Brotherly Love

di madnessLOVE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Confusione ***
Capitolo 2: *** 2.Impassibile ***
Capitolo 3: *** 3.Scelta ***



Capitolo 1
*** 1. Confusione ***


1-confusione

Mi lasciavo trasportare dalla mia musica, l’unica alleata fedele in momenti di confusione come quelli che stavo vivendo. Le mie dita scorrevano veloci e senza esitazioni sui tasti del pianoforte, il suono corrispondente ad ogni tasto riecheggiava nella grande casa stranamente tranquilla. Emmett e Jasper erano in giardino e discutevano fra loro, Rosalie era con Esme a caccia, e Carlisle faceva il turno di notte in ospedale.

Alice era sul divano inginocchiata verso il pianoforte, con la testa sulle braccia incrociate, sopra lo schienale del divano. Mi ascoltava. Cambiai melodia e cominciai a suonarne una nuova, che da qualche giorno mi trastullava in testa; le note si susseguivano dolcemente in intricati schemi armonici; non sapevo come intitolarla. Ogni mia composizione aveva un tema principale, ma questa ancora non ne aveva uno, o meglio ancora non avevo capito quale fosse. Alzai lo sguardo dai tasti per cercare negli occhi di Alice un’ispirazione. La trovai e subito capii che quel brano era dedicato al cambiamento, a come i miei sentimenti stavano cambiando.

Le mie dita si bloccarono d’improvviso lasciando a metà un accordo appena iniziato. Il mio respiro cessò istantaneamente alla consapevolezza di quella situazione che da giorni mi sfuggiva.

“Edward, tutto ok?” la voce cristallina di Alice giungeva dalle mie spalle, sulle quali aveva poggiato una mano.

Mi ritrassi al contatto e mi dileguai nella foresta con un “tutto bene”.

Cercai di non passare dal giardino per non incontrare Emm e Jas e non dover dare loro spiegazioni del mio malumore.

Ma non per niente erano vampiri e m’intravidero, si scambiarono uno sguardo preoccupato e Emmett mi raggiunse in un lampo.

“Ehi Eddy, che è successo?” mi chiese affiancandomi.

“Niente, lasciami in pace.” Odiavo essere scortese con la mia famiglia ma non avevo voglia di vedere nessuno adesso.

Mi guardò con aria confusa e piena di domande che potevo benissimo leggere nella sua mente, ma non avevo voglia di ascoltarlo, e tantomeno di rispondergli. Ma dato che non accennava a lasciarmi stare mi fermai e mi voltai verso lui, cercando di controllare il più possibile la voce e di essere più garbato di prima.

“Emmett, sul serio sto bene, ho solo voglia di farmi un giro da solo, me lo concedi?”.

Annuì e fece marcia indietro, mentre si allontanava un suo pensiero fu più forte degli altri.

“Sei proprio strano, fratello.”

Feci spallucce come per dargliene atto e poi proseguii dalla parte opposta rispetto alla direzione dalla quale provenivano gli odori di Esme e Rosalie, non sarei riuscito a resistere allo sguardo supplichevole di Esme che mi pregava di raccontarle cosa mi affliggeva. Le volevo troppo bene per darle preoccupazioni.

Mi diressi verso nord, in cerca di un posto dove restare da solo, avevo bisogno di pensare e di capire se i miei sentimenti per lei erano ancora gli stessi o erano cambiati in maniera irreversibile. La seconda possibilità mi suscitò dei brividi, sensazione quasi dimenticata in tutti questi anni. Non riuscivo neanche ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere se io avessi … .

Non ero capace neanche di pensarci, la mia mente si rifiutava di concepire un pensiero simile. Di tradire un fratello per assecondare un mio desiderio. Era poi un desiderio? O solo un capriccio momentaneo.

Non ero il tipo che si faceva assalire da questi desideri irrazionali, forse, ma mi rendevo conto ogni giorno di più che stavo cambiando, in parte forse era colpa della sua vicinanza, la nostra complicità e il grande affetto che ci legava o questa situazione era soltanto scaturita dal mio bisogno di avere qualcuno vicino a quel modo.

Io e Alice non eravamo semplici fratelli eravamo qualcosa di più, questo era assodato.

Il punto ora era solo capire cosa fossimo. Cosa io avrei voluto diventassimo e se lei avesse mai pensato qualcosa come quello che pensavo io da qualche giorno, riguardo noi.

Ma ogni volta che ci riflettevo mi assalivano i sensi di colpa per il tradimento che compivo nei confronti di Jasper anche solo pensando di portargli via l’unica ragione della sua vita. L’avevo sempre saputo che Jasper, nonostante fosse molto legato a noi, era ancora in casa solo grazie alla presenza di alice; non si nutriva di sangue umano solo per non fare un torto ad alice. E non vedevo come assecondare quella parte di me che si sentiva in diritto, quasi, di essere al posto di Jasper e quella parte di me che non voleva ferirlo, né lui né l’intera famiglia; non volevo scombussolare quella serenità che c’era in casa. Se non smettevo di pensare certe cose la mia famiglia si sarebbe divisa, tra quelli che mi assecondavano e quelli che mi andavano contro, e chissà Alice da che parte sarebbe stata. Con me o con lui.

Un moto di rabbia mi dominò non appena pensai alla scena che avevo evocato.

Alice che mi guardava sprezzante e Jasper che l’abbracciava per tenerla lontana da me. Lontana da me.

Fui accecato dal dolore, pensarmi lontano dalla mia sorella preferita che ormai non era più solo una sorella mi addolorava. Mi bloccai di colpo e mi inginocchiai sul terriccio. Dovevo prendere una decisione e dovevo farlo in fretta.

Avevo vissuto fino ad allora al fianco di Alice senza problemi; avrei dovuto continuare a farlo.

Non dovevo assolutamente dar sfogo alle mie fantasie assurde. Alice era mia sorella e doveva restare tale.

Deciso, ma anche un po’ inquieto, mi rialzai, feci un bel respiro e ripresi la via di casa.


Bene ragazzi e questo era il primo capitolo che ho ripostato per problemi con l'impostazione della pagina! Ero una frana con l'httml xD, spero vi sia piaciuto...Recensiiiteee!! ^^

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Capitolo 2
*** 2.Impassibile ***


Per la serie chi non muore si rivede riecco direttamente dall’oltretomba spuntare fuori Elena che finalmente ha deciso di farvi sapere che è ancora viva.

Inutile tentare di scusarmi con voi, sono imperdonabile e dato la scelta che ho fatto dovrei proprio essere fucilata, ma… vabbè procediamo con calma.

1)Come avrete potuto notare i capitoli del POV Alice sono magicamente scomparsi, ebbene si, ho deciso di tornare alle origini, questa storia era nata come short-fiction, fatta di soli tre capitoli e tutti dal punto di vista di Edward. Poi si era trasformata in long-fiction con POV di Alice e Edward. E ora torna alle origini.

2) Perché questo cambio di rotta? Rispondo subito. Ho perso del tutto l’ispirazione per scrivere di Eddy e Ali. Perché io sono così, sono un tipo piuttosto instabile cambio idea molto facilmente. E mi odio per questo perché lascio in sospeso delle storie che all’inizio mi prendevano così tanto e che poi sono finite nel dimenticatoio! L

3)Mi scuso ancora con tutti voi!!!! Abbiate pietà !! ^^”

Ora vi lascio al secondo capitolo, a risentirci alla prossima!!

 

2-Impassibile

I giorni seguenti tenni le distanze il più possibile da Alice e Jasper, con la prima era davvero difficile, poiché non era normale essere così freddo con lei; con il secondo era più facile, con Jasper non avevamo poi tutto questo rapporto.
Era una tortura evitarla e non poterle stare vicino come sempre. Sentivo la mancanza della sua esuberanza e della sua vitalità che ogni giorno rallegrava l’intera famiglia. Ma era un sacrificio utile a salvaguardare la tranquillità dei Cullen; potevo sacrificarmi per la mia famiglia giusto? Era mio dovere farlo. Eppure era così difficile alle volte.
Una settimana dopo aver preso la decisione di evitarla anche lei cambiò atteggiamento stava sempre sulle sue e rimuginava su tutto ciò che aveva fatto nell’ultimo periodo, cercava di capire la ragione del mio comportamento. Pensava per ore ad un motivo valido che potesse giustificare il mio modo di fare nei suoi confronti. Era convinta di avermi fatto qualche torto. Mi trattenevo a stento da andare lì, correre verso di lei abbracciarla e dirle che era tutto apposto; che lei era perfetta e che il vero problema ero solo io, era solo il mio egoismo; quasi stavo per farlo.
E nello stesso istante in cui stavo per alzarmi dal divano della mia stanza, vidi la scena successiva nella sua mente. Stava avendo una visione che era la copia esatta dell’episodio che avevo appena pensato. Avrebbe ascoltato perfino le stesse parole se non avessi cambiato immediatamente idea e avessi deviato per le scale anziché per la sua camera. Non c’era alcun bisogno di farle sapere quale era il motivo del mio atteggiamento, anche se mi faceva male vederla triste a causa mia.
Scesi le scale e quasi contemporaneamente la porta della sua camera si aprì. Senti i suoi passi leggeri scendere le scale.
In un attimo mi fu affianco.
“Edward…” mi chiamò mentalmente con tono serio. Quell’intonazione stonava su di lei che era sempre allegra.
“Cosa?” le risposi senza girarmi non era facile guardarla negli occhi.
“Dobbiamo parlare.” Assunse anche lei un tono freddo come era stato il mio.
“Riguardo cosa?”
“Smettila di fare finta di niente Edward! C’è qualcosa che non va e voglio capire cosa!”.
“Ti stai sbagliando, è tutto apposto.”
“Certo, come no? Per te è normale il tuo comportamento, vero?”.
Non risposi non avevo il coraggio di ammettere che aveva ragione. Non potevo permettermi neanche un attimo di debolezza.
“Edward, ti prego…” il suo tono era ora supplichevole “… cosa c’è che non va, cosa ho fatto? Perché mi eviti?”Strinsi i denti per evitare al fiume di parole che avevo in testa di sgorgare all’esterno. Alice non doveva sapere.
“Non mi vuoi più bene. È così?”
Quelle parole furono una lama dritta laddove c’era il cuore che sembrava tornato a battere solo per farmi male. Strinsi i pugni e scossi la testa impercettibilmente. Come poteva pensare una cosa del genere? Come potevo lasciare che pensasse una cosa del genere.
“D’accordo. Non posso mica obbligarti a volermi bene, solo… vorrei sapere perché? Che è successo?”
Non potevo resistere oltre, mi ero spinto al limite del sopportabile. La presi per un braccio e la trascinai fuori. Gli altri non diedero peso a quel gesto, erano solo preoccupati, pensavano fossi uscito di testa in quel periodo. Non sbagliavano. Tra tutte percepivo più forte la preoccupazione di Jasper per la sua adorata Alice.
Cominciai a correre in preda all’irritazione e Alice mi arrancava dietro, fino ad acquisire un passo che poteva reggere il mio, reso veloce dal nervosismo e l’impazienza.
La portai ad una piccola radura nella quale mi piaceva trascorrere le giornate un po’ troppo assolate, era lontana da tutti i sentieri, perciò era tranquilla e nessuno poteva disturbarci.
Mi fermai al centro esatto della radura; il sole nel bel mezzo del cielo splendeva e si rifletteva sulla nostra pelle scintillante. Alice alle mie spalle era immobile.
“Presumo che sia qualcosa di grave se ci siamo allontanati da casa.” Suppose giustamente lei.
“Alice…” non sapevo cosa dire, perciò decisi che la cosa migliore da fare era cominciare dall’inizio.
“Alice, hai ragione, in realtà c’è qualcosa che non va in me in questo periodo.”
“Lo immaginavo, ma io cosa c’entro? Perché mi hai allontanata così?”
“Ecco, la cosa non riguarda esattamente solo me; tu c’entri in qualche modo. Sei indirettamente la responsabile del mio comportamento.”. Mi voltai verso di lei. Vidi la sua espressione accigliata mentre cercava di capire qualcosa della mia spiegazione ingarbugliata.
“Perdonami, ma non capisco. Cosa ho fatto?”
Sospirai e mi sedetti sull’erba fissando per terra. Lei fece lo stesso e si sedette di fronte a me.
“Edward, sai che sei il mio fratellone preferito, puoi dirmi qualsiasi cosa ti vorrò sempre bene.” Disse poggiando una mano sulle mie strette a pugno l’una sull’altra.
Era proprio quello il punto dopo che glielo avessi detto tutto sarebbe cambiato sia la considerazione che aveva di me sia i suoi sentimenti; se in bene o in male non lo sapevo.
Alzai lo sguardo fino ad incontrare i suoi. Esaminavo quel topazio liquido dei suoi occhi e cercavo di anticipare la sua reazione, come avrei voluto avere io il suo dono. Stavo riflettendo sulle parole più adatte per presentarle la situazione, ma lei spazientita chiuse gli occhi e cercò da sola di far luce sulla faccenda.
Impotente lasciai che scoprisse tutto, vidi nella sua mente il mio sguardo cauto mentre le dicevo ciò che provavo per lei, mentre le raccontavo come le cose erano cambiate e la decisione che avevo preso per preservare la tranquillità della famiglia. Lei rimaneva concentrata, impassibile a quell’ondata di parole che avevo intenzione di dirle e che lei già stava ascoltando. Io ero in attesa della sua rabbia, del suo disprezzo, o di qualunque fosse stata la sua reazione.
La vidi aprire gli occhi e togliere la sua mano dalle mie, non riuscivo a percepire niente, la sua mente era vuota, ripassava tutto il discorso che, nella sua visione, le avevo fatto.
Chiusi gli occhi e aspettai di capire cosa ne pensasse.

 

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Capitolo 3
*** 3.Scelta ***


Ciao a tutti scusate il ritardo, ma ieri è stato il mio compleanno e ho avuto un pochino di cose da fare.

Allora eccoci giunti al terzo e ultimo capitolo di questa mia mini-ff.

Ringrazio tutti voi per averla letta e anche se so di chiedere molto, vi dispiacerebbe lasciarmi un piiiccolissimo commentino? So di non meritarlo visto il mio ritardo enorme, ma siate buoni ieri era il mio comply **

Ahahahah XD scherzi a parte spero vi sia piaciuto questo piccolo delirio che i miei neuroni hanno partorito.

Buona lettura 8D

 

 

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3- Scelta


La sua reazione fu più equilibrata di quello che pensassi. A quanto pare qualcosa l’aveva già intuita da sola, era troppo sveglia per non averlo fatto.
“Oh, capisco” furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
Io non fiatai, non volevo peggiorare la mia posizione già abbastanza precaria con frasi fuori posto. La lasciai riflettere seguendo il corso dei suoi pensieri, mentre rivisitava i ricordi che l’avevano allarmata.
“Sai, sospettavo qualcosa del genere, ma mi sono sempre creduta una sciocca, non pensavo di avere ragione.” E mi stupii il suo tono di voce spensierato e la sua espressione finalmente sorridente.
“Perché ridi?” chiesi contagiato come spesso succedeva dal suo buonumore.
“Perché? Bè perché è strano no?” non potevo certo darle torto. “Cioè Edward, ma come ti è venuto in mente?”
Mi ero perso. Non riuscivo a capire se fosse arrabbiata, sollevata per aver capito il motivo della mia freddezza o felice per aver scoperto qualcosa che si aspettava e sperava magari.
“Non penso di aver deciso io che succedesse” e non dissi nient’altro, non sapevo davvero come comportarmi.
“In ogni caso sono contenta che tu me l’abbia detto, sai?”
Incredulo. “Davvero? E per quale motivo?” chiesi prudente.
“Perché adesso la smetterai di farti problemi e di evitarmi, semplice no?”
Certo, semplice… per lei. E così era solo per quello. Arrivati a questo punto tanto valeva dirgliela tutta la verità.
“In realtà non era per questo che ti evitavo. La colpa è di Jasper, tu non puoi neanche immaginare come mi sento.”. Di nuovo quel misto di emozioni tra rabbia e tradimento verso Jas mi assalirono. Mi presi la testa con la mano e continuai a parlare cercando di controllarmi il più possibile evitando il suo sguardo intenso e preoccupato.
“Jasper …sa?” chiese guardinga prima che potessi continuare.
“No, ovviamente no. Però io mi riferivo a come mi sento nei suoi confronti ogni volta che ti sono vicino.”. M’interruppi un attimo, avevo perso la voce. “ogni…. Volta…. Che…”
“Edward…” arrivò la sua voce a tranquillizzarmi e la sua mano si poggiò su quella con la quale mi tenevo il viso.
Applicò più forza per costringermi a liberare il volto dalla morsa della mia mano. Ero convinto che l’avrebbe lasciata immediatamente, invece la strinse fra le sue, e questo mi diede la forza per continuare.
“Ogni volta che ti guardo, che ti parlo, che ti sono vicino come ora…” dissi guardando le sue mani stringere la mia. “… mi sento un verme, un traditore, capisci? Un sadico egoista che vuole portare via a Jasper la cosa più importante della sua esistenza. A Jasper che è mio fratello!” sospirai e lei probabilmente cominciò a capire il dramma che stavo vivendo, perché i suoi pensieri in quel momento volarono al suo Jasper e non potei fare a meno di constatarlo, lui era il suo compagno da tanto, lo amava; cosa potevo pretendere? Non poteva abbandonarlo solo perché ora l’amavo anche io, seguendo una logica forse sbagliata, era arrivato prima lui. Feci per alzarmi e liberarmi dalla sua presa, non potevo sopportarla. Lei si alzò con me, ma mi impedì di allontanarmi e mi strinse più forte la mano.
“Edward, aspetta.” I suoi pensieri erano confusi, cercava di decifrare il futuro, cercava di capire come sarebbe andata a finire. Ma era troppo indecisa e confusa e le sue visioni erano incomplete e indecifrabili. Cercava di decidere.
La mia mano libera si posò sulle sue, piccole e fragili all’apparenza. Feci come mi aveva detto, aspettavo e nel frattempo guardavo le nostre mani intrecciate in quel modo per la prima volta che brillavano di mille sfaccettature. Non pensavo a niente e la mia guardia era abbassata, ci avrebbero potuto attaccare in quel momento e io non me ne sarei accorto, non sarei riuscito a percepire i nemici neanche a cinque centimetri di distanza, ero completamente perso. Assaporavo quell’attimo convinto che sarebbe stato l’ultimo insieme a Alice senza problemi. Quando saremmo tornati a casa, le cose sarebbero cambiate drasticamente e Edward e Alice come tutti li conoscevano non sarebbero più esistiti, perciò decisi di potermi concedere uno stupido e insensato momento di serenità con lei, anche se dopo mi avrebbe fatto male, non mi importava, ci avrei pensato poi, a tempo debito. Ora c’eravamo solo noi.
Lei aveva ancora lo sguardo perso in possibili futuri ancora incompleti, e se nessuno dei due prendeva una decisione, sarebbero rimasti tali.
Avevo aspettato troppo a lungo e istintivamente decisi che ormai non avevo nulla da perdere, poteva aiutare entrambi a capire cosa realmente volevamo. Forse avrebbe aiutato lei, io sapevo cosa volevo.
“Alice… io devo… lasciami provare… me lo permetti?” chiesi con un tono di voce più dolce e delicato possibile.
Con quelle parole, la riportai al presente e i suoi occhi erano ora fissi nei miei. Era così confusa e vulnerabile, mi sentivo in colpa. Ma il suo viso cambiò espressione assumendo quella di una ragazza preoccupata delle conseguenze di quel gesto. Come biasimarla, anche io avevo paura di peggiorare tutto, ma non sapevo cos’altro fare.
Sempre con quella espressione annuì piano quasi impercettibilmente. La guardai ancora aspettavo che fosse davvero sicura. Qualche altro secondo e annuì decisa. Le mie mani percorsero le sue braccia, fino ad arrivare alle spalle e proseguirono sul collo. Le presi il viso tra le mani e mi avvicinai. Ero cauto continuavo a guardarla negli occhi per scorgere un barlume di esitazione, per capire se dovevo fermarmi. Sembrava decisa e le sue mani mi strinsero i polsi e mi tirò verso di lei più velocemente. Mi sfiorò le labbra con le sue, velocissima e si allontanò un poco.
Aprii gli occhi e la vidi mordersi un labbro, la sua espressione era divertente e mi sfuggi un sorriso. Non bastava glielo leggevo nella mente, non le bastava, ma voleva che le bastasse, per Jasper. Il mio sorriso svanì e mi allontanai un poco; era sbagliato, aveva ragione di preoccuparsi per Jasper.
Poggiai la mia fronte contro la sua e la guardai negli occhi prendendole nuovamente il piccolo viso tra le mani.
“Scusami” pensò implorante lei.
Non avevo la forza per parlare e scossi la testa con un mezzo sorriso per farle capire che non ce n’era bisogno.
“Andiamo…” dissi io rassegnato, ma non triste, il mio stato d’animo era indecifrabile e non so cosa avrebbe pensato Jasper percependo le nostre sensazioni con il suo dono. Forse era meglio se andava da sola. Io sarei tornato più tardi.
“Anzi, vai tu, io vengo dopo". "Meglio che Jasper non percepisca i nostri stati d’animo insieme.”
Annuì e mi baciò velocemente le labbra come prima, come se fosse un bacio d’addio, poi sfilò via dalle mie mani, dirigendosi verso casa. Quel bacio era la sua decisione, aveva scelto Jasper. Potei percepire la confusione nella sua mente che pian piano scompariva e mi sentii sollevato dal peso di averle sconvolto la vita. In effetti, a pensarci quel bacio aveva fatto capire tante cose anche a me. Amavo Alice, ma in una maniera diversa da quello che c’era tra lei e Jasper. Lei era la persona a cui tenevo di più al mondo, ma probabilmente tra noi non avrebbe mai funzionato, probabilmente lei non avrebbe mai smesso di amare Jasper, perciò inutile combattere una guerra già persa in partenza. Con questa consolazione passai tutta la giornata nella foresta cacciando per distrarmi, ed ebbi per tutto il giorno uno strano sorriso, quel pomeriggio mi aveva aperto le porte a qualcosa di nuovo e inaspettato che ben presto sarebbe arrivato a sconvolgere per sempre la mia esistenza: l’amore.

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Alla prossima ragazzi:)

Kisses and Bites ♥

___Lady

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