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di kodocha98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome home ***
Capitolo 2: *** II anno ***



Capitolo 1
*** Welcome home ***


Welcome home

I anno.

Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome; la paura del nome non fa altro che aumentare la paura della stessa cosa.
 
Diagon alley era in pieno fermento. Ragazzini che entravano per negozi per completare gli ultimi acquisti, un nuovo anno sarebbe iniziato e cambiamenti erano alle porte.
Keith sgusciava fra la moltitudine di persone, piccole e grandi, fra elfi domestici e maghi indaffarati; cercando di trovare il negozio del prestigioso Olivander: avrebbe avuto la sua prima bacchetta e sarebbe diventato un mago rispettabile e, soprattutto, un ottimo auror come sua madre.
 
 
«Hogwarts Hogwarts, Hoggy Warty Hogwarts, per favore insegnaci qualcosa,
a noi anziani, calvi e tutti storti,a noi, ragazzi dai calzoni corti, le nostre teste devono riempirsi di cose interessanti da non dirsi, per ora sono vuote e piene d'aria, di mosche morte e roba secondaria, insegna a noi che cosa va imparato, ripeti ciò che abbiam dimenticato, fa' del tuo meglio e noi faremo il resto, finché il cervello non ci andrà in dissesto»
- inno di Hogwarts

 
I bambini del primo anno si allinearono mentre le porte della sala grande si aprivano, l’odore del primo banchetto echeggiava nell’aria. Mentre, i ragazzi più grandi guardavano i primini guardare tutto con sguardo affascinato e illuminato di meraviglia; Shiro ci era passato, tempo addietro, e sorrise mentre vide la zazzera del piccolo Keith fra tutti gli altri.
 
È forse Grifondoro la vostra via, culla dei coraggiosi di cuore: audacia, fegato, cavalleria fan di quel luogo uno splendore. O forse a Serpeverde, ragazzi miei, vi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e non affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori! Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio, se siete svegli e pronti di mente, ragione e sapienza qui trovan linguaggio che si confà a simile gente. O forse è a Tassorosso la vostra vita, dove chi alberga è giusto e leale: qui la pazienza regna infinita e il duro lavoro non è innaturale.
 
Lo smistamento ebbe inizio: tre a grifondoro, otto a corvonero, tre a tassorosso…e, adesso, era il suo turno. Lance proveniva da una famiglia di grifoni purosangue: come tutta la sua famiglia, lui sarebbe dovuto assolutamente andare nella casa rosso-oro «Lance McClain» il piccolo si sistemò sullo sgabello mentre la professoressa McGonagall sistemava il capello sulla testa del piccino; «Ah! Un altro McClain: ho smistato entrambi i tuoi fratelli e, anche, la piccola Veronica tempo addietro…vediamo giovanotto».
Astuzia? Un po'.
Saggezza? Ne vedo poca.
Pazienza? Non abbastanza.
Lealtà? Ne noto parecchia.
Nobiltà d’animo? Non c’è dubbio…

«Grifondoro!» la voce del cappello risuonò per tutta la stanza, mentre il boato dei grifoni si faceva sempre più forte: un altro McClain, un altro asso della scopa. Lance si alzò sorridente, mentre, si avvicinava al tavolo della sua casata. Finalmente, aveva anche lui un posto a cui appartenere.

Io? Furbizia e tanti libri. Ci sono cose più importanti: amicizia... e coraggio.
 
Shiro guardava il cugino, mentre, si avvicinava allo sgabello: non sapeva dove Keith sarebbe potuto capitare. Forse a grifondoro oppure a serpeverde, chissà si chiese il corvo mentre si allentava la cravatta lentamente. La professoressa calò il cappello sul Kogane e tutti trattennero il fiato: il figlio della famosa Krolia, corvonero e figlia di una prestigiosa famiglia purosangue, e dello scrittore Will Scamander [1], grifondoro per eccellenza, stava per essere smistato in qualsiasi casata portandone così popolarità.
Vedo un po' di tutto, ragazzo. Hai la saggezza come Takeshi, hai la nobiltà di tuo padre, l’intelligenza di tua madre ma qui c’è molto di più…vedo astuzia, intraprendenza. Scelta è difficile, ragazzo ma credo sia appropriato andare a-
«Serpeverde!».
Hunk si avvicinò alla sua casa a cuor leggero: tassorosso. Si avvicinò sorridendo al suo capocasa che accolse il ragazzino paffutello con un sorriso caloroso «benvenuto in famiglia Hunk, io sono Adam, se ti serve qualsiasi cosa chiedi pure senza esitare».
«Benvenuti a Hogwarts, miei cari studenti, e bentornati a chi conosce molto bene queste mura: numerose avventure vi aspettano e vi aspetteranno qui. Siate sempre lungimiranti, qui troverete tutto: fedeltà, amicizia e conoscenza» si schiarì la voce e continuò «ricordatevi che voi dipendete dalla vostra casa e che la vostra casata dipende da voi; questo posto sarà la vostra casa d’ora innanzi…detto questo: che il banchetto, e il nuovo anno, abbiano inizio».


[1]: Nome inventato per il padre di Keith, nella mia immaginazione sono parenti alla lontana con gli Scamander, come molti altri purosangue del mondo di HP del resto. 
 

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Capitolo 2
*** II anno ***


II anno: Christmas time

Per Harry, era stato il miglior natale della sua vita. Eppure, per tutta la giornata aveva cercato di soffocare un pensiero che lo tormentava. Solo dopo che si fu infilato sotto le coperte si sentì libero di rifletterci su: riguardava il mantello che rendeva invisibili, e colui o colei che glielo aveva mandato.

Hogwarts era nel pieno delle partenze: fra un po’ giorni sarebbe arrivato il natale. La sala dei corvonero era stata allestita a festa, l’albero natalizio primeggiava con il suo blu e bronzo che regalava all’albero un che di…fantasia, creatività. I drappi color bronzo scendevano leggiadri dalle finestre mentre le tende avevano piccole palline appese sulla corda; le stelle, invece regnavano come sempre: uno spettacolo, insomma sublime. Shiro era seduto in maniera un po' scomposta su degli schemi di storia della magia, per essere precisi sulla strategia utilizzata dai maghi giapponesi durante la prima guerra babbana, mentre all’improvviso- puff. Splat.
«Holt di nuovo tu!» l’urlo di una ragazza del sesto anno -Nadia Rizavi, forse? - risuonò in tutta la sala mentre una strana melma viola colava sulla faccia della suddetta. Takeshi sospirò, sogghignando di un po' mentre la povera Nadia cercava di togliersi la melma dagli occhiali.
Katie Holt, detta da tutti Pidge, era la figlia di mezzosangue -madre nata babbana, padre purosangue- di una nota famiglia di medimago; primo anno, un tipino…leggermente strano. Non era un insulto, solo che…era un qualcosa che non si vedeva neppure fra i maghi, per carità era un genio solo un po' incompresa.
Pidge non indossava l’uniforme femminile come qualsiasi altra ragazza a Hogwarts bensì indossava la maschile: pantaloni, camicia, cravatta e maglione con lo stemma della casa. Allo smistamento tutti rimasero confusi appena la videro e- nulla, solo dopo si capì l’errore.
«Sei tu che volevi toccare la mia provetta, io ti ho detto di non e dico non toccarlo» un colpo di bacchetta e la melma ritornò nella provetta «ma tu, ovviamente, non ascolti nulla di quel che dico e questo è quello che ti meriti» detto ciò Pidge prese la sua roba e, mentre la Rizavi urlava a squarciagola, andò nella sua stanza con naso all’insù e senza curarsi della situazione.
Shiro rise, finalmente. Si girò, guardando l’amico con sguardo beffardo «ti diverte, non è vero?».
Matt rise a crepapelle, annuendo: «devi ammettere Shiro che, da quest’anno, da quando Katie è qui la sala è molto più divertente».

‘Il natale si passa in famiglia’.  E lo trascinarono via di peso, in quattro, approfittando che aveva le braccia imprigionate nel pullover
 
Lance preparava le ultime cose per tornare a casa: un paio di api frizzole, le mutande da lavare, i regali per i nonni, genitori, zii e cugini…si passò una mano fra i capelli mentre vide che il regalo di Veronica non riusciva a entrare in valigia. Che cavolo, era l’unico regalo rimasto.
Già pregustava il sapore del tacchino succoso con le caldarroste, il dolce di sua nonna Alameda con la crema gialla, le patate di zia Rosalia e l’odore acre del sigaro di nonno Horacio. Non vedeva l’ora d’essere a casa, nel suo piccolo e caldo letto assieme ai suoi hermanos. In quel preciso istante, mentre il suo compagno di stanza Dante Suke [1] apriva la finestra, rientrò Blue, depositandosi -come sempre- sulla testa di Lance.
«Ehi, McClain il tuo uccello perde penne fa qualcosa» sbottò un altro compagno di casa «piensa en tu ave; idiota» e con delicatezza mise Blue nella sua gabbietta.

There was a story that I was told
And I want to tell the world before I get too old
And don't remember it, so let's December it

 
Hunk era felice quasi fuori al portone della scuola, aveva le mani piene di cioccorane, la sciarpa attorno al collo, i paraorecchie ed era assieme ai suoi amici. La valigia al fianco, Pidge che trattava di una nuova diavoleria appena inventata; Shiro che intratteneva una conversazione con Matt, con Adam al loro fianco, mentre Lance e Keith erano molto più indietro -litigando, ovviamente, sulla vittoria dei futuri mondiali-; nulla poteva rovinare la felicità di Hunk al momento.
«Hunk, aspetta!»
Shay si avvicinò al tasso con fare affannato, i riccioli color cioccolato ricadevano mollemente sulla mantella dei corvonero mentre il sole baciava la pelle della giovane, facendone risaltare le lentiggini, i due si erano conosciuti a erbologia e c’è da dire che: Hunk era cotto di lei.
«Volevo augurarti buon natale e-» con un po' di rossore sulle gote -Hunk non sapeva se per il freddo oppure no- «volevo darti il mio regalo!».
Nello scompartimento del treno c’era il delirio, chi dormiva – Pidge e Matt-, chi litigava -Keith e Lance- e chi si lanciava occhiate di soppiatto -Adam e Shiro-; mentre Hunk scartava il regalo datogli poco prima da Shay con un sorriso luminoso sul viso.

“Caro Hunk, buon natale. Spero che tu possa passare delle splendide vacanze, scrivimi qualche volta.
spero ti piaccia il mio piccolo regalino…che ne dici di vederci qualche volta?
Tua Shay”

 
«Ah, Keith con chi lo passi il natale quest’anno?»
«Lo passo con lo stupido qui presente»
«Ehi, serpe chi hai chiamato stupido?!»
«Te, idiota di un grifone»
«Bastardo, inténtalo de nuevo si tienes el coraje!»
 
Piccole note:
[1] Dante Suke non è altro un omaggio a un altro fumetto/cartone che adoravo: Avatar. Soprattutto, qui si tratta del mio personaggio preferito: Zuko. Dante è il nome di Dante Basco la voce inglese del personaggio mentre Suke è la pronuncia del nome di Zuko in caratteri cinesi.
[2] Shay la immagino una ragazza di coppia mista, nella mia immaginazione lei è per metà africana e l’altra metà francese. Questo è a titolo informativo.
[3] Lance è anche lui, come Shay, figlio di coppia mista. Spagnola/Scozzese se vogliamo essere precisi, ho fatto delle ricerche e ho visto che il cognome McClain è un cognome scozzese e, sinceramente, per me Lance ha origini spagnole oppure cubane ma volevo comunque dargli una sola connotazione quindi: spagnola. Nella mia immaginazione la madre di Lance è una maga spagnola che ha insegnato ai figli a parlare la sua lingua madre.
[4] Mi scuso se le frasi in spagnolo sono errate in maniera grammaticale, lessicale e quanto altro ma non avendo mai studiato lo spagnolo mi son dovuta affidare al buon vecchio Google.
[5] La terza citazione è la canzone di Train: Shake up Christmas

Spero che queste piccole oneshort vi piacciano, se trovate errori grammaticali/ortografici: fatemelo sapere, purtroppo, scrivo queste short molto tardi -infatti sono le due- poiché vado tutti i giorni all’università. Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi piace lo smistamento dei paladini e, volevo dirvi che: io mi concentrerò sui paladini e non so se inserirà mai Allura nella storia. Chissà.
Per il resto, se non ci dovessimo vedere: buongiorno, buon pomeriggio e buonasera.

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