Pick me, find me, take me

di armen66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CH 1 ***
Capitolo 2: *** CH 2 ***
Capitolo 3: *** CH 3 ***



Capitolo 1
*** CH 1 ***


~~

PRENDI ME

Ti conosco.
I miei colleghi pensano che io sia distaccato dai contatti umani, ma ascolto con estrema attenzione quando parlano nella cucinetta o tra una scrivania e l'altra.
Non impegnarmi in conversazioni non mi priva del mio senso dell'udito.
E Martin parla, molto, lui è quello loquace dell'ufficio, gentile con le donne, sciolto con i poliziotti.
Parla troppo per il suo bene, vedo quante volte il suo fascino con le donne ha colpito il punto giusto. Potrei copiarlo, ma correrei troppi rischi nell'espormi a persone che conoscono la mia storia. O possono trovarla nel database della polizia.
Ti conosco.
Quanto sei brava.
Dannatamente  brava. Intelligente, determinata, spietata.
La migliore, dicono, quella che va in prima pagina.
Una volta ho trovato una tua foto, l'ho tagliata dal giornale e messa nella cartellina del mio caso.
Anni fa ho intravisto una donna bionda che entrava nell'ascensore mentre stavo uscendo dal mio ufficio e mi sono perso nei suoi occhi, così tristi e così belli allo stesso tempo; poi fuori ho notato la tua macchina e ho capito che eri tu.
Ti ho mentito, dicendo che noi andiamo a letto insieme e tu sei come un'estranea per me. Non estranea, più un personaggio da film, la grande poliziotta, con uno strano atteggiamento nei confronti delle persone e delle cose, come un  cavaliere solitario con una macchina potente.
Avevo pianificato di chiedere a Martin più dettagli su di te quando improvvisamente tutto è andato a puttane. Il massacro, Tommy, Lillian a rischio di perdere il suo lavoro, trascinandomi giù con lei.
Non potevo essere buttato fuori dalla polizia, avevo un piano, dovevo restare.
Siamo stati messi in congedo forzato per due settimane e sono diventato matto a casa. Sembrava una prigione.
Era una prigione. Loro erano con me tutto il giorno, Alice era gentile, le ragazze obbedienti e io ho quasi perso la testa con una pillola dopo l'altra. Non avevo altri posti dove andare.
Ero così insensibile che ho dimenticato una riunione del club. Nessun desiderio, solo la solitudine all'estremo.
Le cose dovevano calmarsi, ma poco dopo Martin era in arresto e tu eri di nuovo in Svezia.
I miei colleghi ti odiavano per Martin, non potevo provare con Lillian. Nessuno ti voleva, se io chiedevo notizie di te era troppo sospettoso.
Ho tenuto nota con discrezione di tutti i casi transfrontalieri in cui potevi essere  coinvolta; Barbara mi ha parlato di un raid dell'anti droga sul ponte, così sono andato da Lillian, offrendomi volontario. Lei mi ha detto che i nostri nomi erano ancora troppo caldi per rischiarli con la stampa.
Quando avevo un giorno libero davanti a me, spesso prendevo la macchina e andavo in un parcheggio da dove potevo vedere l'Oresund e individuare le luci di Malmo, poi tornavo a casa e prendevo un sonnifero per darmi oblio fino a tardi il giorno dopo. Non avevo altro che il mio lavoro.
Lillian mi ha fatto aspettare, sono rimasto nell'ombra in attesa del momento giusto, il momento in cui io sarei venuto da te e tu avresti scelto me

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Capitolo 2
*** CH 2 ***


~~TROVA ME

In sala visite non ho niente da fare, mentre la guardia ti chiama dentro la prigione.
Chiama la mia donna, la mia collega, il mio amore.
Non avrei mai immaginato di essere di nuovo fedele dopo anni di abuso del mio corpo e del mio cuore.
Era una routine, in quelle notti ero solo una macchina programmata per il sesso.
Cambiava la casa, cambiava il letto, cambiava il corpo, dopo due ore me ne andavo per sempre.
Avevo le mie frasi standard per terminare la storia la mattina dopo, per mettere il numero nei contatti indesiderati.
Non tutte le volte trovavo una donna, difficile individuare prede snelle dai capelli scuri in  Danimarca e loro dovevano essere così. Avrei potuto chiedere a una professionista di indossare una parrucca, lo so, troppo sordida l'idea di tornare a casa con l'odore di sesso a pagamento. Come  se Alice potesse sentirlo su di me.
Poi sei arrivata  e in una notte mi hai ribaltato completamente.
È così squallido qui, il tavolo di legno con sedie economiche, la lampada e il letto stretto, solo un lenzuolo che copre il materasso. Cambiano il lenzuolo  dopo ogni visita – almeno lo spero - perché lo scopo del letto è ovvio e vedo come lo sporchiamo. Afferriamo l'occasione, qualunque sia il momento del mese per te. Non c'è tempo per carezze sotto la coperta che ci manca e tu non hai affatto voglia di riceverne.
Dopo, chiudo gli occhi per qualche attimo, sdraiato sulla schiena, respirando affannosamente, fingendo che siamo lontani,  da qualche parte, in vacanza in un posto stupendo, finché non ti rivesti e io devo andare via.
Io sto zitto, se parlo,  se esprimo un desiderio, se mi lascio andare, protestando contro questa assurda separazione forzata che dobbiamo sopportare, potresti rifiutare di rivedermi.
Prego di vederti ogni volta che vengo qui.
Quando non appari sulla porta, è sempre come una freccia che mi trapassa il cuore.
Il mio bisogno è così forte che non posso descriverlo, i pochi momenti assieme su questo letto sono l'unico modo in cui posso toccarti.
Ho rinunciato a stimolanti e pillole, non posso rinunciare a te.
Se solo potessi togliere la tristezza e il dolore dai tuoi occhi, vederti sorridere.
Se dovessero tagliarmi un dito della mano, il dolore sarebbe minore di perderti. Perché tu sei la mia unica ragione per stare lontano dalla droga.
Quando ho chiesto a Lillian di assegnarmi il caso Anker e lei mi ha guardato per qualche secondo, ho avuto il tempo di ripassare tutta la mia vita.
Non potevo farle capire  che tutta la mia esistenza dipendeva dalla sua risposta.
Ti ho lasciato credere che la decisione di portarti a casa me fosse tua, quella prima volta, la nostra prima notte. La tua intelligenza è così acuta da capire che voglio te, tutto di te, reclamando te dalla serie senza senso di volti, corpi e menti di donne  che ho incontrato durante sei lunghi anni di solitudine.
Sei diversa, sei forte e debole allo stesso tempo.
E tu sei mia, Dio, ho bisogno di te in un modo così disperato. Ho bisogno di queste ore di visita per vivere, per sentirmi vivo, per svegliarmi al mattino e andare a letto tutte le sere e lavorare di  giorno perché ho te.
Io leggo  dentro di te, non voglio ferirti quando mi lasci vedere frammenti di ricordi dolorosi tenuti accuratamente nascosti.
In fondo so che non mi appartieni, ironia e  tragedia della mia vita, vivo di nuovo in un'illusione d'amore. Forse,  se riflettessi meglio,  questo rapporto - paura di chiamarlo relazione, speranza di definirlo storia d'amore - non sarebbe  mai iniziata, o sarebbe solo sesso e non tutto questo consumante bisogno che mi brucia dentro.
Respiro due volte al mese, con te, non posso farci nulla.
Sto fermo, controllo le mie parole, per non spaventarti, per far si che ti  fidi di me. La mia promessa è trovare un modo per liberarti, sono egoista nel volerti,  è la mia vergogna e la mia gioia


 

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Capitolo 3
*** CH 3 ***


~~PRENDI ME

Il mio cuore si ferma quando vedo cosa le ha fatto. La calza bianca ora è rossa, gocce di sangue  cadono sul pavimento. La macchia si ingrandisce ogni secondo che passa, formando una pozza perfettamente rotonda.
C'è un'altra macchia rossa nel mio campo visivo, nei miei occhi, che filtra dalla mia stessa ferita che non mi causa dolore.
Sangue versato per i nostri peccati, i peccati dei padri che ricadono sui figli. Echi di parole da una chiesa, che rispecchiano il sacrificio eucaristico.
Dio, rimuovi questo calice da me, ascoltami dalla croce di nastro adesivo a cui sono inchiodato.
I miei peccati fanno soffrire la mia bambina.
Il sangue che la sta lasciando è il mio, ero presente quando Astrid è venuta al mondo, vedrò la sua dipartita.
Il dolore nella mia testa è parallelo alla disperazione che mi riempie il cuore.
Pensavo di sapere cosa fosse la sofferenza, ma è nulla in confronto all'incubo reale che sto sperimentando.
Astrid mi fissa e io sono legato e radicato al pavimento e non posso andare da lei, toccarla, tenerla in braccio, asciugare le sue lacrime, cucire la sua ferita, chiuderle gli occhi per l'ultimo inevitabile sparo che  ucciderà lei e me nello stesso tempo.
Sono disperato, crudele illusione, per la terza volta in una settimana; il destino  sta giocando duro contro di me.
Avere e perdere tre figli - non ancora nati o vivi non importa - perché è esattamente quello che mi sta succedendo.
Se lui la distrugge, io mi distruggo, ordinerò al mio cuore di smettere di battere, ai miei polmoni di smettere di respirare, al mio sangue di smettere di scorrere. Ci troverai entrambi morti, il suo corpo vicino al mio, per averla con me nel mio ultimo attimo di vita.
Come posso negoziare con questo spietato assassino? Sono bravo, veramente bravo, sono stato addestrato per questo, ma tu non sei con me. Siamo una squadra, io conduco la trattativa  e sento il tuo cervello valutare idee e soluzioni.
Siamo bravi, ma insieme.
Cosa faresti in una situazione come questa, per non impazzire?
Usa la logica. Distrailo. Usa le parole.
Ci provo, mi presento come sacrificio, le ho dato la vita, offro la mia per lei. Tesoro mio, non piangere, papà ti proteggerà, papà non ti lascerà mai.
Prendimi, demonio dall'inferno più profondo, mutilami, sparami, uccidimi, ma non toccare mia figlia, il mio unico fiore, il mio agnello, innocente e puro.
E tu arrivi, per salvare me, mia figlia, me e te. Siamo in tre, vivi,  nella stessa stanza. Gli altri si sono persi, tua sorella, il figlio di Martin, Hans, Anna. Siamo vivi.
Tagli il nastro intorno alle mie caviglie in modo che possa strisciare sulle mie ginocchia, mentre tu mi segui con una forbice per liberarmi i polsi e mi ordini di stare fermo.
Le nostre lacrime sono di gioia ora,  afferro la tua mano per tenerti vicina. Astrid si guarda intorno, mille domande nei suoi occhi mentre tu prendi la mia vecchia sciarpa da sotto i cappotti e fai un nodo sulla ferita. Efficiente, razionale, logica, come sempre.
Ma i tuoi occhi tradiscono lacrime pronte a essere versate, c'è riflessa una luce di speranza che non ho mai visto prima.
Appena il tempo di spiegare  ad Astrid chi sei e arriva l'ambulanza,  la polizia e tutto diventa confuso, ma Astrid è in mani sicure. La sua ferita non sanguina più e io crollo sul pavimento piangendo senza vergogna.
Ti inginocchi vicino a me e prendi me, completamente, ogni singola parte di me, tra le tue braccia e questa volta i singhiozzi sono miei e tu  mormori che l'incantesimo è rotto.
E' la tua mano che mi scorre tra i capelli, è la tua voce che promette che andrà tutto bene, è il tuo braccio che mi sostiene mentre camminiamo verso l'ambulanza che già accoglie la barella di Astrid, un medico si prende cura della mia bambina.
Guardando intorno, ci sono Lillian e i colleghi, sei divisa tra loro e noi.
C'è il rapporto da stendere,  la pistola ha sparato,  i rilievi forensici  e tutte le procedure da seguire.
Ho bisogno di andare con Astrid, la mia fronte ha un taglio e sanguina. Anche io sono lacerato, sento ciò che provi.
Ti rivolgi a Lillian, facendo  un passo via da me, è già una perdita, mi manca l'aria.
Il rumore di una portiera che si apre e si chiude, le chiavi della tua macchina in mano e  sei fuori dall'ambulanza, mostri il tuo id, metti una mano sulla porta posteriore per arrampicarti e sederti vicino a me nello spazio stretto, senza preoccuparti delle regole su quante persone possono essere trasportate.
Il mio cuore è pieno di una nuova speranza mentre l'ambulanza si muove, perché siamo insieme.
Una mano accarezza il viso della mia bambina, una mano riposa in mezzo alle tue.


 

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