L'incantesimo del Cibo

di Ste_exLagu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incantesimo del cibo ***
Capitolo 2: *** Toronawa ***
Capitolo 3: *** Piper&Saké ***
Capitolo 4: *** Allenamenti ***
Capitolo 5: *** News and Tabloid ***



Capitolo 1
*** L'incantesimo del cibo ***


L’incantesimo del cibo

Sono passati anni da quando mi scontravo sul campo del Kainan, adesso i miei palazzetti sono pieni e pochi parlano giapponese. In Canada sono tutti molto ospitali e carini, ma sento sempre come se mi mancasse qualcosa. Nei momenti bui mi è mancata la stagione dei tifoni, l’estate assurda che non ti permette di uscire senza ombrello, non che qua il tempo sia clemente. Sono a giocare a Toronto da un paio di stagioni, sono stato la prima draft, e hanno scelto me, e io sono così contento, si è realizzato il mio sogno di bambino, e forse riuscirò ad aprire le porte ad altri giapponesi come è successo con Bargnani lo ha fatto per una serie di giocatori italiani che sono arrivati dopo il suo ingaggio. Cammino per le strade della città e vengo riconosciuto e qualcuno mi chiede un autografo, qualcuno una foto, ma sono tutti molto carini, loro poi sono fissati con l'hockey quindi riesco a fare una vita tranquilla. Ho un appartamento a poca distanza dalla palestra in cui vivo con i miei tre gatti neri e un grosso golden retriver bianco, ovviamente i gatti sono per fare la guardia, fosse per Hoshi aprirebbe agli estranei. Quest’anno abbiamo vinto il titolo NBA e ho fatto parte del miglior team del miglior campionato di basket al mondo, ma sento di essere solo un corpo vuoto, non sento più l’entusiasmo che avevo a scuola, sarà che qua è difficile farsi molti amici, ne ho solo un paio, e ci siamo presi subito, quasi fosse un innamoramento. Usciamo spesso insieme, sono una coppia di ragazze fantastiche, una carina aggraziata e fine, l’altra decisa, decisamente forte e super dinamica, e non così fine come la sua ragazza. Con Charly e Serena ci vediamo tutte le mattine per colazione nel bar vicino al palazzetto, spesso andiamo a ballare o a qualche evento. Serena è una giocatrice di roller derby mentre Charly è una giocatrice di hockey, sono delle atlete, quindi come me seguono una dieta abbastanza rigida. Il cibo è croce e delizia della mia vita, mi piace mangiare bene, mi piace il cibo fatto in casa e amo alla follia la cucina giapponese, e sono un single impedito a cucinare, che abita in Canada dove ci sono solo un paio di posti che potrebbero sembrare quasi autentici. Vengo travolto dall’entusiasmo di Serena, è la più alta delle due, una cascata di riccioli biondi, che le coprono a malapena le orecchie, ma non è solo il suo entusiasmo a travolgermi. “Oh Shinichi hanno aperto un posto giapponese fanno il Ramen, so che ne vai pazzo, ho convinto anche Charly, vieni con noi stasera. Ho sentito che è un tuo compatriota lo chef del posto.” mi aveva già convinto a ramen, ma le informazioni che ha aggiunto mi fanno sorridere “Lo spero amo il ramen, non sarà mai come quello di mia nonna.” lei ride quando veniamo raggiunti dalla sua ragazza che le deposita un bacio veloce sulle labbra per poi salutare anche me “Ciao Shin” le faccio un piccolo inchino “stasera allora ramen?” chiede e io annuisco. “Si mia cara, ci mettiamo in tiro e poi andiamo a ballare?” chiedo e le due sembrano entusiaste della mia proposta “Ovvio” a rispondere è Serena.

Non sono brutto, ho un bel colorito abbronzato, e i miei muscoli sono diventati definiti, ma stasera mi sento nervoso, ho litigato con i capelli per mezz’ora e adesso mi devo vestire alla velocità della luce per non essere in un ritardo catastrofico per cena. Mi sono infilato in un paio di jeans che mi fasciano le gambe come una seconda pelle e una camicia bianca con il collo alla coreana, lascio un paio di bottoni aperti che mettono in risalto i miei pettorali. Mi sento solo, vorrei incontrare qualcuno che voglia passare con me più tempo di una botta e via. Mi squilla il telefono “Si Charly mi metto le scarpe e scendo, se volete salire non c’è problema” le ragazze mi stanno già aspettando giù. Mi infilo le scarpe al volo, sono delle semplici sneackers bianche. Scendo velocemente e saluto le mie amiche. “In marcia” dico alle due quando arrivo e mi prendo una serie di improperi fantasiosi, come se l’importante non fosse solo l’insulto ma anche l’originalità dello stesso. Ci dirigiamo all’entrata principale del PATH così nonostante il freddo bestiale di questo inverno possiamo muoverci rimanendo vestiti in maniera normale, e non con trenta piumini.

Arriviamo al locale, è piccolo e semplice in perfetto stile giapponese, qualche tavolo e un forte odore di casa. Quando ci sediamo veniamo serviti da una giovane ragazza giapponese, e mi viene naturale ordinare nella mia lingua madre facendo felice la ragazza. Quando arriva il ramen sto cominciando a commuovermi, ha un profumo che mi ricorda le spiagge di Kanagawa, che mi ricorda il campetto dietro casa e gli uno contro uno con Jin, che sa di prima superiore e sa di nostalgia. Prendo le bacchette e al primo boccone comincio a piangere come se avessi sette anni e mi fossi fatto male. Le mie amiche si allarmano “Shin tutto ok?” Dopo qualche boccone riesco a riprendermi “è il sapore di casa, è la spiaggia di Kanagawa, è il palazzetto del Kainan, è come un pomeriggio di basket con i miei avversari di sempre” e loro sembrano non capire “non lo so spiegare è una cosa che non mi aspettavo. Mi sono commosso, come non mi è mai successo nemmeno guardando il film più romantico. Mi manca casa mia, e sono stato teletrasportato nel salotto dei miei, dove giocavo con i miei fratelli.” scrollo le spalle non riesco ad essere più specifico. Cambiamo discorso e parliamo del più e meno mentre finiamo la nostra cena, quando torna la cameriera chiede se fosse tutto buono “Si certo, può chiamare lo chef lo devo ringraziare” lei annuisce e fa un piccolo inchino e chiama lo chef, che fa la sua entrata con la giacca bianca e un canovaccio sulla spalla. Questo ragazzo è più alto di me supera i due metri, ha un fisico possente e quando arriva a un paio di metri da me, quando ancora il mio cervello cerca di elaborare dove posso averlo visto faccio un profondo inchino “grazie, mi sono commosso, è stato un regalo gradito” mi rialzo dal mio inchino e lui mi sorride “Sono contento che in qualcosa sono migliore di te Maki” quella voce è inconfondibile “Uozumi?” chiedo e lui annuisce “allora per forza sapeva di Kanagawa” ride, e nonostante il volto dai lineamenti duri mi sembra una visione fantastica. “Ti va di uscire nel tuo giorno libero?” gli chiedo istintivamente. “Si può fare. Se passi tra un’ora finisco e poi possiamo andare a prenderci qualcosa” annuisco senza parole mentre fisso questo uomo enorme, due spalle possenti, non è grasso, è grosso, e il mio sangue devia dalla testa fino al mio coinquilino.



Note Sparse

Cathy_Black su mia richiesta mi aveva suggerito un crack paring, sulle prime mi sono sentito un po’ sperso ed ho chiesto un piano B, ed eccolo Maki e Uozumi, i grandi rivali.

Ho dato per scontato che Maki abbia giocato le finali Nba di quest’anno vinte dai Toronto Raptors

Toronto ha una specie di citta sotterranea che collega i vari grattacieli per evitare di uscire fuori con -20.

Più note che parole.

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Capitolo 2
*** Toronawa ***


Toronawa

Allora non vieni a ballare, traditore?” mi chiede Serena ridendo, mi guarda sono pallido in volto e sto arpionando i miei jeans all’altezza delle cosce. Le ragazze guardano lo chef tornare in cucina, come faccio io, o forse loro con curiosità e io con uno sguardo diverso, di chi brama qualcosa. Charly mi sorride con fare dolce “Shin, non abbiamo capito nulla, lei ha capito qualcosa, ma io sono completamente all’oscuro” ridacchio e poi passo di nuovo all’inglese, e mi fa quasi strano, sono stato trasportato a Kanagawa, e ho ritrovato lui, se penso all’effetto che mi ha fatto adesso, e la rabbia sportiva che provavo per lui al liceo mi viene solo da ridere. “Allora, per chi non parla giapponese il riassunto è che mi sono complimentato con lo chef senza riconoscerlo, ma lui l’ha fatto, mi ha riconosciuto, nonostante il liceo sia finito, ormai da anni. Si chiama Jun Uozumi era il centro di una squadra che rivaleggiava con la mia, penso di averci giocato contro sin dalle elementari, ed era veramente bravo, un centro solido, ma generoso” scrollo le spalle “Gli ho chiesto se voleva uscire con me il suo giorno libero e mi ha chiesto di aspettarlo a fine turno” Serena si gratta la nuca osservandomi, quasi studiandomi “E così non vieni a ballare” con il tono di una constatazione “Se non vi disturba, se no dico a Uozumi che faremo un’altra volta” e adesso è Charly a rispondermi “Amore, sei raggiante, sei strano da quando hai assaggiato il Ramen” scrollo le spalle “è difficile da spiegare, ma forse tu che non sei di Toronto puoi capire, hai presente il piatto tradizionale del tuo paese che preferisci? Lo trovi in un locale a mille mila chilometri da casa ed è più buono di quello di tua nonna?” lei annuisce “ecco cosa ho provato, cibo migliore di quello della nonna” Serena ridacchia mentre continua a parlare Charly “E quegli sguardi languidi erano tutti per il ramen?” chiede sorridendomi per poi aggiungere “Menomale ti abbiamo convinto a farti bello” ridono entrambe e si congedano, Serena condisce il saluto con una serie di improperi creativi. “Se volete siamo al Piper” annuisco “non so cosa vorrà fare Jun” fanno i cuoricini con le dita e mi abbandonano davanti al locale, e spariscono tra le strade del Path. Sono nervoso e non so nemmeno perché, sto per uscire con una vecchia conoscenza mica con un nuovo fidanzato. Sospiro e mi lecco le labbra, sono seduto al bancone del bar del locale di ramen, distrattamente guardo il telefono come a cercare le risposte alle domande della vita.

Dopo quella che a me sembra un’eternità e che per gli umani sono quaranta minuti Uozumi esce dal locale e mi raggiunge, i suoi capelli tagliati in modo ordinato sembrano ancora bagnati. “Ma sei pazzo fuori ci saranno meno venti” Lui mi sorride, e nonostante l’aspetto da uomo tutto d’un pezzo sembra quasi un bambino quando lo fa. “Pensavo di passare dal Path, vorrei portarti a bere una cosa, ma ti dovrai fidare del tuo più grande rivale” ed io sorrido a mia volta “Sicuramente in cucina vinci tu, e quindi ti seguirò” lui si lecca le labbra e io incantato lo faccio a mia volta. Dopo qualche svolta tra le strade del Path ci troviamo davanti ad un locale dall’aspetto familiare. “Un bar in stile Giapponese” afferma e io lo seguo all’interno “Qua hanno il miglior saké di tutta l’America” Sorrido “ti prendo in parola, dai per te faccio uno strappo alla dieta stretta da atleta” e lui sorride a sua volta “Con quel fisico puoi anche fare un paio di strappi alla regola”. L’abbronzatura mi salva da fare una figuraccia arrossendo, io lo guardo meglio mentre lo seguo dentro il locale, ora il suo fisico è imponente, massiccio ma non grasso, il suo volto ora con quel velo di barba sembra più proporzionato rispetto a prima, non lo so se penso alla tensione sportiva che c’era tra me e lui svanita in una porzione di Ramen “Ma il ristorante è tuo” chiedo e lui si volta sorridendomi “Si, abbiamo un franchising, ci siamo allargati per tutto il Giappone, e adesso abbiamo anche questo locale a Toronto, volevo imparare l’inglese e vedere cose nuove rispetto a casa. Sono qua da pochi mesi, tu come ti trovi? Ti ho visto in tv” sospira e io abbasso lo sguardo “Oh, mi trovo abbastanza bene, ho fatto amicizia con Charly e Serena, le mie due amiche che mi hanno accompagnato a mangiare stasera.” Troviamo un tavolo e ci sediamo “Il solito, per due stavolta” ordina ad un ragazzo dinoccolato, che sorride “Si Jun per due, fantastico” con fin troppo entusiasmo per i miei gusti. “Una delle due è la tua ragazza?” chiede candidamente e io scoppio a ridere di gusto guadagnandomi uno sguardo intimidatorio dal mio accompagnatore “Oh cielo, no, loro due sono fidanzate, tra loro” specifico. Uozumi sembra rilassarsi e di conseguenza mi rilasso anch’io. “Fa strano, c’era tutta quella tensione tra noi, quella voglia di primeggiare, e poi tu ce l’hai sempre fatta. Ora siamo qua, nel mio locale preferito, con un ottimo saké caldo a conversare come due amici che non si vedono da tempo”. Lo osservo per qualche secondo. “Ho pensato la stessa cosa, ma poi ora non siamo rivali, e io ti ho sempre stimato, e sei un genio della cucina, il tuo ramen è migliore di quello di mia nonna, e lo sai se dici a una nonna di qualsiasi nazionalità che qualcuno cucina meglio di lei, rischi la vita” lui ride, una risata calda avvolgente, e mi rendo conto che sia la prima volta che assaporo questo suono. “Shinichi, posso chiamarti così?” io annuisco “Solo se posso chiamarti Jun”. “Perfetto, non dirò mai a nessuna nonna quello che è appena uscito dalla tua bocca”. La serata passa rilassata tra qualche fiume di saké “Domani quadruplo allenamento” borbotto e lui ridacchia, anche grazie all’ebrezza dell’alcolico caldo che ci siamo scolati. “Potrei sapere come smaltire la sbornia, ma ci conosciamo troppo poco per proportelo” io non capisco cosa voglia dire “Andiamo a ballare allora” lui si schernisce un po’ “Non so ballare, e poi non sono molto apprezzato” ed io mi avvicino pericolosamente al suo orecchio “Oh, sta sicuro che c’è chi apprezza molto sia il tuo fisico che la compagnia, andiamo al Piper”. il Piper è un locale lgbt famoso, in cui l’ambiente è rilassato e festaiolo ogni sera della settimana. Riesco a convincerlo, e quando vado per pagare lui mi blocca “Ho già fatto” e lo guardo sgranando gli occhi mentre lui sorride. “Dopo tutti i complimenti sul mio cibo, dovevo pur ricambiare”. Rientriamo nel Path e raggiungiamo il locale dopo una ventina di minuti di camminata a passo svelto. “Eccoci” entriamo e veniamo investiti da un mare di coriandoli e glitter e a seguire da una mezza ubriaca Serena che fa da orsetto abbraccia tutti “Oh ciao bel maschione” abbraccia Jun che strabuzza gli occhi e guarda me, che però non riesco a trattenere una risata “Oh c’è anche ShinDiva, vieni balliamo” mi trascina e adesso sono io che guardo implorante il mio compagno di disavventura che mi sorride ma non fa nulla per salvarmi. Viene avvicinato da Charly e li vedo che si dirigono al bar chiacchierando. Mi lascio trasportare dalla musica e mi ritrovo con la mia amica sul cubo a ballare. Dopo un po’ un ragazzo sale e comincia a strusciarsi su di me, ma dopo poco sento che non c’è più con un gridolino, e vedo Uozumi che lo ha alzato di peso e lo ha fatto scendere dal cubo. Finisce la canzone e scendo dal cubo e lui mi sorride “Troppo vicino per i miei gusti” mi trascina in mezzo alla pista per ballare insieme, e nonostante la mole si muove proprio bene, e son sicuro se mi analizzano il sangue lo devono distillare dall’alcol.



Note Sparse

Non si arriva da nessuna parte come al mio solito.

Piper: Flauto et similia un bar lgbt… ok il quadruplo senso era voluto.

Qualcosina si smuove, ma sapete la cosa di Maometto e della montagna…



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Capitolo 3
*** Piper&Saké ***


Piper&Saké

Stiamo ballando in pista, e io sono sempre più rapito da questo corpo solido, quelle spalle così grandi che potrei perdermi in un suo abbraccio e poi mi guarda con quegli occhi deliziosamente del colore del cioccolato più fine e io mi sciolgo, sento le gambe di gelatina e lui mi si fa un po’ più vicino e sento qualcuno borbottare e allontanarsi, non capisco bene cosa stia succedendo, i fiumi di Saké che abbiamo bevuto li sento tutti sulla mia capacità di pensare lucidamente. Parte una canzone lenta e il Dj dedica agli innamorati questa canzone e con la coda dell’occhio vedo Serena che riesce a trascinare la pacata Charly sul cubo per ballare il lento. Sento un braccio forte attorno alla vita e l’altro all’altezza delle scapole e vado quasi a cozzare contro il corpo solido di Uozumi, ha un buon profumo, e nonostante il sudore è piacevole poggio la testa contro la sua spalla incapace di pensare razionalmente all’imbarazzo o cagate del genere, e non me ne frega nemmeno se dovesse esserci qualche paparazzo a cercare lo scoop. “Jun” sospiro mentre lo seguo nei movimenti, non sembriamo adatti a questo ballo, infatti dondoliamo insieme sul posto, ma se mi guardassi intorno saprei che non siamo gli unici, ma non mi importa degli altri. “È la sera più strana della mia vita” gli confesso e lui mi sorride “anche la mia, ma non la cambierei con nessuna” la sua voce mi fa impazzire, cosa che non pensavo fosse minimamente possibile, nelle storie che ho avuto ho sempre cercato di zittire i miei compagni occasionali dal parlare, invece il solo sentire la sua voce mi manda il cervello, già a mezzo servizio, completamente in pappa. Nel frattempo la canzone finisce e il ritmo aumenta in maniera vertiginosa, ma Jun non mi lascia “Shinichi sei stato come un fulmine a ciel sereno, sei piombato di nuovo nella mia vita solo da poche ore, ma ora non saprei come poterne fare a meno” Alle sue parole mi protendo verso di lui, per colmare la differenza di altezza e senza pensare a niente, senza pensare al luogo pubblico, senza pensare alla nostra educazione in un paese molto più pudico di questo, senza pensare a cosa possa succedere dopo, lo bacio con urgenza, non riesco ad essere delicato come vorrei, lo assalto e sono stupito quando lui ricambia il mio bacio con naturalezza, senza liberarmi dall’abbraccio, che ora come ora mi sembra il posto giusto dove stare. Sento un fischio, e riconosco subito da chi proviene, solo due persone al mondo riescono a fischiare in quel modo, la cantautrice LP e Serena, visto che la prima non è sicuramente al Piper, protendo per la seconda che fa partire un applauso, ora l’imbarazzo torna prepotente, ma il mio accompagnatore sembra non curarsene e si stacca lentamente dalle mie labbra “Shin, che fai? Mi baci e poi scappi?” scuoto la testa “lei mi sta mettendo in imbarazzo” sento di nuovo la sua risata. “Sai perché ho scelto proprio Toronto come primo ristorante all’estero?” mi chiede e io non riesco a capire il perché di questa domanda “Robe aziendali? Economia?” lui scuote la testa e i capelli si muovono e vengo rapito dal movimento fino al momento in cui riapre gli occhi che aveva chiuso “Tu, Shin, tu sei a Toronto a fare faville”. Non riesco a capire e sento solo l’abbraccio che si fa più stretto. “Non sfuggirmi ancora” la sua voce sembra quella di una preghiera “No, non ti sfuggo, sto troppo bene qua” parlo senza i filtri che la mia educazione mi impone, l’alcol ha fatto il suo effetto migliore, anche se so che domattina agli allenamenti sarò uno straccio. “Ehi Atleta” sento la voce di Charly “Fatti riaccompagnare a casa, mentre io trascino via la mia ragazza, o domani agli allenamenti verremo tutti cazziati per benino” Annuisco, anche se non so se lei riesca a vedere il movimento della mia testa che è appoggiata al torace avvolgente di Uozumi. “Ci penso io” dice Jun e allenta l’abbraccio, riesco a protestare “Ma stavo tanto bene” e lui ride “Su Shin, ti porto a casa” e nella mia testa parte un film a luci rosse che prevede molto sport, ma non il basket. Mi prende per mano “Non so dove stai, mi devi guidare” mi dice e io che sto sentendo gli effetti benefici dell’alcol svanire annuisco “Tagliamo per il Path” e lui controbatte “Con meno venti non passerei da nessun’altra parte”. Camminiamo per il sentiero sotterraneo della città fino al mio appartamento “Attento ho un cane feroce” gli dico mentre metto la chiave nella toppa e cerco di aprire la porta del mio appartamento fallendo un paio di volte “Odio le porte straniere” dico in giapponese, non so quando son passato dall’inglese al giapponese “Lascia fare a me” e apre la porta al primo colpo “Sei il mio principe azzurro” gli dico, non sono ancora troppo sobrio, quando la porta si apre il mio accompagnatore viene travolto da un grosso cane bianco a pelo lungo che cerca di leccargli ogni parte del corpo scoperta dai vestiti. “Hoshi non molestarlo, lo voglio fare io” penso di essermi bruciato ogni freno inibitorio al terzo bicchierino di Sakè caldo, proprio non lo reggo l’alcol. Sento la risata calda di Uozumi. “Shinichi, stasera no, voglio essere molestato quando saremo più lucidi” mi dice prima di baciarmi al centro del mio salotto, senza remore e in modo passionale. Lo trascino sul divano e mi siedo a cavalcioni delle sue gambe. E lui mi carezza la schiena mentre continuiamo a baciarci in modo quasi famelico. Quando la mia mano si avvia verso la sua patta il mio principe azzurro mi prende in braccio e dopo aver aperto un paio di porte, visto che non smetto di baciargli il collo, mi porta in camera mia e mi deposita sul letto. “Shin” lo guardo negli occhi “lo so che vorresti di più ma domattina ti alleni” mi avverte, mentre si sdraia accanto a me cominciando a carezzarmi i capelli e poi trova il mio punto debole, quello che mi fa rilassare fino a dormire, come i bimbi piccoli, mi carezza circolarmente il lobo dell’orecchio e mi mette KO.

Mi sveglio al suono della sveglia che mi trapana le orecchie, sono da solo nel mio letto, indosso il mio pigiama, ma non ricordo di averlo messo, ricordo solo di essermi sdraiato con Jun e che gli avrei voluto fare cose turche, ma lui mi ha rifiutato. Sento fischiettare dalla mia cucina e uno strano odore di cibo giapponese appena cucinato. Mi alzo e dopo essermi stiracchiato mi dirigo in cucina e vedo la schiena di Uozumi nuda, indossa ancora i pantaloni di ieri sera e i miei ormoni impazziscono di nuovo nonostante il mal di testa, muovendomi inciampo in una delle sedie facendo un gran baccano e Hoshi si stacca dalla sua gamba a cui era appoggiato con l’espressione implorante da cane che non mangia da 10 anni e mi raggiunge scodinzolando, “Buongiorno Shin” mi dice sorridendo, ma io non capisco più nulla alla vista dei suoi addominali ancora scolpiti e dei suoi pettorali così virili e che morderei volentieri. Mi porge una tazza di caffè che bevo ancora prima di rispondere al suo buongiorno. “Jun, buongiorno” abbiamo parlato in inglese e poi vedo la colazione che facevo da bambino apparecchiata sul tavolo, mentre lui prende del riso bianco e lo mette in due ciotole. “Spero che ti piaccia ancora la colazione giapponese” mi dice nella nostra lingua madre e io annuisco sono di nuovo al limite della commozione, mi siedo, e poi mi ricordo della colazione con le ragazze “scusa avverto Charly e Serena che non vado a colazione” lo sento ridere “Secondo me si immaginano cose turche” e rido anch’io “Sicuramente. Magari non mi aspettano” lui scrolla le spalle “Io e il mio nuovo amico Hoshi, siamo andati a farci una passeggiata” mi avverte e mi alzo e lo abbraccio “Grazie sei fantastico” e lui approfitta del mio abbraccio per baciarmi. “Alla fine ho fatto bene a venire a Toronto” mi sorride e io non capisco più niente. “Shin colazione e poi devi andare a lavoro” mi punzecchia. “Si ma è basket” e mi infiammo e gli racconto dei colleghi e lui mi ascolta assorto mentre finiamo di fare colazione. Scrive il suo numero su un tovagliolo di carta mi da un bacio e dopo essersi vestito alla velocità della luce “Lavoro, mi stavo dimenticando che devo andare al mercato a fare la spesa” dopo queste parole e un ultimo bacio esce dalla porta di casa mia come un fulmine e io rimango con le bacchette a mezz’aria e lo sguardo perso, quasi quanto quello del mio cane che guarda la porta quasi implorante. Scrivo alle mie amiche che le raggiungo al bar solo per parlare e poi andremo tutti ai nostri allenamenti.



Note Sparse

Non si arriva da nessuna parte come al mio solito parte 2

Hoshi è un ferocissimo golden retriver, cani che se potessero aprirebbero anche ai ladri per un po’ di coccole. Maki ora ha un rivale in amore…

Sono stupido lo so, e il capitolo è cortissimo...



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Capitolo 4
*** Allenamenti ***



 

Trovo Charly e Serena sedute al bar con davanti una colazione americana che alzano lo sguardo al mio arrivo al bar e quando mi avvicino mi salutano calorosamente “Allora Casanova com’è andata?” ci penso un po’ e sorrido con aria un po’ stupita “non lo so bene sapete?” loro mi guardano con aria curiosa. “Dopo che siete andate via siamo andati a bere sakè in un posto in stile giapponese e abbiamo parlato di tutto, e poi siamo venuti a ballare e ho bevuto ancora, ero ubriaco fradicio, e lui mi ha detto che ha scelto Toronto come prima città del suo gruppo di ristoranti perché io sono qua, e non ho capito più nulla, poi mi ha portato a casa e ci siamo baciati, quando Hoshi ha smesso di leccarlo, ho detto al mio cane smetti di molestarlo che lo voglio molestare io. Ci siamo baciati abbondantemente e quando ho provato ad approfondire la cosa lui mi ha preso in braccio” le mie amiche ridono “solo con uno così grosso poteva succedere, mica sei una ragazzina” sospiro “l’ho anche chiamato principe azzurro” mi sbatto la mano in fronte “comunque poi ha trovato il pulsante per spegnermi, mi ha carezzato i capelli e soprattutto il lobo dell’orecchio. Stamattina mi sono svegliato nel letto da solo” le ragazze protestano “Stava fischiettando e mi ha cucinato una colazione giapponese, la mia preferita, quell’uomo fa malissimo alla mia linea, e penso di aver rischiato prima un infarto e dopo di morire contro le sedie della mia cucina, perché lui era a cucinare con solo i pantaloni e Hoshi a fargli da guardia, non si sa mai che cada del cibo” le mie amiche mi sorridono e Charly mi fa segno di continuare “Abbiamo fatto colazione insieme, e sono riuscito a venire qua perché aveva già portato a passeggiare Hoshi. Sembra proprio il mio principe azzurro” sospiro. “ma potrei aver interpretato tutto male” Serena si alza e mi da uno schiaffo sulla spalla con poca grazia “Shin Diva, ‘sto benedetto ragazzo che deve fare? Mettere i cartelloni pubblicitari? Le insegne al neon? Ti ha detto che si è trasferito dall’altra parte del mondo nella città dove abiti tu, non ti ha stuprato ieri sera che eri super disponibile, ha conquistato il tuo cane, lo ha portato a passeggiare, che deve fare?” sospiro e prendo il tovagliolo su cui mi ha scritto il suo numero non mi ero accorto di quella piccola frase in giapponese che ha scritto sotto il suo nome. [Jun 4537485938 大好だ] “Kami, sono stupido veramente” le ragazze mi guardano e poi guardano il tovagliolo che ho in mano con il suo numero di telefono. “Qua c’è il suo nome il numero di telefono e qua?” mi chiede Charly indicando i due Kanji che Jun ha usato “Daisuki da, vuol dire mi piaci tanto, non l’avevo visto” arrossisco e loro ridono di gusto. La sveglia del telefono di Serena suona e ci ricorda che ognuno di noi deve andare alla propria palestra per gli estenuanti allenamenti, ci dividiamo con la promessa di sentirci alla fine degli allenamenti. Raggiungo il palazzetto stranamente su di giri, sono felice come poche volte nella mia vita. Mi alleno con i compagni duramente, come sempre, ma verso l’ora della pausa pranzo arriva uno degli addetti stampa della squadra “Un ristorante ha consegnato questo per te”. Un bento in un tovagliolo, proprio come faceva mamma per me e i miei fratelli e arrossisco mentre i miei compagni si affollano attorno a me “Sono robe giapponesi?” chiede un ragazzo la prima draft di quest’anno “Si, questo è un bento, un pranzo da asporto, e...” vedo il bigliettino e ringrazio gli dei che quel colosso che mi ha mandato il pranzo al palazzetto abbia scritto nella nostra lingua madre. [Shinichi, non so quando sei entrato nel mio cuore, ma non riesco a farti uscire… allora rimani nella mia vita. Ho fatto cose adatte ad un atleta. Daisuki da Jun]. Molti dei compagni se ne vanno per pranzare ma il nuovo arrivato e un paio di compagni con cui ho un rapporto migliore si fermano e guardano la scrittura, insospettabilmente ordinata e molto bella del mio spasimante. “Che c’è scritto Maki?” chiede il più piccolo della squadra “Questo è il mio nome” indico i primi due Kanji “poi ci sono scritti i fatti miei” penso di non riuscire a celare il mio imbarazzo. “Ah una ragazza” e scuoto la testa, è il segreto di buchettino* “Sono gay, a scrivermi è un mio rivale dei tempi del liceo” Sul tovagliolo che impacchetta il mio pranzo c’è il logo del ristorante di Uozumi “Ma questo è del nuovo ristorante giapponese che c’è in centro?” mi chiede “Si, ed è la cucina della mia zona, vero cibo giapponese, e fanno un ramen che è migliore di quello di mia nonna”. I tre che son rimasti con me osservano il mio pranzo apro il tovagliolo e trovo una confezione tipica, una scatola rettangolare, il riso da una parte e poi tutte le verdure e il pesce tagliato con forme accattivante e mi viene da ridere e piangere insieme, è quella sensazione di caldo al cuore che sa di amore e sa di casa. Uno dei miei compagni di squadra guarda il mio pranzo e sbotta “Sposalo se ti ha ordinato un pranzo del genere” scuoto la testa “me lo ha cucinato” rispondo con un filo di voce “Sono etero ma se non lo sposi tu lo faccio io” rido di cuore, l’atmosfera è rilassata e nonostante giochiamo insieme per lavoro questi tre posso definirli vicini a me. “L’ho pensato ieri sera quando ho mangiato il suo ramen” e loro si girano a guardarmi. “Avreste il coraggio di dire che una qualsiasi pietanza è migliore di quella di vostra nonna? Io le direi questa cosa, e poi quella coriacea vecchina giapponese alta un metro e cinquanta arriva diretta da Kanagawa solo per picchiarmi, ma per il ramen di Jun lo farei” ridono “sei proprio partito” annuisco “E pensare che durante gli anni di scuola volevamo polverizzarci a vicenda. Giocava a basket ed era un centro.” Uno degli addetti stampa della squadra arriva da me con un pacco di foto e me le fa vedere, sono io che sorrido insieme a Jun, noi che balliamo abbracciati al Piper. “Dimmi che non è una scappatella” scuoto la testa “Non è una scappatella, è l’uomo che mi ha completamente stregato con un piatto di ramen” Lui si massaggia le tempie “Hai appena stabilito un record, ti sei fatto beccare per la prima volta in quattro anni che sei qua, e mi rispondi così? Guarda che domani sarai sulle copertine” scrollo le spalle e gli indico il bento e il biglietto. “Me li manda lui” gli spiego. “Tutti a me quelli strani, tutti a me, che ho fatto di male” si lamenta “Non devi smentire niente, lo sanno tutti che sono gay, su dai almeno non vado a giro ubriaco” sospira e mi da ragione “Maki niente colpi di testa” rido “No tranquillo.” prendo il telefono e faccio il numero di Uozumi “Moshi Moshi” sospiro la sua voce mi fa già impazzire “Sono Shin, il bento, cioè il biglietto, ecco AiShiteru” butto fuori come se fosse niente, ma sono parole importanti, parole che da noi sono dette una volta ogni tanto. Dall’altra parte sento una risata calda “Aishiteru” mi risponde e il cuore potrebbe scoppiarmi dalla gioia “Pensavo di sembrare un cretino con il numero e il bento, Shin” sospiro “Questa cosa non rimarrà tra noi per molto tempo, ci hanno visto i paparazzi” sparo. “Non mi importa se a te non importa” mi risponde “Stasera quando stacchi vieni da me per sempre?” chiedo e non so quale ingranaggio del mio cervello si sia bloccato “Se c’è posto per me e la mia cagnolina volentieri. Vieni a cena al locale da me, offro io” sorrido così tanto che mi fa male la faccia “Ok, a dopo”. I miei compagni di squadra hanno finito il loro pranzo e il mio è ancora intonso su una panchina. “Se volete assaggiare” propongo loro, mentre prendo le bacchette che c’erano nel pacchettino e comincio a mangiare. “Questo cibo è magico” dice uno dei ragazzi. “lo so è l’incantesimo del Cibo”

Note Sparse

In lingua autoctona il segreto di buettino: una cosa che sanno tutti.

Siamo alle battute finali di questa fic, o forse no…

Mi piaceva travolgerli, un po’ così.

Un uomo posato come un Maki del futuro può essere solo travolto da Uozumi…


 

 

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Capitolo 5
*** News and Tabloid ***




I titoli delle maggiori riviste di basket e giornali sportivi riportano la foto di me e Jun che ci baciamo al Piper, fa ridere in foto sembro piccolo, quasi un fuscello, ed è solo un’illusione ottica, visto che il mio accompagnatore supera i due metri ed è molto più piazzato di me. Titoli sprecati, cose da tabloid scandalistici, ma io sono abbastanza limpido nelle mie uscite pubbliche, e ho sempre avuto una reputazione di bravo ragazzo a cui piace ballare, e si sono gettati su di me come un pasto leggero. Le ragazze sono a colazione a casa mia, la prima mattina con Jun e la sua cagnolina, e dovevo aspettarmelo che fosse un cane di taglia grande, la sua cagnolina è una dolcissima alano di settanta chili dal pelo color caffè, così oltre al pelo che somiglia a capelli bianchi di Hoshi avremo per casa anche il sottopelo marrone di Aoi. Mi viene da ridere la mia cagnolina? Ha il senso delle proporzioni un po’ sfasate. “Oh Shin diva, sembri un cucciolo di Chihuahua tra le sue braccia” ridiamo tutti e quattro, ci sono due tipi di colazione sul tavolo “Uff, e ora che hai fatto scandalo qualsiasi cosa faccia è da dilettanti” continua a lamentarsi e Jun si siede a tavola portando delle uova strapazzate su cui Serena si fionda zittendosi. “Io sono euforico, anche se hanno scritto cose su di me assurde, e poi sarà anche un po’ di pubblicità per il mio locale.” Charly annuisce “lui ci vede lontano, mi piace, e poi queste uova sono splendide.” Mangiamo rilassati “Allora Jun, raccontaci di te, Shin è nostro amico, e vorremo sapere chi ha rapito il suo cuore.” Il cuoco del mio cuore abbassa lo sguardo e mangia un po’ di riso con le bacchette. “Allora sono Jun sono alto due metri e otto, sono un cuoco, e ho imparato nel ristorante di sushi dei miei genitori fin da quando ero piccolo. Ho frequentato il club di basket fino al torneo estivo del terzo anno, e sistematicamente mi scontravo con la sua squadra che però era la più blasonata della prefettura, e il giallo e viola mettono in risalto la sua carnagione abbronzata. Dopo la prima partita da avversari in prima media ho sempre voluto far sparire il suo ghigno di vittoria. Quando siamo andati alle superiori la nostra rivalità era alle stelle, e lo sognavo di notte. Un deficiente di una squadra assurda” ridiamo entrambi e le ragazze si guardano “Chiamava me il re delle scimmie e lui vecchietto” Serena “Ah il famoso rossoscimmia” annuiamo “non so a chi è andata peggio. Ma ora è a piede libero per gli stati uniti, insieme al suo nemico amico” e Charly scuote la testa “Dai vogliamo sapere di più di te Jun” sospira “Mi piace andare al mare e nuotare, mi annoio a pescare, mi piace guardare le onde, amo i cani e gli animali in genere. Quando sono diventato capitano del Ryonan mi sono reso conto di amarlo” Arrossisco “Io non mi sono accorto di niente, volevo solo vincere contro di te, vincere sempre e comunque, primeggiare.” il mio Koi sospira e ridacchia “lo so, e tu sei andato all’università e io mi son messo a cucinare seriamente, e ho cercato di dimenticarti, per fortuna i miei hanno tentato solo una volta di organizzarmi un’uscita per fidanzamento, la poveretta non ha retto al mio brutto muso” sospiro “Con la barba così stai proprio bene” gli dico toccandogli la guancia “Non sei per tutti, ma sei per me” Serena finge di vomitare arcobaleni, ha anche codificato la cosa Jun la guarda stranito mentre da un po’ di carne ai due canidi che lo sommergono di coccole. “Smettila che anche voi siete da diabete quando vi ci mettete” mi lecco le labbra “Stavo pensando, al telefono quando gli ho detto di trasferirsi da me ha detto se c’era spazio per la sua cagnolina, Aoi è tutto tranne piccola.” Ridiamo tutti insieme, e sentiamo bussare alla porta vado ad aprire mentre le ragazze stanno prendendo in giro il mio ragazzo, è l’addetto stampa della squadra che sembra avere un diavolo per capello “Su James entra ne parliamo” non lo lascio partire con la sua filippica “Non pensavo di trovarti così rilassato, hai sempre tenuto alla tua privacy” mi dice e si ritrova ad essere annusato da due cagnoni Hoshi da buon Golden gli ha già mostrato la pancia mentre Aoi gli lecca una mano. “Aiuto mi hanno attaccato” ride “Aoi, Hoshi” la voce imperiosa di Uozumi richiama i canidi che gli si avvicinano “Piacere sono James l’addetto stampa della squadra, oh ragazze” saluta le due “anche delle loro squadre, ma adesso siete voi due che mi fate penare.” Jun arrossisce mentre Aoi poggia il suo musone sulle sue gambe e Hoshi si è acciambellato ai suoi piedi “Può anche dire che lo renderò un uomo onesto” spalanco la mia bocca e le mie amiche applaudono. “Sono innamorato di lui dalle superiori, non saranno questi titoli assurdi a farmi desistere da amarlo. Voglio sposarlo in futuro, per adesso abitiamo insieme abbiamo due cani. Io ho il mio ristorante il primo all’estero della mia catena di ristoranti di ramen.” James è ancora in piedi e Uozumi, che mi rendo conto sia abbastanza inquietante per chi non conosce la sua dolcezza. “Si sieda James, ci dica come muoverci, ci siamo lasciati travolgere dalla serata, mi scusi” il suo inglese è impressionante “E menomale sei venuto per imparare l’inglese” scrolla le spalle mentre James “Allora ragazzi, dovrete rilasciare un’intervista con i soliti noti, mi raccomando, siate vestiti bellini, anzi tu con la tua divisa da chef e siate innamorati.” Serena ride in modo sguaiato “Sono da vomitare zollette di zucchero non preoccuparti Jimmy” scuote la testa “Convinci la tua ragazza a non fare cazzate, o se proprio le vuole fare di contattarmi prima, mi verranno i capelli bianchi dietro a voi ragazzini” dice e tutti ridiamo di gusto “James sei pelato” infierisce Charly e lui si congeda da noi “Hai la giornata libera, stasera alle 18 al Dome” annuisco “ci saremo entrambi” gli assicura il mio ragazzo. Che prende un telefono “Si, no, certo, ok, per pranzo, cena ritardo, si si, ora calmati, calma, no non diventerai zia, lo vedo improbabile” lo sentiamo parlare e solo io capisco cosa sta dicendo, è impressionante come passi fluidamente da una lingua all’altra. Lo raggiungo e gli rubo un bacio.

Le ragazze vanno agli allenamenti e Jun va a lavoro e mi trascina con lui. “Lei è Kana mia sorella, lui è...” lei sorride e fa un profondo inchino “Finalmente ti conosco di persona, eri solo una foto in camera sua” arrossiamo entrambi e lei sta parlando in inglese. “Vieni fratellone” dice in giapponese “Siediti pure qua mentre Junchan cucina.” Sono imbarazzato e lei mi sorride “Ha un cuore grande, vedi di non spezzarglielo” Sento il gelo lungo la spina dorsale, sembra una bambina carina, in realtà è un oni nel corpo di una ragazzina. “Allora Maki, raccontami di te” sto ancora sudando freddo, come solo le parenti del tuo ragazzo possono farti fare. “Allora sono Shinichi compio gli anni il quindici agosto, mi piace il basket così tanto da essere riuscito a farne il mio lavoro. Amo il surf, il mare, i cani e Jun” e lei ride sembra rilassarsi e lo faccio anch’io “me ne sono accorto solo ora, ma era qualcosa come una musica di sottofondo, qualcosa che non riuscivo a capire, ho avuto qualche flirt ma sono sempre scappato quando le cose si son fatte serie perché sentivo che fosse una cosa sbagliata. Tutto mi è stato chiaro ieri mattina. Ora sono innamorato sia di lui che di Aoi, e Hoshi il mio golden mi schifa perché ha deciso che lui è più bello” la mia futura cognata ride “Bene siete stati approvati dai cani dell’altro bene loro sono più intelligenti di noi” tiro un sospiro di sollievo mentre i primi clienti cominciano ad arrivare al locale e io mi ritrovo dietro la cassa a fare i conti per gli avventori e non so nemmeno come sia successo. Alle tre del pomeriggio Jun finisce di lavorare e ci fiondiamo al suo appartamento dove recupera un po’ delle sue cose e ci dirigiamo a casa mia.

Alle tre e mezzo siamo da me, e lui entra in doccia e non riesco a trattenermi, ho fatto il casto e puro per quasi due giorni, ma mi sento come a quindici anni con gli ormoni a palla e una voglia matta di mettere le mani su quel corpo enorme. Mentre lui fa scorrere l’acqua mi spoglio velocemente e entro nel box “Jun” cerco di essere più sensuale possibile, e vengo arpionato in un abbraccio virile, forte e mi sento sciogliere “ma quanto sei figo” sembro proprio un ragazzino alla prima cotta, e forse lui lo è stato, non ricordo perfettamente, perché ero convinto di dovermi innamorare di una ragazza. Ma ora tutti i pensieri sono catalizzati dall’acqua che scorre sui muscoli di quest’uomo con cui divido l’appartamento da meno di quarantotto ore, e ho finito tutto il mio contegno nipponico, comincio a mordicchiare uno dei suoi pettorali e lui fa scivolare le mani tra i miei capelli e mi sento incoraggiato a continuare mentre la sua mano ruvida scivola sulla mia schiena io lascio una scia di morsi sulla sua pelle chiara e mentre arrivo al suo ombelico lui mi ferma e riesco solo a emettere un gemito di disappunto, fino a quando non mi fa alzare bene in piedi e mi bacia lentamente e in modo lascivo mentre l’acqua calda ci colpisce piano. Ora è lui a leccarmi e baciarmi, mi morde il lobo dell’orecchio e un gemito mi sfugge e lui ridacchia “Come siamo sensibili Shin” mi tocca lentamente e prende un mio capezzolo tra le labbra carnose e io gli carezzo i capelli mentre lui si occupa del mio capezzolo con leccatine concentriche, la sua bocca scende decisa lasciando una scia umida che viene lavata via dall’acqua, non si ferma all’ombelico e senza preavviso prende in bocca la mia erezione ed è l’immagine più erotica che abbia mai visto, succhia piano come se fosse una cosa importante, e mi fa sentire amato e desiderato, la sua mano si intrufola tra le mie natiche e mi irrigidisco fino a quando non comincia a succhiare più velocemente e in modo più lascivo, mi sta facendo impazzire e comincio a spingere la sua testa contro la mia erezione e lui non si scompone aumenta la velocità e fa scivolare un dito dentro di me come se fosse una cosa naturale cerca quel punto magico della prostata e lo trova dopo poco e mi sembra di impazzire, con un po’ di fatica riesce a prepararmi con tre dita e quando esce dal mio corpo “Jun continua” lui in risposta smette di succhiarmi e si alza nella sua stazza imponente e mi prende in braccio come se fossi una ragazzina di quaranta chili e mi fa impalare sulla sua erezione, con difficoltà ma ci riusciamo accarezzati dall’acqua che continua a cadere dal soffione della mia doccia. Comincia a spingere dentro di me e comincio ad ansimare, non mi sono mai sentito così completo, così, “Ti amo Shinichi” mi sussurra in un orecchio l’uomo che mi sta prendendo cominciando a spingere con foga e lascio la testa ricadere all’indietro scoprendo il collo dopo un po’ lo sento venire dentro di me e io vengo senza toccarmi tra di noi. Mi libera delicatamente della sua notevole presenza e lo guardo negli occhi e lo bacio ancora “Ti amo Jun, probabilmente ti ho sempre amato” lui mi abbraccia dolcemente e poi guarda l’orologio. “Ora dobbiamo fare di corsa piccolo diavolo tentatore, tra poco più di un’ora dobbiamo essere al Dome” e le sue parole mi riportano alla realtà, ma lui non si scompone, con una dolcezza inaspettata mi insapona e mi lava, e io ricambio, ma non riesco ad essere dolce come lui, sono solo più eccitato. “Non possiamo, non provocarmi” mi minaccia, dopo un po’ di baci e coccole poco caste riusciamo ad uscire dalla doccia puliti. Con mio grande dispiacere vedo il corpo del mio fidanzato sparire nei vestiti, ha deciso di indossare la giacca nera da cuoco che lo fa sembrare ancora più bello e devo farmi una gran violenza per non saltargli nuovamente addosso, ma poi mi ricordo dell’incontro con la stampa e vado nel panico “Non ho un cazzo da mettere” comincio a girare a vuoto per la stanza mentre con gesti lenti Uozumi prende dei vestiti dal mio armadio e li poggia sul mio letto all’occidentale, “Koi, respira, bravo” seguo la sua voce e cerco di calmarmi “Mettiti quei jeans e quella camicia, sneakers e sei pronto, dai possiamo farcela. Ho aperto un ristorante a 10000 chilometri da casa, possiamo sopravvivere a dei giornalisti, e ti ricordo che non ho ucciso Sendoh per due anni di fila, e tu non hai ucciso Kyota, siamo pressoché immortali.” Rido e mi rilasso, riesco a finire di vestirmi, e corriamo al Dome, e riusciamo ad arrivare leggermente in anticipo.

James ci accoglie con un sorriso tirato “Siete perfetti, bravi ragazzi”. La sala stampa si riempe dei soliti giornalisti. “Bene siamo qua per chiarire la questione rispetto a quello che qualche penna creativa ha pubblicato. Una mano svetta, una giornalista navigata e molto perfida comincia con la prima domanda “Chi sei tu” chiede al mio fidanzato che non perde la sua calma, e sorrido, forse essere capitani di quei due ci ha proprio temprato per queste situazioni. “Sono Jun Uozumi, sono uno chef, ho una catena di ristoranti di Sushi in Giappone con la mia famiglia e ho la mia catena di ristoranti di Ramen sia in Giappone, ma ho anche una sede aperta da poco qua a Toronto.” Le prime domande sono abbastanza normali fino a quando quella vecchia comare di Lolitah, una giornalista di una rivista queer, un donnone di un metro e novanta e un evidente pomo d’adamo “Ma al Piper tesori eravate proprio erotici, da quando state insieme” ridacchiamo, abbiamo optato per la verità e risponde Jun “Allora io sono innamorato di lui dalla prima superiore, e ho aperto qua a Toronto come primo ristorante all’estero proprio per provare a conquistarlo. Per caso quella sera lui è venuto a mangiare nel mio locale, e ha chiesto alla cameriera di potermi fare i complimenti per il ramen, e l’ho riconosciuto subito, e avrei voluto baciarlo, ma ho accettato i complimenti e un invito, siamo andati a bere del saké e poi a ballare, il dj ha messo su un lento e mi sono ritrovato con l’uomo che amo da sempre tra le braccia e non sono riuscito a trattenermi l’ho baciato. Il giorno dopo gli ho mandato un bento con una dedica, in cui gli confessavo il mio amore, e lui mi ha invitato a vivere da lui, e ho accettato, adesso viviamo insieme con i nostri cani, il suo golden retriver e la mia alano.” tutti si sono zittiti, la sua voce profonda li ha incantati, ma quelle serpi si riprendono. “E tu Maki?” mi lecco le labbra “Io non mi ero reso conto di essere sempre stato innamorato di lui, prima perché mi avevano educato pensando che avrei dovuto sposare una donna, e poi il basket, ero concentrato solo sulla mia carriera e non sull’amore, e poi è arrivato lui a ricordarmi come ci si sente quando si ama qualcuno, come ci si sente ad essere amati.” Il mio Koibito prende la mia mano che nella sua sparisce, e io mi appoggio alla sua spalla in modo molto naturale. Dopo qualche altra domanda James congeda i giornalisti e poi ci abbraccia “Ragazzi siete da diabete, dei mi avete commosso, non potevate fare di meglio, mi inviterete al matrimonio?” chiede e il mio amore ridacchia “Certo che ti inviteremo” e lui comincia a borbottare qualcosa “So che Serena mi manderà al manicomio” e io annuisco “Sicuramente e ti porteremo qualcosa da mangiare” lui se ne va prevedendo catastrofi di varia natura e rimaniamo da soli in una grossa palestra io e Jun.

Dopo un bacio tutt’altro che casto “one to one?” gli chiedo dopo aver recuperato un pallone “Ovviamente.” Giochiamo come due ragazzini su un campo di NBA. Con ancora tutta la vita davanti e un grande amore crescente.



Note Sparse

Un uomo posato come un Maki del futuro può essere solo travolto da Uozumi…

Rileggendo questo il mio cervello ha eruttato un’altra genialità degna del Tensai dei poveri che sono “è per forza posato… Uozumi cucina”

Manca solo l’Epilogo che avrà una one shot a se, e che verrà scritto quando anche le altre fic della serie prenderanno una forma più o meno definitiva.







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