UN DOLORE CHE NON SI PUO’ SUPERARE SE NON CON LA MORTE

di lelouch 25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


1
 
Era il primo giugno del 1941, mentre Germania e Prussia erano a casa loro per definire gli ultimi dettagli dell’ operazione Barbarossa che sarebbe iniziata il 22 giugno, Romano aveva costretto il fratello a tornare a casa.
Feliciano una volta tornato a casa notò la presenza di Spagna che sebbene fosse ancora ferito per quello che era successo a Guernica lo salutò con uno dei suoi sorrisoni, venendo ricambiato dal Vargas più piccolo. Dopo qualche minuto Romano gli disse:
“ Veneziano dobbiamo parlare!, non fare caso all’idiota!”,
Spagna sorrise con dolcezza:
“ Lovinito sei cattivo!, io sono venuto qui perché volevo vederti, mi sei mancato!”,
Romano arrossì, mentre Veneziano sghignazzava; poi Romano tornò serio: “ Veneziano dobbiamo sciogliere quest’alleanza coi crucchi!, ormai sono diventati completamente folli se pensano di riuscire ad uccidere Russia!”, Veneziano ribatté stizzito per tutte le volte che il fratello gli aveva detto di lasciare Germania:
“ non lo farò!, non voglio tradirlo di nuovo!, e poi lui e Prussia hanno ideato un piano perfetto!”,
Romano sbuffò per poi urlare:
“ perché cazzo non lo capisci!, quei due affonderanno e noi con loro!, il nostro esercito non può farcela! Siamo impreparati!”;
Feliciano a quel punto scoppiò a piangere e lasciò la stanza chiudendosi a chiave nella sua.
Una volta in camera Feliciano cominciò a piangere disperato, chiedendosi perché suo fratello non volesse capire quanto lui volesse stare con Germania. 
Intanto Romano stava talmente bestemmiando da far scendere dai loro troni tutti i santi del Paradiso, mentre Spagna cercava di calmarlo, alla fine lo avvolse tra le sue braccia e accarezzandogli la testolina disse:
“ Lovi, mi amor, devi anche capirlo, sai che ama Germania… ha bisogno di tempo!”,
Romano rispose irritato:
“ brutto deficiente smetti di chiamarmi col mio nome umano!, gli ho già dato anche troppo tempo e guarda dove siamo finiti!”.
I due fratelli litigarono per giorni, allontanandosi sempre di più dal motivo principale, cominciando a rinfacciarsi tutti i torti che si erano legati al dito da quando avevano unificato il paese.
Spagna cercò di calmarli ma i due fratelli lo mandarono via da quella stanza con parole poco simpatiche; Spagna era abituato al modo di parlare di Romano ma non avrebbe mai creduto di sentire Veneziano parlare come suo fratello, decise che avrebbe cucinato qualcosa mentre aspettava che i due si calmassero.
Intanto nel salone i due fratelli erano arrivati alle mani, mentre se le davano di santa ragione la pistola di Veneziano uscì dal fodero, la prese ma in quel momento il fratello gli saltò nuovamente addosso, spaventato dall’attacco a sorpresa le dita di Veneziano premettero sul grilletto facendo fuoco.  

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Capitolo 2
*** 2 ***


2
 
Veneziano urlò vedendo il fratello accasciarsi a terra tenendosi una mano ormai tutta rossa al petto, in preda al terrore e alle lacrime gridò:
“ scusami, scusami, scusami, ti prego non… mi lasciare!”.
Spagna quando sentì lo sparo si precipitò preoccupato in soggiorno dove vide Romano accasciato a terra e Veneziano che piangeva disperato, subito si precipitò dal suo amore, cercando di tamponargli la ferita, mentre cercava di farsi spiegare la situazione da un Veneziano diventato isterico, intanto vedeva Romano diventare sempre più debole, con voce rotta dal dolore gli prese una mano poggiandosela al petto e dicendo:
“  mi amor… ti prego… non lasciarmi, non c’è la posso fare senza di te!, per favore resta con me!”,
Romano debolmente aprì gli occhi e con voce flebile disse:
“ Antonio… anf anf, ti prego… abbi cura… anf di Veneziano…, non prendertela con lui… anf anf è stato un inci…dente, promet…tilo…”,
le ultime parole le disse con uno sforzo che sembrò costargli parecchia energia, Spagna promise, poi Romano chiuse lentamente gli occhi e con un sorriso tranquillo morì, lasciando Spagna e Veneziano immersi nel dolore.
Spagna si sentiva come se la sua anima fosse morta insieme con Romano, poi vide Italia puntarsi la pistola alla tempia ma lo fermò in tempo:
“ Veneziano non farlo!, Romano non desidera la tua morte… ti prego non farlo!”, 
a quel punto Veneziano si buttò sul petto di Spagna piangendo disperato dicendogli:
“ Fratellone sniff, io non… volevo sparargli, non volevo!, sniff, è stato un incidente!, io voglio bene a mio fratello!”,
Spagna non riuscì ad odiarlo, anche se una parte di lui avrebbe voluto perché gli aveva tolto la persona per lui più importante, e non sapeva se Romano sarebbe rinato; gli mise una mano sulla testolina e lo accarezzò finchè Veneziano non crollò addormentato; poi prese il corpo di Romano che stava iniziando a sparire e lo abbracciò con dolcezza, finchè non si dissolse definitivamente. 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Antonio restò accasciato a terra dove fino a quel momento aveva abbracciato il suo Lovino fino a sera, non dando segno di volersi riprendere, era come un guscio vuoto.
Quando Veneziano si svegliò cercò inconsciamente il fratello sperando che quello che era successo fosse un incubo, quando realizzò che non lo era lacrime silenziose ripresero a sgorgare sul suo viso; non poteva farcela da solo perciò si diresse verso il telefono per chiamare Germania.
Quando Germania rispose al telefono si aspettava di sentire il solito tono cantilenante di Veneziano:
“ Germania! Germania! Aiutami!”,
invece quando sentì quella voce così flebile e tremante di pianto si preoccupò:
“Veneziano che è successo?”,
Veneziano scoppiò a piangere e tra un singhiozzo e l’altro gli raccontò cosa fosse successo; a fine racconto Germania era sbiancato, subito disse: “ Aspettami lì! Sto arrivando!”.
Quando Germania chiuse la telefonata andò a cercare suo fratello; anche Prussia sbiancò ascoltando il racconto poi disse:
“ West devo avvertire anche Francia!”,
il fratello annuì. 
Francia sentì squillare il telefono, infastidito andò a rispondere, quando sentì la voce di Prussia, la sua voce si fece infuriata:
“ che cavolo vuoi Prusse?, non ti basta aver distrutto il mio paese? Ora attenti anche al mio sonno?”,
Prussia ripose irritato:
“ smetti di fare la prima donna e ascoltami Francis! non è colpa mia o di mio fratello, ma dei nostri capi!, poi apri bene le orecchie, Romano è morto davanti agli occhi di Veneziano e Antonio!”,
gli raccontò tutta la dinamica, Francia sbiancò poi disse:
“ mon Dieu!, Prussia facciamo una tregua e andiamo da loro, non oso immaginare come si stiano sentendo, mi preoccupa soprattutto Antonio…”,
Prussia annuì.
Quando Prussia riattaccò, Francia non riusciva a credere a quello che era successo, nervoso si grattò la testa, nonostante fossero nemici come nazioni, loro rimanevano sempre amici, erano cresciuti insieme, soprattutto lui e Spagna, sapeva del legame fortissimo tra il suo amico e Romano, e sapeva anche come Romano lo avesse cambiato in meglio, lo aveva fatto diventare una persona migliore, e ora Francis aveva paura che con la morte di Romano, Spagna potesse tornare ad essere la nazione spietata e sanguinaria che era stata.
Veneziano piangeva inconsolabile accucciato nel divano, Spagna non si era mosso di un millimetro da dov’era, il suo dolore era talmente forte che non gli permetteva neanche di piangere.
All’alba, Germania, Prussia e Francia entrarono in casa dei due fratelli, quando entrarono nel salone videro una scena pietosa; Veneziano raggomitolato su se stesso e scosso dai brividi di chi sta ancora piangendo e Spagna fermo immobile come una statua di sale sul pavimento, subito Germania si diresse da Veneziano e timidamente lo avvolse in un abbraccio, Veneziano si accucciò immediatamente al suo petto, continuando a piangere, mentre Germania gli accarezzava la schiena per calmarlo. Francia e Prussia si avvicinarono a Spagna, Francia provò a chiamarlo dolcemente ma non ottenne risposta, Prussia provò a scuoterlo ma niente, i due amici si guardarono preoccupati quando videro lo sguardo totalmente spento del loro amico. Francia lo abbracciò dolcemente:
“ cherì, va tutto bene ci siamo noi con te…”,
a quel punto Spagna parve tornare il sé, ma a quel punto lacrime silenziose cominciarono ad uscire dai suoi occhi.
Veneziano aveva esaurito tutte le sue lacrime, aveva gli occhi rossi e gonfi, con voce flebile disse:
“ Lud, dormiresti con me? Non c’è la faccio a stare da solo… ti prego!”, Germania annuì, lo prese in braccio e lo portò nella camera da letto che Veneziano aveva condiviso con il fratello, lo mise sotto le coperte e poi dopo essersi tolto scarpe e giacca si mise anche lui nel letto, abbracciando stretto Veneziano che si assopì subito cullato da quel tepore e dal senso di sicurezza che gli procurava stare tra le braccia di Germania. 
Intanto Antonio piangeva sulla spalla di Francis, mentre mormorava:
“ l’ho perso… l’ho perso per sempre…, perché non li ho fermati prima!, non c’è la faccio…”,
Francia continuò a consolare Spagna anche se sapeva che l’amico era inconsolabile; Francis guardò Gilbert con sguardo triste, non avevano mai visto Antonio così distrutto.

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Capitolo 4
*** 4 ***


4

 

Passò una settimana.
Veneziano grazie alla presenza di Germania aveva cominciato a riprendersi anche se il suo sguardo non sorrideva, quello che non accennava a migliorare era Spagna, sembrava morto dentro.
Una sera Prussia propose agli amici di bere fino ad ubriacarsi, stranamente Spagna accettò, quella sera scorsero fiumi di birra e vino; quando sia Prussia che Francia si addormentarono perché troppo ubriachi, Spagna si alzò dalla sedia perfettamente sobrio, per tutta la serata aveva fatto finta di bere, prese una coperta e coprì i suoi due amici, per poi ringraziarli sottovoce e lasciò la stanza.
Passò dalla cucina e prese un coltello, poi si diresse nella camera singola di Romano e prima di pugnalarsi al petto disse:
“ non ti lascerò solo mi amor!”,
 si pugnalò e cadde a terra in una pozza di sangue.
La mattina successiva, Francia e Prussia si preoccuparono non vedendo Spagna, lo cercarono ovunque, chiedendo a Veneziano e a Ludwig se lo avessero visto, ottenendo una risposta negativa, alla fine aprirono la porta della stanza di Romano e quando videro la scena rimasero congelati, Spagna era sul pavimento coperto di sangue. Subito Francia e Prussia entrarono nella stanza per vedere se potevano fare qualcosa, mentre Veneziano restava con gli occhi sbarrati dal terrore, non riusciva a credere a quello che vedeva, e alla fine svenne, preso al volo da Ludwig che lo portò in camera sua, lanciando uno sguardo triste al corpo di Spagna, non avrebbe mai creduto che uno come Spagna potesse arrivare ad uccidersi.
Francia cercò di scuoterlo chiamandolo con voce rotta dalla disperazione, Prussia provò a tamponare la ferita, alla fine fu costretto a bruciarla per farla cicatrizzare più velocemente. Prussia poggiò l’orecchio sul petto dell’amico, il cuore batteva anche se debolmente, aiutato da Francia lo misero sul letto di Romano, poi lo pulirono dal sangue e lo cambiarono, aspettarono tutto il giorno ma Spagna non accennava a svegliarsi.
Passarono settimane ma niente, Spagna non accennava a svegliarsi, eppure il suo corpo era vivo, alla fine Veneziano ipotizzò che forse il fratellone Spagna si sarebbe svegliato quando Romano sarebbe tornato, visto che lui dopo la scomparsa del fratello non era diventato Italia. Veneziano propose di lasciare lì Spagna, così quando Romano sarebbe tornato sarebbero stati insieme.
Quattro anni dopo nel 1945, quando gli americani liberarono il sud Italia, Romano rinacque con lo stesso aspetto di quando era morto, aprì gli occhi e si trovò in camera sua con Spagna che si stava svegliando sentendo la presenza del suo amato, quando lo vide lì con lui in quella casa vuota lo abbracciò stretto a sé:
“ ti ho aspettato per tutto il tempo… mi amor”,
poi lo baciò mentre Romano arrossiva e gli diceva:
“ stupido Spagna…”. 

 

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