Bloody White

di JessyBree
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno - Di famiglia e amici ***
Capitolo 2: *** Capitolo due - Di incubi e di feste ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno - Di famiglia e amici ***


Angolo autrice: Buonasera a tutti! Grazie a chiunque abbia aperto la mia storia nonostante l'orribile introduzione che io scritto (cercherò di modificarla il prima possibile). Sono tornata dopo un bel po' di annetti su questo sito con un'altra storia sulla nuova generazione. Complice forse la recente uscita di Animali Fantastici mi è tornata la voglia di scrivere di Hogwarts e di questi nuovi personaggi che io amo perchè ci danno la possibilità di scrivere su di loro senza deludere le aspettative o stravolgere completamente i personaggi. Questo primo capitolo è decisamente introduttivo, volevo descrivere tutti i personaggi di cui tratterò in questa storia (ovviamente non tutti allo stesso modo, questa sarà essenzialmente una storia sui nuovi Malandrini - occhi a cuoricino -). Sarebbe bellissimo avere un opinione o un parere anche per sapere se vi ho incoriositi almeno un pochino o se è meglio limitarmi a leggere le storie che scriverle!!!

Vi ringrazio in anticipo!!
Buona lettura!!
Jessy







Quell'autunno del 2020 era arrivato decisamente troppo presto per gli standard degli ultimi anni. Anche il cielo di quel grigio lunedì di settembre era coperto da numerosi strati di fitte nuvole scure, come se avesse già dimenticato l'estate appena trascorsa e volesse a tutti i costi annunciare l'imminente inizio di un nuovo anno scolastico. Non che l'idea di tornare ad Hogwarts fosse chissà quanto terrificante, tutt'altro. Il binario 9 e ¾ era stracolmo di persone che correvano eccitate da una parte all'altra, scambiandosi saluti e urlando di gioia alla vista dei vecchi amici. Un gruppo di persone particolarmente numeroso e decisamente ciarliero stava avanzando lungo la banchina della stazione, diretto verso uno degli ultimi vagoni del treno.
“...non capisco perchè ogni anno dobbiamo muoverci in branco” stava borbottando una ragazza dai lunghi capelli biondi rivolta ad una tipetta minuscola con i capelli rossi che le camminava a fianco.

“Andiamo Dom non fare la guastafeste, è carino riunire tutta la famiglia il giorno della nostra partenza per Hogwarts, no?” rispose di rimando Lily Luna, facendo una smorfia divertita in direzione della cugina.

“La nostra famiglia si riunisce sempre, Lily, a prescindere da quale sia l'occasione” sostenne Dominique, facendo mulinare la lunga chioma di capelli biondi su una spalla e così facendo colpendo il faccia il povero malcapitato che le stava dietro.

“Sono appena stato schiaffeggiato dai tuoi capelli, cugina. Ancora. È la terza volta da stamattina”, sbottò esasperato Hugo Weasley, mentre una mandria di ragazzine imbizzarrite gli passava a fianco rischiando quasi di fargli perdere il controllo del suo carrello.

“Non starmi troppo addosso, Huge, e vedrai che non ce ne sarà una quarta”, fu la pronta risposta della cugina.

“Ehi gente!” urlò all'improvviso la voce di Freddy “Piantatela di cianciare come comari e venite a darci una mano con i bauli, scansapluffe che non siete altro!”

Dominique sospirò, alzando teatralmente gli occhi al cielo, mentre Lily e Hugo si affrettavano a raggiungere i cugini più grandi, già tutti indaffarati ad issare i bauli e le gabbie con gli animali sul treno.
Lì vicino a loro, Audry e Fleur, insieme a Percy e Bill stavano tentando senza riuscirci di contenere l'eccitazione dei piccoli di casa: Lucy e Louis estremamente elettrizzati per il loro primo anno ad Hogwarts, erano tutti intenti a discutere sulla Casa in cui sarebbero stati smistati una volta arrivati al castello. Molly, di due anni più grande di loro, li ascoltava in silenzio, intervenendo di tanto in tanto ma in maniera molto seria nella discussione.

“Per tutte le cavallette, dove Merlino è andato a finire il mio manico di scopa” si sentì esclamare tra la confusione la voce di James Sirius Potter, che stava guardando inorridito in faccia il cugino; mollò all'improvviso il baule che stava aiutando a sistemare e Fred, il cui dolce peso del baule andò a finire dritto su un piede, lanciò un'imprecazione degna dello zio Ron, sfoderando un gestaccio che per sua sfortuna non passò inosservato da sua madre, Angelina.

“Freddy se ti vedo un'altra volta fare una cosa del genere ti amputo tutte le dita!” ringhiò lei, scoccando al figlio maggiore un'occhiata di fuoco e riempiendo contemporaneamente la borsa di Roxanne di spuntini per il pranzo.

“Mamma, stiamo andando a Hogwarts non a morire di fame”, provò a far notare debolmente la ragazzina.

“Sono i muffin della nonna, tesoro, non rischiamo di incorrere nella sua ira...Hermione, scusami, hai tu la borsa dei libri di Roxy?”, aggiunse, rivolta alla cognata.

“Si, ho tutto qui io! Ron, per l'amor del cielo vuoi darmi una mano con queste borse?”, esclamò Hermione scocciata, facendo segno al marito di avvicinarsi. Ron, che era rimasto indietro a parlare dell'ultimo acquisto dei Paddlemon United con Harry e Ginny, fece un sussulto spaventato e corse ad aiutare la moglie.

“Sono qui cara, stavo discutendo con Harry delle misure di sicurezza adottate per la barriera, sai...con tutti questi Babbani...”.

Hermione strinse le labbra in un'espressione che a Ron ricordò molto sua madre e si mise di buona misura a caricare le borse dei ragazzi sul treno.

“Dov'è finito Albus?”, chiese Ginny all'improvviso, spingendo il carrello del suo secondogenito e guardandosi intorno, cercando di scorgere la chioma nera e ribelle del figlio tra la folla.

“Sarà andato a cercare Scorpius, dopotutto non si vedono da ben due giorni Ginny, lo sai...” fu la risposta di Harry. Come richiamati dalle sue parole, Albus e Scorpius raggiunsero il gruppo di familiari facendosi largo tra la folla a furia di spintoni e gomitate.

“Buongiorno signori Potter, sono felice di rivedervi”, esclamò Scorpius con un largo sorriso.

“Anche a noi sei mancato molto in queste...beh, 48 ore” ,rispose Harry battendo una pacca sulla spalla del ragazzo.

Scorpius ridacchiò “I miei mi hanno lasciato poco fa sulla banchina, stavano cercando di convincere Cassy a non salire di nascosto sul treno un'altra volta...”.

“Non ce la fa proprio ad aspettare un altro anno, vero?”, rise Ginny e Scorpius scosse la testa sconsolato.

“Macché, è testarda come un mulo quando ci si mette. Non so come farò l'anno prossimo ad avercela fra i piedi tutto il tempo”.

“Non si parla così delle proprie sorelle minori, Scorp”, giunse la voce di Lily, avvicinatasi a loro per recuperare il suo gufo dalle braccia del padre “Anche io alla sua età non vedevo l'ora di andare ad Hogwarts!”

“E' proprio questo che lo preoccupa”, ribattè seriamente Albus, ottenendo per tutta risposta un elegante pestone sui piedi “Ahia! Sorella infame...”

“Albus” cominciò Ginny ma non riuscì a finire la predica perchè un boato improvviso seguito da un ululato di gioia catalizzò l'attenzione di tutti su quanto stesse accadendo poco più indietro.

James e Fred stavano correndo incontro ad un gruppetto di persone che si era fatto largo in mezzo alla folla; saltarono letteralmente addosso a due ragazzi dai capelli biondi che , non aspettandosi affatto quell'effetto valanga a sorpresa fecero solo in tempo ad emettere un grugnito spaventato prima di venire risucchiati nell'abbraccio stritolatore dei due cugini.

“James, porco Salazar, mi stai strangolando, mollami!” esalò la voce di Lorcan Scamander, sputacchiando i ribelli capelli di James che gli erano prevedibilmente entrati in bocca, mentre uno sventurato Lysander stava cercando di scansare il pugno che Fred gli stava strofinando in testa.

Nel frattempo, accanto a loro, altri due gridolini di gioia echeggiarono nella stazione affollata: anche Lily era corsa incontro alla famiglia Scamander, buttando le braccia intorno al collo di Riley, terzogenita come lei e sua migliore amica.
Ginny e Harry osservarono la scena divertiti, rivolgendo un cenno di saluto a Luna e Rolf, sopraggiunti anche loro nella scia dei figli, spingendo i bagagli pieni di bauli.

“Vi sembra l'ora di farsi vivi, brutti traditori della patria?” stava esclamando James, lasciando finalmente sgusciare via Lorcan dal suo abbraccio e rivolgendo lo sguardo a Lysander.

“James siamo andati in vacanza, sai com'è, di solito è questo che si fa nelle vacanze estive” cercò di farlo ragionare Lysander, alzando gli occhi al cielo ma James non lo stava nemmeno più ascoltando.

“Ehi, ma lì c'è Frank!” urlò, appoggiandosi alle spalle di Lorcan per vedere meglio tra gli sbuffi di vapore del treno “Frank Paciock! Ehi, Frank!”.

Un ragazzo alto e dinoccolato, dai folti capelli castani e occhi gentili dietro le spesse lenti da vista si affrettò a raggiungere i compagni con un sorriso. “Ciao James, anche io sono contento di rivedervi ma, ti prego, attira ancora un po' di attenzione perchè credo che le persone in testa al treno non abbiano ancora sentito le tue urla soavi”.

“Ma tu che ci fai qui, vecchio mio? Pensavamo di incontrarti direttamente ad Hogwarts, visto che abiti lì”, disse Fred, arrivato insieme a Lorcan e Lysander.

“Io non abito lì, Fred”, puntualizzò Frank per la millesima volta, esasperato “Abito ad Hogsmeade, che è diverso...e poi, avevo delle faccende da sbrigare, sai...persone da salutare”, la sua voce di spense in un borbottio e arrossì, cercando di non incrociare lo sguardo di nessuno dei suoi amici.

Fred e James, a cui non era per niente sfuggito l'atteggiamento imbarazzato di Frank, si scambiarono un ghigno malizioso.

“Che cosa ci stai nascondendo, damerino che non sei altro? Chi sarebbero queste persone da salutare?”, ribattè James, sottolineando con enfasi particolare le ultime parole.

“Non sono un damerino e non vi sto nascondendo proprio un bel niente, piuttosto...vado a salutare il resto della tribù non li vedo da così tanto tempo...”

Frank tentò di allontanarsi dal gruppo ma fu subito braccato di nuovo dai suoi amici.

“Non raccontarci baggianate, amico! Ti faremo cantare, che tu lo voglia o no”, esclamò Lorcan, puntando minaccioso il dito contro il povero Frank, che per sua fortuna fu salvato dal fischio e dallo sbuffare sempre più frenetico del treno.

“Forza, ragazzi!” urlò Harry, richiamando l'attenzione di tutti “Muovetevi o il treno partirà senza di voi”.

Tutti gli studenti di Hogwarts si affrettarono con gli ultimi abbracci e saluti prima di accalcarsi tutti all'entrata dei vagoni.

“Mi raccomando, fate i bravi e comportatevi bene”, stavano dicendo Hermione e Ginny, acciuffando figli e nipoti a caso per un ultimo bacio sulla fronte.

“Mi raccomando allenatevi a Quidditch, voglio vedere la Coppa nella bacheca di Grifondoro anche quest'anno!” esclamò invece Ron, suscitando le urla di battaglia di James e Fred e un'occhiata esasperata di Hermione.

“Credo che per questa volta Serpeverde se la giochi molto bene”, fece notare Harry, ammiccando in direzione di Albus e Scorpius, che sorrisero.

“Harry venduto” esclamò Ron in un borbottio ben udibile da tutti.

I ragazzi si affrettarono a salire sul treno, per ultimo James che era rimasto a terra a cercare disperatamente il suo manico di scopa senza notare che Hugo si stava sbracciando dalla finestra urlando “James, accidenti, ti ho detto che ce l'ho qui io!”
Quando finalmente le porte si chiusero del tutto il treno prese velocità, facendo scomparire la vista della famiglia Potter Weasley dietro la curva.

“Bene gente” esclamò James, rivolto al gruppo di fratelli, cugini e amici che era rimasto nel corridoio “è stato meraviglioso passare del tempo con tutti voi ma noi Malandrini abbiamo affari urgenti da sbrigare, pertanto...piccole serpi” e qui lanciò uno sguardo ad Albus e Scorpius, che alzarono contemporaneamente gli occhi al cielo “corvi saputelli” e guardò Hugo e Roxanne, che si scambiarono un'occhiata esasperata “gentili tasserelli” aggiunse, strizzando l'occhio a Molly “e baldi e coraggiosi grifoni”, terminò in tono solenne indicando in uno slancio d'orgoglio Rose, Dominique, Lily e Riley “ci vediamo ad Hogwarts!”

“E noi?” si sentì esclamare la vocina di Lucy, spuntata improvvisamente da sotto il braccio di James.

“Oh” fece lui, spiazzato “Beh tu e Louis siete ancora senza Casa ma, ehi, stai tranquilla cuginetta, ci si vede a Hogwarts comunque”.

Lucy e Louis ridacchiarono, mentre la folla di cugini si disperdeva nel corridoio in cerca di scompartimenti vuoti e amici. James, Fred, Lorcan, Lysander e Frank si sistemarono tutti nello stesso scompartimento, magicamente svuotato da un paio di piccoli Tassorosso che furono ben lieti di lasciare il loro posto ai fantastici Malandrini.

“Ehi, voi, guardate che potete restare!” provò ad urlare loro dietro Frank, preso a compassione, ma ovviamente nessuno lo ascoltò.

“Non posso ancora credere che questo sarà il nostro ultimo 1 settembre sull'Hogwarts Exspress” esclamò Lysander, lasciandosi cadere pesantemente sul sedile accanto al finestrino.

“Ehi Lys niente malinconia da ragazzine”, lo redarguì Fred immediatamente, prendendo posto di fronte a lui “E' il nostro ultimo anno e deve essere memorabile e pieno di cose divertenti”.

“Ben detto Freddy!” disse James, annuendo solennemente e scambiandosi il pugno con il cugino “è la nostra ultima occasione per spassarcela ed organizzare scherzi indimenticabili da finire negli annuari”.

“In teoria avremmo anche una piccola cosa chiamata M.A.G.O. da non dimenticare”, fece notare Frank alzando gli occhi al cielo.

“Merlino, Frankie, a volte mi chiedo come tu possa essere così poco degno di chiamarsi Malandrino” lo sgridò James, portandosi una mano sul cuore e fingendosi indignato, mentre Lorcan e Lysander ridevano.

“E poi a chi vorresti darla a bere, vecchio lumacone da strapazzo?”, rincarò subito Fred, puntando il dito contro il petto di Frank “Chi è quello che non avvisa nemmeno gli amici della sua presenza sul treno perchè ha delle persone da salutare?”

Frank liquidò la faccenda con un cenno annoiato della mano e borbottò “Lumacone da strapazzo a chi?” ma ormai ne James ne Fred gli stavano più prestando attenzione perchè la signora del carrello era appena apparsa alla loro porta.
Mentre i cinque ragazzi si buttavano a capofitto sul carrello dei dolci, in uno scompartimento poco distante da loro, Livia Gray stava seduta a guardare il panorama sfrecciare veloce accanto a lei. Tambureggiava con le piccole dita bianche sul bordo del sedile, alternando occhiate alla porta dello scompartimento a sguardi distratti oltre il vetro. Sapeva che le sue compagne di Casa l'avrebbero raggiunta da un momento all'altro, infrangendo la pace che si era creata dopo il vociare costante di King's Cross. Era felice di rivederle, ovviamente, ma anche preoccupata di quello che avrebbe dovuto dire loro per giustificare il suo silenzio in quei tre lunghi mesi.
Parecchie volte nel corso di quella triste e solitaria estate aveva resistito all'impulso di scrivere una pergamena e mandare Rea, la sua civetta, da Dominique o da Shady, pregandole di liberarla da quella prigione dorata che era diventata la sua casa; ma la realtà l'aveva fatta desistere tutte le volte e si era rassegnata a passare le vacanze con la sola compagnia di Kelly, la sua anziana elfa domestica.
L'improvviso spalancarsi della porta la fece sobbalzare e il libro che teneva sulle gambe cadde per terra con un tonfo. Livia alzò lo sguardo e si ritrovò a fissare i glaciali occhi occhi azzurri di Dominique Weasley

“Ma guarda un po', Shady” disse Dominique, simulando un tono di voce sorpreso e rivolgendosi alla ragazza dai capelli ricci in piedi accanto a lei “Ero convinta che questo scompartimento fosse vuoto, di solito ce lo dividiamo tra noi migliori amiche...”.

Livia sospirò, per nulla sorpresa dalla frecciatina della compagna “Ho pensato che per far piacere alle migliori amiche fosse proprio giusto occupare questo scompartimento”, esclamò indicando i posti vuoti accanto a lei.

“Non so” continuò Dominique, spostandosi una ciocca di capelli da davanti agli occhi “Con migliori amiche intendo quelle strane persone che si vogliono bene e che in assenza si mandano un gufo una volta alla settimana per sapere come stanno. E qui non ne vedo”.

Shady Thomas spostò lo sguardo da Dominique a Livia, mordendosi le labbra preoccupata. Quest'ultima si alzò, si spazzolò via la polvere invisibile dalla gonna e si piazzò di fronte a Dominique, fronteggiandola.

“Io con migliori amiche intendo invece quelle persone che anche se non si scrivono una volta alla settimana per sapere come stanno si vogliono bene comunque e che sono pronte a chiedere scusa per la loro frequente assenza, sperando di essere perdonate ed abbracciate perchè hanno sentito molto la loro mancanza”.

Tese le braccia aperte davanti a sé, il volto serio e impassibile. Shady voltò la testa dall'una all'altra, sgranando i grandi occhi ambrati pieni di lacrime, ma lo sguardo di Livia era tutto per Dominique, che la fissava di rimando.
Poi, inaspettatamente, la ragazza scoppiò a ridere.

“Gran bella mossa, Grey!” esclamò ridendo e in due passi accorciò la distanza che le separava, stringendo Livia in un abbraccio.

“Oh non è affatto giusto!” esclamò Shady asciugandosi le lacrime “Siete due stupide!”, aggiunse, infilandosi nell'abbraccio di Livia e Dominique, che continuarono a ridere “Ero già terrorizzata all'idea di passare la giornata a fare da paciera tra voi due!”

“Mi dispiace davvero tanto, ragazze” sussurrò Livia, quando finalmente si separarono “So che avrei dovuto rispondere alle vostre lettere”.

“Si può sapere che cosa ti è successo?” chiese Dominique, corrugando la fronte preoccupata, forse notando le borse scure sotto gli occhi di Livia e la pelle ancora più pallida del solito.

“Non mi è successo niente di nuovo, Dom” rispose Livia, sedendosi sul sedile di fronte a Dominique, mentre Shady si sedeva per terra a gambe incrociate di fronte a loro “Non vi ho risposto semplicemente perché non sarei riuscita a nascondervi i miei veri sentimenti. Non è stata un'estate particolarmente felice, per me...”

Dominique e Shady si scambiarono uno sguardo.
“Ma è proprio per questo motivo che avresti dovuto dircelo, Liv. Ti sarei venuta a prendere nel giro di qualche giorno se solo avessi saputo”, continuò Dominique, prendendo le mani dell'amica tra le sue.

Livia fece uno sbuffo divertito “Lo so bene. Avresti sguinzagliato tutti gli Auror del ministero se solo ti avessi detto la verità”.

“Naa, solo lo zio Harry”, minimizzò lei.

“Come sta tuo padre, Liv? È per lui che non hai risposto alle nostre lettere?”, chiese Shady, arrivando come suo solito dritto al cuore del problema.

Lo sguardo di Livia si adombrò. La sua mente volò immediatamente a quell'estate, alla porta dello studio di suo padre sempre chiusa, ai solitari pasti fatti in soggiorno con Kelly come unica compagnia.

“Non mi ha rivolto la parola per tutta l'estate”, confidò stancamente, portandosi una mano sulla fronte.

Sia Shady che Dominique le rivolsero un'occhiata desolata. Abituate entrambe e vivere in una famiglia numerosa non riuscivano proprio a comprendere lo strano comportamento del signor Gray.Livia aveva raccontato loro di come fosse diventato freddo il loro rapporto dopo la morte della madre, quando la ragazza aveva dieci anni.

“Ma adesso smettiamola di parlare della mia triste vita solitaria”, si affrettò a dire Livia, sorridendo alle amiche “Come sono andate le vostre vacanze?”

“Tranquille”, rispose Shady, giocherellando con una ciocca dei suoi riccissimi capelli castani “Sono stata in Francia con mamma e papà e mi sono allenata a Quidditch insieme ad Eric per la maggior parte del tempo”.

“Quidditch anche in vacanza? Merlino ma voi siete tutti matti” borbottò Dominique, scuotendo la testa e mulinando i capelli per portarseli sulla spalla “I miei cugini non hanno fatto altro per tutta l'estate!”

“Il Quidditch è divertente” tagliò corto Shady, scrollando le spalle “E tu Dom? Hai passato le vacanze alla Tana come al solito?”

Ma prima che la ragazza potesse rispondere qualcosa di più che un grugnito la porta del loro scompartimento si aprì e fecero il loro ingresso Mei Devies ed Elisabeth Baston, le altre due compagne del settimo anno di Grifondoro. Entrambe si aprirono in due grandi sorrisi e si affrettarono a prendere posto accanto alle amiche.

“ Scusate il ritardo, ragazze, siamo incappate in una mandria di ragazzine urlanti che si erano appostate fuori dallo scompartimento dei Malandrini”, esclamò Elisabeth, storcendo il naso e scambiandosi una occhiata affranta con Dominique: entrambe condividevano l'orrore per la perdita della dignità femminile quando si parlava di quei cinque mascalzoni.

“Come state? Sono andate bene le vacanze?”, cinguettò invece Mei, sorridendo e andandosi a sedere accanto a Livia. E senza aspettare la risposta di nessuna delle amiche continuò, eccitata “Le mie sono state uno sballo! Siamo andati a New York per il lavoro di papà, tutto il viaggio pagato dal Ministero e entrate gratis nei locali più cool della grande mela! Ho conosciuto un americano talmente bello che non riuscirei neanche a descrivervelo, ragazze! È un chitarrista babbano che gira il mondo in camper e vive di sola musica...è stata un'esperienza eccezionale! Certo non è che abbiamo potuto parlare più di tanto...insomma, io sono una strega e bla bla bla e non avevo la ben che minima idea di chi fossero quelle band che lui tanto decantava quindi ho puntato di più mio fascino femminile e il non verbale ma, ehi! ho trovato altri validi argomenti di discussione, non guardatemi così!”

Mei finì il suo racconto cercando di riprendere fiato mentre le compagne ridevano, un po' divertite e un po' esasperate.

“Mei, sei un insulto all'emancipazione femminile britannica, fattelo dire” sospirò Dominque, alzando gli occhi al cielo.

“Oh andiamo Dom, quel ragazzo era un fustaccio da paura! Che avrei dovuto fare? Stava li a parlarmi di Jichael Meckson o come accidenti si chiamava e mi chiedeva cosa ne pensassi delle sue canzoni, non potevo certo ammettere di non saper nemmeno chi o che cosa fosse questo tizio – che a quanto pare nel mondo babbano è parecchio famoso - quindi mi sono tolta la maglietta e ho lasciato cadere il discorso!”

“MEI!” sbottò Shady, inorridita mentre Livia, Dominique ed Elisabeth si rotolavano dalle risate “Non ci posso credere! Sei proprio senza vergogna”

“Io adoro le persone senza vergogna”, esclamò una voce maschile alle loro spalle.

Le ragazze si girarono verso la porta dello scompartimento proprio mentre questa veniva spalancata di colpo mostrando un sorridente James Sirius Potter.

“Non starete mica parlando di noi, dolci fanciulle?” rincarò una seconda voce, ovviamente appartenente a Fred Weasley.

“Ecco, ci mancavano solo loro adesso” borbottò Dominique, mettendosi una mano sulla fronte.

“Insomma, cugina, questo è il modo di accogliere i vostri valorosi compagni di Casata?”, chiese James, offeso, mentre anche Lorcan, Lysander e Frank cercavano di farsi spazio nello scompartimento ormai affollato.

Livia fu l'unica a notare che all'improvvisa comparsa di Frank Shady era diventata tutta rossa e che entrambi evitavano accuratamente di guardarsi; sorridendo tra sé Livia riportò la sua attenzione su Dominque, che ancora stava lamentandosi dell'arrivo dei suoi “cugini e idioti affini”, com'era solita chiamarli.

“Dobbiamo già sopportarvi il resto dell'anno, Jamie, dacci per favore ancora un po' di pace...” stava infatti sostenendo Dominique ma nessuno ormai la stava più ascoltando, tutti intenti a cercare di incastrarsi nei sedili troppo stretti.

Livia si ritrovò strizzata accanto al finestrino, mentre James e Fred prendevano posto tra lei e Mei; Shady non si sa come finì per incastrarsi sulla retichella dei bagagli, ma tanto era così piccolina da starci comoda; Frank la guardò allibito per qualche secondo prima di sedersi nel sedile sotto di lei. Lorcan e Lysander si piazzarono accanto ad Elisabeth e Dominique, con grande gioia della prima e disappunto della seconda: era risaputo da tutti che tra Dominique e i gemelli Scamander non correva buon sangue; non mancavano mai di lanciarsi frecciatine e bisticciare per ogni motivo fin da quando erano bambini. Dominique, Fred, James, Lorcan e Lysander avendo tutti la stessa età erano cresciuti insieme e la ragazza era sempre stata uno dei bersagli preferiti delle marachelle dei Malandrini. E per quanto cercasse di sopportare James e Fred in quanto suoi parenti, l'idea di dover passare anche solo cinque minuti del suo tempo con i gemelli Scamander la indispettiva.
James, a suo agio come se fossero tutti seduti su un comodo divano di casa, tirò fuori dalle tasche ogni sorta di dolci riusciti a sgraffignare dal carrello dei dolci mentre la Signora veniva distratta da Fred e Lorcan.

“Buon inizio anno scolastico a tutti!” annunciò solennemente, cominciando a lanciare pacchetti di Cioccorane e Mente pipirite addosso alle teste dei compagni “Come avete passato questi tre mesi lontani dal castello? Mare, montagna, smog di città? Vi siete allenati a Quidditch, vero?” proseguì, passando immediatamente da un tono rilassato e confidenziale ad uno minaccioso e petulante, puntando un dito sporco di cioccolato su Shady e Lysander.

Entrambi annuirono immediatamente. “Si, signor Capitano, signore. Ogni giorno. Tre ore la mattina e due il pomeriggio” disse Shady, mentre Lysander mostrava a James i segni dei lividi recenti sicuramente provocati dai bolidi.

“Benone, compagni, benone. Quest'anno sarà molto più dura degli altri; quelle viperelle schifose dei Serpeverde hanno messo su una squadra non male l'anno scorso, abbiamo vinto la coppa per il rotto della cuffia. Quest'anno non ci saranno distrazioni! Il Quidditch e il Campionato saranno i nostri pensieri costati, giorno e notte, sono stato chiaro?”

“Assolutamente!” esclamarono in corso Shady, Fred e Lysander, solennemente, sotto lo sguardo colpito e allibito di Mei ed Elisabeth. Lorcan e Frank accolsero la filippica di James sospirando mentre Dominique alzava gli occhi al cielo.

Livia, invece, si fece scappare un piccolo colpo di tosse che era decisamente un tentativo per nascondere una risata, cosa che non passò inosservata alle orecchie di James.

“Chi ha osato ridacchiare del mio discorso?” chiese immediatamente, scandagliando con lo sguardo le persone presenti nello scompartimento. I suoi occhi si fermarono su Livia, che subito assunse un'aria innocente e fintamente perplessa.

“Già, Potter, chi mai potrebbe osare tanto?”

“Nessuno, Grey, infatti” rispose subito lui, squadrandola sospettoso.

Ma ancora una volta Livia fu salvata dalla porta dello scompartimento che si aprì per l'ennesima volta mostrando Lily e Riley fare precipitosamente irruzione dentro.

“Presto, chiudete la porta o ci vedranno!” esclamò concitatamente la prima, mentre la seconda si appoggiava alla parete per riprendere fiato.

“Cosa avete combinato voi due?” chiese Dominique alla cugina.

“Siamo scappate alle grinfie di una banda di Corvonero”, spiegò Riley quando riprese fiato, scavalcando le miriadi di gambe incastrate nello scompartimento per cercare un buco in cui sedersi, mentre Lily cercava di fare la stessa cosa.

James alzò gli occhi al cielo e agguantò Riley proprio mentre il treno curvava a destra e quest'ultima rifilava per sbaglio una gomitata in faccia al povero Frank, facendola sedere sulle sue ginocchia.

Lorcan fece lo stesso con Lily, che tutta insieme era alta più o meno come il suo braccio.

“Ragazzi qui la cosa ci sta sfuggendo di mano; se entra ancora qualcuno da quella porta il nostro peso farà deragliare il treno” disse Fred in tono ragionevole, mentre la seconda curvatura del treno faceva rischiare di cadere tutti per terra.

“E perchè mai stavate scappando da una banda di Corvonero, sorellina?” chiese James da sopra la testa bionda di Riley che da quando era entrata nello scompartimento era rimasta stranamente silenziosa per i suoi standard.

“Oh, il solito, volevano provarci con noi e stavano facendo i brillanti così Riley gli ha distratti e mentre non guardavano gli ho infilato un paio caccabombe nelle mutande; non l'hanno presa molto bene”, rispose Lily tranquilla, afferrando un pacchetto di Gomme bolle bollenti che rotolava sul pavimento.

“E brava la mia cuginetta!” gridò Fred, allungandosi su Mei per scompigliare i capelli già tutti arruffati di Lily.

“Che cosa intendi esattamente con volevano provarci con noi?”, chiese all'improvviso James, corrugando la fronte.

“Esattamente quello che ha detto, James”, rispose Mei, ridacchiando “Parli della banda di Jones del quinto anno, vero Lily?”

“Chi sarebbe questa banda di Jones del quinto anno?” chiese subito Lorcan, alternando gli sguardi da Mei a Riley.

“Degli idioti!”, rispose quest'ultima, alzando gli occhi al cielo “Non preoccuparti, fratello, li abbiamo messi al loro posto”.

“Ma com'è che voi due attirate sempre così tanta fauna maschile intorno a voi?”, domandò James infastidito e per niente intenzionato a lasciar cadere il discorso.

Spostò lo sguardo da sua sorella a Riley, ancora piazzata sulle sue gambe. La ragazzina arrossì, distogliendo subito lo sguardo mentre Lily si limitò ad una scrollatina di spalle.

“Ehi, avete sentito l'ultimo brano dei Centauri Millennial su radio Strega Network?” esclamò ad alta voce Mei, cambiando provvidenzialmente discorso.

Il resto del pomeriggio passò tra chiacchiere, risate e canzoni dei Centauri Millennial cantante a squarciagola da Fred e Mei e ben presto il sole cominciò a tramontare dietro le montagne.

“Dovremmo quasi esserci ormai, no?” chiese ad un certo punto Lysander, sbirciando fuori dal finestrino per cercare di scorgere il profilo del castello.

Il treno, come se avesse sentito le sue parole, cominciò a rallentare e con qualche scossone si fermò finalmente nei binari della stazione di Hogsmeade.

“Ottimo, ho una fame!” esultò James, mentre tutti quanti si affrettavano a recuperare borse e bagagli.

“Ma se ti sei ingozzato di dolci fino a cinque minuti fa”, lo rimbeccò Frank.

“Infatti, adesso ho voglia di salato”, fu la pronta risposta del ragazzo e Frank lasciò perdere, sospirando.

Lily e Riley uscirono prima di tutti per raggiungere i loro compagni del quarto anno e per recuperare i bauli; i Malandrini e le ragazze del settimo anno si fecero largo tra la folla di studenti sulla banchina per trovare una carrozza libera.
I ragazzi si stiparono nella prima disponibile, spingendosi per chi dovesse entrarci per primo, mentre le ragazze rimasero ad aspettare.

“Che idioti, non cresceranno mai”, commentò Dominique.

“Io li trovo spassosissimi”, disse invece Mei, ridacchiando “Insomma, sono simpatici, belli e divertenti, ci sta anche che si comportino un po' da idioti, no?”

“Frank non è così, eppure fa parte del gruppo anche lui” disse subito Shady, diventando improvvisamente rossa. Si scambiò uno sguardo di complicità con Livia, che fece un sorrisetto malizioso.

“Farò finta di non averti sentito, Mei. Tu non sei costretta ad averceli tra i piedi ogni santo giorno”, disse Dominique, che non aveva notato per niente lo strano comportamento di Shady.

“Dite che quest'anno i Malandrini la smetteranno di spezzare i cuori di tutte e si decideranno a sceglierne una definitiva?”, chiese Elisabeth, mentre la carrozza avanzava lentamente sulla strada lastricata, fermandosi per far prendere loro posto.

“Per quanto mi riguarda possono continuare fare gli idioti a vita”, sentenziò Dominique, mettendo definitivamente fine al discorso.

Arrivate alle soglie del portone in legno di Hogwarts, si unirono alla folla di studenti che salivano le scale diretti alla Sala d'Ingresso. Poco più avanti a loro, James, Fred, Lorcan, Lysander e Frank erano tutti presi da una discussione molto simile.

“Andiamo Frankie, dicci con chi ti dovevi incontrare stamattina”, stava dicendo James, le braccia strette intorno al collo del povero Frank, che quasi soffocava.

“Ancora con questa storia? Vi ho detto che non parlavo di nessuna persona in particolare...”

“Non ci crede proprio nessuno, amico!” esclamò Lorcan, spostando un ciuffo di capelli dagli occhi con un elegante movimento della testa che fece quasi svenire due ragazzette di Tassorosso capitate lì a fianco.

“Dobbiamo ricominciare la lista da dove abbiamo interrotto lo scorso anno, ragazzi”, ricordò invece Fred, ammiccando alle suddette ragazze che finirono per inciampare sui loro stessi piedi.

“Io non ho mai fatto nessuna lista” sbottò subito Frank, di colpo preoccupato “Che non vi venga in mente di mettere in giro questa storia”.

“E perchè mai non dovremmo farlo, Frankuccio?”, ridacchiò Lysander “A quale delle tante orecchie qui presenti non vuoi che arrivi?”

“Continueremo questo discorso molto interessante più tardi, ragazzi, ora però andiamo a sederci perchè sto morendo di fame”, intervenne James, cominciando a trascinare gli amici lungo la tavolata per raggiungere i loro soliti posti al centro del tavolo di Grifondoro.

Quando anche tutto il resto della scuola ebbe preso posto nelle lunghe tavolate la professoressa Sprite fece il suo ingresso con il gruppo dei bambini del primo anno, pronti per iniziare lo smistamento.
Livia, seduta tra Dominique e Shady, poco distante dal gruppo dei Malandrini, guardò la lunga fila di ragazzini disporsi di fronte al tavolo degli insegnanti e ricordò con estrema precisione l'eccitazione e la paura che aveva provato lei in quello stesso momento di sette anni prima. Si lasciò andare ai ricordi, la guancia posata su una mano e fu richiamata alla realtà da una gomitata leggera di Shady.

“James Potter ti sta fissando”, le sussurrò all'orecchio, mentre Edward Edgcombe veniva smistato nei Serpeverde, tra gli applausi della casata.

Livia si voltò automaticamente e i suoi occhi incontrarono quelli di Potter; la stava guardando con uno strano cipiglio confuso, come se stesse pensando a qualcosa che non riusciva del tutto a comprendere. Quando si accorse che la ragazza lo fissava di rimando si affrettò a fare un sorrisetto e a spostare l'attenzione su Fred, che esclamò ad alta voce “Ehi, perchè mi stai fissando, non mi riconosci più?”
Livia sorrise e tornò a concentrarsi su quanto stesse accadendo accanto a lei.
Una Lucy Weasley tutta tremante era stata appena chiamata dal Cappello parlante, che dopo qualche attimo di esitazione gridò a gran voce “GRIFONDORO!”
Livia applaudì forte insieme a tutti gli altri, mentre anche la più piccola dei Weasley si univa ai Grifondoro; James e Fred la accolsero urlando e sbraitando tanto che la professoressa McGranitt dalla sua sedia da preside dovette richiamarli con un colpo di bacchetta, facendo in modo che i bicchieri d'oro dei due ragazzi non smettessero di colpirli in testa fino a che non si fossero riseduti.
Mentre anche tutto il resto della scuola rideva il piccolo Louis Weasley venne smistato a Corvonero.
Dominique applaudì piano, osservando con un sorriso triste il fratello unirsi alla tavolata dei Corvonero. Non essendo nella stessa Casa non avrebbe potuto tenerlo sempre d'occhio ma era contenta che fosse finito insieme a Hugo e Roxanne, che fecero posto al cuginetto accanto a loro.

Lo smistamento finì ben presto ed anche il Banchetto. Gli studenti di Grifondoro salirono le scale fino al settimo piano, fermandosi di fronte al ritratto della Signora Grassa.

“Crocchette di riso!” esclamò ad alta voce Dominique, perfetta nel suo ruolo di Prefetto; Livia, che quell'estate aveva scoperto di essere diventata Caposcuola, la lasciò fare: era più brava Dominque ad incutere paura ai più piccoli, a lei bastava semplicemente fare il suo dovere per gli altri.

Le ragazze del settimo anno salirono le scale della torre fino all'ultimo piano e ritrovarono il loro adorato e familiare dormitorio. Non era cambiato nulla dall'ultima volta che erano state lì: la parete dietro al letto di Shady era tappezzata di poster della sua squadra di Quidditch del cuore, le Holiday's Harpies mentre quella dietro di Mei, come per evidenziare la netta differenza tra loro, era piena di poster raffiguranti il giovane bassista dei Centauri Millennials. La parete dietro il letto di Elisabeth, invece, era piena di fotografie per cui la ragazza aveva una passione ed un talento innato.
I letti di Dominique e Livia erano i più blandi: solo qualche stendardo di Grifondoro e qualche fotografia; le foto di Dominique ritraevano per la maggior parte i suoi genitori e i fratelli ma una grande nel mezzo raffigurava tutti i cugini di casa Potter-Weasley, a dimostrazione di quanto molto altro ci fosse dietro nelle continue lamentele di Dominque nei confronti della sua famiglia.
Le due foto dietro al letto di Livia raffiguravano una loro cinque ragazze tutte insieme, sorridenti e bardate dietro le loro sciarpe di Grifondoro e l'altra una giovane donna dai capelli neri, molto somigliante a Livia: sua madre.
Quest'ultima la guardò con affetto, mentre insieme alle amiche si apprestava a fiondarsi sotto le calde coperte rosse.
Dall'altra parte del corridoio, nel dormitorio maschile, invece, regnava come al solito il caos più totale.

“Porco Salazar, Freddy, vuoi muoverti ad uscire da qui, me la sto facendo sotto!”, stava urlando James di fronte alla porta chiusa del bagno, saltellando da un piede all'altro e tenendosi le parti basse con la mano.

“Sto facendo la cacca, per una volta nella vita che non sono stitico quando cambio ambiente per favore lasciami in pace!”, fu la secca risposta di Fred.

“E certo, io dovrei farmela addosso, no?” sbottò James, esasperato correndo verso il suo baule afferrando il mantello dell'invisibilità “Vado a farla nei bagni comuni”.

“Qualcuno ha visto dove accidenti sono finiti i miei occhiali?”, chiese Frank, mentre James si fiondava fuori dalla porta ripetendo come un mantra “resisti piccola mia, resisti, resisiti”.

“Ce li hai in testa da due ore, Franky, cerca di darti una calmata”, rispose Lorcan, sdraiato sul suo letto con le mani dietro la testa, totalmente rilassato.

“Porca Morgana, Lor, guarda cosa mi ha infilato in borsa mamma?”, esclamò invece Lysander, con la testa infilata nel suo baule. Alzò lo sguardo verso il gemello, mostrandogli una sottospecie di cipolla aggrovigliata dal colore arancione.

“Una prugna dirigibile”, disse Lorca saltando giù dal letto e osservando interessato lo strano oggetto.

“Una cosa?” domandò James, appena riapparso magicamente da sotto il mantello e con un aria molto più rilassata.

“Prugna dirigibile, aiuta ad accrescere la capacità di accettare lo straordinario”, commentò Lorcan, annuendo con decisione “La mamma vorrà che la mettiamo in dormitorio per aiutare anche gli altri”.

“Io non ce la voglio quella cosa sotto al letto, capacità di accettare lo straordinario o meno”, disse Fred, uscito finalmente dalla porta del bagno, rosso come un peperone.

“Magari se te la tieni sotto al letto ti aiuterà ad accettare lo straordinario intestino di merda che ti ritrovi”, sghignazzò James beccandosi come risposta il cuscino di Fred in faccia.

“Va bene, gente, piantiamola di chiacchierare come ragazzine al pigiama party e andiamo a dormire, domani sarà una lunga giornata”, sentenziò Frank, infilandosi il pigiama e sparendo sotto le coperte.

“Merlino, Frank, mi sembri mia madre!”, borbottò Fred ma tutti quanti seguirono il consiglio del ragazzo e ben presto si ritrovarono ognuno al calduccio nel proprio letto.

“Frank, dicci con chi stai uscendo!”, disse all'improvviso James nel silenzio delle stanza, la voce ovattata dalle lenzuola.

“Buonanotte James”.

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Capitolo 2
*** Capitolo due - Di incubi e di feste ***


In una stradina laterale di Oxford Street una coppia di ragazzi sottobraccio stava camminando per tornare a casa dalla serata appena trascorsa al cinema.

“Non è stato per niente male, non è vero?”, chiese il ragazzo, prendendo le mani della compagna e strofinandole contro la sua sciarpa per scaldarle dal vento pungente che da tutto il giorno aveva imperversato la cittadina di Londra.

“Mi aspettavo qualcosa di più dal finale, però” rispose lei, nel silenzio rotto solo dal rumore dei loro passi sul marciapiede pieno di foglie.

“A me è piaciuto, soprattutto la parte il cui lo stregone ha attaccato i ragazzi con quella palla di fuoco spettacolare”, continuò lui “Hai notato che ad un certo punto...”.

Il ragazzo si fermò all'improvviso mentre in lontananza un cane cominciò ad abbaiare.

“Cosa c'è? Perchè ti sei fermato?” chiese stupita la ragazza.

Lui le fece cenno di tacere, osservando da destra a sinistra la via deserta che stavano percorrendo. Poi scrollò le spalle “Nulla, devo aver sentito un gatto o qualche altro animale notturno”.

“Bleah, non dirmi che ci sono i topi qui! Quanto manca a casa tua?”, chiese la ragazza, stringendosi ancora di più al suo braccio, preoccupata.

“Non molto, però ci conviene sbrigarci...mi è venuta in mente un'ideuzza su come concludere questa bella serata”, disse il ragazzo, sorridendo malizioso e fermandosi per strappare l'ennesimo bacio alla fidanzata.

“Ah davvero?” chiese la ragazza, ridendo e stando al gioco. Si alzò sulle punte per riuscire a baciarlo meglio e questi la strinse spingendola verso il muro.

“Dai David smettila”, chiocciò lei tentando di fermare l'avanzata delle mani del suo ragazzo da sotto la maglietta.

Ma David si staccò da lei di colpo, guardandosi nuovamente indietro. Aveva sentito un altro rumore, molto simile a quello che credeva di aver sentito in precedenza. Lasciò andare la fidanzata e si parò davanti a lei, gli occhi fissi sull'oscurità che proveniva dall'angolo del vicolo.

“David? Che ti prende?”, sussurrò la ragazza, confusa dal brusco cambio di atteggiamento del fidanzato.

“C'è qualcosa che non va...” borbottò lui “Credo che qualcuno ci stia seguendo”.

“David così mi spaventi, smettila”, brontolò la compagna ma poi sgranò gli occhi: aveva sentito anche lei.

Dall'ombra del vicolo apparve un braccio coperto da un tessuto nero, seguito subito dopo da una intera figura incappucciata. I due ragazzi sussultarono e cominciarono ad allontanarsi nella direzione opposta.

“David andiamo via, ho paura”, sussurrò la ragazza tremando.

“Vattene via, non abbiamo nulla che potrebbe interessarti”, disse invece il ragazzo notando i vestiti logori che portava la figura incappucciata da sotto il mantello.

Un paio di occhi glaciali e freddi brillarono per qualche secondo alla luce dello strano bastoncino di legno che l'uomo teneva in mano.

“Io invece credo di si”, esclamò una voce roca, quasi annoiata.

Un improvviso lampo rosso colpì in pieno petto il ragazzo, che stramazzò al suolo come una bambola. La ragazza urlò, portandosi le mani alla bocca e in preda al panico cominciò a correre nella direzione opposta a quella dell'uomo. Questi aspettò solo pochi secondi prima di alzare di nuovo la bacchetta contro di lei: il secondo lampo rosso la colpì alla schiena e anche lei si accasciò per terra, senza muoversi più.

Nel silenzio della notte il cane abbaiò di nuovo. Quando tornò la quiete, il viale era completamente vuoto.

***

“Accidenti Liv, che ti è successo stanotte? Hai una faccia orribile!”, esclamò Dominique Weasley la mattina dopo a colazione mentre spalmava la marmellata sul pane tostato.

“Dom non è carino dire ad una persona che ha una faccia orribile”, disse Shady guardando con aria di rimprovero l'amica.

“Beh ma è vero! Guarda che occhiaie che ha!”

“Grazie Dom”, sbuffò Livia, alzando gli occhi al cielo “Stanotte ho avuto un incubo”.

“Che cosa hai sognato?” chiese Shady preoccupata.

“Non me lo ricordo in realtà, so solo che mi sono svegliata di colpo alle quattro e non sono più riuscita a dormire” rispose Livia, cominciando a mangiucchiare svogliatamente il porridge. In realtà mentiva: si ricordava benissimo cosa avesse sognato. Ma dato che era uno degli incubi più ricorrenti da quando era morta sua madre non voleva preoccupare ancora di più le sue amiche, già sempre all'erta sul suo stato di salute.

“Deve essere stato davvero tremendo, per non farti più riaddormentare”, disse Dominique.

Ma una voce rispose al posto di Livia “Già, decisamente tremendo!”

James Potter si lasciò cadere pesantemente accanto alla cugina e le strappò dalle mani la fetta di pane, inghiottendola in un sol boccone.

“Ehi, idiota!”, sbottò Dominique ma la sua voce fu coperta subito da quella di Lorcan, che prese posto nella panca di fronte a James “Sei stato tu a costringerlo a mangiare tutti quei fagioli per scommessa ieri sera, avresti dovuto immaginare come sarebbe finita”

“Morgana come la fate lunga, sono pur sempre un maschio virile”, subentrò la voce di Fred, sedendosi di fianco a Lorcan.

“Sei una roba disgustosa, ecco cosa sei” esclamò Lysander, spingendosi a forza nella panca tra Lorcan e la povera Shady che fu salvata dall'essere scaraventata per terra da un desolato Frank.

“Senti chi parla”, concluse Frank sedendosi vicino a Shady dopo i balbettati ringraziamenti di lei.

“Ma di che diavolo state parlando?” sbottò Dominique, irritata come al solito dalla presenza dei ragazzi.

I Malandrini la guardarono sorpresi, come accorgendosi solo ora della presenza di altre persone al tavolo.

“Non lo vuoi sapere davvero, Dominque, fidati”, disse subito Frank, lanciandole un'occhiata eloquente.

“Tuo cugino è un maiale”, esclamò invece James, come al solito sordo delle raccomandazioni di Frank.

“Beh questa non è una novità”, rispose a tono Dominique, schivando abilmente il torsolo di mela mangiucchiato che Fred le aveva appena lanciato, che finì con estrema precisione nel succo di zucca di Livia.

“Ops, scusa Gray, era per la mia adorata cuginetta”.

“Ti vanti ogni giorno delle tue doti pazzesche per il Quidditch e sbagli mira così?” chiese divertita Mei Devis, arrivata solo in quel momento insieme ad Elisabeth al tavolo dei Grifondoro.

“Io sono un Portiere, mia piccola Mei, non devo avere la mira per infilare le cose nei buchi ma per non farle entrare” rispose Fred “anche se devo dire che con altri tipi di buchi potrei fare un eccezione, soprattutto con te” aggiunse con un ghigno malizioso.

Frank gli rifilò uno scappellotto proprio mentre Mei si accomodava vicino a Fred, piuttosto divertita. “Sono onorata Weasley, ma devo dire che dopo quello che ho visto credo tu debba affinare un po' la pratica”.

James e Lorcan sghignazzarono all'unisono e Lysander battè la spalla su quella dell'amico con fare comprensivo “Ti è andata male, amico”.

Fred si rabbuiò per qualche secondo, poi sul suo viso da eterno bambino apparve un sorrisetto “Puoi aiutarmi tu, Devies, a fare pratica intendo”

“Ci penserò” fu la risposta maliziosa di Mei, che cominciò a spalmare il burro sul pane tostato senza più far caso a Fred che continuò a guardarla con evidente desiderio.

Dominque scosse la testa scocciata e si voltò verso Livia e Shady “Cosa stavamo dicendo prima che questi qui arrivassero a dire scemate?”.

“Parlavamo della mia faccia orribile”, sospirò Livia, tentando di deviare il discorso dai suoi incubi.

“La tua faccia non è poi così male, Grey” intervenne all'improvviso James Potter, alzando gli occhi nocciola su di lei. Come già successo la sera prima, la scrutò in viso come se cercasse di dare una spiegazione a qualcosa di complicato.

Livia conosceva bene quell'espressione, era la stessa che assumevano le sue amiche quando cercavano di capire i motivi dei suoi strani problemi di salute. Si morse il labbro mentre, persa nei suoi pensieri, ricambiava lo sguardo di James, che continuò ad osservarla di rimando, come in trance. Quando entrambi si riscossero, quasi sussultando anche se era passato solo qualche secondo, Livia fece un sorrisetto “Grazie Potter ma sulla tua non mi sbilancerei più di tanto”.

“Ehi, questo è un colpo basso” brontolò lui, mentre sul viso l'aria assorta veniva sostituita da un'espressione sconvolta “Io sono bellissimo”.

“Io lo sono più di te”, disse subito Lorcan, continuando tranquillamente a sorseggiare il suo caffè.

“Ma è possibile che a questo tavolo non si possa fare un minimo di conversazione seria senza che voi due interveniate con le vostre malandrinate?”, brontolò Dominique, quasi isterica.

“Noi tre” la corresse Lysander, soavemente “Se parli di malandrinate parli anche di me”

“Quattro”, ribadì Fred, riemerso dalla sua opera di contemplazione della colazione di Mei.

“Veramente siamo in cinque” esclamò infine Frank, sorridendo amabilmente e facendo traboccare l'ormai strapieno vaso di sopportazione di Dominique.

“Basta, ci rinuncio” esclamò, mollando forchetta e coltello e alzandosi dal tavolo.

“Dove vai? È ancora presto per le lezioni!” le chiese Shady.

“Vado a da mio fratello, magari al tavolo di Corvonero riesco a finire la mia colazione in pace”, rispose Dominique e non mancando certo di lanciare un'occhiata omicida ai Malandrini, salutò le altre con la mano e si allontanò.

“Un carattere così dolce, così amabile...” sospirò Fred, scuotendo la testa mentre i gufi cominciarono a planare dalle finestre aperte della sala per la posta del mattino.

Livia alzò lo sguardo al soffitto proprio mentre la sua civetta, Rea, planava verso di lei con l'edizione della Gazzetta del Profeta stretta tra le zampe. La civetta si fermò sul suo bicchiere di succo di zucca e Livia le fece mangiare il resto del suo porridge; poi aprì il giornale mentre accanto a lei Shady riceveva la solita lettera dei genitori e i Maladrini tutte le cose che avevano dimenticato a casa prima di partire.

L'articolo in prima pagina attirò subito la sua attenzione ma prima che potesse leggere qualcosa di più delle prime righe Frank esclamò “Ehi James, c'è tuo padre sul giornale”.

James, che stava bevendo il caffè quasi si soffocò. “Che è successo?” tossicchiò.

“Non va tutto bene, tranquillo, l'hanno intervistato per un caso di omicidio, ascolta” Frank aprì il giornale sul tavolo e cominciò a leggere ad alta voce.

Ennesimo caso di omicidio babbano a causa della magia

Ieri notte, nei pressi del quartiere di Oxford Street , due corpi babbani sono stati ritrovati morti sul ciglio della strada vicino ai bidoni della spazzatura. Sarah Baker e David Sceen, di 24 e 26 anni, babbani residenti a Londra sono stati uccisi tra le quattro e le cinque di questa mattina. I resti dei due ragazzi riportano chiari segni di Magia oscura molto avanzata. Il capo della squadra Auror Harry Potter si è presentato questa mattina sul luogo dell'omicidio e ha rilasciato una breve dichiarazione: “Non abbiamo mai avuto un caso di Magia oscura di questo tipo, non ci sono precedenti. Per il momento non possiamo dichiarare esplicitamente la causa della morte di questi ragazzi, i corpi presentano tracce di incantesimi ma temiamo che la causa definitiva della morte sia l'avvelenamento...”.

Frank alzò lo sguardo sugli amici, la fronte aggrottata “è la prima volta che si sente una cosa del genere da molto tempo”

James annuì, pensieroso “Se è qualcosa che c'entra con la Magia Oscura papà lo capirà di sicuro...”

“Credi che si tratti delle ultime tracce di resistenza Mangiamorte?”, chiese Lorcan.

James scrollò le spalle “Non si sente parlare di Mangiamorte o di Voldemort da almeno dieci anni, dubito fortemente...ma come dice sempre mio padre il mondo non è diviso tra brava gente e i Mangiamorte, potrebbe essere stato chiunque”

Livia, rimasta in silenzio per tutto il tempo, alzò gli occhi dal giornale e si ritrovò a guardare il volto pensieroso di James. Lui rimase perso nelle sue fantasie per qualche secondo, poi si riscosse e i suoi occhi incontrarono di nuovo quelli di Livia. Si fissarono per lungo istante prima che la campanella suonasse e richiamasse tutti loro ai doveri scolastici.

Livia si alzò dal tavolo e si affiancò a Shady, seguita a ruota dai ragazzi e tutti quanti uscirono in massa dalla Sala Grande diretti verso la prima lezione della giornata, Storia della Magia.

Solo quando intorno a lei gli amici cominciarono a chiacchierare di tutt'altro si concesse di dar voce interiormente ai suoi pensieri e ai suoi timori. Perchè non era sicura che non ci fossero mai stati precedenti di quel tipo: i dettagli delle condizioni non erano stati descritti nel giornale, ma la tipologia di strana morte dei due ragazzi le ricordava terribilmente quella di sua madre...

***

“Nel 1345 la rivolta guidata da Rugrug l'Unticcio diede il via ad una serie di sanguinose battaglie sul suolo inglese che si conclusero soltanto una decina di anni dopo con l'assemblea Internazionale delle dodici tribù di goblin...”

La voce del professor Ruf procedeva lenta e soporifera come da sette anni a quella parte e, sempre come da sette anni a quella parte, i Malandrini facevano tutt'altro che prendere appunti: Lysander e Fred giocavano a sparaschioccio sotto il banco – avendo lanciato l'incantesimo Muffliato non c'erano problemi con le esplosioni delle carte; Lorcan si dondolava su e giù dalla sedia palesemente annoiato, scribacchiando qualcosa sul quaderno degli appunti completamente vuoto; Frank, invece, tentava di seguire la lezione nonostante le risatine e gli scoppi che provenivano dal banco affianco a lui; James, infine, era distratto più del solito: stava seduto con la testa appoggiata alle braccia e osservata Ruf fluttuare avanti e indietro per la classe senza vederlo in realtà. La sua mente era ancora rivolta all'articolo che avevano letto quella mattina; pensava a suo padre, al fatto che ogni giorno aveva a che fare con situazioni che inevitabilmente richiamavano il suo passato. Nonostante vivessero in tempi di pace, nonostante non si parlasse di Voldemort da quasi vent'anni succedevano ancora troppo spesso episodi spiacevoli di magia oscura: James era piccolo ma ricordava perfettamente gli anni passati da suo padre alla ricerca delle ultime forze oscure dell'esercito di Voldemort. Teddy Lupin, che aveva lasciato Hogwarts parecchi anni prima, a cui la guerra aveva portato via entrambi i genitori, si era unito alla squadra Auror di Harry proprio quell'estate; sicuramente anche lui avrebbe aiutato nelle indagini dell'omicidio di quei due ragazzi babbani.

La sedia improvvisamente appoggiata sul pavimento fece riscuotere James dai suoi pensieri; incrociò lo sguardo di Lorcan, che gli fece un pigro sorriso e poi i suoi occhi dardeggiarono per la stanza, finendo a posarsi sulla chioma corvina di Livia Gray, seduta insieme a Dominique a qualche banco di distanza. James rimase ad osservare i giochi di colore che i raggi del sole provenienti dalla finestra proiettavano su i suoi capelli; la ragazza stava prendendo appunti sulla lezione di Ruf ma proprio in quell'istante voltò leggermente la testa per ascoltare qualcosa che le stava dicendo Dominique e James non poté non notare ancora la carnagione del viso stranamente pallida e i due profondi solchi scuri intorno agli occhi. La conosceva ormai da sette anni, era sempre stata una ragazzina minuta e gracilina, con la forte tendenza ad ammalarsi e forse era per questo che fin da piccoli non avevano mai tentato di renderla oggetto degli scherzi dei Malandrini, come invece avevano fatto con Dominique.

Il suono della campanella risvegliò dal coma catartico tutta la classe, che ricominciò a ciarlare e chiacchierare mentre ancora Ruf - che non si era accorto di nulla come al solito – stava parlando.

“Merlino, non finiva più!” esclamò esasperato Lorcan mentre insieme agli altri riponevano le piume e i quaderni nella borsa e si avviavano verso l'uscita.

“Se magari provaste qualche volta a seguire una lezione potrebbe non sembrarvi così lunga”, lo rimbeccò subito Frank con uno scappellotto “Vi devo ricordare ancora una volta che abbiamo i M.A.G.O. quest'anno? Non penserete mica di salvarvi il collo ancora con i miei appunti, vero?”.

“Ma certo che si caro il mio vecchio Frankie, vorresti averci tutti sulla coscienza quando tu ti diplomerai con i tuoi venti Eccezionale e noi no?”, domandò giustamente Fred, portandosi una mano al cuore.

“Male non vi farebbe”, borbottò Frank.

Il gruppo di Grifondoro si fermò per far passare una mandria di Serpeverde e Corvonero del sesto anno che era appena uscita dall'aula di incantesimi. Tra questi James notò suo fratello Albus ovviamente insieme a Scorpius Malfoy.

“Ehi Al!” gridò James, per richiamare la sua attenzione. Albus diede di gomito a Scorpius per farlo fermare e insieme aspettarono che i Malandrini li raggiungessero.

“Ehilà piccoli serpentelli, come sta procedendo il primo giorno?”, chiese Fred mettendosi tra i due Serpeverde e posando le braccia intorno alle loro spalle.

“Non male, oserei dire. Adesso abbiamo un'ora buca e poi altre due dopo pranzo”, rispose Scorpius.

James invece si affiancò al fratello minore “Ehi fratellino, hai letto l'articolo di papà stamattina?”

“Già, l'ho letto eccome. Avrà il suo bel da fare in questi giorni”, disse Albus, corrucciando la fronte.

“Ne sarà contenta la mamma”, commentò ironico James.

“A proposito, mi ha mandato un pacco proprio stamattina con delle cose che secondo lei avevo dimenticato a casa ma ha decisamente sbagliato figlio perché io non indosso mutande con le pluffe ricamate né tanto meno quelle con su scritto qui dentro c'è un fenomeno”.

James fece un sorrisetto divertito mentre gli altri scoppiavano a ridere “E invece dovresti, fratellino, alle ragazze fanno impazzire, ti assicuro”.

“A me farebbero solo impazzire dalle risate” commentò da dietro la voce di Lily Potter, arrivata di soppiatto dietro di loro insieme a Riley Scamander.

“Che cosa vorresti insinuare, ragazzina? Tu non dovresti neanche sapere di cosa stiamo parlando”, esclamò James infastidito, mentre scendevano tutti insieme le scale del terzo piano.

Lily alzò gli occhi al cielo e scosse la testa senza dire nulla, mentre Riley al suo fianco ridacchiava.

“Vale la stessa cosa per te”, aggiunse Lysander rivolto a quest'ultima mentre Lorcan annuiva con decisione.

Sbuffando infastidite Lily e Riley sparirono tra la folla veloci come erano arrivate e anche Albus e Scorpius si separarono dal resto del gruppo per tornare nella loro sala comune.

“Bene gente, non abbiamo ancora ultimato i dettagli per il festino di stasera” esclamò ad alta voce Fred “Lys e io ad Incantesimi potremmo occuparci della musica ma qualcuno dovrà fare un salto nelle cucine per organizzare le vivande”.

“Ci vado io dopo pranzo, tanto ho l'ora buca” propose Lorcan.

“Ottimo, agli alcolici ci penso io”, disse James sorridendo in direzione di Frank che si mise una mano sulla faccia.

“James per l'ennesima volta, se mia madre ci becca finiamo nei guai molto seri”.

“Sono sette anni che continui a dircelo e non è mai successo niente, Prefetto perfetto che non sei altro”, brontolò James “Tua mamma non si accorgerà di nulla, come al solito. Piuttosto usa le tue reti di conoscenze per invitare alla festa le ragazze più carine”.

“E come dovrei fare?”, gemette Frank, un po' disperato.

“E che ne so, spargi la voce con i prefetti delle altre case o con il club del libro e cose così” rispose James, mentre si accodavano ai Tassorosso nell'aula di Vitius.

“Il club del libro? E cosa accidenti dovrebbe essere?”.

“Già certo ottima idea il club dei libro, così poi ci ritroviamo alla festa tante Margie Bulstrode con gli occhiali e i capelli unticci”, commentò Lorcan lanciando un'occhiata eloquente alla Tassorosso in questione, già seduta al primo banco.

“Guarda che le ragazze intelligenti possono anche essere carine”, borbottò Frank diventando stranamente rosso peperone sulle guance. I suoi occhi dardeggiarono per una frazione di secondo verso Shady Thomas, appena entrata nell'aula insieme a Dominique e Livia, e la cosa venne decisamente notata dagli amici.

“Benebenebene ecco svelato l'arcano mistero”, gongolò James con un ghigno divertito sul volto “C'è qualcosa che devi dirci sulla adorabile Cacciatrice della mia squadra?”.

“Abbassa la voce”, sibilò Frank, mostrando il pugno con fare minaccioso, mentre lanciava l'ennesima occhiata a Shedy nella speranza che non avesse sentito nulla.

“Ok Frankuccio, ecco cosa faremo. Dopo la lezione vai dritto dritto dalla tua bella Thomas e la inviti alla festa di stasera. Se non lo fai, noi Malandrini giuriamo solennemente che non avremo buone intenzioni e che ti renderemo la vita impossibile finché non ti deciderai a tirar fuori il Grifondoro sopito che c'è in te”, snocciolò James con tono di voce deciso mentre Fred e Lorcan applaudivano alle sue parole e Lysander si sbatteva la mano sul petto all'altezza del simbolo del Grifondoro.

Frank, completamente allibito, si lasciò cadere sul banco prendendosi la testa fra le mani e chiedendosi cosa avesse fatto di male nella vita per meritarsi tutto questo.

***

Il resto della giornata passò molto velocemente e in men che non si dica arrivò l'ora di cena. Dominque, Livia e Shady stavano scendendo le scale del primo piano dirette alla Sala Grande insieme ad Elisabeth e Mei, con quest'ultima che raccontava tutti i pettegolezzi che era riuscita a carpire in quella prima giornata di scuola.

“....e quindi Smith del settimo di Serpeverde l'ha lasciata per mettersi con la sua migliore amica, no vi rendete conto? La povera Annie era sconvolta e dopo pranzo l'ha rincorsa per tutto il giardino e sono finite a tirarsi i capelli. È dovuta intervenire la professoressa Koppins che le ha messe in punizione”.

“Ma è terribile” esclamò Shady, portandosi le mani alla bocca “Rovinare un'amicizia così”

“Che stupidata” borbottò Dominique “Tutto questo casino per quel cretino di Smith che ha un sacco di caccabombe al posto del cervello?”

“Ma Smith non era quello che ti aveva invitato l'anno scorso alla festa del Lumaclub?”, chiese Livia, curiosa.

“Appunto” rispose Dominique, con una smorfia “Un idiota colossale. Non uscirei con lui neanche se fosse...” ma non finì la frase perché aveva notato i Malandrini appostati alla fine della scalinata che stavano cercando di costringere Frank a fare qualcosa.

Il ragazzo in questione, con la faccia rossa quanto quella della sciarpa che portava al collo cominciò a salire la scale verso di loro, con aria impacciata.

“Ehm...ciao, ragazze, scusate se vi disturbo...ecco, io volevo...ehm...un attimo parlare con te Shady...ehm se ti va, ovviamente...” balbettò Frank, lo sguardo puntato su un punto oltre la spalla di Shady.

“Oh” fece la ragazza, diventando cremisi “Si, ehm, certo”.

Si allontanò con lui di qualche passo, sotto lo sguardo decisamente incuriosito delle amiche e quello divertito dei Malandrini.

“Ooooh chissà cosa deve chiederle” squittì Mei saltellando da un piede all'altro tutta contenta. Ma Dominique non si lasciò intenerire e scese le scale a passo di marcia fermandosi di fronte al resto dei ragazzi.

“Se si tratta di un altro vostro geniale scherzo idiota per mettere in imbarazzo la mia amica giuro che vi affatturo qui e subito”, sbottò portandosi le mani ai fianchi e fulminando ad uno ad uno i ragazzi con il suo sguardo glaciale.

“Merlino, Dominique, non essere sempre così malfidente”, brontolò James, alzando gli occhi al cielo.

“E come potrei non esserlo, conoscendo gli elementi con cui ho a che fare?”, ribattè Dominque serrando la mascella.

“Stai tranquilla piccola tigre, e guarda lì prima di arrivare alle tue solite sentenze”, le disse Lorcan, mantenendo gli occhi fissi nei suoi e avvicinandosi. Le posò le mani sulle spalle e la fece voltare. Shady e Frank stavano tornando verso il gruppo, sorridendo entrambi e con le guance arrossate di piacere.

“Hai visto, prevenuta che non sei altro?”, chiese Lorcan a bassa voce, sempre tenendo le mani sulle sue spalle.

Dominque si voltò di nuovo verso di lui e strinse le labbra, prima di sciogliere la presa del ragazzo e raggiungere le amiche.

“Che cosa ti ha chiesto?”, domandò subito Mei, quasi arrampicandosi sulla schiena di Shady.

“Oh beh...sapete che stasera ci sarà il solito festino di inizio anno organizzato dai ragazzi su in Sala Comune e Frank mi...beh si mi ha appena invitata ufficialmente”, rispose Shady, arrossendo ancora di più.

“Ooooooh” esclamarono in coro Mei ed Elisabeth, mentre Livia sorrideva e Dominique sbuffava.

“E tu gli hai detto di si?” chiese Dominque, inarcando un sopracciglio.

“Beh, ecco...si”, disse Shady, torcendosi le mani “Mi ha detto di invitare chiunque volessi e ovviamente spero tanto che veniate tutte voi con me, stasera”.

“Certo che veniamo”, esclamò subito Mei proprio mentre Dominque borbottava “Assolutamente no”.

“E dai, Domi, non puoi privare Shady della sua grande serata! Se non vieni anche tu fai un torto a lei, sei o non sei la sua migliore amica?”, ribatté subito Mei, incrociando le braccia al petto.

“Non ho intenzione di partecipare ad un qualsiasi cosa organizzato da quei cinque delinquenti li”, continuò Dominique, perentoria, cominciando finalmente a scendere le scale per raggiungere la Sala Grande.

“Si troppo rigida Dominque, accidenti a te! Che ti costa smetterla una buona volta di fare l'antipatica musona?”, sbottò Mei, inviperita.

“Tu sei libera di andare ovunque vuole Mei e anche Shady, ovviamente, ma non potete costringermi a fare una cosa che non voglio fare!”, disse Dominique, percorrendo di gran carriera il tavolo dei Grifondoro per trovare dei posti liberi.

“Ma certo che non ti costringo, Dominque, se non vuoi venire non ti preoccupare”, intervenne a bassa voce Shady.

“Bah, vedila come vuoi Dom, ma io penso che tutto questo astio verso i Malandrini sia ingiustificato” borbottò Mei, cominciando a servirsi di costolette arrosto.

E poi, anche se è una festa organizzata da loro tu ci vieni insieme a noi, le tue amiche. Cosa c'è di male in tutto questo?”, aggiunse Elisabeth con voce pacata.

Dominque sospirò e si voltò verso Livia, rimasta in silenzio per tutto il tempo.

“Tu che ne pensi?”, domandò.

Livia rifletté un attimo prima di rispondere.

“Credo che sarebbe divertente andarci tutte insieme. È il nostro ultimo anno qui, dopotutto, credo che non dovremmo sprecare qualsiasi occasione ci si presenti per stare insieme...”

La serietà con cui disse quelle parole fecero cadere tutti i dubbi di Dominique; fissò l'amica negli occhi per qualche secondo, poi sospirò e si voltò verso le altre.

“E va bene. Andiamo a questa stupida festa”.

Mei lanciò un grido di giubilo che fece girare tutti i presenti, compresa la Preside al tavolo degli insegnanti.

Dominque scosse la testa desolata mentre le altre ridevano e si apprestavano ad ascoltare i consigli di Mei su cosa indossare e come pettinarsi per quella sera.
Il suo sguardo si posò verso il gruppo dei Malandrini, seduto a pochi posti di distanza da loro, tutti intenti a stilare l'elenco del necessario per il festino di quella sera.
I suoi occhi dardeggiarono da Fred, con una piuma d'oca dietro l'orecchio a mo di sigaretta, a Frank che rideva di una battuta di Lysander, a James che continuava a passarsi la mano tra i capelli già di per se arruffati per posarsi infine sul volto concentrato di Lorcan.

Il ragazzo stava scrivendo qualcosa dettatogli da Fred e quando alzò la pergamena del tavolo per rileggere il tutto i suoi occhi scattarono verso la destra del tavolo ed incontrarono quelli di Dominique.

Passò soltanto una frazione di secondo prima che entrambi distogliessero lo sguardo ma la mente di Dominique volò inevitabilmente a ritroso nel tempo, fino a quella sera di dicembre alla Tana. E il solo ricordo bastò a smentire le parole che aveva detto Mei...perchè in fondo, il suo astio verso i Maladrini e verso uno in particolare non era del tutto ingiustificato.


 

Angolo autrice:

 

Ciao a tutti. Eccomi qui con il secondo capitolo del mio racconto, ho approfittato delle vacanze di Natale per scrivere perchè con il lavoro e tutto il resto non si ha mai abbastanza tempo.

Che dire, intanto ringrazio le 45 persone che hanno aperto la pagina della mia storia (anche solo per sbaglio), anche se non ci sono state recensioni nel primo capitolo ma comprendo benissimo perchè anche io prima di recensire una storia cerco di leggere il più possibile. Ovviamente qualsiasi commento sarà ben accettato :) Anche questo è un capitolo un po' di presentazione, all'inizio succede qualcosa al di fuori del contesto dei nostri protagonisti ma ho dovuto inserirlo per iniziare ad introdurre la parte diciamo un po' più dark.

Niente, la smetto di blaterare e spero vivamente di poter avere qualche parere in merito.

Dal prossimo capitolo inizierò ad inserire anche i prestavolto dei miei personaggi, anche se con i programmi di foto sono una frana.

Grazie mille ancora a chiunque sia arrivato a leggere fino qui, a presto e Buona Epifania a tutti :)

JessyBree

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