Un perfetto B

di Samantha d
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Specificando ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Cap 1 ***
Capitolo 4: *** Cap 2 ***
Capitolo 5: *** Cap 3 ***
Capitolo 6: *** Cap 4 ***
Capitolo 7: *** Cap 5 ***
Capitolo 8: *** Cap 6 ***
Capitolo 9: *** Cap 7 ***
Capitolo 10: *** Cap8 ***
Capitolo 11: *** Cap9 ***
Capitolo 12: *** Cap 10 ***
Capitolo 13: *** Cap 11 ***
Capitolo 14: *** Cap 12 ***
Capitolo 15: *** Cap 13 ***
Capitolo 16: *** Cap14 ***
Capitolo 17: *** Cap 15 ***
Capitolo 18: *** Cap 16 ***
Capitolo 19: *** Cap 17 (A) ***
Capitolo 20: *** Cap 17 (B) ***
Capitolo 21: *** Cap 18 ***
Capitolo 22: *** Cap19 ***
Capitolo 23: *** Cap 20 ***
Capitolo 24: *** Cap 21 ***
Capitolo 25: *** Cap 22 ***
Capitolo 26: *** Cap 23 ***
Capitolo 27: *** Cap 24 ***
Capitolo 28: *** Cap25 ***
Capitolo 29: *** Cap26 ***
Capitolo 30: *** Cap27 ***
Capitolo 31: *** Cap 28 ***
Capitolo 32: *** Cap 29 ***
Capitolo 33: *** Cap 30 ***
Capitolo 34: *** Cap 31 ***
Capitolo 35: *** Cap 32 ***
Capitolo 36: *** Cap 33 ***
Capitolo 37: *** Cap 34 ***
Capitolo 38: *** Cao35 ***
Capitolo 39: *** Cap 36 ***
Capitolo 40: *** Cap 37 ***
Capitolo 41: *** Cap 38 ***
Capitolo 42: *** Cap 39 ***
Capitolo 43: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Specificando ***


Specificando Lo sanno tutti, ma per non sbagliate è sempre meglio specificare. Io e Bretamanda, che ha una pagina su Wattpad stiamo leggendo questo Ebook dal titolo un perfetto bastardo di VI KEELAND, PENELOPE WARD e abbiamo pensato di giocarci un po' partendo da circa metà del terzo capitolo e usando i personaggi di Teen Wolf che naturalmente appartengono a JEFF D. ma i personaggi avranno le personalità di quelle del libro. 😄Chi sa cosa ne uscirà fuori?😅 Ringraziano chiunque sacrifichi un po' del proprio prezioso tempo per dare un occhiata.

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Capitolo 2
*** Prologo ***


Nell' esatto istante in cui aveva deciso di accettare quell'incarico, aveva compreso di aver commesso il più grosso errore della sua vita . Eppure sapeva che il suo istinto non sbagliava mai. Era così anche prima che divenisse un mercenario. Lo era ancora prima di imbattersi nel sovrannaturale. Il suo istinto e sempre stato infallibile. Eppure decise di ignorare quelle sensazioni . Scelse di fidarsi di Peter Hale. Grosso. Grossissimo errore. O forse, semplicemente le cose dovevano andare in quel modo.

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Capitolo 3
*** Cap 1 ***


«....scusi.Qui abbiamo determinate regole. Per la regola numero uno, a meno che non abbia un incontro importante, il signor Hale non deve essere disturbato la mattina» « E cosa fa di preciso se lo disturbate?» «Non voglio scoprirlo». «Bè, io sì» Mi alzai e andai alla carica lungo il corridoio mentre la bionda si precipitava dietro di me. «Mr Mie...Miec...Mieeev, oh al diavolo!. Mr non sa quello che fa. torni subito indietro! Sono seria». Mi fermai quando giunsi di fronte a una porta in legno di ciliegio col nome Derek J.Hale inciso su una placca. Le veneziane sulle finestre di vetro interno erano chiuse. « Dov'é la segretaria?». Lei indicò una scrivania vuota di fronte all ufficio. «Di solito siede lì, ma evidentemente non c'è ancora. Quindi è un motivo in più per non disturbarlo, perché potrebbe arrabbiarsi anche per quello». Guardò un altra impiegata che stava lavorando in un ufficio vicino. « Sai perché Heater non c'è ancora?» «Heater è stata licenziata. L' agenzia sta cercando una sostituta». «Magnifico», sbuffò la receptionist. « Ed è durata in tutto quanto...due giorni?» La donna rise. « Non male, considerando...» " Che diavolo di persona è questo Derek Hale? Chi si crede di essere?". Di colpo l'adrenalina inizió a invadermi. Andai alla scrivania vuota della segretaria e premetti il bottone dell' interfono etichettato DJH. « Ma chi cavolo ti credi di essere...il mago di Oz? Il grande e grosso lupo cattivo che si è mangiato cappuccetto Rosso? Sono abbastanza sicuro che sarebbe più semplice trovarmi al cospetto della regina Elisabetta». La paura negli occhi della receptionist era palpabile, ma oramai era troppo tardi, così rimase semplicemente in disparte a guardare. " Che fosse realmente il lupo dei fratelli Grimm?" Poi arrivò la sua voce profonda e penetrante ,a distogliermi dai miei pensieri. «chi è lei?» « il mio nome è Mieczyslaw Stilinski». «Mieczyslaw», ripeté . Non mi sfuggí che, a differenza di chiunque altro, lui aveva pronunciato il mio nome con esattezza. Quando non disse più niente , premetti di nuovo il bottone. « ho atteso con pazienza per vederti. Ma, a quanto pare, ti stai facendo una sega o qualcosa del genere. Tutti qui sono spaventati a morte da te , nessuno vuole dirti che io sono qui. Ho qualcosa che immagino stessi cercando»  Di nuovo la sua voce: «oh, ma davvero?» «Si. E non tè la darò a meno che tu non apra quella porta». « Mi permetta di chiederle una cosa, mr.stilinski». «okay...» «questa cosa che sostiene io stia cercando... è la cura per il cancro?» «No» « è una Shelby Cobra originale?» "Una che?" «Ehm... No». «allora si sbaglia . Non c'è nulla in suo possesso che mi interessi abbastanza da farmi aprire quella porta e che valga la pena di sprecare tempo con lei. Ora per favore lasci questo piano, o farò in modo che la sicurezza la scorti fuori». " Va a fatti fottere". Non avrei più avuto a che fare con quell'' uomo. Decisi di mollare li il suo stupido telefono. Per quanto mi dispiacesse rinunciare alla assegno a sei zero di Peter. Avrei rotto il contratto. Peter mi aveva avvisato che il suo 'nipotino' era particolare, ma non che fosse un tale S...... Hale senior aveva organizzato tutto quel teatrino col cellulare per far sì che ci incontrassimo e sempre a detta del maggiore, suo nipote avrebbe tentato di entrare nella sua vita ( pantaloni) e io usando la scusa del volersi conoscere meglio prima di si, insomma, quello, avrei avuto la scusa perfetta per controllarlo da vicino senza dare nell' occhio o far sospettare di lui. Ma Dio...non credo di riuscire a sopportarlo un attimo di più. Altro che ex sociopatica . Finirei per farlo fuori io. Mi venne un idea. Un regalo d'addio. Presi il mio telefono dalla tasca dei jeans. E scattai tre foto di me stesso: Una della mia mano con un bel dito medio alzato, una Delle mie gambe fasciste da un paio di jeans aderenti è una del mio sedere. Poi registrai il numero sul suo cellulare, nominandolo ' Prego, stronzo'. Decisi espressamente di non mostrarmi in viso,non volevo che mi riconoscesse se per sbaglio le nostre strade si fossero scontrate nuovamente in futuro. Mandami tutte e tre le foto, seguite da un messaggio finale. Tua madre dovrebbe vergognarsi di te. Diedi alla receptionist il telefono e dissi: « Assicurati che riabbia il suo cellulare».

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Capitolo 4
*** Cap 2 ***


___________________DEREK_______________________ La mia giornata era stata rovinata da delle foto senza volto e dal tatuaggio di una piuma. È , quel che era peggio, li associavo a una voce. Di tutte le cazzate che avrebbe potuto scrivermi e inviarmi con quegli scatti del suo corpo , doveva scegliere proprio quelle parole? Doveva proprio inviarmi il messaggio che mi avrebbe distrutto per il resto della giornata- Forse della settimana? Tua madre dovrebbe vergognarsi di te. 'Fanculo , Mieczyslaw Stilinski. 'Fanculo perché hai ragione. Quel strano ragazzo mi era rimasto impresso. Aveva detto il suo strambo nome una sola volta nell' interfono, ma mi aveva colpito. Normale i nomi mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall' altro. MIECZYSLAW STILINSKI Bè, tecnicamente, il suo nome per intero era Mieczyslaw prego, stronzo Stilinski. COME HA AVUTO IL MIO TELEFONO? Quel messaggio continua a perseguitarmi come se lo rilegessi ancora e ancora. ______________________Mieczyslaw_____________________________ Andai via disinvolto, nonostante mi sentissi sconfitto e parecchio adirato.Andai a trovare in negozio Scott e suo marito Isaac. Migliori amici fin da piccolo. Lui e io eravamo stati vicini di casa ed eravamo cresciuti insieme. Al liceo il nostro due era diventato un trio con Isaac. I due coniugi adesso erano proprietari della TIG'S TATOO AND PIERCING sull'' ottava. Tutte le volte che mi trovavo con questo umore instabile, tendevo ad essere molto impulsivo. _______________________DEREK___________________________ Tua madre dovrebbe vergognarsi di te. Oggi volta mi rendeva più arrabbiato dell' ultima, perché in fondo sapevo che non cerano parole più vere. Mia madre si sarebbe vergognata di me, del mondo in cui trattavo le persone. Ognuno affronta le tragedie in modo diverso. Dopo la morte di mia madre , io avevo deciso di chiudere fuori chiunque dalla mia vita, concentrando tutte le energie sull''' istruzione e la carrozzeria. Non volevo più provare niente, non volevo più legarmi a nessuno. Il modo più semplice per conseguire quello scopo era spaventare le persone per allontanarle. Se essere stronzo era una forma d'arte, allora io ero proprio un artista. Più diventavo un uomo di successo, più era semplice comportarsi in quel modo. _____________________Mieczyslaw__________________________ «Voglio che tu mi faccia il piercing alla lingua». «Stiles...» «Dai, Is. Fallo e basta!» Sul treno per tornare a casa , la lingua mi bruciava. Leggendo la lista delle istruzioni per curare la ferita, non potei fare a meno di ridere tra me e me. ' Non baciare o impegnarsi in altre attività orali fino a che non si è completamente guariti'. Si... non sarebbe stato un problema, dato che non avevo nessuno con cui condividere simili attività. Tutte le precauzioni sembravano piuttosto semplici da seguire finché non giunsi all' ultima. ' Non bere bevande aspre o alcoliche mentre la ferita sta ancora guarendo'. Oh merda. Mi ero dato la zappa sui piedi da solo, decidendo di farmi un piercing alla lingua una sera in cui avrei avuto davvero bisogno di affogare i dispiaceri nell' alcol. ______________________DEREK__________________________ Nessuno aveva mai osato parlarmi sul posto di lavoro nel mondo in cui aveva fatto quel giorno Mieczyslaw Stilinski. Nessuno. Sebbene il suo comportamento audace all' interfono mi avesse impressionato, mi ero quasi scordato di lui finché Erika, la receptionist, non aveva bussato alla mia porta e mi aveva portato il cellulare. E adesso, ore dopo, ero ancora là, ossessionato. Ossessionato da quelle foto. Ossessionato da quelle dita lunghe ed affusolate. Quel ragazzo dalla felpa rossa. Rosso,un colore appropriato. Mieczyslaw Stilinski era un piccolo demonio. _________________________Mieczyslaw_______________________ Appena tornato al mio appartamento, mi tolsi i vestiti e iniziai il processo per tingere alcune ciocche di capelli di rosso, colore che rappresentava il mio stato d'animo peggiore. Proprio quanto pensavo di sapere esattamente come sarebbe andata a finire la serata, accadde una cosa che non mi sarei mai aspettato. ___________________________DEREK_____________________ Nel mio appartamento nell' Upper West Side godeva di un bel panorama su Manhattan . Fuori era buio adesso, e le luci della città illuminavano il cielo notturno. Più bevevo ....

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Capitolo 5
*** Cap 3 ***


 _____________________________Derek_____________________ Mia madre è morta,in verità.Ma sì, suppongo che si sarebbe vergognata di me. Passarono cinque minuti prima che il mio telefono vibrasse. Mieczyslaw: Sono mortificato. Derek:fai bene ad esserlo. Avrei dovuto lasciar perdere.lui si era sentito una merda, adesso poteva finire lì.Ma ero brillo. Per non dire fottutamente arrapato. Fissare le sue foto, gambe e culo tutto il giorno mi aveva eccitato. Derek: cosa stai indossando, Mieczyslaw? Mieczyslaw: sei serio? Derek: mi hai rovinato la giornata. Me lo devi. Mieczyslaw: non ti devo niente,sei un maledetto pervertito. Derek:disse il ragazzo che mi ha mandato una foto del suo bel sedere. Mieczyslaw: invece la tua faccia è da culo per davvero. DEREK: mostri la tua di faccia. Mieczyslaw: perché? Derek: perché voglio vedere se combacia con la tua personalità. Mieczyslaw: cioè? Derek: cioè non promette bene per te. Mieczyslaw: non vedrai mai il mio viso. Derek: forse è meglio.Allora dammmi un indizio su cosa stai indossando. Mieczyslaw:  è rosso. Derek: quindi hai ancora addosso quella felpa? Mieczyslaw: No, sono nudo con la tinta che mi sta gocciolando su tutto il corpo e la lingua che mi pulsa per colpa tua.      Che cosa strana da dire  Derek: È un immagine interessante. Mieczyslaw: sei davvero pazzo, amico. Derek: io sono un po'pazzo,in realtà. Forse dovrei farmi controllare il cervello, perché ho fantastico su una persona senza volto per tutto il giorno. Mieczyslaw: la mia foto nudo non arriverà. Derek: e se arrivo io per primo?. Doveva essere rimasto traumatizzato, perché dopo ciò non rispose più. Decisi di smetterla di messaggiare con lui, gettai il telefono sul divano. ___________________Mieczyslaw______________________________ Stavo per rispondere per le rime a quel misantropo, quando sentii il suono insistentemente del campanello. Con ancora là schiuma su gran parte del mio corpo, mi avvisi un asciugamano sui fianchi e aprii la porta. Dinanzi a me c'era l'ultima persona che avrei voluto incontrare in tutta la mia vita. ------------------------------------Derek_________________________ Quella mattina il treno era particolarmente affollato, e non trovai posti a sedere. Aggrappato al palo di metallo per tenermi in equilibrio, mi guardavo intorno. Non avevo mai preteso davvero attenzione alle persone sul treno,e ora rammentarvi il perché.   Fottuti mostri. A un certo punto mentre i miei occhi vagavano tra le persone,fino al braccio di un ragazzo poco lontano da me. il mio cuore martello furiosamente quando i miei occhi si fermarono sulla stessa piuma tatuata sul polso Mieczyslaw. Era lui. Aveva preso lo stesso treno!. Dovevo esserne certo. Quante probabilità avevo che fosse proprio lui?. Non volevo rimanere deluso. Poi mi rammenti che non conosco il suo volto,e quella era un ottima opportunità per poter fantasticare ancora un po'senza dover affrontare la realtà. Spostai lentamente i miei occhi lungo il braccio fino allo scollo della t-shirt che mostrava un primo brandello di  carne chiara. Poi,il mio sguardo raggiunse il viso. Stava guardando dritto davanti a sé. Soffice capelli castani e setosi ,con ciocche colorate  rosse. Una costellazione di invitanti nei tutti da leccare o baciare. Le labbra perfetta. Un nasino a punta. Grandi occhi color color della terra con sfumature del whiski ( o whiskey), e caramello. Chi lo avrebbe detto ? Il demoni aveva una faccia da Angelo. Mieczyslaw Stilinski era uno schianto. Il mio uccello si contrasse per l'eccitazione. Se prima avevo provato a dimenticarlo , ora sarebbe stato impossibile. Quando si voltò e notò che lo stavo osservando, i nostri sguardi si incatenarono. Non ero sicuro che sapesse chi ero.il battito del mio cuore accelleró. Poi lui distolse semplicemente lo sguardo rivolgendolo verso il finestrino del treno, impassibile. Non conosce il mio aspetto mi arrovellai su quella domanda. NON LO SA. Lascia andare un sospiro di sollievo, continuai a fissare il suo bel viso, stupito che quella fosse la stessa persona che aveva rivelato la mia vita. Ma poi, era davvero lui? Un posto vuoto attirò il mio sguardo, mi sedetti, tirai fuori il telefono è cercavi io suo nome.     Sarà divertente...se è lui. Derek: i tuoi capelli sono lunghi o corti? Era la cosa più innocua a cui riuscii a pensare. Immaginai che,se avessi iniziato raccontandogli cosa avevo immaginato quella mattina nella doccia, non avrebbe più risposto. Lo vidi digitare qualcosa e poi il mio telefono vibrò. Mieczyslaw: hai preferenze? Si, era proprio lui. Derek: lunghi. Adoro i ragazzi con i capelli abbastanza lunghi da poter stringere tra le dita. ________________________Mieczyslaw Non potevo guardare nella sua direzione, ma mi accorsi che fissando fuori dal finestrino riuscivo a vedere il suo riflesso. Lui alzò il capo e getto un occhiata verso di me prima di riabbassare lo sguardo sul proprio telefono. Mieczyslaw:Corti. Cortissimi, quasi rasi.                   Bugiardo. Dopo aver mandato il messaggio, un sorrisetto furbo gli apparve sulle labbra. Ora ti sistemo io. Derek: È un vero peccato. Ieri ho avuto una fantasia ricorrente per tutto il giorno. Avevi  dei capelli abbastanza lunghi e setosi da immergervi le mie dita dentro e la tua bocca... ________________________Derek______________________________ Ebbi un fremito nel vedere scomparire il suo suo sorrisetto. Le sue labbra si schiusero,ed ero sicuro che se mi fossi trovato abbastanza vicino avrei udito il suo respiro agitato. Mieczyslaw: scusa. Non posso farlo. Ho ricevuto Delle precise istruzioni che mi impediscono di fare attività orale per un po'.    MA CHE CAZZO..... Derek: di chi? Mieczyslaw:" da chi" sarebbe più corretto. Derek:Mi dai lezioni di grammatica un ragazzo che manda foto porno agli sconosciuti. Mieczyslaw: non mando foto porno agli sconosciuti. E tu mi hai fatto incazzare. Derek: se questo è il risultato, ho in programma di farti incazzare di nuovo. Spesso. __________________________Derek_________________________ Lui fissò fuori dal finestrino per un po'. Eravamo vicini alla mia fermata. Quel ragazzo riusciva ad entrarmi sotto la pelle,e sapevo che non sarei stato in grado di concentrarmi sulla riunione delle otto, col suo commento riguardo all' attività orale lasciato in sospeso. Quindi cedetti. Derek: da chi? Mieczyslaw: Isaac.                       Cazzo Avevo dato tutto per scontato. E lui era etero, o gay? Derek: sei gay? Il suo telefono vibrò. Un vero, bellissimo sorriso si dipinse sul suo viso. Non uno di quei sorrisi di gesso, che la maggior parte delle persone sembravano perfezionare allo specchio. No. Mieczyslaw Stilinski aveva un sorriso sincero. Il mio telefono si illuminò con l'arrivo di un nuovo messaggio. Per fortuna distolse la mia attenzione dal fissarla prima di venire beccato. Mieczyslaw: Lol. Lo chiedi solo ora? ______________________Mieczyslaw_________________________ Non potei fare a meno di sollevare gli occhi al cielo e rotearli frustrato. Stavo per rispondere quando giunse un suo nuovo messaggio. Mieczyslaw: Si.Sono gay. Derek: Isaac e il tuo compagno? Mieczyslaw: No. Isaac mi ha fatto un piercing alla lingua due giorni fa. Perciò ho l' assoluto divieto di praticare attività orale finché la lingua non avrà avuto il tempo di guarire . __________________Derek_____________________________________                 CAZZO Chiusi gli occhi nel tentativo di calmarmi, ma rese soltanto le cose peggiori. Un' immagine del suo dolce visino  ,con quella perfida lingua col piercing che scendeva sul mio uccello mi fece aprire di nuovo gli occhi di colpo. Del tutto distratto,a malapena riuscii a precipitarmi fuori dal treno prima che la porta si richiudesse  . Come diamine avrei fatto a portare a termine qualcosa quel giorno, con quel nuovo frammento di informazione?.

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Capitolo 6
*** Cap 4 ***


---------------------------Mieczyslaw------------------------------------------- Stare vicino a Derek J.Hale mi portava di nuovo ai tempi del liceo, quando diventavo nervoso se solo lui mi guardava. C'era una chimica naturale impossibile da reprimere. Così come con  Jason - l'ultimo ragazzo carino col quale ero uscito. Quando avevo preso il treno quella mattina , non ero affatto preparato a ritrovarmi faccia a faccia con DEREK. L'unica cosa positiva era che non avevo fatto trapelare lo shock  dall' espressione del mio viso. Derek non aveva idea di chi fossi , e pianificavo di lasciare le cose in quel modo. Soprattutto dopo aver rivisto lei. Lei, che se pur per poco, ho amato come un altra madre. Il mio cellulare vibrò. Decisi di usarlo come distrazione. Ricordare gli errori del passato, mi deriva solamente il cuore,e l' anima. Derek: come va la tua lingua? Mieczyslaw: meglio. Il gonfiore è diminuito. Derek: sono stato preoccupato tutto il giorno,per questo. Mieczyslaw: ma davvero?. Sorrisi . La conversione con quel bellissimo pervenuto aveva buone probabilità di essere la cosa più eccitante della giornata. Derek: cosa stai facendo adesso, Mieczyslaw?. Nel leggere il messaggio sentii la sua voce roca e sexy pronunciare quella domanda a un mio orecchio. Contemporaneamente un senso di colpa mi colse in pieni. Ma decisi di ignorarla, e di godermi quei brevi momenti che ancora mi era concesso trascorrere con lui, anche se solo per telefono. E poi, il mio corpo,e il mio cuore erano cotti di quell' uomo. Mieczyslaw: in realtà , sono a un appuntamento. Non era una bugia. Hmmmmmm...una mezza verità? Di sicuro non potevo dirgli che " l' appuntamento" era un appostamento con una chimera risorta dall' inferno per metà lupo,e metà coyote. Il mio telefono rimase mutuo per un bel po'. Iniziavo a pensare che fosse finita così. Ma poi vibrò di nuovo. Derek: presumo non stia andando bene, dato che mi stai mandando dei messaggi. In effetti,mi annoiavo Theo russava sul sedile del pick-up . Mentre io controllavo il vicolo nella speranza che quei wendigo  apparissero. Ma non  era accaduro  nulla. E se nella testa continuavo a ripetermi che non fosse possibile. Il mio istinto gridava di avviare il pick-up e di sloggiare prima che accada qualcosa di brutto. Ma non lo feci, non potevo. Forse ci avevano scoperto. Mieczyslaw: presumi bene. Derek: qual'è il suo nome? Mieczyslaw: perché lo vuoi sapere? Derek: così posso dare un nome al tizio per cui provo un' improvvisa avversione. Sorrisi di nuovo a quel maledetto telefono. Mieczyslaw: Theo. Derek: è un idiota Mieczyslaw:e lo sai dal  nome? Derek:  dal nome si comprendono molte cose  . Ma .No. Lo so perché stai mandando messaggi a un altro uomo durante il suo appuntamento. In teoria, non aveva tutti i torti. Mieczyslaw:Ah sì? Davvero? e il mio nome cosa ti dice di me. immagino che se fossi stato con te non avrei messaggiato con nessuno. Derek:Che sei un tipo particolare. UNICO. se fossi stato con me,non ti sarebbe importato del tuo cellulare. Mieczyslaw: Ah, è così? Derek: direi proprio di sì. Stranamente ero d'accordo con lui. Ed ero conscio che non avrei dovuto distrarmi a un appostamento. Anche perché erano due giorni che il povero Theo seguiva quella traccia. Non potevo buttare tutto a puttane solo per il mio egoismo. Ma...il mio cuore è pur sempre... umano,e non volevo lasciarlo andare. Non dopo..... Quindi decisi di essere egoista e di condividere con lui la mia giornata, certo, non l'appostamento. Mieczyslaw: mi ha portato a un funerale. Effettivamente tutto aveva avuto inizio al  funerale della povera signora Bennet, una vedova di quasi 90 anni trovata a brandelli nel suo appartamento. Derek: per il vostro appuntamento? Mieczyslaw: Già. Derek: spero che tu mi stai scrivendo mentre cammini verso la metro più vicina. Mieczyslaw: il funerale è a long Island. Sono costretto a stare con lui fino alla fine del nostro incontro. Il funerale si era svolto a long Island. Solo che loro non erano più lì. Derek: c'è qualcos'altro in programma oltre il funerale? Mieczyslaw: Si. Dopo mi porta al lavoro. Derek: puoi ripetete? Mieczyslaw: LOL. Derek: dove sei? Vengo a prenderti. Bè,non era ...carino da parte di Mr  lupo acido? Mieczyslaw: grazie,ma non serve. Dopo quello smise di scrivermi. Un po' mi dispiaceva. Ma ció mi permise di notare dei movimenti nel vicolo. Scossi Theo svegliando. Da lì, le cose andarono solo peggio. Da lì, inizió l'inferno .

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Capitolo 7
*** Cap 5 ***


____________________DEREK_________________________________ Ero furioso. Un funerale. Come si può? Che genere di idiota decelebrato porta una persona a un appuntamento ad un funerale? Ma soprattutto ero arrabbiato con quel ragazzo . Gli avevo dato l'opportunità di scivolare via da quella situazione. Ma lui NO. Stupido Stiles. La mia bocca preventivo vita propria lasciando scivolare quel nome sulle labbra come una seta preziosa. STILES...... STILES..... Ma chi o cosa è uno Stiles? Non conosco nessuno con quel ...... nome? ________________Mieczyslaw_______________________ L' aria si tinse di rosso. Inizialmente non compresi. Schizzi rossi, mi colpí in pieno viso. Mi ci volle qualche attimo per comprendere che quella sostanza viscida e ferrosa è sangue. Il sangue di THEO. Quella non era la prima volta che accadeva. E come alloro, ne rimasi per qualche istante sconvolto, per poi riprendermi e tenere di reagire Le portiere del pick-up vengono strappate via dai cardini, contemporaneamente venimmo trascinati via da mani artigliate . Non riuscivo più a vendere Theo. Era svenuto? Era morto? Speravo con tutto me stesso che fosse solo privo di sensi. Mentre tentavo di divincolarmi da quella presa, con l'unico risultato di far lacerare la mia carne e i vestiti da quegli artigli. In un attimo di lucidità compresi che in quel frangente ero dolorosamente inutile. Se con noi ci fossero stati Scott,Isaac, o Malia forse tutto ciò non sarebbe accaduto. Nella disperazione, morsi il braccio di quell'essere con tutte le mie forze. Sentii la carne sotto i miei denti cedere per poi lacerarsi,e la bocca che mi si riempiva di sangue. Il suo sangue. Poi un ruggito di dolore. Speravo che fosse per opera mia. Poi accadde tutto in un istante, ed era come se quello che accadeva , non lo stessi subendo io, ma un altro. Un' altra persona. Un altro corpo. Corpo che fu lanciato via impattando conto una di quelle luride pareti del vicolo. Un dolore lancinante attraverso per intero quel povero corpo, che in un istante venne nuovamente sovrastato da quella creatura che di umano oramai non aveva più nulla. Tantomeno l' aspetto. Fu sentire il mio stesso sangue bruciare nelle vene , che mi riportò alla realtà. E allora li vidi. Vidi gli artigli conficcati nella mia tenera carne. Ma ciò che mi raggelo', fu il suo ghigno. Non ero di fronte a un animale che reagisce accecato dal dolore, o che lo fa per fame. NO Lui era perfettamente conscio di ciò che voleva. Lui bramava la mia fine. Sentivo le ossa del mio cranio , scricchiolare sotto la sua presa. Il dolore era insopportabile. Le immagini lentamente si scurivano . Poi il buio . La fine del dolore. L'ultima cosa che percepii come un eco del passato furono ululati e ringhi. Percepii un branco . Un branco potente. _________________________THEO______________________ Eravamo morti. Unica verità. L' unica sicurezza che avevo in quel momento. Ed era solo colpa mia. Avevo condannato entrambi. Ci, mi avevano colto di sorpresa. Eppure tutti i miei sensi erano vigili . Avevo sentito il cuore di Stiles perdere un battito, o galoppare impazzito mentre messaggio a credendo che dormissi. Eppure nulla mi aveva fatto intuire che da lì a pochi minuti si sarebbe scatenata la fine del mondo. ______________________Mieczyslaw_________________________ Era un incubo. O l'inferno. Anche se non credo che all' inferno esistano letti così morbidi. Ma non c'era altra spiegazione. Altrimenti perché una chimera , e due nati lupo mi stavano osservando dall'alto. «Questa volta ho tenuto che ti avrei perso.» Avrei voluto sarcasticamente dirgli che non Theo, non bastavano 4 cuccioli spellachiati per sbarazzarsi di me'. Ma ogni singola fibra del mio corpo duoleva. Ed era Anche per questo che il mio cervello non aveva registrato quel piccolo, piccolissimo dettaglio che occupava l'intera camera di albergo, e che avevo avuto tutto il tempo sotto gli occhi. «Dove siamo?, Cosa è accaduto?.» «È accaduto che Stiles, » (e in quel Stiles c'era tutto il suo disappunto. Era proprio un vizio di famiglia) «i cattivi sono morti. E i buoni vivi...e ragazzino. Fammi un altro scherzo di questo genere, e te ne farò pentire amaramente.» «Peter!» Per lo meno questa volta quel rimprovero celato, non era diretto a me. E in quel momento il mio cervello inizio a funzionare nuovamente. In quella camera con me e Theo c'erano Peter Hale e.... .....Talia Hale. Talia, la madre di Derek. «Stiles dobbiamo parlare.» L'ultima volta che quelle labbra avevano pronunciato la stessa frase. Il mio cuore ne era rimasto bruciato. _____________________________Derek_______________________ Fui di pessimo umore per tutta la settimana. A pensarci bene,la mia rabbia aveva iniziato a farsi sentire da quando il ragazzo col corpo del demonio e la faccia d'angelo aveva preferito restate a un appuntamento nel quale uno stronzo l'aveva portato a un funerale, piuttosto che farsi venire a prendere da me. Se non avessi avuto un' altra riunione quella mattina sarei rimasto su quel treno e gli avrei detto esattamente chi ero. Ero... praticamente uno Stalker... cazzo. E quello mi faceva incazzare ancora di più. Vada al inferno lui è il suo appuntamento. ___________________________Mieczyslaw__________________ Ero rimasto in silenzio. Avrei voluto urlare, imprecare. Ma non lo avevo fatto. Nonostante non avessi voluto sentire nulla di ciò che aveva da dirmi. L'avevo ascoltata senza interrompere il suo discorso. Sapevo che neanche per lei era stata una cosa semplice. Anche lei aveva " perso" chi amava. ,........................................................................................................................... Ringraziamo di cuore tutti quelli che sono passati a dare un'occhiata a questa storia. A quelli che l' hanno aggiunto tra le preferite, da ricordare,e da seguire. Grazie mille volte grazie.

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Capitolo 8
*** Cap 6 ***


___________'_______""__Mieczyslaw__________________________ Non c'è mai stata una ex sociopsicopatica ... Vero? Stiles . E di mio nipote che stai parlando. Certo che c'è una ex fuori di testa. Lui le attira come il miele con le api. Vidi Talia roteare gli occhi esasperata. «Stiles...» La mia attenzione era stata reclamata da Theo. «Stiles. La scelta spetta solo a te.» Mi sentivo sottopressione. Mi sentivo mancare l'ossigeno. Era come prima di un attacco di panico Ma quando le mie labbra si mossero, non fu in cerca di ossigeno. «Lo amo...lo amo Theo. E lo rivoglio nella mia vita . Lo rivoglio al mio fianco. Ma... Ho paura Ho paura che una volta tornatagli la memoria, non mi voglia più. Temo che mi odi.» Sentivo le lacrime premere per uscire. Serrai gli occhi per impedirlo. Fui avvolto in un abbraccio caldo e protettivo. Un abbraccio materno. Talia Hale mi cullava tra le sue braccia. Mi sentivo uno studio in quella situazione, ma non volevo abbandonare qual porto sicuro, e le sue parole mi accarezzarono l' anima. «Non potrà mai accadere. Lui ti ama. Anche non rammentandosi di te, ti ha cercato in ogni persona che ha sfiorato il suo cammino, cercandoti in ognuno di loro. Non tenere sistemeremo tutto. Siamo una famiglia Stiles.»                      --------------------------  DEREK-------------------------------------------------------- Era pomeriggio quando il cellulare vibrò, e sullo schermo apparve una nuova foto Delle gambe di Mieczyslaw. Dopo due settimane di silenzio, e di messaggi senza risposta, mi manda la foto Delle sue gambe. Avrei voluto ignorarlo, ma, lui era il mio punto debole. Non riuscivo a resistergli. Derek: mostrarmi di più. Mieczyslaw: È tutto quello che avrei. Derek: sei un furbetto. Aprile per me. Mieczyslaw: neanche per sogno. Derek: di colpo ti sei ricordato di avere una morale? Mieczyslaw:ho i miei limiti, e mostrare il mio intimo è decisamente un limite da non oltrepassare. Derek: invece io non ho limiti a quanto duro mi potrebbe diventare. Infatti il solo immaginarlo mi sta causando dei problemi proprio adesso. Mieczyslaw: Pervertito. Non sei al lavoro? Derek: Sai che sono al lavoro. Perché alla mi hai mandato la foto Delle tue gambe? Stai cercando di farmi arrabbiare? Mieczyslaw: Non ci vuole molto. Derek: Okay. Non mi mostrerai nulla... almeno fammi sentire la tua voce. Mieczyslaw: hai già sentito la mia voce prima. Derek: Si, ma eri ostile. Voglio sentire come sei da eccitato. Mieczyslaw: E come fai a sapere che sono eccitato? Derek: riesco a percepirlo. Mieczyslaw: ah, davvero? Derek: già. Il mio telefono inizió a vibrare. Mieczyslaw. Parlai con un tono intenzionalmente basso e seducente. «ciao , piccolo» «Non chiamarmi "piccolo"» Soltanto il suono della sua voce mi fece tremare dall' eccitazione. «Voglio vederti. Ho bisogno di sapere che aspetto hai» Avevo bisogno di rivederlo. Di baciare, e accarezzare ogni lembo della sua pelle. Di scoprire dove celasse altri nei. Avevo bisogno che lui vedesse me. «Non credo sia una buona idea» « Perché no?» « non credo siamo giusti l'uno per l'altro. Non sono il tuo tipo» " Ho paura... Ho paura.. ho paura di perderti" Alzai un sopracciglio e chiesi: « e quale sarebbe il mio tipo esattamente?» «Non lo so...un ricco snob? Uno che si prosta a un borioso come te» " IO.IO.IO. Non credermi. Sono io quel giusto per te"   Risi. « Un borioso, eh?» « Si. Pensi di poter sovrastare gli altri» « c'è una sola persona su cui vorrei stare sopra, Mieczyslaw. TU.» « Non stavi lavorando?» « E tú Mieczyslaw, cos fai per vivere?» « Cosa credi che faccia?» " Sai sono un mercenario che è appena scampato a un gruppo di Wendigo grazie a tuo zio e a tua madre entrambi tornati in vita almeno una volta" « È una domanda a trabocchetto?» Mi grattai il mento  e misi i piedi sulla scrivania. « Basandomi su quel poco che conosco di te - un magnifico fondoschiena, e Delle stupende gambe- direi che fai il cubista in qualche club buio e fumoso» «bé, hai indovinato la parte buia e fumosa, perché il mio ufficio e è tetro. Lavoro per una rubrica . È un lavoro noioso, ma paga le bollette». "Santa Lydia che nove anni fa , ha creato quella rubrica come copertura per il branco" «in realtà sembra molto intrigante. Di che tratta?» « Non sono sicuro che dovrei dirtelo potresti cercare di Stalkerarmi al lavoro» « Non sarebbe ironico? Non ricordi cosa hai fatto tu?» «Si chiama chiedi a Lydia. E  una rubrica di consigli» «mi sembra di conoscerla» «Esiste da pochi anni, ma è molto famosa»             Giusto.la legge Cora «Mia sorella segue quella rubrica. Di cosa ti occupi?» " Già, di cosa mi occupo?" « Valuto e rispondo ad alcune delle richieste che arrivano sul sito web, sono l' assistente di Lydia» Risi. « e così tu dai consigli alle persone?» « perché, è tanto difficile da credere?» « Ho bisogno di un consiglio anch'io» «okay...» «come faccio a convincerti a vedermi?» «fidati, a volte è meglio lasciare le cose nel mistero» " Dio. Lo voglio anch'io... Ma come faccio?" « perché» «vuoi solo scoparmi» «non per fare lo stronzo, ma posso ottenere e culo quando voglio, e quasi da tutti. Non si tratta di quello» «allora cos'è?» «Non lo so esattamente . Avvolte e come se sentissi che tu sei una parte di me. Ed è ridicolo. Fino a non molto tempo fa neanche ti conoscevo. E non riesco a capire il perché, ma voglio scoprirlo. Stiles io voglio teneri con mé» « devo andare» «É per qualcosa che ho detto?» « devo andare e basta» «va bene, allora.Quando parleremo di nuovo?» «Non lo so» "Presto amore mio" «Derek?» «si» «chiamami Stiles» Mieczyslaw Stilinski, Stiles, mi aveva riattaccato il telefono in faccia.                   Maledizione //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Ringraziamo chiunque sia passato a dare un'occhiata, a chi ha inserito la storia tra da seguire,ricordare, e preferite. Forse 😅 dovevamo specificarlo prima ma pubblicheremo 2 capitoli per volta finché non saremo in pari con la versione su Wattpad.

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Capitolo 9
*** Cap 7 ***


_________________________ STILES_______________________________ «LAURA!» Quella rediviva di una nata lupo, mi aveva strappato di mano il cellulare, e chiuso la chiamata. « Devi riposare. Farai gli occhi dolci a mio fratello quando vi incontrerete, e lui potrà vederli». « Certo. Dopo che gli avrò ridato la memoria, mi sbranera» «Ti ama. Non ti farà mai del male» «le cose cambiano. E io lo tradito proprio come Kate e Jennifer» « Non sei come loro Stil...» Non gli diedi il tempo di finire la frase «gli hanno rubato una parte di lui. E io gli ho rubato i ricordi e sostituiti con altri nascondendogli il soprannaturale   che è una parte di lui, per non dire che gli ho rubato voi. Quindi non vedo tutta questa differenza tra ciò che ho fatto io, e quello che hanno fatto loro. «Stiles» Per quanto  il mio nome sussurrato dalle sue labbra esplodeva di un infinito affetto, per la seconda volta non le concessi di terminare la frase. « Non ho cambiato idea. Anche se io lo perderò per sempre lui riavrà voi. Ora per favore lasciami solo, vorrei riposare». La vidi tentennare. Sconfitta mi accontento lasciandomi solo con le mie certezze, e i dubbi che mi divoravano.                        _________________   DEREK_______________________________ Sedere di fronte a lui sul treno senza fissarlo in modo sfacciato era una forma d'arte. Come un Ventriloquo che gestiva un pupazzo senza muovere le labbra, in qualche modo dovevo guardarlo senza che lui lo sapesse. Quella mattina in particolare, fu una vera sfida essere discreto, non solo perché lui era maledettamente sexy, o perché non era solo. Ma perché erano  più di quindici giorni che non lo vedevo o sentivo. Ci eravamo scambiati qualche messaggio, ma nulla di che. Temevo che mi fosse scivolato tra le dita. E invece eccolo lì. Con un ragazzo parecchio tatuato, sembrava molto più il suo tipo  rispetto a, me, gli sedeva accanto. Stavano parlando e ridendo, e io volevo spezzargli il collo. Il sangue inizió a pomparmi nelle vene quando il ragazzo con la mascella storta si chinò e lo baciò. Non avrei saputo dire se su una guancia o sulle labbra perché potevo soltanto lanciare Delle occhiate furtive. Poi lui si alzò e scese dal treno, lasciandolo indietro. La gelosia che sin a quel momento stava indugiando sotto la superficie ora era diventata accecante. E così accecante, infatti, che non riflettei neanche quando all' improvviso scrissi un messaggio.             Chi cazzo è quello? Lui sembrò immobilizzarsi prima di guardare lentamente verso di me. La sua pelle già candida impallidì ancora di più. Aveva alzato la testa e incontrato il mio sguardo all'istante. Sapeva chi ero io. "Ha sempre saputo chi fossi?" Ci riflettei ancora un po'. Si era girato verso di me senza alcuna esitazione, come se sapesse esattamente dove guardare. "Ha finito di non sapere chi sono per tutto questo tempo?" Doveva aver cercato la mia foto su internet. Non riuscivo a immaginare come sapesse che ero io, altrimenti, ma ora non aveva più importanza. L' unica cosa rilevante era che adesso mi trovavo faccia a faccia con il ragazzo che si era intrufolato nella mia mente, nel mio cuore è nella mia anima dall' istante in cui aveva aperto  quella sua grande bocca davanti all' interfono. Mi resi conto che anche lui stava assimilando il fatto che anche io conoscevo la sua identità. Di colpo Mieczyslaw (Stiles) si alzò in piedi. Doveva essere la sua fermata. Feci lo stesso, mi avviai all' uscita e aspettai in piedi proprio dietro di lui,il quale fissò il mio riflesso sul vetro delle porte. La mia bocca si curvo in un sorriso compiaciuto. Ero come il lupo cattivo che finalmente aveva acchiappato cappuccetto rosso. bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbnbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb Ringraziamo chiunque sia passato da qui. Chi ha inserito la storia tra le preferite, da ricordare, e da seguire. Per chi non l'avesse letto, come nel capitolo precedente vogliamo specificare che pubblicheremo due capitoli alla volta finché la storia non sarà in pari con quella su Wattpad li questo storia si intitola un perfetto bastardo. Grazie.

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Capitolo 10
*** Cap8 ***


Quando le porte si aprirono, lo seguii fuori, camminando in silenzio accanto a lui. Ci muovemmo entrambi molto lentamente, incerti su dove andare o cosa fare. Quando la fiumana di gente spari sulle scale mobili che portavano al secondo livello, noi due ci ritrovammo quasi da soli sul binario della metro. All' improvviso lo afferrai per la vita, obbligandolo a girarsi e a guardarmi. Mieczyslaw (Stiles) ansimo, e io riuscii a sentire il suo corpo tremare. Anche il mio cuore stava correndo. Ero come un adolescente sul punto di macchiarsi i pantaloni in un completo da tremila dollari. Quando mi mossi lentamente verso Stiles, lui indietreggiò fino a un grosso pilastro di cemento. Io ve lo schiaccia contro e gli presi le guance tra le mani, facendo combaciare le nostre labbra. Il metallo freddo del suo piercing alla lingua contro la mia bollente mi fece fremere. Se non fossimo stati in pubblico, non sarei stato in grado di limitarmi soltanto a baciarlo. Lui mi spinse via da sé e si schiarì la voce. «come sapevi che ero io?». Gli accarezzai il labbro inferiore col pollice. «Non risponderò finché non mi dirai chi era quel tizio che ti stava baciando» «Era solo un bacetto fraterno sulla guancia. È un mio amico, anzi, mio fratello Scott. Ci siamo visti presto questa mattina per fare colazione». «un amco, eh?» « un fratello. Ed è spisatissimo. Anche io suo compagno è un mio caro amico» «allora non c'è nient'altro tra di voi?» «No, ma anche se ci fosse non ti dovrei alcuna spiegazione» Si asciugò la bocca , probabilmente ancora dolorante dopo il mio attacco. « Dai, come sapevi che ero io?» « la piuma sul polso, genio. Il tuo polso tatuato era nella foto, e ti ho identificato. Ti ho osservato per giorno. E , a quanto pare, tu stavi facendo la stessa cosa con me» Non lo negó. «Sono così incredibilmente attratto da te, Mieczyslaw, anzi Stiles. E ora il tuo corpo mi sta' dicendo che provi la stessa cosa per me» «Non ha importanza quanto sia attratto. Sei un essere pericoloso e io devo...» Lo interruppi  divorando nuovamente le sue labbra. «Non hai idea di  quanto sia pericoloso quando voglio una cosa. Non mi fermerò davanti a niente per ottenerla. E in questo momento non c'è nulla che desidero più di te. Ma se mi dirai  con sincerità che non hai  interesse per me, me ne andrò e non sentirai più parlare di me.» «Credimi,so esattamente quanto tu possa essere rompipalle. Sei tu  a non sapere quanto tu possa essere pericoloso». Non compresi ciò che voleva dirmi. Ma non ci diedi peso. «Non puoi negare quello che sta succedendo tra di noi. Può finire solo in un modo» «E cioè?» « Io immerso profondamente dentro di te» « Questo non è possibile». "Non ora" «Sei tutto ciò a cui riesco a pensare. Eri tutto quello a cui riuscivo a pensare persino prima di aver visto il tuo bellissimo viso. Dopo , però, ero spacciato. Gli accarezzai di nuovo la guancia. «passa soltanto un po'di tempo con me» «se ti dicessi che non voglio venire a letto con te, vorresti ancora vedermi?» Chiusi gli occhi per un momento, li riaprii e dissi : « lo rispetterei» «Se vuoi stare con me, allora non ci sarà sesso. Vuoi parlare con me? Benissimo. Vuoi conoscermi? D'accordo. Ma nient'altro. Non ora , e non finché non lo dirò io. È questo ciò che vuoi davvero?» « Voglio tutto, ma mi accontenterò... per ora» «Non ti pentirai della tua scelta?» «NO. Allora... quando?» «ti propongo una cosa: tu verrai a un evento con me e i miei amici, e io farò lo stesso con i tuoi . Se dopo vorrai continuare a vedermi, io ci sto.» Cosa pensava? che passare del tempo con i suoi amici mi avrebbe fatto realizzare che eravamo così diversi da non poter funzionare insieme? O forse era il contrario? Forse lui non si sarebbe trovato a sua agio col mio stile di vita. Era chiaro: sopravalutava quanto me ne fregasse di cosa pensavano le persone. «É del tutto superfluo, ma se ti rende felice lo farò. Quando posso venire a un evento mondano con i tuoi amici?» «Giovedí sera. Scott ed Isaac danno una festa nel loro studio di tatuaggi. È l'anniversario dell' inaugurazione» « Il prossimo venerdì sera . Pink Ribbon Galà al Met. È una raccolta fondi annuale che supporto» « Un gala , eh? Dovrò tingermi le ciocche in modo che si abbini al vestito elegante.» «É un appuntamento?» «Due appuntamenti. É sì.» «Stiles!» «Si?» «Asseconderò questa cosa del niente sesso, ma ricordati le mie parole: quando arriverà il momento, non sarò io a supplicare» Erano trascorse solo poche ore  dalla nostra separazione, e gia mi mancava. Decisi di scrivere a chiedi a Lydia. Cara Lydia, Frequento un ragazzo che ha messo in chiaro di non voler fare sesso con me. Il problema è che non sa cosa si sta perdendo. C'è modo per fargli cambiare idea? — Borioso a Manhattan. Circa un'ora più tardi, trovai un risposta. Ciao borioso, Ho l'impressione che forse stai semplicemente presumendo che tutti vogliono aprire le gambe per te potrebbe essere dannoso in questo momento. Nel frattempo, tu dovresti farti una bella doccia fredda. Sembri averne bisogno. Quella notte dormii meglio di quanto avessi fatto da giorni. ********************,,*,***************************************************************************************** ************************************************ Salve vogliamo ringraziare chiunque sia così generoso da dedicare un po' del proprio tempo a questa storia è a scusarci perché il testo risulta tutto attaccato,ma col cellulare non riusciamo a fare di meglio. Grazie mille.

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Capitolo 11
*** Cap9 ***


Cara Lydia, C'è un ragazzo che non vedo l'ora di vedere ogni giorno sul treno. Stamani non c'era. Credo mi stia intenzionalmente evitando perché non è capace di respingere ancora a lungo la sua attenzione sessuale ed è preoccupato di arrendersi e di lasciarmi fare quello che voglio. Come posso esserne sicuro? -Celibe a Manhattan. Venti minuti più tardi, comparve una risposta nella mia posta in arrivo. Caro Celibe a Manhattan, Datti una calmata. Contrariamente a quello che sembri credere, il mondo non gira intorno a te. Forse questo uomo aveva un appuntamento mattutino col suo migliore amico per organizzare una festa per un certo anniversario. E forse, e ripeto forse, dopo si è recato dal medico per sottoporsi a degli esami per essere sicuro che sia tutto a posto: qualcosa che un Celibe come te dovrebbe apprezzare, se hai previsto l'opportunità di rompere il voto di celibato. Anzi, fatti un giretto dal tuo medico per fare qualche esame. Nella remota possibilità che tu abbia una chance con questo misterioso uomo del treno, vorrai essere preparato. ---------------------------STILES----------------------------------------------------------+-- Evitare Derek era stato davvero difficile, ma aveva dovuto fare un passo indietro per il mio bene. Ogni minimo contatto avrebbe potuto spingermi oltre il limite. Era già abbastanza nocivi pensare a lui tutto il giorno. Tra poche ore avrebbe ricordo tutto. Ed io ero sicuro che l'avrei perso per sempre. Versai il successo d'arancia e rum nella ciotola del punch sopra il tavolo del buffet che avevamo sistemato nel negozio di tatuaggi. Scott stava finendo di tatuare l' ultimo cliente prima di chiudere per la festa. Un bar di fortuna era stato arrangiato nell' angolo e Liam, si sarebbe occupato sia dei drinks sia della musica. Le farfalle mi sciamavano nello stomaco al pensiero che Derek riscontrasse il branco. Dopo aver controllato per l'ennesima volta il telefono, notai che Derek aveva cinque minuti di ritardo. La gente stava iniziando ad arrivare , ma io riuscivo a pensare soltanto a lui. Poi , il mio cuore inizio a battere fuori controllo alla vista del ragazzo sulla porta. Oh.Mio.Dio Non indossava il solito completo. Sembrava il vecchio DEREK. Il "bad boy" di un tempo. Indossava una T-shirt nera aderente che sottolineava ogni singolo muscolo, lasciando poco o nulla all' immaginazione. Dei jeans scuri inlegalmente attillati, e il giubbetto di pelle nera, che per un istante mi era parso quello che indossava nel bosco la prima volta che io e Scott lo incontrammo. Quello con le maniche troppo lunghe per far sì che quel ragazzo fosse un vero bad sourwolf . E poi indossava gli immancabili occhiali da fighetto, che tanto odiavo dato che mi nascondevano quelle pietre preziose. Rimasi incantato e perso nel tempo, tanto, da non rendermi conto che si era avvicinato. Derek mi attirò in un semplice abbraccio,e mi avvicino le labbra al collo. « Mi sei mancato tanto, Stiles » Il suono teso Delle sue parole fu abbastanza per sopraffarmi. Lui prese alcune ciocche colorate, e le tirò delicatamente, sussurrando mi a un orecchio in tono seducente: «viola, eh?» Mi schiarì la voce «Si» «Mi hai detto che il rosso significa rabbia. Cosa significa il viola?» «come mai gli occhiali?» «rispindimi, prima» «il viola significa confusione, o un dilemma» Lui sogghignò «capisco» «allora, perché gli occhiali?» «a essere sincero , non ho dormito bene. Ero preoccupato per te, ma ho cercato di darti spazio. Quando non dormo abbastanza, mi escono dalle tremende occhiaie.» Restammo lì a fissarci per quasi un minuto intero prima che Isaac interrompesse il nostro momento. «Bè, lui deve essere il tuo Sourwolf» Merda Derek spalancò gli occhi mentre gli offrì la mano, poi mi guardò con un espressione divertia. «immagino che la mia reputazione mi abbia preceduto» Io fulminai il ricciolino con lo sguardo, lui mi baciò la guancia ci fare giocoso per poi sussurrarmi ad un orecchio: « Scusa. Ma proprio non sono riuscito a resistere. Era l'unica occasione di chiamarlo in quel modo senza rischiare di essere sbranato» Detto ciò, si allontanò incurante dello sguardo trucidatore del suo ex Alpha. DEREK mi fece scorrere una mano lungo la schiena, provocandomi una scarica di fremiti. Sarebbe stata una lunga serata. Dopo aver" presentato" DEREK a Liam e a qualche altro membro del branco, lo potrai a conoscere Scott. Con una sigaretta che penzolava da un angolo della bocca, il true Alpha pose a Derek la mano. « Mr. gran Sourwolf...come butta?» Io e Derek alzammo gli occhi al cielo all' unisono. «tutto bene. Tu devi essere Scott» «Non so se Stiles te lo ha detto, ma è come un fratello. É mio fratello. É, dato che lui non ha un fratello di sangue, significa che se gli farai del male dovrò essere io a prenderti a calcio nel culo. Giusto per mettere subito le cose in chiaro» Derek annuì lentamente, comprensivo. «apprezzo che tu lo protegga» «sono lieto che abbiamo chiarito» Scott rise sotto i baffi. Quello più o meno era stato lo stesso discorso di quando aveva scoperto di noi due. Di quando DEREK ancora si ricordava di noi. «Ti chiederei se vuoi un tatuaggio offerto dalla casa visto che sei qui» «Sono attratto solo da certi tatuaggi» DEREK mi fece l'occhiolino, poi si grattò il mento, come se stesse riflettendo su qualcosa. « In realtà , poteri essere interessato.li correggi anche tatuaggi?» «Si. Cosa ti serve?» «Ne ho uno che non voglio più. É stato utile errore e virtù coprirlo, farlo diventare qualcos'altro» La mia mente corse alla trischea sulla schiena. «Fammi dare un occhiata» Scott agitò una mano , invitandoci a seguirlo. Avevo gli occhi incollati al sedere di Derek , bellissimo in quei jeans. Le mie mani bramavano di strizzarlo. Chissà come avrebbe reagito se lo avessi fatto. Nello studio , il mio respiro accelleró mentre Derek si sfilava lentamente la maglia da sopra la testa, scompigliadosi i capelli. Era la prima volta da anni che vedevo il suo torace nudo. Aveva ancora un fisico stupendo, di sicuro continuava con gli allenamenti. Non riuscivo a staccare gli occhi dalla sua tartarugha, la pelle cosi liscia e abbronzata. Mi prudevano le mani dal bisogno disperato di toccarlo. Mi soffermai sulla sottile linea di peli che portava sin dentro i jeans prima che il mio sguardo risalisse: ecco il tatuaggio, sopra il fianco sinistro. Socchiusi gli occhi. Era un nome, scritto in corsivo: Genevieve Il mio cuore perse un battito. Ingoiando la gelosia, decisi di non rivolgere la domanda che invece morivo dalla voglia di fare. Chi diavolo è Genevieve?

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Capitolo 12
*** Cap 10 ***


Sapevo di non averne diritto. Ma ero geloso. GELOSO che ci fosse una donna, là fuori, che aveva significato davvero qualcosa per lui - significato abbastanza da marchiare il proprio corpo in modo permanente col suo nome. Scott mi guardò, avvertendo il mio disagio, poi si rivolse a Derek « chi è Genevieve?». Lui mi guardò quando rispose «È la mia ex. Come ho detto è stato un errore». La sua espressione mancava di qualsiasi traccia di umorismo, e questo mi rese ancora più curioso. * * * Io me ne rimasi lì, silenzioso, ascoltando il rumore dell' ago. Derek, di tanto in tanto, mi rivolgeva lo sguardo. Ma io non riuscivo a non pensare a quel nome, a Genovieve. Scott colorò e sfumò talmente bene che, alla fine, la scritta sembrò non essere mai stata, Scott applicò una garza pulita sul disegno e gli diede le istruzioni per gli accorgimenti da tenere nei giorni successivi, anche se tra poco sarebbe stato inutile. «Grazie,amico. Quanto ti devo?» Scott alzò le mani «È un omaggio della casa» «Insisto» «Prenditi soltanto cura di mio fratello in ogni caso, e tutto quello che voglio da te. Nient'altro» Derek mi guardò. «Posso farlo». Con una mano sulla schiena, DEREK, mi condusse verso la porta è più di nuovo nella stanza principale.Mi colse un senso di possesso, un campanello d'allarme: ero troppo coinvolto, destinato a rimanere ferito, da chi involontariamente avevo ferito, o lo avrei fatto molto presto, bel casino. «Sei pensieroso, Stiles. Dimmi cosa ti passa per la testa» «torno subito» dissi, e senza rispondere alla sua domanda, mi avviai verso il retro. Prima di riuscire a "scappare" abbastanza lontano sentii una mano afferrarmi saldamente in vita. Poi Derek  mi trascinò nello studio di Scott e chiuse la porta facendomici appoggiare conto con le sue braccia che mi intrappolano da entrambi i lati . «Credi di essere l'unico confuso da quello che sta succedendo tra noi? » ,gemette. Rimasi in silenzio, tentano di riprendere fiato. Dio, quanto odiavo il mio corpo traditore. Fortunatamente, era buio, e lui non cerco di accedere la luce. Vedevo a malapena. Riuscivo solo a sentire il suo petto contro il mio è il suo fiato  conto le mie labbra quando «Mi stai facendo diventare pazzo» Appoggio il naso sul mio collo e mi pose la mano sopra il cuore. Mi tirò vicino, ancora più vicino,a sé. « Dio, ascoltata il tuo battito. Tu mi vuoi. Riesco a sentirlo. Ma sei così maledettamente spaventato da me. Perché?» Distolsi lo sguardo dal suo. Lui sospirò,e spostandosi, mi prese le guance fra le mani. «Parlami. Per favore. Cos'è successo?» « Ho soltanto paura» «Di mè?» « che alla fine non mi vorrei più» «Non accadrà mai» «ti ho ferito, e sto per spezzarti il cuore» «impossibile» «ti sei legato a Genevieve?» Preso in contropiede dal mio cambio di argomento, Derek rimase per un attimo spiazzato, ma fu solo un istante. «Si» disse sinceramente Il mio cuore andò in frantumi, per poi  battere all' impazzita. «Quanto sei stato con lei?» «un anno e mezzo» «capisco» Quando abbassai lo sguardo, lui mi mise la mano  sotto il mento e mi sollevò il viso per incontrare i suoi occhi nell' oscurità. «Cosa vuoi sapere , Stiles? Chiedimi» « Cos'è successo tra voi?» «Genevieve venne a lavorare con me come broker. Facevamo sul serio...O almeno così pensavo. Comunque, per farla breve le chiesi di sposarmi, lei mi disse di sì, ma dopo qualche giorno la trovai a letto con Marcus Gainseworth, uno dei miei migliori amici. Non era possibile. Nuovamente tradito da chi in teoria avrebbe dovuto amarlo. Mi sentii morire dentro consapevole che età stato solo colpa mia se lui aveva dovuto subire questo nuovo tradimento. Ma forse la vera coltellata al cuore giunse qualche attimo dopo, quando compresi che le aveva chiesto di trascorrere la vita insieme come una vera coppia con tutte le carte in regola. «E terribile. Non so neanche cosa dire. Mi dispiace» «Non dispiacerti . Non era destino che andasse avanti» «lo so, ma...» « Sono qui con te, no?, E non voglio che finisca» "Neanche io" Quello era troppo. Non potevo più aspettare. Derek Hale doveva riacquistare i suoi ricordi e per questo dalle mie labbra scivolò fuori un unico sussurro «Talia»

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Capitolo 13
*** Cap 11 ***


«Talia» Derek indietreggiò di qualche passo, e io, ne approfittai per scansarmi permettendo così all' uscio di aprirsi.  __________________    DEREK___________________________ Fu un sussurro appena udibile, ma per me quel nome era inconfondibile. Sale su una ferita ancora aperta. Era colpa mia se mia madre parte della mia famiglia non esisteva più. Poi il modo in cui quel nome era scivolato dalle sue labbra,era stato un richiamare a se una persona. Quando l'uscio si aprì,mi mancò il respiro. Era uno scherzo macabro. Non c'erano altri parole... Solo un totale stato di incredulità,e confusione mi colse. Se non avessi saputo che era impossibile, avrei creduto di avere di fronte a me mia madre. Rivolsi gli occhi verso Stiles tentando di incatenare i nostri sguardi,ma lui abbasso il capo con fare colpevole sfuggendomi. «Derek!» Quella voce era stato un richiamo dal passato. Quella era la voce di mia madre. Rivolsi nuovamente lo sguardo verso di lei. É accadde tutto in pochi frammenti di attimi. Lei si era mossa a una velocità innaturale. Mi aveva stretto a se in un abbraccio di mamma inondandomi col suo buon odore. «Il mio bambino. Non sai quanto mi sei mancato» «Sei davvero tu... mamma?» «Si, amore mio» «Com'è possibile?» « io...io...» «Non siamo mai stati lontani, anche se non potevi vederci» « Mamma» Mi lasciai cullare da quelle sensazioni. In quel momento non mi interessava nulla, ne il come, ne il perché. Poi la stretta si fece più forte,e sentii una fitta al collo. Tentai di divincolarmi, ma lei, la mia mamma era troppo forte,e mi sembrò di cadere in una nebbia che pian piano si trasformava in immagini che poi mutavano in ricordi. Rammento Villa Hale La radura dove giocavo con le mie sorelle. I giorni felici e spensierati. Poi cambiò tutto. Paige,la mia Paige. Kate. Il fuoco. I cacciatori. Newyork. Li credetti di aver  trovato un minimo di equilibrio per poi mutare nuovamente. La scomparsa di Laura. Scott. L'Alpha. Stiles. Gli argent. Jerard. Kate. Jackson. Il kanima. Il ritiro di Peter. Isaac. Erika. Void. Il branco di Alpha. Cora. Il darack. Jennifer. I sacrifici umani ai quali proprio non credevo. La scomparsa dei miei due beta Erika e Void. Il sacrificio di Scott, Allison,e Stiles. Braeben. Malia. Il noghizune. La caccia all' desert Wolf. La monroo. É poi li vidi. Vidi Stiles. Nel bosco con Scott. Alla clinica con Deaton. In piscina mentre mi chiedeva fiducia. La prima persona che ho visto risvegliandomi in Messico. La prima volta che lo baciato. La prima volta che ho capito di amarlo. La prima volta che si è donato a me. Il ritorno della mia famiglia, o almeno parte, e dei " miei" beta. Ed era stato Stiles a restituirmeli, non sapevo come, ma quel ragazzo logorroico mi aveva ridato parte della mia anima e questo mi aveva portato ad amarlo ancora di più. Una nuova fitta al collo mi aveva riportato al presente. Ora ricordavo. Ricordavo tutto. Due furono le emozioni che mi colsero. 😍 Amore nel sapere che non ero più solo, e 😤 rabbia verso STILES. Volevo sapere perché mi aveva tradito. Perché mi aveva sottratto tutto quello per cui vivevo, compreso lui. Mia madre doveva aver compreso le mie intenzioni, e tentò di trattenermi, ma io  gentilmente sciolsi l'abbraccio con cui mi incatenava a se, e mi diressi verso la camera nella quale ero sicuro di fosse rifugiato. Giunto dinanzi alla porta ero pronto a scardinarla nel caso in cui fosse chiusa, quando la voce di mia sorella Laura mi attraverso  il cuore. «Stiles non puoi farlo» «Laura ne abbiamo gia parlato. Lui mi odia» «Derek non potrà maio odiarti» «gli ho rubato tutto l'amore  che merita» «lo hai protetto» «se io non...» «No! Stiles non è così» «Sono un errore. Un abominio.» «Stiles ne abbiamo discusso per anni, non è vero» «Non sono diverso da Kate» «Stiles...» Il tono di mia sorella ora era stanco. Stanca di tentare di convincere un ragazzo testardo che non fosse colpa sua. "Ma era colpa di STILES!!?" «Stiles,non hai scelto tu la tua natura» "Quale natura??? Stiles è un essere umano,...o no?." « loro cacciavano m'è, non lui. Sarei dovuto sparire io  dalla sua vita per tenerlo al sicuro, non strappargli tutti i suoi cari» «Stiles, non puoi sparire cosi, gli devi una spiegazione» «Quella la otterrà da Scott» «Non è lo stesso, e lo sai. E poi quale verità gli dirà? La nostra, o la tua?» « Una verità» «sai che non riuscirai ad allontanarlo de te, e prima o poi...» «Laura.Lo amo. Lo sai.» «Ma?» «Nessun ma» Questo era troppo. Entrai nella camera facendo inluminare gli occhi di blu. Laura afferrò Stiles per un braccio spingendolo alle sue sue spalle colorando gli occhi di rosso. Era un Alpha. «Laura» ringhiai il suo nome. «Derek» ringhio lei. «Lasciaci soli» «NO» «Laura» «NO» Sospirai facendo mutare nuovamente il colore dei miei occhi. «Non lo mangio» «Forse. Ma. Io resto» «Bene» Sospirai nuovamente. « Mostraglielo» Laura guardava me, ma l'ordine era diretto a Stiles. «Laura» Sembrò quasi piagnucolare una protesta. «Fallo, o ti obblighero a farlo io, e sai che non sarà piacevole...per te». Stiles uscì dal suo rifugio, e per la prima volta da quando ero " entrato" nella camera sollevò lo sguardo dal pavimento incrociando i suoi occhi con i miei. E lo fece.      

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Capitolo 14
*** Cap 12 ***


Lo fece. Il caldo miele dei suoi occhi scivolò via, lasciando il posto a un nuovo colore. Non erano Rossi Non erano Gialli Non erano Blu Erano Viola.  Un caldo ed avvolgente viola. Cosa diavolo era. Nuovamente il suo sguardo sfuggí al mio, cosa, che non apprezzai. Ne sentii all'istante la mancanza. Ma soprattutto non mi piacevano le emozioni che emanava. Vergogna Senso di colpa Rabbia,e disgusto. Rabbia, e disgusto verso se stesso E io fui così stupido da lasciarmi sfuggire quelle parole. « Cosa sei? Da quanto sei...sei così?» Stiles. Il mio Stiles indietreggiò ferito. «Sono Mieczyslaw Stilinski. Stiles. Solo e semplicemente Stiles. Lo stesso Stiles di sempre». La rabbia mi invase credendo che si stesse prendendo gioco di me. Se solo avessi ascoltato il suo cuore ferito gli avrei potuto evitare quella nuova ferita. Ma la mia rabbia mi acecava , e fui in un attimo di fianco a lui e dopo averlo afferrato per le spalle iniziai a scuoterlo. « Smettila. E dimmi cosa sei» Gli gridai contro. «Derek!» Il rimprovero di Laura, e la vista dei suoi occhi rossi mi riportò alla ragione. Come scottato lasciai immediatamente la presa su di lui e mi fissai le mani incredulo su ciò che avevo fatto. Stiles punto nuovamente i suoi occhi nei miei, erano spenti, smorti, e sulle sue labbra apparve un sorriso triste. «Sono lo stesso Stiles che hai cacciato dalla tua proprietà. Lo stesso che hai fatto gettare da Erika nel cassetto tra l'immondizia. Lo stesso che ti ha tenuto a galla in una piscina gelata. Lo stesso che ha tenuto in vita tua sorella Cora in quell' ambulanza. Colui che è stato posseduto da una volpe demoniaca». Il mio amore fermò un istante quel fiume di parole per far riempire nuovamente le iridi dei suoi occhi di quel nuovo colore che già inconsapevolmente amavo per poi riprendere « sono sempre stato ciò che vedi. Sono sempre stato così» E fu quell'' ultimo sussurro a infrangere entrambi «Sono sempre stato così... sono sempre stato io, un abominio». Quando mi ripresi del mio ragazzo non c'era più traccia. Si, perché Stiles sarebbe sempre stato il mio ragazzo qualsiasi cosa fosse. Lo avevamo cercato per tutta la notte. Era scomparso. New York l'aveva divorato. Ingurgitato in quella marea umana che non si ferma mai. New York città iperattiva proprio come Stiles. «Finché non lo vorrà lui, non lo troveremo» Si lamentato Scott lasciandosi cadere sul divano del suo studio di tatuaggi. Isaac gli fu accanto in pochi istanti massaggiandosi gli occhi stanchi per poi osservare Derek immobile perso nei suoi pensieri. «Forse Theo e Liam hanno trovato qualche traccia» Sospirò Cora avanzando nella sala seguita da Laura. « Dov'é Derek» Chiese la lupa dagli occhi cremesi. Tutti i presenti si voltarono verso Scott che alzò le spalle non sapendo dove fosse il nato lupo. Ma Derek non era il solo ad essere svanito. «Perché devi guidare tu?» Mi lamentai per l'ennesima volta il minore. Peter roteò gli occhi spingendo sull' accellertore. «É la mia Camaro» Avvolte suo nipote era peggio di un bambino « Era la tua Camaro» « E quando sarebbe accaduto questo passaggio di proprietà?» «Bene. Tieniti la Camaro. Io mi prendo Stiles» Non ottenendo risposta Peter sorrise vittorioso. «Bene. Ora segui il tuo naso» Disse Peter prima di buttarmi fuori dall' auto nel bel mezzo di un parco stracolmo di alberi. Dio quanto non sopportavo quel lupo. Non vedevo, ne sentivo l' odore di Stiles da nessuna parte. Se era l'ennesimo imbroglio di mio zio lo avrei seppellito vivo. Tanto ucciderlo era una fatica inutile, tornava sempre. Avevo iniziato a maledire quello psicopatico di mio zio, quanto sentii quel profumo che fa venire l'acquolina in bocca. Seguii quell'aroma, ed eccolo lì. Seduto su una panchina con la testa tra le mani. Solo quando gli fui a pochi passi di distanza percepì la mia presenza . Il mio amore non si mosse. «Cosa vuoi?» «Te Stiles. Voglio te» Lui scatto in piedi fronteggiandomi . « Un abominio. Derek vuoi un abominio?» «Non dirlo mai più» «E ciò che sono un ab...» Non gli lasciai terminate la frase, o meglio il mio corpo non lo fece dato che si mosse di sua volontà sapendo perfettamente come agire. Vidi i suoi occhi spalancarsi per lo stupore prima di corrispondere  al mio bacio.

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Capitolo 15
*** Cap 13 ***


«Quindi sei un lupo?» «si e no» «o lo sei, o non lo sei» « é complicato» «fallo semplice» «torniamo a casa» Avevo chiesto a Derek di tornare a casa. A casa nostra, dimenticando che qui non avevamo una cosa in comune dove districare quella situazione , e il fatto che in quel momento mi trovassi in uno studio di tatuaggi tra centinaia di aghi appuntiti , e con lo sguardo di un interno branco addosso, non mi rendeva la situazione più facile. Anzi. Anche se l'unico che non sapeva ancora tutto era solo DEREK. Ecco per l'appunto Derek . «Allora ?... Stiles!» Alcune cose non mutano mai. «Dammi il tempo di riorganizzare le idee» Sentii DEREK roteare gli occhi e sbuffare. «ti ho già detto che non è semplice» «Invece lo e. O sei umano,o non lo sei» Fortuna che in mio soccorso   venne Talia. «Derek, tesoro. Tu sai che un branco e composto da almeno un Alpha, e beta. E poi vi sono gli Omega» Talia interruppe la sua spiegazione per essere sicura di avere l'attenzione del figlio. «Per difendersi, o attaccare, i veri lupi, come werewolf  hanno in comune artigli e zanne. E questo a prescindere dal fatto che si tratti di un Omega, un beta dagli occhi d'oro ,o dai freddi e metallici occhi azzurri». Talia si voltò verso Cora e Peter che mutarono io colore dei loro occhi per sottolineare quel concetto. «O che tu sia un Alpha dagli occhi  rosso sangue, o dal caldo rosso fuoco» Laura e Scott fecero colorare le loro iridi di rosso. « Per un branco occorre almeno un Alpha,e tre beta...» «Mamma ti voglio bene, ma sappiamo tutti come si compone un branco. Più è numeroso ,e maggiore è la forza dei suoi membri. Ma cosa ha a che fare questo con Stiles?» Talia riprese il discorso da dove era stato interrotto non prima di aver scoccato un occhiataccia al figlio facendo ben comprendere agli altri da chi avesse preso il Sourwolf. «Per quanto riguarda il tuo compagno. Stiles, la sua categoria non ha zanne, ne artigli. Ma ciò non lo rende indifeso, non del tutto dato che i suoi poteri si celano tra le pieghe dei nostri,e contemporaneamente funge da catalizzatore per i nostri. Lui non è un Alpha,un beta, o un Omega. E allo stesso tempo e sia un Omega, che un beta,è un Alpha». Chiusi gli occhi per qualche istante e dopo li riapri. Erano del colore dell'oro, per poi far posto al rosso scarlatto del sangue,per poi tingersi del viola della mia natura per poi lasciare nuovamente il posto a quel dolce e caldo colore del cioccolato misto al miele. « Stiles é un intermedio. Quella parte di potere che si trova tra uno stadio e l'altro. Si può dire che sia l'anello tra Alpha e beta. E può sostituire sia un beta che l' Alpha». Rimasi scioccato. Stiles. Il mio fragile e indifeso Stiles era , e non era un mutaforma. Era e non era un umano. Che fosse speciale lo avevo sempre saputo. Ma non sapevo quanto. «Quindi e sia  un Alpha che un beta e contemporaneamente non lo è . Il suo potere dovrebbe essere tale da non necessitare di un branco». A parlare fu Peter. « Un tempo gli intermedi erano " comuni"  come i beta e gli omega. Oggi sono rari più degli Alpha. Per secoli questa particolare categoria e stata braccata e quasi sterminata  sia dai cacciatori che dai lupi stessi a causa di alcune loro peculiarità tra cui quella di richiamare gli altri werewolf dal sonno eterno».

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Capitolo 16
*** Cap14 ***


Vogliono ringraziare LadyKiller125 che ha postato il primo messaggio di questa storia su EFP.. Ringraziamo chiunque abbia inserito la storia in una delle liste preferite, da ricordare e da seguire. Grazie mille a tutti. ^_^^_^^_^^_^^_^^_^^_^^_^^_^^_^^_^^_^^_^^°^^°^^°^°^°°^°°^°^°^°^°^° Derek: stai bene? Stiles: dovrei chiedertelo io. Derek: sai che hanno cambiato il nome al galà. Stiles: sei sicuro di volermi ancora come accompagnatore? Derek: Certo. Mi devi un appuntamento. E poi voglio conoscere un certo ragazzini di nome Mieczyslaw. Stiles: Non sono un ragazzino ☹️. Ti prego non chiamarmi così. 😃 Anche io voglio conoscere questo DEREK. Lo desidero davvero tanto. Derek: il galà sarà in mio onore. Stiles: Davvero?. Derek: Si. Si chiama Big Blue Wolf. Stiles : lol. Derek: distribuiranno dei sacchetti regalo. Stiles: mi vuoi con te solo per i regali? Derek: No, idiota. Stiles: Sempre gentile eh! A che ora vieni a prendere? Derek:  Porca puttana . Sono davvero ammesso alla tua porta? Stiles: si. Derek: il galà inizia alle 19:30 . Quindi io passo da te alle 18:00. Stiles: perché?... Ho bisogno della tua approvazione sul mio abbigliamento. Ho due vestiti da Bergdorf's e non riesco ancora a decidere. Derek: certo che devo apporovare ... in ogni caso sai vero che bocceró qualsiasi cosa, solo per poterti vedere nudo!. Stiles: come va il tatuaggio? Derek: Sono un lupo Stiles. Il mio potere di rigenerazione si è riavviato, ora è come se non fosse mai esistito. Stiles: il solito Sourwolf. Derek: bene. Se vuoi più tardi possiamo giocare a " io ti faccio vedere il mio, tu mi fai vedere il tuo" STILES: Ma se hai appena detto ... 😒 ... DEEREK 😡 Derek: Cosa?😇 Stiles: Se fai il bravo ti faccio dare una sbirciatina. Derek: Davvero? 🤠 Stiles: ne ho un paio che non hai mai visto. Derek: perché, ne hai più di  uno?😮 E dove li tenevi nascosti? Stiles: Tatuaggi Derek. Ho più di un tatuaggio. Derek: sei perfido Stiles Stilinski. Mi hai illuso con i tuoi tatuaggi. Stiles: sei tu ad essere un manico ;-). _________________      STILES_____________"________________ Dopo aver trascorso la mattinata con Scott, mi recai da Bergdorf's ad Acquistare il vestito. Non avevo ancora deciso quale mi piacesse di più. Nel camerino diedi il mio nome è attesi che la commessa tornasse con le due opzioni che avevo scelto in precedenza. « ecco tesoro» « la ringrazio... Ma questo non è mio» Indicai un meraviglioso abito. In realtà era il primo abito che aveva catturato la la mia attenzione,ma era di uno stilista che non mi sarei mai potuto permettere. Il cartellino del prezzo era più alto di almeno dieci volte quello degli altri due messi insieme. E non erano abituati da poco. «E quello che suo marito ha aggiunto questa mattina» « Mio marito?» «Ha detto di essere suo marito» «Si certo» «Non molti uomini gesti galanti di questi tempi, lei è molto fortunato! Ha anche un ottimo gusto...ha anche pagato il conto» «Pagato il conto?» «Suo marito ha detto che quell'abito era in ogni caso un suo regalo,e lo ha pagato. E ha detto al direttore di mettete sul suo conto qualsiasi altra capo di suo gradimento. Ci ha fatto abbinare Delle scarpe al completo, pagare anche quelle». Appese i vestiti nel camerino e scomparve per un momento. Quando fece ritorno, aprì la scatola che aveva portato per mostrarmi un magnifico paio di Louboutins che non avrei mai potuto permettermi. Buttai giù un messaggio prima di togliermi i vestiti. Stiles: fai spessore compere per i tuoi mariti? Derek: per il mio preferito si. E stata la prima volta. Dovresti vedere gli articoli che ho portato con me. Stiles: hai comprato altre cose? Derek: Si. La signora della langerie mi guardava come se pensasse che volessi giocare a travestirmi. Stiles: LOL. Sei andato anche al reparto lingerie? Cos' hai comprato? Derek: quegli acquisiti non li vedrai tanto presto, dato che non potrò vederteli addossati. A meno che tu non abbia cambiato idea... L'idea di Derek a fare shopping mi divertiva. Me lo immaginavo passarsi la mano nei capelli per la frustazione . Stiles: l'abiti e bellissimo,ma non posso accettarlo. E troppo. Derek: Non si può cambiare. Regalo se non ti piace. Stiles: Sei pazzo, lo sai. Derek: ti sta? Stiles: Non l'ho ancora provato. Il rapido succedersi di messaggi che ci stavamo scambiando si fermò per qualche minuto. Stiles: Ci sei ancora? Derek: sei in camerino? Stiles: si. Derek: ho appena avuto una piccola Fantasia di te in piedi nel camerino mentre ammiri il tuo bellissimo corpo nudo allo specchio... Stiles: e...? Derek: vuoi sapere di più sulla mia fantasia? Stiles: forse. Derek: vorrei --------------------------- Stavolta, fui io a rimanere in silenzio. Guardai nello specchio e vidi veramente Derek dietro di me. Se il pensiero era così eccitante, c'era una buona possibilità di sciogliermi quando sarebbe accaduto davvero. Quando. Alla fine, il mio telefono vibrò di nuovo. Derek: so cosa stai facendo. Stiles: ci vediamo domani, Sourwolf. Nella mia camera, mi tolsi i vestiti. Non dormivo nudo tutte le notti, ma quella era proprio una notte in cui farlo. Mentre mi infilavo a letto, il mio cellulare squillò. «Il sesso telefonico è concesso? » La voce di Derek era roca dal desiderio. Qualsiasi cosa si fosse raffredda nel mio corpo sa quando avevate messaggiato. La sua voce poteva decisamente riaccenderla,e accellerare le cose. MA... « No, non è concesso. Niente sesso di nessun genere. Rapporto completo, orale, telefonico». Lui gemette. «Orale. Dio, voglio assaggiarti. E sentire quell' anello di metallo sul  mio uccello. Non hai idea di quanto  è stato difficile controllarmi ogni volta che intravedevo il bagliore di quel piercing mentre parlavi. Cos'hai addosso Stiles?» Oh, Dio. Quella voce. Dovevo registrarlo mentre diceva: " cos'hai addosso, Stiles?" «in realtà non ho nulla addosso. Mi sono solo spogliato e infilato a letto» « Dormi nudo?» «A volte» Lui ringhió, letteralmente. «Toccati» «Vorrei . Ma credo che mi serviranno entrambe le mani stasera . Quindi prima riataccheró». « Per quanto hai intenzione di farmi diventare pazzo Stiles? » «Buona notte, DEREK». Buttai giù senza aspettare che replicasse. Anche se il mio corpo bramava quell' uomo. Eppure, da solo nel mio letto, mentre facevo scivolare la mano  sulla mia pelle, l' unica cosa a cui riuscivo a pensare era: " Dio, quanto vorrei che fosse la sua mano ".

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Capitolo 17
*** Cap 15 ***


Il campanello suonò alle 18:00 in punto. Indossava uno smoking nero: molto probabilmente era l'uomo più bello sul quale avessi mai visto uno smoking. Non c'era dubbio, lui poteva causare degli ingorghi stradali camminando per le stradine vestiti in quel modo. Mi leccai le labbra. Mentre me ne stavo là in piedi a sbavare, Derek mi prese il viso con una mano e strinse. «tu sarai la mia rovina, se mi guardi così» Poi mi baciò finché non ci fu alcun dubbio che quello che provava era reciproco. Quando mi lasciò andare sbattei le palpebre per tornare alla realtà. «Devo vestirmi. Viene dentro». «Non sono stato capace di pensare ad altro che a venire dentro sin dall' istante in cui ho sentito la tua voce attraverso l' interfono». Alzai gli occhi al cielo per il doppio senso. «Mi occorre solo un minuto per vestirmi» «vuoi una mano?» Indicai una sedia in cucina . « Seduto. A cuccia» «Sono un cane? Non ho problemi a implorare». Sparii in camera da letto e mi infilai il vestito che aveva scelto Derek. Ero un fascio di nervi quando uscii dalla mia camera. Qualsiasi dubbio avessi fu quasi del tutto cancellato quando osservai la faccia di Derek. Era seduto al tavolo della cucina a giocherella col telefono e quando mi vide si alzò in piedi. « Sei incredibilmente, cazzo» «il vestito è incredibile.Non riesco ancora a credere a quanto tu abbia speso» «Non è il vestito, Stiles. È l'uomo che lo sta indossando. E quello decisamente è il tuo colore». Allungò una mano e mi tolse il cappello che avevo indossato per coprire le ciocche colorate. «Non riuscivo a vedere se le ciocche si abbinano al vestito» Mi prese i capelli tra le dita. «Si abbinano, te lo assicuro. Ma qualcosa mi dice che sarei un pesce fuor d'acqua con i capelli colorati. Forse dovrei toglierlo prima di andare» «Sei perfetto così» «Non ti dispiacerà» «Dispiacermi?Sono uno stronzo arrogante. Mi piace quando gli altri invidiano quello che ho. Allora, si abbinano?» «Si, il colore è abbastanza simile, non trovi?» Sollevai il braccio sinistro alla testa per fargli comparare il colore dell'abito con quello dei capelli. Il colore era quasi della stessa tonalità. «Non parlavo del vestito, ma del colore Delle " tende"» Non compresi immediatamente. «Oh...No. Grazie per l'altra tinta» si, Derek mi aveva fatto recapitare a casa una tinta specifica. «La tinta per le " tende" non mi occorre». «che peccato» Sogghignai. Dio sembravo Derek «Davvero? Perché?» Chiesi con fare ingenuo. « sai ci tenevo molto a vedere se anche quella su abbinava» Gli sfiorai la labbra con un tenue bacio,e prima di superarlo completamente gli sussurrai a un orecchio « Non mi serve la tinta dato che lì sotto non ci sono le " tende". Giunti al galà. E no, non era stato facile convincere Derek a lasciare l' appartamento dopo che aveva scoperto che ero completamente depilato lì. Giunti al galà, fortunatamente, Derek era stato distratto dagli altri ospiti per poter continuare la questione " tende". « Pare che tu abbia un fan club» « È più un club di odio. Il mio lavoro è molto competitivo» Notai  una donna che ci stava fissando ( in realtà fissava Derek) in maniera sfacciata. Indossava un abito rosso,e ci seguiva con la testa a ogni nostro passo. «Sembra più lussuria che odio» Derek seguì il mio guardo. Mi tirò più accanto a sé. «stà alla larga da quella» Quel  mi indusse soltanto a osservarla più a lungo. « Perché?» «Non voglio che ti contamini» La donna con l'abito rosso che ci stava fissando ci si avvicinò. «Ciao, Derek» Lui le rivolse un cenno del capo la sua risposta fu secca, e avvertì il suo corpo irrigidirsi. «Avery» " Oh, Cazzo. La minaccia. La donna che avrei dovuto tenergli alla larga" «Non mi presenti al tuo amico?» Lui mi attirò ancora più vicino al suo fianco. «Veramente no. Stavamo giusto per andare a ballare. Scusaci.» Derek mi trascino bruscamente via dal bar e dalla donna. C'era un ampia pista da ballo per lo più vuota su un lato della sala. Sulla pista Derek mi attirò a sé. Ci guardavano tutti mentre ballavano ( colpa mia) nessuno dei due diede peso. « Allora ...vestito rosso. Avete avuto una storia?» «Si. Ma non come credi» « Cosa significa? Che non l'hai scopata?» Tirò indietro la testa e corrugò la fronte. «geloso?» Io distolsi lo sguardo. Il pensiero di lui con chiunque altro  fomentava qualcosa di irrazionale dentro di me. DEREK si chinò e strofino il naso contro il mio collo. « mi piace che tu sia geloso. Significa che ti senti possessivo nei miei riguardi. Mi sento esattamente allo stesso modo con te» I miei occhi incontrarono i suoi e rimanemmo in quel modo per un lungo momento prima che lui parlasse di nuovo. « No, non sono andato a letto con Avery» «oh» « Ma, a proposito di scopare, ho avuto un erezione sin dal momento in cui mi hai detto che eri nudo con la tinta rossa che ti colava su tutto il corpo» Con una mano sul mio fondoschiena, mi permette conto di sé con decisione. Riuscii a sentire il suo membro duro premere contro il mio. Sarebbe stato così facile arrendermi a lui proprio in quel momento. Ma, invece, mi obbligai ad attraversare la nebbia di lussuria che minacciava di ingoiarmi. « Forse dovresti vedere un medico. Sembra che tu abbia costantemente un'erezione. Troppo viagra, forse? » «Posso assicurarti che non ho bisogno di nessun aiutino artificiale quando sono intorno a te, Mieczyslaw». «Sei un giornalista. Che meraviglia» «Non esattamente. Sbrigo stupide commissioni per il capo è a volte lei mi lascia provare a rispondere ad alcune Delle lettere che riceviamo» " Anche se normalmente giro per la nazione come mercenario. Cavolo dovrei rivelare questo piccolissimo dettaglio anche a D." «Capisco» «lei di cosa si occupa?» «Possiedo una casa farmaceutica» «É un narcotrafficante legale?» Lui rise «credo di si» «Questo fa di lei un medico» «Esatto» « Allora forse può parlare con DEREK, sembra avere un problema di salute» Proprio allora, DEREK si unì alla nostra conversazione. « ho udito il mio nome. Voi due state parlando di me?» Braxton rispose:« Stiles mi stava giusto raccontando di un problema di salute che hai. È qualcosa per cui posso aiutarti, Derek?» Lui socchiuse gli occhi verso di me e poi buttò giù l'ultima goccia del suo drink. « Non saprei, tratti di palle gonfie?» All'inizio l'uomo sembrò confuso, ma poi proruppe in una grossa risata . Dopo di ciò, tutti e tre ci inmergemmo in una chiacchierata tranquilla. Il braccio di Derek rimase sempre sullo schienale della mia sedia, le sue dita tracciavano delicatamente un 8 sul mio collo. Stavo iniziando a rilassarmi sul serio e a divertirmi, quando vidi un guizzo rosso dall'altra parte del tavolo. Avery era seduta proprio di fronte a noi. Mi chinai verso Derek. « Sembra che condivideremo la cena con la tua amica» «Igniorala» Era più facile dirsi che a farsi. Sentivo addosso le sue occhiatacce, anche quando non sbirciavo. Per qualche motivo quella donna si divertiva a farmi sentire a disagio. Dopo cena, mi scusai e andai in bagno, in quel momento vuoto. Mi chiusi in un cubicolo. Quando uscii scorsi un lampo rosso. Avery si stava sistemando il rossetto allo specchio,ma il suo sguardo era fisso su di me.      

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Capitolo 18
*** Cap 16 ***


« Quindi sei tu il nuovo giocattolo di Derek Hale» « È questo che ti diverte? Seguire gli uomini nel bagno per parlare male dei loro appuntamenti?» Strofinò le labbra per distribuire il colore rosso fuoco, le tamponó con un fazzoletto, poi chiuse il rossetto. «Fornisco un servizio al genere maschile e femminile mettendolo in guardia su quell uomo» « Qual é il problema? Non Ty piace il modo in cui conduce i suoi affari, così senti dt dovermi mettere in guardia?» La sua bocca, si distese in un sorriso malizioso. «É questo che ti ha raccontato? Che semplicemente non mi piace il modo in cui conduce gli affari?» «No. Anche perché non gli ho chiesto nulla. Non mi interessa» Odiavo la sensazione è la consapevolezza che lei sapesse qualcosa a me ignoto, ma non volevo alcuna intenzione di farglielo intuire. Invece, mi lavai le mani insaponandole abbondantemente. Quando ebbi finito, lei era ancora là, in piedi. Incrociai le braccia al petto. «Bé,va avanti. Dimmi cosa muori dalla voglia di spiegarmi» Lei fece qualche passo, si fermò accanto a me per studiare il mio riflesso nello specchio. Poi parlò guardandomi diritto negli occhi. «A pensarci bene, non sei degno del mio tempo. Alla fine lo scoprirai per conto tuo». Lasciò stizza i bagni. Sperai solo che il suo risentimento verso Derek fosse dettato dagli affari, e che non sapesse nulla sul sito, nostro segreto. ---_---------------_-------------STILES----------------_------------------------------------ Fissai quel maledetto cellulare per un tempo che mi pareva infinito. Chiunque avesse inviato quel messaggio interrompendo il mio meraviglioso sogno... Io e Derek stavamo... Forse era meglio fare una doccia fredda. Ma prima vedere chi rompeva. Derek: Siamo sopravissuti a due eventi. Il nostro accordo è sempre valido? Stiles: Sei sicuro che è quello che vuoi?» Derek: È quello che ho voluto sin dal primo giorno. Questi piccoli test sono stati una tua idea. Stiles: Voglio solo che tu sia sicuro. -------------_-----------------------DEREK------------------_------------------------- Pigiai il tasto Delle chiamate, invece di giocare al gioco " Indovina cosa sto pensando davvero" tramite messaggi. Stiles rispose al primo squillo. « Cosa ti ha detto?» « Avery?» « chi altri,se no?» «te l'ho già detto» «Dimmelo di nuovo. Mi sono perso qualcosa» « non mi ricordo le parole esatte» «Dimmi quello che ti ricordi» «Ecco... In sostanza mi ha stolkerato mentre facevo pipì. Poi mi ha detto che stava facendo un servizio al genere umano mettendomi in guardia su di te» « va' avanti» « Non c'è altro. Ha detto che non valevo il suo tempo» «lo stesso errore che fanno i n molti» «Un tempo anche tu la pensavi così» «Non ricordarmelo. Guardavo solo il riflesso e non tè» «É un modo per dirmi di saltare sulla tua scrivania e giocare al capo è la segretaria?» Gemetti «Porta qui il tuo culo» Lui rise «Non si può fare, Hale» «Smetti di fare giochetti con me, Stiles» «Non sto giocando. Non posso venire» «Non sarò io a impedirti di venire. 😳. Cosa hai da fare» «Una fiera fuori città con Isaac» Borbottai qualcosa di inarticolato «Quando torni» «Domattina» « cosa farai tutto il giorno?» «Assisto. Disinfetto la pelle prima che Isaac faccia il piercing e tengo la mano ai fifoni» Non ero sicuro di voler conoscere la risposta, ma lo chiesi comunque. « cosa disinfettati?» « le solite cose: orecchie , nasi, ombelichi, lingue, capezzoli, un pene o due» «Puoi ripetere?» « È una medicazione» «Grazie, adesso mi sento meglio a sapere che ramponerai l'uccello di un uomo. Sono certo che Isaac possa farlo da solo» «rilassati . Non è una gran cosa» « si, hai ragione» «Davvero?» «Certo» Coprii in parte il telefono e gridai alla mia segretaria, che quel giorno non c'era: « Elizabeth? Puoi venire qui un minuto?» «Elizaveth?, è la tua nuova segretaria?» «Già. Le laverò le tette» Stiles scoppiò a ridere. Quel diavolo rideva di me. Di nuovo. «Cosa c'è di tanto divertente?» «Ho visto in prima persona come tratti le tue segretarie . Sono abbastanza sicuro che non ti lascerebbero lavare i propri piedi , figuriamoci le tette» Sfortunatamente ,è molto probabile che abbia ragione «Quando ti vedrò?» «Domani a pranzo,va bene?» «okay» «Verro a prenderti» «Dove mi porti?» «e chi ti dice che voglio uscire» «Allora passo 😒😞» «Dove vorresti andare?» «Non lo só ^_^.^_^.^_^. Un bel posto» «Bene. Sei molto utile» «😘»

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Capitolo 19
*** Cap 17 (A) ***


STILES: Dove andiamo? DEREK: in un ristorante, purtroppo. A meno che tu non abbia cambiato idea. Sarò molto accomodante se preferisci banchettare nel tuo appartamento. STILES: A dir la verità, forse ho cambiato idea DEREK: Sono ancora in ufficio,ma posso essere lì in due minuti, e mangiarti. Ridacchiai dalla sua disperazione. C'era qualcosa tenero nella sincerità che mostrava nel voler stare con me. Mi faceva quasi sentire in colpa a giocare con lui. Quasi. STILES: intendo andare a cena stasera. Non sono più sicuro sia una buona idea. DEREK: Stronzate. Se non ti presenti,aspettati una ripercussione. STILES:Sono a casa di Scott,e tu non sai dove abita. Quindi. DEREK: Sono un uomo dalle mille risorse. Provare per credere. STILES: va bene. Ma tu dammi un indizio sul tipo di ristorante. Devo sapere cosa mettermi. DEREK: indossa qualunque cosa tu abbia addosso adesso. Abbassai lo sguardo. STILES: Un  asciugamano rosa shocking (ex bianco) stretto in vite. Dove mi porti,in un strip club? Passarono cinque minuti prima che rispondesse. DEREK: non dirmi cazzate come questa. STILES: Non sei un fan del rosa shocking ? DEREK: Oh, lo sono. Quel colore starà a meraviglia sul tuo culo insieme alla stampa della mia mano, se non la smetti di provocarmi. Le sculacciate non mi avevano mai ispirato. Gettai il telefono sul letto e tornai a frugare nell' armadio. DEREK: hai smesso di rispondere. Suppongo voglia dire che sei impegnato a fantasticare sulla mia mano che sculaccia quel bel culetto. Aveva l'abilità sconcertante di trasformare un' innocua domanda in qualcosa di sporco. STILES: No grazie. Sono occupato a cercare di capire cosa mettermi. Il che mi riporta alla mia prima domanda: Dove andiamo? DEREK: Sorpresa STILES: vengo con l'asciugamano DEREK: rosa schocking DEREK: liberissimo di venire STILES: No. Uno bianco. STILES: Io vengono quando voglio 😝 DEREK:Bene STILES: E dai. Dove andiamo ... STILES:Derek ... STILES:Deeerek ... STILES: stronzo DEREK:  Sto venendo a prenderti.   

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Capitolo 20
*** Cap 17 (B) ***


Rosso. Viscido. Appiccicoso. Non era la prima volta. Ne sarebbe stata l'ultima. L'acqua aveva smesso di tingersi di rosso da un po', ma io continuavo a strofinare la pelle Delle mani fin quasi a intorpidirle. Avvertivo ancora l'untuoso senso di viscido ricoprirle, e l'odore dolciastro e ferroso invadermi le narici provocandomi la voglia di rigettare anche l'anima. Sangue. Nettare di vita che era sgorgato via dal suo involucro gelandomi il cuore. Ero stato così stupido. Avevo voluto credere che un noi fosse possibile, che un angolo di pace fosse dovuto anche a noi. Idiota. Serrai gli occhi impedendo alle lacrime di liberarsi. Con qualche attimo di ritardo mi resi conto dell'assenza dell'acqua. Mi obbligai a sollevare le palpebre. E vidi quel riflesso così simile al mio. Distolsi lo sguardo colpevole. Dovevo sapere che non si sarebbe arresa . Era pur sempre la mamma dell'uomo che amo, e Talia Hale non era una donna disposta a demordere. In una frazione di secondo mi ritrovai faccia a faccia con lei. E lo vidi. Fu solo un istante. Ma in quei suoi caldi occhi saettò quel bagliore rosso. Non mi ritrovavo semplicemente di fronte a una madre, ma a un Alpha con anni e anni di esperienza. Una lupa alla quale era stato ferito uno dei suoi cuccioli a causa mia. Se mi avesse ucciso in quel istante nessuno l'avrebbe biasimata. Vidi il suo braccio sollevarsi ed io istintivamente chiusi gli occhi gia sentendo il rumore della mia pelle squarciarsi sotto i suoi artigli. Ma ciò non avviene. Non fu il mio sangue a sgorgare. Ma le sue lacrime. Calde salate lacrime bagnavano quel viso perfetto. «Mi dispiace» Fu l'unica che riuscii a dire prima di venire avvolto dalle sue braccia,dal suo calore e buon odore di mamma. « Non è colpa tua Stiles. Nessuno da la colpa a te, ne io, ne Derek, tantomeno il resto del branco».    Qualche ora prima  __________________   Derek_____________"_""__""__"_________ Avevo un solo obbiettivo. Togliere dalla testa di Stiles le stronzate di Avery, mostragli che non c'era niente di cui avere paura. Per questo avevo deciso di stravolgere tutti i miei precedenti piani. Avevo scritto a Stiles dicendogli che c'era stato un cambio di programma: avrei cucinato nel mio appartamento. Sembrava il giusto cambio di ritmo dopo il galà. Dovevo farlo entrare nei miei spazi riabituarlo a un mio, proprio come dovevo fare io. Nel secondo in cui aprii il mio cuore inizio a martellare più velocemente. Era incredibilmente bello. Lottai duramente per trattenermi dal baciarlo,e tenni controvoglia le mani lungo i fianchi. Mi ero ripromesso di non toccarlo o baciarlo subito, perché altrimenti tenevo di non riuscire più a fermarmi. Perciò avrei resistito più che potevo. Gli avrei mostrato che poteva fidarsi di me come io mi fidavo di lui. Saltargli addosso sin da subito avrebbe vanificato tutto. «Entra» Inspirai il suo profumo quando lui entro nella stanza. Stiles mi pose la bottiglia di vino che aveva in mano. Mi avvicinai al bancone di granito e aprii il Sauvignon Blanc che lui aveva portato. Porgendogli un bicchiere di cristallo, dissi: « posso farti vedere la casa?» Sorseggiando il vino, facemmo il tour dell'appartamento. Stiles rimase incantato da quel appartamento così dissimile dal loft spoglio e cupo di Beacon hills. Non vedevo l'ora di scoparlo proprio lì davanti al camino elettrico. Alla fine tornammo nella sala e di fermammo davanti alla finestra. Lui ammirò la vista spettacolare della città. «É magnifico» Intanto io non avevo occhi che per lui. «Puoi venire qui tutte le volte che vuoi» « Posso venire qui,eh?» «Non è quello che intendevo» «oh,lo so. Sei stranamente gentile e discreto. Cosa ti sta succedendo, DEREK Hale?» «Nin ti piaccio gentile? . Sto cercando di non rovinare niente. Dopo quello che è accaduto al galà...» «va tutto bene. Vai bene così come sei. Mi piace il modo in cui sei sempre sincero con me riguardo i tuoi  pensieri e sentimenti. Voglio che tu mi dica sempre la verità»         ____________________Stiles______________________________ Mentre pronunciavo quelle parole mi ero sentito un ipocrita. Chiedevo a lui sincerità mentre eri io il primo a negarla a lui. Non di proposito, non più, semplicemente non vi era stata l'occasione di far luce su quei "piccoli" dettagli della vita. Quella però sembrava l'occasione giusta. Il momento giusto di mettere a nudo l'anima e non solo.

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Capitolo 21
*** Cap 18 ***


Talia continuava a cullarmi in quel bozzolo d'accordo amore materno e li trovi il coraggio di ripercorrere gli avvenimenti Delle ultime ore. Flashback Distesi nudi tra le lenzuola sfatte. I sensi erano ancora annebbiati. E poi... Il fumo. Gli spari. Il caos. Derek era stato il primo ad agire. Mutato in lupo aveva assunto una posizione di difesa frapponendo fra me e il pericolo nonostante non fosse ancora pienamente in grado di gestire i suoi poteri al 100x100. Il lupo scatto contro la sagoma di un uomo il doppio di lui in versione umana e pochi secondi dopo lo sentii uggiolare dal dolore. Una seconda sagoma minuta fendeva la coltre di fumo avvicinandosi a me. Fui distratto dal rumore di ossa rotte e per un attimo temetti che fossero quelle di Derek, ma poi intravidi  la sagoma di quello che supponevo fosse un cacciatore contorcersi a terra e il maestoso lupo nero che si scagliava cotro la seconda sagoma fallendo miseramente. Col semplice e sinuoso movimento di una mano bloccò il lupo a mezz'aria per poi farlo impattare contro il muro di mattoni che separava la camera da letto da quella attigua. Ai miei occhi la scena mi si presentò come rallenta. Furono gli artigli  della donna che premevano sulla mia gola a riportarmi alla realtà. «Se non posso averlo io. Non lo avrà nessuno» Granai gli occhi. Quella era la voce di Avery. Quella era Avery. Avevo intuito che fosse una folle, ma non che lo fosse fino a quel punto. Era una Matt in gonnella e una creatura oscura. Sentivo dei flebili rantoli provenire da Derek nuovamente umano.Molto probabilmente i polmoni del nato lupo si stavano riempiendo di sangue . Sentii qualcosa di umido che scorreva sulla mia guancia che pretendette la mia attenzione. Avery era a cavalcioni su di me. « hai un buon sapore ragazzino. Quanto è rosso il tuo sangue?» Con un dito artigliato aveva iniziato a tracciare un percorso che dalla gola scendeva verso l' inguine. « Sai... saremmo potuti essere      " amici" ... Se solo tu non avessi tentato di rubare ciò che mi appartiene» «Io non sono un ladro. E DEREK non è un oggetto non può essere rubato» Nonostante non distolsi gli occhi da lei, non vidi il suo braccio, ma l'impatto sulla mia guancia quello si. Nuovamente fece scorrere la lingua sulla mia guancia, ma questa volta la sua lingua raccolse piccole  scarlatte che sgorgavano dai graffi causati dai suoi artigli. «Ragazzino . Così mi rendi solo più dolce ciò che ho intenzione di d'accordo infliggerti». Le sue zanne affondarono nella  carne della mia spalla. «Sei così debole ed inutile. L'uomo che tanto affermi di amare sta morendo soffocato dal suo stesso sangue. Ed io sono qui a fare di te  ciò che voglio senza che tu possa far nulla. O pensi di potermi fermare mio piccolo uomo ?» La consapevolezza lascio il posto all' oscurità che albergava intorno al mio cuore ed io fui solo un spettatore per ciò che avvenne dopo. « Piccolo uomo, come fermarmi una Anarada 🕵️. Una dea» Sentii un ghigno deformare il mio viso. Di ciò lei rimase stupita. Stupore che scivolò via sostituito dalla rabbia. «Sei solo una stupidata» «Come osi» La mia voce non mi apparteneva più «Come descriveresti una creatura che non sa distinguere ciò che ha dinanzi se non stupida» Lasciai che i miei occhi s' iniettassero di rosso per poi sbiadire nel giallo. «Sei un lupo....un anomalo lupo». «Non sono un lupo. Sono il lupo» I suoi occhi rispecchiavano tutta la sua confusione. « Io sono l'Alpha, il beta, e l'omega. Io sono l'inizio e la fine...» Anche sul suo viso apparse un ghigno, era ancora convinta di essere in vantaggio. Ma quando continuai facendo nuovamente mutate il colore dei miei occhi dal giallo oro al gelido e glaciale azzurro in lei vidi il terrore. «... io sono l'innocente, e il gelido assassino» Tentò di fuggire scivolando via da sopra il mio corpo, ma lei si ritrovò rinchiusa in una sorta di bolla di sapone che a ogni battito del suo cuore si rimpiccioliva sempre di più. E il suo cuore correva come l'ambito dalle fiamme dell'inferno. La sua carne Le sue ossa E tutti i suoi organi interni In poche attimi furono schiacciati da quelle parti effimere non lasciando di lei altro che una massa putrida e informe . Fine flashback Fu la voce di Laura a riportarmi indietro. Controvoglia lasciai il caldo e sicuro giaciglio tra le braccia di Talia. «Quel zuccone non si calmerà finché non vedrà Stiles» Sentii Talia sospirare rassegnata . La scena che si presentò ai miei occhi una volta oltrepassato l'uscio della camera dove "riposava" Derek fu assurda. C'era Peter comodamente sdraiato sul letto intento a sfogliare un libro mentre Isaac e Scott tentavano di immobilizzare Derek al pagamento tenendogli ferme braccia e gambe, mentre Cora era letteralmente seduta sulla schiena del fratello.   🕵️🕵️🕵️🕵️🕵️🕵️🕵️🕵️🕵️🕵️🕵️🕵️ Copiato da wichipedia Anarada Modifica Aggiungi agli osservati speciali Lʾanarada è una creatura immaginaria, spesso di aspetto mostruoso, la cui credenza è diffusa nella Calabria greca (Bovesia). Aspetto, origine ed etimologiaModifica Il termine anarada o nadara è riconducibile al greco moderno νεράιδα (specie di fata) e alle forme dialettali ανεράδα e αναράδα. Il termine deriva dal greco classico νηρείς -δος indicante la ninfa marina (nereide), tuttavia la voce grecanica si riferisce ad una creatura ben diversa che si aggira nei boschi: un fantasma, ma anche un essere dall'aspetto di donna coi piedi di mula, inoltre secondo la tradizione si nutrirebbe divorando la gente. L'ambiente in cui si dice che queste creature vivano le avvicina piuttosto alle ninfe Oreadi e Orestiadi (delle montagne) o alle Driadi e le Amadriadi(degli alberi) che alle Nereidi. Testimonianze letterarieModifica «I anaráδe íssa yinéče me ta póδya še múla. Tin iméra estékai kliméne, ti vvradía evyénnai na fáu tu χχristyanú. Yá fto sto Riχúdi ti vvraδía eklígai tim bórta stin Agriḍḍéa će ste pPláke, će ótu ećíne δen esónnai mbéi sto payísi. I anaráδe epígai ankaváḍḍu sti rramíδa še savúći.» Traduzione: «Le anarade erano donne coi piedi di mula. Di giorno stavano coricate, la sera uscivano per mangiare le persone. Perciò a Rochudi la sera chiudevano la porta verso Agriddea e le Plache e così quelle non potevano entrare in paese. Le anarade andavano a cavalcioni di un ramo di sambuco.» Da Testi neogreci di Calabria (TNC), pp. 300-301. Collegamenti esterniModifica Scheda[collegamento interrotto] sulle anarade e sul rapporto del folklore grecanico con la mitologia greca classica. Inoltre vi sono contenute altre testimonianze letterarie.

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Capitolo 22
*** Cap19 ***


Salve Ringraziamo chiunque segua questa storia. Chi ha recensito, chi ha messo la storia tra le preferite, ricordare e da seguire.Ringraziamo tutti quelli che hanno sacrificato un po' di tempo per dedicarlo a " UN PERFETTO B" ci dispiace solo di non riuscire a gestire come vorremmo il testo e a non riuscire a inserire le immagini come invece facciamo su wattpad per questa storia che li si intitola " un perfetto Bastardo" ------------------------------------------------------------------------------------------------------- Derek avrebbe dovuto telefonarmi per farmi sapere a che ora Peter sarebbe venuto a prendermi per aiutarmi a trasferirmi a casa sua. Non era da Derek fare così tardi senza chiamarmi. Il mio lato paranoico ebbe la meglio quando presi il cellulare e lo chiamai. «Stiles...» Il tono sembrava scontroso. "ma che cavolo" «stavo aspettando la tua telefonata. È tutto a posto?» Lui lascio andare un profondo respiro. « no » Il mio cuore inizio a palpitare. « cosa succede? » « ho ricevuto delle notizie poco fa » "E cazzo parla vuoi farmi morire d'ansia?" « Notizie? » « Si tratta di Marcus» « il tuo ex amico,il marito di Genevieve? Cosa gli è accaduto?» Ci fu un lungo momento di silenzio, poi DEREK rispose: «É morto » « Come stai?» « Stanco. Sono ancora in ufficio» « Vuoi dire che rimarrai li tutta la notte?» « Sì Non voglio che degli avvoltoi smembrino l'azienda di Marcus. Se si trattasse solo della sua memoria o di Genevieve non muoverei un dito. Ma hanno una bambina piccola e non è giusto che oltre la perdita del padre gli venga strappato anche il futuro che potrebbe avere» «Sei un brav'uomo Derek. Dev'essere difficile per te . C'é qualcosa che posso fare? » « Semplicemente aspettarmi, per favore » « Ma certo ». Per quanto DEREK non volesse ammetterlo doveva essere sconvolto dalla notizia. Saltai sulla metro e venti minuti dopo arrivai alla Hale financial holdings. Mi avviai dalla receptionist. C'era la stessa giovane del giorno in cui gli avevo riportato il cellulare. « Posso aiutarla ? » « Si, vorrei vedere Derek» Lei mi guardò dall'alto in basso « Derek? Vuole dire il signor Hale?» « Si. Derek J. Hale» « ha un appuntamento?» Oh,non di nuovo queste stronzate « No,ma lui vorrà vedermi. Se solo potesse fargli sapere che Stiles e qui» « Il signor Hale non vuole essere interrotto» « Senta. Lo so che lei sta facendo il suo lavoro. É, a giudicare dalle nostre interazioni, è anche brava. Ma, si fidi di me, non passerà guai se interromperà il capo per avvisarlo che sono qui». « Mi dispiace...É stato molto specifico...» "Oh, santo cielo." « Ci vado letto , okay? Di solo a Derek che sono qui,o passerò comunque, indipendentemente da te» « prego?» Mi sporsi « Ci vado a letto. Sai, si inserisce...» « Stiles?» La voce di Derek mi interruppe dal continuare la lezione di anatomia. Stava perdendo il corridoio verso di me,a lunghe falcate. Mi voltai e aspettai, invece di andargli incontro «che bella sorpresa » « la tua receptionist non sembra pensarla allo stesso modo» Derek sollevò un sopracciglio, poi si girò verso la sua impiegata con la solita maschera professionale « Mr. Stilinski non ha bisogno di un appuntamento» Mi guardò,e poi, guardò di nuovo la sua receptionist « Mai» Mi prese per il gomito e mi guido lungo il corridoio dal quale era venuto. La donna seduta alla scrivania fuori dal suo ufficio si alzò quando ci avvicinammo. « Cancella la mia telefonata Delle nove, Rebecca « Eliza» « fa lo stesso» _____________________________DEREK_______________________ Sbattei la porta dietro di noie,non appena fu chiusa ,lo sollevai contro di essa,le mie labbra sigillate sulle sue.le sue dita infilate nei miei capelli. Lo baciai a lunghe con intensità. Il mio corpo duro lo schiacciava contro la porta. Abbassai una mano,e gli sollevai una gamba, facendomi spazio per strusciarmi nel punto giusto. Oh.Dio. « Derek» Io gemetti in risposta « Derek...non é il momento» « Non eri tu ,che pochi mi minuti fa spiegava minuziosamente all' mia receptionist come...» Con un bacio Stiles divorò le mie parole « Continua così e ne avrà anche una audio dal vivo» «Bene» Lui ridacchiò sulle nostre labbra unite. Io emisi un respiro frustato. « Ho bisogno di te » « puoi farmi dare un' occhiata al tuo ufficio prima di divorarmi?» Posai la fronte conto la sua « me lo stai chiedendo o ordinando?» « Dato che probabilmente la risposta alla domanda è un no, allora è un ordine» gemetti,ma mi scostai. _______"""______________STILES______________________________ Diedi un primo sguardo all'ufficio. Due finestre dal pavimento al soffitto conferivano alla stanza angolare una visita perfetta sullo Skyline di Manhattan. La scrivania in mogano era posizionata nell' angolo che dava sulla parete di vetro e, sopra di essa, non uno, ma due computer lucenti erano uno accanto all'altro. Vi erano disseminate anche vari fascicoli e pile di documenti aperti. « Hai un bellissimo ufficio» Lo guardai realmente per la prima volta da quando ero giunto alle Hale financial holdings. Era sempre bellissimo, ma aveva l'aspetto stanco e stressarti. « Sembri stanco» « sopravviverò » Si spostò verso una specie di salottino, sull'altro lato dell'ufficio. « Viene siediti » Mi sedetti accanto a lui su un lungo divano di pelle con due poltrone di fronte,è un tavolino da caffè di vetro che separava le due sedute. «Dovresti mangiare qualcosa. Non credo che oggi tu abbia toccato cibo» " Che stupido non ci avevo pensato" Feci per sollevarmi e procurargli qualcosa da mettere sotto i denti, ma mi ritrovai bloccato sul divano sotto di lui. « Dove credi di andare?» « Cibo » Sentii le sue mani scivolare sotto la mia maglia e la sua lingua lambire il mio collo. « mangerò tè » Per quanto fosse piacevole non potevamo. In quell momento mi sembrava sbagliato gli diedi un leggero colpetto sulla schiena per farlo scostare. Si bloccò. Poi sentii le sue labbra distendersi in un sorriso sconcio. « Non credere che non sarei capace di bloccarti su questo divano e banchettare con il tuo corpo finché il mio intero staff non saprebbe che sei un ragazzo religioso per quante volte avrai invocato Dio» « Qualcuno qui ne ha di autostima» «Starai con me stanotte» «a casa tua» « Si. Peter può venire a prenderti dopo e portarti a prendere le tue cose e poi al mio appartamento. Ti raggiungerò li quando avrò finito. Ti farà entrare il portiere se non sarò ancora tornato». «Okay» Chiacchieriamo ancora un po' accoccolati sul divano.  

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Capitolo 23
*** Cap 20 ***


Derek non era ancora rientrato quando giunsi al suo appartamento. Mi guardi nell'ampio open space. Quando ero stato lì,il turno di era limitato quasi esclusivamente all' interno delle mutande di Derek, così usai quel tempo per ficcanasare. Colpa sua. Avrebbe dovuto saperlo che non poteva lasciarmi solo a casa sua. Curioso, vagai nel salotto. C'era un'enorme TV a schermo piatto appeso alla parte. Sotto di essa c'era un mobiletto nero lucido. Mi ci volle un minuto per capire come aprirlo senza maniglie. Dentro c'era una collezione di DVD : palla da golf, un tipo imprevedibile,anchorman. Ah Andai avanti a impicciarmi spostandomi sullo scaffale successivo. Glory,Gettysburg,game offline New York. Mmmm Chiarirsi le idee Derek. In camera da letto, adocchiati il comodino. Controllare la sua collezione di DVD e il contenuto del frigo era una cosa,ma invadere il suo comodino sarebbe stato davvero oltrepassare il limite. Mi guardi attorno nella stanza in cerca di qualcos'altro da controllare. I miei occhi si socchiusero di nuovo sul comodino. «NO» Dissi a me stesso ad alta voce. « Sarebbe sbagliato da parte mia guardare nel cassetto di Derek?» Mi chiesi. La risposta era si. Dentro la cabina armadio sembrava esserci molto più di Derek J. Hale . Completi,per lo più scuri, allineati in un solo senso,una quantità oscena di camicie messe una sull'altra. Tutto ordinato e organizzato. Noioso. Ma che fine avevano fatto i Jeans e le giacche di pelle nera?. Tornai in camera da letto,i miei occhi ricaddero immediatamente sul comodino. Quella dannata cosa mi stava perseguitando. « Magari solo una sbirciatina » Mi avvicinai al cassetto e lo aprii con l'indice. Dentro c'erano un sacchetto, una bottiglietta di qualcosa che avrebbe potuto essere un lubrificante - anche se l'etichetta era rivolta in basso- e una confezione di preservativi non ancora aperti. Okay...forse dovró spostare una cosa o due. «cosa ci sarà di bello in quel sacchetto?» Quasi mi venne un infarto . Non mi aspettavo una risposta. Proprio non l'avevo sentito rientrare . « Io so che c'è qualcosa di interessante in quel sacchetto» La voce profonda di Derek mi terrorizzò. Sobbalzai , portando una mano al petto. « mi hai spaventato!» Derek era in piedi sulla porta, appoggiato con non chalance allo stipite. « Eri così preso a spiare che non mi hai sentito entrare» «Non stavo spiando» Derek alzò un sopracciglio «NO», Insistetti «Quindi stamattina avrei lasciato il mio cassetto spalancato?» Incrociai le braccia al petto. «immagino di sì» Lui rise e si avvicinò al comodino, richiudendo il cassetto. « Bene ,se l'ho lasciato aperto questa mattina e tu non stavi spiando,allora probabilmente non vuoi sapere cosa c'è in quel sacchetto». «Niente affatto» «Che peccato» «Perche? Cosa c'è nel sacchetto?» «Baciami» «Mi dirai cosa c'è dentro?» Mi circondò la vita con le braccia. «Si. Ora accoglimi come si deve» Alzai gli occhi al cielo come se non fosse una cosa che desiderava fare ogni volta che osservavo il suo viso incredibilmente bello. Poi gli posai un bacio casto sulle labbra. Ma, prima di riuscire a scostarmi , lui mi prese i capelli in una mano e non mi lasciò andare finché non mi baciò come si deve. « Non ricordavo che fossi un tale ficcanaso», Farfugliò contro le mie labbra. Allontanai la testa e lo guardai. « Non riesco a inquadrare bene questo Derek» «Cosa c'è da inquadrare» « Commedie o film sulla guerra civile? La stessa persona in genere non possiede entrambi. Un tempo tu non possedevi neanche una TV» Derek sembrò divertito. « mi piacciono tutti e due i generi» «E il Nesquik? Alla fragola,per giunta. Tu. Il grande e grosso Sourwolf vi sbrano tutti che beve del cioccolato alla fragola» «Mi piace» «Ovviamente» Sospirai. «Allora cosa c'è nel sacchetto?» «E se ti dicessi che c'è una corda perché voglio legarti?» Ci pensai su per un secondo, poi scrollai le spalle. « Credo che potrei starci» Butto fuori l'aria in uno sbuffo frustato. «Maledizione. Avrei dovuto comprare una corda» « Questo avrebbe implicato un viaggio al negozio di ferramenta, ma tu non sai dove trovarne uno». «Cosa ne dici di uno di quei giocattoli erotici che non ti permettono di parlare? E se ti dicessi che é proprio in quel sacchetto, bocca grande?» « Una ball gag? Non sono tipo da farmi ammutolire tanto facilmente» « Vedo che li conosci» Mi avvicinai e sussurrai: «Anch'io ho palla da golf, un tipo imprevedibile e anchorman. Ma al posto di noiosi film sulla guerra civile, potrei avere qualche film di altro genere». Lui gemette. «Vuoi dire che guardi i porno?» « Forse» « Hai ragione, non so dove sia quel dannato negozio di ferramenta,ma sono pieno di risorse,e sono certo di poter trovare qualcosa per fissare le tue braccia e gambe mentre io mi do da fare». Stavo solo scherzando sul farmi legare. Ma con DEREK tutto era possibile. Fu solo dopo qualche ora che scoprii infine cosa c'era dentro al sacchetto: la lingerie comprata da Bergdorf's il pomeriggio in cui era andato a pagare il mio abito per il galà. Non riuscii a indossarla quella notte, ma riuscii a strappare quella di Derek.

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Capitolo 24
*** Cap 21 ***


La mattinata dopo mi svegliai con un Derek vestito che mi accarezzava la guancia « ehi...ho dormito troppo?» «No, sono io in anticipo» Mi dirai la braccia facendo si che le lenzuola scivolasserosso giù e mostrassero il mio addome piatto e la parte un accenno di v. «Non fare cosí, altrimenti non me ne andró mai» Derek fece scorrere due dita lungo l'addome scoperto. «Mmmmm» «Stiles...» Mi avvertì «cosa? È piacevole. Non toccare se non vuoi la mia reazione» Lui scosse la testa. «Resterai con me anche stanotte? Farò tardi,ma  sarebbe bello tornare a casa e trovare questa splendida vista nel mio letto». «Devi lavorare fino a tardi?» Guardai fuori dalla finestra della camera «Non è ancora giorno,e tu stai già pianificando di lavorare finché non farà buio» «No. Devo andare alla veglia funebre stasera: Dura dalle sette alle nove, quindi probabilmente resterò in ufficio fino alle dieci». « Oh» «Sarai qui quando tornerò a casa?» «Perché invece non mi porti con te?» «lo faresti per me?» «Certo. Ti amo» Derek rise e mi baciò con dolcezza. «ti vengo a prendere alle sei e mezza. E grazie.» Dopo che se ne fu andato, rimasi sdraiato a letto per un po' prima di alzarmi.Non riuscivo a smettere di pensare che stasera sarebbe stato interessante.__________________________________ _________________'''    DEREK_____________''_'''''"__&_________ Avrei dovuto lavorare invece di cazzeggiare. E invece eccomi qua a scrivere di nuovo a una rubrica di consigli. Cara Lydia, Il ragazzo che sto frequentando di recente ha espresso l' interesse a essere legato . Mi stavo chiedendo se potessi fornirmi qualche consiglio per un principiante al bondage . Una corda sarebbe un buon investimento? O suggerisci qualcosa sulla falsa riga di manette foderate di pelliccia? Magari una cravatta di seta è più indicata a non lasciare il segno sui suoi polsi? Dovrei fare presente che pianifico di affondare la faccia tra le sue cosce, quindi sarà una bella impresa strattonare le cinghie mentre lui si contorce sul letto per i multipli orgasmi. - cinquanta sfumature di D.Hale, Manhattan. Passarono solo 20 minuti prima che una risposta apparisse nella mia cella in arrivo. Mi ero aspettato una lunga replica piena del suo solito sarcasmo. Invece avrei dovuto ricordarmi, ormai, che Stiles Stilinski era imprevedibile. Caro Cinquanta sfumature di D.Hale, Posso suggerirti di controllare il comodino del tuo partner? Forse , visto che quest' uomo ha espresso un interesse, è andato a fare compere dopo pranzo. Quel ragazzo sarebbe stato la causa della mia morte, lo sapevo. Un ora più tardi, la mia segretaria parlò nell' interfono. «Signor Hale? Ha una telefonata sulla linea 3» «Non avevo chiesto di non essere interrotto?» «Si, ma hanno detto che è urgente» «Chi è? E che cosa vogliono?» «É una certa signora Moreau . Ha detto di dirle che la nostra della sua emergenza è che suo marito è morto» Alzai la cornetta «Genevieve» «Derek,ho bisogno del tuo aiuto» «ci sto lavorando. Te l'ho detto ieri» «ho bisogno di altro» Strofinandomi le mani sulla faccia, inalai un profondo respiro. Erano passati anni da quando avevo avuto una conversazione civile con lei ma, contrariamente all' opinione comune, non ero un totale stronzo. Aveva appena perso un marito per un attacco di cuore. Mi appoggiai allo schienale della poltrona, esalai un respiro al veleno e risucchiai fresca compassione. «Cosa posso fare per te Genevieve?» «Non voglio gestire la compagnia da sola. Non posso farcela» «Certo che puoi. Assumersi qualcuno di cui ti fidi se è troppo lavoro» «Io mi fido di te Derek» Anche io mi fidavo di té, cazzo. Mi morsi la lingua tanto da farmi male. « Non sei nelle condizioni di discutere di affari in questo momento» « Sono sempre nello stato di discutere di affari. Come te. É la cosa che abbiamo in comune: le nostre emozioni vanno in secondo piano questo si tratta di un accordo» «ti sbagli , e in questo momento semplicemente non sei in grado di vederlo con chiarezza. Ma in cosa vorresti che ti aiutassi?» «Derek, mi voglio fondere con la Hale financial holdings» « tu vuoi che io compro la Geinesworth investiment? Cioè subentrare completamente?» «No. La Geinesworth investiment , e la Hale financial holdings insieme sarebbero una potenza. Io voglio condurla con te». «Scusami?» «Hai capito bene. Voglio fondermi. Essere di nuovo una squadra.» «Genevieve, non vorrei essere privo di tatto, ma... Hai appena perso tuo marito. Non credi di doverti prendere un po' di tempo prima di cercarti un nuovo compagno di squadra? un po', magari? Non stai ragionando con lucidità» Lei sospirò. «Marcus e io eravamo separati» «Non ne ero al corrente» «L'ho beccato a farsi la mia assistente ventitreenne» « Mi dispiace» «Ni, non é vero. Stai pensando " chi la fa l'aspetti" anch'io lo farei» Con mia somma  sorpresa,capii che aveva ragione. « stai anche soffrendo per una perdita. Tua figlia adesso avrà bisogno di te. Lasciami finire di bloccare gli azionisti e si di tenere al sicuro il tuo vantaggio. Poi potremmo discutere di affari dopo che avrai avuto tempo di pensare con chiarezza». « Questo è il tuo consiglio da "avremo una convenzione dopo che avrò già deciso cosa voglio"» «Genevieve , stai con la tua famiglia. Il lavoro può aspettare». «Bene. Ma controlla il tuo calendario. Hai un appuntamento questo venerdì con la signora More alle dieci, di essere una referente di Bob Baxter. Non lo è: sono io, Mire-Moreau. Ho preso appuntamento due settimane fa; avevo intenzione di venire da te in ogni caso». «Ci vediamo  alla veglia questa sera, Genevieve» Dopo che ebbi riattaccato, controllati l'agenda. In effetti, c'era un appuntamento con una certa signora More venerdì. Stiles era assolutamente meraviglioso in quel abito nero. Lui doveva avermi letto nella mente perché disse : «Sembra che tu voglia divorarmi , Hale» « Perderesti il rispetto per me se ti dicessi che, nonostante dove siamo diretti stasera, tutto ciò a cui riesco a pensare è a sfilarti le mutande?» «La cosa non mi sorprende. Ma questo potrebbe essere troppo persino per te», Scherzo lui. « una cosa che scoprirai di me è che... quando sono sotto stress... Divento particolarmente arrapato. Il sesso mi distrae da qualsiasi cosa mi stia turbando. È davvero l'unica attività che mi aiuta» « Ne ho avuto il sospetto la prima volta che mi sbattesti sulla porta di camera mia. Anche allora avevi questo sguardo» «Mi piacevi. E io piacevi a te. Non puoi negarlo» «Non è mia intenzione... E ora, cerchi il mio aiuto, signor Hale?» «Non chiamarmi signor Hale a meno che tu non voglia fare il sottomesso : in tal caso sarò più che felice di prenderti sulle mie ginocchia anche adesso. Possiamo giocare, se vuoi». «Adesso?» «Si» «Non possiamo. Arriveremo alla camera ardente tra pochi minuti» «Non se facciamo tardi» «  dici sul serio? » Invece di rispondergli, presi il telefono per parlare con l'autista. « Louis, non siamo ancora pronti a dirigerci alla camera ardente. Vorremmo andare in giro per un po' con l'auto, per circa trenta minuti» «Non c'è problema, signor Hale» Stiles si morse il labbro e scosse la testa verso di me, incredulo. « Allora. Giochiamo Stiles ?» «...Si»        

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Capitolo 25
*** Cap 22 ***


 -------------------------------------  Derek----------------_----------------------------------- Quando accostammo alla camera ardente,il mio livello d' ansia era di nuovo alle stelle. Stiles mi strofinò la schiena: « Andrà tutti bene» "Grazie a Dio é qui con me" Non solo sarebbe stato difficile vedere la salma di Marcus, ma per la prima volta mi sarei trovato faccia a faccia con Genevieve,dopo molto tempo. Fuori dalla porta c'era la fila, di vecchi membri ricchi dell' elite di Manhattan stavano discutendo di capitali azionari quando avrebbero dovuto solo chiudere il becco. Non riuscivo a vedere oltre le persone Davanti a me. Non che volessi vedere qualcosa là dentro. Dovevo andare in bagno, quindi sussurrai a Stiles: «tienimi il posto in fila. Vado a cercare un bagno» «Okay» Disse lui , non molto contento di rimanere da solo. Stavo tornando da lui quando individuai la madre di Marcus, Phyllis ,  confortare una bambina in corridoio. La bambina stava piangendo in corridoio. La bambina stava piangendo e mi spezzo il cuore. Doveva essere la figlia di Marcus e Genevieve. Non l'avevo mai vista prima. In quel momento, non provavo altro che compassione per una bimba che aveva perso un genitore. Phyllis sembrò sorpresa di vedermi , ma non potevo oltrepassarla senza porgere le mie condoglianze. Mi venne la nausea. «Ciao, Phyllis. Mi dispiace molto per Marcus» Sconvolta , lei si limitò ad annuire e tenne stretta la bambina prima di allontanarsi. Camminavo dietro di loro quando notai  un pompon nero che dai capelli della bimba era caduto sul tappeto. Mi schiarii la voce, avanzai ,un po'più in fretta per raggiungerle. « Scusatemi . Le é caduto qualcosa » Quando la bambina si girò , la vidi in viso per la prima volta. Mi inginocchiai e le porsi il pompon , ma dimenticai  cosa avrei dovuto dire dopo. Mi manco completamente il respiro. Non c'erano parole...Solo un totale stato di incredulità e confusione. Perché,se non avessi saputo che era impossibile, avrei creduto di guardare il viso di mia madre da bambina.                                     STILES "Cosa diamine lo stava trattenendo tanto a lungo?" La fila stava scorrendo più in fretta del previsto, e Derek doveva ancora tornare dal bagno. Ora si riusciva a vedere la bara . Il Bouquet di fiori bianchi circondavano il feretro con uno stendardo che recitava : figlio,amico,marito ;e c'erano Delle lunghe candele colore crema accese. Era una bella installazione. Il meglio che si potesse comprare coi soldi. Scrutai le persone dietro di me. Ancora nessuna traccia di Derek. Poi i miei occhi atterrarono su di lei. Seduta sulla sedia più vicina alla bara ,e aveva un aspetto stoico. Genevieve. Era bella. Anche se non mi aspettavo niente di meno. Ma non era soltanto il suo aspetto a farmi dolere lo stomaco. Era il ritrovarmi faccia a faccia con una persona a cui Derek aveva donato il cuore. Lui l'aveva amata. Forse fino a quel momento non mi ero reso conto di quanto desiderassi DEREK e quanto avessi bisogno di lui. Quando guardai di nuovo dietro di me, la donna alle mie spalle mi sorrise. «Come hai conosciuto Marcus?» « Ehm... Non l'ho fatto. Veramente sono venuto con Derek Hale» « l'ex promesso di Genevieve?» Ingoiai il groppo che avevo in gola. « Promesso sposo?» «Se è Derek Hale della Hale financial holdings, si. Erano fidanzati e dovevano sposarsi prima che Genevieve e Marcus si mettessero insieme» Il mio stomaco sprofondò. "Le aveva chiesto di sposarlo?" «Giusto. Certo,si . Sono con quel Derek Hale e lei é...» «  Galena Frost . Sono una vicina di casa di Genevieve e Marcus . Qualche volta faccio da Babysitter  a Chloe» «É  loro figlia?» «  Si. Bella, capelli scuri, al contrario dei suoi genitori» « Capita,a volte» Scrollai le spalle Prima che la nostra conversazione potesse continuare, la mia attenzione fu catturata dalla visita di Derek che si faceva largo tra la folla per raggiungermi. Fissava davanti a sé con aria assente, sembrava completamente stordito. Quell' esperienza pareva essere per lui molto più dura di quanto pensassi. «  Va tutto bene?» Lui annuì in silenzio,ma il mio istinto mi disse che qualcosa non andava. Finalmente arrivò il nostro turno di inginocchiarci davanti alla salma di Marcus e offrire le nostre preghiere. Unii le mani, chiusi gli occhi e dissi un Padre nostro è un Aveva Maria . Sentii il cuore affondarmi nel petto quando udii le parole che uscirono dalla bocca di  Derek. «Bastardo» sussurrò sottovoce. Aveva gli occhi lucidi,ma non piangeva. Gli tremava il labbro inferiore. Io continuai a guardarlo, confuso dalla sua rabbia improvvisa. Ci alzammo in piedi insieme,ci dirigemmo lentamente verso la vedova non così addolorata. Genevieve sembrava stare stranamente bene per essere una che aveva appena perso il marito. Parve illuminarsi alla visita di Derek. Il corpo di lui era rigido quando lei gli getto le braccia al collo e lo strinse. "Puttana" «Grazie per essere venuto Derek» Lui rimase semplicemente li a fissarla. "É divenuto muto per lo shock?" Lei continuò: « Lo apprezzo più di quanto tu creda. Ci vediamo venerdì al nostro incontro?» "Incontro?" "Hai intenzione di vederla?" Mi rivolse un sorriso falso. « Tu chi sei?» «  Mieczyslaw ...il suo...» Esitai. Derek alla fine parlò « ragazzo» Disse fermamente circondandomi la vita con il braccio. «  ragazzo...» Ripeté Lei. Derek strinse la sua presa su di me. « Si» « Mi avevano detto che stavi frequentando uno nuovo,ma non avevo capito che fosse una cosa seria» « lo è. È molto seria» " Bene , okay allora. Buono a sapersi" « È un vero piacere conoscerti Mai...Mie... Mic... È un vero piacere conoscerti» «Anche per me . Mi dispiace molto per la tua perdita» "E con ciò intendo...Derek" Lui le rivolse quello che avrebbe potuto definirsi uno sguardo assassino. "Ma che diavolo succede? Perché di colpo è così in collera?" Derek si spostò bruscamente verso il membro della famiglia successivo. Stringendo mani meccanicamente con ogni persona in fila prima di raggiungere la fine. Lasciando andare un sospiro di sollievo, dissi: « È stato doloroso. Cosa facciamo adesso?» Lui sembrò voler dire qualcosa senza trovare le parole. «Stiles...» «Cosa? Derek, cosa succede? Parlami » « Ora non posso. Ma qualcuno me la pagherà. E  questo non è né il momento ne il luogo adatto» Non ci volle molto prima che avessi la risposta alla mia domanda, quando tutti gli occhi nella stanza si rivolsero verso una bellissima bambina dai capelli scuri accanto alla bara di Marcus. Chloe. Era stata assente per tutta la serata. Immaginai che la figlia di Marcus e Genevieve fosse stata portata via intenzionalmente. Non pensavo che fosse lì. La folla sembrò immobilizzarsi davanti alla vista straziante della figlia che piangeva sulla salma del padre. « È così triste» Sussurrai a Derek. Lui fece un bel respiro e lo butto fuori lentamente. Quasi nello stesso istante, Chloe si voltò, consentendomi di osservarla in viso  per la prima volta. Trasalii. Le rotelline nella mia testa iniziarono a girare. Quando guardai Derek , lui la stava fissando con sguardo incredulo. «L'avevi mai vista prima,Derek? » I suoi occhi erano ancora piantati su di lei, scosse la testa e rispose semplicemente: «No» All' improvviso,il suo strano comportamento ebbe un senso. Perché quella bambina assomigliava del tutto a suo padre. Suo padre,Derek. Alla  fine, si girò verso di me. «Dimmi che è stata solo la mia immaginazione» «No,non lo è stata . Quella bambina é tale e quale a te » Le cose sarebbero cambiate in modo molto drastico. Anche se volevo esserci per lui, non potei impedire il fatto che una parte di me stesse pian piano indossando un' armatura immaginaria per proteggermi. Quella sera, cambiai di nuovo il colore di alcune ciocche dei miei capelli.

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Capitolo 26
*** Cap 23 ***


------------------------------DEREK-------------------------------------------------------------------- Stiles stava scivolando via da me. La scusa che mi aveva raccontato di avere programmi col branco. Era una Stronzata. La cosa peggiore, però era che non potevo biasimarlo. Se la situazione fosse stata inversa , come avrei sopportato di sapere che aveva un figlio?. Quella riflessione mi faceva sentire nauseato. Mi sentivo così possessivo verso di lui. Quella settimana era stata una specie di incubo dal quale non potevo svegliarmi. Desideravo solo di poter tornare a com'erano le cose prima della veglia funebre. Era tutto così semplice. Se lei era veramente mia figlia, allora le dovevo così tanto. Niente di tutto ciò era colpa sua. "Non correre troppo" Dovevo fare il test di paternità. La voce della segretaria interruppe il corso dei miei pensieri : « la signora Moreau è qui per vederla» Controllati l'orologio, presi un bel respiro e dissi: «Falla passare» La porta si aprì e Genevieve entrò pavoneggiandosi nell'ufficio come se le appartenesse. C'era stato un tempo in cui era così. Posó una scatola bianca sulla mia scrivania. «Ti ho portato il tuo cupcake preferito, quello di Magnolia,al burro di arachidi. Mi ricordo quando lo... ». « Cazzo! Smettila di parlare di cupcake», le vomitai addosso. «É mia?» Alla faccia di andarci coi piedi di piombo nella discussione Lei spalancò gli occhi. «Cosa?» «Mi hai sentito. Chloe. È mia figlia?» Sembrò del tutto scioccata e le guance le si infiammarono . Come aveva potuto non aspettarsi quel confronto?. Visto che non parlava, continuai : «Perché sembri così sorpresa, Genevieve?Credi davvero che dopo averla vista non ti avrei posto questa domanda?» «Non lo so» «Cosa vuole dire non lo so?» « ho temuto questo momento per anni, Derek . Non so come spiegarti le mie ragioni in modo che tu capisca» «Ho tutto il giorno. Veniamone a capo ». Quando lei continuò a rimanere in silenzio, dissi : « va bene, comincio io allora. Ti scopavi me è Marcus nello stesso periodo, giusto?» «Si» «Quanto tempo dopo esserci lasciati hai scoperto di essere incinta?» «un mese» «E di quanto eri?» « due mesi» Lanciai una penna nella stanza per la collera. « Come cazzo hai potuto farlo?» Sputacchiai quando le parole mi uscirono di bocca. Nei suoi occhi iniziarono a formarsi le lacrime. «Puoi lasciarmi spiegare?» «in effetti non vedo l'ora di vedere come te la cavi» Lei chiuse le palpebre per un momento e disse : « Ero innamorata di tutti e due, Derek . Lo ero sul serio . Ero egoista a sentirmene in diritto, ma è così. Quando Chloe è nata,la sua carnagione era molto più chiara di adesso. Non aveva molti capelli. Non è stato subito evidente che non assomigliava a Marcus. Man mano che cresceva, lui inizio a notare quanto invece somigliasse a te. Decise di ignorarlo . Entrambi decidemmo di ignorarlo. Al tempo le cose tra noi tre andavano così male, e Marcus amava Chloe più della propria vita. Non poteva affrontare la possibilità che non fosse davvero sua» «E io ? Credevi che non l'avrei mai scoperto? » « in fondo, ho sempre sentito che era tua. E ,a essere sincera, mi rendeva felice» «Ancora non capisco come hai potuto tenermelo nascosto» «Non ho scuse, eccetto che non volevo distruggere la vita di Chloe. Così ho lasciato le cose com'erano. Ho solo cercato di mantenere la pace». Altre lacrime gli rigavano le guance. Rifiutai di addolcirmi. «Vogli fare immediatamente il test di paternità» «Non combatterò conto di te su questo, Derek. Ti darò tutto ciò che vuoi: tempo con lei,il test... ti chiedo solo una cosa: se sei tu il padre, per favore, aspetta a dirglielo finché non sarà un po' più grande e potrà capire meglio. Ha appena perso l'unico padre che conosceva. Ed è devastata» «Non farei mai nulla per nuocerle. Sono d'accordo,a non dirglielo per un po', per il suo bene». «Ci tengo davvero a te. Non ho mai avuto intenzione di ferirti. Ti prego, credimi». «Esigo il test entro una settimana, Genevieve. Farò io i preparativi, così da assicurarmi che i risultati siano accurati». All' improvviso le apparve sul volto uno sguardo di panico. «Non cercherai di portarmela via, non è vero?» «Non porterei mai via una figlia dalla propria madre» Genevieve tirò su col naso. «Grazie» «Se viene fuori che è mio, voglio che mi procuri ogni singola fotografia sin dal giorno della sua nascita. Mi hai capito?». Lei non esitò «Ma certo» Quella sera , tutto ciò che volevo era vedere Stiles. Sentire il suo profumo. Dormirgli accanto. Era tardi. Non ero neanche sicuro che Stiles fosse sveglio. Camminai sotto il diluvio per due isolati. Avevo il cappotto e i capelli zuppi. Dovevo avere l'aspetto di un pulcino bagnato. Quando Stiles aprì la porta, non mi lasciò entrare subito. Non sapevo se mi avrebbe sbattuto fuori o invitato a entrate. Spettava a lui la decisione. Non avevo il diritto di forzarlo dopo il casino in cui l' avevo trascinato. Lo ammirai per un momento. Era così bello, persino con tutti i capelli arruffati. Le punte erano rosse. "Lo sto perdendo" «oh, Dio.Entra. Sei fradicio» "Grazie pioggia. Probabilmente altrimenti non gli avrei fatto compassione" Chiuse la porta e scomparve un momento, poi tornò con un asciugamano. « Ecco. Dammi il cappotto. Cosa sta succedendo?. Tutto okay?» «No, non si tutto Okay» «Presumo che il tuo incontro con Genevieve oggi non sia andato bene» « ha ammesso che non era certa che Marcuse fosse il padre di Chloe. Ci scopavi nello stesso periodo e ha scoperto di essere incinta dopo esserci lasciati. Ha acconsentito a fare a Chloe il test del DNA la prossima settimana» «Non so cosa dire» Lo guardai negli occhi. «dimmi che non mi lascerai» Lui distolse lo sguardo. «Dimmi che non mi lascerai per questo» «Non sappiamo cosa accadrà» «So quello che voglio» «Derek... Le cose possono cambiare» «ho bisogno di te, Stiles. Non l'ho mai detto a nessun'altro nella mia vita» Posai la fronte conto la sua e sussurrai: « ho bisogno di te». Lui annuì «Okay» Gli presi il viso tra le mani, lo sollevai, cosicché i nostri occhi potessero incontrarsi. «Niente più stronzate per evitarmi» « Avevo dei programmi con Scott e Malia» Gli rivolsi un' occhiataccia che gridava : " Stronzate". «Va bene» Alzò gli occhi al cielo e sbuffó. «ti stavo evitando» Mi chinai e lo baciai sulle labbra. Per la prima volta dal funerale,il mondo parve smettere di volticare per un istante. «vuoi restare stanotte?» «prova a farmi andare via» Quella notte, col mio corpo avvolto attorno a quello di Stiles, finalmente riuscii a recuperare il sonno di cui avevo cosí bisogno. Dormii fino alla mattina successiva, finché il suono del mio cellulare che squillava non mi sveglió.

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Capitolo 27
*** Cap 24 ***


----+----------------------------     STILES------------------------------------------------------------------ Capii chi fosse al telefono dal tono della voce di Derek. Fortunatamente,gli davo le spalle,e lui era talmente preso dalla conversazione,da non  percepire che fossi sveglio, così potei ascoltare l'intera conversazione senza dover fingere di non sentirmi ferito nel profondo. Era già abbastanza brutto che una sua ex lo chiamasse al cellulare alle sette di mattino mentre lui era sdraiato nel mio letto,ma la madre di sua figlia era tutta un'altra cosa -------;-:_________________      Derek------------------------------------------------------------------- Nonostante quel maledetto aggeggio mi aveva svegliato fin troppo presto, avevo il sorriso sulle labbra. Tra le mie braccia stringevo il mio amore che per fortuna non si era svegliato. Il mio sorriso svanì quando vidi il nome di Genevieve sullo schermo. Sopoesai se rispondere o meno,ma poi pensai che avrebbe potuto trattarsi di Chloe. «Genevieve» «Derek. Come stai?» «Sono occupato. Va tutto bene con Chloe?» «Lei sta bene» «Allora cosa vuoi?» Sospirò con enfasi al telefono. «Dovrai pur imparare a parlarmi in modo civile. Non voglio che nostra figlia sia esposta al mondo in cui mi abbai contro» «Nostra figlia? Stai correndo un po' troppo, non ti pare? Il test non darà una risposta fino a mercoledì mattina» «Per me è soltanto una formalità. Nel mio cuore so già che è tua» «Carino da parte tua. Magari avresti potuto condividere quest'informazione un po'prima. Non so ... magari...Anni fa?» «Smetti di urlarmi contro» «E tu smetti di chiamarmi» Un altro sospiro di frustrazione. Se non l'avessi conosciuta , avrei pensato che quella donna avesse le palle. Gigantesche, più grandi della testa. «Ascolta.  Voglio esserci quando avrai il risultato mercoledì mattina» «No» «Cosa vuol dire "NO"?» «É il contrario di "SI" . Forse avresti dovuto provare a dirlo anni fa  quando il mio migliore amico ti disse di allargare le gambe» «Derek...» «No. Non siamo una famiglia felice che aspetta il segnio positivo sul bastoncino. Sto aspettando di sapere se mi hai rubato anni della vita di mia figlia. In ogni caso, non sarà un momento strappalacrime,e non lo condividerai con me » «Verrò al tuo ufficio mercoledì» «Ti avverto,non farlo» In sottofondo udii i rumori attutiti del traffico ,e poi all'improvviso più niente. «Genevieve?» Quella stronza mi aveva riattaccato il telefono in faccia.     ---------------------------   STILES--------------------------------------------------- Rimasi in silenzio ad ascoltare. Vi furono vari scambi bruschi. E poi improvvisamente più nulla. Lei gli doveva aver riattaccato il telefono in faccia. Mi doveva il cuore per lui. Derek mi abbracciò da dietro e mi baciò su una spalla. «So che sei sveglio» "Beccato" «Mi dispiace. Ha chiamato per i preparativi per il test del DNA .» Mi voltai per affrontarlo «Lei é ancora innamorata di te » Lui abbassò lo sguardo. «Non sono sicuro che Genevieve sia capace di amare» «É bella» «Non regge il confronto con te» «É una donna» «E tu un stupendo uomo» «É intelligente» «Non sono il tipo da sapientona» Mi fece sorridere. Finché non pensai ad altre cose in cui Genevieve avrebbe potuto battermi. «Era la tua promessa sposa» «Senza dedizione, un anello è soltanto un pezzo di gioielleria» Dovetti distogliere lo sguardo prima di pronuncia quelle parole «Peró... Non lo ... Hai mai chiesto» E fu un tale sussurro tanto che neanche Derek comprese . Tanto che   sollevò le sopracciglia in una muta richiesta di ripetere la frase. Sospirai prendendo il coraggio. E lo guardai dritto in faccia. «Forse. Ma a me, non lo hai mai chiesto. Neanche prima che io...» Distolsi lo sguardo non riuscendo  più a reggere il suo sguardo «...io ti rubassi i ricordi. Dimmi. Ti sei messo in ginocchio durante la promessa?» «Stiles...» «Devo saperlo» «Perché» «Nob ne ho idea. Devo e basta» « Veramente no, non l'ho fatto. L'ho portata da Tiffany ,e lei ha scelto l'anello. Non c'è stata una cena, fiori, o palloncini colorati. Con te sarebbe stato diverso. Ti avrei  portato al cinema,a cena,e dopo una passeggiata in calesse al chiaro di luna,mi sarei inginocchiato  e ti avrei chiesto Mieczyslaw Stilinski. Vuoi sposarmi?» «Oh» Ero senza parole. Derek mi avvolse tra le sue braccia. Non so per quanto tempo restammo in quella posizione, ma mi sentivo al sicuro e non avrei mai voluto muovermi da lì. Quel giorno Derek avrebbe ricevuto il risultato del test del DNA. Anche se non mi aveva chiesto esplicitamente di esserci, volevo sorprenderlo. Per mostrargli ulteriore solidarietà,era ora di eliminare il rosso dai miei capelli. Li tondi di blu, perché Derek sapeva che era segno che nella vita andava tutto bene. Che ci credesse davvero o no ,quel gesto lo avrebbe tranquillizzato. Entrai dalle porte di vetro e non mi disturbai neppure a fermarmi dalla receptionist. Andai diretto all'ufficio del mio ragazzo,come se quel posto mi appartenesse. Aprii senza bussare la porta. «Ma che diavolo...?» Il cipiglio sulla sua faccia si addolcí quando si rese conto che ero io. «Stiles» Mi sorrise. La porta si richiude dietro di noi, Derek mi fece indietreggiare contro di essa , piazzò un  baciò deciso sulle mie labbra e disse : «Questa è davvero una bella sorpresa» «Non volevo che affrontarsi le cose da solo» Posó la fronte sulla mia «Sai ... Ti volevo qui. Ma allo stesso tempo non sapevo se ti avrebbe messo a disagio. Non volevo farti pressione, eppure sono così contento che tu sia venuto». «Ho la sensazione che dovrò fare pratica ad affrontare il mio disagio» Mi prese il viso tra le mani. «Viviamo giorno per giorno. Puoi farlo per me?» Annuì nelle sue mani e dissi : «Ci proverò» Durante la mezz'ora successiva , sedemmo in silenzio a mangiare i Bagel che avevo comprato prima di recarmi da lui. Derek teneva i piedi sulla scrivania e sembrava un po' più rilassato di quanto mi ero aspetto. Dalle finestre del suo ufficio il sole splendeva e si rifletteva nei suoi occhi che rilucevano mentre mi guardavano masticare. Sembrava stare bene tutto sommato. «Sembri stare bene . Non temi la telefonata?» «Sai una cosa? A dir la verità, avevo la nausea finché non sei arrivato tu. Sapere che sei qui per me, qualunque sia la verità,fa la differenza». «Sono contento di farti stare meglio» «Tu rendi migliore qualsiasi cosa nella mia vita, piccolo.Qualsiasi cosa» Il suono dell' interfono interruppe il nostro momento. «Signor Hale? La signora Moreau è qui. Non ha un appuntamento ma insiste comunque nel farglielo sapere. Dice che lei sa di cosa si tratta» Sentii lo stomaco scombussolato e ritirai la mano dalla sua. «Genevieve è qui?» Lui chiuse gli occhi e si strofinò le tempie per la frustrazione. «Cazzo. Le avevo detto che non volevo venisse per il risultato. Avrei dovuto sapere che non mi avrebbe ascoltato». «Bé, non puoi esattamente sbatterla fuori» «Certo che posso» «Credimi , mi piacerebbe molto se la buttassi in mezzo alla strada in questo istante,ma non renderebbe le cose più facili se Chloe è tua figlia. Dovrai avere a che fare con lei, che ti piaccia o no. Prima scopri come, meglio è». Assorto nei propri pensieri, annuì fra sé e sé per un po'. «Hai ragione» Premette il bottone e disse : «Falla entrare». La nostra colazione rilassante era ufficialmente finita.   

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Capitolo 28
*** Cap25 ***


------------------------------------        STILES. ------------------------------------------------- La porta si aprì e Genevieve entrò nell' ufficio, richiudendo piano la porta dietro di sé. Lei guardò negli occhi me per primo. « Mieczlow, non avevo capito che saresti stato qui» « Mi chiamo Mieczyslaw . E , sì sono qui per dare supportoa Derek quando avrà il risultato» Lei si sedette. «Cosí ...sai tutto» «Certo. Non abbiamo segreti noi due . Quando si ci rispetta e ci si ama  è giusto dirsi sempre la verità» «Bé , è gentile da parte tua essere qui per lui» «NO» Derek sollevò di scatto la testa guardandomi stranito, mentre un sorriso beffardo apparve sulle labbra di  lei, io continuai a parlare prima che uno dei due avesse la possibilità di farlo. «No. Non sono qui solo per Derek. Sono qui anche per Chloe , perché se lei e sua figlia, farà parte della vita dell'uomo che Amo e io  non ho nessuna intenzione di sparire dalla sua vita e di conseguenza quel piccolo angolo, farà parte delle nostre vite . Chloe diverrà un po' anche figlia mia». Per un istante nei suoi occhi apparve una luce cattiva. Derek parlo prima che potesse farlo lei «Credevo di averti detto che preferivo che tu non fossi qui oggi » «Dovevo esserci, Derek . Sono certa che hai fatto a Mieclit una testa così a proposito di che brutta persona sono, ma anch'io oggi sono qui per supportarti» Il tono di Derek fu austero. «É Mieczyslaw. Non Mieczlow . Non Mieclit. Non Mieceet . Mie-czy-slaw. Cosa c'è di così difficile da afferrare ?» Anche se mi avevano momentaneamente escluso dalla conversazione,non potei evitare di sentirmi lusingato dal fatto che di tutto il discorso di Genevieve, DEREK avesse dato importanza solo al fatto che lei distorcesse il mio nome. «Mieczyslaw... Mieczyslaw...Scusa!. Anch'io sono un po'nervosa, okay? Non sono venuta qui per creare problemi. Sto solo cercando di essere di sostegno. Mi sono resa conto che tutta questa situazione è solo colpa mia. Non lo nego.  Ma non posso cambiare il passato. Sto solo provando a far sì che le cose vadano avanti. Se dovrò passare il resto della mia vita a rimediare, lo farò». Sembrò sul punto di piangere. O era davvero dispiaciuta, oppure si meritava un Academy Award. Derek restó indifferente al suo piccolo crollo. Seguirono diversi minuti di silenzio imbarazzante, nei quali lui  passava  dal giocherellare coi capelli,al rigirare l'estremità di una penna tra le dita. La tirò in mezzo alla stanza e bofonchió : « Perché diavolo ci mettono  così tanto?» Genevieve apri la bocca molto probabilmente nel tentativo di alleggerire l'atmosfera ,ma contemporaneamente Derek scostò rumorosamente la sedia dalla scrivania e si alzò in piedi. Cominció a camminare avanti e indietro e parve perdere la calma. Piccoli artigli iniziavano a  spuntare. Genevieve tentò nuovamente di parlare. Ma di nuovo fu più veloce lui. «Vado in bagno». Nonostante avesse quello privato, uscì dall'ufficio lasciandomi solo con lei. Non appena la porta fu chiusa alle spalle del mio boy. La maschera della stronza. Si perché Genevieve, era una stronza. Cadde. In due falcate me la trovai a un palmo dal mio naso. « Non li hai ancora compreso che qui sei di troppo? » Il suo repentino cambiamento,mi colse di sorpresa, ma solo per un istante. «Se c'è qualcuno di troppo qui sei tu. Derek e il mio compagno» Lei rise sgraziatamentre  « Compagno?» E c'era talmente tanta acidità nel suo tono da far impallidire un barattolo di aceto. «Sei solo il suo boy Toy . Sai quanti ne ho visti come te  entrare ed uscire dal suo letto? Sei solo l'ennesimo buco col quale sfogare i propri valori. Non sei ,e non sarai mai nulla per lui». «Detto dalla troia che lo ha usato, e gli ha negato l' amore di una figlia solo per convenienza. È ridicolo» «Per lo meno con me, ha concepito una figlia...» Pose una mano sul mio ventre per poi continuare « Cosa che tu non potrai mai donargli» Avrei voluto rispondergli a tono. Ma sentii abbassarsi la maniglia della porta. Dettaglio che doveva aver notato anche lei, dato che aveva rindossato la sua seconda pelle e si era allontana da me. Anche io indossai una maschera. Non volevo creare altri problemi. Non era il momento adatto per discutere. Derek si sedette nuovamente alla sua scrivania. Preso come era dai suoi pensieri. Non doveva aver ascoltato la nostra conversazione. Meglio così. «Hanno detto prima di mezzogiorno?» Chiese il nato lupo «C'e ancora tempo» Tentai di tranquillizzarlo . E precedere la stronza nel  ripndergli. Lui tirò fuori il cellulare. Mise il voto vavice. Rispose una donna: «Laboratorio Culver» « Buongiorno,sono Derek Hale. Avrei dovuto ricevere una telefonata prima di mezzogiorno per conoscere il risultato del test di paternità eseguito nel vostro laboratorio questa settimana. Sono passati tre minuti dalla scadenza. Vorrei sapere l'esito, per favore. Arnold Schwartz  aveva assicurato che avrebbe supervisionato tutto personalmente, così da ottenere il risultato questa mattina. Ho un numero di riferimento speciale che mi ha detto lui,se può servirle». « Si, signore  . Sarebbe d' aiuto». Mentre Derek le dava l'informazione, pregai tra me e me in silenzio che venisse fuori che non era lui il padre. Non sapevo se ciò mi rendesse una brutta persona o no. Prima dello scontro con quella donna, avevo sempre sperato che la cucciola fosse di Derek. Ma ora. ..No. Finché non fosse giunto il risultato, sarei stato ancora speranzoso,per quanto fossi preoccupato. E se c'era un terzo uomo di cui non sapevamo nulla...un uomo morto come Derek, magari che gli somigliava? Tutto era possibile, no? . Quando la donna trascrisse il numero,in sottofondo si udì il ticchettare di una tastiera. «La metto in attesa, signor Hale. Sembra che il risultato ci sia , ma quando hanno segnalato che qualcuno avrebbe dovuto telefonarle,a quanto pare si sono basti sull' orario del Pacifico. Ma vedo qui che il test è stato completato. Devo solo vedere se abbiamo del personale autorizzato disponibile a comunicarglielo» Lui sussurro sottovoce : « Gesù Cristo» Quelle persone a west coast non avevano idea di quanto dipendesse dal risultato. Se l' avessero avuta, di sicuro si sarebbero dati una mossa. Genevieve espiró e mi guardò. «E davvero snervante» Non sapevo perché si stesse sforzando di parlare con me. Anzi, lo sapevo fin troppo bene. Il motivo era quell pezzo di manzo seduto alla scrivania. In ogni caso, ero troppo agito per risponderle. Spostai la mia attenzione su Derek . Il suo atteggiamento rilassato di prima era un lontano ricordo. Sembrava così preoccupato. Forse una parte di lui voleva che Chloe fosse sua , e l'altra parte invece era spaventa dallo scenario opposto, dove una bimba piccola come Chloe, che aveva immaginato essere sua, rimaneva orfana di padre. Sentii le budella attorcigliarsi,e mi chiesi se fosse ciò che accadeva quando si amava qualcuno,se fosse possibile percepire fisicamente la paura di quella persona. Il suo timore era il mio, così come il suo dolore. Se Chloe era sua figlia. Allora l'avrei amata come se fosse stata mia,e al diavolo Genevieve che facesse anche del suo peggio. Nessuno mette in un angolo Stiles Stilinski. La vita di Derek e di Chloe ora erano fuse con la mia. Non avevo detto a Derek di amarlo ma, mentre me ne stavo li sentendomi come se il mio intero futuro dipendesse dai pochi minuti successivi, arrivai alla conclusione che era la realtà dei fatti. Amavo Derek J Hale. Il borioso arrogante in giacca e cravatta. E amavo Sourwolf,il bad boy col giubbetto di pelle nera. Una voce maschile venne al microfono. «Signor Hale? . Grazie per aver aspettato. Sono Brad, uno dei direttori del laboratorio. Mi scuso per il ritardo. Ho il suo test.» Derek deglutí. «Benissimo...» «C'é il 99,9 per cento di corrispondenza. Questo risultato è sufficiente a provare la paternità» Derek si portò il palmo alla bocca e lascio andare un lungo e lento respiro. Derek riattaccato e in un istante le sue labbra stavano divorando le mie.

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Capitolo 29
*** Cap26 ***


------------------------------------        STILES. ------------------------------------------------- La porta si aprì e Genevieve entrò nell' ufficio, richiudendo piano la porta dietro di sé. Lei guardò negli occhi me per primo. « Mieczlow, non avevo capito che saresti stato qui» « Mi chiamo Mieczyslaw . E , sì sono qui per dare supportoa Derek quando avrà il risultato» Lei si sedette. «Cosí ...sai tutto» «Certo. Non abbiamo segreti noi due . Quando si ci rispetta e ci si ama  è giusto dirsi sempre la verità» «Bé , è gentile da parte tua essere qui per lui» «NO» Derek sollevò di scatto la testa guardandomi stranito, mentre un sorriso beffardo apparve sulle labbra di  lei, io continuai a parlare prima che uno dei due avesse la possibilità di farlo. «No. Non sono qui solo per Derek. Sono qui anche per Chloe , perché se lei e sua figlia, farà parte della vita dell'uomo che Amo e io  non ho nessuna intenzione di sparire dalla sua vita e di conseguenza quel piccolo angolo, farà parte delle nostre vite . Chloe diverrà un po' anche figlia mia». Per un istante nei suoi occhi apparve una luce cattiva. Derek parlo prima che potesse farlo lei «Credevo di averti detto che preferivo che tu non fossi qui oggi » «Dovevo esserci, Derek . Sono certa che hai fatto a Mieclit una testa così a proposito di che brutta persona sono, ma anch'io oggi sono qui per supportarti» Il tono di Derek fu austero. «É Mieczyslaw. Non Mieczlow . Non Mieclit. Non Mieceet . Mie-czy-slaw. Cosa c'è di così difficile da afferrare ?» Anche se mi avevano momentaneamente escluso dalla conversazione,non potei evitare di sentirmi lusingato dal fatto che di tutto il discorso di Genevieve, DEREK avesse dato importanza solo al fatto che lei distorcesse il mio nome. «Mieczyslaw... Mieczyslaw...Scusa!. Anch'io sono un po'nervosa, okay? Non sono venuta qui per creare problemi. Sto solo cercando di essere di sostegno. Mi sono resa conto che tutta questa situazione è solo colpa mia. Non lo nego.  Ma non posso cambiare il passato. Sto solo provando a far sì che le cose vadano avanti. Se dovrò passare il resto della mia vita a rimediare, lo farò». Sembrò sul punto di piangere. O era davvero dispiaciuta, oppure si meritava un Academy Award. Derek restó indifferente al suo piccolo crollo. Seguirono diversi minuti di silenzio imbarazzante, nei quali lui  passava  dal giocherellare coi capelli,al rigirare l'estremità di una penna tra le dita. La tirò in mezzo alla stanza e bofonchió : « Perché diavolo ci mettono  così tanto?» Genevieve apri la bocca molto probabilmente nel tentativo di alleggerire l'atmosfera ,ma contemporaneamente Derek scostò rumorosamente la sedia dalla scrivania e si alzò in piedi. Cominció a camminare avanti e indietro e parve perdere la calma. Piccoli artigli iniziavano a  spuntare. Genevieve tentò nuovamente di parlare. Ma di nuovo fu più veloce lui. «Vado in bagno». Nonostante avesse quello privato, uscì dall'ufficio lasciandomi solo con lei. Non appena la porta fu chiusa alle spalle del mio boy. La maschera della stronza. Si perché Genevieve, era una stronza. Cadde. In due falcate me la trovai a un palmo dal mio naso. « Non li hai ancora compreso che qui sei di troppo? » Il suo repentino cambiamento,mi colse di sorpresa, ma solo per un istante. «Se c'è qualcuno di troppo qui sei tu. Derek e il mio compagno» Lei rise sgraziatamentre  « Compagno?» E c'era talmente tanta acidità nel suo tono da far impallidire un barattolo di aceto. «Sei solo il suo boy Toy . Sai quanti ne ho visti come te  entrare ed uscire dal suo letto? Sei solo l'ennesimo buco col quale sfogare i propri valori. Non sei ,e non sarai mai nulla per lui». «Detto dalla troia che lo ha usato, e gli ha negato l' amore di una figlia solo per convenienza. È ridicolo» «Per lo meno con me, ha concepito una figlia...» Pose una mano sul mio ventre per poi continuare « Cosa che tu non potrai mai donargli» Avrei voluto rispondergli a tono. Ma sentii abbassarsi la maniglia della porta. Dettaglio che doveva aver notato anche lei, dato che aveva rindossato la sua seconda pelle e si era allontana da me. Anche io indossai una maschera. Non volevo creare altri problemi. Non era il momento adatto per discutere. Derek si sedette nuovamente alla sua scrivania. Preso come era dai suoi pensieri. Non doveva aver ascoltato la nostra conversazione. Meglio così. «Hanno detto prima di mezzogiorno?» Chiese il nato lupo «C'e ancora tempo» Tentai di tranquillizzarlo . E precedere la stronza nel  ripndergli. Lui tirò fuori il cellulare. Mise il voto vavice. Rispose una donna: «Laboratorio Culver» « Buongiorno,sono Derek Hale. Avrei dovuto ricevere una telefonata prima di mezzogiorno per conoscere il risultato del test di paternità eseguito nel vostro laboratorio questa settimana. Sono passati tre minuti dalla scadenza. Vorrei sapere l'esito, per favore. Arnold Schwartz  aveva assicurato che avrebbe supervisionato tutto personalmente, così da ottenere il risultato questa mattina. Ho un numero di riferimento speciale che mi ha detto lui,se può servirle». « Si, signore  . Sarebbe d' aiuto». Mentre Derek le dava l'informazione, pregai tra me e me in silenzio che venisse fuori che non era lui il padre. Non sapevo se ciò mi rendesse una brutta persona o no. Prima dello scontro con quella donna, avevo sempre sperato che la cucciola fosse di Derek. Ma ora. ..No. Finché non fosse giunto il risultato, sarei stato ancora speranzoso,per quanto fossi preoccupato. E se c'era un terzo uomo di cui non sapevamo nulla...un uomo morto come Derek, magari che gli somigliava? Tutto era possibile, no? . Quando la donna trascrisse il numero,in sottofondo si udì il ticchettare di una tastiera. «La metto in attesa, signor Hale. Sembra che il risultato ci sia , ma quando hanno segnalato che qualcuno avrebbe dovuto telefonarle,a quanto pare si sono basti sull' orario del Pacifico. Ma vedo qui che il test è stato completato. Devo solo vedere se abbiamo del personale autorizzato disponibile a comunicarglielo» Lui sussurro sottovoce : « Gesù Cristo» Quelle persone a west coast non avevano idea di quanto dipendesse dal risultato. Se l' avessero avuta, di sicuro si sarebbero dati una mossa. Genevieve espiró e mi guardò. «E davvero snervante» Non sapevo perché si stesse sforzando di parlare con me. Anzi, lo sapevo fin troppo bene. Il motivo era quell pezzo di manzo seduto alla scrivania. In ogni caso, ero troppo agito per risponderle. Spostai la mia attenzione su Derek . Il suo atteggiamento rilassato di prima era un lontano ricordo. Sembrava così preoccupato. Forse una parte di lui voleva che Chloe fosse sua , e l'altra parte invece era spaventa dallo scenario opposto, dove una bimba piccola come Chloe, che aveva immaginato essere sua, rimaneva orfana di padre. Sentii le budella attorcigliarsi,e mi chiesi se fosse ciò che accadeva quando si amava qualcuno,se fosse possibile percepire fisicamente la paura di quella persona. Il suo timore era il mio, così come il suo dolore. Se Chloe era sua figlia. Allora l'avrei amata come se fosse stata mia,e al diavolo Genevieve che facesse anche del suo peggio. Nessuno mette in un angolo Stiles Stilinski. La vita di Derek e di Chloe ora erano fuse con la mia. Non avevo detto a Derek di amarlo ma, mentre me ne stavo li sentendomi come se il mio intero futuro dipendesse dai pochi minuti successivi, arrivai alla conclusione che era la realtà dei fatti. Amavo Derek J Hale. Il borioso arrogante in giacca e cravatta. E amavo Sourwolf,il bad boy col giubbetto di pelle nera. Una voce maschile venne al microfono. «Signor Hale? . Grazie per aver aspettato. Sono Brad, uno dei direttori del laboratorio. Mi scuso per il ritardo. Ho il suo test.» Derek deglutí. «Benissimo...» «C'é il 99,9 per cento di corrispondenza. Questo risultato è sufficiente a provare la paternità» Derek si portò il palmo alla bocca e lascio andare un lungo e lento respiro. Derek riattaccato e in un istante le sue labbra stavano divorando le mie.

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Capitolo 30
*** Cap27 ***


       -----------------------      Derek ----------------------------------------------------------- La palazzina di arenaria a tre piani di Genevieve distava soltanto un chilometro e mezzo dal mio appartamento. Me ne stavo in piedi davanti all' edificio e indugiai un po' prima di entrare. Una volta che avessi incontrato ufficialmente Chloe, non ci sarebbe stato modo di tornare indietro. Ero un padre adesso. Mi sembrava un concetto estraneo. Io e Genevieve eravamo d'accordo che quel primo incontro sarebbe avvenuto durante una cena informale. Mi avrebbe presentato come un amico di famiglia. Avremmo improvvisato e, al momento opportuno, avremmo spiegato a Chloe che in realtà aveva due padri, uno in Paradiso e uno sulla terra. Col tempo, quando Chloe si fosse sentita più a suo agio, avremmo stabilito un accordo equo per la custodia. Avrei voluto disperatamente che quella sera ci fosse anche Stiles con me, ma aveva più senso conoscere prima mia figlia che introdurre subito altre persone nella sua vita. Suonando il campanello, presi un bel respiro. Genevieve aprì, mi sorrise e mi fece un cenno con la testa. «Entra,Derek» Tutto all'interno era completamente bianco, argento o grigio . L'arredamento somigliava molto a quello del mio appartamento, lucido e moderno. Mi rammentò solo di quanto il mio gusto fosse cambiato. Ultimamente infatti mi piaceva molto più le cose variopinte . Colori brillanti e audaci. L'odore di spezie profumate riempiva l'aria, inducendoli a chiedere: «cos'é questo odore?» «ricoedi quel piatto Thailandese fatto in casa che ti cucinavo sempre? Era il tuo preferito. È questo l'odore che senti. L'ho preparato per la cena stasera». Dovetti mordermi la lingua per trattenermi dal ricordarle che non rammentavo molto di quello che era successo prima di beccarla con Marcus. Non era la serata giusta per lanciarle frecciatine. «Grazie, è stato gentile da parte tua» «Volevo solo che tu ti sentissi a casa» Bè, l'unica cosa che non mi faceva sentire a casa in realtà era Genevieve che si sforzava di fare la mogliettina amorevole. «lei dov'é?» « Chloe sta giocando nella sua stanza. Ho pensato che fosse meglio per lei uscire e trovarti qui in modo naturale, invece che presentarti così su due piedi. Non voglio che si insospettisce » Che si insospettisca che la madre è una bugiarda traditrice che le ha nascosto il suo vero padre sin dal giorno in cui è nata? «fai come credi,sai meglio di me cosa fare. Non per mia scelta, ovviamente». « lo so» Genevieve si schiarì la voce e andò in cucina. «Mettiti comodo. Vuoi qualcosa da Bere ?» «Non berrò stasera» «Okay...fammi sapere se cambi idea» «Ti conosco» Disse una vocetta dolce. Mi voltai per scoprire Chloe in piedi. La sua folta chioma di capelli bruni le copriva metà della faccia. Indossava un adorabile pigiamino rosa e stringeva un orsetto di peluche.la mia bocca si curvó in un sorriso mentre mi alzavo «Mi conosci?» « hai trovato il mio fermaglio...alla festa di papà» Era vero . Durante il funerale di Marcus avevo raccolto il pompon che le era caduto dai capelli . Mi inginocchiai di fronte a lei. « sei un tipetto sveglio» « Come ti chiami?» «Derek» «Come i cracker Derek?» «Si, suppongo di sì» «Sei un cracker sveglio!» Risi. «Sei molto simpatica, Chloe» Genevieve ci interruppe: «Chloe...Derek e un amico di papà e mamma. Cenerà con noi stasera». «la cena è pronta!» Chiamò Genevieve dalla cucina. Aveva apparecchiato la tavola in soggiorno. Un grosso vassoio bianco rettangolare era colmo di noodle al riso con verdure che aveva preparato. Un piatto di crocchette di pollo e verdure miste stava davanti alla sedia che presumevo essere di Chloe. Ne era un indirizzo la tovagliette di Dora l' esploratrice. «Derek, hai detto che vuoi soltanto dell' acqua?» Domandò Genevieve. «Esatto» «Chloe,tu vuoi il solito latte alla fragola?» Latte alla fragola? Ma dai,sul serio? Mi voltai verso Chloe. «Latte alla fragola? Io adoro il latte alla fragola» «É il mio preferito» «É assurdo. È anche la mia bevanda preferita,la migliore al mondo» Mi girai verso Genevieve. «Posso cambiare anch'io la mia richiesta con il latte alla fragola?» «Ma certo» Genevieve sembrò divertita. La bambina si voltò verso la madre. «Devi dargli una cannuccia buffa» «oh, non credo ne voglia una» A beneficio di Chloe, guardai Genevieve come se fosse pazza per aver pensato che non la volessi. «Certo che la voglio!» Genevieve scosse il capo e mi mise davanti una lunga cannuccia rosa a spirale. Chloe se la godette  parecchio a vedermi bere con quella «Sai , Chloe, non mi ero reso conto di quanto fosse più buono questo latte bevuto da una cannuccia così» «Lo só» Strillò lei. La gioia nei suoi occhi era palpabile, avrei potuto abituarmici . Mi faceva sentire  così bene il fatto che la sola vista di un bestione come me che faceva cose infantili potesse farla sorridere. Quella piccola aveva appena passato una perdita traumatica, ma era sistemata bene e amata da sua madre. Dovevo concedere a Genevieve almeno questo: Sembrava davvero una buona mamma. Durante la cena Chloe si diverti a guardarmi succhiare i noodle. Lo facevo  incrociando gli occhi soltanto per sentirla ridere ancora di più. Genevieve stava in silenzio ma attenta, spesso appoggiava il mento sul palmo nell' osservarci. Stava facendo un passo indietro, permettendo a Chloe e a me di fare amicizia. Dopo cena  Chloe mi venne accanto e mi chiese : «Resti a dormire?» «No,no, ma resterò per un po'. A cosa ti piace giocare dopo cena?» «Travestirmi» «Teavestirti?» «Si» «E cosa comporta?» «Vestiti» Risi. «Vestiti?» «Si» Corse via presumibilmente per andare a prendere qualcosa. La bambina tornó da me correndo. Ora indossava una gonna rosa vaporosa e in testa aveva una coroncina di plastica. Prima di un battito di ciglia, mi fu piazzato in tiro al collo un boa di piume bianche. «Chloe, Derek potrebbe non gradire di essere acconciato come una signora» «Va bene. Avevo intenzione di entrare in contatto col mio lato femminile. È sulla mia lista di cose da fare» Chloe prese il mio cellulare è me li porse. « Scattavo una foto!» Scattai un selfie di me e Chloe e istintivamente la inviai a Stiles. In un secondo momento mi rimproverati per quel gesto,non sapevo come era il suo umore quella sera,ma oramai era troppo tardi. «Torno subito» Disse Chloe, strappandomi il boa di dosso. Andò di nuovo in camera sua, lasciando me è Genevieve da soli in soggiorno «Sei davvero fantastico con lei, Derek» «É molto più ... naturale... di quanto mi aspettassi» «Ma certo che lo è. Perché è tua» Prima che potessi continuare la conversazione, Chloe volo di nuovo verso di me. Stavolta indossava un abitino rosso natalizio con una pelliccia bianca. Reggeva un cappello a cilindro nero. «Sei la principessa Delle nevi?» «Sono la principessa del natale» Mi mise in testa il cilindro. «E tu sei Scrooge» «Credo proprio che un mucchio di gente  sarebbe d'accordo con té» «Cosa?» «Niente» Sorrisi . Il gioco dei travestimenti andò avanti per quasi un 'ora prima che Genevieve ordinasse a Chloe di andare a letto. Mia figlia mi venne incontro. Mia figlia . Dovevo ancora abituarmici. Si fermò a pochi centimetri dal mio viso. «Buona notte , tesoro» «Tornerai?» «Ci puoi contare, Chloe» Mai parole più vere erano uscite dalla mia bocca. Non sarebbe stato facile per lei liberarsi di me.

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Capitolo 31
*** Cap 28 ***


Ciao Abbiamo deciso di aggiungere alcuni personaggi del libro ( e attingere dal libro),e della  serie di Shadowhunters. _________________________  STILES___________________________________ Mi sentivo sbagliato. Depresso. C'era qualcosa di sbagliato in m'è. Non mi riferivo alla mia natura di intermedio. No. Mi riferivo al fatto che fossi geloso dell' amore  imprendiscibilmente puro e senza secondi fini che un padre prova per la sua bambina. Mi sentivo come una di quelle schifezze che ti si attaccano a tradimento sotto le suole delle scarpe. E poi c'era Genevieve di sicuro quella s...... santa donna avrebbe colto al balzo la situazione per volgerla a suo favore. Iniziai a farmi film mentali. Derek, che giocava con la dolce Chloe. Chloe che "trascinava" il suo papà per mostrargli la sua cameretta. Tutte cose dolci e innocenti. Ma più... Chloe era scomparsa. C'era solo Genevieve che passava le dita tra i capelli di Derek. Che con la scusa di dover passare si strusciava su di lui. Che le infilava le mani nei ...No. Gridai a vuoto, mentre il suono del campanello (fortunatamente) poneva fine a quel delirio mentale che iniziava decisamente a divenire vietato ai minori di diciotto anni. Andai ad aprire. Dinanzi a me c'era un gigante di un metro e novanta che portava il nome di  Alexander Lightwood. «Alec?» Non avevo la minima idea di come fossi finito al Pandemonium in compagnia di quei due scapestrati dei miei cugini e quel stregatto del ragazzo di Alec, che per essere uno stregone era peggio di Jade ed Izzy messi insieme. Anzi era la combinazione di quei due rincarata in Magnus. In ogni caso,era stata una pessima idea. Figuriamoci se al Pandemonium non ci saremmo imbattuti in un demone ed Alec e Jace da bravi Schadowhunter non si fossero buttati in uno scontro. Anche se devo ammettere che era straordinario osservarli . Sembravano l'estensione l'uno dell' altro. Dove andava a vuoto l'azione di uno, andava a segnio il fendente dell'altro. Se non fossi stato sicuro che Jade fosse Etero, , e che Alec appartenesse allo stregone, avrei giurato che i due fossero legati da altro oltre all' amore fraterno,o al fatto che fossero Parabatai. Ciò che mi sconvolgeva era che lo scontro avveniva sulla pista mentre centinaia di corpi igniari  continuavano a strusciarsi, scaldarsi, fare di tutto  purché ballare. Inconsapevoli  di ciò che era celato ai loro occhi. Il Demone si liberò dalla presa di Alec facendo volare lo Schadowhunter contro una parte,dove il colpo lo  fece rimanere per qualche istante a terra senza fiato,e contemporaneamente l'essere, si lanciò contro Jade. I due caddero a terre avvinghiati. Il ragazzo dai capelli blu (Demone) lacerava la pelle di Jade con gli artigli  che scintillavano come è fossero di metallo. Ripresosi Alec corse verso di loro. Il ragazzo dai capelli blu cercò di colpire il volto di Jade, Jade sollevò un braccio per proteggersi,e gli artigli li dilaniato o, facendo schizzare sangue da per tutto. Il ragazzo dai capelli blu tentò un nuovo affondo... «Non dovremmo aiutarli?» Chiesi allo stregone al mio fianco. Lui sollevò lo sguardo dal suo cocktail borbottando qualcosa sul fatto che fosse  troppo leggero per poi gettare un occhiata in direzione dei due ragazzi. Per poi agitare una mano come a voler scacciare una mosca, rispose: «No. Sarà un buon allenamento per loro» «Sicuro?» Chiesi titubante «Si, ultimamente sono un po' pigri» Aggiunse per poi chiedere un altro drink al barman. A prima vista era un atteggiamento cinico. Ma io sapevo che in realtà tutta l'attenzione di Magnus era concentrata sullo scontro è che il resto come i suoi atteggiamenti e il suo modo di vestire erano solo diversivi. Veloce Alec bloccò alle spalle il ragazzo dai capelli blu, Jace rotolò di lato e nelle sue mani comparve un coltello. Affondo la lama nel petto del demone. Un liquido nerastro esplose attorno all'elsa . Il ragazzo si inarcò sul corpo di Alec, che mollo all'istante la presa. Jace volse lo sguardo sulla figura che ora si contorceva ai loro piedi,si abbassò,ed estrasse il coltello dal suo corpo. Il suo corpo inizio ad accartocciarsi, ripiegandosi su se stesso e facendosi sempre più piccolo, finché non scomparve del tutto. «Grazie per l'aiuto» Disse ironicamente Jade a Magnus. Incurante Magnus gli afferrò il braccio ferito per esaminarlo. Jade roteò gli occhi. Piccole scintille blu e rosse avvolsero il suo braccio e gli squarci svanirono. «Prego» Disse Magnus prima che Alec si piegasse per porgli un casto bacio sulle labbra. Due ore dopo ,e non so più quanti cocktail dopo eravamo, grazie a un portale di Magnus, in quella che sembrava una  vecchia distilleria abbandonata. «No!» «E dai Alec ,non fare il guastafeste» «Jade, non è una buona idea» «Noioso... Alec» Borbottò Magnus prima di rivolgersi a Jade «D'accordo. Facciamolo Jade» «No. Magnus. Non ti ci mettere anche tu» «Tranquillo pulcino» «Bene» Inizio Alec assottigliando gli occhi. «Se finisce come l'ultima volta. Ti giuro sull' angolo che tappezzeró tutta New York e Brooklyn di vostre foto  vestiti da coniglietti come le ragazze su Playboy» Per un istante Magnus sembrò tornare sobrio. «E tu cosa ne sai di Playboy cucciolo?» Chiese . Alec semplicemente indicò con l'indice il fratello facendo scoppiare a ridere Magnus. «Allora, sei pronto» Chiese Magnus «Io vi ho avvisati» Rispose invece Alec incrociando le braccia. «Non lo faresti mai piccolo» Ribatte lo stregone ammiccando sicuro si sé. «Credici» Oh. Ed Alec era tremendamente serio. Alla fine io ed Alec ci ritrovammo a trascinare i due fino al mio appartamento, non prima di avergli fatto rindossato almeno i boxer dato che a un certo punto della serata erano finiti sulle rispettive teste. Fortuna che grazie alle rune di Alec e Jace eravamo completamente invisibili.   ________________&___     Derek _____________________________________ Quella sera era decisamente andata meglio di quanto mi fossi aspettato. In macchina, però,la sensazione di calore dentro di me fu rimpiazzata in fretta dalla preoccupazione quando controllati il cellulare e mi resi conto che Stiles non aveva mai risposto al selfie che gli avevo mandato. Venni colto da un malessere. Non era da lui non  rispondere a un mio messaggio. ERO UN IDIOTA. UN TOTALE FOTTUTO COGLIONE. Non avrei mai dovuto inviare quella foto. Il mio cuore inizió a martellare. Avrei dovuto lasciarlo da solo quella notte o andare a Brooklyn? «parcheggia davanti casa, Louis. Non sono ancora sicuro di dove sono diretto» Proprio mentre l'auto si stava fermando davanti al palazzo, il mio telefono vibrò per una notifica. Scusa. Ho visto solo adesso il selfie. Ero uscito con i miei cuggioni,è un amico. Avevo dimenticato il cellulare a casa in carica. Sei adorabile col boa. Sono contento che le cose siano andate bene. Credo che andrò a dormire. 😘. Rilasciando un gigantesco sospiro di sollievo per il fatto che avesse risposto,e che non avesse passato la serata solo, a farsi film mentali. Appoggiai la testa indietro sul sedile prima di rileggere il messaggio da capo. Ma ancora non sapevo se andare a Brooklyn oppure no.     _______________________  Stiles_________________________________ Quando ritornai da Alec , aveva sul viso la tipica espressione del gatto che si è mangiato il canarino. Mi avvicinai, e "spiai"  cosa stesse combinando. Sullo schermo c'era la foto di Jace  completamente nudo a eccezione dei boxer rossi con delle stelline blu, che indossava un testa. Ma quando l'aveva scattata quella foto? Sullo sfondo si vedeva la distilleria. Alec stava trascinando l' immagine di una piccola anatra per coprire l' intimità del fratello. «Non vorrai mica tappezzare la città con quella?» «No! ... Ma la invierò a Izzy, Clary, a Simon, e alla mamma» «Scherzi vero?» «No. Li avevo avvisati» Premette invio , per poi cambiare immagine,mostrandomi un Magnus nelle stesse condizioni dell' altro,solo che lui indossava sul capo dei boxer neri con la scritta I'M THE BEST Sbrilluccicosa. «lui è il Presidente Miao,il gatto di Magnus» Disse Alec indicando l'immagine del gatto che avete usato per coprire l' inguine dello stregone per poi selezionare dalla rubrica i nomi di Raphael Santiago, Caterine Loss,  Lorenzo Rey e mamma» «lo sai vero ,che Jace e Magnus non saranno felici di questo?» Per risposta Alec scrollo le spalle come se nulla fosse. «Alec, ma perché hai inviato le foto anche a  Martedì?» E la vidi quella luce divertita nei suoi occhi prima di rispondermi. « Sono certo che quelle foto piaceranno alla mamma. E poi ultimamente si lamenta che siamo cresciuti in fretta e ha poche foto e nessuna di Magnus da aggiungere all' album di famiglia. E quelle erano perfette.» Si.Domani Magnus ed  Jace avrebbero ucciso Alec.

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Capitolo 32
*** Cap 29 ***


__________________STILES___________________________________________ Ero uscito dalla doccia fresco come una rosa,e pronto per affrontare un nuovo giorno . Seguii la scia dell' aroma del caffè fino in cucina. Jace e Magnus stavano preparando una " veloce" colazione : Caffè Tè Uova con beacon Pancake Macedonia. Mentre Alec giocava col cellulare. «Buongiorno» Sbadigliai «Dormito bene ?» Chiesi in generale, anche se conoscevo perfettamente la risposta. «Si, benissimo» Rispose per tutti Alec mentendo spudoratamente. Dato che lui aveva condiviso il divano con mé. Jace e Magnus invece si erano impossessati del letto. Vidi Jade armeggiare col suo cellulare, imitato subito dopo da Magnus. Il suono di una raffica di notifiche provenienti da entrambi i cellulari, fece scattate Alec in piedi. Afferrandomi per un polso, mi trascinó via dal mio appartamento. Un attimo prima che la porta si richiudesse dietro di noi sentii i due urlare: (Jace) «Alec!, Questa me la pagherai» (Magnus) « Alexander, Gideon, Lightwood, torna immediatamente qui» Guardai Alec che con un sorrisetto compiaciuto, mi disse semplicemente che mi offriva la colazione. Non notai l' auto accostata al marciapiede fuori da Taky finché non si abbassò il finestrino e la voce sexy di Derek catturò la mia attenzione. «Vuoi un passaggio, bellezza?» Mi avvicinai disinvolto all'auto scura. «Dipende . Che tipo di passaggio mi offri?» Prendendomi di sorpresa, Derek aprì la portiera, mi tiro per un braccio ,e mi trascinó sopra di sé con un solo rapido movimento. «Mi è piaciuta molto la foto di te e Chloe col boa che mi hai inviato ieri. Sembra che la tua prima visita sia andata bene» «Lei è straordinaria». Scostai la testa dal suo petto per guardarlo. I suoi occhi si illuminano mentre parlava di lei. «É sveglia e divertente. E sarcastica È bellissima» Mi accarezzò la guancia. «E come te, a dire il vero» «Sua madre, è bellissima e intelligente» «É così assurdo se ti dico che Sony tornato a casa col desiderio che fosse nostra figlia?» «Un po' lo è» Feci una pausa. Non specificando se era un po' assurdo, o se un po' Chloe era anche figlia mia. «MA anche sincero e dolce» «Non vedo l'ora che tu la conosca» Quello mi terrorizzava. Ma anche io non vedevo l'ora di conoscerla. «Voglio che mi racconti tutto di lei» Due settimane dopo il nostro desiderio si realizzò. Ci ritrovammo in viaggio per andare a pranzo con Genevieve e Chloe. «Hai detto a Genevieve che Veninivo, vero?!?» «Si» «E non ha obiettato?» Derek contrasse la mandibola e non disse niente. Del resto, non ne aveva bisogno. «Lei non mi vuole lì» Sospirai. «Non importa quello che vuole lei» «Certo che sì. È la madre di Chloe» «Se avesse una legittima preoccupazione per il benessere di Chloe, sarei stato d'accordo a non presentarti. Ma non è così, questo per me è importante». Mi prese la mano e strinse. «E allora qual è la sua preoccupazione?» Serró di nuovo la mandibola. «Nob ha importanza» Sapeva. Derek lo sapeva che Genevieve puntava a lui. Avrei voluto chiederglielo come conferma, ma decisi di lasciar correre. Fermammo dinanzi a una scuola di danza, WEST SIDE STEPS . «Si trova qui Chloe?» Domandai. Genevieve aveva detto a Derek che la bambina aveva iniziato a fare lezioni di danza non lontano da Serendipty 3. Una voce femminile ci chiamò: «Derek» Genevieve teneva aperta la porta della scuola di danza . « Genevieve» Derek le rivolse un cenno col capo. « Ti ricordi di Stiles?» Lei mi rivolse un sorriso falsamente abbagliante. «Certo. Che piacere vederti» Sì, come no. «La lezione non finirà prima di altri venti minuti. Ma potete restare nella stanza accanto, c'è un vetro a specchio e potete guardarle esercitarsi senza che lei vi veda». Derek ,si avvicinò al vetro esitante. Nella stanza c'erano un sacco di bambine e bambini di varie età. Le bambine erano un mare di tutù rosa, ma Chloe spiccò nel suo vestitino verde fluo, era l'unica. Era adorabile . «Si rifiuta di conformarsi e di vestirsi come le altre. Spero che crescendo cambi idea» «Io, spero che non lo faccia» Ribatte Derek continuando ad osservare la piccola con ammirazione non notando lo sguardo maligno di Genevieve che si schiuse su di me. Sì avvicinò una donna incinta. « Lei è la madre di Chloe, vero?» «Si» La donna teneva le mani poste sul pancione enorme. Ne rese una a Genevieve. « Sono la madre di Anna, Giovanna. Anna non la smette più di parlare di Chloe, dalla scorsa settimana dopo la lezione. Magari potremmo far incontrare le bambine qualche volta» « Certo. Sono sicura che Chloe ne sarebbe felicissima» Attoratto dal discorso Delle donne, Derek si voltò a guardare Giovanna . La donna gli sorrise. « Lei deve essere il padre di Chloe. Siete identici». Derek si immobilizzò, fissando Genevieve. Lei lo presentò, evasiva. «Giovanna, lui è Derek Hale» La donna tese la mano e mi guardò,fatto che ero vicinissimo a Derek» «Lei, è il babysitter, la tata?» Quello indusse Derek ad agire. Mi avvolse il braccio attorno alla vita in un gesto possessivo. «Lui è Mieczyslaw, il mio ragazzo» Genevieve vide il mio sguardo e il suo si accese malignamente di divertimento. STRONZA. Giovanna tornò a prestare attenzione alla sua bambina. Andammo via prima che la lezione finisse - Derek, non voleva che Chloe ci trovasse lì- Ci saremmo incontrati al ristorante per lo meno fu questa la scusa che usò per andarcene. Ma io lo sentii bisbigliare " Stronza di un arpia" rivolto a Genevieve. Doveva aver visto la reazione della donna. Chloe saltello letteralmente tra né e Derek. Indossava ancora il vestitino da ballo,ed era impossibile non sorridere vedendola. Lei fece per prendere la spinta, sollevò le manine e poi sbatté in aria per dare il cinque a Derek . Lui fu colto di sorpresa e per poco non la mancó. Lo scambio fu comico. Date il cinque non era così........non da Derek. «Come ti chiami?» Chloe si arrampicò sulla sedia e vi si mise in ginocchio. Era seduta proprio di fronte a me. « Tutti mi chiamano Stiles. È un piacere di conoscerti, Chloe» «Stiles?» «Esatto» «Mi piace» La vidi aprirsi in un enorme sorriso. «Mi piacciono i tuoi capelli. Mamma, voglio farli anch'io così colorati» Genevieve prese il menù. «Non credo proprio» «Sei...» «Chloe, perché non ti siedi composta?» La interruppe Genevieve. Lei scrollò le spalle. «Ma mi piace sedere sulle ginocchia. Sono più alta». «Siediti,se hai bisogno di qualcosa posso prenderla io». Chloe mise il broncio,ma Posó il sederino sulla sedia nel modo corretto. Tenne l'indice puntato sul naso mentre rifletteva . «Il cioccolato caldo ghiacciato» «Intuisco che sei gia stata qui, prima», commentò Derek. «Venivo qui tutte le settimane prima, con papà» Il visino di Chloe si spense. Derek Posó il suo menù. Non l'aveva neanche guardato. «Io prendono quello che prendi tu , Chloe». Il sorriso che le si riaccese sul viso, fu così grande avrei potuto contarle tutti i dentini. Quando il cameriere venne a prendere l' ordine, anche io presi un cioccolato caldo ghiacciato. Genevieve ordinò soltanto un caffè. « Verrete alla mia festa di compleanno?» Chiese improvvisamente Chloe. Derek si avvilí. Non sa quand'è il compleanno di sua figlia. C'erano ancora tante cose con cui doveva mettersi in pari . Io lo anticipai : « Quand'è il tuo compleanno?» «il 29 Maggio» «Che tipo di festa farai?» «Una festa da principessa. Verrete?» Il mio sguardo volo su Genevieve per assistenza. «la festa si terrà nella nostra residenza estiva negli Hampton...» Chloe la interruppe: «E grandissima. Potete stare con noi» «Veramente io stavo per chiedere a Derek se volesse unirsi a noi, Chloe». Rese palese che il suo invito non era esteso a nessuno altro . A Derek sembrò non fregarne un cazzo «A me è a Stiles piacerebbe molto partecipare alla tua festa di compleanno, Chloe. Vedremo se sarà possibile. Grazie dell'invito. Quando fu l'ora di andare, vidi dagli occhi di Derek che non era ancora pronto a lasciare sua figlia. Sua figlia. Non sembrava ancora vero. All' esterno, davanti al ristorante, Genevieve mi diede una breve stretta per salutarmi e poi si girò verso l' ex fidanzato. Chloe mi fece segno di abbassarmi, e non appena lo feci la piccola mi avvolse le braccia al collo nascondendo il visino tra la spalla e il collo. «Hai un buon odore Stiles» Disse prima di staccarsi. Era stato un gesto così dolce. Derek si accovacciò accanto a noi per guardare la piccola negli occhi, e le chese : « C'è qualcosa di speciale che desideri per il tuo compleanno tesoro?» Lei portò il ditino sulla punta del naso e osservò il cielo. Quando fissò Derek dritto negli occhi e gli diede la sua risposta, non poteva certo conoscere l'ironia del destino. «rivoglio il mio papà» ________________Derek______________________________________ Nel giro di poche settimane, dall' essere per Genevieve un lontano ricordo divenni soggetto delle sue regolari telefonate e visite inaspettate al mio ufficio. Mi passai la mano sulla faccia prima di premere il bottone dell' interfono. «Falla passare» Genevieve entró pavoneggiandosi e sì piazzò sulla sedia degli ospiti all' altro lato della scrivania. «Dobbiamo parlare» «Chloe sta bene?» «Si» «Allora cosa ci fai qui, Genevieve?» «Ti ho appena detto che dobbiamo parlare» «Sono occupato. Prendi un appuntamento quando esci» Lei sospirò pesantemente ma non cedette . «Il compleanno di Chloe è un evento di Famiglia» «E...?» «Tu dovresti esserci» «Ti ho già detto l'altra sera quando abbiamo parlato che avremmo partecipato» «Lui non è dalla famiglia» «NO. Non ancora,no» Genevieve era sbigottita. «Non puoi essere serio... a dire una cosa del genere. Da quanto tempo vi conoscete voi due? Hai una figlia a cui pensare adesso. In quanto figura paterna, non dovresti presentare nostra figlia a uno che conosci a malapena. Chloe potrebbe affezionarsi» «Ne sono consapevole» «A malapena vi conoscete. Da quanto va avanti? Un mese ? Due?» «Conosco meglio lui di quanto abbia mai conosciuto te, Genevieve» «Abbiamo passato quasi tre anni insieme» «Eppure, non avevo mai capito che razza di donne eri. Le cose di cui eri capace» «Sei ingiusto» «Al contrario. Credo di essere stato molto giusto con tè. Più di quanto tu lo meritassi. Sei andata a letto con il mio migliore amico, mi fai privato di una figlia per anni, e hai il coraggio di presentarti nel mio ufficio senza avvisare per insultare qualcuno a cui tengo profondamente» «Lui non è giusto per te» «Lasciami indovinare. Tu sì?» «Ecco...Si. Noi siamo allo stesso livello,Derek» «Non credo proprio. Io non avrei mai fatto sesso con Marcus» Lei trasalì,ma si riprese in fretta e raddrizzo la schiena. «Ha un piercing alla lingua. L'ho notato l'altro giorno» «Gia. Ed è magnifico soprattutto su una parte specifica del mio corpo» I suoi occhi si schiusero «Non durerà» «Vattene, Genevieve. Ho del lavoro da fare» «Sto solo cercando di proteggere mia figlia» «Nostra figlia» «É quello che ho detto» «Fuiri» le indicai la porta «va bene» Si alzò in piedi «Genevieve....» Richiamai la sua attenzione. «Io ho intenzione di sposarlo. Fattene una ragione.» Lei assottigliò lo sguardo. «É uno sbaglio. Quando lo capirai, non dire che non ti avevo avvisato», Sibiló .    

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Capitolo 33
*** Cap 30 ***


---------------------------------DEREK------------------------------------------------------------------ Ora che avevo chiarito con Genevieve, l'unica cosa che mi restava da fare era convince Stiles a venire. _____&_________________STILES________________&_________________ Le due ore per Est Hampton passarono sorprendentemente luscie. Derek aveva dato a Louis il weekend libero, quindi avrebbe guidato la sua auto fino agli Hampton. Ci aveva prenotato una camera in un bed and breakfast vicino alla proprietà di Genevieve. Ci stavamo dirigendo direttamente alla festa, però, dato che lui non voleva arrivai in ritardo. Il sedile posteriore era colmo di regali incaricati. A quanto pareva, Derek, si sentiva di doversi rifare di tutti i compleanni di Chloe che si era perso. In pratica aveva ordinato alla segreteria di svuotare la sezione bambine di Toys. A un certo punto Derek si voltò verso di mé. «Sei mai stato negli Hampton?» «No. Sono stato a Rockaway e Comet Island. Avrei sempre voluto andarci, però, solo che non ne ho mai avuto il tempo» «Credo che ti piacerà. Ci sono un sacco di piccole gallerie e negozietti. Dobbiamo andare in esplorazione domani» «Sono solo contento di uscire fuori città. Non importa cosa facciamo» Arrivammo davanti alla tenuta lungomare negli Hampton di Genevieve. La sfarzosa villa di legno era in parte nascosta da siepi verdi. Oltre il cancello nero di ferro battuto, riuscii a vedere quanto fosse gigantesca la casa, coi suoi cornicioni bianchi, le finestre arcuate e un portico che la abbracciava tutt'intorno. Se avesse potuto, avrebbe detto: " Sono ufficialmente fuori dalla tua portata, puttano di Brooklyn". Derek lascio i regali in macchina, decidendo di recuperarli più tardi. Una donna con un vestito grigio da governatore ci accolse con un aperitivo. Io lo buttai giù subito. Quel giorno avevo davvero bisogno di alcol. «Procedete dritti, verso le portefinestre che danno in giardino», ci disse. Percependo il mio nervosismo,Derek mi mise una mano sulla schiena in un gesto protettivo mentre ci avviciniamo dentro insieme. L' atrio in pratica vomitava ortensie colore lavanda. Genevieve si trovava nell' ampia cucina bianca e ne stava sistemando anche di più quando le passammo accanto. «Derek, ce l'hai fatta!» Sorrise. Sfregandosi le mani, camminò attorno all isola di granito per venirci a salutare. Sembrò fosse sul punto di abbracciarlo ma si fermò, forse avvertendo la sua apprensione. Per non parlare della sua mano ancora sulla mia schiena. Gli occhi di lei rimasero fissi su Derek. «Chloe è fuori a giocare con qualche amichetta. Anche gli adulti sono sparsi qua e là. Ti ricordi di Bret Allandle?. È qui con sua moglie, Maura. E anche Jim e Leslie Stelinhouse». Dato che aveva deciso di ignorarmi,mi schiarii la voce e dissi : «Hai una bellissima casa» «Grazie. Veramente è stato Derek a scegliere questa proprietà». Confuso, lo guardai per avere un chiarimento, ma lui non me le offrì. Invece, si limitò a stringere la presa su di me. Lei proseguì: «Era la nostra tenuta estiva......prima che le cose cambiassero» Derek parlo finalmente: « La casa era a nome di tutti e due... finché non ho venduto la mia parte a Marcus» Guardò verso le porte che davano sul patio. «Dovremmo andare a cercare Chloe» Derek mi guidó all'estero senza continuare la conversazione con Genevieve. In mezzo al giardino posteriore vi era un ampio porto dove almeno due dozzine di bambine stavano correndo intorno coi loro vestitini fluttuanti. Derek guardava le piccole, cercando di individuare Chloe. «Allora ...Questa era casa tua, Derek?» «Si... Solo per breve tempo. L'avevo messa a nome di entrambi dopo il fidanzamento. Poi, quando ho scoperto cosa stava succedendo, non ho più voluto avere niente a che fare con questo posto. Su ogni casa c'è l'impronta di Genevieve. È stato.facile per me venderla a Marcus e farla finita ». «Ma hai scelto tu questa casa. Dev'essere stato difficile darla via» «si.amavo il fatto che fosse così vicino all' acqua. È l'architettura ha molto fascino». «É vero. Hai buon gusto» Sì chinò e mi parlò a un orecchio. «Direi proprio di sì» Dovevo ammetterlo, sapere che quello un tempo era stato il nido d'amore suo e di Genevieve mi fece sentire ancora più a disagio. Mi guardai intorno: come al solito io uscivo dagli schemi. Quando Chloe individuò Derek, si precipitò dritta da lui. Lui sì inginocchiò con le braccia aperte mentre lei gli correva incontro,poi finse di cadere all' indietro quando lei gli si gettò tra le braccia. «Buon compleanno, tesoro». Quando lei si scostò,i guardò. «Ciao, Stiles» «Ciao, Chloe» Mi chinai. «Posso avere anch'io un abbraccio?» Me lo diede e mi stampó diversi baci sulla guancia. Aveva la bocca appiccicosa di zucchero filato. Avvolse di nuovo le braccia al collo di Derek, che la riporto dalle altre bambine. Lo guardai divertito mentre prendeva ordini da Chloe. Completamente a sua disposizione, lui corse in circolo dando la caccia alle bambine. Troneggiava su di loro: interpretava il ruolo del lupo cattivo. Risi quando cadde a terra e lasciò che lo massacrassero. Era come se fosse stato attaccato da un' esplosione di chiffon rosa. Una conversazione che stava avendo luogo vicino a me distolse per un momento la mia attenzione da Derek e le bambine. «C'é Derek Hale laggiù» «Si. Conosci la storia, giusto? Che Derek è il padre biologico di Chloe?» «Il segreto peggio custodito del mondo,a mio parere» «A quanto pare,lo sapevano tutti tranne lui» «Pazzesco» Per un momento mi sembrò che la st... La donna più giovane mi stesse fissando. «Pensa:una donna sola e due begli uomini come quelli» «Sembra uno dei tuoi libri Elise» «Lo so, decisamente» «Immagino che Hale abbia perso la ragione per un po' dopo che Genevieve l'ha lasciato per Marcus. Ha rotto i legami con un sacco di persone. Era davvero innamorato di lei» Questa volta non lo avevo immaginato il sorrisetto sulle sue labbra prima che continuasse. «Pare che, dopo aver scoperto la loro tresca, era così a pezzi che è venuto quaggu e ha mandato in frantumi metà Delle finestre di questa casa» «Stai scherzando?» «No» «WoW. Mi farei un amante soltanto per vedere Stanley così passionale per me anche solo la metà lui» «Gen ha pagato per i suoi errori,poverina. Vedova così giovane. Tutti noi ci siamo comportati in modo schiocco da giovani. Non meritava questa situazione» «Ho sentity dire che Hale, ora stia con un ragazzo» «É solo un capry passeggero. Quel ragazzino no é al livello di Derek» «Bé, è bello vederlo qui per la bambina» «Mi domando se si riuniranno per il bene della loro famiglia. Farebbero altri bambini bellissimi insieme. » «Sarebbe il lieto fine di una storia tragica,no non è vero?» L'unico lieto fine che lui avrà sarà con mé, puttana. Ero così preoccupato dalle parole velenose Delle donne,che non notai Derek arrivarmi alle spalle. Mi baciò sul collo, puntando le iridi verdi dritte nella direzione delle due cornacchie. Le pettegole lo notarono. A quella più anziana sembrò che gli occhi stessero praticamente uscendo dalle orbite.la sua piccola fantasia sul lieto fine era cambiata rapidamente, grazie alla pubblica dimostrazione d'affetto di Derek con uno che per lei probabilmente pensava stesse lavorando alla festa. L' altra invece sembrava annoiata,e mi fissava come se fossi un insetto da schiacciare. Lei doveva sapere che ero il nuovo compagno di Derek. Derek che aveva appena emesso un quasi inudibile ringhio verso le due arpie. «Chloe vuole aprire i regali, quindi sto andando in auto a recuperarli». Derek e io facemmo tre viaggi avanti e indietro per recuperare tutti i pacchi. Genevieve aveva assunto un fotografo professionista e , quando arrivò il momento per Chloe di spegnere le candeline,fece cenno a Derek di avvicinarsi per comparire nello scatto. Il fotografo fece mettere in posa i due genitori per diverse foto con la figlia. Quella vista mi agitò lo stomaco, perché la mia mente stava riascoltando le parole Delle vegere. Il fotografo avete dato per scontato che fossero spostati. Vederli tutti i tre insieme mi fece domandare cosa sarebbe successo se non ci fossi stato io. Potevo essere la causa che impediva a quella bambina di avere i genitori insieme. I miei pensieri tornarono a Derek, che stava venendo verso di me con due piattini di ceramica con sopra la torta. A quanto pareva,quella festa per bambini era troppo elevata per usare i piattini di carta. «É cioccolato» Mi fece l'occhiolino. «Il tuo preferito» Non ebbi il cuore di dirgli perché avevo perso l'appetito. Neanche il cioccolato sarebbe riuscito a guarire l'ansia dovuta ai consapevolezza che ero un potenziale sfasciafamiglie. Quindi mi sforzai di buttare giù la torta mentre guardavamo Chloe che iniziava ad aprire i regali. Un'ora dopo. Derek stava montando qualche giocattolo di Chloe e non mi vide sgattaiolare via. Mi sentivo così in conflitto. Necessitavo di un attimo tutto per mé.

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Capitolo 34
*** Cap 31 ***


          ----------++++----------------------+-      STILES---------------------------+---------------------- Se prima pensavo di aver avuto una brutta giornata, divenne ben chiaro che il peggio doveva ancora venire quando vidi chi mi stava seguendo. «Genevieve?!?» «Stiles,hai un momento,per favore?» Senza darmi l' opportunità di replicare, mi fece cenno di segnalarla e attraverso una portafinestra. In quel momento mi stava davvero sulle palle. Eppure la seguii come un cagnolino. Chiuse le porte dietro di noi. «Siediti» Mi indicò un divano di pelle marrone. A differenza del resto della casa , ariosa e luminosa, quella stanza era cupa e maschile. Delle librerie allineate lungo le pareti,una grossa scrivania di ciliegio posta in un lato della stanza. Genevieve andò dietro la scrivania e aprì un cassetto. Ne tirò fuori una bottiglia con dentro del liquore e due bicchieri, versò il liquido ambrato in entrambi prima di offrirmene uno. Il suo sorriso teso esprimeva più cattiveria che dolcezza. Presi il bicchiere e ne buttai giù metà in un solo sorso. Mi sentii bruciare dalla gola allo stomaco. «Penso sia arrivato il momento che noi due facciamo una piccola chiacchierata» «E visto che mi hai rinchiuso in un stanza,presumo che qualsiasi cosa tu voglia dirmi non vuoi farla sentire a Derek» «Giusto. Certe cose si risolvano meglio tra  compegni di letto di Derek,tra ex» Solvolai sulla questione compagni di letto e sull' essere ex. «Dai, Genevieve» Mi appoggiai indietro sul divano. Ero sfinito. «Spara qualsiasi stronzata tu voglia dirmi, così possiamo andare avanti» «Va bene. Non ci girerò attorno allora» Bevve il drink. «Viglio che tu smetta di scoparti il padre di mia figlia» «Scusa?» «Quale parte non hai capito? Voglio che tu smetta di farti sbattere da Derek» «Non hai alcun diritto di dirmi quello che devo fare.E poi sei sicura che sia lui a sbattere me?, e non il contrario. Sai ci piace variare» Quella rivelazione sembrò coglierla di sorpresa. Ma fu un istante. «Quello che fate non mi interessa. Le tue azioni hanno un impatto diretto su mia figlia. Lei merita una famiglia» «La relazione tra me e Derek non ha nulla a che vedere con Chloe». «Certo che c'è l'ha. Ti stai comportando da egoista». «Io sarei un egoista? Tu  sei andata a letto col migliore amico di Derek,poi per anni non gli hai detto che era il padre di Chloe,solo  perché così tuo marito non ti avrebbe lasciato. E io sarei l'egoista?» «Non stiamo parlando di me» «Col cavolo. Tu vuoi soltanto che Derek si allontani da me, così puoi cercare di rimettere le grinfie su di lui. Questo non ha nulla a che fare col benessere di tua figlia» Lei lasciò andare un sospiro esagerato. « Non puoi capire, Stiles. Tu non sei una mamma o un papà». Faceva male . Quella verità era sale su una ferita aperta. «No,io non sono un padre,o una madre» «Questa è la possibilità per Chloe di riavere una famiglia.Derek e io abbiamo molto in comune: il nostro lavoro, frequentiamo la stessa classe sociale e abbiamo una figlia insieme». «Lui non ti ama» Genevieve rise. «Nob puoi essere davvero così ingenuo, vero? A credere all' idea che l'amore possa conquistare tutto» «No,ma....» «Noi siamo compatibili,e io sono la madre di sua figlia. Se tu scomparirai , nel giro di qualche settimana io tornerò a succhiargli l'uccello sotto la scrivania,e lui dimenticherà persino che tu sia mai esistito» Come era assurda la vita. Già una volta Derek aveva dimenticato la mia esistenza. Non per colpa del nato lupo. Ero stato io a volerlo credendo che fosse la scelta giusta. E ora  questa... questa..... Donna....madre  mi sta intimando di farmi da parte. Svanire nuovamente dalla vita di Derek, ma questa volta senza l'ausilio del soprannaturale. Lei sorrise come un lupo che aveva appena trovato una pecora zoppicante. A quel punto diede il colpo di grazia per uccidermi. «Abbiamo scoparto proprio lì, su quel divano, dove sei seduto tu . Dopotutto , questo era il suo ufficio. È l'unica stanza che non ho riarredato dopo la nostra rottura. Mi ricorda lui». Scrollò le spalle e finì il liquore. «Se credi che Derek tornerà con te, dopo tutto quello che gli hai fatto, non l'hai mai conosciuto davvero» «Dimmi, Stiles. Qual'è  l'unica cosa nella vita di Derek che conta più di tutto» «La famiglia» E il branco. «Esatto. Puoi dirmi, con sincerità, che la figlia  non conti tutto per quell'uomo? ti dimenticherà Stiles. Forse, sarai pur stato una delle sue scopate più appaganti. Ma si dimenticherà di tè»  ___________________________Derek______________________________________ «Ti senti bene?» Trovai Stiles in giardino a guardare il tramonto. Gli avvolsi le braccia attorno alla vita e rimasi in piedi dietro di lui. «Si» Mi rispose senza distogliere lo sguardo dal tramonto. Stiles fu stranamente silenzioso durante il breve tragitto per l' Harbor House Breda and Breakfast. Una volta a letto,lo tirai vicino a me e tentai di persuaderlo a parlare di quello che stava succedendo dentro quella sua bellissima testolina. Stiles era sempre stato il tipico ragazzo solare e loquace, che ti travolge in una marea di parole. Milioni, miliardi di parole che avevano l'unico obbiettivo di distogliermi da quelle poche parole importanti , mai pronunciate. Non esprimeva mai ciò che realmente si agitava nel suo animo. C'erano stati sussurri del suo cuore che non aveva svelato neanche a Scott tenendo per se i dubbi che gli scavavano dentro. «Parlami. Non sei te stesso stasera» Posó la testa sul mio petto proprio sopra il cuore,e nel buio ne accarezzai i cataloghi setosi. In quei giorni le assurdità che potevano turbarlo erano senza fine. Stavamo passando il weekend con la mia ex per festeggiare il compleanno di mia figlia che avevo appena conosciuto... mentre Genevieve coglieva ogni occasione per offenderlo. Certo che c'era qualcosa che non andava. «Sono soltanto stanco»                              Bugia Tutto in lui mi diceva che stava mentendo. «Quindi non ha nulla a che vedere con l'aver passato del tempo con quella stronza della mia ex ,i col fatto che ho appena scoperto di avere un figlia? Mi sono dimenticato qualcosa?» Lui rise piano. Quella era una piccola vittoria. «Che Genevieve fosse una stronza, l'ho intuito dal nostro primo incontro. No so quale tipo di strozzalupo ti fumassi tu,per non vederlo. Ma almeno da lì è venuta fuori Chloe. Quell' angioletto non può essere figlia suae. Dovremmo sottoporre lei al test di maternità» Non potei evitare di sorridere. «Ah!» sospirò. «Ti sei dimenticato della colazione con  Maura. Sarà uno spasso» «Già. Niente batte un festival delle stronzate di prima mattina» Dopo circa dieci minuti, il suo respiro si fece lento e stabile. Seppi che si era addormentato. Fissando nel buio mentre lo tenevo stretto a me tra le braccia,mi resi conto che non avevamo davvero bisogno di rivangare quella giornata. A volte le parole non dette erano quelle che più avevano bisogno di essere pronunciate. «Ti amo ,Stiles» Sussurrai al mio bel addormentato. «Ti amo da impazzire».

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Capitolo 35
*** Cap 32 ***


         ______________________  Derek__________________________________ «Perché non rimani qui, io faccio un salto a fare colazione da Chloe è poi torno? Genevieve è l'ultima cosa di cui hai bisogno in questo momento» «Ma io voglio salutare Chloe» «Hai la febbre» «38.8 Non è febbre» «Ha no?» «No» Stiles mise il broncio. Anche se lo trovavo adorabile, non avrei creduto. «Allora cos'è?» «Un termometro con un alta autostima» «Stiles!» «E non ringhiera» Gettò di lato le coperte e come un tornado fece per scendere dal letto. In un battito di ciglia si ritrovò schiacciato sul materasso dal peso del mio corpo. «Derek, togliti, così mi schiacci. Sei pesante» Avvicinai le labbra al suo orecchio. «Se non la smetti di fare il bambino capriccioso , inizierò a schiacciare ripetutamente una parte del tuo corpo,e tu non potrai sederti per settimane» Lo vidi divenire completamente rosso. «Non lo faresti mai» «Mettimi alla prova» Lo vidi sfidarmi con lo sguardo per diversi secondi per poi sbuffare seccato. «Volevo davvero salutare Chloe. E poi non voglio che Genevieve creda di avere  campo  libero con tè. Soprattutto...» «Sopratutto cosa?» «Nulla, niente di cui dovresti preoccuparti» «Stiles!» Ero preoccupato, e stressato. Ma il suo nome mi era sfuggito dalle labbra più acido di quanto volessi realmente. Lui riuscì a sgusciare via da mé, e mi diede le spalle. Inspirai. Contaci mentalmente fino a centro. E poi espirai. Anche lui aveva le sue ragioni. «Facciamo così. Dato che distamo solo qualche miglio  dalla casa, io adesso prenderò un taxi e andrò alla colazione, così tu potrai riposare ancora per qualche ora. Poi...» Figurati Stiles in modo che i nostri sguardi s'incatenassero prima di continuare «Poi se starai un po' meglio, potrai raggiungermi e salutare Chloe» Lui annuì. «Allora,faremo così» Gli divorai le labbra. Prima di parlare nuovamente. «Supereremo tutto questo. Saremo una famiglia. Te lo prometto. Okay?» In quel momento non ne avevo idea,ma certe promesse non potevano essere mantenute.         __________________  Stiles_____________________________________ Nonostante lo desiderassi,non riuscii a chiudere occhio.   La stanza era  troppo silenziosa dopo che Derek se ne andato. Sentivo la testa esploderemi. Ma non l'avrei data vinta a Genevieve e a quelle arpie Delle sue amiche. Male dissi tutte le stelle e la luna, mente osservavo la pastiglia effervescente sciogliersi nell' acqua. Non era giusto. Derek e il branco di Scott erano immuni a qualsiasi malattia umana. Mentre io. Un intermedio in grado di occupare qualsiasi ruolo in un branco, ero immune  alle  loro malattie, e alla maggior parte di quelle umane ( quelle gravi) , ma non a quelle fastidiose, come febbre,o raffreddore. E tutto Perché il mio corpo doveva mantenere  la copertura da umano. Che fregatura. Arrivai nel lungo vialetto, parcheggiai e fissai la dimora imponente. A pochi passi, la porta d'ingresso si aprì e una donna uscì fuori. Mi guardò dalla testa ai piedi, è un sorriso maligno le si allargò sul viso perfetto. «Samir. È bello che tu sia venuto» Mi stampai sul volto il miglior sorriso finto che si accordasse  al suo. «Maurizia. É splendido vederti» Maura sembrò divertita. Sì accese una sigaretta, il che mi sorprese. Aveva rotto l'anima a tutti durante la festa su quanto facesse male il fumo, soprattutto quello passivo. E poi Lei fuma. «Quante sono ,sette,otto settimane? Sono scioccata. Derek solitamente butta fuori l'immodizzia ogni martedì» «Sai come si dice: l'immondizia di una persona è un tesoro per un 'altra» Lei risucchio nei polmoni una bella zaffata di fumo, e poi la ributtó fuori, dritta sul mio viso. «Dovrei smettere. Sai , fumare fa venire il cancro» Disse più aver stessa che a né. Mi avvicinai e sussurrai indicandole la zona sotto gli occhi. «Sai,fa venire anche le rughe,e tu ne hai parecchie» Per un attimo sembrò scioccata. Spense la sigaretta gettandola a terra e la pestó con un piede. «Alla fine, lui si stancherà di te e tornerà in sé» La superai ,ed entrai . La casa era silenziosa eccetto per il ticchettio dei tacchi di Maura. «Dove sono tutti?» Lei si verso una tazza di caffè. Ovviamente ,non ne offri una anche a me. Mi guardò oltre la tazza  di un sorriso furbo e disse: «intendi la famiglia felice?» «Intendo Derek e Chloe» «Mamma, papà e la loro bellissima figlia sono giù alla spiaggia,per far fare alla piccola il primo bagno della stagione» «Che bello» «Quando Derek e Genevieve hanno comprato questa casa, la usavano per scopare come conigli nell' oceano. A pensarci bene, Chloe potrebbe essere stata concepita lì» Quella stronza era davvero un osso duro . O forse era la farebbe che noni lasciava ragionare a pieno ritmo. Mi sforzai di esprimere un altro "che bello" , facendo del mio meglio per fingere di non essere ferito. Ma la verità era che non potevo fare a meno di essere geloso al pensiero di Derek e Genevieve . Certo, avevano avuto una relazione puramente, ma non avevo bisogno di conoscere i dettagli,e ne tantomeno avevo bisogno di visualizzare quelle immagini nella mente. Andai alla parete di portafinestra scorrevoli che davano sul giardino e più giù alla spiaggia. A un centinaio di metri di distanza c'erano Derek e Genevieve. Erano entrambi mezzi svestiti, con solo il costume, e Chloe saltellava tra loro eccitata . Era doloroso in modo straziante vedere l' uomo di cui ero innamorato scorrazza sulla spiaggia con la sua ex palesemente interessata a lui. Guardai come al rallentatore Chloe prendere la mano di entrambi i genitori,e tutti e tre correvano mano nella mano verso le onde. Sembravano Barbie and Ken raffiguratiin una stampa di Norman Rockwell. Quella visione mi frantumò qualcosa nel petto.  Maura mi si avvicinò da dietro, poggiando la testa sulla mia spalla. «Che bella famiglia potrebbero essere. Guarda il sorriso sulla faccia di Derek» Derek stava sorridendo. Stava sorridendo e scherzando nell' acqua con Chloe è Genevieve. Sembrava davvero contento. Era talmente felice che si era dimenticato di mettere mé. Infatti nonostante  fossero passate ore  da quando lui aveva lasciato il Bed and breakfast, non aveva tentato di contattarmi in nessun modo. Eppure sapeva che stavo male. Maura di scostò da me e sorseggiò il suo caffè. «Sfasciafamiglie» Mi sibiló contro. Io, aprii la porta fuori e uscii fuori. Quando mi voltai per chiuderla, Maura stava sorridendo con un ghigno trionfante. Non si mosse quando gliela risbatei in faccia.  🕸️🕸️🕸️🕸️🕸️🕸️🕸️🕸️🕸️🕸️🕸️🕸️ NORMAN ROCKWELL= Norman Percevel Rockwell è stato un pittore e illustratore statunitense. Il peculiare stile Delle sue opere , definito " realismo romantico" ,ha riscosso, soprattutto negli Stati uniti,un largo apprezzamento popolare ed ha influenzato generazioni successive alla sua. 

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Capitolo 36
*** Cap 33 ***


  --------------------------------     Stiles---------------------------------------------------------------------- Mi sedetti sulla spiaggia, incurante che in quel modo mi sarei riempito i vestiti di sabbia. Non ho idea di quanto tempo rimasi in quella posizione in disparte ad osservarli. Secondi, minuti. Non só. Al mio cuore sembrarono ore,se non ere. Li osservai giocare tra di loro,come se fossero una qualsiasi famiglia. Vidi la piccola iniziare una guerra di schizzi con Derek, per poi fuggire al contrattacco del padre. Non potei evitare di sorridere a quelli scena. Erano bellissimi, non si poteva negare. Erano perfetti. Poi Genevieve si unì alla cucciola contro il padre,e Derek dopo vari tentativi riusciti ad acciuffare la donna, la sollevò tra le braccia come se fosse una piuma,lei ne approfitto per cingergli il collo con le braccia,e quando si furono inoltrati Nelly acqua a sufficienza, Derek la lasci di colpo, prendendola di sorpresa. Lei emise un urletto mentre cadeva in acqua. Quando la donna riemerse, alquanto sgraziatamente, aveva i capelli zuppi,e il trucco che le colava da ogni parte,la piccola scoppiò y ridere. Era bellissima,quel piccolo angelo innocente. Un improvviso,e solitario soffio di vento spinse il May odore fino a loro. Inaspettatamente. Fu Chloe la prima a voltarsi verso di me. Il cuore mi si fermò in petto. Quel dolce angioletto, sfoggiava uno splendido paio d'occhi dalle inumane iridi giallo oro. Per un atto temetti che Maura, o Genevieve li avesse visti . Ma la prima era evaporata chi sa quando, forse era stufa essere ignorata. E Genevieve era Troy occupata a strusciarsi,e a gli occhi dolci al mio uomo, per rendersi conto di ciò che stava accadendo intorno a lei. In un batter di ciglia mi ritrovai letteralmente la piccola addosso. Era stata così veloce. Troppo veloce per un normale essere umano. «Che bello Stiles. Sei venuto» Era stata la sua vocetta a distogliermi dai miei pensieri. «Derek ha detto che non ti sentivi bene. E che forse non saresti venuto» «E invece sono qui» Le dissi colpendole piano con un dito il nasino. «Allora puoi giocare in acqua con noi» «Ma certamente.Non vedo...» Non riuscii a terminare la frase che un ombra incombe su di noi. Sollevai lo sguardo e fui investito da quello furente di Derek,che sfoggiava due magnifiche iridi dall'' azzurro metallico. «Non credo proprio» Decise lui per mé. Questo m'idispetti parecchio. «Invece si» Inizia a sfilarmi la maglia. Chloe se la rideva alla grande,e non aveva notato gli occhi di Derek, che per fortuna, erano nuovamente del solito colore. «Stiles.........» Sì fermò un attimo per pensare «...non hai il costume» Dichiaro sicuro di sé. Ottimista. Si era dimenticato con chi aveva a che fare. E poi sapevo perfettamente che quelli come Genevieve,ne avevano a dozzine di nuovi da offrire agli ospiti. Non che mi aspettassi una tale cortesia da lei. «Sicuro?» Gli chiesi. E vidi il suo sorriso vincente scemare, mentre il mio si allargava sempre più sul viso. Ok. Lo ammetto. Era stata una pura coincidenza. I Boxer puliti mi erano scivolati nel water dopo aver fatto la doccia, e no non trovandone altri in quel caos che era la mia valigia. Avevo indossato il costume da bagno. Pura fortuna. Per non dire colpo di culo. «Hai la febbre» Incurante mi tolsi le scarpe e sfilai i calzini, ma quando iniziai a sbottonare la fibia della cintura, la sua mano si impose sulla mia,e avvicinò le sue labbra al mio orecchio sussurrando in modo che Chloe non potesse sentire. I miei occhi si dilatarono all' inverosimile, divenendo rosso dalla vergogna. Sembrò che la piccola annusasse l'aria mentre volgeva lo sguardo incuriosita tra me e Derek. Quel gesto non passò inosservato dal lupo che la osservò stupito. «Cosa gli hai detto?» Gli chiese innocentemente, facendo se possibile far divenire me ancora più rosso. Derek sembrò pensarci su, mentre la piccola aveva preso a pronunciare una marea di : «Ti prego, ti prego,Ti prego, ti prego, Ti prego, ti prego,» ma furono i suoi occhi da cucciola abbandonata ( tipico degli Hale). E la promessa « Non lo dico a nessuno» A dare il colpo di grazia. Derek mi lancio uno dei suoi brillantissimi ,e alquanto falsilssimi sorrisi prima di avvicinarsi all orecchio della piccola e sussurrarle ciò che mi aveva detto. E ad essere sincero non mi sarei mai aspettato quella sua reazione. Difatti. Chloe sembrò sconcertata. Sì piazzò dinanzi a me come se volesse proteggermi incrociando le braccia, illuminando i suoi occhietti nuovamente del colore dell'oro, di sicuro era un atto involontario, e batte un piedino sulla sabbia. «Non puoi farlo» Quel gesto fece tornare in se Derek , che era rimasto sconcertato . Sembrò riprendersi. «É grande. Non puoi farlo» Il lupo decise di giocare con lei. Prese la tipica espressione pensierosa per poi risponderle: «É vero. Stiles è grande. Ma... è più piccolo di me, quindi posso sculacciarlo , quando fa i capricci» «NO» Batte nuovamente il piedino a terra. «Non si picchiano i fidanzati» Decreto sicura di sé. E devo ammettere che quello sconcerto entrambi. Intanto Genevieve si era avvicinata di mala voglia a noi. Derek divenne improvvisamente serio. «Chloe, tesoro. Perché dici che io e Stiles siamo fidanzati?» Quella domanda fece sbiancare e infuriare Genevieve, ma Derek blocco la sua sfuriata con un gesto della mano, e torno a porre tutta la sua attenzione alla cucciola. «Perché vi guardate come fanno zio Harry, e zio Miao,e poi ieri ti ho visto quando hai baciato sulla bocca Stiles. E zio Miao ha detto che possono farlo solo i fidanzati» Entrambi fissammo Genevieve in cerca di spiegazioni almeno su questo zio Harry,e zio...Miao?!?» La donna sbuffo prima di spiegare. «Harry, è il fratello minore di Marcus e Miao, cioè Matthew è il suo ragazzo. Comunque...» Avevamo smesso di porle attenzione,per darla di nuovo a Chloe. «e a te non da fastidio?» Gli chiese Derek. «No, perché?,mi piace Stiles» Prima che il discorso continuasse, Genevieve si intromissione nuovamente. « Vieni Chloe, inizia a fare troppo freddo» Senza controbattere,la piccola diede la mano alla madre e si diressero in villa. Derek afferrò la mia maglia e me la infilò di forza. «Derek» Lo richiamai. Lui mi guardò,ma la sua mente era altrove. «Li hai visti vero?» Ora avevi tutta la sua attenzione. «Questa notte la luna sarà al perigeo» «Lo so» Sembrava sconcertato. «E piccola» Lo guardai confuso. «Non avrebbe dovuto mostrare i suoi poteri prima dell' adolescenza. Non è Come me...» «Ma...» Lo interruppi beccandomi un occhiataccia e una dolorosa pacca sul sedere, facendomi tacere all' istante. «Io, sono nato da due licantropi, quindi ho avuto i miei poteri sin dalla nascita. Invece chi ha genitori misti i poteri di risvegliano con l'adolescenza o poco dopo. Lei è piccola. Troppo per gestire all' improvviso un tale peso». «Genevieve» Esclamai all' improvviso ricordandomi di lei. Di un "piccolo piccolissimo dettaglio" . La donna non sapeva. Il nato lupo,mi guardò senza comprendere. «Derek...» Sospirai «Genevieve sarà anche una stronza. Ma di sicuro non una cattiva madre,o una madre distratta. Quindi non penso che non noti gli occhi di sua figlia mutare colore come un semaforo. Di sicuro,tu non gli hai svelato la tua natura in questi giorni, e di sicuro non lo hai fatto quando stavate insieme dato che ti ho ridato la tua memoria sulla tua vera natura da poco. «Cazzo» Ringhio lui. «No. Quello, non credo che Genevieve, c'è l'abbia» «Stiles!!!» Mi beccai l'ennesimo rimprovero celato nel mio nome. No,quelli non mi erano mancati. Inaspettatamente mi strinse a sé. «Non so cosa fare» «troveremo una soluzione insieme» Pensavo realmente quello che gli dissi. «Derek...tu torna da Chloe,io vado al Bed and breakfast» Lui mi strinse di più. Allora decisi di spiegarmi meglio. Non volevo abbandonarlo. «Tu, tieni d'occhio Chloe. Io vado al Bed and breakfast e chiamo tua madre e Deaton. Loro di sicuro sapranno cosa fare.». Avvertivo che era ancora titubante. Ma asserì con un gesto del capo,e si staccò da me. Dopo avermi regalato un intenso bacio ci dirigiemmo alla villa. Lui raggiunse  Chloe e Genevieve, mentre io mi diressi all' auto per tornare al Bed at breakfast. Non avevamo nessuna certezza, tranne che quella sarebbe stata una lunga notte.   

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Capitolo 37
*** Cap 34 ***


Vogliamo ringraziare chiunque dedichi un po' del proprio tempo a questa storia. Chi la inserita tra i preferiti,da ricordare,da seguire,e chi ha recensito. Chi è passato a dare un occhiata.Grazie mille.______________________________'________________'____________________ ----------------------------------------STILES------------------------------------------------------------ Era da un quarto d'ora circa che ragionato con Deaton e Talia sul da farsi. Non era per nulla semplice. Anzi. Era una ditta complessa. Chloe,era ancora uno scricciolo di bambina,e Genevieve non doveva sospettare nulla. Non doveva sapere nulla. Non ancora . _________________________DEREK___________________________________ Il cielo iniziava a tingersi degli umori della notte, e di Stiles, neanche l'ombra. Genevieve dormiva in camera sua, grazie ai sonniferi che gli avevo somministrato di nascosto. Per Chloe, invece, era tutta un altra storia. La mia piccola lupetta ,era completamente in preda alla maglia della luna. Non potevo fare altro osservarla ranocchiata in quel angolino avvolta dalla luce lunarie. Da qualche minuto i suoi occhietti avevano smesso di mutare colore. L'oro aveva vinto quella guerra di sopraffazione. L'oro con il suo cuore fredda di metallo era il tiranno di quell' anima. Sapevo che dinanzi a me, non c'era la mia bambina, Ma solo un cucciolo di lupo selvatico. ________________________STILES__________________________________________ «Bella donna, Stramonio, e l'alga acconitina .Sicuri?» Chiesi per l' ennesima volta. «Si Stiles. Non le accadrà nulla» Mi rispose esasperato Deaton. Ma si trattava pur sempre di piante velenose,e mutaforma o no , Chloe era pur sempre una bambina,e non volevo essere io la causa della sua dipartita. «Stiles» Era stata la voce di Talia a richiedere la mia attenzione. Mentre Deaton aveva già abbandonato la videochiamata. «il tuo collo» Istintivamente mi portai la mano sinistra sul collo. Sapevo cosa aveva visto. Ma speravo che non lo notasse. «Stiles» Serrai gli occhi al suo rimprovero. Decisamente. Lei sapeva. ________________________Derek____________________________________&______ La luna era ormai sorta da un pezzo. Iniziavo a preoccuparmi. Non solo per Chloe,ma anche per l' improvvisa febbre di Stiles. C'era qualcosa di strano. Sentii la piccola rigirarsi nel mio abbraccio. Ero riuscito a bloccarla,e grazie, e non avrei mai pensato che un giorno avrei dovuto farlo, grazie a un film animato sulle principesse ballerine,si era calmata e assopita tra le mie braccia. Non ho idea di come facesse mia madre ai sui tempi . Ma Santa luna, speravo che trovassero in fretta una soluzione. -------------------------------------STILES-------------------------------------------------------------------6 Osservavo il riflesso della luna attraverso lo stagno. Non volevo osservare il mio. Sapevo cosa avrei visto,e non avevo il tempo di preoccuparmene. _________________________Derek________________________________________ Non mi ero reso conto di essermi assopito. Non lo rammentavo. Osservai la piccola distesa di fianco a me sul grande divano. Mi stringeva la mano. Quella piccola e fragile manina, stringeva la mia come se fosse la sua unica salvezza. Fu un lampo. Rammentavo ciò che mi aveva destato. Una luce. Paige. Paige, che mi ordinava di svegliarmi. _______________________Stiles__________________________________________ Ero completamente zuppo. Ma ero riuscito a trovare ciò che mi serviva. Ora non mi rimaneva che amalgamare tutti gli ingredienti,e farli bere a Chloe. ______________________Derek___________________________________________ Era stato un errore. Non mi sarei mai dovuto allontanare. Ed ora Chloe era scomparsa. Non riuscivo a individuare neanche il suo odore. Aguzzando l'udito sentii il battito di due cuori vicini. Genevieve. Chloe doveva essere nella camera della madre. Temetti il peggio. Quando la raggiunsi, era accoccolata sotto di lei. Chloe voleva solo dormire stretta alla madre. _______________________________STILES________________________________ Nonostante avessi alzato al massimo il riscaldamento dell' auto sentivo il gelo fin nelle ossa. Non riuscivo a evitare di tremare talmente tanto che l'auto sbandava leggermente. Non só come, raggiunsi inleso la villa. Non trovando Derek nell' enorme salotto,salii su verso le camere. Udii un lieve russare,lo seguii trafiggendomi il cuore. Distesi sull' enorme letto, c'erano Genevieve, Chloe,e Derek che dormivano vicini, troppo vicini. Quasi abbracciati. Sfregando la mia anima,mi avvicinai a lui scuotendolo. Disorientato mi fissò per pochi attimi,per poi tirarsi sú velocemente per poi gettarsi su di me abbracciandomi e facendo cadere entrambi. Non potei evitare di tremare,sia per lui,che per il freddo. Lui scattò in piedi continuando ba tenermi stretto a sé. «Amore. Sei bollente e completamente bagnato» Sentivo il cuore divampare. Si preoccupava per mé. Ma ora Chloe aveva la precedenza. Sorreggendo la testolina della piccola. Derek gli fece ingurgitare quel composto puzzolente. I suoi occhi iniziarono ad alternarsi passando dal colore oro a quello umano, per poi tremare come in preda a una crisi epilettica. E non n istante si fermò ogni cosa. Il corpo della piccola si afflosciò senza forze.Gli occhi tinti di un grigio cupo. Era in uno stato molto simile a quello ipnotico. Il più dolcemente possibile richiamai la sua attenzione. Faticosamente rivolse li sguardo spento su di mé. Le piccole palpebre tendevano ad abbassarsi. Feci inluminare i miei occhi di viola,e per riflesso ,i suoi si riempirono di un oro sporco.lasviai scivolare via il viola senza distogliere lo sguardo da lei,e li tinsi di rosso. Richiamato dalla istinto.Derek inluminó le iridi di blu. I loro occhi furono imprigionati dai miei. Da quel colore. Delicatamente strinsi il piccolo visino di Chloe tra le mani,per poi congiunge le fronti. Le nostre menti si fusero. Le nostre anime comunicavano. Quando mi allontanai da lei il grigio che sporcava l'oro scomparve,e quel colore puro,ma innaturale scivolò letteralmente via dalle sue iridi sotto forma di grosse lacrime. Lentamente le sue palpebre si abbassarono e lei cadde in un sonno tranquillo. L'indomani non avrebbe ricordato nulla. Mi lasciai scivolare a terra privo di forze mente Derek poneva quell' esserino indifeso di fianco alla madre per poi dedicarsi a me. Con un gesto dolce, ma deciso mi fece piegare il collo esponendo maggiormente i segni oramai nirei . C'era terrore nei suoi occhi. Vidi le sue labbra muoversi,ma altre a un acuto e fastidiosissimo fischio non udii nulla. Poi,pian piano caloy l'biblio sui miei occhi. Avevo perso preteso troppo dal mio corpo,e ora per mé era la fine.  

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Capitolo 38
*** Cao35 ***


    _________     DEREK_________________________________________ Non sapevo dove sbattere la testa.sentivo il battito del suo cuore farsi inesorabilmente  sempre più lento. Continuavano a spostare lo sguardo da lui a Possibile che in una sola notte entrambe le persone che amavo fossero in bilico?. La suoneria del cellulare,mi fece sobbalzare. Risposi. «Derek, tesoro,Stiles è con te?» « Mamma?!..... sì, è con mé» «É cosciente?» «No. Respira a fatica» «Sono al Bed and  Breakfast. Raggiungici. Subito». «Si.No.Chloe» «Dormirà tutta la notte. Domattina non rammenterà nulla. Stiles...» La sua voce tremò. «Stiles, morirà se non agiamo subito. Lo hanno avvelenato» Quando oltrepassati l'uscio della camera, il corpo suo corpo era completamente molle tra le mie braccia. Sembrava senz'ossa. Mamma e Laura aveva organizzarto tutto il necessario. La nostra camera era diventata un piccolo pronto soccorso. Stesi Stiles sul letto. Laura strappò la sua maglietta. Nonostante tutto sorrisi  al pensiero della reazione di Stiles se fosse stato cosciente. Avrebbe sbraitato Sputacchiaido ovunque per la rudezza di quel gesto,argomentando la sua indignazione col fatto che quella fosse la sua maglietta preferita.Ma in quel momento Stiles era così... così indifeso. Mia madre infilò un grosso ago direttamente nel suo cuore. Sentii la carne lacerarsi al passaggio dell'oggetto metallico. Uno strato di pelle d'oca mi scorse  lungo la schiena. Fu Laura a spiegarmi mentre osservavo il rosso liquido scendere dalla sacca attraverso la cannula della flero per poi incamerarsi nell'organismo del mio bellissimo ragazzo. «É una sacca di sangue. È il sangue di Stiles. Deaton ne ha diverse a disposizione in caso di necessità. Questa.» Disse indicando con un gesto del capo la sacca, e mimando delle virgolette a mezz'aria con le dita «é stata "corretta" da Deaton con dell' argento che aiuta il suo organismo ad espellere il veleno» La guardai confuso. «L'argento aiuta gli intermedi ad espellere qualsiasi sostanza velenosa dal loro organismo. Stiles aveva intuito d'essere stato avvelenato. Ma non sapeva da cosa.E questa era la sola soluzione possibile, anche perché si è rifiutato di ritornare da Scott. Voleva a tutti i costi aiutare te e la piccola Chloe» per quanto fossi furioso con lui, dovetti ammettere che Stiles ha un enorme cuore. Cuore che lo portava a compiere  follie pur di aiutare gli altri. «É se...» Le parole ma morirono in gola. Ero incapace di esprimerle. La mamma mi strinse tra le sue braccia. Quando mi era mancato il suo profumo. A noi si unì anche Laura. Ancora non mi sembrava vero averle nuovamente con mé. E anche questo grazie a Stiles. L'uomo che mi aveva ridato una ragione di vita. L'alba era giunta cogliendomi impreparato. Solo il tempo di una veloce doccia e Laura mi aveva  cacciato a calci dalla mia camera adducendo la scusa che quello era l'ultimo giorno Che  Chloe avrebbe trascorso negli Hampton per poi tornare al caos quotidiano. E che se anche la piccola ,ne fosse all'oscuro,  come padre, avevo il dovere di trascorrere il maggior tempo possibile con lei. E poi  Stiles stava bene. Doveva solo svegliarsi. Come se il ragazzo non fosse in una sorta di coma,ma stesse solo riposando. Quando attraversi le porte finestre della villa. La piccola mi corse incontro lanciandosi verso di me. Io la afferrai al volo per poi farla volteggiare. Quando mi incamminai verso Genevieve tenendola tra le braccia, Chloe  continuava a sborsare oltre la mia spalla in attesa di qualcosa... qualcuno. «Tesoro» I suoi Occhetti vispi,e pieni di aspettative fissarono i miei. «Oggi Stily non verrà» La vidi passare dall' aspettativa alla delusione. Le sollevai il visino con due dita. «Mi dispiace piccola. Ma non si sentiva bene» I suoi occhi si illuminarono di speranza. «Come ieri? Viene dopo?» «No stellina. Non credo che sarà possibile» Giocai con lei per tutta la mattina, e dopo pranzo, sin a un ora prima che lei è Genevieve tornassero alla loro rutine quotidiana. Per tutto il tempo Chloe aveva interrotto ogni gioco qualvolta sentiva un rumore,con la speranza di vedere il suo amico speciale. All'ennesimo sospiro di delusione della piccola, Genevieve mi afferrò per un braccio,e mi costrinse a seguirla fino alla stanza dove un tempo c'era il mio vecchio ufficio. Rimasi stupito nel constatare che  Genevieve avesse riarredato tutta casa, tranne quella stanza. Era furente. «Sarai contento!?» Non avevo la minima idea a cosa si riferisse. «Ti avevo detto di non portarlo qui. Chloe si è affezionata a lui,e ora il tuo boy Toy ha pensato bene di sparire senza neanche salutarla» «Stiles non è andato via. Sta male.» «Come ieri» Mi chiese ironicamente inarcando un sopracciglio. Questo mi fece perdere la  calma. I miei occhi lampeggiarono di blu. Genevieve sbatté incredula le palpebre  più volte. Molto probabilmente non aveva compreso cosa avesse visto. Io, invece. Dovevo riacquistare un minimo di calma. Ma non potevo più sopportare i suoi commenti acidi ed offensivi sul mio ragazzo. «Non è il mio boy Toy. Stiles è il mio fidanzato. Presto sarà mio marito » Lasciai la camera prima che potesse ribattere. Erano trascorsi due giorni dalla partenza di Chloe. Due giorni che Laura mi schiavizzava. Sapevo perfettamente che lo faceva per distrarmi. Avrei dovuto essergli grato,ma non riuscivo a non pensare che quel tempo perso,lo avrei potuto decidere a Stiles. Mi accingevo a pagare la spesa. Quando il cellulare prese vita. Era la ventesima volta che Laura mi chiamava in trenta minuti. «Dio Laura. » Sbottai. «Non ho intenzione di fermarmi al centro commerciale a prenderti quel bikini striminzito» «Sei dispotico fratellino...lo.sai? Fortuna che io sia buona,bella,e generosa» Rotea gli occhi esasperato. «E non roteare gli occhi. Sì tratta di Stiles.....» «É peggiorato. È... È...» Come avevo fatto io, anche lei mi interruppe. «Non essere catastrofista» Mi riprese. «Stiles sta bene....ha solo voglia di sushi» Non riuscivo a credere. «Sushi?» «Sushi» «Sushi?» « Si Derek . Il pesce crudo. E non mi riferisco a quello che hai tra le gambe» Travolsi la porta della camera al Bed and breakfast dato che quella dannata mi stava tra i piedi. Non era colpa mia . Era lei che doveva spostarsi invece di intralciarmi e bloccarmi il passaggio. Se l'era cercata. Stiles . Era lì. Sveglio. Seduto a gambe incrociate sul letto. Indossava ancora il sottile pagina grigio in cui lo avevo infilato. Quando entrai sollevò un braccio in segno di saluto allungando un sorriso sulle labbra. «Noi usciamo» Disse (urlò) Laura mentre seguiva nostra madre fuori dalla camera. Io le seguii con lo sguardo finché l' uscio non si chiude alle loro spalle. «Scusa...» Sentii dire a Stiles. La prima parola che aveva emesso. Mi sciolse il cuore. Mi chiedeva scusa. Ma quanto era tenero il mio amore. Più lo guardavo, è più mi sentivo fortunato ad averlo. «Scusa... Ma dov'è il mio sushi?» Tenero un corno. Mostriciattolo combinaguai. Mi diressi alla porta. Girai la chiave nella toppa sentendo il tipico click segnio che nessuno poteva entrare. Per sicurezza controllai che fosse realmente chiusa a chiave, e che nessuno potesse intromettersi. Quando mi voltai nuovamente verso di lui. Avevo gli occhi di un agghiacciante bul. Stiles ingoiò un groppo di saliva schiacciandosi contro la parete alle sue spalle. Era nei guai. E lo sapeva perfettamente.

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Capitolo 39
*** Cap 36 ***


________________   Stiles_____________________________________________ Durante il viaggio di ritorno a casa, Derek mi tenne la mano mentre guidava. Lo stronzo Sogghignava, mentre IO tentavo di trovare una post comoda. Ancora non potevo accettare che mi avesse fatto una cosa del genere. «Come stai?» Non avevo idea a cosa si riferisse. Se al mio stato di salute,o a ciò che aveva osato farmi. In ogni caso non lo degniai di una risposta ostinandomi ad osservare il paesaggio scorrere attraverso il finestrino. «Stiles....parlami» AH! Ora voleva parlare?. «So che non è stato facile per te» Questa volta avevo compreso a cosa si riferiva. «Si trattava di Chloe. Farei di tutto per lei è.....» Mi interruppe. «Non intendevo quello. So che è stato difficile per te vederci insieme. Vederci come una "famiglia"» OH! E io  che pensavo fosse cieco per alcuni particolari. Preferiti non rispondergli dirottando su altro la conversazione. Almeno,mi concessi di voltarmi verso di lui. «Sono contento che tu abbia trascorso del tempo con Chloe, è una bambina meravigliosa» Derek s'illuminó. «Lo è, vero?» «Si. Mi dispiace solo di avervi sottratto del tempo» «Non dire oscenità Stiles. Chloe non vede l'ora di riabbracciarti,e il fatto che trascorriamo del tempo insieme, lo  rende solo tempo miglioro. Siamo una famiglia.» Non era giusto. Iniziavo a perdonarlo. «Tu e Talia, avete discusso vero?» Non ebbi risposta. «Vuole che tu sveli il segreto a Genevieve?» Tentai nuovamente. «Si. Ma credo sia meglio attendere. Non è una cosa semplice da dire,ne da digerire». Strinsi la sua mano per dargli il mio supporto ciò,non voleva dire che non lo avrei costretto a riflettere. «Hai ragione. Ma. Talia è nel giusto. Non ti dico di sputarle il faccia che sei un licantropo come nostra figlia. Ma pian piano,dovrai farle accettare questa realtà , anche per il bene di Chloe» Dopo diversi minuti di silenzio. Derek accostò l'auto per potermi guardare negli occhi liberamente. « Hai ragione Stiles» Disse baciandomi. Quando feci per approfondire quel contatto si staccò da me. «Ma la punizione resta» Disse con quella faccia da schiaffi. Dopo avermi concesso un nuovo lieve contatto di labbra,si immerse nuovamente nel traffico. Sbuffando tornai a dedicare la mia attenzione al paesaggio . Era nuovamente mercoledì. Derek era nuovamente a cena con Genevieve e Chloe . Sarebbe stato difficile starmene a casa e distogliere la mente da cosa stessero facendo  quei tre a tavola insieme. Non ero geloso, cioè si,  ma non di Genevieve. Ero geloso del fatto che lei fosse con loro,ed io no. Per cui, invece di tornare a casa, mi fermai al negozio di Scott e Isaac,dove ci abbuffammo di sushi e sake. Quando fu ora di chiudere, ero abbastanza pieno e brillo da sentirmi pronto a tornare a casa. Mi tolsi i vestiti,collegai il cellulare e mi infilai a letto. Proprio quando chiusi gli occhi, suonò il campanello. Dato che non mi aveva scritto per tutta la sera , pensai che Derek avrebbe voluto fermarsi. Andai al citofono e premetti il tasto per aprirgli,poi alzai il chiavistello e attesi di udire i suoi passi  dietro la porta. La aprii , sorridendo, proprio quando le sue nocche bussarono piano sopra di essa. Vedere la donna dall' altra parte fece immediatamente svanire il mio sorriso. «Cosa ci fai qui?» « Posso entrare?» Proprio non avrei voluto. Invece... «Certo» Andai alla credenza della cucina. «posso offrirti qualcosa da bere?» Teso ,feci sbattere accidentalmente lo sportello di legno dopo aver preso un bicchiere. Maura si sedette al tavolo. «Vorrei andare subito al sodo » «Bene. Allora mi verserò qualcosa di forte» Dissi aprendo una bottiglia di spyritus  ( vodka polacca) «in questo caso ,ne gradirei un bicchiere  anch'io» Gli posi il Drink. «Cosa ti porti qui Maura?» Lei prese un sorso, pou lasciò andare un lungo e lento respiro. La sua espressione divenne seria. «Stavo pensando di venirti a trovare già da un po',ma continuavo a rimandare» «Allora perché stasera?» «Ho solo pensato che fosse giunto il momento di smettere di giocare e che tu comprendessi  che oltre a te, altri potrebbero subirne le conseguenze» Per i miei gusti ,quella conversazione stava prendendo una piega che non mi piaceva. «Di quello che sei venuta a dire ». Estrasse dalla borsetta un plico, e me lo pose. Senza aggiungere una parola lasciò il mio appartamento. MA   I   MATTI    TUTTI  A   ME? Mi rigiri il plico tra le mani prima di aprirlo. Al suo interno vi erano Delle foto. Il sangue mi si gelò nelle vene. Non sapevo cosa fare. A questo punto la situazione si era ingarbugliata all' inverosimile. Non potevo farcela da solo. Avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse e consigliasse. Presi il telefono è mandai un messaggio. HO BISOGNO DEL TUO AIUTO.      

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Capitolo 40
*** Cap 37 ***


    Con questo capitolo mi sono mesi in pari con la versione su Wattpad di Bretamanda quindi ora pubblicheremo con cadenza settimanale come fa lei. / @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ ___________________   Derek______________________________________ Fare il genitore non era un lavoro da sprovveduti. Anche se Chloe non sapeva che fossi suo padre,io la trattavo  come se lo sapesse. Mi assucuravo che mi vedesse quasi ogni giorno, anche se il mercoledì era il nostro giorno speciale. Quel mercoledì,era stato particolarmente duro. Stiles non era al mio fianco. Genevieve aveva preteso che mi presentassi solo. A malincuore l'avevo accontentata, anche perché Stiles sembrava ancora provato dai fatti avvenuti negli Hamptons. Non volevo sottoporre Stiles ad altro stress. Invece  lei, mi aveva lasciato solo con la piccola per accompagnare chi sa dove quella grandissima s...... sua amica Maura. _____________________      Genevieve__________________________________ Erano più di venti minuti che Maura era scomparsa in quell'edificio. Non aveva voluto dirmi chi vi abitasse. Avevo lasciato solo.Derek con Chloe,e questo mi preoccupava. Derek era un ottimo padre,ma erano ancora molte le cose che non conosceva sulla piccola. E poi...No. Doveva essere un effetto ottico. Gli occhi umani non lampeggiano mutando colore. Lo sbattere del sportello mi fece sobbalzare. «Puttana» Sibiló Maura inferocita. Non avevo idea con chi c'è l'avesse. Sospirai stancamente posandomi una mano sugli occhi. Quello che stavo per confidare avrebbe peggiorato la situazione. Ma per il bene di mia figlia dovevo affrontare l'argomento è poi ero stufa . Più di una volta avevo tentato Derek,e lui mi aveva sistematicamente rifiutata, ed era umiliante. «Maura. Dobbiamo parlare» Anche se ancora non potevo vederla, sentivo il suo sguardo lacerarmi la pelle. La sentii spostarsi e strappò via la mano da sopra i miei occhi. Era calmata. Quella calma che ti agghiaccia impedendoti anche solo di respirare. Mi sorrise. Lentamente si avvicinò e le nostre labbra si bagniarono in un turbinio di emozioni.     --------------------------------------Stiles----------------------------------------------------------- Avevo proprio bisogno dell' opinione dei miei amici. Di mio fratello. Isaac mi parlava mentre sistemava gli aghi da piercing usa è getta. «Sembra una storia uscita direttamente da qualche soap operache trasmettono a tarda notte perché nessuno la segue » Dovetti mordermi la lingua per NY mandarlo a quel paese ricordandogli che quella soap opera era la mia vita. Scott continuava a rigirarsi il plico tra le mani, con i piedi sul tavolo e commentò divertito: «Direi più la valle dei Pini, se capisci cosa intendo» «Grazie tante» Alzai gli occhi al cielo. «Si può sapere cosa c'è in quel plico?» Chiese Liam nell'esatto momento in cui Theo si impatroniva dell'oggetto e ne fece defluire il contenuto. Scott balzo in piedi mentre quell' candido,  orrido, contenuto si espandeva sulla superficie scura del tavolo. Erano piccoli e aguzzi. Bianchi con piccoli e scatlatty fiori rossi. Decine, se non centinaia di artigli e zanne  ancora sfumati dalla lunga vitale  dei loro ex proprietari. Molti dei quali cuccioli di 4/5 anni data la dimensione dei dentini. E tra quelle mostruosità spiccava la foto di Chloe  che sfoggiava un paio di occhi dorati. Sul retro la scritta:         Sarà lei la prossima?        -----------------------------------   Genevieve-------------------------------------------------------------- «Io non me la sento più Maura. Le ho tentate tutte. Derek è innamorato di quel ragazzino. Non gli interessi più» «So che sei stanca. Ma forse ho trovato una soluzione. Quello che ti chiedo, è un ultimo scrificio» «Davvero,io non riesco a comprenderti. Quando penso a te e tuo marito,ho voglia di urlare. E tu mi butti tra le braccia di un altro?» Lei mi accarezzò una guancia. «Al solo pensiero che lui ti sfiori, mi sento morire. Ma è per il bene di tua figlia. Lo sai vero? » «Si!», «Per quanto riguarda mio marito, l'ho reso inoffensivo anni fa. Quel porco mi tradiva. E io ho dato un taglio all' intera situazione».  -----------------------------------   Derek -------------------------------------------------------------- Per quanto amassi passare del tempo con mia figlia, quella notte avevo bisogno del mio ragazzo. Avrei voluto mandare l'auto a prenderlo, ma lui preferí che andassi io a casa sua. Io scherzai dicendogli che sarei venuto ovunque volesse quella notte. Quando mi aprì la porta ,infilai immediatamente la faccia nell' incavo del suo collo , inspirando il suo profumo di buono. Mi inebrió. «Mi sei mancato» Dissi contro la sua pelle. «Com'é che sei divenuto ancora più bello?» Scesi con la mano lungo la sua schiena. «Hai fame?» «NO. Hai detto che cenavi con Chloe, così ho mangiato qualcosa» Pareva turbato. «Qualcosa ti turba?» Lui esitò. «No» Mi cadde lo sguardo sul lavabo . Notai che c'erano due bicchieri sporchi. Una scarica di adrenalina mi colpì. Due bicchieri? Chi cazzo è stato qui? «Hai avuto compagnia?» «Ehm... è venuto mio padre» Nonostante la sua voce  stata titubante,ma ferma, e il suo battito regolare. Sapevo che mi aveva mentito. Su uno dei bicchieri c'era del rossetto. «Davvero?» «Già» Ma che cazzo......? Perché  continuava a mentirmi? «Sicuro di star bene? Sembri turbato?» «Sto bene» «Non ti credo» Lui rimase un silenzio,e io iniziai ad allarmarmi sul serio. Gli accarezzai una guancia. «Sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, vero? Ho bisogno che mi parli quando le cose ti turbano . Non c'è niente che non possiamo superare purché tu non mi nasconda la verità» «Nob c'è nulla di cui parlare. Sono solo un po' giù di tono stasera. Possiamo solo andare a sdraiarsi?» Gli studiai il volto, in questi anni era divenuto bravo a celato i sentimenti. Però vidi quanto fosse  stremato. « Certo» Mentre mi sbottonavo la camicia, Stiles rimase semplicemente sul letto a guardarmi. Era affascinato,ma anche distante perso chi sa quanto in quella giornata. Decisamente non era in se quella notte. Gettando la camicia su una sedia, dissi' «Non vuoi parlare, allora dovrò trovare un altro modo per farti sentire meglio» Durante la settimana successiva, inizió a essere chiaro che avevo una buona ragione di preoccuparmi. Stiles ogni sera mi raccontava una scusa diversa sul perché non potesse vedermi. Theo aveva bisogno di aiuto col trasloco. Liam voleva andare a far compere per il nuovo appartamento che avrebbe condiviso con Theo. Avevo dei programmi con Scott e Isaac .  Il mio presentimento aumentava ogni giorno di più ripensando al nostro ultimo giorno in cui, Stiles aveva mostrato un comportamento bizzarro. Qualcosa non andava, e dovevo capire cosa. Provai a dargli lo spazio di cui,a quanto pareva , aveva bisogno. Alla fine della settimana, però, non mi lasciò altra scelta che aspettarlo davanti casa sua. Supponevo fosse di nuovo con Scott e Isaac. Di certo non con quel tizio con cui lo vidi  passeggiare per strada mano nella mano. *************************************************************************** Volevamo avvisarvi che mancano una manciata di capitoli e la storia giungerà al termine.

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Capitolo 41
*** Cap 38 ***


    ___________________      Stiles. _____________________________________ Avevamo messo a punto un piano. Piano che era andato a puttane, dato che non avevamo previsto Derek Ade aspettarmi fuori casa mia. Era appoggiato contro la sua  auto, li sguardo basso a scrivere sul cellulare. Fortunatamente io lo vidi prima che lui vedesse me. Presi in fretta  la mano del mio complice. Quando Derek alzò lo sguardo e mi vide , sul suo volto vidi l'esatto momento in cui  gli spezzato il cuore, e con il suo si infranse anche il mio. I suoi occhi si illuminarono per un millesimo di secondo quando mi vide. Mi si svuotò il cuore a vedere il dolore nei suoi occhi. Sapevo cosa dovevo dire e fare, eppure, quando piombo su di noi in strada, non fui in grado di parlare. «Stiles? Cosa sta succedendo?» Io fissai il marciapiede ,incape di guardare Derek negli occhi. Jace immaginò cosa stesse succedendo e improvviso. «Tu devi essere Derek. Stiles mi aveva detto che c'era  la possibilità che tu piombando qui prima ancora che potesse parlarti» «Parlarmi di cosa? Stiles? Cosa cazzo sta succedendo?» Derek stava urlando. «Calma, amico. Te lo sta per dire. Ne abbiamo parlato giusto ieri sera a cena ». «A cena? Ieri sera? STILES!. Rispondimi. Cosa diavolo sta succedendo?» Quando non risposi ,e continuai a non guardarlo Derek fece per afferrarmi. Recitare la parte  del fidanzato protettivo  venne facile a Jace . Con un passo si mise tra me e Derek. «Amico,ti avverto solo una volta. Tieni le mani a posto,e non toccare il mio ragazzo. Non vorrei prendere a calci quel tuo bel culo proprio qui in strada». «il tuo ragazzo?» Accadde tutto in fretta. Derek caricò tutto il suo peso in un pugno, che colpì Jace alla mandibola. Un forte rumore di qualcosa  che si rompeva mi fece salire l'acido in gola. Jace barcollo indietro per qualche passo, sapevo che una sciocchezza come una mandibola rotta non avrebbe fermato uno ShadowHunter. Prima che riuscissi a frappormi  tra i due, Jace si scagliò contro Derek facendolo sbattere contro un auto parcheggiata. «Basta!» Finalmente riuscii a parlare «Per favore, fermi! Jace no!» Derek riuscì a spingerlo di lato, poi venne davanti a me,il suo petto si alzava e riabbassava frenetico,le dita Delle sue mani insanguinate per la fuoriuscita degli artigli. Senza riflettere,io allungai una mano per prendere la sua. «Derek» Lui si scostò dal mio tocco come fosse ustionato. «Dillo ,Stiles» Io abbassai lo sguardo. « Dillo Stiles. Dimmi che sei una PU. Dimmi che sei un fottuto traditore e che io sono un maledetto idiota perché non voglio crederci» Non so dove trovai la forza per pronunciare quelle parole. «Mi dispiace così tanto, Derek» Lui chiuse gli occhi per un istante prima di voltarsi, salire in macchina,e andarsene. _____________________   Derek ______________________"________________ La rabbia che mi portavo dentro mi stava prosciugando. Il sangue mi ribolliva nelle vene. Ero distrutto, rifiutato, tradito e furioso. Il dolore mi attanagliava il cuore. Non lo ritenevo capace di essere tanto infido.il ragazzo cui mi ero innamorato era aperto e sincero. Mi chiedevo se l' avessi conosciuto sul serio. Avevo bisogno di calmarmi . Avevo bisogno di Chloe.        ---------------------------------------       Stiles. ------------------------------------------------------ Le mani di Magnus agili ed esperte, erano intorno alle faccia dello ShadowHunter. Era arrivato con Alec quindici secondi dopo che io e Jace eravamo entrati nel mio appartamento. Non mi ero neanche accorto che Jace li avesse chiamati. «Sicueo che non sia meglio usare la magia» Era la seconda volta che ripetevo quella domanda allo stregone. «Prima devo sistemarla. Poi potrò guarirlo con la magia. Non è la prima volta che sistemo uno di questi due scapestrati» Mentre parlava con me,e Il biondino era distratto. Magnus con un rapido movimento "sistemó" la sua mascella. Nonostante Jace fosse refrattario al dolore. Lo vidi sbiancare. Dalle dita di Magnus scaturirono scintille rosse e blu che scivolarono sulla pelle di Jace. Il biondo fece una smorfia massaggiandosi il viso. «ha un bel pugno per essere un damerino». Io rivolsi uno sguardo interrogativo ad Alec,per poi rivolgermi al fratello. «É un Hale. Non lo sapevi?» «No» Mi rispose lanciando uno sguardo assassino al fratello. «Non era previsto che ti facessi tirare un pugno» Sì giustificò Alec poco dispiaciuto. «Per un attimo ho temuto che colpisse Stiles» «Non lo avrebbe mai fatto» Lo difesi. Anche se mi aveva ferito in un altro modo. Ma era comprensibile. Io lo avevo distrutto. «Meglio cosi» «immagino che le cose non siano andate come le avevamo programmate» Sì unì alla conversazione Magnus. «Per niente. Non siamo neanche arrivati a casa mia . Ci ha visti in strada, così sono andato nel panico e ho preso Jace  per mano» «Dev'essere stata una bella scena per lui» Buttai fuori un respiro «É stato terribile. Età così addolorato, Magnus» «Sapevi che sarebbe stato così. Credi se la sia bevuta?» Io annuì. Speravo solo che alla fine di tutto lui mi perdonasse, anche se in cuor mio  non ci credevo realmente. Sapevo di aver perso la sua fiducia. ---------------------------------------     Derek. ----------------------------------------------------------- Quando Genevieve aprì l'uscio, era tutta in ghingheri. «Esci, stasera?» «No,non era in programma. Perché me lo chiedi?» «Sei...carina» Lei sorrise. «Grazie» «Prego. Chloe è di sopra?» «Veramente ,la sua migliore amica, Emily, l'ha inviata a giocare. Resterà per cena» «Allora vado via» «Perche non ti unisci a me. C'è uno dei tuoi piatti preferiti. La parmigiana di pollo. Sono sicura che Chloe tornerà per quando avremo finito». Accettai volentieri. Non mi andava di restare solo quella notte. «Sei una brava madre» Lei fu sorpresa del mio complimento. «Grazie Derek. Detto da te significa molto» Durante la cena, discutemmo per lo più di lavoro. Avevo notato che nascondeva qualcosa che la turbava. Ma non ero dell' umore d' indagare. Dopo aver finito di mangiare,io versai ad entrambi un secondo bicchiere vino . «Posso farti una domanda personale?» Lei sollevò le sopracciglia. «Qualsuasi cosa» «Sicura?» «Lasciami prendere qualcosa di più forte del vino, prima» Finì il secondo bicchiere di vino mentre Genevieve spariva in cucina. Tornò con una bottiglia dal liquido ambrato,e due bicchieri. «Perché non vi sediamo in salotto?» Lei si sfilò i tacchi alti, poi mi raggiunse sul divano. Dovevo esseremi addormentato. Genevieve non c'era. Qualsiasi cosa fosse il contenuto di quella bottiglia era bello forte se era riuscito a mettere KO un lupo come me.  Buttai giù quello che era rimasto nel mio bicchiere. Chiusi gli occhi, appoggiando la testa sul divano. La voce di Genevieve mi fece sobbalzare. «Mi ha chiamata Chloe mentre dormivi. Rimarrà a dormire dalla sua amichetta. Spero che non ti dispiaccia». «Purché lei sia felice,io sono felice. É tardi. Dovrei andarmene comunque» . Mi alzai dal divano, barcollai un po'. Mi sedetti nuovamente. Chiusi gli occhi solo per un istante. Era l'ultima cosa che ricordai di aver fatto, finché la voce di Genevieve non mi sveglio ore dopo nel bel mezzo della notte. « Derek?» « Mmm...» «Ti sei addormentato» «Merda» Addosso avevo una coperta,la stanza era buia, ma la luce del corridoio la illuminava abbastanza. Genevieve indossava una vestaglia di seta legata in vita. « Devo andare» «Preferirei che tu restassi. Ma...» Slaccio la vestaglia e la aprì. Esitante, alzò le mani e si tolse la stoffa setosa dalle spalle. La vestaglia cadde ai suoi ai suoi piedi,e resto in piedi davanti a me , completamente nuda. «ti ho svegliato perché speravo venissi di sopra a letto, invece di rimanere sul divano».  -----------------------------------      Stiles. --------------_------------------—--------------------------- Erano trascorse solo poche ore dal mio "tradimento" . Se non fosse stato per Scott e Alec  mi sarei rintanato tra le lenzuola del mio letto. Eppure dovevamo  continuare quella messa in scena se volevamo risolvere il problema una volta per tutte.   

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Capitolo 42
*** Cap 39 ***


Questo l'ultimo capitolo. Poi vi sarà l'epilogo. ____________________________________ _________________Stiles___________________________________________ Un incubo mi fece svegliare sudato. Non lo ricordavo con chiarezza,ma c'erano Derek e Genevieve nudi. Mi turbo così tanto che non riuscii più a dormire. Non che il sonno mi fosse amico quella notte. Le sporadiche auto che passavano mandavano nella mia stanza bagliori di luce,mentre io me ne stavo al buio con gli stessi orribili dubbi a divorarmi l'anima. Ho fatto la cosa giusta? E se fosse stato tutto per niente? _________________________________Derek____________________________ Genevieve era sempre stata una donna bellissima . La linea morbida delle sue curve raffinate, avrebbero fatto impazzire chiunque. Per un lungo periodo, avevo considerato il suo corpo il tassello perfetto che aderiva col mio. E in un certo senso lo penso ancora. Ma quello che ci univa non era più l' amore carnale e passionale di un tempo. Ma quello tiepido e sicuro per nostra figlia. Perché nonostante tutto, io amavo,e amerò sempre Stiles. Col senno di poi, avrei compreso che il suo modo di agire celava qualcos'altro. Stiles non era tipo da agire alle spalle, se non mi avesse voluto più. Lo avrebbe semplicemente ammesso. E poi quel nome... Jace mi era familiare. Con quella nuova consapevolezza raccolsi la vestaglia di seta e risiedi un minimo di dignità a Genevieve. «Mi dispiace.Non ti amo. Io amo Stiles» Genevieve fece per ribattere ,ma... «Chi ha mai parlato d'amore?» Sentii quella voce sgraziata provenire dalle mie spalle. Mi voltai. «Maura?!?» Lei sorrise soffiandomi in viso una polverina viola. Prima di perdere i sensi udii Genevieve urlare e gemere dal dolore. Quando ripresi i sensi non eravamo più nell' appartamento di Genevieve. Le pareti in pietra ne erano una conferma. E il fatto che fossi appeso come un salame tramite a Delle catene ai polsi. La pesante porta in ferro venne spalancata facendole emettere un suono stridulo simile a un lamento animale. La prima cosa che vidi fu il corpo ricoperto di sangue di Genevieve essere lanciato ai miei piedi. E poi sentii la voce di Maura. «Bene bene. Il lupetto ha finalmente deciso di destarsi. Ora potremo giocare anche con lui.» __________&___________Stiles_______________________________&&______ Sentii un peso sul mio cuore. Fu come se venisse schiacciato in una morsa . Mi acasciai a terra. Scott in un attimo fu al mio fianco. Ma non ero io in pericolo. Derek. Era suo quel dolore. Il mio Derek era un pericolo. Jace e Theo irruppero nel mio appartamento dopo ore di ricerca. Oramai era mattina inoltrata . «Sappiamo cosa vuole la stronza» Esclamò Jace sicuro di sé. «E sappiamo dove nascondono Derek e Genevieve» Concluse Theo. ----------------------------------------Derek--------------------------------+---+------- Ero impietrito. Sentivo la bile salienti in gola al ferreo odore del sangue, e qualcosa di più pungente, simile all' ammoniaca. Forse urina. Non avevo paura per me stesso. Certo non mi aspettavo una fine così indecorosa dopo tutto quello che avevo affrontato col branco di Scott. Ogni werewolf sa che dietro ogni angolo può esserci un cacciatore che decreta la tua fine. Quindi non era a me che pensavo. Chloe, Stiles erano i tormenti del mio cuore. Come avrebbe reagito la piccola alla scomparsa della madre?. Distrutta. Non vi era dubbio. E che fine avrebbe fatto. Di sicuro da un affinamento all' altro finché la sua natura non avrebbe fatto nuovamente capolino nella sua vita etichettandola come mostro. D'altronde anche volendo ne mia madre ne gli altri membri della famiglia i del branco avrebbero potuto avallare diritti su di lei. Dato che io a norma di legge non ero nessuno. Avrei voluto perlomeno aiutare Genevieve. Riversa in posizione fetale,la sentivo rantolare soffocando nel suo stesso sangue. Ma qualsiasi cosa mi avessero fatto mi indeboliva impedendomi di trasformarmi. Solo un miracolo avrebbe potuto salvarci. -------------------------------------------Stiles----------------------------------- «Cosa?» Non era possibile. Maura aveva condotto Derek e Genevieve a Beacon Hills. Come?!? «L' informazione deve essere falsa. Non può in una notte ....» «Come faremo noi» Magnus interruppe il mio sragionare. «Con un portale» Mi ammutoli mentre le rotelle nella mia testa iniziavano a vorticare,e a far compaciare ogni informazione che avevo su di lei. Una realtà mi folgoro. Maura era Umana. Quindi aveva al suo servizio uno/ una stregone. Cosa altro avremmo trovato a fare da guardia. «Avviso Talia del nostro arrivo» Disse Scott distogliendomi dai miei pensieri. ----------------------------------------------------DEREK--------------------- «Uccidimi e facciamola finita. Non sopporto più il gracchiare della tua voce» «Come? Non ti diverte la nostra compagnia? Se solo ne avessi avuto le forze. l'avrei sgozzata con i miei artigli. «certo. Credo che prenoterò qui anche l'anno prossimo» Vidi i suoi occhi assottigliarsi come quelli di una serpe. Per poi reindossare il suo sorriso più falso. « Non vuoi sapere il perché?» Sì che lo volevo . Ma non lo avrei mai ammesso. «Perché sei una pazza psicopatica più folle di mio zio Peter?» «Non so se mi devo commuovere per avermi chiamato zio, oppure offendermi per il psicopatico» Maura sobbalzò sentendo la sua voce. Peter uscì dal cono d'ombra. Avrei dovuto immaginarlo che era coinvolto. «Peter Hale. Che sgradevole sorpresa. Come sei giunto fin qui?» «Davvero credevi che quei quattro così, sarebbero stati un intralcio per me?» Allora Peter non era coinvolto. Era venuto per mé?. «Bastardo» «Mi sembra di cogliere una nota di ostilità in te Maura Allandle» Non riuscivo a intuire le intenzioni di mio zio. «Non sembra anche a te Stiles?» Stiles?. NO. Perché lo aveva portato con lui. Vidi emergere anche il Mio Stiles dalla stessa oscurità dalla quale era spunta Peter.Gli occhi accesi di viola. Marchio distintivo della sua natura. Un brivido mi strisciò lungo la schiena quando vidi quel ghigno malefico sulle labbra di Stiles così simile a quello della volpe. « Forse preferisce ... Argent» L'aria si ghiaccio. «Barabas,Barabas» «Spiacente . Ma il tuo Barabas . Ha pensato bene di dileguarsi quando ha saputo che " il grande veleno" era con gli Hale». «Figlio di puttana» «Ah!» La riprese Peter. «Certe parole non stanno bene sulle labbra di una signora di classe» Solo allora notai l'urna tra le mani di Peter. L'urna di Kate Argent. Allora compresi. Lo scopo di Maura fin dall'inizio era quello di usare Stiles per richiamare Kate dalle ombre. Anche Maura dovette notarla. «Maledetti» Sibiló lei mentre l'urna impattava col pavimento spargendo le ceneri ovunque. «Ops» Dissero all' unisono Peter e Stiles. Lei schiocco le dita. La sua ombra prese vita distaccandosi dal terreno distoecendosi e contraendosi su se stessa . Prima ancora che prendesse una forma ben definita Maura diede il suo ordine. «occupati della bambina» Quell'' essere scomparve lasciando dietro di sé solo il fetido odore di zolfo bruciato. ----------------+----------------Magnus------------+-------------------------- Creare un portale tra le ombre per Stiles e quel suo strano zio, non era stato un problema. Tenere a sotto quei due scalmanati di Shadowhunters era stato tutt'altro che semplice.E tutto, naturalmente Gratis. Fortuna che c'erano anche Talia e il suo branco a dare manforte ai cacciatori mondani. Mentre noi ci occupiamo dei semini schivando artigli e dardi avvelenati. -----&-&------------------------------Cora---------------------------------------------- Ero bloccata. Bloccata in un loft a Brooklyn a fare da babysitter. Il problema non era Chloe. Lei era un amore. NO. Il problema erano quei due. Quelle due piovre non riusciamo proprio a staccarsi le mani di dosso,e a scambiarsi la saliva. Fortuna che la piccola era talmente presa dal giocare con le cacciatrici Clary e Izzy da non notarili. « Smettetela. O vi castri!» Gli ringhiai contro. La mia nipotina era troppo piccola per certe scene. Vidi le ragazze tendere i nervi,è un attimo dopo l'oscurità piombo nel loft. Theo si gettò nella mischia di spade e tentacoli,mentre urlò a Liam di prendere me e la piccola e scappare. Non appena lasciammo l'edificio un esplosione di luce bianca avvolse lo stabile divorano l'oscurità. ----------)---------------------------Stiles--&-------------------------------------------------- «Maledetta cosa hai fatto?» Vidi Derek tendersi vero di lei. Ma le catene gli impedivano di ridurla in brandelli. Era una reazione comprensibile. Lui non sapeva che la piccola era sicuro con Coraggio, Liam, Theo,e le cacciatrici. Inaspettatamente fu Peter a sbloccare la situazione. « Maura e finita. Non ti resta altro che arrenderti». «Mai» Nei suoi occhi riluceva tutta la sua follia. «Maura» La richiesta Peter «Ascolta» Il silenzio ci avvolse permettendo anche a lei di ascoltare il suono di echi lontani. Si sentirono ringhi ,colpi di sparo. Fendenti andati a vuoto,e altri che laceravano la carne è le ossa. Tutto ciò così lontano, eppure così vivido nelle nostre menti. «No. No .No. Kate. Devo riportare a casa Kate» Maura sembrò un sacco vuoto che si ripiega a su se stessa. Era vuota. Svuotata da ogni forza vitale o forza qualsiasi altra cosa. Per la prima volta quella donna mi fece pena. Non avrei mai richiamato Kate dal limbo. MAI. Maura aveva manovrato persone innocenti e connesso atti ignobili per nulla. Peter si avvicinò a Genevieve che per tutto il tempo era rimasta ai piede di Derek buttata lì come spazzatura. Il suo battito era lento, ma c'era. «Stiles avvicinati. Non abbiamo tempo da perdere» Avevo compreso cosa voleva. Ma non ero sicuro di poterlo fare. Avevo paura. «Peter non credo di essere e capace» «Preferisci lasciarla morire?» Mi rimprovero. Aveva ragione. Mi avvicinai a lei e sollevandolo un braccio  tinsi gli occhi di rosso,e le morsi un polso.

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Capitolo 43
*** Epilogo ***


Eccoci giunti all' epilogo. Ringraziamo tutti. Chi ci ha inserito nella lista dei preferiti, ricordati, da seguire a chi Chi passa da queste parti. insomma a tutti quelli che hanno dedicato un po' del loro preziosissimo tempo a questa storia grazie, grazie, di cuore davvero  grazie.    _______________________    Stiles________________________ Era da una settimana che ero ritornato a New York. Era trascorsa una settimana dalla disfatta di Maura che orabera rinchiusa nella sezione speciale dell' Echo House sotto la sorveglianza di Chris Argent e Deaton. Mentre Genevieve che era stata manipolata e raggirata era finita sotto l' ala protettrice di Talia Hale e di sua figlia Laura. La neo lupa era una donna fortunata. Aveva una splendida bambina,e ora anche Derek. Sì, perché Derek  aveva scelto lei. Il mio cuore non riusciva ancora ad accettarlo ritornando continuamente a quel giorno,a quel momento. Dopo che la ebbi morsa,il suo battito ritornò regolare,e il suo respiro privo di rantoli costante. Peter libero Derek non prima di averlo preso in giro . Quando ci si avvicinò prese lei tra le braccia come una bimba addormentata, e andò via senza degniarmi di un solo sguardo. Molto probabilmente riteneva me l' unico responsabile per quella situazione. Come dargli torto. Se quella psicopatica l'aveva attaccati era solo a causa del mio potere. L' unica cosa che mi rincuorava era che eravamo tutti ancora vivi.    -----------------------------------    Derek------------------------------------------------------------ Nonostante avessi chiarito con Genevieve sottolineando non saremmo mai tornati insieme. Lei mi confessò che non mi amava. Che aveva creduto di amare Maura e quindi assecondava ogni sua richiesta per quanto folle o stampa fosse. Jace ed Alec mi avevano spiegato ( con mio grande sollievo) che loro ed Isabel erano i cuggioni di Stiles e che  lo vedevano come un fratello e quello era l'unico rapporto che potesse esistere tra di loro. Nonostante ciò avevo il cuore sanguinante . Stiles mi aveva abbandonato senza una spiegazione per la terza volta. Quindi decisi di rimanere a Beacon Hills a leccarmi le ferite,i finché non fossi stato in grado di affrontare la grande mela. Avrei dedicati più tempo a mia figlia soprattutto ora che sapeva che ero suo padre, anche se la piccola non faceva altro che chiedermi di lui.      _____________________________    Peter_____________________ Era ufficiale. Mio nipote era un idiota. Vidi Genevieve chiamarlo mentre con la piccola scendeva l'ampia gradinata di Villa Hale. La lupetta saltò tra le braccia del padre  chiedendogli di mostragli il colore dei suoi occhi cosa che a differenza di tutti noi, non aveva mai fatto. Lo vidi dilatare gli occhi senza mutarvi il colore. «No sciocchino. Non quelli. Gli altri. La mamma li ha gialli,e la nonna ha detto che anche i miei lo saranno. Ma che i tuoi sono azzurri come quelli di zio Peter e di Malia» Ho sempre saputo di essere troppo buono. Deciso di  intervenire. «Scusa bestiolina. Ma io e il tuo papà dobbiamo parlare di cose da grandi perché non vai a fare colazione con zio Alec e Zio Jace?» «Non chiamarla bestiolina» Mi ringhio contro quella bestiaccia di mio nipote. «Lei è una bestiolina, come li eri tu e tua sorella alla sua età» Lo vidi roteare gli occhi. «Soli che tu ti divertivi a rotolarti nel fango per poi raggomitolato nei miei vestiti puliti» «Non è vero» «Chiedi a tua madre» Lo zitti mente la piccola ridacchiando seguiva la madre per la colazione. Derek imbronciato incrociò le braccia al petto. « Cosa vuoi Peter?» Santa lupa che pazienza con questi cuccioli. « Derek. Cosa fai ancora qui?» «Ci vivo?» «Aveva ragione Talia. Non avrei dovuto farti cadere  da piccolo» « Cosa ?» Lo igniorai . « Derek perché non sei da Stiles?» Per la prima volta d anni vidi il mal d'amore dipingersi sul suo viso. «Stiles non mi vuole. » «Santa lupa. Tu non puoi essere mio nipote. Talia deve averti trovato sotto una foglia di cavolo.                             Derek.                                                               Quel ragazzino ti ama.» « È andato via da me» «E ci credo. Hai fatto il principe azzurro con Genevieve senza neanche degniarlo di uno sguardo. Sì sarà sentito il terzo incomodo. Cosa doveva fare? Pregarti in ginocchio di  amare lui?» «Non esagerare. Ho solo aiutato la madre di mia figlia che era in transizione» «Derek. Ti ricordo che io c'ero. E visto da fuori non sembrava solo un voler aiutare» « Ma io ho scelto lui. Amo lui» «E allora battello a riprendere»       --------+----------------------------------    Talia------------------------------------------- « Non so come ringraziarti. Non eri obbligato a curare Theo , il  branco,e i cacciatori» Magnus sventolò una mano con  disinvoltura come se nulla fosse. «Schiocchezze. Jace, e il mio Alexander sono ridotti in considerazioni peggiori al ritorno delle missioni. Questo non è nulla al confronto» «In ogni caso tu e i  tuoi amici sarete sempre i benvenuti a Beacon Hills è un casa Hale» « Ti ringrazio. Ma temo che sia ora per noi di togliere il disturbo e tornare a New York»     _______________________________    Stiles___________________________ Avvolte mi capitava di ripensare ai vecchi tempi a quanto eravamo solo io e Scott. A quando  Derek giunse nelle nostre vite stravolgendole .  Ora il mio più geande desiderio era l'abbraccio di Morfeo. Chiusi gli occhi nella speranza che ciò avvenisse. Anche se avevo le palpebre abbassate mi sembrò di intravedere Delle scintille di luce colorata.  Sentivo il profumo  della sua pelle avvolgermi come una carezza. La sua voce sussurrare il mio nome. Il materasso si abbassò sotto il peso di un corpo. Quando avrei voluto che non fosse solo un inganno della mia mente.Spalancai gli occhi quando sentii due dita sfiorarmi le labbra. Fui divorato da due iridi verde bosco. «Sei scappato.. di nuovo» Tentai di voltare il capo, ma una   delle sue caldi mani me lo impedi. Non c'era rabbia nei suoi occhi,o nella sua voce. Ma solo qualcosa di tremendamente simile all' amore. Non mi diede neanche la possibilità di rispondergli dato che la sua bocca  invase la mia.   Un morbido ammonimento a tacere lentamente e inesorabilmene le sue calde ed umide labbra iniziarono a lasciare una bollente scia lungo la mandibola alternandosi a dei leggeri morsi, mentre una delle sue  gambe prepotentemente e si insinua tra le mie iniziando a muoversi sinuosa su di un punto ben preciso e sensibile. «Sei un ragazzino cattivo.  Ho temuto di averti perso» Sussurro al mio orecchio poco prima di cingerlo tra le labbra per poi succhiare. «Hai scelto lei... » Riuscii a biascicare tra un ansimo è l' altro. Tentando di scivolare via da sotto il suo corpo. Ma la gamba di lui come il resto del suo corpo mi imprigionava in una sorta di gabbia. «...come biasimarti. Io sono un abominio , lei è perfetta» La pressione sul mio basso ventre divenne leggermente più decisa,e una sua mano strisciò lungo la mia schiena  fino ai glutei dove ne prese possesso di uno stringendo. Come erano salite, le sue labbra umide  scesero fini alle labbra dove ho depose un casto bacio, prima di lasciarmi orfano del loro calore. «Io ho scelto te. Voglio te. Amo te.  Tu mi ami?» Riuscii a deporre un bacio sulle sue labbra che non aveva nulla di casto. Lo vidi sorridere . Un vero sorriso  . «Allora se sei mio. Merito un castigo. Nessuno può definire abominio l'uomo che intendo sposare».                       Fine.                                               

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