When did you became a Werewolf
When did you
became a Werewolf, RJ?
Quando sei diventato un lupo mannaro, Remus?
Avevo otto anni e il mondo sembrava molto più piccolo…
North Chideock, Dorset, UK
Quella mattina di fine giugno il fiume Brit scendeva rapido
dal Leweston Hill, attraversando la cittadina di Bridport per poi tuffarsi nella
Lyme Bay. Ma non è qui che inizia la nostra storia. Tre miglia più a est sorgeva
sulle sponde del Winniford il villaggio di Chideock. Verso nord ed Henwood Hill
il paese si chiudeva con North Chideock e i campi cosparsi di fattorie si
estendevano in ogni direzione. Mentre a sud il villaggio scendeva lungo il fiume
fino a Seatown.
La Hell Lane che univa North Chideock a Symondsbury era
poco frequentata e nessuno si accorse dei cinque ragazzi che uscirono dagli
alberi in direzione dei cinque laghi.
“Via libera…” sussurrò il più grande, guardando sia a
destra che a sinistra. I capelli biondo chiaro scarmigliati e in disordine.
“Dorian, ma dov’è che andiamo?” chiese l’unica bambina e
più piccola del gruppo. Rosemary Crossbridge aveva 7 anni e i capelli rosso
scuro risaltavano ancora di più la pelle diafana ricoperta di piccole efelidi.
“È una sorpresa Rosy!” disse Dorian con un sorriso.
“Non ci riporterai ai tumuli di Thorncombe? Vero? Sai che
quel posto è infestato, mio padre si era arrabbiato da morire l’ultima volta…”
constatò un ragazzino di più o meno dieci anni, dai folti capelli rossi,
probabilmente il fratello di Rosemary.
“No Sean, stavolta si va a sinistra…” rispose Dorian
indicando la strada costeggiata dal bosco che continuava verso ovest.
“A North Chideock?” chiese un ragazzino mingherlino dai
capelli castano chiaro sgranando gli occhi ambrati.
“No, no… andremo oltre, Remus…” rispose l’altro cominciando
a camminare
“E io che speravo volessi restituire il favore a quegli
stupidi Babbani che hanno picchiato Sean e Remus l’altro giorno…” sospirò
l’ultimo ragazzo.
“Sai che papà potrebbe uccidermi se lo faccio, Ethan…”
sbuffò Dorian al fratello, mentre tutti assieme si incamminavano verso North
Chideock.
“Lo so, ma non è giusto… solo perché hanno quattordici e
sedici anni come me e te, non se la possono prendere con i due piccoletti…”
continuò il fratello indicando Sean e Remus.
“Piccoletto sarà Remus, io fra un anno andrò a Hogwarts!”
sbuffò Sean.
“Sarà anche così, ma Remus è molto più alto di te…”
constatò la sorellina ridendo. Dorian, Ethan e Remus si misero a ridere per le
sonore proteste di Sean a quella affermazione.
“Che peccato…” sbuffò Dorian fissando il cielo, stranamente
terso di quel giorno.
“Cosa?” Chiese Remus avvicinandosi all’amico che
considerava come un fratello maggiore.
“Che quando tu e Rosemary arriverete ad Hogwarts io non ci
sarò già più…” sorrise “sarebbe stato bello essere tutti assieme a Grifondoro…”
disse sicuro.
“Ci saranno Ethan e Sean quando arriverò io…” disse Remus
facendo un breve calcolo
“Già a volte mi dimentico che dovrò farvi da balia” sbuffò
Ethan rassegnato.
“Non lamentarti, e poi sono certo che sarà il nostro Remus
a fare da balia a te” Lo riprese Dorian. Remus sorrise guardando i battibecchi
dei fratelli, si sentì un po’ triste, era l’unico ad essere figlio unico.
“Remus, amico mio…” disse Ethan passandogli un braccio
attorno le spalle “spera di restare sempre figlio unico, i fratelli sono una
scocciatura…”
“Soprattutto se sono più piccoli…” puntualizzò Dorian,
stuzzicando l’altro.
“Ehi come ti permetti!”
“A me piacerebbe avere un fratello come Dorian…” disse
timidamente Remus, mentre venivano raggiunti dai fratelli Crossbridge che erano
rimasti indietro a causa dei loro continui litigi.
“Vedi, qualcuno mi apprezza come fratello maggiore…”
sorrise con ovvietà ad Ethan.
“Remus vuoi essere mio fratello maggiore?” entrò nel
discorso Rosemary “Questo qui non lo voglio più…” disse indicando il fratello…
“Ehi, che cos’ha Remus più di me?”
“A parte qualche centimetro?” chiese Ethan stuzzicando
Sean.
“Almeno lui è gentile…” annuì la bambina convinta.
Dorian rise: “In effetti se fossimo stati tutti assieme al
Grifondoro avremmo fatto venire giù la torre…”
“Sei sicuro che tutti noi finiremo a Grifondoro?” chiese
Rosemary, mentre ormai si avvicinavano alle prime case di North Chideock
“Certamente! Siamo i fratelli dei Laghi dell’Inferno, no?”
“Ma secondo me, non finiremo tutti a Grifondoro…” disse lei
pensando
“Perché?”
“Remus è troppo intelligente per andare a Grifondoro e mio
fratello è troppo stupido…” disse sicura.
“Ehi!”
“Calmi la dietro….” Sbuffò Ethan che batteva strada… “Non
ho voglia di farmi sentire da quei due pazzi dei fratelli Wells…”
“Hai paura che pestino anche te?” chiese Sean, memore delle
botte che si era buscato un paio di giorni prima.
“No… ho paura di pestarli io…” disse arrogante.
Dorian scosse la testa continuando a camminare, e superando
il fratello. Giunti all’incrocio principale di North Chideock, Dorian andò
dritto, e non svoltò nemmeno al Hounselles Cross continuando per un sentiero
poco battuto che verso ovest.
“Ci vuoi portare ai Tumuli di Ryall?” chiese Sean ad un
tratto
“Certo che sei noioso Sean vuoi sempre andare a caccia di
fantasmi…” disse il più grande senza aggiungere altro. Gli altri quattro si
guardarono curiosi.
Il sentiero si fece più ripido mentre scendevano verso sud,
per raggiungere i piedi dell’Hardown Hill.
“Sean, aspettami dammi una mano…” chiese Rosemary impaurita
dal piccolo salto che doveva fare per raggiungere la strada che portava a Ryall
verso Nord e che si univa con la A. 35 verso Sud.
“Arrangiati, è un saltino…” la bambina guardò la strada
come se fosse lontana 50 metri e non 50 centimetri, osservò il fratello
allontanarsi verso Ethan e Dorian.
“Ti do una mano io…” disse Remus scendendo prima di lei e
offrendole la mano con un sorriso.
“Grazie Remus! L’ho detto io che saresti un fratello
meraviglioso…” disse ad alta voce sperando di farsi sentire dal fratello.
I cinque camminarono un po’ sulla strada più grande,
fermandosi di tanto in tanto a fissare sbalorditi qualche automobile di
passaggio.
“Certo che i Babbani sono strani…” disse Sean dopo aver
aspettato che un auto passasse per raggiungere gli amici dall’altro lato della
strada.
“Perché?” chiese Remus non capendo cosa ci fosse di strano
nei Babbani… anche perché tutti i loro nonni lo erano.
“A che gli servono le ruote se si può volare…”
“I Babbani possono volare solo con delle grandi macchine,
tipo degli uccelli di metallo… li chiamano aeroplani… me l’ha detto mio padre…”
spiegò Remus.
“Non possono usare le scope?” chiese allibito Sean.
“No… loro le usano solo per spazzare…” disse sicuro
guardando una signora dall’altro lato della strada che stava appunto spazzando
la veranda con una scopa.
“Come sempre il nostro Remus è quello che sa sempre tutto…”
lo prese un po’ giro Ethan. Remus arrossì appena.
“Ma ha ragione…” disse Dorian imboccando un sentiero che
scendeva a sinistra verso alcune fattorie “i Babbani non hanno le nostre
comodità, ma nonostante tutto non si fanno mancare nulla.” Sorrise salutando un
vecchio su una sedia a dondolo nella veranda che avevano appena sorpassato.
Il sentiero scendeva verso sud nella valle creata tra il
Chardown Hil, il Langdon Hill e il Golden Cap e ben presto i ragazzi raggiunsero
il corso di un fiumicciatolo, non avevano idea di come si chiamasse, ma Dorian
spiegò loro che era un diffluente del fiume Char a Nord-ovest oltre Morcombelake.
Il terreno era scivoloso in più punti e presto avevano
abbandonato il sentiero per seguire il corso d’acqua.
“Ahhh…” Rosemary scivolò appigliandosi ad un albero per non
cadere
“Certo che sei proprio imbranata…” la prese in giro il
fratello, che non potè nemmeno finire la frase poiché scivolò finendo in acqua.
“Cavolo… la mamma mi ucciderà…” disse mentre Ethan lo
aiutava a rimettersi in piedi. Dorian scese in acqua guadando il fiume. Si
inerpicò agilmente sull’altra sponda raggiungendo un altro sentiero.
“Allora?” li chiamò con un sorriso. Remus osservò l’argine
fangoso, sarebbe scivolato… ne era sicuro… ed infatti i tre più piccoli ebbero
alcune difficoltà a raggiungere i fratelli Swan che li aspettavano più in alto.
“Vi coverebbe scendere e lavare i vestiti…” li prese in
giro Ethan.
“Spiritoso…” sbuffò Rosemary osservando tristemente i
vestiti sporchi di fango…
“Siamo presto arrivati, su…” sorrise Dorian sistemandosi
meglio la sacca che teneva sulle spalle.
“Ma che hai in quella sacca, Dorian?” gli chiese il
fratello che se lo domandava da quando erano partiti.
“Il nostro pranzo…” spiegò il più grande.
Continuarono a salire per un po’ fino ad arrivare al…
“Golden Cap!” esclamò Rosemary ridendo “ci volevi portare
qui?! Che bello!” disse guardando la cima piatta del colle davanti a loro.
“Non proprio… venite…” disse indicandogli qualcosa oltre
gli alberi, in uno spiazzo alla base della cima.
Sean, Remus e Rosemary ingaggiarono una gara a chi arrivava
prima, e il primo a raggiungere le pietre indicate da Dorian fu Remus, che
aiutato dalle lunghe gambe aveva presto superato gli avversari.
“Primo!” Esclamò con un sorriso ed il fiatone, guardando
fratello e sorella raggiungerlo quasi in parità.
“Ragazzi, ecco dove dovevo portarvi!” sorrise Dorian
sedendosi sui resti di un muretto. “Questa signori, era la chiesa di San
Gabriel…”
***
I cinque pranzarono all’ombra dei muri in rovina.
“Vostra madre cucina benissimo, Dorian!” sorrise Sean
ficcandosi in bocca un panino senza troppi complimenti.
“Dovreste assaggiare le torte della mamma di Remus, come fa
lei le torte al cioccolato non le fa nessuno!” disse facendo l’occhiolino a
Remus…
“Per una torta al cioccolato mi sa dovremo aspettare il
compleanno di Rosemary… non sono molte le occasioni in cui le fa…” disse a mo’
di scusa
“Davvero tua mamma vuole fare una torta al cioccolato per
la mia festa?” chiese la bambina guardando Remus speranzosa
“Certo!” sorrise il bambino. Rosemary l’abbracciò felice,
una torta di cioccolato, avrebbe avuto una torta di cioccolato!
Passarono una spensierata giornata sulla cima del colle.
Dorian guardò i più piccoli: Sean stava rincorrendo Remus e la sorella, mentre
Ethan si stava arrampicando su un albero. Sorrise continuando ad intagliare un
pezzo di legno. Si rigirò il coltellino svizzero fra le mani, era un regalo di
suo nonno, ma non per questo era meno utile di tutte le cose magiche che
possedesse.
“Sta piovendo a Stonebarrow Hill…” esclamò Ethan dalla cima
dell’albero guardando verso ovest.
Dorian si alzò, osservando in quella direzione, il ruggito
del mare ai piedi del Golden Cap si era fatto più forte.
“Credo sarebbe meglio tornarcene a casa, sai come si dice,
se vedi la nebbia sul colle vuol dire che pioverà, se non la vedi sta già
piovendo…” disse ridendo.
Ethan si buttò giù dall’albero atterrando pesantemente
accanto a lui.
“Ehi… dobbiamo tornare!” gridò Dorian chiamando i più
piccoli.
“Perché?” chiese Rosemary avvicinandosi.
“Sta per piovere…”
“Ma uffa era una bella giornata, prima…” sbuffò la bambina.
“Andiamo, Ethan chiudi il gruppo, così siamo sicuri di non
perderli quando pioverà…”
“Mica ci perdiamo!” sbuffò Sean, sicuro di conoscere a
memoria la strada più breve per arrivare a casa.
“Dov’è casa nostra?” gli chiese allora Dorian, Sean indicò
una direzione con il dito.
“Lì c’è Ryall, casa nostra è lì…” esclamò il più grande.
Sean non potè fare a meno che fidarsi, Dorian era andato molte volte in giro con
suo padre, quando loro erano più piccoli, quindi non c’era da stupirsi che
conoscesse a menadito la zona.
“Anzi, direi di tagliare per boschi e campi, per tentare di
arrivare prima della pioggia…” disse il maggiore dei fratelli Swan valutando la
distanza.
Dorian cominciò a camminare a passo spedito, i cinque
tagliarono per il crinale del Langdon Hil. Stavano attraversando la strada
principale quando la pioggia gli raggiunse.
“Muovetevi!” disse Dorian cominciando a correre verso
destra, raggiungendo le prime case di Chideock.
Era sicuro che si sarebbe preso una bella sgridata, ma
infondo nessuno era mai morto per un po’ di pioggia, così pensando esortò gli
altri a seguirlo.
Dorian raggiunse l’ingresso della chiesa di St. Giles e
aspettò sotto l’arco acuto gli amici.
“Aspettiamo un po’, magari smette di piovere… spiegò…”
Ethan si sporse, guardando leggermente a sinistra.
“Potremmo fare una corsa fino alla chiesa cattolica di
Sant’Ignazio… almeno saremo più vicini a casa…” disse meditabondo…
“Intanto siamo già bagnati…” constatò Rosemary strizzandosi
l’orlo della gonna.
In muto consenso i cinque cominciarono a correre sulla
strada che portava a North Chideock fermandosi solo una volta superata la strada
che portava alla villa e aver passato oltre il cancelletto di ferro della
chiesa. Al riparo nel grande arco dell’ingresso, Dorian guardò pensosamente il
cielo.
“Aspettate qui… faccio una corsa tagliando per il Winniford
e per i campi… prendo un paio di ombrelli e torno a prendervi…”
“Ma Dorian…”
“Niente ma! Entrate nella chiesa e restateci, non voglio vi
prendiate un raffreddore…” disse sicuro uscendo di nuovo sotto la pioggia. Girò
attorno alla chiesa scavalcando il muretto sul retro, scendendo velocemente
verso il fiume. Il Winniford si era gonfiato a causa della pioggia, ma Dorian
non se ne preoccupò. Risalì il fiume finché non raggiunse la Hell Lane e non
appena superò il primo dei cinque laghi si addentrò tra gli alberi ai lati della
strada puntando velocemente verso casa.
***
“Ehi, che ci fate qui pulcini?” Ethan alzò lo sguardo verso
l’uomo che li guardava da sotto un malridotto ombrello.
“Aspettiamo che smetta di piovere o che mio fratello ci
porti un ombrello…” spiegò, conosceva appena quell’uomo, suo padre lo aveva
assunto come bracciante qualche mese prima. Ma era un tipo molto schivo, non
aveva nemmeno idea di come si chiamasse.
“Io un ombrello ce l’ho… potrei accompagnarvi…” disse
appena alzando l’ombrello.
“No, grazie. Aspettiamo Dorian…” disse Ethan. Quell’uomo lo
inquietava, ci aveva scambiato poche parole, però lo sguardo che aveva lanciato
a Rosemary e Remus non gli piaceva per niente.
“Siete sicuri? Non vorrei che i più piccoli si prendessero
qualcosa, sono zuppi…” disse accennando a Remus e alla bambina.
“Aspettiamo qui, grazie…” ripeté Ethan. Lo sguardo
dell’uomo era ancora fisso sui bambini.
“Allora vi faccio compagnia…” disse quello con voce roca.
Chiudendo l’ombrello e infilando l’ingresso.
Remus valutò che l’uomo era alto, sicuramente più alto di
suo padre. Era un po’ trasandato, ma l’aveva visto tornare a casa con suo padre
ed Erik Swan e sua madre li aveva offerto da bere, quindi non era una cattiva
persona no?
“Ethan, ma lo conosci?” chiese Sean con la gentilezza di un
elefante.
“Il signore lavora per mio padre…” spiegò mentre non li
toglieva gli occhi di dosso. L’uomo si inginocchiò portandosi all’altezza di
Rosemary.
“Com’è che ti chiami piccola?”
“Rosemary…” disse la bambina
“E quanti anni hai?” chiese ancora guardandola meglio.
“Sette…”
“Sette… e tu, giovanotto?” chiese guardando Remus.
“Otto, signore…”
“Sei il figlio dei Lupin, vero?” chiese osservandolo.
“Si, signore…sono Remus” disse appena, si sentiva vagamente
a disagio… nessuno lo aveva mai fissato con tanta insistenza.
“Assomigli a tua madre…” sussurrò l’uomo rialzandosi.
“Si, in effetti Remus assomiglia ad una femminuccia ogni
tanto!” rise Sean stuzzicando l’amico. Remus arrossì. L’uomo continuò a
fissarlo. Ethan raggiunse con un braccio Rosemary trascinandola vicino a se.
Quell’uomo gli piaceva sempre meno.
***
Dorian varcò la porta di casa correndo.
“Dorian?” lo chiamò sua madre dalla cucina.
“Che c’è?” chiese prendendo un paio d’ombrelli.
“Dove sono gli altri bambini?” Dorian si affacciò sulla
stanza. C’erano tutti i loro genitori.
“Li ho lasciati a Nostra signora dei Martiri… sono venuto a
prendere degli ombrelli…” disse alzandoli appena “è successo qualcosa?” chiese.
Era strano che fossero tutti riuniti lì.
“No, no… solo torna presto con gli altri, ok?” disse
sbrigativo suo padre.
Quando Dorian uscì di corsa Erik guardò gli amici. Dan
Crossbridge scuoteva la testa pensoso.
“Devi licenziarlo Erik…”
“Ma era così disperato, Dan…” cominciò il signor Swan
scuotendo la testa “e adesso capisco perché…”
“Non sembra una cattiva persona…” disse leggermente Helen
Lupin.
“Ma Dan ha ragione… ci sono i bambini… non possiamo
permetterci che uno come lui stia vicino a loro…” disse il signor Lupin
sbattendo un pugno sul tavolo.
“Ora possiamo parlarci ma al plenilunio voglio proprio
vedere quanta gratitudine potrebbe darti, Erik!” continuò Crossbridge sicuro.
“Se è un pericolo solo in quelle notti non vedo cosa…”
“Helen, per l’amor del cielo! Un lupo mannaro! Potrebbero
essercene altri! Potrebbe mordere accidentalmente qualcuno! Posso capire che non
l’abbia scelta lui questa sua maledizione, ma non possiamo rischiare…” disse
John leggermente.
“Possiamo parlarci… dovrebbe arrivare qui a momenti…” disse
la signora Swan portando in tavola del the.
“Grazie Anne…” disse appena Diane Crossbridge. “Non so se
sia lui… ma ho sentito che ad alcuni bambini giù al villaggio…”
“Diane… stai dicendo che sia non solo un lupo mannaro ma
anche un pedofilo?” chiese Anne sedendosi accanto al marito.
“Dico che succede da quando è arrivato qui…” disse agitata
“e i bambini avevano tutti l’età di Remus e Mary…”
Helen guardò il marito, John fissava il tavolo pensando.
“Vedrò di parlarci… spero di non tirarci addosso solo
pasticci…” cominciò Erik.
“Vedrai che se ci ragioniamo con calma se ne andrà…”
concluse John.
“Se una bestia come lui ragiona…” commentò Dan.
“Dan, se non sbaglio stava simpatico anche a te fino a
ieri…”
***
“Signor Greyback… che ci fa qui?” chiese Dorian vedendo i
bambini in compagnia dell’uomo.
“Ho pensato di farli compagnia, stavo giusto salendo a casa
vostra…” disse con un sorriso.
Dorian guardò il fratello, che preoccupato osservava
l’uomo.
“Tieni andiamo a casa…” disse passandogli l’ombrello. Ethan
tenne per mano Rosemary guidandola sotto l’ombrello. Dorian stava per accogliere
al riparo sia Sean che Remus quando Fenrir Greyback aprì il suo ombrello.
“Se vuoi Remus c’è posto qui sotto per uno di voi…” disse
secco. Remus guardò Dorian che annuì prima di cominciare a camminare nell’ombra
dell’uomo.
Sotto la pioggia arrivarono ben presto all’uscio di casa
Swan.
“C’è la mamma!” sorrise Rosemary vedendo l’ombra di sua
madre sulla finestra della cucina.
“In effetti ci sono tutti…” disse Dorian. La porta si aprì
prima che loro la raggiungessero. John Lupin e Erik Swan non guardarono i
bambini ma l’uomo che li accompagnava.
“Remus vieni qui…” la voce di John tremò un po’. Non
avrebbe voluto essere scortese con quell’uomo ma non poteva permettere che Remus
gli stesse così vicino. Il bambino guardò il padre non capendo. Fece un passo
incerto verso casa Swan, inciampò in una stringa slacciata. L’uomo dietro di lui
lo prese la volo.
“Hai un buon odore…” borbottò rimettendolo in piedi. John
Lupin lo scansò di peso, abbracciando il figlio.
“Andate in casa, tutti e cinque…” disse poi lasciando
andare Remus.
Crossbridge e le madri gli aspettavano in cucina. Mentre
Rosy prese a lamentarsi dei vestiti sporchi con sua madre, Remus fu abbracciato
dalla propria. Il bambino non capiva: quel signore era stato gentile, chissà
perché suo padre lo aveva trattato in quella maniera.
“Non osare mai più mettere le mani su mio figlio!” disse
John facendo rialzare Greyback tirandolo per il colletto della camicia
sgualcita. I due si guardarono negli occhi, Fenrir superava il signor Lupin di
qualche centimetro, ma questo non sembrava per nulla intimorito.
“Fatemi immaginare… ho perso il lavoro, vero?” disse
amaramente Greyback lanciando uno sguardo ai due uomini davanti a lui.
“Vattene, non ci serve uno come te…”
“Quindi l’avete saputo… dagli umani non si ottiene mai
niente di buono…” disse ironicamente il lupo facendo un mezzo passo in avanti.
John gli puntò la bacchetta al collo.
“Sparisci pazzo…”
“Pazzo?”
“Lo saresti già solo per quello che hai fatto ai bambini
giù in paese…” sibilò Lupin, era certo che fosse stato lui, lo aveva dimostrato
il modo in cui guardava Remus, il modo come l’aveva toccato.
“Ti disgusta sapere che ho solo sfiorato tuo figlio? Ti
disgusta così tanto?” ringhiò l’uomo. John non spostò lo sguardo.
“Tieni è la paga del mese, vattene…” disse Erik Swan
ficcandogli un sacchetto in mano.
“Non me ne faccio nulla dei vostri soldi… umani… voi… così
perfetti… non avete debolezze vero? Non avete difetti?” disse guardandoli
schifato quanto loro di lui.
“Noi non siamo dei mostri…”
“Mostro, eh Lupin? Mostro?” Greyback ridacchiò rauco
“Capirai cosa significa essere un mostro, Lupin… me la pagherete… tutti quanti…
TUTTI!” detto questo il lupo mannaro si allontanò furente.
Daniel Crossbridge raggiunse John scrollandolo per le
spalle.
“Chi era quello che diceva di parlargli con calma? Sei
pazzo Lupin… quello combinerà qualcosa, me lo sento!”
“E allora tieni gli occhi aperti Crossbridge piuttosto che
lamentarti… avresti lasciato che toccasse Rosy, per caso? E allora tieniti i
tuoi commenti! È un problema mio!”
“Bene, tienici fuori allora…”
Quando sei diventato un lupo mannaro, Remus?
Avevo otto anni e non capivo dove si potesse nascondere il
pericolo…
Resti di Saint
Gabriel, Golden Cap, Dorset, UK
Allora le foto le ho tratte dal magnifico sito
www.geograph.org.uk e le informazioni
geografiche le ho estrapolate dalla
mappa interattiva dello stesso sito. Come vedete la One-shot che vi ho
promesso è diventata a tre capitoli, spero sia di vostro gradimento. Un bacio
Elisa
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