La Sinfonia degli Illuminati

di SnowDra1609
(/viewuser.php?uid=68944)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Furti e Rose Nere. ***
Capitolo 2: *** Affari ***
Capitolo 3: *** Rivelazioni ***
Capitolo 4: *** Ritorno a Venezia ***
Capitolo 5: *** In giro ***
Capitolo 6: *** Il consiglio Intradimensionale ***
Capitolo 7: *** Il Piano ***
Capitolo 8: *** Festa ***
Capitolo 9: *** Sorprese ***



Capitolo 1
*** Furti e Rose Nere. ***


14 Luglio,Tokio, ore 21,30

Un giovane ed un bambino camminavano svelti per le strade della città asiatica. Dal passo si notava la fretta che conduceva i due. La fronte imperlata di sudore, a causa del caldo estivo e della camminata lunga e faticosa.
- Kudo, sei sicuro di quello che fai? Non mi sembravano dell'Organizzazione in Nero quei due-
- Parlavano dell'APTX 4869...e chi solo conosce questa sostanza?- disse serio il bambino. Sul viso si notava l'ansia con la quale seguiva due persone poco davanti. Una era un ragazzo di poco più di 16 anni. Aveva dei capelli neri lisci e corti, gli occhi color pece, che vivaci si guardavano intorno, osservando tutto e tutti, sul viso un'espressione tranquilla. Portava una camicia bianca a maniche corte e jeans dello stesso colore, al polso un orologio dorato ed in testa un berretto al contrario. L'altro uomo invece, molto più alto, vestiva con giacca e cravatta, completamente nero e con un paio di occhiali da sole inquietanti. I due camminavano con calma e senza fretta; non sembravano essersi accorti dei due che li seguivano da due ore. Heiji e Conan avevano però faticato parecchio per seguirli. Ad agosto la città si riempiva ed era molto difficile seguire due persone in mezzo al caos.
- Mi vorresti dire che nell'Organizzazione hanno ragazzi della mia età?- disse perplesso - anche se il fatto che abbiano parlato di APTX è strano...-
- Lo so Heiji, ma che posso fare? Ai mi ha detto che a sapere di quella sostanza sono solo i membri dell'Organizzazione, quindi devono essere dell'Organizzazione per forza di cose...-
- Non può essere che la notizia di questa notizia sia trapelata fuori dai loro ranghi?-
- E' impossibile...avrebbero tappato rapidamente le falle ed avrebbero zittito le voci...e poi mi sembra di aver sentito solo quei due-
- Ok forse hai ragione...ma pensavo che i membri si vestissero solo di nero, non di bianco...-
- In effetti, forse quel giovane è solo un aiuto, o un contatto esterno...noi continuiamo a seguirli, forse riusciremo a svelare anche questo mistero...- detto questo i due accelerano il passo cercando di raggiungere la strana coppia che stava scomparendo per la via.

14 Luglio,Alfea, ore 21,30

Quattro soldati abbassarono rapidamente i visori, passando alla visuale notturna. Appena si furono abituati allo sbalzo di luce si mossero rapidamente, avvicinandosi al muro di Alfea. Uno di loro prese una pistola spara-rampino dalla cintura e la sparò sopra il muro. Appena aggangiata uno alla volta iniziarono la scalata, lentamente e silenziosi. Portavano tutti un passamontagna nero, con sopra un elmo tattico con visore notturno e termico. Tutti portavano un giubbotto tattico in kevlar, alla vite una cintura con granate e munizioni. Pantaloni e maglia a maniche lunghe erano nere, con protezioni in kevlar aggiunte alle ginocchia, ai gomiti, al ventre ed ai testicoli. Ovviamente tutto in nero. Come armi avevano un G36C con torcia e mirino 8x. Saliti sulle mura, i quattro si mossero in direzione della scuola. Scesero dalle mura e si abbassarno quindi silenziosi giunsero al portone della scuola. Un soldato prese un grimaldello e rapidamente aprì la porta. Tutti i soldati imbracciarono il loro fucile e tolsero la sicuri e rapidi si mossero in direzione della biblioteca. Non trovarono nessuno per strada e giunsero dinanzi alla porta della Sala senza difficoltà. Uno dei soldati stava per aprirla quando fù fermato da uno del gruppo che aveva un'aquila dorata stampata sul braccio della maglia.
- Fermo sergente...c'è un incanto a proteggere la sala. Faremo scattare un'allarme se cercheremo di aprirla- disse nel microfono al soldato -ci vorrà un po' più di tempo, ma almeno saremo sicuri che non verremo scoperti- detto questo fece un cenno ai tre che si inginocchiarono ed alzarano i loro fucili, puntando al corridoio vuoto e rimanendo fermi in attesa. Nel contempo il comandante prese uno strano aggeggio dalla tasca, dalla forma di un cellulare e lo piazzò davanti alla porta. Sullo schermo un indicatore blu si andava via via riempendo
- Signore, quanto tempo ci vorrà per consumare la magia?- chiese uno dei soldati senza spostarsi dalla sua posizione
- Cinque minuti. Non si preoccupi tenente, siamo in perfetto orario con l'elicottero, e tra mezz'ora torneremo a casa come da programma-
- Non rischiamo di farci scoprire dalle fate se restiamo qui senza muoverci?- disse un'altro
- No sergente, sono tutte alla festa di Fonterossa, e le poche che sono qui stanno dormendo...se ci vedono, bhe...una fata in più, una in meno, il mondo non piangerà la loro mancanza-. I tre annuirono e continuarono a fissare il corridoio, mentre il comandante monitorava l'aggeggio elettronico. Dopo cinque minuti il comandante disse:
-Sergente, vada dentro e prenda il nostro pacchetto- il soldato assentì ed entrò dentro la biblioteca. Notò quindi una teca di vetro, dentro cui vi era un libro. Fece comparire sul visore una scritta, che indicava la presenza o meno di incantesimi. La scansione fù negativi. La "pompa", come la chiamavano comunemente i soldati, aveva prosciugato gli incantesimi di tutta la sala. Prese il libro dopo aver tolto la teca e lo mise nello zainetto che aveva sulle spalle. Quindi usci, richiudendosi la porta alle spalle. Fece un cenno al comandante e questi digitò sulla pompa, che ripristinò l'incantesimo. Il comandante prese la pompa e la rimise in tasca, rapidamente i quattro uscirono dall'edificio e scomparvero nel buio calandosi dalle mura, mentre poco dopo nugoli di fate ritornavano alla loro scuola.

14 Luglio, Venezia, Palazzo delle Rose Nere, ore 22,00

Via Lorenzello era strada sconoscuta di Venezia, un piccolo vicolo che si collegava a Piazza San Marco. In quella via non vi era niente di particolate. Le case erano tutte in stile rinascimentale, coi tetti rossi e balconi non molto grandi. Una casa della via degna di nota era Palazzo delle Rose Nere. Questo palazzo era stato fatto costruire da uno studioso durante la prima metà del '400. Il palazzo era alto quattro piani ed era ad base rettangolare, più larga che lunga. Il palazzo era famoso nella città per avere molti dipinti ed affreschi raffiguranti rose nere, da cui il nome, che si dicevano essere gradite allo studioso. Il palazzo passò di generazione in generazione fino a giungere fino ad oggi. Dal 1800 si era preso addirittura a chiamare gli abitanti del palazzo "delle Rose Nere" che nel 1956 era divenuto il cognome ufficiale della famiglia. Nella strada dinanzi al palazzo non vi era nessuno, ed i pochi lampioni illuminavano debolmente la via. La luna era alta, leggermente coperta dalle nuvole, non rischiarava di più l'ambiente. Due uomini entrarono del vicolo, passando dalla parte opposta a Piazza San Marco. Uno di essi portava un pantalone nero, mocassini blu scuro, camicia e giacca color notte. L'altro invece aveva un completo di scarpe da ginnastica, jeans, camicia e giacca di pelle neri. Al collo entrmabi avevano una catenina che terminanva con una piccola pergamena argentata. I due non parlavano tra loro. Il passo, calmo e pesante era l'unico rumore che si sentiva nel vicolo. Giunti dinanzi al Palazzo delle Rose Nere, bussarono alla porta, battendo due volte il pugno. La porta venne aperte ed i due entrarono. Si trovarono quindi dentro un salone, arredato da mobili di quercia e divani con la stoffa setata, originali del 1500. All'interno vi erano due soldati, a gambe unite, fucile in spalla. Vennero fatti salire al secondo piano del palazzo, da un maggiordono vestito elegantemente, con una giacca e pantaloni di seta, camicia bianca ed un papillion nero. Il viso austero e serio. Li scortò fino al secondo piano e li condusse verso una porta, ai cui lati stazionavano due soldati. Questi, ad un cenno del maggiordomo, aprirono la porta. I due uomini entrarono, mentre il mnaggiordomo richiuse la porta, restando fuori. All'interno vi era una tavola di legno di quercia, elegantemente rifinita in oro. Aveva una forma rettangolare, molto stretta ma lunga. Ad ogni lato vi erano dieci sedie, ed una sedia con i braccioli al capotavolo opposto alla porta. Candele sul tavolo illuminavano l'ambiente. Quattro poltrone al lato destro della sala, in legno e ricamate con seta bianca e rose nere, servivano per gli ospiti. Nella sala vi erano due uomini, di cui uno portava un cappotto a collo alto nero, che non lasciava vedere nient'altro, mentre l'altro portava una camicia bianca, con jeans azzurri. Sulla sedia dove era accomodato vi era appesa una giacca di colore azzurro.
- Vincenzo, Marco- disse l'uomo col cappotto ai due che entravano -attendavamo solo voi- sorridendo leggermente
- Ciao Franceso- disse quello con la giacca di pelle e che rispondeva al nome di Vincenzo
- Mattia, che fai non saluti?- disse invece Marco all'altro giovane, che dimostravana si e no venti anni. Questi mise le mani dietro la nuca, intrecciandole. I capelli giallo sole leggermento scompigliati. Si voltò, mostrando due occhi blu oceano, e sorridendo siu tolse le cuffie che teneva nelle orecchie
- Scusate, non ci speravo più di vedervi...e Francesco non è affatto un'ottima compagnia-
- Zitto, biondino- disse questo - dovresti portare più rispetto per i graduati- serio in volto
- Lo so perfettamente- rispose Mattia, calmo e sorridente, mentre avvolgeva le cuffie intorno ad un MP4 che teneva in tasca e che poi posò di nuovo nella giacca.
- Non discutete- disse Marco, che mise una mano nei capelli neri , liscandoli un po' -di certo non siamo qui in vacanza-
- Più o meno si- disse Vincenzo -sono due giorni che non facciamo niente- disse divertito
- Per una volta che il capo è clemente. E' andato con Giovanni a Tokio, maledetto...lo sapeva che volevo andare io in Giappone- disse Marco
- Bhe, ed allora? Lo sai che la sua guardia e Giovanni e dove va il capo va Giovannni- lo rispose Vincenzo
- Posso sapere una cosa...perchè siamo qui di grazia?- disse ancora
- Per parlare e discutere di questioni inerenti noi- disse Francesco
Bhe, allora facciamolo..ed una cosa, oggi dormiamo qui?- rispose Vincenzo.

Bene, eccomi di nuovo qui, con questo pazzo cross-over. Non so se vi piacerà e vi pregherei di recensire, cosi che io possa sapere se continuare o meno la mia opera. Sfido chiunque recensisca di cercare di indovinare gli altri protagonisti del racconto. Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Affari ***


14 luglio,Venezia, Palazzo Delle Rose Nere, 22,25

- Una cosa...sai essere ogni tanto serio quando lavoriamo?- disse Marco sentendo Vincenzo. Quel ragazzo non riusciva ad essere serio neanche se si trovava contro dieci soldati armati di fucili. - Secondo te oggi dormiamo?-
- Certo, il sonno aiuta a distendere i nervi ed a pensare meglio il giorno dopo- rispose questi, divertito
- Oggi passeremo la notte a discutere di questioni inerenti alle nostre attività nel mondo; cioè quelle che ci finanziano per chi non lo ha capito bene...- disse Mattia riferendosi a Vincenzo
- Voi vi siete coalizzati contro di me- disse quest'ultimo ridendo -possibile che pensiate solo al lavoro. Sbaglio o il capo ha detto: "Ci vorrà un po' di tempo prima che il piano cominci...godetevi delle ferie, per gli ultimi lavoretti ci penso io" e quindi perchè non rispettiamo i suoi ordini e ce ne andiamo a Piazza San Marco, camminando come quattro buoni amici?- disse speranzoso. E' strano a vedersi, ma Vincenzo, alto circa 2 metri, capelli ed occhi neri, a prima vista uno sguardo spento e perfido, era il più allegro di tutto il gruppo. Mattia invece era il più cinico, nascondeva sotto una maschera di sorrisi e benevolenze il male più assoluto, anche se si dimostrava leale con i suoi amici. Si poteva dire che tutti i membri del consiglio erano amici. Eccetto Giovanni erano tutti tra i 16 ed i 25 anni. Vincenzo era il più grande, mentre il capo era il più giovane, ma tutti dovevano ammettere che era il migliore. Ottime dote atletiche, riflessi presso chè perfetti, inteliggenza fuori dalla norma, fisico atletico. Un modello di giovane alla moda e ricercato dalle donne, ma con problemi ben distanti da quelli tipici della sua età.
- Il discorso è chiuso- disse Francesco -oggi si lavora, e se chiudiamo tutti adesso abbiamo tre giorni di ferie gratuite-, sul viso di Vincenzo si allargò un sorriso. Ad un suo cenno tutti presero posto. Marco vicino a Mattia e Vincenzo vicino a Franceso, uno di fronte all'altro.
- Allora, da cosa iniziamo?- disse serio Vincenzo
- Io dico di inizare dalle attività economiche legali...- rispose Francesco che si alzò e si avvicinò alla porta, premendo un pulsante. Poco dopo il maggiordomo entrò di nuovo in sala, in mano una valigetta di pelle
- Scusami Gerald- disse Vincenzo al maggiordomo -sarebbe possibile avere da bere e da mangiare qualcosa- il maggiordomo assentì ed uscì
-Vincenzo caro, quando la smetterai di rompere?- disse Marco -pensa a lavorare piuttosto-
- A stomaco pieno si mangia meglio- detto questo si tolse la giacca ed arcocciò le maniche -io dico di iniziare dalle aziende tedesche. Ho saputo che la IntraTech ha alzato il suo fatturato di 150 milioni. Marco, tu che mi dici? E' una notizia veritiera?-
- Mi dispiace deluderti vecchio mio- sorrise Marco -ma la IntraTech ha visto invariato il suo fattirato degli ultimi sei mesi. Sono si in positivo, ma di solo 6 milioni netti ogni 6 mesi-
- Che peccato...- riprese Mattia -lo dicevo io di costruire una nuova fabbrica...ma voi niente "la IntraTech sta bene cosi...il fatturato aumenterà da solo". Mah, il capo non sarà felice...contava di vendere la IntraTech e comprare totalmente la Golizia Corp.-
- Digli che se venga la IntraTech potrà finire l'acquisto della Navi e Vele S.p.A.. Il suo fatturato semestrale è elevato per una società del genere. Credo che gli farà piacere- disse Franceso. Dopo che il maggiordomo portò lo spuntino di mezzanotte di Vincenzo, a cui si unirono anche gli altri, i quattro ragazzi passarono la notte a discutere di affari e di compra-vendite varie. Arrivate le sei i ragazzi furono svegliati dal grido di Vincenzo
- Dannazione, mi devo preparare per l'appuntamento con quella tizia!- detto questo scattò in piedi, prese la sua giacca di pelle e si catapultò fuori, dispensando saluti e buongiorno vari a quelli che vedeva in giro.
- Fortuna che almeno abbiamo finito il nostro lavoro- disse Francesco, levandosi il cappotto e mostrando una camicia ricamata nera e pantaloni di velluto sempre neri. Anche al suo collo c'era la catenina con la pergamena, la stessa con cui giocherellava Mattia che prese la parola:
- Credo che tre giorni di pausa ci faranno bene...ma che ora sono a Tokio adesso?-
- Più o meno le due precise, dato che da noi sono le sea- disse sbadigliando Marco che si alzò -ci vediamo in giro ragazzi...cena di gruppo?-
- Si- rispose Francesco che prese il suo cappotto - e portatevi delle ragazze...non voglio una serata solo uomini...- mentre anche lui si preparava ad uscire
- Ieri ne avevo vista una, forse acconsentirà ad un'appuntamento ad otto?- disse Mattia calmo -voi andate, io chiamo il capo e vado a farmi una doccia...ci vediamo oggi alle sette e chiamate Vincenzo...-; i due assentirono ed uscirono, in direzione della loro camera per Francesco o dell'uscita per tornare in albergo per Marco. Mattia prese dalla sua giacca un telefonino e digitò rapidamente un numero, quindi premette il verde.

15 Luglio,Tokio, ore 14,15.

Un ragazzo dai capelli neri ed un uomo abbastanza alto sedevano comodi ad un bar in mezzo alla metropoli giapponese, bevendo con calma un the al limone. Si trovavano nel quartiere di Meguro, vicino all'ambasciata italiana. Il ragazzo vestiva identico al giorno prima, solo che di azzurro e portava gli occhiali da sole e la sua catenina era dorata, non argentata. L'uomo vicino a lui invece era identico al giorno prima, ma anche lui aveva gli occhiali da sole.
- Dici che ci seguono ancora?- disse l'uomo
- Non lo so Giovanni...mi pare di no, ma meglio stare attenti a quello che facciamo e diciamo. Ieri per una parola di troppo mi giocavo tutto- disse il giovane, che bevve un sorso dalla tazza di thè.
- Non lo so Davide, quei due non erano sulle nostre tracce, ma su quelle dei nostri contatti qui in Giappone-
- Io dico che non sono chissa che come contatti...mi sembrano molto incauti...- rispose il giovane
- Il mio "amico" del Governo Giapponese dice che sono un'organizzazione criminale molto importante e grossa. Usano i nomi di vari alcolici di tutto il mondo, ma il boss non si sa chi sia nè dove sia, forse Tottori o Kyoto, non si sa ancora-
- Scommetto che tu lo troverai di colpo. Appena l'affare andrà in porto ce ne andremo di qui con la "tossina" e torneremo in Italia. Il palazzo delle Rose Nere da troppo tempo non vede un suo leggittimo possessore-
- Su su capo, sono solo due mesi-
- Due mesi che valgono una vita di studi- aggiunse il giovane con aria grave -l'APTX 4869, unito ai miei studi, mi darà il risultato che invano hanno cercato i miei genitori-
- Se lo dici tu...- disse l'uomo che scrollò le spalle e bevve un altro sorso, quindi si guardò intorno e notò un gruppetto di bambimi: tre maschi e due femmine.
- Davide, il nostro piccolo inseguitore ha trovato un modo per passare inosservato...-
- Lo so...sono cinque minuti che sono qui ed ancora non ci ha visti bene. Fai finta di nulla. Sono però sorpreso. Il piccoletto ha capito in fretta che siamo italiani e che soggiorniamo al Presidenzial Hotel che sta dinanzi all'ambasciata del Bel Paese e quindi è venuto a cercarci qui o a cercare indizi. Tra poco ce ne andremo, ma con calma-
- Lo vuoi uccidere?-
- No, un cadavere è una prova. Lo voglio confondere, facendogli credere sulla strada sbagliata...dai vieni, è ora-

Mi scuso se il capitolo non è lungo, ma non sono tipo da farne di lunghi. Ringrazio i miei lettori e Anonimo9987465 per aver recensito e messo tra le seguite la mia fanfiction (cercherò di non deluderti). Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Rivelazioni ***


15 Luglio, Tokyo, ore 14,20

Davide e Giovanni, dopo aver pagato il contro, si diressero verso una via adiacente al bar.
- Dove dobbiamo andare Davide?- chiese l’uomo
- All’aeroporto- rispose il giovane – e se vuoi sapere perché ho saltato quella fila di taxi parcheggiati è perché non voglio che il giovane detective mi possa seguire-
- In effetti ci sta seguendo…lui ed una piccola bionda-
- Capisco…andiamo al parco…vedremo di trovare un taxi li-
- E se non lo trovi?-
- Una piccola corsetta non ci farà male…- disse sorridendo Davide. Nel contempo Conan ed Ai seguivano i due, cercando di stare al passo veloce degli italiani. Conan cercava di capire cosa stessero facendo quei due “ Se si volevano allontanare perché non hanno preso un taxi; prima ve ne erano molti liberi”.
- Prima avevi detto che avresti voluto confondere il piccoletto…- disse Giovanni
- In effetti è vero…però ci ho ripensato…non ho il tempo per farlo; guarda che ora è- Giovanni controllò rapidamente l’ora, ci mancava poco alle due meno un quarto.
- Siamo ancora in orario, ma se non giungimo in tempo andiamo fuori programma- disse
- Lo so…e l’aeroporto di Narida non dovrebbe essere lontano- detto questo vide un taxi libero poco davanti a loro e gli si avvicinò di fretta. Scambiò due chiacchiere con il conducente e vi salì insieme alla guardia. Conan ed Ai non poterono fare altro che fissare il mezzo che si allontanava per una via quasi vuota.

Aeroporto di Narida Tokio, ore 14,35

Appena arrivati Davide e Giovanni scesero dal taxi, pagarono rapidamente il conducente e si diressero verso la reception. Davide si avvicinò ad una delle impiegate libere e le chiese:
- Mi scusi signorina, vorrei sapere dove è l’aereo con il codice identificativo JJ-232425, grazie-
- Mi scusi lei signore- disse sorridendo la giapponese, poco più che trentenne e di bell’aspetto – il proprietario di quel mezzo ci ha pregato di non rivelarne la posizione se non alle autorità se necessario-
- Giusto- sorrise e prese un documento dalla tasca e lo porse alla giapponese, che dopo averlo controllato molto rapidamente gli disse
- Hangar 14, buona giornata signore-. Davide riprese il documento e fece un cenno a Giovanni. Dopo aver rapidamente fatto il controllo, presero una navetta ed arrivarono all’Hangar 14. dentro cui vi era un Bombardier Learjet 45 di colore bianco. Ci salirono rapidamente e Giovanni si diresse nella cabina del pilota, mentre Davide si buttava letteralmente su un divanetto a due posti di pelle, molto morbido. Fece un cenno ad un’avvenente hostess bionda e con gli occhi neri e poco dopo gli fù portato uno Champagne freddo. Nel frattempo il Bombardier si alzò in volo, aumentando di quota sempre di più. Dopo essersene versato un po’ in un bicchiere, fece segno alla hostess che si ritirò in un’altra parte del velivolo. Davide accese molto rapidamente un portatile e si collegò al sistema di Informazione “Delle Rose Nere” da cui gestiva tutte le sue imprese. Dopo aver controllato che tutto fosse in ordine chiamò con il cellulare Mattia:
- Giorno Mattia…tutto bene a Venezia?-
- Ciao Davide…si tutto bene…fa molto caldo, ma per il resto oggi si sta bene-
- Ieri avete fatto la riunione?-
- Si, ma ci siamo messi solamente a discutere di faccende economiche…per le questioni importanti attendiamo il tuo ritorno…a proposito, quando torni qui?-
Credo che per domani alle cinque dovrei riuscire ad arrivare al Marco Polo…vedrò di essere a casa per le sei-
- Ok…come è andata?- si notava una leggera impazienza nel tono della voce, cosa che non sfuggì a Davide
- Come sei impaziente oggi…è andata bene…hanno accettato…tra tre giorni due loro rappresentanti verranno a Venezia..-
- Aspetta- dal tono di Mattia si deduceva dello stupore – avevi detto che lo avresti preso tu in Giappone-
- Ci ho ripensato…anzi, ci hi ripensato adesso…ho mandato un messaggio a quei tizi ed hanno già accettato….non preoccuparti vecchio mio…l’affare è andato:verranno a Venezia, noi li paghiamo e loro se ne tornano in Giappone e noi facciamo quello che ci pare-
- Una cosa…avevi detto che questa sostanza era molto potente come virus… te la danno cosi senza fare storie?-
- In realtà li ho imbrogliati…gli ho fatto eseguire dei test e li ho falsificati…cosi crederanno che l’APTX 4869 sia innocuo da solo…ed io li ho convinti a vendermelo, con la scusa di volerlo usare in una mia industria- ridacchiò un po’…ci erano voluti quasi quaranta giorni per riuscire a mettere nel sacco quei tizi ma alla fine aveva vinto lui, come al solito
- Mi fiderò di te come al solito Davide…speriamo che vada tutto per il meglio-
- Non ti preoccupare tu, piuttosto Mattia…controllavo le nostre attività economiche ed ho visto che la IntraTech non ha avuto i risultati sperati…questo non mi garba affatto…lo sapevi che la volevo vendere per prendere la Golizia… ora come faccio?-
- Ehm ehm…non è colpa mia…diciamo che abbiamo avuto delle divergenze al consiglio e non abbiamo fatto nulla…quindi niente risultati…-
- Capisco…come al solito se non ci sono io vi azzuffate come belve…risolveremo questo guai appena torno. Ciao e salutami gli altri.-
- Ciao Davide, a domani- . Posò il cellulare gettandolo su un divanetto dinanzi a lui e si distese sul divano, dopo aver chiuso anche il portatile. Almeno per il viaggio non voleva essere disturbato. Iniziò a sorseggiare lo champagne quando Giovanni uscì dalla cabina di pilotaggio
- Ho messo il pilota automatico…faremo un rapido scalo di mezz’ora a New York e poi diritti al Marco Polo- gli disse –hai parlato con Mattia?-
- Si…- gli indicò un bicchiere vuoto e la bottiglia di champagne – serviti pure…-
- Grazie Davide- prese il bicchiere e lo riempì,quindi si sedette su un divanetto libero – tutto a posto a Venezia?-
- Lui ha detto di si…non gli ho chiesto niente di che…per le cose importanti vedrò a casa-
- Mi sembri stanco…-
- Infatti lo sono…non vedo l’ora di tornare a dormire nel mio bellissimo e comodissimo palazzo-
- Quando inizieremo l’operazione?-
- Non lo so veramente…tra le due e le tre settimane dell’arrivo del pacco…non ho deciso ancora- posò il bicchiere su un tavolino ed incrociò le mani dietro la schiena
- Posso chiederti una cosa?- disse Giovanni
- Certo-
- Perché hai chiamato il nostro consiglio “Illuminati”?-
- Semplice…è formato dai diretti discendenti degli Illuminati Veneziani…-
- Non mi pare che mio padre fosse un Illuminato?... e poi chi sono questi Illuminati?-
- La tua famiglia, Giovanni, è da sempre il corpo di guardia fidato della mia casata…quindi anche sei per forza nel consiglio…sei il braccio armato. Gli Illuminati Veneziano, diciamo che era un consiglio di menti geniali ed il cui unico scopo era servire la Scienza, ampliandone i confini e sconfiggendone i nemici non con la guerra, ma con la parola. Risale più o meno al settecento o poco dopo. Non confonderci con gli Illuminati di Baviera…quelli erano dei pazzi, noi siamo solo degli studiosi. Ognuno degli Illuminati aveva qualche teoria che poi metteva in pratica…la mia è solamente un po’ più avanzata e difficile…-
- Hai però detto che erano pacifici…a me non sembra che lo siamo-
- Non voglio sparare a nessuno, a meno che non si oppongono ovviamente…so solo che grazie all’APTX 4869 avremmo finalmente una porta grande e stabile…non come quelle precedenti-
- Grazie della delucidazione…torno in cabina….-
- Ci vediamo…e buoni venti anni...lo sapevo che oggi era il tuo compleanno…appena torniamo ti do un regalo-
- Grazie…e buon riposo-. Giovanni quindi entrò nella sua cabina, mentre Davide cadeva in braccio a Morfeo.

Salve a tt....ringrazio molto i miei lettori e Samirina per averla messa tra le preferite.
Samirina:Piano piano tutto sarà svelato.
Anonimo9987465:Spero che questo capitolo ti sia piaciuto.
Ci vediamo al prosimmo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Ritorno a Venezia ***


16 Luglio, Venezia, Aeroporto Marco Polo, ore 5,15

Davide venne svegliato da vari sussulti dell'aereo. A malincuore alzò il capo e notò di essere giunto a terra. Si tolse una coperta, messa sopra di lui probabilmente da Giovanni ed entrò nella cabina di pilotaggio.
- Dimmi che siamo a Venezia...-
- Si siamo a Venezia- rispose il pilota, togliendosi le cuffie -Mattia è qui fuori con la macchina-
- Perfetto...prendiamo le valigie e torniamo a casa- detto questo uscì dalla cabina ed aprì una delle porte dell'aereo. Fece quindi discendere una scaletta e la scese. Sotto di esse c'era già il giovane biondino, che sorridendo si avvicinò a Davide e lo abbracciò, corrisposto
- Finalmente a casa David- disse scogliendo l'abbraccio
- Già già...che avete combinato in mia assenza tu e quei tre pazzi?-
- Una festicciola, appuntamenti...-
- Lavoro proprio no eh? mi chiedo ancora perchè vi tengo nel consiglio se tanto non fate un cavolo...- il tono leggermente divertito fece sorridere l'amico
- Ci tieni perchè ci vuoi bene?- mentre diceva questo Giovanni scendeva con tre valigie dell'aereo
- Autista, venga qui e prenda queste valigie...- il tono della guardia era molto divertito
- Se se...Giovanni, guidi tu?-
- Ah no...guido io- disse Davide -caricate ed andiamo via-. Mattia si diresse verso Giovanni e lo aiutò a caricare le valigie, quindi si sedette al posto vicino il guidatore, Giovanni dietro. Davide invece si era già messo al posto del guidatore sulla sua Mercedes S completamente nera. Visto che tutti erano mise la cintura ed avviò il motore quindi uscì dall'aeroporto e si diresse verso la città vera e propria.
- Allora, qual'è la situazione del "progetto"?- disse Davide seriamente -e non accetto un "non ne so niente adesso" come risposta-
- Ok ok...- rispose Mattia sbuffando, mentre Giovanni si addormentava sui sedili posteriori -siamo a buon punto con i test preliminari. Appena porti l'APTX possiamo passare ad un test generale. I laboratori sanniti dicono che il generatore è pronto, mentre quelli latini dicono che stanno completando la sezione tecnica della macchina. Poi porteremo tutto al nostro laboratorio e metteremo tutto insieme...anche se non ho mai capito come mai abbiamo diviso le vari parti del "progetto"...il generatore nel Sannio, lo scheletro della macchina vicino a Roma, il sistema interno qui...-
- Se qualcuno decidesse di rubare il "progetto" non riuscirebbe mai a recuperare lo schema completo, e si ritroverebbe solo con in mano una parte dello schema completo...e quindi inutile- rispose con calma il guidatore -solamente noi del consiglio lo conosciamo in tutta la sua totalità...appena le varie parti saranno messe insieme utilizzeremo l'APTX per aprire una porta stabile e finalmente completare questo dannato "progetto", stop-
- Bene, le notizie economiche le sai già?-. Davide annuì con il capo, quindi abbassò i finestrini
- Fa caldo oggi...-
- Non me ne parlare...sei tu quello che stavi in Giappone...noi siamo crepati di caldo durante questi giorni...-
- Nota per me stesso: il prossimo progetto sarà una macchina di controllo atmosferico- ridacchìò leggermente mentre spinse l'acceleratore, avvicinandosi ancora di più alla città
- Dove dobbiamo fermare la macchina?-
- Al dodicesimo parcheggio...l'ho acquistato per metterci tutti i nostri mezzi...vicino c'è un molo che è sempre nostro...-
- Ok, andiamo-

Venezia, Palazzo delle Rose Nere, ore 6,00

I tre giovani, portando una valigia a testa, percorrevano il vicolo ancora buio. Davanti al palazzo c'erano in questo caso due guardia in giacca e cravatta. Al petto un leggero rfigonfiamento, che stava a significare MP5 nascosti. Davide entrò nella sua villa e sali al terzo piano, dove c'erano le varie stanze. Congedò Giovanni che andò nella sua camera e si diresse verso la sua stanza, entrandoci con Mattia. Buttò le sua valigie sul letto a terra vicino al letto e si gettò, letteralemente, sul letto a due piazze ed a baldacchino che era li. La camera dell'italiano era arredata con un grosso mobile a sette ante che occupava un'intero lato. Ai lati del letto due comodini. Due finistre, sul lato opposto al mobile, davano un po' di luce nella stanza, e permettevano di ammirare i tetti di Venezia. Una scrivania in quercia, con sopra un computer portatile e vari fogli, si affiancava ad una libreria piena di libri. Tutto in legno ovviamente, esattamente come il pavimento. Il soffito decorarto con rose.
- Sai, credo che darò una festa oggi...- disse Davide
- Quante persone vuoi invitarfe?-
- Non lo so...cento, forse più...vedremo dopo con gli altri..a proposito, dove sono?
- Tutti in giro con le loro ragazze...gli unici scapoli siamo noi due e Giovanni...-
- Giovanni si è fidanzato...siamo solo noi due...-
- Cavolo, e pensare che abbiamo schiere di pupe dietro di noi...-
- Troppo lavoro credo...non abbiamo mai avuto molto tempo...sai com'è, creare una macchina del tempo è un po' difficoltoso...-
- Perchè abbiamo prima inventato la macchina per il viaggio interdimensionale?-
- Alcuni mondi paralleli hanno materiali che ci servono, o in altri casi hanno conoscenze che ci servono...-
- Tipo Alfea?- Davide annuì
- Se ci lasceranno in pace- continuò Davide - non li farò a pezzi...starà a loro decidere...-
- Capito...usciamo?-
- Si...voglio fare due passi- detto questo, seguito da Mattia, uscì dalla stanza, richiudendo la porta.

Chiedo umilmente scusa per il ritardo...sono stato molto occupato.
Samirina:grazie mille per la recensione!
Anonimo9987465:mille grazie anche a te...che mi segui fin dall'inizio della storia. Cmq gli Illuminati originari erano di Baviera...non so se esistevano anche a Venezia, e nel dubbio li ho creati io.
Ringrazio ancora i miei lettori. Al prossimo cap!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** In giro ***


Veneazia, Piazza San Marco, ore 6,02

Davide e Mattia uscirono con passo calmo dal palazzo e si diressero verso Piazza San Marco. Davide si era cambiato in aereo e portava una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai bicipidi, jeans azzurro chiaro e infine Convers completamente bianche. Mattia invece portava una felpa e jeans neri, la catenina argentata sopra la felpa, le cuffie dell'MP4 che scendevano fino ad una tasca, nonostante lo strumento fosse spento. Entrarono in Piazza giusto a sinistra della cattedrale, potendo ammirarne il profilo. Si girarono verso la piazza notando come fosse ancora vuota, anche se alcune coppiette, in gondola o a piedi, ancora girava per la zona.
- Dove sono quei tre? -
- Mica sono la loro balia... - rispose Mattia
- Certe volte dovresti...specie a Vincenzo - gli disse sogghignando Davide. Mattia ridacchiò leggermente quindi i due attraversarono silenziosi la piazza ed arrivarono a Riva degli Schiavoni, dove si fermarono per osservare il paesaggio della laguna; solo qualche barca solcava il mare a quell'ora, per il resto regnava un innaturale silenzio. La calma regnò sovrana solo altri due minuti perchè lungo la via giunsero le parole e le risate di tre ragazze e tre ragazzi. I due italiani che erano ad osservare il mare si girarono verso le figure che camminavano, come a volerli mangiare vivi.
- Mai un minuto che riusciamo a goderci la nostra città con calma eh? - disse David
- Per cinque minuti è successo, ed è gia tanto... - rispose l'altro. I due si incamminarono quasi a malavoglia verso i sei. Avvicinandosi notarono Vincenzo, Marco e Francesco camminare, ognuno con al braccio un'avvenente ragazza. David sentì imprecare sottovoce Mattia, il che era ragionevole vista la situazione. Erano due anni e più che uno dei due non frequentava seriamente una ragazza, motivo di lavoro. Da quando il progetto del bruno aveva preso piede non vi erano state speranze di svago, eccetto le tre settimane che gli si paravano dinanzi, e che entrambi volevano vivere pienamente. I tre salutarono i due da lontano e poi scomparevono in Piazza.
- Ma guarda che modi quei tre... - disse sbuffando David
- E' logico... - rispose Mattia
- No, non lo è... -
- Si invece...pensa un po'...ogni volta che stiamo con loro non si parla che di lavoro...oggi si sono divertiti e non si vogliono rovinare la giornata così...-
- Ok, forse hai ragione...per tre settimane credo che però una vacanza ce la possiamo prendere... -. Sorrise e fece un cenno a Mattia, quindi si diressero verso un bar che stava aprendo e vi entrarono.

Meridian, ora sconoscuta.

Cinque fate volavano veloci verso il castello della cittadina di Meridian, la luna ancora splendente nei cieli. Erano state velocemente avvertite di un possibile peicolo per il Metamondo. Erano accorse subito li, nonostante fossero in vacanza alle Hawaii dopo tanta fatica per poter guadagnare un po' di pace e serenità. Arriva dinanzi al castello notarono la presenza di essere strani ed a loro sconosvuti. Entrarono e si diressero verso la sala del trono. Arrivare fuori dalla sala sentirono un suono concitato di voci, certe volte anche urla. Entrarono e notarono che in mezzo alla adesso vi era un grosso tavolo a cui erano seduti vari uomini ed essere magici. Sul trono era seduta la regina Elyon, da cui si poteva capire che attendeva proprio loro. Infatti appena entrarono sorrise e le fece avvicinare, quindi fece calmare la platea
- Signori, vi presento le guardiane del Metamondo... - indicandole una per una e presentandole ai presenti. - Guardiane, vi presento i maggiori esponenti della comunità intra dimensionale -. Tra di loro vi erano altre fate, soldati, un uomo con uno stranno cappotto rosso ed una spada dietro la schiena ed altri.
- Ora che ci siamo tutti - disse un uomo dalla lunga barba bianca - possiamo dirvi il perchè della nostra riunione... - fece un lungo respiro - da Venezia, nella dimonsione 001 -
- Mi scusi... - alzò la mano Cornelia - che cosa è la Dimensione 001? -
- Giusto giusto mi scusi... - disse il vecchio - pochi conoscono questa suddiviosone dello spazio e del tempo...comunque, abbiamo iniziato a chiamare con un'apposito numero le varie dimensioni. In questo caso la dimensione 001 è quella dove non esiste la magia e non esiste nessun tipo di creatura magica, ma dove tutti gli altri mondo sono sotto forma di libro, film o fumetto... -
- Intende dire che nel loro mondo noi siamo dentro un film o un fumetto? - disse una ragazza dai curiosi colori rosa
- Allora sono famoso! - disse esaltato un ragazzino dai capelli color grano vicino a lei.
- Baka! - disse la rose e gli tirò un pugno in testa.
- Si, è così... - riprese il vecchio - ora... fino a poco tempo fa nessuno del mondo 001 doveva sapere di questo fatto, ma temo che qualcuno ci sia riuscito! -. Tra i volti dei presenti naque lo sgomento
- Su quali basi puoi dire questo Albus? - disse una donna
- Strano Faragonda eppure è te che hanno colpito di più... - disse di nuvo Silente (si è proprio lui ndme).
- In c-che s-senso sc-cusa? - disse balbettando la donna
- Ti hanno colpito...hanno rubato il tomo delle dimensioni -
- Vuoi dire che sono stati loro...io avevo optato per le Trix -. Ancora più sgomento sui loro visi.
- Dobbiamo intervenire allora... - disse qualcuno dall'ombra.

Lo so lo so, capitolo pietoso... ma mi serviva per spiegare alcune cose ed anticiparne altre. Mi scuso per il ritardo. Allora:
Samirina: Grazie mille per il complimento, spero tu mi segua ancora.
Anonimo9987465: Presto lo svelerò...cercherò anche di evitare al mio cattivo di diventare buono...nn sopporto quei tipi di malvagi..sn troppo molli e docili per i miei gusti. Grazie per la recensione. Attendo tue notizie.
. Ringrazio i miei lettori di nuovo, ciao ciao al prossimo capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il consiglio Intradimensionale ***


Meridian, ora sconoscuta

Nella sala del trono calò il silenzio più totale. Nessuno osava solamente dire una parola. Intervenire...molti si erano detti che dovevano farlo ma i rischi erano esagerati. Infatti, secondo un'antica legge, se qualcuno delle altre dimensioni entrava nella 001 e veniva scoperto la sua dimensione sarebbe sparita, cancellata completamente.
- Chi sei tu? - chiese Silente.
- Il mio nome è Gandalf il bianco e sono qui con consigli -
- Gandalf! Ti credevo partito per Valinor! - disse un elfo dai lunghi capelli biondi.
- In effetti è stato così Legolas...anche tu dovevi venire lo so ma l'emergenza adesso è pressante e non possiamo perdere tempo prezioso...il nemico è molto forte...temo che sia entrato anche nella dimensioone 002 (in pratica Arda ndme). Dove sono Aragorn e Gimli? -
- Verranno domani qui Mithrandir... -
- Perfetto - lo stregone bianco si fece avanti e si tolse la veste grigia che lo copriva, rimanendo con la luminosa veste bianca ed il suo bastone. - Consiglio di fare base in questa dimensione...la 005 vero? - . La regine Elyon annuì e poi disse:
- Perchè proprio qui? -
- Perchè mi sembra che non siano ancora arrivati in questo mondo... abbiamo bisogno di più affiliati però...qualcuno ha un'idea - rispose Gandalf mentre si avvicina a Legolas e si sedeva vicino a lui.
- Fowl - disse Elyon - Artemis Fowl junior -
- E' un umano normale - obiettò Faragonda, che con le Winx rappresentava la dimensione 004.
- No, ho parlato con i rappresentanti di quel mondo. Adesso possiede della Magia. Faremo venire lui ed il suo team, quindi adesso abbiamo anche un esponente dalla dimensione 003 - concuse la regina.
- Io - disse un albino - posso far venire un altro valido combattente -
- Bene Dante...procedi pure - disse Silente, che era anche a capo del consiglio.
- Ora che facciamo?- disse Sakura
- Aspettiamo i rinforzi - rispose gentilmente Elyon
- Ma non siamo troppo pochi? -
- Li cercheremo in seguito se necessario... - rispose Faragonda - piuttosto Silente...illustraci il nemico -
- Bene - Silente si alzò - ci ritroviamo contro un sedicenne italiano della dimensione 001. Sappiamo da un nostro amcio in Giappone, Conan Edogawa che il suddetto italiano si sia messo in contatto con una pericolosa organizzazione criminale per mettersi d'accordo sul recupero di una sostanza dagli effetti sconoscuti, gli ho chiesto di indagare sul fatto. Non abbiamo sue foto ma forse abbiamo un nome: Davide delle Rose Nere - qualcuno, specialmente i più anziani del consiglio, fece una smorfia sentendo il nome ma non interruppe il mago che parlava. - Ora, il giovane in questione è un leader ombra del mondoi 001. E' un vero genio in quasi tutti i campi conoscuti in quel mondo, e a quanto sembra anche in quelli non conoscuti. Se è lui il nostro contatto, è riuscito a creare una "porta dimensionale" stabile e a far passare un paio di uomini, ma non lo sappiamo ancora bene. Comunque posso solo dirvi che se il nemico è veramente lui ci convine stare attenti...in pratica la sua dimensione è sotto il suo totale controllo. - quindi si sedette di nuovo vicino al suo pupillo Harry Potter.
- Dobbiamo mandare qualcuno a tenerlo sott'occhio - disse Gandalf.
- Andranno le Winx se volete - si intromise Bloom, e dopo una rapida votazione fù accordato il permesso.
- Ricorda di non far vedere i tuoi poteri, se qualcuno li scopre dovremmo dire addia alla dimensione 004 - disse Faragonda, mentre Bloom silenziosa annuì.
- Una cosa: se veramente ci conosce perchè siamo ancora vivi? - disse Elyon rapida
- C'è bisogno di un contatto diretto sulla dimensione 001 per farci distruggere, quindi non corriamo ancora rischi se restiamo qui - disse Silente. Prese però la parola Will
- Che facciamo una volta che ci siamo riuniti ed abbiamo scovato il nemico? -
- Distruggiamo i suoi strumenti e gli modifichiamo la memoria. Mi pare l'unica soluzione possibile - disse di nuovo Silente.
- E' possibile farlo?- riprese Will
- La dimensiomne 003 possiede la tecnologia per farlo quindi non corriamo rischi - rispose Gandalf. - Comunque, mentre attendiamo quel tizio...Silente, ma tu non eri morto fino a poco fa? -
- Sono stato resuscitato e ti posso dire che è un processo int...- il mago fù interroto dall'apertura delle porte da parte di un uomo vestito con un lungo cappotto nero, pantaloni neri ed una maglia nera.
- Scusate il ritardo signori - disse lo sconoscuto - sono Angel e vengo dal mondo 006. Mi hanno già avvertito di tutto e sono accordo come mi hai chiesto Silente, scusa ancora il ritardo ma mi hanno trattenuto -. Silente annuì sorridendo e gli fece cenno di sedersi vicino a lui, cosa che Angel eseguì. Dopo neanche dieci secondi comparvero alla porta un nano ed un uomo che portava una armatura leggera con sopra un albero bianco.
- Buona sera signori, sono Aragorn figlio di Arathorn, Sovrano del Reame unito dell'Ovest...lui è Gimli figlio di Gloin, mio compagno - disse accennano un leggero inchino per poi accomodarsi vicino a Legolas con il compagno nano. La situazione fù rapidamente spiegata ai due e la regina, vedendo che l'ora era tarda, congedò il consiglio e li fece andare nelle camere per loro preparate.

Lo so lo so...il capitolo è corto. Mi scuso profondamente. Posso solo dirvi che spero che vi sia chiaro in che casino sono i poveretti e come è diviso l'universo della mia fiction. Nel prossimo invece svelerò il piano del cattivo.
Anonimo9987465: ecco chi era la misteriosa figura. Spero ti piaccia anche questo capitolo e grazie della recensione.
Grazie ancora a chi mi legge ( e mi raccomando le recensioni!)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il Piano ***


18 Luglio, Venezia, Palazzo delle Rose Nere, ore 00,09

Due ragazzi erano seduti davanti ad un camino accesso. Le fiamme illuminavano lievemente la sala, creando una luce leggermente suffusa, essendo le lampade e le candele spente. Vicino il camino vi era un piccolo tappeto di seta rossa, un tavolino e i due divanetti; il resto della stanza non si vedeva bene. La finestra, lievemente aperta, lasciava entrare solo un leggere spicchio di luce lunare che non illuminava quasi niente.
- Allora Davide, adesso che tutti sono partiti e ci siamo solo io e te...qual'è il tuo piano? -
- Caro Mattia...non puoi aspettare un altro paio di giorni? -
- No, sono due anni che stiamo lavorando a questo progetto ma non ho mai capito molto bene qual'è il tuo piano. Abbiamo creato "la porta" intradimensionale, ma adesso? Non ho mai capito qual'è il nesso tra i tanti pezzi che stiamo creando, ed anche il loro scopo...un teletrasporto per caso? So che eravamo riusciti a mandare un oggetto da una piattaforma all'altra e che il siero serviva a rendere stabile... -
- Se è l'unico mezzo per zittirti ti dirò il piano amico. Il teletrasporto è solo la prima fase di un complicato progetto. Il siero serve si a rendere le molecole di un oggetto teletrasportato stabile ma non tra due piattaforme. Diciamo che il siero dovrà fungere da cavo tra due estremità, di cui una libera. -
- Teletrasporto senza piattaforma di arrivo? -
- No viaggio nel tempo. Ora ti spiegherò tutto, se starai zitto - Mattia annuì con il capo e Davide iniziò.
- Allora - si sistemò meglio la camicia bianca che stava sopra i pantaoloni neri e le scarpe da tennis blu scuro - due anni fa ho scoperto che il teletrasporto aveva proprietà migliori del solo spostamento nello spazio. Con qualche cambiamento nell'equazione del trasporto era possibile spostare l'oggetto non solo nello spazio ma anche nel tempo. Un anno fa, dopo che abbiamo creato la macchina in scala ridotta, ho eseguito un test. Ho piazzato una scatola in un tavolo. Poi l'ho presa e ho fatto passare due minuti, quindi l'ho rispedita indietro nel tempo di due minuti. Ci sono riuscito, l'oggetto è ritornato, ma dopo due secondi si è smaterializzato. Dopo un paio di ricerche ho scoperto che il siero APTX mi poteva aiutare a rendere stabile la connessione ed a materializzare l'oggeto. Ho rispedito i progetti modificati ai vari laboratori per ricreare la macchina con la giusta grandezza e sono riuscito a recuperare il siero. Ora, dopo aver creato "la porta" intradimensionale ho capito che vi era un modo per fregare tutti i mondi paralleli. Quindi ho rubato il tomo dimensionale, di cui sapevo l'esistenza grazie a quella stupida fata, con tutte le informazioni che ci servivano. Ho preso tutte le informazioni sui vari mondi ed adesso sono in grado di batterli tutti...ma quale migliore metedo è se non piegarli tutti a me minacciandoli di farli sparire? Basta che io torni indietro nel tempo e non li faccia creare e cosi scompariranno. Ho creato anche un altro siero che ci renderà immuni agli effetti temporali. Ora, appena avrò il siero e la macchina faremo un paio di test e poi procederemo -
- A che pro piegare questi mondi paralleli? -
- Abbiamo nelle nostre mani tutto il mondio 001. Piano piano conquisteremo anche il resto dell'universo e saremo i dominatori assoluti di tutte le galassie, se il test va bene -
- Capisco - rispose Mattia sogghignando e prendendo due bicchieri di champagne e porgendone uno a Davide - allora siamo a posto...ora che so tutto potremo procedere più velocemente... -
- Più o meno, diamo tempo al tempo, per il momento - prese il bicchiere e brindò con Mattia
- Al nostro futuro dominio - ed insieme bevvero.
- A proposito Davide... per la festa? Hai detto che ne volevi fare una -
- Invita chi ti pare, alla casa in Toscana. Ho il presentimento che qualcuno presto si farà vivo... - nonostante la penombra Mattia potè notare un ghigno poco rassicurante sul volto dell'amico - e a proposito Mattia...ti ricordi quel dittatore in Africa... come si chiamava... -
- Lupo nero? -
- Si...uccidilo, hai due giorni. Non mi va più a genio, troppo liberale. Passa le armi alla fazione opposta e dagli il dominio del posto - quindi entrambi se ne andarono nelle loro camere.

Lo so che anche questo capitolo qui è corto, ma se no non c'è suspence XD XD XD. Cmq grazie a chi mi legge ed a
Anonimo9987465: spero che anche questo cap ti sia piaciuto, e non ti preoccupare...son in arrivo altra gente.
Grazie ancora a chi legge, al prossimo cap.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Festa ***


Dopo tanto tempo ritorno qui con la mia amata fanfiction per continuarla. Purtroppo tra scuola e carenza di ispirazione non ho aggiornato, ma adesso spero di riuscire a farlo di nuovo con una certa regolarità. Ringrazio Anonimo9987465 per la recensione dello scorso capitolo e chiedo ancora perdono per il ritardo. Ci vediamo a fine capitolo.

24 Luglio, ore 18.30

Davide e Mattia si trovavano adesso su una Mercedes S guidata dal primo su una strada di campagna toscana. La via procedeva in mezzo a enormi campi di grano per terminare in una tenuta dalle pareti in muratura gialle ed il tetto rosso. Davide aumentò la velocità e porto la nera berlina davanti la villa. Dal portone uscì un uomo sulla sessantina vestito elegantemente.
- Signorino Mattia, signorino Davide. Abbiamo ricevuto i vostri ordini ed abbiamo preparato come dovuto -
- Gli inviti sono stati spediti come richiesto? -
- Si signorino -
- Bene Carlo, puoi ritirarti per il momento. A stasera - disse Davide congedando il maggiordomo e facendo cenno a due guardie di prendere i bagagli suoi e dell'amico, quindi entrarono nella villa e si diressero verso un salotto, arredato in modo elegante con mobili in legno. Un piccolo camino sorgeva in fondo alla sala e dinanzi a lui vi erano due poltrone. I due ragazzi si sedettero davanti il camino spento.
- Cento persone saranno qui stasera, ma non vedo come questo ci aiuterà Davide -
- Il Consiglio Interdimensionale manderà di certo delle spie. Ci seguono anche se non sanno ancora se siamo noi o meno i colpevoli, ma ci tengono d'occhio. Verranno con discrezione, non vogliono rischiare che i loro mondi scompaiano -
- Hai detto che se qualcuno scopre che sono mondi veri essi scompaiono...ma se noi lo sappiamo, loro perché non scompaiono? - chiese Mattia curioso. Davide rispose sottovoce e sul viso del biondo si disegno un ghigno quasi malefico.
- Ora dobbiamo prepararci. Tra due ore gli ospiti, graditi o meno che siano, saranno qui. Voglio che tutto sia pronto per riceverli come meglio possiamo - quindi i due uscirono dalla sala e si diressero verso le loro stanze.

Due ore dopo

Davide e Mattia scesero insieme le scale che portavano al primo piano della tenuta, da cui poi si accedeva al salone delle feste. Entrambi vestivano smoking scuri.
- Dei nostri chi viene qui oggi? -
- Sono tutti via...li ho spediti a Mosca ed Amburgo. Solo Giovanni è qui, ma comanda le squadre esterne - rispose Davide - li ho mandati per mettere a posto i restanti tasselli del puzzle. Ho messo trenta uomini nei laboratori ed altrettanti nelle campagne circostanti. Appena saranno qui faremo di niente e le prenderemo più tardi -
- Oh li prenderemo -
- Io punterei su "le"...scommetto cento euro che sono femmine -
- Ci sto - rispose Mattia mentre i due entravano in un lussuoso salone con i pavimenti in marmo. Il soffitto era dipinto con alcune raffigurazioni di natura mentre dalle pareti uscivano delle semicolonne corinzie di marmo bianco. Le finestre, che si trovavano tra le varie semicolonne invece davano sui grandi campi di grano e sugli uliveti circostanti la tenuta ed erano addobbati con delle tende di seta bianca e gialla. Un grande buffet, con annessi camerieri invece si trovava sul lato destro della sala. Un quartetto d'archi allietava la serata mentre nella stanza più o meno cento persone parlavano tra loro. Più o meno perchè oltre agli invitati vi erano delle guardie in borghese e tre ragazze non proprio invitate, ma previste. Erano queste due bionde e una rossa, che vestivano lunghi completi di colore oro e blu, senza maniche e con le scollature abbastanza evidenti.
- Allora Bloom, ora siamo qui...cosa facciamo? -
- Stella, per la terza volta. Dobbiamo cercare un qualche laboratorio sotto la villa e dobbiamo tenere sotto controllo il capo degli Illuminati -
- Intendi quel giovane appena entrato e dai capelli neri - disse l'altra bionda
- Non lo so... - Bloom si girò ed ammirò il giovanissimo capo degli Illuminati che senza farsi vedere aveva però già visto le tre.
- Le ho viste Mattia. Bloom, Stella e Cornelia. Sono state facili da individuare -
- Come ci comportiamo con loro? - rispose Mattia mentre camminava con l'amico verso il buffet
- Se ci sono tre giovani ed avvenenti signorine sole solette tu che faresti? - rispose Davide
- Ci tenterei -
- Bravo...ed è quello che faremo - disse Davide che quindi si scostò dall'amico e si diresse verso il quartetto d'archi, chiedendo poi di lanciare musica da danza. Poco dopo la sala si riempiva delle note del Kaiser-Valzer di Strauss e si iniziavano a formare le coppie. Davide si diresse verso Cornelia:
- Signorina , mi concede questo ballo? - chiese cordiale e gentile. Cornelia accettò ed andò con il giovane in pista da ballo mentre Mattia fece lo stesso con Bloom.
- Di solito preferisco sapere con chi ballo - chiese Cornelia
- Davide delle Rose nere...e lei è ? -
- Maria Le Croisè - rispose Cornelia mentendo. Per il resto ballarono silenzioso e veloci nella pista da ballo, mentre si succedevano le note di varie canzoni. Dopo circa un'ora, ovvero verso le 22 Davide si staccò dalla sua partner.
- Mi devi scusare Maria, vengo subito - quindi fece un cenno a Mattia ed uscì rapido dalla sala facendo cenno di continuare al gruppo di suonatori.
- Le abbiamo in pugno - disse Mattia mentre si dirigeva verso le scale che portavano allo scantinato
- Si, e tra poco ci seguiranno - rispose Davide ed infatti alcuni secondi dopo le tre ragazze uscirono dalla sala e controllarono ove fossero andati i due, quindi dissero qualcosa in una radiolina e tornarono dentro. Davide nel contempo le aveva osservate con una telecamera collegata al suo palmare mentre era dentro un ascensore che portava ai laboratori.
- Hanno i rinforzi, che gradita sorpresa - disse Davide facendo vedere il video anche a Mattia
- Chi saranno secondo te ? - chiese il biondo
- Qualcuno che si può mescolare alla folla senza problemi e che risulterebbe difficilmente individuabile. Peccato che non sappia chi sia nel Consiglio. Avverti le sentinelle esterne di convergere dentro e di prepararsi a prendere i nemici -. Mattia annuì con il capo e prese una radio eseguendo gli ordini. Fuori la villa nel contempo Giovanni, vestito con una tuta mimetica urbana, fece segno alla sua squadra e dal grano si alzarono trenta teste che si mossero verso la villa con molta calma. Davide nel contempo era oramai arrivato ai laboratori. Si fermò dinanzi un vetro da cui partì uno scanner che controllò lui e l'amico quindi si aprì mostrando una sala controllo ed una porta. I due vi entrarono e dietro di loro il vetro si richiuse quindi si aprì la porta. Dopo di essa vi era un grande atri di metallo, in cui erano presenti alcuni soldati della sicurezza ed alcuni scienziati. Telecamere e torrete controllavano la sala mentre vicino le porte vi erano degli scanner che le controllavano. Uno dei soldati si avvicinò a Davide
- Signore, per il momento tutto tranquillo. Come da lei richiesto ho posizionato trenta uomini nella sala antecedente a quella del prototipo e dieci dentro di essa. L'APTX è dentro la sala, sempre come da ordini -
- Bene, colonnello. Prepari gli UVT, presto riceverete le informazioni sui nostri nemici. Siate cauti, usate i silenziatori e non fare esplodere assolutamente nulla, chiaro? -
- Si signore -
- Bene, io e Mattia saremo sopra. Buona fortuna colonnello - detto questo rientrò nella zona scanner e riprese l'ascensore per poi risalire ed rientrare nel salone della festa.

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Leggete e recensite, mi raccomando. Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Sorprese ***


Anche se un po’ in ritardo ho aggiornato di nuovo la storia. Ringrazio Anonimo per aver recensito lo scorso capitolo e spero che anche gli altri anonimo lettori vogliano compiacere un povero scrittore lasciando qualche commentino ^^

24 Luglio, ore 21.00

Le zone circostanti la villa degli Illuminati era piene di vigneti ed uliveti, da cui venivano ricavati pregiati oli e vini esportati in tutta Europa, ma avevano anche uno scopo di immagine, davano una parvenza di normalità ad una villa che di normale non aveva quasi niente. In quel momento però erano solo le coperture che due squadre di militari utilizzavano per nascondersi e prepararsi alla loro missione, che si presupponeva iniziasse proprio alle 21. Era nei piani di Davide appunto tendere una trappola a coloro che avessero tentato di penetrare le sue difese, per prelevare informazioni su chi erano i suoi nemici. Di certo molti, ma ne voleva le identità. Giovanni si ritrovava a capo di uno dei due team, di circa dodici uomini lui compreso. Ogni team possedeva armi a sufficienza per combattere efficacemente qualsivoglia tipo di creatura. I loro fucili erano caricati con proiettili creati apposta per le eliminazioni “speciali”, come venivano definite, ed erano prerogativa degli Illuminati. Sotto l’apparenza di G36C normali, si nascondevano armi pronte ad un vero massacro, e non di umani. Un uomo aveva in sulle spalle uno Stinger per gli scontri aerei mentre un soldato si trovava con un computer portatile, collegato a quello del collega dell’altro team ed ad un satellite, mentre monitorava la zona.
- Rilevato qualcuno per il momento? – chiese Giovanni
- Per il momento no… - stava rispondendo questi quando si bloccò – un’unità aerea signore, è appena apparsa sullo schermo, a Sud della nostra posizione. Rilevate tracce del Portale, non sono umane. Sembra che anche Omega li abbia rilevati –
- Conteggio ostili? –
- Sulla trentina. Identificazione non possibile per il momento signore –
- Perfetto. Alpha ad Omega, Operazione Telaio in avvio. Non abbattete il mezzo fino a nuovo ordine, ripeto, non abbattere il mezzo fino a nuovo ordine, ma tenetelo puntato. Cercate di fare prigionieri, ci servono informazioni non morti per il momento. Chiaro? E montate i silenziatori – concluse Giovanni che dopo aver acceso il visore notturno sul casco ed essersi abituato alla luce verdastra fece un cenno al team che si alzò e si mosse rapidamente verso la Villa, per mettersi in una posizione più favorevole. Sul piccolo radar a braccio i segni verdi che indicavano Omega si spostavano come da piano mentre un singolo punto rosso, che indicava il mezzo nemico, si avvicina all’abitazione. Alpha si fermò nella sua posizione ed attese che il mezzo atterrasse nell’unico posto possibile, sul retro della villa, in cui già si trovavano le spie del gruppo, ovvero le tre fate. Appena a terra si aprì un portellone da cui scesero un manipolo di uomini, circa trenta che si fermò a dialogare con le spie.
- Alpha ad Omega. Operazione Telaio tra 3…2….1 – detto questo fece un cenno ai suoi uomini e improvvisamente piombò nel cortile, circondandolo assieme ad Omega.
- Benvenuti ospiti graditi. Buttate le armi e non vi uccideremo – disse ai suoi nemici Giovanni ma come da programma questi non lo fecero affatto. Uno degli uomini alzò una pistola e mirò contro gli assalitori. Fu una cosa di pochi minuti, quando i due team di soldati aprirono il fuoco contemporaneamente e senza molti scrupoli o seguendo le direttive trucidarono senza pietà i nemici, in modo silenziosi, e senza un solo bagliore di colpo. Le tre fate invece furono prese in pieno da dei dardi sonniferi prima che potessero trasformarsi.
- Il capo sarà soddisfatto – disse Giovanni ai suoi uomini mentre il mezzo si alzava. Fece un cenno al soldato con arma pesante e poco dopo il veicolo aereo si disintegrò in aria. Fecero pulizia di corpi e misero in dei sacchi le tre, quindi si diressero verso l’entrata.

Quando Bloom si svegliò si ritrovò dentro uno studio oscuro, la cui unica parte illuminata erano le finestre ed il camino davanti cui si trovava. Era distesa lungo un divano di pelle mentre un giovane si trovava su una poltrona.
- Voi fate siete sempre così lente a svegliarvi? – chiese il tizio
- No, a meno che non ci sparino –
- Volevate il sonnifero per via endovenosa per caso? Credete che venendo qua non vi avrei accolto a modo mio? –
- Sei Davide giusto? –
- Si sono io…le tue amiche sono in un luogo sicuro, e se lo vuoi sapere sono le quattro del mattino, guarda un po’ fino a che ora devo state in piedi per farti la guardia – sorrise leggermente ironico
- Liberami e siamo a posto –
- Neanche a pagarmi…e non tentare a trasformarti – rispose Davide
- Perché no? –
- Perché no? -. Per tutta risposta Bloom tentò la trasformazione ma la testa cominciò a girarle e sentì un forte dolore allo stomaco.
- Contenta adesso? –
- Per niente e suppongo che tu non mi dirai niente vero? –
- Esatto…ora ti devo porre alcune domande. Se rispondi con le buone vai dalle amiche, altrimenti mi arrabbio e ti torturo, siamo stati chiari? -. Bloom annuì poco convinta.
- Chi siete nel consiglio? –
- Sai che non te lo dico vero? -. Appena finita la frase Bloom sentì di nuovo il dolore precedente, solo che molto più forte.
- Chi siete nel consiglio? –
- Non te lo dirò mai -. Sentì un altro dolore al collo, come se non riuscisse a respirare poi il dolore tornò alla stomaco
- Volete fermarmi o siete qui di pattuglia? –
- Niente, da me non saprai niente! – rispose Bloom temeraria. Poco dopo sentì un dolore lancinante lungo la spina dorsale, seguito da brividi glaciali ed un altro dolore allo stomaco.
- Cosa mi stai facendo? – chiese la rossa ma l’umano si limitò a sorriderle ed a finire di bere il suo vino rosso.
- Rispondimi -. Poco dopo i dolori ricominciavano, glaciali e lancinanti, in tutto il corpo.
- Rispondi tu a me –
- Mai! – disse la fata, per poi venire ripresa dai doloro che le annebbiarono la vista e la fecero lacrimare tanta fù la loro potenza. La testa sembrò scoppiarle ed aveva iniziato a perdere la sensibilità agli arti.
- Sai che andrò avanti per ore vero? –
- Fallo pure ma da me non avrai nessuna informazione… - altro dolore lancinante. La voce gli si spezzò in gola e sentì gli occhi annebbiarsi, il respiro fermarsi ed il cuore mancare un battito, come se l’avesse sfiorata la morte, poi l’organismo tornò ai normali livelli.
- Dovevo immaginarmelo – disse Davide mentre prendeva una fialetta il cui liquido inserì in una siringa – si passa direttamente alle maniere forti -. Si avvicinò alla rossa e le iniettò il liquido, da li fu un turbinio di informazioni.

Kukuku vi lascio con la sorpresa di ciò che verrà detto. Ovviamente ve lo dirò al prossimo cap, forse kukuku. Ci vediamo e ricordate il commentino.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=381917