A little, crazy thing called ‘love’

di Miss_Sunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


A little, crazy thing called ‘love’

 

Premessa: nello scrivere questa storia tengo conto di tutti gli avvenimenti di tutti i libri a eccezione della morte dei “buoni” (es. Silente, Lupin, Tonks, etc.); la storia si svolge dopo il settimo libro alla luce di questo contesto: Silente è tornato alla presidenza di Hogwarts, la McGranitt è il suo vicepreside, Piton è professore di Difesa contro le Arti Oscure, Lumacorno è professore di Pozioni, il trio ha sostenuto gli esami M.A.G.O. e ormai ha finito la scuola.

 

Come è nata questa storia: questa storia nasce dal desiderio di vedere uno dei miei personaggi preferiti (Severus) finalmente felice dopo il suo triste passato e un po’ anche dall’indignazione per il fatto che J. K. Rowling ha “ucciso” tutti i personaggi migliori.

 

Disclaimers: I personaggi di questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.

 

§ Spero che mi seguirete in questa mia follia e che recensirete in tanti. La storia sarà in capitoli, ma non so bene quanti. Spero vi piaccia, anche se è un po’ folle!

 

Capitolo 1

 

Il tribunale era affollato. D’altronde non c’era da stupirsi visto che era appena finita una guerra. Più si guardava intorno più si convinceva che aveva fatto male ad andare lì senza un piano preciso. Che le avrebbe detto? Fu riscosso dai suoi pensieri dalla voce dell’amico che lo aveva accompagnato.

“Come pensi di trovarla?” Lucius Malfoy sembrava sempre meno convinto che quella che all’inizio sembrava una buona idea lo fosse davvero.

“Non lo so, ma dev’essere qui. Non posso credere che sia l’unico avvocato a non essere qui oggi!” Piton cominciava a perdere la pazienza: erano ormai venti minuti che si guardava intorno senza risultato.

“Severus… Sinceramente, forse abbiamo fatto un errore a venire qui. Andiamocene. Poi la chiami e prendi un appuntamento al suo studio.”

“Lucius, credimi, se proprio devo parlarle voglio almeno contare sull’effetto sorpresa!” non continuò perché la sua attenzione fu catturata da una persona che usciva da un’aula: era una donna con un tailleur nero e una camicetta grigia. I capelli dorati sciolti, una borsa che sembrava contenere una miriade di documenti.

“Eccola. Aspettami qui.” Lucius Malfoy non ebbe il tempo di rispondere che già Piton si era incamminato verso la donna.

“Avvocato Hamilton!” La donna si girò con l’aria stanca di chi era stata chiamata troppe volte per quel giorno. Ma appena vide chi era l’uomo che l’aveva chiamata, la sua espressione mutò, trasformandosi in durezza.

“Severus. Ti mancavano i tribunali?”

“No, mi mancava il tuo sarcasmo.”

“Che vuoi?”

Capì di non essere partito col piede giusto, ma lei a volte era così irritante…

“Oh, andiamo, sono anni che non ci vediamo! Mi saluti così?”

“Severus, il mio tempo è denaro. E devo essere dall’altra parte della città tra dieci minuti. Ripeto, che cosa vuoi?”

“Ho bisogno di te.”

“Questa è bella.”

“Sul serio. Hogwarts è… beh, sarà presto nei guai senza il tuo aiuto. Il consiglio vuole cacciare Silente. E me.”

“Se avessi uno scellino per tutte le volte che il Consiglio ha minacciato di cacciare Silente, ora potrei ritirarmi a vita privata a S. Barts. E se ne avessi uno anche per tutte le volte che hanno pensato di allontanare te, ora sarei più ricca di Creso.” Fece per andarsene, ma lui la trattenne per un braccio.

“Dico sul serio! Accusano Silente di aver messo in pericolo tutti per aver lasciato la scuola, ma tu sai la verità! E la sai anche su di me!”

Lei sospirò. “Severus, vuoi la verità? E va bene: la scuola è una grana che non voglio prendermi. Troppi casini. Sarebbe un impegno costante e io al momento ho troppo da fare. Per non parlare del fatto che con le stramberie di Albus avreste bisogno di me praticamente un giorno sì e l’altro pure e non credo che riuscireste a coprire il mio onorario.”

Piton cominciava ad arrabbiarsi. “Quindi rifiuti di aiutarci per farci un favore?!”

Aveva alzato la voce e alcune persone si erano girate verso di loro. “Ascolta,  Severus. Se mi proponessi una rimpatriata, accetterei. Una cena? D’accordo. Una notte in ricordo dei vecchi tempi? Perfetto. Ma niente assistenza legale!”

E senza dargli nemmeno il tempo di rispondere, gli voltò le spalle e se ne andò. Piton tornò verso Lucius Malfoy.

“Come è andata?”

“Me la posso lavorare. Cederà.”

Ma la sua sicurezza non convinceva a fondo neanche lui.

 

§ Allora, fine del primo capitolo… Spero di aver suscitato un po’ di alone di mistero intorno alla misteriosa Alyssa Hamilton (personaggio di mia invenzione) e a quello che è successo a Silente mentre tutti lo credevano morto. Lasciatemi critiche e commenti, li gradirò moltissimo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


A little, crazy thing called ‘love’

 

Ringraziamenti: grazie a Dogma per aver inserito la storia tra i preferiti e avermi lasciato una recensione; a ArwenBlack e __Ombra__ per averla messa tra quelle seguite. Grazie mille perché i avete spinto a continuare a pubblicarla, anche se è un po’ folle^^

 

Disclaimers: I personaggi di questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.

 

§ Ecco il secondo capitolo di questa mia follia! Alla fine ci sarà un colpo di scena che probabilmente non immaginate… Spero di aver suscitato un po’ di curiosità! Buona lettura!

 

Capitolo 2

 

Severus Piton non era uno che si arrendeva facilmente. Forse il giorno prima l’incontro con Alyssa non era andato nel migliore dei modi. Lucius lo aveva definito “un disastro”. Ma aveva calcolato tutto: non si aspettava di certo che lei gli avrebbe gettato le braccia al collo dopo tutto quello che era successo in passato. Doveva solo perseverare. E proprio con questo spirito si era recato al suo studio legale. Sperava che essendo ancora presto lei non fosse già impegnata. Fece un respiro profondo e si avvicinò alla scrivania dove era seduta la segretaria di Alyssa.

“Salve” esordì incerto “sono Severus Piton, l’avvocato è libera?”

La segretaria lo guardò appena. “Ha un appuntamento?”

“No, ma è una questione molto importante e pensavo che…”

“L’avvocato non riceve senza appuntamento.” lo bloccò la donna.

“Sono un vecchio amico, sono sicuro che se non è impegnata mi riceverà.”

La donna sbuffò: aveva capito che quell’uomo non l’avrebbe lasciata in pace se lei non lo avesse accontentato. Sollevò il telefono e chiamò la linea privata dell’avvocato Hamilton. Per quanto fosse a distanza di qualche metro non tollerava che nessuno la disturbasse. Le faceva storie già quando la chiamava per  “cose futili”, come d’altronde avrebbe definito l’insistenza di quell’uomo. Perfetto, già non era di buon umore figurarsi dopo la telefonata a causa di quello scocciatore.

“Avvocato? C’è qui il signor Piton che vorrebbe…”

“Lo mandi via, sono impegnata.”

“Ci ho già provato, ma dice che è un vecchio amico e…”

Sospiro. “D’accordo, non me lo leverò dai piedi altrimenti. Lo faccia entrare. E mi trovi due aspirine!”

La donna guardò Piton. Non sapeva neanche cosa lo aspettava visto l’emicrania dell’avvocato. Probabilmente l’avrebbe mandato fuori a calci.

“Può entrare, ma l’avverto: non è di buon umore.”

‘E quando mai!’ Pensò Piton entrando.

L’ufficio di Alyssa era molto ampio e luminoso, ma quel giorno le tende erano tirate. Lei era seduta alla sua scrivania di vetro e ferro battuto.

“Permesso?” disse, entrando.

“Ho poco tempo, Severus.”

“Ti sei trasformata in un vampiro?!” le chiese, notando le tende tirate.

“Molto divertente. Ho solo mal di testa. Che cosa vuoi?”

“Guarda qui.” e le mise sulla scrivania due fogli di carta.

“Cosa sono?”

“Lettere. Del Consiglio. Una è per me e una per Silente. In calce troverai, prima fra tutte, la firma di Dolores Umbridge. È riuscita, non so come, a convincere il consiglio ad accusare me di aver sempre fatto il doppio gioco per  il Signore Oscuro e Silente di aver abbandonato la scuola per non affondare con essa.”

“È assurdo” disse lei, aprendo le lettere. Le scorse velocemente. “Quella donna è pazza! E mi sorprende che quegli idioti del Consiglio le vadano dietro!”

“Ti avevo detto che la situazione non è facile. Per questo abbiamo bisogno della migliore! Per…”

“Ti ho già detto di no. Ma posso consigliarti dei buoni avvocati…”

“Non voglio i tuoi avversarsi, ci serve qualcuno che vinca la causa di sicuro! Se non vuoi prenderti l’incarico di legale della scuola, almeno aiutaci in questa situazione!”

La conversazione fu interrotta dalla segretaria che entrò con le aspirine. “Perfetto, grazie.”

Alyssa mandò giù le aspirine con un solo sorso d’acqua. “Severus, era la mia ultima parola. Ora se vuoi scusarmi, devo lavorare.”

Abbassò gli occhi sulle carte davanti a lei e non lo degnò più di uno sguardo. Lui uscì sbattendo la porta.

***

“Allora che ne pensi?”

Alyssa era a casa del giudice Richard Woods, suo maestro e mentore. Era andata da lui a cena per esporgli il problema di Hogwarts. Sperava in un suo consiglio per uscire da quella situazione e non pensarci più.

“Penso che non dovresti accettare. Non puoi farti sconvolgere la vita da quell’uomo. Di nuovo.

“Ma?”

“Ma la situazione è complicata. Se la Umbridge vuole cacciare Albus, puoi star certa che non si arrenderà facilmente.”

“Quindi?” sorseggiò il suo gin and tonic e accavallò le gambe.

“Quindi dovresti pensarci bene prima di rifiutare.”

“Non mi stai aiutando poi tanto…” rispose con un sorriso mesto.

“Tu che vuoi fare?”

“Io accetterei, non fosse per…”

“Severus.” completò Richard.

“Già.”

“E quindi avvocato? Che farai?”

“Seguirò la mia etica e accetterò.” concluse lei con un sospiro.

***

Lasciò casa di Richard decisa a non cambiare più la sua decisione. Il giorno dopo avrebbe mandato un gufo ad Albus. Ma mentre guidava verso casa si ritrovò per caso dalle parti di Spinner’s End. Decise che dopotutto avrebbe anche potuto parlare con lui civilmente. ‘Se c’è una luce, busso. Se non c’è, me ne vado.’

Una parte di lei si augurava che tutte le luci fossero spente, un’altra voleva, stranamente, rivedere Severus.

C’era una luce accesa. Bussò.

Piton stava leggendo un libro nel salotto e quasi sobbalzò a sentire bussare alla porta. Fu ancora più sorpreso a vedere Alyssa sulla porta. Lei non gli diede neanche il tempo di parlare.

“Accetto la causa.”

Lui non riuscì a trattenere un sorrisetto. “Non vuoi entrare?”

“Meglio di no.”

“Dai, ti offro un bicchiere di vino. È un ottimo rimedio per l’emicrania.”

Lei gli sorrise. “D’accordo.”

***

Avevano bevuto troppo vino. Un bicchiere era presto stato seguito da un altro e poi da un altro ancora. Alyssa continuava a parlare di cause e tribunali e Piton non ne poteva decisamente più.

“Va bene, sei la migliore, lo abbiamo capito, ma c’è un modo per farti stare zitta?”

“Mi hai cercata tu, Severus. Ora mi sopporti.”

Era seduta sul pavimento e rileggeva le lettere del consiglio. Lui le si sedette accanto.

“Non sei stanca?”

“Io non sono mai stanca. Senti, a proposito di questo passagg…”

Ma non fece in tempo a finire: lui l’aveva baciata.

“Visto che un modo per farti tacere c’è?!” e continuò a baciarla.

“Severus, non possiamo…” altro bacio. “Sono il tuo avvocato, non è eticamente corretto…”

“Stai zitta.”

La spinse sul tappeto e le sbottonò la camicia, baciandola fino all’addome, poi le sfilò la gonna. Anche lei lo spogliò. Restarono così a baciarsi per qualche minuto poi lui la privò anche della biancheria intima. Alyssa non era più in grado di dirgli no. Come se lo fosse mai stata. Entrò in lei e le sue spinte si fecero forti e decise. Conosceva bene la sensazione di fare l’amore con Severus Piton , ma da tanto tempo ormai non la provava più. La portò all’estasi del piacere e poi restarono distesi sul tappeto, a coprirli solo la coperta che lui teneva sul divano.

“Sarà meglio spostarsi in camera o domani avrai anche il torcicollo, oltre all’emicrania…”

“No.” lo disse in tono dolce, ma deciso.

“Come?”

“Una cosa è fare l’amore con te, un’altra dormire con te. Preferisco fermarmi alla prima.”

Detto questo, si alzò e si rivestì sotto gli occhi attoniti di lui. Raccolse le sue carte e si avviò verso la porta.

“Buonanotte.” gli disse con un sorriso.

Dopo pochi minuti, Piton sentì che la sua macchina si allontanava da casa sua.

 

§ Allora che ne dite? Dai, lasciatemi qualche commentino per dirmi se la storia vi piace, ma anche se non vi piace (anche se io preferisco la prima opzione ^^”). Nel prossimo capitolo comincerò a svelarvi qualcosa in più su questa donna misteriosa… Spero mi seguirete!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


A little, crazy thing called ‘love’

 

Ringraziamenti: grazie a Lars Black per aver inserito la storia tra i preferiti; a lady cat, Lars Black, Piccola Vero, snapEly, _Morgana_ e __Ombra__ per aver deciso di seguire la storia; a snapEly, Dogma, Piccola Vero e Angel666 per le recensioni. Grazie davvero a tutti!

 

Disclaimers: I personaggi di questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.

 

§ Ecco il terzo capitolo di questa folle storia! Come promesso si scoprirà come Piton ha conosciuto Alyssa Hamilton. Le parti in corsivo rappresentano dei  flashback e questa tecnica sarà adottata anche nel prossimo capitolo in cui verrà raccontato qualcos’altro riguardo al passato. Buona lettura!

 

Capitolo 3

 

Piton era appena arrivato in Grimmauld Place che subito capì che stava succedendo qualcosa. Sentiva delle voci alquanto alterate provenire da una porta chiusa e tutti i membri dell’Ordine presenti si aggiravano attorno ad una porta chiusa da dentro la quale provenivano le voci. Il quartier generale, ormai che la guerra era finita, veniva usato come luogo per riunirsi, chiacchierare e gustare i manicaretti di Molly Weasley.

“Che succede?” chiese col suo solito tono di sufficienza.

“È quello che vorremmo sapere tutti” gli rispose Harry, che si trovava lì per caso quella mattina. “Silente è chiuso in quella stanza da un’ora ormai e sta parlando una donna che ho capito essere un avvocato.”

Il cuore di Piton saltò un battito. “E come sta andando?”

“Non bene. Silente respinge tutte le proposta che lei fa su una qualche udienza e lei va su tutte le furie. Ci sono delle orecchie oblunghe, se vuoi…”

Piton pensò alla conversazione che si stava svolgendo in quella stanza. “Preferisco di no.”

La loro conversazione fu interrotta dallo sbattere della porta. Alyssa uscì e Piton non poté fare a meno di notare che sembrava furiosa. Gli si avvicinò. “Severus, io ci ho provato. Non vuole ragionare, non credo capisca la gravità della situazione! D’ora in poi è meglio se preparo io la nostra difesa e ci vediamo direttamente in tribunale.”

“Fai come meglio credi.” non si sarebbe neanche sognato di contraddirla in quel momento.

“Perfetto. Ora scusami, ma mi aspettano in tribunale. Ah, e a proposito di… ieri sera, sarà meglio non parlarne più d’accordo?”

“Certo.”

Non che fosse proprio d’accordo, ma ne avrebbero parlato un’altra volta.

“La conosci?”

La voce di Harry lo riportò alla realtà. Ormai, si davano del tu e ogni tanto si fermavano anche a parlare.

“Sì, diciamo da un po’, ormai.”

“Davvero? E come?”

“Sarebbe una storia lunga, molto lunga.”

“Di solito sono le più interessanti.”

“Ti conviene sederti allora.”

Harry prese posto sul divano e Piton su una poltrona.

Piton cominciò a raccontare. “La prima volta che vidi Alyssa fu sull’Espresso per Hogwarts. Dovevo cominciare il quinto anno. Ero appena salito sul treno, quando la mia attenzione fu catturata da una ragazza che non avevo ami visto prima: aveva i capelli biondi lunghi fino alla vita e il viso incorniciato da una frangia leggera. Ricordo che i suoi capelli furono la prima cosa che mi colpì di lei. La seconda fu il suo abbigliamento: indossava dei jeans chiari e un top bianco. Qualcosa che normalmente non si vede su un treno per una scuola di magia! Era circondata da una sfilza di valigie e parlava con il tuo padrino.”

“Con Sirius? Lei conosceva Sirius?”

“In realtà si erano appena conosciuti.”

 

“Ehi, angelo, ti sei persa?”

Alyssa si voltò verso la voce. “Non sei lontano dalla verità! Non sono ancora riuscita a trovare un vagone libero!”

“Beh, nel mio c’è abbastanza spazio! Sirius Black, piacere di conoscerti.”

“Alyssa Hamilton, ti assicuro che il piacere è mio!”

“Ti serve aiuto con i bagagli?”

“Magari, grazie!”

Sirius aveva subito notato la bella biondina che era salita sul treno e, come era sua abitudine fare con le belle ragazze, era corso a presentarsi. Mai, però, avrebbe sperato in una così buona occasione per mettersi in mostra: Piton era appena salito sul treno. Passando accanto a loro aveva urtato col suo baule quella che aveva appena scoperto chiamarsi Alyssa.

“Ehi, Mocciosus! Chiedi subito scusa alla signorina!”

Piton aveva notato la ragazza con cui stava parlando Black. Non l’aveva mai vista prima, forse era nuova. Non che facesse mai quello che Black gli ordinava, però gli sembrò giusto scusarsi con quella ragazza tanto carina. Stava per aprire bocca, quando lei lo precedette.

“Figurati, non ha importanza. Non me ne ero nemmeno accorta! Allora mia aiuti con queste valigie?!”

Detto questo la vide scomparire nel vagone dei malandrini e presentarsi a James Potter e Remus Lupin.

 

“Lei fu smistata in Grifondoro” continuò Piton “chi lei fosse, lo appresi quella sera stessa da Lucius.”

 

“È la figlia del nuovo Ministro della Magia.” disse Lucius ad un curioso Piton.

“Di sicuro sarà la presunzione in persona” rincarò Bellatrix.

Ma Piton dal canto suo, ripensando all’incontro sul treno, non poté che trovarla tutto tranne che presuntuosa.

 

“In realtà a presentarmela fu tua madre.”

“Davvero???”

“Sì, loro erano subito diventate amiche. Fu un giorno che parlavo con lei in riva al lago che Alyssa si avvicinò.

 

“Lily?”

Sia Piton che Lily alzarono gli occhi verso di lei. “Scusa se ti disturbo, volevo restituirti gli appunti che mi avevi prestato…”

“Oh, ciao, Ally! Figurati se disturbi! Conosci già Severus?”

Lui non pensava che lei si sarebbe ricordata, ma al contrario lei rispose “Certo! Sul treno, ti ricordi?”

“Certo, piacere di conoscerti meglio!”

Rimasero a lungo a parlare. Piton poté costatare che non si era sbagliato su di lei: era molto gentile e anche simpatica. Gli raccontò di come suo padre avesse deciso di lasciare l’incarico di ambasciatore per quello di ministro, di come lei fosse stata sempre in viaggio fin dalla nascita (avvenuta a New York), della sua infanzia in Spagna e degli studi in Francia e in Italia. Dopo essersi trasferiti a Londra, suo padre l’aveva iscritta ad Hogwarts e lì aveva cominciato il loro stesso anno. Piton si stupì di come fosse facile parlare con lei, sempre sorridente e così comprensiva, non si stupiva che lei e Lily fossero diventate amiche.

Si incontrarono di nuovo dopo qualche giorno. Sentì la voce di Alyssa gridare il suo nome in corridoio.

“Severus! Severus!” lui si fermò, ignorando Lucius che camminava al suo fianco. La vide col fiato corto e le gote arrossate per la corsa.

“Ciao!”

“Ciao! Senti, mi dispiace un sacco chiedertelo, ma non è che potresti prestarmi gli appunti di Storia della Magia? A Lily servono e tu sei l’altra unica persona che riesce a seguire le lezioni di Ruf!”

Fosse stato chiunque altro, gli avrebbe risposto in malo modo e se ne sarebbe andato, ma non riusciva proprio a dire di no a quel sorriso imbarazzato. Prese gli appunti dalla borsa e glieli porse.

“Grazie mille! Te li ridarò ‘sta sera a cena. Giuro che cercherò di seguire Ruf, la prossima volta!”

“Figurati. Ci vuole un po’ di allenamento, ma ti abituerai presto.”

 

“Diventammo buoni amici e durante l’estate ci sentimmo davvero spesso. Alyssa è una delle persone migliori che conosca. Ma, al sesto anno, le cose cambiarono. Erano appena finite le vacanze di Natale ed ero in biblioteca con tua madre e Alyssa. Lei se ne andò perché aveva gli allenamenti delle cheerleader…”

“Avevate le cheerleader?!”

“Sì, sì le avevamo. Alyssa ne era diventata da poco il vicecapitano.”

“E perché ora non ci sono più?”

“Che vuoi che ne sappia, chiedilo a Silente!”

“Giusto, scusa, continua.”

 

“Sai, credo che lei abbia una cotta per te.” Lily lo disse con noncuranza, come se fosse una cosa ovvia.

“Chi?” Severus era rimasto sorpreso da quell’affermazione.

“Alyssa è ovvio!”

“Sì, certo, come no.”

“Ti dico di sì!”

“E te l’ha detto lei?!”

Silenzio.

“Cosa?! Lei ti ha detto questo?!”

“Beh, sì…”

“E quando pensavi di dirmelo?!”

Lily sembrava imbarazzata. “In realtà le ho promesso di non dirtelo, ma pensavo che tu dovessi saperlo. Sai, Sev, io credo che sareste una bella coppia” fece un sorriso incoraggiante.

“Beh, io no. E qui si chiude questa assurda discussione!”

 

“Ma la discussione non si chiuse lì” continuò Piton “non credevo davvero a quello che Lily mi aveva detto. Mi sembrava impossibile che una come Alyssa avesse una cotta per me!”

“Beh, guarda Ron e Hermione” lo interruppe Harry “diresti mai che possano stare insieme senza uccidersi?!”

Piton fece un sorrisetto. “Sì, forse è vero, ma quello che mi dava più fastidio era il fatto che… a lei non importava. Anzi diceva che saremmo stati una bella coppia!”

“Ti riferisci a mia madre, giusto?”

“Già. Comunque sia, feci finta di niente. Se fossi andato da Alyssa, le avrei dovuto dire che Lily mi aveva riferito quello che lei gli aveva detto in confidenza e questo avrebbe rovinato la loro amicizia, quindi preferii tacere. Ma al settimo anno…”

“Al settimo anno?”

“Non credo che approverai la parte che viene ora… Io… non mi comportai bene… con nessuna delle due. E, credimi, è una cosa che rimpiango ancora. Si avvicinava San Valentino e Lily sarebbe andata a Hogsmeade con tuo padre. Alyssa mi raggiunse nel parco, dopo le lezioni…”

 

“Allora, che farai sabato?” gli chiese Alyssa con indifferenza, ma si vedeva che aspettava con ansia la risposta.

“Sabato?”

“San Valentino! Lily va con James e…”

“Tu con Black.” concluse lui, sicuro.

“Veramente no.”

“Come? Ma pensavo che voi due…”

“Oh, Severus, andiamo! Come devo fartelo capire che a me piaci tu?!”

“Ecco, io…”

“Sì, lo so. A te piace Lily. Ma Lily esce con James e quindi pensavo che tu ci avessi rinunciato…”

“No, mi dispiace.”

“Severus, dammi almeno una possibilità! Non sarò Lily, ma anch’io saprei renderti felice! Con lei, almeno per ora, scusa se te lo dico, non hai speranze.”

“Probabilmente, non ne avrò mai.” disse lui, con voce mesta.

“E allora che vuoi fare, piangerti addosso per sempre?! Vieni con me a Hogsmeade.”

“Io… non credo sia una buona idea.”

“Ti giuro che se va male, non te lo chiederò mai più. Severus?” lo guardava in attesa.

 

“Insomma, per  fartela breve, accettai. E andò bene, devo ammettere. Lei fu la prima ragazza con cui uscii. E la cosa che più mi sorprese fu che con lei stavo bene. Non l’amavo, certo, ma con lei riuscivo a parlare di tutto. Lei era sempre lì quando avevo bisogno di sfogarmi, lei mi sosteneva sempre. Nonostante sapesse che non provavo per lei quello che lei provava per me. Lei fu quella del primo bacio, della prima sbronza, lei… beh, fu la prima per tante cose…”

“Davvero?!”

“Già. Forse, se tutto non sarebbe finito, sarei anche riuscito ad amarla.”

“Perché finì?”

“Rovinai tutto. Sai che tua madre scoprì che volevo diventare un Mangiamorte dopo la scuola, no? Beh, glielo disse e lei andò su tutte le furie.”

 

“Ma come diamine ti viene in mente?!” Alyssa sembrava furiosa.

“Non hai diritto di giudicarmi! Non sei mia madre! Non osare dirmi quello che poso o non posso fare!”

“Sono la tua ragazza, potrò almeno prendermela se hai deciso di diventare un assassino!”

“Lo sai che non ti ho mai amata!” aveva esagerato e se ne accorse anche lui.

“Non volevo… sai che cosa intendevo…”

“Sì, so perfettamente cosa intendevi. Fai quello che vuoi. A me non importa più.”

Piton non fece in tempo a rispondere, che lei era già corsa via.

 

“Persi le uniche due amiche che avevo in un giorno.”

“L’hai più rivista? Prima di ora, intendo.”

“Sì, fu quando…”

Ma furono interrotti da Molly che li chiamava per il pranzo.

“Te lo racconto dopo.”

E si avviarono entrambi verso la cucina.

 

§ Eccoci qua! Spero che con questo capitolo abbiate capito qualcosa in più… Nel prossimo saranno svelati altri fatti passati, quindi continuate a seguirmi! A presto!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


A little, crazy thing called ‘love’

Ringraziamenti: grazie a Piccola Vero, Dogma e snapEly per le loro recensioni (piccola risposta a Dogma, ma anche a Piccola Vero: presto pubblicherò una ff per spiegare come è nata l’amicizia tra Harry e Piton, per il resto loro parlano così tranquillamente tra di loro perché mi serviva qualcuno totalmente estraneo ai fatti, come il lettore, a cui Piton potesse raccontare la storia. Harry sarà presente solo in questo altro cap.).

 

Disclaimers: I personaggi di questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.

 

§ Ecco il quarto capitolo! Qui i fatti cominceranno a farsi più recenti e si scopriranno ancora altre cose. Buona lettura!

 

Capitolo 4

 

Dopo il pranzo, Piton e Harry tornarono in salotto. Fu Harry a parlare per primo.

“Allora, mi stavi raccontando di quando rincontrasti Alyssa.”

“Mi spieghi perché ti interessa tanto questa storia?!”

“Perché sto scoprendo il tuo lato umano!”

“Ah, bene!”

“Severus, ti devo pregare?!”

“D’accordo. Per qualche anno non la rividi più. Tre o quattro, non so dirti di preciso. Una sera ero in riunione con tutti gli altri Mangiamorte in un locale che non ti raccomanderei mai. Stavamo per iniziare, quando vidi qualcuno dall’aria familiare entrare in quel locale. Era Alyssa. Per un attimo mi venne il dubbio che non fosse davvero lei. Si era tagliata i capelli, che ora le arrivavano solo fino alle spalle, e aveva perso quell’aria dolce e spensierata degli anni della scuola. Di lei sapevo solo che aveva iniziato gli studi in legge, ma di me lei doveva sapere parecchio per riuscire a trovarmi. Le era giunta voce di quello che stavamo facendo. Voleva convincermi a cambiare vita.”

 

“Severus, ti prego!”

“Ho scelto la mia strada.”

“Puoi ancora cambiarla! Per favore, non diventare come loro!”

“Vattene.”

“Vieni via con me. Se lasci adesso, se aiuti a catturare quegli assassini …”

“Ti ho detto di andartene!”

Lei gli diede uno schiaffo. “Non ti permetto di parlarmi così! Se è come loro che vuoi diventare, noi non abbiamo altro da dirci.”

Gli voltò le spalle e se ne andò.

 

“Passarono molti anni prima che capissi quanto lei avesse ragione. Fu grazie a te, anche se tu lo ignori.”

“Grazie a me???”

“Dopo che tu sconfiggesti il Signore Oscuro, io passai dalla parte di Silente, cominciai a fare il doppio gioco per lui.”

“E questo che c’entra con lei?”

“C’entra perché quella notte, prima di andare da Silente, io andai da lei.”

 

Alyssa era sveglia, nonostante fosse passata la mezzanotte da un pezzo. Le notizie che le erano arrivate l’avevano sconvolta a tal punto che dormire era impensabile. Lily e James morti. Voldemort morto. E quel bambino. Ma come aveva fatto? Tuttavia non le importava granché di quello. Pensava ai suoi amici. Come aveva fatto quel bastardo a trovarli? Sirius le aveva assicurato che erano al sicuro… ‘Sì, ma Sirius ci ha traditi’. Anche quello le sembrava impossibile. Sirius dalla parte di Voldemort? Non era nemmeno pensabile, non per lei. ‘Severus ci ha traditi. E ora anche Sirius?’. Qualcosa non quadrava in quella storia. Un rumore la riscosse: qualcuno bussava alla porta. Andò ad aprire, non sapendo cosa aspettarsi. Ma di sicuro quello che vide non se lo sarebbe mai aspettato: Severus Piton stava davanti a lei, sconvolto. Non lo vedeva da così tanto tempo!

“Severus, ma cosa… Vieni, entra…”

Appena chiuse la porta, lui cadde in ginocchio, tenendosi la testa tra le mani. Lei si inginocchiò davanti a lui. Non aveva mai visto Severus Piton piangere. Lo abbracciò.

“Ehi… va tutto bene, tranquillo. Ora dimmi che è successo.”

“L’ho uccisa io… l’ho uccisa io!” la sua voce era rotta dai singhiozzi.  “Lily è morta per colpa mia!”

“No, non tua. L’ha uccisa lui. Ma ora è tutto finito, ora…”

“No, no gli ho detto io… è colpa mia!”

“Severus, calmati! Devi parlare con Silente, solo lui…”

“L’ho uccisa io, l’ho uccisa io!”

“No, ascoltami! Tu hai fatto tanti errori, ma non l’hai uccisa tu! La bacchetta l’ha alzata lui. Alzati. Alzati ho detto!”

Lui le ubbidì come un automa. “Vai a parlare con Silente.”

“Tu… tu mi avevi avvertito…”

“Non fa niente. Vai!”

 

“Il resto della storia lo conosci. Fu lei a tirarmi fuori dai guai. Lavorò con Silente per farmi vincere la causa, è davvero brava nel suo lavoro. E fu lei a convincere il Comitato scolastico ad assumermi come docente. Ha fatto davvero molto per me, nonostante io… beh, fossi stato in lei, quella notte avrei richiuso la porta e sarei tornato a dormire” disse, con un sorriso sarcastico.

“E da quel momento non vi siete più visti?”

“Beh, poi lei si sposò e da allora mantenemmo solo un rapporto di amicizia.”

“Alyssa è sposata???”

Era sposata. Tre anni fa, dopo undici anni di matrimonio, ha divorziato.”

“Vi siete visti dopo il suo divorzio?”

“Sì, l’anno scorso. Dopo che finsi di uccidere Silente. Avevo bisogno di aiuto. Lui non stava affatto bene e non potevo chiedere aiuto a nessuno perché nessuno doveva sapere del piano. L’unica persona che mi venne in mente fu lei. E così tornai a bussare alla sua porta.”

 

Era una notte di fine giugno e Alyssa stava preparando l’arringa finale per una causa a cui stava lavorando. Pioveva, nonostante stesse per iniziare l’estate. Sentì bussare alla porta. La scena che si trovò davanti, una volta andata ad aprire, la lasciò di sasso: Severus Piton, pieno di graffi e ferite e con la faccia stravolta, le stava davanti sorreggendo Albus Silente, ridotto in uno stato anche peggiore.

“Severus, ma cosa…”

“Presto, lui ha bisogno di cure.”

“Sì, certo…”

Dopo aver medicato Albus e averlo messo a dormire nella stanza degli ospiti, Piton rimosse in maniera definitiva la maledizione al braccio e scese in salotto dove Alyssa lo aspettava.

“Tutto a posto, si riprenderà.”

“Grazie al cielo.”

“Dovrà restare a riposo per un po’ e poi dovremmo trovargli un posto sicuro. Tu sarai il Custode Segreto. Sei l’unica di cui mi fidi in questo momento.”

“Ma certo.”

“E poi…”

“Severus, sei stremato. E ferito. Ora siediti e lascia che mi occupi di te.”

“Non c’è tempo.”

“Ma dove vorresti andare?! Per ‘sta notte resti qui e poi domani si vedrà. Non voglio sentire obiezioni.”

Dopo avergli medicato le ferite, gli preparò l’altra stanza degli ospiti e anche lei andò a dormire. Si svegliò nel cuore della notte a causa di un tuono e decise di andare a controllare Silente e Piton. Il primo lo trovò a dormire beatamente, ma il secondo non era a letto. Scese di corsa le scale con il battito sempre più accelerato e lo trovò alla finestra, con i soli pantaloni addosso, a guardare la pioggia. Gli si avvicinò e lui non sembrò sentirla.

“Dovresti riposare.”

“Non ci riesco.” le rispose senza voltarsi.

Lei si avvicinò ancora fino a cingerlo con le braccia e gli baciò la schiena.

“Posso fare qualcosa?”

“Perdonarmi.”

“Lo sai che l’ho già fatto.”

Lui si girò e la baciò. Senza neanche accorgersene furono sul divano, lui le strappò di dosso prima la vestaglia e poi la camicia da notte e lei lo privò dei pantaloni. E in un istante gli anni passati scomparvero e loro tornarono ad essere due ragazzi sulla riva di un lago.

 

“E ora conosci tutta la storia. Il giorno dopo mi riunii agli altri Mangiamorte. Lei si occupò di mettere Silente al sicuro e di farlo guarire. Qualche mese fa, dopo che il San Mungo mi dimise, tornai a prendere Silente e…”

“E ci diceste la verità.”

“Esatto. Ho rivisto Alyssa solo qualche giorno fa e… beh, diciamo che vecchi dissapori sono tornati a galla. Ma alla fine ha accettato, per fortuna.”

“E voi due…?”

“Noi due cosa?”

“Hai capito.”

“Non sono affari tuoi.”

“Vuol dire sì?”

“Vuol dire ‘non sono affari tuoi’.”

“Vuol dire sì.”

Piton si limitò a fare un sorrisetto e ad andarsene. Doveva parlare con Silente prima che combinasse un altro casino.

 

§ Ed ecco finito un altro capitolo! Se non fosse chiaro, Piton, alla fine del sesto anno, ha solo finto di uccidere Silente e siccome questo era molto debole non è tornato a scuola per il settimo anno. Dopo che Piton è stato curato dai morsi di Nagini hanno svelato la verità a tutti gli altri. Nel prossimo vi trasporterò in tribunale, quindi continuate a seguirmi! A presto!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


A little, crazy thing called ‘love’

 

Ringraziamenti: grazie a Dogma e snapEly per le loro recensioni e il loro sostegno, a 8Ceci93, domaris72 e  FrozenOceanSoul per seguire la storia. Grazie davvero a tutti!

 

Disclaimers: I personaggi di questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.

 

§  Ecco un altro capitolo di questa folle storia! È sul processo a Piton; le spiegazioni per questo processo verranno date nel corso della storia. Lo so che sto sconvolgendo praticamente tutto, ma spero che la storia vi piacerà lo stesso. Accetto tutte le critiche che vorrete farmi, ma spero anche che questa storia un po’ vi piaccia! Buona lettura!

 

Capitolo 5

 

Alyssa Hamilton stava rivedendo la montagna di carte che si era portata. Mancavano meno di dieci minuti all’udienza. L’avvocato della contro parte era Freddy Robinson, poteva gestirlo tranquillamente. Accanto a lei, Severus Piton sembrava agitato.

“Ti vuoi calmare?! Stai facendo diventare nervosa anche me!”

“Scusa. Non capisco che altro dovrei fare per…”

“Non si tratta di te. Quella rosp…” fece un respiro profondo “quella donna, vuole Hogwarts. E deve levarsi dai piedi un po’ di gente per poterla avere. Tu fai parte di quella gente.”

“Sì, ma…”

“Severus Piton, vuoi chiudere il becco?!”

Piton non fece in tempo a rispondere perché suonò la campanella.

“Tutti in piedi. Entra la corte. Presiede il giudice Carl Young. Seduti, grazie.”

Il giudice entrò e si sedette. Tutti tornarono a sedere.

“Caso numero C-786600. Lo Stato del Regno Unito contro Severus Piton. Un’accusa di abuso di autorità, un’accusa di associazione sovversiva con un gruppo terroristico chiamato ‘Mangiamorte’ e un’accusa di tentato omicidio.”

Robinson si alzò. “Avvocato Fred Robinson, rappresento lo Stato.” e tornò a sedere.

Anche Alyssa si alzò. “Difensore Alyssa Hamilton, per l’imputato.”

Il giudice tornò a parlare. “Come si dichiara l’imputato?”

“Innocente, Vostro Onore.” Alyssa sapeva che bisognava ostentare sicurezza fin dal primo momento.

“Agli atti. Ho letto il suo verbale, avvocato Robinson, ha altro da aggiungere?”

“No, Vostro Onore. Lo Stato chiede la condanna all’ergastolo ad Hazkaban.”

“Avvocato Hamilton?”

Se Freddy pensava di finire il processo in meno di un’ora si sbagliava. Ovviamente era una mossa furba, l’unico modo che aveva per vincere. Ma lei non glielo avrebbe permesso. L’avrebbe trascinato per ore , se necessario. Lei non temeva di stare in quell’aula per tutto il giorno. Freddy sì.

“Signor giudice, signore e signori della giuria, in questo tribunale si sta accusando un innocente di reati che non ha commesso. Signori accusate l’imputato di abuso di autorità, associazione sovversiva e addirittura omicidio.

Ma io vi chiedo: conoscete veramente Severus Piton per muovere contro di lui suddette accuse?

È vero che il mio assistito ha avuto un periodo buio ma è anche vero che con le sue azioni si è riscattato agli occhi di tutta la comunità magica. In fondo bisogna riconoscere che Severus Piton è stato quello che è stato anche perché la sorte non l’ha aiutato molto.

Fin da quando era piccolo tra i suoi genitori non scorreva buon sangue e il giovane Severus era costretto ad ascoltare le loro liti quasi ogni giorno. Già dall’infanzia non aveva buoni rapporti con il padre e i pochi contatti che ha con lui sono ostacolati anche dal fatto che Tobias Piton era un Babbano cosa che impedisce a Piton di essere un Purosangue e questo lo condizionerà per il resto della vita. Il giovane Piton è molto legato alla madre, Eileen Prince, e partendo dal cognome di quest’ultima si crea il soprannome di “Principe Mezzosangue”.

L’arrivo a Hogwarts certo non migliora le cose: Severus è un ragazzo timido e per questo è spesso la vittima preferita dei bulletti della scuola.

Questa piccola introduzione sulla vita dell’imputato l’ho fatta solo per farvi comprendere la ridicolaggine delle accuse: una persona con questo tipo di passato difficilmente tenta di rovinarsi ancora di più la vita con un omicidio ma anzi tenta di aiutare il prossimo.

Ma non è questa l’accusa da cui partirà la mia difesa.

Voglio prima di tutto difender il mio cliente dall’accusa di abuso di autorità del tutto esagerata se rivolta ad un professore come Severus Piton.

Egli infatti non è mai andato oltre il limite concesso da Albus Silente agli insegnanti. Tanto per cominciare Piton non ha mai usato violenza contro alcun alunno al contrario di altri come la professoressa Umbridge (funzionario ministeriale e questo è quanto dire).

La suddetta professoressa costringeva gli alunni a scrivere frasi con il proprio sangue lacerando la pelle cosa un pochettino diversa dallo sventrare rane o pulire vasi da notte.

Non voglio dire che le punizioni dell’imputato fossero divertenti ma di sicuro dopo nessuno aveva bisogno di una trasfusione o di una flebo. Inoltre il mio assistito non ha mai somministrato agli alunni alcuna goccia di pozione cosa che invece Dolores Umbridge era ben lieta di fare.

Non dimentichiamo poi il lavoro di perlustratore dei corridoi che il professore svolgeva anche di notte per assicurare la protezione degli studenti. Per quanto concerne il favoritismo nei confronti dei Serpeverde di cui spesso Piton è accusato c’è da dire che spesso anche Albus Silente favoriva i Grifondoro e che abbiamo comunque notizia di Tiger e Goyle messi in punizione per il poco impegno dimostrato nello studio.

Bisogna anche dire che gli studenti messi in punizione da Piton, tra cui anche il signor Potter, non hanno proprio un comportamento esemplare durante le sue lezioni e che il signor Paciock, anche lui messo in punizione dal professor Piton, non metteva nessun impegno nello studio e spesso si faceva aiutare dalla signorina Granger.

In fondo però il mio cliente non ha mai bocciato nessuno di questi alunni ma anzi ha cercato di spronarli a dare di più.

Io credo che nessuno conosca la sua materia meglio di lui e che è un professore che può dare ancora molto alla scuola.

In quanto alla seconda accusa (associazione sovversiva) vorrei ricordarvi il teso rapporto che Piton ha con gli altri Mangiamorte, precisando che in questo Tribunale pronuncerò il nome “Voldemort” per rispetto di Albus Silente ma anche perché ormai non avrebbe più senso temere qualcuno che è morto.

Bene, per cominciare vorrei ricordare a questa Corte di Giustizia che l’imputato è tornato dalla parte del Bene prima della caduta di Voldemort, il che mi sembra abbastanza, ma aggiungerò altre prove a favore della mia tesi.

Piton ha dovuto fare molta fatica per riconquistare la fiducia di Voldemort e questo fa supporre che lui non fosse molto convinto della devozione dell’ex-Mangiamorte. Ma Voldemort non è l’unico a non credere a Piton: anche Bellatrix Black ammette più volte di non essere convinta del “ritorno alle origini” di Piton e come lei altri Mangiamorte.

Questo non è da fraintendere: egli sta solo cercando di tenersi stretta la sua copertura come spia di Silente tra le schiere di Voldemort. Non dobbiamo neppure scordarci che l’imputato cerca continuamente di salvare la vita a Draco Malfoy e per non farlo macchiare di un crimine grave come l’omicidio.

Inoltre mi sento di aggiungere che accusare Piton di far parte dei Mangiamorte e di essere tornato tra le schiere di Voldemort è un affronto alla persona di Albus Silente che riponeva in lui la massima fiducia. Bene, eccoci alla terza ed ultima accusa: il tentato omicidio di Albus Silente.

Vi chiedo di analizzare i fatti dall’inizio. Cominciamo con il litigio udito dal signor Rubeus Hagrid. Il signor Hagrid sente il professor Silente litigare con l’imputato in un luogo tanto per cominciare insolito: il limitare della Foresta Proibita.

Ebbene, io vi chiedo: non è un luogo insolito per una riunione preside-professore? Il signor Hagrid afferma che Piton sembrava stanco e assolutamente deciso a non fare qualcosa che Silente gli ha poi imposto. Se davvero l’imputato fosse stato dalla parte del Male avrebbe mai rifiutato di uccidere il nemico n.1 del suo Signore?

Ora passiamo al momento dell’omicidio: intanto gli effetti dell’Avada Kedavra lanciata a Silente sono molto diversi dalle uccisioni delle altre persone (che si accasciavano per terra immediatamente mentre Silente vola addirittura da una torre); poi come si può pensare che un Mago del calibro di Albus Silente avesse bisogno di una bacchetta per difendersi? Anche se era molto debole vorrei ricordare che stiamo parlando di Albus Silente!

Continuando: Silente che supplica di essere risparmiato dopo aver detto che la morte è un’avventura mi sembra un paradosso. Le carte cambiano però se Silente supplicasse l’imputato del contrario, cioè di ucciderlo o perlomeno di rispettare un certo patto che i due avevano stipulato. Patti magari riguardanti il finto omicidio del preside in quanto il suo corpo potrebbe essere stato scambiato dalla stessa vittima o dall’imputato prima che la Maledizione fosse lanciata. In fondo Voldemort voleva una prova della fiducia di Severus Piton e quale prova migliore dell’assassinio del suo nemico?

Dopotutto non dimentichiamo che Silente è stato per Piton un po’ un padre affettuoso e protettivo, proprio quello che a lui mancava: come poteva uccidere una persona che l’aveva accolto nonostante tutti i suoi sbagli? La smorfia di odio dell’imputato è sì rivolta al preside ma non come odio verso un nemico ma come odio verso un padre che gli chiede di sacrificarlo per il Bene comune.

Dopo di ciò non dobbiamo dimenticare l’intervento di Fanny, la fenice del preside. Quale intervento? Nessuno appunto. Cosa del tutto insolita per questo splendido animale che ha sempre aiutato tutti.

Un ultimo dettaglio: Silente ha finalmente affidato a Piton la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure che Voldemort aveva stregato.

Come mai? Perché sapeva per certo che Piton non sarebbe tornato come insegnante l’anno a venire.

Ed eccoci all’epilogo di questa piccola ricostruzione dei fatti: il signor Potter dà del codardo al mio cliente e lui, logicamente, si infuria in quanto ha appena fatto un enorme sacrificio e non tollera che si infierisca sul suo animo già tormentato.

Come potete voi stessi constatare niente ammette che l’omicidio di Silente sia vero ma piuttosto una messinscena perfettamente architettata dalla stessa vittima se così si può ormai chiamare. Dopo aver esposto le mie tesi vi chiedo Signori della Corte: siete così sicuri che quello che voi chiamate imputato lo sia veramente?

Vorrei soltanto segnalarvi che oggi, in questo Tribunale sono emerse prove sufficienti per la scarcerazione del mio cliente o per lo meno per una modifica ai capi di imputazione del tutto fuori luogo per un eroe del calibro di Severus Piton. Io ho finito signor Giudice e proclamo l’imputato innocente fino a prova contraria. A lei la sentenza finale.”

Freddy era allibito, Alyssa trionfante. L’avvocato lasciò il banco della difesa e s’incamminò verso il suo cliente. Il silenzio dell’aula era rotto solo dal rumore dei suoi tacchi a spillo sul marmo. Indossava il tailleur blu scuro delle grandi udienze e teneva i capelli biondi raccolti in uno chignon. Era la migliore nel suo lavoro: il suo ex-marito le continuava a ripetere che se Hitler fosse nato più tardi e si fosse fatto difendere da lei presumibilmente non sarebbe mai andato a nascondersi in un buncher.  Lanciò uno sguardo d’intesa al giudice come per convincerlo dell’innocenza di Severus Piton. Si sedette vicino a quest’ultimo e gli sussurrò in un orecchio con malizia “Ti ricordi, vero, che se vinciamo la causa hai promesso di invitarmi a cena?”

E lui con fare complice le rispose “Credo proprio che dovrò svuotare la mia camera alla Gringott!”.

Alyssa sorrise e si preparò ad ascoltare la sentenza della giuria.

Ci volle pochissimo: assolto da tutte le accuse.

Uscendo dall’aula non poté fare a meno di lanciare uno sguardo vittorioso a Freddy. ‘La prossima volta, non giocare col fuoco. Perché finiresti per bruciarti come oggi’. Non degnò nemmeno di uno sguardo Dolores Umbridge. Appena usciti dall’aula, fu Piton a rompere il silenzio.

“Sei stata fantastica.”

“Lo sono sempre. Dai, ti accompagno a casa.”

***

Arrivati a Spinner’s End, accompagnò Severus fino alla porta.

“Vuoi entrare? Prometto che non ti faccio ubriacare…” le lanciò un sorrisetto.

“Uhm, non so. Io e te, nella stessa stanza, da soli…”

“Paura, avvocato?!”

“Curiosità, più che altro.”

Lui si fece da parte per farla entrare. Lei varcò la soglia e, dal modo in cui Piton la afferrò per la vita, capì che quella volta sarebbe rimasta a dormire.

 

§ Allora che ne dite? Sev è salvo, per fortuna! Spero che questa pazza storia vi stia piacendo! Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


A little, crazy thing called ‘love’

 

Ringraziamenti: grazie di cuore a Dogma e angy_hihihi per le loro recensioni e ad angy anche per aver inserito la storia tra i preferiti. Grazie davvero!

 

Disclaimers: I personaggi di questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.

 

§ Ed eccoci arrivati alla fine! Questo è l’ultimo capitolo di questa mia follia. Spero che la conclusione vi piaccia e che non mi fustigherete per aver un po’ sconvolto il mondo di HP^^” Buona lettura!

 

Capitolo 6

 

Un raggio di sole entrò dalla finestra e si andò a posare dispettoso sul viso dell’uomo dai capelli corvini e il naso adunco che dormiva beato. Lui allungò una mano dall’altra parte del letto, ma lo trovò vuoto. Allora istintivamente guardò la sveglia: le 9.15. ‘Porcodrago!’ fu il primo pensiero. La riunione con il consiglio era già cominciata! Si vestì in fretta e uscì di casa sbattendo la porta. Subito si materializzò a Hogsmeade e raggiunse la scuola di corsa. Era fine luglio e sembrava strano vedere Hogwarts così tranquilla, senza gli allievi. Raggiunse la stanza delle riunioni e trovò Lupin appoggiato con le spalle al muro, in attesa.

“Come sta andando?”

“E chi lo sa! Sono dentro dalle nove. Dolores Umbridge è arrivata e ha subito preso possesso della scuola: si sente già la padrona! Albus e Minerva sono dentro. Tutto quello che ho sentito è stata Ally gridare ‘è intollerabile’ o qualcosa di simile.”

“Abbiamo speranze?”

“Ho la massima fiducia in lei.”

‘Fiducia’ pensò Piton. Tornò con la mente alla notte precedente. Lei se ne era andata senza neanche lasciargli un biglietto.

***

Dentro quella stanza, Alyssa Hamilton aveva problemi ben più urgenti di aver urtato i sentimenti di Piton. Se era riuscita a convincere senza problemi il Comitato Scolastico, Dolores Umbridge continuava a darle addosso e a imporre la sua opinione e a scavalcare gli altri. Guardò l’orologio: le 10.20. ‘Se non ci sbrighiamo qui le daranno ragione solo per andarsene’. Ma quando meno se lo aspettava, Dolores le fornì la vittoria su un piatto d’argento.

“Quando io ero Preside di questa scuola…”

“Quando lei era preside di questa scuola, la aveva trasformata nel tribunale dell’inquisizione! Torturava i suoi allievi, usava su di loro pozioni, aveva riportato i programmi ai tempi di Merlino e abolito sport e attività extracurriculari! Quando lei era preside, non è riuscita neanche a far fronte a qualche centauro! E questo la dice lunga sulle sue competenze magiche! Quando lei era preside, la scuola era al collasso! E se lei è qui oggi, non è perché il Ministero la ritiene la persona più adatta a reggere questa scuola, ma perché spesso e volentieri passa il suo tempo con Cornelius Caramel, che, dopotutto, gode ancora di un certo rispetto al Ministero.”

L’allusione alla relazione non solo professionale tra la Umbridge e Caramel aveva colpito nel segno e infatti tutti quelli presenti nella stanza si voltarono esterrefatti verso la Umbridge.

“Ma come osa…”

“Ma come osa lei smentire! Guardi, che, se preferisce, posso mostrare le prove al Consiglio. Ma è sicura di volerlo?”

Non che fosse proprio vero. Alyssa aveva sentito solo voci riguardo alla Umbridge e Caramel, ma ogni tanto bisognava bluffare per vincere.

***

Dolores Umbridge uscì sbattendo la porta. Dopo poco anche i Consiglieri se ne andarono e Alyssa raggiunse Lupin e Piton.

“Come è andata?” le chiese il primo.

“Bene. Quella rospa è stata un osso duro, ma alla fine si è arresa.”

“Sembrava parecchio furiosa.”

“Oh, sì, non preoccuparti le passerà.”

“E chi si preoccupa! Ora vado, Tonks è a casa con Teddy e vorrà sapere come è andata a finire!”

“Ma certo. Salutami lei e il piccolino.” Salutò Lupin e poi si rivolse a Piton.

“Uhm, sei silenzioso.”

“Beh, lo sei stata anche tu questa mattina.”

“Era tardi, dovevo andare a prepararmi per la riunione.”

“Avresti potuto svegliarmi.”

“Non ce n’era motivo.”

“Oh, davvero?! Credevo che avessimo dormito insieme ‘sta notte!”

“Severus. Sinceramente, io volevo solo toglierti il peso dei saluti. Lo sappiamo entrambi che la cosa finisce qui.”

“Scusa?”

Lei sospirò. “È stato bello rivedersi, ricordare i vecchi tempi, ma credi davvero che questa storia potrebbe funzionare?!”

“Sì.”

“Certo. E fra qualche mese, quando cambierai idea, mi spezzerai di nuovo il cuore. Chiudiamola qui, è meglio.”

Lui non le rispose. Si limitò a baciarla. Quando la lasciò, lai era sorpresa, più che arrabbiata.

“Ally, io non lo so cosa penserò domani. So solo che la vita va avanti. Il punto è: verrai con me?”

“Io…”

“Ti amo.”

“Non me l’avevi mai detto.”

“Meglio tardi che mai.”

Lei lo guardò negli occhi. E per un attimo tornò ad essere la ragazzina dai lunghi capelli biondi che Piton aveva incontrato sul treno.

“So già che me ne pentirò.” gli fece un sorriso stanco.

“Dammi una possibilità. In fondo, ti devo ancora una cena!”

“E va bene, professore. Vedremo se col tempo hai perso il tuo fascino…”

Detto questo, lo baciò. Che questa, fosse la volta buona?!

 

§ Allora, questa pazza storia è finita (spero di non avervi annoiato o disgustato troppo)! Lasciate tanti commentino e ditemi che ne pensate! Please! Ah, quasi dimenticavo^^” grazie davvero a tutti, che abbiate recensito, seguito o preferito la storia o anche che abbiate solo letto. Grazie mille!

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