Tricky Trip

di Angel Foster
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** 1. Presentations ***
Capitolo 3: *** 2. First impressions ***
Capitolo 4: *** 3. Wake up ***
Capitolo 5: *** 4. Monday Morning ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


-Non ne posso più! Ho bisogno di muovermi- esclamò spazientito un ragazzo dai capelli castani acconciati in modo strano
-Tenma ha ragione, è tutto il giorno che siamo seduti su questo autobus – gli diede manforte il ragazzo seduto accanto a lui con un particolare colore di capelli, verde acqua, probabilmente.
-Coraggio ragazzi, non iniziate ad agitarvi, non manca molto, vero allenatore Kidou?- chiese un ragazze seduto composto tra le prime file. Alla sua domanda un uomo con i rasta e un paio di occhiali da sole verdi si alzò dal primo sedile del pulmino e si girò verso i ragazzi.
-Shindou ha ragione, manca meno di mezz'ora all'arrivo quindi mettetevi comodi- rispose l'allenatore tornando poi a sedersi.
I giocatori della Raimon iniziarono ad agitarsi e a chiedersi che cosa li aspettasse una volta arrivati alla villa dell'allenatore Kidou.

Ma facciamo un passo indietro. 

Una settimana prima del viaggio i ragazzi si stavano tranquillamente allenando come tutti i giorni quando il vice-allenatore li chiamò a raccolta per fare una pausa.
Fin qui nulla di strano.
Tuttavia, dopo averli lasciati bere e asciugarsi il sudore, disse di dover fare un annuncio importante. I giocatori si guardarono intorno preoccupati: non avevano la minima idea di cosa potesse annunciare loro.
-Ragazzi non spaventatevi, vedo le vostre facce, non è nulla di negativo anzi. Per ricompensarvi delle vostre fatiche e di aver vinto nuovamente il “cammino imperiale” voglio invitarvi nella casa della mia famiglia al mare. Ho già accennato qualcosa con i vostri genitori e mi sono sembrati tutti molto entusiasti di farvi venire. Ma non crediate che sia una semplice vacanza. Lì vicino c'è anche un campo da calcio così potrete continuare ad allenarvi e dopo la fatica potrete concedervi un bel bagno. Allora? Che ve ne pare?- spiegò Kidou facendo vagare lo sguardo tra i vari giocatori.
Dopo un minuto di silenzio si levarono grida euforiche e tutti acconsentirono a quella specie di vacanza, chi più animosamente come Tenma e chi più pacatamente come Shindou o Tsurugi.
-Ottimo, se volete chiamare anche dei vostri amici fate pure, la casa è grande. Ah, vi avverto che verranno anche alcuni dei nostri amici- disse indicando con la testa l'allenatore Endou -quindi non comportatevi male- li ammonì bonariamente alla fine.
I ragazzi si esaltarono ancora di più all'idea di passare due settimane con alcuni dei giocatori dell'Inazuma Japan.
Dopo aver ripreso l'allenamento alcuni cominciarono a pensare a quella pseudo vacanza che li aspettava e non riuscirono a concentrarsi troppo sul gioco mentre altri non diedero troppo peso alla cosa, abituati ad andare al mare d'estate.

Torniamo a dove eravamo rimasti.

I ragazzi arrivarono alla villa, scesero di corsa dal pulmino e ammirarono meravigliati l'enorme struttura che si stagliava davanti loro.
A un certo punto mentre tutti iniziarono a tirare giù le loro valigie un uomo dai capelli rossi e gli occhiali uscì dalla casa e andò incontro a Kidou.
-Yuuto, finalmente siete arrivati! Noi ci siamo già sistemati, vi stavamo aspettando- affermò l'uomo abbracciando il suo vecchio amico
-Hiroto! Da quanto tempo! Purtroppo abbiamo trovato un piccolo incidente e siamo stati fermi per un po'. Ma dimmi, come avete fatto ad entrare?- rispose il castano sciogliendo l'abbraccio e prendendo il suo borsone.
-Caro il vecchio Yuuto, non te l'ha mai detto nessuno che nascondere la chiave di scorta sotto il vaso davanti l'ingresso non è una mossa saggia?- gli sussurrò Hiroto Kiyama per evitare di farsi sentire dai giovani calciatori che lo guardavano sorpresi ed estasiati.
Kidou avvampò per essere stato preso in giro e se ne andò indispettito verso la la porta di casa.
Non fece nemmeno in tempo ad aprirla che, di nuovo, qualcuno uscì.
-Allora? Quanto tempo ci mettono a venire dentro?- esclamò un uomo che tutti riconobbero come Shuuya Goenji, il leggendario capocannoniere della Inazuma Japan.
Si levò un coro di “o mio dio” tra i giovani giocatori e Kiyama ridacchiò leggermente per la reazione suscitata dal suo amico.
-Coraggio ragazzi, entrate in casa a sistemarvi poi ci ripresenteremo tutti per chi non ci conosce- li incoraggiò il rosso aiutando alcuni con le loro valigie.
E così questa vacanza iniziò ma ancora nessuno sapeva delle insidie che nascondeva.

My Little space
Buongiorno!
Dopo alcuni anni sono tornata su questo fandom con la voglia di scrivere una nuova storia. Purtroppo, come molti di voi avranno notato, è piuttosto spento. Mi ricordo quando ogni giorno la home page era piena di storie, ma non disperiamoci, ci sono io a rivoluzionarlo.
Okay a parte gli scherzi, ho pensato che una storia a Oc fosse l'ideale per coinvolgervi maggiormente.
Innanzitutto volevo chiarire alcune cose.
Le ragazze (o i ragazzi se volete) che mi manderete abiteranno in una villa vicino a quella di Kidou e incontreranno i nostri cari inazumiani, creando così situazioni comiche e divertenti.
Inoltre potranno avere una storia d'amore sia con i ragazzi più piccoli sia con quelli più grandi, perciò se volete che il vostro Oc sia innamorato di Goenji tenete presente che sarà il Goenji adulto e che anche il vostro Oc dovrà essere adulto.
Sarei molto contenta che mi faceste sapere cosa ne pensiate.
Accetto molto volentieri anche solo un commentino, non siete obbligati a partecipare alla storia per lasciare una recensione. Accetto anche critiche, purchè siano costruttive ed espresse in modo gentile.
Adesso vi lascio alcune informazioni e regoline per partecipare alla storia

  • I personaggi di IE avranno circa trent'anni mentre quelli di IEGO intorno ai 17/18.

    Voi potete mandarmi ragazze sia per quelli di IE che per quelli di IEGO, quindi l'età sarà più o meno simile a quella del loro futuro ragazzo.

  • Non mandatemi schede prima del mio okay, altrimenti rischiano di andare perse.

  • Mandatemi un messaggio privato con il titolo “scheda OC e il nome del vostro personaggio”

  • Potete inviarmi tutti gli Oc che volete, l'importante è che me ne arrivi uno entro due giorni dalla mia risposta

  • Accetto solo personaggi descritti bene e in modo completo. Non mi aspetto di trovare il nuovo Petrarca ma per favore siate seri nello scrivere il vostro Oc

  • Accetto tutti i tipi di orientamento sessuale. Ci tengo a precisare però che ho quasi sempre scritto storie etero quindi non so come me la posso cavare con altri orientamenti, ma adoro le sfide quindi non lasciatevi scoraggiare da ciò.

  • Le cotte possono non essere solo della Raimon, potete mettere qualsiasi personaggio sia comparso nella serie.

  • Se volete che il vostro personaggi non abbia una relazione amorosa non c'è problema, non deve necessariamente trovarsi un ragazzo.

Okay, spero di non essermi dimenticata nulla, in caso vi saprò sapere poi.
Spero che l'idea vi piaccia e che partecipiate in molti.
Vi lascio alla scheda Oc,

#Angel
 

SCHEDA OC
NOME: (coerente con la provenienza)
COGNOME: (vedi sopra)
PROVENIENZA: (non deve essere per forza giapponese ma se non lo è indicate anche il motivo per cui vive in Giappone)
CARATTERE: (molto dettagliato, ditemi tutto quello che vi viene in mente: com'è fatta, come gestisce varie situazione, come si comporta quando è innamorata, impaurita, spaventata, come reagisce alle varie persone etc..)
APETTO FISICO:
PRESTAVOLTO: (facoltativo)
ABBIGLIAMENTO: 1) per uscire 2)per la spiaggia (mettete anche i vari costumi che può indossare 3)per una serata elegante
COTTA: (mettete tre inazumiani, in ordine di preferenza, così se quello che vorreste è gia stato scelto posso mettere direttamente il secondo o in caso il terzo. Se volete mettete anche qualche flirt)
CON QUALI PERSONE VA D'ACCORDO:
CON QUALE PERSONE NON VA D'ACCORDO:
FAMIGLIA: (inserite le varie persone della famiglia e che rapporto ha con loro)
PASSATO: (questo non deve essere troppo lungo, se ha avuto un'infanzia tranquilla)
SEGNI PARTICOLARI: (voglie, tatuaggi, un neo o qualcos'altro)
COSA LE PIACE:
COSA NON LE PIACE:
PAURE/FOBIE: (tutti ne hanno almeno una)
PREFERENZE: (sbizzarritevi: riviste, marche di costumi o vestiti, cibo, posizione per dormire, mare o montagna etc...)

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Capitolo 2
*** 1. Presentations ***


Domenica sera
casa Kidou

Dopo che i giovani calciatori della Raimon, insieme a Taiyou e Fey, entrarono in casa, Kidou spiegò la disposizione della villa. Al piano terra c'erano alcuni salotti privati, il salone, la cucina e la sala da pranzo. Al primo piano vi erano le stanze dove si erano già sistemati gli adulti mentre al secondo ci sarebbero state le camere dei ragazzi.

I giocatori non impiegarono molto tempo a disfare le loro valigie. Una volta finito, si precipitarono, correndo a perdifiato e inciampando per le scale, nel salone. Ad aspettarli c'erano già i famosissimi membri dell'Inazuama Japan.

-Oddio, non posso credere di essere qui, in vacanza con loro. Se è un sogno non svegliatemi- esclamò estasiato Tenma per la milionesima volta.

-Tenma placati un po'- lo rimbeccò Tsurugi dandogli una pacca sulla spalla, anche se persino lui era affascinato da quegli adulti che avevano portato gloria al Giappone pochi anni prima.

I giovani uomini si guardarono complici e si sorrisero a vicenda. Quei ragazzi erano proprio come loro a quell'età.

Kidou si affrettò a fare le presentazioni, sopratutto per i suoi amici visto che qualcuno soffriva di scarsa memoria. Mentre si apprestava a dire il nome di Midorikawa, una figura sbucò dalla porta e tutti si ammutolirono. Procedette a passo spedito verso di loro mentre un leggero venticello, arrivato da chissà dove visto che le finestre erano chiuse, faceva muovere i suoi capelli biondi, legati in una coda morbida sulla spalla.

-Oi, capisco di essere bello come una divinità ma così mi state fissando troppo- affermò con un sorriso sulle labbra Afuro Terumi, soprannominato Aphrodi.

Si fermò poco lontano dal gruppo e incrociò le braccia al petto come se stesse aspettando qualcosa. Endou sembrò ricordarsi all'improvviso di una cosa e prese la parola.

-Eh? Non vi avevo avvertito? Ho invitato anche Terumi, è un nostro caro amico e dove prendersi una pausa dal suo ruolo di allenatore della Kidokawa Seishuu. Voi ragazzi lo conoscete già giusto? Se non sbaglio vi sete scontrati con lui durante un torneo- spiegò Mamoru sia ai suoi compagni che ai suoi allievi. I primi furono molto felici di rivedere Afuro dopo così tanto tanto. I secondi invece, ricordando le parole dell'allenatore Kidou quando lo incontrarono, sgranarono maggiormente gli occhi e alcuni esultarono, correndo a chiedergli l'autografo.

Dopo i vari convenevoli i ragazzi si diressero in sala da pranzo dove trovarono due camerieri già pronti per servire loro la cena. Nessuno si stupì nel vedere persone come Endou o Tenma fare non solo il bis, ma anche il tris, di ogni piatto.

-Ah che mangiata, se sarà così tutte le due settimane renderò almeno cinque chili- dichiarò il capitano dell'ex Inazuma Japan mentre un inserviente gli toglieva l'ennesimo piatto vuoto e si massaggiava la pancia piena.

-Oh, questa volta sono io a essermi scordato di dirvi una cosa. I dipendenti ci sono solo per questa sera, da domani in poi dovremo pensare noi a fare tutto- li avvertì Kidou con un ghigno sul volto degno dei suo tempi alla Teikoku Gakuen.

Si diffuse un mormorio generale, in particolar modo tra i giovani, non abituati a cucinare o a occuparsi di una casa. Tuttavia anche Endou era spaventato, di solito ci pensava sua moglie Natsumi alle faccende domestiche.

-Dai, ragazzi non sarà così tremendo, ci divideremo in gruppi e ognuno di questi svolgerà un compito diverso ogni giorno, in modo da evitare che uno faccia sempre il lavoro peggiore- a dire ciò fu Kiyama che non smentì nemmeno da adulto la sua capacità di mantenere la calma e la lucidità davanti a qualcosa d'improvviso e di scegliere la strategia migliore per risolvere la situazione.

I calciatori annuirono sconsolati e alcuni anche molto atteriti, come Shindou che l'unica cosa avvicinabile a una faccenda che aveva fatto in tutta la sua vita fu quattro anni prima quando gli toccò spolverare i tasti del suo piano.

-Coraggio. Andiamo a fare una passeggiata, ho visto che poco distante c'è un sentiero che porta alla spiaggia- propose, o meglio obbligò, Terumi alzandosi da tavola.

Tutti lo seguirono fino ad arrivare al mare e lo guardarono estasiati.

Goenji prese l'iniziativa e, togliendosi le scarpe e arrotolandosi i pantaloncini, si immerse nell'acqua fino alle ginocchia. Molti lo seguirono impazienti di provare l'ebrezza di un bagno notturno.

Gli altri rimasero a riva a godersi lo spettacolo della luna riflessa sulle onde e ad ammirare le stelle.

La calma non durò molto perché Fey iniziò a schizzare Tenma, che sua volta schizzò Tsurugi, che schizzò Shindou, che schizzò Kirino, che schizzò Kariya e via dicendo. Alla fine si trovarono tutti completamente zuppi ma felici. Anche chi non era entrato in acqua era stato coinvolto ed era bagnato fradicio

All'improvviso videro in lontananza due figure, una più alta e una un po' più bassa, ma indubbiamente femminili.

Quando riuscirono a osservarle meglio si accorsero che una era una ragazza all'incirca della stessa età dei ragazzi della Raimon mentre l'altra era decisamente un'adulta di più o mendo venticinque anni.

La ragazza più grande si accorse di loro e si avvicinò puntando loro la torcia che aveva con sé e riconobbe qualcuno perché esclamò

-Yuuto? Sei tu?-

Domenica sera
villa Nagai

-Allora ragazze, e Kazuki, per ora siamo solo noi nove, ma durante la settimana dovrebbe arrivare anche altre persone quindi non disperate. Questa è la villa della mia famiglia ma sentitevi libere di fare come se foste a casa vostra- annunciò una giovane adulta dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi con pagliuzze durate. Il suo nome era Misaki Nagai e stava ospitando alcuni conoscenti, o figli di amici di famiglia, nella sua villa per trascorrere del tempo piacevole e per fare nuove amicizie -per prima cosa proporrei di fare un giro di nomi e dire come siete arrivati in questa casa- continuò -io sono Misaki Nagai e, ovviamente, questa villa è dei miei genitori, quindi sono arrivata qui grazie a loro-

Alle sue parole, l'unico ragazzo del gruppo si alzò e si sistemò la sua giacca verde

-Io sono Kazuki Nagai e, come potrete facilmente riconoscere dal cognome, sono il fratello più piccolo di Misaki, quindi la villa è anche mia. Mi hanno obbligato a venire qui i miei genitori con l'intento di circondarmi di ragazze per trovarmi una fidanzata, ma state tranquille, a tutte voi manca qualcosa che a me, invece, fa impazzire- disse Kazuki mentre si rimetteva la sua fascia e sorridendo poi alle future compagne che lo guardarono divertite per la sua allusione.

Subito dopo si alzò una ragazza dai capelli castano chiaro con gli occhi, sempre castani, intenti a scrutare uno per uno tutti i presenti

-Io mi chiamo Aurora Parisi. Sono qui perché mio padre conosce i genitori di Misaki e, dal momento che lui lavora e non può portarmi in vacanza, ha chiesto il loro aiuto- spiegò la ragazza mentre si sistemava il suo vestitino bianco con lo scollo a barca.

A sentire quel nome un'altra ragazza, dal portamento fiero e la chioma rossa, prese la parola

-Wow Parisi? Tuo padre è Vittorio Parisi, ist'n it? Il diplomatico italiano trasferito in pianta stabile in Giappone?- affermò con sicurezza e, dopo un cenno di conferma e uno sguardo curioso da parte di Aurora, continuò -i'm Elinor Lancaster. I miei nonni mi stavano soffocando so, non appena avuta l'occasione, sono andata via di casa per respirare un po'. Ho sentito di questa piccola vacanza proprio da Misaki in quanto le nostre famiglie sono amiche di vecchia data, giusto?- chiese rivolta alla ragazza bionda che annuì.

Dopo che Elinor ebbe finito di parlare si alzò un brusio finché una giovane adulta dalla pelle scura e con un fisico invidiabile zittì tutti pronunciando quella domanda che stava passando per la testa ai presenti

-Lancaster? Intendi che sei la figlia di uno dei Lancaster? Una delle famiglie nobili più antiche della Gran Bretagna?- chiese la ragazza stupita. Quando aveva accettato la vacanza nella villa non avrebbe mai pensato di incontrare una nobile.

Elinor annuì fieramente ma poi, notando come la maggior parte di loro, avesse assunto un atteggiamento diverso da prima li tranquillizzò dicendo che poteva trattarla normalmente, non c'era bisogno di inchini o riverenze.

-Beh, io non sono ricca come questi qua che si sono appena presentati ma sono fantastica lo stesso. Mi chiamo Alice Kathrine Castle ma potete chiamarmi Alice. Abito in una cittadina poco lontano e avevo sentito che, per la prima volta dopo anni, qualcuno sarebbe entrato in questa villa azzurra. Incuriosita sono venuta a vedere e ho incontrato i genitori di Misaki. Parlando un po' con loro, a proposito salutameli quando li rivedi Misaki, hanno scoperto che facevo fatica a trovare una destinazione per una vacanza a un prezzo non troppo alto, come dicevo prima io non sono mica ricca, così loro mi hanno offerto di venire qui per due settimane senza pagare nulla per aiutare la loro figlia a gestire i ragazzi che sarebbero arrivati- spiegò Alice e Misaki le sorrise grata, probabilmente non ce l'avrebbe fatta senza di lei.

A quelle parole un'altra ragazza adulta volle presentarsi

-Io sono Ayaka Kobayashi e sono qui per un motivo più o meno simile a quello di Alice. Conosco i genitori di Misaki e Kazuki- iniziò a dire Ayaka portandosi una mano a sistemare i corti capelli castani e ricevendo un sorriso grato da Kazuki, finalmente considerato da qualcuno -da un po' di anni. Quando ero all'università, per pagarmi gli studi, ho svolto qualche lavoretto per loro e sono sempre stati molto gentili con me. Dopo essere diventato avvocato non ho avuto molte occasioni si svagarmi un po' quindi i signori Nagai mi hanno offerto due settimane in questa villa in cambio di aiuto nella gestione dei ragazzi – affermò Ayaka e tutti rimasero incantati dalle sue parole. Non che avesse detto chissà cosa ma il suo modo di fare aveva accalappiato tutti.

L'ultima adulta si risvegliò da quello stato di trance in cui erano caduti quasi tutti e iniziò a parlare

-Io sono l'ultima ragazza grande di questo gruppo. Mi chiamo Scarlett Colder, sono di origini inglese ma mi sono trasferita da piccola in Giappone. Ho saputo di questa vacanza dai miei fratelli che ne avevano sentito parlare da una di voi ragazze. Visto che sono convinti che non esca mai con delle amiche mi hanno obbligato a venire qui. Spero di poter andare d'accordo con tutti voi- concluse facendo un piccolo inchino con la testa e rimettendosi al suo posto.

A quel punto si alzò una ragazza di circa diciassette anni e, spolverandosi il vestitino rosa che aveva indosso, parlò

-Beh, ritornando a noi, le ragazze di cui voi dovreste prendervi cura, io sono Ritsuka Nishinomiya ma potete chiamarmi Rikka. Sono arrivata qui grazie a un passaparola. Non ero molto convinta di venire ma poi, mio fratello Kaoru mi ha convinto a parteciparvi. Non so come sarà questa vacanza ma vi avviso che non socializzo facilmente- dichiarò Rikka sorridendo e tornando a sedersi.

-Okay, l'ultima a presentarsi sono io. Mi chiamo Asami Rin Kirishima. I miei genitori volevo mandarmi in vacanza ma mio padre, fin troppo possessivo, non permetteva che andassi in un posto con ragazzi. Sentendo da un amico che un suo conoscente stava organizzando due settimane nella sua villa al mare in cui vi erano sopratutto ragazze, iniziò a informarsi e decise che sarebbe stato l'ideale. Quindi eccomi qui, spero di trovarmi bene- disse Asami con un gran sorriso.

Misaki spiegò la disposizione della villa e ogni ragazza fu libera di scegliere la camera che più gli piacesse.

Una volta sistemate le varie valigie si ritrovarono tutti in sala da pranzo e iniziarono a mangiare.

La conversazione venne da sé

-Allora Elinor, cosa si prova a essere una nobile?- domandò Aurora incuriosita. Lei era molto ricca ma era diverso dall'avere un titolo

-Honestly? Non è così bello. L'ambiente aristocratico è persino peggiore di quello dei benestanti. It's so sham da non sapere se chi hai davanti vuole solo conoscerti o programmare un matrimonio combinato. There are few unaffected people. Ho voluto prendermi una boccata d'aria e mi sono trasferita qui in Giappone- spiegò Elinor leggermente dispiaciuta. Aurora la guardò un po' con compassione e decise che avrebbe dimostrato alla rossa di essere onesta e leale.

Nel frattempo Kazuki iniziò a parlare con Asami, lui della sua fissazione per le arti marziali e lei della sua passione per il nuoto. Nella conversazione si intromisero Scarlet e Misaki.

Scarlet iniziò a discutere con Kazuki di Karate, sport praticato e amato da entrambi, mentre Misaki disse alla ragazza più piccola che, se voleva, dopo cena l'avrebbe accompagnata a vedere il mare. Asami accettò entusiasta.

Nel mentre Alice e Ayaka stavano discutendo del loro lavoro intanto che Rikka le ascoltava rapite. Provava a immaginarsi da grande, solare come loro mentre disegnava il suo ennesimo dipinto.

Alla fine la cena si concluse e tutti si ritirano in salone, iniziando a litigare sul film da vedere

-Io opterei per un bellissimo Horror- dichiarò Kazuki

-No way, io sono facilmente suscettibile. Perché non ne mettiamo su uno romantico?- propose Elinor

-Ah no! Sono allergica ai film d'amore- ribattè Asami

-Un poliziesco allora?- chiese Ayaka pensando già ai processi che ci sarebbero stati e, di conseguenza, ai discorsi pieni di pathos degli avvocati.

-Mh,non saprei. Secondo me una commedia è perfetto!- dichiarò Misaki

Alla fine tutti acconsentirono al genere ma si ritrovarono a litigare nuovamente per il titolo.

Misaki prese in disparte Asami e la portò fuori dalla villa.

Attraverso un sentiero secondario arrivarono in spiaggia.

Spensero la torcia e si goderono la bellezza del mare illuminato solo dalla luce della luna.

All'improvviso mentre camminavano sulla riva sentirono degli schiamazzi e illuminarono il punto da cui provenivano i rumori.

Misaki riconobbe immediatamente Yuuto, il suo amico d'infanzia.

-Yuuto? sei tu?- chiese stupita. Era una vita che non lo vedeva ma non era cambiato più di tanto in quegli anni. Soliti capelli con i rasta e soliti occhi cremisi coperti da un paio di occhiali

-Misaki? Sono passati otto anni dall'ultima volta che ti ho vista- dichiarò sorpreso Kidou. Da quello che sapeva, lei sarebbe dovuta essere in Spagna per gestire una delle filiali del gruppo Nagai.

-Oddio, sei proprio tu! E vedo che ti sei portato degli amici- disse dopo aver visto tutti gli altri ragazzi radunarsi vicino al suo amico -venite a casa mia ad asciugarvi. Ho un sacco di cose da dire e un paio di persone da presentarvi- continuò la bionda dopo aver fatto segno ai calciatori di seguirla verso la sua villa.

E così l'incontro che avrebbe cambiato tutti i piani si avvicinò inesorabilmente.

 

My little space:
Buondì a tutti!
Finalmente sono tornata. Scusate se il capitolo è un po' lunghino ma aveva bisogno di presentare per bene tutti gli oc che mi sono arrivati.
Per chi me l'ha mandato oggi non preoccuparti, lo inserirò nel prossimo capitolo visto che avevo già questo in stesura.
Allora? Cosa ne pensate dei nostri personaggi? E la storia? Secondo voi cosa accadrà quando le nostre ragazze, e Takeru, si incontreranno?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Okay, a parte gli scherzi, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che io sia riuscita a caratterizzare bene le vostre Oc, in caso contrario fatemelo sapere e provvederò subito a modificare il capitolo.
Vi avviso che ho intenzione di mantenere le iscrizioni sempre aperte per cercare di attirare sempre più persone. Inoltre è facile introdurre nuovi personaggi quindi se volete potete continuare a mandarmeli. Anche chi me ne ha già inviato uno può crearne altri.
Okay, ho finito, aspetto di sapere il vostro parere.
A presto, spero.
Bye,
#Angel

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Capitolo 3
*** 2. First impressions ***


I ragazzi seguirono Misaki e Asami verso la loro villa. Tuttavia non tutti erano contenti di ciò.

Kurama e Fudou infatti stavano discutendo sull'inutilità di andare con quelle. Loro stavano benissimo per conto proprio

-Dai ragazzi, più siamo più ci divertiamo- esclamò Kazemaru per cercare di incoraggiarli

-Tsk, non ne alcuna voglia- rispose Fudou, passandosi una mano tra i capelli molto folti, contrariamente a quanto fossero quando erano ragazzi.

Kazemaru ridacchiò fra sé e sé per il comportamento nel compagno, rimasto inalterato negli anni, e beccandosi un'occhiataccia dal suddetto.

Intanto Kidou stava davanti al gruppo affiancato da Misaki, mentre Asami rimaneva in disparte ad ascoltare attentamente.

-Yuuto! Non vieni mai in questa villa ultimamente, non pensavo di rivederti- gli confessò Misaki. Yuuto era stato il suo migliore amico quando era più piccola.

Separarsi fu un'agonia. A causa del lavoro sei suoi genitori all'età di circa diciassette anni fu mandata in Spagna per seguire lo sviluppo di una filiale dell'azienda di famiglia, per poi prenderne le redini.

-Misaki, non sai quanto mi sei mancata. Io ero convinto che fossi in Europa, se avessi saputo che eri tornata sarei venuto a trovarti- disse Kidou leggermente dispiaciuto.

Quando la ragazza se ne andò, sentì un vuoto incolmabile dentro di lui. Riuscì a superarne la partenza solo grazie ai suoi amici e a sua sorella, che gli rimasero sempre accanto.

-Sono tornata da poco, mio padre ora mi vuole al suo fianco. Tuttavia prima di farmi mettere nuovamente al lavoro ha voluto organizzare una piccola vacanza per me e per alcuni suoi conoscenti o amici. Vedi, ora in casa mia ci sono altre sette ragazze e, ovviamente, anche Kazuki- gli spiegò la bionda mentre percorrevano il vialetto per arrivare alla sua villa.

Kidou ascoltò e si ringraziò mentalmente per aver organizzato quella vacanza proprio in quel periodo.

Nel frattempo tutti gli altri ragazzi, non sapendo cosa aspettarsi iniziarono a fare supposizione

-Secondo me vuole presentarci la sua famiglia- disse Tenma

-Non credo, perché dovrebbe presentare alla famiglia degli sconosciuti?-cercò di farlo ragionare Shindou a cui l'ipotesi del capitano sembrò inverosimile.

-Magari vuole farci conoscere i suoi amici?- propose questa volta Kirino e la sua idea parve piacere e mettere d'accordo la maggior parte di loro.

Alla fine arrivarono davanti ad una bellissima villa azzurra, grande almeno quanto quella di Kidou

-Wow, ma sono tutti ricchi qui?- commentò Kariya spaesato e con una punta d'invidia. Lui case come quelle le aveva viste soltanto in tv.

Misaki si frugò le tasche alla ricerca delle chiavi ma si accorse ben presto di essersele scordata nel suo zaino in camera, così fu costretta a suonare il campanello, il cui rumore si disperse per tutta la casa.

Ad aprire la porta fu una giovane ragazza dai corti capelli castani tenuti indietro da alcune forcine.

-Bentornate a casa ragazze! Il film sta quasi finendo. Com'è andata la passeggiata al mare?- esordì Ayaka sorridendo alle due amiche, non accorgendosi di tutti gli altri.

I calciatori rimasero un attimo intontiti, sopratutto gli adulti, alle parole di quella ragazza. Era riuscita ad attirare su di sé tutta la loro attenzione.

Kidou si schiarì la voce per farle notare la loro presenza. Ayaka si accorse solo in quel momento che le due ragazze non erano da sole.

-O scusatemi, non vi avevo visto. Un attimo, voi siete gli ex giocatori dell'Inazuma Japan? Ho seguito le vostre partite quando ero piccolina. E voi siete i giocatori della Raimon? Vi ho sostenuto tutto il tempo durante la vostra lotta contro il Quinto Settore. Non ci credo che siate proprio qui- esclamò Ayaka estasiata. Le era sempre piaciuto il calcio ma non si sarebbe mai aspettata di trovarsi davanti i giocatori che più ammirava.

-Beh, si, siamo esattamente chi hai detto tu. Io sono Kidou Yuuto, e tu?- domandò Kidou cortese allungando la mano

-Oh, certo. Io sono Ayaka Kobayashi, piacere di conoscerti- disse la ragazza stringendogli la mano.

All'improvviso un'altra ragazza, più giovane questa volta, comparve dal corridoio dicendo

-Allora Ayaka? Misaki e Asami sono tornate?-

Quando riuscirono a vederla meglio Shindou non credette a suoi occhi

-Aurora? Sei proprio tu? Cosa ci fai qui?- chiese stupito, riconoscendo a stento la sua migliore amica

-Takuto? Ma sei serio? Potrei farti la stessa domanda- dichiarò lei altrettanto sorpresa.

Intanto gli altri stavano guardando i due discutere, rimanendo sconcertati dal fatto che si conoscessero.

-Coraggio. Vedo che due di voi già si conoscono ma entrate pure così vi presento le altre ragazze e mio fratello- annunciò Misaki facendo segno agli altri di entrare in casa.

Tutti la seguirono dentro casa non sapendo cosa aspettarsi, dimenticandosi di essere bagnati da capo a piedi e, di conseguenza, non accorgendosi di star annacquando tutto il corridoio.

Nel frattempo in fondo alla fila vi erano Aurora e Shindou che stavano parlando di come caspita fossero finiti in vacanza in due ville quasi adiacenti. Era una coincidenza assurda.

Arrivati in salone la bionda fece per parlare ma il fratello, accorgendosi di lei, la interruppe subito per non farle disturbare la fine del film. Tuttavia si costrinse a voltare di nuovo il capo, attirato da un particolare mica tanto piccolo.

Dietro a sua sorella c'erano dei ragazzi totalmente bagnati.

-Ma sei impazzita? Prima di farli entrare potevi almeno farli togliere le scarpe. Sono completamente zuppi, avranno bagnato tutto il corridoio. Sai quanto mi fa impazzire quando la casa non è pulita- gridò Kazuki andando verso la sorella e puntandogli un dito contro. Rischiò un occhiata al pavimento dove vide una scia d'acqua che iniziava dalla porta e finiva proprio sotto i loro piedi. Ma non era tutto. Avendo camminato sulla sabbia bagnati, avevano anche lasciato diverse impronte.

Il giovane diciassettenne era inorridito. Lanciò un occhiata di fuoco ai ragazzi che non poterono che sentirsi estremamente in colpa e un po' intimoriti.

Per tutta risposta Tsurugi si sfilò la maglia e la buttò per terra

-Così va meglio? Ora non sono più bagnato- domandò retorico con un sorriso sghembo sul volto.

Kazuki si ritrovò a far vagare per un attimo lo sguardo sugli addominali scolpiti del calciatore per poi riprendersi.

-Ovvio che no, ora hai bagnato anche dove prima era asciutto- lo rimproverò scomparendo in un'altra stanza.

Le ragazze rimasero un attimo sconvolte dall'arroganza mostrata dal giovane con i capelli blu.

L'attenzione tuttavia fu riportata presto su di loro perché Alice si alzò e fece un fischio di approvazione.

-Caspita ragazzino, se continuerai così diventerai un bonazzo da paura- dichiarò senza peli sulla lingua costringendo Tsurugi ad arrossire.

A quel punto fu il turno di Alice a essere sottoposta ai vari sguardi dei calciatori, in particolare degli adulti, che notarono la perfezione di quel corpo.

Tuttavia Rikka, scrutando i giocatori, notò una sua conoscenza tra il gruppo, si alzò di scatto e corse verso Kageyama che l'accolse a braccia aperte.

-Oddio, Hikaru, sono così contento che ci sia anche tu! Sono molto più tranquilla ora- riferì la ragazza dagli occhi color malva non accennando a staccarsi dall'abbracio.

Hikaru la coccolò un attimo per poi darle qualche colpetto sulla testa

-Coraggio, ora ci sono qui anche io, vedrai che ti divertirai un mondo- le rispose Kageyama sorridendole. Sapeva che la sua amica avrebbe fatto una vacanza in cui non conosceva quasi nessuno e, se in un primo momento fosse spaventato, si congratulò con lei per la sua intraprendenza. Ovviamente nessuno dei due si sarebbe aspettato di ritrovarsi nello stesso posto.

Ci fu un momento di imbarazzo in cui nessuno disse niente.

Poi ci pensò Alice a fare gli onori di casa, visto che Misaki si era precitata dietro il fratello.

-Beh, non ho ben capito chi siate voi- iniziò allegramente venendo interrotta da Ayaka

-Sono gli ex giocatori dell'Inzauma Japan e i giocatori della Raimon, come fai a non conoscerli?- esclamò inorridita la castana per quella che lei reputava un enorme mancanza

-Si, chiunque siano, adesso ci presentiamo noi. Io sono Alice Katherine Castle, piacere di conoscervi. Le ragazze lì da voi sono Aurora Parisi, suo padre è un ricco diplomatico italiano, e Ritsuka Nishinomiya, ma potete chiamarla Rikka, adora disegnare ma è un po' timida e non vuole farci vedere i suoi dipinti, ma vedo che alcuni di voi le conoscono già. L'adulta a fianco del rasta- disse alludendo a Kidou -è Ayaka Kobayashi e fate attenzione a come vi comportate perché è un avvocato e potrebbe farvi causa quando vuole- continuò guadagnandosi uno sbuffo da parte di Ayaka -poi vediamo, di adulte c'è quella ragazza con i capelli castani scuro che si chiama Scarlet Colder e anche se sembra un po' fredda non fatevi ingannare, quando vuole si lascia andare, ma non datele troppo fastidio, è un'esperta di karate e vi mette al tappeto in pochi secondi- e si guadagnò un altro sbuffo e un'occhiataccia da Scarlet le cui guance però iniziarono a imporporarsi per l'imbarazzo di essere stata al centro dell'attenzione -poi abbiamo Asami Rin Kirishima, è quella ragazzina con i capelli castani e il ciuffo che le copre parte dell'occhio sinistro, ma dovreste averla conosciuta prima in spiaggia. Ama nuotare e suo padre è talmente protettivo da averle fatto fare questa vacanza solo perché ci sarebbe stati pochi ragazzi, quindi statele lontano se non volete attirare l'ira del suo paparino. Per ultima abbiamo la dolce nobildonna. Dovete sapere che lei- disse indicando una giovane ragazza dai capelli rossi compostamente seduta sul divano -è Elinor Lancaster, discendente della famiglia Lancaster della Gran Bretagna. A volte parla in inglese e non tutti la capiamo ma voi annuite e sorridete- presentò Alice tutte le sue amiche attirandosi poi gli sguardi omicidi di quasi tutte per la sua descrizione imbarazzante

-Ah, mi sono scordata. Ci sono anche Misaki e Kazuki, i padroni di casa- aggiunse poi sbattendosi una mano sulla fronte per la sua dimenticanza.

I giovani calciatori guardarono la ragazza dalla pelle scura con un sorriso sulle labbra. Era incredibilmente solare e disponibile.

-Ottima presentazione oserei dire- cominciò a dire Fubuki per poi essere interrotto bruscamente da un “assolutamente no” pronunciato da tutte le ragazze -okay, magari non così perfetta- provò a rimediare per poi ricominciare a parlare -Noi siamo dei calciatori e siamo venuti in vacanza nella villa di Kidou qui vicino. La nostra presentazione non sarà altrettanto esaustiva- le avvertì con un sorriso prima di iniziare a fare i vari nomi dei suoi amici indicandoli con la mano.

A un certo punto, sorprendendo tutti, il campanello suonò per la seconda volta quella sera.

Misaki ricomparve e si diresse ad aprire la porta, ritrovandosi davanti un giovane ragazzo di circa diciott'anni con una valigia

-Benvenuto, tu dovresti essere Yukio Harada, mio padre mi ha avvisato del tuo ritardo. Vieni siamo tutti in salone. Ah, a proposito, io sono Misaki Nagai e questa è la villa della mia famiglia- gli disse mentre lo scortava verso tutti gli altri. Il ragazzo non poté fare a meno si storcere il naso nel vedere il disordine che vi era nel corridoio

-Ragazze, lui è arrivato adesso perché ha avuto un problema con il viaggio. Da oggi vivrà con noi- riferì la ragazza lasciando il nuovo arrivato da solo in mezzo alle ragazze e ai calciatori e ritornando da dove era venuta

-Piacere di conoscervi. Io sono Yukio Harada. I miei genitori hanno un ristorante tradizionale a Kyoto molto amato dai genitori di Misaki. Questi ultimi hanno chiesto il loro aiuto per i pasti che avreste dovuto fare qui in vacanza. Purtroppo non potevano lasciare il ristorante e quindi li avvisarono che avrebbero mandato il loro figlio. In teoria sarebbe dovuto venire mio fratello ma si è ammalato all'improvviso. Detestando infrangere una promessa mi sono offerto di venire io al suo posto. Anche se non sono bravo come mio fratello cercherò di fare del mio meglio- si presentò Yukio garbato.

Durante il viaggio ebbe l'occasione di riesaminare i fatti e iniziò a pensare che Seriyo, suo fratello, avesse solo finto di essersi ammalato per farlo uscire a divertire e per distrarlo dallo studio in preparazione dell'esame di ammissione alla facoltà di biologia dell'università di Tokyo che avrebbe frequentato l'anno dopo, se fosse andato tutto secondo i suoi piani. A quest'idea provò un sentimento contrastante per il fratello. Era furioso per il suo ennesimo inganno ma gli era anche riconoscente perché, effettivamente, aveva proprio bisogno di staccare la spina, anche se, per non rimanere troppo indietro si era portato i suoi libri.

-Ottimo! Avrò l'opportunità di presentare tutti di nuovo! Io sono Alice Katherine Castle e lei è- iniziò contenta Alice ma fu subito interrotta da un “NO” secco. Le ragazze ne avevano abbastanza.

Una a una si presentarono tutte nuovamente e i giocatori fecero altrettanto.

-Perfetto, ho solo due domande: perché ci sono dei calciatori in questa villa? E perché sono bagnati fradici?- chiese Yukio confuso ma leggermente incuriosito, domandando quello che tutte le ragazze si stavano chiedendo da quando i ragazzi erano entrati. Sebbene lui preferisse la pallavolo al calcio, quest'ultimo era uno sport che apprezzava e seguiva, quindi non ci impiegò molto a capire chi aveva davanti e la sua domanda era più che legittima.

Dopo che fu sceso un silenzio tombale, nemmeno Alice sapeva rispondere alle domande del nuovo arrivato, Kidou prese la parola

-Vedi, io e i miei amici siamo in vacanza nella mia villa qui vicino. Questa sera eravamo andati al mare per goderci lo spettacolo della luna riflessa sull'acqua ma poi ci siamo lasciati prendere la mano e siamo finiti in acqua. Mentre eravamo lì abbiamo riconosciuto Misaki, una mia cara amica, che ci ha offerto di venire a casa sua e presentarci le sue ospiti, per un motivo che in effetti mi è tutt'ora sconosciuto- disse Yuuto soffermandosi a pensare a quest'ultima parte.

-Oh, ho capito, grazie-

A quel punto riemerse da chissà dove Kazuki con un carrello per le pulizie e con indosso un orribile grembiule e uno spolverino in mano. La sua comparsa scatenò uno risata generale.

Il ragazzo, indispettito, ignorò le battute e si diresse verso l'ingresso.

-Guarda che se lo pulisci adesso è inutile. Quando torneremo indietro bagneremo tutto di nuovo e sarai al punto di partenza- lo avvertì, schernendolo, Tsurugi e guardandolo con un ghigno

-Lo so benissimo geniaccio, aspetto che voi ve ne andiate a casa vostra. Mi sono messo qua per mettervi pressione nella speranza di farvi sgomberare prima- gli rispose Kazuki dal fondo del corridoio facendogli una linguaccia.

Misaki, uscita a seguito del fratello e posizionatasi di nuovo vicino a Kidou, osservò il battibecco tra suo fratello e il ragazzo dai capelli blu, sorridendo divertita.

Si congratulò mentalmente con se stessa per la sua idea di far incontrare il gruppo di Yuuto con il suo. Da quel momento in poi la vacanza si sarebbe movimentata e la ragazza non vedeva l'ora di vedere come si sarebbe evoluta la situazione, divertendosi alle spalle dei suoi amici.

Venne riportata bruscamente alla realtà quando sentì Kazuki intimare ai giocatori di uscire subito e di non tornare mai più.

-Scusate ragazzi per mio fratello, è un maniaco dell'ordine e sente la necessità di pulire qualsiasi cosa, perciò devo chiedervi di uscire. Che ne dite se ci vediamo domani mattina? Così abbiamo modo di conoscerci meglio- propose gentilmente mentre li accompagnava alla porta.

Contrariamente a quanto si aspettasse a rispondergli non fu il suo amico di infanzia ma un giovane adulto con i capelli biondi legati in una coda laterale.

-Certo, mia dolce fanciulla. Vederti di prima mattina mi migliorerà la giornata. Ci rivediamo domani, raggio di sole- le sussurrò Afuro prendendole la mano e baciandole il dorso.

Misaki rimase attonita e non riuscì a muoversi per i successivi cinque minuti. Quello che era appena successo non era previsto. Dire che era imbarazzata era un eufemismo. Si sentiva rossa fin sopra la radice dei capelli.

A far uscire gli ospiti ci pensò Kazuki che li sbatté fuori in malo modo tirando un sospiro di sollievo una volta che chiuse la porta alle loro spalle.

Solo un momento dopo si accorse della faccia della sorella e ghignò contento

-Allora sorellina cara? Cosa ti è successo? Non sorridi più come prima? Il bel biondino ha fatto centro?- la prese in giro canzonandola.

Alle sue parole Misaki si risvegliò, gli urlò dietro che non era vero niente e gli intimò di sbrigarsi a pulire, mentre si dirigeva verso la sua camera indispettita.

Kazuki sorrise e iniziò a pensare che forse quell'incontro avrebbe aiutato la sorella ad aprirsi maggiormente con l'altro sesso.

Yukio si offrì di aiutare il ragazzo con le pulizie, dopotutto nemmeno lui amava il disordine, e insieme non ci misero molto a tirare su l'acqua. Dopo aver aver terminato di pulire si salutarono con una pacca sula spalla e si ritirarono in camera, non prima che Kazuki spiegasse al nuovo arrivato la disposizione della casa.

Nel mentre le ragazze, seppur stranite e incuriosite da quell'incontro, si rimisero a guardare il film e, una volta finito, se ne andarono ognuna in camera propria pensando a cosa sarebbe successo l'indomani.

I giocatori, nel frattempo, tornando alla villa di Kidou si interrogavano su quanto fosse appena successo

-A me sembrano tutte carine e simpatiche, non vedo l'ora di conoscerle meglio- disse Midorikiawa mentre si sistemava i ciuffi davanti al viso

-Hai ragione, sopratutto Alice, lei sembra proprio un peperino- gli diede ragione Fubuki

-Io punto a Misaki- annunciò invece Terumi passandosi una mao tra i capelli e sorprendendo tutti -sempre che a Kidou non dispiaccia, è una sua amica- continuò poi

-No, non mi interessa in quel senso, ricordati però che se la fai soffrire ti spezzo in due, caro Aphrodì- lo minacciò garbatamente l'ex regista dell'Inazuma Japan -a me incuriosisce Ayaka. Da quanto ho capito è un avvocato e sono curioso di sapere come sia finita nella villa di Misaki i cui genitori si occupano di telecomunicazione- affermò dopo. In effetti continuava a chiedersi come mai tutte quelle persone si trovassero a casa di Misaki.

-Effettivamente mi state incuriosendo. Non vedo l'ora di scoprire cosa nascondono. Specialmente Scarlet, mi è sembrata la più introversa ma credo che ci sia qualcosa dietro- comunicò Kiyama intanto che si puliva gli occhiali.

Anche nei ragazzi più giovani quell'incontro aveva fatto sorgere numerose domande

-Allora tu e Aurora...- iniziò maliziosamente Kariya rivolgendosi a Shindou che soffocò a malapena una risata pensando al seguito della frase

-Ti sbagli di grosso- lo interruppe subito il virtuoso -io e lei siamo amici d'infanzia. I nostri genitori sono grandi amici e siamo cresciuti praticamente insieme, anche se lei ha sempre dovuto viaggiare molto. È una sorella per me- dichiarò Shindou convinto, ignorando il roteare degli occhi di Masaki che, invece, si aspettava tutt'altra storia. Il giovane regista aveva un'altra ragazza per la testa, una che aveva attirato la sua attenzione fin dal dal loro primo incontro sulla spiaggia.

Un ragazzo, un po' in disparte, ascoltò questo scambio di parole e tirò un sospiro di sollievo. Quella ragazza italiana le aveva trasmesso qualcosa, ancora non sapeva cosa, e non voleva che qualcun altro le ronzasse attorno.

Kariya tuttavia non si lasciò scoraggiare e tornò alla carica

-Allora, tu e Rikka..- disse questa volta a Kageyama che, al contrario di Shindou, arrossì fino alla punta delle orecchie

-Assolutamente no, anche noi siamo amici. Si è trasferita nella mia classe alle medie e io l'ho solo aiutata ad ambientarsi un po'- rispose Hikaru mentre giocherellava con le mani, imbarazzato.

Masaki capì di aver fatto centro questa volta ma, deciso a continuare a tormentarlo, fu fermato da Kirino

-Pensa agli affari tuoi, sbaglio o non riuscivi a staccare gli occhi della bella nobile?- lo canzonò il rosa, rendendogli pan per focaccia e ricevendo un sorriso grato da Kageyama

-Pff, non è assolutamente vero. È solo che mi ha sorpreso sapere che ci fosse una così qui in Giappone, tutto qui- negò Kariya mettendosi le mani in tasca e abbassando lo sguardo a terra per un attimo. Attimo che durò veramente poco perché, desideroso di dar fastidio i suo compagni, si voltò a parlare a Tsurugi, punzecchiandolo con un dito

-Beh, anche tu non scherzi. Il ragazzo dai capelli verdi ti ha preso sul serio- lo prese in giro

-Taci, fatti gli affari tuoi- replicò Kyousuke velocizzando il passo e allontanandosi da Masaki che rimase interdetto con il dito per aria

-Mi sa che hai finito di impicciarti degli altri- gli disse ridendo Fey.

Il giovane, cercando di ignorare lo sproloquio di Tenma su quanto fosse bello il calcio e quanto non vedesse l'ora di giocarci l'indomani, pensò al ragazzo moro e al suo strano tatuaggio sul polso. Inoltre, ricordando che i suoi genitori erano proprietari di un ristorante tradizionale, gli venne l'acquolina alla bocca, sopratutto considerato che per le prossime due settimane avrebbero probabilmente mangiato solo cibo in scatola.

E così anche i calciatori arrivarono alla loro villa e, dopo essersi spogliati all'ingresso per evitare di bagnare tutta casa, ognuno si diresse verso la propria camera. Ci fu chi si addormentò subito, stremato dagli eventi della giornata, chi prima sentì la necessità di farsi una doccia, chi preferì leggersi un buon libro per conciliare il sonno, chi ancora si mise a messaggiare con amici lasciati a casa o con genitori oppressivi.

Alla fine la giornata finalmente terminò per tutti.

 

My little space:
Bienvenidos!
Finalmente anche il secondo capitolo è pronto!
Mi scuso ancora per la lunghezza, ma proprio non ci riesco a farli più corti, spero che non vi dispiaccia troppo e scusatemi anche per gli eventuali errori
Passando alla storia vera e propria: cosa ve ne pare? Vi piace? Le vostre Oc continuano a essere ben caratterizzate? Spero proprio di sì.
Sto già iniziando ad affezionarmi ai vostri personaggi. Devo dire che mi diverto un mondo a manovrarli, sono tutti perfetti e ben bilanciati tra loro.
Scusate se notate che alcuni sono più protagonisti di altri, cerco di tenerli tutti sullo stesso piano. Tuttavia capiterà, anche più avanti, che mi concentrerò maggiormente su alcuni per qualche capitolo per poi tornare su altri, ve lo anticipo già da adesso.
Inoltre volevo avvisarvi che purtroppo fino a lunedì prossimo non credo proprio che riuscirò ad aggiornare. Il primo d'agosto vado dieci giorni in Calabria con amici e non riesco a portarmi il portatile. Ho già messo avanti il terzo capitolo ma non credo di riuscire a finirlo prima della partenza. Al massimo posso provare a finirlo via ed aggiornare dal telefono ma non vi assicuro nulla. Vi prometto però che rimedierò con un super capitolo! (o almeno spero)
Okay, ora ho veramente finito con i miei sproloqui.
Spero che la storia vi stia piacendo, aspetto di sapere cosa ne pensate.
Se avete qualcosa da ridire non fatevi scrupoli e ditemi pure, purché siate sempre educati.
Detto ciò ci risentiamo alla prossima!
Bye,
#Angel
P.S. Siamo seri? Tutte queste storie? Sono commossa dal fatto che il fandom si stia piano piano risollevando e sono orgogliosa di aver contribuito a ciò!
Continuiamo così amici!

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Capitolo 4
*** 3. Wake up ***


Lunedì mattina
Spiaggia

L'indomani mattina il sole splendeva nel cielo e l'unico rumore udibile era lo scroscio dell'acqua che si infrangeva sulla riva, placidamente.

In quello scenario idilliaco una ragazza dai capelli castano scuri, tendenti al nero, raccolti una coda alta, stava facendo la sua corsa mattutina, godendosi la tranquillità che il paesaggio le offriva. Con i suoi auricolari a tutto volume era persa nei suoi pensieri.

Dopo aver corso i suoi abitudinari sette chilometri si fermò sulla spiaggia vicino al viale che la collegava alla villa Nagai per fare un po' di stretching e qualche esercizio a corpo libero.

Tuttavia alla fine si ritrovò sdraiata sul suo asciugano vicino alla riva a rilassarsi, lasciandosi cullare dal rumore delle onde.

Per questo, ovviamente, non si accorse di un'altra persona che, come lei, ebbe l'idea di fare esercizio la mattina presto.

Un giovane dai capelli rossi infatti stava correndo a filo d'acqua per tenersi in forma. Lo sguardo fisso davanti a sé, non si accorse della ragazza per terra e vi inciampò, cadendo rovinosamente a terra.

Scarlet si risvegliò bruscamente per colpa di un forte dolore alla stomaco e non riuscì a spiegarsi come se lo fosse provocato. Facendo vagare lo sguardo si accorse del ragazzo malamente seduto vicino a lei mentre si teneva la testa.

-Dì un po', ma guardi dove cammini ogni tanto? Potevi farmi male sul serio- lo rimproverò Scarlet massaggiandosi il fianco indolenzito e senza considerare che anche l'altro pareva essersi fatto male

-Hai ragione, devo stare più attento, però anche tu, addormentarti in un posto del genere- gli rispose Hiroto sollevandosi e facendo qualche saltello per vedere se fosse tutto a posto.

Solo in un secondo momento si accorse che quella sotto di lui era una sua conoscenza e si sbrigò ad aiutarla, porgendole una mano. Mano che Scarlet rifiutò.

-Non stavo dormendo, mi stavo solo riposando un attimo, dopo il mio allenamento mi piace godermi qualche minuto in tranquillità- spiegò la ragazza che, testarda e orgogliosa, si tirò su da sola. Una volta tolta la sabbia, che le era inevitabilmente finita addosso, dai pantaloni da aerobica finalmente si decise a guardare colui che l'aveva calpestata. Si stupì di riconoscere uno dei ragazzi che aveva conosciuto la sera prima

-Kiyama giusto?- gli chiese Scarlet per essere sicura di non aver confuso i nomi, non era brava ad associare i nomi alle persone. Dopo un accenno di conferma da parte del ragazzo continuò -Allora, mettiamo le cose ben in chiaro. Tu mi sei venuto addosso nonostante io sia una persona in carne ed ossa e ben visibile. Anche se fossi stata rannicchiata la colpa sarebbe stata comunque tua, quindi non scaricarla addosso a me e non mi fare la predica per dove decido di fermarmi. Inoltre evita di fare il galantuomo, questo non aiuterà il mio povero fianco a guarire. Hai interrotto il mio momento di tranquillità e ora per colpa tua sono di malumore- gli disse la ragazza mantenendo nonostante tutto un tono abbastanza neutrale.

Raccattò da terra il suo mp3 e se ne andò indispettita verso casa agitando lo coda che ondeggiava a destra e a sinistra.

Hiroto non poté fare altro che ascoltare e osservare quella ragazza che se ne stava andando. Si stupì di sentirla parlare così tanto e sopratutto con parole che non si aspettava potesse pronunciare.

Rimase a fissarla, ipnotizato dal movimento dei suoi fianchi e dei suoi capelli, fino a quando non scomparve dalla sua vista, momento che coincise stranamente con la fine della sua canzone preferita.

Con ancora quello strano incontro in testa Kiyama proseguì il suo allenamento, non guardando dove andava, cosa che, ovviamente, dopo nemmeno cinquecento metri, lo fece inciampare nuovamente in un tronco d'albero.

-Maledizione! Dovrei proprio iniziare a guardare dove metto i piedi- imprecò il rosso fra sé e sé massaggiandosi la caviglia dolorante

Lunedì mattina
Villa nagai

Scarlet tornò alla villa di malumore e non degnò nemmeno di un saluto Elinor e Asami che stavano allegramente facendo colazione in cucina.

Le due ragazze si guardarono per un momento stranite per poi fare finta di nulla. Entrabe sapevano il carattere introverso di Scarlet e, avendo notato che non fosse proprio ben disposta, ritornarono alla loro discussione.

-Ti prego, dimmi come fai a camminare su quegli aggeggi infernali- le chiese la castana alludendo ai suoi tacchi neri

-Oh darling, sono sempre stata abituata a usarli. Mia nonna mi ha messo un paio di tacchi all'età di otto anni e da lì non ho più smesso. Per me è difficile passeggiare quando non li indosso- le spiegò la rossa mostrandole felice le sue nuove Louiboutin. Asami le osservò con attenzione ma, nonostante le trovasse stupende, guardò con orgoglio le sue adidas e pensò che fossero molto più comode.

Furono interrotte dal fischio del bollitore che annunciava il termine del suo utilizzo.

Elinor si diresse verso il ripiano su cui era posizionato e prese una tazza, non prima di esser sicura che la sua compagna non ne volesse una. Si preparò il suo breakfast tea aggiungendo solo un cucchiaio di zucchero. Insieme mangiò un cookies e un mela.

Asami non potè fare a meno di confrontare la colazione salutare della rossa con la sua fetta di cheesecake trovata in frigo e il latte al cioccolato lì a fianco. “O andiamo, sono giovane, posso permettermi qualche stravizio in più” pensò mentre addentò un pezzo di torta felice.

Mentre le due ragazze si stavano godendo la loro colazione, un'assonnata Rikka fece la sua comparsa in cucina, sbadigliando.

-'giorno- disse loro dirigendosi direttamente al bancone per prepararsi un toast.

-Good morning- la salutò Elinor contenta scorrendo le notifiche sul cellulare.

Asami le fece un cenno con la mano, troppo presa a scrivere qualcosa sul suo block notes.

Rikka, dopo aver messo le fette di pan carré nel tostapane si diresse verso il frigo e lo aprì, alla ricerca di un sacco d'arancia da bere.

Pochi secondi dopo si sentì il trillo dell'elettrodomestico e la rossa, che si era avvicinata per prendersi un bicchiere d'acqua si spaventò e cadde rovinosamente a terra

-O my God, what was that?- gridò allarmata, pensando subito a una bomba o qualcos'altro.

Le due ragazze accorsero subito al suo capezzale ma, accorgendosi che non si era fatta nulla, scoppiarono in una fragorosa risata per la sua reazione

-Elinor, quello era il rumore del tostapane che mi avverte che il mio pane è pronto, non ne hai mai visto uno?- le spiegò Rikka mentre l'aiutava ad alzarsi

-No, da me il pane lo scaldano al forno o in padella- disse l'interpellata chiedendosi cosa ci fosse di utile in qualcosa del genere.

Tuttavia ben presto la rossa fu di nuovo distratta dalla sua suoneria di Amy Winehouse che annunciava l'arrivo di una chiamata

-Hello?... Oh Tyler! Happy to heard you! What's going on?- e così parlando uscì dalla stanza e tornò in camera sua per prepararsi alla giornata.

Le due ragazze rimaste si guardarono un attimo per poi sorridere dello strano comportamento di Elinor.

Rikka, dopo essersi preparata il suo toast, fonte di tanti problemi, si mise seduta sul bancone di fronte ad Asami e iniziarono a discutere

-E così ti piace nuotare?- le chiese Rikka curiosa, a lei è sempre piaciuto immergersi nell'acqua e divertirsi.

-Si, è la mia vita. Non oso immaginare come farei senza. Ho iniziato quando avevo sei anni e da allora non ho più smesso- le confidò l'altra con aria sognante. Ha sempre amato quello sport.

-E tu invece che mi dici? So che disegni molto, prima o poi mi farebbe piacere vedere qualcosa- le chiese poi. Alla sua affermazione la castana iniziò ad arrossire e a balbettare scuse

-Non sono poi così brava- disse in un sussurro talmente basso che Asami pensò di esserselo immaginato.

Rikka cambiò argomento e portò la conversazione su un terreno più neutro come la scuola. Entrambe avrebbero dovuto frequentare l'ultima anno e si sa, gli esami per la maturità erano un vero e proprio inferno.

 

Nel frattempo in una camera al secondo piano si sentiva una persona discutere animatamente, probabilmente al telefono, visto che si udiva solo la sua voce.

Infatti la giovane Ayaka quella mattina era stata svegliata dall'insistenza della suoneria del suo cellulare. Quando si accorse che a squillare non era il suo personale smartphone ma quello che utilizzava per lavoro storse il piccolo naso. Tuttavia si impose di rispondere, nonostante fosse in vacanza.

-Ayaka sono Takumi, Ho qui il signor Toshiba per quella causa delle azione illegali che stavi trattando tu, si può sapere che fine hai fatto?- Le chiese il suo socio preoccupato e leggermente contrariato. L'etica del loro studio era inattaccabile e come prima regola vi era quella di non far mai aspettare nessun cliente.

La castana strabuzzò leggermente gli occhi mentre guardava l'orologio per capire che ore fossero.

-Takumi mi dispiace, ma io sono in vacanza, avevo detto alla segretaria di spostare tutti i miei appuntamenti o di reindirizzarli a qualcun altro- le spiegò tirando un sospiro di sollievo notando che fossero solo le 8:07. L'appuntamento era fissato alle 8.15 quindi, teoricamente, non erano ancora in ritardo e poteva prendere il caso qualche altro avvocato dello studio.

-Eh? Io non ne sapevo nulla. Farò meglio a chiedere alla segretaria e a farle una bella ramanzina per non avermi avvisato. Ora vado, ci penso io al signor Toshiba. Scusa per averti disturbato Ayaka, buona vacanza e riposati, mi raccomando, che poi ti rivoglio bella pimpante- le disse Takumi allegro e la ragazza lo immaginò mentre si batteva il pungo sul palmo.

Sorrise divertita e approfittò di quella sveglia involontaria per scendere dal letto. Prese tutto l'occorrente per farsi una bella doccia e poi si diresse verso il bagno del secondo piano, dove ebbe modo di rilassarsi per una buona mezz'ora prima di essere spaventata da un urlo improvviso.

 

Andiamo indietro di solo pochi minuti.

Alice Castle non passò una buona nottata. Fece fatica a prendere sonno e si svegliò molto spesso nel corso nella notte.

Verso le tre scese in cucina a prendere un sorso d'acqua nella speranza di calmarsi. Tornata in camera cercò di riaddormentarsi, senza successo, quindi si rassegnò a passare il resto del tempo sfogliando qualche rivista.

Tuttavia ad un certo punto gli occhi iniziarono a chiudersi e sprofondò in un sonno senza sogni.

Nonostante ciò verso le otto iniziò ad agitarsi nel letto, in preda a un incubo, fino a quando, una quarantina di minuti dopo, si svegliò di soprassalto urlando.

Alice cercò di regolarizzare il fiato e si passò una mano sulla fronte, trovandola però imperlata di sudore. Sentì subito dei passi nel corridoio che piano piano si avvicinavano alla sua porta.

Non volendosi far vedere in quello stato si girò, dando le spalle alla porta, e si tirò il lenzuolo fin sopra le spalle.

Aurora Parisi entrò nella camera di Alice, adiacente alla sua, preoccupata. Si stava spazzolando i lunghi capelli castani tendenti al biondo quando sentì il grido della sua vicina.

La ragazza la mandò via dicendo che si era solo spaventata vedendo un insetto sul suo cuscino ma che ora era tutto a posto.

La castana decise di lasciarle il suo spazio e, seppur non fosse convinta della sua spiegazione, tornò nella sua stanza.

Alice tirò un sospiro di sollievo e tornò a pensare al suo incubo.

A quanto pare ancora non l'aveva superata.

Dopo poco si decise ad alzarsi e ad andarsi a dare una rinfrescata per cercare di dimenticarsi di quanto successo prima.

 

Aurora, chiudendosi la porta della sua stanza alle spalle rimuginò sulla situazione di Alice, anche se, alla fine, decise che se la compagna avesse voluto parlarle lo avrebbe fatto quando se la sarebbe sentita. Non voleva impicciarsi in cose che non la riguardavano, detestava quando qualcuno lo faceva nei suoi confronti.

Scacciato ogni brutto pensiero si diresse verso l'armadio. Aprì le ante e, per un attimo, si osservò compiaciuta allo specchio. Il suo grazioso abito da notte bianco con decori in pizzo nero cadeva alla perfezione sul suo corpo snello.

Si dedico alla scelta dell'outfit per la giornata. Non sapendo bene cosa avrebbero fatto decise di rinunciare ai suoi bellissimi vestitini in stile capri e optò per un paio di shorts strappati in jeans con sopra una camicetta bianca semitraparente che lasciava intravedere il top nero sotto. Si infilò un paio di sandali neri con allacciatura alla schiava e si passò le mani tra i morbidi capelli.

Era perfetta.

Prese il suo smartphone dal comodino e, controllando gli innumerevoli messaggi, scese a fare una colazione leggera.

 

Misaki, al contrario di molti, fu felice di svegliarsi all'alba. Le era sempre piaciuto svegliarsi presto la mattina, secondo lei si hanno molte più energie rispetto il pomeriggio o la sera.

Così, neanche alle sei, andò in cucina dove preparò una semplice cheesecake ai frutti di bosco per lei e le altre ragazze. Adorava cucinare, soprattutto dolci.

Subito dopo averla messa in frigo il suo telefono squillò per segnalarle l'arrivo di un nuovo messaggio. Misaki l'aprì e trovò un audio di Josè, uno dei suoi più grandi amici in Spagna , che recitava “Hola chica, qui ci manchi un sacco. Hai spezzato il povero cuoricino di Miguel, ogni sera ci tormenta chiedendoci se abbiamo tue notizie. Nuria e Rocio mi trascinano con loro per locali e per negozi dicendo che sono quello che più si adatta al buco che hai lasciato, non ne posso più. Non vedo l'ora di rivederti. Spero tornerai a farci visita ogni tanto. Un beso”

La bionda si ritrovò a sorridere come un ebete. Era molto legata a quei ragazzi che erano stati i suoi compagni per quasi dieci anni. Si ripromise di tornare a Valencia a fare visita una volta terminata quella vacanza.

Uscì in veranda e, osservando l'orizzonte, si perse nei suoi pensieri, riguardanti soprattutto il bel biondino della sera prima. A ripensarci le sue gote tornarono a imporporarsi lievemente. Ammise che fosse un ragazzo stupendo ma nutriva qualche dubbio sul suo modo di fare. In primo luogo, si conoscevano da quanto? Sì e no, trenta minuti, e lui già ci provava? E, secondariamente, lei non aveva proprio il tempo per una relazione. Tra poco sarebbe tornata a lavoro e, nella sua posizione, sarebbe stata costretta a viaggiare molto per lavoro.

No, si disse, da ora in poi non lo asseconderò più e perderà interesse facilmente.

Con questa convinzione socchiuse gli occhi e si lasciò andare tra le braccia di Morfeo.

 

Yukio si alzò puntuale alle otto di mattina, senza nemmeno bisogno di mettere la sveglia. Ormai, anche per lui era un mistero, si svegliava sempre a quell'ora.

Dopo la routine in bagno, decise di aprire il libro di biologia per tenere la mente allenata ma ben presto la voglia scemò.

A quel punto accese la piccola Tv in camera e guardò con entusiasmo la partita della nazionale maschile di pallavolo alla Volleyball Nations League.

Dopo che terminò fu incerto sul da farsi. Continuare a studiare non lo attizzava più di tanto quella mattina e non voleva passare troppo tempo attaccato alla televisione. Decise che sarebbe sceso a fare una passeggiata.

La giornata era ideale. Il sole splendeva nel cielo ma un leggero venticello impediva di sudare.

Mentre usciva notò Misaki sdraiata sul divanetto in veranda e, preoccupandosi che potesse avere freddo, tornò in casa per poi uscirne con una coperta con la quale coprì la bionda.

Camminò per una ventina di minuti in riva al mare per poi fermarsi a sedere su un tronco d’albero, perdendosi nei suoi pensieri.

 

Fey Rune non avrebbe mai pensato di incontrare qualcuno così lontano dalla villa. Eppure riusciva a vedere chiaramente un ragazzo moro seduto su qualcosa di marrone, probabilmente un tronco.

Si avvicinò con cautela, nemmeno lui sapeva il perché, finché non gli fu estremamente vicino e si ritrovò ad osservarlo.

I capelli corti si muovevano appena a causa del vento e gli occhi verdi erano intenti a osservare l’orizzonte.

L’occhio gli cadde nuovamente sul suo tatuaggio di quattro triangoli intrecciati.

Nonostante fosse a un metro di distanza il moro non parve accorgersi della sua presenza, per cui Fey tossicchiò appena.

Yukio, rendendosi conto di non essere più solo, alzò lo sguardo e lo puntò dritto negli occhi acquamarina dell’altro ragazzo.

Per un attimo nessuno dei due disse nulla, poi il calciatore prese l’iniziativa

-Non so se ti ricordi chi sono- iniziò a dire venendo però interrotto quasi subito dall’altro

-Fey Rune, so benissimo chi sei. E so anche che non sei propriamente di queste “parti”- dichiarò il maggiore, facendo intuire che non intendesse il “luogo” ma più il “tempo” e lasciando di stucco Fey che non si aspettava certo che qualcuno si accorgesse che lui non fosse di quel presente.

-Eh? E tu come lo sai?- domandò infatti stupito

-È lampante. Oltre al tuo tecnologico orologio da polso, che non esiste ancora, i tuoi vestiti non rispecchiano totalmente quest’epoca. La deduzione è semplice. La vera domanda è: come hai fatto ad arrivare qui? E perché nessuno si è preso la briga di spiegarlo?- spiegò Yukio. Fey dovette ammettere che il suo ragionamento non faceva una piega. Così fece il bel respiro, prese posto vicino al moro, e iniziò a parlare.

 

Misaki si risvegliò dal suo pisolino e si stupì di trovarsi una coperta addosso. Pensò che probabilmente gliela avesse messa una delle ragazze vedendola lì.

Se la tolse e andò in camera sua a vestirti.

Scelse un bel romper viola scuro con decori rosa e delle semplici Adidas nere. Legò i capelli in una treccia laterale e si diede una sistemata al leggero trucco.

Dopo essersi guardata soddisfatta allo specchio uscì di casa per andare alla villa di Yuuto per accordarsi sul da farsi, non prima di aver salutato le ragazze in cucina.

Il tragitto non era particolarmente lungo e in meno di cinque minuti si ritrovò a destinazione.

Suonò il campanello e la porta venne aperta quasi subito da un giovane ragazzo dai capelli azzurri.

La sera prima Misaki aveva perso le presentazioni, correndo dietro al fratello in piena crisi, quindi non seppe dire con certezza il suo nome

-Ah Misaki! Kidou stava proprio per venire a cercarti. Ieri non vi siete messi d’accordo su cosa fare- gli disse il ragazzo facendola entrare

-Mh... grazie ehm- rispose in imbarazzo, non sapendo come chiamarlo

-Kazemaru Ichirouta- gli rispose il difensore sorridendo. La ragazza non era presente quando si erano presentati quindi era normale che non lo conoscesse.

Una volta dentro casa la bionda notò come le cose fossero rimaste invariate negli anni. Lo stesso arredo, lo stesso colore delle parete, persino gli stessi soprammobili.

Sorrise nostalgica ripensando a quando lei è Yuuto erano bambini e non si accorse di star andando a sbattere contro qualcuno, cadendo rovinosamente a terra.

Rendendosi conto di quanto successo si affrettò a scusarsi ma una voce che lei conosceva con troppo bene le rispose di non preoccuparsi e le allungò una mano per aiutarla ad alzarsi. Mano che lei accettò volentieri.

Afuro Terumi non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi davanti la ragazza oggetto dei suoi pensieri mentre stava andando in cucina per far colazione. Eppure eccola lì, ancora più bella della sera prima e, deciso a conquistarla, frugò nella sua mente una battuta da farle.

Misaki cercò di ricomporsi mentre Kazemaru ridacchiava divertito dalla scena.

-Che spettacolo meraviglioso, non ho mai visto una stella cadere, spero che tu non ti sia fatta troppo male- affermò Afuro trovando cosa dirle, ammiccandole

-Certo che quando un idiota cade ne dice di stupidaggini- ribatté a tono la bionda, cercando di controllare il rossore sulle sue guance e avanzando impettita verso la cucina, lasciandosi alle spalle un Terumi sbigotitto e un Kazemaru che non riuscì a trattenere una risata alla sua risposta.

La ragazza entrò nella stanza ma rimase imbambolata alla vista di quasi tutti i ragazzi senza maglietta, con i loro addominali ben scolpiti.

Il primo ad accorgersi di lei fu proprio Kidou che lasciò cadere il suo cucchiaio vicino alla tazza e si diresse verso la sua amica, che non accennava a muoversi di un solo centimetro.

-Ehi Misaki! Che sorpresa vederti, sarei venuto io da voi fra poco. Tutto bene?- le chiese poi dopo averla guardata bene e notato che non gli rispondeva.

Misaki continuava a far vagare lo sguardo da un torace all'altro fino a soffermarsi su quello di Kidou che, negli anni, si era sviluppato notevolmente.

Finalmente, riscossa dalle parole del suo amico d'infanzia alzò lo sguardo e lo puntò nei suoi occhi, per evitare che finisse su qualcos'altro.

-Si Si, scusami mi sono distratta un attimo. Volevo solo sapere cosa avevamo intenzione di fare oggi. Le ragazze credo siamo quasi tutte sveglie e vedo che anche la maggioranza di voi non è più a letto- constatò la biondo concedendosi un ulteriore occhiata agli addominali dei ragazzi.

-Che io sappia, a parte Tenma, Kariya e Endou, siamo tutti in piedi. Magari possiamo incontrarci tra una mezz'oretta in spiaggia?- propose allora l'ex regista dell'Inazuma Japan.

La bionda annuì e si sbrigò a uscire da quella casa che le aveva causato diversi sbalzi d'umore in una manciata di minuti.

 

Kazuki dormì beatamente fino alle dieci. E avrebbe continuato se non fosse stato per sua sorella che gli si buttò letteralmente addosso.

Il ragazzo non ci mise molto a spintonarla e a buttarla giù dal suo letto per poi girarsi dall'altra parte, intenzionato a continuare a dormire.

Tuttavia la bionda, ben preparata a questo, sfoderò un ghiacciolo, nascosto chissà dove, e iniziò a schiaffeggiarlo con esso. Al ché il povero Kazuki non poté fare a meno di alzarsi di scatto e a inveire con la sorella che, ormai consapevole che il suo fratellino non si sarebbe più addormentato, uscì di corsa dalla camera per evitare la sua ira funesta e gli urlò di farsi trovare pronto tra venti minuti giù in salone.

Il ragazzo maledisse Misaki e, finalmente, si tirò su, abbandonando il suo comodo giaciglio.

Fece una capatina in bagno per farsi una doccia fredda per risvegliarsi completamente,

Dopo essere tornato in camera, lavato e profumato, aprì l'armadio e scandagliò con attenzione tutti i suoi vestiti, alla ricerca dell'outifit perfetto. Alla fine, dopo almeno dieci minuti, scelse un costume bluette con una polo bianca che risaltava i suoi muscoli e la sua abbronzatura.

Sorrise soddisfatto. Avrebbe fatto federe lui a quel ragazzo dai capelli blu chi era il più in forma dei due.

Infine preparò il suo zaino infilandoci dentro il suo iPhone, un libro, un telo e la sua racchetta da beach tennis, e si diresse verso il salone dove le ragazze e Yukio erano già riuniti.

 

Pochi minuti prima, i calciatori, dopo aver tirato giù dal letto i tre dormiglioni ed essersi vestiti, si diressero verso la spiaggia chiacchierando tranquillamente, anche se Kazemaru non poteva fare a meno di ridere.

-Vi giuro ragazzi. Una scena del genere non mi ricapiterà mai più. Non avete idea di che figuraccia ha fatto Afuro- disse non riuscendo a trattenere le lacrime di puro divertimento.

Gli adulti guardarono curiosi il biondino mentre tirava una pacca all'azzurro, intimandogli di non fare parola dell'accaduto con nessuno.

I ragazzi invece erano presi ad ascoltare la telefonata di Shindou, che stava discutendo con Aurora.

-Auro, te l'ho già detto, sono entrambi fantastici... Sì lo so che tu preferisci quello fiorato ma fidati che anche quello scozzese ti sta bene... Se adesso indossi quello tieni quello, di cosa stiamo parlando?... pure il costume di ricambio? Sei impossibile... Va bene senti da Elinor, ci vediamo tra poco- disse e chiuse la telefonata. La sua migliore amica lo teneva al telefono per delle ore a discutere il suo abbigliamento. Shindou non ha mai capito più di tanto il mondo della moda e in genere assecondava i pareri della castana, giusto che per dire qualcosa

-Ma stavate parlando di costumi?- esclamò uno stupito, e forse anche un po' geloso, Kurama, che non riusciva a capacitarsi di come una ragazza potesse parlare tranquillamente di costumi con un ragazzo.

-Si, Aurora mi chiede spesso consigli ma si solito mi limito ad annuire, non sono un gran consulente. Ora che ha trovato Elinor mi sa che si rivolgerà a lei- ammise il giovane regista tirando un sospiro di sollievo e ringraziando mentalmente la rossa.

Alle sue parole un'altra testa dai capelli verdi si alzò e tese l'orecchio per capire se il discorso sarebbe continuato. Un movimento che non passò inosservato agli occhi del difensore numero 3

-Anche a te piacerebbe discutere di bikini con qualcuna, vero Kariya?- domandò sottovoce Kirino al suo compagno, divertendosi a infastidirlo.

-Tsk.. pensa per te, barbie- gli rispose Masaki velocizzando il passo e allontanandosi il più possibile da lui, anche se fu costretto ad ammettere di essersi immaginato, solo per un secondo, Elinor Lancaster in costume.

 

Quando il gruppo di Misaki arrivò alla spiaggia trovò già i ragazzi. C'era chi si stava mettendo la crema solare, solo pochi responsabili, chi si era già tuffato in acqua, chi era steso sul telo da mare a prendersi il sole, chi stava giocando a racchettoni o chi si stava passando la palla da calcio.

Le giovani fanciulle si sistemarono poco lontano da loro e, dopo essersi spogliate rimanendo in costume, si avvicinarono ai calciatori che smisero immediatamente di fare quello che stavano facendo e le guardarono rapiti.

Questa volta fu il loro torno di rimanere a bocca aperta.

Kazuki e Yukio sorridevano per come le loro amiche avessero zittito i giocatori

-Allora ragazzi, cosa facciamo?- chiese Alice, dopo essersi ripresa dal brutto risveglio, fin troppo entusiasta e non immaginando neppure quello che sarebbe successo in quella giornata.

 

 

My little space:
Finalmente un nuovo capitolo!
Mi scuso tantissimo per il ritardo ma, come avevo anticipato, sono stata in vacanza e mentre eravamo là abbiamo pensato di prolungare di qualche giorno la nostra permanenza, quindi non sono riuscita ad aggiornare lunedì, i'm sorry.
Comunque, come al solito, non riesco a fare capitolo più corti e ogni volta li allungo sempre di più. Non oso immaginare come saranno più avanti XD
Anyway, spero che la storia vi stia piacendo.
Iniziano già a vedersi alcune coppie e altre verranno a galla nel prossimo capitolo.
Mi scuso se in questa parte il vostro personaggio non ha avuto molto spessore, nella prossima mi concentrerò maggiormente sugli Oc che ho trascurato di più in questa.
In ogni caso fatemi sapere cosa ne pensate e se avete qualche lamentela fatemela pure, accetto volentieri critiche e suggerimenti (purché siamo espressi in maniera gentile)
Ora che sono tornata punto ad aggiornare almeno una volta a settimana, Wi-Fi permettendo.
Okay, ora ho veramente finito.
Ci sentiamo presto!
Bye,
#Angel

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Capitolo 5
*** 4. Monday Morning ***


Alla domanda di Alice, dopo un breve momento di silenzio, si levò un coro di voci in cui ognuno espresse la sua preferenze.

Ovviamente nessuno capì nulla.

-I'm sorry- iniziò a dire Elinor, sovrastando il vociferare che si era creato -ma io ho intenzione di prendere un po' il sole. In Inghilterra c'è sempre brutto tempo, quindi approfitto di questa vacanza per abbronzarmi- continuò poi girandosi di spalle e tornando dove avevano lasciato le borse per tirare fuori il suo telo e stendercisi sopra.

-Che idea fantastica tesoro. Ti raggiungo subito- le rispose Aurora sistemandosi di fianco alla rossa ed estraendo dalla sua borsa una rivista di Vogue, iniziando a sfogliarla.

I ragazzi le guardarono straniti. Avevano a disposizione un'intera spiaggia con un campo da beach soccer, da beach tennis e da beach volley, e loro volevano semplicemente stare sdraiate sulla sabbia a non fare nulla.

-Certo che le ragazze sono proprio strane- commentò Endou che non riusciva a concepire come qualcuno potesse stare fermo per più di due minuti.

Tuttavia fu costretto a ricredersi quando anche Goenji e Kurama si stesero sul loro asciugamano a prendere il sole.

Sentendosi osservati alzarono la testa in una muta domanda

-Beh? Che avete da guardare? Come credete che mantenga il mio bel colorito?- chiese Goenji spazientito facendo vedere loro la sua pelle abbronzata.

Kurama gli diede manforte e, dopo non aver ricevuto altro che silenzio, si rimisero sdraiati, ignorando gli sguardi stupiti dei loro compagni.

-Io vado a farmi una bella nuotata- annunciò Asami avviandosi verso il mare dove Kirino e Kariya le stavano facendo segno di unirsi a loro.

Shindou, osservando la castana allontanarsi sempre più dal loro gruppo considerò l'idea di seguirla in mare e iniziare una conversazione. Dopotutto l'aveva attirato fin dalla sera prima ma ancora non era riuscita a parlarle. Tuttavia prese la sua decisione quando vide Masaki con un ghigno che non prometteva nulla di buono.

-Aspetta Asami vengo con te- gli urlò il regista di rimando. “Meglio entrare insieme e stare attento a cosa quel diavolo potrebbe combinare” pensò mentre affiancava la ragazza, non notando come le guance di lei avessero assunto una leggera sfumatura rossastra.

Alice guardò divertita i due giovani pensando a quanto fossero carini insieme.

Lei decise di fare una passeggiata sul bagnasciuga, le avrebbe fatto bene alle caviglie, deboli di natura.

-Stai attenta perché più avanti c'è un tronco proprio vicino alla riva- l'avvisò Hiroto, ricordandosi la caduta di solo poche ore prima

-Si, e fai attenzione anche a chi potrebbe venirti addosso- la ammonì Scarlet scoccando un'occhiataccia al rosso che si sentì nuovamente in colpa.

-Vengo anch'io, ho proprio bisogno di sgranchirmi le gambe- affermò Fubuki cogliendo l'occasione per conoscere meglio quella ragazza piena d'energia.

-Ottima idea! Quasi quasi mi unisco anch'io- disse Endou, cambiando però idea velocemente vedendo lo sguardo ammonente che l'albino gli rivolse.

Alice e Shirou quindi si allontanarono insieme iniziando a chiacchierare.

-C'è qualcuno che vuole fare una partita a beach tennis?- propose invece Kazuki che non vedeva l'ora di mettere in mostra tutta la sua bravura

-Oh, adoro le sfide- gli rispose Kyousuke sfoderando orgoglioso la sua Quicksand Blu accesa con disegni arancioni.

I due ragazzi si lanciarono uno sguardo di puro odio e si avviarono al campo mentre la tensione era palpabile nell'aria.

-Beh, vi va una partita a carte?- chiese Ayaka battendo le mani e tirando fuori un mazzo di carte dalla sua borsa da spiaggia.

Tutti accettarono, si sistemarono sotto l'ombra di un gazebo di un bar li vicino e iniziarono a giocare.

 

Intanto in mare quattro ragazzi parlavano del più e del meno

-Beh, il motivo per cui noi siamo qui lo sai già. Perchè non ci dici come sei finita a casa di Misaki?- domandò Shindou curioso di sapere di più su quella ragazza.

-In verità non l'ho ben capito nemmeno io. I miei genitori litigavano su una possibile vacanza da farmi fare. Alla fine sono venuti a conoscenza di questa opportunità e papà ha colto la palla al balzo, mandandomi in un posto dove sarebbe stato sicuro che nessuno mi avrebbe importunato- spiegò Asami mentre si divertiva nell'acqua, anche solo stare a mollo le dava una sensazione di benessere e piacere che da nessun altra parte riusciva a provare.

Kariya ridacchiò iniziando già a escogitare qualche scherzo da tirare alla castana e lanciando un occhiata furtiva a Shindou, a cui tornarono in mente le parole di Alice la sera prima sul padre protettivo della ragazza. Il virtuoso iniziò ad allarmarsi ma si convinse fermamene che una persona che non era nemmeno presente non poteva impedirgli di conoscere meglio Asami, che lo incuriosiva sempre di più.

-Dì un po', ma sei fidanzata perchè Shindou si è preso una bella- iniziò a dire Masaki iniziando a smuovere le carte in tavola, anche se fu brutalmente interrotto da Kirino che lo spinse sott'acqua, impedendogli di continuare.

Il regista arrossì visibilmente, era convinto di essere riuscito a camuffare bene il suo interessamento per la castana.

-No no, se dovessi portare a casa un ragazzo, mio padre lo farebbe fuori all'instante. Quindi per la sua incolumità è meglio che non stia con nessuno- disse la ragazza sorridendo. Non la preoccupava la sua situazione sentimentale, era convinta che il suo primo amore sarebbe arrivato con i rispettivi tempi.

Kariya riemerse cercando disperatamente aria e, dopo aver ripreso fiato, iniziò a litigare con Ranmaru, tirandolo per i codini.

Gli altri due risero di quella scena e si unirono alla lotta di schizzi.

 

Alice e Fubuki si stavano godendo la brezza del mare mentre passeggiavano sulla riva del mare, con l'acqua che solleticava loro le caviglie.

Al giovane albino cadde più volte lo sguardo sulla figura di Alice, alta e snella, esaltata maggiormente dal bikini turchese che le evidenziava le forme generose nei punti giusti.

Riscuotendosi leggermente decise di portare la sua conversazione, fin ora basatasi su constatazione come “è proprio bello il tempo oggi” o “certo che l'acqua è proprio fredda”, su qualcosa di più interessante

-Allora Alice, il tuo nome è inglese eppure parli molto bene il giapponese. Posso chiederti il motivo?- chiese Shirou inclinando leggermente il capo e strizzando gli occhi a causa del sole

-Si, domandami pure tutto quello che vuoi, adoro parlare, come probabilmente avrai notato. Comunque hai ragione, io sono americana ma mi sono trasferita qui in Giappone circa tre anni fa per lavoro, però ho sempre sognato lavorare qui, quindi ho iniziato a studiare la vostra lingua in America- gli rispose Alice sistemandosi al meglio gli occhiali da sole. Infatti aveva gli occhi molto delicati e non riusciva a sopportare la vista del sole diretto, perciò indossava quasi sempre i suoi amati occhiali Wifi della Rayban.

-E che lavoro fai?- domandò di rimando l'albino

-Faccio la modella. É iniziato tutto casualmente. Tre anni fa mentre stavo passeggiando un fotografo chiese se potevo posare per alcune foto. All'inizio pensavo fosse una così a se stante ma non appena gli scanni vennero pubblicati una compagnia mi ha notato e mi ha chiesto se volevo diventare una loro modella. Non ho accettato subito però. Sai, non è un lavoro che molti riconoscono come tale, poi mia mamma mi ha convinto e sono entrata in quell'agenzia. Dopo nemmeno un anno mi proposero di venire a lavorare qui con alcuni modelli del posto. Alla fine mi sono trasferita proprio qui vicino e giro il Giappone in base agli scatti che mi vengono richiesti o quelli che ambisco a fare. E tu invece? Sei anche tu un calciatore giusto?- spiegò Alice per poi chiedere informazioni anche su di lui. Quel ragazzo l'aveva colpita anche la sera prima, quando si era complimentato con lei per le sue presentazioni “particolari” se così si potevano definire

-In verità non più. Lo sono stato quando ero più giovane, ora sono l'allenatore di una squadra di calcio. Mi piace molto vedere i progressi dei miei ragazzi- disse Fubuki mentre gli occhi iniziavano a brillargli. Era veramente orgoglioso di tutti i suoi allievi, che miglioravano a vista d'occhio.

-Ah si? Eppure non mi sembri così vecchio da non poter più giocare, avrai all'incirca la mia stessa età- affermò Alice, non credendo possibile che il ragazzo atletico al suo fianco fosse molto più adulto di lei.

-Assolutemente! Ho solo ventisette anni. Con i miei amici gioco ancora ma non sono più un professionista, ho passato la palla ai più giovani e sto cercando di trasmettere loro tutte le mie tattiche- chiarì Fubuki passandosi una mano tra i capelli, e trattenendo una risata per essersi immaginato a sessant'anni mentre correva dietro un pallone con i suoi compagni e con la schiena ricurva.

Alice ridacchiò, rendendo Shirou molto orgoglioso per essere riuscita a farla ridere.

All'improvviso una folata di vento scompiglio tutti i capelli della mora facendoli finire i tutte le direzioni, fra cui anche sul viso dell'albino che le camminava a fianco.

-O mio Dio, mi dispiace un sacco Fubuki, spero non ti abbiano fatto male. Dio sono così imbarazzata- dichiarò Alice risistemandosi i suoi lunghi capelli sulla spalla. Sapeva bene che se arrivano in viso potevano anche fare male.

-Non preoccuparti Alice, non p successo nulla. Non è colpa tua e non potevi prevederlo. Inoltre non mi hanno fatto nulla, mi hanno solo permesso di annusarli e sentire il loro buonissimo odore- disse Shirou dolcemente mentre la ragazza abbassava il capo per nascondere le guance imporporare.

Dopo quel episodio ci fu un momento di silenzio, spezzato poi dall'albino che propose di fermarsi a parlare su un tronco poco più lontano.

 

Nel frattempo la partita tra Kazuki e Tsurugi iniziava a scaldarsi.

Dopo alcuni palleggi relativamente calmi, entrambi decisero che era ora di fare sul serio.

Kazuki, essendo stato campione di beach tennis per ben tre anni di fila, non credeva che quello sbruffone sarebbe riuscito a tenergli testa così a lungo. Il punteggio era infatti fermo sul 1-1, il primo set l'aveva vinto Kazuki mentre il secondo Tsurugi. Il terzo, quello deciso, vedeva il verde 4 a 3.

-Se vuoi arrenderti ti risparmi la fatica di giocare e l'umiliazione della sconfitta- gli gridò Kazuki mentre colpiva la pallina con un rovescio mandandola proprio nell'angolo opposto.

Tsurugi non perse la calma e con un corsa veloce prese in pieno la palla appena prima che toccasse terra e la rispedì indietro aggiungendo -Magari non sarò io a perdere-

La partita continuò e Kyousuke riuscì a raggiungere l'altro fino a raggiungere il match point.

Nagai iniziò a preoccuparsi. Un solo punto e avrebbe perso.

Seguì la palla con spasmodica attenzione, la colpì e la ricolpì stando sempre attento a non sbagliare colpo.

La situazione si capovolse, ora era il turno di Kazuki ad essere sul match point. Aveva visto quanto l'altro fosse bravo quindi decise di imbrogliare un po'. Si era accorto degli sguardi che gli mandava, soffermandosi particolarmente sul suo fisico scolpito da quasi quindici anni di karate e pensò che potesse approfittarne.

-Dì un po', che ne dici di una bella scommessa? Se io vinco tu sarai il mio schiavetto per tutto il giorno- propose Kazuki controllando la resistenza della pallina per calibrare al meglio la sua battuta

-Oh, mi piace. Sai che non dico mai di no a una sfida. E se invece vinco io?- domandò Kyousuke piantando bene i piedi nella sabbia, pronto a ricevere il tiro dell'altro

-Se vinci tu- iniziò Kazuki lanciando la palla in alto -potrai fare di me quello che voi- disse poi colpendola.

Tsurugi, troppo sconvolto dalle parole dell'altro, non riuscì a muoversi di un solo millimetro e, com'era prevedibile, Kazuki fece punto, portandosi a casa la partita.

Il verde esultò per la vittoria alzando un pugno in aria per poi volgere lo sguardo in direzione del compagno, che ripresosi dallo stupore avanzava impettito verso di lui.

-Hai imbrogliato- dichiarò quando gli fu vicino e lo spintonò con una mano. L'aveva distratto, usando il suo fisico, il suo bellissimo fisico, per guadagnarsi la vittoria.

-Tecnicamente non ho imbrogliato, sei tu che ti sei lasciando abbindolare- rispose Kazuki alzando le spalle per poi continuare -comunque mi spiace per te, ma io ho vinto la partita e la scommessa, quindi, se non ti dispiace, puoi portarmi lo zaino fino al bar? Ho proprio bisogno di rinfrescarmi- disse lasciandogli la sua racchetta e avviandosi al bar dove gli altri stavano giocando a carte.

-Sei un bastardo- bofonchiò Tsurugi prendendo sia la sua sacca che quella dell'altro e camminandogli dietro.

 

Intanto la maggior parte del gruppo era al bar a giocare a Karuta, tra le risate di Misaki e le lamentele di Fudou che stava miseramente perdendo.

Il gioco era semplice. Midorikawa, offertosi volontario, aveva mescolato i due mazzi di carte. Ogni carta di un mazzo aveva scritto una parte di una poesia o di un proverbio e l'altra parte si trovava su una carta dell'altro mazzo. Il compito di Ryuuji era di leggere la scritta di una carta che pescava da un mazzo mentre i giocatori dovevano trovare quella che la completava sul tavolo su cui era stato sparso l'altro mazzo.

Se inizialmente la partita era cominciata in maniera tranquilla, ormai tutti aveva rinunciato a giocare, spaventati dall'eccessiva competitività di Kidou, Kazemaru e Afuro. Ormai giocava solo loro, mentre Fudou si lagnava perché non riusciva a prendere nemmeno una carta.

Tutti e tre sembravano essere circondati da un aura di malvagità pura, pronti a scattare per rubare la carta sotto lo sguardo attonito dell'avversario.

Gli altri erano presi a guardarli impressionati. Era questioni di centesimi di secondo prima che qualcuno trovasse la carta che si accoppiava a quella letta da Midorikawa.

Le ragazze, ma anche i giovani calciatori, erano stupiti di quella natura così competitiva dei più grandi. Li avevano sempre visti come adulti pacati e riflessivi, non si sarebbero mai aspettati che si scaldassero così tanto per qualcosa, sopratutto se non era una partita di calcio.

Misaki stava ridendo ininterrottamente, fortunatamente non troppo rumorosamente, non da disturbare la partita almeno, mentre Rikka in un angolino del tavolo stava segretamente ritraendo la scena.

Quando infatti Hikaru cercò di avvicinarsi a lei per sbirciare il suo disegno chiuse il blocco di colpo. Se il ragazzo dapprima sembrò un po' sorpreso riprese subito la sua espressione felice e le si sedette accanto, solo per farle sapere che c'era se aveva bisogno.

-Il saluto è una divinità- inizia a dire Midorikawa leggendo sulla sua carta.

-Che si rivolge provvidenzialmente- finì Afuro prendendo subito la carta giusta. E d'altronde chi poteva vincere quel round se non Aphrodi, la divinità più vanitosa di tutto l'olimpo?

-La bocca- continò Ryuuji mostrando loro la scritta, che i tre non degnarono nemmeno di uno sguardo, troppo impegnati a cercare l'altra parte del proverbio

-è la porta della disgrazia- esordì Kazemaru gloriosamente accaparrandosi la carta vincente.

La partita era finita e l'azzurro l'aveva vinta.

Si alzò tra gli applausi dei suoi amici, delle ragazze e di qualche passante che stava battendo le mani giusto per partecipazione

-Grazi grazie. Se sono arrivato fino qui lo devo sopratutto ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto, incoraggiandomi a seguire i miei sogni. Inoltre mi sento in dovere di ringraziare anche i miei due avversari, per essere stati degni di tale nome, e Fudou, per essere stato invece fonte di tanto divertimento- disse solennemente Kazumaru per poi venire brutalmente interrotto da Afuro che gli aveva tirato la coda, fatta occasionalmente a causa del troppo caldo, facendolo cadere a terra.

-Sei solo invidioso, biondina- sussurrò il vincitore, massaggiandosi la testa dolorante mentre si risedeva compostamente.

-Ehi ragazzi che state combinando?- chiese un Kazuki pimpante, al cui seguito c'era Tsurugi, carico degli zaini di entrambi

-Niente di particolare, Kazemaru ha appena battuto Terumi e Kidou a Karuta, noi ci siamo ritirati già da un po'. E la vostra partita? Deduco che abbia vinto tu, Kazuki- spiegò Misaki, comodamente seduta a gambe incrociate sulla sua sedia

-Esatto, sorellina, e ora lui è il mio servetto per tutto il giorno- annunciò felice il verde indicando Kyousuke con il dito, il quale stava digrignando i denti per la frustrazione, mentre la bionda sbuffò -Sono più grande di te baka-

Taiyou guardò sorpreso l'ex imperiale. Una persona orgogliosa come lui ridotta a eseguire gli ordini di qualcun altro? Questa cosa lo stupiva anche se da una parte lo rendeva estremamente felice, finalmente qualcuno riusciva a tenere testa a quel darkettone.

-E come hai fatto a vincere? Ho visto giocare Kyousuke ed è veramente bravo- domandò quindi, incuriosito Anemiya

-Oh, in verità è stato lui che- iniziò Kazuki venendo però interrotto però da una mano che si posò sulle sue labbra.

Tsurugi infatti aveva mollato le borse ed era andato a tappargli la bocca per evitare che dicesse qualcosa che lo avrebbe reso ridicolo

-Hai ragione, ma giocavo controluce, quindi ero svantaggiato- disse il blu per poi sussurrare al verde -Prova a dire come hai vinto e te lo scordi che io assecondi i tuoi desideri-

Kazuki, già imbarazzato per l'eccessiva vicinanza dell'altro, anzi, gli era proprio attaccato, non poté fare a meno di arrossire mentre un brivido gli percorse tutta la schiena

-Bene! Qui fa troppo caldo, vado a comprarmi da bere- trillò, fin troppo eccitato, e iniziò ad allontanarsi da tutta quella gente che lo stava fissando

-Certo, hai caldo. Si, come no- bofonchiò Misaki maliziosa, non facendosi sentire da nessuno.

Anche Ayaka si alzò ma si diresse, al contrario del verde, verso le docce per bagnarsi. Il caldo era veramente torrido e sentiva la necessità di una bella rinfrescata.

Il gruppo ritornò a parlare del più e del meno, solo Kidou non riuscì a distogliere gli occhi da quella ragazza.

Guardava il costume intero argentato che evidenziava in maniera perfetta le sue curve.

Guardava come l'acqua scivolava sul suo corpo e come gli appiattiva i capelli corti.

Guardava il suo viso, la sua espressioni appagata per essersi liberata da quella calura.

Prima di passare per un maniaco si obbligò ad allontanare lo sguardo da Ayaka, che stava tornando da loro, e rivolgerlo altrove.

Si disse che avrebbe altre occasioni per ammirarla e, magari, anche parlarle.

Scorse in lontananza Goenji e Kurama, distesi ancora sotto il sole. Un ghignò gli si formò sul viso. Se non aveva vinto la partita almeno si sarebbe divertito in un altro modo.

Sussurrò qualcosa all'orecchio di Tsurugi, che aveva altrettanto bisogno di svagarsi un po' a discapito di qualcun altro.

Insieme andarono a riempire d'acqua due secchi, chiesti alla barista, che li aveva guardati stranita e decisamente scettica, e poi si diressero di soppiatto verso i loro due amici.

Misaki intanto era già con il telefono in mano, pronta a riprendere quella scena mentre gli altri guardavano impazienti.

I due complici, arrivati appena dietro di loro si guardarono e contarono silenziosamente

-Ma che diavolo? Il sole è sparito- esclamò Goenji, facendo per alzarsi.

Tuttavia fu costretto a rimettersi sdraiato schiacciato dalla forza dell'acqua, rovesciata su di lui e sul piccolo Kurama che si svegliò di soprassalto, iniziando a inveire per poi trattenersi con un colpo di tosse

-Voi, bastarti, me la pagherete- sibilò il bomber di fuoco mentre slegava i suo capelli per eliminare l'acqua.

Kariya, che aveva assistito alla scena insieme ai suoi amici dal mare ebbe una meravigliosa idea. O almeno lo era per lui.

Spiegò il suo piano agli altri ragazzi che si mostrarono d'accordo. Solo Asami era leggermente preoccupata. Dopo l'accaduto della mattina, aveva paura di cosa poteva succedere se spezzavi la routine di Elinor Lancaster.

Masaki e Shindou uscirono dall'acqua e si avvicinarono alle due ragazze.

La rossa stava beatamente dormendo, ascoltando la musica. Kariya lasciò vagare un ottimo lo sguardo sulla ragazza, sul suo bikini e sulle sue gambe lunghe. Si riscosse dai suoi pensieri, deciso a dare fastidio a qualcuno.

Shindou, suo complice si accovacciò vicino la sua migliore amica, che stava ancora leggendo vogue.

-Cosa ci fate qui? Dai Takuto, allontanati un po' che mi stai bagnando tutta- si lamentò la castana togliendosi i suoi occhiali Gucci e tirando fuori una salviettina per asciugarsi.

Contrariamente a quanto si sarebbe aspetta, il virtuoso non solo non si allontanò ma la prese proprio in braccio a mo' principessa.

Aurora, presa alla sprovvista, iniziò a urlare e a supplicarlo di fermarsi. Aveva capito i suoi piani e, sapendo di non poter fare nulla per evitarlo, voleva almeno cercare di salvare i suoi capelli dal bagno imminente.

Shindou, ovviamente, non l'ascoltò e corse verso il mare, dove la lasciò cadere non appena l'acqua era un po' più profonda.

Elinor, risvegliata dalle grida dell'amica guardò a sinistra, aspettandosi di vederla, magari con un insetto addosso, causa delle sue urla.

Non trovandola volse lo sguardo a destra e si trovò il viso di Kariya a pochi centimetri dal suo.

Le sue guance si imporporarono leggermente, rossore che crebbe non appena sentì le mani dell'altro andarle dietro le ginocchia e dietro le spalle.

Quando si sentì sollevare da terra buttò le braccia al collo di Masaki per paura di cadere e iniziò a gridare

-Guardie! Guardie! Portatelo via!- iniziò per poi ricordarsi che non c'era nessuna guardia pronta e eseguire i suoi ordini.

Kariya sogghignò e iniziò a incamminarsi, molto lentamente. Voleva far durare quel momento più che poteva, sia perché la sensazione di avere quel corpo nelle sue mani gli faceva girare la testa, sia perché era divertente vederla disperarsi

-Please, Please. Questo costume non può bagnarsi, si rovinerà! O My God. Non il mio bellissimo costume di Tommy, fammi quello che vuoi, ma non toccare Tommy. I miei capelli poi, li ho lavati solo ieri. Mi ci vorranno ore per togliere tutto il sale- si lamentò Elinor per tutto il tragitto, smettendo anche di dimenarsi. Ormai aveva rinunciato all'idea di combattere e si era arresa ad andare al patibolo.

Alla fine, il tanto atteso impatto arrivò e la rossa si ritrovò totalmente bagnata di fianco la sua amica che la guardava come a dire “lo so cosa provi, ci sono passata anche io”, cosa effettivamente vera.

La scena suscito l'ilarità di tutto il gruppo, a parte ovviamente quella delle povere malcapitate. Anche Goenji e Kurama avevano sorriso per lo scherzo, compassionevoli però verso di loro, anche se il verde non aveva del tutto gradito il modo in cui Shindou aveva toccato la castana.

Misaki, con le lacrime agli occhi. salvò immediatamente il video anche di quella bravata e si preoccupò di condividerli subito con Yuuto, così che si salvassero se il suo telefono avesse dovuto subire danni.

All'improvviso a tutti venne voglia di andare a farsi un bel bagno e corsero, alcuni, altri preferirono camminare, verso il mare.

Inaspettatamente però, Kazuki si ritrovò con i piedi sollevati da terra e lo sguardo rivolto a terra. Kyousuke infatti l'aveva sollevato e messo sulla sua spalla come un sacco di patate.

-Brutto idiota! Cosa pensi di fare? Mettimi subito giù- ordinò battendo i pugni, accorgendosi un momento dopo che stava letteralmente prendendo a pugni il sedere del blu, piuttosto sodo a detto sua.

Imbarazzato portò le braccia al petto ma continuò a dimenarsi.

Tsurugi in tutta risposta strinse maggiormente la presa su di lui, che, guarda caso, era proprio sul suo didietro

-Mi spiace, padrone, ma così facendo ti risparmio la fatica di camminare- lo prese in giro il blu per poi buttarlo in acqua non appena arrivato alla riva

-Eccoci arrivati. Ha gradito il viaggio?- continuò tuffandosi anche lui.

Kazuki sbuffò e iniziò a pensare che farlo diventare il suo servo per tutto il giorno non era stata poi una buona idea.

Anche Rikka era andata a farsi una nuotata, non prima di aver posato il suo blocco da disegno nel suo zaino e al sicuro sotto l'ombrellone.

Solo Scarlet era rimasta a riva. Non aveva un gran voglia di bagnarsi, quindi si era seduta sulla sabbia con lo sguardo puntato sull'orizzonte.

Ayaka e Misaki, accorgendosi che la loro compagna non era in acqua andarono da lei e cercarono di convincerla ad entrare, senza successo. Allora si sederono vicino a lei e iniziarono a parlare.

A un certo punto Afuro Terumi si avvicinò alle ragazze e porse la mano a Misaki per invitarla a rientrare

-Ti va di tornare dentro? Lì sembri una sirena e non posso fare a meno di continuare a guardarti- le disse Aphrodì, continuando la sua lotta, ora inutile, per conquistarla.

-Mi spiace, ma non riusciresti a rimorchiare una ragazza nemmeno con il carro attrezzi- gli rispose a tono Misaki alzandosi e voltandosi per andarsene da lì, o meglio, da lui.

Tuttavia non si curò molto di dove mettesse i piedi, così uno le finì dritto su una conchiglia spezzata, che le procurò un piccolo taglio.

Reggendosi su una gamba sola allora la bionda cercò di capire se la ferita fosse grave. Purtroppo l'equilibrio non era mai stato il suo punto forte, quindi lo perse e si preparò mentalmente all'impatto che però non arrivò.

Afuro infatti l'aveva presa al volo e ora la teneva in braccio

-Allora, vuoi tornare in acqua o ti porto sotto l'ombrellone- le domandò dolcemente guardandola dritta negli occhi, occhi dai Misaki non riuscì più a distogliere lo sguardo

-No, va bene in acqua- sussurrò, non accennando minimamente a rompere il contatto visivo. Quei occhi color cremisi erano talmente profondi che ci si sarebbe potuta perdere.

Terumi la portò lontano dalla riva e accompagnò la sua discesa fino a quando lei non riusci a toccare il fondo

-Grazie- disse abbassando lo sguardo per non far notare le sue gote, sicuramente rosse.

-Di nulla principessa- gli rispose lui alzandole il viso con le dita e lasciando un leggero bacio sulla sua guancia.

La bionda l'osservò allontanarsi, iniziando a pensare che forse Afuro Terumi non era così male.

Intanto Ayaka e Scarlet guardavano la scena divertite. Erano sicure che prima o poi il biondino avrebbe fatto cadere la loro amica.

Ben presto però le loro chiacchiere furono nuovamente interrotte, questa volta da Kidou, che le invitò a fare una nuotata al largo insieme a lui e altri suoi compagni.

Ayaka tentennò a rispondere. Da una parta desiderava tornare in mare ma non voleva lasciare da sola Scarlet. Fu proprio quest'ultima invece ad incoraggiarla ad andare. Alla fine, seppur titubante la giovane avvocatessa accettò a seguire Kidou.

Insieme i due notarono che il gruppo con cui dovevano andare era già partito. Decisero quindi raggiungerli.

Quello che la castana non sapeva era che era stato proprio il regista a chiedere ai suoi amici di avviarsi, per poter rimanere un po' da solo con la giovane donna che aveva affianco in quel momento.

-Allora, me lo sto chiedendo da ieri sera, come è finito un avvocato in casa di Misaki? La compagnia Nagai si appoggia allo stesso studio legale della mia famiglia- gli chiese sinceramente perplesso.

-Beh, mentre studiavo dovevo pur mantenermi. Ho fatto qualche lavoro per la sua famiglia e i signori Nagai sono sempre stati gentili con me e ci siamo tenuti in contatto, anche dopo che la mia carriera era avviata. Non so come ma sono venuti a sapere che non mi prendevo una vacanza da un po' di tempo e mi hanno quasi obbligato a venire qui- gli rispose Ayaka continuando a nuotare e sorridendo al pensiero dei genitori di Misaki, pronti ad aiutarla in qualunque momento

-Quindi lavori molto?- continuò poi l'allenatore della Raimon, questa volta curioso. Era difficile trovare una donna così intraprendente

-Eh si. Ho uno studio con il mio socio e ci tocca lavorare molto. Gestiamo numerose pratiche e ogni giorno si presentano nuovi clienti per avere il nostro aiuto. È iniziato tutto quando siamo riusciti a dimostrare il traffico illecito di reperti antichi del “Samurai Museum”. Da lì la nostra piccola agenzia è diventata importante e molti hanno iniziato a rivolgersi a noi. Purtroppo siamo solo due quindi non riusciamo a occuparci di tutte le pratiche che ci vengono presentate- spiegò la castana mentre sorrideva, pensando al suo lavoro e a quanta strada avesse fatto.

Kidou l'ammirò. Lei insieme al suo socio erano riusciti in un impresa che aveva spaventato tutti gli avvocati, costringendoli ad abbandonare anche solo l'idea di prendere in mano la pratica. Era sicuramente una persona molto intraprendente

-E tu? Invece?- domandò poi mentre si riunivano al gruppo e la conversazione continuò anche con Kazemaru, Midorikawa e Goenji, che si erano fermarti ad aspettarli.

Intanto Rikka stava parlando con Asami con cui stava iniziando a stringere amicizia. La loro chiacchierata al mattino era stata piacevole e di fianco a lei aveva Kagekaya, la cui presenza la rassicurava alquanto.

Insieme a loro c'erano anche Yukio, preso da una conversazione interessante con Aurora. I due ragazzi infatti stava comparando le due cucine, quella italiana e quella giapponese, elencando le varie somiglianze o differenze e i pregi o i difetti.

Elinor intanto stava chiacchierando con Kirino che si era scusato per lo scherzo dei suoi amici.

Alla fine decisero di tornare su per asciugarsi, dopotutto si era fatta quasi l'una e tra poco sarebbero salite per preparare il pranzo.

Fey però trattenne per un attimo Yukio e gli chiese se poteva mantenere il suo segreto.

-Non preoccuparti. Il tuo segreto è al sicuro con me, Future boy- gli disse Yukio girandosi e raggiungendo gli altri dalle loro borse.

Fey sorrise per il nomignolo che l'altro gli aveva affibiato e si affrettò a tornare con i suoi amici.

Finalmente si riunirono anche Alice e Fubuki al gruppo. Alla fine, fermi sul tronco a cui aveva fatto riferimento Kiyama, avevano continuato a parlare, del lavoro, dei loro hobby, della loro famiglia, anche se su questo argomento erano stati entrambi un po' vaghi.

-Ma ragazzi! Potevate aspettarci!- gridò Alice correndo a posare gli occhiali nella sua borsa per poi andare a riva con l'intenzione di fare il bagno.

Tuttavia non notò Scarlet proprio sulla sua traiettoria e andò a finirci sopra.

Fortunatamente Shirou prese Alice prima che potesse cadere a terra. La ragazzo lo ringraziò mentre si scusava con Scarlet, che iniziò a perdere la calma.

-Non mi basta che questa mattia quel decerebrato mi abbia calpestato, ora anche Alice mi è venuta addosso. Cosa sono, trasparente?- invei la castana alzandosi in piedi e scrollandosi la sabbia

-Te l'avevo detto io che non puoi stare sulla riva senza far nulla, la gente non guarda sempre a terra- la schernì Hiroto che aveva assistito divertito alla scena insieme a Fudou.

Scarlet fece per dire qualcosa ma sembrò ripensarci e girò i tacchi, tornando dalla sua borsa e avvolgendosi nell'asciugamano.

Alice era costernata ma il rosso la rassicurò dicendole che non doveva preoccuparsi, il suo scatto d'ira era dovuto a una loro questione personale.

Dopo nemmeno venti minuti, di comune accordo, andarono ad asciugarsi tutti e, senza nemmeno rivestirsi, iniziarono a salire verso la villa di Kidou, dove avrebbero mangiato insieme.

In fondo alla coda si udivano la voce disperata si Elinor, per aver rovinato il suo Tommy, e quella di Aurora che le ricordava che in fondo si erano divertite in acqua.

Entrarono tutti a casa, con il disappunto di Kazuki, visto che stavano gocciolando sul pavimento, e iniziarono a dividersi i compiti per preparare il pranzo.

Il disastro stava per compiersi.

 

 

My Little Space:
Lo so. Lo so. Sono una brutta persona,
Ci ho impiegato anni per pubblicare questo capitolo, ma ho un valido motivo! Okay non così valido.
In verità progettavo di finirlo e pubbliacarlo intorno al venti. Tuttavia i miei due migliori amici, quei pazzi, mi hanno letteralmente rapito da casa e portata in montagna. Mio fratello, complice, ha permesso alla mia migliore amica di farmi la valigia e ovviamente lei non ha pensato di caricare anche il computer, quindi io sono stata senza la mia ragione di vita per quasi dieci giorni.
Anche se mi sono divertita molto in vacanza.
Per perdonarmi vi ho fatto un capitolo più lungo, anche se ormai siete abituati alle mie lunghezze, che aumentano sempre di più.
A proposito di questo volevo chiedervi se preferite dei capitoli di circa questa lunghezza in cui parlo e approfondisco, almeno un minimo, tutti i vostri Oc o capitolo più corti, e con
aggiornamenti più frequenti di conseguenza, in cui magari ne tralascio qualcuno e ne parlo meglio quello successivo? Ditemi voi! Preferite capitoli lunghi ma più radi, circa uno ogni dieci giorni, o capitoli più lunghi ma più frequenti? Fatemi sapere.
Inoltre volevo chiedervi se sto facendo un buon lavoro con i vostri personaggi, spero di si. Vorrei sapere anche se avete qualche richiesta da farmi riguardo la vostra cotta, la sua evoluzione, e se poteste, potreste dirmi circa i personaggi, sia vostri che di Inazuma, con cui andrebbe più d'accordo?
Ah, riuscireste a scrivermi anche qualche episodio che riguarda il suo passato? Non so se mai li userò ma potrebbero essere utili in una conversazione.
Vi sarei grata se riuscite a mandarmi il tutto per MP, oppure anche in risposta al mio messaggio va bene.
Inoltre vi avviso che da lunedì inizierò un attività di tutoraggio quindi avrò poco tempo per scrivere, anche se cercherò di trovare un po' di spazio. Devo anche finire i compiti sigh
Mi scuso ancora un sacco per avervi fatto aspettare a lungo, so di essere una brutta persona, e mi scuso anche se ci sono errori di grammatica o di battitura.
Attendo le vostre risposte e spero di risentirvi presto!
Bye,
#Angel

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