Sucking blood

di mikamey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La via per il patibolo ***
Capitolo 2: *** Strani incontri ***
Capitolo 3: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 4: *** Non tutti i mali vengon per nuocere ***



Capitolo 1
*** La via per il patibolo ***


avviso




Percorro lentamente la via, trafficata di macchine e autobus, su un piccolo marciapiede grigio. Un fastidioso senso di angoscia, opprime il mio petto costringendomi ad una postura poco corretta, quasi curva.

Avverto il battito del mio cuore leggermente accelerato, mentre una strana confusione offusca la mia mente; ma perché è dovuto capitare proprio a me???

Scorgo la meta del mio pellegrinare alla fine della via e, inconsciamente, il mio procedere diventa più lento e stentato. Mi soffermo a guardare i fiori posti alle finestre delle case, l’interno delle macchine posteggiate davanti a me, seguo il girovagare annoiato di un gatto; ma, inesorabilmente, il mio tragitto diventa sempre più corto.
Sono quasi davanti all’edificio quando avverto una voce chiamarmi

-Signorina! Signorina!! Per favore può tenermi quel posto? Sia gentile il tempo di fare il giro con la macchina, sono in ritardo ed è il primo buco libero che trovo dopo cinque giri per le traverse vicine!

Annuisco, quasi sollevata, per quella provvidenziale opportunità di ritardare ancora la tortura, quell’atto barbarico e subdolo, conosciuto ai più come prelievo di sangue.

Aspetto paziente il ragazzo dalla macchina nera, informando i vari “pretendenti al posto” che il parcheggio  è già stato prenotato. La metà di loro mi ha apertamente inveito contro, l’altra metà invece ha borbottato sommessamente qualche improperio immergendosi  speranzosi in altre vie alla ricerca di qualche angolino per la loro macchina.

Guardo disorientata l’orologio notando che, sebbene siano passati svariati minuti, quel ragazzo non si è ancora fatto vedere. Inizio a pensare che abbia trovato parcheggio altrove e mi abbia lasciato lì ad accumulare karma negativo e maledizioni varie mentre lui, è già comodamente seduto alla sua scrivania, a godersi la sua meravigliosa giornata di lavoro quando lo vedo arrivare sorridente e parcheggiare in maniera perfetta la sua auto.

-Leggiadra fanciulla le sono infinitamente grato! Mi permetta di scortarla ovunque debba andare, sarò il suo cavaliere finché non la saprò giunta a destinazione!

Questo strano ragazzo, appena abbandonato il suo mezzo, si è diretto da me prendendomi le mani nelle sue e iniziando a decantare lodi e ringraziamenti degni di un cavaliere servente dell’800. Ho quindi la possibilità di vederlo in tutto il suo fascino, non ha solo un sorriso accattivante e due occhi blu mare magnetici,  è anche  alto con un fisico che definirei addirittura sensuale. Non solo il suo corpo ma anche i modi, il suo atteggiamento, lo rendono.. non so provocante, affascinante.

-N.no ti ringrazio, sono già arrivata e poi, tu non eri in ritardo per il lavoro?-
Porta una mano dietro il capo mentre un sorrisetto sghembo, tinto di colpevolezza, si distende sul suo viso perfetto.

-Si, dovrei iniziare il turno alle sette precise, ma non  permetterei mai  che una cosi bella ragazza vaghi sola per queste vie dopo aver protetto il mio posto auto! Posso offrirle qualcosa per sdebitarmi almeno?-

Mi inchioda con quei suoi meravigliosi occhi blu, stregandomi con quella voce calda e melliflua che si insinua nella mia mente, offuscandone le facoltà intellettive. Un cornetto potrei anche accettarlo, infondo, sarebbe davvero scortese non accettare la sua galanteria, e poi sembra un cosi bravo ragazzo..

Sto quasi per accettare la sua offerta quando il mio sguardo ricade sull’ insegna bianco verde con su scritto “centro diagnostico”, posta sull’entrata dell’edificio proprio di lato a noi, ed allora riacquistato il mio buonsenso declinando malvolentieri l’invito.

-Ti ringrazio, ma devo davvero andare, la struttura qui presente mi attende per prelevare qualche provetta del mio preziosissimo sangue.
-Ah ma allora è perfetto! Io lavoro qui, vieni con me, mi occuperò io di te!

Mi afferra per la mano trascinandomi, allegro, all’interno dell’edificio, fino alla "reception" dove svolgo le varie pratiche di pagamento e infine, una gentile infermiera, mi accompagna nella zona prelievi. Un’altra estenuante fila da sopportare, questa volta per subire la mia condanna.. mi sento come una persona condannata al patibolo, scortata con i polsi legati e le catene ai piedi, verso il logo della propria morte.

 Si lo so che sto esagerando, è solo un prelievo. Delle comunissime analisi ma per me è una vera tortura.

Odio il sangue ed ho il terrore degli aghi!

Ricordo che da piccola dovetti fare delle punture, e fu una vera tragedia, sia per me che per i miei genitori, basta sapere che feci in tutto tre punture ma di buchi ce ne furono quattro,e si perché non appena  la siringa toccò il mio delicato e innocente deretano, io mi divincolai così tanto da farla volare via e quindi dovetti ri-sopportare quell’arcaica tortura.

Rabbrividisco al solo pensiero che un ago, profanerà il mio fragile braccio, per insinuarsi in un’ingenua vena e rubarne il rosso contenuto. Inizio cosi a guardarmi smarrita intorno, alla ricerca del mio presunto accompagnatore e protettore, non lo scorgo da nessuna parte, ma in compenso osservo la gente che, come me, attende il proprio turno.

Ci sono una paio di persone di mezza età pazientemente sedute  su quelle scomode sedie color panna attaccate al muro che conversano tra loro di malattie mortali, di acciacchi e reumatismi dovuti all’età avanzata; ovviamente si confidano tutte le sintomatologie che affliggono le loro giornate e si scambiano consigli su come contrastare l’avanzare della vecchiaia. Altri, invece, parlano di figli e nipoti, delle loro vite, e della loro gioventù passata cosi diversa dalla nuova generazione.

 C’è anche una giovane coppia appoggiata alla parete che bisbiglia in disparte da tutti, la ragazza è molto carina, mora e dai tratti delicati e giovani, è abbracciata al ragazzo che ricambia delicato il gesto accarezzandole dolcemente il braccio, a quanto pare tenta di infondere coraggio alla  fidanzata terrorizzata come me dalla barbarica pratica di prelevamento-sangue.

Infine, ci sono svariati bambini accompagnati dalle proprie madri. Uno singhiozza rumorosamente e col viso rigato dalle lacrime e le mani tremanti , è aggrappato alla gonna della madre e la prega di riportarlo a casa promettendole di fare il bravo e di non ammalarsi più, un altro invece, è seduto silenzioso e col volto chino fissa il pavimento, sembra calmo ma in realtà è terrorizzato, lo si capisce dal frenetico movimento delle sue mani che instancabili si torturano in improponibili accavallamenti e torsioni, un’altra ancora invece sorride allegra muovendo ritmicamente le gambe avanti e indietro come in attesa di un giro su una giostra, sembra quasi impaziente di entrare, come la invidio!!!

-Ayame eccoti qui! Non ti ho fatto aspettare troppo spero.
Mi volto sorridente e sollevata all’idea di avere anche io qualcuno accanto a me, ma ciò che si para davanti ai miei occhi non è semplicemente il ragazzo spigliato di prima vestito con jeans e maglietta, no indossa un camice bianco!!

-Hei mi sembri un po’ tesa, non dirmi che hai paura di un piccolo aghetto?
 Ha i primi due bottoni aperti a mostrare gli indumenti sottostanti e un sorriso smagliante a illuminare il volto, tuttavia trovo che qual largo camice immacolato elimini  gran parte del suo fascino. Forse sarà la mia innata avversione verso medici e affini a  darmi tale effetto, o forse il fatto che quel fisico scolpito non sia più messo in evidenza; ma adesso questo ragazzo non riesce più ad attirarmi, anzi, quasi mi mette in soggezione.

Soggezione che si trasforma in paura non appena lo sento prendermi per mano e pronunciare quelle poche parole che risuonano per me come una condanna..

-Su non c’è da preoccuparsi è un aghetto sottilissimo.
-I.io veramente non ho paura dell’ago.. ma del fatto che verrà infilato nel mio braccio-

Affermo tentando di assume un tono scherzoso che tuttavia non credo di essere riuscita ad ottenere, infatti, lo vedo sfoggiare due occhioni luccicanti da cucciolo e cingermi nuovamente le mai nelle sue.

-Non temere mia dolce Ayame! Ci penserò io a prelevare il tuo prezioso sangue e ad occuparmi di te! Vieni mia diletta, seguimi e non temere, queste mani non hanno mai ferito una donna, sanno solo compiacerle.

Mentre lo dice, mi stringe a se abbracciandomi alla vita. Sento la sua mano sul mio fianco destro scendere lentamente verso la coscia mentre, interdetta dalla sua intraprendenza e velocità, vengo “accompagnata” verso una delle salette prelievi.

Riesco appena a realizzare la situazione e a tentare una contromossa, che avverto Miroku emettere un gridolino di dolore e il calore della sua mano svanire dal mio corpo.







Fine primo capitolo!!
Allora che ve ne è sembrato??
Vi aspettavate che il ragazzo della macchina fosse Koga vero? E invece no, era il nostro Miroku! Ma tranquilli c’è Sango a tenerlo a bada e nel prossimo capitolo il nostro hentay non avrà vita facile…

Parliamo ora del perché di questa Storia.. doveva essere una semplice shot ma la mia testolina aveva ben altro in mente così è venuta fuori una ff di 4 capitoli. Che dire è un piccolo palliativo per mantenermi presente durante il periodo di stasi che ci sarà in “La mia cura”. Purtroppo per mancanza di tempo e la dovuta ispirazione non potrò scrivere fino a inizio agosto cosi ho tirato fuori questa storia scritta secoli fa dandole una correzione e un finale perciò tranquilli è ultimata e non ci saranno ritardi avrete un capitolo ogni 2 o 3 giorni al massimo. Vuole essere una semplice storia, leggera, poco impegnativa ma divertente, spero di strapparvi un sorriso insomma : )

Piccolo angolino delle curiosità, in questa ff ci saranno di tanto in tanto piccoli aneddoti autobiografici vedi storia delle 3 punture con 4 buchi.. è successo quando avevo all’incirca 5 anni :P ma a differenza della nostra protagonista non ho mai avuto paura di fare le analisi, tranne la prima volta.. il motivo lo scoprirete in uno dei prossimi capitoli.. diciamo che ad ogni aggiornamento vi parlerò anche un po’ di me se vi interessa :P

Ed ora, visto che so che molti lettori li amano, ecco lo spoiler sul prossimo capitolo:

“Una signora si è unita a noi, chiamando a gran voce, a quanto pare, il mio accompagnatore, facendolo nuovamente sbiancare e questa volta, il motivo mi è più che palese. Si tratta di una donna intorno agli ottant’ anni, indossa una veste lunga a fiori con le maniche  a giro e una scollatura troppo audace per la sua età, la pelle delle braccia, non più soda, traballa ad ogni suo movimento rendendo le numerose smagliature quasi vive.

Il viso è smunto e segnato dal tempo, i capelli canuti  sono tenuti fermi  da uno strano fermaglio a forma di ossa in una specie di coda bassa e al suo sorriso mancano all’appello un paio di incisivi sia superiori che inferiori; ma, cosa più inquietante, i suoi grandi occhi neri come la notte circondati da una fitta rete di rughe, divorano con lussuria la figura terrorizzata di Miroku, il quale,  avrà l’onore di doverle praticare una rettoscopia.”


Questa storia è dedicata a tutti i lettori e commentatori de “La mia cura” nella speranza che aspettino una scrittrice assillata dagli esami, e ovviamente a tutti gli amanti di questa favolosa coppia.


Invito tutti gli incauti lettori incappati in questa pagina di lasciare un segno del loro passaggio, perché come sempre critiche e commenti sono ben accetti, ovviamente ogni errore segnalato sarà prontamente corretto.

Che altro dire, spero che questa storia vi piaccia e vi diverta almeno un po’ .
Un bacione a tutti Mikamey


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Capitolo 2
*** Strani incontri ***


strani incontri






Mi volto istintivamente dietro di me riconoscendo  l’infermiera di prima, non ha più quell‘espressione cordiale dipinta sul volto, bensì uno sguardo  minaccioso ed esasperato.

Osservo, per la prima volta, gli occhi del mio interlocutore carichi di terrore e un qualcosa che non riesco a definire; ma che credo serva a tentare di addolcire la ragazza. Non ho la più pallida idea di come faccia Miroku, ma anche in questa situazione ha un non so che di.. affascinante anzi no, ammaliante è il termine più corretto, quasi io stessa ne vengo attratta pur non essendo il suo “obbiettivo”; ma la ragazza, non sembra avvertire più di tanto il “potere” del suo collega.

-Sanguccia tesoro, lascia il mio orecchio finirai per staccarmelo e poi non è come sembra, stavo solo accompagnando questa gentile ragazza a fare il prelievo. Non ha molta simpatia per  gli aghi e sai benissimo che le mie mani di fata sono le più adatte per questi casi.

Il suo sorriso sghembo ricompare ammiccante sulle labbra non appena conclude le sue spiegazioni, tuttavia, continua a non distogliere lo sguardo dalla ragazza che abbia ancora “paura”?

-Non chiamarmi Sanguccia, il mio nome è Sango, e comunque, le tue mani di fata sono state richieste altrove. Sai benissimo che oggi il tuo turno prevede i controlli al reparto gastrointestinale, e la signora Urasue ha chiesto personalmente di te. A quanto pare, le tue mani hanno la giusta dose di delicatezza che occorrono alla nostra paziente per la sua rettoscopia; ma non ti preoccupare per la tua amica, la porterò da Koga per il prelievo, sono sicura che si troverà benissimo con lui in fondo la vostra fama si eguaglia.

Osservo il volto di Miroku diventare improvvisamente pallido non appena Sango pronuncia il nome della fatidica signora o signorina che sia, ma la curiosità sul perché, svanisce rapidamente non appena realizzo che il momento in cui quel lungo sottile e appuntito ago penetrerà la mia indifesa pelle, si avvicina;  e poi, cosa avrà mai voluto dire che la fama di Miroku è paragonabile a  quella di Koga? Chi è questo Koga??sarà mica un altro MR Seduzione dalle mani lunghe? Ora sono io a sentirmi mancare e ad avvertire vertigini. Maledetti aghi, dottori e analisi!

-Signor Airashii, signor  Airashii buon giorno!per fortuna la signorina Hirai è riuscita a trovarla, devo fare un controllo molto delicato e voglio che sia lei a farmelo, non mi fido di nessun altro!

Una signora si è unita a noi chiamando a gran voce, a quanto pare, il mio accompagnatore facendolo nuovamente sbiancare e questa volta il motivo mi è più che palese. Si tratta di una donna intorno agli ottant’ anni, indossa una veste lunga a fiori con le maniche  a giro e una scollatura troppo audace per la sua età, la pelle delle braccia, non più soda, traballa ad ogni suo movimento rendendo le numerose smagliature quasi vive.

Il viso è smunto e segnato dal tempo, i capelli canuti  sono tenuti fermi  da uno strano fermaglio a forma di ossa in uno specie di coda bassa e al suo sorriso mancano all’appello un paio di incisivi sia superiori che inferiori, ma cosa più inquietante, i suoi grandi occhi neri come la notte circondati da una fitta rete di rughe, divorano con lussuria la figura terrorizzata di Miroku, il quale,  avrà l’onore di doverle praticare una rettoscopia.

-S-signora Urasue, che.. piacere rivederla, è la terza volta in questa settimana, non vorrà viziarci spero.

Come sempre la “cordialità” di Miroku è molto ossequiosa, benché il su tono tremulo e velatamente irritato tradisca il suo disappunto. Sentimento che l’anziana signora non sembra avvertire.
-Assolutamente no giovanotto, sono una donna anziana e gli anni iniziano a farsi sentire.. avverto il bisogno di una maggiore cura di me e  poi, ho degli strani sintomi che..

La donna continua a parlare mentre con disinvoltura ha afferrato Miroku per un braccio trascinandolo lontano da noi, con una determinazione e forza, che non è certo tipica dei suoi coetanei. Miroku sembra volersi ribellare ma la presa salda della signora non accenna a lasciargli scampo. Si avverte distintamente la voce del ragazzo che tenta di svignarsela con delle scuse ma Sango pone fine ai suoi tentativi “tranquillizzandolo” che penserà lei a me.

Posso distinguere perfettamente un sorriso di soddisfazione velato di un leggero sadismo sul volto della ragazza, quando osserva, compiaciuta, il suo collega allontanarsi in compagnia dell’arzilla vecchietta.

-Cosi impari ad essere un maniaco impenitente!-
Mormora appena questa frase, ma sono riuscita a carpirla interamente, e sembra  essersene accorta anche Sango che, imbarazzata, inizia ad assumere un colorito vermiglio sul volto mantenendo comunque un atteggiamento convinto e deciso, tipico di chi è certo delle proprie azioni.

- Sai la fama di Miroku è vera, ha davvero “le mani di fata” come tutti dicono, ed è anche molto preciso ed attento nel lavoro, credimi è uno dei migliori dell’istituto,ma come avrai notato ha delle piccole.. come dire… distrazioni. Insomma, è un donnaiolo incallito, che fra l’altro, riscuote parecchio successo tra la clientela femminile, lo avrai notato anche tu, i suoi modi, il suo corpo sono come.. magnetici, capaci di stregarti. Purtroppo per lui, questo suo fascino attrae anche parecchie donne anziane, solitamente sono delle dolci vecchiette che lo trattano come un nipote da viziare. Non hai idea di quanti biscotti, sciarpe e maglioni riceva durante l’anno, e lui ama assecondarle e ricambiare le loro attenzioni. In un certo senso Miroku ama davvero tutte le donne,dalle bambine impaurite dagli uomini in camice, fino alle nonnine acciaccate dagli anni; ma la signora Urasue è il suo terrore, quella donna è unica, si è sposata sette volte, chissà magari vede in Miroku il suo prossimo marito!

Una sonora risata fuoriesce dalle labbra dell’infermiera, mentre un’espressione di stupore si impossessa delle mie.
-Sette volte?? –
Ripeto allibita più per convincere me stessa che per avere una vera a propria risposta.

-Esatto sette,e tutti i suoi sette mariti ,a quanto pare, sono deceduti per la troppa bramosia della moglie; ma a detta della donna, si sono spenti tutti col sorriso sulle labbra e l’appagamento dipinto sul volto…

Ascolto sempre più allibita le parole di Sango, tentando di capire se ciò che mi ha detto si tratta della realtà o di una storiella per prendermi in giro. Tuttavia, non trovo indizi sul suo volto e tono che mi spingano a screditare le sue parole e, sempre più interdetta, cerco di scacciare dalla mia mente l’immagine della vecchietta in lacrime per aver perso un marito, ma felice per averlo fatto morire di piacere durante l’estasi della loro intimità.

Senza neanche rendermene conto, tra la chiacchierata con Sango e i miei voli pindarici, siamo arrivate di fronte una porta bianca sulla cui parte superiore, fa bella mostra di se la targhetta con su scritto “prelievi sala 5”.

Ora più che mai la paura delle analisi inizia ad impossessarsi di me, in questo istituto sono riuscita  a incontrare un ammaliante e giovane maniaco, una sadica e vendicatrice infermiera dalla doppia personalità ed una nonnetta ninfomane ancora piena di vitalità, senza contare che tra poco mi troverò faccia a faccia con questo famigerato Koga, che solo i kami sanno quale assurda caratteristica lo contraddistingue.

-La porta è chiusa quindi al momento sta già facendo un prelievo, ma tranquilla, farà in fretta è molto bravo, te l’ho detto la sua fama è pari a quella di Miroku.

Afferma la cosa con voce decisa, sincera, quasi mi tranquillizzerebbe se non fosse che la fama di cui parla si riferisca a capacità che esulano da quelle che mi occorrono al momento.

 HO PAURA!
Afferro involontariamente la manica del camice di Sango guardandola con gli occhi colmi di lacrime, mi sento davvero una bambina in questo momento, anche se definirmi tale sminuirebbe il coraggio fanciullesco, infatti, è appena arrivato un ragazzino dai capelli rossi, qui di lato a noi, che saltella allegro con un sorriso a trentadue denti sul volto. In poche parole l’opposto di me che invece ho una fifa incredibile.

-Ciao Shippo, sei venuto per il solito controllo mensile?
-Si si, esatto! C’è Lui dentro?

Ecco, la mia autostima ora non è più sotto le scarpe, ha letteralmente scavato una fossa sotto di esse per nascondersi ancora di più. Non solo questo bambino è più tranquillo di me ma sembra perfino entusiasta all’idea di fare il prelievo!

Osservo Sango sorridergli dolcemente per poi informarlo che a fargli il prelievo sarà Koga Yoro. Gli occhi del piccolo sembrano illuminarsi a quel nome e sempre più euforico comincia a saltellare sul posto strillando che è stata una vera fortuna, perché Koga, è il suo preferito.

Sango continua a sorridere accondiscendente mentre la porta bianca, lentamente, si apre.
Come nelle scene dei film horror più classici, nella mia mente si materializza un sottofondo cupo e intrigante, preludio della comparsa del famigerato psicopatico-assassino-maniaco; ma per l’ennesima volta in questa dannatissima mattina, vengo sorpresa ancora una volta. Un ragazzo alto e longilineo con gli occhi languidi esce sorridente dalla stanzetta salutando ammiccante la persona rimasta all’interno.

-Hai davvero le mani d’oro Koga non ho sentito niente, ma tesoro, sai che vorrei che quelle mani facessero altro su di me-

Avverto la risata soffocata di Sango e una voce profonda rispondere poco cordialmente all’invito appena ricevuto

-Jakotsu è inutile fare ogni volta la stessa richiesta sai benissimo che abbiamo gusti diversi, io amo le donne e posso compiacere solo loro mi spiace.
-Certo cherì, ma la speranza è l’ultima a morire. Sei un bel ragazzo, single, medico… sarebbe da sciocchi non tentare la sorte con te! Comunque vedo che hai altri pazienti, ti lascio al tuo lavoro e se mai dovessi cambiare idea.. il mio numero ce l’hai…

Un’altra occhiata languida e il ragazzo si allontana, non prima di aver salutato calorosamente anche Sango, domandandole dove si trovassero Miroku e Inuyasha.
Osservo sempre più agitata il ragazzo, convincendomi maggiormente ad ogni istante che passa, che in questa clinica non ci sia nessuno mentalmente normale. Riformulo velocemente la lista precedentemente fatta degli incontri avvenuti questa mattina aggiungendovi i nuovi elementi; dunque, ci sono medici maniaci, infermiere sadiche, nonnette troppo sveglie, ragazzi alla ricerca di nuove esperienze, bambini dalla personalità inversa e.. boh non oso pensare al resto, già il fatto che qui lavori il fidanzato di Kagome avrebbe dovuto mettermi in guardia..

-Hei addirittura la fila. Ciao marmocchio, allora, chi è il primo a passare sotto le mie mani??









Ed ecco il secondo capitolo che ve ne pare?  Nuovi incontri, nuovi personaggi. La presenza di Jakotsu non era prevista nella stesura iniziale della storia ma poi la sua figura si è insinuata in perfetta sintonia con la trama, con una naturalezza unica! Che dire… nella mia testolina lui è il nipote della direttrice nonché amico d’infanzia del nostro Koga e questa è una cosa rilevante perché il bel medico,come Miroku, ha un determinato target di pazienti preferito.. ovviamente diverso dal collega, e Jakotsu è solo un’eccezione…ma sarà l’unica? :P

Ed ora arriviamo al cognome di Miroku letteralmente significa affascinante, avvenente. Ho voluto rendere il nostro maniaco una specie di calamita per il sesso opposto, se qualcuno ha mai letto o sentito parlare del manga Gakuen Alice- Alice Academy sarebbe un po’ come Narumi i cui feromoni attirano le persone ovviamente in lui non c’è nulla di magico è solo una predisposizione.. non so se mi sono spiegata.. ma non vi è mai capitato di incontrare qualcuno di così carismatico da non riuscire a togliergli gli occhi di dosso? Bè lui è quel tipo di persona…

Passiamo ora alla signora Urasue.. un personaggio del manga praticamente inesistente nelle ff e non ho idea di come mi sia venuto in mente di introdurla in questa storia, ma come per Jakotsu è stata la mia testa  a decidere e le mie mani ad agire spero che il suo personaggio vi abbia strappato un sorriso se non altro per il suo “rapporto” con Miroku

 Adesso è il momento degli spoiler!

“Un giovane alto, dai capelli nerissimi e gli occhi di un turchese intenso, si affaccia alla porta, osservandoci, per poi chinarsi davanti al bambino e scompigliarli la folta capigliatura rossiccia.
-Prima c’è la signora e poi io!

Ancora quel maledetto sorriso stampato sul viso e un’assurda impazienza di farsi perforare un braccio, trasudano sinceramente da ogni poro di quello strano ragazzino.
Sembra quasi deluso di dover aspettare me; ma dico io, i bambini di oggi si spaventano solo di perdersi l’ultima uscita di un manga o videogame?? Dove sono finite le vecchie e sane paure di un tempo? Come le punture o i mostri dell’armadio, sotto il letto e via dicendo?”

Infine.. di autobiografico in questo capitolo non c’è nulla mi pare, purtroppo tutte le volte che ho fatto le analisi io, non mi è mai capitato un medico giovane! MAI! Cioè proprio sfortuna :P

Ed ora passiamo ai ringraziamenti

Dance of death prima di tutto volgio dirti che sono onorata di aver ricevuto una tua recensione, ultimamente  ho avuto modo di leggere alcuni tuoi lavori e ammetto con piacere che mi sono piaciuti tutti! : ) ora passiamo ai ringraziamenti veri e propri! Sono felicissima che la storia ti piaccia e che l’ironia con la quale ho voluto caratterizzarla sia tangibile, che dire, so che la paura degli aghi è molto comune e proprio durante uno dei miei ultimi controlli è nata lì’idea di questa storia :P spero continuerai a seguirla e vedrai.. anche Koga ha i suoi segretucci ma si scopriranno più in la.. grazie ancora x il commento baci

LilyProngs ciaoooooooooo  che gioia veder un tuo commento! Bada che tu non mi stancherai mai piuttosto avverrà il contrario! Sai che con quelle parole hai segnato la tua condanna? Perché io le prendo per vere dovrai seguirmi! :P  cmq grazie infinite per il commento e i complimenti, spero che questa storia riesca a strapparti qualche sorriso un bacione immensooooooooo a presto

Grazie anche ha chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite e ovviamente anche a coloro che hanno solo letto un bacione a tutti
Mikamey

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Capitolo 3
*** Colpo di fulmine ***


3 colpo di fulmine


Un giovane alto dai capelli nerissimi e gli occhi di un turchese intenso, si affaccia alla porta osservandoci, per poi chinarsi davanti al bambino, e scompigliarli la folta capigliatura rossiccia.
-Prima c’è la signora e poi io!

Ancora quel maledetto sorriso stampato sul viso e un’assurda impazienza di farsi perforare un braccio, trasudano sinceramente da ogni poro di quello strano ragazzino.
Sembra quasi deluso di dover aspettare me; ma dico io, i bambini di oggi si spaventano solo di perdersi l’ultima uscita di un manga o videogame?? Dove sono finite le vecchie e sane paure di un tempo? Come le punture o i mostri dell’armadio, sotto il letto e via dicendo?

-Ah, una dolce fanciulla, dopo Jakotsu mi ci voleva proprio una bella ragazza per riprendermi.-
Rivolge la sua attenzione su di me, rubandomi mente e anima con la sua voce e i suoi occhi. Ora che lo posso osservare meglio non è per niente male, anzi, direi che si possa definire un uomo affascinante, ma non come Miroku; si tratta di un fascino diverso più..maturo, sembra più.. non so, virile.

La sua voce suadente, il suo sguardo accattivante non hanno niente a che vedere con la malizia sfacciata del collega. Come ha potuto Sango paragonare questo uomo a quel maniaco?

Avverto parlare qualcuno, Sango.. o forse il bambino non saprei dire, non capisco nulla di quello stanno dicendo, ma non importa, la cosa essenziale è che lui continui a tenere il suo sguardo su di me così come io non riesco a distogliere il mio da lui.

Ora so che esiste il colpo di fulmine, perché sono stata appena folgorata.

Sento strattonarmi ad una gamba e, mio malgrado, devo distogliere l’attenzione dall’oggetto dei miei pensieri; è quello strano bambino a chiamarmi e mossa da chissà quale gentilezza mi chino per sentire cosa  vuole da me.

-Ei signora, posso entrare io per primo? Per favooooreee!!!
Sbatto qualche istante le palpebre cercando di concentrarmi sulle sue parole. Vuole entrare per primo e fin qui ok ma.. mi ha chiamata signora! Signora!!Per la seconda volta per giunta.

Mi sforzo di distendere le mie labbra in un sorriso che celi i miei pensieri di vendetta, cercando di mantenere la mia attenzione sulla parte positiva della situazione. Ancora una volta, il momento della tortura è stato provvidenzialmente allontanato.
-Ma certo piccolo, vai pure tu per primo.

Le sue urla di esaltazione e gioia mi danno il voltastomaco, facendomi sentire sempre più una sciocca. Possibile che perfino un bambino di sei anni sia più coraggioso di me?
Lo osservo entrare all’interno della stanzetta insieme a Koga, dopo che questi mi ha rivolto un sorriso di accondiscendenza e ringraziamento. Sembra proprio un bravo ragazzo non c’è che dire, peccato per il suo lavoro… ma non poteva essere, che so, un impiegato?

Ancora sognante, guardo la porta bianca chiudersi per poi sentire la voce di Sango nuovamente accanto a me. Stava accompagnando Jakotsu dai suoi “amici” ma, stranamente, è ritornata sui suoi passi lasciando l’altro ragazzo leggermente indispettito, ad aspettarlo.

-Senti, non preoccuparti Koga è bravissimo, io devo andare ora ma tranquilla, fare un prelievo del sangue non è la fine del mondo e poi Koga è bravissimo no per niente è il preferito dai bambini. È un tipo a cui piace scherzare, sa mettere tutti a proprio agio; per te che hai paura di fare il prelievo è la persona più adatta, vedrai che ti divertirai e poi.. sembra che tu gli piaccia.

Dopo aver pronunciato queste parole, mi fa l’occhiolino e si allontana ridendo da me, letteralmente rapita da ciò che ha detto. Sembra che io gli piaccio… ma cosa vuol dire che è un tipo a cui piace scherzare?

Invasa da un leggero nervosismo, osservo sola e silenziosa la porta di fronte a me. Un misto di impazienza e rassegnazione mi avvolge completamente, finché, non avverto per l’ennesima volta, la risata cristallina del bambino provenire dall’interno della stanza proprio un attimo prima che la porta si apra, lasciandolo uscire con un vistoso cerotto dei Loony Tons in cui Will il coyote insegue Beep Beep sul braccio, e un’enorme lecca-lecca in mano.

Tutto sorridente saluta Koga ringraziandolo per la leccornia e raccomandandogli l’appuntamento per il prossimo controllo, per poi saltellare via verso la sala d’aspetto. Ora che ci penso, non ha nemmeno voluto la presenza di uno dei genitori con lui, deve essere davvero abituato a questi controlli.. eppure sembra un bambino sanissimo. Oh Kami, sto diventando paranoica.

-Hei? Mi senti?
Mi volto in direzione della voce, per incrociare due iridi turchesi che mi scrutano curiose e divertite allo stesso tempo. Mi stava parlando, mi stava parlando e io non ho nemmeno sentito cosa stesse dicendo. Stupido marmocchio, anche non facendo nulla riesce sempre a far danni.
-S-scusa ero sovrappensiero.. è cosi strano vedere i bambini cosi spensierati e impazienti di fare le analisi, di solito sono spaventati o piangono; ma quel bambino, sembrava stesse al luna Park invece che in una clinica.

Sorrido imbarazzata tentando di mascherare il mio disagio, cosa che purtroppo, non credo di essere riuscita a fare. Koga mi prende delicatamente per il braccio invitandomi ad entrare nella saletta, con una naturalezza alla quale non riesco ad opporre resistenza, benché la sensazione di “pericolo” sia ancora presente in me.

-Già è un bambino molto coraggioso, e ormai è abituato a questo genere di controlli. Sa che non proverà dolore e che, a lavoro ultimato, ci sarà un regalo ad attenderlo.

Un sorriso ancora più ampio si distende sulle sue labbra, scoprendo quella fila di denti bianchi e perfetti che incantano quasi quanto il suo sguardo. Senza rendermene conto, sono già seduta su una specie di poltrona semi incrinata provvista di braccioli ricoperta da un telo di carta usa e getta.

Inizio a guardarmi intorno, si tratta di una saletta semplice, asettica all’apparenza, ma intrisa di.. di un’atmosfera, a mio avviso, poco tranquillizzante. Uno sgabello tondo ricoperto da un cuscino nero  giace accanto a me, un mobile di plastica verdognola con una serie di cassetti è posto sul muro  davanti l’entrata, alla mia destra c’è una specie di scrivania con una serie di provette, tutte ordinatamente riposte l’una accanto all’altra con l’etichetta posta in avanti, e tutte ovviamente piene di sangue.

Resto per qualche secondo imbambolata da osservarle, sembra quasi che il sangue abbia sfumature diverse per ogni persona, qualcuno tende ad un rubino cupo , altre ad un rosso scarlatto, altre ancora ad un vermiglio acceso.

Inizio a sentire la nausea infastidirmi e, repentina, distolgo il mio sguardo da quel porta provette osservando invece quello posto di lato, proprio accanto al disinfettante e al cotone, ormai semivuoto, nel quale sono riposte le fialette ancora inutilizzate. Rabbrividisco al pensiero che alcune di quelle, verranno colmate col mio sangue.

 Dirigo ancora una volta il mio sguardo altrove, incrociando purtroppo, il cesto della spazzatura.
Al suo interno ci sono una quantità rilevante di siringhe striate di rosso, batuffoli di cotone e.. sangue, una innumerevole quantità di goccioline di sangue che tingono di una macabra fantasia la plastica azzurra del cestino.

-Il tuo nome?
-Cosa? Il… nome?
-Certo il nome, per le etichette, o se preferisci scriverò sopra “della graziosa signorina delle… 8 e 45.”-

Sorride sinceramente, divertito, senza tinte di strafottenza né di arroganza nella voce, mentre finge di osservare assorto l’orologio al polso destro, ed io, sempre più imbarazzata e nervosa, rispondo tentando di apparire calma e rilassata, cosa ovviamente impossibile in questo momento; ma si sa, a volte illudersi di riuscire in qualcosa di impossibile aiuta.

-Sarebbe un problema chissà quante ragazze incontri! Il Mio nome è Ayame, Ayame Kurata.
-Ayame Kurata allora, comunque, non mi sarei confuso, credimi mi ricorderei sicuramente di te.

Afferma sincero e sorridente imprigionandomi col solo sguardo, sincero e disarmante, per poi scrivere con una grafia perfetta e leggibile il mio nome su una serie di targhette adesive ed incollarle in altrettante provette.

 Si avvicina alla cassettiera verdastra, aprendone un cassetto ed estraendone la famigerata siringa, perfettamente sigillata nella sua bustina di plastica sadicamente trasparente. Osservo terrorizzata quell’affare che, una volta provvisto di ago, perforerà la mia pelle per estrarne il mio sangue.

Un sonoro “strap” e l’arma è ormai priva di sicura, viene caricata di lancia e infine il mio affascinante carnefice si avvicina a me.
-Benissimo.. allora, distendi il braccio..
 
Ecco il laccio emostatico legato al mio indifeso arto, per aiutare quell’arma impropria a centrare un’innocua vena da bucare. Kami, sento il cuore tentare di scappare dal petto e io stessa non capisco come le mie gambe non si stiano già adoperando a lasciare questa stanza delle torture, in fondo, sono ancora in tempo per scappare.

-Bene, ora apri e chiudi il pugno…
Ascolto la voce di Koga darmi istruzioni ma non le eseguo, sono come paralizzata dalla vista di quello stupido affare di plastica e acciaio perfora – vene. Mi sforzo di riacquistare la calma facendo dei respiri profondi e poi, incerta, inizio a stringere la mano a pugno, a intervalli, proprio come prima mi aveva chiesto Koga; ma lui non sembra più concentrato sul mio braccio, ora, mi osserva sorpreso e vagamente divertito.

-Ayame non avrai mica paura? È solo un prelievo, tranquilla non ti farò male.
Ha usato un tono dolce, accondiscendente, ma velatamente divertito ne sono sicura, e la cosa, mi crea qualche fastidio. Non voglio che il mio futuro ragazzo mi creda una fifona!

-N-no,cioè..si! ho il terrore degli aghi e il sangue mi da la nausea! È stupido e infantile lo so, ma è più forte di me.
Mi sfogo senza ritegno mandando al diavolo tutti i miei tentativi di sembrare una donna sicura e decisa, sento perfino gli occhi pizzicare ma piangere è assolutamente escluso. Questo non posso proprio farlo, non davanti a lui almeno.

-Hei hei tranquilla, non ti farò male e per il sangue.. basta non guardare, avanti non ho mai fatto piangere nemmeno un bambino non vorrai rovinarmi l’immagine!
-Non sto piangendo..

Ecco il mio tono da bambina arrabbiata, quello che fa comparire sul mio volto quel tipico broncio fanciullesco di chi non ha avuto il giocattolo che voleva, o che non può guardare i cartoni perché ci sono i compiti da fare.

Lui sorride divertito da questo mio comportamento e, con delicatezza, prende il mio braccio iniziando ad accarezzarlo alla ricerca della vena da sacrificare. Non posso evitare di carpire e godermi ogni singolo tocco che quella mano grande e calda riesca a fare, pur essendo consapevole dello scopo che ha quel gesto. Individuata la preda distoglie l’attenzione dal mio braccio per farmi un grande sorriso e dopo aver imbevuto un batuffolo di cotone nel disinfettante  inizia  a sfregarlo delicatamente sulla parte interessata

-Preparati, il momento fatidico è ormai giunto!-









Ed ecco il terzo e penultimo capitolo… come vi è sembrato l’incontro tra Koga e Ayame??? Soprattutto cosa ne pensate di Koga??? Sono curiosissima di leggere i vostri paperi!!personalmente ho tentato di dargli una tinta da seduttore ma diversa da quella di Miroku, come sappiamo, anche nel manga, lui è un tipo molto.. plateale e romantico ma solo verso UNA donna.. la verità è che c’è un perché nei suoi comportamenti.. ma tutto verrà svelato nel prossimo capitolo..

Alluuura che dire di questo capitolo?... la descrizione della saletta prelievi è frutto della mia memoria! Io non ho paura delle analisi come Ayame tuttavia non sopporto la vista del sangue! E l’idea di vederlo fluire dentro la siringa mi da alla nausea. Infatti, io osservo tutto, ma proprio tutto ciò che mi circonda, movenze del medico comprese, fino a quando non so che inizierà col prelievo, a quel punto mi volto di lato e aspetto paziente che finisca osservando un punto fisso di fronte a me. Quindi lo sgabello nero, il mobiletto verde sbiadito di plastica a cassetti, i porta provette e il cesto dell’immondizia sono tutte cose che osservo ogni volta che vado a fare le analisi e le mie reazioni sono più o meno quelle di Ayame per quanto riguarda il sangue. Soprattutto quelle goccioline sulla plastica del cestino porta rifiuti mi sono insopportabili! A mio avviso dovrebbero essere più attenti a questo genere di cose..

Ad ogni modo.. passiamo agli spoiler : )

“-Ayame? Ayame riprenditi, mi senti? hei forza non è nulla.
Riapro gli occhi per incontrare quelli turchesi e preoccupati di Koga, devo essere svenuta, il suo scherzetto e la vista del sangue sono stati troppo per me.

Mi accorgo che la poltrona è stata completamente distesa, facendo sì che assumesse una posizione completamente orizzontale.

Mi guardo intorno ancora scombussolata, e l’unica parola che riesco a pronunciare è “Sangue”, tentando di trovare con lo sguardo il braccio interessato. Noto immediatamente che a chiudere la ferita c’è un colorato cerottino rosa ma non riesco a identificare le figure disegnate sopra, forse appartengo a qualche altro anime, o forse, sono solo disegni di fantasia non so.”

Chissà che scherzetto le ha fatto Koga… se qualcuno vuole esporre qualche teoria, è liberissimo di farlo : )


 Ed ora… Ringrazionamentiiiii

Dance of death ciau!!!! Che piacere rivederti! Sono felice che la ff sia Assurda perché era proprio quello che volevo! “La mia cura” è una ff “seria” e volevo un po’ di leggerezza adesso :P che dire, sono onorata che tu stia seguendo un altro dei miei lavori e spero che continuerai a seguire anche questo J allora come ti è sembrato Koga?? Ti è piaciuto? Il prossimo capitolo come sai è l’ultimo e verranno alla luce nuove cose su di lui.. un bacioneeeee

LilyProngs wow quanti complimenti!!! Ti ringrazio infinitamente! Sono felice che la storia sia divertente era proprio quello che volevo affrontare una paura comune con ironia senza però sminuirla!! Nella stesura del prossimo capitolo mi sono ispirata ad una mia esperienza ma ti posso anticipare che no si tratta dello svenimento :P ad ogni modo spero che ance questo capitolo sia risultato piacevole un bacione immensoooooo tvb

Ed ora un appello a voi lettori.. lasciate un segno del vostro passaggio.. please.
Anche le critiche sono ben accette perché mi aiutano a migliorare e a venire incontro ai vostri gusti
Ringrazio comunque tutti quelli che mi seguono in silenzio : )
Un abbraccio
Mikamey


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Capitolo 4
*** Non tutti i mali vengon per nuocere ***


4 non tutti i mali vengon per nuocere



-Preparati, il momento fatidico è ormai giunto!-
Declama con voce solenne per poi scoppiare in una fragorosa risata, mentre io, mi volto di lato indignata per il modo in cui ci stiamo comportando. Lui che mi tratta da bambina, e io che mi comporto da bambina. Per la miseria, ho ventidue anni,  un po’ di serietà dovrò pur averla da qualche parte.

-Ecco brava, così… e se sarai buona poi darò anche a te un bel regalo, che gusto preferisci? Ci sono  panna e fragola, melone, limone..

Inizia a elencare i vari tipi di gusti, forse per distrarmi, forse perché gli piace giocare con me ma cosa più importante, sento l’ago pungere la mia pelle. Ecco, lo sapevo, questo è l’inizio ora sentirò quell’arnese penetrare sempre più in profondità è il sangue venire risucchiato all’interno della siringa. Si, lo so, farà male; ma se un bambino riesce a sopportare tutto questo, posso farlo anche io no? Si, finirà tutto presto, infondo fino ad ora non mi ha fatto male e presto finirà tutto.

Finalmente libera il mio braccio dalla stretta morsa del laccio emostatico ma io mi allarmo per questo suo gesto perché non inizia col prelievo? E perché ora preme il suo pollice sul mio braccio?
Ancora incapace di voltarmi gli chiedo il perché del suo gesto e lui, dopo un attimo di silenzio, esordisce con un “stai calma”.

-Tranquilla a volte capita ,so cosa fare basta che tu non ti muova.-
Oh kami, che diavolo vuol dire che sa cosa fare ma che non devo muovermi? Che è successo??

Sento la testa girare vorticosamente e il freddo spandersi velocemente per tutto il mio corpo, avverto perfino gelide goccioline di sudore trasudare dolorose dalla mia pelle.
-P-perché non devo muovermi che è successo?
Balbetto come una bambinetta nella casa degli orrori e, pronta al peggio, attendo terrorizzata il suo verdetto

-L’ago, l’ago si è staccato e ora è nel tuo braccio, ma tranquilla, lo sto tenendo fermo, ora facciano un taglietto e lo estraiamo ok?
-COSA?????

Mi volto di scatto per constatare il danno, immaginando già il momento del taglio e la futura cicatrice sul mio braccio, imprecando in tutte e cinque le lingue che conosco contro la mia immancabile sfortuna; ma voltandomi, invece di vedere un braccio malridotto, osservo volto divertito di Koga con la siringa ancora piena di sangue in mano.

Una sonora risate invade tutta la stanza, ma ovviamente non sono io a ridere bensì Koga che, ormai incapace di trattenersi, lascia libero sfogo alle risa e lacrime di divertimento.

- Ci hai creduto!! Scusami, ma sai la tentazione era troppa, eri cosi dolce tutta impaurita che non ho potuto fare a meno di farti un piccolo scherzetto! Non ti sei nemmeno resa conto che avevo finito di farti il prelievo, eri girata, immobile, e quando ho estratto l’ago è tolto il laccio invece di tirare un sospiro di sollievo ti sei spaventata ulteriormente.
Forza, metti un dito qui sopra e premi forte, io riempio le provette e ti metto il cerotto ok?

Ancora sorridente inizia a svolgere il suo lavoro mentre io, indispettita e ancora tremante, cerco di riprendere il controllo di me. Kami, Sango mi aveva detto che era un tipo a cui piace scherzare, ma non pensavo che mi avrebbe fatta morire di paura in questo modo.

Mi volto involontariamente verso di lui, che preciso, riempie ogni singolo contenitore con estrema cura e attenzione, e vengo rapita da quel liquido scarlatto che dalla siringa viene magistralmente ripartito… ha un colore rubino acceso…
Riporto l’attenzione sul mio braccio osservando il mio dito premuto sul batuffolo di cotone. Lo tolgo lentamente per osservare un piccolo forellino sulla pelle che, lentamente, inizia a colorarsi di rosso.. si, sta uscendo del… sangue… sangue.

Di nuovo il senso di nausea e vertigine si impossessa di me e questa volta non riesco a resistergli, mi abbandono completamente al loro potere e mi perdo nei meandri della confusione che occupa la mia mente.

Dolore, un dolore al viso, qualcuno mi sta schiaffeggiando! Ma non gli bastava avermi quasi fatto prendere un infarto, in questa clinica sono tutti sadici?

-Ayame? Ayame riprenditi, mi senti? hei forza non è nulla.
Riapro gli occhi per incontrare quelli turchesi e preoccupati di Koga, devo essere svenuta, il suo scherzetto e la vista del sangue sono stati troppo per me.

Mi accorgo che la poltrona è stata completamente distesa, facendo sì che assumesse una posizione completamente orizzontale.

Mi guardo intorno ancora scombussolata, e l’unica parola che riesco a pronunciare è “Sangue”, tentando di trovare con lo sguardo il braccio interessato. Noto immediatamente che a chiudere la ferita c’è un colorato cerottino rosa ma non riesco a identificare le figure disegnate sopra, forse appartengo a qualche altro anime, o forse, sono solo disegni di fantasia non so.

Leggermente tranquillizzata, riporto la mia attenzione su Koga che, sorridente, mi accarezza la fronte con una mano mentre con l’altra tiene stretta la mia in una presa decisa ma calda, rassicurante.

-Scusa non pensavo saresti svenuta, sono stato uno sciocco, a me piace scherzare ma questa volta ho davvero esagerato mi spiace.-
Ancora intontita cerco di tranquillizzando spiegandogli che è stata la vista del sangue e farmi svenire e no. il suo scherzetto. Diciamo che è stata una mezza bugia, ma quell’espressione corrucciata proprio non mi piace sul suo volto.

-Te la senti di alzarti? Per scusarmi ti porto a fare colazione, conosco un bar favoloso, per ora però prendi questa, un po’ di acqua e zucchero ti ridarà un po’ di colore.-
Bevo lentamente il dolce liquido perdendomi nel suo sorriso caldo e nei suoi occhi turchesi, stranamente non sono più arrabbiata con lui e non mi interessa nemmeno delle brutte figure fatte, so solo che ora uscirò con lui.

Una volta finita la bevanda mi alzo cautamente dalla sedia e accompagnata da lui abbandono quella stanza testimone della mia assurda esperienza.

Percorriamo lentamente il lungo corridoio fermandoci una sola volta, affinché Koga informasse una cera Signora Kaede, la direttrice, della sua pausa. Arrivati all’uscita incontriamo nuovamente Sango con accanto un Miroku alquanto pallido.

A quanto pare fare quella rettoscopia non deve essere stata una bella esperienza e lei infierisce senza rimorsi sul povero ragazzo già traumatizzato, cosa che fra l’altro fa anche Koga.

 -Hei Miroku sembra che tu abbia visto un fantasma che ti è successo?
-Peggio, peggio, peggio!!! Non riuscirò più a dormire la notte, lo so già, ne sono certo. Sanguccia tesoro dimmi che mi starai accanto per consolarmi, ti pregoo.

Un piccolo pugno arriva sulla testa di Miroku mentre Sango spiega velocemente il suo “incontro ravvicinato” con la signora Urasue.
Koga sembra stranamente poco sorpreso dalla notizia ma parecchio divertito, infatti, scherzoso infierisce sull’amico circa le sue regole di vita.

-Su Miroku, hai detto che ami tutte le donne non mi dire che ora vuoi rinnegare la tua natura di amatore devoto.
- Si le donne le amo tutte, è con le mummie assatanate che ho qualche problema.
Koga sogghigna sempre più divertito per poi andare a recuperare la sua moto senza però smettere di rigirare il coltello nella piaga dell’ormai disperato collega.

Uno scroscio di risate e mi ritrovo a  parlare appartata con Sango la qualche mi da in mano un casco.
-Prendilo, ti servirà, e mi raccomando non fartelo sfuggire. Koga è come Miroku ma invece di amare tutte le donne ne ama una sola, quella persona potresti essere tu. E’ la prima volta che accetta di fare il prelievo a qualcuno che superi i dieci anni di età, escluso ovviamente Jakotsu che altrimenti non farebbe mai i controlli se a farli non fossero o lui o Miroku.
- Ma cosa..

-Hai presente quando hai incontrato Miroku? Ebbene Koga ti aveva già vista passeggiare incerta davanti l’entrata dell’istituto e quando Miroku ti ha preso sotto le sue “cure”… mi ha chiesto di salvare la ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi dalle grinfie “del maniaco”. E’ stato lui a dire alla signora Urasue di chiedere di Miroku per quell’esame, lui voleva conoscerti. Non perdere questa occasione Ayame mi raccomando.

Dopo avermi fatto l’occhilino e lasciato il casco ritorna da un Miroku ancora in lacrime.
Leggermente interdetta ma colma di felicità indosso la protezione e ritorno anche io sul ciglio della strada.
Una volta arrivato Koga prendo posto sulla moto abbracciandolo alla vita e osservando il suo sorriso sì riflesso nello specchietto.
Salutiamo con un gesto della mano Sango e Miroku e con una sgommata partiamo verso questo famoso bar.

Mentre mi stringo maggiormente a lui poggio la mia testa sulle sue spalle ringraziando mentalmente Kagome per avermi convinta a venire a questo istituto, la mia anemia passeggera che mi ha costretta a fare una visita, e il medico per avermi segnato le analisi.

In fondo, non tutti i mali vengono per nuocere!










Siamo giunti alla fineeeeeee. Come avevo detto una piccola storia senza pretese che voleva solo regalare qualche sorriso e affrontare con ironia una “paura” abbastanza comune.. che dire io mi sono divertita a scriverla e  spero di aver allietato anche coloro che l’hanno  seguita e commentata!

Che dire.. lo scherzatto di Koga è nato da una mia esperienza personale, per carità nessun medico lo ha mai fatto, intendiamoci, semplicemente la prima volta che mi furono segnate le analisi mia madre mi disse che non c’era da preoccuparsi che non faceva male che le analisi sono erano diverse dalle punture perché non c’era medicina e quindi non bruciavano, in più una volta finito mi avrebbe comparto un cornetto alla nutella! ovviamente non ero tranquilla ma nemmeno esageratamente spaventata diciamo la giusta inquietudine per la novità, per l’ignoto… ad ogni modo la sera, rimasta sola con mia sorella, ci fu un altro discorso sulle analisi che non parlava di cornetto bensì di aghi. Mi disse che sarei dovuta rimanere immobile perché sennò l’ago si staccava e camminava nella vena e che per toglierlo e non morire dovevano tagliarmi il braccio e estrarlo.. inutile dire il terrore che avevo di fare le analisi!!! Il mattino seguente nella saletta entrarono con me sia mio padre che mia madre perché non ne volevo sapere di andare. Avevo all’incirca 4 o 5 anni ma ricordo ancora il medico.. il camice bianco e la risata che si è fatto a fine prelievo perché anche io come Ayame non mi ero accorta che aveva finito!! E rimanevo seduta col volto girato e il braccio teso in attesa di non si sa cosa :P quando mi ha informata che potevo andare l’ho guardato stupita dicendo “tutto qua? Posso andare?” e alla sua risposta affermativa mi sono volata verso mia madre pretendendo il mio cornetto :P

Ok questa volta lo sproloquio è stato bello lungo quindi passiam ai ringraziamenti! : )

LilyProngs ciau!! Concordo con te oltre i prelievi donerei anche il sangue alla faccia della carenza di ferro se a fare i prelievi fosse uno come koga  o comunque un ragazzo! Io faccio i controlli circa 2 o 3 volte l’anno… ho 21 anni.. e in tutto questo tempo non mi è mai capitato un medico giovane!!! Mai ragazze si ragazzi no : (  che sfiga! Ad ogni modo.. questa è la fine.. che ne pensi del capitolo??? E alla luce dei fatti cosa ne pensi di Koga????? Non è ancora più adorabile’ :P kiss

lua82 ciao cara è un piacere vederti anche qui e… si io sono un’amante incallita di Rin e Sesshomaru come ben sai ma anche questa coppia mi piace, è poco sfruttata quindi .. non so.. spesso mi ispira :P sono onorata di aver attirato la tua attenzione anche su di loro e soprattutto che la storia ti sia piaciuta!! Sai che l’odore del disinfettante irrita un po’ anche me ma lo associo alla sterilità che certi luoghi devono avere quindi in un certo senso mi tranquillizza :P ti ringrazio infinitamente per i complimenti e spero che questo finale ti sia stato gradito un bacioneeeee

Lady_2008 ciao!!! Grazie per i complimenti sono felice che la storia ti sia piaciuta!!! E grazie per averla inserita nei preferiti! Che dire il tuo commento mi ha davvero lusingata! Spero che il finale ti sia piaciuto e mi auguro che anche questo capitolo ti abbia strappato un sorriso, un immenso grazie e un bacione per avermi seguita in questa storia baciiiii

Isy_264 ciaoooooooo che bello vederti anche qui! Ad ogni modo piaciuto lo scherzetto???? :P se lo avessero fatto a me non so che avrei combinato giovane  o vecchio che fosse penso avrei fatto cadere le pareti a forza di urlare improperi :P o forse…. Se proprio fosse stato carino…. No gliene avrei dette comunque di tutti i colori ahahah passata la furia forse, e ripeto forse, ci avrei riso su.. forse :P ad ogni modo concordo con te non mi è mai capitato un medico giovane, forse il meno attempato aveva una 37 40 anni ma cmq troppo grande per me.. niente i nostri medici non sono molto fascinosi :P no siamo noi ad avere sfortuna chi lo sa :P comunque.. spero che anche il finale sia stato di tuo gradimento un immenso bacione e a prestissimo in un mio o tuo aggiornamento : )

Dance of death e questa è stata la fine.. ad essere sincera non c’è stato nulla di molto dolce anche perché lo scopo della ff era quello di divertire ma un pizzico di romanticismo non poteva mancare!!! Che dire spero vivamente che questo finale ti sia piaciuto e che sia riuscito farti sorridere ancora! Si tratta di un finale aperto.. ma lascia ben intendere come andranno le cose… fammi sapere che ne pensi mi raccomando! Un bacioneeeeeee


Ringrazio anche  La sognatrice,  Lady_2008  e  lua82  per aver aggiunto la storia alle preferite
e Dance of death  e LilyProngs per averla messa tra le seguite

Infine, un immenso grazie a tutti coloro che hanno seguito questa storia anche solo leggendo, come sempre vi invito, se volete, a lasciare un segno del vostro passaggio.
I commenti mandano gli scrittori al settimo cielo :P

un abbraccio a tutti
Mikamey



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