E per eroi

di Kiki_is_here
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo e schea OC ***
Capitolo 2: *** Prologo 2 ***
Capitolo 3: *** Selezione OC ***
Capitolo 4: *** Capitolo 1 -parte1- ***
Capitolo 5: *** Capitolo 1 -parte2- ***



Capitolo 1
*** Prologo e schea OC ***


E PER EROI
PROLOGO

 
Quel pomeriggio, appena il suono della campanella ebbe sancito la fine delle lezioni, Natsuko si precipitò fuori dalla sua classe, non curante della voce del professore che la richiamava per ricordarle di non correre. L’azzurra però non l’ascoltò, era rimasta seduta ad un banco ad ascoltarlo anche per troppo tempo. Mentre stava per imboccare la tromba delle scale per uscire da quella prigione si sentì chiamare “Natsuko, aspettami!” si girò verso la ragazza dai capelli rosa che l’aveva chiamata per poi rivolgerle un sorriso di scuse. “Scusami  Micchan, non ce la facevo più a stare in classe. Se fossi rimasta un secondo di più mi sarei addormentata.” Mina rise trovandosi d’accordo con l’amica. Quando arrivarono in cortile sentirono un braccio circondare le spalle delle due ragazze e una zazzera di capelli rossi fece capolino tra le due. “Non ve ne stavate andando senza di me vero?” “Come se fosse possibile liberarsi di te.” Ribattè Natsuko con un ghigno sulle labbra. “Già e tu sei quella che più di tutti ha fallito nel tentativo.” Rispose a tono Kirishima facendo riferimento ai loro dieci anni di amicizia. “oh no, non era quello il nostro obiettivo, è solo che Natsuko aveva fretta di uscire.” Diede spiegazione Ashido al rosso. “Non preoccuparti, tra qualche mese sarà tutto finito ed entreremo alla Yuei!” disse il ragazzo sorridendo e mostrando la sua tipica dentatura squalina. Mina annuì convinta alle parole dell’amico ma non fu imitata dalla turchina che aveva abbassato la sguardo “E se non dovessi farcela?” I due si girarono verso di lei perplessi da quel suo comportamento leggermente pessimistico e che non le si addiceva per niente. “Ma cosa stai dicendo? È ovvio che ce la faremo! E con questo intendo che anche tu ce la farai!” Disse la rosa afferrando l’amica per i braccio e trascinandosela dietro. In risposta la turchina annuì e sorrise riconoscente all’amica, sì, loro ce l’avrebbero fatta, sarebbero diventati degli eroi. 
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In un’altra scuola Ren Kojima invece era rimasto in classe per le pulizie. Purtroppo quel guastafeste di Iida Tenya lo aveva incastrato e ora era lì con altri suoi compagni di classe, scopa in una mano e secchio d’acqua nell’altra. Sbattè con violenza il secchio a terra leggermente infastidito. Mancava poco ai test di ammissione per la Yuei e lui stava perdendo tempo prezioso per i suoi allenamenti. Sospirò scocciato e iniziò a darsi da fare, prima avrebbe finito prima avrebbe potuto raggiungere sua sorella maggiore per gli allenamenti. “Kojima non è così che bisogna fare! Avanti e indietro con più energia! Avanti e indietro!Avanti e indietro!” Iida lo aveva affiancato e, non soddisfatto del lavoro del compagno aveva iniziato a dare indicazione e a dettare un ritmo ideale con cui Ren avrebbe dovuto pulire il pavimento. Il castano dal canto suo, già nervoso per quel turno extra, perse definitivamente la calma “Ehi razza di automobilina se sei convinto che il mio lavoro non vada bene pulisci tu, devi essere sfaccendato se puoi darmi ordini!” Il moro afferrò la scopa e iniziò a mostrare come voleva che il lavoro fosse fatto. Ma concentrato com’era sulle sue azioni non si accorse che il compagno aveva varcato la soglia. –Tsk, quello vorrebbe entrare alla Yuei? Come diamine avrebbe intenzione di fare? Urlando ordini?- Dopo aver indossato e sue solite scarpe abbandonò l’edificio scolastico con in sottofondo le minacce di Iida che lo incitavano a tornare e finire il lavoro. Il castano ghignò e in risposta sventolò una mano per poi iniziare a corre alla palestra in cui si sarebbe allenato.
 

Space of Kiki:
Ciao a tutti,
vi do il benvenuto in questa interattiva su My Hero Academia. Spero che il prologo vi sia piaciuto. Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui vi chiedo di averne ancora un po’ per le mie note. Grazie.^^
Allora la trama seguirà quella del manga ma invece di incentrarsi sulla 1-A si incentrerà sulla 1-E, terza classe del corso per eroi. Ovviamente, come avete visto dal prologo, i nostri amati protagonisti ci saranno ma dovranno condividere il palcoscenico con la 1-E, classe formata dai vostri OC. ^^
Fatta questa breve spiegazione se siete interessati a partecipare vi lascio qui di seguito alcune informazioni/regolette per partecipare e da seguire, la scheda da compilare e qualche informazione sui miei due OC.
Se aveste domande di qualsiasi genere non esitate a chiedere.

REGOLE
  • Potete partecipare con un massimo di 3 OC a testa, purchè non siano tutti maschi o tutte femmine
  • Accetto un massimo di 16 OC e un minimo di 12, se non avessi abbastanza OC lascerò le iscrizioni aperte per un altro po’ di tempo e se ancora non avessi raggiunto i dodici personaggi cancellerò la storia (Spero vivamente di non doverlo fare.^^”)
  • La scheda Oc deve essere mandata tramite Messaggio Privato, qualsiasi scheda mandata tramite recensione verrà ignorata.
  • La recensione deve essere degna di tale nome, non vi sto per forza chiedendo un papiro ma almeno un commento che vada oltre un misero “Voglio partecipare”. Inoltre nella recensione vi chiederei di specificare con quanti OC vorreste partecipare e il loro sesso.
  • NON accetto personaggi imparentati con quelli Canon, ma accetto che siano amici/nemici/vicini di casa/ qualsiasi relazione gli vogliate dare.
  • Non create Gary Stue o Mary Sue, il mondo è bello perchè vario ed imperfetto. ^^
  • Nelle schede siate il più dettagliati possibili così che possa rappresentarli al meglio
  • Inoltre vi chiedo di essere abbastanza presenti ovvero di lasciare una recensione almeno ogni due capitoli altrimenti il vostro OC lascerà la scuola per motivi sconosciuti. Se ci fossero problemi di qualsiasi tipo avvisatemi via MP.
 
SCHEDA OC (i campi con l’asterisco sono facoltativi):

Nome:
Cognome:
Nome da supereroe:
Data di nascita:
Quirk (nome, limiti, come funziona e spiegazione di come il personaggio lo usa):
Aspetto fisico:
Prestavolto (nome di un personaggio ):
Segni particolari*:
Costume (breve descrizione):
Carattere:
Storia del personaggio (Un breve riassunto della sua vita prima di entrare alla Yuei):
Famiglia (Nome, cognome, età, quirk di genitori ed eventuali fratelli e sorelle):
Ha un determinato motivo per cui vuole diventare supereroe?*:
Amicizie (carattere del tipo di persona, se volete potete inserire anche qualche nome di un personaggio):
Inimicizie(carattere del tipo di persona, se volete potete inserire anche qualche nome di un personaggio):
Relazione(carattere del tipo di persona, se volete una relazione con un altro OC, oppure il nome se volete una relazione con un personaggio della saga)*:
Orientamento sessuale(obbligatorio solo per chi vuole una relazione con un OC):
Hobby*:
Cosa ama:
Cosa odia:
Altro(se volete aggiungere altro per rendere più particolare il vostro personaggio questo è il campo che fa per voi)*:


I miei personaggi 

Natsuko Sugiyama
Quirk: Space Portal

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Ren Kojima
Quirk: Glass Touch


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Capitolo 2
*** Prologo 2 ***


E PER EROI

SECONDO PROLOGO

 

Natsuko salutò i suoi due amici e prese la strada che l’avrebbe portata a casa.  Sicuramente i suoi genitori a quell’ora dovevano essere ancora al lavoro. Arrivata davanti ad una villetta di modeste dimensioni posò il palmo su uno scanner e, dopo che la sua impronta venne rilevata, il cancello in acciaio si aprì mostrandole il vialetto di ghiaia affiancato da diversi tipi di alberi. La turchina entrò e seguì il percorso disegnato dall’acciottolato.

“Buongiorno signorina Sugiyama.”

Una voce metallica la accolse all’ingresso mentre era intenta a togliersi le scarpe e la giacca della divisa scolastica.

“Buongiorno anche a te TAM. Nulla di nuovo da raccontare?”

Sulla soglia comparve un droide dalle sembianze umanoidi in acciaio. Sul petto aveva una scritta celeste che recitava TAM. Il droide TAM (Thinking Artificial Mind) era una delle creazioni per cui i suoi genitori erano diventati famosi. Infatti Giza  Nakamure e Haruto Sugiyama, genitori della ragazza, gestivano la PAT (Production of Advanced Technologies), una delle più importanti aziende nel settore della fabbricazione di sistemi di alta tecnologia.

“Come al solito ho preparato la sua merenda, e svolto altre faccende domestiche, come suo padre ha deciso per la mia programmazione.”

“TAM, quante volte ti ho detto che ormai non sono più una bambina e non ho bisogno della merenda?”

“Ma signorina, ho preparato i mochi.”

La ragazza guardò il droide e bofonchiò 

“Beh, visto che li hai già preparati li mangerò per non buttarli via. Ma è l’ultima volta!”

Sentenziò alzando un dito e con un espressione severa. Ma appena entrò in cucina la facciata di ragazza grande e matura crollò lasciando spazio al suo lato goloso. Ne afferrò tre e li mise in bocca gustandone il dolce sapore.

“Signorina dovrebbe mangiare con calma, potrebbe soffocarsi.”

“TAM, non ci sarebbe morte più dolce che soffocando nei Mochi.”

“Individuata frase di dubbio stato benefico: attivare modalità sicurezza.”

Gli occhi del droide e la scritta sul petto passarono da un tenue azzurro ad un acceso giallo canarino. Il droide, non essendo stato inventato per cogliere l’ironia tolse il piatto ricolmo di Mochi dalla visuale della ragazza per eliminare “il pericolo”.

“No TAM! Era una battuta la mia, non dicevo seriamente.”

Gli occhi di TAM ripresero la solita tonalità. Vedendo che non accennava a mollare il piatto Natsuko si sbilanciò in avanti per prendere un altro paio di dolcetti. Dopo aver ingoiato anche quel boccone affermò.

“I tuoi Mochi sono sempre i migliori. Per sapere, a che livello è impostato il settore sicurezza?”

“Dieci su dieci, signorina Sugiyama. Sua madre mi ha anche detto di impedirle di abbassarlo al di sotto dell’otto.”

“Abbassa il livello di sicurezza a otto. Quando sei al livello dieci sei più pericolosa tu del pericolo in sè.”

“Chiedo scusa signorina Sugiyama.”

La ragazza sorrise, prese un tovagliolo e vi ripose i dolcetti restanti per poterli finire in camera sua. Uscí dalla cucina e imboccò le scale.

“Io vado a finire la progettazione del drone per l’esame di ammissione. Chiamami quando tornano i miei genitori.”

“ Signorina Sugiyama. Suo padre le ha lasciato un messaggio. Lo vuole sentire?”

Davanti a lei comparve uno screen. Su di esso la faccia seria di suo padre era affiancato da una croce rossa e una spunta verde. Sospirò rassegnata e cliccò sulla croce.

“Era il solito messaggio vero? Lui e la mamma devono partire improvvisamente e non torneranno se non tra qualche settimana. Ad un certo punto tira fuori la Yuei e mi rimprovera per l'ennesima volta di aver scelto di entrare nel corso da Pro Heroes invece che nella classe di supporto."

Il droide mosse meccanicamente la testa su e giù. La turchina ormai non ne poteva più di sentire suo padre che le ripeteva che era suo dovere entrare nel dipartimento di supporto e, un giorno, prendere le redini dell’azienda. 

La sua scelta però era ricaduta sul corso per eroi, una scelta ambiziosa vista la scarsa possibilità di successo ma lei adorava le sfide e quella era solo l’ennesima che avrebbe affrontato.

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Ren entrò nella palestra gestita dalla sorella in un terribile ritardo. A dargli conferma di ciò era la sorella, Mariko. La castana era davanti all’ingresso, braccia incrociate e uno sguardo per nulla rassicurante.

“Oggi per te doppio allenamento, ritardatario.”

“Ma non è colpa mia! Quella macchinina mi ha ingannato per farmi fare le pulizie. Ho lasciato la scuola il prima possibile.”

Ciò che aveva appena detto però non fece che peggiorare la situazione. La maggiore si girò e afferrò il fratello per un orecchio.

“Ah è così? Quindi oltre che arrivare tardi vieni pure meno ai tuoi doveri? Sei uno scelerato!”

A quel punto Ren si alterò non poco

“Scelerato a chi, razza di megera? Guarda che lo faccio per una giusta causa!”

“E quale sarebbe piccola testa dura? Diventare un buono a nulla?”

“No razza di vipera! Per entrare alla Yuei devo concentrare tutte le mie energie sugli allenamenti!”

“E allora vai a fare il doppio allenamento che ti aspetta razza di scansafatiche! Se resti qui il tuo simpatico compagno di classe avrà più possibilità di entrare alla Yuei!”

Il castano si liberò dalla presa della ragazza e dirigendosi verso gli spogliatoi bofonchiò 

“La macchinina non è simpatica.”

La ragazza, nonostante il comportamento appena avuto guardò Ren avviarsi verso gli spogliatoi con un tenero sorriso sulle labbra.

“Certe volte quando litigate mi sembrate più dei bambini di quattro anni che un ragazzo di sedici e una ragazza di vent’otto.”

La ragazza si sentì avvolgere la vita da un paio di braccia robuste. Il suo sorriso si accentuò quando sentì le labbra di suo marito baciarle la guancia. 

“Lo sai che lo faccio perché sono preoccupata.”

“So anche che non hai motivo di preoccuparti. Ren è in gamba e sa distinguere cosa è giusto da cosa è sbagliato.”

“Lo so, ma ogni giorno che passa guardandolo mi sembra di rivedere mio padre.”

“Beh, tuo padre non avrebbe mai scelto di entrare alla Yuei per diventare un eroe.”

I due si baciarono teneramente per poi venire brutalmente interrotti da Ren.

“Ehi bifolca ho finito i giri di corsa. Sbrigati che ora comincia la parte interessante dell’allenamento!”

L’uomo alzò una mano sorridendo in direzione del ragazzo

“Ciao anche a te Ren. Ora ti lascio Mariko, mi raccomando non affaticarti troppo”

“Tsk per chi mi hai preso Daiki? Per mia sorella?"

"Brutto pezzo di salmone affumicato adesso ti faccio vedere io chi si affatica!"

Daiki osservò la scena sorridendo. Quel ragazzo, nonostante il temperamento irriverente sarebbe diventato un ottimo eroe.


Space of Kiki:
Ciao a tutti,
come avevo detto se non fossi arrivata subito al numero minimo di OC non avrei chiuso subito la storia ma posticipato la data di scadenza delle iscrizioni. Così ho fatto e ho anche deciso di un secondo capitolo per farvi conoscere un po' meglio Natsuko e Ren. Detto ciò passo alla parte tecnica delle note d'autore: le iscrizioni sono aperte fino all'1 Giugno chiunque voglia provare a partecipare è ben accetto, le informazioni le trovate nel capitolo precedente e se avete dubbi potete chiedere senz problemi. Inoltre per chi mi ha già mandato la scheda se volesse provare a partecipare con un altro OC può tranquillamente farlo ma ovviamente non è obbligatorio. ^^

 

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Capitolo 3
*** Selezione OC ***


E PER EROI

SELEZIONE PERSONAGGI OC

Space of Kiki:
Ciao a tutti,
eccomi qua con l'elenco degli OC selezionati. Chiedo scusa per il ritardo con cui lo pubblico ma dato che mi sono arrivate 17 schede mi sono presa un po' di tempo per decidere che personaggi selezionare. Purtroppo ho dovuto lasciare fuori qualcuno perchè non me la sentivo di gestire certi tipi di personaggi per evitare di scrivere di personaggi completamente diversi da quelli che mi sono stati descritti, quindi sappiate che la mia scelta non è dipesa da come voi avevate strutturato il personaggio ma dalla capacità che credo di avere nel gestire certi personaggi. Detto ciò ci vediamo presto con il primo capitolo e di seguito vi lascio la lista di personaggi! ^^


ELENCO CLASSE 1°E DEL CORSO PER EROI


Hotako Asuno
Quirk: Chain


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Thane Callaghan (per il prestavolto ne ho cercato uno che più si avvicinava alla descrizione fornita, solo immaginatelo con i capelli un po' più lunghi)
Quirk: 
Rifle Proficiency

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Diana Casanova
Quirk: Tocco


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Miyako Hasegawa
Quirk: Human Bee


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Kit Ito
Quirk: Chemical Warfare


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Kasumi Kirigaya
Quirk: Evocatore di Demoni




Fumo Kuroda (immaginatelo con gli occhi rossi)
Quirk: Smoker

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Ayato Masumi (immaginatelo con tutti i capelli neri)
Quirk: Manipolazione

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Mei Murakami 
Quirk: Bluster




Echeveria-Elegans Shokubutsu (Purtroppo non ho trovato un prestavolto che si avvicini alla descrizione fornita quindi cercherò di fornire una descrizione abbastanza dettagliata nei capitoli a venire.)
Quirk: Succulent





Masaki Tachibana
Quirk: Natural Color




Yuri Tanaka (per il prestavolto ne ho cercato uno che più si avvicinava alla descrizione fornita, solo immaginatel con gli occhi gialli e delle corna che patono dal'attaccatura dei capelli)
Quirk: Shadow Double
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Minami Toshiki
Quirk: Armamento

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Reijiro Uchiyama
Quirk: Percezione


File:Wakashimazu ep32 (2018) 1.jpg

Favaro Wada
Quirk: Legione d'inchiostro



 

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Capitolo 4
*** Capitolo 1 -parte1- ***


E PER EROI

CAPITOLO 1 -parte 1-

Davanti ai cancelli del liceo per supereroi più importante di tutto il Giappone c’erano centinaia e centinaia di ragazzi che, impazienti, non aspettavano altro che i cancelli si aprissero. Tra la folla di studenti c’era chi parlava con un amico o con un vicino mai visto prima, altri se ne stavano in disparte per rivedere mentalmente la strategia da adottare nell’esame pratico e altri invece si stavano riscaldando o esercitavano i loro quirk. Quest’ultimo era il caso di un ragazzo dai capelli di un caldo color arancione. In un angolo del cortile, abbastanza in disparte vicino ad un albero, il ragazzo apriva i palmi, li puntava verso il tronco e da essi fuoriuscivano delle catene. Queste lo avvolgevano e in seguito il ragazzo afferrava un estremità della lunga serie di anelli per tirare leggermente e verificare che la presa fosse sufficientemente salda. Hotako Asano sorrise soddisfatto del risultato richiamò la catena all’interno del suo corpo e ripeté nuovamente il procedimento. Dopo l’ennesimo movimento si fermò e si asciugò la fronte che aveva iniziato ad imperlarsi di sudore.
“Così dovrebbe decisamente andare bene. L’esame di ingresso sarà una passeggiata.”
Detto ciò si appoggiò con la schiena al tronco che aveva precedentemente colpito per riposarsi un po’ prima dell’apertura dei cancelli. Nel fare ciò notò che c’erano alcuni ragazzi che lo stavano  fissando. Effettivamente non si poteva dire che avesse fatto il massimo per passare inosservato. Fece un cenno di saluto verso gli ultimi ragazzi curiosi che ancora lo guardavano e quelli, colti in flagrante, girarono la testa di scatto.
“Non avresti dovuto trattare così quel povero albero. Non potevi aspettare l’inizio dell’esame per metterti in mostra?”
Hotako si voltò nella direzione di una ragazza dal fisico slanciato e di capelli decisamente particolari. Erano corti e quelle che solitamente dovevano essere ciocche di capelli per la ragazza erano foglie di un verde chiaro simile all’azzurro mentre le punte erano di un acceso color rosa. I suoi occhi gialli lo fissavano con una punta di disappunto. Hotako alzò le spalle.
“Ma cosa ti interessa? Infondo è solo un albero, non mi sembra che si sia lamentato e tanto meno abbia fatto qualcosa per evitare di essere colpito.”
Appena terminò la frase sentì qualcosa artigliarli la caviglia e l’attimo dopo il ragazzo si ritrovò appeso a testa in giù. Con una mano si tenne il cappello nero per impedirne la caduta e con l’altra andò a cercare il suolo da cui era stato malamente sollevato.
“Ehi che diamine è successo?”
Davanti al suo volto apparve quello pallido e coperto di lentiggini della ragazza con cui stava parlando poco prima.
“Sembra che l'albero possa fare qualcosa.”
Disse lei in tono pacato. Il ragazzo si guardò la caviglia e notò che un ramo dell’albero gli si era avvolto intorno. Tornò a fissare gli occhi azzurri in quelli gialli di lei.
“Molto divertente Insalatina, ora potresti cortesemente mettermi giù?”
Le rivolse un sorrisetto strafottente, come per mostrarle che non gli faceva nessun effetto. In risposta lei, lievemente irritata, agitò di un poco la mano e il ramo iniziò a dondolare ritmicamente, e con lui il ragazzo.
“I-insalatina non fare brutti scherzi, non si elimina la concorrenza prima di una gara.”
“Piantala di chiamarmi Insalatina e potrei prendere in considerazione l’idea di metterti giù.”
“E avresti un altro nome con cui essere chiamata, Insalatina?”
Chiese sillabando il nomignolo, ignorando il fatto che così avrebbe solo peggiorato la sua situazione.
“Echeveria-Elegans Shokubutsu.”
“Perfetto Shokubutsu, io sono Hotako Asuno. Fatte le presentazioni potresti mettermi giù così ci stringiamo le mani, da buoni amici?”
Chiese speranzoso il ragazzo che aveva iniziato a sentire una leggera nausea. Ad un gesto della ragazza la presa del ramo venne a mancare e il ragazzo cadde rovinosamente sul manto erboso davanti alla folla di potenziali eroi che, incuriositi, si erano messi ad osservare la scena.
“Che modi Insalatina! Sono più che sicuro che la delicatezza non sia il tuo quirk.”
Il ragazzo ridacchiò per la sua stessa battuta mentre Echeveria aveva alzato un sopracciglio. La ragazza poi sospirò, girò i tacchi e si fece largo tra la folla.
“Non perdo neanche tempo con te, sono più che sicura che la Yueei non ammetterà mai uno come te.”
“Se sei pronta a scommetterci Insalatina, scommetto anche io.”
“Non chiamarmi Insalatina!”
E con queste parole sparì tra la folla.
 
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Yuri Tanaka aveva preso velocemente posto all’interno dell’auditorium. Era abbastanza agitata, non aveva la più pallida idea di che cosa avrebbe dovuto affrontare ma era più che determinata a passare l’esame. Alzò gli occhi gialli dalle mani che si stava tormentando in grembo e passò in rassegna le persone che stavano entrando nell’auditorium. Ce ne erano di ogni tipo. Osservò affascinata il movimento ritmico della forte coda di un aspirante eroe per poi distogliere lo sguardo imbarazzata. Era incuriosita ma non voleva certo dare l’impressione di essere una ficcanaso. La sedia alla sua destra venne occupato da un ragazzo dal fisico atletico e allenato. Il volto era parzialmente oscurato dalla visiera di un cappellino da basket nero. Yuri fece un lieve cenno di saluto ma l’altro sembrava non essersi accorto del suo gesto. Sospirò lievemente, probabilmente anche lui era in ansia per l’imminente esame. All’improvviso le luci si spensero e sul palco fece il suo ingresso Present Mic che, come se si trattasse di una telecronaca, iniziò ad illustrare lo svolgimento dell’esame. Proprio mentre stava indicando i valori attribuiti ad ogni robot il sedile alla destra di Yuri venne occupato da un ragazzo parecchio slanciato e dai capelli castani che li sfioravano le spalle. Yuri abbozzò un cenno di saluto nella direzione del nuovo arrivato, ma venne nuovamente ignorata. Perplessa si guardò il palmo della mano, che avesse improvvisamente manifestato un secondo quirk dell’invisibilità? Nel frattempo il castano al suo fianco aveva iniziato a borbottare impaziente
“Ne ha ancora per molto il megafono? Voglio andare a disintegrare qualche macchinina da quattro soldi! Farò così tanti punti che...”
Yuri smise di prestare ascolto a quel continuo borbottio per tornare a concentrarsi sulla spiegazione. Purtroppo lo fece con scarsi risultati. Sobbalzò sul posto quando vide passarsi poco lontano dagli occhi una pallina di carta che andò a colpire il ragazzo alla sua destra. Si girò lentamente verso di lui e in quel momento desiderò non aver scelto quel posto. La pallina di carta nelle dita del ragazzo era stata trasformata in vetro e successivamente era stata frantumata in piccoli pezzi.
“Ehi tu, ti credi divertente a disturbare la gente?”
Il ragazzo furioso le scoccò un’occhiata glaciale, credendo che fosse stata la ragazza a lanciargli la pallina di carta. Yuri impallidì si grattò la nuca in difficoltà e cercò di giustificarsi
“Io, i-io non ho lanciato la pallina, l’ho semplicemente v-vista e...”
“Dannazione piantatela voi due! Mi state scocciando! Devo lanciarvi altre palline per farvi tacere?”
 Questa volta a parlare era stato il moro alla sinistra di Yuri. Ora da sotto la visiera del cappellino si potevano scorgere due occhi color nocciola per niente rassicuranti. La bionda rabbrividì.
“Ti chiedo scusa non vol...”
Fu interrotta però dal castano che si era sporto dal suo sedile per vedere meglio in faccia chi aveva osato colpirlo.
“Ehi idiota! Ti sembra il momento per lanciare cartacce?”
“E a te idiota sembra il momento di disturbarmi?”
“Come hai osato chiamarmi? Ho un maledetto nome che deve essere usato!”
“Tu non parlare proprio, mi stai disturbando!”
“Ma io ti cristallizzo!”
Yuri sempre più intimorita cercava di farsi sempre più piccola sul suo sedile. In quel momento avrebbe tanto voluto essere invisibile sul serio.
“Ragazzi non potreste rimandare questa amorevole conversazione ad un altro momento?”
“Stanne fuori tu, Capretta!”
Le rispose Ren irritato, facendo sussultare la ragazza che lanciò però un occhiataccia al castano per il soprannome appena datole. Intanto Reijiro aveva appallottolato un altro pezzetto di carta e lo aveva lanciato nuovamente verso Ren, questa volta centrandogli la bocca. Il castano schifato si liberò di quel pezzo di carta trasformandolo in vetro.
“Adesso ti disintegro sul serio!”
Il castano fece per alzarsi ma un pugno sulla nuca lo fece desistere.
“Tacete tutti, state disturbando la spiegazione del Senpai!”
Yuri si girò e vide un ragazzo con degli occhiali dalla montatura rettangolare guardarli seriamente. Gli rivolse un occhiata riconoscente per averle evitato di trovarsi coinvolta in una lite tra Reijiro e Ren. Lei annuì, Reijiro sbuffò ma obbedì mentre Ren sembrava ancora più irritato di prima.
“Macchinina non ti immischiare o ti disintegro!”
“Kojima taci.”
Questa volta non ribattè ma dal suo sguardo si capiva che avrebbe tanto voluto farlo. Yuri si ritrovò a sorridere pensando ad una nefasta eventualità: i suoi due vicini in classe insieme. Avrebbe dovuto avvisare gli sventurati che sarebbero capitati con i due di avere tanta pazienza.

 
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La  spiegazione sullo svolgimento della prova era appena terminata e Minami ora si trovava davanti all’ingresso della zona a cui era stata assegnata. Si guardò intorno notando che molti avevano iniziato ad attivare i loro quirk e altri semplicemente si riscaldavano, probabilmente per prepararsi all’uso di un quirk di tipo fisico. La rossa decise di fare altrettanto e di prepararsi a sua volta. Distese un braccio,arrotolò la manica della felpa e aspettò pazientemente che il grasso del suo corpo si unisse per formare un fucile a pompa. Successivamente mise in canna uno dei proiettili che la scuola le aveva precedentemente fornito. Essi erano stati progettati per chi aveva un quirk che prevedeva l'uso di armi da fuoco, come lei, per evitare che il colpo potesse colpire uno studente ferendolo.
“Quindi ricapitolando, per passare devo fare più punti possibili facendo fuori i robot. Non mi sembra così complicato.”
“Beh, la cosa complicata è non farsi schiacciare dai robot e soprattutto trovarli.”
La rossa sobbalzò, rendendosi conto solo in quel momento di aver parlato ad alta voce.
“Stavi parlando ad alta voce ed essendo l’unico qua vicino credevo stessi parlando con me, non volevo spaventarti. Comunque mi chiama Masaki Tachibana. Tu sei...?”
“Minami Toshiki. Non volevo disturbarti.”
L’albino le sorrise gentilmente.
“Non preoccuparti. Effettivamente avevo bisogno anche io di ricapitolare, se avessi ascoltato seriamente Present Mic a quest’ora avrei un mal di testa tremendo.”
La rossa sorrise, effettivamente passare mezz’ora con quell’uomo nella stessa stanza poteva comportare seri danni che andavano da un semplice mal di testa alla momentanea perdita di un timpano. Tornò a concentrarsi sull’albino davanti a lei,che sembrava averle appena chiesto qualcosa.
"Come scusa? Non ti stavo ascoltando."
Ammise imbarazzata la ragazza. L'albino scosse la testa sorridendo.
“Non preoccuparti. Ti ho semplicemente chiesto se potessi per favore spostarti leggermente da quella parete. Mi sembra di un materiale abbastanza resistente.”
Chiese Masaki leggermente imbarazzato. La rossa perplessa annuì e fece qualche passo verso destra per accontentarlo. Masaki si avvicinò picchiettò la superficie metallica e, constatato che effettivamente era un materiale abbastanza resistente, tirò fuori dalla tasca un pennarello e iniziò a disegnare sulla parete. Minami lo osservò curiosa.
“Si tratta del tuo quirk?”
La ragazza non ricevette alcuna risposta e decise di non insistere, pensando che forse avesse bisogno della massima concentrazione. Dopo qualche minuto il ragazzo si allontanò dalla parete con uno sguardo soddisfatto. Anche Minami osservò il disegno raffigurante una spada appena realizzato e dovette ammettere che era davvero ben fatto e molto realistico.
“Ancora non capisco però perchè tu l’abbia fatto.”
“Aspetta ancora qualche secondo e capirai tutto.”
Gli occhi castani di Minami tornarono ad osservare il disegno. Spalancò lievemente gli occhi quando vide la spada staccarsi dalla parete e cadere a terra tintinnando.
“Questo è stato decisamente inaspettato.”
“Beh, questa è l’arte, non sai mai cosa aspettarti.”
L’albino afferrò la spada e tirò qualche fendente in aria per provarla.
“Ehi! Siete ancora qui? La prova è già iniziata, vi aspettavate un segnale? Il crimine non ha segnali!”
La voce di Present Mic fece sobbalzare i presenti. Gli aspiranti eroi però non spesero neanche un minuto a lamentarsi del tono di voce troppo alto perchè avevano realizzato una cosa: avevano sprecato tempo prezioso per la riuscita positiva dell’esame.
“Spero di poterti rivedere in una classe del corso per eroi!”
Disse Minami prima di iniziare a correre salutando l’albino. La prova era ufficialmente iniziata.
 
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Natsuko si guardò intorno alla ricerca di qualche robot da distruggere. Non essendo molto veloce si era staccata dal gruppo più numeroso di aspiranti eroi, cosciente del fatto che se fosse rimasta non avrebbe trovato neanche un robot. Si portò una mano all’orecchio per attivare l’auricolare.
“TAM, vedi robot nella vicinanze?”
“Si signorina Sugiyama, ce ne sono tre nella via parallela alla sua sinistra.”
La turchina alzò lo sguardo al cielo dove un piccolo drone argentato sorvegliava la zona . Alzò un pollice nella sua direzione e iniziò a correre.
“Signorina mi permetto di dirle che lei ha appena svoltato a destra.”
La ragazza fece un immediato dietro front grattandosi la nuca, aveva un senso dell’orientamento davvero pessimo e se non ci fosse TAM probabilmente sarebbe stata in grado di perdersi nella sua stessa casa. Dopo aver imboccato un piccolo vicolo sbucò in una strada più ampia e lì vide i suoi obiettivi. Due robot da un punto e uno da due. Uno dei robot da un punto sembrava essere concentrato su un altra ragazza mora che stava agilmente schivando i colpi dell’automa. Gli altri invece andarono nella sua direzione. Natsuko sorrise , fece un paio di passi in avanti e poi portò le braccia in avanti. Tracciò con due dita un cerchio nell’aria e dopo un paio di secondi apparvero davanti ai due robot due portali che emanavano una luce celeste. Mentre i due li stavano varcando Natsuko schioccò le dita e i due portali si chiusero portandosi via metà dei corpi metallici. Lo sguardo dorato della ragazza osservò le metà davanti a lei cadere rumorosamente al suolo, ormai incapaci di muoversi. Infine puntò un dito verso un punto poco distante da lei, si aprirono altri due portali da cui uscirono le altre metà.
“TAM ho fatto 3 punti!”
Esclamò la ragazza entusiasta.
“Ne hai ancora di strada da fare se vuoi entrare alla Yuei.”
La turchina si voltò di scatto al suono di quella voce. Ora sui resti dei due robot si trovava la mora agile che aveva intravisto poco prima, Diana Casanova.
“M-ma l’esame è appena iniziato!”
“Già è appena iniziato e alcuni hanno fatto decisamente più di tre punti. Ora per quanto mi piacerebbe restare a parlare con te ho un robot da cui riscuotere un punto.”
Dopo aver detto ciò la ragazza si piegò sull’ammasso di ferraglia e ne estrasse un ingranaggio. Se lo rigirò tra le dita sottili osservandolo con cura. Si girò poi verso il robot di prima, che Natsuko notò avere un arto intrappolato nel muro di un palazzo. La mora saltò sulla schiena del robot e attivò il suo quirk. Un braccio della ragazza entrò all’interno del robot e iniziò a muoverlo come se fosse in cerca di qualcosa.
“Andiamo rotellina dei miei stivali fatti prendere.”
Quando la sua mano incontrò qualcosa di solido il suo viso si illuminò. Ritrasse il braccio e osservò vittoriosa l’ingranaggio che aveva in mano. Si staccò appena in tempo per non essere coinvolta nell’esplosione generata  dall’automa
“Credo che questo fosse abbastanza importante.”
Diana stirò le labbra in un sorrisetto e poi si gettò alle spalle l’ingranaggio.
“E con questo sono a nove. Vediamo un po’, dove sono tutti gli altri?”
“Gli altri sono molto distanti da qui, molti sono rimasti nello spiazzo centrale.”
La mora si girò verso Natsuko sorpresa. Non si aspettava che fosse rimasta lì ad osservarla.
“Oh, credevo fossi andata alla ricerca di altri punti visto che da quello che ho capito sei un po’ indietro. Comunque piacere di conoscerti, sono Diana Casanova.”
“Natsuko Sugiyama, piacere mio. Il tuo quirk esattamen...”
La turchina non potè terminare la domanda. Davanti a lei apparve il suo drone e nell’auricolare sentì la voce robotica di TAM
“Signorina non vorrei interrompere la conversazione, ma ho rilevato la presenza di altri sette robot nelle vicinanze.”
“Robot? L’esame, è vero! Devo rimanere concentrata!”
Guardò Diana un’ultima volta dicendo
“E' stato un piacere conoscerti, hai un quirk davvero interessante ma ora devo andare. Ciao!”
La turchina aprì un portale davanti a lei e lo varcò scomparendo davanti a Diana, la quale era abbastanza perplessa.
“Davvero quella si era dimenticata di essere nel bel mezzo di un esame?”
Non ci rimuginò più di tanto poichè l’arrivo di un robot da due punti la distrasse e anche lei tornò a concentrarsi sulla prova.


Space of Kiki:
Ciao a tutti, eccomi qui con la prima parte del primo capitolo. Non preoccupatevi, la prossima settimana uscirà anche la seconda parte. Parlando invece del capitolo qui presente, spero vivamente di essere riuscita a rappresentare in modo corretto gli OC fino ad ora comparsi, se dovessero essere necessarie delle correzioni scrivetemelo pure. 
Ultima cosa prima di lasciarvi: per i miei due OC ho scritto anche dei momenti dove loro frequentavano ancora le medie e mi sembrava giusto farlo anche per i vostri OC. Avrei voluto farlo già dal primo capitolo ma poichè scrivere di ogni personaggio singolarmente avrebbe comportato un capitolo moooolto lungo ho desistito. Non voglio però rinunciare all'idea di parlare del passato di ogni OC così ho deciso di fare come nel manga, cioè inserire  nei capitoli dei flashback dedicati ad un singolo personaggio, non so però se così facendo la lettura possa risultare un po' caotica. Così mi sono ingegnata per trovare una soluzione, ovvero realizzare una raccolta di OS dove in ogni capitolo si tratta del passato di un personaggio. 
Ricapitolando voi preferireste:
a)che ogni tanto la storia del presente si intrecci con la storia passata di un personaggio
b)che il passato dei personaggi venga trattato in una raccota di OS a parte (la quale però partirà quando la storia avrà già un po' di capitoli, circa 9/10)
c)che il passato dei personaggi non venga trattato e che emergano casualmente le informazioni su un OC.

Fatemi sapere cosa ne pensate e ci si vede la prossima settimana con la seconda parte. ^^

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 1 -parte2- ***


E PER EROI

CAPITOLO 1 -parte 2-

Prima di lasciarvi al capitolo vi lascio il prestavolto di Echeveria, realizzato da TalesOfAFairy  che ringrazio ancora di cuore, (lo so che ti sembro un disco rotto, ma non posso fare altro. XD) detto ciò spero che sia il suo disegno che il capitolo vi piacciano. 
BUONA LETTURA. :-*

 


“Forse è giunta l’ora di migliorare sul serio la mia resistenza fisica.”
Miyako Hasegawa era già stanca ed erano passati solo cinque minuti dall’inizio della prova. Ora, seduta su un gradino della scala antincendio di un palazzo, si stava maledicendo per l’idea appena avuta. Colpire i robot dall’alto era sicuramente una delle scelte più logiche che potesse fare, ma scegliere uno dei palazzi più alti forse non era stata una delle idee più brillanti che avesse avuto nella sua vita, considerando quanto fosse poco resistente. La castana si alzò, ormai sicura di non rischiare di perdere un polmone e riprese la sua scalata verso la cima.
“Non dovrebbe mancare ancora molto, o almeno spero.”
Fortunatamente dopo un paio di rampe aveva raggiunto il tetto. Soddisfatta riprese fiato, si scartò un lecca-lecca all’arancia e iniziò a gustarlo. Fece per avvicinarsi al cornicione che dava sullo spiazzo centrale dove erano concentrati i robot e gli studenti ma dovette fermarsi. Davanti a lei c’era una ragazzo dai capelli neri legati in una coda dalla quale sfuggivano un paio di ciocche che gli ricadevano sulla fronte. Teneva un occhio chiuso e l’altro concentrato sul mirino del fucile a canna liscia che teneva tra le mani. Miyako in quel momento pensò a solo una cosa: quel ragazzo doveva essere fermato, non poteva ferire degli studenti innocenti.
“Ehi tu! Abbassa immediatamente quel fucile.”
Il moro fece appena in tempo a distogliere lo sguardo dal mirino per vedere la ragazza lanciarsi su di lui. Inutile dire che entrambi caddero rovinosamente a terra. Il moro guardò lievemente turbato la ragazza che lo aveva appena disturbato. Cercò di spostarla ma quando provò a muovere un braccio realizzò che era bloccato al suolo da una sostanza giallognola e appiccicosa. Provò nuovamente a liberare un braccio ma la sostanza si solidificò impedendogli qualsiasi movimento. Guardò innervosito la ragazza che ora si era rialzata.
“Ehi, ma si può sapere che ti è preso? Liberami subito!”
“Che domande fai? Stavi per sparare su un gruppo di innocenti! Non ti libero di certo! Sei un villain per caso? Chi ti ha mandato? Sei un mercenario?”
Miyako forse si era lasciata influenzare un po’ troppo dalle poliziesche che guardava di solito e ora stava tormentando il povero ragazzo che, confuso e lievemente innervosito, cercava di liberarsi dalla sostanza giallognola.
“Sparare ad un gruppo di innocenti? Il mio obiettivo è sparare ai robot! Non sono un Villain! Sono Thane Callaghan, uno degli “studenti innocenti”.”
Miyako sentì le guance andarle a fuoco.
“N-non sei un villain?”
“Decisamente no! Ora potresti liberarmi? Sto sprecando tempo prezioso.”
La ragazza, sempre più imbarazzata per la gaffe appena commessa, obbedì. Pose una mano su ciascun blocco della sostanza e quello in poco tempo si ruppe, liberando così Thane.
“Ma se devi sparare ai robot come fai ad aver la certezza di colpirli? Non rischi di beccare uno studente?”
“Non c’è nessun rischio. La Yuei mi ha fornito dei pezzi di ferraglia che ha chiamato proiettili. Sono progettati in modo tale che quando entrano in contatto con il robot lo mandano in corto circuito. Nell’eventualità in cui colpiscano uno studente questo sentirà solo una lieve pressione, ma non credo che nessuno la sentirà. Tutti i proiettili che escono da quest’arma non mancano mai il bersaglio.”
“Modesto è l’aggettivo che ti si addice ora.”
Boffonchiò la castana incrociando le braccia. Thane le scoccò un occhiataccia ma sorvolò sul commento, preferendo tornare a concentrarsi sull’esame. Miyako decise di imitarlo, si allontanò di qualche metro e fece uscire dalle sue mani la sostanza giallognola, la modellò fino a farle assumere la forma di un disco e la fece solidificare. Si concentrò sullo spiazzo antistante. Sorrise alla vista di un robot da tre punti e gli scagliò contro il disco. Purtroppo non lo vide mai colpire il robot. A metà percorso i disco di miele solido andò in frantumi a causa di un proiettile.
“Quel disco avrebbe colpito “uno studente innocente” in testa. Sicura di non essere tu un Villain?”
Domandò il moro con un sorriso beffardo ad increspargli le labbra.
“Wow, hai colpito il disco... ma come...”
Miyako si ritrovò a balbettare imbarazzata per la pessima figura appena fatta.
“ Te l’ho detto. Non sono modesto, dico semplicemente come stanno le cose.”
“Beh, ecco io... non volevo...”
“Ti conviene risparmiare il fiato per scusarti con i prossimi studenti che colpirai, io ho già il mio esame a cui pensare, non posso rimediare ad ogni tuo pessimo tiro.”
Miyako arrossì per l’ennesima volta e si limitò a ringraziare Thane. Respirò a fondo, ricreò il disco e riprovò il lancio, questa volta mirando ad un robot da due punti più isolato. Il disco andò a recidere la testa e lei si ritrovò ad esultare per il tiro andato a buon fine, tutta la pratica che aveva fatto negli ultimi mesi alla fine era servita a qualcosa. Creò un terzo disco e fece saettare lo sguardo da una parte all’altra dello spiazzo. Avrebbe dimostrato di essere all’altezza degli altri.

 
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Kasumi si guardò intorno spaesata. L’esame era nel pieno del suo svolgimento e tutti erano impegnati nel cercare di fare più punti possibili. Anche lei dal canto suo ce la stava mettendo tutta per raggiungere il suo obiettivo ed entrare alla Yuei. Così assorta com’era nell’osservare gli altri non fece in tempo a notare una placca di ferro che stava arrivando a tutta velocità. Quando Kasumi si girò chiuse istintivamente gli occhi, ma non sentì nessun impatto. Lentamente riaprì un’occhio per vedere cosa fosse successo. La placca di metallo era sospesa davanti a lei ad un palmo dal suo naso. La corvina indietreggiò leggermente allarmata quando vide che essa era interamente circondata da un aurea azzurrina. Evocò immediatamente dai palmi un demone il quale le si parò davanti per assorbire il colpo in caso di esplosione. Ma proprio mentre la ragazza stava per ordinare al demone di distruggere la placca un ragazzo corvino e dalla pelle turchese fece capolino da dietro l’oggetto.
“Chiedo scusa per lo spavento. Questo mi era scappato poco fa, non avevo idea che l’esplosione sarebbe stata così forte. Non sono riuscita a contenerla e il pezzo è sfuggito al mio controllo.”
Il ragazzo si grattò la nuca ridacchiando imbarazzato. Il demone guardò interrogativo Kasumi in attesa di direttive. La corvina con un rapido gesto lo fece dissolvere nel nulla e tornò a concentrarsi sul bizzarro ragazzo davanti a lei.
“Non preoccuparti, fortunatamente non mi ha colpito. Forse però è meglio spostarci da qua, quell’aurea azzurra non promette nulla di buono.”
Ayato guardò la ragazza e poi l’oggetto scoppiando a ridere. Dal canto suo la ragazza lo fissò interrogativo e fece alcuni passi indietro quando vide che la placca aveva oscillato leggermente al suono delle risate del ragazzo.
“Stai tranquilla...”
Il corvino lanciò un’occhiata alla ragazza di cui non sapeva ancora il nome. Lei si affrettò a rispondere
“Kasumi Kirigaya.”
“Tranquilla Kirigaya, non esploderà. A meno che il mio quirk non me lo consenta e io ne sia all’oscuro.”
“I-il tuo quirk?”
“Esattamente, è più facile mostrartelo che parlartene.”
Detto ciò Ayato fece un cenno al rottame. Questo si diresse a tutta velocità verso un robot da tre punti centrandolo in pieno. Quest’ultimo esplose ma appena questa iniziò si bloccò. Il robot venne circondato anch’esso da un’aurea azzurrina, si elevò in cielo e ad una distanza di circa cinquanta metri dal suolo esplose definitivamente. I pezzi di ferro dell’ormai defunto robot vennero nuovamente circondati e andarono ad adagiarsi gentilmente ai piedi di Kasumi. La ragazza guardò i rottami, il ragazzo e poi nuovamente i rottami.
“Sei stato tu?”
Chiese  la corvina leggermente imbarazzata. Non aveva la idee molto chiare sul quirk del ragazzo e non voleva ferirlo mettendo in dubbio le sue capacità. In fondo il ragazzo per farle capire che quirk avesse aveva pure preso una pausa dal suo esame. Ayato le sorrise candidamente
“Sì. Comunque è stato un piacere conoscerti e averti salvato da un colpo che sono sicuro sarebbe stato molto doloroso. Ci rivedremo a scuola.”
Dicendo questo il ragazzo dalla pelle azzurrina prese il controllo di un robot da due punti e lo fece schiantare contro uno da tre, ripetendo poi la procedura precedente per limitare i danni. Kasumi sollevò una mano timidamente.
“Ciao anche a te.”
Sospirò, si guardò intorno pensando velocemente al da farsi ed evocò nuovamente dai palmi delle sue mani un demone, La corvina gli indicò un robot da due punti e lo spirito lo attaccò staccando di netto la testa. La scena si svolse sotto lo sguardo violaceo e determinato di Kasumi: ora che aveva visto che gli altri ce la stavano mettendo tutta lei non sarebbe stata da meno.


 
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Favaro Wada aveva ormai accumulato 41 punti e mancando ormai poco al termine della sfida aveva deciso di andare a cercare robot di piccolo taglio un po’ più lontano dal gruppo più numeroso. Se fosse rimasto lì era più che sicuro che avrebbe trovato poco e nulla per racimolare gli ultimi punti. Stava correndo per le strade di quella città adibita all’esame da qualche minuto e non vedeva robot. Possibile che con l’avanzare dell’esame tutti gli automi avessero smesso di arrivare? Favaro svoltò per l’ennesima e finalmente in lontananza riconobbe il colore verde petrolio che contraddistingueva i robot della prova. Corse nella sua direzione e un sorriso gli increspò le labbra sottili quando si accorse che si trattava di un robot da tre punti. Quando si trovò a qualche metro di distanza dal robot il suo braccio destro divenne inchiostro e davanti a lui si formarono delle sagome umanoidi di inchiostro. Le due sagome, collegate al ragazzo tramite un sottile filo d’inchiostro, si tolsero dalle spalle un fucile, anch’esso d’inchiostro, e lo puntarono verso il robot. Proprio mentre questi si accingevano a sparare una forte folata di vento li fece diventare semplici pozze d’inchiostro e gran parte del liquido fluì attraverso il filo sottile legato a Favaro e andò a formare il suo braccio destro. Ma non fu la distruzione dei suoi Comrades ad attirare la sua attenzione, ma il robot da tre punti che, a causa della forte corrente, era andato a schiantarsi contro un lampione e, entrando in contatto con l’elettricità andò in cortocircuito, facendo svanire la possibilità del ragazzo di guadagnare punti. Si guardò intorno per vedere chi gli aveva rubato i punti da sotto il naso ma non vide nessuno, o per lo meno non in un primo momento. Quando stava per fare dietro front per cercare altri automi vide una ragazza dai capelli color ebano atterrare a qualche passo di distanza dal robot. Con un piede diede qualche colpo per verificare che fosse fuori uso definitivamente. Poi, sentendosi osservata, alzò gli occhi e li puntò nella direzione del moro.
“Ehi tu cos’hai da fissare?”
“Sto semplicemente guardando i miei tre punti.”
Rispose semplicemente Favaro, cercando di ignorare la punta di aggressività nel tono della ragazza.
“I tuoi punti?”
Mei Murakami guardò il robot da tre punti ai suoi piedi e sorrise.
“La prossima volta dovrai essere veloce come il vento.”
La ragazza ridacchiò, ma per poco. All’improvviso si udì un forte boato  e il suolo tremò. I due ragazzi si guardarono negli occhi per poi sollevare lo sguardo e posarlo sull’imponente figura di un robot da zero punti. Favaro si portò una mano alla fronte per proteggere gli occhi da l sole e osservare meglio l’automa. Gli era sembrato strano di non averne incontrato ancora uno e ora preferiva decisamente ritornare alla situazione in cui non si era ancora imbattuto in lui. Ma il ragazzo non potè fare a meno di pensare ad una cosa: per quale motivo un robot così grande valeva così poco? Forse si trattava di un’ulteriore prova. Forse gli esaminatori volevano valutare la loro capacità di valutare velocemente i pro e i contro di battersi contro un nemico che era a tutti gli effetti più forte di loro, oppure la loro capacità di strategia oppure la loro capacità di affrontare una situazione nonostante le apparenze. Dopo qualche secondo di riflessione iniziò a creare un Comrades ma venne bloccato da una voce maschile alle sue spalle.
“Non credo che un po’ d’inchiostro possa fare qualcosa a quel gigante di ferro laggiù.”
Favaro e Mei si girarono nella direzione di un alto ragazzo corvino il cui braccio stava passando da uno stato solido ad uno gassoso, per prepararsi ad eventuali attacchi.
“Beh, sarebbe sempre meglio di niente.”
“Credo che contro di lui l’unica soluzione sia un attacco coordinato.”
Questa volta a parlare era stata una voce femminile sdoppiata, appartenente ad una ragazza interamente vestita con una tuta color antracite. La testa era coperta anch’essa dalla tuta e il volto era coperto da una maschera trasparente che permetteva di vedere che all’interno c’era solo del gas dal colore violaceo.
“Questo posto comincia a farsi affollato.”
Sussurrò Mei riferendosi all’arrivo di Fumo Kuroda e Kit Ito.
“Effettivamente sarebbe una cosa sensata, ma attaccare così, senza un preciso obiettivo sarebbe inutile, e l’unica cosa che otterremo sarebbe di rallentarlo.”
Ragionò Fumo ad alta voce.
“Ecco perchè ci serve un piano.”
Affermò con sicurezza Kit. Favaro la guardò come se avesse appena detto un assurdità. Non avevano molto tempo per idearne uno e inoltre non conoscevano le abilità l’uno dell’altro, ci avrebbero messo troppo per esporre pregi e difetti dei vari quirk e riuscire a sfruttarli.
“Anche un piano non elaborato nei minimi dettagli dovrebbe andare bene, l’unico obiettivo e fermarlo, giusto?”
Chiese Mei che stava ancora osservando il robot da zero punti. In risposta Kit annuì.
“In realtà avrei già una mezza idea, devo solo capire come realizzarla. Ed essendo voi gli unici nell’arco di qualche metro sarete voi a darmi una mano.
Dopo che Kit ebbe spiegato loro il piano e che i ragazzi ebbero fatto le loro correzioni e le loro precisazioni, si diressero verso il robot. Arrivati lì videro che gran parte degli altri studenti stava correndo nella direzione opposta mentre altri, anche se pochi, cercavano di rallentare l’avanzata dell’automa per permettere agli altri di scappare. Kit, Favaro e Fumo si posizionarono in riga, davanti a Mei.
“Murakami, ora!”
Al segnale di Kit la ragazza creò tre correnti di vento che sollevarono i ragazzi all’altezza della testa del robot. Fumo fece tramutare le braccia in gas e questo andò ad oscurare la telecamera e il sensore del robot, impedendogli così di vedere Kit e Favaro che erano stati portati dalla corrente sulla testa.
“Mi raccomando, appena avrai oscurato con l’inchiostro telecamera e sensore torna a terra con Wada.”
Il corvino annuì e iniziò a creare un Comrade. Kit intanto saltò sulla spalla del robot fino a raggiungere i cavi scoperti. Appena vide i suoi due compagni di avventura essere trasportati a terra da una corrente di Mei si concentrò sui cavi davanti a se. Erano parecchi ma romperne almeno uno avrebbe comportato l’interruzione di un circuito di almeno un meccanismo e, nel migliore dei casi, avrebbe innescato una reazione a catena che avrebbe disabilitato il robot. Il robot aveva iniziato ad agitarsi non avendo più una visuale su ciò che aveva davanti, ma continuava a procedere.Kit fu costretta a scegliere in fretta il cavo da recidere. Ne prese uno non troppo grande di colore verdognolo, poi corse velocemente e saltò giù, fu accompagnata nella caduta a da Mei e con gli altri corse a mettersi al riparo, non sapendo cosa aveva comportato la sua azione.
“Ha smesso di avanzare, il piano ha funzionato!”
Esultò Mei alzando le mani per farsi battere il cinque da Fumo e Favaro che erano i due più vicini alla ragazza. Favaro ricambiò con un sorriso mentre Fumo lo fece quasi distrattamente. Poi un suono assordante si propagò per tutto il campo. L’esame pratico era finito.



Space of Kiki:
Ed eccomi qui con la seconda parte del primo capitolo e con l'introduzione degli altri OC. ^^
Spero di non essere ricaduta nell'ooc con i vostri Oc (passatemi la frase anche se mi è uscita terribile. -.-").
Detto ciò con questo capitolo è ufficialmente finito l'esame e ci vediamo con il primo giorno di scuola nel prossimo capitolo.
 

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