Antonio and Lovino: corsaro’s war

di lelouch 25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***



Capitolo 1
*** I ***


I

 
Lovino era un bambino di 10 anni, molto vivace e un po’ brontolone, con capelli castani scuro su cui faceva capolino uno strano ciuffo che non voleva saperne di stare giù con occhi dorati. Egli aveva un fratellino di due anni più piccolo con cui divideva quello strano ricciolo; ma a differenza del maggiore, il piccolo Feliciano era un bambino solare e un po’ pasticcione. I loro genitori erano mercanti provenienti dall’Italia del sud che erano saliti su un mercantile inglese per trattare degli affari a Londra e avevano portato con loro i figli, così una volta che avessero concluso il loro lavoro avrebbero potuto visitare la città tutti insieme.
Ad un tratto l’ imbarcazione su cui viaggiavano fu abbordata da una nave spagnola, tutti i marinai combatterono contro gli assalitori, ma fu inutile, caddero come mosche, intanto i signori Vargas non avevano fatto in tempo a nascondere i loro bambini dentro una credenza nelle cucine, che furono trovati da un pirata, il signor Vargas estrasse la propria pistola ma non fece in tempo a sparare per difendere se stesso e la moglie che fu ucciso insieme a lei. I due bambini piansero in silenzio per non farsi sentire; ad un tratto attraverso uno spiraglio videro un ragazzo sulla ventina vestito con una giacca da capitano rossa, lo sentirono parlare con tono arrabbiato al marinaio:
eres estupido!, no matamos civiles! Has olvidado que solo podemos matar si nos atacan primero!? – “Sei stupido! Noi non uccidiamo i civili! Hai dimenticato che possiamo uccidere solo se ci attaccano prima loro!?”,
il marinaio rispose:
lo siento, capitàn… pero estaba a punto de disparar… reaccioné instintivamente…- “mi dispiace capitano… ma mi stavano per sparare… ho reagito d’istinto…”,
il capitano lo guardò, sembrava sincero, poi disse:
sabes que todavìa tendré que castigarte, verdad? Ahora ayuda a otros a cargar todo lo que puedas en nuestra nave!- “lo sai che dovrò comunque punirti, vero? Ora aiuta gli altri a caricare tutto ciò che si può sulla nostra nave!”,
il marinaio annuì dicendo: a las òrdenes del capitàn!- “agli ordini capitano!”.
Quando Lovino e Feliciano non sentirono più nulla uscirono dalla dispensa, subito andarono dai loro genitori, quando li videro Feliciano scoppiò a piangere e si tuffò nel petto del fratello maggiore, il quale cercava con tutte le sue forze di non piangere, non voleva mostrarsi debole agli occhi del fratellino.  Quando Feliciano esaurì tutte le lacrime, Lovino disse:
“ Feli, vieni dobbiamo controllare se è rimasto qualcosa da mangiare e seppellire i morti”,
il fratellino annuì; aprirono tutti gli scaffali della cucina e le casse rimaste nella stiva, notando che non era rimasto molto; con quello che c’era  avrebbero potuto resistere al massimo due settimane, speravano quindi che qualcuno li salvasse in quell’arco di tempo, poi presero dei lenzuoli dove avvolsero tutti i morti, lasciando per ultimi i loro genitori, prima di avvolgerli Lovino prese le fedi, diede quella della madre a Feliciano mentre lui prese quella del padre, poi pregarono e infine gettarono i corpi in mare, non potendo fare altro, infine Lovino si girò verso il fratellino dicendo:
“ Feli, queste fedi sono il nostro tesoro, non separartene mai!”,
il più piccolo annuì abbracciando ancora una volta il suo fratellone.
Passarono i giorni, senza che una nave si vedesse, le scorte diminuivano sempre più, Lovino cercava di fare coraggio al fratellino, ma Feliciano sapeva che quando era convinto di essere solo Lovino piangeva disperato.
Un giorno ci fu una piccola tempesta che portò la nave ancora più a largo, i due bambini erano terrorizzati e si abbracciarono più stretti che poterono.
Mary Read era a bordo della sua nave pirata, la Jolly Roger, scrutava l’orizzonte, con il binocolo finchè non avvistò una nave inglese sua compatriota alla deriva, incuriosita fece avvicinare la sua nave e dopo averla ispezionata trovò due bambini svenuti, decise di prenderli con sé, anche se era un pirata, rimaneva pur sempre una donna.
Quando i due fratellini si ripresero si accorsero di essere in un grande letto a baldacchino, si girarono e trovarono il viso di una donna sconosciuta, la quale sorrise dolcemente, poi parlò: 
now you are on my ship, do not worry, no one will hurt you, my name is Mary, what do you call yourselves and how old are you?- "ora siete sulla mia nave, state tranquilli nessuno vi farà del male, il mio nome è Mary, voi come vi chiamate e quanti anni avete?”,
Lovino e Feliciano capirono quello che la donna stava loro chiedendo, i loro genitori avevano fatto studiare loro varie lingue, l’inglese, il francese e lo spagnolo, Lovino rispose: 
i am Lovino and i am 10 years old, while he is my little brother Feliciano and he is 8 years old, we are italian and we were attacked by a Spanish ship, they all died! Including our parents…- "io sono Lovino e ho 10 anni, mentre lui è il mio fratellino Feliciano e ha 8 anni, siamo italiani e siamo stati attaccati da una nave spagnola, sono morti tutti! Compresi i nostri genitori…”;
Mary annuì comprensiva, poi si fece spiegare cosa ci facevano degli italiani su una nave mercantile inglese, annuì dopo la spiegazione del ragazzino.
Nei giorni seguenti, quando Lovino capì di essere su una nave pirata ne fu spaventato, ma Mary lo rassicurò dicendogli che era al sicuro e che lei si sarebbe presa cura di loro come una madre, a quelle parole gli occhi di Lovino divennero lucidi, Mary lo guardò e lo abbracciò stretto.
Mary li crebbe come fossero figli suoi insegnando loro tutto ciò che sapeva e proteggendoli come meglio poteva, ormai anche i marinai si erano affezionati e lo dimostravano in modi un po’ rozzi.
Quando lovino compì 15 anni, furono attaccati da una nave della marina inglese, durante quell’attacco perse suo fratello che fu colpito da un proiettile, quando riuscirono a sottrarsi all’attacco Lovino si fiondò subito dal fratello, gli prese le mani che diventavano sempre più fredde, Feliciano con le ultime forze pose la sua fede sulla mano del fratello, aveva un sorriso triste, poi disse:
“ Lovi… ho paura… non voglio morire…”,
Lovino rispose tristemente:
“ sono qui con te Feli… non ti lascio solo…”,
detto questo depose un bacio sulla fronte del fratellino, tranquillizzandolo, Feliciano riprese a parlare anche se molto debolmente:
“ Lovi… io sono… stato felice… tu mi hai voluto bene e so che non… ti dimenticherai di me… anche Mary è stata una brava mamma con noi…, allora vado… prima di te…a rivedere i nostri genitori…”,
quelle furono le sue ultime parole, Lovino abbracciò stretto il corpo del fratellino piangendo disperato, anche Mary e il resto dell’equipaggio piansero la perdita di quel ragazzino così allegro e impacciato.
Dopo il funerale Lovino prese un medaglione dove mise le fedi e una ciocca di capelli di Feliciano, in questo modo sentiva di avere la sua famiglia sempre con sé. Le settimane seguenti la morte del fratello, Lovino le passò chiuso nella sua cabina, non parlava con nessuno, semplicemente piangeva lacrime silenziose mentre l’odio che era riuscito a tenere a bada grazie a Feliciano esplodeva prepotente nel suo petto:
“ ucciderò i bastardi che mi hanno tolto tutto! A cominciare da chi ha ucciso Feli, come piatto principale mi terrò lo spagnolo, è tutta colpa sua in fondo!”.
Nel tempo, Lovino per raggiungere il suo obiettivo si impegnò con tutte le sue forze per diventare un buon capitano, sotto la guida di Mary.
All’ età di 18 anni, Mary morì per una malattia lasciandogli il ruolo di capitano, la seppellirono con tutti gli onori in un’ isola dove erano approdati per fare rifornimento; Lovino pianse e ringraziò la sua matrigna e alla fine depositò un mazzo di fiori sulla sua tomba promettendo di tornare a trovarla.

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Capitolo 2
*** II ***


II

 
Lovino impiegò molto tempo per scoprire il nome dello spagnolo che cercava, il nome della sua nave e infine il nome dell’ufficiale della marina inglese che aveva ucciso il fratello. Con il passare del tempo era diventato un pirata abbastanza crudele, quello era l’unico modo che aveva per sfogare la sua tristezza, in giro era conosciuto come il “ demone con un occhio solo”.
Ma torniamo indietro di due anni. Lovino dopo molte ricerche aveva finalmente scoperto il nome del suo primo obiettivo ovvero il tenente Abram Joyce; aveva scoperto che quando attraccava, l’uomo affittava la stanza in una taverna dove si affittava una donna per una sera. 
Lovino seguì la sua nave per giorni e giorni, seguendolo a debita distanza, quando finalmente lo vide attraccare, prese una scialuppa e remò fino a terra, ordinando ai suoi uomini di tenersi pronti alla fuga quando sarebbe tornato. Una volta sbarcato lo vide entrare in una locanda, non entrò subito aspettò che giungesse la sera.
Arrivata la sera, Lovino entrò alla locanda, corruppe il locandiere per farsi dire la stanza di Abram e per tenere la bocca chiusa; poi salì le scale, bussò; Abram sentendo bussare pensò fosse la ragazza che aveva pagato per intrattenerlo, quando la porta si aprì rimase di sasso vedendo un ragazzo che gli puntava la pistola addosso.  Abram alzò le mani, arretrando verso lo scrittoio poi con voce calma disse: “ who are you and what do you want from me?- chi sei e cosa vuoi da me?”, Lovino capì immediatamente che non era la prima volta che quell’uomo si trovava in una situazione simile, era troppo calmo, poi con voce tremante di rabbia disse: “ i am here to take revenge! You killed my brother!- sono qui per vendicarmi! Tu hai ucciso mio fratello!”, l’uomo lo guardò con un sopracciglio alzato, poi all’improvviso ricordò dove avesse già visto quel ragazzo, rispose: “ i did my job!, you are scrum to be eradicated!- ho fatto il mio lavoro!, voi siete feccia da estirpare!”, le mani di Lovino tremarono di rabbia, come si permetteva quel tipo di offenderli così, poi rispose: “ you killed my little brother! He never killed or hurt anyone! He was a very sweet boy and you took him a way!, you took away the only blood tie i had left!!- tu hai ucciso il mio fratellino!, lui non ha mai né ucciso né ferito qualcuno! Era un ragazzo dolcissimo e tu me lo hai portato via!, mi hai portato via l’unico legame di sangue che mi era rimasto!!”, gli occhi di Lovino divennero lucidi, Abram ne approfittò per prendere il tagliacarte e lo colpì all’occhio sinistro, Lovino urlò di dolore, tuttavia ebbe la freddezza di riuscire ad uccidere quel bastardo che gli aveva cavato un occhio. Quando lasciò la stanza si era curato con delle bende trovate nella stanza ed era uscito. Quando ore dopo i marinai di Abram trovarono il corpo notarono che al suo fianco c’era anche un occhio dorato, Lovino non lo aveva portato con sé, lo aveva voluto lasciare lì perché almeno qualcosa di lui accompagnasse quel bastardo all’inferno!.
Da quel giorno in poi fu costretto ad usare una benda per coprire l’occhio mancante e ad imparare nuovamente a fare le cose pur non riuscendo bene a percepire la distanza delle cose; gli ci volle un po’ ma alla fine ci riuscì.

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Capitolo 3
*** III ***


III

 
Erano due anni che la nave di Antonio veniva sempre attaccata dal misterioso capitano della Jolly Roger.
Antonio si chiedeva come facesse quella nave ad essere sempre sulla sua strada, sembrava quasi che conoscesse le sue rotte; in quei due anni lui e il capitano di quella nave si erano scontrati molte volte, ma quasi sempre finivano in parità.
Antonio, dai vari scontri con il rivale aveva capito che lui lo odiava per non si sa quale ragione.
Lovino da due anni dava la caccia a quel maledetto di Antonio, ormai il ragazzo aveva 21 anni.
Nel corso dei loro scontri sia Antonio che Lovino avevano capito di capire ognuno la lingua dell’altro; Lovino lo capiva quando Antonio parlava spagnolo, mentre Antonio lo capiva quando lui parlava italiano.
Antonio tuttavia trovava interessante quel ragazzo sotti molti punti di vista, gli sarebbe piaciuto conoscerlo meglio, inoltre voleva sapere il motivo di tanto astio nei suoi confronti; la sua nave non aveva mai attaccato navi italiane.
Lovino era rinchiuso nella sua cabina a pensare. Fino a quel momento si era limitato più che altro a mettere pressione psicologica ad Antonio, voleva farlo sentire un uomo braccato, ora era arrivato il momento di fare sul serio, la prossima volta sarebbe stata l’ultima in un modo o nell’altro. Dopo qualche minuto chiamò il suo vice e scrisse su un foglio di carta le sue volontà in caso gli fosse successo qualcosa, poi firmò e mise il foglio dentro un cassetto, poi parlò: 
Arthur, if anything happens to me, act as i wrote in the sheet… promise me!- "Arthur, se mi succede qualcosa agisci come ho scritto nel foglio… promettimelo!”,
Arthur lo guardò seriamente poi annuì, sapeva che non sarebbe riuscito a fermarlo, il suo capitano era consumato dal fuoco della vendetta, forse solo la morte sarebbe riuscito a fermarlo, poi disse: 
it was an honor to be at your orders…captain!-" è stato un onore essere ai tuoi ordini…capitano!”,
detto questo uscì dalla stanza, mentre gli occhi di Lovino divennero lucidi per la commozione.
Due giorni dopo la Jolly Roger avvistò la nave di Antonio “ la Reina de los mares”, Lovino si preparò ad abbordare la nave, prese la pistola e la spada; anche Antonio si preparò all’attacco, prendendo la sua fedele ascia “ Dolores”, quando le funi furono collegate iniziò l’assalto.
Subito Lovino si mise davanti ad Antonio, mentre rabbiosamente gli diceva:
“ oggi è il tuo ultimo giorno sulla Terra, bastardo!”,
Antonio rispose con un ghigno tagliente: 
tù lo dices cada vez que te veo! Me gustarìa saber por qué me odias tanto?- "dici così ogni volta che ci vediamo! Vorrei sapere perché mi odi così tanto?”,
Lovino lo guardò freddamente mentre le loro armi si scontravano fra loro, poi disse:
“ te lo dirò quando infilzerò quel tuo cuore marcio!”,
Antonio rispose: 
esto es todo para ver a mi querido!- "questo è tutto da vedere mio caro!”.
Le lame dei due capitani non smettevano di scontrarsi tra parate, e affondi, Lovino usava pure la pistola ma la grande lama dell’arma rivale riusciva a parare i proiettili, alla fine esaurì i colpi, quindi Lovino dovette affrontarlo solo con la spada. Lovino se voleva ucciderlo doveva puntare sulla velocità, visto che l’ascia era un’arma pesante, perciò non stette mai fermo nello stesso punto, si spostava, in tutte le direzioni, Antonio sapeva che il rivale mirava a stancarlo, perciò attaccava solo quando Lovino si decideva ad attaccarlo, nessuno dei due riusciva a prevalere sull’altro.
Alla fine Antonio usando tutta la sua forza e la pesantezza della sua arma riuscì a rompere la spada di Lovino; il ragazzo vedendo che ormai era finita urlò: 
"Arthur vai!”,
Arthur sentendo la voce del suo capitano ordinò subito la ritirata, una volta salito a bordo della Jolly Roger fece un ultimo inchino al suo capitano, poi fece allontanare velocemente la nave, sotto lo sguardo perplesso degli uomini della “ Reina de los mares”.
Una volta al sicuro Arthur prese il foglio di carta leggendo le volontà del loro capitano al resto della ciurma: 
i, Lovino, declare that if something should happen to me being killed or captured, i leave the role of captain to Arthur Kirkland. P.s. i’m sorry to let you have been my home for many years, i hope you will live a happy life. Moreover i forbid you to come and save me, this is my last order! Goddbye to your Lovino Vargas- "io, Lovino dichiaro che se dovesse succedermi qualcosa come l’essere ucciso o catturato, lascio il ruolo di capitano ad Arthur Kirkland. P.s. mi dispiace lasciarvi, siete stati la mia casa per molti anni, spero viviate una vita felice. Inoltre vi proibisco di venirmi a salvare, questo è il mio ultimo ordine! Addio vostro Lovino Vargas”.
Quando Arthur finì di leggere il messaggio, sia lui che gli uomini della ciurma avevano gli occhi lucidi dalla tristezza, molti di loro lo avevano visto crescere, tuttavia non potevano ribellarsi ad un ordine del capitano, fecero un minuto di silenzio per dirgli addio.
Intanto Antonio era perplesso e continuava a tenere sotto tiro Lovino, dicendogli: Por qué los hiciste retirar?- "perché li hai fatti ritirare?”,
Lovino gli disse che non erano affari suoi, la verità era che non voleva mettere in pericolo più del dovuto quella che per lui era stata una seconda famiglia.
Antonio si sentiva affascinato da Lovino, non voleva ucciderlo, ma sapeva che se avesse aspettato ancora il ragazzo avrebbe cercato di ucciderlo anche se disarmato, perciò fece l’unica cosa possibile gli diede un pugno allo stomaco facendolo svenire. 

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Capitolo 4
*** IV ***


IV

 
Quando Lovino rinvenne provò a muoversi, ma non ci riuscì, si guardò intorno e si accorse di essere nella stiva della nave nemica; gli avevano incatenato i polsi e il collo tramite un collare di ferro, tuttavia almeno le catene erano abbastanza lunghe da permettergli di abbassare le braccia e mettersi sdraiato a terra, dove qualcuno gli aveva lasciato una coperta e una ciotola con del cibo dentro.
Lovino si sentiva affamato quindi prese quello che c’era nella ciotola e iniziò a mangiare.
Intanto Antonio aveva detto alla sua ciurma: 
ninguno de ustedes se acerca al prisionero! Me encargaré de él!- "nessuno di voi si avvicini al prigioniero! Mi occuperò io di lui!”,
la ciurma non potè che ubbidire, visto che era un ordine del loro capitano.
Antonio si diresse verso la stiva, dove vide Lovino che lo fissava con uno sguardo di fuoco, represse, un brivido di paura che gli scosse la schiena, poi parlò con voce calma: 
no quiero lastimarte… solo quiero saber la razòn de un odio tan intenso en mi opiniòn… que recuerdo que nunca saqué barcos italianos- "non voglio farti del male… vorrei solo sapere il motivo di un odio così intenso nei miei riguardi… che io ricordi non ho mai depredato navi italiane”;
Lovino lo guardò con disprezzo dicendo solo:
“ davvero non te lo ricordi! Sei un maledetto bastardo!”.
A quel punto gli occhi di Antonio divennero rabbiosi, prese il prigioniero per il bavero della camicia e disse: 
tal vez la situaciòn no te quede clara! Eres mi prisionero. Puedo matarte cuando quiera! Asì que ve a bajar la cresta!- "forse non ti è ben chiara la situazione! Tu sei mio prigioniero posso ucciderti quando voglio! Quindi vedi di abbassare la cresta!”,
Lovino lo guardò con lo sguardo di chi non ha più nulla da perdere poi disse con tono di sfida:
“ uccidimi! Avanti fallo! Così forse la smetterò di soffrire… ma sappi che quando morirò io, tu verrai con me!, fosse l’ultima cosa che faccio!”.
Poi Antonio se ne andò lasciandolo solo.
Una volta tornato sul ponte Antonio si passò una mano sul viso, lo sguardo di quel ragazzo lo atterriva, non aveva mai ricevuto uno sguardo carico di tutto quell’odio. Eppure quello sguardo inspiegabilmente lo attirava.
Lovino intanto cercava inutilmente di liberarsi, voleva uccidere quel maledetto il prima possibile.
Per giorni Antonio cercò di farlo ragionare, ma in cambio riceveva sempre risposte cariche d’insulti e tentativi di omicidio da parte del suo prigioniero.
Una sera dopo l’ennesimo insulto Antonio perse davvero la pazienza: 
ahora basta! Intenté ser amable pero nada! Ahora te enseno mis modales!- "ora basta! Ho provato ad essere gentile ma niente! Ora ti insegno io le buone maniere!”,
Lovino inghiottì, poi gli sputò in faccia.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Antonio si ripulì il viso poi disse con voce fredda:
lo querìas!- "lo hai voluto tu!”,
accorciò le catene, in questo modo Lovino era costretto a stare in piedi e fermo, poi con una verga lo colpì una decina volte, mentre il ragazzo non emetteva un solo suono, riprese finchè Lovino non svenne. Quando terminò il ragazzo era svenuto, ma era rimasto in piedi per colpa delle catene troppo corte, guardando meglio il suo viso Antonio pensò che era davvero bello, qualcosa ingarbugliò il suo stomaco, quasi si sentì in colpa per essere stato violento con lui, allora lo slegò e lo portò nella sua cabina dove gli disinfettò e curò le ferite, però non era uno sciocco, perché legò con una corda le mani del ragazzo alla spalliera robusta del letto.
Lovino rimase svenuto per un’intera giornata mentre sentiva qualcuno che gentilmente gli posava una pezza umida sulla fronte, non voleva svegliarsi si stava così bene in mezzo a quel calore.

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Capitolo 5
*** V ***


V

 
Lovino aprì lentamente gli occhi, si sentiva ancora esausto, girò il viso e vide Antonio che lo fissava preoccupato poi parlò:
“ dove cazzo sono? E liberami subito le mani bastardo!”,
Antonio sospirò esasperato poi disse:
veo que te has despertado… lo siento, te lastimè… iperò Dios puede enfurecerme como pocas personas pueden hacerlo! Como te sientes?- "vedo che ti sei svegliato… mi dispiace averti ferito… ma Dio riesci a farmi infuriare come pochi ci riescono!, come ti senti?”;
Lovino rispose:
“ come vuoi che mi senta brutto idiota!?, perché non mi uccidi?, fallo prima che lo faccia io!”,
Antonio lo guardò pensieroso, poi allungò la corda con cui gli aveva legato i polsi per permettergli di metterli giù, poi disse: 
yo… no quiero matarte, la verdad es que te encuentro interesante, nunca conocì a una persona como tù… si te hiciera algo, me gustarìa que me contaras, porque no recuerdo haberte visto nunca…- "io… non voglio ucciderti, per la verità ti trovo interessante, non ho mai conosciuto una persona come te… se ti ho fatto qualcosa vorrei che me lo dicessi, perché io non ricordo di averti mai visto…”, Lovino voltò la testa per non doverlo guardare, chiedendosi perché Antonio lo trattasse così gentilmente, per poi rimproverarsi dicendosi che non aveva importanza, l’unica cosa che contava era la vendetta.
Passò un mese.
In quest’arco di tempo c’erano stati dei piccoli miglioramenti, Lovino non cercava più di ammazzarlo all’istante, tuttavia sentiva il suo sguardo di fuoco notte e giorno, era spaventosa la volontà di quel ragazzo, è questo non faceva che renderlo sempre più curioso.
Una notte Lovino riuscì finalmente a liberarsi dalle corde, subito si mise a cavalcioni su Antonio e gli puntò una piccola lama nascosta alla gola, poi ghignando disse:
“ avresti dovuto uccidermi quando potevi!, ora finalmente potrò mettere in atto la mia vendetta…”,
Antonio era perfettamente immobile, in un certo senso era rimasto ammaliato dallo sguardo penetrante del ragazzo, poi parlò con calma: 
antes de matarme, me dirìas por què me odias tanto?- "prima che tu mi uccida, mi diresti perché mi odi così tanto?”,
Lovino lo fissò poi con voce fredda disse:
“ hai ragione non posso ucciderti se prima non ti faccio ricordare la tua colpa!”, detto questo iniziò a narrare mentre Antonio ascoltava in silenzio. Quando ebbe finito di raccontare Antonio aveva uno sguardo sorpreso, poi disse: 
lamento lo que sucediò, fue un error causado por uno de mis subordinados, puedo asegurarle que lo castagarà por lo que hizo, tambièn ahora que el hombre està muerto, como bien sabe, ya que lo matò durante uno de los tus ataques! Asì que me gustarìa saber què tengo en tu venganza?- "mi dispiace per quello che è successo, fu un errore causato da un mio sottoposto, ti posso assicurare che lo punii per quello che fece, inoltre ormai quell’uomo è morto, come ben sai, visto che  lo hai ucciso tu, durante uno dei tuoi attacchi!, quindi vorrei sapere cosa c’entro io nella tua vendetta?”,
Lovino lo guardò con un fuoco negli occhi poi rispose:
“ tu sei il capitano di questa nave!, sei stato tu ad aver dato l’ordine di attaccare la nave dove c’era tutta la mia famiglia!, se tu non avessi dato quell’ ordine niente di tutto questo sarebbe mai accaduto!!!!”.
Antoni venne assalito dai sensi di colpa, tutto quello che aveva detto il ragazzo era vero, meritava quindi di morire per mano sua? Una parte di lui pensava di si, l’altra invece voleva fare suo quel ragazzo indomabile.
Lovino lo guardò serio poi disse:
“ ora sai qual’ è la tua colpa!”,
Antonio lo guardò con uno sguardo calmo come il mare poi disse:  me mataras ahora? No penseràs en salir yo vivo desde acquì!- "ora mi ucciderai? E dopo? Non penserai di uscire vivo da qui!”,
Lovino lo guardò e rise poi disse:
“ non mi importa niente di quello che mi succederà dopo!, ormai dovresti averlo capito…”,
a quel punto Antonio con un colpo di reni ribaltò la situazione portando Lovino sotto di sé e bloccandolo disse: 
te propongo un pacto… te dejarè hacer lo que quieras en mi barco, tambièn te permitirè tres intentos de matarme un dìa; si al final del dìa no ha tenido èxito en su negocio como un castigo, me dirà algo sobre usted? Acepta este pacto de honor?- "ti propongo un patto… ti lascerò libero di fare quello che vuoi sulla mia nave,  ti consentirò inoltre tre tentativi di uccidermi al giorno; se alla fine del giorno non sarai riuscito nella tua impresa come punizione mi racconterai qualcosa di te!, accetti questo patto di onore?”,
Lovino accettò.
L’unico motivo per cui Antonio aveva proposto quel patto era per dare una ragione di vita al ragazzo, non voleva che morisse, sperava che col tempo rinunciasse alla vendetta. 

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Capitolo 6
*** VI ***


VI

 

Passarono diversi mesi da quel patto. Lovino ogni giorno elaborava modi sempre diversi per uccidere Antonio, ma questi era un osso duro, in qualche modo riusciva sempre a cavarsela, così quando arrivava la sera era costretto a raccontare qualcosa di sé ad Antonio.
Antonio sapeva di rischiare la vita ogni giorno, Lovino era determinato e soprattutto era intelligente, però adorava quando a fine giornata il ragazzo era costretto a raccontargli qualcosa di sé, in particolare quando Lovino raccontava di Feliciano, e non poteva fare altro che sentire il suo cuore stringersi, sapendo che era lui l’origine di ciò che era capitato al ragazzo, però nonostante tutto, sapeva di essersi innamorato e sperava che prima o poi anche Lovino lo ricambiasse.
Antonio si era accorto che ogni volta che attaccava o venivano attaccati Lovino combatteva appiccicato a lui guardandogli le spalle, quando gli chiese il motivo, quello molto acidamente rispose:
“ mi sembra ovvio brutto coglione!, non voglio che qualcuno mi rubi la mia preda!”, quando lo disse, Antonio notò che aveva uno strano sguardo, vi si leggeva ancora l’odio ma c’era anche altro.
Lovino quasi non si riconosceva più, i suoi tentativi di uccidere Antonio si fecero sempre più blandi, si odiava per questo, sapeva che qualcosa stava germogliando nel suo cuore e non voleva ammetterlo, quindi si convinceva di odiare tutto di quel “ bastardo”, soprattutto la sua gentilezza.
Passò quasi un anno. Antonio aveva notato i piccoli cambiamenti che stavano avvenendo in Lovino ma fingeva di non essersi accorto di nulla, almeno finchè il diretto interessato non fosse stato pronto.
Un giorno Lovino riuscì finalmente nel suo intento di avere la gola di Antonio sotto la lama del suo coltello, quasi non riusciva a crederci, poi disse:
“ finalmente posso ammazzarti!, mi hai fatto faticare non poco!”,
eppure Antonio nei suoi occhi vedeva sia l’odio che la paura, restarono immobili per un tempo che parve loro infinito.  Antonio vide il coltello tremare nelle mani del ragazzo, vide la sua indecisione, poi con voce calma disse: 
no me matas? Date prisa no tengo todo el dia!- " non mi uccidi? Sbrigati non ho tutto il giorno!”,
a quelle parole le mani di Lovino tremarono ancora di più, poi delle lacrime cominciarono ad uscire, quasi urlando di rabbia disse:
“ non posso più ucciderti!, ti odio, ma non posso! E tutta colpa tua bastardo! Mi sono innamorato di te e della tua stupida gentilezza!”,
mentre lo diceva prese il coltello e lo lanciò lontano, a quel punto Antonio lo abbracciò stretto e gli disse commosso:
Lovi…no tienes idea de la felicidad que me has dado con tus palabras! Hace mucho tiempo que esperaba… harè todo lo posible para hacerte feliz, mi amor!- "Lovi… non hai idea della felicità che mi hai appena dato con le tue parole!, era da molto tempo che le aspettavo…, farò di tutto per renderti felice, amore mio!”, Lovino sollevò lo sguardo con occhi ancora rossi di pianto, poi con voce tremante disse:
“ sarà meglio per te… bastardo!”,
Antonio sorrise dolcemente poi lo prese in braccio e lo portò nella sua cabina dove lo adagiò dolcemente nel letto.
Una volta nel letto Antonio disse:
dèjame darte una idea de la felicidad que experimentaràs a partir de ahora…- "permettimi di donarti un assaggio della felicità che proverai da ora in avanti…”, detto questo iniziò a baciarlo, prima lentamente, accarezzando delicatamente le sue labbra, quando Lovino le aprì, infilò la sua lingua, approfondendo il contatto e rendendo il bacio più appassionato; Lovino cercava di non mostrare quanto gli stesse piacendo, poi deciso a sciogliere un po’ dell’orgoglio del suo amato, cominciò a baciargli e leccargli la gola, mentre piano e con dolcezza lo spogliava e si spogliava. Quando furono nudi, vide Lovino arrossire mentre guardava il suo petto abbronzato e muscoloso, sorrise dolcemente e iniziò ad accarezzargli il petto, quando poi le sue labbra iniziarono a giocare con i capezzoli del ragazzo, lo sentì mugolare di piacere, ma a lui non bastava voleva di più. Continuò a baciarlo scendendo sempre più giù finchè non arrivò al basso ventre.
Lovino dal canto suo stava affogando nel piacere che Antonio gli dava, quando poi questi cominciò a dare attenzioni al suo membro baciandolo e poi prendendolo tutto in bocca lasciò uscire un gemito che aveva cercato di reprimere per tutto il tempo.
Antonio lo sentì fremere di piacere, poi mise le sue dita nella bocca del ragazzo guardandolo rapito mentre lui le leccava con dovizia, poi le portò verso la sua apertura e iniziò a prepararlo dolcemente cercando di fargli meno male possibile, quando fu pronto entrò in lui, iniziò a muoversi lentamente, poi sempre più forte mentre lo baciava. Spinse, spinse, spinse finchè non vennero entrambi. 
Alla fine Antonio uscì da lui, lo abbracciò e lo baciò, sorrise sotto i baffi quando sentì il sussurro di Lovino:
“ non lasciarmi mai!”,
quindi lo strinse a sé più forte e si addormentarono sereni.

 

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