito della loro benevolenza. „
 
Una gioia sincera nel cuore, Girodelle si sentiva l'uomo piu' fortunato del mondo.
A quel punto per pura cortesia aggiunse anche:
 
 „Ho saputo che il vostro attendente e' uscito indenne dal nostro increscioso confronto, e se cio' e' servito a farvi piacere, me ne rallegro...Perdonatemi Madamigella se mi sono permesso di rivelare a vostro padre la sua vera identita', ma non potevo mentire al mio futuro suocero.“
 
„Certamente Victor, capisco le vostre motivazioni e non ve ne faccio una colpa.“
Rispose Oscar, che tentava in tutti modi di interpretare la sua parte nel modo piu' convincente. Victor le faceva quasi pena, ma non era tempo di lasciarsi intenerire.
Le serviva assolutamente quel congedo. Non sarebbero mai riusciti a fuggire se fossero stati dichiarati entrambi disertori.
 
Andre' tuttavia fremeva e scalpitava ridotto a testimone impotente di quella infelice conversazione.
Capiva che Oscar stesse procedendo secondo il piano, intenzionata a procurarsi il congedo dalle Guardie Reali, ma non sopportava l'atteggiamento smielato del conte che addirittura pareva rallegrarsi del suo stato di salute.
 
Oltre al danno la beffa, penso', adesso avrebbe anche dovuto provare, ...cosa? Gratitudine? Verso quell'individuo che gli aveva risparmiato la vita? E per cosa,  per poi torgliegliela prendendosi la sua donna? A denti stretti Andre' soffoco' l'urlo di rabbia che gli sali' in gola.
 
Victor intanto si stava congedando.
„Ora col vostro permesso tolgo il disturbo“
 
Finalmente! Penso' Andre'
 
„ Ma prima permettetemi.... „
Aggiunse Victor
 
Andre' ebbe un moto di stizza, ma cosa diavolo voleva ancora quel...quel...quel capellone dal profumo nauseabondo....perche' indugiava ancora? Che intenzioni aveva?
 
Dietro le pesanti tende di velluto damascato era ormai ridotto a un fascio di nervi, un tremito lo percorse da capo a piedi, era in uno stato di apprensione esasperata: la sua donna si trovava a pochi passi dall'uomo che si credeva a tutti gli effetti il suo promesso sposo, coperta solo da un leggero telo di lino, questa situazione non gli piaceva per niente, non sapeva Andre' quanto sarebbe ancora riuscito a trattenersi dal saltare fuori sal suo nascondiglio per staccare la testa a suon di schiaffoni a quel cicisbeo chiomato e imbellettato.
 
Victor si avvicino'ulteriormente ad Oscar, una volta al suo cospetto si inginocchio' davanti a lei che colta di sorpresa smise di passarsi la spazzola attraverso l'oro dei suoi riccioli e lo guardo' interrogativa come in attesa della sua prossima mossa.
 
Victor inchiodo' i suoi occhi cerulei in quelli turchesi di lei, poi sempre stando in ginocchio le prese la mano, lei credette che stesse per baciargliela, lo aveva messo in conto, e si preparo' allo sgradevole ma circoscritto contatto con le sue labbra .
 
Victor invece in un movimento tanto deciso quanto inaspettato l'attiro' a se e la bacio' avidamente sulle labbra.
 
Andre' per poco non stramazzo' al suolo, gli occhi fuori dalle orbite, gli sfuggi' un'imprecazione a denti stretti, ma miracolosamente Victor non la udi' poiche' era totalmente rapito dalla morbidezza di quelle labbra e quel caldo contatto gia' gli aveva dato alla testa.
 
Oscar dovette stare suo malgrado al gioco, ma dopo alcuni secondi lo allontano' gentilmente dicendogli.
 
„Victor, per favore, io...non sono brava in queste cose, vorrei che mi deste il tempo per abituarmi a certe....confidenze. Siate comprensivo, ve ne prego, ho bisogno di un po' di tempo.... „
 
„Ma certo, mia amata, avrete tutto il tempo che vi serve, io sapro' aspettare, e un giorno non molto lontano....sarete mia.“
 
Gli brillarono gli occhi mentre lo diceva, ad Oscar venne invece un conato di vomito e si volto' dall'altra parte in un gesto repentino che Victor interpreto' come una manifestazione di timidezza squisitamente femminile di cui intimamente gioi'.
 
„Ora andate, per favore, vorrei rivestirmi, inizia a fare un po' freddo.“
 
Lui si rialzo' e non manco' di baciarle anche la mano, offrendole il suo sgardo piu' seducente.
 
„Come desiderate, mia cara, e col vostro permesso tornero' ancora ....a farvi visita.“
Disse con voce roca.
 
Lei annui' senza parlare.
Non aveva piu' la forza di reggere quella commedia.
 
Victor si inchino' mentre con la mano pareva dipingesse strani girigori in aria, poi si congedo'.
 
Una volta tornati soli, Oscar si affretto' a chiudere a chiave la porta della sua camera mentre Andre' come un fiume in piena tracimava.
Usci' dal suo precario nascondiglio, a grandi passi la raggiunse ringhiando:
 
„Maledetto damerino....come ....come ha osato!  Lui...lui ti ha baciata ! Io lo uccido !“
 
„Andre', calmati per favore, adesso calmati, e' tutto finito.“
Andre' la guardava ma senza vederla, la scanso' in malo modo mentre lei tentava di abbracciarlo.
„No, Oscar, non mi calmo, quello tornera', e la prossima volta ti mettera' anche le mani addosso !
Ma io lo uccidero', giuro che lo uccidero' con le mie stesse mani!“
 
„Amore calmati per favore, appena ottenuto il congedo agiremo in fretta, oggi stesso parleremo con Lassonne, lui poi andra' a Parigi a cercare i tuoi amici e gli spieghera' tutto, partiremo, e non rivedremo piu' ne' Victor ne' mio padre...te lo giuro! Adesso per favore vieni qui' .....e stringimi...“
 
Andre' si volto' bruscamente verso di lei, e finalmente la vide... al chiarore del fuoco i suoi capelli di seta risplendevano come gli ultimi raggi di sole incendiati dal tramonto, gli occhi apparivano di un azzurro piu' intenso, variegato da toni piu' cupi simili a pietre di agata blu,  e la pelle nuda delle sue candide spalle assumeva vibranti sfumature dorate, mentre lei si mordeva il labbro inferiore turbata dal suo sguardo ardente.
 
„Oscar....“
 
Si senti' prendere da una smania irrefrenabile a cui non pote' piu' opporsi, la prese per le spalle e la spinse contro la porta avventandosi sulle sue labbra con un' urgenza che lei non conosceva, le mani strette nelle sue ai lati della testa. Lui si impossesso' della sua bocca con rabbia e con una foga febbrile.
 
Basto' un gesto e il telo di lino scivolo' silenziosamente sul pavimento, Oscar si ritrovo' completamete nuda nel suo abbraccio travolgente.
 
Le loro labbra si fusero in una lotta disperata.
 
Oscar voleva  cancellare il  bacio di Victor, il suo sapore sbagliato, la sensazione  di quella lingua che impertinente si era fatta strada tra i suoi denti serrati.
 
Andre' voleva provare a se stesso che lei fosse sua e di nessun'altro.
 
La sollevo' da terra afferrandola per i glutei.
Si libero' con uno strattone della stoffa che imprigionava il suo vigore, era come impazzito, ma lei lo voleva cosi'tanto che si avvinghio a lui circondandogli i lombi con le gambe, Andre' la prese cosi', contro la porta, con impeto e con veemenza, con una furia a cui lei rispose con altrettanto ardore e senza alcun pudore.
I loro movimenti si fecero via via piu' frenetici, i loro gemiti divennero grida che nessuno dei due riusci' a controllare.
Infine, scossi entrambi da tremiti violenti, si strinsero invocando l'uno il nome dell'altra, travolti dalla potenza di quelle sensazioni. Si accasciarono al pavimeto ancora avvinghiati, in lacrime.
 
„Oscar...tu sei mia, ti prego, dimmi che sei e sarai sempre solo mia
La voce rotta.
 
„Si, Andre' sono tua, e lo saro' sempre....sempre...“
Lo attiro' a se stringendoselo al seno.
 
Andre' singhiozzava.
„Perdonami amore mio, non so cosa mi sia preso.... avrei voluto amarti con dolcezza.....avrei dovuto mostrarti che sei tutta la mia vita, invece ti ho spaventata con la mia irruenza...non avrei voluto che tu mi vedessi cosi'....scusami, non sono degno di te....non valgo niente....non sono niente....niente....“
 
„No...ma cosa dici amore? No.... no....Tu sei piu' uomo di qualunque uomo io conosca, e hai l'animo piu' nobile di qualunque nobile io conosca, tu sei tutto Andre', tu sei tutto per me, e non mi hai spaventata, lo volevo anch'io Andre', almeno quanto te, avevo bisogno di questo....di te, amore mio.“
 
Tornarono a stringersi come se da quell'abbraccio dipendesse la loro vita.
 
Dopo un tempo indefinito entrambi riuscirono finalmente a tornare in se'.
Sapevano che a breve sarebbe arrivato il dottor Lassonne, e dovevano prepararsi ad uno dei discorsi piu' difficili che avessero mai dovuto affrontare, ma l'avrebbero fatto insieme, e solo insieme potevano trovare la forza di andare fino in fondo.
 
Avrebbero difeso il loro amore di fronte al mondo, o sarebbero morti provandoci.
 

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII ***


Capitolo XVII
 
 
Andre' ed Oscar ricevettero il dottore questa volta nella camera di Andre': era certamente un luogo piu' discreto, dove ne' il Generale ne' altri della servitu', esclusa la nonna, sarebbero entrati.
 
I due convennero che a questo punto la prudenza era d'obbligo, quindi non appena Lassonne fu vicino al letto di Andre', Oscar silenziosamente si avvicino' alla porta e la chiuse a doppia mandata.
 
Lassonne fece finta di niente e si rivolse ad Andre':
„Allora, ragazzo mio, come andiamo?“
 
Parlo' con un tono di voce paterno e bonario al tempo stesso.
Andre' rispose con un sorriso incerto, Il dottore aveva sinceramente a cuore i due ragazzi che gli stavano di fronte, si era accorto da come si guardavano e da come Oscar si torturava le dita in grembo, che erano in apprensione, ebbe come l'impressione che volessero chiedergli qualcosa che non aveva nulla a che fare con la salute di Andre'.
 
Volle rendere le cose piu seplici ad entrambi andando subito al sodo.
Tossi' per schiarirsi la gola, poi azzardo':
 
„Dunque, se il mio intuito non mi inganna, direi che avete qualcosa da dirmi, qualcosa di....delicato. Vi prego, non abbiate alcun timore, di me potete fidarvi ciecamente. Di qualunque cosa si tratti, so mantenere un segreto.“
 
Il dottore sussurro' le ultime parole portandosi l'indice davanti alla bocca e facendo addirittura l'occhiolino: penso' che quei due erano tesi come corde di violino e avevano bisogno di un piccolo incoraggiamento.
Dopo la conversazione breve ma a cuore aperto avuta nel corridoio con Oscar, sospettava il motivo di tale ansia, cercava dunque di mettere i due a proprio agio.
 
Oscar e Andre' si scambiarono uno sguardo d'intesa, infine lei parlo':
 
„Dottore, dopo il nostro ultimo incontro ho motivo di sperare che voi siate la persona giusta con cui confidarci. Vedete... siamo in un mare di guai, e temo che senza il vostro aiuto non riusciremo ad uscirne vivi.“
 
Il dottor Lassonne non si mostro' affatto sorpreso.
Il modo come portava i suoi piccoli occhiali, appoggiati precariamente al profilo del suo grosso naso aquilino quasi potessero scivolare a terra da un momento all'altro, stemperava la sua aria un po' severa, nei suoi occhi brillava una luce vivace. In quel momento  le sue iridi scure parvero accendersi di un sincero interesse.
 
„Madamigella, vi rinnovo la mia totale devozione, e vi invito a parlarmi con estrema franchezza, troverete in me un amico fidato. Mettetemi alla prova, ditemi per favore cosa posso fare per aiutarvi, e io saro' onorato di rendermi utile.“  
 
Lassonne prese la mano di Oscar e la strinse tra le sue in un gesto impacciato che voleva trasmetterle un po' di calore umano e di fiducia.
Lei capi' che era sulla strada giusta, si volto' verso Andre' che in silenzio annui', cosi' continuo'.
 
„Dottor Lassonne, voi conoscete me e Andre' fin dall'infanzia, avrete certo capito quanto sia forte il nostro legame, e come vada ben oltre l'amicizia.....dottore, io ora sono la compagna di Andre' Grandier, e farei qualunque cosa per l'uomo che io amo, l'uomo della mia vita.
Purtroppo sapete bene che mio padre non acconsentira' mai alle nostre nozze, e anzi, ha gia' organizzato il mio matrimonio con il conte de Girodelle pur di allontanarmi da Andre'.
Vedete... mio padre mi sta ricattando, voi certamente ricordate le circostanze del ferimento di Andre'.....bene, mio padre ha minacciato di denunciare Andre' in quanto ladro mascherato se io non accetto di sposare Girodelle, voi capite che per salvare Andre' dalla condanna a morte ho dovuto acconsentire, ma non ho alcuna intenzione di andare fino in fondo.
La verita' e' che l'ho fatto affinche' io e Andre'....col vostro aiuto, guadagnamo il tempo per organizzare la nostra fuga.“
 
Oscar fece una pausa in attesa di una reazione da parte di Lassonne, il quale non esito' a rispondere sinceramente emozionato.
 
„Benedetti ragazzi, congratulazioni ! Sono molto felice per voi, da tempo speravo trovaste il coraggio di vivere il vostro amore, e ora che state finalmente insieme dovrete difenderlo da tutto e da tutti. Non lasciate che il mondo vi giudichi, non permettete che gli uomini vi dividano!
Ma ditemi, cosa posso fare per voi? „
 
Nella voce una nota di aperta curiosita'.
 
Le labbra di Oscar si stirarono in un timido sorriso, mentre Andre' tornava a respirare.
Poi, visibilmente sollevata, lei aggiunse:
 
„Ecco, c'e' ancora qualcosa che dovreste sapere: Andre' non e' il vero cavaliere nero, ci sono delle persone a Parigi coinvolte in questa vicenda, amici....e noi pensiamo che anche queste persone sarebbero disposte ad aiutarci.“
 
Rivolse uno sguardo eloquente ad Andre' che annui' e continuo':
 
 „Dottore, io ho scritto una lettera per i nostri amici, nella quale spiego cosa mi e' accaduto in questi giorni, ma non ho potuto raccontare loro tutta la verita', sarebbe troppo rischioso: se ci troviamo in questa situazione e' perche' una mia lettera e' finita nelle mani del Generale.
Devo incontrarli di persona, putroppo sapete bene che sono costretto al buio in questi giorni e non ho modo di uscire di casa senza mettere a rischio la mia vista, ma non abbiamo molto tempo, le nozze di Oscar sono imminenti, e dobbiamo agire in fretta. Temiamo che i nostri amici vengano a cercarmi e sarebbe un grosso errore, dobbiamo fargli avere al piu' presto quella lettera. Non possiamo piu' aspettare.
Io e Oscar abbiamo un piano, senza l'aiuto dei nostri amici non riusciremmo a portarlo a termine. E qui entrate in gioco voi....dovreste recapitare questa lettera da parte nostra a Parigi .
Una volta stabilita la data dell'incontro sarete voi a comunicarcelo, infine....me ne andro' da palazzo e tutti crederanno che lo faccia per lasciare Oscar libera di sposarsi, in realta' andro' via per incontrare queste persone, ma non tornero' piu' a palazzo Jarjayes, Oscar mi raggiungera' appena ricevuto il congedo dalle Guardie Reali in vista del suo matrimonio ....e fuggiremo insieme.
Il Generale pero' non si fidera' a lasciarla allontanare da palazzo da sola, dunque contiamo sul vostro intervento affinche' a tempo debito possa uscire di casa senza destare sospetti.“
 
„Benissimo, portero' la lettera in citta' oggi stesso, e vi faro' sapere la data dell'incontro .
Per il resto.... mi inventero' qualcosa, vedrete.“
Lassonne sembrava entusiasta.
 
„Dottore“
Oscar era commossa.
 
„Ditemi pure, Madamigella“
 
„Grazie.....grazie di cuore.“
 
„Non dovete ringraziarmi, sono felice di potervi aiutare... e spero tanto che...... la mia Odette, ovunque sia, possa essere fiera di me...“
 
Lassonne si levo' dalla tasca un minusclo fazzolettino di seta bianco e se lo passo' sugli occhi.
Poi si schiari' la voce e rivolgendosi ad Andre' esclamo' allegramente:
 
 „Allora, vogliamo cambiare queste bende, si o no?“
 
Andre' annui' sorridendo, Oscar li lascio' soli per non distrarre il suo uomo durante la delicata medicazione.
 
Infine Lassonne la fece rientrare.
 
„Cara Madamigella Oscar, il nostro Andre' guarira' perfettamente, le ferita si sta riemarginando e se si atterra' a tutte le indicazioni, tra dieci giorni potra' togliere le bende in casa.
Dovrete stare molto attenti che non si esponga direttamente alla luce del sole, per il resto direi che senza le bende se la cavera' benissimo.“
 
„Dottore, ma secondo lei quando sara' in grado di uscire all'aria aperta?“
 
„Una volta tolte le bende potra' proteggere l'occhio con un cappello, ma non dovrebbe ucire senza protezione per almeno un mese.“
 
„Un cappello....potrebbe essere una buona idea, si, un cappello fara' al caso nostro“
Oscar aveva in mente qualcosa di ben preciso, ma non aggiunse altro.
 
Il dottor Lassonne se ne ando' infine con la lettera di Andre' nascosta nella borsa, promettendo che avrebbero ricevuto conferma del suo recapito al piu' presto.
 
Oscar e Andre' lo salutarono con una vigorosa stretta di mano, entrambi rincuorati dalla sua aperta disponibilita', infine rimasero soli.
 
Lui la volle vicino.
 
„Vieni qui, piccola.“
 
La chiamo' a se' con dolcezza, nello sguardo un lago di montagna.
Lei gli si avvicino', lui la prese per i polsi, lei si lascio' attirare nel suo caldo abbraccio.
 
„Visto? Il dottor Lassonne ci aiutera' e sono certo che andra' tutto bene. Tra non molto potremo lasciarci tutta questa brutta storia alle spalle.“
 
La voce profonda e rassicurante, con una mano le accarezzava i capelli con l'altra aperta sulla schiena di lei, la percorreva infondendole un profondo senso di fiducia.
Oscar si abbandono' a quell'abbraccio, appoggio' la nuca nell'incavo tra la scapola e il collo, inspiro' profondamente inebriandosi del suo profumo e chiuse gli occhi restando in silenzio a godersi il tepore del suo ampio petto, mentre lui si faceva salda roccia e rifugio inespugnabile a proteggerla dal mondo intero. Rimasero in silenzio cercando e trovando conforto l'uno fra le braccia dell'altro.
 
Dopo alcuni minuti Andre' senti' che lei si irrigidiva, la allontano' da se per guardarla negli occhi inquisitore, Oscar gli parve pensierosa.
 
„Cosa c'e', amore? Qualcosa ti turba, lo so, ho un occhio ferito, ma vedo ancora bene dentro di te“
 
„Andre' io...ecco, pensavo.....ma e' proprio necessario che ci separiamo? Io non voglio che tu vada via senza di me...“
 
„Lo so, amore mio, lo so...e nemmeno io sono entusiasta di questa soluzione, ma sai bene che per portare a termine il nostro piano abbiamo assolutamente bisogno dell'aiuto di Bernard e Rosalie, senza di loro non abbiamo speranze di sfuggire a tuo padre.“
 
„Si, si....hai ragione, dobbiamo avvisarli, spiegar loro il piano di fuga, ma non possiamo farlo insieme? Lassonne potrebbe trovare una scusa per....“
 
„No, Oscar, se tuo padre o Girodelle si insospettiscono prima che sia tutto pronto manderemmo tutto a monte. Lo sai quanto mi pesa lasciarti sola con quel... damerino che si crede il tuo.... fidanzato
Fatico' a pronunciare quest'ultima parola.
 
„... Ma ci ho pensato bene.....e non riesco a trovare altra soluzione...proprio non posso... “
Scuoteva la testa sconsolato.
 
„Gia', hai ragione tu, lo so...e sia, faremo come vuoi, ma tu ...mi farai avere tue notizie?“
 
„Ti scrivero' ogni giorno e Lassonne ti portera' le mie lettere, ma tu devi essere molto prudente, dovrai distruggerle non appena le avrai lette e devi assolutamente tenere a bada quel bellimbusto di Girodelle..... se vengo a sapere che ti ha solo sfiorata....giuro...giuro... che lo trapasso a fil di spada!“
 
„Non ce ne sara' bisogno, lo faro' io stessa, te lo prometto!“
Aveva negli occhi una determinazione di cui lui si compiacque.
 
„Piccola, quando fai cosi' mi fai paura e....“
 
„E..?“


„Mi ecciti da morire...Vieni qui'.“
 
La fece voltare per farla sdraiare sotto di se'
 
„Sei mia!“
Disse con voce roca.
 
Non le diede modo di rispondere: la sua bocca esigente si approprio' delle morbide labbra di lei che
rispose ai suoi assalti con altrettanto ardore.
All'umido schioccare di baci seguirono sospiri e gemiti che si intrecciarono in un crescente ansimare.
 
Si persero nuovamente l'uno nell'altra al confortevole tepore del fuoco.
 
Lassonne intanto correva verso Parigi sulla carrozza con lo stemma dei Jarjayes che il Generale gli aveva da anni messo a disposizione in quanto medico di famiglia.
Portava con se' la lettera di Andre' ed era intenzionato a consegnarla quella sera stessa: voleva fare del suo meglio per aiutare quei due ragazzi.
 
Giunto alle soglie della citta' i suoi pensieri furono bruscamente interrotti da uno strano rumore, come di un brusio lontano che si faceva via via piu' vicino trasformandosi in un boato spaventoso, il suolo sotto le ruote della carrozza parve vibrare, la carrozza inizio' ad dondolare da parte a parte come spinta da una forza misteriosa.
 
Il dottore terrorizzato fece appena in tempo ad affacciarsi per vedere cosa stesse accadendo intorno a lui, che fu subito trascinato a forza fuori dalla carrozza da una folla impazzita armata di pietre e forconi.
 
Un urlo terrificante:
 
„A morte i nobili!“
 
Poi piu' nulla.

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII ***


Capitolo XVIII
 
„Dottor Lassonne...come state?“
 
Il dottore apri' lentamente gli occhi e cerco' di mettere a fuoco l'ambiente intorno a se'.
Si trovava sdraiato su di un comodo letto tra lenzuola di seta, morbidi cuscini e coperte damascate. La stanza arredata con sfarzo e ricercatezza, era piacevolmene riscaldata da un grande camino posto di fronte al letto. Non capi' se fosse giorno o notte poiche' le finestre erano oscurate da pesanti tende in velluto. 
Si guardo' intorno per diversi minuti senza dire nulla.
 
Era evidentemente disorientato, penso' l'uomo che gli aveva parlato.
 
„Dottore, siete nella mia dimora parigina, non dovete preoccuparvi, ve la siete vista brutta ma fortunatamente sono arrivato appena in tempo per portarvi in salvo. „
 
Lassonne taceva, ma si volto' verso di lui e lo fisso' con i suoi piccoli occhi un po' annebbiati, si rese conto di non avere gli occhiali sul naso, si porto' dunque una mano al volto in un gesto tanto spontaneo quanto esplicito.
 
L'uomo venne in suo aiuto.
 
„Cercavate questi?“
 
Dal comodino prese gli occhiali e allungo' il braccio porgendoglieli.
Lassonne se li sistemo' sul naso lasciandosi sfuggire un sorriso di sollievo, poi rivolse la sua attenzione all'uomo che gli stava di fronte.
 
„Dottor Lassonne,  siete stato aggredito da una folla impazzita a Sant'Antoine, vi hanno quasi impiccato su una forca improvvisata, ve ne ricordate? Dopo l'aggressione siete rimasto incosciente per tre giorni, finalmente vi siete risvegliato....ma, dottore, mi sentite? Sono io, il Conte di Fersen, vi ricordate di me?“
 
„il...Conte...di...Fersen...“
 
Lassonne chiuse nuovamente gli occhi abbandonando la testa indietro sul cuscino: cercava nella sua mente ricordi e immagini vissute.
Fersen gli lascio' il tempo di ritrovarsi,  in effetti dopo alcuni istanti il dottore riapri' gli occhi e questa volta fisso' il Conte con uno sguardo consapevole e diretto.
 
„Si“
 
Disse infine.
 
„Ora ricordo tutto, e voi siete giunto a cavallo e sparando in aria avete disperso la folla. Grazie al cielo siete arrivato in tempo, vi devo la vita Conte.“
 
„Sciocchezze, ho fatto solo il mo dovere. Quando a teatro siamo stati avvisati che una carrozza con lo stemma dei Jarjayes aveva subito un agguato, io e Buille' abbiamo temuto si trattasse di un membro della famiglia Jarjayes, poteva trattarsi di Madamigella Oscar o del Generale in persona, ecco perche' Buille' mi ha imposto di abbandonare immediatamente la rappresentazione teatrale alla quale stavo assistendo per venire a soccorrere chiunque fosse su quella carrozza. Il fato ha voluto che foste....Voi, dottore, ma ...cosa ci facevate tutto solo sulla carrozza dei Jarjayes ? Dove eravate diretto? Qualcuno sta male?“
 
„Vedete, Fersen, ho il privilegio di occuparmi della salute della famiglia Jarjayes da molti anni ormai, ed  e' stato il Generale stesso a mettere a mia disposizione una sua carrozza e perfino un lacche' in modo tale che se dovesse capitare una qualunque emergenza io potrei raggiungere il palazzo senza indugio. „
 
„Ma dunque voi stavate andando in citta' per conto del Generale? „
 
Lassonne arrossi' lievemente, suo malgrado.
 
„No...non proprio.“
 
Fersen lo fissava interrogativo, il dottore capi' che non se la sarebbe cavata con risposte evasive, dopo tutto quell'uomo gli aveva salvato la vita e a quanto gli risultasse era anche molto amico di Madamigella Oscar. Forse poteva rivelare il minimo indispensabile senza compromettere nessuno.
 
„Fersen,  sapete mantenere un segreto?“
 
Il Conte lo guardo' divertito.
 
„Dite sul serio? „
 
„Certamente, non vorrei tradire la fiducia che Madamigella Oscar ha riposto nei miei confronti.“


„Oh, beh....se si tratta di Oscar avete la mia parola d'onore che non diro' nulla a nessuno nemmeno sotto tortura.“
 
Fersen incrocio' le dita davanti alle labbra mentre i suoi occhi furono attraversati da un lampo di curiosita'.
 
„Bene, e sia...Dunque, stavo andando a Parigi per conto di Madamigella Oscar, con l'incarico di portare a questo indirizzo una lettera....privata. Vedete, il Generale non sa di questa lettera, ed e'molto importante che non lo venga a sapere. Ecco, non posso dirvi di piu', spero che capirete e che mi aiuterete a raggiungere le persone a cui la lettera e' destinata.“
 
„Una lettera privata dite? Una lettera segreta.... di Oscar?...E il  Generale non ne sa nulla? Mi domando cosa mai ci sara' scritto....“
 
„Fersen, vi prego, si tratta di una questione molto, molto delicata, e credetemi se vi dico che non posso rivelarvi altro, se non che da questa lettera dipende la felicita' di Madamigella Oscar e di....“
 
Si diede dello stupido il dottor Lassonne, stava quasi per tradirsi.
 
„E di....?“
 
Fersen moriva dalla curiosita'.
 
„No, niente, come non detto.“
 
„Allora e' una questione.... amorosa?“
 
Fersen era trionfante, questa storia lo incuriosiva e lo rendeva euforico al tempo stesso, stimolava infatti la sua parte squisitamente mondana. Oscar era stata un tempo attratta da lui, se lo ricordava molto bene, ma evidentemente qualcosa era cambiato....Lui d'altro canto era notoriamente un animale di corte tra i piu' incalliti, e poiche' nonostante il suo amore per la regina fosse profondo e sincero, ella era di fatto proprio l'unica donna proibita, allora Fersen si trastullava senza indugio godendo appieno di tutti i privilegi consoni al suo rango, col risultato di passare da un letto all'altro in compagnia di qualunque donna gli si mostrasse accondiscendente. Non era chiaro se lo facesse al fine di stordirsi col piacere fisico per cancellare il dolore di un amore tanto grande quanto impossibile, o se in effetti una relazione monogama non facesse per lui, fatto sta che si era abituato a barcamenarsi tra intrighi i pettegolezzi, al punto tale da non poterne piu' fare a meno.
 
Ora il dottor Lassonne gli stava offrendo un bocconcino troppo succulento per non volerlo assaggiare.
 
„Dottor Lassonne, per favore, di me potete fidarvi ciecamente, sapete bene che da anni ormai io e Madamigella Oscar condividiamo una solida amicizia fondata sulla stima reciproca e sulla sincerita'.
Non vedo il motivo di tanto mistero.“
 
„Fersen, vi prego, non posso aggiungere altro, ma vi prego di aiutarmi a portare a termine il mio compito, come sapete mi trovo sprovvisto di qualunque mezzo di trasporto, e in queste condizioni non posso fare molto.“
 
„Dottore, io vi aiutero', ma voi dovete mettermi al corrente dei dettagli, vedetela in questi termini: questa volta sono arrivato in tempo, ma se malauguratamente dovesse capitarvi qualcosa, nessuno al mondo saprebbe del vostro incarico per conto di Oscar, qualunque promessa voi le abbiate fatto, qualunque impegno voi abbiate preso, sarebbe stato tutto invano! Avete bisogno di un alleato, di un amico fidato. Lasciate che io sia la vostra persona di fiducia.“
 
Lassonne parve turbato dalla logica schiacciante di quelle parole.
Fersen aveva ragione, se lui non lo avesse salvato appena in tempo, non solo sarebbe morto, ma non sarebbe nemmeno stato in grado di impedire il matrimonio di Oscar con Girodelle, questo era impensabile, eppure aveva promesso di mantenere il segreto, non poteva tradirli...
 
Gli venne un'idea.
 
„Conte, avrei pensato a una soluzione che accontenterebbe tutte le parti.“
 
„Vi ascolto.“
 
„Ebbene, vorrei che andaste di persona a palazzo Jarjayes, e che parlaste con Oscar di quello che mi e' accaduto. Ditele che vi ho rivelato dell'esistenza della lettera ma non del suo contenuto, e che chiedo il suo permesso per mettervi al corrente di tutta la situazione, sempre che lei sia d'accordo, in questo modo se mi accadesse qualcosa, e ora sappiamo che la possibilita' non e'affatto remota, lei potrebbe contare su di voi per portare a termine la missione al posto mio. Ah, e ditele.....ditele di mandarmi Andre' per il cambio delle bende, verra' con voi e lo riporterete indietro dopo che lo avro' medicato, almeno finche' non mi saro' del tutto ripreso.“
 
„Bende? Quali bende? Cos'e' successo all'attendente di Madamigella Oscar? Santo cielo Lassonne! Questa storia inizia a preoccuparmi !“
 
„Dovete portare pazienza, Conte, non posso dirvi altro a meno che Madamigella non mi autorizzi a farlo. Non e' escluso che vi racconti tutto lei stessa, se siete cosi' amici come dite lo fara' senz'altro. A me bastera' la presenza di Andre' come prova del fatto che lei si fida di voi . Basta! Ho parlato fin troppo... ora vi pregherei di lasciarmi riposare, sono davvero molto stanco. „
 
„E va bene, faremo come dite voi. Vi lascio dormire in pace, ma vi garantisco che al vostro risveglio l'attendente di Madamigella Oscar sara' qui' con noi.“
 
Detto questo il Conte fece un leggero cenno di saluto col capo e usci' dalla stanza diretto a palazzo Jarjayes.
 
.....
 
Oscar e Andre' avevano appena terminato di cenare da soli in cucina, la nonna infatti, per via del fidanzamento di Oscar, non permetteva piu' che Andre' si trattenesse in camera di lei.
Oscar invece pensava che la casa fosse troppo illuminata per l'occhio affaticato di Andre', cosi' preferiva che trascorressero piu' tempo possibile in penombra, e se questo significava passare le giornate nella piccola stanzetta di Andre', o nelle cucine della servitu' dopo che tutti gli altri erano andati via, poco male, l'importante era stare insieme.
 
Non era piu' stata a corte da quando suo padre aveva reso pubblico il suo fidanzamento con Girodelle, il Generale temeva in realta' che fuggisse, cosi' aveva fatto in modo che Girodelle prendesse il comando delle Guadie Reali in attesa che il congedo di Oscar venisse firmato dal re, il quale si trovava momentaneamente in viaggio. Oscar era di fatto e a tutti gli effetti prigioniera in casa propria.
 
Finche' Andre' restava al suo fianco lei non aveva nulla da ridire, non le pesava nemmeno la forzata inattivita', anzi, erano anni che non si prendeva una meritata vacanza.... erano anni che non tornava ad Arras...
 
Nonostante all'epoca lei e Andre' fossero poco piu' che adolescenti, ricordava con tenerezza le giornate spensierate trascorse in sua compagnia, liberi dagli obblighi di corte e dal protocollo, liberi di essere semplicemente un ragazzo e una ragazza .
 
Rimpiangeva di non aver saputo leggere prima dentro se stessa, ricordava tutto di quelle meravigliose estati passate insieme a lui ad Arras, dove entrambi si lasciavano andare a comportamenti piu' spontanei, e dove spesso entrambi avevano cercato il contatto fisico...
 
Ricordava bene il turbamento che aveva provato ogniqualvolta Andre' l'aveva sfiorata involontariamente (o volontariamente?) mentre le passava accanto, a volte si era sentita attraversare da brividi intensi lungo la schiena se aiutandola a montare Caesar l 'aveva afferrata per i fianchi indugiando poi con i palmi aperti sulle sue gambe snelle, prima di allontanarsi da lei, e se in quei momenti incrociava il suo sguardo magnetico si sentiva avvampare.
A volte litigavano per una sciocchezza, col senno di poi penso' che Andre' forse lo faceva apposta, infatti si finiva sempre per avviare una lotta corpo a corpo nella quale si ritrovava le sue mani addosso ovunque.
Una volta durante una di queste lotte l'aveva spinta e nel farlo aveva posato entrambi i palmi delle mani sul suo seno acerbo. Lei  non ci aveva dormito la notte, in preda ad un' eccitazione sconosciuta  che le bagnava il grembo, solo toccandosi a lungo nella solitudine della sua stanza aveva infine trovato sollievo, e il giorno dopo non gli aveva rivolto la parola tutto il giorno perche' se ne vergognava da morire e non voleva che lui capisse quanto quel contatto l'avesse turbata.
 
E pensare che Andre' era stato per anni convinto di provocarle solo fastidio, e dopo quell'episodio aveva sistematicamente evitato qualunque tipo di contatto fisico con lei. Dopo quel giorno avevano come di tacito accordo, iniziato a mettere distanza tra di loro, consapevoli di non essere piu' bambini.
 
Ora Andre' sapeva la verita', ne avevano parlato a lungo in quei giorni d'amore, in cui nell'intimita' si erano confidati i propri segreti e i ricordi condivisi avevano assunto un sapore piu' dolce per entrambi. Ora lui sapeva quanto anche lei avesse vissuto le prime inquietudini di donna grazie a lui, e ne era stato orgoglioso e si era commosso, e le aveva detto mille volte ti amo e aveva fatto l'amore con lei con una lentezza infinita, dolcemente, guardandola negli occhi tutto il tempo, godendo di ogni attimo con lei, di lei, di ogni suo respiro, di ogni suo gemito, di ogni suo palpito, finche' non l'aveva portata via da se',con se', la' dove passato e futuro si fondevano in un unico immenso istante di eternita'.
 
Oscar ripensava alla sua vita accanto ad Andre', e capiva di aver avuto in fondo una gran fortuna, aveva avuto accanto ogni giorno l'uomo della sua vita, e anche se non aveva saputo riconoscerlo prima, ora lo capiva, ora il loro amore riempiva entrambi di una felicita' completa e travolgente.
 
Tuttavia, nonostante tutto cio', ultimamente Oscar e Andre', erano entrambi preoccupati per l'assenza prolungata di Lassonne.
 
Erano d'accordo che sarebbe venuto a palazzo giornalmente per medicare Andre', invece erano tre giorni che non si faceva vivo.... in effetti era sparito con la lettera di Andre', e da quel giorno di lui e della lettera non avevano saputo piu' nulla.
 
La nonna interruppe il corso dei pensieri di Oscar rientrando in cucina silenziosa.
 
„Oscar, bambina, hai visite.“
 
„Chi e' nonna?“
 
Chiese Andre' che faticava a nascondere la sua apprensione.
 
„Il Conte di Fersen“

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX ***


Capitolo XIX
 
„Fersen?“
 
Ripete' Andre' incredulo.
 
Ebbe la netta impressione di aver ricevuto un pugno in pieno petto.
Cosa voleva ancora quel damerino svedese dalla sua donna?
Non si erano detti addio?
Le sue insicurezze tornarono a galla, nonostante Oscar gli avesse confessato il suo amore, Andre' temeva che rivedere Fersen potesse in qualche modo destabilizzarla.
 
O forse era semplicemente folle di gelosia...
 
Rivolse ad Oscar suo malgrado uno sguardo triste, lei capi', gli prese una mano tra le sue sebbene la nonna fosse ancora li' davanti a loro, e gli disse.
 
„Non hai nulla da temere, Andre', anzi, tu verrai con me, qualunque cosa Fersen voglia dirmi, voglio che l'affrontiamo insieme.“
 
Andre' annui', apparentemente sollevato da quelle parole.
 
La nonna invece abbasso' lo sguardo, sapeva leggere nei cuori dei suoi ragazzi, da tempo aveva capito che suo nipote era perdutamente innamorato della sua padrona, e aveva fatto di tutto per scoraggiare quel sentimento, ma in fondo sapeva che Andre' era come suo padre, avrebbe amato solo una donna per tutta la vita, e quella donna purtroppo era Oscar, il che significava solo una cosa: era destinato all'infelicita'...
 
Ora, vedere che lei lo ricambiava, perche' Marie non aveva piu' dubbi a riguardo, rendeva tutto ancora piu' difficile. Oscar era promessa a Girodelle, un nobile, era cosi' che andavano le cose, nessuno poteva impedirlo, e anche cio' significava solo una cosa: anche la sua bambina sarebbe stata infelice.
 
Marie non poteva fare altro che assistere in silenzio a quei piccoli gesti fra di loro, fingendo di non vedere o di non capire, mentre il cuore le si spezzava al solo pensiero di cio' che la vita avrebbe tolto loro.
 
Ricevettero il Conte nel piccolo soggiorno attiguo alle cucine, non prima di aver fatto spegnere quasi tutti i doppieri per far si che Andre' non si esponesse a troppa luce.
 
Fersen li aspettava in piedi di spalle voltato verso il camino, in cui danzavano piccole lingue di fuoco.
La stanza era informale ma intima, arredata sobriamente, solitamente era il luogo dove Oscar e Andre' dopo una lunga giornata trascorsa a corte tra mille obblighi e formalita', si ritrovavano la sera per sorseggiare un bicchiere di buon cognac davanti al fuoco. A volte conversavano sui trascorsi della giornata, piu' spesso restavano semplicemente seduti in silenzio .
 
A volte lei si assopiva accanto a lui, la nuca appoggiata alla sua spalla, e mentre lei dormiva lui le cingeva le spalle e se la stringeva dolcemente al petto chiudendo gli occhi per assaporare meglio quel contatto rubato. Spesso si era perso nella seta dei suoi capelli d'oro, a volte le aveva anche sfiorato il viso con le labbra.
 
Oscar nel dormiveglia sentiva il suo calore e il suo profumo inconfondibile e familiare, e si lasciava andare tra quelle solide e forti braccia che la facevano sentire protetta.
Era stato uno dei loro rituali per molto tempo, nessuno dei due poteva farne a meno, e quei silenzi tra di loro anziche' pesare avevano il gusto di un'intimita' condivisa.
 
Andre' aveva vissuto di quei momenti...
Sentire il suo corpo esile e profumato contro il suo petto, circondarla col calore delle sue braccia e poterla stringere, abbracciare, sfiorare....anche se lei non se ne rendeva conto.... se lo era fatto bastare per anni .
 
Era stato solo a causa di Fersen che Oscar aveva smesso di passare le serate con lui in quel modo, preferiva bere da sola in camera sua, all'inizio l'aveva attesa per ore in quel salottino, poi semplicemente aveva capito, e anche lui aveva iniziato a bere in solitudine, a volte in casa, piu' spesso in qualche locanda malfamata.
 
Ora Fersen tornava da lei, non gli era chiaro il motivo.
 
Tornava per riprendersi la sua pace?
Tornava per distruggere quel poco che avevano costruito in quei giorni?
Tornava per farsi beffe del suo amore di servo verso la sua padrona?
 
Fersen amava ed era riamato dalla sua regina, nonostante cio' aveva decine di amanti, non gli bastavano piu'?
Voleva prendersi anche la sua Oscar adesso?
 
Ma allora perche' l'aveva respinta?
Aveva forse cambiato idea?
 
Oscar aveva sofferto dopo l'addio di Fersen, lui se lo ricordava molto bene, Andre' aveva addirittura sperato che il Conte tornasse sui suoi passi pur di non vederla piangere e star male in quel modo, ma era stata proprio quella la notte in cui gli aveva chiesto di restare con lei, spinta dal dolore e dalla solitudine, era stata la notte in cui l'aveva sognata, desiderata, bramata come mai prima di allora, poiche' il suo corpo morbido e docile giaceva al suo fianco,  e sognando di lei l'aveva sentita viva e calda accanto a se' e non aveva potuto evitare di toccarla veramente, come un uomo tocca una donna , e lei non lo aveva respinto, si era sciolta come cera calda al contatto con le sue dita di fuoco... Oscar aveva lasciato che il suo corpo rispondesse a quel richiamo lontano che dopo anni di silenzio tornava a reclamarla.
 
I loro corpi si erano riconosciuti prima ancora che le loro menti se ne rendessero conto.
 
Ma proprio adesso che Oscar ricambiava il suo amore, il Conte di Fersen inspiegabilmente tornava a farsi vivo come un fulmine a ciel sereno.
 
La mente di Andre' brancolava nel buio, avvelenata da mille domande, il cuore in preda all'ansia piu' terribile.
 
Aveva paura.
 
„Buona sera Fersen, a cosa dobbiamo l'onore dela vostra visita?“
Disse Oscar, le labbra tese in un sorriso cortese.
 
„Madamigella, lasciatemi dire che vi trovo in splendida forma, questa sera siete bellissima.“
Le prese la mano alla sprovvista e, mentre il suo sguardo si faceva rovente, se la porto' alle labbra in un gesto tanto galante quanto inconsueto fra loro due.
 
Andre' impallidi', Oscar arrossi' sorpresa da quel raro apprezzamento nei suoi confronti. Aveva davanti lo stesso uomo che si era chiesto perche' Dio l'avesse fatta nascere donna, eppure le parve che ora lui la guardasse in modo diverso.
 
L'occhiata che Andre' le rivolse la fece ritornare bruscamente in se', continuo':
 
„Vi ringrazio Fersen, siete molto galante, si tratta dunque di una visita di cortesia?“
Indago' discreta.
 
„No, veramente no, c'e' un motivo ben preciso per la mia presenza, ma Andre', cosa vi e' accaduto all'occhio? Siete ferito?“
Si finse sorpreso il Conte.
 
„Si, ho avuto un incidente, ma nulla di cui dobbiate preoccuparvi, sto gia' molto meglio.“
Rispose pacatamente Andre', non voleva trasparisse la sua agitazione.
 
„Bene, allora torniamo a noi, Madamigella Oscar, avrei qualcosa da chiedervi, ma preferirei ne parlassimo....in privato.“
 
Guardo' Andre' con la coda dell'occhio per poi tornare ad inchiodare i suoi occhi di ghiaccio liquido bollente in quelli turchesi di lei, il messaggio arrivo' forte e chiaro.
 
Andre' si senti' immediatamente di troppo, nonostante fremesse di rabbia per come il Conte si rivolgeva alla sua donna, non sapeva effettivamente di cosa dovesse parlarle, lui in fondo era e restava solo un servo mentre Fersen era nobile e come tale aveva tutti i diritti di esigere una conversazione privata con la sua padrona....
Il dolore che gli morse il cuore fu talmente forte che si senti' quasi mancare.
Richiamo' a se' tutte le sue forze per togliere Oscar dall'impaccio di mandarlo via, respiro' profondamente poi semplicemente disse:

„Scusatemi avrei delle cose da sbrigare, col vostro permesso.“
Si inchino' e si avvio' sconfitto verso la porta.
 
Oscar, guidata dall'istinto lo richiamo'allungando un braccio come a volerlo fermare.
 
„Andre', aspetta.“
 
„Devo proprio andare, Oscar, scusami.“
Parlo' di spalle, la testa bassa, i pugni stretti, la voce tremante nonostante si sforzasse di nascondere il suo turbamento.
 
Usci' senza aspettarsi nulla, sapeva bene che anche Oscar aveva degli obblighi come padrona di casa, e sarebbe stato estremamente scortese nei riguardi di Fersen non assecondare il suo esplicito desiderio di conferire in privato.
La logica gli diceva questo, ma il cuore sanguinava come se zanne aguzze lo avessero trapassato da parte a parte.
 
Se Fersen percepi' qualcosa del piccolo dramma che in pochi minuti si era svolto di fronte ai suoi occhi, non lo diede a vedere.
 
A quel punto Oscar non pote' far altro che far buon viso a cattivo gioco.
Con un largo movimento della mano invito' il Conte ad accomodarsi sul piccolo divano di fronte al fuoco crepitante.
Non riusci' a non pensare che quello era il divano su cui lei e Andre' avevano trascorso insieme quasi tutte le serate della loro vita, ora la presenza di Fersen in quella piccola alcova aveva un che' di dissacrante. Si senti' a disagio, ma si impose di nascondere i propri sentimenti, come sempre...
 
„Dunque Fersen, ora siamo soli, ditemi, c'e' qualche problema?“
 
„Madamigella Oscar.....Oscar, vedete, alcuni giorni fa ho fatto un'esperienza alquanto singolare....“
 
Questa semplice constatazione risveglio' l'attenzione di Oscar.
 
„Di cosa si tratta?“
 
„Ecco, vedete, alcune sere fa, il dottor Lassone si trovava a bordo di una carrozza con lo stemma del vostro casato diretto a Parigi, quando e' stato aggredito da una folla di balordi armati alla bell'e' meglio, gentaglia, poveracci senza futuro ne' dignita'. Insomma, gente del popolo per intenderci.“
 
Oscar trasali' alle dure parole del Conte. Non le piaceva affatto il modo in cui descriveva la gente comune, ma era tremendamente in ansia per le sorti di Lassonne, cosi' si limito' ad incoraggiarlo.
 
„Continuate vi prego.“
 
„Come vi dicevo, il malcapitato Lassone se l'e' vista davvero brutta, e credetemi quando vi dico che senza il mio intervento provvidenziale sarebbe certamente finito impiccato ! Parigi sta diventando una citta' completamente invivibile .“
 
„E dov'e' ora Lassonne? Sta bene?“
Non voleva divagare Oscar.


„Si trova nella mia residenza, l'ho sistemato in una delle stanze per gli ospiti, oggi finalmente si e' svegliato dopo tre giorni in cui giaceva incosciente nel letto, e vi confesso che mi ha sospreso con uno strano discorso su una certa....lettera. „
 
Oscar sussulto', cosa mai aveva combinato Lassonne?
„Ah, capisco, e cos'altro vi ha detto?“
 
„A dire il vero non molto, solo che si trovava in possesso di una lettera privata e ....segreta, di cui vostro padre non e' a conoscenza, e che questa lettera per vostro desiderio dev'essere consegnata a certe persone a Parigi... Ah, ha anche aggiunto che da cio' dipende la vostra felicita'.“
 
La guardo' fissa negli occhi cercando di leggere in lei una qualunque emozione.
Oscar si sforzo' di restare impassibile.
 
„Oscar, vi prego, sono venuto a dirvi che di qualunque cosa si tratti, di me potete fidarmi. Se vi trovate in una situazione difficile vorrei che contaste sul mio aiuto.“
 
Fersen pareva sincero, aveva parlato con fervore e senza mai distogliere gli occhi dai suoi.
 
Oscar tuttavia era molto combattuta. Se da un lato conosceva la lealta' di Fersen, che anni prima era arrivato ad offrire la propria vita insieme a lei per salvare quella di Andre', accusato ingiustamente di essere la causa dell'incidente a cavallo dell'allora Delfina Maria Antonietta, dall'altro lato era consapevole che piu' persone fossero state al corrente della situazione, piu' il loro segreto sarebbe stato a rischio.
 
Fersen capi' che Oscar stava soppesando la situazione per decidere se rivelargli o meno come stessero le cose, decise di incoraggiarla ulteriormente.
 
„Madamigella Oscar, ho come l'impressione questa storia riguardi voi e...una persona alla quale tenete molto, a cui volete bene, di cui forse siete.....innamorata....“
 
Lei taceva, lui allora azzardo'.
 
„Credevo di essere io quella persona, mi sbagliavo forse?“
 
Le prese le mani fra le sue, poi con le dita le sposto' una ciocca di capelli dal viso, Oscar si mordeva le labbra sentendosi tremendamente a disagio, ma non sapeva come comportarsi, e purtroppo spesso trovandosi spiazzata reagiva bloccandosi completamente.
 
„Fersen, io...“
 
„Oscar, se si tratta di me, potete aprirmi il vostro cuore senza indugio, in passato vi ho fatto intendere che per voi provassi solo amicizia, ma vi confesso che rivedervi questa sera mi ha toccato nel profondo, vi trovo molto cambiata, avete negli occhi una luce diversa, il vostro modo di muovervi e' piu' femminile, e perdonatemi la sincerita', ma anche il vostro abbigliamento.... insomma, avevo notato che sotto la camicia solitamente portavate delle fasce, ma ora non le avete,....e quello che intravedo mi sconvolge, il vostro corpo e' perfetto Oscar, siete tremendamente donna, ed io sento di non potervi resistere un secondo di piu'...“
 
La voce roca, Fersen si avvicino' a lei, una mano a stringere quella di lei, l'altra sul volto quasi a volerla attirare a se.
Oscar finalmente si rese conto di quanto stesse accadendo e si alzo' di scatto.
 
„No!“
 
Disse quasi urlando.
Poi con voce piu'sottile.
 
„No....“
 
„Oscar, non abbiate paura, sono sempre io, Fersen...“
 
Lei si volto' e lo guardo' alcuni istanti senza parlare, lui attese, poi lei torno' a sedersi accanto a lui e con la voce vibrante di emozione disse:
 
„Conte, avete frainteso, non voglio sembrare scortese, le vostre attenzioni mi lusingano, credetemi, e non nego che ci sia stato un tempo in cui...sarei stata felice di tutto cio', ma ora le cose sono molto diverse. Si, e' vero, avete visto bene, sono cambiata, ma e' stato un altro uomo a rendermi donna, Fersen, e quest'uomo e' tutto cio' che desidero al mondo, non voglio altro dalla vita, non chiedo altro che poter stare insieme a lui...“
 
Un luccichio negli occhi poi lacrime calde scesero a bagnarle le gote arrossate per il calore del fuoco.
Fersen non l'aveva mai vista cosi' fragile. Capi' da come lei ne parlo'che l'amore a cui si riferiva Oscar era ricambiato ma era un amore impossibile, come il suo verso la regina, capi' anche che la ragione poteva dunque essere soltanto una questione di rango, e c'era solo un uomo che corrispondeva a queste  caratteristiche, un uomo che l'amava da sempre, silenzioso e devoto, l'amava al punto da sacrificare la vita per lei, al punto da rinunciare a lei se questo significava renderla felice, un uomo del popolo, un servo, il suo attendente....
 
„Andre'.... „
 
Disse in un soffio Fersen.
 
Oscar alzo' lo sguardo verso di lui, negli occhi una determinazione nuova.
 
„Si, il mio Andre'.“

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Capitolo 20
*** Capitolo XX ***


Capitolo XX
 
Fersen si alzo' e si avvicino' al fuoco crepitante del camino voltandole le spalle, sembrava pensieroso. Si rese conto che l'ammissione di Oscar non lo aveva sorpreso piu' di tanto: si, certo, lei e Andre' appartenevano a due classi sociali diverse, ma erano cresciuti insieme e chiunque li frequentasse personalmente e li avesse visti insieme nell'intimita' delle mura di palazzo Jarjayes, al di fuori dell'ambito in cui si attenevano a severi protocolli prestabiliti, sarebbe giunto alla conclusione che tra loro ci fosse del sincero affetto.
 
Il fatto poi che fossero un uomo indubbiamente aitante ed una donna bellissima, non poteva che averli spinti inesorabilmente l'uno verso l'altro.
 
Penso' che non aveva mai dubitato che l'atteggiamento protettivo di Andre' verso di lei non fosse dovuto esclusivamente al suo ruolo di attendente, ne' aveva mai creduto che si occupasse di lei solo per dovere: lui era attratto da lei, ma non solo, le voleva bene sinceramente, di piu', l'amava, era palese questo, Fersen lo aveva capito da tempo, addirittura ne aveva parlato con Maria Antonietta in un paio di occasioni, paragonando il sentimento apparentemente senza speranza del giovane attendente alla loro situazione senza uscita.
 
In effetti non aveva mai sospettato che Oscar ricambiasse quel sentimento. Sapeva che gli volesse bene, ma amarlo....Evidentemente o era piu' distratto di quanto credesse o fino a poco tempo prima lei stessa non se n'era resa conto.
Ricordo' quanto gli era sembrata emozionata al ballo vestita da donna: l'aveva tenuta fra le braccia danzando insieme a lei e l'aveva trovata meravigliosamente femminile e bellissima, ovviamente non l'aveva riconosciuta, o almeno non subito.
 
Si volto' cercando il suo sguardo, vi lesse certezze assolute e nessun dubbio, si rese conto che l'infatuazione che l'aveva spinta a cercare la sua compagnia in passato era totalmente scomparsa, capi' di non essere piu' al centro dei pensieri di Oscar, e ne invidio' il coraggio e la determinazione che da sempre la caratterizzavano: gli aveva appena dato una lezione di vita che non avrebbe facilmente scordato, non aveva ceduto alle sue lusinghe come avrebbe fatto una qualunque dama di corte, anzi, gli aveva gridato in faccia il suo rifiuto in nome del suo amore per un uomo del popolo.
 
Fersen non aveva mai incontrato una donna come lei.
 
Avrebbe voluto avere anche lui la forza di rifiutare il piacere della carne in nome dell'Amore, ma non ci era mai riuscito, non ci aveva mai nemmeno realmente provato, e quella sera, per la prima volta si era vergognato di se stesso, della propria meschinita', della propria debolezza, della propria ipocrisia....
 
Oscar invece era una creatura incredibile, la sua integrita' morale e la sua forza interiore la rendevano unica e irraggiungibile...per lui, ma non per Andre'.
 
Si diede dello stupido per non aver capito prima che donna lei veramente fosse: se avesse avuto l'acutezza di leggere in lei anni addietro, e di vederla per quello che era, certamente sarebbe stato folgorato non solo dalla sua bellezza esteriore, ma anche e soprattutto dall'assoluta purezza della sua anima. Avrebbe potuto amare quella donna sperando di essere riamato.
 
Ma ormai era troppo tardi.
 
Non aveva piu' alcun dubbio a riguardo.
 
La verita'che a lui era sfuggita si specchiava invece da sempre negli occhi innamorati di Andre', lui aveva saputo leggere dentro di lei, e negli anni aveva dimostrato una dedizione assoluta verso quella donna straordinaria, aveva atteso pazientemente e in silenzio che lei si accorgesse di lui, o forse semplicemente l'amava senza aspettarsi nulla in cambio, perche' non poteva farne a meno, come non poteva fare a meno di viverle accanto, discreto ma presente, come un ombra che inevitabilmente fiancheggia la sua luce.
 
Si disse che Andre'si ,lui meritava quell'Amore, lo meritava tutto, e lei meritava di essere amata da un uomo come Andre'.
 
Fersen si senti' improvvisamente sollevato, ora aveva capito!
 
Gli angoli delle sue labbra si piegarono verso l'alto in un sorriso sincero mentre i suoi occhi indugiavano ancora in quelli limpidi di lei.
 
Infine usando il tono piu gentile che potesse, parlo'.
 
„Oscar, amica mia, vi prego di perdonarmi. Il mio comportamento e' stato quanto mai inappropriato e temo anche offensivo, eppure credetemi, non avevo alcuna intenzione di turbarvi,  e non posso che appellarmi alla vostra clemenza nel giudicarmi. Perdonate la mia debolezza, Oscar. Non sono che un ridicolo giullare di corte, ma per voi voglio essere un uomo migliore, voglio essere degno della vostra amicizia. Vi prometto che d'ora in poi vi portero' il massimo rispetto e....“
 
Oscar interruppe il suo accorato appello alzando una mano nella sua direzione.
„Fersen, non ce l'ho con voi, ma preferisco dimenticare.“
 
„Madamigella Oscar, si.....si, dimentichiamo questo triste episodio, rinnovatemi la vostra fiducia, non vi deludero'.“
Fersen fremeva affinche' lei lo perdonasse.
 
„Va bene, voglio credere alle vostre buone intenzioni, in nome dell'amicizia che abbiamo condiviso per molti anni.“
Pensava Oscar che in fondo conosceva Fersen da molto tempo, e sapeva quanto, nonostante le sue debolezze da uomo di mondo, fosse leale e sincero, era sempre stato in realta' un amico su cui poter contare, lo aveva dimostrato in piu' di un' occasione, erano state anche queste sue qualita', per anni, ad averla tenuta incatenata ad un vacuo sogno adolescenziale.
 
„Bene, era quello che speravo di sentirvi dire....“
Disse lui con evidente sollievo.
 
 „ Ora, per favore, vorrei rendermi utile Oscar, ditemi come stanno le cose e faro' tutto cio' che e' in mio potere per aiutare voi.....ed il vostro Andre'. „
Aggiunse sinceramente emozionato.
 
„Fersen, prima di continuare vorrei che Andre' ci raggiungesse. Questa storia riguarda anche lui, e trovo giusto che sia presente e che decida insieme a me se e quanto condividere con voi della nostra situazione.“
 
„ Ma certamente ! Fatelo pure chiamare.“
Si affretto' ad annuire il Conte.
 
„Se non vi dispiace, andro' io stessa a chiamarlo, vedete, ha subito una brutta ferita all'occhio ed e' emotivamente molto provato. Sento di non averlo trattato come merita in vostra presenza, e temo che cio' lo abbia ulteriormene ferito.“
La voce ebbe un tremito, Oscar sapeva di aver fatto soffrire Andre' permettendogli di andarsene da quella stanza.
 
Andre' era un uomo estremamente intelligente, compensivo e paziente, ma non quando si trattava di Fersen: in quel caso perdeva le staffe, ogni sua certezza vacillava e improvvisamente tornava ad essere il piccolo orfano che nonna Marie aveva strappato ad una vita di stenti portandolo con se a vivere a palazzo Jarjayes e che con gli anni era poi divenuto un uomo solo e spesso incompreso, perennemente affamato d'amore, da sempre perdutamente e irrimediabilmente innamorato della stessa donna, l'unica che non gli era permesso desiderare. Andre' aveva sofferto in ogni singolo giorno della sua vita insieme a lei, poiche' l'amava in segreto, viverle accanto era stato croce e delizia del suo cuore straziato, ma non avrebbe mai cambiato la sua vita per un' altra, non poteva vivere senza di lei, e non aveva rimpianti. Poi il miracolo....lei si era accorta di lui e gli aveva confessato di amarlo, ma era trascorso troppo poco tempo da allora, e un amore appena sbocciato andava nutrito e curato costantemente affinche' mettesse radici solide e profonde, di questo anche Oscar era consapevole, temeva dunque la reazione di Andre'alla rinnovata presenza del Conte nella loro vita. Conoscendo la sua indole, Oscar non osava immaginare in che stato fosse in quel momento, ma proprio per questo doveva assolutamente andare di persona da lui, affrontare le sue paure e fargli capire che non aveva piu' nulla da temere, ne' da Fersen ne' da chiunque altro: lei voleva appartenere solo a lui.
 
Oscar si accingeva dunque a lasciare Fersen da solo nel salottino mentre lei sarebbe andata a recuperare il suo uomo.
 
„Capisco, e avete tutta la mia comprensione. Io non ho fretta madamigella Oscar, sono qui con l'unico scopo di aiutarvi, concedetemi solo di attendere qui il vostro ritorno , e.... prendetevi pure tutto il tempo che vi serve.“
Disse Fersen conciliante.
 
Oscar annui' e concluse.
„Grazie, Fersen, rimanete pure qui mentre io vado a cercare Andre'.“
 
......
 
Busso' incerta alla porta della sua camera, la voce di Andre' la raggiunse da dietro la porta, ma non si fece ingannare dal tono apparentemente pacato, se lo conosceva bene, era furioso.
 
„Si?“
 
„Amore, sono io, aprimi per favore.“
Disse con dolcezza.
 
Andre' apri' la porta ma la blocco' sulla soglia fissandola con l'amarezza nello sguardo.

„Per favore?.... Ora mi chiedi per favore?“
 
„Andre', so che sei arrabbiato, e ti do tutte le ragioni, ma lascia che ti spieghi.“
 
„Non c'e' niente da spiegare, avevi detto che avremmo affrontato Fersen insieme, invece e' bastato che il Conte richiedesse un colloquio privato per liquidarmi.“
 
„Ma cosa dici Andre', non parlerai sul serio? Sei stato tu ad andartene.“
 
„Ti ho solo risparmiato l'imbarazzo di mandarmi via, tanto l'avresti fatto comunque, in fondo cosa c'e' di strano? Sono un servo, che diritto avevo di insistere a prendere parte ad una conversazione privata tra due nobili? A meno che tu non me lo imponessi, ma sappiamo entrambi che non era tua intenzione.“
 
„Sei ingiusto Andre', come puoi parlarmi in questo modo?“
 
„Gia', non ne ho alcun diritto. Beh, pensala come ti pare, ma adesso vattene e lasciami in pace, sono molto stanco.“
Fece per chiudere la porta, ma Oscar lo precedette e si catapulto' nella sua stanza spingendolo da parte, poi gli punto' un dito contro, gli occhi due oceani in tempesta:
 
„Andre', ascoltami bene, ho sbagliato a permetterti di andartene, ed e' per questo che sono qui, sono venuta a chiamarti per pregarti di tornare di la'. Fersen ci aspetta,  abbiamo tante cose di cui parlare e gli ho chiaramente detto che non ho intenzione di continuare la conversazione senza di te, quindi poche storie, Grandier.“
 
„Ah si? E il Conte non ha nulla da ridire adesso? Come mai? Sembrava dovesse rivelarti chissa' quale segreto. Cos'e' che gli ha fatto cambiare idea?“
 
„Nessun segreto....Lassonne ha subito un'aggressione e Fersen lo ha soccorso, e' a casa sua da tre giorni, ancora non si e' rimesso completamente e non potendo muoversi ha raccontato a Fersen di dover consegnare per mio conto una lettera di cui mio padre non deve venire a conoscenza. Fersen aveva le idee confuse ed venuto a chiedere spiegazioni, non poteva sapere che la lettera riguardasse noi due, ha pensato che tu non ne sapessi nulla, quindi per non rischiare di compromettermi ha preferito parlassimo in privato, tutto qui.“
 
L'occhio sano di Andre' fu attraversato da un lampo, ecco perche' Lassonne non si era fatto vivo negli ultimi giorni....ma pur trovando la spiegazione di Oscar logica e comprensibile, il suo orgoglio di uomo innamorato era ancora ferito: Andre' si rendeva conto che quando si trattava di Fersen tutte le sue certezze vacillavano, ma non poteva essere altrimenti: Oscar era stata innamorata di lui per anni, aveva atteso che tornasse dalle Americhe soffrendo in silenzio.
Era stato in quel periodo che si era man mano sempre piu' chiusa in se stessa evitando di condividere le proprie pene con il suo amico d'infanzia tracciando un solco netto fra loro due: si era data all'alcool struggendosi per lui, aveva evitato di parlarne e lo aveva trattato spesso freddamente ogniqualvolta lui tentava di starle vicino.
 
Andre' li ricordava come gli anni piu' bui della sua esistenza.
 
Adesso le cose erano cambiate, Oscar era stata sua, e gli aveva detto di amarlo, ma era stato dopo che Fersen l'aveva respinta e le aveva definitivamente detto addio. Cosa poteva significare per lei rivederlo? All'improvviso tornava nella sua casa e nella sua vita, cosa provava Oscar? E se in lei fosse rimasto vivo anche solo il barlume di un sentimento per lui, sarebbe potuto bastare rivederlo per rimettere tutto in discussione?
 
Andre' si sentiva impazzire.
 
 Come poteva ora essere certo che Oscar lo avesse dimenticato completamente? Che non provasse assolutamente nulla di lontanamente simile all'amore per lui? Non era affatto facile convincersi di essere l'unico vero amore per Oscar. Si sentiva incredibilmente vulnerabile e si vergognava della propria debolezza.
 
L'orgoglio ferito ebbe la meglio, cosi' Andre' ignoro' la spiegazione di Oscar insistendo con le  domande.
 
„Ah si? Evidentemente Fersen nutre molta poca fiducia nei miei confronti se temeva di compromettere te parlando di una tua lettera davanti a me, e tutto cio' per nasconderne l'esistenza a tuo padre...“
 
Scosse la testa sconsolato.
 
„ Non mi spiego allora come mai ora invece lui voglia permettere che io assista alla vostre confidenze....cos'e' che gli ha fatto cambiare idea? Cosa gli hai detto, Oscar?“
 
Il suo sguardo era rovente, ma Oscar capi' che era divorato da mille dubbi.
 
„La verita'....“
Rispose calmissima.
 
„Quale verita'?“
 
Andre' si avvicino' a lei artigliando le sue spalle, la sovrastava con la sua altezza, lo sguardo affamato di certezze, la voce roca.
 
„Come stanno le cose, Oscar? Voglio che tu me lo dica.“
 
„Lo sai bene come stanno le cose, e ora lo sa anche Fersen“
Lo fisso' diretta, sicura di se', ma Andre' voleva di piu'.
 
„Dimmelo Oscar.....dimmelo! Ne ho bisogno... „
Attraverso il sottile tessuto della camicia, Oscar percepi' il calore delle sue dita tremanti, ancora avvinghiate alle sue spalle, mentre la fissava con una intensita' che la fece rabbrividire dal desiderio.
 
„La verita' ....e' che ti amo.“
Disse lei, la sua voce profonda vibro', poi gli appoggio' i palmi delle mani sul petto prima di continuare con ardore.
 
„Ti amo, Andre', come non ho mai amato nessun altro uomo in tutta la mia vita, per me esisti solo tu, respiri nel mio petto, mi scorri nelle vene. Non posso vivere senza di te, e non ho alcuna intenzione di rinunciare a te, per nessun motivo al mondo. Tu sei la mia vita Andre', solo tu....solo tu....E lo so che fai fatica a credermi, ma e' sempre stato cosi', io ti ho sempre amato, sempre! Solo....non sono brava a leggermi dentro, io...non l'avevo capito,  io....“
 
Tremava lei insieme a lui.
 
„Oscar...“
Se la strinse al petto volgendo lo sguardo al soffitto, chiuse gli occhi, il respiro affannoso, faticava a reprimere le lacrime, eppure lui era un uomo....era un uomo !
Ma come puo' un uomo che vive d'amore, e per amore e' disposto anche a morire, come puo' un uomo che ha amato solo una donna per tutta la vita, senza mai poterla avere, senza nemmeno osare sperare di essere da lei considerato, come puo' un uomo che ha vissuto di ogni suo respiro, di ogni suo sguardo, di ogni suo gesto, offrendole in silenzio la propria anima e tutto di se', ogni giorno, per vent'anni, come puo' un uomo perdutamente, disperatamente innamorato trattenere l'emozione devastante di sentirsi finalmente riamato ?
 
Cedette al pianto Andre',  curvo' la schiena circondandola con le sue braccia quasi volesse fondersi con lei e in quella stretta si lascio' andare ai singhiozzi.
 
Oscar si rifugio' nel loro abbraccio e pianse insieme a lui, sopraffatta dall'emozione. Non dissero nulla, solo si tennero stretti, mentre lui la cullava accogliente e lei, materna  gli accarezzava i capelli. Restarono avvinghiati per un tempo indefinito, finche' i loro respiri lentamente non tornarono regolari.
 
Andre' la libero' dal suo abbraccio per specchiarsi nel turchese dei suoi occhi, acqua limpida di fonte, vi lesse infinito amore, e non ebbe piu' paura.
 
Si chino' su di lei a cercarne le labbra, la bacio' lentamente, muovendo le sue labbra all'unisono con quelle di lei, assaporandola piano, pianissimo, finche' lei non dischiuse la bocca chiamandolo ad entrare.
Le loro lingue si cercarono e si trovarono per lambirsi e carezzarsi in umide pennellate di dolcezza, larghe e sapienti, mentre il respiro si faceva affannoso, e le mani sempre piu' audaci.
Oscar gemette nella sua bocca, metre lui le sfiorava un capezzolo col dorso delle dita.
All'improvviso la prese in braccio per portarsela sul letto.
La spoglio' senza fretta, guardandola sempre negli occhi, quando fu nuda di fronte a lui si libero' anche dei propri indumenti mentre lei godeva alla vista del suo uomo, il suo torace scolpito, le gambe tornite, la sua virilita' nel pieno del suo vigore... bramava tutto di lui, alzo' le braccia aperte nella sua direzione invitandolo silenziosamente a raggiungerla.
 
Lui si adagio' accanto a lei, le mani sui suoi fianchi, le morse il labbro inferiore sorridendo sornione, lei gli restitui' il morso e continuarono a baciarsi per attimi infiniti, mentre le mani sulla pelle lasciavano scie di fuoco e carezze sfrontate generavano brividi potenti, poi i loro sguardi si fecero seri.
Andre' le accarezzo' una guancia, tuffandosi nel blu dei suoi oceani che nella passione assumevano i toni scuri del cobalto, la voce arrochita dal desiderio:
 
„Ti amo Oscar, lo sai vero che sono pazzo di te?“
 
„Anch'io ti amo, non dubitarne mai, amore mio.“
 
Era tutto cio' di cui aveva bisogno Andre', torno' a baciarla con veemenza mentre lei gli si avvinghiava contro intrecciando le lunghe gambe ai suoi lombi in un muto invito.
Andre' non si fece pregare, e in un unico fluido movimento fu in lei.
 
......
 
Andre' giaceva supino, un braccio dietro la nuca, l'altro ancora stretto attorno alle sue spalle, mentre lei al suo fianco gli sfiorava di tanto in tanto il collo con le labbra, strusciandoglisi contro.
Lui, pienamente appagato dall'amore appena consumato, si crogiolava nelle sensazioni che gli provocava la vicinanza di lei: sembrava una gattina che fa le fusa.
Intenerito da tutta quella dolcezza si ritrovo' a dirle:
 
„Scusami amore, a volte sono piu' testone di un mulo, ha ragione la nonna a prendermi a mestolate, dovresti farlo anche tu ogni tanto, sai?“
Prese a ridacchiare.
 
„Non provocarmi Grandier, potrei prenderti sul serio...“
Rispose lei sorniona mentre con le dita tracciava sentieri immaginari sul suo petto.
 
„Oscar, tu credi veramente che dovremmo parlare con Fersen?“
Si fece serio lui, si fece altrettanto seria lei.
 
„Si, Andre', e se Fersen puo' aiutarci ora che Lassonne e' in difficolta', io dico che dobbiamo fidarci di lui e permettergli di darci una mano.....ma non voglio decidere da sola, tu....tu sei il mio uomo, e se vuoi decideremo insieme, ma se non sei d'accordo faremo come vuoi tu, solo, prima di decidere, valuta bene tutte le opzioni. Io in questo momento proprio non vedo altra via di uscita....“
 
„E sia.“
 
.........
 
Andre'apri' la porta del salottino, Fersen nell'attesa si era assopito sul divanetto di fronte al camino, ma non si era mosso da li.
 
Oscar e Andre' si scambiarono uno sguardo d'intesa, infine entrarono tenendosi per mano.
 

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI ***


Capitolo XXI
 
A notte fonda Andre' viaggiava sulla carrozza di Fersen diretto alla sua sfarzosa dimora parigina.
Nel silenzio dell'abitacolo ripensava agli ultimi avvenimenti.
Insieme ad Oscar aveva deciso di raccontare a Fersen tutta la verita' riguardo al suo coinvolgimento come cavaliere nero di riserva, il ferimento, i problemi con il Generale per via della sua lettera trafugata il fidanzamento forzato di Oscar con Girodelle frutto del ricatto del padre di lei e infine la decisione di fuggire insieme ad Oscar, unica via d'uscita in quella situazione apparentemente disperata.
 
Il Conte aveva ascoltato attentamente senza fiatare, un' espressione estremamente seria e consapevole sul volto, alla fine aveva solo annuito rassicurante:
 
„Capisco, non abbiate timore, ora potete contare sul mio aiuto, e vi prometto che andra' tutto bene.“
 
Fersen si era ricordato della promessa fatta a Lassonne, ovvero che gli avrebbe portato Andre' per la necessaria delicata medicazione all'occhio, Oscar in realta' non si era mostrata entusiasta di lasciarlo andare via all'improvviso e senza possibilita' di seguirlo, ma non avevano scelta, l'occhio andava rigorosamente pulito e curato con un unguento particolare, le bende andavano sostituite, il rischio d'infezione andava assolutamente evitato, quindi alla fine Oscar, seppur a malincuore, aveva dovuto rassegnarsi e cosi' ora Fersen e Andre' viaggiavano insieme nel piu' assoluto silenzo, solo lo scalpitio degli zoccoli a scalfire lo scorrere vorticoso dei loro pensieri....
 
Giunsero infine a destinazione, Lassonne riposava esattamente nella stessa posizione in cui Fersen l'aveva lasciato, penso' che doveva essere ancora molto dolorante dopo le percosse subite nell'agguato a Sant'Antoine.
 
Molto delicatamente Fersen lo sveglio' lasciando scorrere la mano sul suo braccio in attesa che lui aprisse gli occhi.
Lassonne si rallegro' di vedere Andre' al suo capezzale, cio' evidentemete significava che aver detto al Conte della lettera non era stato un errore: Oscar e Andre' si fidavano dunque di lui, la presenza di Andre' era la prova inconfutabile che si era auspicato gli fornisse Fersen.
 
Sbrigati i convenevoli il dottore fu in grado, nonostante lo stato di debilitazione in cui si trovava, di medicare Andre'; lentamente ma meticolosamente, si dedico' alla sua ferita senza trascurare alcun dettaglio, fortunatamente aveva con se' tutto il necessario dato che Fersen aveva recuperato la sua preziosa borsa dai resti della carrozza dopo aver disperso la folla impazzita.
 
Infine Andre' fu pronto a tornare a palazzo Jarjayes, non senza prima aver ringraziato Lassonne per essersi occupato di lui anche in quelle condizioni.
Lassonne si raccomando' di tornare anche la notte successiva e cosi' per tutta la settimana, evitando accuratamente di esporsi alla luce diretta del sole.
 
La lettera per i suoi amici sarebbe stata consegnata da Fersen la mattina seguente, di questo non doveva preoccuparsi.
Fersen stesso lo avrebbe informato della data dell'incontro con i suoi amici, che andava assolutamente evitato finche' lui non avesse tolto le bende, e anche allora avrebbe dovuto svolgersi in un ambiente adeguato e con le dovute precauzioni.
 
Fersen si offri' di accompagnare Andre' a palazzo con la sua carrozza, ma quest'ultimo riteneva che la presenza del Conte non fosse necessaria, il lacche' di Fersen conosceva la strada, quindi sarebbe tornato indietro da solo.
 
Intanto a palazzo Jarjayes il Generale non dormiva: aveva notato un certo movimento nel cortile esterno da dove partivano le carrozze e poiche' tutta la servitu' gli era fedele, egli era stato prontamente informato di come Andre' avesse lasciato la casa con una certa fretta e insieme al Conte di Fersen.
 
IL Generale non si lascio' scomporre ma decise invece di approfittarne traendo il massimo vantaggio da quello che sapeva essere solo un temporaneo allontanamento di Andre'.
In quei giorni infatti, grazie alle sue spie tra la servitu' di palazzo, non gli era sfuggito nulla delle attenzioni che la figlia mostrava nei confronti del suo attendente, lui conosceva bene sua figlia: quando decideva qualcosa andava fino in fondo, ed era un fiume in piena che andava arginato.
 
......
 
La carrozza di Fersen si avvicinava al viale alberato che costeggiava un piccolo ma pittoresco canale, appositamente pensato e realizzato per ordine del Generale in persona al fine di valorizzare l'imminente ingresso padronale di palazzo Jarjayes.
Le sagome dei cipressi in versione notturna, equidistanti e dritti come fusi, ricordavano una sequenza di soldati giganti schierati e impettiti , pronti a sfilare di fronte al loro valoroso condottiero.
Andre' pensava che forse il vecchio avesse in mente esattamente questo quando aveva anni addietro personalmente seguito e diretto la realizzazione di quel filare alberato, o forse stava esagerando ...
 
Era molto stanco dopo la giornata piena e intensa che si era lasciato alle spalle, tutte quelle emozioni, la sua folle gelosia per Fersen, causata dalle sue incertezze, Oscar che diceva di amarlo con tutto quell'ardore, e poi avevano fatto l'amore...
Ogni volta che la faceva sua imparava qualcosa di lei, come toccarla, come farla impazzire, e lei rispondeva alle sue iniziative con un entusiasmo e una passione mai frenata. Oscar nella volutta' si lasciava andare completamente, e a lui possederla non bastava mai, aveva sempre voglia di lei, anche in quel momento, nonostante la spossatezza, pensava solo a lei, alla sua pelle diafana e setosa, a quanto desiderasse tornare da lei, in lei.... sorprenderla nel suo letto, spogliarla lentamente, un indumento alla volta, per poi nutrirsi della sua bellezza, guardarla con la consapevolezza che era sua e di nessun altro, e che sarebbe stato sempre cosi', e poi  stringerla a se', e baciarla travolgendola con l'impeto e la frenesia che reclamava il suo vigore di uomo, e amarla, solo amarla, ancora e ancora....
 
Sorrise tra se' e se', chissa' se lei era ancora sveglia sperava di si, ma nel caso dormisse sapeva come svegliarla.... Accidenti, doveva darsi una calmata, era un uomo di piu' di trent'anni, non un ragazzino in preda ai bollenti spiriti. Scosse la testa ridacchiando, poi cerco' di pensare ad altro.
 
Nonostante si sforzasse di restare sveglio e vigile, la stanchezza era tangibile, e si era sorpreso a piu' riprese con la testa ciondolante in uno stato di dormiveglia.
 
Fu un attimo: due ombre piu' scure in movimento, un urlo soffocato proveniente da cassetta, il nitrito dei cavalli spaventati, la porticina della carrozza forzata brutalmente.
 
Andre' fu scaraventato fuori dall'abitacolo prima che avesse il tempo di rendersi conto di quanto stesse accadendo.
Jerome e Philippe lo gettarono a terra e con due bastoni di legno nodosi iniziarono a percuoterlo con tutta la forza che avevano in corpo, sfogando con una violenza inaudita tutta l'invidia che per anni avevano accumulato nei suoi confronti, poiche' godeva di un trattamento particolare: Andre' in quella nobile casa era amato da alcuni (soprattutto donne) ma odiato da molti (soprattuto uomini) anche per via del suo rapporto estremamente privilegiato con la bellissima padrona.
 
Andre' impiego' alcuni secondi a raccapezzarsi, ma il dolore delle percosse ebbe l'effetto di risvegliarlo completamente dal suo stato di torpore.
 
Facendo leva su tutte le sue forze riusci' a rialzarsi in piedi evitando un colpo alla testa, proveniente da destra, urlando si lancio' con tutto il suo peso su Jerome, il suo bastone ancora a mezz'aria, quest'ultimo ruzzolo' a terra colpendo nel tragitto il compare Philippe, il quale non non riusci' ad attutire il colpo e si ritrovo' a sua volta gambe all'aria.
 
Andre' approfitto' del trambusto per fuggire su uno dei loro  due cavalli lasciati incustoditi, ma avendo riconosciuto i due uomini, si rese conto a questo punto di non potersi dirigere verso palazzo Jarjayes, dato che con tutta probabilita' il mandante dell'agguato lo attendeva al varco...
 
Gli basto' un secondo per decidere in che direzione spronare l'animale, Jerome e Philippe rimasero a terra alcuni istanti prima di rendersi conto che Andre' fosse fuggito.
Le tenebre gli furono favorevoli poiche' ormai era abituato a vedere attraverso il buio, e la sua sagoma scomparve ben presto inghiottita dall'oscurita'.
I due non poterono far altro che rinunciare all'inseguimento, non sapendo da che parte andare.
Non resto' loro altro che tornare indietro per dire al Generale che comunque Andre' non sarebbe tornato a palazzo: avevano ricevuto l'ordine di allontanarlo a tutti i costi, dunque, si dissero, poteva bastare.
 
Intanto Oscar era in fibrillazione per il ritardo accumuato da Andre'; secondo i suoi calcoli avrebbe dovuto tornare a casa ben prima dell'alba, erano questi i piani, anche per tutelare l'occhio ferito e quello sano ma affaticato, tuttavia al sorgere del sole di Andre' non vi era traccia.
 
A mattina inoltrata decise di fare il giro del palazzo e raccogliere informazioni origliando qua' e la'. L'aveva visto fare da Andre' il quale a corte aveva affinato tale sua innata capacita' di mimetizzarsi e scoprire segreti o venire a sapere le ultime dicerie di corte, un po' per combattere la noia, un po' per proteggere la sua amata da intrighi e congiure che in quell'ambiente malsano non si contavano.
 
Andre' sapeva essere silenzioso e invisibile quando voleva e Oscar si era divertita spesso ad osservarlo mentre eseguiva simili manovre intenzionato a raccogliere informazioni piu' o meno serie, piu' o meno utili .
A volte lo aveva preso in giro per questo suo talento naturale, dandogli della cameriera pettegola, ma a furia di guardarlo in azione aveva imparato anche lei a mimetizzarsi con la tappezzeria.
 
A questo punto era veramente preoccupata, a palazzo pareva nessuno fosse interessaato alle sorti di Andre', e nonostante fosse rimasta con orecchie e occhi ben aperti non era riuscita a scoprire nulla.
Non poteva uscire di casa, di questo era consapevole, avrebbe potuto mandare qualcuno a casa di Fersen a chiedere notizie, ma chi? Aveva giocato tutte le sue carte e non si fidava piu' di nessuno....
 
Andre' nel frattempo era tornato a casa di Fersen, questa volta piuttosto malconcio.
Se non fosse stata una situazione seria avrebbero tutti apprezzato il lato comico della vicenda; se continuava cosi' quella casa si sarebbe tasformata in un ospedale da campo...
 
„Andre', santo cielo, ma cosa vi e' successo?“
Lo accolse Fersen sorpreso e in evidente apprensione,  nella sua elegante vestaglia di seta in broccato a fondo blu, donatagli da sua sorella Sophie di ritorno da uno dei suoi numerosi viaggi.
 
„Conte, perdonatemi se torno a disturbarvi nel cuore della notte, ma sono stato un ingenuo a voler tornare indietro da solo, evidentemente il Generale seguiva le nostre mosse, ha tentato di liberarsi di me.“
 
„Come? E' gravissimo cio' che dite, come potete averne la certezza?“
 
„Sono stato aggredito da due uomini che ho riconosciuto perfettamente, sono entrambi servitori del Generale, fortunatamente sono riuscito a fuggire..... MALEDIZIONE ! „
Andre' si lascio' sfuggire un imprecazione mentre in un moto di rabbia con il pugno colpiva il muro in pietra a fianco della porta d'ingresso.
 
„Calmatevi Andre', avete fatto bene a venire da me, a questo punto tornare a palazzo Jarjayes e' fuori discussione.“
 
„Mi rendo conto del pericolo, ma come posso lasciare Oscar in balia di suo padre e di quel.....quel.... cicisbeo imbellettato.....senza offesa, Conte...“
 
„Se vi riferite a Girodelle capisco come vi sentite, amico mio, nemmeno io nutro particolare simpatia per lui, ma in questo momento dobbiamo usare la testa, tornare in quella casa potrebbe esservi fatale dopo cio' che vi e' accaduto, vi prego di rientrare in casa mia.“
 
„Ma.... Oscar...“
Si lamento' Andre' che con riluttanza  muoveva lenti passi verso il corridoio d'ingresso, quasi le sue gambe pesassero quintali. Fersen, una mano sulla sua spalla, lo incoraggiava a proseguire.
 
„Andro' io da lei, oggi stesso, di ritorno da Parigi, dopo aver consegnato la vostra lettera all'indirizzo che mi avete indicato, vi do la mia parola, Andre'. Vedrete, lei capira', e sapra' resistere per qualche giorno ancora, senza di voi. Conoscete la vostra donna meglio di chiunque altro, amico mio, dovreste sapere meglio di me che sa difendersi benissimo anche da sola. Noi dobbiamo essere prudenti e avere pazienza finche' non saremo in grado di farvi fuggire senza rischi.“
 
„Il Conte ha ragione.“
Si intromise Lassonne che a quel punto si era alzato dal letto incuriosito dalle voci provenienti dal corridoio.
 
„Dobbiamo agire in fretta ma in sicurezza, io mi sento molto meglio, e da domani faro'  la mia parte.“
Disse il dottore con rinnovato entusiasmo.
 
„Grazie..grazie davvero. Si, faremo come dite voi.“


Andre' era profondamente toccato dall'enfasi con cui entrambi gli uomini dimostravano di tenere al suo destino e a quello della sua Oscar. Non se lo sarebbe mai aspettato, ma poi penso' che lo facevano per lei....
 
Per lei valeva la pena di vivere...
 
Per lei valeva la pena di morire...
 
Trascorse cio' che restava della notte tra i peggiori incubi e i sogni piu' dolci, ognuno dei quali aveva come protagonista la sua Oscar.
 
All'alba era sveglio, in trepidante attesa di vedere il Conte prepararsi ad uscire e consegnare la famosa lettera a Bernard e Rosalie per poi raggiungere palazzo Jarjayes e portare ad Oscar sue notizie.
Povero amore, doveva essere incredibilmente preoccupata, erano d'accordo che lui sarebbe tornato prima dell'alba. Poteva solo immaginare cosa lei avesse provato nel non vederlo tornare come previsto.
Doveva assolutamente farle sapere che nonostante tutto stava bene e che presto sarebbero tornati insieme, questa volta per non lasciarsi mai piu'.
 
Fersen come promesso parti' diretto in citta' poco dopo il sorgere del sole, mentre Andre' non pote' far altro che rimanere a casa col dottore in attesa del suo ritorno e di buone notizie.
 
......
 
Era ormai pomeriggio inoltrato quando Oscar, che si era chiusa in camera a rimuginare sul da farsi, fu convocata dal padre nel suo studio. Sfortunatamente uno dei sui timori si era materializzato: Girodelle era a venuto a farle visita e chiedeva della sua fidanzata.
 
Non poteva certo esimersi dal ricevere il suo promesso sposo ufficiale quindi lascio' malvolentieri la propria stanza e si preparo' a recitare la sua parte.
 
Oscar entro' nello studio di suo padre, l'aroma di tabacco e di acquavite che la investirono al suo ingresso, ne confermarono la presenza, ma insieme a lui c'era anche Victor.
 
Girodelle era in piedi accanto al camino, evidentemente stava conversando amabilmente col Generale suo futuro suocero.  Tra le dita reggeva un bicchiere semivuoto, lo faceva lentamente roteare fissandone il prezioso liquido ambrato in movimento: il miglior cognac della riserva personale del Generale, distillato e invecchiato a regola d'arte, proprio come piaceva a lui.
 
Alla vista di Oscar il suo sguardo s'illumino', poso' delicatamente il bicchiere sul tavolino accanto alla bergere di suo padre poi si inchino' e senza distogliere gli occhi cerulei dal turchese dei suoi, si avvicino' a lei con lo sguardo acceso e a passo deciso. Volle racchiudere  entrambe le mani di lei tra le sue in un gesto intimo che in lei provoco' una repulsione immediata.
 
La voce affabile e vibrante.
 
„Buon giorno mia adorata, oggi siete bella e luminosa come il sole, ed io sono qui per servirvi.“
 
„Buon giorno Conte, siete sempre troppo gentile con me.“
Si scherni' lei abbassando lo sguardo nel tentativo di sembrare timida e impacciata.
 
„Vi prego, vi prego Oscar, chiamatemi Victor, presto sarete mia moglie, sarebbe opportuno accantonare tutte queste formalita' tra di noi, non siete d'accordo ?
Nel pronunciare queste parole alzo' una braccio accompagnando nel movimento la mano di lei alla sua bocca.
 
Oscar si senti' rabbrividire ma riusci' a nascondere il profondo disagio che l'improvviso baciamano di Girodelle le aveva provocato.
Alle sue spalle senti' giungere la risata sguaiata di suo padre, che naturalmente aveva assistito alla scena con grande compiacimento.
 
 „Molto bene! Adesso iniziamo a ragionare ! A questo punto non voglio infastidirvi con la mia presenza, Conte, ci siamo capiti, riprenderemo il discorso piu' avanti, ora, se volete scusarmi, tolgo il disturbo, avete tutto il tempo che volete, usatelo bene, mi raccomando!“
 
Lo sguardo apertamente rivolto al Conte de Girodelle in un palese invito ad intensificare l'intimita' con la figlia, per Oscar un pugno in pieno viso.
 
Ultimamente non sopportava suo padre e faticava a trattenere l'istinto di vomitargli in faccia tutto il suo disprezzo per quello che le stava imponendo. La trattava come un oggetto, ma lei era una persona fatta di carne e anima, voleva vivere seguendo il proprio cuore, si era illusa che l'educazione maschile ricevuta significasse evitare un matrimonio di facciata, si disse che doveva essere forte, ben presto sarebbe stata libera e padrona del proprio destino.... ancora un po' di pazienza e sarebbe stata libera....
 
IL Generale usci' dalla stanza canticchiando mentre Oscar si affrettava a sedersi su una piccola poltrona, in modo da ridurre la possibilita' che Girodelle la avvicinasse fisicamente.
 
„Mia cara ora siamo soli, non volete proprio farmi compagnia qui accanto a me?“
Lui era ancora in piedi.
 
„Conte....Victor, come sapete sono una persona estremamente riservata e poco avvezza a certe.....situazioni....ecco io....ho bisogno di abituarmi all'idea di vivere come una donna, non e' facile per me, lo sapete bene, per favore....siate paziente.“
 
„Oh, mia adorata, siete una bocciolo di rosa in attesa di aprirsi, e che io per primo avro' l'onore di cogliere.... come potrei non accontentarvi?
 
Oscar tiro' un sospiro di sollievo, penso' di essere scampata al pericolo, ma Girodelle si avvicino' a lei e le prese una mano invitandola ad alzarsi, lei dovette assecondarlo, il cuore prese a galopparle nel petto, che intenzioni aveva adesso?
 
Come al solito diceva una cosa e poi ne faceva un'altra, doveva inventarsi qualcosa, gia' una volta aveva subito il contatto forzato con le su labbra e quella lingua insolente, non aveva alcuna intenzione di ripetere l'esperienza.
 
Girodelle intanto, ignaro della frustrazione di lei, inchiodo' i suoi occhi in quelli di lei fissandola con un' intensita' che le fece tremare le gambe, cosa voleva da lei? Lui si avvicino' lentamente al suo viso circondandole la vita con un braccio mentre portava l'altra mano al suo viso, gli occhi ora socchiusi, continuava ad avvicinarsi, lei ebbe paura, il cuore batteva cosi' forte da spezzarle le ossa, lui si avvicino' ancora....
 
„Oh scusatemi !!“
 
„Fersen!“
 
Oscar penso' che non era mai stata piu' felice di vederlo, nemmeno quando credeva di esserne innamorata.
 
Si allontano' immediatamente da Girodelle affrettandosi ad andargli incontro con il sorriso piu' gioioso che lui le avesse visto in viso, o era gratitudine?
 
„Fersen, vi prego, unitevi a noi !“
 
„Ma, cara... tuo padre aveva detto...“
 
„Oh, Victor, non siate scortese, avremo tutto il tempo di....continuare la nostra conversazione la prossima volta, ora siate gentile con Fersen, sapete bene che e' un caro amico sia della Regina sia della nostra famiglia.“
 
„Ma certamente, mia cara, scusatemi. Conte di Fersen, forse voi non sapete che io e madamigella Oscar siamo fidanzati, perdonatemi se vi sono sembrato scortese, e' solo che in presenza della mia splendida fidanzata perdo la testa, ma non avevo intenzione di offendervi, prego, accomodatevi, io stavo per andare via, tornero' domani.“
 
Dopo l'uscita di scena del Conte de Girodelle, Oscar torno' a respirare, ma cambio' espressione, lo sguardo preoccupato, ansioso: „Fersen, vi prego, non tenetemi sulle spine, dov'e' Andre', ieri notte non e' tornato a palazzo, voi ne sapete qualcosa? „


„Sedetevi, Oscar, ci sono importanti novita', ora vi racconto tutto.“
 

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