La telefonata

di EleWar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La telefonata ***
Capitolo 2: *** Sul tetto ***



Capitolo 1
*** La telefonata ***


Attenzione!
S: “…” sono le parole che dice Sayuri al telefono…che noi non sentiamo, o meglio, leggiamo
K: “ bla bla bla” quello che dice Kaori al telefono
Kaori: “ bla bla bla” e Ryo: “bla bla bla” sono i dialoghi a tu per tu o i pensieri di ognuno.

 
 
Cap. 1 La telefonata
 
Ryo era solo in casa, Kaori era uscita per andare a controllare come ogni giorno la lavagna alla stazione di Shinjuku, sperando di trovare l’inequivocabile messaggio xyz.
Lui si aggirava svogliatamente per casa ciabattando.
Senza la sua socia vicino, da sfottere e con cui bisticciare soltanto per il gusto di farlo, non c’era divertimento.
Sospirò.
 
Vagabondando da una stanza all’altra, passò davanti alla porta della sua amata, e si accorse che era aperta quel tanto per vedere...
Gli occhi gli caddero sul cassetto aperto della biancheria intima.
“Che fortuna!! Ohhhh che spettacolo delizioso!!”.
Con un balzo felino e gli occhi a cuoricino, si catapultò all’interno della camera da letto e immerse le sue mani vogliose in quel prezioso tesoro.
Rovistava tutto contento, annusava quei pezzi di lingerie, li ammirava, li coccolava, se li strusciava sul viso facendo le fusa, e gongolando si mise in testa un reggiseno, insomma era in paradiso.
 
Ebbe però un brusco ritorno alla realtà, quando sentì sbattere la porta di casa, giù di sotto, e una voce a lui ben nota gridare:
“Ryoo? sono a casa!”.
Lui, lo sweeper n. 1 del Giappone, che poteva sbaragliare a mani nude bande di criminali, che con la sua fedele Phiton riusciva a sparare con precisione in ogni condizione, lui che era il giustiziere di Shinjuku, iniziò a tremare terrorizzato.
Se Kaori lo avesse beccato lì, nella sua stanza, con le mani nella sua biancheria intima, lo avrebbe spiaccicato sul pavimento, seduta stante!!
Ancora la sua voce:
“Insomma! Ryo dove sei?”.
E poi borbottando:
“Mai che fosse qui a darmi una mano con la spesa… grrr”.
Ma un provvidenziale squillo del telefono salvò Ryo dalla ramanzina che si preannunciava con tutto il corollario di insulti e percosse.
Kaori lasciò le borse della spesa, appena messo piede in casa, e si precipitò a rispondere al telefono.
Ryo sentì la voce della sua amata socia farsi dolce e morbida, un repentino cambio di tono, rispetto a quello che stava usando con lui, e s’incuriosì su chi fosse dall’altro capo del telefono.
Scese le scale senza fare rumore, e si appiattì dietro la parete per ascoltare senza essere visto.
 
K: “Oh ciao Sayuri!! che piacere sentirti”
S: “……”
K: “Sì cara la mia sorellina…sto benone”
S: “……”
K: “Ma sì certo che l’avevo capito che eri mia sorella…”
 
A quelle parole Ryo fece tanto di occhi.
Quindi Kaori aveva scoperto tutto e non aveva detto niente… per quale motivo era voluta rimanere in Giappone, allora?
Per lui?
Sotto sotto lo sperava tanto.
 
Mentre Ryo era tutto preso nei suoi ragionamenti, dopo gli iniziali convenevoli, le due si misero a chiacchierare amabilmente, e lui, al riparo di un tramezzo, ne approfittò per spiare la sua partner.
Kaori, appoggiata mollemente con le spalle alla parete, aveva attorcigliato il filo del telefono alle dita e ci giocherellava con aria sognante.
Era così bella circonfusa in un’aurea di dolcezza…. era una visione da togliere il fiato. Quando era con sua sorella cambiava totalmente atteggiamento, poteva esternare tutta la tenerezza e l’amore che conteneva il suo grande cuore…. come non poteva fare con lui…
Ryo si sentì ancora una volta in colpa…
E allo stesso tempo una punta di gelosia gli trafisse il cuore….
Dal giorno in cui Sayuri era entrata nella loro vita, temeva che prima o poi Kaori si stancasse di lui, del modo di vivere che le aveva imposto, e infine si decidesse a mollarlo per andare a stare da sua sorella.
L’unica parente in vita, l’unica con la quale avesse un vero legame di sangue.
 
I suoi timori tornarono prepotentemente alla ribalta quando, ad un certo punto, sentì Kaori dire:
K: “Sì presto ti raggiungerò…”
 
A Ryo parve di aver ricevuto una stilettata in pieno cuore e gli mancò il respiro. Aveva capito bene?
Kaori presto avrebbe raggiunto sua sorella a New York?
Quello che ascoltò dopo non fece che peggiorare la sua impressione.
 
S: “…”
K: “Ma sì, che vuoi che gli importi a Ryo! Sarà felice di non avermi tra i piedi, così potrà darsi alla bella vita…e potrà portarsi pure quelle donnacce a casa… Sono sicura che non desideri altro che me ne vada!”.
 
Ryo accusò il colpo e il reggiseno dalla sua testa scivolò pateticamente sul naso. Ripresosi dalla botta, lo afferrò e lo fece sparire all’interno della giacca.
Quindi era vero! Kaori voleva lasciarlo!
In fondo non era quello che voleva?
Non desiderava che lei fosse felice, lontano dal loro mondo pieno di pericoli?
Non lo doveva forse al suo migliore amico che morendo gli aveva affidato il bene più prezioso, la sua sorellina?
Stava succedendo davvero.
Perché era innegabile che Kaori a New York, insieme alla sorella, avrebbe avuto una vita tranquilla, magari si sarebbe sposata, avrebbe avuto dei figli…lontano da lui, senza di lui.
 
Si appoggiò alla parete, sconfitto…
 
S: “….”
K: “Sì, sono uscita con un ragazzo…. quella sera è stata meravigliosa…”
 
A queste parole Ryo si sentì morire.
Se un treno lo avesse investito ad alta velocità, schiacciandolo sulle rotaie, probabilmente non gli avrebbe fatto così male.
Pensò sconsolato che al peggio non ci fosse mai fine e si chiese:
“E adesso? Che storia è questa?”.
 
K: “…così elegante, così distinto…un vero gentiluomo. Era  bellissimo, da perderci la testa…E’ stata la serata più bella della mia vita. Ero al settimo cielo. Pensa che stavamo pure per baciarci! Finalmente qualcuno che mi faceva sentire bella e desiderabile…invece sono abituata con Ryo che mi tratta sempre male, mi dà del travestito, del mezzo uomo…”.
 
Come era cambiato il tono di voce di Kaori!
Se possibile si era fatto ancora più dolce e profondo parlando di quel tipo, come una ragazza innamorata ….
Che contrasto, invece, col tono usato per descrivere Ryo! Quasi sprezzante, sarcastico.
Forse non c’era anche una puntina di rammarico nelle sue parole?
 
Ryo si sentì avvampare!
Un sentimento malsano si stava facendo strada nel suo essere, stritolandogli lo stomaco e il cuore.
Chi era questo bellimbusto?
Chi aveva osato anche solo provare a baciare la sua Kaori??
All’istante gli venne in mente Mick, perché di lui non c’era da fidarsi…. sapeva essere il perfetto damerino, con le sue buone maniere, il suo fascino innegabile… doveva ammettere che ci sapeva fare.
Era pazzo di Kaori poi, anche se stava con Kazue, e Kaori aveva un debole per lui, anche se… finora lo aveva sempre respinto.
Ma se lui avesse insistito e Kaori avesse infine ceduto?
Ma no, no, Kaori non aveva pronunciato il suo nome nemmeno una volta, e poi se ne sarebbe accorto, magari proprio dal comportamento dello stesso Mick.
Allora chi altro era?
Quando si erano visti?
Il tarlo della gelosia stava iniziando a scavare cunicoli e cunicoli nel suo cuore.
 
S: “…”
K: “ …ma no, no…Ryo non sospetta niente… “
S: “…”
K: “Sei matta? Dirglielo? Non pensarci nemmeno!! Lui non è interessato minimamente a me, alla mia vita …che vuoi che gli importi…. per lui esistono solo tutte le altre donne”
S: “…”
K: “…non capirebbe…”
S: “…”
K: “Sì, sì, stiamo spesso insieme…quando il mio lavoro di sweepers me lo permette… Quando Ryo non è casa stravaccato sul divano con quei giornalacci, o è in giro per locali a strusciarsi addosso a donnine compiacenti…”.
Sospirando.
 
Ryo pensò, sempre più accecato dalla rabbia e dalla gelosia:
“Ecco, quando non ci sono lei frequenta un altro… d'altronde, io me ne vado in giro a divertirmi, non posso pretendere che lei mi aspetti in eterno … però se ho capito bene, lo porta anche a casa???? A casa nostra??? E’ stata brava a nasconderne le tracce… Non ho mai sospettato nulla”
E poi “Chi sarà mai l’usurpatore? Chi ha osato tanto?? La mia Kaori…”. Quasi piagnucolando dentro di sé, poi più risoluto:
“Devo scoprirlo e poi  e poi…”.
 
S: “…”
K: “No, ti ho detto che a Ryo non lo dirò mai!!!”
 
Un’altra pugnalata nel cuore dell’uomo che stava origliando…
K: “Te lo ripeto, lui non s’interessa a me, e poi è spesso freddo e scostante…per non dire che quando parla con me lo fa solo per offendermi…perché dovrei confidargli una cosa così, così intima e personale??”
 
“Allora è peggio di quello che pensavo”… si disse Ryo, “ha una stima talmente bassa di me che non vuole nemmeno confidarmi che ha una storia con un altro!”
Ryo era davvero a pezzi…
 
S: “…”
K: “Oh Sayuri mi sei mancata così tanto! Non vedo l’ora di venire da te…”
S: “…”
K: “Ma sì, ma sì, te l’ho detto che non ci saranno problemi con Ryo! Mi lascerà partire senza fare obiezioni, lo conosco…”
S: “…”
K: “E’ vero! Non ci avevo pensato! Appena lo rivedo glielo chiedo… sono sicura che non mi dirà di no, so come fare per convincerlo eh eh eh”
 
Ryo:
“Non starà parlando del damerino, spero!!! E certo!! Chi può resistere ai suoi dolci occhioni quando ti chiede qualcosa? Già me lo immagino quel tipo smielato, a cedere alle sue richieste…”
 
K: “Gli chiederò se vuole venire con me…sarà l’occasione per fare una bella vacanza, e passare ancora più tempo insieme!”
 
“Coooooosaaaaaaa??? Kaori vuole andare in America con il tipo???”
Ryo avrebbe voluto urlare, ma si trattenne.
Stava pur sempre origliando e meglio sarebbe morto, piuttosto che rivelare alla sua amatissima socia, che era marcio di gelosia e che si sentiva morire al solo pensiero di vivere lontano da lei.
Il cuore gli martellava talmente tanto nel petto che, era sicuro, si sarebbe potuto sentire al di là della parete fina.
 
Poteva sopportare, o almeno si augurava di poterci riuscire, che Kaori andasse a vivere dalla sorella, e lo lasciasse lì da solo….ma che ci andasse con il tipetto, anche solo per una vacanza, no quello proprio no!!!

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Capitolo 2
*** Sul tetto ***


Sono contenta che vi ho scatenato la curiosità…. :-D
Ora c’è il finale perché, ve l’ho detto, la ff è breve.
Spero che non deluda le vostre aspettative però.
Ancora GRAZIE a lettere cubitali a chi mi legge e commenta sempre!
Vi ho nel cuore <3

 
 
Cap. 2 Sul tetto
 
Poco prima che le due sorelle si salutassero, Ryo scappò da quell’inferno rivelato e si rifugiò sul tetto.
 
Ecco, tutto quello che temeva di più al mondo si stava compiendo…
Kaori innamorata di un altro, sicuramente molto meglio di lui, che decideva di partire, di lasciarlo, per correre dall’altra parte dell’oceano e soprattutto di partire con il suo amante.
Ma non poteva che incolparsi per la piega che avevano preso gli eventi.
Lui non aveva desiderato altro in tutto questo tempo, e anzi lo sbandierava ai quattro venti.
Lei era una giovane donna che si era fatta via via sempre più bella e desiderabile, perché sarebbe dovuta restare a sfiorire accanto ad un tipo come lui che non si decideva a farla felice??
Poteva nascondere i suoi sentimenti per lei, poteva negare la sua meravigliosa bellezza, la sua leggiadria e la sua femminilità, poteva schernirla quando avrebbe voluto invece stringerla a sé e baciarla fino a perdere il fiato.
Poteva amarla di nascosto, da lontano, e sfogare le sue voglie con donne compiacenti ma lei…. lei era così piena di vita, con il cuore pieno d’amore, pronta a riversarlo su chiunque.
Non avrebbe resistito in eterno accanto ad un monolite come lui, che le negava anche il più piccolo gesto d’affetto.
Lei era fatta per amare.
 
Aveva lavorato così bene, nel definire rigidamente i loro ruoli, all’interno di quella strana coppia che, ancora, dopo tutti quegli anni trascorsi insieme, Kaori non lo considerava nemmeno un amico fidato a cui confidare i suoi segreti….
“Ma a chi sto prendendo in giro?” si disse infine Ryo “Ha ragione a non volermi rendere partecipe delle sue emozioni, perché se me lo avesse confidato l’avrei sicuramente derisa, come il mio solito e l’avrei fatta soffrire, e solo perché … non posso neanche pensare che lei ami un altro…”.
 
Lassù sul tetto consumò una sigaretta dopo l’altra.
Doveva calmarsi.
Fra breve, era inevitabile, avrebbe incontrato Kaori, in un modo o nell’altro, e doveva ritrovare la sua solita freddezza, non doveva trasparire niente, doveva dissimulare tutto come faceva sempre, una faccia di pietra…
Quanto avrebbe voluto che il suo cuore, piuttosto, quello sì, fosse di pietra, perché almeno in quel momento non gli avrebbe fatto così male.
Prima d’incontrarla, non sapeva nemmeno di averlo un cuore…ed ora, se lei se ne fosse andata, lo avrebbe portato via con sé.
Ryo avrebbe tanto voluto maledire il giorno che si erano conosciuti, che le loro strade si erano incrociate, ma… non ci riuscì perché, con sgomento, si accorse che quelli trascorsi erano stati gli anni più belli della sua vita e non si può odiare la felicità
 
Cosa avrebbe fatto ora?
Tentare di farla restare?
Ma come?
Avrebbe anche dovuto ammettere che aveva origliato tutta la sua telefonata…e poi? Lui era sempre un gran vigliacco, quando si trattava della sua amata socia, cosa le avrebbe potuto dire per fermarla?
Lui non era bravo con le parole.
Aveva il diritto di trattenerla, poi?
Non era quella la sua vita, non era giusto così?
 
Ryo era così angosciato che non si accorse della presenza di Kaori, lì sulla porta della terrazza, che gli si rivolse così:
“Insomma Ryo, è da un’ora che ti cerco! Perché non mi hai risposto?”
Lui si voltò a guardarla… era come se la vedesse realmente per la prima volta.
Una giovane donna così allegra, così adorabile, così, così bella, e lui la stava perdendo…
Ma perché gli sorrideva?
Non stava già, forse, pensando di abbandonarlo?
Riusciva così bene a nascondere il tradimento…il tradimento??
Si confuse ancora di più e con l’espressione da ebete rispose un:
“Eh?”
Kaori riprese:
“Passi che non ci sei mai quando ho bisogno di te, ma insomma almeno rispondimi quando ti chiamo…. ma, ehi cos’è quella faccia da funerale?”
E gli sorrise, di nuovo. A Ryo parve di sprofondare.
 
Riuscì a riscuotersi un poco e le sorrise timidamente a sua volta.
Vederla lì, a pochi passi da lui era una gioia e un dolore indicibile, avrebbe voluto correre da lei e abbracciarla così forte fino a non sentirsi più le braccia.
Avrebbe voluto supplicarla di non lasciarlo….
 
Kaori avvicinandosi chiese:
“Senti per pranzo, preferisci cucina orientale o occidentale? Te lo chiedo perché poi non avrai da recriminare, almeno su quello”.
E lo disse con aria di sfida.
Ma Ryo non accolse la provocazione e più serio che mai rispose:
“La scelta spetta a te…sei sempre stata libera di scegliere…”
“Eh? Ma quando mai? Sono i soldi che disponiamo, di volta in volta, a farmi scegliere cosa cucinare piuttosto” rispose Kaori.
Poi vedendo che Ryo continuava a rimanere serio e insolitamente tirato si preoccupò seriamente e gli si fece ancora più vicino.
“Ryo… tutto bene?” gli chiese con tono gentile e lievemente ansioso.
“Kaori…devo chiederti una cosa…ma dovrai essere sincera…”
Kaori deglutì:
“Ma certo, lo sono sempre stata con te…lo sai”.
E Ryo non poté impedirsi di pensare, che no, sincera non lo fosse stata perché gli aveva nascosto qualcosa che avrebbe fatto la differenza nella loro vita, ma proseguì:
“Allora dimmi….sei innamorata?”
A quelle parole Kaori prese letteralmente a fuoco e iniziò a balbettare:
“Eh? …eh?... co-co-cosa hai detto?”
“Ti ho chiesto se ne sei innamorata…se lo ami davvero…”
Kaori fumante come una pentola a pressione provò ad articolare:
“Ma, ma cosa stai dicendo?? Io innamorata?? Ma, ma figurati… e di chi poi ah ah ah ah ah ah”.
Ma le parole le morirono sulla bocca.
Il suo imbarazzo evaporò all’istante quando si accorse che Ryo era mortalmente serio, gli si avvicinò ancora di più, guardandolo con aria interrogativa.
 
Ryo fu costretto infine a scoprirsi.
 
“Kaori io…non volevo, ma ho sentito per caso la telefonata di prima, quella fra te e Sayuri”
Kaori parve riaversi, in un certo senso tirò un sospiro di sollievo, e un timido sorriso si dipinse sul suo viso.
“Ah, ora ho capito…e dimmi, cosa avresti capito tu invece?” chiese con fare ironico, già pronta a prenderlo in giro.
“Dovresti dirmelo tu…oppure non sono degno delle confidenze della mia migliore amica?”
A quel ‘migliore amica’ a Kaori venne da ridere e si portò una mano alla bocca.
Non immaginava che la considerasse in quel modo, in maniera così affettuosa.
Sapeva di essere la sua socia, la sua assistente, la sua partner sul lavoro, la sua cuoca e la sua donna delle pulizie, la sua rompiballe n. 1, la sua maledizione, la sua virago, per non parlare di quando la chiamava travestito, mezzo uomo, o uomo mancato.
 
“Perché ridi’” disse Ryo in tono stizzito.
“Scusami è che…mi hai chiamato migliore amica e mi è sembrata una cosa strana…hai ragione non dovrei ridere… tu sei così serio”
“Mi credi così insensibile?? Ma va bene, me la sono voluta. Non hai nessun obbligo nei miei confronti, e hai ragione a non volermi dire niente, inoltre...sei libera di andartene da tua sorella quando vuoi”
“Ah ma allora tu lo sapevi!” lo interruppe Kaori.
Ryo quasi s’indispettì, non si aspettava di essere interrotto proprio ora che stava faticosamente trovando le parole per aprirsi e rivelarle in qualche modo i suoi sentimenti.
Proprio ora che avrebbe dovuto dirle addio per sempre.
Kaori però, immaginando che quello era un aspetto secondario della questione che stavano cercando di chiarire, anche se nell’immediato faticava a capire quale fosse, pensò di sorvolare.
L’avrebbero chiarita in un secondo momento.
E prima che si perdessero come il loro solito in quel dedalo di frasi dette e non dette, decise di battere il ferro finché era caldo, e tornò sul punto focale.
Quindi Kaori riprese:
“Piuttosto….cosa pensi di aver capito origliando, ops scusa, ascoltando per caso la nostra telefonata?”
“Mi sembra ovvio. Che tu ti vedi con un ragazzo, elegante, distinto…un vero gentiluomo, bellissimo, niente a che vedere con uno zotico come me. Che presto lascerai il Giappone per andare da tua sorella e che se dovesse accettare, andrai via con lui”.
Concluse tutto d’un fiato.
Ecco l’aveva detto.
Era stato lì lì per strozzarsi facendo tutta quella tirata ed ora aveva la salivazione azzerata.
Sperando di riuscire a dissimulare tutto il suo marasma interiore, restava ritto davanti a lei, come quella sera che le aveva ridato la pistola di Maki, ormai funzionante, dopo la sfida con Mick.
Oggi come allora, erano su di un tetto, cercando di mettere un punto fermo nella loro vita, una sorta di resa dei conti… Ryo sperò di essere altrettanto risoluto, in qualsiasi modo sarebbe andata a finire.
 
Kaori stupitissima ammutolì.
Le ci volle un po’ per mettere a fuoco tutta la faccenda.
Non poteva crederci!!
Ryo pensava seriamente che lei lo avrebbe lasciato, per un altro, e che se ne sarebbe andata in America da sua sorella, per sempre??
Quando realizzò appieno la portata di quelle parole, sentì nascere dentro di lei una tale ondata d’amore verso quel suo amatissimo socio idiota che quasi le sfuggì un singhiozzo.
Per la prima volta Ryo dimostrava di tenere a lei e di essere geloso, sì geloso marcio. C’era da perderci la testa!
 
Ryo, vedendo che la socia non rispondeva, incalzò:
“Allora? Non dici nulla? Quando me ne avresti parlato? Quando magari una di queste mattine, svegliandomi, non ti avrei più trovato a girare per casa??”
 
Kaori, ormai ad un passo da lui, gli prese entrambe le mani e lo guardò con così tanto amore e tenerezza che Ryo ne fu sopraffatto.
Afferrò le mani che la sua dolcissima socia gli tendeva e spontaneamente intrecciarono le dita.
Aveva come l’impressione di doversi afferrare a quelle piccole mani salde, per non cadere, per non affondare.
Si fece forza e aspettò il verdetto.
Infine Kaori parlò:
“Hai ragione, hai diritto ad una spiegazione. Risponderò per prima cosa alla tua domanda. Mi chiedi se sono innamorata. Ed io ti rispondo di sì, con tutta me stessa”.
Ryo vacillò ma la stretta di Kaori era così salda che parve trattenerlo.
Si sentiva morire, ma lei lo guardava dritto negli occhi…possibile che fosse così crudele da rivelargli una cosa del genere senza nemmeno abbassare lo sguardo?
Kaori proseguì:
“Sì, il ragazzo che amo sa essere elegante, distinto…un vero gentiluomo, quando ci si mette. Ogni suo più piccolo gesto mi riempie il cuore, mi fa stare bene. Sono felice solo quando sto con lui, quando sono al centro della sua attenzione, ogni volta che si prende cura di me. Probabilmente anche lui mi ama ma… ancora non lo sa. E’ anche bellissimo ma…questo lo sa bene anche lui” ridacchiò.
Poi si riprese subito, continuando a guardarlo con quei suoi occhi nocciola che facevano perdere la testa a Ryo.
“E’ vero, ho intenzione di andare a trovare mia sorella Sayuri a New York, ma sarà un viaggio di piacere… non lascio il Giappone per sempre, non lascio il nostro mondo, il nostro lavoro…non lascio te…” e lo guardò ancora più intensamente.
Ryo si sentiva stranamente sollevato, ma ancora aveva un gran peso sul cuore.
Kaori riprese:
“Potrei andare da sola sì, ma…sarei più felice se il ragazzo del mio cuore venisse con me… non mi resta che chiederglielo”.
Poi Kaori sciolse una mano dalla stretta di Ryo e andò a sfiorargli la guancia tesa, a quel tocco Ryo si rilassò impercettibilmente.
In mezzo al dolore che stava provando, gli parve il tocco di un angelo.
Ryo stava ascoltando tutte quelle confessioni che gli laceravano l’anima, ma non riusciva ad odiare quella meravigliosa donna che aveva davanti.
Come poteva avercela con la padrona del suo cuore, mentre lo guardava in quel modo, così appassionatamente, tanto che lo faceva sentire come sospeso sul ciglio di un precipizio in cui sarebbe tanto voluto cadere?
Era lì con lui, ma l’avrebbe persa.
Si sentiva conteso fra l’inferno e il paradiso.
 
Visto che ancora Ryo non capiva Kaori disse:
“Vorresti venire via con me?”.
 
Come se fosse esplosa una bomba, finalmente Ryo capì.
Folgorato dalla consapevolezza, ebbe una vertigine spaventosa, ma ancora una volta Kaori era lì pronta a sorreggerlo.
Stava precipitando, ma allo stesso tempo rimaneva fermo immobile, sul terrazzo della loro casa.
Non poteva credere alle sue orecchie.
Che stupido che era stato!!!
D’improvviso comprese il vero significato delle parole pronunciate da Kaori.
Tutte le frasi udite di nascosto, tornarono alla sua mente, si sovrapposero, si mischiarono, ma incredibilmente si fecero sempre più chiare.
Fu come tornare da un lungo viaggio: e lei era lì, ancora davanti a lui, in attesa.
Sorridendogli con amore, semplicemente aspettava che comprendesse.
Così Ryo la guardò e fu come un fulmine a ciel sereno, come quella prima volta che si erano incontrati in quel vicolo, quando lui l’aveva chiamata Sugar Boy.
Sentì irrompere nel suo cuore come un uragano, era la forza dell’amore che per tutti quegli anni si era negato, che aveva negato ad entrambi.
 
Fece un balzo e la prese per la vita trascinandola in una giravolta.
Gli parve di toccare il cielo con un dito.
Ryo era euforico e Kaori non lo aveva mai visto così felice, era contagioso.
Il cuore della giovane stava esplodendo alla contentezza.
Scoprire Ryo così innamorato, così geloso, così disperato al solo pensiero di perderla, era una gioia indescrivibile.
Non credeva che sarebbe mai arrivato il giorno in cui lui avrebbe ricambiato i suoi sentimenti.
Certo, il suo cuore l’aveva sempre obbligata a sperare, ma non era stato facile.
Ora il sogno era diventato realtà.
Non poteva ancora crederci.
Ryo ripeteva:
“Allora non mi lascerai, allora non mi lascerai” ridendo.
Kaori non poteva non ridere a sua volta, commossa, ripetendo:
“no no, certo che no”.
 
Quel turbine ebbe fine all’improvviso quando Ryo si fermò di botto e Kaori gli finì addosso sull’ampio petto, ansante.
A quel punto Ryo le prese delicatamente il mento e la baciò.
Fu il bacio più emozionante che avesse mai dato in vita sua, come se non avesse mai baciato donna alcuna.
Mai labbra gli erano sembrate più morbide e succose, così desiderabili da non poterne più fare a meno.
Erano il frutto proibito dell’amore della sua vita, su cui non aveva mai neanche solo posato lo sguardo, per non cadere in tentazione.
Ma quando finalmente le loro lingue s’incontrarono fu un’esplosione dei sensi.
Desiderio, tenerezza, amore, e soprattutto totale abbandono… non si era mai dato così tanto ad una donna, mai aveva aperto il suo cuore a qualcuno.
Aveva combattuto tutte le sue battaglie senza mai arrendersi, ma era stanco di lottare contro il suo stesso cuore, contro l’amore che da sempre gli offriva Kaori.
Era giunto il momento della resa, e mai resa fu così dolce e appagante.
In amore si vince perdendo, e lui era felice di aver stra-perso.
Tutte le barriere che così tenacemente aveva eretto fra loro, stavano miseramente cedendo, ed era l’uomo più felice della terra, perché finalmente era successo, perché dentro di sé sentiva che non potevano più andare avanti in quel modo, a rincorrersi, sfuggirsi, e amarsi così contortamente.
Si stava perdendo fra le braccia di Kaori, ma incredibilmente si stava ritrovando, come se prima di quel bacio, non fosse stato nessuno, un uomo senza identità.
In fondo non era quello che desiderava da sempre?
Baciarla e stringerla fra le sue braccia, non era il suo sogno più nascosto?
Stare con lei era la sua unica ragione di vita.
 
Erano fatti per stare insieme.
E questa era la verità che non potevano più tacere.
Quando senza più fiato si staccarono, Kaori aveva gli occhi lucidi e brillanti d’amore, Ryo era totalmente perso, frastornato quasi, dalla potenza di quel sentimento che aveva avuto il coraggio di far uscire da sé.
Si guardarono e continuarono ad amarsi in silenzio.
Le parole erano diventate improvvisamente superflue.
Poi Kaori appoggiò la testa sull’ampio petto di Ryo e vi si accoccolò.
Ryo accarezzandole i capelli vi depose dolci baci pensando con gratitudine: “Grazie Kaori per tutto quello che mi dai”.
Rimasero lì un tempo eterno, o forse solo minuti, ore chissà…non era importante per loro.
Una leggera brezza soffiava sulla città e il sole illuminava quell’angolo di tetto dove due innamorati si erano finalmente trovati.
 
Fu Ryo il primo a parlare, e disse:
“Che tale paura mi sono preso!” scuotendo la testa.
Kaori, si scostò quel tanto per guardarlo negli occhi:
“Sei il solito idiota! Come hai potuto pensare anche solo per un momento che me ne sarei andata, lasciandoti a fare il galletto in giro per la città? E soprattutto…non hai proprio capito niente di me, se pensi che potrei innamorarmi di un altro che non sia tu…” e tornò ad accoccolarsi in quell’ampio e caldo petto .
Poi però come presa da un pensiero improvviso, si riscosse, si staccò di nuovo e gli piantò un dito accusatore addosso:
“Ehi aspetta un attimo…Non ci starai già ripensando, vero? Non è che vuoi tirarti indietro anche stavolta? Ormai ti sei scoperto!!!”
“No, no, Sugar… sta volta non rinnego niente… Quella telefonata mi ha fatto capire quanto ti ami e che se ti perdessi ne morirei.”
A quelle parole Kaori sorrise beatamente soddisfatta, e sospirò.
Tornò a rifugiarsi nelle sue braccia… poi l’occhio le cadde su un lembo di pizzo famigliare… fece per scostarsi di nuovo, e Ryo protestò:
“Che c’è ancora?”.
Gli piaceva troppo stare con lei abbracciato, ma Kaori afferrando la stoffa che sporgeva dalla giacca del socio, tirando, esclamò:
“Cosa ci fa il mio reggiseno qui?”, con aria inquisitoria.
Ryo colto sul fatto, iniziò a ridacchiare a disagio, con un bel gocciolone sulla testa: “Eh eh eh eh eh non ne ho la più pallida idea di come sia finito lì eh eh eh”.
Temeva di venir polverizzato sotto uno dei suoi micidiali martelli e invece Kaori lo stupì dicendogli:
“Credo che d’ora in poi non avrai più bisogno di rubarmeli di nascosto…” con aria furbina.
“Penso che, sempre ammesso che tu ne sia capace, potrai prendermeli direttamente mentre li indosso”.
A quella magnifica prospettiva, Ryo s’illuminò in volto e la strinse forte per la vita prima di baciarla appassionatamente.
Ah quale razza di stupido era stato per tutto quel tempo, se aveva permesso ai suoi pensieri contorti e alle sue paure, di privarlo della felicità che stava ora toccando con mano!!
Un secondo dopo però si staccò da quelle labbra di fragola e disse con aria preoccupata:
“Ok andare a New York…ma c’è un problema…io odio volare”
“Com’era quella che ti ha detto ‘ti curerò con il mio amore’?”
“Dai non fare la stupida!”
“Scherzavo… e poi ci sono sempre i sonniferi, anche se ho già sperimentato che razza di effetto ti fanno …però stavolta non mi dispiacerebbe un risveglio di quel genere…”
“Ma di cosa stai parlando?”
“Niente, niente…cose mie…Comunque se non vuoi un sonnifero… ci penserò io a tenerti sveglio e occupato”
“Wow Kaori, come sei birichina lo sai?”
“Ma che vai a pensare?? Leggeremo insieme un divertentissimo manga, di un certo Hojo…lo conosci?” disse scoppiando a ridere.
E poi: “Oh Ryo, sapessi quanto ti amo…”
“Sugar mai quanto me…”
“E no, non vale, Io ti amo di più…perché ci vuole più sentimento per amare uno come te, maniaco, pervertito, fannullone e soprattutto…vecchio!”
“Ancora con questa storia?? Io vecchio?? Ma se sono un ventenne, io”
“Sì come no?” e poi facendo per scappare verso la porta:
“Nonnetto facciamo a gara a chi arriva prima in cucina, chi perde lava i piatti”
“Oh no no cara la mia socia…vedrai se vincerò io, e già ho in mente una bella ricompensa …ehi aspetta…non te ne andare
“Ryoooo sbrigati! Squilla il telefono!”
“Un’altra TELEFONATA? Per oggi direi che ho già dato, NO? Voi che ne dite?”

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