L'incantesimo del Cibo di Ste_exLagu (/viewuser.php?uid=102)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incantesimo del cibo ***
Capitolo 2: *** Toronawa ***
Capitolo 3: *** Piper&Saké ***
Capitolo 4: *** Allenamenti ***
Capitolo 5: *** News and Tabloid ***
Capitolo 1 *** L'incantesimo del cibo ***
L’incantesimo
del cibo
Sono
passati
anni da quando mi scontravo sul campo del Kainan, adesso i miei
palazzetti sono pieni e pochi parlano giapponese. In Canada sono
tutti molto ospitali e carini, ma sento sempre come se mi mancasse
qualcosa. Nei momenti bui mi è mancata la stagione dei
tifoni,
l’estate assurda che non ti permette di uscire senza
ombrello, non
che qua il tempo sia clemente. Sono a giocare a Toronto da un paio di
stagioni, sono stato la prima draft, e hanno scelto me, e io sono
così contento, si è realizzato il mio sogno di
bambino, e forse
riuscirò ad aprire le porte ad altri giapponesi come
è successo con
Bargnani lo ha fatto per una serie di giocatori italiani che sono
arrivati dopo il suo ingaggio. Cammino per le strade della
città e
vengo riconosciuto e qualcuno mi chiede un autografo, qualcuno una
foto, ma sono tutti molto carini, loro poi sono fissati con l'hockey
quindi riesco a fare una vita tranquilla. Ho un appartamento a poca
distanza dalla palestra in cui vivo con i miei tre gatti neri e un
grosso golden retriver bianco, ovviamente i gatti sono per fare la
guardia, fosse per Hoshi aprirebbe agli estranei. Quest’anno
abbiamo vinto il titolo NBA e ho fatto parte del miglior team del
miglior campionato di basket al mondo, ma sento di essere solo un
corpo vuoto, non sento più l’entusiasmo che avevo
a scuola, sarà
che qua è difficile farsi molti amici, ne ho solo un paio, e
ci
siamo presi subito, quasi fosse un innamoramento. Usciamo spesso
insieme, sono una coppia di ragazze fantastiche, una carina
aggraziata e fine, l’altra decisa, decisamente forte e super
dinamica, e non così fine come la sua ragazza. Con Charly e
Serena
ci vediamo tutte le mattine per colazione nel bar vicino al
palazzetto, spesso andiamo a ballare o a qualche evento. Serena
è
una giocatrice di roller derby mentre Charly è una
giocatrice di
hockey, sono delle atlete, quindi come me seguono una dieta
abbastanza rigida. Il cibo è croce e delizia della mia vita,
mi
piace mangiare bene, mi piace il cibo fatto in casa e amo alla follia
la cucina giapponese, e sono un single impedito a cucinare, che abita
in Canada dove ci sono solo un paio di posti che potrebbero sembrare
quasi autentici. Vengo travolto dall’entusiasmo di Serena,
è la
più alta delle due, una cascata di riccioli biondi, che le
coprono a
malapena le orecchie, ma non è solo il suo entusiasmo a
travolgermi.
“Oh Shinichi hanno aperto un posto giapponese fanno il Ramen,
so
che ne vai pazzo, ho convinto anche Charly, vieni con noi stasera. Ho
sentito che è un tuo compatriota lo chef del
posto.” mi aveva già
convinto a ramen, ma le informazioni che ha aggiunto mi fanno
sorridere “Lo spero amo il ramen, non sarà mai
come quello di mia
nonna.” lei ride quando veniamo raggiunti dalla sua ragazza
che le
deposita un bacio veloce sulle labbra per poi salutare anche me
“Ciao
Shin” le faccio un piccolo inchino “stasera allora
ramen?”
chiede e io annuisco. “Si mia cara, ci mettiamo in tiro e poi
andiamo a ballare?” chiedo e le due sembrano entusiaste della
mia
proposta “Ovvio” a rispondere è Serena.
Non
sono
brutto, ho un bel colorito abbronzato, e i miei muscoli sono
diventati definiti, ma stasera mi sento nervoso, ho litigato con i
capelli per mezz’ora e adesso mi devo vestire alla
velocità della
luce per non essere in un ritardo catastrofico per cena. Mi sono
infilato in un paio di jeans che mi fasciano le gambe come una
seconda pelle e una camicia bianca con il collo alla coreana, lascio
un paio di bottoni aperti che mettono in risalto i miei pettorali. Mi
sento solo, vorrei incontrare qualcuno che voglia passare con me
più
tempo di una botta e via. Mi squilla il telefono “Si Charly
mi
metto le scarpe e scendo, se volete salire non c’è
problema” le
ragazze mi stanno già aspettando giù. Mi infilo
le scarpe al volo,
sono delle semplici sneackers bianche. Scendo velocemente e saluto le
mie amiche. “In marcia” dico alle due quando arrivo
e mi prendo
una serie di improperi fantasiosi, come se l’importante non
fosse
solo l’insulto ma anche l’originalità
dello stesso. Ci dirigiamo
all’entrata principale del PATH così nonostante il
freddo bestiale
di questo inverno possiamo muoverci rimanendo vestiti in maniera
normale, e non con trenta piumini.
Arriviamo
al
locale, è piccolo e semplice in perfetto stile giapponese,
qualche
tavolo e un forte odore di casa. Quando ci sediamo veniamo serviti da
una giovane ragazza giapponese, e mi viene naturale ordinare nella
mia lingua madre facendo felice la ragazza. Quando arriva il ramen
sto cominciando a commuovermi, ha un profumo che mi ricorda le
spiagge di Kanagawa, che mi ricorda il campetto dietro casa e gli uno
contro uno con Jin, che sa di prima superiore e sa di nostalgia.
Prendo le bacchette e al primo boccone comincio a piangere come se
avessi sette anni e mi fossi fatto male. Le mie amiche si allarmano
“Shin tutto ok?” Dopo qualche boccone riesco a
riprendermi “è
il sapore di casa, è la spiaggia di Kanagawa, è
il palazzetto del
Kainan, è come un pomeriggio di basket con i miei avversari
di
sempre” e loro sembrano non capire “non lo so
spiegare è una
cosa che non mi aspettavo. Mi sono commosso, come non mi è
mai
successo nemmeno guardando il film più romantico. Mi manca
casa mia,
e sono stato teletrasportato nel salotto dei miei, dove giocavo con i
miei fratelli.” scrollo le spalle non riesco ad essere
più
specifico. Cambiamo discorso e parliamo del più e meno
mentre
finiamo la nostra cena, quando torna la cameriera chiede se fosse
tutto buono “Si certo, può chiamare lo chef lo
devo ringraziare”
lei annuisce e fa un piccolo inchino e chiama lo chef, che fa la sua
entrata con la giacca bianca e un canovaccio sulla spalla. Questo
ragazzo è più alto di me supera i due metri, ha
un fisico possente
e quando arriva a un paio di metri da me, quando ancora il mio
cervello cerca di elaborare dove posso averlo visto faccio un
profondo inchino “grazie, mi sono commosso, è
stato un regalo
gradito” mi rialzo dal mio inchino e lui mi sorride
“Sono
contento che in qualcosa sono migliore di te Maki” quella
voce è
inconfondibile “Uozumi?” chiedo e lui annuisce
“allora per
forza sapeva di Kanagawa” ride, e nonostante il volto dai
lineamenti duri mi sembra una visione fantastica. “Ti va di
uscire
nel tuo giorno libero?” gli chiedo istintivamente.
“Si può fare.
Se passi tra un’ora finisco e poi possiamo andare a prenderci
qualcosa” annuisco senza parole mentre fisso questo uomo
enorme,
due spalle possenti, non è grasso, è grosso, e il
mio sangue devia
dalla testa fino al mio coinquilino.
Note
Sparse
Cathy_Black
su
mia richiesta mi aveva suggerito un crack paring, sulle prime mi sono
sentito un po’ sperso ed ho chiesto un piano B, ed eccolo
Maki e
Uozumi, i grandi rivali.
Ho
dato per
scontato che Maki abbia giocato le finali Nba di quest’anno
vinte
dai Toronto Raptors
Toronto
ha una
specie di citta sotterranea che collega i vari grattacieli per
evitare di uscire fuori con -20.
Più
note che
parole.
|
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Capitolo 2 *** Toronawa ***
Toronawa
“Allora non
vieni a ballare, traditore?” mi chiede Serena ridendo, mi
guarda
sono pallido in volto e sto arpionando i miei jeans
all’altezza
delle cosce. Le ragazze guardano lo chef tornare in cucina, come
faccio io, o forse loro con curiosità e io con uno sguardo
diverso,
di chi brama qualcosa. Charly mi sorride con fare dolce
“Shin, non
abbiamo capito nulla, lei ha capito qualcosa, ma io sono
completamente all’oscuro” ridacchio e poi passo di
nuovo
all’inglese, e mi fa quasi strano, sono stato trasportato a
Kanagawa, e ho ritrovato lui, se penso all’effetto che mi ha
fatto
adesso, e la rabbia sportiva che provavo per lui al liceo mi viene
solo da ridere. “Allora, per chi non parla giapponese il
riassunto
è che mi sono complimentato con lo chef senza riconoscerlo,
ma lui
l’ha fatto, mi ha riconosciuto, nonostante il liceo sia
finito,
ormai da anni. Si chiama Jun Uozumi era il centro di una squadra che
rivaleggiava con la mia, penso di averci giocato contro sin dalle
elementari, ed era veramente bravo, un centro solido, ma
generoso”
scrollo le spalle “Gli ho chiesto se voleva uscire con me il
suo
giorno libero e mi ha chiesto di aspettarlo a fine turno”
Serena si
gratta la nuca osservandomi, quasi studiandomi “E
così non vieni a
ballare” con il tono di una constatazione “Se non
vi disturba, se
no dico a Uozumi che faremo un’altra volta” e
adesso è Charly a
rispondermi “Amore, sei raggiante, sei strano da quando hai
assaggiato il Ramen” scrollo le spalle
“è difficile da spiegare,
ma forse tu che non sei di Toronto puoi capire, hai presente il
piatto tradizionale del tuo paese che preferisci? Lo trovi in un
locale a mille mila chilometri da casa ed è più
buono di quello di
tua nonna?” lei annuisce “ecco cosa ho provato,
cibo migliore di
quello della nonna” Serena ridacchia mentre continua a
parlare
Charly “E quegli sguardi languidi erano tutti per il
ramen?”
chiede sorridendomi per poi aggiungere “Menomale ti abbiamo
convinto a farti bello” ridono entrambe e si congedano,
Serena
condisce il saluto con una serie di improperi creativi. “Se
volete
siamo al Piper” annuisco “non so cosa
vorrà fare Jun” fanno i
cuoricini con le dita e mi abbandonano davanti al locale, e
spariscono tra le strade del Path. Sono nervoso e non so nemmeno
perché, sto per uscire con una vecchia conoscenza mica con
un nuovo
fidanzato. Sospiro e mi lecco le labbra, sono seduto al bancone del
bar del locale di ramen, distrattamente guardo il telefono come a
cercare le risposte alle domande della vita.
Dopo
quella
che a me sembra un’eternità e che per gli umani
sono quaranta
minuti Uozumi esce dal locale e mi raggiunge, i suoi capelli tagliati
in modo ordinato sembrano ancora bagnati. “Ma sei pazzo fuori
ci saranno meno venti” Lui mi sorride, e nonostante
l’aspetto da
uomo tutto d’un pezzo sembra quasi un bambino quando lo fa.
“Pensavo di passare dal Path, vorrei portarti a bere una
cosa, ma
ti dovrai fidare del tuo più grande rivale” ed io
sorrido a mia
volta “Sicuramente in cucina vinci tu, e quindi ti
seguirò” lui
si lecca le labbra e io incantato lo faccio a mia volta. Dopo qualche
svolta tra le strade del Path ci troviamo davanti ad un locale
dall’aspetto familiare. “Un bar in stile
Giapponese” afferma e
io lo seguo all’interno “Qua hanno il miglior
saké di tutta
l’America” Sorrido “ti prendo in parola,
dai per te faccio uno
strappo alla dieta stretta da atleta” e lui sorride a sua
volta
“Con quel fisico puoi anche fare un paio di strappi alla
regola”.
L’abbronzatura mi salva da fare una figuraccia arrossendo, io
lo
guardo meglio mentre lo seguo dentro il locale, ora il suo fisico
è
imponente, massiccio ma non grasso, il suo volto ora con quel velo di
barba sembra più proporzionato rispetto a prima, non lo so
se penso
alla tensione sportiva che c’era tra me e lui svanita in una
porzione di Ramen “Ma il ristorante è
tuo” chiedo e lui si volta
sorridendomi “Si, abbiamo un franchising, ci siamo allargati
per
tutto il Giappone, e adesso abbiamo anche questo locale a Toronto,
volevo imparare l’inglese e vedere cose nuove rispetto a
casa. Sono
qua da pochi mesi, tu come ti trovi? Ti ho visto in tv”
sospira e
io abbasso lo sguardo “Oh, mi trovo abbastanza bene, ho fatto
amicizia con Charly e Serena, le mie due amiche che mi hanno
accompagnato a mangiare stasera.” Troviamo un tavolo e ci
sediamo
“Il solito, per due stavolta” ordina ad un ragazzo
dinoccolato,
che sorride “Si Jun per due, fantastico” con fin
troppo
entusiasmo per i miei gusti. “Una
delle due è la tua ragazza?” chiede candidamente e
io scoppio a
ridere di gusto guadagnandomi uno sguardo intimidatorio dal mio
accompagnatore “Oh cielo, no, loro due sono fidanzate, tra
loro”
specifico. Uozumi sembra rilassarsi e di conseguenza mi rilasso
anch’io. “Fa strano, c’era tutta quella
tensione tra noi,
quella voglia di primeggiare, e poi tu ce l’hai sempre fatta.
Ora
siamo qua, nel mio locale preferito, con un ottimo saké caldo
a conversare come due amici che non si vedono da tempo”. Lo
osservo
per qualche secondo. “Ho pensato la stessa cosa, ma poi ora
non
siamo rivali, e io ti ho sempre stimato, e sei un genio della cucina,
il tuo ramen è migliore di quello di mia nonna, e lo sai se
dici a
una nonna di qualsiasi nazionalità che qualcuno cucina
meglio di
lei, rischi la vita” lui ride, una risata calda avvolgente, e
mi
rendo conto che sia la prima volta che assaporo questo suono.
“Shinichi, posso chiamarti così?” io
annuisco “Solo se posso
chiamarti Jun”. “Perfetto, non dirò mai
a nessuna nonna quello
che è appena uscito dalla tua bocca”. La serata
passa rilassata
tra qualche fiume di saké “Domani quadruplo
allenamento”
borbotto e lui ridacchia, anche grazie all’ebrezza
dell’alcolico
caldo che ci siamo scolati. “Potrei sapere come smaltire la
sbornia, ma
ci conosciamo
troppo poco per proportelo” io non capisco cosa voglia dire
“Andiamo a ballare allora” lui si schernisce un
po’ “Non so
ballare, e poi non sono molto apprezzato” ed io mi avvicino
pericolosamente al suo orecchio “Oh, sta sicuro che
c’è chi
apprezza molto sia il tuo fisico che la compagnia, andiamo al
Piper”.
il Piper è un locale lgbt famoso, in cui
l’ambiente è rilassato e
festaiolo ogni sera della settimana. Riesco a convincerlo, e quando
vado per pagare lui mi blocca “Ho già
fatto” e lo guardo
sgranando gli occhi mentre lui sorride. “Dopo tutti i
complimenti
sul mio cibo, dovevo pur ricambiare”. Rientriamo nel Path e
raggiungiamo il locale dopo una ventina di minuti di camminata a
passo svelto. “Eccoci” entriamo e veniamo
investiti da un mare di coriandoli e glitter e a seguire da una mezza
ubriaca Serena che fa da orsetto abbraccia tutti “Oh ciao bel
maschione” abbraccia Jun che strabuzza gli occhi e guarda me,
che
però non riesco a trattenere una risata “Oh
c’è anche ShinDiva,
vieni balliamo” mi trascina e adesso sono io che guardo
implorante
il mio compagno di disavventura che mi sorride ma non fa nulla per
salvarmi. Viene avvicinato da Charly e li vedo che si dirigono al bar
chiacchierando. Mi lascio trasportare dalla musica e mi ritrovo con
la mia amica sul cubo a ballare. Dopo un po’ un ragazzo sale
e
comincia a strusciarsi su di me, ma dopo poco sento che non
c’è
più con un gridolino, e vedo Uozumi che lo ha alzato di peso
e lo ha
fatto scendere dal cubo. Finisce la canzone e scendo dal cubo e lui
mi sorride “Troppo vicino per i miei gusti” mi
trascina in mezzo
alla pista per ballare insieme, e nonostante la mole si muove proprio
bene, e son sicuro se mi analizzano il sangue lo devono distillare
dall’alcol.
Note
Sparse
Non
si arriva
da nessuna parte come al mio solito.
Piper:
Flauto
et similia un bar lgbt… ok il quadruplo senso era voluto.
Qualcosina
si
smuove, ma sapete la cosa di Maometto e della montagna…
|
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Capitolo 3 *** Piper&Saké ***
Piper&Saké
Stiamo
ballando in pista, e io sono sempre più rapito da questo
corpo
solido, quelle spalle così grandi che potrei perdermi in un
suo
abbraccio e poi mi guarda con quegli occhi deliziosamente del colore
del cioccolato più fine e io mi sciolgo, sento le gambe di
gelatina
e lui mi si fa un po’ più vicino e sento qualcuno
borbottare e
allontanarsi, non capisco bene cosa stia succedendo, i fiumi di
Saké
che abbiamo bevuto li sento tutti sulla mia capacità di
pensare
lucidamente. Parte una canzone lenta e il Dj dedica agli innamorati
questa canzone e con la coda dell’occhio vedo Serena che
riesce a
trascinare la pacata Charly sul cubo per ballare il lento. Sento un
braccio forte attorno alla vita e l’altro
all’altezza delle
scapole e vado quasi a cozzare contro il corpo solido di Uozumi, ha
un buon profumo, e nonostante il sudore è piacevole poggio
la testa
contro la sua spalla incapace di pensare razionalmente
all’imbarazzo
o cagate del genere, e non me ne frega nemmeno se dovesse esserci
qualche paparazzo a cercare lo scoop. “Jun” sospiro
mentre lo
seguo nei movimenti, non sembriamo adatti a questo ballo, infatti
dondoliamo insieme sul posto, ma se mi guardassi intorno saprei che
non siamo gli unici, ma non mi importa degli altri. “È
la sera più strana della mia vita” gli confesso e
lui mi sorride
“anche la mia, ma non la cambierei con nessuna” la
sua voce mi fa
impazzire, cosa che non pensavo fosse minimamente possibile, nelle
storie che ho avuto ho sempre cercato di zittire i miei compagni
occasionali dal parlare, invece il solo sentire la sua voce mi manda
il cervello, già a mezzo servizio, completamente in pappa.
Nel
frattempo la canzone finisce e il ritmo aumenta in maniera
vertiginosa, ma Jun non mi lascia “Shinichi sei stato come un
fulmine a ciel sereno, sei piombato di nuovo nella mia vita solo da
poche ore, ma ora non saprei come poterne fare a meno” Alle
sue
parole mi protendo verso di lui, per colmare la differenza di altezza
e senza pensare a niente, senza pensare al luogo pubblico, senza
pensare alla nostra educazione in un paese molto più pudico
di
questo, senza pensare a cosa possa succedere dopo, lo bacio con
urgenza, non riesco ad essere delicato come vorrei, lo assalto e sono
stupito quando lui ricambia il mio bacio con naturalezza, senza
liberarmi dall’abbraccio, che ora come ora mi sembra il posto
giusto dove stare. Sento un fischio, e riconosco subito da chi
proviene, solo due persone al mondo riescono a fischiare in quel
modo, la cantautrice LP e Serena, visto che la prima non è
sicuramente al Piper, protendo per la seconda che fa partire un
applauso, ora l’imbarazzo torna prepotente, ma il mio
accompagnatore sembra non curarsene e si stacca lentamente dalle mie
labbra “Shin, che fai? Mi baci e poi scappi?”
scuoto la testa
“lei mi sta mettendo in imbarazzo” sento di nuovo
la sua risata.
“Sai perché ho scelto proprio Toronto come primo
ristorante
all’estero?” mi chiede e io non riesco a capire il
perché di
questa domanda “Robe aziendali? Economia?” lui
scuote la testa e
i capelli si muovono e vengo rapito dal movimento fino al momento in
cui riapre gli occhi che aveva chiuso “Tu, Shin, tu sei a
Toronto a
fare faville”. Non riesco a capire e sento solo
l’abbraccio che
si fa più stretto. “Non sfuggirmi
ancora” la sua voce sembra
quella di una preghiera “No, non ti sfuggo, sto troppo bene
qua”
parlo senza i filtri che la mia educazione mi impone, l’alcol
ha
fatto il suo effetto migliore, anche se so che domattina agli
allenamenti sarò uno straccio. “Ehi
Atleta” sento la voce di
Charly “Fatti riaccompagnare a casa, mentre io trascino via
la mia
ragazza, o domani agli allenamenti verremo tutti cazziati per
benino”
Annuisco, anche se non so se lei riesca a vedere il movimento della
mia testa che è appoggiata al torace avvolgente di Uozumi.
“Ci
penso io” dice Jun e allenta l’abbraccio, riesco a
protestare “Ma
stavo tanto bene” e lui ride “Su Shin, ti porto a
casa” e nella
mia testa parte un film a luci rosse che prevede molto sport, ma non
il basket. Mi prende per mano “Non so dove stai, mi devi
guidare”
mi dice e io che sto sentendo gli effetti benefici dell’alcol
svanire annuisco “Tagliamo per il Path” e lui
controbatte “Con
meno venti non passerei da nessun’altra parte”.
Camminiamo per il
sentiero sotterraneo della città fino al mio appartamento
“Attento
ho un cane feroce” gli dico mentre metto la chiave nella
toppa e
cerco di aprire la porta del mio appartamento fallendo un paio di
volte “Odio le porte straniere” dico in giapponese,
non so quando
son passato dall’inglese al giapponese “Lascia fare
a me” e
apre la porta al primo colpo “Sei il mio principe
azzurro” gli
dico, non sono ancora troppo sobrio, quando la porta si apre il mio
accompagnatore viene travolto da un grosso cane bianco a pelo lungo
che cerca di leccargli ogni parte del corpo scoperta dai vestiti.
“Hoshi non molestarlo, lo voglio fare io” penso di
essermi
bruciato ogni freno inibitorio al terzo bicchierino di Sakè
caldo,
proprio non lo reggo l’alcol. Sento la risata calda di
Uozumi.
“Shinichi, stasera no, voglio essere molestato quando saremo
più
lucidi” mi dice prima di baciarmi al centro del mio salotto,
senza
remore e in modo passionale. Lo trascino sul divano e mi siedo a
cavalcioni delle sue gambe. E lui mi carezza la schiena mentre
continuiamo a baciarci in modo quasi famelico. Quando la mia mano si
avvia verso la sua patta il mio principe azzurro mi prende in braccio
e dopo aver aperto un paio di porte, visto che non smetto di
baciargli il collo, mi porta in camera mia e mi deposita sul letto.
“Shin” lo guardo negli occhi “lo so che
vorresti di più ma
domattina ti alleni” mi avverte, mentre si sdraia accanto a
me
cominciando a carezzarmi i capelli e poi trova il mio punto debole,
quello che mi fa rilassare fino a dormire, come i bimbi piccoli, mi
carezza circolarmente il lobo dell’orecchio e mi mette KO.
Mi
sveglio al
suono della sveglia che mi trapana le orecchie, sono da solo nel mio
letto, indosso il mio pigiama, ma non ricordo di averlo messo,
ricordo solo di essermi sdraiato con Jun e che gli avrei voluto fare
cose turche, ma lui mi ha rifiutato. Sento fischiettare dalla mia
cucina e uno strano odore di cibo giapponese appena cucinato. Mi alzo
e dopo essermi stiracchiato mi dirigo in cucina e vedo la schiena di
Uozumi nuda, indossa ancora i pantaloni di ieri sera e i miei ormoni
impazziscono di nuovo nonostante il mal di testa, muovendomi inciampo
in una delle sedie facendo un gran baccano e Hoshi si stacca dalla
sua gamba a cui era appoggiato con l’espressione implorante
da cane
che non mangia da 10 anni e mi raggiunge scodinzolando,
“Buongiorno
Shin” mi dice sorridendo, ma io non capisco più
nulla alla vista
dei suoi addominali ancora scolpiti e dei suoi pettorali
così virili
e che morderei volentieri. Mi porge una tazza di caffè che
bevo
ancora prima di rispondere al suo buongiorno. “Jun,
buongiorno”
abbiamo parlato in inglese e poi vedo la colazione che facevo da
bambino apparecchiata sul tavolo, mentre lui prende del riso bianco e
lo mette in due ciotole. “Spero che ti piaccia ancora la
colazione
giapponese” mi dice nella nostra lingua madre e io annuisco
sono di
nuovo al limite della commozione, mi siedo, e poi mi ricordo della
colazione con le ragazze “scusa avverto Charly e Serena che
non
vado a colazione” lo sento ridere “Secondo me si
immaginano cose
turche” e rido anch’io “Sicuramente.
Magari non mi aspettano”
lui scrolla le spalle “Io e il mio nuovo amico Hoshi, siamo
andati
a farci una passeggiata” mi avverte e mi alzo e lo abbraccio
“Grazie sei fantastico” e lui approfitta del mio
abbraccio per
baciarmi. “Alla fine ho fatto bene a venire a
Toronto” mi sorride
e io non capisco più niente. “Shin colazione e poi
devi andare a
lavoro” mi punzecchia. “Si ma è
basket” e mi infiammo e gli
racconto dei colleghi e lui mi ascolta assorto mentre finiamo di fare
colazione. Scrive il suo numero su un tovagliolo di carta mi da un
bacio e dopo essersi vestito alla velocità della luce
“Lavoro, mi
stavo dimenticando che devo andare al mercato a fare la
spesa” dopo
queste parole e un ultimo bacio esce dalla porta di casa mia come un
fulmine e io rimango con le bacchette a mezz’aria e lo
sguardo
perso, quasi quanto quello del mio cane che guarda la porta quasi
implorante. Scrivo alle mie amiche che le raggiungo al bar solo per
parlare e poi andremo tutti ai nostri allenamenti.
Note
Sparse
Non
si arriva
da nessuna parte come al mio solito parte 2
Hoshi
è un
ferocissimo golden retriver, cani che se potessero aprirebbero anche
ai ladri per un po’ di coccole. Maki ora ha un rivale in
amore…
Sono
stupido
lo so, e il capitolo è cortissimo...
|
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Capitolo 4 *** Allenamenti ***
Trovo Charly e Serena sedute al bar con davanti una colazione americana che alzano lo sguardo al mio arrivo al bar e quando mi avvicino mi salutano calorosamente “Allora Casanova com’è andata?” ci penso un po’ e sorrido con aria un po’ stupita “non lo so bene sapete?” loro mi guardano con aria curiosa. “Dopo che siete andate via siamo andati a bere sakè in un posto in stile giapponese e abbiamo parlato di tutto, e poi siamo venuti a ballare e ho bevuto ancora, ero ubriaco fradicio, e lui mi ha detto che ha scelto Toronto come prima città del suo gruppo di ristoranti perché io sono qua, e non ho capito più nulla, poi mi ha portato a casa e ci siamo baciati, quando Hoshi ha smesso di leccarlo, ho detto al mio cane smetti di molestarlo che lo voglio molestare io. Ci siamo baciati abbondantemente e quando ho provato ad approfondire la cosa lui mi ha preso in braccio” le mie amiche ridono “solo con uno così grosso poteva succedere, mica sei una ragazzina” sospiro “l’ho anche chiamato principe azzurro” mi sbatto la mano in fronte “comunque poi ha trovato il pulsante per spegnermi, mi ha carezzato i capelli e soprattutto il lobo dell’orecchio. Stamattina mi sono svegliato nel letto da solo” le ragazze protestano “Stava fischiettando e mi ha cucinato una colazione giapponese, la mia preferita, quell’uomo fa malissimo alla mia linea, e penso di aver rischiato prima un infarto e dopo di morire contro le sedie della mia cucina, perché lui era a cucinare con solo i pantaloni e Hoshi a fargli da guardia, non si sa mai che cada del cibo” le mie amiche mi sorridono e Charly mi fa segno di continuare “Abbiamo fatto colazione insieme, e sono riuscito a venire qua perché aveva già portato a passeggiare Hoshi. Sembra proprio il mio principe azzurro” sospiro. “ma potrei aver interpretato tutto male” Serena si alza e mi da uno schiaffo sulla spalla con poca grazia “Shin Diva, ‘sto benedetto ragazzo che deve fare? Mettere i cartelloni pubblicitari? Le insegne al neon? Ti ha detto che si è trasferito dall’altra parte del mondo nella città dove abiti tu, non ti ha stuprato ieri sera che eri super disponibile, ha conquistato il tuo cane, lo ha portato a passeggiare, che deve fare?” sospiro e prendo il tovagliolo su cui mi ha scritto il suo numero non mi ero accorto di quella piccola frase in giapponese che ha scritto sotto il suo nome. [Jun 4537485938 大好だ] “Kami, sono stupido veramente” le ragazze mi guardano e poi guardano il tovagliolo che ho in mano con il suo numero di telefono. “Qua c’è il suo nome il numero di telefono e qua?” mi chiede Charly indicando i due Kanji che Jun ha usato “Daisuki da, vuol dire mi piaci tanto, non l’avevo visto” arrossisco e loro ridono di gusto. La sveglia del telefono di Serena suona e ci ricorda che ognuno di noi deve andare alla propria palestra per gli estenuanti allenamenti, ci dividiamo con la promessa di sentirci alla fine degli allenamenti. Raggiungo il palazzetto stranamente su di giri, sono felice come poche volte nella mia vita. Mi alleno con i compagni duramente, come sempre, ma verso l’ora della pausa pranzo arriva uno degli addetti stampa della squadra “Un ristorante ha consegnato questo per te”. Un bento in un tovagliolo, proprio come faceva mamma per me e i miei fratelli e arrossisco mentre i miei compagni si affollano attorno a me “Sono robe giapponesi?” chiede un ragazzo la prima draft di quest’anno “Si, questo è un bento, un pranzo da asporto, e...” vedo il bigliettino e ringrazio gli dei che quel colosso che mi ha mandato il pranzo al palazzetto abbia scritto nella nostra lingua madre. [Shinichi, non so quando sei entrato nel mio cuore, ma non riesco a farti uscire… allora rimani nella mia vita. Ho fatto cose adatte ad un atleta. Daisuki da Jun]. Molti dei compagni se ne vanno per pranzare ma il nuovo arrivato e un paio di compagni con cui ho un rapporto migliore si fermano e guardano la scrittura, insospettabilmente ordinata e molto bella del mio spasimante. “Che c’è scritto Maki?” chiede il più piccolo della squadra “Questo è il mio nome” indico i primi due Kanji “poi ci sono scritti i fatti miei” penso di non riuscire a celare il mio imbarazzo. “Ah una ragazza” e scuoto la testa, è il segreto di buchettino* “Sono gay, a scrivermi è un mio rivale dei tempi del liceo” Sul tovagliolo che impacchetta il mio pranzo c’è il logo del ristorante di Uozumi “Ma questo è del nuovo ristorante giapponese che c’è in centro?” mi chiede “Si, ed è la cucina della mia zona, vero cibo giapponese, e fanno un ramen che è migliore di quello di mia nonna”. I tre che son rimasti con me osservano il mio pranzo apro il tovagliolo e trovo una confezione tipica, una scatola rettangolare, il riso da una parte e poi tutte le verdure e il pesce tagliato con forme accattivante e mi viene da ridere e piangere insieme, è quella sensazione di caldo al cuore che sa di amore e sa di casa. Uno dei miei compagni di squadra guarda il mio pranzo e sbotta “Sposalo se ti ha ordinato un pranzo del genere” scuoto la testa “me lo ha cucinato” rispondo con un filo di voce “Sono etero ma se non lo sposi tu lo faccio io” rido di cuore, l’atmosfera è rilassata e nonostante giochiamo insieme per lavoro questi tre posso definirli vicini a me. “L’ho pensato ieri sera quando ho mangiato il suo ramen” e loro si girano a guardarmi. “Avreste il coraggio di dire che una qualsiasi pietanza è migliore di quella di vostra nonna? Io le direi questa cosa, e poi quella coriacea vecchina giapponese alta un metro e cinquanta arriva diretta da Kanagawa solo per picchiarmi, ma per il ramen di Jun lo farei” ridono “sei proprio partito” annuisco “E pensare che durante gli anni di scuola volevamo polverizzarci a vicenda. Giocava a basket ed era un centro.” Uno degli addetti stampa della squadra arriva da me con un pacco di foto e me le fa vedere, sono io che sorrido insieme a Jun, noi che balliamo abbracciati al Piper. “Dimmi che non è una scappatella” scuoto la testa “Non è una scappatella, è l’uomo che mi ha completamente stregato con un piatto di ramen” Lui si massaggia le tempie “Hai appena stabilito un record, ti sei fatto beccare per la prima volta in quattro anni che sei qua, e mi rispondi così? Guarda che domani sarai sulle copertine” scrollo le spalle e gli indico il bento e il biglietto. “Me li manda lui” gli spiego. “Tutti a me quelli strani, tutti a me, che ho fatto di male” si lamenta “Non devi smentire niente, lo sanno tutti che sono gay, su dai almeno non vado a giro ubriaco” sospira e mi da ragione “Maki niente colpi di testa” rido “No tranquillo.” prendo il telefono e faccio il numero di Uozumi “Moshi Moshi” sospiro la sua voce mi fa già impazzire “Sono Shin, il bento, cioè il biglietto, ecco AiShiteru” butto fuori come se fosse niente, ma sono parole importanti, parole che da noi sono dette una volta ogni tanto. Dall’altra parte sento una risata calda “Aishiteru” mi risponde e il cuore potrebbe scoppiarmi dalla gioia “Pensavo di sembrare un cretino con il numero e il bento, Shin” sospiro “Questa cosa non rimarrà tra noi per molto tempo, ci hanno visto i paparazzi” sparo. “Non mi importa se a te non importa” mi risponde “Stasera quando stacchi vieni da me per sempre?” chiedo e non so quale ingranaggio del mio cervello si sia bloccato “Se c’è posto per me e la mia cagnolina volentieri. Vieni a cena al locale da me, offro io” sorrido così tanto che mi fa male la faccia “Ok, a dopo”. I miei compagni di squadra hanno finito il loro pranzo e il mio è ancora intonso su una panchina. “Se volete assaggiare” propongo loro, mentre prendo le bacchette che c’erano nel pacchettino e comincio a mangiare. “Questo cibo è magico” dice uno dei ragazzi. “lo so è l’incantesimo del Cibo”
Note Sparse
In lingua autoctona il segreto di buettino: una cosa che sanno tutti.
Siamo alle battute finali di questa fic, o forse no…
Mi piaceva travolgerli, un po’ così.
Un uomo posato come un Maki del futuro può essere solo travolto da Uozumi…
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Capitolo 5 *** News and Tabloid ***
I
titoli delle maggiori riviste di basket e giornali sportivi riportano
la foto di me e Jun che ci baciamo al Piper, fa ridere in foto sembro
piccolo, quasi un fuscello, ed è solo un’illusione
ottica, visto
che il mio accompagnatore supera i due metri ed è molto
più
piazzato di me. Titoli sprecati, cose da tabloid scandalistici, ma io
sono abbastanza limpido nelle mie uscite pubbliche, e ho sempre avuto
una reputazione di bravo ragazzo a cui piace ballare, e si sono
gettati su di me come un pasto leggero. Le ragazze sono a colazione a
casa mia, la prima mattina con Jun e la sua cagnolina, e dovevo
aspettarmelo che fosse un cane di taglia grande, la sua cagnolina
è
una dolcissima alano di settanta chili dal pelo color caffè,
così
oltre al pelo che somiglia a capelli bianchi di Hoshi avremo per casa
anche il sottopelo marrone di Aoi. Mi
viene da ridere la mia cagnolina? Ha il senso delle proporzioni un
po’ sfasate. “Oh Shin diva, sembri un cucciolo di Chihuahua
tra
le sue braccia” ridiamo
tutti e quattro, ci sono due tipi di colazione sul tavolo
“Uff, e
ora che hai fatto scandalo qualsiasi cosa faccia è da
dilettanti”
continua a lamentarsi e Jun si siede a tavola portando delle uova
strapazzate su cui Serena si fionda zittendosi. “Io sono
euforico,
anche se hanno scritto cose su di me assurde, e poi sarà
anche un
po’ di pubblicità per il mio locale.” Charly
annuisce “lui ci vede lontano, mi piace, e poi queste uova
sono
splendide.” Mangiamo
rilassati “Allora Jun, raccontaci di te, Shin è
nostro amico, e
vorremo sapere chi ha rapito il suo cuore.” Il cuoco del
mio cuore
abbassa lo sguardo e mangia un po’ di riso con le bacchette.
“Allora sono Jun sono alto due metri e otto, sono un cuoco, e
ho
imparato nel ristorante di sushi dei miei genitori fin da quando ero
piccolo. Ho frequentato il club di basket fino al torneo estivo del
terzo anno, e sistematicamente mi scontravo con la sua squadra che
però era la più blasonata della prefettura, e il
giallo e viola
mettono in risalto la sua carnagione abbronzata. Dopo la prima
partita da avversari in prima media ho sempre voluto far sparire il
suo ghigno di vittoria. Quando siamo andati alle superiori la nostra
rivalità era alle stelle, e lo sognavo di notte. Un
deficiente di
una squadra assurda” ridiamo entrambi e le ragazze si
guardano
“Chiamava me il re delle scimmie e lui vecchietto”
Serena “Ah
il famoso rossoscimmia” annuiamo “non so a chi
è andata peggio.
Ma ora è a piede libero per gli stati uniti, insieme al suo
nemico
amico” e Charly scuote la testa “Dai vogliamo
sapere di più di
te Jun” sospira “Mi piace andare al mare e nuotare,
mi annoio a
pescare, mi piace guardare le onde, amo i cani e gli animali in
genere. Quando sono diventato capitano del Ryonan mi sono reso conto
di amarlo” Arrossisco
“Io non mi sono accorto di niente, volevo solo vincere contro
di
te, vincere sempre e comunque, primeggiare.” il mio Koi
sospira e
ridacchia “lo so, e tu sei andato
all’università e io mi son
messo a cucinare seriamente, e ho cercato di dimenticarti, per
fortuna i miei hanno tentato solo una volta di organizzarmi
un’uscita
per fidanzamento, la poveretta non ha retto al mio brutto
muso”
sospiro “Con la barba così stai proprio
bene” gli dico
toccandogli la guancia “Non sei per tutti, ma sei per
me” Serena
finge di vomitare arcobaleni, ha anche codificato la cosa Jun la
guarda stranito mentre da un po’ di carne ai due canidi che
lo
sommergono di coccole. “Smettila che anche voi siete da
diabete
quando vi ci mettete” mi lecco le labbra “Stavo
pensando, al
telefono quando gli ho detto di trasferirsi da me ha detto se
c’era
spazio per la sua cagnolina, Aoi è tutto tranne
piccola.” Ridiamo
tutti insieme, e sentiamo bussare alla porta vado ad aprire mentre le
ragazze stanno prendendo in giro il mio ragazzo, è
l’addetto
stampa della squadra che sembra avere un diavolo per capello
“Su
James entra ne parliamo” non lo lascio partire con la sua
filippica
“Non pensavo di trovarti così rilassato, hai
sempre tenuto alla
tua privacy” mi dice e si ritrova ad essere annusato da due
cagnoni
Hoshi da buon Golden gli ha già mostrato la pancia mentre
Aoi gli
lecca una mano. “Aiuto mi hanno attaccato” ride
“Aoi, Hoshi”
la voce imperiosa di Uozumi richiama i canidi che gli si avvicinano
“Piacere sono James l’addetto stampa della squadra,
oh
ragazze” saluta le due “anche delle loro squadre,
ma adesso siete
voi due che mi fate penare.” Jun arrossisce mentre Aoi poggia
il
suo musone sulle sue gambe e Hoshi si è acciambellato ai suoi
piedi “Può
anche dire che lo renderò un uomo onesto” spalanco
la mia bocca e
le mie amiche applaudono. “Sono innamorato di lui dalle
superiori,
non saranno questi titoli assurdi a farmi desistere da amarlo. Voglio
sposarlo in futuro, per adesso abitiamo insieme abbiamo due cani. Io
ho il mio ristorante il primo all’estero della mia catena di
ristoranti di ramen.” James è ancora in piedi e
Uozumi, che mi
rendo conto sia abbastanza inquietante per chi non conosce la sua
dolcezza. “Si sieda James, ci dica come muoverci, ci siamo
lasciati
travolgere dalla serata, mi
scusi” il suo inglese è impressionante
“E menomale sei venuto
per imparare l’inglese” scrolla le spalle mentre
James “Allora
ragazzi, dovrete rilasciare un’intervista con i soliti noti,
mi
raccomando, siate vestiti bellini, anzi tu con la tua divisa da chef
e siate innamorati.” Serena ride in modo sguaiato
“Sono da
vomitare zollette di zucchero non preoccuparti Jimmy” scuote
la
testa “Convinci la tua ragazza a non fare cazzate, o se
proprio le
vuole fare di contattarmi prima, mi verranno i capelli bianchi dietro
a voi ragazzini” dice e tutti ridiamo di gusto
“James sei pelato”
infierisce Charly e lui si congeda da noi “Hai la giornata
libera,
stasera alle 18 al Dome” annuisco “ci saremo
entrambi” gli
assicura il mio ragazzo. Che prende un telefono “Si, no,
certo, ok,
per pranzo, cena ritardo, si si, ora calmati, calma, no non
diventerai zia, lo vedo improbabile” lo sentiamo parlare e
solo io
capisco cosa sta dicendo, è impressionante come passi
fluidamente da
una lingua all’altra. Lo raggiungo e gli rubo un bacio.
Le
ragazze vanno agli allenamenti e Jun va a lavoro e mi trascina con
lui. “Lei è Kana mia sorella, lui
è...” lei sorride e fa un
profondo inchino “Finalmente ti conosco di persona, eri solo
una
foto in camera sua” arrossiamo entrambi e lei sta parlando in
inglese. “Vieni
fratellone” dice in giapponese “Siediti pure qua
mentre Junchan
cucina.” Sono imbarazzato e lei mi sorride “Ha un
cuore grande,
vedi di non spezzarglielo” Sento il gelo lungo la spina
dorsale,
sembra una bambina carina, in realtà è un oni nel
corpo di una
ragazzina. “Allora
Maki, raccontami di te” sto ancora sudando freddo, come solo
le
parenti del tuo ragazzo possono farti fare. “Allora sono
Shinichi
compio gli anni il quindici agosto, mi piace il basket così
tanto da
essere riuscito a farne il mio lavoro. Amo il surf, il mare, i cani e
Jun” e lei ride sembra rilassarsi e lo faccio
anch’io “me ne
sono accorto solo ora, ma era qualcosa come una musica di sottofondo,
qualcosa
che non riuscivo a capire, ho avuto qualche flirt ma sono sempre
scappato quando le cose si son fatte serie perché sentivo
che fosse
una cosa sbagliata. Tutto mi è stato chiaro ieri mattina.
Ora sono
innamorato sia di lui che di Aoi, e Hoshi il mio golden mi schifa
perché ha deciso che lui è più
bello” la mia futura cognata ride
“Bene siete stati approvati dai cani dell’altro
bene loro sono
più intelligenti di noi” tiro un sospiro di
sollievo mentre i
primi clienti cominciano ad arrivare al locale e io mi ritrovo dietro
la cassa a fare i conti per gli avventori e non so nemmeno come sia
successo. Alle tre del pomeriggio Jun finisce di lavorare e ci
fiondiamo al suo appartamento dove recupera un po’ delle sue
cose e
ci dirigiamo a casa mia.
Alle
tre e mezzo siamo da me, e lui entra in doccia e non riesco a
trattenermi, ho fatto il casto e puro per quasi due giorni, ma mi
sento come a quindici anni con gli ormoni a palla e una voglia matta
di mettere le mani su quel corpo enorme. Mentre lui fa scorrere
l’acqua mi spoglio velocemente e entro nel box
“Jun” cerco di
essere più sensuale possibile, e vengo arpionato in un
abbraccio
virile, forte e mi sento sciogliere “ma quanto sei
figo” sembro
proprio un ragazzino alla prima cotta, e forse lui lo è
stato, non
ricordo perfettamente, perché ero convinto di dovermi
innamorare di
una ragazza. Ma
ora tutti i pensieri sono catalizzati dall’acqua che scorre
sui
muscoli di quest’uomo con cui divido l’appartamento
da meno di
quarantotto ore, e
ho finito tutto il mio contegno nipponico, comincio a mordicchiare
uno dei suoi pettorali e lui fa scivolare le mani tra i miei capelli
e mi sento incoraggiato a continuare mentre la sua mano ruvida
scivola sulla mia schiena io lascio una scia di morsi sulla sua pelle
chiara e mentre arrivo al suo ombelico lui mi ferma e riesco solo a
emettere un gemito di disappunto, fino a quando non mi fa alzare bene
in piedi e mi bacia lentamente e in modo lascivo mentre
l’acqua
calda ci colpisce piano. Ora è lui a leccarmi e baciarmi, mi
morde
il lobo dell’orecchio e un gemito mi sfugge e lui ridacchia
“Come
siamo sensibili Shin” mi tocca lentamente e prende un mio
capezzolo
tra le labbra carnose e io gli carezzo i capelli mentre lui si occupa
del mio capezzolo con leccatine concentriche, la sua bocca scende
decisa lasciando una scia umida che viene lavata via
dall’acqua,
non si ferma all’ombelico e senza preavviso prende in bocca
la mia
erezione ed è l’immagine più erotica
che abbia mai visto, succhia
piano come se fosse una cosa importante, e mi fa sentire amato e
desiderato, la sua mano si intrufola tra le mie
natiche e mi irrigidisco fino a quando non comincia a succhiare
più
velocemente e in modo più lascivo, mi sta facendo impazzire
e
comincio a spingere la sua testa contro la mia erezione e lui non si
scompone
aumenta la velocità e fa scivolare un dito dentro di me come
se
fosse una cosa naturale cerca quel punto magico della prostata e lo
trova dopo poco e mi sembra di impazzire, con un po’ di
fatica
riesce a prepararmi con tre dita e quando esce dal mio corpo
“Jun
continua” lui in risposta smette di succhiarmi e si alza
nella sua
stazza imponente e mi prende in braccio come se fossi una ragazzina
di quaranta chili e mi fa impalare sulla sua erezione, con
difficoltà
ma ci riusciamo accarezzati dall’acqua che continua a cadere
dal
soffione della mia doccia. Comincia a spingere dentro di me e
comincio ad ansimare, non mi sono mai sentito così completo,
così,
“Ti amo Shinichi” mi sussurra in un orecchio
l’uomo che mi sta
prendendo cominciando a spingere con foga e lascio la testa ricadere
all’indietro scoprendo il collo dopo un po’ lo
sento venire
dentro di me e io vengo senza toccarmi tra di noi. Mi libera
delicatamente della sua notevole presenza e lo guardo negli occhi e
lo bacio ancora “Ti amo Jun, probabilmente ti ho sempre
amato”
lui mi abbraccia dolcemente e poi guarda l’orologio.
“Ora
dobbiamo fare di corsa piccolo diavolo tentatore, tra poco
più di
un’ora dobbiamo essere al Dome” e le sue parole mi
riportano alla
realtà, ma lui non si scompone, con una dolcezza inaspettata
mi
insapona e mi lava, e io ricambio, ma non riesco ad essere dolce come
lui, sono solo più eccitato. “Non possiamo, non
provocarmi” mi
minaccia, dopo un po’ di baci e coccole poco caste riusciamo
ad
uscire dalla doccia puliti. Con mio grande dispiacere vedo il corpo
del mio fidanzato sparire nei vestiti, ha deciso di indossare la
giacca nera da cuoco che lo fa sembrare ancora più bello e
devo
farmi una gran violenza per non saltargli nuovamente addosso, ma poi
mi ricordo dell’incontro con la stampa e vado nel panico
“Non ho
un cazzo da mettere” comincio a girare a vuoto per la stanza
mentre
con gesti lenti Uozumi prende dei vestiti dal mio armadio e li poggia
sul mio letto all’occidentale, “Koi, respira,
bravo” seguo la
sua voce e cerco di calmarmi “Mettiti quei jeans e quella
camicia,
sneakers e sei pronto, dai possiamo farcela. Ho
aperto un ristorante a 10000 chilometri da casa, possiamo
sopravvivere a dei giornalisti, e ti ricordo che non ho ucciso Sendoh
per due anni di fila, e tu non hai ucciso Kyota, siamo
pressoché
immortali.” Rido
e mi rilasso, riesco a finire di vestirmi, e corriamo al Dome, e
riusciamo ad arrivare leggermente in anticipo.
James
ci accoglie con un sorriso tirato “Siete perfetti, bravi
ragazzi”.
La sala stampa si riempe dei soliti giornalisti. “Bene siamo
qua
per chiarire la questione rispetto a quello che qualche penna
creativa ha pubblicato. Una mano svetta, una giornalista navigata e
molto perfida comincia con la prima domanda “Chi sei
tu” chiede
al mio fidanzato che non perde la sua calma, e sorrido, forse essere
capitani di quei due ci ha proprio temprato per queste situazioni.
“Sono Jun Uozumi, sono uno chef, ho una catena di ristoranti
di
Sushi in Giappone con la mia famiglia e ho la mia catena di
ristoranti di Ramen sia in Giappone, ma ho anche una sede aperta da
poco qua a Toronto.” Le prime domande sono abbastanza normali
fino
a quando quella vecchia comare di Lolitah, una giornalista di una
rivista queer, un donnone di un metro e novanta e un evidente pomo
d’adamo “Ma al Piper tesori eravate proprio
erotici, da quando
state insieme” ridacchiamo, abbiamo optato per la
verità e
risponde Jun “Allora io sono innamorato di lui dalla prima
superiore, e ho aperto qua a Toronto come primo ristorante
all’estero
proprio per provare a conquistarlo. Per caso quella sera lui
è
venuto a mangiare nel mio locale, e ha chiesto alla cameriera di
potermi fare i complimenti per il ramen, e l’ho riconosciuto
subito, e avrei voluto baciarlo, ma ho accettato i complimenti e un
invito, siamo andati a bere del saké e poi a ballare, il dj
ha messo
su un lento e mi sono ritrovato con l’uomo che amo da sempre
tra le
braccia e non sono riuscito a trattenermi l’ho baciato. Il
giorno
dopo gli ho mandato un bento con
una dedica, in cui gli confessavo il mio amore, e lui mi ha invitato
a vivere da lui, e ho accettato, adesso viviamo insieme con i nostri
cani, il suo golden retriver e la mia alano.” tutti si sono
zittiti, la sua voce profonda li ha incantati, ma quelle serpi si
riprendono. “E tu Maki?” mi lecco le labbra
“Io non mi ero reso
conto di essere sempre stato innamorato di lui, prima perché
mi
avevano educato pensando che avrei dovuto sposare una donna, e poi il
basket, ero concentrato solo sulla mia carriera e non
sull’amore, e
poi è arrivato lui a ricordarmi come ci si sente quando si
ama
qualcuno, come ci si sente ad essere amati.” Il mio Koibito
prende
la mia mano che nella sua sparisce, e io mi appoggio alla sua spalla
in modo molto naturale. Dopo qualche altra domanda James congeda i
giornalisti e poi ci abbraccia “Ragazzi siete da diabete, dei
mi
avete commosso, non
potevate fare di meglio, mi inviterete al matrimonio?” chiede
e il
mio amore ridacchia “Certo che ti inviteremo” e lui
comincia a
borbottare qualcosa “So che Serena mi manderà al
manicomio” e io
annuisco “Sicuramente e ti porteremo qualcosa da
mangiare” lui se
ne va prevedendo catastrofi di varia natura e rimaniamo da soli in
una grossa palestra io e Jun.
Dopo
un bacio tutt’altro che casto “one to
one?” gli chiedo dopo
aver recuperato un pallone “Ovviamente.” Giochiamo
come due
ragazzini su un campo di NBA. Con ancora tutta la vita davanti e un
grande amore crescente.
Note
Sparse
Un
uomo posato come un Maki del futuro può essere solo travolto
da
Uozumi…
Rileggendo
questo il mio cervello ha eruttato un’altra
genialità degna del
Tensai dei poveri che sono “è per forza
posato… Uozumi cucina”
Manca
solo l’Epilogo che avrà una one shot a se, e che
verrà scritto
quando anche le altre fic della serie prenderanno una forma
più o
meno definitiva.
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