Deadly Dinner

di Muser96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Polvere e Parvenza ***
Capitolo 2: *** Siamo fottuti. ***



Capitolo 1
*** Polvere e Parvenza ***


Fuori il vento fischiava attraverso le finestre.

Delia fissava il piatto a disagio. I tortellini galleggiavano su una brodaglia non identificata dall'odore poco gradevole. Avrebbe tanto voluto storcere il naso e chiedere di potersi ritirare in camera, ma a nessuno dei commensali avrebbe fatto piacere. Trattenne un sospiro e cercò con lo sguardo gli occhi di Nathan.

Ma dall'altra parte dell'enorme tavolata il suo fidanzato fissava famelico il piatto mentre beveva a cucchiaiate il brodo alieno.

Dio, in quei momenti si chiedeva spesso perchè avesse deciso di fidanzarsi con un uomo così lontano dal suo mondo. Spaventosamente vicino ai suoi genitori, Nathan si mischiava a loro e diventava parte del quadretto familiare, camaleontico per solidarietà soprattutto con i membri maschili della sua famiglia. Noioso, incurante di chiunque a parte sé stesso, con 15 anni in più addosso. Insomma, la fotocopia di suo fratello Leon e suo padre Lionel De Monte.

Persino i nomi di quella famiglia sapevano di cianfrusaglie dimenticate in un cassetto, di soprammobili che ogni anno conservano uno strato di polvere in più.

Tutto in quella casa puzzava di vecchio, mobili, pareti, persone. Ma cosa ci si poteva aspettare da una famiglia di nobili in declino che si ostinava a mantenere la servitù mentre a malapena poteva permettersi il cibo?

Opulenza e sfacelo si sfidavano faccia a faccia, persino sui suoi suoceri, che utilizzavano l'argenteria a tavola riempiendo i piatti a metà e esibivano vestiti costosi rattoppati. Delia spostò lo sguardo su di loro.

Iris fissava il marito con aria riprovevole mentre quest'ultimo si ingozzava senza ritegno. Delia si chiese se sarebbe diventata anche lei così. Ah beh, non così vecchia e polverosa, pensò fra sé e sé mentre assaggiava un tortellino.

 

Una cameriera dall'aria sottomessa si avvicinò per chiedere di poter ritirare il piatto. Delia annuì

silenziosamente sperando di non essere notata.

“Delia, tesoro, non ti piace la nostra cucina?”

La voce stridula di Melanie echeggiò attraverso l'enorme salone, spostando le attenzioni su di lei. “No, tesoro, al contrario! Veramente buona, ma credo di non sentirmi troppo bene” ribattè prontamente la ragazza, sorridendo forzatamente. Melanie era la peggiore tra le sorelle e i fratelli di Nathan, estremamente indisponente, aveva deciso di non accettarla nella famiglia e tra loro era guerra aperta dal primo momento in cui aveva messo piede nella casa dei genitori del fidanzato. Rosa, la sorella seduta accanto a lei mimò un conato e le fece l'occhiolino ridacchiando. Nonostante fosse la più grande, con due matrimoni alle spalle e due bambini da crescere sembrava essere la più giovane lì dentro. Almeno qualcuno che non si prendesse troppo sul serio esisteva, e portava una luce durante quelle noiose giornate che sembrava rischiarasse l'intera casa. Opprimente. Ecco la parola giusta. Tutto era così tremendamente opprimente.

Delia non cercò più l'approvazione del fidanzato, sorrise ai suoceri e uscì dalla stanza.

 

La mattina dopo la luce che entrava dalla finestra la svegliò dal sonno leggero che la aveva accompagnata tutta la notte. Nathan l'aveva raggiunta dopo ore in camera e l'aveva svegliata buttandosi sul letto in malo modo e iniziando a russare. L'uomo della sua vita sostituito con un De Monte qualsiasi. Quasi riusciva già a vederlo con i capelli grigi e la pancia così prominente da non riuscire ad allacciarsi le scarpe da solo.

Scacciò l'immagine dalla testa mentre infilava la vestaglia. Era tempo di affrontare una nuova giornata.

Il weekend con la famiglia non era iniziato nel migliore dei modi, ma la tavola imbandita per

colazione la mise di buon umore. In quel periodo dell'anno trovare frutta fresca non era così

semplice ma a quanto pare le conoscenze della casata arrivavano da qualche parte. Felice, Delia si

sedette accanto a Leon e gli sorrise affettuosa.

“Tutto bene, Dely?”

“Bene Leon. Tu e Mirta avete dormito bene?”

Dalle occhiaie non sembrava. “Non troppo. Melanie non ha fatto altro che litigare con Jonah. E noi abbiamo sentito tutto.”

Jonah era la nuova fiamma di Melanie. Da quando, tre anni fa Delia aveva iniziato a frequentare quella casa, aveva conosciuto diversi ragazzi portati a casa dalla cognata, tutti rigorosamente ricchi, belli e intelligenti. E tutti abbastanza arguti da scappare non appena scorgevano il carattere di Melanie senza i filtri iniziali.

Quella casa tirava fuori il peggio da chiunque.

Ma Delia era decisa a godersi la sua giornata. Fuori splendeva il sole e ne avrebbe approfittato per fare una passeggiata con Nathan.

 

A pranzo, di nuovo la famiglia si riunì. Questa volta Delia si sedette fra Nathan e Leon, avendo cura di tenere a distanza la cognata più giovane.

I figli di Rosa giocavano in un angolo del salone. Per qualche strana motivazione i bambini non erano ammessi a tavola, e nonostante avessero già 9 e 11 anni e fossero molto educati, la nonna continuava a insistere su questa idiozia degli adulti che dovevano mangiare senza disturbi.

'La prossima volta proporrò di tenere Melanie in un angolo. Lei è decisamente la più grossa fonte di disturbo' pensò e sorrise tra sé e sé compiacendosi della battuta che non avrebbe potuto esprimere. Lionel, seduto a capotavola, diede inizio al pasto augurando un buon appetito a cui tutti risposero come automi.

Delia faceva ancora fatica a non rabbrividire di fronte a tutta quella falsità che dilagava tra i commensali. Tutti si attenevano a regole ben precise come attori di una commedia che si ripeteva all'infinito, ognuno aveva la sua parte. Una copertina di una rivista patinata. Solo che appena si sfogliavano le pagine, le facce iniziavano a distorcersi e la rabbia scorreva a fiumi.

Rosa e Melanie non si parlavano da anni, se non attraverso frasi fatte e convenevoli. Tutti sapevano

dei continui litigi di Melanie e Jonah, come di quelli fra Leon e Mirta. Lionel prediligeva suo figlio

Nathan, il più piccolo, piuttosto che Leon e aveva sempre aizzato i due rendendo i rapporti tra

fratelli quasi del tutto assenti. Ma nessuno parlava di niente in quella famiglia, nulla era argomento

di discussione.

Parvenza e polvere.

La positività della mattina iniziava a scemare in Delia.

Durante il dessert, Lionel con molta fatica si issò in piedi. Per un uomo di 60 anni aveva la mobilità di un anziano con il Parkinson, pensò Delia.

“Vi ringrazio molto per essere venuti qua. Come saprete, con gli anni è difficile spostarsi e vedere la famiglia riunita mi riempie di gioia. Vi ringrazio per aver capito le mie esigenze.” Due gocce si crearono dove un tempo dovevano esserci stati capelli. Iniziava a sudare.

Prese il fazzoletto dalla tasca della giacca e si asciugò la fronte.

“I miei adorati figli hanno scelto donne deliziose. E auguro alle mie figlie di trovare uomini altrettanto fedeli e giudiziosi.” Quella era decisamente una frecciata a Jonah. Di nuovo la commedia della famiglia felice dove non si litiga signori e signore, assolutamente! Ci si scanna, ma in silenzio! Delia faticava a mantenere il sorriso stampato che le richiedeva il contesto. Gli zigomi le facevano male e la scena di quell'uomo che prendeva fiato ogni tre sillabe era penosa.

“Vorrei fare un brindisi..” le parole di Lionel si spensero in un gemito strozzato. La faccia iniziò a prendere un colorito porpora mentre le mani arrivavano alla gola. Annaspò, due secondi, al massimo, dalla bocca vomitò schiuma e cadde steso con la faccia sul piatto. Il silenzio era spettrale.

Delia continuava a fissare la testa dell'uomo. Era tonda e lucida. Era molto lucida. Proprio tonda.Una palla da biliardo. Ah. Rise fra sé mentre tutto diventava nero e perdeva coscienza.

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Capitolo 2
*** Siamo fottuti. ***


Delia rinvenne con il sottofondo di un pianto disperato.

Nathan le teneva su le gambe, qualcuno doveva averla sdraiata sul pavimento.

 

La voce acuta di Iris le risuonava nel cervello mentre singhiozzava. “Lionel..” ripeteva senza sosta dondolandosi sulla sedia.

Delia si rialzò con fatica mentre le esplodevano davanti agli occhi minuscoli puntini luminosi.

 

Si avvicinò al corpo del suocero trattenendo un conato e cercò di tastare il collo per sentire il battito.

“Non ti sprecare” la voce di Melanie la bloccò mentre allentava il colletto della camicia di Lionel “mentre ti riposavi ho già controllato io. Papà è morto. Infarto probabilmente.”

Contrariamente al suo solito tono ostile, Melanie parlava come un automa, senza guardare nessuno in particolare. Le guance erano rigate di nero, il suo trucco ricercato era scivolato via e si era seccato sulla pelle.

Delia si chiese da quanto tempo era svenuta.

 

Il silenzio generale venne interrotto nuovamente da Rosa, che stringeva i due figli a sé tappando i loro occhi.

“Bene ragazzi, organizzazione. Io porto i bambini in salotto, spostiamoci tutti lì mentre chiamiamo un ambulanza e vediamo di risolvere questa merda.”

Anche lei evitava di guardare la testa pelata del padre riversa sul piatto.

'Curioso.' Si ritrovò a pensare Delia mentre accompagnava un mesto Nathan verso il salotto. 'Perchè durante un infarto dovresti tirar fuori schiuma dalla bocca?'

 

Una volta in salotto, estrassero tutti i cellulari per vedere chi di loro aveva campo. A turno, diverse imprecazioni a denti stretti rimasero sospese nell'aria. Nessuno aveva il coraggio di esprimere la drasticità della situazione.

“Bene ragazzi” di nuovo Rosa “siamo fottuti. Qualcuno di voi ha campo?”

Nessuno rispose.

 

Melanie iniziava a dare segni di agitazione. “Vado a prendere la macchina” disse più a sé stessa che agli altri. Nathan, Rosa e Leon la seguirono a ruota. Iris continuava a singhiozzare senza tregua, e nell'attesa che il fidanzato tornasse, Delia si avvicinò per abbracciare la suocera. Magra e minuta, Iris sembrava ancora più fragile ora che lo shock le aveva portato via il tutto il sangue dal viso. Il suo vestito verde chiaro si era colorato di scuro sul seno, uno straccio inzuppato di lacrime.

 

Dopo pochi minuti i quattro fratelli rientrarono trafelati.

Nathan sembrava avesse visto un fantasma, e con gli occhi sbarrati annunciò “Qualcuno ha manomesso tutte le nostre auto. Non possiamo muoverci di qua.”

'Come pensavo' si disse Delia mentre scorreva lo sguardo fra tutti i presenti. 'Veleno. Qualcuno ha ucciso Lionel. E non credo si voglia fermare a lui.'

 

 

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